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1930 cioè nel periodo in cui gli Stati Uniti sudoccidentali vennero detti «tinozza di polvere», a causa delle continue tempeste di polvere, che in particolare colpirono duramente le pianure meridionali e che aspor- tarono grandi quantità di suolo, degradando l'agricoltura della zona. L 'automobilista americano che si tro- vi a guidare sulla statale n. 8 fra Phoenix e Tucson può imbattersi in un segnale stradale che dice: «nubi di polvere, rallentare». I tabelloni, sostitui- bili, che recano questo avviso, sono di- stanziati di circa otto chilometri sulla strada, che in questa zona attraversa un corridoio dove spesso si sollevano tem- peste di polvere capaci a volte di ridurre tanto la visibilità da provocare incidenti. Una tempesta di polvere è sempre un fenomeno meteorologico impressionante e, come suggerisce il cartello, può anche essere pericoloso. Vari processi immettono la polvere nell'atmosfera. Sulla Terra il più mae- stoso di essi è probabilmente il vulcani- smo. Una grande eruzione vulcanica lan- cia in alto nella stratosfera una grande quantità di ceneri e, a quella quota, forti venti spandono la polvere su tutto il globo. Alcuni studiosi del fenomeno pen- sano che tali avvenimenti abbiano causa- to vari periodi di sensibile raffredda- mento del clima terrestre. Gran parte della polvere immessa nella bassa atmosfera proviene dalle attività umane. Le aree urbane a concentrazione industriale sono importanti sorgenti di polvere. Anche nelle zone rurali l'uomo interviene in questo senso, con i disbosca- menti intensivi e con i metodi di coltiva- zione che espongono il suolo all'erosione da parte del vento. Qualunque sia l'ori- gine della polvere, il vento è il fattore comune che solleva le particelle di pulvi- scolo da terra e le fa muovere nell'aria. In effetti la definizione di tempesta di polvere data da un dizionario è «forti venti che trasportano nubi di polvere». La Terra non è l'unico pianeta su cui si abbiano forti venti e polvere. Alla fine del 1971, quando Mariner 9 si avvicinò a Marte, l'intero pianeta era avviluppato in una coltre di polvere sollevata da una tempesta. Peter J. Gierasch e Richard M. Goody, della Harvard University, hanno pensato che queste grandi tempe- ste di polvere marziane siano provocate da meccanismi che si autoalimentano, capaci di convertire l'energia solare in energia eolica, organizzati su grande sca- la, come nei cicloni terrestri. Su Marte si hanno anche tempeste di polvere locali. Probabilmente lo studio delle tempeste di polvere è molto antico, poiché esse hanno avuto un peso rilevante nella vita umana fisica ed economica in molte par- ti del mondo. Al livello più diretto d'in- terazione, la tempesta di polvere può mi- nacciare la stessa vita; a volte sia gli uomini sia gli animali sono morti per soffocamento nel corso di intense tempe- ste di polvere. Si riporta, per esempio, che nel 1895, nel Colorado orientale, una grande tempesta di polvere causò la perdita del venti per cento del bestiame. Si sa che le tempeste di polvere tra- sportano anche agenti patogeni dannosi alla popolazione, agli animali e alle pian- te. Negli Stati Uniti sudoccidentali un fungo parassita, il Coccidioides immitis, che provoca nell'uomo la malattia detta coccidioidomicosi (nota anche come «feb- bre della valle» o «mal di California») viene diffuso ampiamente in questo mo- do. In tutto il mondo gli animali, e talvolta la popolazione, vengono colpiti dal Cryptococcus neoformans trasporta- to con la polvere, un lievito incapsulato che attacca il sistema nervoso centrale, i polmoni e la pelle. Per quanto riguarda le piante, non solo la polvere è un veico- lo di agenti patogeni, ma provoca lesioni che permettono l'ingresso di questi al- l'interno della pianta. T a minaccia più diretta delle tempeste di polvere per l'uomo è probabil- mente l'erosione del suolo. La tendenza del vento a erodere il suolo viene spesso aggravata dalle operazioni agricole, an- che se diverse fonti d'informazione indi- cano che la zona delle grandi pianure degli Stati Uniti veniva colpita periodica- mente da terribili tempeste di polvere molto tempo prima che venissero intro- dotti i metodi attuali nella gestione delle colture e dei pascoli. Ciononostante la tendenza dell'agricoltura ad accrescere il rischio ha condotto, negli USA e in altri paesi, a studiare le caratteristiche delle tempeste di polvere e a ricercare con- tromisure efficaci. A Big Spring, nel Te- xas, che ha visto molte e immense tem- peste di polvere, un gruppo di ricercatori dell'Agricultural Research Service del Di- partimento dell'agricoltura degli Stati Uniti ha sviluppato un metodo capace di prevedere all'inizio dell'anno, per quanti giorni dell'anno si potranno avere nubi di polvere; il metodo è accurato entro cinque giorni per il 72 per cento Una tempesta di polvere si abbattè sull'abita- to di Big Springs, nel Texas, nel settembre del tempo. Questo sistema dà agli agri- coltori la possibilità di intraprendere del- le misure preventive. Oggi il metodo principale per controllare l'erosione coli- ca del suolo è di conservare una copertu- ra superficiale, che in genere è abbastan- za efficace. Se le piogge sono inferiori al normale per due anni e il raccolto che resta in terra è scarso, come misura di emergenza può essere necessaria l'aratu- ra. L'aratro produce una superficie irre- golare, a zolle, che tende a trattenere le particelle di pulviscolo, che si accumula- no nelle cavità formate dalle zolle. L'avvento dei satelliti meteorologici ha fornito una visione più vasta delle tem- peste di polvere. Il satellite rivela le gran- di strutture complesse dei movimenti del- la polvere e anche impressionanti campi di dune che hanno chiarito il comporta- mento e i meccanismi delle tempeste di polvere. La più piccola unità fondamentale del- la tempesta di polvere che abbia signifi- cato per la meteorologia è probabilmente quella provocata da una corrente discen- dente di aria fredda che proviene da un'unica nube tipo cumulonembo. Quan- do questa nuvola arriva al punto in cui comincia a far cadere la pioggia, l'aria attraversata dalle precipitazioni si raf- fredda notevolmente, mentre la pioggia evapora, in parte o del tutto. Siccome quest'aria è più fredda di quella circo- stante è anche più pesante e quindi scen- de, formando una corrente con velocità grosso modo proporzionale alla quota della sommità della nube. L'aria fredda e pesante che giunge a terra viene defles- sa in avanti e si" espande davanti alla nube con una vasta struttura a forma di lingua che scorre sul terreno come cor- rente di densità. Se il suolo è secco e coperto di materiali sciolti verranno solle- vati molti detriti superficiali, nel fronte turbolento e agitato della corrente. T a tempesta di polvere di questo tipo che si forma su un deserto durante un periodo di instabilità convettiva è det- ta haboob, termine che deriva da una parola araba che significa «forte vento». Gli haboob si hanno spesso in Sudan, e attorno a Khartoum si hanno circa 24 volte all'anno. Poiché sono associati alla stagione delle piogge, in genere si forma- no fra maggio e ottobre, con un leggero massimo fra giugno e luglio. La quantità di polvere rimossa dagli haboob in Su- dan è notevole: in due mesi, contro un oggetto esposto alla furia di queste tem- peste, si possono accumulare da tre me- tri e mezzo a quattro metri e mezzo di materiale. Negli Stati Uniti sudoccidentali si han- no tempeste di polvere assai simili, ora conosciute col nome di haboob america- ni. A Phoenix la loro frequenza è circa di dodici all'anno. Negli USA la maggior parte delle ricerche sulle tempeste di pol- vere si fa in Arizona. Come in Sudan, in Arizona gli haboob sono più frequenti nella stagione delle piogge (luglio e agosto) e si hanno con una certa regolarità quando quello stato viene immerso nell'aria tropicale marina caratteristica del monsone estivo. Nella seconda metà di giugno, il vapore ac- queo condensato d'alta quota comincia a spostarsi dal Golfo del Messico in Arizo- na e per qualche settimana va alternati- vamente avanti e indietro, quasi come una marea oceanica; dopo la prima setti- mana di luglio, però, è abbastanza ben stabilito. Poi alle basse quote viene ac- cresciuto da ondate .,periodiche di aria umida tropicale proveniente dal Pacifi- co, che si spingono verso il Golfo della California. Spesso queste ondate genera- no delle linee di tempesta, lunghe e ar- Tempeste di polvere Anche se in molte zone della Terra sono rare, esse rappresentano una importante caratteristica dinamica del nostro pianeta, perché ne modificano la superficie e interferiscono con le attività dell'uomo di Sherwood B. Idso 74 75

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1930 cioè nel periodo in cui gli Stati Uniti sudoccidentali vennero detti«tinozza di polvere», a causa delle continue tempeste di polvere, che

in particolare colpirono duramente le pianure meridionali e che aspor-tarono grandi quantità di suolo, degradando l'agricoltura della zona.

L

'automobilista americano che si tro-vi a guidare sulla statale n. 8 fraPhoenix e Tucson può imbattersi in

un segnale stradale che dice: «nubi dipolvere, rallentare». I tabelloni, sostitui-bili, che recano questo avviso, sono di-stanziati di circa otto chilometri sullastrada, che in questa zona attraversa uncorridoio dove spesso si sollevano tem-peste di polvere capaci a volte di ridurretanto la visibilità da provocare incidenti.Una tempesta di polvere è sempre unfenomeno meteorologico impressionantee, come suggerisce il cartello, può ancheessere pericoloso.

Vari processi immettono la polverenell'atmosfera. Sulla Terra il più mae-stoso di essi è probabilmente il vulcani-smo. Una grande eruzione vulcanica lan-cia in alto nella stratosfera una grandequantità di ceneri e, a quella quota, fortiventi spandono la polvere su tutto ilglobo. Alcuni studiosi del fenomeno pen-sano che tali avvenimenti abbiano causa-to vari periodi di sensibile raffredda-mento del clima terrestre.

Gran parte della polvere immessa nellabassa atmosfera proviene dalle attivitàumane. Le aree urbane a concentrazioneindustriale sono importanti sorgenti dipolvere. Anche nelle zone rurali l'uomointerviene in questo senso, con i disbosca-menti intensivi e con i metodi di coltiva-zione che espongono il suolo all'erosioneda parte del vento. Qualunque sia l'ori-gine della polvere, il vento è il fattorecomune che solleva le particelle di pulvi-scolo da terra e le fa muovere nell'aria.In effetti la definizione di tempesta dipolvere data da un dizionario è «fortiventi che trasportano nubi di polvere».

La Terra non è l'unico pianeta su cuisi abbiano forti venti e polvere. Alla finedel 1971, quando Mariner 9 si avvicinò aMarte, l'intero pianeta era avviluppatoin una coltre di polvere sollevata da unatempesta. Peter J. Gierasch e RichardM. Goody, della Harvard University,hanno pensato che queste grandi tempe-ste di polvere marziane siano provocateda meccanismi che si autoalimentano,capaci di convertire l'energia solare inenergia eolica, organizzati su grande sca-

la, come nei cicloni terrestri. Su Marte sihanno anche tempeste di polvere locali.

Probabilmente lo studio delle tempestedi polvere è molto antico, poiché essehanno avuto un peso rilevante nella vitaumana fisica ed economica in molte par-ti del mondo. Al livello più diretto d'in-terazione, la tempesta di polvere può mi-nacciare la stessa vita; a volte sia gliuomini sia gli animali sono morti persoffocamento nel corso di intense tempe-ste di polvere. Si riporta, per esempio,che nel 1895, nel Colorado orientale,una grande tempesta di polvere causò laperdita del venti per cento del bestiame.

Si sa che le tempeste di polvere tra-sportano anche agenti patogeni dannosialla popolazione, agli animali e alle pian-te. Negli Stati Uniti sudoccidentali unfungo parassita, il Coccidioides immitis,che provoca nell'uomo la malattia dettacoccidioidomicosi (nota anche come «feb-bre della valle» o «mal di California»)viene diffuso ampiamente in questo mo-do. In tutto il mondo gli animali, etalvolta la popolazione, vengono colpitidal Cryptococcus neoformans trasporta-to con la polvere, un lievito incapsulatoche attacca il sistema nervoso centrale, ipolmoni e la pelle. Per quanto riguardale piante, non solo la polvere è un veico-lo di agenti patogeni, ma provoca lesioniche permettono l'ingresso di questi al-l'interno della pianta.

T a minaccia più diretta delle tempestedi polvere per l'uomo è probabil-

mente l'erosione del suolo. La tendenzadel vento a erodere il suolo viene spessoaggravata dalle operazioni agricole, an-che se diverse fonti d'informazione indi-cano che la zona delle grandi pianuredegli Stati Uniti veniva colpita periodica-mente da terribili tempeste di polveremolto tempo prima che venissero intro-dotti i metodi attuali nella gestione dellecolture e dei pascoli. Ciononostante latendenza dell'agricoltura ad accrescere ilrischio ha condotto, negli USA e in altripaesi, a studiare le caratteristiche delletempeste di polvere e a ricercare con-tromisure efficaci. A Big Spring, nel Te-xas, che ha visto molte e immense tem-

peste di polvere, un gruppo di ricercatoridell'Agricultural Research Service del Di-partimento dell'agricoltura degli StatiUniti ha sviluppato un metodo capacedi prevedere all'inizio dell'anno, perquanti giorni dell'anno si potranno averenubi di polvere; il metodo è accuratoentro cinque giorni per il 72 per cento

Una tempesta di polvere si abbattè sull'abita-to di Big Springs, nel Texas, nel settembre

del tempo. Questo sistema dà agli agri-coltori la possibilità di intraprendere del-le misure preventive. Oggi il metodoprincipale per controllare l'erosione coli-ca del suolo è di conservare una copertu-ra superficiale, che in genere è abbastan-za efficace. Se le piogge sono inferiori alnormale per due anni e il raccolto cheresta in terra è scarso, come misura diemergenza può essere necessaria l'aratu-ra. L'aratro produce una superficie irre-golare, a zolle, che tende a trattenere leparticelle di pulviscolo, che si accumula-no nelle cavità formate dalle zolle.

L'avvento dei satelliti meteorologici hafornito una visione più vasta delle tem-peste di polvere. Il satellite rivela le gran-di strutture complesse dei movimenti del-la polvere e anche impressionanti campidi dune che hanno chiarito il comporta-mento e i meccanismi delle tempeste dipolvere.

La più piccola unità fondamentale del-la tempesta di polvere che abbia signifi-cato per la meteorologia è probabilmentequella provocata da una corrente discen-dente di aria fredda che proviene daun'unica nube tipo cumulonembo. Quan-do questa nuvola arriva al punto in cuicomincia a far cadere la pioggia, l'aria

attraversata dalle precipitazioni si raf-fredda notevolmente, mentre la pioggiaevapora, in parte o del tutto. Siccomequest'aria è più fredda di quella circo-stante è anche più pesante e quindi scen-de, formando una corrente con velocitàgrosso modo proporzionale alla quotadella sommità della nube. L'aria freddae pesante che giunge a terra viene defles-sa in avanti e si" espande davanti allanube con una vasta struttura a forma dilingua che scorre sul terreno come cor-rente di densità. Se il suolo è secco ecoperto di materiali sciolti verranno solle-vati molti detriti superficiali, nel fronteturbolento e agitato della corrente.

T a tempesta di polvere di questo tipoche si forma su un deserto durante

un periodo di instabilità convettiva è det-ta haboob, termine che deriva da unaparola araba che significa «forte vento».Gli haboob si hanno spesso in Sudan, eattorno a Khartoum si hanno circa 24volte all'anno. Poiché sono associati allastagione delle piogge, in genere si forma-no fra maggio e ottobre, con un leggeromassimo fra giugno e luglio. La quantitàdi polvere rimossa dagli haboob in Su-dan è notevole: in due mesi, contro un

oggetto esposto alla furia di queste tem-peste, si possono accumulare da tre me-tri e mezzo a quattro metri e mezzo dimateriale.

Negli Stati Uniti sudoccidentali si han-no tempeste di polvere assai simili, oraconosciute col nome di haboob america-ni. A Phoenix la loro frequenza è circadi dodici all'anno. Negli USA la maggiorparte delle ricerche sulle tempeste di pol-vere si fa in Arizona.

Come in Sudan, in Arizona gli haboobsono più frequenti nella stagione dellepiogge (luglio e agosto) e si hanno conuna certa regolarità quando quello statoviene immerso nell'aria tropicale marinacaratteristica del monsone estivo. Nellaseconda metà di giugno, il vapore ac-queo condensato d'alta quota comincia aspostarsi dal Golfo del Messico in Arizo-na e per qualche settimana va alternati-vamente avanti e indietro, quasi comeuna marea oceanica; dopo la prima setti-mana di luglio, però, è abbastanza benstabilito. Poi alle basse quote viene ac-cresciuto da ondate .,periodiche di ariaumida tropicale proveniente dal Pacifi-co, che si spingono verso il Golfo dellaCalifornia. Spesso queste ondate genera-no delle linee di tempesta, lunghe e ar-

Tempeste di polvere

Anche se in molte zone della Terra sono rare, esse rappresentano unaimportante caratteristica dinamica del nostro pianeta, perché nemodificano la superficie e interferiscono con le attività dell'uomo

di Sherwood B. Idso

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La tempesta di polvere che avanza ha al fronte una caratteristica struttura a lobi. Questo tipo ditempesta è detta haboob, da una parola araba che significa «forte vento». Questa fotografia,fatta a Phoenix nel 1971, mostra quello che venne indicato come grande haboob dell'Arizona.

45 50 55 60 6540

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CORRENTE DI DENSITÀ

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Raffigurazione schematica dei meccanismi che generano una tempestadi polvere del tipo a fronte lineare. La pioggia e la grandine produco-no una corrente discendente di aria fredda che si espande sul terreno esi muove in avanti formando una corrente di densità, cioè un corpo di

aria in movimento più pesante, perché più fredda, dell'aria circostan-te. La corrente raccoglie la polvere e la sabbia sciolte sul terreno.Inoltre l'aria fredda e pesante spinge in su l'aria più calda e piùleggera che incontra, rinforzando così la corrente calda ascendente.

cuate, in cui gli haboob si espandono aventaglio davanti e sotto a ogni celladella linea. Spesso le singole correnti sifondono, formando un muro di polvereapparentemente solido che si estende percentinaia di chilometri.

Le fotografie fatte dai satelliti mostra-no che spesso i sistemi di tempesta diquesto tipo si sviluppano a sud e a est diTucson da dense masse di nubi prove-nienti dalla Sierra Madre occidentale delSonora settentrionale, nel Messico. Lemasse di nubi si formano in modo quasiesplosivo subito dopo mezzogiorno e ini-ziano come celle isolate che si muovonolentamente verso nord-ovest. Sembra chel'attività tempestosa abbia origine nellaconvergenza dell'aria umida sollevata dalvento sui pendii rivolti a est nella tardamattinata e, nel pomeriggio, sui pendiirivolti a ovest fortemente riscaldati. Aquesto punto in genere si formano nuovecelle, che formano una linea di tempestaarcuata presso Tucson. Di solito il siste-ma si intensifica spostandosi dalla valledi Santa Cruz verso Phoenix. Le nubidella linea si alzano spesso fino a 12 000metri, e non di rado arrivano fino a17 000 metri. La polvere sollevata dallecorrenti di densità al loro fronte si solle-va ininterrotta fino alla base delle nubi,che può stare da 2500 metri a più di 4000metri al di sopra del suolo.

Di solito gli haboob hanno una veloci-

tà media di 50 chilometri all'ora, però leraffiche più intense arrivano a un centi-naio di chilometri all'ora. In genere al-l'arrivo di un haboob l'umidità relativasi alza e la temperatura si abbassa. Du-rante alcune tempeste violente, all'arrivodel fronte della polvere, sono stati misu-rati abbassamenti di temperatura quasiistantanei di 15 gradi centigradi; però disolito l'abbassamento medio di tempera-tura è solo della metà circa.

Sebbene in una tempesta di questotipo la visibilità possa scendere a zero, lamedia è intorno a 400 metri. Passata latempesta ci vuole circa un'ora perché lavisibilità torni sui dieci chilometri; se latempesta è stata violenta possono volercifino a tre ore. Se la tempesta di polvere èseguita dalla tempesta che l'ha prodotta,le precipitazioni di questa ripulisconol'aria efficacemente. Ma spesso il tempo-rale non arriva, oppure le precipitazionievaporano prima di raggiungere il suolo,e allora la polvere può restare in aria perore e perfino giorni.

Il fronte di un haboob ha un aspettosempre mutevole. Secondo T.J. Lawson,dell'Università di Reading, che ha stu-diato gli haboob in Sudan, «un soffio diaria fredda dall'interno del corpo dellohaboob provoca la formazione di un ri-gonfiamento o lobo, che si vede crescerein avanti con velocità un po' più altadella velocità media del fronte. Il lobo si

espande verticalmente e orizzontalmentefinché, quando il suo movimento pro-gressivo rispetto al fronte è diminuito,sulla sua parte anteriore cominciano acomparire delle irregolarità e se a questopunto uno sbuffo di aria fresca arriva dadietro lo fa scorrere di lato. In tal mododalle ultime fasi di un lobo ne compaio-no continuamente di nuovi».

Ho visto spesso due lobi adiacenti e-spandersi simultaneamente e inghiottiregrandi volumi di aria calda che li separa-vano. Lobi freddi in espansione possonoanche scavalcare certe quantità di aria cal-da che si trova davanti a essi. Ambeduequesti movimenti possono creare situa-zioni instabili che portano a un'intensaconvezione, che può dar luogo a piccoletrombe d'aria. Sebbene la tromba d'ariacosì formata sia di breve durata, essapuò danneggiare gli edifici che trova sulsuo percorso. Questi vortici ciclonici nonsi formano solo all'interno delle tempe-ste di polvere, ma anche al loro fronte,dove l'aria calda viene spinta in alto, incima al fronte freddo in avanzata.

Ciò che si scorge dai satelliti è circa della scala di dimensioni delle tem-

peste di polvere. Le fotografie fatte daisatelliti hanno dato molte informazionisulle dimensioni delle tempeste di polve-re e sulle zone in cui hanno origine. Inparticolare A.A. Grigor'yev e V.B. Li-

patov, dell'Università di Stato di Lenin-grado sono riusciti a identificare cinquezone principali, in Africa e il-i Eurasia, incui hanno origine le tempeste di polvere.

La prima di queste zone si trova nel-l'Africa centrale e occidentale ed è spes-so caratterizzata da lunghissime correntidi polvere sul Sahara meridionale. Sem-bra che queste abbiano origine da un'e-norme corrente d'aria che si muove indirezione est nord-est sui deserti sabbiosidella Mauritania e del Niger. Questa zo-na è spesso attraversata da giganteschebande di polvere, coi loro fronti freddi,larghe 2500 chilometri e larghe 600.

Alcuni di questi grandi sistemi hannoportato la polvere perfino sulla costaorientale dell'America meridionale, at-traverso l'Atlantico. Le masse di polverecosì trasportate vengono inizialmente sol-levate quando i forti alisei di nord-est (chelocalmente vengono detti harmattan) in-contrano il monsone di sud-ovest, piùfreddo. Questa convergenza si può averea nord fino a 20 gradi di latitudine nord,in estate, e a sud fino a sei gradi dilatitudine nord, in inverno. La polvere siinnalza a grandi altezze, e là le correntieoliche a direzione ovest la trasportanoattraverso l'Atlantico.

La seconda zona principale che dà ori-gine alle tempeste di polvere è sulla costameridionale del Mediterraneo. Qui letempeste hanno inizio col passaggio deifronti freddi connessi alle valli di bassapressione che si estendono dall'Europaoccidentale all'Africa settentrionale.Spesso nelle valli si formano anche in-tensi cicloni. I venti asciutti e caldissimiche portano nubi di sabbia davanti aqueste depressioni in moto verso est so-no noti con nomi locali diversi.

La terza zona principale si trova nelSudan nordorientale. Oltre alle tempestedi polvere tipo haboob, prevalenti a suddi questa zona, Grigor'yev e Lipatovhanno descritto vaste tempeste di polvereche si formano quando le correnti di ariafredda dirette a nord-ovest incontrano imonsoni caldi diretti a sud-ovest. In que-ste condizioni possono venire sollevatemasse di polvere su vaste aree, che com-prendono il Sudan nordorientale dal Ni-lo al Mar Rosso. I venti di alta quotaportano spesso la polvere nella penisolaarabica, attraverso il Mar Rosso.

Questa penisola è la quarta zona prin-cipale delle tempeste di polvere. Là essesi formano in un modo un po' diversodai meccanismi delle prime tre zone. Nel-la penisola arabica le tempeste hannoorigine dal contatto di due formazioni adifferente pressione barometrica; la lorounione dà luogo a vaste zone di tempe-sta. In genere la tempesta si sviluppaquando il vento aumenta al bordo occi-dentale di una depressione barometricacentrata sull'Iran meridionale. Si forma-no correnti a forma di cono cariche dipulviscolo, in moto verso sud, che spessosi espandono. Al loro sorgere, dovutosecondo Grigor'yev e Lipatov a trombed'aria, si formano diverse piccole cor-renti parallele, larghe da tre a cinquechilometri, che si estendono per un cen-

tinaio di chilometri e poi si fondono incorrenti più poderose. Le bande più lar-ghe, che ruotano e si espandono, si e-stendono anche per 500 chilometri. Que-ste correnti, muovendosi con l'aliseo,vengono spinte in un corridoio limitato anord dalle montagne del bordo meridio-nale dell'Asia Minore e dell'Iraq e a suddagli altipiani e dalle montagne dell'Ara-bia Saudita.

L'ultima delle cinque zone di tempestedi polvere studiate da Grigor'yev e Lipa-tov comprende il basso Volga e il Cauca-so settentrionale. Anche qui le tempestedi polvere sono del tipo da zona di tem-pesta. Sono provocate tipicamente da unaumento del gradiente della pressionebarometrica al bordo nordoccidentale del-le dorsali di alta pressione che si esten-dono fino al Volga e all'Asia centrale.Questo tipo di aumento del gradiente ècausato dal moto dei cicloni nell'Europasettentrionale e dall'espandersi delle zo-ne di bassa pressione a sud dei cicloni.

G.K.T. Ing, dell'Università di Hawaii,ha descritto tempeste di polvere di di-mensioni analoghe nella Cina centrale.Esse sorgono assai spesso all'inizio dellaprimavera, quando le condizioni del suo-lo seminato da poco, di piogge scarse edi venti superficiali più intensi si combi-nano e determinano la condizione favo-revole al sollevarsi della polvere. In Ci-na, comunque, la maggior parte delletempeste di polvere ha origine nelle im-mense distese sterili poste fra i 32 e i 47gradi nord e i 75 e i 115 gradi est, checomprendono i grandi deserti del TaklaMakan, del Gobi e dell'Ordos, nonché iprincipali terreni ricoperti di loess dellaCina. Si valuta che in queste zone venga-no trasportate diverse migliaia di tonnel-late di pulviscolo all'anno, e alcune diesse, trasportate dal vento per parecchiemigliaia di chilometri, provocano tra-

monti di un rosso intenso andando versosud fino a Hong Kong.

In Cina i principali tipi di tempeste dipolvere sono dovuti a due meccanismidiversi. Nel primo di essi la polvere vienesollevata dai venti che seguono un fron-te. Le tempeste che si formano in questomodo hanno in genere dimensioni limi-tate e la polvere in genere non supera laquota di circa un chilometro e mezzo.Nel secondo meccanismo la polvere èsollevata molto più in alto (fino a circatre chilometri) dai moti verticali davantial fronte. Spesso questo materiale vienetrasportato per distanze dell'ordine di2500 chilometri. Dal punto di vista me-teorologico le condizioni per il primomeccanismo sono forti venti a bassa u-midità che soffiano alla superficie e aquote moderate; il secondo meccanismorichiede un vigoroso fronte secco cheabbia davanti forti moti verso l'alto.

si possono ricavare indirettamente no-tevoli quantità d'informazioni sulle

tempeste di polvere dallo studio dellecaratteristiche superficiali dei deserti, co-me per esempio i vari tipi di dune. Alcu-ni dei fattori che determinano le dimen-sioni e la forma delle dune sono cono-sciuti; la direzione, l'intensità e la varia-bilità del vento, il contenuto di umiditàdel suolo, la vegetazione, la topografiasottostante e la quantità di terreno tra-sportabile accessibile al vento. Il vento èdi gran lunga il fattore più importante.Dunque è probabile che lo studio deiprincipali mari di sabbia dei deserti servaa una migliore conoscenza dei meccani-smi delle tempeste di polvere in quellezone.

A questo scopo Edwin D. McKee eCaro! Breed dell'US Geologica! Surveyper prima cosa hanno usato le fotografiefatte dai satelliti per elaborare un siste-

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La situazione superficiale può determinare la formazione di unatempesta di polvere quando esistono condizioni meteorologiche adatte.Le due fotografie sono state fatte in identiche condizioni meteorologi-che: si avevano correnti discendenti di aria fredda, create da precipita-zioni, che si muovevano, davanti alla tempesta che le aveva causate,

come correnti di densità. Nel Minnesota, al tempo della fotografia inalto, c'era molta umidità, la quantità di pulviscolo disponibile allasuperficie era scarsa e così la tempesta di polvere non ebbe luogo. Lafotografia in basso fu invece fatta in Arizona in un periodo di scarsaumidità e i materiali sciolti superficiali vennero sollevati dal vento.

La forma delle dune indica le caratteristiche del vento e, quindi, aiutanello studio delle tempeste di polvere, di cui il vento è il fattoreprincipale. La struttura di queste dune è stata fotografata in ArabiaSaudita da un satellite per lo studio delle risorse del suolo. In base alla

classificazione elaborata da E.D. McKee e C. Breed, dell'US Geologi-cal Survey, le dune qui raffigurate sono parallele dritte o lineari (asinistra) e parallele ondulate o a mezzaluna (a destra). Vi sono anche du-ne a struttura radiale, a forma di U e anche dune piane o tabulari.

ma di classificazione delle dune che po-tesse essere applicato in tutto il mondo.Questo sistema identifica fra i gruppi didune cinque strutture fondamentali: pa-rallele dritte o lineari, parallele ondulateo a mezzaluna, a stella o radiali, para-boliche o a forma di U e lisce o tubolari.

I gruppi di dune parallele dritte o li-neari sono definiti come corpi di sabbiain cui la lunghezza delle dune è moltopiù grande della larghezza. L'area occu-pata dalle dune è più o meno uguale aquella fra le dune; ambedue i fianchi delladuna sono abbastanza ripidi da dar luogoa valanghe. Dune dalla struttura di que-sto tipo si trovano nel deserto Simpsondell'Australia, nel deserto Kalahari del-l'Africa meridionale, nel Rub` al-Khalidell'Arabia Saudita e nel Sahara.

I gruppi di dune parallele ondulate o amezzaluna consistono di righe quasi pa-rallele di segmenti a cuspide. Sono rap-presentati principalmente nel Deserto ne-ro (Kara Kum) in URSS e nelle Sand

Hills del Nebraska, negli USA; si trova-no varianti nel Grande Erg orientale al-gerino, in certe parti dell'Arabia Sauditae nel deserto cinese del Gobi e del TaklaMakan.

Le dune a stella o radiali sono compo-ste di vari bracci che si proiettano fuorida un cono centrale in varie _direzioni;queste dune somigliano molto a gigante-sche girandole. Si trovano sparse a casoin certe parti del Grande Erg orientalealgerino e nel Rub' al-Khali dell'Ara-bia Saudita. In altre parti dell'Algeria enel Gran Desierto messicano si hannocatene di dune a stella.

Le dune paraboliche o a forma di Usembrano svilupparsi in zone in cui lavegetazione o l'umidità, o ambedue, ten-dono ad ancorare i bracci laterali, men-tre il centro viene spinto dal vento e lasua sabbia si muove in avanti. Questotipo di dune si trova nel deserto di Thar,nel Pakistan, e nel White Sands ProvingGround del New Mexico.

Dune lisce o tabulari è il termine usatoper indicare nei mari di sabbia un tipo dirilievo in cui una precisa forma geomor-fica è assente. La sabbia si accumula insuperfici piane (come presso Lima, inPerù) o forma sottovento dei rilievi ta-bulari che non mostrano alcuna formaapprezzabile.

Il lavoro fondamentale di classifica-zione delle dune è stato ormai completa-to per i principali mari di sabbia deideserti terrestri, mentre l'opera di corre-lare la forma delle dune alla struttura delvento e alle caratteristiche delle tempestedi polvere è ancora in corso. Quest'ope-ra comporta non solo visite nel deserto,ma anche studi di laboratorio. È utileanche l'osservazione della superficie edell'atmosfera di altri pianeti come Mar-te. I tre metodi messi insieme stannocominciando a chiarire strutture assai in-teressanti delle tempeste di polvere.

Sebbene sulle tempeste di polvere siabbia oggi una notevole messe d'in for-

mazioni rimane molto da chiarire. Lacaratterizzazione dei sistemi a grandescala fatta con le foto dei satelliti è soloai primi passi; dopo tale caratterizzazio-ne si può sperare di riuscire a compiereprevisioni ragionevoli di dove e quando

possa sollevarsi una tempesta di polvere.È anche necessario lavorare ancora sullecaratteristiche a piccola scala, che sonoimportanti per comprendere l'erosionedel suolo e i vortici, localizzati ma inten-si, che spesso accompagnano il passaggio

dei fronti delle correnti di densità. Re-stano ancora da fare significative scoper-te, importanti per l'ecologia delle piante,degli animali e dell'uomo, riguardo alladiffusione da parte delle tempeste di pol-vere di agenti biologicamente attivi.

Questa fotografia, fatta da un satellite meteorologico, mostra unatempesta di polvere intercontinentale nei Caraibi orientali. La tempe-sta ha avuto origine nel Sahara e il vento l'ha spinta a ovest. La

tempesta interessa buona parte della porzione centrale a destra dellafotografia. Sotto le strutture di polvere c'è un gruppo di nubi bianchesparse che delinea la parte settentrionale dell'America meridionale.