TERAPIA EMDR PER I DISTURBI LEGATI ALLO STRESS E AL …
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TERAPIA EMDR PER I DISTURBI LEGATI
ALLO STRESS E AL TRAUMA
Dott.ssa Isabel Fernandez
Centro Ricerca e Studi in Psicotraumatologia
Milano Presidente EMDR Europe Association
“Il trauma è il risultato mentale di un evento o una serie di eventi
improvvisi ed esterni in grado di rendere l’individuo
temporaneamente inerme e di disgregare le sue strategie
di difesa e di adattamento”
OMS, 2002
!
!" L'esposizione ad eventi stressanti in giovane età è un
fattore di rischio consolidato per l’insorgere di disturbi mentali che può essere prevenibile.
" I gruppi vulnerabili possono includere: i membri di famiglie che vivono in povertà, le persone con malattie croniche, i neonati ed i bambini esposti a maltrattamenti e trascuratezza, gli adolescenti esposti all'uso di sostanze, i gruppi di minoranza, gli anziani, le persone che vivono la discriminazione e le violazioni dei diritti umani, lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, i detenuti e le persone esposte a conflitti, disastri naturali o altre emergenze umanitarie.
Piano d'azione per la salute mentale 2013-2020 Organizzazione Mondiale della Sanità
I costi dei disturbi mentali in Europa sono altissimi. Le statistiche più recenti sulla
psicopatologia, indicano che in Europa si spendono (in miliardi di
euro) : per i disturbi dell’umore 113.4; disturbi psicotici 93.9;
dipendenze 65.7; disturbi d’ansia 74.4; disturbi di personalità 27.3;
disturbi somatoformi 21.2; e disturbi alimentari 0.8 (Olesen et al., 2012).
PREVALENZA DI EVENTI TRAUMATICI NEI DISTURBI MENTALI
DEPRESSIONELo stress e i suoi correlati neurobiologici
sono fattori significativi per lo sviluppo di una depressione: stressors cronici e acuti
contribuiscono in modo evidente a questo disturbo e possono precipitare
l’insorgenza di una depressione (Helm e Nemeroff, 2001; Mc Farlane,2010)
Spesso il primo esordio di una depressione è più legato a stressor psicosociali specifici
dalle ricadute successive.
È importante rilevare che 80% dei casi di PTSD hanno
comorbidità con la depressione. La depressione migliora in
modo significativo se il PTSD è trattato per prima, senza fare un
trattamento specifico per la depressione
(van Etten e Taylor, 1998)
Episodi di umiliazione svalutanti della persona,
perdite e separazioni erano fortemente legati a
episodi depressivi (Kendler et al. 2003),
oltre a episodi traumatici con la «T»
IL RUOLO DELLO
STRESS E DEL TRAUMA
NEL DSM V
DISTURBO FATTORI STRESSANTI E/O TRAUMATICI
ATTACCAMENTO
Disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia
Stress come fattore esacerbante
/
Disturbo da deficit di attenzione/iperattività
Abuso nell’infanzia Trascuratezza, adozioni multiple
Disturbi da tic Fattori stressanti spesso peggiorano il disturbo
/
Disturbo depressivo maggiore
Esperienze infantili avverse
Disturbo depressivo persistente (distimia)
/ Perdita dei genitori o separazione dei genitori
Disturbo disforico premestruale
Stress, traumi interpersonali /
Disturbo d’ansia di separazione
Fattori stressanti (morte di un genitore, allontanamento da casa, genitorialità)
Iperprotezione e intrusività dei genitori
Mutismo selettivo / Inibizione sociale dei genitori; genitori iperprotettivi, controllanti
Fobia specifica Evento traumatico o osservazione di evento traumatico occorso ad altri (abuso fisico o sessuale)
Iperprotettività genitoriale; perdita di un genitore o separazione
Disturbo d’ansia sociale Esperienza stressante o umiliante;
Maltrattamento e avversità infantili
Disturbo di panico Abuso sessuale o fisico infantile; fattori stressanti
Agorafobia Eventi negativi in età infantile
Ridotto calore e iperprotettività
Disturbo d’ansia generalizzata
Avversità infantili Iperprotettività genitoriale
Disturbo ossessivo-compulsivo
Abuso fisico e sessuale infantile; altri eventi traumatici
/
Disturbo di dismorfismo corporeo
Abuso infantile trascuratezza
Disturbo da accumulo Eventi di vita stressanti e traumatici
Disturbo dissociativo dell’identità
Eventi traumatici e/o abusi nell’infanzia
trascuratezza
Amnesia dissociativa Esperienze traumatiche singole o ripetute
Traumi interpersonali
Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione
Abuso fisico e/o sessuale Traumi interpersonali nell’infanzia (abuso emotivo e trascuratezza)
Disturbo da sintomi somatici
Evento stressante recente /
Disturbo da ansia di malattia
Forte stress o minaccia per la vita dell’individuo
/
Disturbo di conversione Maltrattamento e/o abuso; eventi di vita stressanti
/
PICA / abbandono
Disturbo da ruminazione Situazioni di vita stressanti Abbandono; problemi nella relazione genitore-bambino
Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo
/ Ansia familiare
Anoressia nervosa Evento stressante /
Bulimia nervosa Abuso sessuale e/o fisico /
Enuresi/encopresi Eventi stressanti /
Insonnia Eventi stressanti /
Disturbo da ipersonnolenza
Stress psicologico /
Disturbi dell’arousal del sonno non-rem
Stress psicologico /
Disturbo da incubi Stress psicologico acuto o cronico
/
Disturbo erettile Disturbo da stress post-traumatico
Disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile
Fattori stressanti durante l’infanzia
Prime relazioni con il caregiver
Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione
Abuso sessuale e/o fisico /
Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile
Traumi nell’infanzia /
Disturbo oppositivo-provocatorio
/ Clima familiare rigido e negligente
Disturbo esplosivo intermittente
Traumi emotivi /
Disturbo della condotta Abuso fisico e sessuale Rifiuto e trascuratezza genitoriale; frequenti cambi di caregiver
Disturbo da uso di cannabis
/ Situazione familiare instabile e violenta
Disturbo da uso di inalanti
Maltrattamenti e traumi nell’infanzia
/
Disturbo da uso di stimolanti
/ Ambiente domestico instabile
Disturbo da uso di altra (o sconosciuta) sostanza
Traumi o maltrattamenti nell’infanzia
Disturbo antisociale di personalità
Abusi Incuria, genitori instabili o imprevedibili
Disturbo borderline di personalità
Abuso fisico e sessuale Incuria; perdita precoce di un genitore
Disturbo voyeuristico Abuso sessuale infantile /
Disturbo esibizionistico Abuso sessuale ed emotivo infantile
/
Disturbo pedofilico Abusi sessuali infantili
DISTURBO FATTORI STRESSANTI E/O TRAUMATICI
ATTACCAMENTO
Disturbo reattivo dell’attaccamento
Trascuratezza grave, ripetuti cambiamenti caregiver primari
Disturbo da impegno sociale disinibito
Trascuratezza grave, ripetuti cambiamenti caregiver primari
Disturbo da Stress Post-traumatico
Evento traumatico o osservazione di evento traumatico occorso ad altri
Per il bambini, trauma perpetrato da un caregiver
Disturbo da stress acuto Evento traumatico, più storia di traumi precedenti
/
Disturbo dell’adattamento Eventi di vita stressanti /
!Il ruolo del trauma
in ambito relazionale con le figure di attaccamento, dello stress traumatico e
dello stress estremo sono evidenti nelle varie categorie
diagnostiche del DSM V
DSM V
Le esperienze sfavorevoli in età infantile, e il DSM V, ponendo l’enfasi in questi
elementi, alla base di salute mentale e fisica, significa che i servizi per la salute mentale
devono dedicarsi all’età evolutiva con strumenti mirati sul trauma, capendo che
questi possono poi contribuire a sviluppare dei disturbi complessi.
I servizi per l’infanzia e l’adolescenza sono fondamentali in questa nuova
focalizzazione del DSM V e delle ultime ricerche
L’80 % dei bambini con traumi per esposizione a traumi interpersonali, solo il 25% avevano la diagnosi
di PTSD (van der Kolk e Spinazzola). Avevano in realtà patterns di regolazione emotiva e fisiologica e
per tranquillizzarsi facevano presentavano automutilazione, disturbi del sonno, dolori, problemi
nel campo del linguaggio e della coordinazione motoria fine. Erano dipendenti, anche con chi abusava
di loro. Si sentivano senza valore e diffidenti. Non si concentravano, avevano pochi amici. Tendenza ad essere vittimizzati ancora. Problemi quindi con la
regolazione emotiva, la dissociazione, attenzione, concentrazione, comportamenti a rischio, aggressività,
controllo degli impulsi e auto immagine. Hanno tutti questi sintomi dovuto alla traumatizzazione ma non hanno PTSD
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IL RUOLO DEL TRAUMA E DELLO STRESS TRAUMATICO NEI DISTURBI MENTALI
Le esperienze sfavorevoli infantili (ESI, childhood adversities»)
sono associate al 44% delle psicopatologie durante lo sviluppo e il 30% negli adulti
e sono le cause più frequenti di disturbipsicologici a tutte le età.
Le Childhood adversities sono le cause più frequenti di disturbi psicologici a tutte le età
(Archives of Psychiatry, 2010)
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CHE COSA SI INTENDE PER ADVERSE CHILDHOOD EXPERIENCES (ACES)?
Qualsiasi delle seguenti esperienze vissute all’interno del contesto famigliare prima dei 18 anni:
1. Abuso fisico ricorrente 2. Abuso psicologico ricorrente 3. Abuso sessuale 4. Presenza di un una persona dipendente da alcol o da sostanze
all’interno del nucleo famigliare 5. Presenza di una persone incriminata per un reato all’interno della
famiglia 6. Un membro della famiglia gravemente depresso, con disturbi
mentali conclamati, istituzionalizzato o suicidario 7. Presenza di una madre che viene trattata in modo violento 8. Presenza di un solo o nessun genitore 9. Trascuratezza fisica 10. Trascuratezza emotiva
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ESPERIENZE TRAUMATICHE E SALUTE
Nello studio realizzato da Kaiser Permanente ed il Center for Disease Control sulle esperienze sfavorevoli in età infantile su 17,337 pazienti adulti del S.S.N.
d 11.0% hanno riferito di essere stati vittime di abusi emotivi durante l’infanzia;
d 30.1% riferivano abusi fisici; d 23.5% erano stati esposti ad alcolismo in famiglia; d 19.9% abusi sessuali; d 18.8% a malattia mentale; d 12.5% avevano assistito a violenza sulle loro madri; d 4.9% riportavano abuso di droghe in famiglia.
Le avversità nell’infanzia sono comuni, spesso concomitanti e fortemente associati all’esordio di un disturbo psichiatrico negli adolescenti negli USA
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L’IMPATTO DEL TRAUMA SULLA SALUTE
È stata riscontrata una forte relazione causa-effetto tra l’ampiezza di esposizione alle Adverse Childhood Experiences (ACEs) e i
fattori di rischio tra le varie cause principali di morte negli adulti. Malattie quali attacco ischemico cardiaco, cancro, malattia
cronica polmonare, fratture scheletriche, malattie al fegato, così come scarsa autovalutazione della salute hanno mostrato
una relazione all’ampiezza delle esposizioni infantili.
I risultati suggeriscono che l’impatto di esperienze infantili negative sulla salute da adulti sia forte e cumulativa.
(Felitti et al., 2012)
Questo studio conferma altre ricerche precedenti che avevano trovato una relazione altamente significativa tra esperienze sfavorevoli in età infantile e depressione, tentativi di suicidio, alcolismo, abuso di sostanze, promiscuità sessuale, violenza domestica, ecc. Inoltre, più esperienze sfavorevoli nell’infanzia erano presenti, più le persone erano a rischio di sviluppare disturbi cardiaci, tumori, diabete, disturbi del fegato, ecc.
Felitti VJ, Anda RF, Nordernberg D, et al. Relationship of childhood abuse to many of the leading causes of death in adults: the adverse childhood experiences (ACE) study. Am J Prev Med. 1998; 14(4): 245-258.
A causa dell’influenza del trauma sul sistema dello
stress, questi bambini sono più soggetti allo sviluppo di
patologie croniche come il diabete, la pressione alta,
ictus o infarti (Proceedings of the National Academy of Sciences, 2013)
" L’esposizione ad eventi stressanti ad un’età precoce rende il cervello meno resistente agli effetti degli eventi stressanti successivi. Se lo stress è cronico, esso produce livelli tossici di neurotrasmettitori che uccidono le cellule del cervello, in modo particolare nell’ippocampo.
" Il maltrattamento e la trascuratezza sui minori potrebbe contribuire all’insorgenza di praticamente tutti i tipi di patologia. Nel cervello dei giovani adulti maltrattati o trascurati durante l'infanzia è possibile osservare cambiamenti specifici in regioni chiave sia interne che attigue all'ippocampo. Questi cambiamenti possono rendere i soggetti molto più vulnerabili all’insorgenza di depressione, PTSD e dipendenze (Martin Teicher, 2013). Alti l ivelli di ormoni dello stress associati al maltrattamento possono danneggiare l’ippocampo che, a sua volta, può influenzare l’abilità dei soggetti di affrontare gli eventi stressanti nel corso della vita.
Il maltrattamento nell’infanzia e la trascuratezza sono associati quindi con anomalie strutturali e funzionali in diverse aree cerebrali, incluso la corteccia prefrontale (logica e ragionamento),
corpo calloso (integrazione dell’emisfero destro e sinistro), amigdala (riconoscimento della faccia e
paura), lobo temporale (linguaggio, ecc.). L’abuso influisce anche sul sistema
neuroendocrino, alterando la produzione dell’ormone regolatore dello stress cortisolo e
dei neurotrasmettitori come adrenalina, dopamina, serotonina, che influiscono
sull’umore e sul comportamento.
Oggi sappiamo che le esperienze possono continuare ad avere un impatto sulle strutture cerebrali nel corso della
nostra intera esistenza, modificando le connessioni che si stabiliscono nelle reti neurali. Il modo in cui le esperienze
traumatiche possono rimanere nella memoria non è un fatto mentale, ma è fisico, cioè come ricordo
immagazzinato in una rete neurale non elaborato, perché la capacità di elaborare l’informazione traumatica rimane
interrotta. Le esperienze con emozioni intense creano circuiti di memoria implicita nel sistema limbico che
possono durare una vita, una volta che il consolidamento complesso di queste tracce di memoria viene completato. Questi circuiti consolidati sono chiusi in sinapsi durevoli
e speciali. Per questo i ricordi emotivi sono tenaci. «L’abuso è finito a 12 anni
la vergogna, la rabbia e la paura sono rimaste per tutta la vita»
I ricordi di eventi traumatici rimangono non verbali, frammentati, intrusivi e de-
contestualizzati (Brewin et al., 1996). Il ricordo originale rimane intatto prima di
essere elaborato ed è quello che causa i sintomi.
Così le esperienze traumatiche ed
emotivamente stressanti, se non elaborate diventano la base di patologia, ha una
base neurobiologica (DSM V)
Le esperienze sono tradotte in ricordi fisici immagazzinati. Quello che crea disagio nel PTSD, non è
l’esperienza in sè ma il suo ricordo (van der Kolk, 2000)
!" Molti studi e ricerche hanno evidenziato negli ultimi anni,
come sia fondamentale lavorare sul ricordo vero e proprio di eventi traumatici o molto stressanti per facilitare le remissione di sintomi e del disagio legato a tali esperienze. In questo senso, il ruolo della memoria e di come l’evento rimane registrato, codificato e immagazzinato nella memoria è risultato di particolare importanza.
" L’intuizione di Francine Shapiro è stata proprio questa, e cioè che quello che bisognava trattare terapeuticamente era il ricordo traumatico. Sviluppando il protocollo EMDR standard, in 8 fasi Shapiro ha trovato il modo di rielaborare il ricordo in modo che non solo non produca più disagio ma che porti ad integrare l’esperienza traumatica nella propria storia in modo sereno e funzionale per la persona.
I ricordi e l’EMDR
!I trattamenti che sono riconosciuti
dalle linee guida internazionali come più efficaci sono quelli che si focalizzano sul ricordo del trauma,
soprattutto sul ricordo episodico dell’evento traumatico, come il
TFCBT e l’EMDR
I ricordi traumatici
EMDR è uno dei modelli psicoterapeutici che è cresciuto di più
negli ultimi anni.
Nell’EMDR non cancelliamo i ricordi di esperienze emotive negative e implicite,
ma li elaboriamo, sbloccando le connessioni neurali
che contengono questi ricordi: questo si chiama anche
riconsolidamento del ricordo
!d L’EMDR rappresenta oggi un importante sviluppo in
psicoterapia legato all’elaborazione dell’informazione. Si basa su un processo fisiologico naturale.
d Metodo clinico strutturato e complesso. E’ un metodo articolato (8 fasi).
d La desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva sono il risultato dell’elaborazione adattiva a livello neurofisiologico.
d Offre un nuovo modo di vedere la patologia: informazione immagazzinata in modo non funzionale. Si focalizza sul ricordo vero e proprio, non sulla reazione o sulla patologia.
EMDR
L’EMDR è insieme alla terapia
comportamentale focalizzata sul trauma
(TFCBT) la più efficace per il PTSD
LINEE GUIDA PER LA PRATICA CLINICA
d American Psychological Association d International Society for Traumatic Stress Studies
(ISTSS) d Veterans Health Affairs e Ministero della Difesa
U.S.A. d American Psychiatric Association d National Institute for Clinical Excellence (NICE), UK d Federal Sustance abuse and Mental Health
Administration USA d World Health Organization (2013)
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La base dell’EMDR: le componenti del ricordo e la stimolazione bilaterale
alternata (movimenti oculari)
immagine traumatica cognizione negativa
emozioni disturbanti sensazioni fisiche
+ stimolazione bilaterale
Doppia focalizzazione (dual focus)
La forza dell’EMDR consiste nell’evocare dapprima il ricordo traumatico in tutte le sue componenti (visiva, emotiva, cognitiva e fisica, vale a dire attraverso le sensazioni del corpo), poi nello stimolare il sistema adattivo di elaborazione dell’informazione che fino a quel momento non era ancora riuscito a digerire l’impronta non funzionale. Si pensa che i movimenti oculari, paragonabili a quelli che si verificano spontaneamente durante il sonno REM, possano stimolare il sistema naturale di guarigione del cervello perché completi quello che non era riuscito a fare da solo. Come esistono alcuni rimedi naturali impiegati da secoli per le proprietà attivanti di meccanismi naturali di guarigione del corpo dopo un trauma sembra proprio che i movimenti oculari dell’EMDR siano un meccanismo naturale che accelera la guarigione da uno shock psicologico.
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Elaborazione Adattiva dell’Informazione
I movimenti oculari tendono a stimolare il meccanismo che riattiva la capacità del sistema di elaborazione dell’ informazione, permettendogli di recuperare dell’informazione da una rete mnemonica diversa dove il paziente troverà insight, comprensione e consapevolezza. Ricerca sui movimenti oculari effetti su:
d Vividità d Emozioni d Richiamo associativo di ricordi autobiografici
Gunter & Bobner, 2008, Behaviour Research and Therapy 46 (913-931)
" Durante i movimenti oculari fanno “associazioni spontanee” . I pazienti attraversano un’ampia rete di ricordi uniti gli uni agli altri da frammenti diversi. Spesso cominciano a rammentare altre scene collegate allo stesso evento traumatico, sia perché sono della stessa natura (per es. altri episodi di umiliazioni in famiglia) sia perché sollecitano le stesse emozioni (come un’identica sensazione di impotenza). AI pazienti accade sovente di provare potenti emozioni che risalgono in superficie anche se fino a quel momento non erano direttamente accessibili.
" In una seduta EMDR è evidente come i movimenti oculari favoriscono un rapido accesso ai canali associativi legati al ricordo traumatico scelto come target. Man mano che questi canali sono attivati, possono collegarsi alle reti cognitive che invece contengono l’informazione ancorata nel presente, sciogliendo l’impronta neurologica della paura , della disperazione, ecc.
!" Rivivere il trauma in sicurezza data dal
setting terapeutico. " Desensibilizzazione nei confronti del ricordo. " Cambiamento della prospettiva cognitiva. " Narrativa. " Ricollocazione dell’evento nel passato. " Assimilazione e integrazione dell’esperienza.
EMDR consente
!Il grande contributo dell’EMDR al nostro lavoro clinico è quello di rendere più funzionali e costruttivi i ricordi episodici legati alle dinamiche familiari disfunzionali e alle figure di attaccamento. Quello che ha sempre comportato anni di terapia ora lo possiamo raggiungere in modo più mirato e più efficace, e dopo aver lavorato su questi ricordi di schemi familiari e relazionali disfunzionali il paziente non solo risolve le emozioni disturbanti legate a questi ricordi, ma è consapevole del processo che fa (lo capiamo dai feedback che dà durante l’elaborazione) e soprattutto rafforza gli aspetti della sua autostima, del senso del Sé, è più centrato sul qui ed ora, ha più fiducia sulle sue capacità e sul suo valore come persona e allo stesso tempo questo processo di differenziazione ha degli effetti sul suo sistema familiare.
EMDR e attaccamento
!" Le associazioni e la ristrutturazione cognitiva in genere
avvengono in terapie verbali attraverso l'interazione verbale tra paziente e terapeuta. Utilizzando la stimolazione bilaterale alternata, mentre il pz è focalizzato su un ricordo episodico traumatico (T o t), si vede il processo di elaborazione che fa spontamente il pz, trasformando le emozioni disturbanti (paura, ansia, vergogna, dolore, dolore). Questo avviene a t t raverso nuove conness ioni che por tano naturalmente al pz a fare una ristrutturazione cognitiva, facendo nuovi links o associazioni cognitive, ma senza l'input del terapeuta
Adaptive Information Processing Model
!" La ricerca riguardante l’EMDR è una delle prime in cui sono stati evidenziati i
cambiamenti neurobiologici che si verificano durante ogni seduta di psicoterapia, rendendo l’EMDR il primo trattamento psicoterapeutico con un’efficacia neurobiologica provata. Le scoperte in questo campo confermano l’associazione tra i risultati clinici della terapia con EMDR e alcuni cambiamenti a livello delle strutture e del funzionamento cerebrale. Questo ha reso l’EMDR la prima psicoterapia con un provato effetto neurobiologico e mostra parte dei meccanismi che sottendono questo trattamento estremamente efficace per il Disturbo da Stress Post-Tramatico
" Cambiamenti dell’attivazione delle aree (EEG con 256 canali) da area limbica prefrontale e somatica sensoriale a area temporale superiore sinistra , normalizzando in patterns cognitivi invece di limbici (Pagani, 2013)
" L’emdr è un trattamento terapeutico che provoca dei cambiamenti biologici, e neurofisiologici (aumenta il volume dell’ippocampo, normalizza I livelli di cortisolo e del flusso sanguineo cerebrale (Pagani, 2012)
L’efficacia dell’EMDR nel trattamento del trauma è stata supportata dalla ricerca neurobiologica.
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I CAMBIAMENTI IN PSICOTERAPIA
Nel corso degli anni con il miglioramento delle tecniche strumentali di rilevazione anatomo-fisiologica è stato possibile identificare il livello funzionale al quale le varie tecniche psicoterapiche, EMDR in primis, agiscono durante il processo di guarigione clinica.
Pagani et al., 2012
SPECTRISONANZA MAGNETICA EEG
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EMDR E NEUROIMMAGINI
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EMDR E NEUROIMMAGINI
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SAN GIULIANO DI PUGLIA
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SAN GIULIANO DI PUGLIA: LA RICERCA
d Durante la fase sintomatica a seguito dell’esposizione ad eventi traumatici: prevalente attivazione prefrontale
d Dopo la scomparsa dei sintomi l’attivazione si sposta verso le aree cognitive- associative
d Nei pazienti cronicamente esposti ad eventi traumatici, la risposta neurobiologica era simile a quella riscontrata nel campione sano
Efficacy Of EMDR Treatment With Traumatized Children: Psychological, Neuroendocrine And
Electrophysiological Implications Trentini C, Fania P, Pagani M, Speranza A.M, Nicolais G, Sibilia A, Verardo AR,
Inguscio L, Ammaniti M
!" Spostamento dell’attivazione dalle regioni
l i m b i c h e e p r e f r o n t a l i a l l e a r e e temporoparietale sinistra
" Questi dati evidenziano, nei bambini, un’elaborazione cognitiva dell'evento traumatico a seguito della terapia EMDR, insieme ad decremento significativo delle esperienze emotive negative
RISULTATI
C’è un cambiamento significativo nell’attivazione delle aree dopo la
terapia con EMDR, da regioni limbiche con una valenza emotiva elevata a regioni corticali con una valenza associativa. Questo offre una base neurobiologica forte nel
trattamento EMDR (Pagani, 2012)
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L’EMDR favorisce l’integrazione adattiva delle memorie traumatiche migliorando la connettività corticale e la conseguente diminuzione L’EMDR favorisce un’integrazione multisensoriale adattiva degli aspetti dissociati dell’esperienza traumatica.
Aumento e normalizzazione dei livelli basali di cortisolo dopo il trattamento con EMDR Journal of Clinical Psychology,Vol. 58 Issue 12, 2002
" Siamo in una fase in cui siamo consapevoli che non ci possiamo limitare come psicoterapeuti a far stare meglio le persone, ma possiamo cambiare le funzioni fisiche e la struttura dei loro cervelli, tenendo presente che I sistemi emotivi antichi hanno un potere indipendente dai processi neocorticali.
" Il cervello continua a rimodellarsi in risposta a queste esperienze. La comprensione della neuroplasticità ci sta dimostrando come la psicoterapia può stimolare l’attivazione neurale e può riorganizzare le informazioni legate alle esperienze di traumi dell’attaccamento a livello di connessioni neurali.
" Tendiamo a dimenticare quanto giovane è questo campo e quanto poco sappiamo veramente.
" Le Neuroscienze è un campo in continua evoluzione e uno dei contributi più importanti lo sta dando alla psicoterapia.
!" Le esperienze terapeutiche possono cambiare in
profondità i segni e le conseguenze di traumatizzazioni precoci e croniche.
" Attraverso la terapia con EMDR imparano a creare una storia di vita e in particolare una storia della loro infanzia più coerente e con una prospettiva costruttiva. Possono acquisire più sicurezza emotiva ed essere in grado di formare una buona relazione con I propri figli (indipendentemente da quanta trascuratezza, abuso e traumatizzazione c’è stata nella loro infanzia)
Conclusioni
!" I pazienti sviluppano la capacità di auto-regolazione,
di consapevolezza della propria storia, di empatia soprattutto nelle relazioni affettive.
" Questi sono stati i temi che hanno accompagnato la maggior parte degli approcci teorici in psicoterapia e psicopatologia. Il valore aggiunto che abbiamo oggi è di poter lavorare direttamente sul ricordo di eventi che rappresentano questi traumi relazionali e risolverli attraverso l’elaborazione tipica che avviene nelle sedute di EMDR.
Risultati clinici della terapia EMDR
!" Dal 1989 abbiamo avuto la possibilità di lavorare con
un metodo che ci ha permesso di vedere questi aspetti ripetutamente con ogni paziente, qualunque fosse la sua diagnosi o la sua storia. Stiamo assistendo ad una rivoluzione lavorando in questo modo perché osserviamo in diretta come il cervello è capace di riorganizzarsi, riconsolidando i ricordi nelle reti, facendolo naturalmente, sviluppando la capacità innata del paziente di guarire.
" È sempre più entusiasmante vedere i percorsi di elaborazione che fanno i pazienti in ogni seduta di EMDR.
Conclusioni