Trimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio ... · degli scatti, slalom e ci...

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1 Editoriale a cura del dott. Carlo Rosso, medico specialista in psichiatria, Diret- tore Sanitario Comunità Protetta Psichiatrica Elio Zino di Oleggio e professore di psicopatologia sessuale presso l’Università degli Studi di Torino Una cena a Milano in Brera, ospite di una famiglia molto agiata di imprenditori. La padrona di casa racconta com- piaciuta di essere andata con i figli ad Amsterdam e di aver fumato marijuana con loro, “così per anticiparli, per fare una cosa insieme, per avere una specie di controllo su qualcosa che comunque faran- no e quindi...”. Tale trovata suscita un generico consenso tra i commensali. A me non sembra un’idea brillante”. Pronuncio questa frase che come una lama trancia l’atmosfera politicamente corretta della tavolata e, credo, mi abbia per sempre esiliato da quella, per altro, piacevolissima magione. Ma perché “non è un’idea brillante” comportarsi con i figli in un modo co- sì disinvolto? Le ragioni sono diverse, ma qualcosa voglio dire su quella più insidiosa, ovvero l’associazione tra consumo di cannabis in età adolescenziale e sviluppo di gravi di- sturbi mentali in età adulta. Una recente ricerca pubblicata sulla autorevole rivista scientifica “Schizophrenia Bul- lettin” (impact factor 6.944 -2017/18-) indica l’uso di cannabis fumata in e- tà adolescenziale come un fattore di ri- schio per lo sviluppo di schizofrenia in età adulta; questo non per tutti ma per una popolazione vulnerabile caratteriz- zata da individui che avrebbero un parti- colare polimorfismo del gene che con- trolla la produzione della Catecol-O- Metil-Transferasi, che è uno degli enzi- mi che degrada le catecolamine. Trimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino” e Gruppi Appartamento di Oleggio n. 1/2020 GENNAIO, FEBBRAIO, MARZO Sommario: A proposito dell’uso di canna- bis in età adole- scenziale e lo sviluppo di di- sturbi mentali pagg. 1/2 Il nostro carneva- le oleggese pag. 3 Il calcetto pag. 4 La rubrica di Leandro pag. 5 Tanti auguri!!! pag. 5 Andrà tutto bene! pag. 6 Cena al Tourlé pag. 6 Oggi cucino io: cipolle caramella- te con fonduta di gorgonzola pag. 7 Merenda a sor- presa per Manuel pag. 8 Cantiamo assie- me pag. 9 Un saluto per Raffaella pag. 9 Visita al Museo di Oleggio Pag. 10 Passeggiata al Monte Mesma pag. 10 La parola ai Poeti pag. 11 Il volontariato al tempo del corona- virus pag. 12 A proposito dell’uso di cannabis in età adolescenziale e lo sviluppo di disturbi mentali

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Editoriale a cura del dott. Carlo Rosso, medico specialista in psichiatria, Diret-

tore Sanitario Comunità Protetta Psichiatrica Elio Zino di Oleggio e professore

di psicopatologia sessuale presso l’Università degli Studi di Torino

Una cena a Milano in Brera, ospite di una famiglia molto agiata di imprenditori. La padrona di casa racconta com-piaciuta di essere andata con i figli ad Amsterdam e di aver fumato marijuana con loro, “così per anticiparli, per fare

una cosa insieme, per avere una specie di controllo su qualcosa che comunque faran-no e quindi...”. Tale trovata suscita un generico consenso tra i commensali. “A me non sembra un’idea brillante”. Pronuncio questa frase che come una lama trancia l’atmosfera politicamente corretta della tavolata e, credo, mi abbia per sempre

esiliato da quella, per altro, piacevolissima magione. Ma perché “non è un’idea brillante” comportarsi con i figli in un modo co-sì disinvolto? Le ragioni sono diverse, ma qualcosa voglio dire su quella più insidiosa, ovvero l’associazione tra consumo di cannabis in età adolescenziale e sviluppo di gravi di-sturbi mentali in età adulta. Una recente ricerca pubblicata sulla autorevole rivista scientifica “Schizophrenia Bul-

lettin” (impact factor 6.944 -2017/18-) indica l’uso di cannabis fumata in e-

tà adolescenziale come un fattore di ri-schio per lo sviluppo di schizofrenia in età adulta; questo non per tutti ma per una popolazione vulnerabile caratteriz-zata da individui che avrebbero un parti-colare polimorfismo del gene che con-trolla la produzione della Catecol-O-Metil-Transferasi, che è uno degli enzi-mi che degrada le catecolamine.

Trimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino”

e Gruppi Appartamento di Oleggio

n. 1/2020 GENNAIO, FEBBRAIO, MARZO Sommario:

A p ro p o s i to dell’uso di canna-

bis in età adole-scenziale e lo sviluppo di di-sturbi mentali

pagg. 1/2

Il nostro carneva-le oleggese pag. 3

Il calcetto pag. 4

La rubrica di Leandro

pag. 5

Tanti auguri!!! pag. 5

Andrà tutto bene! pag. 6

Cena al Tourlé pag. 6

Oggi cucino io: cipolle caramella-te con fonduta di gorgonzola

pag. 7

Merenda a sor-presa per Manuel pag. 8

Cantiamo assie-me pag. 9

Un saluto per Raffaella pag. 9

Visita al Museo di Oleggio

Pag. 10

Passeggiata al Monte Mesma

pag. 10

La parola ai Poeti pag. 11

Il volontariato al tempo del corona-virus

pag. 12

A proposito dell’uso di cannabis in età

adolescenziale e lo sviluppo di disturbi mentali

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Comitato di Redazione: Gabriella Belfiore Maria Irma Carbaial Maria Luisa D’Esposito Laura Di Chio Nina Dutkevjch Patrizia Mancini Carlotta Pirali Stefania Villa Clara Zanini

Periodico di informazione della Co-munità Protetta Psichiatria “Elio

Zino” e Gruppi Appartamento di

Oleggio

Direttore Editoriale: Daniela Forti, Presidente AiutaPsiche odv

Responsabile Editoriale: Carlo Rosso

Direttore Responsabile: Elena Vallana

Hanno collaborato a questo numero: Ospiti delle Comunità Elio Zino e Gruppi Appartamento di Oleggio

Pagina facebook : Aiutapsiche odv e i Racconti degli Altri—Guardare oltre

Alcune immagini sono liberamente tratte da internet

I RACCONTI DEGLI “ALTRI” I

In parole semplici ciò starebbe a indicare che il fumo cannabis aumenterebbe il rischio di psicosi quan-do su di una certa predisposizione genetica interagiscono alcuni fattori ambientali. Il contesto urbano, l’abuso in età infantile, lo stress, sono stati individuati come fattori ambientali che insieme al fumo di cannabis e in presenza della suddetta predisposizione genetica, aumenta la probabi-lità di sviluppo di sintomi psicotici. Un’altra ricerca, inoltre, ha evidenziato che tra coloro che hanno manifestato sintomi psicotici durante

l’utilizzo di sostanze stupefacenti (cannabis, allucinogeni, amfetamine, alcool, oppiodi, sedativi), quelli

che avevano utilizzato cannabis avevano una probabilità di evoluzione in un Disturbo dello Spettro Schizofrenico più alta degli altri consumatori.

Che morale traiamo dalle evidenze scientifiche? Direi questa: se da un punto di vista epidemiologico l’associazione tra uso di cannabis in e-

tà adolescenziale e psicosi è relativamente rara, una significativo sottogruppo di adolescenti sviluppa sintomi psicotici nel corso dell’uso e, nel tempo, un franco disturbo schizofrenico. Questi sfortunati sono probabilmente portatori di una vulnerabilità genetica che in futuro diver-rà meglio precisata e magari anche misurabile. Ma per adesso non è così, quindi ogni adolescente che fa uso di cannabis e ogni genitore che fa finta di nulla o, come la mia ex amica, si compiace di fumare con i figli, deve essere consapevole del rischio connesso a tale pratica poiché nessuno oggi, a priori, può avere la certezza di esserne esente. E quando compare un disturbo dello spettro schizofrenico è tardi, lo si cura, certo, ma la partita di quella giovane esistenza risulta già in parte compromessa alla soglia della vita adulta.

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n. 1/2020

Domenica 16 febbraio 2020 noi ragazzi del GA1 siamo stati al Carnevale di Oleggio. C’erano tanti carri allegorici, musica e tantissime persone. Dopo aver mangiato una buonissima frittella, abbiamo fatto un giro per il paese divertendoci tra carri, maschere e musica. Abbiamo concluso il pomeriggio con un buon caffè e poi siamo ritornati in gruppo

Alle 14:50 siamo partiti dalla Comunità per andare in paese ad Oleggio per vedere la prima sfilata del carnevale 2020. Molte persone e tutti i bambini erano vestiti in maschera, i carri erano molto belli. Un carro era a tema Egiziano con una Sfinge ed una mummia. Sopra un altro carro veniva presentato un unicorno rosa alato dove potevano salire i bambini. Un carro rappresentava lo spazio. Poi ce n' era uno in onore dei giochi olimpici. Altri due carri più piccoli rappre-sentavano un pagliaccio I.T e l’altro Topo Gigio. Abbiamo mangiato una ciambella buonissima. Abbiamo fatto delle foto vicino ai carri che sfilavano e passeggiato tra coriandoli e stelle filanti, tra gruppi di bal-lerini e suonatori di banda travestiti che facevano battaglie con spade di plastica. Prima di rientrare siamo andati al Bar a bere un caffè dove abbiamo incontrato dei ragazzi dei gruppi appartamen-to. A me sono piaciuti i carri che sfilavano e soprattutto quello seguito dalla banda che ho ascoltato con piacere e divertimento. A Davide sono piaciute molto le majorettes e il gruppo vestito di fiori che intratteneva il pubblico scherzando e lanciando coriandoli. A Filomena è piaciuto in particolare il carro di Topo Gigio.

Il nostro carnevale oleggese A cura di Filomena Brunacci, Marco De Murtas e Davide Lo Greco

Il nostro carnevale oleggese A cura di Benito Frontini e Bianca Maria Tavernier

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I RACCONTI DEGLI “ALTRI”

Tutti i martedì pomeriggio an-diamo a Novara ad allenarci a calcetto al palazzetto del A.S.H.D. Ci troviamo con altri ragazzi in tutto una decina, c’è anche una

ragazza, e iniziamo riscaldando-ci con una bella corsa, facciamo degli scatti, slalom e ci allenia-mo con la palla. Poi i due portieri si collocano nelle rispettive posizioni, e fac-ciamo i tiri in porta; a questo punto siamo pronti per giocare la partita. Ci dividiamo in due squadre in maniera casuale ogni volta creando gruppi diversi, la partita di allenamento dura 20 minuti. I due allenatori si chiamano Davide e Marco, sono molto esigenti e tirano fuori il meglio di noi; la fatica talvol-ta si fa sentire, ma in partita l’adrenalina ci aiuta nella prestazione. Il sabato ci sono le gare del campionato Piemonte/Liguria paraolimpici, noi siamo stati convocati a 2/3 partite, finora l’emozione si è fatta sentire. E’stata una bella esperienza che ci ha dato tanta soddisfazione eravamo orgogliosi di indossare le divise. La gara si struttura in due tempi da venti minuti, alla presenza di un po' di pubblico.

Dopo la gara si mangia tutti assieme. Agli allenamenti ci accompagnano i volontari del progetto il “Mosaico

dell' opportunità” promosso dal

comune di Oleggio. Ringraziamo tanto i volonta-ri e il comune per questo servizio offerto.

Il calcetto A cura di Marco De Murtas e Alberto Demuro

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n. 1/2020

La rubrica di Leandro A cura di Leandro Righi

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Tantissimi auguri a Silvana e a Stefano che hanno festeggiato il loro compleanno

nel mese di gennaio e a Giuseppe che ha compiuto gli anni a

febbraio.

In comunità è arrivato un nuovo ospite, si chiama Claudio, è di Ghemme e oggi la mia rubrica sarà dedicata a lui Raccontaci un po' le tue origini ... Sono piemontese da parte di mio padre, da parte di mia madre di origine Lucana. Sono nato a Novara e ho sem-pre vissuto a Ghemme. Che studi e che lavori hai fatto? Per quanto riguarda gli studi ho preso il diploma di scuola media statale e ho fatto dei corsi per imparare ad usare il computer (linguaggio Basic) e un corso di fotografia. Ho iniziato a lavorare a 17 anni come apprendista attrezzista presso una rubinetteria a Ghemme. Successivamente mi hanno reclutato come soldato nella fanteria e poi come Autiere a C. del Friuli presso il batta-glione logistico “Vittorio Veneto”. Dopo questa bella esperienza di vita collettiva ho svolto dei lavori di manutenzione del verde presso una casa pri-vata e ho lavorato in un' azienda tessile come operaio della filatura. Quali sono le tue passioni e i tuoi hobby? La mia passione principale è aiutare il prossimo, ho svolto servizi di volontariato presso l’associazione Autieri

d’Italia con sede a Ghemme. Sono soccorritore di respirazione cardio polmonare e so usare anche il defibrillatore

in caso di emergenza. Due miei hobby sono la lettura e la fotografia, mi tengo sempre aggiornato. Racconta qualcosa relativo al tuo primo amore? Il mio primo amore me lo ricordo benissimo e non me lo scorderò mai. Lei si chiama Gabriella. Ci siamo cono-sciuti nel 1972 quando eravamo bambini. La nostra relazione era piena di sintonia e emozioni. È durata ben 8 an-ni, dopo 42 anni manteniamo sempre un rapporto stabile di amicizia. Come ti trovi in comunità? Ti sei un po' ambientato? È da un mese circa che sono qua e mi trovo bene, all’inizio era un pochettino brutto perché era un ambiente nuovo

che non conoscevo. Non ero mai stato in una Comunità.

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Andrà tutto bene! A cura di Alessandro Monteleone e Stefano Provezza

I RACCONTI DEGLI “ALTRI” I

Viste le attuali restrizioni a causa dell’emergenza Covid-19 noi e altri ragazzi coinvolti in borse lavoro, non abbiamo potuto proseguire le nostre attività. Le giornate, quindi, trascorrono tra le mura dei gruppi apparta-mento e grazie alle attività che ci vengono proposte dagli opera-tori il tempo passa abbastanza velocemente. Un particolare ringraziamento va all’associazione Aiutapsiche

che, grazie all’ampliamento dell’offerta di Sky, ci ha permesso

di visionare documentari di carattere storico e naturalistico, nonché programmi di cucina, a noi sempre molto graditi, e da cui cerchiamo di prendere spunto per eventuali ricette. Tutto ciò ci permettere di trascorrere qualche ora piacevol-mente impegnati a seguire programmi interessanti che contribuiscono ad accrescere le nostre conoscenze e le no-stre curiosità!

Cena al Tourlé A cura di Marco Demurtas e Sonny Sauro

Un mercoledì sera dopo aver concordato una cena con la nostra operatrice Patrizia, ci siamo recati presso la Bennet di Bellinzago, e dopo aver valutato prezzi e promozioni fra i due ristoranti, abbiamo convenuto che fosse meglio per i nostri portafogli e per i nostri stomaci, fare un giro pizza al Tourlé. Abbiamo discusso a lungo per decidere la quantità di bibita da prendere con il giro pizza; la scelta era la piccola, la media e la litrata. La nostra operatrice Patrizia si è accontentata di una bottiglietta piccola d’acqua,

Righi ha preso una media di coca cola, io e Sonny una litro rispettivamente di coca cola e aranciata. Abbiamo ordinato le pizze che ci venivano portate un po' lentamente, nonostante il locale non fosse pieno. Ci è stato detto che non si potevano ordinare la pizza con gorgonzola e quella con i frutti di mare, le pizze erano giganti, ci sono state portate tre pizze tra le quali; sala-me piccante, prosciutto e peperoni, panna e gamberetti, e altri gusti random. Per ultima una pizza dolce con nu-tella, wafer, e scaglie di cioccolato bianco. Qualcuno ha preso il caffè e poi siamo rientrati. È stata una bella serata e ci siamo divertiti molto.

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n. 1/2020

Oggi cucino io… gruppo cucina: cipolle caramellate con fonduta di gorgonzola A cura di Alessandro Monteleone

Ingredienti Cipolle rosse 1 sacchetto Acqua e zucchero per il caramello Gorgonzola

Preparazione: Pelare e tagliare a metà le cipolle, distribuirle su una teglia con il ciuffo rivolto verso l’alto e aggiungere un po’ d’acqua. Riporle in forno a 150° per un’ora e un quarto. Quando le cipolle sono morbide, toglierle dal forno.

Da parte preparare il caramello con acqua e zucchero, quando diventa di color bruno è pronto e si può versare su un’altra te-

glia, posizionandoci di sopra le cipolle.

Infornare per 10 min. a 180°. Nel frattempo preparare il gor-gonzola a pezzi, aggiungendo un po’ di latte e facendolo scio-

gliere.

Quando tutto è pronto versare un mestolo di fonduta sul piatto da portata, mettendoci sopra 3-4 cipolle caramellate, stavolta con il ciuffo capovolto.

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I RACCONTI DEGLI “ALTRI”

Merenda a sorpresa per Manuel A cura degli ospiti dei Gruppi Appartamento

Giovedì 13 febbraio 2020, noi ra-gazzi dei due gruppi appartamento di Oleggio, ci siamo riuniti per un saluto al nostro caro amico Manuel che è tornato a casa poiché termi-nato il suo percorso. Gli abbiamo preparato una meren-da a sorpresa cucinando una buona torta che abbiamo mangiato poi tutti insieme, salutandolo e augu-randogli buona fortuna. Eravamo tutti dispiaciuti ma con-tenti per lui e per il suo ritorno a casa.

Chi volesse effettuare una donazione a favore dell’Associazione “Aiutapsiche onlus”

può fare un versamento intestato a: AIUTAPSICHE ODV—ARONA—IBAN IT75 A030 6909 6061 0000 0102 199— INTESA SAN PAOLO, indicando sempre il nome del donatore (per poter ricevere la lettera di ringraziamento) e la causale “DONAZIONE PRO AIUTAPSICHE ODV” Per detrarre la Vostra donazione dalle tasse è sufficiente farla tramite bonifico or-

dinario e richiedere la dichiarazione di erogazione liberale ad Aiutapsiche.

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n. 1/2020

Per divertirci e passare un po' di tempo tutti insieme cantiamo con il karaoke che ci hanno regalato Titti (Tiziano Pianta) e le sue cugine Monica e Manuela. Solitamente facciamo scorrere il CD delle canzoni e le cantiamo tutte tenendo il microfono centrale e creando un coro. Si possono cantare varie canzoni, alcune hanno la base cantata mentre altre solo quella musicale, noi preferiamo le tracce con la base cantata perché ci suggerisce il ritmo, soprattutto permette di cantare anche a chi non conosce la canzone. La canzone preferita da Alberto è “Che Sarà” mentre a Damiano piacciono tutti i cantautori italiani. Cantare è un grande sfogo ci fa sentire bene… Bisogna avere il coraggio di vincere la timidezza iniziale e poi viene voglia di partecipare e non smettere più. Grazie di cuore a tutta la famiglia Pianta per questo regalo bellissimo da tutti noi.

Cantiamo assieme A cura di Alberto Demuro e Damiano Mascia

Purtroppo i primi di gennaio la mia amica Raffaella è entrata nel gruppo appartamento di Borgomanero, lasciando

a me un dispiacere, ma una grande felicità per lei. Non vedo l’ora di poterla rivedere o chiamarla presto al telefono. Mi mancano tanto la sua mitezza e dolcezza di carattere, è una persona rispettosa degli spazi degli altri, di poche parole, ma quando parlava mi stupiva sempre perché è molto intelligente. Oltre che essere una buona cuoca e disegnatrice mi colpi-vano le sue stupende poesie che conoscevano anche i dot-tori. Ci ha lasciato un bel ricordo, un saluto da tutti i tuoi amici della comunità. A presto

Un saluto a Raffaella A cura di Maria Ielpo

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I RACCONTI DEGLI “ALTRI”

Il 4 Febbraio siamo andati a visitare il Mu-seo di Oleggio. Periodicamente noi ospiti della comunità riproponiamo le visite al Museo Etnografico a Oleggio per farlo conoscere ai nuovi ospiti.

La visita guidata è iniziata dalla sezione archeologica del Museo, dove sono con-servate anfore e cimeli dell’antica civiltà di Golasecca e Pombia, ad esempio og-

getti di uso quotidiano, armi bianche, utensili vari riproducono vecchi ambienti: la sartoria, macelleria, calzolaio, cucine rustiche e sale d’ epoca. C’erano stanze dove erano esposte abiti databili a fine ottocento e altre con attrezzi e utensili ormai scomparsi. Rimaniamo sempre affascinati da questa esperienza e ci stiamo organizzando per farne una nuova.

Passeggiata al Monte Mesma A cura di Leandro Righi, Claudio Curatitoli, Alberto De muro, Davide Lo greco, Damiano Mascia, Filomena Brunacci, Marco Demurtas

Visita al museo di Oleggio A cura di Alberto Demuro, Maria Ielpo e Leandro Righi

Nelle nostre zone ci sono diversi conventi e abbazie che raccolgono le persone che vo-gliono trovare qualcosa in più per il loro spirito e sono in cerca di pace. Alcune sono ancora attive e ci abitano frati e si celebrano messe e riti spirituali mentre altre risultano abbandonate. Per raggiungere questo posto si possono percorrere due strade che ad un certo punto si ricongiungono. Come tutte le vie Crucis sono presenti delle stazione dedicate alla vita di diversi santi. Il percorso era tutt’altro che facile, con una certa pendenza e lo abbia-

mo affrontato con una certa prudenza e fatica. Una volta arrivati ci siamo trovati davan-ti al sagrato circolare con al centro un ulivo secolare. Circondato da sedili di pietra dove ci siamo seduti tutti. Da qui si scorge il passaggio del lago d’ Orta con l’isola di San

Giulio, la Madonna del Sasso di Recetto. Dal Monte Mesma si osserva anche uno scorcio del S. Mau-rizio D’ Opaglio. Abbiamo fatto un servizio fotografico con i cellulari. Qual-cuno di noi ha voluto visitare la chiesa, c’era un organo

molto antico, come ci spiega Claudio, è meccanico e a peda-li. Sul campanile c’ era un orologio dipinto molto interessan-

te che batteva le ore. Il ritorno è stato più rapido che l’andata, ci siamo divertiti, abbiamo riso molto durante la

discesa. Prima di rientrare ci siamo fermati ad un bar a Orta, per un caffè che si chiamava Cantuccio.

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n. 1/2020

A modo mio,

Tutto a modo mio,

Faccio a modo mio,

rido a modo mio,

piango e son d’ accordo che son a modo mio.

Filomena Brunacci

Tristezza com’è difficile scacciarti.

Da questo tunnel io non vedo in fondo la luce Maria Ielpo

Perdona Signore! Per i miei vecchi e ormai antichi rancori, Per i miei peccati anche se attenuati da trascinatori ed a loro volta peccatori, perdonami o Signore! Per quei giovani fin troppo esuberanti o addirittura ingiustamente altezzosi, Perdona loro o Signore! Per quei genitori che sbagliano, spesso nei confronti dei loro figli, Perdona loro o Signore! Per questa società e civiltà moderna, dove ha ancora troppo valore la violenza e la forza, Perdona Signore! Mauro Forti

Occhi! Occhi belli ed occhi brutti!

Occhi chiari ed occhi scuri! Occhi tristi ed occhi allegri!

Occhi che piangono ed occhi dallo sguardo più sorridente! Occhi dallo sguardo buono ed occhi dallo sguardo cattivo!

Occhi arrabbiati ed occhi dallo sguardo nervoso! Occhi che contemplano il cielo, il mare, la natura ed il Creato tutto!

Ma comunque, Occhi di Dio ed Occhi dei miei cari che mi guardano dall’aldilà, ma soprattutto gli “Occhi”!

Mauro Forti

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Siamo su facebook

Tutto è iniziato a carnevale… come se qualche buontempone avesse voluto farci uno scherzo… ma non è stato co-

sì. Presto ci siamo resi conto che la situazione era molto seria e che la nostra salute e quella di chi ci stava intorno era a rischio.. La domanda che mi sono fatta è stata spontanea “Ma io cosa posso fare?” Sono Presidente dell’Associazione da molti anni e mi sono impegnata a far sì che il pregiudizio verso la malattia

mentale potesse almeno regredire, ho cercato di abbattere quelle barriere che contribuiscono all’isolamento sociale

dei malati e delle loro famiglie e, di fronte all’emergenza sanitaria, mi sono sentita impotente e sconfitta. Le giornate non mi erano mai sembrate così lunghe e ho cercato così di usare il tempo a disposizione nel modo migliore, per riflettere, per far sentire la mia presenza a tutti i famigliari, ai volontari, ai soci, agli operatori e anche ai nostri ragazzi. Abbiamo demonizzato i cellulari che ci tenevano distanti nonostante fossimo vicini, magari seduti sullo stesso di-vano o allo stesso tavolo, e improvvisamente sono diventati lo strumento che ci ha permesso di unirci. Ho usato il mio tempo per scrivere utilizzando le app a mia disposizione per condividere un’immagine, una parola

di conforto, per ironizzare e strappare un sorriso anche in un momento in cui non si ha nessuna voglia di farlo. Ecco che i gruppi si sono animati, sono diventati più vivi grazie anche all’uso di Sky che ho potenziato e che viene

impiegato per guardare insieme tanti programmi interessanti, film e poi discuterne. Poi le videochiamate con la possibilità di guardarsi in faccia, accorciare le distanze e trasformare quel velo di tri-stezza nel volto dell’altro in gioia. GUARDAMI, IO CI SONO! E i tanto amati e detestati social, dove tutti devono dire la loro che si sono riscoperti strumenti per socializzare, per parlare, per condividere, per mettere un like. Ma dovevo fare di più! Confrontandomi con gli iscritti all’Associazione, abbiamo deciso di fare una donazione all’Ospedale di Borgoma-

nero, forse piccola ma per noi significativa.Ricordate la favola del colibrì che cercava di spegnere con le gocce messe nel suo piccolo becco l’incendio divam-

pato nella foresta? Tutti gli animali scappavano, poi di fronte all’atteggiamento dell’uccellino, uno dopo l’altro

tutti insieme spensero il fuoco. “… la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. anche una goccia d'acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D'ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo, i pregiudizi spariti” Assistenza, cura, prendersi in carico, accoglienza… sono parole che la nostra Associazione ha sempre tradotto in

fatti e trasferiti alla Cooperativa Prometeo. La vita in comunità e nei gruppi appartamento continua con le limitazioni imposte a tutti noi, ma d’altra parte l’obiettivo principale in questo momento è proteggerli… manca il caffè della mattina al bar e la passeggiata

all’aperto, ma i nostri ragazzi continuano con le loro attività e i laboratori. Tutti hanno diritto ad essere curati e chi cura deve essere messo nelle condizioni ottimali per farlo.I nostri dottori infatti sono disponibili in videochiamata ad ascoltare i ragazzi, ad aiutarli se hanno un problema, a chiacchierare, dando così continuità all’assistenza e alla cura. E’ bello constatare nonostante tutto che i nostri ragazzi che sembrano apparentemente i più fragili, sono in

questo momento “fortissimi”, dimostrando un “grande coraggio”.

Il volontariato al tempo del coronavirus A cura di Daniela Forti