Dario Massi

TRA INFORMATICA E MARE

Migliora te stesso,accresci il tuo business

ARMANDO EDITORE

Sommario

Ringraziamenti 7

1. Da grande volevo fare l’informatico 92. Il cammino di un leader 143. Personal Branding: strategia, [consigli] stile di vita 184. Non c’è nessuna catena ma solo una vita da vivere 205. Fare SEO oggi: 13 regole per ottimizzare e posizionare 24 il tuo sito su Google 6. In tasca solo un biglietto 337. Questo è l’uomo, questa è Internet 368. Il silenzio per iniziare ad ascoltare: dalla solitudine alla 42 leadership9. Evolvendo nel male dell’indifferenza 4510. Visual storytelling: [come e perché] raccontare il tuo 48 brand, te stesso con le immagini11. Assapora la tua esistenza 5212. In Repubblica Dominicana: tra oceano e digital strategy 5613. Il doppio volto di Facebook: da carezza infame a 62 strumento geniale 14. La subdola bulimia della società 6815. Il futuro della cybersecurity: hacker, società e business 7216. Tra l’empatia degli artisti e il pragmatismo dei brand 76 aziendali 17. Franco Zeffirelli 8018. La stima con la quale preferisco tornare a casa 83

19. Social intelligence: strategia di business tra empatia 84 e comunicazione20. Cosa mi emoziona? Spero solo di non dimenticarlo mai 8621. URL SEO Friendly: 10 regole da seguire [best practices] 9022. Tra efficienza e legittimazione: dal knowledge worker 100 all’eccellenza della leadership23. Se non respiri la tua vita fino in fondo ma cosa vuoi alzarti 104 a fare la mattina24. LinkedIn 10825. Instagram 11226. Silvia Salemi 11527. Come migrare il sito da HTTP a HTTPS: Joomla [SEO] 117 e social sharing plugin 28. 30 passi 12529. Tutto quello che aveva da insegnarmi 12730. Essere un digital entrepreneur: propensione, dedizione 129 [vision] e coraggio31. Come fili d’erba 13332. Il sorriso nei ricordi 13633. I 4 pilastri della digital strategy 13834. Sicurezza Joomla: 7 regole da seguire, [plugin] 145 e come ripulire un sito compromesso35. Memorie di un senatore – Dialoghi immaginari 15836. Google Chrome: 4 estensioni per il tuo digital marketing 16037. L’intelligenza collettiva crea valore e genera povertà 16438. Ed io resto 16839. Email Marketing: suggerimenti per un’attenzione 169 immediata 40. I grandi dell’informatica 17141. Startup: consigli ed errori da evitare 17442. Neutralità e dignità di Internet 18043. L’utopia anarchica della Blockchain e i limiti di tale visione 18644. A proposito delle parole 18945. Ti vorrei dire 191

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Ringraziamenti

Questo libro è stato possibile grazie alle tante persone, esperienze e passioni che in contesti diversi, ovunque nel mondo, hanno contribuito nel corso degli anni a farmi diventare la persona che sono oggi. È con profonda gratitudine che esprimo tutto il mio apprezzamento a:

• Enrico Iacometti, AD di Armando Editore per aver creduto nel mio progetto.

• A Marek Opold per aver contribuito alla copertina di questo libro, accanto a me in molti degli scatti presenti nelle pagine.

• A Piergiorgio Scaramelli, per tutti semplicemente Pier, che sull’isola di Boa Vista (Capo Verde) mi ha mostrato il senso della parola libertà.

• Alla Dr.ssa Antonietta Cimino, amica leale e sincera, per la sua bel-lezza d’animo e per ricordarmi sempre cosa significa essere veri al mondo.

• Ad Alessio Lustri e Pierluigi Capocecera di Ergonet con i quali con-divido la passione per l’informatica e da oltre 10 anni un percorso fatto di stima reciproca, professionalità ed amicizia.

• A Emanuela Melchiorre per il grande supporto professionale e per il continuo stimolo a migliorare.

• Al Maestro Franco Zeffirelli che con il suo libro Autobiografia ha illuminato la mia strada. A Rita, sua segretaria e braccio destro as-sieme al figlio Pippo.

• A Nicky Hayden per quel sorriso che amava la vita, per quel pianto incontrollato a Valencia nel 2006 e per aver mostrato al mondo come inseguire un sogno restando un “ragazzo semplice”. Per il vuoto che ha lasciato.

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• A Paolo, compagno di business e di buone chiacchiere per avermi trasmesso quella forza e caparbietà necessarie a rialzarsi nei mo-menti più difficili e andare avanti.

• A Valentina e Marco Raul per l’affetto di questi anni.• A Severina, una seconda mamma, che da lassù continua a protegger-

mi e a volermi bene. • Ringrazio Giulia e Patrizia, Antonello, Marco, Giulio, Francesca,

Giovanni, Roberta e Vittorio, per la loro amicizia e per i piacevoli confronti ma soprattutto per ogni singolo insegnamento che mi han-no regalato.

• A tutti quelli che non sono scritti qui ma che in un modo o nell’altro sanno di esserci. Quelli che sentono il mio cuore, il calore di un ab-braccio o quello sincero di un sorriso.

• Ai miei genitori che mi hanno dato la vita e finalmente sapranno cosa faccio con essa; del perché a 10 anni volevo un computer, per-ché nel 2003 mi trasferii a Bolzano e perché la luce della mia stanza fosse sempre accesa fino a tarda notte. Mamma ti amo tanto.

• A Dio, Padre di tutti noi, per la forza, il sostegno e per avermi aperto gli occhi sulla bellezza della fede.

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1. Da grande volevo fare l’informatico

Questa mattina ho regalato una nuova pianta a mia madre. Lei adora ogni genere di fiore, ciò significa che se le porto a casa una qualsiasi foglia verde e viva, vinco tutto, sempre. Poi la vedo felice e di riflesso lo sono anche io. Da buona giardiniera mi ha detto subito che in cantina aveva un vaso più grande e mi ha chiesto se potevo andarlo a prendere. Onestamente non ricordavo neanche dove fosse la cantina o meglio, che numero avesse la porta, visto che dall’ultima volta erano passati 15 anni o forse più.

Il vaso lo trovo subito, lo prendo ma prima di andarmene rimango qualche secondo appoggiato alla porta guardando un po’ tra un angolo e l’altro di quei pochi mq. Sotto ad uno scaffale, nascosti tra una mezza tavola da surf, un biliardino rotto e varie maschere di quando ero bam-bino, noto 3 scatoloni pieni di polvere. Su ognuno di essi c’è scritto Libri Dario. Il più visibile mostra la scritta con gli anni ’00-’04. Lo apro ed il contenuto è quello che vedi qui in foto.

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Figura 1.1

È bastato un attimo per essere catapultato indietro nel tempo, nei momenti e nelle emozioni di ogni copertina. Ricordo, ero poco più che ventenne e spesso viaggiavo in treno per Laives, Bolzano. All’epoca c’era l’Eurostar che da Roma ti portava alla stazione di Ora/Auer in 5 ore e 50 minuti (se andava bene). Prima di partire mi fermavo spesso all’edicola del Forum Termini o alla libreria di fronte e cercavo libri da leggere per il viaggio. Avevo una continua fame di conoscenza e sul treno divoravo tutte le pagina che potevo, come se fossero quelle di un romanzo avvincente.

Ad ogni fine lettura chiudevo e mi esercitavo con il portatile, un fantastico mattone di Sony Vaio, forse con 128 mb di RAM. Quasi 6 ore ad andare e altrettante a tornare, un weekend si uno no. Spesso, se era ancora giorno, guardavo fuori dal finestrino sognando il mio futuro e dopo 5 minuti di sospiri riprendevo a leggere e fare eser-cizi, altre volte parlavo con chi mi era seduto vicino di quello che avrei voluto fare “da grande”. La cosa curiosa è che già studiavo informatica, lavoravo, facevo corsi tra Cinecittà (tecnico hardware e

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software) e Corso Trieste (programmazione e web design) e andavo a Bolzano per altre specializzazioni. Passione? Me lo sono chiesto tante volte. Oggi mi rispondo “Sì certo tanta, senza dubbio” ma non soltanto, perché la passione da sola non può bastare. Quando decidi questa strada a 10 anni, ti ritrovi a 20 ad inseguirla e a 30 a per-correrla allora è anche qualcosa di più. È un insieme di cose che si incastrano per dare vita a ciò che vuoi.

Quando dormi sono sogni ma quando apri gli occhi devo-no diventare progetti.

Si è vero, oggi quel qualcosa di più lo sono anche io, ma se mi chiama-no informatico la cosa mi strappa sempre un sorriso, anche quando mi chiedono se gli sistemo il modem o se gli rimuovo qualche virus dal PC.

Io non so davvero le risposte ad un sacco di cose – magari come tutti o forse come pochi – ma una semplice sul perché di questi libri la so. Non hanno soltanto contribuito a costruire quello che sono oggi ma soprattutto mi ricorderanno tutti i sacrifici di quegli anni, ogni volta che ne avrò bisogno.

Li ho puliti, sistemati ed ora sono arredamento nella libreria di stu-dio tra i bozzetti del Falstaff di Zeffirelli e la moto in scala con dedica di Hayden. Che c’entrano? Niente, è solo che fa tutto parte della mia vita.

Ascolta la tua voce

La natura ti forma più di ogni altro studio. Se la vivi, la osservi, la respiri puoi ascoltare meglio la tua voce e divulgare il tuo sapere più intensamente. Non solo nella vita professionale ma soprattutto in quel-la privata noterai un miglioramento che si rifletterà in chi ti circonda e ti vuole bene. La mente può calmarsi e disegnare nitidamente la visione di ciò che insegui o ti sei prefissato come obiettivo.

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2. Il cammino di un leader

La panchina per me è sinonimo di riposo, silenzio, pensieri. A volte guardare il mondo stando seduti su una panchina ti aiuta a capire meglio le cose. Non perdi tempo, né perdi i treni che passano in quanto fermo, ma cammini più degli altri e magari prendi solo quelli giusti. Un proget-to web, di marketing o di comunicazione che sia è come osservare una città, i suoi grattacieli, le sue strade, le aziende; ascolti i suoi abitanti, noti la qualità della vita, vedi le abitudini, le amicizie e poi ti domandi: “Come posso migliorarla?”. Non so la tua risposta, ma se ti può servire la mia è in ciò che segue.

In questi anni ho studiato, elaborato ed applicato alcuni concetti che natura mi ha voluto infondere ancor prima che ne comprendessi il sen-so. Non solo nella sfera professionale, ma anche in quella personale, traccio una linea comune di valori, sentimenti e ideali, che rendono niti-da una visione di vita che ho sempre voluto perseguire. Da appassionato PNL e leadership ho divorato libri ed articoli dei massimi esperti mon-diali della materia, rielaborato e percepito l’invito al fare, al divulgare.

Molte realtà aziendali, professionisti ed imprenditori si trovano a camminare in un sentiero predisposto alla mediocrità, un luogo che at-tivamente e costantemente limita il potenziale umano, con uno sguardo troppo spesso rivolto alla superficialità e alla solerzia delle cose.

Non si può crescere professionalmente nella cultura dell’egoismo. Penso che una realtà sana, onesta ed orientata alla fertilità debba percor-rere un sentiero elevato dove ogni singolo fa parte di una solida squadra ricca di motivazioni, disciplina e visione, non altro le manifestazioni più alte da divulgare in un contesto business.

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Essere un leader non significa essere il capo. Un leader non è chi paga, chi ordina, chi decide… ma leader è chi trasmette agli altri così in profondità da riflettere in loro stessi la leadership.

Diventare un modello, è il disegno della leadership. Il leader comu-nica, si confronta sempre, ed affronta le situazioni con polso fermo. At-tualmente, le aziende mancano di coesione e per prime vengono meno al concetto di sinergia e strategia orientata al lungo termine. Non hanno una cultura incentrata all’ottimizzazione.

La lealtà, il rispetto, la fiducia sono i cardini di un centro chiamato maturità. Il silenzio e la mancanza di comunicazione non paga in nulla, mai. Queste relazioni, questi sentimenti non sono costanti nel tempo, ma lo diventano soltanto se nutriti con gesti quotidiani. Non è facile maturare questo stile di vita, non è semplice neanche parlarne ma resta un passaggio fondamentale per iniziare a fare la differenza.

Il sacrificio non deve far parte solo dell’imprenditore italiano ma anche dei suoi collaboratori più stretti, questo è lo spirito in cui credo.

Come ogni essere umano sei prezioso di diritto, hai potenzialità e capacità immense con le quali accrescere doni e talento innato. La vera forza non è il capitale nelle tasche ma quello che hai dentro e che riesci a mantenere anche in un “software” mediocre come la società di oggi.

Ispira gli altri a camminare a testa alta, a lasciare andare il dolore che si può, a cercare l’eccellenza nella propria vita. Non è semplice, penso solo che sia la strada giusta.

Quante volte mi sono perso girando tra un’isola e l’altra, tra vecchie stradine, sguardi sconosciuti, sorrisi innocenti; sul far della sera cer-cavo te e oggi come allora all’improvviso ti vedo. Tu sorridi, io respiro.

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3. Personal Branding: strategia, [consigli] stile di vita

Il Personal Branding è una delle strategie più efficaci ed impegna-tive da sviluppare nel marketing moderno. Anche se i princìpi sono re-lativamente semplici da comprendere, l’attuazione – a volte anche solo il primo passo – è cosa complessa. Il percorso da intraprendere è lungo (non esistono scorciatoie) e necessita di costanza, dedizione e risorse; proprio per questo non è adatto a tutti. Il singolo individuo fa la diffe-renza in ogni dettaglio e alcune caratteristiche proprie possono rendere tutto più o meno difficile.

È vero che nel Personal Branding esistono “buone prassi” da segui-re per avere successo, ma realmente non esiste nessuna garanzia che quelle azioni porteranno a risultati certi. Le relazioni con altri esseri umani sono spesso imprevedibili e così, di riflesso, il modo di scrivere, comunicare, o gli stessi tempi di risposta, sono fili da regolare quotidia-namente con cura.

Definire il tuo valore rappresenta la linea di partenza. [Cosa ti con-traddistingue dagli altri] Non è sempre facile capire chi siamo, vedere cosa abbiamo realmente nel nostro bagaglio o decidere dove vogliamo andare. Il Personal Branding necessita di idee chiare, di una visione nitida oltre l’orizzonte e di una forza che assottiglia le distanze tra online e offline.

Cosa dovrei fare?

– Dedica del tempo a capire dove sono i tuoi potenziali clienti (Face-book, Twitter, Instagram, LinkedIn…).

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– Dopo un meeting, una conferenza o un evento al quale hai parteci-pato, manda un invito di collegamento alle persone che ritieni inte-ressanti.

– Consulta il profilo dei tuoi colleghi e trai spunto dalle menti più co-struttive.

– Instaura buone relazioni online mediante like, commenti e condivi-sioni (sempre in maniera moderata e professionale).

– Investi su te stesso. Sei a tutti gli effetti un brand e come tale devi essere curato in ogni aspetto: sito, logo, blog, social network.

– Aggiorna costantemente i tuoi canali online.– Rimani coerente, sposa l’educazione.– Avvicinati alla PNL e alla leadership. Leggi, studia, confrontati onli-

ne e offline su questi temi. – Vivi tutte le situazioni con un ascolto attivo. Significa rimanere pro-

positivi, attenti, lucidi su ogni dinamica di confronto. – Fai storytelling della tua vita. Dipingi i tuoi pensieri in parole, mo-

stra la tua visione delle cose. Scrivi!

Se stai raggiungendo i tuoi obiettivi, se le opportunità professionali stanno arrivando senza inseguire il vento, se sei più soddisfatto ed orgo-glioso del tuo lavoro, se il numero delle persone (giuste) che ti conosce è aumentato allora stai facendo Personal Branding nel modo corretto.

Più il tuo business aumenterà meno sarai presente nei social.

Se il Personal Branding deve essere un’attività giornaliera in grado di generare un flusso costante di contatti – di riflesso engagement, lavo-ro e partnership – ho osservato che una volta raggiunto un determinato livello (online), la tua crescita sarà sospinta verso l’alto da altre varia-bili (offline) cresciute assieme al lavoro che hai fatto negli anni. Questi elementi sono più solidi, longevi e redditizi sia professionalmente che umanamente.

Cerca il tuo equilibrio, respira business dentro di te, definiscilo e vendilo al meglio. Tutto questo diventerà il tuo modello di vita, un ve-stito su misura di cui non potrai più fare a meno.

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4. Non c’è nessuna catena ma solo una vita da vivereMaggio 2015

4 ore e 120 professionisti tra architetti ed ingegneri con i quali chiacchierare di Informatica

Presso una nota casa editrice di Roma – sempre piena di persone amiche – concludo la seconda giornata di formazione su CMS Open Source, Personal Branding e Social Media dedicata al settore tecnico.

Da qualche anno a questa parte, i vari impegni professionali, non mi concedono più tanto spazio per questi appuntamenti; rimango però sempre contento di riuscire a vivermi ancora qualche incontro, stringere la mano alle persone guardandole negli occhi ed ascoltare il pensiero di tante voci diverse. Tra aula e libreria, ho visto sguardi ancora pieni di voglia di dignità professionale, umana, culturale, artistica… italiana. Ho sempre pensato:

Un paese che non si spegne nella difficoltà è destinato a risollevare la testa in un modo o nell’altro.

E se poi molte di quelle persone dovranno rialzarla all’estero, porte-ranno pur sempre un pezzo di questa terra nel mondo. Di contro a tanti difetti le nostre qualità, credetemi, non ce l’ha nessuno. L’Italia per me (ovunque mi trovi) resta sempre motivo di orgoglio oltre il suo passato. Non c’è nessuna catena ma solo una vita da vivere.