tesi giulia bossi - FIDAL - Comitato Regionale Lombardia ... · - 1 - INTRODUZIONE Questo lavoro ha...

28
- 1 - INTRODUZIONE Questo lavoro ha lo scopo di approfondire quali sono gli interventi didattici e formativi dell’allenamento per i giovani che si accostano all’atletica leggera, dove, attività naturali quali il correre, il saltare, il lanciare vengono progressivamente e gradualmente razionalizzate e perfezionate, cosi da permettere poi all’atleta evoluto il raggiungimento di elevati livelli di tecnica e di prestazione sportiva. La preparazione sportiva e la formazione dell’atleta deve procedere con gradualità, progressività e propedeuticità: essa richiede diverso tempo e il rispetto di alcune tappe fondamentali fin dall’infanzia. Infatti bruciare i tempi della preparazione giovanile alla ricerca di precoci risultati ha avuto molte volte conseguenze negative sia per l’atleta, che per la sua carriera sportiva. Si è ormai concordi nel considerare il periodo dell’età evolutiva un momento delicato e importante nella formazione di un atleta: esso rappresenta una tappa fondamentale nel processo della maturazione e, pur essendo per questo un momento favorevole sia agli apprendimenti e sia allo sviluppo delle capacità condizionali, non sembra opportuno finalizzare gli interventi didattici alla ricerca di risultati immediati ( talvolta abbastanza facili da ottenere proprio per i rapidi tempi della maturazione organico-funzionale in questo periodo). Appare invece importante programmare le attività finalizzandole alla costruzione e al condizionamento organico, allo sviluppo delle capacità coordinative, all’apprendimento degli elementi fondamentali dei gesti tecnici, per mirare al raggiungimento di risultati di livello a completa maturazione dell’individuo, quando cioè egli sarà in grado di esprimere le sue massime potenzialità. Nel periodo evolutivo diventa pertanto necessario applicare con i giovani, che praticano l’atletica leggera, una metodologia fondata sulla conoscenza delle caratteristiche fisiologiche, auxologiche e psicologiche, e che si ponga come strumento operativo a lungo termine, sia per quanto riguarda l’aspetto condizionale, che quello propriamente tecnico.

Transcript of tesi giulia bossi - FIDAL - Comitato Regionale Lombardia ... · - 1 - INTRODUZIONE Questo lavoro ha...

- 1 -

INTRODUZIONE

Questo lavoro ha lo scopo di approfondire quali sono gli interventi didattici e

formativi dell’allenamento per i giovani che si accostano all’atletica leggera, dove,

attività naturali quali il correre, il saltare, il lanciare vengono progressivamente e

gradualmente razionalizzate e perfezionate, cosi da permettere poi all’atleta evoluto

il raggiungimento di elevati livelli di tecnica e di prestazione sportiva.

La preparazione sportiva e la formazione dell’atleta deve procedere con gradualità,

progressività e propedeuticità: essa richiede diverso tempo e il rispetto di alcune

tappe fondamentali fin dall’infanzia. Infatti bruciare i tempi della preparazione

giovanile alla ricerca di precoci risultati ha avuto molte volte conseguenze negative

sia per l’atleta, che per la sua carriera sportiva. Si è ormai concordi nel considerare il

periodo dell’età evolutiva un momento delicato e importante nella formazione di un

atleta: esso rappresenta una tappa fondamentale nel processo della maturazione e,

pur essendo per questo un momento favorevole sia agli apprendimenti e sia allo

sviluppo delle capacità condizionali, non sembra opportuno finalizzare gli interventi

didattici alla ricerca di risultati immediati ( talvolta abbastanza facili da ottenere

proprio per i rapidi tempi della maturazione organico-funzionale in questo periodo).

Appare invece importante programmare le attività finalizzandole alla costruzione e al

condizionamento organico, allo sviluppo delle capacità coordinative,

all’apprendimento degli elementi fondamentali dei gesti tecnici, per mirare al

raggiungimento di risultati di livello a completa maturazione dell’individuo, quando

cioè egli sarà in grado di esprimere le sue massime potenzialità.

Nel periodo evolutivo diventa pertanto necessario applicare con i giovani, che

praticano l’atletica leggera, una metodologia fondata sulla conoscenza delle

caratteristiche fisiologiche, auxologiche e psicologiche, e che si ponga come

strumento operativo a lungo termine, sia per quanto riguarda l’aspetto condizionale,

che quello propriamente tecnico.

- 2 -

1- LO SVILUPPO FISICO DEL BAMBINO E DELL’ADOLESCENTE

“Crescere” è compito dei bambini e degli adolescenti. Questo viaggio dall’infanzia

all’età adulta comporta due processi interagenti: la crescita e lo sviluppo. La crescita

si riferisce all’aumento delle dimensioni del corpo nel suo insieme e delle sue parti:

man mano che i bambini crescono, diventano più alti e più pesanti, aumentano i

tessuti magri e grassi, gli organi crescono di dimensione e cosi via. Lo sviluppo si

riferisce al processo verso lo stato biologicamente maturo.

L’accrescimento e lo sviluppo si svolgono in maniera continua dalla nascita all’età

adulta anche se in modo non uniforme e sono regolati e influenzati da fattori presenti

nell’ambiente oltre che da informazioni genetiche.

Fig. 1- Spinte maturative- Modelli fondamentali ( da Scammon R.E.)

Le tappe principali della crescita sono 3:

l’infanzia;

la pubertà che va dagli 11 ai 15 anni;

- 3 -

l’adolescenza che va dalla fine della pubertà fino circa ai 22 anni;

Durante i primi anni di vita la velocità di crescita è costante ed elevata,

successivamente presenta una progressiva riduzione, seguita da un periodo

relativamente costante per poi presentare un rapido incremento che culmina in un

picco. La velocità si azzera a crescita ultimata. (Fig. 2, fig. 3)

Fig. 2 - Curva di velocità staturale (Dal Monte, Faina 1983)

I primi anni della scolarità corrispondono a un periodo è relativamente costante e

omogeneo, in cui non si evidenziano differenze tra maschi e femmine. L'incremento

staturale corrisponde circa a 6-7 cm l'anno, mentre l'accrescimento ponderale è pari

a 3 kg l'anno.

Nella fascia che va dai 5 ai 7 anni, l'incremento staturale prevale su quello

ponderale, si associa una graduale modificazione delle forme del corpo, dove il

bambino progressivamente tenderà a perdere le caratteristiche dell'infante (arti

corti, addome globoso, tessuto sottocutaneo adiposo).

Il bambino del primo ciclo della scuola elementare si presenterà perciò smagrito, con

scarsa muscolatura, con tono muscolare e posturale basso, lassità legamentosa e

articolare, per cui potrà assumere atteggiamenti posturali scorretti, che tenderanno

generalmente a correggersi spontaneamente.

- 4 -

Nell’apparato osteo-articolare e muscolare, il processo evolutivo a cui è sottoposto

l’osso, la conseguente minor mineralizzazione (che determina minor robustezza e

maggiore elasticità rispetto all’adulto) nonché la delicata struttura delle cartilagini

fanno in modo che l’osso del fanciullo non sopporti carichi notevoli mentre risente

positivamente di un’attività non intensiva e regolare. Il tessuto muscolare cresce

durante tutta l’età evolutiva ed è legato a un processo di ipertrofia cioè a un’

aumento del volume (A.Rampa, M.C. Salvetti), a tale sviluppo non corrisponde pero

un incremento della forza , che si verifica soltanto dopo lo scatto puberale. L’attività

fisica regolare è responsabile dell’aumento della massa muscolare magra del corpo

a scapito di quella grassa che diminuisce.

Il sistema circolatorio si accresce analogamente allo sviluppo somatico generale. Si

ha un aumento delle dimensione del cuore che ottimizza la sua capacita funzionale,

invece i polmoni aumentano la loro capacità respiratoria. Si ha perciò l’aumento

della capacità di assumere e utilizzare in modo ottimale l’ossigeno, questo dato è

importante perché apre nuove possibilità a uno sviluppo della capacità di resistenza

generale, fino a questa età.

Fig.3 - Curva di velocità ponderale (Del Monte, Faina 1983)

Il periodo successivo, dai 7 agli I2 anni, vede un rallentamento dello sviluppo

staturale e un massimo aumento del peso corporeo. Intorno ai 10 anni le femmine e

agli 11-12 anni i maschi i bambini entrano nella fase della pubertà, dove avvengono

importanti modifiche dal punto di vista endocrino, le cui ghiandole producono gli

ormoni che agiscono sullo sviluppo dei vari organi, che conducono ad un

cambiamento delle forme della psiche del fanciullo in adolescente.

- 5 -

La pubertà è caratterizzata da una marcata accelerazione della velocità di crescita

lineare e da cambiamenti della composizione corporea e della maturazione

sessuale. Si può quindi affermare che fino alla maturità si assiste ad una serie

costante di trasformazioni che coinvolgono l’individuo non solo negli aspetti morfo-

funzionali ma nella sua totalità. Tali trasformazioni sono l’indice di un divenire

dinamico di fasi alterne con accelerazioni e stasi che necessitano di un’attività

motoria multilaterale e polivalente. È necessario quindi fare scelte mirate ai bisogni

specifici dell’età cronologica e biologica del soggetto senza mai perdere di vista il

quadro di insieme complessivo del processo di crescita. L’attività sportiva fatta

durante l’età evolutiva crea un bagaglio motorio formato da abilità, capacità

condizionali e coordinative che portano a uno sviluppo armonioso dell’individuo oltre

che di promuovere in ogni piccolo atleta il controllo progressivo e finalizzato del

comportamento motorio. Per questa età i traguardi di sviluppo da perseguire in

campo atletico sono lle capacità coordinative e le capacità condizionali. Le capacità

coordinative dipendono dal grado di maturazione del S.N.C. nonché dai processi

informativi che consentono di ricevere e decodificare segnali provenienti

dall’ambiente circostante e dal proprio corpo, determinando procedure di risposte

integrate ed appropriate. Esse conoscono un periodo di sviluppo intensivo tra i 6 e

11 anni, si basano sulla funzionalità del sistema senso-motorio (organi di senso,

sistema nervoso, muscoli), non sono innate ma si sviluppano tramite schemi motori,

che il bambino acquisisce muovendosi nell’ambiente. Esse costituiscono la base di

una buona capacità senso-motoria di apprendimento, perciò più è elevato il loro

livello, minori saranno i tempi e le difficoltà con le quali verranno appresi movimenti

nuovi e difficili. Esse si sviluppano solo se si propongono ripetute richieste al

sistema senso-motorio del bambino tramite l’esercizio, se il grado di sollecitazione

del livello di queste attività cresce continuamente stimolando e innalzando

l’efficienza degli analizzatori interessati;,se si variano continuamente spazi, tempi e

situazioni.

Tra le capacità coordinative troviamo le capacità di apprendimento, controllo ,

adattamento e trasformazione; le capacità di direzione, di accoppiamento e

combinazione dei movimenti; la capacità di differenziazione, di destrezza, di

combinazione motoria, di equilibrio (statico, dinamico, di volo); la capacità di

orientamento ( spazio-temporale), di ritmo, infine la capacità di reazione e

anticipazione. (Meinel 1984);

- 6 -

Le capacità motorie che determinano, invece, la condizione fisica del fanciullo, che

sono legate a fattori energetici, metabolici quali la struttura, il peso, la massa

muscolare l’efficienza e la funzionalità degli apparati sono le capacità condizionali.

Sono tradizionalmente considerate capacità condizionali la forza, la velocità o

rapidità, la resistenza e la mobilità articolare. Tali capacità fanno parte integrante del

bagaglio motorio di ogni soggetto, è quindi fondamentale il loro inserimento in un

corretto programma di attività motoria, scegliendo opportunamente tempi e modi,

rispettando alcuni vincoli imposti dalle caratteristiche peculiari dell’età evolutiva.

Prendendo in considerazione la prima citata, la forza, cioè ”la facoltà di vincere una

resistenza esterna o di opporvisi con un impegno muscolare” (V. M. Zaciorskij

1966), notiamo come non esistano particolari differenze fra maschi e femmine fino ai

12 anni, semmai, a circa 11 anni sono le ragazze a mostrare valori di forza poco

superiori ai coetanei in virtù dello sviluppo anticipato.

Fig. 4 –Evoluzione della forza statica in età giovanile (T. Hettinger 1973 )

A partire da questa età, nei ragazzi, si registra una sensibile crescita della forza (gia

a 14 anni i valori fra i sessi sono diversificati); dopo i 16 anni, la capacità di forza nei

maschi è più marcata e raggiunge il picco massimo sui 20 anni, mentre le femmine

raggiungono i valori più elevati sui 17\18 anni. L’allenabilità della forza in relazione

al sesso e all’età come mostra il grafico seguente, è in rapido sviluppo nell’età

giovanile, raggiungendo il 100 % sui 23 anni circa. Nell’età evolutiva è pertanto

possibile influire sul miglioramento della forza, utilizzando le metodiche di lavoro più

adatte. Fino alla pubertà i fattori che influenzano la forza ( ad esempio, il tipo di fibre

muscolari, il diametro della sezione trasversa del muscolo) sono legati agli aspetti

dell’accrescimento a alla maturazione del sistema neuro-muscolare.

- 7 -

Fig. 5- Andamento della forza nei 2 sessi in riferimento all’età (T. Hettinger 1974).

Tale fenomeno si collega da un lato alla maturazione funzionale del sistema nervoso

centrale e periferico, dall’altro alla rapida evoluzione delle capacità coordinative, che

nel periodo dai 6 agli 11\12 anni sono in costante fase di sviluppo. In età puberale,

gli squilibri coordinativi dovuti all’accrescimento influiscono sulla forza, e pertanto

anche se l’età sensibile per l’incremento della forza decolla a partire dai 12 anni,

l’aumento della capacità d forza si manifesta prepotentemente solo dopo la pubertà.

La seconda capacità condizionale che prendiamo in esame, la velocità, intesa come

“qualità grazie alla quale si effettuano movimenti nel minor tempo possibile” ( E.

Arcelli 1990), si può notare invece che è legata all’andamento dello sviluppo del

sistema nervoso centrale che raggiunge la sua stabilità evolutiva all’insorgere della

pubertà. L’esecuzione dei movimenti risulta lenta ed impacciata fino all’età scolare

presentando nella fascia 8-12 anni un incremento molto significativo, quantificabile

in oltre il 50 % e toccando il picco tra i 18 e i 25 anni , con una netta diversità tra i

sessi, per poi pian piano decadere ( Hodgkins 1963). La capacità di corsa veloce

segue un incremento costante dai 7 anni in avanti per entrambi i sessi, con una

diversificazione a partire dai 13-14 anni a favore dei maschi (Merni-Nicolini 1991). A

partire da questa età si registra una fase di decremento, fino ai 16 anni, seguita poi

da un nuovo sviluppo che porta intorno ai 18 anni a valori definitivi, che si

mantengono costanti nella misura in cui il soggetto continui a sottoporsi a stimoli

allenanti. Questa capacità è in gran parte vincolata dal patrimonio biologico del

singolo soggetto e risulta strettamente collegata con lo sviluppo delle capacità

coordinative e in particolare con l’acquisizione del ritmo. Pertanto i giovani fino

all’età puberale dovranno cimentarsi in attività che stimolino lo sviluppo delle qualità

nervose cioè giochi di destrezza, agilità e che favoriscano l’attivazione dei complessi

- 8 -

meccanismi del S.N.C. La terza capacità condizionale è la resistenza cioè “ la

capacità di fornire la massima quantità di lavoro relativamente al tempo di

esecuzione e masse muscolari interessate” (E. Arcelli 1990). Nella prima infanzia (

3-5 anni) il bambino mostra scarsa possibilità di sostenere lavori protratti nel tempo

ciò è dovuto a ipertonie e dispersioni energetiche che conducono ad un rapido

affaticamento ( R. Manno 1990). Successivamente tra i 7 e gli 11 anni, migliorando

gli aspetti coordinativi del movimento, sono possibili attività motorie più prolungate.

Dagli 11 ai 14 anni è possibile inserire forme di resistenza generale, tenendo

presente che il preadolescente è già in grado di stimoli volitivi per impegnarsi in

esercitazioni con tali caratteristiche. Per quanto riguarda la resistenza aerobica il

massimo consumo di ossigeno (VO2 max) fino a 10-11 anni non mostra differenze

significative tra maschi e femmine. In seguito i valori si differenziano a favore dei

ragazzi, che toccano il valore massimo a circa 18 anni, mentre le ragazze lo

raggiungono a 16 anni.

Fig. 6- Valori del massimo consumo di ossigeno in funzione all’ età in maschi e

femmine italiani ( Dal Monte-Faina)

Gli uomini presentano indici di capacità superiori alle donne, ciò è dovuto al fatto che

l’uomo presenta una massa muscolare maggiore e una minor massa grassa rispetto

alla donna, di conseguenza è in grado di utilizzare una maggior quantità di ossigeno

sia in termini assoluti che relativi. L’età dei 12 anni costituisce la soglia per ricercare

l’incremento della resistenza generale. Intorno agli 11-12 anni si ha infatti la

condizione favorevole dei bambini al lavoro di resistenza aerobica , in quanto vi è un

congeniale rapporto fra altezza, peso, forza muscolare e VO2max\kg di peso

corporeo. ( D. Martin 1982). Per la resistenza specifica è consigliabile ricercarne un

- 9 -

incremento dopo i 15-16 anni per le ragazze e dei 15-17 anni per i maschi; ciò in

virtù di fattori limitanti a livello biologico come la carenza di enzimi coinvolti nel

processo anaerobico e lo smaltimento di acido lattico; infatti i valori della massima

potenza anaerobica lattacida mostrano sensibili e progressivi aumenti con lo

sviluppo adolescenziale.(Fig. 7).

Fig.7 -Valori della massima potenza anaerobica per Kg per sec. In relazione all’età

(Dal Monte-Faina).

Tra le capacità condizionali e quelle coordinative abbiamo la flessibilità o mobilità

articolare che si pone in posizione intermedia tra le due, in quanto molto dipendente

da fattori morfologici. Essa è considerata come “ la capacità di compiere gesti con

l’impiego della escursione articolare più ampia possibile sia in forma attiva che

passiva” ( R. Manno 1988). La mobilità articolare gioca un ruolo fondamentale per la

corretta ed economica esecuzione dei movimenti , se sviluppata insufficientemente

incide negativamente sull’apprendimento delle azioni motorie, può essere causa

d’infortuni e limitare l’utilizzazione di altre capacità motorie. Il periodo che va

dall’infanzia alla pubertà è quello in cui la flessibilità registra la propria fase sensibile

di sviluppo. Il periodo durante il quale è consigliabile svolgere gran parte del lavoro

per sviluppare la mobilità articolare si colloca fra gli 11 e i 14 anni ( M.Grosser, E.

Zimmermann). Da questa analisi emerge come le capacità coordinative e le capacità

condizionali sono indispensabili per la motricità e ammettendo di trovarci nel periodo

della migliore capacità di apprendimento motorio, sarà necessario porre i ragazzi di

fronte alle più svariate espressioni di movimento, sempre in accordo con le

possibilità individuali, affinché possano acquisire ulteriori schemi motori di base altre

che perfezionare quelli precedenti.

- 10 -

2- L’ALLENAMENTO GIOVANILE: PROCESSO DI CRESCITA FISICA E PSICOLOGICA

L’allenamento sportivo giovanile è un processo guidato di maturazione fisica e

psicologica, da attuare attraverso la pratica di esercitazioni motorie tendenti a

migliorare:

l’efficienza fisica;

le abilità motorie;

le capacita condizionali e coordinative.

Il principale obiettivo della preparazione sportiva giovanile è quello di una

costruzione di base delle capacità motorie sin dall’infanzia e di uno sviluppo

armonico generale del fisico in un contesto di educazione e formazione della

personalità. Solo nel rispetto delle leggi che regolano l’accrescimento fisiologico e

psicologico è possibile garantire al bambino e al ragazzo, una sana attività fisica, e

quindi al futuro atleta il risultato sportivo.

Prendendo in esame le varie tappe descritte precedentemente, nei bambini di 6 -7

anni il gioco e la fantasia sono gli elementi dominanti. Il bambino passa dalla fase

esplorativa a quella organizzativa e creativa, è intelligente, concreto, riesce a

costituire semplici schemi operativi e ad apprendere con una certa facilità. Per

quanto riguarda l’attività motoria è indispensabile a questa età utilizzare il gioco, in

tutte le sue forme: individuale, a coppie, collettivo, è il perno sul quale va impostata

la formazione fisica e psicologica. Il gioco favorisce la strutturazione dello "schema

corporeo", ovvero la conoscenza del proprio corpo in tutte le situazioni statiche e

dinamiche nello spazio e nel tempo; oltre alle abilità motorie di base come il

camminare, correre, rotolare, lanciare, afferrare, ecc., possono essere proposti

anche movimenti combinati che richiedono la coordinazione simultanea di segmenti

diversi del corpo. I giochi vanno regolamentati in maniera semplice e su proposta

degli stessi bambini; le caratteristiche volitive, tipiche di questa età, non rendono

gradite attività motorie che presentano impegni monotoni, ripetuti e prolungati. Dagli 8 agli 11 anni (maschi) e dagli 8 ai 9 anni (femmine) è definita "età della

ragione" (J. Piaget) in quanto ad una più concreta intelligenza fa riscontro una

maggiore consapevolezza di sé; In campo sportivo è in grado di perfezionare le

proprie abilità ed apprenderne altre più complesse, costruendo programmi motori

- 11 -

sempre più adeguati e rispondenti ai compiti da risolvere. In questo è aiutato anche

dalla maggiore capacità di concentrazione nei movimenti; inoltre, l'accettazione delle

regole e la disponibilità alle varie attività motorie, permettono di poter programmare

delle forme di allenamento contenenti anche elementi tecnici di base propri della

disciplina sportiva prescelta. Il tutto deve essere sempre proposto in forma di gioco e

di rispetto dei principi di progressività e gradualità. Intorno ai 12-13 anni (maschi) e 10-12 anni (femmine) inizia l’adolescenza che

proseguirà fino a circa i 16 anni per i maschi e ai 14 per le femmine. il giudizio del

gruppo di appartenenza può influenzare notevolmente la propria autostima e, di

conseguenza, la maggiore o minore fiducia in se stessi. Questa è definita l’età

"difficile" in quanto non si è più bambini ma non si è neanche adulti. L'immagine

corporea subisce delle continue variazioni con influenze alterne sulla forza

muscolare e sulle capacità coordinative che non riescono a trovare punti solidi di

riferimento; l’attività motoria e sportiva può assumere un ruolo determinante sia

come canale di sfogo della naturale esuberanza, sia come formazione ed

educazione generale; tutte le capacità motorie possono essere sviluppate senza

pericolo purché si seguano sempre i criteri di progressività, gradualità e simmetria

del lavoro; inoltre, il miglioramento del trofismo muscolare può essere molto utile per

prevenire gli atteggiamenti viziati ed i paramorfismi.

Dopo i 13 anni (maschi) e dopo i 14 anni (femmine), l’incertezza psicologica oscilla

ancora tra fiducia e diffidenza verso il prossimo, c’è il desiderio di indipendenza,

voglia di conoscere la realtà dell’adulto e tendenza a chiudersi in se stesso; il

bisogno di trovare e affermare la propria personalità porta facilmente a rifiutare i

modelli comportamentali imposti o insegnati; il punto di equilibrio di questo disagio

psicologico, ansia, spirito di contraddizione e incoerenza, arriverà solo 3-4 anni più

tardi. Questo è il momento della scelta, spesso definitiva, verso una specifica attività

sportiva, attività che può diventare importante nella formazione globale della

personalità; l’esperienza del gruppo sportivo e l’accettazione delle norme

comportamentali che esso impone, possono essere utili per una identificazione

collettiva e quindi acquisizione di sicurezza delle proprie azioni; l’elemento

agonistico, , può essere importante per la costruzione armonica del corpo, per dare

tono e forza ai muscoli e per rafforzare la propria autostima. L’allenamento servirà a

migliorare il bagaglio psico-fisico che l’atleta possiede , aiutandolo ad estrinsecare

tale corredo personale in comportamenti efficaci che gli consentano di favorire e

- 12 -

migliorare atteggiamenti e comportamenti sempre più autonomi e di responsabilità,

inducendo a un buon controllo emotivo, a una buona adattabilità, a una valida

autostima, a una buona capacità di socializzazione e a una maggior tolleranza alle

frustrazioni. Al processo di allenamento occorre dare un carattere di organicità e

progressività attraverso una attività motoria e sportiva equilibrata ed efficace, infatti

poiché lo sviluppo dell’allenamento è strettamente legato ai continui adattamenti che

esso provoca nell’organismo, si dovrà considerare:

1) in quale tappa evolutiva si trova il soggetto;

2) )in che modo la sua struttura biologica in crescita risponde agli stimoli

dell’allenamento;

3) come si modificano e come si evolvono le sue caratteristiche somatiche e

funzionali;

4) come varia l’allenabilità delle diverse capacità motorie in relazione al

processo di crescita;

Occorre allora che l’allenamento del giovane sia un progetto a lunga scadenza del

quale andranno precisate:

-le diverse tappe in relazione all’età;

i contenuti di queste tappe;

i mezzi e i metodi;

gli obiettivi a breve a medio e a lungo termine;

Il progetto dovrà durare almeno una decina d’anni e quanto più la prestazione è

complessa in termini tecnici, tanto maggiore sarà il tempo necessario per poter

esprimere al massimo il potenziale atletico

- 13 -

4- IL LAVORO MULTILATERALE INTESO COME STRUMENTO CONTRO LA SPECIALIZZAZIONE PRECOCE

I contenuti della “tappa dell’allenamento giovanile” devono essere l’occasione per i

giovani atleti di vivere molte esperienze sportive, che permettano la formazione di un

vasto patrimonio motorio, dal quale attingere nel passaggio dalla fase formativa

all’attività più specificatamente orientata. Considerando la complessità delle

capacità richieste in qualsiasi delle specialità sportive, risulta evidente come l’atleta

non debba in ogni caso svolgere una ‘attività di allenamento unilaterale: per esempio

il corridore di velocità correre sempre velocemente per migliorare la sua velocità

massima; il calciatore concentrarsi solo sulla esecuzione dei calci alla palla; e così

via... In definitiva, un allenamento così povero di mezzi, quindi standardizzato, nel

volgere di breve tempo condurrebbe certamente ad un miglioramento della

prestazione, anche se limitato, provocandone, in seguito, l’arresto e

successivamente, il calo.

Al contrario, l’analisi di una qualsiasi disciplina sportiva mette sempre in luce il

carattere complesso delle qualità richieste all’atleta: non esistono discipline sportive

caratterizzate da una sola espressione di qualità fisiche, ma piuttosto discipline in

cui entrano in gioco più qualità fisiche. All’atleta si richiede sempre il possesso di

una molteplicità di capacità fisiche e motorie. In Atletica Leggera, soprattutto nelle

categorie giovanili di Ragazzi (12-13 anni) e Cadetti (14-15), assume una notevole

importanza il lavoro multilaterale. La preparazione multilaterale è si di carattere

generale, ma deve essere strategicamente organizzata con esercizi e metodi mirati

alla disciplina sportiva praticata, per garantire lo sviluppo di un livello adeguato delle

qualità fisiche per rendere il lavoro più vario, non stereotipato. Per multilateralità

specifica si intende l’apprendimento della tecnica di base delle specialità sportive e

nelle età successive l’utilizzo con maestria e padronanza degli esercizi della

formazione speciale. Andranno sviluppate (Cenni di teoria dell’allenamento, A. La

Torre, I.Nicolini 1994): le capacità coordinative ( capacità di controllo motorio, di

trasformazione, di accoppiamento e combinazione dei movimenti, di equilibrio, di

orientamento, di reazione , di ritmo, l’abilità, la destrezza); le capacità condizionali

(forza, resistenza, rapidità); l’ efficienza muscolare; la mobilità articolare; la tecnica

corretta. L’allenamento dei giovani deve essere qualitativamente differente da quello

degli adulti, infatti è molto diversa la qualità di risposta dei giovani e degli adulti

- 14 -

all’esercizio fisico. Ne deriva la necessità di programmare un piano di allenamento, i

metodi adeguati all’età che non siano la “brutta copia” dei programmi di atleti evoluti.

Nella costruzione di un piano di allenamento vanno considerati i seguenti criteri:

alternanza tra carichi di diverso tipo (forza, resistenza di varia natura, velocità,

rapidità, destrezza); alternanza tra carico e recupero; progressività nelle quantità di

lavoro; consapevolezza, intesa come capacità di essere al corrente delle finalità

dell’allenamento. Il periodo della formazione giovanile deve garantire una vasta e

completa gamma di stimoli, modellata sulle caratteristiche, sulle capacità di

apprendimento e di adattamento del ragazzo, tenendo presente la specialità verso la

quale manifesterà maggiori propensioni. La progressività e lo sviluppo dei carichi di

allenamento deve rientrare in una strategia sistematica. La strada da seguire nei

diversi settori (corse, salti e lanci) è quella di far provare ai giovani un ventaglio di

proposte di specialità affini per favorire una “buona scelta”. Questo consentirà di

valutare le capacità di prestazione prima di arrivare alla scelta della disciplina e

all’impostazione della tappa di specializzazione. Nelle categorie successive (Allievi e

Juniores) il lavoro multilaterale dovrà essere invece associato ad allenamenti più

specifici per formare l’atleta di alto livello. L’approccio multilaterale nella formazione

giovanile può essere una validissima arma contro i pericoli insiti nella

specializzazione precoce, ovvero un prematuro intervento unilaterale tendente ad

esasperare gli aspetti specifici della disciplina praticata. Se qualora lo sviluppo

avvenisse in senso unilaterale e orientato verso una sola delle qualità fisiche (quella

ritenuta essenziale), le capacità di prestazione migliorerebbero fino ad un certo

livello, per poi arrestarsi inesorabilmente come se si fosse frapposta una barriera

all’ulteriore sviluppo. Il progresso delle capacità è possibile quindi ottenerlo

attraverso il miglioramento di quelle qualità che si pensa determinino, non

direttamente, il miglioramento delle capacità e della prestazione e costituiscano il

necessario supporto per le qualità fisiche fondamentali. Inoltre una

SPECIALIZZAZIONE PRECOCE può comportare seri rischi come:

-la trasformazione e specializzazione precoce degli organi e apparati più sollecitati;

-la perdita di interesse a causa della monotona ripetitività delle esercitazioni;

Queste due situazioni possono avere come conseguenza: la stagnazione delle

prestazioni in quanto l’atleta possiede un ristretto bagaglio di schemi motori e quindi

riesce ad operare solo in determinate situazioni standardizzate; la facilità di traumi

all’apparato locomotore in quanto il sistema muscolare presenta squilibri tra le varie

- 15 -

regioni del corpo; l’insorhenza o l’ accentuazione di atteggiamenti viziati;

l’abbandono precoce della disciplina praticata per mancanza di nuovi stimoli motori

e psicologici.

Il concetto di multilateralità nel processo di allenamento, che ha una sua validità in

senso assoluto, diventa addirittura il principio informatore dell’allenamento in età

giovanile. (C.Vittori, P.Bellotti, A.Donati )

4a- La programmazione .Anche quando si opera con i giovani è necessario per una reale efficacia

dell’allenamento, programmare le attività, cioè, organizzare e pianificare il proprio

intervento scegliendo gli obiettivi, individuando a mezzi e metodi dosando

adeguatamente quantità ed intensità del lavoro e la loro distribuzione nel tempo.

Nella programmazione di un’attività sportiva a lungo termine va innanzitutto

considerata la distribuzione del lavoro generale e del lavoro speciale: il lavoro

generale consiste negli esercizi finalizzati allo sviluppo delle capacità condizionali, e

delle abilità motorie di base. Il lavoro speciale, invece, prende in considerazione il

lavoro specifico e l’apprendimento tecnico. All’interno del processo di allenamento, il

lavoro generale e il lavoro speciale hanno una distribuzione percentuale diversa

nelle diverse età. Nelle prima fase, fino ai 10 anni, il lavoro sarà esclusivamente

generale e ludico. A partire dagli 11-12 anni diminuirà la percentuale di lavoro

generale con l’introduzione del lavoro speciale. Nelle età successive aumenterà

progressivamente la percentuale di lavoro speciale. Sulla base delle preferenze e

delle caratteristiche di ognuno si avrà quindi l’inizio delle specializzazione.

Fig. 8- Tappe di formazione fisica e di allenamento sportivo (da Hahn, 1983)

4b-Aspetti metodologici I principi metodologici fondamentali da tenere presente durante l'attività giovanile e

la singola seduta di allenamento sono:

- 16 -

1) Grado di difficoltà degli esercizi: è importante proporre esercitazioni nuove o

comunque con difficoltà crescenti in modo da stimolare in ogni seduta le capacità di

apprendimento motorio. I parametri che si possono considerare in una progressione

di questo tipo sono le difficoltà dipendenti dalla novità del gesto, un movimento

completamente sconosciuto o piccole varianti proposte in un'azione già

automatizzata possono creare difficoltà nell'esecuzione motoria; difficoltà relative

alla coordinazione intersegmentaria,, se vengono impegnati più segmenti

contemporaneamente si accresce la difficoltà dell'esercizio; difficoltà dipendenti

dall'equilibrio, posizioni insolite o con una base di appoggio ridotta nelle varie fasi

dell' esecuzione del movimento possono aumentare la difficoltà; difficoltà dipendenti

dalle variazioni di velocità, frequenza, ritmo e spostamento nello spazio; difficoltà

dipendenti dall'intensità del carico utilizzato; difficoltà dipendenti dall'affaticamento.

2) Successione degli esercizi: gli esercizi non devono impegnare per un numero

elevato di volte lo stesso gruppo muscolare. Infatti interessare più gruppi muscolari

in una successione di esercizi assicura un adeguato recupero locale.

3) Il carico nelle esercitazioni: è indispensabile dosare in modo opportuno il carico

dell’allenamento; i parametri da tener presenti nel dosaggio del carico nelle sedute

sono l’intensità dell’esercizio, la velocità o ritmo di esecuzione, il numero delle

ripetizioni per ogni serie e il numero delle serie, le pause di recupero;

4) Lavoro di potenziamento: è indispensabile essere certi che il giovane non presenti

evidenti vizi del portamento, scompensi a livello del rachide, vizi cardiaci; il carico

dovrà essere dosato in funzione all’età, nel periodo puberale e prepuberale sarà

opportuno scegliere esercizi a carico naturale o con sovraccarichi molto leggeri.

5) Frequenza degli allenamenti: a livello giovanile bastano 2 o 3 sedute di

allenamento settimanali. Due sedute settimanali possono già determinare discreti

miglioramenti specialmente con i principianti.

4c- La seduta di allenamento La seduta di allenamento sarà suddivisa in Riscaldamento, attraverso esercitazioni

varie che preparino l'organismo ad eseguire il tema centrale dell'allenamento. In

questa prima fase, oltre alla corsa blanda, sono molto utili le andature che oltre che

avere un maggior impegno coordinativo rendono la seduta diversa, più stimolante

dal punto di vista dell’apprendimento, dell’attenzione e delle partecipazione;

Sviluppo del tema della seduta attraverso esercitazioni generali e specifiche; Attività

finali o ludiche sul tema dell’allenamento;

- 17 -

5- LA PROPOSTA OPERATIVA, MULTILATERALE

Esempi di esercitazioni per il riscaldamento:

1) Camminare con presa di contatto al suolo con il tallone; varianti: in fila, sulle righe della palestra, intercalando con azioni di corsa.

2) Camminare con circonduzioni delle braccia; varianti: cambiando direzione, di corsa, con movimenti diversi delle braccia.

3) Passi saltellati corti a ritmi sostenuti; varianti: cambiando direzione, con movimenti diversi delle braccia (oscillazioni, slanci circonduzioni si vari piani).

4) Corsa laterale incrociata avanti e dietro. Varianti: cambiare direzione, velocità, con le ginocchia alte.

5) Corsa calciata dietro mantenendo le ginocchia basse. variante: diverse frequenze dimovimento, diverse successioni(Esempio: sx, sx, dx, dx), combinazione di movimenti con gli arti superiori, con spinte diverse come intensità del piede a terra.

7) Andature con slancio della gamba tesa; varianti: in avanti, in fuori, in dietro, con dei saltelli.

9) Andature combinate: saltelli con flessioni e slanci degli arti inferiori nelle diverse direzioni combinati con spinte, slanci, e circonduzioni contemporanee o successive degli arti superiori sui vari piani

6) Corsa a ginocchia alte. variante: diverse direzioni, frequenze, successioni, combinazioni di movimenti con arti superiori (slanci, spinte).

8) Andatura con flessione e spinta della gamba. Varianti: in avanti, in fuori, con saltelli a ritmi diversi con movimenti combinati degli arti superiori.

- 18 -

Esercizi per gli arti inferiori:

1) Camminare con gambe semipiegate. Varianti: diversa ampiezza del passo, spostamenti frontali, laterali o all’indietro, diversa angolazione delginocchio

2) Andature con affondi. Varianti: slancio con gamba, andatura con piegata avanti a spinta verso l’alto con piccoli sovraccarichi. 3) Saltelli a gambe semipiegate. Varianti: diversa angolazione del ginocchio, spostamento del corpo verso l’alto o in avanti, fasi di appoggio lunghe o brevi, con vari movimenti delle braccia (slanci, oscillazioni circonduzioni contemporanee o alternate), con partenza da fermo a piedi uniti e arrivo nella sabbia.

4) Partendo da seduti schiena contro schiena alzarsi in piedi contemporaneamente e ritorno. Varianti: ritmi di esecuzioni diversi.

5)Piegamenti su una gamba appoggiandosi ad un compagno. Variante: in appoggio al muro o alla spalliera, su un gradone o di fianco a una panca, a coppie che lavorano contemporaneamente. 6) Spinte degli arti inferiori con opposizione del compagno. Varianti. Appoggio alle piante dei piedi del compagno con i glutei o con il petto, resistenza passiva o attiva. Piegamenti delle gambe con un compagno sulle spalle

8) Balzi tra gli ostacoli. Variante: diverse altezze degli ostacoli, diverse distanze, con movimenti diversi in volo degli arti inferiori e superiori, successivi alternati.

9) Salire e scendere da1 gradino o una panca. Variante: movimento delle gambe successive, alternato, con balzo verso l’alto, con cambio di ritmo.

10) Adatatura sugli avampiedi, andatura sui talloni, andatura tallone avampiede, andatura sul bordo esterno ed interno del piede

7)Balzi sui gradoni.( o gradini) Varianti:apiedi pari, con un piede, successivi (sx,sx,sx9alternati ( sx,dx,sx,dx), corsa in salita.

- 19 -

Esercizi per arti superiori (cingolo scapolo-omerale e braccio)

Esercizi per gli addominali:

11) Saltelli con la funicella: piedi pari, skip, piede dx, piede sx, salti alternati, 2 giri di funicella un salto, “pinocchietto”, “vispa teresa”…..varianti: Saltelli laterali superando una fune.

12) Saltelli e balzi con superamento di piccoli ostacoli. Varianti: su di un piede, piedi pari, skip….

13) In piedi, gambe divaricate, panca framezzo saltelli pari con salita sulla pana e discesa.

14) Saltelli a piedi uniti da terra au panca con una fila di panche parallele. Varianti: da terra sulla panca, con spinta verso l’alto dalla panca, con caduta e rimbalzo da terra.

1) Piegamento delle braccia partendo da in ginocchio, busto inclinato avanti, mani in appoggio a terra all’altezza del petto. Varianti: diverso il passo tra le mani, con slancio alterato verso l’alto dietro di una gamba, contemporaneo, alternato o successivo alla spinta delle braccia.

2) Estendere le braccia partendo da seduti, gambe tese in avanti, mani in appoggio rialzato dietro. Variante: slancio di una gamba verso l’alto, slancio di tutte due le gambe in fuori.

3) Piegamenti delle braccia in appoggio alle parallele. Varianti: con spinta dei piedi a terra, con gambe a squadra.

4) Arrampicarsi al palco di salita. Varianti: alla pertica, o alla fune, con o senza l’aiuto delle gambe, con gambe a squadra, con 2 funi o 2 pertiche.

1) Dalla posizione supini con i gomiti a terra, gambe tese, effettuare piccoli slanci delle gambe tese alternati o contemporanei. Unire o divaricare la gambe

2) Circonduzioni e oscillazioni laterali delle gambe con dorso alla spalliera impugnando a braccia tese in alto.

3) Flessione contemporanea busto e gambe con partenza da supini.

- 20 -

Policoncorrenza :

4) Flessione delle gambe da supini su piano inclinato. Variante: diverse posizioni delle gambe ( FLESSE O TESE)

5) Da supini portare le gambe tese verso le mani del compagno mentre si impugnano le 2 caviglie, frenare la caduta dopo la pinta del compagno.

1) Lanci a 2 mani dal petto. Varianti: partenza da eretti, con gambe semipiegate, e piegate, da seduti, con salto verso l’alto o verso l’avanti, diverse traiettorie e direzioni della palla.

2) Lanci verso dietro. Varinti: piedi uniti o divaricati, partenza (seduti, eretti, gambesemipiegate, con flessione del busto in avanti.)

3) Lanci a 2 mani da dietro sopra il capo. Varianti: piedi uniti o divaricati, partenza ( seduti, eretti, gambe semipiegate, con flessione del busto in avanti)

4) Lanci laterali e con torsione. Varianti: per sotto, per fuori, con salto, preceduti da una flessione del busto.

5) Lanci a una mano. Varianti: da sopra, da sotto, con spinta, in fuori

6) Lanci della palla con gli arti inferiori. Varianti: da supini con slancio delle gambe flesse o tese, da seduti con spinta delle gambe.

7) Passaggi del pallone con flessione ed estensione del busto. Variante: passaggio per sopra, per sotto con distanze diverse tra i soggetti

8) Passaggi del pallone da supini o da seduti. Varianti: pallone sopra il capo a braccia tese o flesse, gambe tese o flesse.

9) Passaggi del pallone con inclinazione laterale, torsione o circonduzione del tronco.

- 21 -

Giochi di squadra: 1)Pallavolo 3)Pallamano

Esercitazioni a corpo 1)Capovolta avanti, capovolta indietro, 2) Ruota, verticale; 3) Capovolta indietro alla verticale, verticale capovolta;

2 )Pallacanestro

4) Calcio

- 22 -

Esercitazioni su panche:

4d- Test motori per la valutazione e verifica delle capacità

Si è ribadito più volte il fatto che l’obiettivo principale dell’allenamento giovanile è

quello di assicurare ai giovani una valida base per un successivo perfezionamento

sportivo; in particolare il controllo della preparazione costituisce uno dei punti di

riferimento dell’allenatore per l’elaborazione dei programmi di allenamento.Per

verificare l’acquisizione e il raggiungimento dei diversi obiettivi si possono utilizzare i

“test da campo” che forniscono utili informazioni sul livello e sul grado di sviluppo

degli schemi motori, delle abilità tecniche e delle capacità condizionali, sia a livello

individuale che collettivo. Dal punto di vista organizzativo e funzionale presentano

indiscutibili vantaggi, quali: la facilità di applicazione, in quanto sono realizzabili in

tutte le realtà e le condizioni operative; la praticità di realizzazione, perché non

necessitano di materiali sofisticati e costosi, la semplicità di attuazione, visto che

non richiedono personale specializzato; E’ opportuno scegliere accuratamente i test

da seguire, gli istruttori devono conoscere le modalità di somministrazione e provare

preventivamente la misurazione; le schede per il rilevamento sono preparate

precedentemente e contengono le altre notizie informative come il curriculum

dell’atleta e i dati antropometrici; gli atleti devono essere adeguatamente preparati

sotto il punto di vista fisiologico e psicologico, Inoltre devono essere motivati ad

offrire una prestazione adeguata alle proprie possibilità.

1)Salto sulla panca e successivo salto sul materasso

2) Traslocazione con il corpo prono, le mani in presa ai bordi della panca

3)Saltare a gambe unite la panca disposta per il lungo, con appoggio anticipato delle mani

4) Passare sotto la panca strisciando sul petto aiutandosi con le braccia e con le mani

- 23 -

Esempi di alcuni test per la valutazione della capacità di forza:

1) Salto in lungo da fermo

2) Salto quintuplo a piedi pari

Test per la valutazione delle rapidtà:

1) Sprint 30 metri ( sia con partenza da fermo che in corsa lanciata)

Test per la valutazione della capacità di resistenza:

-Prove di valutazione della capacità aerobica: 1) Test di Cooper

Obiettivo: forza dinamica arti inferiori, capacità motorie generali; Materiale: decametro, picchetto, gesso, rastrello per sabbia Descrizione: il soggetto si pone in stazione eretta , piedi leggermente divaricati con la punta dietro la linea di partenza. Si prepara al salto piegando le gambe e portando le braccia indietro, quindi salta slanciando le braccia in avanti e ricadendo nella buca di sabbia a piedi pari..

Obiettivo: forza dinamica arti inferiori, capacità motorie generali; Materiale: decametro, picchetto, gesso, rastrello per sabbia; Descrizione: il soggetto si pone in stazione eretta, piedi leggermente divaricati con la punta dietro la linea di partenza. Dopo un leggero piegamento sulle gambe effettua 5 salti con piedi sempre leggermente divaricati in successione continua, senza soste tra i salti e senza piegare troppo le gambe.

Obiettivo: rapidità, forza veloce arti inferiori, Materiale: cronometro, 2 paletti, strisce di partenza e arrivo Descrizione: il ragazzo parte in piedi, senza comando, con un piede avanti davanti all’altro, appena dietro la linea di partenza e corre al massimo della velocità fino all’arrivo, posto 3 metri oltre i 30 misurati e contrassegnato da una striscia visibile a terra a da 2 paletti laterali. Due paletti saranno posti sia ai 30 m che ai 15m, per il tempo parziale.

Obiettivo: capacità di resistenza aerobica Materiale: cronometro Descrizione: la prova consiste in una corsa continua di 12 minuti con lo scopo di percorrere più metri possibili. I risultati conseguiti sono confrontabili con la tabella a fianco.

- 24 -

2)Test di Margaria

3) Test progressivo di Corsa –Navetta di 20 metri di Leger

-Prove di valutazione della soglia anaerobica lattacida 1) Test di Conconi

Obiettivo: capacità di resistenza aerobica Materiale: cronometro Descrizione: l’individuo dopo la rilevazione della frequenza cardiaca a riposo, deve eseguire 2 prove distinte: - compie 15 salite-discese al minuto di uno scalino alto 40 cm per la durata di 4 secondi; al termine si registrano m le pulsazioni per 1 minuto continuo (FC1); -allorchè la frequenza cardiaca ritorna al livello iniziale, il soggetto esegue 25 salite- discese del medesimo scalino, sempre per un periodo di 4 minuti; conclusa la prova si rilevano le pulsazioni per un minuto (FC2). Si ricorre a un nomogramma specifico su cui vanno riportati i valori delle rilevazioni cardiache effettuate.

Obiettivo: valutazione della soglia anaerobica lattacida.Materiale: cronometro, cardiofrequenzimetro Descrizione: il test consiste in una corsa continua a velocità crescente della durata di 10-12 minuti ( 2400-3200) da effettuarsi sulla pista di atletica, dove ogni 200 metri viene posto un punto per l’incremento della velocità. All’inizio l’atleta corre con un intensità di corsa predefinita (8-10 km/h), ogni 200 metri la velocità aumenta in modo costante, pari a 0,5 km/h, ad ogni passaggio dai punti si registra il tempo e la frequenza cardiaca grazie al cardiofrequenzimetro. La prova termina quando l’individuo non è piu in grado di adeguarsi alle variazioni di velocità imposte.

20m

Obiettivo: capacità di resistenza aerobica Materiale: dispositivo acustico Descrizione: l’individuo si dispone dietro una linea e al via corre continuamente da una linea all’altra (disposta 20 metri dalla precedente) eseguendo ogni volta un rapido dietrofront. Il test consiste proprio in questa corsa di andata e ritorno cercando di adeguarsi al ritmo imposto sa segnali sonori registrati su un’ audiocassetta ed emessi da un registratore. Ad ogni segnale l’individuo deve trovarsi in corrispondenza di una linea, con uno scarto di 1 o 2 metri. L’intervallo fra i segnali via diminuisce, costringendo il soggetto ad incrementare la propria velocità con un grado di aumento ogni minuto (progressivamente numerato ed indicato sul nastro registrato). Quando l’individuo non riesce più ad adeguarsi al ritmo imposto , la prova è considerata terminata e l’ultimo grado di incremento conseguito è l’indice per valutare il e VO2max .

- 25 -

-Prove di valutazione della capacità anaerobica lattacida: 1) Test dei 300 m

Test per la valutazione delle mobilità articolare: 1)Cingolo scapolo-omerale

2)Flessione del tronco

Circuito di destrezza per le abilità motorie generali ( un esempio)

Obiettivo: abilità motorie generali Materiale: 6 bacchette a sezione tonda, 6 paletti (h= m 1.20 ca.), 2 materassini, 4 ostacoli, strisce di arrivo e partenza, 1 cronometro; Descrizione: il ragazzo si schiera alla partenza, quando è pronto parte e corre ponendo i piedi negli spazi tra le bacchette, senza saltarne nessuna; quindi corre a slalom tra i paletti; effettua una capovolta avanti e una indietro, supera il primo ostacolo e poi passa sotto il medesimo, supera quindi 2 ostacoli, compie una corsa a navetta (AVANTI ,INDIETRO, AVANTI) toccando con una mano i 2 ostacoli che delimitano lo spazio della corsa a navetta e , infine, corre in velocità fino all’arrivo.

Obiettivo: mobilità cingolo scapolo-omerale. Materiale: bacchetta a sezione tonda graduata, con tacche ogni 5 cm. Della lunghezza di almeno 1.20. Descrizione: il soggetto impugna la bacchetta alle sue estremità. In posizione eretta, con le braccia tese, la bacchetta avanti bassa, il soggetto effettua una circonduzione per l’asse passante per le spalle fino a toccare il corpo posteriormente con la bacchetta e ritorna nella posizione di partenza, mantenendo sempre le braccia tese. Il test va eseguito con prove successive stringendo progressivamente l’impugnatura.

Obiettivo: mobilità tronco Materiale: banchetto con taratura in centimetri negativa e positiva. Descrizione: il ragazzo si pone seduto con i piedi completamente aderenti al banchetto, le gambe estese; al via flette molto lentamente il busto con le braccia tese in avanti e passando sopra la lamina graduata raggiunge la massima misura possibile rimanendo per un po’ con la testa tra le braccia.

Obiettivo: capacità di resistenza anaerobica lattacida Materiale: cronometro Descrizione: Sulla pista di atletica si esegue una corsa piana veloce di 300 metri , con partenza da fermo.

- 26 -

5- IL RUOLO DEL TECNICO E IL SUO RAPPORTO CON IL GIOVANE ATLETA

Il tecnico è la persona più vicina ai giovani atleti durante l’attività sportiva: egli deve

seguire, gratificare, stimolare, spronare e motivare i ragazzi sia sul campo che

durante una gara. Egli non deve spingere i ragazzi troppo velocemente verso

importanti prestazioni, ma preoccuparsi di favorire e rendere sempre più assidua e

motivata la loro presenza sul campo, per arrivare poi nell'età della piena

realizzazione delle potenzialità psicofisiche. Il tecnico deve favorire nel ragazzo il

gusto di realizzarsi attraverso lo sport, senza creare la psicosi della riuscita ad ogni

costo. In questo senso va data la giusta importanza e collocazione alle esperienze

agonistiche sia positive che negative, che dovranno servire al ragazzo come

strumenti di verifica e di autovalutazione e al tecnico forniranno informazioni più

complete sulla disciplina da scegliere nelle tappe future. La formazione di una

mentalità vincente passa attraverso numerose esperienze di confronto da svolgersi

sia nell'ambito del gruppo di allenamento, sia partecipando a vere e proprie gare:

affrontare numerosi confronti aiuterà a "sdrammatizzare" sia i momenti di

insuccesso che quelli positivi. Il tecnico dovrà suscitare e stimolare nel ragazzo la

disponibilità al lavoro e dovrà avere e saper comunicare pazienza, ricordandosi che

l'apprendimento, richiede tempi lunghi di assimilazione. Per aiutare il ragazzo a

costruirsi una reale "autonomia", il tecnico deve favorire un clima di reciproca stima

e fiducia. In particolare va data priorità al lavoro di gruppo, sia come momento

aggregante sia come momento di superamento delle difficoltà individuali. Il tecnico

dovrà valutare il grado di maturazione dei soggetti e dovrà in particolare osservare

l'interesse del ragazzo per l'allenamento, valutabile attraverso l'impegno messo nelle

esercitazioni; la capacità di apprendere, che si evidenzia nel grado di acquisizione

degli esercizi atletici presenti nel piano di lavoro.Il tecnico dovrà favorire e stimolare

la voglia di competere e di mettersi in gioco, per superare anzitutto se stessi e, nel

tempo, anche gli altri.

In alcuni ragazzi c'è una gran voglia di vincere che va incoraggiata. L'ambizione per-

sonale sostenuta dall'allenamento deve traguardare nella voglia di primeggiare.

L'avviamento in queste fasce d'età dovrà essere ludico e divertente. L'obbiettivo

finale resta, comunque, la grande prestazione.

- 27 -

CONCLUSIONI

Da tempo immemorabile, i ragazzi si divertono ad allenarsi, a fare a gara e a

confrontarsi l’uno con l’altro. L’atletica leggera, con la sua varietà di stimoli, di

competizioni, fornisce un’occasione ideale per questo tipo di interazione tra

coetanei. Se si vuole che l’atletica giovanile continui ad essere un’attività stimolante,

un processo di maturazione fisica e psicologica, è necessario utilizzare, come

metodo d’allenamento, la multilateralità, il cui obiettivo principale è quello di una

costruzione delle capacità motorie e di uno sviluppo armonico generale del fisico. A

tal proposito ci è sembrato di grande rilevanza soffermarci sull’importanza di questo

metodo che dovrà essere generalizzato ed estensivo, teso anche ad interessare sia

fattori condizionali che coordinativi. Risulta quindi di estrema importanza ricorrere

anche alla proposta di esercitazioni in forma ludica per l’acquisizione delle capacità

di base caratteristiche dell’atletica leggera quali il correre, il saltare, il lanciare, per

poi sviluppare le abilità motorie più complesse e specifiche della disciplina praticata

perché una buona padronanza di tali abilità diventerà fondamentale per un

perfezionamento nell’età evoluta.

A conclusione di questo lavoro ci sembra che la tendenza alla multilateralità abbia

tutte le caratteristiche per ridare all’atletica quell’ aspetto giocoso e divertente ma

allo stesso tempo stimolate e allenante che sembrava aver peduto, grazie ai

seguenti punti chiave:

-proporre un’attività sportiva generale ma efficace ;

-rivoluzionare il concetto di “atletica” visto come sport di squadra -offrire la più vasta

gamma di stimoli motori che consentano di migliorare la propria prestazione sportiva

-utilizzare test e verifiche sui campi che stimolino il ragazzo a migliorarsi;

- 28 -

BIBLIOGRAFIA -ARCELLI E.-“Che cos’è l’allenamento” Le leggi della preparazione fisica nello sport , -Sperling

& kupfer Editori Milano 1996

-CARBONARO G:, DAL MONTE A:, FAINA M:, MANNO R., MERNI F. ,NICOLETTI I., NICOLINI I._“L’allenamento giovanile”, Coni scuola dello sport;

-CARBONARO G., FANNO R., LIGAS P., MARCELLO F., MASIA P., PELLEGRINI F., PUGGELLI A. M.- “Guida e tecnica generale dei centri di avviamento allo sport”, Società

Stampa Sportiva- Roma

-CELIA G:, CELIANI A., DUGNANI S., MONTI V.,- “L’ducazione fisica”. Le basi scientifiche del

controllo e dello sviluppo del movimento- PICCIN 1996

-DIVISIONE CENTRI GIOVANILI DI ADDESTRAMENTO DEL SERVIZIO PROMOZIONE SPORTIVA DEL CONI-“Attività Motorie Giovanili” Centri C.O.N.I di avviamento allo sport,

Società Stampa Sportiva –Roma

-ENDRIZZI P., FALCETTA G., CARROZZA L., BUONGIORNI G:; DAL FORNO L., PILORI F., MAZZAUFO C., DI MOLFETTA D., SILVAGGI N., ROVERATO R., LA TORRE A.- “L’allenamento nell’atletica giovanile” (1’, 2’ parte), Centro Studi & Ricerche

-HANN E.- “L’allenamento infantile” Società Stampa Sportiva- Roma

-MALINA M.R:“Crescita e maturazione di bambini ed adolescenti praticanti atletica leggera”

Centro studi e ricerche.

(da “Età evolutiva ed attività motorie” di G. Caldarone e M. Giampietro - Mediserve 1997)

PAISSAN G., -“L’insegnamento dell’atletica leggera a scuola” (1’, 2’ 3’ volume) CENTRO STUDI

E RICERCHE

-RAMPA A., M. C. SALVETTI-“Attività motoria ed educazione nell’età evolutiva”, Casa Editrice:

Juvenilia

-RANZETTI U., LOCATELLI E., BUONGIORNI G., UGUAGLIATI F., FRINOLLI R., DEGORTES N., DA MILANOS., LA TORRE A., TUCCIARONE G., ZAMPERIN A., AMBROGI F., PETROV V., TUCCIARONE G., PERICOLI R., AVOGARO R:, DI MOLFETTA D., SILVAGGI N., SIMEON S.,BRICHESE G., GUARNELLI G.,“Il

Manuale dell’allenatore di Atletica Leggera”, 1’,2’ e 3’parte, Centro Studi & Ricerche

-Articoli di Centro Studi e Ricerche (Atletica Studi):

-VITTORI C., BELLOTTI P., DONATI A.--“Allenamento sportivo e qualità fisiche”, -“Analisi degli

aspetti fondamentali dell’allenamento sportivo”

-LOCATELLI E., -“La programmazione dell’allenamento giovanile”, “I contenuti tecnici per lo

sviluppo della nuova strategia federale nel settore giovanile(10-17 anni)”

-SPAGOLIA G:, BORTOLI L., POZZER L.-“L’avviamento all’atletica leggera”

Siti internet visitati:

www.fidal.it; www.sportraining.net