Tecnica Pratica 1965_07

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vole.4) Come 5 1 ripara il rleevitore a

transistori.

5) Tabelle di sostltuzlona del tran-sistori.

6) Prontuario delle valvole amerl-

cane.

7) Prontuario delle va(vole europee.

8) Progetti pratiei di ricevltori a val-vola e a translstori.

9) Progetti pratiel di trasmettltori a

valvote e a transistor!.10) Progetti pratiei di ampllfieatorl a

valvOle e a transistori.

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Si pregano i Signori abbonati che intendo.no

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(capsule piezoelettriche) varia fra 1 e 1,5 volt.

Questo segnale viene applicato all'ingresso

del preamplificatore attraverso un « adattatc-

re ", necessario per peter adattare l'impedenzadel pick-up al circuito di griglia della primavalvola. -Nel preamplificatore e inserito il « circuito

equalizzatore », la cui funzione e quella di e-saltare i suoni bassi e attenuare i suoni acuti,

contrariamente a quanta si fa all'atto dell'in-

cisione del disco, e tutto cio allo scopo di mi-

giiorare il rapporto segnale/disturbo e per al-

tre ragioni.

Subito dopo I'equalizzatore, sempre nel

preampl'ificatore, si incontrano i filtri atti ad

elirninare H fruscio ed il ronzio : tali filtri 5 1

possono inserire mediante a cornando di un in-

terruttore esterno,

I eentrelll di toneDopo i filtri per I'eliminazione del fruscio

e del ronzio, appaiono i due controlli di tono,

quello per i toni acuti e quello per i toni gra-vi; questi controlli sono generalmente prece-duti da un'altra valvola, che ha ,10 scopo di

cornpensare l'attenuazione del segnale, dovu-

ta appunto all'inserimento dei comandi di to-

nalita.

Uno di tali comandi agisce sulla gamma dei

suoni gravi, COnun'azione piu efficace intorno

ai. 50 periodi, mentre l'altro controllo manua-

le agisce sui suoni acuti, con un'azione piu

rnarcata sui 10.000periodi,

E' importante rilevare che questi due con-

trolli non soltanto attenuano il segnale, come

avviene specialrnente nei ricevitori radio 0 ne-

gli amplificatori B.F., rna possono anche esal-

tarlo, cost da compensate eventuali deficicnze

acustiche dovute ad una cattiva incisione del

disco 0 a sfavorevoli condizioni d'ascolto.

Regolatore fisiologico di vo,lume

La rete dei controlli di tono e cornpletata

dal « regolatore fisiologico di volume ", che si

differenzia dai· normali regolatori di volumeperche e stato progettato in modo daesaltare

i suoni bassi e quelli acuti ai quali il nostro

orecchio e rneno sensibile, specialmente per

bassi livelli di ascolto. La sua azione e quasi

nulla per livelli d'ascolto e1evati.

Lo stadio finaleLo stadio finale deve essere realizzato con

due valvole finali in controfase (push-pull) e

deve essere dotato di un forte grado di con-

troreazione, allo scope di ridurre al minirno

la distorsione e ilronzio.II trasformatore d'uscita deve essere avvol-to con particolare cura e i lamierini, ehe costi-

tuiscono il nucleo, devono essere di tipo spe-ciale. L'ultimo componente, cioe l'ultimo anel-10 della catena Hi-Fi, e rappresentato dall'al-

toparlante, il cui diarnetro non deve essereinferiore ai 20 em. e che, eomunque, dovra es-

sere della migliore qualita, Esso potra essere

del tlpo « doppiocono » e quindi da solo copri-ra tutta la gamma di frequenze udibili. L'alto-

parlante, se e di tipo normale, dovra essere

fatto funzionare in coppia con un altoparlan-

tina piu piccolo, necessario per la diffusionedei suoni acuti, Per ottenere un adeguato re-

sponso sui suoni bassi, l'altoparlante piu gran-

de dovra essere collocato in un mobile adatto

ed e necessario che la sua massima potenzasopportabiJe risulti superiore a quella che puo

fornire I'amplificatore. .

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AM P

LII

Certamente, chi ha cominciato appena ieri

ad avvicinarsi alia tecnica della radi.onon pub cimentarsi nella costruzione un

poco impegnativa di un trasmettitore; rna iIneofita non pub sen tire un tale desiderio : perlui le mete piiI ambite sono assai pib. imme-

diate e semplici. L'ambizione di costruire un

trasmettitore e propria di chi si interessa da

tempo alia radiotecnica ed ha almeno realiz-zato qualche ricevitore a valvole con alimen-tazione derivata dalla rete-Iuce. Un po' di

pratica ci vuole, rna db non signifies che ri-sultino necessarie particolari cognlzloni riel

campo delle radiotrasrnissionl. Anzi, non oc-corrono affatto. Proprio cosl, perche nel pre-sentare ai nostri lettori la descrizione wun

trasmettitore, da noi interamente progettato

e collaudato, intendiamo aprire una nuova via

490

a tutti coloro che mai, prima d'oggi, si sono

interessati alle rad{otrasmi.sioni, fomendo unalunga serie di nozioni, di consigli e avverti-

menti che, certamente, si riveleranno molto

utili in seguito, quando si presentera l'occa-

sione di cimentarsi. in circuiti molto piiI com-

plessi, in apparati radiotrasmittenti molto piu

potenti.

Con tali prernesse, amici lettori, vi invltla-mo a costruire qresto apparato trasmitten-

te, assicurandovi i pieno successo delJa rea-

Iizzazione ed una grande soddisfazione. Una

soddisfazione che derivera daUa posslbilita di

inviare nell'etere l~ propria voce) raggiungen-

do la meta piu agognata da tutti coloro che

amana e coltivano la radiotecnica per pura

passione e diletto.

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C.ratteristiche tecniche1 1 «Campagnoio» e un trasmettitore a tre

valvole, che lavora sulla gamma dei 40 metri

e ch~ permette .collega~enti fin? a .5 0 .chilo-metri ed oltre, In perfette condizioni di fun-

zionamento. Si tratta di un complesso ridottoe di costa sufficientemente basso, che non

richiede laboriosi procedimenti di taratura eche tutti possono costr1.f~re, purche si abbia

la precisa intenzione di divenire presto radio.

amatori regolarmente patentati,

II trasmettitore si compone di tre sezioni

distinte :

1) Sezione a radiofrequeITza. Tale sezione prov-

vede alia produzione un segnale' di

frequenza ad cost ~cWJil l l r l l~firradiato

2) Sezione a

svolge . Ii l! Ii l' M f W J J • •

gnali

crofonomente rftl',..,.,nl<>'T. c,orn.fell1

3)

e compost a,

Ipalmente, da una valvola (VI) di tipo6L6, che e in grade di fornire energia, misu-

rabile sulla linea di alinjtentazione, del valore

di 1 0 watt 0 poco meno. La potenza effettiva,

in rea I t a , e inferiore ai 1 0 watt, in quanta iI

rendimento del circuito non puo raggiunge-

re 11 1 0 0% ._ La valvola VI adernpie a due distinte fun-

zioni, come se fosse un~ valvola di tipo dop-

pio. Essa, infatt], funziena da valvola oscil-

latrice con controllo a cristallo (XTAL) e da

valvola amplificatrice d~i segnali di alta fre-

quenza,

La sezione della valvola V1, che adempie

aIle funzioni di valvola oscillatrice, e compo-

sta dal catodo (piedino 8), dalla griglia con-

trollo (piedino 5) e dalla griglia schermo (pie-

dina 4); la griglia schermo funge da placca,

II circuito oscillatore e composto dalla bo-

bina L1 e dal condensatore variabile CVI, 01-

tre che daIla resistenza R2 e dal condensatore

a disco Cl. Le oscillazioni generate dalla val-

vola sono mantenu,te a frequenza costante, I

in virtu della presenza del cnstallo. (XTALj. '

II valore della frequenza di oscillazione di

tale circuito si aggira iptorno ai 3,5 MHz, etalc valore di frequenza deve essere, ovvia-

mente, anche quello del cristallo di quarzo.

AlI'uscita della valvola VI (placca) e pre-

sente un secondo circulto oscillante, compo-

sto dai condensatori variabiJi CV2 CV3 e dal-

la bobina L2; questo secondo circuito oscil-

lante e accordato ad un valore di frequenza

doppio rispetto alIa frequenza generata dalla

sezione oscillatrice dellavavola VI. In pra-

tica cia slgnifica che il secondo circuito oscil-lante e accordato sulla second a arrnonica del

segnale prodotto dal primo stadio oscillatore.

II secondo circuito oscillante e del tipo a « p

greca ",Icomponenti Jl e J2 costituiscono due irn-

pedenze di alta frequenza, il cui compito equello 'evitare che l'alta frequenza possa

nvogJiata in circuiti diversi da quel-

ti. Piu precisarnente, l'impedenza J1la dispersione a massa dell'alta fre-

te sulla griglia controllo

(piedino 5);ta frequenza, pr~~.le

un conden-la resistenza Rl rap-

tenza di polarizzazione di gri-

della valvola VI.

Agendo sul condensatore variabile CVI, si

porta it circuito oscillators allo stesso valore

di frequenza del cristallo di quarzo (in real-

til la frequenza di questo circuito e superiore

a quella del cristallo),

Si noti che Ia gdglia schermo (piedino 4)della valvola VI viene alimentata dalla placca

della seconda sezione triodica della valvola \,2

(piedino 5), rna dl cio verra detto in seguito.

L'accoppiamento fra stadio oscillatore e sta-

dio amplificatore finale A.F. (doe l'accoppia-

menta fra le due ipotetiche sezioni della val-

vola Vl) avviene elettronicamente.

In definltiva, it nostro circuito ricalca ilfamoso circuito « Tri-tet », in cui la griglia

schermo funziona a potenziale A.F. di massa,

mentre il catodo assume un potenziale A.F.

differente da quello di massa. La griglia scher-

mo agisce come l'anodo di un triodo oscil-

latore a cristallo, mentre il circuito anodico e

sintonizzato su una armonica del cristallo. La

conseguenza principale, di una tale concezio-

ne radioelettrica, e quella per cui la frequen-

za del cristallo dipende meno dalle varia-

zioni del carico e della sintonia, donde una

piu elevata stabilita della frequenza,

Collegamenti fino a 50 chilometri

Semplice taratura

Costo sufficientemente basso

491

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492

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IT9

ANT

CV3

TERRA

Fig. 2 • Schema elettrico completo del trasmettitore.

R6 = 470.000 ohmR7 = 5.000 ohm - 2 W.

RB = 10.000 ohm - 3 W.R9 = 1.000 omh 2 W.

VARIE:

Jl impedenza A.F. (tipo Geloso 558)

J2 = impedenza A.F. (tipo Geloso 556)

51 = interruttore a leva

S2

=interruttore a leva

MA = milliamperometro - 100 mA fondo-

scala

T1 = trasformatore d'alimentazione

70-100 W. (sec. 2BO+ 280

v. - 90 mAl

XTAL = cristallo di quarzo (3,55 MHz)

Il = impedenza B.F. (250 V. - 100 rnA)

L1 = vedi testo

L2 = vedi testo

VALVOLE:

V1 = 6L6

V2 = 65L7

V3 = 5Y3

COMPONENT.

Cl = 10.000 pF

C2 = 2.000 pF

C3 = 200 pFC4 = 500 pF

'CS = 500 pFC6 = 10 mF (catodico)

C7 = 10.000 pF

CB = 16 mF - 350 V. (elettrolitico)

C9 = 10.000 pF

Cl0-Cll = 16 + 16 mF _ 500 V. (conden-satore elettrolitico doppio a vi-

tone)

C12 = 10.000.pF

CVl = 250 pF (condensatore variabile)

CV2 = 140 pF (condensatore variabile)

CV3 = 500 pF (condensatore variabile)

RESISTENIE:

Rl = 100.000 ohmR2 = 400 ohm - 5 W.

R3 = 10 megahomR4 = JOO ohm

RS = 0,5 megaohm (potenziometro

semifisso)

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Se il circuito di uscita viene sintonizzatosulla medesima frequenza del cristallo, oe-corre una val vola a bassissima capacita gri-glia-anodo perche non possa prodursi un ec-cessivo ritorno di energia ehe potrebbe pro-vocare la rottura del cristallo. Pub servire,ad esempio, la valvola di tipo 807, mentre itipi 6L6 e 6V6 convengono solo per la gene-razione armonica, come e nel nostro caso,

Sezione a bassa frequenza

La sezione amplificatrice a bassa frequenzae pilotata dalla valvola V2, ehe e un doppiotriodo di tipo 6SL7. AlIa prima sezione tria-diea della valvola V2 e affidato ilcompito e li

amplificare i segnali provenienti da un mi-

erofono a eristallo. I segnali provenienti dal

microfono vengono applicati alla griglia con-trollo (piedino 1) e si ritrovano ampldficatl

sulla placca di questa prima sezione triodicadi V2 (piedino 2). II cireuito di questo triodoe del tipo ad eleva to guadagno e si e prov-veduto alla eliminazione della resistenza elicatodo (il catodo e direttarnente collegato amassa); la polarizzazione del triodo e ottenutamediante la sola resistenza di griglia controlloR3, del valore di 10 megaohrn. II segnale di

bassa frequenza, arnplificato e presente suilaplacca (piedino 2) della prima sezione triodicadi V2, viene applicato, tramite il condensato-

re di accoppiarnento, di tipo a disco, aliagrigliacontrollo (piedino 4) della seconda se-zione triodica della valvola V2; piu precisa-mente, iI segnale viene applicato al potenzio-metro R5, che permette di dosare la quantitadi segnale prelevato e di regolare, quindi,l'arnplificazione finale di bassa frequenza diquesto stadio,Sulla placca della seconda sezione triodica

di V2 la tensione varia col variare dell 'am-piezza del segnaJe in arrivo dal microfono;dalla placca di questa valvola (ne avevamo

precedentemente parlato) viene prelevata latensione di alimentazione della griglia scher-

mo della val vola Vi. E poiche la tensione sul-la placca (piedino 5) della valvola V2 e varia-bile, anche la tensione di griglia schermo dellaval vola Vi varia proporzionalmente aile va-riazioni dei segnali di bassa frequenza prove-nienti dal microfono. Ma Ie variazioni di ten-sione sulla griglia schermo della valvola VIfanno variare anche l'emissione ad alta fre-quenza della valvola VI e cio significa che ilsegnale di alta frequenza viene modulato dalsegnale di bassa frequenza.

II condensatore C6 evita l'entrata dei se-gnali di alta frequenza irradiati dall'antennanella sezione di bassa frequenza. Un tale ri-

torno dell'alta frequenza deterrninerebbe un

494

innesco. La resistenza R9 ed ill condensatoreelettrolitico C8 formano un circuito di disac-coppiamento: tale circuito serve a disaccop-piare 10 stadio modulatore dalle rimanentiparti del circuito del trasmettitore.

Sezjone alimentatrice

La sezione alimentatrice del nostro trasmet-

titore e di tipo tradizionale : impiega un tra-sforrnatore di alimentazione (Tl) dotato diun avvolgimento prirnario adatto per tutteIe tensioni di rete e di tre avvolgimenti se-condari, dei quali uno, a 280+ 280 Volt, serveper alimentare il circuito anodico; esso e col-legato ad una valvola raddrizzatrice a doppiodiode di tipo SY3. La corrente raddrizzata vie-ne inviata ad una cellula a « p greca » com-

posta dai due condensatorivelettrolitici ClOe C11 e dall'impedenza di bassa frequenzaZl. In tale cellula avviene il livellamento del-la corrente raddrizzata, cioe la trasformazioncdella corrente unidirezionale puls ante in cor-rente continua. II secondario a 5 volt di TIserve per accendere il solo filamento dellavalvola raddrizzatrice biplacca V3; il terzoavvolgimento secondario di TI, quello a 6,3volt, serve all'accensione dei filarnenti dellavalvola VI e della valvola V2.Si noti che it terminale di centro dell'av-

volgimento isecondario A.T. del trasforrnatore

Tl non e collegato direttamente a rnassa, rnarisulta collegato all'interrutore 52, di q..i l'al-tro terrninale e collegato a massa; in paral-lela all'interruttore S2 e collegato il conden-satore a carta C9.L'interruttore S2 rappresenta un meccani-

smo molto utile e como do per tutti coloroche fanno impiego del trasmettitore in accop-piamento con un ricevitore. Infatti, interrorn-pendo il collegarnento a rnassa del terrninalecentrale dell'avvolgimento secondario A.T. deltrasforrnatore Tl, si interrompe l'alimentazio-

ne anodica del trasmettitore, doe si inter-rompe il suo funzionamento.. Pertanto, quan ..do si dovra passare all'ascolto, converra sem-pre aprire l'interruttore 82. Anche intervenen-do sull'interruttore generale SI si potrebbespegnere completarnente il circuito del tra-smettitore, rna cio non sarebbe conveniente.Infatti, occorre tener con to che il radioama-tore deve « passare » assai rapidarnente dallecondizioni di ascolto a quelle di trasrnissionee se si dovesse intervenire sull'interruttore ge-nerale SI, tale rapidita di passaggio da unacondizione all'altra cesserebbe di esistere.

Occorre tener conto che Ie valvole elettroni-che impiegate nel nostro trasmettitore richie-dono un certo periodo di tempo prima dientrare in funzionamento : il catodo deve rag-

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~--\

Pe l igomgiungere una determinata temperatura prima

di adempiere aile sue funzioni di ernettitore

di elettroni. Agendo sull'interruttore 82, i fila-

menti di tutte Ie valvole del trasmettitore

rimangono accesi ed i catodl rimangono caldi

e continuano ad emettere e1ettroni. Pertanto,

agendo suI solo interruttore 82 si ottiene l'irn-

mediato funzionamento del trasmettitore e lasua immediata cessazione.

II condensatore C9, di tipo a carta, colIegato

in parallelo all'interruttore 82 serve ad evi-

tare le extracorrenti di apertura e di chiu-

sura del circuiti; in altre parole, il conden-

satore C9 evita l'insorgere di eventuali scin-

tille e la riproduzlone di rumori, quando si

aglsce sull'interruttore 82.

Fun·zlonamento e melSa a punto

Manovrando i condensatori variabili CV1 eCV2, si nota, ad un certo momento, una

brusca caduta di tensione, segnalata dal mil-

liamperometro (MA).

'Pellgom e prezfoso per ognl lavoro di collaggio. Salda atenuta qualsiasi materlale e... resiste. Pellgom Rapid e

a rapido essiccamento, spectate per modellismo. Formagiunture cristailine e resistentisslme. Pla.tlgom .alda a

perfetta tenuta materle plastiche (pollstiroll).

Tale caduta di tensione e dovuta al fatto

che con la manovra prima citata si raggiunge

la frequenza di risonanza del circuito amplifi-

eatore finale A.F. con la seconda armonica del

eircuito oscillatore. E' bene che, inizialmente,

il condensatore CVl si trovi regolato al valore

di minima capacita (condensatore completa-

mente aperto) e si inizi a ruotare lentamenteiJ petno del condensatore varia bile CV2, con-

trollando se it milliamperometro segnala una

sensibile caduta di corrente. Se non si do-

vesse raggiungere tale eondizione, si provve-

dera ad aumentare leggerrnente la capacita

del condensatore variabile CVI, chiudendolo

lentamente, e si ripetera l'operazione con CV2,

fino ad otten ere la eondizione voluta, cioe Ia

caduta di corrente segnalata dal milliampe-

rometro .. Durante queste operazioni occorre

agir,e.;con cautela perche Ia corrente segna-

lata dal milllamperometro non deve superareI 70 rnA, pena I'esaurimento della valvola VI.

";La potenza dello stadio oscillatore e, dicon-

seguenza, quella del trasmettitore, dipende

495

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dalla posizione delle lamine mobili rispetto a

queUe fisse del condensatore variabileCVl.

Si tenga presente che il circuito oscillante

CVI-Ll viene accordato ad una frequenza su-

periore a quella del cristallo e che 1a massi-

rna uscita si ottiene per un certo valore di fre-

quenza oltre i1 quale non si deve scendere.

In definitiva si cerca di ottenere l'accordo del-

10 stadio finale regolando icondensatori varia-

bili CVl e CV2 e tenendo presente eheil con-

densatore variabile CVl deve presentare una

capacita molto bassa. Quando il milliarnpcro-

metro indica la caduta di corrente, si aumen-

ta la capacita di CVl fino ad otten ere la mas-

sima uscita, e tale condizione potra essere rag-

giunta dopo alcune prove sperimentali,Quando si inserisee I'antenna nella presa del

trasmettitore, occorre ritoccare la posizione

del condensatore variabile CV2, regolando poi

il condensatore variabile CV3 fino ad ottenere

la minima indicazione di corrente nel miIliam-

perometro.

II tipo di circuito finale A.F. , a «p greca »,

consente .un ottimo adattamento con I'anten-

na, che deve essere di tipo unifilare Long Wi-

re a presa calcolata. Le prime prove si posso-

no effettuare con un ricevitore sistemato nel-

la stessa casa in cui si fa funzionare il tra-srnettitore, purche tale apparecchio sia prov-

visto della gamma ad onde corte dei 40 metri,

Successivarnente, si potranno effettuare pro-

496

Fig_ 3 - iii tra-T smettitore ..Cam-

pagnol'o» e mon-tato in un unl-

co teillio metal-

liee, L I I ' bobina

L2, avvolta «in

aria ", va monotata sopra ,il te o

.Iaio, in modo

da risultare net.tamente seher-mata dalle in.

fluenze del pri,·

mo circuito e-

scillante.

ve con qualche radiante che disti eli qualche

centinaio di metri dalla sede del trasmettito-

re, in modo da stabilire la esatta posizione di

CVl ed ottenere il massimo rendirnento del

trasrnettitore. Per iI collegamento del milliarn-

perometro, che controlla la tensione anodica

della valvola ' VI, e bene che i conduttori di

tale componente risultino avvolti a trecciola

antiinduttiva, allo scopo di evitare che 1 0 stru-

mento possa essere influenzato dall'energia ad

alta frequenza irradiata dal trasmettitore.

Ricordiamo che it corretto impiego del tra-

smettitore richiede l'uso di un ottimo cireui-

to di terra,

Costruzione

Prima di iniziare iI montaggio del trasmet-titore oecorre preparare tutto il materiale ne-

cessario, corninciando con la costruzione delle

bobine L1 ed U i cui dati costruttivi sono i

seguenti :

Ll ::: 11 spire unite di filo dl rame rieoperto

in cotone del diametro dl 0,7 mm. L'av-

volgimento va effettuato su un supporto

isolante del dlametro di 50 mm (tubo

cilindrico della lunghezza di < t o mm).

L2 = 20 spire distanziate, avvolte in aria, dilUo di rame nudo (argentato) del dia-

metro di 2 mm: il diametro dell'avvol-

gimento deve essere IIi 58 mm e Ie spire

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Inchl .. ta InternaJ:lonal. del 8.T.I. el l Londra 0 Amsterdam • Calra • 'Bombay 0 WashlllflOn

- Sapete quail posslbllitil offre la conoscenza della lingua Inglese?- Volete Imparare I'lngies. a caso Vostra In peehl mesl? _ _ ~ _._._ ~ : _ _ _ _ .

- Sapete che II posslblle con.egulre una L A U R E A dell'Unlversltil dl londra stud lando a caso Vostra? ~ ..

"'~""""'"_''''.''''''''_''''''''''''''''''''''''''HH''''''''H.n nW"O_ _ _.~ ....-: _ ~_••••••_ __ .._ , _ _ __ .

- Sapete che II posslbll. dlventare Ingegnerl, regolarment. Iscrltll negll Albl brltannlcl, Iuperando gil esg. I

ml In Italla. lenza obbllgo dl frequentare per 5 onnl II polltecnlco? _ _ _ _ _ _ _ ..

- VI piacerebbe consegulre II DIPLOMA Ingegnerla civil., mec:canlca, .1.Hratecnlca, chlmlco.· mlnerarla,

petrolifero, ELETTRONICA, RADIO-TV, RADAR, In soli due annl? _ _ __ _

L1

Fig. 4 • Le rnlsure riportlte nei due disegni, rip-

prelentltivi delle due bobine A.F., vanno inte,e

espresse in millimetri. La bobina L1 it avvolta su

lupporto cilindrico, mentre la bob ina L2 it avvel-

ta "in aria ",

debbono essere distribuite uniforme-mente sulla distanza di 76 mm.

Successivarnente occorrera costruire un te-

laio in lamiera di alluminio, sui quale verran-

no praticati i fori per Ia messa in loco degli

zoccoli delle valvole, del condensatore elettro-

litico doppio a vitone CIO·C11,per ilpassaggio

dei conduttori del trasformatore di alimenta-

zione, per il fissaggio dei condensatori varia-

bili, degli interruttori, del potenziornetro R5,delle prese di antenna e terra e di quella jack

per il microfono. I componenti vanno appli-

cati al telaio secondo la disposizione da noi

rappresentata nella schema pratico.

Si effettua, quindi, ilmontaggio di tutte Ie

Scr lY l t ec l, p r ec ls ando la domanda d l Vol frO In te re s se . VI rtlpaadtrtlJlt Im m edlat1 lm .nt. _

BRITISH .IN 'ST. OF ENG INEERING TECHNoITALIAN DIVISION 0 VIA P. GIURIA 4/T 0 TORINO : •

( o no sc ere te I e m u o v e p o ss i'b i l i ta d i c arr ie ra', p e rV o i f a cilm e n te re aliz za 'b i li - V ic on sig lie re m o g ra tu ita m e nte

parti ora menzionate, compreso il cambioten-sione, provvedendo poi a schermare la sezio-

ne a radiofrequenza mediante una lamiera dialiuminio, chiaramente indicata nel nostro

schema pratico. Questa parte del circuito ebene che sia schermata dalle rirnanenti parti

del circuito non soltanto sotto il telaio, rna an-

che superiorrnente allo stesso, per evitare 1 0

insorgere di inneschi.La valvola V2 dovra essere schermata, COSI

come succede per tutti gli amplificatori RF.

Nella parte anteriore del telaio e doe quella

in cui cornpaiono i pemi dei tre condensatori

variabili e Ie levette dei due interruttori, si

fissa un pannello. Su tale pannello viene siste-

mato il milliarnperornetro (rnA) ed eventual-

mente una Iampada-spia,

497

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A E R O D I N A M I C AN E L L A V E L L OD I C U C I N A

1

1 problema di modellare una superficie se-

condo un determinato contorno tiene irnpe-

gnati i dilettanti in molti campi. Una voltache iI disegno fondamentale sia stato definito

.con certezza, come nella costruzione di un

telescopio, il problema da risolvere e princi-

palmente quello delle lavorazioni meccaniche

artigianali.

PUQ non esser facile it preparare uno spec-

chio per telescopio di alta precisione, rna il

costruttore sa in partenza esattamente la for-

ma che egli deve tentare di impartire sullo

specchio 0 sull'ottica in lavorazione. Nelle

note che seguono viene considerato un pro-

getto il cui obbiettivo e quello di scoprire laforma migliore 0 In pili efficiente per un de-

terminato scopo. I

Questo problema si presenta ogni qual vol-

ta qualcuno si mette al lavoro per la realiz-

zazione di un modelIo di imbarcazione a vela

da competizione, come anche di un aeromo-

della e perfino di un comune cervo volante.

Si puo dire che qualsiasi ragazzo e capace

di costruirsi appunto un cervo volante in gra·

do di elevarsi nell'aria a quote di S O metri e

pili, rna l'irnpresa di progettare uno di que-

sti, pure elementari, apparecchi volanti che

sia pero in grado di salire piu in alto deglialtri suoi sirnili con una determinata lunghez-

za di fila, e un'impresa veramente complicata.

II comportamento funzionale di un cervo

·498

volante, come quello di un aereo 0 di qualsiasi

altro veicolo che si sposti in un mezzo fluido,

dipende in misura critica dalle forme dellesue parti operanti.

Due tipi di forze sono di principale inte-

resse per colora che debbono progettare for-

me e profili aerodinamici ed idrodinamici,

Una di esse si identifica nel termine aerodi-

namico di «sostentamento»: in questo caso

opera ilmaggiore effetto ad angoli retti ri-

spetto al movimento del f1uido ed essa e la

responsabile del sollevainento di un cervo vo-

lante 0 di un aereo come della capacita di

una imbarcazione a vela a procedere contro-

vento.In genere Ie forme che danno luogo a forze

perpendicolari ai filetti fluidi che circondano

tali forme, intervengono in un modo 0 nel-

l'altro per costringere il fluido, qualunque es-

so sia (aria, vapore, acqua ecc.), a scorrere

su di un lato dell'oggetto in esame, con una

velocita maggiore di quella del suo scorrirnen-

to suUa faccia opposta.

Questo movimento differenziale determina

una caduta di pressione sulla parte dell'og-

getto sulla quale la velocita di scorrimento emaggiore e, per questo, dalla depressione che

si determina su questa parte, deriva una ten-denza dell'oggetto a muoversi in tale direzio-

ne, come se fosse aspirato.

Se, ad esempio, si tiene un foglio di carta

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Munito di un pannello divetro, di qualche pezzo di

una presa di acqua corrente, iI

dilettante puo indagare suUe

forze che vengono

generate, sugli oggetti nellediverse forme, da,i venti che Ii

investono.

«LO SCIENZIATO DILETTANTE'» e un libro dedicate al lettore che si interessa di scienzapratlca in ogni SlIO settore e costituisce senz'altro un'impresa interessante delle Edizioni San-soni di Firenze. L'indirizzo e unico : quello di insegnare «come si fa »: come si fa a costruirenel set tore della meccanica, come si fa a « far crescere » net mondo della botanica, come si fa

a « penetrare » nel regno minerale, come si fa ad « auscultare » le oscillatloni del terreno « LOSCIENZIATO DILETTANTE» e inoltre una guida preziosa per tante affascinanti e significa-tive ricerche nei campi piit importanti della scienza; dell'astronomia, della fisica nucleare,dell'archeologia, della geologia, della biologia e dell'elettronica.Il volume, dal quale e tratto l'argomento qui riportato e posto in vendita in tutte Ie libre-rie al prezzo di L. 5 . 000 . , I nostri lettori possono anche chiederlo direttamente a TECNICA PRA-TICA - Via Gluck, 59 Milano, inviando anticipatamente l'importo di L. 5 . 000 a mezzo vuglia po -stale 0 C.C.p. n O 3 ;49018 (net prezzo sono cornprese Ie spese di spedizionei.

Fig. 1 - Apparato dl Hele-Shaw con un modello in prOVI, gill IIIUO POltO.

499

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orizzontalmente e si sotIia sulla faccia supe-

riore di questa, il foglio stesso, invece di su-

bire una curvatura lungo i suoi bordi, tende

invece a fare un baiza sia pure momentaneo

verso I'alto, anche questa volta perche in un

certo qual modo aspirato dalla riduzione della

pressione verificatasi al disopra d. i esso. Lo

stesso fenomeno permette di comprendere

perche i forti colpi di vento possono riuscire

ad aspirare il tetto di una casa, perche due

grandi imbarcazioni che procedono appaiate,

in posizione parallela e piuttosto vicine, ri-schiano di essere attratte da una forza all'ap-

parenza inspiegabile che le porta ad entrare

in collisione; 1 0 stesso effetto spiega anche

perche e pericoloso sostare sull'orlo di un

marciapicde in una stazione ferroviaria, men-

trc un treno sta passando velocemente.

La seconda forza altrettanto interessante,esercitata in direzione del flusso, viene chiao

mata « freno », Questo effetto che si verifica

nell'aria, suJla coda di un cervo volante' e, ad

esempio, parzialmente responsabile della ten-

denza da parte di questo a « picchiare » nel

vento.

Questa forza e dovuta alia frizione che si

determina tra strati di aria adiacenti ed ani-

mati, di diverse velocita scorrenti attorno al

profilo alare. Qualsiasi cos a che _determina

anche indirettamente la formazione di tur-

500

bolenze negl'i strati di aria tende ad aumen-tare il frenaggio.

Alia velocita di circa 300 chilometri all'ora,ad esernpio, un'ala di aereo nella quale siano

presenti delle sporgenze estranee, quali le

teste dei bull ani di unione ed i lemhi sovrap-'posti nelle parti metalliche, subisce una forza

di frenaggio maggiore del 50% circa, di quel-

la che la stessa ala subirebbe in cffetti, nel

caso che Ie sue superfici fossero perfettarnen-

te levigate e senza sporgenze.

Una sene addirittura impressionante di di-

spositivi, dai bacini di prova per il traino dei

modelli, lunghi un chilometro' e piu, ai tubi

per il controllo dell'urto, della lunghezza di

un metro solamente, sana stati ideati per in-

-dagare sulle forze nelle correnti fluide; gran

parte di tali apparecchi, comunque, sono al

di la delle possibilita e delle risorse di qual-siasi dilettante.

L'apparato di Hele-Shaw, invece, rientra in

queste possibilita. Sir George Stokes provo

per primo che, quando uno strata sottile di

un fluido visco so, quale I'acqua, viene messo

. in condizioni di scorrere nello spazio cornpre-so tra due pareti parallele, i filetti che si de.

terminano sl accostano per il lora comporta,

menta a quelli che si formano in un fluido

privo di viscosita, Ludwig Prandtl, successi-

vamente, precise che l'aria si comporta come

'Fig. 2 • Filetti di corrente

ad un profilo alare, in a l-

to; attorno ad un cilindro,

in basso.

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un fluido non viscose all'esterno della strato

limite.

H. J. S. Hele-Shaw costrui un apparato ba-

sato sulle osservazioni di Stokes e condusse

utili rnisurazioni relative al flusso del liquido

attomo agli scafi delle imbarcazloni Per que-

sto gli esperimenti presentati da Stokes si

riferiscono ad una corrente compresa tra due

pareti parallele, Hele-Shaw trove che dei buo-

ni risultati si sarebbero potuti ottenere lascian-

do l'acqua scorrere sotto forma di uno strato

sottile at di sopra di una superficie regolare,

lasciando libera la superficie dell'acqua stessa.

Questo apparecchio e utile per la ricerca del

cornportamento di profili alari, per iI fatto

che un flusso di aria su di un'ala sottile e

un fenorneno essenzialmente bidimensionale,

eccezion fatta per quanto accade in prossi-

rnita della punta.Nell'apparato di Hele-Shaw, un sottile velo

di acqua scorre eon grande lentezza sulla su-perficie di una lastra di vetro, attomo ad una

sezione trasversale del modello di un profilo

alare 0 di una serie di vele di un modello di

irnbarcazione (v. fig. 199). I filetti fluidi che si

determinano nell'interno del vela di aequa

sono resi visibili per mezzo di un colorante

quale it permanganato di potassio : essi pos-

sono pertanto essere facilmente fotografati

per uno studio accurato e per la esecuzione

di interessanti confronti e le Iinee della cor-

rente forniscono anche indicazioni quantita-tive, per quello che riguarda la distribuzione

della pressione attorno alle varie parti delmodello ..

E' evidente che quando un ostacolo riduce

l'area attraverso la Quale scorre un determ i-

nato quantitativo di fluido, la velocita del

flusso deve aumentare. Ove questi filetti flui-

di scorrano attomo al modello, essi tende-

ranno ad affollarsi in una zona piu ristretta.

Dalla misurazione della distanza esistente tra

i vari filetti fluidi, resi riconoscibili da fila-

menti della sostanza colorante, nei vari pun-ti lungo iI canale di scorrirnento, possiamo

ricavare un'idea delle velocita relative e delle

distribuzioni della pressione nei vari punti

presi in esame.

La eostruzione dell'apparato di iHele-Shaw

non presenta alcuna difficolta, La superficie

sulfa quale !'aequa scorre PUD essere rappre-

sentata da un pezzo di lastra di vetro delle

dirnensloni di 500 X 750 millirnetri.Per il fissaggio delle due parti laterali che

affiancano H piano di scorrimento si provvede

all'applicazione su ogni lato di uno spezzone

di profilato angolare di metallo, possibilmen-te inossidabile, -unito al vetro mediante una

sorta di stuccatura con stucco, per acquari,

La lastra di scorrimento viene mantenuta in

piano e quindi nella leggerissima inclinazionc

voluta per mezzo di viti di livellamento siste-

mate nei quattro piedini delf''apparato (v. par-

ticolare in alto a destra della fig. 199).Un velo

di acqua viene inviato in direzione della lu-

stra di vetro, parten do da una vaschetta di

riposo la cui sornmita sia stata chiusa con un

rettangolino di fine rete metallica.

Quando la Iastra di vetro e stata sistemata

e messa a livello, l'acqua viene messa in con-

dizioni di scorrere sulla superficie di questa,

nella forma di un velo di spessore uniforme.

Prima cornunque di mettere in funzione i1complesso, occorre pulire accuratamente la .la·

stra con sapone e quindi con acqua di am-

moniaca, allo scopo di eliminare tutte Ie trac-

ce di sostanze grasse, che potrebbero essere

responsabili della disuniformita del velo di

aequa, ehe anzi, in qualcuna delle zone, po-trebbe addirittura non coprire tutta la super-

ficie del vetro, condizione, invece, che e in-

dispensabile : l'operazionc dena pulitura de-

ve essere eseguita invece che direttarnente

con una mano, nella quale sono inevitabil-

mente presenti delle tracce di grasso, con una

spatola da tergicristallo di auto, a sua volta

accuratamente sgrassata in precedenza,

II medelleII modello da inserire nella corrente, per

l'esame, pUD essere fatto da un pezzo di Io-glia di balsa delle spes sore di 6 millimetri.

Se il modello deve rappresentare una vela,

sara necessario che il suo spessore sia ridotto

sino a quello di 1,5 rnilfimetri. Dopo il tagJio

del modello, si provvede a lisciare la sua suo

perficie inferiore per renderla quanto piu Ie-

vigata e quindi si rende l'intera superficie di

esso impermeabile all'acqua applicandovi due

mani di vernice alla nitrocellulosa, della ben

nota qualita usata per gli aeromodelli. limo-

dello pub essere mantenuto al suo posto, sul-

la piastra di vetro, con piccole gocce di ade-sivo applicate al disotto della sua superficic

in contatto con Ia ,lastra stessa, oppure con

la semplice applicazione al di sopra di esso

di un pesetto adeguato, in piombo,

Se al disotto dena lastra di vetro si ha l'av-

vertenza di inserire un grande foglio di carta

da grafici, COn una millimetratura abbastan-

za evidente, sara pili facile effettuare delle

misurazioni in ordine alia spaziatura esisten-

te tva i vari filetti fluidi.

Quando H vela oi acqua ha assunto una

forma di seorrimento regolare, si dispone un

cristallo di sostanza colorante direttamente amonte del velo stesso, vale a dire riel punto

in cui il vela stesso affiora dalla reticella del-

la vaschetta, in maniera che il filamento di

501

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acqua colorata tendera a fluire attorno at

modello.

A quel punto che viene detto « di rista-

gno », appena di fronte al modello, il filetto

fluido si sdoppia in due con ciascuna delle

due sezioni passante per un lato del modello.

Le due meta del filamen to tendono a tor-

nare insierne ed a rifondersi lungo il bordo

posteriore del modello stesso formando un

filamento analogo a quello iniziale, il filo che

si sdoppia di fronte al modello, che scorre

separato ai lati di questo e torna ad essere

unico a valle, definisce 10 strato limite della

corrente attorno .al modello,

Se ora si sistemano altri cristalli di sostan-

za solubile e colorante alIa uniforme distan-

za di 5 0 6 miIIimetri uno dall'altro, lungo la

linea dalla Quale iI velo affiora dalla vaschetta,

questi daranno luogo alia produzione di unaserie di filamenti che scorreranno paralleli si-

no ache essisiano giunti nella zona nella

Quale sia presente il rnodello, e questa pre-

senza deterrninera la dis torsi one rispetto alla

retta di talune delle Iinee: in particolare, al-

cune Iinee si curveranno in modo da dive-

nire piu fitte, ed altrove si curveranno invece

in direzione opposta per as sum ere una mag-

giore spaziatura, a seconda delle caratteristi-

che fisiche del modello.

A questo punto, due semplici formule met-

teranno gli sperimentatori in condizione di

calcolare la velocita comparativa del flusso

e la pressione del fluido ai vari punti attorno

al modello; tali quantita possono essere cal-

colate semplicemente a partire dalla distanza

esistente tra i vari filamenti nei punti in cui

i rilevamenti vengono effettuati,

Dove il fluido scorre Iibero e con unifor-

mita, prima che esso raggiunga il modello, la

velocita media tra uno dei filamenti fluidi co-

lorati e quello immediatamente adiacente,

moltiplicata per una certa costante, e uguale

al reciproco della distanza esistente tra i fili

stessi: vale a 'dire 31 millimetri quando ladistanza tra ifili e di 6 millimetri.

La formula generale e la seguente: VC=l/D,

in cui C sta ad indicare il valore della co-

stante e D sta invece ad indicare la distanza

tra due filamenti colorati adiacenti. In un

punto a monte rispetto al modello, la distan-

za tra i filamenti colorati pub essere espressa

con « a » (v. fig, 200). La equazione allora vie-

ne trasformata in VC = l/a.

Ad un punto A, sul modello, dove la distan-

za tra la superficie di questo ed iI primo dei

filamenti colorati e uguale a « b », l'equazione

si presenta nella seguente rnaniera : VA C=l/b.E' ora possibile eliminare il valore C me-

diante una divisione ed, ottenere iI rap porto

seguente; VA V 0= a/b. In altre parole iI rap-

502

porto della distanza ongmaria esistente tra

i filamenti, per la distanza esistente tra i fila-

menti stessi, ad un determinato punto lungo

il modello, e una misura della variazione del-

la velocita della corrente, quando questa pas-

sa di fronte al modello. Quando la distanza

tra i filamenti tende a diminuire, iI flusso

accelera iI suo corso in proporzione alIa di-

minuzione della distanza stessa.

Similmente e possibile calcolare la varia-

zione della pressione del fluido su di un de·

terminato punto del rnodello, a mezzo di un'al-

tra formula. La differenza tra la pressione

esistente nel, libero corso e quella ad un

punto in vicinanza del modello e uguale a

(k. [VA/V~ -1]), nella quale espressione Inlettera k sta ad indicare iI valore della co-

stante.

Un problema specifico

Illustriamo ora il metodo con un problema

specifico: il modello in esame consiste in un

ostacolo circolare (v. schema in basso fig, 200).

Alla linea di partenza del flusso le linee colo-

rate so no distanti 6 millimetri una dall'altra.

AI punto B, sui lato di attacco del cerchio,

la distanza e aumentata in modo che iI pri-

mo filarnento risulta a 12,2428 millimetri dal-

la superficie del modello stesso.

Pertanto, Vn/V =6/12,2428. Cio significa che

la velocita- del flusso tra il modello e la pri-

ma linea fluida colorata nel punto B e di

0,518 volte la velocita orginaria. La variazione

della pressione qui e [k (0,5182 -1)] ossia

- 0,732. II segno menu sta ad indicare iI fat-

to che la pressione e rivolta verso I'interno

ossia in direzione del modello.

AI punto A, sul rnodello, la distanza rispet-

to alia prima linea colorata si riduce a poco

piu di 3 millimetri : pertanto VA/V = 6/3 os-

sia 2, iI che sta a significare che la velocita

del flusso in quel punto e doppia di quella chesi ha nel tratto Iibero di scorrimento.

In questo punto la pressione cade del va-

lore di 3k. Annotando la distribuzione della

pressione nei vari punti lungo la superficie

di un rnodello, e possibile valutare la forza

ascensionale che viene esercitata su di una

determinata forma e rispetto ad un determi-

nato angolo di incidenza con il modello, della

corrente di fluido al quale esso viene messo

in relazione.

Un altro e diversissimo progetto che pub

interessare e quello dello studio della dina-

mica del volo su modelIi flessibili di aerei;

piccoli veleggiatori di legno si prestano ad

essere adattati per I'esecuzione di questi studi.

Quando un aereo vola attraverso una forte

cC

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J :

I

s

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g

c

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s

C

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rego lar l t IUllqheua p e ..variare F .r i'qu lnZ& vibrazione

d.1 mo'.II. ~

'<

NODEL lO p e .. co nh olloo&cillnione ala

m olla acciaio a~moni~o~on$entll ~orsio"e eel 'o.cilluion8 chll 'ala

Corrente di vento, pub accadere che esso pren-

da ad oscillare in su ed in giu con la prua

mettendosi, in sostanza, in una vera e pro-pria oscillazione avente una certa frequenza.

La fusoliera dell'aereo, che e alquanto ela-

stica, tende a curvarsi nella stessa maniera,ed in corrispondenza di questa frequenza.

Quando i due modi di vibrazione coincidono,

il procedere nell'aria dell'aereo assomiglia ad

un vero e .proprio galoppo, con torsioni ed

impennate, in un'oscillazione che, per la rag-

giunta risonanza, risulta di ampiezza sempre

crescente.

II fenomeno pub essere facilmente dimo-

strato con un modello di veleggiatore ; per

rendere un modello, che di solito e piuttostorigido, abbastanza flessibile 'e dargli la pos-

sibilita di mettere in evidenza questo aspetto

dell'aerodinamica, si possono introdurre delle

MOOH lO v.I~.!Igia~.ort.pe .. pro"e vlbrallontcoda

mollette, realizzate con pezzi di filo di acciaio

armonico, nella struttura del telaio.

Con un poco di ingegno e anche possibile

scoprire come si produca la vibrazione delle

ali del velivolo inserendo delle cerniere ela-

stiche in punti appropriati delle ali, (v. fig.

201). Per meHere in evidenza il classico effet-

to di oscillazione, le ali dovrebbero essere libe-

re di curvarsi Verso l'alto e di torcersi al tem-

po stesso, rispetto al taro centro assiale.

Dato che gli aerei moderni, pur realizzati

con strutture piu leggere, si sono trovati ad

affrontare delle velocita maggiori, il problemadella vibrazione e della cosiddetta « aeroela-

sticita » SOIlO divenuti di grande importanza

nella industria aeronautica.

5 1 i 1 3

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Un ricevitore ad un solo transistore, COIl

ascolto in cuffia, che funzioni senza an-

tenna e terra, costituisce una realizzazio-

ne davvero eccezionale, se non proprio prodi-giosa, Mai, prima d'ora, un simile progetto

era statu presentato su Tecnica Pratica, e for-se mai nessuno aveva potuto concepirlo. Cisana riusciti i nostri tecnici, e ci sono riuscitibrillanternente, perche la sensibilita del «Ma-

gic I» e tale da far invidia ai circuiti tran-sistorizzati piu complessi e piu costosi. Se sitiene con to, poi, che con l'aggiunta di un se-condo transistore, in uno stadio arnplificatorefinale, e possibile otten ere la riproduzione inaltoparlante, si puo concludere dicendo chequesta progetto e destinato a ricordare unatappa gloriosa nelIe... avventure elettronichedella nostra rivista.11 circuito del ricevitore e semplice, pcrche

richiede pochi cornponenti, di poco costo, esi mont a in un batter d'occhio, Anche iI suofunzionamento puo essere considerato elernen-

RICEV ITORE

re

z <

clc(

rn

si

rare e facilmente intuibile da tutti, anche dacol oro che da poco tempo hanno cominciato

~l volgere i propri interessi al mondo dell'elet-tronica. IIcornponente che costa di piu e rap-presentato certamente dalia cuff'ia, rna il no-stro programma eclitoriale tiene conto che lacuffia

eun componente posseduto da tutti i

dilettanti, perche serve nelia realizzazione dicentinaia di progetti, di esperienze, di proveed e altrettanto utile ed indispensabile quan-to 1 0 puo essere il saldatoio od iI tester. Glialtri componenti vengono a costare assai po-co, compreso pure il transistore TRI, che e ditipo assai comune e molto economico.Ma c'e un'altra caratteristica, assai impor-

tante, che concorre all'aumento delle qualita

e del prestigio del «Magic 1»: la possibi-lita di aliment are il circuito con valori diver-si di tensione. 1 1 progetto, 'infatti, non preve-

de l'inserimento di un potenziometro di volu-me e l'intensita sonora, nella cuffia, puo esservariata sol tanto con l'aumento della tensionedi alimentazione. Senza incorrere nel pericolodi mettere fuori uso qualche componente, iInostro progetto pub essere connesso con imorsetti di una pila da 4,5 volt, con una da9 volt e persino con una da 12 volt; dunque,iI nostro ricevitore non impone una precisatensione al suo alimentatore, rna una vastagamma di valori che il dilettante potra adot-tare, a piacere, a seconda delle proprie esi-genze di radioascoltatore.

grto

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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PER PR IN eIP IANT I.Abbiamo gia detto abba stanza per invoglia-

re tutti i nostri lettori principianti alla realiz-

zazione del « Magic 1", che e un apparec-chin assolutamente origin ale e sorprendente,

concepito, sperimentato e collaudato felice-

mente nei nostri laboratori a vantaggio esclu-

sivo dei lettori di Tecnica Pratica,

Come e nostra abitudine, anche per questo

progetto esaminererno dettagliatamente il cir-

cuito elettrico, in modo da rendere chiaro a

tutti il precise funzionamento del ricevitore,

e passeremo poi alia descrizione de') montag-

gio pratico e della messa a punto dell'appa-recchio,

Esame del circuito

II circuito di sintonia; quello in cui vengo-

no selezionatii segnali radio, e rappresentato

dal condensatore variabile Cl e dall'avvolgi-mento U. Per ogni posizione del'le Iamine mo-

bili rispetto a quelle fisse, del condensatore

variabile Cl , un solo segnale radio e presen-

te sulJa base (b) del transistore TR1; si trat-

ta di quel segnale radio la cui frequenza eidentica alia frequenza di risonanza del cir-

cuito oscillante, cioe del circuito di sintonia(CI-Ll).

Il transistore TRI amplifica, dunque, i se-

gnali di alta frequenza provenienti dal circui-

-to di sintonia, SuI suo collettore (c) sono pre-

senti i segnali di alta frequenza amplificati :

tali segnali sono presenti anche nell'avvolgi-

mento L2 dal quale, per induzione, ritornano

nell'avvolgimento Ll, cioe nel circuito di sin-

tonia, per affacciarsi ancora alIa base del

transistore TRI ed essere sottoposti in questo

componente ad un ulteriore processo di am-

plificazione A.F. Tale ciclo dj amplificazione

si ripete in un numero grandissimo di volte

ed e Iimitato soltanto dalla mutua posizione

degli avvolgimenti Ll-L2.

La bobina L2 rappresenta la bobina di rea-

zione. In virtu del processo di ritorno di rea-

zione dei segnali radio, il ricevitore acquista

un grado elevatissimo di sensibilita. II limite

estremo del ciclo di reazione, cioe il limitedelle successive amplificazioni di uno stesso

segnale di alta frequenza, e determinate dal

caratterisaico innesto della reazione, che si

manifesta in cuffia, sotto forma 'di fischio

acuto od urlo.

Rivelazione dei seg'nali radio

II dil'ettante sa che i segnali radio dl' alta

frequenza non possono essere- ascoltati ed oc -corre provvedere alia lora <{ rivelazione ». che

consiste nel separare la parte ad alta frequen-za da queUa a bassa frequenza dei segnali

che, partendo dall'antenna del trasmettitore,

raggiungono iI circuito di sintonia del ricevi-

tore. A tale processo provvede 11diodo al ger-

rnanio DG .

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L2

T R 1

L 1C I

JIFig. J • Sche·

ma ele'frieD

del rjcevitore.

C3

c t .

nr,

ilnz:

n

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C 1

CI

zi

Sl

te

SI

dl

d:

re

Dunque, una parte dei segnali amplificati di

alta frequenza, presenti sui collettore (c) diTRI, prende la via del condensatore C3, rag-

giungendo il diodo al germanio DG dal qualc

vengono rivelati : in altre parole, attraverso ildiodo al gerrnanio DG passano soltanto Ie se·

mionde di uno stesso nome del segnali ampli-

ficati di alta frequenza. Ma nelle semionde

dei segnali A.F. sono contenuti ancora segnali

di alta frequenza, che bisogna assolutamente

fugare a mass a in qualche modo, per liberare

completamente il segnale di bassa frequenza

corrispondente aIle voci ed ai suoni liberati ne-

gli auditori delle emittenti radio; a tale ulte-riore processo, che costituisce un completa-

mento del pracesso di rivelazione, provvede

il condensatare C2, che mette appunto a mas-sa i segnali di alta frequenza contenuti nelle

semionde dei segnali A.F. che attraversano il

diodo al germanio DG. La massa, in questo

ricevitore, e costituita dal circuito della ten-

sione positiva della pila di alimentazione.

A m p l if i caz io n e 8.F.I segnali radio rivelati, cioe i segnali di bas-

sa frequenza, passano dal diodo al germanic

alla bobina L1 e da questa alla base (b) del

transistore TRI che, questa volta, provvedc

all'amplificazione B.F. dei segnali radio. 11transistore TRI, pertanto, lavora un'infinita

506

I

COMPONENT.

C1 = 350·500 pF (condensatore variabile)

C2 = 30.000 pF (condensatore a disco)

C3 = 1.000 pF (condensatore II disco)

C4 = 30 pF (compensatore)

R1 = 330.000 ohm (arancio·arancio.

arancio)

DG = diodo al germanio (di qualunque

tipo)

TRI = SFT320

Jl = impedenza A.F. (Geloso 557)

cuRia = 2000 ohmll·l2 = bobin. di sintonia e di reazi~ne

(vedi testo)

51 = interruttore a llitta

pile = vedi testa

sf

s

g

di volte: amplifica i deli successivi i segnali

di alta frequenza ed amplifica, in un cicio

unico, i segnali di bassa frequenza. Sui collet-

tore (c) sono presenti i segnali arnplificati

A.F. e B.F .. I segnali di bassa frequenza at-

traversano" la bobina L2 e J'impedenza di al-

ta frequenza 11, la quale costituisce invece un

ostacolo per i segnaIi di alta frequenza, IIcompensatore variabile C4 serve per il con-

Ie

S(

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3 L2gommi1

trollo manuale della realizzazione ed iI suo

impiego verra interpretato in sede di messa

a punto del ricevitore.Isegnali di bassa frequenza, che attraver-

sano l'impedenza A.F. (J1) raggiungono la cur-

fia, che rappresenta il trasduttore elettroacu-

stico, cioe I'elernento atto a trasformare i se- ,

gnali radio di bassa frequenza in voci e suoni.

Alimentatore

L'alimentazione del nostro circuito e otte-

nuta mediante pila, la cui tensione puo esse-

re compresa tra i 4,5 e i 1 2 volt. Aumentando

il valore della tensione di alimentazione, au-

menta la sensibilita del ricevitore e la poten-

za di ascolto in cuffia. Ovviamente, coli 'au-

men tare della tensione di alimentazione, au-

menta pure l'assorbimento di corrente del cir-cuito, rna questo e relativamente basso per

cui si puo considerare che Ia pila di alirnenta-

zione non abbia praticamente termine di con-

sumo. Volendo alimentare il circuito con la

tensione di 12 volt, si dovranno collegare in

serie tra loro quattro pile da 3 volt ciascuna,

del tipo a torcia; si otterra cosl una batteria

di grandecapacita elettrica che potra dura-

re in... eterno !Gli assorbimenti di corrente del circuito, ai-

le tre tensioni fondamentali di alimentazione

sono i seguenti:

Fig. 2 . - Schema pratico del

ricevitore.

Tensione di

alimen tazioneAssorbimento

4,5 V.

9 V.12 V.

200 microampere

450 microampere

700 microampere

Costruzione della bobina

II montaggio del ricevitore ~Magic 1" va

fatto dopo essersi procurati tutti i compo-

nenti. Fatta eccezione per la bobina di sin-

tonia e per quella di reazione, tutti gli altri

componenti si possono facilmente reperire in

commercio, presso ogni negoziante di mate-

riali radioeJettrici. Dunque le due bobine L1

ed L2 sono elerncnti che il lettore dovra auto-

costruirsi, rna la loro realizzazione pratica eoperazione assai sernplice e relativamente ra-

pida. Si faccia acquisto di un nueleo ferrox-

cube delle dimensioni di 8x140 mm, di tipo

cilindrico; su questo nueleo si provvedera ad

avvolgere dapprima la bobina Ll , che e com-

posta da 67 spire complessive di filo di rarne

smaltato del diametro di 0,25 mm; la presa

intermedia (2) e ricavata alia decima spira.

L'intero avvolgirnento e effettuato sopra il nu-cleo ferroxcube, dopo aver avvolto su di que-

sto un pezzo di carta paraffinata. L'avvolgi-

mento va iniziato a partire da 2 centimetri

507

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Fig. 3 - L a boblna

L2, In reulone, eavvolta lopr. un

r---I-qqqqqC}qqc~-----4-t~t'j;ZS:~t----------,eilindretto dl ear-

toncino sposta.bileY'*,......l,I-----------J,in entrambi i ver-

$i, lungo I'asse del

nucleo, In modo

da permetter. la

prec:lntaratur.

de'l ricevitore.

circa da un'estrernita del nucleo stesso, L a bo-

bina L2 va avvolta sopra un cilindretto di car-

tone, che perrnette 10 spostamento, Iungo l'as-

se del nueleo dena bobina stessa, durante lafase di messa a punto del ricevitore. La bobi-

na L2 e costituita da 8 spire delle stesso fiio

utilizzato per l'avvolgimento L1 (filo di ramesmaItato del diametro di 0,25 mm).

MontaggioLa semplicita del ricevitore «Magic 1» in-

duce ad effettuare il montaggio dei compo-nenti su una normale tavoletta. di legno di for-rna rettangolare, delle dimensioni di 15x7cen-

timetri. Lungo uno dei lati maggiori del ret-

tangolo si fissa il nueleo ferroxcube, utilizzan-

do due supporti in gomma (gommini) e senza

far ricorso a fermagli metallic! 0 fascette di

metallo, che costituirebbero spire in cortoclr-cuito e comprometterebbero il buon funziona-mento del ricevitore,

Per facilitare il montaggio, una buona par-

te dei componenti radioelettrici verra monta-

ta su una basetta e li bachelite dotata di 8 mor-

setti (capicorda) distribuiti in numcro pari da

una parte e dall'altra. Su tale basetta vengo-

no fissati: 'il diode al germanio DG, la resi-

stenza RI, il condensatore a disco C2, il tran-sistore TR1, il condensatore a disco C3, I'im-

pedenza di alta frequenza Jl. il cornpensatore

C4 e una buona parte dei terminali dei con-

duttori che formano il cablaggio del ricevitore.Non vi sono elementi critici degni di nota

nel realizzare praticamente iquesto ricevitore,Ricordiamo soltanto che il diodo al germanioDG e un componente radioelettrico polarizza-

to, che va inserito nel circuito rispettando le

SUe polarita (il Iato positive, contrassegnato

con una fascetta colorata, va connesso con il

terminale del condensatore a disco C3); nel-

l'applicare iI diodo al gerrnanio DG, il lettoredovra attenersi a 1 1 0 schema pratico riprodottoin queste pagine.

Per il trans istore TRl occorre ricordare bre-

L l

vernente la tecnica dell'applicazione ai circuiti

dei transistori; i terminali non debbono esse-re troppo accorciati e le saldature devono es-sere effettuate abbastanza rapidamente con

saldatoio dotato di punta ben calda, La let-

tura dei terrninali del transistors e un proble-

ma assai semplice: il terminale di collettoresi trova da quella parte del transistore in cui

sui suo involucro e riportato un puntino co-

lora to; il terminale di base si trova al cen-

tro, mentre quello di emittore (e) si trova al-

l'estrernita opposta a quella in cui si trova il

terminate di collettore.

Ricordiamo che anche la pila e un compo-nente polarizzato, che va applicato al circuito

secondo Ie SUe esatte polarita ; invertendo Ie

connessioni sui rnorsetti della pila si rischia

di danneggiare, se non proprio di mettere

fuori uso definitivamente, il transistore TRI.

Messa a puntoLe operazicni di taratura del ricevitore van-

no iniziate dopo aver completato il cablag-

gio e dopo aver effettuato un ultimo controllo

del montaggio, allo scopo di accertarsi della

precisione del lavoro compiuto. Soltanto do.

po questo controllo si potra collegare al cir-

cuito Ia cuffia e la pila, facendo attenzione a

non sbagliare nel collegare quest'ultimo come

ponente (iJ morsetto positivo va collegato con

il conduttore connesso direttarnente con I'in-

terruttore a slitta S1).Dopo aver calzata la cuffia, si agisce sull'in-

terruttore S1 per «accendere:" il circuito,

Due sono Ie condizioni radioelettriche nelle

quaJi pub presentarsi iI ricevitore: e possi-

bile ascoltare in cuffia il caratteristico inne-

seo della reazione, oppure I'innesco non si

sente e ruotando il perno del condensatore

variabile Cl si sente una stazione radio. Inogni caso i1 procedimento di taratura va ini-

ziato con la reazione innescata, doe dal mo-

mento in cui in cuffia si ode il fisehio carat-

teristico. Se tale condizione non si verificasse

L2. . . , . .

certonclno

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i n sup er c ::Lb i le n e l lc ::Lr ie e r cc ::L

gu a sti n e i e ireu iti e le ttron ie i

Prezzi:

SIGNAL TRACING montato con ri-

velatore d'ascolto L. 3.250

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compreso spese postali L. 2950

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compreso spese postali L. 2.600

Con l'ordlnazlone spedire assegno

Per ordlnl superiori ai 10 pezzi

chledere sconti adeguati

al rnornento dell'accensione dcil'apparecchio,

occorrera agire sui compensatore C4, fino a

portarlo a cornpleta chiusura. Se anche tale

operazione non dovesse portare alla condi-zione citata, occorrera intervenire sulla bobi-na 12, avvicinandola gradatamente alla bobi-

na Lt. Se anche do po tale operazione la rea-zione non dove sse innescare, cio significhera

che la bobina L2 non e stata avvolta nel verso

indicato in figura. In tal caso occorrera sfi-

lare 1a bobina dal nucleo per introdurla nuo-

vamente attraverso l'altro foro, doe dopo aver-

la girata.

Una volta determinata la condizione di in-

Fig. 4 - II disegno

illustra iI principio

di collegamento del

compensatore ehe

regola I. ranione.

nesco della reazione, bisognera eliminare il

fischio caratteristico; a tale scopo si agisce

sui compensatore C4j facendone ruotare il

perno molto lentamente fino a far scomparire

del, tutto l'innesco, Se la reazione dovesse rio

manere innescata, si provvedera ad allonta-

nare l'avvolgimento L2 da quello Ll , proce-

dendo assai lentamente ed arrestando la bo-

bina 12 proprio in quel memento in eui l'in-

neseo sparisce,

Le operazioni di taratura sono ora terrni-

nate e il rieevitore e pronto per funzionare.

La ricerea delle emittenti si effettua agendo

solamente sui perno del eondensatore varia-bile Cl. Per aumentare la sensibilita del ri-

eevitore ela sua amplificazione di bassa fre-

quenza, bastera aumentare la tensione di ali-

mentazione, sostituendo la pila applicata al

cireuito con ahra di tensione pill elevata. In

ogni casu non e consigliabile superare mai la

tensione di .alimentazione di 12 volt.

Come e stato detto, il pregio fondamentale

di questo ricevitore consiste nel funzionare

senza alcun circuito antenna-terra. Ma a co-

lora ai quali necessita una elevata potenza di

ricezione possiamo consigliare di applicare unapiccola antenna, di tipo a stilo; l'antenna va

collegata suI punto 3 della bobina di sin-

tonia Ll.

509

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L'installazione di una antenna TV richie-

de sernpre un insieme di accorgimenti

tecnici ed una certa esperienza pratica.

Da un buon impianto di antenna, infatti, di-

pende principal mente la qualita delIe imma-

gini riprodotte sullo schermo televisivo, L'an-

tenna TV deve essere adatta al canale che siriceve, la sua impedenza deve essere la stes-

sa della linea di discesa e dell'entrata del te-levisore, la sua installazione deve essere ef-

fettuata nella parte piu alta del tetto; rnal'antenna TV deve rispettare soprattutto una

particolare esigenza tecnica: deve essere per-

fettamente orientata verso l'antenna della sta-

zione trasmittente. Ed e proprio questa ulti-

ma esigenza, peraltro fondamentale, che non

sempre si riesce a soddisfare perfettamente e

che, comunque, fa perdere molto tempo pre-

zioso agli installatori.

Chi ha la fortuna di poter installare l'an-

tenna TV nelle immediate vicinanze del tele-

510

visore, non avverte, certamente, la difficolta

di tali problemi. L'antenna TV sistemata ac-

canto al televisore permette sempre .di rag-giungere l'orientamento pratico piu efficace;

con una mano si fa ruotare I'asse di sostegno

e con gli occhi si fissa 10 schermo televisivo:

in questo modo si riesce a stabilire la posizio-ne pill idonea dell'antenna, quella per la qua-

le si ottiene la massima captazione di segna-

liTV.

Quando antenna e televisione sono separa-

ti tra loro da alcune decine di rnetri, allora

il problema diviene difficile : il televisore non

10 si vede pill 0, meglio non 10 vede chi deve

orientare I'antenna. In questi casi si riesce a

risolvere il problema, ernpiricamente, in due

persone; chi sta accanto all'antenna provve-

de a ruotarne lentamente I'asse un po' a de-stra e un po' a sinistra; chi sta davanti altelevisore e costretto ad urlare per farsi sen-

tire da chi sta sopra il tetto, in modo da far-

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gIi conoscerc in quale posizrone dell'antenna

i segnali ricevuti sono piu intensi. E' questo,

ovviamente, un metodo troppo rudirnentale,

che non pub dare certamente risuItati preci-

si, e deve essere scartato, specialmente dai

lettori di Tecnica Pratica, che sono in condi-

zioni di peter sempre risolvere felicementeogni problema di elettronica.

Gli installatori di antenne TV, aIle dipen-

denze di laboratorl attrezzati, sono equipag-

giati di un particolare strumento: ilmisuraro-re di campo; un tale strumento, facilmente

reperibile in commercio, pub essere acquista-

to da chiunque ma viene a costare troppo.Eccoci dunque noi di Tecnica Pratica a dar

una mano a tutti colora che non se la sento-

no di acquistare un ondametro, rna che vo-

glion realizzare in breve tempo e con una rni-

nima spesa un ...surrogate di ondametro, chesi riveli di facile impiega ed altrettanto utile

quanta 10 pub essere un normale misuratoredi campo.

Uno strumento assai semplice

Lo strumento che presentiamo e un indica-

tore dell'intensita dei segnali video. Lo sche-rna elettrico e quello rappresentato in figu-ra 2. La boccola B va connessa can il catodo

o la griglia del cinescopio (tali elettrodi po-tranno essere facilmente identificati consul-

tando 10 schema elettrico del televisore); Jaboccola A va connessa con il telaio del tele-

visore; in tal modo il segnale video risulta

applicate, tramite ilcondensatore Cl, al diodo

DG, che 10 rivela. II segnale rivelato e appli-cato tra base ed emittore del transistore TRIche, essendo adatto per amplificazione B.f.,

10 amplifica notevolmente, L'inserimento del,transistore TRI si e reso necessario perche

senza di esso il segnale rivelato dal diodo sa-rebbe stato troppo debole e, quindi, avrebberichiesto uno strumento indica tore di grande

sensibilita e di costa elevato. Con il circuito

arnplificatore, invece, e possibile utilizzare La

normale scala milliamperometrica del tester

universale, che ogni tecnico possiede nel pro-

prio laboratorio. Tale scala deve essere, ini-zialmente, quella di I rnA fondo-scala, per

poi scendere a portate inferiori (0,5 rnA fen-

do-scala) qualora l'indice dello strumento su-

bisse una deflessione minima (cioe al di quadel centro-scala).

AI potenziometro ro, di tipo lineare, e affi-

dato il compito di regolare la sensibilita del-10 strumento. Esso va usato in questo modo:

tutto inserito all'lnizio della misurazione, poco

inserito quando, nonostante l'abbassamento

<lelia portata, 10 strumento non subisce note-voli spostarnenti.

SI,temate il misuratore di campo direttamen-

te sopra iI televisore e controllate conternpe-

raneamente l'Indice della strumento e 10

schermo TV.

511

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Cl = 500 pF (cond.n.ator. I disco)

C2 = 5.000 pF (condenutore a dluo)

11 = 1.500 ohm

R2 = 1.000 ohmPILA

R 3 = 100.000 ohm (pot.nzlom.tro a VI· R2

®a . . & . . .

. .lu. lin•• ,. con int.rruHor.) • 1 ' ' ' ' 'DG = diodo al ".rmanlo' 'di qual.lu' tipo R3pili = 4,5 - 9 volt

mA = mllllamp.rom.tro (1 mA . fondoIClla)

T R I = transi.tor. tlpo OC 71

b

A

B

Fig. 1 • Schema pntico

misuratore di campo. La pin-

z . B va conneSS8 con iI ca-

todo del. cinescopio, mentre

la pinza A va collegata

II telaio del te.levisore.

A~~~~~~~~~

Realizzazione pratica

La realizzazione pratica del nostro misura-

tore di segnali video non presenta difficolta

di sorta, Noi, in ogni caso, abbiamo riporta-

to 1 0 schema pratico di un cablaggio utiliz-zante una morsettiera a 5 terminali e mate-

riali di facile reperibilita .. L'interruttore Sl ,

come si nota in figura, e incorporato con il

potenziornetro R3. La pila di alimentazionee del tipo di quelle usate per I'alimentazionc

dei ricevitori a transistori, a 9 volt; essa puo

essere utilmente sostituita con una pita da

4,5 volt. Volendo utilizzare il tester, in sosti-

tuzione del rnilliarnperometro, si applicheran-no due boccole sul pannello frontale dell'ap-

parecchio, allo scopo di agevolare l'innesto

dei puntali del tester.

L'entrata dello strumento, allo scopo di evi-tare principalmente una eccessiva attenua-

COMPONENT.

Fig. 2 - Schema e-

lettrico del misura-

tore dl eampc. B

R l

Cl DG

512

+

9V

zione dei segnali TV prima della rivelazione,

che falserebbe la lettura sulla scala del mill i -

amperometro, deve essere realizzata con ca-vetti di collegarnento moltocorti. Cio, invece,

non e necessario per i1 collegamento allo stru-

mento indica tore, per il Quale andranno be-ne i punt ali di cui esso e dotato dajla casa

costruttrice, Tale osservazione vale nel caso

in cui si voglia dare Ia preferenza alla solu-

zione prospettata, quella dell'uso del milliam-

perornetro contenuto nel tester, che e poi la

pill economica. Qualora I'apparecchio Fosse

realizzato con uno strumento indicatore, tale

difficolta non sussiste affatto. Bastera, infatti,

costruire un pannello frontale di dimensioni

tali da poter ospitare il rnilliamperometro.

L'intero apparato potra essere racchiuso in

una scatolina di plastica 0di Iegno, di dimen-

sioni ridotte e Ieggera, in modo da poter es-sere agevolmente appoggiata, durante Ie mi-surazioni, anche suI televisore stesso, cosl da

permettere ilmassimo accorgimento dei con-

duttori che collegano il televisore con l'en-trata del nostro strumento.

I

C2

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' P E R MIIGLIORARE

L'ASCOL TO DEI RICEI-

VITORI. PORTATILI

MOlti appassionati di radiotecnica sono sta-

ti piu volte tentati di migliorare I'ascoltodel loro ricevitore tascabile: sia di quello

autocostruito, sia di quello acquistato in com-

mercio; e questa tentazione si estende aIle vol-

te agli apparati registratori, alle fonovaligie, a-

gli amplificatori di piccole dimensioni.

A questi ascoltatori esigenti ofIriamo un sug-

gerimento malta sernplice, che puo essere tra-

dotto in pratica all'insegna della piu assoluta

economia e che garantisce un notevole miglio-

ramen to della riproduzione sonora.

La 'cassetta, di cui pubblichiamo il disegno,

e stata appositamente studiata per contenere

un altoparlante esterno al ricevitore e di di-mensioni maggiorate. L'altoparlante potra es-

sere ricavato da un ricevitore supereterodina

fuori uso 0 acquistato presso un rivenditore

di materiali surplus per poche centinaia di li-

re: quel che importa e che' esso sia di tipo

magnetico. II mobiletto da noi ideate prevede

l'inserimento di un aItoparlante del diametro

di 20 cm.: esso va costruito con legno com-compensato della spessore di 2 em.; fanno ec-

cezione il pannello frontale e quello posterio-

re, che devono essere realizzati con legno di

abete dello spessore di 2 cm. SuI foro, ricava-to lateralmente a quello in cui va applicatoI'altoparlante viene applicato un tubo, che pub

essere anche di plastica, della lunghezza di 10

centirnetri : questo tuba serve per il passag-

gio delI'aria.Tutte le parti componenti della cassetta van-

no unite insieme per mezzo di chiodini e col-

la da falegname : le pareti :interne della scato-

la dovranno essere completamente imbottite

con lana di vetro servendosi, per questa ope-

razione, di coIlante sintetico. La lana di vetro

dovra avere uno spessore di almena 2 cm. II

pannello frontale pub essere rivestito con unpezzo di tessuto a griglia che, oltre a preser-

yare l'ahoparlante, svolgera una funzione de-

corativa,

a . . CHMtta .. progaHat. In modo d. conte.n.... un .... p.rl.nt., a.t.rno .1 ricevitor., e l l

dImentIonl m....... t.. II tubo cilindrico, .p-pilato l.t.'llmente, glr.ntl.c. iI flulSO del-1'. ,1•.

513

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E X P L O R E R

Iricevitore a superreazione serve per la ri-

cezione di segnali radio a frequenza molto

elevata. Con esso e possibile esplorare la

gamma delle onde ultracorte, quella in cui la-

vorano le emittenti a modulazione di frequen-

za, gli apparati radio dibordo degli aerei, dei

mezzi di polizia, dei vigili del fuoco, delle au-

-toambulanze, dei battelli guardacoste e di mol-te .altre unita ancora.

L'uso di un tale ricevitore, peraltro poco co-

nosciuto e scarsamente diffuse, perrnettera di

intercettare un dialogo tra piloti di aerei in

yolo 0 tra questi e il personale di servizio al-

le torri di controllo degli aeroporti. Petra ca-pitare ancora di sentire gli ordini impartiti

dai comandi di polizia agli automezzi in ser-

vizio, oppure di ascoltare comunicazioni radio-

514

telefoniche con i treni in corsa. Lo stesso let-

tore, tuttavia, dopo aver costruito questa ri-cevitore, e dopo aver fatto con questa pratica

di ricezione, si accorgera ben presto della e-

norme attivita radiofonica svolta nell'ambito

delle onde ultracorte.

In ogni caso la caratteristica principale del

ricevitore « Explorer» e quell a di consentire

l'ascolto delle emittenti a modulazione di fre-quenza con un circuito abbastanza semplice e

molto econornico e non gia quella di... origlia-

re nei servizi di diffusione circolare entre bre-

ve raggio, in cui taluni organi, pubblici e pri-

vati, ripongono Ie espressioni piu intirrie dellalora attivita, giacche e fatto divieto a chiun-

que di ricevere tali trasmissioni private. Oltre

all'ascolto dei normali programmi radio a mo-

i

z

v

t

an

c

I1

C

C

Z

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p

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z

Sl

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dulazione di frequenza, sara possibile con 10

« EXplorer» ascoltare l'audio delle emittenti

televisive; e questo e un secondo tipo di ascol-

to piu che lecito,

II principio della superreazione

II ricevitore a superreazione, che viene co-

struito eselusivamente per la ricezione dei se-

gnali a frequenza molto elevata, pur richie-

dendo una sola valvola nei suoi circuiti di al-

ta frequenza, quale amplificatrice, oscillatricc

e rivelatrice nello stesso tempo, e caratterizza-

to da un elevato grado di sensibilita,

II lettore che gia ha costruito un radio rice-

vitore a reazione sa che una delle caratteristi-

che principali di tale ricevitore e la sua buo-

na sensibilita, Ebbene, nel ricevitore a super-

reazione Ia sensibilita e di molto superiore,

Cio si pub spiegare subito con poche parole.

In un radioricevitore a reazione, spingendo

nell'istante in cui queste tendono a forrnarsi.

Infatti, se il numero delle intermittenze si

aggirasse, ad esempio, intorno alle centinaia

o aile migliaia di volte al secondo, la ricezio-

ne risulterebbe impossibile, perche le stesse

intermittenze si riprodurrebbero nell'altopar-lante sotto forma di un cupo ronzio. Ma la ri-

cezione sarebbe ancora impossibile se Ie inter-

mittenze fossero di appena qualche decina di

migliaia al secondo perche in tal caso esse si

riprodurrebbero sotto forma di fischio acuto.

Per una ricezione corretta occorre elevare

il numero delle intermittenze a circa 1 0 0 . 0 0 0al minuto secondo, ossia occorre far funziona-

re la valvola bloccandola per circa 1 0 0 . 0 0 0 vol-

te al minuto secondo. In tal caso il fischio re-

lativo aile intermittenze e cosi fuori dal li-

mite di udibilita da non essere percepito dal-

I'orecchio umano.

In pratica, quindi, per il funzionamento del-

la valvola in superreazione occorre interrom-

I'accoppiamento reattivo al di la del limite

in corrispondenza del qua Ie si ha autoeccita-

zione, la ricezione risulta impossibile per il so-

vrapporsi delle oscillazioni localmente genera-te con Ie oscillazioni in arrivo. Con il circuito

a superreazione si riesce a spingere l'accoppia-

mento reattivo oltre il limite di innesco, senza

che le oscillazioni localmente generate renda-

no impossibile la ricezione. Ecco in che cosa

consiste la dift'erenza sostanziale tra i due ri-cevitori, quello a reazione e quello a superrea-

zione ed ecco spiegato, pure, il motivo della

elevatissima sensibilita del ricevitore a super-

reazione rispetto Ii quello a reazione.

Ma per i lettori che ne vogliono sapere di

piu cercheremo ora di entrare maggiormente

e piu dettagliatamente nella teoria della su-

perreazione.

Abbiamo detto che nei circuiti a superrea-

zione si impedisce alla valvola di entrare in 0-

scillazione quando I'accoppiamento reattivo va

al di la del limite in corrispondenza del qua-

le si ha autoeccitazione. E cio si ottiene sem-

plicemente facendo lavorare la valvola ad in-

tervalli successivi, rendendo cioe intermitten-

te il suo funzionamento. Cost, dopo qualche

istante di funzionamento, prima ancora che la

valvola riesca ad entrare in oscillazione, essa

viene bloccata, successivamente essa viene fat-ta funzionare per un altro brevissimo istante

di tempo e quindi bloccata di nuovo e cio mol-

te volte durante ogni minuto secondo. L'in-

nesco delle oscillazioni viene cosi soffocato

pere Ia tensione di placca per circa 1 0 0 . 0 0 0 vol-

te al minuto secondo. E· cio si ottiene appli-

cando una tensione oscillante della frequenza

di 1 0 0 KHz circa.Con una tale tensione la valvola funziona

soltanto durante i semicicli positivi mentre rio

mane bloccata durante i semicieli negativi del-

la tensione oscillante anodica.

La frequenza della tensione applicata all'a-

nodo della valvola in superreazione prende il

nome di «frequenza di spegnimento ».

Si capisce facilmente che la sensibilita rag-

giunta con un tale sistema e elevatissima, tan-

to che un ricevitore, impiegante un trio do in

superreazione, costruito a regola d'arte, con

due valvole amplificatrici in bassa frequenza,

pub ricevere segnali di appena 0 ,5 microvolt!

Tuttavia la sensibilita media di questo tipo

di radioricevitori pub considerarsi intorno ai

4-5 microvolt ed e questa un valore pili che

eccellente se si considera la sernplicita del cir-

cuito a superreazione.

Ma il ricevitore a superreazione presenta

pur esso un inconveniente e questo sta nel fat-

to che a ciascun intervallo di. funzionamento

della valvola devono corrispondere molti cieli

del segnale in arrivo. Non si possono quindi

ricevere onde Iunghe e neppure onde medie e

risulta gia difficile ricevere le onde corte e Iecortissime. Per concludere diciamo che i rice-

vitori a superreazione. si prestano bene soltan-

to per le .onde metriche cioe per Ie onde u1-

tracorte.

515

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COMPONENT.CONDENSATORI:

Cl = 10.000 pF

C2 = 10·25 pF (condensatore variabile)C3 = 100 pF

C4 = 5.000 pF

C5 = 100.000 pF

C6 = 16 mF - 500 V. (condensatore

eleHrol'itieo)

C7 = 10 mF (eatodico)

C8 = 50 mF (catodieo)

C9 = 100.000 pFCI0-Cll = 32 + 32 mF (condensatore elet·

trolitieo doppio a vitone)

C12 = 5.000 pF

RESISTENZE:

Rl = 2 megaohm

R2 = 500.000 ohm (potenziometro con in·

terruttore)

R3 = 47.000 ohm l Ie

R4 = 20.000 ohm (potenziometro a filo)

R5 = 100.000 ohm 121R6 = 2.700 ohm

R7 = 220 ohm

R8 = 500.000 ohm

R9 = 1.250 ohm - 3 W.

VARIE:

VI

V2Jl = impedenza A.F. (vedi telto)

RSI - raddrinatore .1 selenio - tipo GBC

E/137

= 6AKS= ECL82

Tl = trasformatore dlu.cita (3000 ohm)

T2 = autotrasformatore di alimentazione

tipo GBC H/192

L1·L.2 = vedi telto

Sui pannello del ricevitore sono presenti tre co-

mandi: quello di, sintonia, di reazione e di volu-

me.

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125 RETEFig. 2 - Schema pratico del ricevitore

nella parte sottostante al telaio.

517

Fig. 3 - Montaggio del ricevitore nella

parte di sopra del telaio.

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Schema elettrico

Esaminiamo ora 10 schema elettrico del ri-

cevitore a superreazione rappresentato in f i-

gura 1.

Come si vede, una sola valvola 'e impiegata

nei circuiti di alta frequenza del ricevitore, la

valvola VI, che e una comune 6AK5, collegata

a triodo. A questa prima valvola e affidato il

compito di generare la frequenza di spegni-

mento, di amplificarei segnali di alta frequen-

za e di rivelarli. Come oscillatrice la valvola

VI funziona continuamente, come rivelatrice

funziona durante i semicicli positivi della cor-

rente oscillante che essa produce.

IIcircuito costituito dall'impedenza J1 e

dal condensatore C4 e il circuito ad alta fre-

quenza, accordato alia frequenza di spegni-

mento. IIcircuito L2-C2 e invece il circuito dientrata accordato aile ultrafrequenze. Entram-

bi questi circuiti sono connessi con la placca

e la griglia controllo della valvola VI. L'intero

funzionamento della val vola e controllato me-

diante il potenziometro R4 Inserito nel circui-

to anodico della valvola VI.L'impedenza di alta frequenza J1 determina

la frequenza di spegnimento. I radiosegnali,

arnplificati e rivelati, vengono applicati alcon-

densatore C5 che, a sua volta, e collegato, tra-

mite il potenziometro RZ, alia griglia controllo

(piedino 1) della sezione triodica della valvo-

la V2. E' questa la comunissima ECL82, un

triodo pentodo a catodi indipendenti, usato co-

me amplificatore finale di potenza. Dopo la

prima amplificazione B.F., ottenuta nella se-

zione triodica di V2, il segnale amplificato vie-

ne applicato, mediante il condensatore C9, al-

Ia griglia controllo (piedino 3) della sezione

pentodo di V2. Sulla placca della sezione pen-

todo di V2 (piedino 6) e presente il segnale di

C2

Fig. 4 - II supporto di

lamiera costituisce untelaio supplernentare

per iI montaggio dello

stadio A.F .

518

bassa frequenza sufficientemente amplificato

per pilotare l'altoparlante.

Alimentatore

L'alimentatore di questo ricevitore a super-

reazione e di tipo comune.

E' costituito da un autotrasformatore, dota-

to di avvolgimento secondario a 6,3 volt, ne-

cessario per l'accensione dei filamenti delle

due valvole. La tensione anoelica e prelevata

dal terminale a 140 volt; quest'ultima viene

raddrizzata per mezzo del raddrizzatore al se-

lenio RS1, da 155 volt - 90' rnA, di tipo GBC

E/137.

La corrente del circuito ad alta tensione

viene livellata mediante la cellula a « p gre-

ca » costituita dai condensatori elettrolitici

C10-Cll e dalla resistenza R9, del valore eli1.250 ohm. - 3 watt.

Fi

dedi

Ir a

tn

di

pi:

re

Avvolgimenti A.F.

Prima di iniziare il montaggio del ricevito-

re, il lettore dovra procurarsi tutti i compo-

nenti necessari e dovra autocostruirsi Ie bo-

bine di alta frequenza Ll-L2 e I'impedenza A.F.

J1.Le bobine Ll ed L2 risultano avvolte in aria

con 10 stesso tipo di filo di rame. II diametro

dei due avvolgirnenti e identico, 9 mm. Per ri-

cavare le due bobine occorrera munirsi di uncilindretto del diametro di 9 rnrn ed effettua-

re su di esso i due avvolgimenti. II filo neces-

sario deve essere di rarne smaltato del diame-

tro di 1 mm.

Per L1 si avvolgono 2 spire, distanziate tra

lora di 1 mm, in modo che questo avvolgimen-

to risulti esteso sulla distanza di 4 mm. Per Ia

bobina L2 si avvolgeranno 6 spire, e poiche

anche per questa bobina le spire vanno distan-

ziate tra di loro di 1 mm, l'avvolgimento stes-

so si estendera lungo la distanza di 12 mm.

L'impedenza J1 ha corne supporto una resi-

stenza chimica del valore com pre so fra 100.000

e 400.000 ohm - 4 watt; su tale resistenza si

avvolgeranno 40 spire unite di filo di tame

smaltato 0 isola to in cot one, del diametro di

3/10 di millimetro. Per facilitare l'arresto dei

terrninali di tale avvolgimento, e consigliabile

saldare a stagno i terminali della bobina stes-

sa con quelli della resistenza (fig. 6).

av

le

po

qu

ce-

me

II t

per

vanIorupot,stra

pre:

che

que~.sti

sole

tieD

del

Montaggio del ricevitore giur

II montaggio del ricevitore a superreazione

presenta degli aspetti critici per que! che ri-guard a 10 stadio di alta frequenza. Il montag-

gio, inf'atti, viene effettuato parzialmente sulla

parte superiore di un normale telaio metalli-

co e parzialrnente nella parte di sot to ; un'al- -

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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Costruitevi il

T E L E M I C R O F O N O !

12

~ r , ~ ~

I'1 0

~~~~~

Fig. 5 • II disegno rappresenta la conformazione

della bob ina L2, che si compone di 6 spire di fila

di rame smaltate, del diametro di 1 mm, spaziate

Ira loro di 1 mm.

tra parte di componenti, compresa la valvola

di alta frequenza VI, vengono montati su una

piastrina metallica fissata nella parte superio-

re del telaio.

In ogni casu il montaggio va iniziatodopo

aver preparato tutti gli elementi, cornprese

Ie due bobine Ll-L2 e l'irnpedenza J1.Per quanta riguarda il montaggio dei com-

ponenti di bassa frequenza, ilprocedimento equello comune per qualsiasi montaggio di ri-

cevitore radio; in altre parole non vi sono ele-

menti critici degni di nota. Il lettore cornin-

II telemicrofono e sta:o appositamente progettato

per confortare Ie aspirazioni canore di molti gio-

vani. Con questo economico e formidabile micro-fono, che si collega a qualsiasi ricevitore a valvole

potete giut;l'lcare il grado di tonoqerucita della vo-

stra voce. Sernpltclta, ccmpattezza, leggerezza, rap-

presenlano Ie principali qual ita del telernlcrotono,

che si regge con una sola mana e segue dovun-

que il cantante, il maestro, il dirigente d'azienda,

I'istitutrice, il capo cantiere. Montatelo da voi. Costa

solo L. 2.900. Per avere 1 0 schema elettrico e pra-

tico con relativa descrizione tecnica, fare richiesla

del fascicolo di aprile di «Te cnica pratica » ag-

giungendo L. 300.

altere iqtlar e

E ' saldar e

Fig. 6 - L'impedenza di alta frequenza J 1 e eesti-

tuita da un avvolgimento di filo di rame sopra

una resistenza chimica di valore elevato.

cera col fissare al telaio tutte quelle parti che

richiedono uri lavoro di ordine meccanico, co-

me ad esernpio l'autotrasformatore di alimen-

tazione T2, il trasformatore d'uscita T1, 10

zoccolo di V2, il cambiotensione, il condensa-

tore elettrolitico doppio a vitone CIO-Cll, le

prese di massa e i potenziometri.

Per il montaggio dei componenti di alta Ire-

quenza occorre un discorsetto in pili, proprio

perche in essi sta la parte veramente critica

del ricevitore a superreazione, quella che po-

tremmo definire il « cuore » dell'apparecchio

L'ordlnazlone della scatola di montaggio del «Telemicrotono »

va fatta al Servizio Forniture di TECNICA PRATICA, Via Gluck 59,Milano, Inviando 1 . . . . 2.900 (spese dl Imballo e spedizlone com-

prese) a mezzo vaglia posta Ie 0 c.c.p, n, 3/49018,

519

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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stesso. Cominciamo col dire che la regola prin-

cipale per tutti i montaggi di ricevitori a su-

perreazione e quella di man tenere i collega-

menti dei circuiti di alta frequenza piu corti

che sia possibile.

E basta pensare all'ordine tanto elevato di

frequenze in cui il ricevitore Javora, per de-

durrc quanto nocive possano essere Ie capa-

cita aggiuntive che si formano in fase di ca-

blaggio. E' quindi di essenziale importanza che

la capacita aggiuntiva sia tenuta quanto piu

bass a possibile, eliminando accoppiarnenti e-

lettrostatici e collegamenti lunghi, raggruppan-

do tutti icomponenti attomo allo zoccolo del-

la valvola VI. Solo in tal modo si puo ottene-

re una sufficiente variazione della capacita di

accordo.

Noi abbiamo risolto il problema costruendo

il supporto di lamiera rappresentato in figu-ra 4. Tale supporto viene fissato sulla parte

superiore del telaio in corrispondenza del con-

densatore varia bile C2. Su questo stesso sup-

porto e applicato 1 0 zoccolo della valvola VIe una morsettiera a 5 terrninali, che semplifi-

ca la connessione dei componenti A.F. ed il

cablaggio. L'impedenza di alta frequenza J1deve trovarsi in posizione perpendicolare ri-

spetto alla bobina LI.Nel nostro schema pratico e visibile I'alto-

parlante, applicato direttamente sul pannello

front ale del ricevitore. Chi volesse realizzareun montaggio pill accurate, dovra provvedere

al -montaggio dell'altoparlante in un mobile

acustico separato, in modo da evitare che Ie

vibrazioni meccaniche possano influenzare i

componenti del circuito di alta frequenza del

ricevitore.

Collaudo e Messa a punto

Prima di ultimare, 0 di cominciare, iI ca-blaggio della stadia arnplificatore di bassa fre-

quenza, sara bene assicurarsi che Io stadia ri-velatore funzioni. In questa caso, rnanovran-do ilpotenziometro R4, si dovra sentire un ru-more simile a quello prodotto dalla caduta

dell'acqua. Se cio non si veri fica, sara bene

controllare il circuito anodico di Vl.. Per po-

ter ascoltare il caratteristico rumore prodotto

dalla caduta dell'acqua, si prenda una cuffia

da 2.000 ohm e la si monti in serie can un con-densatore da 1 0 0 . 0 0 0 pF fra massa e il punto

di incontro n-R3.Quando si provvede a sintonizzare il ricevi-

tore su una stazione, il caratteristico rumore

prima citato dovra essere minimo. Cornunque,una volta ultimata ilmontaggio del ricevitore,se tutto sara stato fatto senza commettere er-

rori, dopo aver «acceso» l'apparecchio si do-

vra sentire nell'altoparlante iI soffio caratteri-

stico. Sentendo iI fischio della reazione, si in-

terverra suI potenziometro R4, facendo dimi-nuire la tensione anodica di Vi e doe spostan-

do il cursore verso il lato massa,

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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A tale proposito raccomandiamo al lettore

di man tenere il potenziometro nella posizione

corrispondente alla minima tensione anodic a

applicata alla valvola VI, sufficiente alla buo-

na ricezione, perche dalla posizione del curso-

re del potenziometro R4 dipende l'irradiazio-ne aU'esterno e quindi la interferenza sui ri-

cevitori vicini. Avvertiamo ancora che non sa-

rebbe opportuno far uso dell'apparecchio a su-

perreazione durante Ie trasmissioni televisive,

a causa dei disturbi che esso provoca nei te-

levisori posti nelle vicinanze.

Dunque, dopo aver acceso il ricevitore e do-

po aver eliminato il fischio della reazione me-

diante il potenziometro R4, corne abbiamo det-

to, si sentira un softio nell'altoparlante. Questo

soffio cessera appena che, azionato il conden-satore variabile Cl, si sara riusciti a sintoniz-

zare una emittente. IIsoftio cessera del tuttose la emittente sara forte, mentre ne rimarra

una parte se la emittente sara molto debole.

Ricordiamo che la caratteristica di questa

montaggio non consiste nel ricevere la stazio-ne di frequenza desiderata, esattamente in sin-

tonia, come avviene su un ricevitore di tipo

commerciale, rna leggermente a destra 0 a si-nistra del punto di sintonia esatto, cioe su u-

na gobba tiella curva caratteristica della se-

lettivita,

Dopo aver constatato che Ie cose van bene,

doe che la riproduzione del ricevitore e buo-

na ed il volume sufficiente, il lettore dovra ef-

fettuare alcuni tentativi per riuscire a deter-

minare il valore esatto della resistenza RI e

del condensatore C4. Per risolvere tale proble-

rna occorrera munirsi di alcune resistenze del

valore compreso fra 1 e 5 megaohm e, median-te una success iva sostituzione, determinare

per quale valore di Rl la ricezione risulta mi-

gliore. La stessa operazione va fatta per C4,

provando con valori compresi fra i 1 . 0 0 0 e i

15.000 pF. Per la messa in passo del ricevitore,il lettore potra intervenire sulla spaziatura

delle spire della bobina Ll, aumentandola 0

diminuendola.

Due semplici tipi di antenna

Per' la ricezione delle VHF, occorre munire

il ricevitore di apposita antenna. Ai lettori

consigliamo idue tipi rappresentati in figura

7, entrambi calcolati per una frequenza di ri-

sonanza di 95 MHz circa, che press'a poco cor-

risponde al.centro banda delle emissioni a rno-

dulazione di frequenza.

IIprimo tipo di antenna e ottenuto con ca-

vocoassiale da 75 ohm, il secondo con piatti-

na da 300 ohm, del tipo di quella usata per la

formazione delle discese TV. Le dimensioniespresse nella figura vanno intese in millime-

trio

Antenna ricevente TV prl-mo e secondo canale,brevettata, su un unicopiano. Totale assenza diparti ferrose esposte.Elementi UHF rivettati;tutte Ie combinazioni frai vari canali. Anodizzata

oro.Alto guadagno anche inzone marginali.

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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180 pF cad. L. 40220 pF cad. L. 40

CONDENSATORI A

4700 pF cad. L. 80

10000 pF cad. L. 8022000 pF cad. L. 703~00 pF cad. L. 7539000 pF cad. L. 75

CONDENSATORI

330 pF cad.470 pF cad.680 pF cad.1000 pF cad.1500 pF cad.2200 pF cad.3300 pF cad.4700 pF cad.6800 pF cad.10000 pF cad.

CARTA

L.~L. 30L. 30L. 30L. 30L.35L. 35L. 35L. 40L. 50

47000 P F cad. L. 75

82000 pF cad. L. 85100000 pF cad. L. 85220000 pF cad. L. 150470000 pF cad. L. 240

ELETTROLITICI A VITONE

16 + 16 mF 500 V cad. L. 68032 + 32 mF 500 V cad. L. 1.00040 + 40 mF SOOV cad. L. 1.08016 + 16 mF 350 V cad. L. 55032 + 32 mF 3SOV cad. L. 77050 + SO mF 350 V cad. L. 1.000

CONDENSATORI ELETTROLITICI TUBOLARI

8 mF 500 V cad. L. 160 8 mF 350 V cad. L. 15016 mF 500 V cad. L. 320 16 mF 350 V cad. L. 25025 mF 500 V cad. L. 430 32 mF 350 V cad. L. 38032 mF 500 V cad. L. 550 SO mF 350 V cad. L. 540

CONDENSATORI ELETTROLITICI CATODICI10 mF 25 V cad. L. 100 25 mF 50 V cad. L. 12525 mF 25 V cad. L. 110 50 mF 50 V cad. L. 156SOmF 25 V cad. L. 125 100 mF 50 V cad. L. 220100 mF 25 V cad. L. 160 500 mF 50 V cad. L. 550

CONDENSATORI VARIABILI

ad aria 500 pF cad. L. 810ad aria 2x465 pF cad. L. 1.150ad aria 9+9 pF cad. L. 1.980a mica 300 pF cad. L. 450

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E250-C50 cad. L. 700E250-C85 cad. L. 900830-C2SO cad. L. 8308250-C75 cad. L. 1.000

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sezione rotonda mm 8 X 140 cad. L. 190sezione rettangolare mm 3,8 x 19 x 50 cad. L. 150

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foni, ecc. Lunghezza massima cm 120 cad. L. 1.800

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cad. L. 450PORTALAMPADE SPIA cad. L. 310LAMPADINE 6.3 V 0,15 A cad. L. 75LAMPADINE 2,5 V 0,45 A cad. L. 7-5MANOPOLE color avorio 0 25 cad. L. 65BOCCOLE Isolate in bachelite cad. L. 30SPINE a banana cad. L. 45BASETTE porta reslstenze. AI posto L. 30ANCORAGGI 2 posti + 1 dl massa cad. L. 40ANCORAGGI 6 post I + 1 dl massa cad. L. 60

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INTERRUTTORI bipolarl a levettacad. L. 340DEVIATORI unipolari a levetta cad. L. 220DEVIATORI blpolari a levetta cad. L. 385COMMUTATORI rotativi 4 vie - 3 postzlcnt cad. L. 510COMMUTATORI rotativl 4 vie - 2 postztonl cad. L. 510PRESE POLARIZZATE per file da 9 Volt. L. 70CUFFlE de 2000 ohm a due auricolari L. 3.200

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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NO, non abbiamo assolutamente sbagliato!

L'orologio solare, presentato ai lettori di

Tecnica Pratica, non e la classica meri-

diana che ancor oggi si pub notare sui cam-panili 0 sulle facciate di talune chiesette di

campagna 0 nei casolari isolati della nostra

penisola, dove il sole abbonda per buona par-te dell'anno ed il suo apparente, lento ruo-.

tare da levante a ponente non subisce mairitardi. od anticipi.

Non si chiama meridiana il nostro orologio

solare, rna il suo funzionamento e del tutto

simile a quello della classica meridiana, in

cui I'ora solare e dedotta dalla posizione del-

I'ombra proiettata dallo gnomone (indice) su

un apposito quadrante disegnato 0 dipinto

sulla parte di un edificio.

Il nostro orologio solare funziona con 10

stesso principio, rna il quadrante e l'indice so-

no sisternati su un piano orizzontale, sopra un

colonnino che pub essere costruito con mat-

toni e malta. Le indicazioni delle ore sono al-

trettanto esatte quanto quelle della meridia-na, rna la costruzione del nostro orologio eassai pili semplice perche per esso non occor-

re tener conto, nella costruzione del quadran-

te, di taluni dati derivanti dall'orientamen-

to di un muro dellacasa rispetto ai punticardinali,

Un solo dato scientifico e necessario cono-

scere per la composizione del quadrante di let-

tura dell'orologio solare: l'esatto valore del-

Ia latitudine del luogo in cui si costruisce 1 ' 0 -

rologio solare, espresso in gradi, minuti pri-

mi e minuti secondi. La rimanente parte del

lavoro di composizione del quadrante si ridu-

ce ad una serie di composizioni geometriche

per Ie quaJi e sufficiente l'uso di un righello,

di una mat ita 0di una penna e di una certadose di precisione, E cominciamo subito col

descrivere il procedimento di cornposizionedel quadrante solare.

Composizione del quadrante

Su un foglio di carta sottile (trasparente)

delle dimensioni di 24x32 ern, si disegna conla china un quadrato perfetto di 20 em di lato

(vedi figura 1), che rappresentera il contornodel quadrante solare, Su questo quadrato si

tracci una linea orizzontale (AB), alia distan-

za di 60 mm dal lato di base, come indicato

523

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A B

H0

o

o1.0

Fig. 1 - Questa com-

posizlone geometri-

ca, completamente

descritta nel testo,

rappresent. iI di·

segno base per

I. cOltruzione del

« quadrante. del-

I'orologio lolare.

in figura 1. Si tracci ora la verticale CD, che

deve attraversare il centro del quadrato e de-ve essere perpendicolare alia linea AB. Con-

trassegnarno con la lettera 0 il punto di In-

tersezione di queste due linee.

Dal punto A si tracci ora la linea AE, che

deve formare con la linea AB l'angolo «a ",

di misura identica al valore della latitudine

del luogo in cui si vuol install are l'orologio

solare. Gli abitanti di Nicastro, ad esempio,

dovranno conferire all'angolo «a" iI valore

di 39°, perche questo e il valore della latitu-dine di quella localita.

Non e possibile riportare in queste pagine i

valori esatti della latitudine di ogni localita

della nostra penisola, rna tale dato e facil-

mente deducibile eonsultando una carta geo-

grafica regionale in cui siano riportati alme-

no due paralleli con i rispettivi valori espres-

si in gradi; aiutandoci con la scala della car-

ta sara facile dedurre il valore della latitu-

dine di una qualsiasi localita, tenendo conto

ehe un grado e composto da 60 prirni ed unprimo e composto da 60 secondi, Ma conti-

nuiamo col descrivers la composizione del no-

stro quadrante di figura 1.

524

La linea AE incontra l'asse CD nel punto E.Dalla meta esatta della linea AE si traccia

una linea perpendicolare di lunghezza iden-

tiea a quella del tratto AF 0, i1 che e 10 stes-so, del tratto EF. L'estremita di questa linea

cade nel punto G.

La posizione del punto G dipende, ovvia-

mente, dal valore della latitudine del luogo in

cui viene installato l'orologio solare, e che

corrisponde all'angolo «a". ·Per i luoghi in

cui la latitudine ha un valore superiore ai

45°, il pun to G viene a trovarsi al di sopra

della linea AB, mentre per quelli in cui la la-

titudine ha un valore inferiore ai 45°, il punto

G viene a trovarsi al disotto della linea AB.

Per i punti in cui il valore della latitudine

corrisponde esattamente a quello di 45°, il

punto G coincide esattamente con il punto O.

Continuiarno con la costruzione del quadran-

te di figura 1. Si congiunga il punto G con i

punti A ed E; successivarnente, assumendo

come centro il punto G e come raggio la di-

stanza GF, si tracei, mediante un compasso,un arco fino ad ineontrare la linea EG nel

punta lela linea GA nel punto H.

Si suddivida ora l'areo HI in sei parti ugua-

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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li, ehe determineranno i5 punti eontrassegna-

ti in figura 1 con i numeri che vanno dall'I

al 5.Mediante un righello si traccino ora le 5

linee tratteggiate del quadrante di sinistra

di figura 1, facendo in modo che il righello

passi sempre per ilpunto 0 e per i punti sue-

cessivi dall'1 al 5 contrassegnati sull'arco HI.

L a linee tratteggiate sul quadrante di de-

stra di figura 1 sono simmetriche a quelle

tracciate sul quadrante di sinistra; per otte- 50nerle bastera ripiegare il foglio di carta tra-

sparente lungo la Iinea CD e riportarle, in

china, su questa secondo quadrante. Le linee

tratteggiate vanno riportate su un altro fo-

glio di carta, in modo da ottenere ildisegnoda noi rappresentato in figura 2, nel quale so-

no riportate le ore, in eifre romane, a partire

dalle 4 del mattino (IV) fino aIle ore 20 del-

la sera (XX).

Le linee traeciate al disotto della linea ABs~ ottengono facilmente prolungando le li-

nee tratteggiante nei due quadranti superiori

di figura 1. 11nostro quadrante puo eonside-rarsi ultimato e riteniamo che Ie spiegazioni

fin qui riportate possano risultare chiare per

Fig. 3 - L'lndlce de1-

I'orologio sol are, ehla-

mato anche gnomone,

it di lamiera zincatai

esso va applicato a

due viti rapprese nel

calcestru%%o.

525

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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Fig. 4 - La colonna-

supporto dell'ere-

logio solare it co-

struita con mattoni

e malta. Sulla suasommitii e applica-

to iI quadrato di

calcestruzzo su cui it

costru itol'orolog io.

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I I I

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tutti; in ogni caso, quanto esposto nel testa

va seguito attentamente, tenendo sempre 80t-

t'occhio i disegni di figura 1 e figura 2 e ri-

cordando che Ie dimensioni in essi riportate

vanno intese espresse in millimetri.

La colonna-supportoLa colonna-supporto dell'orologio solare va

costruita con mattoni e malta, nel modo rap-

presentato in figura 4. La sezione del colon-nino potra essere di 30x30 em e la costruzio-

ne verra realizzata su un basamento di calce-

struzzo dello spessore di 6 centimetri. Sullaparte superiore del colonnino verra applicato

un quadrato di calcestruzzo, della stessa for-ma e dello stesso spessore di quello di base;

su di esso si stendera un intonaco di cemen-

to bianco, perfettamente liscio, in modo da

potervi riportare iI disegno di figura 2. Le li-

nee e Ie scritte del disegno di figura 2 vanno

ricavate nel cementa mediante l'impiego dimartello e scalpello.

Sistemazione del quadranteII quadrato di calcestruzzo superiore del

colonnino dovra essere inciso prima di essere

fissato sul colonnino stesso, perche la sua si-

stemazione sul colonnino implica una opera-

zione di orientamento. Mediante l'impiego del-

la bussola si fara in modo che la linea CD ri-

sulti orientata sulla congiungente Nord-Sud

(Ia linea CD dovra risultare parallela all'ago

della bussola). L'indice dell'orologio solare,

cioe 10 gnomone, verra fissato durante I'ope.

razione di bloccaggio del quadrato su cui eriportato it quadrante solare.

Occorre che, a mezzogiorno precise, I'orn-

bra dell'indice si trovi in corrispondenza del-

la sigla XII del quadrante solare.

Costruzione dello gnomone

Lo gnomone e rappresentato in figura 3.Esso e ottenuto in lamiera e rappresenta un

triangolo rettangolo di 5 centimetri di base(I'ipotenusa forma con l'orizzontale l'angolo

« a" di valore pari a quello della latitudine

de luogo). Sulla base, il triangolo e ripiegato

in modo da permetterne l'applicazione sul

quadrante mediante viti 0 chiodi. E' bene chc

10 gnomone sia ottenuto con lamiera zincata,

perche e destinato a rimanere esposto agliagenti atmosferici.

Consigliamo al lettore di effettuare iI riper-to del disegno del quadrante di figura 2 inquesta maniera: si applichi il disegno di fi-

gura 2 sul basamento quadrato di cementa e

con l'aiuto del martello e di un bulino si in-

cidano Ie linee sopra ildisegno stesso. Succes-sivamente si togliera il pezzo·di carta (che sa,ra orrnai tutto rovinato) e si applichera sul

quadrante solare 10 gnomone.

SURFf::r:~ \ '1 :" '~ . ' . .~ ._ . :' "' ;-~l o r " " .<""T~"""---:~"' ' ' ' '. .If •

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526

D Y N A U T O

I1

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I

II

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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IL

DEI MAGNETOFONILo si

mente

mettere

Atutti coloro che posseggono ilmagnetofo- .'

no pub essere capitato di avere ottenuto

. registrazioni eccessivamente distorte 0

con una dinamica bassissima.Nel primo caso il difetto e da imputarsia

sovramodulazione, nel secondo a modulazione

insufficiente. Ma bisogna ammettere, special-

mente quando si registra in ripresa diretta,

che e molto difficile raggiungere, durante ilprocedimento, il livello ottimo di modulazio-

ne. Ed e proprio per tale ragione che, nell'e-

seguire le registrazioni su nastro, la maggior

parte dei dilettanti evitano di sovramodulare

la testina di registrazione, tenendo il controllodi modulazione in una posizione tale' da for-

nire un livello piu basso del norrnale.

Tuttavia, se cio evita da una parte il feno-meno della distorsione, dall'altra peggiora sen-

z'altro la qualita complessiva della registra-

zione, Un rimedio c'e, anche in questo caso:

quello di munire il magnetofono di un con-

trollo automatico di volume, cioe di un vero

CAV che, non potendosi acquistare in com-

mercio, semplicemente perche in commercioun tale apparato non esiste, ogni dilettante de-

ve provvedere a costruirselo da se.

Originalita del progetto

L'originalita del nostro progetto consiste nel

poter realizzare il circuito senza manomette-re il magnetofono in alcun punto, E per rag-

applica fad!-

senza mano-

il registratore

giungere tale condizione si sono dovute scar-

tare le vie tradizionali e si c battuta una stra-

da del tutto nuova; abbiamo fatto ricorso al-

le fotoresistenze e ai transistori ed ilprogettosi e rivelato preciso e perfettamente funzio-

nante con il solo impiego di un transistore, di

una cellula fotosensibile, di una lampada-spia,

di un potenziometro e di poche resistenze econdensatori. Ma tale progetto, da solo, non

poteva funzionare ; si e dovuto ricorrere aIle

impiego di un piccolo amplificatore B_F.ed il

tutto e state accoppiato. e inserito fra la sor-gente sonora e il registratore, In altre parole,

i segnali provenienti dalla sorgente sonora 50-

no stati in parte convogliati direttarnente almagnetofono e in parte all'arnplificatore B.F_

alla cui uscita e applicato il nostro progettoche, a sua volta, viene collegato in parallelo

all'entrata del magnetofono.Ma vediarno piu dettagliatamente il funzio-

namento del nostro progetto e di tutta la ca-

tena di registrazione dotata di controllo auto-

matico di volume,

II funzionamento del drcuito

II segnale proveniente dalla sorgente sonora,

che pub essere rappresentata da un microfono,

dal pick-up di un giradischi 0 da una radio,

viene applicato all'entrata del registratore tra-mite il condensatore C3, del valore di 10.000

pF. Una parte del segnale proveniente dalla

sorgente sonora, tuttavia, viene inviata, trarni-

527

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te il condensatore Cl, all'em.ra ta di un nor-

male amplificatore di bassa frequenza. Sullo

avvolgimento secondario del trasforrnatore di

uscita dell'amplificatore B.F. e collegato iI

transistore TRI, che e di tipo OC26; tra il col-

lettore (c) del transistore e la sorgente di ali-

mentazione, a 6 volt, e collegata una lampa-dina, la cui intensita luminosa e regolata dal-

I'arnpiezza del segnale uscente dal collettore

di TRI. L'intensita luminosa della lampadina

dipende dall'intensita del segnale B.F. arnpli-

ficato da TRI; e poiche i segnali uscenti dal

collettore di TRI variano di intensita, e ovvio

che anchela lurninosita della lampadina LPI

variera di conseguenza.

Fig. 1 • Schema elettrico com-

pleto del circuito CAY lnse-

rito fra la sorgente sonora e

I'entrata del registratore.

,- - --- --- ----- - ------ -- ---

Davanti alia lampadina LPI e posta una

cellula fotosensibile (LDR), la cui resistenza

elettrica diminuisce coll'aumentare dell'inten-

sita della sorgente luminosa che la colpisce :

viceversa, la resistenza elettrica' della cellula

fotosensibile aurnenta col diminuire della in-

tensita della sorgente luminosa.La cellula fotosensibile e collegata in paral-

lela all'entrata del registratore: una diminu-

zione della sua resistenza fa diminuire I'am-

piezza del segnale all'ingresso del registratore;

e cio significa che i segnali forti verranno at-

tenuati assai di pill di quelli deboli.

Impiego del CAV

La messa in opera del circuitoCAV va fat-

ta dopo aver effettuato alcune semplici opera-

zioni di taratura del circuito.

Si tolga la lampadina dall'involucro che

provvede a convogliare i fasci luminosi sulla

cellula fotosensibi1lee si ruoti il potenziorne-

tro R 3 fino ad ottenere l'accensione della lam-

padina; tali operazioni vanno fatte in assenza

di segnale all'ingresso dell'amplificatore. Sta-

bilita questa condizione, si ruot] lentamente,

in sense opposto, il potenziometro R3, ferman-

do il cursore in que! punto in cui si veri fica 10spegnimento della lampadina, Si applichi ora

un segnale B.F. all'ingresso della catena di reo

PI

C)

SORGENTE

SONORA

6V

RS

ENT

528

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Fig. 2 - L a cal.

lula fotosensibi.

Ie, inserita nel

prototipo, e ditipo LOR _ B

873103 cle IIa

Philips.

LP1

Fig. 3 - L'appli·

cazione della fa.

toceUula e della

lamplda LPl inun cilindretto

metallico chiuso

evita ogni di·

spersione l um l -

nOli ed assi·cura un perfat.

to funzionamen·

to de,1 elreulte

CAV .

LOR

gistrazione e si regoli il controllo di volume

dell'amplificatore B.F. (che limita l'azione di

controllo quanto pill e chiuso) e quello del re-

gistratore, fino ad avere un'oscillazione dello

occhio magico del magnetofono quanto pilluniforrne e possibile.Per ottenere ottime registrazioni, e necessa-

rio che l'amplificatore B.F. sia pilotato a do-

vere; se si fa impiego di un microfono di ti-

po rnagnetico occorrera interporre fra esso e

l'amplificatore un circuito preamplificatoreRF.

Un controllo pill brusco si ottiene collegan-

do in parallelo tra di lora due cellule fotosen-

sibili e sistemandole sui lati della lampadina.

Realizzazione pratica

La realizzazione pratica del controllo auto-

matico di volume per magnetofoni va realiz-

zata interamente in uno schermo elettroma-

gnetico collegato COni circuiti di massa delloamplificatore B.F. e del magnetofono, Non DC·

corre schermare il trasformator€ d'uscita del-l'arnplificatore B.F. e neppure la lampada LP1,

mentre tutti gli altri dementi dovranno risul-tare ben schermati.

La cellula fotosensibile deve essere montata

in condizioni tali da venir colpita dalla sola

luce erogata dalla lampadina LP1; converra,

quindi, introdurre tale componente in una cu-stodia metallica, di forma cilindrica, fissan-

dola al fondo con una goccia di collante, do-

po aver interposto fra la cellula fotosensibile cil fonda del cilindretto metallico un dischetto

di sughero 0di altro materiale isolante. Anche

la lampadina dovra essere sistemata in condi-

zioni tali da non subire dispersioni luminose;

essa va applicata, dunque, sull'imboccatura delcilindretto metallico ed avvolta all'estemo con

nastro adesivo opaco.

L'alimentazione del circuito CAV e otrenu-

ta con una batteria di pile da 1,5 volt: quat-tro pile da 1,5volt collegate in serie tra di 10-

rooLa lampada LPI e di tipo normale, di quel-

.Ie utilizzate per l'illuminazione delle scale par-lanti nei ricevitori radio: da6,3 volt - 0,3 am-pere.

Amplificatore B.F.

La nostra catena di registrazione, arricchita

del controllo automatico di volume, prevedel'irnpiego di un amplificatore B.F., di tipo avalvola.

. Pill volte ci e capitate di presentare su Tee-

nica Pratica progetti piu 0 meno complessi di

amplificatori B.F. a valvole, separatarnente op-

pure inseriti in circuiti di apparati radiorice-venti. Quei let tori che avessero gia montato

uno qualunque di tali amplificatori B.F., po-

tranno utilmente impiegare I'apparecchio, in-

serendolo nella nostra catena di registrazioni.

Per coloro, invece, che ancora non avessero

montato un amplificatore B.F. a valvole, op-

pure fossero sprovvisti di un tale apparato,

presentiamo in queste pagine un semplice cir-

cuito di amplificatore B.F. ad una sola valvo-

la rnultipla, dotato di alimentatore autonomo.

Questo amplificatore potra ottimamente ser-

vire anche in altre occasioni, come amplifica-

tore per giradischi 0 microfono. Esaminiamoil circuito.

Fig. 4 • II colleg.mento in serie di 4 pile da 1,S

',volt garlntisce al circuito del CAY una lunga au-

tonomia di servizio.

1,5 V 1 ,5 V 1 , 5 V l ,S V

5V

529

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T 1

,~~

\T 2

220 _

160

V 11.0

125

110

C O M P O N E N T I A M P L I F I C A T O R E O J .

Cl = 2.000 pF

C2 = 10 mF (condensatore elettrolitico)

C3 = 10 mF [eendensatore elettrolitico)

C4 = 10.000 pF

CS·C6 = 32+32 mF (condensatore elettro.

litico doppio a vitone)

C6 = vedi CS

C7 = 2.000 pF.

C8 = 2.000 pF

Rl = 0,5 mega ohm (potenziometro di

volume)

R2 = 0,5 megaohm (potenziometro di

tone con interruttore 51)

R3 = 1.000 ohm

R4 = 300 ohm

Rs = 470.000 ohm

R6 = 170.000 ohm

R7 = 1.200 ohm - 2 watt

R8 = 100 ohm

VI = ECL86

R5 = diodo al silido tipo BYloo

T1 = trasformatore d'uscita (5000 ohm di

impedenza . 3 watt) •

T2 = trasformatore di alimentazione - 40

watt (vedi testo)

51

=interruttore incorporato con R2

Teoria del circuito

La teoria che regola i1 funzionamento di que-

sto amplificatore di bassa frequenza e assai

semplice, I segnali provenienti dalla sorgente

vengono applicati sui terrninali della resisten-

za Rl, che e un potenziometro che permette di

regolare manualmente il valore della tensione

da applicare alla griglia controllo della sezio-

ne triodica della valvola VI (piedino 1); il po-

tenziometro Rl, quindi, funge da controllo ma-

nuale di volume dell'amplificatore. 11 conden-

satore Cl permette di inviare a massa, median-

te il potenziometro R2, una parte delle fre-

quenze amplificate, presenti sull'anodo del

triodo di VI; in questo modo ilpotenziometro

R2 funge da controllo manuale di tonalita del-

l'amplificatore, e l'utilita di tale comando eparticolarmente risentita negli amplificatori

fonografici quando si riproduce musica da di-schi, I segnali amplificati uscenti dall'anodo

(piedino 9) della sezione triodica di VI vengo-

no applicati, tramite il condensatore di accop-

530

piamento C4, alla griglia controllo (piedino 2)

della sezione pentolo di VI, per essere sotto-

posti al processo di amplificazione finale. I se-

gnalidi bassa frequenza arnplificati si ritro-

vano sulla placca (piedino 6) della valvola VI.

L'avvolgimento primario del trasformatore di

uscita Tl funge da carico anodico del pentodo

e da adattatore di impedenza fra l'uscita ano-dica del pentodo e l'altoparlante. Entrambe Ie

griglie controllo delle due sezioni di VI sonopolarizzate di catodo. L'alimentatore e di tipo

normale e trae energia elettrica dalla rete-lu-

ceo 11 trasformatore di alimentazione T2, della

potenza di 40 watt circa, e dotato di un avvol-

gimento primario adatto per tutte Ie tensioni

di rete e di due avvolgimenti secondari, uno

a 1 90 volt per l'alimentazione del circuito ano-dico e uno a 6,3 volt per l'alimentazione del fi -

lamento della valvola VI. La corrente ad alta

tensione viene raddrizzata dal diodo al silicicRS e viene successivamente livellata dalla cel-

lula di filtro a « p greca » costituita dalla re-

sistenza R7 e dai condensatori elettrolitici CS-

C6.

pn

die

tm

COl

si

chi

vit

cal

ter

sfo

pli

am

pal

di

cal

nai

a

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RETE

o

. .: '\ . . . '. :', '. . . . . . '". ~ .jl~ .;~~ ~ . ) l l. • t I.

• , ~." • t. • ,T~'5'·~>nr. r ~ . , _ , - _

C6. Alla resistenza R8 e affidato il compito di

proteggere il circuito di alimentazione ana.

dica,

Montaggio

Ii montaggio dell'amplificatore viene effet-

tuato su telaio metallico. Esso va eseguito se·

condo il procedimento tecnico usuale: prima

si applicano al telaio i vari elementi che rio

chiedono l'impiego delle pinze e del caccia-

vite e, in un secondo tempo, si provvede al

cablaggio, cominciando con la saldatura dei

terminali dell'avvolgimento primario del tra-

sformatore T2 al cambiotensione. Questo am-

plificatore di bassa frequenza, come tutti gli

amplificatori di tipo commerciale, impone una

particolare tecnica di schermatura, allo scopo

eli evitare ogni possibile ronzio determinato dai

campi elettromagnetici delle correnti alter-

nate, oppure da interferenze fra i conduttori

a corrente alternata ed alcuni componenti ra-

dioelettrici. Occorre, ad esempio, che le con-

nessioni fra le boccole di entrata dell'amplifi-

catore e il potenziometro di volume Rl siano

effettuate con cavetto schermato; cio e indica-

to chiaramente nello schema pratico. Potreb-

be risultare utile, anche se cio non appare nel-

1 0 schema pratico, effettuare il circuito di ac-

censione del filamento della valvola VI con

due conduttori anziche con uno: in questa ca-

so occorre prolungare i due conduttori prove-

nienti dall'avvolgimento secondario a 6,3 volt

del trasformatore di alimentazione ed avvol-

gerli tra di lora in modo da form are una tree-

ciola con caratteristiche antinduttive (nel con-

duttore a trecciola i campi elettromagnetici

delle correnti alternate si annullano a vicen-

da),

Se dopo tali accorgimenti ci si dovessc ac-

corgere della presenza di ronzio nell'altopar-

lante, si provvedera a schermare anche il con-

duttore che unisce il cursore del potenziome-

tro Rl con la griglia controllo della valvola VI.

531

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yare e riprovare. E' necessario impegnarsi in nuove realiz-

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rI

A

lessandro Manzoni, il grande scrittoreitaliano, era per molti aspetti un uomo

modesto e schivo; ad esernpio, odiava

essere ritratto. Sfuggiva a chiunque gli chie-

desse di posare per lui. I pittori pili tenaci

per cogliere Ie sue sembianze spesso ric orre-

vano a stratagemmi: c'e stato perfino chi ha

avuto 10 . pazienza di appostarsi armata di car-

ta e matita, per diverse mattine, dietro un

colonnato della chiesa dove Manzoni si reca-

va quotidianarnente. Ripetiamo che l'avver-

sione del Manzoni per it ritratto non era det-

tata da un sen so di superbia, bensi da un sen-

timento di rispetto nei confronti dcll'artista.

Non voleva cioe metterlo in imbarazzo. Infat-ti sole va dire che chi fa un ritratto si trova

spesso nelle condizioni di un corrcttore eli

bozze, di fronte a un foglio pieno di errori ...

rna senza la possibilita di correggerli.

Abbiamo accennato a questo gustoso episo-

dio perche ci sembra debba esprimere in mo-

do evidente quella che e in Iondo la pili gros-

sa difficolta di chi si appresta ael eseguirc un

ritratto fotografico. Perche, fotograficarnentc

parlando, il ritrarre un volto umana e anco

ra pili c1ifficile che farlo con i pennelli e 10.

matita, dato che e di estrema difficolta appor-

tare quelle « correzioni » cui accennava ilManzoni,

Quando S1 affronta il ritratto per le prime

534

prima

somigliare al soggetto e

possibile esprimerne

il carattere

volte 10 scoglio sembrera insorrnontabile : per-

che in generale tutti noi posiarno mal volcn-

tieri di fronte a un obiettivo, non solo, rna

spesso vedendo it risultato siarno portati a

esprimere critiche severe: «Diamine non rni

sorniglia af'Iat to l » {( Ma il mio naso non eCOS! grosso l » e cosi via. A l che it fotografo

si demoralizza; era abituato a fotografare og-

getti e paesaggi che non si « lamentavano »

maio La fotografia di un paesaggio infatti, pur-

che sia a fuoco e giustamente esposta, da sern-

pre un certo effetto e rnai viene confrontata

con I'originale, II ritratto invece per essere

considerate valido deve passare attraverso la

prova del fuoco elella somiglianza. La sorni-glianza e vitale nel ritratto: e una particolare

qualita, e quel piccolo tocco in pili, e que!

qualcosa eli difficile da spiegare nel suo signi-

ficato. Si tratta di una vaga cornbinazione di

sfumature che sommate insieme creano il

tipo 0 il caratt ere del l'individuo. Oppure po-

tremo anche dire chc si tratta di un cornples-

so eli minime impressioni che forrnano rim'

magine eli una data personalita nella mente

dcll'osservatore.

Non e certo possibile e spera bile di riuscire

a rilevare in una norrnale fotografia tutto il

cornplesso eli tali elernenti indeterrninanti, rna

si puo e si deve ccrcare di afferrarne alme-

no qualcuno,

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Naturalmente il ritratto deve inquadrarc

la persona nel modo pili chiaro e ricco di det-

tagli possibile ed ovviamente, per ottenere

questo, ci si deve avvicinare notevolmente al

soggetto. Per ritratto non si intende necessa-

riamente solo la testa; il riratto pub com-

prendere tre quarti della figura 0 dalle spal-Ie in sui 0 meglio il vise in primo piano. Co-

munque bisogna avvicinarsi di quel tanto che

consenta di rendereil soggetto dominante

nell'inquadratura. Se ci si Iimita a riprendere

solo la testa si potra ottenere un ritratto di

maggior forza espressiva e maggior effetto.

L'accostarsi troppo, pero, al soggetto pre-senta (in senso fotografico naturalmente) dei

pericoli. Con talune delle macchine pili sem-

plici (a fuoco fisso) e in realta impossibjle

avvicinare il soggetto e quand'anche fosse

possibile non e consigliabile.La principale difficolta e dovuta al fatto

che la maggior parte di tali macchine sono

munite di obiettivi di breve lunghezza foca-

Ie, il che significa in pratica che bisognereb-

be avvicinarsi troppo al soggetto per ottenere

un'immagine abbastanza grande. Le macchi-

ne a fuoco fisso 0 comunque non regolabile,

d'altra parte, come sappiamo, richiedono un

minimo di distanza utile, in media da due atre metri, oltre il quale limite l'irnmagine

non risulta pili a fuoco, a meno che non si

munisca l'obiettivo di apposite lenti addizio-

nali.In tutti i casi, avvicinando troppo la mac-

china al soggetto, si ottiene un effetto di pro-

«pettiva esagerata 0, in altre parole, di distor-

sione: Ie parti pili vicine all'obiettivo sem-

breranno troppo grandi e quelle lontane trop-po piccole,· con un improvviso sbalzo tra i"vari piani. Applicate queste conseguenze ad

un viso in primo piano e si avra come risul-

tato: un nasone, occhi piccoli ed orecchie an-

cora pili piccole, Con la maggioranza delle

macchine non munite di lenti addizionali unadistanza da rnt, 1,50 a mt. 1,80 potra essere

giudicata ancora discreta per i ritratti.Per superare Ia difficolta della distorsione

vi sono due modi: quando se ne abbiano le

possibilita si potra ricorrere ad una macchi-

na munita di un obiettivo di maggior lun-

ghezza foeale il che consentira di riprendereun'immagine pili grande senza doversi avvici-

nare troppo al soggetto. Non esistono macchi-

ne di piccolo formato progettate espressa-

mente per il ritratto, rna' ve ne sono rnolte a

cui possono applicarsi obiettivi di diversa lun-

ghezza focale,

L'altro sistema e pili semplice: non avvici-narsi troppo ed accontentarsi di scattare una

fotografia che inquadri il soggetto ad una cer-

ta distanza (figura a tre quarti per esempio)

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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e quindi ricorrendo all'ingrandimento di una

parte del negativo, ottenere un effetto di pri-

mo piano praticamente identico a quello che

si sarebbe ottenuto impiegando un obiettivo

di lunga focale.

Il sistema e un'ottima soluzione ed e in de·finitiva preferibile a quello di prendere una

grande immagine direttamente troppo da vi-

cino sia con obiettivo normale che con J'ag-

giunta della lente addizionale, L'unico incon-

veniente e quello di avere uno spreco di pel-

licola, sebbene si tratti di un inconveniente

economico trascurabile.

SeeIt a dell soggeHoPoiche pensiamo di rivolgerci in massima

parte a dilettanti non parlererno delle tecni-che da professionista, chs sono di altra na-

tura e che fanno parte dei gruppi del me-

stiere,

Ogni qualvolta Ie circostanze 10 consentono bise-

gnil cercare d'i iI,vvicinare il soggetto a sua insa-

puta e coglierlo di serpresa.

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Una regola fondamentale it quella di non mettere

in posa i soggetti da ritrarre in modo che. non si

perda nulla in nlturalena.

II dilettante, invece, puo in genere aspetta-

re e scegliere con pazienza il momento piu

opportuno per cogliere un'espressione 0un'at-

titudine tipica e interessante della persona

da fotografare; e dato che solitamente il sog-

getto e un amico 0 un parente, l'amatore non

dovra faticare molto per rilevare cio che vi e

di caratteristico 0 meno in una determinatapersona.

Ogni qualvolta Ie circostanze 1 0 consentano

cercate di avvicinare il soggetto a sua insa-punta e coglierlo di sorpresa.

II dilettante ricordi di non chiedere mai alsuo soggetto di assumere una deterrninata

espressione: otterrebbe indubbiamente il ri-

sultato contrario a quello che desidera: una

538

assoluta mancanza di naturalezza. I soggetti

del dilettante sono persone norrnali, sovente

timide, che per mantenere la lora espressione

naturale e pili vivace non devono minima-

mente {(sentire » di essere fotografati. Nel

novanta per cento dei casi puntare l'obietti-

vo, mettere in posa, dare degli ordini, forzareil soggetto a farequalcosa significa bloccare

la qualita pili bella di un ritratto : la natura-

lezza. Per evitare cio bisogna cercare di met-

tere in pratica i pili elementari stratagemmi.Si potra, per esempio, invitare il soggetto a

fumare una sigaretta, a leggere un giornale,

a fare qualche lavoro 0 anche indurlo a par-

lare con un'altra persona e cogliere poi disorpresa l'attimo piu adatto.

L o sfo ndo

Lo sfondo e uno dei componenti importanti

del ritratto: pero questo non deve mai rovi-

nare l'effetto della fotografia. Deve essere uni-

camente un complemento di secondaria im-

portanza senza essere messo troppo in rilie-

vo. Un certo numero di difficolta ostacola il

raggiungimento di questo ideale. Appena pos-

sibile si consiglia di usare un fondo-naturale;

sistemazioni predisposte hanno sempre un a-spetto di artificialita, Sfondi naturali, rna evi-

Lando quelli troppo complessi e ricchi di par-

ticolari: 1 0 sfondo insomma deve esserci rna

non deve essere importante. E' un mezzo sol-tanto per dare il massimo rilievo al ritratto.

Quindi evitare appena possibile fogli di car-

ta spiegazzata 0 cartoni troppo anonimi.

Una volta scelto 1 0 sfondo si deve conside-

rare l'angolo di presa in relazione alia dispo-

sizione effettuata; se tale fattore non viene

curato, si potranno trovare nelle stampe in-

finiti particolari assolutamente inattesi: po-

tra sernbrare che un tronco cresca dalla testa

del soggetto oppure sara la linea dell'orizzon-

te che non si accorda con l'inquadratura del-

la fotografia; vi potranno essere chiazze lu-

minose derivate da riflessi imprevisti 0 chiaz-

ze d'ornbra 0 altri particolari disturbatori.

Tutti questi vari piccoli disturbi possono in

genere venir ovviati mediante un leggero cam-

biamento del punto di vista: qualche centi-

metro di inclinazione verso l'alto, verso il

basso 0 lateralmente potra essere sufficiente

per eliminare i difetti pili evidenti.

A proposito di inquadratura va ricordato

che mentre la fotografia dall'alto tende a

o : schiacciare » il soggetto, quella dal basso 1 0

« allunghera », Fotografando dei bambini, bi-

sogna sempre cercare di porsi al loro mede-simo livello e magari sdraiarsi addirittura a

terra in modo da far si che la macchina non

sovrasti .mai il piccolo soggetto.

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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L ' Hl um i n az io n e

I principiantl in genere sanno che ci si de-

ve sempre disporre col sole esattamente alle

proprie spalle: certo e una buona norma quel-

la eli evitare che ilsole cada direttamente sul-

l'obiettivo, rna che dire del povero soggettocostretto dalla luce violenta a fare ogni sorta

di smorfie? Pertanto e bene ricordare che nel

ritratto, in genere, la migliore illuminazione

e quella laterale, col sole leggermente sul fian-

co del soggetto. Accenniamo brevemente i

quattro tipi di illuminazione piu sfruttati:

1) frontale: tende ad appiattire il soggetto,

rna e talvolta d'effetto;

2) [rontale-laterale : quella di maggiore utilita

ed efficacia;

3) laterale-posteriore: per effetti drammatici

o studi particolari;

4) posteriore: di grande effetto, quando si

riesca a dare la sufficiente lurninosita al

volto: in sostanza si tratta di un contro-

luce.

Quando il sole e invece coperto da sottili

strati di nubi, si avra un'illuminazione di una

giusta tonalita che permette un ottimo mo-

dellamento del soggetto: e questa in realta

la perfetta illuminazione per il ritratto in e-sterni.

I ritratti possono essere anche eseguiti in

casa e con le moderne pellicole molto sensi-

bili e cosa abbastanza semplice. In un giornosoleggiato e possibile effettuare fotografie in

una camera ben illuminata da una 0 pili fi-nestre arnpie, anche con obiettivi non parti-

colarmente luminosi. II carattere di un'illu-

minazione di un interno differisce assai dalla

luce diffusa degli esterni: risulta pile concen·trata, dato che proviene da aperture relativa-

mente piccole, rna a differenza del sole non

proietta ombre marcate e nette.

Tuttavia bisogna ricordarsi che le ombre in

genere tenderanno ad apparire piuttosto pe-santi a meno che il locale disponga di pili fi-nestre ampie e pareti chiare.

Per attenuare la pesantezza di queste om-

bre e quasi sempre necessario impiegare uno

schermo riflettore che le illumini, questo al fi-

ne di ottenere una negativa equilibrata nelle

tonalita e sfurnature, diminuendo i contrastiesagerati.

Lo schermo riflettore pub essere costituito

da un foglio di cartone bianco, da un lenzuolodisposto su una sedia. Un sistema economico

e quello di incollare dei fogli di stagnola su

un cartone: si avra cost un ottimo riflettoreparticolarmente se la stagnola non e perfetta.

mente liscia e consente una riflessione indi-

retta e non speculare.

Un ritratto non deve essere necessariamenle pre-

so di faccia. Questo sfupendc volto di bimbo ne

it un valido esempio.

Queste che vi abbiamo esposto sono alcu-

ne delle regole fondamentali che il dilett-ante

deve conoscere prima di accingersi ad esegui-re un ritratto e per avere la garanzia che que-

sto risulti, se non ottirno, almena buono.

Ma logicamente la tecnica del ritratto im-plica la conoscenza ulteriore di elementi (I'uti-

lizzo della luce artificiale, it tipo di pellicole,la disposizione delle lampade, l'impiego dei

filtri, la messa a fuoco, ecc.) che non possono

essere trattati in un solo articolo. Per chi vo-

lesse approfondire la materia consigliarno per-

tanto l'acquisto della Fotoguida « IL RITRAT-TO» Edizioni del Castello - Milano, Prezzo

L. 400, dalla Quale abbiamo tratto Ie note per

questo articolo.

539

Page 62: Tecnica Pratica 1965_07

8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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M A N E G G IA T E I I T R A N S I S T O 'R I

Iransistori sono componenti radioelettrici

robusti e di lunga durata, che resistono a

talune sollecitazioni meccaniche ed invec-chiano molto lentamente. Ma la pratica del

transistore impone tutta una serie di precau-zioni tecniche, indispensabili se si vuol evita-

re di abbreviarne la vita.

Come accade per la val vola elettronica, an-

che per iI transistore l'errata alirnentazione

puo essere pili 0 meno dannosa e dall'esattez-

za delle tensioni e delle correnti dipende prin-

cipalmente la sua durata di servizio; anzi, si

puo dire che it transistore e assai pili sensi-bile della valvola elettronica agli errori di

corrente e di tensione. Una tensione di collet-

tore assai elevata, infatti, puo condurre rapi-

damente il transistore alIa distruzione totalc,

Elenchiamo, dunque, una serie di precau-

zioni ed avvertimenti che vanno sempre ri-spettati quando si manipolano i transistori.

Devono essere evitati assolutamente i cor-

tocircuiti fra i terminali del transistore,

durante it suo funzionamento, specialmente

quelli fra base e colIettore; l'impiego del-

le pinze a bocca di coccodrillo, assai fre-

quente e spesso utile per il radioripara-

Si eviti sempre l'impiego di provacircuiti

dotati di soneria elettrica.

540

Non si faccia mai impiego di un saldatoio

di eccessiva potenza oppure caratterizzato

da una disordinata dissipazione di energiatermica; con il calore si rischia di modifi-

Ie caratteristiche radioelettriche del

scam-

Non si utilizzi mal it saldatoio la cui pun-

ta risulti sotto tensione di rete; e sempre

consigliabile far impiego di saldatoio a bas-

sa tensione ed alimentato per mezzo di un

trasformatore che 1 0 isoli dalla tensione

Non si faccia rnai impiego di un saldatoio

di tipo rniniatura da alimentarsi con lastessa bacteria che alimenta il ricevitore

in riparazione : molto spesso la punta di

questi saldatoi e collegata con l'avvolgi-

men to di riscaldamento.Quando si opera su un ricevitore di tipo

autoradio, per esempio, pub capitare di

essere tentati di colIegare il saldatoio sul-

l'accumulatore che alimenta il ricevitore

stesso; si rischia, in tal caso, di dover so-

stituire completamente condensatori elet-. I

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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Si faccia attenzione aIle eventuali interru-

zioni degli avvolgimenti dei trasformatoriintertransistoriali : nel momento defl'inter-

ruzione deil'avvolgimento, si produce una

tensione istantanea molto elevata (sovra-

tensione) che PUDportare il transistore al-

la sua completa distruzione.

Le misure di tensione vanno effettuate con

strurnento a bassa irnpedenza, preferendoi tester a 20.000 ohm/volt e, se possibile,

quelli a 40.000 ohm/volt.

Si faccia bene attenzione quando si esc-

guono saldature sui terminali di un transi-

store sotto tensione.

Se il radiotecnico indossa un camice op-

pure indumenti di nylon, si eviti ogni con-

tatto fra questi e il transistore, perche tali

indumenti possono essen: carichi di elet-tricita statica che, al minimo contatto, PUD

danneggiare il transistore.

1 9 6 5 ,

II

I

- - - - - - - - - - - , - - - - - - - - ! - .

--lM._"'71.~"1'-1 u.....

541

Si faccia attenzione alle tensioni troppo

elevate nel caso di alimentazione da rete-luce.

Non si sbagJi mai il montaggio di un tran-

sistore, scambiando tra loro i terminali.

1 Non si usi rnai la scala pili bassa del-

I'ohmmetro ; la corrente dello strurnentopUD essere talmente elevata da mettere

fuori uso i1 transistore.

Ma non esageriamo l E' pure vero che I'elen-

co potrebbe continuare ancora, rna il transi-store non e poi un componente che pub ro-

vinarsi al minimo incidente: nel 99% dei ca-

si, il montaggio difettoso di un transistore,come ad esempio l'inversione di collegarnen-

to del collettore con la base, ha come conse-guenza il solo, lieve, aumento di corrente; si

tenga presente, tuttavia, che la mancanza a~·

soluta di precauzioni, a lungo andare, puo

determinare conseguenze fastidliose.

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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V A N N O C O M P E N S A T I IPer

raggiungere

la maggiore

regolarita

della

curva di

amplifica,

zione

Iircuiti equalizzatori utilizzati con le unita

capacitive, a cristallo 0 cerarniche, differi-

scono da quelli impiegati con le unita rna-

gnetiche, a causa della diversita di impeden-

ze interne e dei metodi di produzione delle

tensioni di uscita dai pick-up. Ma prima di

studiare, particolareggiatamente, i dispositivi

necessari per imodelli a cristallo 0 cerarnici,

bisogna essere sicuri della necessita della

cornpensazione, destinata ad assicurare la

maggiore regolarita della curva di arnplifica-

zione.

L'usura dei solehi dei dischi rappresenta

una sorgente assai ricca di fastidi per gli a-matori esigenti, che hanno a disposizione una

installazione sonora ad alta fedelta ed una

discoteca di valore. Assai spesso si attribuisce

1 0 svilimento delle incisioni su dischi all'usu-

ra degli apparati di riproduzione. I1 proble-

ma, dunque, consiste nel considerare ancora

buone talune incision] su disco, prima della

compars a di perdite e distorsioni in alta f e -

delta, veramente attribuibili all'usura dei sol-

chi.

Un effettivo aumento della durata di set vi-

zio delle registrazioni, dell'ordine di 6 volte,

puo essere raggiunto tacendo impiego di pick-

up che richiedono una forza di guida della

puntina assai pili debole di quella -necessaria

per le capsule magnetiche. .

542

r

r

a

t,

v

ap

r

v

b

b

a

JE

a

r

t

c

I

Agli equalizzatori, che possono essere dei

semplici dispositivi a resistenza-capacita, po-

sti all'entrata dell'amplificatore B.F. ed in se-

rie al pick-up, e affidato ilcompito di modifi-

care la curva di responso in modo da adat-

tarla (equalizzarla) con le caratteristiche del

complesso sonoro e, soprattutto, con Ie esi-

genze dell'arnatore di musica riprodotta. PUQ

capitare, infatti, che il livello sonoro risulti

debole in corrispondenza di uno dei due estre-

mi della gamma di frequenza, rna puo capi-

tare anche che il livello son oro risulti ecces-

sivo, ed e proprio in questa caso che l'equa-

lizzatore diviene utile, se non proprio neces-sario. Nella maggior parte degli apparati am-

plificatori di tipo commerciale, il circuito e-

qualizzatore risulta gia inserito, in altri no.

In ogni caso, cornunque, il lettore potra sen-

tire il bisogno di modificare il circuito equa-

lizzatore, adattando il responso della riprodu-

zione fonografica aIle proprie personali esi-

genze.

Compensazione dei pick-up

a cristallo e ceramici

I pick-up piezoelettrici a cristallo e cerarrncisono elementi sensibili alle variazioni di am-

piezza; rna essi sono generalmente costruiti

per funzionare con impedenze di carico cor-

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rispondenti aile caratteristiche standard di

registrazione.

In ogni caso questi tipi di pick-up, che so no

ad alta irnpedenza, devono venir collegati sui

terminali della resistenza di griglia della val-

vola di entrata; il valore di tale resistenza: si

aggira intorno allo 0,25 e 1 megachm, II valorepiu comune e quello di 0,5 megaohm. II valo-

re di 1 megaohm e consigliabile qual ora si

voglia accentuare il responso alle frequenze

basse, II valore di 0,25 megaohm e consiglia-

bile quando si voglia attenuare il responso

aile frequenze basse. In figura 1 e rappresen-

R 1

E

Fig. 1- Schema elellrico di

un equalizzalore adallo per

pick-up a crislallo.

tato 10 schema elettrico di un equalizzatore

adatto per pick-up a cristallo.

L'ampiezza dell'incisione fonografica dirni-

nuisce con l'elevarsi della frequenza e cio de-

term ina una attenuazione delle frequenze ele-

vate di circa 6 dB per ottava. II valore medic

della resistenza Rl (fig. 1) e di 1,5 megaohm;

I'ottimo responso alle frequenze basse si ot-

tiene quando la somma delle due' resistenze

(Rl +R2) e di 2 megaohm. In tal caso il va-

lore del condensatore Cedi 400 pF, ma puo

venir variato fra 500 e 50 pF. La teoria inse-

gna che la reattanza, misurata in ohm, del

condensatore C, alla frequenza di 1.000 ciclr,deve essere ugtial'e al valore della resistenza

Rl collegata in parallelo.

Se si aurnenta il valore dejla resistenza RI,occorre diminuire il valore di C e viceversa.

Per alii valori di Rl e bassi valori di C, cor-

risponde l'esaltazione delle note basse e l'at-

tenuazione delle note alte, e viceversa, II cir-

cuito equalizzatore determina una diminuzio-

ne sensibiIe della tensione applicata all'entra-

R 2

Fig. 2 - Schema elellrico di

un equalizzalore adallo per

pick-up magnelico.

ta delI'amplificatore. Se il valore della resi-

stenza Rl e elevato, puo accadere che la ten-

sionc a bassa frequenza risulti insufficiente;

occorre, quindi, equalizzare il responso del

pick-up, tenendo conto dell'amplificazione di-

sponibile complessiva. Facendo uso di ripro-

duttori di piccola potenza, conviene semprc

limitare il valore della resistenza Rl ad 1

megaohm (in tal caso il valore capacitivo di

Cedi 500 pF).

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COMPONENTI

CONDENSATORI:

Cl = 100 mF 25 volt (c.todico)

C2 = 100.000 pF

C3 = 40 mF 500 volt (elettrolitico)

C4 = 40 mF 500 volt (elettrolitico)

C5 = 2.200 pF

C6

=5.600 pF

C7 = 20.000 pF

CS = 3.600 pF

C9 = 500 pF

RESISTENZE:

Rl = 0,5 megaohm (potenziometro)

R2 = 680 ohm 1 watt

R3 = 10.000 ohm 1 watt

R4 = 47.000 ohm 1 watt .

R5 = 18.000 ohm 1 watt

Cempensazicne dei pick~up ma,gnetici

Ipick-up rnagnetici hanno la tendenza a

captare i campi rnagnetici variabili prodotti

dal trasformatore di alimentazione, da quello

di uscita, dal motorino del giradischi, ecc.Ci6 significa che i pick-up di tipo magnetico

presentano spesso l'inconveniente di danneg-

giare la riproduzione sonora con ronzio. E'questo uno dei motivi per cui negli amplifi-

catori di alta qualita si evitano i montaggidei pick-up magnetici, preferendo quelli dei

pick-up a cristallo.L'impiego del pick-up magnetico non solle-va una precisa necessita di equalizzazione, fat-ta eccezione per Ia banda delle basse frequen-.

544

R6 = 12.000 ohm - 1 watt

R7 - 470.000 ohm

RS = 430.000 ohm

R9 = 470.000 ohm

R10 = 390.000 ohm

Rll = 200.000 ohm

R12 = 120.000 ohm

R13 = S2.000 ohm

R14 = 6S.000 ohm

VALVOLA:

Vl = 12AU7 (ECCB2)

N.B. - L.A.T. ha il valere di 440 volt e II

corrente assorbitl e di 5 mAo La tensione sui

catado della. prima sezione triodic. (piedino

3) it di + 2,5 volt; quella sull'altro catod,o

it di + 15 volt. La tensione anodici sui pie-

dino 1 e di SO volt, sui piedino 2 e di 250

volt.

ze, comprese fra i 50 e i 250 cicli, dato che in

essa l'incisione e del tipo ad ampiezza co-

stante. L'equaltzzatore deve esaltare taii fre-quenze, in modo da riportarle al Iivello na-

turale, superiore a quello di incisione.

Nel disegno di figura 2 e rappresentato ilprincipio dell'equalizzatore per pick-up rna-

gnetico. La reattanza del condensatore C de-

ve essere uguale al valore della resistenza R2,

collegata in serie, alIa frequenza di 250 cicli

al secondo. II valore della resistenza R1 dl-pende dall'accentuazione dei toni bassi e dal-la tensione di. uscita del pick-up.

L'equalizzatore per pick-up magnetico deve

essere inserito fra il primo ed il secondo sta-

dio

tU<l

tra

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tan

mil

e (cor

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rip]

son

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c s

dio di amplificazione B.F" insieme all'even-

tuale filtro per il fruscio. Inserendolo all'en-trata dekl'amplificatore, si incorrerebbe nel

rischio di immettere ronzio nei circuiti, Tale

accorgimento diviene particolarmente impor-

tante quando si debbono riprodurrs dischi a

microsolco, dato il basso livello Ii incisione

e quindi l'alta amplificazione necessaria, conconseguente maggiore pericolo di ronzio. Que-

sta osservazione giustifica il motivo per cui i

riproduttori fonografici per dischi microsolcosono dotati di pick-up a cristallo anziche di

pick-up magnetico.

Circuiti, di compensazione eompletiII montaggio di un circuito di compensazio-

ne, praticamente applicabile, e rappresentato

in figura 3; in questo circuito il commutatore

Sl permette di controllare la compensazionepreliminare dei suoni gravi. I commutatori 82

ed S3 controllano insieme la compensazione

dei suoni acuti. I valori delle.. resistenze col-

legate ad S3 devono essere scelti in modo

tale che la loro combinazione in parallelo con

la resistenza di carico risulti uguale ai valori

scelti per Rl.

Un compensatore d'ampiezza, completamen-

te isolato, con un controllo del livello sonora

ed un accoppiamento di uscita catodico, eriportato in figura 4; I'uscita proveniente daquesto circuito permette di azionare un am-

plificatore di potenza con un livello sufficien-

teo II filtro di disaccoppiamento sisternato nel

circuito, fornisce l'alta tensione positiva de-

rivata da un amplificatore di potenza accop-

piato, senza rischio di produzione di accop-

piamenti parassiti e, in particolare, di rumo-

ri di motor-boating. E' possibile considerare

un controllo di tonalita, aggiungendo un altro

stadio amplificatore, oppure utilizzando unavalvola doppia con il circuito di controUo di

tonalita sistemato fra Ie due sezioni dell'am-plificatore e il circuito di amplificazione, fra

la connessione di entrata e il controllo di li-vello.

545

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PREAMPL I F ICATORE

SENZA

VALVOLE

E

TRAN -. ,.., . ..... c~~ ...

Iricev.itore radio a transistori, di tipo por-

tabile, rappresenta oggi l'apparato piu in

yoga nel mondo dei radioascoltatori, E' u-

tile a tutti, in casa, in ufficio, allo stadio, in

villeggiatura, perche e poco ingombrante, e

maneggevole e, diciamolo pure, funziona ab-

bastanza bene. Ma c'e sempre chi non si ac-

contenta mai; c'e chi vorrebbe sentire moltepiu emittenti delle solite due 0 tre locali, con

maggior potenza e piu chiarezza. Chi ha l'hob-

by della radiotecnica cerca sempre di fare

qualche cosa di utile per migliorare il funzio-

namento del proprio apparecchio; si aggiunge

uno stadio amplificatore di alta frequenza op-

pure si migliora l'arnplificazione di bassa fre-

quenza. Ma tali modifiche richiedono una par-

ticolare preparazione e un notevole bagaglio di

cognizioni pratiche che non tutti i lettori, e

specialmente coloro che sono aile prime ar-

mi, posseggono. Mettere Ie mani su un cireui-

to a transistori rappresenta un'operazione de-

licata e difficile che, invece di migliorare il

rendimento dell'apparecchio, puo peggiorarlo,

fino a ridurlo al... silenzio totale. .

Lasciarno da parte dunque, ogni operazione

laboriosa e difficile, che richiede dispendio di

energie mentali ed eeonomiche e ripariamo in

una soluzione molto elernentare rna non per

questo poco redditizia: quell a del prearnpli-

licatore di alta frequenza, sprovvisto di ... val-

vole e transistori.

II circuitoII nostro preamplificatorc di alta frequenza

consiste in un circuito accordato, compos to da

54.6

acsi c

Ie

ur

s

di

il l

d ,

C(

L .

S ISTOR I

re

cc

CI

inbi

vi

un'induttanza ed un condensatore variabile da

350-500 pF; a questo circuito accordato ven-

gono collegati i conduttori di antenna e di ter-

ra. II suo funzionamento e semplice : Ie onde

radio, caprate dall'antenna, si trasformano, in

questo circuito accordato, in correnti oscil-

lanti ad alta frequenza. Mediante il con den-

satore variabile si sintonizza la emittente de-siderata, mentre la bobina di induttanza crea

intorno a se un campo elettromagnetico ad al-

ta frequenza. Se questa campo elett romagne-

tico viene a trovarsi nelle vicinanze del cir-

cuito di sintonia di un apparecchio radio a

transistori, e ovvio che si ottiene un rinforzo

del segnale in arrive, dovuto all'antenna ester-

na di cui si fa impiego,

Per otten ere jJ rnassimo rendirnento dal no-

stro preamplificatore, e necessario montare il

nucleo ferroxcube nelle immediate vicinanze

del nueleo del ricevitore radio, parallelamente

a quest'ultimo.

ut

a

sa

in

to

Realizzazione

La realizzazione del complesso preamplifi-

catore va fatta nel modo illustrato nelle figu-

re riportate in queste pagine. Occorre costrui-

re un piccolo mobile di legno, Ie cui dimensio-

ni devono essere proporzionate su quelle del

ricevitore a transistori di cui si e in possesso.

Nel vanoinferiore del mobiletto viene intra-

dotto il ricevitore a transistori quando esso

viene usato in casa. Immediatamente sopra il

vane del ricevitore e ricavata un'intercapedine

in cui viene sistemata la bobina di induttanza

del preamplificatore. Sopra risultano applica-

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te Ie due boccole che rappresentano rispetti-

vamente la presa di antenna e quella di ter-

ra; anteriorrnente eapplicato il condensatore

variabile sul cui perno viene fissata una rna-

nopola dotata di indice. Sara bene form are

una. scala graduata in corrispondenza della

rnanopola di sintonia.

Tra la boccola di antenna ed it terrninale

« caldo » cleJ condensatore variabile si potra

interporre un piccolo condensatore ceramico

da 50 pF, in funzione eli condcnsatore di ac-cordo del circuito di antenna.

La bobina di induttanza

La bob ina di induttanza del prcamplificato-

rIO puo essere acquistata gia bcll'e pronta in

commercio : qualunque bobina di sintonia per

circuiti transistorizzati puo essere utilmente

impiegata per il nostro scopo; dato che tali bo-

bine sono dotatc di una presa interrnedia, e ov-

vio che talc presa verra lasciata libera.

Chi vuole costruire L a bobina, dovra fare

acquisto di un nueleo ferroxcubc delle dimen-

sioni di 8 x 10 mm, eli forma cilindrica. Su ta-

le nucleo, a partire da qualche centimetro da

una delle due estremita, si avvolgeranno 50spire compatte di filo di rame smaltato del

diarnetro di 0,3 mm.

E' ovvio che questo accorgimento tecnico e

utile soltanto quando si ascolta it ricevitore

a transistor! in easa propria, perche solo in ca-sa e possibile usufruire di una buona antenna

installata sopra il tetto.

A conelusione di questo semplice argornen-

to rieordiamo che la sensibilita del riccvito-

CONDENS .VAR I IAB ILE

ANT. - · - -

BOB INA

Montate ilFOLLETTOI

Trasmettitorea 2 transistoriII Folletto pub costituire

una prima interessantee

proficua lezione di tra-

smissione elementare. II

circuito fa impiego di due

transistori pnp ed e ali-mentato da pila a 9 volt.

Completo di astuccio in

plexiglass trasparente e

schemi elettrico e pratico.

Le distanze raggiungibilidipendono essenzlalmente

dall'efficienza del circuito

antenna-terra. Trasmlaslc-

ne fedele e indistorta.

II Folletlo va rlchlesto al Servl~lo Fornlture dlTecnica Prallca Via Gluck 59 - Milano invlando an-ticlpatamente l'lmporto dl L 4.500 (speee comprese)a mezzo vaglla 0 sul c.c.p. 3/49018. Non si spedlscaconlrassegno. Per avere II! fasclcolo de.lla rlvlsta con-tenenla schema prattcc ed elettrico, Invlare L. 300.

re a transistori, dopo l'applicazione del prearn-

plificatore, potra risultare addi ri ttura raddop-plata, ma resta inteso che I'irnpiego del prearn-

plificatore va eonsigliato a quei radioascolta-

tori che desiderano ascoltarc ernittenti deboli

e Iontane,

II circuito prearnpll-fieatore e ottenuto

mediante un eon-774+_NUCLEO densatore variabile

I NTERNO ed una bobina av-

volta su ferrite. La

figura di testa, nel-

la pagina preceden-

te, illustra ehiare-

mente il principio di

funzionamenta" del

preamplificatore.

547

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B . F . 0 1 .

S -M ET ERe

r

1 :

r

II

n

gF

tl

e

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s

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r:n

Ii

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d

p

sc

g:

tt

gl

ri

n

alVi

rs

z <

te preciso, stringato, e, se pur apparentemen-

te freddo, ricco di calore umano e di amoreper la scienza. Un linguaggio proprio di quel-

la vasta schiera di individui, sparsi un po' o·

vunque nel rnondo, conosciuti, generalmente,con it nome di radioamatori e, specificatamen-

te, con quello eli radianti.Mediante le lettere dell'alfabeto ed i nurne-

ri queste persone, quando entrano in collega-

mento radio tra di loro, si dicono « buongior-

tr

bl

in

qi

te

at

di

Snza dub?i~ !ec~ica Pr~tic.a annovera f!,ale sue migliaia di Iettori una vasta schie-

ra di radioamatori (radianti) che si eser-

citano di continuo durante il giorno e la not-

te, nel trasmettere e nell'ascoltare sulle gam-

me di frequenza a loro riservate. II linguag-

gio e · unico, valida in ogni parte del globo, ede fatto di una sequenza di lettere alfabetiche e

di numeri. Un linguaggio strano e del tutto in-

comprensibile per i profani rna assolutamen-

548

rc

did (

ditr

1 r 1

f e

ta

di

di

e

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no", « buona sera", « arrivederci »: si scam-

biano cortesie, rna soprattutto si trasmettono

reciprocamente, molti dati tecnici inerenti ai

loro apparati radio e al sistema di trasmissio-

ne e di ricezione.

E quasi sempre l'argomento tecnico di mag-

gior interesse si identifica in questa sigla:RST. R e abbreviazione per Readability (in-

telligibilita), S per Signal Strength (intensita)

e T per Tone (tonalita). Ogni radiante, insorn-

rna, si preoccupa sempre di sapere «come»

viene « ricevuto » e, credete a noi, chiunque

riesca ad intercettare una stazione radianti-

stica fara sempre cosa gradita a quel radian-

te inviandogli direttamente una comunicazio-

ne scritta con i dati principali relativi alla r io

cezione.

Tuttavia se cornunicare, via posta, ad un

radiante, 0 addirittura ad una emittente corn-merciale, I'avvenuta ricezione dei suoi segna-

Ii, il giorno, l'ora, la localita di ascolto, e cosa

facile, non e altrettanto facile comunicare i

dati tecnici relativi all'a ricezione se non si

possiede una adeguata strurnentazione.

Come e possibile, ad esempio, valutare col

solo aiuto dell'orecchio I'intensita di un se-

gnale? Si potrebbe, sl, scrivere al radiante " i

tuoi segnali erano deboli » oppure « i tuoi se-

gnali erano forti» rna sono espressioni gene-

riche, queste, che non giovano affatto al tee-nieo. Al radiante necessitano dati precisi, che

abbiano esatto riferimento con una scala divalori numerici. Solo cost si pub offrire ad un

radiante una esatta valutazione dell'efficien-

za della sua stazione trasmittente.

E che significato potrebbe avere per un elet-

trotecnico ildire che un certo apparato assor-

be una debole corrente oppure una corrente

intensa? Nulla 0 quasi nulla. Occorre dire che

quel determinato apparato assorbe una corren-

te di 2 ampere, di 1 milliampere, di 1 micro-

ampere, ecc., per dire una cosa precisa, pienadi significato tecnieo.

E cost, anche per esprimere i dati che ca-ratterizzano una radiotrasmissione od una ra-

dioricezione, sono state stabilite delle gran-

dezze, delle scale di valori determinabili me-

diante l'impiego di strumenti elettrici od elet-

tronici.

Indicatore S·Meter

L'argomento trattato in queste pagine si rio

ferisce alla misura precisa, tecnicamente esat·

ta e significativa, della intensitadei segnali ra-

dio ricevuti.

E' un dato molto prezioso, questo, che i ra-dianti s si chiedono continuamente tra di Ioro

e si comunicano con precisione tecnica,

E' un argomento, quindi, che interessa molto

da vicino i radioamatori e pill genericarnentetutti gJi appassionati all'ascolto delle onde

corte. che, ricevendo una stazione dilettantisti-

ca od anche commerciale, faranno certamente

cosa gradita e utilissima per quella emittente

comunicando ad essa, tra I'altro, il valore di

intensita con cui sono stati ricevuti i radio-segnali.

L'intensita dei radiosegnali viene indicata,

come abbiamo detto, con la Iettera «S ». A

questa lettera, per esprimere una valutazione

tecnicamente precisa, si fa seguire un nume-

ro compreso tra l'uno e il nove; si tratta, quin-

di, di una scala di valori che ha i seguenti si-

gnificati:

1 = segnali udibili, rna non intelligibili;

2 = segnali debolissirni;

3 = segnali deboli;

< 1 = segnali discreti;

5 = segnali discreti;

6 = segnali buoni;

7 = segnall abbastanza forti;

8 = segnali forti;

9 = segnali estrernamente forti.

Tutti questi dati numerici si rivelano da uno

strumento indica tore che fa parte di un ap-

parato chiamato « S·Meter", misuratore della

intensita dei segnali. Un tale complesso, ac-

coppiato ad un aItro import ante apparato, epresentato in queste pagine.

US-Meter, oltre a permettere il controllo del·

la potenza dei segnali ricevuti, permette di se-

guire Ie variazioni della propagazione delle

onde radio e di regolare it ricevitore radio al-

la precisa frequenza di accordo; un tale stru-

mento serve anche per I'allineamento di un

ricevitore durante Ie operazioni di messa a

pun to ; e chiarnato S-Meter, rna in pratica non

e che un voltrnetro a valvola.

549

B.F .O .

II B.F.O., abbreviazione anglosassone di beatfrequency oscillator (genera tore interferenzia-

Ie), e un oscillatore di nota, che viene usato

dai radioarnatori per l'ascolto delle emissioni

telegrafiche, che vengono effettuate su frequen-

ze non modulate.

n B.F.O. consiste in un oscillatore che dif-

ferisce leggermente, per quel che riguarda la

frequenza di oscillazione, dal valore della me-dia frequenza del ricevitore. Tale diversita di

frequenze crea un battimento a frequenza u-

dibile, come se la telegrafia fosse rnodulata.

Tenga presente il lettore che Ie emissioni teo

legrafiche normali, non essendo modulate, so-no difficili da ascoltare, dato che nel ricevito-

re si ode it solo soffio della port ante, cioe il

soffio dovuto al segnale di alta frequenza.

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®

COMPONENT.

Cl = = 100 pF

C2 = = 200 pF

C3 = = 200-250 pF

C4 = = 200 pF

CS

= =10.000 pF

C6 = = 10.000 pF

Rl = = 1.500 ohm (potenziometro a filo)

R2 = = Imegaohm

R 3 = = 1 megaohm

R4 = = J O O ohm

R 5 = = 4.700 ohm

R6 = = 1.500 ohm (potenziometro a filo)

VI = = 6Js - 6C4

L l = = vedi testo

51-52 : : : : : commutatore

rnA : : : : : milliamperometro - 100 rnA fondo

scala

Occorre, dunque, « eterodinare » l'onda man-

tenuta pura all'uscita dell'arnplificatore di me-

dia frequenza can un oscillatore di frequenza

diversa (da 50 0 a 1 . 0 0 0 Hz, pili 0 meno). Per

mezzo del battirnento di queste due frequenze

si ottiene un segnale B.F. del valore fra i 500

e i 1.000 Hz.

B.F.O. e S-Meter accoppiatiNormalmente un B.F.O. e un S-Meter non

possono funzionare sirnultanearnente, dato che

i£ funzionarnento del primo blocca quello del

550

V 1Fig. 1 - Schema elettrico delcircuito B.F.O. e S-Mefer.

secondo. Ma questi due apparati possono es·

sere accoppiati facendo impiego di una sola

valvola e con l'aiuto di un cornmutatorc

(SI-S2).

II segnale del B.F.O. e ottenuto per mezzo

di un oscillatore di tipo Hartley ad accoppia-mento in parallelo.

IIpotenziometro RI, montato in scric COn un

condensatore di disaccoppiamento (e2) sul cir-

cuito oscillante LI-C3, produce, per mezzo del-

le sue variazioni. uno slittamento di rrequen-

za, permettendo in tal modo eli regolarc la no-

ta del battimento del B.F.O.

L'S-Meter altro non e cbe un amplificatore

nel quale, in serie al circuito catodico della

valvola VI, e inserito un milliarnperometro da

100 mA fondo scala.

II potenziometro R6 serve per l'azzeramento

del milliamperometro (mA). Quando il com-

mutatore SI-S2 si trova nella posizione indi-

cata nello schema elettrico, funziona il B.F.O.;

nell'altra posizione di SJ -S2 Iunziona I'S-Me-

ter.

Quando il circuito e commutate per il fun-

zionamento deWS-Meter, il circuito oscillante

e collegato a rnassa e sopprime, in tal modo

il montaggio relative al funzionamento delle

S-Meter. In tale posizione, cioe sulla posizione

in cui funziona it B.F.O. (quella dello schema

eiettrico), il galvanometro e collegato a rnassa

assieme al catodo.L'S-Meter funziona con la tensione CAV del

r icevitore. La tensione CAV e applicata aJl'S.

Meter per mezzo della resistenza R2.

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C6'=======0

~=============@D~~~~~~~~0

Per quanto riguarda il segnale del B.F.O.,

esso e inviato verso iI circuito di rivelazione

per mezzo del condensatore Cl.

Concludendo, il punto A va collegato con il

circuito di rivelazione del ricevitore radio, e

in questo caso il nostro apparato funziona co-

me B.F.O.; il punto B va applicato al circuito

CAY del ricevitore radio, e in questo caso il

ncstro apparato funziona da S-Meter. II pun-to F va collegato con il circuito di accensione

del ricevitore radio; purche Ia tensione dei f i-lamenti delle valvo Ie del ricevitore radio sia

identica a quella necessaria per l'accensionedella valvola Vl. II punto M va connesso con

il telaio dell'apparecchio e con quello del ri-

cevitore radio; il conduttore contrassegnato

con una crocetta va connesso con l'alimenta-

tore anodico del ricevitore radio.

Costruzione della bobina

La costruzione della bob ina Ll si ottiene

prelevando la bob ina di una media frequenza

fuori uso, purche il valore di questa risulti

identico a quello della media frequenza del

ricevitore. L'unica difficolta nel realizzare la

bobina Ll consiste nel ricavare Ia presa inter-

media, che va ottenuta press'a poco a meta

Fig. 2 • Realizzazionepratica del circuito.

dell'avvolgirnento (e ovvio che della media Ire-

quenza verra utilizzato un solo avvolgirncnto).

Per ottenere la presa interrnedia occorrera

svolgere parte dell'avvolgirnento e riavvolger-

10 poi pazienternente. Avvertiamo i lettori che

Don e assolutarnente necessario che Ie spire

della bobina Ll , che sono state svolte in un

primo tempo vengano riavvolte a nido d'api.

Taratura deniS-Meter

Costruito interamente il cornplesso, esso epronto per funzionare, rna l'S-Meter non e an-cora pronto per perrnettere la lettura della in-

tensita dei segnali radio che si ricevono. Oc-

corre a questo scopo provvedere alia taratura

dello strumento e cio significa, in pratica, che

bisogna costruire una scala opportunarnente

graduata, da incollare sopra quella del mil-

liamperornetro, e nella quale si possa leggere

direttamente, ad ogni spostamento dellindi-

ce, il valore dell'intensita dei segnali radio. Lascala da comporsi per I'S-Meter e quella rap-

presentata in figura 3.

Per cornodita di disegno abbiamo riportato

in essa la numerazione progressiva dall'I al 9.

Oltre J'S9 la numerazione procede di dieci in

dieci decibel fino alI'59 + 30 decibel.

551

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Fig. 3 - Per comodita di disegno abbiamo riportato

nella scala, che il lettore dovr.} comporre per I'S-Meter,

la sola numerazione dispari dall'l al 9. Oltre 1'59 la

numerazione procede di lOin 10. decibel fino all'S9 +

30 decibel.

Cio significa che se I'indice dello strumento

si ferma sui + 10, il valore della intensita e :

S9 + 10 decibel.

La taratura dello strumento si fa nel se-

guente modo. Dapprima si desensibilizza com-

pletamente il radioricevitore togliendo l'anten-

na. Peraltro se cio non dovesse bastare e il

radioricevitore continuasse a funzionarc anco-

ra, anche senza l'antenna, allora si dovra agi-

re sui comando di sintonia fino a trovare un

punto della scala in cui non vi sia presenzadi alcuna stazione e quindi nessun segnale siaudibile nell'altoparlante. Trovato questo pun-

ta, si agisce sui potenziometro RI dell'S-Me-

ter fino a portare l'indice del milliarnperome-

tro a coincidere con 10 zero della scala.

Fatto cio si toma ad inserire I'antenna nel

ricevitore e 10 si sintonizza su una emittente(ad onde corte) di buona potenza, mantenendo

it potenziometro di volume del radioricevitore

ad un valore medio, Quindi si regola il poten-

ziometro R6 dell'S-Meter fino a far coincidere

l'indice del milliamperometro con il valore S9.E a questa punto, dopo queste sernplici opera-

zioni, si pub dire di aver tarato I'S-Meter che

e cost pronto per permettere Ie letture dei va-

lori di intensita dei segnali radio ricevuti dal-

Ie varie emittenti su cui si sintonizza il radio-

ricevitore.

Accorgimenti pratici11montaggio del nostro apparato non pre-

senta alcun motivo critico degno di nota. L'in-

tero complesso del circuito oscillante del

B.F.O. dovra essere accuratamente scherrnatocon una scatola metaliica, allo scopo di non

disturbare i circuiti di alta e di media frequen-

za del ricevitore. Non bisogna assolutamenteche Ie armoniche influenzino l'entrata del rio

cevitore e siano amplificate come segnali nor-

mali.

Costruitevi ii,

T E L E M I C R O F O N O !II telemicrofono e stato appositamente progettato

per contortaje Ie aspirazioni canore di molti gio-

vani. Con questo economico e formidabile micro-

fono, che si collega a qualsiasi rlcevltore a valvole

potete giugicare il grado di fonogenicita della vo-

stra voce. SemplicitA, compattezza, leggerezza, rap-

presentano Ie principali qualita del telemicrofono,

che si regge con una sola mana e segue dovun-

que il cantante, II maestro, jJ , dirigente d'azienda,

I'istitutrice. il capo cantiere. Montatelo da voi. Costa

solo L. 2.900. Per avere 1 0 schema elettrico e pra-

tico con relativa descrizione tecnica. fare rlchiesta

del fascicolo di apriledi .. Tecnica pratlca », ag..

giungendo L. 300.

L'ordinazione della scatola dl montagglo del« Telemlcrofono ,.

va fatta al Servlzlo Fornlture di TECNICA PRATICA, Via Gluck 59,

Milano, Invlando L. 2.900 (spese dl I'mballo e spedlzlone com-

prese) a mezzo vaglla postale 0 c.c.p. n. 3/49018.

552

C

tl

U

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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553

P H O N T U A R I O O [ l l [ V A l V O l [ [ l [ T T H O N I C H [Queste pagine, assieme a quelle che verranno pubblicate nei successivi numeri della 'Rivista, pe-

tranno essere staccate e. raccolte in un unico raccoglifOi'e per formare, alia flne;" un prezioso,

utilissimo manualetto perfettamente aggiornato.

5 U 4 C B

DOPPIO DIODO

RADDRIZZATORE(zoccolo octal)

5 U 8

TRIOD()'PENTODOCONVERTITOREAMPL. VH_F

(zoccolo noval)

5 V 3

DOPPIO DlODORADDRIZZATORE(zoccolo octal)

Va maxIcc max

450 V275 rnA

Vf = 5 VIf = 3 A

Vf = 4,7 VIf = 0,6 A

Triodo

Va = 150 V

Rk = 56 ohmIa = 18 rnA

Pentodo

Va = 250 VVgZ = 110 VRk = 68 ohm

Ia 10 rnAIg2 = 3,5. rnA

Vf = 5 VIf 3,8 A

Va max = 425 VIcc max = 350 rnA

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• •

~ .•

5 V 6 .

TETRODO FINALEA FASCIO(zoccolo octal)

5 W 4

5 DOPPIO DIODORADDRIZZATORE(zoccolo octal)

5 V 4

DOPPIO DIODORADDRIZZATORE(zoccolo octal)

5 X 4

DOPPIO DIODORADDRIZZATORE(zoccolo octal)

~ .•

5 X 4 G A

DOPPIO DIODORADDRIZZATORE(zoccolo octal)

Vf =5 V

If = 2 A

Va max =375 V

Icc max = ~75 rnA

Vf = 4,7 V

If = 0,6 AVa = 250 VVg2 = 250 VVgl = -12,5 V

Ia = 45 rnA

Ig2 = 4,5 rnARu = 5000 ohm

Wu = 4,5 W

Vf =5 V

If =1,5 A

Va max = 350 VIcc max = 110 rnA

Vf = 5 VIf = 3 A

Va max = 450 V

Icc max = 225 rnA

Vf =5 V

If =3 AVa max = 450 V

Icc max = 250 rnA

554

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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lecnica:ONSULENZAChiunque desideri porre quesitl, su qualsiasi argomento tecnico,puo interpellarct a mezzo lettera 0 eartolina indirizzando a: " Tee-

nica Pratlca », sezione Consulenza Tecnica, Via GLUCK 59. ,-Milano, I quesiti devono essere accompagnati da L. 250 in fran-cobolli, per gli abbonati L. 100. Per la richiesta di uno schema

elettrico di radloapparato dl tlpo commerciale inviare.L. 500.Per schemi di nostra progettazione richiedere il preventivo.

Nel fascicolo di maggio/65 di Tecnica Pra-

tic a ho riscontrato alcuni errori sulJa inter-

pretazione del codice a colori delle resistenze

relative al circuito del ricevitore SI.MPLEX,

a pag. 364 della rivista.

BIANCHI LUIGICasalpusterlengo

La ringraziarno per averci' fatto rilevare I'errore commesso in sede rcdazionale e riparia-

mo riportando le neccssarie correzioni:R2 1.000 ohm (marronc-nero-rosso)

R3 100.000 ohm (rnarrone-ncro-gia 1 1 0 )R4 = 1.000 ohm (rnarrone-nero-rosso )

•Sono un assiduo lettore della vostra stlma-

ta rivista ed ho l'hobby del radiodilettautl-smo. Mi permetto di rivolgermi alia vostra

competenza per quanto segue. Posseggo un

apparato ricetrasmittente per radiocomando,

realizzato con una scatola di montaggio di tl-po commerciale. La trasmittente pluricanale

ha una potenza di uscita di circa 300 mW.

Vorrei aumentarne la potenza portandola si-

no a circa 1 W, alIo scopo di utilizzare I'appa-recchio su maggiori distanze. Come e posst-bile realizzare tale progetto?

Desldererei Inoltre conoscere I'lndlrtzzo diqualche ditta in grado di fomirmi i transisto-

ri tipo OC614-AFYI4-AFYI9-AC117.

ALBANO PASQUALETaranto

II miglior sistema per aumentarc la poten-

za del trasmettitorc per radiocomando, di cuici ha inviato 10 schema elettrico, e quello di

applicare in uscita un amplificatore eli poten.

za RF. Ma non possiamo, per ovvie ragioni,

prepararle 10 schema relativo. Cornunque le

consigliamo eli modificare it progetto origi-

nale del trasmettitore, anche perche rion vi enessuna utilita nell'aumentare la potenza deltrasmet titore, dato che tale soluzione non ele.

verebbe di certo la portata.La potenza di 300 mW di un trasmettitoreper radiocomando assicura gia una portata

di circa 1.500 metri (facendo uso di un buonricevitore). Tale portata e di gran Iunga suf-

f'iciente, dato che mai si osera inviare un rno-

dello al di la dei 300 metri. I transistori da

lei elencati sono componenti di tipo prof'es-

sionale. difficilmente reperibili in commerclo,

Le consigliamo di rivolgersi direttamente al·

la cas a costruttrice: PHILIPS - P.zza IV No-vernbre, 3 - Milano .

•Ho acquistato, .presso un mercato occaslo-

nale, Ie seguenti valvole E92CC - E91H .

E180CC - E181CC - PY83 - 6211. Desiderereiconoscere I'esatto impiego di tali valvole e la

loro zoccolatura, che non sono riuscito a tro-

vare nei norrnall prontuari di valvole .

COLUCCELLI LELLO

Foggia

Le valvole da lei acquistate sono state pro-

gettate e costruite esclusivamente per essere

irnpiegate nelle calcolatrici elettroniche e non

sono quindi adatte per circuiti radio, ne perquelli degli amplificatori di bassa frequenza.

•Ho voluto mettermi a costruire I'ampllflca-

tore Hi-Fi a 5 valvole - 8 W, denominato AU-

DAX e pubblicato sul fascicolo di marzo/65

di Tecnica Pratica. Ho dovuto arrestarmi, duo

rante il cablaggio, perche ho trovato una dl-

scordanza tra 10 schema elettrico e quellopratico, Nello schema pratico nota due con-

densatori denominati C5, menrre nella sche-ma elettrico oltre al condensatore C5 e dise-gnato anche un condensatore CI5 il cui va-

lore non e riportato sull'elenco componentl.

FABRIZIO COSTANTE

Fenno

Lo schema elettrico e esatto : I'errore e sta-

to commesso dal disegnatore nello schema

pratico. II condensatore CS ha il valore di220.000 pF, mentre il condensatore CIS, che e

di tipo a disco, ha iI valore di 22 0 pF.II condensatore CS collegato sul piedino 1della valvola V2, nello schema pratico, e stato

disegnato esattamente; e stata sbagliata, in-

vece, la sigla del secondo condensatore colle-

555

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gato in serie a CS, che va corretta con la si-

gla CIS e che si riferisce al condensatorc a

disco del valore di 220 pF.

•, Sono un vostro assiduo lettore e vorrei

sot-

toporvi un quesito tecnico. SI tratta di clo :

sono in possesso di una carabina ad aria com-

pressa, callbro 4,5, alIa Quale vorrel accop-

piare un cannocchlale, che vorrei costruire10 stesso; sapete indicanni iItipo di Ientl ne-

cessarie per la costruzione del cannocchiale?

ITALO MARINI

Roma

Un collimatore per carabina pub essere rea-

lizzato facendo uso di due lenti biconvesse,

oppure di una lente biconvessa ed una bicon-

cava (negativa). Nel primo caso I'immagineapparira rovesciata, nel sccondo caso l'imma-

gine risultera diritta. Le lenti vanno scelte

dopo aver stabilito il numero degli ingrandi.

menti che si vogliono ottenere con il cannoc-

chiale (non Ie consigliamo di superare i 3

ingrandirnenti ). II rapporto tra la distanza f a -cale dell'obiettivo e quella dell'oculare deve

risultare uguale al numero degli ingrandi-

menti. Nel caso di tre ingrandimenti, si puo

scegliere per I'obiettivo una focale di 20 cm.

e per l'oculare quella di 6-7 ern. L'obiet tivo

deve essere in ogni caso rappresentato da una

lente biconvessa 0 menisco-convessa, mentre

I'oculare, come abbiamo detto, PUQ essere unalente biconvessa 0 biconcava, cioe negativa.

Nel primo caso la distanza approssimata tra

Ie due lenti e uguale alla somma delle distan-

ze focali delle due lenti : nel secondo caso,

la distanza fra Ie due lenti e uguale alia dif-

ferenza delle due focali. Come gia detto, si

tratta di distanze indicative, perchc esse di-

pendono anche dalla distanza dell'occhio dal-

l'oculare, II diarnetro delle lenti si aggira in.

torno ai 20 mm.

Vorrei costruire il ricevitore ad una valvo-la presentato sul fa sci colo di maggioj65 di

Tecnica Pratica. Purtroppo sono un princi-

pi ante e mi trovo in difftcolta nella scelta del

diodo rivelatore DG, del qua le non e preci-

sato il tipo nell'articolo.MAURO MODENA

Bad

Sull'elenco componenti, pubblicato a pag.

364 del fascicolo di Tecnica Pratica da lei ci-

tato, e scritto: DG = diodo al gerrnanio (cJ:i

qualsiasi tipo). Cio significa che lei pub see-

gliere un diodo al germanio di qualunque ti-po, con la certezza di ottenere un ottimo fun-

zionamento del ricevitore. Ad ogni modo pos-

siamo citarle alcuni tipi, tra i pili comuni

fabbricati dalla Philips: OA70 - OA71 - OA72.

•Sono venuto in possesso, per caso, di un

oscillatore modulato Nombrex, modello 27.Purtroppo 10 strumento non funziona e non

so per Quale ragione. Desidererei che mi fosseinviato 10 schema elettrtco di tale strumen-

to che, se non erro, dovrebbe essere dl pro-venienza americana.

LUIGI BACCI

Roma

Lei e fortuna to, perche per un caso vera-

mente fortuito siamo venuti in posses so del-

1 0 schema dell'oscillatore Nombrex modello27. Solitamente, infatti, non siamo in grado

di fornire schemi elettrici di strumen ti di Iab-

bricazione estera, perche i lavoro di rice rca

risulterebbe per noi troppo lungo e difficile.

Abbiamo ritenuto opportuno di pubblicare,

oltre allo schema elettrico richiestoci, anchc

Ia fotografia dello strumento. Vogliamo pre-

cisarle che questo oscillatore modulato non

e di provenienza americana, r n a di costruzio-

ne anglosassone.

556

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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•• ~ '. • _:_ _ _ J ~ '. • ' ~. • ".

OK91 Of91

Dovendo riparare un ricevitore di tipo Mi-nerva, modello 524/1, ho notato la mancanza

di funzionamento della stadio di alta frequen-

za, pilotato daUa valvola DK91. Non cono-

scendo 10 schema originale di tale ricevltore,

vi prego di voler pubblicare 10 schema stesso

sune pagine dl questa interessante rubrica.

GALLO GIUSEPPESui mona

La sua richiesta e stata esaudita dal nostro

competente archivista, che ha sorteggiato lasua domanda fra le molte centinaia pervenu-

teci durante il mese di giugno.

Desiderert:i C0110:;\:<!l"e WI metodo sempliceed effieaee per ripertare un disegno su tessu-to. Facclo presente che sono gia a conoscen-za del metodo del « traforo » 0 «spolvero ».

n proeedimento dovrebbe essere valida perqualunque tipo di tessuto.

MARINO MOROUdine

Nel fascicolo di ottobre/64 di Tecniea Pra-tica abbiamo presentato un articolo che inse,

gna a dipingere su qualunque tipo di tessu-

to. II disegno, tuttavia, viene ottenuto con 1 0« spolvero », Un m.etodo diverso, rna altrettan-

to efficace, potrebbe essere quello dell'impie-go di un ingranditore fotografieo, oppure di

un episcopio, per proiettare le immagini sul-

la stoffa da dipingere; tali immagini vannoseguite attentamente con i colori,

OA'F91 DL92

Sono un vostro assiduo lett ore e vorrei sa-pere da vol se e possibile, con poche modlfi-

che, trasfonnare un ricevitore a 7 transistori

in un ricetrasmettltore,NERIO MASELLINI

Genova

La trasformazione da lei desiderata e asso-lutamente sconsigliabile sotto ogni punto divista. E' pur vero che una tale realizzazione

non e impossibile, rna del progetto origin ale. non rirnarrebbe praticamente nulla e, tra l'al-

tro, lei otterrebbe un complesso assai poco

efficiente.

•Nella mia «600", ehe e. dl produzlone 1956.,

ho riscontrato che da qualche tempo l'aequa

bolle ael radiatore e talvolta, speclalmentequando faccio viaggi lunghl, rimango del tut-

to senza acqua. Cosa mi eonsigUate di fare?

ANTONIO TERRAFtrenze

La « 600» di produzione 1956, possiede un ~i-

sterna di raffreddamento insufficiente, per

cui e consigliabile sostituire il ventilatore delradiatore eon altro avente un «passo» mag-

giore ed in grado di spostare una maggioremassa d'aria. Occorre controllare, inoltre, che

il termostato, che regola l'apertura di scaricodell'aria calda, sia perfettamente efficiente.

Non e d!a escludere, tuttavia, che il surriscal-

557

Page 80: Tecnica Pratica 1965_07

8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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damento da lei notato sia dovuto ad un cc-

cesso di incrostazioni nel radiatore : in tal

caso le incrostazioni possono essere eliminate,

alm_eno in parte, aggiungendo all'acqua del

radiatore un preparato che potra facilmente

trovare in vendita presso i distributori di

bcnzina.

•Ho intenzione di costruire un amplificatore

di bassa frequenza, da accoppiare ad un rice-

vitore a transistori e da installare in un'au-

tovettura con batteria a 12 volt. Siete in gra-

do di fornirrnl 10 schema?FELICE ZAVATTI

Ferrara

Ecco 10 schema richiesto, Lo abbiamo trat-

to da una pubblicazione della SGS, Ia famosa

fabbrica costruttricc ditransistori. Questo

arnplificatore ha il compito di fornire una po-tcnza di uscita sufficiente per coprire I'alto

livello eli rurnore che si ha neIl'interno eli

unauto. Esso e relativarnente sernplice da

realizzare e non richiede l'impiego di trasfor-

matori,

IIcircuito fa impiego di due transistori di

tipo npn cd uno di tipo pnp, di costruzionc

SGS, L'accoppiamento fra i vari transistori eeffettuato direttarnente, cioe senza interposi-

zrone ell conclensatori e trasforrna tori, e cia

pcrmette di semplificare il circuito e di rea-

lizzare un montaggio cornpatto:

IIcarico del transistore finale e costituito

da una resistenza a filo del valore di 0 5 ohmdotata di presa interrnedia a «collar~», p c ;I], collegamento de ll'altoparlante e del cir-

cuito di controreazione,

La potenza di uscita dellamplificatore e di

6,) volt ed c quindi sufficiente per produrre

un buon ascolto, anche internarnente aile auto-

vetture molto rumorose. Tenga presente chc

11 condensatore elettrolitico da 250 mF, col-

legato sull'crnittore del secondo transistore(SE6001), deve avere una tensione di lavoro

di almeno 15 volt. II segnale viene prelevato

dal potenziamento del ricevitore.

25 pF

358

Ho costruito il vostro apparato atto a ml-

surare elettronicamente l'ora esatta. II fun-zionamento e quasi perfetto, rna sento iIblso-

gno di porvl alcune domande. Quando ruoto

it potenzlometro, non sl nota la presenza sulcinescopio di un solo pun to luminoso, bensi

quello di una striscia larga quanta il punto

stesso, Punto e striscia, nel casu che l'oro-logio anticipi 0 ritardi, vanno sempre da si-nlstra a destra, con balzi che sono piu lunghi

da sinistra a destra, anzlche da destra a sini-stra : la fascia lampeggia dal centro in tutti

e d~. i versi, Perche non sl ottengono i solipunt come e detto nel vostro articolo? Sono

cert di aver regolato bene e al massimo ipotenziometri. Desidererei aneora sapere sel'interruttore 51 e acceso 0 spento quando

la leva e rivolta verso i terminali dellinter-

ruttore stesso.COSTA ALBINO

Trichiana

In qualsiasi tipo di interruttore 0 deviatore

a leva (unipolare 0 bipolare ), il circuito risul-

ta chiuso quando la leva i: rivolta verso icon-tatti dcll'interruttore stesso. Le ricordiarnoche sol tanto in assenza di impulsi it pennelloelettronico del tuba catodico risulta bloccato

cioe esiste sol tanto 10 spot; basta che ci si~-

la presenza di un qualunque scgnale captato

dal microfono per far deviare it pennello. Sia-

mo indotti a presurnere che lei non abbia

raggiunto una accurata sincronizzazione del

circuito della base dei tempi.

•Sono in possesso di tre valvole tipo E180CC

ed EI81CC, due di tipo 12A8, una di tIpo6AQ5, 6J6 e 6X4. Desidererei sapere se e possl-

bile con tali valvole realizzare un ricevitoreprofessionale 0 semiprofessionale, abbastanza

sensibile e selettivo, con ascolto in cuffia ein altoparlante, adatto per Ie gam me dilettan-

tistiche dei 10 e 80 metri ..PAGGIOSVALDO

Monza

Per la realizzazione di un ricevitore di tipo

professionale, 0 semiprofessionale, occorre

ben altro che le poche valvole in suo posses-

so, Per effettuare agevolmente l'ascolto del-

le gamme radiantistiche dcgli 80-40-20-15-10

metri, le consigliamo di realizzare un conver-

titore con il gruppo Geloso n. 2620A che, col-

legato alIa presa di antenna di un normale

ricevitorc supereterodina collegato stabilmen-

te sulle on de corte alia frequenza di 4,6 MHz,

10 trasformera in un ottimo ricevitore semi-

professionale a doppia conversione di frequcn-

za. Lo schema di tale convertitore e inserito

nell'involucro stesso con cui viene venduto ilgruppo sopra citato.

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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Vorrei sapere se esiste una valvola con ca-ratteristiche identiche a quelle della 12AJ8, ein grado di poter utilmente sostitulre questaultima.

GINO VIECCHI

Mantova

Una valvola in grado di sostituire utilmentela 12AJ8, senza apport are alcuna modifica al

circuito, e la HCH81.

•Sono un vostro abbonato e mi ·rivolgo a voi

per conoscere I'esatto procedimento da segui-re per la vemiiciatura di un'autovettura ed illmateriale necessario, Faccio presente ehe so-no in possesso di uno spruzzatore elettrico difabbrlcazione tedesca. L a necessita del vostroaiuto mi e imposta da una serle di ammacca-

ture di cui e stata vittima la mia macchina.

IGNAZIO SERRA

Terralba

Il procedimento che Lei vuol conoscere e

mettere in pratica e molto lungo e richiede

un gran bagaglio di esperienza, che lei non

potra certamente acquistare lirnitandosi alla

lettura e li queste poche note. Cornunque, il

procedimento da seguire e il seguente:

1) Le amrnaccature vanno tolte completa-

mente facendo uso di un martelle di le-gno.

2) Le parti ammaccate vanno messe a nudo,

togliendo completamente la vernice ori-

ginale e pulendo le parti con pietra po-mice, aIlo scopo di eliminare ogni asperi-

ta e di rendere liscia Ia superficie.

UNAMINIERA01 DATITECNICI

Un mondo nuovo, ricco di dati tecnici e diillustrazioni ci e capitato sotto mana: il cata-

logo generale componenti elettronici della

GBC Italiana, nueva edizione 1965! E' un vo-

lume eli oltre 1 0 0 0 pagine illustrate, in cui la

materia e intelligentemente classificata e am-

3) Le parti vanno verniciate con « 'antirug-

gine ». quella rossa, che e Ia migliore.

4) Si passano due 0 tre mani di stucco gras-

so e si Iiscia nuovamente can la 'pietra

pomice,

5) Le parti COS) preparate vanno trattare,

poi, can stucco sintetico, applicato aspruzzo; si lascia asciugare, quindi, per

una durata di 6-8 are.

6) Esaminando bene la superficie, si note-

rarmo dei piccoli forcllini che vanno stuc-cati f'acendo impiego di stucco alia nitro;

successivamentc si liscia COn carta abrasi-

va del tipo 280 0 320.

7) Si passa una mana di vernice allo spruz-

zo del colore originale della vernice della

macchina e si Iascia asciugare.

8) Si applica una seconda mana eli vernice.

rna questa volta molto pili abbondante e

si leviga con carta abrasiva del numero4 0 0 .

9) Si applicano, infine, altre due mani di

vernice e si lascia essiccare.

10) Si lucida la superficie can pasta abrasiva.

Come vede, si tratta di un procedimento

molto lungo e laborioso, che e tuttavia neces-

saria se si vuole ottenere un lavoro perfetto.

Nella pratica di ogni giomo vi sono alcuni

che seguono un procedimento meno elabora-

to, rna in questa caso anche i risultati sonopili scadenti,

In ogni caso, per ottenere risultati vera-mente ottimi, e sempre consigliabile rivolger-

si al carrozziere, perche non e sufficiente se-

guire il procedimento ora elencato per otte-

nere risultati perfetti, Occorre, come abbiamo

gia detto, una certa dose di pratica in tutte

le operazioni necessarie, specialmente ncll'e-

secuzione della verniciatura.

piamente trattata. Ogni capitolo, dedicato adun gruppo particolare di componenti, e pre-

ceduto d'a nozioni specifiche: per esempio, il

capitolo dei condensatori viene introdotto da

un riassunto sulla natura e la funzione del

componente trattato. COS) e per tutti gli altri

capitoli. Ma il valore di quest'opera emerge

ancor piu, sol che Ia si confronti con Ie pre-

cedenti edizioni: Ie descrizioni sono rcdatte

in forma pill tecnica e la parte strettamente

tipografica risulta oltremodo migliorata, Ie

voci superano di 3000 unita quelle trattate

nell'ultima edizione. In concJusione, l'opera

puo definirsi, a buon diritto, uno strumento

indispensabile per il lavoro quotidiano di

ogni radiotecnico.

550

Page 82: Tecnica Pratica 1965_07

8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

http://slidepdf.com/reader/full/tecnica-pratica-196507 82/84

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Page 83: Tecnica Pratica 1965_07

8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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Page 84: Tecnica Pratica 1965_07

8/3/2019 Tecnica Pratica 1965_07

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