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Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testata giornalistica, infatti non ha alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Viene fornita in download gratuito solamente agli utenti registrati del portale Paleoseti.it e una copia è inviata agli autori e ai collaboratori. Per l’eventuale utilizzo di testi e immagini è necessario contattare i rispettivi autori. ANOS LUZ Serpes: hermanas de leche par Marisol y José Antonio Roldàn ARCHEOLOGIA DI CONFINE Segni nel cielo e misteriosi reperti di Roberto La Paglia MITOLOGIA Oannes e il mito degli “uomini-pesce” di Enrico Baccarini EGITTOLOGIA Datazioni al C-14 dell’Antico Regno di Antonio Crasto Piramide, architettura solstiziale di Maurizio Giudice UFOLOGIA I Rettiloidi: così vicini, così inafferrabili ma da sempre compagni dell’Uomo di Stefano Panizza STORIA ANTICA La siepe di pietra di Simone Barcelli URBIS HISTORIA Le pietre di Bologna di Simonetta Santandrea ESOTERIC The power of the Ark of the Covenant of Michael Seabrook DREAMLAND L’evoluzione del fenomeno e gli Ebani di Gianluca Rampini GLI ANELLI MANCANTI Ufologia Esoterica di Ines Curzio LIBRARSI “Una civiltà sotto ghiaccio, F.Barbiero” di Simonetta Santandrea ”Echi ancestrali, M. Giudice” LIFE AFTER LIFE Come arrivano i messaggi dall’altra dimensione di Noemi Stefani ANGOLO PRIVATO Invasione aliena Androide di Giovanna Triolo CONFESSO, HO VIAGGIATO Egitto, settembre 2007 (2a parte)di Noemi Stefani E’ NELLE PROFONDITÀ DELL’UNIVERSO CHE CERCO L’IMPRONTA DIVINA... di David Sabiu STRANGE IM-Teoria “Teoria dell’Inconscio Multiversale di eSQueL LE INTERVISTE DI GIANLUCA RAMPINI Derrel Sims, ”AlienhunterT T r r a a c c c c e e d d e e t t e e r r n n i i t t à à Rivista elettronica di Storia Antica, Archeologia, Mitologia, Esoterismo ed Ufologia Riservata agli utenti del portale Paleoseti.it Numero 2 (maggio 2009) www.paleoseti.it

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Il secondo numero della rivista elettronica del portale Paleoseti.it dove potrete trovare articoli, approfondimenti su ufologia, archeologia, misteri

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Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testata giornalistica,infatti non ha alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodottoeditoriale, ai sensi della legge n. 62/2001.Viene fornita in download gratuito solamente agli utenti registrati del portalePaleoseti.it e una copia è inviata agli autori e ai collaboratori. Per l’eventualeutilizzo di testi e immagini è necessario contattare i rispettivi autori.

ANOS LUZSerpes: hermanas de lechepar Marisol y José Antonio Roldàn

ARCHEOLOGIA DI CONFINESegni nel cieloe misteriosi repertidi Roberto La Paglia

MITOLOGIAOannes e il mitodegli “uomini-pesce”di Enrico Baccarini

EGITTOLOGIADatazioni al C-14dell’Antico Regnodi Antonio Crasto

Piramide, architetturasolstizialedi Maurizio Giudice

UFOLOGIAI Rettiloidi: così vicini,così inafferrabilima da sempre compagnidell’Uomodi Stefano Panizza

STORIA ANTICA La siepe di pietradi Simone Barcelli

URBIS HISTORIALe pietre di Bolognadi Simonetta Santandrea

ESOTERICThe power of the Ark

of the Covenantof Michael Seabrook

DREAMLANDL’evoluzione del fenomeno

e gli Ebanidi Gianluca Rampini

GLI ANELLI MANCANTIUfologia Esoterica

di Ines Curzio

LIBRARSI“Una civiltà sotto ghiaccio,

F.Barbiero”di Simonetta Santandrea

”Echi ancestrali,M. Giudice”

LIFE AFTER LIFECome arrivano i messaggi

dall’altra dimensionedi Noemi Stefani

ANGOLO PRIVATOInvasione aliena

Androidedi Giovanna Triolo

CONFESSO, HO VIAGGIATOEgitto, settembre 2007 (2a parte)di Noemi Stefani

E’ NELLE PROFONDITÀDELL’UNIVERSO CHE CERCO

L’IMPRONTA DIVINA...di David Sabiu

STRANGEIM-Teoria “Teoria

dell’Inconscio Multiversaledi eSQueL

LE INTERVISTE DIGIANLUCARAMPINI

Derrel Sims,”Alienhunter”

TTrraaccccee dd’’eetteerrnniittààRivista elettronica di Storia Antica, Archeologia, Mitologia, Esoterismo ed Ufologia

Riservata agli utenti del portale Paleoseti.itNumero 2 (maggio 2009)

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NOTE A MARGINE

Dialogo ed umiltà

Ecco a voi il secondo numero di “Tracced’eternità”, la rivista elettronica in pdfriservata, in download gratuito, agli utentiregistrati del portale Paleoseti.Per il primo numero, come ben sapete,abbiamo fatto un’eccezione, inserendoloanche sulla piattaforma di Scribd, giustoper far conoscere ad un pubblico piùvasto le tematiche trattate su questepagine. D’ora in poi, in ogni caso, “Tracced’eternità” sarà disponibile solo suPaleoseti.itStavolta abbiamo una ‘foliazione’ forseeccessiva (142 pagine) ma, sinceramente,non volevamo privarvi del piacere dileggere tutti gli interventi dei nostricollaboratori.In apertura troverete un’esclusivaintervista al noto ricercatore DerrelSims, curata da Gianluca Rampini: èquesta una bella ciliegina sulla torta, nellasperanza che, con gli altri interessanticontributi qui presenti, si possasollecitare gli appassionati per iniziare undialogo esclusivamente costruttivo, scevroda inutili polemiche (il riferimento alleriviste cartacee di settore è d’obbligo).A noi interessa, sopra tutto, dare voce achi può e vuole contribuire nella ricercadella verità. Cercheremo di farlo con unabuona dose di umiltà, che non guasta mai.

Gli studi tematici

Per la sezione estera, abbiamo un belcontributo, in lingua spagnola, da partedella redazione di Anos Luz -www.aluzinformacion.com -, a firma diMarisol y José Antonio Roldàn:“Serpes: Hermanas de leche”.A seguire presentiamo, per l’Esoterismo,l’elaborato del nostro collaboratore daManchester, Michael Seabrook(www.sharkstooth.pwp.blueyonder.co.uk)“The power of the Ark of the Covenant”.Entrambi gli articoli vengono proposti,come di consuetudine, nella traduzioneriadattata in lingua italiana.Non poteva assolutamente mancare, perl’Archeologia di Confine, l’interventodell’amico Roberto La Paglia,www.robertolapaglia.com, con “Segni nelcielo e misteriosi reperti”.Diamo il benvenuto ad EnricoBaccarini, www.enricobaccarini.com,anche lui grande firma di settore, chenella sezione Mitologia ci propone“Oannes e il mito degli “uomini-pesce”.Per l’Egittologia prosegue lacollaborazione di Antonio Crasto,www.ugiat-antoniocrasto.it, che presentastavolta “Datazioni al C-14 dell’AnticoRegno”.Nella stessa sezione trova spazio pure lostudio di Maurizio Giudice(www.edizioniphi.com), che inizia a

Simone Barcelliwww.paleoseti.it

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collaborare con “Piramide, architetturasolstiziale”.Stefano Panizza, del C.U.N. di Parma,www.centrostudifortiani.it, fa il suoesordio su queste pagine con lo studio diUfologia “I Rettiloidi: così vicini, cosìinafferrabili ma da sempre compagnidell’Uomo”.“La siepe di pietra”, del sottoscritto,www.paleoseti.it, è un breve studiodedicato a Stonehenge: è inserito nellospazio che riserviamo alla Storia Antica.Infine, per quel che concerne gli studitematici di questo numero, chiudiamoveramente in bellezza con quello diSimonetta Santandrea, “Le pietre diBologna”, per la serie Urbis Historia.

Le rubriche

Le rubriche, come sempre, sono tante einteressanti.Gianluca Rampini, nel suo Dreamland,presenta “L’evoluzione del fenomeno e gliEbani”.Gli anelli mancanti è una nuova rubricacurata da Ines Curzio: l’argomento, percominciare, è “Ufologia Esoterica”.Simonetta Santandrea, in Librarsi,recensisce “Una civiltà sotto ghiaccio” diFlavio Barbiero. Nella stessa rubrica trovaposto la presentazione del volume diMaurizio Giudice, “Echi ancestrali”, conalcuni commenti di chi l’ha già letto.Giovanna Triolo, nel suo Angoloprivato, ci presenta, da par suo, dueracconti di fantascienza (“Invasionealiena” e “Androide”).Prosegue e si conclude il resoconto diNoemi Stefani (Confesso, ho viaggiato)del suo viaggio in Egitto nel settembre2007. E’ ancora lei a firmare la rubricaLife after life, rimanendo a disposizione dichi vorrà contattarla per saperne di più (ilservizio è gratuito).David Sabiu, “E' nelle profonditàdell'universo che cerco l'improntadivina...”, presenta altre sue opere,perfettamente in tema con gli argomentidella rivista.Infine, proponiamo Strange, rubricacurata da eSQueL, storico collaboratore

del portale Paleoseti.it, che ci presentaIM-Teoria, ovvero “Teoria dell’InconscioMultiversale”.E’ sufficiente? Spero di sì. Ci risentiamofra qualche mese.

[email protected]

Rivista elettronica di Storia Antica, Archeologia,Mitologia, Esoterismo ed Ufologia

Riservata agli utenti del portale Paleoseti.itNumero 2 - Maggio 2009

Portale www.paleoseti.itIndirizzo di posta elettronica:[email protected]

COLLABORATORI ED AUTORI

Christopher Dunn [email protected] Seabrook [email protected] Roldàn Sànchez [email protected]é Antonio Roldàn [email protected] Barcelli [email protected] Di Stasi [email protected] [email protected] La Paglia [email protected] Baccarini [email protected] Rampini [email protected] Santandrea [email protected] Coppola [email protected] Crasto [email protected] Giudice [email protected] Panizza [email protected] Triolo http://blog.libero.it/AngoloprivatoNoemi Stefani [email protected] Curzio [email protected] Sabiu [email protected]

Questa rivista telematica, in formato pdf, non èuna testata giornalistica, infatti non ha alcunaperiodicità. Non può pertanto considerarsi unprodotto editoriale, ai sensi della legge n.62/2001.Viene fornita in download gratuito solamente agliutenti registrati del portale Paleoseti.it e una copiaè inviata agli autori e ai collaboratori.Per l’eventuale utilizzo di testi e immagini ènecessario contattare i rispettivi autori.

This electronic magazine, in pdf format, is not anewspaper, it has no periodicity. It can not beconsidered an editorial, under Law No. 62/2001. Is provided in a free download only for registeredusers of the portal Paleoseti.it and a copy is sent to theauthors and collaborators.For the possible use of texts and images please contactthe respective authors.

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CONTENUTI

Studi tematici

ANOS LUZSerpes: hermanas de lechepar Marisol y José Antonio Roldàn pag. 12

ARCHEOLOGIA DI CONFINESegni nel cielo e misteriosi repertidi Roberto La Paglia pag. 29

MITOLOGIAOannes e il mito degli “uomini-pesce”di Enrico Baccarini pag. 35

EGITTOLOGIADatazioni al C-14 dell’Antico Regnodi Antonio Crasto pag. 44

Piramide, architettura solstizialedi Maurizio Giudice pag. 59

UFOLOGIAI Rettiloidi: così vicini, cosìinafferrabili ma da sempre compagnidell’Uomodi Stefano Panizza pag. 83

STORIA ANTICA La siepe di pietradi Simone Barcelli pag. 91

URBIS HISTORIALe pietre di Bolognadi Simonetta Santandrea pag.102

Rubriche

NOTE A MARGINEDialogo ed umiltàdi Simone Barcelli pag. 2

LE INTERVISTE DI GIANLUCA RAMPINIDerrel Sims, l’”Alienhunter”di Gianluca Rampini pag. 5

ESOTERICThe power of the Ark of the Covenantof Michael Seabrook pag. 23

DREAMLANDL’evoluzione del fenomeno e gli Ebanidi Gianluca Rampini pag. 67

GLI ANELLI MANCANTIUfologia Esotericadi Ines Curzio pag.73

LIBRARSI“Una civiltà sotto ghiaccio” di F.Barbiero”di Simonetta Santandrea pag.75

”Echi ancestrali” di M. Giudice pag.80

ANGOLO PRIVATOInvasione aliena/Androidedi Giovanna Triolo pag. 96

CONFESSO, HO VIAGGIATOEgitto, settembre 2007 (seconda parte)di Noemi Stefani pag. 99

E’ NELLE PROFONDITÀ DELL’UNIVERSO CHECERCO L’IMPRONTA DIVINA...di David Sabiu pag.132

LIFE AFTER LIFECome arrivano i messaggi dall’altra dimensionedi Noemi Stefani pag. 134

STRANGEIM-Teoria “Teoria dell’Inconscio Multiversale”di eSQueL pag. 136

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LE INTERVISTE DI GIANLUCA RAMPINI

Derrel Sims,l'“Alienhunter”

2009 Gianluca Rampini

Se gli ufo esistono e non sono velivoliterrestri, per lo meno non tutti, ne segueche gli alieni esistono.E' un sillogismo che andrebbeapprofondito, probabilmente non è cosìscontato come sembra, ma è una dellebasi su cui poggia l'intero lavoro di DerrelSims.Come in ogni buona ipotesi di lavoro glielementi riscontrati nelle sue ricerchetendono a sostanziarla, ma inquest'intervista il ricercatore si èsoffermato maggiormente sul metodo esul significato di una ricerca cosìcomplessa e sensibile, sia nei temi sia neisentimenti di chi vi è coinvolto.Derrel Sims è certamente un personaggioeclettico, dedito al suo lavoro cheinstancabilmente porta avanti da decinedi anni.Per la mia generazione è sempre stata unafigura di riferimento, non tanto per irisultati ottenuti, che pure sono

considerevoli, ma sopratutto per l'audaciadi affrontare un argomento così“pericoloso” per la propria credibilità,argomento che in Italia è stato affrontato,in maniera seria, solamente dal prof.Malanga.Gli studiosi che si sono cimentati inquesto campo non sono molti e quelli chehanno superato l'esame del tempo, ancorameno: Budd Hopkins, David Jacobs eCarla Turner.L'intervista è stata piuttosto complessa darealizzare e non sempre domande erisposte sono andate nella direzione chemi auspicavo, ma nonostante questocredo risulti molto utile per fare un passoin avanti nella comprensione delfenomeno dei rapimenti e dello sforzomesso in atto da questi ricercatori pergarantire una metodologia seria escientifica.Un interessante progetto (che nonabbiamo affrontato nell'intervista) avviato

Gianluca [email protected]

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da Sims e dalla sua organizzazione siprefigge l'analisi sistematica del DNAdegli addotti con lo scopo di risponderead alcune delle domande che per ora, asuo parere, rimangono senza risposta.Non aspettiamoci risultati in tempi brevi,ma se l'operazione avrà successo i risultatipotrebbero essere davvero interessanti.Infine una raccomandazione: come ripetospesso, anche in questo caso, è benetenere sempre alta la propria soglia divigilanza, lo spirito critico non ci deve maiabbandonare e ci deve spronare a nonprendere le informazioni che ci vengonofornite come oro colato, solamente perchéè Derrel Sims a fornircele.Sono sicuro che Derrel sarebbe il primo asottoscrivere, quindi qualsiasi dubbio siincontri invito sempre a verificare, adapprofondire.Disponiamo dei mezzi per farlo, usiamoli.

Chi è Derrel Sims e cosa fai pervivere?

“Cosa faccio per vivere” è una domandache mi viene posta spesso.La mia occupazione principale in terminidi tempo, sono gli investimenti

immobiliari per i quali sono molto utili lemie competenze da investigatore privato.Oltre a questo sono terapistaspecializzato in anestesia ipnotica.Il mio lavoro principale, in questoambito, è quello della gestione del doloretramite l'insegnamento dellavisualizzazione e del linguaggio figuratocome modalità di auto-aiutoall'alleviamento e del miglioramento dipaura, tensioni e ansie non volute e nonnecessarie, concomitanti con un dolore.Sono insegnante certificato diipnoterapia e possiedo certificazioni inIpnoterapia Medica e in TerapiaIpnotica.La mia “vocazione” è in qualche mododifferente da quello che ho appenadescritto, sebbene le competenze finoradescritte siano ad essa di supporto.Io sono l' “Alienhunter”(cacciatore dialieni), io do la caccia a chi l'ha data ame, a mio figlio e forse a voi e ai vostrifigli. Noi, come specie, abbiamo unproblema, io in qualche modorappresento una parte della cura.Ho un gruppo di supporto on-line per“noi” rapiti (sia per coloro a cui leintrusioni non piacciono e sanno cheabbiamo un grosso problema, i rapitiappunto, e sia per i contattisti a cuiqueste intrusioni piacciono o che ne sonoperlomeno convinti e che ritengono che cisia un qualche scopo superiore dietro aquesti eventi orchestrati da “loro”)Possiedo e dirigo un forum pubblico perla presentazione di lavori sugli Ufo econferenze, lo Houston UFO Network(www.Houfon.org).Sono un investigatore privato con licenzanello Stato del Texas. In questo ambito dilavoro mi sono occupato di personescomparse, rapimenti (un caso italiano),spionaggio industriale, guardia delcorpo e di insegnamento.Nell'esercito ero un agente anziano dellaPolizia Militare. Ho ottenutoun’autorizzazione Top Secret sianell'esercito sia nel mio periodo dimilitanza presso la CIA, sotto ilDipartimento delle Difesa.

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Al momento quel livello di autorizzazionemi è stato rimosso ed è stato sostituito daun Secret.Sempre nell'ambito militare e della CIAho ricoperto il ruolo di Istruttore di ArtiMarziali per il quale ho anche ricevutoun riconoscimento ufficiale.Al momento non ho più nessun legamecon alcuna agenzia od ufficiogovernativo, del resto sia per le mievocazioni successive, sia per le accuseche avevo sporto contro “la Compagnia”quando ne facevo ancora parte, nonsarei considerato un amico di quelleistituzioni.Sono Cristiano di fede e cittadinodell'umanità in senso ampio. Rispetto ivalori e il credo degli altri. Tutti i punti divista, tutte le opinioni e gli ideali sonorispettate e tenute in considerazione nelmio lavoro.

Bene, cominciamo con unadomanda generale per stabilire ilbackground: qual è la tua filosofiadi base sull'intera questione degliUFO?

Il Regno Cosmico, l'Universo, è un luogomolto più complesso e caotico di quantosi possa immaginare, inoltre io credo chenoi, intesi come pianeta Terra, si sia neiguai.Per quanto riguarda gli UFO veri epropri condivido l'opinione di John Keelsecondo cui essi non siano vere e propriemacchine che necessitano di carburanteo manutenzione. Con tutta probabilitàsono trasmutazioni di energia e nonesistono nello stesso modo in cui esiste,ad esempio, un libro.

Ok, parliamo degli addotti. Cosasuccede a coloro che vengonorapiti?

Sono spesso ingannati con “falsi ricordi”,indotti a pensare di essere stati parte discuola di più alta coscienza ma l'unicofatto è che sei stato prelevato, come losiamo noi e che siamo nella stessa barca.

Molte delle cose che ci vengono fatte sonodei diversivi, non sono il vero scopo delrapimento.Questo è ben noto a me ed al mio staffmedico, le evidenze ci dicono che vi è unagrande differenza tra l'evento reale e lastoria che l'alieno ci racconta.

Quindi, perché veniamo presi?

Loro sono interessati a chi può essereconsiderato come un'ape operaia, uncontatto amichevole che possonoagevolmente controllare oppure aliberarsi delle api killer che si presentanonelle linee di discendenza in modo daeliminare con essi questa mentalità diresistenza nei loro confronti per potercontrollare le generazioni future.

Succede qualcosa alla coscienza dicoloro che vengono rapiti?

Generalmente, quando torni come l'uno ol'altro (rapito o contattato, ndr), possiediuna nuova consapevolezza. Ma sonoreazioni a ciò che ti è successo ed in molticasi nemmeno lo sai o al massimo pensidi saperlo.Non sono convinto che le due mentalità,contattato o rapito, siano designate perimpedire che le persone si avvicinino perscoprire i dati, le esperienze e lemetodologie che sono state applicate aciascuno di loro.Per usare un celebre tema del vecchio ‘Aiconfini della realtà’: è un libro di ricette.Ed io sospetto che questo libro di ricettenon sia quello della serie televisiva.Questo libro di ricette è basato sulledolorose conclusioni che io, ed altri,abbiamo trovato nella struttura di poterealiena.I piani degli Alieni non saranno maitrovati nei livelli inferiori, tanto quantonon verrebbero scoperti piani di guerrasegreti alla cattura di un singolo soldato.Per farlo hai bisogno di un ufficiale omeglio, degli alieni “politici” cherealmente prendono le decisioni maquesto è impossibile, no? Questi

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normalmente usano ambasciatori! Iosospetto che fino a che non ci libereremodella “mentalità del fenomeno ufo” nonriusciremo mai a vedere l'ambasciata.Molti contattati credono che questo, laloro percezione, sia quello che realmentestia succedendo loro. Vi posso assicurareche non è così.E' un operazione di intelligence diproporzioni cosmiche ed in questo lapensano come me molte persone. Vallee,Pratt e Keel per citarne solamente alcuni.Per gli altri si tratta solamente di dischivolanti là fuori ed un ordine cosmico chenon siamo in grado di comprendere.

Come si approccia un caso di unapotenziale abduction?

Un evento di rapimento è, per me, comeun sito archeologico. Chiamerestiarcheologi dilettanti con pala e picconead aprire una meravigliosa scoperta?Molti di questi ben intenzionati individuinon conoscono la differenza tra ilripescaggio di un ricordo e la memoriavera e propria. Se un alieno ha installatouna “memoria screen-saver” (unillusione forse programmata perconfondere o nascondere eventi reali) el’Ipnoterapista li accetta e basta, allorapenserai che sia un ricordo, magaril'esperienza positiva tanto desiderata daalcuni terapisti. La vera sostanzadell'evento potrebbe giacere dormienteper il resto della tua vita sebbene tupercepisca che qualcosa manchi o siaaddirittura sbagliato. D'altro cantoavere uno psicologo/psichiatrapreparato per svolgere questo lavoropuò indurre altrettanta confusione.Potrebbero presentarsi al sitoarcheologico con un blocchetto ed unamatita invece che con scalpello espazzola.Quando tutto quello che hai è un martellotendi a vedere tutto come un chiodo.Può darsi che stiano usando competenzeprofessionali, ma non ancorasintonizzate con le speciali necessità di

un rapito, senza arrivare quindi allacomprensione di cosa sia successo.Utilizzare un professionista che provieneda un campo diverso potrebbe essere unerrore perché egli lavorerebbe in uncampo che non conosce, con il risultatoche potrebbero essere diagnosticatidisordini della personalità, abusi sessualirituali, mania depressiva bipolare odaltro, che potrebbero essere vere inparte, se si considera ciò che veramenteti è successo.La sindrome da stress post traumaticopotrebbe essere la giusta definizione perun rapito ma questo richiede dicomprendere quale ne sia la causa.Questa sindrome non si manifesta senzaun evento scatenante. Individuando lospecifico evento traumatico nella vitadell'individuo si può giungere ad unadiagnosi di PTSD ed alla pianificazionedi una terapia che ne riduca i sintomi.Io uso un approccio multi modale perrecuperare i ricordi, utilizzando siasistemi consci che inconsci.Lo scopo di un simile lavoro è stabilirequali di questi ricordi sia memoriaeffettiva e quali no.E' importante stabilire se vi sia unacommistione o se i dati siano separati.Ci sono dei motivi per i quali è opportunoessere cauti nello scegliere il sistemaappropriato per ogni individuo.Molti sistemi di recupero della memoria,come la PNL, utilizzano tecnicheinterrogative specializzate che sirivolgono a differenti target sensoriali(vista, udito, tatto e gli altri).L'ipnosi è uno di questi strumenti.Se usato, è usato insieme a tecnichepsicologiche che possano confermare oconfutare una parte del caso. In realtàutilizzo l'ipnosi di rado, è solamente unaparte delle mie procedure di recuperodella memoria.Il mio obiettivo è di fornire proveconcrete a sostegno di questo fenomeno.L'ipnosi viene operata generalmente solose il paziente lo richiede per trovare laconferma di qualcos'altro, per una

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risposta più chiara oppure se èauspicabile come intervento terapeutico.In tutti i casi questa tecnica è propostasempre come ultima risorsa.Uso diverse tecniche di recupero conscionell'interrogare chi sostiene di avere unpotenziale impianto nel proprio corpo.Uno dei miei preferiti è la “linguisticaipnotica” con la quale estraggo memoriesubconscie da persone coscienti.Il fatto può essere ulteriormentesostanziato da questionari specializzati,test scritti, valutazioni di vario genere enaturalmente da prove fisiche (raggiX,tomografie computerizzate ecc...).Una particolare enfasi viene posta sullapartecipazione dei paziente a gruppi disupporto, sull'amicizia e contatto tra ipartecipanti, se desiderato dal rapito.

Mi sembra di aver colto che usi unsistema di pensiero piuttostooriginale per giungere alleconclusioni.Se non erro ci sono dei postulati suiquali ti basi nel tuo lavoro: cosasono?

Allora. Il mio lavoro si basa su cinquepostulati.

1) Gli Ufo sono reali, ma in quale realtà?Se gli Ufo sono reali, ci devono esseredegli occupanti.2) Se gli Ufo e le entità sono reali, nesegue che è ragionevole aspettarsi che ilrisultato dell'incontro tra alieni ed umanisiano i rapimenti, siano come vengonodescritti e che gli alieni stianomanomettendo menti, corpi ed il nostropianeta, con metodi visibili ed invisibili.3) Se gli Ufo sono reali, l'alieno è reale.4) L'alieno caccia gli umani e li catturaperché hanno delle abitudini, quindianche l'alieno ha delle abitudini e puòessere a sua volta cacciato.5) Il Nexus Team, il mio gruppo dilavoro.

Prima hai menzionato l'ipnosi e laProgrammazione NeuroLinguistica. Come rispondi a coloroche ne criticano la scientificità?

Credo che l'Ipnosi possa essere usata, malo deve fare chi è consapevole delleabitudini degli alieni e delle mancanzeche si potrebbero avere nei propri metodidi ricerca, anche nella stessa ipnosi.Una volta discussi di questo argomentocon il compianto dottor Mack. E' unastoria lunga così non andrò troppo neldettaglio, ma ecco quello che mi disse.Eravamo ad una importante conferenzain Turchia e dopo che io gli porsi i mieicomplimenti per il suo lavoro e per il suolibro, per il quale aveva vinto il Pulitzer,mi rispose che da molto tempodesiderava incontrarmi. Allora gliricordai che nel 1994 aveva ricevuto unamail da un suo collega, docente difilosofia alla Tulane University, in cui glisegnalava che a Houston “c'erano duetipi che sono molto più avanti di te e tustai sbagliando, devi andare a parlarci.Sono gli investigatori Derrel Sims e DaleMusser. Loro sono in possesso di provefisiche che non puoi nemmenoimmaginare”. Gli risposi che poichésapeva di quella mail questa suaaffermazione mi aveva disorientato.Proseguendo mi chiese come mai, a mioparere, loro ottenessero sempre“contattati” e io invece sempre “rapiti”.Gli risposi: “La risposta non è difficile datrovare. Sai che queste entità lascianonei soggetti delle memorie “screensaver”?” Mi rispose di sì. Allora glispiegai: “Questa è la vera ‘falsamemoria’, se mai ce ne fosse una, se tuipnotizzi lo screen saver (e non lamemoria dell'individuo) e se l'addottosegue le tue domande si finirà con loseguire ciò che gli alieni hannoprogrammato. Questo si trasforma poi inciò che io definisco uno “screen dream”(sogno schermo). E' un sistemaasensoriale di immaginare ciò che non èmai accaduto. In ipnosi viene definita

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“suggestione” ed il più chiaro esempio neè la così detta “Ipnosi da palcoscenico”.Se il contattato può ricordarecorrettamente allora significa che lorohanno commesso qualche errore ed ilcontattato diventa addotto. Di solitoquando scoprono cosa è realmentesuccesso e che sono stati imbrogliatidiventano piuttosto negativi.Per quanto mi riguarda a me nonimporta ciò che chiunque pensi dellapropria esperienza, positiva o negativa,noi non facciamo distinzioni e neaccettiamo di tutti i tipi.

Ci sono altre tecniche che possonoessere usate in queste indagini?

E' importante cercare le prove in ognicampo possibile ed usare i giustistrumenti per farlo. Non farlocorrisponde ad una potenziale perdita didati significativi e non incontra lenecessità del cliente. Quando tutto quelloche hai è un martello medico/scientificotenderai a vedere tutto come un chiodo.Alla Saber Entrerprices usiamo unapproccio basato su diverse modalità direcupero della memoria, consce edinconsce. Alcuni di questi metodispecializzati sono la già citata Pnl,l'utilizzo di modelli comportamentaliavanzati, la Terapia della lineatemporale, la Suggestione Post IpnoticaSperimentale, l'Apprendimentoottimizzato, le camere di deprivazionesensoriale e l'Analisi della calligrafia.Faccio questo lavoro da più di trent'anni,questo mi ha dato l'opportunità disviluppare tecniche specifiche daadattare alle necessità specifiche edindividuali di ogni rapito.Per quanto riguarda le tecniche conscealcune di queste sono l'Approccioterapeutico (EMDR, SEE, Kinesiologiaapplicata e l' Analizzatore OculareNexus), speciali tecniche di“interrogatorio”, l'approccioinvestigativo, l'approccio poliziesco(valutazione allucinatoria, tranelli edimboscate semantiche per le persone e

per il loro supposti rapitori e metaprogrammi), questionari e Ipnosilinguistica.

Sono molto interessato ai così detti“impianti” che avete estratto dairapiti. Per quanto ne so non pensiche siano usati per localizzare lepersone?

Gli impianti non sono trasponder. L'avròripetuto un migliaio di volte. Se così fossee fosse così che ti trovano come farebberoa trovarti la prima volta? L'impiantosarebbe più grande di quanto non fossitu all'origine... ed ancora poi dovrebberotrovarti. Gli oggetti a cui dobbiamointeressarci sono Masse BiologicheImpiantate. Queste piccole massepotrebbero mostrare alcunecaratteristiche decisamente stupefacenti.Dal mio punto di vista quello chetroveremmo sono cellule del sistemanervoso centrale, cellule celebralidislocate. Puoi immaginare l'importanzadi un “mini cervello” localizzato in unacerta area che non sia la scheda madredel tuo cervello?L'impianto alieno non mostrerebbe trattitecnologici riconoscibili. Quello che si sae si pensa di sapere sugli impianti ègeneralmente sbagliato, non sonotrasponder, non sono strumenti dilocalizzazione o simili diavolerie (Lier ecompagni hanno promosso questosciocco insieme di idee ma semplicementenon hanno idea di cosa siano).

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Abbiamo prove anedottiche chedimostrano come alcuni soggetti rapitirientrino in un programma che proseguesin dal dodicesimo secolo, il che dimostrache le persone non vengono scelte a caso.Tale programma sarebbe stato istituitocirca 6000 anni fa, secondo alcuneinformazioni riportate dall'interno diuna “nave”.

Quindi cosa sono quegli oggettimetallici che hai menzionato inalcuni casi?

Ci saranno altri oggetti, li troveremo esaranno di natura umana. Questisembreranno impianti alieni ma sarannouna cosa diversa. Dobbiamo dimenticarela fantasiosa versione holliwoodiana(Hoolyweird) di questo argomento.Il fatto è che nessuno ha stabilito unpunto di riferimento per cosa sia unimpianto alieno. Nessuno ha ancoraprovato nemmeno cosa siano gli alieni ogli Ufo. Spero che il mio nuovo libro chedenuncia e spiega cosa sia il realfenomeno degli impianti, come si èsviluppato nella storia, metta un po'd'ordine nella materia.

Quindi, quale potrebbe essere unaappropriata conclusione a questoproposito o anche più in generale?

Non c'è ragione per cui le personedebbano vivere nell'ansia più di quantoreali eventi traumatici possanogiustificare. Io disprezzo la deformazioneo l'invenzione di prove allo scopo dichiamare qualsiasi cosa “impiantoalieno”. Ma alla fine sono i tuoi soldi, faicome ti pare. Noi non chiediamo soldi airapiti per tutto quello che mettiamo aloro disposizione, dalle operazionichirurgiche alle terapie ipnotiche o perqualsiasi cosa connessa al fenomeno Ufo.Abbiamo un approccio filantropico e nonpromuoviamo l'ansia. Ci sono elementisufficienti con cui confrontarsi, chespesso sono di per sé terribili, senza ilbisogno di aggiungervi altri fardelli.Lo so, l'ho vissuto per tredici anni, conmolto ricordi coscienti.Lo so e me ne ricordo.

Gianluca [email protected]

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ANOS LUZ

Serpes:hermanas de leche

Antes de que desaparecieran losdinosaurios, cientos de millones de añosmás allá de nuestra inteligencia mortal yhumana, las serpientes se habíanadaptado a la vida en este planeta. No hayanimal vertebrado sobre la Tierra quetanto lleve unido a él su forma. La conocepalmo a palmo, a reptado sobre sus milgeografías diferentes y en todas ellas ahallado la fórmula propicia para adaptarsu reptílica biología.Su antigüedad, su desconocimiento, esaforma única de arrastrar su vientreanillado sobre el suelo, y por su puesto surugosa y lubricada piel de mil colores, lesconvierten en enigma animal por simismas.Pero quizás el miedo que provoca en elhombre radique más en su astutapresencia.

Animal carnívoro, cazador siempreescurridizo y calculador estratégico decada uno de sus movimientos se nosrebela como enemigo al que envidiamospor temor. Su débil e ínfima masacerebral siempre nos sorprendió por sufuncionalidad de supervivencia. Unasangre fría que riega el estilizado físicodel más sigiloso de los depredadores.

La sombra de la serpiente en lafigura de los humanos

Los esotéricos más herméticos,poseedores de antiguos conocimientosancestrales veían en la serpiente unsímbolo vivo del destino. Un destino quearrastra su cuerpo simbolizando elesfuerzo por avanzar en el camino. La

José Antonio Roldà[email protected]

MarisolRoldàn Sànchez

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www.aluzinformacion.com

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mente ágil para observar las verdades,con la capacidad propicia de reacciónpara defenderse de los ataques externos,pero la prudencia necesaria para saberactuar justo en el momento idóneo.Otros también en el campo de lo esotéricovieron en este reptil la representaciónperfecta de un futuro ilimitado, de laeternidad. Simbolizaban el movimientocontinuo con una serpiente que se mordíala cola formando un circuito cerrado, ununiverso perpetuo. Un perfecto cero,representación del todo.

...Y los primeros dioses eranserpientes y agua

Los egipcios ya las divinizaron orescataron parte de su fisonomía parasimbolizar a sus dioses. El animalrepresentativo de Seth presenta colabifurcada. Se encuentra entre los diosesmás antiguos de Egipto, representando aldios de la oscuridad y de lasprofundidades. Incluso si viajamos másatrás encontramos que en los conceptosde dios de los mundos primitivos la ideade la diosa madre y la influencia de losciclos lunares habían propiciado laaparición de unos altares llenos de figurasserpentiformes. El hecho de tal extrañarelación pudo deberse a que la mujer vivecada veintiocho días una fase depurificación menstrual y la serpiente unade purificación o muda de piel.Una serpiente que se alargó en otrascreencias enroscándose sobre sí misma ycreando la mítica espiral enrepresentación del universo creado ycreciente. Esto sucedía aproximadamentehacía el 8.500 a.C. cuando el elementoagua dominaba en importancia en latierra, pero cambios geológicos y diluvioshicieron decaer el poder de los dioses delmar como las primeras serpes. Entró enjuego el elemento Tierra y los hombrescomenzaron a adorar otras simbologíasrelacionadas con ella: el león, el toro, elbuey...La serpiente se relegó a ser un meromorador del paraíso. Dolido por haber

sido repudiado de entre los mitos, loshebreos la colocaron enroscada en elárbol del bien y el mal. En espera detentar con su fruto a los recién creadoshombres. Curiosamente el bien y el malrepresentaban las dos caras de unamisma moneda, la oscuridad y la luz, losopuestos que deben existirnecesariamente juntos para ser reales. Elárbol era la representación de losgemelos, del dios ya masculino unido a latierra. La astuta serpiente se habíaenroscado en el dios que le sucedió parano perecer en la desprotección del suelo.Se adaptó a él. Es más provocó con sutentación los cambios conscientemente...como si la transición fuera algopremeditado.Y si todo esto es lo quedefienden los más antiguos esoterismos alhablar de serpientes tampoco sequedaron cortas las civilizacionesposteriores. Los hebreos cambiaron lapiel de la serpiente por la de mujer y laconvirtieron en el demonio más oscurodel infierno, el más seductor y tentador...Lilith. La que dicen pudo haber sido lamadre de la creación pero se negó a serlo.

Los Griegos pusieron las serpientes ensus demonios. Lamias chupadoras desangre de bebes y come-niños. EnMedusa las simbolizaron como instintosque moraban en la cabeza de tal demonio,cuya mirada penetrante paralizaba yconvertía en piedra a todo aquel queosara mirarle a los ojos. Una facultadhipnótica que aún a menor escalaseguimos encontrando en los reptilesbífidos de nuestra fauna, las serpientescazadoras capaces de paralizar con sumirada a su presa.

El dios-serpiente desterrado yvengativo. Amedrentó a los hombres yestos tradujeron sus temores en leyendas.Si la serpiente había sido luz y creaciónuna vez tocada por la oscuridadnecesariamente se volvería destructora.Los monstruos plagaron las historias demarinos, pero ninguno de forma tanconstante como las serpientes gigantescas

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capaces de engullir un barco entero contripulación y digerirlo lentamente. De loscielos bajaron serpientes haladas,Quetzalcóalt el dios inca más terrible ypoderoso se representó a veces como unaserpiente.

Curiosidades de la deidad hechaanimal real

A pesar de que generalizar lascaracterísticas de estos reptiles es muydifícil puesto que es uno de los animalescon más ramificaciones evolutivasexistentes. Podríamos subrayar de ellasalgunas peculiaridades al margen de quefamilias las compartan, teniendo encuenta que citamos las que másmiembros del género poseen:

* Su sistema locomotor es vertebrado,pero su movimiento es anular, todo sucuerpo a excepción de la cabeza presentacapacidad contráctil y su boca puedeabrirse para devorar presas quecuadriplican el tamaño en reposo de sucráneo.

* Depredadoras natas: Carnívoras enprincipio. Pueden pasar épocas deinanición. Una vez combatida la presapasan a engullirla entera y así empiezanun lento metabolismo cruel. A veces lavíctima aún viva deberá sentir rompersetodo su esqueleto miembro a miembropara atravesar el cuerpo de la Sierpe y enel proceso comienza la digestión. Unaterrible forma de morir a la que ha podidoanteceder una buena dosis de mortal oadormecedor veneno. La musculatura dela serpiente es tan poderosa queenroscada en un ser vivo puede provocarasfixia y ruptura ósea del mismo. Y notienen porque tratarse relativamente depresas pequeñas. Caballos han muerto asía manos de una serpiente de metro.

* Increíble capacidad al medio quehabitan. Su proceso de desarrollocontinuo. Sus constantes cambios de piel,

la dureza de la misma la hacen la reinadel agua, de los trópicos, de los desiertos,incluso bajo los hielos polares se han vistosus siluetas. Buenas nadadoras,trepadoras, escaladoras...

* El tamaño y la proporción de sus rasgosreptílicos dependen de la especie a la quepertenezca. Pero dentro de éstas se dananécdotas que demuestran lo queinfluencia en ellas el medio. Así porejemplo las constrictor pueden medirmetro como metros si el clima lo propicia.

* Forma curiosa de reproducirse: sonovíparas. Se reproducen por huevos engeneral como los reptiles, pero a veceshay excepciones. Es el caso de las víborasque mantienen en su interior las críashasta que éstas salen a la luz listas para lavida después de haber devorado el vientrematerno.

* Hechas para actuar con sigilo y naturalcamuflaje. Su movimiento contráctil lashace muy sigilosas, lo que no significalentas. Pueden ser muy veloces si lascausas lo exigen. Su diverso colorido nosólo tiene que ver con su rama familiar,sino también con su entorno.

* Sangre fría. Lo que les hace obligadomantener constantemente unatemperatura corporal tibia, que logranexponiéndose al sol...

* No se desplazan mientras digierendebido a que su organismo está al serviciode la digestión y ésta necesita casi delmismo mecanismo muscular que sudesplazamiento.

* Pueden vivir cientos de años, sobre todolos ejemplares tropicales marinos, lo quefundamentaría la base de las leyendas demonstruosas serpientes de mar...que hanseguido creciendo y mudando con el pasode los años.

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* Facultadas para sofronizar medianteveneno, mirada o sonido y movimiento desu cola como lo hace la tan popular cobra.

Pero ¿qué tienen que ver mujerescon serpiente en las leyendas?. ¿Sinpatas por el conjuro de una mujer?

Hemos referido que ambas poseen unlazo particular con la luna. Como sepurifican con ella la mujer en su cicloprocreador, la serpiente en su necesidadde crecimiento. La historia vinculósiempre ambas figuras femeninas con lamaternidad. La mujer era la madre de laevolución. La serpiente que surgió delmar, la iniciadora de vida. Entre lasfábulas cristianas se narra que cuando laVirgen huía hacia Belén intentandosalvar la vida del hijo que llevaba en suvientre, Jesús, y siendo acompañada porJosé, iba ella montada en mula cuandoen el camino una serpiente se atravesó alos pies del cuadrúpedo provocándole unsusto tal que se comenzó a brincar y apunto estuvo de caer María de ella. Poraquel entonces las mulas al parecerpodían tener descendencias y lasserpientes poseían patas como el resto delos reptiles que conocemos. La Virgenuna vez repuesta del susto señaló a lamula y le dijo que por no tener cuidadoni saber lo importante que lleva unamadre en el vientre tendría como castigono saberlo jamás quedando estéril parasiempre este animal. Luego se volvió a laserpiente que continuaba junto a la mulay le dijo que por haber jugado entre laspatas de la mula perdería las suyas y porno valorar la maternidad arrastraría suvientre por siempre como castigo,comiendo polvo del camino a cada pasocomo ella al caer de la mula desbocada.Un castigo desde luego y una fábula quede ser cierta (el del folclore popular másantiguo y beato), echaría por tierra laveracidad de otro castigo bíblico quetambién sufrió la serpiente. En esaocasión tras tentar a Eva en el Edén. Uncastigo impuesto por el propio Dios quele quitó las patas para que deslizase su

vida de forma rastrera. Aunque encomún tienen ambas leyendas unaprofecía de las dos mujeres: "arrastrarastu cuerpo y los hijos del hombre verán turastro, te seguirán y te cortaran lacabeza".

El caso sorprendente de unaleyenda del Campo: Serpes

hermanas de leche de hombres...¿historias de abuelas?

Nuestras abuelas, al menos lascampesinas han oído y contado en más deuna ocasión historias con nombres cuyasprotagonistas vuelven a ser una mujerembarazada y una serpiente. El nexo encomún nos narra como en casas aisladasen los campos antiguamente vivían entrepenuria y trabajo, los rurales. Muchasveces con una economía de autosubsistencia en la que todo se lo hacían olabraban ellos. Las casas eran distanteslas unas de las otras, justo los metros deposesiones que tenían los labriegos, o loskilómetros (eras) si había suerte. Cuandouna embarazada estaba a punto de dar aluz seguía trabajando hasta última hora sile era posible... y cuando veían cercana lahora del parto una vecina experta o unamatrona venía a ayudarla.Varios casos se dieron en los que unasfiebres elevadas acompañaban a mujereslos últimos días de embarazo y persistíandespués del mismo. Achacado a la subidade leche no se les daba importancia aestas afecciones febriles ni a esoszumbidos que durante el mediodía y a lapuesta del sol escuchaban las mujeresdentro de su cabeza, lo que le producía unestado extraño de somnolencia oterminaban en pérdidas momentáneas deconsciencia.Los niños nacido sanos, no engordaban losuficiente pese a las madres tener lecheabundante y se terminaba dando ayuda alos lactantes con leche de cabra. Al finallos niños repudiaban la leche materna,pero sin embargo, las mujeres seguíancon las subidas de leche y los mareos.

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A veces llegaba la sorpresa cuando sedescubría una pequeña serpiente decampo situada entre la madre y el niño(era costumbre darle tumbada losprimeros meses). Por un lado seamantaba de los pechos de la madre quedormitaba sin ser consciente de lo quepasaba y que no despertaba con los llorosde bebé. Ya que éste no lloraba, la razónestaba en que la serpiente astuta colocabala punta de su cola a modo de chupete enlos labios del pequeño. Sin embargofueron sorprendidas cuando algo en suestrategia no funcionaba. Que el niño nose conformara con su cola y rompiera enlloros por hambre. Que un visitanteinoportuno molestara al reptil en plenobanquete o que de tanta leche bebida nopudiera moverse de la cama dondeterminaba enroscada en una pata de lacama o en cualquier sitio escondida.Una leyenda que cuesta de creer porquelos biólogos especifican claramente quelas serpientes no son mamíferas y porende no beben leche. Pero éstas si lohacían y en más específicamente lechehumana.Pero cuando el relato tiene nombrespropios, se localiza en un lugar físico y setiene en las manos una de estas serpienteslactantes atrapadas en el delito ydisecadas en parte...uno comienza adudar sobre si no todo está clasificado ennuestra generalizadora biologíaacadémica. La misma que afirmaba nohace mucho que los celacantos eran pecesprehistóricos extintos...Historias de este tipo se han dado pordoquier a lo largo y ancho de la penínsulaibérica. Partiendo de casospresumiblemente reales, no tardaron enpasar a englobar una página más de lasleyendas ibéricas. Nosotros hemos tenidola oportunidad no sólo de conocernumerosos mitos entorno a las serpientes,sino que hemos podido poner nombres yapellidos a uno.Corría el año 1934 cuando el matrimonioformado por Juan y Angelina Mecatuvieron uno de los que posteriormentefueron cuatro hijos. El varón recién

nacido recibió el nombre de TrinidadMeca. Los primeros días después delparto fueron normales y el pequeñoretoño evolucionaba bien. Pero de buenasa primeras el niño comenzó a presentarclaros signos de desnutrición.El joven matrimonio había ubicado suhumilde vivienda en la pedanía lorquinade La Bombilla, en la Ribera de SanMiguel. Y como otros muchos murcianosde aquella época trabajaban duro en elcampo para sobrevivir. La crecienteenfermedad de su hijo les trajo bastantesproblemas. El poco jornal que podíansacar de la tierra tuvieron que gastárseloen pagar las revisiones que algunosmédicos hicieron a su pequeño "Trini".Ninguno de los doctores supieron dar conla posible enfermedad del neonato. Nohabía causas físicas aparentes. Las causaseran externas.Los vecinos de los Meca pronto sehicieron eco de lo extraño de la situaciónde sus convecinos y muchas fueron lashipótesis lanzadas por éstos como posiblecausa de la enfermedad. Y es que aunquetrabajaba de sol a sol, Juan podíamantener, no sin problemas, a su mujer ehijos. No se sabe cómo una de las vecinasconvenció a Angelina para que pusieraharina alrededor del lecho donde éstaamamantaba a su hijo. Aquella vecinacreía que "algo le hacía al chaval". Estabaen lo cierto.A la mañana siguiente unas rayasaparecieron en la harina. No eran huellashumanos, ni de perro, ni de gato... erande un reptil. El pánico se extendió por lascuatro casas que conformaban aqueldistrito de Lorca.La gente comenzó a buscar la serpientepor toda la casa. No encontraron nada.Pero una tarde sorpresivamente hallaronla respuesta a la enfermedad de "Trini".Uno de los hijos del matrimonio, Ramón,encontró ante si un bizarro retablo. Lamadre se había quedado dormida dándolede mamar a su hijo. El pequeño tenía ensu boca, a modo de pezón materno... lacola de la serpiente y ésta estaba bebiendode la leche del pecho de Angelina.

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El niño salió corriendo y gritando parallamar la atención de su padre. En pocosminutos varias personas estabanintentando dar con la serpiente. Ésta yano estaba en la cama. Después de muchobuscar dieron con su cubil. Detrás de uncuadro de una virgen había sido laguarida de la serpiente. Y quizás si no sehubiera dado con ese intruso, aquel niñohubiese muerto. Lo único que se teníaclaro que el pequeño había tenido unahermana de leche.... una culebra de 1'5metros de largo y una muñeca de unamano humana normal de ancho. Pero noes el único caso que se ha dado en Murciay por supuesto, no es el único que se hadado en España.Cuando el mismo relato se cuenta pordistintas provincias de nuestra geografía yson casos de diferentes épocas la dudacomienza a crecer, hasta que te enterasque en Argentina existen casos oexistieron similares. Era un relato muycomún entre los habitantes de la pa, sóloque a ellos por norma les amamantabanlas reses de su ganado, incluidas lascerdas. Claro que la ciencia vuelve a decir

que es imposible que esto suceda.Exactamente lo mismo que decían sobrela imposibilidad de que los dinosauriostuvieran sangre caliente... hasta que elcorazón fosilizado de uno, Wyllo, lesmostró que no se puede afirmar sobre lodesconocido. El enigma sólo admiteteorías e hipótesis.Y entre teorías y sorpresas, las serpientesal parecer trabajaban en lo suyo. Fuera loque fuera. Se convirtieron en hermanasde leche de algunos niños nacidos en elcampo, que no sólo sobrevivieron de unay otra manera al caso, sino queterminaron dotados con facultadesespeciales, a veces relacionadas con lasanación o la percepción extrasensorial,pero no con los hombres sino con losanimales. Como si hubieran desarrolladoun sexto sentido que les enlazara conellos. Seguramente la propina de unzigzageante gourmet agradecido, tal vezde una especie no catalogada de serpienteo anecdótico espécimen...

Marisol e José Antonio Roldà[email protected]

Traduzione in italiano dell’articolo diMarisol e José Antonio Roldàn

Serpi:sorelle di latte

Prima della scomparsa dei dinosauri,centinaia di milioni di anni fa, i serpentisi erano già adattati, ancor primadell’uomo, alla vita su questo pianeta.

Non esistono animali simili sulla terra.Il serpente la conosce palmo a palmo e siè distribuito su di essa, in diverse areegeografiche e in tutte le condizionipossibili.La loro età, la loro ignoranza, questasingolare forma di trascinare il ventre sulsuolo, la pelle rugosa ed oliata dai millecolori, li rendono davvero animalienigmatici.Ma forse la paura che riescono aprovocare nell'uomo si condensa nellaloro astuzia.Animale carnivoro, cacciatore sempresfuggente e strategico che calcola ognimossa, che esita come il nemico.

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Il suo debole e piccolo cervello sempre cisorprende per la funzionalità allasopravvivenza.

L'ombra del serpente nella figuradegli uomini

Gli uomini che sapevano comprenderel’esoterismo ermetico, quindi detentori diqueste conoscenze, riconoscevano nelserpente il simbolo vivente della sorte.Un destino che trascina il suo corpo asimboleggiare lo sforzo di andare avantisulla strada.E’ agile nell’osservarsi attorno, ha lacapacità di reazione per difendersi dagliattacchi esterni, ma soprattutto emerge lasua saggezza perché sa agire nel momentomigliore.Chi è esperto in campo esoterico, vede inquesto rettile la rappresentazione perfettadi un tempo senza fine, dell’eternità.Simbolicamente il movimento continuo èrappresentato da un serpente che simorde la coda, così formando un cerchiochiuso, un universo perpetuo. Un perfettozero, rappresentazione del tutto.

... E le prime divinitàerano serpenti in acqua

Gli Egiziani già utilizzavano parte delvolto del serpente per simboleggiare leloro divinità. L’animale rappresentativodi Seth aveva la coda biforcuta. È tra i piùantichi dei d'Egitto, che rappresenta il diodelle tenebre e la profondità.Anche se ci si sposta più indietrotroviamo che nella concezione degli dèidel mondo primitivo l’idea della deamadre e l'influenza dei cicli lunari hannoportato alla nascita di altari pieni di figureserpentiformi.Tale strano rapporto potrebbe esseredovuto al fatto che la donna vive ogniventotto giorni una fase di purificazionemestruale ed il serpente una purificazionecol cambio della pelle.In altre credenze il serpente si allungaattorcigliandosi su sé stesso, così creando

la mitica spirale in rappresentazionedell'universo creato e crescente.Questo succedeva approssimativamentenell’8500 a.C. quando l’elemento acquaera dominante sulla Terra macambiamenti geologici e diluvi fecerodecadere il potere dei dèi del mare equindi dei primi serpenti. Entrò in giocol'elemento Terra e gli uominicominciarono ad adorare altre simbologierelazionate con lei: il leone, il toro, ilbue...Il serpente sarà relegato ad essere unsemplice abitante del paradiso. Ripudiatoda tutti i miti, gli Ebrei lo collocarono,attorcigliato, sull’albero del bene e delmale, come una figura tentatrice per gliuomini.Curiosamente, il bene e il male sono duefacce di una moneta, il buio e la luce: ilcontrario deve necessariamente esistereinsieme per essere vero. L'albero è unarappresentazione dei gemelli, del diomascolino unito alla terra. Il serpente,astutamente, si arrotolò al dio per nonmorire in mancanza di suolo. Si adattò adesso. E in più provocò coscientemente,con la sua tentazione, i cambiamenti...come se la transizione fosse qualcosa dipremeditato.E se tutto questo è quello che difendono ipiù antichi esoterismi, parlare di serpentinon imbarazza neanche le civiltàposteriori. Gli Ebrei cambiarono la pelledel serpente con quella della donna e latrasformarono nel demonio più oscurodell'inferno, il più seducente e tentatore...Lilith. Quella che poteva essere la madredella creazione ma si rifiutò di esserlo.I Greci misero i serpenti nei loro demoni.Questi succhiavano il sangue emangiavano i bambini. Nella Medusa lisimbolizzarono come istinti che abitavanonella testa del demonio, il cui sguardopenetrante paralizzava e trasformava inpietra tutti coloro che osavano guardarlegli occhi. Una facoltà ipnotica cheritroviamo, in scala minore, nei rettili

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bifidi della nostra fauna, serpenti capacidi paralizzare con lo sguardo la preda1.Il dio-serpente confinato e vendicativo.Spaventò gli uomini e questi tradussero lesue paure in leggende. Se il serpente erastato luce e creazione, una volta colpitodall’oscurità divenne necessariamente undistruttore.I mostri hanno da sempre avuto un ruolodeterminante nelle storie dei marinai, manessuno in modo costante come i serpentigiganteschi capaci di inghiottire unabarca intera con l’equipaggio e digerirlolentamente.Dai cieli scescero serpenti alati,Quetzalcóalt, il dio della Mesoamerica piùterribile e poderoso, veniva a volterappresentato come un serpente.

Curiosità della divinitàfatta animale reale

* Generalizzare le caratteristiche di questirettili è molto difficile dato che sono deglianimali con più ramificazioni evolutiveesistenti. Possiamo sottolineare alcunepeculiarità, indipendentemente dallafamiglia cui appartengono, tenendo inconto che citiamo quelle possedute da piùmembri dello stesso genere:

* Il suo sistema locomotore è vertebrato,ma il suo movimento è anulare, tutto ilsuo corpo ad eccezione della testapresenta capacità contrattile e la suabocca si può aprire per divorare prede chequadruplicano il volume in riposo del suocranio.

* Predatori nati: carnivori in linea diprincipio. Possono trascorrere periodi dicarestia. Una volta battuta la preda,passano ad inghiottirla intera e così

1 Nota di Simone Barcelli Questo particolare noncorrisponde a verità. Infatti, nonostante siariportato in numerose leggende e superstizioni, iserpenti non ipnotizzano le loro prede in quanto èla preda stessa che cerca di rimanere immobile pernon farsi scorgere dal serpente: quest’ultimo,infatti, non riesce a vedere gli oggetti che non sonoin movimento.

cominciano un lento e crudelemetabolismo. A volte la vittima, ancoraviva, dovrà sentire rompersi tutte il sueossa per attraversare il corpo del serpenteed inizia il processo di digestione. Unmodo terribile di morire, preceduto dauna dose a volte letale di veleno. Lamuscolatura del serpente è tantopoderosa che attorcigliata ad un esserevivente può provocare asfissia e rotturaossea. E questo succede non solo perprede di piccole dimensioni. In questamaniera sono morti anche cavalli.

* Incredibile capacità di abitarel'ambiente. Il suo processo di continuosviluppo. I suoi costanti cambiamenti dipelle, la durezza della stessa fanno dellaserpe la regina dell'acqua, delle zonetropicali, dei deserti, perfino dei ghiaccipolari. Buone nuotatrici, rampicanti,scalatrici...

* Le dimensioni e la proporzione dei suoitratti dipendono dalla specie di rettili cuiappartiene. Ma entro queste ci sonoaneddoti che dimostrano ciò che puòinfluire. Così per esempio i boa costrittoripossono misurare anche più di un metrose il clima è propizio.

* Forma curiosa di riprodursi: sonooviperi. Si riproducono da uova come irettili in generale, ma a volte ci sonoeccezioni. È il caso delle vipere chemantengono al proprio interno la prolefino a che questa esce dopo avere divoratoil ventre materno.

* Fatti per agire con naturalecamuffamento. Il loro movimentocontrattile li rende molto riservati, il chenon significa lento. Possono essere moltoveloci se le cause l'esigono, se i motivi lorichiedono. I suoi colori diversi nondipendono solo dal ramo della famigliama anche dall’ambiente.

* Sangue freddo. Questo li obbliga amantenere costantemente calda la

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temperatura corporea, che realizzano conl’ esposizione al sole ...

* Nessun movimento mentre digerisconoperché il loro corpo è al servizio delladigestione e questa necessita quasi dellostesso meccanismo muscolare.

* Possono vivere centinaia di anni, inparticolare gli esemplari marini tropicali,base fondamentale delle leggende dimostruosi serpenti marini che hannocontinuato a crescere, mutando nel corsodegli anni.

* Facoltà di sopraffare tramite il veleno,suono e movimento della sua coda, comefa il cobra, tanto popolare.

Cos’hanno a che fare le donne con leleggende del serpente?

Senza zampe per lo scongiuro diuna donna?

Abbiamo detto che entrambi hanno unparticolare legame con la luna. Come ledonne si purificano nel loro cicloprocreativo, il serpente lo fa nella suanecessità di crescita.La storia ha sempre legato le due figurefemminili con la maternità. La donna erala madre d’evoluzione. Il serpente, cheemergeva dal mare, l'iniziatore della vita.Tra i cristiani è comune la tradizione diMaria che fugge, diretta a Betlemme, persalvare la vita del bambino che portava ingrembo, Gesù, accompagnata daGiuseppe: la donna si trova in groppa adun mulo quando un serpente attraversa lavia e il quadrupede, per paura, disarcionaMaria.La Vergine una volta ripresasi dallospavento disse alla mula che per non averfatto attenzione, poché la donna portavain grembo una creatura, l’avrebbe punitafacendola diventare sterile. Quindi disseal serpente che per il fatto di aver giocatotra le zampe della mula avrebbe perso lesue, comminando all’animale la punizionedi doversi trascinare per sempre sulventre.

Una punizione naturalmente ed unafavola che se fosse certa (si tratta difolclore popolare), manderebbe all'aria laveracità di un'altra punizione biblica incui incappò sempre il serpente. Inquell'occasione, dopo aver tentato Eva nelgiardino dell'Eden, Dio tolse le zampeall’animale, constringendolo ad una vitastrisciante.Cosicchè le leggende hanno in comuneuna profezia: "trascinerai il tuo corpo ed ifigli dell'uomo vedranno il tuo rastrello, tiseguiranno e ti taglieranno la testa."

Il caso sorprendente di unaleggenda del campo: le serpi sorelledi latte di uomini... storie di nonne?

Le nostre nonne, i contadini, hannosentito parlare, almeno una volta, distorie con protagonisti una donna incintae un serpente. Il nesso in comune cinarra come in case isolate nei campivivevano anticamente tra penuria elavoro, i rurali. Molte volte conun'economia di sussistenza nelle qualitutto quello che avevano era quel checoltivavano. Le case erano distanti le unedelle altre giusto i metri di terrenoposseduti, che diventavano chilometri seerano fortunati. Quando una donnaincinta stava per partorire continuava alavorare fino all’ultimo minuto, se ciò erapossibile e quando vedevano vicina l'oradel parto una vicina esperta o unamatrona veniva ad aiutarla.Vi furono vari casi in cui alcune febbrielevate accompagnavano le donne gliultimi giorni di gravidanza, persistendoanche dopo. Non si dava moltaimportanza a queste affezioni febbrili,poiché si attribuivano alla montata lattea,né ai ronzii che le donne sentivano intesta a mezzogiorno ed al tramonto delsole, tanto da produrre stati disonnolenza o perdite momentanee diconsapevolezza.Quando i bambini nati sani noningrassavano a sufficienza, nonostantel’abbondante latte materno, veniva lorosomministrato quello di capra. Alla fine i

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bambini ripudiavano il latte materno e,tuttavia, le donne continuavano aprodurre latte e ad avere nausee.A volte arrivava la sorpresa quando siscopriva un piccolo serpente di campo trala madre ed il bambino. Il serpente, dauna parte, si nutriva del latte maternosenza che la donna si accorgesse poichésonnecchiava in stato d’incoscienza,dall’altra, astutamente, collocava la puntadella sua coda a mo’ di succhiotto nellelabbra del piccolo: così facendo, i piantidel bebè non potevano svegliare la donna.Ma alcuni rimanevano sorpresi quando lastrategia del serpente non funzionava. Ilbambino, in questi casi, non siaccontentava della coda e scoppiava inpianto per la fame. Oppure l’arrivo di unvisitatore inopportuno disturbava il rettilein pieno banchetto e, con tanto latteingurgitato, non riusciva a muoversi dalletto e finiva attorcigliato in un piede delletto o in qualunque posto nascosto.Si tratta di una leggenda a cui si stentacredere perché i biologi specificanochiaramente che i serpenti non sonomammiferi e pertanto non bevono latte.Ma qui si tratta specificamente di latteumano. E quando il racconto ha nomipropri, si localizza in un posto fisico e sitiene nelle mani uno di questi serpentilattanti acchiappati durantel’allattamento ed in parte imbalsamati...uno comincia a dubitare sul fatto chetutto sia così ben classificato dal mondoaccademico. La stessa scienza che, nonmolto tempo fa, affermava che iCelacantos erano pesci preistoriciestinti...Storie di questo tipo sono diffuse in tuttala penisola iberica. Basate su casi reali,presumibilmente, per passarerapidamente a coprire più di una paginadi leggende iberiche. Abbiamo avuto lapossibilità non solo di conoscere moltimiti che circondano i serpenti, ma siamoanche stati in grado di mettere nome ecognome.Correva l'anno 1934 quando dalmatrimonio Juan ed Angelina Mecaebbero uno dei loro quattro figli. Il

maschio neonato ricevette il nome dellaTrinidad Meca. I primi giorni dopo ilparto furono normali ed il piccolocresceva bene.Ma poi il bambino cominciò a mostrarechiari segni di malnutrizione.La coppia aveva la sua umile dimora nellafrazione di La Bombilla lorquina a Riberade San Miguel. E come molti altri di queltempo il padre lavorava sodo nel campoper sopravvivere. La malattia di suo figlioportò molti problemi. Il poco guadagnouscito dai campi veniva speso per pagarele visite necessarie al suo piccolo. Manessun medico fu in grado di trovare lepossibili malattie del neonato. Non sievidenziavano cause fisiche. Le causeerano esterne.I vicini, saputa della stranezza cheinteressava la sfortunata famiglia,cominciarono a fare delle ipotesi per lapossibile causa della malattia. Nessuno sacome questi vicini di casa convinseroAngelina a mettere della farina intorno alletto dove il bambino veniva allattato.Fatto sta che la mattina dopo alcuni graffirimasero impressi sulla farina. Tracce nonumane, né di un cane né di un gatto...appartenevano ad un rettile. Si diffuseallora il panico nelle quattro case checompongono questo distretto Lorca. Lagente iniziò a cercare il serpente in tuttala casa. Non trovarono nulla. Ma poi,improvvisamente, trovarono una rispostaalla malattia del bambino. Uno dei figlidella coppia, Ramón, si trovò di fronte adun bizzarro avvenimento. La madre si eraaddormentata allattando il suo bambino.Il piccolo aveva nella sua bocca, a mo’ dicapezzolo materno... la coda del serpentee questo stava bevendo del latte del pettodi Angelina. Il bambino uscì correndo egridando per richiamare l'attenzione disuo padre. In pochi minuti arrivaronovarie persone che si misero a cercare ilserpente. Il rettile non era più a letto.Dopo una lunga ricerca fu scoperta la suatana: dietro il quadro della Vergine Maria.E magari se non si fosse incontratoquell'intruso, quel bambino sarebbemorto. L’unica cosa chiara era che il

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piccolo aveva avuto una sorella di latte....una biscia lunga un metro e mezzo, didimensioni pari a quelle di un polso diuna mano umana.Ma non è l'unico caso che si è verificato aMurcia ed ovviamente nemmeno l'unicoregistrato in Spagna.Quando la stessa storia si ritrova nellevarie province del nostro paese ed inepoche diverse, il dubbio comincia acrescere, fin quando non si viene a sapereche anche in Argentina ci sono stati casisimili.Era un racconto molto comune tra gliabitanti del paese.Per la scienza, indubbiamente, èimpossibile dire che questo possa essereaccaduto. Esattamente la stessa cosa chesostenevano circa la possibilità che idinosauri fossero a sangue caldo... fino ache il cuore fossilizzato di uno di questi,

Wyllo, dimostrò che non si puòargomentare sulle cose ignorate,sull’ignoto.L'enigma ammette solo teorie ed ipotesi.E tra teorie e sorprese, i serpentiappaiono a lavorare nel loro campo. Fossequel che fosse. Si trasformarono in sorelledi latte di alcuni bambini nati incampagna che non solo sopravvissero inun modo diverso e grazie al caso, mafinirono per essere dotati di facoltàspeciali, a volte associate alla guarigione ealla percezione extrasensoriale, ma noncon gli uomini bensì con gli animali.Come se avessero sviluppato un sestosenso che li allacciasse con questi esseri.Sicuramente la mancia di un gratobuongustaio, forse di una specie noncatalogata di serpente o aneddoticocampione...

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ESOTERIC

The power of the Ark ofthe Covenant

It was said that the power of the Ark ofthe Covenant could only be summoned bya priest who wore a sacred breast platewhich was known as the breast plate ofjudgement. It is described in detail in thebook of exodus as a square design madefrom twined golden linen and inlaid withtwelve precious stones set in four rows.Because they were originally set in gold,they are sometimes referred to as thejewels of gold .These sacred gemstoneswere believed to have divine powersFrom exodus 28 The Breastplate wascalled the "Oracle of judgement". TheBreastplate had 12 stones witch werenamed after the 12 tribes of the Hebrews.They are also described as the stones offire. It is said that they once belonged to

Lucifer but taken from him by god afterhis fall from grace.The Hebrews knowledge of these stonesmay have come from Egypt.The scarabs from Egypt were made in awide variety of materials, such ascarnelian, lapis lazuli, basalt, limestone,malachite, schist, serpentine, turquoise,coloured glass, and alabaster. Potteryscarabs were also produced in terracottamoulds, carved when dry and differentcoloured glazes applied.In 1996 in the Egyptian Museum in Cairo,Italian mineralogist Vincenzo de Michelespotted an unusual yellow-green gem inthe middle of one of Tutankhamen´snecklaces carved to resemble a scarab.

MichaelSeabrook

http://www.sharkstooth.pwp.blueyonder.co.uk

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The jewel was tested and found to beglass, working with Egyptian geologist´saly barakat they traced its origins tounexplained chunks of glass foundscattered in the sand in a remote region ofthe Sahara desert. The BBC horizonprogramme reported an extraordinarynew theory linking Tutankhamen´s gemwith a meteor.Most scarabs were made for the living.The small magical object was believedimbued with particular protective powersthat warded off evil.Working with Egyptian geologistsAlan F Alford in his book, when the godscome down, believes the origin ofreligions lie in the worship of meteorites.He suggests the ben ben stone to be anasteroid.Also in the book crystal sun by RobertTemple mention´s of load stones in thecapstones of pyramids. A load stone wasfound in church steeple of chartes, hesuggests that other churches built aroundthe same time may have these loadstonesin their steeples as if carrying on anancient tradition.The electric or magnetic gems,tourmaline, amber, and load stone,possess not only great scientific interest,but demonstrate the fact that a certainenergy really does proceed from some ofthese fair, ornamental objects, an energythat produces a positive action fromwithout upon the human body. This may

well serve to make us less resolutelysceptical as to the possible presence ingemstones of some other forms ofemanation not as yet susceptible ofscientific determination.Small EMP pulses affect the human brain;they have been known to causehallucinations. The brain picks up on thesubtle changes which induces images. Sosomething affecting our aura may affectour thought patternsThe Kohinoor is reputed to bringmisfortune or death to any male whowears or owns it. Alternatively, it isreputed to bring good luck to femaleowners once the largest white diamond inthe Western world, the Sancy was thoughtto impart invincibility to whoever wore it.Paradoxically, it was also believed to bethe source of an ancient curse that visiteda violent death to any who owned it.According to the legend, a curse befell alarge, blue diamond when it was plucked(i.e. stolen) from an idol in India - a cursethat foretold bad luck and death not onlyfor the owner of the diamond but for allwho touched it.Also the Black Orlov or The Eye ofBrahma, the jewel's curse allegedly beganwhen it was removed from a Hindu shrinein southern India and then claimed to beresponsible for the violent deaths of twoRussian princesses.Celestite (strontium sulphate) has a sky(or celestial) blue colour that is unique inthe mineral kingdom. The name stemsfrom the Latin word Caelertis, meaning"of the sky." Popular lore says thatcelestite came from the star group calledthe Pleiades, and that it holds the wisdomof the ages.This ethereal mineral is believed to aidpersonal creative expression, help reducestress, and provide peace of mind. It isalso said to help one adjust to higherstates of awareness, provide access to andtransfer of information from the angelicrealms, and assist in clairvoyantendeavours.The branhan seer was said to be able tosee into the future with a blue stone.

http://www.fenice.info/x-files/archeosp.asp

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Michael Persinger's work hasdemonstrated that electromagnetic fieldschange processes in the brain, wherebycertain mystic or visionary experiencesare created. The ancients may have beenaware of this fact and used the magneticproperties of stones and theelectromagnetic fields in places (earth´sgrid) to achieve that effect.With stone circles built on these gridsintersections, and churches later built onsome of these locations,It goes to show virtually all of the artmyths and temples from ancient culturescontain step by step by step art, mythsand temples from ancient culturescontain step by step descriptions forhaving grail experiences and theattainment of enlightenThe quest for the grail can be seen as aninner journey of soul enhancement. Thisenlightenment of the inner self is seen aschanging lead to gold. Carl Jung regardedthe grail quest as a search for the essentialself. To him the restoration of the wastelands that results from finding the grailrepresents an individual's integration ofmind body and soul through experience.This universal theme may help to explainwhy there are so many different versionsof the grail legend.Giving alternatives for the origin of thesearch for and the location of the grailand even what it looks like. It wasprophesised that the grail would one daybe rediscovered by the best night in theland Galahad; lancelots son had amiraculous, though brief vision of thegrail that sent him on his quest. The nightwho found the grail would, like Galahad,become illuminated or self realizedunfortunately the search for the grail hasbecome an external search, rather than aninternal journey of self masteryIn King Arthur the true story, by GrahamPhillips and Martin Keatman 'Wolfram'sstory', the grail is not a platter or even achalice, but a magical stone lapis excills.According to Wolfram it was this stonethat God banished the angles with who

didn't support him in his battle withLucifer.The grail was also regarded in anothertradition as the alchemist´s philosophersstone. A precious stone brought down bythe angels or an emerald from Lucifer'scrown as he fell to earth, whatever theorigin this stone was endowed withmiraculous powers.In Parzival, a stone is in the keeping of anoble family who are entrusted with itsprotection. The stone is said to heal andpreserve the life of its guardians. The grailis further protected by an order of knightschosen as children when their namesappear on the stone itselfFrom Celtic mythology there is a mentionof the four hallows, these match the foursuites in a tarot deck. These four itemsare mentioned in King Arthur the"Sword" from a "stone", the "grail" andthe "lance".)In Celtic tradition the pentaclesrepresents the ancient stone of Fal on thesacred hill Tara on which the kings ofIreland stood to be crownedGaythelus, a Scythian prince living inEgypt, together with his princess Scotatravelled further north with the stone.They journeyed with the stone via Spainto Ireland. Others recount it was broughtto Scone directly from Egypt. Jacob'spillow is also called the stone of Scone,the stone of destiny and Lia Fail thecoronation stone of the early Irish andScottish kingsA special stone of some type forms muchof the Irish and Scottish origin andkingship legends and it is also present inthe legends and history of other peoples."From Jonathan Blacks the secret historyof the worldThe magnificent civilisation the Arabsboth scared fascinated and horrified themedieval Europe. The most commonreport was of a miraculous mechanicalgarden made out of precious metalscontaining mechanical birds that flew andsang. In the middle of the garden stood agreat golden tree. Bearing fruit made outof large precious stones and representing

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the planets, which also means thatprecious stones representing the chakrapointsThere´s a gem claimed to have come fromKing David's sword that was kept inValencia cathedral in Spain(There is a tale of a healing cup. This cupwas made of wood with precious stones inlaid in it. The people who were ill wouldchew a bit of the wood as they drank fromthe cup thinking it was the wood thathealed them, but eventually the cup wasbroken down, it may have been thealignment of jewels in the cup thathealed, not the wood.So could the grail be a golden ornamentwith precious stones on it, these collectivesubtle energies emitted from this oneitem may help to open the third eye in thechakras. A kind of tool to help withmeditation.

Michael Seabrookhttp://www.sharkstooth.pwp.blueyonder.co.uk

Traduzione in italiano dell’articolo diMichael Seabrook

Il potere dell’Arcadell’Alleanza

E' stato detto che il potere dell’Arcadell’Alleanza poteva essere sprigionato daun sacerdote, che indossava un pettoraleconosciuto come “èfod”, cioè unparamento sacerdotale privo di maniche.E' descritto in dettaglio nel librodell’Esodo come un quadrato con sopraincastonate dodici pietre preziose,disposte in quattro file. Poiché si presumeche queste pietre, inizialmente, fosserodisposte su un fondo d’oro, venivano avolte indicate anche come gioielli d'oro. Sicredeva che queste gemme sacre fosserodotate di potere divino.Da Esodo 28 si legge che il pettorale èstato chiamato il "pettorale del giudizio" ele 12 pietre rappresentavano le altrettante

tribù d’Istraele. Vengono inoltre descrittecome pietre di fuoco. Si dice che una voltaappartenessero a Lucifero e che Dio glieleprese dopo la sua caduta. Gli Ebreicredevano che le pietre provenisserodall’Egitto.Gli scarabei d’Egitto erano infatticostituiti da una vasta gamma dimateriali, tra cui lapislazzuli, basalto,calcare, malachite, turchese, vetrocolorato e alabastro.Gli scarabei venivano prodotti anche instampi di terracotta; quando questa eraasciutta veniva scolpita e vi si applicavanosmalti di diversi colori.Nel 1996, nel Museo Egizio del Cairo, ilmineralogista italiano Vincenzo DeMichele notò un insolito colore giallo-verde provenire da un gioiello di una dellecollane di Tutankhamon, scolpito con lefattezze di uno scarabeo. Il gioiello,opportumanente testato, risultò essere divetro. Lavorando con il geologo egizianoAly Barakat, i due riuscirono a risalire alleorigini del materiale: si trattava diinspiegabili frammenti di vetro trovatisparsi nella sabbia in una regione remotadel deserto del Sahara. La rete televisivaBBC, durante un programma, parlò diuna nuova teoria che collegava la gemmadi Tutankhamon con una meteora.La maggior parte degli scarabei è statafatta per i vivi. Il piccolo oggetto magico èstato creduto intriso di particolareprotezione con un esplicito potere controil male.Lavorando con i geologi egiziani AlanAlford F, nel suo libro, “When the godscome down”, ritiene che l'origine dellereligioni si possa trovare nel culto dellemeteoriti. Egli suggerisce che la pietraBen Ben potrebbe essere un asteroide.Anche Robert Temple, in un suo libro, famenzione di una tale pietra in cima allapiramide. Qualcosa di simile è statotrovato anche nel campanile dellacattedrale di Chartres (Francia) ed eglisuggerisce che le altre chiese, costruitenello stesso periodo, possano avere questiindicatori nei loro campanili come perproseguire in una tradizione antica.

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L’energia scaturita da queste gemme, aparte il grande interesse scientifico per leloro qualità elettriche o magnetiche,produce un’azione positiva sul corpoumano.Questo può anche servire a rendere menoscettici riguardo la possibile presenza dialcune gemme in altre forme diemanazione non ancora suscettibile dideterminazione scientifica.Piccoli impulsi EMP influenzano ilcervello umano e sono noti come causa diallucinazioni. Il cervello raccoglie questicambiamenti inducendo immagini.Quindi ci troviamo di fronte a qualcosache interessa la nostra aura e che puòinfluenzare i nostri modelli di pensiero.Il Koh-i-Noor (“montagna di luce”),proveniente dall’India, è un diamanterinomato per portare sfortuna,addirittura la morte, ad ogni uomo che loindossi o lo possieda. Di contro, èrinomato per portare fortuna alle donneche lo posseggono.Anche uno dei più grandi diamantibianchi al mondo, il Sancy, era ritenutocapace di donare l’invincibilità a chi loportasse: paradossalmente, si credevafosse anche la fonte di una anticamaledizione, tanto da recare una morteviolenta ai suoi proprietari.Secondo la leggenda questo grandediamante blu fu asportato da un idolo inIndia e questa fu la causa dellamaledizione che arrecava la sfortuna e lamorte non solo per il proprietario deldiamante, ma anche per tutti coloro chelo toccavano.Anche il Black Orlov o “L'occhio diBrahma”, stando alla leggenda, avrebbeiniziato a portar male nel momento in cuivenne rimosso da un santuario indùnell’India meridionale: lo si ritieneresponsabile della morte violenta di dueprincipesse russe.La Celestite (solfato di stronzio) è unapietra di colore blu, unica nel regnominerale. Il nome deriva dalla parolalatina Caelestis, che significa "del cielo."

Tradizioni popolari dicono che provengada una stella del gruppo delle Pleiadi eche possegga la saggezza dei secoli.Questo minerale è ritenuto di valido aiutoper aumentare la creatività, contribuisce aridurre lo stress e porta pace alla mente.Lo si ritiene, inoltre, indispensabile perraggiungere un superiore stato diconsapevolezza, tanto da fornire l'accessoe il trasferimento di informazioni da partedel regno degli Angeli.Si dice che il veggente Branham sia ingrado di vedere il futuro con una pietrablu.Michael Persinger, nei suoi lavori, hadimostrato che i campi elettromagneticideterminano processi di cambiamento nelcervello, tanto da rendere possibili ancheesperienze mistiche.Gli antichi possono essere stati aconoscenza di questo fatto e,conseguentemente, aver utilizzato leproprietà magnetiche delle pietre e deicampi elettromagnetici, che attraversanocome una rete il nostro globo, per ilraggiungimento di tali effetti.Sembra questa la ragione per cui i cerchiin pietra venivano costruitiall’intersezione di tali reti, come pure lechiese vennero edificate in questi luoghi,a dimostrare che l'arte e i luoghi di cultodelle antiche culture contenevano ladescrizione per rinvenire il Graal eraggiungere quindi l’illuminazione.La ricerca del Graal può essere visto comeun cammino interiore dell’anima. Questailluminazione interiore del sé è vista comela trasformazione del piombo in oro.Carl Jung considerava la ricerca del Graalcome una ricerca per il proprio io,rappresentando l'integrazione del corpo edella mente di un individuo attraversol'esperienza.Questo tema universale può contribuire aspiegare il motivo per cui ci sono tantediverse versioni della leggenda del Graal.Il Graal potrebbe, un giorno, essereriscoperto nella terra di Galahad, il figliodi Lancillotto destinato, seppur per brevetempo, ad osservarlo.

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Purtroppo, la ricerca del Graal è oggidiventata una ricerca esterna piuttostoche un viaggio per raggiungere lapadronanza di sé stessi.Nel volume “La vera storia di Re Artù”, diGraham Phillips e in quello di MartinKeatman, “La storia di Wolfram”, il Graalnon è un piatto o un calice, bensì unapietra magica “caduta dal cielo” durantela battaglia di Dio con Lucifero.Il Graal è stato anche considerato, daglialchimisti, come la pietra filosofale. Unapietra preziosa portata dagli angeli, o unosmeraldo facente parte della corona diLucifero, caduta quindi a terra;qualunque sia la sua origine, questapietra è considerata dotata di poterimiracolosi.Nel Parzival, è una pietra nella tenuta diuna nobile famiglia, quindi affidata allasua tutela. La pietra è in grado di guariree di preservare la vita dei suoi guardiani.Il Graal è ulteriormente protetto da unordine di cavalieri scelti da bambiniquando i loro nomi appaiono sulla pietrastessa.Nella mitologia celtica vi è un riferimentoalle quattro reliquie, che corrispondonoad altrettanti ponti dei tarocchi.Questi quattro oggetti sono menzionati in“Re Artù”: la "spada", la “pietra”, il"Graal" e la "lancia".Nella tradizione celtica rappresenta lapietra di Fal sulla sacra collina di Tara incui il re d'Irlanda fu incoronato.Gaythelus, un principe dell'antica Scizia,vissuto in Egitto assieme alla suaprincipessa Scota, viaggiò più a nord conla pietra e, dopo aver attraversato laSpagna, si diresse in Irlanda. Altriraccontano che la pietra fu portata nelvillaggio scozzese di Scone direttamentedall’Egitto. Secondo la leggenda, si

trattava della pietra sulla quale Giacobbeaveva ricevuto una visione, con lacaratteristica di avere una fratturaderivatole dal colpo causato da Mosè perrenderla capace di portare acqua. Venivachiamata anche Pietra di Scone o Pietradel Destino. Su questa pietra furonoincoronati i primi re irlandesi e scozzesi.Una simile pietra, seppur con formediverse, è ricordata anche nella storia enelle leggende di altri popoli.Jonathan Blacks, nel suo “La storiasegreta del mondo”, scrive di come laciviltà araba abbia affascinato, per pauraed orrore, l'Europa medievale, con larealizzazione di un giardino in cui vierano uccelli meccanici che volavano ecantavano. Al centro del giardino sorgevaun grande albero d'oro che dava per fruttograndi pietre preziose, rappresentanti ipianeti, il che significa anche che le pietrepreziose rappresentano punti chakra.C'è un gioiello che, si dice, provenga dallaspada del re Davide, conservata nellacattedrale di Valencia, in Spagna.E’ il racconto di una tazza di guarigione.Questo calice è fatto di legno con pietrepreziose incastonate. Le persone chehanno masticato un po' di legno, poichéhanno bevuto dal calice che lo conteneva,hanno pensato di essere state guarite dallegno invece che dalla presenza dei gioiellinel calice.Quindi, il Graal potrebbe essere unornamento d'oro con sopra delle pietrepreziose capaci di sprigionare energia edaiutare ad aprire il terzo occhio nelchakra.Insomma, una sorta di strumento attoalla meditazione.

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ARCHEOLOGIA DI CONFINE

Segni nel cieloe misteriosi reperti

© 2008 Roberto La Paglia

Parlare di reperti alieni in ambitoarcheologico desterebbe sicuramente leire di molti “addetti ai lavori”, e non solo;sicuramente non abbiamo mire suicide eci asterremo dall’asserire che esista unapossibilità del genere.Fatta questa affermazione, rimangonoperò delle evidenze che non è possibiletrascurare; fatti, resoconti, costruzioni emonumenti che possono essere spiegatisoltanto riferendoci a conoscenze noncerto ereditate da un processo storicolineare, bensì da interferenze e interazioninon ancora del tutto rivelate.Non a caso è stato usato il termine“lineare” in riferimento al progressoumano; considerare infatti chel’evoluzione si possa leggere secondo unoschema lineare significa voler

volutamente ignorare tutti quegli indizi,quei reperti e quelle testimonianze che, aprima vista, sembrano non appartenere anessun tempo, pur trovandosi fisicamentesulla terra.

Spesso la ricerca, archeologica omeno, deve fare i conti con enigmi cheimpongono una diversa chiave di lettura,che suggeriscono quasi di abbandonare ilmetodo tradizionale per entrarenell’ordine di idee che l’evoluzione hasubito fasi alterne, diversamenteconfigurabili in ambito geografico, e nonsempre frutto dell’inventiva umana.Poniamo ad esempio la più catastroficadelle ipotesi: il mondo che oggiconosciamo, con tutta la sua tecnologia, ilsuo progresso, cessa improvvisamente di

Roberto La Paglia, oltre ad essere giornalista freelance, è scrittore ericercatore. Mente fervida, alimentata da un intenso ed inesauribiledesiderio di ricerca, attraverso le sue opere, accompagna i lettori in unviaggio verso l'ignoto, guidandoli nei meandri più nascosti delle dottrineocculte ed esoteriche. Uno dei suoi ultimi libri è “Archeologia Aliena” (Ed.Cerchio della Luna, 2008).

Roberto La Pagliawww.robertolapaglia.com

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esistere; niente più comunicazioni,esaurimento delle fonti energetiche,niente corrente elettrica.In pochi anni ci troveremmo nel belmezzo di un processo di recessione, in unperiodo di tempo altrettanto breveavremmo soltanto il ricordo dellefantastiche cose che eravamo in grado difare ma non i mezzi per poterle realizzareancora.In questo tragico panorama, legenerazioni successive, integrate ormainella nuova realtà, avrebbero soltanto undebole ricordo di quanto accaduto, di unaciviltà super tecnologica ormaiscomparsa; alcuni continuerebbero aperpetuare le antiche tradizioni e, i nuoviarrivati, a contatto con i sopravvissuti,attribuirebbero loro straordinari poteri.E’ forse questo che accadde così tantevolte al nostro pianeta? Seguendo lateoria ciclica dell’evoluzione, non si trattacerto di una possibilità da escludere apriori, così come non è possibile tacitarele numerose citazioni bibliche, ma nonsolo, che riguardano esseri e formeprovenienti dal cielo.

Quelli che seguono sono soltantoindizi, sparsi disordinatamente neltempo, forse testimonianze di una realtàche nessuno vuole accettare per timoreche possa rendere instabile il propriopresente e le proprie convinzioni.Ragionevoli dubbi che dovrebbero servireda sprone ad una più attenta e rigorosainvestigazione del nostro passato; nonsempre le fantasie dei nostri padri eranopure e semplici invenzioni, anche loroavevano paura che una diversa veritàsconvolgesse le loro esistenze e la lorostabilità; forse proprio per questo motivorivestirono di carattere magico e divinomolte esperienze sicuramente reali,conservando però utili informazioni che liportarono a produrre e tramandaremanufatti oggi per noi inspiegabili.Questa serie di testimonianze fisiche oggigiace in parte nei polverosi scantinati deimusei, in attesa di essere catalogata odimenticata; altro ancora è entrato nella

fantasia popolare come leggenda oppure èdiventato oggetto di eterni dibattiti traarcheologia ufficiale e Ricerca diFrontiera; tutto il resto viene accomunatosotto il nome di Ooparts, oggetti fuori daltempo, ai quali nessuno vuole dare unaspiegazione, liquidandoli come “anomaliestoriche”.Forse è giunto il momento di riscriverealcune pagine della nostra storia, diingrandire il puzzle relativo al nostropassato; ogni cosa ha il suo posto e ogniposto deve necessariamente avere la suacosa, non si tratta soltanto di un bisognostorico, quello che sempre abbiamocercato sono in realtà le nostre vereradici.

Cina: Incisioni rupestri raffigurantioggetti molto simili ai moderni UFOvengono scoperti nella provincia diHunan. Le raffigurazioni risalgono alperiodo Neanderthal.

Cina: In alcuni antichi manoscritti ricorreil termine Dropa; si tratta del nome datoad alcuni visitatori provenienti da Sirio,discesi dalle nubi con dei velivoli simili adei moderni alianti.

8000 a.C. Australia: Gli aborigeniaustraliani raffigurano nelle grotte degliesseri celesti, muniti di antenne e tutespaziali. I disegni indicano concetti diaerodinamica.

4000 a.C. I testi Sumeri parlanoespressamente, e con dovizia diparticolari, di una civiltà di ibridiprovenienti dallo spazio. Contengonoinoltre informazioni avanzate di carattereastronomico, informazioni sul sistemasolare e una netta somiglianza con il libroebraico della Genesi.

3000 a.C. Cina: Il testo "Memorie disovrani e re", parla dei “Figli del Cielo”,scesi sulla terra da una stella, a bordo diun grosso disco che si librava nell’aria.

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2345 a.C. Cina: Lo Hsui-nan-Tzu, un testoclassico cinese, contiene la descrizione didieci soli che si stagliavano nel cielo.

2000 a.C. Perù: Le civiltà precedenti agliInca indicavano la loro nascita nelsistema delle Pleiadi e il loro arrivo sullaterra a bordo di navi spaziali. Antichi testirivelano che queste stesse civiltà erano aconoscenza del fatto che la terra fosserotonda.

1766 a.C. Cina: L'imperatore Tang Chengcommissiona la costruzione di un carrovolante. Il veivolo venne testato eraggiunse in volo la provincia di Honan.La nave venne in seguito distrutta poichél’Imperatore temeva potesse cadere nellemani sbagliate.

1500 a.C. Egitto: Dal palazzo del FaraoneThutmosis III vennero osservati deicerchi di fuoco, mentre i pesci, creaturealate, e altri oggetti piovevano dal cielo.

593 a.C. Il profeta Ezechiele testimoniaquello che, alla luce delle conoscenzemoderne, rappresenta un vero e proprioincontro con un Ufo.Josef Blumrich, ex capo dei sistemi dellaNASA, chiamato a confutare questateoria, dopo una attenta analisi dei datidisponibili, concluse che il veicolodescritto nella Bibbia era effettivamenteun UFO.

332 a.C. Fenicia: Durante l'assedio dellacapitale da parte dei Greci, una flotta di“scudi volanti” appare improvvisamenteschiantandosi contro le mura della città.

329 a.C. Alessandro Magno avvista dueimmensi scudi argentei che sputanofuoco; l’avvistamento provoca panico tra isuoi uomini che riprenderanno la marciasoltanto il giorno successivo.

223 a.C. Roma: Nel suo libro I della StoriaRomana, Cassio annota una luce brillantecome il giorno apparsa nel cielo notturno

e tre lune che per molto tempo furonovisibili in tutta Italia.

222 a.C. Roma: Anche Plinio, nel secondolibro della sua Storia Naturale confermal’avvistamento di tre lune apparsecontemporaneamente.

73 a.C. Asia Minore: Mentre le legioniromane sono impegnate nella battagliacontro Mitridate, un enorme oggetto difuoco, dal colore simile al piombo fuso,scende tra i due eserciti.

9 a.C. Giappone, Kyushu: Nove lunevengono osservate nel cielo notturno.

80, Scozia: Lingue di fuoco vengonoosservate nei cieli sopra Caledon Wooddurante una notte d’inverno. L’aria bruciòper molte notti e quando tornò il serenovenne osservato un enorme velivolosfrecciare velocemente perdendosi tra lenuvole.

393, L’Imperatore Teodosio avvistastrane luci nel cielo; un globo luminosoapparve quasi per incanto, seguito da altriglobi incandescenti. Lo spettacolo vennedescritto simile ad uno sciame d’api che siscontravano violentemente le une con lealtre.

1180, Giappone, provincia di Kii: vieneconiato per la prima volta un termine peridentificare quelli che circa 700 anni dopochiameremo Dischi Volanti. Antichidocumenti dell’epoca descrivono infatti la“nave di terracotta”, un velivolodall’insolita e accecante luce avvistatodurante la notte; la nave si spostò a nordest e cambiò velocemente direzionedileguandosi all’orizzonte. Unica tracciavisibile fu una lunga striscia luminosa nelcielo.

1200, Inghilterra: Guglielmo diNewburgh descrive un velivolo colorargento dallo strano bagliore.

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1207, Inghilterra, Tilbury: Gervase diTilbury, in Otio Imperalia, racconta diuno strano velivolo di forma circolare cheatterra su un mucchio di pietre in apertacampagna. Uno degli occupanti riesce aduscire ma muore subito dopo per asfissia.

1290, Inghilterra, Yorkshire: L'abate emonaci di Byland Abbey, (la più grandeabbazia cistercense in Inghilterra),stavano per iniziare il loro pasto, quandouno dei fratelli corse dentro annunciandoun grande segno visibile nel cielo. Tutticorsero fuori e furono testimoni di ungrande disco color argento che sorvolavalentamente l’abbazia.

1320, Inghilterra, Durham: dopo la mortedell'abate di Durham, venne osservatauna strana luce scendere dal cielo espostarsi sulla sua tomba.

1361, Giappone: Un oggetto volantedescritto come "a forma di tamburo, dicirca venti metri di diametro" emerge dalmare al largo della costa occidentalegiapponese.

1663, Russia: Una palla di fuoco rimanesospesa al centro di un lago.Improvvisamente l’oggetto inizia aproiettare dei fasci di luci, rilasciando delfumo blu. Alcuni pescatori che sitrovavano a riva vengono letteralmentebruciati. L’oggetto riapparve circa un’orapiù tardi e venne avvistato da numerositestimoni.

1680, Francia: Il governo emette unamoneta commemorativa di unavvistamento UFO.

Questo elenco, per quantoabbastanza curioso e denso di queiragionevoli dubbi anticipati all’inizio, noncompleterebbe però il senso di questaricerca se ad esso non fossero associatequelle informazioni archeologicheadombrate nel titolo.Non si tratta certo di una crociata portataavanti al fine di evidenziare a tutti i costi

una connessione aliena in molte dellegrandi vestigia del passato, è peròinteressante e doveroso far notare chemolto spesso, dove l’archeologia nonarriva con le sue spiegazioni lineari ecattedratiche, sarebbe forse giustoespandere lo sguardo e pensare asoluzioni forse da molti ritenutefantastiche ma non prive di fondamentologico.Parliamo in poche parole di conoscenzeperdute, ricordi tramandati attingendo dafonti che molto spesso lascianointravedere una connessione nonterrestre; sono tecniche di costruzioneimpossibili quelle che spesso vengono allaluce dagli scavi, ma da chi e quando leantiche civiltà appresero questeprocedure?Un chiaro esempio di come questodiscorso riguardi direttamente lamoderna archeologia è dato dagli studicondotti sui megaliti e sui grandimonumenti di pietra, sul loro misteriososcopo e sull’altrettanto misteriosa tecnicausata per costruirli.

Molto spesso i termini Megaliti eMonoliti risultano intercambiabili traloro; in realtà il primo si riferisce ad unastruttura costruita con l’ausilio dinumerose pietre dalle notevolidimensioni, mentre il secondo identificauna sola lastra di pietra.L’esistenza in tutto il mondo di questeantiche costruzioni rappresenta già dasola un misterioso enigma, sembranoinfatti sfidare tutte le varie interpretazioniortodosse; tecniche di costruzione e usodi materiali improponibili per quelperiodo storico, posizioni illogiche,metodi di costruzione sconosciuti a tuttele altre civiltà.Le domande di rito sono, ovviamente,sempre le stesse: chi iniziò a costruirli?Per quale motivo? Da dove apprese similitecniche?L’archeologia moderna presenta notevolidifficoltà nel trovare delle risposte, ilmetodo ortodosso si basa infatti su unsistema di apprendimento lineare, nel

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quale ad ogni casella deve corrisponderela giusta forma e nel rispetto della scalatemporale; basandosi su questipresupposti non può esistere una civiltà alivello quasi primitivo in grado dicostruire contemporaneamentecomplicate opere architettoniche, cosìcome non possono esistere popoli contecnologie avanzate e popoli primitivinello stesso periodo storico.Immaginate quindi di fronte a qualeterribile problema si troverebbe unostorico, o un archeologo, nel doversiinteressare di una civiltà che costruiscemegaliti quando tutte le altre non sannoneppure cosa siano, e che racconta diprovenire dalle stelle!E’ certo molto meno traumaticoimmaginare interminabili code di schiaviintenti a trascinare massicci blocchi dipietra, che non pensare a fantastichemacchine volanti che svolgono lo stessolavoro; probabilmente la verità, comesempre, si trova nel mezzo di queste dueaffermazioni e, se non può essere provatauna presenza aliena, sonocontemporaneamente molti i motivi chelasciano dubitare sulle spiegazioniortodosse.

In primo luogo esiste il problemadelle dimensioni; per quale motivo usareenormi blocchi di roccia? Come è statorisolto veramente il problema deltrasporto?Nonostante i progressi ottenuti nel campodelle costruzioni, anche per l’uomomoderno sarebbe un grosso problemadoversi confrontare con operearchitettoniche come la Grande Piramide.Volendo comunque sorpassare questeproblematiche, il problema nontroverebbe in ogni caso una soluzione;rimangono infatti da spiegare molti altrienigmi, primo tra i quali quello degliattrezzi.Anticamente arnesi come seghe, martelli,scalpelli, strumenti sofisticati dimisurazione o strumenti atti a daredeterminate forme alla pietra, erano quasicompletamente sconosciuti; come fecero

a squadrare gli enormi blocchi di pietra,raggiungendo molto spesso una taleperfezione che neanche un foglio di cartariesce a penetrare tra un blocco e l’altro?Continuando su queste domande, nonpossiamo dimenticare il problema legatoalla ruota; anticamente questo strumentonon sempre era presente, molte civiltà losconoscevano del tutto. Questa ignoranzaha come conseguenza il fatto che nonesistevano neanche carrelli, pulegge ogru; a questa problematica l’archeologiaha risposto proponendo la teoria dellerampe di costruzione.Si tratta indubbiamente di unaspiegazione non priva di interesse, èprobabile che alcune civiltà abbianoeffettivamente fatto uso di rampe per lacostruzione dei propri monumenti;questa ipotesi può comunque essereaccettabile qualora la costruzione daportare a termine fosse di dimensioniridotte, in caso contrario, come per laGrande Piramide o monumenti simili, iltempo necessario per montare le rampe epoi smontarle sarebbe statoenormemente più lungo di quello perrealizzare la costruzione, e questi lunghiintervalli stridono con la teoria lineareperseguita dagli storici.Ritornando ai megaliti e ai monoliti, tuttisanno che si tratta in realtà di enormiblocchi di pietra, alcuni anche dal peso diuna tonnellata.I bordi sono tagliati in maniera perfetta, illoro allineamento è ammirevole, e la lororesistenza nel tempo non ha precedenti;possiamo ancora pensare che si trattidell’opera di rozzi e ignoranti operaiprimitivi?Quale sistema avrebbero usato pertrasportare questi enormi blocchi?Teniamo conto che le distanze da coprire,partendo dalle varie cave ai luoghidestinati alla costruzione, raggiungevanospesso centinai di chilometri; teniamoanche conto che spesso i terreni eranoaccidentati, che si dovevano guadarefiumi, quali conoscenze custodivanogelosamente questi operai?

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Di certo si trattava di tecniche infallibili esemplici da usare; questo spiegherebbeper quale motivo, molto spesso, venneroscelte cave lontane chilometri, lasciandomolto materiale utilizzabile che si trovavagià sul terreno scelto per la costruzione,oppure nelle immediate vicinanze.

Un esperimento condotto anni fasulla Piramide di Giza, aveva comescopo quello di identificare quale tipo dimateriale adesivo era stato usato durantela costruzione; come quasi tutti sanno lefessure tra un blocco e l’altro sono ancoraperfettamente aderenti e non permettononeanche ad una lama di rasoio diinsinuarsi.Quello che invece non si conosce, è ilrisultato di tale esperimento; il test rivelòinfatti una anomalia prontamente taciuta,la composizione del materiale adesivousato dagli operai egiziani noncorrispondeva a nessuna delle 65.000sostanze note sulla terra.Rimane infine un ultimo quesito: ancheammettendo che molte delle civiltà che siprodigarono nella costruzione di grandiopere architettoniche, non avesseroancora sviluppato una forma di scrittura,perché non esiste alcun disegno, schema,o comunque qualunque cosa possa farepensare ad un abbozzo di progetto? Comefecero gli antichi a costruire le immenseopere che ancora oggi tutti ammiriamosenza avere nessun progetto, nessundisegno, nessun appunto e nessunoschema?

Non sappiamo esattamente cosaaccadde nel passato, per quale motivointere civiltà, improvvisamente,conobbero un periodo di vertiginosaascesa, seguito da una tragica ealtrettanto repentina decadenza. Tutte lerisposte sono racchiuse nei segreticustoditi da ingegnosi costruttori,persone che non volevano dimenticare unpassato durante il quale le distanze tral’uomo e le altre forme di vita sparsenell’universo non erano così pocopercorribili come lo sono oggi.

In realtà le distanze, forse, non sono maiesistite, tutti abbiamo voluto dimenticare,e in questo bisogno di razionalizzare ognicosa stiamo rischiando di perdere l’unicapossibilità di conoscere finalmente lenostre vere origini.

Roberto La [email protected]

Ecco la copertina del volume di Roberto LaPaglia: “Archeologia Aliena” (Ed. IlCerchio della Luna, 2008, euro 14); chifosse interessato può ordinare il libro anchein Rete, sul sito della casa editricewww.cerchiodellaluna.it

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MITOLOGIA

Oannes e il mito degli"uomini-pesce"Approfondendo una diffusa tradizione

ancestrale. Istruttori alieni nell’antichità?

(Presentato al "4° Simposio Mondiale sulle Origini Perdute della Civiltà e gliAnacronismi Storico-Archeologici", San Marino - 8 Novembre 2003, relazione

di Enrico Baccarini).

Agli albori dell’umanità, nella culla dellaciviltà, l’uomo sviluppò un mito che sisarebbe connaturato profondamente nellacultura e nella tradizione dei millennisuccessivi.La discesa dal cielo di un essere divino,dalle fattezze antropomorfe ma anche dipesce, venuto per insegnare le arti e lescienze e apportatore di conoscenze e diinsegnamenti che le tradizioni e gliantichi miti vorrebbero essere alla basedell’iniziale sviluppo dell’umanità.

"Oannes, Oanne(s), Oen, Oes, mostrometà uomo e metà pesce, venuto dal mareEritreo, ed uscito dall’uovo primitivo, dalquale erano stati tratti tutti gli altri enti,comparve - dice Beroso - presso un luogovicino a Babilonia. Egli aveva due teste;quella d’uomo era situata sotto quella dipesce. Alla sua coda erano uniti due piedid’uomo del quale aveva la voce e laparola. Questo mostro stava fra gli uominisenza mangiare, dava loro la cognizionedelle lettere e delle scienze, insegnavaloro ad esercitare le arti, ad innalzare

Enrico Baccarini è giornalista pubblicista, scrittore e laurendo in PsicologiaSperimentale. Alterna i suoi studi universitari alla profonda passione per imisteri del tempo e dell'uomo interessandosi attivamente di Ufologia, diEnigmi Storici, di Misteri del Passato e degli enigmi della Mente. Da taliinteressi è nato il portale che ha voluto appunto chiamare ENIGMA.

Enrico Baccariniwww.enricobaccarini.com

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templi, edificare città, ad istituire delleleggi, e a fissare i limiti dei campi consicure regole, a seminare, e a raccogliere igrani ed i frutti; in una parola, tutto ciòche raddolcire i loro costumi potevacontribuire. Al tramontar del Sole, eiritiravasi nel mare e sotto le acquepassava la notte. Ne comparvero inseguito altri simili a lui: e Beroso avevapromesso di rilevare questo mistero, manulla ne è rimasto. Oannes, Oes, diconogli eruditi, in siriaco significa ‘straniero’.Così questa favola ci insegna che giunseun tempo per mare uno straniero il qualediede ai Caldei alcuni principid’incivilimento. Esso era forse dalla testaalle piante coperto di pelli di pesce, erientrava tutte le sere nel suo ‘vascello’, sucui si nutriva senza esser veduto daalcuno […]"1.Così il "Dizionario Storico-Mitologico ditutti i Popoli del Mondo", edito nel 1824,ci descrive l’enigmatica figura di Oannes ilmitico dio sumerico dalle fattezzeantropomorfe e di pesce. Disceso dal cieloattraverso un "uovo cosmico" questo dioavrebbe fatto le sue prime apparizioni trail 3.000 ed il 4.000 a.C. (se non prima)segnando profondamente la cultura e lacoscienza degli antichi popoli delsubcontinente arabico.Fin dall’antichità le remote saghebabilonesi e sumeriche ci hanno lasciatoevidenti tracce della presenza di questomito testimoniandoci altresì la suaesistenza in bassorilievi ed incisioni.Nel 275 a.C. lo storico babilonese Beroso,nella sua "opera maxima" sulle antichetradizioni e civiltà del subcontinentearabico, affronterà nuovamentel’argomento lasciandoci ulteriori dettagli,ma allo stesso tempo maggiori domande,sulla reale presenza di questo esseredivino. La sua opera, anticamentecostituita da tre libri, è giunta fino a noisolo attraverso poche citazioni oframmenti risparmiati dal tempo.Nelle sue trattazioni Beroso racconta 1 "Dizionario Storico-Mitologico di tutti i Popolidel Mondo", di G. Pozzoli, F. Romani e A. Peracchi- Livorno, Stamperia Vignozzi 1824.

come la discesa di questo strano esserenon fosse stata l’unica della storiamesopotamica poiché sarebbero stati bendieci gli esseri divini che discesero sullaTerra per aiutare l’uomo.Ma chi o che cosa era realmente questoessere dalle fattezze antropomorfe? Forsel’archeologia ufficiale ci potrebberispondere che si tratta di un mito,probabilmente di derivazione eziologica,creato per giustificare lo sviluppo dialcuni popoli e forse anche l’esistenza diuna antica casta sacerdotale alloraesistente. Ma questa spiegazione rispondea tutte le nostre domande? L’unicarisposta per noi è "No!".Una risposta negativa non tanto perquello che potrebbe essere realmente unmito, abbellitosi ed ampliatosi nel corsodei secoli, quanto per l’enorme quantitàdi descrizioni totalmente sui generis checi presentano questo essere non tantocome uno dei tanti dei del passato macome il dio che avrebbe dato la scintilladella conoscenza all’uomo.Esistono molti miti simili nelle piùdisparate religioni di tutto il mondo, ma ilmito di Oannes possiede delle basi ed unaserie di dati documentali totalmente unicinel suo genere. Questo mito inoltrepercorre, e allo stesso tempo precorre,tutta la storia dell’umanità localizzandosiprincipalmente in quelle che furono "leculle" della civiltà moderna2.

GLI OANNES

Il mito di Oannes permea profondamente,e storicamente, l’humus culturale-religioso delle più antiche civiltà delnostro pianeta e risulta essere allo stessotempo al centro di uno dei piùinteressanti misteri della storia passata.I testi antichi, quanto quelli moderni, cidanno scarse informazioni riguardo aquesta figura leggendaria, dati che sonostati però in grado di fornirci degliinteressanti spunti per le nostre

2 Dall’India, alla Cina, al Sud-America, al nordEuropa fino ad arrivare nell’antica mesopotamia.

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riflessioni.Il primo popolo conosciuto ove questomito si manifestò sono i Babilonesi,cultura antichissima che tra le primeconcorse allo sviluppo della civiltà.Oannes assunse per questo popolo unvalore fondamentale, e a lui venneattribuito il primo incivilimentodell’Assiria e della Babilonia. Latradizione favoleggia dell’uscita di questoessere divino da un "uovo primitivo" (o dauna struttura di forma ovoidale) che loaveva condotto fino sulla Terra così dapotersi mostrare agli uomini nella suaforma antropomorfa. In periodi più tardi,e prevalentemente nelle prime culturearabiche moderne, il mito e la figura diOannes verranno studiate in una chiavedi lettura differente che si riferirà al diopesce come ad una delle tantemanifestazioni di "geni benefici" (Jinn)interagenti con l’uomo, figure queste chesaranno molto care alla tradizioneculturale arabica medioevale.Un’opera greca di fondamentaleimportanza ci permette di comprenderefino in fondo il mistero legato al dio-pesce, primo dei Sette Saggi dellatradizione sumerica sulle origini dellaciviltà."Babiloniaka"1 fu l’opera scritta dal giàcitato storico Beroso2 che fu sacerdotecaldeo del dio Bel (Marduk) e che dopoanni di duro lavoro produsse nel 275 a.C.tre volumi in cui raccolse la storia, gli usie le tradizioni degli antichi popolimesopotamici.Purtroppo il testo originale del"Babiloniaka" è oggi andato perduto;tuttavia il suo contenuto ci è noto graziead alcuni frammenti che furono riportati

1 Mayer Burnstein, S., "The Babyloniaca ofBerossus", in SANE 1/5, Undena Publications,Malibu 1978. Si vedano anche: Jacoby, F., "DieFragmente der griechischen Historiker", DritterTeil C., Leiden 1968, N.680, p. 389; Schnabel, P.,"Berossus un die babylonische hellenistischeLiteratur", Berlino 1923; Hrozny, F., "Oannes,Dagan un Dagur", MVAeG 1903 N.5, pp. 94-106.Nome.2 Che nella sua forma greca era Berossos,originariamente in babilonese Bel-usur.

da altri autori e che hanno permesso unase pur parziale conservazione del testofino ad oggi. Il materiale arrivato fino anoi verte principalmente sulla storia dellacreazione così come codificata dagliantichi babilonesi in oltre due millenni distoria.La sua conservazione è stata possibilegrazie ad un monaco di Costantinopoli,noto come Syncellus o Synkellos (VIIIsecolo d.C.) che aveva tratto questomateriale dalle perdute "Cronache" delpadre della Chiesa Eusebio di Cesarea(260-340 ca. d.C.) il quale a sua voltaaveva attinto da un’epitome dei libri diBeroso fatta nel primo secolo a.C. daAlessandro Polistore3. Come detto l’operaera costituita da tre volumi nei quali erastata condensata la storia di Babiloniadalle sue origini mitiche fino all’avventodel conquistatore Alessandro Magno (336- 323).Fondamentale per la nostra trattazione èil materiale pervenutoci dal primo libro incui si parla del mito dei Sette Saggi (cheaffronteremo fra breve) e delle originidella civiltà babilonese. Seguendo quellache è la versione di Polistore, leggiamo:"Vi era una gran moltitudine di gente aBabilonia, ed essi vivevano senza leggicome animali selvaggi. Nel primo announa bestia, chiamata Oannes, apparve dalMar Eritreo, in un luogo adiacente aBabilonia. Tutto il suo corpo era quello diun pesce, ma una testa umana gli eracresciuta sotto la testa del pesce, e piediumani gli erano similmente cresciuti dallacoda del pesce. Esso aveva una voceumana. Una sua immagine è conservataancora oggi. Egli (Beroso, n.d.a.) dice chequesta bestia passava i giorni con gliuomini, ma non mangiava cibo.Essa diede agli uomini la conoscenza dellelettere, delle scienze e delle arti di ognitipo. Insegnò loro anche come fondarecittà, erigere templi, formulare leggi emisurare i campi. Rivelò loro i semi e laraccolta di frutta, ed in generale diede

3 "Enciclopedia Britannica" (XIV° ed. London eNew York, 1929), III, p. 460.

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loro ogni cosa che è connessa con la vitacivilizzata. Dal tempo di quella bestianulla di nuovo è stato più scoperto. Maquando il Sole tramontava, questa bestiaOannes si tuffava nel mare e passava lenotti nell’abisso, poiché essa era anfibia.In seguito apparvero anche altre bestie.Egli (Beroso, n.d.a.) dice che discuterà diqueste cose nel libro dei Re1. Oannesscrisse sulla nascita e sul governo, e diedeagli uomini il seguente racconto."A questo punto Polistore, rifacendosi altesto di Beroso, presenta una narrazioneche Oannes avrebbe dato agli uominisull’origine della vita. Durante la letturacapiterà sicuramente di effettuare unparagone che per quanto ci riguardasembra abbastanza obbligato.Nel racconto si parla di una vitaprimigenia descritta in tutto e per tuttocome se fosse quel "brodo primordiale" acui la scienza moderna sembra far risalirela prima nascita della vita. Vediamo comeprosegue il racconto: "Egli (Oannes,n.d.a.) dice che c’è stato un tempo in cuiogni cosa era oscurità e acqua e che inquest’acqua strani esseri dalle formebizzarre si generarono…", il testo poiprosegue descrivendo come le primeforme di vita fossero strani esseri, ibriditra specie diverse che lottarono con la vitae per la vita fino a che una certa forma diequilibrio non iniziò a presentarsi.La descrizione che ci è stata fatta daBeroso su Oannes, pur se giunta a noi inmaniera estremamente frammentaria, èsignificativa del contributo fondamentaleche questo essere diede allo sviluppo delleciviltà nel bacino meridionale dellaMesopotamia, tra il fiume Tigri el’Eufrate.Per i successori dei Babilonesi, gli Assiri,Oannes (chiamato anche Oes) sarà laforma greca del "nome del mostro" alquale la tradizione antica attribuirà ilmerito di aver "incivilito la Caldea".Questo essere divino, questo "genio" o"straniero" come venne differentementechiamato, aveva un aspetto mostruoso

1 Cioè il secondo libro della Babiloniaka.

tale da incutere spavento in tutti coloroche lo poterono osservare. Significativo,nel caso ci dovessimo trovare veramentedavanti ad un essere vivente, ecaratterizzato da una totale difformitàrispetto all’uomo inteso in senso proprio.Se gli fu attribuito il merito di averincivilito coloro che allora vivevano inCaldea doveva avere senza dubbio una"cultura superiore" rispetto allepopolazioni ivi stanziate e dovevaplausibilmente appartenere ad una civiltàsuperiore (terrestre o no che fosse).Nel corso dei secoli si è poi cascati moltevolte in errore identificandoraffigurazioni riferite ad una castasacerdotale dell’antica Babilonia come adimmagini riferite ad Oannes. Sappiamoinfatti dall’archeologia classica che afianco del mito, e delle raffigurazioni diquesto strano essere, è esistita una castasacerdotale che probabilmente fu l’unicadetentrice e custode della conoscenza daesso donata e che altresì si vestì conparamenti sacri che ricalcarono in tutto eper tutto la forma zoomorfa del dio.Un altro problema sovente citato siriferisce al luogo in cui il dio sarebbeapparso. Secondo Beroso "…sarebbeapparso in tempi mitici uscendo dal MarEritreo verso i confini di Babilonia…".Con cartina alla mano ci si accorgeràsubito che il Mare Eritreo è molto lontanorispetto ai confini di Babilonia.Il "mare Erirthraeum" era però per moltigeografi dell’antichità il Mar Rosso, madata la distanza della Caldea da questomare è possibile che "Oannes" potesseavere avuto il suo "vascello" proprio nelGolfo Persico.

IL MITO SUMERICO DEI SETTESAGGI

Ricca di fascino e di mistero è un’altratradizione sumerica che si riferisce al dioOannes, il mito dei Sette Saggi.I Sette Saggi, chiamati in accadico"apkallu" (ap-kal-lu = saggio) ed insumerico "abgal", erano degli esserivissuti precedentemente al grande

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diluvio, o tempo mitico la cui "creazione"era stata voluta dal dio Enki (Ea nellaletteratura accadica) che aveva concessoloro il dono della saggezza.La difficoltà moderna nella comprensionedi questo mito risiede nel fatto che puresistendo molti riferimenti a questi esseri,le fonti significative sono estremamentetarde, lasciando presagire la possibilitàche si possa trattare di un mitoeziologico1.Tale ipotesi è stata però molte voltecriticata poiché non tiene inconsiderazione alcuni elementi che oggiproponiamo attraverso le pagine diArcheomisteri.I dati storici ci dicono che il mito dei SetteSaggi era già presente nel 3.000 a.C. e siriferisce a loro come esseri sapientiestremamente abili anche nell’uso delle"arti magiche e degli incantesimi"2.Nei testi in accadico più antichi, chetestimoniano la presenza del mito deisette saggi, quello che si presume essere ilpiù antico è "l’Epopea di Erra",composizione di carattere epico dedicataal dio babilonese della guerra e dellasciagura.La collocazione storica di tale testo è statamolto difficile, ma l’attuale linea dipensiero propende nel collocarla nelperiodo di Ur III (fine del terzo millennioa.C.).Nel testo i Sette Saggi vengono anchechiamati "pesci-puradu" ad indicare unostrettissimo legame con il loro elementoprediletto, l’acqua. Il primo di questi SetteSaggi è quello che forse interessamaggiormente alla nostra trattazione ed èindicato con il nome di "Oannes".Oannes ed i Sette Saggi sono cosìconnessi indissolubilmente, nel tempodefinito mitico, con l’esercizio dellaregalità in qualità di consiglieri dei

1 Eziologia - parte di una scienza che studia leorigini di un fenomeno. Nel caso specificodell’archeologia o dello studio mitologicol’eziologia è identificabile come la ricerca delleorigini di tradizioni, miti istituzioni e simboli.2 Una metafora probabilmente della loro culturasuperiore.

sovrani antecedenti al diluvio nonchécome portatori di quelle conoscenze cheavrebbero dato inizio alle antiche civiltà.

OANNES ED IL POPOLO ELETTO:ESISTONO DEI COLLEGAMENTI?

L’origine degli Ebrei, nonché del loronome, è fra gli storici ancora motivo diaccese polemiche. Sembra chenell’antichità fossero chiamati Habirù,nome che appare diversamente trascrittopresso molti popoli orientali che lidefinivano Habiri, Apiru, Hapiru.Comunque sia, tanto il nome Ebrei(moderno) che il nome Habirù hanno incomune la radice Hbr. Gli storiciritengono però che con molta probabilitànon si tratti dello stesso popolo.Diversi studiosi3 ritengono peròverosimilmente che gli Ebrei potesseroaver costituito un sottogruppo ristrettodegli Habirù mesopotamici. Il termine"ebrei" viene fatto oggi verosimilmentederivare da uno dei patriarchidell’antichità: Eber, uno dei discendentidi Sem figlio di Noè salvatore dal grandediluvio. Il termine "ebrei" è stato messo inrelazione con una radice semitica chealluderebbe al nomadismo. Talecollegamento rimane però ancoraun’ipotesi.Il termine non viene generalmente usatodagli ebrei stessi ma da altri popoli peridentificarli, almeno fino a tempi più omeno recenti. Eber rimane comunqueuno dei mitici patriarchi legati ad un’etàleggendaria.Il suo nome potrebbe essere statoricordato nell’antichissima città diHebron e probabilmente anche nellostesso nome di Abramo, originario di Urdei Caldei in Mesopotamia. È da notarecome la storia dell’epoca leggendaria degliebrei lasci intravedere con moltachiarezza dati estremamente importantiper future ricerche.È possibile identificare (al tempo miticodella storia babilonese) i "dieci Re

3 Come principalmente il Michaeli.

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antidiluviani", i dieci Oannes di cuiBeoroso ci riferisce nelle sue opere con idieci patriarchi biblici (la cui longevità èpresente sia nelle narrazionimesopotamiche che all’interno dellaBibbia)?I collegamenti ed i richiami tra gli Ebrei ela Mesopotamia sembrano essereveramente molti. I miti, le leggende, ed inparte la storia stessa testimoniano lapresenza del mito degli Oannidi siadurante il periodo mitico caldeo che inquello ebraico.Studiosi come il Prof. SolasBoncompagni, a cui personalmentedobbiamo molto per questi nostri studi,ritengono plausibile ipotizzare che gliEbrei, sottogruppo degli Habirù,potessero aver costituito una ristrettacerchia sacerdotale detentrice dei miticiinsegnamenti degli Oannes. Il lavoro dioltre 50 pagine di Boncompagni ha peròper ora aperto solo uno spiragliointerpretativo-alternativo sulla storia delpopolo eletto, pur avendo fornitoelementi veramente interessanti perquesto campo di studi.Recenti ricerche, come abbiamo vistoprecedentemente, potrebbero farcipresumere che a fianco dell’antichissimacomparsa di questo strano essere in terradi Babilonia potesse essere sorta unacasta sacerdotale che cercò di copiarne lefattezze e custodirne la conoscenza. Forsei primi Ebrei/Habirù costituirono proprioquesta casta eletta.Il ricordo delle imprese di Oannes èsopravvissuto in parte anche nella culturamonoteista ebraica nel Vangelo Aprocrifochiamato gli "Atti di Pilato".Questo testo, in un determinato versetto,narra di quando Gesù entrò aGerusalemme nella veste di emissario diDio e di come il popolo lo acclamòchiamandolo "Oannes che vieni dall’altodei cieli".Secondo alcuni questa frase sarebbedovuta ad un errore di trascrizione otraduzione nella versione distorta del bennoto "Osanna nell’alto dei cieli".

Lo studioso ebraico contemporaneo"Hayym ben Yehoshua" si dice peròconvinto della prima ipotesi (in cui sichiama in causa Oannes) in quanto,filologicamente, il nome nei testi originalisarebbe stato proprio Oannes.Ben Yehoshua si riferisce poi a comenell’iconografia cristiana Gesù vieneespressamente caratterizzato dalla figuradel "pesce"1, come lo furono molti altrigrandi mistici del passato. Ovviamentepossiamo passare come buone questeipotesi seppur, in assenza di datisignificativi, con il beneficiodell’inventario.Abbiamo visto precedentemente comeEnoch fosse stato probabilmente uno deipatriarchi ad essere stato ammesso allavisione delle "sfere divine".Enoch oggi è noto per un fatto chepossiede forti correlazioni con materieche esulano l’argomento dell’attualetrattazione. Questo patriarca, si narra nel"Libro di Enoch", (II - I secolo a.C.)apocrifo del Vecchio Testamento: "vennerapito in cielo da un vento impetuoso eportato in una Grande Casa di cristallo,alla presenza dei Figli dei Santi" chiamati,guarda caso, Osannini o Osannes.Questi esseri interagirono lungamentecon il patriarca che afferma, tra le altrecose, che:

"… essi mi dissero che l’universo è abitatoe ricco di pianeti, sorvegliati da angelidetti Veglianti o Vigilanti; e mi fecerovedere i Capitani e i Capi degli Ordinidelle Stelle. Mi indicarono duecentoangeli che hanno autorità sulle stelle e suiservizi del cielo; essi volano con le loro alie vanno intorno ai pianeti..."

Non c’è bisogno di dire che questo testo èdel II - I secolo a.C. e che, se loconsideriamo alla lettera, contieneevidentemente delle informazioniscientifiche sbalorditive.

1 In riferimento alla traduzione greca del termineCristo.

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COMPARAZIONI MITOLOGICHE

Le comparazioni mitologiche finorapresentate non finiscono, giacché l’idea diun Dio-pesce la ritroviamo in numerosialtri popoli del Medio Oriente antico.Fenici, Siri, Aramei ed Amorreiadoravano tutti un dio-pesce di nomeDagone (Dagon), altro dio dalle molteattribuzioni. Nel suo nome si trova però lostesso significato di "pesce", data la suaradice ebraica "dag" = "pesce". Per taliragioni alcuni orientalisti e mitografihanno riconosciuto in un altro dio,Derketo/Atargati, lo stesso Dagon.Se poi volessimo allontanarci dall’Arabiapotremmo trovare interessantissimiparallelismi in Cina dove èprofondamente radicata la leggenda diuno dei mitici semidei iniziatori dellaciviltà, guarda caso dalle fattezzeantropomorfe di pesce: Fu Hsi uomo-pesce dalle straordinarie capacità e oggimeglio conosciuto in Occidente qualeprimo "compilatore" dell’I Ching, il "Librodei mutamenti".Dalla Cina la leggenda di questo miticouomo-pesce si espanse per tutto l’Oriente,ma la prima manifestazione viene fattarisalire anche in questo caso al 3.000 a.C.circa.Esistono dunque analogie tra Dagone, lafilistea Derceto e Oannes (nelle sue varielocalità), e anche il Mitraismo non fu dameno inglobando nei suoi rituali quelliche potevano essere le ultime vestigia diantichi culti dedicati al dio Oannes.Proprio il Mitraismo infatti adottò uncopricapo cerimoniale dalle fattezzealquanto "insolite", copricapo che ancoraoggi possiamo osservare durante lenormali celebrazioni liturgiche cristiane. Ivescovi e le alte gerarchie ecclesiasticheinfatti utilizzano la Mitra, anticocopricapo desunto proprio dalla religionemitraica e inglobato dalla chiesa cattolicadurante i suoi inizi.

DAGON, L'UOMO PESCE

A conferma degli eventi narrati ci viene inaiuto un altro dato estremamenteimportante che nel prosieguo della nostratrattazione troverà raffronti veramenteunici.Il culto dell’uomo-pesce dei Sumeri eradiffuso in antico praticamente in tutto ilMedio Oriente. Oannes era venerato daiFilistei con il nome di Dagon (o Odakon),mentre una tribù del Mali (nell’Africasub-sahariana), la tribù dei Dogon, lochiama ancora oggi "Nommo".In base a quanto esposto fino ad ora, dalMedio Oriente ai paesi del Mediterraneo,sono molte le leggende che riguardanoesseri dalle caratteristiche simili a quelledi Oannes. Va detto che Oannes è il nomedato dal greco Elladio all’esseremitologico che i popoli accadicichiamavano in realtà "Uan".Anche in America i Maya adoravano unessere anfibio che chiamavano "Uaana"che significa "colui che risiedenell’acqua".Si noti che personaggi mitici hanno nomisimili in civiltà che non sono mai venute acontatto tra loro.Anche i Filistei adoravano una creaturaanfibia chiamata Dagon che venivaraffigurata, assieme alla sua compagnaAtargatis, con coda di pesce e corpoumano. Dagon appartiene alla stessaradice linguistica di "Dogon", il nomedella citata tribù del Mali che adora ilNommo, un essere superiore dal corpo dipesce, propiziatore di tutta la loro cultura,che tornò tra le nuvole all’interno di un"uovo rovente".A Rodi, infine, troviamo i Telchini,divinità anfibie dotate di poteri magici,che Zeus scacciò dall’isola perché avevanoosato "mutare" il clima.

DA OANNES AI DOGON:ISTRUTTORI ALIENI?

I Dogon sono una popolazione africanastanziata sull’altopiano di "Bandiagara"nella Repubblica del Mali.

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Questa popolazione entrò in contatto colmondo occidentale dopo il 1920.Nel 1931 gli antropologi francesi MarcelGriaule e Germaine Dieterlen vi sistabilirono per diversi anni a studiarne lacultura e le tradizioni. Un vecchiosacerdote della tribù, Ogo Temmeli, fucolui che iniziò a rivelare i segretidetenuti per millenni dalla castasacerdotale dei Dogon.Essi parlavano dei Nommo, creatureanfibie civilizzatrici provenienti dallastella Sirio, e mostrarono a Griaule e allaDieterlen di possedere precise nozioniriguardo a tale astro.Nel 1950, la Dieterlen pubblicò i risultatidei loro studi nel libro "Le Renarde Pale",ma si dovrà aspettare fino al 1997 pervedere confermata nella mitologia Dogonuna incredibile conoscenza astronomica.I Dogon erano infatti a conoscenza delfatto che Sirio è un sistema multiplo, conSirio A, Sirio B e Sirio C.Dimostrarono di sapere che Sirio B ruotaattorno a Sirio A, la stella principale, conun’orbita ellittica e con un periodo di 50anni. Inoltre, cosa più sconcertante,conoscevano l’esatta posizione di Sirio Aall’interno dell’ellisse formato dallarotazione di Sirio B attorno alla stellaprincipale. Sirio B era chiamata "PoTolo"; "Tolo" significa stella mentre "Po"è il nome di un cereale che ha lacaratteristica di essere pesantenonostante le piccole dimensioni.Sirio B, astronomicamente parlando, èinfatti una nana bianca con una densitàestremamente elevata.I Dogon sostenevano che essa eracomposta da una sostanza "più pesante ditutto il ferro della Terra".Ogo Temmeli rivelò anche che unaseconda compagna di Sirio Aaccompagnava "Po Tolo", e il suo nomeera "Emmeia", era quattro volte piùleggera di "Po Tolo" ed orbitava attorno aSirio A con un periodo di 6 anni.Il sistema di Sirio era quindi un sistematernario.Sirio B, la piccola nana bianca fu vista efotografata solo nel 1970 mentre Sirio C è

stata rilevata nel 1997 attraverso calcolimatematici sulla perturbazione delleorbite delle altre due stelle1.Chiaramente tali conoscenze detenute permillenni da un popolo tribale circacognizioni che solo oggi possiamo epotremmo avere hanno sconcertato, esconcertano, l’intera comunitàantropologica mondiale.La conoscenza dei Dogon non era limitatasolo a Sirio.Ogo Temmeli disegnava altresì il pianetaSaturno all’interno di un cerchio piùgrande (gli anelli), e sapeva che Giovepossiede accanto a sé "quattro compagne"principali (le note lune galileiane).La Terra era raffigurata come una sfera ene conoscevano il principio di rotazionesul proprio asse (assieme a quello deglialtri pianeti). Sapevano che la Luna è"morta e disseccata", che l’Universo "èun’infinità di stelle e di vita intelligente" eche la Via Lattea, la nostra Galassia, ha unmovimento a spirale cui partecipa ancheil nostro Sole.Tutto ciò oggi può, forse, apparirescontato in una civiltà che basa i suoipunti cardine sulla comunicazione dimassa, ma è del tutto incredibile se siconsidera che solo alcuni secoli fa per noioccidentali la Terra era piatta. I Dogonperò conoscevano già nel 1931, masicuramente molto prima, dettaglistrutturali del sistema di Sirio che solorecentemente abbiamo acquisito e chequesto popolo si era inspiegabilmentetramandato fin dall’inizio dei tempi2.Ma da dove provengono questeconoscenze?Come abbiamo più volte visto attraversoArcheomisteri, un qualsiasi buon libro distoria antica potrebbe farci comprenderecome molti popoli dell’antichità potevanoricavare profonde conoscenzeastronomiche da osservazioni fatte adocchio nudo. Ma Sirio B non è visibile adocchio nudo, e meno ancora lo è Sirio C. 1 In quanto Sirio C è probabilmente una nanarossa di magnitudine 15, cioè migliaia di voltemeno luminosa di Sirio A.2 Ovviamente in forma simbolica e mitizzata.

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Si potrebbe quindi ipotizzare che tuttequeste nozioni sono la reminescenzaculturale di un contatto avvenutoanticamente tra gli antenati dei Dogon e ilmitico Oannes, che secondo alcuni1sarebbe stato né più né meno il primoemissario di una civiltà extraterrestre.I Nommo furono per i Dogon non dei maesseri semidivini, per metà uomini e metàpesci, che scesero dal cielo a bordo di unagrande arca circolare, e che utilizzavanol’acqua per sopravvivere.Inoltre, i Dogon facevano distinzione tral’oggetto che atterrò sulla Terra e un’altraarca, che rimase invece in cielo e chepotrebbe essere facilmente interpretabilecome una "astronave-madre". Secondo latradizione dei Dogon questi esseri, unavolta discesi dal loro veicolo, avrebberocercato per prima cosa dell’acqua perpotersi immergere.L’incontro con gli Otto Nommo nonsarebbe però avvenuto nel deserto doveora risiedono.Teorie recenti identificano i Dogon come idiscendenti di un popolo di originemediterranea, i Garamanti, che giunserosull’altopiano del Bandiagara tra il 1200 eil 1500 d.C. provenendo dallaMesopotamia.Nell’antichità i Dogon furono in contattocon le culture dell’Egitto e dellaMesopotamia, e forse fu proprio qui che iDogon appresero le loro sorprendenticonoscenze astronomiche.Tirare le fila del discorso diventa ora unaimpresa veramente difficile.Abbiamo detto come dalla Mesopotamiaalla Cina, dal Sud-America all’Islanda(ove è altresì presente il mito di un dio-pesce civilizzatore), esista un filo comuneche lega l’inizio della civiltà alla presenzadi un essere dalle fattezze antropomorfe edi pesce. Oannes costituisce un unicumculturale/religioso che attraversa decinedi popolazioni e di paesi in tutto il mondoantico.È possibile ipotizzare che un possibile 1 Viste le incredibili conoscenze detenute daquesta popolazione tale ipotesi è oggi più che maiaccreditata.

contatto di questi esseri con popolazioniindigene condusse ad uno "scambioculturale" tra due mondi eall’acquisizione, da parte dei Sumeri edegli Egizi, di conoscenze astronomiche etecnologiche altrimenti inesplicabili?Forse sì, come hanno espressamenteaffermato negli anni Sessanta i notiastronomi Carl Sagan, statunitense, eIosif Shklovsky, giacché i dati che la storiaci presenta al riguardo sembrano in effettiessere quanto meno incontrovertibili intal senso.

Enrico [email protected]

I libri di Enrico Baccarini sono reperibilianche in rete. Per maggiori informazioni èsufficiente visitare il sito web dell’autore alseguente indirizzo: www.enricobaccarini.com

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EGITTOLOGIA

Datazioni al C-14dell’Antico Regno

© 2007 Antonio Crasto, tutti i diritti riservati

È noto che esistono notevoliproblematiche nel determinare la veracronologia dell’età faraonica,specialmente quella dell’Antico Regno (I-VI dinastia) e del 1° Periodo Intermedio(VII-XI dinastia), problematiche chehanno posto gli Egittologi di fronteall’alternativa di considerarel’unificazione dell’Egitto, sottoNarmer/Menes, intorno alla fine del 5°millennio (cronologie lunghe) o alla finedel 4° millennio (cronologie corte ecortissime) o ancora all’inizio del 3°millennio (cronologie estremamentecorte).

Nel XX secolo sono state elaborate, davari ricercatori, possibili ricostruzionimatematiche della cronologia faraonica,basate sostanzialmente sull’opera delricercatore E. Meyer, che all’inizio delsecolo aveva elaborato una cronologiacorta e una cortissima, che ponevanorispettivamente l’inizio dell’età faraonicanel 3315 o nel 3197 a.C.Attualmente è in corso, da parte di alcuniEgittologi, il tentativo di apportareulteriori tagli alla cronologia delle primedue dinastie, per portare l’inizio dell’etàfaraonica nel 2° secolo del 3° millennioa.C., così da poter giustificarel’inaugurazione dei due calendari egizi,

Antonio Crastowww.ugiat-antoniocrasto.it

Antonio Crasto, laureato in Fisica, è ricercatore in Fisicadell’Atmosfera, Meteorologo dell’Aeronautica Militare Italiana edEgittologo dilettante. E’ autore del volume “Hassaleh, L’occhio diHorus. Manetone aveva ragione!” (Ed. Ugiat, 2007, euro 20).

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durante il regno di Djer, 3° faraone della Idinastia, intorno al 2779 a.C.Questo tentativo sembra trovare unagiustificazione nell’ipotesi avanzata daW.F. Albright e A. Scharff, basata su unapersonale interpretazione della celebrestele di Naram Sin, esposta al Louvre diParigi, che lascerebbe intendere di unoscontro fra questo sovrano accadico e uncerto faraone Mani.Ritenendo che Naram Sin sia vissutointorno al 2850 a.C. e che Mani possaessere identificato con Menes, 1° faraonedella I dinastia, Albright ha ipotizzato chel’unificazione dell’Egitto possa essereportata al 2° secolo del 3° millennio a.C.Malgrado il regno di Naram Sin vengadatato comunemente intorno al 2260-2223 a.C. e la vittoria di cui parla la stelesembri riferirsi a un popolo dellamontagna, forse i Lulubi, o a un certo reManium di Magan, nella regione orientaledel Golfo di Oman, l’idea di Albright haottenuto un certo seguito ed è statasostenuta fra gli altri dall’Egittologo A.Scharff.Questa ipotesi ha trovato però una decisaopposizione in Alan Gardiner che haasserito:

«Da parte nostra ci è difficile accettare comeinizio della prima dinastia una data così bassacome il 2850 a.C. proposta da A. Scharff in baseall’ugualmente incerta cronologia di Babilonia.Noi preferiamo attenerci al 3100 a.C. come datapiù probabile, lasciando un margine prudenzialedi 150 anni in più o in meno che potrebbe però ungiorno o l’altro rivelarsi insufficiente.»

I tagli consistenti alla cronologia dellaciviltà egizia hanno portato alcuniEgittologi, quale Rohl, a sostenerel’ipotesi che la civiltà egizia sia figlia diquella dei Sumeri, diventata in tal modoquasi contemporanea, filiazione forsesuffragata dalle molte testimonianze divita predinastica negli wadi del desertoorientale, dalle costruzioni con mattonid’argilla, tipiche della Mesopotamia, e dalun coltello in selce e avorio, trovato nelGebel el-Harak, che richiama fortementelo stile artistico delle antiche popolazionidella Mesopotamia.

Prime datazioni al C-14

Le drastiche decurtazioni degli anni diregno riportati dall’unico storico egizio, ilsacerdote tolemaico di Iunu/Heliopolis,Manetone (3° secolo a.C.), furono in uncerto senso avallate dalle prime datazionial C-14, effettuate dopo il 1959, secondole quali le culture preistoriche epredinastiche, necessariamente moltoanteriori all’età faraonica, vennerostimate fra la seconda metà del 5° e laprima metà del 4° millennio a.C.Queste datazioni non hanno soddisfattoperò la maggior parte degli archeologi,così da suggerire un’attenta critica alleipotesi iniziali del metodo di datazione alC-14, che supponeva una distribuzionecostante nel tempo degli isotopi delCarbonio. Si è arrivati così a una stimadella distribuzione nel corso degli ultimidiecimila anni grazie a una lunga serie didatazioni del legno degli anelli diaccrescimento degli alberi, anelli databiliper altra via (dendrocronologia)analizzando una sequenza continua deglistessi (un anello per ogni anno). Questedatazioni per anni sicuri di riferimentohanno consentito di elaborare curve dicalibrazione, che sono ovviamenteindipendenti dal luogo di crescita deglialberi, in quanto l’anello considerato, ilcui spessore dipendeva invece dallecondizioni meteorologiche del luogo,presenta un contenuto residuo di C-14dipendente solamente dall’attività delSole durante il suo anno di crescita.Questo sviluppo della metodologia e ilcontemporaneo miglioramento delmetodo di misura, ottenuto grazieall’ausilio dello spettrometro di massa, haconsentito di rivedere tutte le datazioniprecedentemente ricavate e retrodatare ilneolitico egizio di oltre 1.000 anni,confinandolo sostanzialmente nel 6° e 5°millennio a.C.Malgrado il considerevole allungamentodel periodo preistorico sembrasse lasciarspazio a un ripensamento della tendenzaa considerare cronologie “cortissime”, gliEgittologi hanno preferito ridefinire

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solamente i limiti delle differenti culturepredinastiche, senza riconsiderare iriferimenti cronologici dell’età faraonica,almeno quelli dell’Antico Regno,considerati ormai quasi intoccabili.

Campagna di datazione al C-14 del1984

La necessità di porre un punto fermonella cronologia dell’Antico Egitto, masoprattutto il desiderio di dimostrare lagrande antichità di alcuni monumentidella Piana di Giza, ha portato la EdgarCayce Foundation, convinta sostenitricedell’influenza di Atlantide sull’anticaciviltà egizia, a finanziare una primaimportante campagna di studio nel 1984.I ricercatori vollero percorrere la stradadi datare col metodo del C-14 calibrato glieventuali campioni organici che fosserostati incorporati involontariamente nellamalta di gesso utilizzata per livellare,allineare e collegare i blocchi di pietra dialcune piramidi e templi, ipotizzando chequesta datazione potesse risultare unbuon indicatore della cronologia deifaraoni che avevano realizzato imonumenti.Era evidente che la datazione indirettaavrebbe comportato l’analisi di repertiintrusivi, anteriori o posteriori al regnodel faraone di riferimento, ma si speravacomunque di poter ottenere, una voltascartate le eventuali datazioni anomale,valori medi accettabili.I ricercatori Mark Lehner e RobertWenke provvidero a individuare 80campioni organici, che furono sottopostia diversi trattamenti di decontaminazionee quindi alla datazione in due importanticentri specializzati nella metodologia alC-14, ripetendo quando possibile ladatazione dello stesso campione nei duecentri.I risultati ottenuti hanno permesso diprendere in considerazione 72 datazioni,riferite a 64 reperti, provenienti da 20differenti monumenti, 11 piramidi, 7templi mortuari, 1 mastaba e 1 tombadella I dinastia.

Le differenze fra le datazioni ottenute equelle centrali dei regni dei diversifaraoni, secondo la cronologia propostanel 1970 da Hayes, furono consideratesolamente per i monumenti chepresentavano più di due campioni equindi confronti sufficientementeattendibili e hanno mostrato valoridecisamente più alti, per cui i repertisembravano essere mediamente piùantichi di 374 anni.L’analisi dei risultati fu così sorprendenteche Mark Lehner, direttore del progetto,dovette ammettere, in un articolo del1986, che:

«[…] i dati del radiocarbonio tendono a suggerireche tutta la cronologia della storia egizia sarebbeda far scivolare più indietro in un arco compresofra 200 e 1200 anni. […]. I nostri dati ufficialiavvicinano da 400 a 450 anni la data di nascitadelle Piramidi dell’Antico Regno, in modoparticolare quelle attribuite alla IV dinastia […].»

52 delle 72 datazioni ottenute hannoconsentito il calcolo delle seguenti medieper 10 dei monumenti (anni a.C.) e ilconfronto fra detti valori medi e quellocentrale del regno del faraone diriferimento, secondo la cronologia Hayes(nella 3° e 4° colonna della tabella èindicato il numero dei reperti utilizzatiper le medie e quello dei reperti scartati,in quanto presentanti datazioni ritenuteanomale):

cron. / diff1984 r s

C-14calibrata Hayes

1 Pir./Tem. Djoser 4 2 2944 ± 65 2658 286 2 Pir. Sekhemkhet 2 1 3087 ± 144 2645 442 3 Pir. Cheope 15 1 2966 ± 52 2577 389 4 Pir./Tem. Djedefra 6 1 2957 ± 60 2562 395

5Pir. Chefren eTem. Sfinge

8 1 2961 ± 66 2546 415

6 Pir. Micerino 3 3 2865 ± 130 2519 346 7 Mas. Shepseskaf 4 3 2951 ± 92 2503 448 8 Pir. Userkaf e regine 5 0 2906 ± 93 2491 415 9 Tem. Sahura 2 1 2729 ± 93 2480 24910 Pir./Tem. Unas 3 0 2719 ± 89 2360 359

52 13 Med. 374

L’analisi di questi risultati evidenzia unavariabilità della differenza fra le duecronologie compresa fra 249 e 448 anni euna distribuzione di frequenza sbilanciataverso i valori alti, per cui il valore medio

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di 374 anni sottostima l’intervallo piùprobabile.

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1

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3

4

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)

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)

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)

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)

(400

-450

)

Frequenze differenze C-14 (84) / cronologia Hayes

Distribuzione di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(84) calibrate e le date centrali dei regni dei faraoni di riferimento,secondo la cronologia di Hayes

L’ipotesi suggerita dagli autori dellaricerca sulla possibilità che le datazioni alC-14 siano semplicemente sovrastimatemediamente di 374 anni è chiaramentefrutto di una fede quasi cieca nellacronologia “ortodossa” presa perriferimento, mentre le datazionipotrebbero dirci che la cronologiaattualmente riconosciuta è erratamediamente di 374 anni, per l’arco ditempo compreso fra la III e la V dinastia,e che forse nelle datazioni medie deisingoli monumenti si possa nascondereuna nuova cronologia, che si differenziada quella riconosciuta secondo una leggenon ancora evidenziata.

Confronto con una nuovacronologia di Manetone/Africano

Lo scrivente ha messo a punto unarevisione della cronologia delle prime18/19 dinastie, trattata in mododettagliato nel suo libro HASSALEH -L’OCCHIO DI HORUS. MANETONEaveva ragione! e basata sui seguentipunti fissi di riferimento:

- l’anno 3761 a.C. compreso nel regno diDjer;

- l’incoronazione di Userkara, 2°faraone della VI dinastia, nell’anno2515 a.C.;

- la fine del regno di Amenemhat I nel2022 a.C.;

- l’incoronazione di Senuserrat III(Sesostris) nell’anno 1886 a.C.;

- l’incoronazione di Amenhotep I(Amenophis) nell’anno 1536 a.C.;

- l’anno 1471 a.C. compreso nel regno diThutmose III (Tuthmosis);

- l’inizio e la fine del regno diSmenkhkara nel 1385 a.C.;

- l’inizio del regno di Sethi I nel 1320a.C., in corrispondenza dell’inizio diun nuovo ciclo siriaco dei calendariegizi;

- gli anni di regno e le durate delledinastie corrispondenti quasi semprea quelle segnalate da Manetone(generalmente quelle riportate daAfricano), fatta eccezione per ledinastie dei primi due PeriodiIntermedi, per i quali le durate deireferenti sono evidentemente errate.

I risultati della revisione portano a unadecisa retrodatazione dell’Antico Regno ea differenze rispetto alle cronologiecomunemente accettate che, partendo daun valore quasi uguale a zero per l’iniziodella XII dinastia, tendono a crescere finoad arrivare a valori di oltre settecentoanni per l’inizio del regno di Menes, danoi stimato intorno al 3856 a.C.La nostra revisione della cronologia diManetone trova varie giustificazioni nellastoria egizia.Riprendendo il confronto delle datazionial C-14 calibrate con le date centrali deiregni dei diversi faraoni, secondo lacronologia dello scrivente, si ha:

1984 r sC-14calibr

cron.Crasto

diff.Crasto

1 Pir./Tem. Djoser 4 2 2944 3248,5 -304,52 Pir. Sekhemkhet 2 1 3087 3230,5 -143,53 Pir. Cheope 15 1 2966 3016,5 -50,54 Pir./ Tem. Djedefra 6 1 2957 2971,5 -14,5

5Pir. Chefren eTem. Sfinge

71

1 2961 2925,0 36,0

6 Pir. Micerino 3 3 2865 2867,0 -2,07 Mas. Shepseskaf 4 3 2951 2804,0 147,0

8Pir. Userkaf e

regine41 0 2906 2779,0 127,0

9 Tem. Sahura 2 1 2729 2758,5 -29,510 Pir./Tem. Unas 3 0 2719 2591,5 127,5

52 13 media -10,7

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Questa volta la variabilità delle differenzefra le due cronologie è compresa fra -304,5 e +147,0 e la distribuzione difrequenza presenta due massimi, unocentrale nell’intervallo -(50-0) e un altroin quello +(100-150).L’esiguo numero di campioni per i singolimonumenti condiziona pesantemente lemedie delle datazioni, ma è evidentecome, questa volta, la distribuzione difrequenza sia centrata intorno al valorezero e come la media delle differenze,uguale a -10,7 anni, cada nell’intervallodel massimo centrale.Questo primo confronto sembra avallarele datazioni al C-14 del 1984, senza doverricorrere a teorie cervellotiche qualequella dell’utilizzo, durante i lavori dicostruzione dei monumenti, di legnamefossile, forse accumulato nei secoliprecedenti per effetto di drasticidisboscamenti, o quella secondo la qualel’impiego di legno fossile sia stato volutoper stabilire un qualche collegamentosimbolico con i monumenti delle dinastieprecedenti.

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1

2

3

4

-(35

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)

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+(0-

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+(50

-100

)

+(10

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0)

Frequenze differenze C-14 (84) / cronologia Crasto

Distribuzione di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(84) calibrate e le date centrali dei regni dei faraoni di riferimento,secondo la cronologia di Manetone/Crasto

Campagna di datazione al C-14 del1995

Le problematiche lasciate irrisolte dallaprima campagna hanno portato a una

seconda fase di ricerca, “The David H.Koch Pyramids Radiocarbon Project”,con lo scopo sia d’accrescere il numero didatazioni disponibili sia d’ampliarel’intervallo temporale sottoposto adanalisi.Furono così individuati 353 reperti in sitiarcheologici relativi alle prime dodicidinastie, che consentirono la datazione ecalibrazioni di 177 campioni. Nelcontempo furono datati nuovamente 24campioni dell’84, portando così il numerodi datazioni disponibili, comprese le 72della prima campagna, a un totale di 273.I risultati finali della ricerca sono statianticipati sommariamente in alcuniarticoli su riviste e siti Internet epresentati ufficialmente nel 2001 sullarivista Radiocarbon, Vol. 43 Nr. 3nell’articolo Radiocarbon dates of old andmiddle kingdom monuments in Egypt.Le nuove datazioni calibrate riduconosensibilmente le differenze rispetto allacronologia di Hayes o a quella simile diClayton (1994), presa questa volta perriferimento. Per ogni campione dell’84 e95 sono state presentate solamente ledatazioni al C-14 e vari intervalli dipossibili datazioni calibrate con larispettiva probabilità, rendendo così ilconfronto fra i risultati delle duecampagne molto difficoltoso.Per ricostruire le datazioni calibrate perogni campione si è proceduto adeterminare la correlazione lineare fra ledatazioni al C-14 non calibrate e calibrate,ottenuta per i campioni dell’84, e aricavare i valori approssimati delledatazioni calibrate per i campioni del 95.I valori ottenuti hanno così consentito ilcalcolo dei valori medi per i varimonumenti e un confronto, sia pureapprossimato, fra le misurazioni dellacampagna dell’84 e quella del 95.Prendendo in esame, per il momento,solamente i monumenti per i quali è statafornita una datazione media nella primacampagna, si ha:

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49

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1995 r sC-14calibr.

diff.Hayes

diff.Crasto

1 Pir./Tem. Djoser 12 2 2742,2 84,7 -506,3 2 Pir. Sekhemkhet 2 0 2740,5 95,5 -490,0 3 Pir. Cheope 29 1 2713,4 136,4 -303,1

4 Pir./ Tem. Djedefra 11 0 2768,4 206,4 -203,1

5Pir. Chefren eTem. Sfinge

18 1

0 2734,7 189,2 -190,3

6 Pir. Micerino 29 1 2736,1 217,1 -130,9 7 Mas. Shepseskaf 6 0 2682,9 179,9 -121,1

8Pir. Userkaf eregine

4 1

6 2507,8 17,3 -271,2

9 Tem. Sahura 6 5 2445,3 -34,7 -313,210 Pir./Tem. Unas 9 1 2550,1 190,1 -41,4

media 128 16 128,2 -257,1

Le nuove datazioni al C-14 e i valoricalibrati, ottenuti questa volta quasisicuramente con una diversa procedura,portano a differenze rispetto allacronologia di Hayes presentanti unavariabilità fra -34,7 e 217,1 decisamentedifferente rispetto a quella presentata perle datazioni dell’84, ma ancora sbilanciataverso i valori alti. Anche questa volta ladistribuzione di frequenza non èassimilabile a una gaussiana, per cui ilvalor medio non è pienamente indicativodel valore più probabile. Malgrado ciò,esso rappresenta uno spostamento dicirca 246 anni, in linea con quello deivalori delle differenze.La distribuzione di frequenza relativa alconfronto con la cronologia di Crastorisulta pressoché piatta, per cui il valormedio di -257,1 anni non sembra essereparticolarmente significativo.

0

1

2

3

4

5

+(0-

50)

+(50

-100

)

+(10

0-15

0)

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0)

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0)

+(25

0-30

0)

Frequenze differenze C-14 (84+95) / cronologia Hayes

Distribuzioni di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(95) calibrate e le date centrali dei regni dei faraoni di riferimento,secondo la cronologia di Hayes

È evidente che le nuove datazioni siavvicinano sensibilmente alla cronologia“ortodossa”, lasciando però unasostanziale differenza media di circa unsecolo.

0

1

2

3

-(55

0-50

0)

-(50

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)

-(50

-0)

Frequenze dif ferenze C-14 (95) / cronologia Crasto

Distribuzioni di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(95) calibrate e le date centrali dei regni dei faraoni di riferimento,secondo la cronologia di Crasto

Gli autori della campagna hannosottolineato come sembri esistere unasensibile riduzione delle differenze peralcuni monumenti della XII dinastia ecome le datazioni al C-14 calibratesembrino rispecchiare, per questadinastia, la cronologia calcolata in basealla segnalazione della levata eliaca diSirio in un dato anno di regno di SesostrisIII.L’abbassamento delle datazioni calibratese da una parte avvicina sensibilmente lacronologia “ortodossa” di Hayes, daun’altra allontana conseguentemente lacronologia di Manetone/Crasto, in lineacon le precedenti datazioni dell’84.Gli autori della ricerca non presentanoalcuna considerazione sulla diversitàdelle datazioni ottenute nelle duecampagne, come se questo fatto siascientificamente accettabile. Essiconsiderano i due insiemi di datazionicome un tutt’uno omogeneo e scartanosolamente eventuali campioni nonappartenenti statisticamente a questoinsieme allargato, ottenendo così singoledistribuzioni complessive delle datazioniper ogni monumento e differenze con le

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50

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cronologie a mio parere pocosignificative.Le datazioni medie complessive persingolo monumento, ottenuteconsiderando i 52 e 128 campioni dell’84e del 95, non rispecchiano un valorecentrale fra i valori ottenuti per le duecampagne, in quanto la media èinfluenzata dal peso del maggior numerodi campioni della seconda campagna.A titolo informativo e considerando che siè scartato, fra i campioni dell’84, unvalore per Sekhemkhet, Chefren e Unas,si ha:

Totale 84 + 95 r sC-14calibr.

diff.Hayes

diff.Crasto

1 Pir./Tem. Djoser 16 4 2768,2 110,7 -480,3 2 Pir. Sekhemkhet 3 2 2797,0 152,0 -433,5 3 Pir. Cheope 44 2 2799,2 222,2 -217,3 4 Pir. Djedefra 17 1 2834,5 272,5 -137,0

5Pir. Chefren eTem. Sfinge

24 2 2 2789,9 244,4 -135,1

6 Pir. Micerino 32 4 2747,9 228,9 -119,1 7 Mas. Shepseskaf 10 3 2789,2 286,2 -14,8 8 Pir. Userkaf e

regine 8 2

6 2706,8 216,3 -72,2

9 Tem. Sahura 8 6 2515,9 35,9 -242,610 Pir./Tem. Unas 11 2 2564,3 204,3 -27,2

media 177 32 197,3 -187,9

Le variabilità delle differenze ottenute perle cronologie di Hayes e Crasto, per i diecimonumenti in esame, risultanorispettivamente uguali a circa 250 e 465anni e il valor medio complessivo, cosìcome sovrastima la cronologia ortodossadi Hayes, sottostima la cronologia diManetone /Crasto di circa due secoli.Le distribuzioni di frequenza delledifferenze delle datazioni calibrate al C-14, rispetto alle due cronologie prese ariferimento, evidenziano come l’averconsiderato l’insieme dei due blocchi dicampioni non omogenei, 84 e 95, nonabbia portato a distribuzioni gaussiane ea valori medi rappresentativi di quello piùprobabile, confermando che la somma dielementi non omogenei non èsignificativa, risulta cioè statisticamentenon valido considerare come un tutt’uno idati ottenuti nelle due campagne dimisurazione, così differenti da lasciareipotizzare una diversa elaborazione deidati.

0

1

2

3

4

5

+(0-

50)

+(50

-100

)

+(10

0-15

0)

+(15

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0)

+(20

0-25

0)

+(25

0-30

0)

Frequenze differenze C-14 (84+95) / cronologia Hayes

Distribuzione di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(84+95) calibrate e le date centrali dei regni dei faraoni di

riferimento, secondo le cronologie di Hayes

0

1

2

3

4

5-(

500-

450)

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0)

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0)

-(10

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)

-(50

-0)

Frequenze dif ferenze C-14 (84+95) / cronologia Crasto

Distribuzione di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(84+95) calibrate e le date centrali dei regni dei faraoni diriferimento, secondo le cronologie di Manetone/Crasto

Non ha alcun senso ritenere, infatti, chenell’84 si siano esaminati, casualmente,solamente campioni più antichi di circaduecento anni rispetto a quelli esaminatinel 95 e non è, ovviamente, ipotizzabileche i campioni organici si siano arricchiti,in dieci anni, di nuovo contenuto di C-14.Le grossissime differenze riscontratedevono essere attribuite alla scelta didiversi parametri nella determinazionedelle datazioni non calibrate.Questo risultato abbastanzainsoddisfacente ha portato gli autori dellaricerca a non presentare, per ilcomplessivo dei due insiemi di dati e perogni monumento, i parametri checaratterizzano una distribuzione acampana, il valor medio, più probabile, e

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51

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la varianza, ma una serie di alcuniintervalli di anni con la relativaprobabilità.

Datazioni ottenute per la piramidedi Khufu/Cheope

Alla luce dell’evidente diversità dei dueinsiemi di campioni, si è proceduto aesaminare con maggior dettaglio quelliottenuti per la piramide di Cheope,monumento oggetto di una particolareattenzione da parte dei ricercatori e per ilquale si sono ottenuti, nelle duecampagne, ben 16 + 30 campioni. Permettersi a monte delle eventualidifferenze introdotte dalle diversecalibrazioni e dai nostri calcoliapprossimati delle datazioni calibrate del95, si è preferito effettuare un’analisistatistica considerando sia le date del C-14 (anni fa) sia quelle calibrate da noidedotte.

3800

3900

4000

4100

4200

4300

4400

4500

4600

4700

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4900

5000

5100

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

84 95

Dispersione delle datazioni al C-14 (84+95) per la piramide diCheope

Un’analisi della dispersione dei valorievidenzia sia la diversità dei due insiemisia la maggiore variabilità dei campionidel 95.

0

1

2

3

4

5

6

7

8

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10

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12

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39)

(39-

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(40-

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(43-

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(45-

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(47-

48)

(48-

49)

(49-

50)

(50-

51)

84 95 (84+95)

Distribuzioni di frequenza delle datazioni al C-14 (84+95 e Tot.) noncalibrate per Cheope

Le distribuzioni di frequenza, anni C-14 eanni calibrati, sono ovviamente diverseper gli insiemi 84 e 95 e si sovrappongonosolo in parte, mentre le distribuzionidell’insieme complessivo risultano quasigaussiane; quella per gli anni C-14complessiva presenta una maggiorevariabilità rispetto a quelle delle singolecampagne, mentre quella per gli annicalibrati complessiva è una distribuzionedecisamente non a campana (persemplicità gli intervalli di frequenza sonostati indicati solamente con le prime dueo tre cifre, degli anni C-14 o calibrati).

01

234

567

89

10

1112

(230

-235

)

(235

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)(2

40-2

45)

(245

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)

(250

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)

(255

-260

)

(260

-265

)(2

65-2

70)

(270

-275

)

(275

-280

)

(280

-285

)

(285

-290

)(2

90-2

95)

(295

-300

)

(300

-305

)

(305

-310

)(3

10-3

15)

(315

-320

)

(320

-325

)

(325

-330

)

(…..-

…..)

(…..-

…..)

(380

-385

)

84 95 (84+95)

Distribuzioni di frequenza delle datazioni al C-14 (84+95 e Tot.)calibrate per Cheope

I due insiemi presentano valori medidecisamente differenti:

anni (a.f.)C-14

anni (a.C.)calibrati

diff.Hayes

diff.Crasto

84 (16) 4383,9 3017,8 440,8 1,384 (15) 4342,3 2966,0 389,0 -50,595 (30) 4128,2 2699,7 122,7 -316,895 (29) 4139,2 2713,4 136,4 -303,1Tot (46) 4217,1 2810,4 233,4 -206,1Tot (44) 4208,1 2799,2 222,2 -217,3

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52

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e fra quelli dell’84(15) e 95(29), esiste unadifferenza di 203,1 anni C-14 e 252,6 annicalibrati e il valor medio dell’insiemetotale, pari a 4208,1 anni C-14, risultaestraneo all’intervallo di maggiorfrequenza.Nell’analisi dei dati si è preferito nonconsiderare i due valori estremi di 5020 e3810 anni C-14, corrispondenti a circa3809 e 2304 anni calibrati a.C., in quantoessi potrebbero essere relativi a campioninon inerenti al contesto della piramide.Lo scrivente ritiene che, mentre il valorepiù basso potrebbe essere statisticamenteaccettabile, il valore più elevato debbaessere decisamente scartato, ma potrebbeessere una preziosa indicazione dellaprima occupazione del sito di Giza in etàdinastica. L’analisi relativa allo sviluppodei monumenti della piana, elaborata nellibro già citato dello scrivente, ci haportato a ipotizzare, infatti, l’utilizzo dellapiana in età predinastica e l’edificazionedi antichi monumenti, trasformati oincorporati nelle costruzioni successive,durante la prima dinastia, da noi stimatafra il 3856 e il 3593 a.C.

Confronto fra le datazioni al C-14 dialcuni campioni dell’1984, effettuateda differenti centri o ripetute nel 1995

I 72 campioni dell’84 sono stati analizzatiin due differenti centri, il SouthernMethodist University (SMU) di Dallas e ilEidgenossische Technische Hochschule(ETH) di Zurigo, rispettivamente con 34e 38 datazioni.Otto campioni sono stati analizzati daentrambi i centri e le datazioni C-14relative consentono di stabilire unrapporto approssimato fra le datazionidei due centri:

84 ETH SMU rapporton. data n. data ETH84/SMU84

1 0231 4210 1350 3950 1,0662 0226 4350 1418 4258 1,0223 0227 4360 1417 4369 0.9984 0228 4160 1416 3687 1,1285 0229 4310 1415 4418 0,9766 0233 4380 1395 3769 1,1627 0230 4350 1396 3792 1,1478 0326 4410 1495 4316 1,022

media 1,065

Alcune nuove datazioni del 95 di frazionidi campioni già datati nell’84 consentonopoi una stima del rapporto fra ledatazioni effettuate al ETH in duemomenti differenti, quasi sicuramentecon una differente procedura eutilizzando forse un differente tempo didimezzamento del C-14:

ETH 84 ETH 95 rapporton. Data n. data ETH84/ETH95

1 0231 4210 0448 4110 1,0242 0231 4210 0449 4055 1,0383 0305 4345 4226 4195 1,0364 0226 4350 4229 4195 1,0375 0307 4440 4227 4215 1,0536 0308 4300 4228 4390 0,9797 0317 4385 4235 4330 1,0138 0228 4160 4231 3895 1,0689 0326 4410 4236 3850 1,14510 0327 4290 4237 3750 1,14411 0330 4260 4239 3925 1,08512 0332 4520 4240 3829 1,180

media 1,067

Si ritiene quindi possibile che fra ledatazioni ETH(84) e SMU (84) esista lostesso rapporto delle datazioni ETH (84)e ETH (95). È probabile cioè che nelledatazioni del 95 si siano utilizzati glistessi parametri impiegati nell’84 alcentro SMU, cosa per altro confermatadal rapporto fra alcune datazioniSMU(84) e ETH(95):

SMU 84 ETH 95 rapporton. data n. Data SMU84/ETH95

1 1350 3950 0448 4110 0,9612 1350 3950 0449 4055 0,9743 1418 4258 4229 4195 1,0154 1470 4511 4663 4330 1,0425 1416 3687 4231 3895 0,9476 1370 4048 4234 4180 0,9687 1495 4316 4236 3850 1,121

Media 1,004

Correzione delle datazioni C-14 peri campioni datati allo SMU (84) e in

tutti i centri nel 1995

I confronti fra le datazioni delle duecampagne e nei diversi centri, portano aritenere di poter considerare possibileuna correzione delle datazioni C-14,moltiplicando sia i valori ottenuti alloSMU nell’84 sia tutti quelli ottenuti nel95 per un certo coefficiente.

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53

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Il rapporto fra i valori medi ottenuti per idue insiemi di dati per Cheope risultauguale a circa 1,049 per cui si è procedutoall’analisi dei valori corretti per differenticoefficienti, da 1,040 a 1,065, ottenendodifferenti distribuzioni di frequenza, dellequali vengono presentate quelle relativeal coefficiente uguale a 1,040, 1,045 e1,050.

0123456789

101112131415161718

(38-

39)

(39-

40)

(40-

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(41-

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44)

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45)

(45-

46)

(46-

47)

(47-

48)

(48-

49)

(49-

50)

(50-

51)

84*1,04 95*1,04 (84+95)*1,04

Distribuzioni di frequenza delle datazioni al C-14 (84, 95 e tot.) perCheope, corrette per il coefficiente 1,040

0123456789

101112131415161718

(38-

39)

(39-

40)

(40-

41)

(41-

42)

(42-

43)

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44)

(44-

45)

(45-

46)

(46-

47)

(47-

48)

(48-

49)

(49-

50)

(50-

51)

84*1,045 95*1,045 (84+95)*1,045

Distribuzioni di frequenza delle datazioni al C-14 (84, 95 e tot.) perCheope, corrette per il coefficiente 1,045

0123456789

101112131415161718

(38-

39)

(39-

40)

(40-

41)

(41-

42)

(42-

43)

(43-

44)

(44-

45)

(45-

46)

(46-

47)

(47-

48)

(48-

49)

(49-

50)

(50-

51)

84*1,05 95*1,05 (84+95)*1,05

Distribuzioni di frequenza delle datazioni al C-14 (84, 95 e tot.) perCheope, corrette per il coefficiente 1,050

È evidente che la correzione di tutte ledatazioni del 95 tende a renderesovrapponibili le distribuzioni difrequenza, dando così significato alcomplesso dei due insiemi di campioni.Col crescere del coefficiente di correzione,la distribuzione del 95 tende però aperdere la forma a campana, spostandol’intervallo di massima frequenza verso ivalori più alti. Un confronto fra le diversedistribuzioni porta a ritenere che un buonvalore correttivo possa essere 1,045.Le relative tre distribuzioni, 84, 95 etotale sono, infatti, quasi gaussiane,presentano il massimo di frequenzanell’intervallo 4300 - 4400 a.f. e isolanobene i due valori scartati.In corrispondenza si ottiene il seguentenuovo grafico di distribuzione per gli annicalibrati, che evidenzia ancora una buonasovrapposizione dei due insiemi dicampioni.

012

3456

789

10

1112

(230

-235

)

(235

-240

)(2

40-2

45)

(245

-250

)

(250

-255

)

(255

-260

)

(260

-265

)(2

65-2

70)

(270

-275

)

(275

-280

)

(280

-285

)

(285

-290

)(2

90-2

95)

(295

-300

)

(300

-305

)

(305

-310

)(3

10-3

15)

(315

-320

)

(320

-325

)

(325

-330

)

(…..-

…..)

(…..-

…..)

(380

-385

)

84 cor 95 cor (84+95) cor

Distribuzione di frequenza delle datazioni al C-14 (84, 95 e tot.) perCheope, calibrate e corrette per il coefficiente 1,045

La correzione dei dati porta ai seguentinuovi valori medi:

coeff.= 1,045

Anni (a.f.)C-14

Anni (a.C.)calibrati

diff.Hayes

diff.Crasto

84 (16) 4408,1 3047,9 470,9 31,484 (15) 4367,3 2997,2 420,2 -19,395 (30) 4314,0 2930,8 353,8 -85,795 (29) 4325,4 2945,1 368,1 -71,4Tot (46) 4346,7 2971,6 394,6 -44,9Tot (44) 4339,7 2962,9 385,9 -53,6

i quali risultano, in particolare,abbastanza simili nei valori 84(15),95(29) e totale(44) e corrispondentiall’intervallo di massima frequenza.

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Le differenze con le due cronologie, presein esame, mostrano che le datazioni al C-14 calibrate sono superiori di circaquattro secoli rispetto alla cronologia diHayes e inferiori di soli circa cinquantaanni rispetto alla cronologia diManetone/Crasto.Riprendendo l’esame delle datazioni deidieci monumenti, per i quali sono statefornite datazioni medie dai campionidell’84, otteniamo le seguenti datazionicalibrate e differenze con le cronologie diHayes e Manetone/Crasto:

84 k=1,045 r sC-14calibr.

diff.Hayes

diff.Crasto

1 Pir./Tem. Djoser 4 2 3132,5 475,0 -116,0 2 Pir. Sekhemkhet 2 1 3221,8 576,8 -8,7 3 Pir. Cheope 15 1 2997,2 420,2 -19,3 4 Pir./Tem. Djedef. 7 0 2945,0 383,0 -26,5

5Pir. Chefren eTem. Sfinge

6 1

2 2996,1 456,7 88,4

6 Pir. Micerino 2 4 2877,2 358,2 10,2 7 Mas. Shepseskaf 6 1 2822,8 319,8 18,8

8Pir. Userkaf e regine

3 1 1 2956,3 465,8 177,3

9 Tem. Sahura 2 1 2850,6 370,6 92,110 Pir./Tem. Unas 3 0 2870,2 510,2 278,7

media 52 13 433,6 49,5

95 k=1,045 r sC-14calibr.

diff.Hayes

diff.Crasto

1 Pir./Tem. Djoser 12 2 2987,6 330,1 -260,9 2 Pir. Sekhemkhet 2 0 3003,5 358,5 -227,0 3 Pir. Cheope 29 1 2945,1 368,1 -71,4 4 Pir./Tem. Djedef. 11 0 3011,2 449,2 39,7

5Pir. Chefren eTem. Sfinge

18 1

0 2969,7 425,6 47,8

6 Pir. Micerino 26 4 2947,6 428,6 80,6 7 Mas. Shepseskaf 5 1 2878,8 375,8 74,8

8Pir. Userkaf e regine

6 1

4 2667,4 176,9 -111,6

9 Tem. Sahura 5 6 2719,0 239,0 -39,510 Pir./Tem. Unas 9 1 2773,3 413,3 181,9

media 125 19 356,5 -28,6

Tot k=1,045 r sC-14calibr.

diff.Hayes

diff.Crasto

1 Pir./Tem. Djoser 16 4 3023,8 366,3 -224,7 2 Pir. Sekhemkhet 4 1 3112,6 467,6 -117,9 3 Pir. Cheope 44 2 2962,9 385,9 -53,6 4 Pir. Djedefra 18 0 2985,5 423,5 14,0

5Pir. Chefren eTem. Sfinge

24 2

2 2981,0 438,8 65,3

6 Pir. Micerino 28 8 2942,6 423,6 75,6 7 Mas. Shepseskaf 11 2 2848,3 345,3 44,3

8Pir. Userkaf e regine

9 2

5 2772,4 281,9 -6,6

9 Tem. Sahura 7 7 2756,6 276,6 -1,910 Pir./Tem. Unas 12 1 2797,6 437,6 206,1

media 177 32 384,7 0,1

Le differenze fra le datazioni al C-14calibrate, per il complesso delle duecampagne, e la cronologia di Hayes

variano fra 276,6 e 467,6 anni con unavariabilità di circa 220 anni, mentre lestesse differenze rispetto alla cronologiadi Manetone/Crasto variano fra -224,7 e206,1 anni con una variabilità di oltre 400anni.Le due distribuzioni di frequenza nonsono proprio a campana e i due valorimedi sono condizionati pesantemente daivalori estremi, per cui si ritienenecessario sottoporre a un esame piùaccurato i campioni relativi ai monumentidi Userkaf e Sahura, per quanto riguardail confronto con la cronologia di Hayes, equelli di Djoser, Sekhemkhet e Unas, perquanto riguarda il confronto con lacronologia di Crasto.

0

1

2

3

4

5

(200

-250

)

(250

-300

)

(300

-350

)

(350

-400

)

(400

-450

)

(450

-500

)

Frequenze differenze C-14 (84+95)*1,045 / cronologia Hayes

Distribuzioni di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(84+95) calibrate e corrette e le date centrali dei regni dei faraoni diriferimento, secondo la cronologia di Hayes

0

1

2

3

4

5

-(25

0-20

0)

-(20

0-15

0)

-(15

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)

-(50

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(50-

100)

(100

-150

)

(150

-200

)

(200

-250

)

Frequenze differenze C-14 (84+95)*1,045 / cronologia Crasto

Distribuzioni di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(84+95) calibrate e corrette e le date centrali dei regni dei faraoni diriferimento, secondo la cronologia di Manetone/Crasto

Page 55: Tracce-d-eternità_nr2

55

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I campioni relativi ai faraoni della IIIdinastia potrebbero, infatti, riferirsi aintrusioni posteriori, mentre la datazionemedia dei campioni per i monumenti diUnas sembra condizionata da campionirisalenti forse all’inizio della dinastia,cosa per altro non improbabile vista l’altafrequentazione del sito di Saqqara.

Analisi delle datazioni C-14 per tuttii monumenti studiati nellecampagne del 1984 e 1995

Visti i buoni risultati della correzionedelle datazioni al C-14 dei campioni deidieci monumenti della III e V dinastia,risulta opportuno estendere questacorrezione a tutti i campioni analizzatidurante le due campagne (72+201) e ai 30monumenti, relativi a un arco temporalecompreso fra la I e la XII dinastia. Percompletezza vengono riportati nelletabelle seguenti i valori relativi a tutti imonumenti, ma è evidente che, datal’estrema diversità del numero deicampioni per monumento, essi nonpossono avere lo stesso peso statistico.

Tot r sC-14calibr.

diff.Hayes

diff.Crasto

1 Tomba 3357 1 0 2823,6 -193,4 -956,9 2 Tomba 3471 2 0 3060,8 65,8 -685,7 3 Tomba 3504 5 0 3010,0 37,0 -694,5 4 Tomba 3035 3 0 2803,5 -147,5 -869,5 5 Tomba 3505 1 0 3164,4 261,9 -441,6 6 Pir. Djoser 10 1 2781,6 124,1 -466,9 7 Tempio Djoser 6 3 2766,0 108,5 -482,5 8 Pir. Sekhemkhet 3 2 2797,0 152,0 -433,5 9 Pir. Huni/Snefru 6 1 2680,5 79,5 -382,010 Tomba 17 2 1 2475,1 -125,9 -587,411 Pir. Rom. Snefru 2 0 2709,3 108,3 -353,212 Pir. Cheope 44 2 2799,2 222,2 -217,313 Tempio Djedefra 6 1 2764,3 202,3 -207,214 Pir. Djedefra 11 0 2882,0 320,0 -89,515 Città di Giza 8 0 2676,9 131,4 -248,1

16Pir. Chefren eTem. Sfinge

24 2

11 2789,9 244,4 -135,1

17 Pir. Micerino 32 4 2747,9 228,9 -119,118 Mas. Shepseskaf 10 3 2789,2 286,2 -14,819 Pir. Userkaf 8 5 2772,4 281,9 -6,620 Pir. reg. Userkaf 2 1 2444,5 -46,0 -334,521 Pir./Tem. Sahura 8 6 2515,9 35,9 -242,622 Tempio Unas 6 0 2561,3 201,3 -30,223 Pir. Unas 3 2 2607,3 247,3 15,824 Tomba A (Unas) 2 0 2515,3 155,3 -76,325 Pir. Teti 12 3 2588,8 249,8 28,826 Pir. Pepi II 2 1 2206,8 -15,2 -231,227 Pir. Qakare 1 0 2383,5 212,5 28,528 Pir Amenemhet I 0 229 Pir. Senuserat II 8 1 1981,1 93,6 71,130 P. Amenemhet III 1 1 1838,7 19,2 10,2

media 231 42 122,1 -281,1

La variabilità delle differenze, calcolaterispetto alle due cronologie prese comeriferimento, risulta aumentata, e ledifferenze risultano comprese fra -193,4 e320,0 o fra-956,9 e 71,1, rispettivamente nelconfronto con le cronologie di Hayes eCrasto.In particolare i valori per i primi quattromonumenti sembrano stimare in modopessimo la cronologia di Crasto.Le distribuzioni di frequenzaassomigliano solo vagamente a dellegaussiane, anche scartando i valorianomali, per cui i valori medi sono pocosignificativi del valore più probabile.

0

1

2

3

4

5

6

7

8-(

200-

150)

-(15

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0)

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)

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-0)

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0)

(50-

100)

(100

-150

)

(150

-200

)

(200

-250

)

(250

-300

)

(300

-350

)

Frequenze differenze C-14 (84+95) / cronologia Hayes

Distribuzione di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(84+95) calibrate e le date centrali dei regni dei faraoni diriferimento (tutti i monumenti), secondo la cronologia di Hayes

0

1

2

3

4

5

6

7

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00-9

50)

-(95

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0)-(

900-

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800-

750)

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0)-(

700-

650)

-(65

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0)-(

600-

550)

-(55

0-50

0)-(

500-

450)

-(45

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0)-(

400-

350)

-(35

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0)-(

300-

250)

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0)-(

200-

150)

-(15

0-10

0)-(

100-

50)

-(50

-0)

(0-5

0)(5

0-10

0)

Frequenze dif ferenze C-14 (85+95) / cronologia Crasto

Distribuzione di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(84+95) calibrate e le date centrali dei regni dei faraoni diriferimento (tutti i monumenti), secondo la cronologia di Crasto

Page 56: Tracce-d-eternità_nr2

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Le datazioni al C-14 calibrate sonocomunque molto più elevate rispetto allacronologia “ortodossa” di Hayes e ladifferenza media si mantiene superiore ai100 anni. Considerando le datazioni al C-14 calibrate ottenute correggendo ledatazioni SMU (84) e quelle del 95 per uncoefficiente k=1,045 si ha invece:

Tot r sC-14calibr.

diff.Hayes

diff.Crasto

1 Tomba 3357 1 0 3072,6 55,6 -707,9 2 Tomba 3471 2 0 3320,6 325,6 -425,9 3 Tomba 3504 5 0 3267,4 294,4 -437,1 4 Tomba 3035 3 0 3051,6 100,6 -621,4 5 Tomba 3505 1 0 3428,8 526,3 -177,2 6 Pir. Djoser 11 0 3037,6 380,1 -210,9 7 Tempio Djoser 5 4 3001,9 344,4 -246,6 8 Pir. Sekhemkhet 4 1 3112,6 467,6 -117,9 9 Pir. Huni/Snefru 6 1 2917,3 316,3 -145,210 Tomba 17 1 2 3028,3 427,3 -34,211 Pir. Rom. Snefru 2 0 2947,4 346,4 -115,112 Pir. Cheope 44 2 2962,9 385,9 -53,613 Tempio Djedefra 7 0 2970,1 408,1 -1,414 Pir. Djedefra 11 0 3013,2 451,2 41,715 Città di Giza 8 0 2911,3 365,8 -13,7

16Pir. Chefren eTem. Sfinge

24+2 2 2981,0 438,8 65,3

17 Pir. Micerino 28 8 2942,6 423,6 75,618 Mas. Shepseskaf 11 2 2848,3 345,3 44,319 Pir. Userkaf 9 4 2794,8 304,3 15,820 Pir. reg. Userkaf 2 1 2671,6 181,1 -107,421 Pir./Tem. Sahura 7 7 2756,6 276,6 -1,922 Tempio Unas 6 0 2785,1 425,1 193,623 Pir. Unas 4 1 2846,6 486,6 255,124 Tomba A (Unas) 2 0 2737,1 377,1 145,625 Pir. Teti 5 10 2646,6 307,6 86,626 Pir. Pepi II 2 1 2419,6 197,6 -18,427 Pir. Qakare 1 0 2604,3 433,3 249,328 Pir. Amenemhet I 0 229 Pir. Senuserat II 8 1 2183,7 296,2 273,730 P. Amenemhet III 1 1 2035,0 215,5 206,5

Media (29) valori 223 50 341,5 -61,5Media (21) valori 366,5 -27,4

La variabilità delle differenze, calcolaterispetto alle due cronologie prese comeriferimento, risulta ancora alta e ledifferenze risultano comprese fra 55,6 e526,3 o fra-707,9 e 273,7, rispettivamente nelconfronto con le cronologie di Hayes eCrasto. Il valore medio delle differenzerispetto a quest’ultima cronologia siriduce sensibilmente così da far pensareche la cronologia C-14 calibrato sottostimila cronologia di Manetone/Crasto di circa50 anni.Le due distribuzioni di frequenzamostrano la presenza di alcuni valorianomali e in particolare quella riferita

alla cronologia di Crasto sembra indicarela necessità di scartare i quattro valori piùbassi, tutti riferiti a campioni prelevatinelle tombe della I dinastia, e i quattrovalori più alti, riferiti a campioni dalla Valla XII dinastia (evidenziati in azzurronella tabella).Considerando solamente le medieottenute per i ventuno monumentirestanti, i valori medi delle differenze noncambiano sensibilmente, passando, nelconfronto con le cronologie considerate, a366,5 e -27,4 anni, e dimostrando unaqualche compensazione fra valori troppoalti e quelli troppo bassi.

0

1

2

3

4

5

6

7

(50-

100)

(100

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)

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)

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)

(500

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)

Frequenze differenze C-14 (84+95)*1,045 / cronologia Hayes

Distribuzione di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(84+95) calibrate e corrette e le date centrali dei regni dei faraoni diriferimento (tutti i monumenti), secondo la cronologia di Hayes

0

1

2

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)

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)

Frequenze dif ferenze C-14 (84+95)*1,045 / cronologia Crasto

Distribuzione di frequenza delle differenze fra le datazioni al C-14(84+95) calibrate e corrette e le date centrali dei regni dei faraoni diriferimento (tutti i monumenti), secondo la cronologia di Crasto

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La presenza di questi valori anomali èsolo in parte attribuibile allo scarsonumero di campioni per i singolimonumenti; essi sono per altroriscontrabili nella distribuzione delledatazioni al C-14 non calibrate e pertantonon dovrebbero essere attribuibili, se nonin minima parte, alle curve dicalibrazioni.Per quanto riguarda i campioni della Idinastia è possibile che essi appartenganoa intrusioni delle dinastie successive,mentre la notevole maggiore datazioneper alcuni monumenti dalla V alla XIIdinastia potrebbe essere spiegata, comeprima ipotesi, dalla scelta di campioniorganici vecchi di alcuni secoli ecasualmente inglobati nei monumenti almomento della loro edificazione.Questo fatto è chiaramente giustificabile,da un punto di vista costruttivo, inquanto il prelievo di sabbia da bagnareper costituire uno strato di malta, su cuifar scivolare i pesanti blocchi,comportava l’inclusione di eventualielementi organici che vi fossero statidepositati nel corso dei secoli passati,evento abbastanza probabile pernecropoli altamente frequentate comequella di Saqqara.La presenza di un numero considerevoledi scarti di campioni, 50 su 273, indicache la scelta di elementi organici,prelevati dai monumenti, se da un latoconsente un maggior numero di campionie una non distruzione di parti, se purminime, di reperti archeologici, da unaltro porta a una maggior variabilità delledatazioni per singolo monumento el’inclusione di campioni più antichi o piùrecenti, non sempre individuabili nelcomplesso degli altri campioni.Per quanto riguarda la buona coincidenzadella datazione al C-14 calibrata con lacronologia “ortodossa” per Sesostris II,sottolineata dagli autori della ricerca, siritiene che essa sia scarsa e non vogliaassolutamente significare la bontà delmetodo di datazione per la sola XIIdinastia.

Conclusione

Gli autori della ricerca non avanzanoalcuna sicura conclusione. Essi ritengonole datazioni al C-14 in massima parte noncorrispondenti alla cronologia“ortodossa” considerata e lasciano apertala discussione.Avendo ottenuto, per ogni monumento eper il complesso dei dati delle duecampagne, distribuzioni nonnormali/gaussiane, essi si limitano apresentare un grafico in cui, oltre alladurata di regno dei faraoni di riferimento,vengono presentati gli intervalli delledatazioni calibrate, sotto forma direttangoli di lunghezza proporzionaleall’ampiezza dell’intervallo e altezzaproporzionale alla probabilità che ladatazione effettiva cada in dettointervallo.Lo scrivente ha elaborato un grafico sullabase di quello presentato dagli autoridella ricerca. Esso mostra chiaramentecome anche gli intervalli a elevataprobabilità si discostino dall’andamentodelle cronologie “ortodosse”.È dunque evidente come l’aver elaboratodiversamente i campioni del 95 rispetto aquelli dell’84 abbia portato a un insiemetotale poco significativo e come,comunque, le datazioni al C-14 calibratenon approssimino bene la cronologia diriferimento.Solamente una correzione delle datazionial C-14 del 95 può permettere un loroutilizzo e una sovrapposizione alledatazioni dell’84. L’analisi delle datazionicalibrate corrette ottenute nelle duecampagne al C-14. sembra giustificarepienamente la cronologia lunga da mepresentata.

(per la visione del grafico conclusivo e per ulterioriconsiderazioni sul confronto fra le datazionicalibrate e le cronologie di Hayes e Crasto sirimanda all’artico presentato nel sito dell’autore:www.ugiat-antoniocrasto.it ).

Antonio Crastowww.ugiat-antoniocrasto.it

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Bibliografia

1. Aurenche O. e altri, Chronologies in theAncient Near East: Relative Chronologies andAbsolute Chronology, 16,000-4,000 BP (BARInternational Series, 379), (Lyons,France:C.N.R.S., 1987), p. 585-606;

2. Haas H. e altri, Radiocarbon Chronology andthe Historical Calendar in Egypt;

3. Bonani G., Haas H., Hawass Z., Lehner M.,Nakhla S., Nolan J., Wenke R. e Wölfli W.,Radiocarbon Dates of Old and MiddleKingdom Monuments in Egypt, Radiocarbon43, No. 3 (2001), 1297-1320(24);

4. Lehner M., The Giza Plateau Mapping Project,1995-96 Annual Report;

5. www.archaeology.org/9909/abstracts/pyramids.html

Ecco la copertina del volume diAntonio Crasto: “Hassaleh,L’occhio di Horus. Manetoneaveva ragione!” (Ed. Ugiat,2007, euro 20).E’ possibile acquistare il libroanche in Rete, sul sito webdell’autore.

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EGITTOLOGIA

Piramide, architetturasolstiziale

Nel passato l’architettura non avevasoltanto valenze plastiche e funzionali maracchiudeva nei suoi contenuti queiconcetti cultuali che rappresentavano labase alla quale il progettista attingeva perassolvere il suo compito d’ideatore dellastruttura sacra.Una lettura a posteriori delle piùimportanti opere sacre del passato nonpuò essere fatta se non ci si introduceall’interno dei contesti cultuali del popoloche realizzò l’opera in esame.Queste conoscenze, quando è possibileottenerle, permettono di penetrareall’interno di quei codici, molte voltedefiniti esoterici, che non sono altro chela rielaborazione di un modello cultuale inelemento architettonico.Tale impostazione di lettura permette dileggere, quando è possibile, il prodottoarchitettonico nella sua globalità nonlimitandoci, pertanto, alla sola sintassi

compositiva e al linguaggio architettonicoma ampliando ulteriormente la lettura alcodice o elemento esoterico o piùsemplicemente l’idea checontraddistingue l’intero processoproduttivo.

Piramide di Userkaf - stato del degrado

Maurizio [email protected]

Maurizio Giudice, architetto, è appassionato da sempre di Archeologiaalternativa. E’ autore del volume “Echi ancestrali. Influenzeesoteriche sul concetto architettonico delle origini” (Ed. Phi,2008, euro 24,50).

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Fare riferimento alla sintassi compositivavuol dire leggere tutti gli spazi checoncorrono a formare il complessoarchitettonico. Se si prende in esame unachiesa allora vuol dire analizzare tutti glispazi che concorrono alla sua funzionecome la navata centrale, le navate laterali,il transetto, i transetti laterali, l’abside ecosì via mentre l’analisi del linguaggioarchitettonico basa le conoscenze suimateriali utilizzati, come vengonolavorati, come può variare la lavorazionedi questi in base all’altezza di giacitura delpezzo, come si dispone la struttura inbase alle conoscenze statiche del periodoe così via.

Piramide di NeferirKara

Questi studi ci permettono di leggerel’elemento superficiale e volumetricodell’opera architettonica ma non cipermettono assolutamente di entrareall’interno dei codici che possono averspinto l’architetto del periodo ad operarecon determinate scelte.Per rendere più chiaro quanto sopraespresso è opportuno operare con unesempio.L’analisi dell’Eretteo, sull’acropolid’Atene, può dare degli spunti perrendere più chiaro un concetto.In questo caso l’elemento di riferimentonon è cultuale ma politico e questeconoscenze sono state riportate daVitruvio nel "De Architectura".Vitruvio racconta di come l’architetturanecessiti dei supporti storici per ispiraregli artisti che la produrranno e nel caso

dell’Eretteo un evento storico è servitocome codice per la realizzazione di unparticolare del monumento.L’architettura greca è caratterizzata da trestili: Dorico, Ionico e Corinzio. Ogni stileè rappresentato da degli elementi cheportano delle variazioni rispetto a quelloprecedente.Dall’analisi del portico dell’Eretteo si puònotare che le colonne non hanno la solitaconformazione tipica dell’architetturagreca, con il relativo stile, in base alperiodo di realizzazione, ma queste sonorappresentate con delle figure umaneconosciute con il nome di "Cariatidi".

Perché Fidia, o il suo allievoAlkamenes, utilizza delle colonneche rappresentano delle donne

invece di ricorre alle più canonichestrutture verticali?

In questo caso il codice deve esserericercato nel periodo storicocontemporaneo all’architetto.Infatti Vitruvio giustifica questa scelta colseguente avvenimento storico.Atene era in guerra con la Persia ed unpaese del Peloponneso si allea con ipersiani contro gli ateniesi. Una voltacessato il conflitto tra i persiani e gliateniesi questi ultimi, memori di questaalleanza, organizzano una spedizionepunitiva nel Peloponneso a Caria.Gli ateniesi una volta entrati a Cariauccidono tutti gli uomini mentre salvanole donne che vengono portate ad Atene eschiavizzate.L’architetto si serve di questoavvenimento per introdurlo all’internodell’opera come messaggio divulgativo neiconfronti della popolazione ateniese e,soprattutto, nei confronti di eventualinemici.Le Cariatidi assolvono, all’interno delportico, la doppia funzione: statica e dimetafora storica.Infatti alle colonne con sembianze umaneè affidato il compito di reggere latrabeazione della struttura e quindi la

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copertura come metafora del peso dellasconfitta.

Giza, Egitto - La zampa della Sfinge comequinta scenica della piramide di Cheope

È possibile leggere e quindi comprenderel’architettura, nella sua globalità, soltantose non ci limitiamo alla sintassicompositiva e al linguaggio architettonicoma cerchiamo di comprenderne anche ilcodice che è alla base delle scelteprogettuali.Se operiamo, quando è possibile, conquesta metodologia possiamo trarre ilmassimo piacere dal monumentostudiato.Questa metodologia d’analisi può essereutilizzata anche per altre operearchitettoniche e nel caso delle piramidiegiziane permette di arrivare a formularedelle nuove teorie.In questo caso l’analisi del prodottoarchitettonico piramidale non puòprescindere dalle conoscenze dellareligione egiziana che si rispecchiava,soprattutto, nel culto solare e sulla figura

antropomorfa di Ra comerappresentazione del Sole.Il culto per il dio Sole porta gli egiziani ascomporre il tragitto della nostra stellanel cielo in tre principali fasi: il Soledell’alba, il Sole di mezzogiorno e il Soledel tramonto e ad ogni fase associa lafigura corrispondente.Così Khepri rappresenta il Sole dell’albaed è identificato da uno scarabeo, Ra, conil disco solare, come figurazione del Soledi mezzogiorno e per finire Atum,visualizzato con un vecchio appoggiato adun bastone, come metafora del Sole nellasua fase calante e quindi espressione deltramonto.Essendo per gli Egiziani la visione delmondo essenzialmente simbolica sembraquasi scontata la trasposizione del cultosolare nella simbologia tridimensionalerappresentata dall’architettura.

Giza, Egitto - La foto scattata nel 1954mostra i nonni dell'autore dell'articolo

nella spopolata piana di Giza.

Gli egittologi sostengono che la piramidesia una rappresentazione del Dio Sole

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mentre ricercatori alternativi comeRobert Bauval e Antonio Crasto vedononella disposizione delle piramidi sulterritorio una rappresentazione terrenadelle costellazioni del cielo, concettoampliato da Robert Bauval quandoanalizza i condotti, conosciuti comecondotti d’aerazione, che sono orientati indirezione di particolari corpi luminosi.

Se la piramide è larappresentazione in terra del cultosolare a quale codice si sono ispirati

gli architetti egiziani pertrasformare un elemento cultuale

in elemento plastico?

Apparentemente l’analisi della piramidenon permette di avere nessuno spuntoche possa ricollegare la struttura al cultosolare mentre analizzando il quadrato allabase del solido si ottiene che i quattro latisono orientati verso i quattro punticardinali.Anche questa osservazione non dà quelleindicazioni necessarie per arrivare adottenere le conclusioni volute ma se sianalizza la piramide come lacomposizione di quattro triangoli con labase di questi posizionata su di unquadrato e l’apice degli stessi convergentein un punto, che rappresenta il vertice delsolido, si ottiene un nuovo elementod’analisi.È necessario a questo punto immaginarela piramide come un bocciolo di rosachiuso che sboccia lentamente fin quandoi quattro petali, cioè le quattro figuretriangolari, si adagino sul manto sabbiosodel deserto.Posizionandoci sul vertice del triangoloche giace in direzione del punto cardinaleovest si può notare che le direttrici deltriangolo possono essere in direzione delsorgere del Sole ai due solstizi edovviamente posizionandoci sul vertice deltriangolo opposto al primo il risultato chesi ottiene è il medesimo con la variante diprendere in considerazione il tramonto,sempre ai solstizi.

Pertanto, ciò che noi vediamo non è altroche la rappresentazione del Sole quandoquesto percorre l’orizzonte di undeterminato luogo e che vede nei duesolstizi gli estremi di questo segmento opercorso.

Gebel Barkal, Karima o Napata, Sudan -Profilo di una piramide sudanese.

Per poter confermare questa intuizione ènecessario ricorrere ai calcoli matematiciutilizzando due valori che sono semprecitati per le piramidi: l’altezza e ladimensione della base.Per quantificare il valore dell’angolo delvertice di un triangolo che compone lapiramide si può ricorrere ad una sempliceformula che permette di calcolarel’angolo, da me definito "angolo solstizialedelle estremità", utilizzandosemplicemente le dimensioni dell’altezzae della base della piramide:

Senß = (a/2)/?[(a2/2) + b2]

dove:

a = larghezza della base della piramideb = altezza della piramide

Questa formula prende in considerazionesolo la metà dell’angolo che nella realtàcorrisponderebbe, per esempio, alladistanza tra il sorgere del Sole al solstiziod’estate e il punto cardinale est mentreper avere l’angolo completo è necessarioraddoppiare tale valore.Ciò che oggi noi possiamo visualizzaresulla piramide doveva essere ottenutoprima a terra, come metodologia di

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studio, e successivamente applicato nellarealtà.

Gebel Barkal, Karima o Napata, Sudan - Lafoto è stata scattata dalla cima della

montagna sacra "Gebel Barkal" mentreuno centinaio di falchi volteggiavano in

cerca di cibo.

Un metodo semplice è quello diposizionare un’asta di mira con il compitodi segnare sul terreno il punto dellalettura. Al sorgere del Sole al solstiziod’estate si posiziona una seconda asta chedeve essere tangente alla mezzeria deldisco solare sul lato disposto a nordmentre a distanza di sei mesi si ripete lastessa operazione disponendo un terzaasta tangente sempre alla mezzeria deldisco solare sul lato disposto a sud.Il posizionamento delle tre aste: asta dimira, seconda asta o asta solstiziale estivae terza asta o asta solstiziale invernale,individua come rappresentazione graficain terra il disegno di un triangolosolstiziale.

A posteriori è possibile verificare questametodologia d’analisi con la formulasopra esposta e nella seguente tabella èpossibile verificare l’ampiezza dell’angolodei triangoli che formano le piramidi dellaIV - V - VI - XII dinastia esuccessivamente si assume un valoremedio per ognuna di queste.

PIRAMIDI IV DINASTIA ANGOLOSOLSTIALE DELLE ESTREMITA´

Cheope 31°43´G1 a 32°19´Micerino 31°43´G III a 31°28´Chefren 30°57´Media 31°38

PIRAMIDI V DINASTIA

Niuserra 31°41´Userkaf 30°55´Sahura 32°20´Khentkaus II 30°38´Media 31°23´

PIRAMIDI VI DINASTIA

Teti 30°54´Pepi I 30°57´Pepi II 30°57´Media 30°56´

PIRAMIDI XII DINASTIA

Amenemhet I 30°06´Amenemhet III 29°49´Media 29°57´

Preso un valore medio per dinastia, conl’obiettivo di avere un valore più prossimoalla realtà, si ottiene che le piramidi dellaIV dinastia hanno un angolo solstizialedelle estremità pari a 31°38´ e con il

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passare delle dinastie tende a ridursiprogressivamente a 31°23´ per la Vdinastia, a 30°56´ per la VI dinastia e29°57´ per la XII dinastia.

Meroe, Sudan - Una fase del rilievo dellapendenza della piramide.

Confrontando ulteriormente quantoottenuto dai calcoli con l’angolo solstizialedelle estremità ai nostri giorni che è pari acirca 27°19´ ci si rende conto che lapiramide può essere il risultato diosservazioni astronomiche del Soleall’orizzonte e quindi la "traslitterazione"di queste secondo i canoni del linguaggioarchitettonico.Ampliando queste conoscenze con i datiastronomici in nostro possesso, relativi alperiodo in cui vennero edificate lepiramidi, è possibile ottenere un valorenumerico di riferimento per l’angolosolstiziale delle estremità o amplitudineper la piana di Giza.

Epoca Declinazione amplitudine3000 a.C. 24°02´ 28°04´50´´2000 a.C. 23°92´ 27°55´50´´1000 a.C. 23°81´ 27°46´50´´2000 d.C. 23°44´ 27°19´50´´

Pertanto le conoscenze astronomiche cheabbiamo sul nostro pianeta ci dicono chel’angolo solstiziale delle estremità per unperiodo prossimo al 2500 a. C. è di circa28°.E´ necessario aggiungere che la formulautilizzata per calcolare l’amplitudinerisulta valida quando prendiamo in esameperiodi di storia prossimi alla nostraepoca ma diventa inesatta quando cispingiamo indietro nei millenni.Infatti, la formula utilizza le conoscenzeastronomiche che l’uomo ha maturatonell’ultimo periodo e le applica anche aiperiodi precedenti senza considerareeventuali movimenti tellurici, maremoti,impatti con asteroidi o altri eventi dicarattere naturale che possano avercausato variazioni dell’inclinazionedell’asse terrestre nel corso dei millenni.A tale proposito è necessario ricordareche il sisma del 26 dicembre 2004, che hacausato lo tsunami, seminandodistruzione in diverse nazioni che siaffacciano sull’Oceano Indiano, ha avutodelle ripercussioni, seppur minime, anchesull’inclinazione dell’asse terrestre.Infatti, il Centro di Geodesia Spaziale "G.Colombo" di Matera, che si basa sullalettura della telemetria laser dei satellitiLageos I e Lageos II, ha misurato unospostamento dell’asse di rotazioneterrestre di circa due millesimi di secondod’arco. E´ importante sottolineare chetale variazione non modifica l’angolazionedell’asse terrestre, (che è circa 23 gradi emezzo) ma la direzione laterale verso cuipunta l’asse nello spazio.Questo esempio serve per dimostrarecome un semplice terremoto, e chissàquanti se ne sono verificati in passato,possa modificare dei parametri del nostropianeta.Inoltre la lettura della piramide cometrasformazione plastica del culto solare ci

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permette di comprendere come lecondizioni climatiche nella piana di Giza enell’intero mondo fossero diverse daquelle che oggi supponiamo.Tali condizioni permettono di spiegare,con più facilità, il motivo per il quale laciviltà si sia sviluppata nell’areacosiddetta della "Mezzaluna fertile"comprendente l’Anatolia meridionale, levalli del Tigri e dell’Eufrate e che oggi,invece, vedono queste zone trasformatein lunghe distese di sabbia.

Meroe Sudan - La piana di Meroe con leincantevoli piramidi.

Pertanto sia la Sfinge che le piramidipresentano segni inequivocabili dicondizioni climatiche diverse da quelleche sino ad oggi sono state supposte.Quindi le piramidi non sono soltantoelementi architettonici che esprimo iconcetti artistici, cultuali e culturali di unpopolo ma celano nella struttura e nellaconformazione plastica anche quelle

conoscenze climatiche che appartengonoal periodo della loro erezione.È possibile ampliare questa teoria con unaltro dato che si basa su una semplicedomanda di riflessione.

Come mai le piramidi sudanesi,realizzate dai faraoni neri dellaXXV dinastia prima e dalla classenobile del Sudan dopo, sono piùslanciate rispetto a quelle delle

dinastie egiziane?

Sia i faraoni neri che la successiva classenobile del Sudan opera seguendo gliinsegnamenti che il popolo egiziano avevatrasmesso al popolo sudanese. Quello cheviene fuori ponendo a confronto lepiramidi egiziane e quelle sudanesi è chela loro conformazione è totalmentediversa: più panciute le prime piùslanciate le seconde.Anche in questo caso sono i valoridimensionali della piramide a svelarci larelazione tra architettura e astronomia edil perché di una variazione, anchesostanziale, tra la morfologia dellepiramidi egizie e quelle sudanesi che deveessere ricercata, principalmente, nellaconformazione sferica della terra chepresenta angoli solstiziali diversi in basealla latitudine del posto.Infatti, ciò porta ad un valoredell’amplitudine uguale all’inclinazionedell’asse terrestre, rispetto alla normaledel piano dell’equatore celeste, allalatitudine equatoriale e poi aumentagradualmente alle latitudini maggiori.Così prendendo in considerazione lapiana di Meroe o il Gebel Barkal, luoghiscelti per l’erezione dei monumentipiramidali, che sono rispettivamente aduna latitudine di 16° 56´ 30´´ e 18° 32´10´´, si ottiene che l’amplitudine durantela loro erezione era di circa 25°.

In questo caso se si analizza il triangoloche compone la piramide, seguendo glischemi utilizzati per le prime dinastie, ildato che si ottiene è leggermente inferiorea 25° ma se si considera la sezione

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trasversale della piramide passante per ilvertice si ottiene che l’angolo superioredel triangolo è di 25°.

Lo studio dell’angolo solstiziale delleestremità permette d’interpretare e dileggere la piramide come processoevolutivo basato su un codice cultuale chevede il culto del Dio Sole come fonte nonsoltanto spirituale ma anche comeelemento al quale ispirarsi per la faseprogettuale.

Maurizio [email protected]

Ecco la copertina del volumedi Maurizio Giudice: “Echiancestrali - Influenzeesoteriche sul concettoarchitettonico delleorigini” (Ed. Phi, 2008, euro24,50).E’ possibile acquistare illibro anche in Rete, sul sitoweb della Casa Editrice.

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DREAMLAND

L'evoluzione delfenomeno e gli EBANI

Non più tardi di qualche settimana fa michiedevo se e come il fenomeno Ufo sistesse evolvendo.Nel secolo scorso tale evoluzione erapiuttosto evidente anche se ciò eraprobabilmente da collegare alla diffusioneed al miglioramento tecnologico deglistrumenti di ripresa.Più le testimonianze venivanoaccompagnate da supporti fotografici ofilmati e più la curiosità per il fenomenosi diffondeva tra le persone inducendolea guardare in alto sempre più spesso equindi ad accorgersi di fenomeni chemagari in passato non si sarebbero notati.Naturalmente, in questo modo, anche ilrumore di fondo è andato via viaaumentando, sempre più aerei, satelliti evelivoli sperimentali hanno decuplicato ilfenomeno in sé ma rendendo sempre piùcomplesso distinguere tra gli UFO veri epropri, gli oggetti che cioè sfuggono aqualsiasi spiegazione convenzionale, e gliUFO che sono tali solamente fino aquando non se ne analizzano lecaratteristiche.

Nei primi anni del secolo in corso, dopoche gli anni novanta avevano regalatograndi rivelazioni e notevoli casi, ilfenomeno si è di molto ridimensionatoproducendo un considerevoledisinteressamento da parte del pubblico.Al giorno d'oggi il fenomeno non solo haripreso a manifestarsi massicciamente neicieli di tutto il mondo ma, come successoin passato, si è evoluto. Nel corso deidecenni passati si sono alternati periodiin cui, nonostante gli UFO avvistatiavessero le forme più svariate, alcune diqueste erano preponderanticaratterizzando in modo più marcato ilperiodo in questione. Vi porto alcuniesempi concernenti questi modelli per poiinvece approfondire l'espressione piùbizzarra e sempre più frequente delfenomeno al giorno d'oggi.Durante la seconda guerra mondiale,il primo conflitto ad essere statocombattuto anche nei cieli, gli aerei dientrambe le fazioni erano spessointercettati da piccolo oggetti sferici eluminosi che vennero comunementedefiniti foo-fighter perchè si supponeva

Gianluca [email protected]

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fossero armi segrete della fazione opposta(foo deriva da foe che significa nemico).

http://www.youtube.com/watch?v=m1J-dpAC5G8

Negli anni cinquanta e sessanta, con iprimi consistenti miglioramenti tecnicidegli apparecchi fotografici, sono statiimmortalati molti UFO dalla formatipicamente campanulare.

Alcuni di questi casi erano e sono rimastimolto controversi, come quello di GeorgeAdamski (le foto non si riferiscono a

questo caso). Nonostante tutto nellamaggior parte dei casi non se ne è maipotuta provare la falsità, spesso il difettomaggiore attribuito a queste immagini eraespresso in questo modo : “troppo belloper essere vero”.

Negli anni settanta gli oggetti volanti sonoapparsi spesso con una forma più“filante”, in qualche modo apparendo piùmoderni, anche se questo è un giudiziopuramente formale che nulla spiega delmotivo di questa sorta di up-grade.Uno dei casi più emblematici è quello diBilly Meier che a metà del decennio, inSvizzera, scattò una serie di incredibilifotografie, alcune dimostratesi false,mentre altre no.Questa commistione di materialeautentico e non meriterebbe unatrattazione a sé, in questo momentoesulerebbe dagli intenti dell'articolo.Eccone alcune delle celebri fotografiescattate dal contattista svizzero.

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Da questo momento in poi la varietà dellemanifestazioni, questione che ho giàanalizzato in un precedente articolo, haconsiderevolmente ampliato il propriospettro rendendo più difficileidentificarne delle caratteristichericorrenti. Di certo alcuni casi hannomaggiormente attirato l'attenzionefocalizzandola su un genere di oggettivolanti fino a quel momento molto pocodiffusi.

A metà anni ottanta, a Tepotzlan adun'ottantina di chilometri a sud di Cittàdel Messico, Carlos Diaz riprese efotografò quelle che tutti i localidefinivano le navi di luce. Le immaginiche seguono giustificano ampiamentequesto appellativo.

Gli anni novanta furono invececaratterizzati da un fenomenocompletamente diverso che, alla luce delleconoscenze attuali, si ritiene potesseessere di origine terrestre. Anche in

questo caso però si tratta di una sempliceipotesi basata sullo sviluppo tecnologicodegli armamenti e dei velivoli militari.Nel 1990 in particolare, il Belgio è statoteatro di una serie cospicua diavvistamenti di oggetti di formatriangolare (si veda la foto) tali da attivarel'Aereonautica militare che collaborò congruppi di ricerca privati ed ammisepubblicamente di non conoscere l'originedei suddetti oggetti.

Un altro fenomeno molto peculiare,iniziato negli anni novanta e caratteristicodel Messico, è quello delle flottillas. In

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particolare si è soliti collegare le loroprime manifestazioni all'eclissi di sole del1991.Le flottillas sono gruppi dinumerosissimi oggetti sferici piuttostopiccoli che solcavano allora solamente icieli messicani e che al giorno d'oggi sisono diffusi in tutto il mondo, Italiacompresa.In questo caso voglio soffermarmi per unsecondo sulla spiegazione “ufficiale” diquesto fenomeno: palloncini. E' possibileche centinaia di palloncini lanciati in ariain occasione di qualche festività abbianotratto in inganno gli osservatori, in moltialtri casi questo non è possibile. Non lo è per i seguenti motivi: ipalloncini una volta liberati volanosospinti dal vento espandendosiregolarmente e procedendo ad unavelocità uniforme. Le flottillas, o meglio icomponenti delle stesse, si muovonoindipendentemente gli uni dagli altri,alcuni accelerano, e non vengonodisturbati nel loro procedere dalpassaggio di aerei o elicotteri. Inoltre, allevolte, entrano in formazione mostranosimboli assolutamente non casuali (comenell'immagine) oppure passanodall'essere brillanti ad essere opachi inuna frazione di secondo. C'è un filmato(ve ne sono molti in rete facilmentereperibili) che ha ripreso proprio ilmomento in cui, in uno stormo dicentinaia di questi oggetti, solamentealcuni di essi hanno effettuato questocambio di luminosità.Saltando moltissimi altri casi esottolineando nuovamente che questasuddivisione temporale del fenomeno Ufoè tutt'altro che categorica arriviamo aigiorni nostri ed ad un fenomenorelativamente recente : gli EBANI, EntitàBiologica Anomala non Identificata.Questa descrizione potrebbe esserefuorviante, poiché l'origine biologica ditali oggetti è una pura speculazioneconseguente al loro aspetto ecomportamento decisamente bizzarro epoco tecnologico, perlomeno secondo iparametri della nostra conoscenza della

tecnologia. Essi appaiano infatti comelunghi vermi volanti (in inglese infatti siusa definirli ufo-worms) di vari colori checambiano posizione e forma nel loro lentovolare.

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Anche in questo caso, prima di proseguiree di mostrare alcune immagini di questioggetti, è necessario sgombrare il campodagli equivoci sollevati dalle spiegazioniconvenzionali.Tornano nuovamente alla ribalta ipalloncini di cui sopra e, come nel casoprecedente, è possibile che alcuni diquesti Ebani siano agglomerati dipalloncini attorcigliati ma questa ipotesinon spiegherebbe tutte le prerogativedegli ufo-worms, come ad esempio il fattoche siano stati filmati dagli astronautinell'alta atmosfera se non nello spazio(http://www.youtube.com/watch?v=m1J-dpAC5G8), la luce propria che emanano,la capacità di cambiare colore o lacapacità di rimanere immobili nel cieloresistendo alle correnti d'aria(http://www.realufos.net/2009/02/worm-ufo-ballon-over-la-2008-what-was.html).Vi è, infine, una caratteristica che affossadefinitivamente l'ipotesi palloncini: inalcuni casi sono stati ripresi filmati in cuisi vedono dei piccoli oggetti fuoriuscirecon moto proprio (non sospinti dal vento)dalle estremità di questi Ebani(http://www.youtube.com/watch?v=7K2mTL_172E&feature=related).Si è quindi azzardata un'ipotesi secondola quale vi sia un collegamento diretto trale flottillas e gli Ebani come se questifossero le astronavi madri da cuiuscirebbero le piccole sfere volanti. JaimeMaussan, importante ricercatoremessicano, ha associato questi oggettivolanti a Queztacoatl, il serpente piumatodella tradizione Maya. Non credo ripongamolta fiducia in quest'ultima ipotesi enemmeno io la trovo credibile. Rimane ilfatto che il fenomeno degli Ebani èdifficilmente catalogabile.I primi avvistamenti di queste “entità”risalgano alla fine degli anni novanta e,dopo una apparente pausa, sono tornatinegli ultimi due anni prepotentementealla ribalta ufologica. Sono passatidall'essere un fenomeno prettamentecentro-americano al diffondersi in tutto ilmondo, compreso il nostro paese. Ne

sono stati avvistati, ad esempio, sopraBologna e sopra Milano(http://www.segnidalcielo.it/flying_worm_italia.html).Ecco alcuni esempi fotografici degli Ebaniavvistati in giro per il mondo.

In quest'ultima immagine si può notarecome il fenomeno possieda unaluminosità propria rendendolo visibileanche di notte.Nonostante non sia davvero possibile, almomento, provare a spiegare questo

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strano fenomeno una conclusione la sipuò trarre. Naturalmente potrebbe essereun caso ma è questo un campo in cui lacasualità, a mio parere, trova davveropoco spazio e considerazione, quindi sequesto fenomeno ha aumentato e staaumentando la sua portata ci dovrà essereun significato. Forse non è un caso che sistiano approssimando tempi dicambiamento, non necessariamentecatastrofici, ma di certo epocali.Affermare che questi cambiamentivadano nella direzione del bene o delmale significa attribuire concetti e valoriumani ad eventi che certamenteprescindono il nostro piano d'esistenza.Se realmente fossero entità biologiche,non possiamo negarlo con certezza,potrebbero essere sempre esistite ma unaqualche modificazione in corso sul nostropianeta, e forse nel sistema solare, hafatto in modo che diventassero visibilisolamente adesso. Accenno solamente adun altro “essere” anomalo che solamentenegli ultimi anni si è reso visibile alletelecamere. I rods, infatti, sono piccolianimali (o almeno così sembrano) chevolano così velocemente che sonoinvisibili ad occhio nudo.(http://www.youtube.com/watch?v=amnNgXRK_vo).Non mi azzardo a dire che vi sia unaqualsivoglia relazione tra la due cose, maè interessante notare la contemporaneitàdei due fenomeni.Le frontiere della ricerca Ufologicadevono quindi rimanere aperte alle piùvarie possibilità. Limitare la spiegazionedel fenomeno Ufo all'origineextraterrestre o a eventuali falsi è unerrore che non ci si può permettere. Leforme di contatto oltre che orizzontali(sullo stesso piano fisico : extraterrestri dialtri pianeti) potrebbero spiegarsi ancheverticalmente ossia tra noi ed entità chesono sempre state presenti sulla Terra maad un diverso livello dimensionale,vibrazionale o come lo si voglia spiegare.

Le nuove conquiste della fisica quantisticaaprono in entrambe le direzioniampliando lo spettro entro il qualerivolgere la nostra attenzione maconcedendoci una libertà intellettuale econcettuale assolutamente impensabilefino a quando il muro della velocità dellaluce era invalicabile.

Gianluca [email protected]

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GLI ANELLI MANCANTI

UfologiaEsoterica

Oggi giorno proliferano a grande velocitàle cosiddette “scienze di confine”.Recentemente mi sono imbattuta inalcuni blog in cui si comincia a parlare diUfologia Esoterica con l’intenzione diriferirsi all’indagine sulle possibiliconnessioni tra ESP o implicazionispirituali e fenomeni UFO. Emerge peròun problema serio e cioè il rischio diutilizzare dei termini per definire unanuova branca dell’ufologia (interessantesenza dubbio e assolutamente daapprofondire), senza dare però troppopeso a cosa potrebbe intendere, sentendoparlare di Ufologia Esoterica, chi non haun’esatta cognizione della definizioneattribuita a questa denominazione.Prestandosi già di per sé l’ufologiatradizionale ad interventi di mitomani,pseudo sette e fanatici che inquinano ilgià difficile lavoro dell’ufologo più serio,l’ufologia esoterica rischia, se non benesplicata, di incrementare questi

atteggiamenti nei confronti del fenomenostesso.Perché quindi parlare di UfologiaEsoterica potrebbe essere fuorviante?Cosa si potrebbe intendere per UfologiaEsoterica? Sappiamo ormai con certezzache sono numerosissimi i casi diavvistamenti UFO documentati e non piùseppelliti in archivi segreti e questo fattorappresenta una conquista per lapopolazione mondiale e per la libertà diinformazione. Se facciamo riferimentoall'etimologia del termine "Esoterico" cirendiamo conto che l'esoterismo è dasempre la tendenza a “un insegnamentoestremamente riservato, a cui già nelleantiche scuole greche veniva ammessosoltanto chi aveva ricevuto unapreparazione specifica. Gli altri, la massa,era tagliata fuori. Gli stessi concetti,venivano appositamente criptati, quandoaddirittura i testi non venivano nascosticompletamente alla vista, in templi o inluoghi inaccessibili". Quindi, riferendoci

Ines [email protected]

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alla consuetudine da parte dei governi enon solo, di tenere strettamente riservatele informazioni e le conoscenze relative alfenomeno UFO, possiamo sicuramenteparlare di Ufologia Esoterica: la massaeffettivamente viene tagliata fuori esappiamo bene quanto è tutt’ora difficileparlare di questi fenomeni, spesso relegatiin programmi televisivi di nicchia estampa di settore, ma non divulgatiall’opinione pubblica come qualsiasi altranotizia di cronaca o cultura.Il pericolo però nasce dall’attualeaccezione del termine “esoterico” troppospesso accomunato a fenomeni dioccultismo, sette e magia nera. Questo staportando, negli ultimi tempi adidentificare il fenomeno Ufo con ilcontattismo (è sufficiente una brevericerca in Internet su siti italiani estranieri per rendersene conto) e adaccomunare, di conseguenza, presuntecapacità medianiche di comunicazione fraesseri umani ed extraterrestri con ritualilegati alle pratiche cosiddette esoteriche,che in realtà sono pratiche derivatedall’occultismo.Probabilmente se si ritornasse conconsapevolezza all’uso del termine“esoterico” nella sua accezione originale, ecioè di percorso iniziatico per favorire larivelazione, la comprensione e ladiffusione di verità fondamentali perl’evoluzione della coscienza e della vitaumana, allora sarebbe corretto parlare diUfologia Esoterica, perché siamo tutticoncordi nell’affermare che èfondamentale oggi giorno cercare discendere a fondo nella questione, scoprirequanto ancora si cela in questo ambito,capire quali messaggi ne possono derivaree diffonderli per favorire l’evoluzione e laresponsabilizzazione della società versorealtà cui allo stato attuale non siamoancora sufficientemente preparati.Il compito quindi, a parer mio, di coloroche si trovano ad indagare e scrivereriguardo la cosiddetta Ufologia Esoterica èsoprattutto quello di far chiarezza sulsignificato attribuito ai termini e sugliargomenti cui può condurre questa

branca, tenendo ben separati tutti queifenomeni di fanatismo legato a casi diabductions surreali e non documentate,messaggi provenienti da fantomaticheciviltà extragalattiche ricevuti inaltrettanto improbabili sedute spiritiche evia di seguito. Molto più senso avrebbeindagare seriamente, con appositiesperimenti, i casi di “remote viewing” el’uso di facoltà paranormali (telepatia,trasmissione del pensiero, telestesia)mettendoli in relazione con tutte ledocumentazioni, controverse o meno,raccolte in campo ufologico: avvistamenti,crop circle, foto, video; con l’obiettivo ditrarne studi accurati e completi di dati, dadivulgare ovviamente, senza celarneeventuali risultati “scomodi”.

Ines [email protected]

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LIBRARSI

“Una civiltà sottoghiaccio”

alle soglie della scoperta del secolodi Flavio Barbiero

In questo libro l'autore propone unateoria secondo la quale ciò che Platone ciha descritto di Atlantide nei suoi dialoghiTimeo e Crizia non è frutto di purafantasia. Barbiero ha accettato in bloccola descrizione di Platone e ha scelto la

Titolo: “Una civiltà sottoghiaccio – alle soglie dellascoperta del secolo”Autore: Flavio BarbieroDati: 276 p.Anno: 2000Editore: Nord

Simonetta [email protected]

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strada più difficile per dimostrare la suateoria: quella della sperimentazione.Il valore del metodo scientifico consistemaggiormente nel fatto che nulla è statodistorto dal racconto platoniano perpiegarlo alla tesi di Barbiero: tutto dovevaessere dimostrato con prove scientifiche,o nulla doveva essere accettato. Mancasolo la prova per eccellenza, quellaarcheologica, che la teoria di Barbiero siaesatta, ma l'interesse per la sua tesi è statatale da promuovere alcune spedizioni inAntartide.In breve, da uno studio approfondito sulleteorie delle glaciazioni, ed in particolarecon una analisi puntigliosa dei testi diPlatone e la successiva combinazione conla dimostrazione matematica dellospostamento dei Poli avvenuta circa 12.000 anni fa a seguito della collisione dellaterra con un asteroide, il libro dimostracon rigore matematico e ricostruisce neldettaglio le vicende della civiltà diAtlantide, arrivando a determinareperfino le coordinate geografiche delpunto in cui sorgeva il tempio al dioPoseidone: esso si trova a 79° dilatitudine Sud e 45° di longitudineOvest nella parte orientale dell’Isoladi Berkner.Il libro e la sua teoria sono state conentusiasmo appoggiate dal Direttoredell’Istituto Geografico Polare (Dr. SilvioZavatti) e con il suo supporto si cercò diorganizzare una spedizione perché solouno scavo sistematico da farsi in undeterminato punto dell’ Isola di Beknetsarebbe stata la prova per eccellenza chela teoria di Barbiero era esatta. I tentativiiniziali di appoggiarsi ad una baseAntartica esistente nelle vicinanze gestitadagli Argentini fu vanificata dallaindolenza degli stessi e dalla mancanza diappoggi adeguati. Solamente nel 1976,Barbiero ebbe la possibilità di aggregarsiad una spedizione alpinistica in una zonalontano da quella prevista e che quindinon riportò significati di rilievo, ancheperché la mancanza di mezzi non permisedi poter adeguatamente analizzare i

reperti che Barbiero riportò dallaspedizione.

Alcuni degli argomenti trattati nellibro di F.Barbiero

LE PROVE CARTOGRAFICHE.Questa una breve sintesi delle prove chela cartografia ci ha lasciato:

La carta dell’Amm. Piri Reis. (1513)

La carta trovata dietro uno scaffale dellalibreria del vecchio Palazzo Imperiale diCostantinopoli nel 1929 , ufficialmentericonosciuta come documento genuino , e’ stata disegnata dall’ Amm. Piri Reis nel1513 a Costantinopoli.

1-La carta di Piri Reis rappresentainequivocabilmente la costa Ovestdell’Africa , la costa Est del Sud Americae la parte Nord dell’ Antartide.

2-Antartide e’ stata scoperta nel 1818 , circa 300 anni dopo la data della carta!

3-Il profilo della costa “libera dai ghiacci”della terra di QUEEN MAUD , rappresentata nella carta costituisce ilvero dilemma . L’evidenza geologicadimostra che la data più recente in cuitale area può essere stata rilevata edisegnata libera dai ghiacci , risale al4000 aC ed è rimasta libera dai ghiacciper circa 9000 anni.

4-Non esiste una civiltà conosciuta chenel periodo tra il 13000 a.C. ed il 4000a.C. abbia avuto la capacità’ e la necessità’di fare un rilievo cartografico di tale zona.

Il vero enigma non consiste tanto sul fattoche nel 1513 sia stata disegnata la mappadi una terra scoperta poi nel 1818 , manel fatto che essa rappresenta un’areapriva di ghiacci, una situazione che si e’verificata solo in un periodo antecedentea 6000 anni fa.Fortunatamente, Piri Reis stesso, in unaserie di note scritte a mano sulla sua

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carta, ci dà una risposta. Ci informa chenon e’ stato lui a fare i rilievi ed atracciare la carta, ma ammette che il suocompito e’ stato solo quello di mettereassieme e copiare carte già esistenti,compilate da varie fonti (inclusoCristoforo Colombo) e da documentidatati IV° secolo a.C e precedenti!

Carte e documenti che a loro volta sibasarono su fonti ancora più antiche.Studi ed investigazioni fatte (Prof. Hapgood) portano a concludere che esisteevidenza inconfutabile che la terra e’ stataquasi interamente mappata prima del4000 aC da una civiltà fino ad oggisconosciuta ma che necessariamenteusufruiva di un livello di tecnologiaavanzata.Nel 1953 il direttore dell’IstitutoIdrografico della Marina Statunitenseesaminò le carte di Piri Reis, e lesottopose a tutte le prove possibili; dopo13 anni la loro autenticità e’ statainequivocabilmente accertata.Ma non basta, accurati studi al computerhanno altresi’accertato che il sistema diproiezione usata dall’ammiraglio turco (odalle sue fonti ) era una serie di pianigiustapposti l’uno all’altro con unparticolare orientamento edinequivocabilmente il metodopresuppone delle conoscenzeapprofondite della trigonometria sferica!

Tutta questa cartografia fu raccolta estudiata nella grande Biblioteca diAlessandria d’Egitto.Da Alessandria le carte furono passate aivari centri culturali del periodo, qualiCostantinopoli, e quando nella IVcrociata, i Veneziani occuparonoCostantinopoli, la documentazione trovòla sua via nelle mani dei marinai edavventurieri Europei.Se la carta di Piri Reis fosse un casoisolato, si potrebbe risolvere il tutto con“una coincidenza”. Ma non lo e’ stato.

La carta di Oronteo Finaeus (1531)

Come da lui dichiarato ed a seguito delleanalisi fatte sulla carta se ne deduce che :

1-E’ stata copiata e messa assieme sullabase di fonti molto più antiche e condiverse proiezioni.

2-Rappresenta la regione costieradell’Antartide, NON COPERTA DAIGHIACCI ed in particolare: la terra diQueen Maud, Enderby Land, WilchesLand, Victoria land, Marie Byrd Land.Il tutto con dettagli di fiumi, montagne,valli etc.

3-Come nella carta di Piri Reis anche inquesta, il profilo della costa edorografico, combacia in maniera quasiperfetta con il profilo sismico delle terresubgaciali dell’Antartico fatto nel1940/50.

Nel mare di Ross, in particolare, doveoggi si tuffano i più grandi ghiacciai qualiil Beardmore e lo Scott, vengono precisatigli estuari, i golfi ed un profilo costa chenecessariamente implica un rilievo delterreno quando questo era privo deighiacci che oggi arrivano ad uno spessoredi circa 1550 metri.

Ed i carotaggi effettuati dalla spedizioneantartica di Byrd nel 1949, confermano(usando il metodo di datazione allo ioniosviluppato da Dr. W. D. Urry) al di là diogni dubbio che fino a circa 6000 anni fa, nel Mare di Ross, confluivano sedimentifluviali.Ma bastano due sole carte a convincerciche possiamo essere di fronte alladimostrazione di una civiltà preesistente?Proseguiamo allora.

Le carte di Gerard Kremer-Mercatore (1560)

La sua proiezione e’ ancora oggi il metodousato per le carte nautiche di tutto ilmondo. Fu un grande matematico e

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ricercatore che nel 1563, senza alcunaspiegazione si recò a visitare le Piramidid’Egitto.La sua produzione cartograficasull’Antartide si basa, come da luidichiarato sui dati di Oronteo Finaeus, ma va ben oltre ed include cartedettagliate della zona antartica, ancoranon scoperta; un insieme di informazionie dettagli che fanno comunque intuire cheMercatore avesse accesso a fonti bendiverse da quelle di Oronteus Finaeus.

Philippe Buache (Geografofrancese 1700)

Anche lui ha pubblicato una carta diAntartide, molto prima della suoscoperta ufficiale, con una caratteristicaancora più particolare: le sue fontidovevano essere state ancora più anticheperché il profilo di costa da luipubblicato, ricalca la topografiasubglaciale del continente, quando tuttaAntartide era libera dai ghiacci. Il rilievosismico di tale area e’ stato completatosolamente nel 1958!E potremmo proseguire con le mappe diTolomeo, guardiano della Biblioteca diAlessandria, con Turk HadjiAhmed(1559), con il Portolano di IehudiIbn Ben Zara (1487); tutte carte cheriportano i profili di coste e le isole che sipuò pensare siano esistite tra i 10000 e12000 anni fa.

Ci troviamo di fronte ad una civiltàscomparsa che era in grado di disegnarecon incredibile precisione la quasi totalitàdelle terre emerse a quei tempi.Che tipo di tecnologia, che livello diconoscenza scientifica e matematicadoveva possedere questa civiltà per fareun lavoro del genere ?

LA NUOVA TEORIA SULLEGLACIAZIONI

A tutt’oggi, ben poco sappiamo circa lereali cause delle glaciazioni e poco siconosce sulle effettive condizioni

climatiche della Terra durante questiperiodi; le ricerche geologiche in tutto ilmondo hanno fornito e forniscono ancorauna serie di dati estremamentecontradditori e sconcertanti.Tutte le teorie comunque richiedono, intermini di tempo, alcuni millenni oalmeno secoli perché si inneschi ilmeccanismo della glaciazione.Ma l’evidenza archeologica deiritrovamenti ci dice inequivocabilmenteche il cambiamento di clima è avvenuto inun periodo di tempo dell’ordine deigiorni!L’unica spiegazione che può giustificareuna così abnorme situazione climatica èche il polo Nord non si trovasse nella suaattuale posizione, ma spostato versol’Oceano Atlantico, in una posizionebaricentrica della superficie ricoperta daighiacci, quindi tra la Groenlandia el’Islanda. Circa 2500 chilometri dalla suaattuale posizione.

La terra quindi, enorme giroscopiosospeso nello spazio, se sottoposta inparticolari condizioni ad una coppiaperturbatrice di una determinatadirezione ed intensità, reagirà cambiandoistantaneamente il proprio asse dirotazione ; ed i poli si sposteranno dicolpo, stabilendosi permanentemente inuna nuova posizione.Fatti i dovuti calcoli matematici risultache per spostare i poli di 2500 chilometrie’ necessaria una coppia perturbatrice di2 x 10 esp 29 kgmt . Chi e che cosa puòaverla generata?Semplice: l’impatto con una cometa o unasteroide .

Fino a 12000 anni fa, il mondo erapopolato da decine di specie animali oggiestinte . Tutta questa ricchissima faunascomparve improvvisamente e quasi deltutto con la fine del periodo glaciale diWürm . Questa grande ecatombe si consumò nelgiro di pochi giorni, quando a seguitodell’impatto con l’asteroide/cometa ilpolo nord si spostò di 2500 km.

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Quali furono le conseguenze disastrose diquesto istantaneo cambio di asse dirotazione ? Per stabilizzarsi intorno alnuovo asse, la terra dovette modificare lapropria forma:- appiattire i vecchi rigonfiamenti

equatoriali per formarne di nuovi incorrispondenza del nuovo equatore.

- l’acqua degli oceani per prima cosa siprecipitò a colmare il vuoto creatosiper cui una gigantesca onda di mareapercorse il globo con moto elicoidaleverso l’equatore.

- al maremoto si aggiunsero dei terribiliterremoti perché gli strati rigidi dellacrosta terrestre , incapaci di piegarsi, si spezzarono con scosseviolentissime . Non a caso le cascatedel Niagara si sono formate proprioin questo periodo .

- di pari passo , l’atmosfera si trovòtotalmente sfasata rispetto al nuovomovimento della terra. Siscatenarono quindi ventiviolentissimi, di conseguenza unaenorme evaporazione e quindipiogge, piogge torrenziali su tutti icontinenti. E tutto ciò durò per circa

“sei giorni e sei notti”.E non c’è dubbio che noi possiamoritrovare il ricordo di tali disastrinelle religioni , nelle leggende e nelletradizioni di tutti i popoli della terra.Non solo troviamo descritti congrande precisione la natura di questisconvolgimenti, ma alcune fonti neindicano con sicurezza anche l’epoca.

Una civiltà sotto ghiaccio – “Allesoglie della scoperta del secolo”, diF. Barbiero è un libro del 1974 eristampato nel 2000, ma attualissimo.Un dato di fatto: l'Antartide in passatonon era coperta dai ghiacci, come prova laforesta fossile scoperta dallo stessoautore, Barbiero. Una scoperta chepurtroppo non ha avuto conferme per variproblemi di carattere ufficiale. Di facilelettura e con spiegazioni dettagliate suicalcoli matematici realizzati per la teoria.

Simonetta [email protected]

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∼∼∼∼“Echi ancestrali”

Influenze esoteriche sul concetto architettonico delle originiInfluenze esoteriche sul concetto architettonico delle originiInfluenze esoteriche sul concetto architettonico delle originiInfluenze esoteriche sul concetto architettonico delle originidi Maurizio Giudice

Presentazione del volume(a cura della Casa Editrice Phi)

L'analisi del prodotto architettonico nonpermette di comprendere l'operaprogettata nella sua completezza e perfare ciò è necessario analizzare i processiprogettuali che hanno spinto gli architetti,nei millenni, a trasformare dei codicicultuali in elementi plastici.Nel libro "Echi ancestrali" il prodottoarchitettonico viene analizzato nella suafase embrionale quando le idee delprogettista non sono ancora commutatein volumetrie e pertanto lo studioapprofondisce gli elementi cultuali delperiodo storico in esame che servono dasupporto all'architetto per realizzare quelprimo schizzo che, con il passare deltempo e del lavoro, diventerà il progettovero e proprio.

Questo metodo d'analisi permette dipenetrare all'interno dei codiciprogettuali e di analizzare le conseguentiopere non più come misteriche, comemolte trasmissioni televisive o riviste disettore riportano, ma con quel fascinoaggiunto che permette di abbinare allalettura della sintassi compositiva e dellinguaggio architettonico il codiceesoterico o più semplicemente l'ideainiziale alla quale si sono rifatti iprogettisti.Questo nuovo metodo di lettura permette,per esempio, di dare una nuovainterpretazione alla simbologia presente aNewgrange in Irlanda o nel tempio diAmon a Naga nel Sudan, dimostrandocome la filosofia progettuale degliarchitetti sacerdoti del Neolitico usi un

Titolo: “Echi ancestrali – Influenzeesoteriche sul concetto architettonicodelle origini”Autore: Maurizio GiudiceDati: 236 p.Anno: 2008Editore: Phi

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linguaggio che sarà utilizzato anche neiperiodi successivi e come il mondo diallora vivesse già la tanto contestataglobalizzazione.Tali teorie prendono corpo dall'analisi deisiti del Neolitico, segnalati allaSoprintendenza di Sassari dallo stessoautore, presenti nel comune di LaMaddalena, che nel 2009 sarà la sede delprossimo G8.

Inoltre la ricerca si spinge ulteriormentein là dando una nuovissimainterpretazione progettuale sulla formapiramidale arrivando, con un ulteriorepassaggio, a definire la piramide egiziacome la rappresentazione simbolica delMaat.

Le opinioni dei lettori(ovvero, un modo diverso di recensire)

Forte curiosità e commozione sono le duesensazioni che ritengo abbianoaccompagnato e concluso la mia lettura diEchi Ancestrali di Maurizio Giudice.Come ogni lettore che si appresta ad unanuova lettura si pone l´interrogativo dicome possa essere stata trattata quellamateria, ho avuto, questa volta, lasensazione di trovarmi di fronte ad unsaggio esposto non in modo cattedraticoma con stile narrativo. Un saggio/romanzo, oserei dire.L´argomento trattato viene sviluppatoinfatti attraverso una esposizione ditematiche di forte spessore che vannodall´archeologia all´architettura allaspiritualità coniugate con concetti dellageometria, calcolo matematico, fisica,astrologia, sociologia ed altro ancora,sorprendentemente ricche di nozioni,conoscenze e notizie che, a tratti moltotecniche, si sviluppano, immediatamentedopo, in un crescendo di informazionimolto semplici e avvincentiaccompagnate anche da piccoli e brevitocchi di esperienze personali.Come in un romanzo in cui si trattano idiversi personaggi facendone intersecarevite e vicende, Echi Ancestrali, fin dalleprime pagine, pone nel lettore l´incognitadel percorso.Questa sensazione lo accompagna fino almomento in cui si ha la netta impressione

del cambiamento e si assiste allaevoluzione di un tema che si intreccia conun altro ed un altro ancora in uncrescendo che incuriosisce e incolla allalettura.Si percepisce quasi la sensazione disentirsi proiettati nei diversi ambientistorici e/o preistorici dove le emozioni ela descrizione dei luoghi illustratidall´autore e relativi ai vari personaggivengono vissuti anche dal lettore.Bellissime e molto interessanti le foto e leimmagini che alleggeriscono la letturaaccompagnando via via il lettore nellacomprensione di passaggiparticolarmente difficili soprattutto perun profano.Ma il momento più sorprendente e che hacolpito in modo particolare la miaattenzione è stata la conclusione. Il Maat.Dopo tanti discorsi, dimostrazioni e datil´autore conduce il lettore, connaturalezza, al cuore del saggio romanzooffrendgli quel risultato quasi comeelemento d´equilibrio tra tutte quellescienze.La conclusione è secondo me, dacommozione.Il titolo assegnato racchiude in se un pòtutto il contenuto.

Maria Grazia Pedroni

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Il libro è spettacolare: chiaro, ben scritto emolto affascinante.Pensa che recentemente un amico me loha consigliato... al che gli ho dovuto farnotare che conoscevo l´autore.

Giulio Galleri

Scusami se ancora non ho commentato iltuo lavoro, vorrei essere all'altezza, mavorrei anche essere me stessa esponendoconcetti che richiedono competenza.Dammi ancora tempo. Per il momentosappi che apprezzo tantissimol'esposizione, lo stile, la struttura e ildialogo che stabilisci con il lettore;sembra di toccare con mano l'essenzadelle cose e di fare un viaggio nel tempo enella storia dell'umanità, di osservaretutto quanto dall'alto, di essereprotagonista e allo stesso tempo staccatadalla realtà delle cose, proiettata in unadimensione più alta.

Albertina Piras

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UFOLOGIA

I Rettiloidi: così vicini,così inafferrabili ma da

sempre compagnidell’Uomo

Chi sono i Rettiloidi?Parafrasando il lessico del vocabolariopotremmo definirli “creatureantropomorfe, dal corpo ricoperto disquame brune o verdastre e dal musoche richiama fortemente quello deiserpenti”.Completando la definizione diremmo,pure, che la loro altezza varia da 1,80m a 2,50 m, gli occhi sono grandi,gialli, verdi o rossastri, la pupilla èverticale, hanno una sorta di cresta sulcapo e, spesso, si dimostrano violenti esanguinari.

Per farcene una idea potremmo, allafine, riferirci all’essere, astuto madall’aspetto repellente, di un vecchiofilm di fantascienza degli anniCinquanta, “Il mostro della LagunaNera”.Un fenomeno che, alla fine, abbracciasia la tematica ufologica, essendo damolti ritenuti di origine extraterrestre,che quella criptozoologica, per coloroche li considerano dinosauri bipedievolutesi, nel corso di milioni di anni, inesseri intelligenti.

Stefano PanizzaC.U.N. Parma

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Per alcuni, pochi in verità, sono, invece, ilrisultato di maldestri esperimentigenetici.Ma vediamo, ora, di meglio conoscerequeste misteriose creature.Si potrebbe, forse, pensare che letestimonianze siano ascrivibili a qualcheposto ameno e remoto, come l’Australia oil Sud America, o confinate neglisterminati Stati Uniti dove ogni cosapossibile sembra davvero accadere.Ed infatti una cronaca di quelle parti del1983 racconta di un “uomo–lucertola”(altezza 1 metro e 70 cm – pelle verdastra– mani palmate – occhi da gatto conpupille verticali) coinvolto in un caso dirapimento e mutilazione animale.In realtà, se questo è pur vero, comeabbiamo visto, esiste, pure, una nutritacasistica che si è sviluppata molto piùvicino a noi (e specialmente per chiscrive, essendo emiliano).Mi riferisco al cosiddetto “triangolo delmistero” che comprende, in un’areaparticolarmente vasta, le province diBologna, Ferrara e Rovigo.In queste zone, infatti, a partire dagli anniOttanta e per circa un ventennio, lecronache locali parlarono insistentemente

di una, o più, creature umanoidi, conevidenze rettiloidi ed anfibie, così elusivequanto, per molti malcapitati pescatori eattenti studiosi, concrete.Il tutto sembrava essere stato precedutoda insolite morie di pesci, decessi strani eraccapriccianti di animali da pascolo einquietanti rumori nella notte, forseimputabili ad un gigantesco essere alatoosservato in una occasione.I quotidiani locali come il “Resto delCarlino”, “Il Gazzettino” e “L’Eco del Po”,diedero, ovviamente, ampio risalto agliavvenimenti in special modo quando aquesti episodi, già strani, se ne aggiunseroaltri ancor più inquietanti.Diversi testimoni, infatti, iniziarono colraccontare di esseri squamosi, altiall’incirca 2 m e mezzo, visti uscire daicorsi d’acqua della zona (esseri quindi ingrado di respirare ma anche disopravvivere in un ambiente acqueo)saltellando in modo atletico, i quali,apparentemente, sembravano, pure,essere la causa di momentanei malesserifisici alle persone stesse.Da allora, non per nulla, le zone vennero,per diverso tempo, accuratamente evitatedai pescatori.Continuando sulla scia degli episodimisteriosi non potremmo sottacere quantoaccaduto nel 1988 al parroco di Villanovadi Castenaso (Bo) che entrò in possesso diuno strano e gigantesco uovo, anche se,poi, purtroppo se ne persero le tracce.A queste soggettive evidenze se neaggiunsero altre più concrete escientificamente analizzabili.Se i numerosi avvistamenti di oggettiluminosi non identificati checaratterizzarono quel periodo, quasi da farsospettare una importante collusione fra idue fenomeni, possono rimanere deisemplici fatti di cronaca, nonparticolarmente approfondibili, leimpronte ritrovate, lasciatepresumibilmente dalle “aliene” creature,appaiono di fondamentale importanza perlo studio del fenomeno tali da meritare,come davvero accadde, adeguate indagini.

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E bene, però, sottolineare subito unacosa che, pur essendo rilevante nel casospecifico, andrebbe tenuta, comunque, indebita considerazione in qualunqueanalisi ufologica.Mi riferisco alla opportuna valutazione diuna testimonianza e, più in generale, diuna indagine scientifico-giornalistica.Quanto riportato è ciò che èeffettivamente accaduto oppure, purnella buona fede di chi trascrive i fatti, lecose possono essere andatediversamente?Lo spunto me lo ha dato il caso del sig.Renzo Munari, pescatore e testimone, asuo dire, dell’incontro con una stranacreatura antropomorfa.Ora, confrontando quanto scrittosull’episodio da due fonti indipendenti, sinota come, pur nella sostanzialeconformità dell’episodio, alcuniparticolari, anche importanti, noncoincidano.Citando un solo esempio, per comodità,si parla, in un caso, di “...silenzio tombaleed irreale...” e di uno strano oggettoscuro che si muoveva nelle acque“...senza nessuna deviazione diandatura...” mentre nell’altro di “...unostrano rumore come di una vibrazionedell’acqua del canale...” e del corpoimmerso che “...devia ad angolo retto...”.E’ evidente che le affermazioni sono inantitesi. Ma allora come saranno andateveramente le cose?Questo non può far altro che suggerireestrema prudenza.Ma ritorniamo alle nostre indagini.In numerosi casi sono rimaste nelterreno tracce di calpestio di dimensionidi gran lunga superiori a quelle umane(si è arrivati, perfino, ai 60 cm ma conuna variabilità tale da far supporre esseridiversi sia nel numero che nellecaratteristiche) e terminanti in modo dapresumere un piede tridigitale artigliato;queste evidenze sono state rinvenute,pure, in terreni particolarmente duri,come testimoniano le numerosefotografie scattate a quel tempo.

Dalla profondità dell’orma si è, poi,supposto un peso complessivo dellacreatura di 130/140 kg.In alcuni casi le cronache parlano,inoltre, ed esistono immagini che lotestimoniano, di curiosi escrementi,ricchi di sostanze vegetali, particolarisoprattutto per le dimensioni essendoquantificabili in una decina di cm didiametro e una trentina (!?) in altezza,tanto da far soprannominare losconosciuto visitatore ”Uomo Cagone”...A volte, nei loro pressi, si è registrata,rispetto all’ambiente circostante, ancheun modesto aumento della radioattività.A completare il quadro inquietante ilritrovamento di scheletri spolpati eripuliti di oche e fagiani, di un gattomummificato ma con la parte posterioredel corpo bruciata.Secondo alcuni, poi, anche la scomparsao la morte, in quegli anni, di diversepersone nelle zone interessate daglistrani avvistamenti avrebbero potutoavere un medesimo filo conduttore conquanto di misterioso stava accadendo.Come pure la presenza, ingiustificata, disommozzatori con straneapparecchiature che si rifiutavano dirispondere alle domande dei curiosi (sitrattava di forze speciali?) o di individuiche facevano di tutto per minimizzare escreditare quanto accadeva.Ricordiamo, poi, che nel vicino aeroportodi Rimini esiste il più massiccio gruppodi pronto intervento nucleare americanoin Italia.I fenomeni cessarono, apparentemente,agli inizi dell’anno 2004 quando vennerorilevate in un campo nei pressi di Rovigostrane impronte vagamente umane, dicui una era chiaramente palmata,disposte in linea retta ma, soprattutto,non attribuibili, secondo le guardieforestali locali, a nessun animaleconosciuto.Tali manifestazioni, pur se a caratteresporadico, si sono avute anche nel restodella penisola come, ad esempio, aMonte Palodina (Lucca) nel 1987 dove uncacciatore si ritrovò davanti un essere

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grosso e mostruoso ricoperto da scaglie econ la testa da sauro. Mani e piediterminavano in modo artigliato, gli occhierano di “fuoco” e la coda era lunga epossente. Si dimostrò particolarmenteostile tanto da costringere il malcapitatoad esplodere un colpo di fucile, andato,comunque, a vuoto.

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Nel 1978, invece, a S. Giorgio di Nogaro(Udine) un pescatore avvistò, nei pressi diun oggetto discoidale ad una trentina dimetri da lui, un individuo dal viso“asiatico” , alto circa 1 metro e 30 cm e conuna “tuta” a “squame di pesce”.Sostanzialmente indifferente alla presenzadel testimone se ne andò dopo pochisecondi.Ma ancor più strano è il caso del 1954 aParravicino d’Erba (Como), quando untrentasettenne vide nel giardino dellapropria abitazione illuminato daun’insolita luce un essere alto 1 metro e 30cm (pure lui) dal volto umano ma dalcorpo ricoperto di squame e da un conoaffusolato al posto delle gambe. L’incontronon fu particolarmente piacevole perché lastrana creatura immobilizzò il testimoneper qualche secondo con un raggioluminoso.

Immagine 2

Estendendo il discorso esiste, pure, uncaso “onirico” particolarmenteinteressante.Una tale Cristina, che si diletta indiscipline New Age, ha raccontato allostudioso ed ufologo Alfredo Lissoni unostrano sogno notturno vissuto alcuni annifa.Al di là di importanti particolari checonfermerebbero che “qualcosa” di stranoquella notte le è davvero accaduto, ciò cheè importante, ai nostri fini, è la descrizioneche la ragazza fa, con un atteggiamentoche sembra richiamare lo stato di trance(sguardo che vaga indistinto, isolamentodal contesto ambientale), del protagonistadel suo sogno: “…un essere che aveva ilviso come un dinosauro e la pelle colormarrone…” con la sensazione inquietante,per chi l’ha intervistata, che “qualcuno”stesse interloquendo con il suo tramite.La ragazza, all’epoca, poi, pare non fosseminimamente interessata allafenomenologia ufologica e tematichecorrelate.Riassumendo potremmo dire che ilfenomeno dell’”Uomo Serpente” ha avutoimportanti riscontri, nell’arco di circa unventennio (anni Ottanta, Novanta ed in

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parte Duemila) nella zona Rovigo –Ferrara – Bologna per poi,progressivamente, spegnersi.In realtà esisterebbe un precedente, ilcondizionale è d’obbligo, che potrebbe,addirittura, attestare la presenza dellostrano essere nel primo ventennio delsecolo scorso.Esistono, infatti, dei documenti epistolari,datati 1926 e corredati da alcuni disegniesplicativi, attribuiti allo scrittore horroramericano H. P. Lovecraft, nei quali eglidomanda notizie di strane creatureumanoidi ed anfibie avvistate in Italia e incui descrive il suo viaggio segreto nelnostro paese per poter approfondire gliavvenimenti.L’esame grafologico delle lettere e “buchitemporali” nella sua biografia ufficialesembrerebbero attestare la concretezzadegli avvenimenti.In realtà, se usciamo dal nostro paese, leantiche testimonianze di uomini –lucertola abbondano in ogni luogo delpianeta.Vediamone alcuni esempi.Nel Messico precolombiano si parla diQuetzalcoatl, il dio – serpente venerato daimaya e le cui raffigurazioni erano unacostante nella loro vita sociale.Fra le rovine di un antico abitatomesopotamico nei pressi di Ur vennerorinvenute alcuni decenni or sono,all’interno di tombe semisepolte, alcuniidoli in terracotta chiaramente umanoidima con la testa di serpente.Interessante, poi, la credenza di questopopolo che riteneva che “esseri-serpente”utilizzassero il corpo dei morti per farnedei vampiri spaventosi capaci di rapire gliuomini per scopi misteriosi (come nonpensare alle moderne “abductions”?).Oppure in molte tradizioni orientali siparla dell’Uomo generato da un serpentecreatore, antiche storie cinesi vedono neidraghi i “padri” degli imperatori, senzadimenticare la divinità indiana “Naga” informa di serpente.Il culto del dio (o della dea) Serpente ècomunque antichissimo e ne sono state

ritrovate tracce in epoca preistoricaall’interno di strutture megalitiche.Le prime immagini risalgono al Paleoliticoe, spesso, si tratta di figure rettiloidiantropomorfizzate e con tonalitàfemminili.Famose sono le testimonianze cretesi e piùin generale in tutto il bacino delmediterraneo.Interessante poi la dicotomia nell’interpretazione, nel significato attribuito aquesta figura.Poteva essere malvagia, come abbiamovisto sopra, oppure benefica edispensatrice di sapienza e cultura.Per gli egizi, infatti, era un’entità positiva,conoscitrice dei segreti dell’Aldilà e conuna valenza di potere, come dimostral’Ureus, la corona dei faraoni con il cobralucente.E non tutti sanno che le nostre stesseradici cristiane hanno importanticorrelazioni con il tema “serpente”.Nel testo ebraico “Haggadan”, infatti, sidescrive il serpente tentatore del giardinodell’Eden con un aspetto umanoide“...stava in posizione eretta su 2 piedi e lasua altezza eguagliava quella di uncammello...”.Una sorta di lucertolone bipede e con latesta umana, se vogliamo prestar fede allaraffigurazione nel quadro “The Fall” delpittore fiammingo Hugo Van der Goes.Se poi proseguiamo nella lettura del testosacro sopra citato leggiamo che Adamo edEva erano divenuti nudi a seguito delpeccato, mentre prima erano ricoperti dapelle squamosa.Considerando, inoltre, che essi sono staticreati ad immagine e somiglianza di Dioecco che, allora, il Suo aspetto non potevache essere sauropode o serpentiforme.Potrebbe essere quindi corretto ritenereche la figura del serpente nasconda ilricordo di un’antica razza con determinatecaratteristiche fisiche, d’intelligenza e diconoscenza che abbia istruito l’Umanità(sia sufficiente, al proposito, citaresemplicemente i nomi delle antichedivinità dei Dogon, i Nommo e deiSumeri, gli Oannes perché una loro

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trattazione, che già ha fatto scrivere fiumidi inchiostro a diverse generazioni distudiosi, amplierebbe eccessivamente ilpresente articolo).Venendo a tempi a noi più vicinipotremmo citare il caso di Louisville,Stati Uniti, dove nel 1800 vennecatturata viva una creatura alta 2 metricoperta da scaglie come un pesce.Oppure, alcuni anni prima, nel 1878, unUomo Selvatico sarebbe statoimprigionato e messo in mostra nellastessa Louisville. Era alto 1 m e 95 cm edaveva occhi grandi il doppio del normalema, soprattutto, il suo corpo eraricoperto di scaglie come un pesce.Alla fine, dunque, attestata la più cheprobabile concreta presenza di unaspecie umanoide – serpentiforme che damillenni accompagna la storiadell’Uomo, con tangibili riscontri anche anoi vicini, a che cosa ci troviamo difronte?Si tratta di creature extraterrestri oextradimensionali, come il sovrapporsidella loro comparsa a fenomenitipicamente ufologici sembra suggerire?Ed in questo caso perché i loro scopi,spesso etici e di insegnamento perl’Umanità nel passato, ora appaiono cosìindecifrabili se non, in alcuni casi, ostili?Ma la verità potrebbe essere diversa e,forse, ancor più sorprendente.La Scienza ci insegna che i dinosaurisono scomparsi, come tantissime altrespecie viventi, 65 milioni di anni fa aseguito di una catastrofe interplanetaria,probabilmente causata dall’impatto conla Terra di un meteorite di 10 km didiametro.Fra essi esisteva la specie deiTroodontidi.Ne sono stati ritrovati solo una ventina diesemplari incompleti nelle rocce delCretacico superiore del Nord America edella Mongolia ma sono stati sufficientiper coglierne le sorprendenticaratteristiche.Erano bipedi, alti due metri, una visionefrontale, zampe a tre artigli che glipermettevano di manipolare prede ed

oggetti ed un rapporto cervello/volumecorporeo, cioè il cosiddetto coefficiente diencefalizzazione, ben superiore (1/1000contro 1/100000) agli altri dinosauri.

Ormai non ci sono più dubbi sulla lorointelligenza. A differenza dei lorocontemporanei avevano una scatolacranica tondeggiante, un cervelloparticolarmente sviluppato nelle regionisensoriali: grandi occhi, buoni l’olfatto el’udito, apprezzabile capacità dicoordinazione.Questo significa che, unitamenteall’abitudine a cacciare in branco,l’intelligenza era vivace e ben superiore aquella degli altri dinosauri.Lo si può immaginare con una menteelastica e vivace, creativa di fronte adostacoli imprevedibili per trovare confacilità soluzioni rapide.Considerando che era pure a sanguecaldo, dotato persino di un ombelico,segno che non deponeva le uova mapartoriva piccoli vivi, che aveva quattrodita nelle sue appendici simili a mani, tral’altro con il pollice opponibile come nelcaso dei primati, non si può non pensarea quante erano le caratteristiche che loaccomunano con la specie umana.Se fossero sopravvissuti allosconvolgimento ecologico, come fecero imammiferi, magari in nicchie collegate adun ambiente acqueo più tranquillo e

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stabile, potrebbero essersi evoluti e giuntifino a noi.L’idea è meno peregrina di quanto possasembrare a prima impressione.Ricordiamo, ad esempio, che diversi indiziportano a presupporre che all’epoca deifaraoni d’Egitto alcune specie di dinosaurifossero ancora viventi.Uno di questi è la Stele di Narmer (3.168a.C.), manufatto in ardesia atto acommemorare l’unificazione dell’Alto eBasso Egitto.Ebbene, in essa sono raffigurati dueanimali dal lungo collo che sono in tutto eper tutto estremamente simili a queivetusti dominatori del pianeta che gliscienziati chiamano “tirannosaurisauropodi”.Si tratta, semplicemente, di unaincredibile somiglianza con un qualche“mitico” animale non ben identificato o,piuttosto, la fedele riproduzione di quantoosservato con i propri occhi da antichiartisti?Ricordiamo, poi, che diverse specieviventi, ritenute estinte, sono statesegnalate negli ultimi decenni; una pertutte quella del Celacanto pescato in marenel 1938 e considerato estinto da milionidi anni.In altre parole quanto i terrorizzatitestimoni vedrebbero ancora oggi nonsarebbero che i discendenti di una lontanaspecie di dinosauri.Oppure questa stessa specie, evolutasi inmaniera intelligente e tecnologica inmilioni di anni, potrebbe averabbandonato la Terra, per abitare altripianeti, e ritornarvi periodicamente.Effettivamente, se dobbiamo credere alleparole del paleontologo canadese DaleRussel, se questa specie fossesopravvissuta avrebbe assuntocaratteristiche sempre più umanoidi,considerando anche il suo ritmo dievoluzione particolarmente rapido.Bipedi, eretti, dal peso di quarantacinquechili, testa sviluppata e mani capaci dimanipolare perfettamente gli oggetti.Una sorta di “Dinosaurus Sapiens”.

Quindi potrebbe trattarsi di astronauti diun’antica razza che dominò nel lontanopassato il nostro pianeta, ben prima dellaspecie umana.Esiste, pure, un’altra spiegazione, che adir il vero ha trovato ben pochisostenitori, che considera letestimonianze di queste particolaricreature delle semplici allucinazionidovute ad ancestrali ricordi, che la specieumana si trascina da milioni di anni,degli antichi dinosauri.Vi sono poi ipotesi, estremamente ardite,collaterali a questa.Ad esempio l’ufologo David Barclayipotizza che i Rettiliani, oltre che i Grigi,siano due rami evolutivi dei Troodontidioriginari e che una qualche loro forma diunione abbia generato il Chupacabras.Oppure certi studiosi “cospirazionisti”affermano che la cometa Shoemaker-Levy 9, precipitata su Giove nel 1994, erastata inviata dai Rettiliani per indebolirele difese terrestri in attesa di un lorosbarco in grande stile per conquistare ilpianeta.Inutile sottolineare come queste teorieabbandonino la più elementare prudenzae finiscano per recare un grave dannod’immagine che coinvolge anche la seriaricerca.In conclusione credo che, scremandol’intera fenomenologia da probabilimistificazioni, scarsa attendibilità dideterminate testimonianze e, in alcunicasi, corrette interpretazioni alternativedel pensiero dei nostri progenitori,rimanga, comunque, un nucleooriginario difficilmente giustificabile conspiegazioni di tipo convenzionale.L’idea di fondo è, dunque, che ci sia un“qualcosa” dalle apparenze rettiloidi chea volte in modo evidente, in altre con tonidiscreti e silenziosi, sia da semprepresente in mezzo a noi.Ma chi sia, da dove venga, e per qualiscopi agisca non ci è, ancora, dato sapere.

Stefano [email protected]

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Bibliografia:

- Alieni tra noi – Antonio Chiumiento –Editrice Nuovi Autori- Homo Saurus – Sebastiano DiGennaro – Edizioni Cartografica- Mystero periodico mensile n.1-13-29-50-59-70 - Gabriele Zaffiri – CasaEditrice Mondo Ignoto srl- X Factor volume 5 - Autori Vari – DeAgostini- Creature dall’ignoto – John A. Keel –Fanucci Editore- Antropologia degli alieni – M.Centini,D.Ghezzo, D. Tacchino – casa editriceMEB- Alieni in Italia – Moreno Tambellini –Edizioni Mediterranee- Ufo i dossier top secret – AlfredoLissoni - Anima Edizioni- Cronache dal mistero – StefanoMayorca – De Vecchi Editore- Extra-terrestres volume 2 – JeanPaul Ronecker – Editions Pardès (inlingua francese)- Nel mondo dei dinosauri: i fatti –Mike Benton - Arnoldo Mondatori spa- I dinosauri – Eric Buffetaut – NewtonCompton editori srl- Viaggio nella scienza – Piero Angela –Arnoldo Mondatori Editore spa- Il regno dei dinosauri – AlessandroCecchi Paone – Il Saggiatore- I draghi dell’Eden – Carl Sagan –Edizione Club degli Editori- Archeomisteri periodico bimestralen.11-24 – AAVV – Milton Sette

Nota dell’autore: Le immagini sonostate ottenute da internet.Nel caso in cui deteniate i diritti per leimmagini pubblicate in quest’articolo,saremo lieti di menzionare gli autoridelle immagini e la fonte da cui sonostate tratte, o di cancellarle se questo è ilvostro desiderio.Le immagini 1 e 2 sono state ottenute,previa concessione dell’autore, dal libro“Alieni in Italia” di Moreno Tambelliniedito dalle Edizioni Mediterranee.

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STORIA ANTICA

La siepedi pietra

Stonehenge, letteralmente “Siepe dipietra”1, si trova nel meridione della GranBretagna, sulla pianura di Salisbury, adovest del villaggio di Amesbury.

1 Il nome deriva dall’inglese antico: “stan” (pietra)e “hencg” (cardine).

Dista 130 chilometri da Londra.Qui si trovano imponenti megaliti,pesanti parecchie tonnellate, che i nostriantenati posizionarono millenni fa.E’ opportuno precisare che a parteStonehenge, il più grande e complesso ditutta Europa, ci sono solo in Gran

Simone Barcelli ha 45 anni ed è un ricercatore indipendente di Storia Antica,Mitologia e Archeologia di confine. Ha scritto, finora, due brevi saggi: "Tracced'eternità" (dicembre 2006) e "Memorie d'uomo (febbraio 2008). Collaboracon Storia in Network, InStoria, Edicolaweb, Acam, Esonet, Paleoseti eArcheoMedia, sui cui portali sono pubblicati i suoi studi tematici.

Simone Barcelliwww.paleoseti.it

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Bretagna almeno altri novecento antichicerchi composti da pietre, legno o terra,di cui alcuni nel raggio di appena ventichilometri da Stonehenge.Altri megaliti si ritrovano a Carnac, inBretagna, e Avebury (Inghilterra).Le prime tracce di Stonehenge nellaletteratura sono per merito del chiericoEnrico da Huntington nel 1130 (nella suastoria dell’Inghilterra parla di questomonumento preistorico e si chiede comeabbiano fatto i costruttori a trasportare lepietre e perché proprio in quel posto) edel cronista Geoffrey of Monmouthcinque anni dopo (racconta di come lepietre fossero state trasportate dall’Africaall’Irlanda da una tribù di giganti e inseguito fatte “volare” sul mare fino aStonehenge dal mitico Mago Merlino).Che la zona rivestisse una particolareimportanza, si sapeva da sempre.Inizialmente si pensava che fosse unluogo di culto, soprattutto perché iDruidi1, sacerdoti del luogo, si riunivanoa Stonehenge per svolgerci le lorocerimonie.Lo studioso William Stukeley, nel XVIIIsecolo, era dell’idea che fossero stati glistessi Druidi a costruire l’imponentecomplesso per praticarvi il culto delserpente2.Non era fuori luogo pensare che potesseservire per determinare i tempi dellasemina e della raccolta del grano, tanto èvero che prese piede la teoria che fosse unimmenso calendario che permetteva agli

1 Secondo la tradizione i Druidi erano una classedi sacerdoti e il druidismo era la religione dei Celtidella Gallia e della Britannia. Oggi si ritienefossero una casta di medici sciamani depositariadi antichi riti.2 La simbologia del serpente, in stretto rapportocon il fenomeno delle eclissi, si ritrova anche inaltre culture antiche, quella cinese per esempio. Sipensava che un enorme serpente inghiottisse ilSole o la Luna. L’intervallo di tempo affinché laLuna torni al nodo originario è definito “mesedraconitico” (da “draco”, che in latino significaserpente); Quei punti invisibili della sfera celeste,ovvero i nodi dell’orbita lunare, venivanoidentificati come il serpente, a simboleggiare leforze ignote e misteriose dell’universo.

antichi di tenere traccia del tempotrascorso.Infatti, verso la fine del 1800, alcuniarcheologi si avvidero che quelle pietreerano state erette in una zona dove sipraticava il culto del Sole.

Il computer del neolitico

Nel 1906 l’astronomo e scienziatoNorman Lockyer3 diede alle stampe unvolume in cui sosteneva,coraggiosamente per l’epoca, cheStonehenge e altri megaliti presenti inInghilterra ed altre parti del mondo,erano orientati in direzione del Sole e dialcune stelle.Egli, negli studi iniziati cinque anniprima, aveva desunto che, considerandolo scarto di cinquantadue minuti cheintercorreva tra la posizione della pietrachiamata ‘Heel stone’ e quella del sole, ilsorgere di quest’ultimo il 21 giugno 1840a.C. andava a coincidere perfettamentecon la pietra stessa.Le determinazioni di Lockyer trovaronopronta conferma dagli scavi archeologicie, in particolar modo, dalla datazione colCarbonio 14 di un pezzetto di carbone dilegno: 1850-1700 a.C.L’intuizione di Lockyer era esatta e vennein seguito confermata da altri studiosi; adesempio Fred Hoyle che, spingendosioltre, affermò trattarsi di un osservatorioastronomico, insomma un computer dipietra con cui si poteva osservare il motodegli astri e forse anche le eclissi.Risultava, infatti, possibile calcolare iltempo osservando i mutamenti del cielograzie ad un indicatore: la cima di unamontagna, lo spiazzo di una valle o dellepietre, appaiate oppure da collocare inposizioni diverse secondo il susseguirsidegli eventi celesti. Alcuni di questielementi sono peraltro presenti anche aStonehenge.

3 Editore per qualche tempo della prestigiosarivista scientifica “Nature”, sulla quale furonopubblicati i suoi studi. A Lockey va ancheattribuita l’importante scoperta che il Soleconteneva elio.

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Un noto astronomo americano, il dottorGerald S. Hawkins dell’Università diBoston, nel 1965 eseguì un accuratolavoro di rilevamento degli allineamentidel sito rispetto alla mappa del cielo inepoche diverse.Dopo aver inserito tutti i dati in uncalcolatore, determinò che Stonehenge,nel 1500 a.C., era perfettamente allineatasia al Sole che alla Luna.Le cinquantasei buche di Aubrey,secondo lui, potevano contenere dei palisuccessivamente spostati sempre piùverso il centro, il che permetteva diprevedere le eclissi di Luna per unperiodo approssimativo di trecento anni.D’altronde cinquantasei corrispondeanche al numero di anni di ciascun ciclolunare, determinato dalle posizioniestreme del nostro satellite.La data indicata dallo studioso nonconvinse appieno, anche perché i palirisultano essere stati messi molto prima,così come le pietre, entrambe rimosse piùvolte: da Stonehenge, stando così le cose,si poteva prevedere solamente un’eclissil’anno.Insomma, quello di Hawkins era unosservatorio astronomico (che lui definì“computer del neolitico”) che funzionavaa singhiozzo e niente più, tralasciando fral’altro il movimento dei pianeti e dellealtre stelle.Al di là delle critiche, in buona sostanzalegittime, ricorderemo nell’archeologoRichard Atkinson1 la personalità di spiccoa guida dei detrattori di Hawkins.La contrarietà era dovuta, in specialmodo, all’approccio nuovo e diverso altempo stesso riguardo questo genere diricerche, che col tempo si trasformarononella scienza comunemente denominataarcheoastronomia. Si poteva essered’accordo sull’antichità del sitoarcheologico ma non si poteva veramenteaccettare che gli antichi abitanti dellaGran Bretagna, agricoltori o pastori che 1 Atkinson ed altri archeologi hanno il merito,incontestabile, di aver evidenziato a Stonehenge,durante gli scavi dal 1950 al 1958, cinquedifferenti fasi costruttive.

fossero, avessero ideato unastrumentazione così ricercata perquell’epoca2, senza averne avuto peraltrouna reale necessità, un ritornoimmediato.Questi nostri antenati, in fondo, nonpotevano avere nemmeno le conoscenzeper progettare e costruire qualcosa delgenere.Oggi sappiamo che il numero delle pietree delle buche è riferito al cicloastronomico della Luna, con le sue fasi.La direzione degli allineamenti tra lepietre è quasi identica ad altrettanti puntidella volta celeste che corrispondono, adesempio, al sorgere e al tramontare delSole.Il giorno del solstizio d’estate è possibilevedere l’astro sorgere quasi sopra lapietra denominata “Heel Stone”, unmegalite di trentacinque tonnellate chespunta dal suolo per un’altezza di quattrometri e mezzo.E’ certo che in questa località, comeabbiamo accennato, si svolgevanoimportanti cerimonie di caratterereligioso, considerando la caratteristicadel cosiddetto “viale cerimoniale” chescende dalla collina per tre chilometri didislivello, descrive un arco tutt’attorno eraggiunge il cuore del sito archeologico.Qui, all’interno dell’area delimitata dalfossato e dall’argine, dovevano averaccesso solamente i sacerdoti che, perquanto possibile, erano celati alla vistadei fedeli dai terrapieni e dai megaliti chesorgevano alle loro spalle.Nel giorno del solstizio d’estate erapossibile ammirare il sorgere del Sole sulviale cerimoniale.Andiamo ora ad analizzare il sito nel suoinsieme, descrivendo quegli elementi chesono da considerare essenziali.Partendo dal cosiddetto vialecerimoniale, c’inoltreremo sempre piùverso il centro del complesso, ove

2 Le osservazioni astronomiche, per ottenererisultati soddisfacenti, avrebbero infattiimpegnato molte persone a tempo pieno, perdiverse generazioni. Senza l’uso della scrittura ciòappariva veramente un problema insormontabile.

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incontreremo, oltre i fossati e i terrapieni,le cinquantasei buche di Aubrey, le pietremegalitiche poste a formare due circoli edue ferri di cavallo, infine un altarecerimoniale.

Pietre su pietre

Oggi il complesso megalitico appare incompleta rovina ma un tempo, come cimostrano le ricostruzioni effettuate alcomputer, si ergeva in tutto il suosplendore. L’Avenue, il Viale cerimoniale,scende per 530 metri, partendo da unazona collinare, e raggiunge la partepianeggiante di Stonehenge, quindi arrivaal complesso monumentale stesso.In sostanza ci sono due terrapieniparalleli (con a fianco dei fossati) chedanno al viale una larghezza di circadodici metri.La costruzione che incontriamo ha unaforma circolare per una circonferenza di115 metri di diametro.Qui troviamo, collocata nel mezzo delviale d’ingresso, la pietra in sarsen1denominata “Heel Stone”2, presentequindi lungo l’asse della costruzione.Da questa pietra ci spostiamo all’internodel sito con attorno un terrapienocircolare, in pratica un fossato e unasponda più interna. Appena entratinotiamo una pietra simile all’Heel Stone,abbandonata a terra, chiazzata di rossopoiché la pioggia ne ha sciolto il ferro: èstata chiamata “Slaughter Stone” (Pietradel Massacro o del Sacrificio).Lungo la parte interna del terrapienocircolare troviamo le 56 bucheequidistanti e a forma circolare diAubrey3, oggi coperte con dischi dicemento per renderle maggiormentevisibili. Insieme formano un cerchio del 1 Tipo di pietra grigia appartenente alla famigliadell’arenaria. Deriva il suo nome da “Sarazen” chesignifica straniero.2 La parola ha origine incerta e perciò risultatuttora intraducibile. Alcuni ci hanno provatoadducendo che possa derivare dalla parola greca“helio” (Sole).3 Così chiamate dal nome dello studioso del XVIIsecolo, John Aubrey, che per primo le individuò.

diametro di 90 metri, al cui interno, almargine del terrapieno, trova posto unrettangolo delimitato ai quattro angoli dapiccole pietre, levigate, in posizioneeretta, le Station Stones, ovvero Pietre diRiferimento: oggi ne restano solamentedue in piedi.Una serie d’altre buche, dalla formairregolare, è scavata nel terreno tra lebuche di Aubrey e il primo circolo dimegaliti; al giorno d’oggi, seppur appenapercettibili, vengono pur sempredenominate con le lettere Y e Z: formanoulteriori due circoli rispettivamente di 30e 29 buche.La parte centrale del complesso presentale pietre megalitiche, tutte rigorosamentelavorate a mano, che sono di due tipi:sarsen e bluestone (pietra blu).Quelle in sarsen, accuratamente lavorate,di dimensioni maggiori rispetto alle altre,provengono dalla cava di MarlboroughDowns, a trenta chilometri daStonehenge, ove è possibile trovare pietresimili4.Si ritiene siano state trasportate con delleslitte trainate da buoi, anche superandoun corso d’acqua distante da Stonehengecirca tre chilometri, l’Avon.Le altre, invece, caratterizzate da uncolore grigio/azzurro, sono composte dasolfato di rame e provengono dallalocalità di Preseli Hills, per intendercidalle montagne del Galles sudoccidentale; come dire ad una distanza diben 400 chilometri, di cui 208 in linead’aria!I megaliti, che nella parte esterna sonodisposti su due circoli, nella partecentrale formano invece due ferri dicavallo.Il primo circolo, 31 metri di diametro, ècomposto da diciassette5 pietre alte estrette, alcune delle quali sonosormontate da altre pietre posizionate inorizzontale, a formare un architrave.

4 Da questa cava provengono anche le pietre diAvebury, un altro importante sito archeologicodella zona.5 Originariamente erano trenta in tutto.

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I blocchi sono accuratamente modellati equelli orizzontali, oltre ad essere levigati,sono uniti tra loro con giunti di legno adincastro e bloccati a coda di rondine.Tutte le pietre hanno un peso stimato diventicinque tonnellate circa, tranne una,che è pesante addirittura quarantacinque.Il circolo più interno, in origine, contavasessanta pietre in bluestone, molte dellequali ora sono cadute oppure distrutte.Adesso ne rimangono ventinove.Infine, c’è quello che resta delle pietre cheandavano formando i due ferri di cavallo:il primo era composto da cinque ‘dolmen’o triliti (“tre pietre”, due in verticale chesorreggono la terza, messa inorizzontale).Questa composizione di pietre procuraincredibili effetti ottici.Qui troviamo, tra le altre, la pietra piùgrande del sito, lunga più di nove metri,affiorante sul terreno per circa sette.Ognuno di questi blocchi pesa circacinquanta tonnellate!La seconda formazione a ferro di cavallo,larga undici metri, occupava il centro edera composta da diciannove pietre inbluestone.Entrambe le formazioni a ferro di cavallohanno l’asse aperto che guarda a nord-est, in direzione del viale cerimoniale edell’alba del sole d’estate.Un megalite è la cosiddetta ‘pietra altare’,alta quasi cinque metri, collocataperfettamente al centro del complesso: èl’ultimo elemento di Stonehenge.Risulta essere stata sistemata nel 2000a.C. Oggi la vediamo distesa sul terrenoma un tempo doveva essere eretta.Non si può escludere che abbiarappresentato, in tutto e per tutto, ilprincipale oggetto del culto, data laparticolare posizione.

Cambiare idea in corsa

Oggi gli archeologi ritengono che la primatraccia dell’opera dell’uomo a Stonehengepossa risalire all’VIII millennio a.C.quando furono costruiti quattro pozzimesolitici con dentro dei pali di legno, a

circa duecento metri dal sito vero eproprio.In seguito si edificò il terrapieno e lebuche di Aubrey (a partire dal 3100 a.C.),un complesso di pali all’interno delterrapieno e all’ingresso (dal 2550 a.C. inavanti); infine si cominciò a collocare imegaliti dal 2100 a.C. in poi.Si ritiene, in ogni modo, che le primepietre, di dimensioni ridotte, siano statecollocate attorno al 2800 a.C.C’è da tenere in considerazione che,comunque, in questo sito tutto furiedificato più volte e quello che possiamoosservare oggi è la configurazione che isuoi costruttori decisero nel 1560 a.C.poco prima di abbandonaredefinitivamente il luogo.Gli antichi, da quel che sembra, avevanointenzione di utilizzare solamente lepietre bluestone per realizzare quello chepotrebbe definirsi un tempio.Poi, per ragioni che restano ignote,decisero di abbattere quanto costruito ecollocarono le pietre sarsen.Stranamente, in seguito, tornaronoall’originale progetto, realizzando ilsecondo circolo con le pietre azzurre,come pure il secondo ferro di cavallo,quello che racchiude l’altare.Tutto questo nel 1800 a.C.Ecco quindi che, nel giro di un millennio,il sito fu costruito, distrutto, ancoraricostruito, ogni volta utilizzandomateriale diverso. Appare nella suaevidenza che il luogo, prima di esserecompletamente abbandonato, interessavaa più persone e che di conseguenzaognuno realizzò qualcosa di diverso,senza comunque discostarsi oltremododal progetto originale, che a questo puntosembra perdersi nella notte dei tempi.

Simone [email protected]

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ANGOLO PRIVATO

Invasione aliena

Si girò di scatto… la

sensazione di essere

seguita non

passava… da quando

era uscita dal

laboratorio.

Sentiva due occhi

fissi sulla nuca…

all'appuntamento

voleva arrivare in

orario… ma non

voleva portarci quel

qualcosa o quel

qualcuno che sentiva

la stava seguendo…

un respiro nella

mente.

Alla porta del locale

con lumini rossi che

si accendevano a

intermittenza c'era

appoggiato il suo

contatto… un’altro

mutante come lei…

gli unici che potevano

avvertire le piccole

variazioni dello

spazio tempo, gli

passò davanti senza

fare il minimo

cenno… lui non si

mosse nel vederla

andare oltre, ma

entrò velocemente nel

fumoso pub e si

sedette al bancone…

Giovanna Triolohttp://blog.libero.it/Angol

oprivato

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goccioline di sudore

gli scendevano dalle

tempie.

Intorno uomini e

donne indaffarati nel

far scorrere il tempo

e occupare lo

spazio… e lui il tempo

lo vedeva fermarsi…

ordinò un bicchiere di

birra scura e

aspettò… pregando

in cuor suo che non

fosse la fine.

Lei camminando

spedita entrò in un

vicolo senza uscite…

arrivata al fondo… si

girò lentamente con

gambe aperte e le

mani lungo i

fianchi… e aspettò.

Il respiro nella mente

divenne accelerato…

le parve di udire

anche un cuore

battere… pulsargli

nelle tempie a far da

eco al suo.

Con la coda

dell'occhio vide

un'ombra scivolare

lungo il muro…

sentiva il suo odore…

nauseante come di

gomma bruciata…

allungò la mano…

sapendo bene che

avrebbe incontrato

solo l'aria… sentì un

violento colpo alla

nuca… e il suo ultimo

pensiero fu…"

Chi li avverte che

l'invasione dall´altra

dimensione è

iniziata?

Il contatto avvertì un

fremito nell'aria e

capì che lei non c'era

più… si asciugò con

un fazzoletto bianco

immacolato il sudore

dal volto… pagò e

uscì nella notte

fredda… si girò di

scatto con la

sensazione di essere

seguito e accellerò il

passo… nella mente

dell´alieno che lo

seguiva c’era

soddisfazione, si

potevano eliminare

uno alla volta… i

mutanti erano pochi

rispetto alla

popolazione ed erano

ignorati o

disprezzati… nessuno

li avrebbe creduti

senza prove e le

prove erano sparite

con Lei… era più

facile del previsto… e

quello spazio-tempo

sarebbe stato loro…

fluttuando nell´aria

gli si avvicinò fino a

fargli sentire il suo

odore di gomma

bruciata… l´altro

avvertì un colpo

violento alla nuca e

poi nulla.

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Androide

Si schiarì la gola…

cercando di

nascondere

l'emozione

metallica… lasciò che

le parole uscissero

con la voce soave di

una bambola.

Mentre parlava dal

visore vedeva l'altro

androide che cercava

di abbottonarsi una

giacca immaginaria

e invece con le dita

urtava il suo corpo di

metallo

strepitosamente

luccicante.

Riprendendo a

parlare a scatti

tintinnanti e metallici

fece la domanda che

gli girava fra i chips

"Sei sicuro che gli

umani parlano

cosi??"

e l' androide

"Certamente li ho

studiati bene… e

parlano cosi".

- "Ma non mi stai

dicendo nulla"

e l'androide

"Appunto!!".

Giovanna Triolohttp://blog.libero.it/Angoloprivato

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CONFESSO, HO VIAGGIATO

Egitto (settembre 2007)

seconda parte

Faceva caldo e la folla dei turisti siaccalcava dentro all'ingresso del MuseoEgizio al Cairo.Mentre mi lasciavo trasportare tra unaspinta e l'altra, pensavo che gli Egizianiusavano i geroglifici (la parola geroglificisignifica "Linguaggio di Dio") comescrittura magica, figurata e simbolica perlasciare una traccia indelebile nel tempo.Incidevano figure e segni nella rocciaoppure scrivevano i loro disegni daicolori brillanti sulla carta di papiro.E' curioso come anche la pianta delpapiro abbia una simbologia divina.Il suo fusto è a triangolo (significadonare) e le foglie sembrano tanti raggisolari.

Un simbolo che si vede moltofrequentemente e l’ANKH, la chiave dellavita o croce ansata.Questo geroglifico rappresenta unospecchio di rame che cattura la luce e lariflette. (Da <Il segreto dei geroglifici> diC. Jacq) ed è in relazione con la dea dellestelle Nut e dell’amore universale. Allostesso tempo è anche il legaccio delsandalo visto dall´alto (nel museo egizioci sono dei sandali d’oro del tutto similiai nostri moderni infradita. Sembraproprio che noi li abbiamo copiati daloro…).Mizho è troppo impegnato a districarsitra i vari gruppi al momento, ed ioapprofitto di un'altra guida e chiedo se cipuò essere una relazione tra la

Noemi [email protected]

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numerologia (8) e la forma del sandalo. Ilragazzo è molto gentile e mi risponde <Ilsandalo lo porta chi cammina, chi è vivo,e ancora, è la base ove poggia il piede cheha la forma dell’8, numero cherappresenta Dio>.

Cominciare a vivere per gli antichi egizivoleva dire prima di tutto saper ascoltaree imparare a capire. Poi camminare emuoversi (il legaccio del sandalo) e infineessere lo specchio che cattura la luceceleste (C.Jacq).Ecco, collegavo quanto Gesù mi avevadetto prima di partire: <Io sono il sole etu rifletti la mia luce sugli altri>, ma chepallido riflesso sono.Avevo alzato gli occhi a una parete difronte ed ero rimasta a bocca aperta… Inun bassorilievo scolpito il faraoneAmenhotep III, e sopra, alla sua destra, ilsole stende i suoi raggi su di lui.Al termine dei raggi sono disegnate dellemani che si protendono verso il faraone eil faraone rivolge le mani verso l’alto perricevere l’energia solare. Tra i raggi delsole c’è anche l’ankh rivolto verso chi loriceve. Il significato è molto chiaro. Saràpoi il figlio di Amenhotep, il faraoneAkhenaton che regnò nel 1300 a.C. aportare una vera rivoluzione nel camporeligioso dell’epoca instaurando lareligione monoteista e il culto di Aton (ilsole all´orizzonte), uno degli aspetti deldio sole Ra. Egli disse al suo popolo diaver sentito la voce di una divinità chechiedeva di essere considerata eglorificata al di sopra di tutte le altre.

E’ possibile che l’ebraismo abbia inqualche modo "copiato" dal culto egizio?Un unico Dio. C’è un salmo nella Bibbia(104) che assomiglia molto al <Canticodelle creature> di San Francesco e leparole sembrano riportare antichepreghiere egizie al dio Aton.Gli egiziani veneravano il sole come unadivinità (Ra, Aton) non tanto come astroma come energia vitale, e questo èdimostrato più volte attraverso sculture eraffigurazioni. Nel simbolismo, ilserpente che si morde la coda (Uroburo),il cerchio che rappresenta l´eternità, èassociato all’archetipo del sole. Il soleviene infatti rappresentato da un cerchiocon un punto centrale. E' curioso.Mi viene in mente che anche nei graffitidella Val Camonica, i Camuni, ci sono glistessi cerchi con un punto al centro. Equesti risalgono al paleolitico. Che cosa liaccomunava agli Egizi?Si scriveva così nei geroglifici, peresempio per dire " figlio del sole" venivadisegnata un’anatra con a fianco uncerchio e un punto al centro. Il puntocentrale rappresenta l’ordinamento delcaos, la creazione, l’atto divino che tuttocoordina e regola.Ma non erano soltanto gli egiziani adadorare il sole.Anche gli assiri lo facevano, avevanoanche una lente, una specie di telescopioprimitivo per osservare le stelle eavevano ottime conoscenze dell´assoluto.In Giappone la divinità solare venivachiamato Amaterasa, in India Surya, inGrecia Helios, in Persia Mitra, in sudAmerica gli Incas lo chiamavanoViracocha e in Egitto Ra.Jesus è rappresentato nell'arte come ilsole stesso.C’è qualcosa che collega tutti questipopoli, e faceva celebrare complessecerimonie mistiche. Chi o che cosa haportato le stesse conoscenze ovunque?Machu Pichu, la città incas nella valledell´Urubamba in Perù è costruitasovrapponendo le pietre le une alle altresenza utilizzare cemento o altri materiali.Anche in Egitto avevo visto la stessa cosa.

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A Sakkara, nel Tempio Funerario, vicinoalla piramide a gradoni le pietre eranoparticolarmente massicce, lisce e levigatee miracolosamente sovrapposte senzaspazi interstiziali.A Machu Pichu c’è un Tempio detto delSole vicino alla tomba reale che è ilmonumento più noto della città.Intiwatana "La porta a cui si lega il sole"era legata a culti astronomici e si trova incima a una piramide a gradoni.Ma quante similitudini… e sono luoghicosì distanti tra loro…Probabilmente era una città osservatorioperchè gli Incas non conoscevano lascrittura ma sapevano perfettamentequando avvenivano i solstizi e gliequinozi e la loro vita era basata sullostudio delle stelle. Come gli Egizi, gli Incanon conoscevano la ruota, ma usavanotecniche di costruzione troppo avanzateper l’epoca.Potevo testimoniare che ad Aswan avevovisto qualcosa che non poteva essere.Visitando l’obelisco avevo scattato diversefotografie e tra le pietre di granito avevonotato un foro cilindrico perfetto, di quelliche vengono praticati oggi dai costruttoridi case che utilizzano un macchinariochiamato "carotatrice", ma che all’epocasicuramente non c’era.Ne avevo visti altri in seguito alla Valledei Re che, se pure di dimensioni piùmodeste, erano cerchi altrettanto perfetti.C’era da impazzire nel cercare di mettereinsieme tutte le informazioni e provare adarne una valutazione concreta.Sulla riva sinistra del lago Nasser c’è AbuSimbel.Qui il tempio forse più famoso per la suagrandiosità.All´esterno stanno seduti i quattroceleberrimi colossi che rappresentavano ilsovrano Ramses II. Basta entrare e ci sitrova in una navata fiancheggiata daenormi pilastri osiriaci.Alla fine della navata una cappellacentrale con quattro statue tagliate nellaroccia viva. Si tratta di Ptah il diodell´oscurità, Amon Ra il dio sole, RaHarakhte il falco col disco solare e lo

stesso Ramsete II che si era divinizzato davivo.

Le guardie sono in borghese, vestono abitiarabi e tengono d´occhio i visitatori, litallonano offrendo spiegazioni nonrichieste per qualche euro, poi finalmentese ne vanno…

C’è una caratteristica particolare.Il giorno del compleanno di Ramses, il 21febbraio, e il giorno della suaincoronazione, il 21 ottobre, il sole entracon i suoi raggi, percorre tutta la navata eva a illuminare le statue degli déi adeccezione di quella di Ptah, dio degliinferi.Erano riusciti a fare calcoli precisi macome, con quali conoscenze?Nulla da dire, queste popolazioni cosìantiche conoscevano tanto e abbiamoancora da imparare tante cose.

Noemi [email protected]

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URBIS HISTORIA

Le pietre di Bologna

Le pietre sono come documenti, nonsolo quelle iscritte (come il codice diHammurabi e la stele di Rosetta) oistoriate, ma anche quelle utilizzate ascopo monumentale e per larealizzazione di semplici manufatti.

Una pietra messa in opera ci raccontamolte storie. La sua storia geologicache riguarda la formazione della rocciaattraverso processi e fenomeniavvenuti in un tempo immensamentelontano e in luoghi spesso molto

Simonetta [email protected]

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diversi da quelli in cui la roccia oggi sirinviene. Le pietre dicono anche delleloro aree di provenienza cioè delleregioni geografiche da cui sono stateestratte. Questa informazione permettedi ricostruire le antiche rottecommerciali, gli scambi culturali, ilgusto artistico del tempo, lo sviluppodelle conoscenze geologiche e dellepratiche estrattive nonché di eseguireeventuali ripristini o rifacimentiservendosi degli stessi materialiutilizzati al tempo della costruzionedegli edifici. Infine vi è una terza storiaancora più recente che va dal momentodella messa in opera delle pietre sino aigiorni nostri. Le pietre ci parlano,attraverso le patine superficiali e leforme di degrado, delle condizioniambientali presenti nell’ambienteurbano e del loro mutamento nellevarie epoche.Bologna, è ricordata da tutti come “ladotta”, “la grassa”, “la rossa” (non riferitoal colore politico), per la sua università,per la cucina, per il colore dei suoi edifici,piazze, monumenti.Ma Bologna è anche una grande e anticacittà: intorno al 1300,quando venneedificata la cerchia delle mura,ancora oggiidentificata dal tracciato dei viali dicirconvallazione,era la città più grandedel mondo. Eppure, una tal città cosìimportante per la sua posizionegeografica anche in un contesto europeo,città enorme, con il maggior numero diportici al mondo, con il portico piùlungo,con l'università più antica, ha unascarsità quasi unica di documentazione sututto ciò che sono le sue origini e sulla suastoria ,e in modo particolare sulle suevicende urbanistiche. Bologna è unagglomerato di case,chiese e torri assaivasto, complesso e misterioso: misteriosoperché legato all'astrologia, all'alchimia, eai segreti più profondi.Le pietre di Bologna ci raccontano lastoria delle persone che l’hanno ideata,edificata, vissuta, e ci raccontano i misteriche spesso hanno accompagnato questiavvenimenti; le pietre sono esse stesse, a

volte misteri, per le iscrizioni cheriportano o per il loro comportamento incampo fisico e chimico. Le pietre edilizieprendono il nome delle chiese, dei palazzie delle vie dove sono impiegate, le pietrescritte sono lapidi e decorazioni cheabbelliscono, ornano e raccontano, lepietre fisiche sono quelle che rendono laluce in un fenomeno di luminescenza ilcui studio nasce e cresce proprio aBologna.

I misteri delle Cattedrali – filosofiaermetica nella diagrammazione deiprincipali edifici cultuali in città

Nel simbolismo antico, le pietre potevanodare la vita e generare gli uomini, oppurecon inversione della norma, gli uominipotevano essere mutati in pietre sacre.Al centro del cosmo si trovava semprel’uomo, il suo corpo eretto divenne l’assedel mondo, lo strumento per comunicarecol divino e ricevere il dono della vita.Nell’atto di celebrare un rito, l’uomo siponeva in posizione centrale, divenendoricettacolo della forza in grado di ordinarel’universo, catalizzando su di sé il poteresoprannaturale della divinità.L’aggregazione urbana permise ditrasformare le conoscenze oralitradizionali in mitologie per sublimarnela memoria. La ripetizione dei gesti ritualiche erano alla base della creazione delmondo costituì la liturgia (ripetizionemicrocosmica della genesi), la quale siraccolse attorno ad un centro cherappresentava la purezza e l’elevazionedel cielo. Dopo la terra e la pietra vi fu lacittà e, nella città, il tempio, nel cuiinterno l’altare divenne dimora delladivinità, custodito nella parte più intimadell’edificio sacro.Il significato della pietra era carico divalori sacrali e i costruttori medioevali laelessero axis mundi, pilastro in grado diunire la terra al cielo. Per questi motivi, enon solo, il taglio della pietra divenne unvero rituale. La natura fu presa adesempio per celebrare con le pietre lacostruzione del tempio divino, che

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divenne a sua volta simbolo della GrandeMadre, generatrice del mondo manifesto.Dei molti simboli contenuti nellacostruzione, la sovrapposizione principalefu con l’elemento liquido, l’acquaprimordiale, coi due aspetti primaridell’esistenza terrena: il nascere e ilmorire.Sull’acqua viaggiavano i mezzi ditrasporto quali le barche e i vascelli,indicanti la via iniziatica che permettevadi raggiungere il mondo immortaledivino. Per i Cristiani la cattedrale acquisìlo stesso simbolismo della barca di Pietro,costruita dal Cristo per affrontare letempeste. I primi costruttori carpentieriche si occuparono della costruzione deltempio – casa del divino, furono queglistessi che detenevano il sapere tecnicosulle costruzioni navali: da queste primecostruzioni nacquero i termini coi qualidesignare le varie parti componenti iluoghi sacri. Vascello era utilizzato perindicare la navata (altro termine delsimbolismo navale) della cattedrale; naos(in greco vascello, in latino navis), lastanza più sacra e nascosta del tempio. Lacroce fu l’albero maestro della nave, ilrapporto fra l’uomo e la sua aspirazioneverso il divino. Nel simbolismo cristianola croce si concretò nell’immagine degliEvangelisti, rappresentati da quattrofigure bibliche richiamanti la visione diEzechiele, cui apparvero quattro creatureviventi (un angelo, un’aquila, un leone eun toro, tutti provenienti da Est: all’Est fuconnesso l’elemento acqua e l’aquila,stella centrale della costellazione delloscorpione, punto di partenza di ognicammino iniziatico; a Sud fu collegato ilfuoco e il segno del leone, energiaradiante che muove l’esistenza; nell’Ovestfu ravvisato l’elemento aria e l’uomo inconnessione con l’acquario, capace digiudizio e di giusto discernimento; alNord il collegamento con la terra e ilsegno del toro.) La ruota di Ezechieleriassume il significato esoterico dellacondizione umana nello spazio e neltempo.

La dedicazione della chiesa alla Vergine,antica Grande Madre, accentuò ilsimbolismo, per cui il suo seno dona lanascita allo spirito incarnato, piccolo Reseduto sul trono, celebrato sull’altare, ilCristo. Maria fu Madre, Mater e MarisStella che naviga nella navata.L’immagine della cattedrale divenne ilriflesso del Paradiso Terrestre, dellecostellazioni e dei pianeti,accompagnatrice dell’uomo fino alraggiungimento di Dio. Se la divinitàaveva creato il mondo, perfezioneillimitata, l’uomo ripeteva quel gestosimbolicamente organizzando uno spaziocircoscritto, luogo in cui depositare laconoscenza del rapporto uomo-natura-divino.

Chiesa di S.Petronio

Come espressione dell’autorità comunale,in contrapposizione all’autoritàecclesiastica, rappresentata dai legatipontifici, il Comune di Bologna deliberònel 1388 la costruzione di unanuova grande chiesa dedicata al patronodella città, San Petronio.Le dimensioni dell’edificio e la suacollocazione, con la facciata sulla piazzacittadina, mostravano la precisa volontàdi far coincidere la fede religiosa con gliideali civili, ben interpretando ilsentimento popolare.La chiesa, definita il più tardomonumento del Gotico in Italia e inEuropa, fu edificata nel lato sud di Piazza

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Maggiore, su un'area ricavata comprandoe demolendo otto edifici fra chiese, case etorri.Iniziata nel 1390, su progetto di Antoniodi Vincenzo, la basilica, tardo esempio delgotico italiano, venne terminata nel 1659,pur non essendo ancora del tuttocompiuta la facciata.L'interno fu terminato solo nel 1515;quarant'anni dopo fu iniziato ilrivestimento marmoreo della facciata, sudisegno di Domenico da Varignana, e nel1659, dopo la costruzione delle volte dellanavata centrale, i lavori si interruppero enon sono stati più ripresi fino ai giorninostri. Il portale principale della chiesa èun capolavoro di Jacopo della Quercia,che vi lavorò per dodici anni (dal 1426),decorando con 15 storie del Vecchio e delNuovo Testamento e col magnificogruppo scultoreo della Vergine colBambino, S. Petronio e S. Ambrogio(quest'ultimo, eseguito da Varignana).Tra i numerosi eventi storici che vi ebberoluogo, il più rilevante fu l’incoronazionedi Carlo V ad imperatore del SacroRomano Impero, nel 1530.Per lungo tempo San Petronio fu anche lachiesa dello Studio universitario, che dalCinquecento all’Ottocento ebbe sedenell’adiacente Archiginnasio, scandendo itempi delle lezioni con una sua campana,detta “la scolara”.La pianta del tempio bolognese fustudiata sulla base della modulazionequadrata, ad quadratum. Il quadrato èsimbolo di stabilità, struttura che unisce iltutto, richiamo alla conservazione, per viadei quattro lati uguali, indizi dei quattroelementi, delle quattro stagioni e deiquattro punti cardinali. Il quattro ed ilquadrato diventarono il sostegno saldo esolido che appoggiava le realizzazionitangibili e concrete.Osservando la ricostruzione ideale delperduto progetto di Antonio di Vincenzo (che era esposto all’interno di una sala diPalazzo Pepoli), la lunghezza della chiesaprevedeva l’applicazione di dieci moduliquadrati, mentre la larghezza eracostituita da sette moduli quadrati

(compresi i due transetti poi nonrealizzati).L’area descritta da questadiagrammazione sarebbe stata costituitada quarantadue quadrati, che è il numerodei gradi d’angolo necessario affinchè siformi l’arcobaleno, il cui valore simbolicoequivale all’arca. Arca e Arcobaleno sonodue simboli analoghi e inversi: unorelativo al dominio delle acque inferiori,l’altro a quello delle acque superiori, chesi completano per ricostruire unacirconferenza – unità del ciclo.Ancora riguardo il proporzionamentodegli spazi interni, a partire dallecappelle, la cui area è raddoppiata nellecampate delle navate laterali equadruplicata nella navata centrale, siattua la moltiplicazione del cosmo, lanascita del mondo, la genesi dell’uomo.Ogni modulo, poi, sarebbe composto dadodici quadrati, richiamo al ritmo tempo-spazio che governa la vita.Ciclo connesso al tempo presente, comeevidenziano le sette lastre marmoreepavimentali che costituiscono lameridiana di S.Petronio.Nel 1576 venne chiamato a Bologna perl’insegnamento di Matematica eAstronomia il domenicano Egnazio Danti,cosmografo di Cosimo I dei Medici. Dantifaceva parte della Commissione insediatada Gregorio XIII per la preparazione delnuovo calendario, quello cosiddettogregoriano, che venne poi promulgato nel1582 e che è lo stesso che noi orautilizziamo.Già a Firenze, in Santa Maria Novella,Danti aveva progettato uno strumentoastronomico assolutamente nuovo permigliorare l’osservazione del moto solare:una linea meridiana.La macchia di luce prodotta sulpavimento di una grande chiesa dai raggisolari, ammessi nella sua penombra da unforo di limitate dimensioni, consentivanodi definire la posizione dell’astro e levariazioni del suo moto molto megliodell’ombra prodotta sul terreno dai grandignomoni usati sin dall’antichità.

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Appena giunto a Bologna, Egnazio Dantirealizzò una meridiana all’interno di SanPetronio con la quale verificò propriol’epoca dell’equinozio di primavera.È importante ricordare che a quei tempi,nonostante fosse già stato pubblicato daoltre trent’anni il De RevolutionibusOrbium Coelestium di Copernico, cheillustrava il nuovo sistema eliocentrico, sicredeva ancora che la Terra si trovasse alcentro del Creato e quindi, secondol’accreditato sistema aristotelico, il motosolare era ritenuto reale e non apparente.

Neanche un secolo dopo la costruzionedella meridiana di Egnazio Danti, a causadei lavori di ampliamento della basilica, siprogettò di demolire il muro di fondodella navata di sinistra, sulla cui sommitàaveva sede l’“occhio” della meridiana diDanti: lo strumento cinquecentescosarebbe quindi andato distrutto.Nel 1655 la Fabbriceria di San Petroniodecise di affidare il progetto di una nuovalinea meridiana al “dottor GianDomenico Cassini genovese”.Cassini insegnava Astronomia a Bolognagià da alcuni anni e si era segnalato perl’accuratezza mostrata nelle osservazioniastronomiche, tra le quali quelle dellacometa del 1652, che egli dimostròtrovarsi molto al di sopra dell’orbita dellaLuna, contrariamente alle correnti ideearistoteliche, che ritenevano le cometeesalazioni dell’atmosfera terrestre e noncorpi celesti.Contro le proposte di sostituire la lineameridiana di Danti con una più corta edecisamente meno utile alle osservazioni

astronomiche, Cassini presentò un audaceprogetto: sfruttando abilmente il percorsotra le colonne della navata gotica, proposedi aumentare di un terzo l’altezza dellognomone di Danti e di renderlo due voltee mezzo più lungo, in modo da potercompiere osservazioni ancora piùaccurate.Per terminare la sua opera dovette peròsuperare notevoli difficoltà economiche,logistiche, tecniche ed anche“accademiche”.Le navate della grande basilica, che erastata volutamente costruita in modo daaffacciarsi sulla piazza comunale, nonpresentavano un orientamento nelladirezione nord-sud.La difficoltà tecnica maggiore, quindi, eraproprio quella di riuscire ad evitare che ilpercorso dei raggi solari venisse interrottodalle colonne, riuscendo ad utilizzare ilpiù possibile le grandi dimensionidell’edificio.Dopo accurate osservazioni del percorsodel Sole, il foro gnomonico vennecollocato nella quarta volta della navatasinistra, ad una altezza pari a 1000 oncedel piede regio di Parigi (27,07 metri) e ilgiorno del solstizio d’estate del 1655 sipose la prima pietra della lineameridiana. La lunghezza al suolo delpercorso dell’immagine solare tra i duesolstizi, come previsto da Cassini, risultòpari alla seicentomillesima parte dellacirconferenza terrestre (66,8 metri). Inoccasione del solstizio, Cassini fecepubblicare un manifesto con cui invitavatutta la cittadinanza ed i professoridell'Università ad assistere alla verificadel tracciato meridiano e al passaggiodell'immagine del Sole “fra quellecolonne, che erasi creduto impedirne ladescrizione”.Lo scopo dichiarato da Cassini per poterrealizzare una linea meridiana lunga ben67 metri (la più lunga al mondo) eraquello di determinare con la massimaaccuratezza la lunghezza dell'annotropico, mediante la misura del tempotrascorso tra due passaggi successivi delSole all'equinozio di primavera, onde

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poter verificare la correttezza dellariforma gregoriana del calendario.

Ben altro, però, era lo scopo di Cassini,come si può capire dall'utilizzo che eglifece del grande strumento.A meno di 20 anni dal processo a Galileonon era facile dichiarare apertamente divoler realizzare uno strumento cherisolvesse la controversia tra coloro cheritenevano il moto del Sole circolare euniforme intorno ad una Terra immobilee coloro che ritenevano, invece, che laTerra ruotasse intorno al Sole e che ilmoto del Sole fosse solo apparente.Il Sole sembra muoversi in cielo piùlentamente d’estate che d’inverno ed eranoto già a quei tempi che proprio d’estateesso si trova alla massima distanza dallaTerra.E’ appunto questo grande allontanamentoche secondo gli antichi faceva apparire ilsuo moto più lento.Ma la domanda che molti astronomi, e traquesti Keplero, si ponevano era: il Solesembra muoversi più lentamente soloperché è più lontano oppure il suo moto èrealmente più lento?

Si trattava, di verificare la seconda leggedi Keplero, che sostiene che la Terra hauna velocità maggiore quando è piùvicina al Sole e si muove più lentamentequando è più lontana o, piùprecisamente, che la linea che congiungeil pianeta al Sole descrive aree uguali inintervalli di tempo uguali.Per deciderlo bisognava osservare se ildiametro del Sole diminuisse nello stessomodo in cui diminuiva la sua velocità, ilche avrebbe voluto dire che certamente ladiminuzione di velocità era soloapparente.Cassini riuscì a determinare le variazionidel diametro solare, con la precisione dicirca un minuto d'arco, misurando ledimensioni dell'immagine proiettata sulpavimento della chiesa: da 168x64 cmd’inverno a 26 cm di diametro d’estate.Si dimostrò, così, che il diametroapparente del Sole diminuiva man manoche aumentava la distanza dalla Terra, manon diminuiva, tuttavia, nello stessomodo con cui diminuiva la sua velocità.Questo significava che la disuniformitàapparente del moto solare corrispondevaad una disuniformità reale.Era la conferma osservativa della secondalegge di Keplero, anche se non era ancorauna conferma della superiorità delsistema eliocentrico rispetto a quellogeocentrico.Per la relatività dei moti, infatti, i duesistemi appaiono alle osservazioni comeequivalenti, ma con la meridiana di SanPetronio Cassini aveva mostrato che “daun punto di vista della teoria solare, ilSole o, il che è la stessa cosa, la Terra,può essere trattato come un pianeta,come affermato da Copernico”.L'accuratezza di realizzazione della lineameridiana permise a Cassini di ottenerecon questa altri importanti risultati: unanuova determinazione dell'obliquitàdell'eclittica, 23°29'15", di soli 22"superiore a quella reale, e nuove misuredella rifrazione (cioè la deviazione chesubisce la luce di un astro attraversandol’atmosfera e che lo fa apparire più alto

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sopra l’orizzonte), che vennero usate peroltre un secolo.

Eustachio Manfredi, nel 1736,analizzando ottant’anni di osservazionieseguite mediante la meridiana, dimostròcome diminuisse di meno di un secondoall’anno l’obliquità dell’eclittica, il circolodescritto apparentemente in cielo dal Solenel corso di un anno e che corrisponde inrealtà al piano dell’orbita terrestreintorno al Sole.Questa diminuzione dell’obliquitàconsiste in un raddrizzamento dell’asse dirotazione terrestre rispetto al piano in cuila Terra orbita intorno al Sole: gliastronomi che osservarono con la grandemeridiana di San Petronio ebbero l'onoredi aver rivelato e misurato per primi unprocesso che, se inalterato, abolirà lestagioni in meno di 2000 secoli.Altri due orologi sono presenti neltempio, quelli ad equazione o tempoequo, ormai non più in funzione, collocatitra la terza e la quarta cappella nellanavata di sinistra, del XVIII secolo.

Chiesa di Santa Maria dei Servi

I Serviti furono i primi sostenitori delculto di san Petronio, in una chiesa delXIII sec. affidata a loro, il borgo di SanPetronio.Quando il culto della Vergine soppiantòquello dedicato al patrono della città, ilmutamento cambiò il nome alla chiesa,che divenne Santa Maria nel Borgo San

Petronio, fin verso la fine del XIV sec.quando l’impianto fu chiuso e atterrato.La nuova basilica fu insediata nella primametà del XIV sec. in posizionediametralmente opposta alla basilica diS.Francesco, fuori dalla seconda cerchiamuraria.

I primi lavori iniziarono probabilmentenel 1330, anche se di questa prima fase leattribuzioni sono incerte.Si sa per certo che dal 1350 al 1381 i lavoririguardarono le opere murarie per larealizzazione del primo sacello.Nel 1381 fu riconfermato Generaledell’Ordine frà Andrea Manfredi daFaenza, dotto ecclesiastico già partecipedella realizzazione della chiesa di SanPetronio. Egli morì nel 1396 e fu sepoltoall’interno della basilica, alla sinistradell’altare maggiore. Originariamente lachiesa prevedeva tre campate, ma dal1381 alla morte del frate l’impianto fuallungato, triplicandone la superficie e poialzato.Il tempio servita, con l’alzato a capanna, èstrutturato sulla base del triangolo sacro,condizionatore delle geometriearchitettoniche.L’influenza è estesa anche alla strutturadel loggiato, che poggia nel puntogeometrico esatto in cui si colloca lavisione cosmologica zodiacale del Cancro(il Cancro e il suo opposto zodiacale, ilCapricorno costituiscono i due cardinidell’anno, solstizio d’estate e d’inverno;

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sono simboli di passaggio o di confine frail mondo soggetto al tempo e l’eternità).La planimetria della chiesa di S.Maria deiServi è funzionale alla sezione aurea,secondo la quale dividendo con riga ecompasso una linea in due segmentidiseguali, la relazione fra il segmento piùlungo e quello più corto è equivalente allarelazione esistente fra l’intera linea ed ilsegmento più lungo.La suddivisione della linea è detta sezioneaurea, rappresentante la perfezione eritenuta particolarmente piacevole perl’animo umano e perciò utilizzatanell’arte.Questo studio, inoltre, si connette allaserie numerica di Fibonacci, che altro nonè che una successione di numeri originatidallo zero, in cui ogni termine successivoè la somma dei due precedenti (es. 0, 1, 1,2, 3, 5, 8, 13…), riscontrabilespontaneamente in molti elementinaturali.All’interno della chiesa, il ritmoarchitettonico si compone di pilastrialternati, di forma circolare ed ottagonale,costruzione cui alcuni studiosi diesoterismo come Réne Guénonattribuiscono valenza cosmica.La forma ottagonale in architettura evocai luoghi di transizione e di passaggio, nona caso i battisteri (di forma ottagonale)nei primi secoli dopo Cristo venivanoposti fuori dalla chiesa, affinchè entrassesolo chi aveva già ricevuto il battesimo.Fra le opere d’arte custodite nella chiesasi ricorda una raffigurazione del PadreEterno del Guercino (cimasa secondacappella), il Paradiso di Dionigi Calvart(quinta cappella), un vaso di epocaromana, della sec. metà del I sec. d.C. chesecondo la tradizione era fra quelliutilizzati nelle bibliche nozze di Canaan(decima cappella).Sull’altare della quattordicesima cappellasi trova la Madonna di Cimabue, della cuiopera è interessante osservare il sapienteuso del colore che decora l’immaginesacra.Spicca lo sfondo d’oro, allusivo del valoredell’opera d’arte e come metallo nobile,

collegabile all’iniziazione alchemica comemeta da raggiungere dopo la purificazionedella parte materiale di se stessi,accostabile quindi al sole.

A partire dal XIII sec. il colore ritenutopiù nobile fu il blu, col quale si dipingevail manto della Vergine, colore cherappresenta la saggezza, la spiritualità, laforza interiore. Equivale ad un viaggioiniziatico, al pellegrinaggio, al richiamodella musica; il blu è ricollegabile allaVerità divina indicando la discesa delloSpirito Santo sull’uomo.Il blu del mantello della Vergine creavaun’intensa interazione con l’oro dellosfondo, compartecipando nel simbolismodella divinità.Dal manto della Madonna spunta unaveste rossa, ruber, colore che al tempo dei

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Romani era considerato sinonimo dicoloratus, contrastando quindi gli altricolori in contrapposizione tra colorato enon colorato, luce ed ombra.Da un punto di vista spirituale il rossoindica lo Spirito Santo, come amore efuoco che purifica.La Vergine è dunque l’immagine formaledel vaso spirituale che ne contiene lospirito, Jesus, fuoco sacro.La veste del Bambino Gesù è di colorevioletto, miscela risultante da parti ugualidi rosso e blu, tinte della veste dellaVergine.Il viola si connette, spiritualmente, allutto ma anche alla resurrezione eterna.Il violetto è associato alla Passione,sacrificio di Gesù, tramite fra l’uomo e loSpirito divino.L’altare maggiore della chiesa, uno deiprimi esempi di altare inserito nellechiese dopo la riforma della liturgia(controriforma della fine del 1500) èopera del frate Giovan Angelo daMontorsoli, su commissione di GiulioBovio, ricco commerciante che desideravaessere sepolto all’interno della chiesa.L’altare è costituito da un’ancona aquattro facciate decorate, due principali(fronte e retro) e due laterali. Nel fronteanteriore sono contenute in tre edicole,Cristo risorto al centro, la Madonna colBambino e San Giovanni ai lati. Sopra lenicchie l’Annunciazione, sotto i quattroEvangelisti. Nella parte mediana dueangeli che reggono il calice e l’ostiadell’Eucarestia, mentre nel plinto laNatività della Vergine. Le decorazioni delfronte posteriore, invisibili dal popoloriunito nella liturgia, ricordano lacrocefissione, sacrificio estremo,simboleggiato e sottolineato dallapresenza del pellicano, cheleggendariamente nutre i piccoli colproprio sangue.Questo è anche uno degli emblemi piùimportanti della Massoneria Muratoria,che raffigurava il pellicano col collorivolto verso sinistra, in contrasto con laraffigurazione tradizionale cattolica.

Questo dettaglio, sconosciuto ai cattolici,permise alla Massoneria di portare atermine una campagna che portò non soloalla sostituzione del pellicano liturgicocon quello massonico, ma all’introduzioneaddirittura sugli altari. Ancora nel retrodell’ancona i due patroni della città,S.Petronio e S.Domenico, sormontati daprofeti. L’edicola del SantissimoSacramento è contornata dai quattro santipadri della Chiesa, sotto questa unmedaglione che ricorda il mercante GiulioBovio. Le decorazioni laterali riportano S.Sebastiano e S.Lorenzo, sopra latrabeazione i santi Pietro e Paolo.

Santa Maria della Vita

Santa Maria della Vita fu la sede del piùprestigioso ospitale bolognese, che offrivavitto e alloggio ai “romei” (pellegrini versoRoma e la tomba di S.Pietro), ai“palmieri” (verso la Terrasanta) e aigenerici pellegrini in viaggio per le stradedel mondo (ad es. verso Santiago deCompostella, terzo polo della cristianità).Sorse nella seconda metà del XIII sec., adopera della Compagnia dei Devoti, ordine

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istituito a Perugia e spostatosi poi aBologna nell’ottobre 1260.La loro devozione è ricordatanell’emblema che li contraddistinse, inquanto praticanti l’autoflagellazione comemortificazione del proprio corpo eprestanti assistenza nella cura dei malati:una croce a due braccia, simbolopatriarcale, che sorregge due flagellipendenti su tre monti.

La croce e i monti sono di colore rosso,colore del fuoco, della vita, del sangue;dagli alchimisti è considerato il coloredella Pietra Filosofale, il cui nomesignifica pietra che porta il segno del sole.La Confraternita subì nella seconda metàdel XIV sec. una riforma che la divise:alcuni sostenitori più intransigenti elegati alle tradizioni si separarono da altripiù aperti alle innovazioni.Da questa scissione, sorse sulla stessa via,ma dalla parte opposta della strada, laConfraternita di Santa Maria Della Morte,originando anche il celebre dettocittadino secondo cui “A Bologna, tra laVita e la Morte, solo pochi passi”.

Questo secondo Ordine era soprattuttodedicato al conforto dei condannati amorte dal tribunale inquisitoriale, nelsoccorso alle persone ferite per incidentidovuti ad aggressioni o torture e,successivamente, all’organizzazione dellaprocessione della Beata Vergine di SanLuca.Il loro emblema ricalca quello giàdescritto della Confraternita della Vita,con alcune sostanziali differenze: il coloredello stemma è nero, la croce è semplice ei due flagelli pendono sopra un teschio.Da un punto di vista alchemico il neroindica l’annerimento e la mortificazionedel primo stadio dell’Opera inferiore, edenota la morte al mondo ma anche ciòche sopravvive, simbolo della vita e dellatrasmutazione.La divisa della Confraternita della Morteera simile all’emblema: tela bianca disacco, viso velato da una maschera dilino, cintura di cuoio e stemma alla destradella cinta.I due istituti confluirono nel XVIII sec. inun’unica struttura, il Grande Spedaledella Vita e della Morte, che dopo l’ultimaguerra divenne l’Ospedale Maggiore.

San Domenico

Dopo il fallimento dei monaci cistercensi,cominciò, ad opera del vescovo Diegoinsieme a Domenico da Guzman, unpercorso di evangelizzazione dei pagani.Come prima cosa si liberarono di tutti iloro beni materiali, dando inizio ad unavita di povertà, comunicando la fedecristiana fra gli umili.I seguaci di Domenico aumentarono, edegli proseguì nell’intento di diffondere lafede attraverso l’opera dei suoi seguacinel mondo, che fecero opera dievangelizzazione a Madrid, Parigi doveapprofondirono gli studi, predicarono efondarono conventi.Successivamente il vertice centraledivenne la città di Bologna, ove nacqueuna scuola importante a livello europeoche accolse, per anni, studenti da ognidove.

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I Capitoli delle consuetudini venneroufficializzati a Bologna nel 1220 e 1221,anche se già dal 1218 Domenico mandò daRoma a Bologna i primi quattro fratipredicatori, che si stabilirono in SantaMaria di Roncisvalle (ossia dellaMascarella) e vi rimasero fino a quando fuacquistato l’immobile e le sue pertinenzedi chiesa e canonica di San Nicolò delleVigne.

Domenico morì in questo convento il 6agosto 1221.Dopo la sua morte i frati si impegnarono aricostruire completamente la chiesa chenel 1233 era già agibile e entro la quale futrasferita la tomba del Santo, consacratada papa Innocenzo IV nel 1251 e intitolataa San Domenico.La chiesa fu divisa in due parti da un altomuro, in chiesa dei fedeli e coro dei frati.Nel tempo fu ampliata e arricchita conimportantissime opere d’arte (fra gli altri,dipinti di Guercino, Ludovico Carracci,Guido Reni, Lavinia Fontana e sculture di

Nicolò dell’Arca, MichelangeloBuonarroti, Baccio da Montelupo).E’ importante anche per via dellesepolture, come quella del signore diBologna – Taddeo Pepoli – di re Enzo,figlio di Federico II, del beato Giacomo daUlma; vi sono insigni reliquiari, comequello di san Luigi, re di Francia e di sanTommaso d’Aquino.La piazza antistante la chiesa è particolaree atipica rispetto allo stile architettonicodella città di Bologna: è selciata conciottoli del Reno, richiamo quindi aivalori legati all’acqua, spesso utilizzati perla costruzione dei templi sacri.Sul portale appare una grande lunetta amosaico del 1921 che riproduce undipinto presente all’interno: SanDomenico in mezzo alla città turrita e uncane ai suoi piedi.L’animale, nell’iconografia dell’Ordinesimboleggia i frati domenicani – Dominicanes, i cani del Signore – e spesso èrappresentato nell’atto di allontanare ilupi (gli eretici) che insidiano gli agnelli (ifedeli).Il cane rammenta anche una leggenda sulSanto, ovvero che l’annunciazione dellasua nascita alla madre sarebbe giunta daun cane, in sogno. In questo tempio, nel1273, nacque il tribunale della SantaInquisizione.

L’alfabeto magico delle vie diBologna – i magici graffiti, la

misteriosa cabala ebraica, le arcanelettere arabe, i geroglifici egizi e iversetti cultuali nelle vie di Bologna

Nel XII secolo in Europa rifiorirono moltedelle antiche dottrine ermetiche, risortenella penisola iberica dopo le conquistearabe del VII secolo d.C.L’antico sapere orientale rese la Spagnaun centro d’importanti studi legatiall’alchimia, all’astrologia ed alla scienzaesoterica della cabala, tecnica misticaebraica.Attraverso la mediazione della Spagna,l’Islam esportò il gusto per l’ornamento,favorito anche dalle Crociate, dalla

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rinascita del pellegrinaggio verso laTerrasanta ed i conseguenti scambicommerciali tra Oriente ed Occidente, checontribuì alla rinascita architettonica delMedioevo, ispirando le decorazioni degliedifici più importanti delle nuove realtàurbane.Questo accadeva per il principio cheponeva l’architettura come trama di untessuto, scolpito sulla pietra, sottile filoconduttore fra gli oggetti importati e gliedifici in costruzione.Il decoro fu inoltre caratterizzatodall’avvento di creature mostruose poste aguardia del sacro, la cui origine è dacercare nel mondo magico orientale, doveamuleti con raffigurazioni di divinitàdall’aspetto bestiale – protettori contro leinfluenze maligne – provocarono vivointeresse per gli artisti della pietra.Questi li riprodussero nelle loro opere efavorirono l’integrazione di valori arcaicinel mondo medioevale, da cui furonoassorbiti.Tra gli elementi di importazione orientalespiccò il carattere cufico – prima scritturaaraba del bacino della Mesopotamia – dacui è derivato l’Alefbeit ebraico ed altrimetodi di scrittura islamici.Da un punto di vista calligrafico, essodivenne lo stile gotico; dal punto di vistaarchitettonico, invece, si trasformò in unintreccio di elementi geometrici.Questi segni derivavano dalle lettere Alefe Lamed, che condivisero un riferimentoesoterico con la tecnica cabalisticaebraica, basata sulle modulazioni delleventidue lettere dell’Alefbeit.I tratti grafici, a loro volta, acquisironodei richiami esoterici basati sul significatovibrazionale delle due lettere.L’Alef rappresentava l’afflato divino, laspinta iniziale da cui tutto è nato, simbolodella comunicazione fra due realtà, quellaceleste del mondo divino e quellaterrestre, strutturata con la materialità.La Lamed, unica lettera dell’alfabetoebraico che si innalza verso l’alto, fuchiamata anche torre che vola nell’aria.Rappresenta l’eterna ricerca spiritualedell’uomo verso la propria divinizzazione

per addentrarsi nella visione dell’Esseresupremo.La stilizzazione scultorea della letteraLamed rappresentò una scala, sulla qualegli esseri umani potevano salire escendere per realizzare la mirabile visionedel divino, Verbo sacro.Lamed significava infatti verbo,rivelazione velata del vero e della veritàassoluta, ineffabile e proibita all’uomo ecome tale impossibile da tradurre con leparole.

Palazzo della Mercanzia

L’origine del palazzo è databile attornoalla fine del XIII sec., quando il comuneacquistò una dimora per insediarvi gliuffici doganali.

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A questa si aggiunsero altri immobili, cheportarono nei successivi anni allacostruzione della loggia del Carrobbio.La direzione dei lavori fu affidata aLorenzo di Bagnomarino e Antonio de’Vincenzi (impegnato poco dopo inS.Petronio e S. Maria dei Servi).L’opera fu completata nel 1391, conl’intervento di tagliapietre fiorentini,mentre i pilastri della loggia furonoaffidati ai fratelli Giovanni e Pietro delleMasagne.Attorno alla Mercanzia sorgono alcuni frai palazzi più rappresentativi dell’anticaBologna: in questi edifici si notano ancorai tipici portici in legno della cittàmedioevale.I pilastri della loggia culminano incapitelli fogliati,in cui si esprime il valoresimbolico della vegetazione, elementovivente e sacro, largamente utilizzatonella pratica architettonica.Dagli intrecci di vegetali derivò l’aspettodell’essere animato, simboleggiante ifenomeni della terra alle prese con leforze celesti.Nacque una decorazione in cui siintersecavano cuori, losanghe e figuregeometriche che decorano i lati dellefinestre.Da queste sagome, si svilupparono figurepolilobate, o quadrifogli in croci diSant’Andrea inscritti in quadrati, da cui siformarono le cornici decorative chegeneralmente, ora, contengono figure disanti e beati sulle facciate delle chiese.All’esterno del palazzo si notano questielementi di derivazione islamica,contenenti santi ed al centro la signoradella Giustizia, dal volto inespressivo maautoritario.Le rappresentazioni di vegetali sullesculture che decoravano gli edifici ebberoil compito di ricordare all’uomo il valoredella sua origine e la guarigione ottenibileattraverso il ricongiungimento con essa;ciò produsse una flora irreale, dove mezzefoglie tratteggiate producevano altrefoglie vive, creando rami incrociati,appartenenti a due domìni contrastantifra loro, il bene e il male, eterne forze in

conflitto tra loro, ma mai incontrapposizione.

Ex-Ghetto ebraico

Probabilmente anche prima del 1350viveva a Bologna qualche ebreo isolato,ma negli statuti e nelle cronachecontemporanee non vi sono informazionial proposito.La presenza stabile di ebrei a Bologna,pur dando le sue prime avvisaglie altempo della signoria viscontea (quandoGaio Finzi, “iudeus de Roma”, risulta tra inuovi estimati dell'anno 1353 nellacappella di S.Agata nel quartiere di portaProcola) e rafforzandosi al tempo dellasignoria pontificia (1360-1377), divenneconsistente soltanto dopo la rivolta deibolognesi contro i vicari della Chiesa nel1376-1377 e l'instaurazione del "secondocomune".

In quegli anni, la città consentì unaimmigrazione libera degli ebrei, cioèsenza condotte, che erano contrattibilaterali di durata limitata, stipulati tracoloro che governavano la città e gli ebrei.Nelle condotte si precisavano anche itermini e i limiti della protezioneaccordata agli ebrei, i loro diritti e,soprattutto, i loro doveri.

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Le relative clausole precisavano anche lecondizioni stabilite per l’esercizio delprestito: i tassi d’interesse massimiconsentiti, le procedure da seguire per lamessa all’incanto dei pegni non riscattati,la concessione eventuale del monopolio,la natura delle imposte esatte oltre chedelle esenzioni fiscali accordate.

La concessione della condottasottintendeva un pagamento da partedegli ebrei: questo era chiaramentespecificato negli atti dove si registravanole decisioni dei dirigenti, ma non eramenzionato nella condotta stessa.Gli ebrei si erano insediati non solo nellazona più antica e centrale della città, main prevalenza nella zona cosiddetta "delCambio", dove si situavano i banchi deicambiatori e dove stava per sorgere ilpalazzo della Mercanzia.L'attività di gran lunga predominante, senon addirittura unica, degli ebreibolognesi fu, almeno nei primi decennidel loro insediamento, quella del prestitoad interesse e, solo secondariamente,quella del commercio dei panni usati, deimetalli preziosi, dei gioielli.

La mescolanza abitativa tra ebrei ecristiani fu uno degli aspetti chemaggiormente preoccupò le autoritàecclesiastiche a partire dalla secondametà del XV secolo, quando anche inEmilia-Romagna cominciò a diffondersi,soprattutto ad opera dei frati minoridell'Osservanza francescana, la polemicaantiusuraia ed antiebraica.I frati degli ordini mendicanti ebbero unaresponsabilità decisiva nel determinare ildestino degli ebrei.

Nel 1368 si distaccarono dall’ordinefrancescano i frati della “regolareosservanza”, il cui interesse era rivoltoalle classi più povere che si lamentavanodella propria miseria e ne attribuivano lecause a chi forniva denaro a prestito,piuttosto che a chi glielo toglieva conimposte e decime.L’ebreo doveva essere consideratocivilmente indegno non perchéappartenente a una “fede minore”, maperché aveva creato un regime di angherie

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economiche che riducevano il popolo inmiseria.Usando e abusando delle più velenoseassociazioni d'idee ogni qualvoltamenzionavano gli ebrei, i frati nelle loroprediche insistevano sui vecchi mitidell'omicidio rituale, della profanazionedell'ostia, e soprattutto sulla figuraretorica del sangue succhiato dagli usuraiebrei, immediatamente associato alsangue di Cristo e ancora all'omicidiorituale.

Il progetto minorile consisteva nellafondazione di Monti di Pietà, vale a diredi istituzioni destinate ad eliminare la"necessità" degli ebrei.Doppia era la giustificazione, morale eteologica, che davano i propagandisti e ifondatori dei Monti di Pietà: aiutare ilpovero popolo e proteggere i cristianicontro la voracità degli usurai giudei. Lapreoccupazione puramente moraleavrebbe poi ceduto a quella teologica.Una tale evoluzione fu accelerata dallamoltiplicazione dei Monti di Pietà.

Il 30 ottobre 1682 fu la data che segnò lamessa in liquidazione definitiva deibanchi ebraici.In quel giorno comparve un editto diInnocenzo XI, nel quale era detto che“essendo cessate quelle giuste, urgenti eragionevoli cause per le quali, ad effetto diprovvedere alla necessità delli poveriCristiani abitanti nella nostra città diRoma, si sono fino ad allora tollerate leusure degli ebrei”, veniva abolito ilprestito ebraico su pegno.La svolta verso l’istituzione del ghetto,quartiere abitato esclusivamente da ebrei,con ingressi limitati e controllati conchiusura notturna, cominciò ad attuarsiverso la fine del XV secolo, ed in Italiaavvenne solo nel 1516 con il ghetto diVenezia, che si suppone sia all’origine deltermine, peraltro di incerta etimologia.La parola ghetto è stata di volta in voltaritenuta di provenienza egiziana, greca,latina e persino ebraica; ma gli ebreiavrebbero poi spesso indicato il ghettocon il termine "hasser" (letteralmente:cortile, luogo chiuso), così come alcunidocumenti cristiani avrebbero parlato di"ridotto degli ebrei".Il termine è stato anche ritenuto diderivazione yddisch, provenzale,spagnola. Ma l'etimologia più certa restaancora quella tradizionale, che fa risalireil toponimo all'attività di lavorazione, e,in particolare, di fusione ("getus" dallatino "iactus") del rame che vi sisvolgeva.Vi sono anche altre ipotesi, tra cui quellache lo fa risalire al termine usato perdefinire il molo, la gettata, del porto diGenova dove, nel forzato esodo dallaSpagna del 1492, gli ebrei si fermarono,sottoposti a molte angherie da parte deigenovesi e senza poter entrare in città.In tutte le lingue romanze, a partiredall’alto medioevo, la radice latino-volgare jectus, con i suoi derivati, hasempre indicato il molo, oppure un digafatta di massi. E proprio la viva etraumatica memoria di questo luogoavrebbe in seguito la sua associazione conil ghetto, il luogo della segregazione.

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Le suddivisioni politiche checaratterizzavano l'Emilia Romagna allametà del Cinquecento comportarononotevoli scarti temporali nell'istituzionedei ghetti.Vi erano territori direttamente soggettialla chiesa e qui, ovviamente, ledisposizioni papali non poterono passareinosservate: tutti gli ebrei avrebberodovuto concentrarsi in pochi ghetti(Bologna, in primo luogo, e poi Cesena,Imola e Rimini).Sostanzialmente il grosso dellapopolazione ebraica, più di mille persone,finì per raccogliersi a Bologna.Sotto il pontificato di Pio V, con la bollaHebraeorum gens sola quondam a Deodilecta del 1569 si stabilì che entro tremesi tutti gli ebrei che abitavano nelleterre del patrimonio di Pietro dovevanoabbandonarle ad eccezione di quelli che sitrovavano a Roma e ad Ancona.In questa città, come si esprimeva la bollastessa, gli ebrei venivano mantenutiperché utili al commercio con il levante.A Bologna furono cacciati tutti coloro chesi trovavano ancora in città e che si diceammontassero a ottocento.Sotto Sisto V, tornarono in massa aBologna in seguito alla bolla Christianapietas del 1586, ma nel 1593 li raggiunseun nuovo bando con la bolla Caeca etobdurata di Clemente VIII.Questa volta viene tramandato chefossero in novecento ad andarsene; nellaconvinzione che la partenza sarebbe statasenza ritorno, portarono con sé le ossa deiloro morti e le riseppellirono nel cimiteroebraico di Pieve di Cento, terra soggettaallora al dominio estense.Una gran parte degli ebrei si fermò aCento, dove nel 1638 venne istituito unghetto.Tornarono a Bologna solo alla finedell’Ottocento.Sembra, infatti, che, quando le truppenapoleoniche posarono sull’albero dellaLibertà le Tavole della Legge, nonvivessero ebrei in città e che questo attofosse un semplice tributo simbolico.

Certamente però, nel corso dei secoliprecedenti, qualche viandante ebreo erapassato per Bologna, tant’è vero cheesisteva un solo luogo dove potevasoggiornare: l’Osteria del Cappello Rosso(esiste ancora un albergo con questonome: in via de’ Fusari al numero 9).L’interno dell’ex-ghetto ebraico richiamala cultura tramandata da secoli da questopopolo errante: la cabala.Questa tecnica mistica contiene i segretidell’universo e della vita che in essa simuove.Secondo questo sistema, tutta laCreazione dipende dalla vibrazione diventidue principi arcaici, rappresentatidalle lettere dell’alfabeto ebraico.Esse derivano dal Caldeo e, secondoalcune fonti, potrebbero essere unapropaggine dello ieratico egizio.La connessione è resa possibile dallatriplice azione con cui agiscono questelettere: il livello simbolico visivo, quellovibrazionale ed infine quellonumerologico.I numeri sono associati alle lettere, lelettere al respiro, che le amplifica e le fauscire come verbo o afflato divino.Le lettere dell’alfabeto ebraico sisuddividono in: tre lettere matrici, settelettere doppie, dodici lettere semplici.Queste formano il cosmo e raffiguranoaltrettanti sentieri dell’Albero della Vita, ilgeroglifico più importante del sistemacabalistico, che spiega la nascita dellavita.Se, poi, ogni lettera corrisponde anche adun numero, è possibile comporre lasomma delle lettere della parola,scomporla al fine di trovare un’altraparola dallo stesso valore numerico, chemette in luce il suo significato nascosto.Ciò significa trovare un una parola insimilitudine e questo calcolo vienechiamato ghematria.In questo modo avvengono lecomparazioni, attraverso le leggi dellasimmetria e dei codici segreti, con cuitutta la Torah, libro sacro, è scritta.

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La cabala è, quindi, definita anche lascienza che spiega il lato nascosto dellescritture.Una delle attività del mondo ebraicobolognese fu legata all’editoria.Verso la metà del Cinquecento, papaGiulio III diede l’ordine di bruciare ilTalmud, testo sacro ebraico, ed il papasuccessivo, Pio IV creò i ghetti, al cuiinterno dovevano abitare gli ebrei.Le reazioni furono violente, sia in ambitodiplomatico sia da un punto di vistapratico.Infatti, si moltiplicarono le pubblicazionidi testi giuridici ebraici, che potevanosostituire i testi talmudici.Dare alle stampe i misteri della cabala furitenuto molto importante, per cui sicompirono viaggi alla ricerca del testocompleto dello Zohar, che fu lavorato aMantova, incontrando non pochedifficoltà, dovute alla ritrosia deiconservatori ebraici che fecero espressodivieto di pubblicare alcuni testicabalistici; inoltre occorreva illasciapassare del tribunaledell’Inquisizione.Occorsero tre anni per il completamentodell’opera, ma l’unico incaricato che nevide l’esito, Avraham da Modena, tornatoa Bologna nel 1566 fu incarcerato conl’accusa di possedere libri posti all’indicedall’Inquisizione – requisiti e bruciati – edovette subire un anno di prigionia.

Palazzo Bocchi

La carriera di Achille Bocchi ebbe inizioall’incirca nel 1509 quando fu nominatolettore “ad litteras graecas dietibus festis”,per poi passare all’insegnamento dellaretorica e della poesia.Dedicò tutta la vita alla redazione dellaHistoria di Bologna, opera in 17 volumiche doveva sopperire alla mancanza ditesti che rievocavano i fasti cittadini.L’opera, nonostante abbia richiesto unalunga elaborazione, non fu mai data allestampe e restano solo alcuni manoscrittialla Biblioteca Universitaria e Comunaledi Bologna e uno a Parigi.

Nella dimora cittadina del Bocchi, fucreata dallo stesso un’accademia dieruditi che si giovò della collaborazione diartisti vicini alla simbologia misticaesoterica.Questa accademia era sita all’interno delpalazzo ed era denominata Bocchiana oHermatena, la cui impresa era scolpita inarenaria (oggi, perduta) sullo spigolodella dimora.

L’impresa era una forma d’arteimportante nella cultura cortigiana:illustrava – attraverso un disegnosimbolico (corpo) e un motto (anima) traloro inscindibili – le linee di condotta e iprogrammi di vita della persona o dellafamiglia che li commissionava.L’impresa di Achille Bocchi, che evocava ilnome della sua accademia, rappresentavaMercurio (Hermes) e Pallade (Atena), dacui il nome Hermatena. Tra di loro eraposto un cupido (Amore) che teneva alleredini un leone con un laccio.Seguivano il motto :”Sic monstradomantur” e “Me duce perficies, tu modoprogredere”.Questo fu anche l’emblema dellaproduzione letteraria dell’Hermatena.Il Mercurio è l’Argento vivo dell’operaalchemica, il principio animatore dellamateria prima, contenuta all’interno della

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vergine Pallade-Atena, vera matricenonché Vaso spirituale dell’Opus.Il Cupido posto fra le due divinitàrappresenta l’Amore; l’unione fra questetre forze doma il leone, simbolo dellarealizzazione della Grande Operaalchemica.Questa impresa ben si collocavanell’ambito dell’attività letteraria diAchille Bocchi, ricordato anche per leSymbolicarum Quaestionum, editato aBologna nel 1555, testo che raccoglieva151 incisioni commentate dacomponimenti in latino in cui l’aspettosimbolico era coniugato col meraviglioso.In questo testo si evince lapreoccupazione di diffondere una veracultura religiosa, distaccata dal volgo,senza cadere vittima del tribunale dellaSanta Inquisizione.Un esempio di questa propensione aldoppio linguaggio si riscontra sullafacciata del suo palazzo, dove sono incisedue scritte; la prima è in ebraico, trattadal salmo 119 della Bibbia («Eterno,liberami dalle labbra menzognere e dallalingua ingannatrice»; lo stesso salmousato a Praga per evocare la magicacreatura del Golem); mentre la seconda –a destra del portale – è in caratteri latini ecita i versi di Orazio(«Sarai re, dicono, seagirai rettamente»)“.Entrambe le due citazioni, nell’enfatizzarela virtù della sincerità e della rettitudine,furono un monito per i frequentatoridell’accademia Hermatena, a nonutilizzare quel luogo per le menzogne, cheerano probabilmente quelle espresse dallaChiesa di Roma.Sembra che Achille Bocchi si avvicinò adambienti culturali anabattisti ed alnicodemismo; ma finchè l’accademia fuprotetta dall’amicizia del Bocchi col papa,essa godette di particolari protezioni.Con la morte di papa Paolo III, non siebbero più queste garanzie e a seguitodella comparsa a Bologna di un fortetribunale dell’Inquisizione, iniziarono irischi per gli accademici frequentatori diBocchi, spesso in odore di eresia.L’accademia fu chiusa nel 1560.

Le erbe magiche sulle pietre della città

La natura, considerata divina immaginedel principio della trasformazione e dellarinascita, raccolse e protesse ogni civiltàantica che, nel suo mistero, vi ha cercatoprofezia, salute e nutrimento.Ogni mitologia personalizzò la natura,riflettendola nell’immagine ideale di ungiardino, un luogo demarcato e protetto,in cui l’opera umana diveniva unintervento sul mondo celeste, dal qualeprendeva vita la sacralità della magia edel rituale.Inoltre la natura fu intesa come il simbolodel ciclo della vita, con caratteristichefemminili e materne, in stretta analogiacon l’elemento esoterico Acqua, linfavitale che, nel tronco delle piante,scorreva in un’archetipale concezione dimaternità.La pianta, figlia della Madre Terra,divenne in simbolo del Grande Avo,l’antenato mitico, dal quale ebbe originela vita.

Piazza Maggiore

In piazza Maggiore si celebra un inno allanatura, alla magia ed ai simboli ad esseconnesse.Le decorazioni sulla facciata del Palazzodel Podestà esaltano oltre 3000 fioriognuno diverso dall’altro.Queste rosette si differenziano nel decoroe nel numero dei petali, che evocano ilsimbolismo dei numeri.Laddove sono presenti quattro petalil’allegoria si rifà alla croce e al suosimbolismo assiale; quando sono cinque,il riferimento è al microcosmo, il mondomanifesto che si nutre della rugiadadivina, rappresentata da fiori a sei petali.Un altro richiamo alla natura si riscontranel portico di palazzo Stagni, già casaScappi, del XV sec.: sulle volte del porticosi trova una decorazione floreale dedicataalle tre piante che hanno dato lustro allastoria di Bologna: la canapa, la vite e ilgrano.

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La Cannabis indica era usata dai Cinesifin dal III millennio a.C., mentre la suaconoscenza in India è testimoniata dal IImillennio a.C., come testimoniano i Veda,dove il demone dell’ebbrezza Vice-Vidat èsimboleggiato dalla canapa.

Erodoto ne testimonia l’uso presso gliSciiti, usata per la purificazione dopo lasepoltura dei defunti.Nella zona del mar Caspio e dell’Iranorientale, da dove proviene la pianta, latradizione fu di usarla per propiziarel’estasi.Gli Assiri la usavano come incenso.Nel mondo greco-romano, pur essendoconosciuta, non fu usata come droga, alcontrario la utilizzarono gli Arabi, nellasetta degli Assassini.In Europa si diffuse ai tempi delleCrociate e negli ambienti legati allastregoneria in quanto induceva a deliri edisordini mentali.

Siccome la canapa serviva per laproduzione di funi, occorre ricordare che,nei secoli scorsi durante la ricostruzionedel centro storico di Bologna, si sonodisperse le tracce di via della Corda, neipressi di palazzo Re Enzo, che doveva ilnome al fatto che in quel luogo venivanoeffettuate le impiccagioni.Via Mascarella, invece, era la zona deicordai e dei capestrai, ovvero coloro checostruivano le corde usate per impiccare.Oltre a questo lugubre simbolismo, lacanapa divenne il simbolo del legamentod’amore effettuato nel giorno di Venere(venerdì) con venti gugliate di setacolorata, annodata ai capelli della personada “legare”.Assieme alla canapa, sulle volte delporticato, appare la vite, simbolocomplesso, connesso alla fecondità, albenessere, alla ricchezza.Nell’antichità fu identificata con l’erbadella vita; da questa si ricava il vino,liquido pieno di fuoco vitale.Il vino, il cui archetipo risiede nel mondoceleste, fu considerato l’incorporazionedella luce, della sapienza, della purezza.Il vino creò un assioma col grano,entrambi componenti sacridell’Eucarestia.Il grano rappresenta la legge del morireper divenire: come il chicco di granocresce nell’oscuro grembo della terraverso la sua destinazione, così l’uomoproviene dal suo substrato primordiale, e,in definitiva, il destino di entrambi è disfociare là dove sono venuti.Nel simbolismo cristiano, gli steli di granoche formarono il giaciglio di Gesù sonospesso interpretati come allusioneall’Eucarestia.Il Medioevo vide nel chicco di grano unsimbolo di Cristo sceso agli inferi eresuscitato.

Orto botanico

A Bologna lo studio universitario fu unodei più importanti, per quanto concernela botanica, fin dai tempi di Cornelio

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Agrippa e Paracelso, personaggi legatiall’alchimia.Nel 1539 fu istituita la Cattedra deiSemplici, all’interno della facoltà dimedicina, tenuta da Luca Ghini, chestudiava i principi semplici delle piante,da cui erano ricavati i farmaci.I Semplici erano, infatti, quei medicinaliottenuti con i soli principi vegetali,mentre la miscela di differenti sostanzecreava il Composito.I laboratori in cui avvenivano iprocedimenti per la produzione deifarmaci erano chiamati Officine, per cui lepiante che venivano trattate divenneroofficinali.Per questo studio dei vegetali si rendevanecessaria la costruzione di un appositosito che contenesse le piante daanalizzare, in alternativa al semplice ortoche pare esistesse solo a scopo di raccolta,fin dal 1365.Il senato bolognese accolse con freddezzala richiesta dello studioso; Luca Ghinidecise così di lasciare Bologna per recarsia Pisa, dove potè fondare l’Orto Botanicoattorno al 1544 e successivamente quellodi Firenze.Nel frattempo ne era sorto uno anche aPadova.Ulisse Aldrovandi, allievo di Ghini, glisuccedette nella carica e riuscì ad otteneredal Senato bolognese l’autorizzazione acreare un Orto botanico, il quarto inordine di tempo in Italia, nel 1568all’interno del Palazzo Pubblico, in uncortile che oggi è inglobato nella SalaBorsa, in piazza Maggiore.Anche Aldrovandi produsse un famosoerbario, a partire dal 1551, che fece partedel Museo di Storia Naturale, primo inEuropa, fondato dallo stesso.Lo schema e lo spirito di questo primoOrto è riprodotto oggi all’interno delmoderno Orto Botanico in via Irnerio.

Archiginnasio

La costruzione dell’Archiginnasio radunòlo Studio universitario in un unico luogo,con lo scopo di divenire sede unificata econtrollata dello Studio cittadino e nellostesso tempo assolse il compito dibloccare i piani costruttivi della chiesa diS.Petronio, al fine di ridurre ledimensioni dell’impianto.Sulla facciata del Palazzodell’Archiginnasio appaiono figure ibride,mostri legati al tema delle grottesche, che,al di là del contesto decorativo, erano instretto contatto coi segreti della materia edella vita.

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Nel prospetto dell’Archiginnasio, ilportico si suddivide in 30 arcate che siaprivano su 28 locali, creando unacontrapposizione numerica che mette aconfronto il ciclo solare (30 giorni) conquello lunare (28 giorni). In ciò si realizzala completezza del cosmo e l’unione tra gliopposti, la mente superiore che si uniscealla virtù.

Al primo piano si trovano 12 sale allineateche si connettono numerologicamentealla completezza della natura nei suoi 12mesi e all’universo stesso attraverso lamoltiplicazione dei quattro elementi con itre strati dell’esistenza.L’Archiginnasio, proseguendo l’excursussui simboli floreali, era il luogo in cuiveniva preparata la teriaca,un farmacoinventato da Galeno che conteneva, tra glialtri ingredienti, dose elevate di oppio.La teriaca di Galeno non comprendevameno di 70 ingredienti e divenne unfamoso rimedio, nato su base alchemica,considerato panacea universale.Nel XVI secolo questo rimedio rivestivaun’importanza speciale nell’ambito dellafarmacopea e Ulisse Aldrovandi laprodusse a Bologna nel 1574 nellaspezieria del convento di san Salvatore.

La teriaca, allora, era composta da ben 61elementi. In seguito, nel XVIII sec. fupossibile metterla a punto solo all’internodello Studio cittadino, pressol’Archiginnasio.La preparazione sottostava ad un precisorituale, che prevedeva l’esposizione alpubblico degli ingredienti – per tre giorni– che dovevano essere usati. Poi siprocedeva alla lavorazione, al cospetto delCollegio di Medicina e della Compagniadegli Speziali, con gran presenza dipubblico. Una volta finita e raffreddata, lamiscela era distribuita agli speziali che neavevano fatto richiesta. Un campione delmedicamento era tenuto presso lo Studio,probabilmente per controllo.

Il mistero della “pietra” AeliaLaelia Crispis e il fenomeno dellaluminescenza nella “pietra di

Bologna”

Durante il Medioevo , e fino a buona partedel quattrocento, la tranquillità internadelle città italiane era così incerta, e altempo stesso così’ desiderata, chevennero fondate numerose istituzioni conlo scopo di mettere pace tra le casatecontendenti e proteggere i più deboli.Nel 1261, a Bologna venne creato l’ordinedei Cavalieri di Maria Vergine Gloriosa,

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noto, in seguito, come ordine dei FratiGaudenti.Il termine gaudente all’origine, non eradispregiativo o sarcastico, ma significavagioioso, gaudioso; esso si riferiva allacaratteristica della vita del puro cavaliere,la cui gioia più autentica è il consacrarsi alservizio e alla fede.Partecipando alla spiritualità dellaVergine cui erano dedicati, i cavalierierano particolarmente votati ai settegaudii mistici della Madonna:l’annunciazione, la nascita’ di Gesù Cristo,l’adorazione dei Re Magi, la Resurrezione,l’Ascensione, la Pentecoste, l’Assunzione.

E’ facile immaginare che dal termine“frati cavalieri dei sette gaudii” si siaarrivati al termine “frati gaudenti”.Ma, alle sue origini,l’ordine dei cavalieridi Maria Gloriosa fu una milizia religiosaaustera, tanto austera che imponeval’astinenza sessuale anche agli sposati ededita alla preghiera e alle opere dibeneficienza.Con la bolla Sol ille verus, del 23dicembre 1261, papa Urbano IV approvòl’ordine, il quale si diede come scopo ilristabilire la pace nella città di Bologna,l’eliminazione dei contrasti tra guelfi eghibellini che insanguinavano altri paesi(pro sedandis tumultibus civitarum), laprotezione dei fanciulli e vedove: in unaparola, la concordia e la pace in città.L’ordine aveva chiesto al francescanoRufino Gorgone, che era stato padreprovinciale dei minori in Bologna, discriverne la regola.

Frà Rufino organizzò la milizia in due tipidi frati: coloro che vivevano in comunitàconventuali e coloro che abitavano nelleproprie case.I primi seguivano la regola Agostiniana,portavano armi –ma solo per difesa- eperseguitavano l’eresia. Era loro vietatopartecipare a feste e banchetti, nonpotevano ricoprire nessuna caricapubblica e non assistevano ai consiglicittadini.Per i frati che continuavano a vivere incasa, la regola era molto meno severa:erano ammessi anche i coniugati, eranotenuti a preghiere e digiuni in certefestività, e ad evitare la vita pubblicapolitica e amministrativa.Ma ben presto l’ordine fu caratterizzatoda un largo permissivismo, tanto chemolti cavalieri ignoravanotranquillamente la regola, possedevanobeni e ricchezze e, insommaconsideravano la Milizia della Verginecome uno strumento per il potere.Non solo: nel Medioevo la condizione direligioso, ed i frati gaudenti – almeno inteoria- lo erano, comportava privilegi chearrivavano fino alla completa esenzioneda tasse e tributi.Questo portò l’ordine a diventare moltoricco, anche perchè vi erano ammessi sologli esponenti di famiglie aristocratiche.I papi nel corso di circa tre secoli,dotarono l’ordine di diversi castelli, ville,conventi e chiese.Frà Salimbene de Adam, cronista attentodel tempo, scrisse che l’ordine si eramacchiato di cupidigia e avarizia,e nonaveva una sua autentica finalità.I cavalieri indossavano un vestito biancocon mantello grigio; nel loro stemma eraraffigurata una croce rossa con due stellesu campo bianco.Rapidamente l’ordine si diffuse nell’Italiasettentrionale: da Bologna si irradiò aMantova, Modena e Treviso.Tra i fondatori vi furono GraumonteCaccianemici, Scianca da Reggio eRaniero degli Araldi, e anche duebolognesi, Catalano dei Malavolti, eLoderico degli Andalò, che Dante

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incontra nella sesta bolgia dell’ottavocerchio infernale, mentre, come tutti gliipocriti che lì sono eternamente puniti,camminano in una lunga fila lenta, vestiticon pesanti cappe di piombo, rivestite dauna sottile lamina d’oro.Catalano era guelfo, Loderigo ghibellino,ma entrambi fecero parte dei FratiGaudenti ( e così essi stessi sipresentarono a Dante: Frati godentifummo, e bolognesi...) per cui avrebberodovuto dimenticare le fazioni perdedicarsi alla concordia.Invece non lo fecero, e per questo Dante liscelse quali rappresentanti tipici dell’ipocrisia e della doppiezza.Catalano fu podestà di Milano nel 1243,nel 1250 a Parma e nel 1260 a Piacenza.Nel 1266 , mentre era a capo del governoa Bologna e già faceva parte dell’ordine diMaria Gloriosa, venne chiamato aFirenze, assieme a Loderico. Anchequest’ultimo era nato attorno al 1210 edera stato podestà di diverse città toscaneed emiliane, ma era di famiglia ghibellina.Nel 1266 i due bolognesi venneroconvocati come podestà a fare opera diconciliazione a Firenze tra gli oppostischieramenti; si pensò che affidando ilgoverno a loro si sarebbe ottenuta unaperfetta imparzialità e dunque la pace traghibellini e guelfi fiorentini.Ma Catalano e Loderico, seguendosegretamente le direttive di papaClemente IV, favorirono i guelfi al puntoche questi cacciarono i ghibellini,devastarono le case degli Uberti, lafamiglia che guidava il partito a favoredell’imperatore.Narra il Villani che i due frati gaudenti “sotto coverto di falsa ipocrisia furono inconcordia piu’ al guadagno loro proprioche al bene comune”.Dopo pochi mesi dal loro insediamento ,infatti essi vennero cacciati dal furorepopolare.Catalano mori’ nel 1285, Loderigo nel1293: entrambi furono sepolti nelconvento di Ronzano, presso Bologna, cheera di proprietà dell’ordine.

Questa pessima prova dell’affidabilitàdell’ordine ne causò un drammaticomutamento: da confraternita di fratiguerrieri, la Milizia divenne una piaunione dedita a preghiere, litanie edevozioni varie, per diventare infine unsolido di nobili che godevano dei benidell’ordine.L’ultimo Maestro Generale dell’ordine, ilbolognese Camillo Volta, morì nel 1859 econ lui praticamente cessò di esisterel’Ordine dei Cavalieri della Vergine Mariagloriosa.Quel Camillo Volta era discendente diAchille, l’uomo che ci introduce nel vivodella questione.Figlio del nobile Ludovico, Achille silaureò in diritto civile presso l’Universitàdi Bologna, sua città natale, il 30 ottobre1482; possiamo dunque supporre che sianato verso 1455/1460.Insegnò diritto nello studio bolognesesubito dopo la laurea, fino al 1493.Al seguito di monsignor Giovan MatteoGiberti, consigliere assai influente edatario di papa Clemente VII, Achille sirecò alla corte pontificia, dove fuconsulente legale ma anche poeta inlatino e greco.Nell’ottobre del 1524,Clemente VII lo feceConte del Sacro Palazzo, Notaio eFamigliare ( Sacri Palatii Comes, Notaruset Familiaris).Il Cardinale Giberti, Vescovo di Verona, èuna figura che va conosciuta un pocomeglio, poiche’ potrebbe avere avuto unacerta parte nella storia dell’enigmaticaiscrizione che si intende esaminare piùavanti.Giovan Matteo Giberti ( 1495/1543) entrògiovanissimo nella corte del cardinaleGiulio de’ Medici, nella quale si distinseper la sua abilità di letterato sia in latinoche greco, grazie alla quale venneammesso all’Accademia Romana.Più tardi entrò nella segreteria del papaLeone X, di cui divenne il più autorevoleconsigliere; nel 1521 Giberti venne sceltodal papa quale suo rappresentante per icolloqui diplomatici col ministro

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plenipotenziario inviato da Carlo V re diFrancia.L’attività politica tuttavia non gli impedìmai di continuare a coltivare i suoi studiletterali e a proteggere poeti ed artisti, cheaccoglieva nella sua casa in un cenacolo diumanesimo cristiano.Quando il suo vecchio protettore Giuliode’ Medici divenne papa, col nome diClemente VII, per Giberti iniziò unperiodo splendido della sua vita; fu elettodatario nel 1523, l’anno successivo vennenominato vescovo di Verona, maClemente VII lo volle a Roma, e loimpiegò come suo ambasciatore.Fu Giberti ad indirizzare il papa verso unapolitica filo-francese, e quindi anti-imperiale; ricordiamo che in quel tempo(1525) il re di Francia Francesco I el’imperatore Carlo V combattevano per lasupremazia in Europa, e Giberti spinse ilpapa ad avvicinarsi alla parte francese.Fu una scelta poco felice, perchè le truppeimperiali attaccarono e devastavanoRoma, nel celebre e terribile Sacco del1527, durante il quale Giberti venneimprigionato e tenuto in ostaggio,rischiando di essere ucciso.Appena libero volle ritirarsi a Verona, lacittà in cui era Vescovo, e non volle piùoccuparsi di politica e di affari di stato.Papa Paolo III lo richiamò in curia a farparte del Comitato per la Riforma, e loinviò a Trento per preparare i lavori delConcilio che si sarebbe tenuto a partiredal 1545.Giberti si dedicò con grande impegno allariforma del Clero; pensò che i sacerdotidovevano avere una migliorepreparazione culturale e dottrinale edanche per questo impiantò nel suopalazzo una tipografia dalla qualeuscirono molte pregiate dei Padri Greci.Pubblicò il catechismo noto comeDialogus, opera di Tullio Crispoldi, e sioccupò anche della riorganizzazione dellascuola corale di Verona che fu a lungofamosa.Nel 1525, Giberti si trovava a Roma eduno dei suoi segretari era Achille Volta.“Ivi [ a Roma n.d.a.] trovo’ briga con

Pietro Aretino, che pure era in Roma, e lacausa fu per gelosia d’Amore fra esso, e ilnostro Achille, per una cuoca diMonsig.Giberti, e per un sonettocomposto dall’Aretino contro il suo rivale;il Volta, arrabbiato, trovandolo un giornosolo, gli diede cinque ferite nel petto conun pugnale, storpiandogli eziandio lemani.”Così scrisse il Fantaguzzi, un anticobiografo del Volta.L’aggressione avvenne nella notte fra il 28ed il 29 luglio del 1525; l’Aretino fucreduto spacciato dalle furibondecoltellate di Volta e Girolamo Casio misein giro un sonetto funebre satirico cheinizia con la celebre quartina

Chi non mai disse bene, e sempre maleNe’ sol male del mal, ma mal del bene,quivi ha la spoglia, ed in più’ varie penetormenta l’anima il Principe Infernale.

L’Aretino però sopravvisse; solo le manicon cui aveva cercato di difendersirimasero offese, ed allora lo stesso Casiodiffuse un sonetto in cui diceva che Dio gliaveva concesso ancora vita per pentirsidella sua maldicenza.Il Berni, invece, fu più cattivo e in unsonetto si augurava

Che al fin si trovera’ pur un pugnaleMiglior di quel d’Achille e piu’ calzante.

Il motivo dichiarato del ferimento fu,come abbiamo visto, una serva contesa;ma questa spiegazione potrebbe esseresolo stata una versione di comodo.In realtà, è probabile che l’Aretino avessein qualche modo attaccato, o solo parlatocon eccessiva disinvoltura di Giberti al cuiservizio era Achille Volta, che si sentì indovere, o gli fu richiesto più o menochiaramente, di eliminare un criticotroppo loquace.

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Dettaglio interessante: dopo l’aggressionea mano armata, non solo Volta non vennearrestato o inquisito, ma Clemente VII,nel 1527, lo nominò Maestro Generaledell’ordine di Maria Gloriosa, il chesembra quasi un premio per aver preso ledifese del sommo pontefice e della suapolitica.Pietro Aretino capì che l’aria a Roma gliera diventata insalubre e lasciò in fretta efuria la città, una fuga davvero troppoprecipitosa per un amore plebeo contesofra due gentiluomini.Tutti questi elementi ci servirannoquando cercheremo di svelare il misterodella cosiddetta pietra di Bologna.Ma ora raccogliamo i fili del discorso, cherischia di farsi troppo articolato, eaddentriamoci nell’enigma diun’iscrizione che, dopo secoli di tentativi,è ancora incomprensibile.Dunque, Achille Volta fu nominato daClemente VII Maestro Generale di unantico ordine cavalleresco, i cosiddettiFrati Gaudenti.Achille scrittore, docente universitario, ènell’entourage del cardinale Giberti,anch’egli colto e raffinato umanista cheraccoglie attorno a sé letterati quali PietroBembo e storici come Paolo Giovio.Fra le dotazioni dell’ordine, Voltapossiede anche la Villa di Casaralta,presso Bologna.Il complesso di Casaralta era statocostruito alla fine del XIII secolo comepriorato dell’ordine di Maria Gloriosa; nel1550 Clemente VII lo trasformò incommenda ( cioè’ beneficio ecclesiastico,come una rendita o un immobile,concesso ad una persona non obbligata aidoveri religiosi) e Achille Volta fu il suocommendatario.Egli fece eseguire molti lavori diampliamento ed abbellimento della villa,tra i quali - quasi certamente - anche lalapide di cui ci occuperemo.Quando Achille venne assassinato daOrazio Bargellini (14 maggio del 1556), lavilla passò assieme al titolo di Maestrogenerale dell’ordine dei Frati Gaudenti, al

figlio Marc’Antonio, e in seguito aidiscendenti maschi della famiglia Volta.L’ultimo commendatario fu Camillo, chefu ucciso nel 1589 e che fu anche l’ultimoGran Maestro dell’ordine ormai decaduto.Accanto all’antico priorato trasformato,come sappiamo, in villa, si trovano lachiesa dei Santi Pietro e Paolo, e su unmuro di essa si trovava una lapide cherecava questa oscura iscrizione (vienetrascritta secondo la disposizioneoriginaria delle righe; si è cambiata lalettera V in U per una più facile lettura)

D MAELIA LAELIA CRISPIS

NEC VIR NEC MULIER NECANDROGYNA

NEC PUELLA NEC IUVENIS NEC ANUSNEC CASTA NEC MERETRIX NEC PUDICA

SED OMNIASUBLATA

NEQUE FAME NEQUE FERRO NEQUEVENENO

SED OMNIBUSNEC COELO NEC AQUIS NEC TERRIS

SED UBIQUE IACETLUCIUS AGATHO PRISCIUS

NEC MARITUS NEC AMATOR NECNECESSARIUS

NEQUE MOERENS NEQUE GAUDENSNEQUE FLENS

HANCNEC MOLEM NEC PYRAMIDEM NEC

SEPULCRUMSED OMNIA

SCIT ET NESCIT CUI POSUERIT

La traduzione in italiano è la seguente:

AGLI DEI MANI (dei degli inferi per i latini,quindi la lapide si presenta come una

scrittura funebre)ELIA LELIA CRISPIS

NON UOMO NE’ DONNA NE’ ANDROGINONE’ FANCIULLA NE’ GIOVANE NE’

VECCHIANE’ CASTA NE’ PROSTITUTA NE’ PUDICA

MA TUTTO CIO’UCCISA

NON DALLA FAME NE’ DALLA SPADA NE’DAL VELENO

MA DA TUTTO CIO’NON IN CIELO NE’ NELLE ACQUE NE’

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SULLE TERREMA DOVUNQUE GIACE

LUCIO AGATONE PRISCIONON MARITO NE’ AMANTE NE’ PARENTENON TRISTE NE’ LIETO NE’ PIANGENTE

QUESTANON MOLE NE’ PIRAMIDE NE’ SEPOLCRO

MA TUTTO CIO’SA E NON SA A CHI E’ DEDICATA

Nella seconda metà del Seicento, la lapideera così consunta che il senatore AchilleVolta (1627/1676), omonimo di quello cheaccoltellò l’Aretino, fece ricopiarel’iscrizione su una nuova lastra di calcare( le misure sono m 1,63 x 1,17; il peso èstimato sui quattro quintali ed è oraconservata presso il Museo CivicoMedioevale di Bologna [numerod’inventario 3361]).Nel 1745, la Villa di Casaralta divennesede di villeggiatura per i seminaristibolognesi; nel 1885 la chiesetta crollò e lalapide venne riposta in un locale dellavilla che era diventata proprietà statale eutilizzata come macelleria militare.Dopo settant’anni di incuria e di oblio, lalapide fu recuperata e collocata nel MuseoCivico, che a quel tempo si trovava aPalazzo Galvani, per poi venire sistematadefinitivamente nel Museo di PalazzoGhisilardi, dove si trova tutt’ora.L’iscrizione originaria aveva cinque lineefinali che non vennero ricopiate nellalapide rifatta nel XVII secolo; eccole:

HAC EST SEPULCRUM INTUS CADAVERNON HABENS

HOC EST CADAVER SEPULCRUM EXTRANON HABENS

SED CADAVER IDEM EST ET SEPULCRUMSIBI

E’ UN SEPOLCRO CHE NON CONTIENE UNCADAVERE

E’ UN CADAVERE CHE NON HASEPOLCRO ATTORNO A SE’

MA IL CADAVERE MEDESIMO E’ A SE’SEPOLCRO

Questi versi sono stati riconosciuti: sitratta di un componimento poetico su

Niobe attribuito ad un poeta greco del VIsecolo, Agatia Lo Scolastico, versi tradottiin latino da Decimo Magno Ausonio(310/393) e ripresi successivamente daAngelo Poliziano ( 1453/1494).Gli studiosi Rinascimentali furono colpitida questa iscrizione senza sensoapparente; fin dal 1546 gli Eruditidell’Accademia Milanese (cui pare il Voltaavesse inviato la trascrizione del testo) sioccuparono dell’assurdo epitaffio, per lacui interpretazione chiesero aiuto aicolleghi padovani.Questi interpellarono un letterato estudioso di filosofia, Antonio Cathero, cheperò non seppe fare di meglio cheetichettare l’iscrizione come aenigmamagnum.Un professore patavino, MarioMichelangelo, propose una soluzione;secondo costui, ELIA LELIA CRISPIS erala figurazione della pioggia; la lapide nonera un’iscrizione tombale, ma unindovinello erudito.Circa una quarantina di studiosi edilettanti, nel corso di tre secoli, diederole loro interpretazioni.Ci fu chi identificò la misteriosa ELIAnell’Anima del Mondo; altri ritennero cheELIA simboleggiasse la musica, altriancora decifrarono la scritta comel’epitaffio di un eunuco.Nel 1630 Gaetano Verani affermò chesotto il nome di ELIA si celava un satirofuggito e riacciuffato da MERCURIO; ilgesuita padre Baldonio dichiarò che lalapide celebrava il volo di due spettri;l’accademico Ovidio Montalbani concluseche la fantomatica ELIA altro non fosseche una pianta della canapa, scelta comesimbolo della fertilità della zona.Fortunio Liceto ( 1630) credette che ELIALELIA CRISPIS fossero tre nomienigmatici che simboleggiavano lagenerazione, l’amicizia e la privazione.Egli vide nell’iscrizione la summa di unateoria filosofica che interpretava lanascita e l’evoluzione delle cose terrene;“scopo dell’autore”, scrisse Liceto, “è dicombinare in modo mirabolante gliattributi della generazione, dell’amicizia e

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della privazione”, per fondare in pocheriga un sistema FILOSOFICO.Richard White of Bolingbroke, un nobileinglese cattolico trasferitosi a Padova persfuggire alla regina Elisabetta anglicana eche si firmava latinamente RichardusVitus Basnstochius, propose invece comesoluzione l’idea Platonica e l’AnimaRazionale (1567).Nel 1683, il Conte Bolognese Carlo CesareMalvasia scrisse un volume di ben 196pagine, AELIA LAELIA CRISPIS NONNATA RESURGENS, per dimostrare chela lapide commemorava una fanciulla cheera stata promessa sposa prima ancora dinascere e che era morta prematuramente.La soluzione proposta da Malvasia è tra lepiù deliranti; infatti quale sarebbe stata ladifferenza d’età tra i due promessi sposi?Ha senso che un uomo, sia pur giovane,s’impegni a sposare una bambina chedeve ancora nascere?Un misterioso personaggio che si firmavaF.A.C.S. (la F all’inizio potrebbe indicareFrater, quindi si tratterebbe di unreligioso) detto l’Anonimo (dictusAnonymus) pubblicò, a Faenza nel 1776,una Novissima Interpretatio FamosiAenigmatis Bononiensis (nuovissimainterpretazione del famoso enigma diBologna), secondo la quale la lapide fu lapietra tombale di un aborto: LELIA fu lamadre e Lucio Agatone il padre cheprocurò l’aborto. Così scrive l’anonimo:“Lucio Agatone Priscio conobbecarnalmente ELIA LELIA CRISPI, laquale concepì, ma a fine di evitarel’infamia, e serbare il suo onore, procuròl’aborto.Il suddetto Lucio Agatone Priscio in tuttoconsenziente cautamente lo seppellì inquel campo; ed acciocché restassequalche memoria di quell’aborto formatocol suo seme, gli soprappose quellaLapida col suddetto Enimma,pretendendo in questo modo, e di tenersegreto per allora il delitto, e di lasciar a’Posteri una memoria del suo reato inEnimma, che del suo raro talento.”Un medico alchimista francese nellaseconda metà del cinquecento Nicolas

Barnaud (o Barnaudus nella formalatina), e Micheal Maier (1568/1622),celebre e fondamentale scrittore dialchimia, riconobbe nell’iscrizione laPietra Filosofale.

Vincenzo Casciarolo e la Pietra diBologna

Il fenomeno della luminescenza, cioèl'emissione di luce da parte di unamolecola, ha affascinato l'umanità findall'antichità.Già 2.300 anni fa Aristotele osservava chemolte creature (lucciole) producevano"fuoco" solo in certi periodi dell'anno infunzione del vento, e che il "fuoco delmare" era prodotto da organismi viventi.

I primi studi sui processi luminescentieffettuati con un certo rigore scientificorisalgono all'inizio del Seicento, all'epocain cui gli alchimisti erano alla ricerca dellacosiddetta "Pietra Filosofale", in grado ditrasformare i metalli vili in oro.Nel 1602 a Bologna, Vincenzo Casciarolo,un calzolaio e alchimista dilettante,descrisse per primo un metodo perottenere la cosiddetta "Pietra Bolognese",che possedeva la proprietà "magica" di"accumulare luce" quando esposta al solee riemetterla al buio.

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Alla stessa epoca risalgono anche le primeosservazioni sul fenomeno dellabioluminescenza: nel 1605 il filosofoinglese Francis Bacon scriveva: "...lacaratteristica di produrre luce non èprerogativa solo del fuoco... le gocce diacqua (di mare) spruzzate quando unremo colpisce l'acqua appaionoscintillanti e luminose...".Alcuni anni dopo, nel 1637, il filosofofrancese René Descartes osservava:"...quando viene agitata l'acqua producescintille simili a quelle emesse da unframmento di pietra focaia".Oggi sappiamo che la "Pietra Bolognese" ècostituita da barite (solfato di bario) e cheil fenomeno osservato da VincenzoCasciarolo era una fosforescenza di tipoinorganico, mentre Francis Bacon e RenéDescartes hanno descritto labioluminescenza di certi microrganismimarini.Comunque, il fatto di conoscere l'originedi questi fenomeni non diminuisce certo illoro fascino.Per circa tre secoli, dai primi del Seicentoall’inizio del Novecento, la città diBologna deve il suo posto nella storiadella chimica soprattutto a una pietra, cheda essa prese il nome, utilizzata perricavarne fosfori, ossia materiali capaci didare fosforescenza.Eppure, specialmente dal 12 dicembre1711 - quando fu fondato l’Istituto delleScienze a opera di Luigi FerdinandoMarsigli - al tempo del governonapoleonico che lo soppresse, nonmancano motivi d’interesse verso lachimica bolognese.Basti ricordare, ad esempio, l’allestimentodi una “camera” della chimica nell’Istitutosuddetto, i contributi di Laurenti,Menghini, Valsalva, Vandelli e,soprattutto, quello di Jacopo BartolomeoBeccari (1682-1766) medico, anatomico echimico.Beccari, professore di fisica dal 4dicembre 1711, passò alla cattedra dichimica, istituita per la facoltà medica condecreto del 16 novembre 1737, dandoavvio, primo in Italia, all’insegnamento

universitario della chimica corredato diparte sperimentale.Evidentemente, il pur celebre contributodi Beccari alla scoperta del glutine e altrisuoi studi in vari campi, incluso quello deifosfori, con l’ausilio di dispositivisperimentali originali, non ebberorisonanza europea pari a quella dellaPietra di Bologna.La Pietra colpì innanzitutto la curiosità el’immaginario popolare, attirò verso lacittà l’interesse dei viaggiatori, ispirò testiletterari, suggerì teorie più o menofantasiose e alimentò numerose disputescientifiche.La data della scoperta delle singolariproprietà della Pietra di Bologna non ènota con esattezza. Tuttavia, secondo glistorici, si colloca fra il 1602 e il 1604.Essa viene generalmente attribuita aVincenzo Casciarolo (o Casciorolo), uncalzolaio bolognese che, secondo CamilloGalvani (1780), “si dilettava di travagliarenelle cose chimiche” e, passeggiandopresso Paderno “per divertirsi da qualchesua naturale malinconia”, vide scintillareuna pietra, la raccolse, la portò a casa, lafece cuocere e scoprì, forse casualmente,che mettendola al buio dopo averlaesposta al sole, riluceva.La pietra, cui furono attribuiti vari nomi(pietra fosforica bolognese, pietra diBologna, pietra luciferina, pietra di luna,spongia lucis, lapis illuminabilis, lapislucifer, phosphorus ecc.) è una varietà dibarite o baritina (solfato di bario anidro),raggiata e nodulare, che una voltamacinata, impastata con bianco d'uovo oaltri leganti e calcinata su carbone, sitrasforma in solfuro di bario.La prima citazione delle proprietà dellapietra di Bologna è dovuta a Giulio CesareLa Galla (1612), mentre la primadescrizione dettagliata della preparazionedi materiale fosforescente a partire daessa è di Pietro Poterio (PharmacopeaSpagyryca, Iacobi Montis, Bologna,1622). Secondo Poterio, colui che perprimo rese luminosa la pietra nell’intentodi ricavarne oro, fu un noto alchimista diBologna, Scipio Bagatello.

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Il nome di Casciarolo non compare nellavoro di Poterio.L’attribuzione della scoperta al “chimico”Casciarolo è di Majolino Bisaccione(1582-1663) e Ovidio Montalbani (1602-1671), in due lettere pubblicate nel 1634.Quest’ultimo, addirittura, propose dichiamare la pietra “lapis casciarolanus”.Il riconoscimento pieno a Casciarolovenne da Fortunio Liceti (o Licetus)(1577-1657), nell’opera Litheosforus sivede Lapide Bononiensis, pubblicata aUdine nel 1640.Secondo Liceti, fu appunto Casciarolo,uomo di umili condizioni, che trovò lapietra, ne scoprì le proprietà e la mostrò aBagatelli.Questi ne parlò a Magini, professore dimatematica a Bologna, il quale ne mandòcampioni a vari scienziati, tra cui GalileoGalilei, e ad alcuni sovrani europei.Tutto ciò rese rapidamente famosa lapietra, indusse a riprodurre ilprocedimento di preparazione dei fosforie ad interpretarne il comportamento.Nacquero le ipotesi più disparate.Per un certo periodo, da parte di alcuni(Niccolò Cabeo, Athanasius Kircher), sipensò che la pietra si comportasse con laluce così come un magnete si comportacon il ferro.Anche Galileo intervenne nella disputa,seppure di sfuggita, con una lettera aLeopoldo di Toscana, scritta per confutarealcune osservazioni di Liceti sulleopinioni dello stesso Galileo in merito al“candor lunare”.La scoperta di un residuo luminoso nelprodotto della distillazione delle urinecalcinato su carbone (il fosforoelementare), avvenuta a opera di Brandnel 1669, ravvivò ulteriormente ladiscussione sulle proprietà dei fosforinaturali e artificiali e vi partecipò ancheRobert Boyle.Nel Settecento, il sistema newtonianoinfluenzò anche le teorie sulla pietra.Un gruppo dell’Accademia bolognese(Beccari, Galeazzi e Laurenti) fecenumerosi esperimenti in proposito.

I Commentari, una sorta di diarioscientifico del segretario Francesco MariaZanotti (De Bononiensis scientiarum etArtium Instituto atque Accademiae.Commentarii) registrarono i risultati,compresi quelli dello stesso Zanotti,riportando altresì anche due studi diBeccari sui fosfori, di carattere piùgenerale.Marsigli dedicò all’argomento un’appositadissertazione e l’Accademia delle Scienzedi Parigi non fu da meno, come risulta daiMémoires di Homberg e Du Fay.Fra i trattati di chimica, il celebre Coursde Chimie di N. Lémery (1645-1715) èforse quello che si occupa piùdiffusamente della Pietra di Bologna,anche dal punto di vista sperimentale econ il supporto di una bella tavolaesplicativa.Quest’opera ebbe numerose riedizioni etraduzioni. L’ultima edizione, pubblicatain italiano nel 1719 da Gabriele Hertz,racconta la storia della Pietra, spiegacome trovarla, ne cita le proprietàdepilatorie, descrive minuziosamente ilprocedimento per farne fosforo e proponeuna teoria per spiegarne la luminosità.Certo, Lémery non è indulgente con ipredecessori; egli afferma che “Poterius,Montalbanus, Maginus, Licetus,Menzelus, e alcuni altri hanno scritto diquesta pietra, e hanno date le maniere dicalcinarla; ma le loro descrizioni nonservono a nulla, perché, seguitandole, nons’ottiene alcun fine”.Il secondo tomo del Dictionnaire deChimie di Macquer, pubblicato a Parigi daLacombe nel 1769, dedica alcune pagine aquello che è ritenuto il fosforo pietrosopiù celebre, la Pierre de Boulogne,interpretandone il comportamento con ilricorso al flogisto.Ciò rifletteva lo sforzo del chimico tedescoS. Maargraf, convinto sostenitore dellateoria di Stahl.Superata questa teoria, la Pierre deBoulogne, continuò a trovar posto anchenei testi didattici francesi. Un esempio è ilCours de physique experimentale et dechimie; à l’usage des Écoles centrales,

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spécialment de l’École centrale de la Côted’Or”, pubblicato a Digione e a Parigi all’inizio del 1801, che riporta ilprocedimento per ottenere i piccoligâteaux fosforescenti.Gli studi sulla Pietra di Bologna, comedocumentato dalla letteratura chimica, siprotrassero fino al 1940 circa, ma ilprocedimento e le condizioni cheassicurano la piena riuscita dellapreparazione presentano tuttora qualcheincognita.D’altronde, meraviglia e misteroaccompagnano da sempre la strana lucedella pietra.Anche Goethe ne rimase influenzato e,quando passò da Bologna, se ne procuròalcuni esemplari, citando poi la Pietraanche nel Werther.Nel clima di curiosità e di diletto che alivello popolare incoraggiava il lavoro

degli studiosi sui “mirabilia minerali enaturali”, ben si comprendono le burleche la pietra ispirava e i piccoli commercidi questa autentica rarità.Si può allora concludere che,passeggiando sui calanchi di Paderno perscacciare la “naturale malinconia”, ilcalzolaio Vincenzo Casciarolo raggiunsel’intento anche a vantaggio di molti altritra i quali, forse, potremmo includereanche noi.Vincenzo Casciarolo, cui è stata dedicatauna via nei pressi di Viale dellaRepubblica, trovò la pietra "alle radici"del Monte Paderno, a pochi chilometri dalcentro di Bologna, nei pressi del rioStrione che da Paderno scende verso lalocalità di Rastignano.

Simonetta [email protected]

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E' NELLE PROFONDITA’ DELL'UNIVERSOCHE CERCO L’IMPRONTA DIVINA...

*SPIRITUALITA'DELL'UNIVERSO -Acrilico, sabbia e smaltosu tela 100X100 - 2006 *

David Sabiu è nato a Forlì il 30/07/1962.Batterista diplomato al conservatorio di Pesaro incontrabbasso nel 1982.Dopo il diploma lavora per due stagioni al PiccoloTeatro di Milano come percussionista sotto la regiageniale di Giorgio Strehler.Dal 1986 incomincia a comporre e a lavorare in studidi registrazione.Lavora con vari artisti: Jovanotti, Fiorello, Banco,Madreblu, Gerardina Trovato, Nek, Luca Carboni,Fausto Leali, Paolo Meneguzzi, Tao, Naftalina, ecc..Dirige due volte l'orchestra a Sanremo e componedue colonne sonore.Lavora per Mediaset producendo sottofondi epubblicità.Come pittore è autodidatta e partecipa nel 2003 allaBiennale di Roma vincendo il premio della critica.Nel 2005 partecipa alla Biennale di Firenze.Collettive fatte:Palazzo Tadini - Milano (2007); Contemporanea -Forlì (2003); Vernice - Forlì (2004).Mostre fatte a Venezia, Palermo, Perugia, Roma,Meldola (FC), Castrocaro (FC), Cervia (RA).Durante ogni mostra c'è costantemente la sua musicacosmica che coinvolge lo spettatore.

David [email protected]

La mia ricerca dellaspiritualità attraversola musica e leimmagini mi haportato ad unavisualità fantasticadell'universo.

Noi siamo l'universo efigli delle stelle, manon sappiamo da dovesiamo venuti o chiveramente ci hacreato.

Attraverso l'arte ecercando incontinuazione unaverità (chechiaramente maitroverò) i miei quadrie la mia musicarappresentanoappunto il mio statod'animo ed il miocosmo.

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*SPIRITUALITA'DELL'UNIVERSO -Smalto e marmo su tela100X100 - 2006 *

*NELL'OSCURITA' -Olio e smalto su tela100X50 - 2005 *

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LIFE AFTER LIFE

Come arrivanoi messaggi dall’altra

dimensione

Ero incuriosita e anche un po’ spaventataall’inizio da questa energia che sentivofluire dal mio cuore.La sentivo scorrere nel braccio destro epoi passare nella mano.Le dita si muovevano a piccoli scatti e poila mano del tutto indipendente scriveva....Scriveva sul foglio dove la penna ineleganti scivolate segnava lettere, parole efrasi, DI CUI ERO DEL TUTTOINCONSAPEVOLE, cambiando calligrafiaogni volta che cambiava Chi dettava ilpensiero.E le frasi erano così belle…Non avrei mai potuto immaginarle così.Tutte le volte che ero depressa ospaventata per qualcosa che non andavagli Angeli sapevano cosa dire.Parlavano di pace, d’avere fede in Dio,affermavano che su questa terra tutto èestremamente limitato in confrontoall’eternità.

Dicevano <Non siete soli. Sentiamo tutti ivostri pensieri e li pesiamo sessanta voltesei.I pensieri che parlano d’amore, quelli piùbelli, li vediamo con la forma di bolle disapone.Leggerissime, colorate e trasparentis’innalzano verso l’AltissimoOnnipotente, e noi Angeli li prendiamo eli portiamo fino a Lui.>Ne era passato del tempo, anni, ma anchequesto strano discorso di pesare i pensierisessanta volte sei era stato chiarito.Esistono immagini nell’arte dei primisecoli dove viene raffigurato un Angeloche regge una bilancia (per precisare sitratta di S.Michele Arcangelo) e conquesta (ancora prima del Medioevo) sipensava pesasse le anime.Ma allora forse invece erano i pensieri adessere pesati.Anche il fatto di pesare le anime si rifà alculto degli antichi Egizi, i quali ritenevano

Noemi [email protected]

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che le persone dopo la morte dovevanosottoporsi al giudizio degli dei (Ra) e inparticolare al dio Anubi che aveva ilcompito di pesare il cuore del morto.Non doveva essere più pesante di unapiuma, perché altrimenti invece di averela vita eterna sarebbe stato dato in pasto aun demone.Potevo aver soltanto immaginato?Ma quei due numeri, 60 e 6 da dove eranoarrivati?Tempo dopo, senza cercare, leggendo unlibro avevo trovato un’altra conferma.Il titolo era <Il pianeta degli dei> diZacharia Sitchin, uno studioso di linguesemitiche che sa decifrare la scritturacuneiforme.Già nelle prime pagine si legge che iSumeri, da cui gli egizi avevano ereditatoil sapere, usavano un sistema numericochiamato <sessagesimale>.Già questo fatto era illuminante.Si fondava su due numeri, il "terreno" ildieci e il "celeste" il sei che insiemeformavano la figura di base sessanta.Pare che questo sistema fosse ancora piùcomplicato di quello che noi usiamo

adesso e superiore a quelli successivi usatidai greci e dai romani.I Sumeri (riporto dal libro di Sitchin)riuscivano a fare moltiplicazioni edivisioni anche per milioni, a trovareradici quadrate o ad elevare a potenza.Questo era il primo, grande, magnificosistema matematico conosciuto.Non meraviglia che gli Angeli lo usinoancora nel loro lavoro.Rifletto e mi lascia stupita in quale modole informazioni possono arrivare allanostra conoscenza.Penso che chi è più predisposto adascoltare, chi è più attento e senzapregiudizi sarà favorito nella ricerca dellaVerità.Essere come bambini, diceva Gesù, eguardare il mondo con la stessainnocenza e con uguale attenzione.Aggiungo: credo proprio che nulla accadaper caso e non occorre essere "speciali".Basta soltanto essere pronti e ricevere.

Noemi [email protected]

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STRANGE

IM-TEORIA“Teoria dell’Inconscio

Multiversale”

L’IM-Teoria o «Teoria dell’InconscioMultiversale» nasce, quasi per scherzo,per tentare anzitutto di spiegare come glialieni potrebbero essere giunti sino a noi,nonché e più in generale per cercare difornire una base razionale ai c.d.fenomeni paranormali.Essa è proposta qui in modo leggermenteriadattato rispetto a com’è apparsa suIDU (it.discussioni.ufo) nella primavera2007.I presupposti dai quali tale teoria muovesono i seguenti:

• La suddivisione junghiana dell’inconscioin Personale e Collettivo;

• L’alta probabilità, ormai accettata dallacomunità scientifica, dell’esistenza nelnostro universo di «altra» vitaintelligente oltre alla nostra;

• L’esistenza del Multiverso così comeinferibile dalla M-Teoria(http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_M) che ammette la possibilità dicreazioni diverse dalla nostra.

• L’idea che la comunicazione fra tutti ipossibili universi previsti dalla M-Teoria sia, ad un livello diverso daquello fisico, possibile.

eSQueLwww.paleoseti.it

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Il modello di riferimento, dunque, èquello del Multiverso ed, in specifico,del modo con il quale le diverse creazionipossono comunicare tra lororeciprocamente.Come detto, la M-Teoria ammette lapossibilità che altri universi (altrecreazioni) esistano e, nella misura nellaquale questi si basano su dimensionidiverse dalle quattro che determinano ilnostro, possano essere governati da leggidiverse dalle nostre.Ciò che è negato dalla teoria in parola èche fra queste diverse creazioni vi possaessere qualsiasi tipo di comunicazionefisica.Non si esclude, però, che potrebbeesistere un altro mezzo per realizzare talecomunicazione.Così, l’idea che sta alla base di ciò cheabbiamo chiamato IM-Teoria è che talemezzo possa essere la psiche.Partiamo dalla suddivisione che Jung fadell'Inconscio dividendolo in InconscioPersonale e Inconscio Collettivo (neltesto rispettivamente IP e IC).Il primo riguarda il singolo individuo, ilsecondo la specie. Ossia, l’IC è pensabilein termini di contenitore rispetto alprimo.Sul punto, marcherei da subito unoscostamento dall’impostazione junghiana.In particolare, l’IC è trattato dall’IM-Teoria non tanto come «contenitorepsichico universale», bensì come ambitopsichico relativo alla specie umana.Ciò a motivo del fatto che, in casod’esistenza di vita intelligente nel nostrouniverso, potremmo trovarci alle presecon una specie significativamente diversadalla nostra (aliena, appunto) e per laquale potremmo dover ipotizzarel’esistenza di un IC diverso dal nostro,ossia con contenuto archetipicoproprio.L’idea, in sostanza, è che a fronte d’unaspecie dotata di consapevolezza maradicalmente diversa dalla nostra intermini genetici, questa possa godere diun IC che contenga immagini (archetipi)diverse da quelle che la psicologia del

profondo ha individuato come propriedella specie umana.Ciò legittimerebbe l’affermazionedell’esistenza di un IC separato edautonomo rispetto a quello checonosciamo (sic!).Se quanto sopra ha un senso,l’universalità psichica (sostenuta da Jungper l’IC) sarebbe, dunque, una qualitàriferibile solo ad un ambito più grande egerarchicamente sovraordinato aglieventuali IC esistenti.Segnatamente, ad un InconscioUniversale (IU) con contenutoarchetipico proprio e che funga dacontenitore rispetto sia ai diversi ICesistenti nel nostro universo sia, diconseguenza, all’IP relativo a ciascuncomponente d’ogni singola specieesistente.A questo punto, quindi e a mente dellapossibilità d’esistenza di altre creazioni«altre» (ed eventualmente rette da leggidiverse, nonché con IU diversi), perchénon pensare ad un InconscioMultiversale (IM).In altri termini, ad una sorta di super-insieme psichico, magari anch’esso concontenuto archetipico proprio, che sipone in modo trasversale a tutte lecreazioni teoricamente esistenti.Tale IM potrebbe essere il mediumattraverso il quale viaggiano le ipoteticheconsapevolezze che abbiano imparato afarlo.D'un colpo, niente più limiti fisici.Solo psichici. Nonché spiegabilità diqualsiasi fenomeno che, in ambitosquisitamente fisico, non sembra potertrovare spazio e/o giustificazione. Pensocertamente all’ESP, ma non solo.L’intero fenomeno UFO, unitamente amanifestazioni sconcertanti quali leabduction vi può trovare spiegazione.Come possa accadere questo lo vedremotra poco.Per il momento, il diagramma seguentepropone uno schema generale che utilizzauna struttura ad albero che tiene contodella quadripartizione proposta e laradice della quale è costituita dall’IM.

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IP_1_1_1IC_1_1

IP_1_1_2IU_1

IP_1_2_1IC_1_2

IP_1_2_2

IP_2_1_1IC_2_1

IP_2_1_2IU_2

IP_2_2_1IC_2_2

IP_2_2_2IM

IP_3_1_1IC_3_1

IP_3_1_2

IP_3_2_1IC_3_3

IP_3_2_2IU_3

IP_3_3_1IC_3_4

IP_3_3_2

IP_3_4_1IC_3_2

IP_3_4_2

Vettore I

GradoVettore

IIGrado

VettoreIII

GradoVettore

IVGrado

Nello schema proposto «IP_3_3_2» è laconsapevolezza individuale numero 2 cheesiste in quest’istante nell’IC_3 che, a sua

volta, fa parte dell’IU_3 (il tuttocontenuto nell’IM).Abbiamo fissato quattro ambiti diriferimento, rispettivamente in relazionecontenuto/contenente: InconscioPersonale (IP), Inconscio Collettivo (IC),Inconscio Universale (IU) e InconscioMultiversale (IM).L'idea è che i quattro livelli psichicisuddetti esauriscano l'intera gammad'esperienze realizzabili dalla singolaconsapevolezza (comprese le esperienzemistiche e religiose più profonde).Partendo dal singolo individuo,ipotizziamo (quale che sia la specie allaquale appartiene l’individuo stesso) che inesso sia presente una generica strutturapsichica (in sostanza, sto proponendo unmodello psichico applicabile a qualsiasiconsapevolezza esistente, umana odaliena che sia) composta dai seguentielementi:

• La consapevolezza in senso stretto,con struttura radiale e statica edancorata alla propria creazione (alproprio universo) tramite il soma (inaltre parole, quella specifica partedella psiche che restituisceall’individuo la consapevolezzad’essere e di esistere separatamente daquanto lo circonda);

• Una funzione specializzata dellaconsapevolezza che chiameremoattenzione, con strutturavettoriale e dinamica epotenzialmente capace di «muoversi»in ognuno degli ambiti sopra indicati(dall’IP all'IM).

In sostanza e a mente di quanto sopra,nell’individuo è ipotizzata l’esistenza didue funzioni generali: l’una statica(consapevolezza), l’altra dinamica(attenzione) la quale si concretizza, divolta in volta (per quel che ci riguarda siain stato di veglia, sia durante alcune fasidel sonno), in quello che potremmochiamare un vettore attentivo il qualesvolge il compito di «portare la

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consapevolezza» sugli oggetti sui quali sifissa.Ciò è facilmente verificabile tramitel’auto-osservazione.Siamo in una stanza e sappiamo d’esserci.Nel medesimo tempo, osserviamo glioggetti che ci circondano (o che popolanola nostra psiche, in caso d’attenzioneintrovertita) portando su di essi la nostraattenzione. In tal caso, l’attenzione sicomporta come una sonda. Sonda che noipossiamo spostare su uno qualsiasi deglioggetti presenti. Come spostiamo lasonda da un oggetto all’altro, noi cispostiamo con essa tanto che, spesso, lasonda indugia talmente su di unospecifico oggetto che noi ci perdiamo inesso.Potremmo, in sostanza, ipotizzare che glioggetti del sistema (realtà fisica + IP ) sicomportano come attrattori stranirispetto all’attenzione del soggettopercepente. Sul punto penso valga lapena di aprire una piccola digressione.Il concetto di "attrattore» è noto.Laddove non lo fosse, si pensi ad unpendolo in movimento, ossia e in terminipiù generali, ad un sistema cheprogredisce secondo leggi precise (nellafattispecie la quantità di moto, la gravità el’attrito) verso un punto di quiete, ossiaquello caratterizzato dal più basso livelloenergetico possibile.Tale punto può essere pensato propriocome «attrattore del sistema» che, inquesto caso e per effetto dell’influenzastazionaria che genera rispettoall’elaborazione dell’informazione, èdenominato «attrattore» tout court.Ora, l'idea è, giustappunto, d’applicaretale concetto al fenomeno percettivo.Si pensi, dunque, ad un sistema dinamicoe dissipativo, in un regime caotico che,per quel che qui rileva, sarebbe costituitoda un "centro attentivo" (soggettopercepente) e da un numero finitod’oggetti terzi (interni e/o esterni alsoggetto), tutti potenziali attrattoririspetto al soggetto che percepisce.

In tal caso, ciò che è attratto e, diconseguenza, disperso è propriamentel'attenzione del soggetto percepente.Il sistema, dunque, è dinamico perché,per effetto del continuo mutamento degliattrattori, presenta un’evoluzionetemporale non lineare (legata ai singoli ediversi oggetti con i quali l’attenzioneviene in contatto nel tempo).Inoltre, è dissipativo giacché l'energiacoinvolta (attenzione) è continuamentedissipata dal soggetto percepente sottoforma d’emozioni, pensieri, intuizioni,sensazioni.Tali attrattori, inoltre, si dicono strani ocaotici perché non statici dal punto divista dell'elaborazione dell'informazione.Per fare un esempio, si pensi alla stessafetta di torta che, a differenza dellagravità che ha carattere costante per ilpendolo così come per qualsiasi altrooggetto fisico, può agire«attrattivamente» in modo differente supercettori distinti o, anche, sul medesimopercettore in tempi diversi.Ciò che dovremmo ipotizzare, dunque, èun individuo costantemente a contattocon attrattori strani (gli oggettidell’esperienza quotidiana, così comequelli che popolano il suo IP) che generacontinuamente vettori attentivi al fine diinteragire con gli attrattori medesimi e, inquesta operazione, consumacontinuamente energia psichica(attentiva).Per i cultori di Castaneda, ciò che hoappena descritto va sotto il nome di«Prima Attenzione». In altri termini, laproduzione d’una continua serie di vettoriattentivi che hanno come qualificazionefondamentale quella d’essere risolti dallapercezione di oggetti fisici (ovveropsichici qualora appartenenti all’IP delsoggetto percepente).Ma che accade se l’attrattore si pone, perqualità proprie, fuori della normalecapacità percettiva dell’individuo?L’esperienza ci dice che di fronte ad untale oggetto vi sarà verosimilmenteassenza di qualsiasi percezione.

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Ne consegue che, volendo il soggettopercepente risolvere (percepire) unoggetto che si suppone presente adesempio nel suo IC, dovrà generare unvettore attentivo diverso, adatto a questotipo di manovra.Chiaro che il problema sta tutto nellalocuzione «generare un vettore diverso».Che significa? Quali sono i parametri suiquali agire? Più in generale, come farlo?Tuttavia, al di là di queste domande piùche legittime, ampliando la teoriacastanediana e a mente dellaquadripartizione proposta, chic’impedisce di categorizzare i possibili«vettori attentivi» secondo il livello alquale funzionano?In particolare, nell’ipotesi che qualsiasiconsapevolezza possa produrre unospecifico "vettore attentivo", questipotrebbe variamente essere definito di IGrado (qualora agisca all'interno dell'IP)di II Grado (con limite IC), di III Grado(IU) e di IV Grado (IM).In sostanza, ipotizzando che una certaconsapevolezza, umana o aliena,apprenda il modo di generare un vettoredi IV Grado, questa sarà capace diviaggiare nell’intero IM.In uno scenario di questo tipo unproblema serio è costituito dal «residuofisico» perché se il riferimento è il corpofisico le difficoltà diventano molto grandi.Perciò, ne prescinderei. In che modo?Ipotizzando l’esistenza di una copiapsichica del soma.Una sorta di contenitore sottile (le cuiproprietà sono tutte da stabilire e/overificare) in grado di spostarsi nei diversiambiti (IP, IC, IU e IM) a tempo zero.Questo è rilevante. In effetti, se in ambitopsichico scompaiono sia la dimensionespaziale, sia quella temporale (e questodovrebbe essere oggetto d'indagine) lostesso concetto di spostamento fra puntidiversi perde significato per lasciare ilposto a quello di presenza e/o assenzaattentiva che avviene istantaneamente.L’attenzione c’è o non c’è e, nel momentonel quale sorge, essa è lì, a prescinderedalla distanza fisica.

Sia nel caso del fenomeno UFO, sia inquello dei c.d. fenomeni paranormali,quindi, vi sarebbe l’attivazione, da partedel soggetto percepente (in tal casoumano), di un vettore attentivo di gradosuperiore al primo.Tramite tale vettore, l’individuo sarebbetestimone (in senso lato) di unamanifestazione sostanzialmente psichica.Ciò, a ben guardare, potrebbe spiegarel’estrema elusività dei fenomeni in parolae, soprattutto, l’apparente impossibilitàdel reperimento di prove fisiche.Si pensi alle abduction. Quando CorradoMalanga riferisce i racconti dei presuntiaddotti messi in stato ipnotico, narra dimuri che divengono trasparenti e daiquali entrano gli alieni che prelevano ilsoggetto. Messa così è davvero difficile dadigerire. Ma se il tutto si svolgesse alivello psichico tutte queste difficoltàsemplicemente scomparirebbero.Resta il problema, come già accennato,dei «residui fisici» di tali fenomeni e, intema di abduction, mi riferiscospecificamente sia ai micro-impianti, siaalle cicatrici presenti nel corpo degliaddotti. Con tutte le cautele del caso,proporrei anche per questo aspetto unapproccio essenzialmente psichico.Posto che ogni fenomeno psichico tende agenerare conseguenze di carattere fisico(si pensi anche solo alle malattiepsicosomatiche), non potremmo vederetali segni (almeno le cicatrici) come auto-prodotti? In fondo, se il soggetto èaddotto a livello psichico questo è un fattoche non può restare senza conseguenze.Come dire che il soggetto necessita inogni caso, a livello di IP, di una letturacoerente dell’immagine che ha di séstesso. Generare cicatrici che attestino nelfisco ciò che è accaduto nella psichepotrebbe essere frutto di un meccanismodi questo tipo.Personalmente e in ordine all’essenzadell’IM, non avrei alcuna difficoltà adusare lemmi quali "magia" o locuzioniquali "grande agente magico universale".Tuttavia, non mi pare ve ne sia alcunbisogno perché è possibile mantenere

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l'intera speculazione in ambitostrettamente psicologico anche se, perfarlo, vi sono due fenomeni che sarebbenecessario cominciare a studiareseriamente. Mi riferisco ai sogni lucidi ealle OOBE (Out Of Body Experience).Se, come penso, la difficoltà vera è quelladi riuscire a contestualizzare un concettocome quello di vettore attentivo(soprattutto di Grado superiore al primo),la via per farlo potrebbe essere propriol’esperienza onirica intesa in senso lato.Questo perché sia il sogno lucido, sia leOOBE sono fenomeni durante i quali ilsoggetto sperimenta una consapevolezzaslegata dal soma.V'è da dire che tali fenomeni sonoprofondamente interconnessi, tanto chele OOBE spesso sono vissute come"estensione" dei sogni lucidi.In ogni caso, ritengo che una buonaipotesi di lavoro potrebbe essere quella diun team di "sognatori" e/o «proiettori»diretti da ricercatori sufficientementepreparati e motivati. In sostanza, sitratterebbe di riverificare tutte le ipotesidi fenomeni non ancora compresi edapparentemente inspiegabili non inambiente fisico, bensì esclusivamentepsichico.Il punto è rilevante giacché nei resocontidei pochi ricercatori che si sono occupatidi queste problematiche (Laberge eMonroe, per citarne alcuni) vi èimmancabilmente la tendenza a scivolarein un’esperienza mistica totalizzante chesupera di slancio la fantastica vastità del«sogno mutiversale» per giungere,paradossalmente, ad una sua sostanzialenegazione. Direi che, in prospettiva, untale lavoro potrebbe portarci moltolontano. Si tratta, in sostanza, di rileggerela tradizione sciamanica prendendo perbuone le premesse dalle quali questamuove e partendo dal presupposto che glistati alterati di coscienza che gli sciamaniraggiungono tramite l’uso di piantepsicoattive possano essere realizzatianche con il solo ausilio della volontàindividuale, senza alcun aiuto «chimico».

Se realizzassimo una cosa simile, alloradavvero avremmo tolto ogni limite allacondizione umana.In termini filosofici, si starebbesostanzialmente ed anzitutto ipotizzandouna dimensione spirituale e totalmente"altra", del tutto indescrivibile e del tuttoinaccessibile alla Materia e chiamata"Uno". "Uno" sarebbe ciò che esisteeternamente, mentre le diverse creazioninon sarebbero che "incidenti" nascentidalla Volontà di Uno stesso (sul perchéesista questa specifica Volontà nonpossiamo dire alcunché) e costituirebberola Dualità. Sin qui, mi pare, d'essereancora dentro la Tradizione.Il passo successivo potrebbe, quindi,riguardare le qualità dell'IM.Potendo pensare all'IM come ad unsuper-insieme coerente e dotato dicoscienza è facile vederci il Dio deicristiani, dei musulmani e degli ebrei.Ne consegue che quando le creazionipervengono ad esistenza, in quel precisoistante prende ad esistere l'IM, ossia ilDemiurgo che, da quel medesimo istante,vive il suo sogno di falsa eternità (ognicreazione è destinata a morire, prima opoi).In sostanza, il sonno nel quale versano lesingole consapevolezze (umane od alieneche siano) è il medesimo sonno delDemiurgo.In fondo, dopo millenni di separazione egrazie all’IM-Teoria, scienza e religionepotrebbero trovare il modo perricongiungersi.

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BIBLIOGRAFIA MINIMA

- Carl Gustav Jung - «Gli Archetipi e l’Inconscio Collettivo» Ed.Boringhieri 1976 (non indispensabile, ma vivamenteconsigliata la lettura dell’opera omnia del grande svizzeropubblicata dal medesimo editore);- Carlos Castaneda - «Il Dono dell’Aquila» Ed. Rizzoli;- Carlos Castaneda - «Il Fuoco dal Profondo» Ed. Rizzoli;- Carlos Castaneda - «L’arte di Sognare» Ed. Rizzoli;- Stephen Laberge - «Exploring the World of Lucid Dreaming»http://users.telenet.be/sterf/texts/other/exploring_the_world_of_lucid_dreaming.pdf- Graham Hancock – «Sciamani» Ed. Corbaccio.

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