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15 numero anno Settembre 2007 3 undici Carrellata su Lione Il caso esemplare per l’urbanità europea e gli studenti del Prof. Ing. Giorgio Praderio, docente presso il Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale dell’Università di Bologna Arch. Alberto Ferraresi Ing. Francesco Fulvi Foto di Nicola Praderio Bologna-Torino-Lione La presenza significativa di un fiume, del suo par- ticolare andamento sul terreno a ritagliare anse e risacche naturali al crocevia fra l’arco alpino ed il territorio che s’appiana verso l’Oceano Atlantico, costituisce comprensibile condizione d’appetibili- tà per la posa della prima pietra di una città. Nel- l’esperienza di vita pur millenaria, Lione è dunque silenziosamente terza città più grande di Francia, seconda area metropolitana transalpina e capo- luogo della regione Rodano-Alpi, silenziosamente ma operosamente. Il suo centro storico rientra fra le ricchezze patri- monio dell’Unesco, imponendosi dunque quale monito cristallizzato al futuro ed al medesimo tem- po testimone dell’espansione urbana. Attraversa- ta dai ceppi galli locali prima ed urbs romanizza- ta poi, divenuta policentrica per susseguenti fasi urbanistiche significative, costituisce per noi oggi esempio vicino di città, di politiche urbane, di ge- stione di settore negli ambiti delle nuove costruzio- ni, d’espansione infrastrutturale, di partecipazione della comunità alle scelte d’indirizzo. Oltre alle fasi storiche principali, ivi comprese quel- le toccanti tutto il bacino europeo nelle due guerre mondiali e le successive importanti reazioni rige- neranti, unisce, al di là delle Alpi, Lione alla tipolo- gia di città italiana certamente il fattore geografico, come s’è detto, e pure l’opportunità di contatto diretto nella reciproca distanza relativa al confine: ciò vale scambi d’esperienza e di commercio. Bologna, Torino e Lione sono dunque le principali tappe del tragitto d’andata che gli studenti di Archi- tettura e Composizione Architettonica III del Corso di Laurea in Ingegneria Edile/Architettura dell’Alma Mater Studiorum di Bologna tenuto dal Professor Giorgio Praderio hanno seguito in avvicinamento alle logiche della città europea contemporanea in espansione, sull’esempio diretto ed internazio- nale della città già di Saint-Exupéry e dei fratelli Lumière. Le più significative fasi recenti incarnate nelle rea- lizzazioni più rappresentative siano ora la traccia che ci conduce a quanto la città sta strategicamen- te mettendo a punto oggi per essere all’altezza del terzo millennio iniziato. Dall’industria e dalla guerra Il boom industriale e la mano tesa della ricchezza mineraria offrono margini ampi all’economia d’ol- tralpe. Lione ne gode principalmente per le sue attività d’area tessile, segnalandosi per altro anche per l’attiva partecipazione decisionale della collet- Lione attuale: Lione del futuro >> segue a pag, 16

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    Carrellata su LioneIl caso esemplare per l’urbanità europea e gli studenti del Prof. Ing. Giorgio Praderio, docente presso il Dipartimento di Architettura e

    Pianificazione Territoriale dell’Università di Bologna

    Arch. Alberto FerraresiIng. Francesco FulviFoto di Nicola Praderio

    Bologna-Torino-LioneLa presenza significativa di un fiume, del suo par-ticolare andamento sul terreno a ritagliare anse e risacche naturali al crocevia fra l’arco alpino ed il territorio che s’appiana verso l’Oceano Atlantico, costituisce comprensibile condizione d’appetibili-tà per la posa della prima pietra di una città. Nel-l’esperienza di vita pur millenaria, Lione è dunque silenziosamente terza città più grande di Francia, seconda area metropolitana transalpina e capo-luogo della regione Rodano-Alpi, silenziosamente ma operosamente.

    Il suo centro storico rientra fra le ricchezze patri-monio dell’Unesco, imponendosi dunque quale monito cristallizzato al futuro ed al medesimo tem-po testimone dell’espansione urbana. Attraversa-ta dai ceppi galli locali prima ed urbs romanizza-ta poi, divenuta policentrica per susseguenti fasi urbanistiche significative, costituisce per noi oggi esempio vicino di città, di politiche urbane, di ge-stione di settore negli ambiti delle nuove costruzio-ni, d’espansione infrastrutturale, di partecipazione della comunità alle scelte d’indirizzo.

    Oltre alle fasi storiche principali, ivi comprese quel-le toccanti tutto il bacino europeo nelle due guerre mondiali e le successive importanti reazioni rige-neranti, unisce, al di là delle Alpi, Lione alla tipolo-gia di città italiana certamente il fattore geografico, come s’è detto, e pure l’opportunità di contatto diretto nella reciproca distanza relativa al confine: ciò vale scambi d’esperienza e di commercio.

    Bologna, Torino e Lione sono dunque le principali tappe del tragitto d’andata che gli studenti di Archi-tettura e Composizione Architettonica III del Corso di Laurea in Ingegneria Edile/Architettura dell’Alma Mater Studiorum di Bologna tenuto dal Professor Giorgio Praderio hanno seguito in avvicinamento alle logiche della città europea contemporanea in espansione, sull’esempio diretto ed internazio-nale della città già di Saint-Exupéry e dei fratelli Lumière.

    Le più significative fasi recenti incarnate nelle rea-lizzazioni più rappresentative siano ora la traccia che ci conduce a quanto la città sta strategicamen-te mettendo a punto oggi per essere all’altezza del terzo millennio iniziato.

    Dall’industria e dalla guerraIl boom industriale e la mano tesa della ricchezza mineraria offrono margini ampi all’economia d’ol-tralpe. Lione ne gode principalmente per le sue attività d’area tessile, segnalandosi per altro anche per l’attiva partecipazione decisionale della collet-

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    tività al lavoro, potendo poi contare dal 1832 sul suo primo collegamento ferroviario. Anche questo costituisce riva fertile per le politiche di gestione urbana, unitamente ai talenti naturali propri del luogo. Tony Garnier, progettista eccellente lionese, è for-temente influenzato dalla dimensione urbana che lo cresce.

    Anche il soggiorno romano legato all’aggiudica-zione del Prix de Rome non lo distoglie dai suoi parametri originari. Teorizzatore della Cité Indu-strielle, sperimentatore delle potenzialità del ce-mento armato, specialmente a vista, è nominato ad inizio secolo architetto in capo della città, cui offrì alla destra della confluenza di Rodano e Sao-na l’imponente Halle dall’affaccio monumentale, ed il prezioso progetto dello stadio Gerland, i cui spicchi costitutivi in conglomerato cementizio ar-mato paiono essere esempio indimenticato dal Renzo Piano dello stadio di Bari, quasi ad ideale anticipazione del suo intervento recente nel centro cittadino lionese. Prendendo le distanze dalla matericità a volte an-che greve degli impasti cementizi, è questa una realizzazione di grande controllo formale e di riu-scita ricerca di leggerezza e snellezza delle mem-brature.

    Spianata la strada ai ferri ed ai cementi anche nella immediata applicazione congiunta dei con-glomerati armati, giungono le guerre. Dai rumori sordi degli eventi bellici le città europee escono va-riamente colpite, quando non del tutto abbattute, comunque variamente costrette all’immobilità, allo svilimento delle energie imprenditoriali, all’ineffi-cacia degli intenti operosi. Ritrovato il possibile equilibrio e ripristinate le condizioni necessarie, la nostra storia si caratterizza pressoché sempre per il prevalere della voglia del fare. Così Lione dopo Garnier si regala la seconda collaborazione stretta d’eccellenza assoluta in ambito di pianificazione urbana, come pure di ricerca legata all’innovazio-ne industriale, particolarmente delle potenzialità di acciaio e cemento insieme, oltre che di respiro nuovo internazionale.

    Le Corbusier fissa a Firminy e La Tourette nel-l’immediato circondario di Lione alcune delle sue opere fondamentali, specialmente nella sua fase di maturità realizzativa piena tra il 1955 e la morte dieci anni più tardi. Sono esse esempio di quasi tutte le sue principali linee d’indagine: l’innovazio-ne dei rapporti urbanistici fra spazio pubblico e co-struito, l’abitazione collettiva, l’intervento plastico sulle monumentalità isolate. S’erigono lo stadio, la casa dei giovani, l’unité d’habitation, il convento di

    Sainte Marie e la chiesa di Saint Pierre finalmente e plasticamente completata postuma in tempi re-centissimi.

    Nazionalità e valore simbolico delle grandi fir-meGiustamente orgogliosa e protettiva nei confronti dei propri ingegni migliori, la Francia crea le occa-sioni per consolidare la propria e la loro immagine. Lione chiama Jean Nouvel a rinnovare sostanzial-mente l’Operà alla fine degli anni ’80. Membro di diritto dello star system d’architettura contempora-nea, egli propone un edificio d’impatto innovativo, dalla geometria chiara in sé ed alla città, entro il guscio di una preesistenza consolidata nei rapporti con la viabilità e le proporzioni del centro storico. In ossequio alla tradizione nazionale negli usi degli acciai e del vetro, l’Operà si chiude in copertura con una sorta di volta a botte trasparente. Ne sca-turiscono effetti scenografici luminosi ad interagire con la spettacolarità notturna dei camminamenti monumentali e più rappresentativi.

    Spazio architettonico articolato a cielo aperto, il centro storico delle città europee consolidate vive Jean Nouvel

    Le Corbusier – Firminy

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    nei percorsi e nelle improvvise piazze recinte dai palazzi signorili. Place des Terreaux, con i caratte-ristici inserti dei giochi d’acqua da piano pavimen-tale, si segnala oggi per l’essere una delle più belle piazze d’Europa. In essa l’intervento contempora-neo dei francesi Drevet, ancora una volta e non a caso un architetto lionese, e Buren, uno scultore, come già Nouvel nell’Operà, trova una forma di compromesso con l’antico. Esso non limita il va-lore aggiunto dell’interpretazione e della necessità contemporanea avvertita dalla municipalità com-mittente. È pur vero che con il Centre Pompidou e con la sede parigina Renzo Piano acquisisce per così dire cittadinanza francese. Ma rimane l’origine italianissima, purtroppo non supportata dalle occa-sioni necessarie all’espressione del suo talento entro i nostri confini.

    La scelta della commessa a Piano della Cité Inter-nationale apre forse per Lione l’era per così dire globale, quella in cui l’architetto di calibro interna-zionale può anche non essere nativo, purché di comprovata eccellenza. Piano declina qui il vocabolario delle applicazioni di rivestimento laterizio a secco, portate a matura-zione già nelle opere residenziali a Parigi alla fine degli anni ’80, negli edifici per le Colombiadi dei primi ’90, poi della Banca Popolare di Lodi tra il 1995 e il 1998. Con il precedente di Parigi, la cita-zione personale diviene anche capitale.

    Il futuro è oggiSupportata dal genio iberico di Santiago Calatrava per le nuove dotazioni aeroportuali di Saint-Exupe-ry nella vicina Satolas, la città s’arricchisce di reti infrastrutturali e viarie a supporto delle espansioni future già dalla fine degli anni ’80 del secolo scor-so. L’attivo sistema di servizi di trasporto urbano vede anche l’opportunità della metropolitana a rac-cordo fra il centro e le aree periferiche, a parziale risoluzione del traffico da pendolarismo. Vivibile al centro monumentale, non trascurata nel-le aree suburbane, Lione scommette ora, come già in altre città d’occidente europeo, sulla rivisitazio-ne di vaste aree industriali inglobate dai quartieri d’espansione, su cui pianifica le ossature infra-strutturali, le volumetrie di costruito con particolare attenzione al controllo della densità nei confronti delle possibilità di speculazione edilizia, l’immagi-ne complessiva di brani urbani divenuti ora fasce di prima centralità.

    Si potenzia allora la metropolitana di superficie alle nuove polarità e residenze ed uffici – gli isolati sono dunque misti, si conquista spazio per l’attrac-co anche da diporto alla confluenza dei due fiumi offrendo ulteriore opportunità all’economia ed al desiderio del privato, si definiscono nello spazio e nella tipologia le polarità appunto guidanti sim-bolicamente l’espansione, si studiano le modalità

    Renzo Piano

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    LANDINI S.p.A. di Landini cav. Mirco Via E. Curiel, 27a - 42024 Castelnuovo sotto (RE)Tel. 0522/688811 r.a. - Fax 0522/688870 - sito web: www.landinispa.comE-mail: Uff. Inf.: [email protected] - Uff. Comm.: [email protected]

    d’allacciamento delle percorrenze anche pedonali e viarie all’esistente circostante, si definiscono gli step in garanzia di fondi già certi per la trasforma-zione graduale dei luoghi.La pratica dell’assegnazione d’incarico a valenza pubblica previo concorso, specialmente interna-zionale, è in Francia ed in Europa acquisizione consolidata, nel nostro Paese cosa recente e mai scontata. Questo anche influisce sull’immagine dell’opera-zione di pianificazione promossa dalla municipalità lionese, con risonanza conseguentemente e natu-ralmente molto più che sovralocale. I progetti dei concorsi, tutti in questo caso dei pri-mi anni del nuovo millennio, sono quindi assicurati a primo premio per le porzioni residenziali tra gli altri a Massimiliano Fuksas – altro italo-francese d’adozione – agli olandesi MVRDV garanzia di sprovincializzazione dei linguaggi d’architettura costruita, ad un gruppo emergente franco-olande-se, poi ancora ai progettisti dello studio austriaco Coop Himmelb(l)au. Tra Lione e l’Italia la distanza geografica non è poi così grande (vedi progetto li-nea TAV Lione -Torino, di grande attualità in Italia). L’appuntamento per il 2008 è con Madrid. Santiago Calatrava

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