Trieste - Servizi basati sui diritti e incentrati sulle persone. Realizzare la … · 2019. 7....

58
Servizi basati sui diritti e incentrati sulle persone. Realizzare la legge 180 “Un cantiere per la salute mentale” Roma, 14 maggio 2019 Roberto Mezzina Direttore DSM / WHOCC - ASUITs, Trieste

Transcript of Trieste - Servizi basati sui diritti e incentrati sulle persone. Realizzare la … · 2019. 7....

  • Servizi basati sui diritti

    e incentrati sulle persone.

    Realizzare la legge 180

    “Un cantiere per la salute mentale”

    Roma, 14 maggio 2019

    Roberto Mezzina

    Direttore DSM / WHOCC - ASUITs, Trieste

  • Le indicazioni dellOMS

  • MH Action Plan: Vision

    • un mondo in cui la salute mentale sia valorizzata, promossa e protetta, nel quale i disturbi mentali

    siano prevenuti e le persone affette da questi

    disturbi siano in grado di esercitare appieno tutti i

    diritti umani e di accedere in tempo utile a servizi di

    cura sanitari e sociali di alta qualità e culturalmente

    appropriati che promuovano la recovery, affinché

    possano ottenere il più alto livello possibile di salute

    e di partecipare pienamente alla vita sociale e

    lavorativa, libere da stigma e discriminazione.

  • Piano d’azione OMS 2013-2020

    i sei approcci e principi trasversali1. Accesso e copertura sanitaria universale: senza discriminazioni per età, sesso,

    situazione socio-economica, razza, etnia di appartenenza oppure orientamento

    sessuale, e secondo il principio di uguaglianza, le persone con disturbi mentali

    dovrebbero poter accedere, senza correre il rischio di impoverirsi, ai servizi sanitari

    e sociali essenziali che consentano loro di guarire e di godere della migliore

    condizione di salute possibile.

    2. Diritti umani: le strategie, le misure e gli interventi di trattamento e cura, di

    prevenzione e di promozione applicati in salute mentale devono rispettare la

    Convenzione sui diritti delle persone con disabilità e gli altri strumenti

    internazionali e regionali in materia di diritti umani.

    3. Interventi basati su prove di efficacia: le strategie e gli interventi di trattamento e

    cura, di prevenzione e di promozione applicati nell’ambito della salute mentale

    devono basarsi su dati scientifici e/o sulle best practice e tenere conto delle

    considerazioni culturali.

    4. Un approccio orientato a tutte le fasi della vita: le politiche, la pianificazione ed i

    servizi di salute mentale devono tener conto dei bisogni sanitari e sociali relativi a

    tutte le fasi della vita – prima e seconda infanzia, adolescenza, età adulta e

    vecchiaia.

  • Piano d’azione OMS 2013-2020

    5. Approccio multisettoriale: un approccio globale e coordinato

    in materia di salute mentale presuppone il coinvolgimento di

    vari settori pubblici quali quello della sanità, dell’educazione,

    del lavoro, della giustizia, dell’abitazione, dell’azione sociale

    ed altri settori coinvolti, nonché del settore privato, a seconda

    della situazione del paese.

    6. Empowerment delle persone con disturbi mentali e disabilità

    psicosociali: le persone con disturbi mentali e disabilità

    psicosociali dovrebbero ottenere gli strumenti di

    partecipazione alle azioni di sensibilizzazione, alle politiche,

    alla pianificazione, alla legislazione, alla prestazione di servizi,

    alla sorveglianza, alla ricerca ed alla valutazione in materia di

    salute mentale.

  • Le principali caratteristiche dell ’’’’approccio proposto nella strategia del Piano d’Azione Europeo (2013-2020)

    Sottolineando la condizione di cittadinanza, l’approccio deve essere: • basato sui diritti e centrato sulla persona (rights based and person

    centered), il che implica • il protagonismo e la partecipazione delle persone seguite dai servizi e

    delle loro associazioni, mentre si persegue • la lotta alla discriminazione e alle diseguaglianze.Viene proposta • una collocazione della salute mentale in una visione olistica della

    salute tout court, che deve essere garantita da• sistemi di cura orientati alla sicurezza ed all’efficacia, e da• servizi competenti, accessibili e attraversabili (affordable), che

    agiscano attraverso• l’intersettorialità, la partnership, e l’integrazione nei sistemi di

    welfare.

  • I dati italiani

  • A picture of Italy

    • 100.000 inpatients in 1971 in PHs• 48.000 inpatients in 1978• All PHs closed in 20001978 Reform Law:

    -no Phs admission, no new PHs

    -community based care

    -human rights focus / involuntary treatment duration reduced (1 week +) – 2 pych. to mayor

    -No police / justice involved – just health protection

  • CTOs discharge rates out of total population and total

    number of cases, by region – 2010

    Source: MINISTRY OF HEALTH

  • Mental Health Departments

    • They are rooted in areas of about 300.000 inhabitants and encompasses a number ofcomponents:

    1. Small general hospital acute units (15 beds), 1/10.000

    2. Community Mental Health Centers (up to 12hr, sometimes 24hr) 1/80.000

    3. Group-homes 2/10.000 with a wide range of support up to 24hr (30.000 beds in Italy, mostlyNGOs)

    4. Day Centre (also with NGOs)

  • Number of psychiatric beds per 1 000

    population – Italy 1975-2010.

    Source: OECD health database

    0

    0,2

    0,4

    0,6

    0,8

    1

    1,2

    1,4

    1,6

    1,8

    2

    19

    75

    19

    76

    19

    77

    19

    78

    19

    79

    19

    80

    19

    81

    19

    82

    19

    83

    19

    84

    19

    85

    19

    86

    19

    87

    19

    88

    19

    89

    19

    90

    19

    91

    19

    92

    19

    93

    19

    94

    19

    95

    19

    96

    19

    97

    19

    98

    19

    99

    20

    00

    20

    01

    20

    02

    20

    03

    20

    04

    20

    05

    20

    06

    20

    07

    20

    08

    20

    09

    20

    10

  • Psychiatric beds per 1 000 population in some

    OECD countries, 2004-2010.

    Source: OECD health database.

  • Ricerca PIL

    • 2007/2010 – Ruolo dei DSM nell ’’’’insermento lavorativo• 93% dei DSM (181)• 78% dei DSM vedono Coop sociale partner principale• Borse di lavoro e simili offerte dalle Aziende Sanitarie (47%), o

    Enti Locali (26). • Agenzie di collocamento coinvolte (66%).• Tasso dei PILDSM: FVG 50 /100.000, Marche 52. Calabria 1,55

    /100.00. • Essere assunti come outcome principale: 1.448 su 14.403 persone

    (ca. 10%) • Uomini, 35-44 aa, psicosi (49%). • Determinanti principali: la collaborazione con coop sociale e il

    contesto socioeconomico.

  • 19

    Ospedalizzazione vs. ospitalità • Regole istituzionali• Tempo istituzionalizzato• Relazioni

    istituzionalizate (ritualizzate) : tra operatori / e tra op. e utenti

    • Tempo della crisi separato dalla vita quotidiana

    • Stare dentro• Un ruolo di paziente più

    forte• Minimo input dalla rete

    sociale

    • Regole condivise e flessibili

    • Tempo mediato a seconda dei bisogni dell’utente

    • Le relazioni tendono ad uscire dai rituali formali

    • Continuità di cura prima / durante / dopo la crisi

    • Dentro solo pèer portezione / riposo

    • Massima co-presemza della rete

  • 20

    Ospedalizzazione vs. ospitalità

    Difficile evitare:• Porta chiusa• Stanze di isolamento• Contenzione• ViolenzaParadigma: malattia

    /sintomi / corpo-cervello

    • Sistema a porta aperta

    • Paradigma: Crisi / eventi di vita / esperienza / problemi

  • L’esempio di Trieste

  • Il Dipartimento di Salute Mentale4 Centri di Salute Mentale

    24 h x 7 gg x 60.000 ab. in media

    26 p.l. territoriali

    1 Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura con 6 p.l. presso l’’’’ospedale civile

    1 Servizio Abilitazione e Residenze

    � formazione

    � inserimento lavorativo

    � cooperative sociali

    � metodologia budget di salute

    � abitare assistito

    � strutture residenziali

    � attività riabilitative

    1 Clinica Psichiatrica Universitaria

    1 Punto di Accoglienza dei Disturbi del Comportamento Alimentare

  • Criteri / principi della pratica

    territoriale• Responsabilità sulla salute mentale dell'area territoriale• Presenza attiva del Servizio e mobilità verso la domanda

    • Accessibilità (e modello di riconoscimento)Continuità terapeutica

    • Centralità della crisi nel servizio territoriale • Globalità/integrazione

    • Lavoro d’’’’èquipe

    • Approccio di sistema, alla vita intera

  • Proattività e presa in carico

    d’equipe NEI LUOGHI DI VITA

    Principi cardine

    Flessibilità organizzativa

    Servizi a bassa soglia, senza liste

    di attesaServizi immersi nella comunità

    Sistema aperto e attraversabile

    Privilegiata la relazione informale

    (per accesso, filtri burocratici, stile

    di rapporti)

    Accogliere ogni domanda per

    restituirla modificata (rapporto di

    metamorfosi speculare con la

    domanda)

    Interpretazione e recezione dalla

    domanda al bisogno

    PORTA APERTA

    SENZA CONTENZIONE

    Modello di riconoscimento del disagio

    non a partire dal sintomo, ma

    considerando il rapporto “persona /

    storia / senso”

  • Dipartimentodi Salute Mentale

    La rete dei servizi

    Distretti

    SanitariOspedali

    Medici di

    Medicina

    Generale

    Servizi

    Sociali del

    Comune

    Carcere e

    UEPE

    Associazioni di

    Volontariato

    Cooperative

    Sociali

    Giudice

    Tutelare

    Dipartimento

    delle

    Dipendenze

    Strutture

    Residenziali

    Scuole

    Regione

    ATER

    Ufficio del

    Lavoro

    Amministratori

    di sostegno

    Forze

    dell’Ordine

    Associazioni di

    cittadiniFamiliari

    Servizi di

    Emergenza

    Dipartimento

    di Prevenzione

    Datori di

    Lavoro

  • DISTRETTO E

    CSM 1

    DISTRETTO E

    CSM 4

    DISTRETTO E

    CSM 2

    DISTRETTO E

    CSM 3

    Comuni di Duino Aurisina, Sgonico, Monrupino e Trieste

    Comune di Trieste

    Comuni di Trieste, San Dorligo della Valle e Muggia

    Comune di Trieste

    60.000 abitanti

    per ogni

    Distretto

    L’organizzazione territoriale

  • Il Centro di Salute Mentale

    Core del sistema dei servizi di Salute Mentale

    •Aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7

    •6 posti letto e attività del Centro Diurno Diffuso

    •Presa in carico e continuità assistenziale

    •Riconoscimento e gestione della crisi

    •Programmi terapeutici riabilitativi individualizzati (PTRI)

    •Protagonismo, partecipazione e coinvolgimento dell’utenza

    •In/formazione per i familiari

    •Ambiente confortevole (non «ospedaliero»)

  • Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC)

    Dal 02/12/2017 STID (Supporto e Trattamento Intensivo Domiciliare)

    In accordo con CSM, interventi anche pluriquotidiani a domicilio e nei luoghi di vita in momenti di particolare fragilità/crisi per un periodo determinato da 1 a 3 mesi

    •6 posti letto (Area Vasta Trieste – Gorizia)

    •Punto d’unione tra territorio ed ospedale (coordinamento e collegamento con i

    CSM)

    •Spazio non ospedaliero all’interno dell’ospedale generale

    •Filtro per situazioni urgenti notturne

    •Consulenza psichiatrica presso il Pronto Soccorso o nelle altre strutture

    ospedaliere

    •Collaborazione con i reparti ospedalieri, in particolare con i servizi di emergenza,

    le forze dell’ordine, le istituzioni giudiziarie ed il carcere

  • Dati di attivitàNel 2017 ci sono stati 4.890 contatti con i Servizi di Salute Mentale

  • F20-F29 Schizofrenia, disturbo schizotipicoe disturbi deliranti

    F30-F39 Disturbi dell’umore (affettivi)

    F60-F69 Disturbi della personalità e del comportamento (adulti)

    Altre diagnosi

    Codici Z: Fattori influenzanti lo stato di salute e il ricorso ai servizi sanitari

    Altre diagnosi non F (Disturbi psichici e comportamentali)

    In attesa di valutazione

    Dati di attivitàNel 2017 ci sono stati 4.890 contatti con i Servizi di Salute Mentale

    In più della metà dei casi si tratta di DISTURBO PSICHIATRICO GRAVE

  • F20-F29 Schizofrenia, disturbo schizotipicoe disturbi deliranti

    F30-F39 Disturbi dell’umore (affettivi)

    F60-F69 Disturbi della personalità e del comportamento (adulti)

    Altre diagnosi

    Codici Z: Fattori influenzanti lo stato di salute e il ricorso ai servizi sanitari

    Altre diagnosi non F (Disturbi psichici e comportamentali)

    In attesa di valutazione

    Dati di attivitàNel 2017 ci sono stati 4.890 contatti con i Servizi di Salute Mentale

    In più della metà dei casi si tratta di DISTURBO PSICHIATRICO GRAVE

    Il trend di prevalenza e incidenza trattate è stabile nel corso degli anni

  • Dati di attivitàNel 2017 ci sono stati 4.890 contatti con i Servizi di Salute Mentale

    In più della metà dei casi si tratta di DISTURBO PSICHIATRICO GRAVE

    Il trend di prevalenza e incidenza trattate è stabile nel corso degli anni

    In circa la metà dei casi le persone vengono viste anche nei luoghi di vita (lavoro, domicilio,…)

    2.266 persone visitate in luoghi diversi dalla sede del servizio

  • Dati di attivitàNel 2017 ci sono stati 4.890 contatti con i Servizi di Salute Mentale

    In più della metà dei casi si tratta di DISTURBO PSICHIATRICO GRAVE

    Il trend di prevalenza e incidenza trattate è stabile nel corso degli anni

    In circa la metà dei casi le persone vengono viste anche nei luoghi di vita (lavoro, domicilio,…)

    2.266 persone visitate in luoghi diversi dalla sede del servizio

    La percentuale di cittadini stranieri è inferiore a quella cittadina, tranne che per SPDC

    Fonte ISTAT 2018, Elaborazione Tuttaitalia.it

    Cittadini Stranieri – UTI Giuliana

    Cittadini Stranieri – DSM Trieste

  • Personale del Dipartimento

    • Direzione del Dipartimento di Salute Mentale

    • 4 Centri di Salute Mentale

    • Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura

    • Servizio Abilitazione, Residenzialità e REMS

    • Clinica Psichiatrica Universitaria (unita a CSM4)

    • Ambulatorio per i Disturbi del Comportamento Alimentare

    • Centro Collaboratore OMS per la Salute Mentale

    Direttore dott. Roberto Mezzina

    Dirigente Infermieristica dott. Gabriella D’Ambrosi

    3 posizioni di coordinamento funzionale:

    Programmazione e Ricerca

    Attività Internazionali e Formazione

    Habitat

    5 personale amministrativo

    2 personale sanitario in staff alla direzioneIn ogni CSM (di media):

    1 Direttore di Struttura Complessa

    1 Coordinatore delle Attività Assistenziali

    4 Psichiatri

    2 Psicologi

    19 Infermieri

    1 Assistente Sociale

    1 Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica

    6 tra OSS, infermieri generici e infermieri psichiatrici

    1 amministrativo

    1 Direttore di Struttura Complessa

    1 Coordinatore delle Attività Assistenziali

    1 Psichiatra

    19 Infermieri

    3 tra OSS, infermieri generici e infermieri psichiatrici

    1 Direttore di Struttura Semplice Dipartimentale

    1 Coordinatore delle Attività Assistenziali

    1 Psichiatra

    8 Infermieri

    2 Assistenti Sociale

    2 Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica

    1 Educatore

    11 tra OSS, infermieri generici e infermieri psichiatrici

    e operatori tecnici

    1 amministrativo

    1 Psicologo

    Presso la Direzione del Dipartimento

    Coinvolto tutto il personale del Dipartimento

    1 amministrativo dedicato

  • Risultati di attività

    Nel 2017:

    2.266 persone visitate in luoghi diversi dalla sede del servizio (su circa 5000 utenti totali)

    26 persone in TSO (12/100.000 abitanti adulti) di cui 2/3 attuati nei CSM 24 h

    278 utenti in formazione e inserimento lavorativo in cooperative sociali e imprese for profit (di cui 25 assunti)

    152 Budget di salute per programmi terapeutico riabilitativi individuali di cui:

    •18 persone accolte nel programma semestrale innovativo della Recovery House •58 persone prese in carico congiuntamente con il Dipartimento delle Dipendenze •44 abitazioni per 98 residenti (di cui gran parte con Budget di Salute) con programmi di abitare supportato e/o domiciliarità avanzata per il superamento della residenzialità psichiatrica

    Lavoro terapeutico in carcere per 20 persone

  • Basaglia: la persona al centro, non la

    malattia • Il corpo organico oggetto / ostaggio dell’istituzione, da sottoporre a

    un processo di regolazione sociale e adeguamento alla norma

    • Disconnesso dal corpo sociale • Il conflitto sociale riprodotto tra coloro che controllano e coloro che

    sono controllati, attraverso uno statuto speciale – mandato sociale

    della psichiatria

    • Processo di restituzione sociale o di reintegrazione sociale • Psichiatria e medicina sociale come analisi delle condizioni che

    scatenano la malattia – accesso a reddito, lavoro, socialità (e altri

    determinanti sociali quali istruzione, partecipazione)

    • Ingaggio della comunità e sviluppo di comunità• La riabilitazione come ricostruzione dei diritti / ottenimento risorse

    capacità di usarle (Rotelli).

  • • “Se la guarigione avviene, si tratta della guarigione di un corpo ignaro di sé, dei propri bisogni, delle proprie malattie e della propria

    salute, privato di ogni possibilità di partecipare e lottare per

    ottenerla… Una cura diversa non può che muoversi in questa

    direzione, offrendo una terapia che sia contemporaneamente

    stimolo ad una riappropriazione di sé e alla comprensione della

    misura in cui abbiamo incorporato la logica che ci determina.

    • Perché l’unica premessa ad una possibilità di cura per la malattia dell’uomo è un rapporto diverso, soggettivo, partecipato nella vita,

    e, quindi, nella malattia. Solo comprendendo che il valore

    dell’uomo – sano o malato – va oltre il valore della salute e della

    malattia, si può capire come la malattia, al pari di ogni altra

    contraddizione umana, può essere usata come strumento di

    appropriazione o di alienazione di sé, quindi come strumento di

    liberazione o di dominio.”

    (Franca Basaglia, Cura/Normalizzazione, in Salute/ Malattia, 1969).

  • Freedom is therapeutic

    UGO GUARINO

  • Un servizio fondato su valori• Aiutare una persona e non trattare una malattia• Cittadini con diritti• Superare la crisi • Comprendere gli eventi di vita• Spiegare e discutere l’esperienza• Non perdere valore come persona (invalidazione, abbandono,

    violenza)

    • Mantenere ruoli sociali e reti / sistemi• Sviluppare il potenziale di crescita (recovery)• Opportunità• Cambiamento (condizioni e stili di vita)• Risorse materiali (lavoro, denaro, aiutp pratico)• Evitare gli effetti jatrogeni delle terapie• Aiutare le strategie personali di ripresa

  • I tre approcci

    • l'approccio olistico/globale: l'assistenza in salute mentale non mette l'enfasi sulla malattia ma sulla persona e l'individuo e sulla restituzione

    della soggettività. Non si parla di pazienti o clienti, ma di utenti o ospiti.

    L'esclusione sociale è considerata come risultato del modello medico con il

    suo linguaggio particolare, le sue relazioni e la sua struttura gerarchica. ' 'Il

    punto di vista relazionale ' è stato spiegato così:

    • a) i bisogni personali sono stati fissati sulla base della storia personale dell`utente e questi si riferiscono anche alle relazioni sociali, dalla cerchia

    familiare al contesto della persona;

    • b) per rispondere ai bisogni dell'utente, le relazioni fra operatori e utenti sono con-siderate come essenziali;

    • c) i servizi sono stati valutati secondo criteri di passi personali verso recovery e empowerment. Per sostenere questa idea, il servizio di salute

    mentale territoriale è aperto 24-7 ore.

  • • 2) L'approccio ecologico: l'enfasi è messa sul contesto sociale, la rete personale e i gruppi sociali a cui appartiene un individuo. Le

    cure sono offerte nella comunità, sono outreaching, pro attive

    accessibili e hanno l'inclusione sociale come scopo. Gli operatori si

    mettono in contatto con l' individuo, la sua famiglia, i servizi di

    alloggio,ecc.

    • Il centro di salute mentale offre servizi di prevenzione e cure generali e special-istiche per tutti gli utenti della regione/del

    quartiere per cui ha la responsabilità. A causa di sua 'responsabilità

    territoriale' per gli utenti, il centro di salute mentale non può

    trasferire i pazienti con gravi problemi in altri centri.

    • 3) L'approccio giuridico: l'enfasi è messa sui diritti umani delle persone con problemi psichiatrici, tanto dalla prospettiva giuridica

    quanto sociale. Per creare una comuni-tà che garantisce l'

    inclusione e la possibilità che ognuno possa esercitare i suoi dirit-ti

    sociali, sia necessario di creare una rete di sostegno.

  • Recovery sec.l’OMS

    • Secondo l’OMS, “dal punto di vista dell’individuo affetto da malattia mentale, recovery significa ritrovare e mantenere la

    speranza, capire le proprie abilità e disabilità, impegnarsi in

    una vita attiva, recuperare autonomia personale, identità

    sociale, senso e scopo della propria vita e un’immagine di sé

    positiva. Recovery non è sinonimo di guarigione clinica (cure).

    • Fa riferimento sia alla condizione interiore vissuta dalle persone che si descrivono nel loro percorso di recovery –

    speranza, ripresa, empowerment e recupero dei rapporti – sia

    ai fattori esterni che agevolano la recovery – rispetto dei diritti

    umani, cultura positiva della ripresa e servizi incentrati sulla

    recovery”.

  • La trasformazione della residenzialità a Trieste

    verso l’abitare supportato

    • Il processo di superamento dell’ospedale psichiatrico a Trieste ha comportato l’impiego di soluzioni abitative e riabilitative

    che si sono evolute in stretto rapporto con la rete dei servizi

    del DSM, in modo sinergico all’azione dei Centri di Salute

    Mentale aperti sulle 24 ore nella presa in carico e nei percorsi

    di cura e di inclusione sociale.

    • Dai primi gruppi-appartamento si é passati a piccole comunità residenziali e a nuclei di convivenza supportati,

    fino alla sperimentazione di modalità transizionali abilitative

    orientate alla recovery e al tempo stesso di soluzioni di

    abitare supportato personalizzate e finalizzate alla vita

    indipendente.

  • BdS

    • La progressiva riduzione dei posti letto residenziali si è poi avvalsa, nell’ultima decade, della metodologia del budget di

    salute collegata ad un progetto terapeutico abilitativo

    personalizzato.

    • I dati indicano come la riconversione delle risorse dalle strutture agli ambiti di vita delle persone e ai loro contesti

    abbia avuto una serie di ricadute sul sistema complessivo,

    che rafforzano i progetti individuali di presa in carico delle

    persone con bisogni complessi.

  • BdS• Il Progetto Personalizzato / budget di salute si declina sugli

    assi principali non solo dell’abitare, ma anche del lavoro e

    della socialità, a partire dai bisogni espressi dalle persone e

    dalle necessità individuate collaborativamente.

    • Si tratta di una modalità di progettazione e di finanziamento innovativa nel mix pubblico/privato che lo scenario

    complesso della crisi del welfare e dell’integrazione socio-

    sanitaria ha generato e che sposta risorse economiche intorno

    alla persona.

    • I partner, rappresentati da operatori del privato sociale (cooperative sociali A e B), co-gestiscono i singoli progetti e

    contribuiscono alla co-progettazione proponendo le azoni e le

    modalità concrete di realizzazione degli stessi progetti.

  • Principali determinanti di saluteSupporti sociali indispensabili per esercitare pote re

    contrattuale ed evitare l ’’’’istituzionalizzazione della sofferenza

    ApprendimentoEspressività

    Il PROGETTO PERSONALIZZATO, dove sostenuto da risor se economiche dedicate (budget di salute), è lo strume nto

    fondamentale per affermare la centralità della persona e dei suoi bi sogni e per

    garantire la continuità delle cure.

    Formazione e inserimento

    al lavoro

    CasaHabitat sociale

    Abitare supportato

    AffettivitàSocialità

  • Chi è coinvolto nel processo?

    StakeholdersCoinvolgimento diutenti, familiari e

    delle risorse della comunità (volontari,

    associazioni,ecc.)

    Servizio SanitarioEnti locali

    partners perIntegrazione sociosanitaria

    Privato-Privato soc.Partners

    co-plane/co-manageIntegrazione attraverso

    partnerships, non attraverso delega dei

    servizi osubordinazione

  • Progetto personalizzatoper supportareIl processo di

    recovery

    Interventi integratiCondividere progettualità e responsabilità

    Da risposte rigide e preformte a servizi flssibili e diversificatibasati sui progetti personalizzati/BDS

    Approcciovalutativo

    Controllo dellaqualità

    Monitoraggioobiettivi

    Qualità percepita

    Uso flessibileDelle risorseeconomiche

    Culture della participazione

    epartnerships

    Capitale sociale

    Non-istitutionalizzazioneDomiciliarità

    Riconversione delle risorseSpostare le risorse dalla struttura alla persona

    Budget individuale di salute: sintesi

  • Sperimentazione di nuove modalità di abitare

    supportato e di residenzialità

    • La casa per la recovery. Il programma si è costituito presso una residenza sulle 24 ore in precedenza occupata da persone per lunghe durate, che sono state collocate in altre soluzioni abitative nel 2015. Si è

    creato un percorso di ingresso con l’esplicitazione delle intenzioni e degli obiettivi, in modo da favorire

    candidature consapevoli e responsabili. L’esperienza in gruppo di 6 giovani, con problemi di psicosi,

    coabitante per sei mesi, ha la finalità di favorire i percorsi individuali di recovery, anche attraverso la

    riduzione o la revisione dell’uso dei farmaci. I vari sotto-sistemi (gruppo della casa, gruppo familiari,

    operatori del privato sociale, operatori del DSM), dialogano tra loro sulla base dei principi della massima

    trasparenza e condivisione delle decisioni, che vedono sempre i giovani utenti come protagonisti. L’uscita

    dalla casa coincide con la costruzione di un progetto personalizzato, che può essere sostenuto con budget

    di salute.

    • La rete di self-help supportata. Contemporaneamente, lo sviluppo di moduli di supporto flessibili per la domiciliarità ha permesso di realizzare soluzioni di coabitazione, mettendo in comune le risorse per la

    quotidianità (cuoche, pulitrici, badanti), a volte anche con l’impiego di peer, o di familiari in supporto ad

    altri, che possono anche rappresentare punti di riferimento, sulla base della convivialità, per altri utenti

    che vengono ospitati (programma “Aggiungi un posto a tavola”).

    • Gli appartamenti transizionali. Gli alloggi messi a disposizione dalla LR n. 15, che restavano di proprietà pubblica, e quindi non potevano essere case “delle persone”, sono stati utilizzati come soluzioni

    transitorie per percorsi progressivi, a volte in uscita dalla residenzialità a tipo comunità sulle 24 ore, altre

    per facilitare la fuoriuscita da lunghe permanenze nei CSM.

    • La REMS a porte aperte. Dal maggio 2015, in una sede di Centro diurno, frequentato da una quarantina di utenti, è stata realizzata la prima REMS provvisoria (Residenza per L’Esecuzione delle Misure di Sicurezza),

    per due posti letto, che grazie all’ambiente normalizzante e alle attività abilitative realizzate con

    associazioni, aperte alla comunità, ha potuto garantire la più alta qualità terapeutica e abilitativa in

    un’ottica “no-restraint”.

  • Trieste: indicazioni generali• Salute di comunità come passaggio che deriva dalla

    deistituzionalizzazione: sistemi intorno agli individui ed alle comunità

    • Approccio globale ed olistico che pone in relazione la medicina ai sistemi di welfare in una sinergia potente -concetto di whole systems, whole life approach (Jenkins, Rix, 2002)

    • L’attenzione agli individui ed ai diritti di cittadinanza pone la questione dei valori da cui discendono pratiche e servizi (value-based services, Fulford, 2001)

    • Costruzione di percorsi personalizzati come chiave organizzativa-strategica, in cui la persona ha un ruolo attivo e un potere contrattuale.

  • Indicazioni• Evitare o ridurre le transitions in care: frammentazione del

    sistema dei servizi.

    • Costruire responsabilità ed accountability dei servizi verso la comunità. La titolarità dei processi di cura va posta nel territorio.

    • Riconoscimento della rilevanza dei contesti come produttori di senso delle azioni di salute e come portatori di risorse - rifiuto dell’automatismo dei pacchetti indifferenti ai contesti di applicazione.

    • Passaggio da una medicina riparativa ad una salute partecipata (no black box come imbuto dello specialismo).

    • Sviluppo del protagonismo dei soggetti (stake o share holders) del sistema salute (concetto di leadership legata alla messa in moto di processi di cambiamento strategico ed organizzativo a cascata ed a ciclo continuo).

  • Che fare?

    Il futuro

  • Conclusioni:

    Priorità di sistema per la salute mentale• Estendere il modello del CSM 24 ore con posti letto territoriali• Creare equipe territoriali multidisciplinari mobili (dotazione e formazione)

    nei CSM

    • Ridurre spesa residenzialità vs. forme flessibili di abitare supportato (introdurre Budget di Salute)

    • Accreditare solo SPDC a porta aperta e liberi da contenzione • Integrazione sociosanitaria realizzata per la salute mentale: tirocini

    lavorativi, contributi ad associazioni, sussidi, BdS

    • Sviluppare REMS (uso appropriato)• Incrementare la spesa per la salute mentale: almeno 5% (DSM come centri

    di responsabilità – evidenza di budget assegnato)

    • Introdurre forme di partecipazione e co-gestione di utenti e familiari nei servizi (tramite privato sociale).

  • Contact

    • Roberto Mezzina, Direttore• Dipartimento di Salute Mentale – ASUITS / WHO

    Collaborating Centre for Research and Training

    • via Weiss, 5, 34125 Trieste, Italy• +393488710355• [email protected][email protected]