Terapia dell’ipertensione - fvcalabria.unicz.it · catecolamine endogene Può verificarsi...
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Terapia dell’ipertensione
IpertensioneL'ipertensione arteriosa è definita come una persistente pressione sistolicapari o superiore a 140 mmHg e/o una pressione diastolica pari o superiorea 90 mmHg negli adulti.
È la più comune malattia cardiovascolare.
La prevalenza aumenta con l’età.
Gli elevati valori pressori determinano modificazioni patologiche a livellovascolare ed ipertrofia del ventricolo sinistro.
Principale causa di ictus
Uno dei principali fattori di rischio per la coronaropatia e per le sue complicanze
Uno dei principali fattori che contribuiscono all’insorgenza di:scompenso cardiaco
insufficienza renale dissecazione di aneurismi dell’aorta
CONSEGUENZE:
Terapia antipertensiva
La terapia non farmacologica costituisce un’importante componente del trattamento di tutti i pazienti ipertesi:
1. Calo ponderale (nei soggetti sovrappeso)2. Restrizione introito sodio3. Incremento attività fisica aerobica4. Ridotto consumo di alcol
Gli accorgimenti non farmacologici possono essere sufficienti nel trattamento di pazienti con ipertensione moderata.
Possono anche aumentare l’efficacia della terapia farmacologica nei pazienti con ipertensione iniziale molto elevata.
Terapia antipertensiva
I farmaci riducono i livelli pressori mediante un’azione su
RESISTENZE PERIFERICHE
GITTATA CARDIACA
La scelta della terapia farmacologica nei singoli pazienti può esserecomplessa: ci possono essere molti fattori che possono modificare ledecisioni terapeutiche.
La scelta del farmaco antipertensivo dovrebbe essere guidata dal beneficioper il singolo paziente, tenendo in considerazione:
1. Malattie concomitanti
2. Effetti collaterali importanti di farmaci specifici
3. Costo
Terapia antipertensiva
Classificazione farmaci in base al sito e meccanismo d’azione:
1. Diuretici
2. Simpaticolitici
3. Ca-antagonisti
4. Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina
5. Antagonisti recettore dell’angiotensina II
6. Inibitori diretti della renina
7. Vasodilatatori
Terapia antipertensiva
Classificazione farmaci in base al sito e meccanismo d’azione:
1. Diuretici
2. Simpaticolitici
3. Ca-antagonisti
4. Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina
5. Antagonisti recettore dell’angiotensina II
6. Inibitori diretti della renina
7. Vasodilatatori
Diuretici
Aumentano il volume urinario e l’escrezione urinaria di sodio.Riducono il volume del liquido extracellulare attraverso la riduzione delcontenuto corporeo totale di NaCl.
Inoltre, possono modificare:a) Comportamento di altri anioni (es. HCO-
3, H2PO-4)
b) Comportamento di altri cationi (es. K+, H+, Ca2+, Mg2+)c) Comportamento dell’acido uricod) Indirettamente l’emodinamica renale
1. Inibitori dell’anidrasi carbonica2. Diuretici osmotici3. Diuretici tiazidici4. Diuretici dell’ansa5. Diuretici risparmiatori di potassio6. Antagonisti dei recettori per i mineralcorticoidi7. Inibitori dei canali ionici aspecifici: peptidi natriuretici atriali
Diuretici
Aumentano il volume urinario e l’escrezione urinaria di sodio.Riducono il volume del liquido extracellulare attraverso la riduzione delcontenuto corporeo totale di NaCl.
Inoltre, possono modificare:a) Comportamento di altri anioni (es. HCO-
3, H2PO-4)
b) Comportamento di altri cationi (es. K+, H+, Ca2+, Mg2+)c) Comportamento dell’acido uricod) Indirettamente l’emodinamica renale
1. Inibitori dell’anidrasi carbonica2. Diuretici osmotici3. Diuretici tiazidici4. Diuretici dell’ansa5. Diuretici risparmiatori di potassio6. Antagonisti dei recettori per i mineralcorticoidi7. Inibitori dei canali ionici aspecifici: peptidi natriuretici atriali
Diuretici tiazidici e simil-tiazidiciIdroclorotiazide, Clorotiazide, Bendroflumetiazide, Idroflumetiazide
Sulfonamidi (molti sono analoghi della 1,1-diossi-1,2,4-benzotiadiazina)
Inibiscono il simporto Na+/Cl- nel tubulo contorto distale del nefrone.
Aumentano l’escrezione di Na+ e Cl-
Diuretici tiazidici e simil-tiazidiciIdroclorotiazide, Clorotiazide, Bendroflumetiazide, Idroflumetiazide
•Alcuni sono deboli inibitori dell’anidrasi carbonica(debole azione a livello del tubulo contorto prossimale)
•Aumentano l’escrezione di K+ e di acidi titolabili(in parte dovuto ad un maggiore rilascio di Na+ nel tubolo distale)
• La somministrazione acuta fa aumentare l’escrezione di acido urico e Ca2+
diminuisce nei trattamenti a lungo termine
Dovuto all’aumentato trasporto nel tubulo
prossimale conseguente alla deplezione di liquidi
Dovuto alla competizione fra diuretico e acido
urico per il meccanismo di trasporto degli acidi
organici nel tubulo prossimale
Diuretici tiazidici e simil-tiazidiciIdroclorotiazide, Clorotiazide, Bendroflumetiazide, Indapamide
a) Sono ampiamente utilizzati nel trattamento dell’ipertensione, sia dasoli che in combinazione con altri farmaci antipertensivi (effettiadditivi e sinergici).
b) La perdita urinaria di K+ può rappresentare un problema conl’impiego di questi farmaci.
c) La maggior parte dei pazienti risponde con una riduzione pressorianell’arco di 4-6 settimane.
d) Hanno il vantaggio di minimizzare la ritenzione idrosalina.
È disponibile un gran numero di prodotti che contengono
associazioni con un diuretico
Diuretici tiazidici e simil-tiazidiciIdroclorotiazide, Clorotiazide, Bendroflumetiazide, Indapamide
Gli effetti collaterali più gravi sono correlati ad anomalie del
bilancio idrosalino
•Deplezione volume extracellulare•Ipotensione•Ipokaliemia•Iponatriemia•Alcalosi metabolica•Ipomagnesiemia•Ipercalcemia•Iperuricemia
Riducono la tolleranza al glucosio (un diabete mellito latente può manifestarsi durante la terapia)
Possono determinare un aumento dei livelli plasmatici di:
Colesterolo LDLColesterolo totaleTrigliceridi totali
CONTROINDICAZIONI:Ipocaliemia, iponatriemia e ipercalcemia refrattarieIperuricemia sintomaticaSoggetti con ipersensibilità ai sulfamidici
Diuretici tiazidici e simil-tiazidiciIdroclorotiazide, Clorotiazide, Bendroflumetiazide, Indapamide
INTERAZIONI FARMACOLOGICHE
Riducono gli effetti di:Anticoagulanti
UricosuriciSulfaniluree
Insulina
Potenziano gli effetti di:Anestetici
Glicosidi digitaliciLitio
Diuretici dell’ansaVitamina D
a) La loro efficacia viene ridotta dai FANS.
b) L’amfotericina B ed i corticosteroidi aumentano il rischio di ipokaliemia associato ai tiazidici.
c) L’ipokaliemia indotta dai tiazidici aumenta il rischio di torsioni di punta indotti dalla chinidina.
Diuretici dell’ansaFurosemide, Bumetanide, Acido Etacrinico, Torasemide, Azosemide
Sono tra loro diversi dal punto di vista chimico.
Inibiscono il simporto Na+-K+-2Cl- nel tratto spesso della brancaascendente dell’ansa di Henle.
Bloccano il
riassorbimento di NaCl
Diuretici dell’ansaFurosemide, Bumetanide, Acido Etacrinico, Torasemide, Azosemide
• Inibiscono anche il riassorbimento di Ca2+ e Mg2+ nel tratto principaleascendente(poiché annullano la differenza di potenziale transepiteliale che rappresenta laprincipale forza di traino per il riassorbimento dei cationi)
•Alcuni derivati dai sulfamidici (es. FUROSEMIDE) inibiscono debolmentel’anidrasi carbonica
• Causano una maggiore escrezione di K+ e acido titolabile(in parte dovuto ad un maggior rilascio di Na+ nel tubulo distale)
•In fase acuta aumentano l’escrezione di acido urico mentre insomministrazione cronica la riducono (come i tiazidici)
•Impediscono al rene di concentrare l’urina se vi è carenza idrica(interferiscono con un passaggio critico della formazione di un interstizio ipertonicomidollare)
•Possono provocare effetti vascolari diretti
Diuretici dell’ansaFurosemide, Bumetanide, Acido Etacrinico, Torasemide, Azosemide
a) Hanno breve durata d’azione
b) La straordinaria efficacia nel produrre rapidamente un’intensanatriuresi rappresenta un effetto sfavorevole nel trattamentodell’ipertensione.
c) Sono particolarmente efficaci in pazienti con iperazotemia ed inpazienti affetti da edema grave in associazione con unvasodilatatore (MINOXIDIL).
Una dose singola giornaliera non determina una perdita netta
significativa di Na+ nell’arco completo delle 24 h
Diuretici dell’ansaFurosemide, Bumetanide, Acido Etacrinico, Torasemide, Azosemide
Gli effetti collaterali più gravi sono correlati ad alterazioni del
bilancio idrosalino
•Deplezione volume extracellulare•Ipotensione•Ipokaliemia•Iponatriemia•Alcalosi ipocloremica•Ipomagnesiemia•Ipocalcemia•Iperuricemia
Possono causare ototossicità(non sempre reversibile)
Possono determinare un aumento dei livelli plasmatici di:
Colesterolo LDLTrigliceridi totali
ed una riduzione del colesterolo HDL
CONTROINDICAZIONI:Gravi perdite di Na+ e di liquidiIpersensibilità ai sulfamidici (solo per quei composti con gruppi sulfamidici)Anuria
Possono causare iperglicemia(raramente può innescare il diabete)
Diuretici dell’ansaFurosemide, Bumetanide, Acido Etacrinico, Torasemide, Azosemide
INTERAZIONI FARMACOLOGICHE
a) Effetto sinergico ototossico (aminoglicosidi, carboplatino, paclitaxel)
b) Aumento attività anticoagulante
c) Aumento aritmie (glicosidi digitalici)
d) Aumento concentrazione di litio
e) Aumento concentrazione plasmatica di propranololo
f) Iperglicemia (sulfaniluree)
g) Riduzione effetto diuretico ed aumento tossicità da salicilati (FANS)
h) Riduzione effetto diuretico (probenecid)
i) Sinergismo attività diuretica (diuretici tiazidici)
j) Aumento nefrotossicità e rischio di squilibrio elettrolitico (amfotericina B)
Diuretici risparmiatori di potassioAmiloride, Triamterene
Sono basi organiche.
Inibiscono i canali per il Na+
nell’epitelio renale
Provocano lievi aumenti dell’escrezione di NaCl
Sono usati per la loro attivitàantikaliuretica
Per compensare gli effetti di altri diuretici che aumentano
l’escrezione di K+
Diuretici risparmiatori di potassioAmiloride, Triamterene
• A causa della modesta natriuresi sono usati raramente da soli.
• Causano una riduzione della velocità di escrezione di K+, H+, Ca2+ e Mg2+.
• La somministrazione cronica può ridurre l’escrezione di acido urico.
• A concentrazioni superiori rispetto a quelle terapeutiche l’amilorideblocca anche gli antiporti Na+-H+ e Na+-Ca2+ ed inibisce la pompa Na+,K+-ATPasi.
Sono molto utilizzati in combinazione con diuretici tiazidici e diuretici dell’ansa
Diuretici risparmiatori di potassioAmiloride, Triamterene
L’effetto indesiderato più pericoloso è l’iperkaliemia,
potenzialmente fatale
CONTROINDICAZIONI:Pazienti con iperkaliemia o a maggior
rischio di svilupparla
INTERAZIONI FARMACOLOGICHE:
Il concomitante impiego di FANS, ACE-inibitori o antagonisti recettoriali dell’AT II aumenta il rischio di iperkaliemia
Antagonisti dei recettori per i mineralcorticoidi
Spironolattone, Eplerenone, Canrenone
Le cellule epiteliali del tubulo distale finale e deldotto collettore contengono MR citoplasmaticicon elevata affinità per l’aldosterone
Antagonizzano l’effetto
dell’aldosterone
• Ritenzione idrica e salina
•Aumento escrezione di K + e H +
Antagonisti dei recettori per i mineralcorticoidi
Spironolattone, Eplerenone, Canrenone
• Sono gli unici diuretici che non richiedono l’ingresso nel lume del tubuloper indurre diuresi.
• La loro efficacia clinica è in funzione dei livelli endogeni di aldosterone.
• Analogamente ad altri diuretici risparmiatori di K+ sono spessosomministrati in associazione a diuretici tiazidici e diuretici dell’ansa.
• Lo spironolattone è il diuretico d’elezione nei pazienti affetti da cirrosiepatica.
Quanto più elevati sono i livelli di aldosteronenell’organismo, maggiori saranno gli effetti di
questi diuretici sull’escrezione urinaria
Antagonisti dei recettori per i mineralcorticoidi
Spironolattone, Eplerenone, Canrenone
L’effetto indesiderato più pericoloso è l’iperkaliemia,
potenzialmente fatale
Possono causare acidosi metabolica nei pazienti cirrotici
Lo spironolattone può causare:ginecomastia, impotenza, riduzione della libido, irsutismo, abbassamento del tono di voce, irregolarità del ciclo mestruale
Data la sua affinità per i recettori di altri steroidi
Antagonisti dei recettori per i mineralcorticoidi
Spironolattone, Eplerenone, Canrenone
CONTROINDICAZIONI:Pazienti con iperkaliemia o a maggior rischio di svilupparla
INTERAZIONI FARMACOLOGICHE:
Il concomitante impiego di FANS, ACE-inibitori o antagonisti recettoriali dell’AT II aumenta il rischio di iperkaliemia
I salicilati riducono l’effetto diuretico dello spironolattone
Lo spironolattone può alterare la clearance dei glicosidi digitalici
Terapia antipertensiva
Classificazione farmaci in base al sito e meccanismo d’azione:
1. Diuretici
2. Simpaticolitici
3. Ca-antagonisti
4. Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina
5. Antagonisti recettore dell’angiotensina II
6. Inibitori diretti della renina
7. Vasodilatatori
Simpaticolitici
1. β-bloccanti
2. α1-bloccanti
3. Antagonisti adrenergici misti
4. Agenti ad azione centrale
5. Bloccanti del neurone adrenergico
β-bloccanti
Le loro proprietà farmacologiche possono essere spiegate in base alla conoscenza delle risposte prodotte dai recettori nei vari tessuti e dell’attività
dei nervi simpatici che innervano questi tessuti
β-bloccanti
Non selettivi (1° generazione)
β1-selettivi(2° generazione)
Non selettivi con azioni aggiunte(3° generazione)
β1-selettivi con azioni aggiunte(4° generazione)
Propranololo Acebutololo Carteololo BetaxololoNadololo Atenololo Carvedilolo CeliprololoPindololo*ISA Bisoprololo++ Labetalolo* NebivololoTimololo EsmololoPenbutololo Metoprololo
β-bloccanti
1) Riduzione della contrattilità miocardica
2) Riduzione della frequenza cardiaca
3) Riduzione della gittata cardiaca
4) Ridotta secrezione di renina (blocco dei recettori β1 nell’apparato iuxtaglomerulare)
5) Quelli di 3° e 4° generazione presentano effetti addizionali non legati al blocco recettoriale
MECCANISMO D’AZIONE
β-bloccanti
Questi farmaci variano nella loro selettività per i recettori β1
Presenza di una parziale attività agonista o simpaticomimetica intrinseca
Queste differenze influenzano la farmacocinetica clinica e lo spettro degli effetti collaterali dei vari composti
EFFETTI FARMACOLOGICI
β-bloccanti
Composti SENZA attività simpaticomimetica intrinseca
producono un’iniziale riduzione della gittata cardiaca ed un aumento
riflesso delle resistenze periferiche
Composti CON attività simpaticomimetica intrinseca
producono una minore riduzione della frequenza cardiaca a riposo e della
gittata cardiaca
La persistenza di questi effetti è responsabile della riduzione dei
valori pressori
La caduta dei valori pressori si correla con una caduta delle
resistenze vascolari al di sotto dei livelli pretrattamento
A causa della stimolazione dei recettori β2vascolari che mediano vasodilatazione
β-bloccanti
• Nonostante marcate differenze nelle loro proprietà farmacocinetiche, hanno una durata dell’effetto ipotensivo che consente di somministrarli 1-2 volte al giorno.
• Solitamente non causano ritenzione idrica e salina.
• Se somministrati in associazione con diuretici hanno un effetto antipertensivo additivo.
• Sono ampiamente utilizzati come antipertensivi in pazienti con:
Infarto miocardico
Cardiopatia ischemica
Scompenso cardiaco
α1-bloccantiPrazosina, Terazosina, Doxazosina
Le loro proprietà
farmacologiche sono dovute
all’inibizione della
vasocostrizione indotta dalle
catecolamine endogene
Può verificarsi vasodilatazione sia nei vasi di resistenza arteriolare sia
nelle vene
Caduta della pressione arteriosa a causa
della diminuita resistenza periferica
α1-bloccantiPrazosina, Terazosina, Doxazosina
Inizialmente riducono la resistenza arteriolare e la capacitanza venosa
provocando un aumento riflesso di: • frequenza cardiaca
• attività della renina plasmatica
mediato dal simpatico
Con la terapia cronica persiste solo l’effetto di vasodilatazione.
α1-bloccantiPrazosina, Terazosina, Doxazosina
NON sono consigliati come monoterapia nel trattamento dell’ipertensione.
Principalmente usati in associazione con:
Sono utili per i soggetti ipertesi con ipertrofia prostatica benigna.
• diuretici
• β-bloccanti
• altri antipertensivi
Migliorano i sintomi urinari
α1-bloccantiPrazosina, Terazosina, Doxazosina
Precauzione circa il loro impiego EFFETTO PRIMA DOSE
Può verificarsi un’ipotensione ortostatica entro 30-90 minuti dalla
somministrazione della dose iniziale o dopo un incremento del
dosaggio
Dopo le prime dosi i pazienti sviluppano tolleranza a questa marcata risposta ipotensiva.
Antagonisti adrenergici misti
Il labetalolo è una miscela equimolare di 4 stereoisomeri
un α1-bloccante un β-bloccante dotato di attività agonista parziale
due inattivi
Per questa sua proprietà, la somministrazione
endovenosa consente di ottenere una rapida
riduzione della pressione
Particolarmente utile nella terapia di emergenza
L’antagonismo per i recettori α rispetto a i β è imprevedibile e varia da
paziente a paziente
Antagonisti adrenergici misti
Il carvedilolo è un β-bloccante con attività α1-bloccante
Il rapporto del blocco α1/βè di circa 1:10
È in grado di ridurre la mortalità nei pazienti con disfunzione
sistolica e scompenso cardiaco quando associato a diuretici e
ACE-inibitori
Non dovrebbe essere somministrato a pazienti con
insufficienza cardiaca in fase di scompenso che dipendono dalla
stimolazione simpatica
Agenti ad azione centrale
PROFARMACO
METILDOPA
Metabolizzata nei neuroni adrenergici e convertita in α-metilnoradrenalina
Viene immagazzinata nelle vescicole neurosecretorie al posto della NA
Una volta liberata agisce come agonista sui recettori α2 presinaptici
limitando il rilascio di NA
Riduce i segnali adrenergici vasocostrittivi in uscita verso il sistema nervoso simpatico periferico
Agenti ad azione centrale
METILDOPA
A causa dei significativi effetti collaterali ha un impiego limitato alla sola ipertensione in gravidanza, dove ha dimostrato la sua sicurezza d’azione
tanto per la madre che per il feto
EFFETTI COLLATERALI:
Sedazione transitoriaPersistente diminuzione dell’energia psichica ed occasionalmente depressioneSecchezza delle fauciRiduzione libidoSintomi parkinsonianiIperprolattinemia, ginecomastia e galattorreaBradicardia e arresto sinusaleEpatotossicitàPosità al test do Coombs
Agenti ad azione centrale
CLONIDINA, GUANABENZ, GUANFACINA
Agonisti α2-adrenergici stimolano i sottotipi α2Adel tronco encefalico
riduzione dell’efferenza simpatica del SNC
Principale limite nell’impiego di questi composti è il ridotto numero di informazioni circa la loro efficacia nel ridurre il rischio di conseguenze
cardiovascolari determinate dall’ipertensione
Riducono la pressione arteriosa agendo sia sulla gittata cardiaca che sulle resistenze periferiche
Agenti ad azione centrale
CLONIDINA, GUANABENZ, GUANFACINA
1) Questi composti non rappresentano un’opzione per la monoterapiadell’ipertensione.
2) Riducono efficacemente la pressione in molti pazienti che non hanno risposto adeguatamente all’associazione con altri farmaci.
EFFETTI COLLATERALI:
SedazioneSecchezza delle fauciIpotensione posturaleDisfunzione erettile
Brusca interruzione del trattamento può causare una sindrome da sospensione associati ad un aumento dell’attività simpatica
Bloccanti del neurone adrenergico
GUANADREL
Falso neurotrasmettitore esogeno
viene accumulato nelle vescicole di stoccaggio e rilasciato come la NA
una volta liberato è inattivo a livello dei recettori adrenergici
Effetto antipertensivo dovuto alla riduzione delle resistenze vascolari periferiche a seguito dell’inibizione della
vasocostrizione mediata dai recettori a
Bloccanti del neurone adrenergico
GUANADREL
Data la disponibilità di molti farmaci che riducono la pressione arteriosa senza provocare ipotensione ortostatica, questo composto non è utilizzato
nella monoterapia dell’ipertensione
EFFETTI COLLATERALI: attribuiti al blocco simpatico
Utilizzato principalmente come farmaco supplementare
Bloccanti del neurone adrenergico
RESERPINA
Si lega alle vescicole adrenergiche nei neuroni centrali e periferici
inibisce il trasportatore vescicolare di catecolamine
le terminazioni nervose perdono la capacità di concentrare e stoccare NA e DA
Simpatectomia farmacologica
Riduzione della gittata cardiaca e delle resistenze periferiche
le catecolamine vengono riversate nel citoplasma (metabolizzate)
Bloccanti del neurone adrenergico
RESERPINA
L’impiego è diminuito a causa dei suoi effetti collaterali centrali
EFFETTI COLLATERALI: attribuiti all’effetto sul SNC
Utilizzata a basso dosaggio in associazione con diuretici nel trattamento dell’ipertensione negli anziani
• Sedazione• Incapacità a concentrarsi• Depressione
Terapia antipertensiva
Classificazione farmaci in base al sito e meccanismo d’azione:
1. Diuretici
2. Simpaticolitici
3. Ca-antagonisti
4. Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina
5. Antagonisti recettore dell’angiotensina II
6. Inibitori diretti della renina
7. Vasodilatatori
Ca-antagonisti
Inibiscono la funzione dei
canali del Ca2+ di tipo L
(voltaggio-sensibili) nel muscolo
liscio, nei miociti cardiaci e nelle
cellule del nodo SA
Nella muscolatura liscia arteriosa determina
rilassamento
A livello cardiaco possono determinare effetti inotropi
e cronotropi negativi
Riducono la pressione arteriosa mediante rilassamento della muscolatura
liscia vascolare e riducendo le resistenze vascolari periferiche
Funge da innesco per la contrazione
Fenilalchilamine: VERAPAMILDiidropiridine: NIFEDIPINA, AMLODIPINA, FELODIPINA, ISRADIPINABenzotiazepine: DILTIAZEM
Ca-antagonisti
Le diidropiridine sono vasodilatatori più potenti rispetto a verapamil e diltiazem.
Questi composti hanno scarso effetto sui vasi venosi di resistenza a concentrazioni che determinano dilatazione arteriolare.
La riduzione della pressione arteriosa stimola i riflessi simpatici:Tachicardia
Solitamente minima o assente con verapamil e diltiazem per il loro effetto cronotropo negativo diretto
Fenilalchilamine: VERAPAMILDiidropiridine: NIFEDIPINA, AMLODIPINA, FELODIPINA, ISRADIPINABenzotiazepine: DILTIAZEM
Ca-antagonisti
Sono tutti efficaci in monoterapia o associati per il trattamento dell’ipertensione.
Sono da preferire per il trattamento dei pazienti con ipertensione sistolica isolata.
L’associazione di verapamil e β-bloccante è controindicata (aumento del rischio di blocco AV e/o calo della funzionalità ventricolare).
I più importanti effetti tossici sono una diretta estensione della loro azione terapeutica.
Fenilalchilamine: VERAPAMILDiidropiridine: NIFEDIPINA, AMLODIPINA, FELODIPINA, ISRADIPINABenzotiazepine: DILTIAZEM
Terapia antipertensiva
Classificazione farmaci in base al sito e meccanismo d’azione:
1. Diuretici
2. Simpaticolitici
3. Ca-antagonisti
4. Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina
5. Antagonisti recettore dell’angiotensina II
6. Inibitori diretti della renina
7. Vasodilatatori
IPOTENSIONE
Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori)Captopril, Enalapril, Lisinopril, Quinapril, Ramipril, Benazepril
L’effetto sul RAAS è l’inibita conversione dell’AT I all’AT II
• Riduzione resistenze vascolari sistemiche• Riduzione pressione arteriosa media, diastolica e sistolica•Aumentata natriuresi
In monoterapia sono in grado di normalizzare la pressione in circa il 50% dei pazienti con ipertensione lieve o moderata.
Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori)Captopril, Enalapril, Lisinopril, Quinapril, Ramipril, Benazepril
Il 90% dei pazienti con ipertensione lieve o moderata può ottenere un buon controllo della pressione con l’associazione di un ACE-inibitore e
un Ca-antagonista, un β-bloccante o un diuretico
In particolare i diuretici potenziano la risposta antipertensiva agli ACE-inibitori, rendendo la pressione renino-dipendente
Quasi tutti gli ACE-inibitori sono commercializzati in associazioni in dose fissa con diuretici per la terapia dell’ipertensione
Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori)Captopril, Enalapril, Lisinopril, Quinapril, Ramipril, Benazepril
Sembrano conferire uno speciale vantaggio nel trattamento dei pazienti ipertesi con diabete (farmaco di 1° scelta)
Rallentano lo sviluppo e la progressione della
glomerulopatia diabetica
Anche i pazienti con ipertensione e cardiopatia sono candidati al trattamento con ACE-inibitori
La somministrazione nell’immediato periodo
postinfartuale migliora la funzione ventricolare e riduce
morbilità e mortalità
Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori)Captopril, Enalapril, Lisinopril, Quinapril, Ramipril, Benazepril
Il calo della produzione di aldosterone che inducono influenza anche l’omeostasi del K+
Usati in monoterapia in pazienti affetti da insufficienza renale, possono causare una notevole
ritenzione di K+
Possono causare iperkaliemia se usati in associazione ad altri
farmaci in grado di trattenere K+
Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori)Captopril, Enalapril, Lisinopril, Quinapril, Ramipril, Benazepril
Non vi sono alterazioni dell’uricemia o della calcemia.
Si può verificare un miglioramento della sensibilità all’insulina in pazienti che presentano insulino-resistenza
Con riduzione dei livelli di colesterolo o di lipoproteina (a) in
pazienti renali con proteinuria
Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori)Captopril, Enalapril, Lisinopril, Quinapril, Ramipril, Benazepril
In genere sono ben tollerati.
Effetti collaterali metabolici sono rari nella terapia a lungo termine.
• Ipotensione• Tosse • Iperkaliemia (in concomitanza di altri fattori che alterano l’omeostasi del K+)• Insufficienza renale acuta• Potenziale tossicità fetale• Eruzioni cutaneee•Angioedema
Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori)Captopril, Enalapril, Lisinopril, Quinapril, Ramipril, Benazepril
Terapia antipertensiva
Classificazione farmaci in base al sito e meccanismo d’azione:
1. Diuretici
2. Simpaticolitici
3. Ca-antagonisti
4. Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina
5. Antagonisti recettore dell’angiotensina II
6. Inibitori diretti della renina
7. Vasodilatatori
Antagonisti recettore dell’angiotensina II (sartani)
Losartan, Candesartan, Irbesartan, Valsartan, Telmisartan, Eprosartan
Antagonisti non peptidici del recettore AT1
Sebbene il legame sia competitivo, l’inibizione della risposta biologica all’AT II è spesso insormontabile
Prevalentemente localizzati in: Tessuto vascolare e miocardicoCervelloReneZona glomerulare corticale del surrene
Le concentrazioni di renina e AT II vengono aumentate dall’antagonismo su questo recettore Poiché media il feedback che
inibisce il rilascio di renina
Antagonisti recettore dell’angiotensina II (sartani)
Losartan, Candesartan, Irbesartan, Valsartan, Telmisartan, Eprosartan
Inibiscono in modo potente e selettivo la maggior parte degli effetti biologici dell’AT II
• Contrazione della muscolatura liscia vascolare• Risposte pressorie rapide• Risposte pressorie lente• Sete • Rilascio vasopressina• Secrezione aldosterone• Rilascio catecolamine dal surrene•Aumento neurotrasmissione noradrenergica•Aumento tono simpatico•Alterazioni funzione renale• Ipertrofia e iperplasia cellulare
Inducono:Rilassamento della muscolatura liscia (vasodilatazione) Aumento dell’escrezione renale idrica e salinaDiminuzione dell’ipertrofia cellulare
Antagonisti recettore dell’angiotensina II (sartani)
Losartan, Candesartan, Irbesartan, Valsartan, Telmisartan, Eprosartan
Il pieno effetto sulla pressione solitamente non viene osservato prima di 4 settimane dall’inizio della terapia.
Se non si ottiene un controllo pressorio adeguato in monoterapia si può ricorrere all’associazione con un basso dosaggio di un farmaco antipertensivo a diverso meccanismo.
L’associazione di un ACE-inibitore non è raccomandata.
Antagonisti recettore dell’angiotensina II (sartani)
Losartan, Candesartan, Irbesartan, Valsartan, Telmisartan, Eprosartan
Sono in genere ben tollerati.
Stessi effetti collaterali degli ACE -inibitori, che risultano dall’inibizione delle funzioni correlate all’AT II 1) Ipotensione
2) Iperkaliemia (in concomitanza di altri fattori che alterano l’omeostasi del K+)
3) Funzionalità renale ridotta4) Tosse 5) Angioedema
Non dovrebbero essere usati in gravidanza
Terapia antipertensiva
Classificazione farmaci in base al sito e meccanismo d’azione:
1. Diuretici
2. Simpaticolitici
3. Ca-antagonisti
4. Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina
5. Antagonisti recettore dell’angiotensina II
6. Inibitori diretti della renina
7. Vasodilatatori
Inibitori diretti della reninaAliskiren
Nuova classe di farmaci antipertensivi che inibiscono il RAAS all’origine.
L’angiotensinogeno è l’unico substrato specifico per la renina.
La sua conversione ad AT I rappresenta il passaggio chiave che limita la velocità di generazione dei componenti a valle del RAAS
L’aliskiren è l’unico farmaco di questa classe per cui sia stato approvato l’utilizzo clinico.
È una molecola non peptidica, potente inibitore competitivo della renina.
Si lega al sito attivo della renina e blocca la conversione dell’angiotensinogeno in AT I, riducendo la successiva
produzione di AT II e di aldosterone
Inibitori diretti della reninaAliskiren
La sua efficacia nel prevenire effetti avversi di tipo cardiovascolare deve essere ancora comprovata
Nel frattempo trova impiego come farmaco aggiuntivo nei pazienti ipertesi piuttosto che
come sostituto di altre terapie di successo
a) L’aliskiren è efficace in moterapia nel trattamento dei pazienti ipertesi con efficacia dose-dipendente in aumento, alle dosi di 150-300 mg/die.
b) L’effetto del farmaco persiste per 24 ore .
c) La combinazione con idroclorotiazide diminuisce la pressione in misura maggiore di ciascuno dei due farmaci preso singolarmente.
d) Ha maggiore efficacia se somministrato insieme a ACE-inibitori, sartani o Ca-antagonisti.
Farmaci attivi sul sistema Renina - Angiotensina - Aldosterone
Terapia antipertensiva
Classificazione farmaci in base al sito e meccanismo d’azione:
1. Diuretici
2. Simpaticolitici
3. Ca-antagonisti
4. Inibitori enzima di conversione dell’angiotensina
5. Antagonisti recettore dell’angiotensina II
6. Inibitori diretti della renina
7. Vasodilatatori
VasodilatatoriARTERIOSI: Idralazina, Minoxidil, Diazossido
IDRALAZINA
Determina per azione diretta un rilassamento della
muscolatura liscia arteriolare
i meccanismi molecolari non sono chiari ma possono coinvolgere una caduta nelle
concentrazioni intracellulari di Ca 2+
Non rilassa la muscolatura liscia venosa.
La riduzione della pressione arteriosa ottenuta è associata a un calo selettivo delle resistenze vascolari nel circolo coronarico, cerebrale e
renale, con minore effetto nei distretti della cute e del muscolo
VasodilatatoriARTERIOSI: Idralazina, Minoxidil, Diazossido
IDRALAZINA
1. Non è più da tempo un farmaco di prima scelta a causa del suo profilo di effetti collaterali relativamente sfavorevole.
2. Può essere utile nel trattamento di alcuni pazienti con ipertensione severa.
3. Può essere parte di una terapia basata sull’evidenza in pazienti scompensati (in associazione a nitrati per pazienti che non tollerano gli ACE-inibitori o i sartani).
4. Può essere utile nel trattamento delle emergenze ipertensive delle donne in gravidanza.
VasodilatatoriARTERIOSI: Idralazina, Minoxidil, Diazossido
IDRALAZINA
Con l’impiego di questo farmaco compaiono due tipi di effetti collaterali
Il primo rappresenta un’estensione degli effetti farmacologici del farmaco
Il secondo deriva da reazioni immunitarie
• Mal di testa• Nausea• Vampate• Ipotensione• Palpitazioni• Tachicardia• Vertigini•Angina pectoris• Ischemia miocardica (per effetto dell’aumentata richiesta di O2 imposta dalla stimolazione indotta dai barocettori del sistema nervoso simpatico)
• Lupus iatrogeno • Sindrome tipo malattia da siero•Anemia emolitica• Vasculite• Glomerulonefrite
VasodilatatoriARTERIOSI: Idralazina, Minoxidil, Diazossido
MINOXIDIL
È un profarmaco: deve essere trasformato in minoxidil N-O solfato
Attiva i canali del K + modulati dall’ATP ne consente l’apertura nelle
cellule muscolari lisce favorendo l’efflusso di K +
iperpolarizzazione e rilassamento della muscolatura liscia
Determina vasodilatazione arteriolare senza influenzare i vasi di capacitanza.
VasodilatatoriARTERIOSI: Idralazina, Minoxidil, Diazossido
MINOXIDIL
È consigliabile limitare l’uso a forme gravi di ipertensione che rispondono scarsamente ad altre terapie antipertensive.
Non deve essere usato in monoterapia ma in associazione con un diuretico e con un simpaticolitico (solitamente un β-bloccante).
al fine di evitare la ritenzione idricaper controllare gli effetti cardiovascolari diretti
Effetti collaterali:• Ritenzione idrica e salina• Effetti cardiovascolari• Ipertricosi
VasodilatatoriARTERIOSI: Idralazina, Minoxidil, Diazossido
DIAZOSSIDO
Veniva usato nel trattamento di emergenze ipertensive, ma non è più il
farmaco di elezione a causa del rischio di marcata diminuzione pressoria
associato all’impiego di dose elevate del farmaco, in forma di bolo.
VasodilatatoriARTERIOSI E VENOSI: Nitroprussiato sodico
È un nitrato vasodilatatore che agisce rilasciando ossido nitrico (NO).
attiva la guanilato ciclasi aumentando i livelli intracellulari di cGMP che promuove vasodilatazione
• Il meccanismo di rilascio dell’NO non è chiaro ma sembra coinvolgere sia vie enzimatiche che non enzimatiche.
• È un vasodilatatore non selettivo e la distribuzione regionale del flusso ematico ne risulta scarsamente influenzata.
•A differenza degli altri vasodilatatori determina solo un modesto aumento della frequenza cardiaca ed una riduzione generale della richiesta di O2 da parte del miocardio.
VasodilatatoriARTERIOSI E VENOSI: Nitroprussiato sodico
Viene usato quasi soltanto nelle emergenze ipertensive.
Può essere impiegato in situazioni nelle quali si desideri una riduzione a breve termine del precarico e/o del postcarico cardiaco.
Effetti collaterali:
Derivano dall’eccessiva vasodilatazione, con eccessivo calo pressorio e relative conseguenze.
L’ipertensione non è l’unica causa di morte…