TORINO Torino Medica al mondo/Torino Medica R… · Il “Network delle Associazioni”, che vuole...

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LA RIVISTA DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI TORINO TORINO MEDICA anno XXV numero 4 aprile 2014 comunicazione informazione formazione Si moltiplicano le iniziative e le strutture per dare risposte sempre più adeguate alle esigenze degli iscritti VILLA RABY, UN CONTENITORE STIMOLANTE DI FORMAZIONE E CULTURA

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LA RIVISTA DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI TORINO

TORINO MEDICA

anno XXVnumero 4

aprile 2014

comunicazioneinformazione

formazione

Si moltiplicano le iniziative e le strutture

per dare risposte sempre più adeguate alle

esigenze degli iscritti

VILLA RABY, UN CONTENITORE STIMOLANTE DI FORMAZIONE E CULTURA

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siamo una società di comunicazione integrata, siamo specializzati nel campo della comunicazione sanitaria,

lo siamo da oltre vent’anni... e questi sono alcuni dei nostri numeri

E d i t o r i a s p E c i a l i s t i c aOltre 80.000 riviste di settore pubblicate ogni mese

Torino Medica, Andi Piemonte, Farmauniti News, Farmacia Amica, ANAAO Informa, Suso News,

Dalla Parte dell’Infermiere, Nursing Up, il Monitore Medico, Rivista dell’Ordine dei Farmacisti

della Provincia di Torino

c o n g r E s s i E d E v E n t iSegreteria organizzativa - Immagine coordinataGestione tecnica - Ufficio stampa

Congresso Europeo di Urologia 2010

(live surgery da 6 sale operatorie ripresa e trasmissione in HD)

Convegno Internazionale di Endoscopia

(live surgery ripresa, trasmissione e proiezione in 3D)

Congresso Nazionale AIG, Convegno 30 anni dei Consultori del Piemonte,

Congresso Airo Piemonte e Valle d’Aosta, Congresso Nazionale di Radioprotezione,

Convegno la PET in Oncologia, Congresso regionale AIC,

Convention Farmauniti, Convention Farmacia Amica.

dallo studio professionale all’azienda ospedaliera, la comunicazione sanitaria è il nostro mestiere

for Healthcare

v i d E o - p r o d u z i o n EProduzione e post-produzione video professionale

Filmati istituzionali per ASO San Lugi di Orbassano, Ospedale San Giovanni Battista - Molinette,

Centro Antidoping, Dental School, Istituto Zooprofilattico, Centro Fisio Lingotto,

Gruppo Examina, Centro Ustioni, IRCC Candiolo,

Assessorato alla Salute Regione Piemonte, San Raffaele Turro.

g r a f i c a & s ta m pa , w E b & n E w m E d i a Città della Salute, SIU, Ordine dei Medici di Torino, CPO Piemonte, Federfarma Piemonte,

Farmauniti, ANAAO, Irmet, LARC, Gruppo Examina, Centro Antidoping, Fondazione

Ustioni, ANDI, Centro Malattie Rare, Federfarma Liguria, AMOS, ASL To1,To2, To3,

To4, To5, Asl CN1, CN2, Asl No, Asl VCO, Asl VC, Asl BI, AO Santa Croce e Carle,

Clinica Pinna Pintor, Azienda Ospedaliera Mauriziano.

Irmet, CIMO, Ordine dei Farmacisti, Federfarma Piemonte, ANDI, SIMM

u f f i c i o s ta m pa

www.sgi.to.it [email protected] Via Pomaro, 3 - Torino Tel. 011.359908, fax 011.3290679

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3APRILE 2014

Direzione, Redazione,Corso Francia 810143 Torino Tel. 011 58151.11 r.a. Fax 011 [email protected]

PresidenteAmedeo Bianco

Vice PresidenteGuido GIUSTETTO

SegretarioIvana GARIONE

TesoriereGuido REGIS

ConsiglieriDomenico BERTEROTiziana BORSATTIEmilio CHIODORiccardo DELLAVALLEEzio GHIGOAnna Rita LEONCAVALLOElsa MARGARIAAldo MOZZONE

Renato TURRARoberto VENESIARosella ZERBIPatrizia BIANCUCCI (Od.)Gianluigi D’AGOSTINO (Od.)Bartolomeo GRIFFA (Od.)

Commissione OdontoiatriGianluigi D’AGOSTINO PresidentePatrizia BIANCUCCIClaudio BRUCCO

Bartolomeo GRIFFAPaolo ROSATO

Revisori dei ContiRiccardo FALCETTA PresidenteCarlo FRANCOAngelica SALVADORIVincenzo MACRÌ Supplente

TORINO MEDICA

Direttore:

Amedeo Bianco

Direttore responsabile:

Mario Nejrotti

Caporedattore:

Nicola Ferraro

Aut. del Tribunale di Torino

n. 793 del 12-01-1953

Sommarionumero 4aprile 2014

“La sede dell’Ordine (nella foto di copertina il cortile con la “Carrozzeria” sullo sfondo”) sta diventando anche un polo di attrazione formativo, culturale, artistico e sociale per Torino e la sua provincia. La sua rete di associazioni di malati e volontari, ad esempio, promuove “Voltare Pagina”: una rassegna culturale di successo aperta al pubblico che è un appuntamento con arte e letteratura per trattare temi legati alla malattia e alla disabilità, ma soprattutto un’occasione di dibattito e confronto tra medici, cittadini e associazioni.”

La Rivista è inviata a tutti gli iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino e provincia e a tutti i Consiglieri degli Ordini d’Italia.

Concessionaria esclusiva di pubblicità: SGI Srl Via Pomaro 3-10136 Torino Tel. 011 359908 / 3290702 - Fax 011 3290679 - e-mail: [email protected] - www.sgi.to.itGrafica e Design SGI SrlStampa La Terra Promessa Onlus NOVARA

Chiuso in redazione il 24 aprile 2014

siamo una società di comunicazione integrata, siamo specializzati nel campo della comunicazione sanitaria,

lo siamo da oltre vent’anni... e questi sono alcuni dei nostri numeri

E d i t o r i a s p E c i a l i s t i c aOltre 80.000 riviste di settore pubblicate ogni mese

Torino Medica, Andi Piemonte, Farmauniti News, Farmacia Amica, ANAAO Informa, Suso News,

Dalla Parte dell’Infermiere, Nursing Up, il Monitore Medico, Rivista dell’Ordine dei Farmacisti

della Provincia di Torino

c o n g r E s s i E d E v E n t iSegreteria organizzativa - Immagine coordinataGestione tecnica - Ufficio stampa

Congresso Europeo di Urologia 2010

(live surgery da 6 sale operatorie ripresa e trasmissione in HD)

Convegno Internazionale di Endoscopia

(live surgery ripresa, trasmissione e proiezione in 3D)

Congresso Nazionale AIG, Convegno 30 anni dei Consultori del Piemonte,

Congresso Airo Piemonte e Valle d’Aosta, Congresso Nazionale di Radioprotezione,

Convegno la PET in Oncologia, Congresso regionale AIC,

Convention Farmauniti, Convention Farmacia Amica.

dallo studio professionale all’azienda ospedaliera, la comunicazione sanitaria è il nostro mestiere

for Healthcare

v i d E o - p r o d u z i o n EProduzione e post-produzione video professionale

Filmati istituzionali per ASO San Lugi di Orbassano, Ospedale San Giovanni Battista - Molinette,

Centro Antidoping, Dental School, Istituto Zooprofilattico, Centro Fisio Lingotto,

Gruppo Examina, Centro Ustioni, IRCC Candiolo,

Assessorato alla Salute Regione Piemonte, San Raffaele Turro.

g r a f i c a & s ta m pa , w E b & n E w m E d i a Città della Salute, SIU, Ordine dei Medici di Torino, CPO Piemonte, Federfarma Piemonte,

Farmauniti, ANAAO, Irmet, LARC, Gruppo Examina, Centro Antidoping, Fondazione

Ustioni, ANDI, Centro Malattie Rare, Federfarma Liguria, AMOS, ASL To1,To2, To3,

To4, To5, Asl CN1, CN2, Asl No, Asl VCO, Asl VC, Asl BI, AO Santa Croce e Carle,

Clinica Pinna Pintor, Azienda Ospedaliera Mauriziano.

Irmet, CIMO, Ordine dei Farmacisti, Federfarma Piemonte, ANDI, SIMM

u f f i c i o s ta m pa

www.sgi.to.it [email protected] Via Pomaro, 3 - Torino Tel. 011.359908, fax 011.3290679

la rivista dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di torino

torino medica

anno XXVnumero 4

aprile 2014

comunicazioneinformazione

formazione

Si moltiplicano le iniziative e le strutture

per dare risposte sempre più adeguate alle

esigenze degli iscritti

VILLA RABY, UN CONTENITORE STIMOLANTE DI FORMAZIONE E CULTURA

SaluteIn salute e in malattia, in ricchezza e in povertàChiara Rivetti

CulturaSan Valentino: festa degli innamorati... della culturaNicola Ferraro

Considerazioni sulla “scienza che sbaglia”Prof. Davide Shiffer

La ricerca in ProvinciaLa vitamina D: effetti e speranzeSilvia Gambotto

Le nostre radiciSUNI: una giovane torinese di 63 anniGaetano Marino

In memoria di Francesco GorgerinoAdriano Ramello

Dai congressi“Medicina e violenza contro le donne”Nicola FerraroPierpaolo Berra

Più medicina tropicale per l’Italia di oggi e del futuro?Nicola FerraroSilvana Patrito

Spirituralità e malattia: il progetto “Stanze del silenzio”Nicola FerraroPierpaolo Berra

RUBRICHEI servizi dell’OrdineComunicatiCorsi e congressi in pillole

CONGRESSI

48

101214

16

1921

23

24

2527

28

3238

40

4246

50

5260

prima pagina EditorialeVilla Raby dell’ordine,Un contenitore stimolanteMario Nejrotti

prima pagina TribunaTorna “Voltare pagina”Rosa Revellino

Parliamo di odonto-stomatologia”Emergenza traumi dentali”Nicola Ferraro

Il dedaloTumori: prima causa di morte negli adolescentiNicola FerraroPierpaolo Berra

Lo stetoscopioIl carcere come luogo di curaNicola FerraroSilvana Patrito

Fondazione FARO: trent’anni di assistenza e solidarietàAlessandro Valle

Chi fa cosaNovità su test HIV rapido su saliva all’ASL TO2Nicola FerraroSilvana Patrito

Impiantato alle Molinette monitor cardiaco iniettabileNicola FerraroPierpaolo Berra

Referti online degli esami di laboratorioNicola FerraroSilvana Patrito

Alessandro Comandore nuovo Presidente dell’Accademia di Medicina di TorinoNicola Ferraro

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APRILE 20144

prima pagina

Editoriale

a cura diMario Nejrotti

LA SEDE ORDINISTICA

La sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Tori-no è ormai operativa da oltre un anno. Altre volte abbiamo parlato della bellezza architettonica del “Villino Raby”, dell’architetto Pietro Fenoglio, in Corso Francia 8. Un edificio così armonioso che il FAI l’ha inserito l’anno scorso tra i monumenti offerti alla visita del pubblico.Il “Villino Raby” è stato fortemente voluto come sede comune di tutti i me-dici e gli odontoiatri dagli stessi iscritti dell’Ordine. Essi hanno spronato con i loro voti assembleari i Consigli Direttivi, che si sono succeduti in questi ultimi anni, a portare a termine questa opera, nonostante tutte le difficoltà incontrate sulla strada.Anche la bellezza di questo edificio e la sua funzione politica di “luogo della professione e della memoria” hanno motivato l’Esecutivo, il Consiglio e, su loro mandato, le Commissioni e la struttura di Comunicazione a sviluppare un percorso che facesse crescere e dilatare gli orizzonti culturali da offrire agli iscritti.La funzione istituzionale dell’Ordine è certamente quella di essere garante, come organo sussidiario dello Stato, verso la società e i cittadini che la com-pongono, della qualità e dell’etica della professione del medico e dell’odon-toiatra.

ARIA NUOVA

È altrettanto importante, però, che l’istituzione sia attenta ai cambiamenti e ai progressi culturali, alla ricerca in senso lato, alle problematiche ed alla evoluzione sociale, aprendosi a nuovi orizzonti.Questo è stato certo un merito degli ultimi Consigli Direttivi, ma un forte im-pulso è venuto dal 2011 dalla particolare attrazione che esercita questo edifi-cio e dalla sua potenzialità di accoglienza per tutti i professionisti, ma anche per altri mondi, che in qualche modo interagiscono con la salute dei cittadini.Infatti, mentre si continuano a ricercare stimoli e contenuti specifici della nostra professione, comunicandoli attraverso le pagine, cartacee e virtuali di Torino Medica o attraverso i numerosi momenti formativi accreditati, di ar-gomento deontologico, giuridico e tecnico, si fa strada la necessità di aprirsi ancora di più alla società civile e ai suoi rappresentanti.Molte iniziative vanno in una direzione insieme complementare e pioneri-stica.

VILLA RABY DELL’ORDINE,UN CONTENITORE STIMOLANTE

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APRILE 2014 5

VILLA RABY DELL’ORDINE,UN CONTENITORE STIMOLANTE

Ne citeremo solo alcune a titolo di esempio. Il “Network delle Associazioni”, che vuole creare una rete di informazione e di mutuo aiuto tra le molteplici Associazioni che si occupano dei ma-lati e della loro assistenza e di solidarietà, a livello nazionale e internazionale.L’iniziativa “Voltare Pagina” in collaborazione con il Circolo dei Lettori, progetto culturale per parlare di disabilità e fragilità, attraverso presen-tazione e discussione di libri, documentari, si-stemi diversi di comunicazione, che ne facciano comprendere più a fondo ai professionisti, ma anche ai cittadini e ai media, le problematiche e il significato.Iniziative di comunicazione e informazione come gli articoli, le interviste e i filmati di Torino Me-dica e di Torinomedica.com, anche raggruppati in sezioni come “Oltre il Giardino” “Cultura” “Medicina e Scienze Umane”, quest’ultimo in collaborazione con il Gruppo di Ricerca REME-DIA, mirano ad esplorare aspetti diversi della cultura della salute, che sta espandendo in modo sorprendente i suoi confini.Ultimamente, su stimolo e in accordo con l’Ese-cutivo, è apparso sulla nostra testata un inserto, in collaborazione con l’AMSI (Associazione Me-dici Scrittori Italiani) e il Centro Pannunzio, che con il suo provocatorio titolo: “La Cultura è Sa-lute” vuole discutere su quale sarà un possibile e realistico futuro per la Sanità italiana. u

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APRILE 20146

prima pagina

Editoriale

UN FUTURO AUSPICABILE

Essa non potrà occuparsi solo della cura delle ma-lattie, della loro prevenzione e del rapporto con il singolo malato, pure pilastri della sua funzione sociale. Nei prossimi anni si chiederà sempre di più alla Sanità italiana di inserirsi nel contesto culturale e civile, per contribuire fattivamente a scoprire, fa-vorire e sviluppare tutti quei processi che possono migliorare il benessere globale dei cittadini.L’Articolo 32 della nostra Costituzione recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamen-tale diritto dell’individuo e interesse della collet-tività…”È intuivo che per tutelare la salute in senso lato e quindi dare corpo al dettato costituzionale, gli operatori sanitari non sono sufficienti, nonostan-te tutti i loro sforzi, ed occorre immaginare una sinergia ben più vasta all’interno della società. Ma è proprio la connaturata sensibilità per il “bi-

sogno salute” di tutti i professionisti della Sanità, che potrà aiutare tutti gli altri attori e soggetti politici a filtrare il loro operato e le loro decisioni attraverso una visione più generale di salute che comprenda la famiglia, l’abitazione, la scuola, il lavoro, la cultura, l’ambiente in cui viviamo e uno sviluppo economico armonico e sostenibile della società.L’Ordine, come già in passato, ha spesso riunito tutti gli operatori della sanità per decisioni po-litiche e organizzative a tutela della salute dei cittadini. Da questo nucleo operativo forte può ora nasce-re un movimento culturale nuovo, che coinvolga progressivamente altri settori con l’obbiettivo di contribuire al benessere di tutti: la piena ope-ratività di Villa Raby, con le sue sale di studio, riunione e convegno ha il grande merito di po-ter offrire spazi e strumenti per la crescita di una “cultura della salute e per la salute”. ¢

“Per tutelare la salute in senso lato e quindi dare corpo al dettato costituzionale, gli operatori sanitari non sono sufficienti, nonostante tutti i loro sforzi, ed occorre immaginare una sinergia ben più vasta all’interno della società”.

A sinistra: Un momento della presentazione del libro di Gaia Rayneri “Pulce non c’è”, una dolorosa e paradossale vicenda legata all’autismo, tenutasi l’11 giugno scorso nella Sala Consiglio. È stata la prima manifestazione culturale a Villa Raby e il primo incontro della rassegna “Voltare Pagina” A destra: Il filosofo prof. Maurizio Ferraris, ripreso durante il primo corso ECM organizzato dall’Ordine il 9 ottobre scorso

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APRILE 2014 [email protected] Brusa

...ama la famiglia

Le sedute

+Ambito Psicologico+Ambito Psichiatrico+Ambito Motorio-Riabilitativo

PET THERAPY è un termine inglese che indica attività di cura e di soste-gno con l'ausil io degli animali da compagnia. Il servizio di pet therapy si rivolge ad adulti e bambini con difficoltà moto-rie, del l inguaggio e relazionali con un approccio medico e riabilitativo:

• sono individuali di 40-50 minuti• si realizzano con un cane certificato

dal punto di vista sanitario dal Dipar-timento di Scienze Veterinarie dell'U-niversità di Torino, dall'IZSTO e dal medico veterinario comportamentali-sta UAM

• si realizzano in stretta collaborazione fra l'equipe terapeutica del paziente e gli specialisti dell’associazione UAM

• sono strutturate su obiettivi personaliz-zati ed individualizzati

adulti e bambinipet

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8

prima pagina

Tribuna

APRILE 2014

TORNA“VOLTARE PAGINA”

Dopo il successo e la partecipazione di pubblico del 2013 è ripartita la rassegna letteraria organizzata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino (OMCeO -

Torino) in collaborazione con il Circolo dei Lettori. Un appuntamento con arte e letteratura che trattano temi legati alla malattia e alla disabilità,

ma soprattutto un occasione di dibattito e confronto tra medici, cittadini e associazioni. La Rassegna infatti è curata dalla Commissione dell’OMCeO che coordina la rete di associazioni

di malati e di volontari attive sul territorio e che da tre anni lavorano in sinergia con l’Ordine per diffondere una nuova cultura sulla malattia.

Si tratta di un progetto di network della solidarietà voluto da Amedeo Bianco, Presidente dell’Ordine dei Medici di Torino e della Federazione Nazionale degli Ordini d’Italia

(FNOMCeO). “Il ruolo delle associazioni è di certo fondamentale per la nostra professione: una realtà che ha bisogno di conoscere da vicino i problemi vconcreti, i disagi e le difficoltà di chi si

trova quotidianamente in un corpo a corpo con la malattia”- afferma il Presidente Bianco. Con questo dialogo aperto tra Ordine, cittadini, medici e associazioni si arricchisce e si allarga, anche da un punto di vista culturale, anche il concetto di cura e di assistenza, supportato dall’idea di una medicina sempre più a contatto, e sempre meno distante”.E nei mercoledì dell’OMCeO di Torino, letteratura e arte si fanno occasione concreta di

incontro su questioni cruciali per la Medicina, la Sanita, la cultura e più in generale per la società: cosa significa, ad esempio, “seguire”un ragazzino autistico? Esiste ancora uno stigma

legato alla malattia? O anche, come si può voltare pagina dopo una diagnosi di leucemia e come il silenzio dei bambini sordi può essere affrontato dalle famiglie? C’è ancora una pagina

da voltare quando purtroppo ci si trova immobilizzati dalla testa ai piedi per uno sfortunato tuffo in acqua?

Questi e molti altri i temi in calendario da marzo a giugno 2014 per gli appuntamenti che si terranno a Villa Raby sede dell’Ordine dei Medici-in corso Francia 8 a Torino.

Un’iniziativa unica nel suo genere – afferma Ivana Garione, Segretario dell’OMCeO di Torino- che porta avanti l’idea di una medicina che si fa carico a 360° delle persone assistite in un

rapporto di vicinanza e di ascolto che va ben oltre la semplice cura della malattia.

Pagine tra cultura e medicinaI Mercoledì dell’OMCeO di Torino Rosa Revellino

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APRILE 2014 9

Un particolare di rilievo artistico della “Carrozzeria” di Villa Raby dove, dall’ottobre scorso, si tengono eventi culturali e di formazione. Un’aula destinata alla formazione, ed centro congressi da oltre 200 posti al piano interrato, stanno per essere ultimate e si aggiungeranno a questa struttura.

Voltare Pagina Pagine tra cultura e medicina

Mercoledì 19 marzo 2014 18.00-19.30 Luce Mia di Lucio Viglierchio. Un documentario per fare della leucemia un nuova luce...mia (Questo primo appuntamento ha avuto grande successo di pubblico) Mercoledì 9 aprile 2014 18.00-19.30 Sia fatta la mia volontà di Marina Sozzi Vivere senza dolore, morire con dignità è un diritto. (Mentre stiamo facendo la rivista il secondo appuntamento non si è ancora tenuto: i segnali raccolti durante il lavoro di preparazione dell’evento sono però molto positivi e ci permettono di pronosticare un secondo successo di pubblico) Mercoledì 7 maggio 2014 18.00-19.30 La Voce Silenziosa a cura di FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi) La sordità infantile tra passato, presente e futuro Mercoledì 28 maggio 2014 18.00-19.30 Lia Govers e una storia di guarigione. Lo psichiatra mi inseguiva a piedi per le strade di Torino…

Mercoledì 18 giugno 2014 18.00-19.30 Sirena. Mezzo pesante in movimento di Barbara Garlaschelli Io che vivo sopra un altro pianeta di Carlo M.Sartoris La vita è un imprevedibile tragitto, durante il quale, ogni uomo dovrebbe perseguire il suo sogno... Prima l’acqua, poi lo schianto, poi il dolore. Poi di nuovo acqua...

Villa Raby Corso Francia 8-Torino

Progetto culturale ideato e curato da Rosa Revellino: Responsabile Comunicazione Istituzionale dell’OMCeO Torino – [email protected]

A cura di Luisa Mondo e della Commissione Associazioni di Malati e Volontari dell’ OMCeO della provincia di Torino

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10 APRILE 2014

UN’OCCASIONE DI INCONTRO E CONFRONTO

La Tavola Rotonda conclusiva, coordinata da Patrizia Biancucci, medico ortodontista e mem-bro del Consiglio dell’Ordine di Torino, ha visto l’intervento delle competenze più svariate data l’interdisciplinarietà del tema: le implicazioni infatti sono mediche, assicurative, sociali e giu-ridiche (sia penali che civili).Un primo richiamo alla scarsa conoscenza dell’argomento è stato fatto, in apertura di di-battito da Alberto Laino, citando i casi di due bambini che hanno perso un dente durante il gioco. Nel primo caso il dente recuperato è stato immediatamente portato dal dentista, nell’altro solamente molte ore dopo con un esito terapeutico ed assicurativo ben diverso! Ai numerosi interrogativi scaturiti nel corso del dibattito ha risposto l’odontoiatra forense Chantal Milani fornendo anche una panorami-ca legale del problema.Su aspetti penali e processuali si sono invece

soffermati Fernanda Deniso, vice questore ag-giunto e il capitano dei Carabinieri Biagio Ca-rillo, in rappresentanza delle Forze dell’Ordine. Bullismo, maltrattamenti domestici, violenza sulle donne sono occasioni frequenti di traumi oro-facciali, troppo spesso contrabbandati dal-le persone offese come effetto di “cadute dalle scale” e troppo di frequente confinati nella cer-chia familiare e sottaciuti dalle stesse vittime.Molto forte nel corso della Tavola il richiamo ad una coscienza individuale e sociale ancora inadeguata alla gravità del problema, al punto che la “sorella” Ammina Rivolta, insegnante della Croce Rossa, ha auspicato una più vasta informazione preventiva a livello scolastico. Il presidente nazionale AIO Pierluigi Delogu si è compiaciuto a sua volta per l’interesse solle-vato sul problema dal dibattito citando la sua Associazione come “alleata della prevenzione” e caldeggiando l’istituzione di un “Registro dei traumi” già esistente in Paesi del Nord Europa.

Discutendo di odontostomatologia

Nicola Ferraro

Questo il titolo del primo corso nazionale interdisciplinare tenutosi sabato 8 marzo 2014 al Centro Congressi Lingotto di Torino,

nell’ambito del Sido International Spring Meeting. Riservato a pediatri, medici di medicina generale e dell’emergenza ed organizzato dalla Società Italiana di Odontoiatria Forense (SIOF) con

la Società Italiana di Ortodonzia (SIDO), è stato patrocinato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia della provincia di Torino.

L’idea di partenza, quindi il concetto principale del corso intorno al quale ha ruotato questo evento formativo, è che il soccorso alla vittima di un trauma dentale è un’evenienza frequente, molto più frequente di quanto le apparenze possano far immaginare. Il primo intervento deve essere fatto quindi nel rispetto delle linee guida emanate dal Ministero

della Salute, senza dimenticare che le lesioni dentali, a prescindere dall’età del soggetto, possono essere conseguenza di incidenti e di

azioni violente di ogni tipo. Molto spesso l’operatore sanitario chiamato ad intervenire è sprovvisto di una formazione specifica, tanto da condizionare la prognosi dei traumi dentali, di per sé fortemente

dipendente dal tempo intercorso tra l’evento traumatico e l’inizio del trattamento appropriato.

Al termine del corso sono stati consegnati a ciascun partecipante due poster (70x100 cm) in italiano e in inglese, riguardanti le norme da

tenere in caso di lesioni traumatiche dentali.

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APRILE 2014 11

“EMERGENZA TRAUMI DENTALI”

EMERGENZA DENTALE E SSN

L’annosa questione dell’assistenza odontoiatri-ca pubblica è stata richiamata da una pedia-tra nel caso di persone vittime di un trauma maxillo-facciale con interessamento dei denti. Il direttore della Dental School di Torino, Stefano Carossa e il coordinatore dell’equipe multidisci-plinare che accoglie e cura i pazienti vittime di traumi dentali, Elio Berutti, nei loro interventi hanno ricordato che, anche se il SSN provvede agli aspetti maxillo-facciali ma non per le cure odontoiatriche, in casi di emergenza l’accesso alle cure è diretto e senza ticket.

UNA SINTESI… FORMATIVA

Quale sintesi del dibattito, il richiamo ad una maggior informazione e formazione sul tema (di cui l’Ordine di Torino si sta facendo carico come Provider nazionale): due elementi asso-lutamente indispensabili per promuovere una vera “cultura” sanitaria anche e soprattutto nel campo forse un po’ sottovalutato dei trau-mi dentali.

VIDEOINTERVISTE ON LINE

Sul portale dell’Ordine www.videomedica.org si possono scaricare ben nove interviste, a cura di Patrizia Biancucci, ai massimi esponenti dell’Ortodonzia italiana convenuti a Torino per l’evento congressuale nazionale. Per accedere basta digitare nello spazio di ricerca in alto a destra nell’homepage la parola. “SIDO”.Sulla Tavola Rotonda è invece scaricabile un’inter-vista alla d.ssa Biancucci. Per accedere basta digi-tare nello spazio di ricerca in alto a destra nell’ho-mepage la parola: “TRAUMI DENTALI”. ¢

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APRILE 201412

Il dedalo

I tumori sono la prima causa di morte per ma-lattia tra gli adolescenti e i giovani adulti.Il 14 Febbraio scorso, in occasione della XII Giornata Mondiale contro il cancro infantile, a Torino presso il Museo Nazionale dell’Au-tomobile “Avv. Giovanni Agnelli” si è tenuto un convegno per fare il punto sugli interventi necessari affinché adolescenti e giovani adulti malati di tumore possano guarire di più e gua-rire meglio. All’evento hanno partecipato: Medici e ge-nitori, tramite AIEOP (Associazione Italiana Ematologia Oncologica Pediatrica), FIAGOP (Federazione Italiana Associazioni Genitori On-coematologia Pediatrica), con la collaborazione di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e SIE (Società Italiana di Ematologia).Negli ultimi anni sono aumentati in Italia in modo significativo i casi di tumore in quella fa-scia di età e purtroppo i risultati delle cure, per la maggior parte delle neoplasie, sono inferio-ri a quelli registrati tra i bambini. Tra le cause principali il possibile ritardo diagnostico (l’in-tervallo medio tra l’insorgenza dei sintomi e la diagnosi è di circa tre volte superiore a quello dei bambini), frequentemente imputabile al fatto che gli adolescenti celano o minimizzano i disturbi iniziali e la difficoltà di accesso degli adolescenti a centri di riferimento e a protocolli terapeutici dedicati, non essendo ben definiti i limiti di età per l’attribuzione ai centri pediatrici e a quelli degli adulti.Al convegno, rivolto agli addetti ai lavori, al pubblico ed alla comunità tutta, hanno parte-cipato oncoematologi pediatri e dell’adulto, psicologi, insegnanti, associazioni, rappresen-tanti delle Istituzioni.

UN PATOLOGIA TRA ONCOLOGIA PEDIA-TRICA E DELL’ADULTO

“I tumori degli adolescenti (15-19 anni) e dei giovani adulti (19-24 anni) sono un evento raro, circa l’1% di tutti i tumori maligni (in Italia 800 nuovi casi/anno negli adolescenti e 1.300/casi anno nei giovani adulti) - afferma Franca Fagioli, Direttore della S.C. Oncoemato-logia pediatrica e Centro Trapianti dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino - ma rappresentano la prima causa di decesso per malattia, seconda causa dopo gli incidenti”.In questa fascia di età si è osservato, negli ulti-mi anni, un miglioramento della probabilità di guarigione meno significativo rispetto a quello registrato nei bambini.Adolescenti e giovani adulti si trovano in una “terra di confine” tra l’oncologia pediatrica e quella dell’adulto, che spesso diventa una “ter-

ra di nessuno”, in quanto non sono ancora ben definiti i limiti di età per l’accesso ai centri di cura e l’arruolamento in protocolli clinici spe-cifici.“Per quanto riguarda la Regione Piemonte - aggiunge Raffaella Ferraris, Funzionario Dire-zione Sanità dell’Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità della Regione Piemonte - dal dicembre 2004 è stata istituita la prima Rete di Oncologia e Oncoematologia Pediatrica, per la presa in carico dei pazienti con diagnosi di neoplasia fino ai 18 anni e per garantire la con-tinuità delle cure fino al termine del trattamen-to; diversa e non omogenea è la situazione in altre regioni”.Franco Sarchioni, presidente dell’UGI (Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini) sottolinea: “Adolescenti e giovani adulti pre-sentano aspetti e bisogni complessi e peculiari, legati all’insorgenza della malattia neoplastica durante una delicata crescita fisica, psicologica e sociale e necessitano di un approccio globale, multispecialistico, dedicato”. ¢

ADOLESCENTI IN CURA PER TUMORE: LA SCUOLA CONTINUAOncoematologia Pediatrica di Torino

In Oncoematologia, alla fine del 2013, 16 studenti sono risultati iscritti alla secondaria di II grado:• classe prima: 9 studenti (3 ragazze + 6 ragazzi) di

cui uno straniero• classe seconda: 1 studente (ragazza)• classe terza: 4 studenti (2 ragazze + 2 ragazzi) di cui

uno straniero• classe quarta: 2 studenti (2 ragazzi)

Per quanto riguarda i precedenti quattro anni:• nel 2009/2010 41 studenti• nel 2010/2011 39 studenti• nel 2011/2012 46 studenti• nel 2012/2013 26 studenti

Da tre anni la scuola è entrata nel circuito dei progetti europei; oltre all’assistente Comenius esiste un parterna-riato Comenius con altre quattro scuole ospedaliere (Cra-covia, Londra, Dublino e Reykjavik); il tema del progetto è la sostenibilità ambientale, la sua durata è biennale. I docenti delle cinque scuole partner ruotano e svolgono attività di docenza nelle altre scuole.

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APRILE 2014 13

TUMORI: PRIMA CAUSA DI MORTE

NEGLI ADOLESCENTI

Nicola Ferraro Pierpaolo BerraUfficio Stampa Azienda ospedaliera Citta della Salute e della Scienza di Torino

Da due anni la scuola partecipa ad un concorso europeo di traduzio-ne denominato Juvenes Translatores.Lo scorso anno un nostro ex studente, paziente dell’oncologia, ha avuto una menzione. Per ogni edizione è stato prodotto un video: il comitato scientifico del progetto ha chiesto che il video presentato quest’anno possa essere trasmesso a Bruxelles in occasione della premiazione.

Da due anni esiste un progetto e-twinning (gemellaggio) con altre scuole ospedaliere europee.Inoltre sono in fase di progetto un parternariato con la Turchia per il 2015 e una collaborazione con le scuole ospedaliere di Caracas e Città del Messico.

La normativa, di riferimento per la scuola ospedaliera, è la seguente:• Circ. Min. n. 353 del 7 agosto 1998 (Il servizio scolastico nelle

strutture ospedaliere)• Circ. Min. n. 43 del 26 febbraio 2001 (Tutela dei diritti alla

salute, al gioco, all’istruzione ...) estensione alle scuole secondarie di secondo grado

• Circ. Min. n. 60 del 6 luglio 2012 (Scuola in ospedale e istruzione domiciliare)

Scuola dell’Infanzia + Scuola Primaria

Scuola secondaria di primo grado

Scuola secondaria di secondo grado

Istituto Comprensivo“Vittorino da Feltre”(Scuola Polo Regionale per la scuola ospedaliera del Piemonte)

Istituto Comprensivo“Peyron – Re Umberto”

I.T.S.S.E. “Levi – Arduino”

Scuola dell’Infanzia2 docenti così suddivisi:

12 docenti così suddivisi:7 docenti a tempo pieno5 docenti a tempo parziale

14 docenti così suddivisi:10 docenti a tempo pieno4 docenti a tempo parziale

1 Assistente Comenius proveniente dalla Germania (marzo – giugno 2014)(docente pagato dalla Comunità Europea)

1 docente + 1 docente di religione a tempo parziale

Scuola Primaria8 docenti così suddivisi:

7 docenti +1 docente di religione a tempo parziale

Totale 10 docenti Totale 12 docenti Totale 15 docenti

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APRILE 201414

Lo stetoscopio

LA SITUAZIONE A LIVELLO NAZIONALE

In Italia, secondo i dati del Dipartimento dell’Am-ministrazione Penitenziaria, alla rilevazione pun-tuale del 31 dicembre 2012 la popolazione de-tenuta tossicodipendente era di 15.663 soggetti, pari al 23,8% del totale dei soggetti ristretti in carcere (65.701 soggetti). Alla medesima data in Piemonte i tossicodipendenti ristretti erano 1.140, pari al 22,8% dei detenuti presenti nelle carceri piemontesi (4.997 soggetti).Considerando i molti casi che sfuggono alla dia-gnosi, soprattutto tra i dipendenti da alcool, è verosimile che almeno un detenuto su quattro presenti una patologia da dipendenza.“I tossicodipendenti detenuti presentano un pro-filo clinico sociale più complesso di quelli seguiti nei servizi specialistici esterni, con un consumo di alcool e droghe più grave, frequente poliassunzio-ne di sostanze, maggiore carico di problematiche mediche, infettive e psichiatriche, tasso di disoc-cupazione più alto, provenienza da aree di emar-ginazione sociale – precisa il dott. Enrico Teta– per questa ragione gli interventi terapeutico-riabilita-tivi devono essere adeguati alla complessità dei problemi da affrontare, per poter interrompere il ciclo dipendenza-azioni criminose-detenzione-ricaduta. Per il successo del programma terapeu-tico è essenziale, al momento del ritorno in liber-tà, garantire continuità al trattamento da parte dei Servizi territoriali e supportare il reinserimento sociale perciò particolare importanza riveste il collegamento con le agenzie esterne, per gestire le necessità sanitarie e sociali del soggetto, con il coinvolgimento di tutti gli attori sociali”.

Compie vent’anni di attività la Comunità Terapeutica “Arcobaleno” ASL TO 2 per tossicodipendenti, attiva all’interno del Padiglione E della Casa Circon-dariale Lorusso e Cutugno come percorso terapeutico-riabilitativo per de-tenuti con dipendenza da sostanze stupefacenti, alcool o comportamenti.Il Dipartimento Dipendenze 1 ASL TO 2, diretto da Emanuele Bignamini, ha festeggiato la ricorrenza il 10 dicembre scorso con un seminario che organizzato presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, per riflettere su questa esperienza e le sue prospettive.“Arcobaleno” nasce formalmente nel 1993, nell’ambito di un progetto del-la Direzione del Carcere delle “Vallette” e dal 2009 è gestita dal Dipartimen-to Dipendenze 1 dell’ASL TO2, in seguito al trasferimento di tutte la fun-zioni sanitarie dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale.“La Comunità Terapeutica Arcobaleno gode di un particolare regolamen-to penitenziario definito ‘a custodia attenuata’, che si propone di creare un contesto che consenta di conciliare i bisogni della cura con le esigenze della sicurezza – spiega il Dott. Enrico Teta, Responsabile SerD-Area Penale dell’ASL TO 2 – La sicurezza viene assicurata attraverso modalità che non interferiscono con la prevalente finalità terapeutico-riabilitativa della strut-tura e la stessa relazione fra il personale di Polizia Penitenziaria e i pazienti/detenuti assume una connotazione qualitativamente diversa, in sintonia con gli obiettivi terapeutici”.“I programmi terapeutico-riabilitativi della Comunità Arcobaleno, propo-sti ai detenuti che volontariamente vogliano intraprendere una cura, sono gestiti dal Dipartimento Dipendenze attraverso un gruppo multidisciplinare composto da psicologi, educatori, assistenti sociali, medici e infermieri – spiega Emanuele Bignamini, Direttore Dipartimento Dipendenze 1 dell’ASL TO 2 – in stretta collaborazione con la Direzione del Carcere, la Polizia Penitenziaria e l’Ufficio Educatori del Ministero della Giustizia”.“Arcobaleno – aggiunge il dottor Bignamini- dispone di 90 posti letto per il settore maschile e 10 per quello femminile. Nei vent’anni di attività di Ar-cobaleno oltre 2.500 detenuti tossicodipendenti sono passati attraverso la struttura– e circa i due terzi di essi hanno avuto un andamento favorevole, con conclusione del programma all’interno oppure proseguimento all’ester-no, in misura alternativa o in libertà”.

IL CARCERE COME LUOGO DI CURA “ARCOBALENO”: da vent’anni in lotta contro le dipendenze

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Nei vent’anni di attività di

Arcobaleno oltre 2.500 detenuti

tossicodipendenti sono passati

attraverso la struttura– e circa

i due terzi di essi hanno avuto

un andamento favorevole, con

conclusione del programma

all’interno oppure proseguimento

all’esterno, in misura alternativa

o in libertà”.

MARZO 2014 15

Nicola FerraroSilvana PatritoUfficio Stampa ASL TO2

Secondo quanto riportato da alcune ricerche internazionali, all’uscita dal carcere, in assenza di un trattamento specifico, oltre il 50% dei soggetti con una storia di Disturbo da Uso di Sostanze, ha una ricaduta entro un mese dal rilascio.Questo dimostra l’inefficacia del solo strumento repressivo per contrastare la diffusione dell’uso di sostanze stupefacenti e la necessità di favo-rire l’accesso ai programmi terapeutici di tutti coloro che presentino una simile problematica nonché la necessità di predisporre servizi sanitari efficienti, anche all’interno degli istituti peniten-ziari, capaci di intercettare questi bisogni di cura e dare risposte terapeutiche appropriate.

I PROGRAMMI TERAPEUTICO-RIABILITATIVI DELLA STRUTTURA A CUSTODIA ATTENUA-TA “ARCOBALENO”“Aliante”, che rappresenta simbolicamente e concretamente un ponte verso i progetti di cura e reinserimento sociale esterni, propone pro-grammi flessibili, individualizzati in relazione alle specifiche necessità, destinati a soggetti che ve-rosimilmente rimarranno in carcere per un arco temporale non superiore ad un anno e mezzo;“Arcobaleno”, che costituisce un programma terapeutico di tipo comunitario, attuato all’in-terno del carcere, destinato a soggetti per i quali si prevede una permanenza nell’Istituto di 2-3 anni, con l’obiettivo di attivare un cambiamento complessivo della persona. Il programma tera-peutico è attuato con interventi individuali e di gruppo e si basa sull’elaborazione della singola storia di vita, per favorire il superamento della dipendenza da sostanze e la scelta di uno stile di vita alternativo a quello deviante. ¢

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APRILE 201416

Lo stetoscopio

FONDAZIONE FARO:TRENT’ANNI DI ASSISTENZA E SOLIDARIETÀ

Accade spesso che gli operatori della FARO condividano esperienze ed aneddoti anche lontani nel tempo ma ben presenti nella memoria di ognuno; tuttavia, non sempre si ha modo di riflettere su quanto la Fon-dazione FARO ha significato e significa per la cittadinanza e per noi. Ripercorrere insieme questi trent’anni di lavoro al fianco delle famiglie può forse essere un’opportunità per comprendere meglio il presente e progettare adeguatamente il futuro.Negli anni ‘80 le prospettive dei pazienti oncologici in fase avanzata di-messi dagli ospedali erano a dir poco tragiche. La persona malata, fino a poco tempo prima circondata da fior di professionisti ospedalieri, rischia-va seriamente di non trovare un’assistenza dedicata che potesse lenire le sofferenze determinate da una malattia inarrestabile. Il problema, da tempo affrontato efficacemente in alcuni Paesi stranieri, come il Regno Unito, era del tutto irrisolto in Italia e quindi anche nella realtà territoriale torinese. Già nel 1983 alcuni oncologi dell’Ospedale S. Giovanni Antica Sede di Torino, tra cui il prof. Calciati ed il dottor Bertetto, ben consape-voli della drammaticità del problema, avevano costituito la Fondazione FARO con l’obiettivo di assistere a casa i malati non più curabili con terapie antineoplastiche specifiche. Le buone intenzioni, la disponibilità degli operatori ed il riconoscimento della Regione Piemonte, avvenuto nel 1985, non erano però sufficienti per iniziare l’attività assistenziale vera e propria in assenza della “materia prima”: i finanziamenti. Soltanto nel novembre 1989, grazie ad un’elargizione ricevuta dal prof. Calciati dopo un intervento radiofonico su un’emittente locale, la Fondazione poté finalmente prestare assistenza al suo primo paziente. Il gruppo di professionisti, sparuto ma già allora completo nel suo organigramma (medico, infermiere, psicologo, fisioterapista), si mise al lavoro con l’en-tusiasmo e l’intraprendenza di chi “sceglie” di dedicarsi ad un’attività del tutto innovativa.

Alessandro ValleResponsabile sanitarioFondazione FARO - Torino

Nel 1983 alcuni oncologi dell’Ospedale S. Giovanni Antica Sede di Torino, tra cui il prof. Calciati ed il dottor Bertetto, costituirono la Fondazione FARO con l’obiettivo di assistere a casa i malati non più curabili con terapie antineoplastiche specifiche. Le buone intenzioni, la disponibilità degli operatori ed il riconoscimento della Regione Piemonte, non erano però sufficienti per iniziare l’attività assistenziale vera e propria.

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APRILE 2014 17

GLI INIZI

Le difficoltà iniziali non furono trascurabili, in quanto si trattò di sgretola-re gradualmente sospetti e “certezze” infondate. Parlare di cure palliati-ve e di morfina in quegli anni significava mettere in allarme non soltanto le famiglie ma anche gli stessi addetti ai lavori. Ciò nonostante, i nostri caparbi pionieri superarono brillantemente i momenti più difficili, con-sapevoli dell’importanza del servizio offerto e gratificati dalla puntuale riconoscenza delle famiglie.Negli anni successivi si riconobbe la necessità di rinforzare i rapporti di collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale ed in particolare con il medico di famiglia. Progressivamente vennero stipulate convenzioni formali con le ASL e nel 1995 venne fondata la Delegazione Valli di Lanzo. Al 1998 risale la definizione di un protocollo d’intesa con il 118, finalizzato a garantire le gestione delle emergenze nelle ore notturne. In seguito sono stati perfezionati rapporti convenzionali anche con l’Ospe-dale Gradenigo, l’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, l’IRCCS di Candiolo, ove i medici FARO svolgono un’attività di consulenza. Dal lontano 1989 il nostro servizio di cure palliative domi-ciliari ha assistito a casa più di 20.000 ammalati; dai dodici pazienti del 1989 si è passati ad una media annuale di circa 800-1000.Mentre il servizio domiciliare si radicava sempre più nel territorio, inco-minciò a maturare in noi la consapevolezza frustrante di non riuscire ad assistere a casa tutte le famiglie che avremmo voluto, in genere per l’as-senza dei requisiti ambientali di minima (mancanza di un familiare di rife-rimento, oppure familiare di riferimento presente ma a sua volta anziano e malato...); alcune assistenze si concludevano in un reparto ospedaliero di degenza per patologie acute, altre non iniziavano neppure. Si pensò quindi alla realizzazione di un reparto che potesse accogliere i pazienti non curabili a casa: l’hospice.

L’HOSPICE

Ci voleva un colpo di fortuna, che effettivamen-te arrivò: l’occasione imperdibile giunse proprio dall’Azienda Sanitaria Ospedaliera S. Giovanni Battista di Torino, che ci porse su un piatto d’ar-gento la possibilità di gestire nell’Ospedale S. Vito un reparto appena ristrutturato e pronto all’uso. E così nacque nel 2001 l’Hospice FARO “Sergio Sugliano”, in cui abbiamo assistito si-nora più di 2.400 pazienti. Tuttavia, il numero di camere dell’hospice (14, tutte singole) si dimostrò ben presto insuffi-ciente per soddisfare tempestivamente i bisogni della cittadinanza; questa constatazione indusse la Fondazione FARO a cimentarsi in una nuova avventura che sfociò, nel 2012, nell’apertura al pubblico del secondo hospice, l’Hospice FARO “Ida Bocca”, sempre nell’Ospedale S. Vito. La nuova struttura, dotata di venti camere singo-le, ha consentito un significativo abbattimento dell’imbarazzante lista d’attesa, evidentemente inaccettabile in un contesto di cure palliative. Come noto, le cure palliative devono fornire una risposta non soltanto ai bisogni fisici degli ammalati, ma anche a quelli psicologici, sociali e spirituali dell’intero nucleo familiare. In alcu-ne famiglie con spiccate caratteristiche di “fra-gilità” (isolamento sociale, presenza di minori, familiari con patologia psichiatrica attuale o pregressa...) il supporto psico-sociale offerto dal nostro servizio di cure palliative rischiava di es-sere tardivo a causa della gravità dell’ammalato e della prognosi infausta a breve termine. u

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APRILE 201418

IL “PROGETTO PROTEZIONE FAMIGLIA”

Pertanto, nel 2002 prese avvio un altro progetto, denominato “Progetto Protezione Famiglia”, grazie al quale sono stati creati gruppi di lavoro multiprofessionali nei principali ospedali della Pro-vincia, in grado di riconoscere precocemente gli elementi di fragilità e di agire tempestivamente con programmi di supporto psico-sociale costruiti su misura. Una delle peculiarità del “Progetto Protezione Famiglia” consiste nel garantire il servizio non solo alle famiglie di ammalati a cattiva prognosi, ma anche a quelle in cui il paziente può realisticamente guarire: in quest’ultimo caso l’appropriatezza dell’intervento è giustificata dalla complessità e dalla durata delle cure, in grado di destabilizzare ulteriormente situazioni ambientali già “a rischio”. A tutt’oggi più di 2000 famiglie sono state assistite con interventi psico-sociali personalizzati, che hanno suscitato l’interesse di altri centri ospedalieri e territoriali.

LA PALLIAZIONE OLTRE L’ONCOLOGIA

Infine, giova ricordare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda da tempo l’attiva-zione dei servizi di cure palliative per tutti i pazienti alla fine della vita, indipendentemente dalla patologia che li affligge. La Fondazione FARO, pur non dimenticando il proprio “DNA” oncologi-co (ben riconoscibile nello stesso acronimo: Fondazione Assistenza Ricerca Oncologica) ha dovuto attrezzarsi di conseguenza. Dopo adeguata formazione dell’équipe professionale e dei volontari, il servizio di cure palliative domiciliari ed in hospice è stato esteso ai pazienti affetti da malattie neurologiche degenerative, cirrosi epatica, insufficienza renale e AIDS in fase avanzata, sempre nel rispetto dei criteri prognostici previsti dalla normativa regionale. Ma il nostro interesse per le cure palliative non oncologiche non si esaurisce certo qui: l’obiettivo futuro (che speriamo prossimo…) è di poter attivare i nostri servizi anche nel caso di altre patologie cronico-degenerative, come quelle cardiologiche e polmonari non oncologiche.Probabilmente ho rubato troppo tempo all’attenzione del lettore, ma mentre scrivevo ho rivissuto fatti e provato emozioni che forse soltanto una narrazione di questo tipo può evocare: volti di persone che non ci sono più, di Colleghi che nel tempo hanno operato scelte professionali diverse ma a cui va comunque il nostro ringraziamento per aver contribuito alla crescita della Fondazione, testimonianze di affetto e, perché no, anche episodi spiacevoli, sul momento sconfortanti ma molto utili per “crescere”. Fondamentale è stato ed è il contributo dei nostri sostenitori e dei volontari, questi ultimi confluiti nell’“Associazione Amici della FARO”: la loro disponibilità e vivacità intellet-tuale costituiscono un motore inesauribile per le attività istituzionali della Fondazione. Credo però che il nostro più sentito ringraziamento vada proprio alle famiglie assistite, che hanno contribuito alla nostra maturazione personale e professionale con indimenticabili lezioni di vita, sor-prendendoci quotidianamente per la capacità di sopportare la sofferenza con straordinaria dignità. Dobbiamo a loro l’impegno a proseguire con la spinta motivazionale, la dedizione e l’unità di intenti che hanno sempre animato il nostro lavoro in Fondazione, dalle origini ai giorni nostri. ¢

Lo stetoscopio

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APRILE 2014 19

Chi fa cosa

NOVITÀ SU TEST HIV RAPIDO SU SALIVA ALL’ASL TO2 Nicola Ferraro

Silvana Patrito Ufficio Stampa ASL TO2

Da gennaio i medici di Medicina Generale del Distretto Circoscrizione 5 della ASL TO 2 possono effettuare, agli assistiti che ne facciano richiesta, il test rapido HIV su essudato gengivale.L’iniziativa, già sperimentata in precedenza con una equipe medica del Distretto Circoscrizione 4, vede ora coinvolti, per l’intero anno 2014, tutti gli 89 Medici di famiglia dei quartieri Vallette, Lucento, Madonna di Campagna e Borgo Vittoria.Il progetto si deve alla collaborazione tra gli Infettivologi dell’Ospedale Amedeo di Savoia, il Laboratorio di Microbiologia e Virologia, i Direttori dei Distretti ASL TO 2 e i Medici di Medicina Generale.

SIGNIFICATO DELL’INIZIATIVA

“L’introduzione di un test a risposta rapida per identificare gli anticorpi anti HIV negli ambulatori dei Medici di famiglia è un’arma in più per diagno-sticare nuove infezioni – spiega Giancarlo Orofino, Infettivologo dell’Amedeo di Savoia e referente del progetto – soprattutto in soggetti inconsapevoli, sia del proprio stato sierologico rispetto alla infe-zione da HIV sia del rischio in cui sono incorsi, e avviarli tempestivamente al centro di cura speciali-stico dell’ASL TO 2”.“Abbiamo riscontrato ampio interesse e disponibilità tra i Medici di famiglia sin dalla pre-sentazione del progetto – precisa Carlo Romano, Direttore Distretto Circoscrizione 5 ASL TO 2 – per cui ci attendiamo un utilizzo massivo del test rapido salivare, che viene proposto a uomini e donne in una fascia d’età tra i 18 e i 65 anni o comunque sessualmente attivi, afferenti all’ambulatorio del medico di famiglia, individuati come soggetti a ri-schio a causa di esposizioni, o per segni e sintomi sentinella per patologie HIV correlate, oppure che ne facciano spontanea richiesta sulla base dell’in-vito del medico”. u

Nella foto, il virus dell’HIV

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APRILE 201420

Chi fa cosa

I RISULTATI DELL’ATTIVITÀ PRECEDENTE

I risultati dell’attività sperimentale precedentemente svolta per un anno nel Distretto Circoscrizione 4, da un’equipe di 14 Medici di famiglia, con 259 test rapidi somministrati e una diagnosi di sieropositività, confermata dal Centro regionale di riferimento dell’Amedeo di Savoia, ha evidenziato l’utilità di inserire la richiesta del test HIV nella pratica clinica: “La nostra esperienza pilota ha sancito l’importanza di questa attività, per la quale i Medici di Medicina Generale vengono appositamente formati sia sull’infe-zione da HIV sia sull’utilizzo del test rapido – commenta il Dott. Edoardo Tegani, Direttore Distretto Circoscrizione 4 ASL TO 2 – con l’individuazione di un caso di positività confermata, a rischio per esposizione, che grazie alla diagnosi precoce ora è in buona salute, rientrato al lavoro e in terapia anti-retrovirale altamente attiva presso l’Amedeo di Savoia”.Il test su essudato gengivale fornito ai Medici di famiglia dalla ASL TO 2 è il medesimo utilizzato anche nella sede ospedaliera dell’Amedeo di Savoia, consolidato quanto ad ottima accettabilità da parte degli utenti ed elevata sensibilità e specificità.“ Per primi in Piemonte esattamente due anni fa abbiamo introdotto questa nuova metodica per rendere più accessibile, in termini di minore invasività, il test alle persone che lo richiedono- spiega Valeria Ghisetti, Direttore del La-boratorio di Microbiologia e Virologia dell’Amedeo di Savoia - il test salivare rappresenta un piccolo capolavoro di bioingegneria, miniaturizzata, in grado di catturare gli anticorpi presenti nella saliva attraverso un supporto soli-do simile ad un abbassalingua, che viene semplicemente appoggiato sulle gengive del richiedente e in soli venti minuti fornisce il risultato, con elevati livelli di sensibilità”. “Tutti i risultati reattivi al test rapido salivare vengono ricontrollati con il test di riferimento su sangue – prosegue la Dott.ssa Ghi-setti - secondo la metodica standard per fornire il risultato definitivo. Il test salivare è un test di Terza generazione che va limitato alle persone esposte a un evento a rischio antecedente di almenotre mesi, mentre il prelievo emati-co può essere effettuato già entro 30 giorni dall’ipotetico contagio”.

LA SITUAZIONE DELL’HIV IN ITALIA E IN PIEMONTE

In Italia sono circa 4.000 l’anno i nuovi casi di infezione da HIV, con un flusso pressoché stabilizzato negli ultimi anni, ma circa il 40-50 % riguarda persone che giunge alla diagnosi in fase già avanzata di malattia (AIDS): tendenza confermata anche nella nostra regione dal monitoraggio del SEREMI (ASL AL), soprattutto tra coloro che riferiscono rapporti eterosessuali non protetti come modalità di acquisizione dell’infezione.Nell’anno 2012 in Piemonte le nuove diagnosi di infezione da HIV sono state in totale 261, le diagnosi di malattia (AIDS) 42.All’Amedeo di Savoia, centro di riferimento regionale per le malattie infettive e il più attrezzato presidio ospedaliero del Piemonte per la cura e l’assistenza dei malati di AIDS, nell’anno 2013 sono stati effettuati 15461 test HIV, di cui 2.530 (pari al 16,5% del totale) a risposta rapida entro un’ora dal ricevimen-to del campione (sia su sangue sia su saliva).I soggetti risultati positivi in totale al test HIV sono stati 276 (1.8%), nel 77% dei casi di sesso maschile e per lo più appartenenti alla fascia di età dai 30 ai 50 anni.I soggetti positivi al test a risposta rapida sia salivare che su sangue sono stati 54, pari all’2.1% del totale dei test eseguiti.

IL NUOVO TEST

Il test che il Laboratorio di Microbiologia e Virolo-gia dell’Amedeo di Savoia utilizza per la risposta rapida su sangue è un test di quarta generazio-ne che ricerca oltre agli anticorpi anti HIV anche l’antigene p 24 del virus, presente nelle prime fasi dell’infezione.Il test è fondamentale nella diagnosi precoce dell’infezione da HIV: un suo utilizzo in sedi alter-native a quelle ospedaliere è il primo passo verso un modello efficace e riproducibile di preven-zione, che potrà essere allargato ad un maggior numero di medici di Medicina Generale e agli specialisti ambulatoriali. ¢

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APRILE 2014 21

Chi fa cosa

IMPIANTATO ALLE MOLINETTE

MONITOR CARDIACO INIETTABILE

Nicola FerraroPierpaolo BerraUfficio StampaCittà della Salute e della Scienza di Torino

Presso la Cardiologia universitaria dell’Ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino è stato iniettato sottocute un monitor cardiaco

miniaturizzato. Molto più piccolo di una batteria “ministilo”, è in grado di monitorare la funzionalità cardiaca per tre anni. Si chiama Reveal LINQ, e

permette la trasmissione dei dati a distanza (telemedicina) migliorando alcuni aspetti diagnostici di patologie quali la sincope e la fibrillazione atriale.

L’innovativo sistema, che ha da poco ottenuto l’autorizzazione CE, è stato impiantato su due malati affetti da sincope e sospetta fibrillazione atriale

silente. “Con una speciale siringa abbiamo iniettato in pochi minuti il dispositivo appena sotto la pelle del paziente, nella parte pettorale sinistra,

attraverso una piccola incisione inferiore ad un centimetro.” spiega il professor Fiorenzo Gaita, Direttore del reparto di Cardiologia Universitaria

dell’ospedale Molinette di Torino.

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APRILE 201422

Chi fa cosa

IL SISTEMA REVEAL LINQ NELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE

Il sistema comprende anche un innovativo monitor esterno di telemedicina che, posizionato presso l’a-bitazione del paziente, trasmette i dati diagnostici direttamente all’ospedale, utilizzando la tecnologia cellulare per la telefonia mobile globale. ”Tutta l’attività cardiaca del paziente sarà quindi registrata per i prossimi tre anni, proprio come una perfetta “microspia” che, attraverso il sistema esterno di telemedicina, farà pervenire i dati diagnostici da casa in ospedale.” prosegue Gaita. “Il dispositivo, oltre a confermare con precisione la diagnosi di sospetta fibrillazione atriale, è di grande aiuto nel valutare l’efficacia della strategia terapeutica adottata, sia essa di tipo farmacologico o di tipo interventistico con l’ablazione transcatetere.” Ag-giunge il professor Gaita: “La fibrillazione atriale è la causa di un terzo degli ictus ed i pazienti affetti presentano un rischio di ictus cinque volte maggiore nonché un aumento del rischio di scom-penso cardiaco e di morte cardiaca improvvisa rispetto a chi non ne soffre. Un nostro studio, appena pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, dimostra che non solo la fibrillazione atriale è causa di ictus, ma che è anche responsabile di eventi ischemici cerebrali silenti, che causano una ridotta capacità cognitiva dei pazienti con fibrillazione atriale rispetto a quelli con ritmo sinusale”.L’innovativo sistema utilizzato alle Molinette, che prevede un monitor mininvasivo di piccolissime di-mensioni e di grande efficacia che viene iniettato sottocute in pochi minuti con estrema semplicità e blanda anestesia locale. Il paziente non subisce alcuna restrizione alle proprie attività quotidiane e l’attività cardiaca registrata mostra quindi dati relativi alla vita reale. Il sistema non prevede e non richiede cavi o elettrodi per monitorare il ritmo cardiaco.

LA FIBRILLAZIONE ATRIALE

Nella fibrillazione atriale, che rappresenta la più comune forma di aritmia con 610.000 pazienti af-fetti in Italia ed oltre 50 mila nuovi casi diagnosticati ogni anno, le camere superiori ed inferiori del cuore non battono in modo sincrono. Un ritmo rapido e disorganizzato penalizza l’attività cardia-ca: gli atri si contraggono rapidamente favorendo la formazione di coaguli di sangue, i ventricoli si ri-empiono con meno sangue e lavorano meno efficacemente determinando una perdita di funzionalità cardiaca. Il 70 per cento dei pazienti percepisce la fibrillazione atriale come un battito cardiaco veloce e irregolare, mentre nel 30 per cento dei casi la fibrillazione atriale induce sintomi sfumati o decorre in modo del tutto asintomatico. I primi episodi di fibrillazione atriale sono tipicamente di breve durata e si risolvono spontaneamente. Con la progressione della malattia, gli episodi aumentano di frequenza e perdurano per più tempo. Di conseguenza, la diagnosi di fibrillazione atriale molto spesso non viene effettuata nelle prime fasi della malattia, ma solo quando gli episodi presentano una durata almeno giornaliera e divengono documentabili con un semplice elettrocardiogramma. L’obiettivo da perseguire per ridurre il rischio di ictus è quello di diagnosticare la fibrillazione atriale il più precocemente possibile. Per tale motivo, è stato inizialmente utilizzato il monitoraggio elettrocardiografico secondo Holter, capace di registrare il battito cardiaco per un’intera giornata. Il limite principale di questa tecnologia è però rappresentato dalla registrazione sporadica del battito cardiaco: sono effettivamente monitorabili soltanto poche ore nell’arco di un intero anno ed aumenta così il rischio di sottostimare la reale incidenza della patologia. Il nuovo monitor impiantabile permette una diagnosi più puntuale della sincope cardiaca perché mo-nitorizza l’ECG in modo continuo. Se l’episodio sincopale è indotto da un’alterazione del ritmo cardia-co, il dispositivo registra l’ECG al manifestarsi della patologia perché si attiva automaticamente proprio durante lo “svenimento” del paziente. ¢

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APRILE 2014 23

Nicola FerraroSilvana Patrito

Ufficio Stampa ASL TO2

La ASL TO 2 ha completato l’estensione della consegna on line dei referti degli esami di laboratorio a tutti i punti di accesso del proprio territorio.La ASL TO 2, dopo una iniziale fase di sperimentazione del servizio, avviato nell’ottobre 2012 nella sede “pilota” del Centro Prelievi di via Pacchiotti 4, e una successiva estensione ai Centro Prelievi di Via Le Chiuse 66, Via del Ridotto 3/9 e Corso Toscana 108, ha infatti appena completato l’estensione del servizio anche ai Centri Prelievi di Via Montanaro 60 e di Lungo Dora Savona 24.Al momento stesso dell’accettazione il Paziente può scegliere di vedere e stampare direttamente da casa i risultati, via Internet, con il proprio computer.Il servizio, gratuito e attivo 24 ore su 24, è semplice e immediato: occorre inserire il proprio codice fiscale, il codice personale del referto, assegnato al momento del prelievo, leggere l’informativa sulla privacy e dare il proprio consenso.Il referto on line sostituisce a tutti gli effetti quello cartaceo (che quindi non sarà necessario ritirare) e dovrà essere scaricato entro e non oltre 45 giorni dalla data indicata sul modulo ritiro referti consegnato al momento dell’accettazione.La marca temporale sui referti garantisce la validità giuridica del documento.I referti che includono l’esame per HIV non sono consultabili on line in osservanza alla L. 135 del 05/06/1990.La consultazione e stampa del referto è possibile solo se si è già provveduto a pagare il ticket dovuto o si è esenti.Il referto on line è scaricabile in pdf o p7m, è “salvabile” sul computer dell’assistito, viene archiviato a norma di legge dalla ASL TO 2 ed è già compatibile con il Fascicolo Sanitario Elettronico.Il progetto prevede, anche la possibilità di ricevere il referto via posta.In tal caso, la busta contenente il documento verrà recapitata all’indirizzo indicato dall’utente in fase di registrazione presso il Centro Prelievi, anche ad un indirizzo diverso da quello di residenza.Il progetto è stato elaborato dalla S.C. Relazioni Esterne ASL TO 2 diretta da Pier Carlo Sommo, con l’Area ICT diretta da Maria Teresa Valente, coinvolgendo i Laboratori Analisi dell’ASL TO 2. ¢

REFERTI ON LINE DEGLI ESAMI DI LABORATORIO: ESTENSIONE DEL SERVIZIO A TUTTA LA ASL TO2

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APRILE 201424

Chi fa cosa

Nel corso dell’Assemblea dei Soci Ordinari ed Emeriti dell’Accademia di Medicina di Torino di fine dicembre 2013 si è proceduto, a norma di Statuto, all’elezione del Presidente e del Vice Presidente della storica e prestigiosa Associazione Medica piemontese, relativamente al prossimo biennio 2014-2016.Il dottor Alessandro Comandone (Primario di Oncologia dell’ospedale Gradenigo di Torino e già Vice Presidente Accademia) è stato eletto Presidente, succedendo al professor Alberto Angeli, mentre il professor Giancarlo Isaia (Primario di Geriatria universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino) assumerà la carica di Vice Presidente.Agli iscritti titolari di queste prestigiose cariche le felicitazioni del Consiglio dell’OMCeO di Torino e della redazione di Torino Medica.

Nicola Ferraro

ALESSANDRO COMANDONE NUOVO

PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA

DI MEDICINA DI TORINO

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APRILE 2014 25

Chiara RivettiANAAO Piemonte

Si ringrazia Gabriele Gallone per l’autorizzazione

alla ripresa dell’articolo

La prima volta che ho sentito parlare di diseguaglianze in salute, ero ad un cor-so di preparazione sanitaria per lavorare nei paesi in via di sviluppo. Figurarsi. Ero lì apposta, per queste odiose e profonde diseguaglianze tra mondi, inten-do. Poi la docente, a sorpresa, inizia a parlare dei quartieri di Torino. Torino? E ci racconta di un tram, per i sabaudi la Linea 3, che attraversa la città per 8 km, da un quartiere collinare residenziale a uno periferico d’immigrazione. Ogni 2 km, la popolazione residente in quel tratto di strada vive un anno in meno. 8 km, 4 anni di vita di differenza tra chi risiede alla partenza e chi al capolinea del tram numero 3. Nel profondo Nord del Nord del mondo, a Torino.Ed io che mi illudevo si offrisse una buona medicina, a tutti. Eppure quello italiano è stato classificato dall’OMS nel 2000 come il secondo SSN al mondo. I medici di famiglia sono distribuiti uniformemente sul territorio, senza selezione di professionalità. Negli ospedali pubblici, nessuno ti chiede quanto guadagni o dove vivi prima di defibrillarti o farti la chemioterapia o operarti.I dati però ci dicono un’altra cosa: la salute nel nostro Paese non è uguale per tutti. Vediamoli i dati. u

Salute

IN SALUTE E IN MALATTIA, IN RICCHEZZA E IN POVERTÀ

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Salute

LA SALUTE DELL’ITALIA IN CIFRE

Le disuguaglianze sono evidenti in tutti i principali indicatori in cui si può misurare la salute: mortalità, incidenza di malattia, disabilità, disturbi soggettivi. Qualsiasi sia poi l’indicatore di posizione sociale uti-lizzato, lo stato di salute peggiora man mano che si scende lungo la scala delle posizioni sociali.Si può sintetizzare dicendo che chi è meno ricco, potente e colto stia anche peggio in salute. Bella scoperta, direte.Vero, ma le differenze in salute non si manifestano solo tra i due estremi della scala sociale: la salute di chi sta ad un determinato gradino è sensibilmente migliore di chi sta un poco al di sotto e peggiore di chi sta un poco sopra, a qualunque livello si analizzi.Non si evidenziano differenze tra classi sociali solo nell’incidenza di alcune malattie genetiche, la cui distribuzione è casuale, e per il tumore della mammella e il tumore del polmone nelle donne (per via del ritardo d’età al primo figlio e dell’ esposizione al fumo, entrambi più diffusi tra le donne di elevata po-sizione sociale). Si riduce poi l’entità della disuguaglianza di salute tra classi sociali negli anziani, dovuta probabilmente alla precoce selezione dei soggetti più resistenti nelle classi più disagiate.In Italia, la speranza di vita ha una distribuzione eterogenea, che vede le regioni del Sud svantaggiate. Tuttavia, una volta considerato l’impatto sfavorevole sulla salute delle caratteristiche sociali, lo scarto Nord-Sud si riduce: la maggior parte dello svantaggio negli indicatori di salute delle regioni del Mez-zogiorno è spiegato dalla particolare concentrazione di condizioni di svantaggio sociale individuale in queste regioni (bassa istruzione, disoccupazione, lavoro manuale) (Costa e Marinacci, 2008).La maggior parte degli studi ove si è misurato l’impatto relativo sulla mortalità di istruzione, qualità dell’abitazione e deprivazione di contesto, mostrano una graduatoria che attribuisce maggiore impor-tanza all’istruzione, seguita dalla qualità dell’abitazione e poi dalla deprivazione di contesto. Le diffe-renze nella speranza di vita dovute al grado di istruzione oltre i 25 anni sono di 2.8 anni negli uomini e 1.1 anni nelle donne , mentre quelle nell’aspettativa di vita in buona salute sono rispettivamente di 10.5 anni e 4.6 anni: le persone meno istruite, quindi, non solo vivono di meno, ma vivono anche peggio, perché affette da malattie per più anni della loro vita (Sihvonen et al., 1998).

S’INVECCHIA DI PIÙ MA IN QUALI CONDIZIONI?

Un esempio concreto: se si stima quante morti si sarebbero potute evitare se tutti i torinesi avessero avuto lo stesso rischio di morte dei concittadini laureati, si può calcolare che in trenta anni la quota di morti attribuibili sarebbe più che dimezzata tra le donne e ridotta di un terzo tra gli uomini (Costa et al., 1998).Da qui, l’estrema importanza delle condizioni sociali della famiglia di origine e delle possibilità di accesso all’istruzione.Per quanto riguarda il genere, la maggiore longevità delle donne è spesso caratterizzata da salute precaria, ristrettezza economica e solitudine: negli ultimi decenni, mentre gli uomini guadagnano anni di vita “in salute”, le donne acquisiscono anni di vita “in disabilità”. Nel periodo dal 1991 al 2005 , l’ incremento di speranza di vita alla nascita è stato maggiore nei maschi (2,5 anni) che nelle femmine (1 anno); gli uomini hanno in media 2,9 anni di vita in buona salute alla nascita in più rispetto alle donne (Istat 2005).Avere un lavoro, perché fonte di reddito ma anche di identità personale e sociale, ha un impatto rile-vante sulla salute : sempre a Torino nelle ultime decadi è dimostrato un rischio di mortalità crescente all’aumentare del numero di episodi di disoccupazione o dei tentativi di ricerca di lavoro falliti (Costa et al., 1998). Qui, la speranza di vita tra i lavoratori manuali è inferiore di quasi tre anni rispetto a quella dei dirigenti (Costa et al., 2006).La famiglia, le relazioni sociali di qualità e una rete solida di aiuti hanno dimostrato di proteggere e promuovere la salute .Nel complesso, le coppie con figli risultano stare meglio delle persone senza figli che vivono sole o col partner. L’appartenenza a famiglie monogenitoriali appare una condizione sfavorevole anche per la salute dei figli. Infine, gli anziani che vivono soli hanno una peggiore salute mentale e minore vitalità, oltre alla minore propensione a controlli clinici e a svolgere esercizio fisico (Saraceno e Brandolini 2007). Come dice Naomi Klein, “quelli che si oppongono al welfare state non sprecano mai una buona crisi”. Mi pare che questo sia il momento, e lo è da qualche anno, di una buona crisi. Se poco possiamo inci-dere sulla equa distribuzione delle risorse e del reddito o sui processi di inclusione sociale, certo l’ equità di accesso al sistema sanitario è affar nostro, come lo è la garanzia di una offerta di salute buona e per tutti. Per questo abbiamo il dovere di vigilare ed opporci alla politica di tagli e mortificazione di questo nostro sistema sanitario, per non togliere altri anni di vita a chi abita al capolinea. ¢

MARZO 201426

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APRILE 2014 27

Quello che non poté la TV riuscirono a farlo i musei del Palazzo degli Istituti anatomici e l’Ospedale S.Anna di Torino. La TV generalista di qualità vera, presunta o ricercata cerca da anni di mettere insieme la “cultura alta” con la “cultura bassa” con risultati quasi sempre deludenti e avolte irritanti: nono-stante i tanti guru raccattati negli anni non si sa mai bene dove. Quel mix a conti fatti si dimostra sempre una specie di maionese impazzita dove i due ingredienti, oltre a non integrarsi, si danneggiano a vicenda.Invece a Torino il complesso museale più prestigioso della Facoltà di Medi-cina, molto conosciuto anche in Italia e all’estero, e il complesso ospeda-liero che è un punto di riferimento piemontese, nazionale e internazionale dell’Ostetricia e Ginecologia hanno saputo con semplicità e simpatia (in tut-te le accezioni possibili) compiere il “miracolo” negato quasi sempre alla TV. L’occasione è stata un’offerta culturale da spendere durante l’ultimo San Valentino.10,00 € per visitare in coppia i tre musei (Anatomia, Lombroso, Frutta) di C.so Massimo D’Azeglio 52: “Vogliamo in questo modo offrire una bella op-portunità di trascorrere una giornata speciale a tutte le coppie innamorate dell’arte e della cultura, indipendentemente dal sesso e da qualsiasi legame possa esserci. Inoltre venerdì 14 verrà offerta una visita guidata gratuita alle ore 16 al Museo Lombroso e alle ore 17 al Museo di Anatomia. Tutte le cop-pie interessate alla visita devono prenotare chiamando il tel. 0116708195. (Posti limitati, 24 per gruppo).Buon San Valentino!”Altrettanto interessante l’altra proposta per fare festeggiare gli innamorati.“Il giorno di San Valentino, nello storico ingresso dell’Ospedale S. Anna di Via Ventimiglia 3 - recentemente rinnovato e messo in sicurezza dalla Fon-dazione Medicina a Misura di Donna onlus - nasceranno, grazie alla creati-

vità degli studenti del Liceo Artistico Passoni, piccole gru bianche beneaugurali realizzate con l’antica tec-nica giapponese dell’origami.Insieme a tutti coloro che intenderanno partecipare, gli studenti produrranno bellezza, con piccoli e veloci gesti, realizzando 1.000 piccole gru di carta per la salute: secondo un’antica leggenda giapponese le gru sono beneaugurali, e mille gru di carta salvano una vita.Sadako Sasaki, una bambina vittima degli effetti del-la bomba di Hiroshima, ne creò migliaia ed è oggi celebrata nella letteratura, nella scultura e nella mu-sica.Le persone sono invitate “a pensare con le mani”, perché, citando il padre dell’origami moderno, Aki-ra Yoshizawa: “Quando le mani sono impegnate, il cuore è sereno”Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Asso-ciazione Yoshin Ryu che cura a Palazzo Barolo la mo-stra in corso “Origami - Spirito di carta”, alla quale il liceo Passoni ha contribuito.Parteciperanno le classi IIIB, IIIE e IVE accompagnate dai docenti Roberta Testa, Monica Veronese e Dario Colombo.Questo è il secondo appuntamento del Liceo Arti-stico Passoni che ritorna al S. Anna: lo scorso anno, in occasione del progetto “Giardini dell’Arte” (coor-dinato dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli con la partecipazione di Michelangelo Pisto-letto), gli studenti hanno realizzato un grande wall painting sulle scale dell’edificio.Con questa iniziativa prosegue l’attività del Cantiere dell’Arte ideato dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna onlus con le più importanti istituzioni cul-turali e formative del territorio. Il tutto a sostegno della partecipazione culturale attiva che, come con-fermano le più recenti frontiere della ricerca scienti-fica, favorisce la prevenzione di diverse patologie e accelera le guarigioni”.Inutile dire che il successo è stato davvero tale e che l’anno prossimo (o forse prima, chissà) si replica. Senza badare a share, senza invidie, cattiverie, falsi buonismi e con tanto, tanto amore per la vita che un museo e un ospedale dovrebbero essere natural-mente la sua casa. ¢

SAN VALENTINO, FESTA DEGLI

INNAMORATI… DELLA CULTURANicola Ferraro

Cultura

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APRILE 201428

Cultura

In questi ultimi anni si sta verificando, specie nei paesi a più basso livello culturale, una conflittualità nei rapporti scienza/società che si riflette sulla concezione della Medicina e dell’assistenza sanitaria nazionale. Da un lato l’evoluzione culturale non sta conducendo all’attesa riduzione della fiducia nell’efficacia delle proposte “alternative” alla Medicina dall’altro vi è un incremento della richiesta di erogazione da parte del servizio assistenziale nazionale di qualsiasi proposta che contenga una promessa di vantaggio per la salute, indipendentemente dal suo contenuto scientifico e necessarie autorizzazioni. Certamente il valore relativo della scienza, specie delle scienze biologiche e in particolare della Medicina, che si è venuto sviluppando nella seconda metà del secolo scorso dalle posizioni filosofiche degli Hanson, Kuhn, Popper e dall’estendersi delle posizioni fenomenologiche a partire da Husserl, Heidegger, Sartre e Merleau Ponty, è entrato incompletamente e malamente nella cultura generale delle attuali generazioni. Se da un lato la Medicina ha perso credito, pur conservando l’aspetto esoterico ed onnipotente che la gente malata si aspetta, dall’altro non vi è stata divulgazione scientifica sufficiente per la famosa “demarcazione” popperiana fra scienza e pseudoscienza, di cui ha trattato Alessandro Pagnini sulla domenica di Sole 24 ore del 12.01.2014.

SCIENTIFICA- EVIDENCE BASED/COMPLEMENTARE-ALTERNATIVA

Oggi la mancata acculturazione scientifica consente di mettere sullo stesso piano le due Medicine e da ciò deriva la pretesa che l’Assistenza Sanitaria pubblica, che già non ce la fa a soddisfare le richieste dei cittadini con la Medicina ufficiale, fornisca prestazioni relative a quella alternativa, sia che si tratti di semplici ipotesi scientificamente non provate giunte alla gente dai media, che di proposte, scientificamente inaccettabili, di guarigione di malattie incurabili e a prognosi infausta. Il grande sviluppo della scienza di questi ultimi tempi (siamo andati sulla Luna!) ha indotto la convinzione che la malattia mortale e la morte stessa siano diventate anacronistiche. Il diffuso calo della capacità critica, cui ha grandemente contribuito l’analfabetizzazio-ne di ritorno, ha acconsentito l’accettazione acritica di qualsiasi proposta che si presenti vantaggiosa.L’evoluzione socio-politica mondiale, indipendentemente dalle dottrine, comporta oggi il diritto del cittadino ad avere dallo Stato le Medicine in cui crede. Si veda ad esempio in USA, paese emblematicamente liberale e contrario all’intervento dello Stato nelle questioni private, la battaglia di Obama per estendere il Servizio Sanitario Nazionale. La stessa evoluzione e la potenza dei media hanno condotto a denunciare, giustamente, qualsiasi malefatta e pecca del servizio pubblico per cui si tende oggi a trovare un colpevole per qualsiasi danno o sofferenza colpisca il cittadino il quale non accetta più l’esistenza di malattie mortali. Se un terremoto provoca morti è colpa dei sismologi che non l’hanno previsto. Se un bambino corre il rischio di morte per una malattia incurabile, sarà colpa dello Stato che non ha con-sentito l’elargizione di una cura, qualsiasi essa sia, anche se scientificamente inaccettabile, proposta dal primo ciarlatano o truffatore. E i giudici inter-vengono per obbligare i medici a curare il paziente secondo la procedura che essi ritengono vantaggiosa, pur non avendo la minima competenza e sostituendosi alle autorità sanitarie, magari anche deficitarie. Alla faccia della “demarcazione”! Negli ultimi cinquant’anni si ricorda una lunga lista di episodi di questo tipo di cui il siero anticancro di Bonifacio e il caso Di Bella e sono stai i più clamorosi. Ricordiamo ancora il caso del Gerovital con pellegrinaggi in Ro-mania dalla dottoressa Aslan per ringiovanire; quello dei bambini distrofici per cui erano stati proposti in Germania dal dr. Beckmann una fisiotera-pia miracolosa e, proprio qui a Torino, un’operazione chirurgica mostruo-sa quanto inutile: tutto a spese del Servizio Sanitario Nazionale. Da tutto questo contesto emerge un dato fondamentale e cioè la convinzione che la scienza nell’opporsi a queste proposte di guarigione prodotte da un metodo pseudo-scientifico possa sbagliare. La scienza cioè è vista in alternativa e in difetto di fronte a procedure misteriose ma ritenute efficaci. Vi è una zona grigia situata fra i limiti della scienza, l’obbligo assistenziale dello Stato, la compassione, l’emotività, la ciarlataneria e la criminalità in cui fiorisce questa

A sinistra, la dotteressa Ana Aslan.A destra, il dottor Luigi di Bella.

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APRILE 2014 29

CONSIDERAZIONI SU “LA SCIENZA

CHE SBAGLIA”

Prof. Davide Schiffer

convinzione, favorita senz’altro dalla malasanità, vera o mediatica che sia, che ha condotto a spostare sulla scienza la colpa degli errori degli operatori e delle mancate guarigioni.

I TEMPI E MODI DELLA SCIENZA

Del tutto recentemente sono comparsi sulla rivista The Economist del 19/10/2013 due articoli a proposito delle accuse che oggi vengono rivolte alla scienza, dal titolo “When the science goes wrong” (Quando la scienza sbaglia) e “Unreliable research. Trouble in the lab” (Ricerca inaffidabile. Gra-ne il laboratorio). Il primo accusava direttamente la scienza di sbagliare e il secondo era un po’meno incongruente, perché gli errori li attribuiva ai ricer-catori e non alla scienza, ma non so con quanta consapevolezza di questa distinzione. Ma come viene prodotta la scienza e qual è la sua attendibilità, come funziona il mondo scientifico e che cosa è la verità scientifica? In entrambi gli articoli sopracitati si elencavano errori che si verificano nella produzione scientifica, quella che viene effettuata nei laboratori, e si discute-vano le loro cause e motivazioni. Si è trattato di un cahier de doléance pieno di pecche ed errori della ricerca e della sua utilizzazione. Si citava l’utilità da parte dei ricercatori di pubblicare cose nuove, possibilmente eclatanti anche se a scapito del loro controllo, per inseguire visibilità e carriera, e non invece verifiche di dati. Fra le fonti di errore veniva citato proprio il metodo mate-matico-statistico, oggi abbondantemente utilizzato nella ricerca e favorito e richiesto dalle riviste scientifiche stesse, specie le più prestigiose. Un errore è possibile anche se il metodo è usato correttamente. È il valore del famoso p o del cut-off che, se rende valido un certo dato per una maggioranza di oggetti della serie studiata, è un errore per una minoranza. Non mi dilungo sulla spiegazione di questo ossimoro e sull’impossibilità di escluderlo dalla ricerca, ma devo sottolineare come in tutta la vicenda che coinvolge scien-ziati e riviste, verità scientifiche e carriere, non sono estranee la pressione che la società esercita sugli scienziati con la richiesta di prestazioni sempre più rapide e traducibili subito in vantaggi applicativi, e la politica delle riviste scientifiche stesse adattatasi ad un mondo attualmente globalizzato. Da un lato la forza del publish or perish e dall’altro il potere del famoso Impact Fac-tor che viene usato per valutare, e senza fatica, gli scienziati, mentre invece è

un dato elaborato per la valutazione delle riviste. Faccio rilevare come quelli elencati negli artico-li citati non sono errori della scienza, ma degli scienziati o ricercatori e la cosa non è di poca importanza sul piano concettuale. La scienza non è, per attuale definizione, né giusta né sbagliata: è la scienza, prodotto del pensiero e dell’attività degli uomini seguendo il metodo scientifico (a partire da Galileo e da Newton). Essa non pro-cede per stratificazione di risultati, ma attraverso il cambiamento dei parametri. I dati scientifici, ottenuti con metodo scientifico e cioè con rigore logico e obiettività, sono transeunti e contingenti perché storicizzati; sono validati dall’intersogget-tività scientifica, e cioè dall’accordo fra scienzia-ti, e dalla loro operatività nell’epoca in cui sono prodotti. Essi sono in dialettica con i parametri vigenti. Questi però mutano nel tempo per l’ac-cumularsi di evidenze contrarie. Ne consegue che quello che è vero oggi, potrà non esserlo più domani. Tuttavia. quella verità relativa è oggi la sola valida e non può essere messa in dubbio solo perché un domani verrà contraddetta dai nuovi parametri. La storicizzazione non vale solo per la scienza, ma per tutte le discipline, storia compre-sa. Per quanto concerne l’attendibilità della scienza, questa è legata alla produzione di dati scienti-fici in dialettica con il tempo e con la comunità scientifica. Gli scienziati possono sbagliare quan-do contravvengono a questi principi – e in questo caso larga parte gioca l’ideologizzazione, conse-guenza della cattiva costruzione del proprio vis-suto scientifico. Non bisogna dimenticare che u

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APRILE 201430

Cultura

la vita psichica dell’uomo, e anche dello scienziato, non è fatta di pura razionalità, ma vi giocano una parte importante l’immaginario, i sentimenti, le rimozioni che si compendiano nei cosiddetti meccani-smi iponoici e ipobulici di Kretschmer, che corrisponderebbero a quanto usualmente va sotto il nome di inconscio, come ho sostenuto recentemente (Attraverso il microscopio. Neuroscience e basi del ra-gionamento clinico. Springer Verlag, 2011). Il sottrarsi alla dialettica con l’intersoggettività scientifica conduce a destoricizzazioni e quindi ad errori per ideologizzazione. Questi sono gli errori che possono fare gli scienziati, non la scienza. Nell’applicazione pratica della biologia, sarà corretto tutto ciò che l’intersoggettività scientifica convalida, perché ottenuto con metodo scientifico e con patterns interiori di riferimento da essa validati. La modificazione della scienza nel tempo, per effetto della sua storicità e dell’eraclitiano panta rei, non può essere presa a dimostrazione che la scienza sbaglia e quindi può avere ragione la pseudoscienza. LA SPECULAZIONE FILOSOFICA SULLA SCIENZA E SUL METODO SCIENTIFICO

È chiaro che questo modo di vedere la scienza e la produzione dei dati scientifici è soggetto alla sto-ricizzazione e al panta rei, ma è il solo modo di essere la scienza oggi. Nel dipingere questo doveroso relativismo devo anche aggiungere che, nel corso del tempo, si è venuta affermando ed estendendo nella scienza la fenomenologica introdotta da Husserl (ricordiamo “La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale”, a cavallo fra i secoli XIX e XX) che denunciando la matematicizza-zione dei “plena” denuncia anche l’esclusione dell’esperienza individuale nella produzione del dato scientifico. Il mondo oggettivo non è rappresentabile con formule matematiche o geometriche, ma entra in noi attraverso la nostra esperienza, Questo rende ancora più relativo il prodotto della scienza, ma non muta nel tempo il suo percorso intellettuale. Se è vero che nel corso lungo del tempo i para-metri cambiano e quello che era vero non lo sarà più, é anche vero che al momento in cui viviamo la scienza è vera, affidabile e operativa, anche se non in assoluto, e cioè dà risultati che si rivelano utili. Nell’applicazione della Medicina – lo sanno tutti – un gran gioco ha ancora l’empirismo e cioè l’arte, e anche questo è validato dalla operatività nel tempo delle procedure. Il mantenersi in dialettica con i parametri del tempo, e quindi con la comunità scientifica, è garanzia della sola, anche se relativa, verità e permette agli scienziati di emettere giudizi, di dare pareri e di assumere comportamenti e cioè di riconoscere come errati quei dati o quelle proposte non conseguite con metodo scientifico, ma il più delle volte frutto di ideologizzazioni e meccanismi inconsci dedialettizzanti, quando non decisamente frutto di costruzioni truffaldine. Una volta stabilito che l’intersoggettività scientifica è l’unico criterio per stabilire le verità dell’esistente, bisogna anche considerare la possibilità che nelle varie epoche le strade seguite dalla ricerca scientifica per giungere alle verità sono più o meno dritte o contorte risentendo della cultura del tempo che per-mea tutto ciò che viene espresso. Gli articoli citati, sempre nella ricerca delle motivazione degli errori scientifici, denunciano il calo nei nostri tempi della revisione di lavori pubblicati e quindi il controllo dei loro risultati, che la critica pone alla base della correzione di errori nel processo di produzione dei dati scientifici e che rientra proprio nella funzione dell’intersoggettività scientifica che è quella di definire vero o falso un determinato dato. La revisione di lavori fatti, cioè il ripetere esperimenti già pubblicati, può comportare la correzione di errori, ma non è di facile esecuzione ed è oggi sempre meno gradita. Per fare questo bisogna anzitutto ottenere dalle fonti originarie i protocolli seguiti, il che non è facile, inclusi quei dettagli tecnologici che hanno consentito i risultati, ma che spesso vengono taciuti. Inoltre la revisione costa e il “rischio” del lavoro che comporta è quello di confermare lavori di altri e questo non dà vantaggi agli autori che possono vedere respinti i propri lavori dalle riviste perché confirma-tory only. Le riviste poi non pubblicano volentieri lavori che sconfessano precedenti lavori pubblicati, magari dalla stessa rivista.Qui entrano in gioco le riviste scientifiche che usano loro criteri per la valutazione dei lavori scientifici e ne decretano il successo o il silenzio. I criteri adottati soddisfano soprattutto la necessità della loro promozione e della vendita di sottoscrizioni. Esiste un sistema di valutazione delle riviste che si chiama Impact Factor (IF) il cui valore è inversamente proporzionale al numero dei lavori pubblicati per numero della rivista. Esso però viene abitualmente usato per la valutazione dei singoli autori nelle loro carriere universitarie, concorsuali etc. L’uso dell’IF consente di dare un punteggio quantitativo ai concorrenti e nello stesso tempo di esonerare i commissari dal leggere i lavori scientifici presentati e ovviamente dall’obbligo di essere competenti per farlo. Un recente articolo, sempre del The Economist (dicembre, 2013), riferisce che il dr. Scheckman (Berkeley), premio Nobel per la Biologia, ha dichiarato in un ar-ticolo sul Guardian che il suo Laboratorio boicotterà le riviste Nature, Cell e Science, definite “luxury journals“ per l’alto IF, perché distorcono il modo in cui va la scienza. Un altro premio Nobel, Peter Higgs, per la fisica ha dichiarato, sempre sul Guardian, che teme di non poter continuare il suo lavoro, perché accusato dal suo Istituto di non pubblicare continuativamente su riviste ad alto IF.

Sopra: il premio Nobel per la Biologia, dottor Randy Scheckman e il premio Nobel per la Fisica, Peter Higgs.

Sotto: la senatrice Elena Cattaneo.

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APRILE 2014 31

LA QUESTIONE SPINOSA DELLA DIVULGAZIONE

Tutto quanto finora esposto sottolinea semplicemente che le magagne rilevate, i ritardi, le strade tortuose sono tutti intra-sistema e riflettono il momento politico-culturale in cui vivono i ricercatori. Si crea cioè un circolo vizioso fra le riviste e i ricercatori: le prime usando criteri che consentano alla rivista di diventare più diffusa ed autorevole obbligano i ricercatori a produrre lavori con i loro criteri per la visibilità e la carriera. Tutto ciò ha solo un effetto ritardante, perché alla fine dei conti sarà sempre l’intersog-gettività scientifica e cioè la comunità degli scienziati a decidere quello che è vero o no, anche se il giro sarà stato più lungo e il percorso più tortuoso..Ritornando però al punto di partenza e cioè alla discrepanza fra scienza e ricettività culturale media della gente, e cioè alla scarsa comprensione della scienza da parte del pubblico, cito un recente articolo su Il Sole 24 Ore della senatrice Elena Cattaneo, insigne neuroscienziata, la quale sottolinea a proposito della “demarcazione” la necessità di una maggiore divulgazione scientifica che consenta una maggior recettività alle cose scientifiche. Questo è senza’altro condivisibile, perché renderebbe più accessibili al pubblico quelle che sono definite le astrusità della scienza, coperte da un linguaggio esoterico. Oggi la comprensione delle cose scientifiche è riportata, quando va bene, a quanto si è appreso di scienza nei licei, oppure quando va male al nulla. Siamo stati in-formati dai media quanto sia bassa la preparazione scientifica degli studenti italiani, fra gli ultimi in Europa. Viene di pensare che sia giusto anche quanto asserito da Aldo Di Russo su Il Sole 24 Ore del 15 dicembre 2013 e cioè che la divulgazione scientifica, per altro utilissima, funziona però soltanto con la “alfabetizzazione” e cioè se “la capacità di formulare pensieri astratti, massima nella scienza, è già stata acquisita precedentemente e cioè consenta di accedere ad un linguaggio simbolico già costituito”. In parole povere, occorre cioè che vi sia un plateau di cultura più elevato e che alla degradazione culturale di questi ultimi vent’anni si ponga rimedio con la ri-acquisizione di un linguaggio “meno basato sull’approccio diretto dei sensi” e più sulla mediazione della logica. La divulgazione scientifica avrebbe, secondo Di Russo, dei limiti e bisognerebbe partire da molto lontano per ovviare alle incongruenze scienza/cultura di oggi. Questo stato di cose influisce sulla “demarcazione” di cui si è detto all’inizio. A me vien fatto di pensare se sia stato utile ridurre nelle scuole lo studio del latino che da noi, vecchi, è stato sempre considerato la strada maestra per lo sviluppo della logica.

COSA CI INSEGNA LA “VICENDA STAMINA”

Un altro esempio è l’attuale questione “Stamina”. Nella diatriba che si sta svolgendo dobbiamo rilevare l’esistenza di varie com-ponenti. In primo luogo la posizione degli scienziati che nel loro riserbo e nella consapevolezza del valore storicamente relativo dei loro giudizi, li fondano sul metodo scientifico e sulla loro operatività storica. Ricordo che gli scienziati hanno l’obbligo e il compito di valutare in primo luogo l’innocuità dei trattamenti in esame, prima ancora che la loro efficacia, Nel caso Stamina hanno abbondantemente rilevato che il trattamento non ha una base scientifica riconosciuta e ha invece molte imperfezioni che lo rendono pericoloso (AIDS, proteina prionica, cancro…). A questo riguardo è utile ricordare che qualche anno fa uscì un lavoro su PLOS Medicine (Amariglio et al, 2009 February; 6(2): e1000029) che segnalava il caso di un ragazzo affetto da atassia teleangectasica, trattato con cellule neurali staminali fetali, che aveva sviluppato un tumore spinale, accertato come tumore glioneuronale, e un tumore cerebrale. L’articolo è stato ripreso da altri lavori che hanno trattato del possibile sviluppo di tumori da cellule staminali, in particolare di sarcomi nati da cellule staminali mesenchimali (Xiao et al, Clin Sarcoma Res, 2013, 3, 10). Con ciò non voglio gettare allarmi ingiustificati, ma confermare ancora una volta la necessità di un rigoroso controllo nel ma-neggio di cellule staminali mesenchimali.Rimangono fondamentali la difficoltà o l’impossibilità di capire il linguaggio scientifico da parte del pubblico per la sua deficitaria preparazione o per l’insufficiente divulgazione. È comprensibile l’istintiva lotta per la vita dei malati e familiari che si aggrappereb-bero a qualsiasi promessa o speranza, rinunciando a qualsiasi forma di logica di fronte alla morte. Si applica alla morte la possibili-tà di allontanarla e alla malattia di guarire, così come si è appreso dalla guarigione di pseudo- o finte malattie, volgarmente dette funzionali, refrattarie a qualsiasi cura medica, ma ottenuta da terapie alternative su base suggestiva. Fanno parte della storia del mondo le figure di maghi, santoni e guaritori, destinate a non scomparire mai fintanto che la scienza, teoricamente, non sarà in grado di guarire tutte le infermità vere o finte che siano. Il fatto importante è che i santoni guariscono effettivamente infermità “funzionali” o anche prodotte da meccanismi psico-somatici di origine psichica, con o senza lucro, ma questo non può essere trasposto alle malattie vere e mortali di cui si conosce il substrato organico perché oggi studiatissimo.

QUANDO L’IGNORANZA SI LEGA AL MALAFFARE

L’ultima componente, e forse la più importante, è quella di chi lucra sulla speranza dei pazienti o per acritica paranoia pseudo-scientifica o per denaro, magari in modo organizzato e globalizzato, come ha recentemente sottolineato ancora Elena Cattaneo sul La Stampa del 24.12.2013, denunciando il tentativo da parte dei “salvatori” con le cellule staminali mesenchimali addirittura di cambiare la legge sull’uso delle staminali facendolo ricadere in quella sui trapianti, che non comporta i dovuti controlli. Così si è espresso su La Stampa anche De Luca. Nel caso di “Stamina” si aggiunge la stranezza, tutta italiana, che magistrati e ministri, incompetenti, si sostituiscono agli scienziati nel decidere sull’uso di cellule staminali, squalificato da questi come inefficace e pericoloso (anche dalla rivista Nature), apparendo quali arbitri fra scienziati “cattivi” che sbagliano” nel disapprovare procedure salvifiche e scienziati “buoni”, perseguitati innovatori, che non vedono riconosciute le loro scoperte a difesa dei poveri malati indifesi che pagano con la vita, e anche con i soldi, le provvidenziali scoperte inefficaci e redditizie, ma non per i malati. ¢

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La ricerca in Provincia

LA VITAMINA D: EFFETTI E SPERANZE*

FISIOLOGIA DELLA VITAMINA D

Con il termine “Vitamina D” si definisce un gruppo di sostanze ormonali liposolubili dotate di specifici effetti biologici di tipo endocrino sul metabolismo calcio-fosforico e di tipo autocrino e pa-racrino su numerosi altri sistemi. Particolare rilievo assumono la vitamina D2, o ergocalciferolo, e la vitamina D3, o colecalciferolo, che viene in gran parte sintetizzata nella cute sotto l’azione dei raggi ultravioletti, oppure assunta con alcuni cibi (pesci grassi, olio di fegato di merluzzo, uova, burro). La forma attiva della vitamina D3 è ottenuta dalla vitamina D2 e dalla vitamina D3 a seguito di due distinte reazioni d’idrossilazione: la prima a livello epatico, con la formazione della 25 OH vitamina D3 (calcidiolo o calcifediolo) e la seconda a livello renale, con la formazione dell’1,25 (OH)2 Vitami-na D3 (calcitriolo) (Fig.1). I metaboliti attivi raggiungono per via ematica numerosi tessuti bersaglio, dove si legano ad un recettore proteico specifico nucleare (Vitamin D Receptor o VDR). Gli effetti endocrini della vitamina D, si manifestano nell’intestino, dove viene stimolata la sintesi della protei-na legante il calcio, facilitandone l’assorbimento a livello duodenale, nell’osso, dove viene stimolata la neoformazione osteoblastica e la mineralizzazione e nelle paratiroidi, dove la vitamina D inibisce la sintesi del paratormone. Gli effetti autocrini e paracrini, impegnano circa l’85% della vitamina D e sono stati dimostrati in moltissimi tessuti, dove essa interviene anche nei meccanismi di proliferazione-differenziazione cellulare e immuno-modulanti.

CAUSE DI IPOVITAMINOSI D

Negli ultimi anni è stata documentata in tutto il mondo una diffusa e marcata prevalenza di ipovita-minosi D, in particolare l’Italia è considerata un paese a rischio nei mesi invernali essendo compresa nella “vitamin D winter area” (lat. 37° Nord), nella quale durante la stagione invernale l’organismo non sintetizza vitamina D3 in quantità sufficiente.

Silvia GambottoPediatra di famiglia ASL TO4Coordinatrice della 3° Commissione dell’OMCEO di Torino

Mario GalloSC Ostericia e Ginecologia, ASL TO4

Paola Toscanospecialista in odontostomatologia, Torino

Maria Carmen AzzolinaDirigente medico S.C. Direzione Sanitaria Presidio Molinette

Carlo MamoServizio sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3, Grugliasco (TO)

Renato TurraPediatra di famiglia ASL TO4

Giancarlo Isaia Director, Unit of Geriatrics and Metabolic Bone Diseases, AO Città della Salute e della Scienza di Torino

Aurelio DevicariisOtorinolaringoiatra, Torino

Angelo PaviaPediatra

Corrado Vitale Nefrologo, S.C. Nefrologia e Dialisi A.O. Ordine Mauriziano di Torino

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APRILE 2014 33

LA VITAMINA D: EFFETTI E SPERANZE*

Il deficit conclamato o subclinico di vitamina D è particolarmente comune in tutte le età, ma soprattutto nei soggetti in età evolutiva, nelle persone di pelle scura, tra gli anziani e i soggetti istituzionalizzati, iponutriti, portatori di malattie croniche specie a carico di reni e fegato, sedi dell’attivazione della vitamina D. Inoltre, un deficit può conseguire all’assunzione cronica di steroidi o di farmaci antiepilettici e a patologie che determinano malas-sorbimento intestinale (celiachia, IBD, insufficienza pancreatica, colestasi epatica, pregressa gastrectomia).

LA DIAGNOSI DI IPOVITAMINOSI D

In ciascun individuo, la disponibilità di sufficienti scorte di vitamina D può essere valutata con il dosaggio della 25 OH vitamina D3 sierica, la cui con-centrazione ottimale per la salute di scheletro e tessuti extrascheletrici varia tra 30 e 70 ng/ml. Valori compresi tra 20 e 30 ng/ml sono considerati insuf-ficienti, mentre concentrazioni inferiori a 20 ng/ml configurano un deficit conclamato (Tab. 1). I livelli sierici 25 OH vitamina D3 possono essere utilizzati come indicatori di stato nutrizionale anche nella donna gravida. Benché non vi sia ancora consenso su un livello ottimale, l’Accademia Americana di Pediatria rac-comanda di valutare la concentrazione della vitamina D nel siero all’inizio della gravidanza.Attualmente l’Agenda della Gravidanza della Regione Piemonte non pre-vede tale screening, tuttavia nelle gravide ritenute a rischio di carenza di vitamina D, il monitoraggio periodico dei livelli sierici di 25 OH vitamina

D3 dovrebbe comunque essere preso in consi-derazione.

PREVALENZA DELL’IPOVITAMINOSI D

Condizioni di ipovitaminosi D sono possibili a tutte le età. Nei neonati le riserve di vitami-na D acquisite durante la gestazione possono esaurirsi tra il 1° ed il 2° mese di vita, poiché il latte materno contiene una minima quantità di vitamina D e molte puerpere diventano caren-ti se non ne assumono supplementi adeguati (1.000–1.500 UI al giorno). Fra gli adolescenti e i giovani adulti, circa un terzo può presentare vari gradi di ipovitaminosi D. Negli anziani, so-prattutto se istituzionalizzati, si verifica la mag-gior prevalenza di stati carenziali: la prevalen-za di ipovitaminosi nella popolazione anziana istituzionalizzata può arrivare a superare il 70% nella stagione primaverile. Per ridurre la dimen-sione del problema in alcuni paesi europei e nel Nord America si sta diffondendo la pratica di addizionare i cibi con vitamina D.

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La ricerca in Provincia

EFFETTI SCHELETRICI DELLA IPOVITAMINOSI D

A livello osseo l’ipovitaminosi D può determinare una condizione di diffusa e importante demine-ralizzazione che configura nell’adulto un quadro clinico “osteoporomalacico”, mentre nel bambino possono essere presenti, peraltro raramente, casi di rachitismo carenziale, caratterizzato da deficit di ossificazione, riduzione della crescita corporea, deformità e fragilità scheletriche. Una recente meta-nalisi, comprendente più di 30.000 soggetti ha riportato che la supplementazione di vitamina D (≥ 792 UI/die) ha determinato una significativa riduzione del rischio di frattura (frattura anca: riduzione del 30%; qualunque frattura non vertebrale: riduzione del 14%). L’efficacia della supplementazione dell’ormone è stata osservata in tutti i soggetti ultrasessantacinquenni, indipendentemente dal ses-so, dall’età, e dai livelli basali di vitamina D sierica. Per quanto riguarda la supplementazione associa-ta di calcio e vitamina D, produce un’ulteriore riduzione del rischio solo se sono presenti elevati livelli di vitamina quando la dose di calcio assunta è inferiore a 1g/die. Al contrario, la sola assunzione di calcio è stata dimostrata determinare un aumento del rischio di frattura dell’anca. Nel suo comples-so, la letteratura supporta le recenti raccomandazioni dell’Institute of Medicine, sottolineando che si può ottenere il massimo beneficio nella prevenzione delle fratture osteoporotiche mantenendo livelli sierici di 25 OH vitamina D3 > 24 ng/ml. Riguardo la salute del feto gran parte della doman-da di calcio si verifica nel terzo trimestre di gravidanza, quando ha inizio la mineralizzazione dello scheletro. In questo stadio si verifica una maggiore produzione di 1,25 (OH)2 vitamina D3 ed anche dell’ormone paratiroideo peptide correlato (PTHrP) da parte della placenta.

EFFETTI EXTRA-SCHELETRICI DELLA IPOVITAMINOSI D

Poiché il VDR è stato individuato anche in cute, mammella, ipofisi, cellule pancreatiche, gonadi, neuroni e cellule gliali, muscolatura scheletrica, monociti circolanti, linfociti B e T attivati, si sono ipotizzati numerosi effetti extra-ossei della vitamina D. È stato osservato un legame tra ipovitaminosi D ed astenia muscolare, che causa un’aumentata probabilità di cadute a terra e quindi del rischio di fratture, specie dei femore. In effetti, numerosi trial clinici, condotti su anziani hanno mostrato una significativa riduzione del rischio di caduta in seguito a supplementazione con vitamina di almeno 700-1.000 UI/die. Inoltre, poiché l’attivazione dei recettori da parte della vitamina D promuove la corretta differenzia-zione di cellule in crescita, un corretto status vitaminico potrebbe teoricamente risultare protettivo nei confronti delle neoplasie di mammella, ovaio, colon e prostata. La vitamina D sembra possedere un’azione neuroprotettiva: un deficit è stato associato ad una maggiore incidenza di sclerosi multi-pla, malattia di Parkinson, schizofrenia, malattia di Alzheimer, mentre un corretto stato vitaminico migliorerebbe le capacità mnemoniche e di apprendimento ed anche il controllo motorio.La vitamina D svolge un ruolo critico nella regolazione dell’immunità, sia quella innata sia quella

MARZO 201434

A sinistra: Methabolism of OH D to 1-25 (OH)D2 for Non Skeletal FunctionsA destra: Maggiori cause e conseguenze cliniche dell’Ipovitaminosi D

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acquisita, specie a livello di vie respiratorie, pelle e apparato digerente, attraverso la modulazione dell’attività macrofagica e la produzione di peptidi anti-microbici, sopprimendo in maniera paracrina l’attivazione dei linfociti T e la produzione di lin-fochine. In pazienti affetti da artrite reumatoide si è osservata una correlazione inversa dell’attività di malattia e del livello di disabilità con i livelli di 25 OH vitamina D3. Alcuni autori hanno segnalato un’associazione tra livelli di vitamina D e incidenza dell’infezione influenzale. L’ipovitaminosi D causa un’alterata sintesi e secrezione insulinica sia nel modello animale sia nell’uo-mo, predisponendo all’intolleranza al glucosio e al diabete mellito di tipo II. Il meccanismo d’azione è mediato non solo dal controllo della calcemia, che regola sintesi e secrezione insulinica, ma anche da un’azione diretta sulla funzione delle cellule pancreatiche. Particolarmente suggestivi sono alcuni dati relativi agli effetti dell’ipovitaminosi D sulle malattie cardio-vascolari, dai quali sembra che la supplementazione riduca il rischio di ischemia cardiaca, ipertensione, insufficienza cardiaca e stroke. Diversi studi hanno suggerito che la carenza di vitamina D possa avere importanti conseguenze nel periodo pre-concezionale, durante la gravidanza, nel periodo perinatale e nell’infanzia. In un recente studio è stato ipotizzato un rapporto fra il livello di 25 OH vitamina D3 nel siero materno all’inizio della gravidanza e la qualità dello sviluppo neuro-psicologico del neonato.

FABBISOGNO E SUPPLEMENTAZIONE DI VITAMINA DLa vitamina D3 viene considerata più potente della vitamina D2 ed è quella usata in Italia e nella maggior parte dell’Europa mentre negli USA e nei paesi anglosassoni prevale l’uso della vitamina D2.I livelli di assunzione raccomandati dall’Istituto di Medicina Americana (IOM) e delle Società Americane di Endocrinologia sulla supplementazione di vitamina D in varie età della vita sono assai variabili (da 600 a 2.000 UI/die). Nelle donne in gravidanza vengono riportati dosaggi quotidiani variabili tra 400 e 2.000 UI, ritenuti adeguati per raggiungere il livello di 25 OH vitamina D3 sufficiente nel siero e la maggior parte degli esperti concorda che supplementi di vitamina D sono sicuri fino a dosi di 4.000 UI al giorno durante la gravidanza e l’allattamento. Non vi è sostanziale accordo circa la durata della profilassi e il dosaggio con vitamina D nell’età evolutiva, ad ogni modo, nel 2011 l’Institute of Medicine ha suggerito un apporto di 400 UI/die nel primo anno di vita e 600 UI/die nelle età successive. Questo tipo d’intervento in età prenatale e nei primissimi anni di vita potrebbe produrre effetti biologici di tipo preventivo sulle malattie autoimmuni, sul rischio oncologico e sullo sviluppo neuropsichico mediante un effetto epigenetico stabile, cioè una modificazione persistente dell’espressione di alcuni geni, determinata dall’azione dei fattori ambientali, senza modificare

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La ricerca in Provincia

la loro struttura. L’atteggiamento dei pediatri italiani è sostanzialmente volto a promuovere una profilassi continuativa nel primo e secondo anno di vita, con particolare attenzione al neonato pretermine. Nelle epoche successive la somministrazione di vitamina D deve essere individualizzata sulla base dell’esposizione solare del bambino e dell’adolescente o sulla base di eventuali condizioni di rischio. Il fabbisogno di vitamina D può variare in presenza di alcune condizioni morbose come precarie condizioni nutrizionali o malassorbimento intestinale, nonché in caso di somministrazione cronica di alcuni farmaci (ad es. anticonvulsivanti o glucocorticoidi) Tra i vari preparati disponibili in commercio, il colecalciferolo per via orale risulta il più adeguato in pazienti che non presentino insufficienza renale o epatica grave. La supplementazione si è dimostrata efficace con schemi po-sologici molto diversi, da una volta al giorno ad una volta all’anno, a parità di quantità complessiva assunta La farmacocinetica della vitamina D ne consente infatti la somministrazione di dosi depot (ad esempio 25.000 UI per via orale al mese oppure 300.000 UI annuale per via intramuscolare od orale), con documentati benefici in termini di prevenzione delle fratture femorali. L’intossicazione da vitamina D è un evento piuttosto raro se si utilizza il colecalciferolo ed è stata documentata uni-camente in soggetti assumenti dosi giornaliere molto elevate per lunghi periodi.

CONCLUSIONI

L’ipovitaminosi D è un fenomeno riscontrabile, con variabile prevalenza, in tutte le fasce di età. Dai dati di letteratura appare evidente come questo problema sia generalmente sottovalutato, mentre dovrebbe essere tenuto in adeguata considerazione, al fine di garantire uno stato vitaminico D ot-timale per tutta la vita (25 OH vitamina D3 >30 ng/ml).Livelli sierici ottimali di vitamina D fin dai primi mesi di gestazione possono avere un effetto benefico non solo sul decorso della gravidanza ma anche sul feto, con effetti protettivi nei confronti di un corretto sviluppo mentale e psicomotorio nelle prime età della vita.Nell’anziano una corretta supplementazione può consentire non solo di prevenire cadute e fratture, ma potrebbe avere un effetto protettivo contro l’insorgenza di neoplasie e di numerose altre malat-tie croniche e degenerative assai frequenti in età senile. Oggi il nostro rapporto con il sole è piuttosto contradditorio, perché da un lato temiamo i danni de-rivanti da un’eccessiva esposizione solare, ma dall’altro cominciamo a prendere coscienza di come alcune nostre abitudini (lavori in ambienti con luce artificiale, esposizione a smog e inquinanti, utiliz-zo di creme solari sempre più protettive) ci stiano allontanando dall’unica fonte naturale di vitamina D che ci ha accompagnato nel corso dell’evoluzione. ¢

LETTURE CONSIGLIATEAghajafari F, Nagulesapillai T, Ronksley PE, Tough SC, O’Beirne M, Rabi DM. Association between maternal serum 25-hydroxyvitaminD level and pregnancy and neonatal outcomes: systematic review and meta-anlysis of observational studies. BMJ 2013;346:f1169Holick MF, Binkley NC, Bischoff-Ferrari HA et al. Evaluation, treatment, and prevention of vi-tamin D deficiency: an Endocrine Society clinical practice guideline. J Clin Endocrinol Metab. 2011;96:1911-30Gallo S, Comeau K, Vanstone C, Agellon S, Sharma A, Jones G, L’Abbé M, Khamessan A, Rodd C, Weiler H. Effect of different dosages of oral vitamin D supplementation on vitamin D status in healthy, breastfed infants: a randomized trial. JAMA 2013;309:1785-92Rosen CJ, Adams JS, Bikle DD, Black DM, Demay MB, Manson JE, Murad MH, Kovacs CS. The nonskeletal effects of vitamin D: an endocrine Society Scientific statement. Endocrine Reviews 2012;33:456-92Wacker M, Holick MF. Vitamin D - Effects on skeletal and extraskeletal health and the need for supplementation. Nutrients 2013;5:111-48

*Questa è una sintesi di un articolo corredato da tabelle, figure e link interattivi pubblicato sul’edi-zione on.line di Torino Medica (www.torinomedica.com). Per accedere basta digitare, nell’apposito spazio di ricerca in alto a destra in homepage, la parola chiave: “Vitamina D”.

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Gaetano Marino

A Torino l’8, 9 e 10 maggio presso il Centro Congressi “Torino Incontra” si svolgerà il 63° Convegno della Società degli Urologi del Nord Italia (SUNI), una occasione per riunire a Torino gli specialisti urologi del Nord Italia e ovviamente di altre regioni nazionali.La società del Nord Italia fu fondata per iniziativa del Prof. Luigi Caporale e da un numero limitato di soci che si riunirono all’hotel Principi di Piemonte a Torino nella primavera del 1951; da allora annualmente le urologie del Nord Italia si riuniscono per relazionare esperienze clinico scientifiche mantenendo l’aggiornamento necessario a questa branca specialistica in continua evoluzione grazie all’esponenziale crescita delle tecnologie mediche e biomediche.Questa società ha mantenuto da sempre l’obiettivo di favorire la crescita culturale scientifica dei giovani che potranno relazionare comunicazioni e animare la discussione clinica nell’ambito delle tavole rotonde e dei simposi.

MARZO 201438

Le nostre radici

SUNI, SOCIETÀ DEGLI UROLOGI DEL NORD ITALIA: UNA GIOVANE TORINESE DI 63 ANNI

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APRILE 2014 39

SULLA VIA TRACCIATA DA CAPORALE, MARTEN PEROLINO E LAUDI

Nella prima giornata vi sarà una sessione infermieristica satellite che approfondirà l’aspetto assistenziale al paziente affetto da patologie dell’apparato genito urinario suddiviso per intensità di cura. Con parti-colare attenzione verranno messe in evidenza i percorsi diagnostici e terapeutici dei pazienti sottoposti a chirurgia complessa o ricostruttiva. Per ciò che concerne il programma medico, gli specialisti urologi approfondiranno gli aspetti diagnostici e terapeutici dell’ostruzione cervico-prostatica focalizzando l’attenzione sulle ultime novità farmacolo-giche per il trattamento della vescica iperattiva . Di rilievo la tavola rotonda sul carcinoma prostatico ormono-refrattario dove il trattamento può essere oggi programmato in un percorso clinico oncologico approfondito e discusso nei gruppi interdisciplinari. Tra le tavole rotonde più innovative, di rilevo quella relativa alla diagnosi precoce delle neoplasie della vescica che viene effettuata utilizzando metodiche come la cistoscopia fotodinamica e il trattamento Laser - endoscopico delle neoplasie dell’alta via urina-ria. In seno al convegno saranno inoltre discusse le tecniche relative al confezionamento di derivazioni urinarie esterne continenti e gli aspetti andro-sessuologici. Una tre giorni ricca di presentazioni scientifiche di alto livello grazie all’impegno degli urologi del Nord Italia, un incontro in cui la storia si ripete annualmente in una regione e città diversa. Ho ancora il ricordo di quando, giovane, ho assistito ad altri due congressi SUNI svoltosi a Torino: nel 1990 quando presiden-te era il mio Maestro, il Prof. Renato Marten Perolino, e nel 2006 quando presidente era Marco Laudi. Il lavoro organizzativo dell’edizione SUNI 2014 è stato lungo ma mi appaga esserci oggi con i colleghi con i quali ho condiviso per anni le esperienze scientifiche della Società e mi preme ringraziare antici-patamente il Prof Bruno Frea per i consigli, la segreteria scientifica ed organizzativa per il supporto e il personale medico ed infermieristico dell’ASL TO5.

UN’OCCASIONE PER I GIOVANI, COME SEMPRE

Essere il presidente del 63° SUNI a Torino mi onora così come mi onora la folta presenza di tutti i Rela-tori, Moderatori e i partecipanti iscritti. Anche questa edizione torinese di incontro sarà un’occasione concreta a disposizione di tutti i giovani specializzandi per acquisire esperienze e migliorare la loro professionalità. ¢

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La ricerca in Provincia

GENNAIO 201440

IN MEMORIA DI FRANCESCO GORGERINOQuesto grande medico è mancato il 15 gennaio scorso nella città dove era nato il 26 agosto 1931.Era un uomo che sapeva farsi voler bene da tutti; è sempre stato generoso e disponibile con tutti, fino all’esaurimento delle forze, per tutta la vita. Eternamente “reperibile”, sia per il lavoro che per la famiglia o gli amici o gli studenti. Sempre pronto, in qualunque occasione e con qualunque tem-po e a qualunque ora a rispondere positivamente ad una richiesta di aiuto medico: per il quale iniziava col tirar fuori dalla valigetta di pronto soccorso, da cui non si è separato mai, lo stetoscopio che quasi faceva parte del suo abbigliamento. Per questo, fin da quando l’ho conosciuto, negli anni Sessanta, io giovane assistente, Lui plurispecializzato, impegnato Primario anestesista aperto ad ogni razionale innovazione, appassionato ed entusiasta nell’apertura e organizzazione di una modernissima rianimazione, veramente di eccel-lenza come si dice oggi, ho subito deciso di collaborare con Lui. In più di quarant’anni di amichevole frequentazione ho apprezzato la persona, il professionista, il docente, il collega, il compagno, cristianamente il fratello, l’AMICO.Ho vissuto con Lui sotto molti profili di vicinanza professionale e umana. Il superiore: il prof. Gorgerino era un affermato direttore ma sempre dispo-nibile verso di me, giovane medico.Il collega: sincero nella collaborazione, entusiasta nell’ampia applicazione ed utilizzo delle nascenti tecniche di trattamenti extracorporei che gli propone-vo: per questo divenimmo riferimento per il trattamento delle intossicazioni da funghi velenosi.Il premuroso anestesista: durante un intervento al mio secondogenito.Il fiducioso paziente: per suoi problemi di salute per cui si era affidato a me.Il piacevole compagno durante le vacanze e il fantasioso viaggiatore: nel ricercare diversificati luoghi dove esplorare territori sconosciuti: il Nord’Ame-rica, la Sardegna, come la Liguria, il Lago Maggiore o la Val Troncea.E a tutti questi ruoli umani e professionali occorre aggiungere il fatto che egli è stato davvero un marito premuroso e un padre generoso.

Adriano Ramello

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APRILE 2014 41

LA SUA BATTAGLIA PER LA DONAZIONE DEGLI ORGANI

Fu determinato nel sostenermi e nel collaborare per portare a termine tutte le attività che ci hanno con-dotto al primo prelievo di organi in Piemonte.Divenuto fervente sostenitore, in Italia, della neces-sità di prelievo di organi, si è profuso in informazio-ni, formazioni, conferenze e appassionata diffusio-ne per amore dei pazienti in attesa di trapianto. Per questo subì anche un’ingiusta persecuzione giudi-ziaria, nella quale mi volle come tecnico esperto in sua difesa. Fu anche Presidente della sezione piemontese e valdostana dell’Aido, l’Associazione Italiana dei Do-natori di Organi. Una questione, questa della do-nazione degli organi, eticamente e religiosamente “sensibile”, che all’epoca suscitò polemiche infuo-cate: ma che sostenne con energia e convinzione non malgrado, ma proprio grazie alla sua profonda, ed evidentemente meditata, fede cattolica. Non a caso fu membro autorevole, accanto a insigni giu-risti e studiosi, del Consiglio Nazionale di Bioetica. Negli anni Ottanta, in una puntata famosa de “Il Fatto”, Enzo Biagi lo intervistò proprio sul “conflit-to” in merito alla sua posizione di cattolico in favo-re della donazione d’organi; disse con un sorriso di-sarmante: «Perché ho scelto la vita». Non soltanto Biagi, ma anche noi da casa lo applaudimmo.Fu anche promotore del primo Servizio di eliambu-lanze in Piemonte e Valle d’Aosta (lo chiamavamo allora il “medico volante”) e a organizzare con la Croce Rossa Italiana il Servizio di pronto intervento “118”. VIAGGIATORE-COLLEZIONISTA

Lo ricordiamo come un instancabile e viaggiatore (è stato davvero ai quattro angoli del Mondo: a vol-te per congressi, più spesso per autentico spirito d’avventura); era curioso e aperto al distante da sé come pochi ed è stato grande fotografo, studioso di geografia, collezionista non solo di francobolli, ma praticamente di tutto: perché per lui ogni og-getto, ogni pianta – notevole una sua battaglia ambientalista in Sardegna – ogni essere, animato o inanimato che fosse, aveva importanza e meritava attenzione e memoria come ogni persona che ave-va incontrato sul suo cammino. Grazie per la tua lezione professionale e di vita, Franco; grazie per l’etica del lavoro, l’a-more per la gente e il senso di responsabilità verso la famiglia e le Istituzioni che ci hai in-segnato. Grazie per la tua fede e la tua profonda devo-zione mariana. ¢

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Dai congressi

“MEDICINA E VIOLENZA CONTRO LE DONNE”

Il 14 novembre scorso, presso l’Aula Magna dell’ospedale CTO della Città della Salute e della Scienza di Torino, si è tenuto il convegno “Medicina e violenza contro le donne” - 3° Convegno del “Coordinamento Regionale della Rete Sanitaria per l’accoglienza ed assistenza alle vittime di violenza domestica e sessuale del Piemonte”, organizzato e presieduto dal dottor Patrizio Schinco (responsabile Centro Supporto ed Ascolto Vittime di Violenza domestica DE-METRA dell’Ospedale Molinette di Torino). Il Report 2013 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, redatto in col-laborazione con la London School of Hygene & Tropical Medicine ed il South African Medical Research Council, offre una drammatica dimensio-ne globale della violenza subita dalle donne: il 35% delle donne nel Mondo è vittima di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti; il 38% dei femminicidi avviene per mano del proprio compagno; il 30% dei maltrattamenti alle donne ha inizio in gravidanza e una donna su quattro è oggetto di violenza in questa fase della vita. Per contrastare questa realtà che è una vera “emergenza sanitaria globale“, l’Oms ha pubblicato nuove Linee Guida per una formazione specifica degli operatori sanitari, in maniera che possano adeguatamente accogliere le don-ne, riconoscere i segni della violenza ed incoraggiare alla denuncia. Le violenze domestiche, quando non portano alla morte, producono danni fisici e psichici gravi che si ripercuotono anche sui figli: i bambini che crescono in un ambiente violento hanno maggiori probabilità di sviluppare comportamenti di abuso di alcool e droghe, un rischio di suicidio 6 volte maggiore e spesso da adulti sono a loro volta oggetto e soggetto di violenza.Le mancate denunce sono infatti una quota altissima: il 24% delle donne che subiscono violenza tace comple-tamente, e se la violenza avviene in famiglia la “scelta” del silenzio arriva al 33,9%, mentre solo il 7% denuncia alle Autorità la violenza subita dal partner.

LA SITUAZIONE ITALIANA

La situazione in Italia non è meno preoccupante: 124 femminicidi nel 2012 e 65 nei primi sei mesi di quest’anno, mentre, secondo l’indagine Istat del 2006, si stima che ci siano 6.743.000 donne tra i 16 ed i 70 anni vittime di abusi fisici o sessuali e che circa un milione abbia subito stupri o tentati stupri. Il Governo italiano ha recentemente ratificato la Convenzione di Istanbul con-tro la violenza domestica, ma a questo dovrebbero seguire atti e forme di organizzazione per sostenere le donne vittime e la loro prole.Le ragioni della violenza contro le donne risiedono nel persistere delle dispari-tà di genere anche nel mondo del lavoro oltre che negli stereotipi culturali non sufficientemente contrastati: una vera azione di prevenzione deve muovere da un profondo ripensamento dei ruoli e delle relazioni tra i sessi. È possibile tro-vare le risorse necessarie a compiere questi interventi, anche perché la violenza produce costi economici, oltre a privarci in molti casi delle risorse che possono venire dalle donne”.

DENTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE

Uno studio europeo quantifica in 30-60 euro l’anno pro capite il costo com-plessivo della violenza sulle donne (sommando i costi diretti, di assistenza ed indiretti, di mancato apporto economico): una cifra che rapportata al nostro Paese equivale a circa 2,4 miliardi di euro all’anno.I risultati del rapporto Oms sulla violenza subita dalle donne sono impressio-

Nicola Ferraro Pierpaolo BerraUfficio Stampa Città della Salute e della Scienza di Torino

Le mancate denunce sono una quota

altissima:

il 24% delle donne che subiscono

violenza tace completamente, e se la violenza

avviene in famiglia la “scelta” del

silenzio arriva al

33,9%, mentre solo il

7% denuncia alle Autorità la violenza

subita dal partner.

MARZO 201442

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“MEDICINA E VIOLENZA CONTRO LE DONNE”

Il 35% delle donne nel Mondo è vittima di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti;

il 38% dei femminicidi avviene per mano del proprio compagno;

il 30% dei maltrattamenti alle donne ha inizio in gravidanza e

una donna su quattro è oggetto di violenza in questa fase della vita.

MODALITÀ DI ISCRIZIONE

Inviare tramite fax - 011.6933919 - la scheda di pre-iscrizione al Settore Formazione Continua e dell’Emergenza,Segreteria

Verificare la conferma della pre-iscrizione telefonando alla Segreteria Settore Formazione Continua e dell’ Emergenza Sig. ra Bruno Dorotea

Entro 7 giorni dalla conferma della pre-iscrizione inviare (se dovuto) tramite fax la copia del bonifico bancario Telefono: 011.6933509 Fax: 011.6933919 e-mail: [email protected]

QUOTA DI ISCRIZIONE

30 € Condizioni di pagamento: o Se fattura intestata ad Ente Pubblico: € 30 + € 2

di bollo = € 32 o In tutti gli altri casi € 36,3 ( I.V.A. 21% già inclusa) mediante bonifico bancario intestato a:

INTESA SAN PAOLO Agenzia n° 18 IBAN IT35 F030 6909 2191 0000 0046 290

Causale: Iscrizione corso Medicina e Violenza - Presidio CTO

Si prega di procedere al pagamento della quota 20 giorni prima dell’inizio del corso Se richiesta l’emissione della fattura specificare:

Ragione sociale: …………………………………………………………

Cognome, nome, indirizzo, partita I.V.A., codice fiscale: ……………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………

L’eventuale rinuncia deve essere comunicata per iscritto al Settore Formazione Continua e dell’Emergenza almeno 20 giorni prima dell’inizio del corso. In caso di mancata comunicazione verrà trattenuto la somma versata.

FINALITA’

Una percentuale significativa delle donne e bambini che ricorrono ai Pronto Soccorso dell'Azienda presenta sintomi riconducibili a maltrattamenti subiti in atto o pregressi. Il problema è certamente meritevole di un’attenzione specifica da parte di strutture che curano la salute delle persona: la violenza e il maltrattamento hanno un impatto sulla salute delle persone e sulla sanità pubblica, che va oltre il singolo evento violento, ma che ha conseguenze a breve e lungo termine fisiche, psichiche e sociali; il non riconoscimento della violenza come causa di malattia è uno dei fattori che favorisce l’incidenza degli esiti a distanza.

Obiettivo della giornata è sensibilizzare il personale sanitario all'adozione di corrette linee di intervento sul fenomeno della Violenza domestica e sessuale e presentare le LG aggiornate della Regione Piemonte.

DESTINATARI

Tutte le professioni sanitarie, Assistenti sociali

NUMERO DI PARTECIPANTI

120, di cui 60 riservati al personale dell’ AO Città della Salute e della Scienza di Torino senza costo di iscrizione. Per i restanti è prevista una quota di iscrizione come descritto nella scheda allegata. Le iscrizioni si chiuderanno al raggiungimento del numero di partecipanti previsti.

CON IL PATROCINIO DI

Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino

SEDE LEGALE: Corso Bramante, 88/90 - 10126

Torino Centralino: tel. +39.011.6331633 P.I./Cod. Fisc. 10771180014

Presidi Ospedalieri:Molinette, Dermatologico S. Lazzaro, S. Giovanni Antica Sede, Centro Traumatologico Ortopedico, Istituto Chirurgico Ortopedico Regina Maria Adelaide, Infantile Regina Margherita, Ostetrico Ginecologico S. Anna

S.C. Formazione permanente e aggiornamento delle risorse umane

MEDICINA E VIOLENZA CONTRO LE DONNE

"3 ° CONVEGNO DEL COORDINAMENTO REGIONALE DELLA RETE

SANITARIA PER L'ACCOGLIENZA E PRESA IN CARICO DELLE VITTIME DI

VIOLENZA SESSUALE E DOMESTICA DEL PIEMONTE" DI CUI ALLA

DGR N. 14 – 12159 DEL 21/09/2009

14 NOVEMBRE 2013

AULA MAGNA Presidio C.T.O Via Zuretti 29 Torino

CORSO ACCREDITATO SU SISTEMA ECM REGIONE

PIEMONTE

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La

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nanti: il 35% delle donne di tutto il mondo subisce nel corso della vita qualche forma di violenza, soprattutto da parte di mariti e fidanzati, ed il 38% dei femminicidi avviene per mano del partner. I dati evidenziano come le donne esposte alla violenza dei compagni siano due volte più a rischio di depressione, quasi due volte più a rischio di di-pendenza dall’alcol ed una volta e mezzo più a rischio di contrarre malattie sessualmente trasmesse, come HIV, sifilide, clamidia e gonorrea. ll 42% di coloro che hanno subito violenza fisica o sessuale ha riportato danni alla salute. Uno dei dati che sorprende maggiormente –– riguarda la diffusione del fenomeno nelle fasce ad alto reddito, che si attesta al 23.2%.Esiste in particolare il fenomeno degli abusi in gravidanza. Se la violenza domestica sulle donne è sempre inammissibile, lo è ancor di più in gravi-danza. I dati la indicano come la seconda causa di morte nelle donne tra i 15 e i 44 anni. Il 30% dei maltrattamenti ha inizio proprio durante il pe-riodo della gestazione ed 1 donna su 4 è tuttora vittima di abusi in questa fase della vita. Un dato preoccupante, cui si somma quello secondo il quale il 69% delle donne maltrattate in gravidanza continuino a subire violenze anche dopo la maternità. Le conseguenze vanno dal distacco di placenta a disturbi alimentari, da infezioni a problemi psichici, come disturbi d’ansia e del sonno, dall’abuso di alcol e farmaci a tentazioni suicidarie.Anche per il feto e il bambino vi sono rischi drammatici come la morte fetale, il parto pretermine, la poliabortività, nonché conseguenze psichiche pesantissime. Recenti studi di Mc Crory hanno dimostrato che l’esposizio-ne alla violenza domestica modifica alcune aree cerebrali dei bambini, con il rischio di sviluppare disturbi d’ansia. I fanciulli che crescono in un clima di violenza hanno il 50% di probabilità in più di abusare di alcol e droga, un rischio sei volte maggiore di suicidio, più alte probabilità di sviluppare effetti di stress sul cervello e comportamenti delinquenziali e di essere a loro volta oggetto o soggetto di violenza.

CHE FARE?

Ma come si può concretamente intervenire a sostegno delle donne che su-biscono violenza? I dati dimostrano come le donne devono essere aiutate a trovare la forza di reagire perché ad oggi il 33.9% delle donne vittime di violenza da parte del partner ed il 24% di coloro che l’hanno subita da un conoscente o da un estraneo rimane in silenzio. Occorre anche ricordare che c’è una quota non piccola di uomini che subi-scono violenza, variamente indagata, le percentuali non sono troppo dis-

simili e certamente ancora più misconosciuta della violenza sulle donne. E’ l’altra faccia dello stesso fe-nomeno: si tratta in gran parte di minori ma anche di adulti, che assistono o subiscono violenza e che sono il motore della perpetuazione generazionale della violenza: i minori da grandi sceglieranno se essere vittime o agire la violenza. Ci sono ospedali che hanno strutturato servizi di as-sistenza sanitaria, psicologica e sociale, quali la Cit-tà della Salute e della Scienza di Torino, attraverso il Centro Supporto ed Ascolto Vittime di Violenza domestica DEMETRA delle Molinette ed il Soccorso Violenza Sessuale dell’ospedale Sant’Anna, l’ospe-dale Maria Vittoria, il Cardinal Massaia di Asti e l’O-spedale di Biella, l’Asl To 4 con i suoi servizi ed altri.Il Coordinamento della Rete Sanitaria per l’acco-glienza e l’assistenza alle vittime di violenza dome-stica e sessuale del Piemonte, di cui alla DGR 14-12159 del 21 Settembre 2009, lavora per creare una rete di supporto ed assistenza attraverso l’inte-grazione ospedale-territorio e la Regione Piemonte è una delle regioni a più elevata copertura sanitaria del fenomeno.

IL CONVEGNO DEL 14 NOVEMBRE SCORSO

L’evento è stato organizzato per aiutare a ristabilire una corretta valutazione da parte degli Operato-ri delle Professioni Sanitarie attirando l’attenzione sulle conseguenze patologiche della Violenza. Si è articolato in quattro sessioni dedicate alla Violenza emersa in Pronto soccorso, all’accoglienza in ospe-dale, all’assistenza alle vittime nella regione Piemon-te e nell’ultima ai materiali di lavoro. Il Convegno ha avuto anche l’obiettivo di continuare l’ampio dibat-tito che da tre anni coinvolge tutti gli ospedali del Piemonte su questo tema e che ha portato la Regio-ne all’avanguardia in Italia per la gestione sanitaria della Violenza nelle relazioni intime. ¢

Le donne devono essere aiutate a trovare la forza di reagire perché ad oggi il 33.9% delle

donne vittime di violenza da parte del partner ed il 24% di coloro che l’hanno subita da un

conoscente o da un estraneo rimane in silenzio. C’è anche una quota non piccola di uomini

che subiscono violenza, variamente indagata, le percentuali non sono troppo dissimili e

certamente ancora più misconosciuta della violenza sulle donne.

Si tratta in gran parte di minori ma anche di adulti, che assistono o subiscono violenza e che

sono il motore della perpetuazione generazionale della violenza: i minori da grandi sceglieranno se

essere vittime o agire la violenza.

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Dai congressi

Questa, in estrema sintesi, la domanda che ha informato il VII Congresso nazionale della SIMET (So-cietà Italiana di Medicina Tropicale) tenutosi dal 28 al 30 novembre scorso a Torino e presieduto da Guido Calleri, Responsabile del Centro di Medicina dei Viaggi ASL TO 2 (organizzatore dell’evento), nell’ambito delle Malattie Infettive e Tropicali I, dirette da Pietro Caramello presso l’Ospedale Amedeo di Savoia.Nell’ambito del Convegno sono stati trattati argomenti di salute globale, diritto di accesso alla salute, salute del migrante, clinica ed epidemiologia delle malattie infettive e non-comunicabili, accesso alle terapie, salute pubblica, cooperazione sanitaria internazionale, medicina dei viaggi, in un approfon-dimento a 360°, finalizzato all’esigenza attuale di formazione in medicina tropicale per gli operatori sanitari, e di gestione della salute in ambito politico-sanitario, in linea con i cambiamenti in atto nella salute del terzo millennio.Nel nostro Paese, crocevia di flussi migratori e viaggi intercontinentali, emergono o riemergono ma-lattie infettive specifiche di aree tropicali, che si impiantano anche in aree temperate, favorite da fe-nomeni come i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Una nuova e particolare competenza oggi sembra emergere quindi come necessaria per gli operatori sanitari italiani: laspecializzazione in Medicina Tropicale, per ora appannaggio di solo poche decine di esperti in Italia.

LA MEDICINA TROPICALE E LA SIMET

La medicina tropicale, un tempo trattazione di patologie correlate solo a una specifica area geografica, oggi assume il significato di salute internazionale e viene intesa come un ponte che collega il Nord e il Sud del mondo, un ponte su cui si muovono viaggiatori, immigrati, cooperanti, organizzazioni internazionali, attività produttive, non solo in quanto veicoli e/o operatori di specifiche patologie, ma come interessati da problematiche sanitarie complesse: l’accesso alla salute, l’accesso ai farmaci, la sanità pubblica, il collegamento tra l’uomo, gli animali e l’ambiente.Medicina tropicale, Medicina delle migrazioni, Medicina dei viaggi e Sanità pubblica non sono più discipline distinte: sono diversi aspetti di fenomeni socio-sanitari trasversali nel mondo, in cui deter-minate malattie infettive risultano globalizzate a causa degli spostamenti e dei cambiamenti climatici.La SIMET, leader nella promozione della ricerca sulla malaria e sulle altre malattie tropicali e leader nel-la cooperazione sanitaria internazionale, aderente alla Federazione delle Società Europee di Medicina Tropicale e Salute Internazionale (FESTMIH), con cadenza triennale, ma per la prima volta a Torino, ha tenuto questo importante congresso nazionale, fondamentale momento di incontro e discussione sugli argomenti di medicina tropicale tra i professionisti del settore, medici, veterinari, epidemiologi, operatori di sanità pubblica e altre figure sanitarie, a livello sia nazionale sia internazionale.

IL CONVEGNO

“Il Convegno affronta i molteplici aspetti della salute ‘globale’ – ha spiegato Pietro Caramello, Diret-tore di Malattie Infettive e Tropicali I dell’Amedeo di Savoia – è infatti questo il punto di arrivo di una disciplina nata per lo studio delle malattie infettive tropicali. La medicina tropicale e delle migrazioni è ormai la disciplina che studia le malattie infettive e non, connesse all’indigenza, al disagio sociale, alle migrazioni, ai viaggi, riflettendo anche sugli aspetti non strettamente medici che influiscono sulle ma-lattie, come l’economia, la povertà, il clima, tutti elementi che rendono molte fasce della popolazione più esposte e suscettibili alle malattie, con minori possibilità di accesso alle cure”. “L’organizzazione del Congresso Nazionale della Società di Medicina Tropicale è per noi un onore – ha precisato Guido Calleri, Presidente del congresso e Responsabile del Centro di Medicina dei Viaggi ASL TO 2 - e costituisce una tappa importante del percorso che abbiamo iniziato nella nostra ASL da oltre quindici anni, con la creazione di un ambulatorio di Medicina dei Viaggi, di un sito internet specialistico e con l’organizzazione delle numerose edizioni del Congresso Regionale di Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni. Oggi sono proprio i fenomeni migratori a costituire la vera sfida in tema di

PIÙ MEDICINA TROPICALE PER L’ITALIA DI OGGI E DEL FUTURO?

Nicola FerraroSilvana PatritoUfficio Stampa ASL TO2

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controllo e cura delle malattie infettive, perché reintroducono patologie considerate debellate, anche in relazione a condizioni di vita precarie e cattiva nutrizione, e portano in evidenza malattie poco conosciute, o con presentazioni differenti rispetto a quelle tipiche e ben note della popo-lazione autoctona. Al tempo stesso si evidenzia anche il fenomeno degli immigrati che, per la lunga lontananza dal paese d’origine, perdono le protezioni immunitarie acquisite nel tempo verso patologie più classiche come la malaria”.“Inoltre nel nostro Pianeta, a causa della con-tinua accelerazione nella crescita della popo-lazione, nello sviluppo industriale e a causa dell’incremento della produzione di scorie, rifiuti e gas-serra, si stanno evidenziando mutazioni ambientali destinate a rendere il clima più caldo e la vita sempre più difficile – ha concluso il dott. Calleri – di qui la diffusione di patologie trasmis-sibili, precedentemente limitate ai paesi tropica-li, come Dengue o Chikungunya, l’aumento di patologie da calore in gruppi a maggior rischio come anziani e bambini, le mutazioni ambien-tali come la desertificazione e gli eventi estremi come inondazioni e uragani. Anche di questi fenomeni fanno le spese soprattutto i paesi del Sud del mondo, pur essendone responsabili in parte minima. I rischi di questa evoluzione sono concreti ed è necessario che l’economia, la politi-ca e la cultura occidentale riconoscano l’urgenza di confrontarsi con tali scenari”.

TORINO IN UN’ITALIA SEMPRE MENO PRO-VINCIALE

L’Italia per prima è interessata da malattie infetti-ve che, rare nel recente passato, oggi emergono o riemergono, e molte sono malattie di impor-tazione, o addirittura “dimenticate” perché non comunicabili, in quanto per lo più associate a condizioni di disagio sociale e povertà: con i mo-vimenti demografici degli ultimi dieci anni, nel nostro Paese ormai costantemente un 10% della popolazione risulta proveniente da altri Paesi o da altri Continenti e quasi sempre da aree ad alta endemia per le patologie trasmissibili.Proprio la ASL TO 2, non più di un anno fa, ha registrato un decesso per un raro caso di Morbo di Chagas, causato dal Tripanosoma Cruzi, pa-

PIÙ MEDICINA TROPICALE PER L’ITALIA DI OGGI E DEL FUTURO?

INFORMAZIONI HOTEL E TRANSFERLa sistemazione alberghiera e il transfer non sono compresi nella quota di iscrizione.

Hotel convenzionati con camere bloccate e tariffe dedicate:

ART HOTEL OLYMPICVia Verolengo, 19 - Torino (mail: [email protected] - tel. 011 39997)- Camera Dus € 80,00- Camera Matrimoniale € 100,00

NH AMBASCIATORICorso Vittorio Emanuele II, 104 - Torino (mail: [email protected] - Tel. 011 544978):- Camera singola € 70,00- Camera doppia ad uso singolo € 80,00- Camera doppia € 90,00

STARHOTEL MAJESTICCorso Vittorio Emanuele II, 54 - Torino (Tel. 011 539153):- Camera Dus Classic a partire da € 109,00- Camera Dus Superior a partire da € 129,00- Differenza doppia € 30,00 Le tariffe camere si intendo al giorno e includono la prima colazione. Imposta di soggiorno euro 3,20 per persona al giorno esclusa (max 4 pernottamenti consecutivi).Per prenotare contattare direttamente l’hotel come partecipante al 7° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Tropicale.

Agenzia viaggi convenzionata:

L'Arciere Viaggi S.A.S. C.so Raffaello 4 - TorinoTel. 011 6508265 - Fax 011 6698474Mail: [email protected] : www.larciereviaggi.comorari: lun-ven 9.15-12.30 15.00-19.00 / sab 9.15-12.30

PRESENTAZIONE DEI LAVORI

SEDE CONGRESSUALE

La Società Italiana di Medicina Tropicale (SIMET) è una società scientifica multidisciplinare che ha il mandato di promuovere la ricerca sulla malaria e le altre malattie tropicali e la cooperazione sanitaria internazionale. Aderisce alla Federazione delle Società Europee di Medicina Tropicale e Salute Internazionale (FESTMIH).Il Congresso Nazionale della SIMET si svolge ogni 3 anni, costituendosi come momento di incontro e discussione sugli argomenti di medicina tropicale, tra i professionisti del campo a livello nazionale ed internazionale.Medicina tropicale, salute internazionale, medicina delle migrazioni, medicina dei viaggi, e salute globale oggi non sono più discipline distinte ma diversi aspetti di fenomeni socio-sanitari che collegano come un ponte a doppio senso di marcia le popolazioni del nord e del sud del mondo. Questi fenomeni coinvolgono sia patologie infettive che non-comunicabili, per lo più associate con condizioni di disagio sociale e povertà, la cui “globalizzazione” è permessa dai viaggi, dalle migrazioni, dagli spostamenti di popolazione, ma oggi è facilitata anche da fenomeni climatici quali il riscaldamento globale: si rendono così adatti all'impianto di alcune malattie ambienti sempre più estesi, anche al di fuori dell'area tropicale, con scenari futuri del tutto incerti. E' per questo che il Congresso di Medicina Tropicale, una denominazione ormai “storica” ma che deve adattarsi al cambiamenti dinamici della salute nel terzo millennio, assume aspetti di transizione, come la SIMET stessa, dalla Medicina Tropicale alla Salute Internazionale.Durante il Convegno saranno trattati argomenti di salute globale, diritto di accesso alla salute, salute del migrante, clinica ed epidemiologia delle malattie infettive e non-comunicabili, accesso alle terapie, salute pubblica, cooperazione sanitaria internazionale, e medicina dei viaggi. In questa prospettiva oggi ogni operatore sanitario (dai medici, agli infermieri, ai veterinari, ai biologi, ai farmacisti, agli assistenti sanitari, cui l'incontro è indirizzato) deve avere competenze di medicina “tropicale” nel significato innovativo che queste Giornate vogliono dare alla disciplina.

Un freccia, quando lanciata, non torna indietro (proverbio Ugandese).

Il Congresso si svolgerà a Torino, presso il Centro Congressi del Santo Volto in via Borgaro 1.La sede congressuale può essere raggiunta:in auto

- Direzione Tangenziale Torino Nord: Da Raccordo Torino - Caselle, uscire a «Cenisia/Vallette/M. Campagna», imboccare corso Grosseto, proseguire su corso Potenza, svoltare in via Luini, procedere per via Borgaro.

- Direzione Tangenziale Torino Sud: Prendere l'uscita «Regina Margherita» direzione Torino-Ovest Centro, entrare in corso Regina Margherita, proseguire in corso Potenza, imboccare corso Toscana, procedere per via Borgaro.

con i mezzi pubblici- Metropolitana: linea 1: fermata «piazza Bernini» e proseguire in tram- Tram: n° 3 e 9 (fermata: «Piero Della Francesca»)- Bus Gtt: n° 3990 da e per Venaria Reale (fermata: 3408)

CREDITI ECM E DESTINATARI

MODALITÁ DI ISCRIZIONE

MODALITÁ DI PAGAMENTO

SESSIONE POSTER/COMUNICAZIONI

Il Provider HealthData Consulting srl (no. 546) ha assegnato al Corso 10 crediti formativi. Il convegno è rivolto complessivamente 400 partecipanti di tutte le professioni sanitarie.L'assegnazione dei crediti formativi è subordinata alla partecipazione effettiva all'intero programma, alla verifica dell'apprendimento e alla corrispondenza tra professione del partecipante e professione cui l'evento è rivolto.

Si prega di comunicare alla Segreteria Organizzativa, entro il 20 novembre 2013la propria iscrizione registrandosi online sul sito (o sul sito ) e inviando via mail o fax la ricevuta di pagamento.Le iscrizioni pervenute senza il pagamento non saranno ritenute valide.Eventuali cancellazioni dovranno pervenire a HealthData Consulting entro il 25 ottobre 2013. Nessun rimborso verrà effettuato per le cancellazioni che perverranno dopo tale data.

Il pagamento potrà essere effettuato tramite bonifico su conto corrente bancario intestato a HealthData Consulting S.r.l.:UBI BANCA FILIALE TO C.SO FRANCIAIBAN IT 28 P 06906 01016 000000000309Causale:"Cognome"- SIMET 2013

È aperta la sottomissione di Abstracts per posters o comunicazioni orali inerenti la Medicina Tropicale, la Medicina dei Viaggi, la Medicina delle Migrazioni.Gli Abstracts con i contributi scientifici dovranno essere formulati secondo quanto riportato nel modulo "Istruzioni Abstracts" (disponibile online sul sito

e inviati entro il 15 ottobre 2013 all’indirizzo mail

,

www.simet2013torino.org

www.hdcons.it

www.simet2013torino.org)[email protected]

Professione partecipanteIscrizione

IVA inclusa

Tariffa per Enti Pubblici con esenzione IVA a i s ens i del l ’Art.10, DPR 633/72, in cas o di

fa tturazione ad Enti Pubbl ici

Medici, Biologi, Farmacisti e Veterinari € 90,00 € 74,38

Soci SIMET (richiesto codice d'iscrizione) € 45,00 € 37,19

Tutte le altre professioni e Specializzandi € 45,00 € 37,19

Studenti (richiesto attestato di frequenza) € 30,00 € 24,79

Professione partecipanteIscrizione

IVA inclusa

Tariffa per Enti Pubblici con esenzione IVA a i s ens i del l ’Art.10, DPR 633/72, in cas o di

fa tturazione ad Enti Pubbl ici

Medici, Biologi, Farmacisti e Veterinari € 120,00 € 99,17

Soci SIMET (richiesto codice d'iscrizione) € 60,00 € 49,59

Tutte le altre professioni e Specializzandi € 60,00 € 49,59

Studenti (richiesto attestato di frequenza) € 40,00 € 33,06

QUOTE DI ISCRIZIONE - prima del 15 ottobre 2013

QUOTE DI ISCRIZIONE - dopo il 15 ottobre 2013

28-29-30 novembre 2013

Centro Congressi del Santo VoltoVia Borgaro 1 - TORINO

7° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Tropicale

Con il patrocinio di

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APRILE 201448

Dai congressi

rassita tipico del Centro-Sudamerica, prevalentemente di Bolivia e Brasile, e ha attivato tutte le proce-dure per la cura dei congiunti nel Paese di provenienza. E’ stata una tragedia che ha evidenziato come l’aumento dei flussi migratori debba richiamare l’attenzione delle Autorità Sanitarie su malattie come questa, come la Cisticercosi, la Schistosomiasi, le infezioni da Strongiloides, oppure da “Virus Sin Nombre”, della famiglia degli Hantavirus, responsabile sempre lo scorso anno del focolaio epidemico nel Parco di Yosemite in California, o da “Virus West Nile” che tanta preoccupazione ha destato in Veneto sul finire dell’estate 2013, con alcuni casi di malattia grave, neuro-invasiva.“Si tratta di malattie esotiche e della povertà, endemiche in molte aree di partenza dei flussi migra-tori ma che ora devono essere monitorate anche in Italia, presso ospedali specializzati, con centri e laboratori debitamente attrezzati – commenta il Direttore Generale ASL TO 2 Maurizio Dall’Acqua – l’organizzazione a Torino di questo congresso è un grande riconoscimento per il Centro affidato al dott. Guido Calleri, un servizio di eccellenza della nostra ASL, di riferimento regionale per la Medicina dei Viaggi, ed è un riconoscimento per tutto l’ospedale Amedeo di Savoia, di riferimento in Piemonte per le malattie infettive, nonché il più attrezzato Presidio Ospedaliero in materia, dotato dell’unico laboratorio di Microbiologia e Virologia in grado di effettuare, nella Regione Piemonte, test molecolari e sierologici per patologie infettive di importazione”. ¢

CENTRO DI MEDICINA DEI VIAGGI AMEDEO DI SAVOIA(Responsabile Dott. Guido Calleri)(Presso Malattie Infettive e Tropicali I, Direttore Dott. Pietro Caramello)

Il Centro svolge attività ambulatoriale di consulenza pre-viaggio per i viaggiatori internazionali, con somministra-zione di vaccini specifici, e di consulenza post-viaggio per i problemi di salute verificatisi durante o a seguito del soggiorno all’estero. Nel primo semestre 2013 ha eseguito 415 consulenze pre-viaggio e somministrato 1.135 dosi di vaccino, incluso il vaccino per la febbre gialla. Ha inoltre eseguito 136 visite post-viaggio, prevalentemente per mala-ria, gastroenterite, lesioni e infezioni cutanee, febbri di varia origine.Fornisce anche informazioni telefoniche e via mail sia a utenti sia a operatori del settore e cura un sito web spe-cifico, www.ilgirodelmondo.it”. Il Centro è in contatto e in collaborazione con i maggiori centri di medicina dei viaggi europei della Rete TropNet, con cui svolge attività di ricerca clinica ed epidemiologica a livello internazionale, ed è attivo nell’ambito della Società di Medicina Tropicale (SIMET) con la partecipazione alla stesura di protocolli e linee guida rico-nosciuti a livello nazionale.A livello locale collabora con la rete dei centri del Piemonte e svolge attività didattica in numerosi ambiti come scuole, università, organizzazioni internazionali, corsi di formazio-ne e convegni.

AMBULATORIO MI.SA. (MIgrazione SAlute) AMEDEO DI SAVOIA(Responsabile Dott.ssa Margherita Busso)(Presso Malattie Infettive e Tropicali I, Direttore Dott. Pietro Caramello)

L’Ambulatorio Migrazione Salute (MI.SA) ASL TO 2 opera in due sedi, una all’Amedeo di Savoia e una al SERMIG, svolgendo sia attività di cura sia di prevenzione delle ma-lattie infettive nella popolazione immigrata, prevalentemen-te nell’ambito di tubercolosi, HIV, infezioni a trasmissione sessuale, epatiti virali, parassitosi e altri problemi infettivi.Nel primo semestre 2013 il Centro ha seguito oltre 300 pazienti, provenienti soprattutto da Africa Sub Sahariana, Nordafrica ed Est Europa, equamente distribuiti tra uomini e donne, di età media 29 anni. Nello stesso periodo sono sta-te effettuate circa 1000 visite infettivologiche, soprattutto per infezione da HIV, TB e Malattie Sessualmente Trasmesse.Il Centro, oltre all’attività clinico – diagnostica, svolge anche counselling/educazione sanitaria su test HIV, riduzione del rischio, aderenza a terapia antiretrovirale e antitubercolare e prevenzione in generale; incontri di formazione per vo-lontari attivi all’interno dell’ospedale, sostegno al progetto “Test rapido HIV”.

CENTRI SPECIALISTICI ASL TO2 DIMEDICINA DEI VIAGGI E DELLE MIGRAZIONI

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MARZO 2014 49

PRESENTAZIONE DEL CORSO FAD

Il corso "Governo Clinico” è rivolto a tutti i medici e odontoiatri, è del tutto gratuito ed eroga 20 crediti ECM.È disponibile in modalità online e formato cartaceo con scadenza 14 giugno 2014

La C.G. Edizioni Medico Scientifiche di Torino, partner FNOMCeO per queste iniziative, spedirà gratuitamente all’indirizzo indicato la/e copia/e richiesta/e contattando direttamente la Federazione Nazionale Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) al n. 06/6841121 (centralino automatico – 16 linee s.p. – costo di una chiamata nazionale, da rete fissa e mobile, in base alla propria tariffa contrattuale) identificando:• il proprio Numero di iscrizione all’Albo Professionale• il cap postale (distrettuale) della Provincia al cui Ordine si è iscritti.

Il servizio di HELP DESK, erogato direttamente da

FNOMCeO(sede Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino)

è attivo dal Lunedì al Venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00tel. 011/5815110 - e-mail: [email protected]

GOVERNO CLINICOINNOVAZIONI, MONITORAGGIO,

PERFORMANCE CLINICHE, FORMAZIONE

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50 APRILE 2014

Dai congressi

MALATTIA, SPIRITUALITÀ E SANITÀ: IL PROGETTO “STANZE DEL SILENZIO”

Dall’assistenza spirituale alla donazione degli organi, dai servizi di ristora-zione all’Emergenza, comunità religiose e culturali si rivolgono al Servizio Sanitario. In questo convegno si è discusso proprio di questo e di come il Servizio sanitario regionale intende rispondere alle nuove esigenze imposte dai cambiamenti culturali che contraddistinguono la nostra epoca. La Stanza del Silenzio dell’ospedale Molinette, progettata e realizzata nel 2009, con la collaborazione del Comitato Interfedi della Città di Torino, è stata la prima in un ospedale italiano ed è luogo di meditazione e preghiera aperto a fedeli di ogni culto e provenienza. All’inizio dello scorso anno è stato sottoscritto un contratto di ricerca con il Dipartimento di Architettura e Design (D.A.D.) del Politecnico di Torino re-lativo allo sviluppo del Progetto “Stanze del Silenzio”. Il responsabile scien-tifico professoressa Anna Martina ha presentato in anteprima il Progetto durante il Convegno. Il Progetto si inserisce nei percorsi progettuali deline-ati nel Master Plan della futura Città della Salute e della Scienza di Torino. In particolare si qualifica come approfondimento specifico dei temi relativi al rapporto ed alle modalità di interazione tra “funzioni e luoghi di cura” e “funzioni e luoghi di culto”, in riferimento ad un contesto ospedaliero caratterizzato sia da una grande complessità di prestazioni e relazioni, sia da un’elevata eterogeneità dell’utenza sotto gli aspetti anagrafici, sociali e culturali. La finalità pertanto è quella di definire criteri e linee di indirizzo per l’individuazione, l’articolazione e la progettazione di possibili ed idonei percorsi per la “cura dello spirito” nell’ambito della progettualità relativa alla futura Città della Salute. Particolare interesse è stato avanzato dall’Ufficio Diocesano Pastorale della Salute, che ha colto nella progettualità in atto l’opportunità per individuare i riferimenti ed i criteri per la realizzazione nella Città per la “cura dello spirito” sulla base dell’individuazione e considerazione dei diversi culti. ¢

SPIRITUALITÀ E MALATTIA: IL PROGETTO “STANZE DEL SILENZIO”

Nicola Ferraro Pierpaolo BerraUfficio Stampa Città della Salute e della Scienza di Torino

Il 3 dicembre scorso nell’Aula Magna A.M. Dogliotti del Centro Congressi

“Molinette Incontra” dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria San

Giovanni Battista – Molinette di Torino si è tenuto il Convegno “Anima

valens in corpore aegro – Città della Salute e della Scienza di Torino:

soluzioni architettoniche e percorsi di cura”, organizzato dall’Azienda

Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, dalla Diocesi di Torino e dal Politecnico di Torino.

Il titolo dell’evento che si potrebbe tradurre come anima in salute in un corpo malato, si riferisce

in modo esplicito alla dimensione spirituale che accompagna lo

stato di malattia: una dimensione “sanitaria” che sottolinea l’impatto del crescente pluralismo religioso su istituzioni e spazi sociali e che

rende gli ospedali anche un luogo di negoziazione sociale e culturale, dove costruire riconoscimento, dialogo ed

interazione.

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APRILE 2014 51

SPIRITUALITÀ E MALATTIA: IL PROGETTO “STANZE DEL SILENZIO”

Programma 8.30 Registrazione partecipanti 9.00 Saluto Autorità - A. L. Del Favero, Direttore Generale AO Città della Salute e della Scienza di Torino - C. Nosiglia, Arcivescovo di Torino - E. Tisi, Vice-Sindaco Città di Torino - M. Gilli, Magnifico Rettore Politecnico di Torino - E. Ghigo, Direttore Scuola di Medicina Università degli Studi di Torino

Moderatori: M. Lombardo, Direttore Servizi di integrazione territoriale M. G. Martinengo, giornalista de La Stampa Torino 9.15 Riflessioni introduttive - C. Nosiglia 9.30 Città della Salute e della Scienza: lo stato dell’arte - A. L. Del Favero 10.00 Dalle sale del silenzio ai percorsi dello spirito in ambito ospedaliero: il Progetto - Anna Marotta, Professore Ordinario DAD 10.30 Percorsi di cura dello spirito: religioni in dialogo - Don Brunetti, Direttore Ufficio Diocesano Pastorale della Salute

11.50 Coffee break

11.10 Ricerca, Formazione e Cura - G. Palestro, Preside emerito Scuola di Medicina Università degli studi di Torino, Presidente del Centro Cattolico di Bioetica - Arcidiocesi di Torino 11.30 Esigenze relazionali in ospedale - R. Arione, Direttore Direzione Sanitaria Presidi Molinette/SGAS 11.50 Esperienze in Oncologia - M. Airoldi, Direttore S.C. Oncologia Medica 2 12.10 Progetto Religioni San Giovanni Battista di Torino - L. Di Marco, Direttore Ufficio Relazioni con il Pubblico AO Città della Salute e della Scienza di Torino 12.20 Le esigenze del paziente - M. A. Schirru, Presidente Collegio IPASVI di Torino 12.40 Il ruolo del volontariato - M. T. Emanuel, Consigliere di Direzione AVO Piemonte

13.00 Pausa

14.00 Tavola rotonda: modera S. Dacquino, S.C. Medicina Interna 3 U Nuove progettualità dei luoghi di Cura - Esperienze a confronto Intervengono: - La spiritualità nei reparti di degenza - Don Alessio, Cappellania ospedaliera - Esigenze e progetti futuri - R. Cerri, S.C. U.R.P. AO Città della Salute e della Scienza di Torino - Esigenze formative dei mediatori socio-culturali - M. Grosso, S.C. U.R.P. AO Città della Salute e della Scienza di Torino - Mediatori socio-culturali: stato dell’arte - M.G. Zen, S.C. U.R.P. AO Città della Salute e della Scienza di Torino - Testimonianze sul campo - I. Dibra, Mediatrice socio-culturale 16.30 Conclusione 17.00 Valutazione ECM

Aula Magna A.M. Dogliotti Presidio Molinette

Corso Bramante 88/90 Torino

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Comitato Scientifico: Lia Di Marco Don Brunetti Mario Lombardo Anna Marotta Corso accreditato su Sistema ECM Regione Piemonte COD 15439 Crediti calcolati: 4 Iscrizioni:www.ecmpiemonte.itInfo:URP A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino - Presidio Molinette tel. 011.6334731

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rubricheI servizi dell’Ordine

CASELLE PECL’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino ha deliberato di rinnovare la convenzione con POSTECOM per la gestione delle caselle di Posta Elettronica Certificata (PEC), attivate nel 2010.

Il rinnovo della convenzione prevede le stesse modalità di adesione precedentemente adottate e cioè il pagamento a carico di questo Ordine provinciale delle caselle attivate da par te degli iscritti.

PER INFORMAZIONI: telefonare allo 011.5815108 oppure inviare mail a [email protected]

PORTALE WEB

www.torinomedica.com

Il portale d’informazione indipendente e senza pubblicità dell’OMCEO della provincia di Torino.

Oltre a notizie e articoli su sanità, salute, farmaci...dall’Italia e dal mondo, potrete vedere filmati,interviste, serivzi, inchieste, quando lo desiderate voi.

Non tutte le notizie, ma notizie per tutti!

ATTRIBUZIONE CODICE PIN Per la compilazione del certificato di malattia on line.

Continua il servizio, attivato dall’Ordine, per l’attribuzione del codice PINa favore dei medici liberi professionisti (non dipendenti e non convenzionati) per la compilazione della certificazione di malattia on line.

Per attivare la procedura di attribuzione, telefonare alla Segreteria Amministrativa allo 011.5815111

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www.torinomedica.comCultura per la salute e le più importanti notizie di aggiornamento medico-scientifico con accesso diretto alle fonti

www.videomedica.org

www.omceotorinoservizi.com

La nostra rivista audiovisiva con servizi,inchieste e interviste

www.omceo.to.itTutto ciò che occorre sapere sull’Ordinead iniziare dall’Albo degli iscritti

Il portale dedicato alle Associazioni riconosciutedall’Ordine ed ai servizi erogati

NewsletterIscrivetevi da torinomedica.comper riceverla gratuitamente sulla vostra mail

www.facebook.com/omceo

WEB area

MARZO 2014 53

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54 MARZO 2014

Agli iscritti

La “Federazione Sanitari Pensionati e Vedove” si occupa

della risoluzione dei problemi economico-

sociali dei medici, farmacisti, veterinari

che godono di una pensione e dei loro

famigliari.Per maggiori

informazioni o per accedere ai

servizi dell’Ente, si può telefonare

alla signora Teresa Gariglio, 333/8440475,

Presidente provinciale

dell’Ente, o al dott. Giorgio Cappitelli,

348/6703250, Presidente regionale.

(RTM)

COMUNICAZIONE ORARIO UFFICI

Lunedì 8.30-13.30 14.00-17.30Martedì 8.30-13.30 14.00-17.30Mercoledì 8.30-13.30 14.00-17.30Giovedì 8.30-13.30 14.00-17.30Venerdì 8.30-13.30 14.00-17.30

Si comunica anche che l’Ufficio Previdenza (pratiche Enpam), per motivi organizzativi, osserva il seguente orario:

Lunedì 8.30-13.30 Martedì 8.30-13.30 Mercoledì 8.30-13.30 Giovedì 8.30-12.30 Venerdì 8.30-12.30

IL SEGRETARIO DELL’ORDINE

Ivana Garione

Per comunicare un cambio di indirizzo

Si chiarisce agli iscritti che la procedura corretta per la segnalazione all’Ordine di un cambio di residenza o di indirizzo prevede obbligatoriamente la compilazione dell’apposito modulo scari-cabile all’indirizzo:www.omceo.to.it à contatti à modulistica à modulo variazione indirizzo

Questo modulo deve essere inviato via mail all’indirizzo [email protected]

o inviato tramite fax al numero 011505323

Inoltre si pregano gli iscritti di segnalare alla segreteria amministrativa eventuali disguidi di spe-dizione della rivista Torino Medica.

La Redazione di Torino Medica (RTM)

AVVISO AI MEDICI IN POSSESSO DI DIPLOMA DI FORMAZIONE SPECIFICA IN MEDICINA GENERALE

I Medici che hanno conseguito il diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale possono darne comunicazione alla segreteria dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino: il titolo sarà inserito nell’Albo dei Medici Chirurghi analogamente a quanto avviene per i titoli di Specializzazione. L’attestato potrà essere inviato anche via mail al seguente indirizzo:[email protected] o via fax al numero: 011/505323.

Il Segretario OMCeO Dr.ssa Ivana Garione

rubricheI servizi dell’Ordine

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MARZO 2014 55

AVVISO DI SELEZIONE PER TUTOR VALUTATORI PER LO SVOLGIMENTO DELLA PROVA PRATICA DEI LAUREATI CANDIDATI ALL’ESAME DI STATO ABILITANTE

ALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI MEDICO-CHIRURGO

L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Torino ha sottoscritto una Convenzione con l’Universi-tà di Torino per gli adempimenti previsti dal Regolamento concernente gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo modificato con decreto n. 445 del 19 ottobre 2001 e pubblicato sulla G.U. n. 299 del 27 dicembre 2001 e reso applicativo dall’Ordinanza ministeriale del 23 febbraio 2004.Le sopra citate norme prevedono che l’esame di Stato di abilitazione alla professione consista in una prova pratica e in una prova scritta. Alla prova scritta si accede solo dopo il superamento di una prova pratica a carattere continuativo con-sistente in una prova clinica pratica della durata complessiva di tre mesi articolati in un mese svolto presso un reparto di medicina, un mese presso un reparto di chirurgia e per un mese presso un medico di medicina generale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale e realizzati, dopo il conseguimento della laurea (art. 1 DM 19.10.2001, n. 445).In forza alla Convenzione con l’Università, il Consiglio Direttivo dell’Ordine è tenuto a predisporre un elenco di medici operanti in qualità di dirigente medico in reparti di medicina generale, medicina d’urgenza o geriatria, medici operanti in qualità di dirigente medico in reparti di chirurgia generale, chirurgia d’urgenza, ortopedia, otorinolaringoiatria, urologia o ginecologia e medici di medicina generale convenzionati con il SSN, che possano dichiarare, sotto la propria responsa-bilità, di possedere i requisiti minimi di seguito elencati per ciascuna categoria.

Medici operanti in qualità di dirigente medico in reparto di medicina generale e chirurgia generale1. essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino2. assenza di provvedimenti disciplinari sanzionati con provvedimento definitivo di sospensione dall’esercizio della profes-

sione nei dodici mesi precedenti3. possedere almeno cinque anni di anzianità di servizio in un reparto ospedaliero o universitario di medicina o chirurgia 4. svolgere normalmente sia attività di reparto che ambulatoriale5. avere congrua disponibilità di tempo per tale impegno6. impegnarsi a frequentare il corso di formazione previsto

Medici di medicina generale convenzionati con il SSN1. essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino2. assenza di provvedimenti disciplinari sanzionati con provvedimento definitivo di sospensione dall’esercizio della profes-

sione nei dodici mesi precedenti3. possedere almeno dieci anni di anzianità di convenzione per la Medicina Generale con il SSN4. avere in carico al momento della domanda un numero di scelte superiore a 7505. disporre di un sistema informativo adeguato6. avere congrua disponibilità di tempo per tale impegno7. impegnarsi a frequentare il corso di formazione previsto

L’elenco così costituito, formato da tutti gli aspiranti alla attività di Tutore in possesso dei requisiti minimi, verrà sottoposto alla Commissione Paritetica composta dai membri dell’Università e dell’Ordine per l’individuazione dei Tutori.La Commissione Paritetica Ordine-Università, preso atto dell’elenco dei Medici che sono in possesso dei requisiti minimi, dovrà procedere alla formazione di un elenco che verrà trasmesso alla Regione (combinato art.1, comma 2 Tirocinio, DM n. 445 del 19 ottobre 2001 e art. 27, comma 3, DL n. 368 del 17 agosto 1999)

Per la validità della domanda farà fede la data di protocollo della stessa, che può essere inoltrata o per lettera raccoman-data (C.so Francia 8 - cap.10143) o per raccomandata a mano direttamente agli uffici dell’Ordine o per fax al numero 011- 505323 o per e-mail [email protected] candidato dovrà consegnare la domanda, come da modelli allegati, attestante il possesso dei requisiti minimi.

Torino, 8/7/2013

Il Presidente dell’Omceo della provincia di TorinoDr. Amedeo Bianco

I modelli per le domande sono scaricabili dal sito www.omceo.to.it

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56 APRILE 2014

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MARZO 2014 57

rubricheComunicati

PROGRAMMA NAZIONALE ESITINUOVO CORSO ECM AGENAS/FNOMCEO

Dal 23 settembre 2013, e lo sarà fino al 1° settembre 2014, è attivo il corso on line ECM sul Programma Nazionale Esiti (PNE) realizzato da Agenas e FNOMCeO con il coinvolgimento della Federazione IPASVI.

Per accedere al corso è necessario connettersi alla Homepage del sito web del Programma Nazio-nale Esiti (PNE) tramite link presenti sui siti internet di Agenas, FNOMCeO, Ministero della Salute, IPASVI.

Attraverso le attività di PNE, il Ministero della Salute si avvale di AGENAS per lo svolgimento delle funzioni di valutazione dei risultati (outcomes) delle prestazioni assistenziali e delle procedure medico-chirurgiche nell’ambito del Servizio sanitario nazionale.

Obiettivi del corso sono la diffusione delle competenze necessarie a una corretta lettura e inter-pretazione dei contenuti di PNE, attraverso l’apprendimento di alcuni fondamenti di metodologia epidemiologica applicata alla valutazione comparativa di esito.

Crediti: il corso, del tutto gratuito, eroga 12 crediti ECM (Codice ECM 69597). L’attestazione dei crediti, una volta superato il corso, è disponibile nella “Situazione crediti” in alto a destra, appena entrati sulla piattaforma.Le professioni accreditate sono: medico, odontoiatra, infermiere, infermiere pediatrico, as-sistente sanitario.

Accesso: a chi si è registrato per i precedenti corsi ricordiamo che è necessario passare dal sito FNOMCEO o IPASVI per accedere ai corsi. È necessario passare dal sito della propria Federazione per il controllo ogni anno.

ATTENZIONE: Il sistema è basato su sessioni di lavoro; qualora si rimanga inattivi per più di 20 minuti la sessione scade e si deve quindi effettuare nuovamente l’accesso con ID e PIN.

COMUNICAZIONI SU CORSI FAD DELLA FNOMCeO

CORSO FAD APPROPRIATEZZA 2013 - 2014 N° EVENTO 2603 - 79138

Si comunica che la validità del corso è stata prorogata fino al 18/11/2014 (salvo diverse disposi-zioni che saranno comunicate).Si ricorda che questo corso ECM può essere seguito soltanto in modalità on line.

Il servizio HELP DESK, erogato direttamente da FNOMCeO (sede Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino) è attivo dal Lunedì al Venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 tel. 011/5815110 - e-mail: [email protected] ricorda che è necessario passare dal sito FNOMCEO www.fnomceo.it o IPASVI www.ipasvi.it per accedere al corso.

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58 APRILE 2014

rubricheCorsi e congressi in pillole

quando

Sabato 10 maggio 2014. Ore 8 – 14 dove

TORINO - Centro Congressi “Santo Volto”Via Nole ang.Via Borgaro

“…AL FEMMINILE”DONNA E SOCIETÀ: IERI, OGGI, DOMANI

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quando Sabato 10 Maggio 2014

dove

TORINO - Ordine dei Medici di Torino, Villa Raby - Corso Francia 8

BISOGNI ASSISTENZIALI E SOSTENIBILITÀ NELLE MALATTIE RARE Evento ECM n.800-88186, con 6,8 crediti, promosso dalla Commissione OMCeO-Torino Malattie Rare

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quando

8-10 maggio 2014dove

TORINO - Centro Congressi Torino Incontra Via Nino Costa 8

63° CONVEGNO SUNISOCIETÀ DEGLI UROLOGI DEL NORD ITALIA

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quando

Martedì 13 maggio 2014. Ore 21dove

TORINO - Accademia di Medicina di TorinoVia Po 18

IMPLICAZIONI CLINICHE DI UN APPROCCIO FARMACO-GENETICO ALLA TERAPIA CON MITOTANE IN PAZIENTI AFFETTI DA CARCINOMA SURRENALICO Vittoria BASILE (Menzione d’Onore 2013)

INCIDENTALOMA SURRENALICO:UNA MALATTIA DELLA TECNOLOGIA MODERNARelatore: Massimo TERZOLOPresentato dal Socio: Alberto ANGELI

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quando

15 maggio 2014dove

TORINO - Centro Congressi Lingotto - Via Nizza 280

EROS E PSICHE NELLA DONNA: LE DIVERSE SFUMATURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA

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Vengono qui pubblicate GRATUITAMENTE, di ogni congresso approvato dalla redazione: - data del convegno - titolo del convegno - luogo del convegno. Gli eventi di cui si dà notizia sono, come sempre, quelli che si tengono dal mese successivo a quello del numero pubblicato.

quando

17 e 18 maggio 2014dove

TORINO - Cooperativa Sociale Isoinsieme Centro Musicoterapia Benenzon Italia® - Via Piazzi, 41

SEMINARIO DI PERCUSSIONIIL GRUPPO COME RISORSACondotto da Giorgio Borghini

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quando

18-20 maggio 2014dove

TORINO - Starhotels Majestic Corso Vittorio Emanuele II 54

L’AGORÀ PENITENZIARIA 2014XV CONGRESSO NAZIONALE SIMSPe-ONLUS“Dalla teoria alla pratica: protocolli operativi in ambito penitenziario”S.I.M.S.Pe. – onlus Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria

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CORSI ECM DELL’OMCeO DI TORINOI corsi, che annunciamo soltanto come titolo, sono in corso di defi-nizione conclusiva di programma mentre stiamo elaborando questo numero di TORINO MEDICA.Preferiamo quindi non fornire altre informazioni che potrebbero ri-velarsi non corrispondenti ad una realtà che ancora non conosciamo.Ci sembra utile tuttavia dare informazioni sugli argomenti che l’OMCeO di Torino sta elaborando da un punto di vista formativo.L’aggiornamento tempestivo del programma di ciascun evento for-mativo e del relativo numero di crediti assegnato, oltre alla scheda d’iscrizione, sono però scaricabili in Rete sia dal sito istituzionale

www.omceo.to.it (sezione corsi ECM) sia dal Portale di informazione e aggiornamento medico-scientifico e culturale www.torinomedica.com. (homepage, in alto a destra).Ecco le date e i titoli dei prossimi eventi che si terranno tutti pres-so la sede dell’Ordine, Villa Raby, C.so Francia 8 a Torino:

u 24 maggio "Aver cura di chi cura : Misurare il burn-out" u 30 maggio Tavola Rotonda - MEDICINA E REALTÀ: lingua, filo-sofia, oncologia

u 30 maggio Precarietà e Salute: per un approccio multiprofessio-nale

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APRILE 2014 59

quando

24- 25 maggio 2014 dove

TORINO - NH Hotel AMBASCIATORI C.so Vittorio Emanuele II 104

TERAPIE PER LA MENOPAUSAResponsabile scientifico: Prof. Carlo Campagnoli

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quando

6 giugno 2014. Ore 21 dove

TORINO - Accademia di Medicina di TorinoVia Po 18

VALUTAZIONE ECORADIOGRAFICA DELLA RISPOSTA CARDIOCIRCOLATORIA ALLO SFORZO NEI PAZIENTI AFFETTI DA SCLEROSI SISTEMICAMatteo BIANCO (Premio Arneodo 2013)

LA MEDICINA DEL LAVORO DI FRONTE ALLA GLOBALIZZAZIONE DELLE CONOSCENZE E DEL MERCATORelatori: Enrico PIRA, Dario ARRIGOTTIPresentati dal Socio: Alessandro COMANDONE

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quando 24 maggio 2014

dove

TORINO - Sala Convegni della Clinica Santa Caterina da Siena - Via Villa della Regina 19

APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE NELLA PRATICA CLINICA IN MENOPAUSADirettore del Convegno: Prof. K. Tavassoli

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quando 6 giugno 2014

dove

TORINO - Museo dell’AutomobileC.so Unità d’Italia 40

CONVEGNO ADI TORINO 2014INVECCHIAMENTO E NUTRIZIONE: AGGIORNAMENTI

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quando 10 giugno 2014

dove

TORINO - Ospedale San Giovanni Antica Sede, Sala Infernotti - Via Cavour 31, Torino

LA FRAGILITÀ DELLA FAMIGLIAu

quando 20 giugno 2014. Ore 21

dove

TORINO - Accademia di Medicina di TorinoVia Po 18

COMMEMORAZIONE DEL PROF. LUIGI SANTOROdi Mario PIPPIONE

I MITOCONDRI NELLA VITA E NELLA MORTE DELLE CELLULERelatore: Rosario RIZZUTO (Padova)

Presentato dal Socio: Giuseppe POLI

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quando 21 e 22 giugno 2014

dove

TORINO - Cooperativa Sociale IsoinsiemeCentro Musicoterapia Benenzon Italia®

Via Piazzi, 41

Seminario di DANZATERAPIA“Danzare le origini”Condotto dal Dott. Vincenzo Bellia

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quando

23 maggio 2014. Ore 21dove

TORINO - Accademia di Medicina di TorinoVia Po 18

LA TERAPIA DELL’EPATITE C; FINALMENTE RISOLUTIVA, MA QUANDO E PER CHI?Relatori: Mario RIZZETTO, Alessia CIANCIO

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quando

30, 31 maggio e 1 giugno 2014dove

TORINO - Cooperativa Sociale IsoinsiemeCentro Musicoterapia Benenzon Italia®

Via Piazzi 41

CORSO DI 2° LIVELLO DI MUSICOTERAPIA DIDATTICA Tenuto da Prof.ssa Cinzia Manfredi

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quando

19-20 maggio 2014dove

TORINO - Auditorium Banca Popolare di Novara, Piazza San Carlo 196

“CVC & FAV RESCUE”u

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Torino 17 e 18 Giugno 2014

Presidio Ospedaliero “S. Anna” Via Ventimiglia, 3

2° CORSO DI CHIRURGIA VAGINALE:

ISTEROPESSI E COLPOPESSI AL LEGAMENTO SACROSPINOSO

Presidenti del Corso: Prof.ssa Tullia Todros, Dott. Gianluca Gregori

Direttori del Corso: Dott. Paolo Petruzzelli, Dott. Paolo Cortese

Docenti: Prof. G. Menato, Dott. G. Gregori, Dott. P. Cortese, Dott.ssa L. Squintone, Dott. L. Chiarolini, Dott. P. Petruzzelli, Dott.ssa M. Chiadò

Il programma del Corso si articola in due giorni: • martedì 17 giugno 2014 dalle ore 15.00 alle ore

19.00 è prevista la parte teorica, • mercoledì 18 giugno 2014 dalle ore 08.00 alle

ore 14.00 “live surgery” in sala operatoria

DURATA DEL CORSODieci ore complessive.

SEDE DEL CORSO Per la parte teorica è l’Aula “Delle Piane”, situata al piano terra del Dipartimento Universitario, in Via Ventimiglia 3.

OBIETTIVO DEL CORSOFar acquisire ai ginecologi maggior dimestichezza con una tecnica chirurgica per la risoluzione del prolasso genitale femminile che è destinata ad essere sempre più impiegata, anche in considerazione della nota allerta della FDA (2011) che sconsiglia l’utilizzo delle “mesh” sintetiche per via vaginale. La conservazione dell’utero ha l’obiettivo di ridurre ul-teriormente l’invasività dell’intervento (con maggiore accettabilità da parte delle pazienti), di preservare l’integrità anatomo-funzionale pelvi-perineale e di ridurre il tasso di recidive.

PROGRAMMA

MARTEDI 17 GIUGNO, ore 15-19 Parte Teorica Aula “Delle Piane” Moderatore: Dott. L. Squintone

15.00 Presentazione del corso T. Todros, G. Gregori15.30 Sospensione al sacrospinoso: indicazione e limiti G. Menato 16.00 Anatomia chirurgica e strumentazione P. Cortese16.30 Complicanze G. Gregori17.00 L’incontinenza urinaria da sforzo associata al prolasso L. Chiarolini17.30 Vantaggi dell’intervento conservativo (tips

INFORMAZIONE IMPORTANTECari lettori,molti iscritti certamente sanno che questa ri-vista da anni non rappresenta un peso per il bilancio del nostro Ordine in quanto i costi più onerosi di composizione, stampa e spe-dizione sono sostenuti direttamente dalla so-cietà editoriale SGI (Società Generale dell’Im-magine).Infatti la raccolta delle inserzioni pubblicitarie ha consentito fin ora alla SGI di sostenere tali costi. La crisi economica che ha colpito tutti i settori e che tutti viviamo in prima persona ha deter-minato però uno squilibrio in questo bilancio di entrate-uscite: infatti, a fronte dell’aumen-to dei costi di carta, stampa e spedizione si è verificata una diminuzione della raccolta delle inserzioni pubblicitarie.In queste condizioni non sarebbe pertanto possibile, per Torino Medica, proseguire la pubblicazione e la propria missione istituzio-nale a costo zero come da noi desiderato.Tra le tante soluzioni possibili, quella meno gravosa e più praticabile è apparsa la riduzio-ne del numero di pagine della rivista, realizza-ta pur senza rinunciare ai contenuti.Ma ciò purtroppo non è sufficiente. Pertanto d’accordo con l’editore, dal numero di ottobre 2012 della rivista, gli annunci dei convegni e degli eventi sul giornale e sul sito Web saranno pubblicati a titolo oneroso.La documentazione di questi eventi, una vol-ta decisa la loro pubblicabilità, unita alla ri-chiesta di pubblicazione, sarà trasmessa alla concessionaria SGI che provvederà ad indi-care l’ammontare del costo in relazione alla dimensione dello spazio richiesto. Per informazioni preliminari sulle condizioni economiche gli inserzionisti possono rivolger-si direttamente alla dottoressa Daniela Cazza-ro, presso SGI, al n° telefonico 011.359908L’Esecutivo e la Direzione auspicano che tem-pi migliori possano consentire di poter tor-nare a fornire questo servizio gratuitamente agli organizzatori dei convegni e degli eventi formativi.

Il Presidente dell’OMCeO della provincia di Torino

Amedeo Bianco

APRILE 201460

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APRILE 2014 61TO MEDICA ASSISTENZA_190_140 TR.indd 1 30/12/13 17.16

and tricks) P. Petruzzelli18.00 Casistica e presentazione del programma operatorio M. Chiadò, S. Parisi18.30 Discussione

ore 20.00 cena del corso

MERCOLEDI 18 GIUGNO, ore 8-14 “Live Surgery” Blocco Operatorio 3° piano 2 interventi di: Isteropessi al sacrospinoso e cistopessi fasciale P. Petruzzelli, G. Gregori 2 interventi di: Colpopessi al sacrospinoso e cistopessi fasciale P. Cortese, L. Squintone

Il Corso è destinato ai medici specialisti in ginecologia e in urologia, che vogliano approfondire la loro esperienza in ambito uroginecologico.

• La partecipazione al Corso è riservata a n. 8 corsisti.

• La partecipazione alla parte teorica in Aula “Delle Piane” è gratuita e aperta a tutti fino ad esaurimento dei posti disponibili (50).

Per l’iscrizione è necessario inviare una mail con i propri dati ai due indirizzi indicati di seguito.

SEGRETERIA SCIENTIFICA ED ORGANIZZATIVA:Dr.ssa M Chiadò: [email protected] Dr.ssa S. Parisi: [email protected]

TORINO - 6 giugno 2014

Museo dell’AutomobileCorso Unità d’Italia, 40

INVECCHIAMENTO E NUTRIZIONE: AGGIORNAMENTI

Convegno Regionale AdiPiemonte - Valle D’aosta

Presidente del Convegno: Giuseppe Malfi

PROGRAMMA8.30 - 9.00 Registrazione dei partecipanti

9.00 - 9.10 Introduzione del Convegno

G. Malfi (Cuneo)

I SESSIONE (Moderatori G. Malfi, F. D’Andrea)

9.10 - 9.40 Sarcopenia: fisiopatologia e terapia nutrizionale

Dott. S.Riso (Vercelli)

9.40 - 10.00 La compromissione ideo-cognitiva

Dott. E. Luda (Rivoli)

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62 APRILE 2014

10.00 - 10.30 Terapia nutrizionale nel deficit cognitivo.

Dott.ssa M.L. Amerio (Asti)

10.30 - 10.45 Discussione

10.45 - 11.00 Coffee break

II SESSIONE (Moderatori: A.De Francesco. E.Finocchiaro)

11.00 - 11.20 La nutrizione enterale nell’anziano

Dott.ssa M.C. Da Pont (Cuneo)

11.20 - 11.40 La nutrizione enterale nel paziente chirurgico anziano: aspetti di farmaconutrizione

Dott. S.Silvestri (Torino)

11.40 - 12.00 La nutrizione parenterale nell’anziano

Dott. U.Aimasso (Torino)

12.00 - 12.15 Discussione

12.15 - 12.45 Assemblea ADI

13.00 - 14.00 Lunch

III SESSIONE (Moderatori M. Bo, A.Pezzana)

14.00 - 14.30 Osteoporosi senile: risvolti nutrizionali.

Prof. G. Isaia (Torino)

14.30 - 15.00 Il trattamento nutrizionale delle piaghe da decubito

Dott. F. D’Andrea (Novara)

15.00 - 15.15 Discussione

15.15 - 17.00 TAVOLA ROTONDA

(coordina giornalista M. Menicucci)

Partecipanti : P. La Ciura (Cuneo),

M. BO (Torino), F. D’Andrea (Novara), A. Rimedio (Cuneo) , E. Luda (Torino)

La Nutrizione artificiale nella demenza senile: quali risposte?

17.00 - 17.30 Discussione

17.30 Conclusioni

Questionario di valutazione dell’apprendimento

Valutazione evento

ACCREDITAMENTO ECM:L’evento è stato accreditato per le seguenti categorie professionali: Biologo, Dietista, Infermiere, Logopedista, Medico Chirurgo (Scienza dell’Alimentazione e Dietetica, Otorinolaringoiatria, Neurologia, Medicina Generale - Medici di Famiglia, Geriatria, Oncologia, Radioterapia, Medicina Fisica e Riabilitazione, Medicina Interna, Igiene Epidemiologia e Sanità Pubblica, Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, Continuità Assistenziale, Audiologia e Foniatria, Endocrinologia, Malattie Metaboliche e Diabetologia)

CREDITI ECM: 7.5

NUMERO MASSIMO DI PARTECIPANTI: 100

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:EVENTI 5 SRL

Via Santa Tersa, 19 10121 - Torino

Tel. 011 5693665 - Fax: 011 5694012

PROVIDER ECM:STAFF SAS - provider ECM n°1038

Via Traversa, 9 12016 - Peveragno - Cuneo

Tel. 0171 339971 - Fax: 011 426921

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