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Sviluppo Sostenibile e Agenda 21 a cura del dott. for. Piergiorgio Cameriere

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Sviluppo Sostenibilee

Agenda 21a cura del dott. for. Piergiorgio Cameriere

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“Affinché l’Inghilterra possa vivere in relativo benessere, cento milioni di indiani devono vivere al limite della morte per fame: una condizione perversa, alla quale si accondiscende ogni volta che si sale su un taxi o si mangia un piatto di fragole con la panna".Scritto da George Orwell più di 60 anni fa.

Sviluppo sostenibile

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L’evoluzione di un nuovo atteggiamento verso il PianetaIl dibattito sulla questione ambientale, nato tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso con la formazione delle prime Associazioni ambientaliste, ebbe come nodo centrale il rapporto economia - ambiente, nella sempre più evidente necessità di preservare la qualità del patrimonio naturale e nella consapevolezza che, essendo le risorse del pianeta tendenzialmente esauribili, dovessero essere rivisti ed equilibrati i modelli di sviluppo.

Sviluppo sostenibile

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CONCETTOCONCETTO

Sostenibilità significa cercare soddisfacenti modalità di vita per tutti, senza mettere in pericolo la nostra sopravvivenza sul pianeta adesso ed in futuro

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SOSTENIBILITÀInsieme di relazioni tra le attivita’ umane, la loro

dinamica, e la biosfera, con le sue dinamiche, generalmente piu’ lente

CONCETTOCONCETTO

Queste relazioni devono essere tali da permettere alla vita umana di continuare, agli individui di soddisfare i loro bisogni e alle diverse culture umane di svilupparsi, ma in modo tale che le variazioni apportate alla natura dalle attività umane stiano entro certi limiti così da non distruggere il contesto biofisico globale

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CONCETTOCONCETTO

La velocità del prelievo deve essere pari alla velocità di rigenerazione (rendimento sostenibile)

La velocità di produzione dei rifiuti dovrebbe essere uguale alle capacità naturali di assorbimento da parte degli ecosistemi in cui i rifiuti vengono immessi

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Negli ultimi cinquanta anni l'impatto delle attività umane sul mondo naturale ha determinato profondi sconvolgimenti che in alcuni casi sono diventati vere e proprie emergenze ambientali (buco dell'ozono, effetto serra, desertificazione, perdita di biodiversità ecc.).

UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIALe tappe della sostenibilità

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Le disuguaglianze socio-economiche e il deterioramento ambientale seguiti all'industrializzazione, sono stati posti all'attenzione del mondo politico fin dagli anni '70, al fine di ricercare i possibili rimedi all'attuale modello di sviluppo.

Le tappe della sostenibilità

UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIA

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A fronte della compromissione della qualitàdella vita presente e futura, si è via via affermata la consapevolezza dello stretto legame esistente tra sviluppo economico, salvaguardia dell'ambiente ed equità socialee si è cominciato a parlare di: 'sviluppo sostenibile' quello che: 'risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie'(Commissione Bruntland, 1987 - UNCED)

Le tappe della sostenibilità

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‘Il soddisfacimento della qualità della vita mantenendosi entro i limiti della capacità di carico degli ecosistemi dai quali essa dipende‘.(Rapporto 'Caring for the Earth', 1991 - UNEP, IUCN, WWF)

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DEFINIZIONIDEFINIZIONI

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'Massimo ammontare che una comunità può consumare in un certo periodo e rimanere tuttavia, lontana dall'esaurimento delle risorse come all'inizio‘(J.R. Hichs)

Le tappe della sostenibilità

DEFINIZIONIDEFINIZIONI

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Per sviluppo sostenibile s'intende un miglioramento di qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi alla base.(ONU,1992)

Le tappe della sostenibilità

DEFINIZIONIDEFINIZIONI

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‘Uno sviluppo che offra servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità del sistema naturale, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi'(International Council for LocalEnvironmental Initities, 1994)

Le tappe della sostenibilità

DEFINIZIONIDEFINIZIONI

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"Una comunità non è sostenibile se consuma le risorse più velocemente di quanto possano essere reintegrate, produce più spazzatura di quanto i sistemi naturali possano assorbire o si basa eccessivamente, per soddisfare i propri bisogni, su risorse che provengono da regioni geograficamente lontane"

(SUSTAINABLE COMMUNITY ROUNDTABLE)

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DEFINIZIONIDEFINIZIONI

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"Sviluppo sostenibile significa che coloro che sono i più benestanti adottano stili di vita che non sono compatibili con i limiti ecologici del pianeta. Lo sviluppo sostenibile può essere perseguito solo se le dimensioni e la crescita di una comunità locale sono in armonia con la capacità produttiva dell'ecosistema di rinnovare le proprie risorse" (WORLD COMMISSION ON THE ENVIRONMENT AND DEVELOPMENT)

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DEFINIZIONIDEFINIZIONI

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L’obiettivo fondamentale e' quello di raggiungere un'economia nel rispetto delle capacita' rigenerative ed assimilative dei sistemi naturaliche ci consentono di vivere e basata su di un principio di equitàsociale.

CONCETTOCONCETTO

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Tale concetto si basa sul riconoscimento che le politiche ambientali non possono essere separate dalle scelte dello sviluppo economico e sociale, come hanno iniziato a mettere in evidenza tutti i rapporti sullo stato dell’ambiente fin dagli anni ‘70. Si metteva in sostanza in discussione il criterio di “crescita”economica fondata solo sull’aumento di reddito e della produttività (concetto fondato sulla quantità)

CONCETTOCONCETTO

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Per assumere quello di sviluppo, collegato alla qualità della vita e ad altri indicatori per misurare lo sviluppo, quali: l’equità e la giustizia intergenerazionali, nonché nuovi stili di vita. Non può infatti esservi un’economia ecocompatibile se non cambia il modello di consumismo spinto e dissennato e senza nuovi stili di vita.

CONCETTOCONCETTO

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Il concetto di sostenibilità è stato mutuato dalla selvicoltura: èpossibile prelevare dalla natura quanto la natura è in grado di rigenerare (rinnovazione naturale)

CONCETTOCONCETTO

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Lo sviluppo sostenibile assume quindi le caratteristiche di concetto integrato, evidenziando la necessità di coniugare le tre dimensioni fondamentali e inscindibili di:

AmbienteEconomiaSocietà

CONCETTOCONCETTO

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ECONOMIA

ASPETTI SOCIALIAMBIENTE

CONCETTOCONCETTO

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Il Club di Roma aveva già nel 1968 pubblicato: “I limiti dello sviluppo” in cui in un passaggio si diceva: “…l’uomo deve assumersi la responsabilità di gestire la terra, cioè amministrarla per conto di altri”.

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1972: Club di Roma – I limiti della crescita (“I limiti dello ‘sviluppo’”)Il Club di Roma è un gruppo internazionale di scienziati, statisti, uomini di affari,

fondato da Aurelio Peccei. Il Club affidò ad un gruppo di ricercatori l'incarico di realizzare uno studio presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), per indagare , utilizzando un modello di simulazione matematico al computer, cause e conseguenze a lungo termine della crescita di 5 parametri:

popolazione capitale industriale produzione di alimenti consumo di risorse naturali inquinamento

22 aprile 1972: negli Stati Uniti si celebra per la prima volta la Giornata della Terra(Earth Day) sottolineando la necessità di salvare gli equilibri naturali.

Negli anni ’70 iniziano a emergere gruppi, movimenti e partiti ecologisti (i Verdi, che acquisiscono un peso politico soprattutto nella Repubblica Federale Tedesca entrando al Bundestag nel 1983). Nello stesso periodo fioriscono in vari paesi europei ministeri e agenzie per l’ambiente e legislazioni ambientali che si perfezioneranno nel tempo in vari paesi

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Giugno 1972 DICHIARAZIONE DI STOCCOLMANazioni UniteConferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente Umano.Fu la prima che, su scala mondiale, si occupò di temi ambientali e adottò una Dichiarazione all’interno della quale la tutela dell’ambiente diveniva parte integrante dello sviluppo, uno sviluppo compatibile con le esigenze di salvaguardia delle risorse."La Terra come capitale da preservare, nella considerazione del rapporto critico tra crescita ed ecosistema e del processo irreversibile costituito dallo sfruttamento delle risorse non rinnovabili"

UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIALe tappe della sostenibilità

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Giugno 1972 DICHIARAZIONE DI STOCCOLMANazioni UniteConferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente Umano.

Convocata a Stoccolma nel 1972 in base ad un’iniziativa della Svezia risalente al 1968, collegata ai problemi ecologici prodotti dalle piogge acide

L’ambiente e la sua tutela diventano ufficialmente una questione internazionaleGrande partecipazione di Stati (113 paesi, ma assenza del blocco comunista eccettuata la

Romania) e di circa quattrocento organizzazioni governative e nongovernative; conflitto Nord-Sud

Dichiarazione di Stoccolma (26 principi)Piano d’azione (109 raccomandazioni)

Vengono riconosciuti la responsabilità intergenerazionale per la tutela dell’ambiente, la regolamentazione dell’uso e la salvaguardia del patrimonio ambientale non rinnovabile, la necessità di rimuovere le cause delle disuguaglianze tra Nord e Sud, la spinta per uno sviluppo economico qualitativo e il calcolo dei costi ambientali, l’importanza della pianificazione integrata nazionale e internazionale, il nesso tra pace, uguaglianza, sviluppo e tutela dell’ambiente

Costituzione del Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), agenzie specializzata con sede a Nairobi in Kenia (risoluzione 2997 dell’Assemblea generale dell’ONU, 15 dicembre 1972) e attivazione rete di monitoraggio sulle variazioni ambientali (Earthwatch) "

UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIALe tappe della sostenibilità

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Giugno 1972 DICHIARAZIONE DI STOCCOLMANazioni Unite- 26 principi in cui si pone l'attenzione sulla relazione tra benessere sociale a tutela del patrimonio ambientale, secondo un criterio di giusta distribuzione delle risorse anche di fronte alle generazioni a venire.- I Piani di sviluppo economico devono quindi tenere in particolare considerazione questo rapporto, ed incoraggiare l'adozione di misure coordinate ed integrate.

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1. diritto dell’uomo a libertà, uguaglianza, condizioni di vita soddisfacenti in un ambiente dignitoso e prospero… “l’uomo è altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell’ambiente nei confronti delle generazioni future. No ad apartheid, segregazione razziale, discriminazione, colonialismo ed alte forme di oppressione e dominazione straniera.

2 “Tutte le risorse della Terra… devono essere salvaguardate a beneficio delle generazioni presenti e future”.

3. Mantenimento e miglioramento capacità umana di produrre risorse rinnovabili.4. Difesa della vita selvatica e del suo habitat.5. Uso limitato delle risorse per evitarne l’esaurimento e per assicurarne uno sfruttamento condiviso.6. Lotta all’inquinamento da sostanze tossiche non assorbibili in natura7. Azione degli Stati contro l’inquinamento marino che provochi danni per la salute umana, la vita

organica marina e distrugga i valori estetici o disturbi altri usi legittimi dei mari8. “Lo sviluppo economico e sociale è il solo modo per assicurare all’uomo un ambiente di vita e di

lavoro favorevole per creare sulla Terra le condizioni necessarie al miglioramento del tenore di vita”

9. “Le deficienze ambientali dovute alle condizioni di sottosviluppo ed ai disastri naturali pongono gravi problemi e possono essere colmate accelerando lo sviluppo mediante il trasferimento di congrue risorse finanziarie e l’assistenza tecnica, quando richiesta, in aggiunta agli sforzi compiuti dai Paesi in via di sviluppo (PVS)”.

10.Per i PVS “stabilità dei prezzi e adeguati guadagni per i beni di prima necessità e le materie prime sono essenziali ai fini della tutela dell’ambiente, poiché i fattori economici devono essere presi in considerazione, così come i processi ecologici”

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11. Politiche ecologiche di tutti gli Stati volte al progresso dei PVS e non alla loro subordinazione e accordi tra Stati e organizzazioni internazionali per fronteggiare conseguenze economiche e internazionali di tale azione.

12 Reperimento risorse per tutela ambientale tenendo conto dei bisogni dei PVS13. Pianificazione integrata e coordinata dello sviluppo da parte degli Stati per renderla

compatibile con l’ambiente.14. “La pianificazione nazionale è uno strumento essenziale per conciliare gli imperativi dello

sviluppo con quelli della partecipazione e del miglioramento dell’ambiente”.15. Evitare effetti negativi della pianificazione degli insediamenti umani sia ecologici che sociali,

politici ed economici.16. Adozione di misure di politiche demografiche adeguati ai bisogni e giudicati appropriati dai

singoli Stati.17. Nascita di appropriate istituzioni nazionali capaci di “assumersi il compito di pianificare,

amministrare e controllare le risorse ambientali”.18. Uso della scienza e della tecnologia a servizio dell’ambiente.19. Ruolo dell’educazione ambientale e dell’informazione accurata dei mass media per proteggere

l’ambiente.20. Sviluppo e scambio di conoscenze scientifiche e tecnologiche per rendere i PVS capaci di

affrontare questioni ecologiche.

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21. “La Carta delle Nazioni Unite e i principi del diritto internazionale riconoscono agli Stati il diritto sovrano di sfruttare le risorse in loro possesso, secondo le loro politiche ambientali, ed il dovere di impedire che le attività svolte entro la propria giurisdizione o sotto il proprio controllo arrechino danno all’ambiente di altri Stati o a zone situate al di fuori dei limiti della loro giurisdizione nazionale.

22. Collaborazione internazionale per definire “codice di diritto internazionale” su responsabilità e risarcimento dei danni causati all’ambiente “in zone al di fuori delle rispettive giurisdizioni a causa di attività svolte entro la giurisdizione dei singoli Stati o sotto il loro controllo”.

23. Senza trascurare i principi generali concordati dalle internazionali o le misure minime prese a livello nazionale eccezionalità nazionale onde evitare nei PVS l’applicazione di norme ambientali stringenti e adatte ai paesi industrializzati.

24. Cooperazione internazionale importante per eliminare o ridurre e controllare efficacemente gli effetti nocivi arrecati all’ambiente da attività svolte in ogni campo, “tenendo particolarmente conto della sovranità e degli interessi di tutti gli Stati”.

25. “Gli Stati devono garantire alle organizzazioni internazionali una funzione coordinatrice, efficace e dinamica per la protezione e il miglioramento dell’ambiente”

26. Tutela dell’uomo e dell’ambiente dagli effetti delle armi nucleari e di tutti gli altri mezzi di distruzione di massa. “Gli Stati devono sforzarsi di giungere sollecitamente ad un accordo, nei relativi organismi internazionali, sulla eliminazione e completa distruzione di tali armi”.

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1972: Conferenza delle Nazioni unite sull’ambiente umano a Stoccolma: prima conferenza ambientale globale. Concezione embrionale di sviluppo sostenibile.

- nascita del Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (UNEP)- pubblicazione del Rapporto del Club di Roma (“Limits to Growth”)- lancio del primo satellite Landsat- Convenzione dell’UNESCO a Parigi sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale- Convenzione di Londra sulla prevenzione dell’inquinamento marino da scarichi di rifiuti e di altre materie- primo Earth Day negli Stati Uniti

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1987 RAPPORTO DI BRUNDTLAND -Nazioni UniteLa Commissione Internazionale per l'Ambiente e lo Sviluppo (World Commission on Environment and Development) istituita nel 1983 dalle nazioni Unite presenta 'Our common future' ('Il futuro di noi tutti') o 'Rapporto Brundtland', dal nome del presidente, il primo ministro norvegese Gro Harem Brundtland

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World Commission on Environment and Development (WCED), commissione indipendente costituita con una risoluzione della Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1983 A/RES/38/161 con il compito di dare raccomandazioni per una agenda globale per il cambiamento, esamina e analizza le cause principali della crisi che accomunava l'ambiente e lo sviluppo al fine di proporre linee guida per azioni di intervento concrete e realistiche e formulare una strategia complessiva per l’ambiente entro il 2000. Il rapporto della Commissione prese il nome di "Our Common Future" (“Il futuro di noi tutti”) o "Rapporto Brundtland", dal nome della sua presidente Gro Harlem Brundtland, la prima donna divenuta capo del governo in Norvegia nel 1981 e che ha detenuto per oltre dieci anni tale ruolo ed è celebre per la definizione di sviluppo sostenibile (in realtà già apparso come concetto nella Strategia mondiale per la conservazione redatta dall’UNEP, dal WWF Fondo mondiale per la Naura e dall’IUCN - Unione internazionale per la conservazione della natura - nel 1980)

Sviluppo sostenibile: sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro necessità

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1987 RAPPORTO DI BRUNDTLAND -Nazioni UniteNasce dalla consapevolezza di voler operare verso azioni orientate alla ecogestione del territorio e delle attività antropiche prende l’avvio il concetto di “Sostenibilità” e “Sviluppo Sostenibile”.Commissione Bruntland), gli diede la sua accezione più nota, ovvero lo sviluppo che “garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”.Vengono definite le strategie da approntare per il benessere delle generazioni future

UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIALe tappe della sostenibilità

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Il Rapporto propone 22 nuovi principi per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile, e raccomanda il loro recepimento nelle normative nazionali e negli accordi internazionali, constatando l’inadeguatezza di istituzioni internazionali e sovranazionali ad hoc e globali.

I politici dovrebbero essere guidati nelle loro azioni da 8 principali obiettivi interdipendenti:la ripresa della crescita economica il miglioramento della qualità della crescita, assicurando scelte giuste ed equilibrate dal punto di vista sociale ed ambientale, e venendo incontro alle esigenze di occupazione, cibo, energia, acqua e sanità ed igiene pubblica. la conservazione e il miglioramento dello stock di risorse naturali la stabilizzazione dei livelli di occupazione il riorientamento della tecnologia e una migliore gestione del rischio l'integrazione di obiettivi riguardanti l'ambiente e l'economia nei processi di decisione la ristrutturazione delle relazioni economiche internazionali il rafforzamento della cooperazione internazionale.

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1991 sempre nell’ambito delle Nazioni Unite venne stilato un rapporto “Prendersi cura della terra”. L’obiettivo era quello di cominciare a pensare in maniera più chiara a ciò che significa Sviluppo Sostenibile, con l’obiettivo di “…migliorare la qualità della vita, mantenendosi nei limiti della capacità di carico degli ecosistemi che ci sostengono”.Ne scaturirono nove principi che saranno poi alla base della discussione sullo Sviluppo Sostenibile:

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UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIA

Prendersi cura della TerraRispettare e aver cura di tutte le forme di vitaMigliorare la qualità della vitaConservare la forza vitale e la diversità biologica della TerraRidurre al minimo lo sfruttamento delle risorse non rinnovabiliRimanere nei limiti della capacità di carico della TerraCambiare atteggiamenti e attitudiniConsentire alle comunità di avere cura del proprio ambientePrevedere un quadro di riferimento nazionale per l’integrazione di sviluppo e conservazioneCreare un’alleanza mondiale

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Giugno 1992 CARTA DI RIO - Rio De JaneiroNazioni UniteConferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo ('Summit della Terra') che ha riunito capi di Stato delegati e rappresentanti delle istituzioni delle Nazioni Unite, di organizzazioni internazionali.Il concetto di Sviluppo Sostenibile diviene centrale nell’agenda politica mondiale.

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Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo o "sviluppo o "EarthEarth Summit"Summit" svoltasi a Rio de Janeiro dal 3 svoltasi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992, a cui parteciparono 183 paesi. al 14 giugno 1992, a cui parteciparono 183 paesi. Simultaneamente viene organizzato un Simultaneamente viene organizzato un GlobalGlobal Forum Forum alternativo che coinvolge oltre 2.900 ONG e circa 17.000 alternativo che coinvolge oltre 2.900 ONG e circa 17.000 persone. La Conferenza, che verrpersone. La Conferenza, che verràà criticata come poco criticata come poco coraggiosa dagli ambientalisti, si coraggiosa dagli ambientalisti, si èè sforzata di integrare le sforzata di integrare le questioni economiche e quelle ambientali in una visione questioni economiche e quelle ambientali in una visione intersettoriale e internazionale, definendo strategie ed azioni intersettoriale e internazionale, definendo strategie ed azioni per lo sviluppo sostenibile. per lo sviluppo sostenibile. Viene creata la Commissione ONU per lo Sviluppo Sostenibile Viene creata la Commissione ONU per lo Sviluppo Sostenibile che inizia a riunirsi nel 1993che inizia a riunirsi nel 1993I partecipanti alla UNCED hanno concordato sull'affermazione I partecipanti alla UNCED hanno concordato sull'affermazione di comuni di comuni obiettiviobiettivi: :

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la Dichiarazione di Riola Dichiarazione di Rio (27 principi sull(27 principi sull’’integrazione di ambiente e sviluppo)integrazione di ambiente e sviluppo)Un piano d'azione per specifiche iniziative economiche, sociali Un piano d'azione per specifiche iniziative economiche, sociali ed ambientali in ed ambientali in vista del XXI secolo,vista del XXI secolo, l'Agenda 21l'Agenda 21, , suddivisa in 40 capitoli che specificano suddivisa in 40 capitoli che specificano modalitmodalitàà e interventi da attuare a tutti i livelli (internazionale, nazie interventi da attuare a tutti i livelli (internazionale, nazionale, locale) onale, locale) ali:ali:Dichiarazione di principi sulla conservazione e la gestione dellDichiarazione di principi sulla conservazione e la gestione delle e foresteforeste ((giuridicamente non vincolantegiuridicamente non vincolante))Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) climatici (UNFCCC) che che mira alla stabilizzazione delle emissioni dei gas mira alla stabilizzazione delle emissioni dei gas provocanti un effetto serra. Fortemente condizionata dall'atteggprovocanti un effetto serra. Fortemente condizionata dall'atteggiamento degli iamento degli Stati Uniti, non contiene obiettivi chiari, scadenze o impegni dStati Uniti, non contiene obiettivi chiari, scadenze o impegni da assolvere. Il punto a assolvere. Il punto pipiùù debole dell'accordo sta nella mancata individuazione della percdebole dell'accordo sta nella mancata individuazione della percentuale di entuale di riduzione dell'emissione di sostanze inquinanti. riduzione dell'emissione di sostanze inquinanti. Convenzione sulla biodiversitConvenzione sulla biodiversitàà: : mira a favorire un accesso equilibrato alle mira a favorire un accesso equilibrato alle risorse biologiche degli ecosistemi (in particolare le foreste trisorse biologiche degli ecosistemi (in particolare le foreste tropicali), l'assistenza ropicali), l'assistenza ai Paesi in via di sviluppo ed il trasferimento delle biotecnoloai Paesi in via di sviluppo ed il trasferimento delle biotecnologie. Non gie. Non èè stata stata sottoscritta dagli Stati Uniti, che l'hanno ritenuta troppo impesottoscritta dagli Stati Uniti, che l'hanno ritenuta troppo impegnativa.gnativa.

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Dichiarazione di Rio sullDichiarazione di Rio sull’’ambiente e lo sviluppo (preambolo)ambiente e lo sviluppo (preambolo)

Il documento riaffermando la Dichiarazione di Stoccolma e “nell’intento di continuare la costruzione iniziata con essa, allo scopo di instaurare una nuova ed equa partnership globale, attraverso la creazione di nuovi livelli di cooperazione tra gli Stati, i settori chiave della società ed i popoli, operando in direzione di accordi internazionali che rispettino gli interessi di tutti e tutelino l’integrità del sistema globale dell’ambiente e dello sviluppo, riconoscendo la natura integrale e interdipendente della terra, la nostra casa proclama…”

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Dichiarazione di Rio sullDichiarazione di Rio sull’’ambiente e lo sviluppo (principi 1ambiente e lo sviluppo (principi 1--5)5)

11. . Esseri umani al centro delle preoccupazioni dello sviluppo sosteEsseri umani al centro delle preoccupazioni dello sviluppo sostenibile, nibile, diritto a una vita sana e armoniosadiritto a una vita sana e armoniosa ((antropocentrismoantropocentrismo))22. . Diritto a sfruttare le proprie risorse da parte degli Stati senzDiritto a sfruttare le proprie risorse da parte degli Stati senza creare a creare danni ad altridanni ad altri33. . Diritto allo sviluppo in modo da soddisfare esigenze ambientali Diritto allo sviluppo in modo da soddisfare esigenze ambientali e e sviluppo delle generazioni future (concetto disviluppo delle generazioni future (concetto di sviluppo sostenibilesviluppo sostenibile))44. . Tutela dellTutela dell’’ambiente parte integrante del processo di sviluppoambiente parte integrante del processo di sviluppo55. . Cooperazione di Stati e popoli per eliminare la povertCooperazione di Stati e popoli per eliminare la povertàà ““requisito requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibileindispensabile per lo sviluppo sostenibile””,, per ridurre disparitper ridurre disparitàà e soddisfare e soddisfare meglio i bisognimeglio i bisogni

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Dichiarazione di Rio sullDichiarazione di Rio sull’’ambiente e lo sviluppo (principi 6ambiente e lo sviluppo (principi 6--9)9)

66. . Considerazione dei PVS piConsiderazione dei PVS piùù poveri nelle politiche ambientalipoveri nelle politiche ambientali77. . ResponsabilitResponsabilitàà comuni ma differenziate degli Stati (in base alla pressione comuni ma differenziate degli Stati (in base alla pressione esercitata sullesercitata sull’’ambiente e alle tecnologie e alle risorse finanziarie di cui ambiente e alle tecnologie e alle risorse finanziarie di cui dispongono)dispongono) che devono cooperare per conservare, tutelare e ripristinare la che devono cooperare per conservare, tutelare e ripristinare la salute e lsalute e l’’integritintegritàà delldell’’ecosistema terrestreecosistema terrestre88. . Riduzione ed eliminazione modi di produzione e di consumo insostRiduzione ed eliminazione modi di produzione e di consumo insostenibili enibili e promozione politiche demografiche adeguatee promozione politiche demografiche adeguate99. . Cooperazione intergovernativa per rafforzare capacitCooperazione intergovernativa per rafforzare capacitàà endogene per endogene per sviluppo sostenibile, migliorare conoscenze scientifiche e prepasviluppo sostenibile, migliorare conoscenze scientifiche e preparare, rare, adattare, diffondere e trasferire tecnologieadattare, diffondere e trasferire tecnologie

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Dichiarazione di Rio sullDichiarazione di Rio sull’’ambiente e lo sviluppo (principi 10ambiente e lo sviluppo (principi 10--13)13)1010. . Assicurare partecipazione dei cittadini a tutti i livelli con acAssicurare partecipazione dei cittadini a tutti i livelli con accesso alle cesso alle informazioni in possesso dalle autoritinformazioni in possesso dalle autoritàà pubbliche (comprese quelle su pubbliche (comprese quelle su sostanze e attivitsostanze e attivitàà pericolose per la comunitpericolose per la comunitàà) e possibilit) e possibilitàà di di partecipazione ai processi decisionali, divulgazione informazionpartecipazione ai processi decisionali, divulgazione informazioni, accesso i, accesso effettivo a procedimenti giudiziari e amministrativi compresi i effettivo a procedimenti giudiziari e amministrativi compresi i mezzi di mezzi di ricorso e di indennizzoricorso e di indennizzo ((diritto alldiritto all’’ambienteambiente))1111. . Standard ecologici da applicare tenendo conto del contesto ambieStandard ecologici da applicare tenendo conto del contesto ambientale ntale e di un costo economico e sociale giustificatoe di un costo economico e sociale giustificato1212. . Cooperazione per sistema economico internazionale aperto idoneo Cooperazione per sistema economico internazionale aperto idoneo a a crescita economica e sviluppo sostenibile.crescita economica e sviluppo sostenibile. No al principio di discriminazione No al principio di discriminazione ingiustificata nella politica commerciale a fini ecologici misuringiustificata nella politica commerciale a fini ecologici misure internazionali e internazionali di lotta a problemi ecologici transfrontalieri basata il pidi lotta a problemi ecologici transfrontalieri basata il piùù possibile possibile ““su un su un consenso internazionaleconsenso internazionale””1313. . Sviluppo diritto nazionale in materia di responsabilitSviluppo diritto nazionale in materia di responsabilitàà per danni causati per danni causati allall’’ambiente e cooperazione per sviluppo di un diritto internazionalambiente e cooperazione per sviluppo di un diritto internazionale e analogoanalogo

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Dichiarazione di Rio sullDichiarazione di Rio sull’’ambiente e lo sviluppo (principi 14ambiente e lo sviluppo (principi 14--16)16)1414. . Cooperazione internazionale per scoraggiare o prevenire dislocazCooperazione internazionale per scoraggiare o prevenire dislocazione o ione o trasferimenti in altri Stati di tutte le sostanze e attivittrasferimenti in altri Stati di tutte le sostanze e attivitàà nocive per nocive per ll’’ambiente o per la salute umanaambiente o per la salute umana..1515. . ““Al fine di proteggere lAl fine di proteggere l’’ambiente, gli Stati applicheranno largamente, ambiente, gli Stati applicheranno largamente, secondo le loro capacitsecondo le loro capacitàà il metodo precauzionale. In caso di rischio di il metodo precauzionale. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, ldanno grave o irreversibile, l’’assenza di certezza scientifica assoluta non assenza di certezza scientifica assoluta non deve servire da pretesto per rinviare ldeve servire da pretesto per rinviare l’’adozione di misure adeguate ed adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il daeffettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il danno nno ambientaleambientale”” ((principio di precauzioneprincipio di precauzione) ) 1616. . InternalizzazioneInternalizzazione dei costi per la tutela ambientale da parte delle dei costi per la tutela ambientale da parte delle autoritautoritàà nazionali e uso di strumenti economici nazionali e uso di strumenti economici ““considerando che considerando che èè in in principio lprincipio l’’inquinatore a dover sostenere il costo dellinquinatore a dover sostenere il costo dell’’inquinamento tenendo inquinamento tenendo nel debito conto lnel debito conto l’’interesse pubblico e senza distorcere il commercio interesse pubblico e senza distorcere il commercio internazionale e gli investimentiinternazionale e gli investimenti ((principio principio ““chi inquina pagachi inquina paga”” –– polluterpolluterpayspays principleprinciple))

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UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIA

Dichiarazione di Rio sullDichiarazione di Rio sull’’ambiente e lo sviluppo (principi 17ambiente e lo sviluppo (principi 17--20)20)1717. . ““LaLa valutazionevalutazione di impatto ambientaledi impatto ambientale, , come strumento nazionale, sarcome strumento nazionale, sarààeffettuata nel caso di attiviteffettuata nel caso di attivitàà proposte che siano suscettibili di avere effetti negativi proposte che siano suscettibili di avere effetti negativi rilevanti sullrilevanti sull’’ambiente e dipendano dalla decisione di unambiente e dipendano dalla decisione di un’’autoritautoritàà nazionale nazionale competentecompetente””1818. . Obbligo di notifica immediata agli altri Stati da parte di uno SObbligo di notifica immediata agli altri Stati da parte di uno Stato in caso di tato in caso di catastrofe naturale o in altra situazione di emergenza suscettibcatastrofe naturale o in altra situazione di emergenza suscettibile di ile di didi produrre produrre effetti nocivi improvvisi sulleffetti nocivi improvvisi sull’’ambiente di tali Statiambiente di tali Stati e impegno della comunite impegno della comunitààinternazionale ad aiutare con ogni sforzo i paesi colpitiinternazionale ad aiutare con ogni sforzo i paesi colpiti1919. . Notifica previa e tempestiva di Stati Notifica previa e tempestiva di Stati ““ad altri Stati potenzialmente coinvolti e ad altri Stati potenzialmente coinvolti e comunicheranno loro tutte le informazioni pertinenti sulle attivcomunicheranno loro tutte le informazioni pertinenti sulle attivititàà che possono avere che possono avere effetti transfrontalieri seriamente negativi sulleffetti transfrontalieri seriamente negativi sull’’ambiente ed avvicineranno fin ambiente ed avvicineranno fin dalldall’’inizio con tali Stati consultazioni in buona fedeinizio con tali Stati consultazioni in buona fede2020. . ““Ruolo vitaleRuolo vitale”” delle donne delle donne ““nella gestione dellnella gestione dell’’ambiente e nello sviluppoambiente e nello sviluppo””. . ““LaLapiena partecipazione delle donne piena partecipazione delle donne èè essenziale per la realizzazione di uno sviluppo essenziale per la realizzazione di uno sviluppo sostenibilesostenibile””

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Dichiarazione di Rio sullDichiarazione di Rio sull’’ambiente e lo sviluppo (principi 21ambiente e lo sviluppo (principi 21--24)24)2121. . MobilitazioneMobilitazione giovani giovani per partnership globaleper partnership globale2222. . Ruolo vitale delle popolazioni e delle comunitRuolo vitale delle popolazioni e delle comunitàà indigene e delle altre indigene e delle altre collettivitcollettivitàà locali nella gestione delllocali nella gestione dell’’ambiente e nello sviluppo in virtambiente e nello sviluppo in virtùù delle delle loro conoscenze e pratiche tradizionaliloro conoscenze e pratiche tradizionali. . Dovere degli Stati di riconoscere Dovere degli Stati di riconoscere identitidentitàà, culture e interessi di queste , culture e interessi di queste realtarealta, di sostenerle e consentire una , di sostenerle e consentire una loro effettiva partecipazione alla tutela dellloro effettiva partecipazione alla tutela dell’’ambienteambiente2323. . ““LL’’ambiente e le risorse naturali dei popoli in stato di oppressionambiente e le risorse naturali dei popoli in stato di oppressione, e, dominazione ed occupazione saranno protettidominazione ed occupazione saranno protetti””2424. . ““La guerra esercita unLa guerra esercita un’’azione intrinsecamente distruttiva sullo sviluppo azione intrinsecamente distruttiva sullo sviluppo sostenibile. Gli Stati rispetteranno il diritto internazionale rsostenibile. Gli Stati rispetteranno il diritto internazionale relativo alla elativo alla protezione ambientale in tempi di conflitto armato e, se necessaprotezione ambientale in tempi di conflitto armato e, se necessario, rio, coopereranno al suo progressivo sviluppocoopereranno al suo progressivo sviluppo””

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UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIA

Dichiarazione di Rio sullDichiarazione di Rio sull’’ambiente e lo sviluppo (principi 21ambiente e lo sviluppo (principi 21--24)24)

2525. . ““La pace, lo sviluppo e la protezione dellLa pace, lo sviluppo e la protezione dell’’ambiente sono interdipendenti ambiente sono interdipendenti ed indivisibilied indivisibili””2626. . ““Gli Stati risolveranno le loro controversie ambientali in modo pGli Stati risolveranno le loro controversie ambientali in modo pacifico e acifico e con mezzi adeguati in conformitcon mezzi adeguati in conformitàà alla Carta delle Nazioni Unitealla Carta delle Nazioni Unite””2727. . Cooperazione tra Stati e popoli in buona fede e in spirito di paCooperazione tra Stati e popoli in buona fede e in spirito di partnership rtnership per lper l’’applicazione dei principi della Dichiarazione e per la progressiapplicazione dei principi della Dichiarazione e per la progressiva va elaborazione del diritto internazionale in materia di sviluppo selaborazione del diritto internazionale in materia di sviluppo sostenibileostenibile

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UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIA

Si consolidano i principi di diritto internazionale ambientaleI principi si traducono in parte in convenzioni ambientali globali, in relativiprotocolli attuativi e ulteriori atti di grado inferiore; questi trattati ambientali globali creano un quadro istituzionale specifico e articolato, un regime giuridico con organo plenario, segretariato, conferenza delle parti, votazioni a maggioranza, decisioni obbligatorie, procedure di revisione in un contesto di flessibilità e adattamento, stabilendo soprattutto situazioni giuridiche asimmetriche per le parti (Stati industrializzati, PVS).Ricadute a livello di regimi giuridici regionali (Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Europa – UNECE promuove Convenzione di Espoo del 1991 sulla valutazione di impatto ambientale transfrontaliera, quella di Helsinki sui corsi d’acqua transfrontalieri e quella di Aarhus del 1998 sull’accesso all’informazione e alla giustizia in materia ambientale e sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali)Consacrazione sviluppo sostenibile e recepimento principi in giurisprudenza internazionale (sentenza Corte di giustizia internazionale del novembre 1997 in relazione alla controversia tra Ungheria e Slovacchia sul progetto di diga sul Danubio Gabcikovo-Nagymaros)

Dopo Rio de Janeiro…

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Giugno 1992 CARTA DI RIO - Rio De JaneiroNazioni UniteDichiarazione autorevole di principi, giuridicamente non vincolante, per un consenso globale sulla gestione, conservazione e sviluppo sostenibile del futuro.L'importanza dell'impegno dei singoli (regioni, municipalità, cittadini) per un'azione integrata e partecipata in una prospettiva locale/globale.

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Dicembre 1997 PROTOCOLLO DI KYOTO -Kyoto - GiapponeNazioni UnitePolitiche e misure per la riduzione di emissioni di gas serra da parte dei paesi industrializzati.Tra le misure adottate vi è la promozione della ricerca scientifica sulle energie alternative ed incentivi alle forme di economia sostenibile.- Si sollecitano gli stati industrializzati alla cooperazione con i paesi in via di sviluppo

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Con il Protocollo di Kyoto, strumento applicativo della Convenzione sui cambiamenti climatici approvata alla Conferenza mondiale sull’Ambiente di Rio de Janeiro, firmato nel dicembre 1997 e ratificato dall’UE e dagli Stati membri nel maggio 2002, l’UE ha assunto un impegno rilevante e ambizioso in merito alla riduzione delle emissioni di gas serra: - diminuzione dell’8% delle emissioni entro il 2008-2012 rispetto alle emissioni del 1990 (a fronte di un impegno medio complessivo del 5,2%, con l’esenzione di alcuni paesi dalla riduzione e con l’introduzione di meccanismi flessibili per favorire l’abbattimento delle emissioni quali la joint implementation – finanziamenti rivolti da Stati verso altri paesi per consentire il raggiungimento degli obiettivi -, il cleandevelopment mechanism – finanziamento di progetti di riduzione in paesi in via di sviluppo -, emission trading – trasferimento di unità di emissione da un paese all’altro)

Mentre alcuni Stati stanno avanzando verso quest’obiettivo, altri hanno visto invece aggravarsi l’inquinamento prodotto da questi fattori e la situazione sembra piuttosto critica nel perseguire un obiettivo giudicato oltretutto insufficiente da molti esperti per permettere nel medio periodo significativi miglioramenti.

Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, con la ratifica della Russia notificata alla fine del 2004 e il raggiungimento previsto della quota degli Stati necessari coincidente con almeno un insieme di paesiresponsabili di almeno il 55% delle emissioni totali nel 1990.

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A partire dal 1° gennaio 2005 tutti i governi dell’UE hanno stabilito un limite massimo per le emissioni di biossido di carbonio delle loro industrie. Le imprese che producono emissioni superiori alla soglia autorizzata dovranno, per compensare la situazione, acquistare quote di emissione da imprese che sono riuscite a ridurre i loro livelli di emissioni. Queste transazioni sono effettuate nell’ambito del nuovo sistema europeo di scambio delle quote di emissione di biossido di carbonio stabilito dalla dir. 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dei Ministri del 13 ottobre 2003 che coinvolge tutti gli impianti di combustione con potenza calorifica superiore a 20 Mw, comprendenti la produzione elettrica (raffinerie di petrolio, cokerie, industria del ferro e dell’acciaio, industria del cemento e della calce, industria del vetro e della ceramica, industria della carta e del cartone), mentre la dir. 2004/101/CE ha consentito il riconoscimento di crediti a vantaggio di imprese impegnate in progetti di riduzioni di emissioni in altri paesi convertendoli in quote da utilizzare nel sistema di scambio comunitario.

Alla prima conferenza mondiale sul Protocollo di Kyoto tenutasi a Montreal tra il 28 novembre e il 9 dicembre 2005, oltre 190 paesi (157 dei quali hanno ratificato il Protocollo di Kyoto) hanno deciso di rilanciare il dialogo sul cambiamento climatico per impostare un’azione comune nel periodo posteriore al 2012, oltre a definire un sistema di regole per l’applicazione e il pieno funzionamento del Protocollo entro il 2008, mentre la Commissione europea ha indicato quali priorità l’estensione della partecipazione al Protocollo di Kyoto ad altri paesi (anche PVS) l’impulso allo sviluppo e alla diffusione di tecnologie a basse emissioni inquinanti, l’utilizzo di strumenti di mercato flessibili e l’applicazione di politiche di adattamento, considerando anche la riduzione dei gas serra nel trasporto aereo, marittimo e nella silvicoltura.

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Dicembre 1997 PROTOCOLLO DI KYOTO -Kyoto – Giappone - Nazioni UniteConferenza ha adottato un protocollo che stabilisce: L’impegno dei Paesi industrializzati, entro il periodo compreso tra il 2008 e il 2012, di ridurre le emissioni dei sei principali gas serra nella misura complessiva del 5,3% rispetto ai livelli del 1990 e sono:

Anidride Carbonica (CO2)Metano (PFC)Protossido di Azoto (N20)Idrofluorocarburi (HFC)Perfluorocarburi (PFC)Esafluoro di zolfo (SF6).

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Dicembre 1997 PROTOCOLLO DI KYOTO -Kyoto – Giappone - Nazioni UniteA Rio sono state individuate le azioni che dovranno essere realizzate dai Paesi “Annex I”, Paesi industrializzati e Paesi con economia in transizione, per la riduzione delle emissioni, con particolare riferimento:

Promozione dell’efficienza energetica in tutti i settori; Sviluppo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia e

delle tecnologie innovative per la riduzione delle emissioni; Protezione ed estensione delle foreste per l’assorbimento del

carbonio; Promozione dell’agricoltura sostenibile; Limitazione e riduzione delle emissioni di metano delle

discariche di rifiuti e dagli altri settori energetici; Misure fiscali appropriate per disincentivare le emissioni di gas

serra.

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Dicembre 1997 PROTOCOLLO DI KYOTO -Kyoto - GiapponeNazioni Unite

Il Protocollo adottato a Kyoto dopo la ratifica della Russia è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 e scadràil 31 dicembre 2012. L’obiettivo senza Usa e Australiasi sposta a una riduzione di gas serra di 3,4% (rispetto al 5,2%)

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Settembre 2002 CONFERENZA ONU RIO + 10JOHANNESBURG - SudafricaNazioni UniteIl Vertice mondiale è stato un'occasione per incoraggiare la realizzazione degli obiettivi fissati a Rio de Janeiro e ha definito nuovi impegni politici da parte di tutti i Paesi nel cammino verso lo sviluppo sostenibile.

Le tappe della sostenibilità

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Settembre 2002 CONFERENZA ONU RIO + 10JOHANNESBURG - SudafricaNazioni UniteViene convenuto un monitoraggio e il proseguimento dei lavori ed identificati gli obiettivi più specifici in materia di sviluppo sostenibile.1. Valutazione del progresso nell'attuazione dell'Agenda 212. L'adozione di Strategie Nazionali per lo Sviluppo Sostenibile3. Fattori nuovi che richiedono cambiamenti di strategia.4. Correzioni necessarie per raggiungere gli obiettivi

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UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIA

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UN POUN PO’’ DI STORIADI STORIA

Nel giugno 2001 il Consiglio europeo di Göteborg ha approvato una Strategia europea per lo sviluppo sostenibile che ha inserito la dimensione ambientale, accanto a quelle economica e sociale nella Strategia di Lisbona, costituita da un insieme di programmi e azioni definiti al Consiglio europeo svoltosi nel marzo 2000 nella capitale portoghese, finalizzati a far divenire l’UE «l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo» e capace di «realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale». Inoltre la Strategia europea per lo sviluppo sostenibile intende affrontare in maniera coordinata le politiche economiche, sociali e ambientali indicando quali principi d’azione la coerenza tra le politiche comunitarie, l’individuazione di prezzi congrui per segnalare l’impatto ambientale ai cittadini e alle imprese, l’investimento nella ricerca scientifica e tecnologica, il miglioramento della comunicazione ambientale e la mobilitazione di cittadini e imprenditori, il partenariato globale tra istituzioni e diversi attori sociali. La Strategia viene aggiornata annualmente ad opera del Consiglio primaverile dei Ministri sull’ambiente, convocato per rivedere i metodi di lavoro e le priorità.

La politica ambientale della CEE/UE (XXXII) La Strategia per lo sviluppo sostenibile

AGENDA 21

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AGENDA 21AGENDA 21

Che cosa e' "Agenda 21 locale"

E' l'agenda degli impegni che una comunitàlocale si assume per il 21° secolo, al fine di poter attuare (localmente) e fornire il proprio contributo (a livello globale) ad un modello di sviluppo sostenibile della società, cioè ad uno "sviluppo che vada incontro alle necessità del presente senza compromettere la possibilità per le future generazioni di andare incontro alle loro".

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AGENDA 21AGENDA 21

Che cosa e' "Agenda 21 locale“Il contesto internazionaleLa conferenza su Ambiente e Sviluppo del 1992 (Rio, 1992) ha adottato un programma d’azioni denominato Agenda 21 che è stato siglato da 173 Paesi, tra cui l’Italia. In quella sede l’Agenda 21 èdiventata il principale riferimento internazionale per l’azione ambientale.In particolare il cap. 28 si rivolge alle comunitàaffinché realizzino un processo di Agenda 21 Locale e si dotino di un piano d’azione ambientale che traduca i principi generali di Agenda 21 in misure concrete a scala locale

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AGENDA 21AGENDA 21

Che cosa e' "Agenda 21 locale“Il contesto nazionale

A livello europeo la formalizzazione A livello europeo la formalizzazione èè avvenuta durante la avvenuta durante la Conferenza di Conferenza di AalborgAalborg nel 1994nel 1994, con la creazione della , con la creazione della Carta omonimaCarta omonima e l'avvio della e l'avvio della Campagna Europea delle CittCampagna Europea delle Cittàà Sostenibili cui partecipano circa 900 autoritSostenibili cui partecipano circa 900 autoritààpubbliche, coinvolgendo milioni di cittadini europei. pubbliche, coinvolgendo milioni di cittadini europei. Per aumentare ancora il consenso, all'interno della Campagna sonPer aumentare ancora il consenso, all'interno della Campagna sono state o state indette numerose Conferenze Regionaliindette numerose Conferenze Regionali

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AGENDA 21AGENDA 21

Che cosa e' "Agenda 21 locale“Il contesto internazionale

Il Coordinamento nazionale A21 Locali italiano costituisce Il Coordinamento nazionale A21 Locali italiano costituisce ll’’unica iniziativa del genere a livello europeo e nasce con il unica iniziativa del genere a livello europeo e nasce con il pieno appoggio della pieno appoggio della Campagna Europea per le cittCampagna Europea per le cittàà sostenibili sostenibili (Carta di (Carta di AalborgAalborg).).

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AGENDA 21AGENDA 21

Che cosa e' "Agenda 21 locale"

Agenda 21 Locale è un processo (quindi continuo ed in divenire) che, sulla base delle emergenze e delle criticità locali, deve portare a elaborare e realizzare i piani di risanamento ambientale da parte dei governi locali, generando cambiamenti concreti nell'organizzazione del territorio e nella vita quotidiana di chi produce e consuma.

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AGENDA 21AGENDA 21

Che cosa e' "Agenda 21 locale"

Interessa e coinvolge quindi tutti i cittadini; e tutti i cittadini (singolarmente, ma anche tramite le associazioni o le rappresentanze delle categorie economiche e sociali) sono invitati a partecipareed a fornire il proprio contributo.

Agenda 21 è infatti uno strumento che fornisce al cittadino la possibilità di essere coinvolto nelle decisioni e nelle azioni che riguardano il futuro del proprio ambiente di vita.

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AGENDA 21AGENDA 21

Che cosa e' "Agenda 21 locale“L’Agenda 21 Locale può essere definita come la pianificazione, concertata, di un insieme di azioni fra le autorità locali e i diversi portatori di interesse a livello locale, finalizzata allo sviluppo sostenibile del territorio. L’agenda 21 Locale individua una serie di obiettivi economici, sociali, culturali e di protezione ambientale, per il cui raggiungimento è richiesto un attivo coinvolgimento della popolazione interessata ed un rafforzamento del ruolo delle autorità locali.

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AGENDA 21AGENDA 21

Che cosa e' "Agenda 21 locale“Il contesto nazionalePartecipano al coordinamento ca. 400

amministrazioni locali. I suoi obiettivi, sintetizzati nella Carta di Ferrara, sono i seguenti:stimolo di processi di A21L in Italia e trasferimento di esperienzepromozione di iniziative e strumenti di concertazione tra le partisupporto allo sviluppo di un quadro conoscitivo di informazioni ambientali e territoriali indispensabili per avviare processi decisionali attivazione di iniziative di informazione, formazione ed educazione ambientale

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Da dove nasce Agenda 21E' la Conferenza dell'ONU su " Ambiente e Sviluppo" di Rio de Janeiro, nel 1992, a rilanciare con forza l'idea della sostenibilità dello sviluppo, approvando l'Agenda 21, il documento programmatico che sintetizza le azioni specifiche e le strategie che i paesi firmatari si impegnano ad attuare per favorire lo sviluppo sostenibile.-170 governi approvano il Programma d’Azione di

AGENDA 21- Nessun obbligo giuridico solo una dichiarazione di intenti

AGENDA 21AGENDA 21

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Da dove nasce Agenda 21Tra questi è indicata la necessità che ogni Autorità locale sviluppi una "Agenda 21 locale" per la comunità: "…Gli amministratori locali dovranno consultare i cittadini e la comunità, le organizzazioni economiche e industriali per raccogliere informazioni e costruire il consenso intorno ad una strategia per lo sviluppo sostenibile.

AGENDA 21AGENDA 21

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Da dove nasce Agenda 21Tale consenso dovrà aiutarli a ridefinire i programmi, le politiche, le leggi e i regolamenti locali, al fine di raggiungere gli obiettivi dell'Agenda 21. Il processo di consultazione aumenterà la consapevolezza della popolazione sui temi dello sviluppo sostenibile…….."

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Agenda 21 “…riconosce che operare verso lo sviluppo sostenibile è principale responsabilità dei Governi e richiede strategie, politiche, piani a livello nazionale…”, è il programma di azioni indicato dalla Conferenza di Rio per invertire l’impatto negativo delle attività antropiche sull’ambiente. L'Agenda definisce attività da intraprendere, soggetti da coinvolgere e mezzi da utilizzare in relazione alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (Ambiente, Economia, Società)

AGENDA 21AGENDA 21

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I problemi ambientali si attestano infatti sia su di una dimensione globale, nell’ambito della quale si manifestano effetti di portata planetaria, sia su di una dimensione locale caratterizzata da fenomeni specifici, legati allo stato dell’ambiente e ad attività che sul medesimo territorio hanno sede.

AGENDA 21AGENDA 21

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AGIRE LOCALMENTE AGIRE LOCALMENTE PENSARE PENSARE

GLOBALMENTEGLOBALMENTE

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Obiettivi soddisfare le necessità fondamentali

dell’uomomigliorare le qualità di vita di tuttisalvaguardare gli ecosistemi naturali

AGENDA 21AGENDA 21

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EQUITAEQUITA’’

Equità intergenerazionale: andare incontro ai bisogni presenti senza compromettere la possibilitàdelle future generazioni di rispondere alle proprie esigenzeEquità internazionale: equità nord-sud del mondo nella distribuzione delle risorseEquità interspecifica:la specie umana non è sola

sul pianeta ma ci sono altre specie da salvaguardare

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Preambolo (cap. I)Parte I: Dimensione Sociale (capp. 2-8)Parte II: Conservazione e gestione delle risorse naturali (capp. 9-22)Parte III: Rafforzamento del ruolo dei principali interlocutori di riferimento (capp23-32)Parte IV: Modalità di realizzazione (capp33-40)

AGENDA 21AGENDA 21

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Parte I: Dimensione Sociale (2-8)Cooperazione internazionaleLotta alla povertàCambiamento degli stili di vitaPopolazione e sviluppo sostenibileProtezione della salute umanaInsediamenti umani sostenibiliDecisioni di pianificazione sostenibile

AGENDA 21AGENDA 21

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Parte II: Conservazione e gestione delle risorse naturali (9-22)Tutela dell’atmosferaUso sostenibile delle risorse del suoloLotta alla deforestazioneLotta alla desertificazione e alla siccitàSviluppo sostenibile nelle regioni montaneAgricoltura sostenibile

AGENDA 21AGENDA 21

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Parte II: Conservazione e gestione delle risorse naturali (9-22)Conservazione della biodiversitàControllo della biotecnologiaProtezione degli oceaniProtezione delle acque dolciControllo degli elementi chimici tossiciSmaltimento controllato dei rifiuti tossici

AGENDA 21AGENDA 21

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Parte II: Conservazione e gestione delle risorse naturali (9-22)Corretta gestione di rifiuti solidi e scarichiControllo delle scorie radioattive

AGENDA 21AGENDA 21

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Parte III: Rafforzamento del ruolo dei principali interlocutori di riferimento (23-32)Le donne e lo sviluppo sostenibileRagazzi e giovaniRafforzamento del ruolo delle popolazioni indigeneONG

AGENDA 21AGENDA 21

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Parte III: Rafforzamento del ruolo dei principali interlocutori di riferimento (23-31)Il ruolo delle autorità locali (cap. 28)Lavoratori e sindacatiIndustriaScienza e tecnicaIl ruolo degli agricoltori

AGENDA 21AGENDA 21

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Parte IV: Modalità di realizzazione ( 33-40)FinanziamentoScambio di tecnologie Promozione dell’istruzioneFormazione di capacità nei paesi in via di sviluppoCollaborazione ai diversi livelliRealizzazione di leggi internazionaliInformazione

AGENDA 21AGENDA 21

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Riferimenti web:

il sito delle Nazioni Unite

www.un.org

AGENDA 21AGENDA 21

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Agenda 21 LocaleAgenda 21 Locale

Riferimento Internazionale. Conferenza di Rio, Programma d’Azione Agenda 21: Cap. 28 “Ruolo delle Autorità Locali”

Politica Europea: Programma UE “Città Sostenibili” (1993)Carta di Aalborg (1994) impegno di un gruppo di città per l’integrazione nelle politiche locali del concetto di sviluppo sostenibile e l’implementazione di processi di Agenda 21 localiRisoluzione di Göteborg, documento d’impegno per le politiche di sviluppo sostenibile e A21L sottoscritto da 80 regioni d’Europa

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In Italia: Coordinamento delle Agende 21 locali italiane:

presso la provincia di Modena, è il coordinamento delle città, delle provincie e delle regioni italiane che stanno elaborando la propria Agenda 21 Locale. Ma è anche il sito di tutti quelli che stanno cercando di applicare l’idea di sviluppo sostenibile a livello locale, e che vogliono capire cosa significa vivere, muoversi, lavorare, divertirsi in una cittàsostenibile

www.a21italy.it

Agenda 21 LocaleAgenda 21 Locale

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Fasi dell’implementazioneCoinvolgimento di tutti i gruppi d’interesseAnalisi delle problematiche legate allo sviluppo della comunità locale (ambientali, economiche, sociali)Redazione di un piano d’azioneImplementazione e monitoraggio del piano d’azioneValutazione e feedback

Agenda 21 LocaleAgenda 21 Locale

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Un ricco industriale del Nord rimase sconvolto quando vide un pescatore del Sud tranquillamente appoggiato alla barca, intento a fumarsi la pipa. “Perché non sei uscito a pesca?” gli chiese l’industriale. “Perché per oggi ho pescato a sufficienza” rispose il pescatore. “E perché non peschi piùdel necessario?” insistette l’industriale “E che cosa farei con i pesci in più?” chiese a sua volta il pescatore. “Guadagneresti più soldi”, fu la risposta, “in questo modo potresti dotare la tua barca di un altro motore, spingerti piùal largo, e pescare più pesci. Così facendo, guadagneresti quel che ti basterebbe per comprarti una rete di nylon, con cui avresti ancora più pesci e più soldi. In men che non si dica potresti permetterti due barche… anzi una vera e propria flotta. Diventeresti ricco come me”. “E a quel punto che cosa farei?” tornò a chiedere il pescatore. “Potresti startene seduto e goderti la vita”, fu la risposta dell’industriale. “E che cosa credi che stia facendo in questo preciso momento?” rispose soddisfatto il pescatore.

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“Noi non ereditiamo la Terra dai nostri

genitori.La prendiamo in

prestito dai nostri figli”Proverbio keniota