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1 Metodologia dell’allenamento degli sport di squadra 1° anno Laurea Specialistica Scienze e tecniche dello Sport Prof. Stefano D’Ottavio

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Metodologia dell’allenamento degli sport di squadra

1° anno Laurea Specialistica Scienze e tecniche dello Sport

Prof. Stefano D’Ottavio

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Sport di situazione e giochi sportivi

• Per sport di situazione si intendono: • Gli sport nei quali l’esecuzione della tecnica

dipende dalle condizioni agonistiche, particolarmente quelle tecnico-tattiche e dall’opposizione dell’avversario e/o della squadra avversaria (Manno 1989)

• Gli sport la cui prestazione agonistica ed i fattori che la compongono sono influenzati da variazioni dell’ambiente di gara (D’Ottavio 2006) 2

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Sport di situazione e giochi sportivi

• Per gioco sportivo di squadra si intende: • Una forma di pratica dell’esercizio fisico-

sportivo, che ha un carattere ludico, agonistico e di processo in cui i partecipanti costituiscono due squadre che si trovano in rapporto di avversità tipica non ostile, determinata dalla competizione in cui attraverso la lotta (sfida) si cerca di ottenere la vittoria sportiva per mezzo del pallone o di un altro oggetto di gioco, manovrato secondo regole prestabilite (Teodorescu 1985)

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Relatore
Note di presentazione
Elementi di didattica dei giochi sportivi. Lo sviluppo degli aspetti cognitivi nell’insegnamento della tattica
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Quattro forze o spinte determinano le motivazioni al gioco:

1. Rischio (fortuna, azzardo)

2. Istinto a competere

3. Bisogno di apparire

4. Ricerca di smarrimento (esaltazione)

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Sport di situazione e giochi sportivi

• La scienza dell’azione motoria individua alcuni universali ludici che si compongono fra loro determinando la struttura del gioco e la sua logica interna. Tali elementi sono:

• I ruoli • Lo spazio • Il tempo LE REGOLE • Il punteggio • Gli oggetti • Le relazioni fra giocatori

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Tipologie di spazio

Spazio tecnico o prossimale

Spazio sociale o di relazione

Spazio visivo o proiettivo (estensivo)

Individuale di tipo sensomotorio dove prevale il controllo cinestesico e l’attenzione è rivolta

prevalentemente su sé stessi (interna)

Entro il quale il giocatore è in grado di comunicare sul piano tecnico, tattico e fisico

relativamente al suo potenziale

Attenzione rivolta prevalentemente all’esterno e la percezione visiva si rivolge

soprattutto alla globalità dell’azione anche se non si è coinvolti direttamente

(D’Ottavio 2006)

RL'ALLENATORE Rivista tecnica Ufficiale dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio (AIAC) “Il controllo dello spazio nella formazione dell’azione difensiva. 2006”

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• Nello spazio si realizzano:

• Intenti TECNICI

• Intenti TATTICI

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Lo spazio nel gioco..

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Strategia e tattica nello sport Barth 1994

• Nelle scienze dell’allenamento la tattica viene definita in modo molto generale: ….teoria della conduzione della gara sportiva (Harre 1979)

• Le decisioni prese durante la gara che ne influenzano immediatamente l’andamento (Kern 1989)

• In psicologia: ….organizzazione del comportamento, piano di svolgimento e schema d’azione (Miller, Gallanter, Pribam 1973)

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Definizione di tattica

“………è il modello d’azione che il soggetto segue nelle diverse situazioni per ottenere il miglior risultato possibile….”

(autori norvegesi 2002)

Per capacità tattica si intende la facoltà di un atleta di utilizzare le sue capacità psichiche e fisiche, le sue abilità tecniche e tattiche, a secondo delle condizioni di gara, per la soluzione di compiti tattici individuali e collettivi

(D.Harre 1985) 11

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Strategia e tattica nello sport • La strategia è un piano d’azione o

comportamentale attraverso il quale tenendo conto delle regole di gara, dei propri punti di forza e delle proprie carenze, di quelle degli avversari e delle condizioni di gara previste, vengono anticipate mentalmente e prestabilite le potenziali decisioni relative al comportamento di gara, in generale………….nel breve, nel medio e lungo periodo

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Strategia e tattica nello sport

• La tattica è invece l’insieme dei comportamenti, delle azioni e delle operazioni individuali e collettive degli atleti in gara con i quali tenendo conto delle regole di gara, del comportamento dei compagni di squadra e degli avversari, come dei possibili fattori di incidenza esterna, si influenzano le condizioni che possono essere utilizzate a proprio vantaggio…….. 13

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Strategia e tattica nello sport • Mentre la strategia, nella pianificazione del

comportamento, tiene conto delle possibilità di decisione degli avversari, ma non le influenza – la tattica si riferisce all’utilizzazione finalizzata di azioni che preparano la realizzazione della strategia. La tattica mira a condizionare le situazioni attraverso condotte ingannevoli, che hanno un incidenza diretta sul comportamento dell’avversario………………e che possono essere utilizzate a proprio vantaggio…. (B.Barth 1994)

• La tattica può essere considerata un piano d’azione a breve termine o un sottoprogramma (B.Rossi 1996)

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Discipline sportive open e closed

• I giochi sportivi presentano la particolarità di utilizzare abilità e tecniche che sono fortemente condizionate (influenzate dalle variabili della situazione). A differenza di quelle closed dove la prestazione è legata maggiormente ad automatismi motori

• La differenza rispetto alle discipline closed skill sta nel fatto che queste sono caratterizzate principalmente dall’elaborazione automatica bottom up, molto rapida perché al di fuori del controllo cosciente, mentre le open skill devono affiancare ad essa anche l’elaborazione controllata top down, che si svolge sotto controllo cosciente, più lenta e dispendiosa, ma anche più flessibile, cioè passibile di aggiustamenti in funzioni delle variabili situazionali e delle aspettative soggettive (Nougier 1992)

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Teoria dell’azione

• Le attività sportive sono caratterizzate da azioni volontarie, finalizzate che vengono innescate dall’anticipazione consapevole dello scopo dell’azione, come anche da decisioni consapevoli

• L’anticipazione allo scopo oltre allo scopo vero e proprio, comprende sempre anche l’identificazione ed i compiti prefissati

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Teoria dell’azione • L’esecuzione dell’azione viene sempre riferita ad un

programma d’azione elaborato precedentemente e viene regolata e controllata mediante continui processi analitico sintetici di presa ed elaborazione dell’informazione, analitica e globale (orientamento)

• Le azioni coscienti si svolgono secondo determinate fasi: pulsione-motivazione, orientamento preparazione della decisione, presa di decisione intesa come scelta di uno scopo concreto e di una via per realizzarlo, esecuzione ed analisi e confronto risultati attesi e reali

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Relatore
Note di presentazione
Strategia e tattica nello sport Discussione e definizione de concetti di strategia e di tattica, alla luce di vari approci di carattere teorico scientifico
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Teoria dell’azione • L’azione è un’ evento globale complesso (unità

d’azione) • Le azioni sono organizzate in modo

gerarchicamente sequenziale (azioni d ordine superiore ed inferiore)

• Un atleta pensa sempre in termini di azioni dando maggior significato al sistema dominante

• Le azioni sportive sono consapevoli e dirette ad uno scopo

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Presupposti del gioco difensivo con disposizione a “zona”

1° livello cognitivo

(orientamento) Controllo visivo

della palla Controllo

sensoriale globale dello spazio

Spostamenti con creazione di

superiorità numerica (maggiore densità) nella zona attiva

2° livello cognitivo

(situazionale)

Controllo della posizione: -degli avversari e dei

compagni

Tempo (velocità) di piazzamento e

spostamento

Zona del campo dove si attua la

disposizione (grado di pericolosità)

3° livello cognitivo

(tattico)

Situazione di inferiorità

numerica in difesa

Tattica del fuorigioco e/o

pressing sul p.p.

Situazione di palla “coperta”

o “scoperta”

Elastico difensivo

Controllo difficile del p.p. (scarso

tecnicamente, gioco aereo)

Prossimità delle linee esterne

Inizio azione di marcamento

(D’Ottavio 2006)

L'ALLENATORE Rivista tecnica Ufficiale dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio (AIAC) 1. Il controllo dello spazio nella formazione dell’azione difensiva. 2006

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Legame stimolo-risposta

Prepara più alternative all’evento

Classico comportamento

top-down

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Teoria dei giochi • Nella teoria dei giochi un giocatore riflette

(gioca) in quanto prevede mentalmente ciò che avverrà e ripercorre mentalmente tutte le decisioni possibili e le eventuali conseguenze (strategia) e la valutazione dei rischi

• Un esempio viene fornito dal gioco degli scacchi che passa in rassegna le possibili combinazioni e le ipotetiche risposte dell’avversario e agisce con la mossa a lui più favorevole 26

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…partendo dai fondamenti del gioco…nel calcio

In fase di possesso di palla:

1. Se è possibile tirare in porta

2. Se non è possibile, cercare il passaggio per la conclusione

3. Se non è possibile, cercare il passaggio verticale

4. Se non è possibile, cercare comunque di guadagnare spazio in avanti (diagonale)

5. Se non è possibile, mantenere il possesso di palla (anche con passaggi dietro)

In fase di non possesso di palla:

1. Se è possibile anticipare intercettando la palla

2. Se non è possibile, cercare il tackle o pressare

3. Se non è possibile, rallentare lo sviluppo del gioco e gli avanzamenti (temporeggiare)

4. Se non è possibile, marcare comunque il p.p. e in sub ordine gli appoggi prossimali

5. Se non è possibile, cercare rapidamente la copertura della porta

Grado di rischio-sicurezza soggettivo

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Concezioni neurobiogiche sulla strategia e la tattica

• Tutti i processi psichici nanno una base biologica nei meccanismi neurofisiologici del cervello umano. Nascono e si sviluppano su una base geneticamente pre-programmata (hardware) nel confronto continuo con i compiti e le esigenze che l’uomo si pone (software). Pickenhain 1991

• Il presupposto base della percezione di situazioni è la contemporaneità dei singoli segnali, legati fra loro da un significato comune, in quanto insieme segnale-percezione

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Concezioni neurobiogiche sulla strategia e la tattica

• Soprattutto negli sport di squadra, dove le variabili sono notevoli, per rispondere rapidamente ai problemi, il cervello opera una selezione dell’ informazione

• Il cervello lavora come un organo statistico creando associazioni fra: situazione, azione, risultato e valutazione

• Il grande atleta è in grado di ripondere rapidamente e con efficacia poiché possiede ed in grado di gestire una fitta rete di possibilità associative (archiviate) che rappresentano la globalità delle azioni, e che possono essere influenzate dall’apprendimento, oltre che da fattori ereditari

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Errore d’azione

• Errori nella selezione dell’informazione • Errori nella previsione • Errori nella rappresentazione dello scopo • Errori decisionali • Errori di tempo • Errori motori

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Correggere gli errori La correzione degli errori dipende dal metodo che viene utilizzato dall’allenatore, dato che l’eventuale intervento atto a sottolineare possibili errori esecutivi da parte del giocatore si caratterizza sempre da una impostazione didattica che prevede più o meno tolleranza. Evidentemente gli obiettivi programmati, la fase della didattica che si sta sviluppando, la complessità dell’esercizio e la disponibilità attitudinale dei soggetti, condiziona la tipologia dell’intervento correttivo, ma anche la scelta di non intervenire affatto. Altro particolare da tenere a mente è quello di individuare la ragione per cui un giocatore commette un presunto errore tecnico. Per esempio ci sono almeno dieci motivi che contribuiscono all’errore:

Stefano D’Ottavio (2013) in press Considerazioni sull’insegnamento della tecnica nel calcio

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1. motricità di base e schema corporeo non ancora strutturati;

2. Insufficiente sviluppo delle capacità coordinative; 3. mancanza di modelli da imitare; 4. insufficiente comprensione del compito tecnico

(spiegazione inadatta e/o carente); 5. stabilità di alcuni parametri tecnici ancora insufficiente 6. sviluppo biologico ritardato; 7. condizione fisica (soprattutto le qualità di forza) ancora

approssimativa; 8. mancanza o perdita in itinere di motivazione; 9. troppa pressione psicologica o inadatta alla situazione

didattica; 10.eccessiva complessità del compito tecnico (p.e.

richieste contemporanee di rapidità e precisione);

Ulteriore e più globale fattore: MODESTA ATTITUDINE

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Classificazione dgli sport secondo il profilo delle esigenze tattiche

• La tattica è tanto più importante: • quanto maggiori sono le possibilità che gli

avversari si influenzino e i disturbino fra loro, • quanto più numerosi sono i gradi di libertà nei

margini decisionali offerti dalle regole di gara, • quanto più elevate sono le possibilità di

cooperazione fra i componenti della stessa squadra,

• e quanto maggiore è l’influenza della variazione delle condizioni esterne sulla gara

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Riflessioni sulla tattica

• La maestria strategico-tattica permette di utilizzare con maggiore efficacia i presupposti e le condizioni di prestazione esistenti e consentono:

• Al piccolo di vincere il grande • A chi è fisicamente debole di battere il più forte • Ai più anziani esperti di vincere i più giovani • In pratica per necessità di sopravvivenza dei

soggetti deboli rispetto a quelli forti 38

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta B.Rossi 1996

• La ricerca in ambito sportivo ha messo in luce come sia lo sviluppo di un software di elevata qualità più che l’hardware, simile a tutti e comunque poco variabile con l’allenamento, a costituire il vero punto di forza dell’atleta di elite (Rossi 1991)

• La finta è una evidente espressione di tali concezione: essa può essere considerata un tentativo intenzionale di trarre in inganno l’avversario per acquisire un vantaggio nel contesto competitivo (Okonek 1988)

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Ricerche hanno dimostrato che i comportamenti di finta sono decisamente in aumento. Un esempio del basket riporta il 30-40% negli ultimi 40 anni durante l’azione che precede il tiro

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Relatore
Note di presentazione
Processi mentali, tattica e comportamenti di finta
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Processi mentali, tattica e comportamento di finta

• Essendo il sistema elaborativo umano limitato, la finta che richiede un costo psichico non va effettuata quando:

• La situazione può essere risolta a proprio favore grazie ad una chiara superiorità fisica o tecnica

• Quando l’interlocutore ha un livello comunicativo troppo diverso

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta

• Il costo neuropsichico della finta dipende da: • Numero e tipo di parametri del movimento da

programmare e riprogrammare • Dall’inibizione della fase finale del primo

movimento • Dall’elevata velocità esecutiva della finta, in

particolare della fase finale • Dal livello tecnico • Dall’età di colui che la esegue

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta

• In riferimento agli ultimi due aspetti precedenti possiamo definire i prerequisiti della finta:

• Disponibilità variabile delle tecniche • La comprensione delle regole (Durand 1987) • La capacità di anticipazione (Semmler 1987) • La capacità di disacoppiamento visione/attenzione

(Rossi 1992) • Il sapere aspettare: principio della realtà

(Rossi,Cereatti 1992) • La capacità di immedesimarsi nell’altro:superamento

dell’egocentrismo (Rossi,Cereatti 1992)

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Processi mentali dell’azione di gioco Mahlo 1963 modificato

analisi della situazione

abilità tecniche

creatività

soluzione mentale

decisione

soluzione motoria

capacità tattiche abilità tattiche

esecuzione percezione

anticipazione

memoria lunga termine memoria breve termine memoria istantanea

informazioni

feed-back

conoscenze tattiche e tecniche

imput output

Presa e trattamento dell’informazione

(elaborazione)

feed-back selezione

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DALLA PERCEZIONE ALL’AZIONE

• Gli IMPUT sono condizionati dalla autovalutazione (se riferita a se stessi) o dalla valutazione anticipata del comportamento di avversari-compagni del possibile OUTPUT

• In pratica si tratta di ridurre il TEMPO e di programmare in anticipo la decisione secondo una misura (valutazione) della TECNICA

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Interattività fra tecnica e tattica Fra i vari fattori che concorrono ad elevare la prestazione di un giocatore di calcio, si ritiene in genere che sia assolutamente indispensabile che egli possieda una buona tecnica di gioco. Questo è vero nel gioco del calcio, ma si ritiene che, qualunque sia la tipologia di una disciplina, in un progetto di formazione sportiva, il fattore tecnico della prestazione deve essere considerato il “core” del processo di apprendimento. Tutte le prestazioni sportive si esprimono in termini di gestualità specifiche e quindi la centralità del processo non può prescindere dall’intento di migliorare la tecnica. Questo avviene sia negli sport ad alto coefficiente coordinativo e cognitivo come il calcio, sia in quelli, anche se con minor incisività, dove la gestualità è precostituita ed è relativamente facile il suo controllo da parte dell’atleta (p.e. la corsa nelle specialità di resistenza, lo sci di fondo, il ciclismo etc.).

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Che la Tattica e la Tecnica nel calcio siano indubbiamente collegate fra loro è un fatto certo, dato che la tecnica può essere considerata lo strumento necessario affinchè si realizzi quanto un giocatore si propone di fare nel gioco. Tuttavia, spesso non si tiene conto che il pensare tattico è di fatto un pensare tecnico dato che ciò è condizionato dalle qualità tecniche che il giocatore possiede e dal grado di autostima tecnica che l’individuo si riconosce. La tattica quindi risponde al quesito di gioco: “Cosa fare” e la tecnica “Come farlo”, ma tali intendimenti dovranno essere ovviamente tarati a secondo delle possibilità che un giocatore possiede.

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Per esempio, nel momento che un giocatore di fronte alla possibilità di effettuare un tiro da fuori area, decide di eseguirlo, con molta probabilità egli ritiene che in lui esista la padronanza necessaria per poter avere un certo grado di successo. Tale considerazione modifica quanto asserito da autorevoli studiosi che in passato ponevano in sequenza le fasi dell’azione tattica (p.e. Percezione, Decisione, Esecuzione, Interpretazione) mettendo temporalmente successive la “soluzione mentale” del compito e quindi immediatamente dopo la “soluzione tecnica” del compito. A nostro avviso invece quest’ultima indiscutibilmente influenza in parte le operazioni di scelta decisionale sul cosa e come risolvere il problema situazionale e né definisce i limiti potenziali (p.e. la capacità tecnica, parametro quantitativo e qualitativo in riferimento al numero delle soluzioni).

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Da tali evidenze si deduce che lo scopo primario dell’allenamento è quello di incrementare la qualità della tecnica per far si che aumentino il numero delle soluzioni tattiche possibili. Nello stesso modo la conseguente crescita tattica farà si che le tecniche si adattino sempre più a richieste di gioco via via sempre più complesse. La complessità in questo caso può essere per esempio: il controllo della palla di fronte ad un raddoppio di marcatura, la velocità richiesta in quel momento, la fatica muscolare, la distanza di tiro etc. Quindi non ci sembra errato affermare che la tecnica è uno strumento della tattica, ma è anche vero che la tattica deve essere considerata a sua volta uno strumento di sviluppo della tecnica. In altre parole la tattica “traina”, orienta, e seleziona le modalità di eseguire una tecnica, a sua volta la tecnica rappresenta l’effettiva produzione e determina i limiti della tattica.

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L’esercizio tecnico quindi, indirizzato allo sviluppo del sistema integrato Tattico-tecnico o Tecnico-tattico deve stimolare ed essere parte di un programma didattico che inizialmente, ed in parte, è guidato dall’allenatore che suggerisce soluzioni dettate da modelli conosciuti e mediati dall’esperienza personale. Nello stesso tempo durante le fasi di apprendimento, il giocatore seguirà una sorta di auto organizzazione del proprio comportamento tecnico, dato che egli è sollecitato a partecipare attivamente nel contesto situazionale con le proprie possibilità individuali temporanee.

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Dato che la situazione, per essere chiamata tale, si caratterizza dalla presenza di compagni ed avversari, dagli spostamenti della palla, e dallo scopo-significato dell’azione (p.e. attacco-difesa etc.), le abilità si regolano e si raccordano in relazione alla caratteristiche dinamiche del gioco che man mano si modificano e si sviluppano durante l’azione. Per questo la tecnica non dovrebbe mai essere considerata una espressione gestuale isolata dal contesto situazionale dato che quest’ultimo influenza e determina il tipo di pressione (complessità). Essa invece dovrebbe essere intesa come significativa di un rapporto integrato, in combinazione con le relazioni di gioco fra compagni ed avversari, che nel tempo si succedono nel corso del gioco o dell’esercizio.

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Le skills, che secondo il lessico anglosassone, al contrario delle tecniche, esprimono il livello di efficacia della tecnica, si misurano con i quesiti insiti nel gioco dettati dall’esigenza di “Fare la cosa giusta al momento giusto e con il meno sforzo possibile” (prestazione rispondente a principi di timing ed economia). Se non si soddisfano tali richieste l’esecuzione tecnica potrebbe non produrre benefici e rappresentare solo un potenziale teorico caratteristico di calciatori inespressi e modesti (unless players). Tavola 2 COMPAGNI ABILITA’ TECNICHE COMBINATE (integrate) PALLA AVVERSARI

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Secondo le due diverse proiezioni tattiche che riguardano i principali livelli di regolazione neuromotoria: livelli sensomotorio e cognitivo, la tecnica (che da ora in poi chiameremo indifferentemente anche skill data la corretta rispondenza ai concetti sopra indicati) potrà essere utilizzata dal giocatore attivando indifferentemente i due sistemi di controllo-regolazione. nella gestione di gesti e movimenti a sé circoscritti e che presentano limitazioni spazio-temporali in termini di rapidità e precisione; oppure diretta a modulare comportamenti di ordine superiore come “nel cambio di gioco”, “nella verticalizzazione” etc. , in altre parole nella ricerca di realizzare un obbiettivo strategico che comprenda valutazioni di gioco più globali.

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La tecnica inoltre può riferirsi anche ai movimenti senza palla come nella scelta di posture ed atteggiamenti dei vari segmenti corporei secondo le intenzioni ricercate. Per esempio: predisporre ed anticipare la posizione (orientamento) del corpo o del complesso bacino-gambe nello stop orientato o nelle finte di corpo, sbilanciamento all’indietro o su un fianco con appoggio di copertura sull’avversario etc. In questi particolari casi, la capacità di equilibrio e la stabilità degli appoggi, rappresentano un presupposto coordinativo assai rilevante.

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La tecnica si perfeziona mediante la ripetizione “intelligente” del problema o dell’esercizio. In effetti si possono considerare due diverse forme didattiche che prevedono due sostanziali e differenti modi di agire nel rispetto del significato di open skills: ripetizione del gesto, cioè nella ricerca di automatismi stabili e nello stesso tempo aperti a modifiche sul piano sensomotorio (cfr sopra) ripetizione della situazione o dell’esercizio aperto all’utilizzo di tecniche open sul piano sensomotorio ed aperte sul piano cognitivo (cfr sopra), cioè anche modificando totalmente la scelta del gesto tecnico da utilizzare (p.e. dribblare invece che tirare)

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La messa in atto di tali procedure, tenendo ovviamente conto delle capacità dei giocatori, rappresentano quanto descritto all’inizio dell’articolo, e cioè l’integrazione funzionale fra •il fattore tecnico della prestazione rivolto all’esecuzione; •ed il fattore tecnico rivolto invece maggiormente alla cognizione, alla tattica.

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Cercando di non stravolgere assunti ormai acquisiti riguardo al considerare le abilità del calcio di tipo open (open skills), possono esistere delle particolari condizioni inziali di apprendimento dove l’insegnamento della tecnica deve sottostare a riferimenti di schemi di movimento meno flessibili tanto da accostare queste procedure a metodi più vicini alla strutturazione di abilità closed (closed skills). Tali scelte metodologiche si rendono utili soprattutto quando nei calciatori l’esecuzione tecnica dei vari gesti è troppo approssimativa, instabile e decisamente lontana dai modelli di riferimento. Questo può avvenire per carenze i tipo coordinativo, per mancanza di forza, per insufficiente esperienza di allenamento, ed infine per modesta attitudine. L’intervento corretto dell’allenatore nello stabilire le procedure più idonee, farà si che il giocatore trovi le giuste motivazioni ad apprendere poiché il compito tecnico richiesto si adatta meglio alle sue possibilità.

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Il controllo della tecnica da parte di un giocatore quindi può essere inteso come la gestione coordinativa dei segmenti corporei e conseguentemente delle skills in riferimento al proprio livello raggiunto, che si realizza quando la palla è nel nostro spazio corporeo, e non è più possibile influenzare le scelte decisionali poiché sono già state effettuate (c.f.r sia in situazioni di palla in entrata…come per esempio nella ricezione, che in situazioni di palla in uscita…come per esempio nel passaggio). A sua volta il giocatore dovrà gestire la propria esecuzione anche tenendo conto delle intenzioni dei suoi compagni ed avversari: senso del potenziale tecnico altrui, che si realizza per esempio nei movimenti di finta senza palla per dettare un passaggio, oppure quando il possessore di palla dirige lo sguardo verso il lato deviante per l’avversario. La tecnica nel gioco si esprime sempre mediante un legame comunicativo gestuale fra i giocatori delle squadre, che influenza e stabilisce le molteplici variabilità con cui le skills effettivamente vengono prodotte.

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Tenendo conto di tali indicazioni, in fase di pianificazione didattica si dovranno ricercare soluzioni applicative che spostino il baricentro metodologico verso le soluzioni più idonee al caso. Il punto di equilibrio più efficace (utile) dipende ovviamente da vari fattori che come detto fanno riferimento alle caratteristiche della squadra o del singolo giocatore, ma anche al significato (obbiettivo) presente nell’esercizio, tenendo conto della tappa di sviluppo della tecnica,. Lo stesso esercizio a sua volta deve essere visto come una entità dinamica, che si modella nel corso dell’ apprendimento e di evoluzione delle qualità tecniche. Tali forme di modellizzazione devono considerarsi procedure non lineari, cioè non precostituite nello stabilire il grado di complessità basandosi solo sulla temporalità del programma. Esse vanno adattate tenendo sempre conto delle risposte da parte dei giocatori che a volte, si caratterizzano all’interno della squadra o del gruppo con ampi range adattivi, che vanno da soggetti low fino a soggetti high responders. Ciò avviene maggiormente nelle squadre dilettantistiche, meno nei calciatori giovani ed adulti di elevato livello.

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Il programma di perfezionamento della Tecnica passa per due strade complementari e solo parzialmente contemporanee, ma dirette verso lo stesso traguardo: 1.insegnamento della tecnica 2.allenamento della tecnica Riguardo il punto 1. Si cercherà di stabilizzare, nella versione open, un’ abilità che ottimizzi e manifesta l’integrazione fra la matrice coordinativa, indispensabile alla resa di una giocata e la gestualità specifica del calcio. Lo sviluppo delle capacità coordinative consente di accrescere il livello qualitativo delle abilità e ciò diviene un forte acceleratore della coordinazione speciale, cioè quella più connessa alla tecnica specifica del calcio. Le finalità di questo fondamentale periodo di apprendimento sono rappresentate dalla ricerca di una adeguata stabilità nella regolazione dei vari parametri che compongono una tecnica e cioè: la forma, la direzione, l’ampiezza, la forza (potenza) e l’ efficacia.

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Il punto 2. avrà il compito invece di stimolare il potenziale energetico, sia nella produzione di potenza neuromuscolare che dei sistemi metabolici impiegati, a sostegno dei vari propositi tecnici e tattici che si succedono nel gioco. Appare chiaro come questo secondo periodo sia caratterizzato dal management della tecnica da parte del giocatore in condizioni di fatica nelle sue diverse espressioni: metabolica, nervosa e mentale. L’utilizzo programmato degli elencati parametri, in entrambe le fasi, costituisce il grado di complessità che si intende utilizzare negli esercizi didattici e la stabilità esecutiva deve essere ricercata ogni volta che tali condizioni si vengono a modificare. In altre parole se nel giocatore si riscontrano maggiore capacità nel gestire le complessità, occorrerà organizzare esercizi che prevedano un aumento delle difficoltà. La stabilità di una prestazione tecnica può essere intesa come la capacità di un soggetto di eseguire correttamente una tecnica in condizioni di economia ed efficacia nonostante un certo grado di complessità presente.

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Le tre “C” della tecnica 1.Coordinazione 2.Condizione 3.Cognizione Con il fine di meglio rappresentare le prerogative dalle quali la tecnica può strutturarsi ed attestarsi su buoni livelli qualitativi, le tre “C” della tecnica del calcio ci sono sembrate esemplificative del problema

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Come si intravede dalla lettura della tavola esplicativa n.3, le tre “C” esercitano la loro azione in rapporto alla relazione conflittuale rapidità><precisione che caratterizza gran parte dei movimenti in natura, compresi quelli sportivi. La velocità e la precisione influenzano la ricerca di ottimizzazione dei parametri regolativi ed organizzativi della tecnica cercando il giusto compromesso in funzione delle esigenze di gioco e del potenziale individuale. Come si può vedere dalla Tavola n.3, la zona centrale tratteggiata può ritenersi indicativa di un certo grado di equilibrio raggiunto. Con il termine Rapidità si intende la maggior riduzione di tempo possibile durante l’esecuzione di una tecnica, nella sua espressione aciclica, durante brevi spostamenti ed all’interno dello spazio di relazione (prossimale al corpo); mentre con il termine Velocità intendiamo esecuzioni tecniche che prevedono un raggio d’azione più ampio e movimenti di corsa con e senza palla che prevedono accelerazioni di qualche secondo.

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La forza muscolare, intesa nelle sue diverse espressioni di “forza coordinativa” come per esempio nel dosaggio della tensione muscolare nei passaggi o nella ricerca di potenza e contemporaneamente “scioltezza e ampiezza articolare” come avviene nel tiro, aumenta la gestione delle complessità da parte del giocatore, ma una volta raggiunto un certo grado di stabilità, il potenziale tecnico e la conseguente performance aumentano notevolmente. La precisione a sua volta si riferisce alla capacità del giocatore di selezionare le risposte più pertinenti al problema situazionale (precisione cognitiva), e dipende dalla capacità di visione-analisi dell’azione di gioco, dai filtri di selezione attentiva, dal riconoscimento di dettagli influenti a catalogare le situazioni etc. Inoltre con il termine precisione ci si riferisce anche alla gestione delle complessità puramente tecniche come l’accuratezza delle gestualità corporee utilizzate (grado di avvicinamento a modelli precostituiti e più economici da un punto di vista biomeccanico e coordinativo) e nella misura del parziale o totale successo della giocata, rispetto agli obbiettivi di gioco che all’inizio della azione si intendevano raggiungere.

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Correggere gli errori La correzione degli errori dipende dal metodo che viene utilizzato dall’allenatore, dato che l’eventuale intervento atto a sottolineare possibili errori esecutivi da parte del giocatore si caratterizza sempre da una impostazione didattica che prevede più o meno tolleranza. Evidentemente gli obiettivi programmati, la fase della didattica che si sta sviluppando, la complessità dell’esercizio e la disponibilità attitudinale dei soggetti, condiziona la tipologia dell’intervento correttivo, ma anche la scelta di non intervenire affatto. Altro particolare da tenere a mente è quello di individuare la ragione per cui un giocatore commette un presunto errore tecnico. Per esempio ci sono almeno dieci motivi che contribuiscono all’errore:

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1. motricità di base e schema corporeo non ancora strutturati;

2. Insufficiente sviluppo delle capacità coordinative; 3. mancanza di modelli da imitare; 4. insufficiente comprensione del compito tecnico

(spiegazione inadatta e/o carente); 5. stabilità di alcuni parametri tecnici ancora insufficiente 6. sviluppo biologico ritardato; 7. condizione fisica (soprattutto le qualità di forza) ancora

approssimativa; 8. mancanza o perdita in itinere di motivazione; 9. troppa pressione psicologica o inadatta alla situazione

didattica; 10.eccessiva complessità del compito tecnico (p.e.

richieste contemporanee di rapidità e precisione);

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Inoltre, anche il livello dell’attitudine del giocatore, può condizionare le molteplici ragioni sopra elencate, e spesso quest’ultima risulta il fattore prevalente, che influisce purtroppo negativamente su tutti gli altri. La rilevazione dell’errore tiene conto delle informazioni (feed-back) che provengono dall’esecuzione del giocatore. I feed-back possono riferirsi maggiormente all’esecuzione (nella tavola 4. Vengono indicati con l’acronimo FP, feed-back di performance), oppure riferirsi alla realizzazione o meno del compito che gli era stato richiesto nell’esercizio (FR, feed-back di risultato). La rilevanza o meno di errori esecutivi o di concetto, dipende dall’impostazione metodologica che si vuole sostenere. Metodi che lasciano una maggiore libertà comportamentale che sono dettati, ma soprattutto stimolati da procedure di problem solving, saranno più attenti ad identificare le informazioni che riguardano il raggiungimento o meno del compito. Per contro una maggiore attenzione da parte dell’allenatore verso i dettagli della tecnica, tenderanno ad evidenziare il grado di concordanza o discordanza dai modelli tecnici voluti.

La bibliografia si riferisce sostanzialmente alla molteplicità degli articoli da me prodotti ed alle lezioni Federali ed Universitarie condotte in tanti anni di attività come Docente

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Apprendimento della tecnica calcistica

Technique Tecnica, intesa come procedura usata per eseguire un’attività o un compito specifico

Skill Abilità, intesa come capacità di realizzare un compito

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“… un giocatore può essere in possesso di buoni modelli di movimento (technique), ma se non esegue la giusta azione al momento giusto (skill) diventa un “giocatore quasi inutile” …” (Knapp, 1977)

TIMING Fare la migliore cosa al momento giusto

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Apprendimento della tecnica calcistica

Figura 1 – I fattori che influenzano l’atto motorio durante un compito di movimento (D’Ottavio S., 2011)

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Performance Il calcio è uno sport complesso la cui performance si esprime e si caratterizza mediante una matrice motoria multifattoriale.

Training Program: Miglioramento dei requisiti della

prestazione cercando di modificare il Potenziale di Performance (PP) sia

individuale che collettivo

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Apprendimento della tecnica calcistica

Calcio Sport di Squadra OPEN Il concetto di “open” indica, in pratica, l’incertezza e la flessibilità con cui si esprimono i vari PP in base alle richieste della situazione I giocatori tendono sempre a nascondere le proprie intenzioni (finta) per disorientare l’avversario. Le attività open sono inserite in un ambiente variabile ed imprevedibile e l’atleta deve reagire ad eventi mutevoli. Per questo si parla di externally paced skills (Singer 1980). Le abilità di gioco, più che come vere tecniche devono essere viste come “unità funzionali” (D’Ottavio 1995)

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Apprendimento della tecnica calcistica

Caratteristiche peculiari della prestazione del calcio

• Capacità e abilità tecnico –tattiche; • Qualità della condizione fisica

specifica; • Capacità di esprimere tali PP durante

gli allenamenti (p. e. lavoro in condizioni di stress psico-fisico);

• Motivazione, agonismo, spirito di squadra sia in gara sia in allenamento

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Apprendimento della tecnica calcistica

Insegnamento Far apprendere, comunicare e trasferire il sapere, guidare all’apprendimento di discipline arti, scienze, sport attraverso metodi didattici Insegnamento di una tecnica (Meinel, 1984) processo suddiviso in più stadi successivi: •Comprensione del compito •Coordinazione grezza •Coordinazione fine •Disponibilità variabile

Allenamento Dirigere l’attività di preparazione degli atleti alla disputa di una gara o guidarne gli esercizi per far si che mantengano lo stato di forma

Allenamento della tecnica (D’Ottavio, 2011) mettere in condizione il giocatore di esprimere il potenziale raggiunto mediante l’insegnamento, attraverso contenuti che riproducono stimoli e variabili di gara, cioè in presenza di fattori destabilizzanti …

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Apprendimento della tecnica calcistica

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Relazione tra variabilità della pratica, interferenza contestuale (complessità) e attività pratica (adattato da Stratton et al. 2004, in Williams, Hodges 2007)

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APPROCCIO COGNITIVO APPROCCIO ECOLOGICO

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Tendenza dell’utilizzo di metodi prescrittivi (preimpostazione dell’esecuzione di gesti e della soluzione di compiti) Tendenza a una conduzione direttiva dell’allenamento

Si favorisce l’apprendimento basandosi tendenzialmente su stimoli che prevedono la ripetizione del gesto e delle soluzioni tecniche (e tattiche)

Tendenza all’autoregolazione (adattamenti e comportamenti tecnici in risposta al problema didattico) Tendenza a favorire stimoli generati dal problem solving

Si favorisce l’apprendimento basandosi su stimoli che prevedono la ripetizione del compito, quindi, lasciando maggiore libertà comportamentale tecnica e tattica

Teoria dei programmi motori generalizzati (SNC) Le abilità sono il risultato dello sviluppo di: •Schemi motori •Programmi motori (classi di abilità) caratteristiche invarianti (struttura profonda del movimento) e caratteristiche superficiali

Teoria dei sistemi dinamici (ambiente didattico) Stimoli che derivano dalle caratteristiche dell’ambiente: vincoli spazio-temporali, vincoli legati al numero dei giocatori, vincoli strutturali (superfici di gioco, attrezzature, ecc.), regole e caratteristiche del quadro didattico, condizioni meteo, ecc.

Sul piano didattico della gestione della unità e sub-unità di insegnamento-allenamento

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APPROCCIO COGNITIVO APPROCCIO ECOLOGICO

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Si agisce sia sulla variazione di parametri di tipo senso-motorio (componenti superficiali del comportamento motorio): velocità, ampiezza, forza e direzione del movimento, sia sulla variazione del programma motorio (maggiormente cognitivo) L’azione dell’insegnante/allenatore è diretta prevalentemente ad agire sul comportamento motorio (azione tendente a modificare le tecniche esecutive)

Sia i feedback esterni relativi alla prestazione (FP) sia quelli relativi al risultato (FR) sono più frequenti e tendenzialmente più orientati a evidenziare l’errore (minore tolleranza) I feedback interni, non mediati dall’allenatore sono più precisi I feedback sostanzialmente prescrittivi

Si agisce sia sulla variazione di parametri di tipo senso-motorio (componenti superficiali del comportamento motorio): velocità, ampiezza, forza e direzione del movimento, sia sulla variazione del programma motorio (maggiormente cognitivo) L’azione dell’insegnante è diretta prevalentemente a modificare le caratteristiche della situazione dell’esercizio, orientando risposta e comportamenti tecnici

Sia i feedback esterni relativi alla prestazione (FP) sia quelli relativi al risultato (FR) sono meno frequenti e tendenzialmente più orientati a favorire l’esperienza tecnica ritardando interventi di correzione (maggiore tolleranza errore) I feedback interni (non mediati dall’allenatore) sono più globali I feedback sostanzialmente descrittivi

Sul piano della lezione allenamento che si basa in entrambi gli approcci sul principio delle proposte

variabili (principio della variabilità)

Feedback e interventi correttivi

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Capacità e abilità tattiche

• La capacità di azione tattica si riferisce ad una capacità complessa: una o più partite, dove il giocatore ha prestabilito piani e programmi dettagliati determinati da fattori interni (risorse individuali) ed esterni (allenatore, compagni e avversari, pubblico etc,)

• Nella situazione di gioco le decisioni avvengono secondo un ordine gerarchico e non cronologico prefissato, secondo piani generali e specifici per un determinato gruppo di situazioni

• La capacità di azione tattica comprende capacità, abilità e conoscenze tattiche

• Sinonimo per certi versi di strategia

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Capacità e abilità tattiche

• Nozioni o conoscenze tattiche riguardano; • Regole di gioco ed utilizzazione di esse in chiave tattica • conoscenza del proprio sistema di gioco e di quello

dell’avversario • Conoscenza di regole tattiche (p.e.il giocatore più veloce è la

palla, avversario sempre nel campo visivo, etc,) • Gestione dei rapporti fra condizione, tecnica, aspetti emozionali

etc, con lo stato del momento (p.e sapere quando è il momento di effettuare una certa finta)

• Conoscenza delle regole dell’economia e dell’opportunità

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Capacità e abilità tattiche

• Le tecniche di gioco che divengono abilità nella fase automatizzata del controllo, si riferiscono ad un modello esecutivo ideale.

• Esse possono differire notevolmente nei loro parametri energetici (forza,rapidità di movimento, ampiezza etc,)

• Se l’uso di questi parametri è cosciente, cioè se risponde ad un piano d’azione, allora si parla di abilità tattiche (Harre 1979)

• Le abilità tattiche si riferiscono alla possibilità di applicare le tecniche padroneggiate, in modo variabile da un punto di vista energetico, sulla base delle condizioni della situazione di gioco e di prospettive di successo già sperimentate

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Capacità e abilità tattiche

• Per capacità tattico sportivo si intende: • La facoltà di un atleta di utilizzare le sue capacità psichiche e

fisiche, le sue abilità motorie e tattiche, a seconda delle condizioni di gara, per la soluzione di compiti tattici individuali e collettivi (Harre 1979)

• Tali fattori che fanno parte di requisiti innati, appresi e allenati, comprendono anche:

• Acutezza, ampiezza visiva, riconoscimento di indizi, processi intellettivi di tipo associativo riproduttivo, modelli probabilistici soggettivi, concentrazione dell’attenzione come riconoscere manovre fuorvianti etc,

• Capacità tattica è anche sinonimo di potenzialità tattiche

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Presa di infomazione visiva

• La scuola francese e quella nordamericana distinguono fra le operazioni di presa di informazione visiva, quelle: psicosemantiche e quelle psicosensomotorie.

• Le prime sono quelle atte ad attribuire significato alla situazione nella quale l’atleta è immerso

• Le seconde invece, governano la relazione fra l’azione prescelta e l’ambiente nella quale essa si sta svolgendo e sono specificamente deputate ad assicurarne la relazione ottimale

• Gli atleti più abili utilizzano una strategia pre-percettiva (psicosemantica) p.e. fissano uno spazio vuoto,,,,,,,,

• Previsione dell’errore ed eventuali correzioni per probabilità di accadimento….

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Processi mentali e azione motoria (H.Ripoll 1989)

comprendere agire

Informazione psicosensomotoria

Informazione psicosemantica

Riduzione incertezza

Temporale: quando? Spaziale: dove?

Sull’evento: cosa?

Pertinenza della risposta rispetto all’evento

Efficacia funzionale della risposta

Gestione del tempo

esecuzione dell’azione: come?

Risultato dell’azione

Conflitto

Velocità-precisione

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Prima di una partita (p.e. gambe

forti etc.)

p.e. 5 c 5 etc.

Feed-back interno esterno

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Alcune indagini (p.e. Easterbrook 1959) hanno rilevato che livelli elevati di attivazione, restringono il numero degli stimoli che possono essere elaborati Concentrazione). Ciò è positivo. Dopo un certo livello ottimale di attivazione se gli stimoli elaborati diminuiscono (o aumentano troppo) la prestazione decade. Stress, ansia, cattiva condizione,ecc. aumentano oltre certi limiti il grado di attivazione 96

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Una breve “finestra” sul calcio

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Ai giocatori di calcio viene richiesta:

Altissima richiesta attentiva

Costante attivazione dei sistemi sensoriali

Capacità di selezione e discriminazione delle informazioni

Flessibilità nell’orientamento del focus attentivo

L’adattamento all’imprevedibilità del gioco aumenta con la qualità dell’impianto cognitivo

100

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Nel calcio i giocatori con meno esperienza tendono a fissarsi maggiormente sulla palla e sul giocatore a cui effettuare il passaggio, piuttosto che sui giocatori che non si pensa partecipino nell’azione, come fanno i più esperti (Williams et al. 1993)

Il giocatore meno esperto è più legato ad una lettura sequenziale delle informazioni:coglie un segnale solo quando esso appare. Il giocatore esperto spesso ha già un’aspettativa di dove quel segnale può apparire: in questo modo orienta già l’attenzione in quella direzione, predisponendosi all’elaborazione (Ripoll 1987)

101

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Gli sportivi in età evolutiva manifestano una limitata capacità nel raggruppamento di informazioni (chunking) che risulta meno sviluppata degli adulti.

I bambini presentano una minore abilità nel riconoscere uno stimolo e codificarlo e risultano più lenti a inviare e richiamare informazioni presenti nella MLT.

102

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Gli atleti esperti sono in grado di orientare l’attenzione separatamente dallo sguardo, in modo tale di non fornire agli avversari l’informazione riguardo a che cosa stanno prestando attenzione. Si tratta di quella che si definisce “finta passiva”(cfr Klein, 1981)

103

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Quali sono gli effetti di un carico fisico d’intensità tipica del calcio sulla prestazione di attenzione visiva di giovani calciatori? Carichi fisici sub-massimali producono un miglioramento della cap. di reazione e un aumento delle risorse allocabili sul compito cognitivo in atto Brisswalter et al. 2002

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta

• La capacità elaborativa umana è limitata: ne consegue che tutto ciò che sovraccarica il sistema elaborativo dell’avversario, lo mette “sotto pressione temporale” e/o lo obbliga a protrarre nel tempo il processo elaborativo, ed è quindi utile per acquisire un vantaggio strategico su di esso (p.e. più elementi da controllare determinano una durata attentiva maggiore).

• Ciò può essere sfruttato: • Approfittando del periodo refrattario psicologico (circa 100

ms) • Obbligando l’avversario a reagire a due segnali

contemporanei 105

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta

• Il sistema elaborativo umano obbedisce ad un principio di economia

• Un sovraccarico troppo elaborativo (troppa informazione o attenzione troppo prolungata) abbassa l’efficienza del sistema, aumentano i tempi di presa dell’informazione ed aumenta l’imprecisione percettiva ed esecutiva

• Il sistema dispone di due diverse modalità elaborative: automatica e controllata

107

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta

• E’ chiaro che quella controllata ha costi molto più alti

• La finta deve tendere da una parte ad innescare questa tipologia elaborativa

• Dall’altra, innescare anche i sistemi elaborativi automatizzati potrebbero essere svantaggiosi perché non modificabili p.e di fronte a forti segnali “collativi”, ingannevoli quando vengono fatti comparire stimoli agli estremi del campo visivo ed al di fuori della visione foveale, etc.

108

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta: comportamento del sistema in

condizioni di stanchezza

• In condizioni di stanchezza l’efficacia elaborativa decade

• L’atleta stanco inizia paradossalmente la sua risposta più rapidamente

• Ha tempi di movimento più lenti • Una precisione inferiore • Produce più errori (fase percettiva) • Soprattutto il riflesso d’orientamento (fase iniziale) è

fortemente disturbato dal grado di stanchezza • La monotonia (ripetitibilità) produce stanchezza 109

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Prestazione anaerobica alattacida Le risposte migliori si hanno a livelli metabolici più alti

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Relatore
Note di presentazione
Pallavolo: Prestazione anaerobica alattacida
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Prestazione anaerobica mista:alattacida-lattacida

Uno scarso sviluppo della resistenza di base comporta presupposti negativa per la capacità di reazione (Bredow 1986) 112

Relatore
Note di presentazione
Scherma: prestazione anaerobica mista alattacida-lattacida
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Prestazione anaerobica lattacida

113

Relatore
Note di presentazione
Prestazione anaerobica lattacida
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Atleta nei primi posti della classifica mondiale

Atleta nei primi 25 posti della classifica mondiale

L’atleta x, considerato migliore risponde in maniera

peggiore sia sui tempi di reazione , sia sul piano organico metabolico

Lo schermitore vincente si caratterizza per il fatto che:

Analizza più a fondo le situazioni

Discrimina meglio (non reagisce ad ogni segnale

Esegue le azione d’attacco nel momento decisivo

Controlla le emozioni 114

Relatore
Note di presentazione
Bisogna considerare tuttavia che lo schema del test (reazione di scelta) è comunque limitato e non riproduce esattamente le particolarità di una situazione reale
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Processi mentali, tattica e comportamento di finta: funzionamento del sistema in condizioni di pressione

temporale • Il sistema elaborativo ha due modalità di

funzionamento : • Una modalità reattiva (l’elaborazione inizia a partire

dalla detezione del segnale) • Una modalità predittiva (il sistema realizza una

previsione di ciò che accadrà ed inizia alcune operazioni specifiche prima dell’apparizione del segnale)

• L’intento è di produrre modalità reattive (nascondendo le intenzioni) oppure le predittive dando informazioni false

• La distanza dall’avversario determina limiti di tempo (troppo vicini aumenta la pressione)

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta: proprietà del sistema in condizioni di incertezza di

evento – effetti del numero di eventualità

• Più è elevato il numero di alternative d’azione da controllare più il sistema è lento a reagire

• La probabilità che un’alternativa di un insieme di azioni possibili si presenti è, infatti, necessariamente tanto più debole quanto il sistema è grande

• TR=a+b log2N Il tempo di reazione è quindi funzione di a(tr semplice) b (velocità di elaborazione) N (numero di alternative)

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta: proprietà del sistema in condizioni di incertezza di

evento – effetti del numero di eventualità

• Gli esperti utilizzano per le loro decisioni strategiche strategie di controllo basate sulla conoscenza (knowledge-based-behavior) trattando l’informazione piuttosto in termini di significato e di scopo e non in termini di elementi singoli.

• Essi utilizzano la struttura profonda della situazione al contrario dei meno esperti che utilizzano quella superficiale

• L’esperto mette in atto strategie per raggruppamento (chunk) o macrounità informazionali secondo un codice di pertinenza segnale-evento

• E’ stato dimostrato che i più abili hanno una capacità di ricordo e previsione decisamente più alta

Più è elevato

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta: proprietà del sistema in condizioni di incertezza di

evento – effetti del numero di eventualità

• In sport come la pallavolo dove le velocità dell’azione sono molto elevate sembra che il fattore i selezione sia la capacità di individuare la presenza della palla in tempi brevissimi e con una altrettanto brevissima esposizione degli indizi

• Atleti più esperti individuano il punto di caduta della palla nell’istante in cui la palla lascia il contatto con le mani o addirittura qualche attimo prima

• Questa strategia è anche detta comportamento basato su abilità (skill based behavior)

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta: effetti della probabilità di occorrenza di un evento

• Prevedere in anticipo un evento situazionale comporta:

• 1. TR più brevi se la predizione si conferma>>>>beneficio

• 2. TR più lenti se la predizione non si conferma>>>>costo (Posner 1978)

• Se un azione o un movimento si ripetono con una certa frequenza il TR diminuisce per una accresciuta disponibilità di dati presenti nella memoria di lavoro

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta: effetti del livello di confidenza

• La probabilità che un evento si realizzi non è oggettivabile per tutti i soggetti

• Per livello di confidenza si intende il grado di certezza che l’individuo attribuisce al proprio giudizio nell’attribuzione di probabilità

• Filmati, dati statistici, e la capacità dell’allenatore sono indispensabili per ovviare a problemi di questo tipo e rendere possibile una più realistica analisi di quanto accade

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta: controllo del movimento e conflitto velocità-

precisione • Ingannare l’avversario significa: • 1. Sostituire il programma motorio scelto (tempo richiesto oltre

200-300 msec) v.controllo a circuito aperto (movimenti sopra i 250 msec)

• 2. correggere i parametri (distanza,direzione,forza etc.) v.controllo a circuito chiuso dove il tempo di correzione è più breve ed i movimenti non superano i 250 msec

• Più l’atleta è mobile più difficoltà nel riadattamento (organizzazione risposta)

• Gli atleti evoluti anticipano i parametri della eventuale correzione (più rapida)

• Per quanto riguarda l’ampiezza del movimento il 20% è il limite fra riprogrammazione e variazione dei parametri programma 122

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Processi mentali, tattica e comportamento di finta: controllo del movimento e conflitto velocità-

precisione

• In condizioni di stanchezza inoltre la precisione del gesto peggiora ed i tempi che vanno dall’inizio del movimento fino ai picchi di velocità divengono più corti: si ricerca più velocità nella fase preparatoria a scapito della precisione esecutiva

• L’atleta stanco pur possedendo più risorse disponibili si concentra su una sola delle risposte

• I tempi di frenaggio (correzione) nell’atleta stanco sono in media 238 msec, in condizioni normali non più di 180 msec (Forestier 195)

127

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I movimenti di finta

Il giocatore oltre ad evitare di fornire troppe informazioni all’avversario, intenzionalmente ne proporrà alcune errate, con lo scopo di innescare nei processi di risposta, soluzioni non pertinenti alla situazione

I giocatori esperti tendono a mascherare il più possibile le proprie intenzioni, aumentando così l’incertezza……..

……le azioni di finta determinano nell’avversario una percezione errata della situazione

128

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I movimenti di finta

LE VARIABILI DEI MOVIMENTI DI FINTA:

1. Movimento preparatorio non correlato al movimento principale

2. interruzione di un movimento (finta) per continuare con un altro movimento o con un’altra direzione (finte di corpo)

3. Presentazione simultanea o in rapida successione di due o più segnali pertinenti (finte collettive)

4. Cambi di ritmo o velocità 129

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I movimenti di finta

DETERMINANO NELL’AVVERSARIO

1. Incertezza nei processi di percezione

2. Tendono ad innescare programmi di risposta automatizzati

3. Interferiscono sulle direzioni attentive

4. Maggior tempo nel prendere decisioni

5. Decisioni non pertinenti

6. Compromettono l’organizzazione tecnico-coordinativa 130

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I movimenti di finta

INDICAZIONI DIDATTICHE:

1. Disponibilità variabile delle tecniche

2. Affinamento dell’informazione sensoria

3. Richiami di esperienze tattiche presenti in memoria

4. Sviluppo del pensiero tattico (prendere decisioni)

5. Utilizzazione di mezzi specifici

6. Utilizzazione prima possibile di esercizi di gara

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percezione

Atleta adulto/esperto Atleta giovane/inesperto

Perlustrazione visiva ad accentuata fase psico-semantica

Percezione selettiva adeguata allo scopo ed al compito

Rapida elaborazione delle informazioni (sintesi afferente)

Anticipazione del programma con previsione più probabilistica

Strategie informative di tipo parallelo (macrounità di significato)

Percezione dispendiosa (non economica) e poco qualitativa

Lentezza nei processi elaborativi

Ritardo o mancata o non corretta anticipazione del programma d’azione

Strategie informative di tipo seriale

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decisione Atleta adulto/esperto Atleta giovane/inesperto

Decisioni più pertinenti

Decisioni più rapide

Utilizzazione di programmi di risposta automatizzati (imput-output)

Attenzione rivolta a progetti di livello gerarchico più elevati

Facilità nel passaggio da focus attentivi ampi a ristretti e viceversa

Decisione non appropriate al compito

Tempi decisionali più lunghi

Attenzione più diretta alla strutturazione del programma di movimento

Difficoltà nel modulare le strategie attentive

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esecuzione Atleta adulto/esperto Atleta giovane/inesperto

Controllo automatizzato del movimento

Precisione esecutiva

Rapidità esecutiva

Uso di feed-back regolativi

Movimento più influenzabile da fattori di disturbo

Esecuzione imprecisa

Esecuzione lenta

Insufficiente capacità di autoregolazione

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interpretazione Atleta adulto/esperto Atleta giovane/inesperto

Maggiore capacità di sintesi (confronto fra valore nominale e valore reale)

Maggiore capacità di rievocazione mnemonica

Difficoltà nel trattenimento dell’esperienza o errata valutazione di essa

Difficoltàdei collegamenti con la memoria per errata o insufficiente rappresentazione dell’azione

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