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Periodico del Liceo Bramante di Magenta Anno XXIII N. 3 Giugno 2014 Versione a colori online! Ti piace scrivere o vorresti dise- gnare fumetti? Sei interessato a partecipare al Giornalino in qual- siasi altro modo? Hai qualche pro- posta? CONTATTACI! [email protected] Alzi la mano chi ha voglia d'estate! Sicuramente verremo sommerse dai sospiri di chi vede avvicinarsi la fine dell'anno scolastico attraverso la nebbia delle verifiche conclusive, fissate tutte, puntualmente, nello stesso giorno e dalla disperazione dei ragazzi di quinta per cui luglio è ormai prossimo. A loro va il nostro primo pensiero, unito al sollievo di non dover fare i conti con la maturità ancora per un po'… Questo ultimo numero, che sarà il nostro finale tour de force per quest'anno scolastico, contiene articoli che forse non si addicono al clima estivo, ma anche alcuni pezzi che vi stuzziccheranno l'appetito pre-vacanza. In ambito più didattico, troverete un'analisi dei metodi di orientamento con cui le classi quarte di quest'anno hanno cercato di scegliere un indirizzo di studi per gli anni dopo la maturità. Spesso per questa scelta è utile anche un'espe- rienza particolare, come quella di trascorrere un anno al- l'estero: esperienza che sta affrontando uno studente del Bramante, come scoprirete in una delle nostre interviste. Se sfogliate ancora un po', troverete un articolo su un viaggio d’istruzione, sale sulla ferita per alcune classi che non l'hanno nemmeno sognata... sarà per il prossimo anno! Abbiamo provveduto anche ad un articolo sulle cellule staminali che speriamo riescano ad infondere nuove ener- gie ai nostri progetti tra cui i tre laboratori, due teatrali e uno musicale i cui studenti hanno scritto e messo in scena due eccezionali spettacoli. Nel momento in cui usciamo il primo è già stato rappresentato, ma non perdetevi il prossi- mo, fra pochi giorni! Rimanendo in ambito musicale, ci siamo interessati delle orchestre giovanili di Magenta, cuore pulsante della rete culturale della zona. L'orchestra, ovviamente, non e' l'unico spazio di espres- sione per i musicisti - esistono i Talent Show, i cui pro e contro verranno illustrati da un nostro articolista. Dateci un'occhiata per farvi un'opinione a riguardo! Non tutti siamo dei Beethoven in divenire, però: abbiamo quindi articoli per soddisfare tutti i gusti. Potrete godervi ben due recensioni di film, a dire il vero un film e una saga di cui si stanno ancora girando i lungometraggi e, per chi invece si da' a passatempi più sofisticati, c'è un pezzo sulla mostra di Klimt al Palazzo Reale ed uno su una con- ferenza di filosofia. Qualcuno ha detto: ampliamento degli orizzonti mentali? Chi invece preferisce studiare il passato per poter meglio interpretare il presente sarà di sicuro in- teressato dall'articolo sulla storia dell'Unione Europea! Ovviamente non mancano le nostre fedelissime rubriche: troverete ricette, recensioni, sport, astrologia, questionari e l'immancabile e inimitabile Top Ten. Sbellicatevi anche con le nostre vignette e scoprite molto, molto altro! Con tutto questo siamo sicure che il Grillo vi terrà compa- gnia per un po' e speriamo che riesca a risollevare gli ani- mi dei nostri amici di quinta, che sono arrivati al termine della loro carriera liceale, faticando come abbiamo fatto noi per arrivare alla fine del nostro editoriale. Salutiamo tutti voi con affetto e in particolare i tre studenti di quinta che speriamo di non rivedere più l’anno prossimo: Elisa, Greta ed Elmir, che hanno fatto parte della redazione del nostro Giornalino. Un grande "in bocca al lupo" a tutti voi! A tutti gli altri auguriamo di trascorrere un'estate di- vertente, rilassante e allegra! Speriamo che tutti quelli che lo meritano riescano a godersi il riposo dopo quest'anno di sudore e studio. Un grande grazie va ai docenti referenti del nostro progetto, la professoressa Marcogiuseppe e il professor Parrini e a tutti i professori: anche a loro augu- riamo un paio di mesi di relax. Editoriale Alice Gambaro, Bianca Stan Il Grillo Bramante

Transcript of te · borse di studio per gli sport”.un’opportunità per migliorare il mio inglese e per 6)...

Periodico del Liceo Bramante di Magenta

Anno XXIII N. 3 Giugno 2014

Versione a colori online!

Ti piace scrivere o vorresti dise-

gnare fumetti? Sei interessato a

partecipare al Giornalino in qual-

siasi altro modo? Hai qualche pro-

posta? CONTATTACI!

grillobramante@liceo

bramante.it

Alzi la mano chi ha voglia d'estate! Sicuramente verremo

sommerse dai sospiri di chi vede avvicinarsi la fine

dell'anno scolastico attraverso la nebbia delle verifiche

conclusive, fissate tutte, puntualmente, nello stesso giorno

e dalla disperazione dei ragazzi di quinta per cui luglio è

ormai prossimo. A loro va il nostro primo pensiero, unito

al sollievo di non dover fare i conti con la maturità ancora

per un po'…

Questo ultimo numero, che sarà il nostro finale tour de

force per quest'anno scolastico, contiene articoli che forse

non si addicono al clima estivo, ma anche alcuni pezzi che

vi stuzziccheranno l'appetito pre-vacanza.

In ambito più didattico, troverete un'analisi dei metodi di

orientamento con cui le classi quarte di quest'anno hanno

cercato di scegliere un indirizzo di studi per gli anni dopo

la maturità. Spesso per questa scelta è utile anche un'espe-

rienza particolare, come quella di trascorrere un anno al-

l'estero: esperienza che sta affrontando uno studente del

Bramante, come scoprirete in una delle nostre interviste.

Se sfogliate ancora un po', troverete un articolo su un

viaggio d’istruzione, sale sulla ferita per alcune classi che

non l'hanno nemmeno sognata... sarà per il prossimo anno!

Abbiamo provveduto anche ad un articolo sulle cellule

staminali che speriamo riescano ad infondere nuove ener-

gie ai nostri progetti tra cui i tre laboratori, due teatrali e

uno musicale i cui studenti hanno scritto e messo in scena

due eccezionali spettacoli. Nel momento in cui usciamo il

primo è già stato rappresentato, ma non perdetevi il prossi-

mo, fra pochi giorni!

Rimanendo in ambito musicale, ci siamo interessati delle

orchestre giovanili di Magenta, cuore pulsante della rete

culturale della zona.

L'orchestra, ovviamente, non e' l'unico spazio di espres-

sione per i musicisti - esistono i Talent Show, i cui pro e

contro verranno illustrati da un nostro articolista. Dateci

un'occhiata per farvi un'opinione a riguardo!

Non tutti siamo dei Beethoven in divenire, però: abbiamo

quindi articoli per soddisfare tutti i gusti. Potrete godervi

ben due recensioni di film, a dire il vero un film e una

saga di cui si stanno ancora girando i lungometraggi e, per

chi invece si da' a passatempi più sofisticati, c'è un pezzo

sulla mostra di Klimt al Palazzo Reale ed uno su una con-

ferenza di filosofia. Qualcuno ha detto: ampliamento degli

orizzonti mentali? Chi invece preferisce studiare il passato

per poter meglio interpretare il presente sarà di sicuro in-

teressato dall'articolo sulla storia dell'Unione Europea!

Ovviamente non mancano le nostre fedelissime rubriche:

troverete ricette, recensioni, sport, astrologia, questionari e

l'immancabile e inimitabile Top Ten. Sbellicatevi anche

con le nostre vignette e scoprite molto, molto altro!

Con tutto questo siamo sicure che il Grillo vi terrà compa-

gnia per un po' e speriamo che riesca a risollevare gli ani-

mi dei nostri amici di quinta, che sono arrivati al termine

della loro carriera liceale, faticando come abbiamo fatto

noi per arrivare alla fine del nostro editoriale. Salutiamo

tutti voi con affetto e in particolare i tre studenti di quinta

che speriamo di non rivedere più l’anno prossimo: Elisa,

Greta ed Elmir, che hanno fatto parte della redazione del

nostro Giornalino. Un grande "in bocca al lupo" a tutti

voi! A tutti gli altri auguriamo di trascorrere un'estate di-

vertente, rilassante e allegra! Speriamo che tutti quelli che

lo meritano riescano a godersi il riposo dopo quest'anno di

sudore e studio. Un grande grazie va ai docenti referenti

del nostro progetto, la professoressa Marcogiuseppe e il

professor Parrini e a tutti i professori: anche a loro augu-

riamo un paio di mesi di relax.

Editoriale Alice Gambaro, Bianca Stan

Il Grillo Bramante

Articolisti:

2^B: Dario Licciardiello, Matilda Guizzardi

3^A: Martina Albano, Beatrice Bergamaschi, Luigi Casella, Pietro

Ferrario, Alice Gambaro, Sonia Garavaglia, Federico Grassi,

Sara Gussoni, Eletta Nava, Cristina Pelizzari

3^D: Camilla Alberti, Chiara Paleni, Marta Redondi, Bianca Stan

3^G: Irene Bertani, Angie Fernandez, Andrea Tenconi

4^B: Luca Bonasegale, Giorgia Cacioppo, Giorgia Colombo, Francesca

Gambini, Andrea Lo Sardo, Camilla Oldani, Martina Pedroli, Arian-

na Segaloni

4^E: Marco Cozzi

4^F: Nina Capraro, Lorenzo Motta, Samuele Pedroli, Valeria Pastori,

Amedeo Pellegrini, Silvia Saffiotti, Edoardo Sgrò, Brayan Soldano,

Blerina Suka, Maria Grazia Tavera

5^D: Greta Colombo, Elisa Porta, Elmir Popa

Impaginatori: Luigi Casella, Alice Gambaro, Chiara Paleni, Bianca

Stan

Immagine di copertina: Elmir Popa

Vignettisti: Nina Capraro, Blerina Suka, Elmir Popa

La redazione

Pagina 2

Il Grillo Bramante

Pagina 3

Il Grillo Bramante

In questo numero

La nostra scuola: Attualità:

Giovani e cultura: le risorse per il

futuro 4 Saranno famosi? 17

Intervistato per voi! 5 L’epopea dei mondiali di calcio 18

Lo sport dentro di noi 6 QuizDuello 19

Unistem 2014 7 La fiaba della principessa Lacey 20

“Ambress Ambress” 8 Opinioni:

Il Bramante in scena 9 Pensieri sull’Europa di oggi e di ieri 21

Dove vanno i bramantini? 10 Grillobox:

Anticipati alla primavera i test di

ammissione 11 La fazione prima del sangue 22

Dal territorio: Vita di Pi 23

Crescendo in musica 12 Break!

Il senso civico porta tutti a vivere

meglio 13 Vignette 24

Di figlio in padre: la storia per un

nuovo futuro 14 Rubriche

Scienza/Scienze: Il mito della coppa dalle grandi orecchie 25

Ingegneri per un giorno 15 Recensione Ghost Stories 26

Bramarte: Questionario di Proust 27

Klimt: alle origini del mito 16 Pensieri in libertà 28

Ricette Storiche 30

Top Ten 31

Pagina 4

Giovani e cultura: le risorse per il futuro Incontro con il sindaco Marco Invernizzi

Luca Bonasegale, Erika Carcano

La nostra scuola

Per l’ultima uscita del giornalino

abbiamo voluto preparare qualcosa

di speciale e importante per i nostri

lettori, così abbiamo deciso di in-

contrare per il Grillo una delle figu-

re principali della nostra città, il

sindaco Marco Invernizzi. Con lui

abbiamo affrontato le tematiche

che più ci stavano a cuore, cono-

scendo l’attenzione del sindaco per

la cultura e per i giovani. Siamo

partiti chiedendo in cosa consiste il

lavoro del sindaco ed è stato subito

chiaro che non è cosa da poco, il

sindaco svolge molte (e delicate)

funzioni a livello politico e ammi-

nistrativo. Nello specifico il sinda-

co Invernizzi e la sua giunta riten-

gono fondamentale chiarire cosa e

come si intende procedere nel fare,

poiché il fare ha senso solo se c’è

dietro un pensiero, ha senso solo se

si guarda al futuro. Il ruolo del sin-

daco consiste dunque anche e so-

prattutto nel compiere scelte strate-

giche di fondo, riferite alla propria

comunità, come ad esempio quella

di prestare particolare attenzione ai

giovani e ai loro bisogni. Se si pen-

sasse solo alle emergenze di oggi si

ripeterebbe l’errore del passato,

bisogna invece agire attraverso la

cultura, perché soltanto attraverso

la cultura si migliora lo stato medio

della popolazione e si può aprire

una prospettiva di progresso alla

nostra comunità e all’intero paese.

Una delle preoccupazioni maggiori

per un sindaco è quindi quella di

promuovere delle scelte coerenti tra

loro, secondo un progetto prece-

dentemente discusso nel confronto

con la società civile del proprio

comune e allestito poi in collabo-

razione con la propria squadra di

governo, giacché molto spesso la

politica rischia di ridursi ad emana-

re provvedimenti estemporanei solo

per rispondere a richieste contin-

genti e non sempre necessarie dei

cittadini, o per tamponare le emer-

genze del momento. È proprio della

cattiva politica e della cattiva am-

ministrazione far ciò, magari per

ottenere a breve maggiori consensi

ma senza pensare alle conseguenze

e alle implicazioni future. È pro-

prio questo che il sindaco vuole

evitare, dando invece vita a progetti

che poi toccherà ai giovani acco-

gliere e realizzare pienamente, ed è

proprio su di noi giovani che il sin-

daco vuole investire la maggior

parte delle proprie risorse politiche,

per coinvolgerci appieno nel nostro

dovere civile che farà di noi i citta-

dini e la classe dirigente di domani.

Anche per questo è stato recente-

mente aperto un forum, dove i gio-

vani possono essere protagonisti,

mediante proposte e iniziative. Il

sindaco auspica e vorrebbe da noi

contributi critici e sarebbe entusia-

sta di confrontarsi con il forum

sulle varie proposte.

Passando all’ambito del recente

operato, nonostante il taglio di qua-

si 4,5 milioni di euro nel bilancio

comunale conseguenza della politi-

ca economica del governo naziona-

le, il sindaco Invernizzi è partico-

larmente soddisfatto soprattutto per

aver garantito a Magenta una sta-

gione culturale di ottimo livello,

anche se con maggiori fondi (i sei

milioni conservati nelle casse del

comune per il patto di stabilità) si

sarebbe potuto realizzare ancora di

più. Egli inoltre ha cercato di in-

staurare un forte rapporto con i ma-

gentini, promuovendo il dialogo e

il confronto tra cittadinanza e istitu-

zioni locali. Per poter raggiungere

i propri obiettivi ha fatto leva più

sull’entusiasmo e la volontà che

non sull’esperienza già acquisita,

volendo vicino a sé una squadra di

giovani e cercando di infondere

loro il valore della cultura, da cui

poi scaturirà, ma in forme rinnova-

te, l’esperienza necessaria

all’azione del governo cittadino.

Per finire abbiamo sollecitato In-

vernizzi sulle sue intenzioni future

e il sindaco ci ha confidato come

ritenga ormai tardi, per lui, intra-

prendere una ulteriore carriera po-

litica ad altri livelli. Non dà nem-

meno per scontato la candidatura

per un altro mandato come sinda-

co di Magenta, dipenderà dal bi-

lancio personale e politico che

trarrà alla fine del primo incarico.

Quando e se non gli sarà più pos-

sibile dare un contributo che sente

davvero utile nella politica, tornerà

alla sua vita di cittadino comune,

continuando da lì ad agire per il

bene di Magenta. Anche in que-

sto, insomma, nel concepire il

ruolo delle cariche politiche come

un servizio e non come un privile-

gio che si vuole conservare a ogni

costo, la figura del sindaco per

Marco Invernizzi deve costituirsi

come un riferimento non solo am-

ministrativo ma anche etico-

morale per la propria comunità.

Pagina 5

quella italiana e questo è dovuto soprattutto ai

proventi dei biglietti venduti per le partite, il ne-

gozio della scuola, la piscina, la mensa, i balli ecc..

Questi soldi poi vengono spesi per computer, libri

ecc”.

5) Quanto è importante lo sport nelle scuole

americane?

“Lo sport ha un’importanza notevole nelle scuole:

gli allenamenti sono 5 giorni a settimana per al-

meno due ore e mezza più le partite la domenica.

Molti ragazzi riescono ad andare al college grazie a

borse di studio per gli sport”.

6) Come ti trovi con i compagni di scuola?

“Con i compagni di scuola mi trovo bene anche

perché, cambiando compagni ogni periodo ho la

possibilità di conoscere più persone”.

7) Quali sono le principali differenze che hai po-

tuto notare tra l'Italia e l'America?

“Le principali differenze consistono nel fatto che

qui uno studente può sviluppare ciò che gli piace

veramente, dato che solo alcune materie sono ob-

bligatorie ed inoltre le materie sono molto più

pratiche che teoriche”.

8) Questa esperienza in qualche modo ti ha

cambiato, ti ha fatto crescere?

“Sì, mi ha insegnato a cavarmela da solo e che

molte volte nella vita avrò a che fare con persone

che non vorrei neanche incontrare”.

9) E' un'esperienza che consiglieresti?

“Assolutamente sì”.

10) Quando si concluderà questa esperienza?

Sentirai la mancanza dell'America?

“Tornerò il 2 luglio, e sì, mi mancherà. Solo a pen-

sare al ritorno mi rattrista”.

Intervistato per voi! Ruben Fiameni ci racconta la sua esperienza americana

Francesca Gambini, Camilla Oldani

La nostra scuola

Abbiamo intervistato lo studente Ruben Fiameni,

studente del nostro liceo che ha deciso di trascor-

rere un anno negli Stati Uniti, un’esperienza unica

che non tutti sono pronti ad affrontare, un’esperi-

enza fatta di alti e bassi, un’esperienza davvero

particolare.

1) Come mai hai deciso di trascorrere un anno

all'estero?

“L'idea mi è venuta parlando con uno studente del

Bramante che aveva fatto la stessa esperienza

l'anno precedente. Ho pensato che sarebbe stata

un’opportunità per migliorare il mio inglese e per

scoprire come sarebbe stato staccarsi un po' da

tutto”.

2) Com'è stato il primo impatto? come ti sei

trovato con la famiglia? Dove stai vivendo? hai

avuto difficoltà con l'inglese?

“Il primo impatto è stato bellissimo, i problemi

sono arrivati dopo un paio di mesi con la famiglia

per dei punti di vista diametralmente opposti e con

l'ambiente in generale, dato che era letteralmente in

una “foresta”. Adesso vivo da 3 mesi in una nuova

famiglia e in un nuovo paese e sto benissimo tanto

che quasi mi dispiace tornare. Riguardo all'inglese

è stato veramente difficile il primo periodo, e per

difficile intendo che “non capivo veramente

niente”.

3) Com'è stato cambiare tutto?

“E’ stato difficile lasciare tutto, ma nel primo pe-

riodo si naviga sull'onda dell'entusiasmo. Poi l'es-

perienza è personale ed è fatta di alti e bassi”.

4) Come ti trovi a frequentare la scuola

all'estero e quali sono le principali differenze

tra la scuola Americana e quella Italiana?

“La scuola è bellissima. Anche se è un po' noioso

avere le stesse materie ogni giorno alla stesse ore,

la preferisco rispetto a quella italiana. La scuola

dispone di maggiori risorse economiche rispetto a

Carissimi lettori del Grillo Braman-

te, siamo di nuovo qui per parlare di

un altro evento sportivo che si è

svolto qualche settimana fa. In que-

sto numero vi parleremo infatti della

gara di sci alpino che si è svolta a

Pila il 13 marzo. La gara era inserita

nell’ambito del trofeo “Colombo

Sport”, che si è svolto questo anno

per la seconda volta, e che ha visto

una grande presenza dei nostri allie-

vi nelle posizioni importanti della

classifica.Alla gara hanno partecipa-

to il liceo Quasimodo di Magenta,

l’Istituto Alessandrini di Vittuone e

il nostro istituto.La partenza è avve-

nuta al mattino presto e dopo poco

meno di due ore siamo giunti ad

Aosta. Da lì abbiamo raggiunto Pila

in cabinovia e, dopo aver provato

diverse volte il tracciato, è arrivato

l’entusiasmante momento della

competizione.

La gara prevedeva quattro categorie:

allievi maschili e femminili e junio-

res maschili e femminili. I parteci-

panti alla gara erano circa 40, scelti

tra i migliori di ogni istituto. Le pri-

me a gareggiare sono state le ragaz-

ze e in seguito è giunto il turno dei

ragazzi. Le buone condizioni del

tracciato e quelle metereologiche

hanno permesso ai partecipanti di

esprimere le loro migliori qualità.

Infatti il tempo era soleggiato e cal-

do ma, nonostante questo, la neve ha

conservato per tutta la gara la sua

compattezza. Inoltre le abbondanti

nevicate di questa stagione invernale

hanno fatto si che anche in una gior-

nata molto calda di marzo si sia po-

tuto sciare molto bene. Il percorso

era abbastanza tecnico, in quanto

costituito da 30-35 porte disposte in

modo angolato e presentava diversi

cambi di direzione e di pendenza.

Era perciò un percorso adatto a scia-

tori esperti. L’ottima condizione

della neve ha permesso anche agli

ultimi che scendevano di trovare una

pista buona, senza sostanziali buchi

vicino alle porte. I partecipanti in

generale, nonostante la difficoltà del

percorso, hanno dimostrato la loro

confidenza con gli sci. Solo alcuni

hanno trovato qualche difficoltà che

ha condizionato la loro prova; tra

questi spicca qualche caso di caduta

e due casi di salto della porta.

Alla fine della gara c’è anche stato il

momento dedicato alla sci libe-

ro.Così abbiamo potuto sciare e

divertirci su piste spettacolari come

quelle di Pila, anche grazie alla gior-

nata di sole che c’era. In conclusio-

ne è arrivato il momento della pre-

miazione, con i premi gentilmente

offerti da Colombo Sport di Arluno

che ha offerto le coppe ai primi tre

classificati di ogni categoria e un

buono sconto nel proprio negozio a

ogni partecipante. Il successo e il

dominio della gara è stato del nostro

liceo, che ha conquistato 7 podi sui

12 disponibili e tutte le categorie

disponibili. Da sottolineare anche il

tempo decisamente buono

dell’apripista, nonché sponsor della

gara Riccardo Colombo (30’’75). Le

classifiche sono le seguenti:

CAT.ALLIEVE FEMM. 1°PORTA

FEDERICA (4F BRAMANTE)

36’’08 miglior tempo assoluto fem-

minile 2°GARAVAGLIA MARTI-

NA (5B BRAMANTE) 40’’19 3°

G U A G L I A A L I C E

(QUASIMODO) 43’’98

CAT.JUNIORES FEMM. 1°

NANNAVECCHIA MARTINA (3E

BRAMANTE) 36’’72 2° DE AN-

GELI MARTINA (QUASIMODO)

36’’89 3°PESENTI MICHELA (3G

BRAMANTE) 36’’97

CAT. ALLIEVI MASCH. 1°

CASTIGLIONI LUCA (3F BRA-

MANTE) 32’’49 2°MOSCHETTI

SIMONE (ALESSANDRINI)

33’’42 3° CRIVELLI PIETRO (1C

BRAMANTE) 34’’01

Pagina 6

Lo sport dentro di noi Trionfo dei Bramantini nelle gare di Sci a Pila

Amedeo Pellegrini, Samuele Pedroli

La nostra scuola

CAT. JUNIORES MASCH. 1°

MOSCATELLI MIRKO (4A BRA-

MANTE)miglior tempo assoluto

30’’88 2° GARANZINI MATTIA

(ALESSANDRINI) 33’’403° PO-

L E S I N I A N D R E A

(ALESSANDRINI) 33’’65.

Il successo della nostra scuola è

sicuramente dato dalla forte tradi-

zione che abbiamo in ambito sporti-

vo e in particolare in ambito sciisti-

co. Infatti il Bramante, sotto la sor-

veglianza attenta del prof. Mosca-

telli, da diversi anni organizza uno

stage di sci a Chiesa Valmalenco in

modo che i suoi alunni possano

affinare la tecnica in vista delle ga-

re e poter sempre concorrere per i

primi posti Questa tendenza vin-

cente si ripete da diversi anni e non

è solo evidente nell’ambito dello

sci, ma anche in tutti gli sport che si

praticano a scuola. Questa gara è

stata anche l’ultimo evento sciistico

dell’anno. Non poteva esserci chiu-

sura migliore; discese rapide, pen-

dii mozzafiato, natura incontamina-

ta e una compagnia di amici con cui

sciare hanno fatto in modo che que-

sta giornata non sarà dimenticata

tanto facilmente! Il ritorno in pul-

lman è stato per molti l’occasione

per riposarsi dalla stancante giorna-

ta e per rivivere i momenti migliori.

Questa giornata ha potuto così met-

tere in mostra le nostre qualità ago-

nistiche e ci ha permesso anche di

divertirci molto.

Pagina 7

tato lo stretto connu-

bio tra scienza e de-

mocrazia, rilevando

le problematiche che

lo studio scientifico

solleva sul piano

etico e giuridico.

Infine, Giuseppe Re-

muzzi, dell'Istituto

Mario Negri di Ber-

gamo, è stato pro-

tagonista dei un in-

tervento, intitolato

''Medicina di domani

e etica di ieri'', in cui

è stata ripercorsa la

storia dei traguardi

conseguiti, enfatiz-

zando le potenzialità della scienza medica per un

futuro all'insegna del benessere e della salute.

Conclusasi la conferenza, il pomeriggio è stato

dedicato alla visita del CIMA (Centro Interdiparti-

mentale di Microscopia Avanzata) in Via Celoria

26: la visita ai laboratori ha incluso la visione di

procedure sperimentali programmate, incentrate

sullo studio degli effetti delle nanoparticelle pre-

senti nei prodotti cosmetici ( ad esempio, l'ossido

di zinco nelle creme solari); l'esposizione delle

gastrule delle rane a ZnO ha determinato la defor-

mazione delle cellule epiteliali dell'intestino, a

causa della presenza di tali nanoparticelle nel nu-

cleo, che hanno danneggiato il DNA.

In conclusione, la giornata ha dimostrato il carat-

tere sempre aperto del metodo scientifico: non bi-

sogna mai cadere nell' errore di giungere a certezze

definitive, ma i risultati raggiunti devono essere

sempre considerati relativi e parziali, motori di una

continua ricerca per esplicare il funzionamento dei

fenomeni naturali e consentire il progresso della

stessa civiltà.

Unistem Day 2014 L’Italia unita dalla Scienza

Edoardo Sgrò, Nina Capraro

La nostra scuola

Il mondo scientifico moderno è unito nella ricerca

dell'innovazione e di sistemi fisici e biologici

all'avanguardia. Per quanto riguarda quest'ultimo

campo una delle linee di frontiera più avanzate è

quella delle cellule staminali. Lo stato attuale delle

ricerche su tale tema è stato in parte rappresentato

dall' Unistem Day, che ha unito 5 Paesi e 45 uni-

versità.

L'evento al quale abbiamo assistito ci ha formato

dal punto di vista scientifico-culturale, grazie

anche all'intervento di alcune autorità, quale la

senatrice e scienziata Elena Cattaneo, e il messag-

gio del Presidente della Repubblica Giorgio Na-

politano.

Successivamente è stata presentata ai partecipanti

Tiziana Brevini, protagonista di un intervento

sull’evoluzione delle conoscenze scientifiche sul

tema, nella quale compare anche Rita Levi Montal-

cini, il cui ruolo è stato preponderante con la

scoperta dell' NGF (fattore di crescita nervoso).

E' seguita una presentazione delle cellule staminali

conosciute, sempre ad opera della Brevini, la quale

ha nominato, descrivendone rispettivamente le

caratteristiche proprie e peculiari, le cellule stami-

nali adulte, embrionali e pluripotenti indotte (iPS).

L' attivazione o repressione di porzioni estese o

meno di DNA consentono di ottenere artificial-

mente cellule staminali differenziate a piacimento,

partendo da qualsiasi cellula già specializzata.

( esperimenti a riguardo sono stati già compiuti nel

topo diabetico); l' applicazione clinica delle stami-

nali è preceduta da una ricerca preclinica e deve

essere autorizzata dalle agenzie.

Successivamente Roberto Cingolani, dell' Istituto

Italiano di Tecnologia di Genova, con il video inti-

tolato ''Nanotecnologie per l'essere umano'', ha

illustrato quali possano essere i traguardi del futuro

sviluppo tecnologico, sintetizzando il discorso con

la frase ''il futuro non sono gli smartphone, ma

l'uomo''. In questo senso, il futuro della tecnologia

afferisce alle nanotecnologie, cioè la miniaturiz-

zazione e l'ingegnerizzazione biologica per

agevolare la vita umana. Gli interventi successivi

hanno visto Alessandra Biffi, che ha riferito sulla

ricerca di staminali per curare la leucodistrofia

metacromatica, e José De Falco, il quale ha affron-

Dal 26 al 29 marzo 2014 gli stu-

denti delle classi 3E e 4F del Li-

ceo scientifico Bramante si sono

recati a Napoli per un viaggio

d’istruzione, accompagnati dai

proff. Mascellani, Moscatelli e

Venturi; il viaggio ha visto il

concretizzarsi di alcuni obiettivi

quali la visita di territori sismici e

luoghi antropizzati per quanto

concerne scienze della terra, la

visita di Ercolano e della città di

Napoli per storia e latino e infine

il trekking in luoghi naturali per

educazione fisica.

Gli studenti sono partiti dal-

la stazione centrale di Mila-

no il giorno 26 marzo con il

treno Freccia Rossa che in

sole 4.30 h è giunto a desti-

nazione alla stazione centra-

le di Napoli. Dopo la siste-

mazione all’hotel nei pressi

della stazione, le classi si

sono recate alla visita della

Napoli sotterranea, una serie

di cunicoli che si diramano sotto

la città di Napoli e che hanno a-

vuto diverse funzioni nelle storia,

in quanto cave di tufo o ipogei

funerari e come acquedotti

all’epoca dei romani o come rifu-

gio ai bombardamenti durante la

seconda guerra mondiale. La vi-

sita è durata 3 h e ha compreso il

passaggio nei cunicoli a lume di

candela.

Il giorno seguente in mattinata gli

studenti hanno visitato libera-

mente la città di Napoli e alcuni

di loro hanno visitato la cappella

di Sansevero in cui si trova la

scultura marmorea del “Cristo

velato’ di Giuseppe Sanmarti-

no in cui viene rappresentato il

Cristo morto sdraiato ricoperto

da un velo che aderisce perfetta-

mente alle sue forme; dopodiché

è stato visitato il Duomo in cui si

trova la reliquia del sangue di

San Gennaro e la cripta in cui si

trovano le sue spoglie.

Nel tardo pomeriggio le classi si

sono recate sulla costiera amalfi-

tana e, passando per Positano so-

no giunte ad Amalfi in cui dopo

aver visitato il Duomo hanno

consumato una tipica cena amal-

fitana a base di cozze, polpo con

patate e babà.

Il terzo giorno si è svolta la visita

al cono del Vesuvio che com-

prendeva il trekking del percorso

che portava al cratere principale.

I l V e s u v i o è

un vulcano esplosivo o effusivo

in stato di quiescenza dal 1944.

La sua altezza è di 1.281 m, sor-

ge all'interno di una caldera di

4 km di diametro. Quest'ultima

rappresenta ciò che è rimasto

dell'ex edificio vulcanico (Monte

Somma) dopo la grande eruzione

del 79 d.C., che determinò il crol-

lo del fianco sud-orientale in cor-

rispondenza del quale si è succes-

sivamente formato il cratere attu-

ale. Il Vesuvio attualmente l'uni-

co vulcano di questo tipo attivo

di tutta l'Europa continentale.

Pagina 8

‘AMBRESS AMBRESS’ Gli studenti delle classi 3E e 4F in gita a Napoli

Valeria Pastori, Blerina Suka

La nostra scuola

Dopo un tipico pranzo napoleta-

no a base di pizza le classi si so-

no recate al MAV di Ercolano in

cui è gli studenti hanno potuto

partecipare ad un itinerario vir-

tuale nella storia in 4D; gli stu-

denti si sono quindi recati alle

rovine di Ercolano. Gli scavi

archeologici di Ercolano hanno

restituito i resti dell'anti-

ca città di Ercolano, sepolta sot-

to una coltre di ceneri, lapil-

li e fango durante l'eruzione del

Vesuvio del 79, insieme

a Pompei, Stabiae ed Oplonti.

Sfortunatamente gli scavi di

Ercolano e soprattutto di

Pompei sono degradati a

causa degli agenti atmosferici

e della noncuranza dell’uomo

e nel giro di poco tempo ri-

schiano di non essere più a-

perti al pubblico. Dopodiché

le classi si sono recate al Ca-

stel dell’Ovo da cui si può

godere di un meraviglioso

panorama e addirittura in lon-

tananza si può vedere l’isola di

Capri.

La città di Napoli è dotata di una

delle più belle metropolitane

d’Europa decorata con marmi

preziosi e mosaici e molto effi-

ciente. Inoltre per chi volesse

gustare le prelibatezze napoleta-

ne si consiglia la pasticceria

‘Ciro a Mergellina’ dove si pos-

sono assaggiare babà, sfogliatel-

le, zeppole...!!!

Pagina 9

di parlare in pubblico. Inoltre si venuto a creare un

gruppo con il quale sembra di stare in famiglia e

con il quale è molto piacevole lavorare.

Martina: A teatro prende anima quello che davvero

sono. Gli attori fanno un lavoro che permette di

restare bambini, di continuare a cambiare ruolo e

volto, perché il teatro è l’unico posto in cui è lecito

poter indossare una maschera e in cui tuttavia puoi

essere davvero te stessa. E’ un luogo di opposti, di

luci e ombre, che convivono, è qualcosa di magico.

Su quel palco le mie parole, i miei pensieri diven-

tano realtà. Il teatro mi permette di liberare la mia

fantasia e di poter rendere vero ciò che immagino

e che provo. Il gruppo di teatro è come una fami-

glia, ti sostiene, ti sorregge, ti aiuta a crescere a

diventare una persona, ti insegna cose che sui ban-

chi di scuola non impareresti mai. Impari il rispet-

to, la fiducia, a scambiare le tue idee e ad essere te

stesso. Vinci le tue paure, la timidezza, vinci tutti

quei demoni che ti tengono le maschere in faccia

senza permetterti di essere ciò che vuoi.

Parlateci del progetto Teatrando:

Ares e Martina: Il progetto Teatrando dal 2003 è

cos t i tui to da i l abora tori d i scuole

del magentino (Bramante, Einaudi-Da Vinci e

Quasimodo) e si impegna nel realizzare spettacoli

teatrali e musicali per la nostra città. Questo pro-

getto ti permette di conoscere altri ragazzi che par-

tecipano ai teatri delle varie scuole ed è un espe-

rienza incredibile perché conosci persone che han-

no provato la stessa magia, provano le stesse ansie

e con cui puoi scambiarti idee, opinioni e scoprire

come lavorano.

I nostri attori hanno un messaggio per voi lettori:

Ares: Incoraggio tutti ad iscriversi a teatro anche

solo per provare perché è un’esperienza irripetibi-

le, che cambia la vita.

Martina: Il Teatro è qualcosa di incredibile e pro-

pongo a tutti quest’esperienza, mettetevi in gioco,

tanto cosa avete da perdere?

Il Bramante in scena Il Laboratorio Teatrale della nostra scuola

Giorgia Colombo, Arianna Segaloni

La nostra scuola

La nostra scuola ormai da molti anni, insieme ad

altre attività pomeridiane, offre anche il laboratorio

teatrale. Le lezioni teatrali si svolgono al mercoledì

e al giovedì pomeriggio, dipende da quale gruppo

volete frequentare, dalle 14.30 alle 16.30. Il gruppo

del mercoledì è guidato da Roberta Villa mentre

quello del giovedì da Vaninka Riccardi. Referente

per la scuola per il progetto teatro è anche

quest’anno la professoressa Invernizzi. Solitamente

questi due gruppi hanno un tema diverso da svilup-

pare, invece quest’anno le istituzioni comunali ma-

gentine hanno suggerito ad entrambe lo stesso te-

ma da seguire: il bene comune. Queste due rappre-

sentazioni teatrali andranno in scena al Teatro Liri-

co di Magenta alle ore 21.00, rispettivamente il

gruppo del mercoledì il giorno 27 maggio e il

gruppo del giovedì il giorno 10 giugno. Inoltre la

nostra scuola parteciperà al concorso LAIV, orga-

nizzato dalla fondazione Cariplo , il giorno 30

maggio al teatro Franco Parenti di Milano; questo

concorso dura circa due settimane, non prevede un

premio finale ma rappresenta una opportunità di

scambio di idee ed è un momento per stare insieme

a passare una giornata all’insegna del teatro, della

musica e dell’arte.

Come funziona il laboratorio teatrale?

Indipendentemente da quello che si è scelto, ci si

trova al pomeriggio in un’aula o in palestra. I primi

incontri servono per iniziare a discutere del tema

da trattare e iniziare a creare possibili scene da in-

serire nello spettacolo finale; le scene vengono in-

ventate dai ragazzi del laboratorio e successiva-

mente vengono selezionate dalla regista che poi le

monterà dando vita allo spettacolo. Le ultime le-

zioni servono per provare lo spettacolo e sistemare

eventuali modifiche.

Abbiamo intervistato due ragazzi del nostro liceo

che sono anche attori, Ares Rigamonti e Martina

Abati , e abbiamo rivolto loro le stesse due doman-

de: Cosa significa per voi il teatro?

Ares: Per me fare teatro è riuscire ad essere me

stesso interpretando il ruolo di qualcun altro; questi

quattro anni di teatro hanno contribuito alla mia

crescita personale ma anche teatrale; recitare ti

cambia dentro e ti aiuta a passare dal piccolo ra-

gazzetto timido ad un personaggio che non teme

Spesso capita di sentire in giro

che “il Bramante sforna un

mucchio di medici e ingegne-

ri”. Sarà vero? Questa doman-

da ha generato in noi la curio-

sità di scoprire in che misura

questo luogo comune corri-

sponda effettivamente alla re-

altà. Così, abbiamo pensato

che un sondaggio sulle inclina-

zioni universitarie delle classi

in uscita avrebbe potuto soddi-

sfare la nostra curiosità.

Organizzare un sondaggio non

è facile come sembra, specie

se non si hanno a disposizione

le r isorse economiche

dell’Istat, né tanto meno un

personale che possa impiegare

energie e tempo a questo sco-

po.

Per prima cosa ci siamo since-

rati che fosse possibile svolge-

re un’indagine statistica sugli

studenti, rispettando le norme

vigenti nell’ambiente scolasti-

co. In seguito abbiamo sposta-

to la nostra attenzione

sull’aspetto economico: carta e

inchiostro non sono facili da

reperire. A questo proposito,

non è stato facile nemmeno

accordarsi sui numeri: un cam-

pione ristretto non avrebbe ga-

rantito dei risultati attendibili.

Dopo valutazioni accurate,

mediando le necessi tà

dell’indagine con le risorse

economiche disponibili, abbia-

mo stabilito che 6 classi, divi-

se equamente tra quarte e

quinte, sarebbero state suffi-

cienti.

Come metodo d’indagine ab-

biamo scelto la cosiddetta

“intervista indiretta”, facendo

compilare un modulo a cia-

scun intervistato, in cui erano

richieste come informazioni

personali soltanto il sesso e la

classe di appartenenza, al fine

di garantire la privacy. Questo

modulo presentava una tabella

in cui erano elencati numerosi

indirizzi universitari.

A questo punto abbiamo pen-

sato che non tutti, specie in

quarta, sono già sicuri del pro-

prio percorso futuro. Così, per

dare la possibilità agli indecisi

di selezionare più di

un’opzione, abbiamo pensato a

una scelta primaria e una scel-

ta secondaria, divisione neces-

saria per evitare alcuni proble-

mi nella fase di calcolo.

Dai dati abbiamo rilevato una

percentuale di indecisi che si

aggira intorno al 76% del cam-

pione. Inoltre possiamo indivi-

duare una differenza rilevante

tra la percentuale di indecisi

tra gli studenti di quinta ( poco

più del 69% ) e quelli di quarta

( quasi l’ 83% ). Tuttavia oc-

corre considerare che non tutti

quelli che hanno selezionato

due opzioni sono realmente

indecisi: spesso coloro che

scelgono un indirizzo a nume-

Pagina 10

Dove vanno i bramantini?

Luca Miotto, Riccardo Mustoni

La nostra scuola

ro chiuso prendono in consi-

derazione un’alternativa.

Inoltre, è interessante notare

che tra maschi e femmine non

si rileva una differenza signi-

ficativa nelle inclinazioni uni-

versitarie, diversamente da

quanto ci si potrebbe aspetta-

re.

La facoltà più quotata dalla

popolazione maschile è inge-

gneria, sebbene questa sembri

avere un notevole successo

anche presso la popolazione

femminile, che costituisce cir-

ca il 31% degli aspiranti inge-

gneri.

Tuttavia l’indirizzo più quota-

to dal “gentil sesso” risulta

essere medicina. Qui le ragaz-

ze costituiscono più del 71%

del totale.

Per concludere, dai grafici ri-

sulta che, effettivamente, nel

nostro istituto si formano un

gran numero di futuri medici

ed ingegneri, che insieme co-

stituiscono il 46% degli indi-

vidui sondati.

Mito non sfatato.

Pagina 11

parte delle scuole che hanno organizzato corsi pome-

ridiani; tuttavia, dalle testimonianze raccolte, non

sempre sono stati sufficienti.

L'anticipazione dei test ha anche preoccupato molte

università in quanto ci sono stati cali nelle preiscri-

zioni dovute dall'incertezza degli studenti su quale

facoltà frequentare e il loro grado di preparazione.

Nonostante la delusione data dal decreto, alcuni ra-

gazzi del Bramante hanno conseguito ottimi risultati

nei test di ammissione e sono tuttora impegnati nella

preparazione in vista dell'esame di maturità. Sarà a-

desso da vedere se il Ministero dell'Istruzione inten-

derà continuare su questa scelta anche nei prossimi

anni.

Anticipati alla primavera i test di ammissione La discutibile decisione del Ministero dell’Istruzione

Angie Fernandez

La nostra scuola

Come tutti i maturandi sanno, per poter entrare in

alcune facoltà universitarie è necessario superare un

test d'ammissione. Ogni anno i test si sono svolti nei

mesi di settembre e ottobre: quest'anno, però, c'è sta-

ta una novità da parte del Ministero dell'Istruzione.

Il 5 febbraio 2014 è stato promulgato un decreto mi-

nisteriale che prevedeva lo spostamento di alcuni test

di facoltà inerenti al campo medico nei mesi prima-

verili. Questo ovviamente ha creato un certo disap-

punto da parte di studenti e professori.

Il problema principale è la sovrapposizione e l'inter-

ferenza con gli studi di preparazione all'esame di ma-

turità. Infatti molti ragazzi si trovano non adeguata-

mente preparati per i test d'ammissione a causa del

poco tempo a disposizione in confronto ai due mesi

estivi usuali. Non sono comunque mancati aiuti da

Suonare in un’orchestra rappre-

senta un’occasione importante

per chiunque ami la musica e, a

Magenta, da alcuni anni esiste

questa imperdibile opportunità.

In questo numero del giornalino

intervistiamo Antonella Piras,

Presidente dell’Associazione cul-

turale Totem di Magenta, per sa-

perne di più sull’argomento.

Di che cosa si occupa

l’Associazione Totem?

Totem è un’associazione nata tra

il 1998-1999 con l’intento di atti-

vare persone interessate all’arte,

in particolare con peculiarità le-

gate alla musica. Vengono propo-

ste attività sia formative quali

corsi di strumento (violino, vio-

loncello e pianoforte), laboratori

di musica, teatro, poesia, scrittu-

ra, cinema, arte e comunicazione,

sia ricreative che propongono

incontri, dibattiti, eventi, mostre,

concerti e quant'altro si possa

esprimere all'insegna della

"contaminazione" artistica.

Quante orchestre fanno parte

dell’Associazione Totem?

All’interno di Totem sono nate

diverse orchestre: la Piccola Or-

chestra Totem, composta da bam-

bini tra i 6 e i 12 anni,

l’Orchestra Giovanile Totem, che

comprende ragazzi tra i 14 e i 19

anni e l’Orchestra Sinfonica for-

mata da adulti e giovani musici-

sti.

Quali Maestri e Direttori dirigo-

no i diversi gruppi?

Annamaria Barbaglia cura la pre-

parazione dei “piccoli”; Xhiliola

Kraja si dedica alla preparazione

dei giovani e tiene corsi di violi-

no; il Maestro Raffanini dirige

l’orchestra Sinfonica. Daniele

Parziani si occupa di concerti do-

ve la musica classica si “fonde”

con quella pop, infine il giovane

Michele Spotti, di soli 21 anni

dirigerà prossimamente un con-

certo d’opera.

Come avviene la preparazione di

un concerto?

La preparazione consiste in una

prova settimanale di due ore e

una lezione di solfeggio; inoltre

molti ragazzi sono studenti al

Conservatorio o frequentano dei

corsi ad alto livello.

Cosa si potrebbe fare per avvici-

nare le persone, in particolare i

giovani, al mondo della musica

classica?

Si potrebbe portare la musica a

scuola, questo aspetto in Italia

viene penalizzato, spesso si tende

a vivere la musica classica come

una realtà lontana e ostile, inve-

ce, se si praticasse sin da piccoli,

ci sarebbe la possibilità di viverla

insieme alla musica che si ascolta

solitamente; c’è un’offerta rivolta

Pagina 12

Crescendo in musica Le orchestre giovanili di Magenta

Elisa Porta, Greta Colombo

Dal territorio

alle scuole, in particolare per la

scuola superiore vengono propo-

sti i “Percorsi d’ascolto”.

Quali opportunità offre ai ragaz-

zi “crescere” con la musica?

La musica offre grandi opportu-

nità, perché è un lavoro di squa-

dra: è necessario suonare, ascol-

tare, andare a tempo, e il contri-

buto di ciascuno rende perfetto il

suono di tutti.

Quando sarà il prossimo appun-

tamento?

Ci sarà il concerto di giugno,

concerto sul repertorio lirico con

arie e sinfonie d’opera, diretto

dal Maestro Michele Spotti.

Ringraziamo Antonella per il

gentile contributo, ma soprattut-

to ci piace concludere

l’intervista con le sue parole:

“La musica è una compagna, è

maestra di vita, è avere una mar-

cia in più nel mondo”.

Pagina 13

stratura e delle Forze dell’Ordine, per una testimo-

nianza diretta del lavoro quotidiano di difesa della

legalità.

I ragazzi hanno discusso sulle questioni relative al

bullismo, ai rischi legati all’uso di alcol e stupefa-

centi, sulla violenza negli stadi, sull’integrazione

razziale, sull’educazione civica e sull’utilizzo di

Internet e sui reati informatici.

Hanno partecipato scuole di Milano, Binasco,

Cuggiono, Melegnano, Rozzano, San Donato, Cor-

mano, Paderno Dugnano e Arese.

Ne sono uscite importanti informazioni:

il 44% dei ragazzi intervistati considera la legalità

come un’imposizione e, secondo il 25%, la legge

va rispettata se la si ritiene giusta.

Solo il 16% degli intervistati ritiene che la corret-

tezza sia una qualità importante, mentre l’11%

confida nella furbizia.

Per il 28 % la legge è uguale per tutti ma vale per

pochi, mentre il 16% ritiene che comunque qualche

volta è ammesso trasgredirla.

Il 38% dei ragazzi che ha risposto al questionario

sostiene che sia normale fumare saltuariamente

marijuana, l’8% considera ammissibile guidare

senza la patente.

L’8% considera ammissibile rubare nei negozi un

oggetto di modico valore mentre secondo il 26 % è

ammissibile mentire in tribunale per difendere un

amico.

Il 44% pensa che non sia reato scrivere sui muri

Il 33 % afferma sia naturale insultare un vigile ur-

bano troppo fiscale e per il 24% è ammissibile dare

un pugno per difendere un amico.

Fortunatamente il 54% degli intervistati pensa che

la legge vada rispettata sempre.

E’ interessante constatare che da questi incontri è

risultato che chi trasgredisce la legge lo fa perché

si sente appoggiato dal gruppo”, o perché segue il

comportamento di un amico oppure perché pensa

di non avere niente da perdere.

Il senso civico porta tutti a vivere meglio Progetto “Educazione alla legalità”

Eletta Nava

Dal territorio

Nel corso di questo anno scolastico che sta per

finire l’Ordine degli Avvocati di Milano ha svol-

to incontri formativo-educativi all’interno delle

scuole della città e della provincia con lo scopo

di “contribuire ad una maggiore diffusione di

una cultura della legalità che abbia ad oggetto la

natura e la funzione delle regole nella vita socia-

le, i valori della democrazia, l'esercizio dei diritti

e doveri della cittadinanza per operare alla co-

struzione di una personalità consapevole delle

regole che governano il convivere democratico".

Il progetto, chiamato “educazione alla legalità”, è

nato dalla collaborazione della Provincia di Milano

- Assessorato allo Sviluppo Economico, Formazio-

ne e Lavoro con 130 avvocati. che si sono preparati

seguendo uno specifico corso. Ha coinvolto 19 Isti-

tuti di Formazione e Istruzione Professionale, 70

classi e oltre 1.400 studenti.

"Parlare con i ragazzi è un dovere per chi rappre-

senta le istituzioni, ma soprattutto è un grande pia-

cere, perché loro sono il nostro futuro. Dobbiamo

convincerli che rispettare le regole non è solo un

obbligo formale e che diffondere il senso civico

può portare tutti a vivere meglio, a rispettare se

stessi e gli altri, ad avere anche una città più bella

e vivibile – ha detto Giuliano Pisapia, sindaco di

Milano a proposito di questa iniziativa - I ragazzi

non devono, poi, aver paura di ribellarsi alle in-

giustizie, di segnalare ogni sopruso, anche piccolo.

Avere il coraggio di difendere chi si trova in diffi-

coltà, chi è vittima di qualche ingiustizia, è un

grande atto di responsabilità civile, un atto che

migliora la vita di ognuno. La scuola è il luogo

dove i nostri ragazzi diventano grandi e consape-

voli e iniziative come questa sono particolarmente

importanti e utili".

Ogni classe ha compilato un questionario apposita-

mente predisposto per i ragazzi, da cui si sono svi-

luppati dibattiti, giochi di role playing di un pro-

cesso, cioè una specie di rappresentazione di un

processo, e una visita guidata al Tribunale di Mila-

no, per poter assistere ad una vera e propria udien-

za.

Il progetto prevedeva anche la possibilità di incon-

trare figure del mondo delle Istituzioni, della Magi-

Giunti al penultimo incontro del

ciclo di conferenze filosofiche te-

nutesi presso il Teatro Lirico di

Magenta, l'associazione culturale

magentina UrbanaMente ha propo-

sto al pubblico una figura di note-

vole prestigio, il professor Carlo

Sini. Maestro di filosofia per intere

generazioni di studenti della Uni-

versità Statale di Milano e autore

anche di testi scolastici per i licei,

Carlo Sini vanta numerosi ricono-

scimenti a livello nazionale ed in-

ternazionale. La sua riflessione,

condotta in modo originale me-

diante un confronto con i grandi

pensatori della filosofia antica e

moderna, ha prodotto fin qui una

cinquantina di opere principali,

dedicate a problematiche sempre

filosoficamente essenziali. Il tema

centrale delle precedenti lectiones

magistrales, quale la moderna me-

tamorfosi del ruolo del padre e del-

la sua autorevolezza, è stato ripro-

posto anche da Sini.

Secondo la visione del professore,

nella vita la figura del padre, ovve-

ro la figura genitoriale, è assoluta-

mente speculare a quella del figlio;

"Il padre è fatto dal figlio!", dice

Sini: la responsabilità della figura

paterna appartiene quindi anche al

figlio, e non si deve pensare a un

rapporto padre-figlio nel quale il

primo è il soggetto che dà e deter-

mina mentre il secondo è colui che

riceve e viene determinato. E lo

stesso si deve dire nel rapporto tra

passato e presente nella storia, cioè

del tema principale della conferen-

za. Per Sini infatti la storia non ha

un valore magistrale, come sempre

sostenuto secondo il principio del-

la historia magistra vitae : essa ha

poca presa, non aiuta la vita (la

conoscenza della storia non è stata

decisiva per nessuna civiltà), e

dunque non può, di per sé, orienta-

re la vita concreta delle generazio-

ni future e degli stessi giovani.

Questi ultimi infatti non possiedo-

no abbastanza esperienza e lo stu-

dio della storia non può sostituire

questa mancanza di esperienza, né

orientarla. L’esperienza, in questi

termini, non è un valore ereditario,

ma deve essere acquisita personal-

mente.

La lezione della storia non ha mai

cambiato la civiltà umana proprio

perché la vita non si ripete mai in

modo uguale. La vita naturale ha

bisogno di continua variazione, di

continua diversità, e lo stesso av-

viene nella vita della cultura. Ciò

spiega la differenza tra padre e fi-

glio; questa trasformazione conti-

nua, dovuta a quella che Hegel

chiamava “il fare di tutti e di cia-

scuno” esprime l'essenza stessa

della vita, mutando ineluttabilmen-

te le condizioni in cui prende for-

ma la relazione stessa tra le gene-

razioni, e quindi anche quella tra

padre e figlio, essendo anch’essa

sottoposta ad un potere che il pro-

fessor Sini definisce "potere invisi-

bile della variazione". Le istituzio-

ni, ad esempio, nella maggior parte

dei casi nascono benefiche per poi

morire odiate.

Quello che caratterizza e rende

Pagina 14

Di figlio in padre. La storia per un nuovo futuro. La conferenza di Carlo Sini al Lirico di Magenta

Maria Grazia Tavera

Dal territorio

peculiare la nostra epoca è piutto-

sto il condizionamento consumi-

stico, mercificato, subordinato

alla logica degli interessi econo-

mici, che tende a orientare la vita

e il suo divenire nel senso voluto

dalla logica del profitto e del mer-

cato. E di ciò non si possono certo

ritenere responsabili i figli: i figli

sono il frutto dell'educazione dei

genitori, è la società dei loro geni-

tori ad aver assecondato, con il

loro fare e il loro pensare, la mer-

cificazione in atto.

Si tratta dunque secondo Sini di

rispondere a questa deriva attra-

verso la ricostituzione di un luogo

in cui la cultura si crei insieme, e

in tal senso restituire alla scuola la

sua funzione formatrice di vita

diventa essenziale. "Informazione

non è formazione", dice il profes-

sore: bisogna che la vita torni a

scorrere nelle vene del circuito

educativo, che adulti e giovani

nella scuola attivino attraverso il

loro fare comune forme concrete

di vita non subordinate ai poteri

che oggi la limitano. Il giovane di

oggi, per fare questo, ha bisogno

essenzialmente di tre cose, lo spa-

zio, il tempo e la carità, per fuggi-

re dalla gabbia di un mondo che

non gli risponde e provare a co-

struirsene uno suo proprio.

Pagina 15

tenendo conto sia del trasporto privato sia del traspor-

to commerciale e di ogni fattore ambientale, logistico

e demografico.

Dopo una rapida spiegazione del regolamento e di

alcune nozioni base, eccoci là nella grande sala

dell’hotel, in uno spazio racchiuso tra due pareti di

cartone, con un portatile e i consigli di alcuni esperti

della ExxonMobil a disposizione, a sviluppare il no-

stro innovativo progetto che lentamente prendeva for-

ma fino a divenire la nostra personale proposta, il frut-

to del nostro lavoro di squadra. Ero affascinata dalla

novità di quest’esperienza e dal mondo in cui essa mi

stava catapultando: ogni cosa, dall’albergo ai colleghi

quasi sconosciuti, al clima di professionalità creato

dagli esperti di ExxonMobil che giravano fra le scri-

vanie di ogni gruppo, aveva un aspetto “adulto e sofi-

sticato”. Avevo accettato di partecipare al meeting più

per curiosità che per vero interesse e non avrei mai

pensato che quei due giorni passati a Roma potessero

mostrarmi più da vicino un mondo che avevo sempre

e solo visto attraverso i film e i racconti di persone

adulte: il mondo del lavoro e degli impegni veri, dei

colleghi nuovi e del concentrarsi su un progetto asse-

gnato fino alla sua realizzazione. Questo, oltre che dei

nuovi amici, è stato ciò che ho ricavato da questa inte-

ressante esperienza.

Il ritmo delle giornate è stato molto serrato, abbiamo

dedicato l’intero pomeriggio del 17 febbraio, la sera e

la mattina del giorno successivo alla progettazione

della nostra idea e alla sua presentazione. Alla fine,

grazie all’ausilio di ogni mezzo d’informazione a no-

stra disposizione abbiamo creato un’ipotetica rete fer-

roviaria, navale ed aerea basata sulle tecnologie più

moderne che il web ci aveva gentilmente mostrato e

su “Un’innovativa campagna di sensibilizzazione

all’ecologia” per citare noi stessi nel presentare, in

due minuti netti, il nostro elaborato alla giuria.

Il Bramante non ha vinto: il gradino più alto del podio

è stato occupato dal liceo Stanislao Canizzaro di Ro-

ma, ma ciò che avevo imparato durante il mio breve

soggiorno era sufficiente a cancellare ogni delusione.

Ripensando a quando ho sperimentato non definirei

“divertente” l’esperienza ma formativa: sono stati due

giorni intensi di lavoro, di ricerca e di condivisione di

informazioni a cui ho partecipato con entusiasmo e

curiosità.

Ingegneri per un giorno Il liceo Bramante alla conquista dello Sci-Tech Challenge

Irene Bertani

Scienza/Scienze

Lo Sci-Tech Challenge (abbreviazione di Science and

Technology Challenge) è un evento nazionale orga-

nizzato e promosso da Junior Achievement in collabo-

razione con il gruppo ExxonMobil che ha visto la par-

tecipazione di dodici team di cinque ragazzi ciascuno,

eccetto quello del liceo Bramante che ne aveva solo

quattro, provenienti da Licei di tutta Italia e impegnati

a sviluppare un progetto in campo energetico da pre-

sentare a una giuria di esperti incaricati di valutarne

l'innovazione, la fattibilità e la sostenibilità. La squa-

dra vincitrice avrebbe avuto l’onore di rappresentare

l’Italia a un secondo concorso europeo svoltosi ad

aprile nei pressi di Londra.

Io, Irene Bertani di 3G, Lucrezia Villani, Andrea Bra-

ghieri e Matteo Panzeri, tre studenti della classe 3B,

siamo stati scelti dalle nostre insegnanti di fisica per

formare la squadra che avrebbe rappresentato il liceo

Bramante alla Sci-Tech Challenge di Roma, evento

tenutosi il 17 e 18 febbraio scorsi. Noi ci siamo lan-

ciati in questa curiosa sfida con il sostegno dei nostri

compagni, delle nostre insegnanti, in particolare dalla

professoressa Zanin nostra accompagnatrice e della

preparazione acquisita dopo due ore di laboratorio con

gli ingegneri della compagnia petrolifera ExxonMobil

giunti a Magenta con l’intento di preparare i possibili

partecipanti alla gara nazionale.

Durante l’incontro con gli ingegneri ci è stato propo-

sto un piccolo “assaggio” di ciò che gli iscritti alla

competizione avrebbero dovuto affrontare: progettare

rapidamente un viaggio da Milano a New York cer-

cando di garantire il massimo risparmio energetico.

Arrivati all’hotel, nella capitale, dopo aver ricevuto i

nostri badge ed esserci rifocillati, siamo stati accolti

da alcuni giovani membri di Junior Achivement nella

sala riunioni dell’albergo per farci partecipare ad alcu-

ni semplici esercizi di “Ice breaking”, per conoscere

meglio gli studenti provenienti dagli altri licei. Questo

breve momento di svago ci ha consentito di conoscere

gli avversari: in quell’albergo erano infatti ospitati

ragazzi di Novara (con cui avevamo già socializzato

durante il viaggio in aereo), di Roma, di Savona, di

Catania, La Spezia, Siracusa.

Ben presto, però, un uomo in giacca e cravatta ha fatto

il suo ingresso nella sala e, dopo essersi presentato

come presidente della Esso italiana, ha annunciato

l’attesissimo argomento della sfida: progettare un si-

stema di trasporti integrato, veloce ed efficiente che

collegasse la Russia all’Europa occidentale, conside-

rando tutte le tecnologie disponibili oggi o in futuro,

“Nessun settore della vita è tanto

esiguo e insignificante da non of-

frire spazio alle aspirazioni artisti-

che” [discorso inaugurale di Klimt

alla mostra d’arte contemporanea

austriaca del 1908]

Il 27 aprile si è conclusa

l’esposizione delle opere di Kan-

dinsky provenienti dal Centro

Pompidou a Palazzo Reale. Questa

splendida mostra è terminata, ma

al suo posto a Milano è stata aper-

ta una nuova esposizione di opere

insigni del famoso artista austriaco

Gustav Klimt. Siamo quindi pro-

gressivamente trasportati indietro

nel tempo: dall’arte astrattista (ma

non solo) di Kandinsky all’Art

Nouveau di Klimt, movimento

artistico –filosofico attivo nei de-

cenni a cavallo tra il XIX e il XX

secolo, che influenzò arti figurati-

ve, architettura e arti applicate.. I

due pittori, che sono stati contem-

poranei, hanno seguito correnti

diverse delle avanguardie storiche

più importanti, pertanto le loro

opere sono espressione di mentali-

tà differenti, convissute nella stes-

sa epoca: la spiritualità nell’arte e

l’arte come bellezza materiale che

appartiene a tutti . La mostra di

Klimt, organizzata dal Comune di

Milano, Palazzo Reale, 24 ORE

Cultura e Arthemisia Group, rea-

lizzata in collaborazione con il

Museo Belvedere di Vienna e cu-

rata da Alfred Weidinger, afferma-

importanti musei. Nella mostra

milanese, aperta dal 12 marzo al

13 luglio a Palazzo Reale, vi sono

20 opere, oltre ad altri suoi lavori

e di artisti a lui vicini, a comincia-

re dai fratelli Ernst e Georg, per un

totale di oltre 100 opere. Mentre la

mostra dedicata a Kandinsky co-

minciava con una riproduzione su

più pareti sulla base di alcune ta-

vole dipinte per un salone di Berli-

no, l’esposizione di Klimt invece

termina con la ricostruzione origi-

nale del “Fregio di Beethoven” –

esposto nel 1902 a Palazzo della

Secessione a Vienna, fondata nel

1897 –, occupando un’intera sala e

“immergendo” il visitatore

nell’opera d’arte totale, massima

aspirazione degli artisti della Se-

cessione viennese e tutto il percor-

so espositivo si avvale di un alle-

stimento che integra tematiche e

opere nel contesto di arte totale

proprio della movimento: sono

esposti alcuni dei quadri più famo-

si, tra cui “Adamo ed Eva”,

“Girasole, Giuditta II. La mostra

illustra l'intero percorso artistico

del maestro, dagli esordi ancora

inscrivibili nella scia della tradi-

zione aulica, al grande periodo

della Secessione Viennese, di cui

in mostra è esposta la ricostruzio-

ne del celeberrimo Fregio di Bee-

thoven, fino a giungere ai lavori

del periodo aureo e a quelli, più

tardi, dove già si scorge l'influenza

di Matisse e dei Fauves e del suo

allievo Egon Schiele.

Lo stile di Klimt abbraccia una

gran varietà di ambiti: la pittura ad

olio e il mosaico polimaterico so-

no soltanto due esempi. Nelle sue

opere egli esprimeva l’amore per

la musica e il teatro, ma non sol-

tanto, poiché anche paesaggi e ri-

tratti figurano tra le sue opere, ca-

Pagina 16

Klimt: alle origini del mito La mostra di Palazzo Reale a Milano

Matilda Guizzardi

Bramarte

talogandolo come artista dai mol-

teplici interessi. Le linee sinuose

ed eleganti dell'Art Nouveau si

incontrano con una ricchezza ine-

sauribile di tematiche dall'allego-

ria, alla meditazione sulla vita

umana, dalla gioia di vivere

all'angoscia esistenziale, facendo

di Klimt una delle personalità più

complesse, interessanti ed affasci-

nanti della storia della pittura.

Pertanto, se apprezzate l’arte pre-

cipitatevi a Milano per immerger-

vi nel mondo dell’Art Nouveau e

di Klimt.

Pagina 17

sti con regolarità tutti gli anni, arrivando addirittu-

ra, per quanto riguarda “Amici”, alla quattordicesi-

ma edizione. In seguito a questo successo nascono

altri programmi musicali che permettono a bambini

con voci particolari di aprirsi una strada nel mondo

della musica fin dalla tenera età come ad esempio

“Io Canto” in onda su Canale 5 e condotto da

Gerry Scotti e “Ti lascio una canzone” in onda su

Rai 1 e condotto da Antonella Clerici. Dal Dicem-

bre 2011 va in onda su MTV Italia il talent show

“MTV Spit” che vede come concorrenti rapper del-

la scena underground impegnati in battaglie di fre-

estyle. Rai 2 punta invece su “The voice of Italy”,

un talent di origine olandese andato in onda da

marzo 2013. Esso consiste in una gara canora in

cui si sfidano aspiranti cantanti suddivisi in quattro

squadre guidate da quattro vocal coach.

Naturalmente per quanto riguarda questi Talent

esistono opinioni divergenti su quanto essi possano

essere “genuini”; alcuni sostengono che questi pro-

grammi siano creati per dare la possibilità a perso-

ne sconosciute di provare ad entrare nel mondo

dello spettacolo in un modo semplice e diretto, a-

spettativa che però resta prevalentemente delusa.

Quando però il successo arriva, è strabordante e

questo viene da alcuni considerato un’ ingiustizia

verso coloro che sono riusciti a ottenere la notorie-

tà con fatica. Promuovere nuovi talenti e nuove

mode consente, secondo altri, ai ragazzi di miglio-

rarsi e di raggiungere i loro sogni attraverso premi

o contratti con agenzie di spettacolo. Nei talent-

show spesso vincono persone con voci particolari,

con anni di prove alla scuola di ballo o semplice-

mente con un talento innato. Dietro a tutto questo

si nascondono sacrifici, prove, fatiche... Un sogno

racchiuso nel cassetto per lungo tempo, che grazie

ai Talent-Show, forse, si può finalmente avverare.

Saranno famosi? Talent show musicali: pro e contro

Giorgia Cacioppo, Martina Pedroli

Attualità

Da alcuni anni spopolano nelle televisioni i talent

show, in particolare quelli musicali. Tali program-

mi consentono a giovani talenti di far strada nel

mondo della musica realizzando così il sogno di

fare della loro passione, la musica, un vero e pro-

prio mestiere. In Italia esistono tanti talent show

musicali, il primo viene importato da uno show

britannico “Popstars” nel 2001, che, tradotto in una

versione italiana, viene condotto da Daniele Bossa-

ri su Italia 1; questo talent non riscosse molto suc-

cesso, infatti, ne furono promosse solo due edizio-

ni. Nello stesso anno nasce, da un format ideato da

Maria De Filippi, il programma “Saranno famosi”,

che l’anno successivo cambia nome in “Amici di

Maria De Filippi”. La trasmissione consiste in una

scuola di spettacolo a cui partecipa una classe com-

posta da 20 alunni, selezionati attraverso audizioni,

che aspirano a diventare cantanti e ballerini profes-

sionisti grazie alle lezioni impartite da maestri di

canto e danza. Dal 2008 al 2010 va in onda su Rai

2 il programma “X Factor”, talent show di origine

britannica al quale aspiranti cantanti partecipano

per aggiudicarsi un contratto discografico, con la

conduzione di Francesco Facchinetti. Nel 2011 i

diritti di produzione del programma vengono ac-

quistati da Sky, che propone il talent show sul ca-

nale satellitare Sky Uno, con la conduzione di A-

lessandro Cattelan. Questi talent riscuotono in Ita-

lia un enorme successo tanto che vengono ripropo-

Cari lettori del Grillo Bramante vi

proponiamo una disamina sulla storia

dei mondiali di calcio facendo anche

riferimento a quelli che si svolgeran-

no tra poco in Brasile e ricordando i

successi italiani nelle precedenti edi-

zioni. Il campionato mondiale di cal-

cio è il massimo torneo calcistico per

squadre nazionali. L’idea del cam-

pionato mondiale di calcio nacque

nel 1928, quando il presidente della

FIFA, Jules Rimet, decise di istituire

un torneo per squadre nazionali. La

prima edizione dei mondiali ebbe

luogo nel 1930 in Uruguay e consi-

stette in un torneo avente solo la fase

finale alla quale presero parte le 13

nazioni che accettarono l’invito della

FIFA. Prima di allora i tornei di cal-

cio per nazioni si svolgevano solo ai

giochi olimpici.

Dal 1930 i mondiali di calcio si svol-

gono regolarmente ogni 4 anni, a

parte le edizioni del 1942 e del 1946

che non vennero disputate per via

della seconda guerra mondiale e per

le conseguenze che questa ha avuto

su molte nazioni. Sin dalla seconda

edizione nel 1934, prima della fase

finale, si tengono le qualificazioni

per restringere il campo delle nazioni

che si giocheranno la coppa. Questa

fase preliminare si tiene in sei diver-

se zone scelte dalla FIFA, inizia tre

anni prima della fase finale e dura

per più di due anni. L’attuale formula

della fase finale della coppa del mon-

do, adottata nel 1998, prevede un

torneo a cui partecipano 32 squadre

suddiviso in due parti: una fase ini-

ziale a gironi seguita da una fase a

eliminazione diretta. Nella prima

fase le 32 squadre nazionali vengono

suddivise in 8 gruppi di 4 formazioni

ciascuno in base a un sorteggio che

avviene sei mesi prima dell’inizio del

torneo che tiene conto del Ranking

FIFA e delle prestazioni di ogni na-

zione nelle edizioni precedenti. Inve-

ce la fase ad eliminazione diretta

prevede match unico con la possibili-

tà, in caso di pareggio nei tempi re-

golamentari, di tempi supplementari

e di rigori. Le partite di questa fase

iniziano dagli ottavi di finale in cui la

vincitrice di ogni girone incontra la

seconda di un altro gruppo; successi-

vamente seguono i quarti, le semifi-

nali, la finale per il terzo posto ed

infine la finale.

L’attuale detentrice della coppa è la

Spagna che ha battuto l’Olanda

Pagina 18

L’epopea dei mondiali di calcio A pochi giorni dall’inizio del Mondiale brasiliano

Lorenzo Motta, Brayan Soldano

Attualità

nell’edizione del 2010. Il torneo

viene ospitato da una nazione diver-

sa ogni volta, questa nazione ospi-

tante viene attualmente scelta dal

comitato esecutivo della FIFA e

l’assegnazione diventa definitiva

solo dopo che le candidate vengono

sottoposte a votazione. Anche

l’Italia ha dato un notevole contribu-

to nell’organizzazione dei mondiali,

ospitando le edizioni del 1934 e del

1990. L’Italia è tra le nazioni che

hanno partecipato più volte alla ma-

nifestazione ed è seconda in quanto

a vittorie solo al Brasile. La nazio-

nale italiana ha vinto ben 4 edizioni

dei mondiali, le prime due vittorie

furono consecutive nel 1934, batten-

do ai tempi supplementari la Ceco-

slovacchia, e nel 1938, vincendo

contro l’Ungheria. Le altre due vit-

torie italiane avvennero una in Spa-

gna nel 1982 battendo in finale la

Germania Ovest e l’altra nel 2006

vincendo la finale a Berlino ai calci

di rigore contro la Francia.

Squadre favorite per l’edizione del

prossimo giugno Brasile, Argentina,

Spagna, Germania e perché no,

l’Italia del c.t. Cesare Prandelli.

Pagina 19

Mi capita di saperle, di averle imparate o di utilizza-

re in modo proficuo la memoria di riconoscimento.

Mi capita anche di tirarle a caso e di azzeccarle spu-

doratamente.

- Circola la voce nel nostro Liceo che il professor

Parrini se ne vada in giro con in tasca la stampa-

ta delle squadre di hockey della NHL americana.

Ha mai l'impressione che qualcuno giocando si

aiuti con mezzi antisportivi?

Sicuramente c’è chi bara. Se si tratta di sport e di

uomini è scientificamente provato che questi ultimi

usano la parte del cervello in cui dovrebbero stare le

informazioni su dove si trovano i calzini e altre mil-

le fondamentali per la vita di ogni giorno per imma-

gazzinare dati che possono tornare utili solo in situa-

zioni al limite della fantascienza. O in QuizDuello.

- Parlando in generale di questo tipo di giochi

(QuizDuello, Ruzzle, ecc.), come si spiega la loro

rapidissima diffusione e l’inevitabile declino della

loro popolarità?

Credo che, come in molte situazioni nella vita, la

novità dia una forte spinta iniziale che va diminuen-

do quando l’attività in questione non porta a svilup-

pi o non riesce a ricaricarsi con nuove suggestioni.

- Parlando da psicologa, vede dei pericoli nel de-

dicarsi a videogiochi come QuizDuello? Quando

l'assiduità nel gioco rischia di trasformarsi in di-

pendenza?

La dipendenza da gioco ha, come tutte le dipenden-

ze, un potere destrutturante sulla vita reale: il gioco

assume un’importanza preponderante nella vita della

persona che perde significato se non in sua funzione.

Da qui la distruzione dei rapporti sociali, le menzo-

gne, i comportamenti pericolosi per sé per chi si ha

vicino. Da QuizDuello alla ludopatia però il passo è

lungo: sono le caratteristiche psicologiche personali

che gettano le basi della dipendenza.

QuizDuello! Il quizgame del 2014

Chiara Paleni, Bianca Stan

Attualità

Il 5 luglio 2012, una casa svedese sviluppatrice e

distributrice di videogiochi, la FEO, ha pubblicato

un gioco che ha causato una vera e propria febbre

tra più di 15 milioni di persone: è questo il numero

di download a cui è arrivato QuizDuello il 27 genna-

io 2014, dopo essere stato tradotto in 12 lingue. Per

chi avesse vissuto sotto una roccia in questi ultimi

mesi e non lo conoscesse il gioco, come suggerisce

il nome, è una sfida fra due giocatori; dopo aver tro-

vato un avversario che accetti la nostra richiesta –

scelto fra i nostri amici o a caso fra i numerosissimi

utenti di QuizDuello ­–, dovremo affrontarlo in sei

turni da tre domande ciascuno. All’inizio di ogni

turno, i giocatori scelgono alternativamente la cate-

goria a cui apparterranno i quesiti proposti. Ogni

risposta corretta vale un punto; vince, ovviamente,

chi totalizza il punteggio più alto!

Abbiamo avuto modo di intervistare una campiones-

sa di QuizDuello ma anche psicologa nella vita, dal

nickname “Giukki”, che gentilmente ha risposto ad

alcune nostre domande, sia in qualità di esperta di

dinamiche psicologiche che di appassionata giocatri-

ce.

- Come ha cominciato a giocare a QuizDuello?

Ho iniziato a giocare quando mia sorella, stufa che

io la volessi coinvolgere nelle mie conversazioni,

cercando di distoglierla da quello che a me sembra-

va un uso compulsivo del telefono, mi ha convinto

a provare il gioco, invece di fare da fastidioso sotto-

fondo alla sua concentrazione.

- Si gioca più frequentemente contro conoscenti

o avversari casuali?

Ho quasi sempre giocato con avversari casuali che

in alcuni casi sono diventati abituali. In un caso do-

p o a v e r p e d a n t e m e n t e q u e s t i o n a t o

sull’appropriatezza della domanda di cui io avevo

azzeccato la risposta giusta e lui no. E non sto AS-

SOLUTAMENTE parlando del professor Parrini.

- Quando indovina tutte le 18 risposte, è perché si

ricorda le risposte dalle partite precedenti o è

tutta farina del suo sacco?

Le tenui lampade al neon dello Spar-

row Hospital, sull’Est Avenue di Lan-

sing, nel Michigan, illuminavano ozio-

samente i lunghi corridoi dei vari re-

parti. Dalla sala operatoria era appena

uscito un lettino di modeste dimensio-

ni, sopra il quale era sdraiata, coperta

dal tipico lenzuolo azzurrino, una bam-

bina di appena otto anni. Soffriva di

una forma particolarmente aggressiva

di neuroblastoma, una tipologia di can-

cro infantile. Si chiamava Lacey Hol-

sworth, e prima di andare sotto i ferri

chiese tramite la sua pagina ufficiale di

Twitter (sì, perchè nel frattempo era

diventata un simbolo per molti bambi-

ni costretti a combattere contro questa

malattia) che nessuno sarebbe dovuto

andare a trovarla. Non voleva alcun

visitatore. Ma tutti, allo Sparrow Ho-

spital, sapevano che, entro questa sua

limitazione, non rientrava la persona

che risponde al nome di Adreian Pa-

yne.

Adreian, Adreian… La sua storia ha

inizio nel lontano febbraio del 1991 a

Dayton, nello stato dell’Ohio. Mentre

molti dei suoi amici iniziavano ad an-

dare a scuola, Payne e i suoi fratelli

trascorrevano la maggior parte del loro

tempo vagando nel quartiere, arrampi-

candosi sugli alberi e raccogliendo

bottiglie di birra vuote per lanciarsele

l'un l'altro. Il bambino crebbe in un

mare d’insicurezze, e questo è venuto

fuori, anni dopo, proprio da un raccon-

to autobiografico: “Un pomeriggio

l'insegnante pose una domanda a tutta

la classe. Ci chiese quali fossero il

nostro piano A e piano B per il futuro.

Tutti i miei amici si erano prefissati

degli obiettivi. Avevano scelto i lavori

che avrebbero voluto fare un giorno e

le persone che sarebbero volute diven-

tare. Io... non ero un bravo studente.

Non c’era niente in cui fossi bravo.

Non sapevo dove stessi andando. Le

risposi che non avevo un piano A. E di

certo neanche un piano B.” La vita, a

volte, può essere veramente crudele. E

con lui lo è stata fin troppo durante la

sua adolescenza. Perché, all’età di 13

anni, la morte entrò nella sua vita con

la falce in mano, e gli portò via sua

madre, Gloria Lewis . Soffriva

d’improvvisi attacchi d’asma, e spirò

fra le braccia impotenti del figlio, che

non riuscì a trovare il suo inalatore.

Oggi, a quasi 10 anni da quella trage-

dia, Adreian è molto cambiato. Non è

più insicuro come una volta, e una via

per la sua vita l’ha trovata: quella che

da casa sua conduce alla palestra

dell'Università di Michigan State. Nel

suo anno da Senior, che sarebbe la

nostra 4^superiore, ha condotto la sua

squadra, quella dei Michigan State

Spartans, alle semifinali dell'NCAA, il

torneo collegiale americano di basket.

Adreian e Lacey s’incontrarono per la

prima volta più di un anno fa, quando

Payne, insieme ai suoi compagni di

squadra, era in visita al già citato Spar-

row Hospital. Mentre il resto degli

Spartani stava già lasciando la struttu-

ra, sul tardo pomeriggio, Lacey, incro-

ciando lo sguardo di quel ragazzone,

gli chiese di rimanere, dicendogli che

gli piaceva il suo sorriso. Payne, con le

lacrime agli occhi, tempo dopo, disse

che, in qualche modo, la sua piccola

principessa riusciva a vedere fin dentro

la sua anima, considerarlo per quello

che era veramente, un timidone di 2

metri e spicci. E lui, guardandola, si

vedeva riflesso come in uno specchio:

gli ricordava la fragilità della sua in-

fanzia e la disabilità di apprendimento

che gli impedì di approdare subito al

college. Una volta passato il momento

più critico della malattia, la piccola

Lacey seguì, quasi con febbrile attac-

camento, il suo paladino; e per lui,

averla a tutte le partite in tribuna con la

sua maglia e un pon-pon verde e bian-

co in mano, era come avere con sé

un’infinita fonte di energia.

Il 19 novembre scorso, però, quando

lui andò a trovarla in ospedale dopo un

ciclo di chemioterapia, per un attimo

non la riconobbe: i suoi splendidi ca-

pelli biondi erano spariti. Ma il suo

Pagina 20

La fiaba della principessa Lacey La storia che negli ultimi mesi ha commosso gli USA

Andrea Tenconi

Attualità

sorriso no. Quello non glielo avrebbe

tolto nessuno. Non aveva aperto gli

occhi per giorni ed era in un continuo

stato di dormiveglia, ma quando il

padre le sussurrò a un orecchio:

“Lacey, Adreian is here. Is here to see

you” Lei, piano piano, rotolò su di un

fianco, sorrise al suo cavaliere, e gli

disse “Superman, are you?” Ed il

tempo si era fermato; tutto, anche se

solo per quei pochi minuti, sembrava

normale.

Anche l’emittente ESPN ha incontrato

Adreian e Lacey la scorsa estate,

quando hanno partecipato insieme ad

un gala di beneficenza a Sarasota, in

Florida. "Li ho portati sul palco, e

non c'era un solo occhio asciutto nel-

la stanza", ha poi detto Vitale, il pro-

motore di quella serata. "Il loro rap-

porto è una cosa genuina. Nessuno ha

illuminato quelle persone più di La-

cey e di Payne.”

Ma questa non è una favola. E, pur-

troppo, non ha nessun lieto fine. A

Marzo la piccola Lacey ha avuto una

ricaduta, più forte delle altre. E in uno

strano quanto beffardo gioco del de-

stino, appena una settimana dopo

l’uscita di scena degli Spartans dal

torneo NCAA per mano di Connecti-

cut, Lacey non è più riuscita a soppor-

tare il male che la affliggeva. Ed ha

compiuto il suo ultimo viaggio.

“Adreian è una persona meravigliosa.

Prima della laurea gli abbiamo detto

che anche nel caso dovessimo perdere

un figlio, saremo felici. Perché ne

abbiamo già trovato un altro.” Il

commovente commento del padre di

Lacey la sera della laurea di Adreian.

Pagina 21

cendo la reciproca sfiducia che dominava dopo i due

conflitti mondiali. Storicamente Francia e Germania

erano sempre state rivali, e avevano sempre avuto scon-

tri per quanto riguarda le zone minerarie ricche di car-

bone che stavano sul confine. Si creò così la CECA

(Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), suc-

cessivamente, nel 1957 a Roma, nasceva il Mercato

Comune Europeo.

Oggi cosa rimane di quel grande ideale iniziale? Secon-

do alcuni poco, per altri niente. Diceva Lech Wale-

sa:”La nuova Europa deve riscoprire antiche saggezze

se vuole essere un’istituzione forte e rispettata tutti.

Altrimenti sarà solo un grande mercato, uno spazio di

libertà senza contenuti se non quelli economici. Sappia-

telo cari amici: chi ha lottato per l’Europa unita non

può accontentarsi di questo.” Da quello che ho visto mi

è sembrato di capire che l’Europa di oggi non è quella

che chi l’ha fondata aveva in mente. Ciò che serve è

riscoprire il valore iniziale, riscoprire ciò che ci unisce

per trovare un senso alla nostra unione e agire di conse-

guenza. non può esistere un unione in cui la maggioran-

za non è soddisfatta (e non parlo solo dei partiti antieu-

ropa, parlo di tutti quelli che pensano che ci sia qualco-

sa di sbagliato, di forzoso in questa Europa). Riscopria-

mo le nostre radici, capiamo cosa ci unisce e mettiamo-

lo sopra tutto il resto. Ciò che ci unisce è più forte di

ciò che ci divide.

Pensieri sull’Europa di oggi e di ieri Una riflessione in occasione delle Elezioni europee del 25 maggio

Luigi Casella

Opinioni

Siamo in piena campagna elettorale per le elezioni eu-

ropee e tutti possono vedere come in questo periodo in

Europa siano nati partiti e movimenti che si dicono anti

-europeisti, anti-euro, anti-Troika, sia a destra che a

sinistra. Con motivazioni molto simili chiedono o un

uscita del paese di appartenenza dall’UE, o un ritorno

alla moneta nazionale o comunque un radicale cambia-

mento della Comunità Europea. D’altra parte l’attuale

gravissima crisi in Ucraina si è accesa con i fuochi della

rivolta di Piazza Maidan che chiedeva la cacciata del

Presidente Yanukovyc e l’ingresso nell’Unione Europe-

a. Il rapporto tra il proprio stato nazionale e l’Europa si

impone sempre più come il tema politico centrale della

nostra epoca. Ma quali sono le radici storiche

dell’Unione Europea?

I Padri Fondatori della comunità europea, Adenauer, De

Gasperi e Schuman avevano molte cose in comune: una

educazione cattolica; tutti e tre cominciarono l’attività

politica prima della seconda guerra mondiale e dovette-

ro in qualche modo interromperla a causa del conflitto;

nacquero in zone di confine e ebbero modo di conosce-

re in vari modi europei di varie nazionalità già da gio-

vani. La seconda guerra mondiale evidenziò ancora una

volta i problemi del sistema europeo che difficilmente

riusciva a rimanere in pace per più di cinquant’anni. I

padri fondatori cercarono di affermare un concetto che

continueranno a ripetere per tutta la loro vita: ”Ciò che

ci unisce è più forte di ciò che ci divide”. L’Europa non

era semplicemente un continente nel quale si trovavano

per caso popoli diversi. In Europa era nato il concetto

stesso di democrazia. Studiando

le guerre tra polis greche e im-

pero persiano è evidente come

l’uomo sia inteso diversamente

da Greci e da Persiani. In Grecia

era l’uomo ad essere centrale,

libero (con i limiti di quel tem-

po) e organizzato in associazioni

di uomini che decidevano per la

collettività. È la persona singola

che è centrale, la società è un

insieme di individui che esaltano

le loro differenze per tendere al

bene comune (Repubblica di

Platone). Coscienti di questa

identità comune di tutti gli euro-

pei i padri fondatori iniziarono

il cammino di unificazione ridu-

Dopo la fama raggiunta da Hunger

Games siamo tornate a proporvi

un’altra trilogia molto amata dai

teenager : “Divergent”. Questa saga

viene spesso messa a confronto con

quella della Collins per alcuni tratti

simili. Entrambe sono ambientate

nel futuro e presentano una suddi-

visione gerarchica della società go-

vernata dagli Abneganti nel primo

caso e da Capitol City nel secondo.

Questa spartizione della popolazio-

ne, sia in un caso che nell’altro,

ostacola le vite dei protagonisti,

costretti a crescere troppo rapida-

mente.

Divergent è una distopia scritta da

Veronica Roth nel 2011 e pubblica-

ta in Italia il 22 marzo 2012.

La trilogia è composta da

“Divergent”, “Insurgent” e

“Allegiant”, tre romanzi che narra-

no le vicende di una ragazza di no-

me Beatrice che, come tutti i suoi

coetanei, deve compiere una scelta

su cui si baserà il suo futuro. Ma

partiamo dalle origini. In funzione

delle attitudini che ciascun cittadi-

no possiede la popolazione è suddi-

visa in cinque fazioni:

- gli Eruditi, i più intelligenti e stu-

diosi della città;

- i Pacifici, persone avverse

all’aggressività e alla malvagità;

- i Candidi, gli onesti: sono obbli-

gati a dire sempre ciò che pensano

e sono contrari all’ipocrisia;

- gli Abneganti, persone altruiste e

caritatevoli nei confronti di chiun-

que, rifiutano la vanità.

- gli Intrepidi, i coraggiosi: sono

forti sia fisicamente che caratterial-

mente e rifiutano la codardia.

Coloro che non riescono a superare

il rito di iniziazione, invece, entra-

no a far parte degli Esclusi, gli e-

marginati della società, costretti a

vivere di elemosina.

Ogni anno tutti i sedicenni della

città svolgono un test attitudinale

che rivelerà ciò per cui sono mag-

giormente predisposti. Esistono

tuttavia casi molto rari: quelli dei

divergenti. I divergenti sono perso-

ne che non presentano una sola in-

clinazione naturale e per questo

sono più potenti mentalmente degli

altri. In seguito, però, la scelta della

futura fazione di appartenenza vie-

ne lasciata libera al ragazzo stesso.

Anche Beatrice si troverà davanti a

questo bivio: dovrà scegliere tra la

famiglia e il desiderio irrefrenabile

di far emergere il suo vero io. Que-

sta decisione, presa in pochi secon-

di, cambierà la sua vita per sempre.

La trilogia ha subito spopolato tra i

ragazzi di età compresa tra i 13 e i

18 anni tanto da ottenere il titolo di

Best Seller, registrando più di un

milione di copie vendute.

Pagina 22

“La fazione prima del sangue” Avventura e romanticismo nel fantastico mondo di “Divergent”

Camilla Alberti, Sonia Garavaglia

Grillobox

Da poco ha esordito sul grande

schermo anche un film ispirato al

primo dei tre libri. Come sempre,

consigliamo di accompagnare la

visione della pellicola alla lettura

dei romanzi in quanto la trasposi-

zione cinematografica, per quanto

avvincente, non trasmette le emo-

zioni provate dai protagonisti con

la stessa intensità. Inoltre, come

spesso accade, il film non rispec-

chia a pieno ciò che accade nel

libro. Infatti, la scelta del regista è

stata quella di tagliare o addirittura

cambiare alcune scene, con lo sco-

po di rendere il tutto più avvincen-

te. L’unico difetto, se così può es-

sere definito, è la velocità con cui

si sviluppa la storia nella pellicola.

La parte sentimentale è spesso tra-

lasciata, per dare più spazio

all’azione. Contrariamente, i libri

descrivono con precisione questi

passaggi, che personalmente pre-

diligiamo, perché esprimono un

amore perfetto a cui chiunque a-

spira.

Per cui se amate l’avventura, ma

siete anche attratti dal romantici-

smo, entrare nel mondo di

“Divergent” è ciò che fa per voi. E

se in questo viaggio all’interno

della trilogia riuscirete a trovare la

vostra fazione di appartenenza, vi

troverete circondati da alleati e

persone come voi, ma attenzione:

chiunque sarebbe in grado di in-

gannarvi. Come direbbe il perfetto

cittadino: “la fazione prima del

sangue”.

Pagina 23

tigre del Bengala, Richard Parker, che si disfa

dell’invadente carnivoro. “Si, Richard Parker era una

tigre, un cacciatore la trovò che beveva in un ruscello

appena cucciola, e la chiamò Thirsty, assetata, quan-

do divenne troppo grande la vendette al nostro zoo,

per un errore di trascrizione il cacciatore venne regi-

strato come Thirsty e la tigre fu chiamata Richard

Parker, ridemmo della cosa, ma il nome restò quel-

lo.”

Quando la morte ormai è vicina, Pi si ritrova su un

isola, ricca di cibo e abitata da migliaia di suricati,

una situazione irrazionale che potrebbe benissimo

essersi sviluppata soltanto nella testa del protagoni-

sta, ma è comunque sufficiente a non farlo demorde-

re, il regista ci lascia nel dubbio, come quando Pi

raggiunge la terraferma in Messico, dopo che Ri-

chard Parker, tornato nel mondo, lasciatosi alle spalle

l’assoluto, riscopre la sua animalità abbandonando il

suo compagno di viaggio senza guardarlo neanche, e

lui, distrutto, raccontando la storia del naufragio, par-

la di uomini, non di animali, in cui lui è la tigre, sua

madre la scimpanzé e altri due uomini la zebra e la

iena, suscitando grandi interrogativi sull’intera narra-

zione. L’interpretazione di questo film è quindi pura-

mente soggettiva e rispecchia completamente chi sia-

mo, guardatelo, perché ovviamente non vi ho raccon-

tato tutto, pensate, giudicate, parlatene e ne resterete

sorpresi.

Vita di Pi Un film per pensare all’uomo, ma anche alla vera religiosità

Andrea Lo Sardo

Grillobox

“Pondicherry è la riviera francese dell’India, nelle

strade a ridosso dell’oceano ti sembra di trovarti nel

sud della Francia, i francesi ci restituirono Pondi-

cherry nel 1954 e la città decise che questo richiede-

va una commemorazione. A mio padre, che era un

grande uomo d’affari, venne in mente un’idea: gesti-

va un albergo e decise di aprire uno zoo nel giardino

botanico della città, e guarda caso mia madre lavora-

va come botanica nel giardino, si conobbero, si spo-

sarono e dopo un anno arrivò mio fratello Ravi, io

arrivai due anni dopo.” Vita di Pi, con la regia da

premio Oscar 2013 Ang Lee, un film di straordinaria

potenza d’immagini, capace di provocare profondi

interrogativi sulla realtà ma anche su qualcosa di più.

Il protagonista, Piscine Molitor Patel, ragazzino in-

diano dal nome ispirato ad una piscina francese, che

poi cambierà in Pi Patel, fin da piccolo non si accon-

tenta della morale comune o di qualcuno che indichi

cosa sia giusto e cosa sbagliato, in lui convergono la

curiosità intellettuale e il razionalismo empirista di

chi non ha paura di interrogarsi sul mondo. La scelta

registica del nomignolo Pi, infatti, richiama il famoso

Pi greco, esempio di elegante trascendenza nella ra-

zionalità matematica. “Nessuno conosce Dio finchè

non ce lo presentano, io fui presentato a Dio come

Indù, gli Dei furono i supereroi della mia infanzia,

Hanuman, il dio scimmia, che spostò una montagna

per salvare il suo amico, Ganesh, con la testa di ele-

fante, disposto a tutto per salvare sua madre, Visnù,

la divinità suprema che dorme cullata nell’immenso

oceano cosmico” Questo breve passaggio mette in

evidenza il conflitto sempre acceso tra ateismo e reli-

giosità, che costituisce il punto cardine del film, svi-

luppato secondo continui flashback del protagonista,

mentre racconta la sua storia ad uno scrittore. Parlan-

do della trama, quando Pi ha quasi raggiunto la mag-

giore età, la sua famiglia per problemi economici de-

cide di vendere gli animali dello zoo spedendoli via

mare e di trasferirsi dall’India in America, viaggian-

do con loro sulla nave merci attraverso il Pacifico.

Durante la notte una violenta tempesta fa affondare la

nave, solamente Pi riesce a salvarsi su una scialuppa

insieme ad una zebra con una gamba rotta, una scim-

panzè ed una iena. Da questo punto in poi la vicenda

si sviluppa nel silenzio, nella paura, su una piccola

barca, con un telo impermeabile che la ricopre per

metà, dal quale, dopo che la iena, per sua natura, uc-

cide la zebra e lo scimpanzè, balza fuori una possente

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Vignette

Break! Nina Capraro, Blerina Suka, Elmir Popa

STURMBRAMANTEN

METAMORFOSI

Pagina 25

Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, ancora in atti-

vità, entrambi a 67 gol. Questa coppa è il torneo

per club più apprezzato al mondo, e il suo corri-

spettivo in Sud America, la Copa de Libertadores,

non gode dello stesso prestigio.

Nonostante l’importanza di questo torneo, non

possono esser dimenticati gli avvenimenti extra

sportivi che hanno costellato alcuni match: infatti

il 29 Maggio prossimo ricorrerà il 29° anniversa-

rio della strage dell’Heysel, a Bruxelles, in occa-

sione della finalissima tra Juventus e Liverpool

del 1985 quando gli “ hooligans”, tifosi del Liver-

pool scavalcando la recinzione che divideva i set-

tori X e Z della curva, provocarono la morte di 39

persone, 32 delle quali italiane, e oltre 600 feriti.

Ricordiamo infine le squadre europee che nella

loro storia hanno messo in bacheca la coppa con

le grandi orecchie: il Real Madrid nove volte, 5

delle quali consecutive dal 1955-56 al 1959-60, il

Milan con 7 trofei vinti, il Bayern Monaco e il Li-

verpool con 5, il Barcellona e l’Ajax con 4, l’Inter

e il Manchester United con 3, la Juventus , il Ben-

fica , il Porto e il Nottingham Forest con 2 ed infi-

ne Amburgo, Borussia Dortmund, Celtic, Chelsea,

Marsiglia, PSV, Steaua Bucarest, Aston Villa, Fe-

yenoord e Stella Rossa di Belgrado con 1 vittoria.

Il momento di gloria assoluta per l’Italia è avve-

nuto quando, nella stagione 2002-03, per la prima

ed unica volta fino adesso, due squadre italiane si

sono qualificate in finale, ed erano Milan e Juven-

tus. La partita si disputò allo stadio Old Trafford

di Manchester, poi vinta dal Milan ai calci di rigo-

re, dopo estenuanti tempi regolamentari e supple-

mentari, durante i quali le due squadre si erano

equivalse.

Il mito della coppa dalle grandi orecchie I quasi sessant’anni della Coppa dei Campioni – Champions League

Dario Licciardello

Rubriche

Al momento della pubblicazione di questo articolo

si sarà giocata da poco a Lisbona la finale della

cinquantanovesima edizione della Coppa dei

Campioni-Champions League tra Real Madrid e

Atletico Madrid, prima volta nella storia di una

finale tra due squadre della stessa città.

La Uefa Champions League nasce nel 1955 con

l’appellativo di “Coppa dei Campioni”. Essa è un

torneo internazionale al quale partecipano le più

forti squadre d’Europa. Nata come trofeo dedicato

ai club vincitori dei rispettivi campionati naziona-

li, venne poi allargata durante gli anni ’90 alle

squadre piazzatesi ai primi 2/3/4 posti (in base al

Ranking Uefa dei vari paesi di appartenenza) in

classifica dei propri tornei. Sino all’inizio degli

anni ’80 vi partecipavano 32 squadre, scontrando-

si in un doppio confronto ad eliminazione diretta.

In caso di parità alla fine delle due partite valeva il

principio del maggior numero di gol segnati in

trasferta. Durante gli anni ’90 furono introdotti

cambiamenti che modificarono la tecnica di sele-

zione delle compagini partecipanti. Nel 2003-04

le migliori 16 squadre prendevano parte diretta-

mente alla fase a gironi, seguita poi da quella a

eliminazione diretta, mentre altre 32 si scontrava-

no tra di loro: le 16 vincenti partecipavano alla

Champions League, invece le 16 perdenti alla

Coppa Uefa, poi ridenominata Europa League.

Dal 2009 le squadre ammesse direttamente alla

fase a gironi passano da 16 a 22. I restanti 10 posti

sono contesi in un torneo preliminare dalle squa-

dre peggio classificate delle federazioni maggiori

e dalle squadre meglio posizionate delle federa-

zioni minori.

Dal 1955 ad oggi, decine di campioni hanno cal-

cato i rettangoli di gioco più celebri d’Europa, da

Alfredo Di Stefano, stella del Real Madrid negli

anni Cinquanta, a Eusebio la perla nera del Benfi-

ca a Bobby Charlton, capitano del Manchester U-

nited, da Gerd Muller del Bayern a Marco Van

Basten del Milan. I giocatori che più hanno lascia-

to il segno a suon di gol snella storia della coppa

sono: Raùl (71), Ruud Van Nistelrooy (60), An-

drij Shevchenko (59), Thierry Henry (51) e Filip-

po Inzaghi (50), non tenendo in considerazione

Tornano i Coldplay con il loro

sesto disco: Ghost stories. La

band ha promesso ai fan un ri-

torno alle origini unito a nuove

sperimentazioni (ma chi non lo

promette?). In questo album le

vicende personali di Chris Mar-

tin, il cantante e frontman della

band affiorano; in particolare la

recente separazione dalla mo-

glie. L'album è stato preannun-

ciato da tre singoli: Magic, Mid-

night e A Sky Full Of Stars,

tutti e tre di alto livello e molto

diversi tra loro. Il disco è indub-

biamente di livello e i singoli lo

preannunciavano. Direi che il

disco è come formato da tre ani-

me distinte, che si incarnano

perfettamente nei tre singoli.

La prima, quella di Magic, è

quella più triste, quella più col-

pita dalla separazione. Penso

che queste canzoni rispecchino

lo stato d’animo del frontman

nei primi giorni di solitudine. È

evidente come al cantante man-

chi qualcosa, è triste perché ciò

che prima lo rendeva felice ora

se n’è andato. Queste sono in-

somma le note più Blues

dell’album (Always in my head

e Ink sono le altre due canzoni

di questo blocco. Entrambe ve-

dono da due punti di vista la

mancanza della ex – compagna

e come sia difficile vivere con

convivendo con i molteplici ri-

cordi di questa che con vari

mezzi riaffiorano). La seconda

anima è quella di Midnight.

Molto più musicalmente sofisti-

cata ed elettronica di tutto il

resto dell’album. Mi azzardo

nel dire che probabilmente

l’altezza musicale è voluta per

sostenere un altrettanto alta

tematica trattata nei testi. In

Midnight è ripetuto

piu volte il verso

“Leave a light, a

light on”, che tra-

smette tutta la spe-

ranza del non più

amato. Di chi non

più corrisposto (o

anche semplice-

mente non corrispo-

sto) spera con tutto

se stesso che l’altro

lasci un segno, an-

che piccolo che pos-

sa dare speranza

nel momento buio

(appunto Midnight)

in cui sembra che il

rapporto sia destinato a non

ripartire (o a non partire affat-

to). Assieme al singolo True Lo-

ve e Another’s Arms fanno par-

te del blocco “speranzoso”.

L’una parla di come piuttosto di

vedersi rifiutati alcuni amanti

preferirebbero che l’altro men-

tisse (personalmente questo

testo forse non andava scritto, o

per lo meno non in questo mo-

do). L’altra dice invece di chi

tenta di ritrovare il l’amore per-

so in qualcun’altra ma

l’immagine di lei si fa sempre

più insistentemente presente

nella sua testa. L’ultima anima

è quella di A Sky Full Of Stars.

Forse la più Pop, quella più

spensierata che mi ricorda un

po’ più delle altre i lavori prece-

denti del gruppo. È quella

dell ’elogio alla bellezza

dell’amata e alla bellezza del

rapporto che si spera ricominci.

A Sky Full Of Stars è il singolo

più “accessibile” musicalmente,

anche se i fan hanno preferito

Magic. La canzone non ha un

testo particolarmente difficile:

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Recensione: Coldplay—Ghost Stories Il nuovo album, fresco fresco di separazione

Luigi Casella

Rubriche

si paragona l’amata a un cielo

pieno di stelle. Le altre due

(Oceans e O) parlano l’una del-

la voglia di ricominciare e

dell’amarezza per non aver fat-

to molto per salvare il rappor-

to, l’altra di come invece lei

concepiva il rapporto: come

uno stormo di uccelli

(copertina del disco? La colom-

ba di Magic?), che vola di qua e

di la, a volte vola altre no (lui

spera che continuino a volare).

Nel complesso il livello è alto,

il disco è fatto col cuore, e non

c’è una canzone che sia uguale

a un'altra. Personalmente il

disco mi è piaciuto molto, so-

prattutto la parte sperimenta-

trice. Forse l’unica pecca è che

i testi girano tutti attorno allo

s tesso argomento , ma

d’altronde chi non lo avrebbe

fatto?

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I tuoi poeti preferiti

Tra i non ‘scolastici’: Alda Merini e

Carlo Michelstaedter.

I tuoi pittori e musicisti preferiti

Caravaggio, Magritte; Bach, Mo-

zart.

I tuoi eroi nella vita reale

Tutti coloro che, con onestà e digni-

tà, compiono ogni giorno il pro-

prio dovere.

Le tue eroine nella vita reale

Tutte le acrobate che, con onestà e

dignità, compiono ogni giorno il

proprio dovere.

I tuoi eroi nella finzione

Spider Man ( o meglio : la parte

vulnerabile dell’Uomo Ragno).

Le tue eroine nella finzione

Clarice Starling (Jodie Foster) nel

‘Silenzio degli innocenti’.

Il tuo cibo e la tua bevanda preferita

Pizza e birra.

I nomi che preferisci

Alice, Susanna e tutti quelli che ini-

ziano con il suono CL.

Se non fossi tu chi vorresti essere

Federico II di Svevia.

Come vorresti morire

Con la stessa serenità con cui sono

vissuto.

Il tuo motto preferito

‘Festina lente’.

Il Questionario di Proust

Cristina Pelizzari

Rubriche

Bentornato “Questionario di Proust”! Do-

po l’assenza nell’ultimo numero torna

l’amatissimo questionario per conoscere

meglio i nostri prof! Questa volta il pro-

fessore che ha gentilmente risposto alle

domande del questionario è il professor

Chiodini. Buona lettura!

Quello che apprezzi di più di un essere

umano

La visione alta delle cose.

Le qualità che preferisci in un uomo

Intelligenza ed equilibrio.

Le qualità che preferisci in una donna

Grazia naturale e discrezione.

La tua occupazione preferita

Cultura, politica, stare in mezzo alla

natura, ma soprattutto…fare il

papà.

Il tratto principale del tuo carattere

In positivo: la tenacia. In negativo :

una certa permalosità.

La tua idea di felicità

La serenità.

La tua idea di infelicità

Disequilibrio e disarmonia.

Il colore che ami

Blu.

Il fiore che ami

I fiori di campo.

Dove vorresti vivere

A Berlino.

I tuoi scrittori preferiti

Tra i non ‘scolastici’: Marguerite

Yourcenar, Peter Handke, Milan

Kundera, Claudio Magris.

Foglie cadute, seccano al suolo

finisce una vita, dove ne inizia un’altra

Diversi colori, dal verde al marrone

per diverse emozioni, dall’odio all’amore

Raggi di sole e riflessi di luna

si alternano per il percorso

E se mai il sole e la luna si baceranno

ci sarà un’eclisse d’amor

Vite piene, vite

all’opposto di vite perdute

Un albero

e l’abbraccio di un gigante

un albero

e una notte insonne

Un destino

e un po' troppo amaro

ha fermato il tuo percorso.

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Pensieri in libertà

Marco Alberto Cozzi

Sezione

Pagina 29

Rubriche

Lacrime di rugiada intristiscono le fronde

le nutrono ogni giorno con la loro freschezza

Parole di conforto arrivano dal vento

così leggere che quasi non le sento

Difficolta con le tempeste

tranquillità con il bel tempo

Pesantezza con la grandine

noia con la pioggia

ma gioia quando il cielo si riapre

L’inutilità dell’autunno

la tristezza dell’inverno

la serenità della

e l’esplosione della stagione estiva.

La pizza nasce come uno

“strumento” del fornaio: una pasta

usata per verificare la

temperatura del forno. Era considerata

il piatto dei poveri, venduta in strada e

non fu considerata una ricetta di cuci-

na per lungo tempo.

Secondo la tradizione nel giugno

1889, per onorare la Regina d'Ita-

lia Margherita di Savoia, il cuoco

Raffaele Esposito creò la "Pizza

Margherita", una pizza condita

con pomodori, mozzarella e basi-

lico, per rappresentare i colori

della bandiera italiana.

Ingredienti pasta: 250 g di farina,

1 cucchiaino di zucchero, 300mL

di acqua, 10 g di sale, lievito di

birra (disidratato 3,5 g o fresco 10

g), 20 mL di olio extravergine d'o-

liva.

Ingredienti per condire: 50 g di

passata di pomodori, basilico, 400

g mozzarella, olio, sale, origano.

Per realizzare la pizza Margheri-

ta, iniziare dall’impasto di base:

versare l’acqua in una ciotola,

aggiungere il sale e mescolare

con un cucchiaio per scioglierlo,

versare successivamente l’olio. In

un’altra ciotola capiente setaccia-

re la farina, unire il lievito di bir-

ra e lo zucchero, infine unire il

tutto.

Iniziare ad impastare con le mani

fino a raggiungere un impasto

liscio e morbido con il quale for-

mare una palla che si andrà ad

adagiare in una capiente ciotola.

Coprire la ciotola con la pellicola

trasparente e riporla in un luogo

tiepido e lontano da correnti

d’aria ed attendere che l‘impasto

abbia raddoppiato il proprio volu-

me. Intanto oliare due teglie di

34 cm di diametro, riprendere

l’impasto lievitato, estrarre metà

pasta e il resto ricoprirlo con pel-

licola. Stenderla fino a formare

un cerchio del diametro di circa

34 cm da adagiare nella teglia. In

una ciotolina versare la passata

di pomodoro e condirla con l’olio

di oliva e il sale, con un cucchiaio

distribuire la passata sulle pizze,

infornare ciascuna pizza in forno

preriscaldato statico a 250° per

circa 6-7 minuti (o in forno venti-

lato a 220° per 5 minuti). Intanto

tagliare a dadini la mozzarella,

sfornare la teglia, farcirla con i

dadini e infornarla nuovamente

per altri 6-7 minuti. Infine sfor-

nare la pizza Margherita e servir-

la subito in tavola con qualche

foglia di basilico fresco.

Il pollo alla Marengo è un secon-

do piatto della cucina tipica Pie-

montese. Questo piatto ha alle

spalle una origine storica ed una

leggenda legata al condottiero

Napoleone Bonaparte. Marengo è

il nome della località a sud di To-

rino nella quale Napoleone scon-

fisse il 14 Giugno 1800 gli Au-

striaci, nella famosa omonima

battaglia. La leggenda narra che,

una volta conclusa la battaglia, il

condottiero chiese al suo chef per-

sonale di preparargli la cena. A

corto di provviste a causa della

lunga durata della battaglia il

cuoco recuperò pochi ingredienti:

uova, pomodori, gamberi di fiu-

me, 1 gallina starnazzante, aglio,

olio e pane. Pare che, una volta

gustato, questo piatto piacque

così tanto al valoroso condottiero

che ordinò allo chef di preparar-

glielo alla fine di ogni battaglia.

Ingredienti: 1 pollo, 4 funghi por-

cini, pane, uno spicchio d'aglio, ½

litro di vino bianco, 1 limone, 4

uova, 50 g di olio extravergine

d'oliva, sale, pepe macinato, 500

g di pomodori pelati, 4 gamberi o

scampi.

Per preparare il pollo alla Maren-

go, iniziare fiammeggiando il

pollo per eliminare le eventuali

penne, poi inciderlo per la lun-

ghezza e aprirlo. Tagliare le ali e

dividere il pollo in pezzi facendo

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Ricette storiche La Pizza margherita e il Pollo alla Marengo

Silvia Saffioti, Marta Redondi

Rubriche

attenzione a non frammentare le

ossa. Passare i pezzi di pollo nel-

la farina, successivamente sbuc-

ciare lo spicchio d'aglio e tritate

finemente un ciuffo di prezzemo-

lo. Pulire i funghi e affettarli

finemente. Poi passare i pomo-

dori pelati e raccogliere la polpa

in una ciotolina. In una padella

scaldare un filo d'olio con lo spic-

chio d'aglio sbucciato; quindi ag-

giungere i pezzi di pollo e fateli

rosolare. Salare e aggiungere il

pepe a piacere e quando il pollo

sarà ben rosolato, versare 100

ml di vino bianco. Fare evapora-

re prima di versare la passata di

pomodori pelati. Fare cuocere

per circa 20 minuti con il coper-

chio. Dopodiché unire i funghi al

pollo e lasciare cuocere per altri

20 minuti. Intanto pulire gli

scampi sotto acqua corrente e

incidere il carapace. In una cas-

seruola versare il restante vino

bianco, salarlo e non appena ini-

zierà a bollire versare gli scampi

facendoli cuocere per almeno 5

minuti. Scolare gli scampi e u-

nirli al pollo in padella, poi ag-

giungere anche il succo di limo-

ne, mescolare e pochi minuti pri-

ma di spegnere il fuoco, aggiun-

gere il prezzemolo tritato. In una

padella versare 3 cucchiai d’olio,

fare tostare le fette di pane men-

tre in un'altra padella friggere

per pochi minuti le uova con al-

tri due cucchiai d’olio salandoli

leggermente. Trasferire poi il

pollo alla Marengo su un piatto e

affiancare i crostoni di pane su

cui adagiare le uova.

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Top Ten Sgli strafalcioni dei Prof

Rubriche

Il buco nero, a parte il cervello di alcune persone, è…

Ma voi, non li vedete i fantasmi? Io li vedo, girano tutti intorno

a noi….

Vogliamo, per favore, avere delle crisi di identità tutti quanti?

Ѐ chiaro?...Non si sa cosa, ma è chiaro?

Posso capire perché un lombrico è lungo due centimetri, ma

non perché non portate il libro!

Vedete questa cartina? Non c’entra nulla

Prof, va bene se la brutta copia è brutta e la bella copia è bella?

Sul letto funebre giace, probabilmente morta, una donna morta

Ma ai cavalli non viene messo il paraocchi per guardare dietro?

La molalità non è la moralità in cinese!