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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI URBINO DIPARTIMENTO DI SCIENZE GIURIDICHE “COLLEGIO DEI DOTTORI 1506” Alessandro Bondi Tredici passi nel diritto penale europeo 9 Alessandro Bondi Tredici passi nel diritto penale europeo

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Università degli stUdi di Urbino

dipartimento di scienze giUridiche “collegio dei dottori 1506”

Alessandro Bondi

Tredici passi nel diritto penale europeo

9

Questo lavoro non è un manuale, ma a un manuale s’ispira. Cerca di offrire ricerca applicata alla didattica. Volendo essere generosi, è un manuale in divenire, un manuale per la lettura di norme. Ha un desiderio: far dialogare norme, dottrina, giurisprudenza, in maniera circolare e integrata. L’obiettivo è ambizioso, si offre solo un primo passo, perché i manuali italiani hanno tradizione e anche agli studenti capita di leggerli. L’ANVUR se ne dovrà fare una ragione. Ma ci sono temi corsari che creano nuovi imperi del pensiero e cambiano piani editoriali. Uno di questi temi è il diritto penale dell’Europa, perché se il diritto penale interno è un pachiderma, quello europeo è una lepre; se il primo reagisce al presente, il secondo anticipa il futuro. La questione non è solo di nuovi contenuti, ma di fonti, interpretazioni, metodi di analisi giuridica e di politica criminale. Agli studenti studiosi, passi e numeri di questo diritto.

Alessandro Bondi è professore associato di Diritto penale nell’Università di Urbino; dottore di ricerca in diritto penale italiano e comparato dell’Università di Pavia; ha studiato presso la Ludwig-Maximilians Universität di Monaco di Baviera e la Columbia University di New York. Tra le sue principali pubblicazioni, i volumi I reati aggravati dall’evento tra ieri e domani (1999), Problematiche dell’aggiotaggio. Questioni interpretative e necessità di riforma (2000), I Reati contro la pubblica amministrazione (20041, 20082), Stravaganze del diritto penale (2008); i saggi «Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole» (Contributo allo studio del reato di false comunicazioni sociali)(2002), Philosophieverbot. L’agonia del diritto penale moderno (2006), Un pericoloso terrorista (2007), Il signore degli aggiotaggi (2009), La ricchezze delle sanzioni (2009), Le disposizioni sanzionatorie del Titolo I Capo IV Sez. I (2010). Per l’Università di Urbino, è responsabile dell’attività di ricerca e coordinamento con la Commissione parlamentare antimafia; del coordinamento della sezione penalistica internazionale Olympus- I.S.P.E.S.L sulla Riforma della disciplina della salute e sicurezza dei lavoratori; della sezione penalistica della scuola di specializzazione delle professioni legali. È responsabile e docente di diritto penale del Centro Studi Giuridici Europei “Paleari-Brulliard” dell’Università di Urbino e del master in Criminologia e psichiatria forense dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino.

Alessandro B

ondiTredici passi nel diritto penale europeo

€ 25.00

ISBN 978-8896378762

9 788896 378762

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Dipartimento di Scienze Giuridiche “Collegio dei Dottori 1506”Università di Urbino

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Questo testo è stato sottoposto all’approvazione di due referees secondo la normativa vigente.

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Alessandro Bondi

Tredici passi nel diritto penale europeo

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TUTTI I DIRITTI RISERVATIVietata la riproduzione anche parziale

© Aras Edizioni 2012ISBN 978-88-96378-762

Aras Edizioni srl, Fano (PU) www.arasedizioni.com – [email protected]

N.d.E. Questo volume esce con caratteristiche formali particolari, che non sono esattamente proprie della collana, per specifica richiesta dell’autore,

in ragione delle speciali finalità dell’opera pensata e organizzata per il pubblico degli studenti.

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Weniger, aber besserDieter rams

(Direttore dipartimento Design della Braun dal 1961 al 1995)

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PARTE PRIMA

DOTTRINA E FONTI

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ITredici Passi

A chi legge. Questo lavoro non è un manuale, ma a un manua-le s’ispira. Cerca di offrire ricerca applicata alla didattica. Volendo essere generosi, è un manuale in divenire, un manuale per la lettura di norme. Ha un desiderio: far dialogare norme, dottrina, giurispru-denza, in maniera circolare e integrata. L’obiettivo è ambizioso, que-sto è solo un primo passo, perché i manuali italiani hanno tradizione e anche agli studenti capita di leggerli. L’ANVUR se ne dovrà fare una ragione.

Ma ci sono temi corsari che creano nuovi imperi del pensiero e cambiano piani editoriali. Uno di questi temi è il diritto pena-le dell’Europa, perché se il diritto penale interno è un pachiderma, quello europeo è una lepre; se il primo reagisce al presente, il secon-do anticipa il futuro. La questione non è solo di nuovi contenuti, ma di fonti, interpretazioni, metodi di analisi giuridica e di politica criminale. Agli studenti studiosi, passi e numeri di questo diritto1.

1 Su questo studio. È parte di un più ampio progetto, abbozzato negli anni, stimolato dalla ricerca, dai corsi universitari, dalle lezioni e scritti nati per i semi-nari annuali organizzati dal Centro di Studi Giuridici Europei, fondato nel 1959 da Enrico Paleari e Germain Brulliard, presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”.Sulle note che seguiranno. Limitate, per offrire un quadro, per non mettersi in competizione con Google o altro motore di ricerca, per confessare un dialogo e sperare in altri confronti. Il contenitore è la biblioteca reale o virtuale del sapere. Il luogo potrà anche essere una qualche nuvola di memoria informatica, ma l'uo-mo rimarrà ancora la guida di tanto peregrinare. Questo è l’auspicio.

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10 Tredici passi nel diritto penale europeo

1. Numeri. Dall’unione del diritto al diritto dell’Unione, con meto-di e dogmatiche penalistiche in grado di comunicare il messaggio normativo: questo è il senso che suggerisce di viaggiare in Europa con un occhio sul calendario2. Perché il “tredici” è un numero im-portante per l’Europa. Il 13 settembre del 2005, la Grande sezione della Corte di giustizia delle Comunità europee ha trovato una ragione in più per aprire le porte del diritto penale alla politica3. Il 13 di-cembre 2007, con la firma del Trattato di Lisbona da parte dei capi di Stato e di governo, la politica ha trovato una ragione in più per aprire le porte del diritto penale alla giurisprudenza europea. In due soli anni, si è passati da una Costituzione per l’Europa armata di 448 articoli e 63.000 parole, a un Trattato disarmato di 55 articoli e 12.800 parole. Ma non era solo. Ai 55 articoli del Trattato dell’Unio-ne europea sono seguiti i 358 articoli del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, 37 Protocolli, 2 Allegati, 65 Dichiarazioni per un totale, nella versione consolidata italiana con le Tavole di corri-spondenza, di 478 pagine4. Insomma, un disarmo da Guerra fredda.

ΐ Tra Costituzioni e Trattati, cronaca breve. La c.d. Costituzio-ne europea è stata rigettata dai referendum francese ed olan-dese del 2005. Col sostegno della Commissione europea, il comitato d’azione per la democrazia europea (Action Commit-

2 F. Schönherr, Recht und Sprache, ein altes Thema aber aktuell denn je, JBl 1982, 246; A. Kaufmann, Diritto e linguaggio, in Filosofia del diritto ed ermeneu-tica, Marino G. (a cura di), Giuffrè, 2003, 174.3 Con la sentenza CoGCE Grande sezione 13 settembre del 2005 – causa C-176/03, la Corte di giustizia annullava la decisione quadro del Consiglio 27 gennaio 2003 n. 2003/80/GAI per la protezione dell’ambiente attraverso il dirit-to penale, perché in violazione dell’art 47 TUE v.f., sostenendo che, con un atto di cooperazione tra gli Stati, la decisione quadro invadeva la sfera di competenza della Comunità europea. L’ambiente, infatti, costituiva un obiettivo principale della Comunità europea e ad essa non era precluso imporre obblighi di crimina-lizzazione per ottenere pene «effettive, proporzionate e dissuasive» e una risposta omogenea degli Stati di fronte a reati transnazionali costituiti da gravi violazioni ambientali. Sul punto, una prima lettura di A. Perduca, Per assicurare il rispetto delle norme da Bruxelles le sanzioni agli Stati, Sole 24 Ore, 01.10.2005, 99. 4 Se non diversamente indicato, i Trattati siglati a Lisbona nel 2007 verranno abbreviati in Trattato.

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I. Tredici passi 11

tee for European Democracy), tra il 2006 e 2007, rispondeva alle difficoltà politiche mettendo a punto il progetto sfociato nel Trattato di Lisbona. Coordinatore di questo Comitato era Giuliano Amato, già vicepresidente della Convenzione europea che aveva redatto il progetto di Costituzione per l’Europa. Secondo Valerie Giscard d’Estaing, la differenza tra il progetto di Costituzione e il Trattato è solo “cosmeti-ca”. Forse è un opinione di parte, provenendo dal presidente della Convenzione europea che aveva redatto il progetto di Costituzione rigettato, ma trova conferma, con una percen-tuale di corrispondenza tra i due progetti pari al 96%, nel think tank euroscettico “Openeurope”. Per la verità, anch’essa è un’opinione di parte. Rinviando il lettore alla ricerca di altri fonti, tra cui non mancherà sicuramente Wikipedia5, commenti sulle proiezioni penalistiche del Trattato di Lisbo-na seguiranno nella prima come nella seconda parte di questo studio, vale a dire, nella parte che, con gli strumenti di ana-lisi offerti dalla dottrina, si protende alla lettura di norme e giurisprudenza, per poi tornare alle riflessioni della dottrina dopo aver letto di norme e giurisprudenza.

5 C’è chi consulta solo Wikipedia, c’è chi lo fa di nascosto, c’è chi la rifiuta per principio. La ricerca scientifica non getta anatemi, aborre il plagio, si diletta nella lettura delle singole voci, confrontando le versioni redatte in lingue diverse. La ricerca ha solo bisogno di prendere le misure, verificare l’attendibilità e la completezza delle fonti, dare un peso alle capacità autocorrettive delle singole voci liberamente modificabili e censurabili dagli utenti della stessa enciclopedia, seguendo indicatori trasparenti di completezza, secondo un modello a rete di sviluppo della conoscenza e di controllo. Con questo spirito si inserirà nel testo qualche nota integrale ripresa da Wikipedia. Semmai ce ne fosse bisogno, si lasci allora che Wikipedia presenti se stessa. «Wikipedia è un’enciclopedia collaborativa online gratuita, sostenuta dalla Wikimedia Foundation, una organizzazione non a scopo di lucro statunitense. Etimologicamente Wikipedia significa cultura veloce, dal termine hawaiano wiki, con l’aggiunta del suffisso-pedia (dal greco antico “forma-zione”). È sorta nel gennaio 2001. La caratteristica primaria di Wikipedia è il fatto che dà la possibilità a chiunque di collaborare, utilizzando un sistema di modifica e pubblicazione aperto. All’inizio di gennaio 2012 Wikipedia conteneva in totale più di 20 milioni di voci e 77 milioni di pagine (modificate 1 miliardo e 200 milioni di volte); inoltre contava 32 milioni di utenti registrati».

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12 Tredici passi nel diritto penale europeo

Rimpiangendo la comodità di un “link” informatico, ecco allora come Wikipedia raccoglie le differenze tra il progetto di trattato di una Costituzione per l’Europa, redatto nel 2003, e il Trattato siglato a Lisbona nel 2007.

ΐ «Non si è arrivati a redigere un unico trattato (come la Costi-tuzione europea), ma sono stati riformati i vecchi trattati. Il Trattato di riforma ha modificato quindi il Trattato sull’U-nione europea (TUE) e il Trattato che istituisce la Comunità europea (TCE). Il primo ha mantenuto il suo titolo attuale mentre il secondo è stato denominato “Trattato sul funziona-mento dell’Unione europea” (TFUE). Ad essi vanno aggiunti la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e il Trattato Euratom (quest’ultimo non era stato integrato nella Costituzio-ne europea);

ΐ è stato tolto ogni riferimento esplicito alla natura costituzionale nel testo: sono stati eliminati i simboli europei e si è ritornati alla vecchia nomenclatura per gli atti dell’UE: tornano “regola-menti” e “direttive” al posto delle “leggi europee” e “leggi quadro europee”;

ΐ è stata confermata la figura del Presidente del Consiglio euro-peo, non più a rotazione e per un mandato semestrale, ma con elezione a maggioranza qualificata dal Consiglio europeo per un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una volta;

ΐ il “ministro degli Esteri” europeo è stato rinominato Alto rap-presentante dell’Unione per gli afffari esteri e la politica della sicurezza, benché con i poteri rafforzati indicati nella vecchia Costituzione: sarà anche vicepresidente della Commissione eu-ropea (Servizio europeo per l’azione esterna);

ΐ vengono meglio delimitate le competenze dell’UE e degli Stati membri, esplicitando che il “travaso di sovranità” può avvenire sia in un senso (dai Paesi all’UE, come è sempre avvenuto) che nell’altro (dall’UE ai Paesi);

ΐ il nuovo metodo decisionale della “doppia maggioranza” entre-rà in vigore nel 2014 e, a pieno regime, nel 2017;

ΐ aumentano i poteri dei Parlamenti nazionali che hanno più tempo per esaminare i regolamenti e le direttive;

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I. Tredici passi 13

ΐ la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è inte-grata nel Trattato, ma vi è un riferimento ad essa. Il Regno Unito ha ottenuto una “clausola di esclusione” (“opt-out”) per non applicarla sul suo territorio al fine di preservare la Com-mon law. Lo stesso è stato concesso alla Polonia ma con l’elezio-ne a premier di Donald Tusk quest’ultimo si è impegnato a non far valere l’“opt-out” ottenuto. Anche la Repubblica Ceca  ha richiesto e ottenuto, poco prima della ratifica, l’opt-out;

ΐ il Regno Unito e l’Irlanda hanno ottenuto (per chiunque lo vo-glia utilizzare) un meccanismo (“opt-out”) per essere esentati da decisioni a maggioranza nel settore “Giustizia e affari interni”;

ΐ viene specificato che la PESC ha un carattere specifico all’in-terno dell’UE e che non può pregiudicare la politica estera e la rappresentanza presso le istituzioni internazionali degli Stati membri.

ΐ la concorrenza non è più ritenuta un obiettivo fondamentale dell’UE, ma viene citata in un protocollo aggiuntivo;

ΐ viene introdotta l’energia  nella clausola di solidarietà in cui gli Stati membri si impegnano a sostenere gli altri in caso di necessità;

ΐ viene specificata la necessità di combattere i cambiamenti cli-matici nei provvedimenti a livello internazionale;

ΐ viene introdotta la possibilità di recedere dall’UE (fino ad oggi, infatti, vi si poteva solo aderire)».

2. Definizioni e storie. Di fronte al diritto dell’Europa si sprecano predicati. E cacofonie. Diritto fluido, morbido, duro, unionista, fede-ralista, funzionalista. Diritto senza Stato, ma di Stati e di popoli. Di-ritto senza codici, dai principi variabili secondo il contesto e l’oggetto di confronto. Diritto dei successi e degli insuccessi; delle competen-ze autoriproduttive; dell’attività normativa fisiologicamente instabile foraggiata dall’induzione dei bisogni; della giurisdizione propulsiva inversamente proporzionale alla debolezza politica. Diritto burocra-tico con deficit di consenso sociale compensato da consenso tecnico, economico, giuridico con obbligazioni di risultato entro l’originario

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Indice

PARTE PRIMADOTTRINA E FONTI 7

I. Tredici Passi 91. Numeri 102. Definizioni e storie 133. Diritto penale ed Europa 164. Trattato e Convenzione europea dei diritti dell’uomo 225. Nella forma e nella sostanza 246. Tra armonizzazione e unificazione dei reati 277. Progetti e unificazione 348. Luoghi e diritto 369. Criminalità europea e statistiche 3810. Economia e politica 4211. Politica e diritto 4312. Democrazia e legittimità 4313. L’ultimo e il primo passo 45

PARTE SECONDAFONTI E DOTTRINA 49

II. Sulla politica criminale europea 511. Altri numeri 512. Bulimia degli atti normativi europei 533. Il Preambolo 54

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300 Tredici passi nel diritto penale europeo

4. Princìpi e norme 555. Il legittimo scopo di tutela 576. Il principio dell’ultima ratio 607. Il principio di colpevolezza 628. Il principio di legalità 649. Divieto di retroattività della norma penale 6510. La necessaria determinatezza 6611. La necessità di una legge parlamentare 6712. Il principio di sussidarietà 6713. Il principio di coerenza 70

III. Manifesto sulla politica criminale europea 73

IV. Sul trattato di lisbona e sulla carta dei diritti fondamentali 95

V. Trattato sull’unione europea 97

VI. Trattato sul funzionamento dell’unione europea 115

VII. Protocolli ai trattati sull’unione europeae sul funzionamento dell’unione europea 155

VIII. Carta dei diritti fondamentali dell’unione europea 179

IX. Sulla convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali 189

X. Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali 191

XI. Sul mandato d’arresto europeo 219

XII. Mandato d’arresto europeo e procedure di consegna tra stati membri 221

XIII. Sulla giurisprudenza e sulla giurisidizione 231

bibliografia e sitografia 285ringraziamenti 297

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Collana del Dipartimento di Scienze Giuridiche“Collegio dei Dottori 1506”

Università di Urbino

1. Vittorio Parlato, Cattolicesimo e ortodossia alla prova. Interpreta-zioni dottrinali e strutture ecclesiali a confronto nella realtà sociale odierna.

2. Maria Morello, Donna, moglie e madre prolifica. L’onmI in cin-quant’anni di storia italiana.

3. Anna Maria Giomaro, Sulla presenza delle scuole di diritto e la formazione giuridica nel tardoantico.

4. Alberto Fabbri, Presenza istituzionale e pastorale cattolica in Eu-ropa. Lo Statuto del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE).

5. Michele Panzavolta, Contributo allo studio dell’invalidità derivata nel processo penale.

6. Maria Morello, I malati di mente dalla legislazione preunitaria alla legge Basaglia.

7. Anna Maria Giomaro, Mutuo, inadempimento e onere della prova nel diritto commerciale romano.

8. Gabriele Marra, Verso un diritto penale sperimentale? Metodo ed empiria del canone dell’extrema ratio.

9. Alessandro Bondi, Tredici passi nel diritto penale europeo.

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Finito di stampare nel mese di novembre 2012presso Digital Team (Fano – PU) per conto di Aras Edizioni srl

su carta Avorio Print 80 gr./mq

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Università degli stUdi di Urbino

dipartimento di scienze giUridiche “collegio dei dottori 1506”

Alessandro Bondi

Tredici passi nel diritto penale europeo

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Questo lavoro non è un manuale, ma a un manuale s’ispira. Cerca di offrire ricerca applicata alla didattica. Volendo essere generosi, è un manuale in divenire, un manuale per la lettura di norme. Ha un desiderio: far dialogare norme, dottrina, giurisprudenza, in maniera circolare e integrata. L’obiettivo è ambizioso, si offre solo un primo passo, perché i manuali italiani hanno tradizione e anche agli studenti capita di leggerli. L’ANVUR se ne dovrà fare una ragione. Ma ci sono temi corsari che creano nuovi imperi del pensiero e cambiano piani editoriali. Uno di questi temi è il diritto penale dell’Europa, perché se il diritto penale interno è un pachiderma, quello europeo è una lepre; se il primo reagisce al presente, il secondo anticipa il futuro. La questione non è solo di nuovi contenuti, ma di fonti, interpretazioni, metodi di analisi giuridica e di politica criminale. Agli studenti studiosi, passi e numeri di questo diritto.

Alessandro Bondi è professore associato di Diritto penale nell’Università di Urbino; dottore di ricerca in diritto penale italiano e comparato dell’Università di Pavia; ha studiato presso la Ludwig-Maximilians Universität di Monaco di Baviera e la Columbia University di New York. Tra le sue principali pubblicazioni, i volumi I reati aggravati dall’evento tra ieri e domani (1999), Problematiche dell’aggiotaggio. Questioni interpretative e necessità di riforma (2000), I Reati contro la pubblica amministrazione (20041, 20082), Stravaganze del diritto penale (2008); i saggi «Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole» (Contributo allo studio del reato di false comunicazioni sociali)(2002), Philosophieverbot. L’agonia del diritto penale moderno (2006), Un pericoloso terrorista (2007), Il signore degli aggiotaggi (2009), La ricchezze delle sanzioni (2009), Le disposizioni sanzionatorie del Titolo I Capo IV Sez. I (2010). Per l’Università di Urbino, è responsabile dell’attività di ricerca e coordinamento con la Commissione parlamentare antimafia; del coordinamento della sezione penalistica internazionale Olympus- I.S.P.E.S.L sulla Riforma della disciplina della salute e sicurezza dei lavoratori; della sezione penalistica della scuola di specializzazione delle professioni legali. È responsabile e docente di diritto penale del Centro Studi Giuridici Europei “Paleari-Brulliard” dell’Università di Urbino e del master in Criminologia e psichiatria forense dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino.

Alessandro B

ondiTredici passi nel diritto penale europeo

€ 25.00

ISBN 978-8896378762

9 788896 378762