Terapia Medica 2012-2013 - Medicina...
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Terapia Medica
Anno Accademico 2012-13
Dott. Luigi Mario Castello
Argomenti del corso:
Generalità, come fare una prescrizione pag 2
Terapia del dolore pag 7
Terapia dell’artrosi, della gotta e dell’artrite reumatoide pag 22
Terapia del diabete mellito pag 35
Principi di terapia AB nelle principali infezioni ospedaliere pag 51
Terapia dell’ipertensione arteriosa e della CAD pag 65
Terapia anticoagulante (TVP) pag 72
Terapia delle patologie acido-correlate pag 82
Terapia dell’osteoporosi
Terapia delle dislipidemie
Terapia dello scompenso cardiaco
Terapia dell’asma e della BPCO
Terapia delle IBD
Terapia delle epatiti virali e non virali
Terapia dell’ascite cirrotica e condizioni associate
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Generalità, come fare una prescrizione
Anamnesi farmacologica, perché è importante:
¬ Per pianificare trattamenti futuri
¬ La diagnosi può essere un effetto collaterale o avverso
¬ I farmaci possono mascherare segni clinici (per es. i β-blockers prevengono i segni di attivazione
adrenergica e i sintomi di ipoglicemia, mentre i glucocorticoidi riducono i segni di infiammazione)
¬ I famaci possono alterare il risultato di indagini (per es. l’amiodarone inibisce la conversione
periferica della tiroxina a tri-iodotironina, aumentando la concentrazione sierica della tiroxina e
riducendo quella della tri-iodotironina)
¬ È un’opportunità per educare il paziente
Occorre identificare:
� Ogni “medicina” che il paziente assume o ha recentemente assunto – omeprazolo (Antra)
� La indicazione originale - GERD
� La formulazione - cp
� La dose – 20 mg
� La posologia (1 cp al dì) e la via di somministrazione (P.O.)
� La durata del trattamento (4 sett.)
� Benefici, eventi avversi ed effetti collaterali
� Allergie
Try to find out the indication for the medicine, and whether the patient has experienced benefits or unwanted effects. Ask about
the daily dose and the route and frequency of administration. This can be useful for determining, for example, whether adverse
effects are related to the medicine, or when deciding whether an alternative regimen may be more effective or safe. Ask about the
duration of treatment. Was it long enough to have produced a benefit? Could it have been long enough to have caused adverse
effects?
Ask about events that may be caused by the adverse effects of medicines, including adverse interactions. Avoid leading questions,
at least to start with, and then make direct enquiries about any specific adverse effects of importance. Seek information about the
timing of the treatment in relation to the supposed adverse effects. For example, an attack of syncope in a patient who has recently
started antihypertensive therapy may be due to postural hypotension secondary to treatment. Some adverse effects take longer to
occur. For example, in a patient taking penicillin the typical hypersensitivity rash comes on at three to 10 days after the start of
therapy, and adverse effects due to glucocorticoids or amiodarone can take months or years to occur.
A recent change in the patient's condition can determine adverse effects. For example, digitalis toxicity can occur if renal function
has recently begun to deteriorate or if a recent prescription of a diuretic has caused acute hypokalaemia.
Always ask about a history of drug allergy, particularly if you intend to prescribe a medicine for which the risk of an allergic reaction
is high (for example, a penicillin or a sulphonamide). Start by asking: "Are you allergic to any medicines?" If the answer is "no," ask
about a few specific examples, in particular the medicines you are about to prescribe. If the answer is "yes," seek more information
about the exact nature of the supposed allergic reaction and its timing in relation to administration of the suspected medicine. Not
all patients who think they are allergic to a medicine really are. If after having taken a careful history you are in any doubt about the
nature of the supposed allergic reaction, assume that the patient is allergic to the medicine in question and do not use it.
Bisogna sempre fare domande semplici ed esplicite “Quali medicine prende?". Chiedere esplicitamente di
farmaci OTC (over the counter: prodotti da banco), rimedi omeopatici ed erbali, prodotti salutistici, prodotti
acquistati in rete, integratori e contraccettivi orali. Importante valutare se il paziente consuma alcool o
droghe o se fuma (possibili interazioni con farmaci). Inoltre il paziente che consuma alcool e/o droghe non
è affidabile come accortezza terapeutica ed è di solito propenso ad abusare anche dei farmaci prescritti
(soprattutto gli antidolorifici), per cui bisogna cercare di prescrivere sempre il farmaco più sicuro per la
tipologia di paziente.
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Prescrivere
Una prescrizione dovrebbe essere precisa, accurata, chiara e leggibile. Sufficiente ad un infermiere per
poter somministrare il farmaco in ospedale, al farmacista per fornirla, al paziente per assumerla.
Sono 4 i tipi comuni di prescrizione:
1. Prescrizioni del MMG su modulistica del SSN (ricetta rossa)
2. Prescrizioni ospedaliere per pazienti ricoverati
3. Prescrizioni per farmacie esterne
4. Prescrizioni private
Informazioni necessarie su una prescrizione:
� Data
� Dati identificativi del paziente (Nome Cognome, data di nascita)
� Nome farmacologico e evt commerciale del farmaco (se penso che nel caso specifico sia meglio)
� Formulazione
� Dose
� Frequenza di somministrazione
� Via e metodo di somministrazione
� Quantità da fornire (farmacia)
� Firma (leggibile, timbro)
I farmaci generici devono rispettare gli standard qualitativi garantiti dai primi brevettati (attenzione ad evt
farmaci con minore efficacia o nuovi/maggiori effetti collaterali).
La ricetta rossa, fatta dal MMG, è rimborsata al farmacista dal SSN, il paziente paga solo la quota ticket.
Formulazioni farmaceutiche
Capsule (caps)
Compresse (cpr)
Confetti (cnf)
Sospensione orale (sosp.)
Sciroppo (scir.)
Gocce (gtt)
Supposte (supp.)
Fiale (f)
Flaconi (flac.)
Ricordare sempre le differenze in farmacocinetica di un farmaco a seconda della formulazione scelta e le
possibili complicanze legate alla via di somministrazione (per es IM dolorosa, può determinare accumulo,
possibili ascessi, C/I nei pz con coagulopatie o in TAO).
Via di somministrazione
Per os (PO)
Per via rettale (PR)
Sottocute (SC)
Sublinguale (SL)
Intramuscolare (IM)
Endovena (EV, IV)
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Frequenza di somministrazione:
Abbreviazioni Latino Significato
ad lib. ad libitum Quanto se ne desidera
b.d./b.i.d. bis in die Due volte al giorno
dieb. alt. diebus alternis Ogni secondo giorno
non rep. non repetatur Da non ripetere
prn pro re nata Se occorre
q quaque ogni
q.a.d. quoque alternis die Ogni secondo giorno
q.h. quaque hora Ogni ora
q.h.s. quaque hora somni Al momento di andare a letto
q.1h quaque 1 hora Ogni 1 ora; (rimpiazzare "1" se del caso)
q.d. quaque die Ogni giorno
q.i.d. quater in die Quattro volte al giorno
t.i.d. ter in die Tre volte al giorno
Fornitura e rimborsabilità
Ad ogni farmaco che riceve l’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) devono essere attribuiti un
regime di fornitura e una classe di rimborsabilità.
Il regime di fornitura identifica la modalità di prescrizione e di distribuzione dei medicinali (per es. se
farmaco molto efficace e poco pericoloso è possibile venderlo senza ricetta e pubblicizzarlo → OTC).
Per classe di rimborsabilità si intende la classificazione dei farmaci ai fini della loro erogabilità a carico o
meno del SSN (quelli più “meritevoli” per efficacia vengono rimborsati dal SSN).
Principali regimi di fornitura dei farmaci e classi di rimborsabilità:
Con obbligo di ricetta → Classe A; Classe C; Classe H
Senza obbligo di ricetta → Farmaci OTC; Farmaci SOP (sintomatici, consigliati da farmacista)
Classe A SSN
A totale carico del SSN. Indispensabili per assicurare le cure che sono previste nei livelli essenziali di
assistenza sanitaria (LEA). Su tali farmaci si può applicare un ticket per confezione o per ricetta a
discrezione delle Regioni. Rientrano in questa fascia farmaci che pur avendo più effetti terapeutici vengono
prescritti soltanto per la cura di malattie specifiche con apposite note AIFA. Per es. alcuni antinfiammatori
sono gratuiti solo se prescritti per alcuni tipi di artrosi, di gotta e di tumori.
Classe C SSN
A totale carico del cittadino cioè a pagamento. Non vengono considerati essenziali o comunque la loro
efficacia non è adeguata al loro costo.
Classe H SSN
Gratuiti se forniti o utilizzati dalle strutture ospedaliere o in case di cura in cui esercitano degli specialisti.
Farmaci OTC
(Over The Counter o farmaci da banco) farmaci in commercio già da alcuni anni, sufficientemente sicuri da
poter essere utilizzati nell’automedicazione per disturbi di lieve entità.
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Farmaci SOP
(Senza Obbligo di Prescrizione) Per questi farmaci non è stata autorizzata la pubblicità ma vengono
consigliati dal farmacista quando necessario.
RICETTA
Per ricetta s'intende l'autorizzazione, data in forma scritta al farmacista, perché questi possa consegnare
uno o più medicinali al paziente.
La “spedizione” di una ricetta quindi non è un precetto (ordine) ma un'autorizzazione alla quale il
farmacista dà effetto giuridico, dopo averne accertata la conformità di legge.
Principali tipi di ricetta medica:
� Ricetta ripetibile (RR)
� Ricetta non ripetibile (RNR)
� Ricetta ministeriale a ricalco (RMR)
� Ricetta limitativa (RRL, RNRL)
Ricetta ripetibile (RR)
Nel momento in cui il medico non scrive il numero di confezioni da prescrivere per il paziente, la ricetta
diventa ripetibile. La ricetta ripetibile può essere redatta su ogni tipo di carta ma deve riportare elementi
utili ad una chiara identificazione del medico prescrittore, la data di redazione e la firma.
Necessaria per i medicamenti elencati nella Tabella 4 della Farmacopea Ufficiale.
Farmacopea Ufficiale:
Testo normativo compilato da organismi statali di controllo (es. in UK, British Pharmacopeia). Istituita in
Italia dal T.U. delle Leggi Sanitarie nel 1934. L’attuale edizione (XII) è in vigore dal 31.03.2009.
Articolata in 8 tabelle che raccolgono prescrizioni con valore legale, caratteristiche e metodi di analisi e
controllo di farmaci e formule.
http://www.icffarmacisti.it/legislazione/tabelle-farmacopea.html
Validità della ricetta ripetibile:
La ripetibilità è ammessa, salvo diversa indicazione del medico prescrivente, per un periodo non superiore a
6 mesi dalla data di compilazione della ricetta e comunque per non più di 10 volte. La validità della ricetta
è pertanto di 6 mesi dalla data del rilascio.
Ricetta non ripetibile (RNR)
Necessaria per medicamenti elencate nelle Tabelle 3 e 5 della F.U. Oltre a quanto precisato sulla RR, il
Medico deve indicare sulla ricetta:
a. dosaggio (se ne esiste più di uno);
b. forma farmaceutica (cpr, cps, fiale ecc.);
c. numero di unità posologiche per confezione e numero di confezioni totali;
d. il codice fiscale del paziente (se a carico SSN).
Ricetta medica da rinnovare ogni qualvolta vi siano prescritti farmaci il cui uso deve essere controllato da
un medico, al fine di evitare stati tossici e gravi rischi per la salute. Validità: 30 giorni.
Questi farmaci hanno apposta sulla confezione la dicitura “Da vendersi dietro prescrizione di ricetta medica
utilizzabile una sola volta”. Una volta che il paziente ha mostrato la ricetta al farmacista, questo è tenuto a
conservarla.
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Ricetta ministeriale a ricalco (RMR)
Una ricetta utilizzata per medicinali analgesici oppiacei da utilizzare nella terapia del dolore in relazione a
speciali malattie. Su di essa vanno scritti nome e cognome del paziente (o il codice), dose, tempi e via di
somministrazione del farmaco e recapiti del medico prescrittore.
Blocchetti da 30 numerati in ordine progressivo, stampato dal Poligrafico e Zecca dello Stato, distribuito
dalle ASL. Oggi (ordinanza del 16/06/2009 G.U. 20/06/2009 n. 141) usata limitatamente ai medicinali iscritti
nella Tabella 7 della F.U. tabella II sez. A non appartenenti all’allegato III-bis (morfina parenterale,
buprenorfina parenterale, fentanile parenterale, metadone, …).
RNR RMR
Ricetta medica limitativa ripetibile (RRL) o non ripetibile (RNRL)
Serve per ottenere farmaci che possono essere distribuiti e utilizzati solo secondo determinate modalità:
� farmaci per ambiente ospedaliero o simile;
� farmaci vendibili al pubblico solo su prescrizione dell'ospedale o di uno specialista;
� farmaci utilizzabili solo dallo specialista durante la visita in ambulatorio.
Normativa sulle ricetta (inclusa dispensazione SSN)
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Terapia del dolore
Dolore:
Un’esperienza soggettiva. Non dimostrabile né quantificabile senza chiedere al paziente, per cui è
importante l’uso di strumenti che consentano di “misurare” il dolore.
Classificazione Temporale del Dolore:
Acuto Es., post-operatorio, post-traumatico, cefalea, colica renale
Cronico Es., dolore neoplastico, artrosico
Dolore nocicettivo SOMATICO
È determinato dalla stimolazione di terminazioni nervose libere cutanee o superficiali (nocicettori). Lo
stimolo che produce il dolore è spesso evidente (trauma) e il dolore è localizzato, tende ad essere
responsivo agli analgesici. Può essere anche causato da un viscere affetto da patologia (dolore riferito).
Dolore nocicettivo VISCERALE
È determinato dalla stimolazione di terminazioni nervose libere di organi interni (nocicettori). La
distribuzione è vaga (profondo, sordo). È spesso associato a nausea, vomito, alterazione della pressione e
della frequenza cardiaca, sudorazione.
Caratteristiche del dolore neuropatico
È causato da un danno al sistema nervoso periferico o centrale. L’assenza di stimolo è evidente. Il dolore è
insolito, spesso urente, talora con parestesie o sensazione di calore ed anestesia. Può persistere malgrado
la terapia antalgica tradizionale.
Approccio terapeutico al dolore
Chiedere spesso al paziente se c’è dolore (qualità, sede, severità, fattori aggravanti ed allevianti,
misurazione con scale). Ove possibile prevenire il dolore e non trattarlo dopo l’insorgenza (ad esempio nel
post-operatorio, manovre o esami invasivi).
Scegliere l’opzione appropriata per paziente, famiglia, setting e coinvolgere il paziente nella gestione.
Impostare un follow-up per il dolore cronico.
Impostazione della terapia del dolore
Differenziare tra dolore ACUTO e CRONICO. Non varia solo la durata del trattamento ma varia
completamente l’approccio poiché vi sono differenze fisiopatologiche importanti tra le due condizioni:
Nel dolore acuto (nocicettivo) sono maggiormente coinvolti: nocicettori, circuiti spinali di riflesso, talamo,
corteccia cingolare anteriore, riflessi corticali, risposte endocrine e risposte vegetative.
La parte limbica è coinvolta, ma in misura lieve.
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Nel dolore cronico sono coinvolti maggiormente la corteccia prefrontale e il sistema limbico. Nocicettori,
tratti ascendenti e corteccia cingolare sono coinvolti minimamente.
Il dolore percepito è analogo all’acuto; le risposte ormonali e quelle vegetative sono protratte nel tempo. Si
aggiungono alterazioni del tono dell’umore, insonnia, ansia e angoscia.
Valutazione dell’intesità del dolore
La VAS è di semplice e rapido impiego, necessario fare visualizzare la linea al paziente, chiedergli di
individuare il punto corrispondente al livello di dolore percepito e, infine, misurare con un centimetro per
attribuire il valore numerico.
Numeric Rate Scale (NRS)
La più semplice da utilizzare, molto rapida; è la più diffusa. Spesso confusa con la scala VAS.
Viene chiesto al paziente di attribuire un valore numerico all’intensità del dolore avvertito in quel
momento. I valori variano tra 0 e 10, dove 0 significa assenza di dolore e 10 dolore di intensità
insopportabile (il peggiore dolore immaginabile).
Principi generali di terapia
La terapia dovrebbe sempre essere somministrata, se possibile:
� per bocca (tranne nelle fasi iniziali di trattamento di dolore intenso)
� ad orario fisso, mai “inseguire” il dolore con i farmaci ma prevenirlo
� modulata secondo l’intensità del dolore (scala di misurazione)
� adattata al singolo paziente
� porre particolare attenzione agli effetti collaterali e alla tossicità.
DOLORE ACUTO
� Spesso prevenibile (post-operatorio)
� Trattamenti in genere di breve durata (giorni)
� In genere vengono privilegiati i FANS
� Devono essere impiegati analgesici maggiori se dolore severo (NRS o VAS ≥7)
Startegie farmacologiche
Intensità del dolore Farmaci utilizzati
Da lieve a moderato (VAS 0-3) Paracetamolo, aspirina, FANS
Da moderato a severo (VAS 4-6) c.s. + oppioidi minori
Severo (VAS >7) Oppioidi maggiori + FANS
Visive Analogic Scale (VAS)
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DOLORE CRONICO
� Richiede impostazione terapeutica a lungo termine
� Spesso pazienti con patologie severe a prognosi infausta
� Spesso condizione irreversibile
� Condiziona pesantemente la qualità di vita del paziente, per cui un’adeguata gestione fa la
differenza
PARACETAMOLO
Non è un FANS perché manca degli affetti anti-infiammatori. Efficace quanto Aspirina e FANS ma senza i
rischi di sanguinamento GI e/o ulcera. Effetto analgesico mediato da effetti simili agli oppioidi, interazioni
con vie serotoninergioche e dei cannabinoidi.
Commercio Formulazione Dose adulti
Costo/die Commento
Tachipirina
Efferalgan
Galenici
Cp
Bst efferv.
500 mg ogni 4 h
1000 mg ogni 6 h
Da 0,96 a 2,10 € x 4 giorni
Grave epatotossicità x dose giornaliera > 4 g (2g/die in anziani ed epatopatici)
ANTIDOTO: N-acetilcisteina: PO bolo 140 mg/kg, poi 70 mg/kg ogni 4 ore per 17 dosi.
Assorbimento per via orale completo e rapido. Massime concentrazioni nel plasma raggiunte tra 30 e 60
minuti dopo l’ingestione. Il cibo non altera in modo significativo la biodisponibilità, ma può rallentarne la
velocità di assorbimento, per tale motivo sarebbe preferibile somministrare il paracetamolo a stomaco
vuoto.
Uso pediatrico:
Può essere somministrato a pazienti di età pediatrica sia come antipiretico che come analgesico.
Bambini di età <12 anni: 10-15 mg/kg/dose ogni 4-6 ore; non superare le 5 dosi (2.6 g) al dì.
Esistono formulazioni in sciroppo con concentrazione di 120 mg/5 ml (ossia 24 mg/ml), 125 mg/5 ml (ossia
24 mg/ml) o gocce con concentrazione di 100 mg/ml (5 mg/goccia).
Il paracetamolo è sicuro anche in gravidanza.
Breakthrough cancer pain
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FANS
I FANS sono molto tollerati e largamente utilizzati; molti
sono OTC mentre quelli a maggiore profilo di tossicità
necessitano di ricetta medica.
La loro azione si basa sull’inibizione della COX-1 (non
desiderabile perché: interferisce con la funzione renale
riducendo la pressione di filtrazione; sulla mucosa gastrica
dove penetrano nel muco e inibendo la COX-1 riducono la
produzione di PGs che hanno azione protettiva contro
l’acidità; COX-1 è inoltre presente anche nelle PLTs
determinando in presenza di FANS un effetto pro-
emorragico) e della COX-2 (inducibile dall’infiammazione,
inibizione desiderabile).
Farmacocinetica dei FANS
Assorbimento orale ≈ 100%
Picco 1-2 h
Forte legame proteico, piccolo volume di distribuzione (0.1-0.2 L/kg)
Biotrasformazione epatica, eliminazione renale
Breve emivita (<8 h): indometacina, ibuprofene, ketoralac, diclofenac
Lunga emivita (>8 h): naprossene, piroxicam
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FANS Nome commerciale Dose usuale
Salicilati
Acido acetilisalicilico Aspirina 1.5-6 g/24h in 4-5 dosi
Diflunisal Dolobid 0.5-1.5 g/24h in 2 dosi
Derivati dell’acido arilpropionico
Ibuprofene Brufen, Moment 800-1600/24h mg in 4 dosi; max 3200 mg/24h
Naprossene Naprosyn, Synflex,
Momendol 220, 400, 550 mg/12h
Ketoprofene Orudis, Atrosilene, OKI 80 mg/8h; 200 mg/24h
Flurbiprofene Froben 100 mg /8-12h
Oxaprozin Walix 600 mg; 2 cp al dì
Derivati dell’acido arilacetico
Indometacina Indocid, Metacen
(Liometacen) 25, 50 mg 3-4 vv al dì; rar. >150 mg/24h
Sulindac Clinoril 150, 200 mg 2 vv al dì
Diclofenac Voltaren 50, 75 mg BID (50 mg 2 vv al dì)
Etodolac Lodine 200, 300 mg 2-4 vv al dì; max:1200 mg/24h
Ketorolac
trimetamina Tora-dol, Lixidol 10 mg q4-6h max 40 mg/24h
Fenamati
Meclofenamato Meclodol, Lenidolor 50-100 mg 3-4 vv al dì
Acido mefenamico Lysalgo 250 mg 4 vv al dì
Oxicami
Piroxicam Feldene 10, 20 mg al dì
Arisolfonammidi
Nimesulide Aulin 100 -200 mg 2 vv al dì
Naptilkanoni
Nabumetone Artaxan 500 mg BID, max 1500 mg/24h
Inibitori selettivi COX-2
Celecoxib Celebrex 100, 200 mg al dì
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Sovradosaggio da FANS
• Dosi superiori all’abituale generalmente NON sono un grave problema (purché <100 mg/kg).
• Sintomi aspecifici: nausea, vomito, sonnolenza, alterazioni del visus, vertigine
• Acidosi metabolica con aumentato AG (naprossene, ibuprofene)
• AKI e necrosi papillare specie se disidratazione, cirrosi, scompenso cardiaco
• SNC
Nimesulide era stato ritirato dal commercio per epatotossicità (in pz già epatopatici). In Italia è stato poi
reintrodotto sul mercato con obbligo di ricetta.
Impatto della tossicità da FANS sulla mortalità
Meccanismi di danno topico:
1) sono debolmente acidi e dunque al pH gastrico presenti in forma non ionizzata, lipofilica, così da
favorire la migrazione attraverso il muco per poi venire dissociati nell’ambiente più alcalino
(trappola degli idrogenioni)
2) riducono idrofobicità del muco (favorendo l’azione dannosa di HCl ed enzimi)
3) possono arrivare dopo attivazione metabolica (sulindac e sulindac solfato)
Effetti delle PG: riduzione della produzione di muco, bicarbonato, del flusso ematico, della proliferazione
epiteliale e più in generale della resistenza della mucosa.
Tossicità gastrointestinale:
Rischio aumentato con indometacina (RR 2.25) seguita da naprossene (RR 1.83), diclofenac (RR 1.73),
piroxicam (RR 1.66), tenoxicam (RR 1.43), ibuprofen (RR 1.43), e meloxicam (RR 1.24). (UpToDate)
Il rischio correla con la durata del trattamento (rischio trascurabile per monosomministrazioni o trattamenti
molto brevi). La durata media di trattamento per osservare un aumento del rischio di sanguinamento è
risultata di 84 giorni.
FANS con alto profilo di rischio
L’indometacina è risultata in grado di aumentare il rischio di sanguinamento dopo 7 giorni di trattamento
Il Ketorolac associato a rischio elevato di sanguinamenti GI, soprattutto se usato a dosi elevate, in pazienti
anziani, per più di 5 giorni. A causa dei rischi associati al ketorolac (sia gastrointestinali che renali), il suo
impiego dovrebbe essere limitato al trattamento del dolore a breve termine (dolore post-traumatico o post
chirurgico).
Profilassi del sanguinamento GI:
� Individuare soggetti a rischio
� Eseguire sempre diagnostica per HP nei pazienti che dovranno assumere FANS a lungo termine
� Associare “gastroprotettore”
– Misoprostolo (analogo PGE, 200 mg 4 volte al giorno)
– PPI (Lansoprazolo 15 -30 mg al giorno)
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Con tali farmaci è stata osservata una significativa riduzione del rischio di sanguinamenti dopo 12
settimane di trattamento con FANS.
� Gli antagonisti del recettore H2 (i.e. Ranitidina) non sono risultati efficaci.
N.B. I FANS possono dare reazione allergica IgE mediata e broncospasmo. La reazione allergica si
manifesta per la singola molecola mentre l’intolleranza è verso tutti i FANS.
INIBITORI SELETTIVI COX 2
Rispetto ai FANS hanno minore tossicità gastrica, alcune molecole sono state ritirate dal mercato per
aumentato rischio cardiovascolare.
Effetti avversi (COXIBs):
� Peggioramento funzione renale e ritenzione di volume
� Rialzo pressorio (Etoricoxib)
� Reazioni allergiche cutanee e/o sistemiche
� Incompatibilità con terapie anticoagulanti in atto
� Cautela nei pazienti con malattie cardiovascolari
Etoricoxib:
Alta selettività per COX-2, alta potenza antiinfiammatoria e antidolorifica, efficace nel trattamento del
dolore in acuto. Dose 30 mg al dì. Dose max: 120 mg al dì per al massimo 8 giorni (indicazione per artrite
gottosa in fase acuta).
Celecoxib:
Dose raccomandata 100-200 mg due volte al giorno. Dose max raccomandata 400 mg al giorno per terapie
di durata inferiore a una settimana, 200 mg al giorno per terapie più lunghe.
OPPIOIDI
Base del trattamento per il dolore severo (acuto o cronico). I più usati sono: morfina, fentanil e codeina;
idrossicodone e codeina in combinazione con paracetamolo.
Dolore acuto: formulazioni short-acting da somministrare ogni 3-4h
Dolore cronico: formulazioni long-acting
Sono derivati dell’oppio (alcaloidi): benzilisochinolonici, non analgesici (papaverina, noscapina);
fenantrenici, analgesici (morfina, tebaina, codeina).
Effetti degli oppioidi
Recettori per gli oppioidi: mu (µ); delta (δ); kappa (κ).
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Oppioidi utilizzati nella pratica clinica
Agonisti deboli: tramadolo; codeina
Agonisti parziali: buprenorfina
Agonisti forti: morfina; ossicodone; idromorfone; fentanil, sufentanil; metadone (agonista forte ma è usato
come sostitutivo dell’eroina nelle disintossicazioni, questo per la sua lunga T ½ che dà rischio di accumulo,
mentre per la disintossicazione la dose si riduce progressivamente. Inoltre l’assorbimento varia nel tempo)
Indicazioni all’uso degli oppioidi
� Analgesia (os, sc, im, ev, epidurale, intratecale)
� Edema polmonare –insuff resp grave- (ansiolisi, venodilatazione, riduzione sovraccarico cardiaco)
La morfina ha effetto positivo sulla sensazione di morte imminente perché riduce il tono simpatico
� Anestesia
� Tosse
� Diarrea
Criteri di scelta oppiodi
Tipo di dolore (nocicettivo, neuropatico?) e intensità del dolore (moderato-severo).
Specificità oppioide (potenza ed effetti collaterali). NO metadone, meperidina, propossifene, pentazocina.
Risposta clinica a precedenti trattamenti con oppioidi. Tolleranza crociata incompleta (rotazione oppioidi –
tabelle di equianalgesia variabili, dose nuovo oppioide sostitutivo: 50-75% dosaggio teorico da
conversione).
TABELLE DI EQUIANALGESIA: (via im: variabilità d’assorbimento e dolorosa, evitare)
Farmaco
dose (mg) equianalgesica
(pari a 10 mg morfina)
i.m. s.c.
Emivita Durata azione
(in ore)
Morfina 10 20-30 2-3,5 3-6
Codeina
200 2-3 2-4
Ossicodone 15 30 3-4 2-4
Propossifene
100
2-4
Metadone 10 20 15-120 4-8
Idromorfone 1,5 7,5 2-3 2-4
Ossimorfone 1 10 2-3 3-4
Fentanyl 0,1
1-2 1-3
Tramadolo 100 120 6-8 4-6
Buprenorfina 0,3-0,4 0,8 2-3 6-9
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EQUIVALENZA APPROSSIMATIVA DEGLI ANALGESICI ORALI RISPETTO ALLA MORFINA
Analgesico Rapporto di Potenza con la Morfina Durata d’azione (Ore)
Codeina-Diidrocodeina 1/10 3-5
Meperidina 1/8 2-3
Dipipanone 1/2 3-5
Tramadolo 1/5 5-6
Papaveretum 2/3 3-5
Destromoramide 2 2-3
Levorfanolo 5 6-8
Fenazocina 5 6-8
Metadone 5-10 8-12
Idromorfone 7,5 3-5
Buprenorfina (sl) 60 6-8
Fentanil (transdermico) 150 72
Gli oppioidi non hanno effetto tetto cioè ad ogni aumento di dose non avrò aumento degli effetti collaterali
perché il paziente si è assuefatto nel tempo alla dose sempre più alta. Per permettere un utilizzo
prolungato nel tempo di uno stesso oppioide in un paziente con dolore cronico si usano più oppioidi
insieme. Quindi, quando il paziente è completamente assuefatto ad una data dose invece che aumentarla
cambio farmaco. Prima o poi si dovrà cmq aumentare la dose per ottenere un buon controllo del dolore
(non è possibile revertire la tolleranza).
Titolazione oppioide:
Iniziare con dosi basse (per es. morfina 20 mg/die – 10x2); se si tratta di un paziente naive bisogna istruirlo
a tenere un diario del dolore e prescrivergli gocce di oramorf (10mg) al bisogno. Il paziente dovrà segnare
sul diario ogni assunzione ab delle gtt, quindi il medico conterà le volte che il paziente le ha assunte e le
sommerà alla dose di base per ottenere la dose minima efficace per il paziente.
Iniziare con farmaci T ½ breve per titolazione. Incremento giornaliero 30-40% dose precedente (incrementi
<25% non percepiti dal pz; aumento 25-50% se dolore moderato e 50-100% se dolore intenso. Incrementi
orari per oppioidi short acting, giornalieri per long acting). Non salire troppo velocemente con la dose.
“Around the clock” vs “on demand”: è meglio dare dosi su richiesta che non a orari fissi.
Rescue dose (in formulazione pronta, 1/6 dose /die morfina, 1/3 ossicodone).
Solo raggiunto lo steady state utilizzare formulazioni retard.
Si può decidere di cambiare la via di somministrazione per ottimizzare l’indice terapeutico (il rapporto fra la
dose letale nel 50% dei soggetti e la dose efficace nel 50% dei soggetti).
Se necessario ridurre dosaggio (delirium, mioclono) o associare terapia adiuvante (politerapia antalgica).
Evitare masticazione cp a rilascio prolungato.
C’è sinergia tra oppiodi e FANS: risparmio del consumo di oppioidi per aumento della 12-lipossigenasi, per
cui si ottiene lo stesso effetto a dosi inferiori e con minori effetti collaterali (↓ stipsi).
16
Risparmio consumo oppioidi 20- 30% per incremento della 12-lipossigenasi: stimolo canali K+ con
iperpolarizzazione membrana.
We have established that mu-opioid receptor activation causes a presynaptic inhibition of neurotransmitter
release that is mediated by 12-lipoxygenase metabolites of arachidonic acid in midbrain neurons [1]. We
further demonstrated that the efficacy of opioids was enhanced synergistically by treatment of brain
neurons with inhibitors of the other major enzymes responsible for arachidonic acid metabolism;
cyclooxygenase (COX-1) and 5-lipoxygenase. These findings explain a mechanism of analgesic action of
NSAIDs in the central nervous system that is both independent of prostanoid release and inhibited by opioid
antagonists, as well as the synergistic interaction of opioids with NSAIDs. These findings also suggest new
avenues for development of centrally active medications involving combinations of lowered doses of opioids
and specific 5-lipoxygenase inhibitors. (Inflamm Res. 1999 Jan)
Codeina
LONARID cp 10mg codeina + 400mg paracetamolo
CO-EFFERALGAN, TACHIDOL cp 30mg codeina + 500mg paracetamolo
SPASMOPLUS sup 30mg codeina + 500mg propifenazone
Agonista debole µ1, molecola idrofila (lento passaggio attraverso la BEE).
¬ 10-30mg/die bechico (=antitussigeno; dal gr. bex, tosse)
¬ >30mg/die antalgico
Per il 10% viene demetilata a morfina dal CYP450 2D6, a questo deve analgesia (effetto indiretto per cui la
dose efficace è inferiore a quella somministrata). L’1% dei caucasici e il 20-30% di etiopi-arabi hanno
demetilazione ultrarapida (effetto rapido). Una metilazione lenta comporta inefficacia (Chau 2008).
Farmaci inibenti CYP450 2D6 (CHINIDINA, FLUOXETINA) annullano l’effetto antalgico.
Dosaggio os, rettale 30-60 mg (0,5 mg/kg) ogni 4-6h DOSE MAX 240mg/die
Farmacocinetica (os):
� Inizio azione: 15-30 min
� Picco effetto: 30-60 min
� Emivita plasmatica: 3 h
� Emivita analgesica: 4-6 h
Dosaggio in IR: CrCl 10-30ml/min 75% dose; <10ml/min 50% dose
Interazioni: effetto potenziato da sedativi, antiistaminici
Controindicazioni: insufficienza respiratoria
Effetti collaterali: corrispondono a quelli della morfina
Antagonista: NALOXONE
Tramadolo
cp 50-100mg, 1 goccia=2.5mg, cpR 100,150,200mg, supp.100mg, im 50-100mg
Prodotto sintetico. Agonista debole con spiccata tendenza a tolleranza:
¬ Affinità molto bassa con recettori µ1 (< 6000 volte vs morfina) ed in minor misura k,δ
¬ Blocco re-uptake serotonina vie discendenti, con riduzione eccitabilità nocicettiva (simile triciclici;
dolore neuropatico)
Metabolismo epatico: principale metabolita (85%) (attivo 2-4 volte > T)
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Legame proteico: 20% (alta biodisponibilità 80%)
Eliminazione: 90% rene
Indicazione: dolore nocicettivo e in parte neuropatico
Riduzioni di dosaggio: (?) Cl Cr < 30ml/min dose max 200mg/die (ridurre n. somministrazioni), nella cirrosi
dose max 100mg/die.
Interazioni: Carbamazepina aumenta catabolismo tramadolo. Evitare contemporanea somministrazione
SSRI, IMAO e triciclici (sindr. serotoninergica) (Chau 2008).
Dosaggio: cp ogni 6h, cp SR Ritardo ogni 12h, gocce ogni 8h
Ultra 75enni dose max 300 mg/die (effetto tetto)
Metabolizzatori lenti: ½ cp ogni 2-3-gg
Potenza: 50mg tramadolo = 60mg codeina 1/5 morfina per os e 1/10 ev
Farmacocinetica (os):
� Inizio azione: 20-25min.(R 4h) im 10-20 min. gocce 15-20 min.
� Picco effetto: 2-3 h
� Emivita plasmatica: 4 h
� Emivita analgesica: 4-6 h
Effetti collaterali: convulsioni (EVITARE SE STORIA DI COMIZIALITÀ) e capogiri. Fra gli oppioidi ha minor
rischio stipsi, depressione respiratoria e tolleranza. Non induce immunosoppressione. In acuto è una buona
alternativa ma induce spesso malessere generale, vomito e disturbi psichici.
Antagonista: NALOXONE (↑rischio convulsioni). Trattare le convulsioni con barbiturici o benzodiazepine.
Morfina
cloridrato fl 10-20mg, solfato discoidi R 10,30,60,100mg, sciroppo 1 ml = 2mg, 4 gocce = 5mg
Molecola idrofila (passaggio lento BEE). Agonista puro:
¬ Elevato effetto analgesico
¬ Elevata affinità recettori µ,κ,δ
Metabolismo epatico (CYP450): solo 50% raggiunge circolo (effetto primo passaggio).
La morfina è glucuronata nel fegato in posizione 3 e 6. Metaboliti attivi:
� M3G (60-70%)= no analgesico ma responsabile effetti centrali: mioclono, convulsioni e
allucinazioni; NALOXONE INEFFICACE
� M6G (5-12%)= analgesico, scarso passaggio BEE. Causa effetti collaterali (4 volte > morfina)
soprattutto se insuff.renale o overdose
Legame proteico: 30-50-75%
Eliminazione: renale (NB. insuff.renale)
Dosaggi (NO EFFETTO TETTO):
� PO: 10-60 mg ogni 4 h
� PO-ritardo: 15-200 mg ogni 8-12 h
� IM/SC 2,5-20 mg ogni 4 h
� EV lento2,5-15 mg in 4-5 min o infusione continua
Iniziare con 5 (naive)-10 mg per os ogni 4 h (non al bisogno) con incrementi 25-50% ogni 8-24 h fino ad
ottenere analgesia adeguata.
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Farmacocinetica della morfina:
Inizio azione Picco effetto Durata azione
Per os 15-60 min 20-90 min 4 h
Per os (long-acting) 60-90 150 min 8-12 h
IM 1-5 min 30-60 min 2-7 h
SC 15-30 min 50-90 min 2-7 h
EV <1 min 5-20 min 2-7 h
NON associare:
� benzodiazepine per effetto GABA-A che riduce azione morfina e altera stato cognitivo (alternativa
neurolettici)
� ranitidina aumenta biodisponibilità morfina e M6G
� scopolamina
� FANS e ciprofloxacina per rischio mioclonie
Effetti collaterali: nausea, vomito, stipsi, depressione respiratoria, sopore, coma, ritenzione urinaria,
ipotensione arteriosa.
Controindicazioni: depressione respiratoria, asma bronchiale, ileo paralitico, epatiti acute
Antagonista: NALOXONE EV, IM, SC boli da 0.5 cc (1 fl da 0,4mg diluita in 10 cc). Ripetere dose ogni 2-3 min
fino a max 10-20 mg
Rapporti di conversione della morfina:
� Orale: 1
� E.V.: 1/3 –½
� i.m. – s.c. : 1/3
� Peridurale: 1/10
� Intratecale: 1/100
Ossicodone
Commercio Formulazione Dose
adulti
Costo/die Commento
Ossicodone 5, 10,
20, 40 mg
Cp a rilascio
prolungato
1 cp
q 12h
Lievemente superiore alla
morfina
Simile alla
morfina
Simile codeina ma 10 volte più potente. Rapporto conversione: ossicodone / morfina→ ½.
Tolleranza crociata verso morfina.
CONTROINDICATO SE IPERCAPNIA, ILEO PARALITICO.
Introdotto in commercio Ossicodone + Naloxone per limitare la stipsi (naloxone resta nel lume intestinale
con effetto locale di antagonismo sui recettori µ).
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Fentanil
Commercio Formulazione Dose adulti Costo/die Commento
Fentanyl HAM
Fentanest F . 100mg 1 f ogni ora IM o EV 11.57 Euro
Minori effetti
neuroeccitatori
Fentanil ratio 12, 25, 50,
75, 100 mg/h 1 cerotto TD ogni 72 h 14.92 Euro Livelli stabili
MAI COME PRIMA SCELTA. Molecola liposolubile, per questo possibili somministrazioni transdermiche,
attraversa bene la BEE. Con sooministrazione EV effetto immediato. Esistono formulazioni a effetto rapido
per passaggio sublinguale in lollipop e cp orosolubili.
Effetti avversi: il più grave è la depressione respiratoria mentre il più comune è la sonnolenza; poi
sedazione, confusione, allucinazioni.
Effetti collaterali indotti dagli oppioid in fase di induzione o di aumento di dose:
Sedazione:
Mediata da attivazione recettori situati in corteccia e tronco encefalico.
Inizio terapia: compare 10-20%, si risolve spontaneamente entro 3-5 gg (assistenza diretta paziente +
educazione caregiver e personale), ma si può prolungare nel caso di specifiche comorbilità (demenza,
encefalopatia metabolica, metastasi cerebrali) o contemporanea assunzione antiistaminici, antidepressivi e
ansiolitici.
Terapia cronica: insorgenza ex novo con tendenza alla persistenza indicativa di sovradosaggio.
Trattamento: riduzione temporanea dose, mentre nei casi refrattari si fa ricorso ad altro oppioide (poche
evidenze circa uso di psicostimolanti: donepezil), riduzione sedativi.
(Bruera 2003, Mercadante 1998, Cherny 2001, Chau 2008)
Delirio:
Frequente e ampia variabilità incidenza dipende soprattutto da capacità di identificare lo stato
confusionale acuto (Lawlor, 2000).
Fattori favorenti:
� assunzione troppo rapida dosi elevate di oppioidi
� disidratazione, insuff.renale /epatica, febbre
� deterioramento cognitivo grave
� assunzione psicofarmaci
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Gli oppioidi più lipofili hanno maggior probabilità di causare delirium (Schug, 1992).
Mantenimento dosi molto basse non corrisponde sempre a un minor rischio delirium (Morrison, 2003).
Delirium può causare iperalgesia, che può essere confusa con un aumento del dolore e portare ad un
deleterio incremento dose oppioidi.
Riduzione 25-50% dose oppure rotazione oppioide non basta provare con neurolettici, soprattutto nelle
forme ipercinetiche e/o con mioclono o crisi comiziali.
Benzodiazepine rischiose per possibile effetto paradosso (Slatkin, 2004).
Tramadolo da evitare in pazienti con storia comiziale.
Effetti GI: nausea/vomito
Incidenza nausea / vomito 10-40%
Percepita dai pazienti con notevole distress; tende a ridursi spontaneamente in 1-2 settimane.
Gli oppioidi hanno differente effetto emetico che si basa su stimolazione di: chemoreceptor trigger zone
(CTZ) bulbare, stasi gastrica e aumento sensibilità vestibolare.
Inizio trattamento: prevenire con dosi minime del farmaco e somministrazione parenterale (Scotto di
Fazano, 2002).
Non esiste un antiemetico specifico, dipende dal meccanismo patogenetico, ma molte volte si è costretti
all’associazione di più farmaci:
_ stasi gastrica / metoclopramide;
_ nausea / vomito esacerbati dal movimento si ricorre alla difenidramina o alla scopolamina transdermica.
Gli antiemetici possono causare a loro volta: sedazione, delirium, sintomi extrapiramidali (limitarne uso a
casi con sintomatologia disturbante).
Trattamento cronico: antagonisti dopamina (aloperidolo) o serotonina (ondasetron). Dubbia efficacia
naloxone.
Stipsi
15-40%(> 90%, soprattutto se morfina).
Rischio occlusione intestinale.
Recettori midollari e plesso enterico, riduzione secrezione ac.cloridrico, bile e succo pancreatico, rallentato
svuotamento gastrico e peristalsi intestinale.
Effetto amplificato da:
� Disidratazione
� Allettamento prolungato
� Anticolinergici
� Antidepressivi
� Antiacidi
� Diuretici
Non si risolve spontaneamente (NO TOLLERANZA).
Iniziare contemporaneamente emollienti e lassativi. Metoclopramide risulta efficace, mentre sono
controversi i dati riguardo l’efficacia di naloxone.
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Effetto collaterale Trattamento
Stitichezza Emollienti, lassativi
Nausea Metoclopramide, anti HT3, aloperidolo, proclorperazina
Prurito Difenidramina, idrossizina
Disforia Aloperidolo
Suggestioni ipnotiche Aloperidolo
Mioclonie Clonazepam, riduzione o rotazione dell’oppioide
Depressione respiratoria Naloxone
Gestione effetti collaterali oppioidi
La tossicità degli oppioidi diminuisce nei trattamenti a lungo termine e la maggior parte degli effetti
collaterali si può controllare non riducendo l‘autosufficienza, la QdV e la sopravvivenza.
(International Association for the Study of Pain, 2007).
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Terapia dell’artrosi, della gotta e dell’artrite reumatoide
OSTEOARTROSI
Malattia degenerativa della cartilagine articolare, caratterizzata da modesta infiammazione.
Compare sovente nella mezza età. Interessa circa 100% anziani (a 75 anni 60% M, 75% F). Può essere una
forma primaria o secondaria.
Diagnosi di osteoartrosi:
� Deformità di ginocchia, anche, dita, caviglie, piedi, colonna
� Dolore al movimento che migliora con il riposo
Diagnosi Differenziale:
Osteoartrite Gotta Artrite Reumatoide
Sintomi chiave
Pauciarticolare. Dolore al movimento, migliora con il riposo. Siti precedentemente
danneggiati (sport, trauma).
Obesità. Occupazione (lavoro fisico intenso).
Monoarticolare. Esordio brusco.
Dolore sia a riposo che con il movimento.
Fattori precipitanti (pasti, stress fisico).
Storia familiare.
Poliarticolare. Convolgimento graduale e simmetrico.
Rigidità mattutina. Mani e piedi inizialmente
coinvolti preferenzialmente. Facile faticabilità, difficoltà nel
sonno.
Segni chiave
Calor e versamento meno comuni. Crepitus.
Tumefazione, speroni ossei. Disallineamento.
Podagra. Tumefazione, calor. Dolore intenso al movimento. Unica articolazione (eccezioni
— fascia plantare, colonna lombare). Tofi.
Tumefazione simmetrica, dolorabilità.
MCP, MTP, polsi, caviglie prima di articolazioni più grosse e
prossimali. Noduli reumatoidi.
Elementi lab e Rx
Poco caratteristici (inizialmente).
Perdita di spazio articolare, speroni, disallineamento
(poi).
Cristalli di acido urico nel liquido sinoviale. Uricemia elevata.
Uricuria delle 24 h.
Elevate VES/PCR. FR. Anemia delle malattie
croniche. Erosioni precoci in Rx,
osteopenia distretti interessati.
Trattamento dell’osteoartrosi:
Obiettivi: migliorare funzione e qualità di vita
Modalità: educazione del paziente; riabilitazione; esercizio; modifica attività del vivere quotidiano; farmaci;
terapie alternative; chirurgia.
Principali FANS usati nell’OA
� Paracetamolo [tachipirina]: 1000 mg fino a t.i.d. (cautela negli epatopatici e alcolisti)
� Paracetamolo 500 mg + Codeina [tachidol/coefferalgan] 30 mg b.i.d.
� Tramadolo 100 mg b.i.d.
� FANS locali: pomate o schiume o cerotti da applicare
FANS sistemici:
• Ibuprofene [brufen] 400 mg t.i.d.
• Ketoprofene [oki- orudis] 50-150 mg/die
• Diclofenac [voltaren] 50-150 mg/die
• Nimesulide [aulin] 100 mg b.i.d.
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Da usarsi alla dose più bassa, in modo discontinuo.
� Inibitori COX-2: celecoxib 200 mg b.i.d.; etoricoxib 60 mg/die
Farmaco Frequenza di
somministrazione Dose giornaliera nell’OA
(mg/d) Dose max
(mg/d)
Oxaprozin (= Walix cp 600 mg)
Una volta al giorno 1200 1800
(1200+600)
Piroxicam (=Feldene cps 20 mg)
Una volta al giorno (10)–20 20
Nabumetone (=Artaxan cp 1 g)
Una-due volte al dì 1000–2000 2000
Naproxene (=Naprosyn cp 500 e 750)
Due volte al giorno 500–1000 1500
Diclofenac (=Voltaren cp 50 e 100 mg)
Due-tre volte al dì 100–150 200
Ibuprofene (=Brufen cp 600 mg)
Tre-quattro volte al dì 600–1800 2400
Ketoprofene (= Orudis cp 50, 200 mg)
Tre-quattro volte al dì 150–300 300
Terapia infiltrativa:
Limitata alle grosse articolazioni, soprattutto ginocchio. Iniezioni intra-articolari di acido ialuronico (2-5
volte l’anno con concentrazioni non elevate, 1 volta /anno se concentrazione elevata). L’acido ialuronico
lubrifica e pare avere anche funzione nutritiva e trofica sulla cartilagine, riducendo la degenerazione.
Acido ialuronico (Hyalgan f 20 mg) = una fiala per via intra-articolare alla settimana, per 5 settimane.
Possono essere ripetute dopo 6 mesi. Cinque siringhe pre-riempite (175 € in classe C SSN, Prontuario 2010).
In caso di fuoriuscita di liquido prima dell’iniezione, aspirarlo per evitare diluizione dell’acido ialuronico.
Di rado iniezione di glucocorticoidi (depo-medrol): in caso di artrite (flogosi elevata). “Intra-articular injection of corticosteroids has been both under- and over utilized in the past. There is little question that steroid
injection rapidly reduces inflammation and eases symptoms. The best case is one in which the patient has an exacerbation of pain
accompanied by signs of inflammation (warmth, effusion). The knee is most commonly implicated and is most easily approached.
Most authorities recommend no more than two injections during one episode and limiting injections to no more than two or three
episodes per year. Benefits of injection are often shorter in duration than similar injection for tendinitis or bursitis, but the
symptomatic improvement buys time to reestablish therapy with oral agents. “
Derivati cartilaginei:
Glucosamina solfato 500 mg t.i.d. (1500mg/die)
Terapie fisiche (molto efficaci):
• Moderata attività fisica per potenziamento muscolare (anche ginnastica in acqua)
• Stimolazione Elettrica Nervosa Transcutanea (TENS)
• Applicazione di calore
• Cure termali
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Terapia Chirurgica:
• “Pulizia artroscopica” di osti distrofici – non meglio di placebo
• Protesi articolare
Until recently, orthopedic surgeons have performed arthroscopic surgery on osteoarthritic knees in an
effort to remove accumulated debris and to polish or debride frayed cartilage. However, a clinical trial
demonstrated that any purported benefit of this practice could be explained by the placebo effect. It
remains to be seen if the numbers of these procedures will decline.
Joint replacement is a rapidly expanding option for treatment of OA, especially of the knee and hip. Pain is
reduced or eliminated altogether. Mobility is improved, although infrequently to premorbid levels.
Expenditures for total joint replacement are likely to increase dramatically as the baby-boomer generation
reaches the age at which OA of large joints is more common. Indications for joint replacement (which also
applies to other joints, including shoulder, elbow, and fingers) include pain poorly controlled with maximal
therapy, malalignment, and decreased mobility. Improvement in pain relief and quality of life should be
realized in about 90% of patients undergoing the procedure. Because complications of both the surgery and
rehabilitation are increased by obesity, many orthopedic surgeons will not consider hip or knee
replacement without at least an attempt by the patient to lose weight. Patients need to be in adequate
medical condition to undergo the operation and even more so to endure the often lengthy rehabilitation
process. Some surgeons refer patients for "prehabilitation" or physical training prior to the operation.
Counseling of patients should include the fact that there often is a 4- to 6-month recovery period involving
intensive rehabilitation. Moseley JB et al: A controlled trial of arthroscopic surgery for osteoarthritis of the knee. New Engl J Med 2002;347:81
Terapie alternative:
� Glucosamina solfato (Dona bst 1500 mg)→ 1 bst qd (efficacia dilazionata; durata ? 2 anni); costo in
Italia (≅1 €/die) >>> U.S.
� Capsaicina (Dolpyc gel) → 3-4 applicazioni locali al dì, per almeno 2 settimane.
Glucosamine, capsaicin, bee venom, and acupuncture have been promoted as alternative therapies for OA.
Glucosamine and chondroitin sulfate are components of glycosaminoglycans, which make up cartilage,
although there is no evidence that orally ingested glucosamine or chondroitin sulfate are actually
incorporated into cartilage. Studies suggest these agents are superior to placebo in symptomatic relief of
mild OA. The onset of action is delayed, sometimes by weeks, but the effect may be prolonged after
treatment is stopped. Glucosamine-chondroitin sulfate combinations are available over the counter and are
generally well tolerated by patients.
Capsaicin, a topically applied extract of the chili pepper relieves pain by depletion of substance P, a
neuropeptide involved in pain sensation. Capsaicin is suggested for tendinitis or bursitis, but may be tried
for OA of superficial joints such as the fingers. The cream should be applied three or four times a day for
2 weeks or more before making any conclusion regarding benefit.
Bee venom is prominently promoted in complementary medicine circles. A mechanism for action in OA is
unclear. Although anecdotal reports are available, comparison studies to other established treatments are
difficult to find.
Acupuncture can be useful in managing pain and improving function. There are more comparisons between
acupuncture and conventional treatment for OA of the back and knee than for other joints. Generally,
acupuncture is equivalent to oral treatments for mild symptoms at these two sites.
25
ARTROPATIA DA CRISTALLI - GOTTA
Malattia da deposizione di cristalli di urato monosodico (birifrangenti), caratterizzata da:
� attacchi ricorrenti di artrite infiammatoria (spesso monoartrite)
� deposizione dei cristalli di urato in forma di tofi
� nefrolitiasi da urati
Tradizionalmente è una malattia del maschio adulto; è idiopatica e multifattoriale.
Associazione con iperuricemia: spesso presente, ma non sufficiente a dare i reperti clinici tipici della gotta
(l’iperuricemia asintomatica non richiede trattamento).
Presentazione tipica dell’artrite gottosa è la podagra:
� intensa infiammazione della prima MTP
� Infiammazione della cute circostante
� Dolore a riposo, intensissimo dolore col movimento
� Tumor, rubor, calor, functio laesa
� Tofi
� Uricemia elevata
Durante l'attacco acuto eseguire sempre artrocentesi ed esame del liquido sinoviale al microscopio a luce
polarizzata (importante per la DD delle mono o oligoartriti ed il conseguente approccio terapeutico).
È necessario dimostrare la presenza di cristalli di urato (DD cristalli di pirofosfato) e polimorfonucleati nel
liquido sinoviale.
Eseguire sempre colorazione di Gram ed esame colturale per escludere monoartrite infettiva.
Altri dati anamnestici (poco specifici):
¬ Storia classica di dolore monoarticolare seguita da intervallo intercritico
¬ Rapida risoluzione della sinovite dopo colchicina
¬ Iperuricemia
DIAGNOSI DIFFERENZIALE della MONOARTRITE:
Cause infiammatorie Cause non infiammatorie
Da cristalli
Gotta
Pseudogotta (CPP)
Apatite
Fratture o traumi meniscali
Altri traumi
Infettive
Batteri
Funghi
Lyme
TB
Virus (HIV, HBV, HCV)
Tumori dell’osso
Osteocondroma
Osteoma osteoide
Sinovite pigmentata villonodulare
Malattie sistemiche
A.psoriasica, altre spondiloartropatie
A.Reattiva
LES
Cancro
Paraneoplastica
Osteoartrosi
Osteonecrosi
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ANALISI del LIQUIDO SINOVIALE:
Macro WBC Conta Glucosio Cristalli
Gotta Limpido o
torbido
10–
100,000 > 50% PMNs Normale Aghi birifrangenti
Pseudogotta Limpido o
torbido
10–
100,000 > 50% PMNs Normale
Rombi
birifrangenti
Infettiva Torbido >50,000 Spesso > 95%
PMNs Diminuito Nessuno
OA Limpido 2–10,000 < 50% PMNs Normale Nessuno
AR Limpido 10–50,000 > 50% PMNs Normale o
diminuito Nessuno
TERAPIA DELL’ATTACCO ACUTO (ob: spegnere la flogosi)
Colchicina: inibitore del fuso mitotico.
Posologia: 0,5 mg confetti t.i.d. oppure 1 mg b.i.d (max 2,5 mg/24 ore o 6 mg in 4 gg)
Effetti avversi: diarrea (effetto dose-dipendente, principale limitazione all’uso del farmaco)
FANS: per 10-15 gg (eventuale riduzione dose dopo 7-10 gg)
Indometacina 50 mg ogni 12 ore
Naprossene 550 mg ogni 12 ore
Etoricoxib 120 mg/die
NO ASPIRINA (riduce escrezione acido urico)
Glucocorticoidi: quando controindicazioni a colchicina o FANS
Prednisone 25 mg/die x 2-3 gg quindi riduzione progressiva del dosaggio in 2-3 settimane
PROFILASSI DELLE RECIDIVE E TERAPIA IPOURICEMIZZANTE
Colchicina: 0,5 mg/die
Agenti uricosurici (soggetti ipoescretori, i.e. <800 mg/d con normale funzione renale, ie FG > 80 ml/min):
Probenecid 250 mg bid, da aumentare fino a mantenimento (500-1000 mg bid o tid).
Sulfinpirazone 50 mg bid, da aumentare fino a 100-200 mg tid o qid.
Evitare agenti antiuricosurici come per es i diuretici tiazidici (presenti in molte associazioni di farmaci
antipertensivi).
Allopurinolo: Inibitore della xantina ossidasi, nella gotta previene ulteriori attacchi.
Iniziare almeno dopo 2-3 settimane dalla risoluzione dell’attacco acuto (altrimenti la rapida
↓uricemia promuove instabilità dei cristalli di acido urico nel liquido sinoviale con rischio di
recidiva) con 150 mg/die, quindi aumentare a 300 mg/die dose massima 600 mg/die.
Dietary purines are not an important source of uric acid. Quantitatively important amounts
of purine are formed from aminoacids, formate, and carbon dioxide in the body. Those
purine ribonucleotides not incorporated into nucleic acids and derived from nucleic acid
degradation are converted to xanthine or hypoxanthine and oxidized to uric acid.
Allopurinol inhibits this last step, resulting in a fall in the plasma urate level and a decrease
in the size of the urate pool. The more soluble xanthine and hypoxanthine are increased.
Effetti avversi: reazioni allergiche cutanee e/o sistemiche (anche gravi); dispepsia; cefalea;
nausea; diarrea; rash. Utilizzo cauto in IRC e insufficienza epatica.
Lunga latenza d’efficacia (effetti avversi invece precoci). Zyloric cp 300 mg, 1 cp al dì.
27
Iperuricemia asintomatica:
Condizione molto frequente. I valori normali sono difficili da stabilire; la solubilità plasmatica dell’acido
urico è circa 6,8 mg/dl (oltre tale limite si ha precipitazione e deposizione tissutale di cristalli di urato).
Devono essere selezionati accuratamente i pazienti da trattare per il rapporto rischi/benefici del
trattamento. Soggetti da trattare:
Maschi con uricemia > 13 mg/dl Femmine con uricemia > 10 mg/dl
In realtà la terapia viene avviata solo in caso di aumento molto marcato di uricemia.
Sono soggetti a rischio di sviluppare artrite gottosa, urolitiasi o nefropatia da accumulo interstiziale di urati.
TUMOR LYSIS SYNDROME
Rapido aumento della concentrazione plasmatica di acido urico per necrosi di cellule neoplastiche dovuta a
chemioterapia. È necessaria un’adeguata prevenzione nei pazienti a rischio per evitare insufficienza renale
acuta da precipitazione di cristalli di urato nei tubuli renali.
Si mira ad aumentare la solubilità dell’acido urico nell’urina aumentandone il pH, poiché i cristalli di urato
precipitano con pH acido (fiala di HCO3 in fisiologica da 500 cc); aumentare il flusso urinario con idratazione
forzata e ridurre la concentrazione plasmatica di acido urico con:
� Allopurinolo
� Rasburicasi (Fasturtec): enzima ricombinante (urato-ossidasi) che trasforma l’acido urico in
allantoina, idrosolubile e facilmente eliminabile con l’urina.
Dose: 0,2 mg/kg/die ev in 30’ per max 7 giorni.
DIETA per i PAZIENTI con GOTTA
Contenuto di purine in alcuni alimenti:
• Alto (da evitare):
Frattaglie quali fegato, rene; acciughe, sardine, aringhe, cozze; pancetta, vitello; (bevande alcoliche)
• Medio (consentito consumo sporadico)
Asparagi, spinaci; manzo, pollo, maiale, anatra, prosciutto; granchio, aragosta, gamberi, ostriche;
fagioli, lenticchie, funghi.
• Basso (consumo libero)
Bevande gassate, caffè, frutta, cereali, formaggi, latte e latticini, uova, zucchero, pomodori, verdure
verdi (salvo quanti indicati sopra).
ARTRITE REUMATOIDE
L’Artrite Reumatoide è una malattia infiammatoria cronica autoimmune di eziologia ignota caratterizzata
da sinovite erosiva simmetrica e, in alcuni casi, anche da interessamento extrarticolare.
� Artrite di 3 o più articolazioni
� Artrite (bilaterale) di mani, piedi o entrambi
� “Morning stiffness”
� Facile faticabilità
� Dolor, tumor, calor, functio laesa
� Noduli reumatoidi (generalmente tardivi)
� VES, PCR
� FR e ACPA
Distribuzione dell’AR fra i due sessi secondo le fasce d’età:
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Diagnosi di AR (ACR/EULAR 2010)
A. Coinvolgimento articolare
– 1 grossa articolazione (spalla. gomito, anca, ginocchia, caviglia) 0
– 2−10 grosse articolazioni 1
– 1−3 piccole armcolazioni (con/senza coinvolgimento di grosse articolazioni) 2
– 4−10 piccole armcolazioni (con/senza coinvolgimento di grosse articolazioni) 3
– > 10 articolazioni (di cui almeno una piccola) 5
B. Sierologia (almeno un test deve essere stato eseguito)
– Negativi sia FR che ACPA 0
– Bassa positività di FR oppure ACPA (Ab anti-proteine citrullinate) 2
– Alta positività di FR oppure ACPA 3
C. Reattanti di fase acuta (almeno un test deve essere stato eseguito)
– Normali PCR e VES 0
– Anormale PCR e/o VES 1
D. Durata dei sintomi
– < 6 settimane 0
– ≥ 6 settimane 1
La diagnosi è definita per uno score > 6
Questi criteri sono indirizzati alla classificazione di pazienti con nuova presentazione di sintomi. La diagnosi
differenziale può variare a seconda delle diverse presentazioni, può includere: LES, artrite psoriasica e
gotta. I pazienti che al primo riscontro non raggiungono uno score > 6 possono essere successivamente
riclassificati al comparire di nuovi sintomi con l’evoluzione della malattia.
Per interessamento articolare si intende qualsiasi articolazione risulti gonfia e pastosa all’esaminazione,
questo può poi essere confermato dall’evidenza di sinovite all’imaging.
NOTEVOLE VARIABILITÀ CLINICA
� Frequente esordio subdolo.
� Spesso periodo di mesi o anni per giungere a diagnosi definita.
� Manifestazioni cliniche principali sono: dolore, rigidità e tumefazione delle articolazioni
periferiche.
� Il quadro clinico classico è quello di una poliartrite simmetrica interessante ambedue le mani con
rigidità mattutina.
� Sintomi costituzionali quali astenia, malessere generale, rigidità mattutina sono comuni.
ARTRITE REUMATOIDE CRONICA
29
Se si sospetta AR va avviata
terapia con FANS anche in fase di
accertamento diagnostico.
Una volta confermata la diagnosi si
passa a terapia con steroide
(sistemico o locale) per spegnere
la flogosi (i FANS in monoterapia
non sono sufficienti) e permettere
una qualità di vita accettabile,
mentre si porta a target il farmaco
di mantenimento (DMARDs o
farmaci biologici).
DMARDs:
Methotrexate; Sulfasalazina;
Leflunomide; Idrossiclorochina.
Non più consigliati:
ciclofosfamide; penicillamina;
tacrolimus; azatioprina;
ciclosporina; sali d’oro.
Farmaci Biologici:
Infliximab; Etanercept; Adalimumab (anti TNFα)
Rituximab / Abatacept (II linea)
Antinfiammatori non steroidei non selettivi (FANS) o inibitori della COX2 (COXIBs)
FANS:
• Indometacina 50 mg b.i.d.
• Naprossene 550 mg b.i.d.
• Nimesulide 100 mg b.i.d.
Indicazioni in AR:
¬ Utili nel controllo sintomatico del dolore e nel migliorare tumefazioni articolari.
¬ NON sono la terapia dell’artrite reumatoide, in quanto forniscono sollievo temporaneo ma non
interferiscono con danno articolare
¬ Indicazione ad utilizzo al bisogno o in cicli di 1-2 settimane.
Effetti avversi FANS:
Tossicità gastrica (gastrite, ulcera gastrica); peggioramento funzione renale e ritenzione di volume; reazioni
allergiche cutanee e/o sistemiche; incompatibilità con terapie anticoagulanti in atto; cautela nei pazienti
con malattie cardiovascolari.
Effetti avversi COXIBs:
Peggioramento funzione renale e ritenzione di volume; rialzo pressorio (Etoricoxib); reazioni allergiche
cutanee e/o sistemiche; incompatibilità con terapie anticoagulanti in atto; cautela nei pazienti con malattie
cardiovascolari.
COXIBs:
• Celecoxib 200 mg b.i.d
• Etoricoxib 90 mg/die
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Terapia antiinfiammatoria con Glucocorticoidi
Farmaci estremamente diffusi sia per il trattamento in urgenza di condizioni critiche sia per il trattamento a
lungo termine di patologie croniche. Possono essere somministrati per via inalatoria, orale, rettale,
endovenosa, intramuscolare e intra-articolare.
Le dosi e la durata del trattamento variano molto in base alla patologia. Sono in grado di determinare
inibizione dell’asse ipotalamo-ipofisi-corteccia surrenalica (HPA), tanto che una brusca sospensione di una
terapia di lunga data può determinare insufficienza surrenalica (M. di Addison).
Quando sospendere la terapia steroidea?
� Quando si ottiene il migliore risultato terapeutico possibile
� Quando non si riesce ad ottenere un risultato terapeutico adeguato dopo congrua terapia (dose e
tempo)
� Quando gli effetti collaterali non consentono la prosecuzione della terapia (osteoporosi,
ipertensione, Cushing’s syndrome)
� Comparsa di una delle seguenti complicanze:
¬ Psicosi acuta indotta da steroide
¬ Ulcera corneale da Herpes virus
Sospensione brusca o graduale?
Soggetti ad alto rischio di soppressione asse HPA:
• Terapia con oltre 20 mg di prednisone al dì per più di 3 settimane
• Pazienti con segni clinici di sindrome di Cushing
Soggetti non considerati a rischio:
• Qualsiasi terapia steroidea di durata inferiore a 3 settimane purché non parenterale
Come scalare la dose di steroide:
• Da 5 a 10 mg/dì ogni 1-2 settimane se alte dosi (più di 40 mg di prednisone al giorno o equivalente).
• 5 mg/dì ogni 1-2 settimane se dosi comprese tra 20 e 40 mg di prednisone al dì.
• 2.5 mg/dì ogni 2-3 settimane per dosi di prednisone comprese tra 20 e 10 mg/dì.
• 1 mg/dì ogni 2-4 settimane per dosi di prednisone tra 10 e 5 mg/dì.
• 0.5 mg/dì ogni 2-4 settimane per dosi di prednisone inferiori a 5 mg/dì. Questo può essere ottenuto
alternando le dosi nei diversi giorni, es. 5 mg al giorno 1 e 4 mg al giorno 2.
31
Trattamento con Glucocorticoidi:
PREDNISONE (DELTACORTENE):
Dose di induzione: 0,5 mg/Kg/die (~25 mg/die) per 2-3 settimane quindi riduzione di 2,5 mg/settimana
(talora necessarie dosi maggiori (1 mg/Kg/die)
Dose di mantenimento: 5-10 mg/die
METILPREDNISONE (MEDROL):
Come per prednisone (conversione dose: PDN x 0.8)
Indicazione in AR:
� Potente effetto antinfiammatorio con regressione dell’artrite, che recidiva alla riduzione della dose
o alla sospensione
� Terapia di “bridging” ovvero indurre remissione in attesa di effetto dei DMARDs avviati in
concomitanza
� Da utilizzarsi al minor dosaggio e per il periodo più breve possibile
Effetti avversi (immediati):
Tossicità gastrica (gastrite, ulcera gastrica); ipertensione e ritenzione di volume; intolleranza
glicidica/diabete metasteroideo; insonnia, agitazione, effetti psichici.
Effetti avversi (uso cronico):
Diabete metasteroideo; osteoporosi; Cushing iatrogeno (facies lunare, gibbo, strie rubre, ipotrofia
muscolatura prossimale, neuropatia, fragilità capillare); cataratta; aumento pressione oculare.
DMARDs convenzionali (Disease Modifying Anti-Rheumatic Drugs)
Richiedono mesi per dispiegare un pieno effetto terapeutico; possono essere usati in combinazione (es.,
MTX + HCLQ). Si Inizia la terapia con FANS e generalmente la prima scelta è il metotrexate (MTX).
Indicazione in AR:
� Farmaci “modificanti la malattia” ovvero intervengono nel modificare la risposta immunitaria
contro le articolazioni
� Farmaci sempre necessari nel trattamento dell’AR, da mantenersi spesso per molti anni e da
avviarsi al momento della diagnosi (inutile e dannoso attendere)
� In alcuni casi un solo farmaco non è sufficiente: associazione tra 2 DMARDs o associazione DMARD
+ farmaci biologici
METOTREXATE:
Inibitore della diidrofolato reduttasi, responsabile della riduzione di diidrofolato a tetraidrofolato, la forma
attiva, indispnesabile per la sintesi di precursori degli acidi nucleici (timidilato e purine). A dosi elevate è un
citostatico antineoplastico, a dosi basse ha azione immunomodulante.
In terapia AR: FARMACO DI I LINEA
10-25 mg 1 volta la settimana im o po + acido folico 5 mg 1 cp dopo 48 ore.
Effetti avversi:
Epatite, pancitopenia, peggioramento funzione renale; intolleranza gastrointestinale, malessere/astenia;
stomatite ulcerativa (afte) o altre reazioni cutanee; reazioni allergiche; aumentato rischio infettivo
(modesto); TERATOGENO (sospeso 3-6 mesi prima del concepimento ciò vale anche per i maschi).
Richiede supplementazione di acido folico 1 mg al dì o acido folinico 2,5-5 mg alla settimana.
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SULFASALAZINA (SALAZOPYRIN):
Derivato dell’acido salicilico. In terapia AR:
Dose di mantenimento: 1000 mg b.i.d. (500 mg 2 cp b.i.d.)
(iniziare con 500 mg/die la prima sett, si incrementa di 500 mg/sett sino a dose di mantenimento)
Effetti avversi:
Epatite, pancitopenia, peggioramento funzione renale; intolleranza gastrointestinale, malessere/astenia;
reazioni allergiche (CROSSREATTIVITÀ CON ASPIRINA); colorazione arancione delle urine; disturbi
neurologici (emicrania, vertigini, neuropatia periferica).
Può essere impiegato in gravidanza.
IDROSSICLOROCHINA (PLAQUENIL):
Antimalarico. In terapia AR: 200 mg cp b.i.d
Effetti avversi:
Tossicità oculare per depositi del farmaco corneali o retinici; iperpigmentazione cutanea, alopecia,
esantemi; reazioni allergiche; disturbi neurologici: neuropatia periferica, cefalea, vertigini.
È il DMARD più sicuro di scelta in gravidanza.
LEFLUNOMIDE (ARAVA):
Inibitore pirimidinico, lunga emivita (Arava cp 10, 20 e 100 mg).
Dose d’attacco 100 mg/d per 3 giorni (molti esperti la sconsigliano); dose di mantenimento 10-20 mg qd.
Da assumersi con liquidi, ma non cibo.
Effetti avversi:
Diarrea (risponde a riduzione dosaggio); TERATOGENO (controllo livelli anni dopo se si considera
gravidanza!)
Ogni 2-4 settimane per i primi 3 mesi o dopo ogni
incremento di dose, quindi ogni 8-12 settimane.
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Farmaci biologici:
Etanercept, Infliximab, Adalimumab (TNF)
Anakinra (IL-1)
Abatacept (CTLA4)
Rituximab (CD20)
Farmaci anti-TNFα:
ETANERCEPT (EMBREL)
Proteina ricombinante di fusione di porzione terminale di un’immunoglobulina umana (Fc di IgG 1) con
recettore TNFα tipo II: è una falso recettore solubile per il TNFα.
Dose di mantenimento: 50 mg 1 fiala s.c. 1 volta la settimana.
INFLIXIMAB (REMICADE)
Ab chimerico monoclonale IgG1 anti-TNFα (parte variabile FAB di topo).
Dose: 3 mg/Kg ev da ripetere a 2 e 6 settimane, poi ogni 2 mesi aumentabile a 5 mg/Kg. Infusione lenta in 2
ore con monitoraggio parametri vitali, premedicazione con cortisonici e antistaminici.
ADALIMUMAB (HUMIRA)
Ab monoclonale umano anti-TNFα. Dose di mantenimento: 40 mg 1 fiala s.c. ogni 15 giorni.
Monovalenza:
La bivalenza di adalimumab e infliximab causa la formazione di immunocomplessi di TNFα solubile di peso
molecolare variabile tra i 600 e i 5000 kD. Tale fenomeno, potenzialmente responsabile di lisi di macrofagi
e di linfociti T, non si verifica con etanercept e con certolizumab.
Indicazione in AR:
Farmaci “modificanti la malattia” per AR refrattaria al trattamento con Metotrexate o altri DMARDs
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Effetti avversi / Precauzioni:
• Riattivazione tubercolare (necessario screening con intradermorazione di Mantoux, valutazione
anamnestica se esposizione ad infezione, segni Rx di pregressa TBC. Se uno dei precedenti risulta
positivo → profilassi con isoniazide per 9 mesi).
• Riattivazione HBV (eventuale profilassi con lamivudina).
• Aumentato rischio infettivo con suscettibilità a infezioni gravi.
• Rischio infusionale allergico, solo per infliximab; per i SC reazioni allergiche cutanee locali.
• Esacerbazione o slatentizzazione di eventi demielinizzanti SNC
• Peggioramento della funzione cardiaca in SCC NIHA III-IV
• Interruzione della terapia in gravidanza o per chirurgia
DMARDs & Biologici – Combinazioni razionali:
� Metotrexate + Idrossiclorochina
� Sulfasalazina + Idrossiclorochina
� Metotrexate + Sulfasalazina
Tutti i farmaci anti-TNFα dovrebbero sempre essere associati ad 1 DMARD, preferibilmente Metotrexate
(minore efficacia se usati in monoterapia). Non sono possibili associazioni tra farmaci biologici (anti-TNFα o
altre classi).
ANAKINRA
Antagonista del recettore per IL-1. Kineret sir. 100 mg, 1 iniez. SC qd.
ABATACEPT
Proteina di fusione tra domain extracellulare di CTLA4 (Cytotoxic T-Lymphocyte Ag 4) umana e un
frammento del domain Fc di una IgG1 umana. Inibisce la co-stimolazione delle T-cells.
Orencia f 250 mg ≅ 10 mg/kg (750 mg per 75 kg) → 2-4 fl (<60; 60-100; >100 kg) ogni 4 settimane.
RITUXIMAB
Anticorpo monoclonale chimerico (topo/uomo) anti CD20. Mabthera fl 500 mg EV; dose: 1000 mg (2fl) EV,
seguita da una seconda infusione 2 settimane dopo. Prima infusione con velocità iniziale 50 mg/h,
incrementabile di 50 mg/h ogni 30 min (max 400 mg/h). Seconda infusione 100 mg/h, incrementabile di
100 mg/h ogni 30 min (max 400 mg/h).
Porta a prolungata deplezione di B-cells.
Terapia fisica-riabilitativa
È fortemente consigliato che il paziente con AR mantenga un’adeguata e costante terapia fisica-riabilitativa.
Mantenere attività fisica aerobica moderata è utile per il potenziamento muscolare e il mantenimento della
motilità articolare. Si possono eseguire esercizi specifici per mantenere la motilità delle articolazioni delle
mani: pallina antistress ogni 1-2 ore, esercizi contro parete.
Terapie fisiche quali:
Stimolazione Nervosa Elettrica Transcunanea (TENS); applicazione di calore; bagni di paraffina calda
possono migliorare controllo del dolore.
Confronto costi DMARDs (convenzionali e biologici).
Metotressate per os: 12.5 mg/sett → 4.99 Euro/mese + lederfolin 7.5 mg → circa 12 Euro/mese
Anakinra f SC: 100 mg SC/d → 2,302.72 Euro/mese
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Terapia del Diabete Mellito
DIAGNOSI
Riscontro in 2 occasioni differenti di due combinazioni tra quanto sotto indicato:
¬ Glicemia (plasma) random ≥200 mg/dL, con polidipsia, poliuria, polifagia, o calo ponderale.
¬ Glicemia a digiuno ≥126 mg/dL.
¬ Valore alla seconda ora di OGTT ≥200 mg/dL (carico orale 75 g glucosio).
CLASSIFICAZIONE
DM di tipo I: caratterizzato da insufficiente produzione di insulina per distruzione delle cellule β del
pancreas, per cui la terapia è rappresentata dalla somministrazione di insulina.
DM di tipo II: caratterizzato da resistenza all’azione dell’insulina e, con il progredire della malattia, da
insufficiente secrezione insulinica. La terapia è basata sia sull’impiego di farmaci attivi per via orale che sulla
somministrazione di insulina.
È molto importante in entrambi i casi mantenere un regime dietetico adeguato con il giusto apporto
calorico evitando picchi glicemici e ipoglicemie. I pazienti con DM 1 hanno un equilibrio metabolico molto
più precario rispetto ai pazienti con DM 2 che, seppure minima, hanno una produzione propria di insulina
anche nelle fasi più avanzate di malattia (< rischio di chetoacidosi).
La sospensione della terapia insulinica in un paziente con DM 1 può essere un rischio per la vita perché
induce una grave chetoacidosi, condizione che non si verifica così velocemente e gravemente in un DM 2. In
caso di chetoacidosi è necessario avviare una terapia insulinica EV con dosaggi calcolati sui livelli di pH
plasmatico. Quando la glicemia arriva a valori <200 mg/dL l’infusione non viene interrotta ma associata a
glucosata. Questo favorisce l’ingresso di substrati energetici intracellulari, che erano depleti nella
condizione di chetoacidosi (si reintegra la quota di glicogeno nelle cellule).
Negli adolescenti sono stati documentati casi di totale rifiuto della malattia con conseguente mancata
assunzione di terapia, per cui è molto importante un’adeguata educazione dei pazienti e delle famiglie.
La resistenza insulinica è la condizione che precede l’insorgenza di DM 2, caratterizzata da iperinsulinemia
con metabolismo glucidico inizialmente normale. È una malattia poligenica, eterogenea con trasmissione
non mendeliana e determina insorgenza di DM quando la secrezione insulinica diviene inadeguata.
I fattori ambientali e comportamentali interagiscono con la predisposizione genetica nello sviluppo di DM 2
(età, sedentarietà, dieta e obesità) e numerosi fattori bioumorali e citochine determinano aumento della
resistenza insulinica (glicemia cronicamente elevata, FFA, TNFα).
Tessuto adiposo e resistenza insulinica:
Anche gli adipociti vanno incontro a resistenza insulinica e svolgono un ruolo chiave nell’accentuarla e nel
favorire la progressione verso il DM. Il processo è favorito da produzione di citochine infiammatorie come
TNFα , che determinano insulino-resistenza e dalla liberazione di FFA.
L’insulina elevata favorisce l’aumento ponderale (aumento della rappresentazione del tessuto adiposo) che
innesca un circolo vizioso di difficile controllo terapeutico.
I pazienti con DM dovrebbero assumere 3 pasti/die (ammessi 2 spuntini ma con basso apporto calorico). I 3
pasti devono essere coperti da insulina in modo che i tessuti possano mettere da parte i substrati energetici
per i periodi di digiuno fra i pasti.
La resistenza è favorita da: _ alterazioni del recettore per l’insulina
_ alterazioni della trasduzione
_ alterazioni dell’esochinasi (il glucosio entra ed esce di nuovo dalla cellula)
36
Consensus document ADA/EASD:
La terapia dovrebbe mirare a raggiungere e mantenere soddisfacenti livelli di glicemia a digiuno (80-120
mg/dL) e di emoglobina glicata (<7%,se possibile <6.5%), ma anche a conseguire variazioni limitate delle
glicemie postprandiali (<160mg/dL) e ad evitare le ipoglicemie.
I pazienti che sono più attenti (valori glicemici sempre intorno a 80-90 mg/dL a digiuno) sono più a rischio di
ipoglicemia. Se il paziente ha fame, è nervoso, irritabile o agitato, misurare la glicemia e se ridotta dare
dello zucchero (di più facile assorbimento come frutta, saccarosio …).
Target di HbA1c, FBG e PPBG:
*Range normale: 4-6%; **1-2h post-prandiale; † ADA e ADA/EASD guidelines raccomandano di mantenere I livelli di HbA1c il più possibile vicino al
normale (<6%) senza evidenza di significative ipoglicemie.
Obiettivi del trattamento:
• Glicemia a digiuno 80-120 mg/dl
• Glicemia serale <120 mg/dl
• HbA1c <7 (6.5)%
• PA <130/80 mm Hg
Obiettivi meno ambiziosi giustificati in pazienti con limitata aspettativa di vita, anziani a rischio di
ipoglicemia.
In caso di coma ipoglicemico somministrare in urgenza 1 fl IM di glucagone (in H flebo di glucosata). Si usa
glucagone perché permette liberazione di substrati energetici sia da glicogenolisi che da gluconeogenesi,
per cui si ottiene un parziale aumento della glicemia. Va poi aiutata con reintegro delle riserve energetiche,
quindi al risveglio è necessario far mangiare il paziente.
Strumenti terapeutici:
• Educazione: nutrizione; esercizio fisico.
• Farmaci (per os)
• Insuline
STORIA NATURALE del DM 2 →
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NUTRIZIONE
La dieta rappresenta il cardine della terapia:
• Perdita di peso (10-15%) in chi è in sovrappeso o obeso
• Dieta ipocalorica (-400 kcal/d)
• Dieta personalizzata in base all’attività, ai gusti e alle esigenze del pz (altrimenti scarsa aderenza)
Composizione della dieta:
The American Diabetes Association (ADA) recommends about 45–65% of total daily calories in the form of
carbohydrates; 25–35% in the form of fat (of which < 7% are from saturated fat), and 10–35% in the form of
protein. In patients with type 2 diabetes, limiting the carbohydrate intake and substituting some of the
calories with monounsaturated fats, such as olive oil, rapeseed (canola) oil, or the oils in nuts and avocados,
can lower triglycerides and increase HDL cholesterol. Patients with type 1 diabetes or type 2 diabetes who
take insulin should be taught "carbohydrate counting," so they can administer their insulin bolus for each
meal based on its carbohydrate content. In obese individuals with diabetes, an additional goal is weight
reduction by caloric restriction.
¬ Proteine = 10-20% calorie;
¬ Carboidrati = 50-60% (frutta, verdura, cereali integrali, prodotti caseari scremati)
¬ Grassi saturi = <10%; grassi poli-insaturi = <10%; colesterolo max 300 mg/d
¬ Fibre = 25-35 g/d
L’educazione del paziente è basata sul mantenere costante, giorno per giorno, la quantità di carboidrati ad
ogni pasto.
Considerazioni sulla dieta:
� Ogni grammo di carboidrati (CHO) fornisce 4 Kal (→ dieta di 1600 Kal dovrebbe essere cosmtuita da
circa 200 gr di CHO)
� Distribuire i CHO prevalentemente nei pasti che precedono l’attività fisica
� Per brevi periodi in caso di scompenso possono essere utili regimi più restrittivi (100 gr di CHO al dì)
ESERCIZIO FISICO
Prescrizione individualizzata (utile valutare riserva coronarica prima di autorizzare o incoraggiare l’attività
fisica).
Esercizio aerobico = movimento ritmico di grandi gruppi muscolari (camminare, correre, andare in
bicicletta, nuotare, giocare a tennis, fare sci di fondo).
Esercizio anaerobico = movimenti rapidi e brevi (sollevare pesi, fare flessioni).
Iniziare da 10 min 3/sett. →30-45 min q. tutti i giorni; preceduto da attività aerobica lenta e stretching.
Livelli glicemici e esercizio
Controllare livelli glicemici prima e (se dura >1 h) durante esercizio; attenzione a sintomi di ipoglicemia e di
coronaropatia.
• Se glicemia <100 mg/dl, assumere circa 15 g di carboidrati complessi (pane)
• Se glicemia >240 mg/dl: controllo chetonuria; se chetoni presenti, posporre esercizio
• Se glicemia >300 mg/dl, posporre comunque esercizio
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FRUTTA
VERDURA/ORTAGGI
ALIMENTO quantità peso gr. CHO gr. CHO %
Minestrone in lattina 1 porzione 250 16 6
Piselli freschi crudi
100 7 7
Minestrone di legumi in lattina 1 porzione 250 28 11
Patate lesse 1 porzione 100 18 18
Patate arrosto 1 porz. Media 100 26 26
Patate fritte 1 porz. Media 100 30 30
Ceci crudi
100 47 47
Fagioli crudi
100 51 51
Lenticchie crude
100 51 51
Patatine classiche 1 pacchetto 35 23 66
Mais
100 75 75
ALIMENTO quantità peso gr. CHO gr. CHO %
Cocomero
100 4 4
Fragole
100 5 5
Pesche
100 6 6
Albicocche
100 7 7
Melone
100 7 7
Arance
100 8 8
Ciliegie
100 8 8
Kiwi
100 9 9
Pera
100 9 9
Fichi
100 12 12
Mela
100 13 13
Banana 1 media 150 22 15
Uva
100 15 15
Cachi 1 medio 150 24 16
Castagne fresche n. 12 100 37 37
Fichi secchi
100 58 58
Datteri n. 6 40 25 63
Uva passa
100 72 72
39
ALIMENTO quantità peso gr. CHO gr. CHO %
Yogurt intero bianco S/zucchero 1 vasetto 125 5 4
Latte vaccino parzialmente scremato 1 bicchiere 200 10 5
Spumante dolce 1 flute 160 8 5
Yogurt magro alla frutta 1 vasetto 125 12 10
Yogurt intero alla frutta 1 vasetto 125 20 16
Gnocchi di patate a crudo 1 por. Media 180 54 30
Pane comune 1 michetta 60 38 63
Farro
100 67 67
Fette biscottate 4 fette 32 22 69
Fette biscottate integrali 4 fette 32 22 69
Grissini classici 6 30 21 70
Farina di frumento
15 11 73
Cus Cus
100 75 75
Riso integrale crudo 1 porz. Media 80 62 78
Pasta di semola a crudo 1 porz. Media 80 63 79
Cracker salati, media 1 pacchetto 30 24 80
Farina di mais
15 12 80
Riso crudo 1 porzione 80 65 81
Gallette di riso 4 34 28 82
Cornflakes (valore medio) 1 porzione 30 26 87
Farina di riso
15 13 87
Pane Carasau 3 fogli 60 55 92
Zucchero bianco
10 10 100
PIATTI COTTI
ALIMENTO quantità peso gr. CHO gr. CHO %
Cannelloni 1 porzione 250 42 17
Lasagne 1 porzione 350 65 19
Polenta cotta 1 porz. Media 240 48 20
Pizza al taglio
100 53 53
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FARMACI IPOGLICEMIZZANTI ORALI
� Sulfoniluree
� Meglitinidi
� Biguanidi
� Tiazolidinedioni
� Inibitori dell’α-glucosidasi
(↓digestione dei carboidrati)
� Incretina-mimetici (inibitori DPP-4)
SULFONILUREE
Cinetica : Inizio <60 min
Picco 2-4 h
Durata 12-24 h
Solitamente non usati come prima scelta; possono essere associati
a metformina.
Eventi avversi:
Ipoglicemia; aumento di peso; fotosensibilità; vertigine; trombocitopenia; disturbi GI; reazioni cutanee
allergiche; reazione tipo disulfiram.
Interazioni farmacologiche:
Potenziano ipoglicemia
Anticoagulanti; Salicilati; Sulfamidici; Inibitori MAO; Antidepressivi triciclici; Antifungini azolici.
Diminuiscono azione
BBL, diuretici, Ca-antagonisti; Corticosteroidi, estrogeni, ormone tiroideo; Simpatomimetici, fenotiazine;
Isoniazide, fentoina, acido nicotinico.
Glibenclamide (gliburide)
Daonil cp 5 mg. Fino a 2 cp a pranzo (unica dose), eventuale ulteriore dose durante pasto serale. The average maintenance dose of glyburide is 5–10 mg/d given as a single morning dose; maintenance doses higher than 20 mg/d
are not recommended. Some reports suggest that 10 mg is a maximum daily therapeutic dose, with 15–20 mg having no additional
benefit in poor responders and doses over 20 mg actually worsening hyperglycemia. Glyburide is metabolized in the liver into
products with hypoglycemic activity, which probably explains why assays specific for the unmetabolized compound suggest a
plasma half-life of only 1–2 hours, yet the biologic effects of glyburide are clearly persistent 24 hours after a single morning dose in
diabetic patients. Glyburide is unique among sulfonylureas in that it not only binds to the pancreatic B cell membrane sulfonylurea
receptor but also becomes sequestered within the B cell. This may also contribute to its prolonged biologic effect despite its
relatively short circulating half-life.
Glimepiride
Amaryl cp 1, 2, 3, 4, 6 mg. Dose iniziale 1 mg qd, aumentabile fino a 4 mg/d (max 6 mg/d).
Stimolo secrezione
insulina
Riduzione insulino -
resistenza
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Gliclazide
Diamicron cp 80 mg.
Precauzioni: Anziani; allergici a sulfamidici.
Somministrazione: 1-2 volte al dì (meglio ogni 12h ore piuttosto che “prima dei pasti” data la loro
cinetica-inizio a 60 min; picco a 2-4h-).
MEGLITINIDI
Cinetica: Inizio azione <30 min
Durata 2-3 h
Assunzione ai pasti
Eventi avversi:
Ipoglicemia, vertigine; cefalea; infezioni vie respiratorie superiori; diarrea.
Interazioni farmacologiche (meglitinidi) (CYP3A4, CYP2C9):
Potenziano effetti
Antifungini azolici; Salicilati e FANS; Sulfamidici; Ormone tiroideo; Estroprogestinici .
Diminuiscono effetti
Rifampicina; Barbiturici; Carbamazepina.
Repaglinide
Prandin, Novonorm cp 0.5, 1 e 2 mg. È l’unico in commercio in Italia.
Dose iniziale 0.5 mg subito prima del pasto, aggiustamenti ogni due settimane. Dose max 4 mg, dose max
giornaliera 16 mg. Metabolismo prevalentemente epatico (90%), non C/I se paziente con IR.
Nateglinide (non disponibile in Italia)
Nateglinide e repaglinide stimolano il rilascio di insulina. Entrambe agiscono rapidamente, hanno una breve durata d’azione e
vanno somministrate subito prima dei pasti. La repaglinide può essere usata da sola nei pazienti non in sovrappeso o per i quali la
metformina è controindicata o non tollerata, oppure può essere usata in associazione con la metformina. La nateglinide (non in
commercio in Italia) è autorizzata solo per l’uso in associazione con la metformina.
Repaglinide is structurally similar to glyburide but lacks the sulfonic acid-urea moiety. It acts by binding to the sulfonylurea receptor
and closing the ATP-sensitive potassium channel. It is rapidly absorbed from the intestine and then undergoes complete
metabolism in the liver to inactive biliary products, giving it a plasma half-life of < 1 hour. The drug therefore causes a brief but
rapid pulse of insulin. The starting dose is 0.5 mg three times a day 15 minutes before each meal. The dose can be titrated to a
maximal daily dose of 16 mg. Like the sulfonylureas, repaglinide can be used in combination with metformin. Hypoglycemia is the
main side effect. In clinical trials, when the drug was compared with a long-duration sulfonylurea (glyburide), there was a trend
toward less hypoglycemia. Like the sulfonylureas also, repaglinide causes weight gain. Metabolism is by cytochrome P450 3A4
isoenzyme, and other drugs that induce or inhibit this isoenzyme may increase or inhibit (respectively) the metabolism of
repaglinide. The drug may be useful in patients with kidney impairment or in the elderly.
BIGUANIDI
Introdotti negli ultimi anni ’50; meccanismo d’azione non ancora del tutto chiarito: risultano anti-
iperglicemizzanti piuttosto che ipoglicemizzanti, perché agiscono prevalentemente inibendo la
gluconeogenesi epatica.
Cinetica: Emivita 4-6 h
Durata 6-24 h
Escrezione renale in forma immodificata
Dosaggio 1-3 al giorno
42
Eventi avversi:
Diarrea; nausea, vomito; flatulenza, gonfiore addominale; gusto metallico, anoressia; acidosi lattica
(soprattutto con fenformina- non più in commercio- e in pazienti che sviluppano IR).
Interazioni farmacologiche:
Potenziano l’effetto
Farmaci cationici (digossina, amiloride, morfina, procainamide, chinidina); Cimetidina; mezzi di contrasto
iodati; Nifedipina; Alcol.
Metformina (SSN)
Metforal cp 500, 850 e 1000 mg. 1 cp 2-3 volte al giorno (dose max 3 g/die).
Metformin's primary action is on the liver, reducing hepatic gluconeogenesis by activating adenosine monophosphate-activated
protein kinase (AMPK), which acts as an intracellular energy sensor, and has a critical role regulating gluconeogenesis. LKB1 is a
protein threonine kinase that phosphorylates and activates AMPK; it was recently reported that in mice the deletion of LKB1
function in the liver results in hyperglycemia with increased gluconeogenic and lipogenic gene expression. The deletion of LKB1 also
eliminated the glucose lowering effect of metformin, providing genetic proof for the hypothesis that metformin lowers glucose
levels by AMP kinase activation.
Metformin has a half-life of 1.5–3 hours, is not bound to plasma proteins, and is not metabolized in humans, being excreted
unchanged by the kidneys.
Metformin is the first-line therapy for patients with type 2 diabetes. The current recommendation is to start this drug at diagnosis.
A side benefit of metformin therapy is its tendency to improve both fasting and postprandial hyperglycemia and
hypertriglyceridemia in obese diabetics without the weight gain associated with insulin or sulfonylurea therapy. Metformin is
ineffective in patients with type 1 diabetes. Patients with chronic kidney disease (calculated glomerular filtration rate < 50 mL/min)
should not be given this drug because failure to excrete it would produce high blood and tissue levels of metformin that could
stimulate lactic acid overproduction. Likewise, patients with liver failure or persons who abuse alcohol should not receive this drug;
lactic acid production from the gut and other tissues, which rises during metformin therapy, could result in lactic acidosis when
defective hepatocytes cannot remove the lactate or when alcohol-induced reduction of nucleotides interferes with lactate
clearance.
C/I alla metformina:
• Insufficienza renale
• Scompenso cardiaco
• Imaging con mdc iodati
• Acidosi metabolica acuta o cronica
TIAZOLIDINEDIONI (TZD)
Cinetica: Assorbimento in 2 h
Max effetto dopo 6-12 settimane
Metabolismo epatico
Eventi avversi:
Epatotossicità; aumento di peso, edemi; modifiche lipidi plasmatici; anemia; infezioni vie respiratorie.
Effetto dei TZD:
Agonisti del recettore nucleare PPAR-γ (peroxisome proliferator-activated receptor γ)
� aumentano il deposito di FFA nel tessuto adiposo riducendone la concentrazione circolante
� inducono espressione e traslocazione sulla membrana cellulare di Glut-4
� riducono la liberazione da parte degli adipociti di TNFα
Inoltre: decreased hepatic glucose output, increased adiponectin and decreased release of resistin from adipocytes, and increased
differentiation of preadipocytes into adipocytes. They have also been demonstrated to decrease levels of plasminogen activator
inhibitor type 1, matrix metalloproteinase 9, C-reactive protein, and interleukin 6. Like the biguanides, this class of drugs does not
cause hypoglycemia.
43
Meccanismo d’azione TZD:
Thiazolidinediones reduce insulin resistance in skeletal muscle by activation of the gamma-
isoform of the peroxisome proliferator–activated receptor in the nucleus, thereby affecting
the transcription of several genes involved in glucose and lipid metabolism and energy
balance. Among the genes that are affected are those that code for lipoprotein lipase, fatty
acid transporter protein, adipocyte fatty acid–binding protein, fatty acetyl-CoA synthase,
malic enzyme, glucokinase, and the GLUT-4 glucose transporter.
These agents induce peroxisome proliferator-activated receptor (PPAR)- binding to nuclear
receptors in muscle and adipocytes, allowing insulin-stimulated glucose transport. Three PPARs have been identified to date: PPAR-
alfa, PPAR-delta (also known as PPAR-beta), and PPAR-gamma. After ligand binding, PPARs change their conformation to permit the
recruitment of one or more coactivator proteins. The first mechanism, transactivation, is DNA-dependent and consists of binding
PPAR components with target genes and heterodimerization with the retinoid X receptor. The second mechanism, transrepression,
interferes with other transcription factor pathways that are not DNA-dependent. The protein kinase C signaling pathway functions
as a molecular switch that dissociates with transactivation and transrepression properties of PPAR. PPAR resides mainly in the liver,
heart muscle, and vascular endothelium; when it is activated, it controls genes that regulate lipoprotein levels and confers
antiinflammatory effects. PPAR is located mainly on adipocytes, but is also found in pancreatic cells, vascular endothelium, and
macrophages.
Precauzioni:
• Rischio di aumentata frequenza eventi ischemici (th long term ↑ S. ischemiche del miocardio)
• Monitoraggio LFTs prima e durante trattamento
• Non usare se transaminasi >2.5×
Dosaggio:
Rosiglitazone 1 volta al giorno
Pioglitazone 1-2 volte al giorno
Interazioni farmacologiche:
Aumentati effetti da Gemfibrozil, Ritonavir
Potenzia effetti di Amiodarone, Amfetamine, BBL, SSRIs
Diminuiti effetti da Carbamazepina, Fenobarbital, Fenitoina, Rifampicina
Rosiglitazone
Avandia cp 1, 2, 4, 8 mg. Dose iniziale: 4 mg/die in 1-2 somministrazioni qd (max 8 mg) durante o lontano
dai pasti.
Pioglitazone
Actos cp 15, 30 mg. Dose iniziale: 15-30 mg in singola dose, max 45 mg/d.
INIBITORI DELL’ALFA-GLUCOSIDASI α-Glucosidase inhibitors competitively inhibit the α-glucosidase enzymes in the
gut that digest dietary starch and sucrose. Two of these drugs—acarbose and
miglitol—are available for clinical use. Both are potent inhibitors of
glucoamylase, α-amylase, and sucrase but have less effect on isomaltase and
hardly any on trehalase and lactase. Acarbose binds 1000 times more avidly to
the intestinal disaccharidases than do products of carbohydrate digestion or
sucrose. A fundamental difference between acarbose and miglitol is in their
absorption. Acarbose has the molecular mass and structural features of a
tetrasaccharide, and very little (about 2%) crosses the microvillar membrane.
Miglitol, however, has a structural similarity with glucose and is absorbable.
Both drugs delay the absorption of carbohydrate and lower postprandial glycemic excursion.
Gli inibitori dell’α-glucosidasi non sono molto usati perché mal tollerati e poco efficaci.
Attività dell’acarbosio: glucoamilasi > sucrasi > maltasi.
Cinetica: Inizio immediato (assunzione con il primo boccone di cibo, 3 dosi qd)
Picco a 2 h
Durata 6 h
Acarbosio non assorbito
Miglitol assorbito e eliminato per via renale in forma immodificata
C/I:
IBD; ulcere del colon; ostruzione intestinale
Acarbosio (SSN)
Glucobay cp 50, 100 mg. Dosaggio: 1 cp
Sospeso per effetti avversi GI dal 60% dei pazienti in
30-50% degli altri farmaci ipoglicemizzanti.
INCRETINA-MIMETICI E DPP-4 INIBITORI
Effetti delle incretine:
GIP (glucose-dependent insulinotropic polypeptide)
Prodotto da cellule K di duodeno e digiuno prossimale
rilascio glucosio-dipendente di insulina dalle
Incretine e DPP-4:
Entrambi questi ormoni (GLP-1 e GIP) vengono rapidamente
inattivati dall’enzima DPP-4 (DiPeptidil Peptidasi 4).
GLP-1 (7-36) amide is not very useful for treatment since it mu
by continuous subcutaneous infusion. Several long
insulinotropic activity have been developed and two, exenatide (Byetta) and
liraglutide (Victoza), have been approved for use in the U.S. The main disadvantage
of these GLP-1 analogs is that they must be administered by subcutaneous injection.
Exenatide
Agonista del recettore del GLP-1; più resistente di GLP
Isolato dalla saliva del mostro di Gila
terapeutica, ma vi si ricorre in caso di resistenza agli altri farmaci ipoglicemizzanti orali.
Byetta penne 5, 10 mg; 1 iniezione SC nei 60 min precedenti il pasto (mattina, sera; pranzo, cena se separati
da almeno 6 h). Dose iniziale: 5 mg bid; aumentabile dopo
Indicazione:
Trattamento di pazienti che non abbiano ottenuto controllo ottimale con dosi max di SU e/o BG
Eventi avversi:
Nausea (calo ponderale); pancreatite
o immediato (assunzione con il primo boccone di cibo, 3 dosi qd)
Acarbosio non assorbito
iglitol assorbito e eliminato per via renale in forma immodificata
struzione intestinale; malattie intestinali croniche.
1 cp 3 volte al giorno (dose max 200 mg 3 volte al giorno
Sospeso per effetti avversi GI dal 60% dei pazienti in 3 anni. Efficacia nel controllo della glicemia inferiore al
maci ipoglicemizzanti.
4 INIBITORI
Il glucosio PO stimola un rilascio di insulina 3
tramite ormoni intestinali: le incretine.
Le principali sono:
GLP-1 (glucagon-like peptide 1)
Prodotto da cellule L di ileo e colon; stimola
dipendente di insulina dalle β-cellulle pancreatiche.
rilascio epatico di glucosio tramite inibizione della risposta delle
α-cellule con glucagone.
dependent insulinotropic polypeptide)
K di duodeno e digiuno prossimale; stimola il
dipendente di insulina dalle β-cellule pancreatiche.
1 e GIP) vengono rapidamente
4 (DiPeptidil Peptidasi 4).
36) amide is not very useful for treatment since it must be administered
by continuous subcutaneous infusion. Several long-lasting analogs that have
insulinotropic activity have been developed and two, exenatide (Byetta) and
liraglutide (Victoza), have been approved for use in the U.S. The main disadvantage
1 analogs is that they must be administered by subcutaneous injection.
iù resistente di GLP-1 all’azione di DPP-4: emivita 2.4 h, durata 6 h
Isolato dalla saliva del mostro di Gila. È un farmaco molto costoso e non viene impiegato come prima scelta
terapeutica, ma vi si ricorre in caso di resistenza agli altri farmaci ipoglicemizzanti orali.
SC nei 60 min precedenti il pasto (mattina, sera; pranzo, cena se separati
niziale: 5 mg bid; aumentabile dopo 1 mese se tollerato a 10mg bid.
rattamento di pazienti che non abbiano ottenuto controllo ottimale con dosi max di SU e/o BG
ancreatite; ipoglicemia s.t. se associato a SU. Non indicato se FG <30 ml/min
44
o immediato (assunzione con il primo boccone di cibo, 3 dosi qd)
volte al giorno).
Efficacia nel controllo della glicemia inferiore al
Il glucosio PO stimola un rilascio di insulina 3-4× il glucosio EV,
timola il rilascio glucosio-
ulle pancreatiche. Sopprime
rilascio epatico di glucosio tramite inibizione della risposta delle
4: emivita 2.4 h, durata 6 h.
lto costoso e non viene impiegato come prima scelta
terapeutica, ma vi si ricorre in caso di resistenza agli altri farmaci ipoglicemizzanti orali.
SC nei 60 min precedenti il pasto (mattina, sera; pranzo, cena se separati
1 mese se tollerato a 10mg bid.
rattamento di pazienti che non abbiano ottenuto controllo ottimale con dosi max di SU e/o BG.
Non indicato se FG <30 ml/min.
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Sitagliptin
Inibitore orale di DPP-4; prolunga l’azione di GLP-1 e GIP secreti per via endogena.Non associato a nausea.
Januvia cp 25, 50, 100 mg. Dose abituale 100 mg in singola somministrazione qd, indipendente dai pasti (da
ridursi in funzione del FG 30-50 ml/min = 50 mg, <30 ml/min = 25 mg). Indicato in associazione a
metformina o agonisti PPAR-γ.
Eventi avversi:
Rinofaringiti, reazioni cutanee.
TERAPIA INSULINICA
Prodotta dalle cellule β del pancreas a partire dal precursore polipeptidico preproinsulina, costituita da una
singola catena di 86 aa, per taglio proteolitico. Si ottiene prima la proinsulina e da questa per distacco del
peptide C (peptide interno di 31 aa) l’insulina, che risulta formata da due catene amminoacidiche di 21 e 30
aa, rispettivamente la catena A e B, unite tra loro da ponti disolfuro.
L’insulina, piccola proteina di 6 KDa, viene conservata nel citoplasma delle cellule β all’interno di vescicole
secretorie che la rilasciano nel plasma in seguito a stimoli secretagoghi: glicemia, gastrina, GP-1, VIP, aa,
altri nutrienti, sistema parasimpatico.
Il profilo di secrezione è pulsatile con piccoli picchi che si susseguono ogni 10 minuti e grandi picchi della
durata di 2-3 ore in corrispondenza dei pasti.
Insulina ad azione rapida
L’insulina bovina estratta e purificata, differisce dall’insulina umana per 3 aa.
L’insulina porcina estratta e purificata, differisce dall’umana per 1 solo aa.
Questi due tipi di insulina sono stati abbandonati.
L’insulina ricombinante umana, ottenuta grazie a tecniche di biologia molecolare, è la meno immunogenica.
Questi tre tipi di insulina sono definiti regolari o “ad azione rapida”, formano dimeri ed esameri nel
sottocute. L’effetto ipoglicemizzante inizia dopo 30-60 minuti, il picco plasmatico è ottenuto dopo circa 2h
e l’azione si protrae per alcune ore (4-6h).
La differenza fra le cinetiche dei vari tipi di insulina si ottiene solamente con somministrazioni SC, se venissero somministrate EV
avrebbero tutte la stessa durata d’azione.
Insulina ad azione intermedia (NPH) e lenta (Zn)
Nel tempo si è cercato di sintetizzare insuline che avessero una durata d’azione sempre maggiore nel
tentativo di mimare il più possibile la secrezione fisiologica dell’ormone. Tutte le insuline, una volta nel
sottocute, formano dimeri e/o esameri; tanto più questi aggregati sono stabili tanto più lentamente
l’insulina arriva nel sangue.
Insulina intermedia NPH (neutral protamine Hagedorn) protaphane o isophane insulin suspension:
sospensione di insulina complessata con zinco e protamina in tampone fosfato.
Insulina lenta (extended zinc insulin) insieme di insulina cristallizzata e amorfa in tampone acetato.
46
Lyspro (Humalog)
Inversione di una Lys con una Pro che assumono rispettivamente la posizione 28 e 29 nella catena B
dell’insulina. Assorbimento nel sangue veloce con picco a 30 minuti e durata di circa 4h; mima meglio la
secrezione fisiologica di insulina in corrispondenza dei pasti (somministrazione immediatamente prima del
pasto o subito dopo in base all’introito calorico, come per es. avviene in ospedale nei pazienti con nausea
e/o vomito).
Aspart (Novorapid)
Sostituzione di una Pro con un Asp in posizione B28. Ha caratteristiche analoghe a Lyspro.
Regular (Humulin R)
Insulina ricombinante umana, la sua concentrazione non scende in modo brusco, quindi a distanza di 4-5h
dal pasto c’è comunque rischio di ipoglicemia. Inoltre, anche se la somministrazione viene fatta 30-45
minuti prima dei pasti, non è detto che il farmaco riesca a coprire il picco glicemico post-prandiale (per es.
dopo un pasto con carboidrati a rapido assorbimento).
Protaphane (NPH, Humulin I)
Per coprire le 24h è necessario fare due somministrazioni al giorno, questo comporta però un rischio di
ipoglicemia, soprattutto notturna.
Glargine (Lantus)
Aggiunta di 2 Arg in coda al 30° amminoacido della catena B dell’insulina. È l’insulina sintetica che permette
di garantire un livello minimo basale di insulina simile a quello fisiologico, per questo è utilizzata
prevalentemente come somministrazione serale.
CINETICA della SECREZIONE di INSULINA nel
SOGGETTO NORMALE
CINETICA delle DIVERSE FORMULAZIONI di
INSULINA e ANALOGHI LENTI
Viene indicata con la curva gialla la cinetica degli
analoghi rapidi (per es. lispro e aspart).
Impostazione terapia DM 2
� Dieta concordata con il paziente
� Se non C/I avviare metformina (anche nel paziente normopeso) iniziando con 500 mg 2v/die da
aumentare, se necessario, gradualmente fino ad arrivare a 1 g 3v/die.
� Se non sufficiente aggiungere farmaco secretagogo ( sulfonilurea o incretina).
� Nelle fasi avanzate o di scompenso di malattia può essere necessario avviare terapia insulinica.
47
Impostazione terapia DM 1
� Dieta concordata con il paziente
� Necessario avviamento con terapia insulinica con dose iniziale di 0,4 U/kg nelle 24 ore.
� La dose ottimale che si raggiunge in genere è più elevata 0.6-0.7 U/kg.
� La dose deve essere somministrata al 50% come Insulina lenta e il restante 50% come rapida
suddivisa tra i tre pasti.
� La dose di insulina somministrata ai pasti è variabile in base ai valori di glicemia pre-prandiale, al
pasto che verrà assunto, all’attività fisica che verrà svolta.
� Durante la pubertà il fabbisogno insulinico aumenta
� In caso di febbre, infezioni o patologie acute (tutte le condizioni di stress sistemico, compreso il
parto) il fabbisogno di insulina aumenta.
Terapia insulinica “intensiva”
Schema terapeutico finalizzato a garantire un apporto di insulina che mima la secrezione fisiologica.
Gli schemi di terapia insulinica “intensivi” si sono dimostrati più efficaci nel controllo della glicemia e nella
progressione del danno d’organo rispetto agli schemi convenzionali.
Limiti degli schemi “intensivi”: maggiori dosi di insulina per cui maggiori rischi di ipoglicemia, maggiore
tendenza all’aumento di peso e maggiori costi.
Tali schemi terapeutici sono impiegati anche nel trattamento del DM tipo 2 quando è necessaria la terapia
insulinica.
Inizio e aggiustamento della terapia insulinica in ospedale (DM 2)
Nei pazienti ospedalizzati un ottimo controllo glicometabolico migliora la prognosi.
48
Avvertenze:
Effetto Somogy: eccessivo rialzo della glicemia al mattino dovuto a iperattivazione dei sistemi di
controregolazione come conseguenza di ipoglicemie notturne (caratteristico di insuline intermedie
somministrate alla sera prima che fossero disponibili analoghi lenti).
Effetto alba: iperglicemia al mattino dovuta a picco di secrezione del cortisolo.
MONITORAGGIO GLICEMICO
� Misurazione della glicemia (a digiuno; profilo glicemico)
� Glicosuria e chetonuria
� Emoglobina glicosilata
� Proteine sieriche glicosilate
Problemi tecnici del monitoraggio al letto del paziente
In genere, sono basati sulla misura della riflessione di un raggio di luce fatto passare su una striscia test,
coperta da un enzima che ne modifica il colore secondo il livello glicemico
• Goccia di dimensioni adeguate
– Riscaldare le mani
– Mettere le mani sotto il piano del cuore, farle sfregare
• Ipossia, poliglobulia
• Corretto mantenimento di strisce (scadenza!) e apparecchiatura
Inizio di azione
Ad azione rapida
Lispro (Humalog) 15 min
Aspart (NovoRapid) 15 min
Glulisina (Apidra) 15 min
Insulina in polvere (Exubera) 10 min
A durata di azione breve
Regolare (Humulin R) 30 min
Intermedie
NPH or N (Humulin I) 1
A lunga durata di azione
Glargine (Lantus)
Detemir (Levemir)
Siti d’iniezione per insulina
Insulin lyspro (Humalog) is an insulin analog produced by recombinant
technology, wherein 2 amino acids near the carboxyl terminal of the B
chain have been reversed in position: Proline at position B28 has been
moved to B29 and lysine has been moved from B29 to B28. Insulin
aspart (Novolog) is a single substitution of proline by aspartic acid at
position B28. Insulin glulisine (Apidra) differs from human insulin in
that the amino acid asparagine at position B3 is replaced by lysine and
the lysine in position B29 by glutamic a
these three analogs having less tendency to form hexamers, in contrast
to human insulin. When injected subcutaneously, the analogs quickly
dissociate into monomers and are absorbed very rapidly, reaching
peak serum values in as soon as 1 hour—
insulin, whose hexamers require considerably more time to dissociate
and become absorbed. The amino acid changes in these analogs do not
interfere with their binding to the insulin receptor, with the circulating
half-life, or with their immunogenicity, which are all identical with
those of human regular insulin.
Misurazione della glicemia (a digiuno; profilo glicemico): _ Campioni inviati al laboratorio
_ Al letto del paziente
Problemi tecnici del monitoraggio al letto del paziente
In genere, sono basati sulla misura della riflessione di un raggio di luce fatto passare su una striscia test,
he ne modifica il colore secondo il livello glicemico
Goccia di dimensioni adeguate
Mettere le mani sotto il piano del cuore, farle sfregare
Corretto mantenimento di strisce (scadenza!) e apparecchiatura
Inizio di azione Picco (h) Durata (h)
Ad azione rapida
15 min 0.5–1.5 2–4
15 min 1–3 3–5
15 min 1–1.5 5
10 min 0.5–1.5 6
ta di azione breve
30 min 2–4 5–8
Intermedie
1–3 h 5–7 16–18
A lunga durata di azione
1 h None 24
1 h None 20
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Siti d’iniezione per insulina:
alog) is an insulin analog produced by recombinant
amino acids near the carboxyl terminal of the B
chain have been reversed in position: Proline at position B28 has been
moved to B29 and lysine has been moved from B29 to B28. Insulin
aspart (Novolog) is a single substitution of proline by aspartic acid at
position B28. Insulin glulisine (Apidra) differs from human insulin in
that the amino acid asparagine at position B3 is replaced by lysine and
the lysine in position B29 by glutamic acid. These changes result in
these three analogs having less tendency to form hexamers, in contrast
to human insulin. When injected subcutaneously, the analogs quickly
dissociate into monomers and are absorbed very rapidly, reaching
—in contrast to regular human
insulin, whose hexamers require considerably more time to dissociate
and become absorbed. The amino acid changes in these analogs do not
interfere with their binding to the insulin receptor, with the circulating
life, or with their immunogenicity, which are all identical with
Campioni inviati al laboratorio
Al letto del paziente
In genere, sono basati sulla misura della riflessione di un raggio di luce fatto passare su una striscia test,
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RACCOMANDAZIONI EBM nel DIABETE
Raccomandazione Fonte
1. In T2DM, il rischio di complicazioni è fortemente associato al livello glicemico precedente. Ogni riduzione in HbA1c può ridurre il rischio di complicazioni, essendo min quando i valori di HbA1c sono in range normale (<6.0%).
SOR-B: http://www.icsi.org/knowledge/detail.asp?catID=29&itemID=182
2. L’esercizio fisico ↓ il rischio di T2DM nel sesso femminile. Maggiore l’esercizio che si fa, maggiore la riduzione.
RCT: http://www.jr2.ox./bandolier/booth/hliving/excer2diab.html
3. La metformina è il farmaco di scelta in diabetici obesi. SOR-A: http://www.guideline.gov/summary/summary.aspx?doc_id=3078
4. Pz con microalbuminuria o proteinuria dovrebbero ricevere antagonisti dell’angiotensina.
SOR-A: http://www.guideline.gov/summary/summary.aspx?doc_id=3078
5. Nel T2DM è indicata aspirina a basso dosaggio (81–325 mg qd) a 40 anni di età (o più) salvo esistenza di C.I.
Class A, B: http://www.icsi.org/knowledge/detail.asp?
CONFRONTO tra I DIVERSI APPROCCI TERAPEUTICI
INTERVENTO RIDUZIONE
HbA1c % VANTAGGI SVANTAGGI
Mod. stile di vita per
peso e attività fisica 1-2
basso costo, molti
benefici abbandono facile nel primo anno
Metformina 1-1 perdita di peso,
poco costoso effetti collaterali GI, rara acidosi lattica
Insulina 1.5-3.5
no dose limite, poco
costosa, migliora il
profilo lipidico
iniettivo, monitoraggio, ipoglicemia,
aumento di peso
Sulfonilurea 1-2 poco costosa aumento di peso,ipoglicemia,fallimento
secondario
Tiazolidinedioni
(Glitazoni) 0.5-1.4
migliora il profilo
lipidico, potenziale
riduzione IM
ritenzione idrica, aumentato rischio di SC,
potenziale aumento di IM, aumento di
peso, costoso
ALTRI FARMACI
Inibitori
α-Glucosidasi 0.5-0.8 neutro per il peso
effetti collaterali GI, somm. frequente,
costosi
Glinidi 1-1.5 breve durata Somm. tri-gionaliere, costosi, ipoglicemia
Exenatide 0.5-1.0 perdita di peso iniettivo, frequenti effetti GI, costoso, poca
esperienza
Pramlintide (non in
commercio) 0.5-1.0 perdita di peso
iniettivo, somm. tri-giornaliera, frequenti
effetti GI, costoso, poca esperienza
Sitagliptin 0.5-0.8 neutro per il peso poca esperienza, costoso
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Terapia delle infezioni in ambito ospedaliero
Principi generali della terapia antibiotica:
• Microorganismo
– Diagnosi eziologica vs terapia empirica
– Saggi di sensibilità (Antibiogramma)
In caso di ceppi resistenti, la terapia empirica non può essere fatta con antibiotici “storici” solitamente
efficaci per quel tipo di infezione, bisognerà avviare un antibiotico meno usuale che verrà sostituito o
mantenuto a seconda del risultato dell’antibiogramma. Per cui, prima di avviare una terapia antibiotica è
sempre necessario fare dei prelievi per colture, soprattutto in caso di infezioni contratte in ospedale.
• Sede di infezione
La sede d’infezione è molto importante nella scelta dell’antibiotico, perché bisogna essere sicuri di
ottenere la concentrazione efficace a livello del focolaio infettivo.
• Condizioni generali, allergie, assunzione di farmaci, comorbidità e immunocompetenza dell’ospite
Bisogna sempre valutare le condizioni generali del paziente, poiché nei soggetti immunodepressi
l’antibiotico svolgerà l’attività principale nel debellare il patogeno.
• Scelta dell’antibiotico e schema di trattamento
– Farmacocinetica
– Farmacodinamica
Alcuni antibiotici agiscono a seconda della concentrazione massima raggiunta, anche se mantenuta
per un tempo breve, altri invece per essere efficaci devono essere mantenuti ad una
concentrazione più o meno stabile, efficace per un certo tempo.
Obiettivi dei saggi di sensibilità:
� Predire le probabilità di successo o di fallimento della terapia con un determinato antibiotico
� Identificare precocemente la comparsa di ceppi resistenti o particolarmente virulenti, utile
soprattutto all’interno di reparti ospedalieri (early warning)
� Monitoraggio epidemiologico (comparsa di resistenze, evoluzione nel tempo dei ceppi batterici)
European Committee on Antimicrobial Susceptibility Testing (EUCAST)
Nato nel 1997 e ristrutturato nel 2002; fondato e finanziato da:
European Society for Clinical Microbiology and Infectious Diseases (ESCMID) e Comitati Nazionali per i
breakpoint. Ha lo scopo di raccogliere i dati di diffusione dei ceppi batterici e di resistenza agli antibiotici;
fornire indicazioni ai laboratori di microbiologia europei per l’esecuzione e l’interpretazione dei saggi di
sensibilità.
ENDPOINT
È il valore che viene determinato in laboratorio; diametro dell’alone di inibizione (Kirby-Bauer) o minima
concentrazione inibente (MIC - espressa in mg/l). Viene fornito il valore per ogni antibiotico riferito al
microorganismo in esame. Eseguito con standardizzazione tecnica e procedurale.
BRAEKPOINT
Sono valori soglia dell’endpoint. Sono stabiliti e rivalutati nel tempo dai comitati Nazionali e Sovranazionali
Attività dell’EUCAST
• Raccolta e selezione dati (distribuzione MIC di ogni antibiotico per ogni specie) e conservazione in
appositi database internazionali di riferimento
• Valutazione dei dati e loro interpretazione nell’ambito del Comitato Direttivo
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• Messa a punto di tabelle di endpoint e breakpoint; stabilire i cut off epidemiologici per separare i
ceppi wild-type (WT) dai non wild-type (NWT).
• Pubblicazione dei dati (vengono formulate delle raccomandazioni professionali)
• Questo viene fatto sia per i nuovi antibiotici che per quelli già in commercio
SOGLIE
CUT-OFF
Ha valore epidemiologico (non clinico), consente di separare i ceppi wild-type da quelli che hanno iniziato a
sviluppare resistenza a un determinato antibiotico (rappresenta un indicatore molto precoce di comparsa di
resistenza). Non predice la probabilità di successo terapeutico poiché vi sono ceppi wild-type
intrinsecamente resistenti a determinati antibiotici (es. legionella per penicillina).
BREAKPOINT
Hanno valore clinico; indicano valori di soglia che separano i ceppi sensibili da quelli intermedi e quelli
intermedi da quelli resistenti a un determinato antibiotico. Predicono la probabilità di successo di una
determinata terapia.
Sensibile (S): il trattamento con l’antibiotico in esame ha elevata probabilità di successo nell’eradicare
l’infezione
Intermedio (I): probabilità incerta di successo terapeutico.
Resistente (R): elevata probabilità di fallimento terapeutico.
Resistenza intrinseca: Cut-off, breakpoints, sensibilità e resistenza:
Breakpoint clinici (sistema SIR):
breakpoint della sensibilità → divide i ceppi S da quelli I
breakpoint della resistenza → divide i ceppi I da quelli R
S < x mg/L I > x, I < y mg/L R > y mg/L
Cut-off epidemiologico:
Divide i ceppi WT da quelli NWT WT < z mg/L NWT > z mg/L
INFEZIONI BATTERICHE GRAVI IN OSPEDALE
Sepsi
Infezione: penetrazione e proliferazione di microorganismi in un tessuto.
Batteriemia: presenza di batteri nel torrente ematico. Tale presenza può essere documentata con
esecuzione di emocoltura.
SIRS (sindrome da risposta infiammatoria sistemica) è caratterizzata da almeno due delle seguenti:
¬ febbre (T > 38°C) o ipotermia (T < 36°C)
¬ tachipnea (FR > 24 atti/min o PaCO2 < 32 mmHg)
¬ tachicardia (FC > 90 b/min)
¬ leucocitosi (GB > 12.000 mL-1) o leucopenia (GB < 4.000 mL-1)
Mortalità 7%.
53
Sepsi: SIRS che abbia una causa infettiva. Mortalità 16%.
Sepsi grave → quadro di sepsi con segni di compromissione di funzione d’organo:
• Ipotensione
• Oliguria
• Insufficienza respiratoria
• Piastrinopenia
• Grave acidosi
• Marezzature cutanee
• Tempo di riempimento capillare maggiore di 3 sec
• Alterazione dello stato di coscienza
• Diuresi < 0.5 mL/kg per almeno 1 h
• Lattati plasmatici > 2 mmol/L (importante indicatore di perfusione tissutale → MOF)
• Piastrinopenia (< 100,000 mL-1)
• Coagulazione intravasale disseminata (DIC)
• Danno polmonare acuto o sindrome da distress respiratorio dell’adulto (ARDS)
• Alterazione della funzione contrattile cardiaca (valutabile in modo accurato con ecocardiogramma)
Mortalità 20%.
Shock settico: sepsi con almeno una delle seguenti caratteristiche:
- pressione arteriosa media (PAM) < 60 mm Hg (< 80 mm Hg nell’iperteso) dopo infusione di 20-30
mL/kg di colloidi o 40-60 mL/kg di cristalloidi
- necessario infondere dopamina (dose > 5 mg/kg/min) o noradrenalina (dose < 0,25 mg/kg/min) o
adrenalina (dose < 0,25 mg/kg/min) per mantenere la PAM > 60 mm Hg (>80 mmHg nell’iperteso)
Mortalità 46%.
Shock settico refrattario → Necessario infondere dopamina (dose > 15 mg/kg/min) o noradrenalina
(dose > 0,25 mg/Kg/min) o adrenalina (dose > 0,25 mg/kg/min) per mantenere la PAM > 60 mmHg (>
80 mmHg nell’iperteso).
Sindrome da insufficienza multi organo → perdita della funzione di almeno due organi che richieda un
pronto intervento terapeutico per il mantenimento dell’omeostasi.
STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO:
� Caratteristiche del paziente:
� efficienza del sistema immunitario
Pazienti a rischio: trattamenti immunosoppressivi o chemioterapici; immunodeficienze
primitive o acquisite
Fattori che si associano ad aumento della mortalità: leucopenia (WBC < 4000/mm3);
assenza di febbre o presenza di ipotermia.
� età
� patologie concomitanti
Diabete mellito; BPCO; neoplasie; cirrosi epatica; ferite, ustioni, proiettili; recenti terapie
antibiotiche; tossicodipendenze (alcol, eroina); presenza di cateteri venosi centrali; altri
dispositivi impiantati (PM); malnutrizione.
� Sito di infezione
� Agente microbiologico
� Gravità del quadro clinico all’esordio: entità e durata
dell’ipotensione; risposta all’infusione di liquidi;
insufficienza di uno o più organi
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� Ritardo nell’avvio della terapia antibiotica e di supporto
TERAPIA di SUPPORTO
EGDR (Early Goal-Directed Resuscitation) → Obiettivi delle prime 6 ore:
� Mantenere la PVC tra 10 e 12 mmHg
� Mantenere la pressione arteriosa media ≥ 65 mmHg
� Mantenere la diuresi ≥ 0,5 mL kg-1 ora-1
� Mantenere la saturazione venosa di ossigeno dell’Hb (ScvO2) ≥ 70%
� Mantenere la concentrazione di lattato ≤ 4 mmol/L
Cristalloidi vs Colloidi:
Non vi sono studi che abbiano dimostrato la superiorità dei colloidi sintetici o dell’albumina rispetto ai
cristalloidi nella sopravvivenza dei pazienti con sepsi o shock settico. Il volume di distribuzione dei
cristalloidi è maggiore, per cui sono necessari maggiori volumi di infusione (40-60 mL/Kg vs 20-30 mL/Kg). I
cristalloidi sono meno costosi. Alcuni studi hanno evidenziato maggiore incidenza di insufficienza renale nei
pazienti trattati con colloidi ma vi sono dati discordanti in letteratura.
Gestione delle infusioni
Necessario utilizzare la tecnica del “fluid challenge” ossia elevati volumi di liquidi infusi in breve tempo con
stretto monitoraggio dei parametri sensibili (PAM, FC, PVC, diuresi) e dell’obiettività toracica per escludere
insorgenza di edema polmonare.
L’infusione deve prevedere almeno 1000 mL di cristalloidi o 300-500 mL di colloidi ogni 30’.
La velocità di infusione deve essere ridotta se si assiste ad aumento della PVC senza miglioramento del
quadro emodinamico.
Protrarre l’infusione di liquidi fino a quando:
¬ Pressione stabile
¬ Adeguata perfusione tissutale
¬ Insorgenza di segni di edema polmonare
¬ Evidenza di fallimento terapeutico (mancata risposta pressoria e ipoperfusione tissutale dopo le
prime ore di trattamento)
Vasopressori:
Il loro impiego è riservato ai pazienti che non ottengono una stabilizzazione della pressione (PAM ≥ 65 mm
Hg) dopo adeguata infusione di liquidi o si rischiano aritmie (terapia di II linea in sepsi e shock settico).
Noradrenalina (0.5 a 30 mg/min): aumenta le resistenze periferiche e, in misura lieve, la gittata cardiaca.
Dopamina (5 a 20 mg/kg/min): aumenta la gittata cardiaca più della noradrenalina, ha maggiore effetto
aritmogeno.
Adrenalina (2 a 20 mg/min): da riservare ai pazienti che non rispondono alla Dopamina e alla
noradrenalina; causa maggiore vasocostrizione splancnica e tachicardia.
Vasopressina (0,03 U/min): può essere associata alla noradrenalina, ne accelera l’effetto ma non migliora la
prognosi.
Inotropi:
L’infusione di dobutamina è raccomandata per i pazienti con ridotta portata cardiaca nonostante una
normale pressione di riempimento.
Non è opportuno somministrare inotropi per aumentare la portata cardiaca al di sopra del valore normale.
55
Corticosteroidi:
Il farmaco di scelta è l’idrocortisone. L’uso dello steroide deve essere riservato ai pazienti con ipotensione
non responsiva ai liquidi e ai vasopressori. La dose giornaliera non deve superare i 300 mg e la sospensione
deve essere graduale.
Proteina C ricombinante attivata (rhAPC):
Il farmaco di scelta è la drotrecogina α. L’uso è consigliato nei pazienti adulti ad alto rischio di morte (segni
di MOF) in assenza di controindicazioni (rischio emorragico). La rhAPC non deve essere somministrata nei
pazienti a basso rischio.
Emazie concentrate:
Trasfondere se Hb<7 g/dL (Hb target 7-9 g/dL). Solo nei pazienti con SO2<70% nelle prime 6 ore di
trattamento nonostante liquidi, vasopressori e inotropi, è raccomandato un Hct target del 30%.
Plasma e Piastrine:
PLASMA → L’infusione di plasma fresco congelato è utile solo nei pazienti con alterazioni laboratoristiche
della coagulazione che presentino: segni di sanguinamento in atto; necessità di procedure invasive.
PIASTRINE → Se no emorragie, trasfondere se Plts < 5000/µl; se c’è rischio emorragico, trasfondere se Plts
5000-30000/µl.
Controllo della glicemia:
Bicarbonato
Profilassi trombosi venosa profonda
Profilassi dell’ulcera da stress
Antibiotici _ sepsi nell’adulto immunocompetente:
1. Ceftriaxone 2 g q24h oppure Piperacillina-tazobactam 3.375 g q4-6h
2. Imipenem 0.5 g q6h oppure Meropenem 1 g q8h
_ sepsi nel neutropenico(< 500 neutro/µµµµL):
1. Piperacillina-tazobactam 3.375 g q4-6h
2. Meropenem 1 g q8h
Se cateteri infetti, Stafilococchi sospettati, pregresse profilassi con chinolonici o CT con danno
mucosale, oppure alta incidenza di MRSA: Aggiungere Vancomicina 15 mg/kg q12h.
Farmaco Effetti sulla FC Effetti sulla contrattilità Costrizione arteriosa
Dobutamina + +++ - (dilata)
Dopamina ++ ++ ++
Adrenalina +++ +++ ++
Noradrenalina ++ ++ +++
Fenilefrina 0 0 +++
Amrinone + +++ -- (dilata)
Gentamicina oppure
+ Tobramicina
5-7 mg/kg q24h
Gentamicina oppure
+ Tobramicina
5-7 mg/kg q24h
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Gestione del paziente:
Priorità:
Stabilizzazione delle vie aeree:
- Avviare ossigenoterapia, monitorizzare SpO2 in continuo.
- Se rischio di inalazione, grave alterazione dello stato di coscienza o grave ipossia è indicata l’intubazione
Stabilizzazione emodinamica:
- Dopo la valutazione iniziale si rende sempre necessario posizionare CVC
- Necessari grandi volumi di infusione (in media circa 5 litri nelle prime 6 ore)
- Bilancio idrolelettrolitico
L’utilizzo di un protocollo EGDR migliora la prognosi.
Polmoniti
Acquisita in comunità (CAP)
Infezione acuta del parenchima polmonare in un paziente che ha acquisito l’infezione al di fuori
dell’ospedale o altra struttura sanitaria.
Polmonite acquisita in ambito sanitario (HCAP)
Definita da:
• Terapia EV, ferite, chemioterapia EV nei 30 gg. precedenti
• Ospedalizzazione per ≥2 gg. nei precedenti 30 gg.
• Accesso in ospedale o emodialisi entro i precedenti 30 gg.
Polmonite nosocomiale (HAP)
Polmonite che si manifesta ≥48 h dopo l’ingresso in ospedale, e non appariva in incubazione al momento
dell’ingresso in ospedale.
Polmonite da ventilatore
Insorgenza 48-72 h dopo intubazione endotracheale
Epidemiologia
È tra le principali cause di morte: 1-5% mortalità nei pazienti ambulatoriali, 5-25% nei pazienti ospedalizzati.
Più frequente nei maschi. La HAP rappresenta il 13-18% delle infezioni nosocomiali. Il 20% delle CAP
richiede ospedalizzazione.
Fattori di rischio per CAP
� Diminuito livello di coscienza
� Fumo di sigaretta
� Ipossiemia
� Acidosi
� Inalazione di tossici
� Edema polmonare
� Uremia
� HIV
� Malnutrizione
Prevenzione
Vaccinazione anti-influenzale e vaccinazione anti-pneumococcica.
� Immunosoppressione
� Ostruzione bronchiale meccanica
� Età anziana
� Fibrosi cistica
� Bronchiettasie
� COPD
� Alcolismo
� Comizialità
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POLMONITE ACQUISITA IN COMUNITÀ (CAP)
Eziologia (CAP trattate in Ospedale)
Vengono così definite diverse forme di polmonite acuta a origine extraospedaliera. Premettendo che nel
35-50% dei casi indagati l’eziologia delle CAP resta indeterminata, sebbene la diagnostica microbiologica
abbia raggiunto livelli di eccellenza, le CAP sono sostenute da un ristretto numero di patogeni chiave. Le più
ricorrenti cause sono :
• Streptococcus pneumoniae (nell’adulto in assoluto più comune 25-60%)
• Haemophilus influenzae (4-10%) si sviluppa in seguito a compromissione della funzionalità
polmonare (BPCO)
• Patogeni atipici
Chlamydophila pneumoniae (15%; negli anziani spesso infezioni miste con pneumococco)
Legionella spp (6%; grave negli immunodepressi)
Mycoplasma Pneumoniae
• S. Aureus (1-4%; in soggetti anziani, diabetici, alcolisti o immunodepressi)
• P. Aeruginosa (in soggetti con fattori di rischio: anziani, recenti trattamenti antibiotici, BPCO e fumo
di sigaretta, HIV, patologie strutturali del polmone,fibrosi cistica, HIV)
• Virus influenzali e parainfluenzali 19% (soprattutto nei bambini, insieme ai batteri atipici. Oltre
l’80% delle CAP sono osservate in età inferiore a 10 aa)
Diagnosi
• Tosse, febbre, brivido, dispnea
• Dolore pleuritico
• Alterazione dello stato mentale
• Dolore addominale, anoressia, diarrea
• Nelle forma atipiche, esordio insidioso con tosse secca e sintomi extrapolmonari (incluse mialgia e
faringodinia)
Sensibilità e specificità dell’E.O. sono rispettivamente 58% e 67%.
Criteri per l’ammissione in H: CURB-65 Pneumonia Severity Index
CURB 65
C Confusione
U Urea >7 mmol/L
R Frequenza Respiratoria 30/min
B Blood pressure, sistolica 90 mmHg o diastolica 60 mmHg
65 età ≥65 aa
Pazienti con score = 0 hanno mortalità a 30 gg = 1.5% (trattabili ambulatorialmente); score = 2, mortalità a
30 gg = 9.2% (ricovero); score = 3, mortalità = 22%.
Pneumonia Severity Index (PSI)
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Laboratorio
� Emocromo
� Saturimetria ed EGA
� Escreato ed emocoltura
� Mycoplasma (PCR)
� Ag urinario per Legionella
� Ag urinario per S. pneumoniae
� BK, HIV
Imaging
� Rx Torace
� TC Torace se non miglioramento con terapia
Procedure
� Toracentesi se versamento pleurico
� FBS nell’immunosoppresso; nel pz critico; se mancata risposta alla terapia; in forme prolungate
Terapia
� Iniziale EV
� PO quando buona risposta clinica, capace di assumere farmaci per os, GI normale
Approccio diagnostico microbiologico
EMOCOLTURE: due campioni di sangue venoso prelevati il prima possibile
COLTURA SU ESPETTORATO con colorazione di Gram, indicazioni utili e rapide previa validazione
dell’idoneità del materiale.
ANTIGENI URINARI per S. pneumoniae e Legionella molto utili
TAMPONE FARINGEO per C. pneumoniae e M. pneumoniae bassa sensibilità
ESAMI SIEROLOGICI per atipici e virus potenzialmente utili per alcuni microrganismi, ma utili da un punto di
vista epidemiologico in quanto i risultati derivano dal raffronto tra siero acuto e convalescente e i soli titoli
anticorpali elevati in fase acuta sono predittivi in una bassa % dei casi
METODI INVASIVI (liquido pleurico, BAL o brushing) da valutare caso per caso il reale beneficio
Problemi di resistenza nella CAP
Streptococcus pneumoniae
sensibilità alle penicilline (MIC < 4 mg/L) capacità di evolvere efficaci meccanismi di resistenza. La resistenza alle
penicilline è un problema pandemico, ma questo carattere è estremamente variabile nei diversi siti geografici.
resistente ai macrolidi
Haemophilus influenzae
nel 16-20 % produttore di β-lattamasi
S. Aureus
CA-MRSA 6.4 % (ceppi nosocomiali e comunitari)
Microrganismi atipici
refrattari ai β-lattamici
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RACCOMANDAZIONI per il trattamento delle CAP nel paziente ricoverato in reparto medico
Paziente ricoverato in
reparto medico
_ ß-lattamico (ceftriaxone, cefotaxime, amoxocillina/ac.clavulanico)
+ macrolide (azitromicina,claritromicina)
_ Fluorochinolone respiratorio (levofloxacina, moxifloxacina)
Se sospetta eziologia da
CA-MRSA
_ ß-lattamico (ceftriaxone, cefotaxime, amoxicillina/ac.clavulanico)
+ macrolide + teicoplanina, vancomicina, linezolid
_ Fluorochinolone respiratorio + teicoplanina, vancomicina, linezolid
Se sospetta eziologia da
P. aeruginosa
_ ß-lattamico ad attività anti Pseudomonas (piperacillina/tazobactam,
cefepime, ceftazidime, carbapenemico)
+ fluorochinolone anti Pseudomonas
oppure
+ aminoglicoside + macrolide
POLMONITE DA ASPIRAZIONE
Agenti eziologici: Germi anaerobi (fusobatteri,prevotelle,peptostreptococchi, peptococchi, Bacterioides)
Terapia raccomandata per il trattamento delle polmoniti da aspirazione
• Piperacillina/tazobactam oppure
• Ampicillina/sulbactam oppure
• Carbapenemico oppure
• Fluorochinolone o ceftriaxone + Metronidazolo o clindamicina
HEALTH CARE-ACQUIRED PNEUMONIA (HCAP)
La proposta di questa nuova categoria era basata sulla considerazione che gli ammalati con HCAP erano
caratterizzati da una più frequente presentazione clinica atipica, da un aumentato rischio di infezione da
microrganismi antibiotico-resistenti, avevano prognosi più grave. La compromissione delle difese
immunitarie così come delle difese aspecifiche che si osserva nell’anziano favoriscono l’attecchimento di
microrganismi che normalmente non avrebbero modo. Il maggior uso di antibiotici e la maggiore frequenza
dei ricoveri ospedalieri possono contribuire alla diffusione di ceppi di origine ospedaliera multiresistenti.
Polmonite insorta ≤ 48 ore dall’ammissione in ospedale in pazienti con ≥ 1 dei seguenti fattori di rischio
Ricovero in ospedale ≥ 2 giorni nei 90 giorni precedenti
Antibioticoterapia, chemioterapia o cure di ferite nei 30 giorni precedenti
Terapia emodialitica
Terapia infusionale o cure domiciliari di ferite
Familiari con infezioni da patogeni antibiotico-multiresistenti
Residenza in istituti di lungodegenza per anziani (Nursing Home-Acquired Pneumonia - NHAP)
60
Eziologia delle NHAP
� Streptococcus Pneumoniae (patogeno principale)
� Haemophilus Influenzae e Moraxella (secondi e terzi come frequenza)
� Staphilococcus Aureus (compreso MRSA)
� Bacilli Gram negativi enterici (in aumento)
� Pseudomonas Aeruginosa
� Anaerobi
Raccomandazioni del Gruppo Multidisciplinare FADOI per il trattamento del pz anziano con HCAP
Assenza di fdr per germi multiresistenti e pz stabile
Ceftriaxone, cefotaxime o amoxicillina/ac.
clavulanico, ampicillina/sulbactam ± macrolide
Fluorochinolone respiratorio
Presenza di fdr per germi multiresistenti e
pazienti con polmonite molto grave
Cefepime, ceftazidime oppure
Carbapenemico oppure
Piperacillina/tazobactam
+ fluorochinolone
+ teicoplanina, vancomicina o linezolid
HOSPITAL ACQUIRED PNEUMONIA (HAP)
HAP (Polmoniti nosocomiali) � insorgono dopo 48 ore o più dal ricovero in ambiente ospedaliero e meno
di 48 ore dalla dimissione.
VAP (Polmoniti associate a ventilazione meccanica) insorgono dopo 48 ore dall’IOT.
La prolungata ospedalizzazione, l’intubazione tracheale, la tracheotomia e la ventilazione assistita (nel caso
si definisce polmonite correlata alla ventilazione o VAP), spesso per la contaminazione delle stesse
attrezzature sono i principali fdr. Le VAP, costituiscono la maggior parte delle HAP e hanno prognosi
infausta. Germi provenienti dalla popolazione microbica intestinale del paziente o provenienti
dall’ambiente e dal personale ospedaliero possono colonizzare l’orofaringe. Da qui o dallo stomaco,
mediante aspirazione o immissione forzata a seguito di ventilazione assistita, i germi possono raggiungere
le basse vie respiratorie:
¬ Paziente immunocompetente: infezione batterica monomicrobica o polimicrobica
¬ Paziente immunodepresso: germi commensali dell’orofaringe, miceti (Aspergillus Fumigatus e
Candida Albicans), virus (CMV) e Legionelle
Eziologia HAP (e di VAP)
Esordio precoce: entro i primi 4 giorni dall’ospedalizzazione, prognosi migliore, in quanto le infezioni sono
più verosimilmente causate da batteri antibiotico-sensibili → S. Pneumoniae, H. Influenzae, S. Aureus
meticillino sensibile (MSSA), Moraxella Catarrhalis.
Esordio tardivo: dal quinto giorno di ricovero, presentano maggiori morbilità e mortalità poiché sono
generalmente causate da patogeni MDR → Enterobacteriacea (E. Coli, K. Pneumoniae), P. Aeurigionosa,
Acinetobacter, Stenotrophomonas Maltophilia, MRSA.
61
Problemi di resistenza nella HAP
Pseudomonas Aeruginosa MDR
β-lattamasi produttore
Resistente ai fluorochinoloni
Solo 1.5 % resistente ai carbapenemici, sensibile alle polimixine
Enterobatteri (Klebsiella, Serratia, Citrobacter)
Produttori di β-lattamasi ad ampio spettro (ESBL)
Rari i ceppi resistente ai carbapenemici
Acinetobacter
Sensibile ai carbapenemici nel 70%
S. aureus meticillino-resistente (MRSA)
Incidenza in Italia del 30-40%
Rari ceppi con MIC > 4-8 mg/L per glicopeptidi
Approccio diagnostico microbiologico
� Diagnosi diretta su campioni delle basse vie respiratorie (precedentemente all’avvio di una terapia
antibiotica)
� Espettorato (se possibile)
� BAL da considerarsi positivo per concentrazioni > 103 UFC/ml o 103 - 104 UFC/ml
� Emocolture (sensibilità inferiore al 25%)
Terapia empirica delle HAP e VAP
Terapia empirica delle HAP-VAP EARLY-ONSET senza fdr per batteri multiresistenti
Potenziali patogeni Terapia
S. Pneumoniae
H.Influenzae
S.Aureus meticllino-sensibile
Bacilli Gram neg non multiresistenti
E.Coli
K. Pneumoniae
Enterobacter spp
Proteus spp
Serratia marcescens
� Ceftriaxone/cefotaxime
� Levofloxacina
� Ampicillina/sulbactam
� Amoxicillina/acido clavulanico
Terapia empirica delle HAP-VAP LATE-ONSET o con fdr per batteri multiresistenti insorte precocemente
Potenziali patogeni Terapia
I patogeni suddetti +
P.Aeruginosa
K.Pneumoniae produttore di β-lattamasi a spettro esteso
Acinetobacter spp
S. Aureus meticillino-resistente
L.pneumophila
� Ceftazidime/cefepime
oppure Carbapenimico
oppure Piperacillina/tazobactam
+
� Chinolonico oppure Amikacina
+
� Glicopeptidi oppure Linezolid
62
Le raccomandazioni terapeutiche sono le seguenti:
In corso di polmonite early-onset o in assenza di fattori di rischio per germi MDR è possibile optare per una
monoterapia, purché attiva nei confronti di S. Pneumoniae penicllino-resistente, H. Influenzae produttore
di β-lattamasi, Enterobatteri o MSSA.
In caso di polmoniti late-onset il trattamento empirico è di associazione essendo i germi più
frequentemente coinvolti P. Aeruginosa MDR, entrobatteri produttori di beta-lattamasi a spettro esteso e
MRSA.
Terapia della HAP
Patogeni comuni (S. Aureus, anaerobi misti, bacilli gram negativi):
Cefepime 2 g IV q8h; oppure ceftazidime 2 g IV q8h; oppure piperacillina-tazobactam 4.5 g IV q6h; oppure imipenem, 500 mg IV
q6h; oppure meropenem 1 g IV q8h più tobramicina 5 mg/kg IV ogni 24 h; oppure ciprofloxacina 400 mg IV ogni 12 h; oppure
levofloxacina 500 mg IV ogni 24 h più vancomicina 15 mg/kg IV ogni 12 h
Dimissibilità
� Clinicamente stabile: apiretico, FC ≤100, FR ≤24, PA ≥90 mmHg, PaO2 ≥60 mmHg (A/A), capace di
alimentarsi per os, normale status mentale
� Pazienti con CAP dovrebbero avere ricevuto trattamento per un minimo di 5 gg, essere apiretici da
48-72 h, non avere più di 1 criterio di instabilità
� Tipicamente 7-10 gg.
Endocardite infettiva
Infezione dell’endocardio valvolare e (talora) parietale.
Fattori di rischio:
¬ IVDU
¬ Cateterismo EV
¬ Alcuni tumori (colon)
¬ Patologie cardiache: protesi valvolari; precedenti di endocardite; cardiopatie congenite
Eziologia (secondo la presentazione):
Endocardite acuta
Gram-positivi: S. aureus, Streptococchi gruppo A, B, C, G, S. pneumoniae, Staphylococcus lugdunensis,
Enterococcus spp (E. faecalis, E. faecium, E. durans)
Gram-negativi: Haemophilus influenzae o parainfluenzae, Neisseria gonorrheae
Endocardite subacuta
Gram-positivi: streptococchi α-emolitici (S. Viridans), Streptococcus bovis, Enterococcus spp, S. aureus,
Staphylococcus epidermidis
Organismi HACEK: Haemophilus aphrophilus or paraphrophilus, Actinobacillus actinomycetemcomitans,
Cardiobacterium hominis, Eikenella corrodens, Kingella kingae
Endocardite in IVDU
Gram-positivi: S. aureus, Enterococcus spp
Gram-negativi: Pseudomonas aeruginosa, Burkholderia cepacia, altri bacilli
Candida spp
Endocardite su valvola protesica
Precoce (<60 gg): Gram-positivi (S. aureus, Staphylococcus epidermidis); bacilli gram-negativi; Candida spp,
Aspergillus spp
Tardiva (>60 gg): Gram-positivi (Streptococchi
Aspergillus spp
Endocardite con colture negative
Bartonella quintana (homeless); Bartonella henselae (proprietari gatti)
Organismi difficili da coltivare: Brucella spp
Chlamydia psittaci, HACEK
Antibiotici prima delle colture
Abiotrophia spp (già noti come streptococchi nutrizionalmente deficitari
Criteri di Duke
MAGGIORI
1. Emocoltura positiva
2. Evidenza oggettiva di coinvolgimento endocardico
MINORI
1. Condizione predisponente
2. Febbre 38.0°C
3. Fenomeni vascolari (emboli settici
4. Fenomeni immunologici
5. Evidenza microbiologica (parziale)
Terapia
In funzione del germe identificato
– Es., in S. viridans o S. bovis Penicillino
OPPURE ceftriaxone 2 g/d IV in 1 dose, entrambi per 4 settimane
Vancomicina 15 mg/kg IV q12 h + Gentamicina 1 mg/kg q8h
Meningite batterica
Infiammazione di pia-aracnoide e del LCR
Epidemiologia
Neonati, bambini piccoli, anziani (M = F
Fattori di rischio
¬ Immunocompromessi
¬ Alcolismo, diabete
¬ Procedure NCH, trauma cranico
¬ Chirurgia addominale (gram
Eziologia:
Neonati
Streptococchi gruppo B (50% dei casi
(6%); S. pneumoniae (5%); Streptococco gruppo A (
Adulti (fino a 60 aa)
S. pneumoniae (60%); N. meningitidis (
Anziani (>60 aa)
S. pneumoniae (70%); L. monocytogenes (
(3–4%).
treptococchi α-emolitici , Enterococcus spp, S. epidermidis
Bartonella henselae (proprietari gatti)
cili da coltivare: Brucella spp, funghi, Coxiella burnetii (febbre Q), Chlamydia trachomatis,
Abiotrophia spp (già noti come streptococchi nutrizionalmente deficitari – Vit B6)
nvolgimento endocardico (ecocardiografia)
(emboli settici - lesioni di Janeway -; emorragie sottoungueali; emorragie sottocongiuntivali)
biologica (parziale)
S. bovis Penicillino-sensibili: Penicillina G 12–18 mil. U/d IV infusione continua
OPPURE ceftriaxone 2 g/d IV in 1 dose, entrambi per 4 settimane.
entamicina 1 mg/kg q8h (controllare livelli ematici di valle
aracnoide e del LCR.
M = F). Incidenza: 3-10 per 100,000 anno.
Procedure NCH, trauma cranico
Chirurgia addominale (gram-negativi)
50% dei casi); E. Coli (25%); Bastoncelli gram-negativi (8%); Listeria monocytogenes
); Streptococco gruppo A (4%); H. influenzae (3%).
. meningitidis (20%); H. influenzae (10%); L. monocytogenes (
); L. monocytogenes (20%); N. meningitidis (3–4%); S. gruppo B (
63
, S. epidermidis); Candida spp,
(febbre Q), Chlamydia trachomatis,
; emorragie sottoungueali; emorragie sottocongiuntivali)
18 mil. U/d IV infusione continua
llare livelli ematici di valle e di valle e picco)
); Listeria monocytogenes
); L. monocytogenes (6%); S. gruppo B (4%).
S. gruppo B (3–4%); H. influenzae
64
Terapia empirica
Vancomicina 1 g IV q12h + Ceftriaxone 1–2 g IV q12–24h (max, 2 g q12h)
oppure cefotaxime 2 g IV q4–6h
Durata della terapia
� N. meningitidis, H. influenzae: 7–10 gg
� S. pneumoniae: 10–14 gg
� Streptococchi gruppo B, E. coli, L. monocytogenes: 14–21 gg
� Neonati: 12–21 gg. o almeno 14 gg dopo sterilizzazione delle colture
CORTICOSTEROIDI
Dimostrata minore mortalità e morbilità di bambini >30 gg. ed in adulti.
Desametasone: 0.15 mg/kg q6h (10 mg in adulti), iniziati 15–20 min prima o insieme agli antibiotici per 4 gg
Da studiare: Harrison’s principles of Internal Medicine
Ch. 127: Treatment and Prophylaxis of Bacterial Infections
65
Terapia dell’Ipertensione Arteriosa
Tecnica corretta di misurazione della pressione arteriosa: http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMvcm0800157
Classificazione
PAS / PAD
(mmHg)
Management
LIFESTYLE TERAPIA FARMACOLOGICA INIZIALE
Pazienti senza indicazioni tassative Pazienti con indicazioni tassative
Normale
<120 e <80 Incoraggiare -- --
Preipertensione
120-139 o 80-89 Sì Non farmaci
Farmaci suggeriti per le
indicazioni tassative
Stadio 1
Ipertensione
140-159 o 90-99
Sì Diuretici tiazidici; considerare ACE I, ARB,
β-blocker, CCB, o combinazioni
Idem c.s.
Altri (diuretici, ACE I, ARB, β-
blocker, CCB) secondo quanto
necessario
Stadio 2
Ipertensione
160 0 100
Sì
Tipicamente una combinazione di 2
farmaci (tiazidico e ACE I o ARB o β-
blocker o CCB)
Farmaci per indicazioni tassative
Altri (diuretici, ACE I, ARB, β-
blocker, CCB) secondo quanto
necessario
Epidemiologia
Per M e F di età 55 o 65 anni (rispettivamente) il rischio di divenire ipertesi all’età di 80–85 è >90%. L’età è il
fattore predominante; l’esordio della forma essenziale (primaria, benigna, idiopatica) avviene
abitualmente intorno ai 20–30 anni.
M > F; valori tendenzialmente più alti nei M, con rischio cardiovascolare > per ogni dato valore pressorio.
Fattori di rischio
� Storia familiare
� Obesità
� Alcol
� Eccesso di sodio nella dieta
� Stress
� Mancanza di esercizio fisico
Emergenza ed urgenza ipertensiva
Emergenze ipertensive = evidenza non equivoca di danno ad organi bersaglio minacciante la vita.
Urgenze ipertensive = PA >220/125, ma non evidenza di danno ad organi bersaglio minacciante la vita.
FISIOPATOLOGIA DELLA CRISI IPERTENSIVA
Il SNC viene colpito quando l’elevata pressione arteriosa supera il
sistema di autoregolazione cerebrale.
In condizione normali, se la pressione arteriosa si innalza, le
arteriole cerebrali riducono il loro calibro (vasocostrizione), e
aumentano la resistenza per mantenere costante il flusso ematico
cerebrale.
66
Danno agli organi bersaglio
� Ipertrofia ventricolare sinistra e alterato rilasciamento diastolico
� Sindrome coronarica acuta
� Scompenso cardiaco congestizio
� Insufficienza renale cronica e albuminuria
� Stroke o TIA
� Vasculopatia periferica
� Retinopatia
Cause di ipertensione
«Essenziale» (>90% dei casi)
Secondaria
Nefroparenchimale: Glomerulonefrite, pielonefritie, APKD
Endocrina: Iperaldosteronismo primitivo , feocromocitoma, ipertiroidismo, Cushing Syndrome
Vascolare: Coartazione dell’aorta, stenosi dell’arteria renale
Chimica: Contraccettivi orali, FANS, decongestionanti, antidepressivi, simpaticomimetici, prodotti
chimici industriali, CCS, alcaloidi dell’ergotamina, litio, ciclosporina
Sleep apnea
67
Modifiche dello stile di vita1
Modifica Raccomandazione Effetto in termini di ↓PAS ,
range
Calo di peso Target: peso normale (BMI, 18.5–24.9) 5–20 mm Hg/10-kg ↓di peso
DASH eating plan Dieta ricca di frutta, verdura e prodotti caseari a basso
contenuto di grassi; pochi grassi saturi e grassi totali 8–14 mm Hg
Riduzione del sodio
nella dieta Na max nella dieta 100 mEq/d (2.4 g Na or 6 g NaCl) 2–8 mm Hg
Attività fisica Attività aerobica sufficientem. intensa (non meno di 30
min/d, nella maggioranza dei giorni della settimana) 4–9 mm Hg
Moderato consumo
di alcol
Max 2 drinks al giorno in M e non più di 1 drink al
giorno in F (e M di piccola corporatura) 2–4 mm Hg
1For overall cardiovascular risk reduction, stop smoking. The effects of implementing these modifications are dose and time
dependent and could be higher for some individuals. (DASH, Dietary Approaches to Stop Hypertension).
QUALE FARMACO SCEGLIERE COME PRIMA MONOTERAPIA
In prima battuta escludere che si tratti di un’iptn secondaria (iperaldosteronismo) → non interferire con il
sistema RAS, per es. avviare terapia con amlodopina, che potrà essere in seguito sostituita.
I pazienti giovani rispondono meglio agli ACE-inibitori, agli inibitori del recettore AT1 dell’angiotensina-II
(ARBs) e ai β-bloccanti. Questi ultimi vengono tenuti come ultima spiaggia, a meno che non vi siano
indicazioni specifiche (tachicardia), poiché sembrano meno efficaci nella prevenzione di eventi
cerebrovascolari (stroke). In questa fascia di età i calcio antagonisti e i diuretici sono risultati meno efficaci.
I pazienti anziani e i neri rispondono meglio ai diuretici tiazidici e ai calcio antagonisti. Forse per una
minore attivazione del sistema RAS in queste categorie. Tuttavia spesso pazienti anziani presentano
un’indicazione specifica al trattamento con ACE-inibitori o ARBs (scompenso cardiaco, pregresso infarto
miocardico – evitare recidiva -, danno renale cronico – prevenire progressione del danno -).
68
INDICAZIONI IMPERATIVE
Indicazione
imperative D BBL ACEI ARB CCB Aldo-A Trial
Scompenso cardiaco • • • •
• ACC/AHA Heart Failure Guideline, MERIT-HF, COPERNICUS,
CIBIS, SOLVD, AIRE, TRACE, ValHEFT, RALES
Post-IMA
• •
• ACC/AHA Post-MI Guideline, BHAT, SAVE, Capricorn,
EPHESUS
Malattia Coronarica
HR • • •
•
ALLHAT, HOPE, ANBP2, LIFE, CONVINCE
Diabete mellito • • • * • •
NKF-ADA Guideline, UKPDS, ALLHAT
*Possono mascherare ipoglicemia, usare con cautela
Malattia renale
cronica • •
NKF Guideline, Captopril Trial, RENAAL, IDNT, REIN, AASK
Prevenzione ictus
ricorrente •
•
PROGRESS
Diuretici
In assenza di «indicazioni imperative», danno superiore ↓ morbilità, complicanze (ictus, malattia
coronarica, scompenso cardiaco) e mortalità totale.
Effetti avversi: Iperuricemia, iperglicemia, iperlipidemia, ipopotassiemia, crampi muscolari, impotenza.
Siti d’azione dei diuretici
TIAZIDICI
Agiscono sul TCD e garantiscono un buon controllo della PA. Frequente l’associazione con BBL e ARBs.
Idroclorotiazide (Esidrex cp 25 mg)
25-50 mg/d in 1-2 dosi qd. T ½ di circa 12h (Rischio di crisi ipertensive notturne).
Ipopotassiemia, iponatremia, ipomagnesiemia, iperuricemia, ↑ litiemia. Le prime due sono le più frequenti;
se persistenti e di difficile gestione, variare la terapia. Inefficace per FG < 30-50 ml/min
Metolazone (Zaroxolyn cp 5 e 10 mg)
½ - 2 cp qd al mattino. Lunga durata d’azione; efficace sino a FG 10 ml/min.
DIURETICI DELL’ANSA
Agiscono sul cotrasportatore Na+/K+/2Cl- nel tratto ascendente spesso dell’ansa di Henle. Inibiscono il
riassorbimento del 25% del Na filtrato. (Furosemide) Effetti vascolari con ↑ della capacitanza venosa; sono
molto efficaci, ma con T ½ molto breve. Si usano a dosaggio molto elevato nei pazienti con IRC.
69
β -bloccanti (BBL)
I BBL si legano ai recettori β-adrenergici bloccando quindi NE ed E.
Differenze farmacologiche dei vari BBL:
Liposolubilità
I β-bloccanti più liposolubili (metoprololo, propanololo) sono
metabolizzati a livello epatico: la biodisponibilità di questi è minore dopo
somministrazione orale rispetto a quella endovenosa.
Quelli meno liposolubili (atenololo, nadololo) sono escreti principalmente
dal rene in forma immodificata, ne consegue che la loro emivita e la loro
durata d'azione sono molto più prolungate, inoltre penetrano in misura
minore nel tessuto cerebrale.
β -1-selettività
Tutti i BBL antagonizzano in modo competitivo i β 1-recettori cardiaci, ma si differenziano nell'entità del
blocco β 2-recettoriale a livello dei tessuti extracardiaci. In termini di efficacia antipertensiva vi è poca
differenza tra quelli più o meno cardioselettivi. È importante la cardioselettività per protezione da svariati
effetti collaterali, che si può postulare sulla base di un minore blocco β 2-recettoriale in tessuti quali i
bronchi, i vasi periferici e il pancreas. Nessun BBL è strettamente cardioselettivo (attenzione ai soggetti
asmatici e con bronchite cronica).
Attività simpaticomimetica intrinseca (ASI)
La presenza di ASI può manifestarsi clinicamente con diversi aspetti positivi:
– minor bradicardia
– minor broncospasmo
– minor riduzione della perfusione periferica
– minor alterazione dell'assetto lipidico
Motivi per usare o meno BBL (oltre indicazioni imperative)
PRO
• Emicrania
• Ipertiroidismo
• Ansia
• Tremore
• Varici esofagee (↓ resistenze nel circolo portale)
Effetti collaterali BBL
SNC: Depressione del tono dell'umore, insonnia, incubi.
Metabolismo glucidico: Aumento della Glicemia (ma indicato post-IMA).
Metabolismo lipidico: I BBL senza ASI aumentano la trigliceridemia e riducono l'HDL, tali effetti non si
osservano con quelli dotati di ASI (Pindololo = Visken).
Polmoni: Broncospasmo. Con un farmaco cardioselettivo non dovrebbero esserci problemi; in caso ve ne
fossero, la risposta più efficace si ottiene con l'inalazione di β2-agonista.
Funzionalità renale: Raramente peggioramento.
Potassio: Iperpotassiemia.
Capacità d'esercizio: Possibile riduzione della capacità di svolgere attività fisica per una più rapida
insorgenza del senso di fatica. Tuttavia si può ottenere un buon allenamento allo sforzo con i BBL
cardioselettivi.
CONTRO
• Depressione
• Asma, COPD
• BAV
• Vasculopatia periferica
• Diabete mellito
70
Farmaco Dose QD
(mg/24 h)
Cardio-
selettività
Depressione
Membrana
Agonista
Parziale T 1/2 normale(h)
ATENOLOLO 50–100 + 0 0 4–10
BISOPROLOLO 5–20 + 0 0 8–12
CARVEDILOLO 6.25–50 0 0 0 6–10
LABETALOLO 200–800 0 + 0 6–8
METOPROLOLO 100–450 + +/– 0 3–7
NADOLOLO 80–240 0 0 0 10–24
PINDOLOLO 5–60 0 + +++ 3–4
PROPRANOLOLO 40–360 0 ++ 0 2–6
SOTALOLO 160–480 0 0 0 5–15
Principali BBL utilizzati nella terapia dell’ipertensione arteriosa
Atenololo (Tenormin cp 100 mg): 1 cp qd
Bisoprololo (Congescor cp 5 mg): 1.25-2.5-5 mg qd; dose max 20 mg qd
Carvedilolo (Dilatrend cp 6.25, 12.5, 25 mg): Da 6.25 mg bid; dose max 50 mg/d
Labetalolo (Trandate cp 100, 200 mg): Dosi da 100 mg bid a max 600-800 mg/d
Metoprololo (Lopresor cp 100, 200 mg): Da 100 mg qd, a 100 mg bid (max 400 mg/die)
Nadololo (Corgard cp 80 mg): Da 80 mg qd a 240 mg/d
Pindololo (Visken cp 5 mg): 5 mg bid; dose max 60 mg/d
Inibizione del sistema renina-angiotensina
ACEI
Enalapril (Enapren cp 5 e 20 mg): Dose iniziale 5-20 mg qd, dose max 40 mg/d.
71
Fosinopril (Fosipres cp 10 e 20 mg): Dose iniziale 10 mg qd, dose max 40 mg.
Lisinopril (Zestril cp 5 e 20 mg): Dose iniziale 10 mg qd, dose abituale 20 mg (max 80 mg).
Perindopril (Procaptan cp 2.5, 4, 5 e 10 mg): Dose iniziale 5 mg qd, aumentabile a 10 mg qd dopo 1 mese.
Eventi avversi e precauzioni d’uso:
Eccellente protezione su nefropatia ipertensiva, ma, se IRC con filtrato molto contratto, non possono essere
utilizzati; possibili inoltre marcata ipotensione, tosse e angioedema (fino al 5,5%dei pz di razza nera).
Bloccanti i recettori dell’angiotensina (ARB)
Indicati in pazienti intolleranti ad ACEI (tosse, rash, angioedema). Da evitare in pazienti con iperpotassiemia
o insufficienza renale. Si trovano quasi tutti in formulazione unica con idroclorotiazide (ACEI + ARB).
Valsartan (Valpression cp 40, 80, 160, 320 mg): Dose iniziale 80 mg qd; dose max 320 mg qd.
Candesartan (Blopress cp 2, 4, 8, 16, 32 mg): Dose iniziale 16 mg qd, aumentabile a 32 mg qd o 16 mg bid.
Irbesartan (Aprovel cp 75, 150, 300 mg): Dose iniziale 150 mg qd, aumentabile a 300 mg qd.
Losartan (Lortaan cp 12.5, 25, 50, 100 mg): Dose iniziale 50 mg qd, aumentabile a 100 mg qd o 50 mg bid.
Bloccanti i canali del calcio (CCB)
Classi di CCB
� Fenilalchilamine (verapamil)
� Benzotiazepine (dilitiazem)
� Di-idropiridine (nifedipina)
Amlodipina (Norvasc cp 5, 10 mg): Dose iniziale 5 mg qd,
aumentabile a 10 mg qd.
Nifedipina (Adalat Crono 20, 30, 60 mg): Dose iniziale 30 mg qd,
aumentabile a 60 mg qd.
Effetti collaterali CCB: Cefalea; edema; bradicardia; stipsi.
Verapamil e dilitiazem da usarsi con cautela (non usarsi) in
combinazione con BBL.
Amlodipina unico CCB dimostrato sicuro nello scompenso
cardiaco.
Agonisti recettori α2
Agiscono a livello del tronco encefalico riducendo l’azione delle efferenze ortosimpatiche del SNC con
effetti particolari su vasi e cuore.
Clonidina (Catapresan): Fiale per uso intramuscolare (mai EV) / Compresse / Cerotti (settimanali).
Effetti collaterali: xerostomia, sedazione, ipotensione posturale, disfunzione erettile.
α1-blockers
Antagonisti dei recettori α1 espressi a livello della muscolatura della parete vasale; azione vasodilatatoria
con riduzione delle resistenze periferiche. Non consigliati per avvio di ionoterapia. Hanno una certa attività
anche sulla prostata, possono causare inoltre ipotensione ortostatica (meglio somministrarli alla sera al
momento di coricarsi per rischio di sincopi).
Doxazosina (Cardura)
Inibitori della renina
Recentemente introdotti nella pratica clinica. Hanno maggiore efficacia di inibizione dell’attività reninica
rispetto ad ACEI e ARB.
Aliskiren (Rasilex): 150-300 mg al dì – costo terapia 45 €/mese.
Terapia della TVP ed altre indicazioni all
Circolazione venosa profonda dell’arto inferiore
Vena femorale comune, vene femorali profonda e superficiale
vene tibiali anteriori e posteriori, vena peroneale
Circolazione venosa superficiale dell’arto inferiore
vena grande safena (caviglia → parete interna gamba →
inguine → v. femorale), vena piccola safena
esterno caviglia → polpaccio)
(comunicazione vv. profonde e superficiali).
Fisiopatologia dell’emostasi
Il meccanismo della coagulazione
has additional actions, including activation of PLTs, endothelial cells, and leukocytes via so
receptors, which are G protein-coupled.
Factor X can be activated by either of two systems, known as
system is conversion of inactive factor XII to active factor XII (XIIa
ed altre indicazioni all’anticoagulazione
Circolazione venosa profonda dell’arto inferiore
ene femorali profonda e superficiale, vena poplitea,
vena peroneale.
Circolazione venosa superficiale dell’arto inferiore
→ parete interna gamba →
, vena piccola safena (lato
→ polpaccio), vene perforanti
profonde e superficiali).
Il meccanismo della coagulazione
The loose aggregation of PLTs in the temporary
plug is bound together and converted into the
definitive clot by fibrin. Fibrin formation
involves a cascade of enzymatic reactions and a
series of numbered clotting factors. The
fundamental reaction is
soluble plasma protein fibrinogen to insoluble
fibrin. The process involves the release of two
pairs of polypeptides from each fibrinogen
molecule. The remaining portion, fibrin
monomer, then polymerizes with other
monomer molecules to form fibr
initially a loose mesh of interlacing strands. It is
converted by the formation of covalent cross
linkages to a dense, tight aggregate
(stabilization). This latter reaction is catalyzed
by XIIIa and requires Ca
The conversion of fibrin
catalyzed by thrombin. Thrombin is a serine
protease that is formed from its circulating
precursor, prothrombin, by the action of Xa. It
has additional actions, including activation of PLTs, endothelial cells, and leukocytes via so-
Factor X can be activated by either of two systems, known as intrinsic and extrinsic. The initial reaction in the
conversion of inactive factor XII to active factor XII (XIIa). This activation, which is catalyzed by HMW kininogen and
PROSSIMALE
DISTALE
72
he loose aggregation of PLTs in the temporary
plug is bound together and converted into the
definitive clot by fibrin. Fibrin formation
involves a cascade of enzymatic reactions and a
series of numbered clotting factors. The
fundamental reaction is conversion of the
soluble plasma protein fibrinogen to insoluble
. The process involves the release of two
pairs of polypeptides from each fibrinogen
molecule. The remaining portion, fibrin
monomer, then polymerizes with other
monomer molecules to form fibrin. The fibrin is
initially a loose mesh of interlacing strands. It is
converted by the formation of covalent cross-
linkages to a dense, tight aggregate
(stabilization). This latter reaction is catalyzed
requires Ca2+.
The conversion of fibrinogen to fibrin is
catalyzed by thrombin. Thrombin is a serine
protease that is formed from its circulating
precursor, prothrombin, by the action of Xa. It
-called proteinase activated
. The initial reaction in the intrinsic
. This activation, which is catalyzed by HMW kininogen and
PROSSIMALE
DISTALE
73
kallikrein, can be brought about in vitro by exposing the blood to glass, or in vivo by collagen fibers underlying the
endothelium. XIIa then activates factor XI, and XIa activates factor IX. IXa forms a complex with VIIIa, which is activated when
it is separated from von Willebrand factor. The complex of IXa and VIIIa activate factor X. Phospholipids from aggregated
platelets (PL) and Ca2+ are necessary for full activation of factor X. The extrinsic system is triggered by the release of tissue
thromboplastin, a protein–phospholipid mixture that activates factor VII. Tissue thromboplastin and factor VII activate
factors IX and X. In the presence of PL, Ca2+ and factor V, Xa catalyzes the conversion of prothrombin to thrombin. The
extrinsic pathway is inhibited by a tissue factor pathway inhibitor that forms a quaternary structure with tissue
thromboplastin (TPL), factor VIIa, and factor Xa.
Il meccanismo della trombolisi
Antithrombin III is a circulating protease inhibitor that binds to serine proteases
in the coagulation system, blocking their activity as clotting factors. This binding
is facilitated by heparin, a naturally occurring anticoagulant that is a mixture of
sulfated polysaccharides with molecular weights averaging 15,000–18,000. The
clotting factors that are inhibited are the active forms of factors IX, X, XI and XII.
The endothelium of the blood vessels also plays an active role in preventing the
extension of clots. All endothelial cells except those in the cerebral
microcirculation produce thrombomodulin, a thrombin-binding protein, on their
surfaces. In circulating blood, thrombin is a procoagulant that activates factors V
and VIII, but when it binds to thrombomodulin, it becomes an anticoagulant in
that the thrombomodulin–thrombin complex activates protein C. Activated
protein C (APC), along with its cofactor protein S, inactivates factors V, VIII and
an inhibitor of tissue plasminogen activator, increasing the formation of plasmin.
MECCANISMO D’AZIONE DELL’EPARINA
Heparin binds to antithrombin via its pentasaccharide sequence. This
induces a conformational change in the reactive center loop of antithrombin
that accelerates its interaction with factor Xa. To potentiate thrombin
inhibition, heparin must simultaneously bind to antithrombin and thrombin.
Only heparin chains composed of at least 18 saccharide units, which
corresponds to a molecular weight of 5400, are of sufficient length to
perform this bridging function. With a mean molecular weight of 15,000, all
of the heparin chains are long enough to do this.
Eparina non frazionata
Eparina sodica, flaconi 5000 U/mL.
Agisce potenziando l’azione dell’antitrombina III (inibizione delle forme attivate dei fattori IX, X, XI, XII). Ha
una brevissima latenza d’azione, breve emivita (richiede infusione ev continua). La correlazione dose-
effetto è variabile (necessità di monitoraggio del PTT –dosaggio ogni 6h-).
Nello 0,5% dei pazienti trattati causa piastrinopenia:
Quando PF4 ed eparina sono presenti in concentrazioni reltive appropriate si forma un complesso
PF4+eparina. Questo legame determina un cambiamento nella conformazione del PF4, che espone un neo-
epitopo, rendendo, in alcuni individui, il complesso immunogenico: si formano degli Ab diretti contro il
complesso PF4-eparina. Tali IgG legano il PF4 formando immucomplessi, che vengono a loro volta legati dai
recettori FcγRIIa, esposti sulla membrana delle PLTs. Queste vanno incontro ad aggregazione e attivano il
processo trombotico. Le PLTs stesse, inoltre, rilasciano ulteriore PF4 (formazione di nuovi complessi) e
fattori pro-coagulanti che alimentano il processo trombotico e il consumo di PLTs.
LMWH e Fondaparinux
LMWH has greater capacity to potentiate factor Xa inhibition by antithrombin than thrombin because, with a mean
molecular weight of 4500–5000, at least half of the LMWH chains are too short to bridge antithrombin to thrombin.
The pentasaccharide only (fondaparinux
too short to bridge antithrombin to thrombin.
Enoxaparina
Gli schemi di dosaggio variano da pz a pz; è possibile somministrarla in gravidanza (profilassi TVP).
Clexane fialesiringhe 2000 e 4000 UI
Dalteparina
Fragmin fialesiringhe 2500, 5000, 7500, 10000, 12500, 15000 UI
Eventi avversi: sanguinamento, edema,
C/I: sanguinamento, ipersensibilità verso l’eparina, trombocitopenia da eparina (HIT), ITP, neonati/ba
piccoli.
Fondaparinux
Arixtra siringhe da 5, 7.5 e 10 mg
Eventi avversi: emorragie, trombocitopenia, irrit
C/I: emorragie, insufficienza renale, endocardite batterica
TERAPIA DI MANTENIMENTO
Warfarin (Coumadin):
5 mg/d per 3 gg, aggiustamento sul PT con target INR di 2
Iniziare il giorno 1 in modo da avere
fino a INR pari a 2–3; se C/I a warfarin, LMWH, fondaparinux
Fattori della Coagulazione Vitamina K
MECCANISMO D’AZIONE DI VIT K E WARFARIN:
Terapia delle TVP prossimali
La terapia anticoagulante è indicata per i pazienti con TVP prossimale sintomatica
Razionale:
� prevenire l’estensione del trombo
� prevenire l’embolia polmonare (32
� ridurre il rischio di trombosi ricorrenti
� Limitare lo sviluppo di complicanze tardive come la sindrome post
venosa cronica e l’ipertensione polmonar
fondaparinux) accelerates factor Xa inhibition by antithrombin because the pentasaccharide is
short to bridge antithrombin to thrombin.
pz a pz; è possibile somministrarla in gravidanza (profilassi TVP).
siringhe 2000 e 4000 UI; Clexane T fialesiringhe 6000, 8000, 10000 UI
Fragmin fialesiringhe 2500, 5000, 7500, 10000, 12500, 15000 UI
sanguinamento, edema, irritazione sul sito di puntura, eruzioni cutanee, ematoma
sanguinamento, ipersensibilità verso l’eparina, trombocitopenia da eparina (HIT), ITP, neonati/ba
ocitopenia, irritazione in sede di puntura, rash.
emorragie, insufficienza renale, endocardite batterica.
to sul PT con target INR di 2–3.
niziare il giorno 1 in modo da avere almeno 5 gg di overlap con altra terapia anticoagulante e comunque
a warfarin, LMWH, fondaparinux o UFH possono essere proseguite.
Fattori della Coagulazione Vitamina K-Dipendenti: II, VII, IX, X
WARFARIN:
La terapia anticoagulante è indicata per i pazienti con TVP prossimale sintomatica.
prevenire l’estensione del trombo
prevenire l’embolia polmonare (32-50% in TVP prossimali)
si ricorrenti
Limitare lo sviluppo di complicanze tardive come la sindrome post-trombotica,
l’ipertensione polmonare da tromboembolismo cronico
74
because the pentasaccharide is
pz a pz; è possibile somministrarla in gravidanza (profilassi TVP).
irritazione sul sito di puntura, eruzioni cutanee, ematoma.
sanguinamento, ipersensibilità verso l’eparina, trombocitopenia da eparina (HIT), ITP, neonati/bambini
almeno 5 gg di overlap con altra terapia anticoagulante e comunque
H possono essere proseguite.
trombotica, l’insufficienza
Il trattamento iniziale deve essere avviato precocemente con
embricato con TAO per i primi 5 giorni o comunque fino a quando l’INR non sia compreso tra 2 e 3 per 2
giorni consecutivi. La TAO andrà continuata per un periodo che varia a seconda del tipo di trombosi e del
contesto clinico, generalmente non meno di
In caso di C/I alla TAO è possibile il trattamento con sola eparina (meglio LMWH perché più maneggevole al
domicilio).
Una volta iniziato il trattamento anti
sintomi sono sotto controllo, è raccomandata una
Nelle fasi iniziali della mobilizzazione e per i 2 anni successivi un
calza elastica a compressione graduata
Terapia delle TVP distali
Il trattamento con terapia anticoagulante è suggerito nonostante basso rischio di embolizzazione per:
� prevenire la propagazione prossimale del trombo
� prevenire il danno venoso e le complicanze t
Durata: 3 mesi
Se non si effettua terapia anticoagulante:
Terapia della TVP non complicata:
• LMWH: utilizzabili anche su paziente non ricoverato
– Enoxaparina (Clexane): 1 mg/kg SC q12h embricato con
– Dalteparina (Fragmin): 200 IU/kg SC q24h embricato con
• Fondaparinux (Arixtra): 5 mg (peso <50 kg), 7.5 mg (peso = 50
q24h embricato con warfarin
TVP complicata
• Eparina: 80 U/kg IV in bolo seguita da una infusione continua,
dosaggio con target aPTT 2
avviato precocemente con UFH, LMWH o con fondaparinux
embricato con TAO per i primi 5 giorni o comunque fino a quando l’INR non sia compreso tra 2 e 3 per 2
andrà continuata per un periodo che varia a seconda del tipo di trombosi e del
ralmente non meno di 3 mesi.
alla TAO è possibile il trattamento con sola eparina (meglio LMWH perché più maneggevole al
Una volta iniziato il trattamento anti-coagulante, il paziente è stabile dal punto di vista emodinamico, i
intomi sono sotto controllo, è raccomandata una precoce mobilizzazione (grado IA)
ne e per i 2 anni successivi un episodio di TVP è raccomandato l’utilizzo di
calza elastica a compressione graduata con pressioni di 30-40 mmHg to the ankle (grado IA)
Il trattamento con terapia anticoagulante è suggerito nonostante basso rischio di embolizzazione per:
prevenire la propagazione prossimale del trombo
prevenire il danno venoso e le complicanze tardive
Se non si effettua terapia anticoagulante: controlli ecografici seriati.
: utilizzabili anche su paziente non ricoverato
Enoxaparina (Clexane): 1 mg/kg SC q12h embricato con warfarin
(Fragmin): 200 IU/kg SC q24h embricato con warfarin
(Arixtra): 5 mg (peso <50 kg), 7.5 mg (peso = 50–100 kg), o 10 mg (peso >100 kg) SC
warfarin.
: 80 U/kg IV in bolo seguita da una infusione continua, iniziando da 18 U/kg/h; aggiustare il
dosaggio con target aPTT 2–3× il tempo di controllo, embricando con warfarin
75
ndaparinux e deve essere
embricato con TAO per i primi 5 giorni o comunque fino a quando l’INR non sia compreso tra 2 e 3 per 2
andrà continuata per un periodo che varia a seconda del tipo di trombosi e del
alla TAO è possibile il trattamento con sola eparina (meglio LMWH perché più maneggevole al
coagulante, il paziente è stabile dal punto di vista emodinamico, i
(grado IA).
episodio di TVP è raccomandato l’utilizzo di
40 mmHg to the ankle (grado IA).
Il trattamento con terapia anticoagulante è suggerito nonostante basso rischio di embolizzazione per:
100 kg), o 10 mg (peso >100 kg) SC
iniziando da 18 U/kg/h; aggiustare il
warfarin.
76
• Enoxaparina (Clexane): 1 mg/kg/dose SC q12h oppure 1.5 mg/kg/d SC q24h, embricando con
warfarin.
• Fondaparinux (Arixtra): 5 mg (peso corporeo < 50 kg), 7.5 mg (peso corporeo = 50–100 kg), o 10 mg
(peso corporeo >100 kg) SC q24h, embricando con warfarin.
Trombosi superficiali
• Calze elastiche
• Trattamento anticoagulante dibattuto:
_ LMWH per 4 settimane
_ dosaggio profilattico/ intermedio/ scoagulante a seconda della estensione e del rischio di
complicanze
_ eventuale TAO in trombosi a rischio di estensione al sistema venoso profondo: coinvolge
siti anatomici a rischio (giunzione safeno-femorale, safeno-poplitea o vene perforanti) o
trombosi estese
Trattamento TEPA
LMWH (administered either intravenously
or subcutaneously) should be the
treatment of choice in hemodynamically
stable patients.
Thrombolysis should be administered to
patients whose condition is unstable and
should be considered for high-risk
hemodynamically stable patients.
Percutaneous mechanical thrombectomy
should be restricted to high-risk patients
with absolute C/I to thrombolytic
treatment and those in whom thrombolytic treatment has failed to improve hemodynamic status.
LMWH is preferable to vitamin K antagonists in patients with cancer and in pregnant women.
For patients receiving vitamin K antagonists, the INR should be maintained within a therapeutic range (2.0
to 3.0) during long-term therapy (≥3 months); a low-intensity INR target of 1.5 to 1.9 is an option for
extended (indefinite) anticoagulant therapy.
Extended treatment should be considered for patients with active cancer, unprovoked pulmonary
embolism, or recurrent venous thromboembolism. Extended treatment requires a reassessment of the
patient's risk–benefit ratio at periodic intervals. Indefinite treatment refers to anticoagulation that is
continued without a scheduled stop date but that may be stopped because of an increase in the risk of
bleeding or a change in the patient's preference.
TAO
Indicazioni
Profilassi e/o terapia di:
� Trombosi venosa e sua estensione
� Embolia polmonare
� Complicazioni tromboemboliche della FA e delle protesi valvolari
Post IMA, per ridurre mortalità, rischi di recidiva di IMA, ed eventi tromboembolici q
sistemiche
Prevenzione e trattamento di embolie a partenza dal cuore
Eventi avversi:
EMORRAGIE (principale)
Fattori che possono influenzare il rischio di sanguinamento:
� Livello di anticoagulazione
� Malattie concomitanti
� Uso concomitante di altri farmaci
� Qualità della gestione medica
NECROSI CUTANEA
Manifestazione rara ma potenzialmente grave
legato alla mancata carbossilazione della
trattamento.
Rischio di sanguinamento nell’anziano
L’età più anziana si associa a maggiore sensibilità alle dosi abitualmente utilizzate
� Comorbilità
� Maggior possibilità di interazioni farmacologiche
� Rischio aumentato in relazione all’età di per s
fragilità vascolare)
Tempo di protrombina (PT)
Un test ampiamente utilizzato ed affidabile
¬ Proliferazione di differenti tromboplastine (reagenti) con variabile sensibilità ai ridotti livelli di
fattori della coagulazione Vit.
¬ Cambiamento nel tempo del concetto di corretta “intensità” della TAO (bassa intensità)
¬ INR (International Normalized Ratio)
INR: International Normalized Ratio
� Una correzione matematica (della PT ratio) per differenze nella sensibilità alle tromboplastine
(reagenti) utilizzate
� Si basa su tromboplastine “di riferimento” con sensibilità nota agli effetti antitrombotici degli
anticoagulanti orali
� L’INR è la PT ratio che si sarebbe ottenuta si fossero utilizzate tromboplastine di riferimento
� Consente risultati comparabili tra diversi lab. standardizzando il risultato
Equazione dell’INR: � ����������
Each thromboplastin is assigned an ISI which reflects the sensitivity of the thromboplastin to
Warfarin
ISI of the reference thro
thromboplastin is to Warfarin
factors.
← Relazione Tra PT Ratio ed INR How the ISI (sensitivity) of the thromboplastin influences the PT r
resulting variability is corrected by expressing the results as an INR.
schi di recidiva di IMA, ed eventi tromboembolici q
Prevenzione e trattamento di embolie a partenza dal cuore
Fattori che possono influenzare il rischio di sanguinamento:
Uso concomitante di altri farmaci
Qualità della gestione medica
Manifestazione rara ma potenzialmente grave. È dovuta ad un iniziale effetto procoagulente del warfarin
azione della proteina C che ha breve emivita. Insorge
Rischio di sanguinamento nell’anziano
L’età più anziana si associa a maggiore sensibilità alle dosi abitualmente utilizzate, conseguente a:
ità di interazioni farmacologiche
Rischio aumentato in relazione all’età di per sé, independentemente da quanto sopra (maggiore
Un test ampiamente utilizzato ed affidabile, tuttavia:
enti tromboplastine (reagenti) con variabile sensibilità ai ridotti livelli di
fattori della coagulazione Vit. K dipendenti
Cambiamento nel tempo del concetto di corretta “intensità” della TAO (bassa intensità)
International Normalized Ratio)
nternational Normalized Ratio
Una correzione matematica (della PT ratio) per differenze nella sensibilità alle tromboplastine
Si basa su tromboplastine “di riferimento” con sensibilità nota agli effetti antitrombotici degli
L’INR è la PT ratio che si sarebbe ottenuta si fossero utilizzate tromboplastine di riferimento
Consente risultati comparabili tra diversi lab. standardizzando il risultato
����� ��� ����� ����
��� ISI=International Sensitivity Index
Each thromboplastin is assigned an ISI which reflects the sensitivity of the thromboplastin to
Warfarin-mediated reduction of the Vitamin K dependent clotting factors. By convention, the
ISI of the reference thromboplastin is 1.0. The higher the ISI, the less sensitive the
thromboplastin is to Warfarin-mediated reduction of the Vitamin K dependent clotting
factors.
Relazione Tra PT Ratio ed INR ow the ISI (sensitivity) of the thromboplastin influences the PT r
resulting variability is corrected by expressing the results as an INR.
77
schi di recidiva di IMA, ed eventi tromboembolici quali ictus e embolie
ovuta ad un iniziale effetto procoagulente del warfarin
Insorge nei primi giorni di
, conseguente a:
e da quanto sopra (maggiore
enti tromboplastine (reagenti) con variabile sensibilità ai ridotti livelli di
Cambiamento nel tempo del concetto di corretta “intensità” della TAO (bassa intensità)
Una correzione matematica (della PT ratio) per differenze nella sensibilità alle tromboplastine
Si basa su tromboplastine “di riferimento” con sensibilità nota agli effetti antitrombotici degli
L’INR è la PT ratio che si sarebbe ottenuta si fossero utilizzate tromboplastine di riferimento
ISI=International Sensitivity Index
Each thromboplastin is assigned an ISI which reflects the sensitivity of the thromboplastin to
mediated reduction of the Vitamin K dependent clotting factors. By convention, the
mboplastin is 1.0. The higher the ISI, the less sensitive the
mediated reduction of the Vitamin K dependent clotting
ow the ISI (sensitivity) of the thromboplastin influences the PT ratio (PTR) and how the
resulting variability is corrected by expressing the results as an INR.
Dosaggio
Individualizzare la dose in funzione della risposta del paziente (indicata dall’INR)
di dosi da carico:
¬ Può aumentare il ris
¬ Non offre una protezione più rapida
Dosi iniziali più basse nel malato: anziano
This slide shows the time course of reduction of the four Vitamin K dependent clotting
factors when a
shortest half life. As a result, the INR increases and the dose of warfarin is reduced so that
by about day 5, the four clotting factors are reduced to a similar extent and the I
the therapeutic range. In addition, the anticoagulant protein, Protein C is reduced to a
similar extent as Factor VII because both Vitamin K dependent proteins have a similar
(short) half life.
This slide shows the time course of reduction of the
Vitamin K dependent clotting factors when treatment is
initiated with a maintenance dose. The rapid fall in Factor VII is avoided and by about
day 5, the four clotting factors are reduced to a similar extent and the INR is in the
therapeutic range. The initiation of warfarin with a maintenance dose avoids the hazard
of early overcoagulation and reduces the risk of warfarin
but serious complication of warfarin therapy that is thought to be associated with
marked reductions in the level of protein C during the induction phase of warfarin
therapy.
Conversione da Eparina a TAO
Inizio contemporaneo o embricato.
attività antitrombotica del warfarin di
Quando l’INR raggiunge il range terapeutico desiderato, discontinuare Eparina (dopo min 4 gg.)
Warfarin
Dose & Monitoraggio:
� Iniziare “bassi” → Dose iniziale 5 mg qd (anziano, fragile, epatopatico, malnutrito 2 mg/die);
educare il paziente.
� Stabilizzare → Titolare al valore appropriato di INR e m
(inizialmente qd, poi settimanalm
� Aggiustare dosaggio se necess
� Monitorare INR regolarmente (q. 1
Schedula di dosaggio del Warfarin (sett.)
dose in funzione della risposta del paziente (indicata dall’INR). Non
Può aumentare il rischio di complicazioni emorragiche
offre una protezione più rapida
nziano, fragile, epatopatico, malnutrito.
This slide shows the time course of reduction of the four Vitamin K dependent clotting
factors when a loading dose is used. There is a rapid fall in Factor VII, because this has the
shortest half life. As a result, the INR increases and the dose of warfarin is reduced so that
by about day 5, the four clotting factors are reduced to a similar extent and the I
the therapeutic range. In addition, the anticoagulant protein, Protein C is reduced to a
similar extent as Factor VII because both Vitamin K dependent proteins have a similar
(short) half life.
This slide shows the time course of reduction of the four
Vitamin K dependent clotting factors when treatment is
. The rapid fall in Factor VII is avoided and by about
day 5, the four clotting factors are reduced to a similar extent and the INR is in the
e initiation of warfarin with a maintenance dose avoids the hazard
of early overcoagulation and reduces the risk of warfarin-induced skin necrosis, a rare
but serious complication of warfarin therapy that is thought to be associated with
in the level of protein C during the induction phase of warfarin
. Eparina proseguita per 3-4 giorni. L’intervallo tra inizio terapia e picco di
attività antitrombotica del warfarin dilazionato 96 h (a dispetto dell’INR misurato).
Quando l’INR raggiunge il range terapeutico desiderato, discontinuare Eparina (dopo min 4 gg.)
Dose iniziale 5 mg qd (anziano, fragile, epatopatico, malnutrito 2 mg/die);
re al valore appropriato di INR e monitorare INR frequentemente
poi settimanalmente).
stare dosaggio se necessario
Monitorare INR regolarmente (q. 1–4 sett.) ed eventualmente aggiustare dosaggio
Schedula di dosaggio del Warfarin (sett.) C/I al Warfarin:
Gravidanza
R emorragico >potenziale beneficio
_ Abuso di alcol/droghe
_ Demenza/psicosi (C
78
on è raccomandato l’uso
This slide shows the time course of reduction of the four Vitamin K dependent clotting
is used. There is a rapid fall in Factor VII, because this has the
shortest half life. As a result, the INR increases and the dose of warfarin is reduced so that
by about day 5, the four clotting factors are reduced to a similar extent and the INR is in
the therapeutic range. In addition, the anticoagulant protein, Protein C is reduced to a
similar extent as Factor VII because both Vitamin K dependent proteins have a similar
L’intervallo tra inizio terapia e picco di
Quando l’INR raggiunge il range terapeutico desiderato, discontinuare Eparina (dopo min 4 gg.).
Dose iniziale 5 mg qd (anziano, fragile, epatopatico, malnutrito 2 mg/die);
onitorare INR frequentemente
4 sett.) ed eventualmente aggiustare dosaggio
potenziale beneficio della terapia
Abuso di alcol/droghe
Demenza/psicosi (Care giver?)
Segni di sovradosaggio del Warfarin:
Ogni sanguinamento insolito: sangue in feci o urine
gengivale; sanguinamento presistente da traumi superficiali; s
Managing Patients with High INR Values
Managing Patients with High INR Values
Relazione tra INR ed Efficacia/Sicurezza
Trattamento a bassa intensità:
� Efficacia rapidamente compromessa sotto INR 2.0
� Non efficace sotto INR 1.5
Trattamento ad alta intensità:
� Sicurezza compromessa sopra INR 4
Risk of Intracranial Hemorrhage in Outpatients:
i di sovradosaggio del Warfarin:
angue in feci o urine; metrorragie; ecchimosi; e
sistente da traumi superficiali; sanguinamento di tumori, ulcere, altre
Managing Patients with High INR Values / Minor or No Bleeding
Managing Patients with High INR Values / Serious Bleeding
Relazione tra INR ed Efficacia/Sicurezza
Efficacia rapidamente compromessa sotto INR 2.0* (*efficace sotto 2,5)
Sicurezza compromessa sopra INR 4
ranial Hemorrhage in Outpatients:
Hylek, et al, studied the risk of intracranial hemorrhage in
outpatients treated with warfarin. They determined that an
intensity of anticoagulation expressed as a prothrombin time ratio
(PTR) above 2.0 (roughly corresponding to an INR of 3.7 to 4.3)
resulted in an increase in the risk of bleeding.
79
; epistassi/sanguinamento
i tumori, ulcere, altre lesioni.
(*efficace sotto 2,5)
Hylek, et al, studied the risk of intracranial hemorrhage in
warfarin. They determined that an
intensity of anticoagulation expressed as a prothrombin time ratio
(PTR) above 2.0 (roughly corresponding to an INR of 3.7 to 4.3)
resulted in an increase in the risk of bleeding.
80
Indicazioni attuali / Intensità:
Interazioni: Potenziamento attività
Inibizione attività
Educazione del paziente
� Insegnare concetti di anticoagulazione efficace e sicura
� Discutere importanza di monitoraggio INR regolare
� Counseling su uso simultaneo di farmaci e alcol
� Strategie creative per aumentare compliance
Nuovi anticoagulanti
Inibizione diretta della trombina Thrombin has 3 domains: one active site and two exosites. Exosite 1 acts
as a dock for substrates such as fibrin in order to promote orientation for
active site binding. Exosite 2 is the heparin-binding domain. The bivalent
DTIs, lepirudin and bivalirudin, bind to both the active site and exosite 1.
The univalent DTIs, argatroban and dabigatran etexilate, bind only to
the active site. Thus, DTIs are able to inactivate both fibrin-bound and
unbound thrombin, unlike UFH and LMWH. There is also no extraneous
binding to plasma proteins, resulting in a more predictable anticoagulant
response compared with that of UFH. Through inhibition of thrombin
generation, DTIs also confer antiplatelet effects. However, injectable DTIs
must be monitored using the aPTT. Another consideration is that no
antidotes are available to reverse the anticoagulant effects of a DTI.
81
Danaparoid
Un eparinoide a basso peso molecolare, consistente in una mistura di eparansolfato (83%),
dermatansolfato, condroitinsolfato. Selettività anti-Xa >di LMWH (attività 28:1 vs. 3:1). Può essere
somministrato nella trombocitopenia da eparina (HIT). D/C produzione in US.
Lepirudina
Una irudina ricombinante (l’i. è una p65 estratta dalle gh. salivari della sanguisuga Hirudo medicinalis).
Approvata per il trattamento della HIT: 0.4 mg/kg in bolo, poi 0.15 mg/kg in infusione continua per 2-10 gg.
Monitoraggio aPTT; cautela in I.R. (non facilmente reversibile).
Costi elevati (Refludan fl 50 mg, 662,41 €). Classe H.
Argatroban
Inibitore diretto della trombina, no modifiche in IR (cautela in epatopatie). Monitoraggio con aPTT .
Indicato in HIT: Novastan f 100 mg (Classe H, €357,49 €); 2 mcg/kg/min infusione continua.
Bivaluridina
Un inibitore diretto della trombina, di affinità intermedia tra lepirudina e argatroban. In cardiologia
interventistica (UA/STEMI trattate con PCI): 0.1 mg/kg in bolo, seguita da 0.25 mg/kg/h; se PCI bolo
addizionale 0.5 mg/kg poi 1.75 mg/kg/h durante intervento (=Angiox f 250 mg, classe H €6255,85 €).
Dabigatran exilato
Inibitore diretto della trombina attivo per via orale. È indicato per la prevenzione primaria della TVP dopo
protesi d’anca o ginocchio: Pradaxa cps 110 mg, 2 cps qd, durata 10 gg (ginocchio), 28-35 gg (anca).
Non richiede monitoraggio INR. Classe H (Costo per cps circa 3 €).
(FDA: Oct. 2010) Prevenzione embolie in FA.
82
Terapia dei principali disturbi dispeptici
PRINCIPALI PATOLOGIE RESPONSABILI DI DISTURBI DISPEPTICI:
• Ernia iatale
• Malattia da reflusso gastro-esofageo (GERD)
• Ulcera peptica
• Disturbi funzionali
Attivazione cellule parietali:
The parietal cell, also known as the oxyntic
cell, is usually found in the neck, or isthmus,
or in the oxyntic gland. The resting, or
unstimulated, parietal cell has prominent
cytoplasmic tubulovesicles and intracellular
canaliculi containing short microvilli along
its apical surface. H+,K+-ATPase is
expressed in the tubulovesicle membrane;
upon cell stimulation, this membrane, along
with apical membranes, transforms into a dense network of apical intracellular canaliculi
containing long microvilli. Acid secretion, a process requiring high energy, occurs at the apical
canalicular surface. Numerous mitochondria (30–40% of total cell volume) generate the
energy required for secretion.
Regolazione della secrezione gastrica acida:
The normal human stomach contains approximately one
billion parietal cells that secrete 0.16 M HCl into the
gastric lumen in response to three principal physiological
stimuli: acetylcholine, histamine, and gastrin.
Acetylcholine is the chief neurocrine transmitter, which is
released by vagal postganglionic neurons and appears to
stimulate hydrogen ion generation directly via a parietal
cell muscarinic M3 receptor.
Histamine is the primary paracrine transmitter that binds
to H2-specific receptors on the parietal cell basolateral
membrane, while gastrin, secreted from antral G-cells,
comprises the primary endocrine pathway.
Gastrin stimulates the generation of hydrogen ions both
directly and indirectly, the latter by stimulating histamine
secretion from enterochromaffin-like (ECL) cells in the
proximate vicinity of parietal cells.
Meccanismi di protezione gastrica
The mucosal defense system can be envisioned as a three-level
barrier, composed of preepithelial, epithelial, and subepithelial
elements. The first line of defense is a mucus-bicarbonate layer,
which serves as a physicochemical barrier to multiple molecules,
including hydrogen ions. Mucus is secreted in a regulated fashion
by gastroduodenal surface epithelial cells. It consists primarily of
water (95%) and a mixture of lipids and glycoproteins (mucin). The
mucous gel functions as a nonstirred water layer impeding
83
diffusion of ions and molecules such as pepsin. Bicarbonate, secreted in a regulated manner by surface epithelial cells of the
gastroduodenal mucosa into the mucous gel, forms a pH gradient ranging from 1 to 2 at the gastric luminal surface and
reaching 6 to 7 along the epithelial cell surface.
Surface epithelial cells provide the next line of defense through several factors, including mucus production, epithelial cell
ionic transporters that maintain intracellular pH and bicarbonate production, and intracellular tight junctions. If the
preepithelial barrier were breached, gastric epithelial cells bordering a site of injury can migrate to restore a damaged region
(restitution). This process occurs independent of cell division and requires uninterrupted blood flow and an alkaline pH in
the surrounding environment. Several growth factors, including epidermal growth factor (EGF), transforming growth factor
(TGF) , and basic fibroblast growth factor (FGF), modulate the process of restitution. Larger defects that are not effectively
repaired by restitution require cell proliferation. Epithelial cell regeneration is regulated by prostaglandins and growth
factors such as EGF and TGF. In tandem with epithelial cell renewal, formation of new vessels (angiogenesis) within the
injured microvascular bed occurs. Both FGF and vascular endothelial growth factor (VEGF) are important in regulating
angiogenesis in the gastric mucosa.
An elaborate microvascular system within the gastric submucosal layer is the key component of the subepithelial
defense/repair system, providing HCO3–, which neutralizes the acid generated by parietal cell. Moreover, this
microcirculatory bed provides an adequate supply of micronutrients and oxygen while removing toxic metabolic by-
products.
Prostaglandins play a central role in gastric epithelial defense/repair. The gastric mucosa contains abundant levels of
prostaglandins that regulate the release of mucosal bicarbonate and mucus, inhibit parietal cell secretion, and are important
in maintaining mucosal blood flow and epithelial cell restitution. Prostaglandins are derived from esterified arachidonic acid,
which is formed from phospholipids (cell membrane) by the action of phospholipase A2. A key enzyme that controls the
rate-limiting step in prostaglandin synthesis is cyclooxygenase (COX), which is present in two isoforms (COX-1, COX-2), each
having distinct characteristics regarding structure, tissue distribution, and expression. COX-1 is expressed in a host of tissues,
including the stomach, platelets, kidneys, and endothelial cells. This isoform is expressed in a constitutive manner and plays
an important role in maintaining the integrity of renal function, platelet aggregation, and gastrointestinal mucosal integrity.
In contrast, the expression of COX-2 is inducible by inflammatory stimuli, and it is expressed in macrophages, leukocytes,
fibroblasts, and synovial cells. The beneficial effects of nonsteroidal anti-inflammatory drugs (NSAIDs) on tissue
inflammation are due to inhibition of COX-2; the toxicity of these drugs (e.g., gastrointestinal mucosal ulceration and renal
dysfunction) is related to inhibition of the COX-1 isoform. The highly COX-2–selective NSAIDs have the potential to provide
the beneficial effect of decreasing tissue inflammation while minimizing toxicity in the gastrointestinal tract. Selective COX-2
inhibitors have had adverse effects on the cardiovascular system, leading to increased risk of myocardial infarction.
Therefore, the FDA has removed two of these agents (valdecoxib and rofecoxib) from the market.
Farmaci con azione protettiva sulla mucosa
SUCRALFATO
Polisaccaride solfato che, in ambiente acido, polimerizza e forma una sostanza viscosa che aderisce alle
cellule epitelialI e le protegge per circa 6 ore. Protegge la mucosa dall’aggressione operata dalla pepsina e
dall’acido stesso.
Il sucralfato, poiché è attivato dall’ambiente acido, deve essere somministrato a digiuno (almeno 1h prima
dei pasti) e perde di efficacia se associato a farmaci che inibiscono la secrezione acida.
È utile nella profilassi dell’ulcera in pazienti ricoverati in terapia intensiva o semi-intensiva.
Riduce l’assorbimento di alcuni farmaci a livello gastrico (fluorochinoloni, ketoconazolo, digossina,
fenitoina) e causa stipsi nel 2% circa dei pazienti.
Dose profilattica: 1 gr 2v/die
Dose per il trattamento dell’ulcera: 1 gr 2v/die
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ANTIACIDI (Sostanze con effetto tampone)
� Bicarbonato di sodio: assorbito rapidamente determina sovraccarico di sodio nei pazienti con
insufficienza renale e scompenso cardiaco. Alta produzione di CO2 a livello gastrico con eruttazione
e nausea.
� Carbonato di calcio: alto apporto di calcio; inoltre alta produzione di CO2 gastrica (vedi sopra).
� Magnesio idrossido + alluminio idrossido (con o senza simeticone): il primo ha un’azione rapida
mentre il secondo agisce con maggiore latenza ma con buona durata, per cui la loro combinazione
ha effetti favorevoli. Inoltre, il primo ha effetto di lassativo osmotico, mentre il secondo causa
ristagno gastrico e stipsi (almeno in teoria questi effetti opposti dovrebbero bilanciarsi).
� Magaldrato: idrossido di magnesio alluminato che viene convertito in ambiente acido in magnesio
idrossido + alluminio idrossido (vedi sopra).
� Sodio alginato: in ambiente acido assume consistenza di gel (acido alginico) che ha un pH vicino alla
neutralità e si dispone tra contenuto gastrico e cardias limitando il reflusso.
� Simeticone: tensioattivo con effetto antischiumogeno che viene spesso somministrato ai pazienti
con reflusso gastroesofageo.
Formulazioni in commercio
� Gadral, Riopan, Riopan gel: Magaldrato. OTC
� Maalox sospensione o compresse: idrossido di alluminio + idrossido di magnesio. OTC
� Maalox plus: idrossido di alluminio + idrossido di magnesio + dimeticone. OTC
� Gaviscon: sodio alginato + sodio bicarbonato
Utilizzo
Somministrare 2-3 ore dopo i pasti e prima di coricarsi. Dose valutata in base alla regressione dei sintomi
(circa 120 mEq di Mg e Al per dose). Hanno effetto tampone, portano a neutralità il pH gastrico.
Non somministrare con altri farmaci per os perché possono chelare le molecole e impedirne l’assorbimento
(almeno 2 ore di distanza tra le assunzioni).
Il sodio alginato deve essere assunto dopo i pasti e alla sera prima di coricarsi (5-10 ml).
ANALOGHI SINTETICI DELLE PROSTAGLANDINE
MISOPROSTOLO
Analogo sintetico della prostalgandina E1. Determina riduzione della secrezione acida da parte delle cellule
parietali (effetto principale); aumento della secrezione di muco e di bicarbonato e del flusso ematico a
livello della mucosa gastrica (effetti meno rilevanti).
100-200 µg riducono la secrezione acida basale del 90% circa e quella post prandiale dell’80% circa.
Causa spesso diarrea associata a a dolori addominali; può determinare riesacerbazione di malattia
infiammatoria intestinale e aumenta la contrattilità uterina per cui è controindicato in gravidanza.
Scomodo per i pazienti a causa della quadruplice assunzione giornaliera:
Dose: 200 µg 4 v/die
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Farmaci modulatori della secrezione acida
ANTAGONISTI H2
Agiscono sui recettori H2 dell’istamina. Riducono la secrezione acida fino al 65%
Farmaco N. Commerciale Formulazioni SSN
Cimetidina* Tagamet 200 mg cp Classe C
400 mg cp Classe A
Ranitidina Zantac 75 mg cp Classe C
150 mg cp Classe A
300 mg cp Classe A
Famotidina Famodil 20 mg cp Classe C
40 mg cp Classe A
Nizatidina Nizax 150 mg cp Classe A
300 mg cp Classe A
*Inibisce CYP450 (aumenta i livelli sierici di teofillina, warfarin, lidocaina, e fenitoina) e può causare ginecomastia o impotenza.
INIBITORI DELLA POMPA PROTONICA (PPI)
Si legano in modo covalente all’enzima H+-K+-ATPasi (pompa protonica), inattivandolo in modo
permanente. La secrezione acida richiede nuove pompe (T ½ = 18 h). Riducono la secrezione acida fino al
90% in 1 ora se sommistrati per via parenterale.
Agente Commerciale Costo Biodisponibilità Cmax* Escrezione AUC0-24# pKa
Omeprazolo Omeprazen 8.44/7.44(gen) 45 % 0.7 Renale 2.0 4.0
Lansoprazolo
30 mg
Limpidex 9.48/7.52(gen) 85 % 0.5-1.0 Biliare 2.5 4.0
Rabeprazolo
20 mg
Pariet 18.42 52 % 0.4 Renale 0.8 5.0
Pantoprazolo
40 mg
Pantorc 9.57/8.57(gen) 77 % 2.5 Renale 5.0 3.9
Esomeprazolo
20 mg
Nexium 23.88 64 % 1.5 Renale 4.3 4.0
* Max concentrazione plasmatica , mg/mL. #
Area sotto la curva, mg-h/L.
Dosaggi raccomandati:
Terapia dell’ulcera G/D attiva e mantenimento*
Omeprazolo - 20 mg
Lansoprazolo - 30 mg
Rabeprazolo - 20 mg
Pantoprazolo - 40 mg
Esomeprazolo- 40 mg
Tutte a somministrazione quotidiana prima di colazione
* In generale, le ulcere duodenali dovrebbero
essere trattate per 4 settimane e le ulcere
gastriche per 8 settimane
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Prevenzione delle ulcere da FANS
Tutti i PPI di cui sopra
Trattamento di GERD erosivo o nonerosivo
Omeprazolo - 20 mg una volta al giorno o 20 mg due volte al giorno
Lansoprazolo - 30 mg una volta al giorno o 30 mg due volte al giorno
Rabeprazolo - 20 mg una volta al giorno o 20 mg due volte al giorno
Pantoprazolo - 40 mg una volta al giorno o 40 mg due volte al giorno
Esomeprazolo - 20 mg o 40 mg una volta
Tutte a somministrazione quotidiana prima di colazione; la seconda dose, se necessaria, dovrebbe essere
data prima del pasto serale.
Interazioni farmacologiche:
Farmaco
Concomitante Omeprazolo Lansoprazolo Rabeprazolo Pantoprazolo Esomeprazolo
Warfarin PT ↑ del 10% - - - -
Diazepam T ½ ↑ del 130% - - - ↓ clearance
Fenitoina T ½ ↑ del 27% - - - -
Teofillina - AUC↑del 10% - - Ignoto
Digossina AUC ↑del 10% - AUC,Cmax,T ½↑ - Ignoto
Carbamazepina AUC ↑ del 75% - - - Ignoto
Indicazioni all’uso dei PPI
� Ulcera peptica
� Eradicazione di HP
� Terapia e prevenzione del danno GI da FANS
� Sindrome di Zollinger-Ellison
� GERD
Ulcera peptica
Lesione di continuità nella mucosa, di diametro almeno 5 mm e approfondantesi nella sottomucosa (supera
MM). DU : GU = 5 : 1; DU 30-55 aa, GU 55-70 aa
Associazione con HP, FANS e fumo di sigaretta. L’ulcera peptica si riscontra nel 10% delle persone nel corso
della vita.
Principi generali di trattamento dell’ulcera peptica
� Eradicazione dell’infezione da HP, se presente
� In HP negativi, soppressione dell’acidità
� Rimozione dei fattori contribuenti, quali FANS, fumo di sigaretta, alcol
� Restrizioni dietetiche: evitare cibi associati a dispepsia
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Regimi suggeriti per eradicazione di HP:
Regime Commento
PPI, amoxicillina 1 g, claritromicina 500 mg due volte
al giorno per 7-14 giorni
Regime di I linea di scelta (metronidazolo 500 mg
due volte al giorno per amoxicillina ma solo in
penicillino-allergici)
Bismuto 525 mg, metronidazolo 500 mg, tetraciclina
500 mg tutti quattro volte al dì + un PPI due volte al
giorno per 7-14 giorni
Può essere usato in I linea (7-14 gg) ma
generalmente riservato al ritrattamento (14 gg)
PPI, amoxicillina 1 g, metronidazolo 500 mg tutti due
volte al giorno per 14 giorni
Prima linea di trattamento in macrolido-allergici
patients e ritrattamento dopo fallimento della
prima linea
PPI, levofloxacina 250 mg, amoxicillina 1 g tutti due
volte al giorno per 14 giorni
"Rescue therapy” per coloro che hanno fallito due
dei precedenti
PPI, rifabutina 150 mg, amoxicillina 1 g tutti due volte
al giorno per 14 giorni “Rescue therapy” alternativa
PPI due volte al giorno + amoxicillina 1g tre volte al
giorno per 14 giorni “Rescue therapy” alternativa
Prevenzione del danno da FANS:
• Uso al minor dosaggio e per la minore durata possibile
• In pazienti senza storia di ulcera: ? Test per HP
• Uso di PPI insieme a FANS in coloro con
– Storia di ulcera peptica
– Storia di sanguinamento GI superiore
– Concomitante anticoagulazione
– Più di un fattore di rischio per complicazioni, incluse età >60 anni, uso di CCS, dispepsia o
sintomi di GERD
GERD
20% della popolazione; 10% con sintomi qd.
Pirosi, esacerbata da decubito supino; anormalità endoscopiche nel 30%circa dei pazienti con GERD.
Gestione medica:
¬ Elevazione della testa del letto
¬ Cibi preferenzialmente da evitare: grassi, cioccolato, menta, alcol, cola, vino rosso, succo d’arancio
¬ No posizione supina subito dopo il pasto
¬ Evitare vestiti stretti
¬ Correzione dell’obesità
¬ Promozione salivazione (chewing gum)
¬ Abolizione del fumo di sigaretta
Fisiopatologia della GERD
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Regimi terapeutici per GERD in ordine progressivo di potenza:
1. Antiacidi e/o bloccanti dei recettori H2 da banco
2. H2-blockers su ricetta medica (2 v/die)
3. Uso intermittente (2settimane) di PPI
4. Omeprazolo (20 mg/die) o dose equivalente di altri PPIs
5. Omeprazolo (20 mg/die o 40 mg/die) o dosi equivalenti di altri PPIs
Cattivo uso dei PPI
Spesa su scala globale 7 miliardi di sterline → 25-70% inappropriato (min €2.000.000.000)
Uso inappropriato in ospedale:
– Australia: 63%
– Irlanda: 33%
– Inghilterra: 67%
Rischi nascosti: polmonite, enterite da Campylobacter, colite da C.difficile, osteoporosi, nefrite interstiziale
acuta, PBS nei cirrotici
FARMACI PROCINETICI
Metoclopramide: antagonista dei recettori dopaminergici D2
– Aumento della motilità gastrica
– Aumento del tono dello sfintere esofageo inferiore
– 10 mg 30’ prima dei pasti
– Disturbi extrapiramidali, distonie, discinesie buccali e parkinsonismo, iperprolattinemia (raro)
Domperidone: antagonista dei recettori D2, non supera la barriera emato-encefalica.