Teri Volini e l'anima dell'arte

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lucano il magazine EUREKA lucano il magazine 63 62 “V i sono persone nate in un secolo qualsiasi che hanno il dono di sapersi legare armoniosamente agli elementi antichi della vita, acqua e fuoco, terra e aria. Sono i portatori della storia senza frontiera, senza vicenda per- sonale di cronaca ma in connessione con lo spirito del pianeta e il ritmo della vita che, nell’ambito della realtà, trasporta l’energia più semplice verso le realizzazioni maggior- mente universali”. A pronunciare queste parole fu lo scrittore e poeta Stanislao Nievo. Egli aveva individuato in Teri Volini la capacità inconsueta di andare oltre. Oltre gli stereotipi quotidiani, oltre la mate- rialità di cui l’umanità sembra non saper fare a meno. E oltre quel senso di illusoria invincibilità che porta l’Uomo a infrangere le leggi della Natura dimenticando o igno- rando che sono le stesse che regolano il suo vivere. Teri Volini, invece, quelle leggi le vuole fermamente rispettare. La sua arte è una continua conferma dell’amore pro- fondo che ha per Madre Natura. I suoi dipinti, performances, installazioni sono portatori, a loro modo, dello stesso mes- saggio, tecniche espressive diverse in cui la mano dell’artista lucana è ben visibile in particolari che sono suoi soltanto. Analizzando l’opera Il risveglio della Dea M. Grazia Longhi, milanese, ha scritto: “Tra le alghe e gli sciami di api, accanto alle ginestre e alle iris, accanto e intorno a tutto ci sono le stelle; stelle che trascinano ogni cosa nella loro implosione: è un'effusione immobile, la loro, un tenero, ludico turbinio che provoca in chi guarda un dolcissimo effetto di siderazione”. Cielo e terra si con- giungono, galassie cosmiche che si fondo- no con le altre quaggiù descritte da Lucio Tufano in Le galassie terrestri. Essenza dell'etica ecologica nella pittura dell'artista lucana. Ha affermato: “Notturna pittura di Teri: strisce luminose, formicolanti di innu- meri stelle; universi–isole kantiani, ponti di vita, corridoi e vasi comunicanti tra un qua- dro e un altro, galassie di humus e foschie, microcosmi viventi, acquari e germogli, petali, rugiade, ruscelli, zolle, spighe, steli, cirri, cefeidi e nereidi, silhouettes, gocce d’acqua, di cespuglio, gocce di stelle e di rane, deflagrazione dell’universo verde... Essenza dell’etica ecologica. Pulviscolo di particelle floreali gettato con generose manciate nelle fasi di germoglio dei prati, delle siepi, del bosco. Sono le galassie ter- restri, le galassie dello stagno, che cattura il notturno quando lo spettroscopio le risco- pre”. In tale arte gli elementi della vita ci sono tutti. Pasquale Totaro Ziella ne I Fosfeni pittorici di Teri Volini ha scritto: “L’aria è acqua e l’acqua è aria: l’aerealità e l’acquaticità sono la condizione vivente del mondo voliniano: poi arriva il fuoco e Volini prometeicamente incendia tutto con i suoi gialli, i suoi azzurri, i suoi rossi: l’aria e l’acqua s’illuminano d’immensità, gli albe- ri e i fiori e i frutti crepitano di laghi di schegge di luce mentre i cavallucci marini, i corpi femminili passano da ritmi ondosi a vorticose trasparenze cosmiche; poi arriva la terra e si fa pulviscolo e polline, semina ombre di montagne e colline e pianure e fondi marini, genera corpi magnifici e splendidi: corpi chiari, corpi lunari”. Gli ele- menti, dunque, vengono rappresentati in un’armonia che è anche di colori. “Più che colori” ha comunque precisato la scrittrice lombarda Gabriella Parca ne Il Colore delle Donne “sono fuochi d'artificio allegri, scoppiettanti: su tutti domina il giallo, come lingue di fuoco o lame di sole, o come una cascata di mimose; ma anche il blu notte, il verde in mille tonalità, il violet- to, il rosso spento …”. E sul rosso si è sof- fermata Manuela Stefani, giornalista e scrittrice della rivista milanese “Airone” a proposito, stavolta, delle installazioni di Teri: “Rosso rosso e ancora rosso: la stri- scia alta 5 cm. e lunga più di 3000, scarlat- to “filato” adoperato per tessere un'enor- me ragnatela tesa tra cielo e pietre delle Dolomiti lucane; il lungo serpente purpu- reo in cotone, metafora del fuoco in corsa sui versanti dell'Etna; il fiume di sangue - in raso di seta- che sbuca da montagne di massi accumulati sulla piazza, allegoria della vita che eternamente rinasce a dispetto di ogni bruttura e sciagura ...”. La scelta di questo colore l’ha spiegata la stes- sa Volini: “Il Filo Rosso, motivo conduttore delle mie ultime opere, è nato in un trittico che ho dipinto tempo fa ... ritraeva tre fan- ciulle danzanti, che portavano, attorcigliato al polso, un cordino rosso”. I colori vivaci simboleggiano la vitalità di una Natura a cui tutti devono rispetto. L’idea di realizza- re con tante persone grandi installazioni o performances, nasce da quel comune senso di responsabilità che deve portare tutti a difenderla. Ne è convinta anche la scrittrice lucana Cinzia Zungolo quando in Fabulazione, mito, analogia... ha affer- mato: “Ma decorazione significa pure ansia o scommessa di perfezione e genialità; partecipazione al compito, per tutti uguale e diverso, di cantare la vita, meglio ancora, di in-cantarla...” Queste riflessioni sono solo alcune testimo- nianze di stima rivolte a Teri Volini. L’artista infatti può contare sull’affetto di tanti altri estimatori ed è proprio per venir incontro alle loro richieste che ha allestito due mostre. A Milano presso il PROVIM, in via Marco D'Oggiono n. 2, e a Potenza presso il CARPE DIEM in via XX Settembre, è stato possibile ammirare i suoi dipinti realizzati in olio e tecnica mista su carta intelata fino a tutto gennaio 2011. di Anna MOLLICA La magia dell'Arte è tale / da rendere superflua la nostra razionalità / Privilegiamo allora sommamente la percezione, le sensazioni, i sentimenti /ritroviamo la totalità del nostro essere umani. / E non ci resta che offrire tutt' insieme all'Artista / l' omaggio alla Musa/ che ha toccato anche il nostro cuore. Teri Volini TERI VOLINI E L’ANIMA DELL’ARTE

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articolo del Lucano a cura di Teri VOlini sull'anima e l'arte

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E U R E K A

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6362

“Vi sono persone nate in un secoloqualsiasi che hanno il dono disapersi legare armoniosamente

agli elementi antichi della vita, acqua efuoco, terra e aria. Sono i portatori dellastoria senza frontiera, senza vicenda per-sonale di cronaca ma in connessione con lospirito del pianeta e il ritmo della vita che,nell’ambito della realtà, trasporta l’energiapiù semplice verso le realizzazioni maggior-mente universali”. A pronunciare questeparole fu lo scrittore e poeta StanislaoNievo. Egli aveva individuato in Teri Volinila capacità inconsueta di andare oltre.Oltre gli stereotipi quotidiani, oltre la mate-rialità di cui l’umanità sembra non saperfare a meno. E oltre quel senso di illusoriainvincibilità che porta l’Uomo a infrangerele leggi della Natura dimenticando o igno-rando che sono le stesse che regolano ilsuo vivere. Teri Volini, invece, quelle leggile vuole fermamente rispettare. La sua arteè una continua conferma dell’amore pro-fondo che ha per Madre Natura. I suoidipinti, performances, installazioni sonoportatori, a loro modo, dello stesso mes-saggio, tecniche espressive diverse in cui lamano dell’artista lucana è ben visibile inparticolari che sono suoi soltanto.Analizzando l’opera Il risveglio della DeaM. Grazia Longhi, milanese, ha scritto:“Tra le alghe e gli sciami di api, accanto alleginestre e alle iris, accanto e intorno a tuttoci sono le stelle; stelle che trascinano ognicosa nella loro implosione: è un'effusioneimmobile, la loro, un tenero, ludico turbinio

che provoca in chi guarda un dolcissimoeffetto di siderazione”. Cielo e terra si con-giungono, galassie cosmiche che si fondo-no con le altre quaggiù descritte da LucioTufano in Le galassie terrestri. Essenzadell'etica ecologica nella pittura dell'artistalucana. Ha affermato: “Notturna pittura diTeri: strisce luminose, formicolanti di innu-meri stelle; universi–isole kantiani, ponti divita, corridoi e vasi comunicanti tra un qua-dro e un altro, galassie di humus e foschie,microcosmi viventi, acquari e germogli,petali, rugiade, ruscelli, zolle, spighe, steli,cirri, cefeidi e nereidi, silhouettes, gocced’acqua, di cespuglio, gocce di stelle e dirane, deflagrazione dell’universo verde...Essenza dell’etica ecologica. Pulviscolo diparticelle floreali gettato con generosemanciate nelle fasi di germoglio dei prati,delle siepi, del bosco. Sono le galassie ter-restri, le galassie dello stagno, che catturail notturno quando lo spettroscopio le risco-pre”. In tale arte gli elementi della vita cisono tutti. Pasquale Totaro Ziella ne IFosfeni pittorici di Teri Volini ha scritto:

“L’aria è acqua e l’acqua è aria: l’aerealitàe l’acquaticità sono la condizione viventedel mondo voliniano: poi arriva il fuoco eVolini prometeicamente incendia tutto coni suoi gialli, i suoi azzurri, i suoi rossi: l’ariae l’acqua s’illuminano d’immensità, gli albe-ri e i fiori e i frutti crepitano di laghi dischegge di luce mentre i cavallucci marini,i corpi femminili passano da ritmi ondosi avorticose trasparenze cosmiche; poi arrivala terra e si fa pulviscolo e polline, seminaombre di montagne e colline e pianure efondi marini, genera corpi magnifici esplendidi: corpi chiari, corpi lunari”. Gli ele-menti, dunque, vengono rappresentati inun’armonia che è anche di colori. “Più checolori” ha comunque precisato la scrittricelombarda Gabriella Parca ne Il Coloredelle Donne “sono fuochi d'artificio allegri,scoppiettanti: su tutti domina il giallo,come lingue di fuoco o lame di sole, ocome una cascata di mimose; ma anche ilblu notte, il verde in mille tonalità, il violet-to, il rosso spento …”. E sul rosso si è sof-fermata Manuela Stefani, giornalista e

scrittrice della rivista milanese “Airone” aproposito, stavolta, delle installazioni diTeri: “Rosso rosso e ancora rosso: la stri-scia alta 5 cm. e lunga più di 3000, scarlat-to “filato” adoperato per tessere un'enor-me ragnatela tesa tra cielo e pietre delleDolomiti lucane; il lungo serpente purpu-reo in cotone, metafora del fuoco in corsasui versanti dell'Etna; il fiume di sangue -in raso di seta- che sbuca da montagne dimassi accumulati sulla piazza, allegoriadella vita che eternamente rinasce adispetto di ogni bruttura e sciagura ...”. Lascelta di questo colore l’ha spiegata la stes-sa Volini: “Il Filo Rosso, motivo conduttoredelle mie ultime opere, è nato in un tritticoche ho dipinto tempo fa ... ritraeva tre fan-ciulle danzanti, che portavano, attorcigliatoal polso, un cordino rosso”. I colori vivacisimboleggiano la vitalità di una Natura acui tutti devono rispetto. L’idea di realizza-re con tante persone grandi installazioni operformances, nasce da quel comunesenso di responsabilità che deve portaretutti a difenderla. Ne è convinta anche lascrittrice lucana Cinzia Zungolo quandoin Fabulazione, mito, analogia... ha affer-mato: “Ma decorazione significa pure ansiao scommessa di perfezione e genialità;partecipazione al compito, per tutti ugualee diverso, di cantare la vita, meglio ancora,di in-cantarla...”Queste riflessioni sono solo alcune testimo-nianze di stima rivolte a Teri Volini. L’artistainfatti può contare sull’affetto di tanti altriestimatori ed è proprio per venir incontroalle loro richieste che ha allestito duemostre. A Milano presso il PROVIM, in viaMarco D'Oggiono n. 2, e a Potenza pressoil CARPE DIEM in via XX Settembre, è statopossibile ammirare i suoi dipinti realizzati inolio e tecnica mista su carta intelata fino atutto gennaio 2011.

di Anna MOLLICA

La magia dell'Arte è tale / da rendere superflua la nostra razionalità / Privilegiamoallora sommamente la percezione, le sensazioni, i sentimenti /ritroviamo la totalità del nostro essere umani. / E non ci resta che offrire tutt' insiemeall'Artista / l' omaggio alla Musa/ che ha toccato anche il nostro cuore.

Teri Volini

TERI VOLINI E L’ANIMA DELL’ARTE