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TESTI, CULTURA, INTERPRETAZIONI Cultura italiana a.a. 2011/2012

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TESTI, CULTURA, INTERPRETAZIONI

Cultura italiana

a.a. 2011/2012

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Differenti approcci

STORICO : ricostruire i contatti e le relazioni fra scrittori, romanzi e cinema

1. Letterario: il contributo dei letterari (scrittori, critici, etc.) al cinema, ma anche le influenze di ritorno (il cinema nelle scritture letterarie).

2. Del cinema : uso di un’altra espressione artistica (punto di vista artistico, produttivo, economico, distributivo, pubblico etc.).

TESTUALE : modalità, forme, meccanismi in atto nelle trasposizioni intersemiotiche (implicazioni, orientamenti testuali etc.)

CULTURALE : espressioni, dati, elementi culturali messi in discorso nei testi.

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Reti e cultura

Uomo come animale impigliato in una rete di significati che egli stesso costruisce (Max Weber).

Cultura = l’ insieme dei significati, di tutta l’informazione (non ereditaria, non biologica) e dei mezzi per la sua organizzazione e conservazione.

La cultura = l’insieme delle reti intessute.

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Clifford Geertz

Ammiccare, un gesto culturale.

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ammiccamenti

Chi ammicca sta comunicando, in maniera precisa :

1. intenzionalmente; volontà di trasmettere informazioni;

2. Rispetto ad un destinatario preciso;

3. Sta trasmettendo un messaggio;

4. Attraverso l’uso di un codice socialmente stabilito e condiviso;

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Come distinguere?

• Un ammiccamento (per comunicare una complicità)

• Una contrazione delle palpebre (ossia un tic)

• Una prova (per esercitarsi)

• Una parodia (per prendere in giro: es. comunicare un giudizio)

• Un bluff (per far crede esistente una cosa non reale)

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Necessità di un interprete, di un traduttore

1. Descrizione sottile, superficiale (thin description) = fotografico

2. Descrizione densa, stratificata (thick description) = gerarchie di livelli

La descrizione densa è quella che sa ricostruire le reti di coerenza dell’universo inconsiderazione, quella che sa vedere il modo in cui i diversi elementi osservatifanno senso globalmente, come assumono significato l’uno in funzione dell’altro.

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Necessità di un interprete, di un traduttore

In qualunque pratica di senso possiamo cominciare sempre e solo dalle nostre interpretazioni.

Abbiamo bisogno, per qualunque attività di produzione di senso, della rete interpretativa della cultura cui apparteniamo: delle interpretazioni che la nostra cultura ci ha dato di passioni, significati, comportamenti.

Solo a partire da questa base interpretativa possiamo elaborare un nostro proprio contributo di produzione di senso.

Esperienza dello straniamento : arrivando in una cultura a noi estranea ciò che manca anzitutto è la condivisione di ciò che è ovvio, di ciò che è percepito come naturale, la condivisione della spontaneità, del senso comune.

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Senso comune

Geertz : il senso comune non è ciò che la mente comprende spontaneamente, ma quella che la mente riempita di presupposti conclude.

Barthes : senso comune come ripetizione di temi che finiscono per funzionare come una vera natura mentale. Senso comune come bêtise sociale

Anche il senso comune è un sistema culturale, relativo come gli altri, che ha però caratteristiche che lo rendono pseudo-naturale:

1. l’immediata accessibilità

2. la praticità (semplificazione)

3. la leggerezza (scorciatoie intellettuali)

4. mancanza di metodo.

Nei confronti del senso comune, l’analisi culturale deve individuare i presupposti non dichiarati delle sue manifestazioni, tracciare la trama dei non detti che sta sotto le prese di posizione.

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Cultura come semiosfera

A) Cultura come insieme di testi, in continua traduzione, dialogo, relazione e interpretazione; una gerarchia stratificata di strutture significative, strutture sovrapposte di inferenze e implicazioni (Geertz, Lotman).

B) Cultura come enciclopedia : logiche interpretative. I percorsi di senso sono determinati da interessi personali ma regolati da gerarchizzazioni sociali. Il sistema della cultura, la rete enciclopedica, “fa pressione” sulle singole produzioni di senso, ne definisce lo spazio, il territorio, le combinazioni di senso a disposizione. Il senso è prima di tutto un habitus sociale (Eco)

Entrambi:

1. Idea di reti di significato

2. principio differenziale

3. ruolo centrale dell’inferenzialità (ossia della dimensione interpretativa)

4. centralità del ruolo della traduzione

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Cultura (ripresa del concetto)

Rete di sistemi interconnessi di segni che sono interpretabili, e che subiscono continuamente un’operazione di traduzione e adeguamento dell’informazione dei messaggi

La cultura si forma a partire da un numero x di negoziazioni e traduzioni sul senso e sui significati delle informazioni particolari che si organizzano entro un sistema più ampio e organizzato.

La cultura è un effetto, non un presupposto, di queste operazioni

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La cultura come effetto

La c. non è l’insieme delle memorie, dei saperi etc., bensì è la risultante di operazioni particolari, di scelte, fra queste memorie, saperi, tradizioni.

Definisce in tal modo un orizzonte di senso che costruiamo a partire dal presente per : attribuirci identità, riconoscerci in un passato, proiettarci in un determinato futuro, fornirci una spiegazione degli eventi.

Così, la c. è anzitutto un mezzo regolativo organizzato e sistematico (la cultura tiene, ingloba, organizza, ma la tempo stesso esclude, separa, differenzia).

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Logiche di correlazione

Testo a Testo b Testo c Testo d etc. etc.

Cultura

Ogni testo deve potersi inserire e fare sistema con una rete più ampia.

Altrimenti è rifiutato, non ammesso, modificato, rispetto a quella cultura.

C’è sempre un fuori della cultura (importante quanto il dentro: dimensione spaziale e frontiere: Lotman)

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La circolazione e la metafora testuale

Le c. si dicono, si rappresentano, si mostrano : sono circolazioni sociali, non apparati ideali che ci raggiungono

I testi modellano la cultura ma anche si modellano secondo la cultura

Testi : sono forse la principale fonte delle autodescrizioni della cultura

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testi

Offrono un modello della cultura, la rappresenta, la pensa (descrizioni di chi vive una cultura e al tempo stesso la osserva)

Contengono l’immagine del pubblico di quella cultura

Condizionano la vita della cultura, i comportamenti quotidiani anche individuali

Sono una funzione della memoria

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Metafora testuale : quattro ordini di connessioni

Coerenza : tenuta d’insieme, ossia rapporto fra le parti

Intertestualità : rapporto tra testi

Intenzione : rapporto tra testo, chi lo costruisce e chi lo riceve

Referenza : rapporto tra testo e contesto

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ricapitolando

Testi – culture : manifestazioni particolari di un effetto di senso

Da ogni sistema testuale è possibile trovare delle risultanti più ampie

Importanza dell’interconnessione: segni che sono interpretabili, traducibili, negoziabili

Le culture vivono in queste continue traduzioni, ammodernamenti, mutamenti, condizionamenti entro un campo di relazioni, tensioni, reti.

Le culture sono processuali, mobili, locali, sociali; non entità date

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Dove osservare?

Essendo una rete di significati interconnessi la cultura (come l’enciclopedia) può essere “abbordata”, osservata indifferentemente da uno dei suoi nodi.

L’importante è sapere ricostruire, magari da analisi di fenomeni minimi, circoscritti, le interconnessioni pertinenti fra i nodi effettivamente significativi

Un esempio : i frollini, il packaging e la natura (G.Marrone)

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I frollini “classici”

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Caso frequente

Prodotti generici: Vengono riprodotti o mostrati pronti per l’uso : versante “cultura”. /o/ Rappresentare il momento della produzione (spighe, farina uova, etc) : versante “natura”

In opposizione:

Prodotti “bio”: spesso confezione semplice, grezza, scura o ruvida /o/ al contrario tanto sottile e trasparente da non farsi quasi vedere: confezione minima, “fatta male”, per ostentare la scarsa importanza che le si attribuisce.

Ostentazione ovvia della parola biologico etc.

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Frollini “bio”

bêtise

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Figura A

Semplicità, colori sobri, ariosa, genere (“i” frollini): semplicità trasferita dalla scatola ai biscotti

Disegno: tratto discontinuo, veloce di vetro, etc. Confezione “del consumatore” e confezione reale. Il pacchetto è temporaneo, la vera destinazione è il barattolo di vetro: quel che non si può vedere viene ricostruito per rappresentazione. La trasparenza impossibile viene comunque riprodotta

Rappresentazione di un conflitto (linguaggio fotografico vs grafico) fra la presunta artificiosità del consumo moderno e gli ideali naturalistici che vengono affidati al consumatore: “natura” che si vorrebbe mostrare (vetro) ma non può, allora fa ricorso all’immaginazione dell’osservatore (ossia all’uso “naturale” che quel consumatore ne farà)

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Figura B

Composito, sovrapposto, pieno: dall’alto al basso ideale ciclo di trasformazione delle materie. Emerge il momento della produzione naturale, senza intervento “culturale” (né mulino, né qualcuno che lavora)

Finestrella: elemento tipico, far vedere. Ma qui è opaca, quasi non si vede nulla. Rifiuto delle tecniche del mostrare. Natura ancora una volta come qualcosa di nascosto.

È “naturale” ciò che sfugge alle leggi del consumo e del mercato: quel che importa è che si mostri chiaramente il suo nemico, ostentando il rifiuto di ciò che normalmente questo presunto nemico utilizza

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Entrambi

L’evidenza della Natura non è un a priori ma a posteriori : questa deve essere costruita, negoziata, comprovata (mancanza di trasparenza o reale destinazione e uso)

La proposta è di tipo intersoggettivo: si mostra una “sincerità” e il consumatore deve fargli fede, intervenendo a colmare la “vera natura” che non può essere mostrata.

La “natura” non si dà come elemento immediato, ma attraverso un processo di negoziazione con il consumatore: naturale ciò che è semplice o detto con franchezza

Natura non come qualcosa di evidente, ma come un progetto alla cui costruzione il destinatario partecipa, poiché essa risulta in qualche modo nascosta, non immediatamente accessibile.