Triduo Sr. Angela Vallese_3 giorno ita

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3° giorno: 16 agosto 2014

ANGELA, LA «MADRE BUONA»

Guida: Nel Sistema preventivo, la bontà, l’essere buono, è un elemento essenziale; è un modo di essere che distingue un educatore salesiano da tutti gli altri. È la bontà che conquista e trasforma, avvicina e comprende, ama ed educa. Dietro alla bontà, all’essere buono, si nascondono il bene, il vero, il bello! Sr. Angela Vallese, missionaria della Prima Spedizione nella Patagonia e nella Terra del Fuoco, veniva

chiamata dalla gente, soprattutto dalle bambine e donne con cui era a contatto, “la Madre buona”. La

gente la riconosceva non soltanto come “Madre”, ma una “Madre buona”. In questa missionaria della

prima ora e dietro di lei, si trova il bene, il vero, il bello secondo il Vangelo. Si trova una Madre dal cuore

grande, dallo sguardo attento e dalle mani intraprendenti.

Invocazione allo Spirito Santo… (scegliere un canto o preghiera)

Dalla vita di Sr. Angela Vallese Lettore 1: Lasciata definitivamente l’Isola di Dawson, i missionari, le missionarie e un gruppetto di

indigeni arrivano a Punta Arenas per poi ripartire per la missione della Candelaria. Al porto li aspetta

sr. Angela Vallese. Al momento dello sbarco gli indigeni, timidi, imbarazzati, smarriti, ripetono

sommessamente?: “Madre buona... Madre buona!...”. Sr. Angela li chiama per nome ad uno ad uno, e ad

ognuno rivolge una parola materna.

Lettore 2: In comunità, Sr. Angela Vallese è capace di intuire ogni piccola o grande necessità. Quante

volte rammenda di nascosto la biancheria delle Suore! E quando si accorge che qualcuna ha bisogno di

ricucire l’abito – perché nessuna ne possedeva due – aspetta che la sorella vada a letto, poi «cauta e

silenziosa glielo porta via». Lavora tutta la notte. Al mattino la suora, alzandosi, trova l’abito in ordine.

Lettore 1: Quando qualcuna è ammalata, è Sr. Angela che si prende cura di lei giorno e notte. «Intuisce

anche un semplice malessere, una fugace malinconia; persino dal modo di parlare, di guardare, di

ridere capisce se le sue figlie hanno qualche pena. Si avvicina loro, con pronta carità e chiede

sommessamente: “Cosa hai? Posso aiutarti? Sono qui per te...».

Lettore 2: «E quante sollecitudini per conservare in casa l’armonia, per tenere allegre quelle sue figlie

tanto sacrificate, tanto lontane da tutti; per preparare loro una gradita sorpresa, ricordare un caro

anniversario, procurare il sollievo di una bella passeggiata.»

Dalla Parola di Dio (Mc 10, 17 – 18a) «Mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio

davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?". Gesù gli

disse: "Perché mi chiami buono?” […]»

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Da una lettera di Madre Mazzarello «Mia sempre cara suor Angiolina,

È già un anno che non ci siamo più viste, nevvero? Come passa il tempo! Bisogna proprio che ce ne

approfittiamo coll'acquistarci tanti meriti e cosi essere poi pronte quando il Signore ci chiamerà. Son

contenta che codeste suore siano buone e lavorino, sta a noi il farle crescere sempre nella virtù, prima

coll'esempio, perché le cose insegnate coll'esempio restano più al cuore molto impresse e fanno assai più del

bene, e poi colle parole. Animatele sempre ad essere umili e obbedienti, amanti del lavoro, ad operare con

retta intenzione, ad essere schiette e sincere sempre e con tutti. Tenetele sempre allegre, correggetele

sempre con carità, ma non perdonate mai nessun difetto. Un difetto corretto subito alle volte è nulla, se

invece si lascia che metta radice, ci vuole dopo molta fatica a sradicarlo.» (L 17 - Mornese, dicembre 1878)

Dall’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium (259) Insieme: «Gesù vuole evangelizzatori che annuncino la Buona Notizia non solo con le parole, ma soprattutto con una vita trasfigurata dalla presenza di Dio.»

Guida: Preghiamo a cori alterni.

Guida: Che importa? 1. «... per sr. Angela Vallese i sacrifici non contano più, quando trionfa la grazia nelle anime!»

2. Che importa se a casa manca il necessario? Che importa consumare le mani a lavare, ad

impastare il pane...?

1. Che importa se manca la legna e bisogna percorrere sei o sette chilometri, con qualunque

tempo per cercarla?

2. Che importa avere le mani gonfie dal freddo e dai geloni, dilaniate dalle spine, indurite dalla

vanga con cui si rompe a fatica l’arido terreno...?

Insieme: «Tutto è nulla, purché Dio regni! Questo è lo stile di sr. Angela Vallese.»

1. “Madre buona”. “Madre de los Indios”. “Madre bianca”. Non importa come la chiamano.

2. Per i suoi fueghini, sr. Angela Vallese fu veramente Madre. In lei hanno trovato il bene, il vero, il

bello, secondo il Vangelo.

Concludere con un canto adatto:

Per la riflessione personale:

Incontrando le sorelle dell’Isola Grande, sr. Angela Vallese le incoraggia a temere non il ghiaccio

australe, ma quello che impietrisce il cuore degli Indi Onas: «Ah, figlie mie, so bene che gli indi sono

selvaggi, ripugnanti nel loro sudiciume e nella loro nudità, talora di istinti feroci e brutali, pronti alla

violenza, ma, come dice Monsignore [Fagnano], cerchiamo anche noi di essere per loro babbo e

mamma... Nessun sacrificio ci sia tropo grave... Siate ferventi nella preghiera, ardenti nella vicendevole

carità: Dio e Maria Ausiliatrice faranno il resto!»

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All’arrivo di Mons. Fagnano, di sr. Angela Vallese e altre due sorelle a Dawson, per una visita all’isola,

gli indigeni fuggono. Ma poi, piano piano, si avvicinano. Sr. Angela li guarda a uno a uno sorridendo,

avvicinandosi e aprendo loro le braccia come una mamma. Più tardi dirà: “Erano vestiti come tanti S.

Giovanni Battista!...”

Gli indigeni studiano le missionarie! Incoraggiati dal loro sorriso, vogliono vederle da vicino, toccarle,

ma con i piedi sono pronti alla fuga. Troppo mistero racchiudono quelle tre figure bianche e nere. Sono

uomini, sono donne, sono pinguini?

“Kasteciaci?” (uccelli pinguini), domandano.

“No”, risponde Monsignore Fagnano, “madri buone”.

“Ah!...”

Ed allora le donne prendono per mano le Suore e le accompagnano a visitare i loro miseri toldi:

capanne circolari in cui vivono in stretta comunanza uomini e cani, i preziosi compagni di caccia degli

indigeni.

Da quella visita, sr. Angela Vallese porterà con sé la certezza che Dio la chiama a sacrificarsi tutta per

salvarli! Dio la chiama ad essere “Madre buona”!

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