Turismo Business in Basilicata

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1 Il TURISMO BUSINESS LEGATO AL SETTORE ESTRATTIVO IN UN’AREA INTERNA DELLA BASILICATA A cura di Livio Chiarullo [email protected]; Marcella De Filippo [email protected]; Alice Giorgio [email protected]. I risultati dell’indagine, qui presentati, sono il frutto di un’indagine sul campo che i ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei hanno realizzato nel corso del 2013.

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Con l’espressione “Business tourism ” si intende l’attività di un individuo, lavoratore autonomo o dipendente, che soggiorna per più di 24 ore in un luogo al di fuori del suo ambiente abituale, per motivi legati al business, fintanto che questi non corrispondono ad un rapporto di lavoro questi non corrispondono ad un rapporto di lavoro implicito od esplicito con un produttore residente nel luogo visitato. (WTO,1998)

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Il TURISMO BUSINESS LEGATO AL SETTORE ESTRATTIVO IN UN’AREA INTERNA DELLA BASILICATA

A cura di

Livio Chiarullo [email protected]; Marcella De Filippo [email protected];

Alice Giorgio [email protected]. I risultati dell’indagine, qui presentati, sono il frutto di

un’indagine sul campo che i ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei hanno realizzato nel corso del 2013.

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Il turismo business: tendenze globali

Cartina della Basilicata, in evidenza il PNAL e l'area della Val d'Agri

Con l’espressione “Business tourism” si intende l’attività di un individuo, lavoratore autonomo o dipendente, che soggiorna per più di 24 ore in un luogo al di fuori del suo ambiente abituale, per motivi legati al business, fintanto che questi non corrispondono ad un rapporto di lavoro implicito o esplicito con un produttore residente nel luogo visitato. (WTO, 1998). I viaggi correlati all’attività lavorativa rappresentano la più antica forma di turismo la cui origine, connaturata al commercio, è da individuarsi negli spostamenti delle prime comunità agricole dedite allo scambio di beni e prodotti locali. Oggi, il turismo d’affari genera il 24% del PIL mondiale, producendo circa 1 miliardo di dollari di utili, ed ha previsioni di sviluppo positive (+ 3,1% nel 2013 e + 4,1% nel 2023 secondo il World Travel and Tourism Council). Nel 2012 la spesa per viaggi d’affari prodotta dall’Italia, in crescita dell’1,1% rispetto ai valori

dell’anno precedente, è salita a quota 18,3 miliardi di euro.

Il turismo d’affari è, dunque, un segmento del mercato turistico generale connesso al commercio e all’industria che, sia sul piano dell’offerta che su quello della domanda, si interseca o si sovrappone al turismo leisure. La sovrapposizione tra i due segmenti avviene perché: il turista business può diventare, terminata la giornata lavorativa un turista leisure; molti viaggiatori business sono accompagnati durante la propria missione dalla famiglia, ovvero viaggiatori che fruiscono dell’offerta leisure della destinazione.

Anche sul piano dell’offerta la domanda business si interseca al turismo leisure poiché utilizza gli stessi servizi del sistema di accoglienza della destinazione (ospitalità, ristorazione, bar e caffè, trasporti, punti vendita, luoghi di intrattenimento, attrazioni turistiche e uffici di informazioni turistiche).

Questi fattori determinano sul piano socio economico e della qualità dell’offerta importanti ricadute: aumenta i ricavi e il fatturato delle aziende turistiche favorendone i processi di innovazione, rafforza l’attività turistica, svincolandola spesso dalla stagionalità, e migliora il livello di specializzazione della manodopera locale. Tali benefici si ripercuotono positivamente anche sull’offerta leisure che può godere di una migliore qualità dei servizi e di una maggiore efficienza del sistema turistico durante l’intero anno. Infine la presenza di viaggiatori d’affari in un territorio determina un ulteriore vantaggio sul piano del marketing e dello sviluppo della destinazione, numerosi studi dimostrano infatti che la visita di una città per motivi di lavoro influenza positivamente la scelta della destinazione per le proprie vacanze.

Figura 1. Differenza tra turismo business e leisure

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Il turismo business in un’area estrattiva: la Val d’Agri tra innovazione e riposizionamento

Secondo i dati elaborati dall'APT, nel 2012 la

Val d’Agri presentava una dotazione di 49 strutture ricettive e 1598 posti letto (dati 2012). L’offerta ricettiva si caratterizza per una marcata “specializzazione” alberghiera, che riflette la forte attenzione che le politiche di sviluppo a livello regionale hanno riservato a questo comparto negli anni che hanno segnato il decollo turistico della Basilicata a partire dagli anni ‘80. Le strutture alberghiere possiedono il 72% del totale dei posti letto, con una media di 67 posti letto per struttura; gli esercizi extra- alberghieri, invece, offrono il 28% dei posti letto con una media di 14 posti letto per struttura.

Nel 2012 in Val d’Agri si sono registrati 24.139 arrivi e 77.049 presenze. I dati statistici relativi all’ultimo quinquennio mostrano un certo dinamismo dei flussi che ha originato sia negli arrivi che nelle presenze un apprezzabile incremento medio annuo, pari al 2,4% per gli arrivi e al 2,6% per le presenze (2007-2012), con un incremento delle presenze superiore rispetto alla media regionale pari allo 0,3%.

Ciò nonostante, nel contesto regionale la Val d’Agri ha ancora un ruolo marginale, pesa infatti per solo il 4,7 % in termini di arrivi e per il 4,1% in termini di presenze sul bilancio turistico lucano. I flussi della Val d’Agri, piuttosto stabili e costanti nel corso dell’anno con incrementi nei soli mesi estivi, periodo durante il quale si registrano arrivi riconducibili ai turisti di scoperta e ai turisti di ritorno, particolarmente presenti nel territorio.

Figura 2. Flussi turistici Val d'Agri. Anno 2012. Fonte: APT Basilicata

In quest’area i flussi, concentrati maggiormente nel comparto alberghiero, sono alimentati prevalentemente dal mercato domestico, che rappresenta il 94,6% degli arrivi e il 93,8% delle presenze totali. Tuttavia, il movimento turistico, a differenza di ciò che si rileva a livello regionale, non può essere qualificato esclusivamente come di prossimità. Per quanto, infatti, la Puglia e la Campania – i bacini di utenza prevalenti in Basilicata - generino rispettivamente il 20,4% e il 10,2% delle presenze, si distinguono con una quota parte significativa anche regioni come l’Abruzzo (19,1%), la Sicilia (8,8%) e la Lombardia ( 6,6%).

I flussi turistici derivati da Abruzzo e Sicilia, in particolare, risultano fortemente presenti in Val d’Agri rispetto ad altri territori della Basilicata (l’Abruzzo infatti pesa per solo il 1,9% sulle presenze turistiche regionali, mentre la Sicilia per il 2,8%). In particolare, negli ultimi anni si è registrato un importante aumento della movimentazione clienti derivante dall’Abruzzo, che nel quinquennio 2007-2012 ha visto un incremento medio annuo del 10,2% negli arrivi e dell’ 9,7% nelle presenze.

Il bacino differenziato di provenienza della domanda e l’assenza di importanti fenomeni di stagionalità evidenziano un utilizzo turistico del territorio che si discosta dalle tendenze regionali (Figura 3), frutto proprio della consistente componente di flussi alimentati dalle attività estrattive presenti in loco.

Figura 3. Flussi turistici Regione Basilicata. Anno 2012

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I risultati dell’indagine: 1) Il sistema turistico locale

Al fine di comprendere meglio le dinamiche e le caratteristiche dei flussi legati al turismo business, nel 2013 la FEEM ha svolto un’indagine quali-quantitativa che ha coinvolto sia gli operatori economici sia i turisti. Il 73% delle strutture coinvolte nell’indagine1, è direttamente coinvolto nei flussi business.

Figura 4. Strutture ricettive con business prevalente e strutture ricettive con business non prevalente

Figura 5. Tasso di occupazione delle strutture da parte dei trasfertisti.

*area più scura: tasso di occupazione più alto

Il comparto extra-alberghiero, in aggregato, mostra una prevalenza di ospiti non di lavoro. Tuttavia,

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L’indagine, partita con l’obiettivo di raccogliere il punto di vista della totalità

dei gestori delle strutture ricettive della Valle, ha avuto come limite principale il periodo di somministrazione- ottobre-dicembre- che è coinciso in alcuni casi con il periodo di chiusura stagionale delle strutture da intervistare. L’indagine ha comunque coinvolto più del 70% delle strutture ricettive della Val d’Agri.

anche in questo comparto sono presenti strutture ricettive con una prevalenza di turisti business. Nel caso degli affittacamere, infatti, la ripartizione con business prevalente supera quella con business non prevalente. Secondo quanto emerso dall’indagine, le strutture ricettive del comparto extra-alberghiero “hanno reagito in modo differente [all’affermarsi del fenomeno], alcune ospitano sia turisti business che altre tipologie di viaggiatori altre hanno deciso di lavorare esclusivamente con il segmento business, modificando il proprio ruolo passando nella pratica dalla formula di agriturismo alla formula di appartamento dato in fitto.” (operatore economico)

Sebbene in alcuni casi gli ospiti di lavoro siano preferiti rispetto ad altri segmenti di ospiti, anche nelle strutture ricettive che hanno in prevalenza ospiti business, sono presenti altri segmenti. Tuttavia, gli ospiti business, secondo l’indagine, concorrono a formare circa il 74% del totale delle presenze dell’ambito territoriale in esame.

Figura 6. Presenze generate dai trasfertisti *area più scura: maggior numero di presenze

La portata del fenomeno per l’economia dell’area è rilevante e le dinamiche insite in tale fenomeno determinano ripercussioni anche sugli altri segmenti turistici presenti nell’area e sull’offerta turistica loro proposta. Le strutture ricettive con una forte componente business, condizionate dalle caratteristiche di questo settore, in taluni casi, limitano l’esercizio dell’attività turistica ad altri clienti: “La presenza di questi ospiti ha condizionato tutto. Prima da settembre a novembre avevamo turisti per la raccolta di funghi. Ora siamo “impossibilitati” ad ospitarli poiché dobbiamo garantire sempre la disponibilità di

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business prevalente business nonprevalente

alberghiere

extra-alb

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posti letto per i trasferisti”. (Struttura Ricettiva Business).

Le strutture ricettive con una forte componente business, condizionate dalle dinamiche che caratterizzano questo settore, ovvero la presenza di convenzioni annuali che impongono camere riservate per lunghi periodi e politiche di prezzo al ribasso, in taluni casi, limitano l’offerta di posti letto al turista di tipo leisure e così acuiscono la monocultura turistica business.

Allo stato attuale nelle strutture alberghiere, connotate dalla forte presenza di trasfertisti, la propensione ad ospitare turisti per vacanza è spesso bassa. Il turista leisure, legato in particolare alla fruizione delle risorse naturalistiche dell’area e alla scoperta delle sue specificità storico-culturali ed enogastronomiche, si presenta quindi come una clientela poco curata, opzionale e secondaria rispetto alla formula prevalente.

Osservando, inoltre, alcune variabili che ci danno qualche indicazione circa la dinamicità della

struttura, ovvero la sua propensione all’investimento (la variabile è positiva se la struttura ricettiva ha in programma nuovi investimenti per l’anno seguente) e la capacità di fare rete con gli altri attori e risorse disponibili sul territorio, si nota che molto bassa risulta essere la quota delle strutture “investment oriented” (Figura 7). Ciò potrebbe essere legato da un lato alla difficoltà nel recupero dell’investimento che comprometterebbe anche la competitività della struttura e dall’altro alla specifica tipologia di utenti, maestranze ed operai, per i quali il miglioramento dell’offerta non risulta essere un’esigenza. Inoltre, anche la creazione di reti formali o informali con gli altri attori del territorio risulta essere piuttosto limitata.

Queste condizioni fanno sì che il sistema appaia oggi economicamente solido e molto sviluppato ma in termini strategici e di sviluppo, fortemente alterato e nel complesso indebolito.

Figura 7. Propensione all'investimento e a fare rete

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propensioneall'investimento

propensioneall'investimento

rete rete

strutturealberghiere

strutture extra-alberghiere

strutturealberghiere

strutture extra-alberghiere

business prevalente

business non prevalente

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2) Il comportamento di spesa e i consumi turistici dei trasferisti

Gli ospiti appartenenti al segmento business si differenziano primariamente per la categoria professionale di appartenenza. Questa variabile influisce, nello specifico, sulla capacità di spesa, sulla tipologia e sulla durata della trasferta. In generale, le categorie presenti sono riconducibili a quella degli operai (il 65% dei trasfertisti), degli impiegati (il 20%) e dei quadri/dirigenti (il 15%). Le diverse categorie si distribuiscono in modo non uniforme all’interno dei comparti alberghiero o extra-alberghiero. La categoria degli operai, la cui permanenza media all’interno delle strutture ricettive è di 15 giorni, soggiorna in prevalenza nel comparto alberghiero. Gli impiegati e i dirigenti, che fanno registrare una permanenza media, rispettivamente, di 7 giorni e 2 giorni, preferiscono, invece, il comparto extra-alberghiero.

Figura 8. Distribuzione categorie professionali per comparto

Oltre il 50% degli intervistati proviene dalle regioni centro-meridionali. Le regioni più rappresentate sono Abruzzo (35% circa), Sicilia (20%), Campania (12%), Lombardia (10%). Ciò è giustificato da una maggiore formazione e specializzazione nel settore estrattivo in regioni che condividono con la Basilicata la presenza di attività connesse all’ambito petrolifero.

È interessante anche osservare come si distribuisce il dato della provenienza geografica tra le diverse categorie professionali presenti sul territorio: il 75% degli operai proviene da Sicilia ed Abruzzo, il

60% degli impiegati da Campania, Sicilia e Puglia, e il 60% dei dirigenti proviene dalla Lombardia.

Mediamente, al giorno, la categoria che spende di più sul territorio è quella dei dirigenti, seguita da quella degli operai e degli impiegati; se consideriamo, invece, la fascia d’età, la spesa media maggiore si concentra nella categoria under 24.

Totale euro

Inquadramento professionale dirigente 111,37

impiegato 78,29

operaio 90,62

Fascia d'età <24 100,13

25-35 89,19

35-50 88,18

>50 88,53

Tabella 1. Spesa giornaliera media per inquadramento professionale, età, alloggio, titolo di studio

Dal momento che le categorie professionali sono presenti sul territorio in una composizione percentuale differente, il risultato aggregato sarà differente. La spesa totale per l’anno 2013, infatti, è stata generata per il 60% circa dalla categoria degli operai.

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Figura 9. Spesa per categoria professionale

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Da evidenziare che, nonostante la categoria professionale maggiormente presente sul territorio sia quella degli operai, con una capacità di spesa minore rispetto a quella degli altri trasfertisti, la prolungata presenza media di questi rende la loro fruizione del territorio più profonda e con più momenti ed attività leisure che sono fonte di economia ed indotto per il territorio.

Se si escludono le prime due voci di spesa (vitto ed alloggio) la restante parte si diversifica a seconda della categoria professionale considerata (Figura 10).

Ai primi due posti la spesa è uniforme ed è occupata per tutte e tre le categorie da carburante e spese quotidiane (giornali, bar). Al terzo posto avviene una differenziazione. Impiegati e operai destinano una quota al divertimento (locali, discoteca, pub), rispettivamente il 23% ed il 21%, mentre i dirigenti spendono il 13% del totale in prodotti enogastronomici. Una quota rilevante è destinata

anche dalla categoria degli operai allo shopping (12%), e dagli impiegati a prodotti enogastronomici (10%). In conclusione: da quanto analizzato emerge che il dirigente spende in enogastronomia, l’impiegato e l’operaio in divertimento, l’operaio punta anche su shopping. Tornando alla differenziazione per età invece, gli under 24 spendono più in shopping, la fascia 25-35 in divertimento, i 35-50 in divertimento, enogastronomia e cultura, mentre gli over 50 spendono in modo considerevole in enogastronomia.

Questi dati confermano la specificità del fenomeno business in Val d’Agri: più della metà dei turisti di lavoro presenti in questo territorio sono infatti operai che quindi necessitano di pochi servizi connessi al turismo e alle attività di intrattenimento e che invece richiedono prioritariamente servizi legati al commercio e alla gestione della quotidianità.

Nella sezione seguente verranno analizzati, per categoria professionale gli aspetti relativi alla

fruizione turistica del territorio, alle abitudini di soggiorno e alle attività leisure effettuate una volta che la giornata lavorativa è terminata. Il confine tra turista di lavoro e turista leisure appare sfumato in quanto sia sul piano d’offerta che su quello della domanda, i due segmenti talvolta si sovrappongono.

Dall’indagine campionaria, infatti, è stato rilevato che il 54% dei trasfertisti ha avuto modo di sperimentare le risorse turistiche presenti in Val d’Agri. Coloro che non hanno avuto modo di sperimentare le risorse turistiche dell’area, adducono spiegazioni piuttosto omogenee, che vanno dalla scarsità di servizi di offerta e di pubblicità presenti sul territorio che spesso inducono alla mancata conoscenza delle risorse turistiche2, alla mancanza di tempo libero per intrattenersi in attività leisure (Figura 12).

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Dalle interviste ai turisti: “Mezzi pubblici assenti, altrimenti sperimenterei le

risorse locali”; “vengo solo per lavoro e comunque sono mal pubblicizzate”; “nessuna proposta e/o pubblicità né informazione”.

FOCUS: l’indotto economico generato

L’indagine, svolta direttamente su un campione di lavoratori in trasferta, ha permesso di effettuare delle stime circa la “spesa” effettuata sul territorio e l’indotto economico da essa generata (ovvero il valore creato nel sistema economico per ogni euro speso da un individuo/ente). La spesa media giornaliera generata sul territorio dal segmento business ammonta per il 2013 a circa 94 euro e si distribuisce in differenti settori economici. Circa il 78% delle spese giornaliere è ascrivibile al settore ricettività e ristorazione.

La spesa turistica complessiva per l’anno 2013, secondo le stime, ha raggiunto i 7 milioni di euro circa ed ha toccato anche settori differenti dai meri servizi di base. L’effetto diretto ed indiretto generato sul territorio, ovvero la ricchezza generata nel sistema economico è di 11,68 milioni, ovvero ha un moltiplicatore totale di 1,62.

Spesa Effetto diretto Effetto diretto ed indiretto

(mln Euro) (mln Euro) (mln Euro)

Totale Basilicata 7,18 6,01 8,54

Totale resto d’Italia 0,00 0,65 3,15

Totale 7,18 6,66 11,68

Figura 11. Indotto economico ed occupazionale generato

Figura 10. Dettaglio: percentuale di spesa giornaliera per inquadramento professionale escluso vitto ed alloggio

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servizi estrutture scarse

luoghi nonvalorizzati

accoglienza,bellezze

naturalistiche epaesaggistiche

buonaorganizzazione

Figura 12. Non ha sperimentato risorse turistiche-motivazione

Inoltre può capitare che i viaggiatori business siano spesso accompagnati durante la propria missione dalla famiglia, ovvero da viaggiatori in vacanza che fruiscono dell’offerta leisure della destinazione. L’indagine effettuata sul campo fa emergere, infatti, che il 36% del totale dei trasfertisti ha portato in Val d’Agri la famiglia o gli amici e fra coloro che, invece, non ha

ancora avuto modo di farlo, l’83% potenzialmente lo farebbe, aumentando così il bacino turistico già presente in Valle. Per lo sviluppo turistico del territorio è, dunque, importante considerare che le presenze turistiche effettuate dalla categoria business rappresentano, oltre che un ritorno economico immediato per il territorio, anche un bacino potenzialmente sfruttabile su altri segmenti di tipo leisure.

Tuttavia, la percezione dell’offerta turistica e, quindi il potenziale turistico della Val d’Agri risentono delle criticità che i turisti riscontrano nell’area (Figura 13). Ciò nonostante circa il 70% dei trasferisti parla in termini positivi delle risorse paesistiche e culturali dell’area, favorendo probabilmente un meccanismo di conoscenza e promozione del territorio. Questa capacità moltiplicativa potrebbe rappresentare, quindi, un’importante opportunità per lo sviluppo turistico della Val d’Agri.

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nessuna risposta servizi scarsi mancanza di tempo

Figura 13. Giudizio sull'offerta turistica dell'area-motivazione

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Qui di seguito si riporta una sintesi delle principali caratteristiche per ciascuna tipologia di turista della Val d’Agri Operai Tempo medio trasferta: 15 giorni

Comparto maggiormente utilizzato: alberghiero Tra le attività e le attrazioni turistiche presenti sul territorio, gli eventi enogastronomici risultano essere i più frequentati. Seguono le attività sportive e ricreative in piscina.

Il grafico che segue indica l’assiduità con cui vengono frequentati i comuni limitrofi rispetto ad altre destinazioni turistiche più distanti. Tra le motivazioni principali: la presenza di centri commerciali, la presenza di svaghi e divertimento, la possibilità di usufruire servizi di ristorazione ed enogastronomia e la volontà di approfondire la conoscenza del territorio. Ci sono altre destinazioni citate dai trasfertisti con motivazioni differenti. L’area Jonica, ad esempio, è frequentata principalmente per il riposo, lo svago il relax ed il mare; il capoluogo di Regione per motivazioni

legate al lavoro e la ricerca di lavoro, centri commerciali più grandi, attività di intrattenimento quali il cinema ed eventi culturali; Matera per motivazioni quali il turismo, la cultura ed il relax; il Vallo di Diano, infine, è frequentato per motivazioni di svago, per il mare e per le numerose attività di intrattenimento e divertimento.

Circa il 30% degli operai è stato raggiunto in Valle da famiglia o amici, entrambi nella categoria dei turisti leisure. Di quelli che non hanno ancora portato nessuno potenzialmente il 19% lo farebbe. Inoltre, il 24% delle persone a cui un operaio ha parlato della Val d’Agri vi è poi venuto in vacanza, sottolineando l’importanza del passaparola nel pubblicizzare una destinazione turistica.

Impiegati

Tempo medio trasferta: 7 giorni

Comparto maggiormente utilizzato: extra-alberghiero

Tra le risorse presenti sul territorio quelle naturalistiche (in particolare i parchi Nazionali e regionali) risultano essere i più frequentati. Seguono gli eventi enogastronomici e la visita a borghi.

Il grafico che segue indica l’assiduità con cui, anche in questo caso, vengono frequentati i comuni limitrofi rispetto ad altre destinazioni turistiche più distanti. Seguono il Vallo di Diano e la Costa Jonica.

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altri comuni dellaVal d'Agri

Val Camastra

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Costa Jonica

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Vallo di Diano

Puglia

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Il 54% degli impiegati è stato raggiunto in Valle da famiglia o amici, entrambi nella categoria dei turisti leisure. Di quelli che non hanno ancora portato nessuno potenzialmente il 14% lo farebbe. Inoltre, il 29% delle persone a cui un operaio ha parlato della Val d’Agri vi è poi venuto in vacanza.

Dirigenti

Tempo medio trasferta: 2 giorni

Comparto maggiormente utilizzato: extra alberghiero

Tra le attività e le attrazioni turistiche presenti

sul territorio, gli eventi enogastronomici risultano essere i più frequentati. Seguono le visite a parchi e musei.

Il grafico che segue indica l’assiduità con cui, anche in questo caso, vengono frequentati i comuni limitrofi rispetto ad altre destinazioni turistiche più distanti. Seguono la costa Jonica e Matera.

Il 25% dei dirigenti è stato raggiunto in Valle da famiglia o amici, entrambi nella categoria dei turisti leisure. Di quelli che non hanno ancora portato nessuno potenzialmente il 42% lo farebbe. Inoltre, il 33% delle persone a cui un operaio ha parlato della Val d’Agri vi è poi venuto in vacanza.

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25%sciare

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piscine

parchispettacoli

eventienogastronomici

eventi religiosi

eventi culturali

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altri comuni dellaVal d'Agri

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Conclusioni Il turismo di lavoro come opportunità di sviluppo turistico per le aree interne della Basilicata.

La Val d’Agri si pone all’attenzione degli studiosi poiché territorio entro il quale la componente turistica e quella industriale si sono, ad un certo punto della vita della destinazione, incrociate e sovrapposte attivando impatti del tutto inediti e originali e determinando un sostanziale cambiamento di rotta nelle politiche di pianificazione turistica dell’area. L’economia generata da una crescente domanda turistica di lavoro, garantita da uno dei più grandi poli petroliferi d’Italia, ha modificato la propensione dei attori economici locali verso la pianificazione turistica e la disponibilità dei gestori a investire in tale settore, trasformando molte delle strutture presenti in Val d’Agri in alloggi per trasferisti.

L’opportunità che genera la presenza di un segmento business sul territorio va oltre la mera statistica degli arrivi e delle presenze turistiche nella Valle. Questo flusso genera un beneficio sul territorio perché destagionalizza i flussi, occupando posti letto altrimenti vuoti e attiva un effetto moltiplicativo: la visita di un luogo per motivi di lavoro influenza positivamente la scelta della destinazione per le proprie vacanze. E’ chiaro che il processo di sviluppo, quasi autonomo, che la componente business ha avuto in Val d’Agri fino a questo momento non può proseguire se non attraverso un’opportuna e corretta pianificazione che tenga in debito conto anche delle distorsioni e degli impatti negativi che questa può indurre sul sistema turistico locale.

Per concorrere a uno sviluppo durevole e sostenibile del sistema turistico locale è opportuno comprendere che il turismo business rappresenta solo uno dei segmenti a cui gli operatori economici della

Valle devono puntare. La presenza di un Parco Nazionale, di caratteristici borghi riqualificati e di risorse enogastronomiche di qualità, rappresentano importanti potenzialità di sviluppo turistico per la Valle, particolarmente ricercate dai turisti leisure di ultima generazione, interessati a un turismo slow, a mete originali ed esperienze turistiche di qualità. L’eccessiva specializzazione dell’offerta verso il segmento business, infatti, rischierebbe di creare un contesto di sviluppo oltremodo dipendente da questa tipologia di turismo, che potrebbe inibire altre forme di promozione del territorio.

Si palesa quindi l’unica strada percorribile per la destinazione Val d’Agri: la definizione di una strategia che miri da un lato a mantenere alta la sua attrattività per il settore business e, dall’altro a costruire, forte anche degli introiti che tale segmento garantisce all’area, un’offerta di qualità per lo sviluppo di altri segmenti, maggiormente rispondenti alle caratteristiche e specificità del territorio. È chiaro il bisogno di un posizionamento strategico dell’area in chiave turistica che metta a sistema i due vantaggi competitivi più forti presenti sul territorio: la natura e l’energia per strutturare un’offerta diversificata e di qualità, migliorando il posizionamento anche rispetto alle nuove esigenze della domanda di ospitalità.

A fronte del futuro e ormai certo incremento dei flussi business è auspicabile che i portatori di interesse si mobilitino per strutturare un’offerta integrata di servizi adatta alle esigenze di tale categoria, portatrice di bisogni che non possono essere ricondotti esclusivamente all’alloggio e alla ristorazione. Solo agendo in questa direzione, infatti, il settore del turismo di lavoro per la Val d’Agri potrebbe attivare quell’effetto moltiplicatore necessario per creare indotto in diversi settori dell'economia locale e generare benessere diffuso sul territorio.