Traumatologia forense 2/2016

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traumatologia aspetti clinici e medico legali in traumatologia Griffin Editore / www.griffineditore.it 2 maggio 2016 9 Profili di responsabilità professionale nell’artrite settica di spalla 9 Valutazione del danno per evento lesivo traumatico 9 La responsabilità in episodi di infezione da intervento al ginocchio 9 Il rischio da caduta dell’anziano in ambiente sanitario/ospedaliero 9 Competenze dell’ortopedico: la buona pratica clinica nell’attività professionale CASI CLINICI MONOGRAFIA CORSO FAD Direttore scientifico Prof. Fabio M. Donelli

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Rivista semestrale per ortopedici-traumatologi, medici-legali e studi legali

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traumatologiaaspetti clinici e medico legali

in traumatologia

Griffin Editore / www.griffineditore.it2maggio

2016

9 Profili di responsabilità

professionale nell’artrite

settica di spalla

9 Valutazione del danno

per evento lesivo traumatico

9 La responsabilità in episodi di

infezione da intervento al ginocchio

9 Il rischio da caduta dell’anziano in

ambiente sanitario/ospedaliero

9

9 Competenze dell’ortopedico:

la buona pratica clinica

nell’attività professionale

CASI CLINICI

MONOGRAFIA

CORSO FAD

Direttore scientifico Prof. Fabio M. Donelli

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Editoriale

Fabio M. Donelli

Caso clinico 1

Profili di responsabilità professionale

nell’artrite settica di spalla

P. Ricci, C. De Rosa

Caso clinico 2

Valutazione del danno

per evento lesivo traumatico

T. Villa, F. M. Donelli, A. Corradi, G. Gualtieri

Caso clinico 3

La responsabilità in episodi

di infezione da intervento al ginocchio

P. Costigliola, F. M. Donelli, M. Gabbrielli,

P. Viale

Monografia

Il rischio da caduta dell’anziano

in ambiente sanitario/ospedaliero

L. Pastorelli

ECM/Modulo 2

• La verifica

della metodologia operativa

C. De Rosa, F. M. Donelli

• Le complicanze

M.Tavani

• La differenza tra insuccesso ed errore

F. M. Donelli, G. Gualtieri, G. Landi

• La tutela assicurativa

L. Isoppo

pag. 7

pag. 9

pag. 15

pag. 27

pag. 35

pag. 45

pag. 49

pag. 52

pag. 54

SOMMARIO

Traumatologia Forense

Periodico semestraleAnno II - numero 2 - maggio 2016

Direttore responsabileGiuseppe [email protected]

RedazioneLara Romanelli - [email protected] Villa - [email protected]

Segreteria di redazione e trafficoMaria Camillo - Tel. [email protected]

Consulenza graficaMarco Redaelli - [email protected]

Stampa: Alpha Print srlVia Bellini, 24 - 21052 Busto Arsizio (VA)

Abbonamento annuale (2 numeri): 15 euroSingolo fascicolo: 7,50 euro

Copyright© Griffin srl unipersonale

EDITORE Griffin srl unipersonaleP.zza Castello 5/E22060 Carimate (Co)Tel. 031.789085Fax [email protected]

Iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione (Roc) n. 14370 del 31.07.2006L’Editore dichiara di accettare, senza riserve, il Codice di Au-todisciplina Pubblicitaria. Dichiara altresì di accettare la com-petenza e le decisioni del Comitato di Controllo e del Giurì dell’Autodisciplina Pubblicitaria, anche in ordine alla loro eventuale pubblicazione.

Tutti gli articoli pubblicati su Traumatologia Forense sono re-datti sotto la responsabilità degli Autori. La pubblicazione o ristampa degli articoli della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente sia con stru-menti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubbli-cazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art.11 D.Lgs.196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Griffin srl unipersonale intrattiene rapporti contrattua-li necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Griffin srl unipersonale, P.zza Castello 5/E, Carimate (Co), al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiorna-mento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.Lgs. 196/03.

traumatologia forense / maggio 2016 n.2

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Gli articoli devono pervenire al Comitato di Redazione ([email protected]) e in forma elettronica nella loro stesura definitiva, completi di nome, cognome, qualifica professionale, in-dirizzo, telefono, email e firma dell’autore/i. Le illustrazioni devono essere numerate progressivamente e corredate di relative didascalie, con precisi riferimenti nel testo. Devono essere ad alta risoluzione (almeno 300 DPI, in formato TIFF, EPS oppure JPEG).Grafici e tabelle dovranno essere forniti su supporto cartaceo e magnetico (possibilmente in for-mato Microsoft Excel), numerate progressivamente e corredate di relative didascalie, con precisi riferimenti nel testo.È necessario includere l’autorizzazione per riprodurre materiale già pubblicato in precedenza o per utilizzare immagini ritraenti persone, qualora identificabili.L’articolo deve prevedere un titolo conciso e senza abbreviazioni.Il testo dell’articolo deve avere una lunghezza massima di 8.000/10.000 battute spazi inclusi (equiv-alenti a circa 1.480 parole), bibliografia esclusa e con un numero massimo di 8/10 foto.

Struttura dell’articoloPer l’articolo presentato come caso clinico è sufficiente prevedere una divisione in paragrafi e sottoparagrafi, tale da rendere meglio identificabili le parti di cui è composto il lavoro e agevolare la fruizione del testo.La struttura dell’articolo può prevedere:- introduzione che riassume lo stato attuale delle conoscenze;- risultati, riportati in modo conciso e con riferimenti a tabelle e/o grafici;- discussione e conclusioni, enfatizzando gli aspetti importanti e innovativi dello studio;- bibliografia: le voci bibliografiche dovranno essere elencate in ordine di citazione nel testo, con una numerazione araba progressiva. Le voci bibliografiche dovranno essere redatte secondo lo stile dell’Index Medicus, pubblicato dalla National Library of Medicine di Bethesda, MD, Stati Uniti. Dov-ranno quindi recare cognome e iniziale del nome degli autori, il titolo originale dell’articolo, il titolo della rivista, l’anno di pubblicazione, eventualmente il mese, il numero del volume, il numero di pagina iniziale e finale. I rimandi bibliografici all’interno del testo, invece, dovranno essere posti tra parentesi recando il numero della voce/i cui fanno riferimento, in ordine di apparizione.L’approvazione alla pubblicazione è concessa dal Board scientifico. Le bozze inviate agli autori devo-no essere restituite corrette degli eventuali refusi di stampa entro il termine che verrà indicato.I lavori non possono essere stati offerti contemporaneamente ad altri editori, né pubblicati su altre riviste. L’Editore provvederà gratuitamente alla pubblicazione degli articoli, per la stesura dei quali è esclusa ogni sorta di compenso a favore dell’Autore/i. La proprietà letteraria dell’articolo pubblicato spetta all’Editore.

EstrattiGli autori possono richiedere estratti a pagamento.Per ogni informazione riguardante gli estratti è possibile contattare la Redazionescrivendo a [email protected]

REQUISITI PER LA PUBBLICAZIONE DI UN MANOSCRITTO

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Direttore scientifico Prof. Fabio M. Donellispecialista in Ortopedia e Medicina Legale - professore a contratto Università degli Studi di Milano e Brescia

Comitato scientifico

Dott. Renzo Angelonigià direttore SOD Spalla e Arto Superiore, AOU Careggi

Prof. Francesco M. Avatodirettore Istituto di Medicina legale di Ferrara

Avv. Roberto Baggioavvocato civilista

Prof. Giuseppe Basileprofessore a contratto Istituto di medicina legale di Ferrara

Prof. Claudio Buccelliordinario di Medicina legale, Università di Napoli; presidente Simla

Prof. Fabio Buzzi,ordinario di Medicina Legale, Università di Pavia

Prof. Giorgio Maria Caloridirettore UOC Chirurgia Ortopedica Riparativa e Risk Management Ist. Ortopedico Gaetano Pini di Milano - presidente Estrot

Prof. Rodolfo Capannaordinario di Ortopedia, Università di Pisa; presidente Siot

Prof.ssa Rossana De Cecchiassociato di Medicina Legale, Università di Parma

Prof. Alberto Corradigià direttore Scuola di Specializzazione in Ortopediae Traumatologia di Milano

Dott. Giovanni Cortesedirigente Medico II Livello - Sovrintendenza Sanitaria Centrale Inail

Dott. Paolo Costiglioladirigente medico UO Malattie Infettive A.O. Univ. S. Orsola-Malpighidi Bologna

Prof. Francesco De Ferrariordinario di Medicina legale - Università degli Studi di Brescia

Prof. Carlo De Rosadocente a contratto Scuola di specializzazione in Medicina Legalee delle Assicurazioni - Università degli Studi di Catanzaro

Prof. Francesco De Stefanoordinario di Medicina legale, Università di Genova

Prof. Giuseppe Dell’Ossoordinario di Medicina legale

Prof. Marco D’ImporzanoPrimario Emerito di Ortopedia e Traumatologia presso l’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano

Prof. Carlo A. Frigoassociato presso Dipartimento di Elettronica, Informazionee Bioingegneria - Politecnico di Milano

Prof. Mario Gabbrielliordinario di Medicina Legale, Università di Siena

Dott.ssa Angela Goggiamanisovrintendente Sanitario Centrale Inail

Prof. Giorgio Guidettipresidente Società Italiana di Vestibologia

Avv. Lorenzo Isoppoavvocato del Foro di Parma

Avv. Ernesto Macrìconsulente avvocato Siot

Dott. Roberto Marruzzospecialista in Ortopedia e Medicina legale

Prof. Massimo Martellonidirettore UO di Medicina Legale Azienda USL2 di Lucca

Avv. Enrico Moscolonivicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano

Prof. Luigi Pastorellidocente a contratto di Teoria del Rischio, direttore scientificodel BigDataLab dell’Università di Tor Vergata

Prof. Roberto Pessinaprofessore a contratto Bicocca Monza

Prof. Antonino Michele Previteradirettore della Scuola di Specializzazione in Medicina Fisicae Riabilitativa dell’Università degli Studi di Milano

Prof. Pietro Randelliordinario in Ortopedia - Università degli Studi di Milano

Prof. Pietrantonio Ricciordinario di Medicina legale, Università di Catanzaro

On. Dott. Michele Saccomannopresidente Nuova Ascoti

Dott. Luigi Solimenodirettore del reparto di Ortopedia e Traumatologiadel Policlinico di Milano

Prof. Mario Tavaniordinario di Medicina legale – Università degli Studi dell’Insubria

Prof. Domenico Vasapollogià direttore Scuole di Specializzazione di Medicina legale - Bologna

Prof. Andrea Verzelettidirettore Istituto di Medicina legale di Brescia

Prof. Pierluigi Vialeordinario di Malattie Infettive Università di Bologna

Dott. Alberto Zerbidirettore UO di Radiologia - Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano

Prof. Gianfranco Zinghigià primario terza divisione Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna

Prof. Raffaele ZinnoSegretario Sismla

Prof Riccardo Zoiaordinario di Medicina Legale e direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Legale, Universitàdegli Studi di Milano

BOARD SCIENTIFICO

traumatologia forense / maggio 2016 n.2

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La nostra vita di tutti i giorni espone, purtroppo, a un rischio sempre mag-

giore di traumi. Le lesioni che determinano un danno alla salute rappresen-

tano un particolare elemento clinico e medico-legale.

Se la Traumatologia è la branca dell’Ortopedia che si interessa agli effetti

clinici della lesività e ne predispone gli interventi terapeutici, la Trauma-

tologia Forense studia le ripercussioni giuridiche dei traumi viste alla luce

della Medicina Legale.

Il moderno approccio al tema della lesività non può che essere multidisciplina-

re e raccogliere i diversi contributi di Scienza. Basti pensare alle implicazioni in

tema di nesso causale laddove la tecnologia è oggi di sicuro aiuto nella determi-

nazione della natura dell’evento e delle sue implicazioni in senso menomativo.

In tale ottica vale la pena ricordare il particolare aiuto della Biomeccanica Fo-

rense che riesce a ricostruire il fatto traumatico, spesso con sofisticati sistemi

ingegneristici fornendo un determinante contributo – ad esempio – in tema di

incidenti della strada. Sarà probante la ricostruzione causale in relazione alle

lesioni riportate, con la caratteristica dell’ambiente che le ha provocate: dalla

simulazione di espressione a generiche sollecitazioni esterne, sino alla rico-

struzione di una dinamica corporea di una vittima nel sinistro.

La rivista, fondata sull’esperienza clinico-ortopedica integrata dalla visione

medico-legale e aperta al contributo delle diverse specialità, si propone come

un ausilio per approfondire e aggiornare gli strumenti per la valutazione del-

la lesività nei diversi aspetti causali, indennitari e risarcitori, senza tralascia-

re l’imprescindibile tema della responsabilità professionale medica.

In ogni numero vengono proposte riflessioni cliniche e medico-legali e

vengono presentati casi professionali effettivamente seguiti dagli autori.

Fabio M. Donelli

EDITORIALE

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CASOCLINICO

trau

mat

olog

ia

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9

Iter clinicoLe artriti infettive rappresentano una ben nota

entità nosologica e si presentano in percentua-

le significativa anche in chirurgia ortopedica

ma sarebbe erroneo considerarle sempre e

comunque delle “complicanze”. In talune cir-

costanze, infatti, esse possono attribuirsi a

responsabilità professionale del chirurgo orto-

pedico e dare luogo a controversie.

In questo lavoro si espone un caso di osserva-

zione personale riguardante una donna di 57

anni che riportò una frattura-lussazione dell’o-

mero sinistro. Dopo il primitivo intervento

chirurgico si manifestò una artrite settica che

richiese, successivamente, una artrolisi ma, ciò

nonostante, è residuata una rigidità di spalla.

Instauratasi una controversia legale, la com-

pagnia assicuratrice della struttura ospeda-

liera ha riconosciuto la responsabilità profes-

sionale e ha risarcito alla paziente un danno

dato dalla differenza fra postumi mediamente

obiettivabili in caso di evoluzione favorevole e

sequele anomale determinate dalla infezione

articolare.

Caso di osservazione personaleIn data 4 novembre 2002, I.C., donna di anni

57, cadeva accidentalmente riportando un

trauma alla spalla sinistra.

Osservata presso il pronto soccorso del suo

ospedale zonale, si poneva diagnosi di: “Frat-

tura dell’epifisi prossimale dell’omero con di-

stacco del trochite e lussazione anteriore della

testa dell’omero rispetto alla cavità glenoidea”.

Da tanto veniva invitata a ripresentarsi la

mattina successiva per gli opportuni tratta-

menti ortopedici.

Il 5 novembre 2002 si ricoverava in regime di

Day Hospital presso la Divisione di Ortopedia

dello stesso nosocomio ove, posta diagnosi di

“frattura lussazione della spalla” e previa ane-

stesia, si eseguiva una riduzione incruenta

della lussazione e si confezionava bendaggio.

In data 8 novembre 2002 l’infortunata si rico-

CASO CLINICO

Profili di responsabilità professionale nell’artrite settica di spalla

Ricci P*., De Rosa C*.* Cattedra di Medicina Legale e delle Assicurazioni – Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica “G. Salvatore” -

Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro.

traumatologia forense / maggio 2016 n.2

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verava nuovamente presso il predetto reparto

ortopedico ove veniva accettata con diagnosi

di “frattura lussazione della spalla sinistra”. Il

giorno 11 novembre 2002 si procedeva ad in-

tervento, così descritto in cartella: «…focolaio

di frattura che risulta pluriframmentaria scom-

posta e la testa dell’omero lussata. Sotto control-

lo scopico si riducono i frammenti di frattura e

si riduce la lussazione e si sintetizzano con tre

fili di Kirschner per via per cutanea si esegue la

ricostruzione della capsula …».

Il 13 novembre 2002 la paziente veniva dimes-

sa con diagnosi di “frattura pluriframmentaria

testa omero sinistra lussazione sotto clavicola-

re”. Dopo circa 2 mesi si provvedeva alla rimo-

zione dei fili. Successivamente veniva seguita

periodicamente presso la Divisione di Ortope-

dia dello stesso ospedale.

Il 19 giugno 2003, in occasione di una visita

presso il servizio di Ortopedia e Traumatolo-

gia di altra struttura, veniva diagnosticata una

“infezione alla spalla”.

Il 10 luglio 2003 veniva osservata da ortope-

dico privato che consigliava esame colturale.

In data 24 settembre 2003 veniva effettuato

“tampone cutaneo” presso un laboratorio

privato: «l’esame colturale eseguito su terreni

selettivi e differenziali dopo incubazione ha evi-

denziato la crescita di germi patogeni apparte-

nenti al gruppo degli: stafilococco aureo». Il 25

novembre 2003 si ricoverava presso un poli-

clinico universitario con diagnosi di “infezione

spalla”; il 2 dicembre 2003 veniva sottoposta

a intervento di artrolisi e il 9 dicembre 2003

veniva dimessa con diagnosi di “artrite settica”.

In data 5 maggio 2004 I.C. si ricoverava nuo-

vamente presso il policlinico universitario con

diagnosi di “spalla rigida”. Il giorno 11 maggio

2004 veniva sottoposta a intervento di artrolisi

artroscopica.

Il 13 maggio 2004 veniva dimessa con dia-

gnosi di “spalla rigida sn”. Seguivano controlli

presso il medesimo policlinico tra cui uno in

data 27 settembre 2004 di cui si riporta la re-

lativa relazione: «… è affetta da esiti di frattu-

ra del collo omerale sn, con assenza della testa

dell’omero stesso per ‘decapitazione’ chirurgica.

La paziente ha dolore costante, deficit funziona-

le grave e non è autosufficiente». Il 15 febbraio

2005 I.C. si sottoponeva ad Rmn “spalla sini-

stra” presso centro privato. L’esame evidenzia-

va: «esiti di frattura del terzo prossimale diafisa-

rio dell’omero. Esiti di asportazione della testa

omerale. Grossolana falda liquida intrarticola-

re. Cuffia dei rotatori notevolmente assottigliata

e iperintensa per lesione degenerativa. Ipotrofia

del tendine del capoluogo del bicipite».

Il 15 febbraio 2005 la paziente si sottoponeva

ad Rx “spalla sinistra” che deponeva per «esiti

di pregresso intervento chirurgico di amputa-

zione della testa omerale sinistra. Non visibilità

di lesioni ossee a focolaio».

Discussione

Generalità sulle infezioniin chirurgia ortopedicaLe infezioni articolari sono una ben nota en-

tità nosologica attribuibile a cause batteriche,

micotiche e virali mentre molteplici sono i

fattori di rischio come si evince dalla tabella.

Un fattore etiologico peculiare, però, è dato

dalle infezioni che si instaurano in articola-

zioni soggette a trattamento chirurgico. Bat-

teri come gli stafilococchi possono aderire a

dispositivi metallici o polimerici e cimentarsi

CASO CLINICO / Profili di responsabilità personale

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11

con le cellule ospiti per la colonizzazione della

superficie dell’impianto. Inoltre, gli stessi im-

pianti metallici sono causa di specifici difetti

nella funzione del sistema immunitario loca-

le, che rendono inadeguata la risposta all’infe-

zione. Ogni lesione associata dei tessuti molli

riduce ulteriormente la risposta immune lo-

cale. A fronte di questi aspetti potenzialmente

dannosi della sintesi interna, la stabilità della

frattura è fondamentale per ottenere la guari-

gione dell’osso e la prevenzione delle infezioni.

A causa del rischio di infezione connesso alla

osteosintesi interna, andrebbe sempre istituita

un’adeguata profilassi antibiotica contro stafi-

lococchi e Gram-negativi. Fratture esposte e

lesioni importanti dei tessuti molli richiedono

una gestione aggressiva allo scopo di garanti-

re un’adeguata copertura dei mezzi di sintesi.

Fattori propri dell’ospite quali fumo e malnu-

trizione andrebbero corretti. Diagnosi preco-

ce, trattamento antibiotico, debridement e

mantenimento di una sintesi stabile sono es-

senziali per un trattamento efficace.

Sotto questo aspetto va ricordato che la chi-

rurgia ortopedica è considerata unanimemen-

te una chirurgia “pulita” e che un’infezione

secondaria rappresenta molto spesso il falli-

mento di un intervento. Pertanto l’attenzione

mondiale è rivolta soprattutto a prevenire le

infezioni chirurgiche e a garantire che il nor-

male lavoro chirurgico si svolga in ambiente

idoneo. Ciononostante il tasso di infezioni se-

condarie in ortopedia è dello 0,2-0,5%.

Sulla responsabilità dei sanitariche ebbero in cura la pazienteRivoltasi a un legale, la paziente veniva avviata

a consulenza medico-legale che, dopo attento

esame documentale, rinveniva profili di re-

sponsabilità professionale a carico dei sanitari

della divisione di Ortopedia del primo ospe-

dale: dall’esame della cartella clinica, infatti,

risultava che essi non avevano posto in esse-

re una adeguata profilassi antibiotica prima

dell’intervento a cielo aperto dell’11 novembre

2002. Accanto a tale evidenza (che identifica-

va lo specifico errore dei sanitari) era possibi-

le avanzare dubbi sulle effettive condizioni di

sterilità della sala operatoria (con potenziale

responsabilità della struttura). Ulteriori profi-

traumatologia forense / maggio 2016 n.2

• età avanzata (50% dei casi negli adulti si

verificano in età superiore a 60 anni)

• alcolismo

• anemia

• artrocentesi o intervento chirurgico

• malattia medica cronica (ad es., malattia

polmonare o epatica)

• diabete

• emofilia

• immunodeficienza, compreso il virus

dell’immunodeficienza umana

• terapia immunosoppressiva, compresi i

corticosteroidi

• tossicodipendenza (specialmente nelle

grandi aree urbane)

• tumori

• impianto di protesi articolari

• insufficienza renale

• artrite reumatoide

• malattia drepanocitica (“sickle cell”)

• infezioni cutanee

• lupus erimatoso sistemico

Tabella Fattori di rischio

per artrite infettiva

Page 12: Traumatologia forense 2/2016

12

li di responsabilità a carico degli stessi orto-

pedici, provenivano dalla circostanza per cui

nei lunghi mesi di controlli cui la paziente si

era sottoposta dopo l’intervento, tali sanitari

non avevano provveduto a diagnosticare per

tempo l’infezione, omettendo l’opportuno iter

diagnostico e terapeutico che avrebbe potuto

scongiurare le gravissime conseguenze che si

sono poi verificate.

ConclusioniI.C. donna di anni 57 all’epoca dei fatti in di-

scussione, il 4 novembre 2002 cadeva acciden-

talmente riportando una “frattura dell’epifisi

prossimale dell’omero (sinistro) con distacco del

trochite e lussazione anteriore della testa dell’o-

mero rispetto alla cavità glenoidea”. Per questo,

in data 11 novembre 2002 veniva sottoposta a

intervento di riduzione e osteosintesi.

A distanza di tempo (24 settembre 2003), in al-

tra struttura, veniva diagnosticata una infezio-

ne della spalla da Stafilococco Aureo e il 2 di-

cembre 2003, presso un policlinico universita-

rio, veniva sottoposta a intervento di artrolisi.

A seguito dei fatti descritti, I.C. ha presentato

anchilosi di spalla sinistra.

Una consulenza medico-legale ha evidenziato

come non fu instaurata una idonea profilassi

antibiotica prima dell’intervento di riduzione

e osteosintesi. In più, nei mesi in cui la pazien-

te fu periodicamente controllata dai sanitari

dello stesso reparto, non fu posta adeguata

diagnosi. Ciò avrebbe permesso di instaura-

re idonea terapia e, quindi, di scongiurare le

gravi conseguenze che si sono poi avute. Per

questi motivi, a carico dei sanitari che ebbero

a trattare I.C., sono stati identificati elementi

di responsabilità professionale mentre per-

mangono dubbi sulla effettiva condizione di

sterilità all’interno della sala operatoria.

Assistita dal suo legale, la donna ha richiesto

risarcimento del danno alla struttura sanitaria

ove fu primitivamente trattata.

In via stragiudiziale, la compagnia assicurati-

va che copre la struttura per la R.C. ha rico-

nosciuto un danno dato dalla differenza fra

Fig. 1: immagini di artrite settica alla radiografia standard (A) e alla RMN (B, C)

CASO CLINICO / Profili di responsabilità personale

A B C

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13

postumi comunque obiettivabili dopo una

lesione di spalla consimile ma evoluta favore-

volmente e l’esito effettivamente prodottosi e

imputabile a responsabilità professionale. In

particolare, è stata riconosciuta una I.T.A. (al

100%) di mesi 6; una I.T.R. (al 50%) di mesi

4 e un danno biologico del 15% oltre il danno

morale (stimato in ½ del danno biologico).

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traumatologia forense / maggio 2016 n.2