TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

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STAGIONE SINFONICA 2017 TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

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STAGIONE SINFONICA 2017TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

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Al fine di creare un nuovo contenito-re culturale per i prossimi anni, di tipo innovativo, che possa contribuire a coinvolgere settori e istituzioni di ec-cellenza in un ambito di interdiscipli-narietà e compenetrazione dei generi, anche grazie ad iniziative complemen-tari come meeting, presentazioni di libri, proiezioni, si è individuato un ti-tolo “Conversando con Psiche”, tratto dal libro del dott. Salvatore Romeo edito dalla Bastogi. Il libro tratta in modo divulgativo e acritico le psicodi-namiche relative alle principali mani-festazioni psichiche, anche in termini di sofferenza, legandole alle figure mitologiche archetipe, alla Storia, alla Filosofia, alla Psicologia e Psichiatria, alla Sociologia e, più in generale, alla Cultura e alla Scienza.

La Musica in modo particolare ben si adatta ad un ruolo principe in questo progetto, laddove le dinamiche psi-chiche, talvolta frutto ed espressione sublimante di elementi di sofferenza patologica, trovano la loro manife-stazione concreta proprio all’interno della grande Struttura Architettonica Musicale, dove il “pensiero” musica-le riassume in modo sinteticamente puro i più alti contenuti psichici, cul-

turali, rivoluzionari, e laddove Kosmos si contrappone a Chaos nella concer-tazione dell’Impossibile. Si tratta di una stagione costituita da 8 concerti, che vuole, nel 2017, rappresentare al-cune tematiche di grande rilevanza, quali la contrapposizione degli umo-ri, la ricerca, attraverso l’eternità del conflitto tra opposti (Bene - Male, Luce e Tenebre, Bianco e Nero), spesso “risolti” attraverso le maestrie strut-turali e architettoniche delle opere e dei compositori proposti; con riferi-menti all’immaginario atavico di figu-re mefistofeliche e magiche, espres-samente penetranti a livello formale e contenutistico.

Una stagione che vuole rappresentare un progetto divulgativo e culturale di grande efficacia e spessore, coinvol-gendo dipartimenti sanitari, univer-sità, grandi esponenti delle principali scienze e culture, specie tramite le eccellenze istituzionali regionali, con la presenza di musicisti di levatura mondiale e relatori di rilevanza in-ternazionale nelle iniziative comple-mentari.

Il Sovrintendente, Massimo Gabellone

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CALENDARIO E PROGRAMMA8 concerti e 7 colloqui da un’idea di Massimo Gabellone

MERCOLEDÌ11 OTTOBREMITTELEUROPA ORCHESTRA

R. Schumann, L. v. Beethoven

GIOVEDÌ19 OTTOBREMITTELEUROPA ORCHESTRA

F. Schubert, J. Brahms

GIOVEDÌ9 NOVEMBREMITTELEUROPA ORCHESTRA

W. A. Mozart, P. Cavallone,M. Ravel

SABATO25 NOVEMBREMITTELEUROPA ORCHESTRA

G. Rossini, N. PaganiniF. Mendelssohn

MARTEDÌ17 OTTOBREMITTELEUROPAORCHESTRA

J. Brahms, L. v. Beethoven

GIOVEDÌ26 OTTOBREI VIRTUOSI ITALIANI

F. Geminiani, A. Corelli,A. VivaldI

GIOVEDÌ16 NOVEMBREMITTELEUROPA ORCHESTRA

“Crazy Songs”

GIOVEDÌ7 DICEMEBREMITTELEUROPA ORCHESTRA

F. Liszt

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MITTELEUROPAORCHESTRA

La Mitteleuropa Orchestra, che affon-da le sue radici nella tradizione mu-sicale dell’area del centro e del sud Europa, discende da esperienze or-chestrali pluridecennali. Nei primi anni 2000 ha trovato una sua collocazione istituzionale grazie all’in-tervento della Regione Friuli Venezia Giulia e al sostegno di Comuni e Pro-vince della stessa Regione.

Attualmente conta 47 Professori d’Orchestra stabili e una solida orga-nizzazione autonoma; la sua sede è a Palmanova presso la Loggia della Gran Guardia, un palazzo storico del 1500 che si affaccia sulla splendida piazza della città stellata. Il Direttore Musica-le dell’Orchestra, da gennaio 2017, è il Maestro Marco Guidarini. Il suo reper-torio, nel segno della più ampia ver-satilità, spazia dal barocco al contem-poraneo, dal classico al cross-over. La Mitteleuropa Orchestra si propone al pubblico in formazione sinfonica, sin-fonico-corale, con orchestra d’archi, orchestra di fiati ed ensemble cameri-stici, si è esibita, con rilevanti consen-si di pubblico e critica, in tutta Italia e all’estero, in Francia, Tunisia, Egitto, Marocco, Turchia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia, Montenegro, Albania, ed è stata ospite di numerosi eventi internazionali, dalla Biennale Musica di Venezia al Mittelfest, dalle Giorna-te del Cinema muto al Concerto per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Ha collaborato, in ambito teatrale, con Simone Cristicchi in Magazzino 18,

eseguendo dal vivo le musiche di sce-na di Valter Sivilotti, in uno spettacolo che dal 2013 calca con enorme suc-cesso le scene nazionali.

È stata diretta da importanti persona-lità del panorama musicale internazio-nale come Niksa Bareza, Pascal Rophé, Tiziano Severini, Dmitri Jurowski, Aldo Ceccato, Muhai Tang, Oliver von Dohnányi, Krzysztof Penderecki, Luis Bacalov, Giampaolo Bisanti, Pietari In-kinen, John Axelrod, Ola Rudner, Emi-lio Pomarico, Vram Tchiftchian, Ernest Hoetzl, Philipp Von Steinaecker, Mi-chele Carulli, Philippe Entremont, Jan Willem De Vriend, Alessandro Vitiello, Giovanni Pacor e si è esibita con soli-sti di chiara fama come Sergeij Krilov, Ramin Bahrami, Roberto Fabbriciani, Michele Campanella, Bruno Giuran-na, Louis Lortie, Alexander Lonquich, Alena Baeva, Pepe Romero, Lilya Zil-berstein, Roberto Cominati, Giovan-ni Sollima, Yeon Ju Jeong, Jaroslaw Nadrzycki, Marianna Vasileva, Marija Špengler, Alessandro Scotto di Lu-zio, Daniel Müller-Schott, Karl Leister, Françoise de Clossey, Mauro Maur, Alexander Gadjiev, Héctor Ulises Pas-sarella, Stefan Milenkovich, Philippe Entremont, Laura Bortolotto, Evge-ni Koroliov, Andrea Bacchetti, Daniela Barcellona.

In Regione collabora con l’Ente Regio-nale Teatrale a un importante proget-to di valorizzazione musicale che co-pre tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia; con i Conservatori della Regio-

ne, con le scuole di musica e con l’A-zienda per l’Assistenza Sanitaria ha in programma rilevanti progetti interdi-sciplinari basati sull’inclusione sociale attraverso la musica e altre attività in-novative rivolte in particolar modo al

pubblico più giovane e alle scuole. Va inoltre sottolineata la collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste relativa al Corso di Direzio-ne d’Orchestra, uno dei pochi casi nel territorio nazionale. La Mitteleuropa

Orchestra, nome d’arte dell’Associa-zione Orchestra Regionale del Friuli Venezia Giulia, è sostenuta e finanzia-ta dalla Regione Friuli Venezia Giulia e anche grazie al prezioso sostegno del-la BCC (Federazione Banche di Credito

Cooperativo F.V.G.) e all’importante partnership con la Fondazione  Friu-li (dal 2016), programma, da ottobre 2015, una propria stagione sinfonica presso il Teatro Gustavo Modena di Palmanova.

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Tra i più noti direttori d’orchestra della sua generazione, celebre per il suo sti-le poliedrico e raffinato, apprezzato in tutto il mondo, conta nel suo reperto-rio oltre settanta titoli operistici e più di duecento lavori sinfonici. Affianca a una formazione musicale di alto pre-stigio gli studi umanistici.

Profondamente influenzato dalla vi-cinanza di Claudio Abbado, Guidarini debutta come direttore assistente di John Eliot Gardiner. Da qui una carriera luminosa sul podio dei maggiori teatri del mondo: dal Metropolitan di New York alla Scala di Milano, dall’Opera di Sidney al Bolshoi di Mosca. Dal 2001 al 2009 è direttore musicale dell’Orche-stre Philarmonique de Nice.

A Nizza fonda inoltre l’Ensemble Apo-strophe dedicato alla modernità e diri-ge il Festival di Musica Sacra. È fonda-tore e direttore artistico del “Concours International de Belcanto Vincenzo Bellini”. Lì riceve la Stella della Soli-darietà, un’onorificenza di cavaliera-to della Repubblica Italiana attribuita dal Ministero degli Esteri per meriti culturali, e la decorazione di Cheva-lier des Arts et des Lettres, prestigio-sa onorificenza francese rilasciata dal Ministero della Cultura per meriti ar-tistici.  Fondatore e direttore artistico del Festival “Les Rencontres   Musica-les de Puteaux”, Marco Guidarini rice-ve la Cittadinanza Onoraria della città accanto a Roberto Alagna. Nella terza

DIRETTORE D’ORCHESTRA

MARCO GUIDARINI

Direttore Marco Guidarini

Violoncello Truls Mørk

PROGRAMMA

R. Schumann Ouverture Manfred op. 115

R. Schumann Concerto per violoncello e orchestra in La minore op. 129 Nicht zu schnell Langsam Etwas lebhafter - Sehr lebhaft

L. v. Beethoven Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92 Poco sostenuto - Vivace Allegretto Presto Allegro con brio

MITTELEUROPA ORCHESTRA

MERCOLEDÌ 11 OTTOBRE

ore 20.45

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edizione del Festival fonda il “Concor-so Internazionale di Belcanto Vincenzo Bellini” di cui è direttore artistico. Diri-ge inoltre nei principali teatri italiani e molte tra le più prestigiose orchestre del mondo. Dal Teatro Olimpico di Vi-cenza, al Teatro Carlo Felice di Genova, dal Teatro Massimo di Palermo, al Tea-tro Comunale di Bologna, al San Carlo di Napoli.

Nel 2010 debutta al Teatro alla Scala con Le Convenienze e Inconvenien-ze teatrali di Donizetti, per la regia di Antonio Albanese.  Dal 2009 è rego-larmente invitato a Toronto, al Cana-dian Opera Company dove dirige nuo-ve produzioni del grande repertorio verdiano. Vale lo stesso per Praga: dal 2014 inizia un rapporto continuativo

sul repertorio italiano e francese al Teatro Nazionale. Nel dicembre 2016, proprio a Genova,  gli è stato attribui-to il prestigioso riconoscimento Paul Harris Fellow da parte della Rotary International Foundation “in segno di apprezzamento e riconoscenza per il suo tangibile e significativo apporto nel promuovere una miglior compren-sione reciproca e amichevoli relazioni fra popoli di tutto il mondo”.

La sua formazione lo porta anche a una intensa attività didattica in collabora-zioni con le maggiori accademie musi-cali del mondo, in particolare con l’Ac-cademia della Scala di Milano. Ha al suo attivo una vasta produzione discografi-ca nel repertorio lirico e sinfonico per le più importanti etichette internazionali.

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VIOLONCELLO

TRULS MØRK

Truls Mørk è uno tra i più grandi violon-cellisti del nostro tempo. Una sempre suggestiva combinazione di forte inten-sità, integrità e grazia, definisce le sue esecuzioni.

Lavorando assieme ai più grandi diretto-ri della scena attuale come Mariss Jan-sons, David Zinman, Manfred Honeck, Esa-Pekka Salonen, Gustavo Dudamel, Sir Simon Rattle, Kent Nagano, Yannick Nézet-Séguin e Christoph Eschenba-ch, Mørk si esibisce con le orchestre più prestigiose del panorama interna-zionale quali Orchestre de Paris, Berli-ner Philharmoniker, Wiener Philharmo-niker, Royal Concertgebouw Orchestra, Münchner Philharmoniker, Philharmonia e London Philharmonic Orchestra e la Gewandhausorchester di Lipsia. In Nord America ha inoltre suonato con la Filar-monica di New York, le orchestre di Phi-ladelphia, Cleveland, Boston Symphony e Los Angeles Philharmonic.

Nella stagione 2016/17 Truls Mørk è Ar-tist-in-Residence con la Gothenburg Symphony sia per concerti che per pro-getti di musica da camera, tiene recital nelle più importanti sale e festival di tut-to il mondo - è stato uno dei protagoni-sti del Piatigorsky International Festival a Los Angeles nel 2016 e torna al Festival di Verbier nel 2017.

Grande sostenitore della musica con-temporanea, Truls Mørk ha suonato più di 30 prime esecuzioni. Tra queste, Towards the Horizon di Rautavaara con

la BBC Symphony Orchestra / John Storgårds, il Concerto per violoncello di Pavel Haas con i Wiener Philharmoniker / Jonathan Nott, il Concerto di Krzysztof Penderecki per tre violoncelli con la NHK Symphony Orchestra / Charles Dutoit e il Concerto per violoncello di Haflidi Hal-lgrimsson, co-commissionato dalla Oslo Philharmonic, l’Iceland Symphony e la Scottish Chamber Orchestra.

Mørk ha registrato molti dei grandi con-certi per violoncello per diverse eti-chette come Virgin Classics, EMI, Deut-sche Grammophon, Ondine, Arte Nova e Chandos, molti dei quali hanno vinto premi internazionali, tra cui Gramopho-ne, Grammy, Midem ed ECHO Klassik. Tra questi il Concerto di Dvořák (Mariss Jansons / Filarmonica di Oslo), Cello Symphony di Britten e il Concerto di El-gar (Sir Simon Rattle / CBSO), Concerto di Miaskovsky e Sinfonia Concertante di Prokofiev (Paavo Järvi / CBSO), Du-tilleux (Myung-Whun Chung / Orche-stre Philharmonique de Radio Francia), CPE Bach (Bernard Labadie / Les Vio-

lons du Roy), Concerti di Haydn (Iona Brown / Norwegian Chamber Orche-stra), Towards the Horizon di Rautavaara (John Storgårds / Helsinki Philharmonic Orchestra), così come le Suite di Bach e di Britten. Ricordiamo in particola-re Concerti di Shostakovich con l’Oslo Philharmonic Orchestra / Vasily Petren-ko, opere per violoncello e orchestra di Massenet con l’Orchestre de la Suisse Romande / Neeme Järvi e i Concerti di Saint-Saens insieme alla Orchestra Fi-larmonica di Bergen / Neeme Järvi tra le sue più recenti incisioni.

Fin da subito allievo del padre, Truls Mørk ha proseguito poi i suoi studi con Frans Helmerson, Heinrich Schiff e Natalia Schakowskaya. All’inizio della sua eclet-tica carriera, ha vinto numerosi concorsi come il Tchaikovsky Competition di Mo-sca (1982), Cassado Cello Competition di Firenze (1983), il Premio Unesco al con-corso European Radio-Union a Bratisla-va (1983) e il Concorso Naumberg a New York (1986).

Robert Schumann ha solo 23 anni quando cominciano a manifestarsi i primi segni del suo squilibrio mentale, e con il tempo le sue condizioni si aggravano fino al punto da tentare il suicidio, nel 1854, gettandosi nel Reno. Salvato per miracolo, trascorre gli ultimi due anni della sua vita in una casa di cura. Il Manfred, poema drammatico in tre parti, op.115, viene eseguito per la prima volta a Leipzig nel 1852. Composto su un testo di Byron, ed ispirato al Faust di Goethe, descrive l’epopea interiore di un personaggio fortemente romantico, ardente ed oscuro al tempo stesso, nel quale Schumann sembra identificarsi totalmente. Il concerto per violoncello op. 129 ha caratteristiche espressive in cui prevale un melodizzare morbido, la sensazione di una serenità attraverso la poesia, la tenerezza. La composizione si articola in tre movimenti collegati fra loro secondo i criteri di ciclicità e integrazione che caratterizzano lo Schumann apollineo, come nel concerto per pianoforte dedicato a Clara.

Richard Wagner descriverà invece la VII Sinfonia di Beethoven come “apoteosi della danza”, nella quale il compositore avrebbe attuato la fusione fra corpo e mente. Composta tra il 1811 e il 1812, mentre Beethoven si trovava in Boemia per curarsi, nella speranza di un mi-glioramento per la sua sordità, trasmette una sensazione di gioia contagiosa, di estasi rag-giunta nella contemplazione della bellezza.

Marco Guidarini

NOTE MUSICALI AL PROGRAMMA

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Direttore Marco Guidarini

Pianoforte Vincenzo Maltempo

PROGRAMMA

J. Brahms Concerto n. 1 in Re minore op. 15 per pianoforte e orchestra Maestoso Adagio Rondò - Allegro non troppo

L. v. Beethoven Sinfonia n. 6 in Fa maggiore op. 68 “Pastorale” Allegro ma non troppo Andante molto mosso Allegro Allegro Allegretto

MITTELEUROPA ORCHESTRA

MARTEDÌ 17 OTTOBRE

ore 20.45

Definito da Jeremy Lee -un musicista emozionante, con una tecnica ed un’intelligen-za formidabili-, nel vasto ed eterogeneo panorama mu-sicale odierno, la personalità artistica di Vincenzo Maltem-po vive una sua peculiare e fondamentale collocazione grazie a un’ampia azione di-scografica e concertistica

dedicata a Charles Valentin Alkan, di cui è valutato oggi fra i pochi, competenti interpreti e conoscitori a livello mon-diale. - Considerato uno dei più gros-si interpreti contemporanei di questo compositore […] nessun altro pianista come Maltempo è riuscito a dominare in maniera così meditata e orchestrale, le sue enormi difficoltà pianistiche- af-ferma Robert Nemececk (PianoNews). Dal 2009 Maltempo comincia l’inci-sione delle opere più significative del compositore francese per l’etichetta inglese Piano-Classics, operazione ma-gistrale che non sfugge all’attenzione della critica musicale internazionale più prestigiosa. Contraddistinto -dal suo fraseggio elegante, il virtuosismo mai ostentato, la padronanza della forma e del senso musicale- asserisce l’Osser-vatore Romano. I suoi dischi infatti rice-vono le ambite “5 stelle” su riviste quali

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PIANOFORTE

VINCENZO MALTEMPO

MARCO GUIDARINIvedi curriculum a pag. 7

Il Concerto n.1 in re minore op.15 di Brahms è una sua opera giovanile. La profonda influenza esercitata sul compositore dalla IX Sinfonia be-ethoveniana è evidente fin dalla scelta della tonalità di re minore, drammatica e densa nel colore. Sul manoscritto dell’Adagio del Concerto figura la nota “Benedictus qui venit in nomine Domini”, che pur procedendo da una ispirazione di carattere religioso, sembra fare riferimento a Clara Schumann. L’intero movimento si configura infatti come una sorta di ritratto della donna, nella cornice di un Kyrie eleison tenero e spirituale. Il Rondò finale condivide – a sua volta – lo slancio tipico delle composizioni schumanniane più estroverse, intrise di entusiasmo e giovanile idealismo. Eseguito per la prima volta da Brahms stesso, sotto la direzione di J. Joachim, conoscerà tuttavia la sua consacrazione grazie all’esecuaione della stessa Clara presso il Gewandhaus di Lipsia nel 1874.

Definita “Pastorale”, la VI Sinfonia op. 68 di Beethoven condivide con il concerto brahmsiano proprio la pittura emotiva, quell’espressione del sentimento che è in antitesi con il descrittivismo musicale. Composta tra l’estate del 1807 e l primavera del 1808, pur collegandosi al ge-nere della musica a programma settecentesca, lo supera per intuizione estetica e apre un nuovo capitolo nei rapporti tra musica e natura. Questi riflettono le centralità dell’animo umano, che nella concezione beethoveniana vengono intesi come tempio di una religione della benevolenza universale.

Marco Guidarini

NOTE MUSICALI AL PROGRAMMA

Diapason, The Guardian, Gramophone, PianoNews e Classic Voice. -Esaltante e demoniaco, una vera rivelazione!- lo definisce Andrew Clements (The Guar-dian). Vincenzo Maltempo ha catturato l’attenzione di molti grandi concertisti: Francesco Libetta, con cui ha spesso collaborato lo definisce -un magnifi-co esempio di pianista mediterraneo-, mentre Alexander Lonquich lo esalta come un – pianista/musicista fuori dal comune, che sa servirsi di un connatu-rato virtuosismo (dal carattere lucida-mente “espressionista”), affinatosi fre-quentando opere lisztiane-. Il famoso critico Bryce Morrison su Gramophone, ne valorizza il pianismo elettrico e colo-rato, paragonandolo a quello di Horowi-tz; Lorenzo Arruga, critico e scrittore italiano, intravede invece nel suo -fra-seggio libero e parlante, nel tocco caldo e nell’atteggiamento affettuoso verso i compositori e la musica- legami pro-fondi con l’antica tradizione pianistica.

L’attività concertistica di Maltempo lo vede protagonista di recital nei festival e nei teatri italiani più prestigiosi come MiTo, “Due mondi” di Spoleto, “Sagra musicale malatestiana”, Teatro La Fe-nice di Venezia e Lirico di Cagliari; in numerosi Paesi europei, in America, in Messico e in Asia.

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Direttore Marco Guidarini

Pianoforte Vincenzo Maltempo

PROGRAMMA

F. Schubert Sinfonia in Si minore D. 759 “Incompiuta” Allegro moderato Andante con moto

J. Brahms Concerto n. 2 in Si bemolle Maggiore op. 83 per pianoforte e orchestra Allegro non troppo Allegro appassionato Andante Allegretto grazioso

MITTELEUROPA ORCHESTRA

GIOVEDÌ 19 OTTOBRE

ore 20.45

MARCO GUIDARINI e VINCENZO MALTEMPOvedi curriculum rispettivamente a pag. 7 e a pag. 11

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La sinfonia n.8 in si min. D759, comunemente nota come “Incompiuta”, è uno dei lavori più noti di Franz Schubert. Alla morte del com-positore, avvenuta nel 1828, risultavano completati soltanto i due movimenti che vengono comunemente eseguiti in concerto. L’esi-stenza di estesi abbozzi per uno Scherzo contraddice la suggestiva ipotesi secondo la quale Schubert considerasse la sinfonia perfet-tamente definita da quei due soli movimenti a noi pervenuti. L’opera, sebbene incompleta, ci conduce tuttavia al cuore della poetica schubertiana, a quella prossimità tra il sogno e la morte che conduce a Mahler e alle porte dell’inconscio.

Il concerto per pianoforte e orchestra n.2 op. 83 in sib di Brahms, portato a termine nel 1881, precede di pochi mesi la realizzazione del-la Terza Sinfonia da parte del compositore. Qui il pianoforte assurge ad un ruolo di grandioso protagonismo, esaltato dall’importanza stessa del tessuto sinfonico in cui si inserisce. Come nel caso de primo concerto, fu lo stesso Brahms ad eseguirne la prima esecuzione pubblica. Per la sua difficoltà tecnica che si dipana nel dialogo teso ed espressivo con l’orchestra, viene considerato ancora oggi come uno dei concerti più complessi di tutto i repertorio pianistico.

Marco Guidarini

NOTE MUSICALI AL PROGRAMMA

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PROGRAMMA

Francesco S. Geminiani Concerto Grosso n.12 in Re min. “La Follia” (dalla sonata n. 12 dell’Op. V Arcangelo Corelli) Tema con variazioni

Arcangelo Corelli Concerto Grosso Op. VI n. 4 in Re Magg.Adagio, Allegro – Adagio – Vivace – Allegro

Antonio Vivaldi Concerto per violino, archi e continuo in Si bem. magg. da “La Stravaganza” opera IV n. 1 RV 383aAllegro - Largo e cantabile - Allegro

Antonio Vivaldi Sonata “La Follia” in Re minore per due violini e continuo Op. 1 n. 12 RV 63 Tema con variazioni

Antonio Vivaldi Concerto per violino e archi in do magg. “Il Piacere” RV 180Allegro-Largo Cantabile-Allegro

Antonio Vivaldi Concerto per violino e archi in Do mi. “Il Sospetto” RV 199Allegro - Largo - Allegro

Antonio Vivaldi Concerto per violino e archi in Re magg. “L’inquietudine” RV 234Allegro - Andante - Allegro

Antonio Vivaldi Concerto per violino e archi in Mi min. “Il Favorito” RV 277Allegro - Andante – Allegro

I VIRTUOSI ITALIANIALBERTO MARTINI, MAESTRO DI CONCERTO AL VIOLINOSTRAVAGANZE, FOLLIE E PASSIONI UMANE

GIOVEDÌ 26 OTTOBRE

ore 20.45

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I Virtuosi Italiani, complesso nato nel 1989, è una delle formazioni più attive e qualificate dell’orizzonte artistico in-ternazionale.

In questi più di vent’anni di attività, sempre maggiore attenzione è stata riservata ad una scelta di repertorio mirato al coinvolgimento di un pubbli-co sempre più vasto, con un particolare riguardo rivolto ai giovani.

L’impegno de I Virtuosi Italiani, dal ca-rattere spiccatamente internazionale e versatile, li delinea ormai volano per il turismo, nonché per lo sviluppo eco-nomico del territorio in cui operano.

Tra gli impegni più rilevanti del Com-plesso dell’ultimo triennio, si segnala-no il Concerto per il Senato della Re-pubblica Italiana, trasmesso in diretta da Rai 1, il Concerto per la Vita e per la Pace eseguito a Roma, Betlemme e Gerusalemme, trasmesso dalla Rai in mondovisione, il Concerto presso l’Au-la Paolo VI (Aula Nervi) alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI, il debutto alla Royal Albert Hall di Londra ed una tournée in Estonia che li ha visti  parte-cipare, per la seconda volta a distanza di pochi anni,  al  noto  Barokkmuusika Festival.

Una trama estremamente ricca di im-pegni e feconda di grandi soddisfazioni, ha intessuto questi ultimi anni di atti-vità de I Virtuosi Italiani. Con progetti come “Jazz Lightning” con il pianista

statunitense Uri Caine e “Back to Bach” con il trombettista jazz Paolo Fresu, la scena attuale ha visto I Virtuosi prota-gonisti nei più prestigiosi Teatri e So-cietà di Concerto italiane e straniere. Il Teatro alla Scala, il Teatro Dal Verme e la Sala Verdi a Milano; il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro La Fenice, l’Accade-mia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro Comunale di Modena, il Teatro Regio di Parma, il Teatro Filarmonico di Ve-rona, l’Arena di Verona, l’Associazione Barattelli di L’Aquila, l’Unione Musicale di Torino, l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, il Teatro alla Pergo-la di Firenze e la Società Filarmonica di Roma, sono tra le più prestigiose cor-nici nelle quali I Virtuosi Italiani si sono esibiti. -Sono un ensemble di assoluto

valore. Affrontano il barocco, il classico e il contemporaneo non solo con disin-voltura, ma con una grinta, uno smalto e una “adrenalina”, che produce vita e tensione senza portare oltre i limiti di una saggia pertinenza stilistica- scrive Enrico Girardi sul Corriere della Sera.

Francia, Germania, Svizzera, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Polonia, Litua-nia, Lettonia, Finlandia, Slovenia, Russia, Iran, Corea e Stati Uniti d’America e Pa-esi Baltici. Numerose sono le tournées all’estero alle quali il Complesso ha partecipato con un’attività discografi-ca ricchissima: più di 100 cd registrati per le maggiori case discografiche ed oltre 500.000 dischi venduti in tutto il mondo.

COMPLESSO

I VIRTUOSIITALIANI

La Follia è un tema musicale di origine portoghese tra i più antichi della musica europea, le cui tracce risalgono al XVI secolo. Il tema diventa in seguito l’oggetto di variazioni strumentali nelle letterature musicali di paesi diversi, oltre che il canovaccio di libere improvvisazioni da parte degli esecutori. Caratteristica della Folie d’Espagne in Francia e del Farao-nel’s Ground in Inghilterra – ad esempio – è l’essere basata su una passacaglia, mentre la linea melodica prende la forma di una Sarabanda lenta in tempo di ¾. Fra i primi ad introdurre il tema nella musica colta incontriamo certamente Lully, seguito poi da Marin Marais e dallo stesso Couperin. Gli italiani Geminiani, Corelli e Vivaldi sono coloro che probabilmente raggiungono le vette più alte nella variazione di questo tema.

Marco Guidarini

NOTE MUSICALI AL PROGRAMMA

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Direttore Marco Guidarini

Flauto Roberto Fabbriciani

Arpa Jasna Merlak

Violoncello Antonio Merici

PROGRAMMA

W. A. Mozart Concerto per flauto e arpa in Do maggiore, k 299 Allegro / Andantino / Rondò-Allegro

P. Cavallone “Metamorfosi d’amore”- Concerto per flauto e violoncello

M. Ravel Tombeau de Couperin (versione per orchestra) Prélude-Vif / Forlane-Allegretto / Menuet Allegro moderato / Ragaudon-Assez vif

M. Ravel Ma mère l’Oye (Cinque pezzi infantili per orchestra ispirati ai racconti di Perrault, di Madame d’Aulnoy e Madame Leprince de Beaumont) Pavane de la belle au bois dormant-Lent / Petit poucet-Très modéré / Laideronnette, impératrice des pagodes-Mouvement de marche / Les entretiens de la belle et de la bête-Mouvement de la valse modéré / Le jardin féerique-Lent et grave

MITTELEUROPA ORCHESTRA

GIOVEDÌ 9 NOVEMBRE

MARCO GUIDARINIvedi curriculum a pag. 7

Artista originale e versatile, internazio-nalmente riconosciuto tra i migliori in-terpreti, Roberto Fabbriciani ha innova-to la tecnica flautistica moltiplicando le possibilità sonore dello strumento, me-diante la personale ricerca. Egli ha colla-borato con alcuni tra i maggiori compo-sitori del nostro tempo, tra cui Luciano Berio, Pierre Boulez, Sylvano Bussotti, John Cage, Elliot Carter, Niccolò Casti-glioni, Aldo Clementi, Luigi Dallapiccola, Luis De Pablo, Franco Donatoni, Jindřich Feld, Brian Ferneyhough, Jean Françaix, Giorgio Gaslini, Harald Genzmer, Adria-no Guarnieri, Toshio Hosokawa, Klaus Huber, Ernest Krenek, György Kurtág, György Ligeti, Luca Lombardi, Giaco-mo Manzoni, Bruno Maderna, Olivier Messiaen, Ennio Morricone, Luigi Nono, Goffredo Petrassi, Henri Pousseur, Wol-fgang Rihm, Jean-Claude Risset, Nino Rota, Nicola Sani, Giacinto Scelsi, Dieter Schnebel, Salvatore Sciarrino, Mauri-cio Sotelo, Karlheinz Stockhausen, Toru Takemitsu e Isang Yun; molti di loro gli hanno dedicato notevoli opere. Fab-briciani ha inoltre lavorato a lungo con Luigi Nono presso lo studio sperimen-tale della SWF a Freiburg, schiudendo ed esplorando direzioni ancora vergini per la musica. Ha suonato come solista con molteplici direttori quali Claudio Abbado, Roberto Abbado, Bruno Barto-letti, Luciano Berio, Ernest Bour, Bruno Campanella, Aldo Ceccato, Riccardo Chailly, Sergiu Comissiona, José Ramón Encinar, Peter Eötvös, Vladimir Fedo-

seyev, Gabriele Ferro, Daniele Gatti, Gia-nandrea Gavazzeni, Gianluigi Gelmetti, Michael Gielen, Cristóbal Halffter, Djan-sug Kachidse, Bernhard Klee, Vladimir Jurowsky, Peter Maag, Bruno Mader-na, Diego Masson, Ingo Metzmacher, Riccardo Muti, Marcello Panni, Zoltán Peskó, Josep Pons, Giuseppe Sinopoli, Arturo Tamayo e Lothar Zagrosek. Egli inoltre si è esibito con un cospicuo no-vero di orchestre quali l’Orchestra della Scala di Milano, l’Orchestra dell’Acca-demia Nazionale di Santa Cecilia, le Or-chestre della Rai, London Sinfonietta, LSO, RTL Luxembourg, BRTN Brussel, Orchestre Symphonique de la Monna-ie, WDR di Colonia, SWF Baden-Baden, Deutsches Symphonie-Orchester Ber-lin, Bayerischer Rundfunks e München-

er Philharmoniker. Fabbriciani ha realiz-zato concerti presso i più celebri teatri ed istituzioni musicali come la Scala di Milano, Filarmonica di Berlino, Royal Fe-stival Hall di Londra, Suntory Hall di Tokyo, Sala Cajkowskij di Mosca, Carne-gie Hall di New York e Teatro Colon di Buenos Aires; ha partecipato inoltre a svariati festival quali Biennale di Venezia e Maggio Musicale Fiorentino, a Raven-na, Londra, Edimburgo, Parigi, Bruxelles, Granada, Luzern, Warsaw, Salisburgo, Wien, Lockenhaus, Donaueschingen, Köln, München, Berlin, St. Petersburg, Tokyo e Cervantino. Roberto Fabbriciani ha altresì inciso parecchi dischi ed è sta-to docente dei corsi di alto perfeziona-mento presso l’Università Mozarteum di Salisburgo.

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FLAUTO

ROBERTO FABBRICIANI

ore 20.45

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ARPA

JASNACORRADO-MERLAK

Jasna Corrado-Merlak, nata a Trieste nel 1966, ha studiato presso il Conservatorio G. Tartini assieme alle insegnanti Evelina Vio e Maria Grazia Consoli, dove nel 1985 si è diplo-mata con la lode, ricevendo dal Presidente della Repubblica Cossiga la medaglia d’argento celebrativa quale eccellenza diplomata nell’anno europeo della musica. Nel 1981 a soli 15 anni, Jasna ha tenuto il suo primo concerto ad Alessandria riscuotendo particolari consensi di critica e, nello stesso anno, si è classificata al primo posto al Concorso Nazionale d’Arpa a Santa Margherita Ligure. Da allora ha sempre svolto un’intensa attività concertistica sia in Italia che all’estero, re-gistrando per la Rai, la Radio Televisione Jugoslava, la BCC, la ORF e la Radio France.

All’unanimità indiscussa della giuria, nel 1986 Merlak ha vin-to il primo premio al Concorso Internazionale d’Arpa di Pari-gi. Nel novembre 1987 è andata in tournee negli USA esiben-dosi a Huston, Dallas, Rochester e Miami. Sempre durante il medesimo periodo, per la Casa Discografica Hyperion, ha inciso il primo disco da solista con la European Communi-ty Chamber Orchestra a Londra, eseguendo il Concerto il La maggiore per arpa e orchestra di G. Paisiello (prima ese-cuzione mondiale). Con la Wiennerkammerorchester diret-ta da Philippe Entremont, Jasna si è esibita quale solista a Vienna, Linz e Salisburgo. A Vienna e a Zurigo ha suonato in duo con il flautista Wolfgang Schulz; inoltre con la stessa formazione orchestrale, in occasione delle celebrazioni del bicentenario della morte di Mozart a Vienna, ha eseguito il Concerto per flauto, arpa e orchestra KV 299 di W. A. Mozart, diretta da Sandor Vegh. In qualità di “prima arpa” ha collabo-rato con le Orchestre del Teatro G. Verdi di Trieste, con la RTV di Lubiana (Slovenia-Jugoslavia), l’Orchestra del Festival dei Due Mondi a Spoleto, la Wiennerkammerorchester e l’Or-chestra sinfonica Rai di Torino. A Jasna Corrado-Merlak sono state dedicate numerose composizioni, tra le quali il “Con-certo del Timavo” per Arpa e Orchestra del Compositore triestino Fabio Vidali, eseguito in prima mondiale a Salonicco e al Teatro Verdi di Trieste.

Antonio Merici, nato a Udine nel 1985, si è diplomato al Conservatorio “J.To-madini” di Udine, dove poi si è laure-ato al Biennio Superiore Specialistico, conseguendo la laurea col massimo dei voti, lode e menzione speciale.

Svolge intensa attività cameristica e orchestrale, quest’ultima diretto da L.Shambdal, D.Oren, J.Kovatchev, M.Ar-migliato, P.Domingo, T.Severini, P. Von

VIOLONCELLO

ANTONIOMERICI

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Alla base della creazione del brano si trova la riflessione sulla necessità d’amore nell’equilibrio fra le componenti fondanti della psiche umana. Diverse suggestioni e stimoli sono confluiti nella realizzazione di Metamorfosi d’amore.

Da un lato, il bimillenario della morte di Ovidio, nato come me a Sulmona. Dall’altro, il concetto di mutazione come metamorfosi interiore e del corpo, come pure della dimensione maschile e femminile della psiche. Video meliora proboque, deteriora sequor pronuncia la Medea del poeta latino. Dunque, nell’imperfezione umana si realizza la manifestazione di amore. Ovvero, la metamorfosi e guarigione di psiche, all’ingresso di amore, parafrasando Apuleio o il Cantico dei Cantici.

La stessa scelta dei solisti assume significato simbolico: il flauto, antropologicamente uomo-dio e donna-violoncello, umanità. Il brano, nelle sue varie configurazioni, assume significati sempre diversi. Ciascun elemento viene inquadrato da diverse prospettive al fine di resti-tuire, nella sua proliferazione gestuale, un’unità dei contrari, Oggi, necessaria.

Paolo Cavallone

Il “doppio concerto” di Cavallone è accoppiato - a sua volta – da quello mozartiano per flauto e arpa K299, composto nel 1778, gioiello galante di un genere musicale aristocratico, ma di raffinata sensualità.Tutta mozartiana è la grazia dei due capolavori raveliani, Tombeau di Couperin e Ma Mère l’Oye. Il primo, composto tra il 1914 e il 1917, costituisce una sorta di tributo all’arte di Francois Couperin. Si tratta di una suite sul modello barocco, ma che comprende sia movimen-ti di danza (Furlana, Rigaudon, Minuetto), che brani tipicamente strumentali (Preludio, Toccata e Fuga). Ma Mère l’Oye è anch’essa una suite composta da cinque pezzi, originalmente per pianoforte a quattro mani e successivamente trascritta per orchestra. Pubblicata nel 1910, la suite è ispirata dalle illustrazioni tratte da un libro di fiabe per l’infanzia.

Marco Guidarini

NOTE MUSICALI AL PROGRAMMA

Steinaecker, F.Belli, W.Themel. Pri-mo tra i violoncellisti nell’aprile 2012 all’audizione indetta dalla “Fondazio-ne Arena di Verona”, ha suonato tutta la stagione in occasione delle opere estive tenutesi all’Arena, nel 2012 e nel 2015.

Da Settembre 2014 Primo Violoncello dell’orchestra “Mitteleuropa” di Udi-ne. Membro dei gruppi cameristici “Quartetto di Udine” e “Turing Quin-tet”.

Ha seguito corsi di perfezionamen-to di violoncello coi docenti E.Bronzi, C.Teodoro, G.Gnocchi, M. Flaksman, W.Panhofer, Y.Ocic, e corsi di musica da camera a Duino coi Maestri del-la “Scuola Internazionale di Musica da Camera”, “Trio di Trieste” e “Trio di Parma”. Attualmente svolge il ruolo di Primo violoncello nella Mitteleuropa orchestra.

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Direttore Nicola Valentini

Voci Federica Copetti e Megan Stefanutti

Arrangiamenti per la Mitteleuropa orchestra di Valter Sivilotti

PROGRAMMA

“Crazy Songs”

da Edith Piaf a De Gregori

dai Pink Floyd ai Coldplay

MITTELEUROPA ORCHESTRA

GIOVEDÌ 16 NOVEMBRE

ore 20.45

22

Le sue composizioni musicali, per la quali ha ricevuto prestigiosi premi, ven-gono eseguite nei teatri di tutto il mon-do. Pianista, compositore e direttore d’orchestra tra i più acclamati della sua generazione Valter Sivilotti ha lavorato scrivendo e arrangiando per i più noti artisti provenienti dal mondo della can-zone d’autore tra cui Silvio Rodriguez , Sergio Endrigo, Edoardo De Angelis, Tosca, Bruno Lauzi, Omara Portuondo, Ron, Elisa, Gerardo Alfonso, Antonel-la Ruggiero, Alice, Milva, Giusy Ferre-ri, Neri Marcorè, Simone Cristicchi,Giò di Tonno, Allan Taylor, Maya Sar, Arsen Dedic, Saverio Pepe, Vlado Kreslin, Jan Plesteniak, Dario Vergassola, Enzo Iac-chetti, Gigliola Cinquetti, Luisa Cot-tifogli, Lena Chamamyan.In qualità di arrangiatore ha collaborato anche con artisti provenienti da mondo della mu-sica Jazz e della musica Etnica tra cui Glauco Venier, Norma Winstone, Klaus Gesing, U.T. Ghandi, Francesco Cafiso, Francesco Buzzurro, Jonas Burgwinkel, Giovanni Amato, Trilok Gurtu, Achille Succi, Jivan Gasparian. Tra le collabora-zioni con artisti provenienti dal mondo della musica classica ricordiamo Katia Ricciarelli, Francesco Zingariello, Mario Marzi, Emanuele Arciuli. Le sue idee, i suoi spettacoli, le sue musiche com-paiono nei cartelloni delle maggiori or-chestre e teatri del mondo. Orchestra del Teatro Verdi di Trieste, Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, Or-chestra del Teatro La Fenice di Venezia,

Orchestra del Teatro Comunale di Bo-logna, Orchestra Filarmonica di Zaga-bria, Orchestra Sinfonica di Santiago di Cuba, Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra Toscanini di Par-ma, Orchestra del festival Pucciniano di Torre del Lago, Bucarest Symphony Orchestra, Göttinghem Symphony Or-chestra, Mitteleuropa orchestra, I Per-cussionisti della Scala di Milano.

Ha scritto le musiche originali per lo spettacolo teatrale La variante di Lune-burg con Milva, Walter Mramor e Pao-lo Maurensig. Il balletto “Voglio essere libero” commissionato dal Mittelfest è stato presentato in prima assoluta a Cividale per poi risultare vincitore del premio Anita Bucchi come miglior mu-sica per balletto 2009. Il Musical Civile “Magazzino 18”, vincitore del premio “Le maschere del teatro” come miglior

musica per teatro, scritto con Simone Cristicchi e diretto da Antonio Calenda è attualmente in tourneé nei maggiori teatri italiani (oltre 200 repliche) Il pro-getto “Carmina Balcanica” commissio-nato dal Mittelfest è stato presentato in prima assoluta a Cividale nella serata Inaugurale del Festival 2015. Al concer-to hanno partecipato e scritto poeti e cantautori di tutta la fascia balcanica. Coro del FVG e la Mitteleuropa orche-stra diretti dall’autore. “L’Incantesimo della Luna Nuova” scritto per la flau-tista Luisa Sello è stato eseguito in importanti festival in tutto il mondo, prossimamente la flautista lo eseguirà in duo con il grande M° Bruno Canino a Pitzburg ed a Chicago. Docente presso il conservatorio R.Duni di Matera Valter Sivilotti è Cavaliere all’ordine della Re-pubblica Italiana.

ARRANGIAMENTI

VALTERSIVILOTTI

Crazy Songs vuole essere un percorso – ed un omaggio – attraverso la grande canzone d’autore italiana e internazionale che ha trovato nella “Follia” una autentica fonte di ispirazione, come nel caso delle arti figurative, della cinematografia o della letteratura. Gli arrangiamenti orchestrali di Valter Sivilotti ci guidano in un viaggio musicale all’interno di gioie e melanconie fuori dall’ordinario, figlie di una emozione diversa, talvolta inafferrabile eppure commovente.

Marco Guidarini

NOTE MUSICALI AL PROGRAMMA

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Direttore Nicola Valentini

Violino Stefan Milenkovich

PROGRAMMA

G. Rossini Ouverture Guglielmo Tell

N. Paganini Concerto per violino n. 2 in Si minore op. 7 Allegro maestoso Adagio Rondò à la clochette

F. Mendelssohn Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 “Italiana” Allegro vivace Andante con moto Con modo moderato Saltarello - Presto

MITTELEUROPA ORCHESTRA

SABATO 25 NOVEMBRE

ore 20.45

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Direttore principale e fondatore dell’ensemble di musica antica “Dolce Concento Ensemble”, docente e Di-rettore musicale presso il CUBEC Ac-cademia di Belcanto di Modena, Nicola Valentini è uno dei più brillanti e talen-tuosi giovani direttori Italiani.

L’incontro con Ottavio Dantone e con l’esperienza dell’ensemble di musica antica “Accademia Bizantina” di Ra-venna, sua città natale, ha segnato fortemente il suo percorso formativo intrapreso fin dalla giovanissima età, suscitando un notevole interesse per la prassi esecutiva barocca.

In qualità di assistente di Dantone ha partecipato ad importanti produzioni al Teatro alla Scala di Milano, La Fenice di Venezia, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Alighieri di Ravenna, Metropole di Lausanne, Opéra National du Rhin di Strasburgo, Palau de Les Arts di Valen-cia, Teatro Campoamor di Oviedo e al Festival di Glyndebourne.

Lo Staatstheater Oper di Norimberga ha visto il suo debutto come direttore d’opera con Ezio di C.W.Gluck nel luglio 2012. Il grande favore di critica e pubbli-co lo ha presto segnalato all’attenzione internazionale, nonostante la giovane età, come esperto conoscitore del lin-guaggio musicale barocco e classico.

Ha diretto inoltre concerti sinfonici sul podio di importanti orchestre italiane, fra le quali l’Orchestra Filarmonica To-

DIRETTORE D’ORCHESTRA

NICOLAVALENTINI

scanini di Parma e l’Orchestra I Pome-riggi Musicali di Milano.

Nel corso della stagione 2014/15 ha diretto Il barbiere di Siviglia all’Opera di Oviedo e all’Opera di Gijon e ha de-buttato presso il Ravenna Festival con il suo “Dolce Concento Ensemble”.

È ritornato inoltre sul podio dell’Orche-stra I Pomeriggi Musicali di Milano per un concerto sinfonico dedicato a Men-delssohn e Mozart.

Fra i suoi prossimi impegni annovera vari concerti sinfonici con l’Orchestra Rossini di Pesaro e la Missa Solemnis di Mozart con l’Orchestra “Dolce Con-cento Ensemble” a Ferrara, nonché la

collaborazione con il Maestro Ottavio

Dantone presso il Festival di Salisburgo

per Così fan tutte.

Diplomato in violoncello al Conser-

vatorio di Parma, parallelamente agli

studi di composizione e di direzione,

si è dedicato ad un approfondimen-

to costante dell’interpretazione del

repertorio vocale e strumentale del

‘600/’700 sotto la guida di Ottavio

Dantone, affrontando pagine di autori

noti e partiture inedite, collaborando

alla realizzazione di concerti, incisioni,

oratori e soprattutto opere di Pergole-

si, Mozart, Rossini, Händel, Vivaldi, Mar-

tin y Soler e Monteverdi.

Page 14: TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

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VIOLINO

STEFAN MILENKOVIC

Stefan Milenkovich ha iniziato lo stu-dio del violino all’età di tre anni con il padre, che è rimasto suo insegnante fino all’età di diciassette. Dimostra un raro talento che lo porta alla sua prima apparizione con l’orchestra, come solista, all’età di cinque anni. A sette conquista il suo primo premio alla Jaroslav Kozian International Vio-lin Competition. L’anno successivo vede il suo primo concerto a Belgra-do, cui fanno seguito concerti in tutto il mondo: Russia, Germania, Francia, Belgio, Olanda, Finlandia, Svizzera, Israele, Gran Bretagna, Spagna, Tur-chia, Croazia, Polonia Bulgaria, Sri Lanka, Messico, Cina e Australia.

Ha suonato come solista con l’Or-chestra Sinfonica di Berlino, la Hel-sinki Philharmonic, l’Orchestra di Ra-dio-France, l’Orchestra Nazionale del Belgio, la Filarmonica di Belgrado, l’Orchestra del Teatro Bolshoj, l’Or-chestra di Stato del Messico, l’Orche-stra Sinfonica di Stato di San Paolo, l’Orpheus Chamber Orchestra, le Or-chestre di Melbourne, del Queensland in Australia, l’Indianapolis Symphony Orchestra, la New York Chamber Symphony Orchestra, collaborando con direttori del calibro di Lorin Maa-zel, Daniel Oren e Vladimir Fedoseyev. E’ stato invitato, all’età di 10 anni, a suonare per il presidente Ronald Rea-gan in un concerto natalizio a Washin-gton, per Mikhail Gorbaciov quando aveva 11 anni e per il papa Giovanni Pa-

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Composta all’incirca nello stesso periodo (1829), anche la ouverture del Guillaume Tell sarà oggetto di una mirabolante trascrizione pianistica da parte di Listz. Il lavoro rossiniano è diventato ormai un cult non solo per le innumerevoli esecuzioni nelle sale da concerto, ma anche per il suo utilizzo nei media audiovisivi, dalla pubblicità al cartone animato.

Il tratto che accomuna Paganini a Rossini è senz’altro nel segno della virtuosità. Composto nel 1826, il concerto n.2 in si minore è noto come “la Campanella” per la presenza di questo strumento nel Rondò finale, prescritta dall’autore per sottolineare le ricorrenze del tema. Il suono della campanella è imitato dall’orchestra e dallo stesso violino solista, con l’utilizzo di suoni armonici. Il famoso tema è stato ripreso successivamente da autori come Franz Listz e Johann Strauss padre.

La meravigliosa IV Sinfonia di Mendelssohn, composta a sua volta verso il 1830, trova ispirazione dalle atmosfere delle città italiane, proprio al tempo dei formidabili successi di Rossini e Paganini.

Marco Guidarini

NOTE MUSICALI AL PROGRAMMA

olo II all’età di 14 anni. Ha festeggiato il suo millesimo concerto all’età di se-dici anni a Monterrey in Messico.

Milenkovich ha partecipato a diver-si concorsi internazionali, risultando vincitore del “Lipizer” in Italia e del “Ludwig Spohr” in Germania. Meda-glia d’argento al “Paganini” di Genova, al Concorso di Indianapolis e al “Tibor Varga” in Svizzera. E ancora: terzo po-sto al “Queen Elizabeth” e allo “Yehudi Menuhin”. Dopo aver vinto, nel 1997, le Young Artists International Auditions, Stefan si trasferisce a New York, alla Juilliard School, per due anni di studio con Dorothy De Lay.

I critici sono unanimi nell’acclamare le sue esecuzioni.

Numerose trasmissioni televisive e radiofoniche gli sono state dedicate sia in America che in Giappone (NHK). All’età di dieci anni ha effettuato la sua prima incisione: i concerti di Men-delssohn e Kabalevsky per la Metro-politan Records.

La sua discografia comprende inoltre le Sonate e le Partite di Bach ed il re-cente integrale per la Dynamic (2003) delle composizioni per violino solo di Paganini.

Interessato all’insegnamento e alla musica da camera, Milenkovich è as-sistente di I. Perlman alla Juilliard School di New York (dal 2002).

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Direttore e solista Vittorio Bresciani

PROGRAMMA

F. Liszt Les préludes (Poema sinfonico n. 3 da Alphonse de Lamartine) Andante maestoso Allegro tempestoso Allegretto pastorale Allegro marziale animato Vivace Andante maestoso

F. Liszt Concerto n. 1 in Mi bemolle Maggiore per pianoforte e orchestra Allegro maestoso Quasi adagio Allegretto vivace-Allegro animatoAllegro marziale animato

F. Liszt Torquato Tasso, Lamento e Trionfo (Poema sinfonico n. 2 da George Byron)

F. Liszt Mephisto Valzer (trascrizione per orchestra)

MITTELEUROPA ORCHESTRA

GIOVEDÌ 7 DICEMBRE

ore 20.45

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Considerato uno tra i migliori specialisti lisztiani del nostro Paese, Vittorio Bre-sciani è pianista e direttore d’orchestra. Nel 1986 si è affermato sulla scena mon-diale grazie al secondo premio conse-guito in occasione del Concorso Inter-nazionale Franz Liszt di Parma. Da allora Bresciani si è esibito in tutto il mondo per le più importanti istituzioni concertisti-che e festival. Bresciani ha inoltre parte-cipato a numerosi Festival Internazionali organizzati dall’American Liszt Society e si è esibito nella storica Haus Wahnfried di Bayreuth per la Richard Wagner Ver-band, con un pianoforte Steinway del 1876 che appartenne a Wagner e che fu frequentemente suonato da Liszt. Dal 2000 Bresciani ha accostato con cre-scente intensità, l’attività direttoriale a quella pianistica. Nella doppia veste di solista e direttore, collabora con molte

tra le più prestigiose com-pagini dell’Est europeo e con numerose orchestre italiane, in programmi pre-valentemente basati sul repertorio orchestrale ro-mantico di Liszt, Wagner e Cajkowskij. Tra i suoi mi-gliori successi, vi è la cre-azione dello spettacolo multimediale sulla Divina

Commedia, al quale si è dedicato a par-tire dal 2001, parallelamente all’usuale dinamismo concertistico. Ideatore del progetto con il pianista Francesco Nico-losi, Bresciani ha studiato la relazione tra il testo dantesco, le immagini del Doré e la musica di Liszt, riuscendo a plasmare una partitura composita di parola, suono e immagine, specchio della personale in-terpretazione della Dante Symphony di Liszt. Il progetto è attualmente in dina-mica circuitazione presso vari tra i mag-giori teatri italiani ed esteri.

La sua discografia comprende la Faust Symphony di Liszt nella versione per due pianoforti per Nuova Era e Schubert Song Transcriptions, Mozart and Rossini Paraphrases, Weimar Works, tre mono-grafie dedicate al repertorio virtuosi-stico lisztiano per l’etichetta Dynamic. Ha inoltre partecipato alla registrazione integrale degli Studi op. 740, recente-

mente edita da Musikstrasse. Di recen-te pubblicazione, per l’etichetta Naxos, è anche la prima registrazione mondiale della Dante Symphony di Liszt nella ver-sione originale per due pianoforti, con il celebre Coro di Voci Bianche della Radio Ungherese di Budapest. Le sue incisioni sono distribuite in tutto il mondo.

DIRETTORE D’ORCHESTRA

VITTORIO BRESCIANI

Un programma monografico su una personalità immensa come Franz Listz non ha bisogno di ragioni specifiche. Tuttavia, nel percorso che si è voluto tracciare in Conversando con Psiche, va qui sottolineato come nel lavoro sinfonico sul Tasso – composto intorno al 1850 – l’ispirazione listziana faccia riferimento ai conflitti interiori del poeta, e soprattutto alle sue sofferenze nel corso dei sette anni tra-scorsi all’interno dell’Ospedale psichiatrico di Sant’Anna, a Ferrara. Gli stessi Mephisto Valzer, che hanno trovano origine letteraria da un episodio faustiano nei racconti di Nikolaus Lenau, sembrano testimoniare una esaltazione della sensorialità, oltre che una alterità della psiche. La dilatazione emotiva oltre le forme consuete vale anche per “Les Preludes”, che nel 1856 è la prima composizione orchestrale concepita come “poema sinfonico” in senso moderno. Il primo concerto per pianoforte in mib verrà eseguito a Weimar un anno prima dei Preludes, con il compositore al pianoforte. Alla direzione d’orchestra niente meno che lo stesso Berlioz, autore in quegli anni della Damnation de Faust, opera-oratorio ispirata a sua volta dal capolavoro di Goethe.

Marco Guidarini

NOTE MUSICALI AL PROGRAMMA

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Si configura come un viaggio – ma anche un’indagine – negli affascinanti labirinti dell’Arte dei Suoni e delle sue imprevedibili relazioni con la mente e l’anima. È noto che il mito rivela che il dio Pan, fra le sue preroga-tive più nobili – molte altre erano meno nobili – avesse quella di salvare Psiche dal suicidio. Suicidio ipotizzato e cercato a causa del troppo pensare, dell’inesausta ti-rannide della mente, sempre iperattiva, spesso pronta a mentire perfino e soprattutto a se stessa. Pan, unica divinità destinata a morire, brutto e animalesco d’a-spetto quanto bravo a suonare l’aulòs, stupisce gli Déi, a cui l’ha portato Dioniso, inizialmente pronti a deri-dere il suo aspetto antropocaprino. Molto semplice-mente la metafora avverte che l’esperienza musicale, sia per chi la produce (il compositore e l’interprete), sia per chi la accoglie (l’ascoltatore spettatore) è salvifica e che il pensiero può sciogliersi e rivivificarsi nella sua fisiologica bellezza. Se il vissuto interiore della mente che crea la musica ne plasma il senso e ne imprime il colore, l’ascolto di un canto o di una melodia influenza e modifica lo stato d’animo e il flusso dei pensieri di chi vi si abbandona.La musica è organizzazione regolare di fenomeni so-nori che si susseguono secondo leggi determinate, ma con una libertà di genio e di fantasia che la rende un’arte. Il suo fondamento, però, è pur sempre fisico e consiste nell’emissione di vibrazioni sonore, le quali sono le sole responsabili delle modificazioni che essa può indurre sul corpo, in maniera diretta o indiretta, e senza nessun artificio arcano. Determinati ritmi pos-sono indirizzare il flusso dei nostri pensieri, cambiare il nostro stato d’animo e modificare addirittura lo stato della nostra coscienza, per effetto della sintonizzazio-ne delle onde cerebrali con la frequenza percepita, la qualcosa comporta una variazione dell’attività neuro-endocrina del cervello, con incremento della secrezio-ne di endorfine. E certo, in questo modo una melodia particolare può senz’altro disporre l’animo verso la tristezza o la gioia, la dolcezza o l’esaltazione, l’attesa o la speranza, l’inquietudine o la serenità.

Da questo paradosso può generarsi CONVERSANDO CON PSICHE come una serie di piccoli-grandi eventi in cui pensatori, scrittori, poeti, clinici, scienziati dialo-gano su una serie di temi, con l’interazione, forte e so-

stanziale, di momenti musicali e immagini, tutti relati al tema.

Sei colloqui, dunque, arricchiti di minieventi d’arte (con preziosa musica da camera dal vivo) in cui gli au-tori e le musiche che nutrono la stagione 2017 della Mitteleuropa Orchestra vengono presi in esame, spie-gati, discussi per offrire al pubblico uno strumento avanzato di comprensione anche di aspetti sottili e pervasivi che, alle volte, il solo ascolto non permette di individuare e, dunque, goderne maggiormente. Un delectando adiuvare, questo, che potenzierà il senso e lo spessore della già ricca e qualificata programma-zione.

Per evitare un vieto didascalismo che spesso depoten-zia forme di presentazione discorsiva di ogni concerto si sono individuate tematiche focalizzanti che assem-blano vite, storie e poetiche d’espressione in modo ra-gionato e comunque relato alle cadenze concertisti-che in modo tracciante e leggibile.

La serie di incontri sarà, però, preceduta il 26 settem-bre dalla presentazione del libro di Salvatore Romeo dal cui titolo si genera questa stessa sequenza di mo-menti di ingegno e arte. Infatti CONVERSANDO CON PSICHE verrà presentato con un evento a sé, sempre nel segno delle suggestioni prodotte dall’alternanza fra parole e musiche. Il testo di Romeo, edito da Basto-gi, è un compendio rinnovato e prezioso che illustra, descrive, indaga, spiega quel misterioso soggetto che è Psyché come la nomavano i nostri antenati di bel-lezza e intelligenza della Magna Grecia antica, da dove, forse non casualmente, proviene proprio l’autore. Mu-siche di Arcana tratte da due raccolte di composizioni dal titolo Obliare se stessi e Le dieci icone del bue co-stituiranno il tessuto, la trama di questo primo dialogo fra l’autore e l’alter ego – Franco Rotelli e Marco Maria Tosolini – che, partendo dagli assunti del libro, farà iniziare la bellissima liason che, da sempre, esiste tra la musica e la psiche, dove Pan con il suono catartico della sua syrinx (flauto di Pan) risolleva l’animo intri-stito di Psiche, non di rado ingombro delle tenebre che la mente ingannevole non di rado genera.

Page 17: TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

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I COLLOQUI

5.MOZART, SCHUBERT,RAVEL

Mistero, genio e labirinto

LUNEDÌ 6 NOVEMBRE Carlo Ventura

7.LISZT

Prometeo fra virtùe virtuosismo

LUNEDÌ 4 DICEMBRE Giorgio Nardone

6.PAGANINI, ROSSINI

Tecniche e vorticinella complessità

GIOVEDÌ 23 NOVEMBRECarlo Tasso

1.CONVERSANDO CON PSICHE

Presentazione del libro di Salvatore Romeo

MARTEDÌ 26 SETTEMBRE Franco Rotelli, Salvatore Romeo

2.BEETHOVEN,SCHUMANN

Distonia interiorecome forza creativa

LUNEDÌ 2 OTTOBRERoberto Mezzina

4.VIVALDI, GEMINIANI,CORELLI

Il Barocco comesublime contrasto

DOMENICA 22 OTTOBREPaolo Fabbri

3.MENDELSSOHN,BRAHMS

Forma, equilibrioe Pathos

GIOVEDÌ 12 OTTOBRE Flavio Pressacco

SETTE COLLOQUI D’ARTE PER PAROLE, SUONI E IMMAGINI SUI MUSICISTI E LE MUSICHE DELLA STAGIONE DELLA MITTELEUROPA ORCHESTRAA CURA DI SALVATORE ROMEO E MARCO MARIA TOSOLINI

POLVERIERA GARZONI - PALMANOVA, ORE 18.00

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1.CONVERSANDO CON PSICHEPresentazione del libro

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Presentazione del libro di Salvatore Romeo "Conversando con Psiche"

MUSICHE DI ARCANA

DIALOGANO CON L'AUTORE MARCO MARIA TOSOLINI e FRANCO ROTELLI PSICHIATRA

martedì 26 settembre

Page 19: TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

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2.BEETHOVEN, SCHUMANNDistonia interiore come forza creativa

lunedì 2 ottobre

DIALOGA CON I RELATORI (Romeo e Tosolini) ROBERTO MEZZINA PSICHIATRA

INTERVENTI MUSICALI a cura degli studenti del Conservatorio di Musica “G. TARTINI” di TriesteIncipit 1/ R. Schumann da Carnaval op. 9 per pianoforte Florestan, Eusebius, Arlequin Andrea Virtuoso pianoforte

Medium2/ R. Schumann da Märchenbilder op. 113 per viola e pianoforte Nicht schnell, langsam mit melancholischem Sara Zoto viola, Matjaž Zobec pianoforte

Endlich (alla fine del colloquio)3/ L. v. Beethoven da Sonata n. 8 p. 13 “Patetica” Adagio Andrea Virtuoso pianoforte

Personalità del tutto diverse Beethoven (1770-1827) prima e Schumann (1810-1856) poi rappresentano, in senso stori-co e oggettivato, l’irruzione della soffe-renza psichica nella storia della musica come vero e proprio elemento motore di aspetti della creatività.

Lo stato d’animo da cui sono scaturite al-cune, se non tutte, le opere di Schumann è senza dubbio d’origine melancolica, al-ternata a momenti di euforia talmente esaltata che più che sembrare di natura maniacale sfiora l’eccitamento inquie-to dello schizofrenico, carico di apatia, di distacco dalla realtà e di un’angoscia derivante dal terrore di una imminente e paventata frammentazione della perso-nalità, che si manifesta all’interno di uno spartito pieno di cambiamenti spesso repentini dei tempi musicali, di brusche fluttuazioni delle tonalità, di battute conclusive modulate in maniera da ri-manere sospese che in realtà invece non concludono nulla. Nella musica di Schu-mann è possibile cogliere spunti che ri-velano un’angoscia esistenziale che in-quieta e che crea visioni sia consolanti che terrificanti di fronte all’inconosciuto e all’inconoscibile.

Tutt’altro che terrificante era invece quella tensione che scaturiva dal con-flitto interiore che accompagnò tutta l’esistenza del grande Beethoven, che cercava, trovandolo, conforto nella con-templazione della bellezza della natura e nella fede in Dio. Non sembra eretico ipotizzare in Beethoven un certo aspetto di quel complesso di inferiorità adleria-no che spinge l’uomo a riscattarsi, quasi come una formazione reattiva alla per-cezione della propria debolezza (la sua sordità come ferita narcisistica in una

personalità ambiziosa e consapevole delle proprie potenzialità), e ad elevarsi sopra la media inseguendo l’ideale nietz-schiano del Superuomo.

Questo colloquio mira a chiarire in sen-so rigorosamente biografico elemen-ti incontrovertibili delle patologie che resero assai difficile la vita dei due geni orientando una riflessione sulla trasfor-mazione stessa della figura e del ruolo del musicista nella prima metà dell’Ot-tocento.

3.MENDELSSOHN, BRAHMSForma, equilibrio e Pathos

Quasi alter ego dei precedenti auto-ri il secondo appuntamento prende in esame due personalità di straordinaria levatura anche etica e inclini ad una sta-bilizzazione del Romantik nel segno di equilibri aurei, pur nutriti di momenti di travolgente Pathos e lirismo. Una inac-cettabile contraddizione? Au contrai-re la discesa nel sereno (quasi sempre) Bythòs delle poetica di questi sommi Maestri farà capire come l’auraticità del sé è coltivabile e può convivere con ma-gistrali tensioni. Una “messa in suono” del tema hilmanniano della relazione bi-lanciata fra Puer e Senex.

La musica di Mendelssohn rispecchia la sua natura e la sua vita, tutto somma-to limpida, per cui non vi si ritrova una particolare propensione all’approfon-dimento psicologico e la malinconia che può trasparirvi si ammanta di una luce soffusa, pacata, serena, che non si esime dal divenire ardente e lumino-sa quando si abbandona alla felicità del sogno e della fantasia con eccezione, forse, dell’ultimo quartetto (in fa mino-re, op. 80) detto “Tragico” pervaso di una allarmata espressione d’ansia quasi pre-sagio di consapevolezza terminale.

DIALOGA CON I RELATORIFLAVIO PRESSACCO PROFESSORE EMERITO DI MATEMATICA FINANZIARIA

INTERVENTI MUSICALI a cura degli studenti del Conservatorio di Musica “G. TARTINI” di Trieste Incipit

1/ J. Brahms dai Tre Intermezzi op. 117 per pianoforte - n° 1 Andante moderato in mi bemolle maggiore Stefano Cascioli pianoforte

Medium (ai due terzi del colloquio)

2/ F. Mendelssohn da Sonata in fa min. per violino e pianoforte Op. 4 Adagio – Allegro moderato Valentina Pacini violino, Stefano Cascioli pianoforte

Endlich3/ J. Brahms dai Tre Intermezzi op. 117 per pianoforte - n° 2 Andante non troppo e con molto espressione in si bemolle minore - n° 3 Andante con moto in do diesis minore Stefano Cascioli pianoforte

In Brahms il ripiegamento intimistico di-viene invece più accentuato, ma la ma-linconia che ne deriva diviene meraviglia e mai disperazione fatale.

Si può affermare senza timore di esse-re smentiti che Mendelsshon e Brahms abbiamo anch’essi scavato nelle pro-

fondità dell’animo umano, ma che siano riusciti ad esprimere il sentimento del mal di vivere con toni più soffusi e sfu-mature meno drammatiche rispetto a tutti gli altri esponenti del Romantici-smo musicale, accostandosi più al lato apollineo della mente e dell’arte che a quello dionisiaco.

giovedì 12 ottobre

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4.VIVALDI, GEMINIANI, CORELLIIl Barocco come sublime contrasto

DIALOGA CON I RELATORI PAOLO FABBRI SEMIOLOGO

INTERVENTI MUSICALI a cura degli studenti del Conservatorio di Musica “J. TOMADINI” di UdineIncipit

1/ A. Vivaldi dal Concerto n. 6 in La minore dall’ “Estro Armonico” Op. 3

Allegro

Sofia Saro violino, Giovanni Molaro clavicembalo

Medium2/ F. Geminiani dalla Sonata n. 2 dell’op. 4 per violino e b. c.

Largo

Claudio Mucin violino, Giovanni Molaro clavicembalo

Endlich (alla fine del colloquio)

3/ A. Corelli La Folìa op.5 per violino e b.c.

Claudio Mucin violino, Giovanni Molaro clavicembalo

Quasi rovesciamento prospettico del-la relazione fra equilibrio e Pathos nel romanticismo il barocco offre l’affa-scinante relazione (e commistione) fra il senso originale della parola di lingua portoghese da cui deriva – barroqu che significa bizzarro, irregolare ma indica anche una preziosissima perla cui un difetto dona alto valore – e la determi-nata, illuministica volontà di stabilizza-re regole e grammatiche musicali.

Nelle felici e talvolta sontuose archi-tetture della musica barocca si annida, dunque, il germe della difformità e l’o-biettivo della stupefazione con parti-colare riferimento al barocco italiano, stile bastardo capace di immagare per-sino un ingegno sublime quale Johann Sebastian Bach, che trascrisse ben dieci concerti di Vivaldi.

In un’epoca come quella barocca do-minata da un contesto culturale dove l’originalità preziosa derivava dall’im-perfezione della dissonanza e della di-sarmonia, Corelli e Vivaldi, figure cro-nicamente depresse, sono riusciti ad esprimere la manifestazione pura del sentimento con una dolcezza vibrante e delicata.

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5.MOZART, SCHUBERT, RAVELMistero, genio e labirinto

DIALOGA CON I RELATORI

CARLO VENTURA BIOLOGO MOLECOLARE

INTERVENTI MUSICALI a cura degli studenti del Conservatorio di Musica “J. TOMADINI” di Udine

Incipit1/ W. A. Mozart da Die Zauberflöte - aria “Ach, ich fühl’s” Laura Ulloa Hernandez soprano Matteo Londero pianoforte

Medium2/ F. Schubert dalla Sonatine op. 137 n.1 D384 Allegro molto Saroja Rossi violino Emma Bonutti pianoforte

Endlich3/M. Ravel dalla Suite per pianoforte a 4 mani Ma Mère l’Oye- Pavane de la belle au bois dormant- Le jardin féeriqueGiulia Delle Vedove e Ilaria Covazzi pianoforte a 4 mani

Probabilmente la loro malinconia è

un’emozione raffinata, che affina a sua

volta la sensibilità e che permette a

volte di giungere ad una sintesi genia-

le che ricompone non solo i conflitti

tra differenti emozioni, come avviene

nella cultura romantica, ma che riesce

a coniugare anche i contrasti tra ele-

menti diversi, come la forma e la so-

stanza, lo spirito e la materia.

Tre autori di tre epoche diverse – clas-sico e primo romantico austro-tedesco, novecento storico francese – mai ab-bastanza indagati nella loro dimensione profonda che è in buona parte metafisica ed esoterica.

Nella musica di Mozart c’è tutta la com-plessità e la totalità propria del genio, quella consapevolezza del desiderio del-la felicità e dell’impossibilità, per l’uomo, di poterla raggiungere pienamente, che forse lo preservò a lungo da una franca sintomatologia depressiva, se non nelle forme dovute alle frequenti afflizioni or-ganiche di cui soffriva. La sua vita fu per-tanto ugualmente costellata da periodi di profonda depressione e di abbattimento disperato, forse dovuti alle difficoltà di varia natura che ostacolarono la sua car-riera ed ancora esacerbati da una serie di afflizioni fisiche croniche, talmente gravi da condurlo alla morte in giovane età. Non può essere un caso, d’altronde, che la sua ultima composizione, forse dettata da un indefinibile e misterioso presentimento della morte oramai im-minente, sia stato il maestoso “Requiem”, anch’esso incompiuto, come la sua vita, manifestazione sublime di un’intima pre-ghiera e di un pianto trattenuto. E cer-

to, come traspare da una delle ultime lettere di Mozart, la fase terminale della sua vita fu illuminata da una spiritualità e serenità di fronte all’ineluttabilità del-la morte concepita come passaggio e ciclo di trasformazione. Temi tipici delle scuole misteriche e caratteristici di una personalità iniziata che già si era espres-sa compiutamente nel “Flauto magi-co”, opera di chiara ispirazione esoterica. Schubert, apparentemente più leggibile, rappresenta in realtà un vero labirinto di sensazioni e idee, tutte tese a sorpren-dere emozionalmente anche l’ascoltato-re più distratto e capace di creare abissi improvvisi dopo aver rassicurato con li-rismi di limpidezza assoluta. Il tutto con un garbo misterico che pare aver perva-so, un secolo più tardi, l’anima e la mente del dandy più razionale della storia della musica: Maurice Ravel. Misteriosamen-te bilanciato fra richiami formali ad altri illuministici misteri (François Couperin e le sue Barricade Mysteriéuses o Leçons de Ténèbres!) e vortici creativi ed onirici devoti al tema dello specchio, della favo-listica, del sogno. Un’angolazione insolita quella di questo colloquio per cercare di far capire come mito, interiorizzazione di questo, archetipi rinvenuti, simbologie

esoteriche ed ermetiche stanno in stret-ta relazione e riemergono nell’opera – ed alcune in particolare – di questi tre geni di fama e notorietà diverse ma di profondi-tà simili.

domenica 22 ottobre lunedì 6 novembre

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6.PAGANINI, ROSSINITecniche e vortici nella complessità

DIALOGA CON I RELATORI CARLO TASSO DOCENTE DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE

INTERVENTI MUSICALI a cura degli studenti del Conservatorio di Musica “J. TOMADINI” di Udine

Incipit 1/ N. Paganini dai 24 Capricci op. 1 - n° 13 in si maggiore (“La risata del Diavolo”) - n° 9 in mi maggiore (“La caccia”) Giulio Greci violino

Medium2/ N. Paganini dai 24 Capricci op. 1 - n° 24 in la minore (“Tema con variazioni”) Giulio Greci violino

Endlich3/ G. Rossini La Danza (“Tarantella”) per soprano e pianoforte

Lidia Fridman soprano, Matteo Londero pianoforte

La vertigine tecnica, l’apoteosi dell’intel-ligenza musicale, un razionalissimo de-monico sono gli elementi che nutrono due autori sostanzialmente coevi eppu-re assai diversi. Il primo incline al diaboli-co e alla trascendenza virtuosistica stru-mentale, il secondo intento a costruire una travolgente grammatica della buf-fonerie come maschera di una potente e amara consapevolezza dell’esistente, tradito da bulimia (raffinatissima e crea-tiva) e depressione.

Carattere esuberante, capriccioso, di natura ipocondriaca, l’istrionismo e l’im-pressionismo della personalità di Paga-nini divenivano evidenti anche nel suo modo di presentarsi esteriormente, nel modo di essere, nella misteriosa tene-brosità di cui amava ammantarsi. La sua indole visionaria ed estremamente pas-sionale lo portarono anche ad ester-nare in alcune sue creazioni il tumulto dionisiaco che animava il suo spirito. La sua “Risata del diavolo” (Capriccio n. 13) esprime un tema che nulla ha in comune con le atmosfere magiche e supersti-ziose del medioevo, ma che ripropone le atmosfere sulfuree e inquiete care al Romanticismo, attingendo dall’inquie-

tudine psicologica e soggettiva la sua enorme forza espressiva.

Un elemento indiretto sulla possibile psicopatologia bipolare di cui poteva es-sere affetto anche Gioacchino Rossini, è possibile dedurla dal suo prolungato si-lenzio produttivo, avvenuto dall’età di 37 anni, fino a quando compose tutte le sue opere, fino alla morte, avvenuta qua-rant’anni dopo. È verosimile che la sua torrenziale produttività sia da ascrivere ad una iperattività legata a tratti ipoma-

7.LISZTPrometeo fra virtù e virtuosismo

DIALOGA CON I RELATORI GIORGIO NARDONE PSICOLOGO

INTERVENTI MUSICALI a cura degli studenti del Conservatorio di Musica “G. TARTINI” di Trieste

Incipit

1/ F. Liszt Lied per soprano e pianoforte Serena Arnò soprano, Federico Forti pianoforte

Medium2/ F. Liszt Lied per soprano e pianoforte Serena Arnò soprano, Federico Forti pianoforte

Endlich3/ F. Liszt Mephisto Valtz per pianoforte S 514 n. 1 Andrej Shaklev pianoforte

Come non concludere nel segno del prometeico dove potenza creativa ed esecutiva, bulimia culturale ed artisti-ca, furia esistenziale si fondono in una personalità veramente straordinaria, capace di far nascere la figura della pop star della musica colta?

Liszt sbaraglia ogni visione confor-mista e offre con la sua vita e la sua musica, che sono la stessa cosa, un esempio di titanismo plausibile in quanto esistito dove la forza della mente scandaglia ogni ambito artisti-co e filosofico, mistico e politico, per far diventare tutto suono di poesia e poesia di suono.

Spirito romantico, Liszt fu animato dalle stesse contraddizioni proprie di questo movimento intellettuale, fino a concretizzare una personalità al contempo tendente alla depressione e piena di vitalità. L’ultima fase della sua creatività è dominata dalla solitu-dine, dall’isolamento e dall’angoscia, verosimilmente determinate da una serie di disillusioni che aggravaro-no questo nuovo profondo periodo depressivo. Una depressione, però, adesso disincantata, quasi anestetiz-

zata dalla consapevolezza oramai rag-giunta circa l’ineluttabilità del male e il conseguente fatale pessimismo, che diviene leopardianamente cosmi-co, come accenna con il suo “Mephi-sto Walzer”.

niacali del carattere e che il successivo prolungato silenzio ad una grave depres-sione, talmente inibente da indurlo al to-tale mutismo musicale? Questo riferito all’amata opera lirica: infatti con fasi al-terne continuò a scrivere deliziosa mu-sica vocale da camera e una terminale, bellissima “Petit Messe Solemnelle”.

Il colloquio verterà sui comportamenti musicali estremi di due autori estremi, il cui genio ha cambiato il volto della storia della musica e dell’opera lirica.

giovedì 23 novembre lunedì 4 dicembre

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GLI OSPITIROBERTO MEZZINA

FLAVIO PRESSACCO

PAOLO FABBRI

CARLO VENTURA

CARLO TASSO

GIORGIO NARDONE

DIALOGANO CON I RELATORISALVATORE ROMEO

MARCO MARIA TOSOLINI

FRANCO ROTELLI

IN COLLABORAZIONE CONUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE

CONSERVATORIO DI TRIESTE

CONSERVATORIO DI UDINE

Page 23: TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

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Ha contribuito negli ultimi trent’an-ni alla crescita di Trieste, diventando responsabile dal 1995 di un Centro di Salute Mentale a 24 ore. Ha sviluppato molteplici collaborazioni internazio-nali in Europa, America, Australia, Asia in tema di organizzazione dei servizi, pratiche innovative, ricerca, formazio-ne, contribuendo a fiondare, con John Jenkins, l’International Mental Health Collaborating Network nel 1990.

È dal 2010 direttore del Centro Col-laboratore dell’OMS per la ricerca e la Formazione presso il Dipartimento di Salute Mentale di Trieste.

In sintesi, l’ambito della sua esperienza professionale e della sua produzione scientifica include la deistituziona-lizzazione, l’organizzazione dei servizi di salute mentale comunitari, l’inter-vento di crisi, l’approccio integrato alla terapia della psicosi, la “commu-nity care”, la riabilitazione, il coinvol-gimento dell’utenza ed il self-help, la ricerca e l’epidemiologia, l’epistemo-logia, il MCQ, l’approccio critico alla psichiatria forense. Nel corso di questi anni ha contribuito in modo sostan-ziale alla progettazione ed all’imple-mentazione di programmi innovativi del DSM di Trieste, poi diffusi a livello nazionale ed internazionale, da quelli riguardanti il coinvolgimento dell’u-tenza nei servizi, a quelli di auto-aiuto, a quelli di formazione socioculturale dell’utenza, ai programmi per i familia-

ri, ai programmi di intervento di crisi, ai programmi di rete sull’esordio psicoti-co, ad approcci di cura narrativi basati sulla produzione di senso, a program-mi residenziali innovativi. Ha studiato e sviluppato il modello del CSM a 24 ore come modello integrato di ser-vizio e radicale alternativa al modello riduzionista biologico di trattamento delle malattia, introducendo aspetti di professionalizzazione e di manage-ment innovativi per la valorizzazione delle risorse umane. Il CSM da lui di-retto rappresenta un modello di servi-

zio territoriale costantemente visitato da operatori, amministratori e politici italiani e stranieri, ed ha raggiunto im-portanti risultati negli ultimi anni (tra cui l’evitare l’uso dei trattamento ob-bligatori dal giugno 2003 all’agosto 2006). Dal 1983 al 1986 ha partecipato all’esperienza-pilota del Servizio Psi-chiatrico Territoriale presso il Carcere di Trieste.

Ha svolto attività peritale come Con-sulente Tecnico d’Ufficio presso il Tri-bunale Civile e Penale di Trieste.

OSPITE

ROBERTO MEZZINA

OSPITE

FLAVIOPRESSACCO

È stato professore di Matematica finan-ziaria all’università di Trieste e successi-vamente di Udine, è uno dei fondatori della facoltà di economia dell’ateneo friulano della quale è stato anche Presi-de per 12 anni.

È stato per 6 anni Presidente dell’Asso-ciazione italiana matematica applicata alle scienze economiche e sociali.

Studioso di riconosciuto spessore inter-nazionale, vincitore nel 2006 del Premio Internazionale INA Accademia dei Lincei per gli studi di Economia delle Assicu-razioni, ha anche assunto posizioni di primaria responsabilità pubblica, prima come Presidente di Friulia, la finanziaria dalla Regione Friuli Venezia Giulia, e poi di Mediocredito.

Attualmente è membro del Cda della Fondazione Friuli e Professore Emerito dell’Università di Udine. Flavio Pressac-co ha anche un curriculum da coach di basket. È l’unico ad avere fatto vincere a Udine uno scudetto maschile con la Snaidero juniores nel 1976.

Ha esordito in serie A2 con la Mobiam nel 1979/80 e poi ha allenato per due stagioni in categoria laTropic. Una pas-sione che non ha mai dimenticato.

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Page 24: TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

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Laureatosi nel 1962 presso l’Università di Firenze, Fabbri si trasferisce a Pari-gi, dove nel 1965-66 frequenta l’École Pratique des Hautes Études (EPHE), in particolare i corsi di Roland Barthes, Lu-cien Goldmann e Algirdas Julien Grei-mas. Questo contatto con la semiotica strutturale francese sarà destinato a costituire una prospettiva teorico-me-todologica di cui diventa uno dei più attivi ricercatori. Al ritorno in Italia, inse-gna Semiotica con Umberto Eco all’U-niversità di Firenze, Facoltà di Archi-tettura, 1966-67, poi come professore incaricato di Filosofia del linguaggio presso l’Istituto di Lingue dell’Università di Urbino (dal 1967 al 1976), dove ha fon-dato, con Carlo Bo e Giuseppe Paioni nel 1970 il Centro Internazionale di Semi-otica e di Linguistica: la prima scuola di semiotica nel panorama internazionale, dopo quella di Tartu (Estonia) fondata da Jurij Lotman. Dal 1977 Fabbri inizia la sua attività di insegnamento presso l’Università di Bologna, dove tiene fino al 2002 l’insegnamento di Semiotica delle Arti presso il corso di laurea in Di-scipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS), di cui sarà presiden-te dal 1998 al 2001. Dal 2003 al 2009 è stato professore ordinario di Semiotica dell’Arte e Letteratura artistica pres-so la Facoltà di Design e Arti, Università IUAV di Venezia. Fabbri ha assunto negli anni numerosi incarichi di insegnamen-to nelle università italiane di Firenze, Milano, Siena, Roma e all’estero presso

Carlo Ventura. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna, dove ha poi conseguito sia il titolo di Specialista in Cardiologia che di Dotto-re di Ricerca in Biochimica. Ha trascorso diversi periodi di ricerca negli Stati Uniti presso il Laboratory of Cardiovascular Science (L.C.S.) del National Institute on Aging (N.I.A.) - National Institutes of Health (N.I.H.) di Baltimora. Attualmente è Professore Ordinario di Biologia Mo-lecolare presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna.

Ha fondato e dirige GUNA ATTRE (Ad-vanced Therapies and Tissue Regenera-tion) presso l’Area degli Acceleratori di Innovazione del CNR di Bologna.

È direttore del Laboratorio di Cardio-logia Sperimentale presso l’Istituto di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero-U-niversitaria S. Orsola – Malpighi di Bo-logna. Dirige la “Divisione di Bologna” dell’Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi (INBB), comprendente le Unità di Ricerca di Firenze, Pisa e Sie-na dell’INBB. Nel 2011, nel contesto dell’INBB, ha fondato VID, the Visual In-stitute of Developmental Arts & Scien-ces. È membro della American Society of Biochemistry and Molecular Biology (ASBMB) e della Cell Transplant Society. È autore di oltre centocinquanta pub-blicazioni in estenso sulle più importanti riviste internazionali di biologia cellulare e molecolare.

Paris V, Sorbonne e l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi, le università di UC Berkeley, To-ronto, UC San Diego, UCLA, Barcellona, Madrid, Bilbao, São Paulo, Buenos Aires, Istanbul, Ciudad de Mexico e altre anco-ra. A questa attività didattica si affianca la partecipazione a congressi nazionali e internazionali, nonché l’assidua collabo-razione a seminari di ricerca come quelli di Semantica Generale diretti con Grei-mas presso l’EHESS di Parigi (dal 1984 al 1991) come directeur d’Etudes associé

e del Collège international de Philo-sophie, come directeur de programme associé, nonché quelli organizzati per il Centro Internazionale di Semiotica e di Linguistica dell’Università di Urbino.

Attualmente insegna Semiotica della Marca presso l’Istituto di Comunicazio-ne dello IULM (Istituto Universitario di Lingue Moderne) di Milano e Semiotica presso la Facoltà di Scienze Politiche della LUISS (Libera Università Interna-zionale di Studi Sociali) di Roma.

OSPITE

PAOLO FABBRI

OSPITE

CARLO VENTURA

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Page 25: TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

48 49

Carlo Tasso è Professore Ordinario di sistemi di Elaborazione dell’Infor-mazione presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Udine.

Nel 1984 fonda il Laboratorio di Intel-ligenza Artificiale del Dipartimento di Scienze Matematiche, Informatiche e Fisiche della stessa Università, dove attualmente è responsabile di diversi progetti di ricerca nel campo dell’in-telligenza artificiale e dei sistemi ba-sati sulla conoscenza.

È docente dei corsi di Intelligenza Ar-tificiale, Ingegneria del software, per-sonalizzazione dei contenuti web e sistemi informativi.

I suoi progetti di ricerca hanno inclu-so interfacce intelligenti per il recu-pero delle informazioni e il filtraggio delle informazioni, la modellazione degli utenti, i sistemi basati sulla co-noscenza, interfacce in linguaggio naturale, i sistemi di information ex-traction, i motori di ricerca semantica e le tecniche di machine learning.

È autore di oltre 175 pubblicazioni scientifiche. È membro di AAAI e ACL e uno dei fondatori dell’Associazione Italiana di Intelligenza Artificiale.

È stato impegnato in diversi progetti di ricerca e sviluppo nel campo dell’in-telligenza artificiale e dei sistemi esperti nell’ambiente industriale.

OSPITE

CARLOTASSO

Ha organizzato scuole e conferenze

internazionali nell’ambito dei sistemi

basati sulla conoscenza.

Nel 2004 ha fondato infoFactory, la pri-

ma Spin-off dell’Università di Udine nel

campo dell’Information Technology.

Giorgio Nardone, fondatore insieme a

Paul Watzlawick, di cui è l’unico diret-

to allievo ed erede, del Centro di Te-

rapia Strategica di Arezzo (ove svolge

la sua attività di Psicoterapeuta e co-

ach) è considerato la figura di maggior

spicco della tradizione della scuola di

Palo Alto.

Egli è internazionalmente riconosciu-

to tanto per la sua creatività che per

il suo rigore metodologico. Sintesi

questa tra “l’artista” e lo “scienziato”

che gli ha permesso di creare decine

di innovative tecniche terapeutiche

e di formulare protocolli di tratta-

mento specifico alcuni dei quali veri

e propri “best practice” della psicote-

rapia come nel caso dei disturbi fobici

ossessivi e compulsivi e dei disordini

alimentari. Oltre all’ambito clinico le

sue ricerche e attività sono rivolte alla

Comunicazione ed al Problem Solving

Strategico applicato ai contesti ma-

nageriali ed alla performance artistica

e sportiva. Le sue formulazioni teo-

riche applicative sono ritenute una

vera e propria “Scuola di Pensiero” a

cui si ispirano studiosi e professioni-

sti in tutto il mondo. Da decenni tiene

conferenze e seminari specialistici e

ha presentato sino ad ora il suo lavoro

in oltre 36 differenti paesi.

RELATORE

GIORGIONARDONE

Page 26: TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

50

Salvatore Romeo, nato nel 1958 a Paz-zano (RC), compie gli studi classici, che molto hanno influito sulle sue scelte e sul suo modo di essere nella professio-ne futura, nel Liceo Classico di Reggio Calabria.

Laureato in Medicina e Chirurgia, con lode accademica, si specializza in Igie-ne Mentale, con una tesi sugli aspetti psicologici, sociologici, antropologici e culturali del suicidio, successivamente pubblicata dalle Ed. Grafo di Messina, e si perfeziona in “Psicologia Medica” e in “Psicodiagnostica”.

Compie un itinerario formativo presso la Scuola di Psicoterapia Ipnotica (AMI-SI) con sede a Milano, acquisendone le competenze e divenendo membro dell’Albo nazionale degli psicoterapeuti.

Dal dicembre 1988 ha lavorato presso il Dipartimento di Salute Mentale dell’A-SL di Locri (RC) e dal luglio 1993 lavora presso lo stesso Dipartimento dell’ASP di Reggio Calabria.

Collabora da anni con la rivista di studi sociali “Helios Magazine” ed ha pubbli-cato diversi lavori, tra cui:

“La condotta suicidaria, con partico-lare riguardo al vissuto depressivo ed al sentimento di inadeguatezza e so-litudine” (Grafo Editor, Messina, 1997), “Le maschere e le parole: simbolismi e suggestione nella comunicazione” (Ed. Città del Sole, Reggio Calabria, 2008),

con riferimenti ai linguaggi verbali e non verbali, “L’Eco di Iside – Il mito tra alchi-mia e cabala” (Ed. Bastogi, Foggia, 2013), di argomento esoterico, “Conversando con Psiche – I miti e le storie che rac-contano la mente” (Ed. Bastogi, Foggia, 2014), con analogie tra psicanalisi, psi-cologia del profondo, psicopatologia e mitologia. E’ in via di pubblicazione, per la Leonida Ed., un lavoro di ricerca e di ri-elaborazione sulla storia della Cavalleria Templare durante le Crociate in Terra-santa.

Relatore e partecipante attivo a nume-rosi lavori congressuali e a seminari in Italia e all’estero (Barcellona, Parigi, Pra-ga, New York, Casablanca), tra gli argo-menti di maggiore interesse psichiatri-co e psicosociale figurano le tematiche inerenti la depressione, nelle sue varie manifestazioni fino ai comportamen-

ti autodistruttivi, i disturbi d’ansia e di panico e della condotta nell’età ado-lescenziale, il disagio psichico nelle età avanzate fino alle diverse forme di de-menza, la memoria e la comunicazione non verbale, le funzioni esecutive nelle psicosi schizofreniche e nello spettro bipolare, la fisiopatologia del sonno e dei sogni, il disagio nei luoghi di lavoro fino al mobbing, il malessere nella so-cietà odierna nei suoi aspetti di devian-za e criminalità, le risonanze iniziatiche nella psicopatologia mistica.

Ha condotto per diversi anni corsi di ag-giornamento professionale per le For-ze dell’Ordine inerenti la Psicologia dei disastri ed ha collaborato con Amnesty International per divulgare la consape-volezza degli aspetti psicologici inerenti la tortura nel mondo.

RELATORE

SALVATORE ROMEO

Marco Maria Tosolini è professore di Storia ed Estetica della Musica al Con-servatorio “G. Tartini” di Trieste, dove fa parte del Consiglio accademico. È docente presso i corsi di ARTEM, alta scuola specialistica di formazione di musicoterapisti. Ha collaborato e col-labora con prestigiosi Istituzioni e Fon-dazioni liriche (Bologna, Venezia, Roma, Modena) e svolge attività di condutto-re e regista in campo radiofonico e te-levisivo con la RAI e strutture private. Come critico musicale e culturale ha collaborato con testate nazionali e ora collabora al “Gazzettino”. Ha collabora-to con le università di Bologna, Roma Tre, Rouen, Trieste, Udine e Venezia, e ha diretto i Laboratori Interscolastici di Istruzione e Sperimentazione Musica-le. È drammaturgo – autore di una ven-tina di testi teatrali realizzati anche per la RAI, “Mittelfest” e Festival di Spo-leto - e compositore, autore di musi-che di scena, oratori, per balletto e di commento radiotelevisivo oltre che polistrumentista (batteria, percussio-ni, chitarra, tastiere, flauto). Ha fatto parte, per un lungo tempo, di una im-portante fondazione di origine banca-ria e della commissione nazionale per la comunicazione dell’ACRI. Fra i premi e le onorificenze ricevute nel 2007 gli è stato conferito il titolo di socio cor-rispondente dell’“Accademia di Scien-ze, Lettere e Arti” di Udine, fondata nel 1606, per alti meriti culturali.

RELATORE

MARCO MARIA TOSOLINI

51

Page 27: TEATRO GUSTAVO MODENA | PALMANOVA

Franco Rotelli (Casalmaggiore, 1942) è

uno psichiatra italiano. È stato uno dei

protagonisti della Riforma Psichiatrica

in Italia e uno dei principali collaborato-

ri di Franco Basaglia prima all’Ospedale

Psichiatrico di Parma e poi (fino al 1979)

all’Ospedale Psichiatrico di Trieste. L’e-

sperienza di trasformazione di questo

ospedale psichiatrico, divenuta famosa

in tutto il mondo, fu parte rilevante del

percorso di elaborazione della legge

italiana 180 del 1978 Legge Basaglia (n.

180/1978) con cui si stabiliva la chiusura

definitiva degli ospedali psichiatrici ita-

liani in favore di servizi interamente ex-

traospedalieri.

Dal 1979 (dopo il trasferimento a Roma

di Basaglia) e fino al 1995 Rotelli sarà il

direttore dell’Ospedale Psichiatrico di

Trieste e dopo la sua chiusura, direttore

dei Servizi di Salute Mentale della pro-

vincia. Negli anni 2000 per oltre 10 anni

svolge l’incarico di Direttore Generale

dell’Azienda Sanitaria di Trieste.

Nel 2013 è eletto Consigliere Regionale

e Presidente della Commissione Sanità

e Politiche Sociali della Regione Friuli

Venezia Giulia.

RELATORE

FRANCO ROTELLI

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VIVATICKET dal 7 settembre vendita abbonamenti e biglietti online su circuito

IN TEATRODal 14 al 23 settembre vendita abbonamentiDal 28 settembre vendita anche dei bigliettiorari giovedì e venerdì dalle 17.30 alle 19.45

e sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18

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IN TEATROi due giorni precedenti dalle 17.30 alle 19.45 e il giorno del concerto dalle 17.30

PRESSO ERT dal lunedì al venerdì 9.30-12.30 e 15.00-17.00

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PRESSO MITTELEUROPA ORCHESTRAdal lunedì al venerdì dalle 14 alle 17 prenotazione abbonamenti

e biglietti da ritirare in Teatro la sera dello spettacolo entro le 20.15

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INTERO € 20.00 • RIDOTTO € 15.00ABBONAMENTO INTERO € 120.00 • ABBONAMENTO RIDOTTO € 100.00

INFO MITTELEUROPA ORCHESTRAInfo orchestra 337/1267344 • [email protected]

INFO ENTE REGIONALE TEATRALE DEL FVGVia Marco Volpe, 13 - 33100 Udine

Tel. 0432.224224/11 • e-mail: [email protected]

CAMPAGNA ABBONAMENTI

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Sede legaleContrada Savorgnan, 2Palmanova · 33057 · UD

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T 0432.835517www.mitteleuropaorchestra.it

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