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Tropea Città d’Italia:

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Dove ci troviamoAffacciato sullo specchio d’acqua del Tirreno e in quello delle Eolie, piccolo borgo che fu di pescatori disposto su due livelli distinti, il primo dei quali arroccato su uno sperone di roccia viva a cinquanta metri dal livello del mare, Tropea è un comune della provincia di Vibo Valentia, in Calabria. Località conosciuta non solo per la buona cucina ma anche e soprattutto per la sua bellezza e la tranquillità dei luoghi baciati dal sole e dalla fortuna di un clima mite, Tropea confina ad ovest con i mari di cui sopra e il vulcano Stromboli, a nord con Catanzaro e l’importante scalo commerciale di Lamezia Terme, a est con i borghi di Soverato e Sant’Andrea Apostolo e a sud, di nuovo complice la sua fortunata posizione geografica, con Reggio e il Parco Nazionale dell’Aspromonte.Il suo territorio, circondato da meravigliosi agrumeti forieri ogni anno di cieli sereni e primavera, come molti paesini affacciati sulla costa deve fare i conti con un assetto urbano diviso in due: da una parte, la zona superiore, dove ritroviamo il centro storico e la maggior parte della vita quotidiana del paese, dall’altra una zona sottostante chiamata “marina”, che comprende il porto e l’area balneabile di Tropea. Cultura, tradizioni e panorami tipici del mediterraneo, quali l’ormai famosa linea di montagne frastagliata e punteggiata da alberi, ma anche le belle spiagge bianche di sabbia fine come talco, culminano in una prima panoramica della città, prona ai voleri del turista più esigente.

Come arrivareVia aerea: L’aeroporto di Lamezia Terme è sicuramente il più vicino, ad appena una quarantina di chilometri di distanza. La compagnia di riferimento è Alitalia. Un’altra opzione è l’aeroporto Pitagora a Crotone, raggiungibile in auto o con bus navetta. Ultimo aeroporto nelle vicinanze è quello dello Stretto, o Aeroporto di Reggio Calabria, a poco più di un ora da Tropea e secondo aeroporto calabrese per numero di passeggeri. Via terra: Autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria verso Reggio se provenienti dal nord, in direzione del casello di Pizzo Calabro, per poi proseguire verso Tropea. Circa 6 ore di guida da Roma a Tropea e altrettante da Milano. Se invece si proviene da Sud, si scelga di nuovo la Salerno Reggio Calabria fino allo svincolo per Rosarno, proseguendo per Capo Vaticano, o in alternativa, per i più “nostalgici”, direzione Mileto e un buon pezzo di SS 18 in direzione di Tropea.Una linea completa di autoservizi, citiamo le autolinee Genco e Brosio tra le tante, collegano Tropea con altre città della Calabria e del sud Italia. Le autolinee Lirosi prevedono collegamenti giornalieri con Roma. Mediamente, con le linee interregionali, da Roma a Vibo s’impiega una mezza giornata di viaggio.Per raggiungere Tropea in Treno, prevedete uno scalo nella stazione di Lamezia Terme, o con minor frequenza a Rosarno. Da Vibo-Pizzo o per l’appunto Lamezia Terme, prendete il treno regionale per Parghelia

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e Tropea. Il costo del biglietto si aggira dai trenta ai settanta euro a seconda del punto di partenza, ma sempre viaggiando in seconda classe.Via mare: Il porto di Vibo Marina è ben collegato con tutte le località limitrofe della costa. Da qui, molte sono le compagnie che effettuano rotte dirette per il porto vibonese, da e per anche la Liguria.

Un po’ di storiaTestimonianze di insediamenti umani nei dintorni di Tropea risalgono al neolitico. Difficile tuttavia stabilire chi furono i primi dimoranti dell’abitato di come lo conosciamo oggi: fonti certe lo datano ad almeno cinquecento secoli prima della nascita di Roma. Il suo primo appellativo ufficiale è Portercole, che si fa risalire con buona pace di miti e leggende proprio a quell’Ercole, presente in Calabria per liberare la regione dai giganti. Il nome di Tropea, viceversa, potrebbe derivare dal greco tropaia (trofei), in onore di Zeus Tropaìos.Nel III secolo a.C. i romani prendono il posto dei greci sul territorio, annettendolo alla Decima Regione della repubblica Romana. Avanti veloce, tra il V e il VI secolo d.C. Tropea diviene luogo di una rapida cristianizzazione, testimoniata dal più vasto complesso cimiteriale paleocristiano scoperto nel Bruzio.Quello successivo fu un periodo di grandi cambiamenti per il piccolo porto, che già durante l’epoca degli imperatori Bizantini veniva cinto da mura solide, atte a difenderlo. Dopo un lungo assedio ad opera dei

Normanni, Tropea si ritrova sotto una nuova dominazione, che tuttavia non risulta infelice; l’impronta normanna, infatti, lascia i segni di una ricchezza tangibile, commerci fiorenti, quartieri completi di strutture che caratterizzano e abbelliscono la vita feudale dei Comuni.Di quel quando, dell’arsenale della città e dei mercati importanti che richiamano un ulteriore commercio, si ha un ricordo fausto, quasi fantastico. Durante il periodo del Regno di Napoli, Tropea viene inclusa tra le città demaniali, conquistandosi i privilegi economici e politici frutto di una forte fedeltà al suo Re, perpetrando una nomea fatta di benessere e tranquillità. Ma dopo un periodo di depressione, passato a fronteggiare moti rivoltosi del 1700, e sulla scia di uno spirito rivoluzionario che arriva dalla Francia, il paese si ritrova a vacillare.Solo nel 1861, con la creazione del Regno d’Italia, un’ondata di prosperità rappresentata dall’industria di fabbrica e dell’aumento del commercio, permette a Tropea di balzare alle cronache. E commercio, chiama turismo. Sorvolando sulla parentesi del secondo conflitto mondiale, nei primi decenni che seguono il dopoguerra, il turismo aristocratico è ciò che consente a Tropea di crescere e farsi un nome.Oggi, Tropea, con appena 7000 abitanti ma più di una quindicina di chiese e altrettanti alberghi, è una meta ambita, seriamente inserita nel circuito del turismo internazionale e forte di un’accoglienza quasi famigliare, che sa mettere a tacere le ambizioni più esigenti di qualsiasi ospite.

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Come spostarsiIl mezzo ideale per spostarsi a Tropea varia a seconda delle esigenze di pernotto. Per una vacanza di breve durata l’arrivo in treno e il suo successivo utilizzo vi permetterà di risparmiare sui costi dell’auto e di godere appieno dei panorami cittadini, sfruttando la fermata di riferimento. Non trattandosi di una grande metropoli, in un paio di giorni a piedi potrete conoscere Tropea come il palmo della vostra mano. Tuttavia, poichè la città disposta su due livelli, potrebbe risultare scomodo per chiunque non ami le lunghe passeggiate, anziani e bambini. Sconsigliamo la bicicletta e vi indirizziamo ai rent a car che possono affittare, per cifre modiche, motorini e quad. Se invece vi interessa raggiungere i villaggi più vicini, un auto a nolo presa direttamente al vostro arrivo in aeroporto si rivelerà la soluzione più mirata per fare delle escursioni, anche giornaliere , a Vibo, a Lamezia e persino all’altopiano della Sila, ad un paio d’ore di guida. Assicuratevi di conoscere gli orari invernali e quelli estivi nel caso vi appoggiaste alle autolinee locali, e che particolari sentieri nel bosco e zone marine protette non siano aree ristrette al pubblico.

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NaturaGran parte delle meraviglie di Tropea appartengono al mare, e inequivocabilmente alla cosiddetta Costa degli Dei, comprensiva di tutta quella parte di litorale che ingloba il Golfo di Sant’Eufemia e il Golfo di Gioia a sud. In realtà, tutta la costa che circonda Tropea vale la fama che la connota, alternando lunghe fasce di arenili sabbiosi a veri e propri faraglioni, ai quali si arriva solo con la barca. E nel punto meridionale della costa, scogli e calette fanno la gioia degli amanti dei paesaggi più selvaggi, fra le alture a terrazza vista Tirreno di Pizzo, Vibo e Tropea. In tema, è da visitare assolutamente la Grotta Azzurra a Pizzo, riaperta solo di recente dopo anni di interventi per la proteggerla dall’erosione.Ci sono ben due parchi importanti nella zona: quello regionale del Mongiana e quello di Serra San Bruno a Vibo Valentia, che ospita un interessantissimo Parco Avventura con le maggiori attrattive per grandi e meno grandi, poco per i piccini. All’interno della provincia di Reggio Calabria, sorge al contrario un’area naturale protetta molto particolare: si tratta del Parco Nazionale dell’Aspromonte, che, d’inverno, sembra una cartolina di natale distante da Tropea appena un’ora e mezza senza traffico.Il massiccio è di origine granitica, creato dal complesso montuoso delle Alpi meridionali o Alpi calabresi. Dalla parte della costa tirrenica ripercorre il caratteristico litorale frastagliato, dovuto a un sistema di faglie che corrucciano, letteralmente, tutta la terra, generando terrazze e avvallamenti che si dipanano fino alla sommità, arrivando a toccare la cima del Montalto a 1956 m. Il paesaggio, oltre a mozzare il fiato nei suoi tratti di valli scoscese, è abbellito dalla presenza di piccoli torrenti chiamati “fiumare” e dalla crescita spontanea delle chiome malinconiche dei salici e degli ontani. La fauna non ha nulla da invidiare allo scorso grande protagonista, l’Abruzzo, annoverando tra gli abitatori del sottobosco più fondo tassi, volpi, martore e lupi in branchi più meno numerosi. Molto apprezzati dagli interessati del genere e indicatori di una natura che è quasi intatta nel suo splendore, gli astori e gli sparvieri, compagni silenziosi dal volo radente durante le camminate prima di ogni Centro Visita, strutture dislocate per il parco e dotate di un punto informazione, vere e proprie vetrine sull’ecosistema naturale dell’Aspromonte che agevolano il turista nel reperire materiale didattico su ogni fronte.Notevolmente più distante, ma, come dicevamo, di grande impatto scenico, il parco della Sila vi garantirà momenti di impareggiabile poesia, comprendendo alcune delle zone più suggestive della Regione, da foreste incontaminate e spiagge cristalline proprio di fronte al profilo delle Eolie.

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La cucina di TropeaPaese che vai, tradizioni che trovi. Eccoci finalmente ad un argomento clou della tradizione calabrese, non certo leggero da digerire ma sicuramente inimitabile altrove… la sua cucina tipica! I calabresi, più di tutto nella zona tra Vibo e Tropea, sono non solo accaniti sostenitori dello slow food, ma per quanto si parli spesso di fritti fra zippule e panzerotti, entrambi prodotti caserecci, vi stupirà sapere che se consumati in quantità modiche sono tutti assolutamente genuini, e fanno pure bene alla salute, strappandovi grandi sorrisi di compiacimento. Iniziamo col dire che la cucina calabrese è sapida, un condensato di sapori che ha radici nella cultura di talmente tanti credo esoterici, che un po’ della superstizione è rimasta in tavola. Così, per quanto ricicli pochi ingredienti essenziali, la fantasia è sconfinata e l’utilizzo del peperoncino non solo da il sapore, ma richiama le corna simbolo di scaramanzia, gli agrumi luminosi sono un inno alla luce, alla vita, e così via. Si utilizzano prodotti freschi, possibilmente di stagione e proprio per questo sempre presenti, ottenendo il massimo rendimento dagli uliveti, dagli agrumeti, dai favi degli apicoltori e dai prodotti dell’orto, avendo l’accortezza di preparare marmellate e sott’oli durante tutto l’anno. Particolari indicatori di questa cucina “magica” sono i primi: pasta lunga filata a mano,

fileja, spaghetti e lasagane, con aglio olio e peperoncino, saltati con ceci o fagioli, o con le vongole oppure ancora con il ragù, i maccheroni, piatto forte, con sughi di pomodoro e conditi non con parmigiano ma con la ricotta salata caratteristica, la pasta con alici e pangrattato, con le patate o i broccoli, cotta al forno, la tipicissima pasta e fagioli alla paesana, arricchita con i profumi delle spezie. Pane biscottato nel forno condito con olio extra vergine locale, pomodori maturi e capperi. Tipica di Pizzo la pasta con le lumache, anche loro con le piccole corna fortemente scaramantiche, consumata nel periodo autunnale fra ottobre e novembre. Colori, profumi, e disposizione delle portate sono tutti fattori essenziali nel viaggio magico del gusto. Tropea concede a piene mani i suoi tesori e così possiamo assaggiare la zuppa di cipolle rosse, le cipolle fritte e croccanti, le cipolle panate, cipolle in tutte le salse. Carne e frittate sono un’altra componente indispensabile delle tavole calabresi. Chiedete di assaggiare le frittole, le cotenne di maiale cotte nel grasso dell’animale, le costolette d’agnello macchiate di sugo o arrosto, le polpette o purpetti fatte a mano, la soppressata piccante o con finocchio selvatico - la salsiccia e la soppressata di Calabria sono entrambi prodotti DOP, che potrete trovare in ogni centro enogastronomico. Insaccato tipico del comprensorio di Tropea, con duecento grammi di peperoncino per ogni chilo di carne, è la famosa nduja, da spalmare sul pane tostato, sugli spaghetti, sulla pizza o in qualsiasi piatto primo o di portata. Se preferite il pesce c’è l’imbarazzo della scelta e nei menu tipici, molti dei quali alla carta e perciò particolarmente economici, nelle trattorie e nelle taverne a gestione famigliare, potrete ordinare le gustosissime linguine all’astice, le pacchere allo scoglio, il tortino di acciughe, il pesce spada cucinato in molti modi, alla “riggitana”, arrostito col salmoriglio o con i tortiglioni come primo piatto unico. Il pesce azzurro è sempre e solo protagonista, qui. Lo stoccafisso e il baccalà sono altre tipologie di pesce molto proteico, serviti caldi, con sugo, con i funghi, a crudo e macerati con limone e prezzemolo, nel ripieno delle melanzane. Ricotta e pecorino, ognuno ottenuto da lavorazioni sempre diverse a seconda del paese di provenienza, potranno essere consumati in abbondanza anche da soli, o prima del dessert.Per digerire il fantasmagorico menù della Calabria, annaffiate il tutto con i vini bianchi e rosati Bivongi, Cirò e Terre di Cosenza, per il dolce, un buon Moscato di Saracena.

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Luoghi di interessePoiché molte sono le chiese e le pievi che potrete visitare fra Tropea e la Costa degli Dei, ve ne diamo un assaggio solamente, e il più corposo boccone è senz’altro il Duomo di Tropea. Preceduto da un portico ombreggiato, arricchito con le statue dei santi cari alla comunità e con una che raffigura Madonna delle Grazie, costruita in perfetto stile normanno, è all’interno che custodisce i suoi averi più preziosi: l’altare maggiore con il quadro della Madonna di Romania dal volto bruno, i sepolcri in stile barocco della famiglia Galluppi, che ha dato i natali al noto filosofo, e il “Crocifisso Nero”, singolare intaglio ligneo a grandezza naturale. Nella piazzetta sul retro vi aspetta un panorama che non ritroverete facilmente altrove, col sole a riverberare sulla cupola della Michelizia e i colori vibranti della marina di Parghelia sullo sfondo.La chiesa, per l’appunto, della Michelizia, si trova nel rione del Carmine, un po’ fuori mano ma assolutamente da visitare. Costruita in stile rinascimentale, con portali in granito, la si raggiunge tramite un sentiero circondato da agrumeti, e una leggenda vuole che ci sia anche una ragione per cui dover fare tutto quel percorso a piedi. Pare che Michele Milizia,

di ritorno dai suoi commerci in mare durante una tempesta, abbia guadagnato incolume la terraferma grazie ad una luce divina, e per riconoscenza, abbia fatto edificare la chiesa proprio in quel punto. L’edificio venne successivamente dedicato a Santa Maria della Neve. Santa Maria dell’Isola, diventato il simbolo di Tropea nel Mondo, sorge sulla sommità dell’Isola Bella, evolvendosi su due piani, con un piccolo giardino sul retro, visitabile. Mai paga di un fascino che viene spolverato in ogni cartolina di stampo calabrese, le sue origini si fanno risalire al 370 d.C., ad opera di una piccola comunità monastica basiliana, ed ospita le statue della Sacra Famiglia, portate in processione in mare ad ogni 15 di agosto. A brevissima distanza, se vi va di fare qualche passo in più, nel comune di Pizzo c’è la famosa Chiesa di Piedigrotta. Originariamente costruita come ringraziamento da marinai naufraghi, scampati alle sciagure dei commerci per mare, vi si arriva scendendo una lunga rampa di scale, e la visita è a pagamento. La Chiesa è datata intorno al XVII secolo, particolare assai curioso è che si tratta proprio di una grotta scavata nella pietra, sulla sponda antistante il mare; l’interno è decorato con statue scolpite nella viva roccia, e vi è presente persino una piccola cappella.

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Ricettività, turismo ed eventi.Come già accennato, il turismo di Tropea fa leva su un paesaggio che molti le invidiano. Nel giro ideale per conoscere al meglio le sue bellezze marine, vi suggeriamo di arrivare con l’inizio dell’estate, tra luglio e giugno, quando fa caldo ma non troppo. L’accorgimento vi permetterà di visitare senza stress anche i paesi limitrofi come Pizzo, strappando, perché no, anche una cucchiaiata del prodigioso tartufo. La Spiaggia del Cavaliere, una delle più ampie della zona e interamente sabbiosa, conquista ogni tipo di frequentatore, dalle famiglie con bambini alle coppie giovani. Anche la spiaggia della Rotonda, la più apprezzata da chi torna a visitare la città per la seconda volta, poiché molto vicina al centro ma mai paga di un panorama incantevole, vale tutto il riferimento.Una’area turistica imperdibile è quella di Capo Vaticano, nel comune di Ricadi. Meraviglioso promontorio di roccia granitica, custodisce la baia di Grotticelle, molto apprezzata anche dai locali, formata da tre spiagge vicine e silenziosa quanto basta per sentirsi su un altro pianeta. Il mare è come quello delle Maldive e i fondali sono tutti da esplorare.Nel periodo tra maggio e ottobre sono attive le motonavi per Stromboli, le Isole Eolie e per Taormina.Molti degli eventi caratteristici sono tutti incentrati sulla gastronomia locale, tanto per citarne alcuni c’è la Sagra del Tartufo a Pizzo, in agosto, con karaoke, canti e balli e degustazione di prodotti non solo dolciari, la Festa della Birra sul lungomare della Marina sempre di Pizzo e la Sagra del Maiale le prime settimane di settembre. Più o meno nelle stesse date, dalla prima metà di settembre ai primi giorni di ottobre,

divertimento assicurato al Tropea Blues Festival, decima edizione quest’anno, con spettacoli, arte e manifestazioni dedicate. Ogni anno, a Brattirò di Drapia, sotto Vibo, nella Chiesa Parrocchiale di S. Pietro Apostolo, nei giorni 25, 26, 27 settembre si onorano San Cosimo e Damiano, con una calorosa celebrazione religiosa. A Reggio, nel comune di Taurianova, si celebra in pompa magna dal 31 agosto la Madonna di Polsi, o Madonna della Montagna, con due settimane di festeggiamenti fra musica dal vivo, stand e intrattenimenti per grandi e piccini. Se vi avanza un pomeriggio, vale la pena fare un salto a Crotone, nell’omonimo mercatino dell’antiquariato in piazza del Duomo, occasione ghiotta per accaparrarsi un pezzetto dell’artigianato locale a prezzi bassissimi.

DintorniTropea, facilmente raggiungibile con i maggiori mezzi di trasporto, vicinissima al capoluogo di Reggio e alle località montane della Calabria, è un’isola felice in un contesto urbano, quello del sud, che spesso non viene adeguatamente apprezzato. La Costa dei Saraceni soprattutto, nel Crotonese, la zona del Salento, o la stessa Costa degli Dei da Pizzo a Nicotera, che comprende circa cinquanta chilometri di litorale del Vibonese, sono paesaggi che scaldano il cuore e devono essere conosciuti quanto più possibile da chi ancora investe e apprezza nelle bellezze del bel paese. Tra le prelibatezze della gastronomia locale, la vita notturna, viva e palpitante, di giovani italiani, russi e olandesi che approfittano della bella stagione e acquistano fin troppo spesso una seconda casa proprio da noi, Tropea è indubbiamente la località ideale dove cominciare a conoscere la storia e lo spirito verace del sud.