Tecnologia e Ingegneria - Comune di Malalbergo (BO). 4.0_Quadro... · La suddivisione dei dati di...
-
Upload
duongquynh -
Category
Documents
-
view
217 -
download
0
Transcript of Tecnologia e Ingegneria - Comune di Malalbergo (BO). 4.0_Quadro... · La suddivisione dei dati di...
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 2 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
SOMMARIO
A SCOPO ......................................................................................................................... 3
B DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DEL CLIMA LOCALE ..... ............................... 4
B.1 AREA VASTA ................................................................................................................. 4
B.1.1 Descrizione delle temperature mensili ................................................................. 4
B.1.2 Descrizione delle precipitazioni mensili ............................................................... 5
B.1.3 Descrizione del regime anemometrico ................................................................. 7
B.1.4 Altezza di rimescolamento ................................................................................... 9
B.1.5 Stabilità atmosferica .......................................................................................... 11
B.2 AREA LOCALE ............................................................................................................. 13
B.2.1 Temperatura ...................................................................................................... 13
B.2.2 Direzione e velocità del vento ............................................................................ 14
B.2.3 Stabilità atmosferica .......................................................................................... 18
C STATO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO.................... .............................................. 21
C.1 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DELLO STATO DI INQUINAMENTO ATMOSFERICO LOCALE ..................................................................................................... 21
C.1.1 Rete di Monitoraggio della qualità dell’aria ........................................................ 21
C.1.2 La qualità dell’aria nella Provincia di Bologna .................................................... 22 Biossido di azoto ............................................................................................................................. 22 Ozono 26 Particolato PM10 ............................................................................................................................. 29 Particolato PM2,5 ............................................................................................................................ 31 Monossido di carbonio .................................................................................................................... 33 Benzene 34
D IMPATTI IN FASE DI CANTIERE ....................... ........................................................ 37
E IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO ...................... ........................................................ 38
E.1 EMISSIONI DIFFUSE DI POLVERI .............................................................................. 38
E.2 EMISSIONI DIFFUSE DI TIPO ODORIGENO .............................................................. 40
E.2.1 Monitoraggio delle sostanze odorigene nell’impianto esistente.......................... 40
E.2.2 Valutazione modellistica della diffusione di sostanze odorigene ........................ 43
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 3 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
A SCOPO
Scopo del presente documento è quello di stimare e valutare gli impatti dell’opera in progetto
sulla componente ambientale atmosfera, mettendo in atto un processo logico di analisi e
comparazione degli stessi articolato come di seguito indicato:
� definizione dello stato attuale della componente atmosfera ed individuazione di eventuali
fragilità e criticità ambientali; in particolare si è proceduto con la caratterizzazione
meteoclimatica e meteodiffusiva dell’area (temperatura, direzione e velocità del vento,
classi di stabilità di Pasquill), seguita da un’analisi dello stato di qualità dell’aria alla luce
dei criteri, dei principi e dei valori di riferimento indicati dalla normativa in materia;
� definizione dei potenziali fattori di impatto, attraverso una dettagliata analisi del progetto
proposto e l’individuazione di tutte le potenziali sorgenti di impatto in riferimento alla fase
di cantiere e alla fase di esercizio;
� verifica ed analisi dei potenziali fattori di impatto e valutazione degli effetti significativi,
anche mediante l’applicazione di metodi quantitativi comportanti l’utilizzo di specifici
software di calcolo.
L’analisi degli impatti sulla componente atmosfera, come dettagliato nel presente documento,
porta a concludere l’assenza di criticità riconducibili alla realizzazione e gestione delle opere in
progetto.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 4 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
B DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DEL CLIMA LOCALE
Le condizioni meteorologiche interagiscono in vari modi con i processi di formazione,
dispersione, trasporto e deposizione degli inquinanti. Di seguito vengono considerati alcuni
indicatori meteorologici che possono essere posti in relazione con i processi di diffusione, trasporto
e rimozione dell’inquinamento:
� temperatura dell’aria;
� direzione e velocità del vento;
� condizioni di stabilità dell’atmosfera e altezza dello strato di rimescolamento.
B.1 AREA VASTA
Ai fini della descrizione di inquadramento del clima in area vasta si fa riferimento di seguito a
quanto riportato nel documento “Rete regionale di monitoraggio e valutazione della qualità dell’aria
della Provincia di Bologna – Report Dati 2014” a cura dell’ARPA – Sezione Provinciale di Bologna.
B.1.1 Descrizione delle temperature mensili
Il grafico seguente riporta gli andamenti delle temperature minima, media e massima mensili
(°C) per l’anno in esame; sono riportati inoltre i valori normali climatici delle temperature medie e
gli scostamenti rispetto al 2013. Nell’anno 2014 le temperature medie orarie registrate variano da
un minimo di -1.9°C nel mese di dicembre ad un massimo di 33.9°C nel mese di giugno. Si può
osservare come le temperature non siano quasi mai scese al di sotto degli 0°C, a parte appunto in
dicembre ed in particolare solo nelle ore notturne degli ultimi due giorni dell’anno. In generale nei
mesi invernali le temperature si sono mantenute miti, con differenze positive rispetto all’anno
precedente, più marcate (tra i 4 e i 6°C in più rispetto al 2013) nei valori minimi di febbraio-marzo e
novembre, ma con scostamenti positivi anche nei valori massimi. Inoltre il valore minimo di
febbraio 2014 risulta allineato al valore medio climatico. In media nel primo trimestre e negli ultimi
due mesi dell’anno sono state registrate differenze superiori ai 2°C rispetto al 2013 e anomalie,
cioè differenze rispetto al clima di riferimento, da 3 a oltre 5°C. Queste osservazioni potrebbero far
presumere un minor carico emissivo da riscaldamento domestico nel periodo invernale dell’anno in
esame, come possibile concausa di livelli inferiori di PM10. Al contempo la temperatura media
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 5 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
oraria massima su tutto l’anno è stata raggiunta all’inizio del trimestre estivo ed in particolare nei
giorni 11 e 12 giugno, mentre i mesi da luglio a settembre, causa l’avvicendarsi di numerose
perturbazioni, sono risultati insolitamente più freschi, specie se si considera la tendenza degli ultimi
anni ad essere caratterizzati da estati più calde e secche. Le temperature del periodo luglio
settembre 2014 presentano infatti scostamenti negativi rispetto al 2013 attorno ai 3°C nei valori
minimi e da 2 a oltre 5°C nei valori medi e massimi, risultando invece sostanzialmente in linea con
le medie mensili del riferimento climatico. Da notare che tra i mesi estivi proprio agosto 2014 ha
fatto registrare il più alto scostamento in negativo nella temperatura massima mensile rispetto
all’anno precedente (-5.5°C), quando era stato invece rilevato il massimo assoluto dell’anno.
Questo potrebbe spiegare la minore incidenza di elevate concentrazioni di ozono, essendo la
temperatura massima uno dei principali indicatori dell’intensità dei processi fotochimici e quindi
della produzione di ozono troposferico.
Figura 1: Bologna - temperature mensili (°C)
B.1.2 Descrizione delle precipitazioni mensili
Nella figura seguente sono rappresentate le precipitazioni cumulate mensili (mm) dell’anno
2014, i valori normali climatici di queste e gli scostamenti rispetto al 2013. Non si riscontra una
significativa variazione in termini di millimetri di pioggia totali: 887 mm nel 2013 e 890 mm nel 2014
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 6 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
(+25% rispetto al dato climatico). Risulta invece interessante notare come la distribuzione delle
cumulate mensili possa differire molto nel confronto interannuale, con i valori climatici distribuiti
molto più uniformemente nell’arco dell’anno e sempre compresi in una fascia tra 45 e 80 mm, a
conferma della tendenza degli ultimi anni ad una estremizzazione nell’intensità degli eventi di
precipitazione. Nel 2014 non ci sono stati mesi con assenza di pioggia, dal grafico si osserva infatti
che le cumulate mensili non risultano mai inferiori ai 20 mm. I mesi di giugno, luglio e settembre
sono stati più piovosi sia del 2013 che del clima di riferimento. Luglio 2014 è stato caratterizzato da
precipitazioni particolarmente abbondanti (mentre era stato il mese più secco nel 2013) e
costituisce insieme a gennaio il massimo assoluto dell’anno: per entrambi i mesi il valore della
pioggia cumulata è di circa 115 mm, pari a due volte e mezzo il riferimento climatico. In febbraio-
marzo, maggio e ottobre-novembre sono stati registrati dai 40 agli 80mm di pioggia in meno
rispetto al 2013 mentre nel confronto con il clima le anomalie negative più significative riguardano i
mesi di agosto, ottobre e dicembre (da 20 a 40 mm in meno). Soltanto novembre 2014 risulta
allineato al dato climatico. Dal punto di vista della rimozione degli inquinanti tramite meccanismi di
deposizione umida viene fissata come soglia di significatività una precipitazione cumulata
giornaliera di 0,3 mm. Tale scelta è da ricondurre alla definizione di “giorno critico per l’accumulo di
PM10” elaborata da Arpa-SIMC. Per ulteriori considerazioni si rimanda alla sezione relativa al
parametro PM10.
Figura 2: Bologna - precipitazione cumulata mensile (mm)
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 7 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
B.1.3 Descrizione del regime anemometrico
La rosa dei venti costituisce una rappresentazione della distribuzione in frequenza delle classi
di velocità media oraria del vento (m/s) per direzione di provenienza (°). La figura seguente si
riferisce all’intero anno 2014. Si osserva una netta prevalenza delle classi di intensità
relativamente modesta (con valori fino a 3 m/s) e i venti provengono in gran parte dai quadranti
occidentali (SudOvest e Ovest le direzioni più frequenti), più raramente da quelli orientali.
Figura 3: Bologna - rosa dei venti, anno 2014
La figura seguente permette di evidenziare le diverse caratteristiche stagionali dell’anno in
esame. Nei mesi invernali (gen-feb-dic) prevalgono le direzioni da Sud-SudOvest a Ovest con
quest’ultima come componente dominante e le velocità sono distribuite nelle varie classi,
generalmente entro i 4 m/s. Nei mesi estivi (giu-lug-ago) spicca la direzione NordOvest ma i venti
risultano provenire da tutto il quadrante nord-occidentale e si ha una prevalenza delle classi di
velocità fino a 3 m/s; si osservano anche componenti con minor frequenza nei settori da Est a
NordEst. Le due stagioni intermedie (mar, apr, mag - primavera; set, ott, nov - autunno)
presentano distribuzioni simili e la provenienza è ancora principalmente dal quadrante sud-
occidentale con componenti orientali meno frequenti. Si notano però una distribuzione più uniforme
nei vari settori e velocità del vento mediamente più basse in autunno, il predominio delle direzioni
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 8 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
SudOvest/Sud-SudOvest e un significativo spostamento verso classi di velocità più elevate in
primavera (con valori oltre i 5 m/s e punte fino a 8 m/s).
Figura 4: Bologna - rose dei venti stagionali 2014
La suddivisione dei dati di velocità del vento secondo la scala Beaufort (Tabella 3) evidenzia
come valori compresi tra 0,3 e 3,3m/s siano in assoluto i più frequenti, costituendo quasi sempre
dall’80 a oltre il 90% del campione mensile. Prevale il grado 1 “bava di vento” (0,3 – 1,5m/s) in
gennaio e da luglio a dicembre con percentuali tra il 50 e il 60% nell’ultimo trimestre, quando si
registra anche il maggior numero di “calme” (seppure con percentuali molto basse). Prevale il
grado 2 “brezza leggera” (1,6 – 3,3m/s) con percentuali attorno al 50% da febbraio a giugno,
quando risultano anche maggiormente popolate le classi associate a velocità superiori (con casi
oltre i 5.5m/s in aprile e maggio).
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 9 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Tabella 1: Distribuzione delle velocità del vento s econdo la scala Beaufort, anno 2014
B.1.4 Altezza di rimescolamento
Lo strato di rimescolamento si estende dal suolo alla zona di inversione termica ed è lo strato
all’interno del quale i moti turbolenti di origine sia termica (legati al riscaldamento della superficie)
che meccanica (legati all’azione del vento) pilotano la dispersione degli inquinanti. In linea
generale un maggiore spessore di tale strato indicherà un più efficace rimescolamento in verticale
e quindi una minore concentrazione misurata al suolo. L’altezza dello strato di rimescolamento è
soggetta a variazioni giornaliere e stagionali, dipendendo dal ciclo radiativo del suolo e dalle
condizioni meteorologiche. In Figura 7 sono riportati i tipici andamenti sulle 24 ore dell’altezza di
rimescolamento (m) nelle varie stagioni del 2014. Si osserva un innalzamento a partire dalle prime
ore del mattino (più tardi e più gradualmente in inverno, più rapidamente in estate) fino a
raggiungere il valore massimo nel pomeriggio, in una fascia oraria compresa tra le 15 e le 17-18.
Segue una diminuzione all’approssimarsi delle ore serali (molto più rapida e più tardi in estate) fino
a raggiungere i valori minimi caratteristici delle ore notturne. Nel periodo diurno la variazione
stagionale risulta decisamente più marcata: lo spessore dello strato di rimescolamento arriva al
massimo fino a circa 600m nei mesi invernali e a valori oltre i 2000m in estate, in concomitanza
con la maggior occorrenza di condizioni instabili. I valori notturni sono confrontabili nelle varie
stagioni (attorno a 200 – 300 m), anche se nell’anno in esame risultano valori leggermente
superiori in inverno.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 10 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Figura 5: Bologna - altezza di rimescolamento (m), giorno tipo stagionale 2014
La variazione stagionale dell’altezza di rimescolamento è evidenziata anche dall’andamento
delle medie mensili (Figura 8) con i valori più bassi, attorno a 300 m, raggiunti nei mesi invernali di
gennaio e dicembre. A conferma della particolarità dell’estate 2014 si nota come i valori più elevati
(attorno ai 1000 m) corrispondano ai mesi di maggio e giugno anziché ai mesi pienamente estivi.
Figura 6: Bologna - altezza di rimescolamento media mensile (m)
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 11 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
B.1.5 Stabilità atmosferica
Di seguito sono riportati i grafici relativi ai giorni tipo stagionali della frequenza percentuale con
cui ricorrono le varie classi di stabilità per l’anno 2014. Si osserva la presenza di condizioni stabili
(classe F) nelle prime ore del giorno e nelle ore serali, con una distribuzione temporale diversa a
seconda della stagione: nel periodo autunno-inverno, a causa di temperature più basse che
contribuiscono al mantenimento delle condizioni di inversione termica, la classe F persiste per un
maggior numero di ore e con percentuali dal 40 al 60%; in estate invece, grazie a temperature più
elevate che portano al dissolvimento anticipato delle inversioni termiche notturne, le condizioni
stabili, con frequenza oltre il 70%, caratterizzano solo le prime ore del mattino fino alle 5 e si
reinstaurano la sera a partire dalle ore 21. Il confronto stagionale permette inoltre di evidenziare la
maggior presenza della classe D riferita a condizioni neutrali nelle giornate inverno-autunnali, con
percentuali di occorrenza molto variabili e a tutte le ore del giorno. La classe A, indicativa di
condizioni fortemente instabili, è presente quasi esclusivamente nel periodo estivo-primaverile e
con frequenza significativamente superiore al 10% solo nelle ore centrali della giornata, quando
risultano maggiormente attivi i meccanismi di turbolenza termica.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 12 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Figura 7: Bologna - classi di stabilità, giorno tip o stagionale 2014
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 13 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
B.2 AREA LOCALE
Le caratteristiche meteoclimatiche dell'area in esame sono state analizzate quale dato
essenziale nello studio di dispersione degli inquinanti nell'atmosfera. I dati meteorologici usati nelle
simulazioni sono stati forniti dal Servizio Meteorologico Regionale - ARPA SMR per l’anno 2014 e
rappresentano l’output dell’applicazione del modello CALMET per un punto prossimo al sito (punto
di coordinate Lat. 44.654 – Long.11.554). Calmet è un pre-processore meteorologico mass-
consistent che, partendo da un insieme di misure di tipo diverso e sfruttando una serie di
informazioni sul territorio (orografia, uso del suolo ecc), ricostruisce i valori dei parametri
meteorologici su un grigliato. Presso ARPA-SIM, Calmet è implementato su un dominio che copre
il nord dell’Italia con passo di 5 km.
B.2.1 Temperatura
Nel 2014 la temperatura minima è pari a -3,35°C (30/12/2014), mentre la massima è pari a
33,9°C (11/06/2014). Il mese con la temperatura media più elevata è agosto (temperatura media
mensile pari a 22,4°C), il mese più freddo dicembre (media mensile pari a 5,7°C); la temperatura
media annuale è di 14,6°C. Analizzando le temperature registrate si evidenzia l'andamento
illustrato in Figura 8 .
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov DicT Media 6.0 8.0 10.5 14.4 17.3 22.1 22.4 22.4 18.7 15.9 11.6 5.7
T Min -1.0 1.1 1.6 4.0 7.5 10.3 13.75 12.45 8.1 3.1 3.0 -3.3
T Max 12.9 14.5 22.0 24.5 27.4 34.0 33.3 32.0 28.7 25.7 20.7 14.9
-5.0
0.0
5.0
10.0
15.0
20.0
25.0
30.0
35.0
40.0
Tem
pera
tura
[°C
]
Temperatura - anno 2014
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 14 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
-15.0
-10.0
-5.0
0.0
5.0
10.0
15.0
20.0
25.0
30.0
35.0
40.0
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Te
mp
era
tura
[°C
]
Temperatura - anno 2014
T Media
T Min
T Max
Figura 8: Temperatura media, minima e massima
B.2.2 Direzione e velocità del vento
I valori di velocità del vento si riferiscono ad una quota di 10 metri dal p.c (Figura 9 ). La velocità
media annuale del vento è di 1,97 m/s. I venti inferiori a 0,5 m/s sono il 8,54%. I venti più frequenti
sono compresi nella classe 1-2 m/s (35,86%). Nel 57% dei casi circa la velocità è compresa tra 1 e
3 m/s. Solo nel 3,0% dei casi circa la velocità è superiore a 5 m/s.
<= 0,5 [m/s] 0,5 - 1 [m/s] 1 - 2 [m/s] 2 - 3 [m/s] 3 - 5 [m/s] 5 - 7 [m/s] >7 [m/s]Anno 2014 8.54% 16.67% 35.86% 21.84% 14.12% 2.61% 0.37%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Freq
uenz
a [%
]
Frequenza media annuale delle velocità dei venti - anno 2014
Figura 9: Velocità del vento
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 15 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
La rosa dei venti alla quota di 10 m da p.c. (Figura 10 ) denota una predominanza di venti
provenienti dai settori occidentali con una percentuale elevata di venti provenienti da W, cui si
somma un contributo non trascurabile di venti orientali, in particolare da ESE.
0.0
2.5
5.0
7.5
10.0
12.5
15.0
17.5N
NNE
NE
ENE
E
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei ventiAnno 2014
N NNE NE ENE E ESE SE SSE
3,7% 4,6% 6,2% 6,2% 6,7% 8,9% 6,0% 3,8% S SSW SW WSW W WNW NW NNW
3,4% 3,0% 4,5% 6,2% 14,9% 11,0% 6,5% 4,2%
0
5
10
15
20
25N
NNE
NE
ENE
E
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Frequenza media annuale dei venti diurni e notturniAnno 2014
Venti notturni
Venti diurni
Figura 10: Direzione del vento – Dati Calmet
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 16 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Si riporta inoltre la rosa dei venti ricostruita con i dati registrati dalla stazione meteo di Baricella che
denota una predominanza di venti provenienti dai settori nord-orientali con una percentuale elevata
di venti provenienti da NNEnord nord est, e dai settori sud-occidentali compresi tra i settori WSW
ovest sud ovest – sud ovest-SW. La rosa evidenzia quindi un andamento differente rispetto ai dati
del modello CALMET. Ai fini delle elaborazioni modellisriche si è optato per utilizzare, per il
parametro di direzione del vento, i dati locali della stazione meteo di Baricella, in modo da
rappresentare con dati più caratteristici e sito-specifici il regime anemologico dell’area.
0.0
2.5
5.0
7.5
10.0
12.5
15.0
17.5N
NNE
NE
ENE
E
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei ventiAnno 2014 - Stazione meteo Baricella
Figura 11: Direzione del vento – Stazione di Barice lla
Esaminando la direzione di provenienza dei venti in funzione del modulo della velocità, si può
osservare che i venti di bassa intensità (<=0,5 m/s) provengono prevalentemente da sud ovest; per
quelli compresi tra 0,5 e 1 m/s comincia ad evidenziarsi il contributo dei venti occidentali e orientali
che diventa più marcato per i venti compresi tra 1 - 3 m/s, in cui si nota una netta predominanza di
venti provenienti da ovest e est - est sud est. Per i venti tra 3 e 5 m/s si osserva anche un
contributo lungo l’asse ovest nord ovest – sud est; infine per i venti di intensità maggiore di 5 m/s,
seppur poco frequenti, si denota una percentuale elevata di venti dai settori compresi tra ovest - -
ovest nord ovest ed un contributo non trascurabile di venti da nord est.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 17 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
0
5
10
15
20
25N
NNE
NE
ENE
E
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti <= 0,5 m/s
0
5
10
15
20
25N
NNE
NE
ENE
E
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti 0,5-1 m/s
0
5
10
15
20
25N
NNE
NE
ENE
E
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti 1-2 m/s
0
5
10
15
20
25N
NNE
NE
ENE
E
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti 2-3 m/s
0
5
10
15
20
25N
NNE
NE
ENE
E
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti 3-5 m/s
0
5
10
15
20
25N
NNE
NE
ENE
E
ESE
SE
SSE
S
SSW
SW
WSW
W
WNW
NW
NNW
Frequenza media annuale della direzione di provenie nza dei venti > 5 m/s
Figura 12: Direzione dei venti in funzione dell’int ensità
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 18 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
B.2.3 Stabilità atmosferica
Uno dei parametri di maggior rilevanza nel calcolo dei fenomeni di dispersione è rappresentato
dal grado di equilibrio o stabilità termodinamica degli strati della bassa atmosfera terrestre
interessati dalle traiettorie degli effluenti gassosi. Uno dei metodi più diffusi per stabilire la
frequenza con cui si riscontrano le diverse condizioni di stabilità è quello proposto da Pasquill, che
prevede la classificazione della stabilità in diverse categorie distinte da lettere dell'alfabeto,
passando dalla classe A fino alla classe F. Tali categorie sono qualitativamente specificate nei
termini della velocità media del vento (misurata all'altezza standard di 10 m dal suolo),
dell'intensità dell'insolazione, o della quantità della radiazione solare incidente e dello stato di
copertura del cielo per il periodo notturno.
Le sei categorie di stabilità atmosferica di Pasquill sono le seguenti:
� Categorie convettive:
� Categoria A: condizioni fortemente convettive con velocità del vento bassa e forte
insolazione;
� Categoria B: condizioni con radiazione solare relativamente poco elevata, oppure con
velocità del vento elevata;
� Categoria C: condizioni con velocità del vento elevata e radiazione solare ridotta.
� Categorie neutre:
� Categoria D: condizioni prossime all’adiabaticità, che possono verificarsi prevalentemente
nel semestre freddo, con cielo coperto o nebbia, sia in fase diurna che in fase notturna (le
nuvole di notte ostacolano il raffreddamento del suolo e di giorno ne rallentano il
riscaldamento; in entrambi i casi il loro effetto favorisce l’instaurarsi di condizioni di
stratificazione neutra).
� Categorie stabili:
� Categoria E: condizioni con vento abbastanza elevato e cielo poco nuvoloso;
� Categoria F: condizioni con velocità del vento bassa e cielo sereno.
Riguardo il caso in esame (Figura 13 ), prevalgono le condizioni neutre (D) e di stabilità forte
(F). Le condizioni di instabilità (A, B, C) si verificano nel 31% dei casi circa.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 19 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
A B C D E F
Anno 2014 2.4% 13.4% 15.5% 31.6% 5.9% 31.2%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Freq
uenz
a [%
]
Frequenza media annuale delle classi di stabilità di Pasquill
Figura 13: Classi di stabilità atmosferica
Un’analisi più dettagliata è stata eseguita comparando le classi di stabilità in funzione del
modulo della velocità del vento.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 20 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Figura 14: Classi di stabilità atmosferica in funzi one della velocità del vento
Dall’analisi dei risultati si può notare come la classe F sia la più frequente per venti d’intensità
<3 m/s. Per i venti d’intensità maggiore, la classe F tende a diminuire notevolmente e scompare
per venti > 5 m/s, mentre è la classe neutra D ad essere la più frequente. Le classi instabili A+B
sono presenti con percentuali comprese tra il 10 - 20% dei casi circa per i venti sino a 5 m/s e nulle
per venti di più forte intensità.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 21 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
C STATO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO
C.1 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DELLO STATO DI INQ UINAMENTO ATMOSFERICO LOCALE
La caratterizzazione della componente atmosfera nell’area oggetto di studio è stata effettuata
prendendo in considerazione il report “Rete regionale di monitoraggio e valutazione della qualità
dell’aria della Provincia di Bologna – Report Dati 2014” a cura dell’ARPA – Sezione Provinciale di
Bologna.
C.1.1 Rete di Monitoraggio della qualità dell’aria
La rete provinciale di monitoraggio della provincia di Bologna risulta costituita da 7 stazioni di
misurazione, distribuite su 5 comuni, così come riportato in Figura 15, nella quale è anche indicata
la zonizzazione territoriale ai fini della qualità dell’aria.
Tabella 2: Stazioni e parametri della rete di monit oraggio - anno 2014
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 22 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Figura 15: Configurazione delle stazioni di misura di qualità dell’aria – anno 2014
C.1.2 La qualità dell’aria nella Provincia di Bolog na
Di seguito vengono presentate le elaborazioni relative ai dati raccolti dalle postazioni fisse della
rete di monitoraggio installata nella provincia di Bologna.
Biossido di azoto
Relativamente all’anno in esame, la media annuale di biossido di azoto non rispetta il valore
limite di legge (40 µg/m3) nella sola stazione di Porta San Felice (Tabella 3). Il valore limite sulla
media oraria di 200 µg/m3, da non superare per più di 18 ore nel corso di un anno, viene rispettato
in tutte le stazioni. Anche per il 2014 la soglia di allarme di 400 µg/m3 non è mai stata raggiunta da
nessuna centralina. Questa situazione evidenzia che gli episodi acuti legati a concentrazioni orarie
elevate di NO2 non rappresentano un elemento di criticità. Da notare che la stazione Castelluccio
ha valori poco dispersi e concentrati intorno al valore medio, oltre che in gran parte al di sotto del
limite di quantificazione (Figura 16).
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 23 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Tabella 3: Biossido di azoto: Parametri statistici e confronto coi limiti di legge - anno 2014
Figura 16: NO 2 - Box Plot delle statistiche annuali 2014
L'analisi delle concentrazioni medie mensili calcolate per l'anno 2014 (Figura 17 e Figura 18,
Tabella 4) permette di evidenziare l’andamento stagionale. Per quanto concerne le stazioni
dell’Agglomerato, i valori medi di biossido di azoto più elevati sono stati registrati dalla stazione da
traffico di Porta San Felice. Sia nelle stazioni dell’Agglomerato che in quelle di Pianura si osserva
che i valori medi mensili più elevati si rilevano nei trimestri invernale e autunnale. Le oscillazioni
nelle medie mensili presso Castelluccio, stazione dell'Appennino, sono scarsamente
rappresentative in quanto riguardanti valori inferiori al limite di quantificazione (12 µg\m3).
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 24 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Figura 17: Agglomerato - NO 2 Concentrazioni medie mensili 2014
Figura 18: Pianura e Appennino - NO 2 Concentrazioni medie mensili 2014
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 25 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Tabella 4: NO2 Concentrazioni medie mensili 2014
In Figura 19 e nella successiva Tabella 5 sono riportati i valori delle medie annuali rilevate a
partire dal 2004. Non si evince un trend univoco sul lungo periodo per gli anni considerati. Per le
stazioni da traffico si osserva che il valore limite annuale di 40 µg/m3 è stato sempre superato a
Porta San Felice, mentre nella stazione di San Lazzaro sono state registrate medie annuali sotto il
valore limite a partire dal 2011. Per le stazioni di Giardini Margherita e di San Pietro Capofiume si
conferma un trend in diminuzione a partire dal 2006-2007, anche se le medie di alcuni anni non
sono pienamente rappresentative in quanto calcolate su una percentuale di dati validi inferiore al
90%. Nell’area urbana di Imola l’andamento delle medie annuali della stazione da traffico De
Amicis mostra un superamento del valore limite nel 2008, seguito da una diminuzione negli ultimi
anni.
Figura 19: NO 2 Confronto medie annuali 2004-2014
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 26 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Tabella 5: NO2 - Andamento temporale delle medie an nuali
Ozono
Il box plot (Figura 20) evidenzia per Castelluccio una distribuzione dei dati simmetrica e
concentrata attorno al valore mediano ad indicazione di concentrazioni più costanti durante l’anno
rispetto alle rimanenti stazioni, per le quali si osservano distribuzioni che coprono un più ampio
intervallo di valori.
Figura 20: O 3 - Box Plot delle statistiche annuali 2014
Dall'analisi delle concentrazioni medie mensili calcolate per l'anno 2014 (Figura 21 e Tabella
10) è possibile mettere in evidenza l’andamento stagionale dell’ozono, del tutto concorde e con
valori molto simili in quasi tutte le stazioni in cui questo parametro è stato rilevato (stazioni di
fondo). I valori medi mensili più elevati sono registrati nel trimestre estivo giugno - agosto, con una
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 27 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
crescita più graduale nella transizione inverno-estate ed un brusco calo nel passaggio estate-
inverno. Solo a Castelluccio, stazione dell’Appennino, i valori di O3 rimangono relativamente alti
nei mesi invernali.
Figura 21: O 3 - Concentrazioni medie mensili 2014
Tabella 6: O3 - Concentrazioni medie mensili 2014
Per quanto attiene all’ozono troposferico i limiti da rispettare stabiliti dal D.Lgs. 155/2010 per la
protezione della salute umana sono riferiti sia al breve periodo sia al medio-lungo periodo. Per il
breve periodo sono definite 2 soglie di concentrazione limite:
• la "soglia di informazione", pari a 180 µg/m3 di ozono misurato in aria come media oraria;
• la "soglia di allarme" pari a 240 µg/m3 di ozono misurato in aria come media oraria.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 28 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Superamenti della soglia di informazione si sono verificati nel solo trimestre estivo in entrambe
le stazioni dell’Agglomerato. Tra le stazioni di Pianura non sono stati registrati superamenti.
Per la protezione della salute umana sul medio e lungo periodo il decreto prevede:
• il valore obiettivo pari a 120 µg/m3 da non superare per più di 25 giorni per anno civile come
media su 3 anni . Se non è possibile determinare le medie su tre anni in base ad una serie
intera e consecutiva di dati annui, la valutazione della conformità ai valori obiettivo si può
riferire, come minimo, ai dati relativi a un anno;
• l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana calcolato come media
massima giornaliera su 8 ore nell’arco di un anno civile, pari a 120 µg/m3.
In Tabella 7 è riportato il numero di superamenti del valore obiettivo per l’anno considerato
come media degli ultimi 3 anni. Per tutte le stazioni di cui sono disponibili tre annualità consecutive
di dati si registrano superamenti del limite normativo. Per le stazioni di cui non si dispone delle
annualità per l’elaborazione della media, i valori da considerare (riferiti ad un anno come prevede
la normativa) sono quelli riportati nell’ultima colonna della Tabella 8.
Tabella 7: Ozono - Superamenti valore obiettivo per la salute umana - anno 2014
Tabella 8: Ozono - Superamenti obiettivo a lungo te rmine per la salute umana - anno 2014
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 29 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Particolato PM10
La valutazione delle concentrazioni estesa all’intero anno (Tabella 9) mostra che nel 2014 le
medie annuali ottenute non superano il valore limite di 40 µg/m3 in nessuno dei siti di misura,
inclusa la stazione da traffico Porta San Felice nell’agglomerato di Bologna, così come avviene dal
2008. Dal box plot di Figura 22 emerge come le distribuzioni annuali dei dati siano relativamente
poco disperse per la maggior parte delle stazioni e tutte molto simili tra loro; questo in parte si
giustifica con la natura parzialmente secondaria del particolato. Unica eccezione è rappresentata
dalla stazione di Castelluccio, la cui distribuzione risulta poco dispersa e centrata attorno ad un
valore medio nettamente inferiore.
Tabella 9: Particolato PM10 - Parametri statistici e confronto coi limiti di legge - anno 2014
Figura 22: PM10 - Box Plot delle statistiche annual i 2014
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 30 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Le medie mensili delle stazioni dell’Agglomerato evidenziano un andamento stagionale con
concentrazioni più elevate nel semestre invernale per tutte le centraline, in special modo negli
ultimi mesi dell'anno. Andamento analogo si osserva per le stazioni di Pianura, con valori più
elevati nel mese di marzo (Tabella 10). Nel periodo 2003 – 2014 si può rilevare un leggero
decremento negli anni 2006-2009 e anche per le medie annuali l’anno 2014 si registra un calo
delle concentrazioni, rappresentando il valore minimo degli ultimi 12 anni per tutte le postazioni di
misura.
Tabella 10: PM10 - Concentrazioni medie mensili 201 4 e annuali 2003-2014
Il numero dei giorni di superamento del valore limite giornaliero di 50 µg/m3 nell’anno 2014
(Tabella 11) risulta nettamente migliorato rispetto agli altri anni. Nessuna centralina ha superato i
35 giorni stabiliti dalla normativa. Le giornate con concentrazioni superiori a 50 µg/m3 sono state
registrate nei mesi da gennaio a marzo e da settembre a dicembre. Il maggior numero di
superamenti si è verificato nell'ultimo trimestre dell'anno. Dall’analisi delle serie storiche si
evidenzia una tendenza al decremento del numero di giornate con superamento fino al 2009, un
generale aumento negli anni successivi ed una sostanziale stabilità per il biennio 2011-2012, fatta
eccezione per Porta San Felice. Il 2013 fa registrare un nuovo calo del numero di superamenti
giornalieri, che ad eccezione di San Pietro Capofiume, si conferma anche nel 2014.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 31 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Tabella 11: PM10 - Superamenti del valore limite gi ornaliero - anno 2014 e nel periodo 2003-2014
Particolato PM2,5
Le concentrazioni medie annue risultano nel 2014 significativamente inferiori a 26 µg/m3 per
tutte le postazioni presenti sul territorio provinciale e rispettano il valore limite di 25 µg/m3 previsto
per il 2015.
Tabella 12: Particolato PM2,5: Parametri statistici e confronto coi limiti di legge - anno 2014
In Figura 23 il box plot illustra per le stazioni di Pianura e Agglomerato una distribuzione dei dati
molto simile, in virtù della natura parzialmente secondaria del parametro PM2,5. Come già visto per
il particolato PM10 anche in questo caso Castelluccio ha un comportamento a sé stante.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 32 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Figura 23: PM2,5 - Box Plot delle statistiche annua li 2014
Nel grafico di Figura 24 e nella Tabella 13 si riportano le serie storiche disponibili delle medie
annuali di PM2,5 per le stazioni attive. Tale parametro viene monitorato nelle stazioni di Porta San
Felice e di San Pietro Capofiume per tutti gli anni considerati, dall’inizio del 2009 nella stazione di
Giardini Margherita e a partire dal 2012 nella stazione di Castelluccio.
Figura 24: PM2,5 - Confronto medie annuali 2004-201 4
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 33 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Tabella 13: PM2,5 - Andamento temporale delle medie annuali
Monossido di carbonio
Il Decreto Legislativo n. 155/2010 stabilisce per il monossido di carbonio un valore limite pari a
10 mg/m3 come massima concentrazione media giornaliera su 8 ore. Tale valore si determina con
riferimento alle medie consecutive su 8 ore, calcolate sulla base dei dati orari ed aggiornate ad
ogni ora. Ogni media su 8 ore in tal modo calcolata è riferita al giorno nel quale la serie di 8 ore si
conclude: la prima fascia di calcolo per un giorno è quella compresa tra le ore 17.00 del giorno
precedente e le ore 01.00 del giorno stesso; l’ultima fascia di calcolo per un giorno è quella
compresa tra le ore 16.00 e le ore 24.00 del giorno stesso. Il valore limite di 10 mg/m3 fissato dalla
normativa non è mai stato superato nel 2014 in nessuna delle due postazioni di misura, con
concentrazioni di CO nettamente inferiori, di uno o due ordini di grandezza, rispetto al valore limite.
Tabella 14: Monossido di carbonio - Parametri stati stici - anno 2014
Le concentrazioni medie mensili (Tabella 15) presentano valori molto bassi lungo tutto l’anno,
ma più alti in inverno e minori in estate, comunque sempre superiori a Porta San Felice rispetto a
De Amicis.
Tabella 15: Monossido di carbonio - Concentrazioni medie mensili 2014
L'analisi dei dati medi annuali e degli andamenti temporali (Figura 25 e Tabella 16), mostra un
trend in diminuzione nel periodo 2005-2008, e conferma come tale inquinante abbia cessato di
costituire una criticità in entrambi i siti di misura, analogamente a quanto rilevato su tutto il territorio
regionale. Per tale ragione la configurazione della rete di monitoraggio prevede la rilevazione di
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 34 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
questo inquinante solo nelle stazioni da traffico, ovvero dove più alta si presume sia la sua
concentrazione.
Figura 25: Monossido di carbonio - Confronto medie annuali 2004-2014 Tabella 16: Monossido di carbonio - Andamento temp orale delle medie annuali
Benzene
Come presentato in Tabella 17, i valori medi annuali misurati presso entrambe le stazioni da
traffico risultano significativamente inferiori al valore limite di 5 µg/m3. La distribuzione dei dati della
stazione di Porta San Felice (Figura 26) è raccolta attorno alla media, evidenziando come solo il
2% dei valori rilevati (98° percentile) risulti più elevato del valore limite annuale. La stazione di
Imola De Amicis presenta rispetto a quella di Bologna una distribuzione dei dati più compatta.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 35 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Tabella 17: Benzene - Parametri statistici e confro nto coi limiti di legge - anno 2014
Figura 26: Benzene - Box Plot delle statistiche ann uali 2014
In Tabella 18 sono riportate le concentrazioni medie mensili. I valori di Porta San Felice
superano i 2 µg/m3 nei mesi invernali (gennaio, febbraio, novembre, dicembre) raggiungendo un
picco di 3,5 µg/m3 a inizio anno. Anche De Amicis presenta valori più elevati nel trimestre
invernale.
Tabella 18: Benzene - Concentrazioni medie mensili 2014
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 36 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Dai dati rilevati nella stazione urbana da traffico di Porta San Felice dal 2004 al 2014 (Figura 27
e Tabella 19) emerge che, al netto calo fino al 2005 segue una sostanziale stabilità nel periodo
2005 - 2009, con una leggera diminuzione del valore medio annuo tra il 2009 e il 2014. Il 2014 ha
fatto registrare concentrazioni medie annue pressoché identiche a quelle dell’anno precedente.
Nella stazione urbana da traffico di Imola De Amicis si registra anche per l’anno 2014 una
concentrazione media annua pari a 0,9 µg/m3, inferiore di circa il 50% rispetto a quello registrato a
Bologna Porta San Felice. Nel complesso l'andamento delle medie annuali evidenzia una
diminuzione della criticità di questo parametro, presumibilmente attribuibile al rinnovo del parco
veicolare.
Figura 27: Benzene - Confronto medie annuali 2004-2 014 Tabella 19: Benzene - Andamento temporale delle med ie annuali
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 37 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
D IMPATTI IN FASE DI CANTIERE
Si ritiene che, durante la fase di cantiere per la realizzazione delle opere in progetto, le
principali emissioni in atmosfera siano quelle di tipo polverulento, riconducibili alle diverse attività di
cantiere previste per la realizzazione dell’ampliamento dei lotti di discarica.
Allo scopo di valutare l’impatto conseguente alle emissioni in atmosfera di polveri in fase di
cantiere è stata eseguita una valutazione modellistica degli impatti sulla qualità dell’aria, con la
finalità di effettuare il confronto delle concentrazioni calcolate con gli standard di qualità dell’aria
previsti. Per ogni attività di cantiere è stata quantificata l’emissione di polveri in funzione delle ore
lavorative giornaliere (10 h/giorno) e della durata prevista della singola attività. In seguito è stata
individuata la fase cantieristica più critica, rappresentata dalla sovrapposizione temporale di più
fasi lavorative, previste nel cronoprogramma dei lavori, cui è associata l’emissione di polveri
massima. L’analisi del cronoprogramma e delle emissioni di polveri per singola attività, evidenzia la
situazione peggiore in occasione della sovrapposizione delle fasi di cantiere previste per la
costruzione degli argini perimetrali della discarica e per le operazioni di baulatura del fondo della
discarica.
L’emissione diffusa di polveri è stata quantificata utilizzando gli algoritmi di calcolo riconosciuti e
validati dall’U.S. Environmental Protection Agency (“USEPA”) contenuti nel documento “AP-42 -
Development of emission factors for fugitive dust sources”.
Il calcolo dei valori di concentrazione al suolo ha evidenziato il rispetto della legislazione vigente
presso tutti i punti del dominio del modello. La mappa delle concentrazioni medie annuali evidenzia
la zona di massima ricaduta al suolo in prossimità delle sorgenti areali considerate, in particolare
nei pressi della strada interna al cantiere non asfaltata che servirà per trasportare il materiale da
costruzione per la realizzazione dell’ampliamento del lotto 1. La concentrazione media annuale
calcolata presso l’area di massima ricaduta al suolo è pari a 12,6 µg/m³, inferiore al valore limite
annuale di 40 µg/m³. I valori del 90,4° percentile sono inferiori al valore limite di 50 µg/m³ presso
tutti i punti della griglia di calcolo. Il valore massimo è pari a 21,6 µg/m³. Il calcolo dei valori di
concentrazione al suolo è stato fatto anche al confine della SIC-ZPS Biotopi e ripristini ambientali
di Budrio e Minerbio; in questo caso la concentrazione media annuale ottenuta è pari a circa 0,9
µg/m³, mentre il valore al 90,4° percentile è pari a 2,0 µg/m³.
Il calcolo, cautelativamente, non tiene in considerazione le attività gestionali di mitigazione della
diffusione delle polveri previste, ovvero la bagnatura dei percorsi di servizio, con un’efficacia di
abbattimento delle concentrazioni minima del 50% e la limitazione della velocità dei mezzi che
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 38 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
trasferiscono il materiale su strada non pavimentata, a 20 km/h, che saranno comunque adottati
come interventi di mitigazione.
Per completezza si segnala che oltre alle emissioni di polveri, caratterizzano la fase di cantiere
anche le emissioni dei gas di scarico delle macchine operatrici e delle macchine di trasporto
materiali che tuttavia si ritengono trascurabili ai fini della presente valutazione.
E IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO
Ai fini della valutazione degli impatti in atmosfera generati dall’ampliamento della discarica in
oggetto sono stati presi in considerazione i seguenti aspetti ambientali:
• emissione diffuse di polveri;
• emissioni diffuse di tipo odorigeno.
Si sottolinea che, in considerazione della tipologia di rifiuti che saranno conferiti
nell’ampliamento della discarica in progetto, non vi sarà produzione di biogas. Possibili emissioni
diffuse di gas climalteranti o emissioni convogliate da motori endotermici di combustione del
biogas, pertanto, pertinenti alla porzione di discarica per rifiuti urbani di Baricella attualmente in
fase di gestione post operativa, non sono state considerate con riferimento all’ampliamento in cui
saranno conferiti rifiuti speciali non pericolosi.
E.1 EMISSIONI DIFFUSE DI POLVERI
La valutazione modellistica della dispersione in atmosfera di materiale particolato connessa alla
gestione della discarica di Baricella è integralmente riportata nell’allegato SA 4.1 del SIA (cod.doc.
DS 02 BO VA 00 SI SA 04.01). Di seguito se ne riporta una sintesi.
Nell’ambito dello studio sono state valutate le concentrazioni di PM10 in atmosfera con
riferimento ad uno scenario emissivo che considera la fase di gestione operativa del Lotto 1 e la
contemporanea fase di cantiere per la realizzazione del Lotto 2 di ampliamento della discarica.
I dati meteorologici usati nelle simulazioni sono stati forniti dal Servizio Meteorologico Regionale
- ARPA SMR per l’anno 2014 e rappresentano l’output dell’applicazione del modello CALMET per
un punto prossimo al sito (punto di coordinate Lat. 44.654 – Long.11.554).
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 39 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Il metodo di riferimento per la valutazione dei fattori di emissione è rappresentato dal Metodo
AP 42, pubblicato dalla U.S. Environmental Protection Agency (EPA), che si propone di
quantificare la produzione di inquinanti associata ad una determinata attività come risultato di
diversi fenomeni a cui è associato un determinato Fattore di Emissione.
Sono stati considerati 11 ricettori nell’intorno del sito della discarica all’interno del dominio di
simulazione, parte dei quali posti in prossimità o all’interno del SITO SIC-ZPS “Biotipi e ripristini
ambientali di Budrio e Minerbio”.
Lo studio di dispersione è stato condotto utilizzando il software Calpuff come strumento di
calcolo. Le simulazioni con Calpuff sono state eseguite adottando il campo meteorologico fornito
dal modello Calmet. L’output di Calpuff è stato trattato con il software Calpost che ha permesso di
estrapolare i risultati di interesse e di gestirli ed elaborarli attraverso un sistema GIS con cui sono
state elaborate le mappe di concentrazione al suolo.
Dall’analisi dei risultati ottenuti si osserva come le concentrazioni medie annuali evidenzino la
zona di massima ricaduta al suolo nei pressi della strada interna al cantiere non asfaltata che
servirà per trasportare il materiale da costruzione per la realizzazione dell’ampliamento del lotto 2.
La concentrazione media annuale calcolata presso l’area di massima ricaduta al suolo è pari a
16,9 µg/m³, inferiore al valore limite annuale di 40 µg/m³. I valori del 90,4° percentile sono inferiori
al valore limite di 50 µg/m³ presso tutti i punti della griglia di calcolo. Il valore massimo è pari a 26,8
µg/m³. Il calcolo dei valori di concentrazione al suolo è stato fatto anche al confine della SIC-ZPS
Biotopi e ripristini ambientali di Budrio e Minerbio; in questo caso la concentrazione media annuale
ottenuta è pari a 1,5 µg/m³, mentre il valore al 90,4° percentile è pari a 3,6 µg/m³.
Lo studio di dispersione ha mostrato come le emissioni di polveri siano al di sotto dei limiti
normativi. Si evidenzia che il calcolo, cautelativamente, non tiene in considerazione le attività
gestionali di mitigazione della diffusione delle polveri previste, ovvero la bagnatura dei percorsi di
servizio, con un’efficacia di abbattimento delle concentrazioni minima del 50% e la limitazione della
velocità dei mezzi che trasferiscono il materiale su strada non pavimentata, a 20 km/h.
Alla luce delle considerazioni sopra riportate e dell’approccio conservativo adottato lo studio
sopra richiamato si conclude affermando che l’impatto sui recettori riconducibile alle immissioni di
polveri durante le fasi di ampliamento della discarica in oggetto risulta non trascurabile ma
comunque inferiore ai limiti di qualità dell’aria previsti.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 40 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
E.2 EMISSIONI DIFFUSE DI TIPO ODORIGENO
Nella trattazione che segue, al fine di caratterizzare a livello quali-quantitativo le emissioni
diffuse di sostanze odorigene dal corpo della discarica si riportano i risultati delle seguenti
valutazioni:
• valutazione dei risultati ottenuti dal monitoraggio effettuato nell’anno 2009 in funzione delle
soglie olfattive e di protezione della salute umana individuate dalla bibliografia
internazionale (approccio analitico);
• valutazione modellistica della diffusione degli odori in atmosfera, basata sulle caratteristiche
meteo-climatiche dell’area (dati SMR) e sulla caratterizzazione delle sorgenti connesse alla
discarica in termini di unità odorimetriche, attribuendo alle stesse un valore di unità
odorimetriche da bibliografia (approccio sensoriale).
E.2.1 Monitoraggio delle sostanze odorigene nell’im pianto esistente
Il Provvedimento di AIA vigente (PG. 128409 del 20/03/2008 e s.m.i.) prevede l’esecuzione di
controlli periodici delle emissioni diffuse dal corpo discarica in almeno due punti di prelievo, posti
esternamente all’area di discarica, a monte ed a valle del corpo della stessa, lungo la direttrice
dominante del vento al momento del prelievo. Ogni campagna di indagine ha la durata di sei-sette
giorni consecutivi per ciascuna postazione.
Il metodo EPA 15 1999 utilizzato per l’esecuzione dei monitoraggi prevede il campionamento e
la successiva analisi di campioni di aria. Tale metodo presenta una serie di vantaggi rispetto ai più
tradizionali metodi di adsorbimento su fiala, in quanto:
• dà la possibilità di campionamento remoto non presenziato;
• permette un’appropriata integrazione del campione su un determinato periodo di tempo;
• la stabilità del campione è garantita per alcune settimane;
• consente la ripetizione dell’analisi su di uno stesso campione, il che permette, per esempio,
una valutazione della precisione del metodo;
• elimina l’effetto matrice sia in fase di campionamento che di desorbimento.
Inoltre, trattandosi di un prelievo di aria ambiente senza alcun trattamento si ha la massima
certezza che il campione sottoposto ad analisi sia rappresentativo delle condizioni da misurare. I
campioni di aria sono stati raccolti in “canisters” di acciaio inox passivato con un processo che
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 41 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
rende inerte la superficie interna. La superficie interna dei canisters utilizzati è ulteriormente
inertizzata dalla presenza di uno strato di silice fusa chimicamente legata.
I parametri da analizzare e la frequenza di campionamento indicati nel Piano di monitoraggio, sono
contenuti nella tabella seguente.
Parametri Frequenza di campionamento
Monte - Valle Metano
semestrale Composti organici volatili Composti organici solforati
Nella tabella seguente si riportano i risultati delle campagne analitiche eseguite nell’anno 2014
(mesi di aprile e settembre), relativamente alle sostanze inquinanti emesse più significative ai fini
del monitoraggio ambientale della discarica.
Nell’ambito delle attività di monitoraggio periodico delle emissioni diffuse, le concentrazioni
determinate per ogni sostanza, sono confrontate con:
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 42 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
• Livelli di guardia stabiliti all’interno dell’Autorizzazione Integrata Ambientale vigente (per i
parametri definiti markers, come meglio descritto successivamente), superati i quali attiva il
piano di intervento, previsto nel Piano di Monitoraggio e Controllo;
• TLV (Treshold Limit Value): rappresenta il valore limite di esposizione elaborato
dall’Associazione degli Igienisti Americani (ACGIH) che rappresenta la concentrazione
media, ponderata nel tempo, degli inquinanti presenti nell’aria degli ambienti di lavoro
nell’arco dell’intero turno lavorativo ed alle quali si presume che il lavoratore possa trovarsi
esposto 8 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana, per tutta la durata della vita lavorativa
senza risentire effetti dannosi.
Le analisi effettuate, di cui sono stati presentati i risultati completi nella Relazione annuale
HERAmbiente - esercizio 2014, hanno riscontrato per la maggior parte dei parametri valori al di
sotto del limite di rilevabilità strumentale e, per l’intero profilo analitico (oltre 50 parametri), sempre
inferiori alle soglie di riferimento TLV/TWA. Inoltre le differenze tra i valori rilevati nei punti a monte
e a valle possono considerarsi trascurabili.
Di seguito si riportano i parametri maggiormente rappresentativi dell’attività svolta, ovvero i
cosiddetti markers, per i quali come accennato in precedenza sono stabiliti livelli di guardia nel
Piano di monitoraggio:
• Cloruro di Vinile Monomero – 100 µg/m³;
• Stirene – 1600 µg/m³ ;
• Metilmercaptano – 50 µg/m³;
• Benzene – 10 µg/m³.
In relazione a tali sostanze, che permettono di individuare eventuali anomalie nella conduzione
dell’impianto ed in particolare nella gestione del biogas, il valore determinato in ogni campagna
analitica eseguita nell’anno 2009, verrà confrontato, oltre che con i livelli di guardia ed i TLV/TWA,
anche con le soglie di percettibilità olfattiva OT (Odour Threshold o soglia olfattiva).
Marker TLV/TWA (µg/m³) OT (µg/m³)
cloruro di vinile monomero 2556 n.d.
stirene 85202 631
metilmercaptano 984 2,1
benzene 1597 12000
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 43 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Data campionamento 10-14/04/2014 25-29/09/2014
MARKERS Punto Valle Punto Monte Punto Valle Punto Monte
Benzene (µg/m³) 0,3 0,2 0,33 0,23
cloruro di vinile monomero (µg/m³) <0,2 <0,2 <0,2 <0,2
stirene (µg/m³) <0,2 <0,2 <0,2 <0,2
metilmercaptano (µg/m³) <0,5 <0,5 <0,5 <0,5
Le analisi della qualità dell’aria svolte attraverso monitoraggi volti ad indagare le concentrazioni
di determinati composti inquinanti a monte, a valle della discarica (rispetto alla direzione prevalente
del vento) e in un punto di bianco non hanno evidenziato anomalie. Si evidenzia anzi che per tre
dei parametri per i quali l’AIA fissa delle soglie di guardia (metilmercaptani, stirene e CVM) tutte le
analisi hanno fatto registrare, su tutti i punti indagati, concentrazioni inferiori ai limiti di rilevabilità
della metodica adottata. Per quanto riguarda invece il benzene, va rilevato che questo analita è
stato rilevato soltanto in tracce.
In sintesi i markers monitorati mostrano concentrazioni in atmosfera inferiori di tre/quattro ordini
di grandezza (fattore 1.000/10.000) rispetto i valori di protezione della salute umana (TLV/TWA).
Le concentrazioni rilevate sono altresì ampiamente al di sotto delle sogli olfattive considerate e
ampiamente al di sotto dei livelli di guardia riportati nell’autorizzazione vigente.
E.2.2 Valutazione modellistica della diffusione di sostanze odorigene
Ai fini di valutare l’impatto connesso alla diffusione di sostanze odorigene in atmosfera è stato
eseguito uno studio specialistico di impatto olfattivo, eseguito mediante simulazione di dispersione
di emissioni gassose in atmosfera dalle potenziali attività ad impatto odorigeno della discarica,
derivanti dalla gestione operativa dell’ampliamento in progetto.
L'inquinante di cui è simulata la dispersione e di cui quindi è interesse valutare l'impatto
sull’ambiente è l'odore espresso in termini di concentrazione di odore [O.U./m3].
Le O.U. (Odour Unit O.U o Unità Olfattometriche) rappresentano il numero delle diluizioni del
campione di aria odorosa a cui il 50% di un set di persone (panelist) percepisce la presenza di
odore. L'odore, per le ipotesi e le limitazioni assunte nella norma europea UNI EN 13725:2004, è
assimilabile, nell'ambito delle simulazioni di dispersione, ad un'unica pseudo-specie che si
disperde nell'atmosfera in forma gassosa (quindi non particellare); pertanto nelle simulazioni di
dispersione oggetto del presente documento sono esclusi gli effetti di deposizione gravitazionale.
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 44 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Per quanto attiene la definizione delle caratteristiche meteoclimatiche nell'area di studio si è
fatto riferimento ai dati forniti dal Servizio Meteorologico Regionale - ARPA SMR. Allo scopo è
stato acquisito e analizzato il set di dati per l’intero anno disponibile più recente, ossia le serie
orarie dal 1° gennaio al 31 dicembre 2014 (anno 2014).
Lo studio di impatto olfattivo è stato condotto in accordo ai criteri riportati nel documento “Linee
guida della Regione Lombardia sulla gestione degli Odori, Febbraio 2010” (“Linea guida odori”),
che fissano un valore di soglia rispetto al valore di picco delle concentrazioni, prescrivendo che
tale valore non venga superato per più del 2% delle ore in un anno solare. In tal caso, il valore del
98° percentile delle concentrazioni orarie di picco su base annuale non deve superare dei criteri di
accettabilità che variano a seconda che si tratti di un impianto esistente o di una nuova attività o
ancora in caso di modifiche caratterizzate da emissioni di odori.
L’attuale discarica per rifiuti non pericolosi è in fase di gestione post-operativa dal 27/02/2007.
La discarica è dotata di sistema di copertura superficiale finale ai sensi del D.Lgs 36/2003 e di un
sistema di aspirazione del biogas che ne assicura il corretto allontanamento dal luogo di
produzione e l’invio a trattamento mediante valorizzazione energetica. I quantitativi di biogas
estratto evidenziano una forte diminuzione nel corso del tempo, passando dai 7.383.746 m3 del
2010 ai 2.326.408 m3 dell’anno 2014. Pertanto alla luce delle considerazioni sopra riportate
emerge la non necessità di valutare la diffusione in atmosfera di sostanze odorigene per tale
scenario, definito ante-operam, ovvero precedente all’ampliamento in progetto. Per quanto
riguarda invece le condizioni post-operam, l’emissione di sostanze odorigene è dovuta alla
gestione operativa dell’ampliamento in progetto; le sorgenti emissive sono le seguenti:
� A: sorgente costituita da rifiuti totalmente ricoperti con telo provvisorio;
� B: sorgente composta da rifiuti freschi.
Ad ogni potenziale sorgente odorigena individuata è stata assegnata una portata di odore,
desunta da norme tecniche/pubblicazioni scientifiche.
Fattori di emissione sostanze odorigene
Sorgente odorigena Area (m2)
Fattore di emissione areale
(u.o./m 2 sec)
Altezza sorgente (m)
Durata emissione
h/gg gg/anno
A Rifiuti totalmente ricoperti con telo provvisorio 73.500 0,57 16 24 365
Tecnolog ia e Ingegner ia
DS 02 BO VA 01 SI SA 04.00 Atmosfera 00 30/09/2015 45 di 45
Cod. Descrizione Rev. Data
Fattori di emissione sostanze odorigene
Sorgente odorigena Area (m2)
Fattore di emissione areale
Altezza sorgente (m)
Durata emissione
B Rifiuti freschi 500 8,1 8 24 365
L’impatto olfattivo è analizzato applicando un modello meteo-diffusionale di dispersione
atmosferica al fine di simulare il trasporto e la diffusione di sostanze odorigene (Calpuff).
Dall’analisi dello modellistico effettuato ed integralmente riportato in allegato SA 4.1 dello SIA
(cod. doc. DS 02 BO VA 00 SI SA 04.02) è possibile concludere che:
� Le emissioni di odore determinano, limitatamente ad alcuni recettori, concentrazioni di
odore di poco superiori ai criteri di accettabilità. I recettori in cui si registra la
concentrazione maggiore, sono magazzini/tettoie utilizzati esclusivamente per stoccare
del materiale o come ricovero dei mezzi da agricoltura, in cui non si ha la presenza
continuativa di persone.
� L’impatto odorigeno previsto è pertanto ritenuto non significativo.