Tesi - Alle origini dell’antropologia filosofica di Helmuth Plessner

download Tesi - Alle origini dell’antropologia filosofica di Helmuth Plessner

of 283

Transcript of Tesi - Alle origini dell’antropologia filosofica di Helmuth Plessner

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    1/283

    1

    ALMA MATERSTUDIORUM UNIVERSIT DEGLI STUDI DI BOLOGNAFACOLT DI LETTERE E FILOSOFIA

    Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner:problemi di estesiologia

    Tesi di Dottorato in Filosofia (Estetica ed Etica) XIX ciclo

    Esame finale Anno 2007Settore disciplinare M-FIL/04

    CANDIDATA: Dott.ssa Alessia Ruco

    RELATORE: COORDINATORE:

    Prof. Giovanni Matteucci Prof. Fernando Bollino

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    2/283

    2

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    3/283

    3

    Indice

    5 Introduzione

    13 Abbreviazioni

    15 Capitolo primo. Luomo e il mondo

    1. Tra estetica e antropologia del corpo (p. 15) - 2. Il problema critico-trascendentale: Kant e la prospettiva fenomenologica (p. 23) - 3. Plessner e laterza Critica (p. 28) - 4. Il congiuntivo categorico (p. 36) - 5. La corporeit (p.41) - 6. Intersoggettivit e sensorialit (p. 46) - 7. Il problema della coscienza (p.49) - 8. La pregnanza simbolica (p. 56) - 9. Lo spirito del gioco (p. 61) -10. Comportamento ludico vs. gioco del comportamento: lespressione mimica

    (p. 65) - 11. Verso una critica dei sensi (p. 67).

    75 Capitolo secondo. Per una logica dei sensi, o estesiologia

    1. Scienzavs. filosofia (p. 75) - 2. Il valore come condizione logico-materiale delsenso (p. 82) - 3. Lestesiologia dello spirito (p. 89) - 4. Unespressione dusonon comune (p. 94) - 5. Per una fondazione dellestesiologia: Lunit dei sensi(p. 97) - 6. La costituzione della coscienza oggettuale: intuire e comprendere (p.104) - 7. Intuire, anschauen: vedere-attraverso, vedere-come i sensi (p. 107) -8. La morfologia dellintuire (p. 111) - 9. Comprendere, verstehen: cogliere-come il senso delle cose (p. 119) - 10. La morfologia del comprendere (p. 122) -

    11. Primi bilanci. La grammatica delle qualit: una questione modale, operativa(p. 130).

    135 Capitolo terzo. Estesiologia del suono

    1. Prospettive di ricerca (p. 135) - 2. Questioni preliminari (p. 137) -3. Estesiologia, arte, espressione mimica: territori del non linguistico (p. 141) -4. Un primo passo verso la musica: la danza (p. 145) - 5. Intermezzo: larchitetto

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    4/283

    4

    Eupalinos (p. 152) - 6. La realt effettuale dei suoni (p. 154) - 7. La temporalitdella musica (p. 159) - 8. Il corpo sonoro (p. 165) - 9. Il tempo durata (p. 170) -10. Limpulso e lattesa nellesperienza sonora (p. 173) - 11. Teoria critica edialettica negativa: Plessner e Adorno (p. 182) - 12. Variazione alla nozioneplessneriana di tema: il concetto di criture in Adorno (p. 190) - 13. Lamusicalizzazione dei sensi e la pittura di Paul Klee (p. 195).

    205 Conclusione. Per una riflessione al di qua dellutopia

    217 Appendice. SullUnit dei sensi. Autopresentazione inedita di HelmuthPlessner

    231 Bibliografia

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    5/283

    5

    Introduzione

    Un uomo quindi, nato e formatosinelle cosiddette scienze esatte, noncomprender facilmente, dallaltezzadella sua ragione intellettiva, che cipossa anche essere una fantasiasensibile esatta, senza la quale nonsarebbe pensabile larte.

    J. W. Goethe, 17901

    Soltanto nel 2006 sono state tradotte in italiano due opere fondamentali dellaproduzione filosofica di Helmuth Plessner:Die Stufen des Organischen und derMensch e Macht und menschliche Natur2. Nel proporre testi estremamente

    1 J.W. Goethe,Metamorfosi delle piante, a cura di S. Zecchi, Guanda, Parma 1983, p. 150.2 H. Plessner, Die Stufen des Organischen und der Mensch. Einleitung in die philosophische

    Anthropologie (1928), in Id., Gesammelte Schriften, Bd. IV, hg. v. G. Dux u.a., Suhrkamp,Frankfurt a.M. 1981 (trad. it. a cura di V. Rasini, I gradi dellorganico e luomo. Introduzioneallantropologia filosofica, Bollati Boringhieri, Torino 2006); Id., Macht und menschliche Natur(1931), in Id., Gesammelte Schriften, Bd. V, hg. v. G. Dux u.a., Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1981,pp. 135-234 (trad. it. a cura di B. Accarino, Potere e natura umana. Per unantropologia dellavisione storica del mondo, Manifestolibri, Roma 2006). Negli anni precedenti sono stati tradotti initaliano i seguenti scritti e raccolte di saggi plessneriani: Die Frage nach der Conditio humana(1961), in Id., Gesammelte Schriften, Bd. VIII, hg. v. G. Dux u.a., Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1983,pp. 136-217 (trad. it. di M.A. Magrini, Conditio humana, inI Propilei. Grande storia universale delmondo, Mondadori, Milano 1967, vol. 1, pp. 27-93); Der Mensch als Lebewesen, in Id.,Gesammelte Schriften, Bd. VIII, hg. v. G. Dux u.a., Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1983, pp. 314-327(trad. it. di A. Babolin, Luomo come essere biologico, in A. Babolin (a cura di), Filosofi tedeschidoggi, il Mulino, Bologna 1967, pp. 355-376); Diesseits der Utopie, Diederichs, Dsseldorf-Kln1966 (trad. it. di F. Salvatori, Al di qua dellutopia. Saggi di sociologia della cultura, Marietti,Torino 1974); Das Lcheln (1950), in Id., Gesammelte Schriften, Bd. VII, hg. v. G. Dux u.a.,

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    6/283

    6

    tecnici, per altro di difficile lettura anche in lingua originale, queste operazionieditoriali, insieme allaumentare significativo degli studi italiani sullautore e allapromozione di due Convegni internazionali da parte delle Universit di Salerno(2000) e di Firenze (2006)3, sono il segno, se non di unautentica Plessner-

    Renaissance come in Germania, dellattualit del pensiero filosofico eantropologico, politico ed estetico di questo filosofo della grazia edellequilibrio, di primo acchito inoffensivo (harmlos), rispetto alle ideerivoluzionarie della contemporanea Scuola di Francoforte4.

    Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1982, pp. 419-434 (trad. it. di V. Rasini, Il sorriso, in aut aut, 282(1997), pp. 153-163); Lachen und Weinen. Eine Untersuchung der Grenzen menschlichenVerhaltens (1941), in Id., Gesammelte Schriften, Bd. VII, hg. v. G. Dux u.a., Suhrkamp, Frankfurta.M. 1982, pp. 201-388 (trad. it. di V. Rasini, Il riso e il pianto. Una ricerca sui limiti delcomportamento umano, Bompiani, Milano 2000); Grenzen der Gemeinschaft. Eine Kritik dessozialen Radikalismus (1924), in Id., Gesammelte Schriften, Bd. V, hg. v. G. Dux u.a., Suhrkamp,Frankfurt a.M. 1981, pp. 7-134 (trad. it. di B. Accarino,I limiti della comunit. Per una critica delradicalismo sociale, Laterza, Roma-Bari 2001); Sprachlose Rume (1967), in Id., GesammelteSchriften, Bd. III, hg. v. G. Dux u.a., Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1980, pp. 351-366 (trad. it. di M.Russo, Spazi senza parola, in Discipline filosofiche, XIII-2 (2003), pp. 11-30).

    3 Dal 2000 si registra, in effetti, una considerevole intensificazione degli studi italiani su

    Plessner: S. Giammusso, La comprensione dellumano. Lidea di unermeneutica filosofica dopoDilthey, Rubbettino, Catanzaro 2000; M. Russo, La provincia delluomo. Studio su HelmuthPlessner e lantropologia filosofica, La citt del sole, Napoli 2000; O. Tolone, Homo absconditus.Lantropologia filosofica di Helmuth Plessner, Edizioni scientifiche, Napoli 2000; M. T. Pansera,Helmuth Plessner, Leccentricit delluomo, in Id., Antropologia filosofica, Bruno Mondadori,Milano 2001, pp. 83-100; B. Accarino, Le ragioni del mondo. Lanti-comunitarismo di HelmuthPlessner, in Helmuth Plessner, I limiti della comunit, cit., pp. 139-172; V. Rasini, Teoria dellarealt organica. Helmuth Plessner e Viktor von Weizscker, Edizioni Grafiche Sigem, Modena2002; G. Matteucci,Estetica, fenomenologia, estesiologia, in Leitmotiv, 3 (2003), pp. 265-273; M.Russo, Critica dei sensi e critica dello schematismo trascendentale in Herder e Plessner, in Rivista diEstetica, 2 (2003), pp. 203-219; I. Crespini, Tra corpo e anima. Riflessioni sulla natura umanada Kant a Plessner, Marsilio, Venezia 2004; A. Borsari, M. Russo (a cura di), Helmuth Plessner.

    Corporeit, natura, storia dellantropologia filosofica. Atti del Convegno internazionale di studi(Salerno, 2000), Rubbettino, Catanzaro 2005; G. Matteucci, Sensibilit e sensatezza: Plessner, inId.,Filosofia ed estetica del senso, ETS, Pisa 2005, pp. 81-104; G. Matteucci, A. Ruco, Accordanze.Musica e suono nellestesiologia di Plessner, in Intersezioni, XXV, 2 (2005), pp. 349-373; V.Rasini, Il pensiero fenomenologico secondo Plessner, in Annali del Dipartimento di filosofia diFirenze, 2005, pp. 267-280.

    4 Monika Plessner sintetizza i rapporti di Plessner con la Scuola di Francoforte riportando leseguenti affermazioni del marito del 1952: Ich bin die neue Liebe von Horkheimer und Adorno,weil ich doch so harmlos bin (Die Argonauten auf Long Island, Rowohlt, Berlin 1995, p. 47).

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    7/283

    7

    C da chiedersi se non sia proprio lhumanitas di Plessner, la sua ricerca diun modello del far filosofia aperto, non dogmatico, capace di cogliere luomonelle sue intonazioni pi sottili, nel suo inquieto esser teso tra la bestia elangelo5 a rendere oggi cos attuale il suo pensiero in Italia. Anchepoliticamente, Plessner ha saputo anticipare il pericolo delle posizionitotalitarie, tentando di tratteggiare un modello politico progressista, diequilibrio tra comunit e societ, sfera privata e sfera pubblica, individuo epersona, nonch tra Oriente e Occidente6.

    Nucleo teorico della riflessione filosofica plessneriana , infatti, il tentativo

    di tematizzare la differenza, la ricchezza di sfumature qualitative del mondo,salvaguardandone la determinatezza singola, lirriducibilit alla generalit delconcetto. Tra particolare e generale, natura e spirito, pubblico e privato,individuo e persona, qualunque conciliazione delineerebbe unimmagine delmondo unilaterale e parziale, pericolosamente statica. Occorre inveceinvestigare il limite, le zone opache di confine tra gli aspetti molteplici del reale,poich in tale contesto qualitativo che agisce e patisce luomo come persona,come essere vivente che ride e che piange, che deve conquistare continuamentela sua vita per viverla sempre di nuovo, transitivamente e intransitivamente:

    Luomo scrive Plessner il luogo in cui la natura e lo spirito si incontrano, evale la pena indagare i punti specifici di rottura e di vicinanza nei quali si trovalafferramento reciproco delle strutture naturali e spirituali7.

    Interessarsi ad un filosofo come Helmuth Plessner, in altri termini, pusignificare accostarsi a temi tradizionali della filosofia con altri occhi8, occhi che

    5 Cfr. H. Plessner,Die Frage nach der Conditio humana, cit., p. 189 (trad. it., p. 70).6 Ad una conferenza del 1916 presso lUniversit di Istanbul Plessner sottolinea le differenze

    culturali tra Oriente e Occidente, affermando la necessit di un dialogo costruttivo, non

    improntato sullimposizione di un modello politico-culturale sullaltro. Cfr. Von abendlndischenKulturbegriff, in Id., Politik, Anthropologie, Philosophie. Aufstze und Vortrge, hg. v. H.-U.Lessing und S. Giammusso, Fink, Mnchen 2001, pp. 25-32.

    7 H. Plessner, Die Einheit der Sinne. Grundlinien einer sthesiologie des Geistes (1923), in Id.,Gesammelte Schriften, Bd. III, hg. v. G. Dux u.a., Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1980, p. 371.

    8Mit anderen Augen il titolo di un contributo plessneriano scritto inizialmente per laFestschrift di Georg Misch del 1948, ma pubblicato soltanto nella raccolta di saggi di Plessner del1953 Zwischen Philosophie und Gesellschaft (ora nelle Gesammelte Schriften, Bd. VIII, hg. v. G.Dux u.a., Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1983, pp. 88-104).

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    8/283

    8

    guardano allesperienza policroma delluomo con una meticolosit quasianatomica, come suggerisce lo stesso Plessner quando scrive per voce diStendhal: le problme du rire doit tre crit en style danatomie et non en styledacadmie9.

    Piuttosto che la presentazione sistematica di un autore, queste ricercheintendono tuttavia abbozzare i paradigmi teorici di una possibile logicadellaisthesis, un problema filosofico, insieme estetico e antropologico, teoreticoed etico (poich esso concerne tutta la persona umana, come complessione dicorpo, anima e spirito) che Plessner ha approfondito sistematicamente gi negli

    anni venti nellampia operaDie Einheit der Sinne (1923), elaborando una teoriache egli battezza come estesiologia dello spirito e che resta un motivoessenziale, sebbene non pi programmatico, per lintero suo percorso filosofico.Senza alcuna pretesa di esaustivit, si tratta pertanto in questa sede di seguire unautore su un tema insieme estremamente specifico e ampio, esaminando gliscritti che approfondiscono direttamente o indirettamente il problema di unalogica dellesperienza estetica, in quanto unit differenziale delle moltepliciqualit sensoriali.

    Il fatto che il mondo appaia in modi acustici, tattili, visivi, olfattivi e chequesti modi, per quanto intimamente interrelati secondo specifiche disposizionisinestetiche del soggetto, siano qualit fenomenicamente irriducibili esige, perPlessner, la possibilit di legittimare ununit positiva, non intermodale, deisensi. Con essa, non si intende tuttavia delineare unimmagine del mondoparcellizzata, ridotta alla somma di qualit empiriche multivariate. La forza dellaprospettiva plessneriana consiste, semmai, nel tentativo di prendere le distanzedalle ricerche empiriche della psicologia e della fisiologia, per indagare le qualitmolteplici dellesperienza sul piano filosofico.

    Attraverso la descrizione fenomenologica dei modi in cui appare questomondo si tenta allora di cogliere la sensatezza dellesperienza nelle sue

    sfumature di colore, suono, superficie, odore. In questo modo, recuperando ilconcetto husserliano di apriori materiale Plessner elabora una criticatrascendentale dei sensi che muovendo da Kant si spinge oltre i suoi stessi limitiformali.

    9 H. Plessner,Lachen und Weinen, cit., p. 211 (ed. it., p. 48).

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    9/283

    9

    Il punto di avvio, come si vede, dunque teoretico prima ancora cheestetico. Una revisione dellesperienza della sensibilit sulla base di un suoaccordo costitutivo con il senso comporta, infatti, una ristrutturazione deirapporti tra sensibilit e intelletto, il superamento della dicotomia cartesiano-kantiana tra interno e esterno, corpo e anima, uomo e mondo. Gli esiti, tuttavia,e probabilmente questo laspetto su cui vale la pena insistere, hanno unarisonanza non trascurabile anche per la questione antropologica delluomocome intima interconnessione tra natura e cultura. Se si vogliono, infatti,prendere le distanze dalla quantificazione delle qualit come fanno le scienze

    empiriche, ed evitare che lesperienza dellestetico si riduca ad una meraregistrazione di effetti sensibili, cosicch, per dirla schiettamente con Adorno,di un ascolto musicale non si dica brutalmente: stasera ascoltata la nonasinfonia, avuta la tale quantit di piacere10, non ci si pu limitare ad unanalisidella percezione sensoriale come risposta associata a determinati stimoli, maoccorre considerare le prestazioni molteplici mediante le quali luomo agisce einteragisce sensatamente nel suo campo esperienziale.

    Posto in questi termini, lobiettivo estesiologico di descrivere la consistenzaqualitativa del mondo diviene un compito disperato, che sfugge dalle mani dellostesso Plessner, la cui tenuta concettuale esige considerazioni di carattereestetico, teoretico, antropologico e culturale. Luomo plessneriano, infatti, non pi un insieme di facolt, come per la filosofia kantiana, bens unacomplessione di possibilit dazione, di esecuzioni del senso nella praticaesperienziale. Non casuale, allora, che dopo la pubblicazione di Die Einheitder Sinne Plessner abbia abbandonato definitivamente il progettoprogrammatico di unestesiologia dello spirito, e che salvo rari interventioccasionali egli sia tornato a riflettere esplicitamente su temi estesiologicisoltanto dopo un lungo silenzio.

    Vale la pena citare qui estesamente le parole con cui dopo molti anni

    Plessner ripropone in Germania il tema dellestesiologia:

    Ventotto anni fa nel mio libro Die Einheit der Sinne. Grundlinien einersthesiologie des Geistes io tentai di fornire la prova che tra la differenziazionedella nostra sensorialit in modalit ottiche, acustiche e di altro genere, le

    10 T.W. Adorno, Teoria estetica, trad. it. a cura di E. De Angelis, Einaudi, Torino 1977, p. 24.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    10/283

    10

    nostre possibilit di movimento, detto pi esattamente: le nostre possibilitmotorie despressione, e le direzioni nelle quali la nostra comprensione(artistica, linguistica, scientifica) pu muoversi, esistono corrispondenze chepermettono di farsi unidea pi precisa sulla connessione funzionale tra corpoproprio e spirito nelluomo, di quanto fosse stato possibile sinora. Purtroppo,non vi motivo di considerare superato questo tentativo, bench io desiderassiper esso unaltra forma, una formulazione meno carica di collegamenti eallusioni rispetto a quella che ricevette allora, e la colpa di ci fu che taletentativo poteva forse interessare un pubblico non ancora avvinto dalla paroladordine antropologia filosofica, ma non poteva sperare in collaborazioni.Ben consapevole della precocit di questo tentativo nella nuova terra filosofica,ben consapevole anche della ricchezza di aspetti per lestetica, la dottrina dellaconoscenza e lantropologia, mi sembrava urgente lo sforzo di una fondazionee costruzione dellantropologia. Cos io abbandonai il problemadellestesiologia e soltanto nel 1936 pubblicai nelle RcherchesPhilosophiques un lavoro con il titolo Sensibilit et raison che mise di nuovo indiscussione la questione dellestesiologia11.

    Diviene ora tanto pi chiaro che una ricerca sullestesiologia plessneriana, sevuole comprenderne le intime intenzioni, non pu sottrarsi ad unanalisi, siapure schematica, dei motivi antropologici che Plessner ha definito

    sistematicamente nelle Stufen del 1928 e che restano oggetto di riflessionedurante il suo intero percorso teorico. Laspetto pi rilevante, infatti, cheestesiologia e antropologia per Plessner sono intimamente interrelate, poichpropriamente estesiologica la condizione antropologica delluomo,costantemente decentrata, eccentrica, rispetto al proprio s, aperta allaricchezza qualitativa del ct oggettuale.

    Riuscire, perci, perlomeno a fornire strumenti adeguati per chiarire ilineamenti fondamentali dellestesiologia che Plessner espone in modosistematico ed esteso nellopera del 1923 sarebbe un risultato pi che

    soddisfacente per queste ricerche. Il titolo scelto, La teoria del suono nellaprospettiva estesiologica di Plessner, mette in risalto il fenomeno sonoro della

    11 Queste parole costituiscono lincipit del saggio pubblicato in Germania nel 1951 ZurAnthropologie der Musik (Gesammelte Schriften, Bd. VII, cit., p. 184). Esso, in realt, nasce comeultimo capitolo dello scritto comparso originariamente in francese nel 1936 con il titoloSensibilit et raison. Contribution la philosophie de la musique (ora nelle Gesammelte Schriften,Bd. VII, cit., pp. 131-183).

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    11/283

    11

    musica quale motivo forse teoreticamente pi significativo per una logicadellesperienza estetica, poich in esso Plessner individua il vincolo materialeintrinseco tra senso e sensibilit, in grado di colmare la distanza tra ascoltatore eci che si ascolta, tra apprendere ed essere appreso, tra uomo e mondo. Nellasua generalit connotativa, nella sua densit semantica autonoma da logichediscorsive il suono d ad intendere qualcosa, rivela la capacit delluomo dicogliere sensatamente la pregnanza estetica del mondo, anche quandoquestultimo non discorre pi in modo logico.

    Individuare nel suono come espressione sensibile specificamente musicale il

    luogo di incontro tra sensibilit e sensatezza significa anzitutto riconoscereallattivit artistica un orizzonte peculiare di riflessione, intimamente connessoad una logica non verbale, legata direttamente alle dinamiche operative, allasensibilit produttivo-espressiva dellarte. Se, tuttavia, Plessner riconosce nellapregnanza estetica del senso un elemento comune a tutte le forme artistiche,laver posto la musica al centro delle sue considerazioni ha conseguenze che purriferendosi specificamente allarte non si esauriscono nel suo contesto teorico,poich mostrano la possibilit di ridefinire il concetto stesso di evidenzaintuitiva, solitamente associato, da Platone fino allo stesso Husserl, ad unalogica della visione. Sotto tale aspetto, il tentativo plessneriano sembrerebbequello di porre le condizioni di possibilit per pensare in musica, per romperecio la lontananza ottica che separa gli uomini dalle cose.

    Il lavoro organizzato in tre capitoli, omogenei tra loro per ampiezza.Coerentemente con la teoria del suono di Plessner, si tentato di seguire comefilo rosso delle analisi il problema di un accordo strutturale, percettivo-espressivo, tra uomo e mondo. Si voluto mettere in luce dapprima ilcomplesso contesto di referenti teorici del pensiero plessneriano, conparticolare attenzione per il significato metodico che vi assumono: il criticismo,come modo di far filosofia aperto, non dogmatico; la fenomenologia

    husserliana, come possibilit di oltrepassare i limiti formali del criticismo elegittimare una riflessione trascendentale sugli apriori materiali dellesperienza;la critica diltheyana delle scienze dello spirito come posizione della quaestiofilosofica nel seno della vita. Nel tentativo estetico-antropologico di delineareuna normativa dei sensi emerso anche il rilievo decisivo della tradizionegoethiana e herderiana. Senza pretendere di ridurre lampio percorso teorico di

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    12/283

    12

    Plessner ad un unico pensiero, nella prima parte si approfondito il vincoloproduttivo tra estetica e antropologia per un esame dellaspetto qualitativo delmondo.

    Il capitolo centrale dedicato interamente alla posizione filosofica delproblema dellestesiologia. Dopo alcune considerazioni di metodo cheintendono delimitare il raggio dazione di una riflessione estesiologica, lanalisisi concentra sullesame dellopera Die Einheit der Sinne, tentando di tradurneanzitutto la complessa costruzione concettuale.

    Lultimo capitolo si rivolge, infine, al rilievo dellarte, e della musica in

    particolar modo, nella teoria estesiologica di Plessner. Approfondendo ilsignificato estetico-teoretico e antropologico del tema della musica si vorrebbefar luce sulla nuova configurazione del reale che essa dischiude.

    *

    Ringrazio in modo particolare: il Prof. Giovanni Matteucci, per avermi incoraggiata

    a intraprendere questa ricerca, per i suoi insegnamenti, nonch per la sua pazienza; il

    Prof. Paolo Vincieri, per la sua disponibilit a confrontarsi sui miei lavori e per la sua

    attenzione e stima; il Prof. Hans-Peter Krger, il Prof. Hans-Ulrich Lessing e il Prof.

    Frithjof Rodi, per le loro preziose sollecitazioni durante i miei studi presso le

    Universit di Potsdam e di Bochum.Un ringraziamento sincero anche al Dott. Michele Gardini, per lamicizia

    professionale e umana, per aver ascoltato a lungo e letto queste pagine; e al Dott.Matthias Schloberger per la sua disponibilit al dialogo in questi anni.

    Infine, con gratitudine e stima vorrei ricordare il Prof. Lino Rossi, per la curiositascon cui ha sollecitato e sostenuto ricerche anche su costellazioni minori dellafilosofia, e per la fiducia che generosamente mi ha accordato.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    13/283

    13

    Abbreviazioni

    Per ledizione completa delle opere di Helmuth Plessner Gesammelte Schriften, XBde., hg. von G. Dux, O. Marquard, E. Strker, Suhrkamp, Frankfurt a. M. 1980-1985 si utilizza la sigla GS, seguita dallindicazione del volume in cifre romane.

    Lampia raccolta di saggi non contenuti nelle Gesammelte Schriften Politik,Anthropologie, Philosophie. Aufstze und Vortrge, hg. v. S. Giammusso, H.-U. Lessing,Fink, Mnchen 2001 si indica con la sigla PAP.

    Le pagine sono sempre indicate con i numeri arabi.

    Le traduzioni italiane, dove vi siano, seguono ledizione tedesca e sono abbreviate conle sigle qui di seguito elencate. Le lievi modifiche di traduzione che talvoltaintervengono sono dovute a esigenze di conformit stilistica e contenutistica, nonvengono perci ulteriormente segnalate. Laddove non vi sia traduzione italiana, si

    indicano soltanto le pagine delledizione tedesca di riferimento e la traduzione proposta della sottoscritta.

    Lelenco che segue comprende le opere e i saggi pi frequentemente citati nel corsodel presente lavoro; per gli altri scritti plessneriani si indica il titolo per esteso,rinviando alle edizioni di riferimento.

    ES Die Einheit der Sinne. Grundlinien einer sthesiologie des Geistes (1923), GSIII, 1-315.

    GR Grenzen der Gemeinschaft. Eine Kritik des sozialen Radikalismus (1924), GS V,7-134 (cfr. trad. it. LC).

    LC I limiti della comunit. Per una critica del radicalismo sociale, trad. it. di B.Accarino, Laterza, Bari-Roma 2001.

    DMA Die Deutung des mimischen Ausdrucks. Ein Beitrag zur Lehre vonBewutsein des anderen Ichs (1925), GS VII, 67-130.

    HV Hren und Vernehmen (1925), PAP, 113-118.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    14/283

    14

    ST Die Stufen des Organischen und der Mensch. Einleitung in die philosophischeAnthropologie (1928), GS IV (cfr. trad. it. GO).

    GO I gradi dellorganico e luomo. Introduzione allantropologia filosofica, trad. it. acura di V. Rasini, Bollati Boringhieri, Torino 2006.

    MMN Macht und menschliche Natur (1931), GS V, 135-234 (cfr. trad. it. PNU).

    PNU Potere e natura umana. Per unantropologia della visione storica del mondo,trad. it. di B. Accarino, Manifestolibri, Roma 2006.

    EM Elemente der Metaphysik. Eine Vorlesung aus dem Wintersemester 1931/32,hg. v. H.-U. Lessing, Akademie Verlag, Berlin 2002.

    SV Sinnlichkeit und Verstand. Zugleich ein Beitrag zur Philosophie der Musik (1936ca.), PAP, 119-143.

    LW Lachen und Weinen. Eine Untersuchung der Grenzen menschlichen Verhaltens(1941), GS VII, 201-388 (cfr. trad. it. RP).

    RP Il riso e il pianto. Una ricerca sui limiti del comportamento umano, trad. it. di V.Rasini, Bompiani, Milano 2000.

    AM Zur Anthropologie der Musik (1951), GS VII, 184-200.

    HG Husserl in Gttingen (1959), GS IX, 355-372 (cfr. trad. it. HAG).

    HAG Husserl a Gttingen, trad. it. di F. Salvatori, in Id., Al di qua dellutopia,Marietti, Torino 1974, pp. 104-124.

    FCH Die Frage nach der Conditio humana (1961), GS VIII, 136-217 (cfr. trad. it.CH).

    CH Conditio humana, trad. it. di M.A. Magrini, in I Propilei. Grande storiauniversale del mondo, Mondadori, Milano 1967, vol. 1, pp. 27-93.

    KK Der kategorische Konjunktiv. Ein Versuch ber die Leidenschaft (1968), GSVIII, 338-352.

    AS Anthropologie der Sinne (1970), GS III, 317-394.

    MS Die Musikalisierung der Sinne. Zur Geschichte eines modernen Phnomens(1972), GS VII, 479-492.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    15/283

    15

    Capitolo primoLuomo e il mondo

    Lobiettivo non dovrebbeessere spiegare la natura, bensincontrare i suoi occhi.

    Helmuth Plessner, 195712

    1. Tra estetica e antropologia del corpo

    Lopera filosofica di Plessner dagli scritti giovanili (1913-1920),allelaborazione di una logica dellaisthesis come unit dei sensi in Die Einheit

    der Sinne (1923), fino alla definizione sistematica di unantropologia filosofica apartire dalle Stufen des Organischen und der Mensch (1928) si pu riassumerenello sforzo di delineare un incontro equilibrato e armonico, sia pure fragile, trail mondo e luomo come persona, tra natura e cultura.

    12 H. Plessner, Unsere Begegnung(1957), PAP, p. 319. La relazione fu scritta in occasione dellacelebrazione del settantesimo compleanno dellamico e collega olandese F.J.J. Buytendijk. Nelpasso citato Plessner riassume loriginalit della ricerca del biologo olandese rispettoallatteggiamento positivista delle scienze empiriche. In seguito, lo stesso Buytendijk ha definito

    tale affermazione come la sintesi pi efficace dellintero lavoro filosofico plessneriano (cfr. F.J.J.Buytendijk, Geleitwort, in F. Hammer, Die Exzentrische Position des Menschen. Methode undGrundlinien der philosophischen Anthropologie Helmuth Plessners, Bouvier, Bonn 1967, pp. IX-X).Per Buytendijk Plessner ha rappresentato un riferimento teorico importante, nonostante le sueposizioni speculative sembrano pi consonanti con il pensiero di Merleau-Ponty, come haosservato lo stesso Plessner. Al contrario, il contributo del biologo non ha incisosignificativamente sullelaborazione teorica plessneriana. Su tale tema cfr. la corrispondenza traPlessner e Buytendijk pubblicata in appendice a Aa. Vv., Philosophische Rede vom Menschen, hg. v.B. Delfgaauw u.a., Lang, Frankfurt a.M/Bern/New York, 1986, pp. 148-153.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    16/283

    16

    La ricerca di unapertura al mondo della natura rappresenta in parte unprogramma metodico conforme al clima culturale dellepoca di Plessner e, sottoquesto aspetto, accomuna la sua riflessione alle filosofie della vita di Nietzsche,Dilthey e Bergson, alle teorie fenomenologiche di Husserl, Scheler e Merleau-Ponty, ai paradigmi del pragmatismo americano, alla filosofia delle formesimboliche di Cassirer e allindagine biofilosofica di scienziati come Buytendijk,Driesch e Uexkll, per citare solo gli esempi pi significativi.

    Tra la fine dellOttocento e linizio del Novecento lo sviluppo delle scienzedello spirito e le nuove scoperte scientifiche nel campo della neurobiologia,

    della fisiologia e della psicologia hanno sollecitato la filosofia a riformulare lesue categorie tradizionali, prima di tutto i concetti di spirito, coscienza, anima eil loro rapporto con il bios. Per legittimare nella modernit il valore scientificodella filosofia dinnanzi allo sviluppo delle scienze empiriche occorre, infatti,restituire allindagine filosofica il mondo della natura e con esso e in esso unuomo in carne e ossa che agisca e patisca, complessione di spirito, corpo eanima. Da questo punto di vista, la critica di Bergson al meccanicismo efinalismo delle scienze e il tentativo di Dilthey di delineare una psicologia nonsperimentale costituiscono, per Plessner, due passaggi cruciali verso unariflessione filosofica sulla vita e sulla persona. Infatti, tutto ci che li segu sipu ridurre alla formula: lotta contro il naturalismo in base a contenuto emetodo. Lotta perci contro la psicologia della coscienza astratta, lotta peranche contro una teoria della conoscenza che sta sotto i riguardi della scienzadella natura, lotta per introdurre realmente il pensiero della persona, contro ildominio di schemi astratti (GS VIII, 47)13.

    13 Sulla significativit della vita come pienezza dellarticolazione esperienziale, in un frammentosulla logica gnoseologica Dilthey scrive: La vita la prima cosa; in essa sono intrecciateimpressione, rappresentazione, pensiero. [] La cellula originaria della vita interna , dovunque,la progressione dallimpressione a partire dal milieu dellessere vivente, al movimento chenellessere vivente ne adatta il rapporto a tale milieu (Vivere e conoscere. Progetto di logicagnoseologica e di dottrina delle categorie (1892-93 ca.), in Id., Per la fondazione delle scienze dellospirito, a cura di A. Marini, Franco Angeli, Milano 2003, p. 305). Nella medesima direzione,Bergson chiarisce perspicuamente lirriducibilit della vita per la riflessione teoretico-conoscitiva:Ci significa che la teoria della conoscenza e la teoria della vita ci sembrano tra loro inseparabili.[] necessario che questi due ambiti di ricerca, la teoria della conoscenza e la teoria della vita,si ricongiungano e, attraverso un processo circolare, si sollecitino reciprocamente eindefinitamente. Insieme, potranno risolvere con un metodo pi sicuro, pi vicino allesperienza,i grandi problemi posti dalla filosofia (Levoluzione creatrice (1907), trad. it. a cura di F. Polidori,

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    17/283

    17

    Tale atteggiamento comporta una ridefinizione dei modelli gnoseologici eantropologici di conio cartesiano, poich lassoluta eterogeneit tra mondoesterno e mondo interno che essi predicano non lascia riconoscere la relazioneintrinseca che intercorre tra soggetto e oggetto nella dinamica della vita. Laquestione secolare del rapporto tra corpo, anima e mondo esige, infatti, ilsuperamento degli schemi unilaterali, ora oggettivi ora soggettivi, che le teorierazionaliste e sensiste hanno ereditato dal cartesianesimo, attraverso unariflessione che comprenda il soggetto e loggetto come elementi costituitividellesperienza conoscitiva e extraconoscitiva14. Sotto questo aspetto, le

    filosofie della vita, la fenomenologia, il pragmatismo americano e il pensiero diPlessner, nonostante le loro differenze specifiche, concordano nel criticarelipostatizzazione del mondo e la neutralizzazione dellesperienza sensibile chederivano dalla dicotomia cartesiana trares cogitans eres extensa. Al centro di taliconsiderazioni non vi pi una concezione sostanzialista del mondo, ma lideadi una dinamica relazionale tra soggetto e oggetto il cui confronto non si basasu un terzo elemento, un simbolo, un segno o una trascendenza, ma sullanalisidel vivente nel mondo della natura, in quella terra di confine dove si schiudelevenienza qualitativa delle cose.

    Cortina, Milano 2002, pp. 4-5). Sul ruolo di Bergson e Dilthey come precursori di una teoriafilosofica delluomo come persona, cio di una teoria della vita cfr. anche i passaggi plessneriani inFCH, 149 e 155. Martin Mhl in un interessante studio sul problema della relativit dei sensi nellafilosofia della vita di Dilthey, nella fenomenologia, in Plessner, nel pragmatismo americano e nellapragmatica del linguaggio, ritiene che linteresse filosofico di Plessner per la biologia sia statosignificativamente influenzato dalla filosofia di Bergson, in particolare dalla sua concezione dellapercezione sensoriale quale centro pratico dazione di meccanismi motori e sensoridellorganismo vivente (cfr. Die Handlungsrelativitt der Sinne. Zum Verhltnis vonIntersubjektivitt und Sinnlichkeit, Philo Verlagsgesellschaft, Bodenheim 1997, pp. 120-124).Anche Stephan Pietrowicz nellampia monografia Helmuth Plessner. Genese und System seinesphilosophisch-anthropologischen Denkens (Alber, Freiburg/Mnchen 1992, pp. 74-80), mette inluce leco bergsoniana nella filosofia di Plessner. Per il rilievo teoreticamente assai pi decisivo

    della filosofia di Dilthey per la prospettiva plessneriana cfr. in part. S. Giammusso, Potere ecomprendere: la questione dellesperienza storica e lopera di Helmuth Plessner, Guerini, Milano1995; Id., La comprensione dellumano. Lidea di unermeneutica filosofica dopo Dilthey,Rubbettino, Catanzaro 2000; H.-U. Lessing, Die Hermeneutik der Sinne, Alber,Freiburg/Mnchen 1998; F. Rodi, Conditio humana. Zu der gleichnamigen Schrift von HelmuthPlessner und zur Neuauflage seines Buches Die Stufen des Organischen und der Mensch , inZeitschrift fr philosophische Forschung, 19 (1965), pp. 703-711.

    14 La critica ai modelli cartesiani della filosofia moderna una costante della riflessioneplessneriana. In part. cfr. ES, cap. 1 e ST cap. 2.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    18/283

    18

    La rottura con lo schema gnoseologico cartesiano-kantiano del pensieromoderno occidentale, la cui dicotomia tra corpo e anima determina unasvalutazione inevitabile dellesperienza sensibile, si traduce in Plessner neltentativo di delineare una teoria delluomo come persona, come neutralitpsicofisica che interagisce sensatamente in e con il suo milieu. Si tratta di unorizzonte di riflessione aperto, volto a configurare la specificit del fenomenoumano non pi come immagine statica, bens come processo dinamicodellessere vivente nella natura, cio dellaltro come circolo di riflessione dels15, esposto continuamente al rischio di abortire le sue peculiari possibilit di

    realizzazione, e dunque costretto di volta in volta a rinnovare la suaassicurazione della vita attraverso il porsi in dialogo con il mondo, naturale espirituale. Lessere umano vive infatti in un equilibrio fragile tra la suacondizione zoologica di ominide e la coscienza di tale condizione in quantoessere umano. La sua humanitas, in altre parole, non assicurata direttamentedalla sua condizione di hominitas, ma deve essere costantemente perseguita econquistata come un compito16, poich laspetto propriamente umanodelluomo , per Plessner, la sua capacit di ex-cedere la dimensione meramentebiologica della vita.

    Il corporeo e lo spirituale costituiscono allora due elementi egualmenteessenziali della vita delluomo e il loro contrasto viene neutralizzato in forzadella necessit di ununit produttiva, di un accordo-tensione tra la prima e laseconda natura che volge fatalmente la filosofia al campo pragmatico-performativo dellazione e del gioco. La seconda natura, infatti, vale a dire lasfera socioculturale della vita delluomo, in Plessner non rappresenta, come perGehlen, un disimpegno e compensazione che derivano, riprendendo la formula

    15 Cfr. H.-P. Krger, Das Schauspiel der Kultur im Spiel der Natur. Helmuth PlessnersPhilosophische Anthropologie, in Deutsche Zeitschrift fr Philosophie, 48/2 (2000), pp. 208-212.

    Sul rovesciamento in Plessner della prospettiva cartesiana e sulla concezione plasticadellesperienza che ne deriva cfr. anche il saggio di G. Matteucci e A. Ruco, Accordanze. Musica esuono nellestesiologia di Plessner, in Intersezioni, XXV/2 (2005), in part. pp. 349-355.

    16 La sua [delluomo] indubitabile appartenenza alla specie zoologica degli ominidi, la realtdellHomo sapiens, significa un compito (Aufgabe) e non gi una garanzia (Sicherung)dellumanit. Lhominitas non pi lo stesso che lhumanitas. Possedere la capacit linguistica(Sprachvermgen), il portamento eretto, la formazione e luso di utensili, lautocoscienza sonoprivilegi, ma non gi garanzie automatiche, se non di essere pi animali di ogni animale (H.Plessner, ber einige Motive der Philosophischen Anthropologie (1956), GS VIII, 134).

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    19/283

    19

    herderiana delluomo invalido, dalla carenza istintuale della natura umana,bens un compito attraverso il quale luomo realizza la sua persona, corporea espirituale.

    Nella prefazione alla seconda edizione delle Stufen des Organischen und derMensch Plessner critica il modello antropologico di Gehlen per non aver saputocondurre una tesi fino ai limiti della sua tenuta (ST, 27; GO, 19). Lariflessione, senzaltro per Plessner meritoria, di Gehlen presenterebbe il limitedi attenersi volutamente, come gi i pragmatisti, ad una prospettiva empirica,non riuscendo in questo modo a superare il principio biologico del

    comportamento. In linea con Plessner, Gehlen concepisce luomo come unastruttura aperta, plastica, decentrata rispetto al suo centro istintuale17. La suaprospettiva empirica lo costringe per a delineare luomo esclusivamente apartire dalle sue possibilit dazione (ST, 24; GO, 16), come un sistema difunzioni di reciprocit adeguate alla sua libert motoria, mediante le quali egli siesonera dallunivocit biologica del mondo animale, verso per una plurivocitche ancora biologica. Nella categoria fondamentale dellesonero(Entlastung) Gehlen, in sostanza, individua un principio evolutivoextracorporeo che compensa la carenza istintuale delluomo attraversoprestazioni superiori, simbolico-sociali, che determinano, tuttavia, una nuovadipendenza del comportamento, non pi ereditata, bens acquisita18. In taleprospettiva, il linguaggio assume un ruolo centrale in quanto attiviteminentemente simbolica, in grado di costruire, con il dispendio minimo dienergia fisica, un mondo intermedio, di oneri e istituzioni, sul quale si basa lareciprocit e comunicazione tra gli uomini. Avendo il linguaggio il peculiare

    17 Di Arnold Gehlen cfr. in part. Luomo. La sua natura e il suo posto nel mondo, trad. it. di C.Mainoldi, Feltrinelli, Milano 1983; Luomo nellera della tecnica, a cura di A. Negri, Sugarco,Milano 1984; Antropologia filosofica e teoria dellazione, a cura di E. Mazzarella, Guida, Napoli

    1990;Morale e ipermorale. Unetica pluralistica, trad. it. di U. Fadini, Ombre Corte, Verona 2001;Prospettive antropologiche. Luomo alla scoperta di s, trad. it. di S. Cremaschi, nuova ed. a cura diV. Rasini, il Mulino, Bologna 2005.

    18 In questo senso scrive Gehlen esonero significa che la costituzione di un centro digravit nel comportamento umano compete sempre pi alle funzioni superiori, a quelle cio chemeno richiedono fatica e che soltanto alludono; dunque alle funzioni coscienti o spirituali. Neviene che questo concetto addirittura un concetto chiave dellantropologia: esso ci insegna avedere le massime prestazioni delluomo nella connessione con la sua natura fisica e con lecondizioni elementari della sua vita (Luomo, cit., p. 92).

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    20/283

    20

    effetto strumentale di non modificare in nulla il mondo esterno cui esso sirivolge attivamente, il rischio per il ripiegamento delluomo su se stesso,sulla sua interiorit19. Tuttavia, come afferma Plessner, Gehlen delinea uncomplesso arsenale concettuale che comprende, accanto allattivit esonerantedel linguaggio, residui istintuali come la mimica e la pregnanza di certiatteggiamenti che fanno del comportamento delluomo un processoosservabile (cfr. ST, 26; GO, 18).

    Altro aspetto fondamentale della prospettiva gehleniana dellesonero chericorda Plessner la traduzione delle pulsioni in impatto emotivo, traduzione

    che permette una presa di distanza dalla determinazione biologica delcomportamento e unapertura della dimensione spirituale anche alla sfera nonlinguistica. In altre parole, molti aspetti della prospettiva di Gehlen sono perPlessner pienamente condivisibili, in quanto prendono le mosse da unaconcezione delluomo aperta, plastica, sganciata dagli istinti. Tuttavia, e in ciconsiste lobiezione plessneriana di fondo, Gehlen non avrebbe compreso chelemancipazione dellagire umano dalla sua determinazione biologica dovrebbepermettere allantropologia di abbandonare lo stesso principio biologico cuiinvece essa, nel modello gehleniano, non rinuncia. Ad ogni modo, nessunadisgrazia chiarisce Plessner. Alla fine questo il senso di qualsiasiintroduzione sperimentale di un modello o di un tema-chiave. Ci non vuoldire che Gehlen si sia contraddetto, bens soltanto che egli ha condotto una tesifino ai limiti della sua tenuta (ST, 27; GO, 19).

    Interpretando lintreccio tra corporeo e spirituale come aspetto costitutivodelluomo, oltre ad offrire una critica produttiva contro ogni forma di dualismoe di nichilismo Plessner tratteggia la possibilit di filosofare sistematicamentecon luomo e sulluomo attraverso un modello critico autonomo dalle scienzenaturali, capace di integrare le strutture costanti della natura umana con ilpluralismo storico-culturale in cui essa si realizza come persona. necessario

    allora un procedere filosofico che muova dal basso, dalla collezione di dettagliqualitativi nei quali prende forma la sensatezza dellesperienza delluomo nelmondo nel quale e con il quale egli vive: la filosofia non pu voler giungere allavita dallalto (come in fondo indicava anche Nelson per il quale la politica eraetica applicata) ma deve prender forma nelle possibili direzioni di questa vita

    19 Cfr. ivi, p. 98.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    21/283

    21

    stessa (MMN, 140; PNU, 40). Ci significa anzitutto porre il problema delsenso nel seno della vita, oltrepassare cio limmanenza della coscienza,neutralizzare, in piena continuit con la nozione scheleriana di indifferenzapsicofisica, la dicotomia tra interno e esterno per volgersi alla questione dellacostituzione della relazione esperienziale nella complessit delle sue dinamicheinsieme soggettuali e oggettuali.

    Significativo che, fin dai primi scritti, ancor prima cio che si venganodefinendo le categorie antropologiche fondamentali, la teoria della persona chetenta di elaborare Plessner appare in un certo senso decentrata rispetto alla

    questione del soggetto, volta alla determinazione qualitativa del mondo esterno,della natura e della cultura, come movimento costitutivo dellesperienza, comecondizione strutturale dellistanza soggettuale stessa. In altri termini, la rotturadella dicotomia cartesiana per Plessner non implica un pensiero dellaconciliazione. Indagare la relazione esperienziale vuol dire, piuttosto,tematizzare la differenza, lambiguit strutturale del rapporto delluomo con ilproprio corpo e con il mondo esterno entro un orizzonte teorico indipendentedalle scienze della natura, che non coincide n con il circolo ermeneutico toutcourt, n con una filosofia della differenza la Derrida, non determina unanuova teoria dellassoluto, n una posizione relativista. Alla base di una taleimpostazione vi , infatti, la convinzione che la configurazione plasticadelluomo, la sua relativa autonomia dalla situazione istintuale e la conseguenteapertura al mondo, si dia anzitutto sul piano corporeo-percettivo, intendendocon questultimo una dimensione esperienziale che non si esaurisce nellaparcellizzazione dei processi fisico-chimici dellorganismo. Luomo, perPlessner, vive nellambiguit, nellequilibrio fragile tra il corpo che egli e ilcorpo che egli ha, e attraverso un processo di distanziamento riflessivo, nelcontatto con laltro, con la trama complessa dellesperienza, egli comprende ilproprio s, nel suo doppio aspetto oggettuale e soggettuale (La via verso

    linterno esige un punto dappoggio esterno (Auenhalt) FCH, 196; CH, 76).Il nodo teorico decisivo, cruciale sia per la riflessione estetica che per lariflessione antropologica e politica di Plessner, allora lidea che laperturadelluomo al mondo, la sua liberazione dai vincoli biologici, presenta uncarattere frammentario, nella misura in cui essa necessariamente delimitata daimolteplicipattern percettivi, senza i quali soltanto un soggetto privo di corpo o

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    22/283

    22

    che possedesse un corpo di sostanza spirituale (pneumatisiert) (FCH, 187;CH, 69) potrebbe cogliere il mondo reale. Ci significa che lesperienza disenso della realt effettuale si d per Plessner in modo fenomenico, intrinsecamente connessa alla molteplicit dei media percettivi e alle lorospecifiche possibilit di manifestare direzioni di azione. E, in questi termini, lesperienza percettiva stessa a divenire intenzionale, ad esigere non soltanto unmondo esterno, bens anche una capacit di distanziamento riflessivo affinchlaltro sia avvertito come tale, nella sua determinatezza oggettuale eparticolarit20.

    In tale prospettiva, lattenzione di Plessner per il mondo della vita qualeintreccio costitutivo tra bios e cultura indisgiungibile da una riflessioneestetica sulla connessione e il senso dellorganizzazione sensoriale del nostrocorpo proprio (ES, 72). Pertanto, oltre ad essere intimamente interrelatealmeno dal punto di vista funzionale, la teoria antropologica e la teoria esteticadi Plessner collaborano al tentativo teorico, centrale per gli sviluppi del pensierocontemporaneo, di ristrutturare la pratica del giudizio sulla base di un accordotra sensibilit e intelletto radicato nelle dinamiche dellesperienza. Sotto questoaspetto, il percorso teorico di Plessner segnato da un confronto costante conla teoria kantiana del Giudizio che emerge nella terza Critica. Anzi,riprendendo uno schema efficace suggerito da Krger, la riflessione estetica eantropologica di Plessner rappresentano il tentativo di approfondire e ridefinirerispettivamente le questioni degli atti di giudizio riflettente estetico eteleologico per una teoria strutturale delluomo in carne e ossa21, nella quale ilproblema del rapporto tra gli esseri viventi con un sistema nervoso centrale(uomini e animali) e il loro mondo ambiente accresce il suo significato non soloetico, ma anche estetico e teoretico.

    20 Scrive Plessner: noi percepiamo soltanto il non familiare (Unvertraute). Per poter intuire necessaria la distanza (Mit anderen Augen (1948), GS VIII, 93).

    21 H.-P. Krger, Das Spiel zwischen Leibsein und Krperhaben. Helemuth Plessnersphilosophische Anthropologie, in DZPhil, 48/2 (2000), p. 290.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    23/283

    23

    2. Il problema critico-trascendentale: Kant e la prospettiva fenomenologica

    Il pensiero filosofico di Plessner, come testimoniano i suoi primi scritti, prendedunque le mosse da uno studio sistematico della filosofia kantiana22. I temiapprofonditi sono la questione del fondamento del sistema critico e della suaunit come sistema, il problema del valore scientifico della filosofia.

    In generale, pur riconoscendo il rilievo teorico della filosofia critica di Kantgli interpreti tendono a considerare gli studi kantiani di Plessner come una sortadi propedeutica alla sua riflessione pi matura, il cui esito sar un superamentodefinitivo della filosofia kantiana. Non vi dubbio, come si legge in pi luoghi,

    che un ritorno a Kant porta con s, per Plessner, il suo stesso superamento23.Infatti, soltanto liberando la teoria del giudizio dai vincoli kantiani eneokantiani possibile avviare una teoria critica, insieme antropologica edestetica, della sensorialit e corporeit delluomo. In un certo senso, lascommessa teorica far riconoscere al criticismo le sue stesse lacune e limiti,approfondendo sistematicamente i punti di rottura con esso.

    In tale prospettiva, come emerge precipuamente nellampio studio di ElkeVlmicke sul rilievo critico-trascendentale della filosofia plessneriana e su unsuo possibile confronto con la scuola di Marburgo, si pu allora tentare di

    interpretare il rapporto di Plessner con la filosofia critica in senso operativo,indipendentemente da una tematizzazione pi o meno esplicita della teoriakantiana nel Plessner pi maturo24. Prendendo le mosse dallanalisi dello scritto

    22Krisis der transzendentalen Wahrheit im Anfang(1918) (GS I, pp. 143-308),di cui una parteera stata gi pubblicata lanno precedente con il titolo: Vom Anfang als Prinzip der Bildungtranszendentaler Wahrheit (Begriff der kritischen Reflexion); Untersuchungen zu einer Kritik derphilosophischen Urteilskraft (1920), rimasto inedito fino alla pubblicazione delle GesammelteSchriften (ora in GS II, 7-321); Kants System unter dem Gesichtspunkt einer Erkenntnistheorie derPhilosophie (1923), pubblicato come appendice di ES (ora in GS II, 323-435) sono i principali

    scritti di Plessner dedicati sistematicamente al pensiero critico kantiano.23 Riprendendo le parole di Windelband nellIntroduzione alternativa alle Untersuchungen

    Plessner scrive: comprendere Kant significa oltrepassarlo (GS II, 17; nello stesso volume cfr.anche pp. 327, 439).

    24 E. Vlmicke, Grundzge neukantianischen Denkens in den Frhschriften und derPhilosophischen Anthropologie Helmuth Plessners, VDG, Alfter 1994. La Vlmicke riprendeesplicitamente la distinzione tra concetto tematico e concetto operativo da Eugen Fink,Operationale Begriffe in Husserls Phnomenologie, in Zeitschrift fr philosophische Forschung,11 (1975), pp. 321-337. Per il rilievo di Kant in Plessner, sebbene in una direzione non

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    24/283

    24

    inaugurale Krisis der transzendentalen Wahrheit im Anfang(1918), la Vlmickedescrive lo sviluppo del pensiero plessneriano, fino allelaborazione sistematicadi unantropologia filosofica, come il disegno di una filosofia critica senzasoggetto, vale a dire una filosofia critica priva dellassolutizzazione osostanzializzazione del punto di partenza che deriva dalla nozione kantiana diappercezione trascendentale e dalla dottrina delle facolt che ne consegue, efondata piuttosto sullidea di spontaneit, libert, dinamica del pensiero critico.Principio kantiano insuperabile infatti per Plessner lidea di filosofia criticacome sistema aperto, non dogmatico (cfr. GS II, 20), che in questa precisa

    misura in grado, come detto, di accogliere in s il suo stesso superamento. Ilsuo limite, o contraddizione, invece la pretesa di ridurre il rigore scientificodella filosofia al modello newtoniano delle scienze esatte, la cui tenuta, comecolgono gi i neokantiani, appare del tutto inadeguato per comprendere nonsolo gli sviluppi delle scienze dello spirito, ma anche i pi recenti risultatiscientifici di Einstein e della teoria della relativit. In chiave kantiana, la teoriastrutturale delluomo, che Plessner inizia a elaborare fin dalle ricerche estetichediDie Einheit der Sinne (1923) e che cruciale per la sua produzione filosoficacomplessiva, concernerebbe le condizioni di possibilit delluomo, la legalitdella sua esperienza oggettuale e della sua attivit espressivo-costruttiva. Delresto, lo stesso Plessner ha ribadito in pi luoghi il valore a priori, critico-trascendentale delle sue considerazioni filosofiche sulluomo25 e ci dovrebbeindurre perlomeno a stemperare le interpretazioni ontologico-ermeneutiche26del suo pensiero.

    Laspetto centrale su cui insiste lo studio della Vlmicke il significatoteoretico-conoscitivo e non pratico nel senso della seconda Critica, come

    pienamente concordante con la lettura della Vlmicke, cfr. anche S. Pietrowicz, op. cit., in part.pp. 157-367.

    25

    Cassirer, riferendosi esplicitamente a Plessner, sul rapporto tra antropologia filosofica efilosofia critica scrive: Il problema di unantropologia filosofica in quanto tale non si colloca inalcun modo al di fuori dellorizzonte di una filosofia critica e ancor meno in una sistematicaopposizione ad essa (Metafisica delle forme simboliche, trad. it. di G. Raio, Sansoni, Milano 2003,p. 41).

    26 Per ricordare soltanto un esempio, in tale direzione si muove lampio studio di Jean Beaufort,Die gesellschaftliche Konstitution der Natur. Helmuth Plessners kritisch-phnomenologischeGrundlegung einer hermeneutischen Naturphilosophie in Die Stufen des Organischen und derMensch, Junius Verlag, Wrzburg 2000.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    25/283

    25

    sostiene invece Pietrowicz27, del concetto di libert che Plessner introduce neisuoi studi kantiani in rapporto al principio di eautonomia della terza Critica, eche approfondisce operativamente nello sviluppo del suo pensiero estetico-antropologico, mostrando in tal modo la necessit di una revisione non solo delconcetto kantiano di ragione, ma dellarchitettonica kantiana nel suocomplesso. Per fondare un sistema filosofico, anzi del far filosofia, aperto, nondogmatico, occorre infatti per Plessner sciogliere il criticismo da ogni vincolodefinitorio e riformulare il concetto stesso di unit trascendentale. In taleprospettiva, tutte le linee convergono nel punto della libert (GS I, 288), e

    questa, come principio aperto del sistema, non pu essere definita in base ad unambito parziale, secondo il modello pratico-morale della seconda Critica, madeve radicarsi nel carattere costruttivo della ragione nel suo insieme. Se ilcriticismo si interroga sulle condizioni di possibilit dellapplicazione di ungiudizio a priori ad una cosa, dunque sulla possibilit di questo a prioriperfettamente determinato (cfr. GS I, 288), esso per Plessner non si rivolge algiudizio compiuto, bens fa sorgere costruttivamente lapriorit determinataconsiderandola come il punto di partenza, come lo stato costruttivo dellacosa specifica, non come loggetto posto duramente dinnanzi al soggetto. Sitratta, in altre parole, di spingersi oltre i limiti formali del criticismo, percogliere la sensatezza dellesperienza nella materialit del mondo stesso, nonnelle facolt dellintelletto.

    Si pu intendere la sedia che qui di fronte come una sedia in generale,oppure come questa sedia squadrata di plexiglas verde che si ha davanti agliocchi, composta esattamente da questo materiale plastico surrogato del vetro,da questo colore verde oliva e da questa forma che pu essere vista e toccataconcretamente nello specifico campo esperienziale. Sul piano dellintuizione,tuttavia, una sedia senza materiale, senza colore e senza forma sarebbe un nonsenso. Se per si recupera lidea husserliana di un processo di astrazione

    dallinterno, il cui punto di partenza il dato di fatto che ci che viene pensato o generale o particolare (e nella misura in cui viene inteso, fosse anche comegenerale, esso esiste gi), il problema non pi come sia possibile ricondurre ilgenerale al singolare-intuitivo, quanto piuttosto comprendere come lageneralit del pensiero di fronte al pensiero pu esser resa possibile in generale,

    27 Cfr. S. Pietrowicz, op. cit., p. 168 e sgg.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    26/283

    26

    come il generale come tale possa sussistere di fronte al singolare intuitivo (GSI, 49). Si tratta, evidentemente, di mettere in crisi la stessa nozione kantiana digiudizio sintetico a priori, principio fondamentale ancora per i giudizi diriflessione estetici di gusto che vengono approfonditi nella terza Critica e che silimita a cogliere la molteplicit qualitativa dellesperienza su un pianomeramente formale. necessario, piuttosto, per Plessner volgersi alle cosestesse, allirriducibilit fenomenica dei qualia, alle dinamiche sensibili chepreesistono a qualunque giudizio.

    In tal senso, peculiare il tentativo costante nel pensiero plessneriano di

    coniugare il criticismo con il metodo fenomenologico husserliano. Nellultimocapitolo dei Prolegomeni a una logica pura, interrogandosi su che cosa costituiscalessenza ideale di una teoria cometale, Husserl afferma che il valore ideale delconcetto, cio le sue condizioni di possibilit, si possono legittimare soltantoregredendo alla sua essenza intuitiva o deducibile. Quindi la giustificazionelogica di una data teoria come tale (cio secondo la sua forma pura) esige ilregresso allessenza della sua forma, e perci a quei concetti e leggi cherappresentano i costituenti ideali di una teoria in generale (le condizioni dellasua possibilit) e che regolano a priori e deduttivamente ogni specializzazionedellidea di teoria delle sue possibili specie28. Questa per Husserl lunica viapercorribile per legittimare metodologicamente il valore reale del concetto dinumero29. Egli tenta di attualizzare il problema kantiano delle categorieoltrepassando il formalismo di Kant e volgendosi alle cose stesse. Infatti, nellaprospettiva fenomenologica la questione logica delle categorie sembracoincidere con la questione della dicibilit che si offre nelle cose stesse,attraverso la loro articolazione, elasticit, struttura, mutevolezza e cui ildiscorso verbale tenta di corrispondere. La ricerca di una logica pura, comesottolinea Melandri, ha in altre parole un valore innanzitutto orientativo e nonconclusivo; contiene il senso di un compito da assolvere e per essere espliciti

    tematizza il momento teleologico implicito nellesigenza costruttiva di ognilogica. chiaro che tale esigenza oltrepassa lambito del formale puro,

    28 Cfr. E. Husserl,Ricerche logiche, vol. 1, ed. it. a cura di G. Piana, Il Saggiatore, Milano 2001,cap. XI, p. 247.

    29 Ivi, p. 254.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    27/283

    27

    nonostante la si possa cogliere solo col senno di poi e inoltre pi fra le righeche nel testo30.

    Gi questo richiamo al tema dellastrazione evidenzia il filtrofenomenologico con cui Plessner interroga il criticismo kantiano e il suoconcetto di apriori, nel tentativo di legittimare il carattere costruttivo espontaneo di un principio incondizionato del filosofare. La sua esigenza diapprofondire la filosofia critica di Kant matura, infatti, durante gli anni distudio dottorale a Gttingen (1914-1916), dove egli concorda con Husserl unprogetto di ricerca sul pensiero scientifico di Fichte in rapporto alla

    problematica dellio e della coscienza intenzionale nella fenomenologia (ilprimo volume delleIdee era stato pubblicato appena lanno prima). Presto perPlessner si accorge che una tale ricerca non pu prescindere da un attentostudio della filosofia kantiana. Per tale ragione, quando Husserl nel 1916 vienechiamato a Friburgo, Plessner anzich seguirlo decide di concludere il suoprogetto di Dottorato a Erlangen con il neokantiano Paul Hansel31.

    Tuttavia, lo sforzo plessneriano di elaborare un sistema critico aperto, privodi presupposti, resta fondato sul metodo husserliano della descrizione, alla basedel quale vi sarebbe una ritrovata fiducia naturale nei confronti del mondodelle cose e il conseguente tentativo di una sua restituito ad integrum (cfr. HG,360-361; HAG, 110-111).

    30 E. Melandri,Logica e esperienza in Husserl, il Mulino, Bologna 1960, p. 8.31 Il titolo definitivo della tesi, pubblicata a Heidelberg nel 1918, Krisis der transzendentalen

    Wahrheit im Anfang, cit. (cfr. H. Plessner, Selbstdarstellung, GS X, 308 e sgg.). Purtroppo Plessnerha approfondito esplicitamente il suo rapporto con la fenomenologia husserliana per lo pi inscritti occasionali e ci non agevola la comprensione del suo rapporto con Husserl. Ad ognimodo, per linterpretazione plessneriana del concetto husserliano di ideazione cfr. DieWissenschaftliche Idee. Ein Entwurf ber ihre Form (1913) (GS I, pp. 7-141); per il rapporto tra lafenomenologia e il criticismo cfr. Krisis, cit.; per il rilievo della fenomenologia in Plessner cfr. i

    saggi contenuti nelle GS IX: Phnomenologie. Das Werk Edmund Husserls (1938), Bei Husserl inGttingen (1959);Husserl in Gttingen (1959) (pp. 122-147, 344-372); e i saggi contenuti in PAP:Lebensphilosophie und Phnomenologie (1949), Ad memoriam Edmund Husserl(1938) (pp. 231-255, 297-303). Per gli studi sul rilievo fenomenologico della filosofia plessneriana cfr. in part.: H.-P. Krger, Ausdrcksphnomen und Diskurs. Plessners quasitranszendentales Verfahren,Phnomenologie und Hermeneutik quasidialektisch zu verschrnken, in Id. (Hg.), PhilosophischeAnthropologie im 21. Jahrhundert, Akademie Verlag, Berlin 2006, pp. 187-214; V. Rasini, Ilpensiero fenomenologico secondo Plessner, in Annali del Dipartimento di filosofia di Firenze,2005, pp. 267-280.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    28/283

    28

    Bench nelle testimonianze biografiche Plessner lamenti lo scarso interessedidattico di Husserl, ma soprattutto la sua reticenza a confrontarsi sui temidellidealismo, e pi in generale della storia della filosofia32, dal suo maestro egliha certamente appreso che la fenomenologia non propone semplicemente unmetodo, bens difende una causa: la riconquista del concetto naturale dioriginariet33. In tale direzione, Plessner ha compreso chiaramente che la stessanozione husserliana di intenzionalit consente unapertura prospetticasullesperienza. Essa configura unidea fluida, elastica di oggetto poichconcepisce la coscienza non pi come entit chiusa nellinteriorit psichica,

    bens come campo di transizione verso il mondo delle cose.

    3. Plessner e la terza Critica di Kant

    Nelle Untersuchungen Plessner compie un passaggio decisivo rispetto alla suariflessione sul criticismo. Qui egli riconosce la centralit della terza Critica nonsolo per una comprensione unitaria dellarchitettonica kantiana, ma anche per lapossibilit di un suo superamento dallinterno, ponendo il principio dieautonomia della capacit di giudizio estetico di riflessione comeanalogon dellafilosofia tout court: la filosofia come sistema critico delle scienze che forma un

    intero architettonico eautonomia, uneautonomia che certo vale in generale,32 In diversi luoghi Plessner sottolinea la difficolt di confrontarsi con il maestro sulle questioni

    fichtiane ricordando un episodio emblematico. Di ritorno da un seminario, giunti al cancello dellacasa di Husserl questi tagli corto seccamente: Tutto lidealismo tedesco mi sempre statoallergico. Per tutta la mia vita e qui, racconta Plessner, il maestro impugn il suo snello bastoneda passeggio dallimpugnatura dargento e lo punt contro il montante del cancello non ho fattoaltro che cercare la realt. Nel dirigere il bastone verso il montante Husserl sembravarappresentare in modo plastico latto intenzionale e la sua realizzazione (cfr. HG, 367; HAG,118).

    33 Ibidem. Valgano qui le sottili considerazioni di Enzo Melandri sui Prolegomeni, che per altroevidenziano anche il rilievo critico-kantiano nel pensiero di Husserl: la fenomenologia in quanto

    non esplicativa, ma descrittiva, non ha bisogno di premesse, n di ipotesi, n di deduzioni.Bastano le cose stesse. In questo senso si pu dire che la fenomenologia assolutamente privadi presupposti. [] La Voraussetzungslosigkeit esprime piuttosto il caratteristico procedimentofenomenologico con cui si tematizza latto stesso del presupporre. Con ci la fenomenologia siverr sempre pi caratterizzando come scienza del trascendentale, in ogni caso fondarefenomenologicamente una conoscenza scientifica significa risalire dal pensiero al dato,dallintenzionato allintenzionale, dal noumeno al fenomeno. Il problema dei fondamenti diventacos un problema di evidenze: il che significa che il senso dellanalitico, dellapofantico e delformale da ricercare nellestetico, nellattuale, nellantepredicativo (op. cit., pp. 45-46).

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    29/283

    29

    ma che ha solo il valore della massima di un processo giudicativo (GS II, 224).Come ha osservato Hans Redeker, nel problema del Giudizio di Kant Plessnerha definito il circolo, al tempo stesso la base e il limite della sua filosofia, ed questo nodo teorico che occorre sciogliere per comprendere lo sforzoplessneriano di orientare filosoficamente la pratica del giudizio del sensocomune34.

    Nella tripartizione kantiana del sistema critico della ragione lUrteilskraftcostituisce la capacit di sussumere il particolare sotto luniversale, la capacit digiudicare. Essa come sottolinea Leonardo Amoroso una facolt discorsiva

    mediante la quale il soggetto della conoscenza tematizza lesperienza e lacostruisce sensatamente accordando i significati alle cose35. Nel territorioteoretico la capacit di giudicare prende le mosse dal generale e in esso viassume il particolare in modo che la rappresentazione delloggetto e il principiocoincidono in una predicazione determinante, la cui validit trascendentale garantita dalla legislazione dellintelletto. Al contrario, la capacit riflettentedel giudizio sintetizza Plessner cerca il generale per il particolare; ilparticolare dato36, il generale in un certo senso posto nel particolare in baseallidea di conformit ai fini; lo sviluppo logico, nonostante sia assicurato neisuoi fondamenti, problematico (GS II, 269). Il problema di una fondazionetrascendentale della Urteilskraft, indipendente dal dominio della natura e daldominio della libert, pone dunque il rapporto tra il soggetto della conoscenza elesperienza sotto una nuova luce, nella dimensione soggettuale dellesperienza.Non avendo un dominio suo proprio, lUrteilskraft deve infatti considerarelesperienza sul piano soggettuale, come se le cose fossero organizzate secondoun telos che sia valido almeno per lei.

    La natura come somma di fenomeni singoli, come aggregato, oggetto dellaprima Critica, lascia ora il posto ad unidea della natura come sistema, come

    34 H. Redeker, Helmuth Plessner oder die verkrperte Philosophie, Humblot & Dunkler, Berlin1993. Su questo tema cfr. anche H.-P. Krger, Zwischen Lachen und Weinen II. Der dritte WegPhilosophischer Anthropologie und die Geschlechterfrage, Bd. 2, Akademie Verlag, Berlin 2001, inpart., cap. 2, pp. 144-335.

    35 Cfr. L. Amoroso, Senso e consenso, Guida, Napoli 1984, p. 26.36 E dunque, afferma Anceschi, aperto, non prestabilito, deve esser trovato. Cfr. L.

    Anceschi, Considerazioni sulla Prima introduzione alla Critica del Giudizio di Kant, in I. Kant,Prima introduzione alla Critica del Giudizio, trad. it. di P. Manganaro, Laterza, Bari 1969, p. 28.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    30/283

    30

    tchne che appare al soggetto come se vi fossero applicate regole37. La nozionedi tchne, dunque di natura meramente artistica e applicativa, implica unarelazione soggettuale con le facolt conoscitive delluomo che chiama in causa lapossibilit di giudicare in modo indipendente dai concetti. In ci, nello sforzokantiano di non fissare il territorio dellesperienza entro rigide gabbieconcettuali, si mostra lenergia teoretica della terza Critica. Propriamente,tecnica listanza di ragionevolezza38 attraverso la quale lUrteilskraft d a sestessa un principio a priori che le permette di orientarsi nel molteplice sensibilecome se questo avesse un ordine, un tlos, una finalit interna. Si tratta di un

    principio regolativo, di natura euristica, valido per la conoscenza nella misura incui nellesperienza si presuppone la possibilit di unorganizzazione articolata disenso.

    La dimensione soggettuale dellesperienza tende in questo modo aconfigurarsi esteticamente, in modo indipendente dallintelletto, poich lacapacit di giudicare accorda alla natura un senso mediante il quale il soggettosente come se il mondo fosse fatto per lui, come se gli corrispondesse. E larichiesta trascendentale di un senso dellesperienza libero da ognideterminazione concettuale indica, come ha messo in luce efficacemente EmilioGarroni, uno spostamento del problema critico della conoscenza sul pianoepistemologico. Ne risulta una riforma del trascendentale, un superamentodel criticismo dallinterno per dirla con Plessner poich il tentativo diattribuire validit a priori allesperienza del particolare e del molteplice esigeunapertura indeterminata del soggetto verso lesperienza che pu esseresalvaguardata soltanto sul piano estetico, in modo indipendente dalledeterminazioni concettuali39.

    Per Plessner il giudizio estetico di riflessione e il giudizio filosofico corronolungo la stessa linea (GS II, 227), si fondano entrambi su un principio dieautonomia che ha valore di massima, regolativo. Tuttavia, il primo predica la

    bellezza, il secondo la verit, luno si realizza sul piano della sensazione, laltro

    37 Sul concetto di natura come techne cfr. I. Kant, Prima introduzione alla Critica del Giudizio,cit., pp. 71-72.

    38 Cfr. L. Amoroso, op. cit. p. 101.39 Su questo tema cfr. E. Garroni, Senso e paradosso. Lestetica filosofia non speciale, Laterza,

    Roma-Bari 1986, cfr. in part. lappendice al primo capitolo e lultimo capitolo, pp. 179-296.

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    31/283

    31

    sul piano concettuale. Ma la distinzione tra verit e bellezza non esaurisceancora lessenza della filosofia, poich questa, come sistema critico, come interoche comprende tutte le forme di legislazione dellintelletto e della ragione nonpu esser compresa esclusivamente sotto lunit del concetto dei giudizi logici,n pu conferire una forma ulteriore di legalit, ma solo un accordo tra quelleesistenti, nel territorio teoretico e pratico.

    Gi nella prima Critica Kant mostra la necessit di un accordo interno tra leparti come fondamento di ogni principio sistematico: la ragione umana , persua natura, architettonica, cio considera tutte le conoscenze come appartenenti

    a un sistema possibile e quindi permette soltanto quei principi che per lo menonon rendono incapace una conoscenza gi presente di coesistere con altreconoscenze in qualche sistema (GS II, 297)40.

    Andando oltre linsegnamento kantiano, Plessner convinto che il soloprincipio in grado di fornire una sintesi del criticismo nei suoi tre gradi possibilisia il principio di finalit della forma senza scopi che emerge nella terza Critica.Tale principio, infatti, riguarda il mero consentire del libero accordo dellefacolt conoscitive, indipendente dagli scopi del soggetto e non fonda alcunoggetto. Esso si rivolge solo alla forma della finalit con cui un oggetto si dnelle rappresentazioni, e la consapevolezza di esso che si d nellavvertire illibero accordo delle facolt che ravviva e vivifica lanimo. questa finalit liberache permette al soggetto di riguardare la natura come arte e larte come natura.Si indugia, infatti, nella bellezza di un fiore poich la libera finalit della formache vi si coglie mediante la capacit di giudicare esteticamente rafforza le facoltconoscitive e fa apparire il mondo dellesperienza come se fosse fatto per ilsoggetto, come se gli corrispondesse. Ci che per si determina infinitamentenon loggetto stesso dellesperienza, ma la possibilit di una connessione ingenerale, mediante un senso extraconcettuale delle cose che esige un consenso euna comunicabilit universale.

    Contro ogni forma di realismo naturalista Kant fonda lidealit della bellezzanaturale nel fatto che noi, nella valutazione della bellezza in generale, necerchiamo a priori in noi stessi il criterio e la capacit di giudizio estetica, nelgiudicare se qualcosa bello oppure no, essa stessa legislatrice. Il giudizio

    40 Cfr. I. Kant, Critica della ragion pura, a cura di C. Esposito, Bompiani, Milano 2004, p 713 [B502, A 474].

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    32/283

    32

    estetico di riflessione pu dunque pensare la sua finalit solo esteticamente,altrimenti diverrebbe eteronomo. Nellarte bella la libera finalit estetica poipi chiaramente riconoscibile per il fatto che larte bella, in quanto tale, nondeve venire considerata come un prodotto dellintelletto e della scienza, bensdel genio, e dunque riceve la sua regola mediante idee estetiche, le quali sonoessenzialmente distinte da idee della ragione di fini determinati (cfr. GS II,295)41.

    Il principio della finalit della forma dellidealit della bellezza kantiana devevalere per Plessner come se esso fosse il principio sistematico del criticismo nel

    suo complesso poich il suo carattere orientativo, indipendente dalloggetto edagli scopi del soggetto, garantisce lautonomia della ragione rispetto ai singoliterritori dottrinari attraverso una proporzione interna tra le facolt conoscitive.Con la terza Critica, infatti, la medesima capacit di giudicare in mododeterminante in base ai concetti diviene capace di formare in modo riflettente ifondamenti del giudizio estetico. In occasione di una rappresentazione, il liberogioco tra intelletto e immaginazione, le medesime facolt che nel territorioteoretico offrono schemi determinanti e obiettivi, produce ora le idee estetiche,quelle rappresentazioni dellimmaginazione concettualmente inesponibili, chetuttavia danno da pensare molto42. Di conseguenza, la stessa critica dellacapacit di giudicare, con lintroduzione di un modello di libert comespontaneit indipendente dal concetto etico-morale di autonomia, a imporre aPlessner lesigenza di una ristrutturazione della ragione umana a partire dalladimensione dellaisthesis.

    La capacit del giudizio di gusto estetico di riflessione di ritrovare il generalenel particolare attraverso una diversa modalit di rapporto tra gli elementicostruttivi della ragione umana (immaginazione e intelletto) e secondo unadeterminata regolarit e proporzione per Plessner una necessit che garantisceil criticismo dal rischio di una concezione irrazionale del generale. Tale tesi

    sembra essere legittimata dalle parole dello stesso Kant: una rappresentazioneche, essendo singolare e senza venire confrontata con altre, si trova tuttavia inaccordo con le condizioni delluniversalit (ufficio proprio, questultimo,

    41 I. Kant, Critica della capacit di giudizio, trad. it. di L. Amoroso, Rizzoli, Milano 2004, 58,pp. 539-541 [252-254].

    42 Ivi, 49, p. 443 [192-193].

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    33/283

    33

    dellintelletto in quanto tale) conduce la facolt conoscitiva nella disposizioneproporzionata che esigiamo per ogni conoscenza e perci riteniamo anchevalida per chiunque sia determinato a giudicare mediante intelletto e sensi inconnessione fra loro (per ogni uomo) (GS II, 317)43. La peculiare prestazionedel giudizio di gusto estetico di riflessione di fornire una proporzione internatra le facolt conoscitive, un passaggio tra il dominio pratico e teoretico,pertanto, consiste nella purezza della conformit ai fini che le propria. Unordine finale presente anche nel campo teoretico e pratico, ma in un caso esso vincolato alle peculiari leggi della ragione, e nellaltro assume le vesti

    dellaspirazione alla felicit, alla moralit. Entrambi gli ordini hanno per incomune, ed in ci che consiste il rilievo teoretico della terza Critica seguendolinterpretazione plessneriana, la funzione riflettente della ricerca,dellaspettativa, dellasperanza (cfr. GS II, 318)44. Il principio della finalit dellaterza Critica non altera lindeterminatezza della natura dinnanzi alla nostraesigenza di trovare per essa leggi universali, ma legittima la speranza di poterconsiderare la natura come se essa fosse fatta per noi e ci parlasse con il suolinguaggio cifrato: infatti, la nostra capacit di giudizio comanda di procederesecondo il principio delladeguatezza della natura alla nostra facolt conoscitiva,fin dove tale principio arriva, senza stabilire (perch non una capacit digiudizio determinante che ci d questa regola) se esso ha da qualche parte i suoilimiti oppure no; perch noi possiamo s determinare limiti riguardo allusorazionale della nostra facolt conoscitiva, ma nel campo empirico non invecepossibile nessuna determinazione di limiti45.

    Il principio di finalit della forma non appartiene n al concetto della natura,n al concetto della libert; un criterio che dobbiamo trovare in noi stessi eche tuttavia deve essere universalmente comunicabile. Ancora nella primaCritica Kant sintetizza linteresse della ragione nelle seguenti tre domande:Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa mi lecito sperare?46.

    43 Ivi, 9, p. 191 [31-32].44 Ivi,Intr., VI, p. 113 [XXXIX].45 Ivi,Intr., VI, pp. 117-119 [XLI-XLII].46 I. Kant, Critica della ragion pura, cit., p. 1333 [B 833]. Nellintroduzione alle lezioni di logica

    Kant significativamente aggiunge alle tre questioni fondamentali della ragione critica una quartadomanda su che cos luomo? e afferma che in fondo tutti i problemi della filosofia, nellamisura in cui il suo compito pi alto e pi difficile di definire i limiti della ragione umana,

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    34/283

    34

    Le prime due questioni concernono rispettivamente la ragione speculativa e laragione pratica. Lultima, invece, vale a dire: se faccio quello che devo, che cosami sar lecito sperare?47, mostra la possibilit di connettere produttivamenteteoria e prassi in modo che la dimensione pratica, dal momento che la speranzamira alla felicit, costituisca il filo rosso per risolvere la questione teoretica.

    La tesi fondamentale dellinterpretazione plessneriana del criticismo che larealizzazione pratico-teoretica della natura umana strettamente connessa allecondizioni di possibilit dellaccordo interno tra le facolt conoscitive che ilprincipio di eautonomia della terza Critica istituisce. Solo le quattro forme di

    proporzione che emergono attraverso la funzione costruttiva e connettiva dellacapacit riflettente estetica di giudicare possono dunque per Plessner risolverele questioni con cui Kant riassume linteresse complessivo della ragione critica:1. la proporzione delle facolt conoscitive nella sensazione della bellezza; 2 laproporzione tra lintelletto e la ragione nel principio della finalit della natura;3. la proporzione della ragione e della natura rispetto allideale del sommo bene;4. la proporzione delle facolt conoscitive rispetto alla determinazione praticadella loro unit, rispetto alluomo (cfr. GS II, 320).

    I primi tre punti indicano le forme specifiche della tripartizione kantiana delcriticismo. Lultimo punto, invece, non corrisponde a una singola dimensionedel sistema, ma al sistema della filosofia nel suo insieme e rappresenta laproporzione interna che si d nella finalit oggettivo-formale della filosofia (instretta corrispondenza con la finalit soggettivo-formale della sensazione nellabellezza). La filosofia affida cos il compito di ripensare se stessa come sistemaalla capacit del giudizio riflettente estetico, in fondo, non con una logica dellafilosofia, n con una critica di una propria capacit del giudizio filosofico, benssolo nella forma della ricapitolazione del sistema nella figura della suaproporzione interna (GS II, 321).

    convergono nella questione antropologica fondamentale, nella questione sullente razionalefinito. Cfr. I. Kant, Schriften zur Metaphysik und Logik 2, in Id., Werkausgabe, Bd. VI, hg. v. W.Weischedel, Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1977, pp. 447-448 [A 25, 26]. Sul rilievo antropologico delcriticismo e, in particolare, della terza Critica cfr. L. Amoroso, Senso e consenso, cit., pp. 67-87;O. Marquard, Kant e la svolta in direzione dellestetica (1960), in Id., Estetica e anestetica, ilMulino, Bologna 1989, pp. 37-69.

    47 Ivi, p. 1135 [B 834].

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    35/283

    35

    La nozione kantiana di proporzione interna esprime per Plessner lapossibilit di unapertura della ragione critica oltre il limite del concetto, allaplurisensatezza dellesperienza della natura che sorge dallaccordo intrinseco traluomo e il mondo circostante. Ci pone le basi non solo per unaristrutturazione del problema del rapporto tra sensibilit e giudizio, ma ancheper lelaborazione di una teoria strutturale delluomo come persona, come unitproduttiva del sensibile e dello spirituale, come neutralit tra spirito, corpo eanima.

    In tale prospettiva, estetica e antropologia si vengono definendo come le

    specifiche modalit di affrontare la questione della sensatezza dellesperienza.Significativo che non appena Plessner come accade gi nelle ricercheestetiche di Die Einheit der Sinne (1923) tenta di prendere le distanze dalformalismo kantiano traducendo il problema delle condizioni di possibilit delgiudizio nella questione sulle modalit, su come luomo, in determinatesituazioni intuitivo-percettive, in determinate modalit fenomeniche delcomportamento vivente, sia capace di giudicare, la teoria conoscitiva si trovacostretta a fare i conti con i vincoli estetico-antropologici dellesperienza,aspetto che Plessner coglie e approfondisce finemente nellintero percorso dellasua riflessione teorica. Ne risulta una trasposizione pragmatico-performativadellatteggiamento predicativo del vivente che si poggia su uninterpretazionefunzionalista, in un certo senso pragmatico-trascendentale, della capacit digiudizio estetico riflettente teorizzata da Kant. In tal modo, si pongono le basiper oltrepassare non solo i limiti formali del criticismo, bens anchelimmanenza della coscienza ancora presente nella teoria husserlianadellintuizione, per volgersi definitivamente alle cose stesse48.

    48 Gi nelle Untersuchungen, il carattere funzionalista del procedimento di ricerca plessnerianosi esprime, come sottolinea Krger, nella distinzione tra luso logico e luso grammaticale dellinguaggio scientifico che Plessner introduce interrogandosi sulle condizioni di possibilit delfenomeno linguistico, sul problema critico del linguaggio come passaggio limite, sul piano dellagrammatica del senso, tra il soggetto e il predicato (H.-P. Krger, Zwischen Lachen und Weinen,Bd. 2, cit., pp. 247-263).

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    36/283

    36

    4. Il congiuntivo categorico

    Andrebbe bene, ma non va (KK, 338). Che le cose non vadano sempre comedovrebbero o come ci si aspettava che andassero non poi cos raro e non solo una scusa della nostra debolezza, n dipende meramente dal penosochiaro-scuro di congiuntivi ipotetici dal quale gli animali vincolati allambientesono risparmiati (ibid.). piuttosto uno stato essenziale, categorico, radicatonella ambivalenza strutturale delluomo tra il corpo che egli (Leib) e il corpoche egli ha (Krper) a cagionare la provvisoriet e ipoteticit della sua esistenza,a far s che il congiuntivo si ritagli uno spazio allinterno del possibile e schiuda

    il non senso, il libero gioco della fantasia. Ci che potrebbe andare ma non vaesprime quel luogo non serio in cui il dato di fatto e la possibilit concorronoalla formazione dellirreale, si appellano allimmaginazione. Plessner sintetizzatale condizione antinomica, ai limiti tra la tautologia e il paradosso mapropriamente n luna n laltra, attraverso il concetto di congiuntivocategorico49. Categorico il processo organico di sviluppo che caratterizzaluomo come essere vivente tra gli esseri viventi (uomini, animali e piante). Lospezzarsi del vincolo sensomotorio, origine dellambivalenza tra mondo esternoe mondo interno, determina un decentramento delluomo rispetto al suo

    funzionamento organico in cui si sviluppa il valore spaziotemporale delcongiuntivo categorico. La vera crux della corporeit (Leiblichkeit) (AS , 368), infatti, il suo intreccio inaggirabile con il corpo fisico-oggettuale. Questoconflitto il limite e insieme il privilegio delluomo. dallinconciliabilit

    49 H. Plessner,Der kategorische Konjunktiv. Ein Versuch ber die Leidenschaft (1968), GS VIII,338-352. Nelluso grammaticale tedesco la formula plessneriana del congiuntivo categoricocorrisponde alla condizione di irrealt espressa mediante il congiuntivo II, tradotto in italiano conil modo condizionale. Nel presente paragrafo e nei successivi ci si riferir, pertanto, alla formulaplessneriana mantenendo luso verbale tedesco, il congiuntivo II, bench in italiano il medesimosenso si traduca con il condizionale. Sul rilievo sociopolitico del concetto plessneriano di

    congiuntivo categorico in quanto condizione di possibilit necessaria per una comprensionepluralistica del mondo comune, della sfera pubblica delluomo, osserva perspicuamente Krgersottolineandone anche la vicinanza con certe prospettive del pragmatismo classico: Plessner hacombinato la prima tesi, lesigenza categoriale di una cultura sociale in generale, con la secondatesi, la contingenza di ogni determinata cultura in particolare, affermando che la vita umana caratterizzata da un congiuntivo categorico, mentre il corrispettivo di Peirce il would being(La natura pubblica degli esseri umani. Un confronto con il pragmatismo classico, in Iride, 39(2003), pp. 336-337. Sullinterpretazione di Krger del concetto plessneriano di congiuntivocategorico cfr. anche Zwischen Lachen und Weinen, Bd.. 1, cit., pp. 35-82).

  • 7/23/2019 Tesi - Alle origini dellantropologia filosofica di Helmuth Plessner

    37/283

    37

    strutturale tra i due aspetti estetico-antropologici, corporei prima ancora chenoetici, che per Plessner scaturisce il senso per laltro, per il generale, e iprocessi astrattivo-percettivi e strumentali che lo concernono. Loperazioneteorica decisiva consiste nel tentativo di cogliere il vincolo corporeo delpensiero e nel riconoscere in tale vincolo la possibilit stessa delluomo didecentrarsi, in quanto unit antropologica, rispetto allunilateralismo biologico.Ci presume unindagine filosofica, non pi naturalista, sulle relazioni operativee strumentali tra organismo e ambiente, sulle modalit di accordo, anchedissonante, tra gli atteggiamenti delluomo e i qualia sensibili. Si tenta in altre

    parole di legittimare un nesso costitutivo tra percezione figurale e astrazione,nesso che esige come conditio sine non il senso per la strumentalit, cio lapossibili