SuperTennis Magazine - 2 marzo 2016

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GLI ALTRI CONTENUTI Tennis da oscar Pag.3 - Programmazione tv Pag.9 - ATP/ WTA: le magnifiche 7 (+1) della settimana Pag.10 - Focus: Jelena Ostapenko Pag.14 - I numeri della settimana Pag.16 Prequalificazioni IBI 16: la tappa di Firenze Pag.18 Circuito Fit-Tpra: i Provinciali al Foro Italico Pag.20 - Racchette: più lunga, ti allunga Pag.24 - La regola del gioco: sospensione per oscurità, facciamo luce... Pag.26 Anno XII - n.8 - 2 marzo 2016 LA RIVISTA Risposta al servizio: migliora in 5 mosse Gli aspetti da curare per giocare al meglio un colpo fondamentale Pag.22 Camporese racconta: “A Pesaro fu magia” L’ex azzurro nel 1997 era n.167 quando battè Moya, n.8 del mondo Pag.6 Laaksonen e gli altri Allarme rossocrociato La Svizzera senza Federer e Wawrinka si affida a un finlandese tosto... Pag.4 Racchette: i segreti degli azzurri a Pesaro Dal box dell’incordatore il tuning di Seppi, Bolelli, Lorenzi e Cecchinato Pag.25 Pronti per la Davis: la nuova coppia Infortunato Fognini, Seppi e Bolelli provano il doppio vincendo a Dubai Pag.10

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L'uscita di SuperTennis Magazine di mercoledì 2 marzo 2016

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GLI ALTRI CONTENUTITennis da oscar Pag.3 - Programmazione tv Pag.9 - ATP/WTA: le magnifiche 7 (+1) della settimana Pag.10 - Focus: Jelena Ostapenko Pag.14 - I numeri della settimana Pag.16 Prequalificazioni IBI 16: la tappa di Firenze Pag.18 Circuito Fit-Tpra: i Provinciali al Foro Italico Pag.20 - Racchette: più lunga, ti allunga Pag.24 - La regola del gioco: sospensione per oscurità, facciamo luce... Pag.26

Anno XII - n.8 - 2 marzo 2016

LA RIVISTA

Risposta al servizio:migliora in 5 mosseGli aspetti da curare per giocare al meglio un colpo fondamentale

Pag.22

Camporese racconta: “A Pesaro fu magia”

L’ex azzurro nel 1997 era n.167 quando battè Moya, n.8 del mondo

Pag.6

Laaksonen e gli altri Allarme rossocrociatoLa Svizzera senza Federer e Wawrinka

si affida a un finlandese tosto...

Pag.4

Racchette: i segreti degli azzurri a Pesaro

Dal box dell’incordatore il tuning di Seppi, Bolelli, Lorenzi e Cecchinato

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Pronti per la Davis: la nuova coppia

Infortunato Fognini, Seppi e Bolelli provano il doppio vincendo a Dubai Pag.10

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prima pagina

Tennis da oscar di Enzo AndErloni

La scorsa settimana SuperTen-nis ha trasmesso in diretta la partita più bella dell’anno. Un match che, anche se era solo

il 26 febbraio, potrebbe già candi-darsi all’Oscar del tennis 2016, come incontro più spettacolare della sta-gione. Sarà difficile batterlo. Rober-ta Vinci e Agnieszka Radwanska, nei quarti di finale del Qatar Open di Do-ha hanno dato vita a tre set con una tale densità di prodezze che la stessa Wta, sul sito ufficiale, nel resoconta-re l’incontro ha affermato che molti dei singoli punti giocati si potevano già candidare a “Shot of the year”, colpo dell’anno. Il fatto che la campionessa polacca, n. 3 del mondo, alla fine abbia vinto, 3-6 6-2 6-3, passa in secondo piano: la bellezza dello spettacolo è stata tale che il cosiddetto “popolo dei so-cial” si è immediatamente scatenato nei commenti, tirando in ballo anche i numi tutelari del tennis maschile di oggi. Nemmeno i primi della classe, Nole Djokovic e Andy Murray nell’e-vento più importante finora, la finale degli Open d’Australia avevano, se-condo molti degli appassionati, rag-giunto momenti di classe, magia ed emozione tennistica come quella of-ferta ripetutamente da Roberta e Aga sul “duro” di Doha. E in effetti, chi si sia perso il match può rendersi pie-namente conto dei fuochi artificiali con racchetta che hanno colorato il campo quel giorno approfittando an-che solo delle sintesi di pochi minuti che si trovano su YouTube. Traccian-ti da fondo, incrociati strettissimi, smorzate, morbide volée, pallonetti millimetrici, recuperi impossibili. Il tutto nell’ottica del punto ricercato

DIRETTOREAngelo Binaghi

COMITATO DI DIREZIONEAngelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina

DIRETTORE RESPONSABILEEnzo Anderloni

COORDINAMENTO REDAZIONALEAngelo MancusoSUPER TENNIS TEAMAntonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica)

FOTOGetty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli

HANNO COLLABORATOGiovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio

A CURA DISportcast srlVia Cesena, 58 - 00182 [email protected]

PROGETTO GRAFICO REALIZZAZIONEEdisport Editoriale Srl

REDAZIONE E SEGRETERIAStadio Olimpico - Curva NordIngresso 44, Scala G00135 RomaInfo: [email protected]. Tribunale di Roma n. 1/2004

dell’ 8 gennaio 2004

Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www.federtennis.it e www.supertennis.tve spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected]

mescolarsi delle star del tennis con quelle del cinema, la comune idea di spettacolo, evoca un concorso simile anche nel nostro sport. Perché non dare anche noi degli Oscar legati alla bellezza e alle emozioni che il gioco e i suoi attori sono in grado di evoca-re? In fondo è di questo che ci nutria-mo noi, seduti intorno al campo ad osservare i grandi. E’ il tennis di Vinci e Radwanska che vorremmo sempre vedere. E invece ci toccano, con ri-spetto parlando, sempre più spesso dei Djokovic-Murray, di mostruosa, inesorabile, interminabile… bravura.P.S. Giusto per cominciare, le tre no-mination per “l’Oscar” della giocatri-ce del mese WTA sono: Roberta Vinci, Sara Errani e Carla Suarez Navarro. Alla WTA, sono avanti…

con la variazione e l’abilità anziché con la ripetizione e con il muscolo, che fanno da riferimenti estremi del modo di vedere il tennis moderno. Donne affascinanti per come hanno giocato a tennis, a prescindere dal fat-to che siano anche delle belle donne. Donne che in questo frangente hanno sorpassato gli uomini proponendo un modello di spettacolo che sui campi dell’Atp sta diventando rarissimo se da una parte della rete non c’è il si-gnor Roger Federer. Il quale, facendo di necessità virtù, in fase di convalescenza post-menisco, è andato a godersi dal vivo l’assegna-zione dell’Oscar all’amico Leonardo Di Caprio. E là ha incontrato, inguai-nate di bianco sul red carpet, Serena Williams e Maria Sharapova. Questo

11 giugno, il matrimonio dell’annoOrmai la notizia, riservata, è sfuggita di mano: la data del matrimonio tra Flavia Pennetta e Fabio Fognini è di domi-nio pubblico. La coppia più bella del mondo del tennis convolerà a nozze sabato 11 giugno prossimo (nel calendario del tennis è il weekend subito dopo il Roland Garros). La cerimonia è in programma nella cattedrale di Ostuni e il ri-cevimento nel resort a cinque stelle di Borgo Egnazia a Fasano (lo stesso del matrimonio tra gli attori Justin Timber-lake e Jessica Biel). L’amministrazione comunale sta già preparando un piano del traffico speciale per quel giorno...

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verso la davis

Senza Federer e Wawrinka, a Pesaro contro l’Italia gli elvetici portano Antoine Bellier, Adrien Bossel, Marco Chiudinelli e lui. Metà svizzero, metà finlandese. Dovrebbe essere il più competitivo sulla terra rossa

È Laaksonen il piùrosso tra i crociati

di riccArdo Bisti - foto GEtty imAGEs

Mentre Michael Stich metteva a punto il suo successo a Wim-bledon, Sandro Della Piana si recava in Finlandia. Modesto

giocatore svizzero, mai oltre il n.325 Atp, pensava che il circuito satellite a Lohjan Kunta fosse una buona occasio-ne per dare ossigeno alla sua carriera. In quel luglio 1991, Della Piana capì che non avrebbe mai avvicinato Marc Rosset e Jakob Hlasek, migliori svizzeri dell’epoca. In singolare perse sempre al primo turno, fece qualcosa di meglio in doppio insieme al finlandese Pasi Vir-tanen, nome che ritroveremo in questa storia. Ma in quei giorni successe anche altro: Della Piana conobbe una bella ragazza del posto, di nome Pirjo. Più che amore a prima vista, fu un colpo di

Henri Laaksonen, metà finlandese e metà

svizzero, è n.177 al mondo e sarà a Pesaro

contro l’Italia

fulmine. Le date coincidono in misura scientifica: nove mesi dopo, il 31 marzo 1992, nacque Henri Laaksonen. In quei giorni, Della Piana si trovava negli Sta-ti Uniti per giocare altri tornei satellite. L’amore con Pirjo era sfumato presto, ma era rimasto il dono più bello: un ra-gazzo sano, dai geni perfetti per intra-prendere la carriera di sportivo, giacché anche la madre aveva giocato a tennis. Il destino ha preso forma quando Henri ha incontrato Pasi Virtanen.

Tra Bossel e ChiudinelliGià, lo stesso che in quei giorni galeotti faceva coppia con il padre. Virtanen è un tipo preciso, in gamba. Per anni ha alle-nato l’estone Jurgen Zopp e dopo ogni partita si recava dallo staff del torneo, chiedendo una stampa delle statistiche del match. Vuole sempre analizzare tutto. È stato lui a plasmare il tennis di Laaksonen, forse il più temibile tra i no-stri avversari nell’imminente weekend di Pesaro. Senza Roger Federer (che ha ripreso ad allenarsi dopo l’intervento al ginocchio) e Wawrinka (che ha scelto una danarosa esibizione negli States), il team

Marco Chiudinelli, 34enne ed ex Top 60 Atp, è l’unico svizzero presente a Pesaro che faceva parte del team vincitore della Davis nel 2014 (con Federer, Wawrinka e Lammer)

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verso la davis

svizzero di Coppa Davis è un pozzo da scoprire, fonte alternativa di conoscen-za tennistica. Di Antoine Bellier non si sa nulla, probabilmente Severin Luthi l’ha scelto per fargli fare esperienza. Adrien Bossel è noto per avere un pace-maker, frutto di una vecchia operazione al cuore. L’unico con un po’ di pedigree è Marco Chiudinelli, ex top 60 Atp che a 34 anni ha ritrovato smalto. Qualche giorno fa ha vinto il terzo challenger in carriera, a Wroclaw. Il più importante, a quasi sette anni dall’ultimo. “Non avessi avuto un mare di infortuni, il mio posto sarebbe stato a ridosso dei primi 50”, ha detto. Purtroppo per lui, a Pesaro si giocherà sulla terra battuta. E allora, vo-lendo credere alla sua biografia sul sito Atp, l’avversario più pericoloso dovreb-be essere proprio Laaksonen. C’è scritto che la sua superficie preferita è la terra battuta. Sarà, anche se non ci gioca dallo scorso agosto. Numero 177 Atp, è gros-somodo la sua miglior classifica, ma è in ritardo. Nel 2013 si era già affacciato tra i Top-200. Un brutto infortunio nel 2014 lo ha costretto a fermarsi, poi la fretta di tornare non gli ha dato una mano. E la classifica ha ripreso a piangere.

Mezzo finlandese,mezzo svizzeroPerò ha chiuso alla grande il 2015, vin-cendo il suo primo challenger a Cham-paign, battendo in finale quel Taylor Fritz che oggi sta facendo sfracelli. Già che c’era, ha vinto anche la settimana dopo a Waco, Texas. Ma quello era un Futures. Qualche settimana fa ha passa-to le qualificazioni e un turno al torneo Atp di Memphis. Exploit sui campi duri, ma sufficienti per provare a conoscerlo meglio. Scavando qua e là, si scopre un personaggio interessante, combattuto tra due culture: la Finlandia della mam-ma e la Svizzera di papà. “In Svizzera fa più caldo, non c’è bisogno di guidare così spesso con le catene da neve”, ha scherzato in una delle rare interviste. Si è formato tennisticamente a Lohjan Kun-ta e non c’è dubbio che Virtanen abbia fatto un buon lavoro: nel 2008 ha vinto i campionati europei Under 16. L’anno do-po ha colto le semifinali al Roland Garros Junior. Questi risultati hanno convinto Kim Tiilikainen a convocarlo in Coppa Davis ad appena 17 anni. Senza Jarkko Nieminen, la Finlandia si trovò 1-2 con-tro il Principato di Monaco. Con le spalle al muro, lo mandò in campo e lui vinse in cinque set contro Clement Morel. Pe-rò la Finlandia iniziava a stargli stretta. Capì che il tennis poteva dargli da man-giare, allora fece un paio di tappe esplo-rative in accademie tedesche e francesi. Niente di che. Poi, l’illuminazione: per-ché non dare un’occhiata nel paese di papà? Dopo il ritiro, Sandro Della Piana si è riciclato come coach e non ha mai rinnegato il figlio. Si sono conosciuti e

apprezzati, tanto che il padre gli ha dato più di un consiglio e lo ha ospitato nel-la sua accademia di Schaffausen. E così, grazie al doppio passaporto, ha trovato posto presso il Centro Tecnico Nazionale di Biel (Bienne, per i francofoni). Da lì, la scelta di giocare per la Svizzera. “In Fin-landia non ci sono compagni di allena-mento, ci sono meno allenatori validi e ancor meno tornei. Al contrario, in Sviz-zera c’è tutto quello di cui ho bisogno”, disse per giustificare la scelta. All’epo-ca le frontiere della Davis erano ancora aperte: chi aveva già rappresentato una nazione poteva vestire un’altra divisa, a patto di avere i documenti in regola e tre anni di verginità tennistica. Preoccupa-ti dall’assenza di ricambi, gli svizzeri lo hanno preso al volo e nel 2013 ha esor-dito con la nuova nazionale. Lo ha fatto anche bene, scippando un set a Tomas Berdych. Ma per questo ragazzo timido, che non ride quasi mai, l’incidente diplo-matico era dietro l’angolo. E non riguar-da le sue competenze linguistiche: Henri parla finlandese e inglese, ma fatica con il tedesco, lingua più parlata in Svizzera. Francese e italiano? Manco a parlarne.

La questione WawrinkaNel settembre 2013, la Svizzera ha ospi-tato l’Ecuador in uno spareggio per re-stare nel World Group. Laaksonen era in squadra, diceva che i consigli di Wawrin-ka erano utili e preziosi per un giovane.

Ma alla vigilia del match è successo qual-cosa. Qualcuno sostiene che Laaksonen fosse troppo indolente durante un alle-namento, qualcun altro che voleva pal-leggiare “alla pari” con Wawrinka, igno-rando le esigenze del compagno: Stan doveva entrare in palla e aveva bisogno di uno sparring partner. Comunque sia, fu cacciato dal team. E Wawrinka non le mandò a dire. “In Svizzera ci sono alcu-ne giovani promesse: tra loro, purtrop-po, c’è qualcuno che pensa che tutto sia permesso e tutto sia dovuto. Se Henri non è con noi oggi è perché certi com-portamenti non sono accettati. Alla sua età, con la sua classifica e i tanti aiuti di Swiss Tennis, non ci si può permettere di offendere i coach e il capitano. Non voglio più condividere un campo da ten-nis con lui”. Swiss Tennis lo ha multato, anche se non è mai stata diffusa l’entità della sanzione. L’anno dopo fu fatto fuo-ri dal team, salvo che per il match con-tro il Kazakhstan, dove prese il posto di Marco Chiudinelli (pur senza giocare). Non fu tenuto in considerazione per semifinale e finale, ma lo scorso anno è tornato protagonista. Mentre l’etichet-ta di “cattivo” è passata a Yann Marti, che fu letteralmente cacciato per i litigi con compagni e capitano (non accettò il mancato schieramento nella prima gior-nata, si sussurra che qualcuno abbia al-zato le mani), Laaksonen ha infilato due prestazioni d’oro, totalmente inattese. Ha battuto prima Ruben Bemelmans e poi Steve Darcis, in trasferta, entrambi in cinque set. La doppia impresa non è bastata per espugnare Liegi, ma è suf-ficiente per definirlo uomo-Davis e per considerarlo meritevole di rispetto in vi-sta di Pesaro.

Per Federer è un Top 100È un tipo strano, Laaksonen: esulta po-co, quasi non sorride. Dopo la vittoria su Darcis si è concesso l’unico vezzo di lasciar cadere per terra la racchetta. Per il resto è indecifrabile. Il linguaggio del corpo è quasi dimesso, ma il ten-nis non è male. Buon rovescio bimane, dal bel movimento compatto, dritto un po’ artigianale ma efficace, servizio che scimmiotta alla lontana il movimento di Novak Djokovic. I suoi compagni hanno speso buone parole su di lui. Federer è convinto che potrà acciuffare i Top 100, lui dice che i primi 50 possono essere al-la portata. Il problema principale riguar-da la continuità: la scorsa settimana ha giocato il torneo Futures di Trimbach e ha perso nei quarti contro Daniil Medve-dev, 20enne russo che non ha alcun le-game con l’ex n.4 Atp. Non esattamente il miglior viatico per battere gli azzurri, tuttavia la storia della Davis insegna che le classifiche vanno a farsi benedire, così come i pronostici. Lo dice anche la storia di Laaksonen, il finlandese che non ride mai e gioca per la Svizzera.

Adrien Bossel ha già vestito la maglia della nazionale Svizzera ed è noto nel tour perché gioca a livello professionistico (oggi è n.344 Atp) nonostante sia costretto a portare un pacemaker

Svizzeri fumantini: Henri Laaksonen (a Pesaro contro l’Italia) e Yann Marti (ormai fuori dal team Svizzera), entrambi hanno avuto più di qualche discussione con gli altri membri della squadra e con il capitano. Laaksonen in particolare non è in buoni rapporti con Stan Wawrinka

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verso la davis

Nell’aprile 1997 Camporese superò Carlos Moya e la Spagna trascinando l’Italia in semifinale. Lui era n.167 al mondo, il suo avversario era n.8. “Non fu un miracolo, fu una sorpresa”. Italia-Svizzera si gioca lì

Pesaro, 20 anni fa:la magia di Omar

di VincEnzo mArtucci - foto ArchiVio fit

Da Pesaro a Pesaro, dalla Spagna alla Svizzera, la coppa Davis torna dove firmò un miracolo. L’eroe di quei giorni, 4-6 aprile

1997, fu Omar Camporese, oggi diretto-re tecnico del Green Garden Mestre. Ar-rivò a Pesaro da numero 167 del mondo, ripescato dopo l’ennesimo infortunio, come l’ombra del campione che, nel 1991, aveva vinto Rotterdam battendo in finale Lendl e nel ’92 Milano superan-do Ivanisevic. Una ex grande promessa che si aggrappa a un’occasione e ne esce alla grandissima.Omar, qual è il primo flash che le tor-na alla mente di quei giorni di gloria?“Mamma mia, era il secondo turno, ci eravamo arrivati dopo aver battuto il Messico, io stavo cercando di recuperare dopo il problema al braccio. Avevo avuto la fiducia del capitano (Adriano Panatta, ndr) e del gruppo, ero convinto che, sul veloce, contro avversari anche forti co-me quelli avremmo potuto fare un buon match”.Quanto ottimismo, eppure avete di fronte Carlos Moya ed Albert Costa, numeri 8 e 12 del mondo.“Eravamo consapevoli della nostra forza: in doppio, io e Diego (Nargiso, ndr), sa-pevo che Roig poteva diventare un ‘alle-ato’, Renzo (Furlan, ndr) stava giocando bene e, insomma, al di là della classifica, sul veloce indoor, non eravamo tanto

lontani dagli spagnoli”.Anche se Moya era andato in finale agli Australian Open?“Anche se Moya era andato in finale agli Australian Open. Perché l’anno prima ci avevo giocato a Monte-Carlo, ci avevo perso, ma in tre set, lottando, e sapevo che come gioco mi somigliava, giocava di spinta come me, e non mi dava fa-stidio. Del resto io, in certe condizioni, sapevo che potevo giocarmela con tutti. Vincere no, ma giocarmela sì”.

I primi due set con Moya furono un calvario, due set equilibrati, persi entrambe al tie-break.“Si poteva anche temere che sarei crolla-to alla distanza, dopo tanto tempo senza match al meglio di 5 set e di così alto livello. Ma io mi sentivo bene, avevo la-vorato tanto con Pino Carnovale, l’uomo che mi ha davvero cambiato sia a livel-lo mentale che di preparazione fisica. E poi, ricordo che avevo perso un set point con un doppio fallo”.

Omar Camporese è nato a Bologna l’8 maggio 1968. Il 10 febbraio 1992 è stato n.18 delle classifiche mondiali, suo best ranking

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La rimonta da 6-7 6-7, fino al 6-1 6-3 6-2 del primo, importantissimo, pun-to, fu un miracolo?“Fu una sorpresa, fu una partita molto importante per me, fu una spinta impor-tantissima per rimettermi in carreggiata e sentirmi di nuovo forte ed importante. Quei tie-break li persi, ma senza stress, senza essere dominato o domato, ero lì lì, non avevo pressione, tutta la squadra era con me, era doveroso tentare. Era-no le condizioni ideali per me. Magari ho pagato l’emozione e la disabitudine a palcoscenici così importanti, ma poi appena sono salito, lui è calato e, si sa com’è il tennis, bastano una-due palle, e la partita cambia aspetto. Nel terzo

set sono andato subito avanti e mi so-no esaltato. Io sono sempre stato così, a maggior ragione in coppa Davis, da-vanti a tanta gente, anche davanti alla tv.

Quello storico 4-1 a Moya & Co,il tabellino di Pesaro 1997Finì 4-1 per l’Italia. Dopo il primo venerdì di gare gli azzurri conducevano a sorpresa per 2-0, grazie ai successi di Omar Camporese su Carlos Moya (all’epoca n.8 al mondo) e di Renzo Furlan su Albert Costa (allora n.12). Poi, il doppio chiuse i conti con un giorno d’anticipo.Singolare 1: O. Camporese b. C. Moya 6-7(8) 6-7(4) 6-1 6-3 6-3Singolare 2: R. Furlan b. A. Costa 4-6 6-3 4-6 6-4 6-1Doppio: O. Camporese / D. Nargiso b. F. Roig / J. Sanchez 5-7 7-6(0) 6-2 7-6(5)Singolare 4: C. Moya b. M. Martelli 6-7 6-4 6-3Singolare 5: O. Camporese b. A. Costa 6-2 3-6 6-4

In alto, 4 aprile 1997, Omar Camporese vince il primo singolare contro Carlos Moya, n.8 al mondo. Poi, sabato 5, in coppia con Diego Nargiso (sopra a destra) vince il doppio e regala il 3-0 all’Italia. Più a sinistra, in tuta azzurra, Renzo Furlan e Marzio Martelli

Giochi per i compagni, per la nazionale, lotti fino alla fine, dai anche più del mas-simo”.Quel Camporese che, a sprazzi, gio-cava da ‘top ten’, ma non ha mai avu-to continuità, fa ancora rabbia.“Nel ’91-’92 valevo i primi 10, non ho rimpianti perché sono convinto che mi sono allenato tanto e bene con Riccardo Piatti e Carnovale, anche 8 ore al giorno. Il rimpianto è che sono stato sfortunato con quell’infortunio al braccio, non per-ché sia stata in qualche modo colpa mia. In questo sono tranquillo”.Con Nargiso, eravate un doppio dav-vero forte, sul veloce.“Quello era il punto sicuro, fondamenta-le, visto che non c’erano Emilio Sanchez e Casal, e neppure Bruguera. Mentre Roig poteva essere un ponto di forza per noi”.Concesso: un punto in singolare alla Spagna nella prima giornata si pote-va pure strappare, ma due, arrivare 2-0 venerdì sera non era un sogno?“No, perché Renzo stava giocando bene. Non vidi i suoi 5 set con Costa, rientrai subito in albergo, dovevo recuperare per il doppio di sabato, ero nervoso, ma sol-levato, per Renzo era ben diverso anda-re in campo sull’1-0, gli avevo dato tran-quillità. Ricordo ancora adesso quando lo incrociai per cinque minuti in albergo, la sera tardi, eravamo tutti e due esausti, ma felici e carichi a mille. Non potevamo farci sfuggire il doppio...”.Quelli sono i famosi momenti che non si dimenticano più.“Sono unici perché non sono solo tuoi, ma della squadra, eravamo un gruppo unito, perfetto, giocavamo l’uno per l’altro, eravamo lì a tifare a sostenere il compagno, bello, bellissimo. Come quel 3-0 alla fine, sono immagini che porto dentro di me, per sempre”.Oggi l’Italia non ha Camporese, il giocatore col cazzotto.“Che belle sensazioni, quelle, per un giocatore. Anche l’avversario lo sa che avrebbe fatto fatica contro uno come me, e temeva quel servizio e quel drit-to... Peccato per Simone Bolelli: ha i col-pi, mi somiglia, non è ancora riuscito ad esprimersi a livello più alto, anche per qualche infortunio, Peccato davvero, è uno che sul veloce può far male a chiun-que. Come me allora”.

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Le dirette da Pesaroverso la davis

Week-end in diretta, prima gli azzurri poi Francia-Canada

La Voce delle Regionisi rinnova, ecco comeA partire dal mese di marzo uno dei grandi classici di SuperTennis si rinnova. Si tratta de La Voce delle Regioni, il format che racconta il tennis dai vari circoli e dalle province d’Italia. Nuova sarà la programmazione, che modifica la messa in onda e che dà l’opportunità di inserire le varie puntate tra le fasce di tennis live, aumen-tando così la visibilità. La programmazione per ora è prevista dal lunedì al venerdì, ma non si escludono appuntamenti anche durante il week-end. Questa settimana, con la Coppa Davis, la programmazione si fermerà al giovedì. Dunque, per andare a pieni giri con le novità bisognerà attendere la prossima.

Giovedì 301:00 - Coppa Davis 2014, Svizzera vs Italia Doppio04:30 - Klizan vs Monfils, ATP 500 Rotterdam Finale (replica)06:30 - I miti del Foro Sara Errani07:00 - WTA Doha Finale (replica)08:45 - La Voce delle Regioni09:00 -Goffin vs Murray, Finale Coppa Davis 201512:00 - ATP 250 Marsiglia Finale14:15 - Magazine ATP14:45 - Tennis Parade15:00 - I miti del Foro Sara Errani15:30 - Errani vs Strycova, WTA Dubai Finale16:45 - La Voce delle Regioni17.00 - News17:05 -Mladenovic vs Giorgi, Francia vs Italia 1° turno Fed Cup19:00 - ATP 500 Dubai (replica)20:45 - La Voce delle Regioni21:00 - News21:05 - Tennis Parade21:15 - Federer vs Fognini, Coppa Davis 201423:30 - Magazine ATP

Venerdì 400:00 - ATP 500 Acapulco Finale (replica)02:00 - Magazine ATP02:30 - ATP 500 Dubai (replica)04:30- ATP 250 Sao Pualo Finale (replica)06:45 - Tennis Parade07:00- ATP 500 Dubai Finale (replica)08:45 - La Voce delle Regioni09:00 - Reloaded Fed Cup 201510:00 - I miti del Foro Sara Errani10:30- WTA Doha (replica)12:30 - Best of Coppa Davis 201513:30 - Studio LIVE14:00 - LIVE Coppa Davis Italia vs Svizzera19:45 - Studio LIVE20:00 - LIVE Coppa Davis Francia vs Canada22:00 - Coppa Davis Italia vs Svizzera (replica)

Sabato 500:00 - LIVE WTA Monterrey QF04:00 - Coppa Davis Francia vs Canada 1° singolare (replica)06:30 - Coppa Davis Francia vs Canada 2° singolare (replica)09:00 - Coppa Davis Italia vs Svizzera 1° singolare (replica)11:30 - Coppa Davis Italia vs Svizzera 2° singolare (replica)13:30 - WTA Monterrey (replica)15:30 - Studio LIVE16:00 - LIVE Coppa Davis Italia vs Svizzera18:45 - Studio LIVE19:00 - LIVE Coppa Davis Francia vs Canada22:00 - Studio LIVE22:30 - I miti del Foro Sara Errani23:00 LIVE WTA Monterrey SF

Domenica 601:00 LIVE WTA Monterrey SF03:00 - Coppa Davis Italia vs Svizzera Doppio (replica)06:00 - Coppa Davis Francia vs Canada Doppio (replica)09:00 - WTA Monterrey (replica)11:00 - Coppa Davis Italia vs Svizzera Doppio (replica)13:30 - Studio LIVE14:00 - LIVE Coppa Davis Italia vs Svizzera19:45 - Studio LIVE20:00 - LIVE Coppa Davis Francia vs Canada

Lunedì 701:00 LIVE WTA Monterrey F03:00 - Svizzera vs Italia, Coppa Davis 3° singolare06:00 - Svizzera vs Italia, Coppa Davis 4° singolare09:00 - WTA Monterrey Finale (replica)11:00 - Coppa Davis Francia vs Canada, 3° singolare (replica)14:00 - Coppa Davis Francia vs Canada 4° singolare (replica)16:45 - La Voce delle Regioni17.00 - News17:05 - Svizzera vs Italia, Coppa Davis 3° singolare20:45 - La Voce delle Regioni21:00 - News21:05 - I miti del Foro21:30 - Svizzera vs Italia, Coppa Davis 4° singolare

Martedì 800:30 - Coppa Davis Francia vs Canada 1° singolare (replica)03:30 - Coppa Davis Francia vs Canada 2° singolare (replica)06:30 - WTA Monterrey Semifinale (replica)08:30 - Tennis Parade08:45 - La Voce delle Regioni09:00 - Svizzera vs Italia, Coppa Davis 1° singolare12:00 - WTA Dubai (replica)14:00 - Svizzera vs Italia, Coppa Davis 2016 2° singolare16:15 - I miti del Foro16:45 - La Voce delle Regioni17.00 - News17:05 - Coppa Davis Francia vs Canada, Doppio (replica)20:45 - La Voce delle Regioni21:00 - News21:05 - Svizzera vs Italia, Coppa Davis Doppio

Mercoledì 9 00:00 - WTA Monterrey Finale (replica)02:00 - ATP 500 Rio de Janeiro (replica)04:00 - WTA Dubai (replica)06:00 - ATP 500 Rotterdam (replica)08:15 - I miti del Foro08:45 - La Voce delle Regioni09:00 - Svizzera vs Italia, Coppa Davis 3° singolare11:00 - Coppa Davis Francia vs Canada 3° singolare (replica)14:00 - Svizzera vs Italia, Coppa Davis 4° singolare16:45 - La Voce delle Regioni17.00 - News17:05 - WTA Monterrey Finale (replica)19:30 - Magazine Atp20:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells21:55 - News22:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells23:45 - La Voce delle Regioni

Diego Nargiso da qui ci è già passato. Da Pesaro, per l’e-sattezza. Era il 1997, con Omar Camporese, in doppio,

portò agli azzurri il punto decisivo che ‘matò’ la Spagna di Moya e Costa e mandò l’Italia in semifinale. Questa volta il partenopeo tornerà in altre vesti, quasi vent’anni dopo: sarà a bordo campo e sarà la voce tecnica di SuperTennis Tv. Sarà lui al commen-to, ad accompagnare gli appassionati lungo un week-end molto diverso da quello che fu. C’era il sintetico, ora la terra rossa, c’erano due Top 10 e oggi ci sono le secondo linee svizzere, a

rimpiazzare Federer e Wawrinka. Ma c’è comunque una partita da vincere, un primo turno di World Group da non sottovalutare. Sugli schermi di SuperTennis (canale 64 del digitale terrestre, numero 224 della piattafor-ma Sky, numero 30 di TivùSat e stre-aming web su www.supertennis.tv) si alterneranno i nostri atleti in campo, Andreas Seppi, Simone Bolelli, Paolo Lorenzi e Marco Cecchinato, ma an-che la nostra squadra col microfono.

Tifo tricoloreCi saranno gli studi di raccordo, le immagini da bordo campo, le intervi-ste e tutte le news. In modo da vivere questo primo turno con l’attenzione che merita, nonostante i forfait di lusso dei due campionissimi elvetici, gli stessi che danzano sui palcosceni-ci più caldi degli Slam e gli stessi che, nel novembre 2014, avevano portato ai rosso-crociati la prima Insalatiera della loro carriera. All’Italia manche-rà Fabio Fognini, costretto ai box da un brutto infortunio muscolare alla

fascia addominale. Ma ciò che non mancherà è il sostegno alla truppa Barazzutti, dalle tribune di Pesaro co-sì come dai divani di tutta Italia. Tutti sintonizzati, ovviamente, su Super-Tennis. Venerdì si comincia alle 14, sabato alle 16 con il doppio e poi di nuovo domenica alle 14.

Andreas Seppi guiderà gli azzurri a Pesaro contro la Svizzera

(Foto Getty Images)

NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali

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circuito mondiale

Le magnifiche 7(+1) della settimanaFederer e Serena Williams alla notte degli Oscar non disdegnano un bicchierino da star. Mentre nel circuito vincono tre rovesci a una mano e Simona Halep sprofonda al n.76 della Race. I fischi a Djokovic meritano un capitolo a parte

di AndrEA nizzEro - foto GEtty imAGEs

Campioni da OscarIl ginocchio di Federer è sulla via del-la guarigione: durante la scorsa setti-mana, Roger è tornato ad allenarsi in campo nonostante abbia dato forfait in via precauzionale ad Indian Wells.

Non si può però dire che non abbia dei buoni motivi per volare in Califor-nia. Domenica sera, smoking e conte-gno da 007, lo svizzero ha calcato il red carpet più esclusivo del mondo, quello degli Academy Awards. Forse nel tentativo di smorzare la tensione delle grandi occasioni, Roger non ci

ha pensato due volte quando si è visto offrire un cicchetto di tequila davanti al Kodak Theater: l’ha vuotato d’un fia-to – pentendosene, per la verità. Agli Oscar c’era anche Serena Williams: i due, probabilmente un po’ brilli, sono stati sentiti discutere a suon di risate e complimenti su chi fosse il o la più

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circuito mondiale

grande di sempre tra i due. Simpatici passatempi tra divinità sportive.

Tre titoli... a una manoGuarda un po’: tre tornei, tre vincitori interpreti del rovescio a una mano. E nessuno di questi si chiama Federer. Una settimana in controtendenza che ci è stata regalata da tre tra i più ta-lentuosi giocatori del circuito. Domi-nic Thiem ad Acapulco ha confermato il suo stupefacente salto di qualità, Pablo Cuevas a San Paolo ha cavalca-

to lo stato di grazia in cui si trova da due settimane (nove vittorie di fila), ed entrambi hanno in qualche modo fatto rivalutare le due sconfitte patite da Nadal per mano loro. Dal canto suo Stan Wawrinka (nella foto a sinistra), negli Emirati, ha vinto la sua nona fi-nale consecutiva. Gli amanti dell’este-tica non si possono lamentare.

Halep, ma che succede?Se scorrete la classifica WTA limitata a questa stagione, al 76° posto trovere-te un nome che non dovrebbe essere lì: Simona Halep. La rumena ha avuto un inizio di stagione poco meno che terrificante, e tra pochi giorni dovrà provare a difendere il titolo vinto a

Indian Wells lo scorso anno per non perdere una montagna di punti. Dopo la semifinale a Sydney, Simona ha vin-to una sola partita perdendone invece quattro. A Doha si è fatta rimontare un vantaggio di 7-6 4-1 da Elena Ve-snina. Dopo le due stagioni strepito-se vissute nel 2014 e 2015, la rumena sta entrando in una fase delicatissima: per le sue ambizioni, sarebbe una de-lusione se il biennio appena trascorso si rivelasse essere il migliore della sua carriera.

Anche Seppi vince i doppiPare che sia proprio vero: gli italiani sono tornati a essere doppisti di suc-cesso. Ed è un’ottima conferma a po-

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circuito mondiale

chi giorni dalla sfida di Pesaro contro la Svizzera. A Dubai, con il suo compa-gno abituale infortunato, Simone Bo-lelli ha trovato in Andreas Seppi una spalla vincente e solidissima. Se per Simone è il quinto titolo in doppio, l’altoatesino non aveva mai vinto un torneo in coppia, avendo perso tutte e sei le finali disputate. Anche questa volta il brivido non è mancato: i due italiani hanno sconfitto Feliciano e Marc Lopez annullando agli spagnoli due match point. Per Andreas, che sta attraversando un periodo non brillan-tissimo in singolare, potrebbe essere una piccola svolta in positivo. E al di là del valore sportivo della vittoria, i due sono tornati dagli Emirati con un assegno da oltre 150.000 dollari.

Lo sfogo di Dubai L’ultima edizione del torneo WTA di Dubai è stata preceduta da defezioni importanti (tra cui quelle di Serena Williams, Angelique Kerber, Agniesz-ka Radwanska e Caroline Wozniacki), e si è aperta con la caduta al debut-to delle prime 8 teste di serie. Inutile dire che l’afflusso di pubblico ne ha risentito negativamente. Tra i meno contenti di tutto ciò c’è ovviamente il direttore del torneo Salah Tahlak, che si è lasciato andare a uno sfogo con-tro il tennis femminile: “Le giocatrici a volte non vedono o pensano quanto gli eventi e le città investano sui tor-nei. E noi abbiamo investito un sacco di soldi”, si è lamentato Tahlak, che accusa le giocatrici di mancanza di impegno. “Tutte le teste di serie più alte non sono venute, impattando sul-la vendita dei biglietti, che è crollata. Nel primo giorno del maschile, lo sta-dio era pieno. Per la finale femminile, era vuoto per metà. Quindi questo è un problema. Abbiamo speso un sac-co di soldi sul tennis femminile, e ab-biamo pari montepremi, ma sembra che non funzioni”. Un attacco pesan-tissimo alla Wta, che discuterà presto della questione: “Speriamo che qual-cosa cambi perché non siamo felici dell’intera situazione”, ha aggiunto Tahlak.

Le imbattibili... hanno persoA Doha si è chiusa, quasi inosservata, una delle strisce vincenti più lunghe dell’Era Open. Sania Mirza e Martina Hingis si sono fermate a 41 vittorie consecutive, battute nei quarti di fina-li da Elena Vesnina e Daria Kasatkina per 1-6 6-4 10/5. “SanTina”, nome uf-ficioso del team, aveva perso l’ultima volta in agosto, a Cincinnati. Da allora, nove titoli consecutivi che sono andati ad aggiungersi ai quattro già vinti dal-la coppia n.1 del mondo: le due spe-cialiste hanno un totale di 90 titoli in

due (54 Martina, 36 Sania), e al Roland Garros andranno a caccia del quarto titolo Slam consecutivo. La striscia, per quanto impressionante, comun-que impallidisce davanti al record virtualmente irraggiungibile fissato da Martina Navratilova e Pam Shriver: 109 vittorie in fila tra il 1983 e il 1985.

Kyrgios e Stan controC’è stato chi, per l’occasione, si era preparato pop corn e birra: a Dubai è andato in scena il primo scontro tra Nick Kyrgios e Stan Wawrinka dopo il

famigerato episodio dell’estate scorsa, quando il giovane australiano aveva detto - a portata dei microfoni di bor-docampo - “mi spiace dirtelo, ma Kok-kinakis si è fatto la tua ragazza”. Que-sta volta non sono state tirate in ballo fidanzate, giovani colleghi e presunti tradimenti. E in generale l’evento non è stato all’altezza delle attese: la par-tita è stata condizionata dall’infortu-nio che ha costretto Kyrgios a ritirar-si, e soprattutto non c’è stato nessun episodio degno di alimentare altre chiacchiere da bar.

Djokovic si ritira. E Dubai lo fischiaGrama la vita per Nole Djokovic. Succede che, semel in vita altro che in anno, sia costretto a ritirar-si a match in corso perché ha la bua e che deve sopportare? I fischi! Quelli di spettatori scontenti per il fatto che si erano sobbarcati la fatica (avessi detto) di spostarsi allo stadio del tennis per gustarsi un match del numero 1 al mondo e non solo, quegli spettatori, avevano dovuto stupirsi a causa di un primo set deludente in cui il numero 1 al mondo sembrava Feliciano Lopez (sia bene-detto il suo slice di rovescio, nunc et semper); ma poi hanno dovuto loro malgrado accettare pure la dimostrazione di umanità di Nole. Il quale, impossibilitato a giocare causa congiuntivite (porta le lenti a contatto n.d.r.), ha guadagnato rapidamente gli spogliatoi alla fine del primo set.Dunque: dato che si era a Dubai e non alla Bombonera di Buenos Aires durante un derby Boca-River, che a qualcuno sia venuto in mente di fischiare il numero 1 al mondo celebre per la sua cor-rettezza è fatto che fa pensare. Vogliamo provare a tradurre quei sibili? Il risultato potrebbe essere qualcosa del genere: caro Nole, già vinci tutto senza nemmeno sudare, già annichilisci qualunque avversario senza travolgenti emozioni: almeno finisci le partite. Qualcuno si è offeso perché tanta superiorità ha vissuto un break, una pausa, un inevitabile momento di sospensione. Qualcuno ha ipo-tizzato, con una certa dose di fantasia, che i fischi siano arrivati da tifosi di Federer che a Dubai è di casa: ma trattasi di schema calcistico assolutamente inapplicabile alla circostanza. In realtà c’è una lezione che Nole dovrebbe trarre da quella serata infelice: perda qualche match in più al fine di riconquistare una dimensione umana e dunque nutrire di nuovo sapore i suoi successi. Magari perderà qualche soldino e forse non conquisterà lo Slam: ma ne guadagnerà in passione popolare. E forse il gioco, per lui, varrà la candela. (Piero Valesio)

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focus

di AlEssAndro nizEGorodcEw

foto GEtty imAGEs

“Contenta per la finale? Cer-to, ma non ho fatto ancora niente. L’obiettivo è la Top 5”. Parole e musica di Jelena

Ostepenko, 18 anni, recente finalista nel torneo Wta di Doha. La settimana tennisti-ca qatariota ha portato alla ribalta la gio-vanissima lettone, capace di estromettere dal torneo Zarina Diyas, Andrea Petkovic, Saisai Zheng, Svetlana Kuznetsova e, so-prattutto, Petra Kvitova, seconda top ten battuta in carriera dalla Ostapenko, prima di cedere in finale a Carla Suarez Navarro. Tennis moderno e allo stesso tempo bril-lante, un’ambizione che traspare da ogni suo sguardo e un talento fuori dal comu-ne, Jelena Ostapenko è al numero 41 del

È solo questione di tempo: la 18enne lettone ha raggiunto la finale a Doha battendo gente come Petkovic, Kuznetsova e Kvitova. Ora è già n.41 Wta. “Ma io voglio le Top 5”, ha detto. Da junior vinse Wimbledon

Ostapenko, certezzaaltro che sorpresa

ranking Wta, ma l’impressione è che que-sto sia solo il primo step di una carriera lunga e vincente.

La tennista ballerina - Jelena Ostapenko nasce a Riga, in Lettonia, l’8 giugno 1997. La madre, Jelena Jakovleva, maestra di tennis e ancora oggi sua coach, le mette in mano la prima racchetta all’età di 4 anni. Dopo pochi giorni si ha la netta sensazio-ne che la piccola di famiglia sia partico-larmente portata per lo sport. Contem-poraneamente anche la danza sportiva entra a far parte della routine giornaliera di Jelena (che in realtà si sarebbe dovuta chiamare Aljona, ma per motivi burocra-tici, nel ’97, non fu possibile registrarla all’anagrafe con tale nome), in particolare nella disciplina “Ballroom Dancing”, molto di moda ancora oggi nei paesi ex sovietici. Particolarmente portata per samba e tan-go, Jelena è però costretta a scegliere tra danza e tennis. “Ho partecipato anche ai campionati nazionali lettoni di “Ballroom Dancing - spiega lei - ed ero molto brava in almeno dieci generi di danza. Ma a 12 an-ni ho dovuto prendere una decisione e ho optato per la disciplina che mi divertiva di

Jelena, che caratterino...Jelena Ostapenko è stata protagonista di un episodio che ha fatto molto discutere. Ottavi di finale del recente Wta di Auckland, l’avversaria è Naomy Broady. Dopo un punto perso la Ostapenko scaglia sul telone la rac-chetta, che rimbalzando finisce in pieno sul raccattapalle. Dalla sedia arriva un semplice warning, ma la Broady, che avrebbe voluto la squalifica dell’avversaria, va fuori di testa. La vittoria della britannica, e susseguente fred-dissima stretta di mano con frasi non raccomandabili, non farà cessare le polemiche, scatenatesi tra colleghe tramite Twitter. Un episodio che non ha certamente portato nuove amicizie nel circuito a Jelena Ostapenko.

“Predestinata, tra poco Top 20”“La scelta di non bruciare le tappe e di disputare molti tornei giovanili credo abbia pagato – raccon-ta Alice Balducci, n.487 Wta, che ha affrontato tre volte la Ostapenko nelle ultime stagioni – e credo sia predestinata a entrare a breve nella Top 20. Quando ci ho giocato ho sempre trovato impressio-nante la sua capacità di gestire i momenti impor-tanti. Qualche anno fa mancava dal punto di vista fisico e nel servizio, ma oggi sta migliorando molto anche sotto questi aspetti. Tutti parlano del suo ro-vescio, ma con il diritto è devastante. Difetti? Forse il gioco di volo, ma in Jelena trovo solo pregi”.

più e nella quale avevo raggiunto i migliori risultati”.

Da Wimbledon a Doha - Il primo torneo Itf under 18 la Ostapenko lo gioca in casa, nella cittadina di Jurmala, sul Mar Baltico. È il settembre del 2010 e Jelena ha appena compiuto 13 anni. Risultato: vittoria. Il se-condo evento della carriera giovanile è la settimana successiva nella vicina Lituania. Risultato? Vittoria. Dopo 4 anni i titoli con-quistati saranno 9, tra cui Wimbledon e il prestigioso Eddie Herr. Nel frattempo arri-vano anche 7 trofei da professionista, tra cui tre ottenuti negli Itf nostrani di Santa Margherita di Pula. Il salto nel mondo Pro’ non è pero così semplice ed entra nella Top-100 ‘solamente’ lo scorso anno, do-po qualche stagione di assestamento. La prima finale Wta arriva a settembre 2015, quando sorprende appassionati e addetti ai lavori arrivando all’ultimo atto del tor-neo di Quebec City, dove viene sconfitta da Annika Beck. Il resto è storia recente: dopo una partenza complicata di 2016 (due primi turni e un secondo turno), ec-co giungere la strepitosa finale a Doha, a sancire la nascita di una stella.

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I primi 25 del ranking AtpPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Novak Djokovic (SRB) 165802 Andy Murray (GBR) 87653 Roger Federer (SUI) 82954 Stan Wawrinka (SUI) 63255 Rafael Nadal (ESP) 48106 Kei Nishikori (JPN) 40307 Tomas Berdych (CZE) 39008 David Ferrer (ESP) 35059 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 2950

10 Richard Gasquet (FRA) 271511 John Isner (USA) 258512 Marin Cilic (CRO) 255513 Milos Raonic (CAN) 245014 Dominic Thiem (AUT) 243015 Kevin Anderson (RSA) 206516 David Goffin (BEL) 197017 Gael Monfils (FRA) 195018 Roberto Bautista Agut (ESP) 193519 Gilles Simon (FRA) 189520 Bernard Tomic (AUS) 188521 Benoit Paire (FRA) 165122 Feliciano Lopez (ESP) 163023 Viktor Troicki (SRB) 158024 Jack Sock (USA) 157025 Pablo Cuevas (URU) 1510

Le prime 25 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Serena Williams (USA) 92452 Angelique Kerber (GER) 57003 Agnieszka Radwanska (POL) 54504 Garbine Muguruza (ESP) 48315 Simona Halep (ROU) 47456 Carla Suarez Navarro (ESP) 40157 Maria Sharapova (RUS) 35628 Belinda Bencic (SUI) 35059 Petra Kvitova (CZE) 3483

10 Roberta Vinci (ITA) 345511 Flavia Pennetta (ITA) 336812 Venus Williams (USA) 308213 Lucie Safarova (CZE) 282314 Timea Bacsinszky (SUI) 271915 Victoria Azarenka (BLR) 266016 Ana Ivanovic (SRB) 264017 Sara Errani (ITA) 259518 Svetlana Kuznetsova (RUS) 253519 Elina Svitolina (UKR) 253020 Karolina Pliskova (CZE) 252521 Jelena Jankovic (SRB) 250522 Caroline Wozniacki (DEN) 226623 Sloane Stephens (USA) 221524 Andrea Perkovic (GER) 211025 Madison Keys (USA) 2060

i numeri della settimana

In due 101 volte a reteI primi 25 italiani del ranking Atp

Pos. Rank. Nome Punti1 31 Fabio Fognini 12602 40 Andreas Seppi 10503 54 Paolo Lorenzi 8554 78 Simone Bolelli 6905 90 Marco Cecchinato 6086 126 Thomas Fabbiano 4727 144 Luca Vanni 4048 166 Andrea Arnaboldi 3379 182 Matteo Donati 295

10 190 Alessandro Giannessi 27511 212 Filippo Volandri 24612 217 Gianluca Naso 24013 250 Federico Gaio 21314 252 Salvatore Caruso 21115 254 Roberto Marcora 21016 258 Lorenzo Giustino 20617 275 Riccardo Bellotti 18518 276 Matteo Viola 18419 291 Flavio Cipolla 16920 312 Alessandro Bega 15421 331 Gianluca Mager 14122 341 Edoardo Eremin 13523 350 Erik Crepaldi 13124 363 Francisco Bahamonde 12325 373 Marco Bortolotti 119Le prime 25 italiane del ranking Wta

Pos. Rank. Nome Punti1 10 Roberta Vinci 34552 11 Flavia Pennetta 33683 17 Sara Errani 25954 44 Camila Giorgi 11755 66 Karin Knapp 9336 97 Francesca Schiavone 6947 254 Martina Caregaro 1778 289 Giulia Gatto-Monticone 1449 321 Alice Matteucci 125

10 329 Alberta Brianti 12111 334 Anastasia Grymalska 11812 346 Cristiana Ferrando 11013 352 Gioia Barbieri 10714 356 Nastassja Burnett 10515 366 Georgia Brescia 10116 376 Martina Trevisan 9817 408 Corinna Dentoni 8218 467 Bianca Turati 6519 475 Claudia Giovine 6320 484 Jasmine Paolini 5921 486 Alice Balducci 5922 494 Jessica Pieri 5723 499 Stefania Rubini 5624 506 Anna Giulia Remondina 5425 563 Gaia Sanesi 43

di GiorGio spAlluto – foto GEtty imAGEs

101 le discese a rete complessive ammirate nella magnifica sfida di quarti di finale a Doha tra Roberta Vinci (52 volte a rete) e Agnieszka Radwanska (49). Si sono conclusi a rete il 60% dei punti totali giocati. Match d’altri tempi.

441 le settimane trascorse dall’ultima volta in cui due tenniste dal rovescio a una mano avevano fatto parte della Top 10. Roberta Vinci (n.10) e Carla Suarez Navarro (6) succedono a Justine Henin e Amelie Mauresmo, rispettivamente n.1 e 10 il 17 settembre 2007.

18 le vittorie nel 2016 di Dominic Thiem, il tennista ad aver conseguito il maggior numero di successi in questo inizio di stagione, davanti a Bautista Agut (16) e Novak Djokovic (14).

35 le settimane complessive trascorse in Top 10 da Flavia Pennetta, uscita dalle prime 10 per la prima volta dal 14 settembre 2015, all’indomani dell’exploit di New York. La brindisina è la 3a italiana per settimane in Top 10, dietro a Sara Errani (94) e Francesca Schiavone (70).

41 le vittorie consecutive di Martina Hingis e Sania Mirza, prima della sconfitta subita a Doha dalla coppia russa Vesnina/Kasatkina. Si tratta della 4a striscia più lunga di sempre dopo le due di Navratilova/Shriver (109 e 52 vittorie) e i 44 successi di fila di Novotna/Zvereva.

101 le discese a rete complessive ammirate nella magnifica sfida di quarti di finale a Doha tra Roberta Vinci (52 volte a rete) e Agnieszka Radwanska (49). Si sono conclusi a rete il 60% dei punti totali giocati. Match d’altri tempi.

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ibi 2016

Un sogno per 567Boom d’iscrizioni per il primo Open Bnl giocato al Match Ball Firenze. In campo al Foro andranno Maria Elena Camerin, Jacopo e Lucrezia Stefanini e Adelchi Virgili. Dal Piemonte alla Sicilia, altri 4 tornei in corso

di Enrico roscitAno

Maria Elena Camerin e Lucrezia Stefanini al femminile e Jaco-po Stefanini e Adelchi Virgili al maschile sono le quattro rac-

chette toscane che si porteranno al Foro Italico per partecipare alle pre-qualifi-cazioni degli Internazionali Bnl d’Italia 2016. Questo è quanto sancito dall’ulti-ma giornata dei campionati toscani as-soluti indoor - IV trofeo Centro Arredo-tessile, organizzati sui campi coperti del Match Ball Firenze e capaci di mettere in campo 567 giocatori. Da quest’anno, ed è una novità assoluta, andranno a Roma anche le coppie finaliste dei tornei di doppio maschile e femminile. Tale privi-legio se lo sono guadagnato Tatiana Pie-ri/Lucrezia Stefanini, Martina Caciotti/Chiara De Vito, Pietro Fanucci/Federico Raffaelli e Adelchi Virgili/Claudio Grassi.

Conferma Camerin - Nel torneo femminile è stato rispettato pienamente il pronostico che vedeva Maria Elena Ca-merin, campione d’Italia a squadre con il Tennis Club Prato, indiscussa favorita per il titolo. La sua avversaria di finale, la 17enne Lucrezia Stefanini poco ha po-tuto fare per renderle la vita difficile an-che perché la stanchezza accumulata nel lungo match di semifinale contro Tatiana Pieri - e uno stiramento agli addominali che la infastidisce da qualche tempo - l’ha costretta alla resa alla fine del primo set che, per la cronaca, aveva perso 6-3. Poco male perché la soddisfazione di avere raggiunto la finale e giocare contro uno dei nomi importanti del tennis az-zurro in gonnella, oltretutto compagna di club e coach nella vita tennistica, è stata appagante.

Sorpresa Stefanini - Se al femmi-nile il titolo toscano non è arrivato in casa Stefanini, a sorpresa, non poi tan-ta, è arrivato al maschile dove un otti-mo Jacopo Stefanini ha obbligato il più accreditato Adelchi Virgili, numero tre del seeding, a cedere le armi e ritirarsi quando era sotto di un set e di tre game a zero nel secondo. Per Jacopo Stefanini si è trattato di un torneo straordinario, sancito con un meritato titolo vinto alla prima partecipazione. Per lui, così come

per i suoi compagni di viaggio, arrivare in finale ha voluto dire “Road to Foro Italico”, parafrasando il titolo della nuo-va trasmissione di SuperTennis Tv che prenderà il via il prossimo 19 marzo (ore 21) e che accompagnerà tutte le prove di pre-qualificazioni programmate.

Doppi - Nel doppio maschile si è im-posta la coppia formata da Pietro Fa-nucci e Federico Raffaelli, mentre al femminile il duo toscano formato dalle ragazze terribili, le 17enni Tatiana Pieri e Lucrezia Stefanini, hanno lasciato po-che speranze a Martina Caciotti e Chiara De Vito. Inoltre, si è disputata anche la finale del doppio misto che ha salutato

Gli Internazionali degli italianigrazie al treno degli IBI 2016“Gli Internazionali Bnl d’Italia sono il grande evento del tennis d’Italia, non solo di Roma”. Con queste parole Angelo Binaghi aveva preannunciato una serie di iniziative per rendere più semplice e comodo l’avvicinamento a Roma durante il torneo per gli appassionati di tutto il paese. Da qui nasce “Il treno del tennis”. Chi è lontano da Roma potrà sfruttare una serie di vantaggi: innanzitutto, presentando il proprio tagliando per gli Internazionali, si ottiene il 30% di sconto sui biglietti per le Frecce. Inoltre, chi viene da lontano, potrà sfruttare importanti riduzioni optando per l’offerta biglietto+hotel, con almeno una notte di permanenza a Roma (affrettatevi, si tratta di posti a numero chiuso). In più, da quest’anno, verrà garantito il servizio navetta tra la stazione di Roma Termini e il parco del Foro Italico, dove si svolge il torneo. Insomma, tutte le strade portano a Roma, ma dal 2016 lo fanno più in fretta.

il successo della coppia composta da Massimo Ardinghi e Federica Grazioso ai danni di Leonardo Azzaro e la sua allieva Alessandra Anghel. Venendo ai campio-nati toscani, non ce l’ha fatta - e parliamo della finale femminile di terza categoria - la 14enne aretina Matilde Mariani a iscri-vere il nome nell’albo d’oro della mani-festazione perché troppo più forte ed esperta si è dimostrata la sua avversaria Indra Bigi, ma è certo che del talento del Circolo Tennis Giotto si sentirà parlare parecchio. Nella stessa categoria al ma-schile ha avuto la meglio il fiorentino di Rufina Dosmo Borgioli che, in tre set, ha superato un altro esponente del tennis fiorentino, Alberto Bernocchi.

La premiazione al Match Ball Firenze dopo la conclusione del primo Open Bnl valevole per le pre-qualificazioni agli Internazionali Bnl d’Italia. All’inizio gli iscritti erano 567

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circuito amatoriale fit-tpra

Dalla provincia al ForoStabilita la sede per il master finale dei Campionati Provinciali. Si gioca il 13 e il 14 maggio a Roma, durante gli Internazionali. Ecco le informazioni su partecipanti, iscrizioni e modalità di gioco. Scopri chi ha diritto di giocare e, nel caso, conferma la tua presenza entro il 15 marzo

di mAx foGAzzi - foto cArolA cArErA

Tutte le strade portano a Roma. Si sa, lo dice anche il prover-bio. E così fanno anche le stra-de dei campionati provinciali

amatoriali, sotto l’egida del circuito Fit-Tpra. Il progetto dei Campionati Provinciali Amatoriali, nato nel 2015, ha cercato di dare ulteriore importan-za a tutti i giocatori di club. Dando loro un obiettivo unico in Italia, quali-ficarsi per le fasi finali nazionali. Che si giocheranno al Foro Italico durante una delle manifestazioni più impor-tanti del panorama tennistico mondia-le, ovviamente gli Internazionali Bnl d’Italia. Ed ecco dunque alcune infor-mazioni sul torneo finale, le date di gioco e le modalità. Informazioni - e sorprese - che saranno via via maggio-ri con l’avvicinarsi dell’appuntamento, vale a dire il 13 e il 14 maggio prossi-mi. Il consiglio è quello di dare di tan-to in tanto un’occhiata al portale web del circuito, www.tpratennis.it.

Chi partecipaAl master finale del Foro Italico pos-sono partecipare tutti i giocatori che, al 31 dicembre 2015 (eccezion fatta

per le province che hanno ricevuto proroghe), occupavano la posizione numero 1 nella propria categoria. Le categorie di riferimento sono quat-tro, quella femminile, quella maschi-le Open, quella maschile Limit 45 e quella maschile Limit 65. Ricordiamo sempre che tale limit non fa riferimen-to all’età, ma al valore power di ogni singolo giocatore (il power è l’indice di valutazione proprio ed esclusivo del circuito Fit-Tpra). Ovviamente, nel caso in cui il primo classificato non avrà la possibilità di prendere parte al torneo - siamo pur sempre amatori, non professionisti - il diritto passa al

Da venerdì i Tpra Days,un week-end da doppi puntiUn week-end che vale il doppio. Già, perché i tornei Fit-Tpra che si disputeranno a partire da dopodomani (tra il 4 e il 6 marzo) accrediteran-no due volte il punteggio normale. Sono i Tpra Days, che coinvolgono, negli stessi giorni in cui l’Italia di Davis sfida la Svizzera, tutti i tornei con la formula week-end. Si tratta di un’altra grande novità targata 2016.

secondo classificato e così via. Potran-no partecipare ovviamente anche tutti i campioni Provinciali, cioè i vincito-ri dei vari Master Provinciali di ogni categoria. Nel caso in cui non possa partecipare il vincitore, prenderà il suo posto il secondo o il terzo o il suc-cessivo delle classifiche di cui sopra. A pari punti la priorità sarà concessa al giocatore con il miglior Ranking Fit-Tpra al 15 marzo 2016. Inoltre, va tenuto presente che ogni partecipante potrà accedere al Master riferendosi esclusivamente al suo attuale Power Tornei, anche se aveva acquisito pre-cedentemente il diritto di partecipare in una categoria diversa.

Giochi il master e...hai il biglietto Ground Per iscriversi, o per comunicare even-tuale rinuncia, tutti gli aventi diritto dovranno inviare una mail a [email protected] entro e non oltre il 15 marzo 2016. Oltre questa data, la di-rezione escluderà per tacito consenso gli aventi diritto e contatterà diretta-mente i successivi giocatori al fine di completare i tabelloni. Tutti i parte-cipanti avranno il biglietto “ground” per gli Internazionali Bnl d’Italia compreso nel costo d’iscrizione. Il tagliando sarà valido sia per la gior-nata di venerdì che per quella di sa-bato. I tabelloni e le gare inizieranno venerdi mattina su campi periferici del Foro Italico, mentre le fasi fina-li dei tornei saranno disputate tutte all’interno del Foro Italico durante la giornata dedicata alle finali del dop-pio e alle semifinali del singolare, e comunque entro le 13.00.

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keep calmandplay

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I 5 passi per trovare...la risposta giusta

personal coach

di GEnnAro Volturo, i.s.f. lomBArdi

foto GEtty imAGEs

Nel tennis moderno, caratteriz-zato da un incremento costante della velocità, assume un’im-portanza sempre maggiore l’a-

bilità tecnica della risposta al servizio che senza dubbio meriterebbe un ruolo più significativo nella struttura di allena-mento del tennista. Ma quali sono i punti chiave che caratterizzano la risposta al servizio?

1 L’anticipazione motoriaConsiderando che nel circuito Atp il

tempo medio che intercorre tra la pri-ma palla di servizio e l’esecuzione del-la risposta è di 0,81 secondi, uno degli aspetti più significativi da associare alla risposta è la capacità di anticipazione motoria. Si ricordi che possiamo distin-guere due forme di anticipazione alle quali riservare prioritaria importanza in termini di allenamento. La prima è la co-siddetta “anticipazione della situazione” dove l’azione viene preparata sulla base delle esperienze acquisite (ad esempio aver risposto tante volte al servizio di un determinato avversario) e sulla base del-le percezioni analitiche della situazione. La seconda è la cosiddetta “anticipazio-ne dell’azione” che consente di reagire con quelle azioni che hanno provato di essere adeguate rispetto ad una determi-nata situazione (ad esempio la risposta indirizzata in uno specifico settore del

Controbattere al servizio è uno degli aspetti più importanti del tennis moderno. Per farlo, curate questi aspetti: l’anticipazione motoria, lo split step, la torsione delle anche, l’open stance e la posizione di mani e arti

campo con una particolare tipologia di rotazione).

2 Lo split stepUna buona risposta al servizio deve

sempre essere preceduta dall’esecuzio-ne dello split step, quel saltello fatto allargando le gambe. Tale saltello (da ef-fettuare una frazione di secondo prima dell’impatto dell’avversario) consente di accumulare energia elastica attraverso una fase di contrazione eccentrica dei muscoli del quadricipite. Energia che sa-rà impiegata e convertita in movimento nella successiva fase di estensione degli arti inferiori. La scelta della tipologia di split step (sul posto, in avanti, indietro) è correlata alla situazione tattica e allo stile individuale dell’atleta. Solitamente è opportuno associare allo split step in avanti un movimento di preparazione non particolarmente ampio con la fina-lità tattica di togliere tempo e spazio all’avversario.

3 La torsione delle ancheÈ fondamentale che il movimento di

preparazione sia guidato dalla torsione delle anche piuttosto che delle spalle. In tal modo è possibile produrre un cosid-detto backswing più compatto contenen-do il grado di arretramento dell’attrezzo.

4 L’open stanceRispondere in posizione aperta, l’o-

pen stance appunto, è la soluzione tat-ticamente più vantaggiosa in quanto il

tennista in tal modo ha l’opportunità di essere già pronto per eseguire il colpo al termine dello split step, senza dover compiere passi aggiuntivi che su servizi particolarmente veloci potrebbero com-portare un ritardo nell’esecuzione della risposta.

5 Gli arti e le mani Nella risposta di diritto, durante la

prima fase di preparazione, è opportu-no che la mano non dominante si di-sponga davanti al corpo attraverso un movimento di dissociazione degli arti superiori, meccanica molto differen-te da quella che solitamente i tennisti adottano quando hanno più tempo a disposizione. Per quanto concerne il ro-vescio bimane è importante che le mani siano adiacenti già in posizione di par-tenza, preferibilmente con un grip neu-tro (ad esempio eastern di diritto) nella mano inferiore. Durante la preparazio-ne, le mani devono mantenersi all’altez-za dei fianchi riducendo in tal modo la circolarità dell’attrezzo nella fase di ar-retramento. Per quanto concerne il ro-vescio a una mano è fondamentale che il gomito si disponga davanti al corpo in linea con il centro di gravità, in mo-do da contenere il grado di torsione del tronco nella fase di preparazione, con l’opzione tattica di eseguire una rispo-sta aggressiva o di contenimento (pre-feribilmente in back-spin) modulando i gradi di libertà di movimento dell’a-vambraccio e della mano.

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di mAuro simoncini

Una racchetta più lunga ti allunga la vita agonistica? Sembra pen-sarla così David Ferrer, solidissi-mo top 10 di Spagna ormai però

33enne, che dall’inizio di quest’anno ha scelto una nuova racchetta, la Babolat Pure Drive, nella versione “Plus”, cioè più lunga di mezzo pollice, quasi un centime-tro e mezzo oltre la media. Cioè 69,8 cm anziché 68,5. E’ la stessa scelta che fece Sara Errani alcune stagioni orsono e la celebrò nel suo libro “Excalibur” come un momento determinate della sua carriera. Il momento in cui era passata a un attrez-

racchette e dintorni

Più lunga, ti allungaDavid Ferrer ha cambiato attrezzo, rivolgendosi ai francesi di Babolat e scegliendo una racchetta longbody (la stessa di Sara Errani), cioè che va oltre i classici 27 pollici (cm 68,5). E se fosse una scelta adatta anche per molti giocatori di Club?

zo che in virtù di questa leva più lunga aggiungeva spinta, peso, profondità ai suoi colpi.

Cambiare, una scelta difficileLa premessa iniziale è sempre la medesi-ma: giocatori e giocatrici del Circuito Pro personalizzano a proprio piacimento e secondo le loro esigenze le armi di cui di-spongono. Dunque quasi mai la racchetta cosiddetta retail che trovate sulla rastrel-liera dei negozi o che acquistate online è esattamente la stessa di Federer, Djoko-vic, Williams o Sharapova.In generale i giocatori professionisti so-no molto legati alla propria racchetta e faticano ad abbandonarla, sono molto “resistenti” al cambiamento, a tratti ma-niacali. Però in certi momenti cambiare è fondamentale, specie quando si trat-ta di guadagnare qualcosa in termini di prestazioni. Secondo molti parte della longevità ad alti livelli di Roger Federer va attribuita al cambio di attrezzo di un paio di anni fa quando lo svizzero ha ab-bandonato la sua vecchia Pro Staff con il piatto da 90 pollici quadrati per affidarsi alla nuova Wilson Pro Staff Rf Autograph con ovale da 97. Ma se lo avesse fatto an-che qualche anno prima? Chi lo sa, forse

avrebbe steccato qualche palla in meno con il rovescio. Di sicuro il nuovo attrez-zo lo aiuta. E in questo caso cambiare ha davvero senso.

Anno nuovo racchetta vecchiaL’inizio di 2016 ha mostrato nuovi model-li in mano ai Top player (la Yonex VCore Duel di Wawrinka, la nuova Pure Aero di Nadal, la Radical di Murray), ma pochis-

Il mercato del Longbody I francesi di Babolat propongono la versione Plus in pratica di tutti i modelli (27,5 polli-ci di lunghezza): Pure Drive Plus, Pure Aero Plus o anche Pure Control Plus. Diversa-mente in casa Wilson, almeno per il mercato europeo, troviamo racchette agonistiche più lunghe ma un poco più leggere della media e con ovale oversize (Wilson Blade 104 o Wilson Ultra 108 per esempio). Anche Head non si allunga troppo: vanno oltre i 27 pollici solo la profilata e potente Prestige PWR e la Speed Rev Pro. Invece Pro Kennex ci crede e propone racchette di lunghezza varia, sino ai 70 centimetri e decisamente agonistiche: la Ki15 da 300 grammi ma anche la Q5 da 315 e la QTour di Andreas Seppi.

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racchette e dintorni

simi cambi di “scuderia”, così la scelta di Ferrer, il passaggio appunto a Pure Dri-ve Plus, spicca. E riporta l’attenzione su questi attrezzi denominati Longbody o semplicemente XL da 27,25, 27,5 o anche 28 pollici. Tutto consentito dalla regola dell’Itf secondo cui “Il telaio della racchet-ta, incluso il manico, non deve superare 73,7 cm (29 pollici) di lunghezza com-plessiva”. Pro e contro Quali sono i vantaggi? Sicuramente la leva maggiore aiuta in termini di spinta, l’inerzia è superiore rispetto a un attrez-zo identico ma di lunghezza standard. Tecnicamente sono evidenti i vantaggi al servizio: non solo Errani e Ferrer sono andati in quella direzione, ma anche An-dreas Seppi è da sempre legato a un te-laio extralungo. Pioniere del longbody è stato lo statunitense Michael “Michelino” Chang con la sua Prince Graphite; non a caso anche il suo attuale assistito, Kei Ni-shikori manovra una Wilson Burn “allun-gata”. Come pare facciano con i rispettivi

telai anche Richard Gasquet, Jo-Wilfried Tsonga, Sam Groth, Thanasi Kokkinakis e Sam Querrey. Al servizio ma anche nei recuperi e nel rovescio bimane (che pre-vede una leva più corta) la spinta in più potrebbe essere d’aiuto, per tutti. Anche se sulla bilancia occorre mettere però la minore maneggevolezza di un attrezzo più lungo, perciò meno ideale per il gioco di volo.

C’è longbody e longbody... Per ora in Europa e soprattutto in Italia la racchetta più lunga è associata all’ovale più ampio e agli attrezzi amatoriali, più potenti o “facili”. Non è così se anche i Pro ne fanno largamente uso. Ci sono longbo-dy e longbody: il mezzo centimetro (o di più) di lunghezza può coinvolgere le di-verse parti di una racchetta. Nelle “amato-riali” lunghezza maggiore significa quasi sempre un piatto corde più lungo (e più ampio) mentre nelle agonistiche sono più lunghi manico e/o cuore, per lasciare inalterata l’ampiezza dell’ovale dei mo-delli standard da 27 pollici.

Racchette di Davis: così i nostri in campo a Pesarodi Enzo AndErloni

Il fascino esclusivo di mettere il naso nel box di Riccardo “Jambo” Melis, l’incordatore ufficiale delle squadre azzurre, è attrazione fatale anche a Pesaro. Per chi ama la taratura fine delle racchette, anche il poliestere delle corde monofilamento può avere un profumo speciale…Jambo è uno che sa di tennis e la sua prima cura è saggiare il campo insieme ai giocatori. La terra in-door allestita dell’Adriatic Arena ai primi allenamenti si presentava ancora “fragile” e lenta. A rendere comunque vivace il gioco le palle Dunlop Clay Court che, a detta di tutti, saltano bene se adeguatamente caricate di top spin.Ma veniamo agli attrezzi dei nostri ragazzi, passati uno per uno sulla macchina incordatrice e sulla bilancia di Jambo. Andreas Seppi si affida alla fedele Pro Kennex Q Tour Longbody, manico piccolo, n.2, che incorda-ta pesa 370 grammi. Andreas usa come sempre sintetico monofilamento Luxilon Alu Power alla tensione di 22/21 kg e chiede che venga montato a due nodi con schema ATW (Around the World, una modalità particolare che riguarda l’ordine con cui vengono installate le corde verticali e orizzontali, ndr).Simone Bolelli continua ad affidarsi a una Ba-bolat, ex Aerostorm, oggi con la livrea della Pu-re Aero. Il peso complessivo è di 355 grammi. L’incordartura è realizzata a 4 nodi con sinteti-co monofilamento Babolat RPM Team, calibro 1,30, alla tensione di 29/28 kg. Sta provando anche a salire a 30/29 kg, per aumentare ancora il controllo delle botte terrificanti che tira. L’esordiente Marco Cecchinato utilizza la stessa racchetta di Bolelli, peso complessivo appena al di sotto: 350 g. La corda è un sintetico monofilamento babolat RPM Blast, calibro più sottile di quello di Simone, 1,25 mm a una tensione molto più contenuta, 22/21 kg. E spacca le corde con frequenza altissima. Infine Paolo Lorenzi: sta testando la nuova Head Prestige MP sulla quale ha lavorato sul bumper per averlo uguale al modello precedente. La sua racchetta pesa con le corde ben 365 grammi. Per l’incordatura Lorenzi ha scelto un ibrido tra sintetico monofila-mento Pacific X-Force calibro 1,29 e budello naturale Pacific. Tensione: 25/23 kg. Una curiosità generale: i nostri giocatori, a differenza di altri professionisti del circuito, ten-dono a mantenere sempre la stessa tensione anche quando passano da un tipo di superficie e di palla a un altro, diverso. Evidentemente preferiscono avere sempre un punto di riferimento, in termini di sensibilità, il più stabile possibile.

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la regola del gioco

La situazioneFrancesco e Giovanni stanno gio-cando una partita di singolare su un campo in terra battuta senza la pos-sibilità di illuminazione artificiale e senza la presenza dell’arbitro.

Che cosa succede?L’incontro, iniziato alle ore 17, é già in campo da due ore, e il sole ormai sta tramontando. Il punteggio è di 3-2 nel terzo set in favore di Fran-cesco. Sul 15-0, Giovanni chiama il giudice arbitro perché vuole so-spendere la partita perché asserisce di non vedere più bene la palla.

Soggettività e... lux Riuscire a stabilire con certezza e oggettivamente fino a quando sia possibile continuare a giocare una partita con l’oscurità incombente e senza l’ausilio di luci artificiali non è mai agevole. Questo perché anche la visione di ognuno di noi può es-sere differente, e chi più chi meno

Se una partita viene interrotta perché non sussistono le adeguate condizioni di visibilità? Beh, è allora che entrano in gioco il numero dei giochi effettuati al momento dello stop e il famigerato luxometro

Sospesa per oscurità:è ora di fare luce...

può essere in grado di giocare an-che con meno luce del normale. Sia a livello professionistico sia a li-vello di tornei nazionali, qualora si preveda di disputare alcune partite con luce artificiale, sono imposti dei limiti minimi di “lux” che devo-no essere presenti nel campo onde consentire una visuale minima che permetta la regolare disputa di una partita di tennis.

Come si procede?Nel nostro caso, come premesso, non sono presenti le luci artificia-li, quindi nel momento in cui il sole dovesse tramontare e non fosse più possibile garantire una efficace e sufficiente visuale ai due giocatori, sarà necessario sospendere l’incon-tro. Ma a differenza degli eventi at-mosferici e climatici come pioggia, nebbia o neve, nel caso di sospen-sione per oscurità sarà necessario sospendere la partita o alla fine del set, oppure nel caso in cui si sia

raggiunto un numero pari di giochi disputati in quel set. Quindi, per esempio, che si sia sul punteggio di 2-2, di 3-3 o di 4-2. Questo ac-cade perché si pensa già al momen-to in cui il gioco riprenderà. Allora sarà importante ricominciare nella stessa condizione e con i giocatori nella medesima posizione. Eventua-lità che non potrà avvenire su un eventuale punteggio di 3-2, perché i giocatori sono obbligati a cambiare campo ai giochi dispari.

LE VOSTRE DOMANDEI nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Co-me? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri dubbi di natura regolamentare. Li sottoporremo ai no-stri esperti del settore arbitrale della Fit e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica numero per numero.