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Tu vedi più lontano di me
Avevo agito bene, avevo le risposte,
la strada era quella giusta,
ma mi ha portato qua.
Conosci le mie pene, per questo chiedo aiuto,
adesso che ho rinunciato, io so la verità:
Tu vedi più lontano di me!!!
Tu sai la via
Non voglio sapere i perché
Tu vedi più lontano di me.
Se questo è un saggio
ne vedo la ragione
c' ho messo tutta l'intenzione
ma forse no, non basta
non voglio fare peggio
la fede sai, mi aiuta
ripongo in Te la mia fiducia
è tutto ciò che resta...
Ma Tu vedi più lontano di me...
Credevo di poter spiccare il volo
ma Tu puoi plasmarmi, ed insegnarmi...
Tu vedi più lontano di me...
Tu sai la via
Non voglio sapere i perché
Ti ascolterò
Io credo in Te...
Tu vedi più lontano di me...
IIINNNNNNOOO 222000111333
Cari Sacerdoti e cari Educatori,
anche quest’anno l’Azione Cattolica Diocesana propone un sussidio per
l’animazione del Grest parrocchiale.
È sempre un momento molto significativo, e per questo importante, dell’anno
pastorale, capace di coinvolgere molti ragazzi, adolescenti animatori e
genitori.
Sperando che possa esservi di aiuto, vi forniamo una traccia che ha come
protagonista Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto per gelosia dai suoi fratelli
a dei mercanti. Una bellissima storia (cfr. Gen 37,2-48,22), ricca di colpi di
scena che porteranno i ragazzi a riflettere su temi quali il valore e la bellezza
della vita, la fedeltà, la bellezza di donare con umiltà, il perdono… e tanto altro
ancora.
Come lo scorso anno, avendo comunque come punto di appoggio
imprescindibile il testo biblico di Genesi, mettiamo come filo rosso un filmato:
è il cartoon della DreamWorks Giuseppe il Re dei Sogni (anno 2000). Siamo
sicuri che questo aiuterà i ragazzi ad avvicinarsi con semplicità ed
immediatezza a questa bellissima e ricca storia.
A questo punto non ci resta che augurarvi un buon lavoro!
Il Signore accompagni ogni nostro passo e ogni nostro pensiero, moltiplichi le
nostre energie per il bene della chiesa diocesana e parrocchiale e renda
sempre più operosa la nostra carità.
Un caro saluto a tutti!
Gli amici
dell’’Azione Cattolica Diocesana
Spezzoni del Film
Titolo Tema Parola di Dio
00,00 – 06,20 C’è un miracolo
in me Il dono della vita Lc 1,8-25.57-66
06,21 - 17,45 Ognuno è speciale I doni per i quali
ognuno è speciale 1 Cor 12,12-27
17,45 – 26,18 Ho venduto mio fratello
Il tradimento
Mt 26,14-16.27,1-2 (Giuda)
Mt 26,32-35.69-75 (Pietro)
26,19 – 31,52 Ridona
quello che hai
I talenti donati con umiltà;
mettere a frutto quello che si è
imparato; i frutti del dono
1 Re 17,7-16
31,53 – 38,42 Saldi
nella prova La prova e la
fedeltà Mt 7,21.24-29
38,43 – 45,10 Tu vedi
più lontano di me La notte della fede, la fatica
Lc 24,13-24(35)
45,11 – 53,00
Il dono diventa salvezza
Il talento, quello che ho te lo do
perché non è mio ma viene da Dio”
At 3,1-10
53,00 – 1,06,00
Il perdono e la gioia - Ritrovati
nel perdono
Il perdono dona la gioia
Lc 19,1-10
CCC EEE UUUNNN MMMIIIRRRAAACCCOOOLLLOOO
IIINNN MMMEEE
[dal film Giuseppe il Re dei Sogni: 00,00 – 06,20]
TTTrrraaammmaaa
Giuseppe il re dei sogni è un film d’animazione del 2000 che presenta, con alcune
licenze, la vicenda biblica di Giuseppe narrata nella Genesi.
Giacobbe, già padre di dieci figli, vede avverarsi il sogno della sua vita quando la sua
moglie prediletta, Rachele, ritenuta sterile, dà alla luce un figlio. Il bambino, la cui
nascita è stata in qualche modo presagita da Dio, viene chiamato Giuseppe.
Giacobbe ha una vera predilezione per Giuseppe, a cui risparmia i lavori più faticosi e
lo istruisce al meglio affinché possa un giorno occupare il posto tra i grandi che gli
spetta in quanto miracolo divino, ma più il figlio cresce più si fanno forti gli attriti coi
suoi fratelli che sono sempre più gelosi di lui e dei suoi privilegi.
TTTeeemmmaaa
“Nessuno viene al mondo per sua scelta”: all’origine di ogni vita c’è Qualcuno che, da
sempre, ci ha pensati e voluti, un Amore che ha creato ogni cosa e la mantiene in vita.
Ogni essere che respira sulla terra non è frutto del caso, ma nasce dal cuore di Dio.
Senza di Lui non potremmo esistere! Solo in Dio, nostro Padre, troviamo la
spiegazione e il senso della nostra esistenza, che è interamente nelle sue mani, dal
suo inizio al suo termine: “Nessuno può pagare il riscatto di una vita o chiederne a Dio
il prezzo, per quanto si paghi il riscatto di una vita non potrà mai bastare per vivere
senza fine” (Sal 49,8-10).
“Non per meriti si nasce e non per colpa”: la gratuità è la dimensione più importante
della vita, che è un dono. Nessuno di noi ha fatto niente per venire al mondo, per
“meritarsi” di vivere! Siamo un regalo a noi stessi! E lo stupore è l’atteggiamento
giusto da coltivare davanti a un dono così grande.
“La vita è un dono legato a un respiro / dovrebbe ringraziare chi si sente vivo”: in
una società che mercifica anche le relazioni e dà a tutto un prezzo, la gratitudine
spesso non trova cittadinanza. “Grazie”, invece, è la parola che dovremmo
pronunciare di più, nella consapevolezza che niente ci è dovuto, ma tutto ci è
regalato. Ringraziare è sorprendersi continuamente di fronte alla vita e ai gesti che
rompono la catena del “do ut des” e del puro calcolo.
DDDaaallllllaaa PPPaaarrrooolllaaa dddiii DDDiiiooo
NASCITA DI GIOVANNI BATTISTA dal Vangelo di Luca (1,57-66)
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I
vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si
rallegravano con lei.
All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome
di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”. Le
dissero: “Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome”.
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese
una tavoletta, e scrisse: “Giovanni è il suo nome”. Tutti furono meravigliati. In quel
medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo
Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea
si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro:
“Che sarà mai questo bambino?” si dicevano. E davvero la mano del Signore stava con
lui.
AAAttttttiiivvviiiTTTAAA
C’È UN MIRACOLO IN ME
Ognuno di noi è una persona speciale, cioè irripetibile, unica al mondo. Pur essendo
miliardi sulla Terra e pur avendo avuto miliardi di persone che ci hanno preceduto (e
che verranno dopo di noi) sono unico al mondo e nella storia del mondo.
Ogni ragazzo porta una foto attorno alla quale, nell’attività, realizzerà una cornice.
Potrà utilizzare materiali che gli educatori forniranno (legumi, pasta, fogli colorati,
perline, ecc.) e materiali che potranno liberamente reperire sul posto.
Lo scopo è che ogni ragazzo evidenzi la bellezza che gli appartiene, la sua unicità.
Nel frattempo, un educatore fotoreporter, scatta una foto a ciascuno dei ragazzi per
l’attività del giorno successivo. Ogni ragazzo potrà scegliere di farsi fotografare nella
posa che più gli piacerà e che meglio lo esprime.
GGGiiiooocccooo
PESCA IL PUZZLE
Si prepara un percorso a ostacoli. Alla fine del percorso c’è uno scatolone pieno di
cianfrusaglie, il ragazzo che arriva viene bendato e deve cercare di pescare i pezzi di
un puzzle nel quale ci saranno scritte alcune frasi dello spezzone di film visto la
mattina. Vince per la squadra che per prima ricompone il o i puzzle.
Esempio di frasi: C’è un miracolo in me / La vita è un dono.
PPPrrreeeggghhhiiieeerrraaa
SALMO 8
O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra
Se guardo il cielo, il sole, gli astri, io dico: sono opera delle tue mani.
Tu hai creato ogni uomo, a lui hai affidato tutte le cose.
Ci hai fatti quasi come angeli,
hai messo nelle nostre mani il mondo intero.
Gli animali della montagna, quelli della pianura;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare.
Tutto hai dato in nostro potere,
perché ogni essere vivente ti lodi.
O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra
OOOGGGNNNUUUNNNOOO EEE SSSPPPEEECCCIIIAAALLLEEE
[dal film Giuseppe il Re dei Sogni: 06,21 – 17,45]
TTTrrraaammmaaa
Giuseppe sogna e in seguito si accorge che i suoi sogni sono delle vere previsioni
del futuro. Quando rivela questi suoi sogni alla famiglia, i fratelli lo deridono
pesantemente; quando poi quello che Giuseppe ha sognato si avvera, il padre
comprende che egli possiede un dono speciale, un dono che viene direttamente
da Dio: interpretare i sogni e prevedere il futuro. Tale dono però costituisce un
ulteriore motivo di invidia per i fratelli, invidia che compromette definitivamente
l’armonia della famiglia.
TTTeeemmmaaa
Quando ci accorgiamo di ciò che è stato donato, cominciamo a guardarci intorno e ci
chiediamo “Cosa Dio ha donato agli altri” , pensiamo di poter misurare l’amore di Dio
per noi a partire dai doni che egli ci ha dato e ha dato agli altri; dobbiamo però
considerare che Dio ci ha dato “i germi” e attende che noi li facciamo sviluppare. Il
problema non è allora cosa ho ricevuto ma fino a che punto io saprò valorizzarla.
Ciascuno di noi ha un compito diverso e irrepetibile, stabilito da Dio prima della nostra
nascita e a seconda di questo ruolo che Dio ci ha affidato, abbiamo ricevuto da Lui i
doni corrispondenti; Dio ha dato a ciascuno ciò che davvero gli serve.
È importante non essere gelosi dei doni degli altri, ma apprezzarli e rispettare il piano
di Dio e la risposta che ciascuno dà nella piena libertà. Nessuno è privo di doni e
nessuno li possiede tutti, per questo è importante imparare a “servire” con i doni che
abbiamo.
Le diverse membra del corpo hanno bisogno le une delle altre, allo stesso modo nel
corpo della Chiesa: i membri dipendono gli uni dagli altri, nessuno può dire all’altro:
“non ho bisogno di te”. Pensiamo ad un’orchestra; i singoli musicisti che la formano
non possono essere semplici solisti; devono essere in grado di suonare insieme,
ognuno con il proprio strumento e secondo le proprie doti. L’accordo e l’equilibrio dei
diversi strumenti, che richiede molto esercizio, mette in risalto la capacità dei
musicisti e la qualità dell’orchestra.
DDDaaallllllaaa PPPaaarrrooolllaaa dddiii DDDiiiooo
UN CORPO DI MOLTE MEMBRA Dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinti (12,12-27)
Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur
essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati
battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi;
e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro
solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non
appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l'orecchio
dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non
farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se
fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo
distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove
sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può
l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno
di voi». Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; e
quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior
rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, mentre quelle
decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior
onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie
membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le
membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con
lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.
AAAttttttiiivvviiiTTTAAA
LA SCOPERTA DEI PROPRI DONI - E tu che animale sei?
1 - Il conduttore prende tanti fogli quanti sono i partecipanti e su ciascun foglio scrive
un nome, poi li distribuisce in modo che ogni persona ne abbia uno con il nome di un
compagno. Il conduttore chiede al gruppo di disegnare un animale che abbia le
caratteristiche psicologiche e di comportamento del partecipante che trova scritto sul
foglio. Il disegno dovrà risultare chiaro, se così non fosse, conviene scrivervi sotto di
quale animale si tratta. Il lavoro viene consegnato anonimo. Una volta raccolti i
disegni, il conduttore ne mostrerà uno per volta facendoli passare da un componente
all'altro. Su un foglio grande vengono scritte tutte le osservazioni riguardanti il
disegno e le caratteristiche dell'animale-persona.
2 - Finita questa fase, il conduttore distribuirà a ciascuno dei presenti un foglio bianco
e chiederà di disegnare, questa volta, un animale che rappresenti se stesso così come
si percepisce.
3 - Al termine ciascuno avrà davanti a sé due disegni di animali: quello del compagno
e il proprio. A questo punto si prende una persona per volta e si mettono a confronto
l'animale disegnato dall'altro e la propria rappresentazione grafica. Quindi ognuno è
invitato ad esprimersi sulle singole persone: se aggiungerebbe qualche aggettivo o ne
toglierebbe qualcuno, ovviamente motivando il tutto. Al termine ogni singolo è
invitato a dichiarare se è d'accordo o meno e quindi accetta, gli aggettivi con i quali gli
altri lo hanno definito.
4 - Da tutto questo gioco se ne trae spunto per fare percepire la differenza tra "come
uno si sente e come lo vedono gli altri", cioè il gioco tra autoattribuzione e
attribuzione esterna nella costruzione dell’identità.
È possibile variare il gioco in modo divertente e creativo proponendo stimoli
alternativi all'animale come ad esempio un'opera letteraria o teatrale, una canzone,
una pianta, una macchina, una città, una nazione, ecc.
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Alla fine di questa attività vengono prese le foto fatte il giorno prima ai ragazzi.
Esse verranno stampate e incollate sulla sagoma di un corpo, fino a riempirlo. Ognuno
di noi, speciale, costituisce un membro del Corpo di Cristo che è la Chiesa. Il Capo del
di questo Corpo sarà, infine, il volto di Cristo (vedi scheda allegata TAPPA 2).
GGGiiiooocccooo
LE OLIMPIADI DEI TALENTI La tappa prevede di dare risalto ai talenti e ai doni di ciascun bambino, doni per i quali
è una persona speciale.
Il gioco consiste in diverse prove per le quali i ragazzi saranno scelti in base alle loro
capacità, interessi, qualità e attitudini personali. Per far sì che non vengano scelti solo
i ragazzi “sportivamente più portati”, verranno creati e ideati giochi capaci di
coinvolgere tutti, di fare comprendere a tutti che nessuno è escluso e che nessuno è
privo di doni e qualità da mettere in gioco, anche per il bene di tutti.
Forniamo alcune proposte di gioco:
La barzelletta più divertente
I più bei gesti per il ritornello dell’inno del grest
Il più bel disegno
La più bella canzone
Tiro con l’arco
Freccette
Tiro al barattolo (i barattoli potrebbero essere pure “caratterizzati” con immagini
relative all’antico Egitto ad esempio)
Tiro alla fune
PPPrrreeeggghhhiiieeerrraaa
DAI IL MEGLIO DI TE...
L'uomo ha tanti difetti: NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti diranno che lo fai solo per te stesso: NON IMPORTA, FA' IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici:
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato: NON IMPORTA, FA' IL BENE
L'onestà e la sincerità a volte non sono rispettate:
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo:
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, a volte gli darà fastidio: NON IMPORTA, AIUTALA
Da' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE
HHHOOO VVVEEENNNDDDUUUTTTOOO
MMMIIIOOO FFFRRRAAATTTEEELLLLLLOOO
[dal film Giuseppe il Re dei Sogni: 17,45 – 26,18]
TTTrrraaammmaaa
Giuseppe cerca i suoi fratelli per riconciliarci con loro ma i fratelli non lo accolgono: lo
gettano, anzi, in fondo ad un pozzo. Il giorno seguente i fratelli lo vendono a dei
mercanti per trenta monete d’argento; inizia così per Giuseppe la sua esperienza di
schiavitù in un paese straniero. Intanto i fratelli fanno credere al padre che Giuseppe è
morto, ucciso da una bestia feroce.
TTTeeemmmaaa
Il tradimento è chiusura alla relazione: è considerare le cose e l’affermazione di sé più
importanti delle cose che ci sono accanto.
DDDaaallllllaaa PPPaaarrrooolllaaa dddiii DDDiiiooo
TRADITO PERCHÉ… Dal Vangelo di Matteo (26,14-16.27,1-2) – Giuda
Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse:
"Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete
d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio
contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo
consegnarono al governatore Pilato.
Dal Vangelo di Matteo (26,32-35.69-75) – Pietro
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea". Pietro gli disse: "Se tutti si
scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai". Gli disse Gesù: "In verità io ti
dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte". Pietro gli
rispose: "Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò". Lo stesso dissero tutti
i discepoli.
Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e
disse: "Anche tu eri con Gesù, il Galileo!". Ma egli negò davanti a tutti dicendo: "Non
capisco che cosa dici". Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai
presenti: "Costui era con Gesù, il Nazareno". Ma egli negò di nuovo, giurando: "Non
conosco quell'uomo!". Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: "È
vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!". Allora egli cominciò a
imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo!". E subito un gallo cantò. E Pietro si
ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: "Prima che il gallo canti, tu mi
rinnegherai tre volte". E, uscito fuori, pianse amaramente.
AAAttttttiiivvviiiTTTAAA
Vengono forniti ai ragazzi due fumetti con le immagine che descrivono
rispettivamente la storia di Pietro e quella di Giuda. I ragazzi dovranno inserire nelle
nuvolette i dialoghi relativi ad ogni scena: questi dialoghi sono forniti a parte (vedi
schede allegate TAPPA 3).
I ragazzi devono individuare le ragioni che hanno spinto i fratelli di Giuseppe, Pietro e
Giuda a tradire. Successivamente dovranno definire gli atteggiamenti, le azioni e le
parole che possono riparare il tradimento. Per ogni definizione otterranno dei bonus
che serviranno per il gioco.
GGGiiiooocccooo
GAVETTONE A TRADIMENTO Atteso momento per un campo estivo è il momento dei gavettoni... ma come la
prendono i ragazzi se ad iniziare sono proprio gli animatori che li colgono di sorpresa
e alla sprovvista?
Materiale necessario:
Bottiglie di plastica/ bicchieri / secchi / una fontanella d'acqua per i rifornimenti /
costume da bagno per tutti
Regole:
Si avvertono i ragazzi di indossare i costumi da bagno e le scarpe chiuse perché nel
gioco che si svolgerà bisognerà correre e ci si potrebbe bagnare. Si dividono i ragazzi
in squadre e si dispongono in fila indiana. Davanti a loro si posa una bottiglia di
plastica vuota e un bicchiere. Un metro più avanti si posa un secchio pieno d'acqua,
con accanto un animatore che lo sorveglia. Si dice ai ragazzi che dovranno riempire la
bottiglia attingendo l'acqua dal secchio con il bicchiere. Vincerà chi avrà riempito di
più la bottiglia. Al via i ragazzi partono, ma gli animatori più veloci prendono il
secchio e lo svuotano sulla propria squadra. Inizia la battaglia.
La lotta potrebbe essere più impegnativa e divertente se i ragazzi si trovassero sotto
delle finestre da dove arrivano altri getti d'acqua.
Ricordarsi di nascondere delle bottiglie piene d'acqua in modo da farle trovare ai
ragazzi dopo l'inizio della battaglia, in modo da giocare ad armi pari!
Vince chi... si diverte di più!
PPPrrreeeggghhhiiieeerrraaa
SALMO 50
Pietà di me o Dio nel tuo grande amore,
poiché sei stato tanto buono cancella il mio errore,
lavami da tutte le mie mancanze, purificami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa, il mio capriccio è sempre davanti a te,
contro te, contro te solo ho sbagliato, ho agito contro la tua volontà.
Purificami dal peccato e sarò buono perdonami e sarò più bianco della neve.
RRRIIIDDDOOONNNAAA QQQUUUEEELLLLLLOOO CCCHHHEEE HHHAAAIII
[dal film Giuseppe il Re dei Sogni: 26,19 – 31,52]
TTTrrraaammmaaa
I mercanti vendono Giuseppe come schiavo a Potifar, comandante delle guardie del
faraone. Nella casa di Potifar vengono affidati a Giuseppe vari incarichi nei quali egli
sempre, con umiltà, si distingue per capacità e spirito di servizio. Potifar ne apprezza
le doti e lo nomina suo servitore personale, affidandogli la gestione di tutti i suoi beni.
TTTeeemmmaaa
Giuseppe impara a donare con umiltà e questa è una sostanziale differenza con
l’atteggiamento che aveva prima rispetto ai suoi fratelli.
Ai ragazzi è richiesto di riflettere sul loro modo di porsi nei confronti degli altri,
soprattutto rispetto a delle capacità che hanno (saper fare qualcosa, essere bravi a
scuola o abili in alcuni sport, ecc.).
DDDaaallllllaaa PPPaaarrrooolllaaa dddiii DDDiiiooo
FIDARSI E DARE TUTTO Dal Primo libro dei Re (17,7-16)
Dopo alcuni giorni il torrente si seccò, perché non era piovuto sulla terra. Fu rivolta a
lui la parola del Signore: "Àlzati, va' a Sarepta di Sidone; ecco, io là ho dato ordine a
una vedova di sostenerti". Egli si alzò e andò a Sarepta. Arrivato alla porta della
città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: "Prendimi un po'
d'acqua in un vaso, perché io possa bere". Mentre quella andava a prenderla, le gridò:
"Per favore, prendimi anche un pezzo di pane". Quella rispose: "Per la vita del Signore,
tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po' d'olio
nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio
figlio: la mangeremo e poi moriremo". Elia le disse: "Non temere; va' a fare come hai
detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne
preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d'Israele: "La farina
della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non diminuirà fino al giorno in cui il
Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra"". Quella andò e fece come aveva
detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara
non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva
pronunciato per mezzo di Elia.
AAAttttttiiivvviiiTTTAAA
TI FACCIO UN DONO Ogni ragazzo di ogni gruppo realizzerà per gli altri un dono.
In ogni gruppo verranno messi a disposizione dei materiali per poter realizzare
differenti tipi di doni. I lavori saranno poi messi tutti quanti insieme e pescati da
ogni bambino casualmente, di modo che ogni bambino abbia un suo dono
ricevuto gratuitamente da un altro.
Diamo alcuni suggerimenti per i lavori che possono essere fatti:
Scooby-doo
Segnalibri
Disegni
Poesia
Maglietta bianca da personalizzare
Braccialetti
Cappellini da personalizzare
Sassi da decorare
Lavori da eseguire con decoupage
GGGiiiooocccooo
GRANDE GIOCO DELL’OCA Il gioco è pensato così come quello da tavola, con sfide, domande, penitenze ed
imprevisti. In allegato trovate il materiale necessario (vedi schede allegate TAPPA 4).
PPPrrreeeggghhhiiieeerrraaa
PREGHIERA SEMPLICE (S. FRANCESCO)
Per fare di noi stessi dono agli altri…
Oh Signore, fa di me uno strumento della tua pace
dove è odio, fa che io porti l'amore
dove è offesa, che io porti il perdono,
dove è discordia, che io porti l'unione,
dove è dubbio, che io porti la fede,
dove è errore, che io porti la verità,
dove è disperazione, che io porti la speranza,
dove è tristezza, che io porti la gioia,
dove sono le tenebre, che io porti la luce.
Maestro, fa che io non cerchi tanto
di essere consolato, quanto di consolare,
di essere compreso, quanto di comprendere,
di essere amato, quanto di amare.
Perché è dando, che si riceve,
perdonando, che si è perdonati,
morendo, che si resuscita a vita eterna.
SSSAAALLLDDDIII NNNEEELLLLLLAAA PPPRRROOOVVVAAA
[dal film Giuseppe il Re dei Sogni: 31,53 – 38,42]
TTTrrraaammmaaa
Mentre Giuseppe era intento a completare alcuni affreschi nella casa di Potifar, la
moglie di quest'ultimo gli si fa avanti e tenta di sedurlo; però lui respinge i tentativi di
questa donna e scappa lontano, lasciando tra le sue mai un lembo del suo vestito. La
consorte di Potifar, offesa dal rifiuto dello schiavo, tra grandi grida chiama le guardie
e accusa Giuseppe di aver tentato di abusare della sua persona.
Saputa l'accaduto, Potifar condanna il povero Giuseppe alla prigione, pur sapendo
della sua innocenza.
Nelle galere Giuseppe incontra il coppiere e il panettiere del faraone che gli
raccontano dei sogni che da diverso tempo li tormentavano; lui interpreta questi
sogni che, in pochi giorni, diventano realtà proprio come li aveva interpretati.
TTTeeemmmaaa
La fiducia nelle parole di Gesù, via, verità e vita, ci permette di vivere la nostra vita
saldi nella fede, soprattutto nei momenti della prova. Vivere la propria vita nella
Verità, con la V maiuscola, e come costruire la propria casa sulla roccia: “cadde la
pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono sulla casa; essa
però non crollò ” (Mt 7, 25).
Ognuno di noi, anche i ragazzi, vive i suoi momenti di prova e di tentazione ai quali
potrà resistere se avrà forte il motivo per cui essere fedele: fedeli a un amico perché
si vuole bene all’amico, fedeli alle regole di un gioco se si ha rispetto degli altri e si
vogliono ottenere risultati nella verità, ecc. Questo anche a costo di dover pagare dei
prezzi personalmente, proprio come ha fatto Giuseppe nella nostra storia.
DDDaaallllllaaa PPPaaarrrooolllaaa dddiii DDDiiiooo
SALDI PERCHÉ FONDATI Dal Vangelo di Matteo (7,21.24-29)
Non chiunque mi dice: "Signore, Signore" entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la
volontà del Padre mio che è nei cieli. [...] Perciò, chiunque ascolta queste mie parole
e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la sua
casa sopra la roccia. Cadde la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si
abbatterono su quella casa; essa però non crollò, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque invece ode queste parole non le mette in pratica, sarà paragonato ad un
uomo stolto, che ha edificato la sua casa sulla sabbia. Cadde poi la pioggia, vennero
le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa crollò e la sua
rovina fu grande. Ora, quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle stupivano
della sua dottrina, perché egli le ammaestrava, come, uno che ha autorità e non
come gli scribi.
AAAttttttiiivvviiiTTTAAA
QUIZZETTONE
L’attività potrebbe consistere in un semplice Quiz da proporre ai ragazzi divisi in
gruppo.
A partire dal Cartoon e/o dalla Parola di Dio, preparerete delle domande curiose e
non troppo semplici da fare ai gruppi. Vincerà il gruppo che risponderà
correttamente al maggior numero di domande.
Potete inserire nel quiz dei passaggi “divertenti” tipo Rischia tutto, jolly da giocare…
GGGiiiooocccooo
TI FIDI DI ME?
Si costruisca un percorso minato posando a terra rovesciati dei piatti di plastica
usa e getta. Si dividono i ragazzi a coppie di cui uno viene bendato e farà la parte
del cieco, mentre l’altro dovrà fare la parte della sua guida.
Il gioco consiste nel far percorrere tutto il tragitto nel campo minato dal ragazzo
bendato sotto la guida della sola voce del suo compagno: ogni volta che una
mina verrà calpestata l’eventuale concorrente perderà una gamba dovendo
saltellare; nel momento in cui il ragazzo dovesse perdere entrambe le gambe
dovrà ri-iniziare il percorso (i ragazzi si possono anche alternare nei ruoli).
Se i ragazzi sono divisi in squadre, vince quella che fa percorrere l’intero tratto
minato al maggior numero di componenti.
P.s. Il gioco risulterà più efficace se la posizione delle mine viene cambiata una
volta che il bambino è stato bendato.
PPPrrreeeggghhhiiieeerrraaa
Signore, tu lo sai,
il momento della tentazione
è un momento oscuro e difficile.
Nella tentazione, Signore, entro in crisi.
Sono incapace di amare.
Signore tu mi conosci,
sai chi sono e quello che faccio,
sai che spesso pur volendo il bene faccio il male.
Non mettermi alla prova
perché sono debole
Non abbandonarmi
perché da solo non ce la faccio.
TTTUUU VVVEEEDDDIII
PPPIIIUUU LLLOOONNNTTTAAANNNOOO DDDIII MMMEEE
[dal film Giuseppe il Re dei Sogni: 38,43 – 45,10]
TTTrrraaammmaaa
Giuseppe, dopo che i sogni da lui interpretati si sono avverati, rimane
completamente solo nella prigione. Ha la sensazione di aver perso ormai tutto;
anche i topi lo privano di quel poco cibo che la ragazza aveva tentato di fargli
arrivare; perde ogni speranza e fiducia negli altri, nella vita e in Dio, fino a quando da
una piantina che sembrava ormai morta vede spuntare una fogliolina verde. È il
segno della speranza che ridona a Giuseppe la voglia di lottare per qualche cosa.
Così, con pazienza, mette un sostegno alla pianta e inizia a curarla e a farla crescere;
la pianta diventa rigogliosa e forte, non ha bisogno più di sostegni; nel frattempo
Giuseppe ripercorre tutti i momenti della sua travagliata vita.
TTTeeemmmaaa
Vi sono percorsi della nostra storia che fatichiamo a comprendere, tappe che non
vorremmo mai attraversare, e ci sentiamo lacerati dalla domanda più amara: -
Perché?-
Anche Giuseppe sperimenta tutto questo, in particolare nella lunga prigionia, ed
è lì che impara la preghiera della fiducia e dell’abbandono nelle mani di Qualcuno
più grande:“Non voglio sapere il perché: Tu vedi più lontano di me!”. Si è proprio
così, Egli vede più lontano di noi, noi siamo limitati e non comprendiamo a volte
il perché ci succedono certe cose, ma Dio sa cosa è meglio per ciascuno dei suoi
figli. Non sempre quello che desideriamo è quello di cui veramente abbiamo
bisogno.
Non bisogna mai lasciarsi prendere dalla paura, il Signore ci e’ sempre vicino.
Pensiamo ai due discepoli di Emmaus: hanno il volto triste, un camminare vuoto,
senza speranza; Gesù però non li abbandona: percorre insieme la strada con
pazienza, questo è lo stile di Dio: non è impaziente come noi, che spesso
vogliamo tutto e subito, anche con le persone. Dio è paziente con noi perché ci
ama, e chi ama comprende, spera, dà fiducia. Ricordiamolo: Dio ci aspetta
sempre, anche quando ci siamo allontanati! Lui non è mai lontano anche quando
ai nostri occhi così può sembrare.
DDDaaallllllaaa PPPaaarrrooolllaaa dddiii DDDiiiooo
APRI I TUOI OCCHI Dal Vangelo di Luca (24,13-35)
Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante
circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello
che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si
accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli
disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?».
Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così
forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu
profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi
sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi
l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son
passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle
nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo
corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano
che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come
avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non
bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si
riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come
se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera
e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola
con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si
aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero
l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il
cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz'indugio e fecero
ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con
loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi
riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello
spezzare il pane.
AAAttttttiiivvviiiTTTAAA
IMPARARE A PRENDERSI CURA…
Proponiamo per questa tappa di riprendere un gesto che Giuseppe compie nella
parte di filmato che si è vista: in carcere si prende cura di una pianta…
Invitiamo i ragazzi a fare due cose:
Piantare un seme in un bicchiere di plastica con l’idea di imparare a prendersi cura,
con pazienza, di quello che si è seminato. Solo se si innaffierà, si farà prendere il
sole, ecc. la piantina crescerà: essa non è frutto del caso ma della cura che gli è
stata data.
Piantare una pianta in un giardino (potrebbe essere quello della parrocchia,
dell’oratorio, di un parco pubblico, ecc.) con l’idea che non sia solo una persona a
prendersi cura di essa ma una comunità.
GGGiiiooocccooo
IL PALIO DEI POMPIERI
I giocatori per ciascuna squadra sono pari al numero degli angoli di un poligono più
uno (nel caso suddetto sono sette): essi si piazzano ciascuno a un angolo del poligono
tranne che nella base di partenza in cui vi sono quindi due giocatori. Come testimone
si usa un bicchierino di plastica da caffè. Lungo il primo lato del percorso vi è un
secchio d'acqua.
Al via, il primo staffettista corre al secchio, riempie il bicchiere e lo consegna al
secondo ed occupa la base nella quale è giunto. Il secondo lo porta al terzo dopo
essere passato sopra un'asse di equilibrio che si trova lungo il secondo lato. Il terzo,
sempre col bicchiere pieno (o quasi!), fa uno slalom tra i paletti posti sul terzo lato del
percorso. Il quarto, ricevuta l'acqua, deve far passare il bicchiere sopra tre corde tese
perpendicolarmente al quarto lato. Il quinto posa a terra il bicchiere, fa tre capriole e
lo consegna al sesto il quale farà l'ultimo lato di corsa, giungendo così al punto di
partenza dove per ogni squadra vi è una bottiglia e ivi verserà l'acqua rimasta;
consegnerà il testimone al secondo nella fila del primo gruppetto il quale darà inizio a
un secondo percorso... Vince la squadra che per prima riempirà la bottiglia. E
probabile che ogni concorrente debba fare più di una volta il percorso, ma ogni volta
sarà diverso in quanto si sarà spostato da una postazione alla successiva.
Anche se, durante il percorso, il bicchierino rimanesse senza un goccio d'acqua, il
tracciato con le relative prove deve essere effettuato. E’ probabile che il bicchierino si
rompa: ogni squadra ha a disposizione un tot numero i bicchierini (ad es.: 5), rotti i
quali non se ne possono avere altri e la squadra è costretta a ritirarsi.
E’ importante spiegare in modo chiaro il percorso facendolo vedere da una staffetta
fuori concorso. Chiarire subito tutti i dubbi!
PPPrrreeeggghhhiiieeerrraaa
AD OCCHI APERTI
Signore, se penso alla mia vita lo sai che cosa mi viene in mente?
Una corsa ad ostacoli! Tra la scuola, lo sport, la musica...
non riesco mai a fermarmi un po' e a guardarmi intorno.
Mi sembra di essere come uno di quei discepoli che andavano a Emmaus:
cammino con Te a fianco senza riconoscerti.
Aiutami allora, Signore, a rimanere sempre "ad occhi aperti"
per poter vedere il tuo volto riflesso in quello dei miei genitori,
dei miei amici, del mio parroco e, soprattutto, nelle facce sofferenti degli ultimi:
i poveri, i malati, i carcerati...
Fa', o Signore, che riesca sempre a mettere in pratica con tutti
il tuo comandamento più grande: l'amore
IIIlll tttaaallleeennntttooo
dddiiivvveeennntttaaa sssaaalllvvveeezzzzzzaaa
[dal film Giuseppe il Re dei Sogni: 45,11 – 53,00]
TTTrrraaammmaaa
Potifar libera Giuseppe dalla prigione e lo conduce di fronte al Faraone perché aiuti
quest’ultimo ad interpretare i due sogni che lo tormentano ormai da alcune notti. La
spiegazione del giovane annuncia che l’Egitto vedrà sette anni di grande abbondanza
nei raccolti a cui seguiranno sette anni di grande carestia.
Così Giuseppe consiglia al Faraone di individuare un uomo di fiducia che faccia
razionare il grano durante l’abbondanza perché possa essere ridistribuito durante la
carestia : viene scelto proprio lui e nominato vice-faraone.
Il progetto riesce. Vengono riempiti fino all’orlo i granai con soddisfazione del
Faraone e di Giuseppe stesso per aver messo con successo i propri talenti a servizio
del popolo egiziano.
TTTeeemmmaaa
Giuseppe spiega al Faraone che la sapienza e il discernimento sono doni gratuiti di
Dio. In quest’ottica è da leggere l’impegno del giovane a mettere, con umiltà e
semplicità, il proprio ingegno e la propria intelligenza a servizio del bene di tutto il
popolo d’Egitto.
Anche i bambini sono chiamati a scoprire e riconoscere quali talenti hanno ricevuto
da Dio e ad interrogarsi su come poterli impiegare efficacemente a servizio non di se
stessi, ma per il bene di ogni uomo.
DDDaaallllllaaa PPPaaarrrooolllaaa dddiii DDDiiiooo
L’HO GUARITO COL DONO CHE DIO MI HA FATTO Dagli Atti degli Apostoli (3,1-10)
Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del
pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo
ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta «Bella» a chiedere
l'elemosina a coloro che entravano nel tempio. Questi, vedendo Pietro e Giovanni
che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina. Allora Pietro fissò lo
sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse
verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro gli disse: «Non
possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il
Nazareno, cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi
e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel
tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e
lodare Dio e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l'elemosina alla
porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto.
AAAttttttiiivvviiiTTTAAA
I bambini vengono invitati ad allestire una scenetta in cui, prendendo spunto da una
situazione del loro vissuto quotidiano (scuola, famiglia, parrocchia, sport) possano
mettere in risalto la creatività, i sogni e le capacità di ogni personaggio nell’impegno
di mettere i talenti ricevuti a servizio del bene comune.
GGGiiiooocccooo
1 - TI RINGRAZIO PER..
Ragazzi in cerchio, ognuno con un foglio in mano.
Ci scrivono il proprio nome in cima e poi ne piegano a fisarmonica il pezzo superiore,
in modo che il nome resti bene in vista. Fatto questo, lo passano al compagno alla
loro sinistra. Ogni ragazzo deve guardare il foglio, leggere il nome che c'è sopra,
scrivere una qualità, un aspetto positivo, un motivo per cui vorrebbe dire grazie al
compagno di cui ha letto il nome, poi lo piega a fisarmonica (in modo da far sparire
ciò che ha scritto, lasciando in vista il nome) e lo passa al compagno alla sua sinistra.
Quando il giro è completato, si mettono tutti i foglietti in mezzo e si leggono
pescandoli a caso.
Sarebbe cosa buona e giusta che alla fine l’animatore facesse notare quante cose
positive sono venute fuori: ve le aspettavate?
Valori educativi: ottimismo; saper guardare l'aspetto positivo, il bello che c'è in noi
2 - CHE MUSICA È?
Gioco sulla musica, liberamente ispirato dall'omonimo programma televisivo. Le
squadre si sfidano grazie a sei differenti prove di tipo musicale.
Ecco le prove da svolgere :
1. La squadra deve indovinare il titolo ed il cantante di una canzone ascoltando
solamente gli accordi della chitarra. Vince chi indovina più canzoni.
2. La squadra (avendo a propria disposizione 15 minuti di tempo) deve mimare la
prima strofa', il ritornello e la seconda strofe di 'Hanno ucciso l'uomo ragno'. Un
gruppo di animatori costituisce la 'giuria di qualità' che giudicherà i lavori.
3. Partendo da una parola, la squadra deve dire (a rotazione) una canzone che
contiene quella determinata parola. Sentita la parola, la prima squadra canta una
canzone contenente la parola, poi (dopo pochi secondi) parte la seconda squadra. Si
prosegue in questo modo e, poi, si riprende il giro.
Quando una squadra non conosce più canzoni viene eliminata.
Si procede fin quando rimane una sola squadra. Si possono effettuare più manches:
parola: SOLE, MARE, AMORE....
4. L'animatore legge alcune parole tratte casualmente dal testo di una canzone, le
squadre devono indovinare titolo e cantante della canzone. Vengono lette sei gruppi
di parole (corrispondenti a sei canzone). Vince chi dà più risposte esatte.
5. La squadra deve eseguire un bans, comprensivo di testo e gesti. (Cow-boy Arturo,
Conosco un cocomero, Zio Caiman...).
Una giuria di qualità ( composta dagli animatori ) giudicherà l'esecuzione ed
esprimerà i giudizi in base a volume dell'esecuzione (volume altissimo!) e al livello di
partecipazione di tutti (tutti devono gridare e fare i gesti).
6. Un animatore mugugna il testo di alcune canzoni. Vince chi indovina il titolo di più
canzoni.
PPPrrreeeggghhhiiieeerrraaa
Signore Gesù,
riempici dei tuoi doni!
Alimenta in noi la capacità
di credere in un mondo diverso
e di continuare a sognare la felicità.
Suscita in ciascuno di noi
il desiderio di fare della nostra vita
qualcosa di grande per te e per tutti.
Donaci la gioia
di impegnare le nostre energie,
i nostri talenti e capacità,
per migliorare le nostre relazioni
e per rendere la nostra società
più umana e fraterna. Amen.
IIILLL PPPEEERRRDDDOOONNNOOO EEE LLLAAA GGGIIIOOOIIIAAA
[dal film Giuseppe il Re dei Sogni: 53,01 – 1,06,00]
TTTrrraaammmaaa
Arriva la carestia preannunciata da Giuseppe. Vengono prese le scorte di grano che
erano state messe da parte e distribuite alla popolazione in base ai singoli bisogni
familiari e tutti sono grati a Giuseppe.
In fila per la distribuzione si trovano anche i suoi fratelli ai quali però non spettano le
razioni di grano non avendo contribuito all’approvvigionamento. Quando gli sta per
essere consegnato il grano Giuseppe, avendo sentito parlare da loro di un fratello
minore, interviene perché non crede a quello che dicono e decide che gli concederà
il grano solo se torneranno con il fratello minore. Intanto arresta uno di loro finché
questi non ritornano.
La moglie di Giuseppe cerca di farlo riflettere sulla possibilità che dopo tanti anni
anche loro possano essere cambiati e magari possano essere pentiti per ciò che
hanno fatto...
Dopo vari colpi di scena Giuseppe esce allo scoperto e lo fa quando capisce il vero
pentimento dei fratelli. Questi allora, finalmente, gli chiedono perdono, tornano in
Israele per prendere le loro famiglie ed il padre e ritornano da Giuseppe.
TTTeeemmmaaa
La tappa vuole invitare i ragazzi a comprendere quanto sia difficile perdonare: il
travaglio di Giuseppe prima di perdonare i fratelli lo fa capire molto bene. Ma la
storia è necessario leggerla anche dalla parte dei fratelli che devono imparare a
chiedere perdono. Sono tante le situazioni in cui possiamo vivere questo e ci piace
sempre che il passo di perdonare e/o chiedere perdono lo facciano gli altri prima di
noi o al posto nostro. La gioia ritrovata nella famiglia ricostituita fa comprendere la
bellezza del perdono. È così anche per te?
DDDaaallllllaaa PPPaaarrrooolllaaa dddiii DDDiiiooo
IL PERDONO MI DÀ UNA GIOIA CHE MI CAMBIA LA VITA Dal Vangelo di Luca 19,1-10
In quel tempo Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand'ecco
un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era
Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora
corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di
là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito,
perché oggi devo fermarmi a casa tua". Scese in fretta e lo accolse pieno di
gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È entrato in casa di un peccatore!". Ma
Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai
poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose:
"Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il
Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".
AAAttttttiiivvviiiTTTAAA
BELLEZZA DEL PERDONO Obiettivo: far scoprire ai ragazzi la bellezza del perdono dato e ricevuto
1. Dividere i ragazzi in tre o quattro gruppi a seconda del numero e dell’età (stando
attenti che siano misti.. di grandi e di piccoli)
2. Dare loro il compito di pensare e realizzare una scenetta (o mimo o …) su temi
diversi: litigio tra fratelli, discussione accesa con genitori, litigio a scuola, discussione
con insegnanti, etc… evidenziando il momento della richiesta di SCUSA…
3. Per innescare il dialogo:
a. Come ti sei sentito quando hai perdonato?
b. Come ti sei sentito una volta in cui non hai perdonato?
c. Come ti sei sentito quando sei stato perdonato?
d. Come ti sei sentito quando hai chiesto scusa ma le tue scuse non sono state
accettate?
GGGiiiooocccooo
In questa giornata attraverso due giochi proveremo a richiamare l‟attenzione dei
ragazzi sull’inutilità della vendetta e sull’importanza fondamentale del perdono e
della riconciliazione.
1° Gioco: FRASI FLASH Giocatori: dai 4 ai 10 giocatori.
Occorrente: frasi sulla vendetta (già fornite dagli animatori)
Preparazione: ai ragazzi verranno fornite delle frasi inerenti al tema della vendetta, e
gli stessi
sceglieranno quella che li ha più colpiti. Da qui partiranno le riflessioni individuali
sulla tematica. Si
potranno utilizzare, ad esempio, i seguenti spunti:
1. Che frase hai scelto? Perché?
2. Sapete cosa è la vendetta? Hai mai vissuto una situazione simile?
3. Conosci altre soluzioni per risolvere alcune situazioni oltre la vendetta?
Concluso il momento di riflessione si procederà con il secondo gioco.
2° Gioco: IL TELEFONO DELLE EMOZIONI Giocatori: dai 4 ai 10 giocatori.
Occorrente: smile (fornite dal team Esistiamo)
Preparazione: ai ragazzi verranno fornite degli smile con su raffigurate delle
emozioni/azioni che i
ragazzi dovranno mimare al fine di rappresentare le seguenti espressioni:
1. Arrabbiato;
2. Titubante;
3. Felice;
4. Perdono;
5. Riconciliazione.
Al termine del gioco i ragazzi si confronteranno seguendo i seguenti punti di
riflessione:
1. Ti rivedi nel percorso?
2. Sei in grado di perdonare?
3. Sei mai stato perdonato?
4. Hai mai perdonato? Come ti sei sentito?
PPPrrreeeggghhhiiieeerrraaa
LE MANI IN ALTO
Padre, alzo le mie mani davanti a te
come quando ci si arrende
perché l’altro è più forte,
perché sono finite le munizioni,
perché è finita la voglia di combattere.
Padre, so distinguere il bene dal male,
ma perché apprezzo il bene e faccio il male?
So che è bello essere amico di tutti,
ma resto imprigionato in poche simpatie.
So che è giusto collaborare in famiglia,
ma mi faccio servire senza dare niente di mio.
Capisco che è importante studiare,
e coltivare interessi nel tempo libero,
ma rimando sempre a domani,
e consumo la poltrona davanti alla tivù.
Padre, eccomi: io sono cosi.
Con i genitori, con gli amici, con i professori,
mi giustifico, invento scuse, do la colpa agli altri,
assumo atteggiamenti fasulli, ricorro alle bugie.
Ho voglia di combattere, ma non ci riesco:
rimango sempre senza munizioni.
Per questo alzo le mani davanti a te.
Padre, guarda! Io mi arrendo a te,
alla tua bontà, alla tua forza, alla tua grandezza.
Fammi tuo prigioniero e portami nel campo del bene.
LA STORIA DI GIUSEPPE E DEI SUOI FRATELLI
Giacobbe, già padre di dieci figli, vede avverarsi il sogno della sua vita quando la sua
moglie prediletta, Rachele, ritenuta sterile, dà alla luce un figlio. Il bambino, la cui
nascita è stata in qualche modo presagita da Dio, viene chiamato Giuseppe.
Giacobbe ha una vera predilizione per Giuseppe, a cui risparmia i lavori più faticosi e
lo istruisce al meglio affinché possa un giorno occupare il posto tra i grandi che gli
spetta in quanto miracolo divino, ma più il figlio cresce più si fanno forti gli attriti coi
suoi fratelli che sono sempre più gelosi di lui e dei suoi privilegi.
Divenuto adulto Giuseppe scopre di poter prevedere il futuro attraverso i sogni, ma
questo dono, ritenuto da suo padre la prova che Giuseppe è un prediletto di Dio, lo
rende ancora più invidiato dai suoi fratelli, che alla fine decidono di liberarsi di lui:
dopo averlo gettato in un burrone lo vendono ad un mercante di schiavi, quindi
riportano la sua tunica, macchiata del sangue di una capra, a Giacobbe, a cui fanno
credere che il figlio prediletto sia morto ucciso dai lupi.
Giuseppe intanto arriva a Menfi, capitale del glorioso regno d'Egitto, e qui viene
acquistato da Potifar, comandante delle guardie reali; la sua arguzia e la sua
intelligenza, frutto degli insegnamenti del padre, vengono ben presto notate dal suo
padrone, che ne fa il capo degli schiavi e il custode della sua casa. Tuttavia
Giuseppe, in virtù della sua bellezza, è anche sottoposto alla corte della moglie di
Potifar, ma il giovane, sia per rispettare la sua religione sia per la fedeltà dovuta al
suo padrone, si sottrae alle sue attenzioni. Alla fine la donna, infuriata, lo accusa di
averla molestata, e Potifar, pur sapendo che Giuseppe non sarebbe mai stato
capace di fare una cosa del genere, è costretto a farlo arrestare.
In prigione Giuseppe conosce due servitori del faraone, il capo-coppiere e il capo-
panettiere, e interpretando i loro sogni preannuncia al primo l'imminente perdono
e al secondo la condanna a morte. Il capo-coppiere promette di parlare di lui al
faraone e di farlo liberare, ma una volta scarcerato si dimentica di quella promessa.
Passano due anni, e il faraone comincia ad essere tormentato da un sogno
ricorrente in cui sette vacche grasse vengono divorate da sette vacche magre e
sette spighe piene vengono inghiottite da sette spighe sterili. Il capo-coppiere a quel
punto si ricorda di Giuseppe, che viene scarcerato e interpreta il sogno come il
presagio di sette anni di abbondanza che stanno per venire, a cui faranno seguito
però sette anni di carestia.
Per permettere all'Egitto di sopravvivere Giuseppe consiglia al faraone di scegliere
un uomo di fiducia che faccia razionare il grano durante l'abbondanza perché possa
essere distribuito durante la carestia, e il faraone, dopo essersi consultato con
Potifar, sceglie proprio lui. Giuseppe diventa quindi viceré con potere di decisione e
di azione sull'intero regno, e con il solo faraone a cui debba rendere conto; sposa
Asenath, nipote di Potifar, che intanto si è scusato con lui per averlo fatto
imprigionare pur sapendolo innocente, e ha da lei due figli, Manasse ed Efraim.
Come previsto arriva la carestia, ma grazie alla saggia gestione di Giuseppe il grano
non manca.
Un giorno, durante una distribuzione pubblica, Giuseppe incontra nientemeno che i
suoi fratelli, che, non riconoscendolo, lo supplicano di concedere loro del grano (si
avvera così il sogno di molti anni prima in cui Giuseppe aveva visto i suoi fratelli
prostrarsi dinnanzi a lui). Giuseppe però è ancora infuriato con loro per averlo
tradito, venduto e strappato alla sua famiglia, e accusandoli di essere spie gli ordina
di portare alla sua presenza il loro fantomatico fratello minore come prova della
loro buona fede; inoltre, si prende una piccola rivincita arrestando e facendo
gettare in prigione come ostaggio il fratello Simeone, che era stato l'ideatore del
tradimento.
Dopo poco i fratelli ritornano portando con sé Beniamino, il secondo figlio di
Rachele e fratello minore di Giuseppe, il quale, spinto dalle preghiere della moglie,
decide di scoprire se essi siano davvero pentiti di averlo tradito. Fa nascondere
quindi la sua pregiata coppa d'oro nel sacco di grano di Beniamino, che accusa di
furto, e quando tutti i fratelli si dicono pronti a morire pur di impedire che il minore
venga imprigionato Giuseppe capisce che sono davvero cambiati.
Rivelatosi, si scusa per essersi sempre ritenuto un gradino sopra di loro, e i suoi
fratelli a loro volta si scusano per averlo tradito, e lo confortano, non era mai stato
al di sopra di loro, poiché Dio lo ha scelto per salvare l'Egitto e la loro terra e vi è
riuscito, essendo egli un miracolo divino. Giacobbe e tutta la sua tribù alla fine si
trasferiscono in Egitto, e finalmente, dopo tanti anni, Giuseppe può riabbracciare
suo padre.
PPPIIICCCCCCOOOLLLAAA RRRAAACCCCCCOOOLLLTTTAAA DDDIII PPPRRREEEGGGHHHIIIEEERRREEE
BBBUUUOOONNNGGGIIIOOORRRNNNOOO GGGEEESSSÙÙÙ
Fin dal risveglio, prima che le attività del giorno inizino,
il mio pensiero si volge a te, Gesù. Ti affido tutto ciò
che mi attende in questo giorno, ti affido coloro che amo,
quelli che incontrerò, quelli per cui forse soffrirò.
Proteggili da ogni male. Così a te mi rivolgo
all'inizio di questa giornata: in te pongo la mia fiducia.
Serviti dunque di me perché io possa compiere il bene.
Questo giorno è tuo. Fa' che trascorra secondo la tua volontà.
Amen.
SSSAAALLLMMMOOO 111111111
Ti ringrazio, Signore, con tutto il cuore. Ti voglio lodare quando sono solo e quando sono insieme agli amici.
Tu fai bene tutte le cose. Sei giusto con tutti,
ricolmi di doni ciascuno di noi.
Non fai del male a coloro che Ti rifiutano.
La tua legge non è pesante.
Sei paziente, ami i deboli. Ti ricordi sempre di me.
Quando dormo vegli al mio fianco. Quando sono sveglio mi tratti da amico.
Voglio amarti ogni giorno perché non tradisci
chi ha fiducia nel tuo aiuto.
PPPRRREEEGGGHHHIIIEEERRRAAA DDDIII MMMAAADDDRRREEE TTTEEERRREEESSSAAA
Fa’, o Signore, che chiunque venga a stare con noi se ne vada sentendosi meglio e più felice.
Tutti devono vedere la bontà sul nostro viso, nei nostri occhi, nel nostro sorriso.
Fa’ o Signore, che la gioia brilli dagli occhi, si manifesti quando parliamo
e quando camminiamo. La gioia non può essere rinchiusa dentro di noi:
trabocca ed è molto contagiosa. Aiutaci a diventare strumenti nelle tue mani,
ed insegnaci a fare con amore immenso quel poco che possiamo.
(M. Teresa)
UUUNNN GGGIIIOOORRRNNNOOO TTTUUUTTTTTTOOO PPPEEERRR NNNOOOIII
Signore, Tu ci affidi il giorno, ogni giorno: lo metti nelle nostre mani
affinché noi lo rendiamo bello, utile, ricco. Signore, ogni giorno è un dono che Tu ci fai per la nostra gioia.
Tu infatti non hai bisogno di niente perché non potresti essere più grande, perché non potresti essere più felice.
Il tuo unico desiderio è che noi siamo felici.
Signore, aiutaci a conquistare la nostra gioia,
perché ogni momento possiamo lodarti e ringraziarti.
Preghiera
scritta da famoso
campione olimpionico
della pallacanestro
rimasto paralizzato
nel '76 a seguito di un
incidente durante un
allenamento.
La preghiera
è stata letta dall'autore
in sedia a rotelle
di fronte al Papa
durante il Giubileo dei
malati a Roma.
PPPRRREEEGGGHHHIIIEEERRRAAA
A casa, a scuola, con gli amici,
ovunque io possa andare
sempre in mente ho un pensiero
che è bene ricordare.
È vivo nel mio cuore
questo gioioso canto
che, per l'intero giorno,
il Signore mi sia sempre accanto.
Signore, sii nella mia mente
e nelle mie azioni.
Nei miei occhi
e nel mio sguardo.
Sii sulle mie labbra
e nelle mie parole.
Nel mio cuore
e nei miei pensieri.
Amen
CCCHHHIIIEEESSSIII AAA DDDIIIOOO... ... ... di essere forte per eseguire progetti grandiosi:
Egli mi rese debole per conservarmi nell'umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese:
egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:
mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me:
egli mi ha dato l'umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita:
mi ha lasciato la vita
perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente
di quello che chiedevo, ma mi hai dato
tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci
furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore,
fra tutti gli uomini
nessuno possiede quello che ho io! Kirk Kilgour
SSSAAALLLMMMOOO 111000333
Benedici il Signore, anima mia: dal profondo del cuore loda il Dio santo.
Benedici il Signore, anima mia: non dimenticare tutti i suoi doni. Egli perdona tutte le mie colpe,
guarisce ogni mia malattia. Mi strappa dalla fossa della morte, mi circonda di bontà e tenerezza,
mi colma di beni nel corso degli anni, mi fa giovane come l'aquila in volo.
Il Signore è bontà e misericordia; è paziente, costante nell'amore.
Non rimane per sempre in lite con noi, non conserva a lungo il suo rancore.
Non ci ha trattati secondo i nostri errori, non ci ha ripagati secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra, grande è il suo amore per chi gli è fedele. Come è lontano l'oriente dall'occidente,
egli allontana da noi le nostre colpe. Come è buono un padre con i figli, è tenero il Signore con i suoi fedeli.
Egli sa come siamo fatti, non dimentica che noi siamo polvere.
Ma l'amore del Signore dura per sempre per quelli che credono in lui.
GGGEEESSSUUU ’’’ MMMAAAEEESSSTTTRRROOO DDDIII VVVIIITTTAAA
A Te, Gesù, maestro di vita, io dono con gioia
e con rinnovato entusiasmo ogni momento della mia giornata di oggi.
Rendimi libero dall’egoismo e dalla tristezza.
Rendimi capace di generosità senza misura, di aiutare gli altri,
senza vedere che cosa ci guadagno. Rendimi impegnato
ad amare e a farTi amare, Signore Gesù.
in Te pongo la mia speranza e tutta la mia vita.
IIILLL PPPAAADDDRRREEE NNNOOOSSSTTTRRROOO “““RRREEECCCIIITTTAAATTTOOO””” DDDAAA DDDIIIOOO
Figlio mio,
che sei in terra preoccupato,
sfiduciato, triste e tentato;
conosco bene il tuo nome,
perché ti amo.
Non sarai mai solo;
io abito in te, mi prendo cura di te,
che sei mio figlio.
Ho piacere
che tu faccia la mia volontà,
infatti io voglio la tua felicità.
Avrai il pane di ogni giorno,
non ti preoccupare;
però io ti chiedo di spartirlo
con i tuoi fratelli.
Sappi che ti perdono tutti i peccati,
anche prima che tu li commetta,
ma ti chiedo che anche tu perdoni
a quelli che ti offendono.
E per non soccombere alla tentazione
afferra con tutta la tua forza
la mia mano
e ti libererò dal male,
mio povero e caro figlio.
Ti voglio bene !!!
PPPRRREEEGGGHHHIIIEEERRRAAA AAALLLLLLAAA FFFIIINNNEEE DDDEEELLL GGGRRREEESSSTTT
Gesù, spesso mi ricordo di parlare con te
solo quando mi serve qualcosa,
invece oggi
è l’ultimo giorno di questa esperienza
e se ripenso a queste settimane..
mi viene proprio voglia di dirti: Grazie!!
Grazie per avermi fatto vivere
questa esperienza!
È stato proprio un mix:
C’è stata soddisfazione
quando non mi sono lasciato affondare
dalla frase “non ho voglia di fare questo”.
Ci sono stati successi
quando ho trovato il coraggio
di mettermi in gioco
e superare la timidezza.
Ci sono state anche le arrabbiature
perché perdendo la pazienza
mi chiudevo in me
invece di confrontarmi con i miei amici.
Ci sono stati tanti sentimenti e sensazioni
che non mi aspettavo e tutto ciò
ha reso questa esperienza unica!
Grazie per tutti gli amici,
che conoscevo già e quelli nuovi,
con cui ho vissuto questa settimana;
ma altri sono rimasti a casa,
aiutami a portare un po’ di questa esperienza anche a loro.
Spero di non dimenticare ogni momento,
bello o brutto, perché tutti sono stati utili
e spero di ricordarmi i “suggerimenti per vivere meglio”
che ci hanno dato gli animatori;
ma nella mia testa non c’entra tutto,
quindi.. questa esperienza l’affido a Te!
Ridammela un poco alla volta,
nella vita di tutti i giorni, quando ne avrò più bisogno!
Grazie!
PPPRRREEEGGGHHHIIIEEERRRAAA AAALLLLLL ’’’IIINNNIIIZZZIIIOOO DDDEEELLL GGGRRREEESSSTTT
Padre, creatore del mondo, accolgo con gioia questo grest
che oggi inizio con Te e con tutti questi amici.
Prendo questo tuo dono nelle mie mani, nel mio cuore, nella mia mente.
Aiutami a fare di questa avventura un bel momento di incontro con Te e con tutti i fratelli.
Stammi vicino. Dammi orecchi per ascoltarti,
occhi per vederti, nelle cose, nei fatti, nelle persone.
Stammi vicino. Aiutami ad impegnarmi insieme a tutti nel gioco, nella preghiera, nel lavoro. Rendimi responsabile nelle mie azioni,
attento a chi mi è vicino.
E quando ogni sera ti riconsegnerò la mia giornata
fa’ che io non possa rimproverarmi di aver sciupato il tuo dono.
Amen!
PPPRRREEEGGGHHHIIIEEERRRAAA DDDEEELLLLLL'''AAANNNIIIMMMAAATTTOOORRREEE
SIGNORE GESÙ,
NONOSTANTE I MIEI LIMITI,
LE MIE INCERTEZZE E I MIEI DIFETTI,
ACCETTO DI ESSERE ANIMATORE
DI QUESTO GREST,
PERCHÉ TU, LASCIANDO LA TERRA,
HAI DETTO AI TUOI:
"ANDATE IN TUTTO IL MONDO E PREDICATE IL VANGELO A OGNI CREATURA".
PER POTER SVOLGERE
AL MEGLIO QUESTO SERVIZIO
TI CHIEDO ALLORA DI CONCEDERMI
PAZIENZA, IMPEGNO, GIOIA
E PAROLA EFFICACE
PER FARTI CONOSCERE E SCEGLIERE
COME “VIA VERITÀ E VITA”
DA TUTTI QUESTI RAGAZZI
CHE TU OGGI MI AFFIDI.
GGGIIIUUURRRAAAMMMEEENNNTTTOOO DDDEEEGGGLLLIII AAARRRBBBIIITTTRRRIII
SIGNORE GESÙ,
NONOSTANTE I MIEI LIMITI,
LE MIE INCERTEZZE E I MIEI DIFETTI,
ACCETTO DI ESSERE ARBITRO
DEI GIOCHI DI ORTESTATE,
PROMETTO DI ESSERE GIUSTO,
ONESTO ED IMPARZIALE;
PROMETTO DI NON FAVORIRE
NESSUNA SQUADRA;
PROMETTO DI FARE DEL MIO MEGLIO !!!
PER POTER SVOLGERE BENE
QUESTO SERVIZIO
TI CHIEDO ALLORA DI CONCEDERMI
PAZIENZA, IMPEGNO, GIOIA
E GIUDIZIO RETTO
PER FAR GIOCARE E DIVERTIRE
TUTTI QUESTI RAGAZZI
CHE TU OGGI MI AFFIDI.
LLLEEE SSSTTTEEELLLLLLEEE MMMAAARRRIIINNNEEE
Una terribile tempesta si abbatté sul mare e le onde portavano sulla spiaggia molluschi, crostacei: una distesa di fango in cui si contorcevano migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa.
Il fenomeno attirò molta gente da tutte le parti della costa. Arrivò persino la tv per filmare lo strano fenomeno: le stelle marine intanto erano quasi immobili, stavano morendo. Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c’era anche Giuseppe, un bambino sensibile e sveglio, che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle di mare. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente. All’improvviso, Giuseppe lasciò la mano del papà, si tolse le scarpe e corse sulla spiaggia. Si chinò, raccolse con le piccole mani tre piccole stelle del mare e, sempre correndo, le portò nell’acqua. Poi tornò indietro e ripeté l’operazione. Da lontano un uomo lo chiamò: «Ma che fai ragazzino?». «Ributto in mare le stelle marine, altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia», rispose Giuseppe senza smettere di correre. «Ma ci sono migliaia di stelle marine, non puoi certo salvarle tutte, sono troppe! Non puoi cambiare le cose!». Giuseppe sorrise, si chinò a raccogliere un’altra stella marina e disse: «Ho cambiato le cose per questa qui!». L’uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò e cominciò ad aiutare Giuseppe. Un istante dopo scesero in spiaggia due ragazze ed erano in quattro a raccogliere le stelle marine e a gettarle in mare. Qualche minuto dopo erano in cinquanta, poi cento, duecento, migliaia di persone che buttavano stelle di mare nell’acqua. Così furono salve tutte. Perché un bambino aveva avuto il coraggio di cominciare.
IIILLL BBBEEENNNEEE DDDEEELLLLLL’’’AAALLLTTTRRROOO………
Due fratelli, uno scapolo e l’altro sposato, possedevano una fattoria dal suolo fertile, che produceva grano in abbondanza. A ciascuno dei due fratelli spettava metà del raccolto. All’inizio andò tutto bene. Poi, di tanto in tanto, l’uomo sposato cominciò a svegliarsi di soprassalto durante la notte e a pensare: «Non è giusto così. Mio fratello non è sposato e riceve metà di tutto il raccolto. Io ho moglie e cinque figli, non avrò quindi da preoccuparmi per la vecchiaia. Ma chi avrà cura del mio povero fratello quando sarà vecchio? Lui deve mettere da parte di più per il futuro di quanto non faccia ora, è logico quindi che ha più bisogno di me». E con questo pensiero, si alzava dal letto, entrava furtivamente in casa del fratello e gli versava un sacco di grano nel granaio. Anche lo scapolo cominciò ad avere questi attacchi durante la notte. Ogni tanto si svegliava e diceva tra sé: «Non è affatto giusto così. Mio fratello ha moglie e cinque figli e riceve metà di quanto la terra produce. Io non ho nessun altro oltre me stesso da mantenere. È giusto allora che il mio povero fratello, che ha evidentemente molto più bisogno di me, riceva la stessa parte?». Quindi si alzava dal letto e andava a portare un sacco di grano nel granaio del fratello. Un giorno si alzarono alla stessa ora e si incontrarono, ciascuno con in spalla un sacco di grano! Molti anni più tardi, dopo la morte, si venne a sapere la loro storia. Così, quando i concittadini decisero di costruire una chiesa, essi scelsero il punto in cui i due fratelli si erano incontrati, poiché secondo loro non vi era luogo più santo di quello in tutta la città.
III DDDUUUEEE BBBOOOSSSCCCAAAIIIOOOLLLIII
Due boscaioli lavoravano nella stessa foresta ad abbattere alberi. I tronchi erano imponenti, solidi e tenaci. I due boscaioli usavano le loro asce con identica bravura, ma con una diversa tecnica: il primo colpiva il suo albero con incredibile costanza, un colpo dietro l’altro, senza
fermarsi se non per riprendere fiato rari secondi. Il secondo boscaiolo
faceva una discreta sosta ogni ora di lavoro. Al tramonto, il primo boscaiolo era a metà del suo albero. Aveva sudato sangue e lacrime e non avrebbe resistito cinque minuti di più. il secondo era incredibilmente al termine del suo tronco. Avevano cominciato insieme e i due alberi erano uguali! Il primo boscaiolo non credeva ai suoi occhi. «Non ci capisco niente! Come hai fatto ad andare così veloce se ti fermavi tutte le ore?». L’altro sorrise: «Hai visto che mi fermavo ogni ora. Ma quello che non hai visto è che approfittavo della sosta per affilare la mia ascia».
UUUNNN CCCIIIEEECCCOOO SSSTTTRRRAAANNNOOO………
Un’antica fiaba persiana racconta di un uomo che aveva un unico pensiero: possedere oro, tutto l’oro possibile. Era un pensiero vorace che gli divorava il cervello e il cuore. Non riusciva così ad avere nessun altro pensiero, nessun altro desiderio per altre cose che non fossero oro. Quando passava davanti alle vetrine della sua città, vedeva solo quelle degli orefici. Non si accorgeva di tante altre cose meravigliose. Non si accorgeva delle persone, non badava al cielo azzurro o al profumo dei fiori. Un giorno non seppe resistere: entrò di corsa in una gioielleria e cominciò a riempirsi le tasche di bracciali d’oro, anelli e spille. Naturalmente, mentre usciva dal negozio, fu arrestato. I gendarmi gli dissero: «Ma come potevi credere di farla franca? Il negozio era pieno di gente!». «Davvero?», fece l’uomo stupito. «Non me ne sono accorto. Io vedevo soltanto l’oro».
AAA PPPIIICCCCCCOOOLLLIII PPPAAASSSSSSIII
Un giovane studente che aveva una gran voglia di impegnarsi per il bene dell'umanità, si presentò un giorno da San Francesco di Sales e gli chiese: "Che cosa devo fare per la pace nel mondo?". San Francesco di Sales gli rispose sorridendo: "Non sbattere la porta così forte...".
IIILLL RRRIIICCCAAAMMMOOO DDDIII DDDIIIOOO Quando io ero piccolo mia madre era solita cucire tanto. Io mi sedevo vicino a lei e le chiedevo cosa stesse facendo. Lei mi rispondeva che stava ricamando. Osservavo il lavoro di mia madre da un punto di vista più basso rispetto a dove stava seduta lei, cosicché ogni volta mi lamentavo
dicendole che dal mio punto di vista ciò che stava facendo mi sembrava molto confuso. Lei mi sorrideva, guardava verso il basso e gentilmente mi diceva: "Figlio mio, vai fuori a giocare un po' e quando avrò terminato il mio ricamo ti metterò sul mio grembo e ti lascerò guardare dalla mia posizione". Mi domandavo perché utilizzava dei fili di colore scuro e perché mi sembravano così disordinati visti da dove stavo io. Alcuni minuti dopo sentivo la voce di mia madre che mi diceva: "Figlio mio, vieni qua e siediti sul mio grembo". Io lo facevo immediatamente e mi sorprendevo e mi emozionavo al vedere i bei fiori o il bel tramonto nel ricamo. Non riuscivo a crederci; da sotto si vedeva così confuso. Allora mia madre mi diceva: "Figlio mio, di sotto si vedeva confuso e disordinato ma non ti rendevi conto che di sopra c'era un progetto. C'era un disegno, io lo stavo solo seguendo. Adesso guardalo dalla mia posizione e saprai ciò che stavo facendo". Molte volte lungo gli anni ho guardato il cielo e ho detto: "Padre, che stai facendo?". E Lui risponde: "Sto ricamando la tua vita". Allora io replico: "Ma si vede così confuso, è tutto un disordine. I fili sembrano così scuri, perché non sono più brillanti?". E Dio sembra dirmi: "Figliolo mio, occupati del tuo lavoro... e io faccio il mio. Un giorno ti porterò in cielo e ti metterò sul mio grembo e vedrai il disegno dalla mia posizione... E allora capirai...!!!". Nei giorni in cui sembra che nemmeno Dio si ricordi di te, invece di angustiarti ripeti con certezza: "Signore, io confido in te".
1 - CAMMINERÒ
Camminerò, camminerò
sulla Tua strada, Signor.
Dammi la mano, voglio restar
per sempre insieme a Te.
Quando ero solo, solo e stanco del mondo,
quando non c'era l'Amor,
tante persone vidi intorno a me,
sentivo cantare così.
Io non capivo ma rimasi a sentire quando il Signore mi parlò: Lui mi chiamava, chiamava anche me e la mia risposta s'alzò.
Or non importa se uno ride di me, lui certamente non sa del gran regalo che ebbi quel dì che dissi al Signore così.
A volte sono triste, ma mi guardo intorno, scopro il mondo e l'amor; son questi i doni che Lui fa a me felice ritorno a cantar.
2 - E’ BELLO LODARTI
È' bello cantare il Tuo amore, è bello lodare il Tuo nome.
E' bello cantare il Tuo amore, è bello lodarti Signore, è bello cantare a Te !
Tu che sei l’amore infinito che neppure il cielo può contenere, Ti sei fatto uomo, Tu sei venuto qui ad abitare in mezzo a noi, allora...
Tu che conti tutte le stelle e le chiami ciascuna per nome,
da mille sentieri ci hai radunati qui ci hai chiamati figli tuoi, allora...
4 - POPOLI TUTTI
Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te.
Ora e per sempre, voglio lodare
il Tuo grande amor per noi.
Mia roccia Tu sei, pace e conforto mi dai.
Con tutto il cuore e le mie forze,
sempre io ti adorerò.
Popoli tutti acclamate al Signore, gloria e potenza cantiamo al Re, mari e monti si prostrino a te,
al tuo nome, o Signore. Canto di gioia per quello che fai,
per sempre Signore con te resterò, non c’è promessa, non c’è fedeltà
che in te.
3 - COME FUOCO VIVO
Come fuoco vivo s’accende in noi un'immensa felicità che mai più nessuno ci toglierà perché tu sei ritornato. Chi potrà tacere da ora in poi, che sei tu in cammino con noi, che la morte è vinta per sempre, che ci hai ridonato la vita?
Spezzi il pane davanti a noi E per sempre ti mostrerai mentre il sole è al tramonto: in quel gesto d'amore: ora gli occhi ti vedono, mani che ancora spezzano sei tu! Resta con noi. pane d'eternità.
6 – SAI COSA TI DICO
Sai cosa ti dico, sai cosa ti dico
dico che se accogli tu sarai un vero amico
puoi comunicare, puoi comunicare
balla insieme a noi e poi mettiti a cantare...
AH, OH, AH, OH, AH, OH, AH
Sai sorridere ai colori, sai imitare i professori
sai danzare le parole, sai sognare sulle suole
sai captare un S.O.S., sai sfidare le promesse
sai cuccare in versi o in rima, sai mimare la gallina
E allora salta salta, è un mezzo per parlare
salta salta, si può decollare...
Cosa suona la tua radio, cosa gridi allo stadio
cosa vedi a "Chi l'ha visto", cosa aspetti nella posta
cosa salvi nel cervello, cosa banfo a mio fratello
cosa mandi alla tua zia, cosa piango per Lucia
E allora salta salta, è un mezzo per parlare
salta salta, si può decollare...
Ti trascino a Ortestate, ti racconto nuove terre
ti addormenti con la fiaba, ti saluto dalla strada
ti spedisco la mia foto, ti richiamo io tra poco
ti aiuto se lo vuoi, ti diverti qui con noi
E allora salta salta, è un mezzo per parlare
salta salta, si può decollare…
Dico ciao per cominciare, dico "Urka! Si può fare!"
dico "Alé, we are the champions",
dico "I care" mi piace
dico basta alla minestra, dico ancora un'altra festa
dico bello io coloro, dico senti il nostro coro
E allora salta salta, è un mezzo per parlare
salta salta, si può decollare...
Sai mi piace da impazzire, cosa stiamo per creare
ti scongiuro non fiatare, dico sì senza parlare
sai vogliamo idee toste, cosa c'è nella tua testa
ti avvicino piano piano, dico allora quà la mano
E allora salta salta, è un mezzo per parlare
salta salta, si può decollare...
5 - ACQUA SIAMO NOI
Acqua siamo noi
dall'antica sorgente veniamo,
fiumi siamo noi
se i ruscelli si mettono insieme,
mari siamo noi
se i torrenti si danno la mano
vita nuova c'è
se Gesù è in mezzo a noi
E allora diamoci la mano
e tutti insieme camminiamo
ed un oceano di pace nascerà
E l'egoismo cancelliamo
un cuore limpido sentiamo
è Dio che bagna del suo amor
l'umanità
Su nel cielo c'è
Dio Padre che vive per l'uomo
crea tutti noi
e ci ama di amore infinito
figli siamo noi
e fratelli di Cristo Signore,
vita nuova c'è
quando lui è in mezzo a noi
Nuova umanità
oggi nasce da chi crede in lui
nuovi siamo noi
se l'amore è la legge di vita,
figli siamo noi
se non siamo divisi da niente
vita eterna c'è
quando lui è dentro noi
8 - LUI CI HA DATO I CIELI
Non so proprio cosa far per ringraziare il mio Signor: ci ha dato i cieli da guardar e tanta gioia dentro il cuor. Lui ci ha dato i cieli da guardar. Lui ci ha dato la bocca per cantar. Lui ci ha dato il mondo per amar e tanta gioia dentro il cuor. Si è chinato su di noi, ed è disceso giù dal ciel per abitare in mezzo a noi e per salvare tutti noi. E quando un dì con lui sarò nella sua casa abiterò,' e canterò il suo grande amor con tanta gioia dentro al cuor. E quando un dì con Lui sarem, nella sua casa abiterem nella sua casa tutta d'or con tanta gioia dentro il cuor.
7 - APOSTOLI DI GIOIA Apostoli di Gioia apostoli d'amore cantiamo insieme alleluia apriamo i nostri cuori ad una vita nuova tutti fratelli dell'umanità Noi siamo il sorriso che porta la speranza a chi la pace più non ha. E se il futuro è incerto tu ci terrai per mano cammineremo insieme a te Tu sei la vera luce che illumina la strada ai nostri passi stanchi ormai nel buio della notte nel sogno di ogni uomo per sempre in noi risplenderà La festa dell'incontro è festa dell'amore trionfo della Tua bontà. Resta con noi Signore e non ci abbandonare vogliamo vivere con te.
9 - VOCAZIONE Era un giorno come tanti altri
e quel giorno Lui passò.
Era un uomo come tutti gli altri
e passando mi chiamò.
Come lo sapesse
che il mio nome era proprio quello.
Come mai volesse proprio me
nella sua vita, non lo so.
Era un giorno come tanti altri
e quel giorno mi chiamò.
Tu, Dio, che conosci il nome mio,
fa’ che ascoltando la tua voce
io ricordi dove porta la mia strada
nella vita, all’incontro con Te.
Era l’alba triste e senza vita
e quel giorno Lui passò
era un uomo come tanti altri
ma la voce, quella no.
Quante volte un uomo
con il nome giusto mi ha chiamato;
una volta sola l’ho sentito
pronunciare con amore.
Era un uomo come nessun
altro e passando mi chiamò.
11 - HO UN AMICO
Ho un amico grande, grande;
di più giusti non ce n’è:
mi ha donato tutto il mondo,
è più forte anche di un re.
Se io tremo Lui è sicuro e non ha paura mai;
è l’amico più sincero, sai, e ti segue ovunque vai.
Però talvolta lo sfuggo e voglio fare da me,
ma crolla presto il mio mondo
perché Lui è più forte di me.
Una volta io credevo di poter amare da me;
non pensavo non sapevo che non può nemmeno un re.
Però talvolta lo sfuggo
e voglio fare da me,
ma crolla presto il mio mondo
perché Lui è più forte di me.
10 - MATTONE SU MATTONE
Ho tante, tante cose, tantissimo da fare; ho tutto il giorno pieno, ho anche da studiare! Ma in fondo, in fondo al cuore, non ti scordare che.. Mattone su mattone
viene su la grande casa,
che fatica, che fatica che si fa!
Perché?
Mattone su mattone
viene su la grande casa,
è il Signore che ci vuole abitar
con te.
Ma fermati un momento, e provati a pensare, che cosa c'è che importa di tutto questo fare? E ti dirò un segreto che è quel che fa per te.. Spalanca la tua porta, e prova a guardar fuori, e guarda tutti gli altri che stanno ad aspettare un poco del tuo tempo da fare a metà Metà dei miei mattoni io li regalo a te, per fare la tua casa, per far contento te, e intanto la mia casa vien su tutta da se.
12 - ANNUNCEREMO CHE TU
ANNUNCEREMO CHE TU SEI VERITÀ,
LO GRIDEREMO DAI TETTI
DELLE NOSTRE CITTÀ,
SENZA PAURA ANCHE TU LO PUOI CANTARE...
E non temere, dai, che non ci vuole poi tanto,
quello che non si sa non resterà nascosto,
se ti parlo nel buio, lo dirai nella luce,
ogni giorno è il momento di credere in me.
E con coraggio tu porterai la Parola che salva,
anche se ci sarà chi non vuole accogliere il dono,
tu non devi fermarti, ma continua a lottare,
il mio Spirito sempre ti accompagnerà...
Non ti abbandono mai, io sono il Dio fedele,
conosco il cuore tuo, ogni tuo pensiero mi è noto,
la tua vita è preziosa, vale più di ogni cosa, ed è il segno più grande del mio amore per te...
13 - RESTA QUI CON NOI
Le ombre si distendono,
scende ormai la sera
e s’allontanano dietro i monti
i riflessi di un giorno che non finirà,
di un giorno che ora correrà sempre,
perché sappiamo che una nuova vita
da qui è partita e mai più si fermerà.
Resta qui con noi, il sole scende già, resta qui con noi, Signore è sera ormai. Resta qui con noi, il sole scende già, se tu sei tra noi la notte non verrà.
S’allarga verso il mare il tuo cerchio d’onda
che il vento spingerà fino a quando
giungerà ai confini di ogni cuore,
alle porte dell’amore vero,
come una fiamma che dove passa brucia
così il tuo amore tutto il mondo invaderà.
Davanti a noi l’umanità lotta, soffre e spera,
come una terra che nell’arsura
chiede l’acqua da un cielo senza nuvole,
ma che sempre le può dare vita,
con te saremo sorgente d’acqua pura,
con te fra noi il deserto fiorirà.
14 - SU ALI D’AQUILA
Tu che abiti al riparo del Signore e che dimori alla Sua ombra, dì al Signore: "Mio rifugio, mia roccia in cui confido".
E ti rialzerà, ti solleverà su ali d'aquila ti reggerà, sulla brezza dell'alba ti farà brillar come il sole, così nelle sue mani vivrai.
Dal laccio del cacciatore ti libererà e dalla carestia che distrugge. Poi ti coprirà con le sue ali e rifugio troverai.
Non devi temere i terrori della notte, nè freccia che vola di giorno. Mille cadranno al tuo fianco, ma nulla ti colpirà.
Perchè ai Suoi angeli ha dato un comando di preservarti in tutte le tue vie. Ti porteranno sulle loro mani, contro la pietra non inciamperai.
E ti rialzerò, ti solleverò su ali d'aquila, ti reggerò, sulla brezza dell'alba ti farò brillar come il sole, così nelle mie mani vivrai.
15 - TI RINGRAZIO MIO SIGNORE
Amatevi l'un l'altro come Lui ha amato noi: e siate per sempre suoi amici; e quello che farete al più piccolo tra voi, credete l'avete fatto a Lui. Ti ringrazio mio Signore non ho più paura, perché, con la mia mano nella mano degli amici miei, cammino fra la gente della mia città e non mi sento più solo; non sento la stanchezza e guardo dritto avanti a me, perché sulla mia strada ci sei Tu.
Se amate veramente perdonatevi tra voi: nel cuore di ognuno ci sia pace; il Padre che è nei cieli vede tutti i figli suoi con gioia a voi perdonerà. Sarete suoi amici se vi amate fra voi e questo è tutto il suo Vangelo; l'amore non ha prezzo, non misura ciò che dà: l'amore, confini non ne ha.
16 - VIVA LA GENTE
Ho visto stamattina mentre andavo a lavorar il lattaio, il postino e la guardia comunal. Per la prima volta vedo gente intorno a me. Ieri non ci badavo non so proprio perché.
Viva la gente la trovi ovunque vai viva la gente simpatica più che mai! Se più gente guardasse alla gente con favor avremo meno gente difficile e più gente di cuor avremo meno gente difficile e più gente di cuor.
Dal nord e dal sud li vedevo arrivar come grandi fiumi che discendon verso il mar. Quasi una gran festa fatta apposta per un re. Vale più delle cose la gente intorno a me.
Dentro tutti quanti c'è del bene c'è del mal, ma in fondo ad ogni cuore è nascosto un capital. Ed ora un sol pensiero mi assilla notte e dì: renderli sempre più grandi, che Dio vuole così.
17 - CANZONE DELL’AMICIZIA
In un mondo di maschere dove sembra impossibile riuscire a sconfiggere tutto ciò che annienta l'uomo. Il potere, la falsità, la violenza, l'avidità, sono mostri da abbattere, noi però non siamo soli.
Canta con noi, batti le mani, alzale in alto, muovile al ritmo del canto. Stringi la mano del tuo vicino e scoprirai
che è meno duro il cammino così.
Ci hai promesso il tuo spirito, lo sentiamo in mezzo a noi e perciò possiam credere che ogni cosa può cambiare. Non possiamo più assistere impotenti ed attoniti perché siam responsabili della vita intorno a noi. 18 - TE AL CENTRO DEL MIO CUORE
Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore di trovare Te, di stare insieme a Te unico riferimento del mio andare, unica ragione Tu, unico sostegno Tu Al centro del mio cuore ci sei solo Tu
Anche il cielo gira intorno e non ha pace, ma c’è un punto fermo è quella stella là. La stella polare è fissa ed è la sola, la stella polare Tu, la stella sicura Tu, al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Tutto ruota intorno a Te, in funzione di Te, e poi non importa il come, il dove e il se
Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore, il significato allora sarai Tu, quello che farò sarà soltanto amore. Unico sostegno Tu, la stella polare Tu Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
19 - VIENI E SEGUIMI
Lascia che il mondo vada per la sua strada , lascia che l’uomo ritorni alla sua casa , lascia che la gente accumuli la sua fortuna . Ma tu, tu, vieni e seguimi. Tu, vieni e seguimi!
Lascia che la barca in mare spieghi la vela , lascia che trovi affetto chi segue il cuore , lascia che dall’albero cadano i frutti maturi . Ma tu, tu, vieni e seguimi. Tu, vieni e seguimi!
E sarai , luce per gli uomini e sarai sale della terra e nel mondo deserto aprirai una strada nuova (2v.) E per questa strada va , va e non voltarti indietro mai.
21 – SE SARETE AMORE
Se sarete sale della terra, se sarete seme che germoglia, se sarete amore che si dona un mondo nuovo nascerà.
E se lascerete che l’amore entri in voi e riscaldi il cuore avrete un sorriso da donare e un mondo nuovo nascerà.
L’uomo è come un seme della terra:
muore e poi rinasce a primavera, cresce e matura sotto il sole e pian piano prende il suo colore.
L’amore è il dono più prezioso che Dio ha donato ad ogni uomo per camminare insieme verso l’unità senza più rancori e divisioni.
L’amore è fedele nel servire
e non si stanca mai di perdonare,
è immenso e profondo come il mare ed è sempre ciò che dà sapore.
20 – SEGUI ME!
Un giorno sei passato per la via
e ti ho riconosciuto tra la gente;
con gli occhi di chi ama mi hai guardato
e poi mi hai fatto il dono di un sorriso.
Ed io già sentivo dentro il cuore
la forza delle tue parole:
Segui me, segui me!
Lascia ciò che hai e vieni dietro di me;
ti amerò per sempre ed il regno ti darò,
ma tu segui me!
Tu dopo mi hai parlato del tuo regno
di pace di giustizia e verità;
mi hai detto che la forza dell’amore
può cambiare ogni realtà.
Ed io già sentivo dentro il cuore
la forza delle tue parole:
E poi tu mi hai detto di seguirti
fidando solo nella tua parola:
hai stretto la mia mano nella tua
e mi hai promesso la tua fedeltà.
Ed io già sentivo dentro il cuore
la forza delle tue parole:
22 – EFFONDERÒ IL MIO SPIRITO
Effonderò il mio Spirito su ogni creatura, effonderò la mia gioia, la mia pace sul mondo.
Vieni, o Spirito Consolatore, vieni effondi sul mondo la tua dolcezza. Vieni e dona ai tuoi figli la pace, vieni e donaci la tua forza.
Vieni, o Spirito Consolatore, vieni, e crea negli uomini un cuore nuovo. Vieni e dona ai tuoi figli l'amore, vieni riscalda il cuore del mondo.
24 – IL CANTO DELLA CREAZIONE
Laudato sii, Signore mio Laudato sii, Signore mio Laudato sii, Signore mio Laudato sii, Signore mio.
Per il sole d'ogni giorno che riscalda e dona vita; egli illumina il cammino di chi cerca te, Signore.
Per la luna e per le stelle, io le sento mie sorelle; le hai formate su nel cielo e le doni a chi è nel buio.
Per la nostra madre terra che ci dona fiori ed erba; su di lei noi fatichiamo per il pane d'ogni giorno.
Per chi soffre con coraggio e perdona nel tuo amore: tu gli dai la pace tua
alla sera della vita.
23 – È LA MIA STRADA
E' la mia strada che porta a te (3v.)
E' la mia strada, Signor,
che porta a Te, che porta a Te
E mio fratello viene con me (3v.)
Per la mia strada, Signor, che porta a Te, che porta a Te
E mia sorella, viene con me (3v.)
Per la mia strada, Signor, che porta a Te, che porta a Te
E la mia gente, viene con me (3v.)
Per la mia strada, Signor,
che porta a Te, che porta a Te
E batte le mani, chi viene con me (3v.)
Per la mia strada, Signor,
che porta a Te, che porta a Te
Per la morte che è di tutti, io la sento ogni istante; ma se vivo nel tuo amore dona un senso alla sua vita.
Per l'amore che è nel mondo tra una donna e l'uomo suo, per la vita dei bambini che il mondo fanno nuovo.
Io ti canto, mio Signore, e con me la creazione ti ringrazia umilmente perché tu sei il Signore.
25 – VIVERE LA VITA
Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita e inabissarti nell’amore è il tuo destino
è quello che Dio vuole da te.
Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui
correre con i fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai.
Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita e generare ogni momento il Paradiso
è quello che Dio vuole da te.
Vivere perché ritorni al mondo l’unità
perché Dio sta nei fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai…
una scia di luce lascerai…
26 - LAUDATO SII
Laudato sii, o mi Signore. (4v)
E per tutte le tue creature
per il sole e per la luna
per le stelle e per il vento
e per l’acqua e per il fuoco.
Per sorella madre terra
ci alimenta e ci sostiene
per i frutti, i fiori e l’erba
per i monti e per il mare.
Perché‚ il senso della vita
è cantare e lodarti
e perché la nostra vita
sia sempre una canzone.
E per quelli che ora piangono,
e per quelli che ora soffrono,
e per quelli che ora nascono,
e per quelli che ora muoiono.
27 – COME MARIA
Vogliamo vivere, Signore,
offrendo a Te la nostra vita
con questo pane e questo vino
accetta quello che noi siamo.
Vogliamo vivere, Signore,
abbandonati alla tua voce,
staccati dalle cose vane,
fissati nella vita vera.
Vogliamo vivere come Maria,
l’irraggiungibile, la Madre amata
che vince il mondo con l’Amore
e offrire sempre la Tua vita
che viene dal cielo.
Accetta dalle nostre mani
come un’offerta a Te gradita
i desideri di ogni cuore,
le ansie della nostra vita.
Vogliamo vivere, Signore,
accesi dalle Tue parole
per riportare in ogni uomo
la fiamma del tuo amore.
29 – TU SEI
Tu sei la prima stella del mattino, Tu sei la nostra grande nostalgia, Tu sei il cielo chiaro dopo la paura, dopo la paura di esserci perduti e tornerà la vita su questo mare. Soffierà, soffierà
Il vento forte della vita,
soffierà sulle vele
e le gonfierà di Te (2v). Tu sei l’unico volto della pace, Tu sei speranza nelle nostre mani, Tu sei il vento nuovo sulle nostre ali, sulle nostre ali… e soffierà la vitae gonfierà le vele su questo mare.
28 – ECCO IL NOSTRO SÌ
Fra tutte le donne scelta in Nazareth, sul tuo volto risplende il coraggio di quando hai detto “Sì”. In segna a questo cuore l’umiltà, il silenzio d’amore, la Speranza nel figlio tuo Gesù
Ecco il nostro Sì, nuova luce che rischiara il giorno, è bellissimo regalare al mondo la Speranza. Ecco il nostro Sì, camminiamo insieme a te Maria, Madre di Gesù, madre dell’umanità
Nella tua casa il verbo si rivelò nel segreto del cuore il respiro del figlio Emmanuel. In segna a queste mani la fedeltà, a costruire la pace, una casa comune insieme a te.
Donna dei nostri giorni sostienici, guida il nostro cammino con la forza di quando hai detto “Sì”. Insegnaci ad accogliere Gesù, noi saremo Dimora, la più bella poesia dell’anima 30 – PANE DEL CIELO
Pane del cielo sei tu Gesù
via d’amore, tu ci fai come te.
No, non è rimasta fredda la terra:
tu sei rimasto con noi
per nutrirci di te, pane di vita
ed infiammare col tuo amore
tutta l’umanità.
Sì, il cielo è qui su questa terra:
tu sei rimasto con noi
ma ci porti con te nella tua casa
dove vivremo insieme a te
tutta l’eternità.
No, la morte non può farci paura:
tu sei rimasto con noi
e chi vive di te, vive per sempre,
sei Dio con noi, sei Dio per noi,
Dio in mezzo a noi
3311 -- TT II RR AACCCCOO NNTTOO UUNN AA GGRR AANNDDEE GGIIOOIIAA
Prendi nota, prendi nota, per volare ad alta quota, non fermare la tua mano, scrivi tutto piano piano. Prendi un foglio di quaderno, una biro e lascia il segno, apri bene le tue orecchie, questa sta a sentire...
Prendi nota, prendi nota se non vuoi bucar la ruota Io ti parlo piano piano, quel che dico non è strano Metti punto, scrivi sotto che gridiamo un nuovo motto Noi sappiamo cosa fare, sì sappiamo ragionare…
Ti racconto La GIOIA Ti racconto la grande gioia Di un Bambino ke e nato Nei tuoi okki io l’ho incontrato Lui ti parla nel cuore Ti dà forza con il suo amore Quindi ascoltami amico Dammi retta se io ti dico Portalo agli altri perché Adesso sai che lui è Il segreto della gioia…. Il segreto della gioia… UOOOOOOOOOO SI SI SI SI (x2)
Noi vogliamo raccontare quello che ci piace fare Non ci son solo parole, ma tante tante tante storie Segna bene con il rosso, sottolinea a più non posso I ragazzi san cercare e girando san trovare
Quel che noi portiamo dentro è il più grande sentimento, c’è chi non lo sa mostrare, ma possiamo rimediare, forza dai mettiti in moto, che riempiamo questo vuoto scrivi bene senza errori o la pace o son dolori... allora: Rit.
32 - IL DISEGNO
Nel mare del silenzio una voce si alzò
da una notte senza confini una luce brillò
dove non c'era niente quel giorno.
Avevi scritto già il mio nome lassù nel cielo
avevi scritto già la mia vita insieme a te
avevi scritto già di me...
E quando la tua mente fece splendere le stelle
e quando le tue mani modellarono la terra
dove non c'era niente quel giorno.
E quando hai calcolato la profondità del cielo e quando hai colorato
ogni fiore della terra dove non c'era niente quel giorno.
E quando hai disegnato
le nubi e le montagne e quando hai disegnato
il cammino di ogni uomo l’avevi fatto anche per me.
Se ieri non sapevo oggi ho incontrato Te,
e la mia libertà è il tuo disegno su di me.
Non cercherò più niente perché Tu mi salverai.
33 – HOP HOP HOP SOMARELLO
Lento, lento, sulla strada di Gerusalemme
Sulla sella di un somaro viene l'uomo di Betlemme
Un gran santo, un mendicante
Un pellegrino, un gran furfante
Un' artista, un cantante di novelle
Hop hop hop somarello
Trotta, trotta, il mondo è bello
Hop hop hop somarello
Trotta, trotta, tu porti l'Agnello.
I miracoli li fa da se con le sue mani
Ma qualcuno per tre volte lo rinnegherà domani
Questo è Pietro, il pescatore, poi c'è Giuda il traditore
Tutti amici finchè si raccoglie gloria e onore
Ma c'è un prezzo per l'amore,
tre monete d'oro, no, no, no.
Hop hop hop …
Alla piazza l'han portato per giudizio di Pilato
Chi sarà questo pezzente, questo uomo è innocente
Per Barabba hanno votato
ed il Cristo han condannato
Che il sangue suo ricada alla nostra gente.
Costui parla della pace, sia sulla croce, no, no, no.
Hop hop hop …
35 – SIN GING - JA - JA
- Siamo andati alla caccia del leon - Pem pem
Singing ja ja yuppj yuppj ja ja
Singing ja ja yuppj yuppj ja
Singing ja ja yuppj ja ja
Yuppj yiuppj ja ja - Yuppj yuppj ja!
- Toglie l'ancora la nave per partir – Tu tu…
- Sulla riva son gli amici a salutar – Bye bye
- Siamo ormai nella foresta equatorial – Brrr brr
- Un leone sta dormendo non lontan – Ron ron
- Se si sveglia ci divora in un boccon – Gnam gnam
- Cari amici non facciamolo svegliar – No no
34 – INSIEME C’E’ PIU’ FESTA
Oggi sai che cosa ho scoperto è un tam-tam che corre nel vento
bocca, orecchio passa il segreto c’è una grande festa e tu:
Dammi le tue mani qui fino a domani
non puoi restare solo, qui con noi
tu prendi il volo-o ... Insieme c’è più festa,
che gioia è bello essere amici, gridiamo a chi viene all’A.C.R.
e anche a chi non è con noi.
Se lo vuoi puoi metterti in gioco tutti insieme siamo un gran fuoco
chi non rischia non si diverte non pensarci troppo su.
E’ speciale questa gran festa nel mio cuore è certo che resta
l’A.C.R. tutti ci unisce non la scorderemo mai.
Io se penso cosa ho scoperto il mio cuore certo si è aperto con Gesù amico che accoglie
ho capito cosa far ... Un sorriso per chi ha sofferto
anche a chi ha un futuro un po’ incerto “mi smo s vama” siamo con voi
puoi contare su di noi!
Io mi sento molto cambiato tanti volti oggi ho incontrato
è una festa da continuare ogni giorno più che mai.
36 – LA MACCHINA
DEL CAPO
1 2 La macchina del capo 3 4 ha un buco nella gomma (3 v.) 5 ripariamola col chewing-gum. Movimenti: 1. tenere le mani su un volante immaginario e fare bruuumm 2. saluto militare e"mm" 3. indicare con l'indice e fare "pssss". 4. descrivere una circonferenza con le braccia e fare "mm" 5. pasticciare con il chewing-gum. Lo si canta una volta, tutto intero, poi si toglie di volta in volta una delle parti numerate sostituendola con il mimo.
37 – IL COCOMERO
PIU' FORTE DEL MONDO
1 2 Un cocomero tondo, tondo, che voleva essere il più forte del mondo 3 che voleva tutti quanti superare, un bel giorno si mise a cantare: la... la...la...la... si mise a cantare. Un cocomero ..... un bel giorno si mise a belare: be... be... si mise a belare, la...la...la...la... si mise a cantare. Un cocomero .... un bel giorno si mise a mangiare: gnam...gnam... si mise a mangiare, be... be... si mise a belare, la...la...la...la... si mise a cantare. Movimenti: 1. braccia in avanti come per tenere un cocomero 2. prova muscoli 3. indicare tutti gli altri. Di volta in volta si mimeranno tutte le azioni del... cocomero!
38 - UN ELEFANTE
Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela
e trovando la cosa interessante andò a chiamare un altro elefante.
Due elefanti.......... Tre elefanti..........
... E così via finchè si raggiunge il numero
degli elementi del gruppo. Cantando, formare una catena umana
"legando" tutti in modo che la mano destra di ognuno prenda, passando sotto
le proprie gambe, la mano sinistra del compagno che sta dietro.
Formata la catena, provare a "dondolarsi" e... buona fortuna !!!
39 - QUATTRO PIRATI
1 2 3 Quattro pirati nel mar dei Sargassi 4 con una zattera fatta di assi 5 6 stanno remando, dicono loro, 7 8 alla ricerca di un grande tesoro. 9 10 11 Però...uno è alto, uno è basso e uno è zoppo 1 2 ed il quarto ha una benda sull'occhio 5 6 stanno remando, dicono loro, 7 8 alla ricerca di un grande tesoro Movimenti: 1. indicare "quattro" con le dita 2. mano destra occhio destro 3. mano destra ondulante 4. muovere alternativamente le mani messe "di taglio" 5. remare 6. indicare con i pollici dietro le spalle 7. mano alla fronte tipo vedetta 8. mimare qualcosa di grande 9. indice in alto 10. indicare con la mano rispettivamente in alto in basso 11. Toccarsi la caviglia destra. Lo si canta una volta tutto intero, poi si togie di volta in volta una delle parti numerate, sostituendola con il mimo.
41 – NON C’È FALLIMENTO
Lancia in al to la tua vita come una moneta
e lasc iala volare più su la paura di cadere
non potrà mai fart i male se tu chiedi a iuto lassù
E cadi, poi piangi , ma credi…mi Lui è già l ì con te
e anche se poi non lo vedi, s i ! Lui è già l ì perché
Non c’è fall imento se porti Dio dentro perché
mi sono visto anch’io quando ero senza Dio
e così… eccomi qua
Se un esame ti va male e la depressione sale
tu non farc i caso perché anche quando sbagli mossa
e già fermi la tua corsa tu non disperart i perché
Se soffr i , poi piangi, e stenti Lui è già l ì per te
e anche se poi non lo sent i , sì ! Lui è già l ì perché
Non c’è fall imento se porti Dio dentro di te
mi sono visto anch’io quando ero senza Dio e così…
Non c’è fall imento se metti Dio al centro di te
Ed eccomi qua seduto in fondo a centomila "se"
Eccomi qua seduto in fondo all ’anima con Te
"Eccot i qua seduto a f ianco a me"
Ma non c’è fallimento se tu mi porti dentro di te…
Non c’è fallimento se tu mi porti dentro perché
Non c’è fallimento… (x4) Ed eccomi qua…
40 – SE SEI FELICE
Se sei felice, tu lo sai batti le mani!
Se sei felice, tu lo sai batti le mani! Se sei felice, tu lo sai
e mostrarmelo dovrai, se sei felice, tu lo sai batti le mani.
Poi si aggiunge: batti i piedi, schiocca la lingua,
lavati i denti, dillo a me, fa tutto insieme...