TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE...

63
PROGETTO SPERIMENTALE DI TRACCIABILITÀ E CERTIFICAZIONE DEL RECUPERO DEI MATERIALI A VALLE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DISCIPLINARE DI CERTIFICAZIONE DI SERVIZIO VERITAS SPA DIVISIONE ENERGIA SRL VIA DELLE INDUSTRIE 18/A 30038 - SPINEA (VE) +39 041 8221863 +39 041 8221864 WWW.AEQUAGROUP.COM LA FILIERA TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA VERSIONE 1.0 - 18.10.2012

Transcript of TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE...

PROGETTO SPERIMENTALE DI TRACCIABILITÀE CERTIFICAZIONE DEL RECUPERO DEI MATERIALI AVALLE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

DISCIPLINARE DI CERTIFICAZIONE DI SERVIZIO

VERITAS SPA

DIVISIONE ENERGIA SRLVIA DELLE INDUSTRIE 18/A30038 - SPINEA (VE)+39 041 8221863+39 041 8221864WWW.AEQUAGROUP.COM

LA FILIERA

TRACCIABILITA’ DELVETRO RICICLATO ECERTIFICAZIONEDEI FLUSSI DI FILIERA

VERS

ION

E 1.

0 - 1

8.10

.201

2

1

LA FILIERA DEL VETRO RICICLATOil sistema di riciclaggio degli imballaggi di vetro a livello nazionale

la produzione del vetrovetro: materiale straordinarioriciclo: risparmio di materie prime e di energia

METODOLOGIA DI ANALISI DELLA FILIERAil modello concettualele fasiil bilancio

I PROCESSI DI FILIERAil conferimento e il servizio di raccolta

il servizio di raccolta differenziatala Municipalità di Chirignago - Zelarinomateriali riciclabili e non

raccolta: svuotamento e trasportosvuotamento dei contenitorile attività

preselezione/selezioneil sitole attivitàil processo produttivo

raffinamentoil sitole attivitàl’impiantoil processo produttivo

recuperol’attivitàil ciclo produttivo

i flussi di materiaconferimentoraccolta e trasportoselezioneraffinamentorecupero

i flussi di energiaconferimentoraccoltaselezioneraffinamentorecupero

MONITORAGGIO DELLE ATTIVITA’ DI PROCESSO

SOMMARIO1

2

3

4

1.1

2.12.22.3

3.1

3.2

3.3

3.4

3.5

3.6

3.7

1.1.11.1.21.1.3

3.1.13.1.23.1.3

3.2.13.2.2

3.3.13.3.23.3.3

3.4.12.4.22.4.32.4.4

3.5.13.5.2

3.6.13.6.23.6.33.6.43.6.5

3.7.13.7.23.7.33.7.43.7.5

TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

0101020203

09091011

131314151617171819191920222222242528282831333435394244464646484951

2DOCUMENTI DI RIFERIMENTO

normativaarea tematica gestione rifiutiarea tematica uso razionale dell’energia

glossario

55.1

5.2

5.1.15.1.2

TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

5353535455

1TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

Per definizione, la filiera produttiva è quella “catena di passaggi produttivi che precedono l’arrivo della merce sullo scaffale del negozio […]”, cioè “fino alla vendita nei punti di distribuzione”. E con tracciabilità di filiera si intende “la possibilità di ricostruire tutti i passaggi della produzione e il processo informativo che segue il prodotto da monte a valle”, mentre con rintracciabilità di filiera si intende “la possibilità di ricostruire il processo inverso, utilizzando le informazioni distribuite lungo la filiera. 1

1.1 IL SISTEMA DI RICICLAGGIO DEGLI IMBALLAGGI DI VETRO A LIVELLO NAZIONALEIl sistema di riciclaggio del vetro da imballaggi può essere riassunto nelle seguenti fasi. I contenitori di vetro usati vengono conferiti dalle famiglie, dal commercio e dalla ristorazione nelle campane, o ritirati attraverso appositi servizi di raccolta porta a porta. Il vetro conferito e differenziato attraverso il sistema di raccolta stradale viene ritirato da appositi automezzi e portato presso gli impianti di trattamento2.Affinché il vetro raccolto possa essere riciclato in vetreria è necessario sottoporlo a un’operazione di selezione presso uno o più impianti di trattamento specializzato, dove il rottame di vetro è scelto, pulito e reso idoneo alla fusione in vetreria. In questi impianti, attraverso una serie di passaggi successivi, si alternano le azioni di macchinari specifici e operazioni di cernita manuale da parte di operatori specializzati: il vetro, viene così ridotto in cocci e vagliato. Particolari elettrocalamite rimuovono i corpi metallici e processi di aspirazione allontanano i corpi leggeri come la carta o il legno, mentre, l’eliminazione della ceramica e di altri corpi estranei al vetro, ancora presenti malgrado le precedenti operazioni, è affidata, nei sistemi più avanzati, a sofisticate macchine per la selezione ottica. In alcuni processi, inoltre, il vetro è separato anche in base al colore. L’ultima operazione è il lavaggio, per evitare che le tracce di prodotto contenuto inquinino la fusione.Una volta trattato e selezionato, il vetro, diventa “pronto al forno”3 e viene trasportato nell’impianto di produzione, la vetreria, come materia prima seconda. Qui, grazie al continuo progresso delle tecnologie, il vetro riciclato viene impiegato in sempre maggiori quantità in sostituzione di materie prime nei processi di fusione, nella misura dell’80% e oltre. Dopo la fase di fusione, il vetro viene quindi soffiato negli appositi stampi e trasformato in un nuovo contenitore. Dopo un passaggio nel forno di ricottura e un attento controllo qualitativo automatizzato il prodotto finito viene confezionato e venduto alle aziende di imbottigliamento e rivenduto presso la rete distributiva dei negozi e quindi comprato dai consumatori che daranno inizio ad un nuovo ciclo di recupero4.

La Direttiva 94/62/CE5, art.3 comma 1, definisce “imballaggi” tutti quei prodotti composti di materiali di qualsiasi natura, adibiti a contenere e a proteggere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione. Anche tutti gli articoli «a perdere» usati allo stesso scopo devono essere considerati imballaggi. La stessa direttiva stabilisce che gli imballaggi devono rispondere a determinati requisiti essenziali che gli Stati membri devono verificare per gli imballaggi immessi sul mercato (art. 9 e allegato II6), quali:

• limitare il peso e il volume dell’imballaggio al minimo per garantire il necessario livello di sicurezza, igiene e accettabilità per il consumatore;• ridurre al minimo la presenza di sostanze e materiali pericolosi nel materiale di imballaggio o nei suoi componenti;• concepire un imballaggio riutilizzabile o recuperabile.

1LA FILIERA DEL VETRO RICICLATO

1 - http://www.treccani.it/vocabolario/filiera/.2 - Fonte COREVE.3 - Secondo i parametri riportati al punto. 2.1.3 dell’allegato 1, sub. all. 1, del DM 5/2/98.4 - Fonte COREVE.5 - Direttiva 94/62/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 1994, sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.6 - Requisiti essenziali concernenti la composizione e la riutilizzabilità e la recuperabilità (in particolare la riciclabilità) degli imballaggi.

2TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

1.1.1 LA PRODUZIONE DEL VETROIl settore produttivo del vetro cavo è quello che maggiormente interessa la produzione di manufatti d’uso comune. Comprende la produzione di: imballaggi di vetro (bottigliame, fiaschi, e damigiane); flaconeria destinata all’industria farmaceutica, cosmetica e profumeria; vasi alimentari e articoli per l’uso domestico (bicchieri, piatti, accessori per la tavola, ecc.). Viene effettuata con processo automatico da aziende, le vetrerie, con stabilimenti omogeneamente dislocati su tutto il territorio nazionale.La produzione nazionale vetraria nel 2011 è stata pari a 5.188.017 t, evidenziando un incremento di circa il 2,46% rispetto al 2010. Nel 2011, la produzione di vetro cavo nel suo complesso risulta essere pari a 3.714.259 t (71,6 % del totale), con un incremento rispetto all’anno precedente dell’ 1,58%.7

Tabella 1. Dati del 2010 riferiti complessivamente ai quattro comparti del vetro cavo : bottigliame, flaconeria, vasi alimentari, articoli per uso domestico (Assovetro).

I dati import-export del settore del vetro cavo fanno registrare i seguenti andamenti (Tabella 2):

Tabella 2. Dati del 2010 di dettaglio dei comparti: bottigliame; flaconeria; vasi alimentari; articoli per uso domestico (Assovetro).

Interessante è il dato di saldo, che indica una importazione netta di vetro del 3,3 % sul totale di vetro cavo prodotto con un consumo apparente del 96,9% sul prodotto e quindi superiore al valore di produzione – e di consumo pro-capite, di 63 kg/abitante/anno8. Interessante notare come 86,6% del consumo pro-capite è fatto di bottigliame; il 3,2% da articoli di uso domestico; il 2,5% da flaconeria. Questi valori sono utili per capire qual è la composizione media sul mercato del vetro da imballaggi, lo stesso vetro che il consumatore acquista usa e trasforma in rifiuto.

1.1.2 VETRO: MATERIALE STRAORDINARIOIl vetro è il prodotto da tracciare nella filiera, è quindi importante conoscerne le caratteristiche fisiche e merceologiche.Il vetro è un materiale ottenuto per fusione ad alta temperatura da una miscela di materie prime: silice, carbonato di sodio e carbonato di calcio. Ha ottime caratteristiche di trasparenza, compattezza e omogeneità strutturale, totale inerzia chimica e biologica, impermeabilità ai liquidi, ai gas, ai vapori e ai microrganismi, inalterabilità nel tempo, sterilizzabilità e perfetta compatibilità ecologica grazie alla possibilità di riciclo per un numero infinito di

1.1.1 La  produzione  del  vetroIl  seLore  produXvo  del  vetro  cavo  è  quello  che  maggiormente  interessa  la  produzione  di  manufaX  d’uso  comune.   Comprende   la  produzione  di:   imballaggi   di  vetro   (boXgliame,  fiaschi,   e   damigiane);   flaconeria  desHnata  all'industria  farmaceuHca,  cosmeHca  e  profumeria;  vasi  alimentari  e  arHcoli  per   l'uso  domesHco  (bicchieri,   piaX,   accessori  per   la   tavola,   ecc.).   Viene  effeLuata   con  processo   automaHco   da   aziende,   le  vetrerie,  con  stabilimenH  omogeneamente  dislocaH  su  tuLo  il  territorio  nazionale.La  produzione  nazionale  vetraria  nel  2011  è  stata  pari  a  5.188.017  t,  evidenziando  un  incremento  di  circa  il  2,46%   rispeLo   al  2010.   Nel   2011,   la   produzione  di   vetro   cavo   nel   suo   complesso   risulta  essere   pari   a  3.714.259  t  (71,6  %  del  totale),  con  un  incremento  rispeLo  all'anno  precedente  dell'  1,58%.7  

Anno  2010

Produzione 3.714.259  t

Import 640.639  t

Export 519.304  t

Saldo 121.335  t

Consumo  apparente 3.835.594  t

Consumo  pro-­‐capite  (pop.:  60.626.442) 63,26  kg

Tabella  1.  Da5  del  2010  riferi5  complessivamente  ai  quaQro  compar5  del  vetro  cavo  :  boRgliame,  flaconeria,  vasi  alimentari,  ar5coli  per  uso  domes5co  (Assovetro).

I  daH  import-­‐export  del  seLore  del  vetro  cavo  fanno  registrare  i  seguenH  andamenH  (Tabella 2):

 Anno  2010 Produzione  (t) Import  (t) Export  (t) Saldo  (t) Consumo  apparente  (t)

Consumo  pro-­‐capite  (Pop.:  60.626.442)  Kg

BoXgliame 3.144.907 419.917 264.668 155.249 3.300.156 54,43Flaconeria 160.991 57.687 122.805 -­‐65.118 95.118 1,58Vasi  alimentari 262.812 74.544 21.855 52.689 315.501 5,20ArHcoli  per  uso  domesHco 145.549 88.491 109.976 -­‐21.485 124.064 2,04Totali 3.714.259 640.639 519.304 121.335 3.834.839 63,25

Tabella  2.  Da5  del  2010  di  deQaglio  dei  compar5:  boRgliame;  flaconeria;  vasi  alimentari;  ar5coli  per  uso  domes5co  (Assovetro).

Interessante  è  il  dato  di  saldo,  che  indica  una  importazione  neQa  di  vetro  del  3,3  %  sul  totale  di  vetro  cavo  prodoLo  con  un  consumo  apparente  del  96,9%  sul  prodoLo  e  quindi  superiore  al  valore  di  produzione  –  e  di  consumo  pro-­‐capite,  di  63  kg/abitante/anno8.  Interessante  notare  come  86,6%  del  consumo  pro-­‐capite  è  faQo  di  boRgliame;  il  3,2%  da  arHcoli  di  uso  domesHco;  il  2,5%  da  flaconeria.  QuesH  valori  sono  uHli  per  capire  qual  è  la  composizione  media  sul  mercato  del  vetro  da  imballaggi,  lo  stesso  vetro  che  il  consumatore  acquista  usa  e  trasforma  in  rifiuto.

1.1.2 Vetro:  materiale  straordinario

Il  vetro  è  il  prodoLo  da  tracciare  nella  filiera,  è  quindi   importante  conoscerne  le  caraLerisHche  fisiche  e  merceologiche.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

4

7  Fonte:  Assovetro.

8   Nell’anno  2010,   nel   Veneto,   sono   state   interceLate   191.560  t,   di   cui   116.161   t   di   vetro  monomateriale   e   75.398   t   di   vetro  derivante  da  selezione  del  mulHmateriale,  per  un  pro  capite  di  38,8  kg/ab*anno  (Produzione  e   gesHone  dei  rifiuH  urbani  nel  veneto  Anno  2010,  Arpav  –ORR).

1.1.1 La  produzione  del  vetroIl  seLore  produXvo  del  vetro  cavo  è  quello  che  maggiormente  interessa  la  produzione  di  manufaX  d’uso  comune.   Comprende   la  produzione  di:   imballaggi   di  vetro   (boXgliame,  fiaschi,   e   damigiane);   flaconeria  desHnata  all'industria  farmaceuHca,  cosmeHca  e  profumeria;  vasi  alimentari  e  arHcoli  per   l'uso  domesHco  (bicchieri,   piaX,   accessori  per   la   tavola,   ecc.).   Viene  effeLuata   con  processo   automaHco   da   aziende,   le  vetrerie,  con  stabilimenH  omogeneamente  dislocaH  su  tuLo  il  territorio  nazionale.La  produzione  nazionale  vetraria  nel  2011  è  stata  pari  a  5.188.017  t,  evidenziando  un  incremento  di  circa  il  2,46%   rispeLo   al  2010.   Nel   2011,   la   produzione  di   vetro   cavo   nel   suo   complesso   risulta  essere   pari   a  3.714.259  t  (71,6  %  del  totale),  con  un  incremento  rispeLo  all'anno  precedente  dell'  1,58%.7  

Anno  2010

Produzione 3.714.259  t

Import 640.639  t

Export 519.304  t

Saldo 121.335  t

Consumo  apparente 3.835.594  t

Consumo  pro-­‐capite  (pop.:  60.626.442) 63,26  kg

Tabella  1.  Da5  del  2010  riferi5  complessivamente  ai  quaQro  compar5  del  vetro  cavo  :  boRgliame,  flaconeria,  vasi  alimentari,  ar5coli  per  uso  domes5co  (Assovetro).

I  daH  import-­‐export  del  seLore  del  vetro  cavo  fanno  registrare  i  seguenH  andamenH  (Tabella 2):

 Anno  2010 Produzione  (t) Import  (t) Export  (t) Saldo  (t) Consumo  apparente  (t)

Consumo  pro-­‐capite  (Pop.:  60.626.442)  Kg

BoXgliame 3.144.907 419.917 264.668 155.249 3.300.156 54,43Flaconeria 160.991 57.687 122.805 -­‐65.118 95.118 1,58Vasi  alimentari 262.812 74.544 21.855 52.689 315.501 5,20ArHcoli  per  uso  domesHco 145.549 88.491 109.976 -­‐21.485 124.064 2,04Totali 3.714.259 640.639 519.304 121.335 3.834.839 63,25

Tabella  2.  Da5  del  2010  di  deQaglio  dei  compar5:  boRgliame;  flaconeria;  vasi  alimentari;  ar5coli  per  uso  domes5co  (Assovetro).

Interessante  è  il  dato  di  saldo,  che  indica  una  importazione  neQa  di  vetro  del  3,3  %  sul  totale  di  vetro  cavo  prodoLo  con  un  consumo  apparente  del  96,9%  sul  prodoLo  e  quindi  superiore  al  valore  di  produzione  –  e  di  consumo  pro-­‐capite,  di  63  kg/abitante/anno8.  Interessante  notare  come  86,6%  del  consumo  pro-­‐capite  è  faQo  di  boRgliame;  il  3,2%  da  arHcoli  di  uso  domesHco;  il  2,5%  da  flaconeria.  QuesH  valori  sono  uHli  per  capire  qual  è  la  composizione  media  sul  mercato  del  vetro  da  imballaggi,  lo  stesso  vetro  che  il  consumatore  acquista  usa  e  trasforma  in  rifiuto.

1.1.2 Vetro:  materiale  straordinario

Il  vetro  è  il  prodoLo  da  tracciare  nella  filiera,  è  quindi   importante  conoscerne  le  caraLerisHche  fisiche  e  merceologiche.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

4

7  Fonte:  Assovetro.

8   Nell’anno  2010,   nel   Veneto,   sono   state   interceLate   191.560  t,   di   cui   116.161   t   di   vetro  monomateriale   e   75.398   t   di   vetro  derivante  da  selezione  del  mulHmateriale,  per  un  pro  capite  di  38,8  kg/ab*anno  (Produzione  e   gesHone  dei  rifiuH  urbani  nel  veneto  Anno  2010,  Arpav  –ORR).7 - Fonte: Assovetro.8 - Nell’anno 2010, nel Veneto, sono state intercettate 191.560 t, di cui 116.161 t di vetro monomateriale e 75.398 t di vetro derivante da selezione del multimateriale, per un pro capite di 38,8 kg/ab*anno (Produzione e gestione dei rifiuti urbani nel veneto Anno 2010, Arpav –ORR).

3TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

volte. Le proprietà meccaniche del vetro sono molteplici, come la resistenza alla compressione (per rompere un cubo di vetro di 1 cm di lato occorre un carico dell’ordine di 10 tonnellate) o alla flessione.9

Il Vetro: materiale duro, fragile, trasparente o traslucido, che si ottiene fondendo ad altissima temperatura sabbia silicea con ossidi e carbonati; si lavora quando è ancora una massa fluida10. E’ di solito definito come un liquido a elevata viscosità, cioè un prodotto omogeneo che possiede l’isotropia dei liquidi e la tenacità dei solidi, oppure un materiale fuso che col raffreddamento acquista rigidità ma non l’ordinamento regolare che caratterizza i cristalli. A differenza di questi ultimi, non presenta un punto netto di fusione: riscaldato, passa allo stato fuso, rammollendo gradatamente11. In sintesi, il vetro è un solido amorfo, ottenuto da un liquido tramite la solidificazione senza cristallizzazione, composto di sostanze con una velocità di cristallizzazione molto lenta. Il vetro comune è detto anche “vetro siliceo”, in quanto costituito quasi esclusivamente da diossido di silicio (SiO2). Il diossido di silicio ha un punto di fusione di circa 1800 C, ma spesso durante la produzione del vetro vengono aggiunte altre sostanze che abbassano il punto di fusione anche al disotto dei 1000 C, dette “fondenti”, come ad esempio la soda (carbonato di sodio) e la potassa (carbonato di potassio). Altri fondenti usati spesso nell’industria vetraria sono i borati e i nitrati. Poiché la presenza di soda rende il vetro solubile in acqua (caratteristica non desiderabile), viene aggiunta anche calce (CaO) per ripristinare l’insolubilità. Altre sostanze possono essere aggiunte alle miscele per conferire altre particolari proprietà al vetro12.

Il vetro è comunemente noto come il materiale riciclabile per eccellenza perché, una volta riciclato, conserva le sue qualità originarie. Il vetro è chimicamente inerte, resistente agli agenti esterni e alle alte temperature: si rivela quindi un contenitore ideale per gli alimenti perché ne conserva le qualità organolettiche13. Non è inquinante ed è, come si è detto, riutilizzabile per un numero illimitato di volte. Se abbandonata, tuttavia, una bottiglia di questi materiale si decompone solo dopo 4.000 anni. Per questo, è fondamentale separare accuratamente il vetro per poterlo poi riutilizzare. Ovviamente, il cosiddetto “rottame di vetro” non può essere riciclato così com’è, deve essere sottoposto a numerose verifiche per eliminare le numerose “impurità” che contiene (carta, plastica, materiali ceramici, materiali metallici ferrosi e non)14.

1.1.3 RICICLO: RISPARMIO DI MATERIE PRIME E DI ENERGIA(Rete Ambiente) Il riciclo del vetro nel ciclo di produzione in vetreria, permette la sostituzione delle materie prime tradizionali (sabbia, soda, calcare, dolomite, feldspato, ossidi coloranti vari) con rottame di vetro. Il riciclo consente di ottenere notevoli vantaggi ambientali, tra i quali i più rilevanti sono:• riduzione dell’impatto ambientale associato al ciclo di produzione degli imballaggi in vetro, a seguito di risparmi indiretti conseguiti sostituendo parte delle materie prime tradizionali, caratterizzate da costi energetici molto più elevati rispetto al rottame di vetro utilizzato in loro sostituzione. Quindi, riduzione del consumo di risorse naturali (materie prime minerali), con una conseguente minore attività estrattiva• riduzione delle emissioni dai forni di fusione del vetro, a seguito di risparmi diretti conseguiti con l’uso di rottame. Infatti, a parità di qualità di vetro prodotto, è necessario un minore apporto di energia per la fusione del rottame di vetro (minore umidità, minori volumi di gas di reazione, maggiore velocità di fusione e temperature inferiori rispetto a quanto richiesto per la fusione della miscela tradizionale vetrificabile costituita da materie prime minerali).

Vedremo, infatti, che il riciclo del vetro, rispetto al processo da materie prime, permette di risparmiare fino al 25-30% di energia di fusione e il 120% di materie prime: una bottiglia di vino di 350 g si produce con 350 g di vetro riciclato oppure con 420 g di materie prime tradizionali (120%): quindi ogni 3-4 imballaggi riciclati si risparmia l’energia necessaria per fabbricare il successivo. (CONAI)

8 - http://www.assovetro.it9 - http://www.assovetro.it10 - http://www.treccani.it/enciclopedia/vetro/11 - Fonte COREVE.12 - http://it.wikipedia.org/wiki/Vetro13 - Fonte CONAI14 - Fonte Ecoricili

4TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

1.1.3.1 FLUSSI DI MATERIAConsiderando i dati di COREVE pubblicati nel “Programma specifico di prevenzione 2012”, nell’anno 2011 la produzione complessiva di contenitori di vetro è risultata pari a 3.568.710 t. Stimando una efficienza media di produzione pari all’85% (maggiore per le bottiglie e minore per i contenitori di più elevato valore aggiunto per prodotti farmaceutici, profumeria, ecc.), la quantità complessiva di vetro fuso prodotto risulta di 4.198.482 t.Sempre secondo COREVE15, nel 2011, a livello nazionale, gli imballaggi in vetro immessi al consumo sono stati pari a 2.306.951 t. Nello stesso anno, la raccolta differenziata nazionale dei rifiuti di imballaggio in vetro ha raggiungendo le 1.682.000 t (+6% rispetto al 2010), mentre la quantità di rifiuti d’imballaggio in vetro riciclati è stata di 1.570.302 t (68,1 % degli imballaggi di vetro immessi a consumo), contro le 1.471.404 t del 2010, con un incremento di +6,7 % tra i due anni.

Nel 2011, il settore industriale del vetro cavo ha riciclato, a livello nazionale, 1.547.598 t di rottame nazionale da imballaggio di vetro da raccolta differenziata (+49% rispetto al dato del 2002), che rappresenta circa il 36,9% del vetro fuso16.

Tabella 3. Quantitativi di rottame nazionale da imballaggio da raccolta differenziata e relativa percentuale in peso rispetto alla quantità complessiva di vetro prodotto, anno 2011 Fonte : Programma specifico di prevenzione 2012 – COREVE.

La seguente tabella riporta la serie storica dei risultati di riciclo a livello nazionale nel periodo 2002 – 2011 pubblicata da COREVE in migliaia di tonnellate17.

Tabella 4. Riciclo in Italia dal 2002 al 2011.

(Rete Ambiente) Il rottame di vetro proveniente dalla raccolta differenziata nazionale è prevalentemente costituito da rifiuti di imballaggio di colore misto che vengono avviati a riciclo nelle vetrerie, in sostituzione delle materie prime tradizionali18. Sulla base della composizione media di una miscela vetrificabile per la produzione di imballaggi in vetro (sodio calcico: sabbia 61,9 %; soda 17,8 %; marmo 11,3 %; dolomite 5,5 %; feldspato 1,8 % e altre tipologie 1,7 %) e della quantità di rottame pronto forno riutilizzato, è possibile stimare le quantità di materie prime risparmiate. La tabella seguente riporta, in tonnellate, le quantità stimate di materie prime risparmiate grazie all’uso di rottame di vetro da imballaggio da raccolta differenziata, calcolate con tale metodo19.

Tabella 5. Quantità di materie prime risparmiate da rottame nazionale da imballaggio da raccolta differenziata nazionale nel 2011 (COREVE).

Infine, alcuni aspetti sulla qualità del materiale da imballaggio di vetro. Per ridurre il quantitativo di vetro perso nei processi di selezione (presenza di inquinanti inorganici e organici), è necessario migliorare la qualità del rottame di vetro fin dall’origine, attraverso l’ottimizzazione dei sistemi di raccolta differenziata. La raccolta differenziata ottimale che consente di incrementare i quantitativi di rottame di vetro e di assicurare una qualità più

maggiore  velocità  di  fusione  e  temperature  inferiori  rispeLo  a  quanto  richiesto  per  la  fusione  della  miscela  tradizionale  vetrificabile  cosHtuita  da  materie  prime  minerali).

Vedremo,  infaX,  che  il  riciclo  del  vetro,  rispeLo  al  processo  da  materie  prime,  permeLe  di  risparmiare  fino  al  25-­‐30%  di  energia  di  fusione  e  il  120%  di  materie  prime:  una  boXglia  di  vino  di  350  g  si  produce  con  350  g   di   vetro   riciclato   oppure  con   420  g   di  materie   prime   tradizionali   (120%):   quindi   ogni   3-­‐4   imballaggi  ricicla5  si  risparmia  l’energia  necessaria  per  fabbricare  il  successivo.  (CONAI)

1.1.3.1 Flussi  di  materiaConsiderando  i  daH  di  COREVE  pubblicaH  nel  “Programma  specifico  di  prevenzione  2012”,  nell’anno  2011  la  produzione  complessiva  di  contenitori  di  vetro  è  risultata  pari  a  3.568.710  t.  SHmando  una  efficienza  media  di   produzione   pari   all’85%   (maggiore   per   le   boXglie   e  minore   per   i   contenitori   di   più   elevato   valore  aggiunto  per  prodoX  farmaceuHci,  profumeria,  ecc.),  la  quanHtà  complessiva  di  vetro  fuso  prodoLo  risulta  di  4.198.482  t.Sempre  secondo  COREVE15,  nel  2011,  a  livello  nazionale,  gli  imballaggi  in  vetro  immessi  al  consumo  sono  staH   pari  a  2.306.951  t.  Nello   stesso  anno,   la  raccolta   differenziata   nazionale  dei  rifiuH   di  imballaggio  in  vetro  ha  raggiungendo  le  1.682.000  t  (+6%  rispeLo  al  2010),  mentre  la  quanHtà  di  rifiu5   d’imballaggio  in  vetro   riciclaH   è   stata   di   1.570.302   t   (68,1   %   degli   imballaggi   di   vetro   immessi   a   consumo),   contro   le  1.471.404  t  del  2010,  con  un  incremento  di  +6,7  %  tra  i  due  anni.

Nel   2011,   il   seLore   industriale   del   vetro   cavo   ha   riciclato,   a   livello   nazionale,   1.547.598   t   di   roLame  nazionale  da  imballaggio  di  vetro  da  raccolta  differenziata  (+49%  rispeLo  al  dato  del  2002),  che  rappresenta  circa  il  36,9%  del  vetro  fuso16.

QuanHtaHvotonn/anno

%  di  roLame  rispeLo  alla  quanHtà  di  vetro  fuso  prodoLo

1.547.598 36.9  %

Tabella  3.  Quan5ta5vi  di  roQame  nazionale  da  imballaggio  da  raccolta  differenziata  e  rela5va  percentuale  in  peso  rispeQo  alla  quan5tà  complessiva  di  vetro  prodoQo,  anno  2011  (Fonte  :  Programma  specifico  di  prevenzione  2012  –  

COREVE).

La  seguente  tabella  riporta  la  serie  storica  dei  risultaH  di  riciclo  a  livello  nazionale  nel  periodo  2002  –  2011  pubblicata  da  COREVE  in  migliaia  di  tonnellate17

U.M. 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Immesso  al  consumo (kt) 1.970 2.107 2.141 2.117 2.133 2.157 2.139 2.065 2.153 2.403

Riciclo (kt) 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.303 1.390 1.362 1.471 1.570

Recupero  totale (kt) 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.303 1.390 1.362 1.471 1.570

%  Recupero  totale  su  immesso  al  consumo

% 52,6 53,2 56,2 57,2 58,9 60,4 65 66 68,3 68,3

Tabella  4.  Riciclo  in  Italia  dal  2002  al  2011.

(Rete  Ambiente)   Il  roLame  di  vetro  proveniente  dalla  raccolta  differenziata  nazionale  è  prevalentemente  cosHtuito  da  rifiuH  di  imballaggio  di  colore  misto  che  vengono  avviaH  a  riciclo  nelle  vetrerie,  in  sos5tuzione  delle  materie  prime  tradizionali18.  Sulla  base  della  composizione  media  di  una  miscela  vetrificabile  per  la  produzione  di  imballaggi  in  vetro  (sodio  calcico:  sabbia  61,9  %;  soda  17,8  %;  marmo  11,3  %;  dolomite  5,5  %;  

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

6

15  Fonte:  Programma  specifico  di  prevenzione  2012  –  COREVE

16  Ibidem.

17  Ibidem.

18  Rete  Ambiente  –  “L’Italia  del  riciclo  2010”

maggiore  velocità  di  fusione  e  temperature  inferiori  rispeLo  a  quanto  richiesto  per  la  fusione  della  miscela  tradizionale  vetrificabile  cosHtuita  da  materie  prime  minerali).

Vedremo,  infaX,  che  il  riciclo  del  vetro,  rispeLo  al  processo  da  materie  prime,  permeLe  di  risparmiare  fino  al  25-­‐30%  di  energia  di  fusione  e  il  120%  di  materie  prime:  una  boXglia  di  vino  di  350  g  si  produce  con  350  g   di   vetro   riciclato   oppure  con   420  g   di  materie   prime   tradizionali   (120%):   quindi   ogni   3-­‐4   imballaggi  ricicla5  si  risparmia  l’energia  necessaria  per  fabbricare  il  successivo.  (CONAI)

1.1.3.1 Flussi  di  materiaConsiderando  i  daH  di  COREVE  pubblicaH  nel  “Programma  specifico  di  prevenzione  2012”,  nell’anno  2011  la  produzione  complessiva  di  contenitori  di  vetro  è  risultata  pari  a  3.568.710  t.  SHmando  una  efficienza  media  di   produzione   pari   all’85%   (maggiore   per   le   boXglie   e  minore   per   i   contenitori   di   più   elevato   valore  aggiunto  per  prodoX  farmaceuHci,  profumeria,  ecc.),  la  quanHtà  complessiva  di  vetro  fuso  prodoLo  risulta  di  4.198.482  t.Sempre  secondo  COREVE15,  nel  2011,  a  livello  nazionale,  gli  imballaggi  in  vetro  immessi  al  consumo  sono  staH   pari  a  2.306.951  t.  Nello   stesso  anno,   la  raccolta   differenziata   nazionale  dei  rifiuH   di  imballaggio  in  vetro  ha  raggiungendo  le  1.682.000  t  (+6%  rispeLo  al  2010),  mentre  la  quanHtà  di  rifiu5   d’imballaggio  in  vetro   riciclaH   è   stata   di   1.570.302   t   (68,1   %   degli   imballaggi   di   vetro   immessi   a   consumo),   contro   le  1.471.404  t  del  2010,  con  un  incremento  di  +6,7  %  tra  i  due  anni.

Nel   2011,   il   seLore   industriale   del   vetro   cavo   ha   riciclato,   a   livello   nazionale,   1.547.598   t   di   roLame  nazionale  da  imballaggio  di  vetro  da  raccolta  differenziata  (+49%  rispeLo  al  dato  del  2002),  che  rappresenta  circa  il  36,9%  del  vetro  fuso16.

QuanHtaHvotonn/anno

%  di  roLame  rispeLo  alla  quanHtà  di  vetro  fuso  prodoLo

1.547.598 36.9  %

Tabella  3.  Quan5ta5vi  di  roQame  nazionale  da  imballaggio  da  raccolta  differenziata  e  rela5va  percentuale  in  peso  rispeQo  alla  quan5tà  complessiva  di  vetro  prodoQo,  anno  2011  (Fonte  :  Programma  specifico  di  prevenzione  2012  –  

COREVE).

La  seguente  tabella  riporta  la  serie  storica  dei  risultaH  di  riciclo  a  livello  nazionale  nel  periodo  2002  –  2011  pubblicata  da  COREVE  in  migliaia  di  tonnellate17

U.M. 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Immesso  al  consumo (kt) 1.970 2.107 2.141 2.117 2.133 2.157 2.139 2.065 2.153 2.403

Riciclo (kt) 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.303 1.390 1.362 1.471 1.570

Recupero  totale (kt) 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.303 1.390 1.362 1.471 1.570

%  Recupero  totale  su  immesso  al  consumo

% 52,6 53,2 56,2 57,2 58,9 60,4 65 66 68,3 68,3

Tabella  4.  Riciclo  in  Italia  dal  2002  al  2011.

(Rete  Ambiente)   Il  roLame  di  vetro  proveniente  dalla  raccolta  differenziata  nazionale  è  prevalentemente  cosHtuito  da  rifiuH  di  imballaggio  di  colore  misto  che  vengono  avviaH  a  riciclo  nelle  vetrerie,  in  sos5tuzione  delle  materie  prime  tradizionali18.  Sulla  base  della  composizione  media  di  una  miscela  vetrificabile  per  la  produzione  di  imballaggi  in  vetro  (sodio  calcico:  sabbia  61,9  %;  soda  17,8  %;  marmo  11,3  %;  dolomite  5,5  %;  

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

6

15  Fonte:  Programma  specifico  di  prevenzione  2012  –  COREVE

16  Ibidem.

17  Ibidem.

18  Rete  Ambiente  –  “L’Italia  del  riciclo  2010”

feldspato   1,8  %  e  altre  Hpologie  1,7  %)   e  della  quanHtà  di   roLame  pronto   forno  riuHlizzato,   è  possibile  sHmare   le  quanHtà  di  materie  prime   risparmiate.   La   tabella  seguente   riporta,   in   tonnellate,   le   quanHtà  sHmate   di   materie   prime   risparmiate   grazie   all’uso   di   roLame   di   vetro   da   imballaggio   da   raccolta  differenziata,  calcolate  con  tale  metodo19.

Anno  2011  (tonnellate/anno)Anno  2011  (tonnellate/anno)Anno  2011  (tonnellate/anno)Anno  2011  (tonnellate/anno)Anno  2011  (tonnellate/anno)Anno  2011  (tonnellate/anno)Sabbia Soda   Marmo   Dolomite   Feldspato   Altro  1.154.172 331.895 210.697 102.552 33.749 31.698

Tabella  5.  Quan5tà  di  materie  prime  risparmiate  da  roQame  nazionale  da  imballaggio  da  raccolta  differenziata  nazionale  nel  2011  (COREVE).

Infine,  alcuni  aspeX   sulla  qualità  del  materiale  da  imballaggio  di  vetro.  Per  ridurre  il  quanHtaHvo  di  vetro  perso   nei  processi  di   selezione   (presenza  di   inquinanH   inorganici   e   organici),   è  necessario  migliorare   la  qualità  del  roQame  di  vetro  fin  dall’origine,  aLraverso  l’oXmizzazione  dei  sistemi  di  raccolta  differenziata.  La   raccolta   differenziata   oXmale   che   consente   di   incrementare   i   quanHtaHvi   di   roLame   di   vetro   e   di  assicurare   una   qualità   più   elevata   è   quella   di   Hpo  monomateriale   con   campana.   Per   incrementare   i  quanHtaHvi  e  la  qualità  di  roLame  di  vetro,  è  auspicabile  avviare  la  raccolta  differenziata  di  vetro  separata  per  colore  e  sviluppare  le  tecnologie  per  separare  i  diversi  frammen5  di  vetro  per  colore  negli  impianH  di  traLamento20.

1.1.3.2 Flussi  di  energiaL'industria  del  vetro   è   caraLerizzata  da  elevaH   consumi  energeHci,   dovuH   principalmente  al  processo   di  fusione,  il  quale  può  assorbire  da  un  minimo  del  50%  a  circa  l'80%  dei  consumi  totali.  In  Italia,  l’  80%  circa  della   produzione   di   vetro   industriale   è   oLenuta  mediante   combusHone   con   metano.   L’energia   eleLrica  viene  impiegata  sia  per  l’alimentazione  di  venHlatori,  compressori  e  per  altri  servizi,  che  per  fornire  calore  ausiliario  durante  la  fusione,  soLo  forma  di  “boosHng  eleLrico”.   I  consumi  energeHci  specifici,  relaHvi  alla  fusione  di  una   tonnellata  di   vetro,   variano  sensibilmente   per   i   diversi   seLori   di  produzione.   Il   consumo  energeHco  complessivo  del  ciclo  di  produzione  del  vetro   cavo  (fusione+lavorazione  e  aXvità  secondarie),  espresso  in  tonnellata  di  vetro  fuso,  sono21:

SeLore Consumo  energeHco  GJoule/tonn.  vetro

cavo 4-­‐10

cavo  domesHco 6-­‐18

Tabella  6.  Consumo  energe5co  nella  produzione  del  vetro  cavo.

Altri  consumi  energeHci  importanH  sono  relaHvi  alla  fase  di  ricoLura  del  vetro,  alla  movimentazione  di  aria  compressa   di   processo   o   venHlata   di   raffreddamento   mediante   venHlatori,   al   riscaldamento   dei   locali,  ecc.22.

(Programma  specifico   di   prevenzione   2012  –   COREVE)   L’uso   del   roQame  al   posto   delle  materie  prime  minerali  consente  un   risparmio  della  quanHtà  di  energia   “indirePa”   necessaria  per   la  preparazione  della  miscela  vetrificabile:  la  quanHtà  di  energia  risparmiata,   calcolabile  come  somma  della  quanHtà  di  energia  necessaria  per  l’estrazione  e  la  produzione  delle  materie  prime  minerali.  Nel  2011  tale  risparmio  “indireLo”  

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

7

19  Fonte  COREVE

20  Fonte:  Programma  specifico  di  prevenzione  2012  -­‐  COREVE

21  Linee  guida  per  l’individuazione  delle  migliori  tecnologie  disponibili  ex.  art.  3,  comma  2  del  decreto  legislaHvo  372/99.

22  Ibidem.

15 - Fonte: Programma specifico di prevenzione 2012 – COREVE16 - Ibidem.17 - Ibidem.18 - Rete Ambiente – “L’Italia del riciclo 2010”19 - Fonte COREVE

5TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

elevata è quella di tipo monomateriale con campana. Per incrementare i quantitativi e la qualità di rottame di vetro, è auspicabile avviare la raccolta differenziata di vetro separata per colore e sviluppare le tecnologie per separare i diversi frammenti di vetro per colore negli impianti di trattamento20.

1.1.3.2 FLUSSI DI ENERGIAL’industria del vetro è caratterizzata da elevati consumi energetici, dovuti principalmente al processo di fusione, il quale può assorbire da un minimo del 50% a circa l’80% dei consumi totali. In Italia, l’ 80% circa della produzione di vetro industriale è ottenuta mediante combustione con metano. L’energia elettrica viene impiegata sia per l’alimentazione di ventilatori, compressori e per altri servizi, che per fornire calore ausiliario durante la fusione, sotto forma di “boosting elettrico”. I consumi energetici specifici, relativi alla fusione di una tonnellata di vetro, variano sensibilmente per i diversi settori di produzione. Il consumo energetico complessivo del ciclo di produzione del vetro cavo (fusione+lavorazione e attività secondarie), espresso in tonnellata di vetro fuso, sono21:

Tabella 6. Consumo energetico nella produzione del vetro cavo.

Altri consumi energetici importanti sono relativi alla fase di ricottura del vetro, alla movimentazione di aria compressa di processo o ventilata di raffreddamento mediante ventilatori, al riscaldamento dei locali, ecc.22.

(Programma specifico di prevenzione 2012 – COREVE) L’uso del rottame al posto delle materie prime minerali consente un risparmio della quantità di energia “indiretta” necessaria per la preparazione della miscela vetrificabile: la quantità di energia risparmiata, calcolabile come somma della quantità di energia necessaria per l’estrazione e la produzione delle materie prime minerali. Nel 2011 tale risparmio “indiretto” risulta pari a 1.930.281 Gcal/anno, equivalenti a 192.032 TEP/anno, mentre il risparmio energetico “diretto”, cioè dell’energia necessaria per la fusione delle materie prime e per la produzione del vetro, risulta pari a 1.167.615 Gcal/anno, equivalenti a 116.159 TEP/anno. Perciò, il risparmio complessivo di energia, indiretto più diretto, grazie all’uso del rottame di vetro è, nel 2011, pari a 308.191 TEP. Il risparmio energetico complessivo dovuto al rottame di vetro da raccolta differenziata è pari a 180.666 TEP/anno (59% sul totale complessivo risparmiato grazie all’uso del rottame di vetro), di cui 112.572 TEP/anno di tipo “indiretto” e 68.094 TEP/anno di tipo “diretto”.

Tabella 7. Risparmio energetico diretto e indiretto nella produzione di vetro con rottame nazionale di vetro da imballaggio da raccolta differenziata nel 2011

Fonte : Programma specifico di prevenzione 2012 – COREVE. I benefici energetici si traducono anche in benefici per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Il report della Commissione Europea “Waste management options and climate change” ha mostrato che la separazione alla fonte dei rifiuti, seguita dal riciclo dei materiali, è la modalità di gestione dei rifiuti che genera il più basso flusso netto di gas serra. Per il vetro le emissioni evitate sono 0,263 kg CO2eq per chilogrammo di materiale recuperato23.

feldspato   1,8  %  e  altre  Hpologie  1,7  %)   e  della  quanHtà  di   roLame  pronto   forno  riuHlizzato,   è  possibile  sHmare   le  quanHtà  di  materie  prime   risparmiate.   La   tabella  seguente   riporta,   in   tonnellate,   le   quanHtà  sHmate   di   materie   prime   risparmiate   grazie   all’uso   di   roLame   di   vetro   da   imballaggio   da   raccolta  differenziata,  calcolate  con  tale  metodo19.

Anno  2011  (tonnellate/anno)Anno  2011  (tonnellate/anno)Anno  2011  (tonnellate/anno)Anno  2011  (tonnellate/anno)Anno  2011  (tonnellate/anno)Anno  2011  (tonnellate/anno)Sabbia Soda   Marmo   Dolomite   Feldspato   Altro  1.154.172 331.895 210.697 102.552 33.749 31.698

Tabella  5.  Quan5tà  di  materie  prime  risparmiate  da  roQame  nazionale  da  imballaggio  da  raccolta  differenziata  nazionale  nel  2011  (COREVE).

Infine,  alcuni  aspeX   sulla  qualità  del  materiale  da  imballaggio  di  vetro.  Per  ridurre  il  quanHtaHvo  di  vetro  perso   nei  processi  di   selezione   (presenza  di   inquinanH   inorganici   e   organici),   è  necessario  migliorare   la  qualità  del  roQame  di  vetro  fin  dall’origine,  aLraverso  l’oXmizzazione  dei  sistemi  di  raccolta  differenziata.  La   raccolta   differenziata   oXmale   che   consente   di   incrementare   i   quanHtaHvi   di   roLame   di   vetro   e   di  assicurare   una   qualità   più   elevata   è   quella   di   Hpo  monomateriale   con   campana.   Per   incrementare   i  quanHtaHvi  e  la  qualità  di  roLame  di  vetro,  è  auspicabile  avviare  la  raccolta  differenziata  di  vetro  separata  per  colore  e  sviluppare  le  tecnologie  per  separare  i  diversi  frammen5  di  vetro  per  colore  negli  impianH  di  traLamento20.

1.1.3.2 Flussi  di  energiaL'industria  del  vetro   è   caraLerizzata  da  elevaH   consumi  energeHci,   dovuH   principalmente  al  processo   di  fusione,  il  quale  può  assorbire  da  un  minimo  del  50%  a  circa  l'80%  dei  consumi  totali.  In  Italia,  l’  80%  circa  della   produzione   di   vetro   industriale   è   oLenuta  mediante   combusHone   con   metano.   L’energia   eleLrica  viene  impiegata  sia  per  l’alimentazione  di  venHlatori,  compressori  e  per  altri  servizi,  che  per  fornire  calore  ausiliario  durante  la  fusione,  soLo  forma  di  “boosHng  eleLrico”.   I  consumi  energeHci  specifici,  relaHvi  alla  fusione  di  una   tonnellata  di   vetro,   variano  sensibilmente   per   i   diversi   seLori   di  produzione.   Il   consumo  energeHco  complessivo  del  ciclo  di  produzione  del  vetro   cavo  (fusione+lavorazione  e  aXvità  secondarie),  espresso  in  tonnellata  di  vetro  fuso,  sono21:

SeLore Consumo  energeHco  GJoule/tonn.  vetro

cavo 4-­‐10

cavo  domesHco 6-­‐18

Tabella  6.  Consumo  energe5co  nella  produzione  del  vetro  cavo.

Altri  consumi  energeHci  importanH  sono  relaHvi  alla  fase  di  ricoLura  del  vetro,  alla  movimentazione  di  aria  compressa   di   processo   o   venHlata   di   raffreddamento   mediante   venHlatori,   al   riscaldamento   dei   locali,  ecc.22.

(Programma  specifico   di   prevenzione   2012  –   COREVE)   L’uso   del   roQame  al   posto   delle  materie  prime  minerali  consente  un   risparmio  della  quanHtà  di  energia   “indirePa”   necessaria  per   la  preparazione  della  miscela  vetrificabile:  la  quanHtà  di  energia  risparmiata,   calcolabile  come  somma  della  quanHtà  di  energia  necessaria  per  l’estrazione  e  la  produzione  delle  materie  prime  minerali.  Nel  2011  tale  risparmio  “indireLo”  

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

7

19  Fonte  COREVE

20  Fonte:  Programma  specifico  di  prevenzione  2012  -­‐  COREVE

21  Linee  guida  per  l’individuazione  delle  migliori  tecnologie  disponibili  ex.  art.  3,  comma  2  del  decreto  legislaHvo  372/99.

22  Ibidem.

risulta   pari   a   1.930.281   Gcal/anno,   equivalenH   a   192.032   TEP/anno,   mentre   il   risparmio   energeMco  “direPo”,   cioè  dell’energia  necessaria  per   la   fusione   delle  materie  prime   e  per   la   produzione   del   vetro,  risulta  pari   a   1.167.615   Gcal/anno,   equivalenH   a  116.159   TEP/anno.   Perciò,   il   risparmio   complessivo   di  energia,  indireLo  più  direLo,  grazie  all’uso  del  roLame  di  vetro  è,  nel  2011,  pari  a  308.191  TEP.  Il  risparmio  energeHco   complessivo  dovuto  al  roLame  di   vetro  da  raccolta   differenziata   è   pari  a  180.666   TEP/anno  (59%  sul  totale  complessivo  risparmiato  grazie  all’uso  del  roLame  di  vetro),  di  cui  112.572  TEP/anno  di  Hpo  “indireLo”  e  68.094  TEP/anno  di  Hpo  “direLo”.

Vetro  da  imballaggio  da  raccolta  differenziata  –  Anno  2011Vetro  da  imballaggio  da  raccolta  differenziata  –  Anno  2011Risparmio  energeHco  indireLo  TEP/anno

Risparmio  energeHco  direLo  TEP/anno

112.572 68.094

Tabella  7.  Risparmio  energe5co  direQo  e  indireQo  nella  produzione  di  vetro  con  roQame  nazionale  di  vetro  da  imballaggio  da  raccolta  differenziata  nel  2011  (Fonte  :  Programma  specifico  di  prevenzione  2012  –  COREVE).

I  benefici  energeHci  si  traducono  anche  in  benefici  per  la  riduzione  delle  emissioni  di  gas   climalteran5.   Il  report  della  Commissione  Europea  “Waste  management  opHons  and  climate  change”  ha  mostrato  che  la  separazione  alla  fonte  dei   rifiuH,  seguita  dal  riciclo  dei  materiali,  è   la  modalità  di  gesHone  dei   rifiuH  che  genera  il  più   basso  flusso   neLo   di   gas   serra.  Per   il  vetro   le  emissioni   evitate  sono   0,263  kg   CO2eq   per  chilogrammo  di  materiale  recuperato23.

Frazione  differenziata kg  EP  risparmiaH  per  kg  materiale  recuperato

kg  CO2eq  non  emessi  per  kg  materiale  recuperato

 Organico  e  verde  -­‐  0,005  -­‐  0,040

 Carta  -­‐  0,277  -­‐  0,610

 PlasHca  -­‐  0,663  -­‐  1,459

 Vetro  -­‐  0,120  -­‐  0,263

 Legno  -­‐  0,017  -­‐  2,467

 Tessili  -­‐  1,445  -­‐  3,179

 Metalli  ferrosi  -­‐  0,680  -­‐  1,497

 Altri  metalli  -­‐  4,129  -­‐  9,084

 MulHmateriale  P/M  -­‐  1,221  -­‐  2,687

 Mul5materiale  V/P/M  -­‐  0,375  -­‐  0,826

 InerH  -­‐  0,006  -­‐  0,018

 IngombranH  recuperaH  -­‐  0,409  -­‐  1,401

Tabella  8.  Risparmio  di  energia  e  di  emissioni  di  CO2  per  5po  materiale  recuperato.(Fonte  ARPAV24  –  da5  Commissione  Europea  “Waste  management  op5ons  and  climate  change”  Arpav).  

L’uso  del  roLame  di  vetro  al  posto  delle  materie  prime  consente  di  ridurre  la  quanHtà  di  anidride  carbonica  (CO2)   derivante   dalla   decomposizione   dei   carbonaH   presenH   nella  miscela   vetrificabile   tradizionale.   Al  mancato   uHlizzo  di  soda  (sodio   carbonato),  marmo   (calcio  carbonato)   e  dolomite   (carbonato   di  calcio   e  magnesio)   corrisponde  una  minore  emissione  di   CO2   da  processo,   pari  a  472.326  t   per   l’anno  2011.   La  riduzione   delle  emissioni  di  CO2   derivante  dall’uso  del   roLame  rappresenta  circa  il  31  %  delle  emissioni  

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

8

23  Fonte:  ARPAV

24  hLp://www.arpa.veneto.it/temi-­‐ambientali/rifiuH/gesHone-­‐integrata-­‐dei-­‐rifiuH/il-­‐recupero-­‐dei-­‐rifiuH-­‐e-­‐il-­‐protocollo-­‐di-­‐kyoto.

20 - Fonte: Programma specifico di prevenzione 2012 - COREVE21 - Linee guida per l’individuazione delle migliori tecnologie disponibili ex. art. 3, comma 2 del decreto legislativo 372/99.22 - Ibidem.23 - Fonte:ARPAV

6TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

Tabella 8. Risparmio di energia e di emissioni di CO2 per tipo materiale recuperato.Fonte ARPAV24 – dati Commissione Europea “Waste management options and climate change” Arpav.

L’uso del rottame di vetro al posto delle materie prime consente di ridurre la quantità di anidride carbonica (CO2) derivante dalla decomposizione dei carbonati presenti nella miscela vetrificabile tradizionale. Al mancato utilizzo di soda (sodio carbonato), marmo (calcio carbonato) e dolomite (carbonato di calcio e magnesio) corrisponde una minore emissione di CO2 da processo, pari a 472.326 t per l’anno 2011. La riduzione delle emissioni di CO2 derivante dall’uso del rottame rappresenta circa il 31 % delle emissioni complessivamente emesse dall’intera industria vetraria nel corso del 2010 e circa il 45 % delle emissioni emesse dalla sola industria del vetro cavo, sempre per lo stesso periodo di riferimento25.

In sintesi, una bottiglia, se rifusa nel forno di una vetreria, dà luogo ad un’altra bottiglia, con le stesse qualità della precedente: caratteristica peculiare del vetro. Una riciclabilità totale che permette un notevole risparmio energetico nella fase di fusione26.

Riciclare il vetro, infatti, riduce il consumo delle materie prime necessarie: da 100 kg di rottame di vetro si ricavano 100 kg di prodotto nuovo, mentre occorrono 120 kg di materie prime vergini per avere 100 Kg di prodotto nuovo. Un impiego dell’80% di frammenti vetrosi nella miscela vetrificabile porta a un’economia energetica del 25% e ad una conseguente diminuzione delle emissioni di CO2 del 40% rispetto al solo utilizzo di materie prime vergini27.

Ad esempio, il Glass Packaging Institute (GPI)28 statunitense fornisce un semplice strumento online per il calcolo del dell’energia risparmiata per ogni bottiglia riciclata. Se, per esempio, si riciclano 20 bottiglie di vetro alla settimana, cioè 1.040 bottiglie di vetro all’anno, si risparmiano ben 104 kWh di energia elettrica, equivalenti all’energia consumata nelle seguenti attività:

• 142 ore di funzionamento di una lampada a fluorescenza (equivalenti a 10 mesi e 5 giorni in un anno)• 33 ore di funzionamento di una lampada a incandescenza (equivalenti a 2 mesi e 9 ore in un anno)• 6 ore e 40 minuti al computer (equivalenti a 14 giorni e 10 ore in un anno)• 4 ore e 26 minuti di TV (equivalenti a 9 giorni e 15 ore in un anno).

Riepilogando, il riciclo del vetro nel ciclo di produzione in vetreria (totale di rottame riciclato), nel corso del 2011, ha consentito di ottenere notevoli vantaggi ambientali, riepilogati nella seguente tabella (Programma specifico di prevenzione 2012 - COREVE).

risulta   pari   a   1.930.281   Gcal/anno,   equivalenH   a   192.032   TEP/anno,   mentre   il   risparmio   energeMco  “direPo”,   cioè  dell’energia  necessaria  per   la   fusione   delle  materie  prime   e  per   la   produzione   del   vetro,  risulta  pari   a   1.167.615   Gcal/anno,   equivalenH   a  116.159   TEP/anno.   Perciò,   il   risparmio   complessivo   di  energia,  indireLo  più  direLo,  grazie  all’uso  del  roLame  di  vetro  è,  nel  2011,  pari  a  308.191  TEP.  Il  risparmio  energeHco   complessivo  dovuto  al  roLame  di   vetro  da  raccolta   differenziata   è   pari  a  180.666   TEP/anno  (59%  sul  totale  complessivo  risparmiato  grazie  all’uso  del  roLame  di  vetro),  di  cui  112.572  TEP/anno  di  Hpo  “indireLo”  e  68.094  TEP/anno  di  Hpo  “direLo”.

Vetro  da  imballaggio  da  raccolta  differenziata  –  Anno  2011Vetro  da  imballaggio  da  raccolta  differenziata  –  Anno  2011Risparmio  energeHco  indireLo  TEP/anno

Risparmio  energeHco  direLo  TEP/anno

112.572 68.094

Tabella  7.  Risparmio  energe5co  direQo  e  indireQo  nella  produzione  di  vetro  con  roQame  nazionale  di  vetro  da  imballaggio  da  raccolta  differenziata  nel  2011  (Fonte  :  Programma  specifico  di  prevenzione  2012  –  COREVE).

I  benefici  energeHci  si  traducono  anche  in  benefici  per  la  riduzione  delle  emissioni  di  gas   climalteran5.   Il  report  della  Commissione  Europea  “Waste  management  opHons  and  climate  change”  ha  mostrato  che  la  separazione  alla  fonte  dei   rifiuH,  seguita  dal  riciclo  dei  materiali,  è   la  modalità  di  gesHone  dei   rifiuH  che  genera  il  più   basso  flusso   neLo   di   gas   serra.  Per   il  vetro   le  emissioni   evitate  sono   0,263  kg   CO2eq   per  chilogrammo  di  materiale  recuperato23.

Frazione  differenziata kg  EP  risparmiaH  per  kg  materiale  recuperato

kg  CO2eq  non  emessi  per  kg  materiale  recuperato

 Organico  e  verde  -­‐  0,005  -­‐  0,040

 Carta  -­‐  0,277  -­‐  0,610

 PlasHca  -­‐  0,663  -­‐  1,459

 Vetro  -­‐  0,120  -­‐  0,263

 Legno  -­‐  0,017  -­‐  2,467

 Tessili  -­‐  1,445  -­‐  3,179

 Metalli  ferrosi  -­‐  0,680  -­‐  1,497

 Altri  metalli  -­‐  4,129  -­‐  9,084

 MulHmateriale  P/M  -­‐  1,221  -­‐  2,687

 Mul5materiale  V/P/M  -­‐  0,375  -­‐  0,826

 InerH  -­‐  0,006  -­‐  0,018

 IngombranH  recuperaH  -­‐  0,409  -­‐  1,401

Tabella  8.  Risparmio  di  energia  e  di  emissioni  di  CO2  per  5po  materiale  recuperato.(Fonte  ARPAV24  –  da5  Commissione  Europea  “Waste  management  op5ons  and  climate  change”  Arpav).  

L’uso  del  roLame  di  vetro  al  posto  delle  materie  prime  consente  di  ridurre  la  quanHtà  di  anidride  carbonica  (CO2)   derivante   dalla   decomposizione   dei   carbonaH   presenH   nella  miscela   vetrificabile   tradizionale.   Al  mancato   uHlizzo  di  soda  (sodio   carbonato),  marmo   (calcio  carbonato)   e  dolomite   (carbonato   di  calcio   e  magnesio)   corrisponde  una  minore  emissione  di   CO2   da  processo,   pari  a  472.326  t   per   l’anno  2011.   La  riduzione   delle  emissioni  di  CO2   derivante  dall’uso  del   roLame  rappresenta  circa  il  31  %  delle  emissioni  

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

8

23  Fonte:  ARPAV

24  hLp://www.arpa.veneto.it/temi-­‐ambientali/rifiuH/gesHone-­‐integrata-­‐dei-­‐rifiuH/il-­‐recupero-­‐dei-­‐rifiuH-­‐e-­‐il-­‐protocollo-­‐di-­‐kyoto.

24 - http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/rifiuti/gestione-integrata-dei-rifiuti/il-recupero-dei-rifiuti-e-il-protocollo-di-kyoto.25 - Fonte: Programma specifico di prevenzione 2012 – COREVE.26 - Fonte Assovetro27 - Fonte: FEVE28 - http://www.gpi.org/

7TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

Tabella 9. Sintesi dei risparmi di materia e di energia nella produzione del vetro riciclato nel 2011.

Riciclare il vetro vuol dire rispettare l’ambiente e risparmiare risorse limitando l’estrazione di materie prime ed energia, dal momento che fondere una tonnellata di vetro riciclato permette di risparmiare 136 litri di petrolio rispetto alla lavorazione della materia prima29.

complessivamente  emesse  dall’intera  industria  vetraria  nel  corso  del  2010  e  circa  il  45  %  delle  emissioni  emesse  dalla  sola  industria  del  vetro  cavo,  sempre  per  lo  stesso  periodo  di  riferimento25.

In   sintesi,   una  boXglia,   se   rifusa  nel  forno   di   una   vetreria,   dà  luogo  ad   un'altra  boXglia,   con   le   stesse  qualità  della  precedente:  caraLerisHca  peculiare  del  vetro.  Una  riciclabilità  totale  che  permeLe  un  notevole  risparmio  energeHco  nella  fase  di  fusione26.

Riciclare  il  vetro,  infaR,  riduce  il  consumo  delle  materie  prime  necessarie:  da  100  kg  di  roQame  di  vetro  si  ricavano  100  kg  di  prodoQo  nuovo,  mentre  occorrono  120  kg  di  materie  prime  vergini  per  avere  100  Kg  di   prodoQo   nuovo.   Un   impiego   dell'80%   di   frammen5   vetrosi   nella   miscela   vetrificabile   porta   a  un'economia  energe5ca  del  25%  e  ad  una  conseguente  diminuzione  delle  emissioni  di  CO2  del  40%  rispeLo  al  solo  uHlizzo  di  materie  prime  vergini27.

Ad  esempio,  il  Glass  Packaging  InsMtute   (GPI)28  statunitense  fornisce  un  semplice  strumento  online  per   il  calcolo  del  dell’energia  risparmiata  per  ogni  boXglia  riciclata.  Se,  per  esempio,  si  riciclano  20  boRglie  di  vetro  alla  seRmana,  cioè  1.040  boRglie  di  vetro  all’anno,  si  risparmiano  ben  104  kWh  di  energia  eleLrica,  equivalenH  all’energia  consumata  nelle  seguenH  aXvità:

• 142  ore  di   funzionamento  di  una   lampada  a  fluorescenza  (equivalenH   a  10  mesi  e  5  giorni   in  un  anno)

• 33  ore  di  funzionamento  di  una  lampada  a  incandescenza  (equivalenH  a  2  mesi  e  9  ore  in  un  anno)

• 6  ore  e  40  minuH  al  computer  (equivalenH  a  14  giorni  e  10  ore  in  un  anno)

• 4  ore  e  26  minuH  di  TV  (equivalenH  a  9  giorni  e  15  ore  in  un  anno).

Riepilogando,  il  riciclo  del  vetro  nel  ciclo  di  produzione  in  vetreria  (totale  di  roLame  riciclato),  nel  corso  del  2011,  ha  consenHto  di  oLenere  notevoli  vantaggi  ambientali,  riepilogaH  nella  seguente  tabella  (Programma  specifico  di  prevenzione  2012  -­‐  COREVE).

Risparmi  energeHci  indireX  ,  pari  a  circa: 192.032  TEP*  (rispeLo  all'impiego  di  sole  materie  prime  di  origine  minerale)

Risparmi  energeHci  direX,  pari  a  circa: 116.159  TEP  (rispeLo  all'impiego  di  sole  materie  prime  di  origine  minerale)Risparmi  energe5ci  complessivi  anno  2011

308.191  TEP  pari  a  circa  1.971.351  barili  di  petrolio

Minore  consumo  di  materie  prime  minerali,  a  parità  di  vetro  prodoLo,  pari  a  circa:

3.181.000  tonnellate

Riduzione  direLa  di  emissioni  di  CO2eq  (materie  prime  e  fonH  energeHche):

847.686  tonnellate  di  CO2  eq

Riduzione  indireLa  di  emissioni  di  CO2  eq  (materie  prime  e  fonH  energeHche):

1.183.667  tonnellate  di  CO2  eq

Riduzione  totale  di  emissioni  di  CO2eq  anno  2011:

2.031.352  tonnellate  di  CO2  equivalen5,  pari  alla  circolazione  evitata,  per  un  anno,  di  circa  1.128.529  autoveQure  u5litarie  Euro  4  (con  una  percorrenza  media  di  15.000  Km).

Tabella  9.  Sintesi  dei  risparmi  di  materia  e  di  energia  nella  produzione  del  vetro  riciclato  nel  2011.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

9

25  Fonte:  Programma  specifico  di  prevenzione  2012  –  COREVE

26  Fonte  Assovetro

27  Fonte:  FEVE

28  hLp://www.gpi.org/

29 - Fonte: Ecoricicli

8TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

9TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

2.1 IL MODELLO CONCETTUALE Il modello concettuale adottato nel presente disciplinare per analizzare la filiera del vetro è quello sistemico orientato ai processi. La filiera del vetro è vista come un “insieme di elementi […] tra loro interdipendenti per ottenere un determinato scopo funzionale”. Nel modello, il sistema è attraversato da due tipi di flussi: uno di materia (il vetro e le materie prime ausiliarie) e uno di energia30 (che rende dinamico il sistema e possibili le trasformazioni). L’obiettivo del sistema è la trasformazione di materia a basso valore (il rifiuto di vetro da raccolta differenziata) in materia ad alto valore: il prodotto di vetro. Questo miglioramento qualitativo o di valore viene svolto per fasi successive e costituisce per l’appunto la filiera del vetro.

Nella filiera del vetro il flusso principale è quella della materia31. Inoltre, nella filiera del vetro, a differenza di altre filiere di recupero (es. carta o umido), si ha esclusivamente un degrado dell’energia: infatti, dal vetro non si può ricavare energia utile. L’unica e importante energia del vetro riciclato che si considera è quella che si risparmia dal suo recupero come materia prima seconda, in rapporto a quella spesa dall’uso della materia prima, per produrre lo stesso bene.

Quindi, considerato quanto premesso, si ha in ingresso al sistema un flusso di energia di alta qualità32 e un flusso di materia di basso valore33; mentre, in uscita, si ha: un flusso di materia di alto valore, costituito dal prodotto del processo; un flusso di energia di minore qualità; un flusso di materia di basso valore, che costituisce il rifiuto. Nel cuore del sistema, invece, a una scala descrittiva di maggiore dettaglio, si distinguono i componenti della filiera, costituiti dai singoli processi produttivi e dalle loro attività, legati in successione, come unità che assolvono allo scopo di trasformare la materia da rifiuto a prodotto (trattamento), grazie all’energia.

Figura 1. Diagramma concettuale semplificato dei flussi di sistema.

30 - Questo flusso può anche essere nullo o negativo se il sistema produce energia dalla materia.31 - Si distingue la materia in ingresso che ha funzione di vettore per la produzione dell’energia (gasolio, carbone, gas metano) dalla materia che rientra nei processi di produzione.32 - Nel significato dato secondo il concetto di “exergia”, ovvero la reale porzione di energia che può produrre lavoro meccanico.33 - Sono trascurate in questo caso le materie prime ausiliarie.

2METODOLOGIA DI ANALISI DELLA FILIERA

2 METODOLOGIA  DI  ANALISI  DELLA  FILIERA

2.1 Il  modello  conceQualeIl  modello  concePuale  adoLato  nel  presente  disciplinare  per  analizzare  la  filiera  del  vetro  è  quello  sistemico  orientato  ai  processi.  La  filiera  del  vetro  è  vista  come  un  “insieme  di  elemenH  […]   tra  loro  interdipendenH  per  oLenere  un  determinato  scopo  funzionale”.  Nel  modello,  il  sistema  è  aLraversato  da  due  Hpi  di  flussi:  uno  di  materia  (il  vetro  e  le  materie  prime  ausiliarie)  e  uno  di  energia30   (che  rende  dinamico  il  sistema  e  possibili  le  trasformazioni).  L’obieRvo  del  sistema  è  la  trasformazione  di  materia  a  basso  valore  (il  rifiuto  di  vetro  da   raccolta   differenziata)   in  materia  ad  alto   valore:  il  prodoQo  di  vetro.  Questo  miglioramento  qualita5vo  o  di  valore  viene  svolto  per  fasi  successive  e  cosHtuisce  per  l’appunto  la  filiera  del  vetro.

Nella  filiera  del  vetro  il  flusso  principale  è  quella  della  materia31.  Inoltre,  nella  filiera  del  vetro,  a  differenza  di  altre  filiere   di  recupero   (es.   carta  o  umido),  si  ha  esclusivamente  un   degrado   dell’energia:   infaX,   dal  vetro  non  si  può  ricavare  energia  uHle.  L’unica  e  importante  energia  del  vetro   riciclato  che  si  considera  è  quella  che  si  risparmia  dal  suo  recupero  come  materia  prima  seconda,   in  rapporto  a  quella  spesa  dall’uso  della  materia  prima,  per  produrre  lo  stesso  bene.

Quindi,  considerato  quanto  premesso,  si  ha  in  ingresso  al  sistema  un  flusso  di  energia  di  alta  qualità32  e  un  flusso  di  materia  di  basso  valore33;  mentre,  in  uscita,  si  ha:  un  flusso  di  materia  di  alto  valore,  cosHtuito  dal  prodoLo  del  processo;  un  flusso  di  energia   di  minore   qualità;   un  flusso  di  materia  di  basso   valore,   che  cosHtuisce   il   rifiuto.   Nel   cuore   del   sistema,   invece,   a   una   scala   descriXva   di   maggiore   deLaglio,   si  disHnguono  i  componen5  della  filiera,  cosHtuiH  dai  singoli  processi  produRvi  e  dalle  loro  aRvità,  legaH  in  successione,   come   unità   che   assolvono   allo   scopo   di   trasformare   la   materia   da   rifiuto   a   prodoLo  (traQamento),  grazie  all’energia.

Figura  1.  Diagramma  conceQuale  semplificato  dei  flussi  di  sistema.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

11

30  Questo  flusso  può  anche  essere  nullo  o  negaHvo  se  il  sistema  produce  energia  dalla  materia.

31  Si  disHngue  la  materia  in  ingresso  che  ha  funzione  di  veLore  per   la  produzione  dell’energia   (gasolio,  carbone,  gas  metano)  dalla  materia  che  rientra  nei  processi  di  produzione.

32  Nel  significato  dato  secondo  il  conceLo  di  “exergia”,  ovvero  la  reale  porzione  di  energia  che  può  produrre    lavoro  meccanico.

33  Sono  trascurate  in  questo  caso  le  materie  prime  ausiliarie.

10TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

2.2 LE FASILa filiera è stata distinta in cinque momenti caratteristici, detti “fasi”, che sono:

• Conferimento• Raccolta• Selezione• Raffinamento• Recupero.

Ogni fase individua un servizio o un processo industriale, un attore, un sito produttivo o dominio di attività.

La filiera del vetro riciclato, parte dall’acquisto e uso dell’imballaggio di vetro da parte dell’utente (consumatore) che “trasforma” l’imballaggio di vetro in rifiuto di vetro; seguono: il conferimento del rifiuto nei punti di raccolta (servizio di raccolta); l’asporto del rifiuto; la selezione del rifiuto di vetro e il suo raffinamento in materia prima seconda; l’utilizzo di questa nel processo di produzione dell’industria del vetro per la creazione di nuovi imballaggi di vetro da immettere sul mercato.

La filiera del vetro riciclato si configura come un ciclo: infatti, l’ultimo anello della catena, il recupero, che in un sistema produttivo “tradizionale” rappresenterebbe il primo anello della filiera, è invece qui legato alle precedenti fasi di selezione, raffinamento e di raccolta differenziata (riciclaggio) e chiude il flusso di materia. Ma se il recupero rappresenta la ragione d’essere delle precedenti fasi della filiera, la mancanza o l’inefficienza di un solo anello della catena ne spezza o ne compromette il ciclo.

Figura 2. Il ciclo del vetro

L’efficienza di tale ciclo è valutata in rapporto alla quantità di prodotto, dalle materie prime usate, dagli scarti che ogni fase produce (i rifiuti) e dall’energia netta che consuma.

Il sistema non è strettamente chiuso: consumi o apporti di energia sono indispensabili all’attività della filiera del vetro (l’energia non si ricicla) e perdite di materia durante le fasi di processo o aumenti di produttività richiedono l’uso di materie prime (peraltro di origine naturale). L’obiettivo prioritario a livello industriale e ambientale è quindi quello di migliorare il processo complessivo in modo da permettere, a parità di produzione, il minore apporto di energia, il minore apporto di materie prime e la minore produzione di scarti. Tutto questo, considerato sia in termini relativi, aumentando l’efficienza dei processi, che in termini assoluti, diminuendo la quantità d’uso di risorse limitate e non rinnovabili.

Dunque, il ciclo del vetro è stato scomposto in 5 fasi ed ogni fase è stata suddivisa in attività. Il dettaglio descrittivo scelto è quello più opportuno ad un livello gestionale. La Figura sottostante mostra le attività che compongono la filiera del vetro. Il sistema si articola in modo lineare: ogni attività è collegata attraverso un unico

2.2 Le  fasiLa  filiera  è  stata  disHnta  in  cinque  momenH  caraLerisHci,  deX  “fasi”,  che  sono:  

1. Conferimento2. Raccolta3. Selezione4. Raffinamento5. Recupero.

Ogni  fase  individua  un  servizio  o  un  processo  industriale,  un  aLore,  un  sito  produXvo  o  dominio  di  aXvità.

La   filiera   del   vetro   riciclato,   parte   dall’acquisto   e   uso   dell’imballaggio   di   vetro   da   parte   dell’utente  (consumatore)  che  “trasforma”  l’imballaggio  di  vetro  in  rifiuto  di  vetro;  seguono:  il  conferimento  del  rifiuto  nei   punH   di   raccolta   (servizio   di   raccolta);   l’asporto  del   rifiuto;   la   selezione   del  rifiuto   di   vetro   e   il   suo  raffinamento   in  materia  prima  seconda;   l’uHlizzo   di  questa  nel  processo  di  produzione  dell’industria  del  vetro  per  la  creazione  di  nuovi  imballaggi  di  vetro  da  immeLere  sul  mercato.

La  filiera  del  vetro  riciclato  si  configura  come  un  ciclo:  infaX,  l’ulHmo  anello  della  catena,  il  recupero,  che  in  un  sistema  produXvo  “tradizionale”  rappresenterebbe  il  primo  anello  della  filiera,  è  invece  qui  legato  alle  precedenH   fasi   di   selezione,   raffinamento   e   di   raccolta   differenziata   (riciclaggio)   e   chiude   il   flusso   di  materia.  Ma  se  il  recupero  rappresenta  la  ragione  d’essere  delle  precedenH  fasi  della  filiera,  la  mancanza  o  l’inefficienza  di  un  solo  anello  della  catena  ne  spezza  o  ne  compromeLe  il  ciclo.  

Figura  2.  Il  ciclo  del  vetro

L’efficienza  di  tale  ciclo  è  valutata  in  rapporto  alla  quan5tà   di  prodoQo,  dalle  materie  prime  usate,  dagli  scarH  che  ogni  fase  produce  (i  rifiuH)  e  dall’energia  neLa  che  consuma.

Il   sistema  non   è   streLamente  chiuso:   consumi  o   apporH   di   energia   sono   indispensabili   all’aXvità   della  filiera   del   vetro   (l’energia  non   si   ricicla)   e   perdite   di  materia  durante   le   fasi   di   processo   o   aumenH   di  produXvità  richiedono  l’uso  di  materie  prime  (peraltro  di  origine  naturale).  L’obieXvo  prioritario  a  livello  industriale  e  ambientale  è  quindi  quello  di  migliorare  il  processo  complessivo   in  modo  da  permeLere,  a  parità   di   produzione,   il  minore   apporto   di   energia,   il  minore   apporto   di   materie   prime   e   la  minore  produzione  di  scar5.  TuLo  questo,  considerato  sia  in  termini  relaHvi,  aumentando  l’efficienza  dei  processi,  che  in  termini  assoluH,  diminuendo  la  quanHtà  d’uso  di  risorse  limitate  e  non  rinnovabili.

Dunque,   il  ciclo  del  vetro  è  stato  scomposto  in  5  fasi  ed  ogni  fase  è  stata  suddivisa  in  aRvità.   Il  deLaglio  descriXvo  scelto  è  quello  più  opportuno  ad  un   livello   gesHonale.  La  Figura   soLostante  mostra  le  aXvità  

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

12

11TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

flusso di materia in entrata (di basso valore) e un flusso unico in uscita (di maggiore qualità). L’energia indicata negli schemi è quella al netto dell’eventuale energia auto-prodotta nella fase di processo (energia netta). Mentre non vengono indicati gli apporti di acqua, materia prima di valore ambientale che è invece considerata nel bilancio del disciplinare.

Figura 3. Schema concettuale del modello di filiera del vetro riciclato.

2.3 IL BILANCIOLo scopo dell’analisi della filiera del vetro riciclato è quello di pervenire e giustificare uno schema di bilancio sulla materia e l’energia in gioco (che sarà oggetto del disciplinare) che, attraverso il monitoraggio periodico degli elementi chiave del sistema, permetterà la realizzazione periodica e permanente del bilancio di filiera.

Il bilancio di filiera deve permettere di rispondere alle seguenti domande:1) Quanta parte del vetro conferito alla raccolta differenziata viene recuperato e trasformato in bottiglia?2) Qual è il contenuto energetico di una bottiglia di vetro (energia incorporata34)? Ovvero, quanta parte di energia necessaria per ri-produrla (da materie prime) può essere fornita da una bottiglia? Oppure, quanta energia devo consumare per rimettere in ciclo questa bottiglia (come materia prima seconda)?3) Il vetro conferito perde il proprio valore di qualità durante il proprio ciclo di vita? (è riciclabile “all’infinito”?)4) Ci sono margini di miglioramento nel processo di filiera? Dove?

34 - Nella letteratura inglese: Embodied energy. Per Embodied energy (energia grigia) si intende la quantità di energia necessaria per produrre, trasportare fino al luogo di utilizzo e smaltire un prodotto o un materiale o per assicurare un servizio. L’energia grigia può essere anche chiamata “energia virtuale”, “energia congelata” o “energia nascosta”. Generalmente, con il termine energia grigia si indica una metodologia per valutare l’ammontare totale dell’energia utilizzata nel corso dell’intera vita del prodotto: estrazione delle materie prime, trasporto, trasformazione, montaggio, installazione, come pure la demolizione e lo smaltimento. Alcune metodologie puntano a esprimere l’energia grigia in termini di consumo di petrolio; altre metodologie valutano l’energia grigia in termini di quantità di luce solare che viene utilizzata nei processi ecologici. Le unità di misura tipicamente usate sono il MJ/Kg (mega joule di energia necessaria a ottenere un chilogrammo di prodotto) e il t CO2 (tonnellate di anidride carbonica liberata dall’energia necessaria a prodotte un chilogrammo di prodotto). [Fonte. http://it.wikipedia.org/wiki/Energia_grigia]Valori per il vetro, riportati in letteratura , sono: General glass: Embodied energy: 15 MJ/kg; Embodied carbon: 0,85 kg CO2/kg; Density: 2500 kg/m3. Questi valori tengono conto del tasso di riciclaggio britannico del 2004, che è pari a 38%.

che   compongono   la   filiera   del   vetro.   Il   sistema   si   arHcola   in   modo   lineare:   ogni   aXvità   è   collegata  aLraverso  un  unico  flusso  di  materia   in  entrata  (di  basso  valore)   e  un  flusso  unico   in  uscita  (di  maggiore  qualità).  L’energia  indicata  negli  schemi  è  quella  al  neQo  dell’eventuale  energia  auto-­‐prodoQa  nella  fase  di  processo   (energia   neLa).   Mentre   non   vengono   indicaH   gli   apporH   di   acqua,   materia   prima   di   valore  ambientale  che  è  invece  considerata  nel  bilancio  del  disciplinare.

Figura  3.  Schema  conceQuale  del  modello  di  filiera  del  vetro  riciclato.

2.3 Il  bilancioLo   scopo   dell’analisi   della   filiera   del   vetro   riciclato   è   quello   di   pervenire   e   giusHficare   uno   schema   di  bilancio  sulla  materia  e  l’energia  in  gioco  (che  sarà  oggeLo  del  disciplinare)  che,  aLraverso  il  monitoraggio  periodico   degli   elemenH   chiave   del   sistema,   permeLerà   la   realizzazione   periodica   e   permanente   del  bilancio  di  filiera.

Il  bilancio  di  filiera  deve  permeLere  di  rispondere  alle  seguenH  domande:1)  Quanta  parte  del  vetro  conferito  alla  raccolta  differenziata  viene  recuperato  e  trasformato  in  boXglia?

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

13

12TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

13TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

Viene ora descritta la filiera del vetro riciclato che sarà oggetto del disciplinare di certificazione. In linea con la metodologia esposta nel paragrafo precedente, la filiera del vetro riciclato, nei suoi processi, è suddivisa in 5 fasi di lavorazione svolte da altrettanti attori in siti differenti, come indicato nella seguente tabella.

Tabella 10. Gli attori della filiera.

In questo paragrafo saranno rappresentate in modo dettagliato le singole attività della filiera. Di ogni fase saranno descritte le informazioni generali relative a: il sito dove ha luogo il processo; le principali attività che si svolgono nel sito; i processi produttivi. Successivamente, per le stesse fasi, saranno analizzati i tipi di flusso di materia (par. 4.6) e di energia (par. 4.7) di ogni attività. Questa suddivisione permette di analizzare la filiera da due diversi punti di vista: l’organizzazione e i flussi.

3.1 IL CONFERIMENTO E IL SERVIZIO DI RACCOLTADal punto di vista della filiera del vetro riciclato da imballaggi derivante da rifiuti urbani, il conferimento è laprima fase del ciclo del vetro che vede come attore attivo il cittadino. Il conferimento dei rifiuti è quelmomento della filiera del vetro nel quale il cittadino, produttore del rifiuto, cede (si disfa) il proprio rifiutoda imballaggi di vetro al sistema di raccolta. Questa fase è svolta dal cittadino in modo autonomo e avvienenormalmente già all’interno dell’ambiente domestico e secondo le buone pratiche della raccoltadifferenziata.Il conferimento del vetro da parte del cittadino, dei commercianti e ristoratori è sicuramente il momentopiù importante della catena del recupero e del riciclaggio. Il sistema più conosciuto è l’impiego dellacampana verde di capacità da 2 a 3,3 m3, che viene dislocata in diversi punti della città e in cui vengonoinserite le bottiglie vuote.

3 I  PROCESSI  DI  FILIERAViene  ora  descriLa  la  filiera  del  vetro  riciclato  che  sarà  oggeLo  del  disciplinare  di  cerHficazione.  In  linea  con  la  metodologia  esposta  nel  paragrafo  precedente,  la  filiera  del  vetro  riciclato,  nei  suoi  processi,  è  suddivisa  in  5  fasi  di  lavorazione  svolte  da  altreLanH  aLori  in  siH  differenH,  come  indicato  nella  seguente  tabella.  

Fase Descrizione AQore Sito

1 CONFERIMENTO VERITAS  SpA  -­‐  Veneziana  Energia  Risorse  Idriche  Territorio  Ambiente  Servizi

Municipalità  di  Chirignago  –  Zelarino  e  Municipalità  di  Favaro  Veneto

2 RACCOLTA Ecoricicli  Veritas  Srl Municipalità  di  Chirignago  –  Zelarino  e  Municipalità  di  Favaro  Veneto

3 SELEZIONE Ecoricicli  Veritas  Srl Sede  operaHva  Malcontenta  Eco-­‐Ricicli  Veritas

4 RAFFINAMENTO Ecopatè Sede  operaHve  Musile  di  Piave  EcoPate

5 RECUPERO O-­‐I  Manufacturing  Italy  Spa

Sede  operaHve  San  Polo  di  Piave  (TV)  O-­‐I

Tabella  10.  Gli  aQori  della  filiera.

In  questo  paragrafo  saranno  rappresentate  in  modo  deLagliato   le  singole  aXvità  della  filiera.  Di  ogni  fase  saranno  descriLe  le  informazioni  generali  relaHve  a:  il  sito  dove  ha  luogo  il  processo;  le  principali  aXvità  che  si  svolgono  nel  sito;  i  processi  produXvi.  Successivamente,  per  le  stesse  fasi,  saranno  analizzaH  i  Hpi  di  flusso  di  materia  (par.  4.6)  e  di  energia  (par.  4.7)  di  ogni  aXvità.  Questa  suddivisione  permeLe  di  analizzare  la  filiera  da  due  diversi  punH  di  vista:  l’organizzazione  e  i  flussi.

3.1 Il  conferimento  e  il  servizio  di  raccoltaDal  punto  di  vista  della  filiera  del  vetro  riciclato  da  imballaggi  derivante  da  rifiuH  urbani,  il  conferimento  è  la  prima  fase  del   ciclo   del   vetro   che  vede  come  aLore   aXvo   il   ciLadino.   Il  conferimento   dei  rifiuH   è   quel  momento  della  filiera  del  vetro  nel  quale  il  ciQadino,  produLore  del  rifiuto,  cede  (si  disfa)   il  proprio  rifiuto  da  imballaggi  di  vetro  al  sistema  di  raccolta.  Questa  fase  è  svolta  dal  ciLadino  in  modo  autonomo  e  avviene  normalmente   già   all’interno   dell’ambiente   domesHco   e   secondo   le   buone   praHche   della   raccolta  differenziata.Il  conferimento  del  vetro  da  parte  del  ciLadino,  dei  commercianH   e  ristoratori  è  sicuramente  il  momento  più   importante   della   catena   del   recupero   e   del   riciclaggio.   Il   sistema   più   conosciuto   è   l'impiego   della  campana   verde  di  capacità  da  2  a  3,3  m3,  che  viene  dislocata  in  diversi  punH  della  ciLà  e  in  cui  vengono  inserite  le  boXglie  vuote.

3.1.1 Il  servizio  di  raccolta  differenziataPer   la  ges5one  dei   rifiu5   nel  proprio  territorio,   il  Comune  di  Venezia  recepisce   la  normaHva  nazionale  e  regionale  in  materia  aLraverso  un  proprio  regolamento  dei  rifiuH  (approvato  con  Delibera  di  Consiglio  n.66  del  16  giugno  2008,  pubblicata  all'Albo  Pretorio  il  26  giugno  2008,  e  modificato  con  Delibera  di  Consiglio  n.  149  del  20  dicembre  2010)  che  ha  l'obieXvo  di  regolare  tuLe  le  fasi  di  gesHone  dei  rifiuH  urbani  (raccolta,  trasporto,  conferimento,  differenziazione,  assimilazione).

Il  regolamento  stabilisce  che:

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

15

3I PROCESSI DI FILIERA

14TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

3.1.1 IL SERVIZIO DI RACCOLTA DIFFERENZIATAPer la gestione dei rifiuti nel proprio territorio, il Comune di Venezia recepisce la normativa nazionale e regionale in materia attraverso un proprio regolamento dei rifiuti (approvato con Delibera di Consiglio n.66 del 16 giugno 2008, pubblicata all’Albo Pretorio il 26 giugno 2008, e modificato con Delibera di Consiglio n. 149 del 20 dicembre 2010) che ha l’obiettivo di regolare tutte le fasi di gestione dei rifiuti urbani (raccolta, trasporto, conferimento, differenziazione, assimilazione).

Il regolamento stabilisce che:

• Il servizio di raccolta di rifiuti urbani e assimilati agli urbani viene effettuato nell’ambito del territorio comunale. Entro tale ambito è obbligatorio avvalersi del servizio pubblico per la raccolta dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati (art. 3, comm. 1, Reg. com.).

• La raccolta differenziata (art 12, Reg. com.) viene organizzata al fine di rispondere alle indicazioni di cui all’art. 2 della L.R. Veneto n. 3/2000 e delle norme dei Piani regionali e provinciali per la gestione dei rifiuti, in particolare prevedendo:

a - l’attivazione della raccolta differenziata della frazione verde, nonché di quella putrescibile relativa ad utenze selezionate, per il successivo conferimento ad impianti di bioconversione;

b - l’attivazione della raccolta differenziata della frazione secca recuperabile, per il successivo conferimento ad impianti di recupero;

c - l’attivazione della raccolta delle rimanenti frazioni dei rifiuti urbani, operando prioritariamente la separazione della frazione umida a monte, mediante raccolta differenziata presso l’utente.

Inoltre, lo stesso regolamento prescrive che:

Il Comune deve organizzare sistemi adeguati di raccolta differenziata in modo da permettere all’utente di conferire al servizio pubblico rifiuti di imballaggio selezionati dai rifiuti domestici e da altri tipi di rifiuti di imballaggi.

E’ fatto obbligo per l’utente conferire in modo separato tutti i rifiuti per i quali è stata attivata la relativa raccolta differenziata. Gli utenti devono avvalersi delle strutture predisposte per la raccolta differenziata e delle iniziative attivate finalizzate al recupero-riciclaggio dei rifiuti.

L’utente deve provvedere alla preventiva selezione del materiale alla fonte ed al successivo conferimento nelle modalità stabilite nel presente Regolamento e nelle ordinanze in materia.

E’ vietato il conferimento di rifiuti differenziati e non al servizio pubblico istituito dal Comune da parte di soggetti non residenti e attività non insediate nel territorio comunale e che, comunque, non corrispondono la tariffa per la gestione dei rifiuti urbani (art. 23 reg. com.).

I rifiuti che interessano il presente lavoro sono quelli conferiti nei contenitori adibiti alla raccolta di rifiuti urbani e specificatamente delle campane per la raccolta del multi-materiale Vetro-plastica-lattine (VPL) che fanno parte del servizio di raccolta differenziata. La raccolta dei rifiuti avviene mediante cassonetti/contenitori stradali differenziati. Le campane sono il sistema più economico, diffuso ed efficace per raccogliere i rifiuti di vetro. Le campane hanno una capacità che varia da 2 a 3 m3 e sono dislocate in diversi punti della città, in luoghi accessibili e su aree asfaltate o cementate. Generalmente si rende necessario installare minimo una campana ogni 400/500 abitanti35.

35 - Fonte: COREVE

15TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

Nel Comune di Venezia i contenitori di raccolta si distinguono in:• Campane di colore verde: si possono introdurre tutti gli imballaggi costituiti da vetro, plastica e metallo (alluminio, acciaio, banda stagnata), campana VPL.• Campane di colore giallo: si possono introdurre tutti i rifiuti costituiti da carta, cartone, tetrapak• Bidoncini verde scuro: per i rifiuti organici (avanzi di cucina).• Cassonetti verde chiaro/grigio: per il rifiuto secco residuo.

Le campane sono organizzate in spazi stradali detti punti di prossimità.I punti di prossimità sono aree attrezzate con appositi contenitori, dislocate presso le strade cittadine, per il conferimento di materiali separati: carta, plastica, vetro, frazione organica e frazione secca. Ogni punto di prossimità è normalmente individuato da un codice identificativo.

Per aumentare la raccolta differenziata e raggiungere gli obiettivi fissati per questa, il Comune di Venezia e Veritas hanno avviato un nuovo sistema di raccolta del rifiuto secco non riciclabile. Su ogni cassonetto è infatti installata una calotta che si apre solo con una chiave elettronica personalizzata consegnata a ogni utente. Questo meccanismo impedisce la “migrazione dei rifiuti” dai comuni limitrofi e permette di limitare il volume di rifiuto secco conferito in un unico sacchetto, obbligando in tale modo l’utente a selezionare il materiale conferito.

3.1.2 LA MUNICIPALITÀ DI CHIRIGNAGO - ZELARINO IN DETTAGLIOAttualmente, la dotazione dei punti di prossimità all’interno della Municipalità di Chirignago-Zelarino è la seguente36. I contenitori che interessano la Municipalità sono 1757 collocati in 412 piazzole. I contenitori con calotta per la raccolta del secco indifferenziato sono 558; le campane per la raccolta del VPL sono 291, mentre 282 sono quelle per la raccolta della carta. Per completare il quadro: 456 sono i bidoni per l’umido; 150 quelli per il verde; 20 quelli per gli indumenti. La composizione completa è indicata nella seguente tabella.

Tabella 11. Piazzole e contenitori totali..

Le utenze previste all’interno dell’area della municipalità sono all’incirca 17.000 e distribuite secondo le categorie indicate in Tabella 12 (sono in corso verifiche puntuali):

Tabella 12.

Per  aumentare  la  raccolta  differenziata  e  raggiungere  gli  obieRvi  fissaH  per  questa,  il  Comune  di  Venezia  e  Veritas  hanno  avviato  un  nuovo  sistema  di  raccolta  del  rifiuto  secco  non   riciclabile.  Su  ogni  cassoneLo  è  infaX   installata  una  caloQa   che  si  apre  solo  con  una  chiave  eleQronica  personalizzata   consegnata  a  ogni  utente.  Questo  meccanismo  impedisce  la  “migrazione  dei  rifiuH”  dai  comuni  limitrofi  e  permeLe  di  limitare  il  volume  di  rifiuto  secco  conferito  in  un  unico  saccheLo,  obbligando  in  tale  modo  l’utente  a  selezionare  il  materiale  conferito.

3.1.2 La Municipalità di Chirignago - ZelarinoALualmente,   la  dotazione  dei  punH   di  prossimità  all’interno  della  Municipalità  di  Chirignago-­‐Zelarino  è  la  seguente36.  I  contenitori  che  interessano   la  Municipalità  sono  1757  collocaH   in  412  piazzole.  I  contenitori  con  caloLa  per  la  raccolta  del  secco  indifferenziato  sono  558;  le  campane  per  la  raccolta  del  VPL  sono  291,  mentre  282  sono  quelle  per  la  raccolta  della  carta.  Per  completare  il  quadro:  456  sono  i  bidoni  per  l’umido;  150  quelli  per   il   verde;   20  quelli   per   gli   indumenH.   La  composizione   completa  è  indicata  nella  seguente  tabella.

numero

Piazzole  (pun5  di  prossimità) 412

Contenitori  con  caloLa 558

Campane  raccolta  VPL 291

Campane  raccolta  carta 282

Bidoncini  umido 456

Contenitori  vegetale 150

Contenitori  indumenH 20

Tabella  11.  Piazzole  e  contenitori  totali.

Le  utenze  previste  all’interno  dell’area  della  municipalità  sono  all’incirca  17.000   e  distribuite  secondo   le  categorie  indicate  in  Tabella 12  (sono  in  corso  verifiche  puntuali):

CATEGORIA  UTENZA/TARIFFA NUMEROCommerciale 1.992DomesHca  non  resid.  di  residenH 458DomesHca  non  resid.  di  non  residenH 428DomesHca  residente 14.124TOTALE 17.002

Tabella  12.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

1736  DaH  aggiornaH  ad  agosto  2012.

Per  aumentare  la  raccolta  differenziata  e  raggiungere  gli  obieRvi  fissaH  per  questa,  il  Comune  di  Venezia  e  Veritas  hanno  avviato  un  nuovo  sistema  di  raccolta  del  rifiuto  secco  non   riciclabile.  Su  ogni  cassoneLo  è  infaX   installata  una  caloQa   che  si  apre  solo  con  una  chiave  eleQronica  personalizzata   consegnata  a  ogni  utente.  Questo  meccanismo  impedisce  la  “migrazione  dei  rifiuH”  dai  comuni  limitrofi  e  permeLe  di  limitare  il  volume  di  rifiuto  secco  conferito  in  un  unico  saccheLo,  obbligando  in  tale  modo  l’utente  a  selezionare  il  materiale  conferito.

3.1.2 La Municipalità di Chirignago - ZelarinoALualmente,   la  dotazione  dei  punH   di  prossimità  all’interno  della  Municipalità  di  Chirignago-­‐Zelarino  è  la  seguente36.  I  contenitori  che  interessano   la  Municipalità  sono  1757  collocaH   in  412  piazzole.  I  contenitori  con  caloLa  per  la  raccolta  del  secco  indifferenziato  sono  558;  le  campane  per  la  raccolta  del  VPL  sono  291,  mentre  282  sono  quelle  per  la  raccolta  della  carta.  Per  completare  il  quadro:  456  sono  i  bidoni  per  l’umido;  150  quelli  per   il   verde;   20  quelli   per   gli   indumenH.   La  composizione   completa  è  indicata  nella  seguente  tabella.

numero

Piazzole  (pun5  di  prossimità) 412

Contenitori  con  caloLa 558

Campane  raccolta  VPL 291

Campane  raccolta  carta 282

Bidoncini  umido 456

Contenitori  vegetale 150

Contenitori  indumenH 20

Tabella  11.  Piazzole  e  contenitori  totali.

Le  utenze  previste  all’interno  dell’area  della  municipalità  sono  all’incirca  17.000   e  distribuite  secondo   le  categorie  indicate  in  Tabella 12  (sono  in  corso  verifiche  puntuali):

CATEGORIA  UTENZA/TARIFFA NUMEROCommerciale 1.992DomesHca  non  resid.  di  residenH 458DomesHca  non  resid.  di  non  residenH 428DomesHca  residente 14.124TOTALE 17.002

Tabella  12.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

1736  DaH  aggiornaH  ad  agosto  2012.

36 - Dati aggiornati ad agosto 2012.

16TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

Tabella 11. Piazzole e contenitori totali.

3.1.3 MATERIALI RICICLABILI E NONL’utente è formato tramite periodici incontri o campagne che lo informano come conferire correttamente i materiali nelle apposite campane verdi “multimateriale” per il vetro la plastica e le lattine (VPL). Nella tabella seguente vengono elencati i materiali VPL riciclabili e i materiali non riciclabili, come da campagna informativa:

Tabella 13. Materiali riciclabili e non riciclabili come rifiuti VPL.

Tutto il materiale non deve avere residui di cibo o prodotto contenuto.

Livelli di concentrazione dei metalli pesanti presenti negli imballaggiIl corretto conferimento del vetro nella campana VPL è determinato anche dal tipo di vetro conferito. Bicchieri di vetro e di cristallo, specchi e lastre di vetro, non sono riciclabili se conferiti nella raccolta del VPL. Il vetro riciclato, infatti, viene contaminato da materiale vitreo contenente elevate percentuali di piombo

35 - Fonte: COREVE

Figura  4.  Categorie  di  utenza.

3.1.3 Materiali  riciclabili  e  nonL’utente  è  formato  tramite  periodici  incontri  o  campagne  che  lo  informano  come  conferire  correLamente  i  materiali   nelle  apposite  campane   verdi   “mulHmateriale”  per   il  vetro   la  plasHca   e   le   laXne   (VPL).  Nella  tabella  seguente  vengono  elencaH   i  materiali  VPL  riciclabili  e  i  materiali  non  riciclabili,  come  da  campagna  informaHva:

Sono  riciclabili Non  lo  sono

boRglie;  flaconi  e  dispenser  di  plasHca  per  detergenH,  saponi,  creme,  shampoo  e  bagnoschiuma;  vasi  e  vaseR  di  vetro;  confezioni,  vascheLe,  buste  e  saccheX  per  alimenH  privi  di  residui  di  prodoLo;  cellophane  e  film  di  plasHca  alimentare  trasparente;  contenitori  di  plasHca  e  polisHrolo  per  imballaggi;  saccheX,  buste,  shopper  e  reHne  di  plasHca;  laXne  e  baraLoli  per  alimenH;  stagnola  e  vascheLe  di  alluminio;  terrine,  bacinelle,  secchi,  ciotole  di  plasHca;  bicchieri  e  stoviglie  di  plasHca  puliH;  taniche  pulite;  contenitori  di  plasHca  puliH  per  piLure  lavabili;  casseLe  porta  boXglie  e  cestelli  di  plasHca.Contenitori  di  Tetra  Pak  per  bevande  e  alimenH  (ad  esempio,  succhi  di  fruLa,  laLe,  vino)

Bicchieri  di  vetroPorcellana  e  ceramicaDamigianeSpecchi  e  lastre  di  vetroGommaGiocaLoliCasseLe  di  legnoStoviglie  di  plasHca  sporcheVasi  per  fiori

Tabella  13.  Materiali  riciclabili  e  non  riciclabili  come  rifiu5  VPL.

TuLo  il  materiale  non  deve  avere  residui  di  cibo  o  prodoLo  contenuto.

Livelli  di  concentrazione  dei  metalli  pesan5  presen5  negli  imballaggiIl  correLo  conferimento  del  vetro  nella  campana  VPL  è  determinato  anche  dal  Hpo  di  vetro  conferito.  Bicchieri  di  vetro  e  di   cristallo,  specchi  e   lastre  di   vetro,  non   sono   riciclabili   se  conferiH  nella  raccolta  del  VPL.  Il   vetro   riciclato,  infaX,  viene  contaminato  da  materiale  vitreo   contenente  elevate  percentuali  di  piombo  o  da  altri  metalli   pesanH.  I  livelli  di  

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

18

Figura  4.  Categorie  di  utenza.

3.1.3 Materiali  riciclabili  e  nonL’utente  è  formato  tramite  periodici  incontri  o  campagne  che  lo  informano  come  conferire  correLamente  i  materiali   nelle  apposite  campane   verdi   “mulHmateriale”  per   il  vetro   la  plasHca   e   le   laXne   (VPL).  Nella  tabella  seguente  vengono  elencaH   i  materiali  VPL  riciclabili  e  i  materiali  non  riciclabili,  come  da  campagna  informaHva:

Sono  riciclabili Non  lo  sono

boRglie;  flaconi  e  dispenser  di  plasHca  per  detergenH,  saponi,  creme,  shampoo  e  bagnoschiuma;  vasi  e  vaseR  di  vetro;  confezioni,  vascheLe,  buste  e  saccheX  per  alimenH  privi  di  residui  di  prodoLo;  cellophane  e  film  di  plasHca  alimentare  trasparente;  contenitori  di  plasHca  e  polisHrolo  per  imballaggi;  saccheX,  buste,  shopper  e  reHne  di  plasHca;  laXne  e  baraLoli  per  alimenH;  stagnola  e  vascheLe  di  alluminio;  terrine,  bacinelle,  secchi,  ciotole  di  plasHca;  bicchieri  e  stoviglie  di  plasHca  puliH;  taniche  pulite;  contenitori  di  plasHca  puliH  per  piLure  lavabili;  casseLe  porta  boXglie  e  cestelli  di  plasHca.Contenitori  di  Tetra  Pak  per  bevande  e  alimenH  (ad  esempio,  succhi  di  fruLa,  laLe,  vino)

Bicchieri  di  vetroPorcellana  e  ceramicaDamigianeSpecchi  e  lastre  di  vetroGommaGiocaLoliCasseLe  di  legnoStoviglie  di  plasHca  sporcheVasi  per  fiori

Tabella  13.  Materiali  riciclabili  e  non  riciclabili  come  rifiu5  VPL.

TuLo  il  materiale  non  deve  avere  residui  di  cibo  o  prodoLo  contenuto.

Livelli  di  concentrazione  dei  metalli  pesan5  presen5  negli  imballaggiIl  correLo  conferimento  del  vetro  nella  campana  VPL  è  determinato  anche  dal  Hpo  di  vetro  conferito.  Bicchieri  di  vetro  e  di   cristallo,  specchi  e   lastre  di   vetro,  non   sono   riciclabili   se  conferiH  nella  raccolta  del  VPL.  Il   vetro   riciclato,  infaX,  viene  contaminato  da  materiale  vitreo   contenente  elevate  percentuali  di  piombo  o  da  altri  metalli   pesanH.  I  livelli  di  

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

18

17TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

o da altri metalli pesanti. I livelli di concentrazione di metalli pesanti negli imballaggi sono regolamentati dalla direttiva 94/62/CE. L’articolo 11 di questo atto dell’Unione, stabilisce che gli Stati membri si assicurano che i livelli totali di concentrazione di piombo, cadmio, mercurio e cromo esavalente presenti negli imballaggi o nei componenti di imballaggio non superino i valori da essa fissati. La direttiva stabilisce una graduale riduzione della concentrazione dei metalli pesanti presenti negli imballaggi: da un limite iniziale di 600 ppm in peso ad un limite di 100 ppm in peso entro il termine del 30 giugno 2001. Successivamente, con decisione 2001/171/CE37, la Commissione europea pone le condizioni per l’applicazione di una prima deroga per gli imballaggi in vetro relativamente ai livelli di concentrazione di metalli pesanti sopra fissati sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio: deroga che riguarda il limite di 100 ppm. Si giustifica tale decisione, considerando che i dati relativi ai primi anni di applicazione dell’articolo 11 hanno evidenziato l’esistenza di un problema peculiare al settore del vetro: una applicazione totale del tetto di 100 ppm prevista potrebbe, infatti, dar luogo a una riduzione dell’impiego del vetro riciclato e quindi a un risultato ecologicamente negativo. La Commissione stabilisce così le condizioni alle quali vengono derogati i livelli di concentrazione e decide che dopo il termine del 30 giugno 2001, gli imballaggi in vetro possono superare il limite di 100 ppm per peso: è vietata così l’introduzione deliberata di piombo, cadmio, mercurio o cromo esavalente nel processo di produzione, mentre il materiale di imballaggio può superare i limiti di concentrazione solo a seguito dell’aggiunta di materiale riciclato (art. 4). Si specifica che per “introduzione deliberata” (art. 2) si intende l’atto di utilizzare volontariamente una sostanza nella formulazione di un imballaggio o di un componente di imballaggio qualora si desideri assicurarne la presenza nell’imballaggio finale o in un suo componente, al fine di garantire una caratteristica, una presentazione o una qualità specifiche. L’impiego, tuttavia, di materiale riciclato quale materia prima per la produzione di nuovi materiali di imballaggio non è considerato “introduzione deliberata”, anche se una parte di tali materiali riciclati può contenere metalli regolamentati (art. 2). Qualora, però, il livello medio di concentrazione di metalli pesanti (presente nell’imballaggio di vetro) superi il valore limite di 200 ppm su una base di rilevazione di dodici mesi consecutivi, relativa alla produzione di ciascuna fornace di vetro e tale da rappresentare l’attività ordinaria e regolare, il produttore o un suo rappresentante autorizzato dovrà presentare un rapporto alle autorità competenti [...] (art 5). La presente deroga cessa il proprio effetto dopo il termine del 30 giugno 2006 (art. 6). Ma, con decisone 2006/340/CE38, la Commissione modifica la precedente 2001/171/CE e al fine di prorogare la validità delle condizioni per l’applicazione di una deroga per gli imballaggi in vetro relativamente ai livelli di concentrazione di metalli pesanti fissati dalla direttiva 94/62/CE, decide di prorogare la validità della decisione 2001/171/CE senza fissare un’ulteriore data di scadenza: l’articolo 6 della decisione 2001/171/CE è quindi soppresso. Le disposizioni della Direttiva 94/62/CE sono state interamente recepite in Italia dal titolo II del d.lgs. 22/97 prima e poi dalla parte IV del D.lgs. 152/200639.

3.2 RACCOLTA: SVUOTAMENTO E TRASPORTOLa «raccolta» è il prelievo dei rifiuti, compresi la cernita preliminare e il deposito preliminare, ai fini del loro trasporto in un impianto di trattamento. Comporta le seguenti operazioni: raccolta (conferimento), cernita e/raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto.Quindi, in questa seconda fase della filiera si vogliono raggruppare quelle attività che sono a valle del conferimento e che sono costituite dallo svuotamento dei cassonetti/contenitori stradali di conferimento e dal successivo trasporto del rifiuto nei centri di primo trattamento. Questa fase della filiera è svolta da ECORICICLI-VERITAS.

3.2.1 SVUOTAMENTO DEI CONTENITORIPer la raccolta differenziata del multi-materiale con contenitori stradali è previsto l’utilizzo campane di colore verde da 3,3 m3 nominali del tipo normale con due bocche di carico. Il servizio di raccolta e trasporto VPL è svolto con autocarri muniti di gru idraulica per sollevamento campane e di cassone di raccolta ribaltabile. Lo svuotamento è effettuato in loco e una volta compiuto le campane sono ricollocate nella stessa posizione. Il servizio di raccolta viene eseguito con frequenza settimanale. L’orario di effettuazione del servizio è previsto nella

37 - 2001/171/CE: Decisione della Commissione, del 19 febbraio 2001, che stabilisce le condizioni per l’applicazione di una deroga per gli imballaggi in vetro relativamente ai livelli di concentrazione di metalli pesanti fissati dalla direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio38 - 2006/340/CE: Decisione della Commissione, dell’ 8 maggio 2006 , che modifica la decisione 2001/171/CE al fine di prorogare la validità delle condizioni per l’applicazione di una deroga per gli imballaggi in vetro relativamente ai livelli di concentrazione di metalli pesanti fissati dalla direttiva 94/62/CE del Parlamento europeo e del Consiglio [notificata con il numero C(2006) 1823].39 - AA.VV, “Imballaggi. Requisiti essenziali definiti dalla direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio”, UNI, Milano, 2011. “Linee guida per la conformità alla direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio”, Istituto Italiano Imballaggio, 2011.

18TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

fascia oraria tra le 5:00 e le 18:00.

Il numero di campane per la raccolta del VPL presenti nella municipalità di Chirignago-Zelarino sono 290, collocate su 270 punti di prossimità40.Nella municipalità di Favaro Veneto, il nuovo sistema di raccolta a calotta41 è in fase di aggiornamento e attualmente vede 133 campane VPL, collocate in 113 punti di raccolta42.

Nelle operazioni di svuotamento dei contenitori viene impiegato un automezzo con cassone a cielo aperto munito di gru e braccio per il sollevamento. La frequenza di svuotamento è regolare e tale da evitare l’accumulo di materiale depositato all’esterno delle campane. Il personale impegnato si limita ad un solo addetto che provvede alla guida dell’automezzo e all’operazione di svuotamento. La capacità del cassone è pari a circa 30 m3 e la capacità di carico è di circa 11 t43.

Tabella 14. Campane VPL e loro dimensioni nella municipalità di Chirignago-Zelarino44.

Tabella 15. Campane VPL e loro dimensioni nella municipalità di Favaro Veneto45.

3.2.2 LE ATTIVITA’Le attività di raccolta e trasporto dei rifiuti multi-materiale sono al servizio dell’impianto ECO-RICICLI VERITAS srl, società di recupero di rifiuti speciali non pericolosi di Malcontenta. Pertanto, i rifiuti oggetto del servizio di raccolta e trasporto coincidono con quelli autorizzati in ingresso e in uscita dall’impianto.

Per le attrezzature per la movimentazione dei rifiuti, la ditta si avvale, a seconda delle necessità, di 22 mezzi di trasporto. Ai mezzi interni si aggiungono gli autocarri di ditte esterne sia per il conferimento dei rifiuti e sia per il trasporto agli impianti esterni dei rifiuti e/o materie prime prodotti. Gli automezzi utilizzati per la raccolta e il trasporto sono indicati nella seguente Tabella 16.

1  da  2000  litri

128  da  3000  litri  (3,0  m3)

Tabella  15.  Campane  VPL  e  loro  dimensioni  nella  municipalità  di  Favaro  Veneto45.

3.2.2 Le  aXvitàLe   aXvità   di   raccolta   e   trasporto   dei   rifiuH   mulH-­‐materiale   sono   al   servizio   dell’impianto   ECO-­‐RICICLI  VERITAS  srl,   società  di  recupero  di  rifiuH  speciali  non  pericolosi  di  Malcontenta.  Pertanto,   i  rifiuH  oggeLo  del  servizio  di  raccolta  e  trasporto  coincidono  con  quelli  autorizzaH  in  ingresso  e  in  uscita  dall’impianto.

Per   le  aLrezzature  per   la  movimentazione  dei  rifiu5,   la  diLa  si  avvale,  a  seconda  delle   necessità,   di  22  mezzi  di  trasporto.  Ai  mezzi  interni  si  aggiungono  gli  autocarri  di  diLe  esterne  sia  per  il  conferimento  dei  rifiuH  e  sia  per  il  trasporto  agli  impianH  esterni  dei  rifiuH  e/o  materie  prime  prodoX.  Gli  automezzi  uHlizzaH  per  la  raccolta  e  il  trasporto  sono  indicaH  nella  seguente  Tabella  16.

Mezzi N.

Automezzi  con  gru  per  campane 7  

Scarrabili  con  gru 4  

Rimorchi  scarrabili 6  

Rimorchi 11

Semirimorchi 8  

TraLori  stradali 5  

Automezzi  industriali. 2

Tabella  16.  Mezzi  che  operano  nell’impianto.

Gli  automezzi  sono  dotaH  di  unità  a  doppio  canale  GPS/GSM  che  permeLe  il  monitoraggio  in  tempo  reale  delle  aXvità  dei  mezzi  di  raccolta,  come  il  tracciamento  dei  percorsi  e  le  posizioni  delle  prese  di  forza  per  la  raccolta  dei  contenitori  VPL.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

2145  DaH  aggiornaH  a  seLembre  2012.

40 - Dati aggiornati a luglio 201241 - Sistema volumetrico vincolato a calotta con apertura con chiave elettronica.42 - Dati aggiornati a settembre 2012.43 - Fonte COREVE44 - Dati aggiornati a luglio 2012.45 - Dati aggiornati a settembre 2012.

3.2 Raccolta:  svuotamento  e  trasportoLa  «raccolta»  è  il  prelievo  dei  rifiuH,  compresi  la  cernita  preliminare  e  il  deposito  preliminare,  ai  fini  del  loro  trasporto  in  un  impianto  di  traLamento.  Comporta  le  seguenH  operazioni:  raccolta  (conferimento),  cernita  e/raggruppamento  dei  rifiuH  per  il  loro  trasporto.Quindi,   in   questa   seconda  fase   della  filiera  si  vogliono   raggruppare  quelle  aRvità   che  sono   a   valle  del  conferimento  e  che  sono  cosHtuite  dallo  svuotamento  dei  cassoneR/contenitori  stradali  di  conferimento  e  dal  successivo  trasporto  del  rifiuto  nei  centri  di  primo  traQamento.  Questa  fase  della  filiera  è  svolta  da  ECORICICLI-­‐VERITAS.

3.2.1 Svuotamento  dei  contenitoriPer   la  raccolta  differenziata  del  mulH-­‐materiale   con   contenitori   stradali   è   previsto   l’uHlizzo   campane   di  colore  verde  da  3,3  m3  nominali  del  Hpo  normale  con  due  bocche  di  carico.  Il  servizio  di  raccolta  e  trasporto  VPL   è   svolto   con   autocarri   muniH   di   gru   idraulica  per   sollevamento   campane   e   di   cassone  di   raccolta  ribaltabile.   Lo  svuotamento  è  effeLuato   in   loco   e  una  volta   compiuto   le  campane  sono   ricollocate  nella  stessa  posizione.   Il  servizio  di  raccolta  viene  eseguito  con   frequenza  seXmanale.  L'orario  di  effeLuazione  del  servizio  è  previsto  nella  fascia  oraria  tra  le  5:00  e  le  18:00.

Il  numero  di  campane  per   la  raccolta  del  VPL  presenH  nella  municipalità  di  Chirignago-­‐Zelarino  sono  290,  collocate  su  270  punH  di  prossimità40.Nella  municipalità  di  Favaro  Veneto,  il  nuovo  sistema  di  raccolta  a  caloLa41  è  in   fase  di  aggiornamento  e  aLualmente  vede  133  campane  VPL,  collocate  in  113  punH  di  raccolta42.

Nelle  operazioni  di  svuotamento  dei  contenitori  viene  impiegato  un  automezzo  con  cassone  a  cielo  aperto  munito  di  gru   e  braccio   per   il   sollevamento.   La  frequenza  di   svuotamento   è   regolare  e   tale   da  evitare  l'accumulo  di  materiale  depositato   all'esterno  delle  campane.  Il  personale  impegnato  si   limita  ad  un  solo  addeLo  che  provvede  alla  guida  dell'automezzo  e  all'operazione  di  svuotamento.  La  capacità  del  cassone  è  pari  a  circa  30  m3  e  la  capacità  di  carico  è  di  circa  11  t43.

Municipalità  di  Chirignago-­‐ZelarinoMunicipalità  di  Chirignago-­‐ZelarinoNumero  di  punH  di  prossimità  con  campane  VPL

270

Numero  di  campane  VPL 290

Volume  delle  campane  VPL 4  da  1800  litri  (1,8  m3)

286  da  3000  litri  (3,0  m3)

Tabella  14.  Campane  VPL  e  loro  dimensioni  nella  municipalità  di  Chirignago-­‐Zelarino44.

Municipalità  di  Favaro  VenetoMunicipalità  di  Favaro  VenetoNumero  di  punH  di  prossimità  con  campane  VPL

113

Numero  di  campane  VPL 133

Volume  delle  campane  VPL 4  da  1800  litri  (1,8  m3)

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

20

40  DaH  aggiornaH  a  luglio  2012

41  Sistema  volumetrico  vincolato  a  caloLa  con  apertura  con  chiave  eleLronica.

42  DaH  aggiornaH  a  seLembre  2012.

43  Fonte  COREVE

44  DaH  aggiornaH  a  luglio  2012.

3.2 Raccolta:  svuotamento  e  trasportoLa  «raccolta»  è  il  prelievo  dei  rifiuH,  compresi  la  cernita  preliminare  e  il  deposito  preliminare,  ai  fini  del  loro  trasporto  in  un  impianto  di  traLamento.  Comporta  le  seguenH  operazioni:  raccolta  (conferimento),  cernita  e/raggruppamento  dei  rifiuH  per  il  loro  trasporto.Quindi,   in   questa   seconda  fase   della  filiera  si  vogliono   raggruppare  quelle  aRvità   che  sono   a   valle  del  conferimento  e  che  sono  cosHtuite  dallo  svuotamento  dei  cassoneR/contenitori  stradali  di  conferimento  e  dal  successivo  trasporto  del  rifiuto  nei  centri  di  primo  traQamento.  Questa  fase  della  filiera  è  svolta  da  ECORICICLI-­‐VERITAS.

3.2.1 Svuotamento  dei  contenitoriPer   la  raccolta  differenziata  del  mulH-­‐materiale   con   contenitori   stradali   è   previsto   l’uHlizzo   campane   di  colore  verde  da  3,3  m3  nominali  del  Hpo  normale  con  due  bocche  di  carico.  Il  servizio  di  raccolta  e  trasporto  VPL   è   svolto   con   autocarri   muniH   di   gru   idraulica  per   sollevamento   campane   e   di   cassone  di   raccolta  ribaltabile.   Lo  svuotamento  è  effeLuato   in   loco   e  una  volta   compiuto   le  campane  sono   ricollocate  nella  stessa  posizione.   Il  servizio  di  raccolta  viene  eseguito  con   frequenza  seXmanale.  L'orario  di  effeLuazione  del  servizio  è  previsto  nella  fascia  oraria  tra  le  5:00  e  le  18:00.

Il  numero  di  campane  per   la  raccolta  del  VPL  presenH  nella  municipalità  di  Chirignago-­‐Zelarino  sono  290,  collocate  su  270  punH  di  prossimità40.Nella  municipalità  di  Favaro  Veneto,  il  nuovo  sistema  di  raccolta  a  caloLa41  è  in   fase  di  aggiornamento  e  aLualmente  vede  133  campane  VPL,  collocate  in  113  punH  di  raccolta42.

Nelle  operazioni  di  svuotamento  dei  contenitori  viene  impiegato  un  automezzo  con  cassone  a  cielo  aperto  munito  di  gru   e  braccio   per   il   sollevamento.   La  frequenza  di   svuotamento   è   regolare  e   tale   da  evitare  l'accumulo  di  materiale  depositato   all'esterno  delle  campane.  Il  personale  impegnato  si   limita  ad  un  solo  addeLo  che  provvede  alla  guida  dell'automezzo  e  all'operazione  di  svuotamento.  La  capacità  del  cassone  è  pari  a  circa  30  m3  e  la  capacità  di  carico  è  di  circa  11  t43.

Municipalità  di  Chirignago-­‐ZelarinoMunicipalità  di  Chirignago-­‐ZelarinoNumero  di  punH  di  prossimità  con  campane  VPL

270

Numero  di  campane  VPL 290

Volume  delle  campane  VPL 4  da  1800  litri  (1,8  m3)

286  da  3000  litri  (3,0  m3)

Tabella  14.  Campane  VPL  e  loro  dimensioni  nella  municipalità  di  Chirignago-­‐Zelarino44.

Municipalità  di  Favaro  VenetoMunicipalità  di  Favaro  VenetoNumero  di  punH  di  prossimità  con  campane  VPL

113

Numero  di  campane  VPL 133

Volume  delle  campane  VPL 4  da  1800  litri  (1,8  m3)

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

20

40  DaH  aggiornaH  a  luglio  2012

41  Sistema  volumetrico  vincolato  a  caloLa  con  apertura  con  chiave  eleLronica.

42  DaH  aggiornaH  a  seLembre  2012.

43  Fonte  COREVE

44  DaH  aggiornaH  a  luglio  2012.

19TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

Tabella 16. Mezzi che operano nell’impianto.

Gli automezzi sono dotati di unità a doppio canale GPS/GSM che permette il monitoraggio in tempo reale delle attività dei mezzi di raccolta, come il tracciamento dei percorsi e le posizioni delle prese di forza per la raccolta dei contenitori VPL.

3.3 PRESELEZIONE/SELEZIONELa terza fase della filiera viene svolta presso l’impianto di ECORICICLI-VERITAS di Malcontenta, dove si svolge l’attività di selezione e cernita dei rifiuti VPL, per ottenere un insieme di frazioni di rifiuti differenziati, che saranno inviate a successive operazioni di recupero (o smaltimento) presso impianti esterni autorizzati. Sono presenti due linee di impianti costituite ciascuna da una classica linea di selezione di tipo misto meccanica-manuale in cui è presente una cabina con postazioni di cernita manuale ed apparecchiature per la separazione di metalli e plastica.

La finalità di ogni linea è di ottenere in uscita un rifiuto a matrice vetrosa relativamente pulito, ma comunque sempre di tipo semilavorato, cioè da avviare ad impianti di affinamento finale esterni, per l’ottenimento di vetro pronto forno da cedere ai recuperatori finali.

3.3.1 IL SITOIl sito produttivo di ECORICICLI - VERITAS si colloca nell’area industriale di recente costruzione (anno 2007 e 2008) di Malcontenta (VE). L’area si estende per 16.907 mq ed è costituita da 2 capannoni e da un piazzale di pertinenza pavimentato. L’insediamento è di proprietà della Eco-Ricicli, mentre l’area è in concessione dal Comune. Le attività trattamento dei rifiuti sono gestite da 54 unità, tra tecnici, impiegati amministrativi, addetti alla pesa, alla ricezione, alla manutenzione e alle linee di selezione.

3.3.2 LE ATTIVITA’Le attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi esercitate nell’impianto sono autorizzate sulla base dei provvedimenti seguenti:

• Decreto Provinciale 27577/09 del 22.04.2009, autorizzazione intestata a Vetrital Servizi srl. Validità dal 30.04.2009 al 30.09.2009.

• Decreto Provinciale 59182/09 del 28.09.2009 di proroga dell’autorizzazione di cui al punto precedente, fino al 30.09.2011.

• Decreto Provinciale 42498/10 del 15.07.2010 per aumento della potenzialità dell’impianto.

1  da  2000  litri

128  da  3000  litri  (3,0  m3)

Tabella  15.  Campane  VPL  e  loro  dimensioni  nella  municipalità  di  Favaro  Veneto45.

3.2.2 Le  aXvitàLe   aXvità   di   raccolta   e   trasporto   dei   rifiuH   mulH-­‐materiale   sono   al   servizio   dell’impianto   ECO-­‐RICICLI  VERITAS  srl,   società  di  recupero  di  rifiuH  speciali  non  pericolosi  di  Malcontenta.  Pertanto,   i  rifiuH  oggeLo  del  servizio  di  raccolta  e  trasporto  coincidono  con  quelli  autorizzaH  in  ingresso  e  in  uscita  dall’impianto.

Per   le  aLrezzature  per   la  movimentazione  dei  rifiu5,   la  diLa  si  avvale,  a  seconda  delle   necessità,   di  22  mezzi  di  trasporto.  Ai  mezzi  interni  si  aggiungono  gli  autocarri  di  diLe  esterne  sia  per  il  conferimento  dei  rifiuH  e  sia  per  il  trasporto  agli  impianH  esterni  dei  rifiuH  e/o  materie  prime  prodoX.  Gli  automezzi  uHlizzaH  per  la  raccolta  e  il  trasporto  sono  indicaH  nella  seguente  Tabella  16.

Mezzi N.

Automezzi  con  gru  per  campane 7  

Scarrabili  con  gru 4  

Rimorchi  scarrabili 6  

Rimorchi 11

Semirimorchi 8  

TraLori  stradali 5  

Automezzi  industriali. 2

Tabella  16.  Mezzi  che  operano  nell’impianto.

Gli  automezzi  sono  dotaH  di  unità  a  doppio  canale  GPS/GSM  che  permeLe  il  monitoraggio  in  tempo  reale  delle  aXvità  dei  mezzi  di  raccolta,  come  il  tracciamento  dei  percorsi  e  le  posizioni  delle  prese  di  forza  per  la  raccolta  dei  contenitori  VPL.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

2145  DaH  aggiornaH  a  seLembre  2012.

20TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

• Decreto Provinciale 50235/10 del 18.08.2010 per cambio di ragione sociale dell’autorizzazione 27577/09 del 22.04.2009 a ECO-RICICLI VERITAS srl.

• Decreto Provinciale 70861/11 del 26.09.2011 di proroga dell’autorizzazione di cui al punto precedente, fino al 30.09.2012.

L’impianto si compone di 2 linee gemelle e indipendenti, denominate Linea 1 e Linea 2, entrate in funzione rispettivamente da novembre 2007 e da luglio 2008. Tali linee sono progettate per la selezione del VPL (Vetro, Plastica, Lattine) e del VL (Vetro, Lattine) derivante da raccolta differenziata attivata sul circuito urbano (sia campane, sia raccolta porta a porta), nonché da raccolte attivate nel settore produttivo. Sono finalizzate al recupero di materiali riciclabili, da avviare al comparto industriale o ad altri impianti esterni, in grado di operare lavorazioni più spinte del materiale selezionato, come nel caso del vetro.

L’impianto svolge le seguenti attività:

L’impianto prevede le seguenti tipologie di rifiuti in ingresso e le relative attività di trattamento:

Tabella 18. Tipologie di rifiuto in ingresso all’impianto.

3.3 Preselezione/selezioneLa  terza  fase   della  filiera  viene   svolta   presso   l’impianto   di   ECORICICLI-­‐VERITAS   di  Malcontenta,   dove   si  svolge  l’aXvità  di  selezione  e  cernita  dei  rifiuH  VPL,  per  oLenere  un  insieme  di  frazioni  di  rifiuH  differenziaH,  che  saranno  inviate  a  successive  operazioni  di  recupero  (o  smalHmento)  presso  impianH  esterni  autorizzaH.  Sono   presenH   due   linee   di   impianH   cosHtuite   ciascuna  da   una  classica   linea   di   selezione   di   Hpo   misto  meccanica-­‐manuale  in  cui  è  presente  una  cabina  con  postazioni  di  cernita  manuale  ed  apparecchiature  per  la  separazione  di  metalli  e  plasHca.  

La   finalità   di   ogni   linea   è   di   oQenere   in   uscita   un   rifiuto   a   matrice  vetrosa   rela5vamente   pulito,   ma  comunque   sempre  di  Hpo   semilavorato,   cioè  da  avviare   ad   impianH   di  affinamento   finale   esterni,   per  l’oLenimento  di  vetro  pronto  forno  da  cedere  ai  recuperatori  finali.

3.3.1 Il  sitoIl  sito  produXvo  di  ECORICICLI  -­‐  VERITAS  si  colloca  nell’area  industriale  di  recente  costruzione  (anno  2007  e  2008)  di  Malcontenta  (VE).  L’area  si  estende  per  16.907  mq  ed  è  cosHtuita  da  2  capannoni  e  da  un  piazzale  di  perHnenza  pavimentato.  L’insediamento  è  di  proprietà  della  Eco-­‐Ricicli,  mentre  l’area  è  in  concessione  dal  Comune.  Le  aXvità  traLamento  dei  rifiuH  sono  gesHte  da  54  unità,  tra  tecnici,  impiegaH  amministraHvi,  addeX  alla  pesa,  alla  ricezione,  alla  manutenzione  e  alle  linee  di  selezione.  

3.3.2 Le  aXvitàLe  aXvità  di  recupero  di  rifiuH  speciali  non  pericolosi  esercitate  nell’impianto  sono  autorizzate  sulla  base  dei  provvedimenH  seguenH:

• Decreto  Provinciale  27577/09  del  22.04.2009,  autorizzazione  intestata  a  Vetrital  Servizi  srl.  Validità  dal  30.04.2009  al  30.09.2009.

• Decreto   Provinciale   59182/09   del   28.09.2009   di   proroga   dell’autorizzazione   di   cui   al   punto  precedente,  fino  al  30.09.2011.

• Decreto  Provinciale  42498/10  del  15.07.2010  per  aumento  della  potenzialità  dell’impianto.

• Decreto   Provinciale   50235/10   del   18.08.2010   per   cambio   di   ragione   sociale   dell’autorizzazione  27577/09  del  22.04.2009  a  ECO-­‐RICICLI  VERITAS  srl.

• Decreto   Provinciale   70861/11   del   26.09.2011   di   proroga   dell’autorizzazione   di   cui   al   punto  precedente,  fino  al  30.09.2012.

L’impianto  si  compone  di  2  linee  gemelle  e  indipendenH,  denominate  Linea  1  e  Linea  2,  entrate  in  funzione  rispeXvamente  da  novembre  2007   e  da   luglio   2008.   Tali   linee  sono   progeLate  per   la  selezione  del  VPL  (Vetro,   PlasHca,   LaXne)   e   del   VL   (Vetro,   LaXne)   derivante  da   raccolta  differenziata  aXvata  sul   circuito  urbano  (sia  campane,  sia  raccolta  porta  a  porta),  nonché  da  raccolte  aXvate  nel  seLore  produXvo.  Sono  finalizzate  al  recupero  di  materiali  riciclabili,  da  avviare  al  comparto  industriale  o  ad  altri  impianH  esterni,  in  grado  di  operare  lavorazioni  più  spinte  del  materiale  selezionato,  come  nel  caso  del  vetro.

L’impianto  svolge  le  seguenH  aXvità:

R12 “Scambio  di  rifiu5  per  soQoporli  a  una  delle  operazioni   indicate  nei  pun5  da  R1  a  R11”  con  eventuale  selezione  e  cernita;

R13 “Messa   in   riserva   di   rifiu5   per   soQoporli   a   una   delle   operazioni   indicate   nei   pun5   da   R1   a   R12  (escluso  il  deposito   temporaneo,  prima  della  raccolta,  nel   luogo   in  cui  sono  prodoR)”,  con  eventuale  selezione  e  cernita  e  riduzione  volumetrica;

D15 “Deposito   preliminare   prima   delle   operazioni   di   cui   ai   pun5   da   D1   a   D14   (escluso   il   deposito  temporaneo,  prima   della   raccolta,  nel   luogo   in   cui   sono   prodoR)”   limitatamente   ai   rifiuH  prodoX  presso  l’impianto  in  oggeLo.

Tabella  17.  ARvità  svolte  nell’impianto.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

22L’impianto  prevede  le  seguenH  Hpologie  di  rifiuH  in  ingresso  e  le  relaHve  aXvità  di  traLamento:

CER Descrizione ARvità

020104 RifiuH  plasHci  (ad  esclusione  degli  imballaggi) R12,  R13

101103 ScarH  di  materiali  in  fibra  a  base  di  vetro R12,  R13,  R5  

101112 RifiuH  di  vetro  diversi  da  quelli  di  cui  al  CER  101111 R12,  R13,  R5

150102 Imballaggi  in  plasHca R12,  R13

150104 Imballaggi  metallici R12,  R13,  R4

150105 Imballaggi  composiH R12,  R13,  R4

150106 Imballaggi  in  materiali  mis5 R12,  R13,  R4,  R5

150107 Imballaggi  in  vetro R12,  R13,  R5

160119 PlasHca R12,  R13

160120 Vetro  da  veicoli  fuori  uso  appartenenH  a  diversi  modi  di  trasporto  (comprese  le  macchine  mobili  non  stradali)  e  rifiuH  prodoX  dallo  smantellamento  di  veicoli  fuori  uso  e  dalla  manutenzione  di  veicoli

R12,  R13,  R4,  R5

170202 Vetro  da  rifiuH  delle  operazioni  di  costruzione  e  demolizione R12,  R13,  R4,  R5

170203 PlasHca R12,  R13

191202 Metalli  ferrosi R12,  R13,  R4

191203 Metalli  non  ferrosi R12,  R13,  R4

191204 PlasHca  e  gomma R12,  R13

191205 Vetro  da  rifiuH  prodoX  dal  traLamento  meccanico  dei  rifiuH R12,  R13,  R5

191209  (*) Minerali R12,  R13,  R5

191212  (*) Altri  rifiuH  (compresi  i  materiali  misH)  prodoX  dal  traLamento  meccanico  dei  rifiuH,  diversi  da  quelli  di  cui  alla  voce  19  12  11

R12,  R13,  R5

200102 Vetro R12,  R13,  R5

200139 PlasHca R12,  R13

(*)  Limitatamente  ai  rifiuM  derivanM  da  EcoprogePo.Tabella  18.  Tipologie  di  rifiuto  in  ingresso  all’impianto.

3.3.3 Il  processo  produXvoIl  processo  produXvo  si  arHcola  nelle  seguenH  operazioni  principali:

1. AcceQazione  del  carico  di  rifiuH  in  ingresso1.1.  Pesatura1.2. Verifica  documentazione  e  autorizzazioni1.3. verifica  qualitaHva  di  conformità  del  materiale

2. Selezione  del  vetro,  plasHca,  laXne3. Stoccaggio  dei  materiali  selezionaH  prima  dell’invio  agli  impianH  di  desHnazione.

L’impianto  è  suddiviso  in  diverse  aree  funzionali  (illustrate  nella  tavola  allegata  all’autorizzazione  rilasciata  dalla   Provincia  con   Decreto   Provinciale   27577/09   del   22.04.2009),   dedicate   alla   messa   in   riserva   ed   al  deposito  dei  vari  materiali   idenHficaH  tramite   il  codice  CER   dei  rifiuH,  nonché  alla   loro  lavorazione.  Sono  definiH   in   autorizzazione   i   quanHtaHvi   massimi   di   rifiuH   stoccabili   presso   l’impianto,   per   Hpologie  omogenee.

3.3.3.1 Le  linee  di  selezioneL’aXvità  di  selezione  è  arHcolata  in  2  linee.  Le  linee  lavorano  secondo  il  seguente  principio  opera5vo:

• Linea  1:  selezione  VPL  provenienH  da  raccolta  porta  a  porta  proveniente  da  fuori  Provincia  di  Venezia.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

23

21TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

3.3.3 IL PROCESSO PRODUTTIVOIl processo produttivo si articola nelle seguenti operazioni principali:1 - Accettazione del carico di rifiuti in ingresso

1.1 - Pesatura1.2 - Verifica documentazione e autorizzazioni1.3 - Verifica qualitativa di conformità del materiale

2 - Selezione del vetro, plastica, lattine3 - Stoccaggio dei materiali selezionati prima dell’invio agli impianti di destinazione.

L’impianto è suddiviso in diverse aree funzionali (illustrate nella tavola allegata all’autorizzazione rilasciata dalla Provincia con Decreto Provinciale 27577/09 del 22.04.2009), dedicate alla messa in riserva ed al deposito dei vari materiali identificati tramite il codice CER dei rifiuti, nonché alla loro lavorazione. Sono definiti in autorizzazione i quantitativi massimi di rifiuti stoccabili presso l’impianto, per tipologie omogenee.

3.3.3.1 LE LINEE DI SELEZIONEL’attività di selezione è articolata in 2 linee. Le linee lavorano secondo il seguente principio operativo:

• Linea 1: selezione VPL provenienti da raccolta porta a porta proveniente da fuori Provincia di Venezia.• Linea 2: selezione VPL provenienti da raccolta stradale, prevalentemente dalla Provincia di Venezia.

Il processo di selezione è condotto secondo le seguenti fasi: a - il mutimateriale scaricato presso l’impianto viene introdotto nella linea di selezione in apposita tramoggia di carico a mezzo pala meccanica;b - vi è una prima selezione manuale con apertura dei sacchi e la rimozione degli imballaggi plastici ingombranti (cassette, film, sacchi, taniche) che saranno oggetto di successiva pressatura o riselezione, con separazione dello scarto ingombrante (manufatti di grosse dimensioni) e degli ingombranti metallici (pentolame ecc.);c - segue una separazione del barattolame in ferro-acciaio a mezzo di elettrocalamita, tale materiale viene accumulato in apposito magazzino ove, prima della pressatura, subisce un’ulteriore cernita manuale per eliminare il materiale non ferroso (plastica ecc.);d - segue una seconda cernita manuale per l’eliminazione dello scarto leggero (carta, tetrapak, manufatti plastici non conformi alle direttive Co.Re.Pla.);e - separazione a mezzo aeraulico dell’alluminio e della plastica;f - terza postazione di cernita manuale per la pulizia del vetro (rimozione della ceramica e delle frazioni plastiche e estranee non raccolte dall’aspirazione);g - uscita del vetro da selezione dall’impianto (in apposito box, successivamente tramite pala viene depositato in stoccaggio dedicato per essere inviato alla produzione di Vetro MPS).

Per gli altri flussi seguono le attività di:h - vagliatura su vibrovaglio di plastica e alluminio scaricate dall’aspirazione al fine della rimozione della frazione di scarto di sottovaglio;i - separazione tramite separatore magnetico a correnti parassite (ECS) dell’alluminio dalla plastica;j - la plastica viene accumulata in magazzino dedicato, subisce un nuovo controllo prima di essere inviata sul nastro del collettore pressa;k - l’alluminio viene accumulato in magazzino dedicato, subisce un nuovo controllo prima di essere inviato sul nastro del collettore pressa;l - pressatura finale dei materiali.

22TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

L’attività di selezione è svolta con un numero di addetti da 5 a 7 (per linea) a seconda dei caratteri del materiale, unitamente a un addetto pala e uno muletto, con la supervisione di un manutentore e un addetto operativo alla produzione, supervisionati da un Responsabile di Produzione.

3.4 RAFFINAMENTOQuesta quarta fase della filiera del vetro viene realizzata nell’impianto per la lavorazione del rottame di vetro Ecopatè a Musile di Piave (TV).

La finalità dell’impianto è la selezione ed il trattamento del rottame di vetro, derivato dalle raccolte differenziate dei rifiuti urbani, per la produzione di vetro pronto al forno.

3.4.1 IL SITOL’impianto, situato nella Zona Industriale del Comune di Musile di Piave (VE), insiste su un area di circa 11.500 mq ed e posto in un capannone di circa 7.000 metri quadri di superficie.

3.4.2 L’ATTIVITÀL’impianto è finalizzato alla selezione e trattamento del rottame di vetro cavo, avente potenzialità di 380 t/giorno, pari a 114.000 t/anno, in ragione dei seguenti atti amministrativi46:

• approvazione progetto con D.P. n. 82472, del 31 Ottobre 2007;• autorizzazione all’esercizio, concessa con D.P. prot. 26395, del 17 Aprile 2009, a seguito dell’esito positivo del collaudo funzionale, trasmesso alla Provincia di Venezia in data 17 Dicembre 2008, con prot. 84854/08.

Tale impiantistica si pone a servizio di un significativo bacino di utenza dal quale derivano flussi di rottame di vetro da raccolta differenziata monomateriale e/o da impianti di selezione del multimateriale, sui quali vengono effettuate ulteriori selezioni e trattamenti, più spinti, finalizzati all’ottenimento di vetro pronto forno avente caratteristiche conformi alle normative vigenti, nonché ai protocolli delle vetrerie.

In particolare, una significativa aliquota delle portate di rottame di vetro in ingresso all’impianto di Musile di Piave deriva dall’impiantistica gestita da Eco-Ricicli Veritas Srl.

L’impianto svolge le seguenti attività (come da Allegati B e C alla parte IV del Dlgs 152/06):

Tabella 18. Tipologie di rifiuto in ingresso all’impianto.

Il comparto per la selezione ed il trattamento del rottame di vetro risulta articolato nelle seguenti linee principali47:• linea di selezione e pretrattamento di vetro in contenitori e vetro-lattine, proveniente dal circuito urbano e da quello produttivo;• linea di trattamento vetro derivato da selezione e pretrattamento.

Le caratteristiche delle materie prime ottenute sono quelle previste dal DMA 5 febbraio 1998, così comeintegrato e modificato dal DMA 5 aprile 2006, n.186, in particolare: Vetro pronto forno - par. 2.1.3, lett b) e par. 2.1.4, lett b) – (vedere box).

3.4 RaffinamentoQuesta  quarta  fase  della  filiera  del  vetro  viene  realizzata  nell’impianto  per   la  lavorazione  del  roLame  di  vetro  Ecopatè  a  Musile  di  Piave  (TV).

La   finalità   dell’impianto   è   la   selezione   ed   il   traLamento   del   roLame   di   vetro,   derivato   dalle   raccolte  differenziate  dei  rifiuH  urbani,  per  la  produzione  di  vetro  pronto  al  forno.

3.4.1 Il  sitoL’impianto,  situato   nella  Zona   Industriale  del  Comune  di  Musile  di   Piave   (VE),   insiste  su   un  area  di   circa  11.500  mq  ed  e  posto  in  un  capannone  di  circa  7.000  metri  quadri  di  superficie.

3.4.2 L’aXvitàL’impianto  è  finalizzato  alla  selezione  e  traLamento  del  roLame  di  vetro  cavo,  avente  potenzialità  di  380  t/giorno,  pari  a  114.000  t/anno,  in  ragione  dei  seguenH  aX  amministraHvi46:

• approvazione  progeLo  con  D.P.  n.  82472,  del  31  OLobre  2007;• autorizzazione  all’esercizio,  concessa  con  D.P.  prot.  26395,  del  17  Aprile  2009,  a  seguito  dell’esito  

posiHvo  del  collaudo  funzionale,  trasmesso  alla  Provincia  di  Venezia  in  data  17  Dicembre  2008,  con  prot.  84854/08.

Tale  impianHsHca  si  pone  a  servizio  di  un  significaHvo  bacino  di  utenza  dal  quale  derivano  flussi  di  roLame  di  vetro  da  raccolta  differenziata  monomateriale  e/o  da  impianH  di  selezione  del  mulHmateriale,  sui  quali  vengono  effeLuate  ulteriori  selezioni   e  traLamenH,  più  spinH,  finalizzaH   all’oLenimento  di  vetro   pronto  forno  avente  caraLerisHche  conformi  alle  normaHve  vigenH,  nonché  ai  protocolli  delle  vetrerie.  

In  parHcolare,  una  significaHva  aliquota  delle  portate  di  roLame  di  vetro  in  ingresso  all’impianto  di  Musile  di  Piave  deriva  dall’impianHsHca  gesHta  da  Eco-­‐Ricicli  Veritas  Srl.

L’impianto  svolge  le  seguenH  aXvità  (come  da  AllegaH  B  e  C  alla  parte  IV  del  Dlgs  152/06):

R5  “Riciclo/recupero  di  altre  sostanze  inorganiche”;

R12  “Scambio  di  rifiuH  per  soLoporli  a  una  delle  operazioni  indicate  nei  punH  da  R1  a  R11”;

R13  “Messa  in  riserva  di  rifiuH  per  soLoporli  a  una  delle  operazioni  indicate  nei  punH  da  R1  a  R12  (escluso  il  deposito  temporaneo,  prima  della  raccolta,  nel  luogo  in  cui  sono  prodoX)”;

D15  “Deposito  preliminare  prima  delle  operazioni  di  cui  ai  punH  da  D1  a  D14  (escluso  il  deposito  temporaneo,  prima  della  raccolta,  nel  luogo  in  cui  sono  prodoX)”.

Tabella  19.  ARvità  dell’impianto.

Il  comparto  per   la  selezione  ed  il  traLamento  del  roLame  di  vetro  risulta  arHcolato   nelle   seguenH   linee  principali47:

• linea  di  selezione  e  pretraQamento  di  vetro  in  contenitori  e  vetro-­‐laXne,  proveniente  dal  circuito  urbano  e  da  quello  produXvo;

• linea  di  traQamento  vetro  derivato  da  selezione  e  pretraLamento.

Le  caraLerisHche  delle  materie  prime  oLenute  sono  quelle  previste  dal  DMA  5  febbraio  1998,  così  comeintegrato  e  modificato  dal  DMA  5  aprile  2006,  n.186,  in  parHcolare:  Vetro  pronto  forno  -­‐  par.  2.1.3,  leL  b)  e  par.  2.1.4,  leL  b)  –  (vedere  box).

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

25

46 ECOPIAVE  SRL  INTERVENTI  DI  ADEGUAMENTO  TECNOLOGICO  E  FUNZIONALE  DELL’ESISTENTE  IMPIANTO  PER  LA  SELEZIONE  ED  IL  TRATTAMENTO  DEL  ROTTAME  DI  VETRO  PROGETTO  DEFINITIVO  –  2011.

47  Fonte:  Analisi  ambientale  –  Quadro  di  riferimento  progeLuale

46 - Ecopiave srl interventi di adeguamento tecnologico e funzionale dell’esistente impianto per la selezione ed il trattamento del rottame di vetro progetto definitivo – 2011.47 - Fonte: Analisi ambientale – Quadro di riferimento progettuale

23TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

2.1.3 Attività di recupero:a) recupero diretto nell’industria vetraria [R5];

b) messa in riserva [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l’industria vetraria mediante cernita manuale, vagliatura, frantumazione e/o macinazione, separazione metalli magnetici, asportazione dei materiali leggeri, separazione automatica metalli non magnetici, separazione automatica corpi opachi, per l’ottenimento di rottame di vetro pronto al forno con le seguenti caratteristiche: Pb <0,3 ppm sull’eluato effettuato in base ai criteri riportati nel DM 21/3/73 “Disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari o con sostanze di uso personale” e successive modifiche e integrazioni (Supplemento G.U. n. 104 del 20 aprile 1973);

per il rottame di vetro di colore misto pronto al forno: - materiale solido costituito da rottame di vetro sodio-calcico con granulometria >3 mm, ceramica e porcellana <0,01%, pietre <0,02%, metalli magnetici <0,002%, metalli amagnetici 7 <0,01%, materiali organici <0,1%, altri vetri 0,5%, umidità <3% in peso, frazione sottovaglio (<3 mm) <5%;

per il rottame di vetro di colore giallo, mezzo bianco o bianco pronto al forno: - materiale solido costituito da rottame di vetro sodico-calcico con granulometria >3mm, ceramica e porcellana <0,01%, pietre <0,01%, metalli magnetici <0,002%, metalli amagnetici 0,01% (0,003% per il rottame di vetro trasparente), materiali organici <0,1%, altri vetri <0,5% (4% per il rottame di vetro trasparente), umidità <3% in peso, frazione sottovaglio (<3mm) <5% [R5];

c) messa in riserva [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l’edilizia, per la formazione di rilevati e sottofondi stradali, riempimenti e colmature, come strato isolante e di appoggio per tubature, condutture e pavimentazioni anche stradali e come materiale di drenaggio, mediante cernita manuale, vagliatura, frantumazione e/o macinazione, separazione metalli magnetici, asportazione dei materiali leggeri, separazione automatica metalli non magnetici, separazione automatica corpi opachi, analisi del contenuto in metalli pesanti, e verifica dei limiti di cui al test di cessione effettuato sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto [R5].

2.1.4 Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti:a) manufatti in vetro;

b) materie prime secondarie conformi alle specifiche merceologiche fissate dalle CCIAA di Roma e Milano destinate alla produzione di vetro, carta vetro e materiali abrasivi nelle forme usualmente commercializzate;

c) materie prime secondarie per l’edilizia.

Nelle seguenti tabelle è riportato l’elenco dei rifiuti, classificato sulla scorta dei CER di cui alla direttiva 2000/532/CE, che è previsto vengano conferiti all’impianto e i residui dei cicli lavorativi; una parte di questi, i codici 19, derivano da impianti di selezione/trattamento esterni. Relativamente ai residui dei cicli lavorativi è da evidenziare che, qualora gli stessi presentino caratteristiche conformi a quelle richieste dal D.M. 05 Febbraio 1998, gli stessi saranno classificati materie prime seconde (mps), in caso contrario assumeranno i codici CER riportati nella tabella dedicata.

24TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

Tabella 20. Elenco rifiuti conferiti all’impianto esistente.

Tabella 21. Elenco rifiuti in uscita dall’impianto esistente.

3.4.3 L’IMPIANTOL’impianto e articolato in una prima parte deputata alla preselezione del materiale in ingresso alla lavorazione.

La linea comprende:• due tramogge di carico, portata di circa 40-45 tonnellate ora• due Estrattori• due Nastri redler di elevazione• due deferrizzatori per estrazione di metalli magnetici• una prima cabina di selezione manuale• due Apparecchi ECS per estrazione di metalli amagnetici• nastri di collegamento• vaglio piano per separazione granulometrica in tre parti (0-30 mm ¡V 30-60 mm - > 60mm)• aspirazione per eliminazione corpi leggeri (plastica etc.).

La tripartizione del materiale si snoda con nastri e prevede:• tre deferrizzatori per estrazione di metalli magnetici• tre Apparecchi ECS per estrazione di metalli amagnetici• una cabina di selezione manuale per le frazioni 30-60 e > 60 mm• mulino per frazione > 60 mm.• nastri di collegamento per espulsione materiali estranei• vaglio ad aste sulla linea > 30 mm.

46 - Ecopiave srl interventi di adeguamento tecnologico e funzionale dell’esistente impianto per la selezione ed il trattamento del rottame di vetro progetto definitivo – 2011.47 - Fonte: Analisi ambientale – Quadro di riferimento progettuale

2.1.3  ARvità  di  recupero:a)  recupero  direLo  nell'industria  vetraria  [R5];

b)  messa  in   riserva  [R13]  per   la  produzione   di   materie  prime  secondarie   per   l'industria   vetraria   mediante  cernita  manuale,   vagliatura,   frantumazione   e/o   macinazione,   separazione   metalli   magneHci,   asportazione   dei   materiali  leggeri,   separazione   automaHca  metalli   non   magneHci,   separazione   automaHca   corpi   opachi,   per   l'oLenimento   di  roQame  di  vetro  pronto  al   forno  con   le  seguenH  caraLerisHche:  Pb  <0,3  ppm   sull'eluato  effeLuato  in   base  ai   criteri  riportaH  nel  DM  21/3/73  "Disciplina  igienica  degli   imballaggi,  recipienH,  utensili  desHnaH  a  venire   in  contaLo   con   le  sostanze  alimentari  o  con  sostanze  di  uso  personale"  e  successive  modifiche  e  integrazioni   (Supplemento  G.U.  n.  104  del  20  aprile  1973);  per  il  roQame  di  vetro  di  colore  misto  pronto  al  forno:  

-­‐   materiale   solido   cosHtuito   da   roLame   di   vetro   sodio-­‐calcico   con   granulometria   >3   mm,   ceramica   e  porcellana  <0,01%,  pietre  <0,02%,  metalli  magneHci  <0,002%,  metalli  amagneHci  7  <0,01%,  materiali  organici  <0,1%,  altri  vetri  0,5%,  umidità  <3%  in  peso,  frazione  soLovaglio  (<3  mm)  <5%;

per  il  roQame  di  vetro  di  colore  giallo,  mezzo  bianco  o  bianco  pronto  al  forno:  -­‐   materiale   solido   cosHtuito   da   roLame   di   vetro   sodico-­‐calcico   con   granulometria   >3mm,   ceramica   e  porcellana   <0,01%,   pietre   <0,01%,   metalli   magneHci   <0,002%,   metalli   amagneHci   0,01%   (0,003%   per   il  roLame   di   vetro   trasparente),   materiali   organici   <0,1%,   altri   vetri   <0,5%   (4%   per   il   roLame   di   vetro  trasparente),  umidità  <3%  in  peso,  frazione  soLovaglio  (<3mm)  <5%  [R5];

c)  messa   in   riserva   [R13]  per   la  produzione  di  materie  prime   secondarie  per   l'edilizia,  per   la   formazione  di   rilevaH  e  soLofondi   stradali,   riempimenH   e   colmature,   come   strato   isolante   e   di   appoggio   per   tubature,   conduLure   e  pavimentazioni  anche  stradali  e  come  materiale  di  drenaggio,  mediante  cernita  manuale,  vagliatura,  frantumazione  e/o  macinazione,  separazione  metalli  magneHci,  asportazione  dei  materiali   leggeri,  separazione  automaHca  metalli  non  magneHci,  separazione  automaHca  corpi  opachi,  analisi  del   contenuto  in  metalli  pesanH,  e  verifica  dei   limiH  di   cui   al  test  di  cessione  effeLuato  sul  rifiuto  tal  quale  secondo  il  metodo  in  allegato  3  al  presente  decreto  [R5].

2.1.4  CaraQeris5che  delle  materie  prime  e/o  dei  prodoR  oQenu5:a)  manufaX  in  vetro;

b)  materie  prime   secondarie  conformi  alle  specifiche  merceologiche  fissate  dalle   CCIAA  di  Roma  e  Milano  desHnate  alla  produzione  di  vetro,  carta  vetro  e  materiali  abrasivi  nelle  forme  usualmente  commercializzate;  

c)  materie  prime  secondarie  per  l'edilizia.

Nelle  seguenH   tabelle  è   riportato   l’elenco  dei  rifiuH,  classificato   sulla  scorta  dei  CER   di  cui  alla  direXva  2000/532/CE,  che  è  previsto  vengano  conferiH  all’impianto  e  i  residui  dei  cicli  lavoraHvi;  una  parte  di  quesH,  i   codici   19,   derivano   da   impianH   di   selezione/traLamento   esterni.   RelaHvamente   ai   residui   dei   cicli  lavoraHvi  è  da  evidenziare  che,  qualora  gli  stessi  presenHno  caraLerisHche  conformi  a  quelle  richieste  dal  D.M.   05   Febbraio   1998,   gli   stessi   saranno   classificaH   materie   prime   seconde   (mps),   in   caso   contrario  assumeranno  i  codici  CER  riportaH  nella  tabella  dedicata.

CER Descrizione150106 Imballaggi  misH150107 Imballaggi  in  vetro191205 Vetro  (da  rifiu5  prodoR  dal  

traQamento  meccanico  dei  rifiu5)200102 Vetro  (da  rifiuH  urbani  -­‐  frazioni  oggeLo  

di  raccolta  differenziata)

Tabella  20.  Elenco  rifiu5  conferi5  all’impianto  esistente.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

26CER Descrizione191202 Metalli  ferrosi191203 Matalli  non  ferrosi191204 PlasHca  e  gomma191205 Vetro  (da  rifiu5  prodoR  dal  traQamento  

meccanico  dei  rifiu5)191209 Minerali  (es.  sabbia,  rocce)191212 Atri  rifiuH  (compresi  materiali  misH)  prodoX  

dal  traLamento  meccanico  dei  rifiuH,  diversi  da  quelli  di  cui  alla  voce  191211.

Tabella  21.  Elenco  rifiu5  in  uscita  dall’impianto  esistente.

3.4.3 L’impiantoL’impianto  e  arHcolato  in  una  prima  parte  deputata  alla  preselezione  del  materiale  in  ingresso  alla  lavorazione.  

La  linea  comprende:• due  tramogge  di  carico,  portata  di  circa  40-­‐45  tonnellate  ora• due  EstraLori• due  Nastri  redler  di  elevazione• due  deferrizzatori  per  estrazione  di  metalli  magneHci• una  prima  cabina  di  selezione  manuale• due  Apparecchi  ECS  per  estrazione  di  metalli  amagneHci• nastri  di  collegamento• vaglio  piano  per  separazione  granulometrica  in  tre  parH  (0-­‐30  mm  ¡V  30-­‐60  mm  -­‐  >  60mm)• aspirazione  per  eliminazione  corpi  leggeri  (plasHca  etc.).

La  tripar5zione  del  materiale  si  snoda  con  nastri  e  prevede:• tre  deferrizzatori  per  estrazione  di  metalli  magneHci• tre  Apparecchi  ECS  per  estrazione  di  metalli  amagneHci• una  cabina  di  selezione  manuale  per  le  frazioni  30-­‐60  e  >  60  mm• mulino  per  frazione  >  60  mm.• nastri  di  collegamento  per  espulsione  materiali  estranei• vaglio  ad  aste  sulla  linea  >  30  mm.

La  seconda  parte  dell’impianto  e  deputata  alla  selezione  del  materiale  in  ingresso  alla  lavorazione.

La  linea  comprende:• linea  di  essicazione  con  Essicatore  Binder  +  bruciatore,  portata  da  30-­‐35  tonnellate  ora• frizionatrice  Binder  per  eliminazione  organico• nastri  di  collegamento• sistemi  di  aspirazione,  con  filtri  a  maniche.

TuLa  la  linea  può  essere  esclusa  nel  caso  di  non  necessita  di  essicazione:• due  vagli  Bivitec  e  Binder  a  tre  stadi,  posH  in  serie,  per  separazione  linee  granulometriche.

La  terza  parte  dell’impianto,  deputata  alla  selezione  oRca  del  materiale.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

27

25TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

La seconda parte dell’impianto e deputata alla selezione del materiale in ingresso alla lavorazione.

La linea comprende:• linea di essicazione con Essicatore Binder + bruciatore, portata da 30-35 tonnellate ora• frizionatrice Binder per eliminazione organico• nastri di collegamento• sistemi di aspirazione, con filtri a maniche.

Tutta la linea può essere esclusa nel caso di non necessita di essicazione:• due vagli Bivitec e Binder a tre stadi, posti in serie, per separazione linee granulometriche.

La terza parte dell’impianto, deputata alla selezione ottica del materiale.

La linea comprende:• due canali vibranti di distribuzione materiale • due selezionatrici SEA a due vie su linea > 20mm - da 1400 mm, con piatto vibrante di alimentazione• due selezionatrici Binder a due vie su linea < 20 mm ¡V da 1400 mm, con piatto vibrante di alimentazione a cascata• due selezionatrici Binder a tre vie su linea < 20 mm ¡V da 1400 mm e modulo metalli, con piatto vibrante di alimentazione• due selezionatrici Binder a tre vie su linea > 20 mm ¡V da 1400 mm e modulo metalli, con piatto vibrante di alimentazione• nastro di espulsione del materiale finito (vetro pronto al forno misto ) su specifico box di raccolta• nastro di espulsione del materiale finito (vetro pronto al forno mezzo bianco ) su specifico box di raccolta• nastri di raccolta materiali di scarto dalle selezionatrici, che alimentano la zona di ricircolo diretto.

La quarta parte, deputata alla selezione ottica del materiale di scarto per ricircolo.

La linea comprende:• canale a vibranti di distribuzione materiale• due selezionatrici SEA a due vie - da 1400 mm collegate a cascata con• due selezionatrici SEA a due vie - da 1400 mm• nastro di espulsione del materiale di scarto su specifico box di raccolta• nastri di raccolta materiali recuperato indirizzato su specifico box ed riavviato alla lavorazione (ripasso) sulla fase terza dell’impianto con specifica tramoggia di carico.

3.4.4 IL PROCESSO PRODUTTIVOSi descrivono ora le fasi del processo di affinazione.

RICEZIONEI rifiuti conferiti all’impianto, tramite autocarri, sono pesati e testati preliminarmente, sulla scorta delle analisi esistenti e del CER riportato nel formulario di identificazione ed avviati alle sezioni di stoccaggio dedicate.

CARICAMENTODai comparti di stoccaggio il materiale, tramite pala gommata, viene alimentato alla sezione di preselezione e selezione meccanica. Sono previste due linee di alimentazione da 20 t/ora nominali ciascuna, servite da una tramoggia della capacità di circa 20 m3 e quindi in grado di consentire quasi un’ora di alimentazione della linea in condizioni di normale

26TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

funzionamento.

PRESELEZIONE E SELEZIONE MECCANICAIl materiale accumulato alla base di ciascuna tramoggia, cade su un convogliatore che alimenta il nastro di caricamento alla piattaforma di preselezione, sul quale è previsto un dispositivo a cella di carico, per la quantificazione del rifiuto alimentato. Nella prima parte della piattaforma, che poggia su muri in c.a., delimitanti i sottostanti box di stoccaggio, è installato un separatore magnetico che agisce sul nastro di alimentazione asportando dal flusso i metalli magnetici e scaricandoli nel box di stoccaggio sottostante. Il nastro entra quindi nella cabina di preselezione chiusa e aspirata dove agisce normalmente un operatore che separa dal flusso i sovvalli presenti e li introduce nelle tramogge di convogliamento ai box di stoccaggio sottostanti.

Uscito dalla cabina, il materiale tramite una serie di nastri trasportatori, viene alimentato al vaglio primario che provvede a distribuire il flusso ed a suddividerlo in tre pezzature, secondo maglie di 30 e 60 mm. Le portate prevedibili su merceologiche e granulometriche standard sono le seguenti:

Tabella 21. Elenco rifiuti in uscita dall’impianto esistente.

In corrispondenza della base della superficie vagliante è pure installata una cappa aspirante che, per effetto della depressione creata dal ventilatore dedicato, invia il flusso d’aria ad un ciclone per la separazione dell’aria di trasporto dal materiale leggero aspirato. Alla base del ciclone si separa il materiale trasportato che, tramite una valvola stellare, cade sul convogliatore che alimenta un separatore a correnti parassite su cui agisce anche un deferrizzatore. I metalli magnetici e non magnetici separati scivolano su due tramogge dedicate, che provvedono a convogliarli nei relativi box di stoccaggio. Il rimanente flusso, costituito da materiale leggero (prevalentemente plastica) cade nel sottostante box di raccolta.

La frazione A (< 30 mm), tramite convogliatore, giunge alla sezione di demetallizzazione dedicata, costituita da un separatore a correnti parassite e da un deferrizzatore, mentre flusso residuale prosegue verso la sezione di selezione successiva.

La frazione B (30÷60 mm) cade sul nastro di cernita ed entra nella cabina di selezione primaria dove uno o due operatori provvedono ad estrarre dal flusso i KSP (ceramiche, sassi, inerti) ed i sovvalli: entrambe le tipologie, tramite tramogge e nastri di convogliamento vengono avviate ai box di stoccaggio dedicati.

La frazione C (> 60 mm) cade sul nastro di cernita e viene sottoposta all’asportazione manuale di KSP e sovvalli, prima di alimentare un mulino che provvede all’adeguamento dimensionale del flusso.Il materiale triturato viene scaricato sul nastro collettore che raccoglie anche la frazione B, entrambi avviati alla sezione di demetallizzazione e, successivamente alimentati ad un vaglio a barre che separa definitivamente l’eventuale frazione superiore a 60 mm, scaricata nel box di stoccaggio dei sovvalli, dal resto del materiale che si riunisce con la frazione A per alimentare con un flusso unico una lavatrice a secco.Il flusso in uscita, integrato con i ricircoli delle selezionatrici ottiche, arriva ad un vaglio vibrante, con reti da 5 e 20 mm, separando così 3 frazioni. È presumibile una suddivisione secondo le seguenti aliquote:

• < 5 mm -> 8 %• 5÷20 mm -> 44 %• 20 mm -> 48 %

46 - Ecopiave srl interventi di adeguamento tecnologico e funzionale dell’esistente impianto per la selezione ed il trattamento del rottame di vetro progetto definitivo – 2011.47 - Fonte: Analisi ambientale – Quadro di riferimento progettuale

Uscito  dalla  cabina,  il  materiale  tramite  una  serie  di  nastri  trasportatori,  viene  alimentato  al  vaglio  primario  che  provvede  a  distribuire  il  flusso  ed  a  suddividerlo   in  tre  pezzature,  secondo  maglie  di  30  e  60  mm.  Le  portate  prevedibili  su  merceologiche  e  granulometriche  standard  sono  le  seguenH:

Frazione  A ø  <  30  mm ~  14,3  t/h  (pari  al  55  %  del  flusso);Frazione  B 30  mm  <  ø  <  60  mm ~  6,5  t/h  (pari  al  25  %  del  flusso);Frazione  C ø  >  60  mm ~  5,2  t/h  (pari  al  20  %  del  flusso).

Tabella  22

In  corrispondenza  della  base  della  superficie  vagliante  è  pure  installata  una  cappa  aspirante  che,  per  effeLo  della   depressione  creata  dal   venHlatore  dedicato,   invia   il   flusso   d’aria  ad  un   ciclone   per   la   separazione  dell’aria  di  trasporto  dal  materiale  leggero  aspirato.  Alla  base  del  ciclone  si  separa  il  materiale  trasportato  che,  tramite  una  valvola  stellare,  cade  sul  convogliatore  che  alimenta  un  separatore  a  corren5  parassite  su  cui  agisce  anche  un  deferrizzatore.  I  metalli  magneHci  e  non  magneHci  separaH  scivolano  su  due  tramogge  dedicate,   che   provvedono   a   convogliarli  nei   relaHvi  box   di   stoccaggio.   Il   rimanente  flusso,   cosHtuito   da  materiale  leggero  (prevalentemente  plasHca)  cade  nel  soLostante  box  di  raccolta.  

La   frazione   A   (<   30   mm),   tramite   convogliatore,   giunge   alla   sezione   di   demetallizzazione   dedicata,  cosHtuita  da  un  separatore  a  correnH   parassite  e  da  un  deferrizzatore,  mentre  flusso  residuale  prosegue  verso  la  sezione  di  selezione  successiva.

La  frazione  B  (30÷60  mm)  cade  sul  nastro  di  cernita  ed  entra  nella  cabina  di  selezione  primaria  dove  uno  o  due  operatori  provvedono  ad  estrarre  dal  flusso  i  KSP  (ceramiche,  sassi,   inerH)   ed  i  sovvalli:   entrambe   le  Hpologie,  tramite  tramogge  e  nastri  di  convogliamento  vengono  avviate  ai  box  di  stoccaggio  dedicaH.

La  frazione  C  (>   60  mm)   cade  sul  nastro  di  cernita  e  viene  soLoposta  all’asportazione  manuale  di  KSP  e  sovvalli,  prima  di  alimentare  un  mulino  che  provvede  all’adeguamento  dimensionale  del  flusso.Il  materiale  triturato  viene  scaricato  sul  nastro  colleLore  che  raccoglie  anche  la  frazione  B,  entrambi  avviaH  alla   sezione   di   demetallizzazione   e,   successivamente   alimentaH   ad   un   vaglio   a   barre   che   separa  definiHvamente   l’eventuale   frazione  superiore  a  60  mm,   scaricata  nel  box   di  stoccaggio  dei  sovvalli,   dal  resto   del  materiale   che   si   riunisce  con   la   frazione  A  per  alimentare  con  un   flusso  unico   una   lavatrice  a  secco.Il  flusso  in  uscita,  integrato  con  i  ricircoli  delle  selezionatrici  oXche,  arriva  ad  un  vaglio  vibrante,  con  reH  da  5  e  20  mm,  separando  così  3  frazioni.  È  presumibile  una  suddivisione  secondo  le  seguenH  aliquote:

• <  5  mm  →  8  %• 5÷20  mm  →  44  %• 20  mm  →  48  %

La  frazione  inferiore  a  5  mm  cos5tuisce  il  vetro  fine  e  cade  direLamente  nel  box  di  stoccaggio  dedicatosoLostante.La  frazione  compresa   tra   5  e  20  mm  cade  su  un  nastro  inclinato  ad  inversione  di  flusso,  asservito  ad  un  sensore  di  umidità,  che  comanda  pure  il  deviatore  posto  sullo  scarico  della  frazione  >20  mm.  In  generale,  se  l’umidità  è  inferiore  al  3  %,   le   frazioni  proseguono  normalmente  alle  rispeXve   linee  di   selezione  oXca,  diversamente,  vengono  alimentate  ad  un  essiccatore  per  la  riduzione  dell’umidità.  L’essiccatore  è  dotato  di  un   bruciatore   a   gas   con   venHlatore   di   insufflazione   dell’aria   di   combusHone   ed   un   venHlatore   di  raffreddamento.  I  gas  presenH  nella  parte  finale  vengono  aspiraH  ed  inviaH  al  filtro  a  maniche  dedicato  che  li  depura  e  li  ricircola  al  bruciatore  come  aria  comburente.

Selezione  o,caLa   fase   successiva   è   rappresentata   dalla   selezione   oRca   che   avviene,   per   moHvi   di   efficienza   e   di  organizzazione  del  flusso,  su  due  linee,  una  dedicata  al  materiale  di  pezzatura  inferiore  a  20  mm  e  l’altra  a  quello  superiore.  La  suddivisione  per  pezzatura  è  già  stata  effeLuata  nelle  fasi  precedenH,  ad  eccezione  del  materiale   in   uscita   dall’essiccatore,   che   presenta   granulometria   variabile.   Viene   quindi   soLoposto   a  

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

29

27TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

La frazione inferiore a 5 mm costituisce il vetro fine e cade direttamente nel box di stoccaggio dedicatosottostante.La frazione compresa tra 5 e 20 mm cade su un nastro inclinato ad inversione di flusso, asservito ad un sensore di umidità, che comanda pure il deviatore posto sullo scarico della frazione >20 mm. In generale, se l’umidità è inferiore al 3 %, le frazioni proseguono normalmente alle rispettive linee di selezione ottica, diversamente, vengono alimentate ad un essiccatore per la riduzione dell’umidità. L’essiccatore è dotato di un bruciatore a gas con ventilatore di insufflazione dell’aria di combustione ed un ventilatore di raffreddamento. I gas presenti nella parte finale vengono aspirati ed inviati al filtro a maniche dedicato che li depura e li ricircola al bruciatore come aria comburente.

SELEZIONE OTTICALa fase successiva è rappresentata dalla selezione ottica che avviene, per motivi di efficienza e di organizzazione del flusso, su due linee, una dedicata al materiale di pezzatura inferiore a 20 mm e l’altra a quello superiore. La suddivisione per pezzatura è già stata effettuata nelle fasi precedenti, ad eccezione del materiale in uscita dall’essiccatore, che presenta granulometria variabile. Viene quindi sottoposto a vagliatura prima dell’ingresso alla linea di selezione ottica dedicata al flusso < 20 mm, unitamente al materiale già selezionato < 20 mm.In tal modo, il flusso in ingresso viene suddiviso in quattro aliquote:

• < 5 mm -> 5 %• 5÷12 mm -> 18 %• 12÷20 mm -> 22 %• 20 mm -> 55 %

La frazione fine (< 5 mm) viene sottoposta ad un controllo di qualità automatico, che comanda un deflettore atto deviare il flusso, in funzione delle sue caratteristiche, allo stoccaggio del fine od alla sezione di stoccaggio finale del vetro misto.Le frazioni 5÷12 mm e 12÷20 mm vengono indirizzate separatamente al distributore vagliante in testa alla linea di selezione ottica < 20 mm, mentre la frazione > 20 mm viene avviata alla omologa linea di selezione ottica > 20 mm.

Il comparto di selezione ottica è costituito da due stadi di selezione in cascata, organizzato n. 8 apparati di selezione, quattro per ogni stadio (frazioni 5÷12, 12÷20 e due flussi >20 mm).

• Dalla prima selezione escono un rifiuto che viene avviato alla linea di selezione del sovvallo ed un materiale di buona qualità, indirizzato al secondo stadio di selezione ottica.• Dal secondo stadio vengono separati tre flussi, costituiti da vetro flint (vetro bianco), avviato alla linea di raffinazione del flint, vetro misto che va alla linea di stoccaggio finale e sovvalli, indirizzati alla linea di selezione relativa.

Sulla linea di stoccaggio finale del vetro misto opera un campionatore, atto al prelevamento, a frequenze prefissate, di aliquote di materiale, da sottoporre a controllo di qualità. Il flusso principale, invece, viene distribuito su due box di stoccaggio dedicati.

SELEZIONE SCARTIGli scarti separati dalle selezionatrici, prevalentemente CSP, cioè ceramica ed altri materiali inerti, vengono avviati alla linea di selezione dedicata, atta al recupero, mediante ulteriore selezione ottica di eventuale materiale di buona qualità sfuggito alla fase di selezione ottica principale.La linea di selezione degli scarti è organizzata in ulteriori due stadi di selezione ottica in cascata; il primo stadio con due macchine che agiscono sulle frazioni rispettivamente inferiori e superiori a 15 mm, il secondo stadio con un’unica machina. In tale comparto, la logica di funzionamento è inversa rispetto alla selezione ottica principale, dato che lo scarto in uscita dal primo stadio affluisce al secondo stadio per un’ulteriore selezione; lo scarto in uscita dal secondo stadio viene invece scaricato nel box dedicato allo stoccaggio degli inerti. Le altre frazioni separate dai due stadi vengono invece ricircolate in testa alla linea di selezione.

28TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

RAFFINAZIONE FLINTIl vetro flint, separato nel comparto di selezione ottica, viene avviato ad uno stadio di raffinazione, in testa al quale è installato un distributore vagliante, atto alla separazione preliminare della frazione inferiore a 10 mm, avviata alla linea del misto, da quella > 10 mm, sottoposta a doppia selezione ottica in cascata; gli scarti di ciascun stadio vengono ricircolati in testa alla linea di selezione, mentre il materiale selezionato, che costituisce vetro bianco di alta qualità, prosegue alla linea di stoccaggio del flint, presidiata da campionatore, analogamente alla linea del misto, articolata in due box di stoccaggio dedicati.

ASPIRAZIONE E TRATTAMENTO DELL’ARIAAlla linea di aspirazione vengono avviati tre flussi principali:

1 - aspirazioni di processo;2 - depolverazione;3 - essiccamento.

Ciascuna di queste linee è dotata di proprio sistema di filtrazione a maniche con l’uscita convogliata ad un unico camino (C1).Le aspirazioni di processo vengono sottoposte a pretrattamento su ciclone. Il materiale separato alla base del ciclone è rappresentato in buona parte da vetro fine, da avviare al recupero, per cui tale scarico è alimentato ad un distributore vagliante, con maglia da 3 mm; il sopravvaglio viene convogliato nel box sovvalli, mentre il sottovaglio viene invece scaricato nello stoccaggio dedicato, unitamente al vetro fine precedentemente separato.

3.5 RECUPEROLa quinta e ultima fase della filiera del vetro riciclato è la fase di recupero viene svolta da O-I nello stabilimento di San Polo di Piave (TV) in via Piave, 2148.

L’attività principale svolta presso lo stabilimento è la fabbricazione di vetro cavo colorato in forni aventi capacita di fusione superiore a 20 tonnellate/giorno49.

3.5.1 L’ATTIVITÀLa società O-I Manufacturing Italy S.p.A. e specializzata nella produzione di vetro per bottiglie di vario genere destinate al settore dell’alimentazione. La produzione giornaliera complessiva massima dello stabilimento si attesta intorno alle 715 tonnellate/giorno (calcolata come somma delle capacita produttive dei tre forni presenti: forno 1 – 135 tonn./giorno; forno 3 – 300 tonn./giorno; nuovo forno 4 – 280 tonn./giorno); l’attività lavorativa si svolge a ciclo continuo su turni di 8 ore.

Tabella 23.

Rispetto alla situazione del 2006, la sostituzione del forno n. 4 con uno avente potenzialità leggermente ridotta, prevista nel corso dell’anno 2011, porta a ricalcolare la capacita di produzione annua, sulla base della capacita produttiva giornaliera dei tre forni che saranno presenti ad intervento ultimato: 715 x 365 = 260.975 tonn./anno.

3.5.2 IL CICLO PRODUTTIVOIl ciclo produttivo si svolge attraverso le seguenti fasi50:

1 - ricevimento e insilaggio materie prime (01100 - 01200)2 - dosaggio e miscelazione materie prime (01400)

48 - La ditta O-I Manufacturing Italy S.p.A. ha sede legale in Via 1° Maggio, n. 18, nel Comune di Origgio (VA).49 - L’attività è identificata mediante i codici: IPPC 3.3 (Allegato VIII alla Parte II del D. Lgs. n. 152/2006); NACE 26.13; NOSE-P 104.11.50 - Fonte: AIA

3.5 RecuperoLa  quinta   e   ulHma   fase   della   filiera   del   vetro   riciclato   è   la   fase   di   recupero   viene   svolta   da   O-­‐I   nello  stabilimento  di  San  Polo  di  Piave  (TV)  in  via  Piave,  2148.

L'aXvità  principale  svolta  presso   lo   stabilimento  è   la  fabbricazione  di  vetro  cavo  colorato  in  forni  avenH  capacita  di  fusione  superiore  a  20  tonnellate/giorno49.

3.5.1 L’aXvitàLa  società  O-­‐I  Manufacturing   Italy   S.p.A.  e  specializzata  nella  produzione  di   vetro   per   boRglie  di   vario  genere   desHnate   al   seLore   dell'alimentazione.   La   produzione   giornaliera   complessiva   massima   dello  stabilimento  si  aLesta  intorno  alle  715  tonnellate/giorno  (calcolata  come  somma  delle  capacita  produXve  dei  tre  forni  presenH:   forno  1  –  135  tonn./giorno;  forno  3  –   300  tonn./giorno;  nuovo  forno  4  –  280  tonn./giorno);  l'aXvità  lavoraHva  si  svolge  a  ciclo  conHnuo  su  turni  di  8  ore.

ProdoLo Capacità  di  produzione  [t/a]

Produzione  effeXva  [t/a] Anno  di  riferimento

Vetro  cavo 262.800 250.931 2006

Tabella  23.

(*)  RispeLo  alla  situazione  del  2006,  la  sosHtuzione  del  forno  n.  4  con  uno  avente  potenzialità  leggermente  ridoLa,  prevista  nel  corso   dell'anno  2011,   porta  a  ricalcolare  la  capacita  di  produzione  annua,  sulla  base  della  capacita  produXva  giornaliera  dei  tre  forni  che  saranno  presenH  ad  intervento  ulHmato:  715  x  365  =  260.975  tonn./anno.

3.5.2 Il  ciclo  produXvoIl  ciclo  produXvo  si  svolge  aLraverso  le  seguenH  fasi50:

1. ricevimento  e  insilaggio  materie  prime  (01100  -­‐  01200)2. dosaggio  e  miscelazione  materie  prime  (01400)3. fusione  (02100)4. formatura  (03400)5. traLamento  a  caldo  (03500)6. ricoLura  e  traLamento  a  freddo  (03700  e  04200)7. scelta  e  controllo  qualità  (04400)8. confezionamento  (04500)9. immagazzinamento  (05000).

RICEVIMENTO  E  INSILAGGIO  MATERIE  PRIMELa  maggior  parte  delle  materie  prime  e  trasportata  con  autoboX  e  trasferita  pneumaHcamente  nei  sili  di  stoccaggio.   La   sabbia   e   trasportata   con   autocarri   e   viene   scaricata   presso   apposite   aree.   Da   qui,   e  successivamente  prelevata  con  pala  meccanica  e  riversata  in  un'apposita  tramoggia,  dalla  quale  mediante  trasportatori  a  tazze  e  inserita  nei  sili  di  stoccaggio.Il   roQame   di   vetro   che   proviene   dall'esterno   arriva   pulito,   pronto   per   essere   inviato   al   forno;   viene  stoccato  in  un'area  di  circa  3.400  mq.  posta  nei  pressi  del  reparto  composizione  ed  e  movimentato  con  pala  meccanica.  Il  roQame  di  vetro  interno,  prima  del  suo  riuHlizzo,  viene  soLoposto  a  frantumazione.

DOSAGGIO  E  MISCELAZIONE  MATERIE  PRIME

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

32

48  La  diLa  O-­‐I  Manufacturing  Italy  S.p.A.  ha  sede  legale  in  Via  1°  Maggio,  n.  18,  nel  Comune  di  Origgio  (VA).

49 L’aXvità  è  idenHficata  mediante  i  codici:  IPPC  3.3  (Allegato  VIII  alla  Parte  II  del  D.  Lgs.  n.  152/2006);  NACE  26.13;  NOSE-­‐P  104.11.

50  Fonte:  AIA

29TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

3 - fusione (02100)4 - formatura (03400)5 - trattamento a caldo (03500)6 - ricottura e trattamento a freddo (03700 e 04200)7 - scelta e controllo qualità (04400)8 - confezionamento (04500)9 - immagazzinamento (05000).

RICEVIMENTO E INSILAGGIO MATERIE PRIMELa maggior parte delle materie prime e trasportata con autobotti e trasferita pneumaticamente nei sili di stoccaggio. La sabbia e trasportata con autocarri e viene scaricata presso apposite aree. Da qui, e successivamente prelevata con pala meccanica e riversata in un’apposita tramoggia, dalla quale mediante trasportatori a tazze e inserita nei sili di stoccaggio.Il rottame di vetro che proviene dall’esterno arriva pulito, pronto per essere inviato al forno; viene stoccato in un’area di circa 3.400 mq. posta nei pressi del reparto composizione ed e movimentato con pala meccanica. Il rottame di vetro interno, prima del suo riutilizzo, viene sottoposto a frantumazione.

DOSAGGIO E MISCELAZIONE MATERIE PRIMELe materie prime sono prelevate dai silos, pesate nelle quantità necessarie, inserite in un impianto di sollevamento e di trasporto (skip) e miscelate tra loro. Una volta aggiunto il rottame di vetro si invia tutta la miscela, mediante nastri trasportatori, alle tramogge di alimentazione dei forni.

FUSIONELa fusione della miscela vetrificabile avviene tramite tre forni fusori (siglati F1, F3 ed F4) del tipo UNIT MELTER che lavorano intorno ai 1550°C, 24 ore su 24, e sono alimentati a gas metano.

Con domanda presentata in data 25.10.2010, la Ditta ha manifestato la propria intenzione a dismettere uno dei tre forni (il forno F4) giunto a fine campagna e a sostituirlo con un nuovo forno avente capacità di produzione leggermente inferiore, pari a 280 tonnellate/giorno. Il nuovo forno, diversamente dai forni esistenti, tutti Unit Melter, si basa su una tecnologia denominata “CENTAURO”, a recupero di calore misto. Il nuovo forno sarà quindi dotato di camere di rigenerazione per il recupero del calore dai fumi esausti a favore del preriscaldamento dell’aria in ingresso e di un sistema per recuperare mediante scambiatore un’ulteriore quota di calore residuo, il quale verrà utilizzato, per esempio, per il riscaldamento invernale dei reparti di lavorazione. Rispetto alla situazione attuale, la Ditta stima un risparmio energetico intorno al 40%, dovuto al fatto che il sistema “Centauro” permette di ottenere i livelli energetici dei forni a camere e una serie di vantaggi aggiuntivi.1. Si ottiene la massima temperatura possibile (compatibilmente con i vincoli economici e comparabilmente con le migliori tecnologie) dell’aria preriscaldata e quindi si raggiungono livelli di risparmio energetico più avanzati.2. La ripartizione del recupero permette di graduare gli afflussi di aria nelle 2 sezioni di recupero (rigenerativa e recuperativa), in modo da ottenere, oltre all’usuale aria di combustione preriscaldata, anche un flusso di aria calda pulita. La disponibilità di una quantità non indifferente di aria calda pulita a una temperatura fino a 500°C (nel caso in esame, la Ditta pensa di massimizzare il recupero a 150°C) in maniera continuativa può consentire vari utilizzi sia nel processo sia nei servizi.3. Si garantisce comunque una temperatura di uscita dei gas esausti al livello più basso tecnologicamente compatibile (normalmente intorno ai 170-200°C in modo da evitarecondensazione acida). Ciò permetterà di ridurre ampiamente le perdite energetiche e di conseguenza i consumi energetici globali e nello stesso tempo di produrre fumi in condizione di filtrabilità anche per impianti filtranti a maniche come quello già installato. Inoltre, il condizionamento della temperatura dei fumi al di sotto dei 200 °C mediante scambiatore in sostituzione al quencher permette di eliminare un consumo importante di acqua di raffreddamento stimato intorno ai 3 m3/h.

30TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

L’inserimento della miscela vetrificabile e fatto con macchine infornatrici poste sotto la tramoggia di stoccaggio. Durante la fusione, nella massa vetrosa si generano inclusioni gassose dovute alla decomposizione delle materie prime, principalmente carbonati di sodio, calcio e magnesio che danno origine a CO2, la cui solubilità nel vetro e limitata. Le bolle che ne derivano vengono successivamente eliminate nella fase di affinaggio grazie all’aggiunta di sostanze affinanti quali solfati di sodio e di calcio. Tali sostanze, decomponendosi a loro volta, danno origine a gas maggiormente solubili nella massa vetrosa e a bolle di più grosse dimensioni, caratterizzate da una più elevata velocita di risalita, con il conseguente effetto di facilitare l’eliminazione delle bolle più piccole presenti nella massa vetrosa.Il vetro affinato entra in una vasca collettore denominata bacino di lavoro o “naso” all’interno della quale si ha il condizionamento del vetro. Questa fase e necessaria per raffreddare ed omogeneizzare termicamente la massa fino ad ottenere una viscosità adeguata alla lavorazione e trasformazione nel prodotto finale. La temperatura di esercizio del naso è funzione del tipo di vetro, del cavato e delle caratteristiche degli articoli in produzione.

FORMATURAIl vetro fuso in uscita dal forno, condizionato, viene tagliato in gocce di peso predeterminato che, in caduta guidata, sono indirizzate alle macchine formatrici. I processi di formatura sono del tipo soffiato-soffiato: sia per la fase iniziale che per la finitura dell’articolo in vetro, viene utilizzata la soffiatura mediante aria compressa.

TRATTAMENTO A CALDOLe bottiglie cosi formate e poste su un nastro trasportatore metallico subiscono un trattamento superficiale a caldo con un prodotto a base di tricloruro di monobutilstagno, che conferisce ai contenitori maggior resistenza meccanica. Fino a qualche anno fa, la Ditta utilizzava per questa operazione un prodotto a base di tetracloruro di stagno che veniva applicato sulle bottiglie presso apposite cappe previa miscelazione con azoto, quest’ultimo usato come fluido di trasporto. Recentemente, la Ditta ha sostituito le cappe di trattamento con altre adatte all’utilizzo del nuovo prodotto, il quale assicura una resa maggiore, con minor consumo di materia prima e livelli di emissione più contenuti.Le emissioni derivanti da questa operazione sono convogliate alle linee di trattamento fumi dei fornifusori, installandosi prima dell’abbattimento con filtro a maniche.

RICOTTURA E TRATTAMENTO A FREDDOI contenitori, dopo il trattamento a caldo, sono inviati al forno di ricottura, anch’esso alimentato a metano. La fase di ricottura prevede che il vetro venga portato alla temperatura di circa 550°C e raffreddato lentamente in condizioni controllate, allo scopo di eliminare le tensioni introdotte nella massa vetrosa durante il processo di formatura. In questa fase il vetro mantiene la sua forma e non subisce alcuna modifica della composizione chimica. Siccome il vetro cavo è soggetto a numerose operazioni di riempimento e a frizioni continue della superficie, dopo la ricottura, i contenitori sono sottoposti ad un trattamento superficiale a freddo che consiste nella spruzzatura di emulsioni acquose a base di polietilene.

SCELTA E CONTROLLO QUALITA’In questa fase sono eliminati eventuali prodotti difettosi. La scelta può essere effettuata automaticamente, attraverso apposite macchine e impianti di controllo oppure manualmente da parte di un addetto. A campione sono eseguiti controlli, misure e verifiche.

CONFEZIONAMENTOAttraverso nastri trasportatori metallici, le bottiglie giungono agli impianti, alcuni automatici e altri semi-automatici, nei quali avviene l’inserimento delle bottiglie su pallet, l’applicazione del separatore di strato, la copertura del pallet con film termoretraibile, il trasferimento al forno per il restringimento del film e l’invio alla rulliera che trasporta il pallet fino alla zona magazzino.

48 - La ditta O-I Manufacturing Italy S.p.A. ha sede legale in Via 1° Maggio, n. 18, nel Comune di Origgio (VA).49 - L’attività è identificata mediante i codici: IPPC 3.3 (Allegato VIII alla Parte II del D. Lgs. n. 152/2006); NACE 26.13; NOSE-P 104.11.50 - Fonte: AIA

31TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

IMMAGAZZINAMENTOI pallet sono prelevati con carrelli meccanici a forche e trasportati presso le zone di stoccaggio, dove sono depositati in cataste su più file, in attesa del loro carico e spedizione con automezzi.

3.6 I FLUSSI DI MATERIATutti i materiali immessi sul mercato sono destinati a trasformarsi in rifiuti e tutti i processi produttivi generano rifiuti. Un ruolo fondamentale hanno quindi le attività di riutilizzo, riciclo e recupero di materia. Con il recupero si permette infatti ai rifiuti di svolgere un ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero altrimenti utilizzati, mentre con il riciclaggio, quale operazione di recupero, i materiali di rifiuto sono ritrattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini (Dir. 2008/98/CE). Queste attività rappresentano una parte significativa del sistema industriale: sono una fonte di approvvigionamento di materie prime secondarie idonee al reimpiego in altri processi produttivi. La disponibilità di materie prime secondarie è, infatti, essenziale per una pluralità di settori industriali che utilizzano materiali quali: acciaio, alluminio, carta, vetro, legno e materie plastiche51.

La conoscenza dettagliata e documentata del flusso di materia della filiera del vetro riciclato è effettivamente uno degli scopi principali di uno studio di tracciabilità.

Se non è possibile tracciare la singola bottiglia che trasformata in rifiuto ripercorre il ciclo del vetro e se poco significativo è tracciare quanto conferito in una singola campana, è possibile però tracciare nel suo percorso il flusso del materiale proveniente dalla raccolta differenziata conferito nell’area di produzione individuata, che nel nostro caso sono i territori delle municipalità di Chirignago-Zelarino e Favaro Veneto. Questa tracciabilità è possibile:

1 - organizzando i servizi di raccolta del rifiuto in modo da avere la certezza che il materiale raccolto provenga da una certa area di conferimento; 2 - organizzando le fasi di selezione in modo che quanto conferito possa essere lavorato per lotti (fisicamente separati) in modo da conservare, come prodotto, la propria caratteristica d’origine;3 - garantendo che lo stesso vetro, quale materia prima secondaria, entri nella produzione industriale del vetro e rientri così nel ciclo del vetro.

I flussi sono quantificati da un insieme di indicatori di monitoraggio che tracciano le quantità di rifiuto lungo tutta la filiera: dalla fase di conferimento, dove il rifiuto di vetro è parte del multi-materiale (VPL); alla fase di selezione e raffinazione, dove il rifiuto si trasforma in materia prima seconda; al recupero finale, dove il vetro torna ad avere la funzione di bottiglia. Questi indicatori, oltre ai flussi, descrivono anche i parametri dimensionali che caratterizzano il sistema nelle varie fasi della filiera e che costituiscono le condizioni al contorno, o più semplicemente il contesto, su cui valutare le grandezze e le loro variazioni nel tempo.

Infine, per ragioni di semplicità, la quantificazione degli indicatori è stata rapportata ad un preciso periodo temporale: il quadrimestre. Periodo scelto in modo da raccordarsi ad altri tipi di monitoraggio delle attività presenti nelle aziende della filiera, dovuti anche ad altri sistemi di gestione. In tal modo, ad ogni quadrimestre è facile far corrispondere una contabilizzazione e un report periodici.

La tracciabilità del vetro riciclato lungo la filiera è data dalle seguenti categorie merceologiche che il materiale trattato assume nelle sue varie fasi di trasformazione:

51 - Fonte ARPAV.

32TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

Tabella 24. Categorie merceologiche dei materiali per fase di processo.

La contabilità periodica dei flussi di materia della filiera del vetro ha come obiettivo quello di monitorare le quantità e la qualità di queste tipologie di materiali lungo le fasi di processo. Questo è possibile grazie a una serie di indicatori di monitoraggio che, con cadenza periodica, vengono quantificati dai soggetti coinvolti nelle attività di filiera, secondo le modalità stabilite nel disciplinare.

Tabella 25. Tipi di indicatori di monitoraggio per fase di processo.

4  Raffinamento VS VPF   -­‐   Vetro   pronto   al   forno  (MPS)

ScarH  di  lavorazione

5  Recupero VPF VB  -­‐  Vetro  boXglia ScarH  di  lavorazione

Tabella  24.  Categorie  merceologiche  dei  materiali  per  fase  di  processo.

Tabella.

La  contabilità  periodica  dei  flussi  di  materia  della  filiera  del  vetro  ha  come  obieXvo  quello  di  monitorare  le  quanHtà  e  la  qualità  di  queste  Hpologie  di  materiali  lungo  le  fasi  di  processo.  Questo  è  possibile  grazie  a  una  serie  di  indicatori  di  monitoraggio   che,  con  cadenza  periodica,  vengono  quan5fica5   dai  soggeX   coinvolH  nelle  aXvità  di  filiera,  secondo  le  modalità  stabilite  nel  disciplinare.

Fase  del  processo Indicatori  descriRvi(valori  misura5)

Indicatori  di  efficienza(valori  calcola5)

Indicatori  di  risultato(valori  calcola5)

1  Conferimento QuanHtà  di  mulH-­‐materiale  (VPL)  conferito

QuanHtà  di  vetro  conferito  dalla  raccolta  di  VPL  (analisi  merceologica)

QuanHtà  di  vetro  non  interceLato  dalla  raccolta  di  VPL  (analisi  merceologica)

Resa  del  processo:  quanHtà  pro  capite  di  rifiuto  VPL  conferito

ScarH:  vetro  non  interceLato  sul  vetro  totale  conferito

QuanHtà  di  mulH-­‐materiale  (VPL)

2  Raccolta -­‐-­‐-­‐ -­‐-­‐-­‐ -­‐-­‐-­‐

3  Selezione QuanHtà  di  mulH-­‐materiale  (VPL)  lavorato

Resa  del  processo  

ScarH  prodoX  dal  processo

QuanHtà  di  vetro  da  selezione  (VS)

4  Raffinamento QuanHtà  di  vetro  da  selezione  (VS)  lavorato

Resa  del  processo

ScarH  prodoX  dal  processo

QuanHtà  di  Vetro  pronto  al  forno  (VPF)  prodoLo

5  Recupero QuanHtà  di  Vetro  pronto  al  forno  (VPF)  adoperato

Resa  del  processo

ScarH  prodoX  dal  processo

QuanHtà  di  Vetro  boXglia  (VB)  prodoLo  da  VPF

Tabella  25.  Tipi  di  indicatori  di  monitoraggio  per  fase  di  processo.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

36

3.6 I  FLUSSI  DI  MATERIA

TuE   i  materiali   immessi   sul  mercato   sono  desMnaM   a   trasformarsi   in   rifiuM   e   tuE   i  processi   produEvi  generano  rifiuM.  Un  ruolo  fondamentale  hanno  quindi   le  aEvità  di  riuMlizzo,  riciclo  e   recupero  di  materia.  Con   il   recupero   si   permePe   infaE   ai   rifiuM   di   svolgere   un   ruolo   uMle,   sos6tuendo   altri   materiali   che  sarebbero  altrimenM  uMlizzaM,  mentre   con  il  riciclaggio,  quale   operazione  di  recupero,  i  materiali  di  rifiuto  sono  ritraPaM  per  oPenere  prodoE,  materiali  o  sostanze  da  uMlizzare  per  la  loro  funzione  originaria  o  per  altri  fini   (Dir.   2008/98/CE).   Queste   aEvità   rappresentano  una  parte   significaMva  del   sistema  industriale:  sono  una   fonte   di  approvvigionamento  di  materie   prime   secondarie   idonee  al  reimpiego   in  altri  processi  produEvi.   La   disponibilità   di  materie   prime   secondarie   è,   infaE,   essenziale   per   una   pluralità   di   sePori  industriali  che  uMlizzano  materiali  quali:  acciaio,  alluminio,  carta,  vetro,  legno  e  materie  plasMche51.

La   conoscenza   deLagliata   e   documentata   del   flusso   di   materia   della   filiera   del   vetro   riciclato   è  effeXvamente  uno  degli  scopi  principali  di  uno  studio  di  tracciabilità.

Se  non  è  possibile  tracciare  la  singola  boXglia  che  trasformata  in  rifiuto  ripercorre  il  ciclo  del  vetro  e  se  poco  significaHvo  è  tracciare  quanto  conferito   in  una  singola  campana,  è  possibile  però  tracciare  nel  suo  percorso  il  flusso   del  materiale  proveniente  dalla  raccolta  differenziata  conferito   nell’area   di  produzione  individuata,  che  nel  nostro  caso  sono  i  territori  delle  municipalità  di  Chirignago-­‐Zelarino  e  Favaro  Veneto.  Questa  tracciabilità  è  possibile:  

1) organizzando  i  servizi  di  raccolta  del  rifiuto   in  modo  da  avere  la  certezza  che  il  materiale  raccolto  provenga  da  una  certa  area  di  conferimento;  

2) organizzando   le   fasi   di   selezione   in  modo   che   quanto   conferito   possa   essere   lavorato   per   loR  (fisicamente  separaH)  in  modo  da  conservare,  come  prodoLo,  la  propria  caraLerisHca  d’origine;

3) garantendo  che  lo  stesso  vetro,  quale  materia  prima  secondaria,  entri  nella  produzione  industriale  del  vetro  e  rientri  così  nel  ciclo  del  vetro.

I   flussi   sono  quanHficaH   da  un   insieme  di   indicatori   di  monitoraggio   che  tracciano   le   quanHtà  di  rifiuto  lungo  tuLa  la  filiera:  dalla  fase  di  conferimento,  dove  il  rifiuto  di  vetro  è  parte  del  mulH-­‐materiale  (VPL);  alla  fase  di  selezione  e   raffinazione,  dove  il  rifiuto  si  trasforma  in  materia   prima   seconda;  al   recupero  finale,  dove  il  vetro   torna  ad  avere   la  funzione  di  boXglia.  QuesH   indicatori,  oltre  ai  flussi,   descrivono   anche  i  parametri   dimensionali   che   caraLerizzano   il   sistema  nelle   varie   fasi   della  filiera  e   che   cosHtuiscono   le  condizioni  al  contorno,  o  più  semplicemente  il  contesto,  su  cui  valutare  le  grandezze  e  le  loro  variazioni  nel  tempo.

Infine,  per  ragioni  di  semplicità,  la  quanHficazione  degli  indicatori  è  stata  rapportata  ad  un  preciso  periodo  temporale:  il  quadrimestre.  Periodo  scelto  in  modo  da  raccordarsi  ad  altri  Hpi  di  monitoraggio  delle  aXvità  presenH   nelle   aziende   della   filiera,   dovuH   anche   ad   altri   sistemi   di   gesHone.   In   tal   modo,   ad   ogni  quadrimestre  è  facile  far  corrispondere  una  contabilizzazione  e  un  report  periodici.

La   tracciabilità  del   vetro   riciclato   lungo   la  filiera   è   data   dalle   seguenH   categorie  merceologiche   che   il  materiale  traLato  assume  nelle  sue  varie  fasi  di  trasformazione:

Fase  del  processo Materiale  in  entrata Materiale  in  uscita Scar51  Conferimento RU  -­‐  rifiuto  urbano MulH-­‐materiale  

“pesante”(frazioni  secche  riciclabili  VPL  –  Vetro,  plasHca,  laXne)

Vetro  non  conferito  correLamente  alla  raccolta  differenziata

2  Raccolta MulH-­‐materiale  (VPL) MulH-­‐materiale  (VPL) Perdita  nelle  operazioni  di  carico  e  scarico

3  Selezione MulH-­‐materiale  (VPL) VS  -­‐  vetro  da  selezione ScarH  di  lavorazione

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

3551  Fonte  ARPAV.

4  Raffinamento VS VPF   -­‐   Vetro   pronto   al   forno  (MPS)

ScarH  di  lavorazione

5  Recupero VPF VB  -­‐  Vetro  boXglia ScarH  di  lavorazione

Tabella  24.  Categorie  merceologiche  dei  materiali  per  fase  di  processo.

Tabella.

La  contabilità  periodica  dei  flussi  di  materia  della  filiera  del  vetro  ha  come  obieXvo  quello  di  monitorare  le  quanHtà  e  la  qualità  di  queste  Hpologie  di  materiali  lungo  le  fasi  di  processo.  Questo  è  possibile  grazie  a  una  serie  di  indicatori  di  monitoraggio   che,  con  cadenza  periodica,  vengono  quan5fica5   dai  soggeX   coinvolH  nelle  aXvità  di  filiera,  secondo  le  modalità  stabilite  nel  disciplinare.

Fase  del  processo Indicatori  descriRvi(valori  misura5)

Indicatori  di  efficienza(valori  calcola5)

Indicatori  di  risultato(valori  calcola5)

1  Conferimento QuanHtà  di  mulH-­‐materiale  (VPL)  conferito

QuanHtà  di  vetro  conferito  dalla  raccolta  di  VPL  (analisi  merceologica)

QuanHtà  di  vetro  non  interceLato  dalla  raccolta  di  VPL  (analisi  merceologica)

Resa  del  processo:  quanHtà  pro  capite  di  rifiuto  VPL  conferito

ScarH:  vetro  non  interceLato  sul  vetro  totale  conferito

QuanHtà  di  mulH-­‐materiale  (VPL)

2  Raccolta -­‐-­‐-­‐ -­‐-­‐-­‐ -­‐-­‐-­‐

3  Selezione QuanHtà  di  mulH-­‐materiale  (VPL)  lavorato

Resa  del  processo  

ScarH  prodoX  dal  processo

QuanHtà  di  vetro  da  selezione  (VS)

4  Raffinamento QuanHtà  di  vetro  da  selezione  (VS)  lavorato

Resa  del  processo

ScarH  prodoX  dal  processo

QuanHtà  di  Vetro  pronto  al  forno  (VPF)  prodoLo

5  Recupero QuanHtà  di  Vetro  pronto  al  forno  (VPF)  adoperato

Resa  del  processo

ScarH  prodoX  dal  processo

QuanHtà  di  Vetro  boXglia  (VB)  prodoLo  da  VPF

Tabella  25.  Tipi  di  indicatori  di  monitoraggio  per  fase  di  processo.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

36

3.6 I  FLUSSI  DI  MATERIA

TuE   i  materiali   immessi   sul  mercato   sono  desMnaM   a   trasformarsi   in   rifiuM   e   tuE   i  processi   produEvi  generano  rifiuM.  Un  ruolo  fondamentale  hanno  quindi   le  aEvità  di  riuMlizzo,  riciclo  e   recupero  di  materia.  Con   il   recupero   si   permePe   infaE   ai   rifiuM   di   svolgere   un   ruolo   uMle,   sos6tuendo   altri   materiali   che  sarebbero  altrimenM  uMlizzaM,  mentre   con  il  riciclaggio,  quale   operazione  di  recupero,  i  materiali  di  rifiuto  sono  ritraPaM  per  oPenere  prodoE,  materiali  o  sostanze  da  uMlizzare  per  la  loro  funzione  originaria  o  per  altri  fini   (Dir.   2008/98/CE).   Queste   aEvità   rappresentano  una  parte   significaMva  del   sistema  industriale:  sono  una   fonte   di  approvvigionamento  di  materie   prime   secondarie   idonee  al  reimpiego   in  altri  processi  produEvi.   La   disponibilità   di  materie   prime   secondarie   è,   infaE,   essenziale   per   una   pluralità   di   sePori  industriali  che  uMlizzano  materiali  quali:  acciaio,  alluminio,  carta,  vetro,  legno  e  materie  plasMche51.

La   conoscenza   deLagliata   e   documentata   del   flusso   di   materia   della   filiera   del   vetro   riciclato   è  effeXvamente  uno  degli  scopi  principali  di  uno  studio  di  tracciabilità.

Se  non  è  possibile  tracciare  la  singola  boXglia  che  trasformata  in  rifiuto  ripercorre  il  ciclo  del  vetro  e  se  poco  significaHvo  è  tracciare  quanto  conferito   in  una  singola  campana,  è  possibile  però  tracciare  nel  suo  percorso  il  flusso   del  materiale  proveniente  dalla  raccolta  differenziata  conferito   nell’area   di  produzione  individuata,  che  nel  nostro  caso  sono  i  territori  delle  municipalità  di  Chirignago-­‐Zelarino  e  Favaro  Veneto.  Questa  tracciabilità  è  possibile:  

1) organizzando  i  servizi  di  raccolta  del  rifiuto   in  modo  da  avere  la  certezza  che  il  materiale  raccolto  provenga  da  una  certa  area  di  conferimento;  

2) organizzando   le   fasi   di   selezione   in  modo   che   quanto   conferito   possa   essere   lavorato   per   loR  (fisicamente  separaH)  in  modo  da  conservare,  come  prodoLo,  la  propria  caraLerisHca  d’origine;

3) garantendo  che  lo  stesso  vetro,  quale  materia  prima  secondaria,  entri  nella  produzione  industriale  del  vetro  e  rientri  così  nel  ciclo  del  vetro.

I   flussi   sono  quanHficaH   da  un   insieme  di   indicatori   di  monitoraggio   che  tracciano   le   quanHtà  di  rifiuto  lungo  tuLa  la  filiera:  dalla  fase  di  conferimento,  dove  il  rifiuto  di  vetro  è  parte  del  mulH-­‐materiale  (VPL);  alla  fase  di  selezione  e   raffinazione,  dove  il  rifiuto  si  trasforma  in  materia   prima   seconda;  al   recupero  finale,  dove  il  vetro   torna  ad  avere   la  funzione  di  boXglia.  QuesH   indicatori,  oltre  ai  flussi,   descrivono   anche  i  parametri   dimensionali   che   caraLerizzano   il   sistema  nelle   varie   fasi   della  filiera  e   che   cosHtuiscono   le  condizioni  al  contorno,  o  più  semplicemente  il  contesto,  su  cui  valutare  le  grandezze  e  le  loro  variazioni  nel  tempo.

Infine,  per  ragioni  di  semplicità,  la  quanHficazione  degli  indicatori  è  stata  rapportata  ad  un  preciso  periodo  temporale:  il  quadrimestre.  Periodo  scelto  in  modo  da  raccordarsi  ad  altri  Hpi  di  monitoraggio  delle  aXvità  presenH   nelle   aziende   della   filiera,   dovuH   anche   ad   altri   sistemi   di   gesHone.   In   tal   modo,   ad   ogni  quadrimestre  è  facile  far  corrispondere  una  contabilizzazione  e  un  report  periodici.

La   tracciabilità  del   vetro   riciclato   lungo   la  filiera   è   data   dalle   seguenH   categorie  merceologiche   che   il  materiale  traLato  assume  nelle  sue  varie  fasi  di  trasformazione:

Fase  del  processo Materiale  in  entrata Materiale  in  uscita Scar51  Conferimento RU  -­‐  rifiuto  urbano MulH-­‐materiale  

“pesante”(frazioni  secche  riciclabili  VPL  –  Vetro,  plasHca,  laXne)

Vetro  non  conferito  correLamente  alla  raccolta  differenziata

2  Raccolta MulH-­‐materiale  (VPL) MulH-­‐materiale  (VPL) Perdita  nelle  operazioni  di  carico  e  scarico

3  Selezione MulH-­‐materiale  (VPL) VS  -­‐  vetro  da  selezione ScarH  di  lavorazione

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

3551  Fonte  ARPAV.

33TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

Figura 5. Quantità relative di VPL, VS e VPL (area del diagramma proporzionale al peso del materiale).

3.6.1 CONFERIMENTOQuesta prima fase della filiera riguarda la produzione e il conferimento del rifiuto nel periodo di riferimento (quadrimestre). Gli indicatori di dimensionamento per la fase di conferimento caratterizzano l’attività di produzione e riguardano: il numero di utenze (diverso dal numero di abitanti); la superficie contabilizzata ai fini della tariffa di igiene ambientale (TIA); le relative percentuali, in numero e in superficie, per le utenze commerciali e domestiche (residenti e non residenti).

Il flusso di materiale conferito è qui riferito a tutto il rifiuto urbano prodotto (in peso), distinto successivamente nelle seguenti frazioni merceologiche: secco non riciclabile; umido; carta e cartone; multi-materiale; vegetale. L’analisi del rifiuto conferito considera le quantità espresse in percentuale in peso di tutte le frazioni.La Tabella 26mostra i diversi tipi di rifiuti urbani con il loro rispettivo codice europeo dei rifiuti (CER). I codici CER: 20 00 00, si riferiscono ai “Rifiuti solidi urbani ed assimilabili da commercio, industria ed istituzioni inclusi i rifiuti della raccolta differenziata”; 20 01, sono le frazioni oggetto di raccolta differenziata (tranne 15 01, gli imballaggi - compresi i rifiuti urbani di imballaggio oggetto di raccolta differenziata); 20 02 sono i rifiuti prodotti da giardini e parchi (inclusi i rifiuti provenienti da cimiteri); 20 03, gli altri rifiuti urbani (200301: rifiuti urbani non differenziati).Le frazioni secche riciclabili del rifiuto urbano sono costituite da: carta, vetro, plastica e metalli. Plastica e metalli in genere vengono intercettati in forma congiunta (in un’unica campana) nel così detto “multimateriale leggero”. Se oltre a plastica (P) e metalli (M o L) si intercetta anche il vetro (V), allora si parla di “multimateriale pesante” o imballaggi in materiali misti (CER 150106).

Figura  5.  Quan5tà  rela5ve  di  VPL,  VS  e  VPL  (area  del  diagramma  proporzionale  al  peso  del  materiale).

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

3752 - Viene comunemente usata la lettera L (lattine) anche per definire gli imballaggi metallici che comprendono non sono lattine e contenitori in alluminio ma anche barattoli in banda stagnata, che rappresentano la quota determinante di questa frazione. A rigore, in tal caso, sarebbe preferibile la lettera “M” e indicare la sigla VPM.

34TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

3.6.1 ConferimentoQuesta  prima  fase  della  filiera  riguarda  la  produzione  e  il  conferimento  del  rifiuto  nel  periodo  di  riferimento  (quadrimestre).   Gli  indicatori  di   dimensionamento  per   la   fase   di  conferimento  caraLerizzano   l’aXvità  di  produzione  e  riguardano:  il  numero  di  utenze  (diverso  dal  numero  di  abitanH);  la  superficie  contabilizzata  ai  fini  della  tariffa  di  igiene  ambientale  (TIA);  le  relaHve  percentuali,  in  numero  e  in  superficie,  per  le  utenze  commerciali  e  domesHche  (residenH  e  non  residenH).

Il   flusso   di   materiale   conferito   è   qui   riferito   a   tuLo   il   rifiuto   urbano   prodoLo   (in   peso),   disHnto  successivamente  nelle  seguenH  frazioni  merceologiche:  secco  non  riciclabile;  umido;  carta  e  cartone;  mulH-­‐materiale;  vegetale.  L’analisi  del  rifiuto  conferito  considera  le  quanHtà  espresse  in  percentuale  in  peso  di  tuLe  le  frazioni.La  Tabella 26mostra  i  diversi  Hpi  di  rifiuH  urbani  con  il  loro  rispeXvo  codice  europeo  dei  rifiuH  (CER).  I  codici  CER:   20  00  00,   si  riferiscono   ai  “RifiuH   solidi  urbani  ed  assimilabili  da  commercio,   industria  ed  isHtuzioni  inclusi  i  rifiuH  della  raccolta  differenziata”;  20  01,  sono  le  frazioni  oggeLo  di  raccolta  differenziata  (tranne  15  01,  gli  imballaggi  -­‐  compresi  i  rifiuH  urbani  di  imballaggio  oggeLo  di  raccolta  differenziata);  20  02  sono  i  rifiuH   prodoX   da   giardini   e   parchi   (inclusi   i   rifiuH   provenienH   da   cimiteri);   20  03,   gli   altri   rifiuH   urbani  (200301:  rifiuH  urbani  non  differenziaH).Le  frazioni  secche  riciclabili  del  rifiuto  urbano  sono  cosHtuite  da:  carta,  vetro,  plas5ca  e  metalli.  PlasHca  e  metalli   in   genere   vengono   interceLaH   in   forma   congiunta   (in   un’unica   campana)   nel   così   deLo  “mulHmateriale  leggero”.   Se  oltre  a  plasHca  (P)   e  metalli  (M   o  L)   si   interceLa  anche   il  vetro  (V),  allora  si  parla  di  “mul5materiale  pesante”  o  imballaggi  in  materiali  mis5  (CER  150106).Le  Hpologie  più  comuni  di  raccolta  mulH-­‐materiale  in  uso  sono  le  seguenH:

• mulHmateriale  pesanteo VPM  (o  VPL)  vetro  -­‐  plasHca  -­‐  metalli52o VM  vetro  –  metalli

• mulHmateriale  leggeroo PM  plasHca  –  metallio CPM  carta  -­‐  plasHca  –  metalli.

Quindi,  solo  i  Hpi  di  raccolta  denominaH  VM  e  VPM  (VPL)  interceLano  il  rifiuto  di  vetro.

La  seguente  tabella  riporta  le  quanHtà  di  rifiuH  urbani  raccolH  nella  Municipalità  di  Chirignago-­‐Zelarino  nel  2011,  disHnH  per  Hpo.  Si  ricorda  che  su  tuLo  il  territorio  della  municipalità  è  aXvo  il  sistema  di  raccolta  a  caloLa  con  chiave  eleLronica  per   la  raccolta  del  rifiuto   secco  non  differenziato.   Il  mulHmateriale  di   Hpo  VPL,  cosHtuito  da  rifiuH  urbani  di   imballaggi   in  materiali  misH   da  raccolta  differenziata,   è   indicato  con   il  codice  CER:  150106.

Municipalità  Chirignago-­‐ZelarinoMunicipalità  Chirignago-­‐Zelarino Anno  2011CER Tipo  rifiuto ton150106 imballaggi  in  materiali  mis5  (VPL) 1.594,28200101 carta  e  cartone 1.535,36200108 rifiuH  biodegradabili  di  cucine  e  mense 1.696,75200201 rifiuH  biodegradabili  (verde) 1.324,09200301 rifiuH  urbani  non  differenziaH 10.154,00

Totale 16.304,48

Tabella  26.  Rifiu5  urbani  raccol5  nella  Municipalità  di  Chirignago-­‐Zelarino  nel  2011.

Bozza  Filiera  V02_R04a     La  filiera

38

52 Viene  comunemente  usata  la  leLera  L  (laXne)  anche  per  definire  gli  imballaggi  metallici  che  comprendono  non  sono  laXne  e  contenitori  in  alluminio  ma  anche  baraLoli  in  banda  stagnata,  che  rappresentano  la  quota  determinante  di  questa  frazione.  A  rigore,  in  tal  caso,  sarebbe  preferibile  la  leLera  “M”  e  indicare  la  sigla  VPM.

Le tipologie più comuni di raccolta multi-materiale in uso sono le seguenti:• multimateriale pesante– VPM (o VPL) vetro - plastica - metalli52

- VM vetro – metalli• multimateriale leggero

- PM plastica – metalli- CPM carta - plastica – metalli.

Quindi, solo i tipi di raccolta denominati VM e VPM (VPL) intercettano il rifiuto di vetro.

La seguente tabella riporta le quantità di rifiuti urbani raccolti nella Municipalità di Chirignago-Zelarino nel 2011, distinti per tipo. Si ricorda che su tutto il territorio della municipalità è attivo il sistema di raccolta a calotta con chiave elettronica per la raccolta del rifiuto secco non differenziato. Il multimateriale di tipo VPL, costituito da rifiuti urbani di imballaggi in materiali misti da raccolta differenziata, è indicato con il codice CER: 150106.

Tabella 26. Rifiuti urbani raccolti nella Municipalità di Chirignago-Zelarino nel 2011.

Nel bilancio della fase di conferimento è importante conoscere anche la quantità di vetro non intercettata dal sistema di raccolta, cioè quella frazione del rifiuto di vetro che non viene conferita correttamente nelle campane per la raccolta del VPL e finisce inevitabilmente all’interno di altre classi merceologiche di rifiuto come scarti. Questa “frazione non intercettata” del vetro conferito sarà determinata nel bilancio di filiera dalle analisi merceologiche del rifiuto effettuate congiuntamente da Ecoprogetto e da Ecoricili.

La frazione di scarto si ottiene a valle delle operazioni di prima selezione effettuate sul multimateriale ed è dipendente dalla sua composizione (4% per la selezione di VM, 5% per VPM e PM e 9% per CPM). Le successive operazioni di selezione a cui vengono sottoposte le singole frazioni separate dal multimateriale presentano in genere scarti più elevati rispetto alle raccolte monomateriale53.

Nel bilancio di filiera alcuni indicatori che caratterizzano il conferimento sono quantificati in fasi successive della filiera (es. la quantità di rifiuto di vetro nel VPL da analisi merceologica). Questi valori sono comunque inseriti in questa fase in modo da caratterizzare quanto conferito dove questa attività è effettivamente svolta.

Alla fine, come risultato, la produzione dei rifiuti urbani sarà espressa come quantità pro-capite (rapporto tra la quantità di rifiuti prodotti nel periodo in esame e il numero di utenti).

3.6.2 RACCOLTA E TRASPORTOLe attività svolte in questa seconda fase consistono nella raccolta del rifiuto conferito, in un successivo momento di trasporto del rifiuto raccolto dai punti di conferimento al sito di ECO-RICILI, alla consegna del materiale a ECO-RICICLI.

53 - Fonte ARPAV

35TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

3.6.2.1 FLUSSI IN INGRESSO E IN USCITAIl flusso di materiale in ingresso è rappresentato dal rifiuto VPL raccolto nelle aree delle municipalità di Chirignago-Zelarino e di Favaro Veneto dalle apposite campane adibite alla raccolta del multi-materiale sfuso: vetro, plastica, lattine (VPL). La quantità è espressa in unità di peso, come tonnellate di VPL raccolto. Il flusso in uscita è la quantità di VPL effettivamente depositata nel centro di lavorazione presso ECO-RICILI. Essendoci tra il momento della raccolta a quello della consegna, la sola attività di trasporto, i due flussi si possono considerare identici.

Questi valori di flusso sono comunque determinati dalle misure e dalle informazioni raccolti presso ECO-RICILI, attraverso le procedure di accettazione del materiale in ingresso all’impianto.

Tra gli indicatori relativi alle attività di questa fase della filiera, è stato inserito il “volume svuotato per tonnellata raccolta di VPL”. Questo valore indica la densità media reale, senza compattazione, del VPL raccolto. Sappiamo che la plastica ha una densità minore, occupa molto più volume e pesa meno, rispetto al vetro. Anche i metalli hanno una densità minore del vetro.

Una campana può quindi colmare di plastica a scapito degli altri materiali conferibili, comportando un maggiore numero di svuotamenti (tempo, chilometri, numero di mezzi) per tonnellata di materiale raccolto.

Altro indicatore relativo ai flussi di materia è il consumo di acqua per tonnellata di VPL raccolto. Nell’ambito del servizio è previsto, inoltre, il lavaggio interno dei contenitori. E’ svolto con l’impiego di attrezzature specifiche che provvederanno al lavaggio interno ed esterno utilizzando acqua calda ad alta pressione. La frequenza media del servizio è una volta/anno.

3.6.3 SEZIONILa terza fase inizia dal momento in cui il rifiuto raccolto viene accettato dall’impianto di ECO-RICILI per la lavorazione. Il materiale di interesse in questa fase è il VPL in ingresso e il rifiuto di vetro selezionato in uscita.

3.6.3.1 FLUSSI IN INGRESSOProcedure implementate permettono di controllare i flussi di materia in entrata all’impianto. Gli automezzi in ingresso presso il polo impiantistico vengono registrati con apposita modulistica (Mod. ECO_PS_01) che accompagnerà il rifiuto all’impianto finale. Tutti i movimenti di carico/scarico sono registrati nel registro rifiuti.

I controlli dei rifiuti in ingresso si effettuano nelle seguenti fasi del processo:• accettazione (ufficio pesa): controllo della documentazione di accompagnamento e compilazione del modulo ECO PS 01 “scheda rifiuto” con le caratteristiche del rifiuto; l’identificazione del mezzo e del trasportatore.• scarico: ispezione visiva da parte del capo piazzale o direttamente dal palista e confronto con quanto dichiarato sul modulo compilato in accettazione.• controlli analitici, sia programmati sia secondo necessità, in caso di carichi dubbi o sospetti.

I controlli analitici sui rifiuti conferiti vengono effettuati secondo cadenze programmate (la frequenza è commisurata ai volumi conferiti dai singoli produttori, varia da quindicinale a bimestrale) e inoltre nei casi in cui emergano dubbi sulla rispondenza del rifiuto a quanto riportato sui formulari di identificazione nella fase di verifica visiva allo scarico.

36TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

I rifiuti di tipo vetro-plastica-lattine (VPL) prodotto nella fase di conferimento e successivamente prelevato nella fase di raccolta e trasportato ad ECORICICLI ha i seguenti codici CER:

Tabella 27. Codici CER del rifiuto conferito.

Il flusso in ingresso all’impianto è costituito da varie tipologie di rifiuto provenienti dalla fase di raccolta. La seguente tabelle riporta l’elenco dei rifiuti CER conferiti all’impianto che costituiscono i tipi VPL e VL:

Tabella 28. Elenco rifiuti conferiti all’impianto per la selezione del VPL-VL.

53 - Fonte ARPAV

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

40

4.6.3 Selezione La terza fase inizia dal momento in cui il rifiuto raccolto viene accettato dall’impianto di ECO-RICILI per la lavorazione. Il materiale di interesse in questa fase è il VPL in ingresso e il rifiuto di vetro selezionato in uscita.

4.6.3.1 Flussi in ingresso Procedure implementate permettono di controllare i flussi di materia in entrata all’impianto. Gli automezzi in ingresso presso il polo impiantistico vengono registrati con apposita modulistica (Mod. ECO_PS_01) che accompagnerà il rifiuto all’impianto finale. Tutti i movimenti di carico/scarico sono registrati nel registro rifiuti. I controlli dei rifiuti in ingresso si effettuano nelle seguenti fasi del processo:

• accettazione (ufficio pesa): controllo della documentazione di accompagnamento e compilazione del modulo ECO PS 01 “scheda rifiuto” con le caratteristiche del rifiuto; l’identificazione del mezzo e del trasportatore.

• scarico: ispezione visiva da parte del capo piazzale o direttamente dal palista e confronto con quanto dichiarato sul modulo compilato in accettazione.

• controlli analitici, sia programmati sia secondo necessità, in caso di carichi dubbi o sospetti. I controlli analitici sui rifiuti conferiti vengono effettuati secondo cadenze programmate (la frequenza è commisurata ai volumi conferiti dai singoli produttori, varia da quindicinale a bimestrale) e inoltre nei casi in cui emergano dubbi sulla rispondenza del rifiuto a quanto riportato sui formulari di identificazione nella fase di verifica visiva allo scarico. I rifiuti di tipo vetro-plastica-lattine (VPL) prodotto nella fase di conferimento e successivamente prelevato nella fase di raccolta e trasportato ad ECORICICLI ha i seguenti codici CER:

150106 Imballaggi in materiali misti 150107 Imballaggi in vetro (imballaggi - compresi i rifiuti urbani di

imballaggio oggetto di raccolta differenziata) 200102 Vetro (da rifiuti urbani - frazioni oggetto di raccolta

differenziata) Tabella 27. Codici CER del rifiuto conferito.

Il flusso in ingresso all’impianto è costituito da varie tipologie di rifiuto provenienti dalla fase di raccolta. La seguente tabelle riporta l’elenco dei rifiuti CER conferiti all’impianto che costituiscono i tipi VPL e VL:

CER Descrizione

020104 Rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi) 101103 Scarti di materiali in fibra a base di vetro 101112 Rifiuti di vetro diversi da quelli di cui al CER 101111 –

rifiuti della fabbricazione del vetro e di prodotti di vetro 150102 Imballaggi in plastica 150104 Imballaggi metallici 150105 Imballaggi compositi 150106 Imballaggi in materiali misti 150107 Imballaggi in vetro (imballaggi - compresi i rifiuti urbani di

imballaggio oggetto di raccolta differenziata) 160119 Plastica 160120 Vetro (da veicoli fuori uso appartenenti a diversi modi di

trasporto (comprese le macchine mobili non stradali) e rifiuti prodotti dallo smantellamento di veicoli fuori uso e dalla manutenzione di veicoli

170202 Vetro (da rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione)

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

40

4.6.3 Selezione La terza fase inizia dal momento in cui il rifiuto raccolto viene accettato dall’impianto di ECO-RICILI per la lavorazione. Il materiale di interesse in questa fase è il VPL in ingresso e il rifiuto di vetro selezionato in uscita.

4.6.3.1 Flussi in ingresso Procedure implementate permettono di controllare i flussi di materia in entrata all’impianto. Gli automezzi in ingresso presso il polo impiantistico vengono registrati con apposita modulistica (Mod. ECO_PS_01) che accompagnerà il rifiuto all’impianto finale. Tutti i movimenti di carico/scarico sono registrati nel registro rifiuti. I controlli dei rifiuti in ingresso si effettuano nelle seguenti fasi del processo:

• accettazione (ufficio pesa): controllo della documentazione di accompagnamento e compilazione del modulo ECO PS 01 “scheda rifiuto” con le caratteristiche del rifiuto; l’identificazione del mezzo e del trasportatore.

• scarico: ispezione visiva da parte del capo piazzale o direttamente dal palista e confronto con quanto dichiarato sul modulo compilato in accettazione.

• controlli analitici, sia programmati sia secondo necessità, in caso di carichi dubbi o sospetti. I controlli analitici sui rifiuti conferiti vengono effettuati secondo cadenze programmate (la frequenza è commisurata ai volumi conferiti dai singoli produttori, varia da quindicinale a bimestrale) e inoltre nei casi in cui emergano dubbi sulla rispondenza del rifiuto a quanto riportato sui formulari di identificazione nella fase di verifica visiva allo scarico. I rifiuti di tipo vetro-plastica-lattine (VPL) prodotto nella fase di conferimento e successivamente prelevato nella fase di raccolta e trasportato ad ECORICICLI ha i seguenti codici CER:

150106 Imballaggi in materiali misti 150107 Imballaggi in vetro (imballaggi - compresi i rifiuti urbani di

imballaggio oggetto di raccolta differenziata) 200102 Vetro (da rifiuti urbani - frazioni oggetto di raccolta

differenziata) Tabella 27. Codici CER del rifiuto conferito.

Il flusso in ingresso all’impianto è costituito da varie tipologie di rifiuto provenienti dalla fase di raccolta. La seguente tabelle riporta l’elenco dei rifiuti CER conferiti all’impianto che costituiscono i tipi VPL e VL:

CER Descrizione

020104 Rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi) 101103 Scarti di materiali in fibra a base di vetro 101112 Rifiuti di vetro diversi da quelli di cui al CER 101111 –

rifiuti della fabbricazione del vetro e di prodotti di vetro 150102 Imballaggi in plastica 150104 Imballaggi metallici 150105 Imballaggi compositi 150106 Imballaggi in materiali misti 150107 Imballaggi in vetro (imballaggi - compresi i rifiuti urbani di

imballaggio oggetto di raccolta differenziata) 160119 Plastica 160120 Vetro (da veicoli fuori uso appartenenti a diversi modi di

trasporto (comprese le macchine mobili non stradali) e rifiuti prodotti dallo smantellamento di veicoli fuori uso e dalla manutenzione di veicoli

170202 Vetro (da rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione)

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

41

CER Descrizione 170203 Plastica 191202 Metalli ferrosi 191203 Metalli non ferrosi 191204 Plastica e gomma 191205 Vetro (da rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei

rifiuti) 200102 Vetro (da rifiuti urbani - frazioni oggetto di raccolta

differenziata) 200139 Plastica Tabella 28. Elenco rifiuti conferiti all’impianto per la selezione del VPL-VL.

Nel 2011 la percentuale di rifiuto VPL in ingresso all’impianto sul totale dei rifiuti urbani e speciali gestiti dalle linee di trattamento e stoccaggio, è del 79,94%.

CER Descrizione Quantitativo (t/anno)

2010

150106 Imballaggi in materiali misti (VPL) 67.547

Tabella 29. Quantitativo di rifiuto 150106 in entrata.

4.6.3.2 Stoccaggi I rifiuti sono stoccati in cumuli all’aperto, nelle aree dedicate, o in contenitori dedicati. Si hanno quindi i seguenti stoccaggi di: • materiali in arrivo all’insediamento e provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani ed in

attesa di trattamento. Rifiuti costituiti principalmente da materiali vetrosi, plastici e metallici (lattine);

• materiali lavorati e in attesa di essere destinati ad impianti autorizzati per successive operazioni di recupero. Rifiuti costituiti dalle frazioni differenziate generate dalle operazioni di selezione e cernita, ovvero:

− materiali vetrosi; − materiali metallici (magnetici e amagnetici); − plastica; − inerti derivanti dalle operazioni di recupero nell’impianto; − sovvalli.

4.6.3.3 Flussi in uscita Residui dei cicli lavorativi

Nella tabella successiva sono riportati i residui dei cicli lavorativi, cioè i materiali in uscita dall’impianto. A tal proposito è da evidenziare che, qualora gli stessi presentino caratteristiche conformi a quelle richieste dal D.M. 05 Febbraio 1998, gli stessi saranno classificati materie prime seconde, in caso contrario assumeranno i CER riportati nella seguente tabella:

CER Descrizione 191202 Metalli ferrosi 191203 Metalli non ferrosi 191204 Plastica e gomma 191205

191212 Altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211

Tabella 30. Elenco rifiuti in uscita dalle linee.

37TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

Nel 2011 la percentuale di rifiuto VPL in ingresso all’impianto sul totale dei rifiuti urbani e speciali gestiti dalle linee di trattamento e stoccaggio, è del 79,94%.

Tabella 29. Quantitativo di rifiuto 150106 in entrata.

3.6.3.2 STOCCAGGII rifiuti sono stoccati in cumuli all’aperto, nelle aree dedicate, o in contenitori dedicati. Si hanno quindi i seguenti stoccaggi di:

• materiali in arrivo all’insediamento e provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani ed in attesa di trattamento. Rifiuti costituiti principalmente da materiali vetrosi, plastici e metallici (lattine);

• materiali lavorati e in attesa di essere destinati ad impianti autorizzati per successive operazioni di recupero. Rifiuti costituiti dalle frazioni differenziate generate dalle operazioni di selezione e cernita, ovvero:

– materiali vetrosi;– materiali metallici (magnetici e amagnetici);– plastica;– inerti derivanti dalle operazioni di recupero nell’impianto;– sovvalli.

3.6.3.3 FLUSSI IN USCITARESIDUI DEI CICLI LAVORATIVINella tabella successiva sono riportati i residui dei cicli lavorativi, cioè i materiali in uscita dall’impianto. A tal proposito è da evidenziare che, qualora gli stessi presentino caratteristiche conformi a quelle richieste dal D.M. 05 Febbraio 1998, gli stessi saranno classificati materie prime seconde, in caso contrario assumeranno i CER riportati nella seguente tabella:

Tabella 30. Elenco rifiuti in uscita dalle linee.

In tali condizioni, essi verranno gestiti come segue:• potranno essere accumulati in attesa di essere avviati al recupero in impianti esterni (operazioni R13); è il caso specifico del vetro selezionato a partire dal VPL-VL che, non disponendo delle caratteristiche di conformità di cui al Par. 2.1.4, lettera b) (e quindi lettera b del Par. 2.1.3), verrà messo in riserva, in attesa di essere avviato ad impianti esterni;

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

41

CER Descrizione 170203 Plastica 191202 Metalli ferrosi 191203 Metalli non ferrosi 191204 Plastica e gomma 191205 Vetro (da rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei

rifiuti) 200102 Vetro (da rifiuti urbani - frazioni oggetto di raccolta

differenziata) 200139 Plastica Tabella 28. Elenco rifiuti conferiti all’impianto per la selezione del VPL-VL.

Nel 2011 la percentuale di rifiuto VPL in ingresso all’impianto sul totale dei rifiuti urbani e speciali gestiti dalle linee di trattamento e stoccaggio, è del 79,94%.

CER Descrizione Quantitativo (t/anno)

2010

150106 Imballaggi in materiali misti (VPL) 67.547

Tabella 29. Quantitativo di rifiuto 150106 in entrata.

4.6.3.2 Stoccaggi I rifiuti sono stoccati in cumuli all’aperto, nelle aree dedicate, o in contenitori dedicati. Si hanno quindi i seguenti stoccaggi di: • materiali in arrivo all’insediamento e provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani ed in

attesa di trattamento. Rifiuti costituiti principalmente da materiali vetrosi, plastici e metallici (lattine);

• materiali lavorati e in attesa di essere destinati ad impianti autorizzati per successive operazioni di recupero. Rifiuti costituiti dalle frazioni differenziate generate dalle operazioni di selezione e cernita, ovvero:

− materiali vetrosi; − materiali metallici (magnetici e amagnetici); − plastica; − inerti derivanti dalle operazioni di recupero nell’impianto; − sovvalli.

4.6.3.3 Flussi in uscita Residui dei cicli lavorativi

Nella tabella successiva sono riportati i residui dei cicli lavorativi, cioè i materiali in uscita dall’impianto. A tal proposito è da evidenziare che, qualora gli stessi presentino caratteristiche conformi a quelle richieste dal D.M. 05 Febbraio 1998, gli stessi saranno classificati materie prime seconde, in caso contrario assumeranno i CER riportati nella seguente tabella:

CER Descrizione 191202 Metalli ferrosi 191203 Metalli non ferrosi 191204 Plastica e gomma 191205

191212 Altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211

Tabella 30. Elenco rifiuti in uscita dalle linee.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

41

CER Descrizione 170203 Plastica 191202 Metalli ferrosi 191203 Metalli non ferrosi 191204 Plastica e gomma 191205 Vetro (da rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei

rifiuti) 200102 Vetro (da rifiuti urbani - frazioni oggetto di raccolta

differenziata) 200139 Plastica Tabella 28. Elenco rifiuti conferiti all’impianto per la selezione del VPL-VL.

Nel 2011 la percentuale di rifiuto VPL in ingresso all’impianto sul totale dei rifiuti urbani e speciali gestiti dalle linee di trattamento e stoccaggio, è del 79,94%.

CER Descrizione Quantitativo (t/anno)

2010

150106 Imballaggi in materiali misti (VPL) 67.547

Tabella 29. Quantitativo di rifiuto 150106 in entrata.

4.6.3.2 Stoccaggi I rifiuti sono stoccati in cumuli all’aperto, nelle aree dedicate, o in contenitori dedicati. Si hanno quindi i seguenti stoccaggi di: • materiali in arrivo all’insediamento e provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani ed in

attesa di trattamento. Rifiuti costituiti principalmente da materiali vetrosi, plastici e metallici (lattine);

• materiali lavorati e in attesa di essere destinati ad impianti autorizzati per successive operazioni di recupero. Rifiuti costituiti dalle frazioni differenziate generate dalle operazioni di selezione e cernita, ovvero:

− materiali vetrosi; − materiali metallici (magnetici e amagnetici); − plastica; − inerti derivanti dalle operazioni di recupero nell’impianto; − sovvalli.

4.6.3.3 Flussi in uscita Residui dei cicli lavorativi

Nella tabella successiva sono riportati i residui dei cicli lavorativi, cioè i materiali in uscita dall’impianto. A tal proposito è da evidenziare che, qualora gli stessi presentino caratteristiche conformi a quelle richieste dal D.M. 05 Febbraio 1998, gli stessi saranno classificati materie prime seconde, in caso contrario assumeranno i CER riportati nella seguente tabella:

CER Descrizione 191202 Metalli ferrosi 191203 Metalli non ferrosi 191204 Plastica e gomma 191205

191212 Altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211

Tabella 30. Elenco rifiuti in uscita dalle linee.

38TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

• oppure essere accumulati in attesa di essere avviati allo smaltimento (operazione D15).

MATERIE PRIME SECONDARIE

Dalla selezione e cernita non sono prodotte frazioni di materiale classificabili come materie prime secondarie (mps).

I materiali in uscita sono destinati agli impianti dei relativi consorzi di filiera, eccetto il vetro che viene lavorato nell’impianto di selezione vetro e produzione vetro mps ECOPATE’ di Musile si Piave (VE). I sovvalli sono conferiti negli impianti di Ecoprogetto srl o per produzione di CDR o per smaltimento.

Tabella 31. Quantitativo di rifiuto VS in uscita all’impianto.

Il materiale in uscita è sottoposto a verifiche di qualità, a mezzo di analisi merceologiche, al fine di garantirne la conformità con gli standard richiesti dai protocolli d’intesa.

3.6.3.3.1 ACQUA DI RETEIl sito si approvvigiona di acqua potabile esclusivamente mediante allacciamento alla rete di distribuzione pubblica (acquedotto). L’acqua è consumata per i servizi e usata nelle operazioni di lavaggio dei mezzi di trasporto, delle piazzole di sosta e stoccaggio del materiale VPL, prima che questo sia avviato alla lavorazione. L’acqua è quindi impiegata sia per usi civili che industriali, quali:

• servizi igienici,• antincendio,• lavaggio ruote dei mezzi in transito,• lavaggio periodico delle pale, dei muletti e delle sezioni di impianto, con idropulitrice.• nebulizzazione delle superfici pavimentate e delle linee di lavorazione.

Tabella 32. Consumo di acqua di rete.

I fabbisogni riguardanti i servizi secondari ed accessori, quali piazzola lava ruote, linea aspersione inerti, reintegro serbatoi impianto antincendio, interventi di pulizia periodica dei capannoni, sono stimati in 8,0 m³/giorno. Le esigenze idriche della palazzina adibita ad uffici, per gli scopi civili dei 54 addetti all’impianto, sono valutate pari a circa 5.000 l/giorno. Il consumo idrico totale è stimato in circa 11,00 m³/giorno, per un totale di circa 3.200 m³/anno, derivati dalla rete acquedottistica per uso civile.

53 - Fonte ARPAV

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

42

In tali condizioni, essi verranno gestiti come segue:

• potranno essere accumulati in attesa di essere avviati al recupero in impianti esterni (operazioni R13); è il caso specifico del vetro selezionato a partire dal VPL-VL che, non disponendo delle caratteristiche di conformità di cui al Par. 2.1.4, lettera b) (e quindi lettera b del Par. 2.1.3), verrà messo in riserva, in attesa di essere avviato ad impianti esterni;

• oppure essere accumulati in attesa di essere avviati allo smaltimento (operazione D15). Materie prime secondarie Dalla selezione e cernita non sono prodotte frazioni di materiale classificabili come materie prime secondarie (mps). I materiali in uscita sono destinati agli impianti dei relativi consorzi di filiera, eccetto il vetro che viene lavorato nell’impianto di selezione vetro e produzione vetro mps ECOPATE’ di Musile si Piave (VE). I sovvalli sono conferiti negli impianti di Ecoprogetto srl o per produzione di CDR o per smaltimento.

CER Descrizione Quantitativo (t/anno)

2010

191205 Vetro (rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti)

44.174

Tabella 31. Quantitativo di rifiuto VS in uscita all’impianto.

Il materiale in uscita è sottoposto a verifiche di qualità, a mezzo di analisi merceologiche, al fine di garantirne la conformità con gli standard richiesti dai protocolli d’intesa.

4.6.3.3.1 Acqua di rete Il sito si approvvigiona di acqua potabile esclusivamente mediante allacciamento alla rete di distribuzione pubblica (acquedotto). L’acqua è consumata per i servizi e usata nelle operazioni di lavaggio dei mezzi di trasporto, delle piazzole di sosta e stoccaggio del materiale VPL, prima che questo sia avviato alla lavorazione. L’acqua è quindi impiegata sia per usi civili che industriali, quali:

servizi igienici, antincendio, lavaggio ruote dei mezzi in transito, lavaggio periodico delle pale, dei muletti e delle sezioni di impianto, con idropulitrice. nebulizzazione delle superfici pavimentate e delle linee di lavorazione.

Consumo acqua Anno 2011

Tutto il sito mc/anno 2.411,00 Tabella 32. Consumo di acqua di rete.

I fabbisogni riguardanti i servizi secondari ed accessori, quali piazzola lava ruote, linea aspersione inerti, reintegro serbatoi impianto antincendio, interventi di pulizia periodica dei capannoni, sono stimati in 8,0 m³/giorno. Le esigenze idriche della palazzina adibita ad uffici, per gli scopi civili dei 54 addetti all’impianto, sono valutate pari a circa 5.000 l/giorno. Il consumo idrico totale è stimato in circa 11,00 m³/giorno, per un totale di circa 3.200 m³/anno, derivati dalla rete acquedottistica per uso civile.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

42

In tali condizioni, essi verranno gestiti come segue:

• potranno essere accumulati in attesa di essere avviati al recupero in impianti esterni (operazioni R13); è il caso specifico del vetro selezionato a partire dal VPL-VL che, non disponendo delle caratteristiche di conformità di cui al Par. 2.1.4, lettera b) (e quindi lettera b del Par. 2.1.3), verrà messo in riserva, in attesa di essere avviato ad impianti esterni;

• oppure essere accumulati in attesa di essere avviati allo smaltimento (operazione D15). Materie prime secondarie Dalla selezione e cernita non sono prodotte frazioni di materiale classificabili come materie prime secondarie (mps). I materiali in uscita sono destinati agli impianti dei relativi consorzi di filiera, eccetto il vetro che viene lavorato nell’impianto di selezione vetro e produzione vetro mps ECOPATE’ di Musile si Piave (VE). I sovvalli sono conferiti negli impianti di Ecoprogetto srl o per produzione di CDR o per smaltimento.

CER Descrizione Quantitativo (t/anno)

2010

191205 Vetro (rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti)

44.174

Tabella 31. Quantitativo di rifiuto VS in uscita all’impianto.

Il materiale in uscita è sottoposto a verifiche di qualità, a mezzo di analisi merceologiche, al fine di garantirne la conformità con gli standard richiesti dai protocolli d’intesa.

4.6.3.3.1 Acqua di rete Il sito si approvvigiona di acqua potabile esclusivamente mediante allacciamento alla rete di distribuzione pubblica (acquedotto). L’acqua è consumata per i servizi e usata nelle operazioni di lavaggio dei mezzi di trasporto, delle piazzole di sosta e stoccaggio del materiale VPL, prima che questo sia avviato alla lavorazione. L’acqua è quindi impiegata sia per usi civili che industriali, quali:

servizi igienici, antincendio, lavaggio ruote dei mezzi in transito, lavaggio periodico delle pale, dei muletti e delle sezioni di impianto, con idropulitrice. nebulizzazione delle superfici pavimentate e delle linee di lavorazione.

Consumo acqua Anno 2011

Tutto il sito mc/anno 2.411,00 Tabella 32. Consumo di acqua di rete.

I fabbisogni riguardanti i servizi secondari ed accessori, quali piazzola lava ruote, linea aspersione inerti, reintegro serbatoi impianto antincendio, interventi di pulizia periodica dei capannoni, sono stimati in 8,0 m³/giorno. Le esigenze idriche della palazzina adibita ad uffici, per gli scopi civili dei 54 addetti all’impianto, sono valutate pari a circa 5.000 l/giorno. Il consumo idrico totale è stimato in circa 11,00 m³/giorno, per un totale di circa 3.200 m³/anno, derivati dalla rete acquedottistica per uso civile.

39TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

3.6.4 RAFFINAMENTOIl vetro proveniente dalla raccolta differenziata che arriva nell’impianto di Fusina (Venezia), dopo essere stato sottoposto al processo di selezione e successivamente stoccato in appositi spazi, viene inviato all’impianto di Ecopatè di Musile di Piave (Venezia).

In questa struttura, diverse sezioni di verifica si occupano di “raffinare” il vetro per garantire i livelli di purezza richiesti dalle vetrerie per rispettare standard molto più restrittivi di quelli previsti dalle normative di settore. Controlli manuali, vagliature successive e l’utilizzo di strumenti ottici che dividono il vetro grazie all’analisi del colore, permettono di ottenere i seguenti tipi di materiali:

• Vetro pronto forno (VPF). Questo vetro, dopo essere stato analizzato per verificarne se le rispetta le caratteristiche qualitative richieste, viene convogliato allo stoccaggio finale per poi essere mandato al processo in vetrerie.• Vetro flint (bianco): è il più pregiato e viene avviato a una linea di raffinazione dedicata.• Materiale vetroso fine: è denominato comunemente “granella”. Ha una pezzatura troppo fine (7-9 millimetri) e non può essere “purificato” a sufficienza. Per questo, viene inviato ad appositi impianti.• Altri materiali: sono materiali ferrosi e non ferrosi, sovvalli, plastica, residui organici, materiale inerte come ceramica, sassi e pietre, convogliati in appositi box.

Particolarmente importante è la “depurazione” dai materiali ceramici, i quali fondono a temperature superiori al vetro e la loro presenza può determinare parecchi problemi alle vetrerie (per questo, non deve superare le 70 parti per milione).

3.6.4.1 FLUSSI IN ENTRATA(Analisi ambientale) Il seguente elenco riporta i rifiuti che è previsto vengano conferiti all’impianto:

Tabella 33. Elenco rifiuti conferiti all’impianto.

I codici cer 19, derivano da impianti di selezione/trattamento esterni.La logistica dell’impianto, prevede controllo e redazione documenti in ingresso /uscita, sistema di pesatura dei mezzi/materiali in entrata/uscita e nella diverse fasi dei produzione dei prodotti e degli scarti.

Il materiale (rottame di vetro) da sottoporre a lavorazione viene conferito da Eco-ricicli e deriva;• per circa il 35% dalla selezione del multimateriale derivato da raccolte differenziate che viene effettuata presso gli Impianti di Eco-Ricicli siti a Marghera-Fusina, di proprietà di Eco-Ricicli• per circa il 20% da raccolte monomateriale vetro e/o vetro+lattine, di proprietà di Eco-Ricicli• per circa il 30% conferito da terzi, in conto lavorazione, di proprietà di terzi.• per circa il 15% acquisito sul mercato, direttamente e/o da Eco-Ricicli.

Nella tabella seguente si riportano i valori che definiscono i cicli lavorativi e la determinazione delle capacità medie orarie di trattamento dell’impianto.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

43

4.6.4 Raffinamento Il vetro proveniente dalla raccolta differenziata che arriva nell'impianto di Fusina (Venezia), dopo essere stato sottoposto al processo di selezione e successivamente stoccato in appositi spazi, viene inviato all'impianto di Ecopatè di Musile di Piave (Venezia). In questa struttura, diverse sezioni di verifica si occupano di "raffinare" il vetro per garantire i livelli di purezza richiesti dalle vetrerie per rispettare standard molto più restrittivi di quelli previsti dalle normative di settore. Controlli manuali, vagliature successive e l'utilizzo di strumenti ottici che dividono il vetro grazie all'analisi del colore, permettono di ottenere i seguenti tipi di materiali:

• Vetro pronto forno (VPF). Questo vetro, dopo essere stato analizzato per verificarne se le rispetta le caratteristiche qualitative richieste, viene convogliato allo stoccaggio finale per poi essere mandato al processo in vetrerie.

• Vetro flint (bianco): è il più pregiato e viene avviato a una linea di raffinazione dedicata.

• Materiale vetroso fine: è denominato comunemente "granella". Ha una pezzatura troppo fine (7-9 millimetri) e non può essere “purificato” a sufficienza. Per questo, viene inviato ad appositi impianti.

• Altri materiali: sono materiali ferrosi e non ferrosi, sovvalli, plastica, residui organici, materiale inerte come ceramica, sassi e pietre, convogliati in appositi box.

Particolarmente importante è la “depurazione” dai materiali ceramici, i quali fondono a temperature superiori al vetro e la loro presenza può determinare parecchi problemi alle vetrerie (per questo, non deve superare le 70 parti per milione).

4.6.4.1 Flussi in entrata (Analisi ambientale) Il seguente elenco riporta i rifiuti che è previsto vengano conferiti all’impianto:

CER Descrizione 150106 Imballaggi misti 150107 Imballaggi in vetro (imballaggi - compresi i rifiuti urbani di

imballaggio oggetto di raccolta differenziata) 191205 Vetro (da rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei

rifiuti) 200102 Vetro (da rifiuti urbani)

Tabella 33. Elenco rifiuti conferiti all’impianto.

I codici CER 19, derivano da impianti di selezione/trattamento esterni. La logistica dell’impianto, prevede controllo e redazione documenti in ingresso /uscita, sistema di pesatura dei mezzi/materiali in entrata/uscita e nella diverse fasi dei produzione dei prodotti e degli scarti. Il materiale (rottame di vetro) da sottoporre a lavorazione viene conferito da Eco-ricicli e deriva;

• per circa il 35% dalla selezione del multimateriale derivato da raccolte differenziate che viene effettuata presso gli Impianti di Eco-Ricicli siti a Marghera-Fusina, di proprietà di Eco-Ricicli

• per circa il 20% da raccolte monomateriale vetro e/o vetro+lattine, di proprietà di Eco-Ricicli • per circa il 30% conferito da terzi, in conto lavorazione, di proprietà di terzi. • per circa il 15% acquisito sul mercato, direttamente e/o da Eco-Ricicli.

40TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

Tabella 34. Organizzazione di cicli lavorativi e determinazione delle capacità medie orarie di trattamento.

Nella seguente tabella si mostra il quantitativo di rifiuto di “vetro da selezione” (VS) in entrata nell’impianto nel 2011.

Tabella 35. Quantitativo di rifiuto VS in entrata all’impianto.

Le analisi qualitative materiali in ingressi sono svolte da soggetto terzo accreditato.

3.6.4.2 STOCCAGGIOL’impianto e dotato di una area di stoccaggio dei materiali in ingresso (rottame di vetro) per una superficie disponibile di circa metri 1.200 mq, per uno stoccaggio di circa 4.500 tonnellate e di un’altra area di stoccaggio dei materiali in uscita (materiali estranei, rifiuti, metalli, oltre che rottame di vetro inferiore a 5 mm. non utilizzabile come vetro pronto al forno, inerti di ceramica, sassi, pietre ,etc.) per una superficie disponibile complessiva di circa 1.300 mq e per uno stoccaggio di circa 350 tonnellate oltre a circa 1.000 tonnellate per rottame inferiore a 5 mm e inerti54.

Tabella 36. Parametri caratteristici aree di stoccaggio (Analisi ambientale).

54 - Fonte ARPAV

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

44

Nella tabella seguente si riportano i valori che definiscono i cicli lavorativi e la determinazione delle capacità medie orarie di trattamento dell’impianto.

Parametro Rottame di vetro Capacità di trattamento annua (t/a) 174.000 Ciclo annuale (gg) 300 Capacità di trattamento giornaliera (t/g) 580 Turno giornaliero (h) 16 (8x2) Capacità di trattamento oraria (t/h) 36,25

Tabella 34. Organizzazione di cicli lavorativi e determinazione delle capacità medie orarie di trattamento.

Nella seguente tabella si mostra il quantitativo di rifiuto di “vetro da selezione” (VS) in entrata nell’impianto nel 2011.

CER Descrizione Quantitativo (t/anno)

2011

191205 Vetro (rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti)

150.000

Tabella 35. Quantitativo di rifiuto VS in entrata all’impianto.

Le analisi qualitative materiali in ingressi sono svolte da soggetto terzo accreditato.

4.6.4.2 Stoccaggio L’impianto e dotato di una area di stoccaggio dei materiali in ingresso (rottame di vetro) per una superficie disponibile di circa metri 1.200 mq, per uno stoccaggio di circa 4.500 tonnellate e di un’altra area di stoccaggio dei materiali in uscita (materiali estranei, rifiuti, metalli, oltre che rottame di vetro inferiore a 5 mm. non utilizzabile come vetro pronto al forno, inerti di ceramica, sassi, pietre ,etc.) per una superficie disponibile complessiva di circa 1.300 mq e per uno stoccaggio di circa 350 tonnellate oltre a circa 1.000 tonnellate per rottame inferiore a 5 mm e inerti56.

Materiale Volumetria totale stoccaggi (m3)

Peso specifico (t/m3)

Quantità stoccata (t)

Portata (t/giorno)

Tempo di ritenzione (giorni)

Ingresso 150106, 150107, 191205, 200102

5.693 1,00 5.693 580 ~ 10

Uscita Vetro Pronto Forno

5.077 1,40 7.108 475 ~ 15

191204 102 0,20 20,40 10,50 ~ 2 191202 102 0,50 51 19,50 ~ 2,5 191203 91 0,30 27,30 5,00 ~ 5,5 191212 81 0,30 24,30 19,00 ~ 1,3 191209 (KSP) 80 1,00 80 22,00 ~ 3,5 191209 (granella <5 mm)

53 1,50 79,50 29,00 ~ 2,7

Tabella 36. Parametri caratteristici aree di stoccaggio (Analisi ambientale).

56 Fonte: Veritas

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

44

Nella tabella seguente si riportano i valori che definiscono i cicli lavorativi e la determinazione delle capacità medie orarie di trattamento dell’impianto.

Parametro Rottame di vetro Capacità di trattamento annua (t/a) 174.000 Ciclo annuale (gg) 300 Capacità di trattamento giornaliera (t/g) 580 Turno giornaliero (h) 16 (8x2) Capacità di trattamento oraria (t/h) 36,25

Tabella 34. Organizzazione di cicli lavorativi e determinazione delle capacità medie orarie di trattamento.

Nella seguente tabella si mostra il quantitativo di rifiuto di “vetro da selezione” (VS) in entrata nell’impianto nel 2011.

CER Descrizione Quantitativo (t/anno)

2011

191205 Vetro (rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti)

150.000

Tabella 35. Quantitativo di rifiuto VS in entrata all’impianto.

Le analisi qualitative materiali in ingressi sono svolte da soggetto terzo accreditato.

4.6.4.2 Stoccaggio L’impianto e dotato di una area di stoccaggio dei materiali in ingresso (rottame di vetro) per una superficie disponibile di circa metri 1.200 mq, per uno stoccaggio di circa 4.500 tonnellate e di un’altra area di stoccaggio dei materiali in uscita (materiali estranei, rifiuti, metalli, oltre che rottame di vetro inferiore a 5 mm. non utilizzabile come vetro pronto al forno, inerti di ceramica, sassi, pietre ,etc.) per una superficie disponibile complessiva di circa 1.300 mq e per uno stoccaggio di circa 350 tonnellate oltre a circa 1.000 tonnellate per rottame inferiore a 5 mm e inerti56.

Materiale Volumetria totale stoccaggi (m3)

Peso specifico (t/m3)

Quantità stoccata (t)

Portata (t/giorno)

Tempo di ritenzione (giorni)

Ingresso 150106, 150107, 191205, 200102

5.693 1,00 5.693 580 ~ 10

Uscita Vetro Pronto Forno

5.077 1,40 7.108 475 ~ 15

191204 102 0,20 20,40 10,50 ~ 2 191202 102 0,50 51 19,50 ~ 2,5 191203 91 0,30 27,30 5,00 ~ 5,5 191212 81 0,30 24,30 19,00 ~ 1,3 191209 (KSP) 80 1,00 80 22,00 ~ 3,5 191209 (granella <5 mm)

53 1,50 79,50 29,00 ~ 2,7

Tabella 36. Parametri caratteristici aree di stoccaggio (Analisi ambientale).

56 Fonte: Veritas

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

44

Nella tabella seguente si riportano i valori che definiscono i cicli lavorativi e la determinazione delle capacità medie orarie di trattamento dell’impianto.

Parametro Rottame di vetro Capacità di trattamento annua (t/a) 174.000 Ciclo annuale (gg) 300 Capacità di trattamento giornaliera (t/g) 580 Turno giornaliero (h) 16 (8x2) Capacità di trattamento oraria (t/h) 36,25

Tabella 34. Organizzazione di cicli lavorativi e determinazione delle capacità medie orarie di trattamento.

Nella seguente tabella si mostra il quantitativo di rifiuto di “vetro da selezione” (VS) in entrata nell’impianto nel 2011.

CER Descrizione Quantitativo (t/anno)

2011

191205 Vetro (rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti)

150.000

Tabella 35. Quantitativo di rifiuto VS in entrata all’impianto.

Le analisi qualitative materiali in ingressi sono svolte da soggetto terzo accreditato.

4.6.4.2 Stoccaggio L’impianto e dotato di una area di stoccaggio dei materiali in ingresso (rottame di vetro) per una superficie disponibile di circa metri 1.200 mq, per uno stoccaggio di circa 4.500 tonnellate e di un’altra area di stoccaggio dei materiali in uscita (materiali estranei, rifiuti, metalli, oltre che rottame di vetro inferiore a 5 mm. non utilizzabile come vetro pronto al forno, inerti di ceramica, sassi, pietre ,etc.) per una superficie disponibile complessiva di circa 1.300 mq e per uno stoccaggio di circa 350 tonnellate oltre a circa 1.000 tonnellate per rottame inferiore a 5 mm e inerti56.

Materiale Volumetria totale stoccaggi (m3)

Peso specifico (t/m3)

Quantità stoccata (t)

Portata (t/giorno)

Tempo di ritenzione (giorni)

Ingresso 150106, 150107, 191205, 200102

5.693 1,00 5.693 580 ~ 10

Uscita Vetro Pronto Forno

5.077 1,40 7.108 475 ~ 15

191204 102 0,20 20,40 10,50 ~ 2 191202 102 0,50 51 19,50 ~ 2,5 191203 91 0,30 27,30 5,00 ~ 5,5 191212 81 0,30 24,30 19,00 ~ 1,3 191209 (KSP) 80 1,00 80 22,00 ~ 3,5 191209 (granella <5 mm)

53 1,50 79,50 29,00 ~ 2,7

Tabella 36. Parametri caratteristici aree di stoccaggio (Analisi ambientale).

56 Fonte: Veritas

41TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

3.6.4.2 FLUSSI IN USCITARESIDUI DEI CICLI LAVORATIVIRelativamente ai residui dei cicli lavorativi è da evidenziare che, qualora gli stessi presentino caratteristiche conformi a quelle richieste dal D.M. 05 Febbraio 1998, gli stessi saranno classificati materie prime seconde (mps), in caso contrario assumeranno i codici CER riportati nella tabella dedicata.

Tabella 37. Elenco rifiuti in uscita dall’impianto esistente.

MATERIE PRIME SECONDELe caratteristiche delle materie prime ottenute sono quelle previste dal DMA 5 febbraio 1998, così comeintegrato e modificato dal DMA 5 aprile 2006, n.186, in particolare: Vetro pronto forno par. 2.1.3, lett b)e par. 2.1.4, lett b), con i requisiti indicati nella seguente tabella.

Tabella 38. Requisiti richiesti per l’accettazione del prodotto finito in vetreria (DMA 5 febbraio 1998).

Nella tabella seguente si riportano i requisiti richiesti attualmente dal protocollo delle vetrerie per l’accettazione del prodotto finito.

Tabella 39. Requisiti richiesti dal protocollo delle vetrerie per l’accettazione del prodotto finito

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

45

4.6.4.3 Flussi in uscita Residui dei cicli lavorativi Relativamente ai residui dei cicli lavorativi è da evidenziare che, qualora gli stessi presentino caratteristiche conformi a quelle richieste dal D.M. 05 Febbraio 1998, gli stessi saranno classificati materie prime seconde (mps), in caso contrario assumeranno i codici CER riportati nella tabella dedicata.

CER Descrizione 191202 Metalli ferrosi 191203 Matalli non ferrosi 191204 Plastica e gomma 191205 Vetro 191209 Minerali (es. sabbia, rocce) 191212 Atri rifiuti (compresi materiali misti)

prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211.

Tabella 37. Elenco rifiuti in uscita dall’impianto esistente.

Materie prime seconde Le caratteristiche delle materie prime ottenute sono quelle previste dal DMA 5 febbraio 1998, così come integrato e modificato dal DMA 5 aprile 2006, n.186, in particolare: Vetro pronto forno par. 2.1.3, lett b)e par. 2.1.4, lett b), con i requisiti indicati nella seguente tabella.

Vetro pronto forno colore misto Vetro pronto forno colore giallo, mezzo bianco, bianco

Vetro Granulometria >3 mm Granulometria >3 mm Metalli magnetici < 0,002 % < 0,002 % Metalli amagnetici < 0.01 % < 0,01 % (< 0,003% per il vetro

trasparente) Ceramica e porcellana < 0,01 % < 0,01 % Pietre < 0,002 % < 0,01 % Frazioni organiche < 0,1 % < 0,1% Altri vetri < 0,5 % < 0,5 % (< 4 % per vetro

trasparente) Umidità < 3 % < 3 % Sottovaglio < 3 mm < 5 % < 5 %

Tabella 38. Requisiti richiesti per l'accettazione del prodotto finito in vetreria (DMA 5 febbraio 1998).

Nella tabella seguente si riportano i requisiti richiesti attualmente dal protocollo delle vetrerie per l'accettazione del prodotto finito.

Classe merceologica Limite (ppm) Metalli magnetici 5 Metalli amagnetici 20 Ceramica e porcellana 70 Pietre 100 Frazioni organiche 500

Tabella 39. Requisiti richiesti dal protocollo delle vetrerie per l'accettazione del prodotto finito

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

45

4.6.4.3 Flussi in uscita Residui dei cicli lavorativi Relativamente ai residui dei cicli lavorativi è da evidenziare che, qualora gli stessi presentino caratteristiche conformi a quelle richieste dal D.M. 05 Febbraio 1998, gli stessi saranno classificati materie prime seconde (mps), in caso contrario assumeranno i codici CER riportati nella tabella dedicata.

CER Descrizione 191202 Metalli ferrosi 191203 Matalli non ferrosi 191204 Plastica e gomma 191205 Vetro 191209 Minerali (es. sabbia, rocce) 191212 Atri rifiuti (compresi materiali misti)

prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211.

Tabella 37. Elenco rifiuti in uscita dall’impianto esistente.

Materie prime seconde Le caratteristiche delle materie prime ottenute sono quelle previste dal DMA 5 febbraio 1998, così come integrato e modificato dal DMA 5 aprile 2006, n.186, in particolare: Vetro pronto forno par. 2.1.3, lett b)e par. 2.1.4, lett b), con i requisiti indicati nella seguente tabella.

Vetro pronto forno colore misto Vetro pronto forno colore giallo, mezzo bianco, bianco

Vetro Granulometria >3 mm Granulometria >3 mm Metalli magnetici < 0,002 % < 0,002 % Metalli amagnetici < 0.01 % < 0,01 % (< 0,003% per il vetro

trasparente) Ceramica e porcellana < 0,01 % < 0,01 % Pietre < 0,002 % < 0,01 % Frazioni organiche < 0,1 % < 0,1% Altri vetri < 0,5 % < 0,5 % (< 4 % per vetro

trasparente) Umidità < 3 % < 3 % Sottovaglio < 3 mm < 5 % < 5 %

Tabella 38. Requisiti richiesti per l'accettazione del prodotto finito in vetreria (DMA 5 febbraio 1998).

Nella tabella seguente si riportano i requisiti richiesti attualmente dal protocollo delle vetrerie per l'accettazione del prodotto finito.

Classe merceologica Limite (ppm) Metalli magnetici 5 Metalli amagnetici 20 Ceramica e porcellana 70 Pietre 100 Frazioni organiche 500

Tabella 39. Requisiti richiesti dal protocollo delle vetrerie per l'accettazione del prodotto finito

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

45

4.6.4.3 Flussi in uscita Residui dei cicli lavorativi Relativamente ai residui dei cicli lavorativi è da evidenziare che, qualora gli stessi presentino caratteristiche conformi a quelle richieste dal D.M. 05 Febbraio 1998, gli stessi saranno classificati materie prime seconde (mps), in caso contrario assumeranno i codici CER riportati nella tabella dedicata.

CER Descrizione 191202 Metalli ferrosi 191203 Matalli non ferrosi 191204 Plastica e gomma 191205 Vetro 191209 Minerali (es. sabbia, rocce) 191212 Atri rifiuti (compresi materiali misti)

prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211.

Tabella 37. Elenco rifiuti in uscita dall’impianto esistente.

Materie prime seconde Le caratteristiche delle materie prime ottenute sono quelle previste dal DMA 5 febbraio 1998, così come integrato e modificato dal DMA 5 aprile 2006, n.186, in particolare: Vetro pronto forno par. 2.1.3, lett b)e par. 2.1.4, lett b), con i requisiti indicati nella seguente tabella.

Vetro pronto forno colore misto Vetro pronto forno colore giallo, mezzo bianco, bianco

Vetro Granulometria >3 mm Granulometria >3 mm Metalli magnetici < 0,002 % < 0,002 % Metalli amagnetici < 0.01 % < 0,01 % (< 0,003% per il vetro

trasparente) Ceramica e porcellana < 0,01 % < 0,01 % Pietre < 0,002 % < 0,01 % Frazioni organiche < 0,1 % < 0,1% Altri vetri < 0,5 % < 0,5 % (< 4 % per vetro

trasparente) Umidità < 3 % < 3 % Sottovaglio < 3 mm < 5 % < 5 %

Tabella 38. Requisiti richiesti per l'accettazione del prodotto finito in vetreria (DMA 5 febbraio 1998).

Nella tabella seguente si riportano i requisiti richiesti attualmente dal protocollo delle vetrerie per l'accettazione del prodotto finito.

Classe merceologica Limite (ppm) Metalli magnetici 5 Metalli amagnetici 20 Ceramica e porcellana 70 Pietre 100 Frazioni organiche 500

Tabella 39. Requisiti richiesti dal protocollo delle vetrerie per l'accettazione del prodotto finito

42TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

55 - L’estrazione delle materie prime dalle cave richiede, in genere, una pianificazione preventiva degli interventi necessari a ristabilire le condizioni ambientali dopo la chiusura parziale o totale dell’area di estrazione. Il costo di questa operazione è sostenuto indirettamente dall’industria del vetro, consumatrice del minerale estratto (Linee guida per l’individuazione delle migliori tecnologie disponibili ex. art. 3, comma 2 del decreto legislativo 372/99.).56 - Linee guida per l’individuazione delle migliori tecnologie disponibili ex. art. 3, comma 2 del decreto legislativo 372/99.

Nella tabella sottostante si mostra invece la quantità di “vetro pronto al forno” VPF in uscita all’impianto nel 2011.

Tabella 40. Quantitativo di VPF in uscita all’impianto.

BILANCIO DEI FLUSSI DI RIFIUTI E DI MATERIE RELATIVI ALLE LINEE DI SELEZIONE E TRATTAMENTODi seguito, viene riportato il bilancio dei flussi di materia in entrata ed in uscita dall’impianto, relativamente ai rifiuti in ingresso, ai prodotti ottenuti (vetro pronto forno), nonché agli scarti di lavorazione). E’ necessario evidenziare quanto segue:

• i conferimenti dei rifiuti all’impianto sono distribuiti nell’arco di 6 giorni/settimana, per un totale di 300 giorni/anno;• il ciclo lavorativo dell’impianto è articolato su 300 giorni/anno, pari a 380 t/giorno.• non sono stati considerati nel bilancio i flussi derivanti dai percolati avviati allo stoccaggio nella vasca di accumulo dedicata, perché scarsamente significativi rispetto alle portate dei rifiuti in ingresso ed in uscita.

Tabella 41. Flussi di rifiuti e di materie relativi alle linee di trattamento.

3.6.4.3.1 ACQUA DI RETEI fabbisogni riguardanti i servizi secondari ed accessori, quali piazzola lavaruote, reintegro serbatoi impianto antincendio, sono stimati in 13,5 m3/giorno. Le esigenze idriche della palazzina adibita ad uffici, per gli scopi civili dei 14 addetti all’impianto, sono valutate pari a circa 2.500 l/giorno. Il consumo idrico totale è stimato in circa 17,00 m3/giorno, per un totale di circa 5.100 m3/anno, derivati dalla rete acquedottistica per uso civile.

3.6.5 RECUPEROLe materie prime utilizzate in maggior quantità per la produzione del vetro sono abbondantemente presenti in natura (sabbie, feldspati, dolomite, carbonato di calcio, ecc.) ; altre vengono ottenute chimicamente a partire da minerali (carbonato di sodio, solfato di sodio, ecc.). Ciò comporta, comunque, un consumo di risorse naturali55 che può essere stimato, per il vetro cavo, a 2.750.000 t/anno (2002) 56.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

46

Nella tabella sottostante si mostra invece la quantità di “vetro pronto al forno” VPF in uscita all’impianto nel 2011.

Sigla Descrizione Quantitativo (t/anno)

2011

VPF Vetro pronto al forno 120.000

Tabella 40. Quantitativo di VPF in uscita all’impianto.

Bilancio dei flussi di rifiuti e di materie relativi alle linee di selezione e trattamento Di seguito, viene riportato il bilancio dei flussi di materia in entrata ed in uscita dall’impianto, relativamente ai rifiuti in ingresso, ai prodotti ottenuti (vetro pronto forno), nonché agli scarti di lavorazione). E’ necessario evidenziare quanto segue:

• i conferimenti dei rifiuti all’impianto sono distribuiti nell’arco di 6 giorni/settimana, per un totale di 300 giorni/anno;

• il ciclo lavorativo dell’impianto è articolato su 300 giorni/anno, pari a 380 t/giorno. • Non sono stati considerati nel bilancio i flussi derivanti dai percolati avviati allo stoccaggio nella

vasca di accumulo dedicata, perché scarsamente significativi rispetto alle portate dei rifiuti in ingresso ed in uscita.

Categoria Quantità

giornaliera (t/gg) Peso specifico (t/m3) Volume

giornaliera (m3/gg)

Rottame di vetro 380 1,00 380 Vetro pronto forno 254 1,40 180 Plastiche recuperate 8 0,20 40 Ferrosi recuperati 8 0,50 16 Non ferrosi recuperati 2 0,30 7 Sovvalli 8 0,30 27 Inerti e granella di vetro di cui:

100 1,24 80

inerti 40 1,00 40 granella di vetro < 5 mm 60 1,50 40

Tabella 41. Flussi di rifiuti e di materie relativi alle linee di trattamento.

4.6.4.3.1 Acqua di rete I fabbisogni riguardanti i servizi secondari ed accessori, quali piazzola lavaruote, reintegro serbatoi impianto antincendio, sono stimati in 13,5 m3/giorno. Le esigenze idriche della palazzina adibita ad uffici, per gli scopi civili dei 14 addetti all’impianto, sono valutate pari a circa 2.500 l/giorno. Il consumo idrico totale è stimato in circa 17,00 m3/giorno, per un totale di circa 5.100 m3/anno, derivati dalla rete acquedottistica per uso civile.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

46

Nella tabella sottostante si mostra invece la quantità di “vetro pronto al forno” VPF in uscita all’impianto nel 2011.

Sigla Descrizione Quantitativo (t/anno)

2011

VPF Vetro pronto al forno 120.000

Tabella 40. Quantitativo di VPF in uscita all’impianto.

Bilancio dei flussi di rifiuti e di materie relativi alle linee di selezione e trattamento Di seguito, viene riportato il bilancio dei flussi di materia in entrata ed in uscita dall’impianto, relativamente ai rifiuti in ingresso, ai prodotti ottenuti (vetro pronto forno), nonché agli scarti di lavorazione). E’ necessario evidenziare quanto segue:

• i conferimenti dei rifiuti all’impianto sono distribuiti nell’arco di 6 giorni/settimana, per un totale di 300 giorni/anno;

• il ciclo lavorativo dell’impianto è articolato su 300 giorni/anno, pari a 380 t/giorno. • Non sono stati considerati nel bilancio i flussi derivanti dai percolati avviati allo stoccaggio nella

vasca di accumulo dedicata, perché scarsamente significativi rispetto alle portate dei rifiuti in ingresso ed in uscita.

Categoria Quantità

giornaliera (t/gg) Peso specifico (t/m3) Volume

giornaliera (m3/gg)

Rottame di vetro 380 1,00 380 Vetro pronto forno 254 1,40 180 Plastiche recuperate 8 0,20 40 Ferrosi recuperati 8 0,50 16 Non ferrosi recuperati 2 0,30 7 Sovvalli 8 0,30 27 Inerti e granella di vetro di cui:

100 1,24 80

inerti 40 1,00 40 granella di vetro < 5 mm 60 1,50 40

Tabella 41. Flussi di rifiuti e di materie relativi alle linee di trattamento.

4.6.4.3.1 Acqua di rete I fabbisogni riguardanti i servizi secondari ed accessori, quali piazzola lavaruote, reintegro serbatoi impianto antincendio, sono stimati in 13,5 m3/giorno. Le esigenze idriche della palazzina adibita ad uffici, per gli scopi civili dei 14 addetti all’impianto, sono valutate pari a circa 2.500 l/giorno. Il consumo idrico totale è stimato in circa 17,00 m3/giorno, per un totale di circa 5.100 m3/anno, derivati dalla rete acquedottistica per uso civile.

43TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

Nel processo di produzione del vetro cavo, le materie prime principalmente impiegate sono:• vetrificanti, sabbie silicee adeguatamente trattate e purificate ;• fondenti, carbonato di sodio e piccole quantità di carbonato di potassio ;• stabilizzanti, allumina, silico-alluminati di sodio e/o di potassio, carbonato di calcio, dolomite, carbonato di bario ;• affinanti, solfato di sodio, solfato di calcio, nitrato di sodio o nitrato di potassio, carbone, loppe di altoforno ;

• rottame di vetro, proveniente dalla raccolta differenziata e dagli scarti di produzione57.

Il rottame di vetro è una delle materie prime e ausiliarie utilizzate nell’impianto. Nella tabella seguente si riportano le quantità utilizzate nel 200658.

Tabella 42. Materie prime e ausiliarie.

3.6.5.1 ACQUAIl principale utilizzo di acqua nel ciclo di produzione del vetro è relativo all’umidificazione della miscela vetrificabile, al raffreddamento delle strutture, dei macchinari, del vetro di scarto ; al lavaggio del prodotto finito. Normalmente, l’uso dell’acqua riguarda le seguenti operazioni :

• umidificazione della miscela vetrificabile, per limitarne lo spolverio ;• raffreddamento delle strutture termicamente più critiche del forno fusorio, ossia più sollecitate termicamente (elettrodi, infornatrici, pompe a vuoto, compressori, ecc.);• raffreddamento delle lame per il taglio delle gocce di vetro ;• raffreddamento del vetro caldo scartato nella formazione del manufatto o drenato dal forno• raffreddamento dei fumi dai forni fusori mediante quencher adiabatico, prima del trattamento con filtro a maniche59.

L’approvvigionamento idrico dell’impianto avviene mediante 3 pozzi aventi le seguenti caratteristiche ed usi60:• pozzo n.3: profondità 79,5 m, diametro 216 mm – uso servizi igienici e potabile;• pozzi n.1 e n.2: profondità 16 m, diametro 340 mm – uso produzione industriale.

La quantità d’acqua da derivare dalla falda sotterranea è stabilita in complessivi moduli 0,67 pari a 2.000.000 di metri cubi annui.

Tabella 43. Risorse idriche - Prelievo annuo 2005.

La Ditta ha attivo un sistema di sedimentazione e disoleazione per le acque utilizzate per il raffreddamento diretto, in modo tale da renderle idonee al riciclo nel processo e realizzare un ciclo chiuso. I circuiti sono due: uno per il forno F1 e uno peri i forni F3-F4.

Con la modifica descritta nella relazione allegata alla domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale per la modifica dell’impianto, la Ditta stima di poter ridurre i propri consumi di risorse idriche. Infatti, i fumi in uscita dal forno F4 costruito secondo tecnologia “Centauro” sono ad una temperatura tale che non abbisognano di una fase di raffreddamento prima del trattamento con filtro a maniche e potranno bypassare il quencher (che rimarrà a servizio dei fumi provenienti dal forno F3); per tale motivo, la Ditta stima una riduzione dei consumi d’acqua pari a 3 mc/h.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

48

Fonte Uso industriale di

processo [mc] Uso industriale di raffreddamento [mc]

Uso igienico sanitario [mc]

Consumo totale annuo [mc]

Pozzi n1 e n.2 103.372 1.627.080 1.730.452 Pozzo n.3 82.105 82.105 1.812.557

Tabella 43. Risorse idriche - Prelievo annuo 2005.

La Ditta ha attivo un sistema di sedimentazione e disoleazione per le acque utilizzate per il raffreddamento diretto, in modo tale da renderle idonee al riciclo nel processo e realizzare un ciclo chiuso. I circuiti sono due: uno per il forno F1 e uno peri i forni F3-F4. Con la modifica descritta nella relazione allegata alla domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale per la modifica dell'impianto, la Ditta stima di poter ridurre i propri consumi di risorse idriche. Infatti, i fumi in uscita dal forno F4 costruito secondo tecnologia “Centauro” sono ad una temperatura tale che non abbisognano di una fase di raffreddamento prima del trattamento con filtro a maniche e potranno bypassare il quencher (che rimarrà a servizio dei fumi provenienti dal forno F3); per tale motivo, la Ditta stima una riduzione dei consumi d'acqua pari a 3 mc/h.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

47

4.6.5 Recupero Le materie prime utilizzate in maggior quantità per la produzione del vetro sono abbondantemente presenti in natura (sabbie, feldspati, dolomite, carbonato di calcio, ecc.) ; altre vengono ottenute chimicamente a partire da minerali (carbonato di sodio, solfato di sodio, ecc.). Ciò comporta, comunque, un consumo di risorse naturali57 che può essere stimato, per il vetro cavo, a 2.750.000 t/anno (2002) 58. Nel processo di produzione del vetro cavo, le materie prime principalmente impiegate sono:

• vetrificanti, sabbie silicee adeguatamente trattate e purificate ; • fondenti, carbonato di sodio e piccole quantità di carbonato di potassio ; • stabilizzanti, allumina, silico-alluminati di sodio e/o di potassio, carbonato di calcio, dolomite,

carbonato di bario ; • affinanti, solfato di sodio, solfato di calcio, nitrato di sodio o nitrato di potassio, carbone, loppe di

altoforno ; • rottame di vetro, proveniente dalla raccolta differenziata e dagli scarti di produzione59.

Il rottame di vetro è una delle materie prime e ausiliarie utilizzate nell'impianto. Nella tabella seguente si riportano le quantità utilizzate nel 200660.

Fase di produzione Materie prime Quantità annua (anno 2006) [t]

Quantità annua (alla capacità produttiva) [t]

Stato fisico

02100 Fusione Rottame di vetro F1, F3, F4

165.751 181.937 solido

Tabella 42. Materie prime e ausiliarie.

4.6.5.1 Acqua Il principale utilizzo di acqua nel ciclo di produzione del vetro è relativo all’umidificazione della miscela vetrificabile, al raffreddamento delle strutture, dei macchinari, del vetro di scarto ; al lavaggio del prodotto finito. Normalmente, l’uso dell’acqua riguarda le seguenti operazioni :

• umidificazione della miscela vetrificabile, per limitarne lo spolverio ; • raffreddamento delle strutture termicamente più critiche del forno fusorio, ossia più sollecitate

termicamente (elettrodi, infornatrici, pompe a vuoto, compressori, ecc.); • raffreddamento delle lame per il taglio delle gocce di vetro ; • raffreddamento del vetro caldo scartato nella formazione del manufatto o drenato dal forno • raffreddamento dei fumi dai forni fusori mediante quencher adiabatico, prima del trattamento con

filtro a maniche61. L'approvvigionamento idrico dell’impianto avviene mediante 3 pozzi aventi le seguenti caratteristiche ed usi62:

• pozzo n.3: profondità 79,5 m, diametro 216 mm – uso servizi igienici e potabile; • pozzi n.1 e n.2: profondità 16 m, diametro 340 mm – uso produzione industriale.

La quantità d'acqua da derivare dalla falda sotterranea è stabilita in complessivi moduli 0,67 pari a 2.000.000 di metri cubi annui.

57 L’estrazione delle materie prime dalle cave richiede, in genere, una pianificazione preventiva degli interventi necessari a ristabilire le condizioni ambientali dopo la chiusura parziale o totale dell’area di estrazione. Il costo di questa operazione è sostenuto indirettamente dall’industria del vetro, consumatrice del minerale estratto (Linee guida per l’individuazione delle migliori tecnologie disponibili ex. art. 3, comma 2 del decreto legislativo 372/99.).58 Linee guida per l’individuazione delle migliori tecnologie disponibili ex. art. 3, comma 2 del decreto legislativo 372/99. 59 Ibidem. 60 Fonte AIA. 61 Linee guida per l’individuazione delle migliori tecnologie disponibili ex. art. 3, comma 2 del decreto legislativo 372/99. 62 Rispetto alla denominazione utilizzata nella concessione di derivazione acqua da falda, la Ditta ha numerato i pozzi in modo diverso, in particolare.

57 - Ibidem.58 - Fonte AIA.59 - Linee guida per l’individuazione delle migliori tecnologie disponibili ex. art. 3, comma 2 del decreto legislativo 372/99.60 - Rispetto alla denominazione utilizzata nella concessione di derivazione acqua da falda, la Ditta ha numerato i pozzi in modo diverso, in particolare.

44TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

3.7 I FLUSSI DI ENERGIAL’interesse per i flussi di energia nel processi della filiera del vetro è direttamente legato alle emissioni di gas clima-alteranti (soprattutto il biossido di carbonio) derivanti dai consumi di energia prodotta da fonti non rinnovabili (es. combustibili fossili) e all’effetto di questi gas sul riscaldamento globale, causa dei cambiamenti climatici.

Nel caso della filiera del vetro, l’energia prodotta direttamente dalla materia tracciata, il vetro per l’appunto, è nulla. Esiste però, come già sottolineato, un legame diretto tra recupero efficiente e efficace di materia ed energia risparmiata nei processi. Nelle varie fasi della filiera del vetro l’energia consumata e quella prodotta riguardano i seguenti vettori energetici (gasolio, gas naturale, elettricità).

Tabella 44. Vettori dell’energia consumata e prodotta nelle fasi di processo.

Il bilancio di contabilità della filiera del vetro vuole monitorare i consumi energetici e quantificare le emissioni di CO2 lungo le fasi di processo. Gli indicatori di monitoraggio del comparto energia vengono quantificati dai soggetti coinvolti nelle attività di filiera. I calcoli da applicare per la quantificazione delle emissioni di CO2 sono indicati nel disciplinare tecnico.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

49

4.7 I FLUSSI DI ENERGIA L’interesse per i flussi di energia nel processi della filiera del vetro è direttamente legato alle emissioni di gas clima-alteranti (soprattutto il biossido di carbonio) derivanti dai consumi di energia prodotta da fonti non rinnovabili (es. combustibili fossili) e all’effetto di questi gas sul riscaldamento globale, causa dei cambiamenti climatici. Nel caso della filiera del vetro, l’energia prodotta direttamente dalla materia tracciata, il vetro per l’appunto, è nulla. Esiste però, come già sottolineato, un legame diretto tra recupero efficiente e efficace di materia ed energia risparmiata nei processi. Nelle varie fasi della filiera del vetro l’energia consumata e quella prodotta riguardano i seguenti vettori energetici (gasolio, gas naturale, elettricità).

Fase del processo Energia consumata Energia prodotta 1 Conferimento -nessuna- -nessuna-

2 Raccolta Combustibili per autotrazione -nessuna-

3 Selezione Energia elettrica, combustibili per autotrazione, gas naturale

-nessuna-

4 Raffinamento Energia elettrica, combustibile per autotrazione, gas naturale

-nessuna-

5 Recupero Gas naturale, energia elettrica -nessuna-

Tabella 44. Vettori dell’energia consumata e prodotta nelle fasi di processo.

Il bilancio di contabilità della filiera del vetro vuole monitorare i consumi energetici e quantificare le emissioni di CO2 lungo le fasi di processo. Gli indicatori di monitoraggio del comparto energia vengono quantificati dai soggetti coinvolti nelle attività di filiera. I calcoli da applicare per la quantificazione delle emissioni di CO2 sono indicati nel disciplinare tecnico.

Fase del processo Indicatori descrittivi (valori misurati)

Indicatori di efficienza (valori calcolati)

Indicatori di risultato (valori calcolati)

1 Conferimento --- --- ---

2 Raccolta consumo di carburante per autotrazione per la raccolta e il trasporto del VPL.

Il consumo carburante attribuito al rifiuto di vetro è calcolato come frazione in peso del rifiuto di vetro raccolto.

consumo di energia da carburante per tonnellata di VPS trasportato

emissioni totali di CO2 da trasporto per tonnellata raccolta di VPL (t CO2 / t).

Emissioni di CO2 da trasporto per tonnellata di rifiuto di vetro (t CO2 / t): emissioni di CO2 attribuite al rifiuto di vetro, calcolata come emissioni di CO2 totali da trasporto di VPL per la frazione in peso del rifiuto di vetro raccolto.

3 Selezione consumo di combustibile per gli automezzi

consumo totale di energia da combustibili nel processo di selezione vetro per

emissioni totali di CO2 da processo di selezione vetro per tonnellata di VS prodotta

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

49

4.7 I FLUSSI DI ENERGIA L’interesse per i flussi di energia nel processi della filiera del vetro è direttamente legato alle emissioni di gas clima-alteranti (soprattutto il biossido di carbonio) derivanti dai consumi di energia prodotta da fonti non rinnovabili (es. combustibili fossili) e all’effetto di questi gas sul riscaldamento globale, causa dei cambiamenti climatici. Nel caso della filiera del vetro, l’energia prodotta direttamente dalla materia tracciata, il vetro per l’appunto, è nulla. Esiste però, come già sottolineato, un legame diretto tra recupero efficiente e efficace di materia ed energia risparmiata nei processi. Nelle varie fasi della filiera del vetro l’energia consumata e quella prodotta riguardano i seguenti vettori energetici (gasolio, gas naturale, elettricità).

Fase del processo Energia consumata Energia prodotta 1 Conferimento -nessuna- -nessuna-

2 Raccolta Combustibili per autotrazione -nessuna-

3 Selezione Energia elettrica, combustibili per autotrazione, gas naturale

-nessuna-

4 Raffinamento Energia elettrica, combustibile per autotrazione, gas naturale

-nessuna-

5 Recupero Gas naturale, energia elettrica -nessuna-

Tabella 44. Vettori dell’energia consumata e prodotta nelle fasi di processo.

Il bilancio di contabilità della filiera del vetro vuole monitorare i consumi energetici e quantificare le emissioni di CO2 lungo le fasi di processo. Gli indicatori di monitoraggio del comparto energia vengono quantificati dai soggetti coinvolti nelle attività di filiera. I calcoli da applicare per la quantificazione delle emissioni di CO2 sono indicati nel disciplinare tecnico.

Fase del processo Indicatori descrittivi (valori misurati)

Indicatori di efficienza (valori calcolati)

Indicatori di risultato (valori calcolati)

1 Conferimento --- --- ---

2 Raccolta consumo di carburante per autotrazione per la raccolta e il trasporto del VPL.

Il consumo carburante attribuito al rifiuto di vetro è calcolato come frazione in peso del rifiuto di vetro raccolto.

consumo di energia da carburante per tonnellata di VPS trasportato

emissioni totali di CO2 da trasporto per tonnellata raccolta di VPL (t CO2 / t).

Emissioni di CO2 da trasporto per tonnellata di rifiuto di vetro (t CO2 / t): emissioni di CO2 attribuite al rifiuto di vetro, calcolata come emissioni di CO2 totali da trasporto di VPL per la frazione in peso del rifiuto di vetro raccolto.

3 Selezione consumo di combustibile per gli automezzi

consumo totale di energia da combustibili nel processo di selezione vetro per

emissioni totali di CO2 da processo di selezione vetro per tonnellata di VS prodotta

45TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERAVersione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

50

consumo di combustibile per gli impianti e le macchine che operano nel processo di selezione vetro.

tonnellata di VS prodotto (t CO2 / t)

consumo di energia elettrica energia elettrica consumata nelle sole attività di selezione vetro per tonnellata di prodotto VS

percentuale da energia elettrica da fonti rinnovabili consumata

consumo di carburante per autotrazione per il trasporto del VS

consumo di energia da carburanti per tonnellata di VS trasportato

emissioni totali di CO2 da trasporto di VS per tonnellata di VS trasportata (t CO2 / t)

4 Raffinamento consumo di combustibile per gli automezzi

consumo di combustibile per gli impianti e le macchine che operano nel processo di selezione vetro.

consumo totale di energia da combustibili per tonnellata di VPF prodotto

emissioni totali di CO2 da lavorazione per tonnellata di VPF prodotto (t CO2 / t)

consumo di energia elettrica consumo di energia elettrica per tonnellata di VPF prodotto

percentuale da energia elettrica da fonti rinnovabili consumata

consumo di carburante per autotrazione per il trasporto del VPF

emissioni totali di CO2 da trasporto per tonnellata di VPF trasportato (t CO2 / t)

5 Recupero consumo di combustibile per gli automezzi

consumo di combustibile per gli impianti e le macchine che operano nel processo di selezione vetro.

consumo di metano per tonnellata di vetro prodotto

emissioni totali di CO2 per tonnellata di vetro prodotta (t CO2 / t), Da soli consumi energetici consumo di energia elettrica

consumo di energia elettrica per tonnellata di vetro prodotto

percentuale di energia elettrica da fonti rinnovabili consumata

Tabella 45. Gli indicatori della componente energia.

46TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

La seguente tabella riporta, in modo indicativo, le lunghezze medie dei tragitti percorsi dagli automezzi per andare da un sito ad un altro collegato della filiera.

Tabella 46. Tragitti medi percorsi dagli automezzi di trasporto.

3.7.1 CONFERIMENTOL’energia spesa per il conferimento dei rifiuti può riguardare l’energia prodotta dalle attività umane di selezione e conferimento del rifiuto prodotto. Considerando che i punti di raccolta dislocati sul territorio sono in numero tale e collocati in modo da permettere il conferimento dall’abitazione alla campana a piedi e a non obbligare così il cittadino all’utilizzo di alcun altro mezzo di trasporto a motore, si può concludere che l’energia consumata in questa fase, ai fini della CO2 emessa, è trascurabile. Si osservi, inoltre, che il servizio di raccolta che permette il conferimento si configura per sua natura come un sistema a “minima energia” che tende a limitare il più possibile lo sforzo richiesto al cittadino utente.

3.7.2 RACCOLTALa fase di raccolta è svolta con mezzi di trasporto stradali adibiti alla raccolta e al trasporto dei rifiuti. I mezzi utilizzati sono normalmente autocarri dotati spesso di rimorchio. La fonte energetica utilizzata è normalmente il gasolio per autotrazione. I consumi dipendono, oltre che dal tipo di mezzo (tipo di alimentazione, cilindrata, tara, ecc.), dai chilometri percorsi nei tragitti di raccolta e trasporto e dal peso del carico trasportato.

Tabella 47

La metodologia di calcolo per la determinazione dei consumi di carburante dei mezzi di trasporto del multi-materiale, da attribuire alla sola frazione merceologica “vetro”, sarà indicata nel disciplinare.

3.7.3 SELEZIONELa fase di selezione ha come principali consumi energetici quelli derivanti da energia elettrica per il funzionamento delle utenze dell’impianto e da consumo di gasolio per autotrazione per le operazioni di movimentazione interna ed esterna.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

51

Tabella 45. Gli indicatori della componente energia.

La seguente tabella riporta, in modo indicativo, le lunghezze medie dei tragitti percorsi dagli automezzi per andare da un sito ad un altro collegato della filiera.

Origine Destinazione Distanza Centro dell’area di Chirignago-Zelarino

ECORICICLI-VERITAS via della Geologia, "Area 43 ettari" - Malcontenta (VE)

11 km

Centro dell’area di Favaro Veneto

ECORICICLI-VERITAS via della Geologia, "Area 43 ettari" - Malcontenta (VE)

17 km

ECORICICLI-VERITAS via della Geologia, "Area 43 ettari" - Malcontenta (VE).

Ecopatè via dell'Artigianato, 41 - Musile di Piave (VE)

41 km – 44 km

Ecopatè via dell'Artigianato, 41 - Musile di Piave (VE)

OI-Manufactoring Italia via Piave, 21 - San Polo di Piave (TV)

32 km

Totale 87 km Tabella 46. Tragitti medi percorsi dagli automezzi di trasporto.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

52

4.7.1 Conferimento L’energia spesa per il conferimento dei rifiuti può riguardare l’energia prodotta dalle attività umane di selezione e conferimento del rifiuto prodotto. Considerando che i punti di raccolta dislocati sul territorio sono in numero tale e collocati in modo da permettere il conferimento dall’abitazione alla campana a piedi e a non obbligare così il cittadino all’utilizzo di alcun altro mezzo di trasporto a motore, si può concludere che l’energia consumata in questa fase, ai fini della CO2 emessa, è trascurabile. Si osservi, inoltre, che il servizio di raccolta che permette il conferimento si configura per sua natura come un sistema a “minima energia” che tende a limitare il più possibile lo sforzo richiesto al cittadino utente. 4.7.2 Raccolta La fase di raccolta è svolta con mezzi di trasporto stradali adibiti alla raccolta e al trasporto dei rifiuti. I mezzi utilizzati sono normalmente autocarri dotati spesso di rimorchio. La fonte energetica utilizzata è normalmente il gasolio per autotrazione. I consumi dipendono, oltre che dal tipo di mezzo (tipo di alimentazione, cilindrata, tara, ecc.), dai chilometri percorsi nei tragitti di raccolta e trasporto e dal peso del carico trasportato.

Tipo mezzi Gasolio Anno 2011 Mezzi raccolta l/anno 348.253

Tabella 47

La metodologia di calcolo per la determinazione dei consumi di carburante dei mezzi di trasporto del multi-materiale, da attribuire alla sola frazione merceologica “vetro”, sarà indicata nel disciplinare. 4.7.3 Selezione

La fase di selezione ha come principali consumi energetici quelli derivanti da energia elettrica per il funzionamento delle utenze dell’impianto e da consumo di gasolio per autotrazione per le operazioni di movimentazione interna ed esterna.

Consumo di combustibili Il consumo di combustibile per i mezzi dell’impianto sono riportati nella seguente tabella:

Tipo mezzi Gasolio Anno 2011 Mezzi impianto l/anno 96.005

Tabella 48

Di seguito, viene riportato un prospetto dei consumi giornalieri di carburante relativi ai mezzi impiegati, nelle condizioni operative considerate a seguito del potenziamento dell’impianto. Utilizzazione

(ore/giorno) Consumo unitario (kg/ora) Consumo giornaliero

(kg/giorno) Pala 140 CV 20,00 22,00 440,00 Pala 140 CV 20,00 22,00 440,00 Fork-lift 16,00 15,00 240,00 Spazzatrice stradale 4,00 14,00 56,00 Totale generale 60,00 - 1.176,00

Tabella 49. Consumo di gasolio dei mezzi per la movimentazione interna.

Il riscaldamento dei locali (sezione uffici e servizi) è garantito da termoconvettori elettrici, nel sito non è presente alcuna centrale termica. Non vi sono consumi di combustibili.

47TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

CONSUMO DI COMBUSTIBILIIl consumo di combustibile per i mezzi dell’impianto sono riportati nella seguente tabella:

Tabella 48

Di seguito, viene riportato un prospetto dei consumi giornalieri di carburante relativi ai mezzi impiegati, nelle condizioni operative considerate a seguito del potenziamento dell’impianto.

Tabella 49. Consumo di gasolio dei mezzi per la movimentazione interna.

Il riscaldamento dei locali (sezione uffici e servizi) è garantito da termoconvettori elettrici, nel sito non è presente alcuna centrale termica. Non vi sono consumi di combustibili.

Tabella 50. Consumo di energia elettrica.

Tabella 51. Consumo di gasolio nell’impianto.

CONSUMO DI ENERGIA ELETTRICAPer quanto attiene all’utilizzo di risorse energetiche, il consumo di energia elettrica complessiva dell’intero insediamento è dell’ordine di circa 9 MWh/giorno, comprensivi delle utenze generali (illuminazione, utenze palazzina uffici e servizi, pesa, impianto trattamento acque, etc.).

Nella tabella seguente vengono riportate le potenze installate, assorbite, consumi energetici giornalieri globali, di ciascuna linea per la selezione del VPL.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

52

4.7.1 Conferimento L’energia spesa per il conferimento dei rifiuti può riguardare l’energia prodotta dalle attività umane di selezione e conferimento del rifiuto prodotto. Considerando che i punti di raccolta dislocati sul territorio sono in numero tale e collocati in modo da permettere il conferimento dall’abitazione alla campana a piedi e a non obbligare così il cittadino all’utilizzo di alcun altro mezzo di trasporto a motore, si può concludere che l’energia consumata in questa fase, ai fini della CO2 emessa, è trascurabile. Si osservi, inoltre, che il servizio di raccolta che permette il conferimento si configura per sua natura come un sistema a “minima energia” che tende a limitare il più possibile lo sforzo richiesto al cittadino utente. 4.7.2 Raccolta La fase di raccolta è svolta con mezzi di trasporto stradali adibiti alla raccolta e al trasporto dei rifiuti. I mezzi utilizzati sono normalmente autocarri dotati spesso di rimorchio. La fonte energetica utilizzata è normalmente il gasolio per autotrazione. I consumi dipendono, oltre che dal tipo di mezzo (tipo di alimentazione, cilindrata, tara, ecc.), dai chilometri percorsi nei tragitti di raccolta e trasporto e dal peso del carico trasportato.

Tipo mezzi Gasolio Anno 2011 Mezzi raccolta l/anno 348.253

Tabella 47

La metodologia di calcolo per la determinazione dei consumi di carburante dei mezzi di trasporto del multi-materiale, da attribuire alla sola frazione merceologica “vetro”, sarà indicata nel disciplinare. 4.7.3 Selezione

La fase di selezione ha come principali consumi energetici quelli derivanti da energia elettrica per il funzionamento delle utenze dell’impianto e da consumo di gasolio per autotrazione per le operazioni di movimentazione interna ed esterna.

Consumo di combustibili Il consumo di combustibile per i mezzi dell’impianto sono riportati nella seguente tabella:

Tipo mezzi Gasolio Anno 2011 Mezzi impianto l/anno 96.005

Tabella 48

Di seguito, viene riportato un prospetto dei consumi giornalieri di carburante relativi ai mezzi impiegati, nelle condizioni operative considerate a seguito del potenziamento dell’impianto. Utilizzazione

(ore/giorno) Consumo unitario (kg/ora) Consumo giornaliero

(kg/giorno) Pala 140 CV 20,00 22,00 440,00 Pala 140 CV 20,00 22,00 440,00 Fork-lift 16,00 15,00 240,00 Spazzatrice stradale 4,00 14,00 56,00 Totale generale 60,00 - 1.176,00

Tabella 49. Consumo di gasolio dei mezzi per la movimentazione interna.

Il riscaldamento dei locali (sezione uffici e servizi) è garantito da termoconvettori elettrici, nel sito non è presente alcuna centrale termica. Non vi sono consumi di combustibili.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

53

Anno 2011

Uffici e impianto: energia elettrica

kWh/anno 1.555.405,00

Tabella 50. Consumo di energia elettrica.

Anno 2011 Uffici e impianto: gasolio (gruppo elettrogeno)

l/anno 0

Tabella 51. Consumo di gasolio nell’impianto.

Consumo di energia elettrica Per quanto attiene all’utilizzo di risorse energetiche, il consumo di energia elettrica complessiva dell’intero insediamento è dell’ordine di circa 9 MWh/giorno, comprensivi delle utenze generali (illuminazione, utenze palazzina uffici e servizi, pesa, impianto trattamento acque, etc.). Nella tabella seguente vengono riportate le potenze installate, assorbite, consumi energetici giornalieri globali, di ciascuna linea per la selezione del VPL.

Sezione Potenza installata (kW)

Potenza assorbita (kW)

Attività (ore/giorno)

Consumo (kWh/giorno)

Elevatore a tapparelle 5,50 4,40 22,00 96,80 Nastro di selezione 3,00 2,10 22,00 46,20 Nastro di controllo vetro 2,20 1,60 22,00 35,20 Separatore elettromagnetico 3,00 2,40 22,00 52,80 Aspirazione frazione leggera 3,00 2,10 22,00 46,20 Canala vibrante 1,50 1,00 22,00 22,00 Separatore a correnti indotte 6,60 5,30 22,00 116,60 Nastro evacuazione non ferrosi 2,20 1,60 22,00 35,20 Estrattori box stoccaggio 27,50 19,00 10,00 190,00 Nastro collettore box stoccaggio 5,50 3,90 22,00 85,80 Nastro alimentazione pressa 5,50 3,90 22,00 85,80 Cabina di selezione manuale (climatizzazione, riscaldamento)

20,00 15,00 22,00 330,00

Pressa oleodinamica 60,00 48,00 20,00 960,00 Trattamento aria (ventilatore e scarico filtri a maniche)

55,00 44,00 24,00 864,00 1.056,00

Totali 200,50 182,30 - 3.158,60 Tabella 52. Potenze installate e assorbite per ogni attività dell’impianto.

Nella seguente tabella vengono invece riportate le potenze installate, assorbite ed i consumi energetici, relativi alle linee accessorie.

Sezione Potenza installata (kW)

Potenza assorbita (kW)

Attività (ore/giorno)

Consumo (kWh/giorno)

Raffinazione finale sovvalli

11,00 8,50 6,00 51,00

Raffin, finale e pressat. metalli 34,00 24,00 6,00 144,00 Raffin. finale rottame di vetro 80,00 64,00 20,00 1.280,00 Trattamento inerti 96,00 72,00 12,00 864,00 Totali 125,00 96,50 - 2.339,00

Tabella 53. Potenze installate e assorbite per nelle linee accessorie.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

53

Anno 2011

Uffici e impianto: energia elettrica

kWh/anno 1.555.405,00

Tabella 50. Consumo di energia elettrica.

Anno 2011 Uffici e impianto: gasolio (gruppo elettrogeno)

l/anno 0

Tabella 51. Consumo di gasolio nell’impianto.

Consumo di energia elettrica Per quanto attiene all’utilizzo di risorse energetiche, il consumo di energia elettrica complessiva dell’intero insediamento è dell’ordine di circa 9 MWh/giorno, comprensivi delle utenze generali (illuminazione, utenze palazzina uffici e servizi, pesa, impianto trattamento acque, etc.). Nella tabella seguente vengono riportate le potenze installate, assorbite, consumi energetici giornalieri globali, di ciascuna linea per la selezione del VPL.

Sezione Potenza installata (kW)

Potenza assorbita (kW)

Attività (ore/giorno)

Consumo (kWh/giorno)

Elevatore a tapparelle 5,50 4,40 22,00 96,80 Nastro di selezione 3,00 2,10 22,00 46,20 Nastro di controllo vetro 2,20 1,60 22,00 35,20 Separatore elettromagnetico 3,00 2,40 22,00 52,80 Aspirazione frazione leggera 3,00 2,10 22,00 46,20 Canala vibrante 1,50 1,00 22,00 22,00 Separatore a correnti indotte 6,60 5,30 22,00 116,60 Nastro evacuazione non ferrosi 2,20 1,60 22,00 35,20 Estrattori box stoccaggio 27,50 19,00 10,00 190,00 Nastro collettore box stoccaggio 5,50 3,90 22,00 85,80 Nastro alimentazione pressa 5,50 3,90 22,00 85,80 Cabina di selezione manuale (climatizzazione, riscaldamento)

20,00 15,00 22,00 330,00

Pressa oleodinamica 60,00 48,00 20,00 960,00 Trattamento aria (ventilatore e scarico filtri a maniche)

55,00 44,00 24,00 864,00 1.056,00

Totali 200,50 182,30 - 3.158,60 Tabella 52. Potenze installate e assorbite per ogni attività dell’impianto.

Nella seguente tabella vengono invece riportate le potenze installate, assorbite ed i consumi energetici, relativi alle linee accessorie.

Sezione Potenza installata (kW)

Potenza assorbita (kW)

Attività (ore/giorno)

Consumo (kWh/giorno)

Raffinazione finale sovvalli

11,00 8,50 6,00 51,00

Raffin, finale e pressat. metalli 34,00 24,00 6,00 144,00 Raffin. finale rottame di vetro 80,00 64,00 20,00 1.280,00 Trattamento inerti 96,00 72,00 12,00 864,00 Totali 125,00 96,50 - 2.339,00

Tabella 53. Potenze installate e assorbite per nelle linee accessorie.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

53

Anno 2011

Uffici e impianto: energia elettrica

kWh/anno 1.555.405,00

Tabella 50. Consumo di energia elettrica.

Anno 2011 Uffici e impianto: gasolio (gruppo elettrogeno)

l/anno 0

Tabella 51. Consumo di gasolio nell’impianto.

Consumo di energia elettrica Per quanto attiene all’utilizzo di risorse energetiche, il consumo di energia elettrica complessiva dell’intero insediamento è dell’ordine di circa 9 MWh/giorno, comprensivi delle utenze generali (illuminazione, utenze palazzina uffici e servizi, pesa, impianto trattamento acque, etc.). Nella tabella seguente vengono riportate le potenze installate, assorbite, consumi energetici giornalieri globali, di ciascuna linea per la selezione del VPL.

Sezione Potenza installata (kW)

Potenza assorbita (kW)

Attività (ore/giorno)

Consumo (kWh/giorno)

Elevatore a tapparelle 5,50 4,40 22,00 96,80 Nastro di selezione 3,00 2,10 22,00 46,20 Nastro di controllo vetro 2,20 1,60 22,00 35,20 Separatore elettromagnetico 3,00 2,40 22,00 52,80 Aspirazione frazione leggera 3,00 2,10 22,00 46,20 Canala vibrante 1,50 1,00 22,00 22,00 Separatore a correnti indotte 6,60 5,30 22,00 116,60 Nastro evacuazione non ferrosi 2,20 1,60 22,00 35,20 Estrattori box stoccaggio 27,50 19,00 10,00 190,00 Nastro collettore box stoccaggio 5,50 3,90 22,00 85,80 Nastro alimentazione pressa 5,50 3,90 22,00 85,80 Cabina di selezione manuale (climatizzazione, riscaldamento)

20,00 15,00 22,00 330,00

Pressa oleodinamica 60,00 48,00 20,00 960,00 Trattamento aria (ventilatore e scarico filtri a maniche)

55,00 44,00 24,00 864,00 1.056,00

Totali 200,50 182,30 - 3.158,60 Tabella 52. Potenze installate e assorbite per ogni attività dell’impianto.

Nella seguente tabella vengono invece riportate le potenze installate, assorbite ed i consumi energetici, relativi alle linee accessorie.

Sezione Potenza installata (kW)

Potenza assorbita (kW)

Attività (ore/giorno)

Consumo (kWh/giorno)

Raffinazione finale sovvalli

11,00 8,50 6,00 51,00

Raffin, finale e pressat. metalli 34,00 24,00 6,00 144,00 Raffin. finale rottame di vetro 80,00 64,00 20,00 1.280,00 Trattamento inerti 96,00 72,00 12,00 864,00 Totali 125,00 96,50 - 2.339,00

Tabella 53. Potenze installate e assorbite per nelle linee accessorie.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

52

4.7.1 Conferimento L’energia spesa per il conferimento dei rifiuti può riguardare l’energia prodotta dalle attività umane di selezione e conferimento del rifiuto prodotto. Considerando che i punti di raccolta dislocati sul territorio sono in numero tale e collocati in modo da permettere il conferimento dall’abitazione alla campana a piedi e a non obbligare così il cittadino all’utilizzo di alcun altro mezzo di trasporto a motore, si può concludere che l’energia consumata in questa fase, ai fini della CO2 emessa, è trascurabile. Si osservi, inoltre, che il servizio di raccolta che permette il conferimento si configura per sua natura come un sistema a “minima energia” che tende a limitare il più possibile lo sforzo richiesto al cittadino utente. 4.7.2 Raccolta La fase di raccolta è svolta con mezzi di trasporto stradali adibiti alla raccolta e al trasporto dei rifiuti. I mezzi utilizzati sono normalmente autocarri dotati spesso di rimorchio. La fonte energetica utilizzata è normalmente il gasolio per autotrazione. I consumi dipendono, oltre che dal tipo di mezzo (tipo di alimentazione, cilindrata, tara, ecc.), dai chilometri percorsi nei tragitti di raccolta e trasporto e dal peso del carico trasportato.

Tipo mezzi Gasolio Anno 2011 Mezzi raccolta l/anno 348.253

Tabella 47

La metodologia di calcolo per la determinazione dei consumi di carburante dei mezzi di trasporto del multi-materiale, da attribuire alla sola frazione merceologica “vetro”, sarà indicata nel disciplinare. 4.7.3 Selezione

La fase di selezione ha come principali consumi energetici quelli derivanti da energia elettrica per il funzionamento delle utenze dell’impianto e da consumo di gasolio per autotrazione per le operazioni di movimentazione interna ed esterna.

Consumo di combustibili Il consumo di combustibile per i mezzi dell’impianto sono riportati nella seguente tabella:

Tipo mezzi Gasolio Anno 2011 Mezzi impianto l/anno 96.005

Tabella 48

Di seguito, viene riportato un prospetto dei consumi giornalieri di carburante relativi ai mezzi impiegati, nelle condizioni operative considerate a seguito del potenziamento dell’impianto. Utilizzazione

(ore/giorno) Consumo unitario (kg/ora) Consumo giornaliero

(kg/giorno) Pala 140 CV 20,00 22,00 440,00 Pala 140 CV 20,00 22,00 440,00 Fork-lift 16,00 15,00 240,00 Spazzatrice stradale 4,00 14,00 56,00 Totale generale 60,00 - 1.176,00

Tabella 49. Consumo di gasolio dei mezzi per la movimentazione interna.

Il riscaldamento dei locali (sezione uffici e servizi) è garantito da termoconvettori elettrici, nel sito non è presente alcuna centrale termica. Non vi sono consumi di combustibili.

48TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

Tabella 52. Potenze installate e assorbite per ogni attività dell’impianto.

Nella seguente tabella vengono invece riportate le potenze installate, assorbite ed i consumi energetici,relativi alle linee accessorie.

Tabella 53. Potenze installate e assorbite per nelle linee accessorie.

3.7.4 RAFFINAMENTOPer la fase di raffinamento si riportano i principali consumi di materiali e servizi delle attività della Ecopatè s.r.l. di Musile di Piave61.

CONSUMI DI CARBURANTEDi seguito, viene riportato un prospetto dei consumi giornalieri di carburante relativi ai mezzi di movimentazione, nelle condizioni operative considerate.

Tabella 54. Consumi giornalieri di carburante dei mezzi d’opera utilizzati nell’impianto.

GAS DI RETECon Il gas di rete viene alimentato all’essiccatore della linea di trattamento ed è inoltre utilizzato per il riscaldamento della sezione uffici e servizi. Per quanto concerne l’essiccatore, si stima che circa il 30 % del vetro in ingresso abbia umidità non conforme alle specifiche di processo; assunto un tenore di umidità da eliminare del 3 %, la quantità di energia da somministrare è di 43.860 kcal/t di materiale in ingresso. Il consumo annuo di gas metano risulta pertanto pari a (52.000 t/anno * 43.860 kcal/t) / 8.250 kcal/Nm3 = 276.450 Nm3. Ai fini della stima dei consumi relativi alla palazzina uffici e servizi, si assume una potenza termica di 50.000 Kcal/h che, su un ciclo di 8 h/giorno in periodo invernale (7 mesi/anno), comporta un fabbisogno giornaliero di calore pari a 400.000 kcal, di cui 80.000 kcal vengono recuperate, con uno scambiatore di calore aria-acqua, dalle emissioni derivanti dall’essiccamento del vetro. Il consumo di gas metano per usi civili, in periodo invernale, risulta pertanto di (320.000 kcal/giorno * 210 gg) / 8.250 kcal/Nm3 = 8.145 Nm3.D’estate, il riscaldamento dell’acqua per le docce ed i servizi igienici determina una richiesta di energia termica pari a 60.000 kcal/giorno, che si può recuperare interamente dall’essiccatore; prudenzialmente si assume un consumo medio giornaliero di gas metano pari a 4 Nm3, corrispondente a un consumo per tutto il periodo estivo di 600 Nm3. Il consumo complessivo annuo è quindi stimabile in circa 285.000 Nm3.

CONSUMO DI ENERGIA ELETTRICAPer quanto attiene all’utilizzo di risorse energetiche, il consumo di energia elettrica complessiva dell’impianto è

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

53

Anno 2011

Uffici e impianto: energia elettrica

kWh/anno 1.555.405,00

Tabella 50. Consumo di energia elettrica.

Anno 2011 Uffici e impianto: gasolio (gruppo elettrogeno)

l/anno 0

Tabella 51. Consumo di gasolio nell’impianto.

Consumo di energia elettrica Per quanto attiene all’utilizzo di risorse energetiche, il consumo di energia elettrica complessiva dell’intero insediamento è dell’ordine di circa 9 MWh/giorno, comprensivi delle utenze generali (illuminazione, utenze palazzina uffici e servizi, pesa, impianto trattamento acque, etc.). Nella tabella seguente vengono riportate le potenze installate, assorbite, consumi energetici giornalieri globali, di ciascuna linea per la selezione del VPL.

Sezione Potenza installata (kW)

Potenza assorbita (kW)

Attività (ore/giorno)

Consumo (kWh/giorno)

Elevatore a tapparelle 5,50 4,40 22,00 96,80 Nastro di selezione 3,00 2,10 22,00 46,20 Nastro di controllo vetro 2,20 1,60 22,00 35,20 Separatore elettromagnetico 3,00 2,40 22,00 52,80 Aspirazione frazione leggera 3,00 2,10 22,00 46,20 Canala vibrante 1,50 1,00 22,00 22,00 Separatore a correnti indotte 6,60 5,30 22,00 116,60 Nastro evacuazione non ferrosi 2,20 1,60 22,00 35,20 Estrattori box stoccaggio 27,50 19,00 10,00 190,00 Nastro collettore box stoccaggio 5,50 3,90 22,00 85,80 Nastro alimentazione pressa 5,50 3,90 22,00 85,80 Cabina di selezione manuale (climatizzazione, riscaldamento)

20,00 15,00 22,00 330,00

Pressa oleodinamica 60,00 48,00 20,00 960,00 Trattamento aria (ventilatore e scarico filtri a maniche)

55,00 44,00 24,00 864,00 1.056,00

Totali 200,50 182,30 - 3.158,60 Tabella 52. Potenze installate e assorbite per ogni attività dell’impianto.

Nella seguente tabella vengono invece riportate le potenze installate, assorbite ed i consumi energetici, relativi alle linee accessorie.

Sezione Potenza installata (kW)

Potenza assorbita (kW)

Attività (ore/giorno)

Consumo (kWh/giorno)

Raffinazione finale sovvalli

11,00 8,50 6,00 51,00

Raffin, finale e pressat. metalli 34,00 24,00 6,00 144,00 Raffin. finale rottame di vetro 80,00 64,00 20,00 1.280,00 Trattamento inerti 96,00 72,00 12,00 864,00 Totali 125,00 96,50 - 2.339,00

Tabella 53. Potenze installate e assorbite per nelle linee accessorie.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

53

Anno 2011

Uffici e impianto: energia elettrica

kWh/anno 1.555.405,00

Tabella 50. Consumo di energia elettrica.

Anno 2011 Uffici e impianto: gasolio (gruppo elettrogeno)

l/anno 0

Tabella 51. Consumo di gasolio nell’impianto.

Consumo di energia elettrica Per quanto attiene all’utilizzo di risorse energetiche, il consumo di energia elettrica complessiva dell’intero insediamento è dell’ordine di circa 9 MWh/giorno, comprensivi delle utenze generali (illuminazione, utenze palazzina uffici e servizi, pesa, impianto trattamento acque, etc.). Nella tabella seguente vengono riportate le potenze installate, assorbite, consumi energetici giornalieri globali, di ciascuna linea per la selezione del VPL.

Sezione Potenza installata (kW)

Potenza assorbita (kW)

Attività (ore/giorno)

Consumo (kWh/giorno)

Elevatore a tapparelle 5,50 4,40 22,00 96,80 Nastro di selezione 3,00 2,10 22,00 46,20 Nastro di controllo vetro 2,20 1,60 22,00 35,20 Separatore elettromagnetico 3,00 2,40 22,00 52,80 Aspirazione frazione leggera 3,00 2,10 22,00 46,20 Canala vibrante 1,50 1,00 22,00 22,00 Separatore a correnti indotte 6,60 5,30 22,00 116,60 Nastro evacuazione non ferrosi 2,20 1,60 22,00 35,20 Estrattori box stoccaggio 27,50 19,00 10,00 190,00 Nastro collettore box stoccaggio 5,50 3,90 22,00 85,80 Nastro alimentazione pressa 5,50 3,90 22,00 85,80 Cabina di selezione manuale (climatizzazione, riscaldamento)

20,00 15,00 22,00 330,00

Pressa oleodinamica 60,00 48,00 20,00 960,00 Trattamento aria (ventilatore e scarico filtri a maniche)

55,00 44,00 24,00 864,00 1.056,00

Totali 200,50 182,30 - 3.158,60 Tabella 52. Potenze installate e assorbite per ogni attività dell’impianto.

Nella seguente tabella vengono invece riportate le potenze installate, assorbite ed i consumi energetici, relativi alle linee accessorie.

Sezione Potenza installata (kW)

Potenza assorbita (kW)

Attività (ore/giorno)

Consumo (kWh/giorno)

Raffinazione finale sovvalli

11,00 8,50 6,00 51,00

Raffin, finale e pressat. metalli 34,00 24,00 6,00 144,00 Raffin. finale rottame di vetro 80,00 64,00 20,00 1.280,00 Trattamento inerti 96,00 72,00 12,00 864,00 Totali 125,00 96,50 - 2.339,00

Tabella 53. Potenze installate e assorbite per nelle linee accessorie. Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

54

4.7.4 Raffinamento Per la fase di raffinamento si riportano i principali consumi di materiali e servizi delle attività della Ecopatè s.r.l. di Musile di Piave63. Consumi di carburante Di seguito, viene riportato un prospetto dei consumi giornalieri di carburante relativi ai mezzi di movimentazione, nelle condizioni operative considerate. Denominazione Utilizzazione (ore/giorno) Consumo unitario (kg/ora) Consumo giornaliero

(kg/giorno) Pala 140 cv 10,00 22,00 220,00 Pala 140 cv 10,00 22,00 220,00 Spazzatrice stradale 2,00 14,00 28,00 Totali 22,00 --- 468,00

Tabella 54. Consumi giornalieri di carburante dei mezzi d’opera utilizzati nell’impianto.

Gas di rete. Con Il gas di rete viene alimentato all’essiccatore della linea di trattamento ed è inoltre utilizzato per il riscaldamento della sezione uffici e servizi. Per quanto concerne l’essiccatore, si stima che circa il 30 % del vetro in ingresso abbia umidità non conforme alle specifiche di processo; assunto un tenore di umidità da eliminare del 3 %, la quantità di energia da somministrare è di 43.860 kcal/t di materiale in ingresso. Il consumo annuo di gas metano risulta pertanto pari a (52.000 t/anno * 43.860 kcal/t) / 8.250 kcal/Nm3 = 276.450 Nm3. Ai fini della stima dei consumi relativi alla palazzina uffici e servizi, si assume una potenza termica di 50.000 Kcal/h che, su un ciclo di 8 h/giorno in periodo invernale (7 mesi/anno), comporta un fabbisogno giornaliero di calore pari a 400.000 kcal, di cui 80.000 kcal vengono recuperate, con uno scambiatore di calore aria-acqua, dalle emissioni derivanti dall’essiccamento del vetro. Il consumo di gas metano per usi civili, in periodo invernale, risulta pertanto di (320.000 kcal/giorno * 210 gg) / 8.250 kcal/Nm3 = 8.145 Nm3. D’estate, il riscaldamento dell’acqua per le docce ed i servizi igienici determina una richiesta di energia termica pari a 60.000 kcal/giorno, che si può recuperare interamente dall’essiccatore; prudenzialmente si assume un consumo medio giornaliero di gas metano pari a 4 Nm3, corrispondente a un consumo per tutto il periodo estivo di 600 Nm3. Il consumo complessivo annuo è quindi stimabile in circa 285.000 Nm3. Consumo di energia elettrica Per quanto attiene all’utilizzo di risorse energetiche, il consumo di energia elettrica complessiva dell’impianto è dell’ordine di circa 9,50 MWhe/giorno; la potenza installata risulta dell’ordine di 1,28 MWe e quella assorbita presenta picchi di circa 770 kWe. 4.7.5 Recupero Per la fase di recupero di riportano le risorse energetiche dell’impianto O-I Manufacturing Italy Spa di San Polo di Piave. Nell’impianto l'energia elettrica e fornita da rete esterna. E’ impiegata sia per l'alimentazione di ventilatori, compressori e per altri servizi, che per fornire calore ausiliario durante il condizionamento termico, sotto forma di boosting elettrico. Nella Tabella 55 sono riportati i consumi energetici dell'anno 2006, nella Tabella 56 quelli riferiti alla capacita produttiva dell'impianto. Per il calcolo del consumo termico ed elettrico specifico si fa riferimento alla produzione effettiva di 250.931 tonnellate/anno (2006). 63 Fonte: Analisi ambientali

61 - Fonte: Analisi ambientali

49TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

dell’ordine di circa 9,50 MWhe/giorno; la potenza installata risulta dell’ordine di 1,28 MWe e quella assorbita presenta picchi di circa 770 kWe.

3.7.5 RECUPEROPer la fase di recupero di riportano le risorse energetiche dell’impianto O-I Manufacturing Italy Spa di San Polo di Piave.

Nell’impianto l’energia elettrica e fornita da rete esterna. E’ impiegata sia per l’alimentazione di ventilatori, compressori e per altri servizi, che per fornire calore ausiliario durante il condizionamento termico, sotto forma di boosting elettrico.Nella Tabella 55 sono riportati i consumi energetici dell’anno 2006, nella Tabella 56 quelli riferiti alla capacita produttiva dell’impianto. Per il calcolo del consumo termico ed elettrico specifico si fa riferimento alla produzione effettiva di 250.931 tonnellate/anno (2006).

Tabella 55. Consumi energetici dell’anno 2006.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

55

Fase/i Energia termica

consumata (MWh)

Energia elettrica consumata (MWh)

Consumo termico specifico (MWh/t)

Consumo elettrico specifico (MWh/t)

02000 (forno – naso – boostingventilazione)

397.981 4.518 1,586 0,018

03100 (canale Feeder - boosting)

18.897 30.645 0,075 0,122

03700 (ricottura)

9.202 2.049 0,037 0,008

01100 (scarico materie prime)

0 2.172 0,000 0,009

06000 (officine e compressori)

0 458 0,000 0,002

06000 (impianto acqua)

0 382 0,000 0,002

06000 (illuminazione)

0 366 0,000 0,002

06000 (riscaldamento)

4.099 52 0,016 0,000

04500 (forno di termoretrazione – scelta e confezionamento)

3.751 1.610 0,015 0,006

07300 (preriscaldo stampi)

554 0 0,002 0,000

02200 (impianto trattamento fumi F3-F4)

0 2.190 0,000 0,009

Totali 434.484 44.442 1,731 0,178 Tabella 55. Consumi energetici dell'anno 2006.

50TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

Tabella 56. Consumi energetici alla capacita produttiva dell’impianto.

Il consumo energetico specifico, calcolato come somma del consumo termico e del consumo elettrico specifico e pari a 1,909 MWh/t., che corrisponde a 6,87 GJ/tonnellata. Tale consumo risulta coerente con i valori di consumo energetico riportati nelle linee-guida italiane, che evidenziano valori compresi tra 4 e 10 GJ/t. Il combustibile utilizzato per la produzione di energia termica e il gas metano. Nel corso dell’anno 2006, la Ditta ha utilizzato circa 46.000.000 di metri cubi di metano; il consumo riferibile alla capacita produttiva e pari a circa 48.500.000 metri cubi.

Con la sostituzione dell’attuale forno F4 recuperativo con uno a tecnologia mista, la Ditta ritiene di essere in grado di risparmiare circa 7.400.000 metri cubi di combustibile, in virtù della maggiore efficienza energetica del nuovo forno.

Versione 1.0 – 18.10.2012 La filiera

56

Fase/i Energia termica

consumata (MWh) Energia elettrica consumata (MWh)

Consumo termico specifico (MWh/t)

Consumo elettrico specifico (MWh/t)

02000 (forno – naso – boostingventilazione)

416.805 7.732 1,586 0,018

03100 (canale Feeder - boosting)

19.791 32.095 0,075 0,122

03700 (ricottura)

9.638 2.146 0,037 0,008

01100 (scarico materie prime)

0 2.275 0,000 0,009

06000 (officine e compressori)

0 400 0,000 0,002

06000 (impianto acqua)

0 383 0,000 0,002

06000 (illuminazione)

0 383 0,000 0,002

06000 (riscaldamento)

4.293 55 0,016 0,000

04500 (forno di termoretrazione – scelta e confezionamento)

3.928 1.686 0,015 0,006

07300 (preriscaldo stampi)

580 0 0,002 0,000

02200 (impianto trattamento fumi F3-F4)

0 2.293 0,000 0,009

Totali 455.035 46.554 1,731 0,178 Tabella 56. Consumi energetici alla capacita produttiva dell’impianto.

Il consumo energetico specifico, calcolato come somma del consumo termico e del consumo elettrico specifico e pari a 1,909 MWh/t., che corrisponde a 6,87 GJ/tonnellata. Tale consumo risulta coerente con i valori di consumo energetico riportati nelle linee-guida italiane, che evidenziano valori compresi tra 4 e 10 GJ/t. Il combustibile utilizzato per la produzione di energia termica e il gas metano. Nel corso dell'anno 2006, la Ditta ha utilizzato circa 46.000.000 di metri cubi di metano; il consumo riferibile alla capacita produttiva e pari a circa 48.500.000 metri cubi. Con la sostituzione dell'attuale forno F4 recuperativo con uno a tecnologia mista, la Ditta ritiene di essere in grado di risparmiare circa 7.400.000 metri cubi di combustibile, in virtù della maggiore efficienza energetica del nuovo forno.

51TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

Il presente documento mira a predisporre la struttura concettuale, organizzativa e informativa con la quale realizzare un documento di sintesi (report) che periodicamente raccolga quelle informazioni strategiche che, ai fini della tracciabilità, rappresentano in modo certo ed efficace la filiera del vetro riciclato. Queste informazioni chiave sono parte di uno strumento di carattere informativo più esteso e dettagliato: il bilancio di filiera; lo schema formato dai dati raccolti dal monitoraggio delle attività della filiera ritenute nodali (focal-point) per ogni fase di processo.

Infatti, per ogni fase della filiera sono state individuate quelle informazioni chiave necessarie per caratterizzare in modo misurabile, sia in termini quantitativi che qualitativi, i flussi di materia e di energia, che ne permettono la tracciabilità. Queste informazioni chiave costituiscono gli indicatori fisici di monitoraggio sintetici, cioè quelle informazioni minime ma efficaci che garantiscono la definizione di un quadro completo e coerente dell’intero sistema osservato. La caratterizzazione e l’analisi del sistema si basa sull’analisi di due componenti fondamentali: la materia (flussi in entrata e in uscita) e l’energia.

Il monitoraggio dei processi è costituito quindi da tutte quelle azioni che i vari attori della filiera devono svolgere durante il periodo di riferimento (fase di reporting) per raccogliere i dati necessari alla compilazione del bilancio di filiera periodico, secondo le specifiche stabilite dal disciplinare di certificazione.

4MONITORAGGIO DELLE ATTIVITA’ DI PROCESSO

52TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

53TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

• Comune di Venezia - Regolamento per la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati e per la pulizia del territorio” – dicembre 2010.• ECORICICLI - Analisi ambientale iniziale - Impianto di selezione rifiuti non pericolosi sito in Malcontenta (VE) – ottobre 2010.• ECORICICLI - Addendum analisi ambientale iniziale intermediazione di rifiuti senza detenzione.• ECORICICLI - Analisi ambientale iniziale -Addendum- Servizi di: raccolta e trasporto rifiuti assimilabili e linee accessorie di selezione e raffinazione rifiuti recuperabili – Marzo 2012.• ECORICICLI - 0576_3PD_T_RTDU_OB: Interventi di adeguamento funzionale degli impianti esistenti per la selezione di VPL (vetro, plastica, lattine) ed id VL (vetro, lattine), finalizzati all’incremento della capacità di trattamento – relazione tecnica.• ECORICICLI - Rapporto Gestione Ambientale 2011.• ECORICICLI - PR SML 00 – Protocollo operativo di monitoraggio merceologico dei flussi di raccolta differenziata urbana presso Ecoricicli Veritas srl – Luglio 2011.• ECORICICLI - Modalità operative per l’effettuazione del prelievo e dell’analisi qualitativa del materiale conferito (Metodo AQ09 CoRePla).• ECOPIAVE SRL – Studio tecnico - Interventi di adeguamento tecnologico e funzionale dell’esistente impianto per la selezione ed il trattamento del rottame di vetro progetto definitivo – Settembre 2011.• ECOPIAVE SRL – Studio Preliminare Ambientale - Interventi di adeguamento tecnologico e funzionale dell’esistente impianto per la selezione ed il trattamento del rottame di vetro progetto definitivo – Settembre 2011.• O-I MANUFACTURING ITALY SpA – AIA Autorizzazione Integrata Ambientale (Provincia di Treviso 23/12/2011) – Dicembre 2011.

5.1 NORMATIVA

5.1.1 AREA TEMATICA GESTIONE RIFIUTI• Delibera del 27/07/1984: Disposizioni per la prima applicazione dell’articolo 4 del D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915, concernente lo smaltimento dei rifiuti.• D.Lgs. 95 del 27/01/92: Attuazione della direttiva 75/439/CEE e 87/101/CEE relative alla eliminazione degli oli usati (abrogati dal D.Lgs. 152/2006 gli articoli 4, 5, 8, 12, 14 e 15).• DM 392 del 16/05/96: Regolamento recante norme tecniche relative alla eliminazione degli oli usatiNOTA: il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 è stato abrogato dal D.Lgs. 152/2006. Al fine di assicurare che non vi sia alcuna soluzione di continuità nel passaggio dalla preesistente normativa a quella prevista dalla parte quarta del D.Lgs. 152/2006, i provvedimenti attuativi del citato decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, continuano ad applicarsi sino alla data di entrata in vigore dei corrispondenti provvedimenti attuativi previsti dalla parte quarta del D.Lgs. 152/2006.• DM del 5/02/98: Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (modificato dal DM 5 aprile 2006, n.186)• DM 145 del 01/04/98: formulari di trasporto• DM 148 del 01/04/98: registri di carico e scarico• DM 406 del 28/04/98: Regolamento recante norme di attuazione di direttive dell’Unione europea, avente ad oggetto la disciplina dell’Albo nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti • Direttiva Ministero Ambiente 09/04/2002 (nuovi CER): Indicazioni per la corretta e piena applicazione del regolamento comunitario n. 2557/2001 sulle spedizioni di rifiuti ed in relazione al nuovo elenco dei rifiuti.

5DOCUMENTI DI RIFERIMENTO

54TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

• DPCM 24/12/2002 modificato dal DPCM 24/02/2003: Approvazione del nuovo modello unico di dichiarazione ambientale per l’anno 2003.• DM n° 161 del 12/06/2002: Regolamento attuativo degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, relativo all’individuazione dei rifiuti pericolosi che e’ possibile ammettere alle procedure semplificate.• D.Lgs. 13 gennaio 2003, n.36 “Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti”• D.Lgs. 209/ 2003 Attuazione della direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso • D.Lgs. 25 luglio 2005 n.151 “Attuazione delle direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE, relative alla riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti”• DM 3 agosto 2005 “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica”.• D.Lgs. 133/2005 “Attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia di incenerimento dei rifiuti”• D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152. Norme in materia ambientale (parte quarta)• DM 5 aprile 2006, n.186. Regolamento recante modifiche al decreto ministeriale 5 febbraio 1998 “Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero, ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22”.• Direttiva 2006/12/CE: Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, relativa ai rifiuti.• DM 17 dicembre 2009 “Istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell’articolo 189 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dell’articolo 14-bis del decreto-legge n. 78 del 2009 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009” - modificato dal DM 15 febbraio 2010 e dal DM 9 luglio 2010 (SISTRI)

RIFIUTI – REGIONE VENETO• Delib. Giunta Reg. n° 769 del 11/03/2005: «Linee guida per la realizzazione e la gestione degli ecocentri comunali». Adozione.• DGR n° 597 del 29/02/2000 “Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali anche pericolosi”• D.G.R. n° 451 del 15/02/2000 “Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani. Adozione”• L.Reg. 21.1.2000, n.3 “Nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” (modificata dalla Legge Regionale n° 27 del 16/08/2002 e dalla Legge Regionale n° 20 del 16/08/2007)• DPGR n° 1364 del 29/07/1999 “Smaltimento dei rifiuti solidi urbani nella Regione Veneto”• Circolare regionale n° 7432 del 09.08.1999 “Chiarimenti in merito al conferimento dei rifiuti urbani ed assimilati presso i cosiddetti ECOCENTRI” • Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti, 1999• Delib. Giunta Reg. (Veneto) 06/10/1998 n° 3606 - Ulteriori chiarimenti ed indirizzi operativi in merito al D. Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 ed ai successivi decreti applicativi.

5.1.2 AREA TEMATICA USO RAZIONALE DELL’ENERGIALegge n°10 del 9/01/91: Norme per l’attuazione del piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia

Circolare Ministeriale n° 219/F del 2/3/92: Art. 19 della legge n. 10/1991. Obbligo di nomina e comunicazione annuale del tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia

Circolare Ministeriale n° 226 del 03/03/1993: Art. 19 della legge n. 10/1991. Obbligo di nomina e comunicazione annuale del tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia.

Entro il 30 aprile di ogni anno i soggetti operanti nel settori industriale, civile, terziario e dei trasporti che nell’anno precedente hanno avuto un consumo di energia rispettivamente superiore a 10.000 ton equivalenti di petrolio per il settore industriale ovvero a 1.000 ton equivalenti di petrolio per tutti gli altri settori, devono comunicare al Ministero dell’industria, del Commercio e dell’artigianato:

– il nominativo del tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia

55TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

– i dati energetici relativi alle proprie strutture ed imprese.

• La valutazione dei consumi va riferita all’energia consumata per la produzione di beni (semilavorati, manufatti ecc.) o per la prestazione di servizi (trasporto di persone o merci, illuminazione, climatizzazione ambienti, fornitura di energia elettrica ecc.), indipendentemente dal fatto che detti beni e servizi vengano utilizzati in proprio o destinati a terzi. Tale valutazione va riferita ai consumi globali del soggetto, cumulando quelli relativi alle diverse fonti ed ai diversi usi per tutti i centri di consumo del soggetto stesso.

5.2 GLOSSARIO

CER: Catalogo Europeo dei Rifiuti che contiene i codici a sei cifre di classificazione di tutti i rifiuti pericolosi (segnati con *), e non pericolosi. Le prime due cifre del codice si riferiscono al settore produttivo, le seconde individuano il ciclo produttivo all’interno del settore produttivo, le ultime due individuano il rifiuto (Riferimenti normativi: Decisione 2000/532/CE e ss.mm.ii., d.lgs. 152/2006 parte IV). (http://www.arpa.veneto.it/rifiuti/htm/glossario.asp)

Conferimento: operazioni e modalità attraverso le quali i rifiuti sono consegnati al Gestore del servizio dal produttore.

Detentore: il produttore dei rifiuti o il soggetto che li detiene.

Frazione organica dei rifiuti (FORSU): Materiale organico putrescibile ad alto tasso di umidità proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani e costituito da residui alimentari, ovvero scarti di cucina. (Riferimento normativo: DCR del 15 giugno 2006, n. 76 e DGR del 25 febbraio 2005, n. 568).

Frazione secca: Rifiuto a bassa putrescibilità e a basso tenore di umidità proveniente da raccolta differenziata o selezione o trattamento dei rifiuti urbani, avente un elevato contenuto energetico (Riferimento normativo: d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, art. 183, co. 1, lett. p).

Frazione umida: Rifiuto organico putrescibile ad alto tenore di umidità, proveniente da raccolta differenziata o selezione o trattamento dei rifiuti urbani (Riferimento normativo: d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, art. 183, co. 1, lett. o).

Frazioni secche recuperabili: le frazioni costituite da materiali recuperabili, costituiti ad esempio da vetro, metalli ferrosi e non ferrosi, plastica, carta, cartone, anche mescolati tra loro, ma selezionabili con procedimenti manuali o meccanici.

Gestione: la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni nonché il controllo delle discariche dopo la loro chiusura (art.1 2006/12/CE);

Imballaggio: Tutti i prodotti composti di materiali di qualsiasi natura, adibiti a contenere e a proteggere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, e ad assicurare la loro presentazione. Anche tutti gli articoli «a perdere» usati allo stesso scopo devono essere considerati imballaggi (Direttiva 94/62/CE, art.3 comma 1).

ALLEGATO II (art. 9, 94/62/CE)REQUISITI ESSENZIALI CONCERNENTI LA COMPOSIZIONE E LA RIUTILIZZABILITÀ E LA

RECUPERABILITÀ (IN PARTICOLARE LA RICICLABILITÀ) DEGLI IMBALLAGGI

1 - Requisiti per la fabbricazione e composizione degli imballaggi- Gli imballaggi sono fabbricati in modo da limitare il volume e il peso al minimo necessario per garantire il

56TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

necessario livello di sicurezza, igiene e accettabilità tanto per il prodotto imballato quanto per il consumatore.- Gli imballaggi sono concepiti, prodotti e commercializzati in modo da permetterne il reimpiego o il recupero, compreso il riciclaggio, e da ridurne al minimo l’impatto sull’ambiente se i rifiuti di imballaggio o i residui delle operazioni di gestione dei rifiuti di imballaggio sono smaltiti.- Gli imballaggi sono fabbricati in modo che la presenza di metalli nocivi e di altre sostanze e materiali pericolosi come costituenti del materiale di imballaggio o di qualsiasi componente dell’imballaggio sia limitata al minimo con riferimento alla loro presenza nelle emissioni, nelle ceneri o nei residui di lisciviazione se gli imballaggi o i residui delle operazioni di gestione dei rifiuti di imballaggio sono inceneriti o interrati.

2 - Requisiti per la riutilizzabilità di un imballaggio I seguenti requisiti devono essere soddisfatti simultaneamente:

- le proprietà fisiche e le caratteristiche dell’imballaggio devono consentire una serie di spostamenti o rotazioni in condizioni di impiego normalmente prevedibili;- possibilità di trattare gli imballaggi usati per ottemperare ai requisiti in materia di salute e di sicurezza dei lavoratori.- osservanza dei requisiti specifici per gli imballaggi recuperabili se l’imballaggio non è più utilizzato e diventa quindi un rifiuto.

3 - Requisiti per la recuperabilità di un imballaggioa - Imballaggi recuperabili sotto forma di riciclaggio del materiale L’imballaggio deve essere prodotto in modo tale da consentire il riciclaggio di una determinata percentuale in peso dei materiali usati, nella fabbricazione di prodotti commerciabili, rispettando le norme in vigore nella Comunità europea. La determinazione di tale percentuale può variare a seconda del tipo de materiale che costituisce l’imballaggio.b - Imballaggi recuperabili sotto forma di recupero di energiaI rifiuti di imballaggio trattati a scopi di recupero energetico devono avere un valore calorifico minimo inferiore per permettere di ottimizzare il recupero energetico;c - Imballaggi recuperabili sotto forma di compost I rifiuti di imballaggio trattati per produrre compost devono essere sufficientemente biodegradabili in modo da non ostacolare la raccolta separata e il processo o l’attività di compostaggio in cui sono introdotti.d - Imballaggi biodegradabiliI rifiuti di imballaggio biodegradabili devono essere di natura tale da poter subire una decomposizione fisica, chimica, termica o biologica grazie alla quale la maggior parte del compost risultante finisca per decomporsi in biossido di carbonio, biomassa e acqua.

Materie prime secondarie (mps): Sostanza o materia avente le caratteristiche stabilite ai sensi dell’articolo 181-bis: “Materie, sostanze e prodotti secondari” (articolo introdotto dal d.lgs 4/2008); che stabilisce le materie, le sostanze e i prodotti secondari che non rientrano nella definizione di rifiuto (art. 183, comma 1, lettera a) a condizione che rispettino i seguenti criteri, requisiti e condizioni:

a - siano prodotti da un’operazione di riutilizzo, di riciclo o di recupero di rifiuti;b - siano individuate la provenienza, la tipologia e le caratteristiche dei rifiuti dai quali si possono produrre;c - siano individuate le operazioni di riutilizzo, di riciclo o di recupero che le producono, con particolare riferimento alle modalità ed alle condizioni di esercizio delle stesse;d - siano precisati i criteri di qualità ambientale, i requisiti merceologici e le altre condizioni necessarie per l’immissione in commercio, quali norme e standard tecnici richiesti per l’utilizzo, tenendo conto del possibile rischio di danni all’ambiente e alla salute derivanti dall’utilizzo o dal trasporto del materiale, della sostanza o del prodotto secondario;e - abbiano un effettivo valore economico di scambio sul mercato.

Il comma 6 dello stesso articolo, dispone che “i metodi di recupero dei rifiuti utilizzati per ottenere materia prima secondaria, combustibili o prodotti devono garantire l’ottenimento di materiali con caratteristi-che fissate con

57TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

decreto del Ministro dell’ambiente [...] Sino all’emanazione del predetto decreto continua-no ad applicarsi le disposizioni di cui al d.m. 5 febbraio 1998 ed al d.m. 12 giugno 2002, n. 161. Le predette caratteristiche possono essere altresì conformi alle autorizzazioni rilasciate ai sensi degli articoli 208, 209 e 210”. (D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, Art. 183 lett. q)

Multimateriale: Le frazioni secche riciclabili del rifiuto urbano sono costituite da: carta, vetro, plastica e metalli. Plastica e metalli in genere vengono intercettati in forma congiunta nel così detto “multimateriale leggero”. Se oltre a plastica (P) e metalli (M o L) si intercetta anche il vetro (V), allora si parla di “multimateriale pesante”. Le tipologie più comuni di raccolta multi-materiale in uso sono le seguenti: multimateriale pesante (VPM o VPL) vetro - plastica – metalli; VM vetro – metalli; multimateriale leggero: PM plastica – metalli; CPM carta - plastica – metalli.

Produttore: la persona la cui attività ha prodotto rifiuti cioè il produttore iniziale e la persona che ha effettuato operazioni di pretrattamento, di miscuglio o altre operazioni che hanno mutato la natura o la composizione di detti rifiuti.

Raccolta con contenitori: raccolta dei rifiuti tramite appositi contenitori stradali o posti presso altre strutture (centri di raccolta, isole/piazzole ecologiche ecc.).

Raccolta differenziata: la raccolta idonea, secondo criteri di economicità, efficacia, trasparenza ed efficienza, a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, al momento della raccolta o, per la frazione organica umida, anche al momento del trattamento, nonché a raggruppare i rifiuti di imballaggio separatamente dagli altri rifiuti urbani, a condizione che tutti i rifiuti sopra indicati siano effettivamente destinati al recupero (d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, art. 183, co. 1, lett. f).

Raccolta: l’operazione di raccolta, di cernita e/o di raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto (art.1, 2006/12/CE); oppure: il prelievo dei rifiuti, compresi la cernita preliminare e il deposito preliminare, ai fini del loro trasporto in un impianto di trattamento; (art. 3; 2008/98/CE). E’ l’operazione di prelievo, di cernita o di raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto.

Recupero: qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione, all’interno dell’impianto o nell’economia in generale. L’allegato II riporta un elenco non esaustivo di operazioni di recupero; (2008/98/CE, art. 3, comma 15).

[…] i) Il recupero dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo od ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie; o ii) l’uso di rifiuti come fonte di energia. (2006/12/CE, art.3, comma 1, lett. b).

Riciclaggio: qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i materiali di rifiuto sono ritrattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini. Include il ritrattamento di materiale organico ma non il recupero di energia né il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento; (2008/98/CE, art. 3, comma 17).

Rifiuti urbani: i rifiuti domestici, anche ingombranti provenienti da locali ed aree ad uso di civile abitazione.

Rifiuto: “Qualsiasi sostanza od oggetto (...) di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi” (D.Lgs. 152/2006). Qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell’Allegato A alla parte quarta del presente decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi (art.183, 152/2006).

Riutilizzo: qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti; (2008/98/CE, art. 3, comma 13).

58TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERALA FILIERA

Rottame di vetro: DM 5 febbraio 1998, Allegato 1, par. 2 “Rifiuti di vetro in forma non dispersibile” (2.1):• Tipologia: imballaggi, vetro di scarto ed altri rifiuti e frammenti di vetro; rottami di vetro [170202] [200102] [160208].• Provenienza: raccolta differenziata in appositi contenitori e/o altre raccolte differenziate; selezione da RSU e/o RAU; attività industriali, artigianali commerciali e di servizi; autodemolizioni autorizzate ai sensi del DLgs 5 febbraio 1997, n. 22 e successive modifiche e integrazioni.• Caratteristiche del rifiuto: vetro di scarto con l’esclusione dei vetri da tubi raggio-catodici delle lampade a scarica ed altri vetri contaminati da sostanze radioattive e dei contenitori etichettati come pericolosi ai sensi della legge 29 maggio 1974, n. 256, D.P.R. 24 novembre 1981, n. 927 e successive modifiche e integrazioni; non radioattivo ai sensi del d.lgs 17 marzo 1995, n. 230.

Smaltimento: «smaltimento» qualsiasi operazione diversa dal recupero anche quando l’operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia. L’allegato I riporta un elenco non esaustivo di operazioni di smaltimento; (2008/98/CE, art. 3, comma 19).

Sottoprodotto: Sono sottoprodotti le sostanze ed i materiali dei quali il produttore non intende disfarsi ai sensi dell’articolo 183, comma 1, lettera a), che soddisfino tutti i seguenti criteri, requisiti e condizioni:

1 - siano originati da un processo non direttamente destinato alla loro produzione;2 - il loro impiego sia certo, sin dalla fase della produzione, integrale e avvenga direttamente nel corso del processo di produzione o di utilizzazione preventivamente individuato e definito;3 - soddisfino requisiti merceologici e di qualità ambientale idonei a garantire che il loro impiego non dia luogo ad emissioni e ad impatti ambientali qualitativamente e quantitativamente diversi da quelli autorizzati per l’impianto dove sono destinati ad essere utilizzati;4 - non debbano essere sottoposti a trattamenti preventivi o a trasformazioni preliminari per soddisfare i requisiti merceologici e di qualità ambientale di cui al punto 3), ma posseggano tali requisiti sin dalla fase della produzione; 5) abbiano un valore economico di mercato.(D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, Art. 183 lett. p)

Stoccaggio: le attività di smaltimento consistenti nelle operazioni di deposito preliminare di rifiuti (di cui al punto D15 dell’Allegato B alla parte quarta del decreto 152/2006), nonché le attività di recupero consistenti nelle operazioni di messa in riserva di materiali di cui al punto R13 dell’Allegato C alla medesima parte quarta.

Tariffa igiene ambientale (TIA) Tariffa per la gestione dei rifiuti solidi urbani ed assimilati, istituita a partire dal 1 gennaio 1999 e disciplinata secondo le prescrizioni ed i criteri di cui al D.Lgs. 5 febbraio 1997 n.22 e s.m.i.

Tonnellate equivalenti petrolio (TEP): unità di misura di energia. Il Ministero delle Attività Produttive, con DM 20 luglio 2004, ha fissato il seguente fattore di conversione stabilendo che I risparmi di combustibili sono conteggiati in base ai rispettivi poteri calorifici inferiori, espressi in GJ, tenuto conto che 1tep = 41,860 GJ (art. 2, comma 2). L’Autorità per l’energia elettrica e il gas, con la Delibera EEN 3/08 del 20 marzo 2008, ha fissato il valore del fattore di conversione dell’energia elettrica in energia primaria in 0,187 x 10-3 tep/kWh.

Trattamento: operazioni di recupero o smaltimento, inclusa la preparazione prima del recupero o dello smaltimento; (2008/98/CE, art. 3, comma 13).

Vetro plastica lattine (VPL): Rifiuto costituito prevalentemente da imballaggi a base di alluminio, acciaio in banda stagnata, vetro e imballaggi in vetro, imballaggi in plastica rigida quali bottiglie, flaconi, contenitori in genere.

Vetro pronto forno (VPF): Rottame di vetro “pronto forno”. Le specifiche merceologiche che consentono di definire il vetro trattato non più un rifiuto ma una materia prima seconda, denominata commercialmente “pronto al forno”, sono definite dal D.M. 5.2.98 e costituiscono una condizione necessaria ma non sufficiente per l’accettazione in vetreria di tale materiale. (COREVE) Nella seguente tabella sono riportate, nella prima colonna, le specifiche merceologiche minime

59TRACCIABILITA’ DEL VETRO RICICLATO E CERTIFICAZIONE DEI FLUSSI DI FILIERA

LA FILIERA

necessarie per definire il vetro trattato una “materia prima seconda”; nella seconda colonna è riportato il capitolato vigente per l’accettazione in vetreria del vetro “pronto al forno”. Capitolato temporaneo perché le aziende vetrarie, per raggiungere l’obiettivo di riciclo assegnato, dovranno necessariamente adattarsi agli standard europei che sono ancora più restrittivi.