Su due Misidacei dei laghi di Ganzirri e di Faro (Messina)

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This article was downloaded by: [193.63.226.144] On: 21 October 2014, At: 18:24 Publisher: Taylor & Francis Informa Ltd Registered in England and Wales Registered Number: 1072954 Registered office: Mortimer House, 37-41 Mortimer Street, London W1T 3JH, UK Bolletino di zoologia Publication details, including instructions for authors and subscription information: http://www.tandfonline.com/loi/tizo19 Su due Misidacei dei laghi di Ganzirri e di Faro (Messina) Sebastiano Genovese a a Istituto di Zoologia dell'Università di Messina Published online: 25 Sep 2009. To cite this article: Sebastiano Genovese (1956) Su due Misidacei dei laghi di Ganzirri e di Faro (Messina), Bolletino di zoologia, 23:2, 177-197, DOI: 10.1080/11250005609439229 To link to this article: http://dx.doi.org/10.1080/11250005609439229 PLEASE SCROLL DOWN FOR ARTICLE Taylor & Francis makes every effort to ensure the accuracy of all the information (the “Content”) contained in the publications on our platform. However, Taylor & Francis, our agents, and our licensors make no representations or warranties whatsoever as to the accuracy, completeness, or suitability for any purpose of the Content. Any opinions and views expressed in this publication are the opinions and views of the authors, and are not the views of or endorsed by Taylor & Francis. The accuracy of the Content should not be relied upon and should be independently verified with primary sources of information. Taylor and Francis shall not be liable for any losses, actions, claims, proceedings, demands, costs, expenses, damages, and other liabilities whatsoever or howsoever caused arising directly or indirectly in connection with, in relation to or arising out of the use of the Content.

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Bolletino di zoologiaPublication details, including instructions forauthors and subscription information:http://www.tandfonline.com/loi/tizo19

Su due Misidacei dei laghi diGanzirri e di Faro (Messina)Sebastiano Genovese aa Istituto di Zoologia dell'Università di MessinaPublished online: 25 Sep 2009.

To cite this article: Sebastiano Genovese (1956) Su due Misidacei dei laghidi Ganzirri e di Faro (Messina), Bolletino di zoologia, 23:2, 177-197, DOI:10.1080/11250005609439229

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SEBASTIANO GENOVESE Istituto di Zoologia dell 'Uuiversita di Messina

Di re t to re : Prof. Filippo DULZETTO

Su clue Misidacei dei laclii di Ganzirri e di Faro (Mess ina )

(Con 1 tav. f. testo)

In un prinio esame del materiale planctonico, cbe da qualche tempo vado raccogliendo sistematicamente nei laghi salmastri di Gan­zirri e Faro presso Messina, ho potuto rilevare la presenza di due Misi­dacei, che in numerosi esemplari sono stati raccolti in pescate not-turne. Essi sono: Diamysis bahirensis G. 0 . Sars e Siriellu Clausi G. O. Sars. II primo e stato riscontrato nel lago di Ganzirri, il se­condo in quello di Faro.

I laghi salmastri di Ganzirri e di Faro, le cui caratteristiche fisico-chimiche sono state gia da me studiate (1952) e successiva-mente da CRISAFI (1954), sarebbero da ascrivere per la loro elevata salinita alia categoria dei polialini, secondo la classificazione di BRUNELII (1933,34) e CANNICCI (1939); o meglio ancora agli sfagni submarini, secondo una piu recente classificazione di PETIT (1953). Questo A. considera tali stagni, a composizione faunistica di pro-venienza prettamente marina ed a salinita molto elevata, come un mezzo intermediario fra il mare e l'acqua salmastra. Ma, a volere prescindere da uno schema fisso di classificazione, di cui fra l'altro non se ne vede la necessita, e la cui relativita e stata messa in evidenza gia da tempo da D'ANCONA (1931-1933) e piu recente-mente da BACCI (1954), e da tenere presente che i nostri due laghi, per quanto uniti da un cauale, che pero cousente uno scambio l i -mitato di acque, costituiscono due biotopi different!, con caratte­ristiche fisico-chimiche e biologiche proprie, che trovano un im-mediato riscontro nella differente salinita delle loro acque. La sa­linita media del lago Faro si aggira infatti sui 33 ' /o 0 , mentre quella di Ganzirri sui 29'J/o0. Differenze piu notevoli fra i valori medi sono state riscoutrate da CRISAFI nel corso delle sue sistematiche ricercbe. L'attenuazione della salinita del lago di Ganzirri, rispetto a quella del lago di Faro e dovuta, come gia rilevato, sia alia conforma-

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zione propria dei due bacini, sia alia diluizione operata nel lago Ganzirri da acque freaticbe dolci d ie vi si immettono.

* * *

Le raccolte planctonicbe comprendono una prima serie di cam­pion! (16) prelevati saltuariamente durante pescate diurne, dal inarzo del 1949 all'ottobre del 1950. In questi non si sono riscontrati af-fatto Misidacei. Successivamente sono state fatte delle raccolte si-stematiche a cominciare dal inarzo 1955 e fino a tutto ottobre dello stesso anno, e per un totale di 46 campioiii. La maggior parte delle pescate e stata eseguita di notte conteniporaneamente in super-ficie, con l'apertura del retino in parte fuori dall'acqua, e ad una profondita di m. 1-1,50.

I Misidacei raccolti provengono tutti da pescate notturne. A tal riguardo faccio rilevare come determinant! siano, agli effetti della esatta valutazione della composizione faunistica di un dato ambienle acquatico, le pescate notturne, le quali consentono, con preleva-menti eseguiti solo in superficie, la raccolta di determinate specie quali i Misidacei in argomento, cbe sono caratterizzati da una no-tevole attivita nictimerale.

I Misidacei non figurano fra i planctonti piu comuni degli stagni salmastri. Meno frequenti sono nelle acqiie dolci, ad ecce-zione della regione ponto-caspica, p e r c n i la loro presenza in am-bienti non marini riveste una particolare importanza per lo studio dei problemi, sempre attuali, dell'adattaniento della fauna marina alia vita iluvio-lacustre. La presenza dei Misidacei in ambienti sal­mastri, la possibilita di adattamento di alcuui di essi a nuove con-dizioni di vita, e le inodificazioiii cui possono andare incontro per il inutamento di ambiente sono tuttavia abbastanza note. Come esempio classico e gcneralmente citato quello della Mysis mixta, la quale neH'Atlantico misura mm. 30, meutre nel Baltico, cioe in un ambiente a salinita piu bassa, raggiunge appena i mm. 22. E nota aucora l'ampia diffusione di Mysis relicta in acque salmastre e dolci dell'America, dell'Irlanda, dell'Ingbilterra, della Svezia e della Ger-mauia Occidentalc-. Questa specie deriva dalla specie mariua artica Mysis oculata per isolamento in acque dolci sopravvenuto in se-guito a fenomeni glaciali.

HOWES N. II. (1939) trovo die Praunns flexuosus e molto co -niune in una Iaguna salata del S. E. Essex, cbe, in seguito ad tmo

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sbarramento operatosi nel canale di conumicazione col mare, tende a trasformarsi addirittura in uno specchio d'acqua dolce.

TATTERSALL W. M. e TATTERSALL 0 . S. (1951) rilevano inoltre die alcune specie di Misidacei — certo caratterizzate da una no­te vole eurialinita — fra cui Neomysis integer, Praunus flexuosus e Mvfodopsis slabberi, si spingono in estuari di fiumi, favoriti in questi niu-'inienti migratori dal moto ascedente della marea.

Per quanto si riferisce alle due specie di Misidacei da me prcse in esame, e da rilevare d ie la loro presenza noil era stata aiioora segnalata nei laghi salaiastri di Ganzirri e di Faro, ne, a quuito mi consta, in altri stagni salmastri italiani.

1 — Diamysis bahirensis G. O. Sara 1876 nel Iago di Ganzirri.

P o s i z i o n e s i s t e m a t i c a — Diamysis bahirensis fu de­scritta per la prima volta da SARS (1876) nella laguna di « El Baliira » sulle coste della Tunisia. Egli la incluse pero nel genere Mysis Latr. e la indico percio come Mysis bahirensis. Successivamente, nel 1882, questa specie fu trovata nella baia di Berezansk da CZERNIAVSKY e descritta come Euxinomysis mecznikowi. Nel riordinamento sistematico della tribu Mysini, ZIMMER (1915) porto la specie di SARS dal ge­nere Mysis al genere Diamysis, che era stato istituito da CZER­NIAVSKY nel 1882, stabileiido nel conteinpo la sinoiiiniia dei due generi Euxinomysis e Diamysis. Quest'ultimo ed il genere Mysis, ap-partengono entrambi alia tribu Mysini, della sotto-famiglia Mysinae e differiscono fra di loro principalmente per la struttura del 3° e del 4° paio di pleopodi del </.

D e s c r i z i o n e — La forma di Diamysis bahirensis del lago di Gauzirri corrispoude perfettainente alia forma tipo descritta da SARS (pag. 19-22, Tav. 7 e 8). Ne fa fede in particolare la confor-niazione degli ultimi due articoli del palpo inandibolare, degli uro-podi, del 4° paio del cs*> della squama antennale, e sopratutto del telson, caratteristico per la profouda iucisura mediana dell'estreinita termiuale (Fig. 1; Tav. I : A, B).

II numero delle spine laterali del telson varia negli individui adulti da 8 a 12, e solo di rado tale numero e uguale per i due margini, mentre di solito differisce di una unita. E da rilevare tut-tavia d ie il numero delle spine del telson nei Misidacei e in r e -lazionc con lo sviluppo deU'animale, come ba osservato anche

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VANNINI (1930) duraate lo svilnppo larvale di Leptomysis linguura, sicche non vi si puo attribuire alcun valore sistematico.

Le dimension! massime di D. bahirensis del lago di Ganzirri, misiirate dall'estremita del carapace all'estremita distale del telsoii in individui riproduttori di ambo i sessi, superano raramente i

Fig. 1. — Diamysis bahirensis Sars (lago Gauzirri): A, uropode; B, antenna; C, quarto pleopodc del ,f; D, ultimi due articoli del palpo maudibolare; E, telson.

mm. 6. SARS da per la specie tipo la lunghezza massima di mm. 8 per le 02 . BACESCO (1941) nella descrizione di individui catturati lungo le coste mediterranee della Francia e di Monaco, da come lunghezze mm. 6,5 — 8 per le forme riscontrate in mare e mm. 9 — 10 per quelle provenienti dallo stagno salmastro di Lavalduc.

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La lunghezza di D. bahirensis f. mecznikowi del Mar Nero, sempre secondo BACESCO (1940), e compresa fra mm. 7 e mm. 8,5 senza variazioni notevoli fra i due sessi.

Come e facile osservare quincli il nanismo presentato dalla forma vivente a Ganzirri, rispetto alle altre forme, e evidente. Tale fenomeno d'altro canto, come riportano pure G. PETIT e D. SCIIACHTER (1951) e G. PETIT, έ frequente nelle almirobioccnosi; ed in parti-colare per i Misidacei e ritenuto classico I'esenipio della Mysis tnixta, di cui gia si e delto.

Per qiianto si riferisce al lago di Ganzirri, ii fenomeno era stato gia messo in evidenza per altri gruppi di animali. D'ANCONA (1933) descrisse una varieta locale di Svngnathus abaster, il ganzirriensis, d ie vive in questo lago e die con cm. 7,5 raggiunge le piu piccole dimensioni fra le varieta di questa specie. DULZETTO (1942, 1947) nella descrizione della nuova specie di Engraulis, V Engraulis Russoi, di cut esistono due razze, una eke vive nel lago di Gan­zirri e l'altra in quello di Faro, mette in parlicolare evidenza, fra gli altri caratteri distintivi, anche la lunghezza del corpo, la quale nel lago Ganzirri c di mm. 65,70 e nel lago Faro di mm. 76,68, mentre la lunghezza minima delle forme marine (Golfo di Napoli) e di mm. 124,67.

In D. bahirensis del lago di Ganzirri il numero delle uova va da 3 a 7 ; il loro dinmetro e compreso fra mm. 0,22 c mm. 0,39. L'embrione nel marsupio raggiunge la lunghezza di mm. 0,74.

E p o c a d i c a t t u r a — Le prime D. bahirensis cominciano ad apparire nelle acque superficial! del lago di Ganzirri verso la fine di marzo. Vennero pescati infatti due giovani individui isolati, l'uiio il 26 marzo 1955 alle ore 19,20 e l'altro il giorno successive alle ore 4,30. In pescate successive effettuate il 28 marzo, il 5 ed il 7 aprile tutte in ore diurne, non si sono avute D. bahirensis, nemnieuo in stadi giovanili. II giorno 14 aprile sono state effettuate due raccolte di plancton, una in superficie alle ore 20 ed un'altra ad un metro di profondita allo ore 20,30. In quella di superficie si sono pescati solo 6 individui, in quella ad un metro le Diamysis sono state invece abbondanti e si sono trovate insieme, in quantity pressocche uguali, con Aniipodi del genere Corophiunu La popola-zione era costituita da g<? riproduttori, 2 2 con marsupio pieno, e da individui giovanissimi. Evidentemente siamo gia in pieno periodo riproduttivo, e presiimibilmeiite avremino trovato Diamysis anche

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nelle tre pescate precedenti solo se avessimo effettuate le raccolte in ore notturne. Cio conferma la migrazione verticale giornaliera a cui eono soggetti questi Misidacei. Anche BACESCO ha avuto modo di osservare questi movimenti migratori giornalieri in D. bahirensis, e include anzi questa specie fra le forme che sono bentoniche du-rante il giorno e d ie diventano tipicamente nectoniche durante la notte. Ne contrasta con quanto detto il fatto che le prime Diamysis sono state pescate a Ganzirri il 26 p.d il 27 inarzo in ore non as-solutamente notturne; si e trattato infatti solo di forme giovanili, che hanno appunto questa possibility, come c stato anche osservato in Mysis relicla, specie che sfugge anch'essa la luce, portandosi du­rante il giorno negli strati piu bassi delle acque. A conferma stanno le successive pescate negative eseguite il 26 aprile dalle ore 10,30 alle ore 11. Solo 5 individui giovani si sono pescati il 9 maggio dalle 20 alle 20,30, e affatto il giorno 14 dello stesso mese alle ore 1. Nelle pescate eseguite invece I ' l l giugno dalle 20 alle 20,30 si sono avuti due individui giovani a 0 metri ed altri in discrete quantita ad un metro. Questi ultiini erano </</ riproduttori e 2 $ mature, insieme con individui giovanissimi. Da questo periodo in avanti, pur senza scomparire completamente, le D. bahirensis si vanno facendo sempre piu rare a Ganzirri. II 28 giugno, in rac­colte eseguite dalle 22,30 alle 23, non si e riscontrato infatti alcun individuo in superficie, mentre solo due adulti sono stati riscontrati ad un metro. Nei prelevamenti successivi de l l ' l l luglio, mentre del tutto negative sono state le pescate eseguite nelle ore pomeridiane, quelle ripetute alle ore 21 hanno dato in superficie circa 25 D. bahirensis, fra cui ancora qualche 2 con nova. Da rilevare che quasi alia stessa ora (20,30) nel lago Faro, ove di solito si trova solo la Siriella Clausi, come gia accennato, si sono riscontrate ad un metro 8 D. bahirensis, fra cui due 2 2 adulte con uova. Reperti negativi si sono avuti nei prelevamenti del 26 agosto e del 20 ottobre sia per Ganzirri che per Faro. L'ultima D. bahirensis, un </ adulto, e stato pescato nel lago Faro il 21 ottobre del 1955 alle 20 circa in su­perficie.

Da quanto sopra risulta evidente che questa forma, che pos-siatno considerare propria del lago di Ganzirri, ha un periodo r i -produttivo abbastanza lungo, che si spinge almeno da marzo a meta luglio. Durante questo_ tempo le Diamysis si portano di notte nelle acque superficiali, manteiieiidosi pero, specie gli adulti, ad una certa distanza dal pelo dell'acqua. E probabile che successivamente in-

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dividui che abbiano ritardato il loro periodo riproduttivo, passino isolatamente da luglio ad ottobre, attraverso il canale di comunica-zione fra i due laghi, in quello di Faro, dove appunto se ne sono riscontrate alcune. Questo movimento, che e favorito dalla spiccata eurialiuita della specie, potrebbe csscre dctcrminato dalla ricerca di condizioni piii favorevoli per la deposizione delle nova,

D i s t r i b u z i o n e e d o s s c r v a z i o n i — D. bahirensis fu segnalata da tempo in alcune localita costiere del Meditcrraneo, specialmente in acque a salinita piuttosto bassa. SARS stesso rife-risce di averla riscontrata oltre che sulle coste della Tunisia, ancbe a Siracusa, alia Spezia ed a Messina. Per quanto si riferisce a quest'ultima localita COLOSI (1922), pur includendo D. bahirensis nella fauna Misidologica dello Stretto di Messina, in quanto segna­lata da SARS, riferisce pero di non averla mai riscontrata nei mol-teplici saggi di plancton da lui esaminati. In effetti la presenza di D. bahirensis nelle acque dello Stretto e poco probabile, considerata I'elevata salinita di queste acque, e la predilezione che prcsenta inVece questo Misidaceo per le acque piuttosto salmastre. Infatti non fugura nennneno fra i Misidacei del Golfo di INapoli (COLOSI, 1929), ne risulta segnalato da alcuno, oltre che da SARS, per le acque italiane.

Come riferisce anche SUDRY L. (1910), GOURRET P. (1897), fra le specie viventi nello stagno di Thau, la cui dcnsita non diffe-risce sensibilmente da quella dell'acqua di mare, descrive quattro Misidacei: Mysis bahirensis, Macropsis slabberi, Siriella Clausi e Siriclla crassipes. Questo reperto va tenuto nella sua giusta consi-derazione oltre che per 1'identita fra due specie riscontrate con quelle da me segnalate, anche per le evidenti affiuita ambientali che ci sono fra lo stagno di Thau ed i laghi di Ganzirri e di Faro.

Nel 1922 SPANDI, M. ha segnalata la presenza di D. bahirensis nelle acque dolci del lago di Scutari. Questo A. ha avuto infatti modo di studiare una 2 in ottimo stato di conservazione che era stata raccolta in detto lago, e che gli era stata inviata per la dia-gnosi. Questa forma, che presenta un particolare interesse in quanto trattasi del prinio Misidaceo riscontrato in acque dolci nel bacino Mediterraneo, si discosta alquanto dalla descrizionc di SARS, ma e stata dall'A. considerata come Diamysis bahirensis. Le variazioni pre-sentate da questa forma, che sarebbe dovute airadaltamento della specie alia vita in acqua dolce, concordano in gran parte con quanto

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osservato da BEIIMNG (1924,25) per i Misidacei del Volga. In par-ticolare il telson presenta l'incisura mediana della terminazione in-feriore molto piu appiattita che non nella forma marina. Tale fe-nomeno era stato gia messo in evidenza per altri Misidacei di acqua dolce, e derivanti da specie marine, quali Mysis relicta e Metamysis strauchi. SPANDL aggiunge clie il numero delle spine laterali del telson e inferiore nelle forme di acqua dolce clie non in quelle di acqua salata. Per D. bahirensis ha riportato infatti i seguenti dati: numero delle spine laterali del telson nella forma del lago di Scu­tari 8 (9); nella forma marina (sec. SARS) 10-11 (12'. Ma, come gia ho accennato, questo carattere puo essere considerato privo di va-Iore sistematico. Infatti per quanto si riferisce in particolare all'ar— matura del telson di D. bahirensis io ho riscontrato per la forma di Ganzirri un numero di spine laterali che puo variare, come ho detto, da 8 a 12 a secondo dello sviluppo dell'aninialc.

Altri reperti di D. bahirensis per le acque del Mediterraneo sono segnalati da BACESCO. Si tratta di 19 individiii catturati nel porto di Banyuls, nello stagno di Lavalduc e nel porto di Monaco. Anche queste forme corrispondono perfettamente al tipo di SARS, differenziandosi solo per Fendopodite del 4° pleopode del J1, che e hiarticolato alia base, e per il hordo esterno deU'ultiino articolo del palpo della mascella, che ha solarhente da 9 a 14 denticoli, mentre la forma tipo di SARS ne ha 17. Altro carattere differenziale r i ­scontrato da BACESCO riguarda il numero degli articoli dei pro-poditi dei pereiopodi. Infatti i propoditi del 1° e del 2° paio di pereiopodi sono triarticolati, mentre i rimanenti sono biarticolati. Nella forma di SARS invece solo il primo pereiopode ha propodile triarticolato.

La presenza di D. bahirensis risulta segnalata anche lungo la foce del Nilo e lungo le coste della Palestina. Per questi ultimi riiivenimenti mancano dati piu precisi.

Si puo concludere quindi che per quanto si riferisce al bacino del Mediterraneo D. bahirensis e stata sempre riscontrata in acque salmastre, o in prossimita di porti o di foci di fiumi; in localita cioe in cui la salinita e sempre piu o nieno attenuata. In una sola localita (lago di Scutari) questa specie e stata riscontrata in acque assolutamente dolci.

Oltre che nel bacino del Mediterraneo il genere Diamysis e pre-sente nel Mar Nero e nel Mar Caspto. Secondo BACESCO (1940, 1954) iiel Mar Nero esistono due forme nettamente definite e distinte: Dia-

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mi'sis bahirensis f. rnecznikowi Gzern. e Diamysis pengoi Czern. La prima deriverebbe dalla D. bahirensis, la quale migrando dal Me-diterraneo al Mar Nero sarebbe andata incontro a modificazioni tali da giustificare, secondo BACESCO ed altri Autori Rumeni, la crea-zione della razza geografica rnecznikowi. In effetti tale forma, clie e stata riscontrata in alcune localita costiere del Mar Nero ed in inolti stagni salmastri, si e adattata ad uti ambiente i cui limili di salinita sono molto ampi; essi sono compresi infatli fra 2,50/CO e 45°/0O. Le modificazioni riseontrate pero da BACESCO 11011 sono a mio avviso cosi rilevanti da giustificare la creazione sia pure di una forma locale a carattere di razza geografica. Infatti la forma mec-znilcoivi e del tutto simile alia forma tipo di SARS. L'miica differenza riscontrata e a carico degli articoli dei propoditi dei pereiopodi, che nella forma rnecznikowi sono sempre tre, tranne nell'iiltimo pe-reiopode in cui sono due. D'altro canto, come osserva lo stesso BACESCO il «tarso » dei pereiopodi non puo essere assuuto come carattere distintivo fisso, perche probabilmente siamo « en presence de formes cjui se trouvent encore en pleine evolution et dont le nombre d'articles propodaux n'est encore definitivement fixe ».

Limitatamente quindi a questo particolare aspetto, clie rispecchia l'iutensita dei fenomeni di adattamento cui vanno incontro le forme di acque salmastre e la loro continua evoluzione, ci sembra azzar-dato, dal punto di vista sistematico, creare nuove entita lassono-miche solo in funzione di liinitate differenze inor"ologiclie, che se pur valide per le forme marine, debbono ritenerst del tutto insuf­ficient! per quelle delle acque salmastre.

La seconda specie segnalata da BACESCO per il bacino del Mar Nero e la Dianysis pengoi Czerniavsky. Questa, a differenza della precedente, si trova nei fiumi o nelle acque dolci interne. Ma se egli da un canto propeude a considerarla come eudeinica del Mar Nero, afferma dall'altro clie essa deriva dalla D. bahirensis e che le differenze morfologiche che essa preseuta sono le couseguenze del-radattamento alia vita nelle acque dolci e specialmente a quclla potamofila. Di fatto le modificazioni a cui la D. pengoi sarebbe andata incontro come conseguenza del uuovo ambiente a cui si e adattata a vivere, e d^ll'azione biomeceanica esercitata dall'acqua dei fiumi, sono tali da poter considerare questa come specie buona. Gli uncini terminali dei pereiopodi sono infatti molto corti, denli-colati aU'interno ed entrambi attaccati at" dattilo, mentre in D. ba­hirensis essi sono molto piu fini e liinghi, non presentano dentelli

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all'interno, e solo uuo di essi e articolato al dattilo. Tale modifica-zione potrebbe essersi determinata per la necessita di realizzare un dispositivo piu rigido, con meno articolazioni possibili, in modo da poter resistere meglio all'azione delle correuti fluviali. In D. pengoi l'endopodite del 4° pleopode del a* e uniarticohito; l'esopodite possiede solo una grossa setola piumosa terniinale, inentre nianca l'altra piu piccola laterale. Altre differenze fra le due specie si r i -scontrano nella lungbezza degli articoli dei propoditi dei pereiopodi. Ma le differenze piu notevoli souo a carico del telson, il quale in D. pengoi tende a slargarsi a forma di paletta, ed ba l'incisura me-diaua molto appiattita, in modo da presentarsi quasi ironco. In ef-fetti, come si rileva dalla fig. 2, in cui sono fignrati i telson delle diverse specie del genere Diamysis, differenze notevoli esistono ira le forme di acqua salmastra e quelle di acqua dolce, quali D. pengoi e la D. baliirensis del lago di Scutari. Per quanto riguarda in parti-colare queste due ultime specie, l'affinita clie esiste fra di loro c stata pure messa in evidenza da BACESCO il quale dice cbe esistono piu differenze fra la D. baliirensis del lago di Scutari descritta da SPANDL e la forma di tipo di SAHS, che non fra quest'ultima e la D. mecznikoivi. Tali differenze hanno infatti indotto BACESCO a scindere la forma del lago di Scutari dalla forma tipo di SARS, per fame una varieta (D. baliirensis mod. lacustrisj.

A tale riguardo io penso che, allo scopo di evitare eccessivi frazionamenti delle specie, dovuti anche ad eventual! nuovi reperti in acque dolci, bisognerebbe assumere come criterio assoluto distin-tivo quello ecologico, che e in definitiva il solo a determinare le modificazioni morfologicbe piu notevoli, cioe a scindere le forme di acqua dolce da quelle di acqua salmastra. In base a questo cr i ­terio tutte le forme appartenenti al genere Diamysis di cui fin qui si e detto, cioe quelle pertinenti il bacino inediterraueo e niari adiacenti, andrebbero raggruppate in due specie; di cui la prima, Diamysis baliirensis Sars, comprenderebbe tutte le forme di acqua salmastra, ed includerebbe quindi anche la D. baliirensis mod. mecznikowi. La seconda, Diamysis pengoi Czerniavsky ( = D. mec­znikoivi di TATTERSALL — 1951), comprenderebbe invece tutte le forme di acqua dolce, compresa la D. baliirensis del lago di Scutari. Lo stesso SPANDL aveva d'altro canto messa in evidenza la stretta affinita esistente fra la sua forma e D. pengoi affermando cbe «da-gegen konnte aber festgestellet werden, dass Diamysis pengoi Czern. eiue sebr nahe Verwaudtc .von Diamysis baliirensis G. O. S. ist)>.

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Anche B A C E S C O , pur senza essere esplicito in mer i t o , aveva tuttavia cons idera to la D. bahirensis di S P A N D L come s inon imo di D. pengoi.

Oltre a ques te d u e specie, al genere Diamysis appar tengono anche Diamysis pnsilla G. O. Sars e Diamysis americana \ v . M. Tat tersa l l . La prima, di cui pu r t roppo non si ha una descrizione dettagliata, vive ne l Mar Caspio, e puo essere cons idera ta come forma endemica ; la seconda e stata r ecen temente descr i t ta da T A T ­TERSALL (1951) in base al l 'csame di 5 individui , cat turat i in una

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D E F Fig. 2. — Tehon nelle varie specie del genere Diamysis: A, D. bahirensh

Sars (forma tipo, da Sars); B, D. bahircnsis Sars (forma del lago Ganzirri); C, D. bahirensis f. mecznikowi Czern. (da Bacesco); D, D. bahirensis Sara (forma del lago di Scutari, da Spaudl); E, D. pengoi Czern. (da Bacesco); F, D. americana Tattersall (da Tattersall).

fossa de l l 'Or to Bo tan ico di Pa ramar ibo nella Guiana Olandese . Si tratta qu iud i d i una forma di acqua dolce , n e t t a m e n t e dis t inta dal le p receden t ! come lo d in ios t ra anche la conformazione e I 'arinatura del telson (fig. 2), e d i e vive in un ambien te l imi ta to .

II r i t rovainento in acque amer icane di qitesta specie ha por ta to una nuova luce su l l 'o r ig ine e la d is t r ibuztone del gene re Diamysis. B A C E S C O infatti, data l 'ampia diffusione del genere nel bacino p o n t o -

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caspico in cui sarebbe presente con tre specie (D. bahirensis f. rnecznikowi, D. pengoi e D. pusilla), inentre nel bacino stretta-mente mediterraneo sarebbe presente solo con una specie (D. ba­hirensis), aveva considerato il genere Diamysis di origine ponto-caspica e non mediterranea. TATTERSALL invece considera D. ame-ricana da una parte e le specie mediterranee dall'altra (comprese quelle del bacino ponto-caspico) come relitti della fauna del Mar di Tetbis, facendo risalire quindi L'origine della specie all'iuizio del terziario. Duranle tale epoca il ceppo-tipo sarebbe stato largamente distribuito. Sueeessivainente in seguito alia formazione dell'Oceano Atlantico e del bacino mediterraneo il genere Diamysis si sarebbe ritirato da una parte nel Mar dei Caraibi, da dove sarebbe pene-trato in acque dolci, e dall'altra nel Mediterraneo, dove avrebbe dalo origine alle rimanenti specie conosciute. Quest'ultima ipotesi e in effetti piu rispondente, e giustiiica la presenza del genere nel continente americano, presenza cbe la ipotesi di BACESCO esclmle-rebbe senz'altro.

Se consideriamo ora il fenoineno della diffusione del genere Diamysis dal punto di vista della colonizzazione delle acque dolci, possiamo el'fettuare dei confronti con l'analogo fenoineno determi-natosi per il genere Mysis, in cui, come bo avuto modo di accen-nare, da una specie originaria marina Mysis oculata, ne e derivata un'altra Mysis relicta, cbe si e adattata a vivere in acque dolci. Una differenza sostanziale esiste pero fra i due generi, in quanto il genere Mysis, la cui origine e artica, e distribuito solo in acque fredde, inentre il genere Diamysis si sarebbe adattato a vivere fin dalla sua origine in acque a temperatura piu alta. Cio spie-gherebbe la netta separazione delle aree di distribuzione dei due generi. Infatti il genere Mysis non e stato mai riscontrato nel ba­cino mediterraneo, al contrario del genere Diamysis d ie e stato r i ­scontrato solo in questo o in localita poste all' incirca alia stessa latitudiae.

2. — Siriella Clausi G. O. Sars 1876 nel lago Faro.

P o s i z i o n e s i s t e m a t i c a e d i s t r i b u z i o n e . — Si­riella Clausi (Fam, Misidae, sotto-fam. Siriellinae) e specie molto comune nel Mediterraneo, ed e citata da tutti gli Autori cbe si sono occupati dei Misidacei di questo mare. SARS 1'ha segnalata per Ca-gliari, La Spezia, La Goulette, Messina. GOURRET (1888) Flia riscontrata

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ohre che nel Golfo di Marsiglia anche nello stagno di Thau, come ho gia detto. ZIMMER (1915) e COLOSI la includono fra i Misidacei del Golfo di Napoli e la considerano anzi specie esclusivamente medi-terranea, COLOSI che ha avuto modo di riscontrarla anche nello Stretto di Messina, la considera come la specie ρϊύ comune lungo le coste del Golfo di Napoli dopo Leptomysis lingvura. Kisulta ancora segnalata da FACE (1933) per Banyuls e Concarneau e da BACESCO per diverse localita della costa mediterranea francese e per Monaco. Oltre che nel Mediterraneo, S. Clausi risulta presente' nel Mar Nero e nelle acque della Gran Breltagna e dell'Irlanda. E considerata specie litorale, che vive in acque basse fra le alghe o su fondali rocciosi o sabbiosi. COLOSI la include nel gruppo dei Misidacei che non si riscontrano mai al disotto dei 100 metri. Puo spingersi anche in stagni salmastri, la cui salinita pero non discende al disotto di determinati valori, essendo i limiti di eurialinita di questa specie molto ρίΰ ristretti di quelli della D. bahirensis. Ed infatti essa vive nel lago Faro, e nessun esemplare e stato cattu-rato nel lago di Ganzirri, nonostante i due laghi, che hanno salinita diversa, comunichino tra di loro.

Eccetto che durante il periodo riproduttivo, nel corso del quale nelle ore notturne migra verso le acque phi superficiali, S. Clausi conduce vita preminentemente bentonica.

D e s c r i z i o n e . — La forma vivente nel lago di Faro ha una lungliezza media di mm. 7,27, calcolata su 108 individui, e misurata dall'estremita del carapace all'estremita del telson. I <f ̂ sono piu lunghi delle 2 2 . Le lunghezze medie riscontrate sono infatti r i -spettivamente 7,48 e 7,05. La lungliezza massima si e avuta in un </ ed e stata di mm. 10,45. Si sono riscontrate pin volte 2-2 ovigere lunghe poco piu di mm. 6. Purtroppo manchiarao di dati riguar-dauti la lungliezza delle rimancnti forme raccolte nelle varie zone del Mediterraneo, ma se confrontiamo i nostri dati con quelli di TATTERSALL per la S. Clausi delle coste britanniche (mm. 10 per le 2 2 ; mm. 11 per i <?,?), si puo rilevare la sensibile diminuzione di taglia presentata dalla nostra forma.

Gia COLOSI aveva messo in evidenza che la spinulazione del margine esterno degli esopoditi degli uropodi varia non solamente da individuo ad individuo, ma anche dall'uropode destro a quello sinistro. II numero di spine riseontrato 3a detto A. andava, con-formemente ai risultati di ZIMMER, da 6 a 12. Auch'io ho riscon-

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trato per la spinulazione degli uropodi il medesimo andamento se-gnalato da COLOSI (fig. 3). Per quanto riguarda il numcro delle spine, non ne ho mai trovato, su 108 individui esaminati, meno di 6, couformemente ai precedent! risultati; mentre il nuraero m s -

Fig. 3. — Spinulazione del raargine esterno degli eeopoditi degli uropodi di Siriella Clausi. S - lato sinistro; D - lato destro. Lunghezza degli individui in mm.: 1, 2 8,80; 2, 2 8,35; 3, 2 8,25; 4, f 8,10; 5, J 7,90; 6, J 7,90; 7, 2 7,35 8, 2 6,55; 9, f 5,60.

simo e rappresentato da 16 (individuo lungo mm. 9,30: 16 spine per l 'uropode destro; 13 pef quello sinistro). In un altro individuo lungo mm. 8,90 ho riscoiitraio la seguente formula: 14 spine per

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l'uropode destro, 10 per quello sinislro. Da osservare pero che tali valori massimi debbono essere coiisiderati eccezionali, in quanto la maggior frequenza, anclie per gli individui piu hmghi, e data da 10 - 12 spine.

Tali risultati confermano ancora quanto ho avuto gia modo di accennare sulla inopportunita di assegnare alia spinulazione un va-lore sistematico. Una ulteriore riprova e data dal iiumero delle piccole spine apicali mediane del telson, uumerd che costituisce un carattere considerate spiccatamente sistematico della specie. Tali spine sono, come e noto, tre (Tav. I, C) uguali, e con due sottili setole fra di loro. Purtuttavia BACESCO ha riscontrato negli esern-plari da lui esamiuati un grande numero d'individui con solo due spine. COLOSI dice <c che qualche raro esemplare presenta tre pic­cole spine apicali mediane del telson di disuguale lunghezza, es-sendo quella centrale piu lunga delle due lateral! come in S.jalten-sis ». D'altro canto io ho riscontrato un individuo lungo mm. 8,25, il cui telson, fra le due grandi spine apicali, presentava cinque pic­cole spine, invece di tre; e di queste una era divisa in due lohi. In ­tercalate fra le cinque spine si trovavano quattro setole (Tav. I, D).

II numero massimo di uova od embrioni riscbutrati nel mar-supio e stato 12; quello minimo 5. Non si e riscontrata alcuna re-lazione fra il numero delle uova e la taglia degli individui; si sono infatti avuti individui della lunghezza di circa mm. 7 sia con 5 uova che con 12. II diametro delle uova e compreso fra mm. 0,35 e mm. 0,40. La lunghezza massima raggiunta daU'emhrione prima del-l'exuviazione e di mm. 1,15.

P e r i o d o d i c a t t u r a . — Le Sirielle cominciano a com-parire nelle acque superficiali del lago Faro uello stesso periodo in cui si sono catturate le prime Diamysis a Gauzirri, e precisa-meute il 26 marzo 1955 alle ore 21,30. Si e trattato di circa 20 in­dividui catturati ad metro di profondita, e comprendenti </· c? r i -produttori, QQ c o n uova od embrioni ed individui gio vanissimi. Mauchiamo di pescate precedenti, ma peusiamo che la data di appa-rizione delle Sirielle a Faro dehba proprio coincidere con questo periodo. Infatti COLOSI riferisce che questi Misidacei sono presenti nel Golfo di Napoli in due periodi: in marzo ed in settembre-ot-tobre. FAGE dice che, eccetto un breve periodo che va dalla fine di novembre alia line di fehbraio, Siriella Clausi fu sempre trovata nelle pescate notturne a Banyuls e Concarneau; ma precisa che in

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quest'ultitna localita si possono distinguere due periodi di partico-lare abbondanza, che coincidono all'incirca con quelli segnalati da COLOSI. II primo periodo comincia alia fine di febbraio, raggiunge il suo inassitno a meta marzo e termina al prineipio di aprile; il secondo comincia in agosto e fmisce quasi alia fine di settembre. In questi due periodi di massima le Sirielle sono cosi abboudanti da non potersi coiitare.

Le pescate successive nel lago Faro furono fatte il 26 aprile, ma in ore diurne (dalle 9 alle 10), e, come era da attendersi, non si sono riscontrate afTatto Sirielle; fatto questo che conferma la nii-grazione verticale giornaiiera, cui auche questo Misidaceo e soggetto. II 14 maggio dalle 21 alle 22,30 furono eseguite, in superiicie e ad uu metro di profoudita, due pescate. In entrambi i cauipioni pre-levati le S. Clausi furono discretamente abbondanti. Insieme a que -ste molti Gopepodi appartenenti alle specie Acurtia latisetosa, Acar-tia Claau e Centropages typicus; present! pure Policheti appartenenti al genere Nereis. Nelle pescate successive eseguite I ' l l giugno dalle 22 alle 22,30 le Sirielle sono state abbondantissiine, specie in su-perficie, ed in maniera da riempire quasi i tubi di raccolta. Ad un metro di profoudita le Sirielle sono state un po nieno abbondanti. Anche per qucste pescate la popolazione era costituita da α* 0

Λ r i -produttori, 2 2 mature con uova ed embrioni ed individui giova-nissimi. Questo periodo costituisce per il lago Faro quello di mas­sima frequenza, e non coincide con quelli segnalati da COLOSI e da FACE per le Sirielle di altre zone del IMediterraneo. Infatti gia il 28 dello stesso mese le Sirielle, nelle due pescate eseguite, non raggiungevano le 50 unita. Da rilevare che furono riscontrati solo A* 6* ed individui molto giovani, mentre non si son viste affatl·) 2 2 con uova, cio che potrebhe essere assunto come indizio del ces-sato periodo riproduttivo.

Dopo di questo periodo le S. Clausi tendono a scomparire del tutto dalle acque superficiali del lago Faro. Infatti si sono riscon­trati solo una diecina di giovani individui ad un metro di profon-dita I ' l l luglio, mentre pescate del tutto negative per le Sirielle sono state quelle effetluate il 26 agosto alle ore 20,30 ed il 21 set­tembre quasi alia stessa ora.

In definitiva quindi non si riscontrerebbero nel Lago Faro i due periodi di frequenza segnalati da COLOSI e da FAGE, bensi un solo periodo, che coincide con il periodo riproduttivo, che inizia in marzo, e dopo avere raggiunto il suo massimo a meta giugno,

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tende a decrescere rapidamente, per termiiiare del tntto alia fine di Inglio. Le pescate uegalive effettnate, sempre in ore nolturne, sia in agosto clie in settembre sono una conferma di quanto sopra detto. Da rilevare altresi la quasi coincidenza dei period! riprodut-tivi delle due forme viventi nei laghi, poiche, come abbiamo visto, anche il periodo riproduttivo di Diamysis bahirensis nel lago di Ganzirri va da marzo a luglio.

Riassmito e conclusion!.

1) La presenza di Diamysis bahirensis e di Siriella Clausi, Mi-sidacei nuovi per le acque salmastre italiane, viene segnalata nei laghi di Ganzirri e di Faro presso Messina. II primo di questi Mi-sidacei, che e cousiderato proprio di acque salmastre, vive nel lago di Ganzirri, ma puo passare a volte ancbe nel lago Faro, caratle-rizzato da una salinita piu alta e di poco inferiore a quella del mare; S. Clausi e stata riscontrata invece solo nel lago Faro. La spiegazione di questo fatto e dovuta alia eurialinila delle due spe­cie, i cui limiti sono molto piu ampi in D. bahirensis, clie non in S. Clausi.

2) Le specie sono caratterizzate entrambe da migrazioni verticali giornaliere che le spingono a portarsi nelle acque superficiali solo in ore notturne. E proprio durante queste ore che sono state cat-turate con pescate planctoniche a volte cosi in abbondanza da riempire il tubo di raccolta.

3) D. bahirensis e S. Clausi dei laghi di Ganzirri e di Faro corrispondono perfettamente alle forme tipo descritte da SARS nel 1876, solo sono di dimension! nettamente piu piccole.

Per quanto riguarda il numero delle spine laterali del telson in D. bahirensis, e quello del margine esterno degli esopoditi degli uropodi in S. Clausi, si e messo in evidenza che tali valori oltre a variare da individuo ad individuo, sono in relazione con lo svi-luppo corporeo, siccbe e impossibile assegnare alia spinulazione un valore sisteinatico. Λ maggior conferma e riportata la particolarita riscontrata in un telson di S. Clausi avente fra le due grosse spine apicali cinque spinule invece delle tre caratter stiche della specie.

4) II periodo riproduttivo e abbastanza lungo e va da marzo a meta luglio per entrambe le specie. Per_S. Clausi non si sono r i -scoutrati i due pcriodi di massima frequenza (marzo e settembre-ottobre) segnalati da COLOSI e FAGE rispettivamente per le Sirielle

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de l Golfo di Napol i e di Banyiils. Infat t i nel lago Faro questo Mi— s idaceo e stato pescato ne l lo strato p in superficiale del l ' acqua con n o t e v o l e abbondanza alia meta di giujnio.

5) Dopo nn 'ana l i s i compara t iva del le varie forme appar tenen t i al g e n e r e Diamysis e finora segnalate per le acque del bacino del Med i t e r r aneo e del Mar Nero si e prefer i to raggruppare tali forme ne l l e due specie: Diamysis bahirensis Sars e Diamysis pengoi Czern., specie d i e sono separate da uua ne t ta barr iera ecologica. La prima spec ie infatti e propr ia di acque salmastre e iuc lude rebbe pure la D. bahirensis mod. mecznihowi, m e n t r e alia seconda , d i e vive e sc lu -s ivamen te in acque dolci , sa rebbe da ascrivere anche la forma s e -gnalata da S P A N D L per il lago di Scutari e descr i t ta da questo A. c o m e D. bahirensis Sars.

In aggiunta a ques te due specie farebbero pa r t e del genere Diamysis la D. pusilla Sars de l Mar Caspio e la D. amertcana Tat tersa l l , da r ecen te (1951) r iscontrata in acque dolc i de l l 'A ine -r ica Centra le .

6) Per quan to si r iferisce a l l 'o r ig ine del genere Diamysis, c o n -t r a r i amen te a quanto pensa B A C E S C O , clie vor rebbe assegnare al c e p p o - t i p o del genere una p roven ienza ponto-caspica , no i pens iamo invece con T A T T E R S A L L d i e il gene re debba essere cons idera io c o m e un re l i t to det la fauna del Mar di Tetliys d i e , in seguito alia formazione del l 'a t tuale Oceano At lant ico , si sarebbe suddiv iso , r i -t i r andos i da una par te ne l Mar dei Caraibi , da dove sa rebbe p e -ne t r a to nelle acque dolci , e da l l ' a l t ra nel Medi t e r raneo , da dove av rebbe dato or igine alle r imanen t i specie conosciute .

7) La diffusione in acque dolci del genere Diamysis puo essere messa in re lazione con 1'analogo fenomeno de termina tos i ne l g e ­n e r e Mysis, in cui la specie Mysis relicla, der ivante dalla specie ar t ica Mysis oculata, si e adat tata a vivere in acque dolci . I due gene r i p resen tano pero una differente area di d i s t r ibuz ione . Infat t i m e n t r e il genere Mysis n o n e stato mai r i scontra to nel bac ino m e ­d i t e r r aneo , il gene re Diamysis e s ta to r i scontra to solo in questo o in locali ta poste al l ' incirca alia stessa la t i tudine.

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S O 11 M A B I 0

L'A. segnala la presenza nei laglii di Ganzirri e di Faro (Messina) di Dia-mysis bahirensis Sars e di Sirielln Clausi Sars, Misidacei nuovi per le acque eulmastre italiaiie. Vengono riportati dati concernenti la loro morfologia, la loro ecologia, il periodo riproduttivo e qucllo di niassima frequenza. L'A. analizza infine comparativamente tut te le forme appartenenti al genere Diamysis, rag-gruppandole in due specie cbe risultano separate da Una netta barriera ecologica.

R E S U M E

L'Auteur signale la presence, dans les etangs de Ganzirri et de Faro, pres de Messina, de Diamysis bahirensis Sars et de Siriella Cltiusi Sars, Mysidaces dont la presence est ainsi demontree pour la premiere fois dans les eaux sau-matres d ' l ta l ie . Des donnees concernant la inorphologie de ces orgauisuies, leur ecologic, leur periode de ponte et I'epoque de leur frequence maxima ont ete relevees. L'Auteur analyse d'autre part l'ensemble des formes appartenaut au genre Diamysis et les regroupe en deux especes- seperees entre elles par une barriere ecologique bien dcCnie,

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Boll. Zoologia, Vol. XXIII - (1956)

GEXOVESE S. — Su due Misidacei dei laghi di Ginzirri e di Faro (Messina)

A B

C D

Tav. I. — A, Telson di Dyamysis bahirensis; B, sua estreniita; C, estreniita del telson di Siriella Clausi; D, e3tremita del telson di S. Clausi caratteristica per la presenza di 5 spine terniinali, di cui una divisa in due lobi, invece di 3.

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