Studio degli effetti dell'Eroina da NOI I RAGAZZI DELLO ... · La dipendenza da eroina è identica...

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I.S.I.S. "GIULIO NATTA" di Bergamo ESAME DI STATO 2013/2014 Studio degli effetti dell'Eroina da "NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO" Rita Cattaneo 5° C Liceo Scientifico Tecnologico

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I.S.I.S. "GIULIO NATTA" di Bergamo

ESAME DI STATO 2013/2014

Studio degli effetti dell'Eroina da

"NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO"

Rita Cattaneo 5° C Liceo Scientifico Tecnologico

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INDICE:

Introduzione 2

Storia di Christine F. 2

Temi del romanzo 4

CHIMICA

Storia del Farmaco 5

Esterificazione di Fisher 7

BIOLOGIA

Effetti sull'organismo 9

ITALIANO

Charles Baudelaire e i Paradisi Artificiali 12

INGLESE

T.S. Eliot – “The Waste Land” 15

SITOGRAFIA 17

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INTRODUZIONE:

Nella mia tesina tratto il tema degli effetti causati dalla droga, in particolare dall’eroina,

sull’organismo umano e sui rapporti interpersonali attraverso l’analisi del romanzo "Noi, i Ragazzi

dello zoo di Berlino”. Il testo è basato su due mesi di interviste a Christiane Vera Felscherinow, fatte

dai due autori del libro, giornalisti tedeschi (Kai Hermann e Horst Reick), nel 1978.

Mi sono interessata a questo romanzo dopo la lettura all’ età di quindici anni, perché mi ha dato una

cruda e sconvolgente rappresentazione della realtà giovanile Berlinese di fine anni ’70.

Sono rimasta particolarmente colpita e spaventata dalla DIPENDENZA, una forza che ha eroso gli

affetti della protagonista e che l’ha isolata persino nell’ambiente stesso dei “bucomani” (termine nato

negli anni ’70), spingendola anche alla prostituzione per riuscire ad avere sufficiente denaro per

comprare le dosi.

“È successo a un processo nel quale io ero la principale testimone di accusa: l’imputato era un uomo

che corrompeva le minorenni compensandole con dosi di eroina... Avevo bisogno di parlare, e per la

prima volta nella mia vita, due persone, i due giornalisti di Stern, mi lasciavano parlare senza darmi

sulla voce, senza interrompermi, senza correggermi, senza rimproverarmi come avevano sempre fatto

le persone con le quali avevo cercato di parlare: per esempio mia madre”. (cit C.F.)

STORIA DI CHRISTIANE F. :

Christiane Vera Felscherinow, nata ad Amburgo il 20 maggio 1962, cresce fino all' età di sei anni in un

paesino nei pressi di Amburgo in una famiglia in cui il padre è violento sia su di lei che sulla sorella e la

madre. La situazione economica non è fiorente così decidono di trasferirsi del 1968 a Gropiusstadt, un

quartiere di Berlino ovest non molto distante dal muro.

I primi anni passati nella capitale sono molto grigi e difficili per Christiane, infatti oltre alle

problematiche famigliari, a cui si aggiunge il divorzio dei genitori, anche il contesto sociale non aiuta a

migliorare la sua situazione.

Nel 1974 all' età di dodici anni Christiane inizia a frequentare la "Haus der Mitte" (centro giovanile

della chiesa luterana). Qui comincia a consumare hashish ed in seguito le droghe sintetiche nella

discoteca il "Sound" situato in una zona tristemente nota per essere uno dei centri dello spaccio di

eroina e della prostituzione giovanile.

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Nel 1976 assume per la prima volta eroina per inalazione e nell'estate dell'anno successivo nei bagni

pubblici della città si inietta per la prima volta eroina in vena.

Inizia così la sua doppia vita: tutte le mattine Christiane frequenta normalmente la scuola come una

normale ragazzina dovrebbe fare, e passa i pomeriggi a procurarsi l'eroina alla stazione dello Zoo

prostituendosi. La madre rimane all’insaputa della vita della figlia fino al gennaio 1978. Da quella data

in poi cercherà inutilmente di aiutarla a disintossicarsi.

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Nello stesso anno Christiane fu imputata in un processo per possesso di droga e ricettazione.

La giovane Christiane viene in fine mandata dalla madre ad Amburgo presso parenti; qui si

disintossicherà ma la sua vita continuerà ad essere influenzata e segnata dall' esperienza dell'eroina

(fino ad oggi).

TEMI DEL ROMANZO:

I temi in esso trattati sono:

1. L' evasione dalla triste realtà della società in cui i giovani berlinesi degli anni '70 vivono,

tramite l'uso di droghe.

Nel romanzo è riportata una lettera scritta dal direttore del consultorio di psicologia sociale della

Charitas di Berlino, in cui emergono i dati e le cause della grave diffusione dell'eroina nella Berlino

Ovest:

La percentuale di ragazzi tra i dodici e i sedici anni tra i tossicodipendenti passò da zero al 20% tra il

1974 e il 1977; le strutture (pubbliche e private) indirizzate alle cure di disintossicazione poterono

ospitare in totale 1.460 persone sui 50.000 eroinomani e solamente per chi aveva serie intenzioni di

affrontare una terapia era possibile l'iscrizione. La situazione era degradata e le autorità non vollero

offrire mezzi alternativi per aiutare queste persone, portandone moltissime alla morte ma in

particolare non venivano fornite sufficienti informazioni sulla situazione giovanile: un vero e proprio

modello sociale basato sul consumo di droghe leggere e pesanti venne diffuso tra i ragazzi con alle

spalle un circolo di denaro nel mercato nero enorme. Le cause determinanti questo fenomeno

giovanile vennero attribuite alla ricerca di uno stile di vita alternativo, capace di rompere la "noia

smisurata" e la mancanza di senso esistenziale prodotti di una società consumista; sia negli adulti, che

nelle giovani generazioni.

2. Il rapporto con la droga e con la prostituzione, le conseguenze che esse recano ai rapporti

sociali:

L'uso di eroina va a determinare inevitabilmente i rapporti sociali delle persone dipendenti,

rendendoli molto difficili fino al completo isolamento. Christiane, come molti altri ragazzi dipendenti

dall' eroina, inizialmente si distaccò molto dalla madre che rappresentava per lei il fulcro familiare e

passava la maggior parte della giornata con gli amici del giro delle droghe.

Mentre i mesi passavano anche i legami amicali con i ragazzi del giro si compromisero, diventando

superficiali e funzionali al denaro per acquistare altra eroina. La giovane ragazza insieme al fidanzato

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Detlev iniziò a rubare e poi a prostituirsi all’ età di tredici anni. La madre di Christiane non si accorse

immediatamente delle condizioni di vita della figlia: lasciò quegli spazi e libertà che a lei stessa furono

negati dal padre nell' età dell'adolescenza per dare la possibilità a Christiane di non commettere i suoi

stessi errori per non farle condurre una vita infelice. Tutto ciò fu in realtà determinante per la giovane

che si ritrovò abbandonata a se stessa in una realtà difficile, senza alcuna possibilità d'uscita.

La ragazza cercò più volte di aiutarsi recandosi da sola in centri di recupero ma inutilmente,

nonostante la sua forte volontà emerge chiaramente che senza l’affetto incondizionato della madre e

il suo aiuto decisivo non vi è possibilità di cambiamento.

STORIA DEL FARMACO:

La vera storia dell’eroina è venuta alla luce solo nei primi anni '90 quando la casa farmaceutica

"Bayer" dopo averla messa in commercio, ha finalmente aperto i suoi archivi e ha permesso di

consultare i diari di laboratorio dei suoi chimici e farmacologi.

La sintesi della diacetilmorfina risale al 1874, prodotta per la prima volta dal chimico Wright. La sua

applicazione su animali non risultò particolarmente utile nell'ambito farmacologico, così venne

dimenticato e archiviato.

Nel 1897 quando il chimico tedesco della Bayer, Felix Hoffmann la riscoprì.

Infatti il processo di acetilazione degli alcaloidi poteva originare composti meno tossici e più attivi nel

migliorare la funzione respiratoria e nel calmare la tosse.

L’acetilazione affascinava tanto quei chimici che la loro fiducia in quel processo era stata definita una

vera e propria 'acetilo-mania' e oltre che in Germania questa tecnica si diffuse in moltissimi altri paesi

europei.

Ma Hoffmann aveva una speciale ragione per avere contratto quella mania poiché neanche due

settimane prima della neo-sintesi dell’eroina aveva acetilato l’acido salicilico offrendo alla Bayer la

molecola dell’aspirina.

Le due più sconvolgenti sintesi del secolo avvennero quindi nello stesso mese di agosto del 1897 e

nello stesso laboratorio.

Il successo dell’eroina non è legato solamente alla fortunata reazione chimica, ma soprattutto al suo

nome, Heroin, che in tutte le lingue suggerisce l’idea dell’invincibilità, della divinità. Alcuni lavori

erano addirittura entusiastici. L’uso clinico dell’eroina venne esteso ben oltre le patologie respiratorie,

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infatti poteva avere almeno 30 indicazioni negli adulti, nei bambini, nelle donne gravide:

l’insufficienza miocardica, il cancro dello stomaco, l’influenza, la sclerosi multipla, le malattie

ginecologiche (tamponi impregnati di eroina), febbre, l’ipertensione, il singhiozzo, la demenza, la

depressione, le psicosi, ma nessuno parlava di dipendenza iatrogena perché l’eroina era

somministrata in dosi inferiori ai 5 mg.

Nel giro di qualche anno però l'eroinomania divenne rapidamente una emergenza sanitaria:

Nel 1899 la Bayer esportava l’eroina in ventitré paesi in tutto il mondo. Fino al 1913 la produzione

annuale era limitata ad una tonnellata ma ben presto però, poiché la fabbricazione dell’eroina non

era brevettata, almeno venti ditte farmaceutiche, di cui quattordici in Germania, si erano messe a

produrre eroina.

Nel 1905 la città di New York consumava circa due tonnellate di eroina all'anno; in Cina, sotto forma

di compresse da fumare, iniziò a sostituire l'oppio e in Egitto nel 1930 il fenomeno aveva assunto

proporzioni drammatiche: si calcola che su 14 milioni di abitanti vi fossero 500.000 eroinomani.

Oggi l’uso medico dell’eroina come analgesico e nei trattamenti di disintossicazione, è legalmente

autorizzato in Belgio, Canada, Irlanda, Malta, Svizzera e Inghilterra.

La dipendenza da eroina è identica a quella della morfina, ma si instaura più in fretta e con

quantitativi di sostanza più bassi. Anche le dosi letali sono più basse, per cui il rischio di overdose è

maggiore che per la morfina (1 mg di eroina può equivalere da 2,5 mg a 4,9 mg di morfina).

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LA REAZIONE DI SINTESI:

L'eroina è un derivato della morfina, componente dell'oppio, nota anche come Diacetilmorfina o

Diamorfina. Ha formula bruta C21 H23 NO5 ed è una sostanza ottenuta per acetilazione della morfina

con l'anidride acetica:

MORFINA ANIDRIDE ACETICA DIACETILMORFINA

I due gruppi ossidrilici in posizione 3' e 6' reagiscono secondo reazione di esterificazione con l'anidride acetica per dare diacetil-morfina ed acqua.

ESTERIFICAZIONE DI FISHER:

L' esterificazione è un processo di preparazione in presenza di un catalizzatore acido, di un estere partendo da un acido carbossilico e un alcol. Esso è in equilibrio ma si riesce a spostare la reazione a destra o a sinistra utilizzando un eccesso di alcol o sottraendo l'acqua che si viene a formare.

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La reazione è una sostituzione nucleofila bimolecolare (SN2):

L'atomo di ossigeno carbonilico viene protonato da parte dell'acido catalizzatore. In questo modo il carbonio carbonilico risulta ulteriormente polarizzato positivamente aumentandone la reattività e favorendo così l'attacco nucleofilo da parte dell'ossigeno ossidrilico dell'alcol.

Questo passaggio è fondamentale perché c'è la formazione del legame ESTEREO "C-O" e di un intermedio tetraedrico con l eliminazione di un H+.

Con l'aggiunta di un protone all'ossidrile acido, si permette l'eliminazione di una molecola d'acqua (un buon gruppo uscente) e la formazione di un estere protonato sull'ossigeno carbonilico.

Infine, si ha la deprotonazione dell'estere, con formazione del prodotto finale e riformazione del catalizzatore acido.

Nello stesso modo avviene la sintesi dell'eroina:

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GLI EFFETTI RECATI SULL'ORGANISMO:

Quando una persona si inietta eroina per via endovenosa, questa raggiunge il cervello insieme al

sangue, penetra la barriera ematoencefalica e si diffonde quindi all'interno del cervello. Qui raggiunge

e si lega ai recettori endorfinici producendo quindi un effetto simile a quello prodotto dal rilascio di

endorfine endogene innescato da uno stimolo piacevole per l'organismo.

MECCANISMO D’AZIONE: La Sinapsi

I segnali vengono trasmessi da un neurone all’altro attraverso giunzioni specializzate chiamate sinapsi.

Le sinapsi piò essere di due tipi: elettrica e chimica. Nei mammiferi le sinapsi elettrica sono presenti

solo nel cuore e nel tubo digerente, mentre in tutte le altre parti sono di tipo chimico.

Nella sinapsi chimica i due neuroni non sono in diretto contatto tra loro, ma esiste uno spazio, lo

spazio sinaptico, che separa la cellula presinaptica da quella postsinaptica. Il messaggio passa

attraverso lo spazio sinaptico grazie a molecole segnale dette neurotrasmettitori che sono sintetizzati

nei singoli neuroni e impacchettati all’interno di piccole vescicole nelle terminazioni degli assoni.

All’ arrivo del segnale elettrico le vescicole si fondono con la membrana cellulare permettendo la

fuoriuscita dei neurotrasmettitori nello spazio sinaptico dove si combinano con specifici recettori di

membrana posti sulla cellula postsinaptica, in questo modo l’impulso elettrico si propaga da un

neurone all’altro.

Ogni recettore presente sui neuroni viene attivato da un particolare neurotrasmettitore presente

all'interno del cervello (detto quindi endogeno).

Ma cosa succede se dall'esterno viene immessa nell'organismo una sostanza chimica che può mimare

il comportamento di un neurotrasmettitore come ad esempio l’eroina?

I recettori post-sinaptici non hanno infatti modo di sapere se le sostanze chimiche a cui si legano sono

esogeni (cioè immessi dall'esterno) oppure endogeni.

In realtà il cervello, data la sua importanza, possiede una difesa particolarmente forte, la barriera

emato-encefalica, che blocca il passaggio di molte sostanze nocive. Tuttavia le sostanze psicoattive

hanno in comune la capacità di passare facilmente questa membrana lipidica (perché si sciolgono

bene nei grassi), e di mimare il comportamento dei neurotrasmettitori endogeni, attivando

determinati recettori.

Nel caso delle endorfine, queste vengono mimate dagli oppiacei (o oppioidi), come l’eroina e la morfina, ed è per questo che i recettori endorfinici sono comunemente detti recettori oppioidi.

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Fiore e frutto di papavero.

1. EFFETTI IMMEDIATI SULL'ORGANISMO:

Dopo che la morfina si lega ai recettori, nell'arco di pochi secondi gli effetti immediati iniziano a

manifestarsi:

Sensazioni piacevoli di benessere, un “flash euforico”, con la diminuzione della tensione e della

depressione, distacco dalla realtà circostante accompagnati da un aumento della temperatura

corporea (effetti analgesici).

Questa fase termina dopo qualche minuto recando diversi disturbi come ad esempio nausea, vomito,

forte prurito agli arti, apatia, diminuzione della capacità dei riflessi, della frequenza cardiaca e

diminuzione dell'attività fisica e psichica. Questi effetti durano mediamente dalle 2 alle 6 ore e sono

chiamati a EFFETTI A BREVE TERMINE.

Se la quantità di eroina assunta è troppo elevata, l'organismo non riesce a sopportarne gli effetti ed

essendo un sedativo del sistema nervoso centrale, essa agisce sui centri respiratori e può comportare

il coma, con decesso per asfissia. Questo fenomeno è chiamato overdose o iperdose ed è la causa

principale di decesso delle persone colpite da tossicodipendenza.

La più giovane vittima di overdose di droga in Europa è stata Babette Döge (Berlino, 1963 - 19 luglio

1977) morta a soli 14 anni, amica di Christiane F.

2. GLI EFFETTI A LUNGO TERMINE:

L’assunzione prolungata di eroina attraverso iniezione comporta una serie di problematiche per

l'organismo conducendo ad una progressiva debilitazione fisica e psichica; infatti anche dopo poche

dosi possono presentarsi:

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irregolarità del ciclo mestruale; diminuzione dell’appetito con conseguente malnutrizione e perdita di

peso; sedazione cronica e apatia; deterioramento dei denti con l’insorgere di carie ed indebolimento

delle gengive; riduzione delle endorfine che interagiscono col sistema di percezione del dolore e

infezioni causate dai batteri presenti nell’eroina recando danni agli organi interni come polmoni,

fegato e reni; inoltre le parti insolubili del liquido possono otturare i vasi sanguinei causando trombosi

e la necrosi (morte) dei tessuti connettivi e muscolari.

LA DIPENDENZA:

La dipendenza da eroina spinge il soggetto ad una nuova e continua ricerca della sostanza da

assumere appena finisce l’effetto della precedente; ma in conseguenza dell’assuefazione ben presto

le sensazioni di artificiale benessere non si presentano più e si deve assumere la droga semplicemente

per restare normali ed evitare le crisi di astinenza.

Questo comportamento si presenta dopo poche ore dall’ultima assunzione con l’insorgere di uno

stato di agitazione, seguito da dolori diffusi, crampi, epistassi nasale, panico, sudorazioni, diarrea,

nausea e vomito. La manifestazione massima dei sintomi si raggiunge fra le 48 e le 72 ore dopo

l’ultima assunzione, e possono durare anche fino ad una settimana.

Assunta in gravidanza l'eroina, essendo in grado di attraversare la placenta, intossica il feto e al

momento della nascita il neonato presenta già crisi da astinenza.

3. GLI EFFETTI INDIRETTI:

L’assunzione di eroina, oltre ai danni fisici diretti citati in precedenza, comporta altre gravi

conseguenze per la salute e la vita sociale del soggetto:

I danni fisici indiretti causati dalla dipendenza da eroina sono l'esposizione al contagio di malattie

infettive come AIDS ed epatiti B e C, dovute all' utilizzo della stessa siringa fra più persone; polmoniti,

come conseguenza del deterioramento dell’apparato respiratorio ed infezioni ai vasi circolatori e alle

valvole cardiache, dovute alla presenza di batteri all’interno dell’eroina, che viene lavorata senza il

minimo controllo igienico.

I danni di tipo sociale invece si manifestano in seguito alla dipendenza fisica della sostanza e

consistono nella compromissione dei legami personali che coinvolgono il soggetto come quelli

famigliari, amicali e lavorativi.

Ciò è unicamente dovuto al desiderio incontrollabile e costante di ricercare altra eroina e quindi ogni

rapporto diventa funzionale a procurarsi denaro per acquistarla. La costante necessità di denaro,

spinge i dipendenti verso l’illegalità, arrivando a procurarsi i soldi attraverso prostituzione, spaccio e

furti.

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CHARLES BAUDELAIRE E I POETI MALEDETTI:

La nozione "I Poeti Maledetti" nasce dal titolo che Paul Verlaine nel 1884 diede alla sua opera 'Le

poètes maudits', in cui viene presentato un gruppo di giovani poeti, come Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé e Arthur Rimbaud, uniti dal riconoscimento in Baudelaire del loro caposcuola per eccellenza.

I poeti maledetti sono il simbolo dell’angoscia

umana che deriva della decadenza dei valori e delle istituzioni del diciannovesimo secolo. Appartengono al Decadentismo, movimento artistico e letterario sviluppatosi in Europa che si contrappone diametralmente alla razionalità del positivismo scientifico e del naturalismo. Essi vivono una condizione di disagio e di risentimento che sfocia nell'impossibilità di esprimere il proprio essere, divenendo esso la propria prigione.

La sregolatezza di questo stile di vita tormentato

e malinconico si traduce nella ricerca del piacere con l’inclinazione all’uso di alcol e droghe e il riconoscimento della poesia come evocatrice di sensazioni estreme che tramite esperienze intense il poeta riesce a cogliere. Essi interpretano la poesia come una realtà superiore, eterna ed infinita, dove rifugiarsi dalla crudele realtà che li circonda ed è proprio per questo motivo che i testi dei poeti maledetti sono di difficile lettura ed interpretazione.

La poesia diviene quindi il modo per comprendere il senso della realtà: attraverso una sregolatezza dei sensi il poeta diventa “veggente” e attribuisce alla poesia un potere magico, in grado di addentrarsi nelle verità profonde e celate della vita e dell’anima, illuminandole.

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Charles Baudelaire e 'I Paradisi Artificiali':

Il poeta e scrittore francese Charles Baudelaire (1821-1867), con il suo pensiero e le sue opere è

considerato uno dei precursori dei poeti maledetti; egli esalta la poesia come strumento per esplorare l’ignoto attraverso l'intuito.

"I paradisi artificiali” scritto tra il 1850 e il 1859 è il titolo di un saggio sugli effetti delle droghe di

Charles Baudelaire. In quest' opera l'autore raccoglie le sue riflessioni sulle sensazioni provocate dall'assunzione di sostanze stupefacenti quali hashish, oppio e vino.

L'opera comprende al suo interno il saggio già pubblicato precedentemente "Del vino e dell'hashish raffrontati come modi di moltiplicazione dell'individualità" e due nuove sezioni: "Il poema dell'hashish" e "Un mangiatore d'oppio".

Nel saggio viene elogiata la droga come strumento umano per soddisfare il proprio bisogno di piacere

in cui lo stato di eccitazione provocato dalla droga dona l'ispirazione poetica che però ben presto muta in paradisi illusori.

Baudelaire assume quindi il ruolo di fisiologo, analizzando gli effetti che le droghe apportano

all'essere umano; ed è soprattutto uno psicologo inconsapevole, che analizza la psiche, le sensazioni e le percezioni. Uno sperimentatore, di se stesso, e acuto osservatore degli altri.

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Baudelaire non descrive semplicemente la droga di cui faceva uso, ma mostra l'inferno, fatto di

degradazione e impotenza in cui lo portava.

In questo saggio l'autore compara gli effetti del vino e dell'hashish, opponendo i positivi risvolti sociali provocati dal primo all'annullamento della volontà del secondo.

Egli privilegia dunque il vino quale strumento che l'uomo usa per esaltare la sua personalità e la sua grandezza, per ravvivare speranze ed elevarsi all'infinito, poi rivelata nella sezione de "I fiori del male"; ma se da una parte il vino esalta la volontà, "l'organo più prezioso" di un Artista, l'hashish la annulla, diventando "inutile e dannoso" per l'uomo creativo. L'esperienza dell'hashish, pur dunque condannata, non viene respinta però totalmente: tra gli effetti di questa droga infatti Baudelaire ricorda la scomparsa della percezione temporale e la creazione di sinestesie tra suoni, colori e profumi; "corrispondenze" che entreranno a far parte della sua poesia caratterizzandola.

"Orrenda è la sorte dell'uomo la cui immaginazione, paralizzata, non sia più in grado di funzionare

senza il soccorso dell'hashish o dell'oppio".

Cit. Charles Baudelaire

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T.S. ELIOT: THE HUMAN FRUSTRATION ­ LA FRUSTRAZIONE UMANA

Thomas Stearns Eliot (1888– 1965) was one of the

greatest representatives of the modern Anglo­Saxon

poetry. His most important poems were "The Lovesong

of Alfred Prufrock" (1917) and “The Waste Land

"(1922).

The Waste Land was published in 1922, the same year

of Joyce's “Ulysses”, and can be considered as the most

important work of Modernist literature. Both

masterpieces have many points in common, such as the

numerous quotations from classical Greek authors, the

lack of punctuation and, in Eliot, the opposition

between the sterility of the modern world and the

fertility of the past.

INTRODUCTION TO MODERNISM:

Eliot's work belongs to the context of the so­called Modernism, a twentieth­century movement (more

precisely developed between 1912 and World War II), which included all the main artistic and literary

currents (Naturalism, Symbolism, Futurism and so on). The Modernists (among the most famous,

James Joyce, the same Eliot and Ezra Pound) denounced:

1) the crisis of Western culture, the post­war sense of depression and the collapse of values;

2) the alienation of the modern man in a new and mechanized world;

3) the rejection of the past and the break with the Victorian tradition.

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The name of Modernism is related to the novelty of the techniques of literary writers who were part

of it. At the heart of modernist poetry is the particular use of the image:

Modernists often used the “objective correlative”, that consists in the objective correspondence

between images and feelings. Created by T.S. Eliot, this technique became the only way of expressing

emotions. A sort of parallelism can be established, in Italian literature, with the so­called “Male di

Vivere” poets such as Eugenio Montale, for example in “Ossi di Seppia” (1920­27): “Meriggiare pallido

e assorto”.

Indeed, in both poems we find the same desolate and sunburnt landscape: it is also a “waste land” of

the spirit.

THE WASTE LAND

The title is highly significant: The "Waste Land" is the modern world which is marked by the crisis of

culture and of values and the sterility of Western civilization. The First World War, which ended about

four years before the publication of the poem, was seen as an unnecessary and insane slaughter that

destroyed millions of lives.

It is divided into five sections and made up of over 400 lines: the first four sections correspond to the

Greek classical elements like wind, water, fire and earth. The last fifth one is usually interpreted as

referring to ether.

It's a long and complex poem in which Eliot used a wide range of references to a great variety of

languages, cultures and literatures. This poem is also innovative because it creates juxtapositions

between different registers of speech, from the highly rhetorical to the colloquial language. Like in

Joyce’s “Ulysses”, there are words or even sentences from several different languages: German,

French, Latin and so on.

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SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA:

1. Per la storia di Christiane F. ho consultato:

http://it.wikipedia.org/wiki/Noi,_i_ragazzi_dello_zoo_di_Berlino_(romanzo)

2. L’analisi dei temi l’ho ricavata dalla lettura del romanzo “Noi, I ragazzi dello zoo di

Berlino” di C.F.

3. La storia dell’ eroina: http://www.disintossicazioneeroina.it/storia-eroina.html

4. La reazione di sintesi dell’eroina l’ho ricavata da:

Libro di testo e http://betsabeasbrocca.blogspot.it/2012/11/sintesi-delleroina.html

5. Gli effetti dell’eroina sull’organismo li ho trovati da:

http://www.dronet.org/sostanze/sos.php?codice=8&titolo=eroina&paragrafo_ordi

ne=6 ;

http://www.neuroscienzedipendenze.it/neurotrasmissione.html ;

6. I temi trattati per italiano li ho ricavati dal libro di testo e da:

http://it.wikipedia.org/wiki/I_paradisi_artificiali

7. Per i temi trattati per inglese: Libro di testo.

Vorrei ringraziare tutti i miei professori che mi hanno accompagnata nel mio

percorso scolastico per giungere a questo momento e i miei familiari che mi hanno

aiutata e incoraggiata anche nei momenti più difficili. Un ringraziamento particolare

anche a Gabriele che mi è sempre stato vicino.