Sushi n.3

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Il terzo numero di Sushi Magazine.

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SUSHI Supplemento mensile della testataControradio News.

Sede legale: Via Gaetano Latilla 13, Bari.Registrazione Tribunale di Bari n. 1209 del21/02/1995.

Chiuso in redazione il 25 Maggio 2010Stampa: Poligrafica s.r.l. -Bari

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna partedi questo periodico può essere riprodotta.Ogni violazione sarà perseguita a norma dilegge. I manoscritti inviati e non pubblica-ti non saranno restituiti. Il materiale foto-grafico non altrimenti accreditato è statopubblicato per gentile concessione degliuffici stampa degli artisti e dei personaggiintervistati.

Sushi Editorialep. 7

Ilary BlasiLa pupa e il campionepp. 8-9

LigabueUn calcio all’animapp. 10-12

LitfibaTornati insiemepp. 14-15

Gene GnocchiIl rompipallone ai mondialipp. 16-17

Marco TardelliL’urlo mondialepp. 18-20

Vanni BramatiLa città del golpp. 22-27

Il mondiale in tascaInserto staccabilepp. 23-26

Gianluca PaparestaIl gioco continuapp. 28-29

Sushi Planetpp. 30-33

DossierMondo ultràpp. 34-35

Sandwich ClubPanino in salsa rosap. 36

L’imprenditore del meseGiuseppe Brattapp. 39-40

Sushi FigurineCristian Stellinip. 41

AmmodotuoCoppa tricolorepp. 42-43

Ipse dixitVictoria Beckhamp. 44

Sommario

DIRETTORE RESPONSABILENicola Morisco

CAPOREDATTORECorrado Minervini

REDAZIONESimona ArditoAdele Meccariello

ART DIRECTION Microbati Artisti Associati

PROGETTO GRAFICORaffaele Depergola

CONTRIBUTORSCarlo ChiccoRoberta GenghiIlaria LopezOrnella MirelliPaolo RuscittoMicol TortoraSilvia ViterboGiuseppe Vitucci

PHOTOSSimona Ardito (pp. 38, 42)Jarno Iotti (pp. 10, 12)

SEGRETERIA DI PRODUZIONELoredana Laera Gianluca Silvestri

[email protected] Tel. 0805227296

(C) 2010 COPYRIGHT MEDIAEURO SRL.

Sasha shise’a sushi. (trad.: Sasha ha tagliato il sushi) (Scioglilingua ebraico)

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Il calcio nuovo oppio dei popoli?Questa visione dello sport più seguitodel pianeta potrebbe nascondere fram-menti di saggezza. Se pensiamo che imass media, con in testa la “regina”televisione, ci propinano ogni giornotra parlato e giocato ore di calcio, forseun minimo di verità c’è. È anche vero,ci sia concessa una piccoladose di retorica, che se itifosi e gli appassionati dicalcio dedicassero la stessapassione e determinazionea problemi più importantiche in questo momentoaffliggono il nostro Paese,forse la situazione sociale potrebbeassumere dei risvolti decisamentediversi. Detto questo, è fuori di dubbioche, nonostante il calcio sia contami-nato dal malaffare, possieda un fascinounico, soprattutto quando a praticarlosono veri e propri artisti del pallone.Tra questi va menzionato José Máriodos Santos Félix Mourinho, arteficedella storica tripletta dell’Inter, consi-derato un intellettuale del calcio. Michiedo: basta solo citare Borges peressere considerato un intellettuale? Disicuro Mou, oltre ad essere un grandeallenatore e uomo di cultura, dimostrauna dote necessaria di questi tempi:una notevole capacità mediatica che gliconsente di accentrare tutto su se stes-

so, col beneficio di non dare in pastoalla stampa i calciatori. Di certo ilcoach portoghese ha sparigliato lo ste-reotipo dell’allenatore. E anche il suomodo di abbandonare la scena rientranello stile del personaggio. Va via dallafrenesia del calcio italiano, dai processi,dalle moviole. Va via da vincente. Tanti

auguri! E dopo la scorpac-ciata di partite di campio-nato e di Coppe, il mese digiugno ci riserva un’altraoverdose di football con iMondiali sudafricani, suiquali pende anche la mi-naccia di un attacco terro-

ristico di Al Quaeda contro le naziona-li di Danimarca e Olanda. Siamo certiche non mancheranno misure di sicu-rezza adeguate affinché tutto si svolganella tranquillità più assoluta. A parti-re dall’11, comunque, tanti italiani sa-ranno al sicuro delle loro case, incolla-ti davanti ai televisori, per seguire le vi-cende della nazionale italiana. Unasquadra allenata da Marcello Lippi, unaltro che non fa nulla per risultare sim-patico. Ma non possiamo che augurar-gli tutto il bene possibile, anche perchènelle sue mani ci sono le sorti dei nostricolori. Forza Azzurri.

Nicola MoriscoDirettore Responsabile

PulpRiflessioni a crudo del Direttore

“... Il calcio è ungrande rito chedevi rispettar...”

Elio e le storie tese -Nessuno allo Stadio

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Ilary Blasi possiede una bellezza imbarazzante ma sembranon accorgersene. Forse è per questo che piace al 90% degliuomini e delle donne. Se poi al restante 10% dovesse farschifo una ragazza magra ma nient’affatto secca, con losguardo felino e le labbra carnose ma senza additivi chimici,forse basterebbe notare il modo in cui coltiva la sua autoiro-nia, lasciandosi vessare dalle Iene e ridendo prima di tutto dise stessa con l’entusiasmo di una conduttrice alle primearmi. Ma Ilary non è l’ultima velina scesa dal bancone; laragazza calca le scene fin dall’età di tre anni, prima in nume-rosi spot (fu la Jodie Foster de noantri nello spot di unabbronzante), poi in tv con ruoli sempre più importanti epoi… di nuovo in numerosi spot. Ma coi tempi che corrono,perché fingere disprezzo per quello che è pur sempre onestolavoro? Non c’è nulla di male a legare il proprio nome a unmarchio. Magari è un po’ più discutibile chiamare la pro-pria figlia come un marchio. Ma pazienza; l’ingenua Ilarydeve aver dato uno sguardo nell’armadio e scelto il nomedella piccola Chanel d’impulso. Fortunata lei a potersi per-mettere di chiamarla Chanel e non Madeinchina. E poi, diciamolo: Chanel non è il nome peggiore che unabambina possa portarsi dietro; è solo che bisognava trovarequalcosa da ridire su una ragazza che non si è mai lasciatatrascinare nel vortice del gossip, delle querele snocciolatecome grani del rosario, e dei botta e risposta nei salotti e neiripostigli televisivi. Anche nei giorni in cui le voci sulle scap-patelle di suo marito erano su tutti i giornali ha difeso aspada tratta il suo Pupone come una signora vecchio stam-po, di quelle che ti urlano di mettere le pattine quando tornia casa mentre cucinano il minestrone indossando un filo diperle. Una donna all’antica intrappolata nel corpo di unapin-up. E se è riuscita a conciliare queste due anime, se èuna delle poche che i paparazzi inseguono per poi scoprireche sta solo andando a comprare il pane, se ha fatto ricrede-re chi pensava che una ragazza così bella non potesse essereanche brava e addirittura intelligente. E soprattutto, se riescea reggere l’uso arbitrario dell’italiano fatto da suo marito,forse ai prossimi mondiali meriterebbe lei, una magliaazzurra. Che, peraltro, le starebbe benissimo.

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Da mediano a indiscusso campio-ne del rock italiano. Il Liga è torna-to in campo, sul terreno a lui piùcongeniale: il palco. Alla vigilia diun nuovo tour, in una pausa tra gliimpegni promozionali del suonuovo album Arrivederci, Mostroil cantautore (che vanta anche tra-scorsi da calciatore nelle fila dellaCorreggese) ci parla liberamentedella sua seconda passione dopola musica: il calcio.

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A luglio torni negli stadi italiani conun nuovo tour. Come è cambiata, se ècambiata, l’emozione di affrontare ilpubblico di uno stadio?Beh, potrò dirtelo solo dopo avereaffrontato gli stadi anche questa volta.L’unica risposta che ti posso dare ades-so è che l’emozione di suonare su unpalco, che sia in uno stadio, in un tea-tro, in un palazzetto o in un club, èsempre stato il motore vero del“mestiere” che faccio. Hai mai pensato a cosa sarebbe stata latua vita se avessi deciso di continuare agiocare da terzino nella Correggeseanzichè scegliere il rock come “mestie-re”? Quali obiettivi avresti potutoragionevolmente raggiungere?Ho smesso proprio perché mi sonoreso conto che al mio meglio avrei gio-cato in qualche categoria dilettantisti-ca, facendo la spola fra campo e pan-china. I miei mezzi tecnici non pro-mettevano niente di più. Ho preferitocontinuare a giocare negli amatori peril piacere di farlo senza dovere farequattro allenamenti a settimana.Quattro anni fa, il tour di Nome eCognomenegli stadi cominciò in pienomondiale in Germania. Quest’annohai spostato il tour in avanti di qualchesettimana rispetto ai campionati inSudafrica. Vuoi goderti le partite oavevi semplicemente bisogno di tem-po?No, è semplicemente un’agenda messain piedi dalla mia agenzia. Che credoabbia pensato che sia sbagliato dovercostringere qualcuno a scegliere fra un

concerto e una partita. Che, casomai,gli interessano entrambi…Quale squadra in questo mondialeguarderai con più curiosità? Quali gio-catori ti incantano come un bambinodavanti allo schermo?La squadra che produce sempre mera-viglia resta il Brasile. Promette un belgioco anche la Spagna. Capello faràandare molto avanti l’Inghilterra el’Argentina è piena di ottimi giocatori.Messi è un giocatore che incanta anchese nella sua nazionale non ha finorabrillato particolarmente. Gli ultimidue mesi di Cristiano Ronaldo al RealMadrid sono stati al limite dell’uma-no. E Maicon? Che peccato doverlovedere in una squadra avversaria… A proposito di fenomeni, cosa ne pensidi Maradona, CT dell’Argentina?Che non convocando Cambiasso eZanetti ha lasciato qualche speranza inpiù alle altre…C’è un ruolo che hai saputo racconta-re con grande sensibilità e passione.Quello del mediano. A chi dedichere-sti, oggi, un pezzo come Una vita damediano?Esteban Cambiasso e Daniele DeRossi sono due esempi molto chiari.Senza di loro le rispettive squadrefanno molto più fatica, con loro diven-tano le prime due del campionato ita-liano.Si parla spesso di spirito di gruppo cheprevale sul fuoriclasse. L’Inter ha di-mostrato che questa regola vale per ilcalcio, rinunciando a Ibra. Quali sonostati i giocatori-simbolo di questa

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squadra?Scusa ma questa volta la squadra èstata davvero squadra. L’impegno ditutti ha prodotto esattamente quelloche ogni tifoso siaspetta: che chi in-dossa i colori socialiper cui tifi esca dalcampo solo dopo a-vere dato tutto per lasquadra. Quindi o-gnuno di loro va con-siderato giocatore-simbolo.Questo tour ti per-metterà di tornarenei luoghi dove la tuasquadra del cuore harecentemente con-quistato un bel po’ di“tituli” e di vittorie “fantastiche”, perdirla alla Mourinho. C’è una goduriaparticolare, per un interista?Mancano poche ore alla finale di

Champions di Madrid. L’esito di que-sta partita potrebbe trasformare la miagoduria da “enorme” a “leggendaria”. Il mio augurio è che un giorno tu

possa provare le stesseemozioni durante unlive al Santiago Ber-nabeu. Ma prima dilasciarci, l’ultima do-manda secca: chi vin-ce i mondiali?Ma perché fare pro-nostici quando è cosìbello farsi stupiredagli esiti del calcio?Ti posso dire, però,che credo l’Italia possafare ancora qualchesorpresa e andaremolto più avanti di

quanto non si dica. Anche se la storia,a oggi, dice che fuori dall’Europa, nes-suna squadra europea ha mai vinto unmondiale.

Le date del Tour 09/07 Roma, Stadio Olimpico10/07 Roma, Stadio Olimpico13/07 Firenze, Stadio A. Franchi16/07 Milano, Stadio San Siro17/07 Milano, Stadio San Siro20/07 Padova, Stadio Euganeo24/07 Messina, Stadio S.Filippo02/08 Pescara, Stadio Adriatico07/08 Oristano, Aeroporto 04/09 Bologna, Stadio Dall’Ara 11/09 Bari, Arena Della Vittoria

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In questo tour incontrerete tanti ragaz-zi che potrebbero non sapere nulla del-le vostre origini. Vogliamo rinfrescarela memoria ai più giovani?I Litfiba nacquero nel 1980 come unaband darkwave. Abbiamo passato iprimi cinque anni facendo tanti con-certi, anche se il primo disco arrivò so-

lo nel 1985. Quel disco era Desapare-cido e il suo sound era in linea con lostile dell'epoca. Negli anni ’90 abbia-mo cambiato genere rispetto al passa-to, siamo approdati ad un rock piùsanguigno con dischi come El diablo,che era più latino, Terremoto, dalsound più metal, fino ad arrivare a In-

Sono stati i capisaldi della nostra new wave e hanno lasciato unsegno indelebile nella musica ma anche nel rock lifestyle. Dopo unalunga separazione, Piero e Ghigo hanno seppellito l’ascia di guerra,affrontando un nuovo tour insieme.

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finito, che forse è stato anche il disco dimaggior successo.Poi l’allontanamento finale e ognunoper la sua strada. Avete scelto percorsimusicali differenti e sui Litfiba si èdetto tanto, forse troppo. Ora siete dinuovo insieme. Come è andata?Ci siamo ritrovati, tutto qui. Abbiamocominciato a suonare, abbiamo ritro-vato la voglia di farlo su un palco eabbiamo tirato fuori anche due inedi-ti, di cui il primo è Sole Nero. Ci siamoguardati in faccia e abbiamo pensatoche fosse ora di met-tere da parte l’orgo-glio. E abbiamo de-ciso che si potevatornare a lavorare in-sieme, anche se ave-vamo fatto pace giàtanto tempo fa!Avevate perso lo spirito di gruppo?In verità, alla base di tutto, dei litigi edell’allontanamento c’era il successo.Abbiamo avuto troppo successo e que-sto ci ha divisi, al di là di tutto quelloche si è detto o scritto. Come dici tu,abbiamo all’improvviso perso lo spiri-to di gruppo che aveva contraddistintoda sempre la band; ognuno era con-centrato su se stesso e sulla propriastrada e sulla propria immagine. Eradiventato un lavoro individuale e cisiamo persi. Ora, guardandomi alle

spalle, forse tutto questo ci ha fatti cre-scere. Adesso l’approccio è diverso maquesto non significa che non faremodegli errori, anzi siamo pronti a com-metterne ancora. Non gli stessi, ma deinuovi!Una parte del popolo del rock italianoattendeva questo ritorno da anni.Sicuramente avranno delle aspettative.Vi sentite al bivio?I nostri fan si sono divisi rispetto allenostre scelte artistiche e individuali.Abbiamo perso i vecchi affezionati e

conquistato nuoviammiratori, maquesto fa parte delgioco. Poi, per for-tuna, c’è uno zoc-colo duro che nonci ha mai lasciati;questo lo abbiamo

notato nei nostri primi concerti deltour: l’entusiasmo era al massimo e lapartecipazione era totale!Ma qualcosa è cambiato, in questidieci anni di distanza?Siamo cambiati noi, ognuno con il suopercorso. Siamo maturati su stradediverse, ognuno con le sue esperienze.Il ritrovarsi ci ha trasmesso un’energianuova; rincontrarsi è stato divertente,interessante, si è ricreata quell’alchimiatra noi, quella chimica che c’era prima.Ed è scattato qualcosa.

I Litfiba toccheranno la no-stra regione in estate, con unconcerto il 17 Luglio a Noci, alForo Boario.

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Divertirsi e divertire con il calcio. Questa è la missione di Gene Gnocchi, eccellente cal-ciatore dilettante, impareggiabile conduttore di Gnok Calcio ed editorialista dellaGazzetta dello Sport con la sua rubrica quotidiana, Il Rompipallone. Le sue pillole diironia sono l’antidoto ideale per non prendere il calcio sul serio. Che, in fondo, è soloun gioco… Che progetti hai per il prossimo mon-diale?Non seguirò il mondiale perché andròal matrimonio di Antonio Cassanoche durerà circa tre mesi… Se tra una portata e l’altra del banchet-to di Cassano trovassi il tempo pervedere qualche partita, su quale squa-

dra scommetteresti, come rivelazionein Sudafrica?La Svizzera.Anni fa, all’epoca di USA ’94, scrivestiun libro intitolato Il culo di Sacchi. Chipotrebbe ereditare un dote simile inquesto mondiale? L’Inghilterra di Fabio Capello.

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Passiamo a un altro Ct. Cosa pensi diMarcello Lippi?Dal punto di vista umano, penso chesia un po’ permaloso e che si prendatroppo sul serio. Dal punto di vistatecnico, invece, ha fatto ottime cose: samotivare e scegliere, anche se ultima-mente non mi ha convinto del tutto.Chi avresti voluto vedere in azzurro:Miccoli o Cassano?Tutti e due, per tutta la vita. Sono cal-ciatori che dovrebbero essere convoca-ti assolutamente, tipossono risolvere lapartita in qualsiasimomento. Peccatoche qualcuno nonla pensi così.Oltre a queste con-vocazioni, qualialtre scelte avrestifatto, al posto diLippi?Avrei naturalizzatoPastore invece diAmauri. Pastore e Cassano sono stati imigliori giocatori dell’ultimo campio-nato.Qual è stata la squadra che ha espressoil miglior calcio nell’ultimo campiona-to?A tratti il Milan. Ma complessivamen-te, lungo tutto l’arco del campionato,mi sono piaciute di più la Sampdoria eil Palermo.Ti sei allenato con molte squadre ita-liane, tra cui anche il Bari. Come èandata questa esperienza?Mi sono allenato a Bari quando c’era

Antonio Conte. Non mi hanno offer-to un contratto perché era il periododel cambio di proprietà e il magnatepetrolifero Tim Barton mi avevagarantito solo la benzina.Scandali, violenza, polemiche. Contutto quello che sta accadendo, comesi fa ad amare ancora il calcio?Al di là di tutte queste cose, quello chemi fa allontanare da questo sport è laqualità di gioco che si abbassa sempredi più. Vedo partite sempre più fisi-

che, con poca fanta-sia e poca qualità.Guardiamo al futu-ro. Quale allenatorevedi bene comeprossimo tecnicodella nazionale?Cesare Prandelli.Restando in tema diallenatori, cosa pen-si del fenomenoMourinho?È un persona di

grande intelligenza, parla bene l’italia-no, sa sempre dare la risposta giusta.Dal punto di vista tecnico, non hovisto giocare l’Inter benissimo, ma èun allenatore a tutto campo ed è per-fetto per questo mondo.Quale programma televisivo della sto-ria della tv avresti voluto presentare oideare?Occhio alla spesa, su RaiUno! Qual è il tuo prossimo progetto?Migliorare il diritto nel tennis, perchésono un disastro.

“Mi sono appena fatto fareuna pulizia del menisco.Stavo benissimo, in realtà,ma ho visto l’album Panini eho notato che quasi tutti i cal-ciatori hanno fatto questointervento. L’ho fatto per dimostrare chesono un calciatore vero.”

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Cinque scudetti, cinque coppe europee, ottantuno presenze in nazionale. E, dopo ilcalcio, una brillante carriera da allenatore e commentatore televisivo. Ma per tutti, ilnome di Marco Tardelli è legato a un’immagine indelebile nella memoria degli ita-liani. La dolce condanna di un campione. 

Per milioni di italiani l’immagine sim-bolo del mondiale ’82 e, talvolta, dellapassione per la nazionale, rimane il tuourlo dopo il meraviglioso gol del 2-0nella finale Italia-Germania. Che sen-

sazione si prova nell’essere diventatoun’icona sportiva?È un brutta sensazione, perché vuoldire innanzitutto che non giochi più.A parte gli scherzi, è bello che la gente

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ricordi questa immagine del mondialee di me. Anche se, vorrei ricordarlo, hofatto anche altro nella mia carriera… Di mondiali ne hai disputati ben tre.Quindi conoscerai bene le emozioniche prova un calciatore alla vigilia del-l’evento più importante… Per me sono state molto diverse. Ilprimo mondiale, quello del ’78 inArgentina, mi ha sicuramente emozio-nato più di tutti: ero giovanissimo,non avevo mai vissuto un’esperienzadel genere e tra l’altro fuun mondiale giocatomolto bene dall’Italia.Del secondo, quello del-l’82, credo si sia detto tut-to: un bellissimo ricordo.Messico ’86 non è statopiacevole, anche perché hogiocato poco a causa di unapubalgia. In questo mondiale avrebbedovuto esserci anche la tuaIrlanda, che alleni assieme aGiovanni Trapattoni. Hai smaltito larabbia per l’ingiusta eliminazione per“mano” della Francia?Più che rabbia, è un senso di delusio-ne che non smaltirò mai. Ci siamotrovati davanti a delle situazioni chenon potremo cambiare. Abbiamoperso un’occasione per colpa di unascorrettezza. Alcune regole del calciosaranno sempre molto difficili da as-sorbire o da cambiare.L’assenza dell’Irlanda dal mondiale tipermetterà di tifare per l’Italia?Io per l’Italia tifo sempre. A prescinde-

re dalla squadra che alleno...Al di là del patriottismo (e di una com-prensibile avversione verso la Francia),quale squadra potrebbe essere la sor-presa dei mondiali in Sudafrica?Io mi auguro che la sorpresa sia unasquadra africana. Lo meritano. Credoche la Costa D’Avorio possa fare bene,anche se è in un girone difficilissimocol Brasile e il Portogallo di CristianoRonaldo. E poi potrebbe esserci il

Ghana, se recupera Essien.Quali saranno i giocatori cheguarderai con più attenzio-ne?Quelli che giocano a calcio:Messi, Cristiano Ronaldo equei pochi giocatori chevalgono il prezzo del bi-glietto. Mi auguro che cisiano delle novità, soprat-tutto… Da ex centrocampista ditalento, chi è, a tuo pare-

re, il centrocampista più fortedel mondo in questo momento?Essien. Mi dispiacerebbe molto, se sal-tasse il mondiale per via dell’infortunioche lo ha colpito.Guardando alla nostra nazionale, chi èil miglior centrocampista?De Rossi, in questo momento, è il cen-trocampista più abile.Se fossi per un giorno il Ct della nazio-nale, chi convocheresti?Quelli che ha convocato Lippi vannobene. Un Ct della nazionale deve con-vocare i giocatori che formano ungruppo. Se avrà sbagliato, ne pagherà

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le conseguenze… Come ti schieri nell’eterna diatriba trapro e contro Cassano? Vuoi proprio farmi dire qualcosa con-tro Lippi? (ride, ndr). Molti Ct hannolasciato a casa dei giocatori molto a-mati, ritenendo il gruppo più impor-tante dei singoli. Torniamo al nostro campionato.Quale squadra ha espresso il migliorcalcio in questa stagione?Non ho visto grandissimo calcio nelcampionato italiano. Era tutto decisofin dall’inizio, con l’Inter nettamentesuperiore a tutti gli altri. Aveva la rosamigliore, anche se ha rischiato nel fina-le. La Roma ha fatto qualcosa di ecce-

zionale ma nessuna squadra ha espres-so un calcio davvero bello.Qualche anno fa hai allenato il Bari.Che ricordo hai della città?Ho molti amici a Bari con cui mi sentospesso. Ho un bellissimo ricordo; Bariè una città meravigliosa e ho lasciatoun pezzo di me in Puglia.La tua carriera di allenatore è passataanche dalla nazionale, con la vittoriadegli europei Under 21 nel 2000. Trai tuoi sogni c’è anche quello di tornarein azzurro?Non credo che accadrà. Mi piacerebbeallenare ancora all’estero. Per i prossimidue anni continuerò con l’Irlanda. Poi,si vedrà...

La squadra guidata dal-l’ufficiale degli alpini èstata l’unica nazionalead aver centrato la tri-pletta: Mondiali ’34, O-limpiadi ’36, Mondiali’38. Una formazionequasi imbattibile, entra-ta nella leggenda grazieai gol di Meazza e Piola.Un azzurro brillante, no-nostante le immagini inbianco e nero.  

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L’Italia di Pozzo

Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali,Collovati, Scirea, Conti,Tardelli, Rossi, Antognoni,Graziani. A quasi trent’annidi distanza, milioni di italia-ni recitano a memoria, co-me una formula magica, laformazione-tipo del Mun-dial di Spagna ‘82. Una vit-toria tanto meritata quan-to imprevista.Probabilmente, la naziona-le più amata di sempre.

L’Italia di Bearzot

Partita tra lo scetticismogenerale, la nazionale gui-data dal Ct di Viareggio hasaputo trovare unità nellospirito di gruppo. Una na-zionale capace di manda-re in gol 10 giocatori di-versi e di vincere all’ultimorespiro, schiantando i pa-droni di casa all’ultimo mi-nuto dei supplementari econquistando una finaleai rigori.

L’Italia di Lippi

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Con il suo debutto dietro la cinepresa, Vanni Bramati ha raccontato il momentodi follia ed entusiasmo collettivo che ha travolto Bari un anno fa. U MègghiePaìse è un film-documentario che racconta il mondo dei tifosi biancorossi. Unsuccesso imprevisto. Roba da Serie A…

Inizialmente il tuo film era considera-to un fenomeno limitato a Bari. Masta ricevendo consensi anche in altrecittà. Te l’aspettavi?Un po’ lo speravo, un po’ me l’aspetta-vo. Il film tratta di temi universali,parla della passione per uno sport

meraviglioso. E anche le storie dei suoiprotagonisti sono universali. Non c’eraragione per cui non potesse interessareanche a un pubblico che non fossetifoso del Bari. Nel tuo film racconti diversi modi diessere tifoso. Ma come definiresti il

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tifoso-tipo del Bari?Il tifoso del Bari è destinatoalla sofferenza, è la storiache ce lo insegna. C’è unacanzone che cantavano gliultras qualche anno fa chediceva “Ti seguo sempre,anche se perdi sempre nonfa niente”. E credo chequesto riassuma lo spiritodel vero tifoso del Bari.Non è il tifoso che sceglie lasquadra per cui tifare. È lasquadra che sceglie te. Nonamo quelli che scelgono ditifare la squadra più forte.Cinema e calcio. Qualepassione è nata prima?Quella per il calcio comin-cia quando sei bambino:aspetti le cinque del pome-riggio e finisci i compiti intutta fretta per stare con gliamichetti e rimanere a ol-tranza in un cortile o inqualsiasi fazzoletto di terrao di asfalto che ti permettadi giocare. La passione peril cinema è venuta un po’più tardi, prima da spetta-tore e poi col desiderio diraccontare la realtà attra-verso i miei occhi.Quali calciatori potrebberointraprendere una carrieranel mondo del cinema?Ogni tanto qualche sporti-vo ha provato a recitare.Alcuni di questi esperi-

menti non sono stati moltofelici. Mi viene in menteAlberto Tomba. Certo, lacuriosità di fare interpreta-re un personaggio adAntonio Cassano, che è giàun personaggio di suo, esi-ste…Lo sport ispira spesso il ci-nema. C’è la storia di uncampione che ti piacerebbeinterpretare?Ce ne sono tanti, ma credoche sceglierei un campionein un momento di sconfit-ta. E magari di riscatto. Disolito sono le storie più bel-le da raccontare. È più forte la passione perla nazionale o quella per ilBari?Sono cose diverse. Ma ov-viamente vivrò le partite daperfetto tifoso. Quindiconto di farlo nella manie-ra consueta: pochi buoniamici, scorta di birra ghiac-ciata e tanta focaccia…Dove ti vedremo prossi-mamente?Sto lavorando su due serieTV. Una è Un posto al sole el’altra è Il Commissario Rex.E poi, sto lavorando su unnuovo progetto. Ma in-tanto porterò in giro il piùpossibile U Mègghie Paìse.

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Politica, famiglia e un nuovo ruolo nel mondo del calcio. È questo il presente (e ilfuturo) dell’ex fischietto di Bari, oggi Assessore al Comune di Bari. Gentleman incampo, caparbio e un po’ vanitoso nella vita, Gianluca Paparesta ci racconta lostato d’animo di un arbitro dentro e fuori dal rettangolo verde.

Di solito un bambino sogna di diven-tare un calciatore famoso. Perché lei hascelto di diventare un arbitro?Perché mio padre faceva l’arbitro e finda bambino frequentavo gli allena-menti e i luoghi di incontro e di for-mazione degli arbitri. Ho volutocimentarmi nel fare l’arbitro no-

nostante mi piacesse molto giocare.Ma sono rimasto davvero entusiasta diquesta esperienza.Qual è lo stato d’animo di un arbitrosapendo che una propria scelta potreb-be essere decisiva in partite come lafinale di un mondiale?Quando si arriva a quei livelli si hanno

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migliaia di partite alle spalle.La pressione esiste ma non rap-presenta una preoccupazione.A certi livelli le pressioni sonoaltre, e sono dovute anche alfatto che si compete contro ilmezzo televisivo. Basta unerrore per offuscare una dire-zione di gara perfetta e peressere accusati di essere diparte. In questo senso sonoassolutamente favorevole allamoviola in campo, da usaresolo in determinate occasioni,come accaduto per la testata diZidane nella finale mondialedi Germania 2006.Qual è stata la partita più diffi-cile che ha arbitrato, e qualeinvece ha il rammarico di nonaver mai arbitrato?Quelle più difficili sono state lesfide tra Inter e Juve del perio-do di “calciopoli”. Venivo desi-gnato sempre io, ma fortunata-mente ne sono uscito senzapolemiche. Il rammarico piùgrande, invece, è sicuramentequello di non aver mai direttoi Mondiali di calcio, masoprattutto le Olimpiadi.Come si comporta la moglie diun arbitro dopo una partitaben diretta dal marito?Mia moglie è stata eccezionale.Mi è stata molto vicina, masenza essere in prima linea.Molte partite nemmeno leguardava. Ma sapeva che face-

vano parte della mia passione.E ovviamente era molto con-tenta quando andavano bene.La chiave della mia fortuna èche quando tornavo a casaspesso non mi chiedeva di epi-sodi negativi e questo mi hasempre permesso di staccaredalle enormi pressioni quoti-diane.Le donne dicono di lei che èun uomo pieno di fascino, sisente un sex symbol? Assolutamente no. Con trefigli, sposato da 18 anni è unpo’ difficile. Ma certo gli ap-prezzamenti mi hanno semprefatto molto piacere. Ma devoammetterlo: sono un po’ vani-toso…Qual è il personaggio sportivoche stima di più?Per la forza di volontà dimo-strata e la sua caparbietà ammi-ro Alex Zanardi. Dopo quellospaventoso incidente in auto èriuscito a rialzarsi e affrontarela vita in maniera esemplare.Èun esempio di vita per tutti.Che voto dà alla stagione ap-pena conclusa dal Bari?Otto, e mi auguro che il pub-blico sappia apprezzare e viverebene i momenti positivi diquesta squadra perché porta ilnome di Bari in giro perl’Italia. Noi baresi siamo bravia gioire e disperarci subitodopo.

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“Una persona che viaggia attraverso il nostro paese si ferma in unvillaggio, e qui non ha bisogno di chiedere cibo o acqua. Appenaarrivata la gente le offre il cibo, la intrattiene.” – Nelson MandelaChissà se il trattamento di riguardoriservato agli ospiti in Sudafrica saràofferto anche a quelli che andranno lìper sostenere gli Azzurri. All’iniziodella nostra estate (che, ve lo ricordia-mo, corrisponde al loro inverno, quin-di non dimenticate di mettere in vali-gia qualcosa di pesante) il paese saràoggetto di un’invasione pacifica, bendiversa rispetto a quelle che il Sudafricaha vissuto all’epoca dei cacciatori dischiavi e dei coloni cercatori d’oro. Mase le partite dei Mondiali vi stanno acuore quanto le abitudini dei lombri-

chi albini, niente paura: il Sudafrica hatanto da offrire anche per i turisti.Johannesburg, ad esempio, accontentagli amanti delle grandi città caotiche.Per chi cerca la movida, la destinazioneè Nelson Mandela Square, nel distret-to commerciale di Sandton. Per chiinvece non rinuncia all’impegno nem-meno in vacanza è indispensabile unapuntata all’Apartheid Museum, dove,in ricordo della discriminazione razzia-le, si entra con biglietti diversi per nerie per bianchi. Rotolando verso sudlungo le coste lambite dall’Oceano, si

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scoprono poi spiagge meravigliose. Unincanto che potranno provare i sup-porter che seguiranno l’Italia nella par-tita d’esordio, a Cape Town: sarà diffi-cile resistere alla tentazione di fare surfsulle spiagge oceaniche di questoautentico paradiso. E a chi ama glisport davvero estremi suggeriamo untuffo a Gaansbai per un’immersioneguidata in compagnia di uno squalobianco. E se dopo un’esperienza simile

sarete ancora vivi, avrete qualcosa didiverso dal solito da raccontare.Restando in tema zoologico, volete unassaggio di cucina sudafricana? Soloqui è possibile ordinare la bistecca di“ghiandole di scimmia”. E potete farlosenza avere un povero primate sullacoscienza, poiché si tratta semplice-mente di una bistecca di manzo condi-ta con salsa Worcestershire e pomodo-ro.

In my country(2004) Regia di John Boorman

Tsotsi(2005) Regia di Gavin Hood

Blood diamond (2006) Regia di Edward Zwick

Invictus – l’invincibile(2009) Regia di Clint Eastwood

District 9(2009) Regia di Neill Blomkamp

Give me hope JohannaEddie Grant Johannesburg Housemartins Sun City Artist Against Apartheid Cape TownHarry Belafonte Cape TownCranberries

IL BIGLIETTOBari–Johannesburg, volo a/r con Lufthansa a partire da 1.218 € (tasse incluse)

FILM per conoscereil SUDAFRICA

CANZONIper conoscereil SUDAFRICA

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Frammenti di inattesoHa accanto un lembo di spiaggia can-dida regolata dal ritmo lento del mare.Nel porto di Giovinazzo questa strut-

tura di legno si pone fra gli orizzonti,perché non ha limiti e si estende verso

i quattro punti cardinali alla ricerca diuna continua relazione tra spazio inter-no ed esterno. Costeggi il mare e nonlo vedi, perché per raggiungere Frontedel Porto devi scendere gli scalini bian-chi, entrare nella struttura elegante conla pedana in pietra naturale e le sediebianche per poi… Per poi perderti nelmare e nelle case di pietra illuminate dinotte dalle luci gialle e fioche. Il retrodella Cattedrale, la Vedetta, l’inizio dellungomare, le case in pietra con le fine-stre allineate e il silenzio profondo ecome innaturale. E fra te e questo qua-dro di inesprimibile bellezza, il mare, euno scoglio candido su cui una barcabianca e azzurra è dedicata a don To-nino Bello. L’aria ti viene addossoquando ti siedi sul piccolo balcone e lo

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sciacquio leggero ti entra dentro. Lebarche cullate lente sono un tutt’unocon l’acqua, e dopo qualche istante ivolumi diventano fluidi per accoglierei tuoi pensieri. Puoi essereinnamorato o innamorar-ti, solo o in compagnia,mentre guardi Giovinazzodiventi assorto ed esisti so-lo tu, le tue immaginazio-ni, i tuoi desideri. Sullosfondo, musica raffinatacome quella di FedericoStragà, che per una notteha cantato come FrankSinatra facendo venire ibrividi. E poi ospiti deliziosi, serate dicultura e d’arte o solo il chiacchiericciodegli ospiti. Bar, luogo dove cenare consemplicità e cultura del cibo, una acco-glienza intensa ed attenta. Palma Mor-va e Raffaele De Palma ne sono gli ar-tefici, alla ricerca di incardinare emo-

zioni più che certezze, sorprese più chepersuasioni. Naturalmente la diversitàdelle età e delle richieste fa definire lescelte musicali, i toni audio, l’avvicen-

damento adulto e borghe-se a quello giovane e disin-volto. Lateralmente, labanchina si riempie di ra-gazzi e ragazze che si fer-mano silenziosi e coinvol-ti, le luci gialle si riflettonosul mare e gli scogli hannoerosioni candide che sem-brano nastri. Nastri dipassione per questo postoimmutato e senza la frene-

sia dell’apparire, nastri di speranza perun turismo raffinato e consapevole,nastri di certezza che davanti al bello sidissolvano dubbi ed esitazioni. Frontedel Porto è fronte di bellezza dove “tut-to scorre” su questo mare limpido.

Le barche cullatelente sono untutt’uno con l’ac-qua, e dopo qual-che istante i volu-mi diventano flu-idi per accoglierei tuoi pensieri.

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Lo sport è una passione. Ma per moltiè uno stile di vita, un modo di essereche si identifica con i colori della pro-pria città e, in certi casi, con l’esaltazio-ne quasi folkloristica di un momentodi condivisione sportiva. Approcciarsia questo modo di vivere una passionenon è facile, soprattutto per chi non èmai stato allo stadio e, magari, si limi-ta a guardare il calcio in uno schermotv. IDENTIKIT DEL TIFOSONelle curve italiane non ci sono distin-

zioni derivanti dalla provenienza socia-le o dalla cultura. Tuttalpiù, nelle gran-di città, la tifoseria può essere differen-ziata in base al quartiere di provenien-za. In altri casi, far parte di un gruppoorganizzato comporta l’adesione a unvero e proprio “codice comportamen-tale”. L’ultrà vive di emozioni forti.Come quella di seguire una partita –magari senza interessi di classifica -sotto il diluvio universale. Oppurecome quella di sobbarcarsi dieci ore ditrasferta sulle infide strade italiane per

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90 minuti di partita. Magari senzanemmeno possedere un biglietto.Magari soltanto per far sentire la suavoce, cantando fuori da uno stadiotutto esaurito.

CRONACA NERAIl 30 gennaio del 1995 rappresenta unmomento cruciale per la storia del tifoorganizzato italiano. Un evento chesconvolse l’opinione pubblica: Vin-cenzo Spagnolo, giovane genoano, fuaccoltellato a morte da un ultrà delMilan prima della partita. Non si trat-tava della prima vittima del tifo violen-to e non sarebbe stata l’ultima. Il mon-do del calcio italiano ne uscì a pezzi enegli anni che seguirono i governi, conalterne fortune, decisero di applicareuna repressione più severa e una seriedi provvedimenti che hanno portato,nell’ultima stagione, a una forma in-novativa di identificazione: la tesseradel tifoso, oggetto di aspre critiche daparte di frange degli stessi tifosi orga-nizzati. La tessera è uno strumento difidelizzazione adottato dalle società dicalcio; un progetto lanciato dal-l’Osservatorio nazionale, che si ponel’obiettivo di creare dei “tifosi ufficiali”:un nulla osta obbligatorio per le tra-sferte che esclude chi ha subìto ilDaspo, ovvero il provvedimento diDivieto di partecipazione alle manife-stazioni sportive.

LA PARTE MIGLIORENulla però può arginare il colore e ilcalore del tifo sano. Uno dei massimimomenti di gratificazione per un ultràè l’esibizione di una coreografia: unaspetto unico dell’identità locale cheriesce a rendere emozionante l’ingressodelle squadre in campo, mettendo ibrividi anche ai professionisti strapaga-ti della Serie A. E poi c’è l’ironia, talvol-ta greve, talvolta sottile. La storia degliultrà è piena di sfottò, striscioni goliar-dici, battute corrosive scandite in coro.Come quando i tifosi del Napoli, perrispondere agli slogan razzisti cantatidai tifosi del Verona e al terribile stri-scione “Forza Vesuvio”, ne esibirono aloro volta uno che metteva in dubbiole virtù della protagonista del drammashakespeariano ambientato nella cittàveneta: “Giulietta è ’na zoccola”. E tal-volta, anche nelle distanze siderali chedividono la curva Nord dalla Sud, esi-ste qualcosa in comune: una passioneesagerata, coi suoi pregi e i suoi difetti.

Secondo le più recenti analisi delViminale sono ancora 450 i grup-pi ultras violenti ,di cui 234 politi-cizzati. Tra questi, 61 (nel 2008erano 58) hanno forti legami conmovimenti di estrema destra e 28sono vicini a formazioni radicalidi sinistra.

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Due volte l’anno mia madresvuota l’armadio per il cambiodi stagione. Per giorni, i vestitinon sono più al loro posto.L’uomo di casa aspetta sia finitacon la pazienza del Dalai Lama. Avolte collabora, quasi entusiasta diriscoprire cose che non ricordava diavere. Altre volte, invece, lascia la mal-capitata sotto un cumulo di maglioni emette in cima un post-it con scritto“Esco”.Ma ogni quattro anni, all’arrivo deiMondiali di calcio, sono le donne(ovviamente non tutte) a dividersinelle tre medesime categorie: MonacaTibetana, Socia Sostenitrice e Gnorri. La Monaca Tibetana è spesso un’in-namorata incurabile. Seguirebbe il suouomo in capo al mondo e così, pertutto il periodo del mondiale, si ritro-va a seguirlo – come l’anatroccolo conMamma Oca – alla volta di casa diamici, pub, piazze, per assistere a par-tite come Islanda-Liechtenstein eascoltare pazientemente perché sia unincontro fondamentale per il destinodell’universo.La Socia Sostenitrice non capisce mol-to di calcio, ma durante i Mondiali se-gue tutte le partite della nazionale,

bevequantità esponenziali di birra e si portadietro il calendarietto per segnare irisultati. Forse è solo una scusa perbere, o forse è l’unica occasione in cuiha un buon motivo per prestare atten-zione al calcio. O forse non le dispiaceaffatto passare una parte dell’estatedavanti alla tv con gli amici, unita aloro da una passione in più.La Gnorri invece preferisce puntare ipiedi e rifiutare ogni contatto colmondo del pallone. Si fabbrica unavita alternativa dove il calcio non esistee finalmente i fidanzati sono fuori daipiedi. Alle serate azzurre si contrap-pongono quindi le serate in rosa, in cuici si sforza di parlar male dei maschi edel pallone, e magari i pomeriggi dishopping, approfittando degli anticipipomeridiani. Ogni quattro anni – non importa sesiate dentro o fuori categoria – per ilrespiro di un’estate, tutto sembra pos-sibile.

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6 e 7 AgostoGallipoliParco Gondar

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Rinnovabili, sostenibili, alternative. Sole, mare, e vento sono le energie del futu-ro; l’unica strada percorribile per salvare il nostro pianeta. Sushi ha incontratoGiuseppe Bratta, direttore commerciale della Geatecno di Bari. Un giovaneimprenditore con idee chiare, come la… luce del sole.

Da dove nasce la voglia di investirenelle energie rinnovabili?Geatecno esiste dal lontano 2005,quando 4 giovani professionisti ebberol’intuizione di creare una società chepuntasse a migliorare l’efficienza ener-getica e a ridurre l’inquinamento, uti-lizzando sole e vento, le risorse più

importanti che il territorio puglieseoffre. Le energie rinnovabili possono davve-ro garantire il fabbisogno energeticosu tutto il territorio nazionale?Le rinnovabili, purtroppo, non posso-no rappresentare l’unica fonte di ener-gia per il fabbisogno nazionale (attual-

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mente in Italia siamo solo all’1%, l’o-biettivo è di arrivare al 17% entro il2020), ma senza dubbio sono la stradada percorrere nei prossimi decenni perarrivare ad un mix sostenibile e sicurotra le varie fonti di energia.È davvero così costoso investire nelleenergie rinnovabili?Grazie agli attuali incentivi previsti dal“conto energia” (Geatecno vanta il pri-mato di aver realizzato a Bari i primi treimpianti fotovoltaici allacciati in rete edincentivati con questa formula, ndr), lerinnovabili rappresentano un ottimoinvestimento finanziario, con un ritor-no su capitale investito che va dal 15 al20% annuo.Nonostante questi vantaggi economi-ci, qualcuno propone di cercare ilpetrolio al largo delle nostre coste. Enegli ultimi tempi si è tornato a parla-re prepotentemente di nucleare…È assurdo pensare di continuare aestrarre petrolio dal mare: si guardisolo al drammatico disastro ambienta-le nel Golfo del Messico e alla corsacontro il tempo nel tentativo disperatodi limitarne i danni! La strategia ener-getica dell’Italia deve essere chiara:investimenti sostenibili e sicuri perl’ambiente, energia da sole, vento e, seè proprio necessaria una alternativa alnucleare, bisogna pensare a gassificato-

ri e centrali a turbo gas, ad impattoambientale quasi pari a zero.Quanto e come è cambiata negli ulti-mi anni la cultura in Puglia riguardoalle energie rinnovabili?Siamo primi in Italia per produzionedi energia dal sole. Il primato pugliese,purtroppo, non è scaturito da progettirealizzati su aziende e abitazioni, ma dagrosse centrali fotovoltaiche nate dainvestimenti del mondo finanziario,che ha sfruttato l’opportunità norma-tiva regionale e la convenienza econo-mica del settore.Al contrario, la nostra azienda pro-muove l’autoconsumo e la diffusione“quotidiana” delle energie rinnovabili,prima di tutto educando e formando ilterritorio gratuitamente, ad esempiocon incontri nelle scuole. È necessario,oggi più che mai, orientare ed infor-mare i potenziali clienti perché siano inprimis cittadini consapevoli. Come vede il futuro del pianeta tracinquant’anni?La qualità della nostra vita, di quelladei nostri figli, il futuro, insomma,dipenderà da noi, nessuno escluso.“Sviluppo” non può più significaredistruzione dell’ambiente; dobbiamodiventare sempre più “sostenibili”. Esperiamo che il sole illumini anche ilpensiero dei nostri governanti…

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Qual è la vacanza dei tuoi sogni?La vacanza dei sogni la farò quandodeciderò di smettere col calcio. Partiròcon la mia famiglia senza una metaprecisa.Chi inviteresti a cena?Mourinho. M’incuriosisce molto ilsuo modo di porsi nei confronti deglialtri. Non per la presunzione che ognitanto mostra, ma perché, secondo me,dietro c’è una gran persona.Il tuo giocatore preferito?Attualmente direi Diego Milito, perl’umiltà e la capacità di essere arrivatoin una grande squadra tardi. È riuscitoa dimostrare di essere un grande cam-pione.Cosa fai per combattere il malumore?Per combattere il malumore aspettoche si sveglino i miei figli. Sono tantosolari che basta questo per riempirmidi gioia.Quali sono le tue letture preferite?Solitamente leggo romanzi di tutti itipi. Nelle loro pagine ci deve sempreessere passione, non necessariamenteamore.L’ultimo romanzo che hai letto?L’ultimo è stato sul calcio, si chiamaCuore di cuoio, è di uno scrittore taran-tino, Cosimo Argentina.

Cinema, teatri e locali: come preferiscitrascorrere il tuo tempo libero?In generale preferisco stare a casa. Matra queste tre situazioni preferisco ilcinema, perché riesco ad estraniarmiun po’ e concentrarmi su me stesso.Qual è la tua dieta?La mia dieta è una dieta equilibratasenza esagerare con i dolci e con ilpane. Solo così riesco a mantenerminel peso forma.Il tuo piatto preferito?Risotto alla milanese.Cosa ti piace della cucina barese?Adoro fave e cicorie.Il film della tua vita?La saga di Rocky. Il mio preferito è ilterzo anche se il secondo è, forse, il piùbello.Che musica ascolti?Di tutto. Musica italiana e hip-hop. Come vedi il tuo futuro nel calcio?Ci sto pensando. Sono un po’ confusoin questo momento perché ho avutodelle proposte che potrebbero portar-mi anche a decidere di lasciare il calciogiocato. Sto valutando. Ma se conti-nuerò a giocare, vorrei farlo solo colBari.

Micol Tortora

Cristian StelliniNell'ultima gara di questo fantastico campionatoCristian Stellini, soprannominato dai compagni “ilnonno”, ha realizzato la prima rete in serie A, regalandoai suoi compagni e al pubblico del San Nicola unpomeriggio indimenticabile. Il suo gol ha permesso alBari di raggiungere la quota record di 50 punti e ha la-sciato un ricordo indelebile in quella che potrebbe esserela sua partita d’addio. Conosciamolo meglio.

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Ingredienti (perdue coppe):

200 gr di ricotta200 ml di panna fresca da montare4 cucchiai di zuccheroa velo40 ciliegie (circa)4-5 cucchiai di zucchero di canna4-5 cucchiai di Porto6 biscotti del tipo sfogliatine2-4 cucchiaini di sciroppo alla mentazucchero a velo q.b.

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In vista dei Mondiali, noi Ammodo-mio abbiamo pensato ad un’idea vin-cente: un fresco dessert “patriottico”,da gustare davanti alla TV, durante lepartite della nazionale.Potete servirlo in coppe individualimoltiplicando le dosi degli ingredientiper il numero dei vostri ospiti.Preparate per prima cosa la glassa allamenta per i biscottini, mescolando unpochino di sciroppo di menta a tantozucchero a velo quanto serve per otte-nere una glassa dalla consistenza quasi“cremosa” e colante. Ricoprite di glas-sa i biscotti e lasciateli asciugare benesu un vassoio ricoperto di carta forno.Lavate ed asciugate perfettamente leciliegie, snocciolatele con l’appositoattrezzo (che consente di non romperela polpa) e mettetele in infusione nelPorto insieme al loro succo.Montate la panna, aggiungendo even-tualmente un cucchiaio di zucchero avelo per addolcirla. Setacciate la ricot-ta, e lavoratela bene con una frusta (amano) mescolandola con 3-4 cucchiaidi zucchero a velo; quindi unitela deli-

catamente alla panna montata, con unmovimento dal basso verso l’alto.Mettete la crema in frigo e dedicatevialle ciliegie.In un padellino antiaderente mettetelo zucchero di canna, unite le ciliegie elasciate sciogliere lo zucchero a fuocomedio, senza mescolare; quindi sfuma-te con il Porto. Lasciate cuocere perpochissimi minuti, giusto il tempo difar insaporire le ciliegie, girandole nellosciroppo con un cucchiaio di legno elasciando addensare un poco il liquidodi cottura.Appena le ciliegie si saranno intiepi-dite, potrete sistemarle nel fondodella coppa e metterle in frigo,tenendo da parte un pochino disciroppo che verserete in ulti-mo sul dessert completato.Dopo circa un’ora potretefinalmente comporre il des-sert, unendo alle ciliegie lacrema di panna e ricotta,quindi decorando con ibiscotti glassatialla menta.

*Le delizie per gli occhi e per il palato di que-sta rubrica sono tutte sul blog:

http://ammodomio.blogspot.com

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Una donna, la Beckham, che cogliel’essenza della vita senza perdersi indettagli inutili. Non è importanteconoscere la regola del fuorigioco o ladifferenza tra un cartellino giallo e unorosso; non serve sapere perché i ven-tidue giocatori non comprino un pal-lone ciascuno anziché rincorrere tuttilo stesso. A Victoria Beckham nonserve neppure seguire i Mondiali. Se citengono tanto, saranno loro a seguirelei. Victoria non ha bisogno di capiresuo marito quando le racconta diallenamenti e partite: la moglie di un

elettricista sa forse com’è fatto unimpianto elettrico? Al massimo, forse,c’è un nesso tra il calcio e il suo contoin banca, ma non è essenziale. L’essen-ziale è il “goal”. Per tutto il resto, c’èMastercard.

Prof.ssa Adele MeccarielloDocente di Etica Wag presso la Pia Universitàdi Uppsala.

“I don't know much about football. Iknow what a goal is, which is surelythe main thing about football.”Trad.: ‘Non so molto di calcio. So cos’èun goal, che è sicuramente la cosa prin-cipale del calcio.’

Victoria Beckham, cantante, stilista,modella, moglie di David Beckham.

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Veronese, Tintoretto... - Mostra Pinacoteca (Conversano)

1MAR

General Levy Live Il Casale (Toritto)

1MAR

Giochi Virtuosi – MostraSpazio Giovani (Bari)

1MAR

Man Ray –MostraLorusso Arte Design (Andria)

1MAR

Dedicato a… Auditorium La Vallisa (Bari)

1MAR

Il Samà, danza e musicaCattedrale di Molfetta

2MER

Notre Dame di de Machault Duomo di Molfetta

3GIO

Incontro con M. ValenteSala Turtur (Molfetta)

4VEN

Donatori d’organo LiveOasi San Martino(Acquaviva)

4VEN

Swap Party Centro Comm Mongolfiera (Bari)

6DOM

Max Giusti ShowFiera del Levante (Bari)

10GIO

Marco Carta LiveMediaworld (Bari)

11VEN

Apulia Tango FestivalSerata finale (Bari)

2MER

Una tira l’altraAuditorium La Vallisa (Bari)

2MER

Premio Levante Circolo Unione (Torre a Mare)

12SAB

A. Rezza e F. MastrellaLe Macerie (Molfetta)

12SAB

*Max Giusti10 Giugno, Bari

*

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BB King LiveAnfiteatro di Ponente (Molfetta)

12SAB

Gigi d’Alessio LiveFiera del Levante (Bari)

12SAB

Emma + Nina Zilli LiveFiera del Levante (Bari)

13DOM

Rally del SalentoLecce

17GIO

Jolaurlo Live Oasi San Martino(Acquaviva)

20DOM

Belvedere MotopartyCastellana Grotte (Bari)

20DOM

Avishai Cohen www.bariinjazz.it (Bari)

22MAR

Funk Off www.bariinjazz.it (Bari)

22MAR

Pippo D’Ambrosio – Solo www.bariinjazz.it (Bari)

23MER

Fabio Accardi – Arcoiriswww.bariinjazz.it (Bari)

23MER

Ivan Lins Quintetwww.bariinjazz.it (Bari)

23MER

Improbabilbandwww.bariinjazz.it (Bari)

23MER

Giorgio Vendola – Solowww.bariinjazz.it (Bari)

22MAR

Quartetto Jazzwww.bariinjazz.it (Bari)

22MAR

G. Del re & V. Abbracciantewww.bariinjazz.it (Bari)24

GIO

V. Di Modugno – Organ Triowww.bariinjazz.it (Bari)

24GIO

*BB Kingin concerto il 12 a Molfetta

*Jolaurloin concerto il 20ad Acquaviva

*

*

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Remembering Weather Reportwww.bariinjazz.it (Bari)

24GIO

Bandadriaticswww.bariinjazz.it (Bari)

24GIO

Michael Jackson TributeDemodè Tour @ Renoir (Bari)

25VEN

Tristango www.bariinjazz.it (Bari)

25VEN

Spajazzywww.bariinjazz.it (Bari)

25VEN

Malcom X Suitewww.bariinjazz.it (Bari)

25VEN

Nicola Conte Jazz Combowww.bariinjazz.it (Bari)

25VEN

Recchiabilly LiveOasi San Martino (Acquaviva)

25VEN

I Sagra della FrittellaOfficine dello Sport (Modugno)

26SAB

* *Nicola Conte Jazz Comboin concerto il 25 a Bari

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6GIO

Mostra: 1087Sala Murat (Bari)