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C.A.S. Teoria dell’allenamento Di Marco Mozzi PARTE III: INDICAZIONI METODOLOGICHE

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C.A.S. Teoria dell’allenamento

Di Marco Mozzi

PARTE III:

INDICAZIONI METODOLOGICHE

C.A.S. Teoria dell’allenamento

Quest’ultima parte tratta l’OPERATIVITA’:

dal “progettare” al “fare per far fare”…

…ma come “progettare” e come “fare per far fare”?

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La serie di indicazioni proposte è frutto dei nostri studie delle esperienze maturate “sul campo”.

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Ciò che non può mai mancare è laprogrammazione annualeprogrammazione annuale……

…alla fine della stagione dovrei aver raggiuntoalmeno gli obiettivi prefissi.

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Un’efficace programmazione, oltre a FISSARE GLI OBIETTIVI,tiene conto di diversi fattori:

••L’età degli allievi (fase dello sviluppo)L’età degli allievi (fase dello sviluppo)••Il grado di sviluppo cognitivo e neuro Il grado di sviluppo cognitivo e neuro -- motoriomotorio••I prerequisiti del gruppoI prerequisiti del gruppo••La categoria di appartenenzaLa categoria di appartenenza••Le strutture a disposizioneLe strutture a disposizione••Il tempo a disposizioneIl tempo a disposizione••I metodi e gli stili di insegnamento utilizzatiI metodi e gli stili di insegnamento utilizzati••……

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PREREQUISITI ⇒ requisiti che i soggetti possiedono e dispongono in funzione all’oggetto che voglio insegnare, prima della trattazione.

Si dividono in:P. Funzionali: Legati allo schema corporeoP. Elementari: Capacità motorieP. Tecnici: Abilità sportive

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La programmazione è definita come “serie di passaggi, elementi organizzati orientati alla realizzazione degli obiettivi”.

Nel percorso dell’anno la programmazione si scinde inUNITA’ DIDATTICHE…

Program.annuale

U.D.1 U.D.2 U.D.3 U.D.4 U.D. 5 …

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L’UNITA’ DIDATTICA è quella serie di elementi, contenuti, verifiche e valutazioni che portano al raggiungimento di un obiettivo primario (ad esso possono essere legati altriobiettivi secondari).

Es: Tra gli obiettivi si decide di intervenire sullastrutturazione della dominanza di lateralità……programmo 3-4 allenamenti (detti unità di lavoro) che formanoL’UNITA’ DIDATTICA (inserita nella programmazione annuale).

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Collegamento ad una UNITA’ DIDATTICA(per ragioni organizzative non è riportata la fase di avviamentomotorio, che nella pratica, è sempre fondamentale.

clicca

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Da: “Il manuale dell’Istruttore”. Cento Studi e Ricerche FIDAL.

“L’allenamento del giovane è un progetto a lunga scadenza, del quale andranno precisate:

• Le diverse tappe in relazione all’età• I contenuti di queste tappe• I mezzi e i metodi• Gli obiettivi a breve, medio, lungo termine

Quanti anni deve durare questo progetto? Almeno 8-10, anzi, quanto più la prestazione è complessa in termini tecnici, tanto maggiore sarà il tempo necessario per poter esprimere il massimo potenziale atletico”.

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La seduta di allenamento, come detto, è definitaUNITA’ DI LAVORO.Le parti che la compongono sono:

1. Fase di avviamento motorio generico 2. Fase di avviamento motorio specifico3. Fase allenante4. Fase defaticante

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Fase di avviamento motorio generico

Può essere realizzata attraverso:

- Corsa- Esercizi, di attivazione degli apparati, ad intensità crescente- Giochi

Per l’esecuzione dello stretching rimando alla II parte

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Fase di avviamento motorio specifico

E’ costituito dalle “classiche” andatureedagli esercizi che hanno un nesso con il lavoro successivo

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Fase allenante

Sviluppo dell’obiettivo della unità di lavoroSviluppo dell’obiettivo della unità di lavoro

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Fase defaticante

A questa età è intesa come “ritorno graduale alla fase di quiete”.

Tecniche per diminuire il tono muscolare:

-esercizi di mobilità articolare-esercizi di stretching (cfr. II parte)-domande sul gradimento della seduta-urlo finale (l’urlo deve contraddistinguere il gruppo)-dare l’appuntamento alla volta successiva-…

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METODI e STILI di INSEGNAMENTOMETODI e STILI di INSEGNAMENTO

La metodologia è la dottrina che ha per oggetto lo studio dei diversi e possibili metodi sui quali si fonda un’arte, una scienza, una pratica sportiva…

Il METODO Il METODO èè un ordine, sistema, procedimento, seguito un ordine, sistema, procedimento, seguito nello svolgimento di una qualsiasi attivitnello svolgimento di una qualsiasi attivitàà e le l’’insieme insieme delle norme teoriche e pratiche per insegnare undelle norme teoriche e pratiche per insegnare un’’arte, arte, una disciplina, una tecnica.una disciplina, una tecnica.

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metodo didatticostile

deduttivo

orientamento

non d irettivo

d irettivo

induttivo

assegnazione de i compiti

prescrittivo

libera esploraz ione

risoluz ione de i prob lem i

scoperta guidata

m isto

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Riteniamo che la spiegazione di tutti i metodi sia troppoimpegnativa per questo lavoro.

Consideriamo il fatto che l’orientamento deduttivo si legaal MODELLO DIDATTICO LINEARE, mentre quello induttivo fa riferimento al MODELLO DIDATTICO CIRCOLARE.

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Lo stile direttivo si lega all’orientamento deduttivo (modello lineare).L’educatore è la figura chiave, egli presenta al gruppo l’oggetto in costruzione e cerca di originare un apprendimento.(apprendimento per imitazione…)Lo stile non direttivo si lega all’orientamento induttivo (modello circolare).Si parte dalla verifica della conoscenza che il gruppo ha su quell’argomento e da quel punto l’educatore fa “ragionare” i ragazzi sull’oggetto in costruzione.

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Modello didattico lineare:

1-PRESENTAZIONE dell’Oggetto in Costruzione

2-ADDESTRAMENTO

3-AUTOMATIZZAZIONE (si ripete spontaneamente)

4-APPRENDIMENTO

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C.A.S.IL MODELLO DIDATTICO CIRCOLARE

ESPERIENZA

-Percezione-Riflessione-Rappresentazione

CONSAPEVOLEZZA

-Dalle soluzioni possibili verso la soluzione più efficace

CAMBIAMENTOE

MIGLIORAMENTO

STABILIZZAZIONE

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Il MDC si lega allo stile di insegnamento NON DIRETTIVO ad orientamento INDUTTIVO e utilizza i metodi della scoperta guidata, libera esplorazione, problem solving.

Al contrario del modello lineare che parte dall’immediata presentazione di un concetto, tecnica, esercitazionemotoria…, il MDC ha alla base l’esperienza degli allievi. L’inizio della didattica è rappresentata dai PREREQUISITI,

gli elementi, le abilità che il soggetto ha in merito alla “cosa” che si vuole trattare.

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Possiamo asserire che le finalità dei due modelli sono congrue: “l’avvicinamento dell’OGGETTO IN COSTRUZIONE al SOGGETTO IN APPRENDIMENTO”.

Il MDC consente un’abilità prassica superiore: rende l’allievo consapevole durante la propria azione, consentendogli, spesse volte, di correggere l’errore autonomamente.

Dimostrato che, in ETA’ EVOLUTIVA, l’apprendimento cognitivo si lega indissolubilmente all’apprendimento motorio, riteniamo l’applicazione di questo modello maggiormente efficace al fine di raggiungere soddisfacentemente gli obiettivi proposti…

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…ma questa non è una “legge”…

Situazione stimolo

Scoperta guidata

Risoluzione dei problemi

Assegnazione dei compiti

Metodo misto

Metodo prescrittivo

Abilità motorie specifiche

Libera esplorazione

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Il disegno vuole comunicare che non esiste uno stile che prevalga sull’altro.L’educatore del movimento può utilizzarne uno, piuttosto che far interagire alcuni o tutti, dopo una accurata valutazionedell’oggetto in costruzione e della caratteristiche dei soggetti in apprendimento (cfr. “I fattori della programmazione”).

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L’ampia parte teorica e le considerazioni, ci trasmettono come la competenza dell’istruttore, riguardo i principi dell’ allenamento, sia di notevole importanza…

…l’educatore del movimento altresì deve sapere che l’esperienza tra i ragazzi aiuta a scoprire sempre nuove tecniche, strategie di apprendimento…

Questo “mix” gli consente di essere sempre attivo, di ricercare la soluzione migliore, evitando di legarsi ad uno schema stereotipato.

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Educatore del movimento Educatore del movimento Stili di insegnamento

SapereMetodi e Tecniche Competenza: Saper fare

Saper far fareSaper essere

Esperienza

Dal progettare…al fare…Rapporto con gli allievi

Studio

Ricerca

Errori

Successi

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Il riscontro del successo delle nostre azioni è verificabiledalla riuscita del PROCESSO di APPRENDIMENTO.

. L’apprendimento è quel processo nel quale, nel soggetto, avvengono significative e permanenti modificazioni che ne condizionano o modificano il suo comportamento nei confronti della realtà e del mondo in cui si trova quotidianamente immerso.

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Per i “nostri” C.A.S. vogliamo dare qualche suggerimentoche ognuno è padrone di studiare, verificare, scartare, approfondire, prendere spunto…

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Nella trattazione degli argomenti seguire queste strategie:

dal concreto ⇒ all’astratto

dal noto ⇒ all’ignoto

dal semplice ⇒ al complesso

da elementiessenziali di base⇒

alla loroelaborazione

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…NON CREARE CODE…NON CREARE CODEEs:Dividere in sottogruppi a seconda del numero degli allievi (A,B,C..)Gruppo A: sviluppo dell’obiettivo della lezioneGruppo B+C+…: ripasso di attività precedentemente affrontate, gioco

Tutti i gruppi, a rotazione, devono affrontare l’obiettivodella lezione

SEMPRE IN MOVIMENTO…SEMPRE IN MOVIMENTO…

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L’ultima trattazione è dedicata all’EDUCATORE DEL MOVIMENTO

L’educatore perfetto non esiste: ognuno possiede un tesoro fatto di carismi, talenti, sensibilità per le diverse situazioni.

L’educatore bravo è colui il quale riesce a sfruttare al meglio le sue doti per raggiungere gli obiettivi.

L’educatore deve essere accettato e amato dal gruppo, deve riscuotere fiducia, ma al tempo stesso deve avere fiducia nel bambino e in se stesso.

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La serenità è una condizione peculiare: a volte si ottiene di piùcon uno sguardo o un sorriso che con un rimprovero o comando. Più il soggetto in apprendimento è inquieto, più l’educatore deve essere calmo. Solo la competenza, costituita da vari aspetti, può risolvere situazioni improvvise o difficoltà che insorgono durante il lavoro.

L’osservazione del bambino dev’essere cauta: egli non deve sentirsi osservato, ma è gratificato se un successo viene notato dall’educatore. L’incoraggiamento è auspicabile.

La caratteristica degli incontri deve essere quella di suscitareinteresse, stupore, entusiasmo immediato.

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Infine non frenate lInfine non frenate l’’espressivitespressivitàà e la creativite la creativitàà del bambino del bambino (se(se non in casi estremi di disagio che punon in casi estremi di disagio che puòò essere creato alle essere creato alle regole del gruppo)regole del gruppo): sono le espressioni della sua intelligenza.: sono le espressioni della sua intelligenza.

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Come proposte pratiche facciamo un collegamento a ciò chela FIDAL ha pubblicato.

Non proponiamo i nostri allenamenti ritenendo che essi sianol’espressione di una personalità unica che ha alle spalleuna propria formazione ed esperienza che non sarà mai uguale a quella di un altro educatore del movimento…

…il passaggio dalla teoria (progettare) alla pratica (fare)…il passaggio dalla teoria (progettare) alla pratica (fare)è estremamente personale.è estremamente personale.

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Collegamenti a proposte didattiche:

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