Prof. Stephan Kampowski Pontificio Istituto Giovanni Paolo...

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La famiglia e la questione del genere Prof. Stephan Kampowski Pontificio Istituto Giovanni Paolo II Piazza S. Giovanni in Laterano 4 00120 Città del Vaticano [email protected] Sala Conferenze «A. Trocchi» Piazza Matteotti, 27 Civita Castellana 29 novembre 2013

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La famiglia e la questione del genere

Prof. Stephan Kampowski

Pontificio Istituto Giovanni Paolo II

Piazza S. Giovanni in Laterano 4

00120 Città del Vaticano

[email protected]

Sala Conferenze «A. Trocchi»

Piazza Matteotti, 27

Civita Castellana

29 novembre 2013

La famiglia e la questione del genere Bibliografia consigliata:

• Tony Anatrella, La teoria del ‘gender’ e l’origine dell’omosessualità, San Paolo, Milano 2012.

• Livio Melina e Sergio Belardinelli (a cura di), Amare nella differenza. Le forme della sessualità e il pensiero cattolico. Studio interdisciplinare, Cantagalli – Libreria Editrice Vaticana, Siena – Città del Vaticano 2012.

• Laura Palazzani, Sex/gender: gli equivoci dell’uguaglianza, G. Giappichelli Editori, Torino 2011.

• Jutta Burggraf, ‘Genere («gender»)’, in Pontificio Consiglio per la Famiglia (a cura di), Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche, Edizioni Dehoniane, Bologna 2003, pp. 421-429.

I. La teoria del genere

• Che cosa è la teoria del genere?

• Judith Butler, Gender Trouble. Feminsim and the Subversion of Identity, 1990:

• “Se supponiamo che il genere è una costruzione completamente indipendente dal sesso, esso diventa un artefatto, libero da ogni catena. Di conseguenza ‘uomo’ o ‘mascolino’ possono designare sia un corpo femminile che un corpo mascolino; parimenti ‘donna’ o ‘femminile’ possono designare sia un corpo maschile che un corpo femminile”.

I. La teoria del genere

• La teoria del gender dice che la mascolinità e la femminilità non sono determinate dal sesso biologico ma dalla cultura.

• “Sessualità” si riferisce alla natura biologica.

• “Genere” (gender) si riferisce al genere sociale.

• Come il genere grammaticale e il sesso biologico non sempre coincidono (cfr. tedesco “das Mädchen“ = la fanciulla) così anche non c’è coincidenza necessaria tra sesso biologico e genere sociale.

• Come il genere grammaticale non è necessariamente binario, così neanche il genere sociologico deve necessariamente limitarsi ai due poli “maschio – femmina”.

I. La teoria del genere

• Le differenze tra uomo e donna – a prescindere dalle ovvie differenze biologiche – non si riferiscono alla natura biologica ma sarebbero meri prodotti culturali.

• Judith Butler: Queer theory: Ogni cosa che si riferisce all’identità umana è prodotto di un processo sociale e culturale.

• Alcune promotori della teoria del gender propongono che ci siano cinque o sei “gender”: maschile eterosessuale, femminile eterosessuale, omosessuale, lesbico, bisessuale e indifferente.

I. La teoria del genere

• Il genere è una costruzione.

• La domanda è: chi costruisce: l’individuo

oppure la società?

• Occorre che lo sia l’individuo.

• L’identità dell’uomo non sta più nel suo essere

maschio o femmina.

• Non è la differenza sessuale ma

l’orientamento sessuale a darci l’identità:

Essere omo, etero, bi, trans ecc.

I. La teoria del genere

• Anche se l’orientamento è qualcosa che

l’uomo trova in sé, è sempre lui stesso a

costruire la sua identità sulla base di tale

orientamento.

• Sono gli altri che mi dicono maschio o

femmina.

• Sono io che mi dico etero o omo ecc.

I. La teoria del genere

• La società deve aiutare all’individuo nella

costruzione della sua identità di genere –

dandogli lo spazio più grande possibile.

• L’orientamento sessuale sarebbe paragonabile

ad altri fattori caratteristici della persona: il colore,

la religione, il sesso.

• Con ciò viene rivendicato il diritto assoluto

dell’uomo di definire da solo chi è.

I. La teoria del genere

• Non ci deve essere discriminazione.

• Ciò che è permesso agli «etero» deve essere

permesso agli «omo», ai «bi», alle lesbiche.

• Non importa se davvero gli è importante di

«sposarsi», ad esempio.

• Si tratta di una domanda di principio: di

riconoscimento.

I. La teoria del genere

Nel suo discorso inaugurale del 21 gennaio 2013 il presidente USA B. Obama pronunciò le seguenti parole:

• «Noi, il popolo, dichiariamo oggi che la verità più ovvia – la verità che tutti noi siamo stati creati eguali – è la stella che ancora ci guida. … E’ il compito di questa generazione di portare avanti la missione dei pionieri. … Il nostro viaggio non sarà finito fino a quando le nostre moglie, le nostre madri, le nostre figlie non possano guadagnarsi da vivere in corrispondenza alle loro fatiche.

• Il nostro viaggio non sarà finito fino a quando i nostri fratelli e le nostre sorelle gay non siano trattati come tutti gli altri davanti alla legge, perché se siamo davvero creati eguali, allora anche l’amore con il quale ci impegniamo l’uno all’altro deve essere eguale».

II. Le radice della teoria del genere

Da dove viene la teoria del genere?

• L’affermazione fondamentale della teoria del

genere: non è la differenza sessuale alla base

della nostra identità personale, ma l’identità

del genere che auto-costruiamo sulla base

delle preferenze sessuali.

• Come si può fare una tale affermazione?

• Solo se la differenza sessuale ha perso ogni

significato personale.

II. Le radice della teoria del genere

• La nostra tesi (che svilupperemo in seguito): il

significato personale della differenza sessuale

sta nella sua capacità procreativa.

• Slegare la sessualità dalla procreazione porta

alla perdita del significato personale della

differenza sessuale.

• Per questo possiamo concordare con J.

Burggraf che la teoria del gender ha le sue

radici nel femminismo radicale e nella

rivoluzione sessuale.

II. Le radice della teoria del genere

• Il femminismo ha il suo inizio ai tempi della Rivoluzione francese con delle pretese molto ragionevoli:

• I diritti umani non devono essere diritti degli uomini. Le donne lottano

per il diritto all’educazione

contro la discriminazione nell’ambito del lavoro

per il diritto alla partecipazione politica

• Solo all’inizio del 20° secolo le donne furono ammesse ufficialmente alla maturità e allo studio universitario in tutti i paesi di Europa.

II. Le radice della teoria del genere

• Nella metà del 20° secolo il femminismo come movimento per i diritti della donna aveva realizzato i suoi obiettivi politici principali.

• Almeno davanti alla legge l’uomo e donna sono eguali in quanto hanno gli stessi diritti.

• Poi si fece però un ulteriore passo: il femminismo radicale che comportava:

Il rifiuto della condivisione tradizionale dei ruoli familiari

Il rifiuto della maternità, del matrimonio, della famiglia in quanto opprimerebbero le donne

II. Le radice della teoria del genere

• Nel suo libro Le Deuxième Sex (1949) Simone de Beauvoir (1908-1986), parla della “trappola della maternità” – perché impedisce alla donna di fare carriera.

• Poi esclama: «Donna non si nasce ma si diventa».

• La donna deve liberarsi dalle “catene della natura”:

propagazione di rapporti lesbiche

socializzazione dell’educazione dei figli

sostituzione della gravidanza con l’allevamento artificiale, figli dalla provetta

decostruzione della società a partire dalla decostruzione del matrimonio e della famiglia

II. Le radice della teoria del genere

• La rivoluzione sessuale trova un promotore importante nella persona di Wilhelm Reich (1897-1957).

• Nel suo libro, Die Sexualität im Kulturkampf: Zur sozialistischen Umstrukturierung des Menschen, 1936 scrisse:

• “L’esperienza clinica sessuologica dimostra che la repressione della sessualità conduce alla malattia, alla perversione e all’avidità”.

L’astinenza porta alla neurosi.

L’esercizio della sessualità è una terapia.

Il piacere sessuale porta alla salute e alla felicità.

II. Le radice della teoria del genere

• Il matrimonio e la famiglia sopprimono il sano esercizio della sessualità, per cui sono causa di malattia.

• Particolarmente la donna soffre perché non può darsi pienamente al piacere sessuale.

• Esiste la paura dalla “trappola” della maternità (de Beauvoir).

• Le donne vengono sfruttate dagli uomini e impedite dall’autorealizzazione sessuale e professionale.

II. Le radice della teoria del genere

• La donna deve liberarsi dalle catene della natura.

• Ciò che occorre sono dei contraccettivi efficaci e

l’accesso facile all’aborto.

• Margaret Sanger (1879-1966), Women and the

New Race (1920): “Nessuna donna potrà dirsi

libera se non controlla e possiede il proprio

corpo”.

II. Le radice della teoria del genere

• La contraccezione renderà liberà la donna.

• “Le permetterà di sviluppare la sua natura d’amore indipendentemente dalla sua natura di madre” (Sanger).

• La contraccezione permetterà alla donna di avere sesso senza paura dalla maternità.

• La donna potrà avere sesso come un uomo.

• M. Sanger, Happiness in Marriage (1926): “Tramite il sesso, l’umanità raggiungerà la grande illuminazione spirituale, che cambierà il mondo e ci condurrà sull’unica strada verso un paradiso terreno”.

II. Le radice della teoria del genere

• La rivoluzione sessuale comporta delle grandi scissioni che seguono logicamente una dall’altra:

la scissione tra sessualità e fertilità: “sesso senza bambini” e “bambini senza sesso”

la scissione tra sessualità e responsabilità

la scissione tra sessualità e matrimonio / famiglia

la scissione tra sessualità e qualsiasi legame affettivo (“sesso ricreativo”)

II. La rivoluzione sessuale

• Ciò che impedisce l’esercizio libero della

sessualità è il legame.

il legame che è il figlio

il legame affettivo

il legame di responsabilità

• La libertà viene presentata come assenza dei

legami.

• Ogni legame personale deruba la persona della

sua libertà.

II. La rivoluzione sessuale

• Jean-Paul Sartre (1905-1980), Sartre, Le

parole: “Non vi sono padri buoni”. Il

legame stesso è qualcosa di cattivo.

• “Far figli, nulla di meglio; averne, che

iniquità!”

• La cattiveria della paternità sta nel

legame che deruba il figlio della libertà.

II. La rivoluzione sessuale

• La dipendenza è incompatibile con la dignità umana, che consiste nell’autonomia.

• Figliolanza è eteronomia.

• Paternità è ingiustizia.

• L’ideale sta in una sessualità senza legami e senza conseguenze.

• Posso dire «sessualità» senza dover nemmeno pensare di «paternità» oppure di «figliolanza».

• G. E. M. Anscombe, “Contraception and Chastity”: Chi promuove la contraccezione non avrà nessun modo per opporre la masturbazione o l’omosessualità.

III. Il significato personale della differenza sessuale

• Una volta soppressa la dimensione

procreativa della sessualità umana, viene

soppressa anche la verità della differenza

sessuale.

• La differenza sessuale viene vista come

qualcosa di accidentale, che non definisce la

persona come tale.

• Ma è vera una tale prospettiva?

• La differenza sessuale ha una sua verità, un

suo significato incancellabile?

III. Il significato personale della differenza sessuale

• La differenza sessuale implica la capacità

umana di generare.

• La capacità di generare non è un mero fatto

biologico.

• S. Tommaso: poter generare è un aspetto

della nostra somiglianza con Dio.

• Si tratta di una capacità così grande che ne ci

invidiano gli angeli.

III. Il significato personale della differenza sessuale

• Tramite la generazione si istaurano i rapporti

fondamentali per l’identità umana.

• Si diventa padre / madre, figlio / figlia.

• Quando una coppia concepisce un figlio

anche il loro rapporto cambia in un certo

senso: l’altro/l’altra diventa padre/madre di mio

figlio.

• Ma questo è già implicato nel senso della

parola stessa «marito» / «moglie»: possibile

padre/madre dei miei figli.

III. Il significato personale della differenza sessuale

• Chi sono io?

Ma non è forse una domanda di ragazzini?

• Qual è la vera domanda sul significato della mia

vita?

• Non è forse questo ciò che mi chiedo alla fine:

• A chi ho dato io la vita?

• La mia vita è stata feconda?

III. Il significato personale della differenza sessuale

• Francesco Botturi parla di un’«identità generativa».

• Sono colui che ha ricevuto la vita – che è stato generato - da tali persone e che ha dato la vita – che ha generato – insieme a questa persona quelle persone.

• Se vogliamo ammettere la domanda «Chi sono io?», dovremmo comunque dire che la risposta sarà in questi termini:

Da chi ho ricevuto la vita?

A chi ho dato la vita?

Con chi ho dato la vita?

III. Il significato personale della differenza sessuale

• Vediamo subito che qui si tratta dei rapporti familiari basilari, tutti fondati nella capacità dell’uomo di generare.

• Dice Papa Benedetto XVI: «E’ nella famiglia che l’uomo scopre la sua relazionalità, non come individuo autonomo che si autorealizza, ma come figlio, sposo, genitore, la cui identità si fonda nell’essere chiamato all’amore, a riceversi da altri e a donarsi ad altri» (Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, 13 maggio 2011).

• E’ nella relazione con l’altro, differente da se stessi, che l’uomo scopre la sua identità relazionale e generativa.

III. Il significato personale della differenza sessuale

• La domanda dell’orientamento sessuale è una domanda con la quale si gira solo intorno a se stessi.

• Al contrario, la differenza sessuale è potenziale apertura all’altro.

• Mi fa ricordare il fatto di essere figlio, mi parla della mia vocazione di essere sposo e di diventare padre.

• Se un uomo e una donna si uniscono in un atto sessuale intimo fanno qualcosa che va oltre i due.

• Si inseriscono nel grande corrente delle generazioni umane.

• Ricordano il loro origine e si lanciano verso un futuro.

III. Il significato personale della differenza sessuale

• Un esercizio degli organi sessuali inerentemente sterile o deliberatamente reso sterile non ha questa dimensione.

• Nel caso migliore, si tratta una coppia chiusa in sé nel momento presente.

• Nel caso peggiore, ognuno fa la sua cosa usando l’altro, senza passato e senza futuro.

• Una dimensione temporale dell’atto sessuale, che gli permette di esprimere e costruire un progetto comune dei due, un progetto che va oltre i due e oltre il momento presente: una tale dimensione potrà avere solo un atto sessuale potenzialmente fecondo.

III. Il significato personale della differenza sessuale

• La teoria del gender vede l’uomo come isolato dagli altri – egli si auto-costruisce.

• Se si impegna con gli altri, è lo fa tramite un contratto, stipolato dagli uomini.

• Nel matrimonio, invece, gli sposi entrano in qualcosa che è più grande di loro.

• Per definizione il matrimonio è l’istituto che ordina e protegge la generatività dell’uomo.

Protegge gli sposi nella loro vulnerabilità, dando stabilità al loro rapporto.

Protegge le linee generazionali.

• Il matrimonio e la famiglia è l’istituto che custodisce la nostra origine e ci lancia verso il nostro destino.

III. Il significato personale della differenza sessuale

Penso che adesso possiamo capire bene le parole di Benedetto XVI quando dice che «nella lotta per la famiglia è in gioco l’uomo stesso». Leggiamo:

«Se, però, non esiste la dualità di maschio e femmina come dato della creazione, allora non esiste neppure più la famiglia come realtà prestabilita dalla creazione. … Dove la libertà del fare diventa libertà di farsi da sé, si giunge necessariamente a negare il Creatore stesso e con ciò, infine, anche l’uomo quale creatura di Dio, quale immagine di Dio viene avvilito nell’essenza del suo essere. Nella lotta per la famiglia è in gioco l’uomo stesso» (Discorso in occasione della presentazione degli auguri natalizie della curia romana, 21 dicembre 2013).

III. Il significato personale della differenza sessuale

• Grazie dell’attenzione!