Traumatologia forense 2/2016
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traumatologiaaspetti clinici e medico legali
in traumatologia
Griffin Editore / www.griffineditore.it2maggio
2016
9 Profili di responsabilità
professionale nell’artrite
settica di spalla
9 Valutazione del danno
per evento lesivo traumatico
9 La responsabilità in episodi di
infezione da intervento al ginocchio
9 Il rischio da caduta dell’anziano in
ambiente sanitario/ospedaliero
9
9 Competenze dell’ortopedico:
la buona pratica clinica
nell’attività professionale
CASI CLINICI
MONOGRAFIA
CORSO FAD
Direttore scientifico Prof. Fabio M. Donelli
2
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Editoriale
Fabio M. Donelli
Caso clinico 1
Profili di responsabilità professionale
nell’artrite settica di spalla
P. Ricci, C. De Rosa
Caso clinico 2
Valutazione del danno
per evento lesivo traumatico
T. Villa, F. M. Donelli, A. Corradi, G. Gualtieri
Caso clinico 3
La responsabilità in episodi
di infezione da intervento al ginocchio
P. Costigliola, F. M. Donelli, M. Gabbrielli,
P. Viale
Monografia
Il rischio da caduta dell’anziano
in ambiente sanitario/ospedaliero
L. Pastorelli
ECM/Modulo 2
• La verifica
della metodologia operativa
C. De Rosa, F. M. Donelli
• Le complicanze
M.Tavani
• La differenza tra insuccesso ed errore
F. M. Donelli, G. Gualtieri, G. Landi
• La tutela assicurativa
L. Isoppo
pag. 7
pag. 9
pag. 15
pag. 27
pag. 35
pag. 45
pag. 49
pag. 52
pag. 54
SOMMARIO
Traumatologia Forense
Periodico semestraleAnno II - numero 2 - maggio 2016
Direttore responsabileGiuseppe [email protected]
RedazioneLara Romanelli - [email protected] Villa - [email protected]
Segreteria di redazione e trafficoMaria Camillo - Tel. [email protected]
Consulenza graficaMarco Redaelli - [email protected]
Stampa: Alpha Print srlVia Bellini, 24 - 21052 Busto Arsizio (VA)
Abbonamento annuale (2 numeri): 15 euroSingolo fascicolo: 7,50 euro
Copyright© Griffin srl unipersonale
EDITORE Griffin srl unipersonaleP.zza Castello 5/E22060 Carimate (Co)Tel. 031.789085Fax [email protected]
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Tutti gli articoli pubblicati su Traumatologia Forense sono re-datti sotto la responsabilità degli Autori. La pubblicazione o ristampa degli articoli della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente sia con stru-menti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubbli-cazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art.11 D.Lgs.196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Griffin srl unipersonale intrattiene rapporti contrattua-li necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Griffin srl unipersonale, P.zza Castello 5/E, Carimate (Co), al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiorna-mento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.Lgs. 196/03.
traumatologia forense / maggio 2016 n.2
4
Gli articoli devono pervenire al Comitato di Redazione ([email protected]) e in forma elettronica nella loro stesura definitiva, completi di nome, cognome, qualifica professionale, in-dirizzo, telefono, email e firma dell’autore/i. Le illustrazioni devono essere numerate progressivamente e corredate di relative didascalie, con precisi riferimenti nel testo. Devono essere ad alta risoluzione (almeno 300 DPI, in formato TIFF, EPS oppure JPEG).Grafici e tabelle dovranno essere forniti su supporto cartaceo e magnetico (possibilmente in for-mato Microsoft Excel), numerate progressivamente e corredate di relative didascalie, con precisi riferimenti nel testo.È necessario includere l’autorizzazione per riprodurre materiale già pubblicato in precedenza o per utilizzare immagini ritraenti persone, qualora identificabili.L’articolo deve prevedere un titolo conciso e senza abbreviazioni.Il testo dell’articolo deve avere una lunghezza massima di 8.000/10.000 battute spazi inclusi (equiv-alenti a circa 1.480 parole), bibliografia esclusa e con un numero massimo di 8/10 foto.
Struttura dell’articoloPer l’articolo presentato come caso clinico è sufficiente prevedere una divisione in paragrafi e sottoparagrafi, tale da rendere meglio identificabili le parti di cui è composto il lavoro e agevolare la fruizione del testo.La struttura dell’articolo può prevedere:- introduzione che riassume lo stato attuale delle conoscenze;- risultati, riportati in modo conciso e con riferimenti a tabelle e/o grafici;- discussione e conclusioni, enfatizzando gli aspetti importanti e innovativi dello studio;- bibliografia: le voci bibliografiche dovranno essere elencate in ordine di citazione nel testo, con una numerazione araba progressiva. Le voci bibliografiche dovranno essere redatte secondo lo stile dell’Index Medicus, pubblicato dalla National Library of Medicine di Bethesda, MD, Stati Uniti. Dov-ranno quindi recare cognome e iniziale del nome degli autori, il titolo originale dell’articolo, il titolo della rivista, l’anno di pubblicazione, eventualmente il mese, il numero del volume, il numero di pagina iniziale e finale. I rimandi bibliografici all’interno del testo, invece, dovranno essere posti tra parentesi recando il numero della voce/i cui fanno riferimento, in ordine di apparizione.L’approvazione alla pubblicazione è concessa dal Board scientifico. Le bozze inviate agli autori devo-no essere restituite corrette degli eventuali refusi di stampa entro il termine che verrà indicato.I lavori non possono essere stati offerti contemporaneamente ad altri editori, né pubblicati su altre riviste. L’Editore provvederà gratuitamente alla pubblicazione degli articoli, per la stesura dei quali è esclusa ogni sorta di compenso a favore dell’Autore/i. La proprietà letteraria dell’articolo pubblicato spetta all’Editore.
EstrattiGli autori possono richiedere estratti a pagamento.Per ogni informazione riguardante gli estratti è possibile contattare la Redazionescrivendo a [email protected]
REQUISITI PER LA PUBBLICAZIONE DI UN MANOSCRITTO
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Direttore scientifico Prof. Fabio M. Donellispecialista in Ortopedia e Medicina Legale - professore a contratto Università degli Studi di Milano e Brescia
Comitato scientifico
Dott. Renzo Angelonigià direttore SOD Spalla e Arto Superiore, AOU Careggi
Prof. Francesco M. Avatodirettore Istituto di Medicina legale di Ferrara
Avv. Roberto Baggioavvocato civilista
Prof. Giuseppe Basileprofessore a contratto Istituto di medicina legale di Ferrara
Prof. Claudio Buccelliordinario di Medicina legale, Università di Napoli; presidente Simla
Prof. Fabio Buzzi,ordinario di Medicina Legale, Università di Pavia
Prof. Giorgio Maria Caloridirettore UOC Chirurgia Ortopedica Riparativa e Risk Management Ist. Ortopedico Gaetano Pini di Milano - presidente Estrot
Prof. Rodolfo Capannaordinario di Ortopedia, Università di Pisa; presidente Siot
Prof.ssa Rossana De Cecchiassociato di Medicina Legale, Università di Parma
Prof. Alberto Corradigià direttore Scuola di Specializzazione in Ortopediae Traumatologia di Milano
Dott. Giovanni Cortesedirigente Medico II Livello - Sovrintendenza Sanitaria Centrale Inail
Dott. Paolo Costiglioladirigente medico UO Malattie Infettive A.O. Univ. S. Orsola-Malpighidi Bologna
Prof. Francesco De Ferrariordinario di Medicina legale - Università degli Studi di Brescia
Prof. Carlo De Rosadocente a contratto Scuola di specializzazione in Medicina Legalee delle Assicurazioni - Università degli Studi di Catanzaro
Prof. Francesco De Stefanoordinario di Medicina legale, Università di Genova
Prof. Giuseppe Dell’Ossoordinario di Medicina legale
Prof. Marco D’ImporzanoPrimario Emerito di Ortopedia e Traumatologia presso l’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano
Prof. Carlo A. Frigoassociato presso Dipartimento di Elettronica, Informazionee Bioingegneria - Politecnico di Milano
Prof. Mario Gabbrielliordinario di Medicina Legale, Università di Siena
Dott.ssa Angela Goggiamanisovrintendente Sanitario Centrale Inail
Prof. Giorgio Guidettipresidente Società Italiana di Vestibologia
Avv. Lorenzo Isoppoavvocato del Foro di Parma
Avv. Ernesto Macrìconsulente avvocato Siot
Dott. Roberto Marruzzospecialista in Ortopedia e Medicina legale
Prof. Massimo Martellonidirettore UO di Medicina Legale Azienda USL2 di Lucca
Avv. Enrico Moscolonivicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano
Prof. Luigi Pastorellidocente a contratto di Teoria del Rischio, direttore scientificodel BigDataLab dell’Università di Tor Vergata
Prof. Roberto Pessinaprofessore a contratto Bicocca Monza
Prof. Antonino Michele Previteradirettore della Scuola di Specializzazione in Medicina Fisicae Riabilitativa dell’Università degli Studi di Milano
Prof. Pietro Randelliordinario in Ortopedia - Università degli Studi di Milano
Prof. Pietrantonio Ricciordinario di Medicina legale, Università di Catanzaro
On. Dott. Michele Saccomannopresidente Nuova Ascoti
Dott. Luigi Solimenodirettore del reparto di Ortopedia e Traumatologiadel Policlinico di Milano
Prof. Mario Tavaniordinario di Medicina legale – Università degli Studi dell’Insubria
Prof. Domenico Vasapollogià direttore Scuole di Specializzazione di Medicina legale - Bologna
Prof. Andrea Verzelettidirettore Istituto di Medicina legale di Brescia
Prof. Pierluigi Vialeordinario di Malattie Infettive Università di Bologna
Dott. Alberto Zerbidirettore UO di Radiologia - Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano
Prof. Gianfranco Zinghigià primario terza divisione Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna
Prof. Raffaele ZinnoSegretario Sismla
Prof Riccardo Zoiaordinario di Medicina Legale e direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Legale, Universitàdegli Studi di Milano
BOARD SCIENTIFICO
traumatologia forense / maggio 2016 n.2
7
La nostra vita di tutti i giorni espone, purtroppo, a un rischio sempre mag-
giore di traumi. Le lesioni che determinano un danno alla salute rappresen-
tano un particolare elemento clinico e medico-legale.
Se la Traumatologia è la branca dell’Ortopedia che si interessa agli effetti
clinici della lesività e ne predispone gli interventi terapeutici, la Trauma-
tologia Forense studia le ripercussioni giuridiche dei traumi viste alla luce
della Medicina Legale.
Il moderno approccio al tema della lesività non può che essere multidisciplina-
re e raccogliere i diversi contributi di Scienza. Basti pensare alle implicazioni in
tema di nesso causale laddove la tecnologia è oggi di sicuro aiuto nella determi-
nazione della natura dell’evento e delle sue implicazioni in senso menomativo.
In tale ottica vale la pena ricordare il particolare aiuto della Biomeccanica Fo-
rense che riesce a ricostruire il fatto traumatico, spesso con sofisticati sistemi
ingegneristici fornendo un determinante contributo – ad esempio – in tema di
incidenti della strada. Sarà probante la ricostruzione causale in relazione alle
lesioni riportate, con la caratteristica dell’ambiente che le ha provocate: dalla
simulazione di espressione a generiche sollecitazioni esterne, sino alla rico-
struzione di una dinamica corporea di una vittima nel sinistro.
La rivista, fondata sull’esperienza clinico-ortopedica integrata dalla visione
medico-legale e aperta al contributo delle diverse specialità, si propone come
un ausilio per approfondire e aggiornare gli strumenti per la valutazione del-
la lesività nei diversi aspetti causali, indennitari e risarcitori, senza tralascia-
re l’imprescindibile tema della responsabilità professionale medica.
In ogni numero vengono proposte riflessioni cliniche e medico-legali e
vengono presentati casi professionali effettivamente seguiti dagli autori.
Fabio M. Donelli
EDITORIALE
CASOCLINICO
trau
mat
olog
ia
9
Iter clinicoLe artriti infettive rappresentano una ben nota
entità nosologica e si presentano in percentua-
le significativa anche in chirurgia ortopedica
ma sarebbe erroneo considerarle sempre e
comunque delle “complicanze”. In talune cir-
costanze, infatti, esse possono attribuirsi a
responsabilità professionale del chirurgo orto-
pedico e dare luogo a controversie.
In questo lavoro si espone un caso di osserva-
zione personale riguardante una donna di 57
anni che riportò una frattura-lussazione dell’o-
mero sinistro. Dopo il primitivo intervento
chirurgico si manifestò una artrite settica che
richiese, successivamente, una artrolisi ma, ciò
nonostante, è residuata una rigidità di spalla.
Instauratasi una controversia legale, la com-
pagnia assicuratrice della struttura ospeda-
liera ha riconosciuto la responsabilità profes-
sionale e ha risarcito alla paziente un danno
dato dalla differenza fra postumi mediamente
obiettivabili in caso di evoluzione favorevole e
sequele anomale determinate dalla infezione
articolare.
Caso di osservazione personaleIn data 4 novembre 2002, I.C., donna di anni
57, cadeva accidentalmente riportando un
trauma alla spalla sinistra.
Osservata presso il pronto soccorso del suo
ospedale zonale, si poneva diagnosi di: “Frat-
tura dell’epifisi prossimale dell’omero con di-
stacco del trochite e lussazione anteriore della
testa dell’omero rispetto alla cavità glenoidea”.
Da tanto veniva invitata a ripresentarsi la
mattina successiva per gli opportuni tratta-
menti ortopedici.
Il 5 novembre 2002 si ricoverava in regime di
Day Hospital presso la Divisione di Ortopedia
dello stesso nosocomio ove, posta diagnosi di
“frattura lussazione della spalla” e previa ane-
stesia, si eseguiva una riduzione incruenta
della lussazione e si confezionava bendaggio.
In data 8 novembre 2002 l’infortunata si rico-
CASO CLINICO
Profili di responsabilità professionale nell’artrite settica di spalla
Ricci P*., De Rosa C*.* Cattedra di Medicina Legale e delle Assicurazioni – Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica “G. Salvatore” -
Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro.
traumatologia forense / maggio 2016 n.2
10
verava nuovamente presso il predetto reparto
ortopedico ove veniva accettata con diagnosi
di “frattura lussazione della spalla sinistra”. Il
giorno 11 novembre 2002 si procedeva ad in-
tervento, così descritto in cartella: «…focolaio
di frattura che risulta pluriframmentaria scom-
posta e la testa dell’omero lussata. Sotto control-
lo scopico si riducono i frammenti di frattura e
si riduce la lussazione e si sintetizzano con tre
fili di Kirschner per via per cutanea si esegue la
ricostruzione della capsula …».
Il 13 novembre 2002 la paziente veniva dimes-
sa con diagnosi di “frattura pluriframmentaria
testa omero sinistra lussazione sotto clavicola-
re”. Dopo circa 2 mesi si provvedeva alla rimo-
zione dei fili. Successivamente veniva seguita
periodicamente presso la Divisione di Ortope-
dia dello stesso ospedale.
Il 19 giugno 2003, in occasione di una visita
presso il servizio di Ortopedia e Traumatolo-
gia di altra struttura, veniva diagnosticata una
“infezione alla spalla”.
Il 10 luglio 2003 veniva osservata da ortope-
dico privato che consigliava esame colturale.
In data 24 settembre 2003 veniva effettuato
“tampone cutaneo” presso un laboratorio
privato: «l’esame colturale eseguito su terreni
selettivi e differenziali dopo incubazione ha evi-
denziato la crescita di germi patogeni apparte-
nenti al gruppo degli: stafilococco aureo». Il 25
novembre 2003 si ricoverava presso un poli-
clinico universitario con diagnosi di “infezione
spalla”; il 2 dicembre 2003 veniva sottoposta
a intervento di artrolisi e il 9 dicembre 2003
veniva dimessa con diagnosi di “artrite settica”.
In data 5 maggio 2004 I.C. si ricoverava nuo-
vamente presso il policlinico universitario con
diagnosi di “spalla rigida”. Il giorno 11 maggio
2004 veniva sottoposta a intervento di artrolisi
artroscopica.
Il 13 maggio 2004 veniva dimessa con dia-
gnosi di “spalla rigida sn”. Seguivano controlli
presso il medesimo policlinico tra cui uno in
data 27 settembre 2004 di cui si riporta la re-
lativa relazione: «… è affetta da esiti di frattu-
ra del collo omerale sn, con assenza della testa
dell’omero stesso per ‘decapitazione’ chirurgica.
La paziente ha dolore costante, deficit funziona-
le grave e non è autosufficiente». Il 15 febbraio
2005 I.C. si sottoponeva ad Rmn “spalla sini-
stra” presso centro privato. L’esame evidenzia-
va: «esiti di frattura del terzo prossimale diafisa-
rio dell’omero. Esiti di asportazione della testa
omerale. Grossolana falda liquida intrarticola-
re. Cuffia dei rotatori notevolmente assottigliata
e iperintensa per lesione degenerativa. Ipotrofia
del tendine del capoluogo del bicipite».
Il 15 febbraio 2005 la paziente si sottoponeva
ad Rx “spalla sinistra” che deponeva per «esiti
di pregresso intervento chirurgico di amputa-
zione della testa omerale sinistra. Non visibilità
di lesioni ossee a focolaio».
Discussione
Generalità sulle infezioniin chirurgia ortopedicaLe infezioni articolari sono una ben nota en-
tità nosologica attribuibile a cause batteriche,
micotiche e virali mentre molteplici sono i
fattori di rischio come si evince dalla tabella.
Un fattore etiologico peculiare, però, è dato
dalle infezioni che si instaurano in articola-
zioni soggette a trattamento chirurgico. Bat-
teri come gli stafilococchi possono aderire a
dispositivi metallici o polimerici e cimentarsi
CASO CLINICO / Profili di responsabilità personale
11
con le cellule ospiti per la colonizzazione della
superficie dell’impianto. Inoltre, gli stessi im-
pianti metallici sono causa di specifici difetti
nella funzione del sistema immunitario loca-
le, che rendono inadeguata la risposta all’infe-
zione. Ogni lesione associata dei tessuti molli
riduce ulteriormente la risposta immune lo-
cale. A fronte di questi aspetti potenzialmente
dannosi della sintesi interna, la stabilità della
frattura è fondamentale per ottenere la guari-
gione dell’osso e la prevenzione delle infezioni.
A causa del rischio di infezione connesso alla
osteosintesi interna, andrebbe sempre istituita
un’adeguata profilassi antibiotica contro stafi-
lococchi e Gram-negativi. Fratture esposte e
lesioni importanti dei tessuti molli richiedono
una gestione aggressiva allo scopo di garanti-
re un’adeguata copertura dei mezzi di sintesi.
Fattori propri dell’ospite quali fumo e malnu-
trizione andrebbero corretti. Diagnosi preco-
ce, trattamento antibiotico, debridement e
mantenimento di una sintesi stabile sono es-
senziali per un trattamento efficace.
Sotto questo aspetto va ricordato che la chi-
rurgia ortopedica è considerata unanimemen-
te una chirurgia “pulita” e che un’infezione
secondaria rappresenta molto spesso il falli-
mento di un intervento. Pertanto l’attenzione
mondiale è rivolta soprattutto a prevenire le
infezioni chirurgiche e a garantire che il nor-
male lavoro chirurgico si svolga in ambiente
idoneo. Ciononostante il tasso di infezioni se-
condarie in ortopedia è dello 0,2-0,5%.
Sulla responsabilità dei sanitariche ebbero in cura la pazienteRivoltasi a un legale, la paziente veniva avviata
a consulenza medico-legale che, dopo attento
esame documentale, rinveniva profili di re-
sponsabilità professionale a carico dei sanitari
della divisione di Ortopedia del primo ospe-
dale: dall’esame della cartella clinica, infatti,
risultava che essi non avevano posto in esse-
re una adeguata profilassi antibiotica prima
dell’intervento a cielo aperto dell’11 novembre
2002. Accanto a tale evidenza (che identifica-
va lo specifico errore dei sanitari) era possibi-
le avanzare dubbi sulle effettive condizioni di
sterilità della sala operatoria (con potenziale
responsabilità della struttura). Ulteriori profi-
traumatologia forense / maggio 2016 n.2
• età avanzata (50% dei casi negli adulti si
verificano in età superiore a 60 anni)
• alcolismo
• anemia
• artrocentesi o intervento chirurgico
• malattia medica cronica (ad es., malattia
polmonare o epatica)
• diabete
• emofilia
• immunodeficienza, compreso il virus
dell’immunodeficienza umana
• terapia immunosoppressiva, compresi i
corticosteroidi
• tossicodipendenza (specialmente nelle
grandi aree urbane)
• tumori
• impianto di protesi articolari
• insufficienza renale
• artrite reumatoide
• malattia drepanocitica (“sickle cell”)
• infezioni cutanee
• lupus erimatoso sistemico
Tabella Fattori di rischio
per artrite infettiva
12
li di responsabilità a carico degli stessi orto-
pedici, provenivano dalla circostanza per cui
nei lunghi mesi di controlli cui la paziente si
era sottoposta dopo l’intervento, tali sanitari
non avevano provveduto a diagnosticare per
tempo l’infezione, omettendo l’opportuno iter
diagnostico e terapeutico che avrebbe potuto
scongiurare le gravissime conseguenze che si
sono poi verificate.
ConclusioniI.C. donna di anni 57 all’epoca dei fatti in di-
scussione, il 4 novembre 2002 cadeva acciden-
talmente riportando una “frattura dell’epifisi
prossimale dell’omero (sinistro) con distacco del
trochite e lussazione anteriore della testa dell’o-
mero rispetto alla cavità glenoidea”. Per questo,
in data 11 novembre 2002 veniva sottoposta a
intervento di riduzione e osteosintesi.
A distanza di tempo (24 settembre 2003), in al-
tra struttura, veniva diagnosticata una infezio-
ne della spalla da Stafilococco Aureo e il 2 di-
cembre 2003, presso un policlinico universita-
rio, veniva sottoposta a intervento di artrolisi.
A seguito dei fatti descritti, I.C. ha presentato
anchilosi di spalla sinistra.
Una consulenza medico-legale ha evidenziato
come non fu instaurata una idonea profilassi
antibiotica prima dell’intervento di riduzione
e osteosintesi. In più, nei mesi in cui la pazien-
te fu periodicamente controllata dai sanitari
dello stesso reparto, non fu posta adeguata
diagnosi. Ciò avrebbe permesso di instaura-
re idonea terapia e, quindi, di scongiurare le
gravi conseguenze che si sono poi avute. Per
questi motivi, a carico dei sanitari che ebbero
a trattare I.C., sono stati identificati elementi
di responsabilità professionale mentre per-
mangono dubbi sulla effettiva condizione di
sterilità all’interno della sala operatoria.
Assistita dal suo legale, la donna ha richiesto
risarcimento del danno alla struttura sanitaria
ove fu primitivamente trattata.
In via stragiudiziale, la compagnia assicurati-
va che copre la struttura per la R.C. ha rico-
nosciuto un danno dato dalla differenza fra
Fig. 1: immagini di artrite settica alla radiografia standard (A) e alla RMN (B, C)
CASO CLINICO / Profili di responsabilità personale
A B C
13
postumi comunque obiettivabili dopo una
lesione di spalla consimile ma evoluta favore-
volmente e l’esito effettivamente prodottosi e
imputabile a responsabilità professionale. In
particolare, è stata riconosciuta una I.T.A. (al
100%) di mesi 6; una I.T.R. (al 50%) di mesi
4 e un danno biologico del 15% oltre il danno
morale (stimato in ½ del danno biologico).
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traumatologia forense / maggio 2016 n.2