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  • 1

    Corso di

    Matematica Finanziaria

    II modulo

    Docente: Prof.ssa Carla Barracchini

    APPUNTI

    SULLA TEORIA DI PORTAFOGLIO

  • 2

    Introduzione

    La teoria del portafoglio vuole essere un supporto

    formale per linvestitore che deve effettuare delle

    scelte finanziarie finalizzate al raggiungimento di

    obbiettivi di rendimento, fissato un orizzonte temporale

    e subordinatamente ad un profilo di rischio accettabile.

    Le scelte possono essere sintetizzate con la seguente

    tabella

    Finalit Intervallo di

    variabilit

    Tipologie di titoli

    Tolleranza al rischio

    Il livello di perdita annuale che si pu sopportare senza abbandonare il progetto di investimento

    Basso: da 0% a 5%

    Moderato: da 6%

    a 15% Alto: da 16% a

    25%

    fondi monetari e certificati di deposito

    obbligazioni a medio e

    lungo termine, azioni solide in mercati maturi

    azioni a crescita aggressiva

    Obbiettivi di rendimento

    Quale componente del rendimento si vuole enfatizzare: reddito, crescita o entrambi?

    Reddito: fonte stabile di reddito annuale

    Crescita/reddito: in parte reddito stabile e in parte crescita

    Crescita: crescita del valore del portafoglio

    Reddito: obbligazioni

    Crescita/reddito: azioni solide in mercati maturi

    Crescita: azioni a crescita

    aggressiva

    Orizzonte temporale

    Per quanto tempo si intende mantenere linvestimento?

    Breve: da 1 a 5 anni

    Lungo:pi di 5anni

    fondi monetari , certificati di deposito, obbligazioni di breve e medio periodo (meno di 5 anni)

    azioni a crescita aggressiva

  • 3

    Attualmente uno degli strumenti usato dagli investitori

    istituzionali per la costruzione e realizzazione di

    un'analisi statico-quantitativa dei mercati il modello

    scoperto agli inizi degli anni 50 da Harry Markowitz

    (Portfolio Selection 1952). Lo scopo della sua teoria

    quello di costruire un portafoglio che dato un rischio

    contenuto offra il massimo rendimento atteso.

    In realt non esiste un portafoglio ideale in termini

    assoluti, ma tanti portafogli in relazione alla diversa

    propensione al rischio di ciascun investitore.

    Considerati i contenuti fortemente innovativi del modello

    ma data la difficolt di utilizzo dello stesso, nel 1963 un

    allievo di Markowitz, W. Sharpe ne diede una versione

    semplificatrice.

    Ulteriori sviluppi si sono avuti da parte di Linter nel

    1965 e Massin nel 1966 che hanno caratterizzato i

    prezzi di equilibrio in un mercato che seguiva le regole

    del modello di Markowitz.

    Non tutti i modelli di selezione del portafoglio si rifanno

    allapproccio di Markowitz: recentemente due

    ricercatori, Konno e Yamasaky, hanno proposto un

  • 4

    modello di relazione di portafoglio che ha il pregio di

    formularsi come un problema di programmazione lineare

    e si posa su ipotesi simili a quelle di Markowitz.

    Non vanno poi trascurati gli approcci basati sui concetti

    della analisi multicriteria, che rifiuta lapproccio

    razionale ottimizzante e critica il concetto di soluzione

    ottima. Secondo questa analisi i modelli di selezione del

    portafoglio vanno intesi come un insieme di procedure

    che per un verso restringono il campo delle alternative

    possibili e per altro verso procedono ad evidenziare

    portafogli particolarmente adatti alle esigenze e alle

    possibilit del decisore.

    Lapproccio di Markowitz ha poi fornito le basi al pi

    noto dei modelli di equilibrio dei mercati finanziari: il

    CAPM (Capital Asset Pricing Model).

    Essendo la teoria del portafoglio basata sul concetto di

    rischio e rendimento dei singoli titoli necessario

    definire prima tali grandezze in termini finanziari.

  • 5

    1.Rendimenti incerti

    Consideriamo un titolo e la sua variabile di rendimento in

    un intervallo di tempo che assumiamo unitario.

    Un titolo di puro sconto acquistato al prezzo P oggi, in

    t=0, e che vale M in t=1, considerato un titolo certo,

    non rischioso.

    Per esso la varianza (o rischiosit) nulla ed il

    rendimento (certo) noto:

    P M 0 1 t P(1+i)=M

    i=(M-P)/P

    Nella teoria del portafoglio il tasso effettivo di

    rendimento, nel periodo considerato, viene anche

    indicato con r o R:

    R=(M-P)/P

    Se consideriamo invece un titolo con cedole intermedie

    (nellintervallo considerato) allora il rendimento

    effettivo non noto se non ex post, una volta che si

    siano reinvestite le cedole e ritirato alla scadenza il

    capitale, pur essendo noto il prezzo di acquisto P pagato

    in t=0. Per esempio:

  • 6

    P iC iC+C

    t=0 t=1

    Il montante M in t=1 (che include anche eventuali premi e

    reinvestimenti di cedole) non noto con certezza, ed ha

    il carattere di una variabile casuale, per esempio

    Mk = iC(1+jk) + (iC+C)

    con probabilit pk e possiamo, quindi, considerare la v.c.

    rendimento del titolo avente le uscite

    Rk=(Mk-P)/P

    con probabilit pk.

    Definiamo rendimento atteso (1)

    e assumiamo come misura della rischiosit del titolo, la

    varianza (2)

    ==k

    kkk REpRR2222 )()()(

    (la varianza una misura di quanto il rendimento

    effettivo, Rk, che si realizza possa discostarsi, in media,

    dal valore atteso). Nel caso di titoli azionari anchessi

    appartenenti alla classe di attivit finanziarie rischiose

    kk

    k pR=

  • 7

    il rendimento del titolo, dato il prezzo Pt al tempo

    iniziale t, ed il prezzo Pt+1 al tempo t+1, viene calcolato

    da: (3)

    t

    tttt P

    DPPR 11 ++ +=

    Definiamo, poi, come fattore di rendimento il seguente

    rapporto: (4)

    t

    tt

    PDPR 11* ++ +=

    Dove Dt+1 sono i dividendi pagati, di solito in contante,

    tra il tempo t ed il tempo t+1.

    Spesso per semplicit si assume che le realizzazioni

    possibili, Rk, siano tutte equiprobabili, non avendo

    sufficienti informazioni sulleffettiva probabilit pk associata

    a ciascuna realizzazione. I rendimenti di un titolo vengono

    determinati utilizzando i prezzi del titolo a diverse

    scadenze. Per esempio, supponiamo di conoscere i prezzi

    di un titolo ai tempi t=0,1,2.,N mesi

    P0 P1 P2 PN

    0 1 2 N

  • 8

    possiamo quindi calcolare il rendimento mensile,

    assumendo che abbia le realizzazioni

    0

    011 P

    PPR =

    con probabilit pari a pk=1/N, e in generale la

    realizzazione

    1

    1

    =

    k

    kkk P

    PPR

    con probabilit pk=1/N, con k=1,2,..N.

    Il rendimento atteso (mensile) del titolo :

    2. Rendimenti come variabili casuali Normali

    Il rendimento di un titolo rischioso pu essere trattato

    come variabile casuale con valore atteso e varianza 2,

    parametri che ci permettono di elaborare una teoria del

    portafoglio per la determinazione della combinazione

    ottimale dei titoli da inserire in un portafoglio di titoli

    rischiosi.

    =

    ==

    N

    kkRN

    RE1

    1)(

  • 9

    Di solito ci si assume in modo da semplificare lanalisi.

    Infatti la v.c. normale descritta interamente da media

    e varianza sufficienti per ottenere un quadro completo

    dei possibili rendimenti di unattivit finanziaria.

    La media e la varianza di un titolo non sono le uniche

    misure adottate per misurare rispettivamente il

    rendimento atteso e il rischio di un titolo. Tuttavia se il

    rendimento del titolo considerato ha una distribuzione

    normale allora esse racchiudono in forma sintetica tutte

    le informazioni possibili su quel titolo.

    Vediamo perch e in quali circostanze si possa modellare

    il rendimento di un titolo come variabile casuale normale.

    Dalla (4) possiamo anche definire il logaritmo del

    rendimento R per periodo: (5)

    t

    tt

    PDP

    r 11ln ++ +=

    poich 1=t

    t

    PP

    )1ln(1ln 11 tt

    ttt RP

    DPPr +=

    ++= ++

    Con un R inferiore a 0,15 r sar approssimativamente

    uguale a R. Perci al fine di analizzare lipotesi di

  • 10

    normalit dei rendimenti pi conveniente analizzare i

    rendimenti logaritmici.

    Si consideri landamento del rendimento di un titolo

    1,2,N giorni. Sia Rt(1) il rendimento semplice per un

    giorno, dal giorno t al giorno t+1 e sia rt(1) il

    corrispondente rendimento logaritmico tale che

    ))1(1ln()1( tt Rr +=

    Ipotizzando che i pagamenti in contante siano

    immediatamente reinvestiti nel titolo a prezzo corrente

    di mercato, possiamo definire come rendimento composto

    di n giorni Rt(n) dal giorno t al giorno t+n il prodotto di

    una sequenza ininterrotta di rendimenti semplici

    giornalieri

    1+Rt(n)=[1+Rt(1)][1+Rt+1(1)][1+Rt+n-1(1)]

    Se non vi sono pagamenti durante il periodo di

    investimento di n giorni, il rendimento composto Rt(n)

    sar identico al rendimento semplice definito

    dallequazione (3) per il periodo di n giorni.

    Il rendimento logaritmico rt corrispondente a Rt(n)

  • 1 1

    definito come rt(n)=ln[1+Rt(n)]. Dalle propriet del

    logaritmo abbiamo (6)

    Cio il rendimento logaritmico di un investimento della

    durata di n giorni uguale alla somma degli n rendimenti

    logaritmici giornalieri realizzati durante il periodo

    dinvestimento di n giorni.

    Supponiamo ora che i rendimenti logaritmici per

    investimenti della durata di un giorno siano delle

    variabili casuali indipendenti identicamente distribuite,

    con media e varianza 2. In base a condizioni

    sufficientemente generali circa la distribuzione di tali

    rendimenti, il teorema del limite centrale afferma che il

    rendimento logaritmico di n giorni definito nellequazione

    (6) converger verso una distribuzione normale con

    media n e varianza n2 al crescere di n.

    Fintanto che i rendimenti logaritmici giornalieri sono v.c.

    statisticamente indipendenti con varianza finita, la

    distribuzione dei rendimenti logaritmici per intervalli di

    tempo pi lunghi converger verso una distribuzione

    normale al crescere della durata del periodo

    =

    =

    =

    +++ =+=+=+1

    0

    1

    0

    1

    0)1()]1(1ln[))]1(1(ln[)](1ln[

    n

    k

    n

    k

    n

    kktktktt rRRnR

  • 1 2

    dinvestimento. Levidenza empirica indica che la

    convergenza si ottiene per periodi di una settimana o di

    un mese circa. Questo risultato importante per lo

    studio dellandamento dei corsi azionari perch vi sono

    numerosi contributi nella letteratura statistica e in

    quella del calcolo delle probabilit che analizzano proprio

    le caratteristiche delle distribuzioni normali. I risultati

    di tali studi possono essere applicati se i rendimenti

    logaritmici si distribuiscono, asintoticamente, in modo

    normale.

    Vi un unico caso in cui i rendimenti logaritmici si

    distribuiscono in modo perfettamente normale per

    qualsiasi periodo di investimento. Se i rendimenti

    logaritmici giornalieri rt(1) si distribuiscono essi stessi

    in modo normale, i rendimenti rt(n) per investimenti di n

    giorni si distribuiscono anchessi in modo normale per

    tutti gli n1. In questo caso rt(n) sar uguale alla somma

    di n variabili casuali normalmente distribuite e non

    occorrer fare riferimento al teorema del limite

    centrale per ottenere la normalit di rt(n).

  • 1 3

    Da studi iniziali sulla distribuzione dei rendimenti dei

    titoli azionari risulta che la varianza campionaria di

    rendimenti logaritmici aumenta in modo approssimativa-

    mente lineare con la durata del periodo di investimento.

    Questi risultati sembrano favorire lipotesi che i rendi-

    menti logaritmici di un titolo azionario tendano a distri-

    buirsi, asintoticamente, in modo normale, con varianza

    finita della distribuzione dei rendimenti giornalieri. Da

    questi studi, tuttavia, risulta anche che, per rendimenti

    misurati per brevi intervalli di tempo, si possono

    osservare valori estremi, positivi e negativi, pi elevati

    che ci si potrebbe aspettare se tali rendimenti fossero

    distribuiti normalmente. Il fatto che nella distribuzione

    di rendimenti logaritmici giornalieri si possano riscon-

    trare delle code abbastanza spesse (fat tails) contrad-

    dice lipotesi che tali rendimenti siano normalmente

    distribuiti ed induce a pensare che per intervalli pi

    lunghi la normalit dei rendimenti logaritmici sia,

    quantomeno, un risultato asintotico.

  • 14

    3.Portafoglio di due titoli rischiosi

    Supponiamo ora che un investitore scelga di investire in

    due titoli rischiosi B1 ed B2, uniperiodali (della durata di

    un anno

    per esempio). Facciamo poi lipotesi che i titoli siano

    infinitamente divisibili, ossia che si possa acquistare un

    titolo anche solo parzialmente e quanto si realizza in t=1

    proporzionale a quanto si investito in t=0.

    Consideriamo allora il portafoglio che consiste

    nellinvestire:

    x1 nel titolo B1

    x2 nel titolo B2

    con

    x1+ x2=1, x i0

    dove x i la frazione del capitale unitario che vogliamo

    investire nel titolo B i (se W il capitale totale da

    investire e W i le quote da investire nel titolo i, allora x i=

    W i/W).

    Note le caratteristiche rischio/rendimento dei singoli

    titoli B1 ed B2, la composizione del portafoglio dipende

    da x1 e x2. Combinando la composizione linvestitore pu

  • 1 5

    cambiare il rendimento ed il rischio del portafoglio.

    Come vedremo rischio/rendimento del portafoglio si

    potranno esprimere in funzione di rischio/rendimento dei

    singoli titoli. Indichiamo con R i la v.c. rendimento dei

    titoli:

    R1 ={R(1)k,p(1)k} k=1,.. N1 R2 ={R(2)k,p(2)k} k=1,.. N2 dove R(1)k=(M(1)k-P1)/P1

    si realizza con probabilit p(i )k.

    Essendo P1 il prezzo in t=0 del titolo B1 ed M(1)k le

    realizzazioni in t=1 con probabilit p(1)k. Analogamente

    per R2. Indichiamo con R il rendimento del portafoglio,

    che sar una v.c., le cui realizzazioni dipendono da quelle

    dei titoli componenti.

    Infatti se la ricchezza alla fine del periodo :

    W=W+W1R(1)i+W2R(2)j

    il rendimento del portafoglio di composizione (x1, x2)

    dato da

    =

    WWWRij

    ' cos che

    jiii

    ij RxRxWRW

    WRW

    R )2(2)1(1)2(2)1(1 +=+=

  • 16

    Cio la v.c. rendimento del portafoglio una

    combinazione lineare della v.c. rendimento dei singoli

    titoli ed si avr

    N=N1N2 possibili uscite

    con valore R ij(i=1 N1; j=1 N2)

    e probabilit composta p ij=p(R(1)i,R(2)j) affinch si

    realizzi levento R(1)i per la v.c. R1 e levento R(2)j per la

    v.c. R2.

    Poich almeno una delle N coppie possibili si realizza:

    e

    se si fissa R(1)k per B1,con k=1 N1.

    Dove p(1)k la probabilit che titolo esca con

    realizzazione R(1)k qualunque sia quella del secondo titolo.

    Analogamente p(2)k per il secondo titolo. Pertanto le

    probabilit marginali si possono ottenere sommando per

    riga e per colonna le probabilit congiunte

    =1 2

    1N

    i

    N

    jijp

    =

    =

    1

    1)1( 1

    N

    kkp

    =

    =

    2

    1)1(

    N

    jkjk pp

  • 1 7

    R21 R2j R2N

    R11

    R1i

    R1N

    p11

    p ij

    pNN

    p(1)1

    p(1)i

    p(1)N

    p(2)1 p(2)j p(2)N

    Il problema che le probabilit congiunte non si

    conoscono, ma in genere sono note le quelle marginali,

    sufficienti a calcolare il rendimento atteso del

    portafoglio, E(R) o :

    Quindi noti i rendimenti attesi dei singoli titoli

    componenti il portafoglio, il rendimento atteso del

    portafoglio la combinazione lineare dei due rendimenti.

    Il rischio del portafoglio, misurato dalla varianza 2(R),

    dipende dalle varianze dei singoli titoli e dalle

    = = = = = = = =

    =+=+===1 2 1 2 1 2 1 2

    1 1 1 1 1 1 1 1)2(2)1(1)2(2)1(1 )()(

    N

    i

    N

    j

    N

    i

    N

    j

    N

    i

    N

    j

    N

    i

    N

    jijjijiijjiijij pRxPRxpRxRxpRRE

    = = = =

    +=+=+=1 2 2 1

    1 1 1 12211)2()2(2)1()1(1)2(2)1(1 [][

    N

    i

    N

    j

    N

    j

    N

    i i jjjiiijjiji xxpRxpRxpRxpRx

  • 18

    correlazioni esistenti fra i vari titoli. (La correlazione

    viene misurata tramite la covarianza fra le v.c. R1 ed R2.)

    Se le coppie di possibili realizzazioni aventi tutte uguali

    probabilit di verificarsi sono disposte come in figura a

    sinistra, allora c una relazione inversa tra R1 ed R2. Un

    portafoglio composto da questi due titoli avr un

    rendimento atteso stabile perch si recupera su

    unattivit quello che si perde sullaltra.

    Al contrario una relazione tra rendimenti positiva, come

    in figura a destra, determiner un portafoglio con un

    rendimento atteso o molto alto o molto basso.

    Definiamo la covarianza che esprime la relazione tra R1

    ed R2:

    mentre

    (Notiamo che se la probabilit che in entrambi i titoli sia

    la realizzazione di R1 che di R2 sia maggiore (minore) dei

    rispettivi rendimenti attesi, allora la covarianza

    positiva. Al contrario se i rendimenti si muovono in

    maniera discordante rispetto ai rispettivi rendimenti

    = =

    ==

    1 2

    1 12)2(1)1(1221 ))((),cov(),cov(

    N

    i

    N

    jijji pRRRRRR

    2),cov( iii RR =

  • 19

    attesi, allora la varianza negativa. Vediamo allora la

    covarianza negativa in figura a sinistra e positiva in

    figura a destra.)

    Se cov=0 si dice che le v.c. sono non correlate, e ci pu

    accadere (condizione sufficiente ma non necessaria) se

    esse sono statisticamente indipendenti, cio P ij=p(1)ip(2)j

    4.Varianza di un portafoglio di due titoli rischiosi

    Calcoliamo la varianza di un portafoglio:

    1221

    22

    22

    21

    21 2 xxxx ++=

    Spesso meglio utilizzare il coefficiente di

    correlazione, che non dipende dallunit di misura delle

    variabili ed una sorta di covarianza normalizzata,

    compreso nellintervallo (-1,1):

    21

    1212

    =

    = =

    =+=+==1 2

    1 1

    22)2(21)1(1

    22211)2(2)1(1

    22 )]()([)()()(N

    i

    N

    jijjiijjiijij pRxRxpxxRxRxpRR

    =++= ijjiji pRRxxRxRx )])((2)()([ 2)2(1)1(2122)2(2221)1(21

    =++= ijjiijjiji pRRxxpRxpRx ))((2)()( 2)2(1)1(212

    2)2(22

    21)1(

    21

  • 20

    da cui

    Poich cov(Ri,Ri)=2i introduciamo la matrice di varianza-

    covazianza (simmetrica):

    Ponendo X=[x1,x2] si ha

    Possiamo ora rappresentare ogni portafoglio ammissibile

    nel piano cartesiano media-varianza MV.

    Sappiamo dal vincolo di bilancio che x1+x2=1, cio che

    tutta la ricchezza disponibile viene investita, e che x i0,

    cio che non sono ammesse vendite allo scoperto,

    pertanto dobbiamo stimare un solo parametro, visto che

    x1=1-x2 e che quindi linsieme che otteniamo nel piano MV

    unidimensionale in cui rappresentiamo una curva di

    equazioni(7):

    con x2[0,1]

    2112122

    22

    21

    21

    22

    2)( xxxxR ++=

    222112

    21122

    1

    =V

    VXXR ')(2 =

  • 2 1

    Eliminando x2 otteniamo lequazione di una curva nel

    piano MV, luogo geometrico dei portafogli ammissibili.

    Osserviamo che:

    x2=0 =1, 2= 12

    x2=1 =2, 2= 22

    quindi i due estremi sono i punti P1 e P2 relativi ai singoli

    titoli B1 ed B2, cio si investe tutto o nelluno o nellaltro

    titolo.

    Al variare di x2 fra 0 e 1 otteniamo una curva che

    congiunge i due estremi.

    Supponiamo che B1 sia il titolo a media e varianza

    inferiori.

    Analizziamo i casi particolari al variare del coefficiente

    di correlazione:

    ++=

    +=

    21122222

    22

    212

    22212

    )1(2)1()1(

    xxxx

    xx

  • 2 2

    a) Perfetta correlazione: =1

    In tal caso si ha (8):

    Dalla seconda equazione esplicitiamo x2:

    e sostituendo nella prima equazione:

    che lequazione di una retta con coefficiente angolare

    b>0 che dipende dalla relazione tra i rendimenti attesi e

    le varianze dei due titoli, ed intercetta pari ad a. La

    frontiera efficiente in tal caso rappresentata dal

    segmento di retta congiungente i due punti P1 e P2.

    2 P2

    1 P1

    12 22

    +=++=

    +=2

    2212212222

    22

    21

    22

    22212

    ])1[()1(2)1()1(

    xxxxxx

    xx

    12

    12

    =x

    ba+=

    +

    =

    ++=

    +=12

    12

    12

    2121

    12

    111212112112

    12

    11 )(

  • 2 3

    b) Perfetta correlazione negativa: =-1

    Si ha (9):

    da cui:

    2212 )1( xx =

    quindi essendo

    0)1( 2212 xx

    per

    21

    12

    +x

    si ha

    +

    =

    2212

    2212

    )1()1(

    xx

    xx

    rispettivamente per:

  • 24

    Se x2=1/(1+2) allora =0, cio il portafoglio a rischio nullo ed il rendimento :

    21

    2112

    +

    +=

    Nel caso 2) si ha:

    21

    12

    +

    +=x

    e sostituendo nella prima equazione della (9):

    1121

    12

    21

    21122

    21

    11

    21

    1 )1( ba +=+

    ++

    +=

    +

    ++

    +

    +=

    che lequazione di una retta con coefficiente angolare

    b1>0.

    Il portafoglio a rischio nullo ha composizione ),( 21 = xxx

    con

    21

    12

    +=x e

    21

    221 1

    +== xx

    e rendimento atteso

    )( 1221

    11

    21

    2112

    +

    +=+

    +=

    Possiamo allora rappresentare la frontiera di portafoglio

    2 P2 1 P1 12 22

  • 2 5

    Dalla figura possiamo evincere che in presenza di 2 titoli

    perfettamente non correlati si pu costruire un

    portafoglio a rischio nullo calcolando le giuste porzioni di

    x1 e x2.

    c) Rendimenti non correlati:=0

    Si ha (10):

    +=

    +=22

    22

    212

    22212

    )1()1(

    xx

    xx

    esplicitando x2 dalla prima equazione si ha

    12

    22

    12

    12 1;

    =

    = xx

    e sostituendo nella seconda

    22

    2

    12

    121

    2

    12

    22 )()(

    +

    =

    che nel piano (,) lequazione di una conica, mentre nel

    piano (2,) lequazione di una parabola:

    2 P2 1 P1 12 22

    22

    21

    21

    22

    221

    212

    22

    21

    22

    21

    21

    2212

    2 )(2)()()()( ++++=+=

  • 26

    Per trovare il portafoglio a rischio minimo possiamo

    utilizzare trovare il minimo della funzione 2(x2).

    1. Si ha:

    da cui

    mentre dal vincolo di bilancio si ha

    e poich

    otteniamo che (x1,x2) minimizzano 2 (o ) e sono

    quindi il portafoglio a rischio minimo:

    22

    22

    21

    22

    2 )1( xx +=

    02)1(2 2222122

    2

    =+=

    xxdxd

    22

    21

    21

    2

    +=x

    22

    21

    22

    1

    +=x

    0)(2 22212

    22

    >+=

    dxd

  • 2 7

    e rendimento:

    Osserviamo che allo stesso risultato si poteva pervenire

    trovando il min della funzione 2()

    d) Caso generico: (-1,1)

    In questo caso le equazioni descritte dal sistema MV

    descrivono una conica (piano ,) o una parabola (piano

    2,)

    Il portafoglio a rischio minimo si determina ugualmente

    risolvendo il problema di minimizzazione.

    =-1 =0 2 1 =1 2

    222

    22

    1

    212

    12

    22

    21

    222 )()(

    ++

    +=

    22

    21

    221

    212

    1222

    21

    21

    1 )(

    +

    +=

    ++=

  • 28

    Dallequazione

    [ ][ ]212122212122212122121221222122

    12

    212122

    21

    21

    222

    12

    2

    2))((2)2()(1

    ))((2)()()(1

    ++++++

    =

    ++

    =

    osserviamo che

    0)2( 212221 >+ per + per 1~2 21

    22

    21 >=

    +<

    in modo che soddisfatta la condizione (-1,1).

    Minimizziamo ora la funzione

    212222

    22

    21

    222

    2 )1(2)1()( xxxxx ++=

    ottenendo

    0)21(22)1(2 2122222122

    =++= xxxdxd

    da cui

    2122

    21

    2112 2

    )(

    +

    =x

    e considerando che

    odx

    d>+= )2(2 212221

    2

    22

    x2 punto di minimo e che x2>0 per 1-2>0, cio

  • 29

    Quindi il portafoglio a rischio minimo esiste per

    (-1,1/2).

    In tali casi il portafoglio ((1-x2),x2) ha rendimento

    =+x2(2-1). Se x2(0,x2) si hanno portafogli non

    preferiti mentre per x2(x2,1) si hanno i punti della

    frontiera efficiente.

    5.Vendite allo scoperto

    In questo caso eliminiamo la condizione x i0 assumendo

    invece x i R. Quindi se ad esempio x1 1, cio x1 negativo vuol dire che il titolo B1 venduto

    allo scoperto, cio loperatore vende titoli che non

    possiede, deve prenderli in prestito per poterli vendere

    e si impegna poi a restituirli ad una data futura

    concordata. Si indebita allo scopo di acquistare di pi

    (x2 >1) del titolo B2.

    In questo caso otteniamo come luogo dei punti

    ammissibili del piano rischio-rendimento le stesse curve

    ottenute prima, ma non dobbiamo considerare solo la

    porzione di curva compresa fra i punti P1 e P2 ma tutta la

    curva come rappresentato in figura rispettivamente

  • 30

    per =1, =-1, (-1,1)

    x1

  • 3 1

    Loperatore sceglier la composizione che massimizza la

    propria soddisfazione, restringendo lanalisi ai soli punti

    della frontiera efficiente.

    Nota una utilit del danaro u(x), la funzione

    D(,)=u()-

    oppure D(,)=u()- con ,>0 e (0,1) pu essere assunta come funzione di utilit nel piano

    (,). Comunque non sempre necessario partire da una

    funzione u(x), ma sufficiente che una funzione D

    soddisfi alcuni criteri generali che richiediamo debbano

    valere per una funzione di utilit. Cio le curve di

    isoutilit D(,)=C esplicitate in =F(,C) devono essere

    crescenti e convesse, in quanto al crescere di , cio

    aumentando il rischio, la soddisfazione resta la stessa

    solo se si ottiene un rendimento maggiore (da cui F>0).

    Inoltre se il rischio non elevato un piccolo aumento di

    rischio sar compensato, per lindifferenza da un piccolo

    aumento di rendimento, ma se il rischio elevato, un

    aumento anche piccolo del rischio sar compensato, per

    lindifferenza, da un maggior incremento del rendimento

    (da cui F>0). Perci le curve sono come in figura.

  • 3 2

    Non possibile considerare curve di isoutilit

    decrescenti (vedi figura) perch allora linvestitore

    stima di pari soddisfazione portafogli aventi basso

    rischio e alto rendimento e portafogli aventi alto rischio

    e basso rendimento contraddicendo il criterio MV.

    Vediamo qualche esempio di funzioni di utilit D:

    a) D(,)=-a con a>0 e costante.

    Le curve di isoutilit hanno equazione D=c (costante) ,

    ossia

    -a=c che sono rette di pendenza a ed intercetta c.

  • 3 3

    b) D(,)=/, le curve di isoutilit =c sono rette

    passanti per lorigine con coefficiente angolare c.

    c) D(,)=-a2 a>0, le curve di isoutilit sono date da

    =a2+c cio parabole con intercetta c.

    d) D(,)=-1/(b-) con

  • 34

    P2 P1

    Invece per un investitore mediamente avverso al rischio

    il portafoglio di scelta ottimale sar:

    P2 P1

    Per un investitore poco avverso al rischio il punto scelto

    cadr lontano dal portafoglio di rischio minimo:

    P2 P 1

    Mentre il punto scelto potrebbe superare il punto P2 se

    fossero consentite vendite allo scoperto, investendo pi

    di quel che si ha nel solo titolo B2:

  • 3 5

    P2 P 1

    Sempre per quel che riguarda il problema di scelta

    ottimale individuale del portafoglio supponiamo nota la

    funzione di preferenza D(,).

    Per determinare il punto della frontiera efficiente che

    fornisce la massima utilit non necessario determinare

    prima la frontiera efficiente, ma possiamo risolvere

    direttamente il problema di ottimizzazione.

    La regione ammissibile definita dalle equazioni

    parametriche:

    =++=

    =+=VXXxxxx

    Xxx'2

    '

    212122

    22

    21

    21

    22211

    x1+x2=1 e dove =(1,2)

    Quindi per ogni fissata composizione, X=(x1,x2), possiamo

    calcolare direttamente il valore di soddisfazione

    corrispondente:

    F(X)=F(x1,x2)=D((x1,x2),(x1,x2))

    x1+x2=1

  • 36

    (che si pu anche scrivere UX=1, con U=(1,1,,1))

    Impostiamo allora il problema di ottimo:

    max F(X)

    UX=1

    che risolto ci da il portafoglio ottimo.

    Essendo il vincolo lineare si ha x1=1-x2 e quindi possiamo

    scrivere:

    ++=

    +=

    212222

    22

    21

    22

    22212

    )1(2)1()1(

    xxxx

    xx

    e considerare allora

    f(x2)=D((x2),(x2))=F((1-x2),x2)

    risolvendolo come problema di libero max f(x2)

    Se D tale che le curve di isoutilit sono crescenti e

    convesse e la frontiera efficiente una funzione

    crescente e concava, allora il problema di ottimo da

    soluzione unica.

    Una volta trovato il portafoglio che rende massima la

    funzione di utilit, calcoliamo i corrispondenti valori di

    rendimento atteso e rischio ricavandoli dal sistema

    parametrico media-varianza.

  • 3 7

    7. Modello di Markowitz: portafoglio con n titoli

    rischiosi

    Markowitz sostiene che la varianza della media dei

    rendimenti decresce all'aumentare del numero n dei

    titoli. E' per questo motivo che egli effettua la sua

    analisi su n titoli, evidenziando l'importanza della

    diversificazione del portafoglio per ridurne il rischio.

    Nel caso di un portafoglio con n titoli rischiosi, B1, B2,,

    Bn, il problema della costruzione ottimale non

    sostanzialmente differente dal caso di un portafoglio di

    due titoli.

    Ricordiamo le ipotesi che stanno alla base del problema

    in esame:

    Tutti i titoli hanno la medesima durata (modello

    uniperiodale)

    I titoli sono infinitamente divisibili

    Sono consentite vendite allo scoperto;

    Non esistono rischi di insolvenza (il solo rischio

    misurato dalla varianza o dalla deviazione standard)

    Non esistono gravami fiscali o costi di transazione

  • 38

    Gli agenti sono price taker: non influenzano i prezzi

    dei titoli ed il mercato (esiste una base oggettiva per

    tutti che la frontiera efficiente)

    Gli agenti sono massimizzatori del profitto o

    dellutilit attesa

    Il mercato coerente (assenza di arbitraggio)

    La distribuzione dei rendimenti di tipo Normale con

    media e varianza 2

    Si in presenza di investitori avversi al rischio

    (u(x)

  • 39

    22)(

    2

    1)(

    2 )()( kkikkN

    iikk REpR k

    k

    kk

    == =

    o la deviazione standard 2kk =

    che viene usata come stima della rischiosit. Dovremo

    allora analizzare il portafoglio (generico) che si ottiene

    investendo x1 lire in B1,,, xn lire in Bn tenendo conto

    del vincolo di bilancio

    x1+ x2++ xn =1

    In forma compatta, il portafoglio di composizione

    X=(x1,,xn) ha vincolo UX=1 dove U=(1,,1). Osserviamo

    che se non mettiamo il vincolo di non negativit x i0,

    significa che sono consentite vendite allo scoperto.

    Nel portafoglio di composizione X=(x1,x2,,xn),

    analogamente al caso di 2 soli titoli, si trova che il

    rendimento atteso di portafoglio (X), una

    combinazione lineare dei rendimenti attesi dei singoli

    titoli:

    (X) = x11+x22++xnn

    = X

    dove =(1,,n).

  • 40

    Per quanto riguarda la varianza 2(X) del portafoglio di

    composizione X ci aspettiamo che, analogamente al caso

    con due titoli, intervengano le covarianze dei due titoli a

    due a due. Supponendo che siano note le probabilit

    congiunte per titoli a due a due, (Br, Bs), ossia

    P(R(r) ir, R(s) is) ir=1,,Nr; is=1,,Ns

    Per cui si ha

    srisirsis

    N

    i

    N

    irirsr srr

    r

    r

    s

    s

    rRRpRRBB

    ,)()()(1 1

    )( )())((),cov( == = =

    potremmo disporre le varianze e le covarianze degli n

    titoli in una matrice V, detta matrice varianza-

    covarianza, con

    V(i,i)= cov (B i, B i) = i2

    V(i,j)=V(j,i)= cov(Bi,BJ)= i ,j

    E dove

    11. 1n

    V=

    n1 nn

    La matrice V (quadrata di ordine n) ovviamente

    simmetrica, e noi assumeremo che sia anche definita

    positiva.

  • 4 1

    La varianza del portafoglio di composizione X=(x1, x2,,

    xn), analogamente al caso di due titoli, risulta essere la

    forma quadratica associata alla matrice di varianza-

    covarianza V:

    2(X)=XVX = jin

    jiji xxV

    = 1,,

    e la deviazione standard del portafoglio

    )()( 2 XX =

    Riassumendo, note le caratteristiche dei singoli titoli B1,

    B2,,Bn per il portafoglio di composizione X=(x1, x2,, xn)

    si ha:

    2(X)=XVX

    (X)= X

    UX=1

    Dove

    =(1,2,n),

    V i ,j = cov(B i, Bj) = i ,j;

    U=(1,,1).

  • 42

    8. Portafoglio ottimo

    8.1. Caso con assenza di vincoli di non negativit e di

    attivit a rendimento certo

    Se supponiamo che un investitore abbia una data

    funzione di preferenza individuale D(,) o D(2,) da

    massimizzare, potremo risolvere direttamente il

    problema di ottimo, per determinare il portafoglio di

    massima soddisfazione:

    max F(x1, x2,, xn) = D((x1, x2,, xn), (x1, x2,, xn))

    1=i

    ix

    oppure eliminare il vincolo di uguaglianza e risolvere un

    problema di libero in (n-1) variabili.

    Esempio.Se loperatore assume D(,)=-a2 si avr

    max F(x1, x2,, xn) = X-aXVX

    UX=1

    Ed essendo V definita positiva, -V definita negativa, ed

    il problema di max ha ununica soluzione che definisce il

    portafoglio ottimo.

  • 43

    Inoltre, essendo il vincolo lineare e la funzione obiettivo

    concava, il problema di ottimizzazione convessa cos

    che le condizioni del I ordine sono necessarie e

    sufficienti per risolvere il problema.

    Come si visto anche per il caso di due titoli, conviene a

    volte risolvere la parte tecnica comune a tutti gli

    investitori, e determinare nel piano (,) o (2,) la

    regione dei portafogli ammissibili e la frontiera

    efficiente (luogo dei portafogli efficienti).

    In questo caso per ogni fissato livello di rendimento =pi

    (costante fissata), cerchiamo il portafoglio minimo, ossia

    il vettore X*(pi*) che minimizza la varianza, soluzione del

    problema di ottimo

    min 2(X) = XVX

    X=pi*

    UX=1

    Applicando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange

    introduciamo la seguente funzione

    XUXVXXXL '1()'*('),,( 2121 ++= pi

  • 44

    si ottiene

    ( )[ ])2(1*))(*(

    )(1*)(*

    22

    11

    pipipi

    pipipi

    +=

    +=

    x

    UVRVx

    x*(pi) un punto della frontiera (efficiente) della

    regione G dei portafogli ammissibili, e nel piano (2,)

    tale frontiera una parabola di vertice (2m=1/; m=/) G m 2m Interessa anche riportare la frontiera efficiente nel

    piano (,). In tal caso le ultime due equazioni ,

    forniscono per frontiera della regione G nel piano (,)

    un arco di iperbole

    m m Propriet della frontiera efficiente

    Quindi, se

    X1=pi1*Y+Z

  • 45

    soluzione ottima corrispondente al rendimento pi1* (con

    varianza 12) e

    X2=pi2*Y+Z

    soluzione ottima corrisponde al rendimento pi2* allora

    la soluzione ottima corrispondente al rendimento

    (combinazione lineare convessa)

    pi*=api1*+(1-a)pi2*

    data da

    X*=aX1+(1-a)X2

    Con ci si dimostrato che se sono consentite vendite

    allo scoperto, qualunque combinazione lineare convessa di

    portafogli di frontiera ancora un portafoglio di

    frontiera.

    Dati X1 e X2, due portafogli di frontiera con rendimenti

    attesi pi1 e pi2, per ogni a R

    X*=aX1+(1-a)X2

    il portafoglio di frontiera corrispondente al

    rendimento atteso

    pi*=api1*+(1-a)pi2*

  • 46

    Come ottenere un portafoglio di frontiera

    Tutti i portafogli di frontiera si possono ottenere a

    partire da due qualunque di essi.

    Noti due portafogli di frontiera X1 ed X2 corrispondenti

    ai rendimenti attesi pi1* e pi2* per determinare la

    soluzione ottima corrispondente al rendimento atteso di

    un livello * sufficiente determinare il valore di a tale

    che

    *=api1*+(1-a)pi2*

    ossia

    a= (-pi2*)/(pi1*-pi2*)

    1-a= (pi1*-)/(pi1*-pi2*)

    si ha immediatamente

    X*=aX1+(1-a)X2

    8.2. Portafogli che includono unattivit non rischiosa

    Insieme ai titoli rischiosi consideriamo solo un titolo non

    rischioso. Questo perch nel caso uniperiodale se ci

    fosse pi di un titolo non rischioso, la nostra preferenza

    andr sicuramente su quel titolo certo che ha il massimo

    rendimento. Consideriamo il titolo non rischioso N, la cui

  • 47

    varianza quindi nulla, f=0 ed il cui rendimento certo

    un determinato valore Rf*.

    8.2.a.Portafoglio con un titolo rischioso ed uno certo

    Supponiamo che nel mercato sia possibile effettuare

    operazioni di debito o credito esenti da rischio ad un

    tasso effettivo di rendimento Rf. Investendo un capitale

    C in tale titolo non rischioso N, a fine periodo si avr il

    montante C(1+Rf).

    Supponiamo che sia disponibile anche un titolo rischioso

    B, con varianza B2 e rendimento atteso B.

    B B

    Rf B

    E naturale richiedere

    B>Rf

    altrimenti opteremo per il titolo non rischioso, per il

    criterio M/V e non vi sarebbe il problema della

    diversificazione del portafoglio (per aumentare il

    rendimento atteso).

  • 48

    Consideriamo allora il portafoglio ottenuto investendo xf

    lire nel titolo N e (1-xf) nel titolo B, otteniamo un

    portafoglio (xf, 1-xf) avente rendimento atteso

    =xfRf+(1-xf)B

    e varianza

    22

    22222

    )1()1(2)1(

    Bf

    BfafffBfff

    x

    xxxx

    =

    ++=

    in quanto la varianza del titolo certo nulla. Inoltre

    anche la covarianza tra un titolo certo ed un titolo

    rischioso sempre nulla.

    Si deduce poi la deviazione standard

    =(1-xf)B

    Esaminando il parametro xf dalle equazioni precedenti

    otteniamo il luogo, nel piano (,) dei portafogli

    ammissibili.

    Essendo

    (1-xf)=/B e xf=1-/B

    si ottiene

    B

    fBf

    B

    Bff

    BB

    fB

    RR

    RR

    R

    +=

    =

    +

    = 1

  • 49

    che lequazione della retta nel piano(,), la retta congiungente i due punti rappresentativi di N ed B (che anche la frontiera efficiente). B * B RfN * B

    Lultima equazione quella della frontiera efficiente di

    un portafoglio composto da un titolo privo di rischio ed

    un portafoglio rischioso. La quantit Rf viene chiamata

    premio per il tempo mentre il coefficiente m=(B-RF)/B

    rappresenta il premio per il rischio e misura lincremento

    di rendimento di corrispondente ad un incremento

    unitario di rischiosit. A seconda delle curve di isoutilit

    si avr la scelta del portafoglio ottimo (che massimizza

    lutilit D(,).

    La soluzione ottima, geometricamente, un punto (*,*)

    di tangenza, e, dovendo appartenere alla retta, soddisfa

    bf

    fB

    fA

    x

    RR

    *1*

    **

    =

    +

    =

    la quantit investita nel titolo N, e

  • 50

    Bfx

    **)1( =

    la quantit investita in B.

    Se il punto di tangenza sopra B, ossia *>B, allora

    xf

  • 5 1

    =(1, 2,, n) i rendimenti attesi e V la matrice (n*n)

    di varianze-covarianze.

    Per un portafoglio P di composizione Y=(y1, y2,, yn), y i

    =1, si ha quindi il rendimento atteso

    p= Y

    e varianza

    VYYp '2

    =

    e lanalisi oggettiva che ogni operatore pu fare porta

    alla determinazione della frontiera efficiente della

    regione ammissibile che abbiamo gi visto. Per esempio

    nel piano (,) si ottiene un ramo di iperbole del tipo

    min G min Con i soli titoli rischiosi non possibile comporre un

    portafoglio che abbia un livello di rischiosit inferiore al

    valore minimo m (perch tutti i punti della regione

    ammissibile hanno varianza maggiore).

    Se invece disponibile unattivit non rischiosa N con

    tasso effettivo di rendimento Rf, e varianza nulla, allora

    combinando gli (n+1) titoli possibile ampliare la regione

  • 5 2

    ammissibile ed avere dei portafogli con rischiosit

    inferiore a m.

    Di nuovo assumiamo Rf

  • 5 3

    11

    ==

    n

    iiy

    e

    x i =(1- xf) y i i=1, , n

    in tal modo il rendimento e la varianza del portafoglio si

    riscrivono come

    i

    n

    iifff yxRx

    =

    +=1

    )1(

    p

    VYYx f ')1( 22 = p2 dove intervengono il rendimento p e la varianza p2 di

    un generico portafoglio costituito dagli n titoli rischiosi

    B1, B2, , Bn di composizione (y1, yn) con y i=1.

    Inoltre dallultima equazione, la deviazione standard

    =(1-xf)p ( )Tyyp '= e mettendo a sistema le equazioni di e :

    = xfRf+(1-xf)p

    =(1-xf)p

    si ottiene

    (1-xf)=/p; xf=1-(/p)

    fp

    fp RR

    +

    =

  • 54

    che nel piano (,) lequazione di una retta,

    congiungente il punto (0, Rf) del titolo N con un qualsiasi

    punto (p,p) della regione ammissibile del problema con

    soli n titoli rischiosi.

    L(linea di mercato) m G N Quindi la regione ammissibile si ampliata, un cono di

    vertice (0,Rf), nel titolo N, e la frontiera ora una

    retta: la retta L uscente dal punto (0,Rf) e tangente al

    ramo di iperbole della vecchia frontiera efficiente F

    (ossia dei soli titoli rischiosi). Il punto di tangenza, m

    (m,m), quello che corrisponde al portafoglio di

    mercato (o portafoglio aleatorio ottimo) di composizione

    ( )mnm yy ,...,1 (ottenuto come nel caso ci siano solo titoli rischiosi nel portafoglio) con rendimento atteso m e

    varianza m2.

  • 5 5

    La nuova frontiera efficiente la retta L congiungente il

    titolo N con il punto rappresentativo di m, ed come se

    ci fossimo ricondotti al problema di investire xf lire nel

    titolo certo N e (1-xf) lire nel portafoglio m con

    rendimento m e varianza m2 (che svolge lo stesso ruolo

    del titolo B nel caso semplice di due titoli visti prima). Il

    portafoglio m di composizione ( )mnm yy ,...,1 ha il ruolo di mostrare un comportamento che comune a tutti gli

    operatori. Infatti tra tutti i portafogli rischiosi possibili

    essi ripartiscono tutti la loro ricchezza nei titoli

    rischiosi in proporzione al portafoglio di mercato. In ci

    consiste il teorema della separazione: gli investitori

    individuano il portafoglio m (ed il punto (m,m)), e solo

    successivamente risolvono il problema di investire xf in

    N ed (1- xf) in m, quindi la proporzione dei titoli rischiosi

    da inserire in portafoglio m viene determinata

    indipendentemente dalle preferenze degli investitori.

    Quanto investire, ossia la scelta ottima di xf, dipender

    poi solo dalla particolare avversione al rischio

    (individuale), ma una volta determinato xf (da investire

  • 56

    nel titolo certo) la composizione del portafoglio di n

    titoli rischiosi mnf

    mf

    mf yxyxyx )1(,...,)1(,)1( 21

    in cui si nota che la scelta di xf cambia con linvestitore

    mentre i valori del portafoglio di mercato sono gli stessi

    per tutti gli operatori.

    La seguente

    fm

    fm RR

    +

    =

    lequazione della frontiera efficiente detta anche linea

    critica o retta di mercato (capital market line) che

    rappresenta le preferenze di tutti gli operatori e la

    tendenza del mercato.

    La sua pendenza

    m

    fm R

    =

    detta prezzo di mercato del rischio e ci dice il premio,

    cio lincremento di rendimento corrispondente ad un

    incremento unitario di rischiosit per i portafogli

    efficienti.

    La retta fornisce una relazione oggettiva, valida per

    tutti gli investitori. Ci dice cio che un portafoglio

  • 5 7

    composto razionalmente con i titoli disponibili, deve

    avere rendimento atteso uguale al tasso Rf maggiorato di

    . Ora vediamo come determinare il portafoglio di

    mercato. Sappiamo che la regione ammissibile

    costituita da rette uscenti dal punto Rf e congiungenti N

    con i punti P della regione delimitata da F. Le rette di

    pendenza

    p

    fpp

    R

    =

    variano quindi al variare del punto P nella regione

    delimitata dal ramo di iperbole. Il punto di tangenza che

    individua il portafoglio di mercato corrisponde quindi alla

    retta che ha pendenza p massima, inoltre poich Rf

  • 58

    =

    =

    =

    =

    n

    ii

    jij

    iij

    n

    ifii

    p

    fp

    y

    as

    yyV

    RyR

    1

    1

    1

    ..

    max

    8.3. Portafoglio con vincoli di non negativit e

    assenza del titolo certo

    In questo caso dobbiamo aggiungere al modello di

    Markowitz i vincoli di non negativit x i 0.

    Il portafoglio (x1,, xn) ha di nuovo valore atteso del

    rendimento e varianza rispettivamente

    (X)= X

    2(X)=XVX

    ma i vincoli ora sono

    UX=1 e X0

    Per determinare la frontiera della regione ammissibile G,

    di nuovo, fissiamo un livello di rendimento pi* (compreso

    tra il minimo e il massimo dei rendimenti attesi dei

    singoli titoli rischiosi) e risolviamo il problema di ottimo

  • 59

    minXVX

    RX=pi

    UX=1

    x0

    La risoluzione del problema pi complessa e utilizza la

    seguente lagrangiana:

    L=XVX-1( X-pi)-2(UX-1)-KX

    con 1,2 e K=( k1,, kn) sono moltiplicatori di Lagrange.

    Tutta la regione G ammissibile rappresentata nel piano

    (2,) dalle equazioni

    2=XVX

    = X

    U'X=1

    X0

    la cui frontiera nel piano una curva costituita da archi

    di parabole, e quindi differenziabile con continuit

    eccetto che in un numero finito di punti, detti vertici

    (corner portfolios) che collegano tra loro archi

    appartenenti a parabole diverse, ed ogni arco appartiene

  • 60

    alla frontiera della regione ammissibile di un

    sottoinsieme degli n titoli.

    G 2

    8.4. Portafoglio con vincoli di non negativit e in

    presenza del titolo certo

    In tal caso sono presenti nel portafoglio n titoli rischiosi

    le cui percentuali devono soddisfare il vincolo di non

    negativit ed un titolo a rendimento certo la cui quota

    xn+1 pu in alcuni casi assumere valori negativi. Ci

    significa che linvestitore pu ricorrere a prestiti in

    denaro ad un tasso fissato allinizio del periodo

    supponendo che i prestiti e i crediti siano ottenibili allo

    stesso tasso, cos da evitare lintroduzione di due titoli

    distinti a rendimento certo.

    Si hanno tre possibilit:

    il ricorso al prestito vietato ed ammesso solo

    linvestimento

  • 6 1

    vi sono delle limitazioni al prestito

    il ricorso al prestito e linvestimento sono illimitati

    9. I limiti dell'approccio media/varianza

    Il modello di Markowitz, con un approccio immediato e

    comprensibile, ha la capacit di dare giustificazione a

    due regole empiriche di carattere intuitivo e di larga

    adozione pratica:

    i vantaggi della diversificazione,

    la disponibilit che ogni operatore dimostra ad un

    "trade-off" tra rischio e rendimento: rischio di pi se

    ho la possibilit di guadagnare di pi.

    Naturalmente, come accade ad ogni rispettabile modello

    economico finanziario, anche l'approccio di Markowitz

    stato oggetto di numerose critiche. Ne presentiamo

    alcune.

    Solo particolari funzioni di utilit Von Neumann

    Morgenstern sono coerenti col criterio media-varianza.

  • 6 2

    La varianza pu essere ragionevolmente considerata un

    parametro "sfavorevole" solo per v.c. la cui

    distribuzione di probabilit simmetrica.

    La varianza (anche per v.c. aventi distribuzione

    simmetrica) non rappresenta che una dimensione del

    rischio associato ad un portafoglio.

    Il modello si riferisce a portafogli uniperiodali,

    un'estensione del modello ad un orizzonte

    multiperiodale non risulta altrettanto espressivo e

    gestibile.

    Sembra che le ragioni di fondo di tale inadeguatezza

    nascano dalla natura statica del modello stesso; oggi

    un'impostazione soddisfacente delle problematiche di

    selezione di portafoglio deve risultare necessariamente

    dinamica in quanto occorre affrontare congiuntamente il

    problema della scelta e il problema della gestione.

    La minimizzazione del rischio dei portafogli efficienti

    si basa sulle presenza di titoli poco correlati o

    addirittura negativamente correlati; in presenza di

    titoli a forte correlazione positiva, quali ad esempio i

  • 6 3

    titoli obbligazionari, il modello di Markowitz funziona

    poco.

    La determinazione effettiva della matrice delle

    covarianze presenta notevoli difficolt sia per quanto

    concerne le metodologie statistiche utilizzate sia per

    la numerosit dei titoli presenti sul mercato.

    La risoluzione del problema di minimizzazione vincolata

    della varianza presenta qualche difficolt computa-

    zionale ove si impongano alle variabili decisionali

    vincoli pi aderenti alle condizioni dei mercati reali

    quali ad esempio: x i0, oppure x i multiplo intero di un

    lotto minimo

    Essendo i valori degli input (matrice delle covarianze e

    rendimenti medi) stimati, e dunque noti con margini di

    incertezza, le difficolt computazionali aumentano

    quando si rendono necessarie le cosiddette "analisi di

    sensitivit" al variare degli input stessi (dove per

    analisi di sensitivit si intende la stabilit di una

    soluzione ottimale al variare di uno o pi input del

    problema)

  • 64

    10. Altri approcci alla selezione del portafoglio

    Il modello di Markowitz per la selezione di portafoglio

    non l'unico proposto e ci sembra doveroso segnalarne

    altri: alcuni si ispirano, come Markowitz, alla logica

    razionale ottimizzante, altri alla logica dell'analisi

    multicriteria.

    Il modello di Sharpe (noto anche come S.I.M. "single

    index model") corrisponde ad un caso particolare di

    Markowitz e presenta notevoli vantaggi applicativi, dove

    si considerino le grandi difficolt collegate con la

    determinazione della matrice delle covarianze in un

    mercato dove siano presenti diverse centinaia di

    portafogli elementari.

    Nel modello di Sharpe si ipotizza che le v.c. che

    esprimono i rendimenti periodali dei vari investimenti

    rischiosi possano essere "spiegate" da un'unica v.c. I

    (indice).

    La v.c. I rappresenta la variazione dellindice di mercato

    scelto come rappresentativo dellandamento dei titoli

    In pratica lindice di Sharpe mette a confronto il rischio

    ed il rendimento di un portafoglio di attivit rischiose

  • 6 5

    con quello di unattivit priva di rischio. E una misura del

    rendimento in eccesso di unattivit rischiosa rispetto ad

    una priva di rischio per unit di rischio:

    indice di Scarpe = (rendimento medio del portafoglio -

    rendimento di unattivit priva di rischio)/deviazione

    standard attivit rischiosa.

    Tale confronto descrive se il maggior rischio a cui si

    sottoposti investendo denaro in unattivit rischiosa ha

    comportato un maggior guadagno: indica cio se

    convenuto fare linvestimento o se sarebbe stato meglio

    rimanere liquidi.

    Un'ulteriore generalizzazione del modello di Markowitz

    associa ad ogni portafoglio, oltre al valore medio e alla

    varianza (che sono i momenti centrali di ordine uno e

    due), anche il momento centrale di ordine tre:

    e interpreta il valor medio e 3 quali indicatori

    "favorevoli", la varianza come indicatore "sfavorevole".

    33 ))(( RExp ii =

  • 66

    L'utilizzo del terzo momento centrale vuole ovviare al

    fatto che la varianza considera allo stesso modo scarti

    al di sotto del valor medio e scarti al di sopra.

    Il momento 3 di un portafoglio, combinazione lineare di

    portafogli elementari, ha per un'espressione pi

    complicata della varianza, e la schematizzazione dell'ap-

    proccio risulta particolarmente pesante.

    Inoltre esistono v.c. con distribuzione di probabilit

    asimmetrica e 3=0.

    Quando poi la distribuzione di probabilit del rendimento

    simmetrica, risulta 3=0, e dunque, il modello viene a

    coincidere con quello di Markowitz.

    Un modello semplice e di significato finanziario pi

    immediato propone la selezione del portafoglio in base ad

    una f.d.u. logaritmica: la scelta di tale f.d.u. si giustifica

    se osserviamo che equivale alla massimizzazione della

    media geometrica dei rendimenti.

    Recentemente H. Konno e H. Yamazaki (1991) hanno

    proposto un modello di selezione di portafoglio che si

    formula in termini di programmazione lineare e che

    fornisce soluzioni assai simili a quelle di Markowitz e

  • 6 7

    coincidenti con esse nel caso di rendimenti aventi

    distribuzione di probabilit normale.

    H. Konno e H. Kamazaki cerano quei portafogli per i quali

    la v.c. rendimento ha minima deviazione assoluta dal suo

    valore medio.

    Le impostazioni basate sull'analisi muticriteria, invece,

    tendono al superamento dello schema, radicato e

    criticabile, della logica razionale ottimizzante e cercano

    piuttosto di selezionare portafogli soddisfacenti,

    oppure, di scartare portafogli sicuramente inaccettabili.

    L'analisi muticriteria prevede innanzitutto che in un

    processo decisionale il sistema di preferenze del

    decisore, i vincoli e gli obiettivi vanno definendosi e

    precisandosi nel contesto del processo stesso, ed inoltre

    ogni alternativa risulta variamente caratterizzata da

    parametri qualitativi e quantitativi, spesso non commen-

    surabili tra di loro, che non possono essere rappresen-

    tati e conglobati da un'unica funzione di utilit.

    Su questi fondamenti, i modelli di selezione di portafogli

    vanno visti come una serie di procedure che, da un lato,

    restringono il campo delle alternative escludendo porta-

  • 68

    fogli certamente non selezionabili, per l'altro lato

    considerano i vari parametri qualitativi e quantitativi

    associati ai portafogli non scartati e procedono con

    tecniche specifiche ad evidenziare i portafogli pi adatti

    alle esigenze e alle disponibilit del soggetto economico

    valutatore.

    11. Breve applicazione pratica alle teorie esposte

    Con lo scopo di approfondire la ricerca abbiamo svolto unanalisi pratica della teoria esposta utilizzando come strumento il foglio elettronico Excel. La volatilit in Excel si esprime con VAR(x) dove x indica la variazione percentuale progressiva del titolo. La volatilit pu anche essere espressa dalla formula DEV.ST.(A,B)*RADQ(X)*100. Si parla in questo modo di deviazione standard. I parametri (A,B) esprimono lintervallo oggetto di disanima (linizio e la fine). A seconda poi dellintervallo temporale in cui losservazione compiuta si avr che X=252 se su base annua, X=64 se su base semestrale, X=5 se su base settimanale. La covarianza espressa dalla seguente formula COVARIANZA(X;Y) in cui X esprime le variazioni percentuali del primo titolo ed Y le variazioni percentuali del secondo.

  • 69

    E s emp i oE s emp i oE s emp i oE s emp i o

    TELECOM

    TELECOM 0,00058 OLIVETTI 0,000539 TIM 0,000473 GENERALI 0,000036 ALLEANZA 0,000086 COMIT 0,000062 FIDEURAM 0,000244 EDISON 0,000064 ENI -0,000004 STM 0,000522 MEDIASET 0,000369 BIPOP 0,000028

    0,002999

    Matrice varianze/covarianze:

    esprime in forma matriciale la relazione dei titoli espressi in portafoglio secondo le formule di cui sopra. La covarianza con lo stesso titolo coincide con la sua varianza.

    E s emp i oE s emp i oE s emp i oE s emp i o

    T E L E C O M O L I V E T T I T I M G E N E R A L I A L L E A N Z A C O M I T F I D E U R A M E D I S O N E N I S T M M E D I A S

    E T B I P O P

    T E L E C OM

    0 , 0 0 0 6 0 , 0 0 0 5 0 , 0 0 0 04

    0 , 0 0 0 0 4 0 , 0 0 0 0 9 6 E - 0 5 0 , 0 0 0 2 4 0 , 0 0 0 0 6 0 0 , 0 0 0 5 2 0 , 0 0 0 4 0 , 0 0 0 0 3

    O L I V E T TI

    0 , 0 0 0 5 4 0 , 0 0 1 0 , 0 0 0 6 0 0 , 0 0 0 4 2 E - 0 5 0 , 0 0 0 3 6 0 , 0 0 0 1 - 4 E - 0 4 0 , 0 0 0 7 3 0 , 0 0 0 4 9 0 , 0 0 0 1 8

    T I M 0 , 0 0 0 4 7 0 , 0 0 0 6 0 , 0 0 0 7 0 , 0 0 0 0 5 0 , 0 0 0 1 4 E - 0 5 0 , 0 0 0 3 1 0 , 0 0 0 1 3 - 1 E - 0 5 0 , 0 0 0 5 7 0 , 0 0 0 4 2 0 , 0 0 0 1

    G E N E R AL I

    3 , 6 E - 0 5 0 0 0 , 0 0 0 2 0 , 0 0 0 1 6 6 E - 0 5 0 , 0 0 0 8 0 , 0 0 0 0 7 5 E - 0 5 0 0 , 0 0 0 0 6 0 , 0 0 0 2

    A L L E A N ZA

    8 , 6 E - 0 5 0 0 , 0 0 0 1 0 , 0 0 0 1 6 0 , 0 0 0 4 0 , 0 0 0 1 0 , 0 0 0 1 5 0 , 0 0 0 0 5 5 E - 0 5 0 , 0 0 0 6 0 , 0 0 0 0 9 0 , 0 0 0 0 6

    C O M I T 6 , 2 E - 0 5 0 0 0 , 0 0 0 0 6 0 , 0 0 0 1 3 E - 0 4 0 , 0 0 0 1 1 0 , 0 0 0 0 4 3 E - 0 5 0 , 0 0 0 0 2 0 , 0 0 0 0 3 - 0 , 0 0 0 0 2

    F I D E U R AM

    0 , 0 0 0 2 4 0 , 0 0 4 0 , 0 0 0 3 0 , 0 0 0 0 8 0 , 0 0 0 1 5 0 , 0 0 0 1 0 , 0 0 0 7 0 , 0 0 0 0 7 0 0 , 0 0 0 3 9 0 , 0 0 0 3 4 0 , 0 0 0 2 9

    E D I S O N 6 , 4 E - 0 5 0 , 0 0 0 1 0 , 0 0 0 1 0 , 0 0 0 7 0 , 0 0 0 0 5 4 E - 0 5 0 , 0 0 0 0 7 3 E - 0 4 5 E - 0 5 0 , 0 0 0 0 9 0 , 0 0 0 1 5 0 , 0 0 0 0 5

    E N I - 4 E - 0 6 0 0 0 , 0 0 0 0 5 0 , 0 0 0 0 5 3 E - 0 5 0 0 , 0 0 0 0 5 0 0 0 , 0 0 0 2 - 0 , 0 0 0 0 2

    S T M 0 , 0 0 0 5 2 0 , 0 0 0 7 0 , 0 0 0 6 0 0 , 0 0 0 0 6 0 , 0 0 0 2 0 , 0 0 0 3 9 0 , 0 0 0 0 9 0 0 , 0 0 1 0 , 0 0 0 6 1 0 , 0 0 0 2 5

    M E D I A SE T

    0 , 0 0 0 4 0 , 0 0 0 5 0 , 0 0 0 4 0 , 0 0 0 6 0 , 0 0 0 0 9 0 , 0 0 0 3 0 , 0 0 0 3 4 0 , 0 0 0 1 5 2 E - 0 5 0 , 0 0 0 6 1 0 , 0 0 0 8 3 0 , 0 0 0 2

    B I P O P 2 , 8 E - 0 5 0 , 0 0 0 2 0 , 0 0 0 1 0 , 0 0 0 0 2 0 , 0 0 0 0 6 - 2 E - 0 4 0 , 0 0 0 2 9 0 , 0 0 0 0 5 - 2 E - 0 5 0 , 0 0 0 2 5 0 , 0 0 0 2 0 , 0 0 0 9

    0 , 0 0 3 0 , 0 0 3 9 0 , 0 0 0 3 0 , 0 0 0 8 0 , 0 0 1 4 8 E - 0 4 0 , 0 0 3 1 0 , 0 0 1 0 0 , 0 0 5 0 , 0 0 3 6 5 0 , 0 0 2

  • 70

    Rendimento atteso

    Pu essere determinato in vari modi sia statisticamente che in modo pi marcatamente soggettivo. Nel primo caso utile la formula (1+MEDIA(x,y))^T in cui x,y esprimono l'intervallo considerato e T indica il numero di osservazioni fatte in questo intervallo. Nel secondo caso ci aiuta l'analisi fondamentale con l'esame dei dati di bilancio (Eva, Ebit, P/e) o le previsioni future.

    Rendimento complessivo di portafoglio (con pesi gi calcolati)

    E(ri) Pesi Volatilit e(ri) ponderato

    T E L E C O M 11% 0,057868 10,44033 0,00617 O L I V E T T I 14% 0,05444 20,4455 0,00774 T I M 4% 14,1498 G E N E R A L I 5% 8,226232 A L L E A N Z A 9% 0,075606 13,21336 0,02611 C O M I T 8% 0,322414 6,420567 0,00656 F I D E U R A M 12% 18,44791 E D I S O N 5% 11,64882 E N I 4% 8,501576 S T M 15,60

    % 0,004789 25,04624 0,00075

    M E D I A S E T 15% 0,101323 17,81803 0,0152 B I P O P 22% 0,38356 21,84104 0,08307

    1 0,14559201

    Rend imen to a t t e s o : 0 . 145592010 . 145592010 . 145592010 . 14559201