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VENETO E a Oderzo la candidata leghista sfiora il 70%

Svolta a Chioggia: sindaco grillinoAbano, Este e Adria al centrodestra

� DONNE GRILLINEVirginia Raggi del Movi-mento 5 Stelle stravince aRoma e diventa la primadonna sindaco della Capita-le. M5S primo anche aTorino con Chiara Appendi-no che sconfigge Fassino.

� RISULTATIDopo un testa a testa finoall’ultimo, a Milano si impo-ne il candidato di centrosi-nistra Giuseppe Sala, men-tre a Napoli si conferma DeMagistris.

I BALLOTTAGGI

È del Movimento 5 Stelleanche il nuovo sindaco diChioggia Alessandro Ferro,che ha recuperato lo svantag-gio del primo turno e si èimposto nel ballottaggio. AOderzo vittoria della candida-ta leghista Maria Scardellato,mentre ad Adria si impone ilsindaco uscente Massimo Bar-bujani del centrodestra. E ilcentrodestra si impone anchea Este con Roberta Gallana ead Abano con Luca Claudio.

LA STORIA

Scacco alla crisi"inventando"i maxipannelli

Pollesel a pagina 13

MILANO

SINDACO ELETTO

PORDENONE

SINDACO ELETTO

UN SEGNALE PER RENZIE PER TUTTA

LA CLASSE POLITICADI ALESSANDRO CAMPI

TERRORISMO

Nuovo allarmea Bruxellesstazione evacuata

A pagina 8

TORINO

SINDACO ELETTO

VENETO La novità: per i più bravi prova-diploma già in quarta

Maturità, la carica dei 38milaTre "genietti" anticipano l’esame

ROMA

SINDACO ELETTO

POLITICA Affluenza in calo ma a Nordest oltre la media nazionale. A Napoli la conferma di De Magistris

Roma e Torino, vittoria M5SLa Raggi doppia Giachetti, Fassino battuto dalla Appendino. A Milano vince di misura Sala

Bertoloni Meli e Gentili a pagina 6

Da pagina 2 a pagina 6

Da mercoledì esami di maturitàper 38.166 studenti, circa 1.500in più rispetto allo scorso anno.Tra i candidati ci sono anche treragazzi che hanno chiesto ilpercorso abbreviato, tre geniettidi Padova, Vicenza e Treviso chehanno potuto accedere all’esamedi Stato con un anno di anticipo.

TRIESTE

SINDACO ELETTO

PASSIONIE SOLITUDINI

L’IDENTITÀ SESSUALEIL CAMMINO

PER DIVENTARE UOMO

Stefano PARISI

48,29 %Fi, Lega, Fratelli d’Italia, Pensionati

Piero FASSINO

45,42 %Pd, Moderati, liste civiche

Daniela GIUST

41,19 %Partito democratico, liste civiche

Roberto COSOLINI

47,37 %Pd, Verdi, Sinistra, civiche

Renzi ammette: è andata maleNel Pd scatta la resa dei conti

Cremaa pagina 10

Roberto GIACHETTI

32,70 %Pd, Idv, Radicali, Verdi, Psi

Giuseppe SALA

51,71 %Pd, Idv, Sinistra per Milano, Lista Civica

Chiara APPENDINO

54,58 %Movimento 5 Stelle

Segue a pagina 14

Januale a pagina 12

Virginia RAGGI

67,30 %Movimento 5 Stelle

EX POPOLARI

Veneto Banca,Zago isolato. Tosi:posizioni personali

A pagina 5

Le tendenze sul votonelle grandi città so-

no quelli di una drasticabattuta d’arresto per Mat-teo Renzi e di una vittoriapolitica assai clamorosadel M5S. Quanto al centro-destra, la sua ripartenzadalla piazza di Milano do-po una lunga crisi è legataall’esito di un ballottaggioche si annuncia sul filo dilana. Ma c’è un dato piùgenerale che, anche guar-dando al grande successoa Napoli di De Magistris,sembra scaturire da que-sto voto: la diffusione nelprofondo del corpo socia-le di un umore collettivo,segnato dalla ricerca delnuovo ad ogni costo e dauna volontà punitiva neiconfronti di chiunque ri-copra posizioni di potere,che nessuna forza politicatradizionale è più in gra-do di controllare. MatteoRenzi parrebbe il princi-pale sconfitto di questatornata, ma bisogna inten-dersi.

A pagina 15

Alessandro CIRIANI

58,81 %Lega Nord, Fdl, Forza Italia, civiche

Roberto DIPIAZZA

52,63 %Lega Nord, Fdl, Forza Italia, civiche

DI ALESSANDRA GRAZIOTTIN

«Il presidente Zagoha parlato a titolo per-sonale». Loris Tosiprende le distanze dalpresidente dei grandisoci a pochi giorni dal-la fine dell’offerta perl’aumento di capitale.

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OLIMPIADI ROMA 2024 «C’è grande assonanza tra noi e la Raggi, sarà un evento low cost»

Il Comitato promotore ricuce con i grillini

IL BALLOTTAGGIOVoto senza appello

per il partito di Renzi:una sconfitta storica

Giachetti e il Pd crollano, ilMovimento 5 Stelle dilaga ancheoltre le previsioni, superandolargamente il traguardo del 67per cento. Virginia Raggi è ilnuovo sindaco di Roma, mainessuno aveva raccolto una per-centuale così alta al secondoturno. E’ la prima donna a guida-re la Capitale e la prima esponen-te pentastellata a conquistareuna grande città a meno di setteanni dalla fondazione formaledel Movimento. E’ anche il sinda-co più giovane della storia diRoma, visto che il 18 lugliocompirà 38 anni.

Ma per i grillini, che ierisubito dopo le prime proiezionihanno iniziato i festeggiamentinel quartiere generale all’Ostien-se, sono altri i dati che contanoveramente: la Raggi, a quota700mila, ha preso il doppio deivoti di Giachetti e quasi il doppiodi quanto raccolse il 5 giugno. Inaltri termini: gran parte deglielettori di destra e della sinistradi Fassina sono andati a votareper Virginia Raggi; M5S con 29consiglieri controllerà senza pa-temi la maggioranza dell’AulaGiulio Cesare. La nuova giunta

sta prendendo forma tra ex spor-tivi, intellettuali presi a prestitodalla sinistra, docenti universita-ri, un’esperta di rifiuti attinta daAma. Non c’è tempo da perdere:all’orizzonte per la giovane avvo-cata che vive nel quartiere Otta-via con il figlio Matteo, ci sono

molti problemi irrisolti. Hannoalimentato il suo trionfo, ma oraattendono soluzioni: l’assesta-mento di bilancio a ottobre, lapulizia della città e lo smaltimen-to dei rifiuti, il salvataggio diAtac.

Nel monocolore del M5S che

reggerà il Campidoglio, entranotanti neofiti, quasi tutti senzaesperienze amministrative allespalle: dal perito agrario al cam-pione di salto con l’asta condiploma alberghiero, dalla profdel liceo alla paleografa.

Il Pd, che al primo turno era

crollato dal 26% del 2013 al 17%,vede il suo gruppo decimato: da19 a 7 seggi (uno andrà a Giachet-ti). Restano fuori l’ex deputataAnna Paola Concia, la secondadei non eletti, e tre ex consiglie-re comunali uscenti, tra cui Giu-lia Tempesta, pupilla del presi-dente dem Matteo Orfini. Per ilPd e Renzi si tratta di unasconfitta dolorosa, che lasciamolte macerie, frutto del naufra-gio della giunta Marino e deglieffetti dell’inchiesta di MafiaCapitale che hanno travolto pez-zi importanti del partito. Il tenta-tivo di ricostruzione messo incampo proprio da Orfini, manda-to dal premier a commissariareil partito romano dopo gli arrestidi Buzzi e Carminati, è stato, perusare un eufemismo, poco effica-ce, se nel conto si mettono anchei municipi perduti. Una cadutaverticale che ha pochi preceden-ti: il Pd non sarebbe arrivatoneppure al ballottaggio, probabil-mente, se il centrodestra non sifosse diviso su due candidatisindaco al primo turno. Il distac-co profondo di ieri segnala nonsolo che l’elettorato dem è infuga a Roma più che in altrecittà, ma anche che al secondoturno non è andata a votarequella sinistra (il 5 giugno proFassina) che in Regione governa

Roma, trionfo del M5SRaggi sindaco con il 67%Doppiato Giachetti

«Restiamo ottimisti. C’è gran-de assonanza tra noi e Virgi-nia Raggi, tra noi e i 5 stelle.Siamo d’accordo sul fatto chese le Olimpiadi si svolgesserodomani non ci sarebbe spazioper organizzarle perché Ro-ma ha emergenze più imme-diate, ma il discorso va proiet-

tato in avanti, c’è tutto iltempo, c’è un mandato e mez-zo del nuovo Sindaco per af-frontare prima le emergenzedi Roma e poi anche le Olimpi-adi». Al Comitato promotoredi Roma 2024 prevale la fidu-cia, la convinzione che l’ideaforte dei Giochi Olimpici nel-la capitale e in tutte le cittàitaliane coinvolte riesca allafine a conquistare gli scettici

e la nuova amministrazione.Questo perché le Olimpiadisono «una grande occasionedi rilancio di Roma e dell’Ita-lia». Una delle obiezioni deipentastellati in campagna elet-torale riguardava la traspa-renza e i rischi di corruzione.«Anche su questo – ribadisco-no a Roma 2024 – l’accordo ètotale. Il Comitato promotoreha già al proprio interno i

Garanti, incluse le più altecariche della magistratura,che passeranno al vaglio tuttigli atti. Abbiamo pure strettoun’intesa con il presidentedell’Autorità nazionale anti-corruzione, Raffaele Cantone.La trasparenza è assicurata».E ancora. Il comitato interna-zionale ha fissato le regole peruna gestione diversa e sobriarispetto al passato. «Il model-

lo è una Olimpiade low cost:nessuno spreco e nessunagrande opera inutilizzata. Ilprincipio è che quanto vienecostituisca una eredità perma-nente per la cittadinanza, dausare a beneficio di tutti». Laprima Olimpiade nella quale

IL «CONTRATTO CASALEGGIO»

Sindaco e nuova giunta sotto tuteladello staff di Grillo, pena supermulte

Lorenzo De CiccoMauro Evangelisti

ROMA

I grillini conquistano il Campidoglio, sfondano soprattutto in periferiaIl candidato dem non arriva alla metà dei voti, frana anche il Pd

ELETTA VirginiaRaggi,

candidata5stelle, ieri al

seggio

ROMA - E da oggi scatta in Campido-glio il contratto Casaleggio, scrittodal guru poco prima della scompar-sa. Prevede multe da 150mila europer i consiglieri e il sindaco nel casoin cui dissentissero dalle indicazionidel gruppo M5S. Un contratto firmatosolo dai candidati consiglieri e sinda-co di Roma, a Torino non è stato così.Per molti è un commissariamento delsindaco, la vicenda è già finita neitribunali con una pioggia di ricorsi. Ilcontratto si articola in 10 punti esono molto chiari. Soprattutto que-sto: «Il candidato accetta la quantifi-cazione del danno d’immagine chesubirà il M5S nel caso di violazionidallo stesso poste in essere alleregole contenute nel presente codi-ce e si impegna pertanto al versa-

mento dell’importo di150mila euro, non appe-na gli sia notificata for-male contestazione a cu-ra dello staff coordinatoda Beppe Grillo e Gianro-berto». Una norma anti-volta gabbana mai appli-cata finora in Italia. C’èun altro punto che fadiscutere e sancisce che«il sindaco, ciascun as-sessore o consigliere as-sumono l’incarico etico di dimettersiqualora sia ritenuto inadempiente alpresente codice». Anche i collabora-tori della giunta pentastellata dovran-no essere prima sottoposti allo Staffdel M5S.

ELEZIONIamministrative

PRIMOPIANO

Marco VenturaROMA

CONTRATTOGianroberto

Casaleggio, loscomparso

co-fondatoredel Movimento

5 stelle

2 PTV Lunedì 20 giugno 2016

(C) Il Gazzettino S.p.A. | ID: 00000000 | IP: 79.44.201.15

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con Nicola Zingaretti. Proprio ilgovernatore a questo punto èl’uomo forte del Pd ed è chiama-to a difendere l’ultimo fortino.

Infine, appare evidente che ilcentrodestra al secondo turno hapreferito Virginia Raggi e nonsolo perché la sconfitta di Gia-chetti ha permesso alle lista chesostenevano Marchini e Melonidi ottenere più seggi nel Consi-glio capitolino.

Il voto nei quartieri della Capi-tale, dice che il M5s sfondaovunque, ma soprattutto nellezone periferiche: a Ostia, il muni-cipio commissariato per mafia,le percentuali sono quasi bulga-re, al 76 per cento. Lo stessoaccade con il 79 per cento a TorBella Monaca, quartiere dai mol-ti problemi, a partire dallo spac-cio di droga che assedia i cittadi-ni. Il Pd, come al primo turno,ottiene i risultati migliori all’in-terno delle Mura Aureliane, inquel centro storico da sempreroccaforte «rossa» e ai Parioli. Ilresto della mappa di Roma ètravolto dallo tsunami giallo deipentastellati. E pensare che solotre anni fa il centrosinistra ricon-quistò Roma superando il 63 percento e vincendo in tutti i munici-pi, 15 su 15. Era il 2013, sembraun secolo fa.

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La scommessa di Parisipassa per Forza Italiae per il dopo Berlusconi

saranno testati i nuovi criterisarà proprio quella di Roma.Al Comitato promotore sottoli-neano che il 70 per cento dellestrutture previste esiste già,di fatto restano da realizzareil Villaggio Olimpico, il centromedia e un Palazzetto delloSport. Un’amministrazione ol’altra non cambia, a fronte diGiochi «puliti e decentrati».

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LA SUCCESSIONE

DOPO LE ELEZIONI

Salvini-azzurri, parte il cantieredel nuovo centrodestra

LA SFIDA L’uomo di Expo 2015 la spuntasu Parisi, candidato di centrodestra

Sala conquista MilanoRenato Pezzini

MILANO

MILANO - La partita di Milano per «inviare un segnaleall’esecutivo». Per rilanciare l’alleanza FI-Lega con uncandidato comune che, a sentire big azzurri e del Carroccio,non potrà essere che «un leader politico vero che possasfidare Renzi e Di Maio, e Parisi è un tecnico». Ma la partita diMilano, pur considerata assolutamente strategica perripartire in chiave anti-dem e sfuggire al terrore di unbipolarismo Pd-M5s, viene relegata comunque a fattoterritoriale. Perché i big azzurri e Matteo Salvini (nella foto)puntano già al voto delle Politiche e nei giorni scorsi hannoabbozzato il piano per riprendersi la scena nazionale.Dunque lo sguardo è già rivolto ai lavori in corso perricostruire la coalizione. Il primo step del cantiere è il 25giugno: Toti, Romani, i leader del cosiddetto asse del nordsaranno alla Leopolda verde. Che in realtà non sarà più, comeinvece era stato annunciato inizialmente, il segnale dell’Opaleghista su FI.

A Milano Beppe Sala, candi-dato del centrosinistra, vin-ce sia pure di misura sulcandidato del centrodestraStefano Parisi. Al momentodi andare in stampa le sezio-ni scrutinate sono 1233 su1248, ma ormai il risultatonon è modificabile: Salasupera Parisi con il 51,69%contro il 48,31%. Uno scartoridotto, come del resto ac-cadde al primo turno, sepa-ra i due contendenti ancheal ballottaggio. E’ comun-que la prima volta che lacorsa per Palazzo Marinofinisce sul filo di lana. Mache sia ormai certa la vitto-ria di Sala lo conferma Pari-si a tarda ora: «Ho appenatelefonato a Sala per congra-tularmi con lui e gli ho dettodi fare bene il sindaco».

Quindici giorni fa era fini-ta con un sostanziale pareg-gio: 41,7 per Beppe Sala,40,8 per Stefano Parisi, ap-pena 5 mila voti di scarto afavore del candidato delcentrosinistra. La partita siè giocata principalmentesul tentativo di portare acasa il maggior numero divoti dei 54 mila elettori cheal primo turno avevano scel-to il candidato del Movimen-to 5 Stelle. Sala ha giocatola carta della trasparenza,indicando i nomi di quattrocomponenti di un ipoteticocomitato per la legalità capi-tanato da Gherardo Colom-bo, ex pm del pool di ManiPulite.

Parisi, invece, ha insistitosul suo ruolo di «uomo delcambiamento» provando alusingare gli elettori grillinicon la prospettiva di mette-re fine al governo locale di

centrosinistra e dunque dimandare «un segnale» aMatteo Renzi e al governonazionale. I numeri dell’af-fluenza ai seggi dicono chesicuramente molti fra quel-

li che al primo turno aveva-no scelto i Cinquestelle so-no tornati alle urne, ma percapire come si sono schiera-ti bisognerà aspettare laconta definitiva delle sche-de, anche se già fin d’ora sipuò ipotizzare che i grilliniabbiano per lo più sceltoParisi.

Beppe Sala, infatti, in li-nea teorica poteva contareanche sui voti andati aglialtri candidati di sinistrache si erano presentati il 5giugno con l’ambizione difare il sindaco. Basilio Riz-zo e Natale Azzaretto insie-me avevano raccolto pocopiù di 20 mila preferenze.Ma si sa, a sinistra del Pd (ein taluni casi anche dentroil Pd) la volontà punitivanei confronti di Matteo Ren-zi è piuttosto forte, e non èdetto che quei 20 mila votisiano andati tutti a Sala, piùprobabile che molti si sianoastenuti.

Rimane il fatto che, al dilà di quello che sarà ilverdetto definitivo, rispettoall’inizio della campagnaelettorale il centrosinistraha perduto un vantaggioche tutti gli attribuivano e ilcentrodestra è stato prota-gonista di una rimonta sucui pochi contavano. E ades-so nel Pd cominciano arecriminare sul clima discontro interno che ha ac-compagnato le primarie difebbraio: un clima che anzi-ché dare slancio a BeppeSala ne ha in qualche modoridimensionato l’immagineche si era costruito comecommissario di Expo.

LA FORBICE Dopo il pareggio al primo turnocentrosinistra in vantaggio con oltre il 51%

PRIMOPIANO

ALLA CONTA Sarà necessario attendere lo spoglio delle schede per sapere se a Milano ha vinto Parisi (a sinistra) o Sala (a destra)

MILANO - Il silenzio elettorale impedi-va di parlarne pubblicamente: indipen-dentemente dal risultato della sfida fraBeppe Sala e Stefano Parisi il centrode-stra un risultato l’ha già ottenuto, hatrovato un nuovo potenziale leader, unnome da mettere nella rosa dei possibi-li successori del Cavaliere alla guidadella coalizione, un volto capace diarginare le intemperanze di partitiperennemente in conflitto fra loro. Enon è poco in uno schieramento che dapiù di tre anni ha fatto parlare di sé piùper le divisioni interne e per le diasporeche per le proposte politiche. Quandoha accettato la candidatura a sindaco,Parisi partiva da un teorico svantaggioche molti giudicavano incolmabile. Inrealtà lui sapeva che a Milano - cittàche ben conosce pur essendo romano diadozione - il centrodestra ha conserva-to anche in questi anni di crisi un’ossa-tura piuttosto robusta e un elettoratofedele disposto a perdonare i passi falsie il declino della stella di Berlusconi.L’abilità di Parisi è stata quella di averricompattato un elettorato che parevarinunciatario e sfiduciato.

GARANZIE«Anti-corruzione

e trasparenza»

PTV 3Lunedì 20 giugno 2016

(C) Il Gazzettino S.p.A. | ID: 00000000 | IP: 79.44.201.15

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Nella Torino che la sinistra governa daventitrè anni, il Pd è andato al ballottag-gio e dai risultati ancora parziali, (863sezioni su 919) già sa che deve ancorauna volta leccarsi le ferite: Piero Fassi-no, esponente Pd, sindaco uscente è al45,5%; Chiara Appendino punta di dia-mante di Cinquestell al 54,4.

Fassino ha atteso i dati nella sede delsuo comitati elettorale a Borgo Doria,dopo una giornata appartata e unapasseggiata scaramanica con la moglie,l’ex senatrice Anna Maria Serafini, e illoro cagnolino, la mascotte della campa-gna. Arriva poco prima delle undici disera, saluta, stringe mani, sfugge aigiornalisti. «Nessuna dichiarazione» inattesa che lo scenario si faccia un po’più chiaro, «parleremo solo quandoavremo in mano dati certi». ChiaraAppendino invece rimane a casa con ilmarito e il suo gruppo, il pub nelCortile del Maglio che ha fatto daquartiere generale nella notte del pri-mo turno resta sbarrato. La corsa asindaco sotto la Mole è la sfida tra duemondi. Quello del primo cittadino

uscente, nato dalla Torino antifascistae operaia, progressista e moderata,l’uomo della sinistra che piace allagrande industria e alle banche. Fassinorivendica i meriti di una gestione cheha difeso la città negli anni difficilidella crisi e che ora è pronta a guidarneil rilancio. L’avversaria, ovvero la grilli-na Appendino rinfaccia all’uscente di«non aver fatto abbastanza per i poverie le periferie». Un tempo Torino era lalocomotiva dell’industria, oggi è intesta alla classifica della disoccupazio-ne con un tasso del 12,3%, con il 44%dei giovani senza lavoro e 100 milapoveri censiti dalla Caritas. «Uno, se vain giro, si accorge che c’è tanta genteche soffre. Bisogna investire su questo,piuttosto che su eventi più spendibili

mediaticamente», incalza la sfidante.«Non ho mai negato i problemi legatialla crisi. Contro la povertà ho agito econtinuo ad agire. Abbiamo speso 267milioni all’anno in welfare ed educazio-ne», rimarca il sindaco. Una dellegrandi sfide è su ciò che sarà la città.

Progetti che dovrà accantonare. L’ul-tima battuta coinvolge la grillina vitto-riosa: ««Mi pare evidente che l'elettora-to di centrodestra - argomenta Fassino- ha fatto convergenza sull'Appendino.I dati sono inequivocabili, la stessacosa avviene in tutte le città dove c'èstato un ballottaggio con il Movimento5 Stelle».

La grillina sgobbona e puntigliosa,che ha fatto del repulisti ai contributielargiti per la cultura e le associazioniuno dei suoi cavalli di battaglia, haraccolti consensi tra gli insofferenti delsalotto buono. Secondo il professorSilvano Belligni, politologo e docentedell’Università di Torino, negli ultimi

due decenni in città 120 persone si sonoincrociate nei posti di comando dellapolitica, dell’amministrazione, dellebanche, delle accademie. Sono «gliuomini d’oro del sistema Torino» che i5 Stelle intendono scardinare e non acaso la campagna elettorale della Ap-pendino è partita dalla Falchera, quar-tiere simbolo operaio che sta molto acuore alla storica militante no tavpiemontese Laura Castelli, la deputatache ha appena lanciato dalle periferieuna grande operazione sul reddito dicittadinanza.

Una vittoria della grillina, fortemen-te contraria all’alta velocità - «ancheRenzi dice che non si deve fare, nonserve e mancano le risorse» - sarebbeanche un successo suo. Chiara Appendi-no difende la sua visione di una Torino«bisognosa di cambiamento e più aper-ta al merito».

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Sorpresa a Torino, Fassinosconfitto dalla Appendino

Mai festa di compleanno fupiù felice. Vincente è la nottedi Luigi de Magistris chespegne le quarantanove can-deline e sale a Palazzo SanGiacomo per il secondo man-dato da sindaco di Napoli. Èun trionfo. Nel giorno nerodell’affluenza, la più bassa inItalia, un dato sul quale co-munque andrà aperta una ri-flessione, il colpo da ko di deMagistris è di quelli che fan-no male. Danza e punge ilsindaco e manda al tappetoGianni Lettieri, che per laseconda volta in cinque anni ècostretto a gettare la spugna.

Con 538 sezioni su 886, DeMagistris è al 66,6%, il suosfidante, Gianni Lettieri, can-didato del centrodestra è al33,3%. La vittoria dell’ex pmsi annuncia schiacciante, net-ta e verrebbe da dire ancheche non è mai stata in discus-sione, non solo per i diciotto p

unti di vantaggio che alprimo turno separavano deMagistris da Lettieri (un gapdifficile da colmare per quan-to ai ballottaggi si riparta dazero a zero) quanto perchénella campagna elettorale peril secondo turno mai si èavvertita la sensazione cheintorno al candidato del cen-trodestra si stessero coagulan-do quelle forze dell’anti-dema-

gistrismo invocate dall’im-prenditore. Un’analisi detta-gliata del voto dirà dove,come e perché de Magistrisha vinto. Ma qualche prima

riflessione è già possibile. Labassa affluenza ha chiaramen-te favorito il sindaco uscente:per ribaltare il pesante passi-vo Lettieri avrebbe avuto biso-gno di un’ampia partecipazio-ne. Che non c’è stata. Lettierisi era rivolto a tutti i napoleta-ni che si erano astenuti il 5giugno, si era appellato al Pde al centrosinistra. Ma ogniappello si è rivelato inutile.L’elettorato del Pd è stato perla gran parte a guardare e ilvoto organizzato uscito aper-

tamente allo scoperto, peresempio quello di Area rifor-mista, è confluito su de Magi-stris. Certo, c’è stato qualcheendorsement per Lettieri, masi è trattato di adesioni spora-diche, poco convinte, moltotirate per la giacca, sopravva-lutate. In sintesi, il combinatodisposto tra affluenza e risul-tato finale spiega che il Pd siè generalmente tenuto fuoridalla mischia. Lettieri ha sicu-ramente ottenuto più voti ri-spetto al 5 giugno ma l’auspi-cata onda lunga non si è vista.De Magistris è riuscito aperseguire l’obiettivo mini-mo, mantenere uniti i 172.710napoletani che lo votarono alprimo turno. Ancora una vol-ta Napoli conferma il sindacouscente. Era già successo conAntonio Bassolino e Rosa Ier-volino. Per la città si apre unafase nuova, che riguarda lametropoli nel suo complessoma tocca anche la politica e ipartiti, usciti distrutti dalleelezioni.

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La grillina avrebberaccolto consensitra gli insofferentidel salotto buono

RIBALTONEDopo 23 anni

la città volta le spallealla sinistra

Dopo le critichea Renzi, di recente

l’ex magistratomeno aggressivo

La pentastellata al 54% contro il 45% dell’esponente dem uscente«Hai dimenticato i poveri». La replica: votata dal centrodestra

ELEZIONIamministrative

LA SFIDA Un trionfo per il sindaco uscente che conquista circa i due terzi dei voti

Napoli, De Magistrisvola al secondo mandato

PRIMOPIANO

Paolo MainieroNAPOLI

Claudia GuascoTORINO

LA SORPRESALa grillina Chiara Appendino

conquista il comune di Torinoinfliggendo una dura sconfitta alo

storico dem Piero Fassino

CONFERMALuigi deMagistris conla moglie MariaTeresa Dolce

4 PTV Lunedì 20 giugno 2016

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CHIOGGIA - AlessandroFerro è sindaco. Il candida-to del Movimento 5 stellesorpassa l’uscente Casson,sostenuto dalla Lega, cheera risultato in testa al pri-mo turno. Ieri al ballottag-gio, Ferro ha ottenuto il59,80% mentre GiuseppeCasson si è fermato al40,20%. Molto bassa l'af-fluenza alle urne, ma il datopolitico è che Casson, cheaveva avuto il 35% al primoturno, si è fermato pocosopra questo livello, mentreFerro ha triplicato la percen-tuale, rendendo evidenteche una parte consistentedell’elettorato del centrosini-stra, rimasto fuori del ballot-taggio, e anche del centrode-stra, (Forza Italia non soste-neva Casson) ha preferito ilcandidato Cinquestelle, ren-dendo possibile il sorpasso.

ADRIA - Vittoria a manibasse del sindaco uscenteMassimo Barbujani adAdria. L’esponente della coa-lizione di centrodestra fasegnare il 64,03 per centodei voti contro il 35,97 dellosfidante di centrosinistra Ni-cola Zambon. Al primo tur-no Barbujani (che sarebbeal terzo mandato, ma il pri-mo erano terminato anzitem-po con la caduta dell’ammi-nistrazione) era avanti suZambon con il 45,78 percento rispetto a 23,57. Nettoil calo dei votanti: alle urneè andato solo il 54,36 percento degli aventi diritto,rispetto al 68,25 di due setti-mane fa. Nel 2011 al ballot-taggio (in due giorni), aveva-

no votato il 68,93 per centodegli adriesi.

ODERZO - Maria Scardel-lato in vantaggio in manieranettissima (67,44% contro il32,56% di Laura Damo)quando le sezioni scrutinatesono 15 su 20. Con la Scar-dellato la Lega si riprende il

municipio di Oderzo, dopole due legislature delle listeciviche dell'attuale consiglie-re regionale Pietro DallaLibera, liste che erano rap-presentate da Laura Damo.Il risultato del primo turno,peraltro, lasciava poche spe-ranze alla Damo, visto che

aveva chiuso con il 22 percento contro il 41 della Scar-dellato. Se lo scrutinio con-fermerà le prime indicazio-ni, la Lega fa l'en plein inprovincia di Treviso, conqui-stando tutti e 7 i municipiche sono stati rinnovati. L'af-fluenza alle urne è statabassa: è andato alle urnemeno di un elettore su due ealla fine la percentuale èstata del 49,42 per centocontro il 61,91 del primoturno: un crollo di oltre il 12per cento, ben superiore an-che al calo che si è avuto alivello nazionale.

PADOVA - Nei ballottaggidella provincia di Padovarisultato bifronte, ma co-munque sfavorevole al fron-te renziano: Este sceglie laprima donna sindaco, Rober-ta Gallana, esponente delcentro destra, e boccia ilvicesindaco uscente AgujariStoppa; dall’altra Abano Ter-me riconferma con convin-zione Luca Claudio. A Estela scelta del cambiamentoche toglie il governo al cen-trosinistra dopo dieci annidi governo cittadino è evi-dente già a metà spoglio,con la candidata sostenutaanche dal carroccio in van-taggio di 400 voti. La cittadi-na termale ribadisce il con-senso che dopo due quadri-enni a Montegrotto e quelloscorso ad Abano, porta LucaClaudio (già con il 41% alprimo turno) al quarto man-dato e dice no al cambiamen-to rappresentato da MonicaLazzaretto, candidata delPd.

FRIULI VENEZIA GIULIA

Chioggia, vince FerroSorpasso 5stellesull’uscente Casson

Nel Trevigianosi conferma

la forzadel Carroccio

A Trieste Di Piazza con oltre il 52% succede all’uscente Cosolini (47,4%)

Ciriani dilaga a Pordenone

Scardellato eletta, la Lega si riprende OderzoAd Adria si impone l’uscente Barbujani

BALLOTTAGGINel Padovano

Este al centrodestraAbano conferma Claudio

PORDENONE - Alessandro Ciriani èil nuovo sindaco di Pordenone. Ilcandidato sostenuto da Lega Nord-Salvini, Autonomia responsabile conTondo per Ciriani-Uniti al centro,Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale,Forza Italia, è stato eletto con il58,81% (12.292 voti).

Ha superato Daniela Giust, appog-giato da Pordenone 1291, Il Fiume,Cittadini per Daniela Giust una Re-gione in Comune, Partito democrati-co, che ha ricevuto 8.609 voti(41,19%).

Una vittoria che il centrodestraaveva assaporato dopo il primo tur-no, due settimane fa, quando lacoalizione guidata proprio dall’expresidente della Provincia aveva su-perato il 45% dei consensi rispetto al33% del raggruppamento guidato daDaniela Giust. Tremila voti di svan-taggio che il centrosinistra nelleultime due settimane non è riuscito arecuperare lasciando che il candida-

to del centrodestra dilagasse.In discesa l’affluenza che a Porde-

none è scivolata al 52,16% perdendodieci punti rispetto a due settimanefa e di oltre otto punti percentualirispetto al ballottaggio delle prece-denti elezioni comunali del 2011. Cheil partito del non voto crescesse lo siera visto già alle 12 di ieri: 18,46contro il 21,34%. Divario ancora piùampio alle 19: 40,77 rispetto al50,02%. Il dato finale segna un calopesante anche rispetto alle elezionicomunali di cinque anni fa quando alballottaggio si registrò un’affluenzadel 60,43%. Un dato che, di fatto,porta il nuovo sindaco a essere elettoda molto meno della metà dei cittadi-ni.

Calo dell’affluenza (dal 53 al 47%)anche a Trieste, dove, a scrutiniopraticamente concluso, si è afferma-to il candidato del centrodestra Ro-berto Di Piazza con il 52,6% neiconfronti dello sfidante sindaco

uscente Roberto Cosolini attestato al47,4%.

A Pordenone la giornata del ballot-taggio per la candidata del centrosini-stra Daniela Giust era cominciatapiuttosto presto. Al seggio del quartie-re "Cappuccini" dove ha votato scam-biando qualche battuta e stretta di

mano con i giovani scrutatori. Poi ungiro in città per incontrare alcuniamici. Il pomeriggio trascorso con lafiglia arrivata dall’estero per sostene-re la mamma-candidata. E poi lasera, con i rappresentanti delle listedi coalizione, in municipio (nella salastampa) per attendere i risultati.Alessandro Ciriani invece non havotato poiché risiede a Fiume Vene-to, un piccolo paese della cinturapordenonese. Ha trascorso la giorna-ta in famiglia e con amici. La sera si èritrovato con la squadra dei suppor-ter in un caffé del centro a pochipassi dal municipio. Per poi salireanche lui le scale del Municipio eraggiungere la sala stampa. Il sinda-co uscente Claudio Pedrotti ha tra-scorso la sua ultima giornata daprimo cittadino insieme agli alpiniall’adunata triveneta di Gorizia. Pron-to, questa mattina, a passare le conse-gne e la fascia tricolore al nuovoinquilino del palazzo municipale.

PRIMOPIANO

VINCITORE Ro-berto Di Piazza(a destra, cen-trodestra) e Ro-berto Cosoliniuscente e scon-fitto

ELETTA Maria Scardellato

IN CORSAStretta dimano aChioggia tra idue sfidanti alsecondo turno,Casson (asinistra) eFerro (adestra)

PTV 5Lunedì 20 giugno 2016

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IL CROLLO DEL PD Resta il primo partito nazionale, ma perde il 12% dei consensi rispetto alle Europee

Terremoto nei dem, leadership sotto accusa:«Rischiamo di perdere anche il referendum»Processo alla sfida troppo "solitaria". Ora c’è attesa per la mossa del segretario

Renzi: abbiamo perso,ma resta un voto locale«L’ho detto da subito: questo è unvoto locale. Cosa debbo fare adessoche abbiamo perso? Dire che è unvoto nazionale? Per me c’è solo ilreferendum. Quella è la partita con laP maiuscola. Adesso di sicuro non midimetto». Matteo Renzi davanti allatv, guardando attonito la valanga dibrutte notizie che gli scaricano addos-so gli exit-poll, confida ai suoi riunitinel quartier generale del Nazareno,l’intenzione di voler tenere «saldo iltimone». Ma la sconfitta di Roma e,soprattutto, l’imprevisto testa a testatra Sala e Parisi a Milano e Fassinosotto la grillina Appendino a Torino,fanno impennare l’allarme: perderenelle due piazzaforti del Nord dareb-be ai ballottaggi - secondo i renzianipiù pessimisti - la valenza di unaCaporetto. Il premier-segretario neuscirebbe fortemente indebolito. Equesto ad appena tre mesi dallamadre di tutte le battaglie, quella cuiRenzi lega il proprio destino politico:il referendum costituzionale d’otto-bre. «E sarà un match tirato, moltotirato», avverte i suoi nella notte.

Il premier ha fatto il possibile pertenersi distante dai ballottaggi. Findalla notte del primo turno, quandoammise di non essere soddisfatto, haripetuto che con questo «voto sieleggono i sindaci, il governo non

c’entra». E che, anche in caso didebacle, non si sarebbe dimesso: «Migioco tutto al referendum». Ma, inevi-tabilmente, una pesante battuta d’ar-resto del Pd si rifletterebbe su palaz-zo Chigi e sull’appeal del premier.

La vera partita, Renzi, se le gioca aMilano e Torino. La Capitale è statadata per persa fin dal primo turno.Dopo il disastro di un sindaco eletto epoi sfiduciato (Marino) e dopo leimbarazzanti cronache di Mafia capi-tale che hanno coinvolto il Pd locale,Renzi non è stupito dai dati chedanno la schiacciante vittoria dellagrillina Virginia Raggi. Ma c’è unsospetto inquietante che circola alNazareno: il voto massiccio dato auna persona senza esperienza, po-trebbe essere un voto anche controRenzi e il renzismo. Non soltantocontro il Pd romano. «È come se laprotesta e la rabbia - in base all’anali-si di un attonito renziano di rango -abbia finito per trovare in Matteo ilbersaglio, l’emblema di un establish-ment da mandare a casa. A prescinde-re». Da qui, da questo umore nefasto(per Renzi) che attraversa il Paese,anche il sorprendente e imprevistotesta a testa nella notte a Milano e a

Torino. Ciò che accade nel capoluogomeneghino è il fenomeno che piùpreoccupa. Il premier-segretario ave-va puntato sull’ex commissariodell’Expo, Beppe Sala, per tentare diintercettare il voto moderato e persperimentare e testare alle urnequello che viene definito il "partitodella Nazione": una forza politica ingrado di perdere pochi voti a sinistrae di conquistarne tanti al centro. Main base ai primi exit-poll il laborato-rio milanese non ha convinto. Salanon ha sfondato e deve vederselaall’ultimo voto con il candidato delcentrodestra, Parisi.

La rivolta anti-Pd starebbe poitravolgendo Fassino a Torino. Il sin-daco uscente ha alle spalle 5 anni dibuongoverno. E nella sua città non cisono state inchieste che hanno azzop-pato il partito e neppure harakiri allaIgnazio Marino. Eppure Fassino sem-bra pagare, come dimostrano i primidati che lo vedono sotto alla grillinaAppendino, il fatto di essere espres-sione di un sistema di potere chegoverna Torino da 23 anni.

Di questo, nella notte, parlavanocon amarezza e con stupore al Naza-reno. E non solo di questo. Adesso c’è

da capire cosa accadrà nel Pd. Se ilpartito dovesse perdere Milano oTorino, oltre che Roma, Renzi - cheprima dei ballottaggi aveva minaccia-to di usare il «lanciafiamme» contro iribelli - mette adesso in conto lacontroffensiva della minoranza guida-ta da Bersani e D’Alema. E dà perscontata la richiesta di dimissioni dasegretario. Il premier però è deciso acontrattaccare. È convinto che dietroai risultati negativi c’è «anche laminoranza che ha remato contro, chenon ha fatto che ripetere che va tuttomale». Perciò Renzi non ha intenzio-ne di rinunciare al doppio incarico:«Non se ne parla», è il ritornello deirenziani del Giglio Magico. Ancheperché, come insegna la storia italicae la vicenda di Enrico Letta, «senza ilcontrollo del partito si perde palazzoChigi». «E poi per eleggere un segre-tario serve un congresso. Per prepa-rarlo ci vogliono cinque-sei mesi.Cosa facciamo? Celebriamo l’assiseinsieme al referendum? Follie». Piùprobabile una revisione dell’Itali-cum, restituendo il premio di maggio-ranza alla coalizione. E non alla lista.Questo per disinnescare i grillini.

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IL CONTRATTACCOIl leader Pd punta il dito

contro la minoranzae tiene il doppio incarico

Un crollo. In voti e in percentuali. Con caduteimpreviste, come quella di Piero Fassino.Dalprimo al secondo turno, anziché recuperare, il Pdè ulteriormente indietreggiato. Il dato generaleparlava di un Pd al 30,9%, pari all’ 18,8 come datodi partito più il 12,1 di liste collegate. Un Pdsempre primo partito, ma con 12 punti in menorispetto alle Europee. Rispetto alle precedenticomunali, poi, circa 100 mila erano stati i votipersi nel tragitto (1 milione e 658 mila 991rispetto a 1 milione e 560 mila 058). Il calo c’èanche nella cosiddetta “zona rossa”, dove alprimo turno il Pd con gli alleati stava al 40,6%,

mentre alle Europee viaggiava sul 53,2%.La vera doccia fredda si chiama Fassino Piero.

L’ultimo leader dei Ds aveva 50 mila voti divantaggio al primo turno rispetto alla pentastella-ta, oltre che una buona reputazione per non averemale operato alla guida del capoluogo piemonte-se. Dunque? Dal centro, sia pure a mezza bocca,fanno trapelare che comunque Fassino alla finenon poteva rappresentare e non ha rappresentatoil nuovo; ma da parte fassiniana si farà sicuramen-te presente che la sua caduta è da ascrivere più,se non in toto, a una certa campagna renzianafatta dal centro, che non a questioni locali. E’risaputo che dentro il Pd o a latere del Pd,esponenti come Giorgio Napolitano, Piero Fassi-no e, pare, Dario Franceschini, non siano molto

d’accordo con la campagna a base di “Renzicontro tutti” impostata dal leader, campagna chenon sta pagando e non è destinata apagare. Cosìanzi si favorisce l’unione sacra contro il Pd e siperde il referendum. Ma al momento il problemasono i rapporti e i risvolti interni al Pd sottoemorragia di voti e di prospettive: Fassino eFranceschini sono due assi portanti della maggio-ranza renziana, e non è da escludere che quelliche finora sono stati mugugni e piccoli distinguo,possano ben presto trasformarsi in aperto conflit-to dentro la maggioranza del Pd. Chi sta messomale, dentro la maggioranza del Pd, sono igiovani turchi. Il crollo capitolino porta le impron-te, le stimmate, le tracce di Matteo Orfini, ilcommissario nonché presidente del partito, cheha intrapreso una coraggiosa operazione di repuli-sti, ha chiuso decine di circoli “infetti”, ma ilrisultato finale è stato una débacle elettorale. E laminoranza dem? «Aspettiamo quel che ha da direil segretario, la prima mossa spetta a lui», il leitmotiv dei capi della corrente.

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PRIMOPIANO

ELEZIONIamministrative

RIBELLI

Il premier: non cambio idea, per me contano soltanto le riforme

Nino Bertoloni MeliROMA

Alberto GentiliROMA

IMPREVISTIMatteo Renzi avevamesso in conto lasconfitta nella capitale,ma bruciano i risultatidi Milano e di Torino

MassimoD’Alemaaccusatodalpremier-segretariodi esseretra i capidei ribelliinternial partito.Orapotrebbeaumentarelapressionesu Renzi

IPOTESI CONGRESSOScartata: troppo vicina

all’appuntamento d’autunno

6 PTV Lunedì 20 giugno 2016

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IL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE

Mix di volti nuovi e vecchifra under 30 e pensionati

Un crollodei votanti:alle urnemeno del 50%

ODERZO - (af) È un mix di volti nuovi edi amministratori di lungo corso lasquadra che entra in consiglio comunalecon il sindaco Maria Scardellato. Parten-do dai nuovi troviamo Teo Cimitan, 25anni, magazziniere, fra i giovani piùvotati; Laura Vettor 31 anni, avvocato;Dino Spinacé, 64 anni, pensionato di Faè,volontario con l'associazione "Sportividel Ponte"; Paola Paolin, 50 anni, inse-gnante; Erika Zaia, 43 anni, agente diassicurazioni, tutti costoro eletti nellalista Lega Nord-Liga Veneta, alla qualeappartengono anche Michele Sarri, 48anni, consigliere comunale uscente, se-gretario opitergino della Lega Nord, edEdda Battistella, 55 anni, insegnante, giàvicesindaco durante il mandato di ElioPujatti. Con la civica "Scardellato Sinda-co" vengono eletti l'avvocato Enrico Pa-

tres, 47 anni, Diego Marangoni, 67 anni,pensionato, volto storico del volontariato aMagera, Mauro Lorenzon, 52 anni, com-mercialista, molto attivo nel PatronatoTurroni, assessore nel primo mandatodella Lega Nord.

Sui banchi della minoranza siederannoLaura Damo, candidata delle civiche Oder-zo Sicura/Cittadini Uniti. Quindi TinoAlescio della lista Cittadini Uniti, presi-dente uscente del consiglio comunale;Paola Lucchetta Stradiotto per la listaOderzo Sicura, sostenuta anche da Marcel-lo Ferri, già con Forza Italia e oggiindipendente. Infine l'ingegner GiuseppeZago, candidato sindaco della lista Oderzo-sonoio, Alessandro Battel, insegnante, peril Partito Democratico e Marco De Blasisper il Movimento 5Stelle.

RIVINCITAIl Carroccio torna in sella

dopo dieci anniIl segretario Dimitri Coin:«Per noi era prioritario»

BALLOTTAGGIOSenza storia il confronto

tra le due pretendentialla carica di sindaco:

finisce 68 per cento a 32

Super-Scardellato: trionfo leghistaDoppiata al ballottaggio la candidata delle Liste Civiche: «Voglio essere il sindaco di tutti»

Annalisa FregoneseODERZO

Il municipio si tinge di rosa: èla prima volta di una donnasindaco. Ma non è la primavolta della Lega Nord: che siriprende Cà Diedo dopo duemandati di dominio delle listeciviche di Dalla Libera. Lo facon una supremazia netta suOderzo Sicura/Cittadini Uniti:le percentuali ieri sera attesta-vano Maria Scardellato al 68%,Laura Damo al 32%.

«Sono felice - esulta MariaScardellato - logicamente peril risultato raggiunto ma soprat-tutto per ciò che gli elettorihanno dimostrato di volere:azioni chiare, trasparenti, cor-rette. Hanno rifiutato i veleni,

gli attacchi personali di bassis-simo livello, i mezzucci. Lacittà ha mostrato di volere lacorrettezza. E questo mi rendedavvero felice. I numeri dimo-strano che sono stata votataancor di più rispetto al primoturno».

Ancor prima che lo spogliofosse terminato Maria Scardel-lato aveva già superato i 4294voti presi al primo turno. Inevi-tabile il riferimento di MariaScardellato ai pesanti attacchisubiti in queste ultime settima-ne. Se fino al primo turno lacampagna elettorale è statatutto sommato nella norma,con qualche scaramuccia checomunque faceva parte del gio-co, nelle ultime due settimane icolpi si sono susseguiti senza

tregua. Affrontati con aplombdalla candidata leghista, chenon ha ceduto alle provocazio-ni. Adesso vuol lasciarsi allespalle tutto questo, si voltadavvero pagina. «Logico, i citta-dini si aspettano che comincisubito a lavorare - evidenzia - elo farò ma con raziocinio. Nien-te fretta, che è cattiva consiglie-ra. Voglio approcciare la situa-zione in modo pragmatico».Molto soddisfatto è DimitriCoin, segretario provincialedella Lega Nord. «Sono convin-to: Oderzo avrà in Maria Scar-dellato un bravissimo sindaco.È una persona quadrata, capa-ce, preparata, determinata. Vo-glio ringraziare tutta la sezioneopitergina, da Michele Sarri aFranco Manzato a tutti comun-que, per aver individuato in

Maria Scardellato un candida-to vincente e per averla suppor-tata. Cosa che, è ovvio dirlo,continueranno a fare. È unrisultato significativo, per meriavere Oderzo era prioritario.Ha pagato la correttezza, comeci si è posti nei confronti deicittadini. Parlando di progetti eprogrammi, altro che denigra-re l'avversario. Siamo ritornatiad Oderzo, siamo tornati aVolpago. Davvero, siamo moltosoddisfatti».

Maria Scardellato vuol esse-re il sindaco di tutti. «Confer-mo ciò che ho sempre detto: seci sono progetti condivisibililavoreremo per portarli avanti.Dobbiamo guardare a ciò che èvantaggioso per la nostra cit-tà».

oderzoal voto

PaolaLucchetta(Movim. Civici)

MicheleSarri(Lega Nord)

SpecialeElezioni

ErikaZaia(Lega Nord)

GiuseppeZago(Oderzo sono io)

ODERZO - Più che uncalo è stato un crolloquello dei votanti alballottaggio: a Oderzoè andato alle urne me-no di uno su due fra gliaventi diritto. Alla finela percentuale è statadel 49,42 per cento con-tro il 61,91 del primoturno: oltre il 12 percento in meno, un caloben superiore anche aquello a livello naziona-le.

Che la tendenza fos-se quella lo si era vistofin dalle prime ore del-la giornata: nella rile-vazione delle 12, infat-ti, la percentuale deglielettori che si eranorecati alle urne erastata del 15,11 per cen-to: oltre il tre per centoin meno rispetto a duesettimane fa, quandoera stata del 18,61. Nelpomeriggio il divariosi era ancora più accen-tuato e, alle 19, a vota-re era stato poco più diun terzo del corpo elet-torale: il 36,35 per cen-to, mentre il 5 giugno,alla stessa ora, avevavotato il 48,24 per cen-to. E se qualcuno spera-va che le ultime oredella giornata avrebbe-ro convinto molti altria votare, alla fine si èsbagliato.

LauraVettor(Lega Nord)

EnricoPatres(Scardellato)

II TV Lunedì 20 giugno 2016

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LA PERDENTE

La Damo punta l’indice«Colpa della Zanusso»Larappresentante delle civiche individua ilmotivodella sconfitta«Hannostrumentalizzato il casodell’ex casermaedeimigranti»

BATTUTALaura Damoieri in municipioha ammessola sconfitta:sotto insiemeal sindacouscentePietroDalla Liberae alla suasquadra

L’ANALISI

È soprattutto nelle frazioniche il nuovo sindaco ha vinto

ODERZO - Colpa della casermaZanusso e dell’arrivo dei profughi:Laura Damo non ha dubbi e secon-do lei la sconfitta elettorale dev’es-sere addebitata soprattutto a quelcaso. I dati dell'affluenza prima equelli dello spoglio poi sono statiseguiti con apprensione dal gruppodelle civiche della maggioranzauscente. Già la bassa affluenza alleurne non era un buon segnale e alle23 nel quartier generale delle listeciviche della maggioranza uscentesi sono incrociate le dita. Ma findalla chiusura del seggio e daiprimi conteggi dei voti si è subitocapito che aria tirava e che nonsarebbe stata una notte di festa.Nonostante la prima sezione, quel-la dell’ospedale (17 voti, 10 a Damoe 7 a Scardellato) avesse detto ilcontrario. Ma via via che arrivava-no i dati di altre sezioni si è dasubito capito come il vantaggio diScardellato sarebbe stato difficileda ribaltare.

Dopo dieci anni dunque il gruppodelle civiche, che aveva governatocon Pietro Dalla Libera e negliultimi mesi con il sindaco reggenteBruno De Luca, va all'opposizione.E già si analizza il perché di unvoto così netto. «Il dato apparechiaro - ha detto Laura Damo - e micongratulo con Maria Scardellato».Ma perché questo voto? Per Damol'analisi è chiara: «Le motivazionidi questa vittoria sono tutte dacollegarsi alla strumentalizzazionedella caserma Zanusso, che la Legaha cavalcato e che ha portato adavere un risultato di questo tipo.Naturalmente la responsabilità

non è da ascrivere all'amministra-zione uscente, visto che la Giuntapassata ha fatto tutti i passi ammini-strativi e politici per poter ottenerela caserma. Certo è che fino al 31agosto 2015 non ci è stato mai statochiesto nulla in merito e quandoportammo la questione in Consi-glio, il settembre successivo, pernon collocare i migranti, proprio laLega si era astenuta». Al di là diquesto, Damo vuole ringraziare chil'ha sostenuta: «Un plauso ai nostrielettori e a chi ha creduto nellasquadra. Ora comincerà una fasedi opposizione che sarà comunquesempre costruttiva, perché rappre-senteremo i diritti dei cittadini».

Gianandrea Rorato

LA DIFESA«L’amministrazione uscenteha fatto tutto il possibile»

ODERZO - (An.Fr.) Un sostegno entusiasta a Maria Scardellatoè arrivato dalle frazioni: ha raccolto addirittura il 75,73% aPiavon. Risultati ottimi anche a San Vincenzo, a Faè, aRustignè. Maria Scardellato è opitergina doc, la sua famigliaha sempre abitato in centro città. Logico che il risultato delcentro fosse a suo favore, notevole ad esempio il 69,23%raggiunto alla sezione 5, che è quella del quartiere Parise. Lefrazioni hanno creduto nel suo sistema pragmatico diaffrontare i problemi. Addirittura due i cicli di incontri che si èfatta nelle frazioni per capire quanti aspetti attendono diessere risolti.

IL FUTUROCinque anni all’opposizione«Saremo sempre costruttivi»

DinoSpinacè(Lega Nord)

TeoCimitan(Lega Nord)

SpecialeElezioni

DiegoMarangoni(Scardellato)

AlessandroBattel(Pd)

LauraDamo(Movim. civici)

FESTEGGIAMENTIper Maria Scardellato, nuovo sindaco di OderzoLa "Muli" esulta a casa e poi insieme a Franco Manzato,consigliere regionale, e ad alcuni supporter della Lega

EddaBattistella(Scardellato)

MauroLorenzon(Scardellato)

MarcoDe Blasis(Mov. 5 Stelle)

PaolaPaolin(Lega Nord)

Tino ConcettoAlescio(Movim. Civici)

TV IIILunedì 20 giugno 2016

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Genty cade nel tranello:pollici alzati in osteriaper celebrare la sfilata gay

A Ca’ Sugana qualcuno si stamordendo le mani: se il per-corso dell'Onda Prida fossepassato per il cuore del cen-tro storico, come pensatoall'inizio, forse sabato pome-riggio non si sarebbe assistitoal desolante spettacolo di piaz-za dei Signori vuota nonostan-te la presenza di mercatini ebancarelle. Al contrario dovepassava il festoso corteo le

vie brulicavano di gente ebar, osterie e anche negoziqualche affare lo hanno fatto.Una contrapposizione eviden-te, messa in grande evidenzadalle foto pubblicate da Rivi-vere Treviso sul proprio profi-lo Facebook: «Città fantasmanonostante le manifestazioni-è il giudizio dell'associazio-ne- servizi inadeguati, merca-tini vuoti, commercio paraliz-zato. Il deserto». Giudizio ne-gativo condiviso dal consiglie-re Davide Acampora (Fdi)che però punta il dito control'Onda Pride: «Tutto quelgrande indotto commercialeche doveva portare la manife-stazione Gay Pride non si è difatto realizzato» ha sottolinea-to. In realtà chi ha lavorato, loha fatto bene.

Ma, appunto, lungo il per-corso, e nelle sue immediateadiacenze. Appena al di là delfiume arcobaleno, ad esem-pio in piazza Borsa, c’erapoco da festeggiare. Si trattaperò di dettagli sui quali riflet-tere in vista di future manife-stazioni. In linea generale èinnegabile che il Pride haavuto successo. E MichelaNieri (Pd), il consigliere co-munale che più di tutti si èadoperata per portarlo a Tre-viso, ha l'occasione di toglier-si qualche sassolino dallescarpe: «Sono molto contentadi come è andato questo Pri-de -racconta- e soprattutto

sono contenta di come la cittàha risposto. C'erano tante per-sone sulle Mura ed eranofelici e partecipi. E se qualcu-no non avesse gridato inutil-mente "al lupo al lupo" neimesi precedenti facendodell'inutile allarmismo, oppu-re non avesse parlato eccessi-vamente di carnevalate e sifosse invece fidato di più,magari sabato il centro stori-co sarebbe stato pieno».

La Nieri è stata anche unadelle protagoniste del corteoe il suo intervento dal palco èstato tra i più applauditi. Haavuto una nota polemicaquando ha rivelato che non leera stato concesso di parlarea nome delle istituzioni ma haanche ribadito: «Abbiamomarciato assieme contro i pre-giudizi. La mia città fino a ierichiusa e razzista adesso èaccogliente e calorosa».

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L’OMELIA Il parroco di Santa Maria Maddalena

«Troppi eventi nel piazzalee i fedeli rimangono lontani»TREVISO - (zan) La sfilatadel Treviso Pride è stata solol'ultimo episodio della serie(per ora). Piazzale Burchiella-ti e piazza del Grano, semprepiù spesso, sono sede di corsepodistiche e ciclistiche, con-certi, raduni di vario tipo, ingran parte programmati ilsabato sera o la domenica.Rendendo così complicato,anche a causa della chiusuradi strade e parcheggi, l'acces-so alla vicina chiesa di SantaMaria Maddalena. Una situa-zione divenuta ormai moltopesante per il parroco, donGianni De Simon.

Il diritto di manifestare leproprie idee è sacrosanto -haribadito il sacerdote durantela messa serale di ieri- «ma cisono anche altri diritti, quellidi chi, perché cattolico e cre-dente vuole poter accedere ailuoghi di culto dove vivere lapropria fede». «Non chiedo,

pretendo che il mio diritto dicredente sia garantito e ri-spettato -ha aggiunto- e fami-glie, bambini , anziani possa-no tranquillamente arrivarealla nostra chiesa».

Il compito di garantire que-sto diritto, ha ricordato donDe Simon, spetta al Comune.Al quale il parroco ha riserva-to anche un'altra stilettata,riguardo al corteo arcobalenodi sabato: «Questa manifesta-zione, se autorizzata, sia vera-mente sotto gli occhi di tuttisfilando per il centro pulsan-te della città, passando anchedavanti alla Cattedrale e con-cludendosi in piazza dei Si-gnori. Ma invece si inizia e siconclude sempre in piazzaleBurchiellati. Perché piazzadei Signori è occupata daitavolini per i quali l'ammini-strazione riscuote la tassa sulplateatico e gli euro non sipossono mai perdere».

Luci e ombre del Pride«Da noi era il deserto»

Paolo CaliaTREVISO

CORTEO ARCOBALENO Evento di successo, ma Rivivere posta le foto delle strade vuote

TREVISO - (ef) Spiazzante Genty.Prima invoca la pira e poi regala unendorsement forse inconsapevole alPride di sabato. A farlo capitolare paresiano stati i Pastafariani. Che, dopoaverlo intercettato in un'osteria, hannovoluto a tutti i costi strappargli unplauso allacarovana ar-c o b a l e n o .Negherà avita, proba-bilmente, loSceriffo. Maci sono le fo-to a inchio-darlo. In cuiappare concappello epollicioni invista, oltreall'abitualesorriso a tut-ta gengivainsieme alF r e s c o v odella chiesaPastafaria-na di Padova, il tenore Jacopo Pesiri.Folgorato e convertito? Improbabile.Piuttosto Gentilini, come tutti i grandiuomini di teatro, pare non resistere alfascino del riflettore.

LA NIERISenza allarmismiancora più gente

Treviso

VIA MUNICIPIOe piazzaSan Vito

praticamentedeserte:

Rivivere hapostato sulla

propria paginafacebook una

quindicinadi situazioni

analoghe:dove non c’era

il Gay pridei commerciantihanno lavorato

poco o nulla

IL 9 SETTEMBRE TERMINE ULTIMO PER CIRCOLARE CON LA CQC MERCI NON AGGIORNATA.

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Tel. 0422/911946- Fax 0422/910746 - Mail: [email protected]

IV TV Lunedì 20 giugno 2016

(C) Il Gazzettino S.p.A. | ID: 00000000 | IP: 79.44.201.15

Page 11: SvoltaaChioggia:sindacogrillino · 2016. 9. 27. · 58,81% Lega Nord, Fdl, Forza Italia, civiche Roberto DIPIAZZA 52,63% Lega Nord, Fdl, Forza Italia, civiche DI ALESSANDRAGRAZIOTTIN

L’EVENTO Battaglia che fece la storiail Solstizio non si dimentica

BORGO MAZZINI

Prende i carabinieri a strattoniubriaco finisce ai domiciliari

CELEBRAZIONERicordatala battagliadel Solstizioe la vittoriasull’Austria:un eventoquasi epiconel qualeperse la vitaFrancescoBaracca

CAOS ALL’OSPEDALE Dalle suore bocche cucite: «Parleremo a tempo debito». Usl 9 alla finestra

Il lunedì nero del San CamilloTrecento dipendenti in stato di agitazione, i sindacati chiedono un incontro con i verticiMauro Favaro

TREVISO

TREVISO - È finita con le manette ai polsi la serata alcolica diun 48enne di Treviso, arrestato per resistenza a pubblicoufficiale. La Procura, in attesa del processo per direttissimadi oggi, lo ha spedito ai domiciliari. Intorno alle 22.30 disabato i carabinieri, ricevute alcune segnalazioni, hannoraggiunto Borgo Mazzini dove il 48enne, ubriaco fradicio,stava dormendo per terra. L’uomo, visti i carabinieri el’ambulanza, si è scagliando contro i militari che sono dovutiricorrere alle manette, data l’impossibilità di calmarlo in altromodo. Il 48enne, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, èstato poi accompagnato a casa e messo agli arresti.

Giovanni LugaresiNERVESA DELLA BATTAGLIA

Novantotto anni da quella Bat-taglia del Piave, che D'Annun-zio denominò «del Solstizio»,e che costituì secondo alcunistorici la vera vittoria control'Austria. Novantotto anni dal-la morte del maggiore France-sco Baracca, l'asso degli assi,abbattuto col suo aereo pro-prio qui, sul Montello. E daallora, la memoria ha cammi-nato col tempo, anno dopoanno, ricordando appuntoquella battaglia, i suoi eroi, isuoi Caduti: dai Ragazzi del'99 alla popolazione civile, inparte vittima, in parte costret-ta ad abbandonare case ebeni per salvarsi. Sono statiquesti gli aspetti di quell'even-to trattati ieri nella tradiziona-

le commemorazione, prima altempio ossario di Nervesa,poi al monumento a Baracca.Un incontro al quale eranopresenti diverse centinaia dipersone, associazioni combat-

tentistiche e d'arma, sindaci,a cominciare da quelli diLugo di Romagna, DavideRanalli, e di Nervesa, FabioVettori. Con loro il generaledi Corpo d'Armata ArmandoSperotto e il comandante del51. Stormo colonnello Mauri-zio D'Andrea, nonché il nipo-te dell'eroe romagnolo avvoca-to Giovanni. Da Lugo sonoarrivati coi loro mezzi anche36 soci del Motoclub intitola-to proprio a Baracca. Nel suosaluto il sindaco Vettori havoluto ricordare la popolazio-ne civile e le donne in partico-lare: non soltanto per il lororuolo di infermiere, croceros-

sine, ma pure come elementidi unità delle famiglie in con-dizioni tragiche. Vettori haanche accennato alla statuadella "Madonnina blu" donataanni fa dai Ragazzi del '99 econservata a San Nicolò. Uninvito alla riflessione, oggi intempo di crisi, in riferimentoalla situazione di quei tempi èvenuto anche dal generaleSperotto. Su Baracca combat-tente di grande valore, cheprima di tutto era un uomo didignità esemplare, si è soffer-mato invece il colonnelloD'Andrea mentre, in cielo vol-teggiavano i tre aerei storicidella Fondazione Jonathan.

Il giorno più duro per il SanCamillo. È attesa per oggi laproclamazione unitaria da par-te dei sindacati dello stato diagitazione dei circa 300 dipen-denti dell'ospedale. Le rappre-sentanze denunciano condizio-ni di lavoro al limite: turnimassacranti per la carenza dipersonale, contratti bloccatida 9 anni e incentivi economi-ci azzerati. Infermieri, opera-tori sociosanitari e ausiliarisono pronti a incrociare lebraccia. Ma anche i medicinon nascondono la propriapreoccupazione. Lo scioperosarebbe clamoroso. L'ultimonell'ospedale di proprietàdell'Istituto delle Figlie di SanCamillo risale addirittura al1978. Cioè 38 anni fa. Dopo laproclamazione dello stato diagitazione, le sigle sindacali siattendono un incontro con ivertici della struttura di vialeVittorio Veneto. Se non verràtrovata una soluzione, si prove-rà la strada della conciliazionedal Prefetto. Altrimenti scatte-rà lo sciopero. «Nei prossimigiorni risponderemo formal-

mente punto su punto -spiegasuor Lancy Ezhupara, direttri-ce amministrativa dell'ospeda-le- ma per il momento nondiciamo nulla». La linea èquella della prudenza. In tuttociò l'Usl di Treviso è spettatri-ce più che interessata. Il SanCamillo è sostanzialmente ilprimo partner privatodell'azienda sanitaria e attra-verso una convenzione da ol-tre 20 milioni di euro l'annogarantisce esami e visite spe-cialistiche contribuendo in mo-do determinante al rispettodei tetti previsti per le listed'attesa. Non solo. Il San Ca-millo è anche complementareal Ca’ Foncello, dato che èl'unica struttura a erogare al-cune particolari prestazioni.Per questo l'Usl vuole vedercichiaro. Il timore è che lo statodi agitazione del personale el'eventuale sciopero, pur nelrispetto dei livelli assistenzialiminimi, possa impedireall'ospedale di via Vittorio Ve-neto di garantire tutte le visitee gli esami previsti dalla con-venzione. Andasse così, la que-stione assumerebbe contornimolto più vasti di quelle dellemura del San Camillo.

Treviso

1. GUERRA MONDIALEGli eroi e i Caduti

di 98 anni fa

IL DIRETTOREgeneraledell’UslFrancescoBenazzi(a destra)e Suor Lancy:l’aziendasanitariaattendechiarimentisulla situazione

TV VLunedì 20 giugno 2016

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