Tfa 12^ lezione 23 aprile i sistemi di classificazione

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1 Prof. Domenico Milito I sistemi di classificazione 23 aprile 2013 TFA Terzo Modulo: Interventi per l’integrazione scolastica dei disabili

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1Prof. Domenico Milito

I sistemi di classificazione

23 aprile 2013

TFATerzo Modulo:

Interventi per l’integrazione scolastica dei disabili

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Prof. Domenico Milito

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1980 pubblicò un primo documento dal titolo

International Classification of Impairments, Disabilities and handicaps (ICIDH)

Importante distinzione fra:

Menomazione (impairment): perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica;

Disabilità (disability): qualsiasi limitazione o perdita, (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo considerato normale per un essere umano,

Handicap: condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali.

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In questa concezione,

la distinzione fra menomazione, disabilità e handicap

veniva interpretata in termini di

relazione tra cause ed effetti:

la menomazione determina la disabilità

e la disabilità causa l’handicap(mentre per un individuo la menomazione ha carattere permanente, la

disabilità dipende dall’attività che egli deve esercitare e l’handicap esprime lo svantaggio nei riguardi di altri individui, cosiddetti “normodotati”).

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La revisione apportata all’ICIDH, denominata ICIDH-2,

ha tentato di correggere l’impostazione lineare

fra i concetti di

menomazione, disabilità e handicap,

proponendo una dinamica più complessa e introducendo il concetto importante di

partecipazione attiva.

Si rivolge l’attenzione, così, agli aspetti psicosociali per la definizione della diagnosi. 4

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Il tentativo di revisione operato con l’ICIDH-2 trova applicazione nel 1999 nella proposta di un nuovo strumento

l’ICF

(International Classification of Functioning, Disability and Health)

attraverso il quale descrivere e misurare la salute e le disabilità della popolazione.

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L’ICF

È uno strumento di classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF, OMS, 1999).

Si pone in continuità con le classificazioni precedenti ma ne rovescia la prospettiva di analisi: non viene considerata la menomazione ma la salute, le potenzialità dell’individuo e le sue eventuali disabilità in relazione all’attività e alla partecipazione.

È funzionale a individuare compiutamente i bisogni e superare fino al possibile i limiti dell’attività e le restrizioni alla partecipazione.

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ICF com’è organizzato1^ parte

Componenti SIGLE

Funzioni corporee

Strutture corporee

b

s

Fisiologiche

Parti anatomiche/organi

Attività e partecipazione

d Esecuzione di compito o azione

Le funzioni corporee sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei, incluse le funzioni psicologiche. Le strutture corporee sono parti anatomiche del corpo come organi, arti e loro componenti. Attività è l’esecuzione di un compito o di un’azione da parte di un individuo. Partecipazione è il coinvolgimento di un individuo in una situazione di vita. 7

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ICF com’è organizzato

Componenti

Fattori ambientali

SIGLE

eMondo fisico, sociale e atteggiamenti

Fattori personali Attualmente non classificati nell’ICF

2^ parte

I fattori ambientali sono caratteristiche del mondo fisico, sociale e degli atteggiamenti, che possono avere impatto sulle prestazioni di un individuo in un determinato contesto.Ogni componente è divisa in una serie di capitoli; all’interno di ciascuno di essi ci sono categorie a due, tre, quattro livelli, ognuna con una breve descrizione ed un elenco di elementi inclusi ed esclusi (ciò facilita la scelta del codice idoneo al soggetto).

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L’ICF

Non si riferisce più a un disturbo strutturale o funzionale, senza prima rapportarlo a uno stato considerato di “salute”.

I termini di menomazione e handicap sono sostituiti da

attività e partecipazione sociale.

ll fulcro non è più centrato sul concetto di menomazione: al centro vi è l’attività, che può essere più o meno sviluppata in relazione sia alle condizioni proprie dell’individuo che ai suoi rapporti con il mondo esterno.

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ICF: auspicabili ripercussioni

nella Diagnosi Funzionale

• Non individuare soltanto gli elementi di rilevanza clinica connessi al deficit

ma conoscere la persona,con l’attenzione rivolta

alle sue potenzialità e alle sue risorse.

• Il richiamo è ad una impostazione interdisciplinare e multidisciplinare

della valutazionecon una logica circolare e non lineare.

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Per comprendere compiutamente le novità apportate dall’ICF nel sistema delle classificazioni delle condizioni connesse alla salute e alla disabilità delle persone,

è opportuno riferirsi

ai sistemi di classificazione previsti

nell’ICD-10 e nel DSM-IV.

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È la decima revisione della classificazione internazionale delle sindromi e dei disturbi psichici e comportamentali (O.M.S. 1992).

Comprende la codifica di 300 sindromi e disturbi descritti in diverse sezioni

COS’È l ’ ICD – COS’È l ’ ICD – 1010

Per ciascun Per ciascun disturbodisturbo

Principali caratteristiche cliniche

Delineazione diDelineazione di

Aspetti associati, rilevanti ma non specifici

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Fornisce indicazioni diagnostiche performulare al meglio una diagnosi attendibilecon l’uso di uno schema alfanumerico (sucodici a 3 elementi: lettera con 2 numeri)

Le descrizioni F70 – F79, F80-F89, F98vengono frequentemente chiamate edutilizzate per la “DIAGNOSI FUNZIONALE”(D.P.R. 24.02.1994)

COSA FORNISCE l ’ ICD – 10COSA FORNISCE l ’ ICD – 10

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Esempi di decodifica ICD-10

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Nella prassi operativa il soggetto viene valutato in relazione a vari ASSI.

Ogni ASSE rappresenta

raggruppamenti

classi

di informazioni

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GLI ASSIGLI ASSI

• ASSE I: Patologie psichiatriche psicopatologiche (F00- F69, F90-F98)

• ASSE II: Patologie da alterato sviluppo psicologico (F80-F89)

• ASSE III: Patologie intellettive (F70-F79)• ASSE IV: Patologie associate a problemi fisiologici e

somatici (F50-F59)• ASSE V: Patologie associate a problemi psicosociali

(codici z)• ASSE VI: Scala per le disabilità (codici ICD-H)

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Nell’ambito dell’ASSE III(patologie intellettive)

Nei codici da F70 a F79 viene rilevato ilritardo mentale

sulla base di questasuddivisione

F 70: Ritardo mentale lieveF 71: “ “ di media gravità (moderato)F 72: “ “ graveF 73: “ “ profondo (gravissimo)F 78. “ “ di altro tipoF 79. “ “ non specificato.

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Ritardo mentale

I CODICI possono essere integrati nel modo seguente:

F 7 X.0: Nessuna, o minima compromissione comportamentaleF 7 X.1: Significativa compromissione comportamentale che richiede attenzione o trattamentoF 7 X.8: Altra compromissione comportamentaleF 7 X.9. Senza compromissione comportamentale riportata.

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Codici F84: AUTISMO INFANTILEASSE II:

Patologie da alterato sviluppo psicologico (F80-F89)

Viene riportato nei codici F84 (cioè nell’ambito

delle sindromi da alterazione globale dello sviluppo psicologico)

• F 84.0: Autismo infantile• F 84.1: Autismo atipico• F 84.2: Sindrome di Rett• F 84.3: Sindrome disintegrativa dell’infanzia di altro tipo• F 84.4: Sindrome di Asperger• F 84.8: Altre• F 84.9: Non specificate. Prof. Domenico Milito 18

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IL DSM-IV

Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (American Psychiatric Association 1994)

è una delle modalità più conosciute e utilizzate dagli operatori sanitari per delineare

la diagnosi nell’ambito dei deficit mentali.

Il manuale, revisionato nel 1994, non presenta differenze rilevanti rispetto all’ICD-10.

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Come funziona il DSM-IV

• Utilizza una classificazione di tipo categoriale; suddivide, cioè, i disturbi in classi distinte, utilizzando set di criteri di tipo descrittivo.

• È un approccio categoriale definito prototipico: i soggetti sono classificati in base al grado di somiglianza con il prototipo della categoria.

• Usa criteri denominati politetici: per la diagnosi non si richiede che siano presenti tutti, ma solo un numero prefissato di essi.

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DSM-IV e ritardo mentale

La persona è definita affetta da ritardo mentale in base ai seguenti criteri:

1. Funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media (un QI di circa 70 o inferiore)

2. Concomitanti deficit o compromissione nel funzionamento adattivo attuale (cioè la capacità di adeguarsi agli standard propri della sua età e del suo ambiente attuale) in almeno due delle seguenti aree elencate nel DSM-IV (comunicazione, cura di sé, gestione della vita domestica, abilità sociali, gestione del tempo libero, controllo e salvaguardia della propria salute e sicurezza, capacità di autorganizzazione, conoscenza del funzionamento delle cose, utilizzo dei servizi offerti dalla società, capacità di svolgere un lavoro)

3. Esordio prima dei 18 anni di etàProf. Domenico Milito

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F 70. 9 Ritardo mentale lieve (QI da 50-55 a circa 70)

F 71. 9 “ “ moderato (QI da 35-40 a 50-55)

F 72. 9 “ “ grave (QI da 20-25 a 35-40)

F 73. 9 “ “ gravissimo (QI inferiore a 20-25)

F 79. 9 gravità non specificata (quando sussiste un grave motivo di presupporre un ritardo mentale, ma l’intelligenza del soggetto non può essere verificata con i test standardizzati).

Il ritardo mentale nel DSM-IV

Classificazione

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DSM-IV e rilevazione del disturbo autistico

Il DSM-IV adotta come criteri diagnostici la triade di sintomi relativi a:

- relazione con gli altri - comunicazione - comportamento

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A. Devono sussistere almeno 6 sintomi distribuiti nella triade:

1. Compromissione qualitativa dell’interazione sociale (almeno 2 sintomi)

2. Compromissione qualitativa della comunicazione sociale (almeno 1 sintomo)

3. Modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati (almeno 1 sintomo)

DSM-IV e rilevazione del disturbo autistico

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DSM-IV e rilevazione del disturbo autistico

B) Ritardi e funzionamento anomalo con esordio prima dei 3 anni nelle AREE:

-Interazione sociale-Linguaggio usato nella comunicazione sociale-Gioco simbolico o di immaginazione

C) L’anomalia non deve essere meglio attribuibile al Disturbo di Rett o al Disturbo disintegrativo della fanciullezza

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Punto di convergenza traICF e Vigotskij

L’apprendimento è un processo socio-educativo

che richiede la compresenza di più figure

(persona con disabilità, familiari, educatori, insegnanti, animatori, compagni, etc…).

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Il concetto di “zona di sviluppo prossimale” è centrale:

il limite inferiore indica le capacità individuali,

quello superiore il miglioramento che ne consegue,

grazie all’interazione con il contesto sociale.

Zona di sviluppo prossimale

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