Tecnologia e Ingegneria - Comune di Malalbergo (BO). 4.0_Quadro... · La suddivisione dei dati di...

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SOMMARIO

A SCOPO ......................................................................................................................... 3

B DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DEL CLIMA LOCALE ..... ............................... 4

B.1 AREA VASTA ................................................................................................................. 4

B.1.1 Descrizione delle temperature mensili ................................................................. 4

B.1.2 Descrizione delle precipitazioni mensili ............................................................... 5

B.1.3 Descrizione del regime anemometrico ................................................................. 7

B.1.4 Altezza di rimescolamento ................................................................................... 9

B.1.5 Stabilità atmosferica .......................................................................................... 11

B.2 AREA LOCALE ............................................................................................................. 13

B.2.1 Temperatura ...................................................................................................... 13

B.2.2 Direzione e velocità del vento ............................................................................ 14

B.2.3 Stabilità atmosferica .......................................................................................... 18

C STATO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO.................... .............................................. 21

C.1 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DELLO STATO DI INQUINAMENTO ATMOSFERICO LOCALE ..................................................................................................... 21

C.1.1 Rete di Monitoraggio della qualità dell’aria ........................................................ 21

C.1.2 La qualità dell’aria nella Provincia di Bologna .................................................... 22 Biossido di azoto ............................................................................................................................. 22 Ozono 26 Particolato PM10 ............................................................................................................................. 29 Particolato PM2,5 ............................................................................................................................ 31 Monossido di carbonio .................................................................................................................... 33 Benzene 34

D IMPATTI IN FASE DI CANTIERE ....................... ........................................................ 37

E IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO ...................... ........................................................ 38

E.1 EMISSIONI DIFFUSE DI POLVERI .............................................................................. 38

E.2 EMISSIONI DIFFUSE DI TIPO ODORIGENO .............................................................. 40

E.2.1 Monitoraggio delle sostanze odorigene nell’impianto esistente.......................... 40

E.2.2 Valutazione modellistica della diffusione di sostanze odorigene ........................ 43

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A SCOPO

Scopo del presente documento è quello di stimare e valutare gli impatti dell’opera in progetto

sulla componente ambientale atmosfera, mettendo in atto un processo logico di analisi e

comparazione degli stessi articolato come di seguito indicato:

� definizione dello stato attuale della componente atmosfera ed individuazione di eventuali

fragilità e criticità ambientali; in particolare si è proceduto con la caratterizzazione

meteoclimatica e meteodiffusiva dell’area (temperatura, direzione e velocità del vento,

classi di stabilità di Pasquill), seguita da un’analisi dello stato di qualità dell’aria alla luce

dei criteri, dei principi e dei valori di riferimento indicati dalla normativa in materia;

� definizione dei potenziali fattori di impatto, attraverso una dettagliata analisi del progetto

proposto e l’individuazione di tutte le potenziali sorgenti di impatto in riferimento alla fase

di cantiere e alla fase di esercizio;

� verifica ed analisi dei potenziali fattori di impatto e valutazione degli effetti significativi,

anche mediante l’applicazione di metodi quantitativi comportanti l’utilizzo di specifici

software di calcolo.

L’analisi degli impatti sulla componente atmosfera, come dettagliato nel presente documento,

porta a concludere l’assenza di criticità riconducibili alla realizzazione e gestione delle opere in

progetto.

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B DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DEL CLIMA LOCALE

Le condizioni meteorologiche interagiscono in vari modi con i processi di formazione,

dispersione, trasporto e deposizione degli inquinanti. Di seguito vengono considerati alcuni

indicatori meteorologici che possono essere posti in relazione con i processi di diffusione, trasporto

e rimozione dell’inquinamento:

� temperatura dell’aria;

� direzione e velocità del vento;

� condizioni di stabilità dell’atmosfera e altezza dello strato di rimescolamento.

B.1 AREA VASTA

Ai fini della descrizione di inquadramento del clima in area vasta si fa riferimento di seguito a

quanto riportato nel documento “Rete regionale di monitoraggio e valutazione della qualità dell’aria

della Provincia di Bologna – Report Dati 2014” a cura dell’ARPA – Sezione Provinciale di Bologna.

B.1.1 Descrizione delle temperature mensili

Il grafico seguente riporta gli andamenti delle temperature minima, media e massima mensili

(°C) per l’anno in esame; sono riportati inoltre i valori normali climatici delle temperature medie e

gli scostamenti rispetto al 2013. Nell’anno 2014 le temperature medie orarie registrate variano da

un minimo di -1.9°C nel mese di dicembre ad un massimo di 33.9°C nel mese di giugno. Si può

osservare come le temperature non siano quasi mai scese al di sotto degli 0°C, a parte appunto in

dicembre ed in particolare solo nelle ore notturne degli ultimi due giorni dell’anno. In generale nei

mesi invernali le temperature si sono mantenute miti, con differenze positive rispetto all’anno

precedente, più marcate (tra i 4 e i 6°C in più rispetto al 2013) nei valori minimi di febbraio-marzo e

novembre, ma con scostamenti positivi anche nei valori massimi. Inoltre il valore minimo di

febbraio 2014 risulta allineato al valore medio climatico. In media nel primo trimestre e negli ultimi

due mesi dell’anno sono state registrate differenze superiori ai 2°C rispetto al 2013 e anomalie,

cioè differenze rispetto al clima di riferimento, da 3 a oltre 5°C. Queste osservazioni potrebbero far

presumere un minor carico emissivo da riscaldamento domestico nel periodo invernale dell’anno in

esame, come possibile concausa di livelli inferiori di PM10. Al contempo la temperatura media

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oraria massima su tutto l’anno è stata raggiunta all’inizio del trimestre estivo ed in particolare nei

giorni 11 e 12 giugno, mentre i mesi da luglio a settembre, causa l’avvicendarsi di numerose

perturbazioni, sono risultati insolitamente più freschi, specie se si considera la tendenza degli ultimi

anni ad essere caratterizzati da estati più calde e secche. Le temperature del periodo luglio

settembre 2014 presentano infatti scostamenti negativi rispetto al 2013 attorno ai 3°C nei valori

minimi e da 2 a oltre 5°C nei valori medi e massimi, risultando invece sostanzialmente in linea con

le medie mensili del riferimento climatico. Da notare che tra i mesi estivi proprio agosto 2014 ha

fatto registrare il più alto scostamento in negativo nella temperatura massima mensile rispetto

all’anno precedente (-5.5°C), quando era stato invece rilevato il massimo assoluto dell’anno.

Questo potrebbe spiegare la minore incidenza di elevate concentrazioni di ozono, essendo la

temperatura massima uno dei principali indicatori dell’intensità dei processi fotochimici e quindi

della produzione di ozono troposferico.

Figura 1: Bologna - temperature mensili (°C)

B.1.2 Descrizione delle precipitazioni mensili

Nella figura seguente sono rappresentate le precipitazioni cumulate mensili (mm) dell’anno

2014, i valori normali climatici di queste e gli scostamenti rispetto al 2013. Non si riscontra una

significativa variazione in termini di millimetri di pioggia totali: 887 mm nel 2013 e 890 mm nel 2014

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(+25% rispetto al dato climatico). Risulta invece interessante notare come la distribuzione delle

cumulate mensili possa differire molto nel confronto interannuale, con i valori climatici distribuiti

molto più uniformemente nell’arco dell’anno e sempre compresi in una fascia tra 45 e 80 mm, a

conferma della tendenza degli ultimi anni ad una estremizzazione nell’intensità degli eventi di

precipitazione. Nel 2014 non ci sono stati mesi con assenza di pioggia, dal grafico si osserva infatti

che le cumulate mensili non risultano mai inferiori ai 20 mm. I mesi di giugno, luglio e settembre

sono stati più piovosi sia del 2013 che del clima di riferimento. Luglio 2014 è stato caratterizzato da

precipitazioni particolarmente abbondanti (mentre era stato il mese più secco nel 2013) e

costituisce insieme a gennaio il massimo assoluto dell’anno: per entrambi i mesi il valore della

pioggia cumulata è di circa 115 mm, pari a due volte e mezzo il riferimento climatico. In febbraio-

marzo, maggio e ottobre-novembre sono stati registrati dai 40 agli 80mm di pioggia in meno

rispetto al 2013 mentre nel confronto con il clima le anomalie negative più significative riguardano i

mesi di agosto, ottobre e dicembre (da 20 a 40 mm in meno). Soltanto novembre 2014 risulta

allineato al dato climatico. Dal punto di vista della rimozione degli inquinanti tramite meccanismi di

deposizione umida viene fissata come soglia di significatività una precipitazione cumulata

giornaliera di 0,3 mm. Tale scelta è da ricondurre alla definizione di “giorno critico per l’accumulo di

PM10” elaborata da Arpa-SIMC. Per ulteriori considerazioni si rimanda alla sezione relativa al

parametro PM10.

Figura 2: Bologna - precipitazione cumulata mensile (mm)

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B.1.3 Descrizione del regime anemometrico

La rosa dei venti costituisce una rappresentazione della distribuzione in frequenza delle classi

di velocità media oraria del vento (m/s) per direzione di provenienza (°). La figura seguente si

riferisce all’intero anno 2014. Si osserva una netta prevalenza delle classi di intensità

relativamente modesta (con valori fino a 3 m/s) e i venti provengono in gran parte dai quadranti

occidentali (SudOvest e Ovest le direzioni più frequenti), più raramente da quelli orientali.

Figura 3: Bologna - rosa dei venti, anno 2014

La figura seguente permette di evidenziare le diverse caratteristiche stagionali dell’anno in

esame. Nei mesi invernali (gen-feb-dic) prevalgono le direzioni da Sud-SudOvest a Ovest con

quest’ultima come componente dominante e le velocità sono distribuite nelle varie classi,

generalmente entro i 4 m/s. Nei mesi estivi (giu-lug-ago) spicca la direzione NordOvest ma i venti

risultano provenire da tutto il quadrante nord-occidentale e si ha una prevalenza delle classi di

velocità fino a 3 m/s; si osservano anche componenti con minor frequenza nei settori da Est a

NordEst. Le due stagioni intermedie (mar, apr, mag - primavera; set, ott, nov - autunno)

presentano distribuzioni simili e la provenienza è ancora principalmente dal quadrante sud-

occidentale con componenti orientali meno frequenti. Si notano però una distribuzione più uniforme

nei vari settori e velocità del vento mediamente più basse in autunno, il predominio delle direzioni

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SudOvest/Sud-SudOvest e un significativo spostamento verso classi di velocità più elevate in

primavera (con valori oltre i 5 m/s e punte fino a 8 m/s).

Figura 4: Bologna - rose dei venti stagionali 2014

La suddivisione dei dati di velocità del vento secondo la scala Beaufort (Tabella 3) evidenzia

come valori compresi tra 0,3 e 3,3m/s siano in assoluto i più frequenti, costituendo quasi sempre

dall’80 a oltre il 90% del campione mensile. Prevale il grado 1 “bava di vento” (0,3 – 1,5m/s) in

gennaio e da luglio a dicembre con percentuali tra il 50 e il 60% nell’ultimo trimestre, quando si

registra anche il maggior numero di “calme” (seppure con percentuali molto basse). Prevale il

grado 2 “brezza leggera” (1,6 – 3,3m/s) con percentuali attorno al 50% da febbraio a giugno,

quando risultano anche maggiormente popolate le classi associate a velocità superiori (con casi

oltre i 5.5m/s in aprile e maggio).

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Tabella 1: Distribuzione delle velocità del vento s econdo la scala Beaufort, anno 2014

B.1.4 Altezza di rimescolamento

Lo strato di rimescolamento si estende dal suolo alla zona di inversione termica ed è lo strato

all’interno del quale i moti turbolenti di origine sia termica (legati al riscaldamento della superficie)

che meccanica (legati all’azione del vento) pilotano la dispersione degli inquinanti. In linea

generale un maggiore spessore di tale strato indicherà un più efficace rimescolamento in verticale

e quindi una minore concentrazione misurata al suolo. L’altezza dello strato di rimescolamento è

soggetta a variazioni giornaliere e stagionali, dipendendo dal ciclo radiativo del suolo e dalle

condizioni meteorologiche. In Figura 7 sono riportati i tipici andamenti sulle 24 ore dell’altezza di

rimescolamento (m) nelle varie stagioni del 2014. Si osserva un innalzamento a partire dalle prime

ore del mattino (più tardi e più gradualmente in inverno, più rapidamente in estate) fino a

raggiungere il valore massimo nel pomeriggio, in una fascia oraria compresa tra le 15 e le 17-18.

Segue una diminuzione all’approssimarsi delle ore serali (molto più rapida e più tardi in estate) fino

a raggiungere i valori minimi caratteristici delle ore notturne. Nel periodo diurno la variazione

stagionale risulta decisamente più marcata: lo spessore dello strato di rimescolamento arriva al

massimo fino a circa 600m nei mesi invernali e a valori oltre i 2000m in estate, in concomitanza

con la maggior occorrenza di condizioni instabili. I valori notturni sono confrontabili nelle varie

stagioni (attorno a 200 – 300 m), anche se nell’anno in esame risultano valori leggermente

superiori in inverno.

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Figura 5: Bologna - altezza di rimescolamento (m), giorno tipo stagionale 2014

La variazione stagionale dell’altezza di rimescolamento è evidenziata anche dall’andamento

delle medie mensili (Figura 8) con i valori più bassi, attorno a 300 m, raggiunti nei mesi invernali di

gennaio e dicembre. A conferma della particolarità dell’estate 2014 si nota come i valori più elevati

(attorno ai 1000 m) corrispondano ai mesi di maggio e giugno anziché ai mesi pienamente estivi.

Figura 6: Bologna - altezza di rimescolamento media mensile (m)

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B.1.5 Stabilità atmosferica

Di seguito sono riportati i grafici relativi ai giorni tipo stagionali della frequenza percentuale con

cui ricorrono le varie classi di stabilità per l’anno 2014. Si osserva la presenza di condizioni stabili

(classe F) nelle prime ore del giorno e nelle ore serali, con una distribuzione temporale diversa a

seconda della stagione: nel periodo autunno-inverno, a causa di temperature più basse che

contribuiscono al mantenimento delle condizioni di inversione termica, la classe F persiste per un

maggior numero di ore e con percentuali dal 40 al 60%; in estate invece, grazie a temperature più

elevate che portano al dissolvimento anticipato delle inversioni termiche notturne, le condizioni

stabili, con frequenza oltre il 70%, caratterizzano solo le prime ore del mattino fino alle 5 e si

reinstaurano la sera a partire dalle ore 21. Il confronto stagionale permette inoltre di evidenziare la

maggior presenza della classe D riferita a condizioni neutrali nelle giornate inverno-autunnali, con

percentuali di occorrenza molto variabili e a tutte le ore del giorno. La classe A, indicativa di

condizioni fortemente instabili, è presente quasi esclusivamente nel periodo estivo-primaverile e

con frequenza significativamente superiore al 10% solo nelle ore centrali della giornata, quando

risultano maggiormente attivi i meccanismi di turbolenza termica.

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Figura 7: Bologna - classi di stabilità, giorno tip o stagionale 2014

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B.2 AREA LOCALE

Le caratteristiche meteoclimatiche dell'area in esame sono state analizzate quale dato

essenziale nello studio di dispersione degli inquinanti nell'atmosfera. I dati meteorologici usati nelle

simulazioni sono stati forniti dal Servizio Meteorologico Regionale - ARPA SMR per l’anno 2014 e

rappresentano l’output dell’applicazione del modello CALMET per un punto prossimo al sito (punto

di coordinate Lat. 44.654 – Long.11.554). Calmet è un pre-processore meteorologico mass-

consistent che, partendo da un insieme di misure di tipo diverso e sfruttando una serie di

informazioni sul territorio (orografia, uso del suolo ecc), ricostruisce i valori dei parametri

meteorologici su un grigliato. Presso ARPA-SIM, Calmet è implementato su un dominio che copre

il nord dell’Italia con passo di 5 km.

B.2.1 Temperatura

Nel 2014 la temperatura minima è pari a -3,35°C (30/12/2014), mentre la massima è pari a

33,9°C (11/06/2014). Il mese con la temperatura media più elevata è agosto (temperatura media

mensile pari a 22,4°C), il mese più freddo dicembre (media mensile pari a 5,7°C); la temperatura

media annuale è di 14,6°C. Analizzando le temperature registrate si evidenzia l'andamento

illustrato in Figura 8 .

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov DicT Media 6.0 8.0 10.5 14.4 17.3 22.1 22.4 22.4 18.7 15.9 11.6 5.7

T Min -1.0 1.1 1.6 4.0 7.5 10.3 13.75 12.45 8.1 3.1 3.0 -3.3

T Max 12.9 14.5 22.0 24.5 27.4 34.0 33.3 32.0 28.7 25.7 20.7 14.9

-5.0

0.0

5.0

10.0

15.0

20.0

25.0

30.0

35.0

40.0

Tem

pera

tura

[°C

]

Temperatura - anno 2014

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-15.0

-10.0

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0.0

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10.0

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20.0

25.0

30.0

35.0

40.0

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

Te

mp

era

tura

[°C

]

Temperatura - anno 2014

T Media

T Min

T Max

Figura 8: Temperatura media, minima e massima

B.2.2 Direzione e velocità del vento

I valori di velocità del vento si riferiscono ad una quota di 10 metri dal p.c (Figura 9 ). La velocità

media annuale del vento è di 1,97 m/s. I venti inferiori a 0,5 m/s sono il 8,54%. I venti più frequenti

sono compresi nella classe 1-2 m/s (35,86%). Nel 57% dei casi circa la velocità è compresa tra 1 e

3 m/s. Solo nel 3,0% dei casi circa la velocità è superiore a 5 m/s.

<= 0,5 [m/s] 0,5 - 1 [m/s] 1 - 2 [m/s] 2 - 3 [m/s] 3 - 5 [m/s] 5 - 7 [m/s] >7 [m/s]Anno 2014 8.54% 16.67% 35.86% 21.84% 14.12% 2.61% 0.37%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

Freq

uenz

a [%

]

Frequenza media annuale delle velocità dei venti - anno 2014

Figura 9: Velocità del vento

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La rosa dei venti alla quota di 10 m da p.c. (Figura 10 ) denota una predominanza di venti

provenienti dai settori occidentali con una percentuale elevata di venti provenienti da W, cui si

somma un contributo non trascurabile di venti orientali, in particolare da ESE.

0.0

2.5

5.0

7.5

10.0

12.5

15.0

17.5N

NNE

NE

ENE

E

ESE

SE

SSE

S

SSW

SW

WSW

W

WNW

NW

NNW

Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei ventiAnno 2014

N NNE NE ENE E ESE SE SSE

3,7% 4,6% 6,2% 6,2% 6,7% 8,9% 6,0% 3,8% S SSW SW WSW W WNW NW NNW

3,4% 3,0% 4,5% 6,2% 14,9% 11,0% 6,5% 4,2%

0

5

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NNE

NE

ENE

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ESE

SE

SSE

S

SSW

SW

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NW

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Frequenza media annuale dei venti diurni e notturniAnno 2014

Venti notturni

Venti diurni

Figura 10: Direzione del vento – Dati Calmet

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Si riporta inoltre la rosa dei venti ricostruita con i dati registrati dalla stazione meteo di Baricella che

denota una predominanza di venti provenienti dai settori nord-orientali con una percentuale elevata

di venti provenienti da NNEnord nord est, e dai settori sud-occidentali compresi tra i settori WSW

ovest sud ovest – sud ovest-SW. La rosa evidenzia quindi un andamento differente rispetto ai dati

del modello CALMET. Ai fini delle elaborazioni modellisriche si è optato per utilizzare, per il

parametro di direzione del vento, i dati locali della stazione meteo di Baricella, in modo da

rappresentare con dati più caratteristici e sito-specifici il regime anemologico dell’area.

0.0

2.5

5.0

7.5

10.0

12.5

15.0

17.5N

NNE

NE

ENE

E

ESE

SE

SSE

S

SSW

SW

WSW

W

WNW

NW

NNW

Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei ventiAnno 2014 - Stazione meteo Baricella

Figura 11: Direzione del vento – Stazione di Barice lla

Esaminando la direzione di provenienza dei venti in funzione del modulo della velocità, si può

osservare che i venti di bassa intensità (<=0,5 m/s) provengono prevalentemente da sud ovest; per

quelli compresi tra 0,5 e 1 m/s comincia ad evidenziarsi il contributo dei venti occidentali e orientali

che diventa più marcato per i venti compresi tra 1 - 3 m/s, in cui si nota una netta predominanza di

venti provenienti da ovest e est - est sud est. Per i venti tra 3 e 5 m/s si osserva anche un

contributo lungo l’asse ovest nord ovest – sud est; infine per i venti di intensità maggiore di 5 m/s,

seppur poco frequenti, si denota una percentuale elevata di venti dai settori compresi tra ovest - -

ovest nord ovest ed un contributo non trascurabile di venti da nord est.

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Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti <= 0,5 m/s

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NW

NNW

Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti 0,5-1 m/s

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NE

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ESE

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SSE

S

SSW

SW

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NW

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Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti 1-2 m/s

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NE

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ESE

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NW

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Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti 2-3 m/s

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NE

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ESE

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Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti 3-5 m/s

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ESE

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NW

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Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti > 5 m/s

Figura 12: Direzione dei venti in funzione dell’int ensità

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B.2.3 Stabilità atmosferica

Uno dei parametri di maggior rilevanza nel calcolo dei fenomeni di dispersione è rappresentato

dal grado di equilibrio o stabilità termodinamica degli strati della bassa atmosfera terrestre

interessati dalle traiettorie degli effluenti gassosi. Uno dei metodi più diffusi per stabilire la

frequenza con cui si riscontrano le diverse condizioni di stabilità è quello proposto da Pasquill, che

prevede la classificazione della stabilità in diverse categorie distinte da lettere dell'alfabeto,

passando dalla classe A fino alla classe F. Tali categorie sono qualitativamente specificate nei

termini della velocità media del vento (misurata all'altezza standard di 10 m dal suolo),

dell'intensità dell'insolazione, o della quantità della radiazione solare incidente e dello stato di

copertura del cielo per il periodo notturno.

Le sei categorie di stabilità atmosferica di Pasquill sono le seguenti:

� Categorie convettive:

� Categoria A: condizioni fortemente convettive con velocità del vento bassa e forte

insolazione;

� Categoria B: condizioni con radiazione solare relativamente poco elevata, oppure con

velocità del vento elevata;

� Categoria C: condizioni con velocità del vento elevata e radiazione solare ridotta.

� Categorie neutre:

� Categoria D: condizioni prossime all’adiabaticità, che possono verificarsi prevalentemente

nel semestre freddo, con cielo coperto o nebbia, sia in fase diurna che in fase notturna (le

nuvole di notte ostacolano il raffreddamento del suolo e di giorno ne rallentano il

riscaldamento; in entrambi i casi il loro effetto favorisce l’instaurarsi di condizioni di

stratificazione neutra).

� Categorie stabili:

� Categoria E: condizioni con vento abbastanza elevato e cielo poco nuvoloso;

� Categoria F: condizioni con velocità del vento bassa e cielo sereno.

Riguardo il caso in esame (Figura 13 ), prevalgono le condizioni neutre (D) e di stabilità forte

(F). Le condizioni di instabilità (A, B, C) si verificano nel 31% dei casi circa.

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A B C D E F

Anno 2014 2.4% 13.4% 15.5% 31.6% 5.9% 31.2%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

Freq

uenz

a [%

]

Frequenza media annuale delle classi di stabilità di Pasquill

Figura 13: Classi di stabilità atmosferica

Un’analisi più dettagliata è stata eseguita comparando le classi di stabilità in funzione del

modulo della velocità del vento.

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Figura 14: Classi di stabilità atmosferica in funzi one della velocità del vento

Dall’analisi dei risultati si può notare come la classe F sia la più frequente per venti d’intensità

<3 m/s. Per i venti d’intensità maggiore, la classe F tende a diminuire notevolmente e scompare

per venti > 5 m/s, mentre è la classe neutra D ad essere la più frequente. Le classi instabili A+B

sono presenti con percentuali comprese tra il 10 - 20% dei casi circa per i venti sino a 5 m/s e nulle

per venti di più forte intensità.

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C STATO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO

C.1 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DELLO STATO DI INQ UINAMENTO ATMOSFERICO LOCALE

La caratterizzazione della componente atmosfera nell’area oggetto di studio è stata effettuata

prendendo in considerazione il report “Rete regionale di monitoraggio e valutazione della qualità

dell’aria della Provincia di Bologna – Report Dati 2014” a cura dell’ARPA – Sezione Provinciale di

Bologna.

C.1.1 Rete di Monitoraggio della qualità dell’aria

La rete provinciale di monitoraggio della provincia di Bologna risulta costituita da 7 stazioni di

misurazione, distribuite su 5 comuni, così come riportato in Figura 15, nella quale è anche indicata

la zonizzazione territoriale ai fini della qualità dell’aria.

Tabella 2: Stazioni e parametri della rete di monit oraggio - anno 2014

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Figura 15: Configurazione delle stazioni di misura di qualità dell’aria – anno 2014

C.1.2 La qualità dell’aria nella Provincia di Bolog na

Di seguito vengono presentate le elaborazioni relative ai dati raccolti dalle postazioni fisse della

rete di monitoraggio installata nella provincia di Bologna.

Biossido di azoto

Relativamente all’anno in esame, la media annuale di biossido di azoto non rispetta il valore

limite di legge (40 µg/m3) nella sola stazione di Porta San Felice (Tabella 3). Il valore limite sulla

media oraria di 200 µg/m3, da non superare per più di 18 ore nel corso di un anno, viene rispettato

in tutte le stazioni. Anche per il 2014 la soglia di allarme di 400 µg/m3 non è mai stata raggiunta da

nessuna centralina. Questa situazione evidenzia che gli episodi acuti legati a concentrazioni orarie

elevate di NO2 non rappresentano un elemento di criticità. Da notare che la stazione Castelluccio

ha valori poco dispersi e concentrati intorno al valore medio, oltre che in gran parte al di sotto del

limite di quantificazione (Figura 16).

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Tabella 3: Biossido di azoto: Parametri statistici e confronto coi limiti di legge - anno 2014

Figura 16: NO 2 - Box Plot delle statistiche annuali 2014

L'analisi delle concentrazioni medie mensili calcolate per l'anno 2014 (Figura 17 e Figura 18,

Tabella 4) permette di evidenziare l’andamento stagionale. Per quanto concerne le stazioni

dell’Agglomerato, i valori medi di biossido di azoto più elevati sono stati registrati dalla stazione da

traffico di Porta San Felice. Sia nelle stazioni dell’Agglomerato che in quelle di Pianura si osserva

che i valori medi mensili più elevati si rilevano nei trimestri invernale e autunnale. Le oscillazioni

nelle medie mensili presso Castelluccio, stazione dell'Appennino, sono scarsamente

rappresentative in quanto riguardanti valori inferiori al limite di quantificazione (12 µg\m3).

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Figura 17: Agglomerato - NO 2 Concentrazioni medie mensili 2014

Figura 18: Pianura e Appennino - NO 2 Concentrazioni medie mensili 2014

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Tabella 4: NO2 Concentrazioni medie mensili 2014

In Figura 19 e nella successiva Tabella 5 sono riportati i valori delle medie annuali rilevate a

partire dal 2004. Non si evince un trend univoco sul lungo periodo per gli anni considerati. Per le

stazioni da traffico si osserva che il valore limite annuale di 40 µg/m3 è stato sempre superato a

Porta San Felice, mentre nella stazione di San Lazzaro sono state registrate medie annuali sotto il

valore limite a partire dal 2011. Per le stazioni di Giardini Margherita e di San Pietro Capofiume si

conferma un trend in diminuzione a partire dal 2006-2007, anche se le medie di alcuni anni non

sono pienamente rappresentative in quanto calcolate su una percentuale di dati validi inferiore al

90%. Nell’area urbana di Imola l’andamento delle medie annuali della stazione da traffico De

Amicis mostra un superamento del valore limite nel 2008, seguito da una diminuzione negli ultimi

anni.

Figura 19: NO 2 Confronto medie annuali 2004-2014

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Tabella 5: NO2 - Andamento temporale delle medie an nuali

Ozono

Il box plot (Figura 20) evidenzia per Castelluccio una distribuzione dei dati simmetrica e

concentrata attorno al valore mediano ad indicazione di concentrazioni più costanti durante l’anno

rispetto alle rimanenti stazioni, per le quali si osservano distribuzioni che coprono un più ampio

intervallo di valori.

Figura 20: O 3 - Box Plot delle statistiche annuali 2014

Dall'analisi delle concentrazioni medie mensili calcolate per l'anno 2014 (Figura 21 e Tabella

10) è possibile mettere in evidenza l’andamento stagionale dell’ozono, del tutto concorde e con

valori molto simili in quasi tutte le stazioni in cui questo parametro è stato rilevato (stazioni di

fondo). I valori medi mensili più elevati sono registrati nel trimestre estivo giugno - agosto, con una

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crescita più graduale nella transizione inverno-estate ed un brusco calo nel passaggio estate-

inverno. Solo a Castelluccio, stazione dell’Appennino, i valori di O3 rimangono relativamente alti

nei mesi invernali.

Figura 21: O 3 - Concentrazioni medie mensili 2014

Tabella 6: O3 - Concentrazioni medie mensili 2014

Per quanto attiene all’ozono troposferico i limiti da rispettare stabiliti dal D.Lgs. 155/2010 per la

protezione della salute umana sono riferiti sia al breve periodo sia al medio-lungo periodo. Per il

breve periodo sono definite 2 soglie di concentrazione limite:

• la "soglia di informazione", pari a 180 µg/m3 di ozono misurato in aria come media oraria;

• la "soglia di allarme" pari a 240 µg/m3 di ozono misurato in aria come media oraria.

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Superamenti della soglia di informazione si sono verificati nel solo trimestre estivo in entrambe

le stazioni dell’Agglomerato. Tra le stazioni di Pianura non sono stati registrati superamenti.

Per la protezione della salute umana sul medio e lungo periodo il decreto prevede:

• il valore obiettivo pari a 120 µg/m3 da non superare per più di 25 giorni per anno civile come

media su 3 anni . Se non è possibile determinare le medie su tre anni in base ad una serie

intera e consecutiva di dati annui, la valutazione della conformità ai valori obiettivo si può

riferire, come minimo, ai dati relativi a un anno;

• l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana calcolato come media

massima giornaliera su 8 ore nell’arco di un anno civile, pari a 120 µg/m3.

In Tabella 7 è riportato il numero di superamenti del valore obiettivo per l’anno considerato

come media degli ultimi 3 anni. Per tutte le stazioni di cui sono disponibili tre annualità consecutive

di dati si registrano superamenti del limite normativo. Per le stazioni di cui non si dispone delle

annualità per l’elaborazione della media, i valori da considerare (riferiti ad un anno come prevede

la normativa) sono quelli riportati nell’ultima colonna della Tabella 8.

Tabella 7: Ozono - Superamenti valore obiettivo per la salute umana - anno 2014

Tabella 8: Ozono - Superamenti obiettivo a lungo te rmine per la salute umana - anno 2014

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Particolato PM10

La valutazione delle concentrazioni estesa all’intero anno (Tabella 9) mostra che nel 2014 le

medie annuali ottenute non superano il valore limite di 40 µg/m3 in nessuno dei siti di misura,

inclusa la stazione da traffico Porta San Felice nell’agglomerato di Bologna, così come avviene dal

2008. Dal box plot di Figura 22 emerge come le distribuzioni annuali dei dati siano relativamente

poco disperse per la maggior parte delle stazioni e tutte molto simili tra loro; questo in parte si

giustifica con la natura parzialmente secondaria del particolato. Unica eccezione è rappresentata

dalla stazione di Castelluccio, la cui distribuzione risulta poco dispersa e centrata attorno ad un

valore medio nettamente inferiore.

Tabella 9: Particolato PM10 - Parametri statistici e confronto coi limiti di legge - anno 2014

Figura 22: PM10 - Box Plot delle statistiche annual i 2014

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Le medie mensili delle stazioni dell’Agglomerato evidenziano un andamento stagionale con

concentrazioni più elevate nel semestre invernale per tutte le centraline, in special modo negli

ultimi mesi dell'anno. Andamento analogo si osserva per le stazioni di Pianura, con valori più

elevati nel mese di marzo (Tabella 10). Nel periodo 2003 – 2014 si può rilevare un leggero

decremento negli anni 2006-2009 e anche per le medie annuali l’anno 2014 si registra un calo

delle concentrazioni, rappresentando il valore minimo degli ultimi 12 anni per tutte le postazioni di

misura.

Tabella 10: PM10 - Concentrazioni medie mensili 201 4 e annuali 2003-2014

Il numero dei giorni di superamento del valore limite giornaliero di 50 µg/m3 nell’anno 2014

(Tabella 11) risulta nettamente migliorato rispetto agli altri anni. Nessuna centralina ha superato i

35 giorni stabiliti dalla normativa. Le giornate con concentrazioni superiori a 50 µg/m3 sono state

registrate nei mesi da gennaio a marzo e da settembre a dicembre. Il maggior numero di

superamenti si è verificato nell'ultimo trimestre dell'anno. Dall’analisi delle serie storiche si

evidenzia una tendenza al decremento del numero di giornate con superamento fino al 2009, un

generale aumento negli anni successivi ed una sostanziale stabilità per il biennio 2011-2012, fatta

eccezione per Porta San Felice. Il 2013 fa registrare un nuovo calo del numero di superamenti

giornalieri, che ad eccezione di San Pietro Capofiume, si conferma anche nel 2014.

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Tabella 11: PM10 - Superamenti del valore limite gi ornaliero - anno 2014 e nel periodo 2003-2014

Particolato PM2,5

Le concentrazioni medie annue risultano nel 2014 significativamente inferiori a 26 µg/m3 per

tutte le postazioni presenti sul territorio provinciale e rispettano il valore limite di 25 µg/m3 previsto

per il 2015.

Tabella 12: Particolato PM2,5: Parametri statistici e confronto coi limiti di legge - anno 2014

In Figura 23 il box plot illustra per le stazioni di Pianura e Agglomerato una distribuzione dei dati

molto simile, in virtù della natura parzialmente secondaria del parametro PM2,5. Come già visto per

il particolato PM10 anche in questo caso Castelluccio ha un comportamento a sé stante.

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Figura 23: PM2,5 - Box Plot delle statistiche annua li 2014

Nel grafico di Figura 24 e nella Tabella 13 si riportano le serie storiche disponibili delle medie

annuali di PM2,5 per le stazioni attive. Tale parametro viene monitorato nelle stazioni di Porta San

Felice e di San Pietro Capofiume per tutti gli anni considerati, dall’inizio del 2009 nella stazione di

Giardini Margherita e a partire dal 2012 nella stazione di Castelluccio.

Figura 24: PM2,5 - Confronto medie annuali 2004-201 4

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Tabella 13: PM2,5 - Andamento temporale delle medie annuali

Monossido di carbonio

Il Decreto Legislativo n. 155/2010 stabilisce per il monossido di carbonio un valore limite pari a

10 mg/m3 come massima concentrazione media giornaliera su 8 ore. Tale valore si determina con

riferimento alle medie consecutive su 8 ore, calcolate sulla base dei dati orari ed aggiornate ad

ogni ora. Ogni media su 8 ore in tal modo calcolata è riferita al giorno nel quale la serie di 8 ore si

conclude: la prima fascia di calcolo per un giorno è quella compresa tra le ore 17.00 del giorno

precedente e le ore 01.00 del giorno stesso; l’ultima fascia di calcolo per un giorno è quella

compresa tra le ore 16.00 e le ore 24.00 del giorno stesso. Il valore limite di 10 mg/m3 fissato dalla

normativa non è mai stato superato nel 2014 in nessuna delle due postazioni di misura, con

concentrazioni di CO nettamente inferiori, di uno o due ordini di grandezza, rispetto al valore limite.

Tabella 14: Monossido di carbonio - Parametri stati stici - anno 2014

Le concentrazioni medie mensili (Tabella 15) presentano valori molto bassi lungo tutto l’anno,

ma più alti in inverno e minori in estate, comunque sempre superiori a Porta San Felice rispetto a

De Amicis.

Tabella 15: Monossido di carbonio - Concentrazioni medie mensili 2014

L'analisi dei dati medi annuali e degli andamenti temporali (Figura 25 e Tabella 16), mostra un

trend in diminuzione nel periodo 2005-2008, e conferma come tale inquinante abbia cessato di

costituire una criticità in entrambi i siti di misura, analogamente a quanto rilevato su tutto il territorio

regionale. Per tale ragione la configurazione della rete di monitoraggio prevede la rilevazione di

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questo inquinante solo nelle stazioni da traffico, ovvero dove più alta si presume sia la sua

concentrazione.

Figura 25: Monossido di carbonio - Confronto medie annuali 2004-2014 Tabella 16: Monossido di carbonio - Andamento temp orale delle medie annuali

Benzene

Come presentato in Tabella 17, i valori medi annuali misurati presso entrambe le stazioni da

traffico risultano significativamente inferiori al valore limite di 5 µg/m3. La distribuzione dei dati della

stazione di Porta San Felice (Figura 26) è raccolta attorno alla media, evidenziando come solo il

2% dei valori rilevati (98° percentile) risulti più elevato del valore limite annuale. La stazione di

Imola De Amicis presenta rispetto a quella di Bologna una distribuzione dei dati più compatta.

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Tabella 17: Benzene - Parametri statistici e confro nto coi limiti di legge - anno 2014

Figura 26: Benzene - Box Plot delle statistiche ann uali 2014

In Tabella 18 sono riportate le concentrazioni medie mensili. I valori di Porta San Felice

superano i 2 µg/m3 nei mesi invernali (gennaio, febbraio, novembre, dicembre) raggiungendo un

picco di 3,5 µg/m3 a inizio anno. Anche De Amicis presenta valori più elevati nel trimestre

invernale.

Tabella 18: Benzene - Concentrazioni medie mensili 2014

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Dai dati rilevati nella stazione urbana da traffico di Porta San Felice dal 2004 al 2014 (Figura 27

e Tabella 19) emerge che, al netto calo fino al 2005 segue una sostanziale stabilità nel periodo

2005 - 2009, con una leggera diminuzione del valore medio annuo tra il 2009 e il 2014. Il 2014 ha

fatto registrare concentrazioni medie annue pressoché identiche a quelle dell’anno precedente.

Nella stazione urbana da traffico di Imola De Amicis si registra anche per l’anno 2014 una

concentrazione media annua pari a 0,9 µg/m3, inferiore di circa il 50% rispetto a quello registrato a

Bologna Porta San Felice. Nel complesso l'andamento delle medie annuali evidenzia una

diminuzione della criticità di questo parametro, presumibilmente attribuibile al rinnovo del parco

veicolare.

Figura 27: Benzene - Confronto medie annuali 2004-2 014 Tabella 19: Benzene - Andamento temporale delle med ie annuali

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D IMPATTI IN FASE DI CANTIERE

Si ritiene che, durante la fase di cantiere per la realizzazione delle opere in progetto, le

principali emissioni in atmosfera siano quelle di tipo polverulento, riconducibili alle diverse attività di

cantiere previste per la realizzazione dell’ampliamento dei lotti di discarica.

Allo scopo di valutare l’impatto conseguente alle emissioni in atmosfera di polveri in fase di

cantiere è stata eseguita una valutazione modellistica degli impatti sulla qualità dell’aria, con la

finalità di effettuare il confronto delle concentrazioni calcolate con gli standard di qualità dell’aria

previsti. Per ogni attività di cantiere è stata quantificata l’emissione di polveri in funzione delle ore

lavorative giornaliere (10 h/giorno) e della durata prevista della singola attività. In seguito è stata

individuata la fase cantieristica più critica, rappresentata dalla sovrapposizione temporale di più

fasi lavorative, previste nel cronoprogramma dei lavori, cui è associata l’emissione di polveri

massima. L’analisi del cronoprogramma e delle emissioni di polveri per singola attività, evidenzia la

situazione peggiore in occasione della sovrapposizione delle fasi di cantiere previste per la

costruzione degli argini perimetrali della discarica e per le operazioni di baulatura del fondo della

discarica.

L’emissione diffusa di polveri è stata quantificata utilizzando gli algoritmi di calcolo riconosciuti e

validati dall’U.S. Environmental Protection Agency (“USEPA”) contenuti nel documento “AP-42 -

Development of emission factors for fugitive dust sources”.

Il calcolo dei valori di concentrazione al suolo ha evidenziato il rispetto della legislazione vigente

presso tutti i punti del dominio del modello. La mappa delle concentrazioni medie annuali evidenzia

la zona di massima ricaduta al suolo in prossimità delle sorgenti areali considerate, in particolare

nei pressi della strada interna al cantiere non asfaltata che servirà per trasportare il materiale da

costruzione per la realizzazione dell’ampliamento del lotto 1. La concentrazione media annuale

calcolata presso l’area di massima ricaduta al suolo è pari a 12,6 µg/m³, inferiore al valore limite

annuale di 40 µg/m³. I valori del 90,4° percentile sono inferiori al valore limite di 50 µg/m³ presso

tutti i punti della griglia di calcolo. Il valore massimo è pari a 21,6 µg/m³. Il calcolo dei valori di

concentrazione al suolo è stato fatto anche al confine della SIC-ZPS Biotopi e ripristini ambientali

di Budrio e Minerbio; in questo caso la concentrazione media annuale ottenuta è pari a circa 0,9

µg/m³, mentre il valore al 90,4° percentile è pari a 2,0 µg/m³.

Il calcolo, cautelativamente, non tiene in considerazione le attività gestionali di mitigazione della

diffusione delle polveri previste, ovvero la bagnatura dei percorsi di servizio, con un’efficacia di

abbattimento delle concentrazioni minima del 50% e la limitazione della velocità dei mezzi che

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trasferiscono il materiale su strada non pavimentata, a 20 km/h, che saranno comunque adottati

come interventi di mitigazione.

Per completezza si segnala che oltre alle emissioni di polveri, caratterizzano la fase di cantiere

anche le emissioni dei gas di scarico delle macchine operatrici e delle macchine di trasporto

materiali che tuttavia si ritengono trascurabili ai fini della presente valutazione.

E IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO

Ai fini della valutazione degli impatti in atmosfera generati dall’ampliamento della discarica in

oggetto sono stati presi in considerazione i seguenti aspetti ambientali:

• emissione diffuse di polveri;

• emissioni diffuse di tipo odorigeno.

Si sottolinea che, in considerazione della tipologia di rifiuti che saranno conferiti

nell’ampliamento della discarica in progetto, non vi sarà produzione di biogas. Possibili emissioni

diffuse di gas climalteranti o emissioni convogliate da motori endotermici di combustione del

biogas, pertanto, pertinenti alla porzione di discarica per rifiuti urbani di Baricella attualmente in

fase di gestione post operativa, non sono state considerate con riferimento all’ampliamento in cui

saranno conferiti rifiuti speciali non pericolosi.

E.1 EMISSIONI DIFFUSE DI POLVERI

La valutazione modellistica della dispersione in atmosfera di materiale particolato connessa alla

gestione della discarica di Baricella è integralmente riportata nell’allegato SA 4.1 del SIA (cod.doc.

DS 02 BO VA 00 SI SA 04.01). Di seguito se ne riporta una sintesi.

Nell’ambito dello studio sono state valutate le concentrazioni di PM10 in atmosfera con

riferimento ad uno scenario emissivo che considera la fase di gestione operativa del Lotto 1 e la

contemporanea fase di cantiere per la realizzazione del Lotto 2 di ampliamento della discarica.

I dati meteorologici usati nelle simulazioni sono stati forniti dal Servizio Meteorologico Regionale

- ARPA SMR per l’anno 2014 e rappresentano l’output dell’applicazione del modello CALMET per

un punto prossimo al sito (punto di coordinate Lat. 44.654 – Long.11.554).

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Il metodo di riferimento per la valutazione dei fattori di emissione è rappresentato dal Metodo

AP 42, pubblicato dalla U.S. Environmental Protection Agency (EPA), che si propone di

quantificare la produzione di inquinanti associata ad una determinata attività come risultato di

diversi fenomeni a cui è associato un determinato Fattore di Emissione.

Sono stati considerati 11 ricettori nell’intorno del sito della discarica all’interno del dominio di

simulazione, parte dei quali posti in prossimità o all’interno del SITO SIC-ZPS “Biotipi e ripristini

ambientali di Budrio e Minerbio”.

Lo studio di dispersione è stato condotto utilizzando il software Calpuff come strumento di

calcolo. Le simulazioni con Calpuff sono state eseguite adottando il campo meteorologico fornito

dal modello Calmet. L’output di Calpuff è stato trattato con il software Calpost che ha permesso di

estrapolare i risultati di interesse e di gestirli ed elaborarli attraverso un sistema GIS con cui sono

state elaborate le mappe di concentrazione al suolo.

Dall’analisi dei risultati ottenuti si osserva come le concentrazioni medie annuali evidenzino la

zona di massima ricaduta al suolo nei pressi della strada interna al cantiere non asfaltata che

servirà per trasportare il materiale da costruzione per la realizzazione dell’ampliamento del lotto 2.

La concentrazione media annuale calcolata presso l’area di massima ricaduta al suolo è pari a

16,9 µg/m³, inferiore al valore limite annuale di 40 µg/m³. I valori del 90,4° percentile sono inferiori

al valore limite di 50 µg/m³ presso tutti i punti della griglia di calcolo. Il valore massimo è pari a 26,8

µg/m³. Il calcolo dei valori di concentrazione al suolo è stato fatto anche al confine della SIC-ZPS

Biotopi e ripristini ambientali di Budrio e Minerbio; in questo caso la concentrazione media annuale

ottenuta è pari a 1,5 µg/m³, mentre il valore al 90,4° percentile è pari a 3,6 µg/m³.

Lo studio di dispersione ha mostrato come le emissioni di polveri siano al di sotto dei limiti

normativi. Si evidenzia che il calcolo, cautelativamente, non tiene in considerazione le attività

gestionali di mitigazione della diffusione delle polveri previste, ovvero la bagnatura dei percorsi di

servizio, con un’efficacia di abbattimento delle concentrazioni minima del 50% e la limitazione della

velocità dei mezzi che trasferiscono il materiale su strada non pavimentata, a 20 km/h.

Alla luce delle considerazioni sopra riportate e dell’approccio conservativo adottato lo studio

sopra richiamato si conclude affermando che l’impatto sui recettori riconducibile alle immissioni di

polveri durante le fasi di ampliamento della discarica in oggetto risulta non trascurabile ma

comunque inferiore ai limiti di qualità dell’aria previsti.

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E.2 EMISSIONI DIFFUSE DI TIPO ODORIGENO

Nella trattazione che segue, al fine di caratterizzare a livello quali-quantitativo le emissioni

diffuse di sostanze odorigene dal corpo della discarica si riportano i risultati delle seguenti

valutazioni:

• valutazione dei risultati ottenuti dal monitoraggio effettuato nell’anno 2009 in funzione delle

soglie olfattive e di protezione della salute umana individuate dalla bibliografia

internazionale (approccio analitico);

• valutazione modellistica della diffusione degli odori in atmosfera, basata sulle caratteristiche

meteo-climatiche dell’area (dati SMR) e sulla caratterizzazione delle sorgenti connesse alla

discarica in termini di unità odorimetriche, attribuendo alle stesse un valore di unità

odorimetriche da bibliografia (approccio sensoriale).

E.2.1 Monitoraggio delle sostanze odorigene nell’im pianto esistente

Il Provvedimento di AIA vigente (PG. 128409 del 20/03/2008 e s.m.i.) prevede l’esecuzione di

controlli periodici delle emissioni diffuse dal corpo discarica in almeno due punti di prelievo, posti

esternamente all’area di discarica, a monte ed a valle del corpo della stessa, lungo la direttrice

dominante del vento al momento del prelievo. Ogni campagna di indagine ha la durata di sei-sette

giorni consecutivi per ciascuna postazione.

Il metodo EPA 15 1999 utilizzato per l’esecuzione dei monitoraggi prevede il campionamento e

la successiva analisi di campioni di aria. Tale metodo presenta una serie di vantaggi rispetto ai più

tradizionali metodi di adsorbimento su fiala, in quanto:

• dà la possibilità di campionamento remoto non presenziato;

• permette un’appropriata integrazione del campione su un determinato periodo di tempo;

• la stabilità del campione è garantita per alcune settimane;

• consente la ripetizione dell’analisi su di uno stesso campione, il che permette, per esempio,

una valutazione della precisione del metodo;

• elimina l’effetto matrice sia in fase di campionamento che di desorbimento.

Inoltre, trattandosi di un prelievo di aria ambiente senza alcun trattamento si ha la massima

certezza che il campione sottoposto ad analisi sia rappresentativo delle condizioni da misurare. I

campioni di aria sono stati raccolti in “canisters” di acciaio inox passivato con un processo che

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rende inerte la superficie interna. La superficie interna dei canisters utilizzati è ulteriormente

inertizzata dalla presenza di uno strato di silice fusa chimicamente legata.

I parametri da analizzare e la frequenza di campionamento indicati nel Piano di monitoraggio, sono

contenuti nella tabella seguente.

Parametri Frequenza di campionamento

Monte - Valle Metano

semestrale Composti organici volatili Composti organici solforati

Nella tabella seguente si riportano i risultati delle campagne analitiche eseguite nell’anno 2014

(mesi di aprile e settembre), relativamente alle sostanze inquinanti emesse più significative ai fini

del monitoraggio ambientale della discarica.

Nell’ambito delle attività di monitoraggio periodico delle emissioni diffuse, le concentrazioni

determinate per ogni sostanza, sono confrontate con:

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• Livelli di guardia stabiliti all’interno dell’Autorizzazione Integrata Ambientale vigente (per i

parametri definiti markers, come meglio descritto successivamente), superati i quali attiva il

piano di intervento, previsto nel Piano di Monitoraggio e Controllo;

• TLV (Treshold Limit Value): rappresenta il valore limite di esposizione elaborato

dall’Associazione degli Igienisti Americani (ACGIH) che rappresenta la concentrazione

media, ponderata nel tempo, degli inquinanti presenti nell’aria degli ambienti di lavoro

nell’arco dell’intero turno lavorativo ed alle quali si presume che il lavoratore possa trovarsi

esposto 8 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana, per tutta la durata della vita lavorativa

senza risentire effetti dannosi.

Le analisi effettuate, di cui sono stati presentati i risultati completi nella Relazione annuale

HERAmbiente - esercizio 2014, hanno riscontrato per la maggior parte dei parametri valori al di

sotto del limite di rilevabilità strumentale e, per l’intero profilo analitico (oltre 50 parametri), sempre

inferiori alle soglie di riferimento TLV/TWA. Inoltre le differenze tra i valori rilevati nei punti a monte

e a valle possono considerarsi trascurabili.

Di seguito si riportano i parametri maggiormente rappresentativi dell’attività svolta, ovvero i

cosiddetti markers, per i quali come accennato in precedenza sono stabiliti livelli di guardia nel

Piano di monitoraggio:

• Cloruro di Vinile Monomero – 100 µg/m³;

• Stirene – 1600 µg/m³ ;

• Metilmercaptano – 50 µg/m³;

• Benzene – 10 µg/m³.

In relazione a tali sostanze, che permettono di individuare eventuali anomalie nella conduzione

dell’impianto ed in particolare nella gestione del biogas, il valore determinato in ogni campagna

analitica eseguita nell’anno 2009, verrà confrontato, oltre che con i livelli di guardia ed i TLV/TWA,

anche con le soglie di percettibilità olfattiva OT (Odour Threshold o soglia olfattiva).

Marker TLV/TWA (µg/m³) OT (µg/m³)

cloruro di vinile monomero 2556 n.d.

stirene 85202 631

metilmercaptano 984 2,1

benzene 1597 12000

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Data campionamento 10-14/04/2014 25-29/09/2014

MARKERS Punto Valle Punto Monte Punto Valle Punto Monte

Benzene (µg/m³) 0,3 0,2 0,33 0,23

cloruro di vinile monomero (µg/m³) <0,2 <0,2 <0,2 <0,2

stirene (µg/m³) <0,2 <0,2 <0,2 <0,2

metilmercaptano (µg/m³) <0,5 <0,5 <0,5 <0,5

Le analisi della qualità dell’aria svolte attraverso monitoraggi volti ad indagare le concentrazioni

di determinati composti inquinanti a monte, a valle della discarica (rispetto alla direzione prevalente

del vento) e in un punto di bianco non hanno evidenziato anomalie. Si evidenzia anzi che per tre

dei parametri per i quali l’AIA fissa delle soglie di guardia (metilmercaptani, stirene e CVM) tutte le

analisi hanno fatto registrare, su tutti i punti indagati, concentrazioni inferiori ai limiti di rilevabilità

della metodica adottata. Per quanto riguarda invece il benzene, va rilevato che questo analita è

stato rilevato soltanto in tracce.

In sintesi i markers monitorati mostrano concentrazioni in atmosfera inferiori di tre/quattro ordini

di grandezza (fattore 1.000/10.000) rispetto i valori di protezione della salute umana (TLV/TWA).

Le concentrazioni rilevate sono altresì ampiamente al di sotto delle sogli olfattive considerate e

ampiamente al di sotto dei livelli di guardia riportati nell’autorizzazione vigente.

E.2.2 Valutazione modellistica della diffusione di sostanze odorigene

Ai fini di valutare l’impatto connesso alla diffusione di sostanze odorigene in atmosfera è stato

eseguito uno studio specialistico di impatto olfattivo, eseguito mediante simulazione di dispersione

di emissioni gassose in atmosfera dalle potenziali attività ad impatto odorigeno della discarica,

derivanti dalla gestione operativa dell’ampliamento in progetto.

L'inquinante di cui è simulata la dispersione e di cui quindi è interesse valutare l'impatto

sull’ambiente è l'odore espresso in termini di concentrazione di odore [O.U./m3].

Le O.U. (Odour Unit O.U o Unità Olfattometriche) rappresentano il numero delle diluizioni del

campione di aria odorosa a cui il 50% di un set di persone (panelist) percepisce la presenza di

odore. L'odore, per le ipotesi e le limitazioni assunte nella norma europea UNI EN 13725:2004, è

assimilabile, nell'ambito delle simulazioni di dispersione, ad un'unica pseudo-specie che si

disperde nell'atmosfera in forma gassosa (quindi non particellare); pertanto nelle simulazioni di

dispersione oggetto del presente documento sono esclusi gli effetti di deposizione gravitazionale.

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Per quanto attiene la definizione delle caratteristiche meteoclimatiche nell'area di studio si è

fatto riferimento ai dati forniti dal Servizio Meteorologico Regionale - ARPA SMR. Allo scopo è

stato acquisito e analizzato il set di dati per l’intero anno disponibile più recente, ossia le serie

orarie dal 1° gennaio al 31 dicembre 2014 (anno 2014).

Lo studio di impatto olfattivo è stato condotto in accordo ai criteri riportati nel documento “Linee

guida della Regione Lombardia sulla gestione degli Odori, Febbraio 2010” (“Linea guida odori”),

che fissano un valore di soglia rispetto al valore di picco delle concentrazioni, prescrivendo che

tale valore non venga superato per più del 2% delle ore in un anno solare. In tal caso, il valore del

98° percentile delle concentrazioni orarie di picco su base annuale non deve superare dei criteri di

accettabilità che variano a seconda che si tratti di un impianto esistente o di una nuova attività o

ancora in caso di modifiche caratterizzate da emissioni di odori.

L’attuale discarica per rifiuti non pericolosi è in fase di gestione post-operativa dal 27/02/2007.

La discarica è dotata di sistema di copertura superficiale finale ai sensi del D.Lgs 36/2003 e di un

sistema di aspirazione del biogas che ne assicura il corretto allontanamento dal luogo di

produzione e l’invio a trattamento mediante valorizzazione energetica. I quantitativi di biogas

estratto evidenziano una forte diminuzione nel corso del tempo, passando dai 7.383.746 m3 del

2010 ai 2.326.408 m3 dell’anno 2014. Pertanto alla luce delle considerazioni sopra riportate

emerge la non necessità di valutare la diffusione in atmosfera di sostanze odorigene per tale

scenario, definito ante-operam, ovvero precedente all’ampliamento in progetto. Per quanto

riguarda invece le condizioni post-operam, l’emissione di sostanze odorigene è dovuta alla

gestione operativa dell’ampliamento in progetto; le sorgenti emissive sono le seguenti:

� A: sorgente costituita da rifiuti totalmente ricoperti con telo provvisorio;

� B: sorgente composta da rifiuti freschi.

Ad ogni potenziale sorgente odorigena individuata è stata assegnata una portata di odore,

desunta da norme tecniche/pubblicazioni scientifiche.

Fattori di emissione sostanze odorigene

Sorgente odorigena Area (m2)

Fattore di emissione areale

(u.o./m 2 sec)

Altezza sorgente (m)

Durata emissione

h/gg gg/anno

A Rifiuti totalmente ricoperti con telo provvisorio 73.500 0,57 16 24 365

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Fattori di emissione sostanze odorigene

Sorgente odorigena Area (m2)

Fattore di emissione areale

Altezza sorgente (m)

Durata emissione

B Rifiuti freschi 500 8,1 8 24 365

L’impatto olfattivo è analizzato applicando un modello meteo-diffusionale di dispersione

atmosferica al fine di simulare il trasporto e la diffusione di sostanze odorigene (Calpuff).

Dall’analisi dello modellistico effettuato ed integralmente riportato in allegato SA 4.1 dello SIA

(cod. doc. DS 02 BO VA 00 SI SA 04.02) è possibile concludere che:

� Le emissioni di odore determinano, limitatamente ad alcuni recettori, concentrazioni di

odore di poco superiori ai criteri di accettabilità. I recettori in cui si registra la

concentrazione maggiore, sono magazzini/tettoie utilizzati esclusivamente per stoccare

del materiale o come ricovero dei mezzi da agricoltura, in cui non si ha la presenza

continuativa di persone.

� L’impatto odorigeno previsto è pertanto ritenuto non significativo.