Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

226
Strumenti Di Pace Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato Ordine dei Frati Minori Ufficio di Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato Italiano 1999

Transcript of Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Page 1: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Strumenti Di PaceSussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e

Salvaguardia del Creato

Ordine dei Frati MinoriUfficio di Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato

Italiano1999

Page 2: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Premessa

"I frati ... che vanno fra gli infedeli,possono comportarsi spiritualmente

in mezzo a loro in due modi.Un modo è che non facciano liti o dispute,

ma siano soggetti ad ogni creaturaumana per amore di Dio

(cfr. 1 Pt 2,13)e confessino di essere cristiani.

L'altro modo è che, quando vedrannoche piace al Signore,

annunzino la parola di Dio..."(Rnb 16,5-7).

"Condurre una vita radicalmente evangelica, in spirito di orazione e devozione e in comunionefraterna; dare testimonianza di penitenza e di minorità; portare in tutto il mondo l'annuncio delVangelo", accogliendo tutto nella carità, e "predicare con le opere la riconciliazione, la pace e lagiustizia" è essenziale per la nostra vita di Frati Minori (CC.GG. 1,2).

La base della nostra vita in comunione fraterna è radicata nell'annuncio di nostro Signore GesùCristo. Noi abbiamo la missione di far conoscere Cristo, attraverso la nostra vita, a un mondo checontinua ad essere caratterizzato dalla violenza, dalla guerra, dall'emarginazione e dalla distruzionedell'ambiente. San Francesco, il nostro fondatore, il "santo dell'Incarnazione", diede ai suoi frati e aisuoi contemporanei un esempio senza eguali di come essere un araldo del Vangelo, in parole eopere, attraverso l'impegno per la giustizia, la pace e l'armonia con il creato. Non possiamo esserearaldi del Vangelo se non viviamo aperti alla conversione, riconciliati con noi stessi, con i nostrifratelli e con tutto il creato affidato alle nostre cure (cfr. Gen 2,15), e se prima non siamoriconciliati con Dio in Cristo, nostro fratello e Signore.

"Comportarsi spiritualmente", "non fare liti o dispute", "essere soggetti a ogni creatura umana " ericonoscere che Gesù è il Cristo significa, in altre parole, essere araldi e promotori di vita, dono chetutti abbiamo ricevuto, ma su cui incombono diverse minacce. I mass-media odierni, quali lastampa, la radio e la televisione, ci permettono di verificare con facilità come le persone e l'interocreato vivano "nell'ombra della morte" (Lc 1,79) e, perciò, abbiamo bisogno che il Sole che sorgedall'alto ci visiti (cfr. Lc 1,78). Vi è una forte connessione tra la distruzione dell'ambiente e ilcrescente impoverimento di molte persone nel nostro mondo, e viceversa. Il flusso di rifugiati,spinti dalla paura di perdere la propria vita e in cerca di una esistenza migliore, non solo non siarresta ma, al contrario, aumenta continuamente. La ricerca di una soddisfazione immediata deibisogni soggettivi non rispetta l'ardente desiderio provato da molti di lasciare alle generazioni futureun mondo migliore.

È difficile dirigere e controllare, nelle sue connessioni globali, una vita minacciata da un'attività ilcui principio guida è il costante e progressivo sviluppo ad ogni costo.

A maggior ragione, allora, noi Frati Minori siamo chiamati a testimoniare, in forza delle nostreorigini evangeliche, la nostra comunione fraterna e la nostra vita semplice in una diversitàriconciliata, attraverso una esistenza libera in Cristo e per Cristo.

Questo è l'obiettivo che il presente libro desidera appoggiare. In effetti, non è un "manuale", poichénon risponde ai criteri di un manuale in senso stretto. Esso si propone di essere una fonte di

Page 3: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

riferimento e un aiuto per i frati, con i suoi articoli sulla nostra spiritualità francescana, sulla nostraopzione per i poveri, sull'animazione della nostra preghiera e meditazione, sul dialogo in comunecirca i valori e le basi della nostra vocazione francescana, sull'azione incarnata nelle situazioniconcrete alla luce delle istanze di giustizia, pace e salvaguardia del creato. Esso è una risposta allarichiesta presentata dal Consiglio Internazionale per Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato(CIGPSC) al congresso di Seul nel 1995, per aiutare i frati a divenire consci del fatto che il nostroimpegno francescano in questo settore è parte integrante della nostra spiritualità.

Dopo un attento esame di questo Sussidio di GPSC, il Definitorio Generale ha acconsentito arenderlo disponibile a tutti i frati, specialmente ai Delegati Provinciali e ai Coordinatori delleConferenze di GPSC. Potrà esserci qualcuno che, aspettandosi una maggiore profondità di pensieroe un linguaggio più misurato, non sarà soddisfatto di ciò che il libro offre con i suoi articoli e i suoiesempi. Anche questo è positivo perché potrebbe stimolare l'approfondimento personale dei temi.Abbiamo cercato di correggere gli errori sottoponendo il testo a una serie di revisioni. Tuttavia, puòdarsi che i lettori trovino imprecisioni e sbagli. Vi preghiamo di perdonare eventuali sviste. Nonpretendiamo di essere perfetti. Il libro è stato concepito come strumento di sostegno nelle azioniconcrete a favore di GPSC.

La base del nostro essere nel mondo è la contemplazione, l'ascolto interiore, la serena attenzione aisegni dei tempi, l'esperienza della presenza e dell'azione di Dio. "Essere nel mondo" significa esserein cammino, accogliere con profonda adorazione e rispetto la vita, il creato e gli uomini, perché lapresenza di Dio circonda e penetra tutto. Speriamo che questo libro possa essere unincoraggiamento per tutti i frati a vivere tale dimensione.

Concludo ringraziando tutti coloro che hanno collaborato alla creazione e all'elaborazione di questoSussidio. Ognuno ha lavorato in maniera esemplare. Ringrazio in particolare, a nome di tutti,Francisco O'Conaire OFM, mio collaboratore nell'Ufficio di Giustizia, Pace e Salvaguardia delCreato. Possa Dio compensare e benedire ampiamente tutti per la loro collaborazione!

Roma, 25.III.1999

Peter Schorr, OFMDefinitore Generale e Direttore di GPSC

Page 4: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Introduzione

Come nasce il presente Sussidio

L'Ufficio di GPSC presso la Curia Generale, il Consiglio Internazionale per GPSC, composto dai15 Coordinatori delle Conferenze dell'Ordine, e i Delegati Provinciali di GPSC hanno l'importantecompito di animare e spingere i frati a fare propri i valori evangelici e francescani evidenziati daGPSC, così da renderli parte di uno stile di vita che sia fraterno, pacifico e di sostegno a concretiimpegni di liberazione. Preoccupato di come fornire al meglio un autentico servizio di animazione,il Consiglio Internazionale per GPSC dell'Ordine decise, nel corso dell'incontro svoltosi a Seulnell'agosto del 1995, di proporre al Definitorio Generale la stesura di un Sussidio di GPSC chepotesse servire come utile strumento per la promozione di questi valori all'interno dell'Ordine. Nellariunione del dicembre dello stesso anno, il Definitorio approvò la proposta e affidò ilcoordinamento di questo progetto all'Ufficio di GPSC della Curia Generale.

Obiettivo

Questo Sussidio non rappresenta un commento ai capitoli IV e V delle CC.GG., sebbene traggaispirazione da essi e possa essere anche un aiuto per approfondirne la conoscenza e l'osservanza.Piuttosto si sforza di offrire materiali e strumenti che possano aiutare i Delegati Provinciali e leCommissioni nel loro lavoro di animazione. Esso spera anche di essere utile a quanti sonoimpegnati nella formazione iniziale, alle fraternità locali nei loro incontri per la formazionepermanente e ai frati nel loro ministero pastorale.

Poiché si trattava di preparare uno strumento che aiutasse nel lavoro, non abbiamo mai pensato adun trattato completo. Siamo consci dei limiti di questo Sussidio. Innanzitutto, nei temi trattati nellaseconda parte è quasi impossibile stabilire un punto di vista che sia valido per tutte le culture delmondo; tuttavia, le domande alla fine di ciascun tema possono sempre essere un aiuto per dialogarecon la realtà locale. D'altra parte, poiché un gran numero di frati da differenti parti del mondo hacollaborato al Sussidio, esso può risentire di mancanza di unità e di alcune ripetizioni. Se i temidella seconda parte fossero stati sviluppati più approfonditamente, il libro sarebbe molto piùvoluminoso. Siamo comunque convinti che il materiale proposto sia significativo e che possa essereun aiuto per l'obiettivo desiderato.

Struttura e contenuto

Il Sussidio ha quattro parti. Nella prima parte esponiamo la visione francescana del lavoro per lagiustizia, la pace e la salvaguardia del creato come una base teorica per l'intero libro, rifacendocialla nostra spiritualità così come si trova nelle Fonti Francescane, nelle attuali CC.GG. e neidocumenti della Chiesa. Per i francescani l'impegno per la giustizia, la pace e la salvaguardia delcreato è un'eredità che discende da san Francesco; esso forma parte della loro identità di FratiMinori e della loro missione di evangelizzazione e dovrebbe pertanto appartenere al contenuto dellaformazione iniziale e permanente.

La seconda parte è costituita da sette temi specifici, che ci sembrano essere i più appropriati e dimaggiore interesse per il nostro carisma. Lo sviluppo teorico dei temi è molto breve poiché nonabbiamo voluto fornire una trattazione esaustiva, ma abbiamo preferito che i temi ponessero delledomande e stimolassero riflessioni ed azioni. Il breve sviluppo teorico è completato da un resocontodelle esperienze e testimonianze di frati da tutte le parti del mondo. Esse ci aiutano a vedere comegli ideali che le nostre CC.GG. ci propongono non sono utopie incapaci di realizzarsi; talitestimonianze ci suggeriscono molteplici possibilità di azione nelle realtà locali. Alla fine di ognitrattazione è riportato un questionario per facilitare la riflessione, sia personale che di gruppo.

Page 5: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Ricordiamo che quando questo Sussidio fu programmato, era già contemplata l'idea che ogniConferenza potesse fornire una bibliografia per ciascuno dei temi che avrebbero favorito uno studiopiù approfondito e maggiormente in sintonia con la sensibilità culturale e i bisogni di ogniConferenza.

La terza parte, intitolata "Come Agire?", ha diversi capitoli che trattano la storia di GPSCall'interno dell'Ordine nel corso degli ultimi venticinque anni. In essi si parla del ConsiglioInternazionale per GPSC, di come le Province e le Conferenze sono organizzate nell'area dellagiustizia e della pace, della cooperazione interfrancescana in GPSC, del lavoro per GPSC nella vitaquotidiana e nei vari ministeri (parrocchie, mezzi di comunicazione, educazione, evangelizzazionemissionaria, formazione iniziale e permanente).

La quarta parte fornisce alcune aggiunte o appendici, contenenti i testi che trattano di questi teminei Capitoli Generali o nei Consigli Plenari OFM, nelle CC.GG., nella Sacra Scrittura, nelle FontiFrancescane, nella Dottrina Sociale della Chiesa e nella Ratio Formationis. Sono incluse inoltrealcune preghiere ed è riportato un elenco di indirizzi delle organizzazioni internazionali con cuipossiamo collegarci.

Ufficio di GPSC, Roma

Page 6: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

1. Sacra Scrittura

Abacuc AbAbdia AbdAggeo AgAmos AmApocalisse ApAtti degli Apostoli AtBaruc BarCantico dei Cantici CtColossesi Col1 Corinti 1 Cor2 Corinti 2 Cor1 Cronache 1 Cr2 Cronache 2 CrDaniele DnDeuteronomio DtEbrei EbEfesini EfEsdra EsdEsodo EsEster EstEzechiele EzFilemone FmFilippesi FilGalati GalGenesi GenGeremia GerGiacomo GcGiobbe GbGioele GlGiona GnGiosuè GsGiovanni Gv1 Giovanni 1 Gv2 Giovanni 2 Gv3 Giovanni 3 GvGiuda GdGiudici GdcGiuditta GdtIsaia IsLamentazioni LamLevitico LvLuca Lc1 Maccabei 1 Mac2 Maccabei 2 MacMalachia MlMarco McMatteo MtMichea MiNaum NaNeemia Ne

Page 7: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Numeri NmOsea Os1 Pietro 1 Pt2 Pietro 2 PtProverbi PrQoelet (Ecclesiaste) Qo1 Re 1 Re2 Re 2 ReRomani RmRut RtSalmi Sal1 Samuele 1 Sam2 Samuele 2 SamSapienza SapSiracide SirSofonia Sof1 Tessalonicesi 1 Ts2 Tessalonicesi 2 Ts1 Timoteo 1 Tm2 Timoteo 2 TmTito TtTobia TbZaccaria Zc

2. Documenti della Chiesa

CA Enciclica Centesimus AnnusCP Esortazione Apostolica Communio et ProgressioDH Dichiarazione Dignitatis HumanaeDM Enciclica Dives in MisericordiaEN Esortazione apostolica Evangelii NuntiandiES Enciclica Ecclesiam SuamGS Costituzione pastorale Gaudium et SpesLC Istruzione Libertatis ConscientiaLE Enciclica Laborem ExercensMM Enciclica Mater et MagistraOA Lettera apostolica Octogesima AdveniensPP Enciclica Populorum ProgressioPT Enciclica Pacem in TerrisQA Enciclica Quadragesimo AnnoRH Enciclica Redemptor HominisRM Enciclica Redemptoris MissioRN Enciclica Rerum NovarumSRS Enciclica Sollicitudo Rei SocialisTMA Lettera apostolica Tertio Millenio AdvenienteVS Enciclica Veritatis Splendor

Page 8: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

3. Scritti di san Francesco

Am AmmonizioniBfL Benedizione a frate LeoneBfB Benedizione a frate BernardoCant Il Cantico delle creature (di Frate Sole)Cer Del comportamento dei frati negli eremiEsorLD Esortazione alla lode di DioEsorPD Esortazione alle Povere DameFv Forma di vita (a santa Chiara)LAn Lettera a frate AntonioLch Lettera a tutti i chierici1 Lcust Prima lettera ai custodi2 Lcust Seconda lettera ai custodi1 Lf Lettera a tutti i fedeli (prima redazione)2 Lf Lettera a tutti i fedeli (seconda redazione)LfL Lettera a frate LeoneLmin Lettera ad un ministroLOrd Lettera a tutto l'OrdineLore Lodi per ogni oraLrp Lettera ai reggitori dei popoliPater Commento al "Pater noster"PCr Preghiera davanti al CrocifissoPlet Della vera e perfetta letiziaRb Regola bollataRnb Regola non bollataSalV Saluto alla VergineSalVir Saluto alle virtù1 Test Piccolo Testamento2 Test TestamentoUff Ufficio della passione del SignoreUv Ultima volontà (a santa Chiara)

4. Prime fonti francescane

Anper Anonimo perugino1 Cel Vita prima di san Francesco di Tommaso da Celano2 Cel Vita seconda di san Francesco di Tommaso da Celano3 Cel Trattato dei miracoli di san Francesco di Tommaso da Celano3 Comp Leggenda dei tre compagniCSS Considerazioni sulle stimmateFior I Fioretti di san FrancescoLegM Leggenda maggiore di san Bonaventura da BagnoregioLegm Leggenda minore di san Bonaventura da BagnoregioLegper Leggenda peruginaSCom Sacrum Commercium sancti Francisci cum Domina PaupertateSpec-SP Specchio di perfezione

Page 9: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

5. Altre abbreviazioni usate frequentemente

CC.GG. Costituzioni GeneraliCFF Conferenza della Famiglia FrancescanaFI Franciscans InternationalCIGPSC Consiglio Internazionale per Giustizia, Pace e Salvaguardia del CreatoGPSC Giustizia, Pace e Salvaguardia del CreatoOFM Ordine dei Frati MinoriONG Organizzazione Non GovernativaRFF Ratio Formationis FranciscanaeMedF Formazione MedellínCFI-TOR Conferenza Francescana Internazionale del Terzo Ordine Regolare

Page 10: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

PARTE 1

LA VISIONE FRANCESCANA DEL LAVORO PER LA GIUSTIZIA, LA PACE E LASALVAGUARDIA DEL CREATO

Questa prima parte determina la visione francescana dell'opera per la giustizia, la pace e lasalvaguardia del creato, una cornice teorica per l'intero libro sulla base della nostra spiritualità,attinta sia dalle Fonti Francescane che dalla realtà odierna delle CC.GG., della RFF e del Magisterodella Chiesa:

1. La presenza francescana nel mondo2. La minorità, l'opzione per i poveri e la nostra opera per la pace3. GPSC nell'evangelizzazione e nella formazione4. La contemplazione, la nostra opera per GPSC e l'unione con Dio5. Giustizia e pace nella Ratio Formationis Franciscanae

Page 11: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

1. la presenza francescana nel mondoUn uomo nuovo

Tra i numerosi santi che hanno segnato la storia della cristianità, Francesco d'Assisi è uno di quelliche ancora oggi esercitano maggiore attrazione e raccolgono il più largo consenso. La sua influenzasi estende al di là della cristianità. Egli appartiene a tutti. Egli appare "come un bocciolo di fiorefiorito anzitempo", lasciando intravedere lo splendore nascosto di una umanità che anela asbocciare in ciascuno di noi. "Sembrava veramente un uomo nuovo e di altro mondo", scrisse il suoprimo biografo, Tommaso da Celano (1 Cel 82).

Perciò non sorprende che, nella nostra attuale confusione, molti si rivolgano a lui per chiedergli ilsegreto di quella saggezza che egli seppe far sbocciare e che è caratterizzata da una nuova qualità dipresenza nel mondo. Il dono più prezioso che Francesco diede al mondo è questo nuovo tipo dipresenza. Una presenza che è profondamente umana, insieme evangelica e cosmica. Una presenzatotale che ha il dono "di convertire tutta l'ostilità in tensione fraterna, all'interno dell'unità delcreato" (Paul Ricoeur). "Non c'è dubbio che non vi fu mai uomo", scrive Louis Lavelle, "che offrìpiù perfettamente a tutti quella totale presenza e quel dono completo di sé che non sono altro chel'espressione della presenza e del dono che Dio fa di sé in ogni istante e a tutti gli esseri" (L.Lavelle, Quattro Santi, Albin Michel, Parigi 1951, p. 88).

Quale fu, allora, il segreto di Francesco d'Assisi? Come si aprì a quella presenza nel mondo, nellaquale tutti gli umani conflitti sembrano trovare pace?

Un messaggio essenziale

La domanda è per noi vitale. La nostra civiltà industriale è in un vicolo cieco. Noi siamogiustamente orgogliosi del nostro progresso scientifico e tecnologico. Esso ci ha resi "maestri epadroni della natura", secondo il desiderio di Cartesio. Ma oggi noi constatiamo che il prezzo dapagare è alto, molto alto. Da un lato l'ambiente che ci circonda e di conseguenza la qualità dellanostra vita sono minacciati dal crescente controllo dell'uomo e della sua tecnologia sulla natura.Dall'altro, un sempre più pronunciato sfruttamento tecnologico delle risorse naturali, con la solaregola del profitto, solleva grandi problemi umani nei settori della disoccupazione e della giustiziasociale. Situazioni di esclusione si vanno moltiplicando all'interno della comunità umana erischiano di compromettere profondamente la pace. Finora gli uomini e le donne prodotti dallaciviltà industriale hanno pensato solo a dominare e a possedere. Adesso devono imparare, nellaricerca della pace e della giustizia, a fraternizzare con la natura come con una loro pari. Ebbene, suquesto argomento, Francesco, il fratello universale, ha qualcosa di essenziale da dirci.

Per ascoltare opportunamente il suo messaggio, dobbiamo lasciarci alle spalle una certa immaginedel Poverello di Assisi. Lo abbiamo reso una specie di Principe Azzurro del creato. Affascinanteforse, ma disperatamente superficiale. Il vero Francesco ha una statura e un'ispirazione del tuttodiversi. Egli fu uno dei più coraggiosi innovatori di tutta la storia del cristianesimo. Nella fedeltà alVangelo, ruppe col sistema politico-religioso dell'epoca, caratterizzato dal dominio feudale dellaChiesa, da guerre sante e crociate. Egli rifiutò anche di fare un patto con il nuovo idolo della societàdei comuni: il denaro. Riguardo al suo atteggiamento fraterno verso le creature inferiori, lungidall'essere sentimentalismo, esso era ispirato da una chiara e profonda comprensione del creato.

Il punto di partenza: l'incontro con Cristo

All'origine della nuova presenza nel mondo inaugurata dal Poverello di Assisi, si trova l'esperienzaspirituale che inizia con la conversione del giovane figlio di Bernardone. Se vogliamo scoprire lasua ispirazione, dobbiamo raggiungerlo nel cuore di questa esperienza.

Page 12: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Francesco non è nato "fratello universale". Egli lo è diventato. Al prezzo di una profondaconversione. Da adolescente e giovane uomo, non era l'uomo di pace che noi ammiriamo.Certamente i suoi primi biografi lo presentano come un uomo affabile, cortese, aperto agli altri.Tuttavia, dietro questo aspetto attraente si celava un fondo di violenza ed ambizione e la volontà diconquista e di dominio.

Essendo figlio di un ricco mercante, Francesco apparteneva alla classe in ascesa, bramosa diguadagnare e avida di potere. Nei comuni medievali che si erano liberati dal giogo feudale, i ricchiborghesi - e soprattutto i mercanti - intendevano gestire in proprio i loro affari ed esercitare ilpotere. Sospinto da questa forza sociale in espansione, anche il giovane Francesco nutriva grandiambizioni. Gli piaceva far sfoggio di sé, brillare come il sole, essere superiore agli altri, essereacclamato re della giovane élite sociale di Assisi.

Col crescere dell'età, aumentavano anche le sue ambizioni. Egli non voleva continuare l'attività disuo padre ed essere solo un mercante di stoffe. Aveva grandi sogni. Mirava in alto. Aspirava adivenire cavaliere e persino principe! Quando, immerso nel sonno, sognava la bottega paterna, lavedeva trasformata in un palazzo le cui stanze risplendevano del luccichio di varie armi, tuttescintillanti per lui e per i suoi cavalieri. Nelle sue visioni giovanili immaginava di conquistare ilmondo.

Il giovane Francesco era affascinato dalla gloria e, a quel tempo, la si conquistava in guerra. Proprioallora questa si presentò a lui: tra Assisi e Perugia, città vicine e rivali, era appena scoppiata laguerra. Francesco pertanto si unì alla milizia comunale di Assisi.

Prese parte alla battaglia di Ponte San Giovanni, ma lo scontro andò a vantaggio di Perugia.Francesco fu fatto prigioniero e trascorse un anno nelle prigioni nemiche. Quando ritornò ad Assisi,la sua salute era compromessa e si ammalò.

Questa malattia, che si protrasse per lungo tempo e lo costrinse all'inazione e alla solitudine, segnòuna svolta nella sua vita. Francesco guardò attentamente in se stesso. Sentì la vanità dei suoi annigiovanili e si rese conto della loro futilità.

Tuttavia, quando si ristabilì, restò preso nuovamente nella morsa delle sue ambizioni guerresche e,insieme ad un giovane nobile di Assisi, decise di unirsi alle armate papali che combattevano controle armate imperiali nel Sud dell'Italia. Il progetto però non durò a lungo. Non appena raggiunseSpoleto, Francesco udì una voce interiore che gli ordinò di tornare ad Assisi. Francesco obbedì. Daallora in poi la sua sola preoccupazione sarebbe stata quella di scoprire ciò che Dio voleva da lui.

Egli si ritirò spontaneamente nella solitudine delle piccole chiese abbandonate nella campagna diAssisi. Specialmente a San Damiano. Lì, per lunghe ore, egli pregava contemplando il Cristobizantino. Il Cristo crocifisso che irradiava pace gli fornì la viva e irresistibile rivelazionedell'amore di Dio per tutto il genere umano. Francesco si lasciò attrarre completamente dallaprofondità e dallo splendore di questo amore. Attraverso l'umanità di Cristo e la sua vitapienamente donata, scoprì lo sguardo di misericordia con cui Dio guarda uomini e donne. Alloraanche Francesco li guardò con occhi diversi e il suo universo si aprì alla miseria umana.

Nel suo Testamento, Francesco stesso racconta il cambiamento radicale che gli accadde: "Il Signoredette a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati, misembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai conessi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezzad'animo e di corpo" (2 Test 1-3).

Page 13: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Una nuova qualità della relazione

Soffermiamoci un momento su questo cambiamento. Tutto deriva da questo. Francesco non esitò apresentare la sua conversione come una nuova apertura verso la gente e verso il mondo. Il suouniverso era saltato in aria. Ora osava scoprire quegli uomini e quelle donne da cui prima si sarebbetenuto lontano, persone che non aveva voluto vedere e che aveva escluso dal suo mondo.

Non si trattò semplicemente di una più ampia cerchia di relazioni; cambiò anche la qualità del suorelazionarsi. Da allora in poi il suo atteggiamento non sarebbe più stato ispirato dall'ambizione, daldesiderio di prestigio e di conquista, poiché scaturiva da un'altra fonte. Francesco aveva scoperto lamisericordia con cui Dio guardava uomini e donne, e questo sguardo misericordioso capovolse ilsuo mondo. Da un desiderio di conquista e di dominio, passò così ad un atteggiamento dicompassione e di comunione. Il suo mondo si aprì ai più bisognosi. In precedenza,occasionalmente, aveva fatto l'elemosina ai poveri, ma dall'alto della sua posizione di giovane ericco membro della classe media. Gli indigenti non erano stati parte del suo mondo dorato.

Ora un muro era caduto. Francesco vedeva il mondo in modo diverso. L'aveva scoperto nella lucedell'amore straordinario che si era mostrato a lui: l'altissimo Figlio di Dio aveva rinunciato alla suagloria per diventare uno di noi, il fratello di tutti, anche degli esclusi. Il paradiso aveva perso il suoorgoglio. Una irresistibile visione che ispirò in Francesco una nuova presenza nel mondo. Egli nonvolle più essere superiore agli altri, dominarli, ma volle esser con loro, fraternizzare con loro. Nonvolle più conquistare il mondo, ma accogliere tutti gli esseri ed essere in comunione con loro, e cosìdivenire, seguendo Cristo, il fratello di tutti, specialmente dei più umili e dei più poveri.

Questa nuova presenza nel mondo avrebbe ispirato e orientato tutta la vita di Francesco. Per ilmomento essa lo rese attento e pronto ad accogliere ciò che Dio desiderava da lui.

Un giorno, assistendo alla Messa nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alla Porziuncola, sentìleggere il brano del Vangelo in cui il Maestro affida ai discepoli il mandato della predicazione eordina loro di non prendere né oro, né argento, né altre cose per il viaggio. "In qualunque casaentriate, prima dite: Pace a questa casa" (Lc 10,5). In quel momento il cuore di Francesco fuilluminato. Egli aveva scoperto la sua vocazione, la missione (cfr. 1 Cel 22). Come i discepoli, sivedeva mandato ad annunciare la pace messianica. Sarebbe andato tra uomini e donne, senza oro,né argento o denaro, senza segni di potere o di ricchezza, con la sola missione di annunciare lapace. "Il Signore mi rivelò", scrisse nel suo Testamento, "che dicessimo questo saluto: 'Il Signore tidia la pace!'" (2 Test 23). Egli si presentò non come un conquistatore, ma come un amico, un uomodi pace. Dovunque andò, lavorò per "convertire tutta l'ostilità in una tensione fraterna entro l'unitàdel creato". Sarebbe stato un costruttore di pace, un creatore di comunione tra gli esseri, incomunione con tutto, "in grande umiltà".

Araldo di pace

Voltando le spalle alle guerre sante e alla signoria feudale esercitata dalla Chiesa, Francesco iniziò aviaggiare per il paese, dando a ciascuno il saluto "Pace e bene". Invitava uomini e donne ariconciliarsi tra loro e a vivere come fratelli e sorelle. Davanti all'intera città radunata nella piazzacentrale di Bologna, il discorso di Francesco si centrò sul dovere di eliminare l'ostilità e diconcludere un nuovo trattato di pace. Ad Arezzo scacciò i demoni della discordia e, quando nellasua città di Assisi scoppiò il conflitto tra il vescovo e il podestà, non si fermò finché non ebbericonciliato i due uomini.

"A coloro che vogliono definire, anche superficialmente, la vita di Francesco d'Assisi", scrisse P.Lippert, "essa sembra essere fin dall'inizio una vita d'amore, inteso nel senso più sacro e più forte".A dire il vero, non fu solo l'amore di un uomo per i suoi simili, ma l'amore di Dio per tutto il genere

Page 14: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

umano quello che ebbe Francesco e che, per mezzo di lui, si diffuse nel mondo, come il sole inprimavera, come una forza di comunione e di pace.

Questa forza era contagiosa. Presto Francesco non fu più solo. Decine, poi centinaia di giovani emeno giovani si unirono a lui, desiderosi di seguire il suo esempio. Essi corsero incontro a lui e alsuo ideale di povertà come a una festa, perché alla fine della strada avrebbero sperimentato la gioiadella fraternità.

Creatore di fraternità

Fraternità! Questo era ciò che essi stavano cercando. Essa era il volto della pace che Francescoannunciava. Un grande movimento fraterno crebbe sulla sua scia. Questo movimento rispondeva adun desiderio e ad una profonda aspirazione del tempo. L'idea di associazione e di fraternità eranell'aria.

Non fu forse quest'idea che, insieme con quella di libertà, aveva ispirato la rivolta dei comuni?Rifiutando il potere dei signori feudali ed erigendo le loro città come comuni liberi, gli abitantidelle città aspiravano a delle nuove relazioni sociali. Il regime feudale conosceva solo relazioni divassallaggio: uomini e donne erano sempre vassalli di altri uomini e donne. Il comune, come indicail suo stesso nome, aveva promesso relazioni sociali che sarebbero state più democratiche, piùlibere, più fraterne. Almeno questo era ciò in cui le persone semplici avevano sperato. Ma questasperanza fu presto delusa.

Nei comuni liberi, la legge del denaro, quella dei ricchi mercanti, rimpiazzò quella dei signori.Perciò il primo movimento francescano riaccese, nei cuori dei poveri, la speranza di una verafraternità. Ciò che i comuni non erano stati capaci di realizzare, Francesco e i suoi frati lo vivevanoalla luce del Vangelo.

Piccole fraternità, di suore e di frati, si moltiplicarono rapidamente in Italia e nell'Europaoccidentale. Sembravano tanti centri di pace e riconciliazione. In verità, i frati vivevano una doppiafraternità: tra loro, naturalmente, ma anche con tutti gli uomini e le donne che incontravano e, inmodo del tutto particolare, con i più poveri e i più piccoli. A nessuno di loro era permesso esercitarealcun potere o dominio (cfr. Rnb 5,9). "Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri", dicevaFrancesco, "ma anzi dobbiamo essere servi..." (2 Lf 47). Provenendo da differenti ambienti sociali, ifrati impararono a vivere insieme nel rispetto delle loro differenze. Una tale fraternità non avevanulla a che fare con la costrizione. Per Francesco, ogni fratello era un essere a sé, una personaunica. La fraternità poteva essere costruita solo sul rispetto per le persone. Fu sempre l'accoglienzadi un "tu" nell'atmosfera di un "noi".

Oggi non possiamo immaginare quanto rivoluzionario fosse un tale progetto a quel tempo.Dobbiamo ricordare che la Chiesa, nell'insieme, era una Chiesa feudale: il vescovo a capo delladiocesi e un abate a capo di un monastero erano veri signori feudali, con un potere temporale che siestendeva talvolta su intere regioni. In questo contesto, le innumerevoli comunità francescane che sisvilupparono in Europa furono una vera boccata di aria fresca. Esse rappresentarono una nuovapresenza della Chiesa nel mondo: una presenza che creò una comunione fraterna in cui i più umilidella società riscoprirono il loro posto e la loro dignità.

La dimensione dell'umanità

Ma lo sguardo di Francesco non si posò solo sulla cristianità. Esso mirò più lontano. Egli volevariunire tutta l'umanità in una fraternità universale. A quel tempo, il mondo era diviso in due blocchi:la cristianità occidentale da un lato e l'Islam dall'altro. Tra questi due blocchi vi era guerra, guerrasanta, crociata. Francesco non poteva accettare questa frattura. Egli progettava di costruire un ponte

Page 15: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

fra questi due blocchi. Il momento non era favorevole ad una tale impresa. La quinta crociata stavaraggiungendo il suo apice. Era proprio così? Francesco decise di andare dal Sultano d'Egitto: unsogno folle. Ma, incredibilmente, fu ricevuto con grande cortesia, nel bel mezzo di una crociata, daAl-Malik al-Kamil, il capo dei musulmani. I due uomini mostrarono rispetto e stima l'uno perl'altro. Si sarebbe potuto sperare di più? Era già un grande risultato. Un grande risultato, ma allostesso tempo non un successo. La missione di pace del Poverello d'Assisi si trovò di fronte ai proprilimiti.

L'esperienza del limite e della profondità

Avrebbe dovuto conoscere un altro limite e questa volta all'interno del suo stesso Ordine. Questolimite avrebbe ferito Francesco dolorosamente e profondamente. Dobbiamo seguirlo attraversoquesta prova in cui la sua presenza per Dio e per tutto il genere umano avrebbe toccato livelli piùprofondi per mezzo della purificazione. Da quel momento sarebbe nato un uomo nuovo, uno dei piùforti e dei più originali conosciuti nella storia umana.

Non era infatti abbastanza desiderare la fratellanza fra tutti gli esseri per trovare "l'unità del creato".Egli aveva bisogno di imparare a desiderare questa fratellanza con un cuore in pace, con un cuoreche non si lasciasse turbare da nulla. In breve, con il cuore di un uomo povero. Non era abbastanzaamare; doveva imparare ad essere povero, anche nell'amore.

Quella fu la lezione più difficile ma anche la più importante. Il desiderio di riuscire ad ogni costo èspesso egoismo e amore per se stessi, anche quando esso è usato per tenere insieme gli uomini e ledonne. Questo desiderio spesso genera nuove esclusioni. Ecco perché esso indebolisce la vitainvece di servirla. Al contrario, quando la vita è libera da ogni forma di amore per sé, essa puòsgorgare, espandersi e creare in tutta libertà.

È evidente, negli Scritti di Francesco, l'insistenza con cui egli denuncia il turbamento, l'irritazione ela rabbia, come i maggiori ostacoli alla carità in se stessi e negli altri. Egli li vede come segnoinnegabile di un atteggiamento possessivo, di una segreta e spesso inconscia appropriazione (cfr.Am 4,3; 11,2; 13,2; 14,2-3; 27,2). Una persona può pensare di essere pura, generosa, disinteressata,fino al giorno in cui si presenta una contraddizione o una lite. Allora ci si sente agitati, irritati e sidiventa aggressivi. La maschera cade. Con tutte le proprie armi si difende il proprio bene, il proprioterritorio. Allora veramente ci si appropria del bene che il Signore è stato capace di fare attraversouna persona; lo si è reso qualcosa di personale.

Se Francesco si espresse così chiaramente circa il turbamento e la rabbia, se raccomandò ai suoifrati di mantenere la pace nei loro cuori (cfr. Am 13,1-2; 15,1-2; 27,4; Rnb 11,4; 17,15; Rb 3,11;Cant 11), è una sicura indicazione che egli stesso era stato tentato dall'agitazione e dalla rabbia. Enel modo più insidioso: nella sua stessa opera di pace e di fraternità, nel suo stesso sforzo di crearetra gli uomini e le donne una comunione davvero fraterna "nell'unità del creato".

Sembrava che il successo stesse per sorridergli. Il numero dei frati cresceva continuamente. I papi,uno dopo l'altro, mostravano una particolare benevolenza verso l'Ordine nascente. Francesco avevaogni motivo di ringraziare il Signore per tutto il bene che stava compiendo per mezzo dei santi fratidel suo Ordine.

Ma poi improvvisamente il cielo si oscurò. Seri disaccordi si crearono all'interno della fraternità.Dato il crescente numero di frati, era necessaria una organizzazione più rigorosa. Un certo tipo divagabondaggio doveva finire. Case e tempi di formazione stavano divenendo necessari. Non tuttierano d'accordo con il nuovo orientamento. Francesco comprendeva abbastanza bene checinquemila frati non potevano vivere la vita evangelica allo stesso modo di dodici. Ma vide anchenascere tra alcuni dei frati più autorevoli il desiderio di allineare la fraternità con gli Ordini

Page 16: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

monastici già costituiti. Ai suoi occhi era necessario soprattutto salvaguardare l'ideale di semplicitàe di libertà evangelica, così come la nuova presenza nel mondo, espressa nella comunione fraternacon i più umili.

Una profonda angoscia, allora, prese Francesco. Non stavano allontanando la fraternità dalla suavocazione originale volendola adattare? Egli vide il suo lavoro compromesso e portato avanti daaltri che non condividevano realmente il suo spirito.

Un uomo di pace

Questa crisi morale, aggravata dalla malattia, fu per Francesco la strada necessaria per una radicalespogliazione. Era tormentato interiormente ed esteriormente, nell'anima e nel corpo (cfr. Legper21). Si ritirò nella solitudine dell'eremo per nascondere il suo dolore e il suo turbamento. Ci fu ilpericolo che si chiudesse nell'isolamento e nell'amarezza. Dio lo stava aspettando là. Francesco fuinvitato ad una suprema purificazione. Egli avrebbe dovuto spogliarsi della propria opera perdivenire egli stesso l'opera di Dio. Non avrebbe più dovuto considerare l'Ordine come una questionepersonale, ma di Dio. "Non essere più turbato... Io sono il Signore". Francesco udì la chiamata.Gettò la sua preoccupazione nel Signore. Dio è _ ciò è sufficiente. Allora il cuore di Francesco fuilluminato.

Da allora in poi egli avrebbe potuto dedicarsi alla missione di pace con un cuore pacificato. Conun'anima radiosa. Ciò che era importante non era trovare una fraternità esemplare, ma essere luistesso un uomo fraterno, irradiante la bontà del Padre. Ora Francesco poté scrivere in tutta verità:"Sono veri pacifici coloro che in tutte le contrarietà che sopportano in questo mondo, per l'amoredel Signore nostro Gesù Cristo, conservano la pace nell'anima e nel corpo" (Am 15,2).

Ad un frate che era responsabile di una fraternità, e che aveva chiesto il permesso di ritirarsi nellasolitudine di un eremo col pretesto che i suoi compagni gli causavano ogni sorta di vessazione e gliimpedivano di amare il Signore come avrebbe desiderato, Francesco poté rispondere con l'autoritàche solo l'esperienza personale conferisce: "...quelle cose che ti sono di impedimento nell'amare ilSignore Iddio, ed ogni persona che ti sarà di ostacolo, siano frati o altri, anche se ti coprissero dibattiture, tutto questo devi ritenere come una grazia. ... E ama coloro che agiscono con te in questomodo... E questo sia per te più che stare appartato in un eremo" (Lmin 2.5.8.).

L'unità del creato

Da allora in poi nulla poté limitare lo sguardo pacifico di Francesco. Nulla poté opporsi all'azionedello Spirito dentro di lui. Era libero come il vento. Egli scrisse quindi una lettera "a tutti gliabitanti del mondo", augurando loro la "vera pace dal cielo". Nulla mostra meglio la misura del suoorizzonte. Ma egli non voleva solo unire gli uomini e le donne nella pace. Egli voleva estenderequella pace a tutto il creato, riconciliando gli uomini e le donne con la natura. Questo desiderio diuna fraterna presenza nel mondo trova la sua espressione nel Cantico di Frate Sole o Cantico dellecreature.

Questo Cantico, composto da Francesco al tramonto della sua vita, è un vero e proprio testamentospirituale. Esso esprime un grande ardore di lode. Il piccolo Poverello loda Dio per tutte le suecreature. Questa lode ha lo splendore del sole, il delicato chiarore delle stelle, le ali del vento,l'umiltà dell'acqua, l'ardore del fuoco e la pazienza della terra. Essa celebra la bellezza del mondo.Tre volte l'aggettivo "bello" è ripetuto nel Cantico. Questa lode cosmica è nella genuina tradizionedei canti e dei salmi biblici. Ma vi è qualcosa di nuovo qui: un desiderio di fraterna comunione.Francesco fraternizza con le creature. Rifiutando ogni spirito di dominio, egli le accoglie comefratelli o sorelle. Le unisce con il suo più alto destino. È con esse che egli innalza se stesso a Dionella lode.

Page 17: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Questa fraterna comunione con le creature non è sentimentalismo né sogno. Essa non si oppone allarotazione delle risorse naturali per il profitto e l'utilità di tutti. Si potrebbe persino dire che, secondoFrancesco, gli elementi materiali sono tanto più fraterni quanto più sono utili a tutti. Oltre alla lorobellezza, Francesco ne esalta l'utilità. Egli saluta sorella acqua come "molto utile" e, parimenti, sirivolge a fratello vento, il cui soffio è vita, o a nostra sorella madre terra, che ci nutre producendofrutti di ogni specie.

Vi è, in questa comunione fraterna con le creature, un grande amore per la vita che è simile e unitoall'amore del creatore per la sua opera. Da ciò derivò il religioso rispetto di Francesco per ogni cosache esiste e vive. Ai suoi frati che andavano a tagliare un albero nella foresta, egli raccomandò chenon lasciassero dietro di sé un deserto, ma curassero che la vita prorompesse in un nuovo fogliame.Egli condannava tutta l'umana cupidigia che saccheggia la terra e tortura la vita. Quante volteridiede la libertà ad animali catturati inutilmente?!

Al di là di ogni conflitto

Coloro che fraternizzano con le creature, nello stesso tempo si aprono a tutto ciò che le creaturerappresentano. Essi fraternizzano con quella parte oscura di se stessi che è radicata nella natura,cioè il loro corpo e tutte le sue forze vitali. Francesco non rifiutava nulla, anzi accettava ogni cosanel suo ardore verso Dio. La sua vita spirituale non aveva luogo in un universo separato; egliandava a Dio con le sue radici cosmiche, con "sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta etgoverna". Ogni dualità fu superata e le oscure forze della vita, a quel punto trasfigurate e divenuteforze di luce, persero il loro aspetto spaventoso. Il lupo fu addomesticato: non solo il lupo checorreva nel bosco, ma anche e soprattutto quello che si cela in ciascuno di noi. L'aggressività dellavita fu trasformata in forza d'amore. È questa forza che si fa canto in "frate Focu, per lo qualeennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte".

In pace con se stessi, si può fraternizzare con ogni cosa. Francesco volle aggiungere, alla sua lodedelle creature, la lode di coloro che, uomini e donne, sono capaci di perdono e di pace. Egli liproclama la gloria suprema di tutta l'opera della creazione:

"Laudato si', mi' Signore,per quelli ke perdonano per lo Tuo amore,

et sostengo infirmitate et tribulatione.Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,

ka da Te, Altissimo, sirano incoronati".

Il Cantico delle creature è il linguaggio di un uomo aperto a tutta la pienezza del suo essere, chesgorga da una personalità completa, in cui le forze stesse della vita e del desiderio, unificate, sonodivenute le forze dell'amore e della luce. Ciò diede alla vita spirituale di Francesco, oltre alla suatraboccante pienezza, uno splendore solare.

Francesco scoprì il luminoso significato della creazione attraverso l'esperienza interiore di unanuova genesi. "Sembrava veramente", si legge nel Celano, "un uomo nuovo e di altro mondo" (1Cel 82). Il suo Cantico non è solo un vibrante omaggio al Creatore; è anche la celebrazione deldivenire. Egli canta la nuova creazione nel cuore dell'uomo che vive la fraternità. Il segreto diquesta alba divina è la povertà che Francesco visse, non solo in relazione ai beni di questo mondo,ma più profondamente nel cuore della relazione con Dio. Lasciando che Dio fosse Dio e donandosicompletamente a lui, si identificò con la presenza amorosa e totale del Creatore nella sua opera.

Eloi Leclerc OFM

Page 18: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

2. la minorità, l’opzione per i poveri e la nostra opera per la pace1. Consapevolezza

La povertà è sempre stata parte del carisma francescano. Francesco stesso frequentemente richiamala nostra vocazione con queste parole: "osserviamo la povertà, l'umiltà e il santo Vangelo delSignore nostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamente promesso" (Rb 12,4). Tuttavia, lacomprensione e la pratica della vita evangelica francescana sono cambiate con il tempo. Dalladichiarazione pontificia sull'osservanza della Regola (Quo Elongati, 1230, di Gregorio IX) fino allenostre CC.GG. preconciliari, la più grande enfasi era posta sull'adempimento letterale con unainterpretazione giuridico-morale. La povertà consisteva fondamentalmente nel non possedereproprietà e nell'uso limitato delle cose, sotto l'autorità del Provinciale o del Guardiano. Vi era unadistinzione tra voto e virtù, ma entrambi gli aspetti erano parte della stessa prospettiva: la vitareligiosa come cammino di perfezione cristiana all'interno di un'oggettiva struttura istituzionale.

Che cosa avvenne subito dopo il Concilio Vaticano II? Inizialmente pensammo che sarebbe bastatomodificare alcuni punti della Regola. Ora siamo consapevoli che l'Ordine sta attraversando unostadio difficile, una radicale rinascita o ri-creazione della propria identità.

Pertanto parleremo di minorità:

Non è sufficiente osservare i precetti e i consigli della Regola. La questione è piuttosto quelladell'opzione per i poveri.

L'austerità non è sufficiente. È necessario creare uno stile di vita che ci renda minori nella società.

L'uso di beni in obbedienza ai superiori non è sufficiente. Piuttosto siamo chiamati a promuovere lagiustizia e ad essere araldi di pace.

Cercare la perfezione del voto di povertà non è sufficiente. Dobbiamo scoprire un modo di vivereoggi le beatitudini del regno in un mondo di conflitto, ingiustizia e secolarizzazione.

Senza dubbio la minorità è un atteggiamento spirituale, ma è anche una forma di vita evangelica. Ècosì che avviene in realtà?

2. Analisi

Due fattori sembrano influenzare questo cambiamento di prospettiva:

A. Una nuova consapevolezza ecclesiale

Possiamo parlare di una nuova "dislocazione" dei centri del Vangelo. Ogni epoca rilegge ilVangelo; oggi uno sforzo significativo è concentrato su questi due punti:

1) La storia della salvezza come azione di Dio in favore dei poveri. Il regno, la buona novellasono per i disprezzati. Le preferenze messianiche e le opzioni di Gesù.

2) Se questo è il modo di agire di Dio e conseguentemente la missione della Chiesa, incontinuità con Gesù, qual è allora il significato della vita religiosa oggi? La sequela di Gesù, che è ilnucleo della nostra vocazione, consiste in una relazione personale, nel riprodurre i suoiatteggiamenti e le sue virtù alla maniera delle pratiche ascetiche non correlate alla storia? O siamochiamati a seguire le orme di Gesù, le dinamiche del regno, nelle reali condizioni del nostromondo?

Page 19: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

3) Vi sono indicazioni che confermano questa dislocazione:• la teologia del regno come liberazione integrale, non esclusivamente spirituale;• la ricerca di un modello di Chiesa che sia più partecipativo, più egualitario;• la creazione e il consolidamento delle comunità di base;• la costante preoccupazione da parte degli istituti religiosi per una presenza tra le classi più

povere, più emarginate;• la proliferazione delle cosiddette comunità "integrate";• la partecipazione nelle rivendicazioni della lotta per i diritti umani;• l'adozione dei principi di non violenza come un metodo di cambiamento socio-politico.

B. Il contesto socio-culturale

Dal Vaticano II la Chiesa sta adottando un atteggiamento positivo verso il mondo e le sue speranze.Perciò da qualche tempo la storia umana ha cominciato un processo di auto-liberazione che haassunto certe caratteristiche significative:

1) Ogni persona ha un'inviolabile dignità e diritti che dovrebbero essere rispettati da ogniautorità, civile e religiosa. Il primo diritto è quello alla libertà, all'essere protagonista della propriastoria.

2) Uguaglianza e solidarietà sono valori irrinunciabili del progresso umano. Vi è il sospetto chein ogni ineguaglianza esista un'ingiustizia. È necessario un atteggiamento di partecipazione per ilcambiamento sociale e politico.

3) Una sensibilità verso quei gruppi di persone che non possono raggiungere la libertà: ilproletariato, i popoli colonizzati, le donne, il Terzo Mondo e altri gruppi.

Questo movimento molto esteso che appartiene alla modernità occidentale è stato caratterizzatoall'inizio da un eccessivo ottimismo e molto presto è diventato fonte di contraddizioni che creanoconflitti, per esempio il confronto tra il capitalismo liberale e il socialismo. Esso ha prodotto inseguito una profonda disillusione riguardante ogni sforzo per un'utopia sociale (postmodernità).

All'interno della vita religiosa anche oggi notiamo una diversa valutazione dell'impegno sociale. Maè certo che il nostro Ordine ha incorporato molti aspetti del moderno umanesimo nelle attualiCC.GG. I capitoli IV e V danno un chiaro riflesso di questo. Quello che importa è che noifrancescani, avendo fatto una valutazione del contesto sociale in cui viviamo, siamo giunti a certeopzioni perché siamo convinti che sono in linea con il progetto evangelico originale del movimentofrancescano.

In effetti noi crediamo che la minorità, in quanto rappresenta una nuova strada più avanzata inaccordo con la sensibilità di molti frati e delle CC.GG., corrisponda fedelmente a Francesco e al suoprogetto, anche se può non riprodurre letteralmente la Regola e la vita.

3. Alla luce della vita e della Regola

La Regula Bullata 3,10-14 fornisce una sintesi delle caratteristiche della missione francescana:"Consiglio ... ammonisco ed esorto i miei frati nel Signore Gesù Cristo che, quando vanno per ilmondo, non litighino ed evitino le dispute di parole, e non giudichino gli altri; ma siano miti,pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti, così come conviene. E nondebbano cavalcare se non siano costretti da evidente necessità o infermità. In qualunque casaentreranno dicano, prima di tutto: Pace a questa casa; e, secondo il santo Vangelo, è loro lecitomangiare di tutti i cibi che saranno loro presentati".

Page 20: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

In sintesi la missione francescana consiste nel nostro essere minori, e il testo mette in evidenza igrandi temi che derivano da questa missione di minorità:

3.1. Missione e itineranza

La vita francescana non è "mista", una sorta di equilibrio tra contemplazione e azione, alla manieradei chierici regolari del tempo o delle successive forme di vita semimonastiche. Il nostro convento èl'intero immenso mondo dei figli di Dio, nostri fratelli (cfr. SCom 63); la nostra casa è la fraternità.Di conseguenza la nostra missione non è una funzione concreta (pregare, avere cura, insegnare, fareopere di carità) che deve essere compiuta all'interno di un'istituzione efficientemente organizzata.Noi abbiamo il dovere di vivere in uno stato permanente di missione. Per questo una forma di vitasenza caratteristiche fisse è un aiuto.

3.2. Missione e inserimento

Noi abbiamo bisogno di mobilità come Gesù, che non aveva dove posare il capo (cfr. Mt 8,20). Laminorità ci pone in solidarietà con gli strati più bassi della società (cfr. Rnb 9). Quello è il modo incui la nostra salvezza fu compiuta, "dall'interno", prendendo la condizione umana, cercando iperduti (cfr. 2 Lf 46; cfr. Am 6; 9; 11).

3.3. Missione e beatitudini

La correlazione tra i testi della missione del Vangelo e il discorso della montagna non è arbitraria.Perché Francesco ha parlato dell'apostolato francescano nei termini di una vita basata sullebeatitudini di Gesù? La risposta è chiara: i frati sono mandati tra la gente come minori. Quella è laragione per cui abbiamo come priorità l'esempio piuttosto che la funzione ministeriale _ non peresclusione ma per deliberata preferenza. Ciò che è più urgente per il regno è che esso divenga unarealtà fra la gente, che i frati diventino discepoli di Gesù e lo annuncino attraverso la testimonianzadel loro stile di vita (cfr. LOrd 9; 2 Test 19; Legper 58; 103).

3.4. Missione di pace

L'intero ministero della cristianità può essere sintetizzato nel concetto di riconciliazione (cfr. 2 Cor5,18-20; Ef 2,11ss.); ma l'opzione di Francesco è di provocarla attraverso un'azione non violenta,preferendo soffrire l'ingiustizia piuttosto che creare divisioni, e contando sull'amore che aspetta esopporta senza limiti; in altre parole, seguire le orme di Gesù che fa suoi i nostri peccati (cfr. Am 5;15; Plet; Rnb 16; 22,1-4; Rb 10,7-12; 2 Test 23).

In realtà, questo processo nella vocazione di Francesco è inseparabile dal mondo della povertà edella sofferenza. La biografia dei suoi compagni mostra che uno degli elementi che precedettero lasua conversione fu la compassione per i bisognosi. I passi decisivi in quella conversione furonosegnati da un progressivo inserimento nella condizione dei più infelici: lebbrosi e mendicanti.Nonostante l'interpretazione eccessivamente spiritualistica che i biografi ci hanno dato della visionedel Crocifisso di San Damiano, non vi è dubbio che dobbiamo riferirla alla consapevolezza cheFrancesco acquistò dell'identificazione tra la sequela di Gesù povero e umile e la condivisione dellostile di vita dei minori (cfr. 3 Comp 3; 11-14; 2 Cel 8-12; 2 Test 1-5).

Il movimento francescano nacque nel contesto dell'emarginazione sociale e del servizio degliultimi. L'originale progetto di vita, cioè la Regola non bollata, presuppone questo come un'opzioneabituale e determinata (cfr. Rnb 2,7; 7,1; 7,13-14; 8,8-11; 9,2; 11,3). Nonostante la rilettura che ilCelano ci ha lasciato di alcuni aneddoti concernenti la povertà, quell'opzione chiaramente è ancorala primitiva ispirazione: i frati minori non offrono la carità ai poveri; essi si sentono identificati conloro (cfr. 2 Cel 84-85; 87; 92). È vero che, a causa delle responsabilità legate al servizio dei suoifrati e della fioritura numerica ed ecclesiale della fraternità, Francesco aveva potuto a malapena

Page 21: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

dedicarsi alla sua missione preferenziale. Tuttavia sostiene ancora con insistenza il principio diminorità: ai frati non è permesso predicare senza l'autorizzazione dei vescovi o quando qualcheprete lo impedisca; essi sono tenuti a scegliere lavori servili a livello pastorale o lavori manuali. Illoro ruolo non è possedere qualcosa, ma "fare penitenza" ed essere minori (cfr. Rb 9; 2 Test 7-8.24-26; Legper 20; 2 Cel 146-147).

4. Alla luce delle CC.GG.

Sebbene possa sembrare strano, l'importanza che il tema della minorità ha acquistato nella nostraattuale regola di vita, le CC.GG., si inserisce più direttamente nel movimento francescano originaleche non nell'osservanza regolare che tende a descrivere una vita francescana in cui la minorità èridotta all'ascetismo della povertà.

Poiché il tema è ampio e poiché sarà trattato più avanti nei suoi aspetti specifici, ci limiteremo aspiegare nelle linee essenziali la dinamica che le CC.GG. portano all'effettivo rinnovamento dellavocazione francescana della minorità:

1) La definizione del nostro carisma (art. 1,2) tratta la minorità come elemento fondamentaledella sequela di Gesù, che è strettamente unita all'evangelizzazione per mezzo dell'impegno per lapace e la giustizia.

2) Il voto di povertà è inteso non solo nel senso giuridico-morale o ascetico, ma comecondivisione del destino dei poveri (art. 8).

3) Lo spirito di penitenza/conversione si radica non solo nell'essere interiore, ma anche nelservizio degli ultimi.

4) La nostra sequela di Gesù è un gesto di minorità, come discepoli che vivono le beatitudinidel regno nel mondo, come servi di tutti, sottomessi, pacifici e umili (art. 64). È quanto detto nellaRb 3 ("come i frati debbano andare per il mondo"), che presuppone una vita non centrata nelconvento.

5) L'art. 65 espone la base teologica della nostra minorità, senza la quale ogni progetto di vita eogni impegno per i poveri rimane radicalmente viziato.

6) La vocazione alla minorità in pratica si modella con l'adozione della vita e la condizionedegli ultimi nella società.

7) La dinamica dell'"incarnare" non deve essere confusa con l'assimilazione acritica dei valorimondani (art. 67).

8) L'opzione per forme di vita note come "presenza" (che non hanno bisogno di esseregiustificate per mezzo di compiti specifici: cfr. art. 83-84) è unita alla missione di giustizia e pace.La prima caratteristica della fedeltà francescana è il principio di nonviolenza (art. 68-69). Questopresuppone un cuore centrato sul Vangelo, riconciliato con tutta la gente e con il creato (art. 70-71).

Pertanto, questa è una dinamica di testimonianza e di azione nata dalla stessa esperienza evangelicadi minorità. Molti di più sono gli esempi nei capitoli IV e V delle CC.GG., che confermano ecompletano la dinamica della minorità. Quelli menzionati sono sufficienti per informare delle sfideche le attuali CC.GG. lanciano alla vita francescana nel XXI secolo.

Javier Garrido OFM

Page 22: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

3. GPSC nell’evangelizzazione e nella formazione1. Evangelizzazione e GPSC

La parola "evangelizzazione" non era comunemente usata nei circoli cattolici fino allapubblicazione, nel 1975, dell'Evangelii Nuntiandi di Papa Paolo VI per commemorare il decimoanniversario della chiusura del Vaticano II. Nel decennio precedente il Vaticano II e, di fronte allascristianizzazione dell'occidente, molti teologi europei come Karl Barth avevano richiesto unateologia kerigmatica, una proclamazione fiduciosa del messaggio basilare della salvezza attraversola fede in Gesù Cristo. I sermoni di Pietro e Paolo, come si trovano negli Atti, furono allora usaticome modelli per questa evangelizzazione di base.

Il Vaticano II, concilio preminentemente "pastorale", costruito su questa esperienza dei teologipastorali d'Europa sia cattolici che protestanti, enfatizzava la terminologia evangelica. Un confrontocon il Vaticano I risulta istruttivo; quel concilio usò la parola "Vangelo" solo una volta e mai leparole "evangelizzare" o "evangelizzazione". Il Vaticano II, al contrario, usò la parola "Vangelo"157 volte, "evangelizzare" 18 volte ed "evangelizzazione" 31 volte.

Il concetto di evangelizzazione proposto da Paolo VI è più ampio di quello dei teologi kerigmatici,che pensavano ad esso come ad una "prima proclamazione" seguita dalla catechesi. Per Paolo VIl'evangelizzazione è "la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda.Essa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare ed insegnare, essere il canale del dono dellagrazia, riconciliare i peccatori con Dio, perpetuare il sacrificio del Cristo nella S. Messa" (EN 14).

L'evangelizzazione proclama la "salvezza" che _ e questo è molto importante per il nostro tema _ èintesa come "dono grande di Dio, che non solo è liberazione da tutto ciò che opprime l'uomo (neltesto ufficiale latino: liberatio ab iis omnibus quibus homo opprimitur) ma è soprattutto liberazionedal peccato e dal Maligno, nella gioia di conoscere Dio e di essere conosciuti da lui, di vederlo, diabbandonarsi a lui" (EN 9). Mentre tutti accettano le proposizioni finali di tale descrizione dellasalvezza, non tutti sono entusiasti di vedere la salvezza come "liberazione da tutto ciò che opprimel'uomo". Nondimeno tale comprensione è in accordo con la tradizione biblica e cristiana.

L'Esodo, per esempio, non fu un evento "puramente spirituale" _ fu anche, e in particolar modo, unaliberazione economica, sociale, politica e culturale. La salvezza dunque include, ma non siidentifica con essa, la liberazione dalla disumanizzante povertà che affligge oggi nel nostro mondocentinaia di milioni di persone. Molto presto nella storia di Israele Dio spiega il suo progettod'amore: "Il Signore certo ti benedirà nel paese che il Signore tuo Dio ti dà in possesso ereditario...Apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso" (Dt 15,4.11) _ cosa che puòaccadere solo se l'abbondanza creata da Dio è equamente di-stribuita tra tutti i figli e le figlie diDio.

In una tale disposizione d'animo, san Paolo disse ai Corinti: "In materia di ricchezze ci dovrebbeessere una certa eguaglianza fra voi" (cfr. 2 Cor 8,13-15). Il divario tra ricchi e poveri, tuttavia,continua ad aumentare e noi dobbiamo vedere ciò come il contrario del progetto di Dio. In veritàquesto crescente divario "è una minaccia per lo stesso futuro del genere umano" (OctogesimaAdveniens, 7). Poiché il numero di persone disperatamente povere (pensiamo, per esempio, aimilioni di rifugiati) aumenta drammaticamente, dobbiamo ricordare che l'evangelizzazione implica"un messaggio, particolarmente vigoroso nei nostri giorni, sulla liberazione" (EN 29). Lavorare peril regno di Dio significa lavorare per la liberazione dal male in tutte le sue forme (cfr. RedemptorisMissio, 14). Di fondamentale importanza per il ministero di GPSC è il chiaro insegnamento delSinodo dei Vescovi del 1971: l'azione per la giustizia e la partecipazione nella trasformazione delmondo ci appare pienamente come una dimensione costitutiva della predicazione del Vangelo o, inaltre parole, della missione della Chiesa per la redenzione del genere umano e la sua liberazione daogni situazione oppressiva.

Page 23: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Giustizia

La trasformazione del mondo e la liberazione dall'oppressione _ tutto questo è parte della missionedella Chiesa. Una spiritualità che è così "ultraterrena" da non coinvolgere la giustizia, la liberazionee la trasformazione del mondo è del tutto inadeguata e non è secondo la Bibbia. Senza usare mezzitermini, il Sinodo dei Vescovi del 1987 fece questa sorprendente dichiarazione: "Lo Spirito Santo ciguida a comprendere più chiaramente che la santità oggi non può essere raggiunta senza unimpegno per la giustizia". Fallire nell'impegnarci per la grande causa della giustizia è fallire nelcrescere in santità! Per questa stessa ragione l'insegnamento sociale della Chiesa "fa parteessenziale del messaggio cristiano" e costituisce un elemento fondamentale della "nuovaevangelizzazione" (Centesimus Annus, 5).

Al cuore dell'insegnamento sociale della Chiesa vi è l'"opzione preferenziale per i poveri", unaopzione "testimoniata da tutta la Tradizione della Chiesa" (Sollicitudo Rei Socialis, 42). SanFrancesco fu notevole nel suo predicare e vivere questa opzione. Nel suo Testamento egli spiegache il Signore lo condusse tra i più poveri dei poveri: i lebbrosi, che egli aveva così deliberatamenteevitato. Fu allora che a Francesco fu concessa la grazia di ridefinire ciò che è amaro e ciò che èdolce: una meravigliosa descrizione della conversione. In maniera molto simile all'insegnamentopapale contemporaneo, Francesco considerò l'aiuto dato ai poveri una questione di giustizia:"L'elemosina è l'eredità e la giustizia dovuta ai poveri; l'ha acquistata per noi il Signor nostro GesùCristo" (Rnb 9,8).

Pace

Similmente, mentre è vero che il giovane Francesco era desideroso di diventare cavaliere, dopo lasua conversione divenne il più ardente promotore di pace e questo in un tempo in cui non solo il"mondo" ma anche la Chiesa erano ricorsi alla violenza: si pensi, per esempio, alle crociate. Ilprimo movimento francescano era noto come una "delegazione di pace" (cfr. 1 Cel 23). Francescososteneva che la violenza dilettava i cuori dei demoni e, poiché vedeva la violenza come un segnodi possessione diabolica, fece fare una preghiera di esorcismo per liberare la città di Arezzodilaniata dalla guerra civile (cfr. 2 Cel 108). Francesco era convinto che il Signore stesso gli avesserivelato il saluto della pace. Nei suoi scritti i vizi contro cui mette maggiormente in guardia sonoquelli che distruggono la pace in se stessi e con gli altri: arroganza, avidità, superbia, vanità,gelosia, calunnia, uno spirito che non perdona. Sul letto di morte Francesco riconciliò due acerriminemici, il vescovo e il podestà di Assisi. Egli fu un operatore di pace fino alla fine; anche la mortefu un momento vero e proprio di riconciliazione e di pace. Lo "spirito di Assisi" è uno spirito dipace e così, quando il papa Giovanni Paolo II volle radunare insieme i capi religiosi del mondo perpregare per la pace, li invitò ad Assisi.

San Francesco parla a noi oggi proprio come esortava i suoi primi seguaci: "La pace che annunziatecon la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all'ira o alloscandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza. Questa è lanostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti" (3 Comp 58).

Salvaguardia del creato

Il Vaticano II ci ricorda che per compiere la nostra missione dobbiamo leggere i "segni dei tempi". I"segni dei tempi" possono anche essere chiamati "segni dello Spirito", poiché indicano i vari modiin cui lo Spirito di Dio è presente e attivo nel mondo e nella Chiesa, innalzando la nostra coscienzaa nuovi livelli di consapevolezza. Il movimento ecologico è uno dei segni del nostro tempo. Unnumero sempre maggiore di persone considera le ansie degli ecologisti una questione di giustizia dibase verso le future generazioni e trova facile essere d'accordo con il giudizio di papa GiovanniPaolo II: "La crisi ecologica è un problema morale" (Messaggio dell'8 dicembre 1989).

Page 24: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Un eminente scienziato, membro della Pontificia Accademia delle Scienze, sostiene che "noiabbiamo violato la fiducia della Genesi. Ci siamo fatti trasportare dal concetto di dominio e diasservimento e abbiamo perso il concetto di cura". Egli afferma che "il modo in cui trattiamo ilmondo non è sostenibile. Continuare ad eludere il nostro chiaro dovere in ciò che spesso sembraniente di più che una ricerca inesorabile della prosperità materiale, deve alla fine risultareinaccettabile a qualunque persona morale". Il consumo eccessivo e lo spreco, specialmente nei paesiricchi, sono le principali cause della distruzione ambientale. Questo deve richiamarci a una seriaconversione.

Se come francescani non abbiamo la competenza scientifica necessaria per risolvere la crisiecologica, abbiamo però una visione francescana di rispetto per tutta la creazione e questoatteggiamento è la chiave per risolvere la crisi ecologica. Per questa ragione molti scienziati oggipropongono una collaborazione tra religione e scienza, cosicché il movimento ecologico possaavere "un'anima".

San Bonaventura mirabilmente esprime la visione mistica che Francesco aveva del creato: "Pertrarre da ogni cosa incitamento ad amare Dio, esultava per tutte quante le opere delle mani delSignore e, da quello spettacolo di gioia, risaliva alla Causa e Ragione che tutto fa vivere.Contemplava, nelle cose belle, il Bellissimo e, seguendo le orme impresse nelle creature, inseguivadovunque il Diletto. Di tutte le cose si faceva una scala per salire ad afferrare Colui che è tuttodesiderabile" (LegM 9,1). In una semplice frase Bonaventura sintetizza la visione di Francesco edanche la propria: "Ogni creatura è una parola di Dio, poiché essa parla di Dio" (Comment. inEccles.). Per ovvie ragioni papa Giovanni Paolo II ha dichiarato san Francesco patrono di coloroche si dedicano alle questioni ecologiche nella sua lettera Inter Sanctos Praeclarosque Viros (29novembre 1979). La sonora sfida di papa Giovanni Paolo II può convenientemente chiudere questasezione: "Ancora una volta gridiamo forte: rispettate l'uomo. Egli è l'immagine di Dio!Evangelizzate, perché ciò diventi una realtà. Affinché il Signore trasformi i cuori e umanizzi isistemi politici ed economici" (Puebla 1979).

2. La formazione francescana in giustizia, pace ed ecologia

Le nostre CC.GG. (art. 126ss.) ci ricordano che tutti i frati sono in formazione. La distinzione non ètra frati "in formazione" e frati "fuori formazione", ma tra quelli in formazione iniziale (dal giornoin cui uno è accolto come candidato fino al giorno della professione solenne) e quelli in formazionepermanente (dal giorno della professione solenne fino alla morte). La formazione permanente èvista come "itinerario di tutta la vita" (itinerarium totius vitae) (art. 135). In questo senso, la nostraformazione permanente è strettamente collegata alla continua conversione della nostra vita di"penitenti" (3 Comp 37). Siamo incoraggiati ad essere come san Francesco, descritto sia daTommaso da Celano che da Bonaventura come "sempre nuovo", "che ricomincia sempre", sempernovus, semper inchoans (cfr. Analecta Franciscana X, pp. 80; 222; 366; 577; 621). Francescocontinua ad incoraggiarci, come quando vicino alla morte incoraggiò i suoi primi seguaci:"Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio, perché finora abbiamo fatto poco o nessunprofitto!" (1 Cel 103). La nostra visione francescana può affievolirsi sempre più proprio come unfuoco che può essere gradualmente estinto, se non è continuamente ravvivato. Così san Paoloesortava Timoteo: "ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te" (2 Tm 1,6). Se il dono _ nelnostro caso la visione di san Francesco del vivere evangelico radicale _ non è tenuto caro e nutrito,esso può essere perso. Abbiamo due opzioni: la crescita o il declino; il progresso o la stasi. Lapermanente formazione/conversione è la strada del progresso e della crescita.

Questa visione della formazione permanente come un processo che dura tutta la vita è confermatada papa Giovanni Paolo II: "Ogni vita è un cammino incessante verso la maturità, e questa passaattraverso la continua formazione. [...] non c'è professione o impegno che non esiga un continuoaggiornamento, se vuole essere attuale ed efficace" (Pastores dabo vobis, 70). Per questa ragione la

Page 25: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

formazione permanente oggi "risulta essere particolarmente urgente, non solo per il rapido mutarsidelle condizioni sociali e culturali degli uomini e dei popoli entro cui si svolge il ministeropresbiterale, ma anche per quella 'nuova evangelizzazione' che costituisce il compito essenziale eindilazionabile della Chiesa alla fine del secondo millennio (ibid.)".

"La nuova evangelizzazione ha bisogno di nuovi evangelizzatori" (ibid., 82). Come evidenziato inprecedenza, questa «nuova evangelizzazione» _ che anche noi dobbiamo vedere come nostro"compito essenziale e indilazionabile" _ "deve annoverare tra le sue componenti essenzialil'annuncio della dottrina sociale della Chiesa" (Centesimus Annus, 5). Non possiamo proclamaretale dottrina se non la conosciamo; lo studio e la riflessione sull'insegnamento sociale della Chiesa èun elemento nodale nella nostra formazione permanente (cfr. CC.GG. 96). Tale insegnamento, unavera e propria chiamata alla conversione, fu enunciato per la Chiesa universale dal Vaticano II,specialmente nella costituzione pastorale Gaudium et Spes, e in numerose encicliche papali. Leconferenze episcopali hanno fornito un servizio estremamente prezioso applicando l'insegnamentosociale universale alle condizioni dei propri continenti e paesi. I più importanti tra questi sforzi sonostati gli incontri della Conferenza dei Vescovi Latino-Americani (CELAM) e specialmente laCELAM II (tenutasi a Medellín nel 1973).

Medellín ha introdotto una nuova vitalità in molta parte della Chiesa latino-americana, dandole unanuova direzione: l'"opzione preferenziale per i poveri". Un modo di "essere chiesa" vecchio dicinque secoli in America Latina (alleata delle oligarchie e delle classi dominanti, anche quandopredicava "la carità" ai poveri) morì a Medellín e nacque un modo nuovo, più evangelico. Per laChiesa di un intero continente, Medellín è un magnifico esempio della continua formazione econversione, e perciò costituisce una grazia non solo per l'America Latina, ma anche per la Chiesauniversale. (In modo interessante, nel suo messaggio al popolo dell'America Latina, Medellín coniòil termine «nuova evangelizzazione», usato innumerevoli volte da allora, specialmente da papaGiovanni Paolo II). Una significativa lezione che possiamo imparare da Medellín, specialmente perla formazione permanente nei problemi della giustizia, della pace e dell'ecologia, è l'importanzadell'esperienza. A quella conferenza i vescovi latino-americani usarono il metodo induttivo: essicominciarono non con uno studio di dottrine astratte, ma con un'analisi dell'esperienza vissuta damilioni di poveri dell'America Latina. Essi fecero proprie le parole del Vaticano II: "Le gioie e lesperanze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro chesoffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo" (GS 1).

Anche san Francesco fu convertito non dalla lettura di libri sui lebbrosi, ma dalla sua esperienzadell'andare tra i lebbrosi e servirli (cfr. 2 Test 2). Fu quella esperienza vissuta che lo condusse aridefinire ciò che per lui era amaro e ciò che era dolce. Egli volle che i suoi frati avessero una simileesperienza e una simile conversione. I frati "devono essere lieti quando vivono tra persone di pococonto e disprezzate, tra poveri e deboli, tra infermi e lebbrosi e tra i mendicanti lungo la strada"(Rnb 9,2). Leggere libri e articoli e presenziare alle conferenze sulla povertà, la fame, i senza tetto,la piaga della violenza e la distruzione dell'ambiente può essere utile e anche necessario. Dobbiamoessere bene informati per dedicarci a questi temi con competenza. Tuttavia, l'esperienza dicondividere la vita dei poveri e di lavorare con altri impegnati in una soluzione cristiana dellapovertà disumanizzante, della violenza e della distruzione dell'ambiente è di importanza anche piùgrande per la nostra continua conversione e formazione. "L'uomo contemporaneo crede più aitestimoni che ai maestri, più all'esperienza che alla dottrina, più alla vita e ai fatti che alle teorie"(Redemptoris Missio, 42).

Tutti i frati dovrebbero fare esperienza, almeno occasionalmente, del diretto coinvolgimento nelleattività dedicate ai temi della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato. Un felice risultatodi questa esperienza potrebbe certo essere quello di iniziare ad attribuire più importanza a questeistanze in ogni nostro ministero, qualunque esso sia. Possiamo così accrescere la consapevolezzadelle persone che serviamo, incoraggiando in tal modo la loro continua conversione, cosicché,

Page 26: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

insieme, possiamo più efficacemente promuovere il regno di Dio sulla terra. Ciò è particolarmenteimportante nel nostro servizio per la gioventù, poiché con la loro energia e il loro entusiasmo igiovani sono chiamati a dare il loro contributo unico e necessario a promuovere i valori del regno.Preparati nell'analisi socio-culturale, i giovani potranno meglio comprendere le cause profonde deimali sociali che affliggono il nostro mondo e dedicare le loro energie ad eliminarli. Mentrel'istruzione a risolvere pacificamente i conflitti è benefica per tutti, lo è specialmente per i giovani,che sono così spesso vittime della violenza e facilmente tentati di fare ricorso ad essa. Nelsommario proponiamo tre momenti:

3. Sommario

Preghiera

Benché i temi della giustizia, della pace e dell'ecologia siano spesso considerati come interessi"secolari" (e interessino molti sinceri umanisti secolari), noi li affrontiamo come uomini di fede. Lariflessione religiosa sui testi della Bibbia che riguardano questi temi è di primaria importanza,poiché noi cerchiamo soprattutto di scoprire e compiere il piano di Dio per il creato. La preghieraallo Spirito Santo è particolarmente necessaria, perché lo Spirito è sempre l'agente principale intutta l'opera di evangelizzazione. Nella Costituzione sulla Sacra Liturgia (35,4), il Vaticano IIraccomandava le solenni celebrazioni della Parola di Dio, dette anche veglie bibliche. Le nostreCC.GG. (art. 22,2) raccomandano lo stesso, sia nelle nostre fraternità che con la gente. Talicelebrazioni sulla giustizia, la pace e la salvaguardia del creato potrebbero essere facilmentecompilate usando i testi biblici del lezionario relativi alla Messa per la giustizia e la pace. Inaggiunta a quelli biblici, molti testi francescani, sia antichi sia moderni, riguardano questi temi.Mentre non vi sono equivalenti messe votive per l'ecologia, potrebbero facilmente essere trovatimolti testi biblici inerenti al tema, p.e.: Gen 1; 2,4-7.15; 9,8-17; Lv 25,23-24; Sal 8; 65; 104; 147;148; Gv 1,1-5; Rm 8,18-25; Col 1,15-23; Ap 21,1-5. Tra le varie fonti francescane, il Cantico difrate Sole è particolarmente degno di nota.

Studio e riflessione

Nella sua lettera Tertio Millenio Adveniente (36), il Papa in modo provocatorio osserva: "C'è dachiedersi quanti tra essi [i cristiani], conoscano a fondo e pratichino coerentemente le direttive delladottrina sociale della Chiesa". Queste parole invitano noi, e in particolar modo i frati a cui è statoaffidato il ministero della predicazione o dell'insegnamento, a un serio esame di coscienza. Quantoconosciamo noi stessi la tradizione cattolica sui pressanti temi della giustizia, della pace e dellasalvaguardia del creato? Il nostro pensiero è veramente cattolico, cioè "pensiamo globalmente eagiamo localmente"? Quanta importanza attribuiamo a quelle domande relative ai nostri ministeri?Se le persone che serviamo attraverso il ministero ignorano in larga misura la tradizione socialecattolica, in gran parte la colpa è nostra. Noi dobbiamo ricordare che la «nuova evangelizzazione» _così urgentemente e ripetutamente invocata da papa Giovanni Paolo II nel nuovo millennio _ "deveannoverare tra le sue componenti essenziali l'annuncio della dottrina sociale della Chiesa"(Centesimus Annus, 5). Questa dottrina, con i suoi principi di validità universale, deve "prenderecorpo" nelle situazioni concrete di ogni continente, paese e località. Queste applicazioni concreterichiedono anche competenza, frutto di studio, riflessione e analisi socio-culturale. In questocontesto dobbiamo enfatizzare l'importanza del ruolo dei laici, poiché la soluzione pratica deiproblemi negli ambiti della giustizia, della pace e dell'ecologia dipende quasi esclusivamente dallacompetenza e dalla buona volontà dei laici. La domanda per noi è: stiamo formando una coscienzasociale cristiana nei laici che serviamo? La strada dei laici alla santità non passa attraverso una fugamundi monastica, ma attraverso il vivere nel mondo, dedicando se stessi al rinnovamentodell'ordine temporale, cosicché esso possa corrispondere al progetto di Dio. Come sottolineava papaGiovanni XXIII: "Non si deve creare un'artificiosa opposizione là dove non esiste, e cioè tra ilperfezionamento del proprio essere e la propria presenza attiva nel mondo, quasi che non si possa

Page 27: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

perfezionare se stessi che cessando di svolgere attività temporali. [...] Risponde inveceperfettamente ai piani della Provvidenza che ognuno perfezioni se stesso attraverso il suo lavoroquotidiano, che per la quasi totalità degli esseri umani è un lavoro a contenuto e finalità temporali "(MM 232-233). Così lo stato laico è anche uno "stato di perfezione", vissuto nel mondo sforzandosidi rinnovare l'ordine temporale. I laici sentono questo messaggio da noi?

Azione

Alcuni suggerimenti sono già stati dati, come lo studio e il prestare maggiore attenzione ai temidella giustizia, della pace e della salvaguardia del creato nei nostri compiti. Altre attivitàdipenderanno in larga misura dalle condizioni locali e perciò sono meglio lasciate alle Conferenzecosì come ai Capitoli Provinciali e ai singoli frati. I Capitoli hanno un ruolo importante: come lanostra formazione permanente è sia personale che comunitaria (cfr. CC.GG. 135), così pure siamochiamati a rispondere ai pressanti bisogni del nostro tempo alla luce del Vangelo sia come individuiche come fraternità. Semplicemente rileviamo che, senza azione, lo studio e la riflessionerimangono sterili.

Conclusione

Mentre ci prepariamo per quello che il papa Giovanni Paolo II chiama "Grande Giubileo dell'Anno2000" (Tertio Millennio Adveniente, 17), noi Frati Minori ricordiamo con gratitudine che l'esempiodi san Francesco ha tanto da offrirci nell'incontro con le più pressanti sfide sociali del nostro tempo;Francesco fu veramente il "padre dei poveri" (1 Cel 76), la cui prima fraternità fu conosciuta comeuna "delegazione di pace" (cfr 1 Cel 23) e che considerava se stesso il fratello di tutto il creato (cfr.Cant). Come figli affezionati di Francesco e della Chiesa, dobbiamo rispondere all'urgente richiestadel Papa: ricordando che Gesù è venuto ad "evangelizzare i poveri" (cfr. Mt 11,5; Lc 7,22), comenon sottolineare più decisamente l'opzione preferenziale della Chiesa per i poveri e gli emarginati?Si deve anzi dire che l'impegno per la giustizia e per la pace in un mondo come il nostro, segnato datanti conflitti e da intollerabili disuguaglianze sociali ed economiche, è un aspetto qualificante dellapreparazione e della celebrazione del Giubileo. Così, nello spirito del Libro del Levitico (25,8-12), icristiani dovranno farsi voce di tutti i poveri del mondo (TMA 51).

Charles Finnegan OFM

Page 28: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

4. la contemplazione, la nostra opera per GPSC e l’unione con DioQuando parliamo della contemplazione e del nostro lavoro per la giustizia, la pace e la salvaguardiadel creato, siamo frequentemente svantaggiati, poiché questi importanti aspetti della nostra vitaevangelica sono spesso ingiustamente stereotipati. Alcune persone presumono che vi sia unadicotomia tra la contemplazione e l'opera per la giustizia. La contemplazione, pensano alcuni, è unritiro dalle attività e dagli affari della società a favore di una presenza calma, pacifica, astratta, cheevita il dolore, la confusione e le domande suscitate dalla sofferenza insita nella nostra storia e nellanostra vita personale. L'opera per la giustizia e la pace sembra essere un'attività più rivolta versol'esterno, in cui le persone sono coinvolte nell'ordine sociale con i loro problemi e le loro sfide.Amplificando questo stereotipo, potremmo dire che la preghiera contemplativa è un ritiro in unainteriorità privata, isolata, e che, per i frati di frontiera, l'impegno a lavorare per la giustizia, la pacee la salvaguardia del creato è spesso motivato da una rabbia volta a sfidare e cambiare l'ordinepolitico. È un'attività tutta presa da urgenti problemi sociali che non favorisce l'interiorità o il tempoper la calma riflessione.

Contemplazione e meditazione vengono frequentemente confuse. La meditazione è un'attività chelimita, concentra o restringe la nostra attenzione e consapevolezza a un particolare puntod'interesse. Come attività mentale essa implica disciplina intellettuale e controllo emozionale per laconcentrazione. La contemplazione (con-templor, essere in un luogo sacro) ha alcune delle stessecaratteristiche: per esempio, essa è un punto focale della nostra attenzione, ma lo scopo dellacontemplazione è differente. Non paga dell'osservazione, essa coinvolge attivamente l'interapersona, intellettualmente, affettivamente e fisicamente a cercare l'unione con Dio. Essa è piùunione consapevole che osservazione. Vi sono differenti scuole e metodi sia per la meditazione cheper la contemplazione.

Gesù chiese ai suoi seguaci l'impegno ad essere svegli, attenti a ciò che sta accadendo intorno a loroe preparati ad agire. "Il regno di Dio è simile a un mercante che cerca la più bella di tutte le perle" equando la trova agisce risolutamente per averla. Il regno di Dio è paragonato alle vergini, chementre aspettano lo sposo stanno sveglie per mantenere accese le loro lampade, in modo da potervedere lo sposo quando si avvicina. "Il regno di Dio è simile a un servo che attende il ritorno delsuo padrone ... viene come un ladro nella notte. Voi non conoscete né il giorno né l'ora, perciò statesvegli e siate pronti".

Il discepolo sta sveglio e all'erta non per comprendere razionalmente il significato della vita, ma percomportarsi nella vita come un servo illuminato e fedele. Gesù dice ai suoi seguaci che è venutoperché noi "possiamo avere la vita e averla in abbondanza". Nelle parabole di Gesù troviamo che lepersone sono chiamate a partecipare con gli altri, per esempio ad essere una cosa sola con lo sposoo ad essere al servizio, come nella parabola del servo che aspetta il padrone. La contemplazionesegue la strada della compassione: consapevolezza, azione e unione. La connessione tra questi stadiè data dalla riflessione comunitaria o personale.

La persona che segue il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo - così Francesco descrive la vitafrancescana - non si ritira dalla società per preservare la propria vita ma la dona, cosicché noipossiamo divenire una nuova creazione. Gesù ci indica l'impegno, l'azione e il cambiamento. Ilregno di Dio è paragonato al lievito che, sciolto nella farina, diventa qualcosa di nuovo e di utile peraltri, cioè pane per nutrire altri.

La storia del buon samaritano è una delle più semplici e delle più concise descrizioni dei movimentiall'interno della contemplazione cristiana. Ciò che unisce il samaritano alla volontà di Dio è il suocomportamento vigile e compassionevole. In questa parabola il sacerdote, perso nei suoi pensieri ovolendo mantenersi ritualmente puro non toccando una persona che sembra stia per morire, passaaccanto all'uomo ferito. Anche il levita, che conosce le leggi e i profeti, passa accanto alla vittima.Il sacerdote e il levita sono assorbiti nel loro mondo interiore - probabilmente retto da buone

Page 29: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

intenzioni -, protetto da consuetudini, norme e giudizi esteriori. Anche se vedono l'uomo sofferente,essi hanno ragioni concrete, dettate da obblighi religiosi e legali, per schivare il suo dolore e la suamiseria. Il samaritano si dimostra colui che, attento e conscio della situazione, vede e risponde. Egliha compreso il suo posto nel creato e agisce di conseguenza.

Ponte di compassione, la cura fisica dell'uomo ferito da parte del samaritano fu una risposta attivanell'amore. La sua risposta saldò l'unione di tre volontà: quella del samaritano, quella dell'uomoferito e quella di Dio. Frequentemente l'azione di compassione si unisce alle preoccupazioni dellamissione o agli imprevisti, e solo più tardi, riflettendo, comprendiamo che stavamo partecipandoalla vita e all'attività di Dio.

Anche la vita di Francesco coincide con un movimento di osservazione, compassione e azionesimile a quello del samaritano. La sua personale conversione è una chiave che ci aiuta acomprendere la contemplazione francescana. Era un momento di unione affettiva con Dio cheimplicava diversi movimenti e livelli: un'esperienza; la sua riflessione e comprensionedell'esperienza; l'identificazione dell'esperienza come esperienza di Dio e con Dio. La grazia nonera iniziata nella cappella abbandonata di San Damiano o nella quiete del Monte Subasio.Francesco fece l'esperienza della sua liberante unione con Dio un giorno su una strada fuori dallasicurezza di Assisi. Sorpreso da un lebbroso, Francesco spontaneamente abbracciò e baciò l'uomo.Più tardi egli comprese che in quell'abbraccio in qualche modo era stato abbracciato da Dio e chetutta la sua vita era cambiata. "La dolcezza e la luce" che Francesco descrive come derivantidall'atto di compassione non erano la paternalistica ricompensa di Dio a lui per la sua benevolenzaverso un infelice. Erano il risultato manifesto dell'unione di due volontà di amare. Quanto eraavvenuto lungo la strada e non il processo di riflessione fu ciò che Francesco identificò come il suomomento della conversione, il suo incontro con Dio.

Gesù e Francesco ebbero ciascuno momenti di preghiera personale e solitaria quando erano"lontano in un luogo tranquillo". Noi conosciamo poco di questi momenti privati. Le Scritture e lebiografie di Francesco contengono molte storie di Gesù e Francesco in diretto contatto con Dio,mentre interagivano con la gente e il creato. Gesù ebbe il suo più significativo e diretto contatto conDio non in sogno ma sul fiume Giordano, dove stava in mezzo ad una folla di persone davanti aGiovanni il Battista. Egli andò nel deserto per comprendere più chiaramente la sua esperienza alfiume; non vi andò per ritrovare la visione là avuta. Gesù faceva regolarmente esperienzadell'unione diretta con Dio, quando era in presenza di un'altra persona che era nel bisogno e avevafede. Sentiva la potenza di Dio passare fisicamente attraverso di lui nella guarigione dei malati; a unsuo comando la tempesta era sedata e il fico seccato. Questi momenti di consapevole relazione eunione con Dio, essendo in un luogo sacro, erano "contemplazione nell'azione". Vi sono moltestorie di Francesco che descrivono la pazza gioia in Dio del santo in mezzo alla gente e al creato(Greccio; Cantico delle creature; predica agli uccelli). Gesù si ritirò nel deserto e Francesco sullemontagne: qui ciascuno di loro raggiunse una profonda comprensione di chi stava interagendo conloro nella loro vita.

L'amore di Francesco per l'incarnazione di Dio in Gesù di Nazaret fu importantissimo nellosviluppo della coscienza sociale all'interno della cristianità occidentale. L'abbraccio di Francesco allebbroso - l'emarginato della società del suo tempo -, e il suo entrare nella comunità dei lebbrosifuori Assisi, aprì un nuovo cammino di contemplazione. Il suo gioioso, appassionato abbraccioall'amore incarnato di Dio ispirò altri a credere e ad amare Dio, che è seriamente coinvolto nellanostra storia. Ciò è in parte il motivo per cui l'Ordine ci dice: "Sull'esempio di san Francesco, cheDio condusse fra i lebbrosi, tutti i frati facciano una scelta che privilegi gli emarginati, i poveri, glioppressi, gli afflitti, gli infermi" (CC.GG. 97,1). L'accresciuta comprensione della veritàdell'incarnazione e la ricchezza delle sue implicazioni aprirono nuove strade per la Chiesa e leciviltà occidentali. Invece per la cristianità orientale, che non ebbe un Francesco d'Assisi, i sacri

Page 30: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

misteri sono rimasti complessivamente dietro l'iconostasi, nelle icone, nella musica e nell'incenso enon negli ospedali, negli orfanotrofi, nelle scuole e nella dottrina sociale della Chiesa.

Per i nostri antenati nella fede, gli Ebrei, la giustizia era restituzione, non punizione. Un giudicecompiva un atto di giustizia restituendo ciò che era stato sottratto o rotto. Occasionalmente eglipoteva imprigionare una persona finché ogni cosa non fosse stata ripagata. Nella Bibbia, i libri dellaGenesi e dell'Apocalisse vedono il piano originale di Dio per il creato e per l'umanità e la suarestituzione simbolizzati dal giardino dell'Eden e dalla nuova Gerusalemme. Giustizia è lavorareperché il regno di Dio "possa venire sulla terra come esso è in cielo" così che l'umanità vivapacificamente e consapevolmente alla presenza di Dio.

Fedeli a Francesco e alla nostra tradizione, noi dovremmo evitare di creare una falsa dicotomia frala contemplazione e il lavoro per la giustizia, che conduce a una visione dualistica della vita.Ognuno di noi, chiamato da Dio ad essere un fratello più piccolo, un frate minore, ha laresponsabilità di essere attento a ciò che accade attorno a noi, sviluppando un modello abituale diosservazione e di pronta disponibilità a unirsi a Dio nel compito amoroso della restituzione. "I FratiMinori, inseriti nel popolo di Dio, [siano] attenti ai nuovi segni dei tempi e in sintonia con unmondo in continua evoluzione" (CC.GG. 4,1). La meditazione accompagnata dalla preghieraassicura, identifica e rafforza l'esperienza dell'azione salvifica di Dio. Essa ci ricorda che Dio nonvive fuori dalla nostra storia, ma all'interno di essa. Abbiamo bisogno di tempo per lasciare lanostra attività, per capire che cosa sta accadendo e per incorporarci più generosamente nell'azionedi Dio intorno a noi.

Il discernimento ci aiuta a capire dove lo Spirito conduce la nostra comunità. I nostri progetti, lestrutture di cui disponiamo, i legami e la collaborazione che abbiamo con altre persone eorganizzazioni di buona volontà dovrebbero indurci a divenire più attenti a ciò che accade nellanostra società, quindi ad abbracciare la realtà _ anche le parti che ci preme di evitare _ e ad unirci aDio dove Dio vive e opera. Nelle nostre strutture, nei nostri Capitoli, nelle nostre attività, nellanostra vita in comune dobbiamo essere uniti a Dio, cosicché il suo "regno venga sulla terra come ènei cieli".

John Quigley OFM

Page 31: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

5. Giustizia e Pace nella Ratio Formationis FranciscanaeIntroduzione

a) Origine, obiettivo e struttura della Ratio

La Ratio Formationis, approvata nel 1991, è il documento orientativo della formazione sia inizialeche permanente per l'intero Ordine. Essa è una risposta alla convinzione che "la formazione deimembri nella fedeltà alle origini del proprio carisma e ai segni dei tempi è la prima sfida che sipone alle Province ed è anche la premessa irrinunciabile per il rinnovamento dell'Ordine"(Presentazione). Al fine di aiutare le Province e tutti i frati a rispondere a tale sfida, questodocumento ha cercato di raccogliere e applicare alla formazione i frutti della riflessione sulrinnovamento in questo campo avvenuta dal Capitolo Generale del 1967 in poi. A tale riflessione fudata forma e struttura specialmente nelle CC.GG. del 1987, sebbene si trovasse anche nei CapitoliGenerali di Medellín nel 1971 e di Madrid nel 1973 e nel Consiglio Plenario del 1981, ognuno deiquali aveva proprio la formazione come tema centrale.

Negli incontri dei maestri dei novizi nel 1988 e dei maestri dei professi temporanei vi erano chiarisegni del bisogno di uno strumento per la formazione che offrisse dei principi condivisi e dellelinee-guida comuni per tutto l'Ordine.

Frutto di tutto ciò è la Ratio Formationis, che è un documento orientativo e ispirazionale piuttostoche giuridico.

Essa è divisa in tre parti:

I. LA VOCAZIONE EVANGELICA DEL FRATE MINORE: inizia con l'art. 1 delle CC.GG.e raccoglie le caratteristiche principali del carisma francescano come sviluppato nei primi cinquecapitoli delle CC.GG.

II. LA FORMAZIONE FRANCESCANA: sviluppa il Capitolo VI delle CC.GG. sullaformazione, seguendo la stessa struttura dei temi del Capitolo VI.

III. LA FORMAZIONE GENERALE, TEOLOGICA, PROFESSIONALE E MINISTERIALENELLO SPIRITO FRANCESCANO: sviluppa il Capitolo VI, Titolo VI, delle CC.GG. su "Altriaspetti della formazione".

La Ratio corrisponde strettamente alle CC.GG. Essa contiene ottanta citazioni esplicite di esse,senza contare quelle nell'appendice. La sua influenza è visibile anche in ciò che concerne lagiustizia e la pace; fa anche molti riferimenti al documento di Medellín sulla formazione (noveriferimenti senza contare quelli dell'appendice).

b) Giustizia e Pace nel documento

La domanda di giustizia e pace è presente nella Ratio in modo così evidente da meritare di essereoggetto di studio? Senza dubbio le persone che si avvicinano a questo documento dalla prospettivadi GPSC diranno che lo è. Non solo gli elementi chiave basilari di giustizia e pace sono presenti, maessi costituiscono anche le prospettive sottostanti a tutti i principali aspetti della formazione.

È evidente che non vi è la richiesta di un documento sulla formazione espresso in termini digiustizia e pace. Nondimeno tutti i concetti fondamentali di giustizia e pace vi si trovano espressi,spesso come un punto focale esplicito, spesso come un vero e proprio sottofondo.

Page 32: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Alcuni limiti sono evidenti:• Vi è un silenzio significativo riguardante il carattere strutturale dell'ingiustizia e le sue

implicazioni nella formazione (solo una allusione in questo senso).• La dimensione culturale di giustizia e pace sembra essere più presente della sua fonte socio-

politica.• Non vi è alcuna allusione al problema dell'emarginazione delle donne.• Punto più importante: non offre linee-guida pedagogiche che siano concrete e distinguibili

per lo scopo di sviluppare il tema di giustizia e pace nei vari stadi della formazione.

Ciò detto, dobbiamo riconoscere che non sarebbe realistico chiedere di più a un documento comequesto che comincia ad offrire delle linee-guida generali per l'intero Ordine in tutta la sua pluralità ecomplessità. In altre parole non è compito di un documento di questa natura offrire istruzionipedagogiche concrete, ma piuttosto offrire principi ispirazionali, orizzonti raggiungibili e criteri peril giudizio.

c) Il mio scopo

Non sto per leggere la Ratio o per presentarla riga per riga, né sto per entrare nei suoi aspettipedagogici. Cercherò semplicemente di raccogliere le affermazioni che mi sembrano di importanzabasilare, mettendo in evidenza alcuni commenti e abbozzando alcune riflessioni più profonde.

Sistemerò queste affermazioni in tre sezioni: alcuni principi di spiritualità, alcuni obiettivi per laformazione e alcuni luoghi, istanze o significati formativi.

Sono consapevole del fatto che così facendo sono fermo a un livello che è troppo astratto e vago,quasi banale e per questo mi affretto a chiedere scusa.

I. Alcuni principi di spiritualità in Giustizia e Pace

Tutta la formazione è sostenuta da una particolare spiritualità. Similmente la formazione per lagiustizia e la pace presuppone una spiritualità, cioè un modo di concepire l'incontro tra l'essereumano e Dio, un modo di conoscere il cammino della persona umana verso Dio nella società e nelmondo in cui quella persona vive. Nella prima parte, metterò in evidenza tre elementi che sonomolto presenti nella Ratio e che in un modo o nell'altro modellano la forma di "una spiritualità digiustizia e pace", una spiritualità, cioè, della sequela di Gesù, il giusto e il pacifico; una spiritualitàche contempla Dio nelle vittime; una spiritualità di incarnazione e prassi.

1. Una spiritualità della sequela di Gesù

La sequela di Gesù è una delle dimensioni a cui più spesso si allude nella Ratio, soprattutto nellaprima parte; essa usa i termini "seguire" e "sequela" più di venti volte (nn. 1; 3; 5; 6; 8; 9; 10; 11;12; 16; 20; 30; 35; 36; 41; 44; 56,3a; 132; 141). Il frate in formazione è, soprattutto, un "discepolo"(1; 5; 26), chiamato a seguire "le orme di Cristo" (1; 17), più precisamente a "testimoniare al mondoil Cristo povero ed umile" (24), il "Cristo povero e crocifisso" (1; 15; 29; 36), il "Cristo povero,umile e crocifisso" (17; 57). Questa è l'identità del frate in formazione. Questa è la prospettiva el'orizzonte della formazione.

Io credo che qui ci venga data la chiave di una formazione alla giustizia e alla pace. La sequela diGesù è ciò che dà fondamento e significato alla causa della giustizia e della pace, nel cui ambitorientra il compito del frate minore. La prima cosa, quindi, che la formazione deve cercare di fare èrendere seguaci, discepoli di Gesù. Nella prospettiva francescana, formare alla giustizia e alla pacesignifica promuovere la formazione alla sequela e per la sequela di Gesù.

Page 33: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Che cosa esige dunque la formazione nella prospettiva di essere un seguace? Esige qualcosa che vaoltre l'apprendimento di principi, idee e valori correlati alla giustizia e alla pace. Essa ha a che farecon la sequela attiva e personale di colui che è sia giusto che pacifico. Solo la sequela forma emodella, non la semplice preparazione ideologica, né la pratica sostenuta dalla forza di volontà, nétanto meno l'imitazione superficiale. Diversamente, la causa della giustizia e della pace corre ilrischio di cadere nell'ideologia o nel volontarismo. Essa non è solo l'iniziativa di un frate, mapiuttosto la continuazione della missione di Gesù. Non è semplicemente un programma di attività.Essa è invece soprattutto identificazione personale con il Crocifisso risorto nella solidarietà con tutticoloro che sono stati crocifissi insieme con le loro speranze e le loro disperazioni.

2. Una spiritualità della contemplazione di Dio nelle vittime

Selezioniamo alcune affermazioni dalla Ratio. La persona in formazione ha bisogno di sviluppare"un atteggiamento contemplativo capace di ascoltare Dio" (60) nella sua vita quotidiana, un "sensodella presenza di Dio nel mondo" (56, 2b) che "scopre nel mondo il bene che Dio vi realizza" (32;cfr. Med F 52). Valido per tutta la formazione è ciò che la Ratio dice riguardo alla formazionepermanente: essa "è un itinerario di tutta la vita, sia personale sia comunitario, nella scoperta delCristo povero, umile e crocifisso, in se stessi, nei fratelli, nel servizio, nella propria cultura e in tuttala realtà contemporanea" (57). E ancora: "Per essere fedeli alla propria vocazione, i frati minoris'incarnano nelle situazioni concrete del popolo in cui vivono, vi scoprono i diversi volti di Cristo evi trovano la forma adeguata di vita francescana" (33). E dove i Frati Minori scopriranno questevarie caratteristiche di Cristo povero e crocifisso? Semplicemente nei membri poveri e crocifissi delpopolo in mezzo al quale vivono, in tutti i volti sfigurati di oggi, dove è nascosta e dove è rivelata lagloria, la passione e la tenacia di un Dio che è vicino ed è dalla loro parte.

Il frate in formazione deve familiarizzare il suo cuore e il suo sguardo con il volto e i tanti altri voltidel Crocifisso. In ciò sta il modo evangelico e francescano di riconoscere la presenza di Dio nelmondo. Questo sguardo è un fondamentale principio di spiritualità essendo anche obiettivo e mezzodella formazione: lo scopo della formazione è di aiutare a sviluppare questo sguardo perché èquesto sguardo che forma il frate. Per il frate minore, che è un seguace di Cristo e un credente, nonè semplicemente il problema di guardare al mondo dalla prospettiva del povero; è anche il problemadi scorgere la presenza di Dio nel mondo e nel povero. E quello è il modo di "essere vero" (J.Sobrino), il modo di essere fedeli alla realtà del mondo come pure a quella di Dio, perché Dio èdefinito come colui che vede la miseria, ascolta il grido e conosce le sofferenze delle vittime (cfr.Es 3,7).

L'uomo contemporaneo non chiede chi è Dio o se Dio esiste, ma dove è Dio. Dove è Dio adAuschwitz, nel Salvador, in Ruanda. Dio è sempre "fuori città", con quelli che sono fuori, crocifissocon i crocifissi. Il Dio che vede e preferisce le vittime ci guarda dal volto delle vittime e desideraessere visto in loro. L'ingiustizia che crea vittime nasconde drammaticamente Dio, ma, in un mondoin cui vi sono vittime, Dio non vuole essere cercato e trovato se non in loro. Non si trattasemplicemente di credere in Dio, ma di "credere in Dio a partire dalle (dalla realtà delle) vittime"(J. Sobrino). Ne consegue allora che la vicinanza alle vittime e l'opzione in favore di esse, in altreparole l'opzione per la giustizia e la pace, è l'"opportunità cristiana per l'esperienza di Dio".

La spiritualità cristiana non consiste nell'acquisire la certezza che Dio esiste o la conoscenza dellanatura di Dio; consiste piuttosto nella profonda ed esistenziale esperienza che Dio ha una preferenzaper i poveri. Similmente la questione della formazione non consiste tanto nel prepararsi a provare almondo di oggi che Dio esiste, quanto nel prepararsi con il cuore, la mente e tutta l'esistenza adessere capaci "di dire che Dio ama il povero" (G. Gutierrez).

Page 34: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

3. Una spiritualità incarnata e pratica

La Ratio afferma che "i frati minori s'incarnano nelle situazioni concrete del popolo in cui vivono,vi scoprono i diversi volti di Cristo" (33). Secondo la famosa espressione di D. Bonhöffer, "Cristoadottò l'uomo al centro della vita", non all'estremità, ma nel cuore del mondo e della vita, non inquieti spazi aperti, ma nella lotta contro l'ingiustizia e nell'impegno per la pace.

La formazione nello spirito di giustizia e pace è animata e sostenuta da una spiritualità che èradicata nella vita con tutta la confusione di ingiustizia e conflitto, di speranze e progetti.

Abbiamo qui un criterio che è decisivo per la formazione umana e spirituale. Se Dio si è incarnatoproprio nel cuore della nostra vita, allora solo dal cuore della vita, del mondo, dell'umanitàpossiamo continuare l'esperienza trasformante dell'incontro con Dio. Questo è ciò di cui si occupala spiritualità: una spiritualità incarnata, attenta alla realtà del luogo in cui Dio si manifesta e lo sipuò incontrare; non una spiritualità intimista, ma aperta agli altri; non una spiritualità preoccupatadi sé, ma consapevole degli altri. Non una spiritualità di fuga, ma di impegno; non una spiritualitàquietistica o centrata sull'io, ma coinvolta e attiva; non spiritualistica, ma spirituale e alimentatadallo Spirito che vivifica e trasforma; una spiritualità che è tanto più personale nella misura in cui ècoinvolta nella società ed è più profonda e più interiore nella misura in cui è più aperta versol'esterno e a partire dall'esterno.

Tutto questo richiede un legame tra spiritualità e pratica quotidiana di vita. Ciò non al fine diperdere il contenuto della spiritualità nell'attività, ma di farne un principio e una fonte ditrasformazione. Ciò che la Ratio dice della formazione in generale è valido anche per la spiritualità:essa è "esperienziale, cioè è attenta alla vita e ai doni di ogni persona, favorisce l'esperienzaconcreta dello stile proprio e dei valori francescani nel quotidiano" (47); ed è "pratica in quantomira a trasformare in opere ciò che si impara" (48). Insiste sul bisogno di formazione che derivadalla vita e dall'esperienza concreta sia in relazione ai postulanti (cfr. 128,3) sia in relazione ainovizi (cfr. 142), ai professi temporanei (cfr. 153) e a coloro che si stanno preparando a ricevere unministero (cfr. 175; 177). Le mere dottrine e la mera identificazione ideale non formano. Laformazione deriva dal contatto con la realtà, illuminata e vissuta nella fede. È una spiritualità chederiva dal profondo della realtà che ci rende servi che ammirano la vita in tutte le sue forme,soprattutto le forme che sono più minacciate.

II. Alcuni obiettivi della formazione per Giustizia e Pace

È importante rilevare i principi spirituali in base ai quali è orientata la formazione. È anchenecessario essere più precisi e più concreti. In questa seconda parte esaminerò gli obiettivi che laRatio assegna alla formazione e quali si collegano con giustizia e pace. In un mondo in cui tutte lerivoluzioni sembrano aver fallito e tutte le utopie sono scomparse, dove lo scetticismo, il sentimentodi perplessità, la sensazione di impotenza e l'"ideologia dell'inevitabile" crescono, la formazionefrancescana deve sforzarsi di formare frati che siano disposti ad incarnare effettivamente il Vangelonel mondo di oggi. E questo obiettivo non è solo uno tra gli altri obiettivi della formazione; alcontrario è quello che rende autentici e dà significato agli altri. Più concretamente, la formazionefrancescana deve impegnarsi a stimolare tra i frati un triplice atteggiamento e una triplice attività:una visione del mondo in una prospettiva francescana; una reale ed effettiva compassione verso ipoveri; un'azione in favore della giustizia nella pace e della pace nella giustizia.

1. Vedere la realtà dalla prospettiva del povero

Questo concetto è espresso bene nella Ratio in un breve articolo che si riferisce al noviziato, ma cheè applicabile a tutti gli stadi della formazione: "Il novizio sviluppi le capacità per conoscere,giudicare criticamente e partecipare alla realtà nella prospettiva francescana" (143). Che cos'è la

Page 35: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

prospettiva francescana? Senza dubbio quella preferita da Gesù e da Francesco, quella priva inquesto mondo di un avvocato o di un alleato. Come tutte le prospettive è parziale, ma è la parzialitàdi Dio che Gesù fece diventare la buona novella e Francesco una forma di vita. "Conoscere","giudicare criticamente", "partecipare alla realtà" da quella prospettiva: questo è l'obiettivo dellaformazione francescana.

Il modo in cui vediamo, conosciamo e giudichiamo la realtà è importante. È vero che viviamo intempi di radicale incertezza, di generale diso-rientamento e istintivamente dubitiamo dei giudiziglobali sulla realtà. Ciò, tuttavia, potrebbe anche divenire una tentazione; la tentazione di rinunciarea qualsiasi tipo di giudizio. È vero che viviamo in una "galassia di complessità" (J. Garcia Roca),perciò dobbiamo evitare la semplificazione e non desiderare di ritornare a certezze dogmatiche, adottrine ideologiche o sistemi onnicomprensivi. Nello stesso tempo è imperativo per il frate minoreimpegnarsi ad avere - come si dice nella Ratio - "uno sguardo critico sulla società e sul mondo"(162); formarsi "nella sensibilità verso la realtà per vedere i problemi e comprendere le cause diessi" (180); e, ancora di più, acquisire "la visione francescana del mondo e dell'uomo", sviluppandoun equilibrato giudizio critico circa gli eventi" (32). Ovviamente un "equilibrato giudizio" non è ungiudizio imparziale o neutrale che consciamente o inconsciamente ratifica e supporta situazioni diingiustizia; è, piuttosto, un giudizio animato dalla chiarezza e dalla parzialità del Vangelo. La Ratiodice anche che la formazione deve cercare di fornire ai frati la capacità di leggere i segni dei tempi,e il grande segno dei tempi è il crescente abisso tra la ricchezza di una minoranza e la miseria di unamaggioranza. La formazione cerca di creare e di approfondire una visione lucida e critica delmondo nel frate minore; non una visione neutrale ma una visione che è parziale dalla prospettivadel povero; una visione che guarda a Dio nel mondo e guarda al mondo con gli occhi di Dio.

Dobbiamo anche comprendere questi obiettivi in modo simile a ciò che la Ratio indica per gli studiteologici del frate minore, cioè "confrontare la sua fede con i problemi del mondo contemporaneo;... illuminare e promuovere una 'pratica' personale e sociale della fede" (165); rendere possibile una"comprensione del mondo contemporaneo e della persona umana" (151). Noi non capiremo ilmondo moderno e l'essere umano all'interno di esso se non nella misura in cui comprendiamo che lamiseria e la fame sono tanto più ingiuste quanto più sono evitabili. Di fronte all'ingiustizia non vi èposto per una teologia imparziale.

In questo senso è valido prendere nota di alcune caratteristiche che la teologia dovrebbe possederesecondo i nn. 166-167: "una teologia associata alla preghiera; una teologia vicina alla vita, rivoltaall'azione concreta" (166); "una teologia della Creazione, che nutra la lode del Creatore, insegni agliuomini il rispetto del creato, porti una luce di fede ai problemi ecologici del nostro tempo; unateologia e una cristologia che attualizzino la salvezza e la liberazione di Dio in risposta agli appellie alle necessità dei poveri di oggi; una teologia che orienti verso il rispetto della persona e dei suoidiritti; una teologia che miri alla costruzione di un mondo fraterno (giustizia, pace, ecumenismo)(cfr. MedF 59); una teologia che sia ancorata ad una visione escatologica e trovi in essa la forza perun impegno quotidiano" (167).

2. Una effettiva compassione per i più poveri

L. Feuerbach giudicò correttamente che "la sofferenza precede il pensiero". In effetti solo ciò che èsofferto è conosciuto o, più esattamente, ciò che è sofferto insieme. Il nostro mondo ha più che maibisogno di "una ragione compassionevole" (J. Sobrino). In questo senso ho dichiarato in precedenzache noi arriviamo a conoscere il mondo d'oggi solo quando prendiamo su di noi il dolore dei poveri.Ma dobbiamo anche dichiarare l'opposto: la conoscenza deve anche portare con sé la compassione,"farsi carico e sostenere" (I. Ellacuría) la sofferenza di quella "popolazione in eccesso", unamaggioranza che cresce ogni giorno sul nostro pianeta.

Page 36: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Nel vocabolario francescano questa compassione è chiamata minorità. La Ratio, citando Francescoe le CC.GG., ricorda che i frati sono stati chiamati a vivere "come minori tra i poveri e i deboli"(art. 10; cfr. Rnb 9,2), a vivere "in povertà, umiltà e mansuetudine, tra i più piccoli, senza potere néprivilegio", vivendo ognuno "come pellegrino e forestiero [...] fratello e soggetto ad ogni creatura"(22); i frati minori imitano Francesco "scegliendo la vita e la condizione dei poveri, si identificanocon essi, servono gli oppressi, gli afflitti e i malati, e si fanno evangelizzare da loro"; i frati facciano"una opzione esplicita per i poveri diventando la voce di coloro che non hanno voce, comestrumento di giustizia e di pace" (25). In particolare la Ratio ci ricorda che la formazione devegarantire che i frati scelgano e si dedichino al lavoro "in spirito [...] di minorità, semplicità econdivisione, soprattutto con i piccoli e i poveri di questo mondo" (159). E proprio come l'amore èreale solo quando è concreto, ed è concreto solo quando è esercitato con i più vicini, la compassioneverso quelli di poco conto e l'opzione del povero deve cominciare e deve esprimersi in primo luogonella fraternità, in relazione con i frati della fraternità che sono maggiormente nel bisogno. A questoproposito la Ratio dice, parlando del noviziato, che "rispetto e cura per i frati anziani, malati edeboli" (144) della fraternità costituiscono uno dei criteri per discernere l'idoneità del novizio allaprima professione.

Tale minorità-compassione, poiché è un elemento essenziale dell'identità del frate minore,costituisce un obiettivo fondamentale della formazione francescana per giustizia e pace.

La formazione deve dunque stimolare nel frate l'identificazione di giudizio e di sentimento, dimente e di cuore con i più piccoli fra tutti: con il Terzo Mondo, con il Quarto Mondo e con quellafrangia sociale _ ogni giorno più grande _ che è identificata da ciò che J. Garcia Roca chiama"vulnerabilità", vale a dire tutti coloro che non sono né completamente emarginati nécompletamente integrati nella società ed hanno un'esistenza precaria: un lavoro precario, relazioniaffettive precarie, un precario sentimento della loro vita.

Ma per essere evangelici e francescani, l'opzione per il povero deve prendere il suo impulso non damotivazioni di ordine morale né da convinzioni ideologiche, ma da una compassione che emana dalcuore, raggiungendo e trasformando l'intera persona. Allora tale scelta diviene un'esperienza digrazia e può essere vissuta autenticamente come un'espressione di amore gratuito: "fu cambiato perme in dolcezza dell'anima e del corpo". Invero "esiste una forma di amore della giustizia che soffredella minaccia di non amare la gente".

All'interno della minorità-compassione, che costituisce un obiettivo fondamentale della formazione,possiamo includere un aspetto sostanziale del carisma francescano: il rispetto del creato. Questoconcetto è ripetuto molte volte nella Ratio: cfr. 21; 56,3c; 156; 162. Che cosa significa rispetto delcreato? Significa ammirazione e considerazione per tutto ciò che esiste, perché è creatura di Dio epossiede la dignità di un fratello ed in essa Cristo è presente ed è incontrato (cfr. 12). La Ratiosottolinea che questo rispetto del creato è uno dei criteri per l'idoneità di un frate alla professionesolenne (156). La formazione dovrebbe aiutare a scoprire che l'ecologia non è questione dellapreoccupazione egoistica di una società opulenta, né manifestazione superficiale di qualchespiritualità borghese, ma piuttosto qualcosa che è proprio al cuore della fede di Francesco: lacomprensione delle creature come soggetti e non meri oggetti di manipolazione e consumo umano eil sentimento di rispetto per l'inviolabile diritto di ogni creatura.

La formazione dovrebbe aiutare a scoprire che il problema ecologico è precisamente il dirittoall'esistenza di ogni creatura e alla sopravvivenza di quelli che vengono dopo di noi sulla madreterra.

Queste sono dunque le preferenze essenziali della mente e del cuore, che la formazione dovrebbestimolare e rinforzare nei frati. Per realizzarle è indispensabile stabilire una pedagogia che siaconcreta, operativa, coerente e parte di un processo che, evidentemente, la Ratio non può offrire.

Page 37: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Come possiamo essere sicuri che i criteri di giudizio e le scelte pratiche dei frati in formazionestanno prendendo forma dalla compassione-minorità? Come possiamo accingerci a purificare erendere autentiche le idealizzazioni del tutto superficiali di molti candidati?

Come possiamo sostituire le opinioni e le abitudini proprie dei più privilegiati nel nostro mondo,rimpiazzandole con le preferenze di Gesù e Francesco? Come possono queste preferenze esseremotivate e spiritualmente consolidate, soprattutto partendo dal noviziato? Come possiamo offriredurante i voti temporanei livelli di esperienza e incontro reale con persone molto povere, cosicchéquesta scelta possa continuare a mettere radici nella vita di tutti i giorni? Queste sono questionivitali per i formatori e per coloro che sono in formazione. Altrimenti giustizia e pace corrono ilrischio di essere ridotte, come così spesso accade, a un vago desiderio o a una formula vuota.

3. Azione in favore della Giustizia nella Pace e in favore della Pace nella Giustizia

L'azione per la giustizia e l'azione per la pace sono inseparabili e coincidono. Rappresentano ununico obiettivo e nella formazione è impossibile separarle. Il frate minore, dice la Ratio, "opera perla giustizia e la pace, e rispetta la creazione" (21); egli deve convertirsi in uno "strumento digiustizia e di pace" (25; 32), in un "messaggero della giustizia, della pace e della riconciliazione"(180a). Ciò costituisce l'obiettivo della formazione francescana ed il suo stesso parametro. Una"ricerca della giustizia e della pace" (56,2b) figura tra i principi specifici della crescita cristiana percoloro che sono in formazione; il "senso di giustizia, pace e rispetto del creato" (156) è presentatotra i criteri per l'idoneità alla professione solenne. L'efficacia "nell'impegno di trasformare la societànel senso della giustizia, della pace e del rispetto alla creazione" (162) è inclusa fra gli obiettividella formazione in generale. Riassumendo, la giustizia e la pace insieme con il rispetto del creatoformano un principio, un criterio e un obiettivo della formazione. In linea con la Ratio vediamo diessere più specifici.

Per quanto riguarda l'azione in favore della giustizia, nel grado in cui gli emarginati e i "vulnerabili"nel nostro mondo e nella nostra società sono vittime dell'ingiustizia, la compassione per loro deveessere cambiata in azione contro l'ingiustizia e in azione in favore della giustizia. La Ratiosottolinea: "Il frate minore si rende sensibile e lavora per eliminare ogni forma di ingiustizia e lestrutture disumanizzanti nel mondo" (25); e: "Il frate minore [...] è pronto a denunciare con vigoretutto ciò che è contrario alla dignità umana" (34). Anche tale elemento appartiene all'obiettivoessenziale della formazione, né la Ratio omette di indicare una linea di azione per la giustizia chedovrebbe sempre essere ricordata e messa in pratica, cioè che è importante che il frate minore "curii destinatari della carità, perché diventino protagonisti della loro promozione umana e della loroliberazione".

Perciò il lavoro per la giustizia è inseparabile dal lavoro per la pace, proprio come il lavoro per lapace è inseparabile dal lavoro per la giustizia. Se "giustizia è il nome della pace" (Paolo VI), pace èil nome della giustizia pienamente realizzata. La Ratio insiste nella prima parte che il frate minore èchiamato ad essere un "uomo di pace" (28) e un "messaggero di riconciliazione e di pace" (3), avivere come una persona "riconciliata e pacifica" (22); "come araldo della pace, la porta nel cuore ela propone agli altri" (34; cfr. CC.GG. 68,2). Un "impegno di riconciliazione e di perdono" (56, 3c)dovrebbe distinguere la crescita di una persona in formazione francescana e uno "spirito dimisericordia e di riconciliazione" (156) è un criterio per l'idoneità alla professione solenne.

Evidentemente avere "uno spirito di misericordia e riconciliazione" non significa essere pusillanimiin situazioni di conflitto e ingiustizia. La formazione a essere "un uomo di pace", un "araldo dipace", non significa insegnare ad evitare i conflitti, ma preparare a confrontarsi con essi. Laformazione deve essere attenta a che le persone in formazione continuino ad acquisire la "capacitàdi comunicare e di affrontare i conflitti" (56, 1b), cominciando dalla propria fraternità. La propria

Page 38: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

fraternità è il primo posto in cui i frati devono "promuovere la capacità di comunicazione, dirisoluzione dei conflitti" (64).

Infine è importante sottolineare che lottare per la giustizia nella pace e per la pace nella giustizia èun compito pieno di rischi e soggetto ad errori. Chiunque voglia essere uno strumento di giustizia edi pace deve imparare ad affrontare la complessità e l'incertezza e anche l'ambiguità e gli errori.Deve imparare come entrare nei conflitti senza scendere a patti con l'ingiustizia e senza cedere adalcun sentimento di ostilità o rancore. Ciò richiede grande libertà interiore e coraggio di spirito;tuttavia tale forza non è la caratteristica dei superuomini, ma di coloro che riconoscono di esserepoveri e perdonati, indigenti e pieni di grazia.

III. Alcuni spazi ed alcune istanze formative derivanti da Giustizia e Pace

Avendo sottolineato, seguendo le indicazioni della Ratio, che giustizia e pace costituiscono unfondamento spirituale e un obiettivo per la formazione, vorrei mettere in evidenza in terzo luogoche giustizia e pace indicano un'area e un mezzo per la formazione, un'istanza e un fattore diformazione. Se ogni spiritualità, come ogni conoscenza e azione, è condizionata dal luogo e dalcontesto, lo stesso deve essere detto della formazione. La formazione non è una trasmissione di ideema di vitalità, né un programma di informazione, ma un cammino di trasformazione. In ultimaanalisi la formazione, come la spiritualità stessa, è un modo di vivere, e la vita viene insegnata eappresa soprattutto attraverso l'adattamento e il contatto, attraverso l'intuizione e l'affetto. Indefinitiva si costruisce a partire da uno stile di vita. In questa terza parte intendo evidenziare trecaratteristiche di giustizia e pace come area a partire dalla quale il frate è formato: fedeltà al mondo,inserimento-inculturazione, dialogo.

1. Fedeltà al mondo d'oggi

Nella Ratio incontriamo frequentemente le espressioni "nostro tempo", "mondo di oggi", "uomini dioggi" (3; 15; 35; 66; 132; 137; 145;...) e anche "fedeltà alle esigenze del mondo di oggi", "fedeltà aisegni dei tempi" (Presentazione), o semplicemente " fedeltà all'uomo e al nostro tempo" (15)...

Che cosa significa fedeltà? In primo luogo essa indica "attenzione". Nell'espressione dellaPopulorum Progressio, ripresa dalla Ratio, essa richiede che i frati siano "attenti all'uomo, a tuttol'uomo, a tutti gli uomini" (157); che la formazione sia "attenta ai rinnovati appelli del mondo edella Chiesa" (50), che il frate in formazione sia "attento ai segni dei tempi" (26; cfr. 32); che laCasa di formazione sia "attenta al mondo e alla sua storia, alla precisa realtà sociale" (79). Lafedeltà al mondo e alle persone di oggi evidentemente non è un'adesione servile ed acritica, ma unatteggiamento di vigilanza e accettazione, che non significa conformità o facile adattamento, maascolto vigile delle voci, dei richiami e delle domande della gente di oggi.

Fedeltà significa anche una risposta agli attuali bisogni del mondo. Parlando del programma diformazione dei professi temporanei si è detto che noi dobbiamo rispondere "alle aspettative e allenecessità del mondo contemporaneo" (150), e questo presuppone una comprensione del mondomoderno (cfr. 151,3), una risposta che ascolta, che comprende, e ancora di più: comunione. Laformazione deve incoraggiare una comunione profonda con il mondo e le persone d'oggi. Parlandodel noviziato, la Ratio dice che "il novizio si prepara a vivere teoricamente e praticamente [...] unapiù profonda comunione con gli uomini di oggi nella loro realtà storica, sociale, politica, culturale ereligiosa" (137; cfr. CC.GG. 127,3; 130). La formazione nello spirito di giustizia e pace richiede unascolto attento, una risposta positiva, una comunione profonda con il mondo in cui viviamo, controle tanto frequenti tentazioni di rimproverare e censurare. Dobbiamo impegnarci nella formazione inarmonia con le persone di oggi piuttosto che nella condanna di esse, così come camminare con loropiuttosto che imporre noi stessi, essere compagni piuttosto che impartire avvertimenti autoritari.

Page 39: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

La fedeltà al mondo reale richiede, fondamentalmente, un costante sforzo creativo da parte deiformatori e di coloro che sono in formazione. La Ratio sottolinea che i frati fanno sforzi creativi perscoprire nuovi modi per promuovere e diffondere i valori del Vangelo. Tale, dice la Ratio, è la fontedel bisogno di una formazione permanente. Formazione significa aprirsi "a nuove forme di vita e diservizio" (50) e "adattarsi continuamente alle necessità della Chiesa e del momento storico" (180a).

Il Vangelo è sempre nuovo perché è una notizia sempre sconosciuta e perché vi sono un annuncio eun ascolto nella storia umana che cambiano sempre. Esso è ancor più mutevole nel nostro tempo ditrasformazioni accelerate, dove gli schemi e le soluzioni di ieri oggi falliscono, dove ogni nuovatrasformazione porta con sé nuove ingiustizie e dove tutta l'ingiustizia acquista dimensioniplanetarie. In tale tipo di mondo, la formazione deve aiutare a tenere i nostri occhi spalancati e lanostra intera esistenza libera, al servizio degli altri, e creativa.

2. Inserimento nella vita e nella cultura della gente

La Ratio insiste che la vita stessa nella fraternità e nel mondo è il luogo più appropriato e il migliormezzo di formazione. "La formazione francescana avviene nella fraternità e nel mondo reale" (43).Per una visione evangelica e francescana, la realtà più brutale nel mondo in cui viviamo è ilcontrasto tra la ricchezza di alcuni e la povertà di altri. La formazione francescana, quindi, richiedeinserimento _ che può essere molto vario, ma che deve essere autentico _ nella realtà dei più poveridel mondo, nei loro ambienti e nella fraternità stessa. È necessario che il frate in formazione "siinserisca attivamente nella vita sociale e comunitaria" (45).

Tale caratteristica è valida per tutte le fasi della formazione, ma è particolarmente applicabile alperiodo della professione temporanea: "Il frate in professione temporanea si inserisca e sia solidalecon la realtà del mondo e con la problematica del Paese nel quale è chiamato a vivere la suavocazione" (155). "La formazione pratica a qualsiasi servizio ministeriale si realizza anzitutto nellaesperienza quotidiana di vita nella fraternità, nella comunità ecclesiale, nella società e in particolaretra i poveri" (177). Le parole "in particolare tra i poveri" definiscono sempre ciò che è caratteristicodi Gesù e Francesco e, conseguentemente, definiscono anche l'aspetto peculiare del luogo dellaformazione francescana. La formazione francescana non solo ha il suo posto nello spirito diminorità, ma deriva anche dall'esperienza della minorità.

Evidentemente le forme di inserimento possono essere diverse, ma l'effettiva vicinanza el'esperienza della realtà del mondo in cui il frate in formazione vive è una condizione e un mezzo,così come un obiettivo, della formazione che è per e derivante da giustizia e pace. Ciò acquista unaspeciale validità nella formazione permanente: "La formazione permanente avviene nel contestodella vita quotidiana del frate minore, nella preghiera e nel lavoro, nelle sue relazioni sia interne siaesterne alla fraternità, e nel rapporto col mondo culturale, sociale e politico in cui egli si muove"(58). L'esperienza della vita reale nel mondo reale è, in ultima analisi, ciò che forma.

Come applichiamo noi questo criterio e lo mettiamo in pratica? La Ratio non dà i dettagli _ il che ècomprensibile. Comunque è interessante sottolineare che essa considera la possibilità di "piccolefraternità formative tra i poveri" (cfr. 80).

Una delle esigenze fondamentali dell'inserimento è l'inculturazione. La Ratio esprime il seguenteprincipio: "La formazione francescana è inculturata nelle condizioni di vita, dell'ambiente e deltempo in cui si svolge" (49). Essa dice anche che la formazione dei professi temporanei deveincludere una "introduzione alla comprensione della cultura propria e della religiosità popolare"(151,3); e che la preparazione del frate minore al servizio dell'evangelizzazione richiede "ladisponibilità all'inculturazione e alla valorizzazione della religiosità popolare; [...] la vicinanza allavita e al linguaggio del popolo; la conoscenza e il dialogo con le altre religioni e culture" (179).

Page 40: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Tutto questo impone un'ovvia richiesta ai formatori: "I formatori cerchino di integrare il loro lavoronel contesto culturale dei luoghi in cui sono chiamati a servire" (100).

La cultura è l'intero aggregato dei riferimenti di significato, dei valori di condotta, degli orizzontisimbolici che formano e motivano la vita di individui e popoli; la cultura è il sostrato che dividiamocon coloro che ci sono più vicini, ma anche, allo stesso tempo, quello che ci permette di avvicinarcie comprendere coloro che sono più lontani, quello che ci permette di instaurare un dialogo e unaricerca comune. È possibile e necessario aprirsi dalla propria cultura a quella degli altri. Infine, è lacultura degli altri che ci permette di comprendere noi stessi a una profondità maggiore. La cultura,pertanto, non è un mero adattamento, ma una penetrazione fino alla radice vitale di individui epopoli, che ci consente non solo di annunciare la buona novella, ma anche di riceverla da essi.L'incontro e il confronto sono il luogo privilegiato per una formazione che voglia essere di servizioalla giustizia e alla pace.

3. Dialogo e rispetto della diversità

La Ratio insiste sul dialogo sia all'interno che all'esterno della fraternità: un frate vive "nell'ascolto enel dialogo" (23), nel "rispetto della diversità" (75) all'interno della fraternità e "in dialogo con gliuomini del proprio tempo" (33). Egli "coltiva l'atteggiamento di benevolenza e di dialogo neiconfronti delle diverse culture e religioni" (26). Nella casa di formazione dovrebbe prevalere"un'atmosfera di confidenza, dialogo e cortesia" (76). I formatori dovrebbero possedere "la capacitàdi lavorare insieme, di dialogare e ascoltare gli altri frati" (84). "Un allenamento all'ascolto attivo"(163) è uno dei maggiori obiettivi dello studio delle scienze umane. "Dialogare con gli altricristiani, con le altre religioni e con gli agnostici" (165) è uno degli obiettivi della formazioneteologica. "La conoscenza e il dialogo con le altre religioni e culture" (179) è uno dei requisiti per lapreparazione ministeriale.

Ogni luogo del nostro mondo è sempre più un bivio in cui ci troviamo alla insostituibile eirriducibile presenza dell'altro _ l'altro con il suo linguaggio e la sua logica, la sua religione e il suocodice morale, la sua etica e la sua politica. Abitiamo un mondo che ogni giorno di più diventa ilnostro villaggio, ma nondimeno è sempre più pluralista. La cosiddetta postmodernità èessenzialmente il risultato del radicale pluralismo della nostra società. In particolare oggi siimpongono culture e religioni sconosciute per secoli e messe in disparte dal nostro occidentecristiano e dalla nostra Chiesa eurocentrica. Sono culture e religioni che in nessun modo possonoessere ridotte a ciò che già conoscevamo di esse o credevamo che fossero. Sono culture e religioniche perturbano le nostre sicurezze e contraddicono le nostre vanità, e così ci convertono e ciincitano a credere in un mondo più umano e in un Dio più umano.

Il pluralismo è una delle più grandi sfide per la formazione: essa deve aiutare ad accettare questopluralismo in modo positivo e, ancor più, in modo tale da far sì che questo pluralismo si trasformi instimolo e mezzo di formazione, in esercizio di crescita e di ricerca comune, senza cadere nelloscetticismo o nel dogmatismo, senza abbandonarsi al qualunquismo o all'intolleranza. L'angustastrada da seguire è il dialogo, che consentirà al crocevia di divenire un luogo d'incontro, consentiràalla differenza di diventare un dialogo e permetterà alla divergenza di divenire una strada comuneverso la giustizia e la pace.

In conclusione, la formazione contribuisce alla giustizia e alla pace nel mondo, avviando i frati aduna spiritualità incarnata nella sequela di Gesù e nella fede in un Dio che sta dalla parte dell'uomo.Essa porta i frati a guardare il mondo con gli occhi di Dio e a compromettersi con lui,coinvolgendosi nella compassione del Crocifisso. Insegna ai frati a crescere come esseri umani ecome credenti dal punto di vista dell'inserimento nel mondo e del dialogo con la gente.

Page 41: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

José Arregui OFM

Page 42: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

PARTE 2

TEMI DI SPECIFICO INTERESSE

Come abbiamo detto nell'introduzione alla presente sezione, questa seconda parte è composta disette temi specifici che oggigiorno rivestono grande importanza sociale ed ecclesiale. Il numeroavrebbe potuto essere maggiore; tuttavia, non potendo ampliare il sussidio, abbiamo selezionatoquesti come i più appropriati e di maggiore interesse per realizzare il nostro carisma.

Ogni tema ha un breve sviluppo teorico che non pretende di essere esaustivo, ma piuttosto fa unapresentazione del tema per stimolare la riflessione e l'azione. A completamento di questo sviluppoteorico vengono riportate esperienze e testimonianze di frati di tutto il mondo.

La parte teorica dei vari temi, essendo stata scritta da autori diversi, può presentare alcuneripetizioni. Ciononostante abbiamo deciso di non modificarla, perché questa sezione non deveessere letta tutta in una volta, ma ciascun capitolo dovrebbe piuttosto essere consultato ed elaboratoseparatamente.

Alla fine di ciascun tema o capitolo si trova un lungo questionario. La ragione, in effetti, sta nel suocarattere strumentale. Se questi capitoli devono essere usati per gli incontri sulla formazione, siainiziale che permanente, o anche negli incontri di riflessione con i laici, la lunga lista di domandepotrà meglio facilitare la riflessione del gruppo.

Temi:1. L'opzione per i poveri2. Operatori di pace3. Salvaguardia del creato / Giustizia ambientale4. La vita5. I diritti umani: individuali e collettivi6. Le donne e il carisma francescano-clariano7. Dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale

Page 43: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

1. l’opzione per i poveri

Costituzioni Generali OFM, Articolo 971. Sull'esempio di san Francesco, che Dio condusse fra i lebbrosi, tutti i frati facciano unascelta che privilegi gli emarginati, i poveri, gli oppressi, gli afflitti, gli infermi e, lieti quandopossono stare in mezzo a loro, "usino ad essi misericordia".2. In comunione fraterna con tutti coloro che in questo mondo sono socialmente i minori erendendosi conto della condizione di coloro che sono i veri poveri nell'evoluzione del mondod'oggi, i frati si adoperino perché siano gli stessi poveri a prendere coscienza della loro dignità diuomini, la difendano e la facciano valere.

Dalla vita di Francesco...Il suo abbraccio al lebbroso, alla persona emarginata all'interno della società medievale, fu perFrancesco il momento riconosciuto della conversione; dopo questa esperienza Francesco lasciò ilmondo per vivere tra i lebbrosi e ciò che prima era stato amaro ora era dolcezza e luce (cfr.Testamento). La sua identificazione con i lebbrosi fu qualcosa di più che pietà o protesta sociale. Illebbroso aiutò Francesco a capire il suo posto nella vita, il suo posto davanti a Dio. Egli compresedi essere un uomo povero, come ogni persona che nasce nuda e muore nuda, sine proprio davanti aDio. I frati della sua comunità erano conosciuti come minores, uomini che vivevano senzaappropriarsi di nulla. In effetti Francesco scelse di camminare per tutta la vita con i poveri comeuno di loro. Egli si accompagnò ad essi e a tutti coloro che riuscivano a comprendere che la loroidentità dipendeva completamente da Dio. Nessuno avrebbe dovuto dominare sull'altro.

Il rammarico per aver rifiutato un mendicante quando lavorava nel negozio di suo padre, portòFrancesco a decidere di "non negare mai più nulla di quanto gli venisse domandato in nome di unSignore così grande" (3 Comp 3). Francesco aveva un profondo amore e rispetto per i poveri, chevedeva come l'immagine di Cristo, il Figlio di una madre povera (cfr. 2 Cel 83). Un giorno, quandoun frate si rivolse duramente a un povero, Francesco disse al frate: "Chi tratta male un povero, faingiuria a Cristo, di cui quello porta la nobile divisa, e che per noi si fece povero in questo mondo"(1 Cel 76). Quando vedeva qualcuno nel bisogno, Francesco era addolorato. Durante la stagionefredda chiedeva ai ricchi un mantello che potesse passare a qualche povero. Una volta Francesco

Page 44: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

invitò un povero a benedirlo quando lo stesso padre lo malediceva (cfr. 2 Cel 12). Se Francesco nonpoteva offrire assistenza materiale, "offriva il suo affetto" (LegM 8,5) e affermava che i poverihanno diritto all'elemosina (cfr. ibid.). Francesco volle che i ricchi facessero provviste extra per ipoveri e gli affamati a Natale (cfr. 2 Cel 200). Egli punì un frate che aveva parlato aspramente a unpovero. Il Poverello diceva che la povertà e la malattia di una persona sono uno specchio in cui"dobbiamo scorgere con amore la povertà e infermità del Signore nostro Gesù Cristo, le quali egliportò nel suo corpo per la salvezza del genere umano " (Legper 89).

L'amore di Francesco per i poveri non significa che egli disprezzasse i ricchi. Francesco ammonì isuoi frati di non disprezzare coloro che "vedono vestiti di abiti molli e colorati ed usare cibi ebevande delicate" (Rb 2,17). Tutti i membri della fraternità erano uguali, qualunque fosse la loroestrazione sociale; nessuno doveva attaccarsi al proprio ufficio all'interno della fraternità. Eglichiamò i suoi frati "Ordine dei Frati Minori" _ dei fratelli più piccoli _, perché fossero soggetti atutti (cfr. 1 Cel 38).

L'opzione per i poveri

Attraverso i secoli i francescani si sono sentiti sfidati a fare proprie le parole di Francesco: "LaRegola e la vita dei Frati Minori è questa: osservare il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristovivendo in obbedienza, senza nulla di proprio, e in castità". Mentre ogni voto ha presentato le suedifficoltà particolari, si può senza dubbio affermare che la povertà ha generato il maggiore numerodi discussioni e le più aspre polemiche. Nel corso degli anni la controversia si è centrata sullaquestione se fosse possibile o no vivere la povertà radicale di Gesù Cristo, come abbracciata daFrancesco e dai suoi primi seguaci. Le discussioni intellettuali hanno prestato poca attenzione allasituazione concreta dei poveri, poiché la questione non era considerata essenziale per lacontroversia.

Gli sviluppi contemporanei, invece, hanno reso oltremodo importante includere il povero nellariflessione sul significato del nostro voto di povertà. Il lamento insistente che si leva dal TerzoMondo, che è servito da catalizzatore per vari documenti del Concilio Vaticano II e per numerosipronunciamenti papali, ci rende consapevoli della povertà disumanizzante che è tipica dellasituazione di così tanti nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo. L'Ordine dei Frati Minori è statoscosso da questo clamore ed è attualmente coinvolto nel processo di ridefinizione della sua vita edella sua missione dalla parte dei più piccoli del popolo di Dio.

Nelle Costituzioni Generali promulgate nel 1987, l'Ordine evidenzia il bisogno di rendere il poveroparte integrante della nostra vita e delle nostre opere. L'articolo 66,1 dichiara: "Per seguire più davicino l'annientamento del Salvatore e configurarsi più chiaramente ad esso, i frati abbraccino lavita e la condizione di coloro che nella società sono i più piccoli e tra questi vivano come minori; daquesta posizione sociale debbono contribuire all'avvento del Regno di Dio". L'articolo 78,1dichiara: "Poiché la Regola concede ai frati di scegliere le attività che risultano più utili, secondo itempi, i luoghi e le esigenze, si dia la preferenza a quelle nelle quali risulta più chiara latestimonianza della vita francescana. In particolar modo si privilegi l'aspetto della solidarietà e delservizio verso i poveri". L'articolo 97 afferma: "Sull'esempio di san Francesco, che Dio condussefra i lebbrosi, tutti i frati facciano una scelta che privilegi gli emarginati, i poveri, gli oppressi, gliafflitti, gli infermi e, lieti quando possono stare in mezzo a loro, 'usino ad essi misericordia'. Incomunione fraterna con tutti coloro che in questo mondo sono socialmente i minori e rendendosiconto della condizione di coloro che sono i veri poveri nell'evoluzione del mondo d'oggi, i frati siadoperino perché siano gli stessi poveri a prendere coscienza della loro dignità di uomini, ladifendano e la facciano valere".

In molti altri punti le Costituzioni esortano i frati ad essere consapevoli dei poveri e ad includerlinella elaborazione della nostra vita in comune. La terminologia contemporanea ha classificato

Page 45: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

questa inclusione dei poveri una "opzione preferenziale per i poveri". Che cos'è questa "opzione",divenuta così centrale nel progetto francescano?

Ne Il Nuovo Dizionario del Pensiero Sociale Cattolico (Edizioni Liturgiche, 1994), Donal Dorrtratta l'argomento della "opzione preferenziale per i poveri". Egli sostiene che una tale opzione è unimpegno a "respingere l'ingiustizia, l'oppressione, lo sfruttamento e l'emarginazione delle personeche permeano pressoché ogni aspetto della vita pubblica. È un impegno a trasformare la società inun luogo dove i diritti umani e la dignità di tutti sono rispettati". Ciò viene fatto generalmente dacoloro che non sono poveri e che hanno raggiunto una relativa ricchezza o un certo prestigio. Essiscelgono di rinunciare almeno a una parte di questa ricchezza o di questo prestigio e di identificarsicon i bisognosi. Una tale scelta è molto spesso basata su una profonda comprensione della fedecristiana. Essa include anche una dimensione politica, dal momento che ci sono alcuni che, quandoarrivano a vedere le ingiustizie esistenti nella società, scelgono di mettersi dalla parte dei più deboli.Una volta che i frati considerano che questa opzione è fatta in favore di tali persone, possonoestendere il loro interesse al di là dei poveri in senso stretto, cioè le persone economicamentesvantaggiate, fino a comprendere tutti coloro che sono privati dei fondamentali diritti politici,culturali o religiosi. In questa definizione possiamo includere le donne, le vittime delladiscriminazione razziale e quanti soffrono l'ingiustizia derivante dalle strutture.

Dorr sottolinea che le persone che fanno questa opzione per i poveri sono animate da uno spirito dicompassione. Una tale opzione, che prima di tutto richiede un atteggiamento di solidarietà con ipoveri nelle loro sofferenze, in pratica ha a che fare con il nostro stile di vita: "il tipo di cibo chemangiamo, gli abiti che indossiamo, il modo in cui le nostre case sono arredate". In modo ancorapiù importante, tuttavia, tocca questioni quali "l'area in cui viviamo, gli amici che coltiviamo, i tipidi lavoro che intraprendiamo e gli atteggiamenti e lo stile che adottiamo nel fare tutte queste cose".La compassione richiede anche un impegno all'azione, che cerca di sconfiggere l'ingiustiziaderivante dalle strutture. L'azione effettiva include l'analisi accurata di una situazione, il coscientedistanziarsi da coloro che sono colpevoli di ingiustizia, oltre all'azione progettata e concertata alivello politico per sfidare l'ingiustizia e, inoltre, l'elaborazione di alternative realistiche. Infine, nelprocesso di opzione per i poveri, dobbiamo fare molta attenzione a non trasformare i poverinell'oggetto delle nostre azioni, per quanto ben intenzionate esse possano essere. La lotta è quelladei poveri: essi devono essere i soggetti di questa lotta. Il nostro ruolo sarà sempre definito inrelazione a questa realtà centrale.

Francesco come modello

I francescani si sono sempre rivolti a Francesco come a una fonte di ispirazione e rinnovamento.Nel cercare di integrare l'"opzione per i poveri" nel nostro approccio alla vita e al ministero, sorgela domanda se Francesco può servire come modello per la nostra ricerca. La risposta, per esserechiari, è sia sì che no.

In Nova Vita di San Francesco (Carucci, 1981), Arnaldo Fortini spiega con dettagli accurati lastruttura sociale del mondo di Francesco. Fu un'epoca di imponenti trasformazioni, in cui lestrutture del feudalesimo lentamente cedevano il posto a quelle del capitalismo nascente. Ilfeudalesimo fu caratterizzato dai maiores e dai minores, dai maggiori e dai minori. Questi terminilatini erano usati per misurare e classificare il potere, la virtù, la nobiltà e l'autorità dei vari membridella società. I signori detenevano il dominio attraverso il controllo delle terre e la creazione dilatifondi significò per la gente del popolo che quasi tutti divennero servi della gleba. Anche i liberiagricoltori dovettero rivolgersi al signore per ottenere protezione, ma, per l'accresciuta importanzadelle città e del commercio come pure per l'inesorabile sviluppo dell'economia fondata sul denaro, isignori si ritrovarono sempre più preoccupati dell'ascesa dei minori, inclusi i mercanti, gli artigianie i lavoratori dei campi. Queste classi inferiori si opponevano sia ai pedaggi imposti dai maiores siaall'odiato sistema del lavoro forzato. Francesco apparteneva a una famiglia della classe media

Page 46: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

benestante di Assisi, la cui fortuna era legata al commercio di tessuti. Come tale, in gioventùFrancesco partecipò al cambiamento sociale dell'epoca. Nel 1198, quando aveva sedici anni,Francesco fu testimone della caduta della rocca maggiore, la fortezza che era il simbolo delfeudalesimo di Assisi. Il decennio successivo fu caratterizzato da massacri e violenze quando imaiores lottarono per conservare il loro dominio in circostanze sempre più difficili.

Fu in quel periodo che Francesco udì la chiamata di Dio a seguire il vero Signore. Tutti i biografitestimoniano il fatto che Francesco, quando cercò di scoprire che cosa Dio volesse da lui, mostròuna speciale tenerezza verso i poveri, con la predilezione per i più poveri dei poveri, i lebbrosi. InFrancesco d'Assisi. Una alternativa umana e cristiana (Cittadella, 1982), Leonardo Boff dichiarache il santo si convertì prima ai poveri, i crocifissi della società, e successivamente a Gesù Cristocrocifisso. In vari passi delle sue Vite, il Celano testimonia la compassione di Francesco per ipoveri e la sua tenera cura dei lebbrosi. Il Celano aggiunge che i primi frati seguirono le orme delloro fondatore. Il cammino di Francesco lo indusse a sfidare le strutture feudali in due modi. Primo,egli rifiutò di accettare le ricchezze e i privilegi destinati ad essere riservati ai maiores, e si misedalla parte dei poveri che erano odiati e oppressi, e dei lebbrosi che erano detestati, segregati edesclusi dalla società. Francesco guardava ai poveri non dal punto di vista dei ricchi, ma attraversogli occhi degli stessi poveri, e scoprì in questo modo il valore dei poveri. Secondo, nel suoapproccio alla vita in comune cercò di infrangere la gerarchia feudale trattando tutti come "fratelli".In 2 Cel 191, si riporta il desiderio di Francesco che nel suo gruppo i maiores si unissero aiminores, che i sapienti si unissero ai semplici. Il suo modo di fare non era teorico, ma esistenziale,per questo si opponeva alle distinzioni di classe rendendo tutti i suoi seguaci "fratelli" su uno stessopiano.

Tuttavia, sia Fortini che Boff chiariscono ampiamente che l'opzione di Francesco per i "minores"del suo tempo non fu una scelta per i minores che si stavano costituendo come nuovoraggruppamento sociale. I minores, come rilevato più sopra, includevano i mercanti, gli artigiani e ilavoratori dei campi. Come classe sociale essi erano ansiosi quanto i maiores di partecipareall'accumulo della ricchezza e al potere che alla ricchezza si accompagna. In questa prospettiva,Fortini, nel capitolo VIII del suo libro, raccomanda prudenza nel trattare la relazione del movimentofrancescano con il crescente movimento mirante all'istituzione di un comune ad Assisi. Nelcommentare il patto sociale del 1210 che concluse anni di ostilità tra le differenti classi di Assisi,Fortini sostiene che esso non si verificò come risultato dello spirito di armonia ispirato daFrancesco e dai suoi seguaci, ma fu piuttosto orientato ad aumentare il potere del comune. Affermainoltre che è assolutamente sbagliato considerare il movimento francescano come conseguenzadella rivolta dei minores. Piuttosto: "La nuova società comunale deriva [...] da un desiderio diespansione commerciale. Vede nella guerra il mezzo per ottenerla. Oppone l'orgoglio dei mercantiall'orgoglio dei signori feudali. Basa la sua principale forza sociale sulla ricchezza esull'imprenditoria. Sancisce la vendetta contro coloro che la offendono. Era crudele nell'infliggerecastighi e punizioni. Questa società di persone avide, violente, litigiose, ambiziose e brutali era laperfetta antitesi del francescanesimo, come Francesco era l'antitesi di Pietro Bernardone". Così l'usodel termine "minori" da parte di Francesco per descrivere i suoi frati non derivava dal nome di unaclasse o di una fazione, bensì dall'aggettivo che indica "i più umili, gli inferiori, coloro cheprendono ordini piuttosto che darli". Boff aggiunge che Francesco scelse di cambiare la sua classesociale, passando dalla posizione di ricco borghese a quella di chi vive con e come i poveri.

Perciò Francesco può essere un modello per noi oggi quando scegliamo di fare una "opzionepreferenziale per i poveri". Egli fu capace di "liberare" i poveri poiché diede loro un rinnovatosenso della loro dignità e del loro valore come esseri umani. La sua scelta intuitiva dei poveri, comeluogo privilegiato per incontrare Gesù Cristo povero e crocifisso, e la sua intuizione di come lapovertà ci aiuti a purificare le nostre menti e i nostri cuori per meglio ricevere sia Dio che l'altro,rimangono una ispirazione senza tempo per noi che vorremmo seguire le sue orme. Tuttavia nonpossiamo aspettarci da Francesco la consapevolezza di un uomo del nostro tempo per quanto

Page 47: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

riguarda la problematica che ruota attorno a questa opzione. Sebbene sia stato capace di vedere leconseguenze delle divisioni sociali caratteristiche del feudalesimo e abbia intuito il significatodell'ascesa dei minores nei Comuni, Francesco non ebbe la consapevolezza della "ingiustiziastrutturale", né fu in grado di assumere un impegno "politico" per correggere tale ingiustizia. Nellospirito di Francesco, noi che siamo capaci di fare queste distinzioni, siamo chiamati a studiare lecause e i meccanismi dell'ingiustizia strutturale e il processo da compiere per una "opzionepreferenziale per i poveri", che stette così a cuore sia a Gesù Cristo che a Francesco d'Assisi.

I francescani e una rinnovata chiamata alla opzione per i poveri

Già durante la vita di Francesco, la questione della povertà divenne motivo di controversia tra ifrati. Non è sorprendente, allora, che poco più di trent'anni dopo la morte di Francesco, quandoBonaventura fu eletto Ministro Generale dell'Ordine, egli fosse subito coinvolto nella controversia etrovasse necessario difendere la virtù così cara al cuore del suo fratello spirituale. Nella sua primalettera enciclica, Bonaventura richiamò i frati ai loro obblighi: "I frati stanno interessandosi troppodi sepolture e lasciti. Le residenze dei frati stanno cambiando frequentemente e con grande spesa[...] (il che) denota capricciosità e compromette la nostra povertà. [...] Infine, le spese stannocrescendo a un livello inconsueto". Nelle sue Istruzioni per i Novizi, Bonaventura ricorda ai suoilettori che la povertà è "il fondamento primario dell'intero edificio spirituale". Egli incoraggiaulteriormente i frati ad "abbracciare la povertà con tutte le forze, poiché come testimoniano leScritture, essa è un albero di vita per quelli che ad essa si attengono, e coloro che ad essa sistringono sono chiamati beati (cfr. Prv 3,18). Perciò, se mantenete la santa povertà sino alla fine,entrerete nel regno dei cieli, come la Verità stessa ha promesso: 'Beati i poveri in spirito, perché diessi è il regno dei cieli' (Mt 5,3)".

Ma pur con tutta la sua preoccupazione, Bonaventura differì da Francesco nel trattare la questionedella povertà. La conversione di Francesco si compì attraverso il contatto con coloro che erano i piùdisprezzati della società e la sua vocazione fu sostenuta dal costante incontro con Gesù Cristopovero e crocifisso nei poveri e attraverso i poveri del mondo che erano altrettanto crocifissi. Il suofu un approccio relazionale alla povertà, in cui coloro che soffrivano gli effetti della povertàconcreta nella loro vita giocavano un ruolo essenziale. Di contro, la povertà difesa da Bonaventuraera più un'entità a sé stante, che poteva essere valutata senza riferimento ai poveri del mondo. Essasi prestava alla discussione erudita e così si preparò il terreno per secoli di dibattito sul concetto dipovertà con scarso riguardo a coloro che, di fatto, erano poveri e vivevano tale condizione nellacarne.

Oggi vi è una nuova urgenza per i francescani di riconsiderare la questione della povertà o, peresprimerci in maniera più attuale, di fare una "opzione preferenziale per i poveri". Noi francescani,messi di fronte all'enorme povertà delle masse di nostri fratelli e sorelle nel mondo, siamo sfidati arinnovare lo spirito di Francesco fra noi. Siamo invitati a compiere questo passo dalle grida che silevano da luoghi come l'America Latina, l'Asia e l'Africa, dagli insegnamenti di papi comeGiovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, e da molti dei documenti elaborati dal nostroOrdine. Francesco rispose alle condizioni di povertà del suo tempo con un abbraccio effettivo edimmediato di coloro che erano poveri. Noi siamo chiamati a non fare di meno.

Quali forme possiamo dare a questa contemporanea "opzione per i poveri"? Un modello possibile èquello dell'"accompagnamento". In San Francesco e la follia di Dio (Dennis, Nangle, Moe-Lobedae Taylor: Orbis, 1993), gli autori sostengono che la nostra risposta migliore alle attuali condizioni dipovertà, alla rabbia e al dolore che suscitano, alla grazia e alla bontà che troviamo tra i poveri, albisogno di analisi e strutture alternative, può essere più propriamente sintetizzata nel termine"accompagnamento". Usando le loro parole, ciò significa: "deviare da altri percorsi per un momento(e poi per sempre), camminare con coloro che sono ai margini, essere con loro, lasciar andare.Attraverso questo incontro con Cristo ai margini, noi che con Francesco un tempo vedevamo il

Page 48: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

povero solo come l'"altro", la persona da temere, l'oggetto della paura, poi della pietà e della carità,possiamo ora, come individui e società, sperimentare una profonda, continua conversione del cuore,dell'anima e della mente per opera dello Spirito. Lentamente i nostri centri di gravità si spostanofuori di noi e, improvvisamente, ci ritroviamo a danzare con il Poverello e i suoi amici disprezzatiin luoghi sconosciuti e con grande gioia". Per Francesco, la decisione di scendere da cavallo perabbracciare il lebbroso, per accompagnare coloro che vivevano ai margini della società, non fufacile e gli richiese tempo. Una volta presa, tuttavia, essa orientò il resto della sua vita e lo feceentrare in contatto con la fonte della Vita. La decisione da parte nostra di camminare con gli esclusidalla società ci farà similmente entrare in contatto con le sofferenze di Gesù, che con la sua mortein croce ha portato la vita, e ravviverà in noi il desiderio di seguire le orme del Poverello.

Joseph G. Rozansky OFM

Esempi dalla vita dei frati...

Per chi osserva dall'esterno, le figure di san Francesco e di santa Chiara incarnano forse piùchiaramente di qualunque altra figura della Chiesa il concetto di divenire una cosa sola con i poveri,partecipando alla loro esperienza di vita. Il "Poverello", come Francesco è tuttora conosciuto inItalia, e la fondatrice delle Sorelle Povere furono personaggi controversi del loro tempo, a causadella loro identità di minori e della loro apertura a quelli _ come i lebbrosi _ considerati di minorvalore nella società.

La questione della povertà è stata un punto di rinnovamento e di divisione all'interno della famigliafrancescana. Francesco e Chiara scoprirono la libertà che accompagna una vita vissuta sine proprio.La loro povertà non fu un impegno di frugalità, ma una scelta, una passione dell'anima che li reseliberi di vivere generosamente entro l'opera divina della creazione, senza pretendere di possederealcuna persona o cosa. La dedizione di Francesco a questo stile di vita fu motivata da Cristo povero.

Anche oggi tale scelta radicale del povero continua ad essere una scelta controversa, sia nelcontesto di una società sempre più materialistica ed orientata al successo, sia all'interno della stessafamiglia francescana. Quando i frati, le suore e i secolari lottano per seguire le orme dei lorofondatori, si trovano di fronte a domande complesse circa la misura in cui possono o dovrebberoidentificarsi con i poveri del mondo d'oggi. Alcuni frati ritengono che la loro missione debbarimanere all'interno delle strutture della comunità tradizionale dove possono lavorare meglio per ipoveri. Altri credono di essere chiamati a lavorare accanto ai poveri, fornendo servizi vitali nellebaraccopoli, nei quartieri poveri o nelle aree rurali isolate. Altri ancora scelgono di identificarsi coni poveri in tutti i modi possibili, condividendo le loro situazioni di vita, la loro oppressione e anchela loro morte.

In alcuni paesi le scelte radicali in favore dei poveri sono state imposte ai frati dai governi e dallecircostanze, al di là del loro controllo. In Vietnam, per esempio, tutti i conventi sono stati confiscatidai governanti comunisti che occuparono il paese nel 1975. Molti frati vedono oggi questasofferenza come un'azione della Provvidenza, che li ha obbligati a rinunciare al loro "confortevole"stile di vita e a prendere la decisione cosciente di condividere la vita della gente del luogo.Consegnando i maggiori conventi al governo e condividendo la vita dei lavoratori, i frati divenneropiù consapevoli di certi valori francescani e furono in grado di testimoniarli in un modo nuovo.Oggi la Chiesa in Vietnam affronta la rinnovata sfida di come meglio servire la gente in un paeseche sta avanzando in modo radicale verso la modernizzazione e una economia di libero mercato.ALEXIS TRAN DUC AHI, Ministro Provinciale della Provincia di San Francesco in Vietnam, fuordinato nel 1975, l'anno della "rivoluzione" comunista, ed è sempre più preoccupato del ruolo che ifrancescani possono avere nella sua patria in rapida evoluzione. Poiché il paese va verso lamodernizzazione, dice, "io sono convinto che la Chiesa in Vietnam può competere con gli altri

Page 49: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

settori della società, non costruendo un'immagine di potere, ma rafforzando la dimensione morale eumana del nostro popolo".

Tra i frati che hanno deciso per le scelte più radicali troviamo DIEGO URIBE, che si unì a ungruppo di guerriglieri che combattevano per liberare il loro paese dall'ingiustizia e dallediseguaglianze sociali. Operando sempre con il desiderio di servire il popolo e di rimanere fedele aisuoi voti, Diego giunse ad occupare un alto rango nella gerarchia del suo gruppo di guerriglia primadi essere assassinato dall'esercito in Colombia il 2 dicembre 1981. Anche prima dei voti solenni,egli era stato molto colpito dalla povertà estrema e dall'ingiustizia che vedeva attorno a lui quandostudiava teologia a Bogotà, e mise a confronto tutto questo con la vita privilegiata di coloro chestavano all'interno delle mura del convento. Ispirati dai profondi cambiamenti di mentalità introdottidal Concilio Vaticano II, Uribe e alcuni altri studenti francescani decisero di lasciare i loro alloggiconfortevoli nel seminario e spostarsi in una delle aree più povere della città. Dopo la suaordinazione, fu mandato a lavorare nella regione costiera occidentale, una delle enclaves più umidee inospitali del paese. Questa regione è ancora popolata dai discendenti dei gruppi africani portati làcirca due o tre secoli fa come schiavi per sfruttare le antiche miniere d'oro, ora esaurite, e molticontinuano ancora oggi a vivere e a lavorare come schiavi di fatto. Col passare del tempo, Diegocominciò a esaminare ancor più profondamente le strutture attuali della società e il significato dellapropria missione. Nel 1974 ritornò a lavorare in una delle zone periferiche di Bogotà, dove per laprima volta venne in contatto con i membri dell'Esercito Nazionale di Liberazione. "Diego era unapersona molto umile e amabile", dice suo fratello Fernando Uribe che ora insegna all'Antonianum, aRoma. "Eravamo otto figli, cinque maschi e tre femmine e lui era il più amabile di tutti. Ma la suagentilezza non smorzava la sua profonda sensibilità per la miseria della povera gente e, nel suodesiderio di fare qualcosa di efficace per i poveri, pensava che la lotta armata fosse l'unico modoper liberarli dall'oppressione". Fernando dice che l'Esercito di Liberazione Nazionale, a cui Diego siassociò verso la metà degli anni '70, è andato verso una evoluzione violenta negli ultimi dieci oquindici anni, specialmente per quanto riguarda i metodi impiegati per finanziare e promuovere lapropria causa. Fernando fu il primo a conoscere la decisione di suo fratello di unirsi al gruppo _"sempre rispettata, ma mai condivisa". Egli fu anche l'unico ad andare sulle montagne alla fine deldicembre 1981 per identificare il corpo di suo fratello. "Diego e un altro dei suoi compagni furonoassassinati mentre stavano facendo un incontro di lavoro insieme con altri due membri del gruppoin una fattoria situata su un alto monte. I sopravvissuti del gruppo e gli abitanti della casa, inclusi ibambini, furono torturati. A quel tempo, le azioni di Diego furono causa di controversia fra ifrancescani della Colombia, ma il Governo Generale dell'Ordine a Roma, tenendo conto dellaparticolare situazione del paese, rispettò le sue scelte personali".

I frati della Colombia sono ancora impegnati per i poveri e gli oppressi che continuano anche oggi aessere vittime di gravi violazioni nei loro diritti umani, non sempre evidenziate dalla stampa. Lestatistiche compilate dalla Commissione Inter-Congregazionale per Giustizia e Pace della Colombiamostrano che nel 1995 le vittime della violenza hanno raggiunto approssimativamente il numero di9.500. Nel 1996 il rapporto del Dipartimento di Stato Americano sulla violazione dei diritti umaniin Colombia mostra che il conflitto armato e le uccisioni indiscriminate continuano a distruggere lasocietà, essendo la polizia e le forze armate responsabili della maggior parte di questa violenza.

In molti paesi del mondo, fare una opzione per i poveri significa anche stare dalla parte deiperseguitati. In Terra Santa oggi ciò significa correre il rischio di essere presi nel fuoco incrociatodel violento conflitto che ha opposto gli Arabi agli Ebrei, da quando lo Stato di Israele fu fondatomezzo secolo fa. Con l'occupazione israeliana della West Bank e della striscia di Gaza, quasi unmilione di Palestinesi hanno dovuto lasciare le loro case paterne e spostarsi in squallidi esovraffollati campi profughi dove molti di loro sopravvivono in condizioni disumane. Essi hannobisogno di tutto, dal cibo fresco alle forniture mediche, dall'educazione di base al lavoro.Soprattutto hanno necessità di soluzioni durevoli per tutta la regione, che portino la speranza per unfuturo migliore e più pacifico. I francescani sono presenti in Terra Santa fin dal tempo di Francesco

Page 50: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

stesso, per cui essi rappresentano la più antica organizzazione legalmente fondata nella regione. Nelcorso dei secoli essi si sono trovati al centro delle molte "guerre sante" che hanno devastato laregione. Tradizionalmente sono i custodi dei luoghi santi e hanno fornito una costantetestimonianza della carità cristiana nel mezzo delle lotte di potere che hanno infuriato intorno aloro. "Questo è ancora l'aspetto più visibile della presenza francescana oggi", dice GIUSEPPENAZZARO, ex Custode di Terra Santa. Tuttavia, dietro le quinte, più di 300 frati di 32 nazionalitàlavorano attualmente in molti modi diversi per migliorare la vita dei poveri, cristiani e non cristianiin egual misura. La loro missione si estende a tutte le aree dove vivono i rifugiati (Israele,Giordania, Egitto, Siria, Libano, Cipro e Rodi). Essi gestiscono 16 scuole e collegi per oltre 10.000studenti, così come orfanotrofi, cliniche, officine, case per anziani e centri parrocchiali per igiovani, offrendo loro un'alternativa alla violenza sperimentata fin dall'infanzia. Nello sforzo diarginare il costante defluire dei cristiani dalla Terra Santa, i frati forniscono anche soluzioniabitative gratuite per centinaia di famiglie, come pure contributi scolastici per incoraggiare i giovania continuare gli studi nel Medio Oriente.

In Italia l'opzione per i poveri di cui furono pionieri Francesco e Chiara è da sempre unacaratteristica dell'opera dei frati. In Toscana, nell'Italia centrale, i francescani furono gli ideatori dei"monti dei pegni", prestiti di denaro a beneficio dei poveri. Questa prima agenzia di prestiti,conosciuta come Mons Pietatis, fu iniziata da due frati in particolare, BERNARDINO da Feltre eBARNABA da Terni, già nel 1462. Nonostante l'opposizione di molti settori della società, inclusialtri Ordini religiosi, i frati fornirono una maniera sicura di prestare il denaro a bassi tassi diinteresse, mettendo così in condizione i poveri di pagare i loro debiti senza cadere nelle mani degliusurai. Nel 1515 a questi istituti di credito autonomi fu concesso il riconoscimento ufficiale daLeone X, dando esecuzione al Concilio Lateranense V. Simili unioni di credito cominciarono acrescere in fretta, prima nell'Italia settentrionale e poi in tutto il paese, precursori delle modernebanche.

Più recentemente i frati italiani hanno manifestato il loro interesse per i problemi della povertà alivello internazionale. Nel 1991 la Conferenza dei Ministri Provinciali dei Frati Minori Italiani(COMPI) ha compiuto l'innovativo passo di pubblicare Sfide globali di etica economica, undocumento che affronta il problema del debito internazionale e del modo in cui esso pregiudica lavita dei poveri.

Un altro modo di occuparsi del problema dei poveri in differenti aree del mondo oggi è quello deiviaggi di scambio, per mezzo dei quali i francescani di un paese possono condividere di persona glisforzi e le esperienze dei frati in altre nazioni. Durante un viaggio di questo tipo un gruppo di fraticoreani ha visitato alcune delle zone più povere intorno alla capitale delle Filippine, Manila.Riflettendo successivamente sulla loro esperienza, i frati coreani hanno detto di essere statiparticolarmente impressionati dal fatto che i loro fratelli e le loro sorelle filippini vivessero inpovertà con la gente di tali aree urbane. Centinaia di migliaia di famiglie, che lottano persopravvivere nelle baraccopoli attorno a Manila, si confrontano con la minaccia quotidiana disfratto e demolizione delle loro abitazioni di fortuna a causa dei piani governativi di ristrutturazionedella zona. Parimenti negli Stati Uniti il programma di formazione della Provincia della Californiainclude un periodo in Guatemala, dove i frati possono sperimentare direttamente la vita e lasofferenza di una parte della popolazione più povera dell'America Centrale.

In Giappone l'opzione radicale per i poveri da parte di PIO (Tetsuro) HONDA continua a causarecontroversie tra molti dei sui confratelli. Fu durante il suo servizio come Ministro Provinciale chel'Ordine tenne il suo Consiglio Plenario a Bahia nel 1985, un evento che lasciò un'improntaprofonda e duratura in Pio. Con il fervore di un neoconvertito, dedicò i suoi sforzi a convincere ifrati della Provincia ad essere capaci di vivere una vita profetica con i poveri. Il suo entusiasmocontagiò alcuni frati, ma creò serie difficoltà ad altri nella Provincia. Dopo un burrascoso periodocome Ministro Provinciale, Pio andò a lavorare in una zona della città di Osaka chiamata

Page 51: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Kamagasaki , come lavoratore giornaliero, una delle categorie più povere in una nazione inapparenza prospera e vincente. Kamagasaki è precisamente uno dei quattro più grandi punti diraccolta del Giappone per tali lavoratori disoccupati, migliaia dei quali migrarono in quest'areaquando il Giappone passò bruscamente da una società agricola a una società industriale, basata sullatecnologia. Quanti sono abbastanza robusti si radunano intorno alle quattro del mattino, nellasperanza di guadagnare la paga di un giorno, facendo spesso lavori pericolosi e difficili. Per anniquesti lavoratori, fornendo una fonte costante di lavoro manuale senza obblighi per i datori dilavoro, sono stati considerati la valvola di sicurezza della fiorente economia giapponese. Quandol'economia ha subito delle flessioni, anche i lavoratori giornalieri ne hanno risentito, e le statistichehanno registrato un forte calo numerico degli impieghi a disposizione. Un numero sempre maggioredi uomini sono cacciati dalle loro piccole stanze in affitto e spinti sulla strada, obbligati a dipendere,per la loro sopravvivenza, da denaro, cibo o vestiario ricevuto in beneficenza. Anche coloro chesono in grado di sostenere il costo di una stanza devono far fronte a vessazioni da parte della poliziae delle autorità locali che "spesso trattano gli uomini come animali", come riferisce la gente delluogo. Le cure mediche per questi lavoratori sono notoriamente inadeguate, a dispetto del numeroallarmante di incidenti sul lavoro. Oggi Pio continua a vivere tra i poveri di Kamagasaki con altrifrati che hanno avviato un centro diurno dove i disoccupati possono consumare un pasto, farsitagliare gratis i capelli o semplicemente socializzare in un ambiente accogliente.

Anche nei paesi europei, i frati stanno sempre più facendo la scelta di vivere accanto ai poveri checercano di servire. Per molti frati questo impegno è stato anche condizionato dagli eventi dellastoria. Durante la seconda guerra mondiale in Francia, la maggioranza dei sacerdoti e dei religiosifurono obbligati a lavorare nelle fabbriche e negli impianti industriali. Molti di questi cosiddettipreti operai trovarono che il contatto quotidiano con i loro colleghi _ spesso cristiani disaffezionatiche avevano lasciato la Chiesa _ era molto gratificante. Un Vangelo sociale prese vita e simanifestò in una rinascita della fede tra molti lavoratori. Alla fine della guerra, molti di questilavoratori religiosi continuarono il loro ministero vivendo il Vangelo ed evangelizzando nellepiazze come "preti operai". Prima della sua morte nel 1997, PIERRE ALLART passò quarant'annicome prete operaio tra i poveri della città. Lui e altri due frati vissero nei sobborghi di Parigi dovefurono sempre più coinvolti nei problemi degli immigrati dalle nazioni africane. In Germania,anche KARL MÖHRING e JOACHIM STOBBE vivono come preti operai. Come Pierre, essivedono lo stile di vita da loro scelto come una testimonianza del carisma di Francesco, e ritengonola collaborazione con altre comunità francescane e con organizzazioni consociate ispirate allo stessoorientamento una componente essenziale del loro ministero. Pierre, portando l'esempio delcoinvolgimento della sua comunità nella "Campagna internazionale per bandire le mine terrestri",afferma che, se ci si associa con altri, la voce dei poveri riceve maggior credito.

Negli Stati Uniti molte delle parrocchie presenti da più anni hanno ridisegnato le strutture esistentiper trattare i nuovi problemi dei poveri delle aree urbane. Queste grandi parrocchie, sviluppatesiall'inizio del secolo grazie all'afflusso di famiglie cattoliche immigrate, sono state gradualmenteabbandonate quando le famiglie si sono spostate verso le più ricche periferie. Nelle città, da NewYork a San Francisco, da New Orleans a Detroit e Chicago, i frati che lavorano in queste parrocchieoffrono ora un'ampia varietà di servizi per alcolisti e tossicodipendenti, i senza tetto e coloro chesono affetti da HIV o AIDS.

Quando JOE NANGLE lasciò New York per il Perù nel 1970, iniziò un'esperienza di conversioneche avrebbe cambiato il suo cuore e il suo modo di vivere. Durante gli anni in cui aveva lavorato inuna parrocchia dell'alta borghesia, aveva rilevato una evidente disparità tra la vita dei ricchi _ versoi quali si dirigeva gran parte del lavoro della chiesa _ e quella dei poveri nelle condizioni piùdisumane. Un momento decisivo per Joe arrivò quando i vescovi latino-americani si riunirono aMedellín, in Colombia, e rilasciarono la loro dichiarazione finale sull'opzione radicale per i poverida parte della Chiesa. Oggi Joe vive nella Casa di Assisi, nel cuore di un'area economicamentedepressa di Washington, D.C. Egli ha aiutato a costruire questa piccola comunità francescana di

Page 52: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

religiosi e laici, uomini e donne, che attivamente perseguono la giustizia e la pace, testimonianza dipovertà e vita condivisa. Joe è il direttore del Servizio della Missione Francescana (SMF), unaorganizzazione che pone particolare enfasi sul ruolo della "missione di ritorno", che ha luogo unavolta che i volontari ritornano negli Stati Uniti.

I frati nella regione dei Grandi Laghi in Africa forniscono supporto vitale a coloro che hanno persotutto nei conflitti etnici che hanno afflitto il Burundi, il Rwanda e lo Zaire. La loro presenza fra irifugiati è una eloquente testimonianza del loro impegno a vivere tra i più poveri dei poveri.VJEKO CURIC racconta un commovente esempio di solidarietà che ebbe luogo in Rwanda duranteil periodo di Natale: "Nel periodo di Natale avevamo migliaia di rifugiati che tornavano dallaTanzania. La diocesi usò tutti i suoi mezzi per trasportare i più esausti verso le loro case. Unasquadra medica del nostro ospedale era sempre in movimento e numerose donne partorivano suicarri o sul bordo della strada. Vedemmo straordinari atti di solidarietà, come persone che donavanoquel poco di cibo che avevano e gli abiti che avevano addosso. Alcuni dei nostri lavoratoridonarono del denaro che avevano ricevuto in acconto sulla paga di Natale. Il vescovo stesso andòfrequentemente a parlare con la gente per la strada per accertarsi della loro situazione e offrirequalunque aiuto possibile. Le più importanti organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, laCroce Rossa e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati erano assenti da questascena di povertà abominevole. L'intera strada da Kigali a Kabgayi e Butare era ostruita dalla gentein viaggio. Ma i cristiani avevano la sensazione che fosse Gesù a camminare lungo quella strada;ognuno diede cibo, abbigliamento o soldi alla messa di Natale. Successivamente i rappresentantiuscirono a distribuire le offerte. I più bei doni come sempre furono quelli dei bambini: essi avevanoraccolto così tante cose (caramelle, avocados, patate dolci, fagioli, piselli e legna da ardere percucinare o riscaldarsi) da offrire a quei bambini meno fortunati di loro". Vjeko venne fucilato inRwanda nel 1998.

ANASTÁCIO RIBEIRO è uno dei molti frati che lavorano con le persone senza terra del Brasile.Ha vissuto nei due decenni passati nelle zone rurali e negli ultimi sette anni ha lavorato in diversistati del Brasile nord-orientale, aiutando più di duemila famiglie ad occupare e talvolta a prenderepossesso legale di terreni incolti. Il processo è lungo, difficile e spesso pericoloso, ma è diventatouna delle chiavi della lotta per la liberazione dei poveri in Brasile. Proprio come gli ebreidell'Antico Testamento furono condotti in una nuova terra dove avrebbero trovato la salvezza, i fraticercano di condurre le persone senza terra in un nuovo luogo in cui abitare, dove possano allevareed educare una famiglia, imparando a prendere parte alle strutture democratiche della società.Regolarmente si spara a questi gruppi che si "stabiliscono" su un pezzo di terra inutilizzato; qualchevolta vengono uccisi, spesso scacciati. Essi si spostano allora su un altro pezzo di terra e looccupano. Alla fine riescono a produrre alcuni raccolti e cominciano una lunga e contrastatabattaglia legale, perché il governo confischi i terreni e li distribuisca ai senza terra. Anastácio è statoregolarmente vessato, arrestato e trattenuto in lunghe prigionie dalle autorità brasiliane. Lecampagne internazionali in suo favore hanno contribuito a mantenere libero Anastácio.

JUSTUS WIRTH, che vive in Texas vicino al confine col Messico, testimonia un altro modo in cuii frati possono sostenere i poveri nella loro lotta per un tipo di vita decente. Egli ha scrittoinnumerevoli articoli per svariate pubblicazioni, volte a mettere in luce le condizioni della gente intutto il Messico e nelle zone circostanti dell'America del Nord e del Sud. Recentemente ha lavoratoinstancabilmente per creare la consapevolezza degli effetti nocivi dell'Accordo Nord-Americano sulLibero Scambio (ANALS) sulle popolazioni del Messico settentrionale. Justus ha fornito anche ladocumentazione essenziale per la delegazione interfrancescana al Vertice Mondiale delle NazioniUnite sull'Alimentazione tenutosi a Roma nel novembre del 1996. Egli ha messo a fuoco lacondizione di circa quindici milioni di messicani rimossi dalle loro tradizionali aziende agricole(riflesso dei problemi dell'urbanizzazione in tutta l'America Latina) per incoraggiarel'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite a continuare la sua politicadi sostegno dell'autonomia delle nazioni in via di sviluppo quanto alla produzione degli alimenti di

Page 53: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

base. L'impegno a fornire una accurata documentazione a partire dalle persone con cui viviamocostituisce una componente chiave dell'opera di sensibilizzazione a livello internazionale, e cipermette di raccogliere informazioni sicure che le autorità governative sono spesso restie a dare.

Riferimenti alle Costituzioni Generali OFM

Altri riferimenti: art. 8,1-3; 32,3; 34,2; 66,1-2; 72,1-3; 78,1-2; 87,1.3; 93,1; 132.

Domande per la discussione

1. Quale è stata l'ultima persona povera che ha inciso significativamente nella tua vita? Qual èstato l'effetto?

2. Ti sei mai sentito emarginato? Che cosa ti ha insegnato questa esperienza in riferimento a testesso? Alla fraternità? Alla società in cui vivi?

3. La nostra fraternità locale ha un coinvolgimento diretto con i poveri? In caso di rispostanegativa, come potrebbe averlo?

4. Come trattiamo i poveri che vengono alla nostra porta o chiamano al telefono?5. La nostra fraternità sostiene iniziative provinciali riguardanti l'opzione per i poveri?

Economicamente? Fornendo appoggio morale?6. Il lavoro per i poveri ha strutturato la nostra identità provinciale? In che modo?7. Hai mai protestato per il maltrattamento dei poveri sui giornali, esprimendo i tuoi punti di

vista su riviste o altri mezzi di comunicazione? Per mezzo del voto?8. L'opzione per i poveri ti ha mai messo in conflitto con la tua famiglia d'origine? Come hai

gestito questa difficoltà?9. A quale livello ci troviamo, sia dal punto di vista personale che comunitario, nella nostra

relazione con i poveri? Quali misure concrete ci potrebbero aiutare ad approfondire esviluppare tale relazione?

10. Nella nostra vita fraterna (preghiera, missione, dialogo, stile di vita), quale peso reale hal'opzione per i poveri?

11. Nella nostra fraternità locale, che cosa possiamo già fare per assimilare il principio diinserimento o preferenza per i poveri e gli emarginati?

12. A livello personale e fraterno, qual è il nostro atteggiamento verso il consumismo?13. È opportuno chiedere che i frati siano consapevoli delle strutture politiche e sociali che

causano situazioni di ingiustizia nel nostro mondo, o è sufficiente essere impegnati nelservizio diretto ai poveri?

14. Per Francesco fu più facile compiere una scelta radicale per i poveri nel tredicesimo secolodi quanto lo sia per noi oggi alle soglie del ventunesimo?

15. Conosci dei frati tuoi coetanei che hanno compiuto un'opzione preferenziale per i poveri?Che cosa sostiene il loro lavoro? Che cosa pensi di essi e del loro ministero?

Page 54: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

2. operatori di pace

Costituzioni Generali OFM, Articolo 681. I frati vivano in questo mondo come fautori della giustizia, araldi e operatori di pace,vincendo il male con l'operare il bene.2. Mentre annunciano la pace con la bocca, i frati la mantengano più profondamente nelcuore, cosicché nessuno sia da loro provocato all'ira e venga scandalizzato, ma tutti per essi sianoun richiamo alla pace, alla mitezza e alla benevolenza.

Dalla vita di Francesco ...Che Francesco sia stato un operatore di pace è ovvio dal saluto che Dio gli ha rivelato: "Il Signore tidia la pace!" (2 Test 23). Il senso di solidarietà di Francesco per tutto il creato di Dio ispirò tutti isuoi sforzi di pacificazione. L'umiltà dei frati minori li portò a promuovere la pace all'interno dellafraternità (cfr. 1 Cel 38) e a sforzarsi di vivere la pace e la gentilezza con tutti (cfr. 1 Cel 41).Francesco esorta i suoi frati affinché, nei loro viaggi, "non litighino ed evitino le dispute di parole, enon giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamentecon tutti, così come conviene" (Rb 3,10-11). La sua stessa predicazione proclamava la pace e lasalvezza, riconciliando "in un saldo patto di vera amicizia moltissimi, che prima, in discordia conCristo, si trovavano lontani dalla salvezza" (LegM 3,2). Francesco diceva che i veri operatori dipace sono capaci di conservare la pace nell'anima e nel corpo per amore di nostro Signore GesùCristo, malgrado tutto ciò che sopportano in questo mondo (cfr. Am 15). Francesco era unpacificatore a causa della sua onestà, della convinzione che ciò che sei davanti a Dio, è quello chesei e niente più (cfr. Am 19). Secondo Francesco, dove vi è pace e contemplazione, non vi è népreoccupazione né inquietudine (cfr. Am 27). Francesco cercò per tutti la vera pace dal cielo; eglispronò tutti ad amare i loro prossimi come se stessi. Se non avessero potuto farlo, avrebbero almenodovuto fare loro del bene anziché del male (cfr. 2 Lf 26-27).

Francesco fu operatore di pace in diverse città italiane. Ad Arezzo fece pregare frate Silvestroperché i demoni, che stavano causando un conflitto civile, lasciassero la città (cfr. Legper 81). Conl'aiuto di Francesco i cittadini di Gubbio fecero un patto di pace con il lupo che li aveva terrorizzati(cfr. Fior 21). Certamente il sultano trattò Francesco con rispetto perché lo riconobbe come uomo di

Page 55: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

pace (cfr. 1 Cel 57). In risposta ad una contesa fra il vescovo e il podestà di Assisi, Francescoaggiunse due versetti al Cantico delle Creature (Cant 10-11):

Laudato si', mi' Signore,per quelli ke perdonano per lo Tuo amore

et sostengo infirmitate et tribulatione.Beati quelli ke'l sosterrano in pace,

ka da te, Altissimo, sirano incoronati.

A un altro livello, il Perdono di Assisi ottenuto dal Papa per la gente che prega alla Porziuncola e lafamosa storia del lupo di Gubbio sono due dei più forti esempi dell'impegno di Francesco a portarela pace. La storia del lupo di Gubbio contiene molti insegnamenti per noi, anche se dovremmoriconoscere che essa compare solo in fonti successive, la cui storicità è dubbia (cfr. Fior 21).

Esaminiamo la successione degli eventi nella storia del lupo di Gubbio:

• un lupo feroce terrorizza la cittadinanza di Gubbio. Attacca animali ed esseri umani. Essinon ardiscono uscire dalla porta della città;

• Francesco si trova in città e ha compassione della gente;• esce con un compagno per incontrare il lupo; alcuni contadini si uniscono a loro e

rapidamente indietreggiano;• il lupo si avvicina ferocemente;• Francesco fa il segno della croce sul lupo che si calma;• Francesco chiama il lupo "fratello", lo rimprovera per la sua crudeltà e fa un patto con lui;• essi vanno insieme in città;• Francesco esorta la popolazione alla conversione; il patto è rinnovato pubblicamente e la

cittadinanza promette di nutrire il lupo;• il patto è rispettato e tutti sono felici.

In tale storia possiamo sottolineare:

• il coraggio di Francesco che riconosce che "Cristo è il signore di tutte le creature" e riponetutta la sua fiducia nella potenza di Cristo;

• l'approccio non minaccioso di Francesco, che va senza armi, ma con il segno della croce;• il suo coraggio nel mettere il lupo a confronto con i suoi crimini, anche se allo stesso tempo

comprende perché il lupo li ha commessi;• la sua franchezza con i cittadini nell'evidenziare i loro peccati, mostrando tuttavia di

comprendere il loro bisogno di sicurezza e il bisogno di cibo da parte del lupo;• la sua insistenza per ottenere un patto chiaro fatto pubblicamente.

Operatore di pace

1. Francesco quale operatore di paceDa secoli, in alcune culture quando un visitatore arriva e dice: "Pace (shalom, salam)", il terminesignifica che egli non porta armi e viene come amico.

A Francesco fu rivelato di dire: "Il Signore ti dia la pace", ed egli cominciava le sue prediche conqueste parole. Per otto secoli "Pace e bene" è stato usato come saluto dalla famiglia francescana.Qualunque saluto può essere una formula vuota, se non c'è corrispondenza nel cuore di chi lorivolge. Per Francesco, la pace che desiderava nasceva dalla sua pace interiore e dal suo profondorispetto per ogni creatura che viene dalle mani di Dio. Chi augura la pace e non ospita i semi dellapace dentro di sé, è uno che desidera la pace, ma non un pacificatore. Una tale persona nontrasmette un dono ricevuto da Dio. Il segreto di Francesco quale pacificatore era che egli lasciava

Page 56: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

che fosse Dio dentro di sé a portare la pace a coloro che incontrava. Quando il lupo di Gubbiocorse verso di lui, Francesco fece il segno della croce sul feroce animale e lo chiamò "fratello".Queste due azioni rimettono il lupo al suo posto all'interno del cerchio familiare delle creature diDio, riconciliato dall'amore di Cristo manifestato sulla croce. A causa delle sue azioni crudeli, illupo si era staccato dalla famiglia di Dio. Dopo aver ricevuto il beneficio della redenzione, il lupo sicalmò e fu pronto ad ascoltare i rimproveri di Francesco e la sua richiesta di un patto con gliabitanti di Gubbio.

2. Francesco affronta i conflittiErroneamente alcune persone definiscono pacificatori "coloro che sono persone buone, che parlanopiano, che vanno d'accordo con tutti". Gli psicologi ci dicono che alcune di queste personeaccomodanti vanno d'accordo con tutti perché sono spaventati dai conflitti, non per via deltraboccare della loro pace con Dio. Francesco invitò i suoi frati a non entrare in dispute nella loropredicazione e ad essere gentili, pacifici, sottomessi, cortesi ed umili; queste sono caratteristichefondamentali e devono essere parte integrante dell'essere frati minori. Tuttavia, questo non implicaavere paura della verità, come Francesco che non rifiutava di essere provocatorio. Rispettosamentema caparbiamente, egli resiste al papa e ai suoi consiglieri che vogliono mitigare la sua Regola;sfida i crociati e le loro azioni peccaminose; dice al sultano che non conosce il vero Dio; resiste aisuoi stessi frati che vogliono una vita meno dura; getta via le tegole del tetto del convento chedisapprova; e al lupo di Gubbio mostra i suoi crimini senza alcuna ambiguità. Francesco non è unuomo lezioso. È fermo e dice la verità anche se è dura da ascoltare; provoca, ma non minaccia. Lasua mancanza di doppiezza e la sua forza cortese di-sarmano. Non solo rispetta la sacralità del suo avversario, ma cerca di rendere gli avversariconsapevoli della propria preziosità divina che possono aver dimenticato o disdegnato. Francescopuò essere così perché non ha bisogno di difendere la sua proprietà, la sua reputazione o il suo io.Non ha nulla da difendere, eccetto l'onore e l'amore di Dio che desidera trasformare i violenti, ereintegrarli nella comunione che unisce tutte le creature, le "sue" creature. Francesco non è sviatodalla veste di immoralità e cattiveria; attraverso l'opacità di tale copertura, Francesco vede in ognipersona la sacra presenza di Dio. Il suo occhio spirituale gli consente di vedere e accogliere lapresenza divina negli altri, mentre molti vorrebbero ucciderli: "Uccidiamo questo lupo feroce!Uccidiamo l'empio sultano!", gridano in maniera convincente.

3. È attuale l'esempio di Francesco nel mondo complesso di oggi?L'esempio di Francesco è attuale per noi? Come possiamo portare la pace nei conflitti mondiali e inche modo la nostra pace influirà su forze sconosciute? Molti dei conflitti del tempo presentederivano da una cultura che impone se stessa alle persone di un'altra cultura; l'orgoglio, l'etnia, ilnazionalismo e gli interessi economici giocano un ruolo di primo piano in molte delle stragiodierne. Ma in modo più sottile, in tutto il pianeta la maggior parte delle culture sono invase edominate dalla cultura occidentale, e specialmente dal suo marchio nordamericano. L'invasione èsubdola: comincia con la pubblicità di qualche bevanda o prodotto alimentare, di film acquistati perinformazione o intrattenimento, ma che promuovono uno stile di vita. Un nuovo modo di pensare edi comportarsi prende piede. La base di tale nuova cultura invadente è una fiducia, quasi una fede,nel bisogno di definire e valutare ogni cosa in termini numerici. I modelli matematici dominanoincontrastati. Come se non bastasse, la nuova cultura presenta i meccanismi del libero mercatocome leggi dell'universo e quasi divine.

4. La violenza che ci sfidaI discepoli di Cristo e i fratelli di Francesco sono particolarmente sfidati dalla più pervasiva delleviolenze: il cambiamento dei fondamenti delle culture. È violento e ingiusto privare le persone diciò che ricevono dalla loro cultura: i riferimenti per il cammino della loro vita. Per rimanere umanie divenire operatori di pace in mezzo alle lotte contro le ingiustizie e le violenze, è indispensabilericonoscere la nostra sacralità e la sacralità di coloro che incontriamo. All'opposto, quella che noichiamiamo cultura di mercato considera ogni realtà sotto il sole in termini di quantità, e

Page 57: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

specialmente quantità di ricchezze. Le leggi del libero mercato che danno vita ad una economiadinamica sono imposte come la base morale di una nuova cultura: la cultura di mercato.L'indifferenza permea ogni cosa in una tale cultura e la sacralità tende a svanire. Quando unacultura viene guidata primariamente dalla ricerca del guadagno economico, considerando le risorseumane e del creato come oggetti da usare per accumulare ricchezze, il risultato è una perdita delsenso del sacro; la vita è svalutata. Le strutture politiche possono variare, ma il nucleo della culturaè dove dimora il male.

5. Il rispetto della sacralità di ogni persona e di tutto il creatoÈ per noi una sfida che sgomenta venerare la sacralità di ogni essere umano: un bandito, uncriminale di guerra, un torturatore, un dittatore, uno spietato proprietario terriero o uno speculatoreche riduce alla fame centinaia di milioni di persone con le sue macchinazioni redditizie. È difficileperché molti avversari sono rappresentanti di strutture impersonali e interessi anonimi. Questiinteressi sono talvolta chiaramente disprezzabili, ma gli esseri umani coinvolti non lo sono. È ancheuna sfida immensa rispettare la sacralità di ogni creatura in mezzo alla crisi ecologica che staportando la terra alla distruzione. Il problema non è solo di essere rispettosi e fraterni con un lupoferoce, le piante del nostro giardino e l'acqua del torrente che troviamo strada facendo. È la sacralitàdell'aria, dell'acqua, della terra e delle specie su scala planetaria che ci interpella. Le risorse dellaterra appartengono a tutto il genere umano; nel loro inquinamento e nella loro distruzione noi stessisiamo compromessi in modo drammatico. È una sfida gigantesca affrontare la minaccia nucleare etutti coloro che accumulano ricchezze con un potere le cui conseguenze incalcolabili non possononé potranno mai essere gestite. È una sfida incredibile vedere l'avidità che distrugge tutte le risorsedella terra: piante, animali, minerali, le terre coltivabili e anche la bellezza della terra tantonecessaria per lo sviluppo umano. Tutte queste creature hanno il loro ruolo nella costruzione delCristo cosmico, una comunità di esseri liberi in grado di sopravvivere e testimoniare insieme latenerezza di Dio. Come risvegliare la coscienza delle società transnazionali o delle autoritàgovernative, quando agiscono in modo irresponsabile verso il genere umano, mettendo in pericolo ilsuo futuro e, già nel presente, recando sofferenze a molti? Come possono aprire i loro cuori erispettare ogni creatura? I nostri cuori sono stati aperti da Dio e Dio aprirà i loro, se non ligiudichiamo e se li richiamiamo alla conversione con la nostra lotta cortese e ferma; o, almeno, Diomostrerà loro dove sta la saggezza e farà loro comprendere che il loro interesse risiede in unprofondo cambiamento.

Se non riconosciamo la nostra dignità, se non siamo in intimo contatto con il Dio uno e trino cheabita dentro di noi, se siamo contaminati dalla mentalità di fare di ogni realtà un "oggetto" _ oggettiche possiamo contare _, anche l'amore cessa di essere un prezioso mistero e diventa una cosa. Lapresenza di colui che è Amore, che stabilisce la sacralità della nostra dignità, diventa difficile dariconoscere.

6. La Trinità quale modello e fonte di nonviolenzaLa nonviolenza della Trinità è dimostrata dal profondo riconoscimento da parte di Dio del misterodegli esseri umani con cui Dio stesso ha condiviso la sua sacralità. Non solo Dio riconosce la suadivina presenza in noi, ma nel rispettare il nostro cammino pazientemente cerca di risvegliare in noila coscienza che siamo unici, preziosi, che ospitiamo la sua divina natura dentro di noi! Nella suavita e nella sua morte, Gesù ci ha dato la potente testimonianza di queste relazioni non violente congli esseri umani.

La nonviolenza attiva modella la sua metodologia sulla nonviolenza di Dio. Il suo primofondamento è il dialogo tra due sacralità. Questo avviene quando qualcuno o un gruppo di persone,che hanno ripudiato la schiavitù della violenza e sono in contatto con il centro della loro esistenza(il vero sé), richiamano i loro avversari a riscoprire il divino in se stessi, usando tale riscoperta perrisolvere i conflitti che li mettono in opposizione. Non tutte le persone violente fanno questocammino interiore che richiede libertà di volontà. Esse hanno bisogno di essere costrette dai non

Page 58: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

violenti a riconoscere che la forza interiore è un potere in grado di opporsi al loro potere e che illoro interesse è quello di accettare alcune delle condizioni dei loro avversari. Altrimenti,continuando la loro violenza, essi perderanno di più. Essi sono messi a confronto con un coraggio,un amore, una risolutezza che ricevono il loro potere da una fonte immateriale. L'abilità dellametodologia non violenta, se è adeguatamente seguita, spesso farà loro abbassare la guardia e lispingerà fuori della loro logica sicura.

Lasciateci insistere: il potere non violento viene da Dio, ma Dio non opererà miracoli se noirimaniamo inattivi. Molti di noi francescani ancora non si rendono conto che il maggior numerodelle violenze e delle ingiustizie sono parte di una complessa rete di cause e sono altamenteorganizzate. La maggior parte dei conflitti aperti, militari o economici, sono di tale intensità esofisticatezza che sarebbe ingenuo e irresponsabile fare affidamento solo sull'amore di pochiindividui dal cuore puro che testimoniano la loro sacralità e sfidano coloro che per ora dimenticanoo nascondono il divino in una parte segreta di se stessi.

7. Acquistare familiarità con la metodologia della nonviolenza attivaSe vogliamo essere operatori di pace, dobbiamo sapere come usare la metodologia dellanonviolenza attiva, conoscere quando alcune azioni non violente hanno fallito a causa di una analisiinsufficiente della situazione o perché alcune fasi del processo non violento sono state saltate. Dovela nonviolenza ha avuto successo, la maggior parte delle volte una lunga preparazione ha precedutoi risultati: una preparazione tecnica ed anche spirituale. Solo uno sguardo superficiale porta acredere che è stato un puro intervento di Dio! Dio non cambierà i cuori di coloro che prendono ledecisioni, se non facciamo quanto ci è stato assegnato, dando a Dio un chiaro segno che realmentevogliamo tale cambiamento. Dobbiamo agire saggiamente. Dobbiamo prepararci per l'azione di Dio_ e anche per le sorprese di Dio. Con il nostro coraggio nel seguire la metodologia non violenta,saremo i canali della sacralità di Dio, della caparbia pazienza di Dio, del desiderio di Dio che coloroche compiono il male smettano di farlo. Il nostro amorevole Dio ama allo stesso modo chi fa il benee chi fa il male: entrambi sono suoi figli. Egli sa che la sua sacralità dimora in entrambi e vuole cheentrambi producano frutti di comunione e non frutti amari di distruzione per se stessi e la nuovacreazione, il suo corpo che cresce fino al suo completamento. In molte lotte i nostri alleatidemonizzano l'altra fazione in modo da mobilitare le energie dei loro schieramenti. È praticacomune calunniare le opposizioni, dipingerle come cattive, perverse, incapaci di cambiare, indegnedi alcun rispetto. Tale divisione in "persone buone" e "persone cattive" è inaccettabile per i seguacidi Cristo. Ognuno di noi è una persona divisa, parzialmente buona e parzialmente cattiva; i nostriavversari sono parimenti parzialmente cattivi e parzialmente buoni. Se noi vogliamo condividere lacompassione di Dio, dobbiamo avere compassione sia per le vittime della violenza che per coloroche sono resi schiavi dalla loro violenza ed ingiustizia. Dobbiamo pregare che la nostra attualerelativa liberazione da tale violenza e da tale ingiustizia non si fermi domani; inoltre, se Dio citoglie il suo aiuto, possiamo essere cattivi proprio come il peggiore dei nostri avversari.

8. La necessità di essere poveri per essere veri operatori di paceIn precedenza abbiamo evidenziato che Francesco sfidava senza farsi minaccioso, perché non avevapaura di perdere nulla. Egli non aveva quasi nulla che potesse chiamare suo. Divenire operatori dipace è in diretta relazione con il nostro sconfiggere la paura, la paura di una morte reale, dellaperdita della nostra vita fisica, o di una quasi-morte (che può essere chiamata una morte parziale)nel perdere la salute, la reputazione, gli amici, i beni materiali, i privilegi o anche la paura chel'amore che ci dà la forza possa svanire e portarci a cadere... e a odiare. Noi sappiamo che, seabbiamo pochi oggetti e pochi privilegi, non avremo paura di perderli. Se non siamo attaccati aduna immagine di noi stessi, siamo più liberi di prendere le difese di coloro la cui dignità o la cui vitaè in pericolo. Alcuni dei nostri fratelli e delle nostre sorelle ci hanno mostrato nel corso dei secoliche il loro coraggio cresceva con la loro povertà, la loro vita nel contatto con i poveri. La loro veraricchezza è il potere dell'amore, che sgorga dal fianco ferito di Gesù sulla croce.

Page 59: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

La lotta non violenta è l'arma delle persone povere che amano. È l'arma di coloro che rifiutano diessere soldati solitari, perché hanno fiducia in una lotta collettiva e comunitaria. Questo non escludeessere "astuti come i serpenti".

Ogni creatura, umana o non umana, è nostro fratello e nostra sorella. Questo non è metaforico. Nonè sentimentale. Dio invita noi e l'intero creato ad essere parte di questo pleroma, di questa pienezzail cui capo è Cristo, nella quale il rispetto per la presenza divina trasforma ogni relazione. Il nostrorispetto per la presenza di Dio negli altri è ciò che diffonderà una vera pace e un vero rispetto per lasalvaguardia del creato.

Allora saremo dei pacificatori contagiosi.

Alain Richard OFM

Esempi dalla vita dei frati...

In nessun luogo il bisogno di vera pacificazione è oggi più necessario che in molte delle nazioniafricane lacerate dalla guerra. Significativamente fu nella piccola nazione dell'Africa orientale delRwanda che GIACOMO BINI, attuale Ministro Generale, e altri due frati si stabilirono quandodiedero inizio ad una nuova presenza francescana nel continente agli inizi del 1980. Là essicostruirono la loro semplice casa nello stile locale e cominciarono un ministero che lentamente sipropagò a otto paesi della regione (Rwanda, Burundi, Kenya, Uganda, Zambia, Malawi, Tanzania,Madagascar). Oggi le mete di quella prima comunità, con base a Nairobi, Kenya, sono di sostenerele molte vocazioni fra gli africani di differenti paesi e retroterra etnici e di creare una fraternitàveramente internazionale, multiculturale _ una testimonianza quotidiana ai valori dellariconciliazione e della mediazione che sono così urgentemente necessari in tutta la regione. Alcunidei frati hanno pagato a caro prezzo quel continuo impegno di pace: nel 1986 un frate di 33 anni,KEVIN LAWLOR, fu ucciso in Uganda. Quando nel 1994 cominciò il genocidio tribale inRwanda, il ministro di una nuova fraternità secolare francescana fu assassinato. Nell'aprile dellostesso anno, GEORGE GASHUGI, un Tutsi di 32 anni, fu brutalmente picchiato a morte solo pochimesi prima della professione perpetua dei voti. Nell'aprile del 1996, VJEKO CURIC a stento sfuggìalla morte mentre ritornava da solo alla casa francescana a Kivumu, 20 chilometri fuori Kigali. Treuomini armati con una pistola e lunghi coltelli gli chiesero dei soldi e gli ordinarono di mettersifaccia al muro. Curic fece appello al suo ingegno e riuscì a fuggire attraverso la porta aperta di unasala da pranzo. Non era la prima volta che veniva minacciato sia dagli estremisti Hutu che dai Tutsi,a causa del suo impegno nell'aiutare entrambi i gruppi etnici senza pregiudizi. Egli si era votato acontinuare la sua missione, anche se ciò significava "rischiare la propria vita, proprio come le altrepersone qui". Il 31 gennaio 1998, Vjeko fu ucciso a colpi di arma da fuoco davanti alla chiesa dellaSacra Famiglia a Kigali, Rwanda. Il Papa Giovanni Paolo II gli rese un tributo dicendo: "Cosìun'altra vittima si aggiunge alla lunga lista dei missionari che con il sacrificio della loro vita hannosuggellato il loro amore per Cristo e per i popoli dell'Africa".

Altrove nel continente i frati sono al centro del complesso processo di risanamento e riconciliazioneche sta proseguendo nella nuova democratica nazione del Sud Africa. Come membri dellenumerose Commissioni per la Verità e la Riconciliazione sparse in tutto il paese, i frati ascoltano levittime e i carnefici che raccontano la verità sul regime dell'apartheid, aiutando lentamente gliindividui e le comunità a riprendersi dagli oltre quarant'anni di oppressione e brutalità.

"È una nazione traumatizzata che guarda nella sua anima e sta lentamente e dolorosamenterinascendo". Queste sono parole del frate irlandese PADDY NOONAN, che ha trascorso gli ultimiventicinque anni a lavorare in alcuni dei più poveri distretti meridionali di Johannesburg, dove laviolenza e l'ingiustizia erano un modo di vivere. Lui e altri francescani vivono in una zona vicino aBoipatong, famosa per il massacro in cui egli fu il primo ad arrivare e ad essere testimone della

Page 60: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

terribile carneficina che aveva avuto luogo durante la notte. "La pacificazione non era proprio incima ai tuoi pensieri, quando attorno a te avvenivano massacri del genere", spiega col suo accentoirlandese dolcemente cadenzato. (La maggior parte del suo lavoro è condotto nel dialetto deldistretto locale, poiché egli crede che sia l'unico modo per comunicare realmente con la gente). "Ilprimo pensiero che viene in mente è: 'Chi c'è dietro a tutto questo?'. C'erano tante forze invisibiliche rendevano più difficile abbattere il regime dell'apartheid e parlare di pace nel paese!". Non fuarduo mantenere viva la speranza in mezzo a una simile violenza e repressione? Noonan ritorna altempo che ha trascorso visitando le baracche dopo il massacro di Biopatong del 1992: "Avevotrascorso ore vedendo quei corpi picchiati duramente e martoriati e ascoltando le famiglie dellevittime, quando uno venne verso di me per strada e mi bisbigliò: 'Padre, noi sappiamo che ilSignore è qui'. Che diritto dunque abbiamo noi, gente di chiesa, di dubitare, se la gente comunepoteva mantenere in vita tale speranza?". Noonan era anche amico intimo di alcuni dei capi dellalotta anti-apartheid, persone che ora occupano posizioni di responsabilità nel nuovo governo. "Eraparte del nostro ministero parlare ad alcuni dei combattenti politici di strada, ma sapevamo cheerano persone oneste e non i ribelli comunisti che erano considerati".

Una simile visione interna della situazione in Sud Africa indusse le chiese a giocare un ruolosempre più attivo nel sostenere il movimento anti-apartheid. "Abbiamo sempre lavorato come unfronte cristiano unito", sottolinea Noonan. "Quando i gruppi politici e civili furono banditi o esiliati,furono le chiese che entrarono a riempire il vuoto". Egli cita l'esempio del boicottaggio degli affittie dei servizi che durò per circa sette anni: "Tutte le parrocchie francescane parteciparono erifiutarono di pagare qualunque tassa municipale, perché era uno dei mezzi più efficaci di protestanon violenta". Quando i funzionari locali minacciarono di spegnere le luci della città, Noonan ed ungruppo di altri ministri si mossero per tentare di negoziare una via d'uscita dall'impasse. I loro sforzifallirono e fu convocata la polizia antisommossa per arrestare il gruppo. Una tale esperienzapersonale della lotta per la pace rese la liberazione finale del Sud Africa un evento di gioia quasiindescrivibile per Noonan. Egli fu a disposizione nello stesso distretto per monitorare le primeelezioni democratiche, che ebbero luogo nell'aprile del 1994. Paddy e l'austriaco URLICHZANKANELLA occuparono posizioni ufficiali come osservatori elettorali _ Paddy comeosservatore locale e Ulrich su invito della conferenza dei vescovi del Sud Africa per fungere daosservatore elettorale internazionale. "Nei termini della mia missione francescana sentii chemonitorare quelle elezioni era come percorrere le ultime miglia a fianco del popolo. Fu un modo diessere con loro, mentre entravano in una nuova era di pace e democrazia dopo l'inferno el'immoralità degli anni dell'apartheid".

DAVID BARNARD, della Provincia di Nostra Signora Regina della Pace (Sud Africa), visse unaforte esperienza durante il suo anno sabatico in Inghilterra. Là ebbe l'opportunità di riflettere suipregiudizi razziali e tribali che continuano ad affliggere il Sud Africa. Per la prima volta nella suavita fu in grado di ponderare per un periodo di tempo prolungato come si sentiva un frate neroafricano all'interno di una comunità prevalentemente bianca. Attraverso questa importanteesperienza internazionale, poté condividere la sua rabbia e scoprire il potere del perdono nella piùampia famiglia francescana al suo ritorno in patria.

L'esperienza di riconciliazione in Sud Africa è stata abbastanza differente per il parroco dicampagna PETER WILSON. Fu in carcere che Peter per la prima volta giunse "ad accettare lepersone bianche, a perdonarle" e a sentirsi libero dalla sua amarezza: "Era un sentimento stupendo.Dopo tutto, fa parte della cultura africana accettare tutti. Non voglio parlare in termini di nero ebianco. Gli afrikaner sono stati a lungo una parte dell'Africa. Il mio popolo non ha mai volutovendetta. Noi volevamo giustizia. Stavamo combattendo i loro poliziotti, non il loro popolo".

Anche in America Latina e in Asia, i frati si sono impegnati per la pace nelle loro fraternità e hannovisto come i regimi repressivi sono stati rovesciati e fragili democrazie si sono messe in moto. NelleFilippine, per esempio, i frati stavano sulla linea di fuoco nella lotta per la giustizia e per la pace

Page 61: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

sotto il dittatore di lunga data Ferdinand Marcos, che fu infine rovesciato dalla rivoluzione delpotere popolare nel 1986. Nel corso di quella insurrezione, i frati giocarono un ruolo chiave nelmantenere le proteste ad un livello non violento, nonostante l'eccezionale oppressione sofferta dallamaggioranza della popolazione per tanto tempo. Anche nel decennio successivo alla rimozione diMarcos dal potere, i frati continuarono a chiedere una maggiore giustizia sociale tra il popolo.Sebbene l'economia della popolosa nazione isolana stia lentamente iniziando a riprendersi dalladevastazione degli anni di Marcos, il retaggio della dittatura, insieme con la corruzione checontinua e una serie di disastri naturali, indica che la povertà e la violenza continuano ad affliggereoggi molte parti del paese. Nell'isola meridionale di Mindanao, il governo si è finora dimostratoincapace di risolvere i problemi della grande comunità musulmana, i cui capi chiedono una qualcheforma di autonomia per la regione. Talvolta i frati sono presi nei vortici della violenza che si agitaintorno a loro. Per esempio, nell'ottobre 1992, AUGUSTINE FRASZCZAK fu sequestrato sotto laminaccia delle armi e tenuto in prigione per più di due mesi dagli estremisti musulmani. In unadichiarazione che annunciava il rilascio del loro fratello, i frati dissero: "Il passo più importanteverso l'eliminazione del reato di sequestro è quello di migliorare le condizioni economiche e socialidi Basilan".

In Giappone i frati PHILIP HAMADA e JOB TODA hanno preso l'iniziativa di promuovere unapiù profonda riconciliazione e comprensione tra i popoli della regione asiatica del Pacifico.Nell'agosto 1995, mentre il Giappone festeggiava il 50° anniversario della fine della seconda guerramondiale, essi redassero una dichiarazione che chiedeva il perdono al popolo coreano per i moltiatti di aggressione che erano costati la vita a più di venti milioni di persone nella regione. Nelladichiarazione i frati riconoscono le molte difficoltà incontrate dalla Chiesa cattolica in Giappone nelperiodo prebellico. Tuttavia si scusano anche per il fallimento della Chiesa nel prendere posizionecontro il governo e nel proteggere coloro che erano stati così brutalmente oppressi, specialmente inCina e in Corea.

In altre situazioni post-conflitto, come in Bosnia-Erzegovina e in Croazia, i frati stanno lavorandoper promuovere la riconciliazione come condizione preliminare per una pace duratura. Vi è statauna presenza francescana nella regione per oltre settecento anni; tre frati sono stati uccisi durante ilrecente conflitto, mentre altri sono stati feriti o costretti a fuggire dalle loro case quando conventi,chiese e altri centri francescani sono stati distrutti nei combattimenti.

Come contributo per risanare quelle ferite, BOZE VULETA e altri membri della famigliafrancescana hanno fondato L'Istituto Francescano per la Cultura della Pace. L'Istituto, che è statoaperto nell'aprile 1996, ha sede a Spalato con centri per il dialogo interetnico e interreligioso nellacapitale bosniaca, Sarajevo. L'obiettivo che si prefigge è di effettuare uno studio dettagliato di tuttele questioni riguardanti la pace nella regione, promuovendo il dialogo tra nemici antichi esoprattutto fornendo programmi di educazione alla pace per i giovani. Boze è ottimista riguardo allepossibilità di successo dell'istituto. "Se la gente della Bosnia e della Croazia è disposta ad ascoltarequalcuno oggi, questi sono i francescani", dice con un sorriso ironico. "La gente crede in noi, perciòdobbiamo far fruttare la loro fiducia nella ricerca della pace e della riconciliazione. Il nostro fine èanche di prevenire ulteriori conflitti, alimentando la comprensione reciproca e il rispetto per lediversità di cultura e di religione _ premesse che sono state completamente distrutte sotto il dominiocomunista". I frati hanno anche tenuto una conferenza ampiamente pubblicizzata sul perdono,mettendo insieme scienziati, psicologi, operatori sociali, catechisti ed esperti nel dialogointerreligioso. La conferenza ha avuto un tale successo che i frati hanno ora pubblicato un librosull'argomento, che è largamente usato come sussidio da coloro che si occupano dei problemi deitraumi postbellici.

Un altro modo di promuovere la pace è quello dei frati dell'Erzegovina che hanno curato i feritidurante tutta la guerra. Essi hanno sviluppato un progetto per assistere coloro che hanno perso gliarti a causa delle mine anti-uomo. I frati sono in contatto con una fabbrica ortopedica in Germania e

Page 62: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

nel solo 1996 sono stati in grado di fornire di protesi 204 persone. Nello stesso anno una praticadentaria strutturata in modo simile ha fornito le cure dentali necessarie ad altre 1286 persone.

I missionari francescani originari dell'Irlanda sono stati sempre in prima linea negli sforzi dipacificazione in tutta l'Asia, l'Africa o l'America Latina. Detto piuttosto ironicamente, i nostri fratisolo recentemente sono tornati nell'Irlanda del Nord, dopo secoli di assenza datata dal tempo dellariforma protestante. Nel 1984, LIAM MCCARTHY si unì ad altri tre francescani irlandesi cherisposero alla richiesta di assistenza da parte di un gruppo di clarisse e fondarono la prima "nuova"fraternità nella chiesa di S. Giuseppe nell'area industriale della zona portuale di Belfast. Per Liamciò ha rappresentato un evento lungamente atteso nella storia francescana irlandese e una splendidaopportunità per rafforzare il processo di riconciliazione e di perdono tra le comunità settariedell'Irlanda del Nord. Gruppi di pace e riconciliazione cominciarono a fiorire in tutto il nord,incluso il Gruppo interreligioso di preghiera Shalom. Nel 1993 i frati hanno aperto una secondacasa, una fraternità inserita a Ballymurphy, che offre un programma di solidarietà alla popolazionedi Belfast Ovest, una comunità fortemente repubblicana e cattolica. La loro apertura incoraggia ildialogo fra le fraternità secolari francescane sia di tradizione protestante che cattolica romana, e laloro presenza ha aiutato il rafforzamento di iniziative ecumeniche per la pace in tutto il nord.

In un convento disabitato sito a Cori, la Provincia OFM del Lazio ha realizzato un programma diformazione residenziale per giovani, intitolato "I Giovani Educatori della Pace". Secondo PAOLOMAIELLO, molti giovani che sono stati toccati dalla vita di Francesco e Chiara e dalla crescentetestimonianza dei francescani di oggi cercano nuovi modi per diventare attivi operatori di pace nellaloro società.

La collaborazione francescana per la pace spesso include sforzi a livello interprovinciale o tra leConferenze. Durante l'estate del 1995, due frati di Toledo, Spagna, EMILIO ROCHA e JULIANMARTIN ARAGON, raccolsero carichi di materiali medici dalle farmacie spagnole chedestinarono ai rifugiati in Bosnia. In segno di solidarietà e aiuto ai frati della regione, Emilio eJulian vissero per diverse settimane nel convento di Fojnica in Bosnia, dove i frati LEON MATEMIGIC e NIKOLA (NIKICA) MILICEVIC furono uccisi il 13 novembre 1993 da membri dellamilizia musulmana.

Nel Nord America il movimento antinucleare, e in particolare l'esperienza del deserto del Nevada,è un esempio del modo in cui i frati lavorano insieme ad altre persone religiose e laiche di diversaestrazione sociale, impegnate per la pace. Fare pratica nell'aeronautica degli Stati Uniti non è tipicodi un attivista antinucleare, ma per LOUIS VITALE la sua esperienza nella struttura militareamericana e la sua disponibilità ai cambiamenti del Concilio Vaticano II sono stati come ilbackground al suo impegno totale con i francescani e con il movimento per la pace. Dopo averconseguito il diploma in sociologia, Louis chiese di andare a Las Vegas per fondare un ufficio digiustizia sociale per la diocesi. Lì gradualmente divenne consapevole di quanto stava avvenendocon gli esperimenti nucleari in Nevada, dove i governi statunitense e britannico effettuavanoesplosioni nucleari sotterranee. Egli cominciò a chiedersi perché ci fosse così poco interesse perquello che avrebbe successivamente descritto come "forse il più grande disastro ambientale di tutti itempi".

"Era chiaro per noi", dice Louis, "che, finché i governi continuavano a sperimentare e svilupparenuovi apparati bellici, la corsa agli armamenti sarebbe continuata. Ci impegnammo ad accrescere laconoscenza di quanto stava avvenendo nel Nevada e ad organizzare proteste e altre azioni perraggiungere l'obiettivo di una completa proibizione degli esperimenti".

A poco a poco attraverso una serie di incontri di preghiera annuali e una crescente cooperazione conaltri gruppi di cristiani e di indigeni americani, i partecipanti cominciarono a comprendere comeogni test stesse danneggiando l'ambiente locale e la sopravvivenza del popolo indigeno dei

Page 63: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Shoshone. Malgrado la crescente evidenza scientifica del danno causato dalla sperimentazione, leveglie annuali si scontravano con la violenta resistenza delle autorità sia locali sia nazionali. Ilnumero di persone presenti e arrestate sul luogo è aumentato costantemente durante gli anni '80, mail movimento si è rinforzato per il sostegno ricevuto da persone di tutto il mondo. Dopo la suaelezione a Ministro Generale nel 1991, HERMANN SCHALÜCK andò a pregare nel deserto nellabase per esperimenti del Nevada, in occasione del suo primo viaggio come Ministro Generale. Levisite di capi di governo, vescovi e rappresentanti di diverse tradizioni religiose evidenziano il forteimpatto che la testimonianza ha avuto sulla opinione pubblica. Gradualmente i lavoratori del centrohanno cominciato a conoscere alcuni degli attivisti di pace ad un livello più personale e le tensionidei primi anni sono diminuite. Anche se dopo il crollo dell'Unione Sovietica è stato possibilemettere in atto un divieto totale di sperimentazione, il movimento per la pace porta ancora avanti ilsuo impegno per impedire la sperimentazione di tutti i sistemi di armi.

ALOYSIUS FLORIO, della Custodia di Terra Santa, ricorda l'impegno pratico dei frati durante laGuerra del Golfo del 1991, quando la comunità francescana rimase con la popolazione localementre molti altri fuggirono. "La nostra presenza pacifica fra la gente di tutte le fedi, dando loro damangiare, ascoltando le loro storie e seppellendo i morti, fu un segno tangibile del nostro impegnoportato avanti per ottocento anni verso gli abitanti della Terra Santa". Questo impegno fudimostrato una volta di più quando fu compiuto il massacro degli oltre venti palestinesi chepregavano nella moschea di Ebron nel 1994. La Custodia in quella occasione condannòpubblicamente quello che chiamò "l'atto criminale" commesso da un colono ebreo. CLAUDIOBARATTO, rappresentante del Custode, ALBERT ROCK, PAOLO MASTRANGELI, HALIMNOUJAIM, GEORGE ABU KHAZEN visitarono immediatamente il municipio della Città diEbron e i numerosi feriti come segno della loro missione di pace per i palestinesi spesso"dimenticati e ignorati" dai cristiani dell'Ovest.

Riferimento alle Costituzioni Generali OFM

Articolo 1,2

Quali seguaci di san Francesco, i frati devono condurre una vita radicalmente evangelica, in spiritodi orazione e devozione e in comunione fraterna; dare testimonianza di penitenza e di minorità;portare in tutto il mondo l'annuncio del Vangelo, animati dall'amore verso ogni uomo; predicare conle opere la riconciliazione, la pace e la giustizia.

Altri riferimenti: art. 33,1; 39; 69,1-2; 70; 95,1-3; 96,2; 98,1-2.

Domande per la discussione

1. Come hai fatto l'esperienza di essere un operatore di pace? Nel tuo lavoro apostolico? Nellatua fraternità? Nella tua famiglia? Nella tua fraternità provinciale?

2. Quali sono i maggiori ostacoli alla pace nella città in cui vivi? Nel tuo paese?3. Quale contributo alla pace potresti dare nella città in cui vivi? Quale contributo potrebbe

dare la tua fraternità locale?4. I vescovi del tuo paese o della tua regione hanno identificato le priorità per una azione di

pace? Come potresti tu personalmente sostenere tali sforzi? Come potrebbe essere coinvoltala tua fraternità locale? La tua fraternità provinciale?

5. Quali sono le caratteristiche personali più importanti di un operatore di pace? Questecaratteristiche stanno crescendo nella tua vita?

6. C'è un episodio che preferisci nella vita di san Francesco quale pacificatore? Questoepisodio ti ha aiutato nel tuo impegno di pace?

7. Abbiamo compassione non solo per le vittime della violenza e dell'ingiustizia, ma anche percoloro che, a causa delle loro passioni o cecità, impongono ad altri sofferenze, violenze o

Page 64: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

ingiustizie? Preghiamo per loro? Vogliamo senza presunzione liberarli, accettando il rischiodi affrontarli e la necessità di cambiare noi stessi?

8. Abbiamo scoperto "il lupo" dentro di noi, pronto a divorare? Il lupo sta per essere domato?9. È possibile che la paura di essere poveri con i poveri sia il nostro maggiore ostacolo nel

partecipare a una lotta non violenta?10. Nel nostro stile di vita personale e comunitario è presente l'impegno per la giustizia, la

promozione umana, la liberazione e la pace?11. Pensi che la tua fraternità potrebbe compiere qualche azione per la giustizia e la pace o

partecipare a quelle iniziate da altri? Pensi che ciò potrebbe "complicare" la vita della nostrafraternità o quella dei nostri gruppi e delle comunità cristiane e che perciò sarebbe meglioper noi stare in disparte?

12. Che posto occupa nel progetto di evangelizzazione della tua fraternità/della tua Provincia ladimensione della promozione umana, della giustizia e della pace? Che cosa dovrebbe esserefatto per progettare o promuovere maggiormente una struttura esistente?

13. Che cosa sai della nonviolenza? Pensi che potrebbe essere un valido strumento per noinell'impegno per la giustizia e la pace che le CC.GG. ci propongono?

14. Valuta la percezione e la risposta che tu hai dato in situazioni di conflitto. Come ti hainfluenzato la tua vocazione e il tuo tipo di educazione in questo ambito?

15. Osserva l'ambiente della tua fraternità e indica i semi di violenza che puoi percepire.Analizza i differenti tipi di risposta che emergono.

Page 65: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

3. salvaguardia del creato / giustizia ambientale

Costituzioni Generali OFM, Articolo 71Camminando sulle orme di san Francesco, i frati mostrino un senso di riverenza verso la natura,oggi minacciata da ogni parte, per riportarla integralmente ad un rapporto fraterno e renderlautile per tutti gli uomini, a gloria di Dio Creatore.

Dalla vita di Francesco...Il profondo amore di Francesco per Dio e per tutte le creature di Dio è potentemente espresso nelCantico delle Creature. Il Celano dice: "In ogni opera loda l'Artefice; tutto ciò che trova nellecreature lo riferisce al Creatore. Esulta di gioia in tutte le opere delle mani del Signore, e attraversoquesta visione letificante intuisce la causa e la ragione che le vivifica. Nelle cose belle riconosce laBellezza Somma" (2 Cel 165). San Bonaventura aggiunge: "Di tutte le cose si faceva una scala persalire ad afferrare Colui che è tutto desiderabile" (LegM 9,1).

Francesco proibì ai suoi frati di recidere interamente un albero; ordinò ai giardinieri di lasciare unbordo di erba attorno ai giardini; disse che il miele e il vino avrebbero dovuto essere posti fuori perle api in inverno e chiamava gli animali fratelli. "Quella Bontà 'fontale', che un giorno sarà tutto intutti, a questo Santo appariva chiaramente fin d'allora come il tutto in tutte le cose (1 Cor 12,6)" (2Cel 165). Una volta un uccellino si posò nelle sue mani (cfr. 2 Cel 167); un falco annunciava itempi di preghiera (cfr. 2 Cel 168); un fagiano crebbe affezionato a Francesco (cfr. 2 Cel 170); e lacicala cantava la lode del suo Creatore (cfr. 2 Cel 171). A Natale egli voleva che venissero datigrano e fieno in più al bue e agli asini mentre granturco e grano venivano sparsi sulle strade pernutrire gli uccelli, specialmente le allodole (cfr. 2 Cel 200). I compagni di Francesco lo vedevano"dilettarsi intimamente ed esteriormente di quasi ogni creatura: le toccava, le guardava con gioia,così che il suo spirito pareva muoversi in cielo, non sulla terra" (Legper 51).

Giustizia ecologica

La riflessione sull'ecologia è entrata in una nuova fase, abbandonando definitivamente dietro di ségli stadi della semplice conservazione e preservazione della natura. Ora l'ambiente è consideratonelle sue relazioni multiple, comprendenti sia l'ambiente naturale che la cultura umana e la società.Nella sua prospettiva integrata, l'ecologia sociale evidenzia la possibile interazione tra tutti gliesseri sia viventi sia non viventi, naturali o culturali. Essa ci offre gli elementi di base necessari per

Page 66: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

ristabilire un equilibrio dinamico in tutto l'ecosistema. È all'interno di questa ricerca di un equilibrioin tutto l'ecosistema che la questione della giustizia ecologica deve essere posta. Inoltre deve esserefatta la domanda se il rispetto per i diritti umani include anche i diritti della terra, e viceversa. Inaltre parole, come la giustizia sociale è legata alla giustizia ecologica? E in una prospettivafrancescana, come il nostro impegno per la giustizia e la pace include la salvaguardia del creato?

A. Alcuni principi di una "eco-giustizia" francescanaLa visione francescana della vita è teocentrica e al tempo stesso globale. Ogni essere vivente o nonvivente è parte di una soggettività (e non semplicemente un oggetto) e ha un valore intrinseco, unamissione. D'altro canto è un essere relativo: è in permanente relazione con il suo Creatore e con glialtri esseri.

1. Il sacramento del mondoUno dei più significativi segni della spiritualità di san Francesco è il suo acuto senso della presenzadi Dio nel creato e nella storia umana. Ogni essere, ogni cosa è un dono di Dio. Egli esortava i suoifratelli a non attribuirsi nulla, a non prendere nulla per se stessi, a dare gloria a Dio sempre e in ogniluogo per "le cose meravigliose che Dio opera" in loro e nell'universo (cfr. LodAl 1). "E restituiamoal Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tuttirendiamogli grazie, perché procedono tutti da Lui" (Rnb 17,17).

Ogni cosa ci parla di Dio e ci rimanda a Dio. L'universo nella sua unità così come nella suadiversità è un sacramento di Dio, una scala che ci porta al Creatore (cfr. 2 Cel 165; LegM 9,1)."Tutto il mondo è ombra, parte, traccia, è il libro scritto", scrive san Bonaventura (cfr. Collationesin Hexaemeron 12,14). Per Francesco, come per Bonaventura, Dio è do-vunque e allo stesso tempoin nessun luogo. Dio è alla fine della strada della conformità a Cristo e della contemplazioneestatica. Ma è anche là, sulla strada, vicino a coloro che lo cercano, anche nelle profondità di ognicreatura e specialmente nelle nostre profondità. In ogni cosa e in ogni evento Dio è presente. "Dio èintimamente presente alle sue creature" (Bonaventura, De scientia Christi, q. 2, ad 11). La terra èsacra.

Quello straordinario amore che Francesco portò agli esseri e alle cose derivava da questo. Egli eraentrato in fraterna e rispettosa comunione con tutto ciò che vive e tutto ciò che è. Per questa animasupremamente cristiana, amare le opere di Dio e amare Dio era la stessa cosa. Da ciò deriva anchequell'ammirazione, espressa spesso nei cantici di lode e ringraziamento, davanti alla diversità e allagratuità del creato che trova le sue origini nella sovrabbondanza dell'amore trinitario. ScrisseTommaso da Celano: "Quella Bontà 'fontale', che un giorno sarà tutto in tutti, a questo Santoappariva chiaramente fin d'allora come il tutto in tutte le cose" (2 Cel 165). Questa visione estetica ereligiosa si oppone ad una concezione puramente scientifica e materialistica del mondo, in tutte lesue diverse forme.

2. L'universo come totalitàFrancesco ha una visione integrale della vita. L'universo, creato in armonia e per l'armonia, è comeuna grande famiglia i cui elementi nella loro varietà sono interdipendenti e formano una singolafraternità universale. Questa concezione dell'unità del mondo è profondamente radicata in unavisione biblica del creato.

Da un lato, la storia della salvezza include la storia umana ma anche l'intero cosmo nella suaapertura alle promesse divine: "Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino adoggi nelle doglie del parto" (Rm 8,22). Dall'altro, gli stessi esseri umani furono creati dalla terra e ilnome "Adamo" (Adamah) ricorda la loro origine terrestre. E attraverso "sora nostra Mortecorporale, da la quale nullu homo vivente po' skappare" (Cant 12), essi ritorneranno un giorno allamadre Terra che li vide venire alla luce, secondo l'eterna legge della vita di tutte le creature.

Page 67: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

L'umanità è in comunione con la natura nella vita così come nella morte (cfr. Gen 1-3; Cantico diFrate Sole).

Questa concezione è opposta a quella dei diversi fondamentalismi metafisici filosofici e religiosiche mettono troppo l'accento sul soprannaturale a discapito del naturale.

Di conseguenza, l'umanità dovrebbe estendere l'etica e la giustizia alla natura, a tutte le persone chevivono sulla terra, poiché distruggendo l'ambiente esse distruggono il proprio habitat. I beni delcreato non sono riducibili agli interessi economici della sola umanità; essi sono destinati all'armoniauniversale di tutti gli esseri. "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona" (Gen1,31). L'aggettivo "buono" deve essere qui inteso nel significato globale, onnicomprensivo, cioèontologico, morale, vitale, estetico, e non semplicemente nel significato esclusivo di un beneeconomico.

3. Rispetto per l'alteritàPer Francesco ogni cosa ed ogni essere umano aveva il suo valore intrinseco, una "individualità" darispettare e amare. Le pietre, le piante, gli uccelli del cielo, i vermi della terra, i lebbrosi o imendicanti della strada... tutte le creature di Dio avevano diritto all'esistenza e nessuna di esse ciapparteneva completamente: esse erano "diverse", "altre", distanti, e di conseguenza non soggette alnostro dominio. San Bonaventura e Duns Scoto avrebbero sviluppato questo concetto dellasingolarità di ogni cosa nella loro dottrina dell'individuazione. Seguendo l'esempio del loro Padre,essi avrebbero considerato ogni essere di questo mondo nella sua soggettività fertile ed interiore,nella sua haecceitas, cioè in ciò che rende un essere quello che è e non qualcos'altro. La ragioneultima di questa singolarità scritta in ogni cosa è situata, come disse Duns Scoto, "nella volontà diDio". L'alterità delle creature ci rinvia all'infinitamente altro che è Dio.

Una spiritualità ecologica francescana ci pone davanti alla sfida di trascendere noi stessi per entrarenella comunità universale di tutti gli esseri. Presa in tutte le sue relazioni complesse con l'universo,la nostra vita allarga il nostro senso di responsabilità verso noi stessi e gli altri. Ciò richiede unatteggiamento inclusivo verso tutti gli esseri che incontriamo sulla nostra strada, compresi quelli delmondo naturale, e allo stesso tempo uno sguardo contemplativo di stupore, quando ci troviamo difronte alla diversità e alla misteriosa singolarità di ognuno di essi. Una inclusività senza alcunaappropriazione, una solidarietà che include un profondo rispetto per l'alterità.

La spiritualità francescana centrata su una visione integrale della vita, sulla dignità della terra el'intrinseco valore di ogni essere nell'universo, rifiuta di vedere il mondo naturale e l'essere umanomeramente e semplicemente come capitali da sfruttare. Noi dobbiamo prendere le distanze da unsacramentalismo irresponsabile che è disincarnato e privato di tutto l'impatto sociale, e da un'idea diprogresso illimitato che la terra e i suoi sistemi vitali non possono sostenere.

B. Giustizia ecologica a livello praticoTre opzioni pratiche corrispondono approssimativamente a tre principi:

1. Opzione per la vita e l'interdipendenza della vitaa) "Tu, Signore, sii benedetto, lo quale me hai creata" (Processo di canonizzazione di santaChiara, 20; cfr. Leggenda di santa Chiara, 46). Prima di morire Chiara continuò a rendere grazie alsuo Dio per il dono della vita. Anche il Cantico di Frate Sole di Francesco era un concerto di lodi eringraziamenti dell'intero universo per la vocazione alla vita: "Laudato sie, mi' Signore, cum tucte leTue creature" (Cant 3).

Ogni essere ha diritto alla vita. Una tortora selvatica, un piccolo fiore insignificante, unapovera donna sofferente, un vecchio uomo cieco, ecc., tutto è stato chiamato all'esistenza e apartecipare alla stessa avventura d'amore. Francesco nutriva una speciale predilezione per le

Page 68: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

creature più piccole ed umili. "Raccoglie perfino dalla strada i piccoli vermi, perché non sianocalpestati" (2 Cel 165). Sui sentieri creati dagli uomini non mancano i passanti che distruggono lavita.

La terra, come pure gli esseri umani e gli animali che vivono su di essa, ha diritto allarigenerazione; essa è soggetta alla legge del sabato, un tempo di riposo necessario per ilrinnovamento della vita (cfr. Lv 25,1-7). La creazione di Dio non si fermò al sesto giorno quandocomparve l'umanità. L'umanità non è la fine della creazione; essa è piuttosto coronata dal settimogiorno, il sabato, quando Dio si riposa e contempla (cfr. Gen 1-2). È il Creatore che è il principio ela fine di tutte le cose. Ciascun francescano è un profeta di vita. Nel nome del Dio vivente, eglidenuncia la cultura della morte e cerca di salvaguardare la qualità della vita _ di tutta la vita _ e, neldeserto del mondo, diviene dovunque e sempre segno di rigenerazione e di speranza.

b) Il francescano è pure attento all'interdipendenza degli esseri. Nessun essere vive di e per sestesso. La sopravvivenza degli esseri umani, e specialmente dei poveri, dipende dalla sopravvivenzadella terra e dalla qualità della vita di tutto l'universo, e viceversa. Francesco era consapevole deidoni della terra per mezzo dei quali gli esseri umani sono nutriti: "Laudato si', mi' Signore, per soranostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori etherba" (Cant 9). Da parte loro gli esseri umani dovrebbero avere cura della terra e salvaguardare lavarietà di frutti, fiori ed erbe. La monocultura per provvedere ai bisogni del mondo industrializzato,e quindi lo sfruttamento illimitato della terra, porta alla morte della terra stessa e anche dei poveriche si vedono sistematicamente spogliati delle loro risorse di vita. Migliaia e migliaia di "senzaterra" che muoiono di fame e migliaia e migliaia di ettari di foresta distrutti in Brasile e altrove sulnostro pianeta sono le disastrose conseguenze di questa politica economica unilaterale.

2. L'opzione di vivere "sine proprio" (Rnb 1,1)Nel suo modo conciso Francesco esortava i frati a condurre una vita semplice e povera in unospirito di donazione di sé: "Nulla di voi trattenete per voi" (LOrd 29) e a praticare nella vitaquotidiana la rinuncia a tutto il superfluo e ad essere felici del minimo necessario: "E ogniqualvoltasopravvenga la necessità, sia consentito a tutti i frati, ovunque si trovino, di prendere tutti i cibi chegli uomini possono mangiare... Similmente, ancora, in tempo di manifesta necessità tutti i fratiprovvedano per le cose loro necessarie così come il Signore darà loro la grazia" (Rnb 9,13.16; cfr.Rnb 15).

Questa povertà francescana non è solo individuale. È anche sociale e porta con sé una dimensioneprofetica. Rinunciando alla proprietà e scegliendo di vivere poveramente tra i poveri, Francescorifiutò il sistema economico e politico del suo tempo. La sua opzione di vivere in povertà si traducea livello pratico in una opzione per i poveri. Ciò è in contrasto da un lato con la mentalità feudalecentrata sul possesso di terre e sullo sfruttamento dei contadini, e dall'altro con la societàconsumistica introdotta dalla nuova classe sociale, la borghesia.

Ritornando un giorno da Siena, Francesco incontrò un povero. A causa della sua malattia,Francesco indossava un piccolo mantello oltre al suo abito. Egli vide la miseria del povero e nonpoté trattenersi dal dire al compagno: "Bisogna che restituiamo il mantello a questo povero: perchéè suo" (LegM 8,5). L'opzione di vivere sine proprio deve essere legata alla carità, senza la quale lapovertà non ha senso. Per Francesco l'appropriazione è un reale ostacolo all'amore fraterno. Essaaumenta in noi la volontà di dominio sugli altri. La storia di un novizio che, guidato dal desideriodel possesso, mancò di rispetto agli altri, è un esempio del legame intrinseco tra povertà e fraternità(cfr. Legper 70; 72-73). La tentazione di dominare la terra ci porta a dominare gli altri,specialmente i poveri e gli indifesi. L'accumulazione di ricchezze da parte di alcune persone portacon sé, come conseguenza, l'impoverimento e anche la distruzione degli altri. Francesco avverte isuoi frati di stare in guardia contro questo pericolo: "Si guardino i frati, ovunque saranno, negli

Page 69: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

eremi o in altri luoghi, di non appropriarsi di alcun luogo e di non contenderlo ad alcuno" (Rnb7,13).

Marx mise in evidenza il legame fra lo sfruttamento dei lavoratori e quello della terra nel sistema diproduzione capitalista, quando scrisse ne Il Capitale: "Tutto il progresso nell'agricoltura capitalistaè progresso non solo nell'arte di sfruttare il lavoratore, ma anche nell'arte di spogliare il suolo; tuttoil progresso nell'arte di aumentare la sua fertilità per un periodo, è il progresso nel rovinare le fontidurevoli della fertilità. [...] La produzione capitalistica sviluppa solo le tecniche e la combinazionedei processi di produzione sociale mentre allo stesso tempo estingue le due fonti da cui la ricchezzaproviene: la terra e il lavoratore" (K. Marx, Il Capitale, vol. 1, libro 1, sezione 4, c. 13, § 10 / Marx-Engels, Werke, vol. 23, Dietz Verlag, Berlino 1962, pp. 529-530). La giustizia ecologica e lagiustizia sociale sono inseparabili.

3. Essere "artigiani" di paceIl rispetto per la vita e l'alterità di ogni essere implica anche una responsabilità per la pace. Non soloessere pacifici, cioè vivere in pace nella propria casa, ma anche costruire la pace in mezzo a unasocietà caratterizzata dalla violenza e dall'ingiustizia. Lasciando le mura della città di Assisi,simbolo del potere e della gloria, Francesco e Chiara volevano rompere le catene cheimprigionavano i cuori della gente della loro società nel circolo vizioso dell' egoismo e delladiffidenza. Essi scesero dal loro livello per essere con i più umili e i piccoli, con i lebbrosi e imendicanti della strada; volevano fare pace con il mondo e con l'intero universo. Il chiostro dei fratiè il mondo intero, dove ogni creatura di Dio ha la sua dimora (cfr. SCom 63); non vi sono altemura, poiché i frati non hanno nulla da difendere eccetto la dignità e la fraternità di tutti gli esseri."E chiunque verrà da essi, amico o nemico, ladro o brigante, sia ricevuto con bontà" (Rnb 7,14).

Francesco non dimenticava che la pace tra le persone è solo un aspetto della riconciliazioneuniversale tra gli esseri umani e la terra, e tra queste realtà e il loro Creatore. Egli aggiunse unastrofa sul perdono del prossimo nel suo Cantico delle Creature: "Laudato si', mi' Signore, per quellike perdonano per lo Tuo amore" (Cant 10). L'amore è ancora possibile, no-nostante tutte le ombredi morte che ci opprimono. Quando tutti gli argomenti della ragione sono insufficienti a portare lapace, non vi è altra strada da seguire che quella del perdono. È il perdono che rende all'amore la suachiarezza e riscopre la dignità della persona. Consapevoli che le armi non ristabiliscono la pace, checausano non solo morte agli esseri umani ma anche la distruzione radicale dell'ambiente, i frativanno per il mondo denunciando ogni attacco alla salvaguardia del creato, testimoniando attraversola nonviolenza la misericordia di Dio, quali artigiani della riconciliazione universale.

Ambrose Van Si OFM

Esempi dalla vita dei frati...

La salvaguardia del creato è sempre stata al cuore della spiritualità francescana, ma negli annirecenti i temi della giustizia ambientale sono passati dalla nozione romantica del curare le piante egli animali a un più urgente impegno per la promozione dei diritti umani e la giustizia sociale. InAmerica Latina in particolare, il diritto di insediarsi e prendersi cura di un terreno è visto sempre dipiù come un primo passo vitale per dare pieni poteri ai poveri e superare le strutture opprimentidella società. In tutto il continente e in altri posti, i frati vivono accanto ai poveri, sviluppando modicreativi di proteggere l'ambiente e promuovere l'autosufficienza delle comunità indigene.

Purtroppo è ancora raro trovare frati che siano in grado di dedicarsi interamente a questo tipo dilavoro. Una eccezione è JIM LOCKMANN (U.S.A.) che ha conseguito il dottorato in ecologia e halavorato per promuovere metodi di sviluppo sostenibile vicino alla città di Belém nel bacino del Riodelle Amazzoni. La sua specialità è lo studio biologico delle specie di piante locali, cercando diconoscere sempre meglio gli alberi che potranno contribuire alla conservazione a lungo termine

Page 70: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

dell'ambiente. L'area nord-est del Brasile è estremamente povera ed è abitata da famiglie profugheche vi furono insediate con la forza dai militari. Di conseguenza esse non sanno nulla del loronuovo habitat e non hanno supporti finanziari o educativi dal governo che possano aiutarle aprendersi cura del loro ambiente. Ci vogliono di solito circa cinque anni per una piccola comunitàper tagliare tutti gli alberi e per sfruttare al massimo un appezzamento, quindi sono obbligati aspostarsi in un altro luogo. Lockmann vive con una comunità di lavoratori, aiutandoli a sviluppareuna visione a più lungo termine del loro ambiente. "La vita è molto dura per questa gente", dice, "eci vuole tempo per guadagnarsi la loro fiducia. Ma dopo un po' arrivano a capire che possonocostruire un futuro migliore per i loro figli".

Lockmann sta continuando una tradizione iniziata da JOSI MARIANO DA CONCEIÇAOVELOSO _ il frate del XVIII secolo ancora considerato come "il padre della botanica brasiliana".Era nato a Vila São José, nel 1741, figlio di un genitore portoghese e di uno brasiliano ed eraentrato nell'Ordine l'11 aprile 1761. Lavorando a stretto contatto con i membri delle tribù indigenelocali, egli trascorse quasi un decennio ricercando e catalogando più di 2000 specie di piante. Lasua ricerca si concentrò anche sullo studio dell'agricoltura e della economia rurale, la conservazionedella foresta, la zoologia, la mineralogia e anche i dialetti locali; il suo retaggio serve da ispirazioneper gli innumerevoli frati brasiliani che da allora in poi hanno lavorato per la giustizia ambientalenella regione.

Oggi RODRIGO DE CASTRO AMÉDÉE PÉRET sta sviluppando un modo nuovo e creativo diportare avanti questo lavoro, autorizzando gli agricoltori poveri a difendere i loro diritti e aproteggere le specie locali di piante e colture. Una particolare iniziativa pionieristica nello stato diMinas Gerais, Brasile, è la fondazione di banche delle sementi. Volontari raccolgono, coltivano edistribuiscono i semi di molti differenti alberi e piante locali, riducendo in tal modo la dipendenzadegli agricoltori da semi stranieri e ibridi e cercando di invertire la tendenza a coltivare vaste distesedi terreno a monocultura per la produzione di caffè, frumento, soia e altri prodotti di vendita perl'esportazione. Attraverso il suo lavoro nel Vivaio Agro-Ecologico di San Francesco di Assisi,Rodrigo e il suo gruppo hanno messo i piccoli agricoltori in condizione di provvedere alle lorofamiglie e allo stesso tempo di preservare la stabilità dell'ambiente a lungo termine. Le maggioripriorità del vivaio sono la ricerca nel campo della gestione delle risorse del suolo e dell'acqua e laeliminazione dell'erosione del suolo. I volontari inoltre catalogano accuratamente le proprietàfarmaceutiche degli alberi, dei frutti e delle erbe locali che una volta venivano utilizzateefficacemente per il trattamento di molti tipi di malattie, assicurando la loro reintroduzionenell'ecosistema regionale.

Similmente in El Salvador GEAROID FRANCISCO O'CONAIRE ha dedicato molto del suotempo e delle sue energie ad incoraggiare la popolazione locale ad usare le antiche tecniche bio-energetiche e i rimedi locali per le malattie e le infermità. Perché? Perché insegnare loro a fare unuso migliore delle risorse naturali di cui dispongono significa metterli in condizione di capire di piùle malattie che li affliggono e quindi diminuire la loro dipendenza dai dottori e dalle grandicompagnie farmaceutiche. Significa anche proteggere una parte della cultura locale, fornendo allepersone rimedi economici e di facile acquisto che possono produrre e somministrare a casa. Mal'opera di Francisco per la giustizia ambientale non finisce qui. Egli ha sostenuto una campagna perla fornitura di acqua potabile per la sua parrocchia di San Bartolo portandola sino all'AssembleaNazionale di El Salvador. Un comitato congiunto di frati e capi della comunità ha presentato unapetizione ai legislatori e ha condotto una campagna sulle stazioni radio locali affinché fosseaumentata la fornitura d'acqua ai sobborghi di San Salvador. Francisco si è anche collegato aiGruppi Ecologici Uniti di El Salvador (UNES) per fermare la distruzione della foresta naturale edella riserva ecologica di El Espino _ "l'ultimo polmone di El Salvador", come è chiamato. Laconservazione di El Espino dà l'opportunità non solo di salvare più di un milione di alberi, ma difermare una chiara violazione dei diritti umani di tutti, particolarmente delle cinquemila famiglieche sono minacciate di sfratto se il progetto di urbanizzazione andasse avanti. I frati sono stati

Page 71: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

spesso criticati per l'interferenza nella vita politica. Essi hanno anche ricevuto minacce di morte daparte delle ex squadre militari della morte, che si sono ora riorganizzate in gruppi di vigilantes agliordini dei ricchi proprietari terrieri della regione. Alcuni frati dell'America Centrale sonodeterminati a continuare nella loro opera di difesa; essi credono che la giustizia ambientale è unadelle chiavi per rafforzare le persone povere in tutto il mondo.

Quale cofondatore della coalizione SAVE ME (Samar Alliance of Vigilant Endeavors for MotherEarth), JOSI CALVIN BUGHO, facendo propria la scelta di vita dei frati PASTOR ALTA eALBERTO BALDO, si è unito a loro e ai parrocchiani di Tinambacan, Samar-Nord, Filippine. Unarecente campagna interfrancescana contro il vertice dell'APEC del 1996 nelle Filippine ha messo inluce il crescente bisogno di guardare al degrado ambientale da una prospettiva di giustizia socialepiù inclusiva.

In una zona fortemente industrializzata della Polonia, la comunità francescana ha fondatoECOSONG, un festival musicale che aiuta a portare speranza a un'area che porta le conseguenze dicinquant'anni di inefficienti leggi statali.

A Makarska, Croazia, JURE RADIC (1920-1990), della Provincia francescana di Spalato, fondòun museo marino nel 1963, dopo anni di ricerca scientifica sulla flora e la fauna della Croaziameridionale e del Mare Adriatico. Egli raccolse anche numerose conchiglie marine da tutto ilmondo e diede inizio ad un impressionante erbario e ad una raccolta paleontologica. Comeprofessore di liturgia, scienziato e frate francescano, credette profondamente nella necessità disalvaguardare il creato. Per aiutare ad accrescere la consapevolezza di tali questioni, fondò anche ilcosiddetto Istituto della Montagna e del Mare, che organizza molte conferenze scientifiche e lavorainsieme con altri istituti scientifici internazionali.

Sul confine che separa il Messico dagli U.S.A., JOE BAUR, LUIS BALDONADO, LIZCUMMINS hanno lavorato insieme con altri leaders laici al progetto, conosciuto come SWEEP oProgetto per l'Equità Ambientale Sud-occidentale, per cercare di bloccare la legge che permette allecompagnie di scaricare rifiuti tossici senza ripulire i cantieri. Molte di queste aree di rifiuti tossicisono localizzate nelle regioni afroamericana e ispanica lungo il confine U.S.A.-Messico. I residentinon vengono informati di questi rischi e ancor più manca il potere politico di influenzare lalocalizzazione di tali aree. Le percentuali di cancro e altre malattie sono spesso più alte in questearee che non altrove. SWEEP continua a portare capi della chiesa da Phoenix a visitare le famigliedi Nogales, Arizona, dove la diffusione del cancro e di altre malattie è stata chiaramentedocumentata. Incorporare le questioni di giustizia sociale nel più tradizionale "movimento verde" èun ragguardevole esempio dell'essenza francescana di SWEEP.

Ad Appalachia, Kentucki, U.S.A., MAYNARD TETREAULT è stato un avvocato eminente per lapopolazione locale nella lotta per la giustizia ambientale. Divisa dal resto degli Stati Uniti dallacatena dei Monti Appalachi, la gente di Appalachia è spesso stata lasciata a difendersi da solacontro i grandi interessi minerari. Lo sbancamento ha portato al degrado di molta partedell'ecosistema un tempo incorrotto di Appalachia e così pure la dipendenza di una grandepercentuale della popolazione locale dall'industria del carbone ha creato pesanti problemieconomici e sociali. Maynard e altri stanno lavorando per fornire la regione di un'industria piùsostenibile e per proteggere le risorse ambientali così abbondanti nella zona.

In una povera comunità ispanica a Oackland, California, U.S.A., KEITH WARNER ha lavorato peraccrescere la consapevolezza dell'interdipendenza tra il degrado ambientale e la povertà in tutto ilmondo. "La gente non vuole curarsi delle foreste pluviali tropicali in Brasile o in Micronesia -secondo Keith - a meno che non abbia un senso del legame con la sua situazione locale". Stando aquanto riferisce, la gente di campagna sapeva meglio come gestire la terra. Oggi, con il tremendoesodo di persone dalle aree rurali a quelle urbane, la gente ha perso il riferimento alla natura. Keith

Page 72: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

crede che dando alla popolazione urbana il senso dei doni della natura attraverso piccoli passi, comegiardini di comunità, riciclaggio e piantagione di alberi, si possa ottenere una etica ambientale piùpratica ed olistica. Recentemente, nella città di Oakland è iniziata una campagna per combattere losmaltimento dell'olio per motori che una volta usato viene gettato nel sistema fognario cittadino _una pratica molto comune nella zona del Convento di S. Elisabetta. Nel tentativo di promuovere ilriciclaggio di tale tipo di olio, Keith costruì una strada modello sul retro della Chiesa di S.Elisabetta, dove i bambini del luogo poterono verificare l'impatto negativo che lo smaltimento diquell'olio stava avendo sull'intera area della baia di San Francisco. "In una comunità povera comequesta, composta da salvadoregni, messicani e molti stranieri senza documenti, il governo dellacittà semplicemente non ha la considerazione necessaria né le strutture e la capacità di linguaggioper affrontare il problema", dice Keith. "La gente dei dintorni teme il governo, in particolare ilServizio Immigrazione e Naturalizzazione, e ha poco tempo per gli interessi ambientali chepreoccupano i ricchi californiani settentrionali".

Spesso gli interessi politici ed economici hanno la precedenza sulle questioni ambientali e sui dirittidelle popolazioni locali. In mezzo al disordine politico in Israele, l'ex Custode di Terra Santa,GIUSEPPE NAZZARO, cercò di combattere i piani per confiscare enormi appezzamenti di terrenovicino a Betlemme per la costruzione di un lussuoso complesso turistico. Fin dal 1967, più del 60%di tutta la terra nella regione è stata confiscata e dichiarata zona militare dal governo israeliano.Betlemme è ora quasi totalmente circondata da insediamenti ebraici e da circonvallazioni. Autobusdi turisti si muovono rapidamente dentro e fuori la città, scoraggiando il contatto con la comunitàcristiana locale. In un contesto politico già esplosivo, l'ulteriore confisca delle terre significherà laperdita di mezzi di sussistenza per diverse migliaia di famiglie, la distruzione di molte terre deipadri della gente palestinese e una maggiore opposizione al fragile processo di pace.

In altri paesi dove ha avuto luogo la trasformazione politica, vi è un crescente senso di giustiziaambientale. In Sud Africa, per esempio, con il sistema dell'apartheid dei governi del passato,enormi zone di terreno erano state destinate per lucrose riserve naturali e per gli insediamenti degliafrikaner, mentre i territori delle tribù e i sobborghi per la maggioranza nera erano stati lasciati inuno stato di totale abbandono. Un progetto mirato ad aiutare le comunità nere a combattere ladeforestazione piantando boschi di eucalipti a crescita rapida è risultato aver influito malamentesull'ambiente locale. In un paese di cui si conosce la carenza di acqua, un bosco di 100 eucalipti puòassorbire più di 50.000 litri di acqua al giorno, trasformando perciò le aree circostanti in un vero eproprio deserto. Fino alla sua recente morte, CRISPIN CLOSE era stato un pioniere nello sforzo ditagliare i boschi di questi alberi e sostituirli con varietà di alberi indigeni locali che crescono dasementi.

In altri paesi del mondo, i frati stanno promuovendo la conservazione delle piante indigene e delleantiche tecniche agricole come il modo migliore di sostenere i piccoli agricoltori nella lotta contro iltentativo dei governi di convertire vaste aree di terreno in lucrose coltivazioni a monocoltura. InPapua Nuova Guinea i frati hanno protetto la crescente coltivazione delle piantagioni di palme daolio. Gli alberi sono coltivati per i loro frutti a grappolo, dei quali la polpa e i semi producono olioda vendere sui mercati stranieri. Ancora una volta la diversità ecologica della regione e ilsostentamento della popolazione locale sono minacciati da questo tipo di sviluppo non sostenibile.

Il Progetto di Apprendimento Ambientale di Atrisco (AELP) è un programma senza fini di lucro,che offre doposcuola e servizio estivo presso la Parrocchia della sacra Famiglia ad Albuquerque,Nuovo Messico, U.S.A.. JACK CLARK ROBINSON, parroco della Parrocchia della sacraFamiglia, ha collaborato a fondare l'AELP come un modo pratico di aiutare la vita e le strutturefamiliari della circostante comunità ispanica in rapida trasformazione. Bambini, adolescenti e nonnistanno insieme per la costruzione e la manutenzione di un giardino ombroso e di una serra. Comesottolinea il Direttore del Progetto BERNADETTE ORTEGA: "Condividendo la cura del nostrogiardino, giovani e anziani allo stesso modo possono imparare di più sulla generosità che la natura

Page 73: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

può offrire e avvertire la necessità di coltivare le tradizioni indigene che rendevano la South Valleydi Albuquerque un posto tanto fertile prima dell'industrializzazione. L'AELP concede alla gioventùeconomicamente e socialmente svantaggiata di essere personalmente coinvolta in un programmaeducativo che favorisce l'autostima, indirizzando alcuni degli interessi sociali e culturali dellaregione. Il fine ultimo del nostro programma - dice Bernadette - è di educare i bambini ai principibasilari del rispetto, del prendersi cura e della compassione. Nello sviluppare questi valori umanifondamentali, crediamo che i bambini impareranno ad avere rispetto per se stessi, per il loroambiente e per gli altri".

Riferimenti alle Costituzioni Generali OFM

Articolo 9,1.4

Con il voto di castità, i frati ... si possono occupare, con cuore indiviso, delle cose del Signore (1).

Per vivere il voto di castità, i frati ... guardino con devota umiltà tutte le creature, consapevoli cheesse sono state create per la gloria di Dio (4).

Altri riferimenti: art. 20,1-2; 127,3; 131,1.

Domande per la discussione

1. Quali sono le più grandi minacce all'ambiente che affronta la tua città? Il tuo paese? Ilmondo?

2. Che cosa hai fatto personalmente in risposta alla domanda 1? Che cosa ha fatto la tuafraternità locale o la tua fraternità provinciale?

3. La tua fraternità locale ricicla quando è possibile?4. Le questioni di giustizia ambientale sono presenti nel tuo lavoro apostolico (impegni

quotidiani, conversazioni, predicazione, ecc.)?5. Molte persone guardano a san Francesco come ad un importante alleato nei loro sforzi a

favore della giustizia ambientale. Tu incoraggi ciò? In che modo?6. Nel tuo lavoro apostolico, usi mai esempi ecologici per evidenziare il fatto che tutte le

persone del pianeta sono interrelazionate tra loro? Hai mai usato il Cantico delle Creaturenella preghiera pubblica per rinforzare questa convinzione?

7. Avverti che tu personalmente e la tua fraternità siete abbastanza sensibili ai problemiecologici e a conoscenza dei medesimi? Giudichi che la partecipazione dei francescani alleazioni e ai movimenti ecologisti sia adeguata?

8. Cosa criticheresti nella tua vita e in quella della tua fraternità riguardo alla sensibilità e allaresponsabilità per l'ecologia: uso eccessivo di energia, distruzione di materiali chepotrebbero essere riciclati? Pensi che ciascuno di noi alla stessa maniera è responsabile delconsumismo e del cosiddetto "sviluppo"?

9. Dal punto di vista di una opzione per i poveri, quali passi potremmo fare verso una piùeffettiva responsabilità nell'area dell'ecologia?

10. Credi che la consapevolezza odierna riguardo all'ecologia richieda una nuova lettura delCantico delle Creature? La tua fraternità potrebbe fare una lettura di questa preghiera incomune, con un commento dal punto di vista del tema di questo capitolo.

Page 74: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

4. vita

Costituzioni Generali OFM, Articolo 96,2Gran parte dell'umanità è tuttora tenuta in condizioni di povertà, ingiustizia ed oppressione. I fratisi dedichino, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, ad instaurare, in Cristo risorto, unasocietà giusta, libera e pacifica. E, dopo aver analizzato le singole situazioni, prendano parte attivaalle iniziative di carità, di giustizia e di solidarietà internazionale.

Dalla vita di Francesco...

Poiché Francesco riferiva tutto il creato al Creatore (cfr. 2 Cel 165), il Poverello di Assisi erafondamentalmente gioioso. Solo il peccato costituiva motivo di tristezza; tuttavia, anche in tal caso,i frati dovevano "guardarsi dall'adirarsi e turbarsi per il peccato di qualcuno" (Rb 7,3). Al contrariodegli Albigesi, che consideravano buono lo spirito e cattiva la materia, Francesco vedeva tutto ilcreato come benedetto da Dio. Perciò Francesco spingeva le persone a frequentare i sacramenti,segni visibili dell'amore e della grazia di Dio (cfr. 2 Lf). Il Poverello qualche volta cantava infrancese e usava due bastoncini per rappresentare un violino e il suo archetto (cfr. 2 Cel 127).

Poiché Francesco per primo viveva ciò che predicava, poteva predicare con fiducia, muovendo icuori prima induriti al pentimento e riportando la salute alle anime e ai corpi (cfr. LegM 12,8). IlTrattato dei miracoli del Celano ci ricorda alcuni dei molti miracoli compiuti da Francesco oattribuiti alla sua intercessione. Francesco trattò sempre le persone malate compassionevolmente.

Egli esortava i frati a guardarsi "dal mostrarsi tristi all'esterno e oscuri in faccia come gli ipocriti",ma dovevano mostrarsi "lieti nel Signore e giocondi e garbatamente amabili" (Rnb 7,16). Verso lafine della sua vita Francesco disse: "Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio, perché finoraabbiamo fatto poco o nessun profitto!" (1 Cel 103). Francesco scrisse al ministro che avevadifficoltà con certi frati: "Non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato, quanto è possibilepeccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede;e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato" (Lmin 9-10). Il perdono, lapenitenza e le opere di compassione alimentarono incessantemente l'amore di Francesco per la vita.

Page 75: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Prospettive francescaneL'autore britannico G.K. Chesterton ha osservato che una componente del genio del Santo di Assisiera il modo in cui Francesco concentrava la sua attenzione sulla singola persona che aveva difronte. Era un segno della sua cortesia il fatto che Francesco non facesse mai differenze tra unapersona e un'altra, ma desse ad ognuno _ dal lebbroso al sultano, da donna Jacopa al mendicante _la sua attenzione e il suo interesse. Nel suo famoso Cantico delle Creature, Francesco mostrò che lasua attenzione e il suo rispetto erano diretti non solo agli uomini ma a tutte le creature. E la ragionedell'atteggiamento di Francesco verso gli altri era proprio che Dio li aveva creati e attraverso essiDio poteva essere glorificato.

L'intuizione poetica e l'interiorizzazione creativa di Francesco furono raccolte da un altro uomo digenio della tradizione francescana. Bonaventura fa affidamento sull'esperienza spirituale diFrancesco nella formazione dei fondamenti filosofici e teologici del suo pensiero. Una immaginedel creato rimasta in tutta la vita di Bonaventura è tratta dal libro dell'Ecclesiaste , dove una piccolasorgente dà origine ad un fiume che scorre attraverso la terra e poi ritorna al suo punto di origine.Per Bonaventura tutta la vita deriva da una fonte divina, esce da Dio per produrre frutto e poiritorna a Dio. Nella struttura di Bonaventura, alla moltitudine del creato è data l'esistenza dall'UnoIncreato (emanazione); le creature danno testimonianza del loro Creatore (esemplarità); e sonoricondotte al Creatore (consumazione). Come tale tutta la creazione _ specialmente la creazioneanimata _ deve essere considerata di valore poiché tutta la creazione è di Dio, il valore massimo o,come Francesco avrebbe pregato, "l'Altissimo" e "il sommo Bene".

Duns Scoto, così diverso nel metodo e nel contenuto da Bonaventura, ha tuttavia in comune con ilDottore Serafico l'ispirazione di Francesco. Come è risaputo, non è il peccato ma la bontà chedomina la visione del creato in Scoto. Poiché Dio è libero, la creazione non ha ragione di essere adeccezione che per il divino favore di Dio. L'amore di Dio è manifestato nella creazione e piùchiaramente nell'incarnazione. Tutto ciò che esiste non è necessario che sia, ma che qualcosa esistaè dovuto solamente all'amore di Dio che vuole che esista. Vi è una importanza e una dignità in ciòche esiste, e la storia della salvezza è la storia di come Dio liberamente entra in dialogo conparticolari persone in tempi e luoghi concreti. La creatura individuale, nella unicità della suasituazione storica, è parte della storia della presenza attiva di Dio. Mentre l'incarnazione è, di certo,l'apice più alto della creazione, essa serve anche per affermare il valore del mondo creato. La carne,la corporeità, la materialità, lo storicamente contingente - tutto ciò non deve essere evitato maaccettato, come Dio stesso lo accetta. All'enfasi di Scoto riguardo a questo punto viene dataespressione dal termine haecceitas, la specificità di una cosa. Haecceitas, ciò che rende qualcosasingolare e differente dalle altre che condividono la sua natura, sottolinea il valore di una realtàcontingente e particolare, poiché ogni essere possiede qualcosa che esso solo può rivelare.

Minacce al valore della vita creata e sue negazioniCon il suo accento sulla dignità e sul valore intrinseci di ogni creatura, la prospettiva francescanadella vita si pone in netto contrasto con molte altre concezioni evidenti nel nostro mondo moderno.Alcune di queste interpretazioni alternative sono in diretto contrasto con la visione francescana;altre sono distorsioni o esagerazioni di concezioni che, se propriamente comprese, possono servirela vita. Ogni visione propone, implicitamente o esplicitamente, una gerarchia di valori. Le azioniumane di solito riflettono i valori operativi adottati da una persona o da una cultura. Ciò che èimportante capire è che si deve guardare ai valori operativi (non professati), dato che molte personeintendono in teoria appoggiare un insieme di valori cristiani, anzi specificamente francescani. Ma lapratica morale di una persona o il valore attuale custodito in una cultura possono differireconsiderevolmente da quelli professati. Non è solo un problema di ipocrisia (dire una cosa e farneun'altra) o debolezza morale (non essere all'altezza dei propri impegni), ma di cecità morale (nonessere abbastanza autocritici per rendersi conto che vi è una discrepanza tra convinzioni e azioni). Ilrimedio non è rimproverare o condannare, ma aiutare le persone a scoprire nella loro vita e nella

Page 76: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

società le forze che veramente dirigono e motivano il comportamento. Segue una riflessione sualcune delle visioni più problematiche del nostro mondo.

PerfezionismoQuesta visuale attribuisce grande importanza al valore della vita, nella misura in cui essa manca diostacoli o battute d'arresto al successo, alla popolarità o all'autonomia. Messa di fronte alleimperfezioni della condizione umana, questa visione del mondo non può continuare ad accettarel'essenziale bontà e dignità dell'ordine creato. Quindi infermità o malattia sono viste derubare lepersone della loro dignità, rendendo marginale il loro ruolo nella vita sociale, rendendole indegnedella nostra attenzione o del nostro interesse. Il trattamento del malato, specialmente delmoribondo, spesso riflette un disagio che le persone provano quando si confrontano con ladiminuzione della forza e della salute. In molte società i movimenti per il suicidio fisico assistito, oper la legislazione del diritto a morire, possono essere un riflesso di una incapacità a sostenere unavita che è degna di essere vissuta nonostante il dolore e la sofferenza. Nelle menti di alcunepersone, la vita è degna di essere vissuta solo se una persona può avere il controllo del propriocorpo e non esperisce limitazioni fisiche.

Molto spesso nelle culture moderne l'importanza dell'immagine porta a spese e sforzi esorbitanti peraumentare o mantenere la bellezza fisica. Dobbiamo relegare coloro che sono deturpati o nonattraenti alla periferia della nostra vita; può essere molto più facile servire le persone cherispondono ai requisiti culturali della bellezza o dell'attrattiva. Molto spesso i giovani sono attrattidal sogno di ottenere la bellezza eterna e tendono a valutare gli altri (specialmente i coetanei) solosulla base dell'apparenza fisica. Rispetto alla natura vi è la tentazione alla "Disneyficazione"dell'ambiente, cioè l'impulso continuo di rendere la natura "graziosa", liberandola di tutto ciò chenon è armonioso, piacevole e conveniente per il turista cittadino. Molte nazioni povere stannocercando di attirare i visitatori stranieri, eliminando o cambiando elementi dei loro ambienti naturaliche non attraggono i forestieri. Insetti, animali selvatici, colline e montagne scoscese, linee costierefrastagliate, usi e costumi e diete indigene possono essere tutti sacrificati alla causa di unaomogeneità imposta umanamente, che sia familiare e confortevole per chi viaggia a scoporicreativo.

Un perfezionismo morale può impedirci di rispettare e amare quelli che hanno ceduto alletossicodipendenze, abbracciato uno stile di vita problematico o commesso azioni malvagie. È faciletrasformare i giudizi sul comportamento in condanne delle persone. Tali condanne possono quindiestendersi alla negazione dei diritti del condannato, come, per esempio, la carcerazione ingiusta, larepressione e la stigmatizzazione, la tortura e la pena capitale. In tutti i nostri rapporti con lepersone, anche quelle non ancora pronte a cercare la conversione, dobbiamo ricordare la massima"odiare il peccato, ma non il peccatore".

I francescani, che sono consapevoli della loro stessa fragilità e debolezza e sanno anche che sonoamati da Dio, devono essere pronti ad estendere l'amore a tutte le altre componenti della vita, anchequando è incontrata in quelle forme che mostrano la non pienezza della promessa e della speranzache Dio assicura di portare a compimento nel futuro.

La razionalità strumentaleIn un'epoca di mirabili conquiste scientifiche, nella quale l'ingegneria ha compiuto meraviglie inuna varietà di campi, c'è il rischio che un modo di pensare adatto ad una dimensione della vitavenga esteso in aree in cui è meno appropriato. È legittimo poter usare gli elementi dell'ordinecreato come mezzi per ottenere un bene maggiore, ma se noi vediamo gli altri solo dalla prospettivadi come possono servire ai nostri scopi, allora possiamo perdere la ricchezza e la bellezza dellepersone e delle cose in se stesse.

Page 77: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Un rischio costante nella vita morale è che poniamo noi stessi al centro dell'esistenza. L'io umanopuò sorprenderci per la sua ingenuità nell'affermare se stesso in varie guise per tutta la vita.Precisamente, poiché Francesco abbraccia una visione cristocentrica del mondo, noi dovremmoessere capaci di resistere più efficacemente all'impulso persistente dell'io di porci al centro dellecose. Ciò significa che una razionalità strumentale che giudica ogni cosa secondo l'ottica deltornaconto personale non dovrebbe essere il modo dominante di pensare. La razionalità strumentaleè tuttavia presente nell'espressione sia individuale sia collettiva.

La vera amicizia è una delle relazioni che possono essere a rischio in una vita dominata dalragionamento strumentale. Oggi in molte società gli individui di successo sono quelli che sonocapaci di collegarsi, "network", bene con gli altri. Sia nel lavoro sia nel servizio sociale, nelle arti onelle professioni, viene dato molto peso alla creazione di una catena di contatti, persone o colleghi acui poter chiedere aiuto. Mentre l'amicizia si diletta e gioisce dell'esistenza dell'altro come presenzanella propria vita, il pensare strumentale vede l'altro come mezzo per raggiungere qualche scopo.Una volta che esso è stato raggiunto, la relazione è alterata, poiché la base della relazione non è maistata la premura e la gioia reciproca che accompagna l'amicizia. Non si vuole dire che ilragionamento strumentale sia assolutamente sbagliato; quando però esso diventa il modo dominantedi pensare, può distorcere le relazioni fondamentali che dovrebbero operare su un'altra base.

Espresso collettivamente, la razionalità strumentale è evidente in un atteggiamento antropocentricoche vede l'uomo come l'unica misura di valore nel creato. Tutto il resto deve servire all'uomo senzariguardo ai problemi dell'intrinseco valore del creato a prescindere dall'uso umano. Un'ecologia diamministrazione può essere corrotta dall'antropocentrismo, quando l'ambiente non è curato perché èdi Dio, ma semplicemente perché serve al benessere umano preservare alcune risorse naturali.Troppo spesso il linguaggio di amministrazione ci invita semplicemente ad agire con un occhio ainostri interessi a lungo termine, usando i beni della terra prudentemente in modo da non incorrere inproblemi in futuro (per esempio, inquinamento, esaurimento delle scorte di petrolio o delle riservedi legname). Visto in questo modo, è ancora possibile pensare all'ambiente solo per come è utileagli uomini. Ma una visione cristocentrica ci chiama a vedere l'ordine creato come avente un valoreintrinseco poiché esso è una creazione di Dio, parte di un più largo progetto del Creatore e non solomateria prima da usare come si desidera.

Logica di mercatoForse nessuna ideologia è divenuta sovrageneralizzata, cioè estesa in ambiti per cui non avevasignificato, come quella del libero mercato. Come Giovanni Paolo II ha suggerito, un liberomercato adeguatamente regolato può essere un mezzo efficace di produrre e distribuire beni eservizi che promuovano il benessere. I mercati possono incoraggiare la creatività,l'imprenditorialità, la diversità e la prosperità. Senza vincoli adeguati i mercati possono ancheportare a ineguaglianze nocive, danno ambientale, rovinosa competizione e sfruttamento dei deboli.

Mentre non si negano i benefici e i rischi del mercato per la vita economica, vi è un altro aspettodella mentalità di mercato che i francescani devono riconoscere: l'estensione della logica di mercatoin ambiti non economici. Il risultato è un riduzionismo che vede l'uomo semplicemente come Homooeconomicus e il resto della vita come avente valore solo di merce. Come ha detto un critico, "ilmercato conosce il prezzo di ogni cosa ma il valore di niente". Vi è il rischio che con la mentalità dimercato la società dia un valore finanziario a cose che non dovrebbero essere comprate né vendute.Le libertà politiche e civili dei cittadini, i beni economici e sociali fondamentali necessari per ladignità, gli affetti che legano i familiari e gli amici, l'onore, la sincerità e il rispetto reciproco _queste cose non dovrebbero essere in vendita.

La logica di mercato può cancellare una sensibilità estetica, che si diletta della bellezza per sestessa. Ridurre il valore di un dipinto, il piacere della musica, la vista di un tramonto sull'acqua, ilritmo di un poesia a quello che potrebbe valere sul mercato impedisce di apprezzare le cose per il

Page 78: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

loro valore intrinseco. Uno dei doni della contemplazione è quello di alimentare nel soggettol'abilità di cogliere aspetti del creato in termini diversi dall'utilità di mercato. La preghiera ha valorein se stessa, indipendentemente da ciò che dice il mercato. La visione francescana include moltialtri elementi che sono tenuti in gran conto e rispettati non per il loro valore monetario, ma perchédanno gloria a Dio e accrescono il nostro apprezzamento per ciò che Dio ha fatto, donando la vita atutte le creature nel loro diverso splendore.

Ken Himes OFM

Esempi dalla vita dei frati...

Celebrare la vita e la dignità di ogni individuo è stato elemento integrante della visione francescanafin dal tempo di san Francesco. In un certo senso oggi vi è una maggiore consapevolezza dei dirittiumani dell'individuo, come si vede dai molti gruppi di pressione, da organizzazioni non governativee movimenti per la vita. D'altro canto la nostra società consumistica è sempre più dominata da unsistema di valori alternativo, che enfatizza i soldi, la bellezza, il successo e l'autogratificazione al disopra di ogni altra cosa. È facile trovare esempi di frati che lavorano in diversi paesi perpromuovere una "cultura della vita" tra i settori più poveri della società. È più difficile identificaregli sforzi pazienti da parte di alcuni frati nell'incoraggiare un nuovo entusiasmo per la vita nei fattipiù mondani o nella vita di tutti i giorni. Scrittori, artisti o musicisti comunicano questo gusto per lavita attraverso il loro lavoro, predicatori di talento lo passano ai membri delle loro congregazioni,insegnanti aiutano le persone giovani a sviluppare una visione positiva e salutare della vita.

A Merchants Quay, una zona depressa di Dublino, Irlanda, SEAN CASSIN sta lavorando perpromuovere questa "cultura della vita" tra coloro che soffrono di HIV e AIDS. Sean ebbe il primoimpatto con la tossicodipendenza quando era giovane studente a Roma. L'incontro quotidiano con imolti drogati che dormono di notte nelle strade di Roma lo preoccupò così tanto che ebbe difficoltàa rispettare i suoi programmi di studio. Ispirato dalle parole del Vangelo di Matteo 25,35-36, Seancominciò ad andare verso la "gente di strada" di Roma. Al ritorno in Irlanda, concentrò i suoi sforzisugli eroinomani che spesso si ritrovavano nei dintorni di Merchants Quay. Sean si è sempre piùconvinto che i programmi tradizionali di trattamento delle droghe possono avere solo un successolimitato, perché non si occupano delle più ampie sfide sociali che oggi tanti giovani irlandesi sitrovano ad affrontare. La squadra di Merchants Quay cominciò ad esaminare nuovi modi dirispondere a questi bisogni; per esempio, era inutile discutere "il male della disoccupazione" senzaprogrammi professionali che fornissero ai tossicodipendenti nuove abilità rispondenti alle esigenzedi mercato; era necessario rieducare all'autostima i consumatori di droghe attraverso terapie digruppo e l'assistenza di esperti; era possibile arrestare la trasmissione dell'HIV fornendo aghi puliti,una soluzione spesso disapprovata dagli osservatori esterni. Amici di lunga data di Merchants Quaysono tuttora ammirati per l'impegno allargato dei centri a favore della giustizia sociale tra gliindigenti. Per Sean non c'è ministero più importante, poiché egli vede i cambiamenti che il centro èstato capace di fare nella vita di così tante persone.

Anche nei Paesi Bassi, molti giovani che vanno ad Amsterdam per studiare arrivano allatossicodipendenza, e la prostituzione è spesso vista come l'unico modo di poter mantenere taleabitudine. L'uso di aghi sporchi e rapporti sessuali non sicuri portano inevitabilmente all'infezioneda HIV e all'AIDS. Lavorando tra la "gioventù dimenticata" di Amsterdam, LOUIS BOTHE è statocapace di offrire sostegno e fornire opportunità pratiche per alcune di quelle persone, che riescono asconfiggere la loro tossicodipendenza e intraprendono una nuova vita.

Lavorando in una delle zone più degradate presso Karachi in Pakistan, KEN VIEGAS incontramolte persone che hanno perso tutte le speranze in una vita migliore. Circa i tre quarti dellapopolazione della sua parrocchia non hanno acqua corrente, pochissimi hanno un reddito regolare,molti non hanno coscienza del loro valore, o ne hanno solo un senso molto vago. La malattia, la

Page 79: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

disoccupazione, l'usura e l'abuso di droghe sono i duri fatti della vita per molte famiglie di qui. Èper questo che l'opera di giustizia e pace è così importante per Viegas. "Non è solo un passatempo",dice, "è una vera passione quella che io sento così fortemente. E quando soffri e hai fame digiustizia, cominci a vedere la passione di Gesù più chiaramente". Quando visita le case dei piùbisognosi ed emarginati, cerca di incoraggiare le persone a riscoprire il senso della loro dignità, deiloro talenti unici. "Cerco di visitare cinque case al giorno e dico alle persone che non vado permangiare o bere con loro, perciò non devono correre in giro a comprare cibo e prepararlo per me.Quando comprendono che vai solo per ascoltarli e non per vedere cosa hanno da offrire, allora puoiavvicinarti molto a loro".

Un altro frate, YOUNIS WALTER, lavora con bambini mentalmente handicappati a Karachi,cercando di combattere le superstizioni e i pregiudizi profondamente radicati che aggravano ilproblema in questa parte del mondo. Molte famiglie credono che un bambino handicappato sia unsegno di punizione da parte di Dio. Nel centro che egli ha collaborato a costruire, il focusdell'attenzione non è solo sulla cura di qualità per i bambini ma anche sull'educazione e sullaprevenzione, insegnando ai genitori la connessione tra handicap e povertà, tra fragilità di salute el'usanza frequente di matrimoni all'interno della stessa famiglia. Il centro è aperto sia ai cristiani siaai musulmani, in un paese dove convertirsi al cristianesimo è visto come un crimine capitale. Moltefamiglie delle due fedi creano una nuova comprensione reciproca cucinando, mangiando insieme ecurando i loro bambini.

Anche JESU IRUDAYAM in India aiuta i bambini ad avere una vita migliore. Egli lavoraspecialmente con i bambini di strada a Madras attraverso vari progetti che sta sviluppando dal 1991.Nel gennaio di quell'anno fondò una ONG conosciuta come SEEDS _ Società di Educazione eSviluppo dei Folletti di Strada _ sebbene localmente l'organizzazione sia meglio conosciuta comeNesakkaram, un termine tamil che significa "mani amiche". Alcuni bambini vengono aiutatimediante programmi di collocamento in famiglie che li accolgono, altri sono indirizzati a istituti,altri ancora ricevono cibo, consulenza medica e altri servizi attraverso un centro situato presso lalocale stazione ferroviaria di Madras.

In Brasile, pallottole e minacce di morte non sono riuscite ad impaurire MARIANO GIJSEN alpunto di fargli abbandonare il suo lavoro con i bambini di strada di Belo Horizonte. Nel 1989,mentre stava lavorando nelle strade di Rio de Janeiro, Mariano fu colpito da un proiettile e feritogravemente da un ragazzo che agiva su ordine del suo "padrone", il quale gli chiedeva di uccidere ilfrate perché altrimenti lo avrebbe ucciso. Il lavoro di Mariano è considerato una seria minaccia per iprotettori e altri boss della criminalità, che usano i bambini di strada per il commercio sessuale ecome corrieri della droga. Dopo essersi ristabilito, Mariano si trasferì da Rio a Belo Horizonte nel1990 per continuare là il suo lavoro con i bambini di strada. In Brasile vi sono decine di migliaia diragazzi abbandonati o fuggitivi _ alcuni di loro con bambini propri _, che sopravvivono per stradarubando e sniffando colla per tenere a bada la fame. Lavorando pazientemente per anni, Mariano haassistito centinaia di questi bambini e ha aiutato molti nella fatica di rientrare in case dove possonoavere una migliore possibilità di sopravvivere. A nessun bambino è fatta pressione perché lasci lastrada e ognuno è rispettato come individuo.

In molti paesi del mondo, dalla Corea al Vietnam, alla Guinea Bissau, dei frati si prendono cura dicoloro che soffrono di lebbra, seguendo da vicino le orme di Francesco stesso. Negli Stati Uniti, ifrati lavorano nel lebbrosario della Louisiana, l'unico ospedale del paese specializzato nel morbo diHansen o lebbra. In Vietnam sono i bambini di genitori malati di lebbra che beneficiano del lavorodi FIDELIS LE TRONG NHUNG nei sobborghi di Saigon, o Ho Chi Minh City, come è oggichiamata. Se le attività dei frati in Vietnam sono limitate dal governo, l'Ordine è altamenterispettato dalla gente per la sua decisione di non fuggire dal paese durante la guerra civile e laconquista del Vietnam del Sud da parte dei comunisti nel 1975. Prima della guerra i frati gestivanodue lebbrosari, uno a Nha Trang e l'altro sul delta del Mekong. Poiché questi centri furono

Page 80: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

confiscati dal nuovo governo, nel 1983 Fidelis ha ricominciato con un piccolo dispensario dimedicine. Gradualmente il suo lavoro è cresciuto fino ad includere classi di catechismo e lezioni dilettura, scrittura e cucito per più di 120 bambini. Dato che i frati non sono ufficialmente autorizzatia condurre le scuole, queste lezioni sono conosciute come "classi di compassione" per i lebbrosi e iloro bambini, che non possono frequentare le scuole pubbliche o avere alcun contatto con la genteche ancora vive nel terrore di questa malattia.

DIEGO KIM, esperto di agopuntura diplomato e sostenitore delle medicine tradizionali, incominciòa percepire la sua vocazione in favore degli emarginati mentre dava sostegno ai pazienti delVillaggio dei Lebbrosi del Sacro Cuore condotto dai frati coreani. Come nel caso di Francesco, ilcontatto con i lebbrosi portò Diego alla conversione del cuore e ad una più profonda comprensionedel bisogno di giustizia. Quando l'Ordine cercò dei volontari per servire nelle ex repubblichesovietiche dell'Asia centrale, Diego si unì ad una suora francescana della Slovacchia per far fronteall'urgente necessità di fondare una clinica nella zona rurale del Kazakhistan. Ivi l'uso delle suecapacità di agopuntore offre un approccio medico alternativo, che attira particolarmente la grandecomunità coreana del Kazakhistan. La clinica accoglie tutti coloro che cercano assistenza, senzatener conto della razza, del credo o dell'origine etnica o nazionale. Anche una piccola comunitàsecolare francescana è cresciuta là, condividendo lo stesso impegno per la giustizia e la dignitàumana che Diego considera la vera essenza dell'essere francescano.

Nell'insediamento Navajo di Tohatchi nel Nuovo Messico, U.S.A., JOHN MITTLESTADT eMIKE HAAG si sono uniti a delle religiose francescane, a un diacono Navajo e ad altre personelaiche per sviluppare un centro di servizio ad ampio raggio in mezzo a questa popolazione indigena.La Missione di S. Michele copre un'area di 3.000 miglia quadrate ed è abitata da 8.000 Navajo. Alcentro l'enfasi è posta sulla vita tra povertà e disperazione di così tante persone con problemicronici da abuso di alcol. Al centro "Powerhouse", centinaia di persone che vengono curate perl'alcolismo e altri problemi di dipendenza, si incontrano settimanalmente per tentare di superare illoro senso di isolamento e disperazione. Le vicine suore francescane di Oldenburg, Indiana,coordinano programmi speciali per Navajo che soffrono di sindrome alcolica fetale.

Con l'aiuto di ANDRIJA BILOKAPIC, la diocesi di Zadar in Croazia ha realizzato un ufficio "perla vita", per consigliare le donne che stanno prendendo in considerazione l'aborto. Le donne nonricevono solo una consulenza riservata e un sostegno mentre affrontano questa difficile decisione,ma viene anche offerto loro un aiuto pratico e finanziario attraverso la Caritas o una associazione didonne e giovani della parrocchia locale, se decidono di tenere il bambino. Poiché l'ufficio haottenuto un rilevante grado di successo, l'iniziativa ha cominciato ad estendersi ad altre città dellaCroazia.

Durante la guerra in Bosnia-Erzegovina e Croazia, FRANJO GREBENAR e ZORAN LIVANEIChanno lavorato insieme per far partire un ospedale all'interno dell'edificio della Chiesa dello SpiritoSanto a Nova Bila. La straordinaria trasformazione ebbe luogo di notte, all'inizio del 1993, quandole milizie musulmane attaccarono la popolazione croata locale. I feriti implorarono Zoran che liaiutasse poiché il conflitto impediva loro di passare attraverso le linee nemiche per andareall'ospedale più vicino. Nel giro di poche ore il personale medico si unì ai frati per impiantare unreparto chirurgico di emergenza. Nel corso della guerra riuscirono a salvare molte centinaia di vite,ma nonostante la loro decisiva assistenza Zoran ricorda tristemente: "Abbiamo avuto così tantifunerali da non avere neanche il tempo di piangere".

Per DAVID SCHLATTER negli U.S.A. fare un'opzione in favore della vita significa venire incontatto quotidiano con coloro che affrontano una morte certa. Egli è assistente spirituale deidetenuti nello stato del Delaware, alcuni dei quali stanno affrontando la pena di morte. Le autoritàstatali stavano ristabilendo l'uso della pena capitale quando egli si trasferì là circa sei anni fa, ed oraci sono almeno una o due esecuzioni ogni anno. Schlatter ha passato molti anni a servizio di coloro

Page 81: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

che si preparano alla morte o di quanti affrontano lo smarrimento che segue il suicidio di un parenteo di un amico amato. "La maggior parte di noi, che lavoriamo con persone provate da un dolore diquesto tipo, trova che serviamo meglio condividendo le nostre ferite. È quando una ferita viene acontatto con un'altra che permettiamo a Dio di lavorare più pienamente", spiega Schlatter. "C'è unasalutare autoconsapevolezza della nostra natura peccatrice, che permette a un francescano di sederecon uomini e donne in carcere, e di vedere che non vi è tanta distanza tra loro. Il fatto che Francescostesso sia stato imprigionato e abbia instaurato un rapporto con i suoi compagni detenuti ci aiuta adidentificarci con loro e a fare esperienza di Cristo in mezzo a loro". Schlatter attualmente lavora conaltri due frati in un centro di Wilmington, Delaware, dove offrono ospitalità, consulenza e variprogrammi di recupero in dodici fasi per persone affette da vari tipi di dipendenze, fornendo tuttociò che di fatto può aiutare le persone a cercare di dare un senso e uno scopo alla propria vita.

Un problema comune per i bambini di tutto il Brasile ed altrove nei paesi in via di sviluppo è ladiarrea, che di norma porta alla disidratazione e alla morte. KLAUS FINKAM ha lavorato con laConferenza dei Vescovi Brasiliani e con il Fondo per l'Infanzia delle Nazioni Unite, UNICEF, perprogettare un programma di reidratazione con possibilità di successo per i bambini del Brasile.Migliaia di giovani vite sono state salvate con una semplicissima soluzione di sale, zucchero eacqua. Il programma di reidratazione prepara le madri a lavorare come "squadre mediche" neivillaggi di tutto il paese, educando altri a diagnosticare e a trattare adeguatamente i sintomi primache sia troppo tardi.

A Gallup, Nuovo Messico, U.S.A., MAYNARD SHURLEY si impegna ad accrescere laconsapevolezza riguardo all'HIV e all'AIDS tra la popolazione, costituita in maggioranza daafroamericani, ispanici e nativi americani, che lottano con la vita per le strade. Maynard è nipote diun medico Navajo e l'unico francescano di origine Navajo. Egli spiega: "Per noi [i Navajo] tutta lavita è sacra, il sole, la terra, l'acqua e il cielo _ proprio come per Francesco, ognuno è membro dellanostra estesa famiglia". Quale educatore sanitario e assistente sociale per la Rete Navajo per l'AIDScon sede a Chinle, Arizona, Maynard ha scoperto che "la spiritualità è la chiave per guarire sestessi". I suoi compagni francescani della Missione di S. Michele hanno sostenuto la decisione diMaynard di iniziare una linea di lavoro che era non convenzionale e spesso anche pericolosa. Lasua presenza continua sulle strade e la sua disponibilità ad ascoltare i bisogni fisici ed emotivi dellagente del posto hanno permesso a Maynard di ampliare l'attrattiva e l'impatto dei francescani tra inativi.

Sviluppare un adeguato programma di educazione sull'AIDS è una sfida speciale per i frati inPakistan, dove le leggi islamiche rinforzano i tabù sulla sessualità. KUSHI LAI, della Provincia diSan Giovanni Battista in Pakistan, tiene una serie di seminari di sensibilizzazione sull'AIDS alivello popolare in diverse parti del paese e ha sviluppato alcuni modi creativi per affrontare lerestrizioni del governo. In Pakistan molti barbieri lavorano non in negozi ma per la strada, tagliandoi capelli e radendo uomini con un comune rasoio, raramente sterilizzato. Sostenuto da volontaricristiani e musulmani, il programma di sensibilizzazione sull'HIV di Kushi comincia attirandol'attenzione sui rischi di infezione attraverso i rasoi e i ferri dei dentisti, prima di passare piùaccuratamente all'argomento delle malattie trasmesse sessualmente.

Molti frati in tutto il mondo si sono impegnati in modo particolare per la vita, lavorando congiovani di tutte le razze, religioni e provenienze sociali. Dalla Sicilia alla Colombia, i frati lavoranonelle scuole, nei gruppi giovanili o semplicemente nelle parrocchie cercando di incitare i giovani aprendere una posizione coraggiosa contro la cultura della morte delle droghe. Lavorando con igiovani fuggitivi nelle strade di New York, U.S.A., è cominciata la missione personale di PLACIDSTROIK. Presso la Covenant House, dove è direttore del servizio pastorale, agli adolescentivengono forniti il riparo e la cura di cui hanno bisogno per smettere di vivere sulla strada. Laconsulenza e il sostegno sono solo due aspetti dell'opera pastorale di Placid tra i giovani che sonoarrivati a New York e sono stati ripetutamente costretti alla prostituzione e alla tossicodipendenza.

Page 82: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Il loro stato di impoverimento è spesso solo il segno esteriore di una vita di abuso e trascuratezza.Molti di loro trovano in Placido e nei suoi colleghi i primi adulti in cui abbiano mai potuto avereveramente fiducia. La posizione di Placido inoltre gli consente di fornire consulenza allo staff dellaCovenant House _ spesso formato da "veterani" della strada. Lavorando accanto ad altriprofessionisti in campo sociale e sanitario, Placido è impegnato nel patrocinio a favore dei bambinie dei giovani americani, che - dice - "sono culturalmente sfruttati dalle droghe, dalla povertà, dallapornografia e dai modelli culturali perpetuati dalla pubblicità e dalla televisione".

Riferimenti alle Costituzioni Generali OFM

Articolo 7,3

I frati "per carità di spirito volentieri si servano e si obbediscano l'un l'altro" e concordementecerchino i segni della volontà del Signore Dio.

Articolo 89,1

La testimonianza della vita [...] costituisce in certo modo l'inizio e il primo mezzo dievangelizzazione. [...] Infatti allorché vivono la loro minorità in fraterna comunione, essiprofessano efficacemente di essere cristiani.

Altri riferimenti: art. 66,1-2; 67; 69,2; 71; 96,1-3; 97,1-2; 98,2; 132.

Domande per la discussione

1. Nella tua città quali sono i maggiori ostacoli nel promuovere il rispetto per la vita a tutti ilivelli (dal concepimento alla morte naturale)?

2. Le persone ti sentono come un difensore della vita umana, specialmente della vita deimembri più vulnerabili della tua società?

3. Visiti i frati che sono malati in ospedale? Che sono malati cronici?4. Ti sembra che il consumismo dilagante minacci il rispetto per la vita a tutti i livelli? Se è

così, ti riferisci mai a ciò nella tua opera apostolica?5. Come la tua fraternità locale o la tua fraternità provinciale mostra il suo rispetto e

l'entusiasmo per la vita?6. Le richieste di suicidio assistito stanno crescendo nella tua società? Come rispondi ad esse

come individuo? Come fraternità locale? Come Provincia?7. Sosteniamo la difesa della vita, dal momento del suo concepimento nell'utero fino alla sua

naturale conclusione?8. Cerchiamo di aumentare la qualità della vita cosicché essa possa migliorare e raggiungere

livelli conformi alla dignità della persona umana?9. Quali sono gli attentati contro la vita che avvengono più frequentemente nella zona in cui

vivi?

Page 83: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

5. diritti: individuali e collettivi

Costituzioni Generali OFM, Articolo 69,1Nella difesa dei diritti degli oppressi, i frati, rinunciando ad ogni azione violenta, ricorrano aimezzi che possono usare anche i più deboli.

Articolo 96,3Anche nella Chiesa e nell'Ordine i frati operino con umiltà e con coraggio perché siano tutelati idiritti di ciascuno e rispettata la dignità umana.

Dalla vita di Francesco...

Gli esempi già fatti in questa sezione del primo capitolo (Opzione per i poveri) si applicano anchequi, poiché i membri più emarginati di ogni società sono coloro che corrono il maggior rischio divedere messi da parte i loro diritti umani individuali e collettivi. Prima della sua conversione,Francesco si comportava esattamente così con quelli che soffrivano di lebbra. Tutto ciò cambiò ungiorno quando Francesco incontrò un lebbroso per strada, smontò da cavallo, gli diede qualchesoldo e poi lo baciò. Alcuni giorni dopo Francesco visitò il lebbrosario e fece lo stesso. "Cosìpreferiva le cose amare alle dolci" (2 Cel 9).

Francesco diede istruzione che i ministri dei frati non ordinassero nulla che fosse contro lacoscienza dei frati o contro la Regola. I frati avrebbero dovuto avere la possibilità di parlare con iloro ministri, come i padroni parlano con i loro servi (cfr. Rb 10,5). I frati possono fare qualunquelavoro onesto eccetto i lavori che li mettono in una posizione di autorità in casa di chiunque (cfr.Rnb 7,1). Senza esitazione i frati dovrebbero far conoscere all'altro le loro necessità (cfr. Rb 6,8). Isuperiori tra i frati non devono appropriarsi del ruolo (cfr. Am 4). Quando un frate gridò di notteche stava morendo di fame, Francesco si alzò e radunò gli altri frati per mangiare con lui e con ilfrate che gridava. Francesco poi parlò loro della virtù della discrezione, dicendo loro di non rifiutareal corpo ciò di cui aveva bisogno (cfr. 2 Cel 22; Legper 1).

I governanti dovrebbero ricordare che essi saranno giudicati da Dio un giorno e dovrebbero, perciò,attenersi ai suoi comandamenti, aiutando i loro sudditi a tenere Dio in gran rispetto (cfr. Lrp 3.7).

Page 84: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Frate Leone fu incoraggiato a prendere la strada in cui avrebbe potuto meglio compiacere Dio,seguendo le sue orme e la sua povertà (cfr. LfL). Se un novizio appena arrivato fosse stato fattoguardiano di Francesco, il Poverello gli avrebbe obbedito gioiosamente (cfr. LegM 6,4). Il rispettodi Francesco per ogni persona si estendeva anche ai non credenti e ai veri nemici del vangelo diCristo.

Riflessione

1. Sviluppi passati e attuali dei diritti umani"Diritti umani", termine popolare in tempi recenti, è espressione della coscienza collettiva esimbolo della lotta di molti movimenti sociali e di intere popolazioni. Sebbene la sua formulazionegiuridica e politica sia di origine recente, le sue radici si trovano nella storia della civiltà umana.Anche i popoli primitivi organizzano la loro convivenza intorno ai valori della vita, della famiglia,dell'onore, del lavoro e della proprietà, creando i loro usi e costumi, le loro norme e i loro ritireligiosi. Ufficialmente riconosciuti in dichiarazioni mondiali, convenzioni e costituzioni nazionali,i diritti umani sono attualmente come una confluenza di molte acque da cui continuano ad emergerenuove libertà, diritti e responsabilità per gli individui e le popolazioni del mondo intero.

Nonostante la diversità delle interpretazioni, i diritti umani, avendo validità giuridica, tutelano epromuovono il benessere di tutti i cittadini, la loro libertà, la loro vita, la loro sicurezza, lecondizioni di educazione, di lavoro e di salute. Essi organizzano e regolano le mutue relazioni tragli individui e la società e le relazioni tra le nazioni. Come prototipo, la struttura dei diritti umani fueffettivamente usata nella Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti nel 1776 e nellaDichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino della Rivoluzione Francese promulgata nel1789. I principi di libertà, eguaglianza, fraternità sono impressi da tempo immemorabile in questedichiarazioni. Solo dopo gli orrori, la distruzione e il sacrificio di milioni di persone nella secondaguerra mondiale, i diritti umani si sono affermati universalmente e sono stati ratificatidall'Organizzazione delle Nazioni Unite, con la firma di quasi tutti i go-verni.

In uno spirito liberale, la famosa "Dichiarazione Universale dei Diritti Umani" assume la difesa e laprotezione di tutte le persone, tutelando la loro libertà e i loro diritti contro ogni discriminazione econ equità se la legge è applicata senza parzialità. La Dichiarazione include i diritti alla privacy, allaproprietà e alla partecipazione democratica (1948). Sotto la forte influenza del socialismo e dopomolte discussioni riguardanti i diritti collettivi primari, fu formulato e confermato l'ordine politico,economico, sociale e culturale tra le nazioni (1966). Insieme con il riconoscimento della sovranità el'autodeterminazione interna di ogni paese, i paesi partecipanti si obbligarono a garantirel'uguaglianza tra uomini e donne, il diritto al lavoro, lo sviluppo economico, condizioni sicure eigieniche per i lavoratori, la libertà di associazione, il diritto alla sicurezza sociale, specialmente perle madri e le donne che lavorano, il progresso del benessere e dell'educazione ad ogni livello. Altreconvenzioni internazionali hanno approfondito e spiegato in dettaglio questi diritti, includendocoerentemente tra le priorità l'urgenza di misure per migliorare la gestione del creato.

2. I diritti umani nel sud del mondoGuardando il mondo dalla parte dell'America Latina, la prima reazione alla discussione sui dirittiumani è di shock per il contrasto abissale tra "teoria e pratica", ciò che viene predicato e ciò cheviene praticato, l'ideale luminoso e la vita di milioni di persone che soffrono. Questo contrastocontinua a sfidare la responsabilità di un intervento attivo per colmare il divario. Il mondo attualenon è come un nido ben curato da uccelli meticolosi, con un riparo, del cibo e la libertà di volareper tutti. Al contrario, è una società caratterizzata da contrasti crudeli e ingiustizie, solidarietà edegoismo cieco, ricchezza e lusso accanto a masse di poveri e miserabili; una società in cui allospreco si oppone la fame patita da milioni di individui, alla libertà la schiavitù, alla vita la morteprovocata. Milioni di bambini sono sacrificati nell'attuale sistema dominante di lavoro e consumo.

Page 85: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Per arricchirsi, gruppi limitati sfruttano impietosamente la natura a scapito dei poveri, inquinando laterra, l'acqua e l'aria del pianeta, senza le quali l'essere umano non può sopravvivere.

I diritti umani sono per tutti gli esseri umani o, in caso contrario, perdono la loro validità. Gliantichi romani distinguevano tra ius in re e ius in spe, il diritto reale che le persone possiedono e dicui godono veramente, e il diritto che è soltanto una speranza, un ideale non ancora realizzato, eattualmente per milioni di persone un diritto senza nessuna speranza. Quanto più il fenomeno dellaglobalizzazione prende piede nella società e si estende a tutto il mondo, tanto più appaiono leschiaccianti disuguaglianze e le ovvie distanze tra le classi sociali per quel che riguarda potere,beni, libertà, condizioni di benessere e sopravvivenza, educazione, sicurezza, servizi sociali, salute,ecc. Una pace senza giustizia funziona, al massimo, come rete per camuffare una realtà umanaingiusta, nella quale milioni di persone _ uomini, donne, bambini e anziani _ sono vittime.

3. Francesco, la tradizione francescana e i diritti umaniNella vasta sfera dei moderni diritti umani, l'ispirazione che Francesco d'Assisi comunicava ai suoifrati sembra essere qualcosa di strano, lontano, uno strumento inutile, per non dire antiquato.Collegare sette secoli e due mondi così diversi, come lo sono quello medievale e quello moderno epostmoderno, è un processo complicato. I "diritti umani" non sono una teoria, ma un programma divita personale e collettiva che, da un lato, dà motivazioni e determina l'azione e, dall'altro, subiscesempre maggiori violazioni, che sono difficili da accettare.

I primi cristiani non sentirono mai parlare di tali diritti umani. Il termine non fa parte delvocabolario di Francesco, questo povero di Gesù. Tuttavia egli non fu una persona che visse in unatomba o in un reliquiario. Il movimento che in concreto iniziò continua forte e vivo ai giorni nostri.La vitalità di questo cristiano, fedele alla Chiesa, continua ad ispirare molti contemporanei, anche aldi fuori del cristianesimo.

Con le stimmate come firma di Cristo, il Poverello di Assisi irradia ancor oggi lo spirito del Verboche "si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ... pieno di grazia e di verità" (Gv 1,14).

Certamente Francesco fu condizionato dal contesto storico, politico ed ecclesiastico del suo tempo,ma superò queste limitazioni attraverso la lettura del vangelo e con il suo coraggio di assumerlocome forma di vita personale e condotta da seguire nel mondo. La sua comunicazione aperta con ilebbrosi e i principi, i capi e i mendicanti, le élite e i poveri, oltre al profondo rispetto con cuitrattava tutte le creature, fu un'esperienza umana straordinaria. Quest'uomo è capace di motivarenuove generazioni ad affrontare le incredibili sofferenze di coloro che sono privi dei diritti umanifondamentali: diritti accettati ed espressi in bella forma sulla carta, ornati di molte firme importanti,ma non messi in pratica nella realtà.

Chiamato il "pazzo di Dio", Francesco d'Assisi non conosceva gli indicatori, le tabelle e lestatistiche sociali ed economiche che circolano nel mondo odierno, ma penetrò profondamente larealtà del suo tempo e la riformò. L'espressione "l'Amore non è amato" comunica bene e senzasentimentalismo la chiarezza della fede con cui egli analizzava e valutava la sua società di grandi epiccoli, ricchi e poveri, potenti e impotenti, liberi cittadini ed esclusi, e attraverso la qualeinterpretava i molti conflitti, gli atti di violenza e le guerre del suo tempo.

Inoltre, il Vangelo non era per lui una questione di conoscenza, ma piuttosto una vita d'azione checominciò con il servizio ai lebbrosi e il trasporto di pietre e cemento per restaurare vecchiecappelle. Nel progetto di Dio, ciò si realizzò nel movimento di molti uomini e donne che, in antitesicon il "mondo", divennero piccoli, poveri, fratelli e sorelle senza nulla di proprio, liberi di serviretutti in umiltà e, attraverso la testimonianza della loro vita, di predicare il Vangelo sino agli estremiconfini della terra.

Page 86: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Dominato dai due poteri del papato e dell'impero, il Medioevo non offriva un clima favorevole perla formulazione dei diritti di qualsiasi essere umano. Il linguaggio che prevaleva nella filosofia enella teologia era generico e universale, con scarso interesse per il concreto, il contingente o lavarietà delle forme. Furono due francescani che aiutarono a infrangere questo modello. Leggendo isegni dei tempi, Duns Scoto sottolineò l'individualità delle persone e delle cose, create a immaginedi Cristo. L'amore di Dio non opera con concetti e categorie astratte, ma con individui che hanno unnome e un volto. Superando il discorso astratto sulla natura o sulla nostra comune dignità umana,l'individualizzazione ci obbliga a colmare la distanza tra gli esseri umani in termini di necessità,diritti e responsabilità. William di Ockham è sulla stessa linea. Secondo lui, Dio crea le persone e lecose, singole e diverse, in piena libertà. Il riconoscimento empirico della realtà nella suadiversificazione prende la priorità e forma le basi per la pratica etica con le sue luci e le sue ombre.Contrario alla concentrazione del potere, Ockham divenne il "padre della Chiesa conciliare", dandovoce attiva ai fedeli e ai loro rappresentanti nell'edificare il Corpo di Cristo sulla terra.

Per i frati, Francesco è la via al Vangelo vivente, che è il Signore Gesù. La vita di Gesù fu segnatada un'aperta solidarietà verso ogni individuo, mirante alla salvezza di ciascuno. Egli fece del bene atutti e, con la grazia di Dio, testimoniò fino alla morte in favore di tutti gli esseri umani (cfr. At10,38; Eb 2,9). Risorto dai morti, iniziò la grande opera di asservimento, con la cooperazione ditutto il creato. Quando infine tutto sarà stato sottomesso a Cristo, il Figlio unigenito, Cristo a suavolta sarà assoggettato a Dio, e così Dio sarà tutto in tutti (cfr. Rm 8,18-25; 1 Cor 15,28).All'interno di questo vasto panorama d'amore, consacrazione e servizio, il movimento francescanoincontra la ragione della sua vitalità e della sua opera. È evidente che i frati devono osservare lenorme delle leggi civili con giustizia, mentre altri lavorano per la fraternità (cfr. CC.GG. 80). Èanche evidente che il diritto canonico regola i diritti dei fedeli laici e chierici e delle loroassociazioni (cfr. CIC, 208-329). Tuttavia il mondo della sofferenza umana si estende ben oltre iconfini dell'Ordine e della Chiesa cattolica.

4. L'opera della missione francescana nel contesto dei diritti umaniServi di Cristo e ministri dei misteri di Dio nel loro pellegrinaggio terreno, i frati lavorano perriconciliare con Dio, per mezzo di Cristo, tutte le cose della terra e quelle del cielo (cfr. 1 Cor 4,1;Ef 1,10; Col 1,20). Con Cristo, via, verità e vita (cfr. Gv 14,6), la condizione umana è cambiataradicalmente, ma il passaggio dall'oppressione a una nuova libertà, alla pace e alla giustizia veradipende dall'aiuto di coloro che, seguendo il loro Maestro, assistono altri nel loro cammino. Essisono soprattutto chiamati ad aiutare i più poveri, i più bisognosi e gli emarginati ad alzare la testa ead ottenere la loro dignità salvaguardando i loro diritti. Nonostante la formula secolarizzata, i dirittiumani incarnano la giustizia di Dio e la speranza cristiana, realizzando così il loro significato piùprofondo e trascendente, quello, cioè, di salvare la creazione che ancora geme per le sofferenze deltempo presente (cfr. Rm 8,22).

La globalizzazione del potere economico e politico concentrato nelle mani di pochi costituisce unacontinua fonte di violazione dei diritti umani contro la vita e il benessere delle masse, provocandoreazioni sempre più violente. Persino i paesi ricchi stanno cominciando a scoprire i loro poveri, gliemarginati, i disoccupati, i tossicodipendenti e i giovani senza futuro. Le percentuali variano dapaese a paese, da regione a regione. Una grande città in America Latina, una ex colonia in Africa,un paese musulmano o buddista hanno i loro particolari problemi umani e impongono speciali stilidi vita e pratiche evangeliche per i frati secondo l'ispirazione del Signore.

Poiché le fraternità francescane sono locali, non è sufficiente avere le statistiche dalle NazioniUnite, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ecc. Ogni fraternità deve pensare alla situazioneumana locale e studiare le condizioni e le possibilità d'azione nella regione per evitare di caderenella paralizzata passività che ci prende di fronte alle statistiche globali. Per questo, lacoscientizzazione inizia dove i frati vivono e lavorano come promotori di giustizia sociale e di pacein mezzo ai poveri, agli oppressi e ai più deboli. Liberi da tutte le paure e strumenti di

Page 87: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

riconciliazione, i frati sono chiamati a lavorare per sostenere i diritti umani che fino ad ora sonostati negati agli oppressi; imitando da vicino il profondo amore di Francesco per tutto il creato, dafratello sole a sorella formica, i frati aiuteranno a suscitare il rispetto necessario per madre natura inmodo che essa possa garantire il benessere di tutti gli esseri umani (cfr. CC.GG. 69-71).

Nell'epoca contemporanea, da tempo è venuto il momento per la Chiesa di riprendere il dialogo conil mondo. Le encicliche e i messaggi sociali e politici di Leone XIII, Pio XI e Pio XII sono ben noti,ma è solo con Giovanni XXIII che il Magistero inizia ad occuparsi esplicitamente dei diritti umani,insieme con altri diritti e doveri ad essi connessi, e a porli nel contesto del Vangelo e della missionedei cristiani sulla terra (Pacem in terris, 1963). Il Concilio Vaticano II ha dato il suo contributo condue importanti documenti: La Chiesa nel mondo contemporaneo e la Dichiarazione sulla libertàreligiosa. Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno proseguito su questa linea in risposta ai nuoviproblemi del mondo odierno. No-nostante le resistenze, i diritti umani sono diventati parteintegrante degli insegnamenti sociali della Chiesa e della pratica di molti laici cattolici.

Oggigiorno, termini astratti come capitalismo, neoliberalismo, sviluppo e globalizzazione sonousati per camuffare le distanze sempre maggiori nell'ambito del sapere, del potere, dei beni e delleproprietà tra nazioni ricche e povere, tra nord e sud. La coscienza collettiva e il senso di solidarietàsono deboli. I fratelli di Francesco d'Assisi non possono restare inattivi, finché ciò che è scrittocirca i diritti umani resta lettera morta, e le vittime sono oggetto solo di una maggioreemarginazione. San Francesco avvertiva che i servi di Dio non dovrebbero turbarsi o adirarsi acausa delle ingiustizie degli altri, ma dovrebbero porsi solidarmente a fianco dei deboli e dei povericosicché questi guadagnino una posizione umana nella società. Due millenni di evangelizzazionetestimoniano la lenta penetrazione di questo fermento nelle masse umane. La pratica dei dirittiumani richiede pazienza e perseveranza. Auschwitz, Hiroshima e il Gulag rimangono come segniche la strada verso la realizzazione dei diritti umani non è né larga né piana. Coloro chepersevereranno sino alla fine saranno salvati (cfr. Mc 13,13).

Secondo il modello di Francesco, i frati non vivono per se stessi ma per gli altri, dentro e fuori laChiesa istituzionale. In questa vita di servizio senza frontiere, i diritti umani ci aiutano a scoprirenei volti dei poveri e dei sofferenti i bisogni propri di ogni uomo. Per coloro che si impegnano per ilVangelo, l'opzione preferenziale per i poveri non è un abbellimento ma un obbligo. Il criterio chedeterminerà il giudizio finale sull'umanità dipenderà dalla nostra solidarietà con i più piccoli deinostri fratelli e delle nostre sorelle. "Ogni volta che avete fatto del bene al più piccolo dei mieifratelli e delle mie sorelle, i piccoli, i poveri, gli abbandonati, i malati, gli emarginati e gli esclusidalla società, lo avete fatto a me" (cfr. Mt 25,40). Dove ci sono violazioni dei diritti umani, ilpeccato appare in tutta la sua violenza. Tuttavia, la grazia di Dio sarà più abbondante attraversol'impegno di mediazione dei fratelli (cfr. Rm 5,20-21).

Imparare ad entrare nella sfera dei diritti umani a favore dei poveri, dei maltrattati e degliemarginati non è facile. I francescani non sono abituati a essere senza casa, lavoro, cibo, servizi,scuola e denaro. Anche se può andare contro la nostra volontà, noi disponiamo facilmente diprivilegi, di denaro per le nostre opere, di cortese assistenza e sostegno sociale in caso di unprocesso legale o di una carcerazione che può derivare dalle lotte a cui partecipiamo a fianco deipoveri. In paesi con pochi sacerdoti, molti francescani sono assorbiti dal loro servizio ministerialeall'interno del piccolo mondo della parrocchia locale. Al fine di creare solidarietà con le classisociali che vivono ai margini della società, la sfida è di penetrare nelle comodità del ceto medio chevive accanto alla porta del convento.

La mentalità francescana che non vuole niente per sé "se non i vizi e i peccati" (Rnb 17,7), apre laporta al lavoro ordinario nel mondo e nella Chiesa oltre alla collaborazione nei movimenti locali,nelle organizzazioni non governative e nei servizi ufficiali nel campo dei diritti umani, della qualitàdella vita, dell'ecologia e della politica mondiale. I problemi che affliggono l'umanità non sono

Page 88: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

proprietà di nessuno e le loro soluzioni non sono monopolio di nessuna entità. Nemmeno nei paesicattolici la Chiesa è capace di dare risposte adeguate alle esigenze fondamentali dei poveri, gentesenza potere. Le tre fasi "vedere, giudicare, agire" richiedono che i frati analizzino la realtàsubumana dei poveri, creino opzioni realizzabili ed attuino progetti per rompere il ciclo diassistenza paternalistica dall'alto in basso. I soggetti principali di qualunque azione sono le vittimeviolentate nei loro diritti umani fondamentali. La povera gente dice: "Dio sia lodato".

I diritti umani, che sono il prodotto della lunga storia dell'umanità, non rimangono a un punto mortoné in teoria né in pratica. Di fronte alle proteste, alle dimostrazioni, alle ribellioni, alle propagandepolitiche e alle lotte armate, nuovi diritti stanno emergendo e si radicheranno saldamente nellacoscienza collettiva. Insieme con questa continua genesi, nuovi soggetti sociali, gruppi, associazionie organizzazioni non governative si stanno formando in molti paesi e stanno cercando di ottenere illoro spazio legittimo attraverso il riconoscimento e la crescita. Lavoratori, donne, giovani, anziani,persone socialmente svantaggiate, minoranze e altri gruppi emarginati stanno lottando permigliorare la loro situazione e per essere rispettati come esseri umani con pieni diritti.Rivendicazioni riguardanti la giustizia sociale, la pace, il lavoro, la sicurezza, il nuovo ordineeconomico, la democrazia e la preservazione dell'ordine naturale stanno emergendo in tutto ilmondo. "Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio" (1 Cel 103).

Bernardino Leers OFM

Esempi dalla vita dei frati...

Se si nomina il tema dei diritti umani a quasi tutti in Brasile oggi, il nome di un uomo in particolareè più probabile che salti alle loro labbra. Negli ultimi venticinque anni, il Cardinale PAULOEVARISTO ARNS si è reso noto come uno dei maggiori difensori in America Latina dei diritti deipoveri e degli oppressi, prendendo posizione coraggiosamente contro i peggiori eccessi dei ventunanni di regime militare, che ebbe termine nel 1985.

Durante questi due decenni di repressione e terrore, l'economia brasiliana si espanse con l'aiuto diprestiti stranieri a basso tasso, spronando milioni di persone piene di speranza a migrare in cittàcome San Paolo in cerca di lavoro. Ma la crescita economica mostrò subito di beneficare solo unaminuscola élite, mentre le condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazioneprecipitarono. Nel 1976 la Commissione di Giustizia e Pace di San Paolo, fondata da Arns,pubblicò un libro che esponeva in dettaglio i legami tra tale crescita economica, la violenzaistituzionalizzata e la povertà della gente. Molto prima di ciò, tuttavia, Arns stava già mettendo ilsuo marchio sull'arcidiocesi, incoraggiando religiosi e laici qualificati a portare il Vangelo fuoridalle più ricche parrocchie del centro, e ad introdurlo nei quartieri poveri che stavano spuntando inperiferia. Questo approccio popolare negli anni sessanta pose le fondamenta delle comunità di baseche sarebbero diventate il nuovo volto della Chiesa in Brasile, come altrove in America Latina.

Fin dai suoi primi giorni come vescovo ausiliario nella zona nord di San Paolo, Arns dimostrò diimpegnarsi a sostegno dei diritti dei poveri. Rapidamente divenne famoso come "il vescovo cheguida il bus", poiché viaggiava per tutta la diocesi osservando di persona quanto occorreva fare permigliorare la condizione del crescente numero di famiglie, che vivevano in una povertà e in unosquallore abietti. Quando divenne arcivescovo della città nel 1970, scandalizzò gran parte dei fedelie del clero con la vendita del palazzo episcopale e del parco circostante, destinando il profitto allacostruzione di centri di comunità nelle aree depresse. La visione di Arns e l'entusiasmo per la suamissione furono largamente ispirati dal lavoro del Concilio Vaticano II, come pure dalla suaesperienza nelle favelas intorno a Rio de Janeiro durante i primi anni del suo ministero sacerdotale.Don Paulo stesso fa risalire il suo primo interesse per i diritti umani agli anni in cui studiò a Parigi,immediatamente dopo la seconda guerra mondiale. Là incontrò degli ex prigionieri di guerra cheerano stati torturati in Germania sotto il regime nazista _ un'esperienza che dovette rivivere nel suo

Page 89: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

paese durante gli anni peggiori della dittatura militare. Quando la repressione contro gli oppositoripolitici si inasprì durante gli anni settanta, Arns acquistò popolarità a livello internazionale per lasua condanna esplicita di tali abusi. Egli stesso visitava regolarmente i prigionieri politici, offrendoil suo sostegno personale alle vittime delle torture e alle famiglie di coloro che erano statiassassinati dalle squadre della morte alle dipendenze del governo. Uno dei suoi contributi piùsignificativi alla lotta per i diritti umani in Brasile fu l'archivio segreto che compilò, elencandominutamente quasi duemila resoconti di torture da parte dei militari. Una ristretta cerchia diavvocati prestò la propria assistenza nella redazione di questa accurata relazione sulle vittime e iloro torturatori, copiando le trascrizioni dei procedimenti della corte militare, che furono poicontrabbandate fuori dal Brasile. Il documento completo, intitolato Brazil Nunca Mais! (La torturain Brasile) fu pubblicato nel 1985. Anche dopo il ritorno del Brasile al governo civile, Arnscontinuò la sua opera rivoluzionaria per i diritti umani a favore dei poveri e dei più deboli. Eglichiese il rispetto per le popolazioni indigene del Brasile, e sostenne i gruppi afrobrasiliani chereclamano il riconoscimento della loro cultura all'interno della Chiesa. Arns iniziò progetti peraiutare i malati di AIDS e le loro famiglie e parlò chiaramente a sostegno del movimentoambientale e dei senza terra in Brasile. Inoltre fu attivo nel promuovere la campagna culturale deivescovi, che incoraggia la gente ad organizzarsi politicamente in modo da realizzare la giustiziasociale. Quando LEONARDO BOFF fu convocato dal Vaticano in seguito alla sua opera sullateologia della liberazione, Arns e il confratello cardinale ALOIS LORSCHEIDER andarono aRoma per lanciare un appello in suo favore. Nei cinquanta anni dalla sua ordinazione, Arns èrimasto tenacemente ancorato ai suoi principi di giustizia e di rispetto dei diritti umani _ all'internodella Chiesa e fuori di essa. Sebbene si sia ufficialmente ritirato, continua ad essere una delle vocipiù chiare per i senza voce dell'America Latina di oggi.

In Sud Africa i concetti di giustizia, dignità e diritti umani sono ora custoditi nella costituzionedella nuova nazione "dell'arcobaleno", che è emersa con la caduta dell'ex regime dell'apartheid. Laparola "uguaglianza" è sulle labbra di tutti, e in capo a pochi anni molti potrebbero cominciare adimenticare le diffuse ingiustizie e discriminazioni, sofferte dalla maggioranza della popolazioneper più di quarant'anni. In quest'arco di tempo molti cristiani impegnati, neri e bianchi, locali estranieri, hanno lavorato instancabilmente per i diritti umani degli individui e di intere comunitànere e di colore. Uno di questi uomini è SEAMUS BRENNAN o padre Stan, come èaffettuosamente conosciuto da letteralmente migliaia di persone che sono passate per il centroparrocchiale da lui fondato negli anni sessanta. Originario di County Roscommon in Irlanda, Stangiunse per la prima volta in Sud Africa nel 1965 come "pastore della gente di colore" in un'areaarretrata nota come Reiger Park fuori Joannesburg. Parlando un giorno con un vicino, un uomo chebeveva molto, "il nuovo prete" intuì per la prima volta la vita della maggioranza non bianca:quando riversò fuori le sue frustrazioni, l'uomo gli disse che non aveva superato gli esami scolasticie che non poteva permettersi i libri necessari per continuare gli studi. "È facile per voi bianchi",disse, "voi potete andare in biblioteca e avere tutto l'aiuto di cui avete bisogno, ma nessuno fa nienteper noi". L'incontro portò all'apertura di una piccola biblioteca nel 1966, seguita da corsi diistruzione per adulti di tutte le razze _ un'iniziativa rivoluzionaria, se si tiene conto della rigidasegregazione razziale in quella nazione. Anno dopo anno, il numero di studenti che si radunavanopresso il centro della Parrocchia di S. Antonio aumentò da alcune centinaia ad alcune migliaia. Cosìin poco tempo, oltre ad aggiungere altre aule, si installarono anche laboratori scientifici e linguisticie un'aula di computer. Di pari passo con la popolarità del centro di Stan, aumentava l'opposizioneda parte delle autorità del governo locale, le quali dissero al frate che stava violando la legge,perché teneva gli studenti neri in una zona riservata solo a persone di colore. Fu solamente grazie atutta la sua creatività, ai suoi contatti e alla sua conoscenza della burocrazia del governo locale, cheStan fu in grado di evitare la chiusura o l'esilio, per non dire di peggio. Durante i moti di Soweto,nel giugno 1976, quella di S. Antonio fu l'unica scuola nera nella zona a non chiudere _ ormai glistudenti adulti qui vedevano i loro studi come parte integrante ed efficace della lotta perl'uguaglianza. Ma il centro non offriva solo la possibilità di istruzione a persone che altrimenti

Page 90: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

avrebbero avuto un futuro tetro; si è anche espanso, con l'aiuto di imprese locali, fino ad includereattività sportive e sociali, un club per la gioventù, un centro anziani, assistenza medica, formazioneprofessionale pianificata per uomini e donne, e un ristorante _ tutti operanti su basi non razziali.Aggiunte più recenti hanno incluso la Casa della Misericordia, un centro di trattamento per alcolistie tossicodipendenti, che sono accolti gratuitamente se non possono permettersi le modeste rette, e laCasa di S. Francesco per i malati terminali. Stan si era reso conto del bisogno di una tale casa diaccoglienza, dopo essere stato testimone della solitudine e della morte straziante di molti malati diAIDS, che erano stati rifiutati dai familiari, dagli amici e dalla comunità. Il suo credo e la sua difesadei diritti e della dignità di ogni individuo sono diventati un modello per molte altre scuole e centriparrocchiali, che lottano per superare la terribile eredità degli anni dell'apartheid.

Nei primi anni sessanta, OSWALD GILL era soddisfatto di insegnare greco e latino ai seminaristiirlandesi, ma segretamente nutriva anche la vocazione di lavorare in America Latina. Quando gli fuofferta la possibilità di una comunità parrocchiale di 35.000 abitanti a Santiago, Cile _ dove unapproccio del tutto nuovo alla catechesi si stava sviluppando a livello diocesano _ egli colse al volol'opportunità. Era l'inizio di un personale viaggio di scoperta delle differenze tra nord e sud, dellecondizioni di vita in gran parte del cosiddetto Terzo Mondo, e delle ragioni che davano origine atale dura povertà. Oswald vide con i propri occhi come le persone senza accesso ai terreni, allerisorse naturali o all'istruzione, fossero incapaci di sviluppare le loro potenzialità individuali edeconomiche. Due fatti in particolare lasciarono un'impressione duratura nella mente di Oswald: lasua esperienza durante il violento colpo di stato che rovesciò il presidente cileno Salvador Allende,eletto democraticamente, e il Concilio dei Vescovi Latino Americani (CELAM) incontratisi aMedellín e Puebla. Queste esperienze lo aiutarono a comprendere la povertà dalla prospettiva deisuoi parrocchiani, "come insicurezza: l'inabilità a possedere una casa, a nutrire la propria famiglia, aeducare i propri figli". Era un'insicurezza che Oswald avrebbe incontrato di nuovo lavorando inCalifornia con i braccianti immigrati. I messicani e gli americani filippini della sua parrocchialavoravano in alcune delle aziende agricole più fertili del mondo, e tuttavia vivevano come cittadinipoveri di seconda classe. I ricchi agricoltori di frutta e verdura, che traevano vantaggio dal lorolavoro massacrante in tutta la stagione della semina, soffocarono persino i loro tentativi diorganizzare i servizi sociali di base e cercarono di negare loro la cittadinanza statunitense. Lamissione di Oswald tra questi lavoratori mirò sempre più a restituire loro una dignità umanaattraverso la difesa dei loro diritti civili e penali. Riflettendo sul suo lavoro, Oswald sceglie diparafrasare le parole di papa Paolo VI: "Per favore, smettete di parlare di pace se non siete pronti alavorare per la giustizia".

Quando la Provincia di Santa Barbara, California, U.S.A., proclamò il diritto d'asilo per i profughidell'America Centrale nel 1985, dopo un processo di discernimento a livello provinciale delladurata di un anno, ad ogni frate fu chiesto di fare qualcosa in risposta. Alcuni si limitarono araccogliere coperte o scrissero lettere ai loro rappresentanti congressuali; altri corsero il rischiomaggiore di offrire lavori agli immigranti illegali o di offrire loro un posto per dormire. LaParrocchia di S. Anna a Spokane, Washington, frequentata dalla classe operaia, fu così scossa dallastoria di una rifugiata salvadoregna e dei suoi nove bambini, la quale era stata testimone di orroriindicibili perpetrati contro la sua famiglia, da invitarli a trasferirsi nel seminterrato della chiesa.Dopo alcuni mesi il Servizio di Immigrazione e Naturalizzazione annunciò che sapeva dove lafamiglia si stava nascondendo e che intendeva rimpatriarli a El Salvador. La Parrocchia di S. Annarispose con una conferenza stampa pubblica, durante la quale i responsabili dichiararono che ilgoverno statunitense avrebbe dovuto esiliarli prima di poter toccare "la loro famiglia salvadoregna".Secondo ED DUNN, "i parrocchiani cominciavano a capire il legame universale della loro fede. Unrifugiato salvadoregno aveva diritto alla loro compassione tanto quanto la persona accanto a lorosulla panca in chiesa alla domenica. Questo era un passo straordinario". Sostiene Ed: "La gentecorreva dei rischi di fronte al governo, rischi che imponeva al proprio benessere". Forse il risultatopiù notevole del Movimento per il diritto d'asilo, che a un certo punto includeva quasi cinquantachiese nella parte occidentale del paese, fu che le scelte di comuni cittadini forzarono un

Page 91: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

cambiamento nella coscienza sociale dei cristiani in tutti gli Stati Uniti. "Non era più sufficientedire che si credeva nella dignità umana degli altri", aggiunge Ed, "come cattolico dovevi esserdisposto a mettere la tua vita in prima linea a favore dei loro diritti umani fondamentali".

La Commissione interfrancescana di GPSC in Spagna da tempo vede il suo lavoro a favore degliimmigranti e degli stranieri senza documenti come una componente essenziale del suo impegno peri diritti umani. Le statistiche mostrano che in Spagna vivono oggi circa 600.000 immigranti legali e80.000 stranieri senza permesso di soggiorno, esattamente il 2% della popolazione. Con il suocrescente desiderio di essere parte della "prima serie" di paesi europei in piena unione monetaria, ilgoverno spagnolo sta via via intensificando la discriminazione nei confronti di tutti gli immigranti. Ifrancescani spagnoli hanno risposto con numerose iniziative concrete, che mettono in risalto ladignità fondamentale di ogni immigrante. I frati hanno lavorato insieme con gruppi dello stessoorientamento, per accrescere la consapevolezza pubblica dei problemi all'interno delle parrocchie edelle scuole francescane. Speciali schemi di occupazione sono stati ideati, e l'opera di sostegno afavore degli immigranti è stata adattata ai bisogni di coloro che lottano per inserirsi nel loro nuovoambiente culturale. Altre risposte degne di nota sono state l'attiva promozione di un progettoeducativo multiculturale e del dialogo interreligioso, nonché gli sforzi per assicurare la tutela deidiritti degli immigranti da parte della legge spagnola. VICENTE FELIPE ricorda che la suafraternità ha aiutato "quattro famiglie di rifugiati guatemaltechi, offrendo amicizia, consulenzaprofessionale e assistenza materiale".

La prima presenza francescana registrata negli Stati Uniti sud-occidentali risale al 1539, sebbenel'attività missionaria organizzata nella regione sia cominciata con la fondazione della Missione di S.Michele nell'Arizona nord-orientale nel 1898. Un frate in particolare, ANSELM WEBER, siguadagnò il rispetto della popolazione indigena Navajo grazie alla sua padronanza del loro idioma ealla sua disponibilità a viaggiare per centinaia di miglia a cavallo, per incontrare ogni anziano dellatribù. Per questo frate tedesco-americano la principale preoccupazione dei Navajo era la violazionedel loro territorio da parte del governo statunitense. La sua sensazione che i Navajo facessero ecoall'impegno francescano come "amministratori della terra" lo portò a lavorare attivamente in lorofavore, ed egli fu spesso invitato ad appianare le controversie tra il governo degli Stati Uniti e ilpopolo indigeno. Egli usò le nuove tecnologie del moderno rilevamento topografico, per aiutare aschedare e ad esaminare le richieste di concessione di terreno per innumerevoli famiglie, oltre arecarsi annualmente a Washington D.C. a nome dei Navajo, per incontrarsi con i capi dell'Ufficiodegli Affari Indiani, e a dare una mano a sistemare quel numero ingente di domande. Al momentodella sua morte avvenuta nel 1921, grazie al suo efficace contributo, l'estensione del territorioNavajo era aumentata di un milione e mezzo di acri. In quello stesso anno, i frati collaborarono allafondazione del Consiglio Tribale dei Navajo, che si è rivelato un organo essenziale della leadershiptribale nel corso di tutto il ventesimo secolo.

Nel 1902 un altro frate francescano, l'antropologo BERARD HAILE, giunse alla Missione di S.Michele per servire da cappellano della scuola della missione. Il suo interesse appassionato per lalingua Navajo dovette avere un impatto ugualmente forte sulla vita della popolazione del luogo.Lavorando accanto a MARCELLUS TROISTER e ad altri frati su una macchina da scrivereappositamente modificata, Berard sviluppò il primo alfabeto, utilizzando i simboli greci perrappresentare i suoni usati nella lingua Navajo. Allo stesso tempo, Marcellus diligentementemodificò ed ampliò il "censimento parrocchiale", per fornire una visione completa della cultura,della struttura familiare, dei legami tra i vari clan, delle nascite, delle morti, degli usi e costumisociali e religiosi dei Navajo, che diversamente avrebbero potuto andare persi per sempre. ComeAnselm Weber, anche Berard viaggiò molti giorni a cavallo per raggiungere le lontane comunitàNavajo, dove poté registrare rituali e narrazioni mitiche delle origini. "Mi sembrava che sidovessero studiare i loro costumi, la loro visione della vita, dell'universo, le loro idee sull'originedell'uomo, della vegetazione, degli animali, prima di poterli avvicinare su questioni religiose",sosteneva Berard, spesso a dispetto dello scherno da parte di alcuni dei suoi confratelli.

Page 92: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Da iniziative individuali in difesa dei diritti umani, i francescani hanno recentemente iniziato asviluppare delle strategie per una linea d'appoggio e d'azione più efficace a livello internazionale.Fin dalla Conferenza per i Diritti Umani svoltasi a Vienna nel giugno del 1993, i Frati Minori sisono uniti a Franciscans International per occupare un ruolo sempre più attivo pressol'Organizzazione delle Nazioni Unite e negli enti governativi ad essa associati. IGNACIOHARDING e MICHAEL SURUFKA sono stati particolarmente coinvolti nello sviluppo dellapartecipazione dell'OFM alle conferenze e ai vertici delle Nazioni Unite. Riflettendo sul suoincarico biennale quale animatore OFM per Franciscans International, Michael così commenta:"L'Organizzazione delle Nazioni Unite, sebbene abbia certamente i suoi limiti, è l'unico luogod'incontro della comunità internazionale, ed è la sede in cui si svolge il dialogo mondiale. Essaandrà avanti con o senza di noi, ma noi siamo stati invitati a prendervi parte; inoltre, comefrancescani, abbiamo qualcosa da dire e da sentire".

AGOSTINHO DIEKMANN, membro della rappresentanza di Franciscans International allaConferenza sugli Insediamenti Umani, Habitat II, tenutasi ad Istanbul nel 1996, chiarì il puntocentrale di tale sfera di azione, relativamente nuova: "Il confronto con altre culture, lingue e punti divista, come anche lo studio approfondito di temi sociali, politici ed economici, ha ampliatosignificativamente i miei orizzonti. Insieme con i miei colleghi della Delegazione FI, ho scopertoquale significato possono avere oggi le parole di san Francesco: 'Andare insieme per il mondo' e 'Ilnostro convento è il mondo'. Dobbiamo coinvolgerci a favore dei poveri come difensori dellagiustizia, della pace e dell'armonia fra tutte le creature. Seguendo l'esempio di Francesco, abbiamoriflettuto sulle radici della nostra esperienza, e ci siamo rivolti ai governanti dei nostri paesi con lenecessità dei poveri, in modo da dare voce a coloro che l'ingiustizia e l'oppressione hanno messo atacere".

Riferimenti alle Costituzioni Generali OFM

Articolo 69,1-2

Nella difesa dei diritti degli oppressi, i frati, rinunciando ad ogni azione violenta, ricorrano ai mezziche possono usare anche i più deboli (1).

[...] i frati denuncino fermamente ogni specie di guerra e la corsa agli armamenti come una piagagravissima per il mondo e la più grande ingiustizia verso i poveri. Non risparmino fatiche e peneper costruire il Regno pacifico di Dio (2).

Altri riferimenti: art. 32,3; 92,2; 96,1-3; 97,2; 109,1; 129,1; 185,1.

Domande per la discussione

1. Appartieni a qualche gruppo nazionale o internazionale che si occupa dei diritti umani?Pensi che dovresti farne parte? Fai riferimenti positivi a tali gruppi nella tua operaapostolica?

2. Includi le violazioni dei diritti umani nella tua preghiera personale? Nella preghiera della tuafraternità locale? Nella preghiera durante gli incontri o i raduni provinciali?

3. Quali gruppi nella tua società rischiano maggiormente di non vedere riconosciuti i lorodiritti?

4. Hai mai subito maltrattamenti riguardo a qualche diritto umano fondamentale? Se non nehai subiti, conosci qualcuno che si sia trovato in questa situazione? Quanto ha inciso in te oin lui/lei tale esperienza?

5. Come tratta il tuo paese la questione dell'immigrazione? Hai mai sostenuto o protestatopubblicamente contro la posizione da esso assunta rispetto a tale tema?

Page 93: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

6. Quanto efficacemente la tua fraternità provinciale tratta le istanze più importanti relative aidiritti umani che il tuo paese deve affrontare? Attraverso dichiarazioni? Azioni? Entrambe?

7. Quali sono i diritti umani che sono violati nel tuo paese e a livello internazionale?8. Quali cause sono alla base della violazione di questi diritti umani: economiche, politiche,

psicologiche...?9. Perché accade che ciascuno di noi è più sensibile alla violazione di certi tipi di diritti umani

e meno a quella di altri?10. A proposito della coscientizzazione della Chiesa e dell'azione che questa ha sostenuto in

favore dei diritti umani, possono essere entrambe considerate un segno dei tempi?11. Qual è la relazione tra evangelizzazione e diritti umani? Che cosa è più opportuno: che la

comunità cristiana abbia le proprie organizzazioni in favore dei diritti umani o che i cristianivengano coinvolti in organizzazioni sociali insieme con altri uomini e donne di buonavolontà?

12. Quale tipo di azione ritieni sia più appropriata per i francescani in difesa dei diritti umani?

Lista di controllo per future campagne locali in favore dei diritti umaniSe in risposta alle violazioni dei diritti umani desiderate avviare una campagna:

• Disponete di indicazioni chiare e concise riguardo agli eventi che sono successi?• Potete spiegare in che misura è coinvolta la comunità francescana?• Avete un'approvazione scritta dalla Commissione francescana locale di GPSC?• Il superiore francescano locale e/o il vescovo hanno espresso il loro sostegno?• Avete approvazioni scritte dal superiore francescano e dal vescovo?• Avete i nomi e i numeri di coloro (giudici, politici, ecc.) che dovete contattare?• Avete le fotografie di coloro che state cercando di aiutare? Sapete come usare il fax e/o l'e-

mail?• Avete designato un(dei) coordinatore(i) incaricato(i) di rispondere a tutte le indagini della

campagna?• Avete una lista stampata di persone e organizzazioni disposte a sostenere il vostro appello?• Avete preparato una pubblicazione di notizie con informazioni chiare, direttive focalizzate,

numeri da contattare, e il nome del coordinatore della vostra campagna?

Page 94: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

6. le donne e il carisma francescano-clariano

Costituzioni Generali OFM, Articolo 4,1I Frati Minori, inseriti nel popolo di Dio, [siano] attenti ai nuovi segni dei tempi e in sintonia conun mondo in continua evoluzione [...].

Articolo 56,2È dovere del Primo Ordine mantenere e tutelare l'unità spirituale con le monache del Secondo eTerzo Ordine. Salvaguardando sempre la loro autonomia di vita e soprattutto di governo, devonoessere promosse le loro Federazioni.

Dalla vita di Francesco...

Francesco, con cortesia ma anche con fermezza, sfidò molti dei capisaldi della sua società,specialmente quelli riguardanti le donne. Egli sentiva che era giusto che Chiara iniziasse una formadi vita religiosa per donne senza entrate garantite da rendite. Furono necessari più di 40 anni perchéil Papa approvasse definitivamente il Privilegio della povertà, alla quale si fa riferimento nellaRegola di Santa Chiara, e poi lo estese solo alle Sorelle Povere di San Damiano!

Secondo lo studioso fr. Ignatius Brady, prima del Concilio Lateranense IV Chiara e le sue sorelleprobabilmente assistevano Francesco e i suoi frati nel prendersi cura dei malati di lebbra. Francescodette un Nuovo Testamento usato dalla fraternità alla madre di due frati, venuta a chiedereun'elemosina (cfr. 2 Cel 91). Un'altra volta egli dette un mantello ad una donna povera (cfr. 2 Cel92). Molti miracoli furono operati a favore di donne (cfr. 3 Cel).

Sebbene Francesco vietasse ai frati di avere "rapporti o conversazioni sospette con donne" (Rb11,1), l'esempio del suo legame con Chiara e Donna Jacopa indica che non tutte le relazioni sono"sospette". Francesco stesso incluse donne sposate e non sposate nel gruppo che i frati avrebberodovuto invitare a perseverare "nella vera fede e nella penitenza" (Rnb 23,7).

Francesco non esitò ad applicare immagini femminili a se stesso e agli altri frati. Descrivendo la suacomunità di frati, una volta raccontò al Papa di una donna che aveva avuto molti figli da un re e alla

Page 95: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

fine li aveva mandati a reclamare la loro legittima eredità (cfr. LegM 3,10). La Regola di vita neglieremi divide i frati in due gruppi, che si alternano nel ruolo di Marta e di Maria ad intervalli stabiliti(cfr. Cer). "...se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deveamare e nutrire il suo fratello spirituale?" (Rb 6,8). La legge della clausura non fu applicata quando"frate Jacopa" visitò Francesco morente (cfr. Legper 101).

Riflession

1. Contesti differentiL'entusiasmo generato dal nostro apprezzamento per l'eminente genio spirituale di Francescod'Assisi ci permette di trovare aspetti della sua vita e della sua opera per sostenere innumerevolisperanze e ambizioni. Allo stesso tempo, questo entusiasmo può condurci all'illusione cheFrancesco (o Chiara nella fattispecie) siano in grado di offrire modelli per tutte le situazioni che cisfidano oggi. Quando parliamo di Francesco in relazione alle donne _ le donne della sua famiglia,della sua città, del suo movimento _ questo pericolo diventa particolarmente evidente. È difficiledistinguere con precisione nelle prime fonti la realtà delle sue relazioni con le donne dagli strati diinterpretazione ai quali questi documenti sono soggetti. È ugualmente difficile sapere quali aspettidelle domande che poniamo sono attribuibili a una visione del mondo resa possibile dalla filosofia edalla scienza moderne. Questa visione del mondo, che supporta i nostri sforzi di reincarnare l'idealefrancescano nel nostro tempo, contiene molti elementi che lascerebbero Francesco a grattarsi latesta meravigliato e, per quello che sappiamo, costernato.

Il francescano che si interroga oggi si muove, vive e respira in un mondo in cui una convergenza diinteresse e impegno da e per le donne si vede dovunque. Sul piano mondiale, abbiamo latestimonianza della Conferenza delle Nazioni Unite sulle Donne di Beijing del 1995. I partecipantitornarono alle loro terre di origine con affascinanti storie di unità nella diversità sperimentata ecelebrata dalle migliaia di donne presenti. Nella Chiesa, vediamo da parte di Giovanni Paolo IInuovi sforzi di rivolgersi ai problemi delle donne: la sua Lettera alle donne (1995) e MulierisDignitatem (un'enciclica pubblicata nel 1988). Inoltre, conferenze episcopali regionali, unioni disuperiori maggiori e organizzazioni laicali hanno scritto documenti o condotto studi che prendonoin esame sia le ingiustizie fatte alle donne sia il bisogno di rettificare queste distorsioni all'interno divarie prospettive culturali. È importante comprendere che, in una pubblicazione come questa, unesame generale della questione deve essere dibattuto all'interno di contesti culturali che variano inmodo significativo. I frati che lavorano in regioni dominate da istituzioni patriarcali troverannomentalità e realtà differenti da quelle di chi opera in culture dove le basi matriarcali continuano adinfluenzare credenze e comportamenti. Tenendo presenti queste avvertenze, torniamo alla storia diFrancesco e chiediamoci come egli incontrò le donne mentre cercava di camminare sulle orme diGesù.

2. Il contesto culturale di FrancescoIl mondo ecclesiastico in cui Francesco divenne adulto teneva la natura umana in bassaconsiderazione. Si riteneva che l'uomo fosse un cumulo di debolezza e depravazione, in corsaprecipitosa verso la dannazione con solo un barlume di speranza di poter ottenere la redenzione e dicustodirla nella fragilità della vita. Gli scrittori monastici che cercarono di sostenere lapreoccupazione crescente della Chiesa per il celibato del clero composero trattatelli denigratori chepresentavano le donne come incarnazione di Eva _ madre del peccato e del tradimento. Le strutturegiuridiche romane negavano alle donne ruoli attivi nella vita civile e canonizzavano la virtùpersonale e la fedeltà al padre, al marito e ai figli. Per questo, la libertà delle donne nelle regioni incui era in vigore la legge romana era molto limitata ed esse erano spesso messe a servizio delleambizioni di uomini, capi di famiglie e di clan. Allo stesso tempo, la Chiesa fornì qualcheprotezione contro i matrimoni forzati e la possibilità della scelta della consacrazione religiosa. Lacultura trovadorica, proprio allora emergente nell'Europa medioevale, promuoveva anch'essa unraffinamento del gusto e della sensibilità, che avrebbe nobilitato _ almeno in teoria _ la posizione

Page 96: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

della donna nella società. Francesco crebbe in questo ambiente schizofrenico, che in modo alternoesaltava e demonizzava le donne.

Quando studiamo le sue biografie, ci troviamo a chiederci: "Quante donne giocarono un ruolosignificativo nella vita di Francesco?". Tre emergono immediatamente: sua madre Pica, Chiara eDonna Jacopa. Tuttavia, se continuiamo la nostra ricerca, troviamo che numerose altre donnecompletano le dramatis personae della sua storia; ma esse spesso passano sulla scena senza nome esenza una voce propria. Si considerino le donne di Greccio, che egli a quanto ci è riferito ammirò,le suore di San Severino, Prassede di Roma, le cinque candidate che presentò a Chiara per il suoOrdine. E che dire dell'intera comunità di San Damiano, che lo riveriva e negli ultimi anni aspettavaansiosamente le sue rare visite e le sue prediche? Andando avanti nella nostra ricerca, cominciamoa notare quanto spesso le donne siano al centro del Trattato dei Miracoli. Quante donne aprirono laporta a Francesco, quando elemosinava ad Assisi e in altri paesi? Quante donne stettero adascoltarlo nelle cattedrali e nelle piazze? Non parlò mai con loro? Non ci furono mai conversazionicon le centinaia di donne che divennero le prime Sorelle della Penitenza?

3. L'importanza di Chiara e Jacopa per FrancescoQualunque cosa noi possiamo congetturare su questo vasto mondo di donne, sappiamo che due diloro occupano un ruolo centrale di relazione e amicizia con Francesco: Chiara e Jacopa. Che cosaimpariamo da questi legami, che chiaramente durarono quasi una vita intera? Forse la testimonianzapiù significativa della relazione con Chiara è riportata nella Forma di vita e nell'Ultima volontà. Inqueste brevi dichiarazioni Francesco afferma di ritenere Chiara pari a sé nella vocazione e nellaconsacrazione. Egli chiede che si osservi una singolare uguaglianza di trattamento per Chiara e lesue sorelle, ponendo la cura per loro sullo stesso livello della sollecitudine per la fraternità. Chiaraera così consapevole dell'enorme potere di tale reciprocità e di tale promessa che la custodìaccuratamente nel cuore della propria Regola (capitolo VI).

Francesco si sentì sostenuto nel vedere Gesù, che era il suo modello in tutto, andare oltre i limitiimposti dalla società nei suoi rapporti con le donne? Gli furono ugualmente di insegnamento i passiche parlano delle donne che seguivano e servivano Gesù? Queste indicazioni della disponibilità diGesù a rischiare di essere criticato per la scelta di associare delle donne al suo ministero dettero aFrancesco la libertà di cui aveva bisogno per credere e comportarsi come fece?

4. Le relazioni di Francesco con le donne _ aspetti positivi e difficoltàLe biografie ci permettono anche di vedere che il rapporto di Francesco con le donne non erasempre tranquillo, privo di tensioni e difficoltà. Alcuni dei racconti che ci sono stati lasciatiritraggono incontri di calda condivisione. La Leggenda perugina narra il suo soggiorno a SanDamiano per delle cure (cfr. Legper 42-43) e la composizione dell'Audite, un amabile insegnamentocarico di affettuosa sollecitudine (cfr. Legper 45). I Fioretti custodiscono il racconto meraviglioso,simile ad una parabola, del santo pasto consumato alla Porziuncola (cfr. Fior 15). Dalle richiesterivolte da Francesco a Donna Jacopa poco prima di morire abbiamo notizia delle visite che lefaceva a Roma. La collocazione delle spoglie mortali di lei proprio di fronte a quelle di Francesconella cripta della sua basilica evidenzia in modo straordinario e indelebile la forza di questarelazione.

Tuttavia, non possiamo permetterci di trascurare i racconti che ritraggono un'immagine differente,un Francesco che appare ansioso, duro e insensibile di fronte alle donne cui è legato da amicizia.Ricordiamo la sua predica a San Damiano, che sembra negare alle suore il conforto che aspettavanoquando si cosparge di cenere, recita il Miserere e se ne va in silenzio (cfr. 2 Cel 207). Gli sonoattribuite affermazioni negative sulle donne che riflettono chiaramente le tendenze misogine dellaletteratura clericale di quel periodo (cfr. 2 Cel 112). Sappiamo anche che Francesco dovette lottareper custodire la castità e che la tensione opposta che sentiva in sé verso la sua natura passionale eincline al peccato assorbì molte sue energie. Questo conflitto interiore gli avrebbe reso impossibile

Page 97: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

una visione rosea delle relazioni con le donne. Che ciò non gli abbia impedito di stabilire legami diradicale uguaglianza e affettuosa ammirazione è già in sé un miracolo della grazia del Vangelo.

Dunque, possiamo affermare che Francesco era una persona straordinaria non interamente liberadalla propaganda contro le donne della Chiesa del suo tempo e dalla visione generalmente negativadella natura umana _ specialmente nella sua dimensione sessuale _, che fu un tema diffusonell'insegnamento cristiano e un pregiudizio dal tempo di Agostino al medioevo. Francesco creòuna forma di vita che richiedeva il celibato, ma senza la protezione della clausura monastica. Dallasua Regola e dalle sue biografie traspare la sua crescente preoccupazione per la condotta dei fratipiù deboli e meno fermi nella loro consacrazione. L'aspirante cavaliere è sensibile all'influenzadella nuova letteratura cortese e della musica trovadorica; il suo linguaggio e le sue immaginiadottano le raffinatezze e l'atmosfera romantica di questa visione di uomini e donne uniti da legamiimprontati a sentimenti di gentilezza e finalizzati a nobili ideali. La forza e la fedeltà eroica alVangelo di certe donne nella sua vita ottengono da lui ammirazione e amicizia devota, pubblica edichiarata. Egli attira nell'ambito del suo movimento un gran numero di donne, allo scopo di farriconoscere il Vangelo come norma di ogni sforzo umano. Egli accoglie queste donne non menodegli uomini e le include esplicitamente nei suoi piani di formazione (Lettere ai fedeli).

Francesco ci è perciò molto utile nei seguenti modi:1. Offre una profonda comprensione spirituale dell'interrelazione esistente tra tutti gli esseri in

termini femminili e maschili (Cantico).2. Dimostra la capacità di superare le barriere culturali per amore della verità del Vangelo.3. Ci lascia una testimonianza della sua profonda amicizia con Chiara e Jacopa; questa non è

una consolazione da poco nella nostra ricerca.

Abbiamo bisogno, d'altra parte, di stare attenti a comprendere che Francesco non dà rispostaad alcuno dei nostri dilemmi:1. L'evoluzione del ruolo delle donne nel mondo occidentale industrializzato, la nuova

consapevolezza delle donne in tutte le culture eccetto le più primitive e il territorioinesplorato della vita nelle società postmoderne e postmarxiste sono i problemi chedobbiamo risolvere. Francesco non ha camminato dove dobbiamo camminare noi adesso. Lavera esplosione di consapevolezza della natura sessuale della vita umana e l'esplicitaattenzione che essa riceve in tutti i mezzi di comunicazione ci pongono sfide senzaprecedenti.

2. Le difficoltà che le donne incontrano nella Chiesa, dove il pregiudizio patriarcale e sessistaspesso le ha umiliate e ha ridotto la loro partecipazione, in alcune zone stanno creando seriespaccature. La chiamata dei fratelli di Francesco ad essere una fonte di riconciliazione e digiustizia per le donne è urgente nella comunità ecclesiale di oggi.

Infine, dovremmo affermare che un segno della fedeltà creativa della Famiglia francescana nelnostro tempo è l'aumento delle strutture e delle occasioni nelle quali le sorelle e i fratelli francescanipossono svolgere il loro servizio fianco a fianco. Oggi vediamo molto lavoro in progetti dicollaborazione interni ai nostri Ordini e nelle strutture a livello internazionale e continentale che cimette faccia a faccia nella tensione di realizzare la nostra vocazione e di far sentire la nostra vocenella comunità mondiale. Il nostro cuore sia colmo di gratitudine per l'esempio e l'ispirazione cheFrancesco ci offre e impegniamoci a vivere la nostra responsabilità di discernere quale energiaevangelica ci occorre per camminare come una volta fecero Francesco e Chiara nel giardinofiammeggiante della Porziuncola.

Margaret Carney OFS

Esempi dalla vita dei frati...

Page 98: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Se San Francesco tornasse oggi e partecipasse ad alcuni dei seminari e delle conferenzeinternazionali che si tengono attualmente in gran numero sul ruolo delle donne nella Chiesa e nellasocietà, probabilmente troverebbe tutto ciò piuttosto difficile da comprendere! Nei secoli trascorsida quando lui e Santa Chiara fondarono i loro ordini, i parametri culturali non sono cambiati innessun campo più che in questo dei 'diritti delle donne'.

I frati in Asia hanno preso l'iniziativa di cercare di occuparsi di questi cambiamenti diatteggiamento. Le Conferenze Francescane di Asia e Oceania (FCAO) decisero di concentrarsi perdue anni sulla situazione delle donne in quella parte del mondo e di pubblicare un resoconto delleloro scoperte. Il processo di ricerca biennale sul quale questo era basato è da molti visto come unodei passi più lungimiranti e costruttivi mai fatti a livello di Conferenza per promuovere lacomprensione e l'azione nel campo dei diritti delle donne. Alcuni frati nelle tredici Province dellaregione spedirono questionari dettagliati per raccogliere informazioni sulla posizione sociale delledonne nei loro paesi. Ognuno dei rapporti stilati fu rivisto a turno da tre diverse donne di quellaregione. I risultati fornirono il materiale di base per un seminario tenutosi a Sidney, in Australia, cuipresenziarono i tredici ministri della FCAO, insieme a ospiti di altri paesi. Si unirono ai frati per lediscussioni anche cinque donne di diverse nazioni asiatiche e due australiane. La seconda metàdell'incontro si focalizzò sul contributo dato sia da Francesco sia da Chiara alle origini delmovimento francescano, così come sull'apporto delle donne al futuro della vita francescana. Acausa delle differenze culturali fra le nazioni della FCAO, dalle donne e dai frati dell'intera regionefurono espressi problemi sia diversi sia comuni. Ingiustizie economiche, cittadinanza di secondaclasse, mancanza di rispetto e di consapevolezza furono menzionate praticamente in tutte lerelazioni. Le riflessioni delle donne che fornirono le risposte richieste e di quelle che parteciparonoall'incontro confermarono in modo molto personale le opinioni e le sofferenze espresse in tutti iresoconti provinciali e provocarono i frati a rispondere in maniera creativa. I suggerimentispaziarono dall'organizzazione pratica di programmi per la cura e l'assistenza sanitaria dell'infanziae di programmi di formazione professionale a una completa revisione delle interpretazionitradizionali e oppressive della Bibbia, che è stata usata per secoli per sostenere la soppressione delladignità delle donne. I dati raccolti sottolineano che la compassione per la condizione delle donneprigioniere della povertà, della prostituzione o di relazioni oppressive non è sufficiente. I fratidevono indicare come si può conferire realmente alle donne potere e possibilità di collaborazione,facendo un esame radicale dei loro stessi atteggiamenti personali verso quelle con le quali sirelazionano nella vita quotidiana.

Il rapporto termina con due racconti di ANTONIO EGIGUREN, che ha lavorato a Lamsai, inTailandia, presso la Casa di accoglienza per moribondi Santa Chiara. Il primo parla di una donnamusulmana, costretta alla droga e alla prostituzione a Bangkok dal marito camionista. Abbandonatadalla propria famiglia, sta morendo da sola di AIDS a Lamsai. Il secondo è quello di una giovanedonna di origine cinese. Anche lei ha sposato un camionista a Bangkok, ma senza essere aconoscenza della tossicodipendenza e delle ripetute infedeltà del marito. Nel giro di un anno il suounico figlio è morto di AIDS, seguito da suo marito all'età di 31 anni. Lei stessa non ha più moltoda vivere. Nonostante tutto, interrogata sul suo atteggiamento verso il marito, ella risponde: "Findall'infanzia mi è stato insegnato da mia madre ad accettare che gli uomini sono tutti promiscui etroppo deboli per vincere i loro desideri sessuali. Io sono cresciuta secondo tale insegnamento, percui non mi fa male sapere che a mio marito piaceva andare con altre ragazze".

I francescani, uomini e donne, sia secolari sia religiosi, sono sempre più consapevoli che la chiaveper cambiare tali atteggiamenti è l'educazione, che può spesso apparire in contraddizione con letradizioni religiose e culturali dominanti. Per troppo tempo _ essi dicono _ il contributo di SantaChiara al carisma francescano è stato nascosto all'ombra di San Francesco, e ciò è cominciato ademergere solo durante le celebrazioni per il recente 800° anniversario. Finché questo non saràriconosciuto, le donne non potranno ottenere l'uguaglianza di riconoscimento e responsabilità checercano nella vita della Chiesa. La suora francescana Maria Elena Martinez è una donna che ha

Page 99: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

beneficiato del cambiamento di atteggiamento verso le donne nella Chiesa. Attualmente maestra delnoviziato per le suore Francescane della Penitenza e della Carità Cristiana in California, negliU.S.A., Maria Elena è nata da genitori messicano-americani. Intorno ai vent'anni entrò in unacomunità francescana, fu mandata a formarsi come direttrice spirituale e imparò molto sulle sfidedel contesto multiculturale. In seguito, mentre insegnava in una scuola superiore di Los Angeles,negli U.S.A., le venne chiesto di svolgere il servizio di direttrice spirituale di una comunità locale diprenoviziato, che non riusciva a trovare un frate per ricoprire il posto. Maria Elena accettò e,sebbene non vivesse con i frati, poteva pranzare con loro ogni giorno, prestare servizio comedirettrice spirituale e tenere corsi. Dato che in quel periodo stavano per la prima volta accedendo alnoviziato in gran numero anche uomini latino-americani provenienti da El Salvador e dal Messico,Maria Elena continuò a far parte della "squadra di formazione" della Provincia per dodici anni.Secondo Maria Elena, lavorare con uomini latino-americani era particolarmente gratificante perché,"per il loro modo di porsi in relazione con le loro madri e con altre donne nella loro vita, essi sonomolto più aperti e vulnerabili in presenza di una confidente donna. Per molti degli uominiangloamericani era più difficile. Si trattava di un processo di guida e di ascolto specialmente neicampi in cui io ero capace di mediare le grandi divergenze tra le culture inglese e spagnola". Allafine Maria Elena cominciò anche a coordinare il programma di orientamento per l'"EsperienzaGuatemala" della Provincia. Dopo il noviziato, i frati si trasferiscono nei sobborghi di Città delGuatemala, dove lavorano in una parrocchia povera gestita dalla Provincia dell'America Centrale evivono in una casa inserita costruita, quasi letteralmente, in cima ad un mucchio di rifiuti. Primache i frati inizino questa esperienza, Maria Elena lavora con loro in piccoli gruppi, affrontando itemi della rabbia, della solitudine e della sessualità, che certamente emergono durante lapermanenza in un paese straniero. Dopo che i frati sono stati in Guatemala per alcuni mesi, MariaElena si incontra con ciascuno di essi individualmente. Il suo approccio diretto è una grandebenedizione per molti di loro, che possono esprimere liberamente i propri dubbi e le propriepreoccupazioni. Al loro ritorno negli Stati Uniti, Maria Elena continua ad essere direttrice spiritualedi quanti cercano di applicare la loro esperienza in Guatemala a nuovi modi di concepire lagiustizia, la pace e l'ecologia nelle loro comunità. Sebbene alcuni dei frati si installino in seguito inposizioni più tranquille nella Provincia e divengano meno aperti all'idea del dialogo con le donne,Maria Elena ritiene che sia essenziale continuare a sfidarli proprio come fece Chiara con Francesconegli atteggiamenti e nella capacità che tutti gli uomini e le donne hanno di vivere nel rispettoreciproco.

"Alcuni uomini sono profondamente interessati, ma altri non accettano il bisogno di dare potere alledonne _ essi hanno paura di lasciare il proprio potere, specialmente in alcune tradizioni e culture".Tale è stata l'esperienza di Rose Fernando, coordinatrice di Giustizia e Pace per le MissionarieFrancescane di Maria. Originaria dello Sri Lanka, il primo paese ad eleggere un primo ministrodonna già negli anni '50, spende molto del proprio tempo viaggiando per condurre seminari sui temidella giustizia e della pace. Vestita con il suo abito grigio al ginocchio e il velo, con le maniraccolte sul grembo in atteggiamento di riserbo, Rose è molto distante dall'immagine stereotipatadella femminista radicale impegnata nella Chiesa che chiede l'ordinazione di donne-prete. Anchequando è interrogata sulla promozione delle donne, le sue parole e la sua espressione entusiasticaraccontano una storia abbastanza diversa. "Dovunque io vada, vedo che le donne diventano piùconsapevoli della loro situazione e fanno sentire con coraggio la propria voce", dice, "anche inquelle culture dove sono state tenute quiete fino ad ora. In Asia, per esempio, tutte le differentireligioni del mondo hanno tradizionalmente cospirato per tenere sottomesse le donne. Dovunque iovada, insisto molto sull'educare gli uomini e le donne insieme; è veramente la chiave delcambiamento". E le cose stanno cambiando in meglio _ benché lentamente _ anche all'interno dellaChiesa, secondo Rose. Ella cita l'esempio di una suora di 91 anni da lei conosciuta in Australia, laquale recentemente ha cominciato ad usare il linguaggio inclusivo durante le preghiere e i salmiquotidiani.

Page 100: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Interrogata sulla sua esperienza di cooperazione tra i frati, le suore e i francescani secolari a livellointernazionale, Rose rispose: "Sono andata alla Conferenza delle Nazioni Unite sulle Donne diBeijing come membro dell'Organizzazione Non Governativa Franciscans International e non sonotroppo sicura di quanti uomini comprendano realmente ciò che stiamo cercando di dire, cioè chetutto ciò che vogliamo è collaborazione nella società come anche nella Chiesa". La sua esperienzapersonale di pressione politica a questo livello è stata molto positiva, sia a Beijing nel settembre del1995 sia al Vertice dell'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) sulla fametenutosi a Roma nel novembre del 1996. Franciscans International è un nuovo e concreto impegnoa lavorare insieme su temi di interesse comune.

Anche la Danimarca è un paese dove tale tipo di cooperazione si sta verificando a livellonazionale, secondo Marianne Powell, coordinatrice di Giustizia e Pace per il ConsiglioInternazionale dell'Ordine Francescano Secolare (OFS). Ex professoressa universitaria di inglese,lavora oggi nel campo dell'educazione per la Diocesi di Copenhagen, la sola diocesi cattolica inDanimarca. Il numero limitato di cattolici e la scarsità di sacerdoti, secondo lei, sono in parte laragione per cui uomini e donne laici in quella zona del mondo hanno imparato a lavorare così beneinsieme. Lei stessa è stata coinvolta nella fondazione dell'Ordine Francescano Secolare inDanimarca nei primi anni '80. Nei quindici anni successivi, sono sorte sette fraternità con oltre 50membri, ma il loro piccolo numero rende essenziale la collaborazione con i religiosi se intendonolavorare efficacemente. A livello internazionale, ella ha cooperato a redigere un'indagine sugliordini secolari in altre parti del mondo. "Le scoperte sono state varie; in alcuni paesi i laici sono benorganizzati con le suore e i frati francescani. In altri non ci sono strutture ufficiali, ma i francescanilavorano insieme nelle commissioni diocesane di Giustizia e Pace. Il mio compito è quello di crearein questi gruppi una maggiore consapevolezza per quanto riguarda i temi su cui possonocollaborare". Nelle aree della giustizia e della pace, ella crede che la cooperazione sia il modonaturale di lavorare insieme; ma ammette: "Tale visione non è ancora condivisa da molti uomini edonne in gran parte del mondo in via di sviluppo".

Come ex frate, KENGO KOBAYASHI in Giappone era conosciuto come sostenitore dei dirittidelle donne, in particolare di quelle che là sono in condizioni di maggiore bisogno, le immigrate.Molte migliaia di donne ogni anno lasciano le Filippine e si ammassano in Giappone in cerca di unlavoro che permetta loro di sostenere la propria famiglia, rimasta a lottare a casa. Alcune vengonoinserite nel business dell'intrattenimento, altre sono comprate come spose da ricchi giapponesi, altreancora lavorano come domestiche, ma tutte corrono il rischio di essere sfruttate da datori di lavoro e"padroni" senza scrupoli. Come capo del Centro di Solidarietà per Immigrati di Yokohama, Kengopuò talvolta essere visto dimostrare per le strade a favore di queste donne. Per aiutarle adorganizzarsi e a rafforzarsi, ha anche redatto un manuale completo per gli immigrati, elencando iloro diritti secondo la legge giapponese e le organizzazioni a cui possono rivolgersi per ricevereaiuto. Il libro, pubblicato nell'agosto del 1996, include ogni cosa, dai permessi d'ingresso e disoggiorno ai temi del lavoro e della salute, con particolare riferimento all'ambito ginecologico, cosìcome le leggi relative al matrimonio, al divorzio e all'educazione dei figli. Per Kengo, lavorare conqueste donne povere ha prodotto una conversione inaspettata: vedere il mondo dal punto di vistadelle donne povere e accompagnarle piuttosto che condurle.

Riferimenti alle Costituzioni Generali OFM

Articolo 56,1

I frati, ben consapevoli di condividere con le monache del Secondo e Terzo Ordine di sanFrancesco il medesimo carisma e di avere con loro reciproci legami, abbiano sempre per essediligente cura e sollecita attenzione.

Altri riferimenti: art. 51; 58.

Page 101: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Domande per la discussione

1. Le religiose francescane hanno accresciuto la tua stima della tua vocazione francescana? Ledonne dell'OFS hanno fatto lo stesso?

2. Le francescane (religiose o dell'OFS) hanno sfidato i punti deboli della tua visionefrancescana? Se sì, come hai risposto loro?

3. Tra i tuoi collaboratori ci sono delle francescane? Ciò influenza il tuo lavoro apostolico, letue conversazioni quotidiane o la vita nella tua fraternità locale?

4. La tua comunità locale coopera con gruppi vicini di francescane? La tua fraternitàprovinciale fa lo stesso?

5. La tua Provincia ha recentemente invitato una francescana a parlare a un incontroprovinciale o a condurre un ritiro provinciale?

6. Tu o qualche tuo compagno frate avete francescane come direttrici spirituali? Come ciò hainfluenzato la realizzazione del tuo/loro vivere la vocazione francescana?

7. In che modo Chiara contribuisce a farti comprendere e vivere la tua vocazione francescana?8. Quale contributo portano oggi le donne alla fede delle nostre comunità cristiane?9. Quale contributo viene portato oggi alla Chiesa dalle donne nella vita religiosa?10. Quali sono i contributi femminili all'idea di Dio e della Chiesa? Quale speciale contributo

possono portare le donne al nostro ingresso nel mondo dei poveri?11. Ci sono valori femminili che possono arricchire le varie forme della sequela di Gesù?12. La situazione delle donne nella Chiesa le favorisce nel comprendere e nel vivere la vita

evangelica?13. Le donne possono giocare un ruolo importante in un'evangelizzazione condotta con calore e

sensibilità? Quale contributo unico possono portare le donne cristiane per il rinnovamentodella Chiesa?

Page 102: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

7. dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale

Costituzioni Generali OFM, Articolo 95,1-21. Si promuova ovunque la crescita dello spirito ecumenico. Dove le condizioni lo permettano

si cerchino i modi concreti e i mezzi opportuni per una collaborazione con tutti gli altricristiani [...].

2. Tra i credenti delle altre religioni la presenza dei frati sia improntata alla benevolenza e alrispetto. Infatti Dio li ha affidati alla loro opera, affinché con essi sia edificato il suopopolo.

Dalla vita di Francesco...

Forse non può essere citato un esempio migliore di Francesco come uomo di dialogo della rispostaestremamente positiva dei capi religiosi all'invito di Papa Giovanni Paolo II a recarsi ad Assisi perpregare per la pace nel mondo il 27 ottobre 1986. L'umiltà e l'onestà che Francesco mostrò versoogni persona sono fattori chiave in ogni dialogo _ sociale, politico o religioso.

Quando Francesco disse ai primi frati che presto la loro fraternità avrebbe incluso francesi,spagnoli, tedeschi e inglesi (cfr. 1 Cel 27), li stava preparando al bisogno di dialogare! Quando ifrati si riunivano nei capitoli, parlavano di ciò che Dio aveva già compiuto attraverso di loro e diquale nuova opera poteva volere che intraprendessero. Perciò i frati partirono per la Germania, duevolte (Cronaca di Giordano di Giano, 5; 17). Imparare la lingua del luogo era un prerequisito perun dialogo efficace!

Ad un certo punto il Celano loda l'unità degli animi e l'armonia del comportamento tra i frati (cfr. 1Cel 46). Francesco mostrò uno spirito di dialogo durante la sua visita al Sultano Melek-el-Kamel(cfr. 1 Cel 57). Coloro che vanno tra i non credenti hanno due possibilità: a) evitare liti o dispute,ma essere soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio; b) annunziare la parola di Dioapertamente (cfr. Rnb 16,5-7). Coloro che evitano discussioni ed agiscono cortesemente (cfr. Rb3,10-11) hanno qualche possibilità di essere capaci di dialogare. L'umiltà di Francesco avevaportato un grande albero [Papa Innocenzo III] a piegarsi ed innalzare un piccolo albero [Francesco

Page 103: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

quando chiedeva al Papa di approvare la forma di vita della fraternità] (cfr. 3 Comp 53). QuandoFrancesco predicava, "con pari fermezza di spirito parlava ai piccoli e ai grandi" (LegM 12,8)."Gente di ogni età e d'ogni sesso correva a vedere e ad ascoltare quell'uomo nuovo, donato dal cieloal mondo" (LegM 12,8). Francesco diceva ai frati che, finché avessero dato il buon esempio, lagente avrebbe provveduto ai loro bisogni. Se i frati avessero cessato di darlo, il patto si sarebberotto (cfr. 2 Cel 70). Il "dialogo di vita" continua!

Riflessione

IntroduzionePossiamo credere in un dialogo tra le religioni considerando ciò che è accaduto nel 1994 nel MedioOriente, nell'Europa dell'Est e in molte altre parti del pianeta? Comunque, il dialogo tra irappresentanti ufficiali delle religioni esiste già, discreto, paziente e fiducioso. Due punti in comuneli uniscono: una curiosità motivata dall'interesse reciproco e la promessa solenne di non esercitarealcun proselitismo.

Le religioni non cristiane non hanno colto facilmente l'interesse di questo dialogo: ognuna di esseritiene di possedere il vero Dio, ben "inculturato". Che cosa c'è da imparare dagli altri e che cosa sipuò insegnare? La coesistenza pacifica è sufficiente. Due preoccupazioni tormentano i cristiani chehanno preso l'iniziativa di questi incontri. La prima è essere fedeli al comando del Signore:"Ammaestrate tutte le nazioni e battezzatele". La seconda è comprendere in che senso possiamoprofessare che Cristo è il solo salvatore dell'umanità.

Per rispondere a questo, i cristiani pensano di avere bisogno delle altre religioni; per quantorispettoso, il dialogo è destinato a continuare per qualche tempo. Questo verrà studiato in profonditàa quattro livelli:

* Un dialogo fondamentale dovuto al fatto di viverlo insieme.

* Un dialogo fondamentale sulla salvaguardia e lo sviluppo dei valori umani e umanitari.

* La condivisione di esperienze spirituali, cioè mistiche.

* L'interscambio teologico e il confronto dei linguaggi su Dio.

Il Concilio Vaticano II ha dichiarato che le altre religioni sono "semi del Verbo". Giovanni Paolo II,con un'espressione profetica, ha affermato: "Quando una persona prega, è lo Spirito che la fapregare".

Alcuni uomini e alcune donne hanno lasciato un segno nella storia della Chiesa attraverso la lorotestimonianza di fedeltà a Dio e di fiducia nell'umanità. Tra questi testimoni, Francesco d'Assisi èstato, e continua ancora ad essere, un simbolo di pace, riconciliazione e fraternità per le decine dimigliaia di persone che lo venerano in tutto il mondo.

A) Il dialogo nella vita di Francesco d'AssisiPer tutta la sua vita Francesco d'Assisi, oltre che un uomo di preghiera, fu anche un uomo didialogo. È questo stile di presenza nel mondo che egli privilegiò per entrare in relazione con Dio,gli uomini, le donne, i suoi fratelli, le sue sorelle e l'intero creato.

È facile individuare dei momenti della sua vita nei quali il dialogo gioca un ruolo centrale, quello didirigere verso la riconciliazione, la pace e la fraternità. Noi non desideriamo presentare qui unelenco dettagliato, poiché tale lavoro sarebbe troppo lungo, ma intendiamo indicarne alcuni chesono correlati con differenti forme di dialogo.

Page 104: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

• Un dialogo che converte: Signore, cosa vuoi che io faccia? (cfr. LegM 1,3).• Un dialogo che libera: come San Francesco sanò miracolosamente il corpo e l'anima di un

lebbroso (cfr. Fior 25).• Un dialogo che porta la pace: come San Francesco addomesticò, per effetto del potere

divino, un ferocissimo lupo (cfr. Fior 21).• Un dialogo che apre il cuore: come San Francesco insegnò a frate Leone in che cosa

consiste la perfetta letizia (cfr. Fior 8).• Un dialogo basato sulla pratica di vita: la sua conoscenza delle Scritture; il suo spirito

profetico (cfr. LegM 11,1).• Uno spirito che si apre agli stranieri: l'incontro con il Sultano (cfr. LegM 9,8).• Un dialogo che cura: il lebbroso (cfr. 1 Cel 146); il sordo e il muto (cfr. 1 Cel 147-148).• Un dialogo che trasforma: come San Francesco convertì tre pericolosi ladri e assassini (cfr.

Fior 26).

B) Evangelizzare nel dialogoUn nuovo Servizio per il Dialogo nella Curia Generale OFM.

LINEE DIRETTIVE

Motivazioni

1. L'evangelizzazione, che in San Francesco ebbe una caratteristica davvero speciale, ildialogo, è un elemento essenziale della vocazione dell'Ordine. Il Definitorio Generale,perciò, seguendo il mandato dei Capitoli Generali del 1991 e del 1997, considera urgenteapprofondire, sostenere e promuovere l'impegno dell'Ordine per l'evangelizzazioneattraverso l'istituzione di strutture che aiutino i Frati Minori a entrare in un contatto positivoe fraterno con tutti i popoli, senza ostacoli di carattere religioso e/o culturale, per annunciareil Vangelo riconoscendo e rispettando i valori propri delle differenti culture.

2. Incoraggiato da questo mandato e desiderando esprimere concretamente il capitolo V delleCC.GG., il Definitorio Generale ha raccolto i risultati di precedenti consultazioni e decisioniper riunire in una visione unitaria le dimensioni contemplativa ed evangelizzatrice dellavocazione francescana, sottolineando allo stesso tempo il tratto comunitario, fraterno eaperto dell'evangelizzazione francescana e l'impossibilità di separare la formazionedall'azione, la testimonianza dall'annuncio.

3. Il Definitorio Generale, raccogliendo i frutti del lavoro portato avanti finora e riassunto neldocumento "Riempite la terra del Vangelodi Cristo" (cfr. 1 Cel 97), invita i frati a considerare la loro vocazione nell'ampio orizzontedi una situazione mondiale in continua evoluzione.

4. Lo stato delle relazioni umane alle soglie del terzo millennio e i più recenti documenti delmagistero della Chiesa pongono il dialogo al centro dell'attenzione e delle preoccupazioni dicoloro che cercano la pace e il benessere dell'umanità.

5. Anche il continuo riferimento da parte del Papa e delle autorità rappresentative delle Chiesee delle religioni al nostro Padre come promotore di riconciliazione, di dialogo e di pace,nonché il loro pressante e ripetuto invito ai frati a portare avanti la missione di Francesco,rendono l'impegno per il dialogo una delle prerogative del carisma francescano. Infatti, nelnumero crescente di coloro chesi occupano di promuovere la riconciliazione e la pace si manifesta lo spirito che ha animatol'esperienza umana e cristiana di San Francesco.

6. San Francesco è stato ed è veramente un uomo di dialogo nel senso stretto della parola.Attraverso la sua intensa e radicale esperienza cristiana, egli è un uomo universale,riconciliato con Dio, con se stesso, con tutti gli esseri umani e con l'intero creato. Egli portaa tutti il messaggio evangelico con umiltà e carità.

Page 105: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

7. Perché lo spirito di San Francesco possa essere significativo per la gente di oggi, però, essodeve essere anche lo spirito di tutti i francescani, e dovrebbe animare e caratterizzare tutta laloro opera di evangelizzazione.

8. Infatti, la cultura e l'umanesimo francescani offrono una risposta autentica ai problemiemergenti nelle varie culture e una speranza ben fondata di risolverli. In un mondocaratterizzato da disarmonie che influenzano direttamente gli esseri umani nel loro rapportocon il creato e nelle relazioni reciproche tra persone e popoli, l'evangelizzazionefrancescana, solidamente basata sulla propria spiritualità, sulla visione francescana dellapresenza di Dio, sull'umanità di Cristo e sulla concezione dell'uomo intelligente, è capace didare una risposta di speranza proponendo una cultura di prossimità, una cultura ecologica ecosmica, una cultura di dialogo. È la via che rende possibile l'inculturazione del Vangelo nelcuore dell'uomo di oggi (cfr. Il discorso di Giovanni Paolo II al Pontificio Ateneo"Antonianum", con il mandato all'Ordine di essere evangelizzatori di speranza). Il progressodella tecnologia e delle scienze, lo sviluppo e la diffusione dei mezzi di comunicazione, lareciproca influenza tra le culture, la velocità dell'informazione, il moderno mondo deicomputer hanno creato nuove situazioni che chiedono a noi Frati Minori, se desideriamoessere fedeli alla nostra vocazione, una risposta che dovrebbe permetterci di assumere ivalori esistenti e di purificare quello che potrebbe violare la dignità umana. Seguendol'esempio di Francesco, che desiderava portare a tutti il Vangelo fatto vita, la nostra forma divita deve rispondere alle nuove sfide dell'umanità in un atteggiamento di dialogo.

9. L'universalità dell'esperienza religiosa di San Francesco ed il suo modo di comportarsi conle autorità islamiche offrono un esempio di dialogo con i membri di altre religioni che hadimostrato di convincere e coinvolgere i rappresentanti di ogni credo.

10. L'esperienza della riconciliazione, la centralità della Parola di Dio, la relazione con il creatoe il modello della comunità francescana come stile di vita ecclesiale rendono l'esperienzafrancescana un punto di riferimento per il dialogo ecumenico.

11. La vocazione unitaria dei frati all'ecumenismo e al dialogo nasce da tutti questi elementi. Èproprio per questo che il Ministro Generale desidera impegnare l'Ordinenell'evangelizzazione con nuova energia e in nuove forme. Il Definitorio Generale sostienequesto rinnovato impegno attraverso la creazione di un organismo che desidera essere segnodi una volontà attiva, occasione di aiuto e coinvolgimento di tutte le forze attualmenteimpiegate nei campi della formazione e dell'evangelizzazione, in modo che le direttive delMinistro Generale non rimangano semplicemente sulla carta.

Struttura

12. È istituito il Servizio per il Dialogo (SD), articolato in tre settori:

• dialogo ecumenico• dialogo interreligioso• dialogo con le culture.

Commissione per il Dialogo Ecumenico (CDE)

Motivazioni

1. Non è solo il Concilio Vaticano II che impegna la Chiesa cattolica e ogni cristianoall'ecumenismo e al dialogo (cfr. specialmente i documenti Unitatis Redintegratio e NostraAetate). Anche l'attuale Papa ha recentemente sottolineato, con tre importanti documenti, lanecessità e l'urgenza dell'impegno per l'unità dei cristiani allo scopo di raggiungere l'unità ditutti gli uomini (cfr. le Lettere Apostoliche Tertio Millennio Adveniente e Orientale Lumen el'enciclica Ut Unum Sint).

Page 106: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

2. L'Ordine dei Frati Minori non può sottrarsi a questa nuova consapevolezza o a questi nuoviorientamenti. Infatti, stabilendo la nostra presenza nei paesi della Comunità degli StatiIndipendenti, le autorità dell'Ordine hanno seguito, fin dai primi passi, i principi di dialogo edi collaborazione proclamati dalla Chiesa cattolica. Il risultato di buone relazioni stabilitecon i principali Patriarchi ortodossi è il frutto di un impegno umile e convinto a servizio deldialogo.

3. La nuova situazione che sta emergendo alle soglie del terzo millennio è caratterizzata dadomande finora sconosciute, che richiedono che l'impegno ecumenico dell'Ordine assumastabilità e continuità in modo da offrire a tutti i frati l'opportunità di cultura e formazioneecumenica.

Commissione per il Dialogo Interreligioso (CDI)

Motivazioni

1. "[...] la Chiesa esamina con maggiore attenzione la natura delle sue relazioni con le religioninon-cristiane. [...] esamina qui innanzitutto ciò che gli uomini hanno in comune e che lispinge a vivere insieme il loro comune destino. Una sola comunità infatti costituiscono ivari popoli. Essi hanno una sola origine poiché Dio ha fatto abitare l'intero genere umano sututta la faccia della terra (cfr. At 17,26)" (NA 1).

2. "La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa consideracon sincero rispetto quei modi di agire e di vivere [...]. Essa perciò esorta i suoi figliaffinché, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguacidelle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana,riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali chesi trovano in essi" (NA 2).

3. "Se, nel corso dei secoli, sono sorti non pochi dissensi e inimicizie [...], il SacrosantoConcilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutuacomprensione, nonché a difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustiziasociale, i valori morali, la pace e la libertà" (NA 3).

4. La storia dei Frati Minori è ricca di incontri con membri di altre religioni, specialmente diquelle chiamate storiche: giudaismo, islamismo, induismo e buddismo. C'è un legamespeciale con il giudaismo. La Chiesa "afferma che tutti i fedeli di Cristo, figli di Abramosecondo la fede, sono inclusi nella vocazione di questo Patriarca [...]. Per questo la Chiesanon può dimenticare che ha ricevuto la rivelazione dell'Antico Testamento per mezzo diquel popolo con cui Dio, nella sua ineffabile misericordia, si è degnato di stringere l'AnticaAlleanza [...]. Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e adebrei, questo Sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutuaconoscenza e stima, che si ottengono soprattutto dagli studi biblici e teologici e da unfraterno dialogo" (NA 4).

5. Riguardo all'islamismo, è stato fatto un considerevole sforzo per continuare la nostrapresenza francescana e per aiutare tutti i fratelli e le sorelle che lavorano in paesimusulmani. Dal 1982 il Definitorio Generale sostiene questo aspetto del dialogointerreligioso attraverso la Commissione Internazionale OFM per le Relazioni con iMusulmani. "Sull'esempio di san Francesco e dei primi missionari dell'Ordine i fraticontinuino a mantenere viva la loro presenza umile e devota tra le popolazioni di religioneIslamica, per le quali parimenti non c'è nessuno onnipotente eccetto Dio" (CC.GG. 95,3).

6. "Tra i credenti delle altre religioni la presenza dei frati sia improntata alla benevolenza e alrispetto. Infatti Dio li ha affidati alla loro opera, affinché con essi sia edificato il suo popolo"(CC.GG. 95,2). Perciò, il Definitorio Generale desidera promuovere la formazioneinterreligiosa dei frati con la creazione della Commissione per il Dialogo Interreligioso eprende delle misure riguardo alle sue strutture ed attività.

Page 107: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Commissione per il Dialogo con le Culture (CDC)

Motivazioni

1. L'evangelizzazione è una parte essenziale della vita del Frate Minore. Noi evangelizziamoperché è necessario aiutare la persona umana a trovare una risposta alle proprie ansietà.L'obiettivo principale dell'evangelizzazione è la persona, non l'aumento del numero deicredenti. Inoltre, l'amore di Gesù Cristo per la persona spinge la Chiesa, e quindi l'Ordine, acontinuare la propria missione.

2. L'evangelizzazione non penetra nelle profondità della persona umana se non raggiunge laparte più intima della cultura in cui questa vive. "Una fede che non diventa cultura è unafede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta".

3. L'evangelizzazione delle culture ha come conseguenza l'inculturazione del Vangelo. Lasintesi tra cultura e fede non è solo una necessità della cultura, ma anche della fede. "Se,infatti, è vero che la fede non si identifica con nessuna cultura ed è indipendente rispetto atutte le culture, non è meno vero che, proprio per questo, la fede è chiamata ad ispirare, adimpregnare ogni cultura".

4. La profonda inculturazione della fede produrrà valori cristiani che avranno la loro basenell'amore di Dio e nell'amore del prossimo, compendio dell'intero cristianesimo. Da questopunto di vista, la CDC lavorerà all'interno del Servizio per il Dialogo (SD), in modo che ifrati cooperino con buona volontà allo sviluppo di questo processo di inculturazione (cfr.CC.GG. 92,2), che è chiamato ad impregnare tutta la loro azione pastorale.

5. Molti elementi culturali dei popoli sono manifestazioni dei "semi della Parola di Dio" (cfr.CC.GG. 93,2). Ma questa presenza non significa che le culture siano già evangelizzate.L'Ordine dei Frati Minori ha riaffermato nella propria antichissima tradizione l'urgenza diannunciare il messaggio del Vangelo in tutte le epoche, in tutti gli ambienti e in tutte leculture. La presenza di Frati Minori che rispettano le culture è un'esperienza della storiadella nostra fraternità. La diversità di popoli, razze, religioni e culture con cui i Frati Minorisono in relazione attraverso la loro vocazione esige da loro una preparazione speciale, che liaiuterà a condurre più facilmente un'attività fruttuosa.

6. Per la loro vocazione, i Frati Minori sono chiamati a "riparare la mia Chiesa" in ognigenerazione. Ciò può essere raggiunto solo attraverso l'evangelizzazione. Questa azione puòessere realizzata solo tramite una sincera attività di evangelizzazione delle culture, chegiustifica l'esistenza di un organismo che aiuti il Ministro Generale e il suo Definitorio adanimare questo impegno, che è parte essenziale della vocazione ricevuta dal Signore.

7. Avendo chiara la loro identità, che nasce dalla loro vita totalmente evangelica, i Frati Minorisapranno come discernere i valori delle culture autentiche, evitando ogni sincretismo erifiutando gli antivalori che le false culture o le anticulture vogliono introdurre nei diversipopoli. Allo stesso tempo, l'inculturazione del Vangelo richiede il rispetto delle varie formein cui si manifesta la cultura di chi evangelizza; mentre egli porta il Vangelo, le culturearricchiscono il Frate Minore e fanno crescere lui e la sua fraternità religiosa. L'Ordineevidenzia nella diversità dei frati, che provengono da culture differenti, la varietà con cui èpossibile essere fedeli al carisma ricevuto.

Seguendo le orme di San Francesco, l'ex Ministro Generale HERMANN SCHALÜCK si èconcentrato sulla necessità del dialogo recandosi in vari paesi ad incontrare i capi religiosi di tutto ilmondo. Questo esempio concreto è stato sottolineato dai frati che cercano di impegnarsi in undialogo costruttivo con i membri di altre religioni e di altri gruppi etnici, specialmente in situazioniin cui queste differenze sono state alla base di tensioni, conflitti o guerre, come nel Distretto deiGrandi Laghi in Africa o nella ex Iugoslavia.

Commissione OFM per il Dialogo Interreligioso

Page 108: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Esempi dalla vita dei frati...

Nell'attuale mondo multiculturale, il dialogo tra fedi differenti è una chiave essenziale per la pace.Poche persone hanno capito ciò meglio di FRANÇOIS PAQUETTE, ex capo della CommissioneFrancescana per le Relazioni con i Musulmani. Formatosi come neuropsichiatra a Montreal, inCanada, si trovò ad occuparsi sempre più di pazienti provenienti dallo Sri Lanka, dall'India, dallaCina e dal Vietnam presso il centro di igiene mentale dove lavorava prima di entrare nell'Ordine nel1987. Rimase affascinato dalle diverse culture e religioni che stavano rapidamente diventando unaparte permanente della sua città natale; la sua curiosità lo portò a cominciare a collaborare comevolontario presso un centro interculturale locale.

Ma fu solo mentre stava facendo il suo noviziato che Paquette scoprì realmente la forza di taliattività interreligiose. Uno dei frati stava organizzando una riunione locale nello spirito dell'incontrodi pace svoltosi ad Assisi nel 1986 ed egli andò a dare una mano. "Per me era una specie dimiracolo", ricorda con un sorriso. "Ero sbalordito al vedere i capi di tutte le differenti religioni diMontreal riunirsi a pregare per la pace invece di lottare l'uno contro l'altro". Gli occhi di Paquette siilluminano quando spiega come l'iniziativa annuale si è sviluppata con la sua partecipazione adessa. "Ora abbiamo circa un centinaio di diverse delegazioni delle popolazioni indigene, i baha'i, gliindù dello Sri Lanka, i buddisti vietnamiti, i buddisti tibetani, i buddisti del Laos, i buddisticambogiani, due gruppi di ebrei, musulmani sciiti e sunniti, sikh e anche cristiani di sedici diversedenominazioni _ circa un migliaio di persone in tutto che vengono nel nostro convento di Montreala pregare per la pace! L'ambiente è molto scarno, c'è solo una semplice croce su cui poniamo unabandiera per ciascuna delle diverse religioni che partecipano e una grande raffigurazione di unacolomba, che simboleggia la pace. Vogliamo che ognuno si senta a proprio agio e dopo sono tuttiinvitati a condividere con noi un pasto vegetariano". Tale raduno annuale, trasmesso in diretta allaradio e in televisione, può essere visto come l'attività francescana di maggior rilievo a Montreal. Madurante tutto l'anno Paquette e i suoi fratelli sono ugualmente impegnati in molteplici attivitàconcrete per sostenere i membri di molte altre religioni presenti in città. Queste possono includere ilfare petizioni per il terreno per la costruzione di una pagoda vietnamita, il protestare contro ungruppo di skinhead che hanno inciso graffiti sulle tombe degli ebrei, l'organizzare un funeraleislamico-cristiano o l'intervenire per soffocare la violenza tra sikh e musulmani presso una scuolasuperiore locale. "Quest'ultimo esempio", dice Paquette, "fa vedere realmente come possiamo avereun'influenza significativa sul futuro della nostra società. Lavorando insieme con un capo sikh ed unimam, abbiamo potuto mostrare ai ragazzi i numerosi aspetti delle loro culture che essi han-no incomune con persone di altre fedi. Quando essi cominciano a vedersi gli uni gli altri come personereali piuttosto che come parte di gruppi stereotipati, possono abbandonare i pregiudizi che sono statitrasmessi loro e perfino cominciare a sfidare gli atteggiamenti dei loro stessi genitori".

Ci sono molti altri esempi di francescani che promuovono il dialogo e la pace tra i giovani, talvoltaattraverso programmi di educazione, più spesso semplicemente mettendo quotidianamente incontatto le une con le altre famiglie di differenti gruppi etnici. Una scuola materna interreligiosa inBosnia o una scuola per musulmani e cristiani nel Libano meridionale aiutano i bambini di questeturbolente parti del mondo a crescere con un rispetto maggiore per le abitudini e le tradizioni dellepersone di altre fedi. Un festival cinematografico e mediatico a carattere interreligioso che si tieneogni anno al Cairo influenza migliaia di giovani e li aiuta a superare i pregiudizi del passato.L'intento dei francescani non è mai quello di essere visti come "organizzatori" di eventi o attività,ma piuttosto quello di facilitare questo "dialogo della vita quotidiana".

In Marocco, dove la popolazione è quasi interamente musulmana, i frati sono profondamenteconsapevoli della forma di testimonianza offerta dalla loro continua presenza. BERTRANDCOUTURIER ha trascorso metà della sua vita tra la gente del Marocco e ha visto molti giovanimusulmani crescere e trovare lavoro dopo aver frequentato qualcuno dei corsi che i francescanioffrono. Sui monti dell'Atlas, meglio conosciuti per la tragedia dei monaci trappisti in Algeria, un

Page 109: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

piccolo numero di frati e di suore Missionarie Francescane di Maria insegnano ai ragazzi del luogole tecniche di base della falegnameria, mentre le ragazze imparano il ricamo e altri mestieri utili perdivenire membri produttivi della società. Le suore mettono anche a disposizione un ambiente dovele giovani donne possono andare a partorire e ad apprendere qualcosa su temi come la salute el'educazione, che aiutano a promuovere la loro dignità umana.

Nella città di Meknes, in Marocco, altri tre frati dirigono il Centro Sant'Antonio, biblioteca e centroculturale che fornisce corsi di cultura e letteratura islamica, lezioni di lingua e attività sportive acirca 600 studenti del luogo. Essi sono aiutati da un gruppo di dodici volontari, che si sonodiplomati al centro e ora vogliono collaborare con i frati. GUSTAVO SANCHEZ è un giovane fratemessicano che ha trascorso due anni sui monti dell'Atlas e altri quattro vivendo e lavorando con glistudenti del Centro Sant'Antonio. Dopo aver concluso i suoi studi a Roma, egli intende ritornare inMarocco per portare avanti il suo lavoro là. "È un progetto gestito dagli studenti stessi", spiega."Ogni mese ci incontriamo per decidere cosa vogliamo fare, come vogliamo lavorare e in che modopossiamo aiutare gli studenti a comprendere e apprezzare meglio la cultura in cui vivono. Peresempio, durante il mese del Ramadan modifichiamo gli orari dei corsi e lavoriamo per tutto ilgiorno senza la pausa per il pranzo. Ciò ci consente di digiunare insieme ai musulmani e dà loro iltempo di preparare i pasti speciali con le loro famiglie".

Nonostante le continue tensioni tra le popolazioni croata, musulmana e serba della ex Iugoslavia, ildecimo anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace (Assisi, 1986) ha fornitoun'occasione per vari sforzi mirati a promuovere il dialogo interreligioso a Sarajevo, Mostar eSpalato. A Sarajevo si è tenuta presso l'Accademia delle Arti e delle Scienze della Bosnia-Erzegovina una tavola rotonda sul tema del ritorno dei profughi come condizione preliminare peruna pace duratura; ad essa sono intervenuti l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per iRifugiati, l'Organizzazione Internazionale per la Migrazione e rappresentanti ufficiali dei governibosniaco e croato. C'è stata anche una preghiera interreligiosa presso il cimitero di Sarajevo, con lapartecipazione di una delegazione di suore e frati francescani di Assisi, che ha donato un olivo dapiantare a Sarajevo come segno di pace. MARCO ORSOLIC ha lavorato assiduamente per sfruttarequeste iniziative in modo molto concreto, aiutando ad aprire a Sarajevo nel dicembre del 1996 uncentro multiculturale con una biblioteca.

La popolazione curda dell'Iran, dell'Iraq, della Turchia e della Siria chiede da molto tempo unapatria unificata, dopo secoli di dominio da parte di governanti oppressivi. Le loro comunità che simoltiplicano in esilio in tutta la Germania hanno portato nuove opportunità di amicizia ecollaborazione. Come membri della Commissione GPSC dei frati tedeschi, JÜRGEN NEITZERT ealtri fratelli hanno lavorato accanto a sette organizzazioni di pace cristiane nella "Campagna controil commercio delle armi". Insieme agli altri membri di questa campagna, hanno cominciato asuscitare la presa di coscienza dell'importantissima relazione esistente tra la vendita di armamentitedeschi e la condizione del popolo curdo in Iraq e in Turchia. Jürgen Neitzert si è recato innumerose occasioni in Turchia insieme ad amici curdi, portando aiuti umanitari e un leggerosentore di pace alle persone che vivono in rifugi di fortuna nei quartieri poveri di Ankara,Diyarbakir, Istanbul e di altre città turche. Punteggiano la campagna più di tremila villaggi, ora cittàfantasma a causa dell'evacuazione forzata che accompagna i maltrattamenti dei militari turchi neiconfronti della popolazione curda. La sola città di Diyarbakir ha quadruplicato la propria estensionedai primi anni '80. Gli abitanti dei sobborghi curdi storicamente autosufficienti sono spesso costrettia cercare il cibo nei mucchi di rifiuti e molti soffrono di serie infezioni bronchiali durante tutto ilrigido inverno. Jürgen e i suoi colleghi incoraggiano incontri comunitari tra i curdi e i turchi chevivono in Germania e i capi dei partiti politici tedeschi, per cercare di fermare il commercio di armi.Come francescano, Jürgen si è sentito chiamato in modo singolare ad incoraggiare soluzioni nonviolente e la collaborazione tra cristiani e musulmani.

Page 110: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Lavorando insieme per la giustizia e la pace, persone di differenti tradizioni cristiane spessoscoprono lo stesso profondo impegno personale per gli altri, che è parte essenziale della loro fede.Circa sette anni fa, i francescani irlandesi iniziarono un ministero di pace e riconciliazione tra icattolici e i protestanti a Rossnowlagh, in Irlanda. Rossnowlagh è una delle tre "Case con unministero specifico" organizzate dai frati irlandesi _ le altre sono una fraternità di preghiera aKillarney e il complesso di Merchants Quay (molo dei mercanti) a Dublino _ ed è particolarmenteben situata a Donegal, vicino al confine che separa la Repubblica e il Nord. Il Centro offre ospitalitàa circa trenta persone ed è un luogo dove cattolici e protestanti possono andare da tutta l'Irlanda adincontrarsi, pregare e riflettere sulla riconciliazione. Per dare impulso alle normali attività delCentro, vengono organizzate regolarmente conferenze con oratori ospiti. JOHN O'KEEFE, ildirettore del Centro, ha aiutato a creare una rete di "esperti" sulla preghiera e la riconciliazione,affiliati informalmente a Rossnowlagh. Il Centro sta attualmente completando una biblioteca, chesarà collegata alla casa di ritiro e conterrà collezioni speciali sul dialogo interreligioso e sullapacificazione.

Per più di dieci anni pastore della Chiesa di Nostra Signora della Carità a Brooklyn, New York,negli U.S.A., ROBERT SEAY, un noto opposito-re della pena capitale, è stato strettamentecoinvolto negli sforzi per trovare soluzioni pacifiche a situazioni difficili che coinvolgono tensionirazziali ed etniche. Nell'"incidente di Howard Beach", un giovane afroamericano ucciso da unagang di giovani bianchi era il figlio di uno dei parrocchiani di Robert. L'omicidio causò gravidisordini razziali nella città di New York. Robert lavorò in molti modi con i capi politici e religiosie servì da consulente alla famiglia del giovane ucciso nello sforzo di raggiungere la pace. Lasemplicità e dignità del funerale che Robert organizzò fu un fattore significativo nel trattenere letensioni razziali dall'esplodere.

In un altro incidente, conosciuto come "rivolta di Crown Heights", un ebreo hasid fu ucciso da unafroamericano. Robert ed altri sacerdoti furono convocati alla stazione di polizia per aiutare aevitare il degenerare della situazione. Robert lavorò con il sindaco della città di New York di quelperiodo, David Dinkins, dando un sostegno morale ai suoi sforzi per assicurare la giustizia el'armonia razziale. In conseguenza della rivolta di Crown Heights, si costituì una coalizione peresaminare come promuovere in modo permanente nella città un dialogo significativo tra gruppietnici e culturali diversi.

Anche il programma dei Pastori per la Pace, che ha aiutato a trasportare ingenti quantità di fornituredi base e di materiale da costruzione ai popoli del Salvador e del Nicaragua, è fondato sullacollaborazione ecumenica. Nel corso di un ventennio di organizzazione di comunità, ED DUNN hascoperto che la collaborazione intercristiana è una componente essenziale delle iniziative di pace egiustizia sociale. Ed si è recentemente unito ad un ministro presbiteriano, Chris Hartmire, e a uncoordinatore di progetto locale, Ellen Rogers, nell'organizzare una celebrazione di gemellaggio aSacramento, in California. L'incontro, chiamato "Celebrare la speranza", è stato il culmine di quasiun decennio di collaborazione tra la popolazione di Sacramento e la "nuova città" di San Bartolo,nel Salvador. Attraverso il suo sostegno al progetto del gemellaggio con San Bartolo e il suoininterrotto coordinamento del Pellegrinaggio centroamericano, Ed ha condotto centinaia difrancescani e di loro parrocchiani a imparare di più circa la vita e la testimonianza intramontabiledei martiri dell'America Centrale. Per Ed, tali sforzi di collaborazione per la giustizia sono piùefficaci quando sono parte di una comunità di fede condivisa.

PHILIPPE SCHILLINGS si è convinto che i francescani hanno doni speciali da dare all'impegnoper gli immigrati in tutto il mondo. Egli è stato missionario in Brasile per venti anni prima diritornare nel suo paese di origine, il Belgio, nel 1985, a lavorare con gli immigrati portoghesi. Comedirettore dell'Ufficio Europeo della Commissione Cattolica Internazionale dell'Emigrazione aBruxelles, Philippe fu avvicinato da un immigrato curdo, che gli disse: "Il nostro sindacato habisogno di un cappellano e noi vogliamo che lo faccia lei". Philippe replicò: "Perché io? Io sono

Page 111: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

cattolico e voi siete musulmani". Il curdo rispose: "Ma lei è un francescano; voi frati siete un pontetra musulmani e cattolici". Philippe è convinto del bisogno di sviluppare una spiritualità su taleruolo di "costruttori di ponti". Oggi che i paesi dell'Europa dell'Est lottano per riassestare le loroeconomie e le loro strutture sociali dopo decenni di controllo comunista centralizzato, migliaia dipersone stanno ancora bussando alle porte delle nazioni dell'Europa occidentale, alla ricerca di asilopolitico o semplicemente di una vita migliore. Piuttosto che focalizzarsi solamente sui problemi esull'impatto negativo dell'immigrazione, Philippe aggiunge: "Dobbiamo sottolineare gli aspettipositivi dell'arrivo di nuovi venuti in mezzo a noi. Spesso, i francescani si trovano più a loro agionell'aiutare i profughi e gli immigrati nei loro bisogni immediati di cibo, vestiario e riparo. Madobbiamo anche pensare a lungo termine alla loro situazione e giocare un ruolo di sostegno perloro. Focalizzare l'attenzione internazionale sulle cause alla base dell'emigrazione è di importanzacruciale perché tutti i popoli possano godere del diritto fondamentale di vivere una vita decente nelloro paese di origine".

Il desiderio di condividere più profondamente la vita quotidiana della locale popolazione indù haportato SCARIA VARANATH e SWAMI DAYANAND a spostarsi dal loro tradizionale conventofrancescano in India e a creare la loro comunità ashram, a circa 300 km a nord di Bangalore.Dipendendo totalmente dalle donazioni della popolazione locale, i due uomini vivono una vitamolto semplice di preghiera e meditazione, in una casa donata loro dal vescovo del posto e sempreaperta a chiunque voglia andare a parlare, imparare, meditare o semplicemente condividere un pastocon i due frati. "Molta gente comune viene per stare con noi all'ashram per alcuni giorni", diceScaria, "anche dei ricchi che stanno cercando una luce o un significato nella loro vita". Scariaricorda come, crescendo in una famiglia cattolica molto tradizionale nei giorni precedenti ilConcilio Vaticano II, gli era stato insegnato a temere le altre religioni. "I miei genitori e le autoritàdella Chiesa mi dicevano di non parlare con persone di altre fedi e di non guardare neppure i templie gli dei indù". Ora dice che i suoi studi delle scritture e della letteratura indù lo hanno portato a unamaggiore penetrazione nella sua visione fran-cescana del mondo. "L'induismo è basato su unaprofonda visione spirituale dell'unità della realtà, in cui i fiumi, i mari e ogni cosa vivente sono unamanifestazione del divino e quindi devono essere trattati con rispetto".

Portare alla vita lo spirito di San Francesco in mezzo a culture e religioni diverse era l'idea chespinse a stabilire un centro per ritiri vicino a Bangkok, in Tailandia, nel 1985. Oggi tale centrooffre ancora un luogo per la meditazione e la preghiera, ma si è allargato ad includere una casa diaccoglienza per malati di AIDS, quasi tutti buddisti che non hanno nessun altro posto dove andare amorire in pace. Questo è uno dei molti esempi presenti nel mondo di dialogo attraverso gesticoncreti piuttosto che attraverso idee intellettuali. Uno dei frati che lavorava là, ANTONIOEGIGUREN, ricordando come la maggior parte della gente del posto confondeva San Francescocon Sant'Antonio, così si esprime: "Essi erano semplicemente due statue che si potevano vederenelle chiese cattoliche! Noi volevamo mostrare alla gente il volto di San Francesco attraverso ilnostro stile di vita semplice e attraverso il nostro servizio ai più bisognosi". La casa può accoglierefino a dieci pazienti e ha fatto molto per combattere le paure e i pregiudizi che circondano quel tipodi cura per persone che stanno morendo di AIDS. I frati non sono interessati a convertire alcristianesimo i loro pazienti, ma raccontano la storia toccante di una giovane madre di due bambinipiccoli, giunta al centro dopo che suo marito era morto di AIDS. Non molto tempo prima di morireanche lei per la malattia, disse a uno dei frati che Me Pra (Maria) era venuta a vi-sitarla e aconfortarla durante la notte. "Ma tu sei buddista", replicò ilfrate. "Sì", disse lei, "ma Me Pra sa cosa significa essere una madre che soffre".

Riferimenti alle Costituzioni Generali OFM

Articolo 70

Page 112: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

[...] impegnati a promuovere la reciproca accettazione e benevolenza tra gli uomini, i frati sianostrumento della riconciliazione operata dalla croce di Gesù Cristo.

Altri riferimenti: art. 68,1-2; 93,1; 94; 95,1-3; 96,1-3; 127,3.

Domande per la discussione

1. Quali sono i più grandi gruppi cristiani nel tuo paese (oltre ai cattolici)? Ti unisci mai a loronella preghiera? Nel dialogo formale? Nelle opere di carità?

2. Quali sono i più grandi gruppi non cristiani nel tuo paese? Ti sei mai unito a loro nellapreghiera per la pace nel mondo o per qualche altra intenzione? Nel dialogo formale? Nelleopere di carità?

3. Come è visto San Francesco dai gruppi cristiani e non cristiani del tuo paese? Sepositivamente, hai usato questo fatto come un possibile punto di partenza per il dialogo?

4. La tua comunità locale o la tua fraternità provinciale partecipano a dialoghi ecumenici ointerreligiosi nello spirito dell'incontro dell'ottobre del 1986 ad Assisi, dove i capi religiosisi riunirono per pregare per la pace nel mondo? La storia di Francesco che incontra ilSultano ti incoraggia a partecipare al dialogo interreligioso? Con quale atteggiamento?

5. Quali ostacoli al dialogo potresti incontrare? Quali la tua comunità locale? Quali la tuafraternità provinciale?

6. Puoi identificare nella vita di San Francesco altre forme di dialogo come quelle che sonostate suggerite sopra?

7. Quali indicatori ricorrenti noto nel modo in cui Francesco d'Assisi entra in dialogo? Qualisono le sue forze chiave nel promuovere il dialogo?

8. Quale tipo di dialogo mi sfida di più?9. Quali sono le occasioni in cui posso promuovere il dialogo nella mia vita quotidiana?10. Quali sono i fattori che possono motivarmi a fare così?11. Chi potrei coinvolgere nel dialogo (persone o circostanze)?12. Dove, in quali circostanze e come?13. Quali sono le mie paure e che cosa mi sfida?14. Quali sono le mie forze e che cosa può aiutarmi ad avere l'iniziativa del dialogo?15. Nella tua fraternità hai incontri con membri di altre confessioni cristiane o di altre religioni?

Qual è lo scopo di questi incontri? La preghiera, il dialogo, la riflessione? Qual è la tuaesperienza di questi incontri?

16. Collabori a campagne o attività a favore dei poveri, della pace o dell'ambiente?

Page 113: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

PARTE 3

SEZIONE PRATICA DEL “COME FARE

Questa terza parte presenta due sezioni. La prima descrive le strutture dell'Ordine in relazione aGiustizia, Pace e Salvaguardia del Creato. La seconda propone idee ed iniziative su come GPSCpuò essere presente in diversi ministeri. Questa seconda sezione si apre con un capitolo sull'analisidella realtà poiché, qualunque sia il nostro lavoro o la nostra attività, essi devono essere precedutida questa analisi per un discernimento migliore di quello che Dio ci chiede.

Temi:1. Il movimento Giustizia e Pace nel contesto dell'evoluzione postconciliare dell'Ordine:Capitoli e Consigli Plenari2. Le strutture di Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato nell'Ordine3. La collaborazione interfrancescana nel lavoro per GPSC4. Analisi sociale5. Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato in contesti ministerialispecifici• Vita quotidiana• Missione "ad gentes"• Ministero parrocchiale• Ministero della Parola• Ministero dell'educazione• Ministero della formazione

Page 114: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

1. il movimento Giustizia e Pace nel contesto dell’evoluzione postconciliare dell’Ordine:Capitoli e Consigli plenari

1. I cambiamenti apportati alla spiritualità dal Vaticano IINon è un'esagerazione dire che prima del Vaticano II la spiritualità era rivolta all'interiorità ecentrata sull'io e mostrava le seguenti caratteristiche:

• La salvezza è qualcosa di personale, che riguarda l'anima e la vita ultraterrena, e la praticacristiana è volta ad ottenerla.

• Il mondo è sospetto (il nemico dell'anima); la "fuga dal mondo" è suggerita come via diperfezione.

• La santificazione consiste nella purificazione e nella perfezione interiore ottenuta per mezzodelle pratiche religiose, ascetiche e morali e attraverso una vita di opere di carità.

In breve, c'era un concetto di Dio, della salvezza cristiana e della missione della Chiesa cheesentava le persone dalla preoccupazione per i problemi sociali, dall'impegno per il cambiamentosociale. Questa spiritualità tendeva a sperare che Dio sarebbe intervenuto al momento opportuno aporre rimedio al male nel mondo. Così tutto ciò che uno doveva fare era pregare per l'intervento diDio.

È certo che anche prima del Concilio Vaticano II, specialmente dalla Rerum Novarum, si stavaverificando un notevole cambiamento in questo tipo di spiritualità e che la Chiesa si occupava inmisura molto maggiore della soluzione di problemi sociali e politici. Ma è soprattutto nellaGaudium et Spes che divenne chiaro che un impegno nell'azione sociale e politica venivadirettamente associato alla missione ricevuta da Cristo: "Certo, la missione propria, che Cristo haaffidato alla sua Chiesa, non è di ordine politico, economico e sociale: il fine, infatti, che le haprefisso è di ordine religioso. Eppure proprio da questa missione religiosa scaturiscono dei compiti,della luce e delle forze, che possono contribuire a costruire e a consolidare la comunità degli uominisecondo la legge divina" (GS 42).

Tra i molti contributi del Concilio alla Chiesa, uno dei più importanti, che ne ha già condizionati esollecitati molti altri, è l'atteggiamento verso il mondo, la storia e il problema sociale. Il Concilioriuscì a far volgere alla Chiesa lo sguardo verso il mondo e verso la storia. Nella Gaudium et Spesc'è una valutazione positiva del mondo come qualcosa che è stato creato da Dio, redento da Cristo echiamato alla pienezza oltre a una analisi della realtà storica poiché qui Dio rivela se stesso comeredentore dei popoli. Il Concilio ha orientato l'intera Chiesa e ogni cristiano verso il servizio delmondo per la costruzione del Regno. Questo orientamento è stato descritto nella famosadichiarazione di apertura della Gaudium et Spes: "Le gioie e le speranze, le tristezze e le angoscedegli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e lesperanze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo" (GS 1). Attraverso l'Incarnazione, ilRegno di Dio è considerato come la trasformazione della storia. È nella storia condotta dallo Spiritoche il Regno di Dio, con la Chiesa al suo servizio, avanza sempre più. Quindi, è stata aperta unastrada nelle direzioni seguenti:

- Ascolto del mondo: capacità di leggere i segni dei tempi stando in mezzo ad esso,condividendo le sue gioie e le sue preoccupazioni. In questo modo c'è stato un esodo della Chiesaverso gli emarginati.

- Accoglienza dei desideri, dei valori, dei dolori e dei successi del mondo: libertà,uguaglianza, partecipazione, pluralismo, democrazia e preoccupazione per la giustizia. Ciòcomporta una pratica evangelica basata sulla testimonianza di vita, sul servizio, sulla collaborazionee sulla solidarietà.

Page 115: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Dall'insegnamento del Concilio sono stati fatti molti progressi teologici: nella promozione dellagiustizia come parte integrante del Vangelo (Sinodo del 1971) e nel sottolineare inoltre la forterelazione evangelica e teologica esistente tra evangelizzazione e promozione umana: "È impossibileaccettare che nell'evangelizzazione si possa o si debba trascurare l'importanza dei problemi, oggicosì dibattuti, che riguardano la giustizia, la liberazione, lo sviluppo e la pace nel mondo. Sarebbedimenticare la lezione che ci viene dal Vangelo sull'amore del prossimo sofferente e bisognoso"(EN 31). È sufficiente ricordare i sinodi, le encicliche sociali, le dichiarazioni dei vescovi, lateologia politica e della liberazione. In tutto questo è stata posta seria attenzione all'orientamentocosì spesso ripetuto da Giovanni Paolo II fin dall'inizio del suo pontificato: "L'uomo, nella pienaverità della sua esistenza, del suo essere personale ed insieme del suo essere comunitario e sociale,[...] quest'uomo è la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione"(RH 14).

Come conseguenza dello stimolo del Concilio alla Chiesa a preoccuparsi del mondo, nel 1967Paolo VI nominò la Commissione Pontificia "Giustizia e Pace", proprio come auspicato da GS 90:"Il Concilio, poi, dinanzi alle immense sventure che ancora affliggono la maggior parte del genereumano, ritiene assai opportuna la creazione d'un organismo universale della Chiesa, al fine difomentare dovunque la giustizia e l'amore di Cristo verso i poveri. Tale organismo avrà come scopodi stimolare la comunità dei cattolici a promuovere lo sviluppo delle regioni bisognose e la giustiziasociale tra le nazioni".

2. La centralità dell'impegno per la giustizia e la pace nella nuova teologia della vitareligiosaDi fronte a una situazione che vedeva la vita religiosa separata dalla società, mancante di forzasignificativa e profetica e persa in forme antiquate, il Vaticano II pianificò un adeguatorinnovamento che comportasse "il continuo ritorno alle fonti di ogni forma di vita cristiana [lasequela di Cristo conformemente al Vangelo] e allo spirito primitivo degli istituti, e nello stessotempo l'adattamento degli istituti stessi alle mutate condizioni dei tempi". A tal fine, gli istitutidovrebbero procurare ai loro membri "un'appropriata conoscenza sia delle condizioni dei tempi edegli uomini, sia dei bisogni della Chiesa, in modo che essi sapendo rettamente giudicare lecircostanze attuali di questo mondo secondo i criteri della fede e ardendo di zelo apostolico siano ingrado di giovare agli altri più efficacemente" (PC 2).

Gli Ordini, le Congregazioni e gli Istituti seguirono immediatamente la chiamata del Concilio eattraverso i documenti dei capitoli generali, dei consigli plenari e delle costituzioni generalipossiamo vedere come sia i documenti del Concilio sia altri documenti del magistero, specialmentel'Evangelii Nuntiandi e le encicliche sociali, hanno influenzato profondamente una nuovaformulazione della vita religiosa, in cui le caratteristiche evangelizzatrici e profetiche sonofondamentali, come lo sono per tutta la Chiesa. Già dalla fine del Concilio cominciarono adapparire nella vita religiosa certe tendenze fondamentali e piuttosto generali.

Per cominciare, l'opzione per i poveri e per la povertà reale all'interno degli Istituti e delle comunitàiniziò ad essere presa sul serio.

Negli Ordini e nelle Congregazioni, l'impegno per la promozione della giustizia e la difesa deidiritti umani venne ad essere inteso come parte della propria missione.

Per concretizzare questi impegni, ci fu un movimento verso piccole comunità inserite in contestipoveri, condividendo le condizioni di vita dei bisognosi e partecipando alle loro difficoltà e lotte.

Le strutture tradizionali, che molti Istituti religiosi avevano nei campi dell'educazione, del serviziosanitario, degli orfanotrofi, ecc., cominciarono ad essere messe in discussione. Nacque una correntea favore della deistituzionalizzazione, proponendo che i religiosi, uomini e donne, prestassero il

Page 116: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

loro servizio attraverso istituti distinti dai loro Istituti religiosi, sia che i primi fossero ecclesiali siache fossero secolari e civili.

Queste tendenze furono confermate nel 1980 dalla Sacra Congregazione per i Religiosi e gli IstitutiSecolari nel documento Religiosi e Promozione Umana, che offriva criteri per il discernimentodell'importanza e dell'urgenza di un'adeguata partecipazione dei religiosi alla promozione integraledelle persone. Troviamo lo stesso in Vita Consacrata, l'esortazione apostolica postsinodale sullavita consacrata (1996), specialmente nel capitolo III.

3. Evoluzione postconciliare dell'Ordine: Capitoli, Consigli Plenari, CC.GG.Dal Concilio e dalle CC.GG. del 1967, è stato fatto un grande sforzo tra i Frati Minori percomprendere la nostra vocazione nel mondo di oggi. Da allora c'è stato un intero processo disviluppo, che ha portato alle nostre CC.GG. del 1987, nelle quali l'opzione per la giustizia e la paceappare abbastanza chiaramente. In tale processo ci sono stati alcuni momenti chiave. Esaminiamoli.

Il primo momento importante è stato il Capitolo Generale di Medellín (1971). Il suo documentoLa formazione nell'Ordine dei Frati Minori dichiara che il rinnovamento dipende in gran parte dallaformazione dei frati. Al numero 7 afferma che l'intuizione di Francesco risponde ai bisogni e alleaspirazioni del mondo moderno. Al n. 8 dice che dobbiamo diventare poveri con i poveri e minoricon i minori. Al numero 10 parla del nostro inserimento nel mondo di oggi e del nostro impegnoper le sue grandi cause (cfr. Octogesima Adveniens, nn. 5; 48). Al n. 11 chiede se siamo le personeche dovremmo essere, se ci sentiamo veramente chiamati a occuparci dei bisogni del mondo; econclude affermando che questo ci chiama sicuramente ad una conversione continua da partenostra, individualmente e in comune. Al n. 26 parla della minorità come caratteristica della vitafrancescana e dice che essa rende ogni frate e la fraternità strumenti di pace.

Al capitolo V, "Dimensioni della formazione", sezione 4, "Formazione alla comunicazione con ilmondo", numero 52, parla della presenza dei frati nel mondo, perché la vita francescana non è unafuga da esso; piuttosto, sull'esempio del Verbo Incarnato, è una vita nel mondo per renderetestimonianza alla certezza della realtà trascendente e per scoprire le cose buone che Dio ha posto inesso. Quindi, al numero 53 sottolinea che di conseguenza noi dovremmo essere attenti alla realtàsociale.

In aggiunta a queste citazioni, il Capitolo di Medellín cominciò a parlare del bisogno di inserirci nelmondo di oggi, per rispondere ai suoi bisogni. Ma, per allora, esso non aveva molto da dire e, conuna certa dose di ambiguità e paura, non identificò i problemi a cui deve essere data risposta. Giànell'altro documento Le missioni dell'Ordine francescano, al capitolo V, "Noi siamo uomini dipace", afferma che, fedeli alla nostra vocazione di pace, fondamentalmente siamo uomini di pace,ma non siamo impegnati direttamente, poiché la pace per cui noi ci battiamo è il frutto dellagiustizia e dell'amore. C'è un'opzione esclusiva per la testimonianza.

Il secondo grande momento è il documento del Capitolo Generale di Madrid: La vocazionedell'Ordine oggi (1973). Qui l'accento è posto sull'oggi, poiché, se la vita e la Regola di Francesco -la vocazione dell'Ordine - è una grandezza conosciuta e per questo la nostra identità è chiara, ciòche ha bisogno di chiarimento è l'incarnazione di tale vocazione qui e ora. Questa leggedell'incarnazione è fondamentale per tutti i cristiani. Senza di essa, senza un impegno per l'uomo eper il mondo, è impossibile essere sacramento di salvezza.

Il capitolo VII è intitolato "Araldi di pace nel mondo" e il suo contenuto può essere sintetizzato neipunti seguenti.

La nostra missione essenziale consiste nel vivere il nostro progetto di vita: vivere-creare unafraternità di amore ed essere aperti al servizio di tutti, vivere in povertà e lavorando, condividere le

Page 117: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

speranze dei poveri. Il nostro contributo alla Chiesa e all'umanità è proprio questo: dare anzituttotestimonianza attraverso il nostro stile di vita (cfr. n. 31).

Il nostro desiderio di creare una comunità fraterna proprio in mezzo alla gente comporta, piaccia ono, ripercussioni sociali e politiche. E l'ammonimento è per noi di stare attenti a non confondercicon alcuna corrente e vivere perfettamente le beatitudini (cfr. n. 33).

Cominciando da questo punto di partenza, sarà possibile condividere realmente i problemi politici ele lotte sociali di oggi. A tal fine, dobbiamo avere informazioni precise, che ci permettano unaanalisi obiettiva della realtà, così come, per unire la nostra voce a quella degli oppressi, dobbiamocondividere il lavoro dei poveri e degli emarginati. Dobbiamo inserirci nel loro modo di vivere (cfr.n. 34).

Il Capitolo Generale del 1979. È soprattutto a partire da questo Capitolo Generale che l'Ordine hafatto un'opzione decisa per un impegno a favore della giustizia e della pace. Delle sette priorità cheil Capitolo stabilì per l'Ordine per il sessennio successivo, la quinta richiede che i Frati Minoricooperino alla costruzione del mondo attraverso la condivisione dei suoi problemi e attraverso unamolteplice ed intensa presenza nell'ambito degli stessi. La sesta ci invita a metterci, consapevolidella nostra posizione di promotori di pace e giustizia, a fianco di coloro che soffrono persecuzionie molteplici manipolazioni, vivendo in modo tale che le nostre stesse vite possano promuovere lapace e la giustizia.

Alla fine del Capitolo, fu preparato ed approvato un documento in cui fu fatto esplicito riferimentoalle molte pressanti questioni e alle difficoltà nel risolverli: la fame, la povertà, la mancanza di casee lavoro, l'ingiustizia, i problemi dei bambini e degli anziani, la violazione dei diritti umani, ilterribile pericolo delle armi nucleari, il degrado dell'atmosfera, come anche le emergenze concretedel momento in diversi paesi del mondo (Nicaragua, rifugiati vietnamiti, Brasile, Rodesia).

In risposta a quel Capitolo, la prima lettera del Definitorio Generale all'Ordine, datata 10 settembre1979, riguardò la tragica situazione dei rifugiati, specialmente nel Sud-est asiatico. Inquell'occasione esso annunciò la costituzione nell'Ordine di una Commissione di Giustizia e Pace,che manifestasse "l'impegno francescano" in questi problemi, in accordo con le priorità stabilite dalCapitolo Generale. Nel suo programma di governo, il Definitorio Generale annunciò anche che ogniConferenza dei provinciali avrebbe dovuto nominare una Commissione di Giustizia e Pace oalmeno cooperare con tali commissioni già esistenti nella loro regione.

Il Consiglio Plenario di Bahia (1983). Fin dai primi anni '80, c'è stata nell'Ordine unaconsapevolezza molto chiara che la nostra missione è evangelizzare nel mondo in cui ci è toccato divivere e che dobbiamo comprendere chiaramente, se desideriamo davvero dare una risposta ai suoiproblemi e ai suoi bisogni.

A causa dell'importanza del tema dell'evangelizzazione in se stesso e del bisogno per l'Ordine distudiarlo più approfonditamente in modo da discernere come i francescani possono essere mediatoritra i valori evangelici (francescani) e la cultura e la società moderne, questo divenne il soggetto delConsiglio Plenario del 1983 a Bahia, in Brasile. Qui fu approvato un documento significativo edinteressante, Il Vangelo ci sfida. Insieme ai documenti dei Capitoli Generali di Medellín e diMadrid, esso ha avuto la maggiore influenza sulle CC.GG. del 1987. Ciò diventa ovvio seosserviamo come le note in margine agli articoli che esse dedicano al tema fanno costanteriferimento a questi tre documenti; infatti, per comprendere il messaggio che le attuali CC.GG.desiderano comunicare, è essenziale leggerle alla luce dei medesimi.

Nel documento di Bahia ci viene ricordato il nostro dovere di contribuire all'evangelizzazione nellaChiesa (cap. 1) e alla costruzione della giustizia e della pace nel mondo (cap. 4), come anche il

Page 118: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

modo francescano ed evangelico in cui dobbiamo comportarci dal momento che siamo Frati Minori,mandati come fratelli (cap. 2) e minori tra i poveri (cap. 3).

Nel capitolo 4, "Strumenti di giustizia e di pace", il paragrafo più originale in riferimento aiprecedenti documenti è il n. 38. Qui sono suggerite iniziative concrete che i frati dovrebberoabbracciare. Le elencheremo insieme alle Proposte per l'Azione che il Capitolo Generale del 1985dette per il sessennio seguente, che riassumono le dichiarazioni di altri documenti in un tono simile,riferendosi all'azione piuttosto che alla teoria. Infatti, come Ministro Generale John Vaughn nel suodiscorso d'apertura al Consiglio Plenario del 1983 disse: "Ora abbiamo l'informazione. Ora abbiamola documentazione. Abbiamo l'ispirazione di molti frati apostoli che ci hanno aperto la strada.Quello che sembra necessario oggi è l'immaginazione e la stimolazione ad affrontare veramente irischi e le formidabili sfide che il Signore, la Chiesa e il mondo ci pongono davanti":

a) Pregare perché possiamo divenire uomini di pace con Dio e con l'umanità, facendo dellapreghiera e del digiuno parte dei nostri sforzi per la pace.

b) Sostenere i movimenti che cercano la pace nella nostra società partecipando personalmentead essi.

c) Appoggiare i movimenti non violenti a favore della pace, dando il nostro sostegno a coloroche, per ragioni di coscienza, sono contrari alle guerre, specialmente a quelle nucleari, e a coloroche si oppongono alla corsa agli armamenti e al traffico di armi; sostenere coloro che sonoimprigionati per le loro convinzioni e i loro sforzi nel nome della giustizia e della pace.

d) Sviluppare una pedagogia della pace, specialmente per i giovani dei nostri seminari e dellenostre scuole.

e) Cercare modi di eliminare le ingiustizie che si trovano in mezzo a noi. Questo temadovrebbe essere pienamente discusso nel capitolo locale nel corso di un anno; così dicono lePriorità del Capitolo per il 1985, perché possiamo essere testimoni credibili della pace di Cristo.

f) Ogni Provincia dovrebbe avere una Commissione Giustizia e Pace e, dove possibile, fratiche lavorano a tempo pieno per la giustizia e la pace, sostenendo altri frati già occupati inCommissioni Giustizia e Pace. I rappresentanti delle Province dovrebbero formare un'assemblea perGiustizia e Pace all'interno della Conferenza.

Questa è la strada percorsa dall'Ordine dopo il Concilio prima di arrivare alle attuali CC.GG.,approvate dal Capitolo Generale del 1985, nelle quali i temi della giustizia e della pace sono moltoin evidenza, specialmente nei capitoli IV e V.

Il Capitolo Generale del 1985. Così come approvò il testo delle CC.GG., il Capitolo Generale del1985 pubblicò un Piano sessennale (1985-1991) in un breve messaggio intitolato La nostrachiamata all'evangelizzazione. Proposte per l'azione. Il capitolo comprese che nelle CostituzioniGenerali e in altri recenti documenti francescani c'erano tre temi che venivano costantemente inrilievo: la dimensione contemplativa della nostra vita, l'opzione per i poveri/giustizia e pace, laformazione nello spirito missionario/evangelizzazione. Questi furono rapidamente noti nell'interoOrdine come le nostre "tre Priorità". Il numero 23 di questo documento riporta nove proposteconcrete nell'area di Giustizia e Pace, alcune delle quali sono state citate sopra. La riflessione su diesse, specialmente nei nostri capitoli (generale, provinciale e locale), ci fornirebbe materiale utileper la meditazione su elementi essenziali della nostra eredità, nonché l'opportunità di un proficuoesame di coscienza e un impulso verso l'attuazione delle proposte stesse.

Tre anni dopo il Capitolo Generale del 1985, il Consiglio Plenario dell'Ordine si incontrò aBangalore, in India. Anche questo Consiglio Plenario pubblicò un documento, intitolato Ministri

Page 119: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

della Parola... servi di tutti. Il Consiglio nota con soddisfazione nell'intero Ordine un reale"entusiasmo per le tre Priorità dell'ultimo Capitolo Generale" (n. 14). Esso tratta della secondapriorità (Giustizia e Pace) ai nn. 33-44. Rileva con soddisfazione che l'interesse dei frati per questitemi sembra sulla giusta strada (cfr. n. 34). "Per un numero sempre maggiore di frati il povero non èsemplicemente un fratello, ma un fratello da preferirsi" (n. 36). La povertà è vista non solo comevoto, ma anche come solidarietà con i poveri e condivisione del loro processo di liberazione (cfr. n.36). Un numero crescente di Province ha almeno una fraternità inserita in zone povere o tra gliemarginati. Alcune comunità hanno trasformato i conventi in centri per il ricovero di alcolisti,tossicodipendenti e casi simili (cfr. n. 37). Il Consiglio nota la partecipazione dei frati a campagnepacifiche per la giustizia e la pace in molte parti del mondo e constata con soddisfazione che anchel'ecologia è un problema che preoccupa un numero sempre maggiore di frati (cfr. n. 39). Inoltre,registra la creazione di Commissioni di Giustizia e Pace in molte Province e Conferenze e osservacon speciale soddisfazione che l'Ufficio di Giustizia e Pace della Curia Generale "assolve unacontinua attività di animazione e coordinazione [...] dando informazioni e proponendo modelli eprogetti" in quest'area per l'Ordine, per la Famiglia francescana e per altri settori della Chiesa (cfr.n. 40).

Il Capitolo Generale del 1991 decise di continuare con una trattazione più piena delle tre prioritàdel Piano sessennale del Capitolo del 1985, collocandole nel contesto delle CC.GG. Il Capitoloaggiunse le parole "e salvaguardia del creato" alla seconda priorità (giustizia e pace) e propose alleentità dell'Ordine di esaminare i passi concreti compiuti o da compiere nella loro opzione per ipoveri, nel loro impegno per una società di giustizia e pace e nel loro rispetto per il creato (cfr.L'Ordine e l'evangelizzazione oggi, n. 26). È un argomento appropriato per un esame di coscienza,specialmente nei nostri capitoli.

Nel 1996, il Ministro Generale Hermann Schalück pubblicò un documento sull'evangelizzazione,"Riempire la terra del Vangelo di Cristo". In questo documento egli affermò un impegno in difesadella vita nell'opera di evangelizzazione dei Frati Minori (capitolo 3,1c) e nella lista delle prioritàsottolineò anche l'opzione per i poveri (capitolo 3,2c) accanto a Giustizia, Pace e Salvaguardia delCreato (capitolo 3,2d) e Dialogo ecumenico ed interreligioso (capitolo 3,2e).

Cercando la volontà di Dio nelle Scritture, nelle nostre fonti, negli avvenimenti degli ultimi seianni, nella contemplazione dei volti di così tanti esseri umani, nella realtà dei "segni dei tempi", ilCapitolo Generale del 1997 decise di approvare un Servizio per il Dialogo, articolato in trecommissioni: dialogo ecumenico, dialogo interreligioso e dialogo con le culture. Inoltre, invitò leConferenze a studiare la convenienza di istituire nel proprio territorio tale servizio (cfr. Dallamemoria alla profezia, n. 7,1-2). Il Capitolo ratificò l'opzione preferenziale per i poveri (cfr. n. 8,2);esso "stimola ad attuare, a livello di Conferenze e in unione con la Famiglia francescana, unimpegno concreto a favore della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato, impegno chenasca dalla nostra spiritualità e costituisca il contributo francescano alla celebrazione del nuovomillennio" (n. 8,3). Inoltre, "sollecita il Definitorio Generale, attraverso l'Ufficio di Giustizia, Pacee Salvaguardia del Creato in collaborazione con tutte le Conferenze e Province, a creare una rete dipersonale e di risorse per intervenire nelle necessità dei profughi" (n. 8,4).

Pat McCloskey OFM

Page 120: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

2. le strutture di Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato nell’Ordine

UFFICIO INTERNAZIONALE (CURIA, ROMA)

C O M I T A T O D I A N I M A Z I O N E

C O N S I G L I O I N T E R N A Z I O N A L E

C O M M I S S I O N I D I C O N F E R E N Z A

C O M M I S S I O N I P R O V I N C I A L I

C O M M I S S I O N E I N T E R F R A N C E S C A N A

1) Livello provinciale2) Livello di Conferenza3) Livello internazionaleL'Ordine spera di impegnare a tempo pieno dei frati per la giustizia e la pace, dove possibile, e disostenere quelli che già lavorano negli uffici di Giustizia e Pace dell'Ordine e delle Province (cfr. IlVangelo ci sfida: riflessioni sull'evangelizzazione, n. 38,5, Bahia 1983). Mentre il contenuto dellavoro di GPSC è specifico per ciascuna Provincia e cultura, sono utili alcune raccomandazionigenerali riguardo alle strutture di GPSC ai livelli provinciale e di Conferenza.

1) Livello provincialeAlcune Province identificano in ogni fraternità locale un animatore o una squadra di GPSC. Moltehanno un comitato di frati (con altri incarichi a tempo pieno o part-time) che lavorano sui temi diGPSC. Altre hanno un ufficio di GPSC con un frate che lavora a tempo pieno, in alcuni casiassistito da uno staff laico.

Il lavoro principale del Coordinatore provinciale è quello di animare i frati della sua Provincia nellearee della giustizia, della pace e dei problemi ecologici. Vi contribuisce attraverso la distribuzionedi informazioni, sviluppando un processo di analisi sociale all'interno della Provincia e prendendoparte a programmi di azione che riguardano i temi della giustizia sociale.

Egli è membro del/della Consiglio/Commissione di GPSC della sua Conferenza.

Il Consiglio Plenario dell'Ordine svoltosi nel 1983 a Bahia incoraggiò, dove possibile, il modello atempo pieno; gli incontri del Consiglio Internazionale di GPSC del 1993, 1995 e 1997riaffermarono questo desiderio.

Page 121: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

I frati impegnati nel ministero di GPSC di una Provincia hanno bisogno di una descrizionedettagliata del servizio, che dovrebbe includere:

1. Una dichiarazione di missione circa il lavoro di GPSC nella Provincia.2. Una descrizione chiara delle linee di autorità e di responsabilità con l'amministrazione

provinciale, programmi di formazione iniziale e permanente, ufficio dellecomunicazioni, ecc.

3. Una dichiarazione di piano d'azione circa la competenza del frate, della commissione edell'ufficio a fare dichiarazioni pubbliche sui temi di GPSC.

4. Una descrizione dell'appartenenza e dell'operatività della commissione o dell'ufficioprovinciale di GPSC.

5. Aspettative chiare riguardo ai progetti di animazione e sostegno.6. Uno schema dei tipi di programmi per i quali si desidera una collaborazione

interfrancescana.7. Fondi adeguati.8. Aspettative di coordinamento con altre agenzie sociali ed ecclesiali (p.e. gruppi

interreligiosi di GPSC, commissioni diocesane di GPSC, organizzazioni per i dirittiumani, Caritas, Greenpeace, Amnesty International, ecc.).

Auspicabilmente i frati interessati avranno:

1. Interesse per i temi di GPSC.2. Esperienza con i poveri.3. Credibilità nella Provincia.4. Il tempo e il sostegno da parte della Provincia per lavorare efficacemente.5. Accesso ai frati della Provincia e all'amministrazione provinciale.6. Capacità di comunicare bene.7. Buona salute.8. Rappresentanti locali di GPSC nei conventi.9. Connessioni di GPSC all'interno della Famiglia francescana.

L'esperienza nell'Ordine indica che la collaborazione interfrancescana non può sostituire lecommissioni o gli uffici OFM di GPSC a livello provinciale e di Conferenza.

2) Livello di ConferenzaI consigli o le commissioni di GPSC a livello di Conferenza sono uno sviluppo dell'articolo 114delle nostre Costituzioni Generali e dell'articolo 164 degli Statuti Generali. Ci sono strutture similiper le aree della formazione e dell'evangelizzazione missionaria. Il Consiglio/la Commissione diGPSC della Conferenza è formato/a dai coordinatori di GPSC di ogni Provincia ed entità di quellaparticolare Conferenza.

a. Presidente-Coordinatore del Consiglio/della Commissione di GPSC della Conferenza.

Ha bisogno di avere tempo per poter non solo lavorare al suo livello provinciale, ma anchecoordinare il lavoro di GPSC a livello di Conferenza e sviluppare i progetti di collaborazione traConferenze.

b. Consiglio/Commissione

Ha bisogno di statuti che descrivano chiaramente l'insieme dei membri dell'istituzione, ilmandato, le risorse finanziarie e le linee di autorità e comunicazione tra il Consiglio e la Conferenzadei Ministri Provinciali.

Page 122: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Seguono, come esempio, gli Statuti della Conferenza anglofona (Canada, USA, Inghilterra, Irlandae Malta).

Gli Statuti di GPSC della Conferenza anglofona

COSTITUZIONE

Il Consiglio per Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato (Consiglio) è un consiglio permanentedella Conferenza anglofona dell'Ordine dei Frati Minori (Conferenza), formato dai rappresentantidi Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato (GPSC) delle Province, Viceprovince e Custodie dellaConferenza.

Il Consiglio si riunisce regolarmente con tre finalità principali:

1. Servire come istituzione di sostegno alla Conferenza, fornendo l'assistenza necessaria nellatrattazione dei temi riguardanti GPSC e nello sviluppo di progetti esecutivi.

"Gran parte dell'umanità è tuttora tenuta in condizioni di povertà, ingiustizia edoppressione. I frati si dedichino, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, ad instaurare, inCristo risorto, una società giusta, libera e pacifica. E, dopo avere analizzato le singole situazioni,prendano parte attiva alle iniziative di carità, di giustizia e di solidarietà internazionale"(Costituzioni Generali dell'Ordine dei Frati Minori (OFM), art. 96,2).

2. Fornire ai frati e agli altri che sono coinvolti nei ministeri di GPSC opportunità per losviluppo di competenza, la condivisione di informazioni e risorse e il mutuo sostegno.

"I frati, pienamente consapevoli dell'importanza e della gravità dei problemi sociali,approfondiscano la conoscenza della dottrina della Chiesa sull'ordinamento della società, sullafamiglia, sulla persona umana e ne facciano oggetto del loro insegnamento. Studino anche, consenso critico, gli aspetti delle varie culture che si prestano ad iniziare il dialogo e a proporre unarisposta cristiana" (Costituzioni Generali OFM, art. 96,1).

3. Condividere le riflessioni su un'esperienza comune che implica una consapevolezza socialee occasionalmente compiere un'azione profetica. "...la proclamazione del regno di Dio èinseparabile dall'azione a favore della giustizia e dalla partecipazione alla trasformazione delmondo" (Sinodo dei Vescovi del 1971).

"Consci altresì degli atroci pericoli che minacciano l'umanità, i frati denuncino fermamente ognispecie di guerra e la corsa agli armamenti come una piaga gravissima per il mondo e la più grandeingiustizia verso i poveri. Non risparmino fatiche e pene per costruire il Regno pacifico di Dio"(Costituzioni Generali OFM, art. 69,2).

I. Statuti e norme

1. Il Consiglio per Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato (Consiglio) è un comitatopermanente della Conferenza anglofona dell'Ordine dei Frati Minori (Conferenza).

a) Il Consiglio serve come sostegno alla Conferenza.

b) La consapevolezza sociale e lo sviluppo di Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato(GPSC) sono i campi in cui normalmente dà il suo contributo alla Conferenza.

c) Un rappresentante nominato dalla Conferenza serve da tramite tra il Consiglio e laConferenza.

Page 123: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

d) Un resoconto annuale delle attività del Consiglio è sottoposto per la revisione allaConferenza nel suo incontro di ottobre.

e) Il Consiglio è un sostegno a disposizione dell'Ufficio di Giustizia, Pace e Salvaguardia delCreato dell'Ordine dei Frati Minori (OFM) di Roma e partecipa al Consiglio Internazionale OFMper Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato.

f) Ogni anno il Consiglio assegna il Premio Martin J. Wolf a una persona o a più persone chevivono nello spirito del Vangelo.

g) Il Consiglio è un foro per la collaborazione interfamiliare.

II. Appartenenza

A. Membri

Ogni entità della Conferenza nomina uno o più rappresentanti di GPSC come membri delConsiglio. Anche chi fa da tramite tra il Consiglio e la Conferenza è un membro.

B. Membri associati

Ognuna delle varie famiglie francescane, p.e. Cappuccini, Conventuali, TOR, "Espiazioni",Federazione Francescana, Ordine Francescano Secolare, Sorelle Povere, ecc., è invitata adelegare un rappresentante come membro associato del Consiglio. Un simile invito è estesoall'Interprovinciale per l'Evangelizzazione Missionaria; al Consiglio Interprovinciale per laFormazione, a Franciscans International e al Servizio Missione Francescana.

C. Altri partecipanti

Quando opportuno, potranno essere invitate altre persone a presenziare agli incontri delConsiglio.

"Per un più efficace annunzio del Vangelo i frati ricerchino l'unione e la collaborazione con tutti imembri della Famiglia francescana" (Costituzioni Generali OFM, art. 88).

III. Strutture

A. Presidente

Il Presidente viene eletto dal Consiglio e resta in carica per tre anni. Può essere rieletto per unaltro triennio. Il Consiglio può scegliere di estendere il numero dei trienni oltre i due. Lecompetenze del Presidente sono definite dal Consiglio.

Se il Presidente non è idoneo al servizio, il Comitato di animazione, consultandosi con chi fa datramite tra la Conferenza e il Consiglio, designerà un Presidente temporaneo fino al successivoincontro del Consiglio.

B. Tramite tra la Conferenza e il Consiglio

Chi fa da tramite tra la Conferenza e il Consiglio è un membro ufficiale del Consiglio, nominatodalla Conferenza per rappresentare la Conferenza agli incontri del Consiglio e per relazionare allaConferenza a nome del Consiglio.

C. Segretario

Page 124: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Il Presidente designa un segretario per redigere i verbali degli incontri del Consiglio. Il segretarionon è necessariamente membro del Consiglio.

D. Tesoriere

Il Consiglio può eleggere un tesoriere per controllare i registri finanziari del Consiglio. Il tesoriereha la responsabilità di fare un rapporto finanziario annuale al Consiglio e alla Conferenza.L'elezione del tesoriere coincide con quella del Presidente. Se non viene eletto nessun tesoriere, ilPresidente svolge tale funzione.

E. Comitati

1. Comitato di animazione

Il Consiglio elegge un Comitato di animazione di due o più membri, uno dei quali è il Presidente,che presiede il Comitato. Le competenze del Comitato di animazione sono definite dal Consiglio.

2. Altri comitati

Dei comitati saranno istituiti dal Consiglio quando necessario. Sia i membri sia i membri associatipotranno assumere incarichi in essi. I membri associati avranno voce attiva nel lavoro e nelledeliberazioni dei comitati. Ogni comitato eleggerà un Presidente e farà rapporto al Consiglio.

IV. Incontri

A. Frequenza

Il Consiglio si riunirà ordinariamente due volte all'anno.

B. Finalità

Ogni incontro cercherà di rispettare e comprendere quanto segue:

1. Trattazione, sviluppo e segnalazioni riguardanti i temi in programma di GPSC per laConferenza e le entità che la costituiscono.

2. Mutuo sostegno ed educazione per i membri, i membri associati e gli altri partecipanti.

3. Risoluzioni e azione profetica sui temi di GPSC.

C. Votazione

1. Il Consiglio normalmente opera con il consenso dei suoi membri.

2. Se necessario, si può votare con voto deliberativo, uno per ogni entità membro. Perl'approvazione è necessaria la maggioranza.

3. In qualsiasi momento, a tutti i presenti può essere chiesto un voto consultivo.

V. Finanze

Ad ogni entità è richiesto di versare, attraverso la sua struttura di GPSC, una somma in dollari,basata sul reddito annuale dei frati della Conferenza, per finanziare il lavoro ordinario delConsiglio.

Page 125: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

VI. Emendamenti

A. Gli Statuti e le norme sono responsabilità del Consiglio. Gli emendamenti devono essereproposti ad un incontro e decisi a quello successivo.

B. Gli emendamenti sono fatti attraverso il processo descritto nella precedente sezione IV.C, conl'eccezione che, se si vota con voto deliberativo, per l'approvazione è necessaria la maggioranzadei due terzi delle entità membro presenti. Gli emendamenti devono essere approvati dallaConferenza.

Le Costituzioni e le norme sono state approvate dai Ministri Provinciali della Conferenzaanglofona nel loro incontro dell'ottobre del 1997.

3) Livello internazionalea) Ufficio di GPSC, Roma

L'Ufficio internazionale di GPSC (Roma) è stato istituito nel 1981. Esso deve assistere il MinistroGenerale e il suo Definitorio in questioni riguardanti la giustizia, la pace e la salvaguardia delcreato, conformandosi quindi alle decisioni dei Capitoli Generali e dei Consigli Plenari nello spiritodelle Costituzioni Generali e degli Statuti. Lo staff dell'Ufficio viene nominato dal DefinitorioGenerale. Inizialmente l'Ufficio era chiamato "Commissione per Giustizia e Pace". Dal 1985 iltermine 'ufficio' è entrato in uso negli Statuti Generali dell'Ordine (art. 120,1).

Direttori dell'Ufficio sono stati: Marco Malagola (Provincia del Piemonte, Italia, 1981-83), KenViegas (Provincia del Pakistan, 1983-85), Gerard Heesterbeek (Provincia dell'Olanda, 1985-88) eJohn Quigley (Provincia di San Giovanni Battista, USA, 1988-1997). Nel luglio del 1997 è statonominato direttore dell'Ufficio Peter Schorr, il Definitore Generale dell'Europa centro-occidentale,e nel settembre del 1997 Gearóid Francisco O'Conaire (America Centrale) è stato designatodirettore delegato.

Il Direttore/Direttore Delegato partecipa agli incontri, tiene riunioni con i gruppi provinciali eviaggia all'interno delle Conferenze. Per aumentare le comunicazioni tra il governo centraledell'Ordine, le Conferenze e le Province, lo staff dell'Ufficio internazionale mantiene contatti con imembri del CIGPSC (tramite posta e e-mail), organizza incontri, scrive e pubblica documentazionie testi informativi e tiene delle banche dati del materiale inviato. L'Ufficio sta facendo anche deglisforzi per integrare una consapevolezza e una metodologia di GPSC nei programmi di formazionedell'Ordine.

L'Ufficio di GPSC ha coordinato delle iniziative che sostengono e promuovono i fratelli e le sorelleche soffrono a causa della loro fede, delle loro convinzioni o di attività intraprese per la giustizia, lapace e la salvaguardia del creato. Alcune di queste iniziative hanno riguardato frati incarcerati nellaex Cecoslovacchia (1986), frati e suore in Bosnia (1992), francescani in Ruanda (1994), la confiscadelle terre dei cristiani palestinesi a Betlemme (1994), frati che lavorano con i senzaterra del Brasile(1996) e francescani che si impegnano per i diritti umani in Colombia (1997). L'Ufficio hacomunicato con governi e Organizzazioni Non Governative, ha mobilitato campagne disensibilizzazione mediante invio di lettere, ha fatto interventi alla Commissione delle Nazioni Uniteper i Diritti Umani (Ginevra) e ha iniziato le Missioni Francescane di Pace in Croazia e inColombia.

b) Consiglio Internazionale per Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato (CIGPSC)

"Il Consiglio Internazionale per Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato (CIGPSC) dei FratiMinori è un gruppo consultivo, costituito dal Definitorio generale e finalizzato ad aiutare ilDirettore dell'Ufficio GPSC, il Definitorio generale e le Conferenze nell'importante compito di

Page 126: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

formazione, di coscientizzazione, di animazione e di impegno dell'Ordine nel campo della giustizia,della pace e della salvaguardia del creato" (Statuti particolari per il CIGPSC approvati il 7 luglio1989, rivisti il 9 novembre 1994 e approvati di nuovo dal Definitorio Generale nel marzo del 1999,art. 1). "L'assemblea del CIGPSC viene convocata dal Direttore dell'Ufficio GPSC una volta ognidue anni; riunioni straordinarie possono essere convocate previo consenso del Definitorio generale"(Statuti particolari per il CIGPSC, art. 4,1).

La composizione e le responsabilità del Consiglio Internazionale sono descritte negli articoli 2 e 3degli Statuti particolari del Consiglio.

"Membri del CIGPSC sono: i coordinatori (delegati) delle Conferenze, uno per ciascunaConferenza, eletti dalle stesse secondo i propri statuti particolari e le norme del CIGPSC; icomponenti del Comitato di animazione; ed altri eventuali membri nominati dal Ministro Generale.

I delegati del CIGPSC possono essere eletti tra i coordinatori per GPSC che svolgono attività dipromozione di GPSC nelle Conferenze, o hanno comunque competenza nel settore" (art. 2).

Il CIGPSC si è incontrato cinque volte:

* Roma, Italia (1987). L'argomento era "Giustizia e Pace e formazione". L'attenzione eraposta sul programma di formazione inserito tra i poveri di Manila nella Provincia filippina.

* Gerusalemme, Israele (1991). L'argomento era "Non-violen-za", interazione con i frati della Terra Santa, le autorità civili del-le comunità ebrea e palestinese, studio della situazione israeliano-palestinese.

* New York e Washington, D.C. (1993). Argomenti a New York: la nostra partecipazione aFranciscans International alle Nazioni Unite, l'identità del Consiglio Internazionale; e aWashington: una esposizione alla Chiesa cattolica americana (Conferenza Cattolica degli Stati Unitia Washington). Numerosi progetti internazionali di GPSC per l'Ordine furono proposti alDefinitorio Generale e vennero approvati (p.e., Il Progetto Croato; una particolare attenzioneall'ecologia; il sostegno a Franciscans International e la nomina di un frate OFM, Michael Surufka,per la partecipazione dei frati a Franciscans International; la pubblicazione di Pax et Bonum e diContact da parte dell'Ufficio di Roma). Dalla dichiarazione rilasciata al termine dell'incontro,emerge che il CIGPSC crede giunto il tempo in cui per noi e per le nostre società diventa necessarioavere dei frati esonerati da altri uffici e formati per ministeri a tempo pieno nelle aree dellagiustizia, della pace e dell'ecologia. Il Consiglio incoraggia fortemente lo sviluppo di una squadrainternazionale di frati che lavorino a tempo pieno nelle aree della giustizia, della pace edell'ecologia. Ognuno di loro dovrebbe essere selezionato e formato per una particolare area dicompetenza, per esempio il lavoro per i diritti umani, il lavoro per l'ecologia, il lavoro per irifugiati. Questi frati non devono necessariamente vivere a Roma. Infatti, è preferibile che essisiano dislocati in tutto il mondo e lavorino insieme in coordinamento con l'Ufficio Generale diRoma.

* Seoul, Corea (1995). Questo incontro presentò vari progetti, che furono sottoposti alDefinitorio Generale per essere approvati. Molti di essi erano lo sviluppo di progetti iniziati dalCIGPSC nel 1993; p.e., la riuscita esperienza dell'impegno dei frati nel Progetto Croato durante laguerra dette origine al concetto di "Missione Francescana di Pace", che potrebbe coinvolgere i fratiin altri paesi che hanno bisogno di assistenza internazionale o di attenzione durante un conflittocivile locale. Il Consiglio a Seoul richiese la compilazione del Sussidio di GPSC e focalizzò meglioil nostro lavoro per l'ecologia chiamandolo giustizia ambientale. Il Consiglio dette anche il suosostegno alla promozione di opportunità di formazione permanente per frati in esperienzeinternazionali.

Page 127: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

* Roma, Italia (1997). Il CIGPSC sottopose al Definitorio Generale undici proposte, moltedelle quali necessarie per la continuità e il rafforzamento di progetti presentati in precedenti incontridel CIGPSC (p.e., l'approvazione della Missione Francescana di Pace in Colombia, ilcompletamento del Sussidio e il progetto "Giubileo 2000").

Statuti particolari per il Consiglio Internazionale Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato(CIGPSC)

Art. 1:

Il Consiglio Internazionale per Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato (CIGPSC) dei FratiMinori è un gruppo consultivo, costituito dal Definitorio generale e finalizzato ad aiutare ilDirettore dell'Ufficio GPSC, il Definitorio generale e le Conferenze nell'importante compito diformazione, di coscientizzazione, di animazione e di impegno dell'Ordine nel campo della giustizia,della pace e della salvaguardia del creato.

Art. 2:

§ 1 Membri del CIGPSC sono: i coordinatori (delegati) delle Conferenze, uno per ciascunaConferenza, eletti dalle stesse secondo i propri statuti particolari e le norme del CIGPSC; icomponenti del Comitato di animazione; ed altri eventuali membri nominati dal Ministro Generale.

§ 2 I delegati del CIGPSC possono essere eletti tra i coordinatori per GPSC che svolgonoattività di promozione di GPSC nelle Conferenze, o hanno comunque competenza nel settore.

Art. 3:

I compiti del CIGPSC sono:

§ 1 favorire la conoscenza e l'applicazione dei documenti della Chiesa e dell'Ordine dei FratiMinori riguardanti GPSC;

§ 2 collaborare con le Segreterie generali per la formazione e gli studi e per l'evangelizzazionemissionaria ed altri Uffici della Curia generalizia a favore della formazione iniziale e permanentenel campo della spiritualità francescana riguardo a GPSC;

§ 3 analizzare gli aspetti di GPSC presenti nella tradizione del carisma francescano e la loroapplicazione al mondo d'oggi;

§ 4 raccogliere e trasmettere la documentazione e l'informazione riguardante GPSC,specialmente per quanto concerne l'attività dei Frati Minori;

§ 5 presentare suggerimenti, proposte e progetti al Ministro Generale e al suo Definitorio perl'animazione dell'Ordine nell'area di GPSC;

§ 6 presentare suggerimenti, proposte e progetti alle Conferenze e alle Province;

§ 7 aiutare ed incoraggiare le attività dei Promotori di GPSC;

§ 8 riflettere sulle finalità e priorità emerse dal lavoro delle Assemblee del CIGPSC eformularne adeguate valutazioni circa l'applicazione alla vita e all'attività dei frati;

§ 9 proporre modifiche agli Statuti particolari del CIGPSC da sottoporre all'approvazione delDefinitorio generale;

Page 128: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

§ 10 presentare la lista dei candidati per il Comitato di animazione.

Art. 4:

§ 1 L'assemblea del CIGPSC viene convocata dal Direttore dell'Ufficio GPSC una volta ognidue anni; riunioni straordinarie possono essere convocate previo consenso del Definitorio generale.

§ 2 L'assemblea si svolge secondo l'agenda e il programma di lavoro approvato dall'assembleastessa su proposta del Comitato di animazione.

Art. 5:

§ 1 Il Direttore dell'Ufficio GPSC, dopo aver consultato il CIGPSC, propone i membri delComitato di animazione al Ministro Generale e al suo Definitorio per la loro nomina. Il Comitato ècomposto dal Direttore dell'Ufficio, dal Vice-Direttore e da almeno quattro altri membri.

§ 2 Il Comitato di animazione è tenuto a rispondere del suo operato al CIGPSC.

§ 3 I membri del Comitato restano in carica per quattro anni; la metà dei membri è nominataogni due anni.

§ 4 Il Comitato di animazione si riunisce almeno una volta l'anno.

Art. 6:

I compiti del Comitato di animazione sono:

§ 1 aiutare il Direttore dell'Ufficio GPSC nella realizzazione dei progetti e dei suggerimentiproposti dall'assemblea del CIGPSC e approvati dal Definitorio generale;

§ 2 preparare l'agenda e il programma di lavoro da sottoporre all'approvazione del Definitoriogenerale;

§ 3 proporre e incoraggiare nuove iniziative e progetti nel campo di GPSC;

§ 4 preparare con il Direttore dell'Ufficio GPSC una relazione annuale circa le attività di GPSCnell'Ordine, da far pervenire a tutte le Province.

c) Comitato di animazione del Consiglio Internazionale per GPSC

"Il Direttore dell'Ufficio GPSC, dopo aver consultato il CIGPSC, propone i membri del Comitato dianimazione al Ministro Generale e al suo Definitorio per la loro nomina. Il Comitato è compostodal Direttore dell'Ufficio, dal Vice-Direttore e da almeno quattro altri membri" (Statuti particolaridel CIGPSC, art. 5,1).

Tra i compiti del Comitato di animazione i più importanti sono i seguenti: aiutare il Direttoredell'Ufficio GPSC nella realizzazione dei progetti e dei suggerimenti proposti dall'assemblea delCIGPSC e approvati dal Definitorio generale; preparare l'agenda e il programma di lavoro dasottoporre all'approvazione del Definitorio generale; proporre e incoraggiare nuove iniziative eprogetti nel campo di GPSC (cfr. Statuti particolari del CIGPSC, art. 6).

Ufficio di GPSC _ Roma

Page 129: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

3. collaborazione interfrancescana nel lavoro per GPSC

1. Fondamento e realtà della collaborazione interfrancescanaLe Costituzioni di tutti e tre gli Ordini francescani dedicano un capitolo alle relazioni con l'interaFamiglia francescana. Le nostre Costituzioni Generali dedicano ad esse il titolo II del capitolo III.

L'art. 55,2 dice: "I frati impegnino tutte le loro forze per alimentare e promuovere la pienamaturazione del carisma francescano in tutti coloro che si ispirano all'ideale di san Francesco.Colgano ogni opportunità di incontrarsi con loro per dare il proprio appoggio alle iniziativecomuni".

È una chiara indicazione che dal Concilio Vaticano II c'è stato un movimento di avvicinamento, diconoscenza reciproca e di successiva stima e collaborazione tra i numerosi rami francescani: ilPrimo Ordine, le Sorelle Povere e altri gruppi contemplativi femminili, l'Ordine FrancescanoSecolare e la moltitudine di gruppi TOR.

Questo senso di famiglia è frutto di una nuova sensibilità culturale ed ecclesiale, più universale edecumenica, e di una maggiore comprensione degli scritti di San Francesco e Santa Chiara da partedi tutti. Le recenti Regole del Terzo Ordine Regolare e Secolare, come pure le Costituzioni delPrimo e del Secondo Ordine, che applicano i valori permanenti delle Regole di Francesco e diChiara alle situazioni di oggi, sono riuscite a presentare i valori fondamentali della vita francescana.Sono essi, condivisi da noi tutti, che ci permettono di avere una sola vocazione ed un solo carisma edi sentirci parte di un'unica famiglia.

È un movimento di comunione tra i differenti gruppi francescani trovato ai livelli più bassi _ si stapropagando fra noi un certo senso di famiglia _ e anche ai più alti livelli di responsabilità; sono statipubblicati congiuntamente dei documenti in varie occasioni e, nel 1996, è stata istituitaufficialmente la Conferenza della Famiglia Francescana (CFF), comprendente OFM, OFMConv,OFMCap, TOR, OFS e CFI-TOR.

Questo movimento di comunione, sebbene ancora abbastanza limitato, è reso reale attraverso lacollaborazione nella formazione iniziale e permanente, nella ricerca storico-spirituale, nell'operapastorale, nell'attività missionaria e nell'impegno per Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato.

2. Collaborazione interfrancescana nel lavoro di GPSCa) Le commissioni interfrancescane per GPSC

La crescente collaborazione interfrancescana, sebbene ancora molto limitata, viene attuata, forse nelmodo più intenso, nell'area di lavoro per la giustizia, la pace e la difesa della natura. Ciò è dovuto avari fattori:

• Comprendiamo che questi valori sono centrali nel nostro carisma.• Essi sono parte dei segni dei tempi.• Offrono possibilità concrete di collaborazione.• I fratelli e le sorelle più sensibili a questi valori sono di solito i meno attaccati alle proprie

idee e i più aperti alla collaborazione con tutti, specialmente con coloro che lavorano sullestesse linee.

• È anche possibile che, essendo ancora una minoranza i francescani di ciascun ramoimpegnati in queste aree, essi sentano il bisogno di unirsi per avere più forza e capacità e unimpatto maggiore, nella nostra famiglia e nella società. Il lavoro interfrancescano, infatti, inqueste aree va avanti da alcuni anni; anzi, in alcuni paesi il movimento francescano perGPSC è nato "interfrancescano".

Page 130: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Tuttavia, anche se questo lavoro interfrancescano è stato molto positivo, specialmentenell'affrontare la nostra presenza nella società, non dobbiamo perdere di vista il bisogno di portareavanti l'animazione dei nostri fratelli di ogni ramo sulla base di questi valori per un'opzione per ipoveri e per il lavoro per la pace e la protezione dell'ambiente. In alcuni luoghi è accaduto che illavoro interfrancescano di gruppi minoritari abbia dimenticato il bisogno di animazione in ciascunramo e in ciascuna Provincia.

b) La Commissione interfrancescana per GPSC di Roma

La Commissione interfrancescana per Giustizia e Pace (CIFGP) esiste a Roma dal 1981. Essa ècomposta da sei delegati della Conferenza della Famiglia Francescana (CFF), cioè l'OrdineFrancescano Secolare, i frati OFM, i Conventuali, i Cappuccini, la Conferenza FrancescanaInternazionale del Terzo Ordine Regolare (CIF-TOR) e i fratelli del TOR. Questa Commissionenormalmente si riunisce tre volte all'anno. I suoi membri ricercano come collaborare e comesostenere il lavoro fatto da ciascun gruppo. Rispondono anche alle domande e agli appelli chefratelli e sorelle di tutto il mondo inviano loro. Negli ultimi cinque anni la CIFGP ha scritto unadichiarazione congiunta, Le caratteristiche del lavoro dei francescani per la giustizia, la pace el'ecologia. Nel 1995 ha scritto una proposta per la riorganizzazione di Franciscans International(FI), presentata alla CFF e al Comitato Esecutivo Internazionale di FI.

3. Franciscans InternationalFranciscans International è, finora, il solo progetto internazionale comune per l'evangelizzazionedella Famiglia francescana. Ebbe inizio nel 1983 negli U.S.A. come progetto interfrancescano.L'appartenenza era individuale e volontaria e veniva corrisposta una piccola quota annuale. Unufficio con il suo personale fu istituito a New York. Il 3 febbraio 1989 fu registrato comeOrganizzazione Non Governativa (ONG) al Dipartimento per la Informazione Pubblica (DPI)dell'ONU e nella sua dichiarazione dei principi si propose di lavorare, in collaborazione con leNazioni Unite e con altre ONG, a favore dei poveri, della pace e della salvaguardia del creato.

Nei primi anni '90 fu istituito un Comitato Esecutivo Internazionale. Esso richiese lo statusconsultivo delle ONG di categoria ECOSOC (Consiglio Economico e Sociale), che fu concesso il 4agosto 1994. Questo ci permette di avere voce attiva e diretta nel proporre temi per l'ordine delgiorno, di trasmettere informazioni su questioni della vita internazionale, di presentare le nostrepreoccupazioni e soluzioni a problemi sociali urgenti.

In questi anni ha cominciato ad organizzarsi in molti paesi di diversi continenti attraversoappartenenza individuale. Ha partecipato alle grandi assemblee delle Nazioni Unite: il Verticesull'Ambiente e lo Sviluppo a Rio de Janeiro (1992); la Conferenza Mondiale sui Diritti Umani aVienna (1993); la Conferenza Mondiale su Incremento Demografico e Sviluppo al Cairo (1994); ilVertice Mondiale sullo Sviluppo Sociale a Copenaghen (1995); la Quarta Conferenza Mondialesulle Donne a Beijing (1995); la Seconda Conferenza delle Nazioni Unite sugli Insediamenti Umania Istanbul (1996); il Vertice Mondiale sull'Alimentazione a Roma (1996).

Nel 1995 la CIFGP presentò al Comitato Esecutivo Internazionale una proposta che ricevettel'appoggio dei Ministri Generali e dei Presidenti delle Famiglie francescane. I suoi punti centralierano i seguenti:

1) Poiché Franciscans International parla a nome dei francescani di tutto il mondo, dovrebbeessere tenuto a rendere conto, in qualche modo, ai superiori della Famiglia francescana.

2) È necessario ripensare il modello di appartenenza individuale, poiché molti francescani nonvedono la necessità di entrare a far parte di una organizzazione che parla a loro nome e di cui sonomembri.

Page 131: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

3) Conferendo lo status di Distaccamento delle Nazioni Unite a FI, la comunità internazionalesta dicendo ai francescani che aspetta qualche azione da parte nostra. Dobbiamo fare uno sforzomaggiore e più concentrato per lavorare con l'ONU e le sue differenti organizzazioni, comel'UNESCO, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR), la Commissionedelle Nazioni Unite per i Diritti Umani, la FAO. Questo sforzo richiederà l'impegno e lapartecipazione attiva dell'intera Famiglia francescana.

Nell'ottobre del 1995, al momento della sua istituzione ufficiale, la Conferenza della FamigliaFrancescana assunse la responsabilità di Franciscans International e nominò un "Gruppo diLavoro", che avrebbe dovuto discutere e proporre nuovi statuti e pianificare il futuro di FI. Ladiscussione tra Franciscans International e la Conferenza della Famiglia Francescana (CFF),facilitata dal Gruppo di Lavoro, indicherà l'orientamento futuro di FI e coloro ai quali dovrà rendereconto all'interno della struttura della Famiglia Francescana e delle Nazioni Unite.

4. Con i Domenicani a GinevraPer alcuni anni Franciscans International ha richiesto una presenza a Ginevra, dove vengonodiscussi e approvati molti dei piani d'azione che interessano direttamente i diritti umani, i sindacatie i rifugiati. La discussione sulla possibilità di un ufficio si è intensificata negli ultimi cinque anni,quando il Comitato Esecutivo Internazionale di FI ha chiesto al Comitato Esecutivo Europeo distudiare un modo pratico di stabilire FI alle Nazioni Unite a Ginevra. Nel 1996 questo fu discusso eapprovato dal Comitato Esecutivo Europeo. Allo stesso tempo, Timothy Radcliffe OP, MaestroGenerale dell'Ordine dei Predicatori, e il coordinatore domenicano di GPSC richiesero ladisponibilità dei Frati Minori a collaborare con loro in un ufficio comune per i Diritti Umani aGinevra. La nostra risposta espresse grande interesse per questa richiesta insieme, naturalmente, alnostro desiderio di lavorare nell'ambito di Franciscans International. Nel febbraio del 1997 ilComitato Esecutivo Europeo di FI approvò una proposta di collaborazione tra FI e i domenicani inun nuovo ufficio a Ginevra. Lavorammo insieme in un incontro della Commissione per i DirittiUmani (marzo-aprile 1997) attraverso la partecipazione di quattro frati OFM da diverse parti delmondo, che intervennero sulla Terra Santa, sulla Colombia e su altro. Un po' dopo, nel maggio del1997, una giovane donna preparata in questo campo cominciò a lavorare per noi come direttoreesecutivo.

5. Valutazione finaleLe esperienze degli ultimi sei anni mostrano che i vantaggi e le difficoltà che accompagnano lacollaborazione nella Famiglia francescana sono molti. La CIFGP ha cercato di cooperare in variprogetti, con relativo successo. La strada non è mai facile ed è complicata dal fatto che persettecento anni siamo stati identificati attraverso le nostre differenze. È relativamente semplicecooperare in un progetto particolare, l'VIII centenario dei Santi Francesco e Chiara per esempio; maè una sfida dalle grandi implicazioni collaborare in progetti permanenti, che presuppongono risorsefinanziarie e di personale, come accade in una casa di studio comune, in un programma diformazione internazionale o in uno sforzo comune di evangelizzazione missionaria. FranciscansInternational è un esempio di come possa essere vantaggioso e difficile cercare di lavorare insieme.La società laica non capisce le divisioni tra i francescani e spera che "i francescani" cooperino confacilità nei progetti di pace, nell'identificazione con i poveri e nel loro interesse per il creato.

Ufficio di GPIC _ Roma

Page 132: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

4. analisi sociale(Dal Manuale per animatori di giustizia, pace e integrità del creato, CommissioneGPIC dell’Unione dei Superiori e delle Superiori Generali, Roma 1997)

IntroduzioneLa lotta per la trasformazione del mondo non è un compito per sognatori ingenui né per fanaticientusiasti. Per trasformare il mondo bisogna saperne qualcosa e sapere che cosa deve esseretrasformato. Ogni impegno nell'azione per la giustizia deve riconoscere l'ingiustizia strutturale che èla causa della fame nel mondo, della situazione dei senzatetto, della violenza e della distruzionedell'ambiente. Ogni programma di formazione alla giustizia, alla pace e all'integrità del creato deveanche informare sui sistemi o sulle strutture ingiuste e sul come e perché essi agiscono. Ciò cheserve è un metodo o un procedimento per esaminare i sistemi sociali e valutare i sintomi del lorocattivo funzionamento che portano all'ingiustizia. A tale proposito esistono testi di analisi sociale estrutturale; e forse il più esauriente è quello di Holland e Henriot: Social Analysis. Linking Faithand Justice.

È necessario che i promotori/animatori GPIC esaminino molto attentamente i problemi relativi allagiustizia prima di agire per risolverli, e lo facciano con metodo, onde evitare che tali problemivengano aggravati, se coloro che operano per la giustizia non sono pienamente consapevoli dellecause che li originano.

L'analisi sociale è uno strumento largamente praticato ed efficace che ci permette di esaminare lestrutture della società: politiche, economiche, culturali, sociali e religiose _ e di scoprire le causeoriginarie dell'ingiustizia sociale. Essa ci aiuta a spostare l'accento da quella che Donald Dorrchiama "la compassione faccia a faccia" alle domande sul come e sul perché: come è successo chequeste persone sono diventate povere? Perché è in aumento la disoccupazione? L'analisi socialeindividua chi detiene il potere, chi prende le decisioni, chi trae e chi non trae beneficio da questedecisioni nella società. Ci permette di vedere le interconnessioni e le influenze che operano in ognisistema sociale. Questo metodo è stato ulteriormente sviluppato dai gruppi cristiani che oltreall'analisi sociale usano la riflessione teologica cristiana per sviluppare un piano di azione per lapromozione della giustizia, della pace e dell'integrità del creato.

L'analisi sociale è un richiamo ad "aprire gli occhi, gli orecchi e la bocca". Il Vangelo secondoMarco presenta tre miracoli che esprimono l'invito di Gesù ad aprire gli occhi, le orecchie e labocca nella nostra ricerca per comprendere la missione. Egli rimprovera i suoi discepoli dicendo:"Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, aveteorecchi e non udite? E non vi ricordate...?" (Mc 8, 18).

Si veda anche:

- la guarigione del sordo, Mc 7,31-37;- la guarigione del cieco, Mc 8,22-26; 10,46-52;- la guarigione del muto, Mc 9,17-27.

L'analisi sociale ci invita ad ascoltare e a guardare il mondo in cui viviamo con i suoi problemiconcreti.

Il metodo: quattro fasi principaliIl metodo dell'analisi sociale non è difficile da usare. Si basa sul metodo del vedere, giudicare, agiredei Giovani Lavoratori Cristiani e dei Giovani Studenti Cristiani, ripreso più tardi dai teologidell'America Latina nel loro lavoro con le comunità cristiane di base e riflesso in gran parte dellateologia della liberazione.

Ci sono quattro fasi principali nell'analisi sociale.

Page 133: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

(Buona parte del contenuto delle seguenti quattro fasi è stato preso da Working for Justice andPeace, di Tony Byme CSSp, Mission Press, Zambia 1988, 57-63.)

(Prima di intraprendere l'effettivo processo di analisi sociale, sarebbe utile tenere una discussionesui valori.)

I fase: chiarificazione dei problemi

• Vedere se c'è un collegamento o un legame tra le ingiustizie.• Decidere quali sono le più gravi ed elencarle.• Vedere se c'è una denominazione comune che inglobi tutte queste ingiustizie.• Decidere un problema specifico che il gruppo esaminerà con questo metodo. È importante

ricordare che è quasi impossibile analizzare due problemi contemporaneamente.

II fase: analisi strutturale

• Descrivere il problema dettagliatamente.• Quando è incominciato?• Perché è incominciato?• Quando ci siamo resi conto che era un problema grave?• Che cosa lo ha portato alla nostra attenzione?

a) Strutture in generale

• Incominciare con una discussione sulle strutture e organizzazioni nella società.• Esaminare il problema in questione in relazione alle strutture della società: economiche,

politiche, di classe, culturali e religiose.

b) Strutture economiche

• Qual è la causa del problema?• Ci sono delle imprese transnazionali o locali che vorrebbero che il problema continuasse, o

che vorrebbero addirittura che peggiorasse, perché ci guadagnano?• Ci sono dei singoli o dei gruppi in questa società che contribuiscono a mantenere o ad

aggravare questo problema, perché da esso ricavano vantaggi finanziari?

c) Strutture politiche

• Chi da questo problema trae potere?• Ci sono dei politici o dei partiti politici che usano questo problema per acquistare o

mantenere il potere?• Chi sono le persone di potere che hanno permesso che il problema sorgesse?• Ci sono dei capi delle comunità locali che vogliono che questa situazione perduri in modo

da trarne vantaggi politici?

d) Strutture di classe

• Questo problema contribuisce a creare, mantenere o aggravare la divisione sociale nellasocietà?

• Ci sono persone che in questa situazione acquistano importanza o status? Chi sono?• Ci sono persone o gruppi che perdono importanza sociale o status? Chi sono?

e) Strutture culturali

Page 134: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

• La nostra cultura e le nostre tradizioni contribuiscono a creare, mantenere o aggravarequesto problema?

• Quali valori e tradizioni culturali contribuiscono ad aggravarlo?• Esaminare il problema in relazione agli atteggiamenti o alle strutture mentali.

f) Strutture religiose

• Quali sono le strutture religiose o le organizzazioni della Chiesa che potrebbero esserecoinvolte nel problema in questione?

• Queste strutture religiose o organizzazioni della Chiesa, come contribuiscono a creare,mantenere o aggravare questa situazione?

• Qualche organizzazione religiosa o della Chiesa trae vantaggio da questo problema?• Lo usa per mantenere la propria importanza o per aumentare il numero dei suoi membri?

g) Strutture mentali o atteggiamenti

L'ingiustizia è spesso causata da strutture ingiuste della società. Tuttavia, anche se queste strutturevenissero cambiate, il problema dell'ingiustizia rimarrebbe ancora, a causa degli atteggiamenti odella mentalità delle persone.

Questi atteggiamenti, chiamati a volte "strutture mentali", sono difficili da cambiare. Per cambiarele strutture mentali o gli atteggiamenti che creano situazioni ingiuste è necessaria la conversione.Questa conversione richiede menti e cuori che abbiano "fame e sete di giustizia".

• Quali sono le nostre strutture mentali, individuali o comunitarie,che contribuiscono a creare, mantenere e alimentare questo pro-blema?

Alla fine della II fase, sarebbe utile dedicare qualche momento a rispondere alle seguentidomande:

• Alla luce delle considerazioni e discussioni fatte, stiamo raggiungendo una migliorecomprensione delle cause del problema?

• Quali sono gli approfondimenti o le nuove idee più importanti che sono venuti alla luce inseguito a questa analisi?

III fase: riflessione cristiana sul problema alla luce delle Scritture e degli insegnamenti dellaChiesa

Per scoprire se la Bibbia e l'insegnamento della Chiesa possono contribuire a gettare nuova luce sulproblema è importante porsi le seguenti domande:

• Che cosa dice la Bibbia a questo proposito?• Possiamo individuare alcune dichiarazioni della Chiesa, fatte da un papa, un concilio o un

gruppo di vescovi, che si riferiscono o possono essere riferite a questo problema?

IV fase: pianificazione dell'azione (pensare globalmente, agire localmente)

a) Piano di azione• Qual è la soluzione di questo problema?• Che cosa possiamo fare noi, come gruppo o individualmente?• Quali mezzi abbiamo che ci aiutino nel nostro piano di azione?• Possiamo trovare altre risorse che ci aiutino?• C'è una parte del problema che possiamo affrontare subito?• Qual è il primo passo che dovremmo fare?• Si dividono le responsabilità tra i membri.

Page 135: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

• Si stabilisce un limite di tempo per ogni fase del piano, e per l'attuazione dell'intero piano.• Si riflette sulle risorse finanziarie e sugli altri mezzi, e li si calcola accuratamente.

b) Valutazioneo Che cosa ci eravamo proposti di fare, quando abbiamo incominciato?o Fino a dove siamo arrivati?o Che cosa ci ha aiutato a progredire?o Che cosa ha intralciato il nostro lavoro?o Che cosa dobbiamo fare adesso? Cambiare obiettivo? Cambiare metodo? Rinnovare le

nostre risorse?

NOTA BENE

- È necessario fare una valutazione ad ogni fase dell'attuazione del piano.- Le celebrazioni (comprese le celebrazioni liturgiche) devono essere integrate nell'interoprocesso dell'analisi sociale.

Il metodo: vedere-giudicare-agireVedere

Che cosa vediamo intorno a noi? Perché le cose sono come sono?

Giudicare

Quali pregiudizi ci portiamo dietro nel giudicare una situazione? Attraverso quali "lenti"guardiamo? Quale potrebbe essere la nostra percezione inconscia del problema? Quale saggezza edesperienza di vita testimoniamo davanti a questa situazione? A quale saggezza facciamo riferimento_ a quella dei ricchi o a quella dei poveri?

Abbiamo fatto realmente un'opzione per i poveri nel valutare la situazione? Nella nostra percezionedella realtà ascoltiamo di più l'élite o l'esperienza dei poveri? Dov'è la sapienza del Vangelo?Lavorare per la giustizia richiede una spiritualità profondamente radicata nelle Scritture, altrimentila nostra opera sarà gravosa e impossibile. Chiamati ad evangelizzare oltre che a trasformare lasocietà, preghiamo, riflettiamo e cerchiamo il progetto di Dio per portare a compimento il suoregno. Giudichiamo la situazione alla luce del progetto di Dio.

Agire

Per agire è necessario essere più consapevoli di ciò che succede nel mondo e giudicare la situazionedal punto di vista del Vangelo. La collaborazione con altri nella comunità _ organizzazioni nongovernative, altre confessioni religiose, gruppi locali _ e, dove è possibile, il lavoro internazionale"in rete", è estremamente importante e probabilmente molto più efficace.

Un approccio pratico

L'impegno attivo a favore dei poveri e degli emarginati, il coinvolgi-mento in un'analisi sociale progressiva e la riflessione costante sui no-stri atteggiamenti e sullanostra azione contribuiranno a sviluppare la consapevolezza critica necessaria in vista dellatrasformazione delmondo.

Iosono una donna neraalta come un cipresso

Page 136: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

fortedecisa fino all'estremo.

Sfido luoghie tempi

e circostanzeassalitaimpervia

indistruttibile.Guardami e sii

rinnovato.

Mari Evans(I Am A Black Woman in Margaret Busby (a cura di),

Daughters of Africa, Pantheon Books, New York 1992, 300)

"Mi strapparono via dalla strada. Cercai di opporre resistenza alle forze di sicurezza, ma i poliziottimi colpirono sulla testa. I volti di mio padre e mia madre mi apparivano ripetutamente. Uno deimetodi usati nelle prigioni irachene, e il simbolo per eccellenza della loro barbarie, è lo stupro. Perquanto ne avessi sentito molto parlare, niente mi aveva preparato all'esperienza reale. Continuo ariviverlo dentro di me. Sanguino ancora. Non fu compiuto da un uomo solo, ma da un gruppo diuomini. Soffocarono le mie urla e le mie proteste. Dovetti arrendermi. E fu una specie di spettacoloa buon mercato: un sacco di gente venne a vederlo".

Una donna curda(Citato in Amnesty International,

Human Rights are Women's Rights, 1995, 85)

Come abbiamo detto nella Prima Parte, per molte donne la violenza è un terribile fatto di vitaquotidiana _ violenza nella guerra, violenza politica, violenza sessuale e violenza domestica. Laviolenza contro le donne è stato il denominatore comune di tutti gli interventi fatti alla ConferenzaMondiale delle Donne a Pechino. Ayesha Khanam del Consiglio delle Donne del Bangladesh hadetto: "La violenza contro le donne è un problema che richiede un'azione globale". Tra i problemidella violenza sollevati a Pechino c'erano: la mutilazione genitale delle ragazze, le "morti per ladote" in India, dove migliaia di giovani spose vengono uccise ogni anno perché le loro famigliepagano doti insufficienti, i maltrattamenti fisici domestici _ negli USA, circa un terzo delle donneuccise muoiono per mano del marito o del fidanzato _ e l'uso dello stupro e della prostituzioneforzata come armi di guerra. Come fermare questa violenza è una sfida per tutti noi: donne, uomini,laici, religiosi, cristiani e appartenenti ad altre fedi.

Presentiamo uno schema di approccio al tema: "Donne e violenza", basato sull'analisi sociale.

Descrizione della scena. Un gruppo parrocchiale sta discutendo di un'inchiesta nazionale di recentepubblicazione sulla violenza domestica. L'inchiesta rende noto che una donna su cinque ha subìtoviolenza da un partner maschio. Il 59% delle intervistate sapeva di altre donne che erano statevittime di violenza; il 13% riferì di violenze psicologiche _ erano state chiuse a chiave nelle lorostanze, era stato loro impedito di incontrare le amiche, erano state insultate e private del denaro; il10% aveva subito gravi violenze fisiche _ prese a calci, spinte giù dalle scale, picchiate, accoltellatee fatte oggetto di tentato strangolamento. Altre avevano subito violenza sessuale, erano stateminacciate con coltelli e armi da fuoco. Il documento conclude: "E così, mentre il governo puòpromulgare leggi migliori per la protezione delle donne, non è in grado di elaborare un programmache riduca la violenza domestica, finché non sa che cosa causi tali violenza. Dovrebbe porsi questoobiettivo e, nel frattempo, fare tutto il possibile per sostenere i centri di accoglienza per le donne e icentri antistupro".

Page 137: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Come possiamo contribuire a risolvere questo problema? Che cosa possiamo fare? Chi è vittima diviolenza in questa parrocchia, senza che noi lo sappiamo? Subito emergono queste domande e altre.Come può rispondere un gruppo di questo tipo, usando un metodo di analisi sociale? È importanteosservare che l'analisi di un problema come questo richiederebbe almeno due riunioni di due oreciascuna.

I fase: chiarificazione del problema

Fate ricerche e passatevi informazioni sulla violenza domestica. Acquistate una copia dell'inchiesta,magari invitate un esperto a parlare. Delineate brevemente la storia della violenza domestica nelnostro paese. Quali sviluppi politici, economici, culturali, sociali e religiosi nella società hannocontribuito alla violenza contro le donne? Cercate i collegamenti. Quali valori sono in gioco?

II fase: analisi strutturale

Ci sono strutture economiche che portano alla violenza contro le donne (per es. il sistema delle doti;la mancanza di diritti giuridici e di proprietà; le donne considerate come proprietà personaledell'uomo; gli uomini come unici portatori di reddito; la disoccupazione)? Ci sono delle forze nellasocietà che traggono vantaggio dalla dipendenza economica delle donne?

Chi ha il potere nelle strutture politiche? Ci sono dei partiti o dei gruppi politici che danno un tacitoconsenso all'uso della violenza fisica contro le donne? Chi trae vantaggio dal "tenere le donne alloro posto"? Quali ruoli ministeriali ricoprono le donne nel governo? Ci sono dei gruppi checonsiderano l'avanzata del femminismo una minaccia? Le donne hanno dei diritti?

Ci sono degli elementi culturali di legittimazione della violenza contro le donne (per es. unatradizione maschilista)? Quale forma assume il rapporto sociale tra i sessi (collaborazione,isolamento)? L'alcool è considerato un rituale maschile importante? Si pretende la castità dalledonne e non dagli uomini? Qual è il grado di istruzione degli uomini? E delle donne? Comepresentano la figura femminile i mezzi di comunicazione: come oggetto sessuale, capricciosa,volubile, stupida?

Le strutture sociali incoraggiano la violenza (pensiamo per esempio ai datori di lavoro che sono i"proprietari" dei lavoratori e li trattano da schiavi; agli alloggi scadenti; al problema dell'assistenzasanitaria e sociale insufficiente)? Chi ha il potere decisionale?

Quali ruoli hanno le donne nelle strutture religiose? Ci sono insegnamenti, tradizioni e pratiche cheassegnano alle donne un ruolo particolare? Come sono rappresentate le donne nella mitologia?Nella Bibbia? Nella Chiesa?

Ci sono dei rapporti tra le strutture economiche, politiche, sociali, culturali e religiose checontribuiscono alla violenza contro le donne?

III fase: riflessione e preghiera

Fate riferimento a un brano delle Scritture come quello della Samaritana (Gv 4,1-42). Che cosa dicequesto brano su questo problema? Come risponde Gesù? Ci sono degli insegnamenti della Chiesa,delle dichiarazioni del Papa, dei vescovi e dei capi religiosi che contribuiscono a chiarire ilproblema?

IV fase: pianificazione dell'azione

Qual è la soluzione? Concretamente, che cosa vorremmo che cambiasse? Quali risorse abbiamo nelgruppo che ci aiutino a rispondere al problema della violenza domestica? Quale parte del problema

Page 138: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

possiamo affrontare adesso? Come comunicare con il resto dei parrocchiani? Quale provvedimentoprendere per primo? Chi sono i responsabili dei vari aspetti del progetto? Quali sono i tempi diattuazione delle varie fasi dell'azione?

Valutazione

È molto importante stabilire una serie di incontri a scadenze fisse per valutare il cammino realmentecompiuto in relazione a ciò che ci si propone di fare.

Manuale GPIC della Commissione Giustizia e Pace Integrità del Creatodell'Unione dei Superiori e delle Superiore Generali, Roma

Page 139: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

5. GPSC in contesti ministeriali specifici

VITA QUOTIDIANA

Vi presentiamo queste opzioni come proposta pratica di come concretizzare le idee offerte in modoteorico nelle prime due parti del Sussidio. Vogliamo farlo in modo tale che queste idee divenganoquanto più possibile questione di vita quotidiana e incarnazione storica del nostro stile di vitafrancescano.

Distinguiamo le nostre proposte su due livelli generali e due livelli particolari:

1. Livello generale:

livello provinciale (che cosa potrebbe fare il governo provinciale);

livello locale (che cosa potrebbero fare ogni fraternità e ogni frate);

2. Livello particolare:

"ad intra" (all'interno delle nostre strutture);

"ad extra" (all'esterno delle nostre strutture).

I. GIUSTIZIA di tutti i giorni

A. A livello provinciale:

1. "Ad intra"

a) Nella formazione iniziale, non fare discriminazioni contro i candidati che non hanno optatoper il sacerdozio. Dare loro uguali opportunità di studio e di formazione tecnica.b) Mantenere il diritto dei fratelli laici di occupare qualunque carica nella Provincia e di avereun certo numero di delegati al Capitolo.c) Fornire la più grande cura ed assistenza, diretta e indiretta, ai frati anziani e malati, sepossibile nei loro rispettivi conventi. Altrimenti, ci dovrebbe essere per loro una infermeriaconfortevole e accogliente.d) Aiutare i parenti più stretti dei frati nelle loro difficoltà economiche o logistiche, anchemettendo a loro disposizione parte delle nostre strutture.e) Al momento delle elezioni civili, fornire ad ogni frate, attraverso l'ufficio provinciale diGPSC, informazioni adeguate e quanto più possibile complete riguardo ai programmi e ai candidatidei vari partiti politici.

2. "Ad extra"

a) Fare un controllo annuale dei conti, con la determinazione di una percentuale delle entratetotali, fissata annualmente, da restituire ai poveri sotto la forma di un progetto di promozioneumana, possibilmente deciso da tutti i frati.b) Fare uso sia della capitalizzazione e del risparmio sia di banche etiche e di fondi comuni diinvestimento autoamministrati. Inoltre, rinunciare a interessi più alti o al profitto personale.c) Avere come priorità il miglioramento delle strutture per il culto e per l'accoglienza, eprendere in considerazione frati non malati.d) Verificare direttamente e personalmente ad intervalli fissati, attraverso l'ufficio provincialedi GPSC, se la fiducia posta in un candidato politico era meritata o no.

Page 140: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

B. A livello locale:

1. "Ad intra"

a) Favorire quanto più possibile una distribuzione equilibrata delle responsabilità, in modo taleche tutti i membri della fraternità siano corresponsabili, secondo i loro carismi, della buona gestionedella casa. Programmare turni che coinvolgano tutti nei servizi più elementari e faticosi, comecucinare e occuparsi della pulizia generale degli spazi comuni.b) Facilitare a ciascun frate la possibilità di godere di periodi di vacanza, fornendo a tutti ildenaro necessario, senza dimenticare il voto di povertà.c) Fare in modo che ciascun frate possa sviluppare liberamente i propri talenti mettendoli aservizio della fraternità e della Chiesa.

2. "Ad extra"

a) Se è necessario assumere persone esterne per i lavori domestici, il primo criterio di sceltanon dovrebbe essere la produttività e l'efficienza, ma il bisogno del potenziale candidato.b) Pagare un giusto salario al personale dipendente da noi, anche in assenza di una legislazioneadeguata, mettendo al primo posto la sua sicurezza nella società.c) Comprare ed usare quanto più possibile i prodotti di commercianti giusti e disposti allacollaborazione, anche se il costo è sopra la media.d) Aiutare e sostenere, unendosi eventualmente a loro, i gruppi religiosi e civili che lottano perla giustizia (p.e., Amnesty International, ecc.).e) Interessarsi dell'attività politica e sociale della zona, aiutando, sostenendo e nel casoformando gruppi per la difesa dei più emarginati, anche a costo della propria integrità fisica e dellapropria libertà.f) Esercitare sempre e dovunque il diritto di voto. Quindi, votare partiti e movimenti chelottano per una maggiore uguaglianza tra le persone e salvaguardano la libertà religiosa e la dignitàdella persona.

II. PACE, nostra sorella tutti i giorni

A. A livello provinciale:

1. "Ad intra"

a) Promuovere quanto più possibile momenti di fraternità e di festa.b) Far conoscere quanto più possibile le "opere buone" dei frati; facilitare la comunicazione;apprezzare l'uno il lavoro dell'altro. "La comunicazione accresce la comunione".c) Fare l'opzione evangelica per la non-violenza e l'antimilitarismo.

2. "Ad extra"

a) Formare un gruppo di frati come "pacificatori d'emergenza" (sull'esempio di InternationalBrigades for Peace), che rispondano direttamente al Ministro provinciale o al Coordinatoreprovinciale di GPSC, da mandare in "zone calde" in caso di possibile conflitto. Essicontribuirebbero, attraverso la loro presenza non violenta, a ristabilire la pace tra le parti. Taligruppi provinciali dovrebbero essere coordinati nella loro attività dall'Ufficio Generale di GPSC.b) Nello spirito di Assisi, promuovere ogni anno, il 27 ottobre, una Giornata di digiuno epreghiera per la pace.

B. A livello locale:

1. "Ad intra"

Page 141: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

a) Fraternizzare quanto più possibile migliorando le maniere, salutandoci ogni giorno econdividendo con i confratelli le nostre gioie e le nostre sofferenze; pregare gli uni per gli altri;ricordare e festeggiare compleanni e onomastici.b) Non cercare sempre di "avere l'ultima parola". Accettare le opinioni degli altri.c) Non sentirsi vittima della comunità. Non vittimizzare nessuno.

2. "Ad extra"

a) Vivere la minorità, stando sottomessi a tutti.b) Non criticare, non chiamare nessuno in giudizio, anche a costo della giustizia.c) Pubblicizzare e sostenere l'obiezione di coscienza al servizio militare e l'obiezione dicoscienza alle spese militari.

III. IL CREATO, la nostra casa comune

A. A livello provinciale:

1. "Ad intra"

a) Formare gli economi provinciali e locali ad una mentalità ecologica.b) Durante la formazione iniziale e permanente, offrire corsi sulla "ecologia umana".

2. "Ad extra"

a) Comprare prodotti in contenitori riciclabili.b) Pubblicare tutto su carta riciclata.c) Preferire, quando è possibile, mezzi di trasporto che usano metano o gas propano liquido,anche se meno efficienti.d) Comprare per gli abiti stoffa che sia stata trattata il meno possibile.

B. A livello locale:

1. "Ad intra"

a) Opporsi al diffuso consumismo scegliendo uno stile di vita moderato, specialmente nel ciboe negli abiti, e per quanto è possibile semplice e naturale.b) Non favorire ma contrastare qualunque cosa sia nello stile "usa egetta".c) Separare i rifiuti, specialmente carta, vetro e plastica. Ogni casa dovrebbe avere uno o piùpunti di raccolta e persone responsabili di raccogliere i materiali.d) Vivere in case riscaldate con metano o gas naturale. Dove è possibile, convertire l'impiantodal carbone o dal gasolio.e) Limitare l'uso di energia e di acqua a quanto è strettamente neces-sario.

2. "Ad extra"

a) Incoraggiare e sostenere, anche unendosi ad essi o eventualmente formandoli, movimentiecologisti che educhino l'opinione pubblica in maniera non violenta e facciano pressione sulleamministrazioni comunali, provinciali, regionali e nazionali perché adottino misure volte asalvaguardare il creato (la natura). Esempio: raccolta differenziata dei rifiuti, un sistema industrialee di trasporto più ecologico.b) Per quanto possibile, usare la bicicletta come mezzo di trasporto; essa è allo stesso temposalutare e non inquinante.

Page 142: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

c) Se l'uso della bicicletta è impossibile, servirsi dei mezzi pubblici, preferibilmente di quelliche funzionano a elettricità, gas naturale o benzina "verde" (in questo ordine).d) Coltivare la terra usando fertilizzanti naturali, non cercando il massimo rendimento.Rispettare i cicli stagionali di riposo.e) Comprare prodotti naturali che inquinano poco.

Come abbiamo detto all'inizio, questa è una lista di proposte che non pretende di essere esaustiva eche certamente non abbraccia tutte le possibili situazioni geografiche dei Frati Minori. Abbiamo,tuttavia, cercato allargare il nostro orizzonte quanto più abbiamo potuto.

Sta a te, buon fratello, calare con la tua coscienza nel tuo contesto il messaggio che abbiamo cercatodi offrirti alla luce del Vangelo e della nostra legislazione. Portalo nel tuo ambiente e potraidivenire un insostituibile segno dell'amore di Dio. Questo segno si esprimerà in uno stile di vitacontemporaneamente sobrio e gioioso, seguendo l'esempio di San Francesco e di Santa Chiara.

Roberto Cranchi OFM

Page 143: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

MISSIONE "AD GENTES"

Fin dal suo inizio, la vita religiosa appare come incarnazione dell'amore assoluto di Dio per la suacreazione, come segno della radicalità del Vangelo e come forza liberatrice che trasforma il mondo.Vale la pena di notare che, dal suo primo apparire, essa non era definita come un'espressionedell'attività pastorale o caritativa della Chiesa, ma piuttosto come un segno visibile e leggibile diche cosa significa essere Chiesa al servizio del mondo. L'evangelizzazione "ad gentes", spesso conlati oscuri e luminosi, è stata principalmente opera dei religiosi, sia donne sia uomini, laici edecclesiastici. In ogni periodo è stato messo in rilievo qualche aspetto particolare della missione:

• La missione "ad gentes" consisteva nel portare la civiltà, la legge e l'ordine del Regno di Dioa persone ignoranti, povere e spesso violente.

• La missione "ad gentes" divenne un progetto di cristianizzazione degli indigeni del NuovoMondo.

• La nostra missione "ad gentes" doveva portare più persone del mondo possibile alla verità,che per noi in quel tempo significava alla Chiesa cattolica romana.

La Missione "ad gentes" oggiNegli ultimi trent'anni non solo sono mutati il nostro stile di vita, il nostro modo di vestire e lanostra vita di preghiera, ma anche le nostre società civili sono cambiate ad una velocità incredibile.All'interno della Chiesa ci sono stati forti sviluppi nella scienza biblica e nella riflessione teologica,come pure un inserimento delle scienze naturali e sociali nelle nostre teologie. La nostracomprensione di Dio, della Chiesa e della missione è influenzata da questi cambiamenti.

Per secoli l'osservazione del sole, che ogni giorno sorgeva e tramontava all'orizzonte, ha datoall'uomo motivo di pensare che noi eravamo il centro dell'universo e che il sole ci ruotava intorno.Ciò che cominciò come una osservazione casuale divenne una cosmologia, cioè una interpretazionedella percezione. Su questa cosmologia la Chiesa cristiana e la civiltà occidentale costruirono unavisione completa del mondo, comprendente il disegno di Dio per il genere umano, il bisogno disalvezza, il culto, il profondo, l'etica, l'iconografia, ecc. Le nuove percezioni di Galileo Galilei nonerano osservazioni innocue o semplicemente curiose. Usando una semplice nuova lente, egli portòun cambiamento enorme nella percezione di come l'umanità comprendeva il proprio posto e ilnostro sistema solare nell'universo. L'esperienza della nuova percezione fece crollare la cosmologiaprecedente e molti dei suoi corollari, sostituendone altri nuovi. Questa crisi comportava seriproblemi. Queste nuove conoscenze costituivano una tremenda minaccia al modo in cui i cristianiavevano compreso Dio, il loro mondo e il proprio posto in esso. La minaccia ai fondamenticosmologici della società era così forte che non solo era difficile, ma perfino pericoloso, parlare aivescovi e cercare di convincerli a vedere la realtà in modo nuovo.

Oggi siamo in un simile tempo di crisi, in cui i nostri assunti cosmologici stanno cambiando. Forsela nuova lente che ha introdotto l'inizio di una nuova cosmologia è quella della telecameraattraverso la quale noi abbiamo visto la terra dalla luna. Persone di tutto il mondo hanno avutol'esperienza comune di guardare altri uomini infrangere la legge di gravità, muoversi nello spazio eosservare dalla luna il nostro pianeta ruotare come uno scintillante ornamento natalizio sospesocontro un cielo nero. Insieme abbiamo guardato noi stessi e il nostro pianeta, un globo senzaconfini, fragile, solo e luminoso, da una telecamera posta sulla luna a 280.000 miglia di distanza.

Oggi le donne, che costituiscono la metà del genere umano, stanno definendo se stesse e i propridiritti vis-à-vis rispetto all'altra metà, rappresentata dagli uomini. Questa è probabilmente una dellediscussioni più importanti nella storia della famiglia umana. Il mondo sta diventando un villaggioglobale, dove più persone sono interessate alla spiritualità, ma non si identificano con alcunareligione. Quando impariamo di più sul creato e incontriamo elettronicamente nuovi fratelli esorelle di tutto il mondo, le nostre percezioni cambiano. Non solo vediamo in maniera differente la

Page 144: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

natura e gli altri, ma cambia anche la nostra comprensione di Dio. Meno persone sono spaventatedal concetto di Dio. Tutte le religioni sono viste come buone e utili per il cammino dell'uomo. Piùspiritualità sono centrate sul creato e si identificano con le lotte dei poveri e per i diritti umani. Ifisici, che erano prima considerati nemici della religione, ora ci danno lezione su come la materia elo spirito sono aspetti della stessa realtà e ci insegnano che la base di tutta la materia è spirito.

Per la prima volta nella storia, l'intera famiglia globale può ora essere toccata simultaneamente dallastessa esperienza nello stesso momento. La televisione ci ha unito attorno a un nuovo fuoco delvillaggio. Noi guardiamo la Casa Bianca russa a Mosca venire attaccata; insieme centinaia dimilioni di persone di ogni paese del mondo restano senza fiato nello stesso istante in cui guardiamosegnare a Parigi il gol vincente della Coppa del Mondo. Possiamo far passare telefax attraversoconfini chiusi, sulle teste dei dittatori, dando alle persone speranza, come pure dati aggiornati sulleviolazioni dei diritti umani. L'accesso alle informazioni ha trasferito il potere dalla produzioneindustriale all'informazione. Questa dà agli uomini la possibilità di fare scelte per la loro vita.

Nell'ultimo decennio siamo stati testimoni del passaggio da un modello di missione _ e anche divita religiosa _ ecclesiocentrico e/o esclusivamente cristocentrico a un modello che, sebbenepienamente ecclesiale e fondato sul vero discepolato, è aperto sull'orizzonte del mondo a venire, del"nuovo cielo e della nuova terra", cioè del Regno di Dio. In questo modo, è il Regno di Dio chedefinisce l'identità della Chiesa e che è legato anche alla ridefinizione della vita religiosa nellaChiesa. Se l'identità della Chiesa è la missione, allora il Regno di Dio e i suoi valori (pace, giustizia,filiazione divina e fratellanza tra gli uomini, rispetto incondizionato per ogni forma di vita, amiciziatra tutte le nazioni sotto un solo Dio) diventano il fine della missione della Chiesa.

Sembra che la teologia contemporanea abbia raggiunto un consenso abbastanza ampio sulla baseper l'autocomprensione della Chiesa, e anche della vita religiosa: il centro della vita e del ministerodi Gesù era la proclamazione dell'irruzione del Regno di Dio attraverso le parole, i gesti ("azioni") esoprattutto attraverso la sua morte e la sua resurrezione. I biblisti ci dicono che Gesù comprendevase stesso come profeta di quella nuova realtà che è chiamata Regno di Dio. Egli parla di un Dio cheentra in relazione con ogni singolo essere umano, con l'intero creato, con la storia, nella quale eattraverso la quale il suo amore si dilaterà e si estenderà fino alla fine del tempo. "Il Regno di Dio[...] è la visione utopica di una società di amore, giustizia, uguaglianza, basata sulla trasformazioneinteriore o sul dare pieni poteri agli uomini, una visione in cui le persone 'agiranno' e 'vivrannoinsieme' in maniera differente, perché essi 'saranno' e 'si sentiranno' diversamente" (P. Knitter).

Il Vaticano II ha posto la missione al centro dell'autocomprensione della Chiesa: la Chiesa èmissionaria per sua stessa natura. La missione appartiene all'essenza della Chiesa. Si potrebbefacilmente dire: l'identità della Chiesa è la missione. In questa prospettiva, la missione non derivada un mandato speciale ricevuto da qualche autorità ecclesiale, ma dal battesimo stesso, per mezzodel quale ogni cristiano è introdotto in quella "communio", che non è un circolo chiuso, mapiuttosto un corpo vivente la cui natura consiste nell'atto di condividere e donarsi, proprio comeGesù ha dato se stesso per amore di "molti". In un senso molto chiaro, la Chiesa non esiste per sestessa. Essa è piuttosto, come la presenta la Lumen Gentium, "sacramento" della comunione conDio del genere umano e dell'intero creato, sacramento del progetto salvifico e liberante di Dio per lasua creazione.

La missione e la missione al rovescioQuando parliamo di "missione", è facile cercare un progetto, un libro da pubblicare, un opuscolo dascrivere, un film da produrre allo scopo di comunicare il "contenuto del messaggio" per cambiare inmeglio la vita degli altri. "Missione", però, non corrisponde a una quantità misurabile diinformazioni da comunicare, insegnare o consegnare. Essa è l'atteggiamento di chi è inviato adannunciare il Regno di Dio attraverso la presenza e, forse, attraverso la parola.

Page 145: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Settecentottanta anni fa, al tempo delle crociate, il nostro fratello Francesco di Assisi andò in Egittocon l'intenzione di predicare al Sultano, il nemico del suo popolo. Se il Sultano si fosse convertito,allora ci sarebbe stata la pace. Francesco fu fortunato, perché il Sultano era un uomo saggio eaperto. Piuttosto che infuriarsi per la predicazione di Francesco, lo invitò a rimanere nel suoaccampamento e a continuare le loro discussioni per un certo tempo. Francesco sperimentò un'altraconversione nella sua vita. Egli non divenne musulmano, ma ritornò ad Assisi con un granderispetto per i "Saraceni". Fu evangelizzato più profondamente lui stesso del Sultano. Nella PrimaRegola per la nostra vita, Francesco scrisse che i fratelli che vanno tra i "Saraceni e altri infedeli"devono vivere tra queste persone stando "soggetti ad ogni creatura umana", senza fare dispute connessuno e dando testimonianza con la loro vita della propria fede cristiana. Solo se e quando piace aDio devono predicare e battezzare.

Francesco ci ha lasciato un modello meraviglioso di evangelizzazione e di missione. Noi andiamoin una situazione che ci è estranea e viviamo rispettosamente con le persone mentre veniamo acomprendere i loro modi. Non facciamo discussioni con loro e non tentiamo di predicare fino aquando Dio non rende chiaro che dobbiamo farlo.

La missione è dunque un atteggiamento, un punto di vista, una illuminazione (Buddha), che cipermette di vedere che cosa realmente è qui: vedere, sperimentare l'umile e semplice Dio che vivetra noi o, per meglio dire, noi che viviamo in Dio. La missione è scegliere di avere gli occhi aperti edi essere un testimone del Regno di Dio, dove spirito e materia sono in armonia. È credere e sperarenel Regno di Dio, che è intorno a noi, che è sotto la superficie della vita, che è in ogni persona. È unatteggiamento scelto, una disposizione verso la pace e la giustizia, con il desiderio di vedere tuttocome Dio intende che sia. Ha la capacità di tirare fuori ciò che è nascosto, come "un padrone dicasa che estrae dal suo tesoro cose antiche e cose nuove". È un modo di vedere e capire il mondo egli uomini con fede nell'incarnazione dell'amore di Dio. C'è un racconto meraviglioso suSant'Ignazio di Loyola che descrive questo atteggiamento di fede. Quando Sant'Ignazio era unuomo anziano e viveva ritirato, spesso veniva visto in giardino a camminare tra i fiori. Di quando inquando, andava barcollando fino ad una pianta in piena fioritura. Egli spingeva il suo bastone suifiori e li scrollava delicatamente dicendo: "Lo so, lo so, non gridate così forte!".

Discepolato _ Un atteggiamento fondamentale per tutti i tempiNon fu soltanto il contenuto dell'insegnamento di Gesù che catturò l'attenzione degli apostoli. Fuanche il suo interesse personale per loro e il suo potere di chiamarli a vedere, ad essere desti alRegno di Dio che era dentro di loro e attorno a loro, così che potessero essere liberi di esseredavvero se stessi. In Simone, Gesù vide l'energia nascosta di un grande capo sotto il vacillare di unvile che negò con forza di conoscerlo davanti a una giovane serva nel cortile del sommo sacerdote;in Giacomo e Giovanni, che volevano entrambi invocare il fuoco e lo zolfo di Sodoma e Gomorrasulla città di Samaria che non aveva voluto dar loro riparo per la notte, la dolcezza nascosta; inZaccheo, che promise un risarcimento a tutti coloro che aveva truffato, l'onestà nascosta; in Matteo,l'apostolo e martire che aveva voluto lavorare per i nemici e raccogliere i soldi delle tasse dal suostesso popolo, l'integrità nascosta. La nostra missione è quella di aiutare quanti sono ciechi, sordi oindifferenti a fare esperienza del Regno di Dio che è dentro di loro e intorno a loro e a dare lapropria risposta.

DomandeLa consacrazione al Regno di Dio farà sorgere molte domande su come agiamo quando affrontiamola nostra missione. Per esempio, che cosa significherebbe per noi, come religiosi, stare in Cina edandare in Cina in futuro? Quale sarebbe lo scopo di tale missione? I cinesi hanno la civiltàininterrotta più antica del mondo. Noi crediamo che Dio ha amato il popolo cinese, vivendo elavorando tra loro per migliaia di anni. Così, perché dovremmo sentirci chiamati ad andare a viveretra loro? Che cosa dovremmo sentire il bisogno di dire loro? O di chiedere loro?

Page 146: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Quale lezione stiamo imparando dalla nostra recente esperienza di evangelizzazione in Ruanda? Ein altre parti dell'Africa? Che cosa dire della fattibilità dell'attività di comunità religiose come ONGassociate con le Nazioni Unite? Come potremmo predicare o testimoniare alla comunità delleNazioni Unite la nostra fede che Cristo è morto, che Cristo è risorto e che Cristo verrà di nuovo?

Quando impiantiamo la Chiesa o il nostro Istituto in altri paesi, quanto siamo duttili, flessibili epoveri? Quanto è rispettoso il nostro atteggiamento verso la cultura e i modi del popolo che ciospita? Conserviamo il possesso delle strutture e delle giovani Chiese locali? È giunto il tempo incui le "giovani" Chiese sviluppatesi per opera dei nostri Istituti dovrebbero diventare esse stesseattive nel "mandare" missionari? Perché non sono più numerosi i missionari provenienti dall'Africa,dall'Asia, dall'America Latina? Annunciamo attraverso la nostra testimonianza della dignità eduguaglianza evangelica tra noi _ laici e sacerdoti, uomini e donne _ dal momento che siamo tuttilegati insieme dallo stesso fondamentale lavoro di evangelizzazione? Esportiamo nelle giovaniChiese i nostri vecchi problemi e le nostre divisioni?

SfideChe cosa possiamo dire del rinnovamento della vita religiosa e della nostra missione "ad gentes"?Per non ingannare noi stessi, dobbiamo ricordare che in natura la maggior parte dei rinnovamentiavviene attraverso la morte. Se il seme non cade a terra e non muore, esso non produce un chicco digrano. La morte apre la possibilità di progresso e sviluppo, una rinascita a una vita molto differentedallo stadio precedente. Forse veniamo preparati per essere piantati e, come il seme, possiamo solocredere e sperare che il futuro sconosciuto è in noi. Forse siamo introdotti nel periodo successivo,attraverso la soglia. Spesso vi è resistenza ogni volta che il creato giunge ad attraversare un confineevolutivo. Nuova energia viene creata dall'attrito causato dalla resistenza all'avanzamentoevolutivo. Questa nuova energia aiuta a spingere la creazione nel suo stadio successivo.

Tutti i nostri Istituti hanno bisogno di adattarsi, sia quelli in patria sia quelli all'estero, ai problemiche ci circondano: la sfida di formare gruppi più piccoli di cristiani che vivono una vita ispirata alVangelo tra persone indifferenti, cieche o ostili al Regno di Dio; l'apprendimento di come vivere incomunità internazionali e interculturali, non solo per necessità, ma come testimonianza pubblicadella solidarietà del genere umano; il lavoro e la collaborazione, uomini con donne, donne conuomini; la preghiera e il lavoro, con frequenza regolare, con persone di altre religioni; lacondivisione con la comunità scientifica del messaggio che Dio è diventato parte della creazione; ilparlare a favore di coloro che non hanno voce in incontri pubblici, come il Vertice Mondiale sulloSviluppo Sociale (Copenaghen), la Conferenza Mondiale sulle Donne (Beijing), la ConferenzaMondiale sull'Ambiente (Turchia).

Possiamo imparare delle lezioni sul rinnovamento della vita religiosa e della nostra missione "adgentes" dalle nostre sorelle più piccole, le molecole di idrogeno e di ossigeno, che, anche se sonocosì ben definite ed utili, spesso si legano e trovano nuova vita quando si perdono e diventanonostra sorella acqua, che, come ci ricorda San Francesco, è preziosa, utile, casta e pura. Nell'acqua,l'idrogeno e l'ossigeno hanno un compimento temporaneo ed utile che era impensato. Comunque,ogni cosa deve cambiare, convertirsi, perdersi per unirsi, per diventare qualcosa di nuovo. Prestonella storia, il messaggio dell'Incarnazione è passato da Israele in Occidente, in Grecia e a Roma,dove c'è stata una fusione tra il messaggio proveniente dall'Oriente e la cultura occidentale. Sottomolti aspetti, questo scambio o unione è simile al legame tra l'idrogeno e l'ossigeno per formare lanostra gentile sorella acqua. Una domanda per noi: siamo preparati, personalmente o come Istituti, aprendere la molecola del nostro mondo e a lasciarla legare completamente con il mondo di un altro,così che ci sia una nuova comprensione dell'Incarnazione e delle sue ramificazioni? Per esempio,che cosa accadrebbe se l'Occidente portasse il suo mondo di teologia e riflessione e lo lasciassetrasformare e inculturare negli insegnamenti di Confucio, formando così una Chiesa cattolicacinese?

Page 147: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Gran parte della vita religiosa come noi la conoscevamo sta morendo e cambiando in una nuovavita che è ancora sconosciuta, impensata. Per il prossimo secolo, io credo che ci saranno varieesperienze di vita religiosa nella Chiesa. Non solo esse saranno diverse, ma potranno funzionarefuori dalle diverse ecclesiologie e in situazioni sociali molto differenti. In alcuni paesi, le comunitàreligiose prospereranno come cinquanta o sessanta anni fa al nord. In altri posti, anche con lemigliori intenzioni e i più grandi sforzi, la risposta alle nostre preghiere sarà un numero inferiore eanche la scomparsa di alcune comunità che in passato hanno servito molto bene la Chiesa. Faràsorgere nella Chiesa anche nuove forme di vita religiosa per la società globale, forme che sarannocoerenti con quelle che le hanno precedute in passato, ma differenti, forse tanto quanto un semeconfrontato con un alberello.

Proprio come il prospero comune di Assisi fu il catalizzatore per l'innovazione di Francesco eChiara, possiamo aspettarci che il nostro nuovo mondo sarà il catalizzatore per le nuove guidespirituali, per le nuove forme di vita consacrata pubblicamente a Dio. Queste nuove forme di vita"religiosa" risponderanno in modo fresco e audace, differente, alle sfide che provengono dalvillaggio globale in evoluzione. Esse saranno probabilmente impegnate nell'aprire gli occhi dicoloro che non sono capaci di vedere le parti ovvie del Regno di Dio.

Si deve richiamare l'attenzione sul pericolo di una lettura non corretta della vita religiosa, unpericolo che esiste sia nelle Chiese locali del Sud sia in quelle dell'emisfero settentrionale. Alcuniconsiderano solo l'aspetto utilitaristico e perciò relegano sullo sfondo la "raison d'être", il carismafondamentale della vita religiosa, che consiste nell'essere un segno umile e tuttavia profetico dellapresenza amorevole di Dio nel mondo e nell'intero creato, nell'essere un segno dello Spirito viventeche dà vita a una incarnazione sempre nuova del Vangelo e testimonia la venuta del Regno di Dionelle diverse culture del mondo. Vorrei sottolineare il fatto che, nella sua dimensione più profonda,la vita religiosa non è una risorsa al servizio del ministero pastorale. Essa è, piuttosto, importanteessenzialmente in se stessa, nel e attraverso il dare testimonianza di Dio e del potere trasformantedel Vangelo nella Chiesa e nella società. "L'apostolato di tutti i religiosi consiste in primo luogonella testimonianza della loro vita consacrata, che essi sono tenuti ad alimentare con l'orazione econ la penitenza" (CIC 673).

Conclusione

Alcune sfide speciali

1. La chiamata a nuove frontiereLa vita religiosa rifiuta i confini (cfr. San Francesco, la storia di Madonna Povertà che chiede aifrati di mostrarle le loro celle, "Il nostro chiostro è il mondo"). Più spesso che no, essa resiste alledefinizioni rigide, al fissare elementi strutturali e limiti geografici. La sua vera natura è dinamica,non statica. La vita religiosa è stata spesso l'agente primario del cambiamento all'interno dellaChiesa e della società. Per sua stessa natura, essa è costante ricerca delle "cose ultime" nella vita enella storia, della pienezza della vita e della storia. La vita religiosa respira e celebra già adesso lafine dei tempi. Essa è, perciò, proclamazione, anticipazione e profezia. La vita religiosa, con la suamissione "ad gentes", è un segno del Regno di Dio che fa parte della dialettica del 'già' e 'nonancora'.

Seguono alcune semplici domande per la vostra riflessione e, forse, per la vostra discussione:

• Siamo presenza del Signore risorto nel mondo?• Siamo voce dei poveri che cercano di essere uditi in un mondo strutturalmente ingiusto?• Siamo un grido per la giustizia che non viene facilmente messo a tacere?• Siamo segno e "sacramento" di un Dio compassionevole?

Page 148: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

• Siamo alternativa all'avidità, al nazionalismo, al consumismo, al razzismo, alla tendenza adessere superiori?

• Siamo operatori di pace, facendola regnare prima di tutto nei nostri cuori e nei nostriIstituti?

• Siamo una parola di speranza, un canto di incoraggiamento e di speranza per coloro chehanno bisogno di coraggio?

• Siamo custodi della nostra madre terra?• Accogliamo lo straniero, l'estraneo, la vedova, l'orfano, l'immigrato, chi cerca asilo, il

disoccupato, il dimenticato?• Siamo segno di una Chiesa riconciliata (cfr. la questione di essere un Istituto

internazionale...)?• Siamo quel dono speciale alla Chiesa che la richiama al suo amore e al suo discepolato

iniziali?

2. "Passare"La missione di Gesù fu una Pasqua, un passaggio personale (kenosis) da ciò che è familiare e sicuroad un mondo di peccatori, emarginati, indifferenti, corrotti e impuri. Oggi, una sequela creativa diGesù deve contemplare e compiere il passaggio della nostra comunità nelle vite dei poveri, facendodella nostra opzione per loro uno svuotamento di sé in altri contesti e in altre culture, una verainculturazione.

3.Stabilire una Chiesa inculturataParliamo della necessità di risvegliare nel mondo intero la consapevolezza di dover impiantare unaChiesa che sia inculturata, ma anche internazionale ("cattolica"). Avendo oggi il vantaggio dellastoria e degli studi della moderna scienza sociale, non dovremmo agire in modo impulsivo e cieco.Dobbiamo essere attenti ad evitare il pericolo dell'incomunicabilità attraverso un concettosuperficiale ed erroneo di inculturazione. Dobbiamo essere anche cauti per il rischio di un nuovonazionalismo che può nascondersi nel linguaggio dell'inculturazione e del "rispetto delle culture".Una parte essenziale della nostra missione "ad gentes" è aiutare le persone ad evitare di essereintrappolate da elementi distruttivi di tribalismo. Prima di andare in altri luoghi a dare consigli adaltri fratelli e sorelle, però, dobbiamo essere certi che siamo esperti nell'affrontare questi stessiproblemi umani nei nostri Istituti.

4.Testimonianza della dignità e dell'uguaglianza evangelicaQuest'ultimo punto mi porta alla sfida dell'evangelizzazione attraverso la nostra testimonianza delladignità e dell'uguaglianza evangelica che esercitiamo tra noi. Abbiamo continui problemi storici checoncernono la relazione tra laici e clero, tra uomini e donne, e tuttavia sono tutti legati insieme dallostesso compito fondamentale dell'evangelizzazione. È importante per noi, come Istituti religiosi,esaminarci e chiederci: esportiamo nelle giovani Chiese i nostri vecchi problemi e le nostredivisioni? La riconciliazione deve avere luogo ogni giorno tra noi, se speriamo di essere testimonidel Regno di Dio fra le altre nazioni, tribù e culture. Il messaggio che predichiamo attraverso laparola e l'azione deve essere incarnazionale, cioè deve dimostrare la nostra ferma convinzione cheDio prende sul serio il creato e le nostre società. La missione "ad gentes" deve includere la saggezzae l'impegno nella lotta dei poveri che sono contenuti nella dottrina sociale della Chiesa. Il nostrolavoro per la giustizia e la pace è parte integrante dell'evangelizzazione. Il dialogo è un elementoessenziale della nostra missione "ad gentes", come evidenziato pubblicamente dal famoso incontrodelle religioni del mondo ad Assisi nel 1986.

Hermann Schalück OFM

Page 149: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

MINISTERO PARROCCHIALE

Ciò che desideriamo mettere a fuoco in questa sezione è come possiamo inserire il lavoro per lagiustizia, la pace e l'ecologia nel ministero parrocchiale.

Per aiutarci, offriamo il seguente obiettivo: la giustizia, la pace e l'ecologia siano una partefondamentale del ministero parrocchiale e non solo competenza di pochi specialisti.

Si può sperare che le idee e i consigli pratici che seguono possanno aiutare l'impegno dellaparrocchia per la giustizia, la pace e l'ecologia. Prenderemo in considerazione le aree seguenti:

1. Il triplice ministero di Gesù.2. Il ministero sociale e profetico.3. La parrocchia e gli altri gruppi.4. L'educazione dei leader.5. La comprensione della gente.6. Il ruolo della fraternità.

Il triplice ministero di GesùOgni parrocchia in vari gradi cerca di integrare nelle proprie strutture e nei propri progetti il tripliceministero (profetico, liturgico e sociale).

È difficile sviluppare un approccio pastorale equilibrato. Talvolta un aspetto del ministero si èsviluppato a danno degli altri. È più facile incoraggiare ed entusiasmare la gente nel ministeroliturgico e sacramentale che in quello profetico e sociale. L'obiettivo di un ministero equilibrato èrendere Gesù e il suo Vangelo presenti così come sono, e non solo negli aspetti che ci piacciono oche sono più facili da annunciare.

Chiarito questo, è più facile inserire la giustizia, la pace e l'ecologia nel ministero parrocchiale. Unbuon coordinamento dei ministeri è fondamentale. A questo punto, sorge una serie di difficoltà:l'autosufficienza dei gruppi e dei movimenti, una rottura dell'unità e l'incapacità di raggiungeremete comuni.

Noi suggeriamo che ogni parrocchia si sforzi di creare un consiglio parrocchiale coordinato epartecipativo, formato da persone di gruppi ecclesiali e ministeri diversi. Prendere in considerazionel'andatura, la cultura e la situazione socio-politica e religiosa della gente è essenziale per elaborareun progetto pastorale con priorità da valutare.

Il ministero sociale e profeticoLa squadra e le commissioni incaricate del ministero sociale e profetico sono direttamente, ma nonesclusivamente, responsabili della promozione della giustizia, della pace e dell'ecologia nellaparrocchia.

Secondo lo studio parrocchiale della realtà socio-economica e politica (diagnosi), dove esso esiste,queste commissioni possono identificare delle aree di promozione umana e i gruppi più vulnerabiliche richiedono attenzione. Nessuna parrocchia può rispondere a tutte le sfide. È necessario fare unalista delle più importanti priorità di sviluppo umano sulle quali ci si deve concentrare e dellequestioni relative su cui le comunità e i gruppi della parrocchia devono riflettere.

Se il problema è la mancanza di acqua, la contaminazione ambientale, l'elevato numero di profughio il rifiuto di un gruppo particolare, per la parrocchia è possibile impegnarsi in un processo diriflessione con l'intenzione di elaborare azioni specifiche per alleviare la situazione. L'azionedovrebbe essere il frutto della riflessione e, dove è possibile, fatta dal maggior numero di membridella comunità parrocchiale; una volta compiuto, il lavoro dovrebbe essere valutato. Spesso i

Page 150: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

risultati non sono tanto importanti quanto il processo partecipativo usato. Molte iniziativefalliranno, ma alla fine alcune avranno successo. È meglio che talvolta falliscano dei progetti in cuisono stati coinvolti tutti piuttosto che abbiano successo quelli di pochi. È meglio perdere unabattaglia e vincere la guerra.

Allo stesso tempo, ci saranno sempre aree specifiche che richiedono un'azione immediata da partedi pochi. Spesso il punto non è il numero di iniziative o di risposte a problemi locali, nazionali einternazionali, ma il coordinamento di ciò che è stato detto e la condivisione delle informazioni conl'intera comunità.

Non è saggio ridurre l'impegno per la giustizia, la pace e l'ecologia a un lavoro per pochi specialisti.Se la gente identifica un gruppo specifico, conoscendo la natura umana, il lavoro sarà lasciato adesso. Tutto il lavoro inizia con pochi. Questi, tuttavia, dovrebbero avere la visione globale dicoinvolgere altri ed essere pronti a passare responsabilità e leadership al momento opportuno.

La parrocchia e gli altri gruppi1. Le parrocchie non sono le sole che si preoccupano delle questioni della giustizia, della pace

e dell'ecologia. L'unione fa la forza. La parrocchia dovrebbe farsi un dovere di arrivare aconoscere tutti gli altri gruppi, organizzazioni e chiese che promuovono la vita e la dignitàumana: organizzazioni sociali, partiti politici, sindacati, associazioni, consigli comunali,chiese protestanti e ortodosse, altre confessioni e ordini religiosi. Si dovrebbe fareparticolare attenzione a conoscere gli obiettivi e i progetti delle diocesi del luogo e comecoordinarsi con esse.

2. Si dovrebbero analizzare criticamente gli obiettivi di tutti i gruppi e la loro natura pratica.3. Se i valori evangelici sono rispettati, è meglio collaborare con questi gruppi che competere

con essi.4. Di quando in quando, è importante valutare il coordinamento e i risultati del lavoro per

evitare manipolazioni.5. La parrocchia dovrebbe invitare altri gruppi a partecipare alle sue iniziative, dove è

possibile, ed escludere chiunque non abbia le giuste intenzioni.

Educazione dei leader1. I leader del ministero di giustizia, pace ed ecologia necessitano di una formazione iniziale e

permanente: teologica, sulla dottrina sociale della Chiesa, sulla spiritualità francescana,organizzativa e tecnica, ecc.

2. Noi suggeriamo che i leader dovrebbero essere stati impegnati attivamente nella parrocchiaper un certo periodo prima di coinvolgersi direttamente in questioni riguardanti la giustizia,la pace e l'ecologia. In questo lavoro è facile essere sommersi o perdere la prospettivacristiana.

3. I promotori devono avere una spiritualità equilibrata.4. Devono avere avuto contatti con altri gruppi ecclesiali o almeno conoscerli.5. Devono essere apprezzati e accettati dalle comunità.6. Devono essere prudenti e capaci di assumersi dei rischi.7. Non devono essere associati con i vertici di alcun partito politico.

La comprensione della genteGeneralmente le persone evitano le questioni della giustizia, della pace e dell'ecologia per paura(nei paesi in guerra), per una comprensione dualista della santità o per progetti mal pensati, pocosostenuti o falliti.

Occorre andare al ritmo della gente. Senza una buona e ampia educazione religiosa, non ci si puòattendere molto. Quando diventa ovvio che la promozione della vita e dei diritti umani è partefondamentale della santità, si può ottenere qualcosa.

Page 151: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Come si può entusiasmare la gente?1. All'inizio, selezionare progetti o attività semplici che non soffochino le persone. Niente è

capace di motivare come il successo.2. Al principio, evitare progetti polemici e rischiosi.3. All'inizio, i progetti dovrebbero rispondere a ciò che la maggioranza sente importante.4. Selezionare responsabili e persone chiave, meglio ancora se sono capaci di motivare.5. Non imporre progetti, per quanto importanti.6. Assicurarsi che vi sia una continuità di leadership.7. Chiarire gli obiettivi e fare valutazioni.

Il ruolo della fraternità1. Accompagnare il processo diagnostico e progettuale della parrocchia.2. Ascoltare con rispetto i suggerimenti delle persone.3. Sostenere attivamente le iniziative dei ministeri sociali per le quali Giustizia, Pace e

Salvaguardia del Creato ha competenza.4. Sostegno non significa necessariamente coinvolgimento diretto o presenza fisica del frate.5. Sostegno economico, logistico e motivazionale ai gruppi da parte dei frati.6. Evitare il protagonismo e il creare dipendenza dai frati.7. Dopo un po', la partecipazione dovrebbe diventare minore.8. Non siamo eterni in una parrocchia. Quando noi andiamo via, la comunità parrocchiale va

avanti con il lavoro per la giustizia, la pace e l'ecologia.

Gearóid O'Conaire OFM

Page 152: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

MINISTERO DELLA PAROLA

Ministero della Parola

Nel corso dei secoli, i temi di GPSC sono stati parte del ministero della Parola dei frati. Per isermoni quaresimali di Antonio nel 1231, per esempio, i cittadini di Padova approvarono una leggecontro la carcerazione dei debitori. I frati predicatori ebbero un ruolo nella nascita e nella diffusionedelle agenzie di prestiti su pegno, consentendo alla gente di ottenere capitali senza pagare gli altitassi di interesse imposti dalle banche. Scrittori e predicatori hanno difeso i diritti delle popolazioniindigene in molti continenti. I frati si sono uniti con altre parti della Famiglia francescana perquanto riguarda ciascuna delle sette questioni di GPSC evidenziate nella seconda parte di questosussidio.

In tutti i loro ministeri, i frati affrontano una doppia sfida, identificata da San Francesco nellaRegola del 1223: "osservare il santo Vangelo" (1,1) vivendo con passione i consigli evangelici, masenza arrogarsi il diritto di giudicare coloro "che vedono vestiti di abiti molli e colorati ed usare cibie bevande delicate" (2,17). Una ragione maggiore per cui Francesco d'Assisi ha influenzatoprofondamente i suoi contemporanei e le generazioni successive è che egli unì la passione per ilvivere il santo Vangelo con un acuto senso della propria incompletezza nel farlo. La gente, quindi,ha visto Francesco come un uomo equilibrato e trasparente, che cercava di rispondere sempre piùgenerosamente all'abbondante grazia di Dio. Francesco li ha sfidati e allo stesso tempo li haincoraggiati a "ricominciare".

Quando i frati hanno rispettato l'esigenza di umiltà così come la passione nel vivere il Vangelo,sono riusciti a influenzare i loro contemporanei a migliorare le condizioni di giustizia e di pace.Quando i frati hanno eccelso nella passione per il vivere il Vangelo, ma hanno mancato di umiltàcirca la loro incompletezza nel farlo, sono stati controtestimonianza del Regno di Dio e non sonoriusciti a migliorare le condizioni di giustizia e di pace.

Uno squilibrio tra passione e umiltà nel passato ha ostacolato la testimonianza evangelica deifrancescani e potrebbe farlo di nuovo in futuro, in tutti i ministeri. L'esperienza pratica con gliemarginati e con i poveri porterà molto frutto nella vita e nel ministero di ogni frate.

Seguono alcune possibilità per trattare temi riguardanti GPSC attraverso la predicazione popolare,testi scritti, la radio, la televisione e la comunicazione multimediale, senza tenere conto se i fraticonsapevolmente stabiliscono una connessione tra la vita e il ministero e i temi di GPSC.

Testi scritti• Articoli di livello popolare, su pubblicazioni francescane o di altro tipo, riguardanti iniziative

correlate ai sette temi presentati nella seconda parte di questo Sussidio;• interviste con francescani e altre persone di rilievo in queste sette aree;• scrivere lettere all'editore per lodare buoni articoli su questioni riguardanti GPSC o per

protestare contro travisamenti in questi ambiti (p.e., caricature);• promuovere la riconciliazione all'interno della Chiesa e nella famiglia umana;• per le pubblicazioni francescane, assicurare ai membri dello staff un trattamento giusto per

quanto riguarda i salari, le pensioni e le promozioni;• mantenere contatti con frati impegnati in prima linea in tali questioni (p.e., con loro contributi

nei notiziari provinciali, con visite o lettere personali);• impegnare parte del proprio tempo in ministeri diretti in una di queste sette aree (p.e., ufficio di

cappellano in una prigione, cottura della minestra, opera di sostegno);• scrivere testi eruditi (articoli di giornale o libri) su queste sette aree e altre correlate a GPSC.

Radio _ TV _ Comunicazione multimediale

Page 153: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

• Programmi speciali o continuativi riguardanti questi sette temi, usando quanto più possibileinterviste;

• alcune stazioni radio, per esempio, hanno programmi regolari per promuovere l'alfabetizzazioneo migliorare l'educazione sanitaria;

• impiego di frati missionari e di altri frati per interviste;• cooperazione con altri gruppi, religiosi o secolari, nella produzione di programmi su questi sette

temi;• produzione di programmi su questi sette temi per usarli a livello provinciale o di Conferenza;• trattamento giusto dei membri dello staff per quanto riguarda i salari, le pensioni e le

promozioni.

Missioni parrocchiali• Riferirsi ai gemellaggi tra parrocchie (nella stessa diocesi, nello stesso paese o a livello

internazionale) come a qualcosa di già fatto o come a una possibilità da analizzare;• riprendere in considerazione discorsi già sviluppati e, possibilmente, includere nuovo materiale

su uno o più di questi sette temi;• testimonianza personale del predicatore sul suo crescente apprezzamento per uno o più di questi

sette temi;• preparare la gente al sacramento della riconciliazione, includere nell'esame di coscienza

elementi riguardanti questi sette temi (p.e., il raccontare barzellette razziste o sessiste);• esortare gli ascoltatori a informarsi meglio su questi sette temi;• considerare di consegnare l'intera missione o parte di essa a un modello di squadra con una

donna;• usare per questi temi materiale audiovisivo appropriato, e nelle conferenze parlare del pericolo

di una religione privatizzata, priva di conseguenze sociali.

Ritiri• Sviluppare conferenze e meditazioni che contengano il maggior numero possibile di questi sette

temi;• incoraggiare i partecipanti al ritiro a riconsiderare il posto di questi sette temi nella loro vita,

specialmente il cambiamento della loro comprensione di un tema particolare e la possibilità diagire direttamente a tale riguardo (p.e., lavoro volontario);

• usare per questi temi materiale audiovisivo appropriato;• considerare di consegnare l'intera missione o parte di essa a un modello di squadra con una

donna;• chiedere alla persona attraverso la quale mantenete il contatto con questo gruppo quale è lo stato

o la storia recente di ognuno di questi sette temi per quel gruppo;• fare riferimento, dovunque sia possibile, a iniziative locali riguardo a questi sette temi;• raccomandare libri, riviste o film per continuare l'educazione dei partecipanti al ritiro e la

riflessione su questi sette temi, e condividere esperienze personali di crescita riguardo ad essi.

Patrick McCloskey OFM

Page 154: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

MINISTERO DELL'EDUCAZIONE"Se vogliamo raggiungere la pace nel mondo, dovremo cominciare con i bambini. E se essicresceranno nella loro innocenza naturale, noi non dovremo passare loro sterili soluzioni ideali,ma andremo di amore in amore e di pace in pace, finché alla fine tutti gli angoli del mondo sianocoperti di pace e d'amore, di cui, in modo consapevole o no, il mondo intero è affamato".

Mahatma Gandhi

"...Le nazioni sono state tirate su con mete sbagliate. I nostri libri scolastici glorificano le guerre ecoprono le loro atrocità. Essi indottrinano i bambini nell'odio. Io preferirei imparare la pacepiuttosto che l'odio, l'amore piuttosto che la guerra. I libri scolastici devono essere riscritti. Invecedi perpetuare vecchi conflitti e pregiudizi, i sistemi educativi devono essere riempiti di un nuovospirito. La nostra educazione comincia nella culla: le madri del mondo intero hanno laresponsabilità di educare i loro figli nel senso di una pace eterna...".

Albert Einstein

IntroduzioneNoi sappiamo che per la maggior parte dei frati il tempo e le risorse sono già tirati fino al limite.Vediamo che vengono già compiuti enormi sforzi nel ministero educativo. Nondimeno, vorremmomettere in luce all'interno di questo ministero la pace e la salvaguardia del creato, temi che sonostati in qualche modo trascurati dalle strutture educative in tutto il mondo. Dal momento che moltidei nostri fratelli sono impegnati attivamente nell'insegnamento, essi possono essere promotori diquesti temi, che sono parte essenziale del carisma francescano. Questo Sussidio e questo articolonon tentano di essere un programma completo per uso universale. Piuttosto, noi contiamosull'impegno e sulla creatività dei frati per influire sui cambiamenti necessari nei sistemi educatividei loro paesi in modo da includere la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato nei contenuti enei programmi delle scuole. Incoraggiamo i frati ad aiutare a comunicare l'importanzadell'insegnamento della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato, per esempio facendoimparare l'interesse per gli altri, specialmente per i poveri e coloro che sono ai margini dellasocietà, o riflettendo sugli insegnamenti cristiani e francescani sulla giustizia, la comunità e lasalvaguardia del creato.

Sguardo generaleNell'attuale clima di tensione tra nazioni che hanno il potere di distruggere la nostra sorella madreterra, il bisogno di sviluppare nuove iniziative di educazione alla giustizia, alla pace e allasalvaguardia del creato è evidente. Non è più sufficiente apprendere come evitare i conflitti, macome promuovere l'arte positiva della pacificazione; né basta sviluppare nuove tecnologie perrisolvere i problemi ecologici piuttosto che promuovere una amorevole responsabilità verso ilcreato. La sopravvivenza fisica della vita sulla terra e la sopravvivenza spirituale del genere umanorichiedono che l'educazione alla giustizia, alla pace e alla salvaguardia del creato divenga ilsoggetto centrale dell'educazione, e non solo un suo tema. Tale educazione è intesa nel senso piùvasto come una base pedagogica da usare in un'ampia varietà di contesti. Essa si concentra sullameta di favorire il rispetto per la diversità di tutti gli uomini e di tutto il creato e conduce verso ilfine ultimo di amarli. In un atteggiamento acquisito attraverso questo tipo di educazione, larealpolitik del pensiero politico e degli sforzi politici per la pace, come pure dello "svilupposostenibile", possono non riuscire a dare testimonianza alla "realtà". Questo tipo di educazione puòportare ad una richiesta di politiche alternative che amplino il "realismo" della realpolitik fino adincludere la realtà dell'autentica riconciliazione tra gli uomini e quello dello "sviluppo sostenibile"fino a considerare il bene del creato non umano.

Ci sono molti conflitti nelle scuole di tutto il mondo, conflitti che troppo spesso prendono un corsodistruttivo. Essi rimangono irrisolti e le tensioni aumentano; aggressioni ad alunni, insegnanti eproprietà sono cosa di tutti i giorni. Le istituzioni educative, che dovrebbero fornire un ambientefavorevole per resistere alla spinta verso la violenza, sono raramente efficaci nell'affrontare le cause

Page 155: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

del comportamento antisociale. Esse, spesso, ricorrono a misure di sicurezza e compiono azioniostili contro i colpevoli.

Tuttavia, il tentativo di reprimere la violenza con metodi che sono essi stessi violenti verso bambinie giovani in conflitto conferma solo che la violenza è un metodo accettabile, se non preferibile, perrisolvere i problemi in una determinata società. Tali metodi sono disumanizzanti e non riescono adare ai giovani alternative positive ai modelli violenti di comportamento. Da come noi rispondiamoall'aggressione e al conflitto essi imparano più di quanto apprendono dalle nostre parole. Ciò chediciamo è importante, ma deve corrispondere a quello che facciamo.

Molte persone non sviluppano mai gli atteggiamenti e le capacità per gestire costruttivamente iconflitti che affrontano nel corso della loro vita. Molta della loro conoscenza di gestione deiconflitti è acquisita casualmente e in contesti che mettono in evidenza metodi distruttivi(televisione, videocassette e cinema). Se ai bambini fosse insegnato sistematicamente a gestire iconflitti in modo costruttivo, essi diventerebbero meno vulnerabili ai disordini emotivi, al suicidio,alla violenza e ad altre forme di comportamento antisociale. Al di là di questo, dobbiamo prepararela giovane generazione ad affrontare in modo costruttivo i conflitti che inevitabilmente si verificanotra nazioni nella nostra era nucleare.

Non-violenza non vuol dire solo cessazione delle guerre. Significa anche creare la pace nei nostricuori. Insegnare la pace attraverso la non-violenza significa dare ai giovani la possibilità disviluppare una filosofia della forza: la forza della giustizia, dell'amore, della condivisione dellericchezze, della resistenza organizzata al potere corrotto, la forza delle idee. Le scuole dovrebberoarmare di idee gli studenti e fare conoscere loro la storia, le tecniche e i "professionisti" della non-violenza. Scegliere di vivere secondo una filosofia di forza non violenta significa preferire Gesù aCesare, San Francesco a Napoleone, ecc. Corsi sulla non-violenza dovrebbero cominciare allascuola materna e in prima elementare, e poi continuare per tutta la scuola elementare e la scuolamedia inferiore e superiore.

È spesso irrealistico sperare di risolvere i conflitti con la forza non violenta (negoziazione,compromesso, resistenza organizzata, non cooperazione, disobbedienza civile, difesa basata suicivili), perché questi metodi sono insegnati raramente nelle scuole. Fino a tempi recenti,l'insegnamento di capacità di soluzione non violenta dei conflitti è stato in gran parte relegato allescuole private e orientate in senso pacifista. L'effetto dell'aver trascurato corsi scolastici di pace èun analfabetismo della pace. Non solo alla pace dovrebbe essere data una possibilità, ma ledovrebbe essere anche dato un posto nel programma.

Invece di biasimare, però, ognuno di noi deve chiedersi che cosa possiamo fare di più per riformarele scuole. Sono gli studenti stessi che devono fare pressione morale per ottenere corsi di pace. Adessi noi dobbiamo insegnare che questo mondo è loro, come lo è il futuro; insegnare a pensare almondo in cui vogliono vivere, a cosa serve loro per costruirlo e quindi a chiedere che ciò vengainsegnato.

H. Felder nel 1923 descrisse il movimento francescano come "la più grande iniziativa di pace maiintrapresa e il più grande ideale di pace mai proclamato". La necessità di vivere questo ideale èsempre stata attuale e ha sempre costituito una sfida per i francescani. Noi siamo provocati atrasformare la cultura globale della violenza nella direzione di una cultura di pace. Possiamo trovareuna guida nella nostra grande tradizione cristiana e francescana. Con apertura mentale e cuorirecettivi, la pace può essere insegnata ed appresa.

Noi abbiamo la responsabilità di ispirare nelle giovani generazioni la determinazione e la capacitàdi risolvere i conflitti senza usare armi. Un mondo in cui le persone sono capaci di diventareraffinate nell'abilità di risolvere i problemi, dialogare e negoziare è un mondo in cui noi stiamoeducando alla sopravvivenza.

Page 156: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Suggerimenti praticiPer insegnare con successo, l'educazione deve essere fermamente diretta alla pratica, cioèall'interazione concreta tra gli abitanti della nostra comune madre terra. Si ritiene spesso che,acquisendo la conoscenza, stiamo già cambiando la situazione a portata di mano; ma non è così.Acquisire conoscenza può cambiare una situazione solo se questa conoscenza guida le azioni e leparole nell'interazione con gli altri. Di conseguenza, i principi di base dell'educazione alla pace ealla salvaguardia del creato, che implica l'imparare una reciprocità positiva e il disimparare ladannosa reificazione, devono essere messi in pratica perché possano dare risultati positivi.

Per i programmi educativi religiosi esistono molte opportunità di focalizzare la dottrina socialecattolica riguardante la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato. Quanti sono coinvolti inprogrammi di educazione religiosa e nell'insegnamento nelle scuole potranno voler considerarealcune delle idee che seguono.

Alcuni suggerimenti per l'educazione alla pace:• Includere l'interesse per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato contenuto nelle

Scritture e nella tradizione francescana nei programmi educativi in corso e nei programmiscolastici.

• A livello di Conferenza OFM, elaborare manuali, opuscoli, volantini, poster, ecc. su argomentidi giustizia sociale ed ecologica e di pace.

• Incoraggiare i bambini ad affrontare l'angoscia della loro libertà facendo scelte e accettando leresponsabilità che ne conseguono (insegnare loro che la responsabilità non è una punizione, mauna conseguenza naturale).

• Educare i giovani a identificarsi meno con i loro ruoli sociali che con i loro compiti come esseriumani completi.

• Fornire un ambiente educativo che valorizzi ed incoraggi i talenti di tutti i bambini.• Fornire giochi e materiale educativo che incoraggino lo sviluppo della cooperazione così come

della competizione.• Incoraggiare i bambini e gli studenti ad apprendere circa i bambini poveri e le persone anziane e

ad offrire loro dei servizi come parte del loro programma di educazione religiosa.• Sponsorizzare progetti speciali come concorsi di temi, visite ad enti locali che aiutano i bambini

bisognosi, le persone anziane, i cittadini poveri, ecc.• Fornire oratori ospiti per alcuni incontri scolastici durante tutto l'anno (p.e., attivisti per i diritti

umani, operatori sociali, ecologisti, missionari, ecc.).• Offrire ai bambini dei paesi sviluppati opportunità educative per imparare riguardo ai bambini e

alle culture delle nazioni in via di sviluppo.• Esercitarsi nel dare il nome a sentimenti differenti, come la collera, la frustrazione,

l'intimidazione, ecc., per essere capaci di trasformarli in atti creativi di avvicinamento reciproco.• Discutere sulla violenza nei programmi televisivi.• Promuovere un impegno per la carità e la giustizia, come l'organizzazione di una raccolta di

denaro che potrebbe essere speso in altro modo, per esempio per comprare petardi, per i regalidi Natale, ecc.

• Le classi potrebbero essere incoraggiate ad adottare un bambino bisognoso, dando amicizia eassistenza, scrivendo lettere, ecc. È importante mettere un volto umano sulla povertà, lamalattia, ecc. Attraverso questo contatto può essere imparata una valida lezione di vita.

• Progettare momenti di incontro per bambini disabili con i bambini o gli studenti della scuola.• Partecipare a campagne tramite l'invio di lettere o ad altre attività che promuovono la

responsabilità politica e il ruolo dei cristiani nel dare forma a politiche che riguardano lagiustizia, la pace e la salvaguardia del creato.

• Programmare occasioni che offrano nutrimento ricreativo, sociale e spirituale, per esempio ritiridi classe, gare sportive e feste nella natura.

• La preparazione sacramentale alla confessione, alla prima comunione e alla cresima potrebbeincludere l'attirare l'attenzione sulla responsabilità dei cristiani per quanto riguarda lo stato del

Page 157: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

mondo, la giustizia sociale, la pace e il degrado del creato, per sviluppare un sano sensocristiano di solidarietà.

• Progettare viaggi guidati che includano il dialogo tra le culture.• Prendere parte all'organizzazione di vari avvenimenti a livello internazionale o nazionale e

cercare di includere i temi della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato.• Costituire fondi per borse di studio per aiutare a mandare giovani a vari incontri nazionali ed

internazionali in cui siano affrontati i temi della giustizia sociale ed ecologica.• Invitare giovani di altre classi, scuole o parrocchie ad attività in corso nella propria classe,

scuola o parrocchia.

Alcuni consigli maggiormente orientati a scoprire la nostra affinità con la natura:• Cercare di integrare l'ecologia nelle strutture educative.• Rendere la natura un luogo di meditazione esercitandosi in atteggiamenti simbolici

(sacramentali) verso la natura, dando a ogni creatura il suo nome, che rappresenta la sua dignità;usare il mistero della natura come fonte di ispirazione per la preghiera.

• Celebrare la festa del creato (shabbat) in varie occasioni, specialmente alla festa delringraziamento per i frutti della terra.

• Organizzare escursioni nella natura, dove può essere celebrata la Messa su diversi temi, come lafratellanza delle creature di Dio.

• Fornire regolarmente informazioni sull'impatto che l'economia ha sull'ambiente e sulla relazionetra paesi, zone, nazioni e popoli ricchi e poveri.

• Collaborare con le organizzazioni impegnate nella salvaguardia del creato e dirigere alcuniprogetti.

• Insegnare ai bambini ad esprimere la loro felicità e gratitudine al contatto con l'acqua, l'aria, ilfuoco, la terra, gli animali, ecc.

• Condividere l'amore dei bambini per la bellezza e il mistero del creato e incoraggiarli a passaredal loro stupore ad una profonda felicità.

• Incoraggiare i bambini e gli studenti a guardare con calma una cosa finché essa comincia a"guardare" noi e a parlarle finché essa comincia a "parlare" a noi del suo valore e del suo postonella vita sulla terra.

• Organizzare gare di canto, di scrittura di saggi, di disegno e pittura su vari argomenti nel campodella salvaguardia del creato.

• Sviluppare lo spirito di vulnerabilità e compassione per i più deboli nella natura, per tutti gliuomini e le altre creature che soffrono.

• Organizzare l'attività di piantare alberi.• Organizzare attività di raccolta di materiali riciclabili nei paesi o nelle aree in cui non viene

effettuata.• Abituare i bambini a condividere le proprie cose e incoraggiare gli adulti a condividere

preoccupazioni, un po' di attrezzatura, ecc.• Usare temi ecologici come base per vari incontri ecumenici.• Rappresentare la posizione che la migliore protezione della natura è ottenuta attraverso una

nuova immagine dell'uomo e del suo ruolo tra le altre creature di Dio.• Non stancarsi mai di lodare Dio e di ringraziarlo per la vita sulla terra e per la sua presenza nella

creazione.

"L'educazione alla pace è una celebrazione della vita. Non eliminerà i conflitti. Tuttavia, il conflittopuò divenire l'impulso per una soluzione dei problemi creativa e collaborativa, rendendo unanuova generazione di giovani capace di affrontare in modo costruttivo la guerra, la povertà, lafame, il razzismo, il degrado ambientale e l'ingiustizia. L'educazione alla pace non è un impegnostatico, ma attivo".

Alice Friedman

Boze Vuleta OFM

Page 158: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

MINISTERO DELLA FORMAZIONE

Ratio Formationis Franciscanae (OFM)

IntroduzioneNella Ratio Formationis Franciscanae ci sono molteplici riferimenti alla giustizia, alla pace e allasalvaguardia del creato. Se non siamo capaci di tradurre queste idee ispirazionali in azione concreta,non abbiamo niente da offrire agli emarginati, ai poveri e agli oppressi del nostro mondo. Comedisse l'ex Generale John Vaughn nel 1985: "Noi abbiamo molti documenti e molte parole. Ciò cheil mondo si aspetta da noi è l'azione".

Ciò che speriamo di fare in questa sezione è condividere con voi alcune di queste azioni concreteche vengono vissute nelle Province di tutto il mondo. Ce ne sono ovviamente molte di più che nonriporteremo qui, ma speriamo che questi esempi incoraggino i nostri frati in formazione sia inizialesia permanente a continuare a lottare per un mondo più giusto e pacifico in armonia con tutto ilcreato.

Nella Ratio ci sono molti riferimenti alla giustizia, alla pace e alla salvaguardia del creato. Noiabbiamo scelto sei sottotitoli, sotto i quali vengono indicati alcuni articoli della Ratio e vengonodati degli esempi concreti di esperienze vissute nelle Province. Questi sottotitoli sono: Fraternità,Presenza, La voce dei senza voce, Consapevolezza critica, Apertura a tutti e rifiuto della violenza,Formazione permanente.

I. Fraternità:a) # (RFF 18)

# (RFF 21a)# (RFF 28b)

b) Esperienze vissute

1) I frati che hanno esperienza pratica di coinvolgimento in questioni riguardanti la giustizia, lapace e la salvaguardia del creato, nel più ampio senso della parola, sono invitati a condividere leloro idee e le loro lotte con i frati in formazione iniziale. In molte Province questo contatto si èdimostrato estremamente utile. I frati più giovani spesso attribuiscono il loro successivocoinvolgimento in ministeri specifici all'incoraggiamento e alla testimonianza di loro confratelli piùanziani.

2) In Africa, negli U.S.A., in America Centrale e in India, frati di differenti gruppi culturali elinguistici condividono la formazione iniziale. Alcune Province incoraggiano i loro frati giovani astudiare, lavorare o vivere per un certo periodo durante i loro primi anni formativi con fratiprovenienti da altre culture. Ciò favorisce la tolleranza e insieme prepara i frati alle future sfideinternazionali.

II. Presenza:a) # (RFF 22b)

# (RFF 25a)# (RFF 32a)# (RFF 155)

b) Esperienze vissute

1) L'inserimento tra i poveri in piccole fraternità è una pratica comune in molte Province. NelleFilippine, in Brasile, in America Centrale, in Germania, in Italia e in Colombia, la maggior parte dei

Page 159: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

frati, a qualche stadio della formazione iniziale o per tutto il tempo di essa, vive in una comunitàinserita tra i poveri. I frati stessi fanno tutti i lavori domestici. In alcuni casi, essi collaborano nelleparrocchie. Altri lavorano in vari apostolati ecclesiali e secolari per guadagnarsi da vivere. Essi, ingenere, sono economicamente autosufficienti.

Per la vicinanza alla gente e la semplicità del loro stile di vita, i frati hanno l'opportunità disperimentare le lotte quotidiane delle persone, dando così alle loro riflessioni teologiche edaccademiche una prospettiva più realistica e concreta.

I novizi della Provincia di Santa Barbara, in California, trascorrono il loro secondo anno dinoviziato vivendo in una zona emarginata nei sobborghi di Città del Guatemala. Essi imparano lospagnolo e vivono per un anno tra i poveri prima di cominciare gli studi o le occupazioni regolari.

2) Contatto con gli emarginati

La maggior parte delle Province incoraggia i frati in formazione dopo il noviziato a visitare idetenuti, gli ammalati, i rifugiati, i tossicodipendenti, gli anziani e i lebbrosi, ecc., e allacondivisione con loro.

3) Sostegno ad organizzazioni locali

Molte Province (basca, centroamericana, brasiliana, coreana, sudafricana) incoraggiano iloro frati giovani a partecipare e a dare il loro sostegno a organizzazioni della comunità locale, siareligiose sia civili, il cui obiettivo sia il miglioramento della comunità. Invece di promuovereorganizzazioni parallele, la solidarietà con coloro che stanno già lottando per la giustizia, la pace ela salvaguardia del creato pone i frati accanto alla gente piuttosto che in posizioni di comando.

4) In molte Province, i frati giovani fanno una pausa nei loro studi e danno alle loro Provinceun anno o più di servizio. Alcuni vanno in territori di missione della loro Provincia o di altre elavorano con i poveri. Altri accompagnano gruppi emarginati restando in patria, di solito dove ifrati hanno già impegni.

III. La voce dei senza voce:a) # (RFF 25b)

# (RFF 34b)

b) Esperienze vissute

1) Il coinvolgimento nelle commissioni provinciali per Giustizia, Pace e Salvaguardia delCreato.

In America Centrale, i giovani frati vengono incoraggiati a impegnarsi nel lavoro dellacommissione per Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato. Essi sono parte integrante dellasquadra, che non fa affidamento soltanto sui frati designati ufficialmente dal governo provinciale.Alcuni di questi frati sono stati incoraggiati a prepararsi in aree attinenti attraverso la partecipazionea corsi di breve durata, seminari, ecc., sia in patria sia all'estero. Così, la Provincia sta facendo deipassi per assicurare la continuità e l'essere pronti per il futuro.

2) I frati in molte Province sostengono, in modo diretto e indiretto, organizzazioni chelavorano instancabilmente per i diritti umani, per esempio Amnesty International, ecc. Essi siuniscono alle sezioni locali dell'organizzazione e scrivono ai governi e alle autorità pertinenti,chiedendo il rilascio di prigionieri, molti dei quali sono privati dei loro diritti e subisconosistematicamente abusi.

Page 160: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

IV. Consapevolezza criticaa) # (RFF 32b)

# (RFF 79)# (RFF 162)

b) Esperienze vissute

In alcune Province i frati, durante i loro capitoli locali mensili, dedicano un tempo stabilito ariflettere insieme su questioni e temi correlati con la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato.Uno dei frati prepara una breve analisi di ciò che è accaduto a livello locale e nazionale in camposociale, economico, politico e religioso. Gli altri, poi, condividono tutto quello che sanno e tutte leconseguenze che ciò ha o potrebbe avere per i frati e per la gente. Se ci sono implicazioni pratiche,si stabiliscono compiti specifici e si assegnano responsabilità.

V. Apertura a tutti e rifiuto della violenzaa) # (RFF 21b)

b) Esperienze vissute

1) I frati della regione basca rifiutano di fare il servizio militare, che in Spagna è obbligatorioper tutti. Essi rifiutano anche di fare il servizio civile, che è offerto come alternativa. In quelcontesto, essi sentono che questo servizio sostiene il costume militare. Per la loro obiezione moltihanno affrontato un anno di prigione.

2) Condividere lo spazio di vita con i poveri

In Australia, a Singapore e in Tailandia, i frati offrono ospitalità a persone malate di AIDS,condividendo con loro il proprio spazio di vita. Altre Province hanno dichiarato apertamente le lorocase santuari per i rifugiati, sia per motivi politici sia per motivi economici. La Provincia irlandese ealcune Province italiane e degli Stati Uniti hanno assegnato, in modo permanente o provvisorio,delle sezioni dei loro edifici al lavoro con i poveri e gli emarginati: tossicodipendenti, malati diAIDS, bambini di strada, ecc.

In Uruguay, i frati, in associazione con la Famiglia francescana, hanno aperto una delle lorocase a organizzazioni non governative impegnate nel lavoro per la promozione e i diritti umani, eche riflettono su queste sfide che derivano dal nostro carisma.

VI. Formazione permanentea) # (RFF 58)

b) Esperienze vissute

1) Incontri provinciali

Molte Province organizzano regolarmente (una volta all'anno oppure ogni due o tre anni) unincontro provinciale per riflettere sui temi della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato.Tutti i frati sono invitati. Nella maggior parte dei casi, partecipano i promotori locali. La finalità èquella di condividere le esperienze di lavoro e di accordarsi sull'impegno futuro. In alcuneProvince, questi incontri sono organizzati in unione con la Famiglia francescana. I professi semplicisono incoraggiati a partecipare.

2) Molti frati si uniscono ad organizzazioni della comunità locale che lottano per ilmiglioramento della loro zona. In generale, essi evitano le posizioni protagonistiche di comando.Altri frati si uniscono a gruppi di sostegno e lavorano in patria per accrescere la consapevolezza

Page 161: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

sulle questioni riguardanti la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato in altri paesi, continenti eculture.

Gearóid O'Conaire OFM

Page 162: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

PARTE 4

APPENDICE

1. Opzione per i poveri _ Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato nei CapitoliGenerali e nei Consigli Plenari dal 1971 al 1997

2. Testi biblici3. Testi francescani4. Dottrina sociale della Chiesa5. Opzione per i poveri _ Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato nelle Costituzioni

Generali6. Selezione di testi su GPSC nella Ratio Formationis Franciscanae7. Caratteristiche del lavoro francescano per GPSC8. Indirizzi9. Preghiere di varie tradizioni di fede

Page 163: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

1. opzione per i poveri – Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato nei Capitoli Generali e neiConsigli Plenari dal 1971 al 1997

Capitolo Generale di Medellín (1971)

La formazione nell'Ordine dei Frati Minori

Capitolo I. La vocazione francescana

8. Poveri con i poveri, minori con i minori

Queste aspirazioni e tante altre simili possono realizzarsi, e di fatto si realizzano, in manieredifferenti. Forse che esse non corrispondono alla geniale intuizione di San Francesco, che era uomofraterno, povero, minore, operatore di pace, ardente del desiderio di condurre una vita evangelica edi far conoscere "l'Amore che non è amato"?

I contemporanei di San Francesco riconobbero in lui il Vangelo realizzato pienamente, nel suoanelare di seguire il Cristo fino al vertice della contemplazione del Tabor e della Passione delCalvario, rianimando la carità nei cuori degli uomini e insegnando loro, con l'esempio e con leparole, a vivere in pace con tutti e a riconoscere la dignità e l'uguaglianza del prossimo. Egli volleche i frati fossero poveri coi poveri e minori coi minori.

10. L'inserimento nel mondo, motivo di attrazione

Il nostro Ordine se, mantenendosi fedele al santo Fondatore, saprà inserirsi nel mondo di oggi ededicarsi ai suoi grandi problemi, potrà ancora attrarre a sé alcuni di coloro che, sospinti daldesiderio interiore della dedizione assoluta, aspirano a vivere i valori attuali.

Capitolo III. Elementi specifici di formazione

1. Aspetti caratteristici della vita francescana

24. Amore di Dio e degli uomini

La forma di vita francescana si esprime vivendo nell'amore di Dio sopra ogni cosa, amore cheriguarda, evidentemente, anche gli uomini. Questo significa lasciarsi assorbire interamente daCristo nella vita con il Padre, amare tutti gli uomini ed essere buono e cortese con tutte le creature.

Il frate minore, seguendo la vita apostolica di Cristo e degli Apostoli, vuole essere segno e renderetestimonianza dell'avvento del Regno di Dio, per mezzo di una vita lieta, umile, semplice, serena epienamente umana. Il frate minore si impegna ad un continuo confrontarsi con il Vangelo, nellaluce del quale è sempre pronto a cominciare di nuovo.

Immerso nella vita concreta degli uomini, cerca di approfondire lo spirito apostolico di SanFrancesco, per riuscire ad animare dall'interno tutte le sua attività; con la testimonianza el'esortazione, si sforza di riferire al Vangelo tutte le realtà socio-culturali del mondo d'oggi.

26. Minorità

La minorità, come la fraternità, è una caratteristica essenziale della nostra vita. Il religiosofrancescano è minor nella misura in cui si impegna a conformarsi al Signore nella kenosis,seguendolo nell'umiltà e nella mitezza, pronto a servire Dio con obbedienza filiale e gioiosa comeanche a servire tutti i fratelli, fino a prendere l'ultimo posto. Il frate minore, mentre cerca unappropriato adattamento della Chiesa e dell'Ordine al nostro tempo per portare tutti a Dio, rifiuta

Page 164: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

ogni forma di dominazione sugli altri. Egli è pronto a soffrire, con audacia sana ed umile, ancheincomprensioni e pericoli. La minorità non deve essere confusa con la debolezza.

La minorità rende ogni frate nella fraternità uno strumento di pace, preparando ogni francescano asacrificare serenamente le proprie possibilità e predisponendolo alla rinuncia secondo le esigenzedel bene comune: lavoro, cambiamento di residenza e attività, disponibilità a servire senzaricompensa, ecc. I francescani devono anche essere preparati a costituire nella Chiesa, in caso dinecessità, un gruppo di servizio a di-sposizione (suppletivo). Tuttavia, la minorità non è nésuperficialità né incapacità; al contrario, richiede una necessaria abilità e perseveranza nella fatica.

50. Povertà materiale e di spirito

S. Francesco ricorda a tutti i suoi Frati come Gesù Cristo vivesse povero e pellegrino, e come luianche la B.V. Maria e i suoi discepoli, per stimolarli ad imitarne l'esempio. In questo senso glieducatori si preoccuperanno di insegnare ai giovani a vivere questa "minorità", nota tipica dellanostra fraternità (frate minore). Insegnino pure ai Frati, con la loro vita e le loro parole, che devonoessere minori e soggetti a tutte le creature umane per amore di Dio.

Questo suppone una continua abnegazione di se stessi, ed una sincera umiltà. Non dobbiamoesaltarci e fare vanto per il bene che il Signore dice ed opera per mezzo nostro, ma accettare diessere considerati vili, semplici e poveri, perché l'uomo vale solo quanto vale davanti a Dio e nonpiù.

La formazione dei candidati sia compiuta in una forma povera di vita; le abitazioni siano semplici eposte in umili contrade. Non è da confondersi la povertà con la trascuratezza. Vengano favoriti icontatti con i poveri, per essere in grado di conoscere le loro difficoltà e aspirazioni, e percomprendere il loro desiderio di partecipazione ai beni e per un senso di solidarietà veramenteevangelico verso di loro.

Come S. Francesco, i frati dovranno gioire quando potranno vivere accanto agli umili e aidisprezzati, accanto ai poveri e ai deboli e agli infermi, e vicino ai mendicanti per la via.

4. Formazione alla comunicazione con il mondo

52. Presenti nel mondo

Una vera educazione dovrà concretarsi anche col promuovere la formazione dei candidati nei lororapporti col mondo, di cui fanno parte e nel quale debbono operare.

La vita francescana non è fuga dal mondo, ma, sull'esempio del Verbo Incarnato, è vita nel mondoper testimoniare la certezza di una realtà trascendente, e per scoprirvi i valori che Dio vi haimmesso ed assumerli in ogni espressione vitale, ordinandoli a Dio, con piena aderenza ai segni deitempi.

Tale inserimento deve essere proporzionato al grado di maturità raggiunto dai canditati sottol'aspetto umano, professionale e spirituale. Dovrà pure intendersi nello spirito degli atteggiamenti diS. Francesco, il quale lavorava con intensità in mezzo agli uomini, però attendeva sempre con ansiail momento di ritirarsi nell'eremo, ad imitazione di Cristo, in preghiera e in comunione di vita colPadre; e dimostrava inoltre come vivesse nel mondo senza essere del mondo, e quanto fosse vicinoagli uomini.

Oltre alle ordinarie relazioni con la propria famiglia, dovranno pure ritenersi utili incontrioccasionali od anche di lavoro con ogni genere di persone, perché i canditati maturino bene il lorocarattere e conoscano la psicologia degli altri, cosa che sarà utilissima al loro futuro apostolato, e

Page 165: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

sappiano prendere coscienza della vera complementarità essenziale del celibato e del matrimonionella Chiesa.

53. Attenti alla realtà sociale

Si ritiene pure utile stabilire un responsabile rapporto con tutte quelle mediazioni educative e socialiche possono favorire lo sviluppo della personalità dei candidati. Si tenga tuttavia presente che, difronte a questa vasta e complessa realtà sociale, gli educatori devono aiutare gli alunni a non restarespettatori passivi, ma piuttosto a sviluppare un atteggiamento critico di fronte ai valori ed influssidel mondo d'oggi.

Si abituino pure i candidati alla comprensione e alla valutazione dei fenomeni sociali, onde, infuturo, sappiano informare di spirito cristiano le diverse mentalità e consuetudini, le leggi e lestrutture sociali in cui vivono, e quindi, con la parola e con la vita, sappiano collaborare per quantoloro spetta alla creazione di un ordine temporale più giusto ed umano.

7. Formazione all'ecumenismo

59. Mentalità universale

Il movimento ecumenico in atto esige che la formazione tenga presente la necessità di creare neicandidati una mentalità profondamente universale.

Oltre che programmare per essi un assiduo studio della teologia ecumenica o una introduzione aquesta materia, sia data possibilità o l'occasione ai frati di coltivare il loro animo ecumenico condialoghi amichevoli di informazione e con discussioni e preghiere comuni con cristiani acattolici ocon persone di altre religioni, benché tutto sia da compiersi secondo le norme della Chiesa che hamanifestato le sue intenzioni e le sue preoccupazioni in questa materia di grande importanza.

Capitolo Generale di Medellín (1971)

La vocazione missionaria francescana nel mondo attuale

10. La fraternità: servizio all'umanità

Siamo fermamente convinti che questa forma di vita fraterna basata sulla imitazione di Cristo e diS. Francesco possa, ancora oggi, rendere un servizio all'umanità. Perciò vogliamo andare incontroai bisogni dei nostri contemporanei.

L'esempio di Cristo al riguardo è particolarmente stimolante: "Il Figlio di Dio, infatti, ha percorso lavia di una reale incarnazione per rendere gli uomini partecipi della natura divina; per noi egli si èfatto povero, pur essendo ricco, per arricchire noi della sua povertà (2 Cor 8,9). Il Figlio dell'uomonon è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita in riscatto di molti, cioè ditutti".

12. Collaborazione nelle nostre fraternità

Speriamo e ardentemente desideriamo che le nostre Fraternità, che formano un'unica e grandefamiglia francescana, siano sempre disponibili a prestare questo servizio agli uomini per aiutarli araggiungere i valori evangelici della dignità, del progresso integrale e dell'autentica liberazione.Perché questi valori sono alla base delle società moderne, ne sono inoltre la spinta operativa el'obiettivo finale del loro progresso.

Capitolo II: La nostra missione si esercita nella società

Page 166: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Non terre, ma uomini

13. Dio che parla per bocca della Chiesa, non c'invia a conquistare terre, ma uomini che vivono inparticolari società. Uomini che potranno avere la nostra o altra fede, o magari nessuna fede. Machiunque essi siano, noi desideriamo divenire loro servi, amici e fratelli, già con la semplicetestimonianza della nostra presenza, come spesso ci ha insegnato il padre San Francesco: "Che nonfacciano liti né contese (...), e confessino che sono cristiani". Perciò la nostra preoccupazione sivolge a tutti gli uomini, principalmente a coloro che vanno alla ricerca di un nuovo senso della vita;che hanno sete di una verità piena, di giustizia, di libertà e di dignità umana; che sono poveri oinfermi o abbandonati ed emarginati dal mondo. Tra costoro vogliamo vivere ancora più che nelpassato.

Soprattutto oggi urge l'obbligo che diventiamo generosamente prossimi di ogni uomo, e rendiamoservizio con i fatti a colui che ci passa accanto sia vecchio da tutti abbandonato o lavoratorestraniero ingiustamente di-sprezzato, o emigrante, un fanciullo nato da un'unione illegittima, chepatisce immeritatamente per un peccato da lui non commesso, o affamato che interpella la nostracoscienza, rievocando la voce del Signore: "Quanto avete fatto ad uno di questi minimi miei fratelli,l'avete fatto a me" (Mt 25,3-46).

Capitolo V: Siamo uomini di pace

25. Non c'è pace senza giustizia

Noi frati non possiamo essere ciechi davanti alle dure realtà che molti nostri fratelli affrontano oggiin molte parti del mondo. È innegabile che in molte zone la miseria degli uomini, la povertà el'ingiustizia sono giunte all'estremo. "La pace è sviluppo" è il nostro punto fermo. Tuttavia, la pacenon è possibile senza giustizia.

26. Testimonianze autentiche accettando dei rischi

Noi crediamo che la vita cristiana sia essenzialmente conversione al Cristo crocifisso e risorto econseguente testimonianza concreta di tale conversione. Come seguaci di Francesco, dobbiamoessere testimoni autentici del Vangelo, servendo il nostro popolo con lealtà e dedizione, e dobbiamoessere pronti ad accettare tutti i rischi che bisogna assumersi nella via della pace, della giustizia,della persecuzione e del Regno di Dio.

20. Uomini di pace, ma non coinvolti direttamente

Fedeli alla nostra vocazione, noi siamo fondamentalmente "uomini di pace", ma non coinvoltidirettamente; la pace per la quale ci battiamo è frutto della vera giustizia e dell'amore. Quando sitratta di rivoluzione violenta, la norma o regola generale per i cristiani è disapprovarla; ma essiriconoscono anche che c'è una tradizione teologica, sociale e giuridica che in certi casi ammettel'uso della violenza.

Capitolo Generale di Madrid (1973)

La vocazione dell'Ordine oggi

Capitolo IV. Fratelli fra gli uomini

12. Non da soli, ma con i fratelli. Il Signore ci ha chiamati a vivere secondo il Vangelo, non da soli,ma in una comunità di fratelli. La nostra vocazione si realizza nella fraternità e per mezzo dellafraternità, poiché essa è il luogo privilegiato del nostro incontro con Dio. Noi vogliamo vivere nonsoltanto l'uno accanto all'altro, tesi verso il medesimo fine e aiutandoci a raggiungerlo, ma piuttosto

Page 167: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

volgendoci gli uni verso gli altri, per amarci vicendevolmente come il Signore ci ha dato l'esempioe il comando. Noi dobbiamo considerarci tutti fratelli, dimostrandoci rispetto, manifestarci consemplicità tutte le nostre necessità, renderci i più umili servizi, evitare le dispute, le mormorazioni,la collera, i giudizi negativi; in breve, dobbiamo amarci con le opere e non solo a parole; e questocon la tenerezza di una madre con i suoi bambini.

15. Amore che non fa discriminazioni. La fraternità non è una realtà chiusa in se stessa: essa, per ilsuo intrinseco dinamismo, si apre a tutti gli uomini che sono per noi una manifestazione del Cristo.Noi dobbiamo amare ed accogliere con benevolenza amici e nemici, sia che essi vengano a noi, siache noi andiamo verso di loro. Anzi, per coloro che lo desiderano noi potremo cercare delle nuoveforme di accoglienza e di rapporto con la nostra famiglia francescana. Il nostro mondo è diviso inclassi sociali e in categorie ideologiche; ma noi ci rifiutiamo di giudicare gli uomini sulla base dellaloro appartenenza a delle classi. Consapevoli che è nostro dovere essere in ogni luogo testimoni delVangelo, noi, nei nostri contatti, non dobbiamo lasciarci coinvolgere in dispute o liti: ma, senzaalcuna pretesa, vogliamo essere operatori di pace, cortesi e gioiosi, sottomessi a tutti e convinti chenon siamo altro che servitori di una Parola più grande di noi. Con il nostro amore limpido ebenevolo noi vogliamo testimoniare a tutti quelli che incontriamo il valore insostituibile di ognipersona.

16. Liberare gli oppressi e gli oppressori. Situati in un mondo in cui delle strutture economiche,sociali e politiche influiscono sull'uomo e, attraverso forme sottili di manipolazione, gliimpediscono di essere veramente libero, noi non possiamo rimanere indifferenti di fronte a talestato di cose, né accettare situazioni in cui l'uomo non può vivere da uomo, a causa delsottosviluppo o dello sfruttamento. Per questo, in nome della carità e della giustizia, e proprio peressere fedeli alla nostra vocazione di "araldi della pace", noi siamo chiamati a combattere questimali e a lavorare per la liberazione degli oppressi e degli oppressori, annunciando loro la fede e laconversione al Vangelo (cfr. Mc 1,15).

Capitolo V. Servi di tutti

18. Rifiutare il desiderio di potere. Il nome che portiamo, "Frati Minori", esprime sia l'esigenza difraternità sia quella di umile servizio ("minorità"). Già all'interno del nostro gruppo siamo invitatiad obbedirci vicendevolmente (cfr. Rnb 5,14) e, quando una posizione ci dà una certa autorità, adescludere ogni dominio e desiderio di potere e a prestare i più umili servizi.

19. Ordine di piccoli fratelli. Di fronte a tutti, poi, sottomessi ad ogni creatura per amore di Dio,dobbiamo presentarci, sia in quanto comunità sia in quanto individui, come piccoli, come servi, chenessuno teme, perché essi cercano di servire e non di dominare, né di imporsi sia pure per finispirituali. Un tale atteggiamento richiede "lo spirito di infanzia", la piccolezza, la semplicità e unottimismo risoluto di fronte agli uomini e agli avvenimenti. Dobbiamo accettare l'insicurezza allivello delle istituzioni e delle idee, l'incertezza di fronte all'avvenire; dobbiamo riconoscere diessere deboli e vulnerabili, "servi senza valore", e che solo Dio è forte. Contribuiremo così, da partenostra, a ridare alla comunità cristiana il volto del suo Signore, che è "venuto per servire e non peressere servito" (cfr. Mt 20,28).

Capitolo VI. Discepoli del Cristo povero

20. La nostra sfida permanente. La nostra regola e la nostra vita consistono nel seguire in tutto leorme di Gesù Cristo. Poiché egli si fece povero per noi, siamo chiamati a servire il Signore inpovertà ed umiltà, vivendo nel mondo come pellegrini e forestieri. Vivere la povertà nella suaduplice dimensione sociale e spirituale è la nostra sfida particolare e continua.

Page 168: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

22. Vivere come gli umili. In una situazione socio-economica ben diversa, noi siamo sollecitati avedere come possiamo mantenere l'essenziale della nostra scelta di povertà e come possiamo, oggi,esprimere la stessa esigenza di radicalità. Durante la sua storia l'Ordine, attratto dalla scelta dipovertà di Francesco, ha sempre reagito, con più o meno vigore, contro la naturale tendenza aifalsi accomodamenti. La maggior parte degli uomini del nostro tempo vive una condizione di vitacaratterizzata dalla non proprietà fondiaria, dal lavoro come fonte di sussistenza, dalla precarietàdell'occupazione e dalla modestia della abitazione. Accanto a coloro che vivono così, vi sono, però,ancora molti che vivono in una condizione disumana. È in questa direzione, tenendo conto dellesituazioni locali, che bisogna portare avanti la nostra ricerca per vivere come la gente più umile dioggi. Condividendo questa situazione, ma senza accettare le strutture che mantengono tanti deinostri fratelli nella miseria, noi cercheremo di essere, insieme con loro, il lievito di una societànuova chiamata a partecipare in modo pieno alla salvezza operata da Cristo (cfr. Rm 11,12).

23. Liberi e alleggeriti. Se impariamo a vivere in questo modo, potremo avere un ruolo di sfida inuna società largamente impostata sulla produzione e sul consumo. Non avendo proprietà, vivendodel nostro lavoro, in modo semplice, modesto, ma dignitoso, rifiutando di sottometterci allapubblicità, che tiene presente solo il mondo dei consumi, noi daremo il vero significato ai benimateriali, avvicinandoci maggiormente ai poveri, agli emarginati e anche a tutte quelle personeche non hanno trovato un senso in una società di abbondanza e cercano una vita che sia più liberae essenziale.

24. Liberi dalla paura. La nostra povertà implica anche la condivisione. Ciò che abbiamo, non locondividiamo solo tra noi, ma cerchiamo anche di donarlo per aiutare altri che sono nel bisogno, siamateriale sia spirituale. Liberati da tutte le paure dalla povertà che abbiamo scelto, vivendogioiosamente la speranza che è basata sulla Promessa, possiamo testimoniare agli uomini del nostrotempo che il mondo ha un significato che lo sorpassa e lo attira verso un futuro che noi chiamiamoGesù Cristo.

25. Ecologia e umanità fraterna. Ponendoci nella linea del "Cantico di frate sole", noi estendiamola nostra simpatia e attenzione fraterna alla natura, che oggi è minacciata dalla condottairresponsabile e avida della società industriale e di consumo. La terra che noi abbiamo ricevutogratuitamente dall'amore di Dio, vogliamo umanizzarla attraverso un dominio che la rendatotalmente fraterna e al servizio di tutti. Così noi daremo soddisfazione all'inquietudine del nostrotempo e insieme mostreremo quale è la ragione del nostro atteggiamento: questa creazione haun'origine di Amore, che le dà un senso; e questo consiste nel progressivo farsi di una umanitàfraterna, radunata nel Cristo, attraverso il quale e per il quale il mondo è stato creato.

Capitolo VIII. Messaggeri di pace nel nostro mondo

31. La nuova umanità. La missione essenziale della nostra fraternità, la sua vocazione nella Chiesae nel mondo, consiste nella realizzazione vissuta del nostro progetto di vita. Noi crediamo che,sforzandoci di vivere l'esperienza della fede nella comunità cristiana, creando una fraternità diamore e di servizio aperta a tutti, vivendo nella povertà, partecipando alle speranze dei poveri,possiamo essere un "segno" della nuova umanità riunita intorno a Gesù Risorto per la potenza delsuo Spirito. Il nostro contributo alla costruzione della Chiesa e dell'umanità è principalmente diquesto genere: noi vogliamo dare testimonianza soprattutto con la nostra vita.

33. Nel cuore della città. La nostra volontà di creare nel cuore stesso di un quartiere di città unafraternità, in cui gli uomini più diversi condividono la vita, i beni, il lavoro: una fraternità che rifiutail potere, e che sceglie uno stile di vita che la riavvicina ai poveri e la rende sensibile alla sorte ditutti gli oppressi, comporta senza dubbio, lo si voglia o no, delle ripercussioni sociali e politiche. Cisi guarderà bene dall'identificare questa nostra volontà con qualche corrente politica, qualunqueessa sia, o dal lasciarla strumentalizzare dall'una o dall'altra tendenza. Piuttosto essa esige da noi

Page 169: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

un impegno a vivere e a ricordare le esigenze radicali delle Beatitudini. Così noi potremodimostrare la possibilità, sempre relativa, però, poiché nessun successo può essere identificato conil Regno di Dio, di una comunità in cui l'uomo è libero, è accettato come un fratello e rispettatonella sua dignità.

34. Lotte sociali e politiche. A partire da qui e tenendo presente la nostra vocazione di araldi dellapace, ci sarà possibile partecipare davvero ai problemi dell'uomo del nostro tempo. Ma ciò esigeuna informazione molto seria, che ci faccia evitare infatuazioni sentimentali, giudizi sommariingiusti, dichiarazioni irresponsabili e che ci permetta un'analisi obiettiva delle situazioni. Se,d'altra parte, ci sforzeremo di vivere tra noi la giustizia e la condivisione dei beni, se prenderemoparte, secondo le nostre possibilità e i nostri carismi, alla sorte e al lavoro dei poveri, degliemarginati del nostro tempo, allora noi avremo il diritto e il dovere di unire la nostra voce a quelladegli oppressi. Ma questo non lo faremo in nome di una classificazione ideologica, ma per amoredella persona che riconosceremo in ogni uomo, qualunque sia il gruppo sociale al quale appartiene.Così, lavorando per la pace, noi faremo progredire la realizzazione del Regno di Dio, nel quale nondevono più esistere degli steccati fra gli uomini, ma tutti saremo liberi e figli di Dio (cfr. Gal 3,26-28).

Capitolo Generale di Assisi (1979)

Priorità e direttive concrete stabilite dal capitolo

2. I frati minori, in mezzo a un mondo sempre più secolarizzato, devono contribuire alla suaedificazione cristiana attraverso il loro coinvolgimento fraterno nei suoi problemi, attraverso la loronumerosa e profonda presenza e attraverso la predicazione evangelica.

6. Cooperiamo con le "comunità ecclesiali di base" perché lo spirito del Vangelo possa esseremanifestato più chiaramente. Allo stesso modo, consci della nostra missione di promotori di pace edi giustizia, mettiamoci accanto a coloro che soffrono persecuzione e sfruttamento. Viviamo inmodo tale che le nostre vite promuovano la pace e la giustizia, memori delle parole del Signoreriportate nella nostra Regola: "Beati quelli che sopportano persecuzione a causa della giustizia,poiché di essi è il regno dei cieli" (Rb 10,11).

Consiglio Plenario di Bahia (1983)

Il Vangelo ci sfida

Capitolo I. La nostra missione è evangelizzare

13. Nel nostro mondo, pieno di speranze ed aspirazioni, troviamo un desiderio diffuso di vitacomunitaria, di pace, di giustizia e di promozione della dignità umana insieme con il desiderio disoddisfare le necessità umane essenziali. Allo stesso tempo la società, ci accorgiamo, è malata diateismo e di indifferenza religiosa, è lacerata da conflitti ideologici, da guerre, dal razzismo,dall'oppressione e da un divario sempre più ampio tra ricchi e poveri. Di fronte ad una talesituazione del mondo che cosa possiamo fare noi frati minori?

14. Gesù ci dice: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione emi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri laliberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia delSignore" (Lc 4,18-19). Egli vuole liberare tutti gli uomini dal peccato e da tutto ciò che li opprimecosì che possano godere della pienezza della sua vita: una vita di giustizia, di pace, di speranza, digioia e di amore. La missione della Chiesa è questa: rivelare Gesù e il regno da Lui proclamato.

Page 170: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

15. Da parte nostra l'accettazione della strada indicata da Gesù esige "metanoia", una conversionepersonale e comunitaria, se vogliamo lievitare le culture con i valori del Vangelo. Dobbiamosempre più essere evangelizzati noi stessi, liberandoci dal peccato e da qualsiasi nostraresponsabilità nei confronti della ingiustizia e della oppressione e da tutto ciò che in qualche modoci ostacoli dal ricevere e proclamare l'amore di Dio che lavora nel mondo.

16. Con l'intenzione di diventare migliori evangelizzatori, noi guardiamo a Francesco che ha portatonuove intuizioni e idee vive per il suo tempo:

Fratellanza. Quando qualcuno nella chiesa si preoccupava di condannare come eretici quelli chenon le appartenevano, inviando persino eserciti contro di loro, Francesco proclamò la BuonaNovella che essi erano nostri fratelli e sorelle.

Pace. Quando una città era in guerra contro l'altra e la società era divisa dal sistema feudale, egliproclamò la Buona Novella della pace.

Povertà. Quando le ricchezze erano agognate come il più grande bene, egli proclamò la BuonaNovella della beatitudine dei poveri.

Minorità. Quando tanti avevano solo sete di potere e di forza, egli proclamò la Buona Novella diessere i più piccoli.

Ecologia. Quando alcuni avevano paura della natura ed altri si sforzavano di assoggettarla ai propriinteressi, egli proclamò la Buona Novella che la terra è nostra sorella madre, e tutta la creazione unafamiglia da trattare con rispetto.

Presenza. Quando alcuni Ordini religiosi si tenevano separati dalla gente, Francesco volle che i suoifrati stessero vicino alla gente di vile condizione, presenti ai "minores".

Spirito Santo. Quando la chiesa era fortemente istituzionale, Francesco ebbe coscienza del ruolodello Spirito e non cessò mai di ricordare ai suoi fratelli di essere uomini dello Spirito e disse loroche lo Spirito Santo era il vero ministro generale del nostro Ordine.

17. Come frati minori, dunque, noi siamo chiamati ad essere una "avanguardia evangelizzante" inuna Chiesa che deve essere continuamente reincarnata e rinnovata. Conseguentemente, dobbiamoessere soprattutto attenti e disponibili allo Spirito Santo sia all'interno che all'esterno della Chiesa.Oltre al ministero a favore dei fedeli, noi siamo chiamati a portare il Vangelo a quanti nella societàcontemporanea non sono stati evangelizzati nel senso tradizionale del termine ed a quelli che se nesono allontanati. Con la nostra presenza tenteremo di aiutarli ad interpretare la loro esperienza nelmondo ed incoraggeremo il bene che troviamo dentro di loro. Qualora poi ci sembri che sia volontàdi Dio, noi proclameremo esplicitamente il Signore (Rnb 16,7). Più ancora noi domandiamo ainostri frati di rispondere generosamente soprattutto agli appelli delle chiese locali dell'Asia,dell'Africa e dell'America Latina che si trovano in grave bisogno di evangelizzazione. Tre miliardidi persone non hanno ancora ricevuto l'annuncio del Vangelo! A noi frati minori si presenta oggiuna grande occasione ed un'autentica sfida: portare la visione di Francesco alle culture del nostromondo, lasciandoci allo stesso tempo arricchire dalle medesime.

Capitolo II. Inviati come fratelli

19. Oggi l'egoismo, il razzismo, l'oppressione, la guerra dividono i popoli. Ma i semi della speranzadi una nuova vita si possono vedere in quei gruppi che favoriscono la solidarietà specialmente alivello internazionale, e nei movimenti che promuovono i diritti umani, l'ecumenismo, i sindacati,l'unione tra i giovani e la condivisione pratica dei beni con le popolazioni dei paesi in via disviluppo.

Page 171: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

20. Tale solidarietà nella condivisione della vita e del lavoro costituisce la caratteristica dellafamiglia, e gli uomini, essendo figli dello stesso Dio nei cieli, costituiscono una sola famiglia e sonotutti fratelli e sorelle. Gesù divenne nostro fratello al fine di unire tutte le cose in cielo e sulla terra.Egli invita tutti a fare parte della famiglia di Dio. E punto focale dei nostri sforzi è proprio quello dicostituire una tale famiglia.

Capitolo III. Minori in mezzo ai poveri

24. Molta gente soprattutto nel terzo mondo vive in baracche e soffre di una povertà disumana:fame, malattie, analfabetismo, disoccupazione. Gli immigrati e i profughi vengono lasciati aimargini della società. Milioni sono politicamente oppressi, molti torturati e persino uccisi. LaChiesa ha una lista sempre più ampia di nuovi martiri. Ogni anno trenta milioni di uomini muoionodi fame. Le donne sono trattate come oggetti e umiliate. La maggioranza del popolo viene esclusadal progresso sociale, economico e politico; non fruisce di alcuna, o quasi, giustizia e non avendoné casa, né terra, né lavoro, né denaro, né libertà è tentata di disperarsi.

25. Anche i paesi più ricchi dell'Oriente e dell'Occidente hanno i loro poveri "emarginati":immigrati, gruppi di minoranza, disoccupati, handicappati e perseguitati politici e religiosi. Persinotra i ceti "abbienti", c'è un numero crescente che soffre di isolamento o che sono mentalmenteammalati e vittime dell'alcool e di altre droghe.

26. È triste vedere come il mondo sviluppato sia colpito dal consumismo che valuta le persone soloper quello che producono e posseggono. Attraverso i "mass-media" il consumismo si espandealtresì nei paesi in via di sviluppo e crea bisogni fittizi, mentre distrugge i valori autentici.

27. Già nell'Antico Testamento, e specialmente nel Nuovo, la compassione di Dio per i poveri èesplicita. Gesù diede alla povertà il suo più profondo significato nella sua stessa persona: nella suanascita, nella sua vita e nella sua morte sulla croce. Egli si identificò con i poveri (cfr. Mt 25,40).Con la parola e l'azione proclamò la forza di quanti sono senza potere. Anziché emarginare i poveri,Gesù li mise al centro della sua vita e del suo ministero e, inviando i suoi apostoli, volle che essiandassero in povertà (cfr. Lc 10). Anche Maria sua Madre visse come una di loro (cfr. Lc 1,46ss.; 2Lf 5; Uv 1; Rnb 9,5).

28. Francesco trovò Cristo attraverso il più povero dei poveri, il lebbroso. L'amore del Padredivenne reale per lui attraverso il Bimbo povero di Betlemme e il Servo Sofferente del Calvario.Egli visse e lavorò con i lebbrosi e con i poveri al fine di condividere la loro "beatitudine". Godettedella loro piccolezza e del loro disinteresse al potere, della loro illimitata confidenza nellaProvvidenza e della loro libertà. Anche noi francescani troveremo Gesù sostenendo i poveri,vivendo con i poveri e come i poveri. Così, attraverso la nostra povertà e minorità, noi siamoevangelizzati ed evangelizziamo.

29. La nostra sequela di Cristo povero (cfr. Rnb 9,1) ci porterà a vivere con i poveri come minores,vivendo cioè la loro stessa vita, in solidarietà con loro e, come loro, piccoli ed umili ed impotenti.In questo modo mentre noi li evangelizziamo siamo altresì evangelizzati da loro.

30. Dobbiamo francamente riconoscere, purtroppo, che al presente noi viviamo spesso moltolontani dai poveri. Dobbiamo specialmente a questo riguardo evangelizzarci sempre più, noidiventeremo veramente poveri quando condivideremo le loro ansietà, le loro insicurezze e i lorobisogni essenziali. Come fratelli poveri fra i poveri, privi di potere, potremo confidare nellaProvvidenza di Dio e, spogliati di molte cose, saremo aperti al dialogo di vita con la gente che cicirconda.

Page 172: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

31. Questa visione del bisogno cambia la nostra posizione francescana nel mondo contemporaneo,nel quale molte Chiese locali dell'America Latina hanno fatto un'opzione preferenziale per i poveri.

Perciò il Consiglio Plenario domanda ai Frati:

1) Di vivere con i poveri, così che possiamo vedere la storia e la realtà dal loro punto di vista.

2) Di rifiutare di comperare o possedere beni superflui al fine di dare una testimonianzaprofetica contro il consumismo crescente.

3) Di imparare dai poveri lo spirito di solidarietà e di fraternità autentica per noi cosìfrequentemente difficili nelle nostre case, spesso più grandi di quanto occorra e troppo comode.

4) Di sensibilizzare noi stessi e il popolo intorno al sistema che impone una dominazionesocio-economica, politica e culturale da parte delle super potenze e dei paesi più ricchi dell'est edell'ovest, delle multinazionali e delle trans-nazionali su milioni di persone del terzo mondo; e dipromuovere un nuovo ordine economico e politico che porti una maggiore giustizia nel nostromondo.

5) Di assumere una posizione profetica contro tutti i regimi oppressivi e totalitari.

6) Di portare il Vangelo là dove i poveri si organizzano in favore di una liberazione integrale:nelle organizzazioni popolari, nelle unioni dei lavoratori, o in altre entità di natura sociale, ordinateallo scopo di elevare il popolo ad una condizione dove i diritti siano riconosciuti e compresi.

Capitolo IV. Strumenti di Giustizia e di Pace

32. Il Capitolo precedente si riferiva all'ingiustizia che i poveri soffrono quando sono privati deiloro diritti essenziali. Insieme con gli altri esseri umani, i poveri soffrono altresì l'ingiustizia causatadalla guerra. I contrasti tra i ricchi e i poveri esistono in tutte le nazioni del mondo.

33. "La corsa alle armi, il grande crimine della nostra era, è da una parte il risultato e dall'altra lacausa di tensioni tra le nostre nazioni amiche", così hanno dichiarato i Vescovi dell'America Latinaa Puebla. "A causa di ciò, enormi risorse sono stornate per l'acquisto di armi invece di essere usateper risolvere problemi vitali" (n. 67). Il Papa Giovanni Paolo II a Hiroshima ha proclamato conforza che nel nostro mondo la pace è un aspetto vitale della evangelizzazione. "È soltanto attraversouna scelta cosciente... che l'umanità può sopravvivere!".

34. Noi siamo consapevoli della violenza della guerra, ma non siamo altrettanto coscienti dellaviolenza causata dall'ingiustizia. Quando un bambino muore di fame, è violenza; lasciare che inostri bambini crescano senza futuro, è violenza. In Brasile, la Chiesa ed altri aiutano la crescita diuna coscienza circa questo genere di violenza: la violenza della fame, di chi è scacciato dallapropria terra, l'imprigionamento, la tortura e la disoccupazione. Il soffrire la violenza, diretta oindiretta, costituisce una maniera di vivere per molta gente.

36. Dio non ha destinato il genere umano a distruggere se stesso assieme al pianeta in cui vive.Ascoltiamo Isaia: "Io manterrò la mia promessa di pace per sempre!" (Is 54,10). Gesù stesso hapromesso: "Io vi lascio la pace, io vi do la mia pace" (Gv 14,27). Di fronte al fatto che ogni giornosi spendono in armamenti un miliardo e quattrocentoquaranta milioni di dollari, mentrequarantamila bambini quotidianamente muoiono di fame, occorre che il nostro mondo trovi il mododi realizzare l'ammonizione di Isaia, cioè di cambiare le spade in vomeri (Is 2,4), e di usare questoimmenso ammontare di denaro (500 miliardi di dollari all'anno) per i bisogni della nostra famigliaumana.

Page 173: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

38. Essere dei pacificatori è un elemento vitale della nostra vita francescana e della nostraevangelizzazione del mondo. Il Consiglio Plenario chiama i frati:

1) A pregare per essere uomini in pace con Dio e con tutti i popoli; a fare della preghiera e deldigiuno una parte dei propri sforzi per la pace; a sostenere i movimenti che cercano la pace nellanostra società e a lasciarsi personalmente coinvolgere in tali movimenti.

2) A sostenere gli sforzi non violenti per la pace; a sostenere gli obiettori di coscienza contro laguerra, specialmente contro la guerra nucleare; a mettersi dalla parte di quelli che sono imprigionatiper le loro convinzioni e i loro sforzi a favore della giustizia e della pace.

3) A sviluppare una pedagogia della pace, soprattutto per i giovani delle nostre scuole e deinostri seminari.

4) A trovare modi per eliminare le ingiustizie tra di noi e a vivere in pace insieme nelle nostrefraternità, nonostante le nostre differenze, come testimoni della pace di Cristo.

5) A coinvolgere dei frati a tempo pieno per la giustizia e la pace là dove è possibile e asostenere quei frati che già sono impegnati in questo lavoro negli uffici di giustizia e pacedell'Ordine e delle Province.

6) Ad essere una voce per i diritti di quelli che non sono nati e per quelli che sono nati, ma chesono privi di speranza per il futuro.

7) A condannare altamente e chiaramente la corsa agli armamenti e tutti gli ordigni nucleariche sono già stati prodotti.

Capitolo Generale di Assisi (1985)

La nostra chiamata all'evangelizzazione

5. Le Costituzioni e gli Statuti, votati in questo Capitolo, permettono di formulare in modo attualela nostra comune risposta alla chiamata del Vangelo. Esaminandoli attentamente, come pureesaminando gli altri documenti recenti, scopriamo che i punti d'interesse dei frati si concentranoattorno a tre temi fondamentali, continuamente ricorrenti:1. la dimensione contemplativa della nostra vita;2. l'opzione per i poveri: giustizia e pace;3. la formazione allo spirito missionario: l'evangelizzazione.

B. Opzione per i poveri: Giustizia e Pace

"E devono essere lieti quando vivono tra persone di poco conto e disprezzate, tra i poveri e deboli,tra infermi e lebbrosi e tra mendicanti lungo la strada" (Rnb 9,3).

23. Parlando dell'opzione per i poveri, teniamo in conto che le forme e le cause della povertà sonodiverse da paese a paese. In quanto "frati minori", vogliamo essere con i poveri e aiutarli a otteneregiustizia.1. Ogni Provincia è incoraggiata ad avere almeno una fraternità inserita in aree di povertà,

dove i frati possanno identificarsi con i poveri, riflettere con loro nella preghiera e unirsi aloro nell'impegno per un mondo migliore. Siamo persuasi che i poveri possono aiutarci ameglio ascoltare la Parola di Dio.

2. Incoraggiamo l'Ordine, particolarmente le Province, a trovare modi concreti per unaeffettiva espropriazione dei beni, così da vivere veramente come minori.

Page 174: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

3. Ogni fraternità e ogni frate nell'uso delle cose scelga ciò che è più povero e rifiuti di avere odi acquistare ciò che è superfluo, per dare una testimonianza profetica contro lo spirito delcrescente consumismo.

4. Ogni Provincia trovi modi concreti di condivisione dei propri beni con i poveri. Si prestiparticolare attenzione: alle fraternità francescane che non hanno mezzi sufficienti per laformazione e i bisogni della missione; alle famiglie dei frati in condizioni di necessità; aifrati che hanno lasciato l'Ordine.

5. Coscienti dell'impegno di Francesco per la pace, noi, frati minori d'oggi, dobbiamo sforzarcidi mettere in atto un programma positivo per la pace, per la riconciliazione, per il rifiutodella violenza in ogni sua forma. Dobbiamo unirci a quanti s'oppongono alla corsa agliarmamenti, alla vendita di armi, e dare il nostro appoggio al disarmo nucleare e alla difesadell'umanità. Ogni Provincia, ogni fraternità e ogni frate, nel modo più efficace, assuma leiniziative concrete suggerite dal documento di Bahia al n. 38. Poiché non tutti i frati sonoportati a fare questo tipo di esperienza, si incoraggino alcuni a viverla e altri a sostenerla.

6. Ogni Provincia abbia la commissione "Giustizia e Pace". I rappresentanti delle Provinceformano l'assemblea della Conferenza. Con la collaborazione di tutte le Conferenze,l'Ordine istituisca strutture adeguate per sviluppare un programma valido e concreto per laPace e la Giustizia.

7. I singoli frati e l'insieme dell'Ordine abbiano a cuore il dialogo con i popoli dei paesi in viadi sviluppo, inclusi quelli che si ispirano ad altre fedi e ideologie, per promuovere la pace ela giustizia nel mondo.

8. La pace e la giustizia, che si applicano in primo luogo e anzitutto alla vita interna dellafraternità, siano argomento annuale di attenta discussione al capitolo conventuale. Si pongaparticolare attenzione a situazioni di ingiustizia fra i frati, per essere testimoni credibili dellapace pasquale.

9. La nostra vita di contemplazione, l'attenzione ad ascoltare la Parola di Dio, l'esempio di S.Francesco, il contatto con un mondo sempre più in balìa della violenza e delle guerre tra lenazioni, ed ora la minaccia di un olocausto nucleare, esigono che ciascuno di noi sia "unoperatore di pace".

Come operatori di pace• facciamo appello alla giustizia affinché cessi la violenza contro i poveri, che conosce la forma

più insopportabile nella morte per denutrizione di milioni di uomini;• chiediamo che si faccia ogni sforzo per mettere fine alle torture praticate dai governi totalitari e

persecutori, e che siano rispettati tutti i diritti dell'uomo, compreso quello di praticareliberamente la propria religione;

• attendiamo un nuovo ordine politico ed economico che corregga il grave squilibrio esistente trale nazioni;

• estendiamo la nostra campagna contro la violenza a tutto l'universo e ci impegniamo arestaurare l'ambiente naturale che ci circonda e nel quale viviamo, e non a continuare adistruggerlo.

Consiglio Plenario di Bangalore (1988)

Ministri della Parola... servi di tutti

II. L'opzione per i poveri: Giustizia e Pace

"Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandatoper annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechila vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore" (Lc 4,18-19).

Page 175: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

34. Sembra che la sensibilità dei Frati riguardo a questa priorità vada sempre più concretizzandosi; irisultati sono ancora modesti, ma promettenti. A seconda delle condizioni locali, le stesseespressioni acquistano significati molto differenti.

35. I Frati sanno che la questione dell'effettiva parità di diritti e doveri fra gli stessi Frati non è stataancora risolta. Il Consiglio Plenario ha discusso il modo di presentare alla Chiesa la nostraconcezione di uguaglianza di tutti i Frati, chierici o laici che siano. Nelle comunità locali cidovrebbe essere veramente una giusta ripartizione nell'espletare le faccende domestiche, nelconsegnare tutto il proprio introito per il fondo comune del convento o della provincia, nella giustaripartizione tra i Frati dell'uso dei beni comuni, nelle vacanze, nel portare insieme le responsabilitàdella comunità, ecc... Nel discorso di apertura il Ministro Generale si è domandato se sia tenuto neldebito conto il carattere laico dei nostri Fratelli laici e che cosa si stia facendo per incoraggiare levocazioni di coloro che non desiderano intraprendere una carriera intellettuale o professionale.

36. Nel loro atteggiamento verso gli altri, per un numero sempre maggiore di Frati il povero non èsemplicemente un fratello, ma un fratello da preferirsi. L'unirsi in matrimonio con MadonnaPovertà, come per Francesco e i suoi primi compagni, non significa soltanto praticare la povertàpersonalmente o in comunità, ma anche vivere coi poveri, condividerne l'incerto domani eaffrontare insieme il lento e penoso processo della loro liberazione. In alcune Province di recenteerezione, quasi tutti i Frati conducono questo genere di vita. Sono sempre più numerosi i Frati chesolidarizzano con i poveri per la realizzazione della loro libertà e promozione umana.

37. Un numero non piccolo di Entità nell'Ordine hanno almeno una fraternità inserita in ambientipoveri (tra i lavoratori, i nomadi, la gente rurale) o tra la gente emarginata (disoccupati, i senzacasa, i drogati). Alcune comunità sono impegnate in centri per alcoolizzati e drogati, centri diaccoglienza per handicappati, anziani, profughi, senza casa, lebbrosi, e anche nel servizio aicarcerati. Diverse fraternità hanno riconsiderato il loro modo di vivere cercando di semplificarlo.

38. Proprio qui durante il Consiglio Plenario siamo stati commossi dalla testimonianza di P. Guy-Marie Nguyen, Ministro provinciale del Vietnam. Di fronte alla nuova situazione politica e dopoaver perso tutte le loro strutture educative e sociali, i Frati hanno deciso di condividere, nella nuovasocietà, le condizioni di vita e di lavoro della gente. In uno spirito di distacco e di servizio, i Fratilavorano alcuni nelle parrocchie, altri nei campi o nelle cooperative di produzione, altri ancora inservizi sociali ed educativi. Essi credono fermamente che il Signore è presente nella evoluzionestorica del loro popolo e che anch'essi sono chiamati a condividere le traversie della Chiesa delVietnam, rendendo testimonianza a Gesù Cristo. Ciò che essi sono stati obbligati ad accettare, orasembra loro un vero dono di Dio.

39. La Commissione Internazionale OFM per la Giustizia e la Pace sta cercando di formulare unaDichiarazione di non-violenza, tenendo nel dovuto conto la lotta che in molte parti del mondo si stafacendo per superare l'oppressione di governi tirannici. Si sta lavorando con un progetto inter-francescano per ottenere dall'O.N.U. un riconoscimento giuridico non-governativo. Qui in Indiaabbiamo incontrato lo spirito religioso della non violenza: âhimsa, che ci fa ricordare la grandeeredità morale lasciata da Mahatma Ghandhi1. II problema ecologico diventa sempre più unapreoccupazione anche per i Frati2.

Page 176: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

1 Il Centro per la Pace in Assisi è promotore di pace con i Leaders di Governi nel mondo. I frati hanno digiunato per lapace e si sono uniti per lo stesso motivo anche prima dell’Incontro per la Pace in Assisi nel 1987.

2 In seguito ad un pellegrinaggio nella terra di S. Francesco, i Frati polacchi, insieme ad alcuni scienziati Francescanidell’Ordine Secolare, hanno fondato in Polonia un Centro Ecologia. Fr. Scaria Varanath, della Provincia Indiana, hasuggerito al Consiglio Plenario dell’Ordine “una spiritualità cosmica” derivante da fonti Hindu e Francescane, qualerimedio contro l’avvelenamento generale della terra, dell’aria e dell’acqua. Egli dice che la spiritualità Hindu è moltovicina al profondo rispetto che Francesco aveva per tutte le creature.

40. Molte Province e Conferenze, in linea con i suggerimenti del messaggio "La nostra Chiamataalla Evangelizzazione", hanno istituito la commissione di Giustizia e Pace. L'ufficio di Giustizia ePace che si trova nella Curia Generale assolve una continua attività di animazione e coordinazionetra le Province, le Conferenze ed a livello generale dell'Ordine, dando informazioni e proponendomodelli e progetti; cura anche i problemi riguardanti la giustizia e la pace in relazione con le altreFamiglie francescane e anche con altri settori della Chiesa.

41. Inoltre, sono stati preparati speciali programmi che trattano dei problemi sociali per laFormazione iniziale o permanente dei Frati. In qualche Provincia è stato fatto uno studio ampio edapprofondito sulle cause della povertà e delle ingiustizie. Ci sono anche delle pubblicazioni cheincoraggiano la ricerca di nuovi metodi per eliminare i sistemi che causano la povertà e la violenza.

42. Le Costituzioni Generali ci guidano in questa scelta per i poveri. "Ricordino i Frati chel'altissima povertà deriva da Cristo e dalla sua Madre poverella e, tenendo presenti le parole delVangelo: Va', vendi quello che hai e distribuiscilo ai poveri, si studino di condividere la condizionedei poveri" (8,2). "In conformità a Cristo, siano lieti quando vivono tra persone di poco conto edisprezzate" (8,3) e "di tutte queste cose i Frati devono dare una chiara testimonianza" (8,3).Dobbiamo condividere quello che abbiamo con i bisognosi, specialmente i poveri (53). Dobbiamodare ascolto al povero (93,1) e farci solidali con lui nel digiuno (34,2), nel nostro servizio eministero (78,1) e nella nostra opera di evangelizzazione (97).

43. Ugualmente le Costituzioni Generali ci spingono a promuovere la giustizia e la pace,"predicando il perdono, la pace e la giustizia" con le nostre opere (1,2). "Non dobbiamo risparmiarené lavoro né sacrifici per la edificazione del Regno pacifico di Dio" (69,2). Dobbiamo impegnarci acostruire "una società di giustizia, di libertà e di pace nel Cristo risorto" (96,2) dove "i diritti e ladignità umana di tutti sia promossa e rispettata" (96,3), specialmente i diritti e la dignità dei poveri(97,2). I nostri metodi devono essere giusti (80,2), non-violenti (69,1), cercando di promuovere trala gente "la riconciliazione conquistata dalla croce di Gesù Cristo" (33,1). Dobbiamo ricercare "lafraterna comunanza con tutto il genere umano" (87,1) ed essere disposti ad accoglierefavorevolmente tutti i cristiani ed anche i credenti di altre Religioni, specialmente i Musulmani(95).

44. Possiamo porci un certo numero di interrogativi in relazione alla Chiesa e alla nostra tradizionefrancescana:

a) Nella Sollicitudo Rei Socialis il Papa Giovanni Paolo II ribadisce che anche la Chiesa deveelargire non solo dal superfluo, ma anche dal necessario, perfino se fosse necessario vendere oggettipreziosi o costose suppellettili del culto (31). Diamo noi l'esempio nel condividere le nostre risorsecon i poveri?

b) Nella stessa enciclica il Papa Giovanni Paolo II fa notare "il crescente impegno disolidarietà tra gli stessi poveri, il loro sforzo di aiutarsi vicendevolmente, e le loro proteste sullascena sociale, dove, senza far ricorso alla violenza, mettono in risalto i propri bisogni e diritti contro

Page 177: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

la inefficienza o la corruzione delle autorità pubbliche" (39). Come persone povere, siamo anchenoi al loro fianco?

c) Condividiamo il sentimento di Francesco: "Vorrei riverire tutti come miei fratelli e mieipadroni" (cfr. Anper 38)? Fino a che punto siamo noi disposti a diventare "servi e soggetti a tutti gliuomini per amore di Dio" (2 Lf 9,47)?

d) Ci consideriamo noi così legati ai poveri come Francesco, il quale nel povero "rimirava lafaccia di Cristo e, perciò, se aveva ricevuto qualcosa di necessario per sostentarsi, incontrandosi conqualcuno di essi, non solo glielo offriva generosamente, ma lo faceva come se in effetti la cosafosse appartenuta al povero" (LegM 3,7)?

e) Quali operatori di pace, facciamo nostra l'ammonizione di Francesco: "La pace che tuannunci con le labbra, devi averla abbondantemente nel cuore. Non provocare nessuno all'ira o alloscandalo, ma fa' che tutti siano attirati alla pace, alla bontà e alla concordia della tua mitezza" (cfr. 1Cel 29)?

Capitolo Generale di San Diego (1991)

L'Ordine e l'evangelizzazione oggi

II. Proposte concrete

"Segni dei tempi" ed evangelizzazione

Consapevoli delle domande che ci sono poste dal discernimento dei segni dei tempi, suggeriamo:

32. I Ministri provinciali con i loro Definitori diano un giudizio delle attività tradizionali dievangelizzazione delle loro Province, alla luce delle nuove sfide, cercando nuovi campi dievangelizzazione e nuove forme di servizio, e preoccupandosi di preparare per questo i frati.

33. Nelle Entità in cui ci sono culture locali ben definite, i Ministri provinciali e i loro Definitorisiano attenti a favorire il discernimento del loro servizio di evangelizzazione di queste culture,sviluppando un progetto di evangelizzazione alla luce di esse.

34. Nei paesi in cui si avverte una particolare presenza di altre religioni, le Province si impegnino arivedere le forme del loro dialogo interreligioso, cercando nuovi approcci nello spirito del capitolo16 della Regola non bollata e della Giornata per la Pace di Assisi.

35. Il Definitorio Generale dell'Ordine incoraggi e sostenga il servizio dei frati e delle Entità neiterritori con popolazione prevalentemente musulmana e in altri paesi in cui i musulmani hanno unapresenza significativa, aiutandoli a portare avanti la loro testimonianza evangelica in quei posti,seguendo l'esempio di San Francesco; e sia dato sostegno alla Commissione per l'Islam.

36. Le Entità dell'Ordine esaminino particolari passi fatti e ancora da fare nella loro opzione per ipoveri, nel loro impegno per una società basata sulla giustizia e sulla pace, e nel loro rispetto per ilcreato. Questo esame è valido soprattutto nella nostra ricerca di soluzioni per problemi quali ildebito estero dei paesi più poveri, l'oppressione dei più deboli tra noi, la violenza, il disprezzo dellavita umana e lo spreco dei beni del creato.

37. Le Entità dell'Ordine esaminino il loro servizio di evangelizzazione dal punto di vista della lorocollaborazione con organizzazioni di uomini e di donne, particolarmente quando esso si realizza traminoranze etniche e maggioranze oppresse. Procurino inoltre di rafforzare sempre più il loroimpegno in questi settori.

Page 178: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Capitolo Generale di Assisi (1997)

Dalla memoria alla profezia

Fraternità e mondo: nuova situazione

Dialogo

7. Avvertendo che il "dialogo è il nuovo nome della carità" e che il pluralismo religioso, leesigenze della pace, l'interdipendenza in tutti i settori della convivenza e della promozione umanaesigono uno stile dialogico dei rapporti, il Capitolo generale:

7.1. approva il Servizio per il Dialogo, istituito dal Definitorio generale ed articolato in treCommissioni: dialogo ecumenico, dialogo interreligioso e dialogo con le culture;

7.2. invita ogni Conferenza a studiare la convenienza di istituire nel proprio territorio il Servizioper il Dialogo;

7.3. esorta le Conferenze, nei cui territori esiste una forte presenza musulmana, ad istituire unasottocommissione per il dialogo con l'Islam;

7.4. raccomanda, in modo particolare, il dialogo intraecclesiale.

Per una cultura di speranza e di solidarietà

8. Per essere promotori di una nuova "cultura di speranza e di solidarietà", in questo mondoche soffre e che, nello stesso tempo, lascia trasparire segni di speranza, il Capitolo generale:

8.1. invita il Definitorio generale a proseguire nell'attuale livello di supporto a FranciscansInternational e a partecipare agli studi in corso per chiarire la struttura, lo status e la relazione traFranciscans International, l'Ordine e la Famiglia francescana;

8.2. ratificando l'opzione preferenziale per i poveri e gli esclusi della società di oggi, chiede aiFrati di condividere la loro vita, la loro storia e la loro speranza, per essere anche da loroevangelizzati;

8.3. fedeli alla nostra identità di Frati Minori ed interpellati dalle disuguaglianze, che creano unfossato sempre più profondo tra ricchi e poveri e producono esclusione ed emarginazione, stimolaad attuare, a livello di Conferenze e in unione con la Famiglia francescana, un impegno concreto afavore della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato, impegno che nasca dalla nostraspiritualità e costituisca il contributo francescano alla celebrazione del nuovo millennio;

8.4. preoccupati della situazione di tanta gente costretta ad abbandonare i propri territori,specialmente i lavoratori emigrati, i profughi, le minoranze etniche, sollecita il Definitorio generale,attraverso l'Ufficio di Giustizia, Pace e Salvaguardia del creato in collaborazione con tutte leConferenze e Province, a creare una rete di personale e di risorse per intervenire nelle necessità deiprofughi;

8.5. in vista del Giubileo del 2000, esorta il Definitorio generale e i Ministri provinciali adiniziare a provvedere Frati che prendano parte al programma preparato dalla Custodia di TerraSanta.

Page 179: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

2. testi bibliciIndichiamo alcuni testi biblici su

GiustiziaDonneLiberazioneOppressionePacePerdono _ riconciliazione _ misericordiaPoveriCondivisione _ solidarietàFraternitàDialogo _ ecumenismoServizio _ caritàNatura _ creazione

1. Giustizia

Esodo 23,6Deuteronomio 15,7-11; 16,20; 27,19Levitico 19,12-18Giobbe 29,14Salmi 9,8.16; 11,7; 33,5; 72; 89,14; 103,6; 140,12Proverbi 21,15; 29,4.7Geremia 9,23-24; 22,15-16; 23,5Isaia 1,10-20; 5,23; 10,2; 29,21; 30,18; 32,15-20; 42,4; 61,8Osea 12,6Amos 2,7; 5,12Malachia 2,17Matteo 5,20; 23,23; 25,31-46Luca 3,10-14; 11,42; 18,8Atti 4,32-37Romani 3,25-26

2. Donne

Giudici 4,5Giuditta 8,4-8; 9,8-10Ester 4,12-14; 5,1-3.7-8Rut 1,16-18; 2,8-13; 4,9-17Leggere insieme Matteo 16,17 e Giovanni 11,27Marco 14,9Luca 7,36-50; 10,38-42; 21,1-4Atti 2,17-18; 21,8-9Galati 3,28

3. Liberazione

Esodo 2,23-25; 3,1-15Deuteronomio 26,5-11Salmi 9,3-4; 10,18; 12,5; 74,14; 103,6Michea 3,4Baruc 4,21Luca 4,18

Page 180: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Galati 5,1.13

4. Oppressione

Esodo 1,11Deuteronomio 26,6; 28,33Neemia 9,36-37Salmi 6,3-10; 17,9-12; 44,22-25; 94,5-6Geremia 50,33Michea 3,3

5. Pace

Levitico 19,1.9-18Salmi 32; 72; 85,9-11; 122,6-8Isaia 2,1-5; 9,5-6; 11,1-9; 32,15-20; 52,7; 53,5; 57,19Proverbi 24,1-4; 22,31Matteo 5,1-12.38-48; 10,5-13.34Luca 10,35; 12,51; 24,36Giovanni 14,23-27; 19,19-23; 20,19.21Romani 12,18; 14,17.192 Corinzi 3,11Efesini 2,11-18; 4,3.31-32Galati 5,22Filippesi 2,5-11Giacomo 3,13-18

6. Perdono - Riconciliazione - Misericordia

Ezechiele 11,17-21Matteo 7,1-5; 18,21-35Luca 6,27-38; 15,1-10Romani 5,112 Corinzi 5,14-21Efesini 2,14-18Colossesi 3,12-17Filemone 1,18-212 Pietro 3,8-12

7. Poveri

Esodo 1,8-14; 22,20-26Deuteronomio 15,4-11; 24,10-22; 26,5-11Levitico 19,9-18; 25,8.10.23-24.35-38.42-43Salmi 9,13-14.19; 12,6; 14,6; 18,28; 22,27; 25,9.16; 35,10; 37,11; 69,30;70,6; 72,1-4.12-14; 74,19-20; 76,10; 140,13Isaia 1,11-17; 5,1-23; 11,1-9; 58,5-7; 61,1-2Geremia 22,13-18Amos 2,6-16; 3,14-4,3; 8,4-7Michea 2,1-5; 3,1-4.9-12; 4,6-7Sofonia 3,11-12Siracide 34,18-22Marco 10,17-22; 10,23-27

Page 181: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Matteo 10,9-10Luca 1,46-56; 12,33-34Atti 2,44-45; 4,32.34-35; 11,27-301 Corinzi 1,17-312 Corinzi 8,1-15; 9,6-13Filippesi 2,5-9Giacomo 2,1-5; 4,13-5,6

8. Condivisione - Solidarietà

1 Re 17,7-16Isaia 58,1-12Marco 12,38-44Matteo 25,31-46Luca 1,46-55; 10,25-37; 16,19-31Atti 4,32.34-35Filippesi 2,4-11Ebrei 13,12-16Giacomo 2,14-18; 5,1-6Apocalisse 21,1-6

9. Fraternità

Proverbi 3,27-33Matteo 12,46-49Giovanni 17,1.6-11.20.26Ebrei 2,10-172 Pietro 2,12; 3,8-9.13-161 Giovanni 4,4-21

10. Dialogo - Ecumenismo

Genesi 17,1-7Isaia 54,1-3Matteo 10,41-45; 18,12-19; 22,1-10Giovanni 17,18-24Atti 2,1-111 Corinzi 12Efesini 1,3-14Colossesi 3,12-17Ebrei 2,8b-122 Pietro 4,7-11

11. Servizio - Carità

1 Re 17,7-16Siracide 4,1-10Matteo 10,35-45Luca 10, 25-37Giovanni 13,1-17.34-35; 15,9-17Romani 12,9-171 Corinzi 13,1-13Filippesi 2,1-4

Page 182: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

1 Pietro 4,7-111 Giovanni 4,7-17

12. Natura - Creazione

Genesi 1,1-2,3; 9,9-11Esodo 3,7-10; 15,22-27; 23,10-12Levitico 25,1-24Isaia 11,1-9; 40,12-31Daniele 3,57ss.Salmi 8; 19; 24; 104,16-23; 136; 148,1-4.7-10Proverbi 8,22-31Marco 5,35-41Matteo 6,26-30Giovanni 9; 12,23-26Romani 8,18-25Colossesi 1,15-20Apocalisse 21,1-5; 6,16-21

Page 183: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

3. testi francescani1. Giustizia

Legper 62"Curare i mali dell'umanità con interventi concreti" (la Lettera messaggio dei ministri dellaFamiglia francescana per la celebrazione dell'ottavo centenario della nascita di san Francesco diAssisi)Documento di Bahia, cap. IV, nn. 32-38Mattli, 4, "Nella lotta per la giustizia e la pace"

2. Donne

1 Cel 18 b-dFior 15; 16; 19LegM 12,2Legper 101; 107LegsC 5Messaggio interfrancescano da Mattli (1982), n. 2, "In sostegno delle donne e contro ladiscriminazione"

3. Pace

Rnb 22,1-4; 16,6Rb 2,17; 3,10-14Am 13; 152 Test 6; 231 Cel 23; 37; 40-41; 572 Cel 37LegM 6,9; 9,7-9Legper 44; 67Anper 17d; 38cFior 21; 243 Comp 26; 58

4. Poveri

Rnb 5,9-12; 7,1-9.13; 8,4.12; 9,12; 23,4Rb 5Test 1-3; 20-221 Cel 14-15; 17; 44; 762 Cel 5; 8; 37; 81; 83-92; 196LegM 11,23 Comp 37; 40; 55-56Documento di Bahia, cap. III, "Minori in mezzo ai poveri"

5. Perdono - Riconciliazione - Misericordia

Am 27Lmin 1-11; 13-172 Lf 5,28-29Pater 1; 7; 81 Cel 23; 892 Cel 185b

Page 184: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

LegM 3,2; 8,1Legper 1; 44; 67SP 1013 Comp 11-12; 26Fior 21Mattli, n. 5, "Strumenti di riconciliazione"

6. Condivisione - Solidarietà

2 Test 1-32 Cel 175LegM 1,2c-3a3 Comp 11-12Documento di Bahia, nn. 19-23a

7. Fraternità

1 Cel 38-39a2 Cel 175San Francesco educò alla comunione universale e allo spirito di famiglia (Ministri Generali, "Io hofatto la mia parte; la vostra ve la insegni Cristo", 1981)Documento di Bahia, cap. II, "Inviati come fratelli"

8. Dialogo - Ecumenismo

Rnb 14; 16; 22,1-4Rb 12,11 Cel 40a; 41b-c; 57LegM 9,7-9Fior 24Mattli, n. 7, "In dialogo con le altre religioni"

9. Servizio - Carità

2 Test 1-32 Cel 172; 175; 177LegM 9,1.43 Comp 11-12RsC 8,12-16

10. Natura - Creazione

Cant1 Cel 77; 79; 812 Cel 165Legper 84; 51

Page 185: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

4. dottrina sociale della ChiesaAntropologia cristianaa) Dignità dell'uomo, immagine di Dio- Divini Redemptoris: 30; 32-33- Mater et Magistra: 219-220- Pacem in terris: 31; 28-34 e soprattutto 44- Gaudium et Spes: 31- Ecclesiam Suam: 19- Redemptor Hominis- Istruzione su alcuni aspetti della "Teologia della liberazione":

20; 34- Laborem Exercens: 4-9- Orientamenti: 31- Catechismo della Chiesa Cattolica: 355-379; 1700-1709b) L'uomo, via della missione della Chiesa- Gaudium et Spes: 1; 3- Evangelii Nuntiandi: 29; 31; 33; 35; 36; 38- Redemptor Hominis: 13-14c) L'anelito dell'uomo alla libertà- Istruzione su alcuni aspetti della "Teologia della liberazione": 1; 38d) Uomo e donna, persone solidali- Mater et Magistra: 218-219; 59-67- Pacem in Terris: 31- Gaudium et Spes: 24-25- Istruzione su alcuni aspetti della "Teologia della liberazione": 73e) Fondamentale uguaglianza di tutti gli uomini- Gaudium et Spes: 24; 29f) Primato della persona sulle strutture- Istruzione su alcuni aspetti della "Teologia della liberazione":

73; 75- Gaudium et Spes: 31- Redemptor Hominis: 14- Reconciliatio et Penitentia: 16g) Strutture di peccato- Gaudium et Spes: 13; 25- Istruzione su alcuni aspetti della "Teologia della liberazione": 75- Sollicitudo Rei Socialis: 36-37- Centesimus Annus: 38- Catechismo della Chiesa Cattolica: 1878-1889

Diritti umania) Violazione dei diritti umani- Gaudium et Spes: 27- Octogesima Adveniens: 23; cfr. RH 17- Sollicitudo Rei Socialis: 15; 26; 33b) Panorama dei diritti fondamentali- Pacem in terris: 11-34; 75-79; 143-144- Gaudium et Spes: 27; 29; 52; 59-60; 65; 67-69; 71; 75; 79- Octogesima Adveniens: 23- Puebla: 3890-3893- Redemptor Hominis: 17- Sollicitudo Rei Socialis: 26; 33-34

Page 186: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

c) Diritti umani, esigenza evangelica- Puebla: Discorso d'apertura- Istruzione su alcuni aspetti della "Teologia della liberazione": 65

Il bene comune- Mater et Magistra: 65; 78-81- Pacem in terris: 53-66; 136- Gaudium et Spes: 26; 74- Populorum Progressio: 54- Octogesima Adveniens: 46- Redemptor Hominis: 17- Sollicitudo Rei Socialis: 26; 33-34- Centesimus Annus: 9; 37-38; 47- Catechismo della Chiesa Cattolica: 1897-1912

Solidarietà e sussidiarietàa) Definizione, correlazione e fondamento logico- Gaudium et Spes: 32; 80- Istruzione su alcuni aspetti della "Teologia della liberazione": 73- Catechismo della Chiesa Cattolica: 1883-1884; 1939-1942; 2437-2440b) Solidarietà- Pio XII, Radiomessaggio natalizio del 1952: 26-27- Pacem in terris: 98- Sollicitudo Rei Socialis: 38-40- Centesimus Annus: 10c; 33; 41d; 51c) Sussidiarietà- Quadragesimo Anno: 79-80- Mater et Magistra: 51-52; 54-55; 57-58- Pacem in terris: 140-141- Laborem Exercens: 17d) Partecipazione sociale- Mater et Magistra: 91-92- Gaudium et Spes: 31; 55; 59; 63; 68- Octogesima Adveniens: 22; 24; 46-47- Istruzione su alcuni aspetti della "Teologia della liberazione":

86; 95- Sollicitudo Rei Socialis: 45- Centesimus Annus: 33- Catechismo della Chiesa Cattolica: 1913-1917

Destinazione universale dei beni- Gaudium et Spes: 69-71- Populorum Progressio: 22-23- Istruzione su alcuni aspetti della "Teologia della liberazione": 90- Centesimus Annus: 30-32

Proprietà privata- Rerum Novarum: 3; 12-16- Quadragesimo Anno: 44-52- Mater et Magistra: 104-121- Gaudium et Spes: 69-71- Populorum Progressio: 19; 22-24- Laborem Exercens: 14

Page 187: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

- Sollicitudo Rei Socialis: 28; 42

Proprietà pubblica- Rerum Novarum: 23-25- Quadragesimo Anno: 105-110- Mater et Magistra: 51-67- Gaudium et Spes: 70-71- Populorum Progressio: 23-24; 33-34- Laborem Exercens: 14- Sollicitudo Rei Socialis: 15

Lavoro e salarioa) Riflessione sul lavoro umano- Rerum Novarum: 32- Mater et Magistra: 82-103- Gaudium et Spes: 67- Laborem Exercens: 1; 3-10; 18-19; 22-27- Sollicitudo Rei Socialis: 18b) Salario personale o familiare?- Rerum Novarum: 32-33- Quadragesimo Anno: 71- Laborem Exercens: 19c) Il sistema salariale riduce le persone a merce?- Quadragesimo Anno: 64-68- Mater et Magistra: 75-77- Laborem Exercens: 19d) Il problema pratico: la quantità- Rerum Novarum: 32- Quadragesimo Anno: 70-75- Mater et Magistra: 68; 71

Sciopero- Rerum Novarum: 29- Quadragesimo Anno: 94- Gaudium et Spes: 68- Octogesima Adveniens: 14- Laborem Exercens: 20

Sindacati- Rerum Novarum: 34-40- Quadragesimo Anno: 34-38; 81-97- Mater et Magistra: 97-103- Gaudium et Spes: 68- Populorum Progressio: 38-39 e Octogesima Adveniens: 14- Laborem Exercens: 20- Sollicitudo Rei Socialis: 15

Politici e politica- Gaudium et Spes: 73; 76- Octogesima Adveniens: 3-4; 48-51- Sollicitudo Rei Socialis: 47-48

Comunità civile e politica

Page 188: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

a) Caratterizzazione- Gaudium et Spes: 74ab) Autorità- Pacem in terris: 46-52- Gaudium et Spes: 74b-ec) Il bene comune(già citato)

Potere politicoa) Lo Stato: organizzazione politica- Mater et Magistra: 20-21; 44; 52-53; 104; 201-202- Pacem in terris: 68-69; 72; 75-79; 130-131- Gaudium et Spes: 73-75- Octogesima Adveniens: 46b) Regimi politici- Pacem in terris: 52; 68; 73- Gaudium et Spes: 73-75- Redemptor Hominis: 17- Sollicitudo Rei Socialis: 41

Impegno sociopolitico dei cristiania) Prima della Populorum Progressio (doveri dei lavoratori e deidirigenti)- Rerum Novarum: 14-16- Quadragesimo Anno: 50-51; 63-64; 78; 141-142- Mater et Magistra: 51; 82-84; 91; 122- Gaudium et Spes: 65-70b) Dopo la Populorum Progressio- Sullo sviluppo e sul sottosviluppo: Populorum Progressio: 14; 19-21; 43-51; 56-59; eOctogesima Adveniens: 24-25; 37; 46-51; Sollicitudo Rei Socialis: 27-39- Sull'azione nella società: Pacem in terris: 146-152; Gaudium et Spes: 36; 75-76;Octogesima Adveniens: 3-4; 48-51; Sollicitudo Rei Socialis: 47-48- Sul pluralismo politico dei cristiani: Octogesima Adveniens: 50-51c) Principi che motivano una politica per l'uomo- Verità, giustizia, amore, libertà: Pacem in terris: 35; Gaudium et Spes: 26c; 27-28;Octogesima Adveniens: 23; 45- Uguaglianza e partecipazione: Pacem in terris: 73; Gaudium et Spes: 75; OctogesimaAdveniens: 24-25; 47- Liberazione: Discorso di Giovanni Paolo II all'inaugurazione della III Conferenza delCELAM: III,5-6; III Sinodo dei Vescovi sulla Giustizia nel Mondo: 50-51d) Ideologie e utopie- Octogesima Adveniens: 25-37

La comunità internazionalea) Fondamenti: Gaudium et Spes: 84b) Relazioni internazionali: Pacem in terris: 86-108; 120-125; Gaudium et Spes: 85-90;Populorum Progressio: 78; Centesimus Annus: 21; 27; Sollicitudo Rei Socialis: 14; 16; 43; 45

Violenza socialea) Tipologia della violenza sociale:- Violenza strutturale- Violenza rivoluzionaria: Pacem in terris: 161-162; Populorum Progressio: 30-31; LaboremExercens: 11-13

Page 189: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

- Violenza in guerra: Pacem in terris: 109-116; Gaudium et Spes: 77-82; PopulorumProgressio: 53; 78; Sollicitudo Rei Socialis: 10; 20; 23-24; 39b) Non-violenza attiva:

Gaudium et Spes: 79; Istruzione su alcuni aspetti della "Teologia della liberazione": 77-79;Catechismo della Chiesa Cattolica: 2306

Pacea) La realtà della guerra- Pacem in terris: 109-117; Gaudium et Spes: 79-80; 82; Centesimus Annus: 14b; 17a,b; 19a;Catechismo della Chiesa Cattolica: 2307-2317b) Lo scandalo della corsa agli armamenti e il disarmo- Pacem in terris: 109-112; Gaudium et Spes: 81; Populorum Progressio: 53; Sollicitudo ReiSocialis: 23-24; Centesimus Annus: 28cc) Etica di pace- Pace al di sopra di tutto: Pacem in terris- Lavoro di tutti per la pace: Gaudium et Spes: 78-82; Catechismo della Chiesa Cattolica:2302-2305- Sviluppo, il nuovo nome della pace: Populorum Progressio: 76- La pace, frutto della giustizia e della solidarietà: Gaudium et Spes: 78; Sollicitudo ReiSocialis: 26; 39; Centesimus Annus: 5c; 23c; 29a

Fede cristiana e cultura- Gaudium et Spes: 53-62- Populorum Progressio: 12ss.; 40-42; Centesimus Annus: 32ss.; 38-41; 50-52

Mezzi di comunicazione socialea) La posizione cristiana di fronte ai media: Octogesima Adveniens: 20- Valori da seguire: Communio et Progressio: 14-17- Rischi da evitare: Communio et Progressio: 58; 80; Sollicitudo Rei Socialis: 22b) Questioni particolari- Informazione: Communio et Progressio: 33-47; 75-76- Propaganda: Communio et Progressio: 23; 30; 59-62- Opinione pubblica: Communio et Progressio: 26-32; 114-125

Ecologia- Mater et Magistra: 196-199; Octogesima Adveniens: 21; Redemptor Hominis: 8; 15;Laborem Exercens: 4; Sollicitudo Rei Socialis: 26; 29; 34; Centesimus Annus: 37-38- Messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale della Pace (1.1.1999): Pace conDio Creatore, pace con l'intero creato- Catechismo della Chiesa Cattolica: 299-301; 307; 339-341; 344; 2415-2418

Nota: Si tratta di parafrasi, e non di citazioni, degli articoli delle Costituzioni Generali che siriferiscono a GPSC.

Page 190: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

5. opzione per i poveri – Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato nelle Costituzioni GeneraliNota: Si tratta di parafrasi, e non di citazioni, degli articoli delle Costituzioni Generali che siriferiscono a GPSC.

Capitolo I

Art. 1,2: Ecco una sintesi dell'identità del frate:Vita radicalmente evangelicaPreghiera e devozioneTestimonianza di una vita di penitenza e di minoritàVita fraternaAmore per tuttiPredicazione della riconciliazione, della pace e della giustizia attraverso le opere.

Art. 3: I Frati Minori costituiscono una "fraternità" in cui tutti sono fratelli, con gli stessi diritti edoveri, e testimoniano che le persone cercano vera fraternità e comunione, in cui nessuno èemarginato per alcuna ragione.

Art. 4,1: I frati, inseriti nel popolo di Dio, dovrebbero esaminare i nuovi segni dei tempi e mettersisempre in relazione con un mondo in continuo sviluppo.

Art. 7,3: I frati dovrebbero servirsi ed obbedirsi volentieri l'un l'altro e cercare insieme i segni dellavolontà del Signore Dio.

Art. 8: Essi dovrebbero vivere radicalmente il Vangelo, "vendendo tutto", per essere segno dellaProvvidenza del Padre, in grado di condividere il destino dei poveri, facendo la scelta, che èsoprattutto una scelta personale, di seguire l'esempio di Gesù e di sua Madre. Dovrebbero esserefelici di vivere tra i poveri, anche in modi nuovi.

Capitolo II

Art. 27,1: Lo stare tra i semplici, ai quali è rivelato il Regno di Dio, e il conversare con lorodovrebbe alimentare lo spirito di preghiera e di devozione dei frati. Insieme essi possono impararesane espressioni della pietà popolare e acquisire la capacità di nutrire la vita cristiana in se stessi enegli altri.

Art. 27,2: La preghiera con la gente fa propria la loro realtà e diviene segno e condivisione di fede edi speranza.

Art. 32,3: La penitenza si esprime nel servizio degli altri, specialmente dei più umili, dai quali nonriceviamo niente in cambio. San Francesco la esprime nel servizio ai lebbrosi.

Art. 33: Il frate è per vocazione segno e strumento di riconciliazione con ognuno dei suoi fratelli econ la fraternità. Questo è un particolare "ministero" della sua vocazione.

Art. 33,3: La riconciliazione ha un aspetto sociale.

Art. 34,2: Digiunare significa condividere le sofferenze di Cristo, presente in coloro che soffronomolte privazioni.

Capitolo III

Page 191: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Art. 39: La vera fraternità, fondata sull'amicizia, è mezzo di educazione ad una cordiale (cortese)accettazione di tutte le persone; diviene segno di speranza e proclamazione di pace e felicità; èanche via a una integrale maturità umana, cristiana e religiosa.

Art. 51: L'ospitalità francescana è fondamentale nella vita del frate.

Art. 52: La comunione nella fraternità porta alla comunione con tutti. Dobbiamo accogliere ognipersona con cortesia e trattare gentilmente tutti, amici e avversari, sia che vengano da noi sia che liavviciniamo noi stessi.

Art. 53: Come testimonianza di povertà e di carità, i frati sono tenuti a sovvenire alle necessità dellaChiesa, a soccorrere coloro che si trovano in stato di reale necessità e a condividere con i poveri ibeni materiali dati alla fraternità.

Capitolo IV

Art. 64: La "minorità" (umiltà), segno della sequela di Cristo e della sua obbedienza alla volontà delPadre, è una testimonianza di gioia e un requisito indispensabile per la proclamazione della pace.

Art. 66,2: L'umiltà permette un certo modo di condivisione, cosicché coloro che sono i più piccolinella società non si sentano esclusi dalla nostra fraternità, chiamata a favorire quanti sono privi deibeni che sono il risultato del progresso sociale ed economico.

Art. 67: L'umiltà ha un particolare valore profetico come testimonianza dei veri valori evangelici ecome condanna dei falsi valori del mondo.

Art. 68,1: La pace viene proclamata e portata facendo il bene; essa non si instaura attraverso laviolenza.

Art. 68,2: Un altro aspetto della proclamazione della pace è il non provocare ira e nonscandalizzare; la pace e le opere di giustizia e di pace nascono dalla pace del cuore.

Art. 69,1: L'opera di pace, specialmente con coloro che sono privati ingiustamente dei loro diritti,nasce da un cuore nuovo e dall'amore per la giustizia e la pace. Questi diritti devono essere difesi,non con mezzi violenti, ma piuttosto con gli stessi che sono a disposizione dei poveri.

Art. 69,2: I frati con gli stessi mezzi dovrebbero condannare le guerre ed ogni forma di violenza. Lapace si costruisce denunciando apertamente ogni violenza e ingiustizia.

Art. 70: Questo articolo mette in evidenza l'aspetto liberante della povertà e favorisce relazionilibere e giuste tra tutti gli uomini, l'accettazione reciproca e la riconciliazione. La ricchezza el'attaccamento alle persone facoltose e ai potenti sono occasione di schiavitù e costituiscono unostacolo al vivere in modo libero ed integrale la vita di consacrazione e missione, propria dellanostra vocazione di minori.

Art. 71: L'immagine di Dio Creatore è presente in tutto il creato. Il frate dovrebbe, quindi, trattarecon riguardo ogni forma di vita presente nel mondo, per rispetto verso Dio.

Art. 72,1: La professione di povertà è il segno fondamentale della sequela di Cristo pellegrino, checammina con noi. Il distacco del pellegrino deve riflettersi nella nostra vita e in tutto ciò che usiamoper vivere e lavorare.

Art. 72,2: Gli edifici che usiamo dovrebbero essere in armonia con le condizioni di povertà inmezzo alle quali i frati vivono; lo stesso vale per tutto ciò che acquistiamo o usiamo.

Page 192: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Art. 73: I frati non dovrebbero possedere edifici, ma semplicemente usare ciò che è necessario pervivere e per proclamare il Vangelo. La proprietà dovrebbe piuttosto appartenere a coloro che siamochiamati a servire, ai nostri benefattori o alla Santa Sede.

Art. 76: Il lavoro dei frati dovrebbe essere considerato come "servizio", non come mezzo diautosufficienza e indipendenza, e ancora meno come opportunità di controllo sugli altri. Il lavoro èun dono da condividere con coloro che non lo hanno; quanti lavorano dovrebbero condividere conchi non lavora e non ha i mezzi per sostenersi.

Art. 77,1-2: Il frate dovrebbe essere qualificato per la sua attività, ma la prima qualifica è quella diessere un frate, vivendo in fraternità, con gli stessi diritti e doveri degli altri; nessun lavoro dà dirittiparticolari, ancor meno quello di inamovibilità da una determinata casa.

Art. 78: Il lavoro non dovrebbe separare nessuno dai fratelli. Esso dovrebbe essere un mezzo perfavorire una maggiore solidarietà con tutti in un "servizio" più appropriato verso i "poveri".

Art. 80,1-2: Per quanto possibile, tutti i frati devono attendere essi stessi ai lavori domestici nellefraternità. Nel caso che altri lavorino per la nostra fraternità, la giustizia richiede che venganoosservate le norme delle leggi civili.

Art. 82,3: Qualunque cosa i frati ricevano per il loro lavoro non dovrebbe diventare un'occasioneper accumulare denaro. Quando c'è abbondanza, essi dovrebbero ricordare che appartiene allaChiesa e ai poveri. Noi dobbiamo usarne in quanto poveri e come i poveri, non come possessori.

Capitolo V

Il capitolo V parla della nostra chiamata all'evangelizzazione; questa è la base della nostra fedeltàall'umiltà e alla povertà. Perciò, essa dovrebbe essere portata avanti con mezzi che siano in armoniacon la nostra professione e dovrebbe essere indirizzata principalmente alle zone più povere.

Art. 85: La proclamazione della pace è fondamentale per la nostra evangelizzazione.

Art. 87,1: I frati non dovrebbero vivere solo per se stessi, ma a beneficio di altri. Essi dovrebberocercare di estendere a tutti gli uomini le relazioni fraterne che sviluppano tra loro.

Art. 87,3: Come segno di speranza, i frati dovrebbero costituire delle fraternità in zone povere e trale masse secolarizzate, e considerare tali fraternità come mezzi privilegiati per la proclamazione delVangelo.

Art. 91: I frati non dovrebbero cercare né accettare privilegi, poiché l'umiltà è il fondamento dellaloro missione nella Chiesa.

Art. 92,2: I frati dovrebbero collaborare con buona volontà all'impegno dell'inculturazione,dovunque essi vivano.

Art. 93,1: L'autentico amore fraterno richiede che i frati vedano i poveri come loro maestri e che liascoltino. Così, essi saranno capaci di mantenere un vero dialogo con loro.

Art. 94: L'evangelizzazione delle culture è un impegno di somma importanza e dovrebbe esserepromossa a fondo dai frati.

Art. 95,1-3: Lo spirito ecumenico dovrebbe essere promosso ovunque. I frati dovrebbero cercaremodi per collaborare con altri cristiani e con credenti di altre religioni, specialmente con lepopolazioni islamiche.

Page 193: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Art. 96,1: L'evangelizzazione richiede la comprensione dei problemi sociali affrontati dalle personee dalle famiglie. Tale conoscenza dà origine ad una risposta cristiana adeguata.

Art. 96,2: Le questioni della giustizia, della libertà e della pace sono fondamentali. I fratidovrebbero dedicarsi a trovare una soluzione ai seri problemi che sorgono dalle violazioni dellagiustizia e della libertà. Essi dovrebbero lavorare insieme a coloro che sono impegnati nelristabilimento della giustizia e della pace nel mondo.

Art. 96,3: I frati dovrebbero operare con umiltà e con coraggio affinché nella Chiesa e nell'Ordinesiano tutelati i diritti di tutti e sia rispettata la dignità umana.

Art. 97,1: I frati dovrebbero seguire l'esempio di San Francesco, che fu condotto dal Signore tra ilebbrosi. Ogni frate dovrebbe riscoprire la propria chiamata tra i lebbrosi di oggi: gli emarginati, ipoveri e gli oppressi, gli afflitti e gli infermi. Essi dovrebbero essere felici di vivere tra loro e dimanifestare compassione.

Art. 97,2: Essi dovrebbero adoperarsi perché i poveri stessi prendano maggiore coscienza della lorodignità di uomini, la difendano e la facciano valere.

Art. 98,1: I frati non dovrebbero disprezzare i ricchi e i potenti, né giudicarli. Essi dovrebberosuggerire umilmente anche a loro il bisogno di conversione e ricordare loro il dovere di restituireogni bene al Signore Dio, sempre presente nei poveri.

Art. 98,2: Seguendo l'esempio di San Francesco, i frati dovrebbero avvicinare gli uomini cheminacciano la vita e la libertà altrui e portare loro il lieto messaggio della riconciliazione, dellaconversione e della speranza di una vita nuova.

Capitolo VI

Il capitolo VI tratta della formazione dei frati. Tutto ciò che è stato detto sulla vita e sull'attività deifrati è assunto come orientamento costante per la formazione iniziale e permanente. Alcuni esempi:

Art. 127,2-3: I frati dovrebbero essere preparati ad inserirsi attivamente nella vita sociale. Laformazione dovrebbe favorire un rapporto intimo con Dio e relazioni improntate all'amore con tuttigli uomini e con le altre creature, come pure far crescere il senso della comunione ecclesiale e delservizio apostolico.

Art. 127,4: È compito primario della formazione fare apprendere e sperimentare il modofrancescano di vivere il Vangelo in fraternità e minorità, nella pratica della povertà e del lavoro enel vivere la visione della missione nel nostro Ordine.

Art. 128: La formazione francescana dovrebbe essere una formazione integrale dell'intera persona etenere conto sia della dimensione personale sia di quella sociale.

Art. 129,1-2: Nel processo formativo, i doni particolari di ogni persona dovrebbero essere trattaticon grande riverenza e dovrebbe essere incoraggiato il senso di responsabilità nell'uso della libertà.La formazione dovrebbe sviluppare un equilibrato giudizio critico circa gli eventi.

Art. 132: La formazione della maturità è necessaria per vivere in fraternità e per una vita disolidarietà con i poveri.

Art. 153,2: Per fare più profondamente esperienza della vita francescana, i novizi dovrebberodedicarsi alla contemplazione, alla penitenza, alla povertà, al lavoro e ad un servizio senza pretesedei poveri del nostro tempo, sia all'interno del convento sia fuori, a norma degli Statuti.

Page 194: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

6. Giustizia, Pace e Rispetto per il Creato nella Ratio Formationis Franciscanae"La sequela di Gesù Cristo, secondo la forma di S. Francesco, conduce il frate minore adimpegnarsi con la Chiesa e a mettersi al servizio degli uomini del nostro tempo, come messaggerodi riconciliazione e di pace" (RFF 3).

"Il frate minore contempla l'infinito amore di Dio per lui ed è condotto a ricercare e trovare GesùCristo nelle Scritture, nella storia, in ogni aspetto della vita, nel fratello e in tutta la creazione, inuna continua opera di discernimento per riconoscere l'azione dello Spirito" (RFF 12b).

"Il frate minore si mette dinanzi al Cristo povero e crocifisso, suo Maestro, affermandocontinuamente la sua fedeltà a Lui e al Vangelo, alla Chiesa, all'Ordine e alla sua missione,all'uomo e al nostro tempo" (RFF 15b).

"La fraternità [...] è l'ambiente di riconciliazione e di pace in cui è possibile l'incontro con il Cristovivo e vero" (RFF 18).

"L'esperienza della paternità di Dio e della fraternità con il Cristo porta i frati minori a rendersifratelli di tutti gli uomini e di ogni creatura, in spirito di minorità, di semplicità, di letizia e disolidarietà" (RFF 21a).

"Il frate minore accoglie tutti con bontà, senza escludere nessuno, ama tutti gli uomini, inparticolare i poveri e i deboli, che serve con premura materna, rifiuta la violenza, opera per lagiustizia e la pace, e rispetta la creazione" (RFF 21b).

"Il frate minore scopre la propria piccolezza e la totale dipendenza da Dio, sorgente di ogni bene, evive come pellegrino e forestiero, riconciliato e pacifico, accogliente, fratello e soggetto ad ognicreatura"(RFF 22b).

"I frati minori seguono l'esempio di S. Francesco che fu condotto da Dio in mezzo ai lebbrosiscegliendo la vita e la condizione dei poveri, si identificano con essi, servono gli oppressi, gli afflittie i malati, e si fanno evangelizzare da loro" (RFF 25a).

"Il frate minore si rende sensibile e lavora per eliminare ogni forma di ingiustizia e le strutturedisumanizzanti nel mondo, fa una opzione esplicita per i poveri diventando la voce di coloro chenon hanno voce, come strumento di giustizia e di pace, e lievito di Cristo nel mondo" (RFF 25b).

"I frati minori, discepoli del Signore e annunziatori della sua Parola, sull'esempio degli Apostoli,partecipano alla missione evangelizzatrice della Chiesa e portano a tutti quelli che incontrano lapace e il bene del Signore" (RFF 26a).

"Il frate minore dà testimonianza di vita attraverso la comunione fraterna, la vita contemplativa epenitente, il servizio nella fraternità e nella società umana, come uomo di pace, in letizia esemplicità di cuore" (RFF 28b).

"Quando piace al Signore, i frati minori proclamano esplicitamente il Vangelo con la testimonianzadella parola, annunziando soprattutto il mistero di Cristo povero e crocifisso, predicando lapenitenza, la riconciliazione e la pace a tutti gli uomini" (RFF 29a).

"Seguendo il Cristo che ha posto la sua dimora nel mondo, i frati minori sono chiamati a vivere illoro carisma fra tutti gli uomini e ad essere attenti ai segni dei tempi, come strumenti di giustizia edi pace" (RFF 32a).

Page 195: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

"Il frate minore acquisisce la visione francescana del mondo e dell'uomo, sviluppa un equilibratogiudizio critico circa gli eventi, e scopre nel mondo il bene che Dio vi realizza" (RFF 32b).

"Il frate minore, come araldo della pace, la porta nel cuore e la propone agli altri, ed è pronto adenunciare con vigore tutto ciò che è contrario alla dignità umana e ai valori cristiani" (RFF 34b).

"Fra gli aspetti più importanti della crescita [...] cristiana [...] la formazione presta attenzione a:

Riguardo a Chiesa _ mondo:- senso della presenza di Dio nel mondo;- conoscenza della fede cattolica;- amore alla Chiesa cattolica;- spirito missionario ed ecumenico;- ricerca della giustizia e della pace" (RFF 56,2b).

"Fra gli aspetti della crescita [...] francescana, la formazione presta attenzione a:

Riguardo a Chiesa _ mondo:- amore per la Chiesa;- obbedienza caritativa ai Pastori;- evangelizzazione e missione;- spirito profetico;- opzione per i poveri;- impegno di riconciliazione e di perdono;- rispetto per la natura e per l'ambiente" (RFF 56,3c).

"La formazione permanente avviene nel contesto della vita quotidiana del frate minore, nellapreghiera e nel lavoro, nelle sue relazioni sia interne sia esterne alla fraternità, e nel rapporto colmondo culturale, sociale e politico in cui egli si muove" (RFF 58).

"La fraternità della Casa di formazione è attenta al mondo e alla sua storia, alla precisa realtàsociale, e aperta specialmente ai poveri e agli emarginati, in sintonia con la nostra identità diminori" (RFF 79).

"Il frate in professione temporanea si inserisca e sia solidale con la realtà del mondo e con laproblematica del Paese nel quale è chiamato a vivere la sua vocazione" (RFF 155).

"Nella valutazione dell'idoneità del frate alla professione solenne, alcuni criteri che dovrebberoessere tenuti in conto sono:- maturità affettiva;- segni manifesti di una adeguata e matura relazione personale con Dio nella preghiera;- iniziativa personale e responsabilità della propria vita religiosa;- capacità di vita e di lavoro con la fraternità;- capacità di essere attivo e orientato al servizio degli altri, specialmente dei più poveri;- senso di giustizia, pace e rispetto del creato;- spirito di misericordia e di riconciliazione;- capacità di assumere un impegno definitivo osservando i consigli evangelici;- disponibilità a testimoniare e annunciare il Santo Vangelo;- sufficiente libertà interiore e pratica della povertà;- senso di appartenenza alla fraternità, alla Provincia, all'Ordine e alla Chiesa" (RFF 156).

"La formazione generale favorisce uno sviluppo personale e dà strumenti di comprensione e dianalisi che permettono di:- avere uno sguardo critico sulla società e sul mondo;

Page 196: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

- conoscere se stesso, conoscere e capire l'essere umano, le tappe del suo sviluppo, la suapsiche;- comunicare nella fraternità, nell'ambiente culturale;- comunicare con le persone e i gruppi che parlano un'altra lingua;- avere il livello necessario per accedere a una formazione professionale e tecnica;- essere efficace nel lavoro dell'evangelizzazione, nel servizio alla fraternità e all'Ordine,nell'impegno di trasformare la società nel senso della giustizia, della pace e del rispetto allacreazione" (RFF 162).

"Nell'esercizio del ministero della Carità il frate minore:- sia servo e povero a esempio di Gesù Cristo;- sappia servire nella gratuità;- sappia condividere ed essere solidale;- si formi nella sensibilità verso la realtà per vedere i problemi e comprendere le cause di essi;- abbia la capacità di adattarsi continuamente alle necessità della Chiesa e del momentostorico;- sia messaggero della giustizia, della pace e della riconciliazione;- curi i destinatari della carità, perché diventino protagonisti della loro promozione umana edella loro liberazione" (RFF 180a).

Page 197: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

7. caratteristiche del lavoro francescano per Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato (1993)Introduzione

È facile identificare seri problemi sociali ed ambientali a livello globale e locale. Le violazioni deidiritti umani, l'aborto, il genocidio, l'abbandono dei bambini, le industrie di armamenti, le droghe el'inquinamento ambientale sono solo alcuni di questi. È, tuttavia, difficile trovare delle soluzioni ela determinazione ad affrontare questi problemi. Le difficoltà sono aggravate dalle voci di varietradizioni, che suggeriscono o chiedono risposte contrastanti. Alcune di esse sono pacate, altreviolente. La nostra risposta deve essere autentica e francescana.

"Pace e Bene!" è un saluto che, fin dal tempo di San Francesco, milioni di francescani in tutti icontinenti rivolgono allo stesso modo a contadini e governanti, santi e peccatori. Esso è giunto adessere un motto non ufficiale della Famiglia francescana. In modo semplice e intuitivo, "Pace eBene" esprime l'approccio francescano alla vita. A questo punto, la nostra domanda è: qualesignificato assume oggi il nostro augurio e il nostro impegno di "Pace e Bene"?

Questo documento è un tentativo della Commissione Interfrancescana Internazionale per Giustiziae Pace di scrivere una dichiarazione consensuale che descriva quali crediamo che siano lecaratteristiche importanti dell'approccio francescano al lavoro per la giustizia, la pace e il rispettodel creato. Abbiamo raccolto alcune idee da molte discussioni tra noi e con altri che incontriamonel nostro lavoro. Le condividiamo con voi nella speranza che le nostre osservazioni stimolino lariflessione e il dialogo

Pace

La pace viene dal Dio povero che è rivelato in Gesù Cristo.

I Santi di Assisi hanno irradiato una pace gioiosa che è stata universalmente riconosciuta. Questapace non era il risultato delle loro conquiste, del loro benessere fisico o della loro sicurezza. Inmodo pubblico essi scelsero di passare dal loro ben difeso luogo di nascita, il Comune di Assisi,alle precarie abitazioni dei reietti lebbrosi e dei poveri che vivevano ai margini della loro società.

I loro contemporanei riconobbero lo stile di vita povero dei santi come un commento profetico aiVangeli e come una critica alla loro società. L'implicita analisi sociale espressa nel loro modo divivere non era motivata soltanto da preoccupazioni umanitarie, né da una filosofia o da unacondanna dello "status quo". Piuttosto, essi erano impressionati dall'Incarnazione di Dio. GesùCristo, il loro Signore povero e crocifisso, era il donatore e la ragione della loro pace. Il loro sforzodi seguire letteralmente la vita e il Vangelo di Gesù in assoluta semplicità divenne il fondamento ela regola della loro vita. Diversamente da similari gruppi "evangelici" o profetici di quel tempo,Francesco e Chiara furono tenaci nell'assicurarsi la conferma e l'approvazione della Chiesauniversale per le loro ispirazioni e convinzioni personali.

La contemplazione e l'esperienza mostrarono a Francesco e a Chiara il volto-icona di Dio, rivelatoin Gesù, che fu non violento, vulnerabile e povero nella stalla di Betlemme; nudo e abbandonatosulla croce; cibo nell'Eucaristia. La perfetta mitezza, umiltà e povertà di Dio accesero in Francescoe in Chiara l'appassionato desiderio di divenire "perfetti come è perfetto il Padre nostro celeste".

La povertà è la lampada che usiamo per passare attraverso il portale della fede in modo da entrarenel mistero di Dio, nel quale troviamo la vera pace (cfr. San Bonaventura). Nel corso dei secoli, leinterpretazioni della povertà hanno generato molte dispute e riforme nel francescanesimo. Ifrancescani, per la maggior parte, si vedono come persone che lavorano per i poveri; molti lavoranocon i poveri e tra i poveri; e alcuni si sono identificati completamente con i poveri nello stile di vitae nel lavoro. La ricerca della "perfezione" di Dio portò Francesco a sposare Madonna Povertà e alla

Page 198: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

pace della "perfetta letizia". Per tutta la sua vita, Chiara insistette sulla povertà assoluta e sulPrivilegio della Povertà per sé e le sue sorelle.

Bontà

DIO è non solo povero, ma la Bontà stessa riflessa nel creato.

L'approccio francescano alla vita è segnato dal riconoscimento dell'importanza, della bellezza edella bontà della creazione, creata da un Dio buono per nessun'altra ragione che per amore. Noicondividiamo questa terra, le sue risorse, la nostra vita e il nostro lavoro con tutte le creature di Dio,che sono per noi fratelli e sorelle. Diversamente da quanti si sono sforzati di addomesticare edominare la natura, i due grandi santi di Assisi cercarono solo di vivere leggeri su nostra sorellamadre terra, senza essere un peso né per la terra né per coloro che li nutrivano e li vestivano.

La teologia e la spiritualità pratica di Francesco gli fornirono una analisi sociale secondo la qualetutti gli uomini hanno responsabilità e pari diritti davanti a Dio. La consapevolezza francescana delvalore sacro dell'individualità fiorì nel pensiero di Giovanni Duns Scoto. Ogni individualità _ unapianta, una pietra, un'ameba _ è preziosa. Nessuna creatura, nessuna parte del creato, può esseremessa da parte come insignificante. Ogni creatura deve raggiungere la piena misura della propriaindividualità, se l'amore di Dio deve esprimersi totalmente nel creato.

Caratteristiche

Il movimento francescano ebbe inizio con le vite e le preziose biografie di San Francesco e SantaChiara di Assisi, che gli danno costante ispirazione e orientamento. Per secoli, centinaia di migliaiadi uomini e donne sono stati guidati dallo Spirito Santo e ispirati dalla genialità semplice e dallasapienza teologica pratica di Chiara e Francesco. Generazione dopo generazione, fratelli e sorellehanno sviluppato e reso popolare l'ispirazione francescana originale. Questa evoluzione dello spiritodi Francesco e Chiara ha avuto profondi effetti umanizzanti nella cristianità, nella civiltàoccidentale e in altre culture.

I francescani, uomini e donne, hanno una storia di risposte concrete a gravi problemi sociali,motivate dalle convinzioni ereditate da San Francesco: l'assoluta bontà di Dio e del creato, ilprimato dell'amore, l'Incarnazione e le sue implicazioni cristocentriche. L'antico divieto di usarearmi per i membri dell'Ordine Secolare contribuì ad abbattere il sistema feudale in Europa. Ifrancescani furono responsabili della costituzione di alcune delle prime farmacie europee,inizialmente per rispondere ai bisogni dei pellegrini infermi che inondavano Assisi. Per proteggere ipoveri che venivano rovinati da enormi interessi ingiusti sui prestiti, i frati in Italia organizzarono ilMons Pietatis, una società finanziaria che precorse il moderno sistema bancario. Innumerevolifrancescani aprirono le loro case a giovani senzatetto, dando la protezione e l'educazione nonfornite dalla società. In paesi dove i poveri non potevano sostenere le cure mediche, donne e uominifrancescani risposero in modo concreto istituendo ospedali e sistemi sanitari.

Francesco era totalmente preso da una grande missione. Egli era l'araldo di Dio e del suo annunciodi pace. Il messaggio dell'amore di Dio bruciava così fortemente in Francesco che non potevaessere contenuto. Come gli araldi del suo tempo, che precedevano i loro signori annunciandonel'arrivo, Francesco viaggiava di villaggio in villaggio proclamando la bontà e la pace di Dio.Secondo Francesco, il Vangelo deve essere annunciato prima di tutto attraverso la nostratestimonianza di vita evangelica, non solo con le parole. Quando è opportuno e siamo spinti dalloSpirito di Dio, cogliamo l'occasione di spiegare agli altri le ragioni della nostra fede, senza maidiventare polemici. Per Francesco la forma ideale di evangelizzazione è il martirio, nel quale siamouniti a Gesù, l'evangelizzatore perfetto, donando completamente la nostra vita per il messaggioevangelico dell'amore di Dio.

Page 199: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

In scritti come il Cantico delle creature e la Regola di vita negli eremi, come pure nell'interazionetra i Frati Minori, le Donne Povere e i Penitenti, vediamo che fin dall'inizio il movimentofrancescano unì le energie e i talenti maschili e femminili. Storicamente e teoricamente, la vitafrancescana implica rispetto reciproco, cooperazione e collaborazione tra uomini e donne.

Il Gran Re di Francesco era lo stesso Dio dei cristiani del suo tempo, anche se molto differente.Mentre la Chiesa stava intraprendendo una santa crociata contro i suoi nemici, i saraceni,l'interpretazione di Francesco della vita evangelica e delle sue richieste era rivoluzionaria. Egli eranon violento, creativo e attivo nel suo approccio al conflitto. Non era passivo. Prese l'iniziativa difare da mediatore e cercò di far dialogare le parti opposte per ottenere la riconciliazione. Francescofu pronto al dialogo con il ricco Sultano, che era considerato nemico dei cristiani, e con il lupotemuto dagli abitanti di Gubbio. I frati riuscirono a riportare la concordia tra il vescovo e il podestàdi Assisi, non umiliandoli con un rimprovero pubblico, ma cantando loro il Cantico delle creature.

Durante un periodo di profondo scoraggiamento, Francesco scrisse il Cantico delle creature. Egliallora continuava a provare la perfetta letizia, sebbene fosse malato, soffrendo per le stimmate diGesù e lo scoraggiamento psicologico dovuta alla delusione da parte dei suoi fratelli. La sua gioianel dolore non era masochista, era piuttosto un riconoscimento onesto del suo dolore e delle sueferite, accompagnato dalla sorprendente letizia di essere sostenuto in ciò. Ci doveva essere unagrazia, o Qualcuno, che lo sosteneva nella sua sofferenza. La gioia di Francesco veniva dalriconoscere che lo Spirito di Dio lo stava sostenendo nelle situazioni per lui più dolorose. Lo SpiritoSanto, il "Ministro Generale", aiutò Francesco a comprendere piuttosto che essere compreso, aconsolare piuttosto che essere consolato, ad amare piuttosto che essere amato. La gioia francescananon è una negazione ingenua della sofferenza e dei problemi umani. È la convinzione che,nonostante tutto il male che c'è nella vita, lo Spirito di Dio è sempre dentro di noi, negli altri e nelcreato. La gioia trattenne Francesco dal cedere all'amarezza nella sofferenza e nella delusione.

Conclusione

San Francesco e Santa Chiara sapevano come modificare gradualmente e assorbire la violenzaattraverso l'amore. Con occhi aperti e rispetto carico di affetto per tutte le categorie di persone, essiscelsero di essere poveri tra i poveri. Piuttosto che fissarsi sulle negatività e i mali della loro società,decisero in modo profetico di mettere in evidenza il positivo con azione costruttiva.

I francescani hanno tradizioni consapevoli e inconsapevoli di lettura dei segni dei tempi rivelati neibisogni dei poveri. Le risposte a queste necessità sono state passi concreti, spesso piccoli, che hannocontribuito a scardinare sistemi culturali oppressivi.

Oggi, la nostra sfida collettiva e personale è quella di sviluppare questi carismi francescanitradizionali secondo le nostre particolari circostanze e culture. Rivolgendo l'attenzione alle causeprofonde e non semplicemente ai sintomi dei problemi, dobbiamo lavorare diligentemente perescogitare rimedi pratici costruttivi.

Con educazione e pratica determinate, dobbiamo approfittare dei nuovi strumenti che abbiamo adisposizione per portare "Pace e Bene" nelle nostre società. Noi speriamo che i nostri programmi diformazione francescana, sia iniziale sia permanente, conterranno riflessioni bibliche, religiose emorali sulla giustizia, sulla pace e sulla salvaguardia del creato, e che renderanno familiari lescienze sociali, psicologiche e politiche. Esortiamo a una testimonianza più pubblica e collettiva delnostro lavoro e del nostro sostegno alla pacificazione, all'interesse per i poveri e alla cura del creato.

Con tutti gli uomini di buona volontà condividiamo un obbligo e una sfida importante: rispondere aiproblemi del nostro pianeta e delle sue società. Per la nostra tradizione, il nostro numero, la nostraeducazione e la nostra influenza morale in differenti società, la comunità internazionale non ha il

Page 200: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

diritto di aspettarsi dalla Famiglia francescana un considerevole impatto positivo sui problemi delmondo? "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto".

La Commissione Interfrancescana Internazionaleper Giustizia e Pace, 1993

Page 201: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

8. indirizzi (aggiornati al 1999)Conferenza della Famiglia francescana

Ministro Generale OFMVia Santa Maria Mediatrice, 2500165 Roma, ItaliaTel: (+39.06) 68 49 19 CuriaFax: (+39.06) 63 80 292 CuriaE-mail:[email protected]: http://www.ofm.org/

Ministro Generale OFM Conv.Piazza SS. Apostoli, 5100186 Roma, ItaliaTel: (+39.06) 699 571Fax: (+39.06) 699 57 321E-mail: [email protected]: http://www.ofmconv.org/

Ministro Generale OFM Cap.Via Piemonte, 7000187 Roma, ItaliaTel: (+39.06) 4620 121Fax: (+39.06) 4620 1210E-mail: [email protected]: http://www.ofmcap.org/

Ministro Generale TORVia dei Fori Imperiali, 100186 Roma, ItaliaTel: (+39.06) 699 15 40Fax: (+39.06) 678 49 70Web: http://home.penn.com/franciscanstor/

Presidente CFI-TORPiazza del Risorgimento, 14 int. A-100192 Roma, ItaliaTel: (+39.06) 39 72 35 21Fax: (+39.06) 39 72 35 21E-mail: [email protected]

Ministro Generale OFSVia Pomponia Grecina, 3100145 Roma, ItaliaTel: (+39.06) 512 39 64E-mail: [email protected]: http://www.ofs.it/

Page 202: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Ufficio OFM di GPSCVia Santa Maria Mediatrice, 2500165 Roma, Italia

Tel: (+39.06) 6849 1218Fax: (+39.06) 6849 1266

E-mail: [email protected]: http://www.ofm.org/

FraternitasCuria Generalizia dei Frati MinoriVia Santa Maria Mediatrice, 2500165 Roma, ItaliaTel: (+39.06) 68 49 19 CuriaFax: (+39.06) 63 80 292 CuriaE-mail: [email protected]: http://www.ofm.org/

Organizzazioni di Roma

Consiglio Pontificio per Giustizia e PacePalazzo San Callisto00120 Città del VaticanoTel: (+39.06) 69 88 71 91Fax: (+39.06) 69 88 72 05E-mail: [email protected]: http://www.vatican.va/

Commissione GPIC dell'Unionedei Superiori e delle Superiore GeneraliVia Aurelia, 47600100 Roma, ItaliaTel/Fax: (+39.06) 662 29 29

Organizzazioni Non Governative (ONG)

Franciscans International211 East 43rd St. Room 1100New York, NY 10017-4707, USATel: (+1.212) 490 4624Fax: (+1.212) 857 4977E-mail: [email protected]: http://www.franciscansinternational.org/

Franciscans International e i DomenicaniP.O. Box 971211 Ginevra 25, SvizzeraTel: (+41.22) 839 20 91Fax: (+41.22) 839 21 29E-mail: [email protected]: http://www.fiop.org/

Page 203: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Pax Christi InternationalOude Graanmarket, 211000 Bruxelles, BelgioTel: (+32.2) 502 55 50Fax: (+32.2) 502 46 26E-mail: [email protected]: http://www.pci.ngonet.be/

Amnesty International1 Easton StreetLondra WCX 8DJ, Regno UnitoTel: (+44.1-71) 413 55 00Fax: (+44.1-71) 956 11 57E-mail: [email protected]: http://www.amnesty.org/

Comitato Internazionale della Croce Rossa19, Avenue de la PaixCH-1202 Ginevra, SvizzeraTel: (+41.22) 734 60 01Fax: (+41.22) 733 20 57E-mail: [email protected]: http://www.icrc.org/

Oficina Internacional de Derechos Humanos-Accion ColombiaOIDH-ACOLourdes CastroVlasfabriekstraat, 11B-1060 Bruxelles, BelgioTel: (+32.2) 536 11 11E-mail: [email protected]

Catholic Institute of International Relations (CIIR)Unit 3 Canonbury Yard190a New North Road, IslingtonLondra N1 7BJ, Regno UnitoTel: (+44.1) 71 354 08 83Fax: (+44.1) 71 359 00 17E-mail: [email protected]

International AlertI Glyn StreetLondra SE 115 HT, Regno UnitoTel: (+44.1) 71 793 83 83Fax: (+44.1) 71 793 79 75E-mail: [email protected]

Page 204: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Peace Brigades InternationalArchway Resource Centre1 b Waterloo RoadLondra N19 5NJ, Regno UnitoTel: (+44.1) 71 272 44 48Fax: (+44.1) 71 272 92 43 (all'attenzione di PBI _ Colombia)E-mail: [email protected]: http://www.igc.apc.org/pbi/index.html

OMCT/SOS TortureRue de Vermont 37-391211 Ginevra 20, SvizzeraTel: (+41 22) 733 31 40Fax: (+41 22) 733 10 51

Commissione Cattolica Internazionale dell'Emigrazione37-37, rue de Vermont1202 Ginevra, Svizzera(P.O. Box 96, 1211 Ginevra 20, Svizzera)Tel: (+41 22) 919 10 20Fax: (+41 22) 919 10 48E-mail: [email protected]

APT (Associazione per la prevenzione della tortura)P.O. Box 22671211 Ginevra 2, SvizzeraTel: (+41.22) 734 20 88Fax: (+41.22) 734 56 49E-mail: [email protected]

Washington Office on Latin America1630 Connecticut AvenueWashington D.C. 20009, USATel: (+1.202) 797 21 71Fax: (+1.202) 797 21 72E-mail: [email protected]

Maryknoll Office for Global ConcernsPeace, Social Justice and Integrity of CreationP.O. Box 29132Washington D.C. 20017, USATel: (+1.202) 832 17 80Fax: (+1.202) 832 51 95E-mail: [email protected]: www.maryknoll.org

Centro de Derechos HumanosSerapio Rendon 57-BCol. San Rafael06740 Messico, D.F., MessicoTel: (+52.5) 66 78 54 o 46 82 17Fax: (+52.5) 35 68 92E-mail: [email protected]

Page 205: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Organizzazione delle Nazioni UniteSua EccellenzaSegretario Generale delle Nazioni UniteUnited Nations HeadQuartersNew York, NY 10017, USAWeb: http://www.un.org/

Direttore AmministrativoFondo Monetario Internazionale (FMI)700 19th Street, N.W.Washington D.C. 20431, USATel: (+1.202) 623 70 00Fax: (+1.202) 623 46 61E-mail: [email protected]: http://www.imf.org/

Presidente della Banca Mondiale1818 H. Street, N.W.Washington D.C. 20433, USATel: (+1.202) 473 06 93Fax: (+1.202) 522 33 13 o 522 32 28Web: http://www.worldbank.org

Ufficio dell'Alto Commissariato per i Diritti UmaniPalais Wilson12, rue des Pâquis1201 Ginevra, SvizzeraTel: (+41.22) 917 12 34Fax: (+41.22) 917 90 12Web: http://www.unhchr.ch/

Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO)Route des Morillons, 141202 Ginevra, SvizzeraTel: (+41.22) 799 61 11Web: http://www.ilo.org/

Organizzazione Mondiale per il CommercioRue de Lausanne, 1541202 Ginevra, SvizzeraTel: (+41.22) 739 51 11Fax: (+41.22) 731 42 06Web: http://www.wto.org/

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i RifugiatiRue de Montbrillant, 941202 Ginevra, SvizzeraTel: (+41.22) 739 81 11E-mail:[email protected]: http://www.unhcr.ch

Page 206: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

GoverniSegretario del Tesoro degli Stati Uniti1500 Pennsylvania Ave, N.W.Washington D.C. 20220, USATel: (+1.202) 622 20 00Fax: (+1.202) 622 64 15E-mail: [email protected]

PresidenteCasa BiancaWashington D.C. 20500, USATel: (+1.202) 456 14 14Fax: (+1.202) 456 24 61E-mail: [email protected]: http://www.whitehouse.gov/

Segretario di Stato degli Stati Uniti2201 C. Street, N.W.Washington D.C. 20520, USAWeb: http://www.state.gov/

Primo Ministro10 Downing StreetLondra SW1A 2AA, Regno UnitoTel: (+44.171) 270 30 00Web: http://www.number-10.gov.uk/index.html

BundeskanzlerBerlino, GermaniaWeb: http://www.bundeskanzler.de

Presidente della Commissione Europea200 Rue de la Loi1049 Bruxelles, BelgioTel: (+32.2) 299 11 11Tel: (+29) 53914 / 62288Fax: (+29) 605 54E-mail: [email protected]

Presidente della RussiaCremlinoMosca, RussiaTel: (+7.95) 925 35 81Fax: (+7.95) 206 85 10Web: http://www.gov.ru/

Primo MinistroHouse of Commons 111 Wellington StOttawa, Ontario K1A 0A2, CanadaTel: (+1.613) 992 42 11Web: http://www.canada.gc.ca/

Page 207: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Presidente della RepubblicaPalais de l'Elysée55, rue du Faubourg Saint-Honoré75008 Paris, FranceWeb: http://www.elysee.fr/

Primo MinistroUfficio del Primo Ministro57, rue de Varennes75700 Paris, FranceWeb: http://www.premier-ministre.gouv.fr/

Primo MinistroPalazzo ChigiPiazza Colonna00187 Roma, ItaliaWeb: http://www.palazzochigi.it/

Ufficio del Primo Ministro1-6-1 Nagata-choChiyoda-kuTokyo 100, JapanE-mail: [email protected]: http://www.sorifu.go.jp/english/index.html

AgenzieMisereor(Agenzia di finanziamento per l'America Latina,Vescovi Cattolici Tedeschi)Mozartstrasse, 9D-52064 Aquisgrana, GermaniaTel: (+49.241) 442 178 o 442 223Fax: (+49.241) 442 188Web: http://www.misereor.de/

Trocaire(Agenzia di finanziamento irlandese per la Caritas dell'America Latina)Departemento de Proyectos169 Booterstown AvenueBlackrock, Co. Dublino, IrlandaTel: (+353.1) 288 53 85Fax: (+353.1) 283 6022E-mail: [email protected]

CAFODRomero CloseStockwell RoadLondra SW9 9TY, Regno UnitoTel: (+44.1) 71 733 79 00Fax: (+44.1) 71 274 96 30E-mail: [email protected]: http://www.cafod.org.uk/

Page 208: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Oxfam House274 Bandbury RoadOxford, OX2 7DZ, Regno UnitoTel: (+44.1865) 311 311E-mail: [email protected]: http://www.oxfam.org.uk/

USCC (United States Catholic Conference Bishops)Department of Social Development and World Peace3211 4th Street NEWashington D.C. 20017-1194, USATel: (+1.202) 541 31 53Fax: (+1.202) 541 33 39E-mail: [email protected]: http://www.nccbuscc.org/

USCC (United States Catholic Conference Bishops)Migration and Refugees Services3211 4th Street NEWashington D.C. 20017-1194, USATel: (+1.202) 541 32 60Fax: (+1.202) 541 33 99E-mail: [email protected]: http://www.nccbuscc.org/

Servizio Rifugiati dei GesuitiBorgo Santo Spirito, 400193 Roma, ItaliaP.O. Box 61.39 0095 Roma Prati, ItaliaTel: (+39.06) 689 77 388Fax: (+39.06) 940 22 60E-mail: [email protected]: http://www.jesuit.org/refugee/

Caritas InternationalisPiazza San Callisto, 1600120 Città del VaticanoTel: (+39.06) 69 88 71 97Fax: (+39.06) 69 88 72 37E-mail: [email protected]: http://www.caritas.net/

OneWorld,un insieme di oltre 350 organizzazioni per la giustizia globale. OneWorld si dedica a promuovere idiritti umani e uno sviluppo sostenibile imbrigliando il potenziale democratico di internet.http://www.oneworld.org/

Page 209: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

9. preghiere di varie tradizioni di fedePreghiera a San Francesco

(Papa Giovanni Paolo II, La Verna, 17.9.1993)

O San Francesco, stimmatizzato della Verna,il mondo ha nostalgia di te

quale icona di Gesù crocifisso.Ha bisogno del tuo cuore

aperto verso Dio e verso l'uomo,dei tuoi piedi scalzi e feriti,

delle tue mani trafitte e imploranti.Ha nostalgia della tua debole voce,ma forte della potenza del Vangelo.Aiuta, Francesco, gli uomini d'oggia riconoscere il male del peccato

e a cercarne la purificazione nella penitenza.Aiutali a liberarsi

dalle stesse strutture di peccato,che opprimono l'odierna società.

Ravviva nella coscienza dei governantil'urgenza della pace nelle Nazioni e tra i Popoli.Trasfondi nei giovani la tua freschezza di vita,

capace di contrastare le insidiedelle molteplici culture di morte.

Agli offesi da ogni genere di cattiveriacomunica, Francesco, la tua gioia di saper perdonare.

A tutti i crocifissi dalla sofferenza,dalla fame e dalla guerra

riapri le porte della speranza.Amen.

Preghiera allo Spirito Santo(Hermann Schalück)

Oggi, o Dio, noi ti preghiamo: mandaci oggi il tuo Spirito!E sia per noi un fuoco ardente e luminoso,

illumini le nostre tenebre e ravvivi una volta ancora il nostro amore.Sia per noi un alito soave, consoli e tranquillizzi

la nostra pusillanime trepidazione per futuro.Sia per noi una brezza forte,

ci faccia navigare arditamentee indirizzi a nuovi orizzonti il nostro cammino.

Sia per noi tempesta che rende l'aria pura.Sia per noi acqua, che fa crescere fiori nuovi dopo la siccità.

O Signore della nostra vita e della nostra storia,il tuo Spirito ci faccia toccare con mano che l'antica missione,

che in verità tu ci hai affidato,può ancora trasformare il mondo in questi tempi nuovi.

Page 210: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Preghiera a Nostra Signora della Porziuncola(Hermann Schalück)

Maria, Madre del nostro Fratello e Signore Gesù Cristo,povero e crocifisso,

Madre della nostra Famiglia, Madre dei poveri,ascolta la supplica fiduciosa che oggi ti rivolgiamo.

Manca il pane materiale e il pane spiritualea molti popoli del nostro tempo;

manca il pane della verità e dell'amorein tante menti e in tanti cuori;

manca il pane della parola e il pane del Signore tra molta gente.Avvolge il cuore di molti uomini e di molte donne

l'egoismo che impoverisce.Che i popoli di tutto il mondo sappiano accogliere la Luce vera,

procedendo per i sentieri della Pace e della Giustizia,nel mutuo rispetto e nella solidarietàradicata nell'umanità del nostro Dio.

Nostra Signora della Porziuncola,illumina la nostra speranza, purifica i nostri cuori,

vieni con noi lungo le strade della nuova evangelizzazione,verso un mondo sempre più giusto e libero per tutti.

Amen

.

Page 211: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Essere costruttori di pace(Paolo VI)

Signore, Dio di pace,che hai creato gli uomini

oggetto della tua benevolenza,per essere i familiari della tua gloria,

noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie:perché ci hai inviato Gesù, tuo Figlio amatissimo,

hai fatto di lui, nel mistero della sua pasqua,l'artefice di ogni salvezza,la sorgente di ogni pace,

il legame di ogni fraternità.Noi ti rendiamo grazie

per i desideri, gli sforzi, le realizzazioniche il tuo Spirito di pace

ha suscitato nel nostro tempo,per sostituire l'odio con l'amore,

la diffidenza con la comprensione,l'indifferenza con la solidarietà.

Apri ancor più i nostri spiriti ed i nostri cuorialle esigenze concrete dell'amore

di tutti i nostri fratelli,affinché possiamo essere sempre più

dei costruttori di pace.Ricordati, Padre di misericordia,di tutti quelli che sono in pena,

soffrono e muoiononel parto di un mondo più fraterno.

Che per gli uomini di ogni razza e di ogni linguavenga il tuo regno di giustizia,

di pace e di amore.E che la terra sia ripiena della tua gloria! Amen.

Page 212: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Siamo fratelli, fratelli senza frontiere(Raoul Follerau)

O Signore,da cent'anni gli uomini hanno fatto quasi cento guerre:

insegna ai tuoi figli ad amarsi.Perché, Signore, non vi è amore senza il tuo amore.

Fa' che ogni giorno e per tutta la vita,nella gioia, nel dolore,

noi siamo fratelli, fratelli senza frontiere.Allora i nostri ospedali saranno anche le tue cattedrali

e i nostri laboratori i testimoni della tua grandezza.Nei cuori dei proscritti di un temporisplenderanno i tuoi tabernacoli.

Allora,non accettando alcuna tirannia che quella della tua bontà,

la nostra civiltà, martoriata dall'odio,dalla violenza e dal denaro,

rifiorirà nella pace e nella giustizia.Come l'alba diventa aurora e poi giorno,

voglia il tuo amoreche i figli del duemila nascano nella speranza,

crescano nella pace, si estinguano infine nella luce,per ritrovare Te, Signore, che sei la Vita.

Page 213: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Donaci la concordia e la pace(Clemente I, Papa)

Ti preghiamo, Signore,non calcolare tutti i peccatidei tuoi servi e delle serve,

ma purificaci con la purezza della tua veritàe drizza i nostri passi,

per camminare in santità di cuoree fare ciò che è bello e gradito

agli occhi tuoie agli occhi di chi ci guida.

Sì, Signore, mostraci il tuo voltoper offrirci i beni della pace,

per proteggerci con la tua mano potente,per liberarci da ogni peccato

col tuo braccio sovranoe per salvarci da coloro

che ingiustamente ci odiano.Da' la concordia e la pace

a noi e a tutti gli abitanti del mondocome l'hai data ai nostri padri,che santamente ti invocavano

nella fede e nella verità;dalla anche a noi che siamo sottomessi

al nome tuo potente e pieno di ogni virtù.Ai nostri principi

e ai nostri capi sulla terratu, Signore, hai dato il potere del regno

per la tua potenza magnifica e ineffabile,affinché riconoscano la tua gloria e l'onore

che hai concesso loro.Concedi loro, Signore,

la salute, la pace,la concordia e la fermezza,

affinché esercitino senza impedimentil'autorità che hai dato loro.

Dirigi, o Signore, il loro voleresecondo ciò che è bello e gradito

ai tuoi occhi,affinché, esercitando santamente,

in pace e mansuetudine,il potere che hai dato loro,

ti abbiano propizio.A te che solo puoi fare tra noi

queste cose buoneed altre ancora maggiori,

noi rendiamo grazieper mezzo del gran sacerdote

e protettore delle nostre anime,Gesù Cristo,

per il quale a te è resa

Page 214: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

gloria e magnificenzaora

e di generazione in generazione,nei secoli dei secoli! Amen.

Signore, insegnaci(Raoul Follerau)

Signore insegnacia non amare noi stessi,

a non amare soltanto i nostri,a non amare soltanto quelli che amiamo.

Insegnaci a pensare agli altried amare in primo luogoquelli che nessuno ama.Signore, facci soffriredella sofferenza altrui.

Facci la grazia di capireche ad ogni istante,

mentre noi viviamo una vita troppo felice,protetta da Te,

ci sono milioni di esseri umani,che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,

che muoiono di famesenza aver meritato di morire di fame,

che muoiono di freddosenza aver meritato di morire di freddo.

Signore, abbi pietàdi tutti i poveri del mondo.E perdona a noi di averli,

per una irragionevole paura, abbandonati,e non permettere più, Signore,che noi viviamo felici da soli.

Facci sentire l'angosciadella miseria universale,e liberaci da noi stessi.

Così sia.

Page 215: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Era in mezzo alla strada(Michel Quoist)

Era in mezzo alla strada, vacillante.Cantava a squarciagola con la sua voce rauca

da ubriacone inveterato.La gente si voltava, si fermava, si divertiva.È arrivato un vigile, silenzioso, alle spalle.

Lo ha preso brutalmente per la spalla e portato dentro.Cantava ancora.La gente rideva.

Non ho riso.Ho pensato, o Signore, alla donna che questa sera

attenderebbe invano.Ho pensato a tutti gli altri ubriaconi della città,

quelli dei bar e dei caffè,quelli dei ritrovi e dei night-club.

Ho pensato al loro ritorno, alla sera, in casa,ai bimbi spaventati,al portafoglio vuoto,

ai colpi,alle grida,

alle lacrime,ai bambini che nascerebbero dalle strette puzzolenti.

Ora hai steso la Tua notte sulla città, o Signore.E mentre s'intrecciano e snodano drammi

gli uomini che hanno difeso l'alcool,fabbricato l'alcool,venduto l'alcool,

nella stessa notte s'addormentano in pace.Penso a tutti questi, mi fanno pietà;hanno fabbricato e venduto miseria,hanno fabbricato e venduto peccato.

Penso a tutti gli altri, la folla degli altri che lavoranoper distruggere e non per costruire,per insozzare e non per nobilitare,

per istupidire e non per rasserenare,per avvilire e non per accrescere.

Penso particolarmente, o Signore, a quella moltitudineche lavora per la guerra,

che per nutrire la famiglia deve lavorare e distruggerne altre,che per vivere deve preparare la morte.

Non ti chiedo di strapparli tutti al loro lavoro: non è possibile.Ma fa', o Signore, che si pongano dei problemi,

che non dormano tranquilli,che lottino in questo mondo in disordine,

che siano fermento,che siano redentori.

Per tutti i feriti nell'anima e nel corpo, vittime del lavorodei loro fratelli.

Per tutti i morti, di cui migliaia di uomini hannocoscienziosamente preparato la morte.

Page 216: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Per quell'ubriacone, grottesco clown in mezzo alla strada.Per l'umiliazione e le lacrime della moglie.

Per la paura e le grida dei bambini.Signore, abbi pietà di me troppo spesso sonnolento.

Abbi pietà degl'infelici completamente addormentati e complicidi un mondo in cui fratelli si uccidono tra loro per

guadagnare il pane.

Seguire da povero un Dio povero(Charles De Foucauld)

Signore Gesù, come sarà presto povero colui che, amandoticon tutto il suo cuore, non potrà sopportare di essere

più ricco del suo Beneamato!...Signore Gesù, come sarà presto povero colui che, pensandoche tutto ciò che si fa a uno di questi piccoli, lo si fa a Te,

che tutto ciò che non si fa loro, non si fa a Te, solleverà tuttele miserie che gli stanno vicino!...

Come sarà presto povero colui che accetterà con fede le tue parole:"Se volete essere perfetti, vendete tutto ciò che possedete e datelo ai poveri". "Beati i poveri, poiché

chiunque avrà lasciato i suoi beniper me, riceverà quaggiù il centuplo e, in cielo, la vita eterna",

e tante altre!Mio Dio, non so come sia possibile, per certe anime,vederti povero e rimanere tranquillamente ricche;

vedere se stesse tanto più grandi del loro Maestro, del loro Beneamato, non volerti rassomigliarein tutto, per quanto dipende da loro,e soprattutto nel tuo annichilimento.

Io voglio con tutto il cuore che ti amino, mio Dio,però credo che al loro amore manchi qualcosa.

Comunque, per quel che mi riguarda, io non posso concepirel'amore dissociato dal bisogno, dal bisogno imperioso di conformità,

di rassomiglianza, e soprattutto dal desiderio di condivideretutte le pene, le difficoltà, le asprezze della vita.

Essere ricco, a mio agio, vivere comodamente dei miei beni,quando Tu sei stato povero, sei vissuto in strettezze,

campando penosamente di un duro lavoro:no, non me la sento, mio Dio, io non posso amare così.Non conviene che il servo sia più grande del Maestro,

né che la sposa sia ricca mentre lo Sposo è povero,quando è volontariamente povero soprattutto, e perfetto.

Non giudico nessuno, mio Dio, gli altri sono vostri servitorie miei fratelli, e io non debbo che amarli,

far loro del bene e pregare per essi;ma a me è impossibile comprendere l'amore

senza la ricerca della rassomiglianzae senza il bisogno di condividere tutte le croci.

Page 217: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Ascolta la mia voce(Giovanni Paolo II)

Creatore della natura e dell'uomo,della verità e della bellezza, levo una preghiera:

ascolta la mia voce,perché è la voce delle vittime di tutte le guerree della violenza tra gli individui e le nazioni;

ascolta la mia voce,perché è la voce di tutti i bambini che soffrono e che soffriranno

ogni volta che i popoli ripongono la loro fiducianelle armi e nella guerra;

ascolta la mia voce,quando ti prego di infondere nei cuori di tutti gli esseri umani

la saggezza della pace, la forza della giustiziae la gioia dell'amicizia;

ascolta la mia voce,perché parlo per le moltitudini di ogni paese

e di ogni periodo della storia che non vogliono la guerrae sono pronti a percorrere il cammino della pace;

ascolta la mia vocee donaci la capacità e la forza

per poter rispondere all'odio con l'amore,all'ingiustizia con una completa dedizione alla giustizia,

al bisogno con la nostra stessa partecipazione,alla guerra con la pace.

O Dio, ascolta la mia vocee concedi al mondo per sempre la Tua pace.

Il Principe della pace(Giovanni XXIII)

Il Principe della pace allontani dal cuore degli uominiciò che può mettere in pericolo la pace

e li trasformi in testimoni di verità, di giustizia,di amore fraterno.

Illumini i responsabili dei popoli affinché,accanto alle sollecitudini per il giusto benessere

dei loro cittadini,garantiscano e difendano il gran dono della pace;

accenda la volontà di tutti a superare le barriere che dividono,ad accrescere i vincoli della mutua carità,

a comprendere gli altri, a perdonare coloroche hanno recato ingiurie;

in virtù della sua azione, si affratellino tutti i popoli della terrae fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace.

Page 218: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Dammi la forza di non reagire(Preghiera ebraica)

O Signore,preserva le mie labbra

dal pronunciare il male,l'inganno e la frode.

Dammi la forzadi non reagire

contro chi mi oltraggia.Fa' che mi sia di gioiaadempiere i precettie ch'io comprenda

appieno le Tue Leggi.Fa' che non sia superbo.

Annullai perversi progetti

di chi vuol farmi danno.Concedimi sapienza,pazienza ed intelletto,mezzi di sussistenza,pietà e misericordia.

O Tu, che hai stabilitol'armonia del creato,

concedi pace all'uomoe ad Israele.

Page 219: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Aiutaci a costruire una cultura senza violenza(Giovanni Paolo II)

O Signore e Dio di ogni cosa, tu hai voluto che tutti i tuoi figli,uniti dallo Spirito, vivessero e crescessero insieme

in reciproca accettazione, in armonia e in pace.Abbiamo il cuore colmo di afflizione, perché il nostro umano egoismo e la nostra cupidigia hanno

impeditoche in questo nostro tempo fosse realizzato il tuo disegno.

Noi riconosciamo che la pace è un dono che proviene da te.Sappiamo anche che la nostra collaborazione,

in qualità di tuoi strumenti, richiede che amministriamocon saggezza le risorse della terra per il reale progresso di tutti i popoli. Essa esige un rispetto e

una venerazione profondi per la vita,una viva considerazione della dignità umana

e della sacralità della coscienza di ogni persona,e una costante lotta contro tutte le forme di discriminazione,

di diritto e di fatto.Noi ci impegniamo, assieme a tutti i nostri fratelli e sorelle,

a sviluppare una più profonda consapevolezzadella tua presenza e della tua azione nella storia,

ad una più efficace pratica di verità e di responsabilità,alla incessante ricerca di libertà da tutte le forme di oppressione,

alla fratellanza attraverso l'eliminazione di ogni barriera,alla giustizia e alla pienezza di vita per tutti.

Mettici in grado, o Signore, di vivere e di crescerein attiva cooperazione comune e gli uni con gli altri

nel comune intento di costruire una cultura senza violenza,una comunità mondiale che affidi la sua sicurezzanon alla costruzione di armi sempre più distruttive,

ma alla fiducia reciproca e al sollecito operareper un futuro migliore per tutti i tuoi figli,

in una civiltà mondiale fatta di amore, verità e pace.

Page 220: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

Signore, vorrei tanto(Raoul Follerau)

Signore, vorrei tanto aiutare gli altria vivere,

tutti gli altri, i miei fratelli,che penano e soffronosenza sapere il perché,

aspettando che la morte li liberi.Lavorare per poter mangiare,mangiare per lavorare ancora,

con, alla fine, la vecchiaia e la morte.No! Non è questa la Pace che hai promesso!

Signore, vorrei tanto aiutare gli altria vivere...

Senza l'elemosina insultanted'una sterile passione.

Impedire ai poveri di morire, è bene.Ma se è per lasciarli morire di fame

per tutta la vita,per fare della loro vita una morte senza fine,

divento complice di questo assassinio,perché conservo il superfluo che loro serve per vivere.

Dividere amichevolmente le ricchezze del mondoè prendere la nostra parte alla tua creazione.

Signore, vorrei tanto aiutare gli altri,tutti gli altri, i miei fratelli,che si battono e dibattono

nel vuoto.Lacerarsi, calpestarsi per accumulare,

avidi,con il cuore legato, la coscienza sottomessa,

un po' di questo denaromiserabile

che fa marcire tanti destini;o per "guadagnare" _ come si dice! _

qualche minuto di questo tempoinesistente

in Paradiso:No! Non è questa la Pace che hai promesso.

Signore, vorrei tanto aiutare gli altri,tutti gli altri, i miei fratelli,

che vacillano nella loro solitudine...Accordami di consacrare la mia vita

a tentare di liberarlidalla loro fretta, per raggiungerti,

dal loro tumulto, per ascoltarti,dalla loro ricchezza, per comprenderti

e dalla loro povera vanità,per conoscere la Pace che tu hai promesso,

se tale è la tua volontà.

Page 221: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

PREGHIERE DELLE DIVERSE RELIGIONI(Giornata mondiale di preghiera per la pace,

Assisi, ottobre 1986)

La preghiera buddista

Per la virtù di questo sforzo che ci incamminasulle strade che portano all'illuminazione

possano gli esseri viventivenire a impegnarsi in quelle direzioni.

Dappertutto sia possibile agli esserioppressi dalla sofferenza di corpo e di spirito

ottenere un mare di felicità e di gioiaper opera dei miei meriti.

Fino a quando essi rimangono nell'esistenza ciclica,non declini mai la loro felicità terrenae tutti loro ricevano ininterrottamente

ondate di gioia dai Bodhisattva.Coloro che tremano per il freddo trovino calore

e quelli che soffrono per il caldo trovino refrigerionelle acque senza limiti che traboccano

dalle grandi nuvole del Bodhisattva.Si liberino gli animali dalla paura

di essere divorati a vicenda;e i fantasmi affamati siano felici

come gli uomini del continente settentrionale.I ciechi vedano le formee i sordi odano i suoni

e proprio come accadde a Mayadevile donne incinte partoriscano senza dolore.Coloro che sono nudi trovino di che coprirsi

e gli affamati trovino cibo:i disperati trovino nuova speranza,

felicità e prosperità costanti.Tutti coloro che sono ammalati e infermisiano presto liberati dalle loro infermità,e tutte le malattie epidemiche del mondo

scompaiano per sempre.I terrorizzati cessino di aver paurae quelli che sono legati siano liberi;

quelli che non hanno alcun potere ne ottenganoe le persone pensino a divenire amiche.

I viaggiatori trovino la felicitàdovunque vadano,

e senza sforzo riescano a realizzaretutto ciò che avevano progettato di fare.Quelli che navigano su barche e su navi

ottengano ciò che desiderano,e dopo un sicuro ritorno alla riva

possano gioiosamente riunirsi ai loro cari.I viandanti in difficoltà per aver smarrito la strada

possano incontrare compagni di viaggio,e liberati dal timore delle tigri e dei briganti

Page 222: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

proseguano il loro cammino senza fatica.Coloro che si trovano in un deserto pauroso, senza piste,

i bambini, i vecchi, gli abbandonati,gli smemorati e i malati di mente

siano protetti da creature celesti piene di benevolenza.Le donne incinte partoriscano senza dolore.

Proprio come il tesoro dello spazio;senza (essendone esso l'origine) discussione o danno

possano goderselo come desiderano.Tutte le creature corporee

possano udire ininterrottamenteil suono del Dharma, proveniente dagli uccelli e dagli alberi

dai raggi di luce e anche dallo stesso spazio.Le potenze celesti donino piogge regolari

così che i raccolti siano generosi.I re agiscano in conformità al Dharma

e i popoli della terra prosperino sempre.Che nessuna creatura vivente abbia a soffrire,

commettere il male o cadere ammalata:che nessuno abbia paura, o venga sminuito,

o la sua mente venga umiliata.Gli esseri non abbiano a sperimentare la miseria dei regni inferiori

né conoscere mai alcuna privazione;con una forma fisica superiore agli dei

possano agilmente raggiungere lo stato di Buddha.Infatti, finché durerà lo spazio

e ci saranno esseri viventi,possa anch'io rimanervi

per dissipare la miseria del mondo.Che tutte le sofferenze delle creature viventi

maturino (soltanto) su me stesso,e per effetto della forza del Bohisattva Sangha

tutti gli esseri esperimentino la felicità.

La preghiera indù

Preghiere dall'Upanishads

Dio ci protegga; ci nutra.Che noi possiamo lavorare insieme con energia.

Che i nostri studi siano fruttuosi.Che noi ci amiamo vicendevolmente e quindi viviamo nella pace.

Pace, pace, pace verso tutti.Siate uniti; parlate in armonia;

che le nostre menti apprendano in maniera simile.La conclusione della nostra assemblea sia condivisa da tutti.

La soluzione dei nostri problemi sia comune;le nostre delibere siano adottate all'unanimità.

Nella stessa linea siano i nostri sentimentinei confronti degli altri esseri.

I nostri cuori restino uniti. Le nostre intenzioni siano comuni;

Page 223: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

la nostra unità per la pace sia perfetta.Pace, pace, pace verso tutti.

Che le nostre orecchie ascoltino ciò che è di buon auspicio.Che i nostri occhi vedano ciò che è di buon auspicio.

Che noi possiamo cantare la gloria di Dioe godere di una vita lunga e in buona salute.

Pace, pace, pace verso tutti.O Dio, guidaci dall'irreale verso ciò che è reale.

O Dio, guidaci dal buio verso la luce.O Dio, guidaci dalla morte verso l'immortalità.

Pace, pace, pace verso tutti.

Una preghiera per la pace

La pace sia nei cieli; pace nel cielo e sulla terra;pace nelle acque; pace fra le erbe e le piante;

pace su tutte le divinità; pace fra tutti gli esseri.Pace, pace, pace verso tutti.

Risposta dell'assemblea

Pace, pace, pace verso tutti.

Un impegno per la pace

Noi riaffermiamo il nostro impegno a consolidare la giustizia e la pace attraverso lo sforzo solidaledi tutte le religioni del mondo.

Noi, rappresentanti delle religioni, qui riuniti,preghiamo Dio per la giustizia fra uomo e uomo,che si realizzi attraverso il nostro sforzo comune,

e preghiamo anche per l'amore e la pace fra tutte le nazioni.

Inni dai Veda

Il Dio Onnipotente, amico di tutti, sia per la nostra pace.Il Giudice Divino sia il depositario della nostra pace.

Il supremo Controllore di tutti sia colui che ci dona la pace.Il Signore di ogni potere e ricchezza, il Padrone di tutti i grandi esseri sia a favore della nostra

pace.Il Dio Onnipresente della prodezza insondabile

sia per noi il donatore della pace.O Signore Dio Onnipotente, la pace regni nelle regioni celesti.

Ci sia pace sulla terra. Le acque siano dissetanti.Le erbe siano salubri, gli alberi e le piante ci portino pace.

La tua legge vedica possa diffondere la pace su tutto il mondo.Possano tutte le cose essere origine di pace per noi

e la tua stessa pace concedere la pace a tutti,e quella pace raggiungere anche me.

Page 224: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

La preghiera musulmana

Parte prima: La Fatiha

Nel nome di Dio, il Misericordioso, il Clemente!Sia lode a Dio, Signore dell'universo,

il Misericordioso, il Clemente!Sovrano nel giorno della ricompensa!

Te noi adoriamo e Te chiamiamo in aiuto.Guidaci sulla strada diritta,

la strada di coloro che tu hai scelto,con i quali non sei in collera,

e non sono perduti!

Parte seconda: recita di alcuni versetti dal Corano

Dite: "Noi crediamo in Dio e nella rivelazione che è stata data a noi,e in quella data a tutti i Profeti dal loro Signore:

noi non facciamo differenza fra l'uno e l'altro di essi:e ci inchiniamo a Dio nell'Islam".

(Sura II, v. 136)

O umanità! Venera il tuo Signore-Custode,che ti creò da una sola Persona,

creò la sua compagna della stessa naturae da loro due scaturirono come semi innumerevoli uomini e donne;

venerate Dio attraverso il quale voi esigete i vostri vicendevoli diritti,e venerate i grembi che vi hanno portato:

infatti Dio veglia sempre su di voi.(Sura IV, v. 1)

O voi che credete! Quando andate all'estero per la causa di Dio,indagate attentamente e non dite a chi vi offre il saluto:

"tu sei niente di fronte a un credente!"mentre bramate i beni caduchi di questa vita:

con Dio i guadagni e i bottini sono abbondanti.Anche voi stessi eravate così prima,

finché Dio non vi donò i suoi favori: perciò indagate attentamente. Infatti Dio sa benissimo tuttociò che voi fate.(Sura IV, v. 94)

Ma se il nemico propende verso la pace,propendi anche tu verso la pace ed abbi fiducia in Dio:

infatti lui è Colui che ascoltae conosce (tutte le cose).

(Sura VIII, v. 61)

E i servi del più pieno di Grazia (Dio)sono coloro che camminano sulla terra in spirito di umiltà,

e quando gli ignoranti si rivolgono a loro, essi dicono "pace!".(Sura XXV, v. 63)

Page 225: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

O umanità! Noi ti abbiamo creatada una sola coppia di un uomo e una donna,e ti abbiamo trasformata in nazioni e tribù;

perché possiate conoscervi(non perché possiate disprezzarvi vicendevolmente).

In verità fra di voi il più degno di onore agli occhi di Dioè colui che è più giusto.

E Dio ha conoscenza piena ed è bene informato su tutte le cose.(Sura XLIX, v. 13)

La preghiera dei tradizionalisti africani

Dio Onnipotente,Grande Pollice al quale non possiamo sfuggire

per legare qualsiasi nodo;Tuono Ruggente che spacca gli alberi possenti;

Signore Onniveggente lassù nell'alto, che distingue anchele impronte dell'antilope

su un masso di pietra quaggiù sulla terra,Tu sei l'unico che non esita a rispondere alle nostre chiamate;

Tu sei la pietra angolare della pace.Noi tutti ci rivolgiamo a Te oggi per una ragione importante.

Il nostro mondo è privo di pace.Siamo circondati da continue guerre e contese.

Abbiamo bisogno di pace.Questo ha spinto il Santo Padre a invitare tutte le religioni del mondo a riunirsi per pregare per la

pace.Perciò preghiamo per la pace nel mondo.

Che la pace regni nel Vaticano.Dona la pace all'Africa.

Dona la pace alle singole persone, alle case e alle famiglie,e fa' lo stesso dono in tutti gli angoli del mondo.

Imploriamo lunga vita, saggezza, pace, prudenza e coraggioper Sua Santità Papa Giovanni Paolo II e i suoi consiglieri.

Fa' piovere benedizioni su di loro.Siano maledette tutte quelle persone perverse

che cercano di rendere vano questo lodevole sforzofatto per realizzare la pace.

Possano le tue benedizioni avere effetti molteplicisu tutti coloro che sostengono l'idea e lottano per la pace.

Infine, ti preghiamo brevemente.Tu ci hai protetto e condotto felicemente fin qui;

riconducici altrettanto sicuramente alle nostre case.Che tutti gli antenati e spiriti avversi ricevano le loro bevande

e quindi fuggano nel loro regno.Ma voi, spiriti e antenati buoni che noi abbiamo implorato,

ricevete le nostre bevande, benediteci largamente e donateci la pace.

Page 226: Sussidio Francescano per la Giustizia, la Pace e Salvaguardia del Creato

La preghiera ebraica

Dio nostro nel cielo, il Signore della paceabbia compassione e misericordia per noi e per tutti i popoli della terra che implorano la sua pietà

e la sua compassionechiedendo la pace, cercando la pace.

Dio nostro nel cielo, dacci la forza di agire, di lavoraree di vivere finché lo spirito si manifesti su di noi dall'alto,

e il deserto si trasformi in vigna e la vigna sia vista come una foresta.La giustizia avrà la sua casa nel deserto

e la carità avrà dimora nella vigna.L'azione della giustizia produrrà la pace,

e il lavoro della giustizia produrrà tranquillità e sicurezza per sempre.E il mio popolo sarà circondato dalla pace, in abitazioni sicure,

in luoghi indisturbati di riposo.E quindi, o Signore nostro Dio e Dio dei nostri padri,

porta a compimento per noi e per tutto il mondo la promessache tu facesti per bocca del profeta Michea:

"Alla fine dei giorniil monte del tempio del Signore

resterà saldo sulla cima dei montie s'innalzerà sopra i colli

ed affluiranno a esso i popoli;verranno molte genti e diranno:

'Venite, saliamo al monte del Signoree al tempio del Dio di Giacobbe;

egli ci indicherà le sue viee noi cammineremo nei suoi sentieri',

poiché da Sion uscirà la leggee da Gerusalemme la parola del Signore.

Egli sarà arbitro tra molti popolie pronunzierà sentenza fra numerose nazioni;

dalle loro spade forgeranno vomeri,dalle loro lame, falci.

Nessuna nazione alzerà la spada contro un'altra nazionee non impareranno più l'arte della guerra.Siederanno ognuno tranquillo sotto la vite

e sotto il ficoe più nessuno li spaventerà,

poiché la bocca del Signore degli eserciti ha parlato!"(Mi 4,1-4).

O Dio nel cielo, dona pace alla terra, dona benessere al mondo,rendi stabile la tranquillità nelle nostre dimore.

Diciamo Amen!