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A14 126 TEORIA DEI SISTEMI E COMPLESSITÀ / 7

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TEORIA DEI SISTEMI E COMPLESSITÀ / 7

Direttore scientificoANDREA PITASI, Università “d’Annunzio”, Chieti–Pescara

Coordinamento di redazioneSERENA AFFUSO, Università “La Sapienza”, Roma

Assistenza al coordinamento di redazioneMARIANNA CAPUTO, Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”, Napoli

Comitato scientificoLUCIO D’ALESSANDRO, Università “Suor Orsola Benincasa”, Napoli, ItaliaMARIA RITA ASTOLFI, Club di Budapest Italia, Lucca, ItaliaSEBASTIANO BAGNARA, Università di Sassari–Alghero, ItaliaROBERTA BISI, Università di Bologna, Bologna, ItaliaGAETANO BONETTA, Università “d’Annunzio”, Chieti–Pescara, ItaliaHANS–BERND BROSIUS, Universität München, GermaniaMICHELE CASCAVILLA, Università “d’Annunzio”, Chieti–Pescara, ItaliaLEONARDO CANNAVÒ, Università “La Sapienza”, Roma, ItaliaDOMENICO CARZO, Università di Messina, Messina, ItaliaUMBERTO COSTANTINI, Formez di Napoli, ItaliaPAOLO DE NARDIS, Università “La Sapienza”, Roma, ItaliaPAOLA DI NICOLA, Università di Verona, Verona, ItaliaDEMETRIO ERRIGO, direttore responsabile Nuova Atlantide, Rovigo, ItaliaGIOVANBATTISTA FATELLI, Università “La Sapienza”, Roma, ItaliaGIANCARLO GUARINO, Università “Federico II”, Napoli, ItaliaHORST HANUSCH, University of Augsburg, GermaniaERVIN LASZLO, Global Shift University, USALOET LEYDESDORFF, University of Amsterdam, OlandaARTHUR LIZIE, Bridgewater State University, USAFRANCESCO MAGLIOCCOLA, Università “Parthenope”, Napoli, ItaliaCARLO MARLETTI, Università di Torino, ItaliaALBERTO MARRADI, Università di Firenze, ItaliaANTONIO MATURO, Università “d’Annunzio”, Chieti–Pescara, ItaliaHELGA NOWOTNY, WWTF Vienna Science and Technology Fund, AustriaROBERTA PALTRINIERI, Università di Bologna, ItaliaLEON RAPPOPORT, Kansas State University; Manhattan -KS-, USAALEXANDER RIEGLER, Free University of Brussels, BelgioALESSANDRO ROVINETTI, Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Isti-

tuzionale, Italia Attila Massimiliano Enrico Tanzi, Università di Bologna, ItaliaMICHELA VENDITTI, Università “d’Annunzio”, Chieti–Pescara, ItaliaPAOLO ZURLA, Università di Bologna, Italia

Dagli studi di von Bertalanffy in biologia, agli scritti di Wienered Ashby a fondazione della prima cibernetica, dalle pagine diBuckley sulla teoria dell'informazione a quelle di von Foerster perlo sviluppo di una cibernetica di secondo ordine, dalla sociologiacostruttivista di Luhmann al campo olografico di Laszlo, dagli studinelle scienze del-l'organizzazione di Crozier e Friedberg alle rifles-sioni epistemologi-che di Delattre, la teoria dei sistemi è una delleprincipali protagoniste intellettuali del XX secolo e all'alba di que-sto terzo millennio si con-ferma uno strumento concettuale poten-tissimo per l'evoluzione socio-economica dell'umanità. Come scrivebrillantemente proprio Delattre: «la teoria dei sistemi ambisce adagire allo sgretolamento dei saperi e a sviluppare una metodologiaall'altezza delle sfide della complessità [...]. Dopo la fase di deco-struzione delle vecchie discipline [...] è di-ventato oggi indispensa-bile procedere ad una nuova sintesi delle cono-scenze secondo unprincipio di unificazione necessariamente differen-te da quelli pre-cedenti poiché deve essere adeguato ad altri livelli di apprendimen-to» (P. Delattre, Teoria dei sistemi ed epistemologia, Ei-naudi, Torino1984, pp. 3-5) e in tal senso, appunto, la teoria dei si-stemi si è rive-lata un modello concettuale formidabile anche per la sua plasticitàevolutiva ed adattiva ad esempio attraverso il paradigm shift da unalogica tutto/parti ad una logica sistema/ambiente. Essa rivela la suagrande potenza euristica nel creare modellizzazioni concettuali in-terdisciplinari fondamentali per sviluppare analisi di scenario glo-bale, strategie evolutive dotate anche di un adeguato impianto pre-dittivo — su base probabilistica e interventi tattico-operativi di pro-blem solving che l'hanno resa applicabile anche in varianti piùdivulgative come quella di Paul Watzlawick e i suoi collaboratori.

TEORIA DEI SISTEMI E COMPLESSITÀCollana diretta da Andrea Pitasi

La teoria dei sistemi, inoltre, essendo a sua volta evolutiva, cometestimoniano le splendide ricerche di Ford e Lerner, si presta a crea-re modelli concettuali glocali in grado, cioè, di gestire le complessedinamiche di globalizzazione e localizzazione, di integrazione e dif-ferenziazione che contraddistin-guono l'evoluzione auto-organiz-zativa del vivente. Come scrive sag-giamente lo stesso Delattre(op.cit, pp.15-16): «il carattere interdisci-plinare della teoria deisistemi implica lo studio e il confronto dei me-todi e dei concettiutilizzati dalle diverse discipline per isolare il so-strato comunecapace di costituire l'ossatura di un linguaggio più o meno unifica-to [...] ogni linguaggio deve essere, nella misura del pos-sibile, for-malizzato il che significa che le sue regole di combinazione internadevono essere sufficientemente precise da eliminare al massi-mo leambiguità, un'esigenza costante di ogni attività scientifica». Questacollana dunque è assai attenta ed aperta a contributi interdisci-pli-nari che offrano anche occasione di rivoluzioni kuhniane e innova-zioni schumpeterianamente radicali all'altezza delle sfide evolutivedella complessità negli scenari globali attuali così ricchi di soglieepo-cali e di biforcazioni (ad esempio se continuare ad avereun’economia basata sul petrolio o attivare seriamente fonti alterna-tive di energia, se invocare teorie creazioniste sull'origine el’identità biologica dell'uo-mo oppure aprirci a salti evolutivi cheimplichino una rilettura, con re-lative minacce ed opportunità, dellechances di vita dell'uomo in nuo-ve forme) che sono proprie delnostro tempo e di fronte alle quali la più tragica e rischiosa decisio-ne sarebbe quella di non decidere.

Andrea Pitasi

TEORIA SISTEMICAE COMPLESSITÀ SOCIALE

PREFAZIONE DI ERVIN LASZLO

Copyright © MMXARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, 133 / A–B00173 Roma(06) 93781065

ISBN 978–88–548–3056–1

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: gennaio 2010

Questo volume è dedicato alla memoria di Niklas Luhmann e di Leon

Rappoport, al Magister Lucio d’Alessandro, alla memoria dei miei genitori che mi hanno insegnato il

circolo virtuoso di ricchezza e conoscenza e ai giovani di ogni età in cerca di possibilità migliori espandendo i propri possibili adiacenti

con ambiziosa proattività. Zurigo, 04.12.09

“Il compito dell’uomo di stato non è quello di costruire dighe che sa-rebbero sommerse dalla corrente dello sviluppo sociale con ondate

capaci di trascinare e svellere le opere più nobili, ma è quello di apri-re alla corrente la strada verso le pianure dove essa renderà fertili i

campi e metterà in moto le ruote dei mulini” E. Ehrlich, I fondamenti della sociologia del diritto,

Giuffrè Editore , Milano, 1976

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INDICE 11 Prefazione di Ervin Laszlo 13 Premessa 25 Introduzione 37 Capitolo 1

Decisioni e strategie 79 Appendice 1

Nuove tendenze come descrizioni o invenzioni? 97 Capitolo 2

Il capitalismo, le sue mappe strategiche e le sfide del nostro tempo

111 Appendice 2

Il capitalismo tra lo sviluppo neocorticale e il miglioramento zen continuo

137 Capitolo 3

La terza cultura come nuovo rinascimento 161 Appendice 3

Comporre la cassetta degli attrezzi dell’Economia della Cono-scenza

189 Capitolo 4

Algoritmi, traiettorie evolutive e sviluppo socioeconomico

Indice 10

227 Appendice 4 L’innovazione come quarta dimensione della sostenibilità

237 Epilogo

La costellazione dell’HSRS 267 Bibliografia

Ervin Laszlo

Prefazione

Descrivere la complessità della società mondiale attraverso una teo-ria adeguata non è impresa facile. Potenziare suddetta descrizione tramite una profonda riconfigurazione concettuale delle categorie d’osservazione della società mondiale è impresa ancora più ardua.

Costruire un intero sistema di riconfigurazione concettuale per co-gliere le differenze che fanno la differenza nello sviluppo della società mondiale è una sfida per studiosi di ampie vedute, impegnati e mossi dalla sana ambizione di armonizzare teoria e pratica, scienza e cultura per il bene dell’umanità di oggi e del prossimo futuro. Prendere avvio da un sistema di riconfigurazione concettuale per sviluppare una stra-tegia evolutiva in nove obiettivi-chiave – ciascuno dei quali elegante-mente scomposto in azioni tattiche – è, infine, il completamento radi-calmente innovativo e potentemente concreto, di un contributo deci-samente vigoroso alle scienze sistemiche e allo sviluppo della società mondiale come quello dell’Autore.

L’Autore sa bene che non c’è sopravvivenza senza evoluzione e che un mondo più equo, sostenibile ed ecologico non potrà essere po-vero, violento e rigido come il dogmatismo di ogni tipo che sembra voglia far collassare il futuro in un eterno ripetersi di giorni tutti iden-tici ed in cui ogni cosa è razionata e vivere diventa angosciosamente orwelliano. Una società pacifica, ecologica, sostenibile e pluralista è una società globale, prospera, ricca e veloce che l’autore ben descrive, cogliendone le convergenze tra maggior sostenibilità e maggior inno-vazione tecnologica, tra istanze di miglior salute e qualità della vita e la necessità di una società ricca di risorse, tra uno stile di vita più eco-logico e l’esigenza di velocizzare i processi organizzativi e produttivi per ridurre i fattori inquinanti, le scorte indesiderate e quei meccani-smi disfunzionali che dissipano risorse strategiche quale, in primo luogo, il tempo. Insomma, l’Autore ci offre una nuova sintesi sistemi-ca in forma di strategia evolutiva, per comprendere come la società mondiale va riconfigurandosi attraverso sistemi autorganizantisi sem-

Prefazione 12

pre più raffinati, complessi ed illeggibili attraverso gli schemi mentali ultrasemplificanti e banalizzanti delle ideologie, dei dogmatismi di ogni tipo. L’autore ci offre dunque in questo volume: a) una descrizione socio-sistemica della società mondiale b) la riconfigurazione concettuale della società mondiale stessa c) la costruzione di un sistema per la riconfigurazione concettuale d) lo sviluppo di una strategia evolutiva per la società mondiale

Questi quattro livelli costituiscono complessivamente un contributo

importante ed innovativo delle scienze sistemiche, in queste pagine soprattutto in chiave socio-economico-giuridica.

Ervin Laszlo, Montescudaio (Pisa),

Settembre 2009

Premessa

Premessa

“L’imperialismo ideologico è una sciocchezza, la vera superiorità è data dalla tecnica”

J.Ellul, Il sistema tecnico, Jaca Book, Milano, 2009

Il turbo capitalismo globale domina gli scenari mondiali come può facilmente vedere chiunque abbia sotto mano i dati dello sviluppo e-conomico-sociale, dal Botswana al Brasile, dall’India al Sud Africa, dalla Russia a Panama, dalla Cina all’Ucraina, dalla Spagna all’Indo-nesia e così via. Sconfitti sul campo di battaglia della storia, corporativismo di destra sociale, comunismo, assolutismi regi di varia origine, feudalesimo, socialdemocrazia ormai ingrigita nei totalitari-smi welfaristi e stigmatizzanti tanto combattuti da Michel Foucault e da molti altri studiosi già negli anni ‘70 del XX secolo. Fanatismi reli-giosi di varia matrice (la Jihad è un tipo molto aggressivo di marketing per continuare ad imporre l’arretratezza e il vecchiume dell’economia basata sul petrolio) e nostalgici, ingenui o in malafede di un mondo di ieri che è fortunatamente sempre più alle nostre spalle.

Infatti, quando il cielo era limpido, l’acqua pura e la vita quotidiana si svolgeva, lenta ed abitudinaria, in piccoli centri in compagnia di visi conosciuti sin dall’infanzia, si moriva, per lo più in povertà, a ventiset-te anni. Oggi nell’economia tecnologica e globale sotto un cielo plum-beo di smog e di pioggia acida, si muore, assai spesso benestanti, a circa ottanta anni. Inquinamento, malattie e crisi economica vanno combattute con strategia, coraggio, tenacia e pragmatismo ben sapen-do che non c’è risposta vincente nel passato per le sfide di oggi. Vin-cere le battaglie del presente è possibile varcando a tutta velocità e a piena potenza, le frontiere più estreme ed avventurose del futuro gra-zie ad una elite globale, da Chicago a Monaco di Baviera, da Londra a Singapore, che combatte ai confini della scienza e dell’economia per la qualità della vita di noi tutti anche quando l’opinione pubblica im-prigrita e apatica sembra cedere alle più misere e banali paure davanti a ciò che non capisce e non conosce. Il combattimento in corso ha l’o-bettivo di rendere ancora più veloce lo sviluppo economico-sociale

Premessa 14

per un numero crescente di persone sul nostro pianeta dato che un mondo lento addirittura in decrescita sarebbe un mondo tornato alla 1barbarie delle caverne.

Questo obiettivo richiede però di rispondere con adeguato pragma-tismo strategico a due grandi interrogativi:

1. Come rendere sempre più economicamente proficuo e al con-tempo rapido e preciso l’impegno per tutelare l’ambiente aumentando al contempo lo sviluppo socio-economico?

Si potrebbe ipotizzare che un capitalismo ecologico è un capitali-smo sempre più veloce e proficuo nell’investire potentemente su in-novazioni radicali sempre più pulite.

2. Come rendere gli esseri umani sempre più longevi con una quali-tà della vita sempre più elevata?

Probabilmente, puntando ad investimenti sull’innovazione organiz-zativa e tecnologica di frontiera laddove non solo sopravvivere ma vi-vere sempre meglio è ciò che conta. Rispondere di fatto a questi due interrogativi significa, per i decadenti e perdenti apparati statali della vecchia Europa e per chiunque inneggi alla retorica del totalitarismo ambientalista, del ritorno alle caverne, ai dialetti e all’immobilismo della gerontocrazia, fare un’inversione di tendenza tutta velocità per non ritrovarsi in pochi lustri ad essere per il XXI secolo ciò che le parti più povere dell’Africa sono state per il se-colo corso. Su questa scia teorica, questo volume sintetizza, evolve, sistematizza le mie ricerche dal 1998 ad oggi e dunque in un certo senso diviene il testo della mia produzione scientifica dal quale stu-denti e studiosi possono d’ora in poi confrontarsi, se lo desiderano, ri-conoscendo alle mie pubblicazioni precedenti un semplice “valore d’archivio”.

Dopo il vivace dibattito, anche a livello internazionale, attorno alla mia quadrilogia (composta da Universi paralleli, Un seimiliardesimo di umanità, Sfide del nostro tempo e Il tempo zero del desiderio, ap-parsi tutti tra il 2003 e il 2008) mi vedo piacevolmente “costretto” a proporre un nuovo volume che non costituisce un quinto volume della quadrilogia bensì una sintesi sistematica e aggiornata nonché

Premessa

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un’esposizione relativamente divulgativa della quadrilogia stessa. Questo libro è appunto queste tre cose: a) una sintesi sistematica b) un upgrading critico ed autocritico dei lavori precedenti – che “Teoria si-stemica e complessità sociale” in un certo qual modo pensiona – c) un’esposizione divulgativa e migliorata del mio percorso di ricerca del periodo 1998-2008 che ha dato vita appunto alla quadrilogia.

Un saggio proverbio cinese sostiene che quando soffiano i venti del cambiamento alcuni edificano muri, altri costruiscono mulini a vento. Personalmente intendo il mio lavoro di studioso come costruttore di mulini perchè sono consapevole che, come insegnava Niklas Lu-hmann, non viviamo nel migliore dei mondi possibili bensì in un mondo pieno di possibilità migliori. La complessità del mondo di oggi infatti lancia grandi sfide e offre enormi opportunità sia alla scienza, sia all’umanità tutta e per quanto ne sappiamo oggi a livello scientifi-co, non è la distruzione di alternative, la chiusura nelle fortezze dalla vita quotidiana lenta, rituale, tribale ed implosiva o, peggio, in un pre-sunto ritorno alle caverne, la via per un mondo migliore.

Infatti come scrive nitidamente Stuart Kaufmann nel suo splendido Esplorazioni evolutive (2005: 100):

quando la vita – e gli agenti autonomi [N.d.A.] – ebbe inizio la loro diversità era scarsa. Adesso,invece, esistono qualcosa come cento milioni di specie, che rappresentano forse un millesimo della diversità totale che ha vagolato sul nostro pianeta. Il resto si è estinto. I giochi naturali, i modi per guada-gnarsi da vivere, si sono ovviamente coevoluti con gli agenti autonomi, con le specie, creando le modalità stesse di crearsi da vivere. [...] i giochi naturali vincenti sono quelli giocati dai vincitori [...] i giochi vincenti devono essere giochi facilmente esplorati dalle procedure di ricerca effettivamente adattive impiegate dagli agenti autonomi medesimi in coevoluzione [...] i modi di guadagnarsi da vivere non esplorabili con successo dalla mutazione dalla ri-combinazione non forniranno nuove nicchie a molte specie sorelle, tali giochi naturali non proliferanno. Da qui l’esigenza di sviluppare un nuova teoria sistemica

dell’equilibrio dinamico dello dello sviluppo socio-economico basata, in particolare, su un’analisi sistemica degli scenari globali e su una strategia articolata in nove azioni tattiche per offrire soluzioni di am-pio respiro e concrete ad un interrogativo cruciale per il mondo di oggi e per il prossimo futuro: come è possibile analizzare lo spostamento su

Premessa 16

scala globale dei capitali – soprattutto quelli intangibili come comuni-cazione, informazione, brand value, know how ecc. — in funzione della relazione tra sistemi giuridici vigenti (più o meno attrattori o re-pulsori di capitali, ad esempio in base alle caratteristiche della norma-tiva vigente in un certo scenario in materia di proprietà intellettuale) e sistemi di business dell’innovazione tecnologica (in campo mediatico, bioeconomico ecc.) e ipotizzare possibili strategie evolutive dell’economia e della società della conoscenza per il prossimo futuro anche in relazione a quanto si evince da suddetti spostamenti?

L’obiettivo del volume è, dunque, quello di offrire una teoria si-stemica della società globale e una strategia funzionale ad uno svilup-po socio-economico in condizioni di tendenziale equilibrio dinamico.

Le emails coi relativi attachments, gli sms e gli mms dei telefoni cellulari sono esempi molto concreti ed immediati di quanto cono-scenza, informazione e comunicazione possano organizzarsi e viaggia-re alla velocità della luce. Essa è il limite evolutivo dello sviluppo so-cio-economico ad oggi. Anche postulando che tale limite sia invalica-bile -cosa invece tutt’altro che scontata- non c’è motivo fondato per organizzare conoscenza, comunicazione ed informazione ad una velo-cità inferiore, piuttosto sembra strategico orientare tale velocità all’immediatezza dell’incrocio domanda/offerta in ogni campo della vita sociale (business, amore, solidarietà ecc.) affinché si approssimi-no il più possibile allo zero i tempi morti, le attese tanto nella carriera, quanto nella vita sentimentale e nelle dinamiche di solidarietà sociale. In tal senso, se il teletrasporto sarà mai davvero realizzato sarà uno spin off del world wide web e/o di progetti bioingegneristici, non dell’automobile o dell’aereo, e costituirebbe un indubbio salto evolu-tivo anche se riuscisse solo a teletrasportare molecole grandi senza mai arrivare teletrasportare essere umani in quanto sarebbe sufficiente, per esempio, per trasferire cibo e vestiti ai bisognosi da ogni parte ad ogni altra parte del globo, istantaneamente. Solo una società suicida può invocare la lentezza, la decrescita e la retorica simbolica di un comunitarismo veterolocalistico – identitario magari al contempo stigmatizzando ambizione, velocità, auto imprenditorialità e pro attivi-tà. La sfida delle sfide (Pitasi, 2007) invece è quella di avviare una lo-gica di sviluppo globale per piattaforme istantanee (concetto brillan-temente già anticipato da Mascilli Migliorini, 1987) che, attraverso un

Premessa

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approccio sistemico interdisciplinare, possano orientare la luce pla-smando gli incroci domanda/offerta in tempo reale in modo analogo a come un regista, un direttore della fotografia o un fotografo costrui-scono una scena, la sua atmosfera e il suo senso. Anche in questa ac-cezione la teoria sistemica si rivela in effetti una teoria sistemica della comunicazione.

Al di là di un certo pessimismo di maniera, che fa gioco solo a po-

chi e sempre più ridicoli signorotti neofeudali (che io chiamo caverni-coli di ritorno ai quali ho dedicato l’articolo omonimo http://www.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=559530&KeyW=PITASI%20CAVERNICOLI), stiamo andando verso scenari sempre più aperti e veloci grazie anche all’opera di riduzione della zavorra che sta rea-lizzandosi attraverso importanti riforme bypartisan della pubblica amministrazione già dagli anni Novanta.

Questi scenari sempre più aperti e veloci renderanno più agevoli e rapidi scambi culturali, commerci, ecc. e al contempo saranno sempre più sicuri e stabili per eliminare interferenze ai flussi globali di capita-li umani, intellettuali, economici, ecc. su scala planetaria.

Quindi maggior velocità e maggior stabilità analogamente ai jumbo jet più veloci e stabili degli atr, le cui eliche fanno vibrare l’intero, piccolo apparecchio rendendolo meno stabile e meno veloce del jum-bo jet. Questa stabile velocità dipende in larga misura dallo sviluppo e dalla diffusione di piattaforme, procedure e tecnologie (valuta, lingua, sistemi informatico –operativi, ecc.) standardizzate e creatrici di tra-sparenza (ad esempio attraverso videoriprese a circuito chiuso, metal detector, ecc.). Queste piattaforme agevoleranno la globalizzazione dei mercati che a sua volta implica una globalizzazione delle coopera-zioni interstatali (ad esempio in materia di ecologia, salute pubblica, ecc.) dato che le sfide socio-economiche del nostro tempo sono inge-stibili a livello nazionale o, ancor peggio, locale.

Questo scenario tendenzialmente stabile e veloce lo chiamo “il tempo zero del desiderio” (TZD) perché è lo scenario in cui domanda e offerta (di beni materiali, relazionali, affettivi, ecc.) s’incrociano alla velocità della luce come in uno scambio di email o di sms. Il TZD è dunque inteso come scenario di massima velocità stabile nell’incrocio domanda/offerta ai minimi costi organizzativi, economici e contrattua-

Premessa 18

li. Questo scenario sta delineandosi sempre più a livello globale con un numero crescente di turbo economie (dall’India al Botswana) sem-pre più globali e trasparenti che mettono in risalto le, non molte e soli-tamente non strategiche, zone dello scacchiere mondiale in cui si regi-strano rigurgiti di localismi oscurantisti e neofeudali ad esclusivo be-neficio del signorotto o del castello. Questi usa sovente la paura e l’ignoranza dei suoi servi per renderli sempre più diffidenti verso l’esterno, il diverso e quindi sempre più chiusi, barricati nel feudo e dunque in ginocchio davanti al signorotto che millanta il potere di pro-teggerli dalle insidie del mondo esterno (molto spesso inesistenti e se davvero reali certamente non arginabili da alcun potere locale pertanto nel migliore dei casi inutile agli altri se non addirittura nocivo) salvo poi richiuderli nelle segrete del castello con acqua putrida e pane raf-fermo.

Il TZD è lo scenario in cui realizzare sempre più potentemente no-

ve turbo condizioni strategiche che descrivo di seguito. PRIMA TURBOCONDIZIONE: Azzerare il cervello rettiliano Assumendo come vera la teoria dell’evoluzione per equilibri inter-

mittenti che vede la cooperazione dei tre cervelli rettiliano, limbico e neocorticale nell’uomo (cfr. Appendice 2), e tenendo conto della po-tenza neocorticale dell’uomo nonché della funzione “sociale” del si-stema limbico, oggi ci si chiede se uscire dal paleolitico, cioè dalla condizione di vincolo di sangue e territorio tipica dei cavernicoli di ri-torno non significhi anche, in buona misura, azzerare l’obsoleto e sempre più nocivo cervello rettiliano. Ciò significa, in sostanza, facili-tare ogni sviluppo di ricerca che attinga alle filosofie ed alle religioni allo scopo di svuotarle di ancestralità, presunte ontologie, dogmatismi, ritualismi (ovvero il patrimonio primo del cervello rettiliano) trasfor-mandole, anzi più propriamente mostrandole per la loro semplice fun-zione di metodi adattivi e pragmatica di comportamento, utilizzandole come meri attrezzi da campo da valutare e misurare in termini di via-bilità.

SECONDA TURBOCONDIZIONE: evolvere le 7 piattaforme del-

lo sviluppo globale

Premessa

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L’azzeramento del cervello rettiliano implica necessariamente l’eliminazione di tutti i fattori d’attrito che esso genera. In particolare, lo sviluppo delle sette piattaforme dello sviluppo globale:

1. Standard di valuta e rating; 2. Telecomunicazioni satellitari digitali; 3. Biotecnologie; 4. Tecnologie extraplanetarie; 5. Piattaforme tecno linguistiche; 6. Catalogo contenuti; 7. Capitalismo evolutivo, svolge una funzione strategica nell’agenda di policymaking. TERZA TURBOCONDIZIONE: valorizzare il significato morale

ed etico dello sviluppo economico evitando bolle speculative All’attuale, e sempre più crescente, “istituzionalizzazione di neo-

diritti”, il più delle volte non fa seguito un’analisi di fattibilità econo-mica che ne consenta l’applicabilità. Manca, inoltre, la creazione di nuove figure, procedure, strutture a sostegno dell’iter di applicazione e dunque approdando a quelle bolle speculative create non dalla finanza bensì dalla politica (vedasi l’emendamento del 1995 del Community Reinvestment Act statunitense come ho descritto nel mio articolo I BARACKATI http://www.tuttocomunicazione.it/index.php?option= com_content&view=article&id=92:managcomstra&catid=43:rubriche&Itemid=65).

La politica contemporanea dovrebbe proprio evitare che la vuota retorica dei più o meno nuovi diritti (che spesso si costituiscono in funzione delle nuove tendenze come lo sviluppo sostenibile, la terza via, il capitalismo dal volto umano ecc.) crei:

1. Illusioni disattese con conseguenti conflitti sociali; 2. Ostacoli a processi di sviluppo già in corso. Ciò è da ottenersi unicamente recuperando il valore etico dello

sviluppo, cercando di creare nuovi mercati spingendo il progresso attraverso rivoluzioni kuhniane, senza interrompere il ciclo produt-tivo.

Premessa 20

QUARTA TURBOCONDIZIONE: collocare la sfera politica tra i business dell’economia del terziario

La politica è sempre stata sostenuta da scambi di natura commer-ciale, non soltanto nel senso becero del clientelismo: il politico fa marketing, cavalca l’onda dell’hic et nunc, assecondando strutture che nel breve periodo possano dare consenso. Il sistema politico si confi-gura, dunque, come un tipo di mercato con l’aggravante di costituirsi come mercato altamente inflattivo e a basso valore aggiunto, un mer-cato che produce una grandissima quantità di bolle speculative e pro-pagandistiche ogni volta che si vuole fare il bilancio di una legislatura. Bisogna dunque prendere atto del fatto che esistono sistemi ed istitu-zioni “altre” dal mercato, mercati diversi alcuni dei quali giocati sulla velocità, l’attenzione al cliente, l’innovazione di processo, ed altri ba-sati su una logica inflazionistica implosiva e di costi fuori controllo a fronte di un valore aggiunto che potremmo definire eufemisticamente modesto. Uno di questi è, appunto, la politica.

QUINTA TURBOCONDIZIONE: dare opportunità di policyma-

king a scienziati, neo-umanisti e top brainworkers Dare opportunità politiche a elites intellettuali eclettiche e scientifi-

camente preparate, indirizzerebbe lo sviluppo socioeconomico della società della conoscenza, in modo da innescare un circuito virtuoso tra potere, conoscenza e capitali: questo potrà permettere un futuro real-mente sostenibile. Fermo restando che è inevitabile che l’evoluzione futura continuerà ad essere altamente “tecnocratica”, occorre stabilire se tale tecnocrazia sarà appannaggio di incompetenti o di esperti, in-Turbocondizione come “top brainworkers”, uomini che quando opera-no concretamente per lo sviluppo, agiscono contemporaneamente in chiave intellettuale, o come “neo-umanisti” (per dirla alla Brockman, www.edge.org), studiosi di materie umanistiche su basi scientifiche che con i loro studi favoriscono l’innovazione radicale in luogo di quella incrementale (cfr. Appendice 1). Solo dando la possibilità a persone in grado di ragionare in modo nuovo sulle possibilità offerte dai nuovi paradigmi scientifici, si potrà innescare quel circuito vir-tuoso tra sviluppo economico, innovazione e sostenibilità (cfr. Ap-pendice 4).