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FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIOLOGIA, COMUNICAZIONE CORSO DI LAUREA IN SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE APPLICATA CATTEDRA DI SOCIOLOGIA DELLA FAMIGLIA PROF.SSA ANTONIETTA CENSI “STUDI SULLAUTORITÀ E LA FAMIGLIAMax Horkheimer Federica Di Cori Serena Fuorvia Veronica Marinelli Nicoletta Mascolo Valeria Messina Melania Pannozzi Gloria Salvati

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FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIOLOGIA, COMUNICAZIONE

CORSO DI LAUREA IN SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE APPLICATA

CATTEDRA DI SOCIOLOGIA DELLA FAMIGLIA

PROF.SSA ANTONIETTA CENSI

“STUDI SULL’ AUTORITÀ E LA FAMIGLIA”

Max Horkheimer

Federica Di Cori Serena Fuorvia Veronica Marinelli Nicoletta Mascolo

Valeria Messina Melania Pannozzi Gloria Salvati

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INDICE

- Introduzione, cenni all’autore e Scuola di Francoforte - Parte generale di MaxHorkheimer e parte sociopsicologica diErich Fromm di Valeria Messina pag. 1

-Parte di storia delle idee di Herbert Marcuse:Lutero,Calvino e Kant

di Federica Di Cori pag. 3

- Parte di storia delle idee di Herbert Marcuse: Hegel di Gloria Salvati pag. 5

- Inchiesta sulla morale sessuale ed inchiesta fra esperti su autorità e famiglia

di Melania Pannozzi pag. 6

-Inchiesta su autorità e famiglia tra i giovani

di Veronica Marinelli pag. 8

-Fondamenti storico-economici dello sviluppo dell’autorità familiare

di Nicoletta Mascolo pag. 9

-Autorità ed educazione nella famiglia e nei movimenti giovanili

di Serena Fuorvia pag. 10

-Bibliografia e sitografia pag. 12

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Nel 1922, presso l’ Università di Francoforte, fu fondato l’ Istituto per la ricerca sociale. Il suo intento era quello di studiare la

società contemporanea e capire come poterla migliorare convinti di poter arrivare ad un nuovo ordine sociale.

Furono diversi gli intellettuali alla guida dell’ Istituto,ma quest’ ultimo conobbe il suo successo con la direzione di Max

Horkheimer(Stoccarda, 14 febbraio1895 – Norimberga, 7 luglio1973) durante la quale entrarono a far parte del gruppo di

intellettuali anche Herbert Marcuse ed Erich Fromm. I primi lavori dell’ Istituto si concentrarono sul versante economico

probabilmente perché la crisi a cavallo tra gli anni venti e trenta del novecento, aveva portato effetti devastanti in tutto il

mondo e si cercava di capirne cause e possibili rimedi.

L’ interesse negli scritti della scuola, si spostarono poi anche sugli aspetti sociali e politici del tempo. Dopo l’avvento nel

nazionalsocialismo, la Scuola di Francoforte si trasferisce a Parigi ed è qui che è stata portata a compimento una ricerca di

gruppo dal titolo ―Studi sull’autorità e la famiglia” (1936).

In quest’opera è evidente l’ influenza di Freud al quale gli autori si rifanno per spiegare il processo di

interiorizzazione,inconscia ,dell’autorità della società che al bambino è trasmessa attraverso l’autorità paterna. E’ inoltre

presente, una considerevole parte empirica segno che gli intellettuali della Scuola di Francoforte non hanno trascurato l’

importanza della ricerca, ma vediamo nel dettaglio la struttura dell’ opera la cui traduzione e presentazione al pubblico

italiano,nel 1974, sono state consigliate da 3 ragioni fondamentali: la validita' delle acquisizioni piu' importanti raggiunte da

Horkheimer; perche' piu' che in altre opere si chiarisce il metodo di indagine che sara' poi indicato successivamente come il

metodo della ―Scuola di Francoforte‖ ed infine i contributi di ricerca dell’ Istituto, continuano ad esercitare un forte richiamo

sugli studiosi odierni di scienze sociali. L’ opera è formata da una prima parte dedicata ai saggi di impostazione teorica di

Horkheimer, Fromm e Marcuse, si passa poi alle inchieste della seconda parte e infine la terza parte, dedicata a studi singoli a

carattere monografico.

Tutte le sezioni dell’ opera sono da ricondursi al tema dominante del libro, ossia all'autoritarismo sociale nella sua accezione

piu' ampia in quanto trova la sua base nei rapporti di autorita' che si sviluppano all'interno della famiglia.

Analizzeremo poi in seguito , nella nostra ricerca, in maniera più dettagliata le tre parti di cui è composta l’ opera.

Horkheimer, Max Max Horkheimer è un filosofo e sociologo tedesco. E’ autore di analisi dedicate a Kant e all'hegelismo negli

anni Trenta del 900. Nel periodo nazista è costretto all'esilio e insegna e lavora a Ginevra, New York e Parigi. Proprio in questo

periodo viene pubblicata una delle fondamentali ricerche più celebri della Scuola di Francoforte:―Gli studi sull'autorità e la

famiglia‖ (condotti con E. Fromm e H. Marcuse) .Nei primi anni Cinquanta Horkheimer ritorna in Germania, dove riprende

l’insegnamento approfondendo la tematica della teoria critica. Il suo pensiero è influenzato dalle opere ma anche di S. Freud e

del giovane Marx ed è investito da un pessimismo sui destini della società industriale avanzata .H. pone una nuova esigenza:

quella di chiarire le relazioni psicologiche tra fatti economici e fatti culturali; i fattori economici vengono considerati primari,

ma devono essere letti e tradotti in chiave psicologica. La psicologia dovrà quindi chiarire quali siano i fattori psichici profondi

con i quali l'economia influenza gli uomini. Di qui l’attingere di Horkheimer e della Scuola di Francoforte alla psicoanalisi e alle

psicologie del profondo ai fini della ricerca sociale. .

La Scuola di Francoforte. La Scuola di Francoforte è composta da studiosi che nel periodo della crisi e negli anni 30 del 900

si concentrano su temi filosofici e sociologici. Con l’avvento del nazismo in Germania l’attività di ricerca fu interrotta per poi

riprendere dopo il 45, anno in cui molti studiosi ritornarono poi a Francofor te. Il principale oggetto di studio dell’istituto fu la

―teoria critica della società‖. Ogni elaborazione teorica della scuola è messa in rapporto a tre fenomeni storici principali:

1) nazifascismo in Europa occidentale, 2) stalinismo nella Russia sovietica, 3) moderna società tecnologica e opulenta

americana. Queste sono esperienze che per i Francofortesi rappresentano una crisi socio-economica e teorico-filosofica di

portata universale: 1) il fascismo viene considerato come la verità esplicita del capitalismo, 2) il marxismo ufficiale sovietico è

l'antitesi del marxismo di Marx ed Engels, 3) il pragmatismo americano ha sostituito il concetto di verità con quelli di

probabilità e utilità.

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Parte generale di MaxHorkheimer e parte sociopsicologica di Erich Fromm

Nella prima parte dell’opera Horkeimer ha introdotto il concetto di famiglia.

La famiglia è una delle più importanti forze educative, provvede alla riproduzione dei caratteri come esige la vita sociale e

fornisce loro l’attitudine al comportamento autoritario di tipo specifico. Nella storia dell’evoluzione della famiglia dal periodo

assolutistico a quello liberale emerge sempre di più un nuovo fa ttore nell’educazione all’autorità. Non si cerca immediatamente

l’ubbidienza, ma si richiede l’uso della ragione. Il protestantesimo vede il padre come fisicamente più forte e dunque il

rappresentante del diritto, il padrone del potere. Poiché il padre è il più potente de iure e de facto, il figlio non deve solo

prendere atto di questa sua superiorità, ma deve rispettarla. Le differenze poste dalla natura sono volute da Dio, e nella

società borghese anche la povertà e la ricchezza appaiono come dati naturali. Le funzioni della famiglia nel corso della storia

sono state numerose ed estremamente varie, rispetto ai tempi in cui la comunità produttiva era dominante, essa non solo ne

ha perse completamente alcune, ma anche quelle che le sono rimaste hanno subito dei mutamenti. Nel 1911 Müller indicava le

seguenti funzioni: governo della casa, socializzazione, educazione e allevamento dei figli, regolazione dell’incremento

demografico.

In realtà la famiglia rappresenta una delle forme sociali che esercitano sempre peggio a causa di contraddizioni e crisi sempre

più gravi . Ciò che succede nei settori centrali della società agisce di contraccolpo sulla vita della famiglia, perché essa, pur

avendo leggi relativamente autonome e una certa capacità di resistenza, si dimostra in tutte le fasi dipendente dalla società nel

suo complesso. Il fatto che l’uomo abbia il potere è determinato anche dal fatto che egli possiede il denaro e ne decide

l’impiego, ciò fa sì che moglie e figli siano subordinati a lui, siano ―suoi‖. Le disperazioni di donne e bambini, la privazione della

loro felicità e il loro sfruttamento fisico e psichico in conseguenza della preminenza economica del padre hanno avuto negli

ultimi secoli, un peso minore che nell’antichità soltanto in periodi, territori e strati sociali assai limitati era possibile. Questa

divisione gerarchica influisce sulla crescita spirituale del bambino, il quale la legge in maniera così naturale da renderla ovvia

per la terra e l’universo, persino per l’aldilà. In questo modo diventa così possibile che non solo dagli strati dell’alta borghesia,

ma anche da molti gruppi di operai e impiegati, vengano generazioni che non mettono in questione la struttura del sistema

economico e sociale, lo vedono come naturale ed eterna e lasciano perfino trasformare la loro insoddisfazione e la loro

ribellione in forze al servizio dell’ordine dominante.

I meccanismi che sono alla base della formazione autoritaria del carattere sono stati analizzati soprattutto dalla psicologia del

profondo. Per la formazione di un carattere autoritario è decisivo che i bambini imparino sotto la pressione del padre e

ricondurre ogni insuccesso a cause individuali. L’educazione paterna forma uomini che fin dall’inizio cercano l’errore in

se stessi. Anche se, in realtà, è la struttura della famiglia che forma il carattere infantile. La famiglia esercita la sua

funzione di produttrice di caratteri autoritari e tutti i movimenti politici, morali, religiosi conseguenti si sono resi conto della

sua importanza e si sono posti il compito di rafforzare la famiglia con tutti i suoi presupposti.

I principi eterni di ogni società sono due( Le Play, 1877-1879):

1. La fede in un unico Dio

2. La sottomissione all’autorità del padre.

Lo spirito di ubbidienza è <l’elemento materiale della pace sociale>, Le Play ritiene inoltre fondamentale l’autorità paterna come

origine di questa obbedienza. Con il sistema patriarcale entrò nel mondo la contrapposizione delle classi, la scissione della vita

pubblica e familiare, e anche nella stessa famiglia si applicò il principio della dura autorità. Questo tipo di famiglia vede

cambiare l’essere donna, in quanto essa è largamente sottomessa all’uomo, è sotto la sua guida, ne dipende economicamente.

L’uomo la domina poiché la vita sociale è tendenzialmente a misura d’uomo e poiché è lui che comanda in famiglia. La donna è

impossibilitata nel suo sviluppo, infelice e senz’anima. Nel mondo borghese mantenere moglie e figli diventò uno status simbo l,

il sentimento della responsabilità sociale ed economica nei confronti della moglie e dei figli costituisce una tra le più importanti

funzioni di coesione familiare in questa società. I bambini vivono immediatamente, nell’educazione materna, l’influenza di una

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mentalità rassegnata all’ordinamento esistente. La donna si piega all’autorità patriarcale e per questo motivo diviene

essa stessa un fattore che riproduce l’autorità stessa in questa società. In quanto essa rinuncia ad ogni resistenza

accetta il principio del mondo borghese dominato dall’uomo. L’emancipazione della donna arriva parzialmente e

tardivamente , essa avviene nella fase dell’attuale società nella quale la disoccupazione è già diventata strutturale. L’autorità di

una data famiglia può essere così forte che il padre mantiene il dominio anche quando il suo fondamento materiale è

scomparso. La famiglia muta la sua struttura e la sua funzione, sia nei diversi periodi storici che nei diversi gruppi social i. Essa

ha subito importanti trasformazioni nel periodo industriale. Mentre nella primavera borghese si verificava tra società e

famiglia uno scambio fruttuoso, per cui l’autorità del padre era fondata sul suo ruolo nella società e la società era rinnova ta

grazie all’educazione patriarcale all’autorità, la famiglia ora diventa un problema di pura tecnica di governo. La famiglia era

vitale così come l’autorità, ora il momento distruttivo della cultura ha più forza che quello di coesione.

Parte socio psicologica

Introduzione. Molteplicità dei fenomeni di autorità.

In molti individui il tratto peculiare di personalità è costituito dal loro rapporto con l’autorità; vi è chi è felice tanto quanto più è

sottomesso e quanto più l’autorità è severa e spietata, vi è chi invece si comporta in maniera ostinata e ribelle . Una situazione

autoritaria si verifica tra padre e figlio in una struttura familiare di tipo piccolo—contadina. Il padre è temuto, ciò che dice è

legge e la speranza nell’autonomia corrisponde alla speranza della morte del padre. Il rapporto autoritario non è un rapporto

semplicemente costretto. Quando Simmel dice che il nell’autorità ci deve essere sempre un residuo di libera volontà, ciò

significa che la subordinazione è determinata da una costrizione, ma di autorità si può parlare solo quando tale costrizione non

è sentita unicamente come tale, ma venga rafforzata da legami di tipo affettivo

Autorità e super-io. Ruolo della famiglia nel loro sviluppo.

Freud esamina il problema dell’autorità in connessione alla psicologia delle masse e al super-io. L’autorità è importante sia per

la formazione delle masse , che hanno assunto lo stesso oggetto (il capo) al loro ideale dell’Io e che pertanto si sono identificati

gli uni agli altri, sia nella formazione del super-io. Chiariamo cosa intende Freud per Es, Io e super io. Queste tre istanze non

sono nettamente separate, l’ES è la forma originaria dove sono contenute le pulsioni, L’IO è quella parte dell’Es che è stata

modificata dall’esterno, ciò che possiamo chiamare ragione. Il super- io è l’istanza filogenetica ultima e la più rigorosa, ad essa

Freud attribuisce alcune funzioni quali la coscienza morale, la censura e la formazione di ideali. L’origine del super- io è posta

in stretta relazione con il padre, poiché il bambino si identifica con lui e questa identificazione primaria viene rafforzata da una

secondaria che è quella edipica. Il bambino sotto la pressione della paura della gelosia paterna deve rinunciare ai suoi desideri

sessuali verso la madre. Il bambino si identifica in lui, ma sa allo stesso tempo che molte cose sono riservate solo al padre.

Nonostante le contraddizioni la teoria di Freud fornisce una comprensione decisiva sul problema dell’autorità e della dinamica

sociale, come sia possibile che il potere dominante in una società sia così efficace. Il potere e la potenza esterna, personificati

nell’autorità sono di volta in volta dominanti in una società, sono elementi indispensabili perché vi sia obbedienza e

sottomissione della massa a questa autorità. Attraverso il super-io la potenza esterna viene trasformata in interna, le autorità

che rappresentano la potenza esterna vengono interiorizzate e l’individuo agisce in maniera conforme ai loro ordini non solo

per paura dei castighi esterni, ma anche per paura dell’istanza psichica insita in se stesso. Attraverso l’identificazione col il

padre e l’interiorizzazione dei suoi ordini, il super io viene investito degli attributi della morale e della potenza. Il rapporto tra

super-io autorità è dialettico. Non sono assolutamente separabili l’uno dall’altro. Poiché il super-io ha origine già nei primissimi

anni del bambino come istanza incondizionata dalla paura del padre e al tempo stesso dal desiderio di essere amato da lui, la

famiglia risulta essere importante per produrre la successiva capacità dell’adulto di credere nelle autorità e subordinarsi ad

esse. L’autorità di cui gode il padre nella famiglia non è un tipo di autorità casuale, <integrata> in seguito dalle autorità sociali,

essa si fonda in ultima analisi sulla struttura sociale nel suo insieme. Il padre nel la famiglia è il primo mediatore dell’autorità

sociale (nel tempo), ma di questi egli è (nel contenuto) il riflesso. Le esperienze cliniche hanno dimostrato quanto sia

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importante il complesso edipico e come esso sia fonte sia di ostilità e ribellione del figlio verso il padre e come in tal modo la

famiglia patriarcale, che a ragione della propria struttura produce i desideri incestuosi del figlio, produca anche, attraverso il

conflitto col padre, ribellione contro di lui e quindi tendenze a disintegrare la famiglia.

Autorità e rimozione

La funzione dell’autorità e del Super- io è duplice, essi non servono semplicemente a reprimere pulsioni che non sono

socialmente accettate, hanno per contenuto anche le pulsioni positive dell’individuo; l’autorità svolge anche la funzione positiva

di spronare l’individuo ad un determinato comportamento, di essere per loro un modello e un ideale. Il contenuto di ciò che

stimolano l’autorità e il Super-io dipende dalle condizioni sociali poiché certi valori valgono per tutti i membri della società,

altri hanno validità solo per determinati gruppi. L’educazione agli ideali stimolanti come alle proibizioni limitative delle pulsioni

si attua, nella società borghese, con la mediazione della famiglia. Il padre rappresenta la realtà sociale e l’identificazione con lui

pone le basi per la formazione del Super io e dunque anche per il futuro rapporto emotivo con le autorità che personificano gli

stessi ideali.

Il carattere autoritario-masochistico

Le società autoritarie patriarcali sono caratterizzate da una struttura affettiva ―patricentrica‖. L’uomo di questa società non

sente l’esigenza di amore e simpatia, al contrario crede di aver diritto alla felicità e all’amore solo se e quando soddisfa le

richieste postegli dall’autorità paterna. L’unica via ad un sentimento si trova nell’adempimento del dovere e nell’obbedienza

all’autorità. Il presupposto all’autorità è la potenza dei suoi detentori. L’individuo deve potersi aspettare da loro protezione, ma

contemporaneamente temerli in modo da non porre resistenza. Il bambino deve credere che i genitori non mentono mai e che

essi stessi adempiano effettivamente a tutte le richieste morali imposte dal figlio ed egli deve credere che essi agiscano per il

suo bene senza perseguire scopi egoistici. La famiglia è importante per questo, educa il figlio a considerare certe qualità

morali come connesse all’autorità, contribuendo così alla produzione del carattere autoritario. Il bambino prova uno dei traumi

più gravi della sua vita quando scopre che in realtà in genitori ben poco corrispondono alle loro stesse richieste, ma poiché

egli con la scuola e più tardi attraverso altre agenzie sociali sostituisce con nuove autorità quelle vecchie, permane in lui

l’illusione che l’autorità sia morale.

Indubbiamente esse (le autorità) sono in ogni società superiori al bambino e senza dubbio egli ha bisogno di aiuto e

incentivazione da parte dell’adulto per il proprio sviluppo, ma poiché il rapporto con gli educatori, genitori o altri, è determinato

dalla posizione che il bambino assumerà nella società in generale una volta adulto, anche l’autorità ha una funzione diversa da

quella che aveva nella famiglia di un tempo. Essa promuove esclusivamente lo sviluppo del bambino e per quanto reprima certi

impulsi, anche questa funzione restrittiva è diversa, poiché è nell’interesse dell’evoluzione della personalità complessiva del

bambino.

Parte di storia delle idee di Herbert Marcuse:Lutero,Calvino e Kant Herbert Marcuse fornisce una brillante ricostruzione del rapporto fra autorità e libertà in connessione alla famiglia come

istituzione trattando gli autori Calvino, Lutero e Kant.

Calvino e Lutero

In connessione con la dottrina protestante borghese della riforma (1517), si verifica una riorganizzazione della famiglia, un

consolidamento dell'autorità del pater familias. Si tratta di un crollo della gerarchia cattolica: quando vennero meno le

mediazioni fra il singolo e Dio, la responsabilità per la salvezza dell'anima, di coloro non ancora responsabili di se s tessi, venne

a ricadere sulla famiglia e sul suo capo a cui fu attribuita una dignità quasi sacerdotale . Poiché l’autorità dei governanti è

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congiunta direttamente all’autorità del pater familias (tutte le autorità mondane, tutti i ―signori‖ diventano ―padri‖) la

sottomissione del singolo all'autorità secolare appare “naturale” come quella verso il padre entrambe derivate da

un’unica fonte, divina. Per Lutero la non ubbidienza verso padre e madre significa che ―non ci sono buoni costumi né buon

governo‖. Dove non c'è obbedienza nelle case non si potrà mai ottenere che un paese sia ben governato. Che il sistema

delle autorità secolari dipenda costantemente dall’efficacia dell’autorità all’interno della famiglia è stato chiaramente

riconosciuto da Lutero. Anche per Calvino l’ubbidienza è fondamentale per l’ordine sociale. E’ il meccanismo che tiene insieme l’ordine del mondo che è un sistema di Subiectio e Superioritas che parte dalla famiglia e a cui per proteggerlo Dio comunica il

suo ―nome‖: ―i titoli di Padre, Dio, Signore gli sono proprii di sorta che quando sono menzionati, il nostro cuore deve essere

toccato dal riconoscimento della sua maestà‖ (Istituzione della religione cristiana). Secondo Lutero per la sussistenza di

questo mondo non c’è ―sulla terra signoria maggiore di quella dei genitori‖(M. Luther, Werke), e infatti non c’è ‖cosa più

necessaria che educare persone che vengono dopo di noi e devono governare‖ (ibid.). L'ordine mondano è un sistema di governanti e governati che deve essere assolutamente conservato. L'autorità dei genitori dipende a sua volta dall'autorità

secolare: da solo il pater familias non è in grado di educare ed istruire compiutamente il proprio figlio. Ai genitori è affiancata la scuola, con il compito di formare coloro che governeranno in tutte le sfere della vita sociale. La funzione dell'autorità dei

genitori sancita da Dio è per Lutero anzitutto quella di spezzare e mortificare la volontà del bambino, ―renderli umili e miti‖, dato che ognuno di noi deve stare soggetto ad altri. ―Dio ci dà e ci assicura attraverso di essa (l’autorità) come attraverso i nostri genitori,nutrimento, casa e podere, difesa e sicurezza‖ (Luther, Werke), noi siamo tenuti di fronte al mondo a dimostrare

ai nostri genitori riconoscenza per il bene che riceviamo da loro. Nella prima infanzia onore, timore e riverenza sostituiscono l'amore come momento determinante nel rapporto tra figlio e genitore. ―Poiché onorare è cosa molto superiore all’amare, e

infatti comprende non solo l’amore, ma anche disciplina e rispetto, umiltà, timore, quali si debbono avere di fronte ad un

sovrano‖ (Luther, Werke). La terribile maestà del Dio di Calvino si manifesta nell'autorità del pater familias. Proprio la

disciplina e la paura è ciò che solleva la riverenza verso i genitori al di sopra dell’amore: ―Ma l'onore è più alto di un comune

amore e fa sì che si tema più di offenderli che di venire puniti‖(Lutero, scritti religiosi). La via che porta dall’unità naturale della

famiglia all’unità artificiale e coercitiva della società non è stata meglio determinata da Lutero, gli è bastato constatare che la

famiglia è ―la prima forma di governo, da cui prendono origine tutte le altre forme di governo e di dominio‖ (Luther,

alsPadagog). Sulla connessione di ogni forma di subjectio ad autorità con l'autorità dei genitori Calvino è d'accordo con Lutero.

Anche per lui i termini dominus e pater sono interscambiabili. Ma Calvino assegna al rapporto autoritario della famiglia una

funzione ben determinata all’interno del meccanismo delle autorità sociali, e precisamente una funzione psicologica. Poiché la

subjectio contrasta, propriamente, alla natura dell’uomo, questi deve essere preparato gradualmente, mediante una forma di

sottomissione che per la sua natura è amabile, e meno di tutte spiacevole, a forme di soggezione più difficili da sopportare.

Questa preparazione avviene nella forma di un ammorbidimento, è un addolcire, un piegare; è un continuo esercizio attraverso cui si forma l’abitudine della submissio. Ben di rado la funzione sociale della famiglia nel sistema delle autorità borghesi è stata

meglio formulata in modo più chiaro.

Kant

Kant nel saggio ―Risposta alla domanda: che cosa è l’illuminismo?‖ pone esplicitamente il problema del rapporto tra l'autorità

sociale e la libertà. Pensare ed agire secondo autorità è ―immaturità di cui è responsabile lo stesso soggetto‖. La società civile

ha ―interesse ― a disciplinare l'uomo trattandolo in modo autoritario, un interesse in cui è in gioco di fatto la sua stessa intera esistenza. Nella nota conclusiva dell'Antropologia Kant ha indicato la religione come strumento diquesto disciplinamento. Per conciliare la ―naturale‖ libertà dell'uomo con l'interesse della società alla disciplina Kant afferma che la possibilità risiede

nell'idea di una originaria volontà ―collettiva – generale‖ onde tutti gli individui decidono di comune accordo una autolimitazione

generale, sotto il governo di leggi universalmente vincolanti. Kant sapeva che ―nella situazione attuale degli uomini... la felicità

degli Stati si sviluppa assieme alla miseria degli uomini‖ (Kant, la Pedagogia), e che dovrebbe un ―principio della pedagogia‖

quello di educare ―i fanciulli non già in vista delle condizioni presenti del genere umano, ma delle condizioni migliori che sono

possibili in futuro‖ (Kant, la Pedagogia).

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Parte di storia delle idee di Herbert Marcuse: Hegel

Hegel vede lo stato e la societa' dal punto di vista dell'idea e della proprieta',infatti nello scritto sulla costituzione della

Germania vi e' la definizione ―una moltitudine di persone puo' chiamarsi stato solo se esse si sono unite ai fini della comune

difesa di tutta la loro proprieta'‖. Proprio dall'unificazione di stato e proprieta', ha inizio la trasformazione, precisamen te da qui

deriva la superiorita' e l'autonomia dello stato nei confronti della societa'. In conseguenza a cio', possiamo affermare che la

costruzione dello stato si basa sulla volonta' degli individui e si conclude con la libera sottomissione della volonta' individuale

all'autorita' . Questo processo risale attraverso la fase delle corporazioni fino alla famiglia. Con la famiglia, la corporazione

costituisce la seconda radice etica dello stato, radicata nella societa' civile. Ancora piu' essenziale e' il significato della prima

radice dello stato: la famiglia .

Essendo la radice etica dello stato, porta quei requisiti per cui l'individuo puo' diventare membro dello stato. Le determinazioni

che qualificano la famiglia per tale funzione sono: 1. l'unione immediata degli individui in una universalita' senza che la persona

sia negata ; 2. il carattere reale di questa universalita', di cui gli individui vengono continuamente a conoscenza nella loro vita

quotidiana; 3. La comunione di fatto dei bisogni e interessi che di fatto diventano eticizzati.

ll punto focale, per Hegel, di tutte queste determinazioni, si concretizza nell'unione specifica di famiglia e proprieta'. La

famiglia nella proprieta' alimenta la sua personalita' sostanziale. Solo nella famiglia e attraverso di essa la proprieta' come

"momento arbitrario dei bisogni particolari", si trasforma in un "patrimonio stabile e sicuro" e l'egoismo dei desideri viene

superato nella cura per qualche cosa di comune e soprattuto "etico". Solo in questo modo diventa comprensibile tutto il

significato che ha la famiglia come fase intermedia fra l'individuo e lo stato, fra l'egoismo e il senso dello stato. Hegel afferma

che la proprieta' deve essere spogliata del suo carattere "privato" ed egoistico, senza perdere il suo carattere principale d i

"proprieta". Questa funzione e' assolta precisamente dalla famiglia, o piu' esattamente dal diritto ereditario della famiglia

poiche' l'ereditare e' considerato solo come un entrare in possesso del patrimonio di conseguenza la proprieta'e' ancorata a lla

famiglia, il diritto ereditario ne garantisce la permanenza attraverso le generazioni. Solo così, con la funzione specifica della

famiglia, di eticizzare e perpetuare la proprieta', si giustifica quell'elevazione dello stato al di sopra della sfera della proprieta'

che era stata indicata in principio con la separazione di stato e societa' civile. E’ infine con queste funzioni che nel periodo

successivo la famiglia fa il suo ingresso nella sociologia borghese ,come base dello stato e della societa'. Successivamente

Hegel si concentra nel costruire le basi e la formazione dell'ordine autoritario sociale e politico secondo la genesi della

fenomenologia considerando la famiglia come quel rapporto fra il servo e il signore da cui egli stesso fa scaturire il reciproco

"riconoscimento" come base dell'esistenza sociale. Seppur questo concetto suscita una certa diffidenza contro di se', deve

essere necessariamente giustificato con la forza: allora l'uomo gli si assoggetta. Ritorna il concetto di ereditarieta' della

proprieta', momento piu' importante attraverso cui la famiglia viene legata all'ordine statale e sociale e il tradizionalismo

autoritario si sedimenta nella famiglia diventando anch'essa autoritaria e rappresentando uno dei piu' importanti baluardi

contro la rivoluzione . La famiglia e' il punto centrale dell'esistenza umana, il legame che unisce la vita individuale alla vita

comune. Lungo la via che va da Lutero a Hegel, Marx esamina attraverso l'analisi materialistica delle tendenze del processo

produttivo capitalistico la teoria della famiglia, come fondamento etico del sistema sociale di dominio rappresentata dalla

figura della piccola famiglia monogamica patriarcale, sorta nel corso di un lungo sviluppo storico . Come tutte le forme di vita

nel capitalismo, la realta' della famiglia borghese e' contrassegnata dai caratteri dell'economia mercantile come la scelta del

coniuge, ma anche nella generazione ed educazione dei figli . Su questa base si delineano quei fenomeni che Marx indica come

l'apparente dissoluzione della famiglia borghese a opera della stessa borghesia, e' questa la formulazione materialistica del

rapporto per cui la famiglia e' stata trasformata dai proprietari privati nel fondamento etico della societa'. La famiglia

borghese continua ad esistere perche' la sua esistenza ―e' resa necessaria dalla sua connessione con il mondo di produzione ,

indipendente dalla volonta' della societa' borghese‖. Mentre la sua dissoluzione e' apparente, questo modo di produzione

conduce considerato nel suo verso opposto, e cioe'nel proletariato, a una dissoluzione reale della famiglia. Marx ha descritto la

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spaventosa distruzione della famiglia proletaria che la grande industria ha prodotto : lo sfruttamento del lavoro dei bambini e

delle donne ha distrutto la base economica della vecchia famiglia. Detto cio', se il capitalismo ha dunque stravolto tutti i

rapporti familiari apparentemente "eterni" e "naturali", le funzioni assolte dalla famiglia borghese saranno liberate dalla loro

connessione con i caratteri del processo produttivo capitalistico: l'autorita' sara' dissociata dall'interesse dello sfruttamento,

l'educazione dei figli dall'interesse della proprieta' privata, in questo modo saranno abolite le due basi del matrimonio nel la

forma che esso ha avuto finora : la dipendenza della moglie dal marito e dei figli dai genitori, per il tramite della proprieta'

privata. Infine troviamo due autori: Sorel e Pareto i quali propongono un focus sul concetto di famiglia, in quanto Sorel fece

notare la funzione della famiglia nella realizzazione dei "valori di virtu' sociali", considerandola come una ―regione

misteriosa.....la cui organizzazione influenza tutte le relazioni sociali‖; in essa si realizzano quei valori che la societa' presente

soprattutto apprezza , come il rispetto per la persona umana, la fedelta' sessuale e la protezione dei deboli. In netta

contrapposizione a Pareto ,Sorel circonda la famiglia di un'aura morale e sentimentale: elogia la famiglia monogamica come

―un'amministratrice della morale dell'umanita'‖, senza riconoscere la sua connessione con la societa' borghese. Sorel vede la

famiglia in modo statico , nella forma dell'autorita' mentre Pareto ha visto l'importanza della famiglia rispetto alla preparazione

psichica,la conservazione e la riproduzione dell'autorita' ed ha sottolineato che ogni indebolimento di ciascuno di questi

aggregati minaccia la stabilita' del dominio sociale.

Inchiesta sulla morale sessuale ed inchiesta fra esperti su autorità e famiglia

Negli anni '30 del Novecento, si svolsero diverse inchieste in Germania e altri paesi europei che ―appaiono centrate su due

gruppi di problemi: l'autorità, in quanto costituisce uno dei fattori più importanti della dinamica sociale, e la famiglia, in quanto

costituisce il luogo sociale in cui si compie la formazione del carattere della persona, specialmente per quanto riguarda il suo

atteggiamento verso l'autorità‖.(Introzuzione-Franco Ferrarotti)

Inchiesta sulla morale sessuale

Con quest'inchiesta si voleva determinare se vi fossero stati dei cambiamenti relativi alla morale sessuale nel periodo post-

bellico. Per poter reperire informazioni si servirono delle conoscenze e della pratica professionale di medici tedeschi tra cui

specialisti in malattie delle pelle e veneree, ginecologiche e per i disturbi nervosi. Il questionario utilizzato fu inviato nel 1932 a

360 medici, si riscontrò un grande interesse per tale inchiesta da parte degli stessi medici, dato che il 68% dei questionari

ritornò compilato.

Sulla base dei questionari disponibili all'analisi, si riscontrò da parte di molti specialisti un allentamento della morale sessuale nel periodo post-bellico, riscontrabile più nelle donne che negli uomini che si ridimensionò verso il 1930. Il quadro delle opinioni

soggettive dei medici in tema di problemi etico-sessuali, fornito dall'inchiesta oltre alle spiegazioni tecniche, si dimostrò

importante perché costituisce esso stesso un fenomeno sociologicamente importante.

Il questionario era suddiviso in due parti A e B, nella prima parte veniva chiesto ai medici di rispondere a determinate problematiche in base alle esperienze riscontrate in campo professionale, domande sull'astinenza sessuale nel periodo

prematrimoniale, sulla fedeltà dei coniugi, sulla frigidità delle donne,ecc. facendo un confronto tra il periodo subito successivo alla prima guerra mondiale e il periodo più vicino a loro (1930).

Nella seconda parte invece veniva chiesto loro di esprimere la propria opinione su diverse problematiche, ad esempio se

ritenessero o meno raccomandabile l'astinenza sessuale prima del matrimonio e se sì fino a quanti anni poteva essere praticata. Nel caso in questione vengono riportate le risposte alle domande di 5 tecnici, e all'analisi di queste risposte si può

notare che mentre i primi tre dimostrano un adattamento a una morale sessuale convenzionale, caratteristica della media dei tecnici, senza essere tuttavia troppo intransigenti, il quarto rappresenta un punto di vista critico della società e il quinto un

punto di vista con chiara impronta conservatrice.

Nell'ultima parte dell'inchiesta viene riportato la perizia da parte di uno psicanalista Karl Landauer (Amsterdam) che aveva

mostrato il suo interesse per le ricerche dell'istituto relative all'autorità e la famiglia.

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Le sue esperienze si riferiscono a un certo numero di olandesi che a quel periodo erano residenti ad Amsterdam o all'Aia e nei

dintorni della città, la maggior parte appartenenti a ceti sociali colti, pochi di origine proletaria e di ceto medio. Egli aveva appreso che vi era una maggioranza dei giovani che non avevano rapporti sessuali prima del matrimonio, questi però

contraevano matrimonio molto presto circa 22-23 anni.

Egli riscontrava una dipendenza dalla famiglia di origine non solo dal punto di vista economico, ma si dimostrava anche dal fatto che chi voleva contrarre matrimonio in Olanda, prima di aver compiuto il 30 esimo anno di età , doveva ricevere una

dichiarazione scritta da parte dei genitori nella quale veniva certificato il loro consenso al matrimonio . Questo dimostrava quanto era profondamente radicata l'autorità dei genitori nella popolazione.

I genitori dei due sposi dovevano raggiungere un accordo relativo al mantenimento dei propri figli, con il versamento di una quota mensile .Oltre alla castità prematrimoniale egli constatò una relativa frequenza nello sciogliere i fidanzamenti, di di vorzi

o la presenza di strutture matrimoniali di gruppo : più coppie di coniugi convivevano in un intricato groviglio.

In conclusione Landauer, imputò la presenza di una morale sessuale relativamente severa in Olanda, come un sintomo del persistere di una forte autorità di tutte le istituzioni sociali . In altri paesi, dove si riscontrava una morale sessuale più mite, di

solito risultava intaccata anche l'intera struttura culturale tradizionale.

Inchiesta fra esperti su autorità e famiglia L'inchiesta ebbe inizio alla fine del 1933, e si protrasse nel corso del 1934 e si svolse nei seguenti paesi : Belgio, Francia,

Olanda, Austria e Svizzera.

Questa era volta a studiare i mutamenti subiti dalla struttura autoritaria in famiglia nel periodo post-bellico, al rapporto fra

l'autorità del padre o della madre e la loro posizione economica, alle differenze della struttura autoritaria in diversi stra ti

sociali, alla natura dell'atteggiamento affettivo verso il padre e la madre.Per svolgere tale inchiesta si servirono della partecipazione di esperti, come professori universitari di psicologia e pedagogia,(parte più tecnica),giudici di tribunali minorili ,

assistenti sociali, parroci, maestri di scuola, direttori di scuole materne, di orfanotrofi , di ricreatori, ecc. in contatto con un

materiale relativamente medio di adolescenti e di giovani.

Il proposito era quello di rivolgersi a esperti con esperienza estesa in diversi strati sociali.

Le prime differenze tangibili si riscontrano nel momento in cui venne chiesto agli esperti di esprimere chi secondo loro gestiva

gli acquisti o altre grosse spese all'interno famiglia, se il padre, la madre o entrambi congiuntamente. Dove per la classe

operaia prevale la visione degli esperti che siano maggiormente le donne a gestire gli acquis ti, per il ceto medio non si

riscontrano grosse differenze, mentre per la classe contadina prevale la gestione degli acquisti da parte dell'uomo.

Per quanto riguarda l'educazione dei figli gli esperti non fanno distinzioni relative alla classe, risulta essere la madre in tutti e

tre i casi ad avere un ruolo predominante.

Una successiva domanda è relativa al legame tra genitori e figli, cioè se questi si sentano maggiormente legati alla madre o al

padre e se si riscontrassero differenze relative al sesso del figlio. Tutti gli esperti (eccetto due) concordano nell'affermare che sia la madre il genitore a cui i figli sono maggiormente legati . Tale concordanza si mantiene solo fino a che gli esperti non

fanno distinzione tra maschi e femmine .Per quanto riguarda la famiglia operaia,gli esperti prevalentemente credono che vi sia un legame sessuale, cioè che i figli più legati alla madre, e le figlie al padre. Nella famiglia contadina invece gli esperti credono

che vi sia un legame preferenziale per il genitore dello stesso sesso: figli con il padre, figlie con la madre.

La famiglia di ceto medio invece anche in questo caso offre un'immagine meno univoca. Nella tabella relativa alle preferenze genitoriali senza utilizzare la distinzione di classe, risulta essere la madre il genitore

preferito, questa risposta veniva giustificata con il fatto che la madre rappresentasse un legame naturale, era meno severa, è quella che sta in diretto contatto con i figli, è più pronta a perdonare, è più sensibile ecc. La madre secondo gli esperti risulta

essere anche il confidente preferito da i figli senza distinzione posta al ceto sociale. Per quanto riguarda il ceto contadino e

classe media, come confidente viene nominato anche l'estraneo, dove s'intendeva solitamente: a) dirigente giovanile,b) amici e amiche, c) parroco, d) parenti. Per quanto riguarda la punizione dei figli, risulta essere il padre in tutti e tre ceti ad avere tale

compito, si riscontra però che mentre per la classe operaia e il ceto medio viene menzionata la possibilità che a tale compito possa adempiere anche la madre , per quanto riguarda i contadini questo viene completamente escluso.

Nell'ultimo periodo gli esperti concordano nell'affermare che vi era stato un calo dell'autorità genitoriale, con una maggiore

autonomia dei figli, e tra le possibili cause la presenza della disoccupazione, la guerra e l'impiego del tempo libero risultano

nominate maggiormente.

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Non si ravvisa da parte degli esperti un calo dell'autorità genitoriale, nel momento in cui vi siano terze persone ad occuparsi

del mantenimento della famiglia (parenti o enti), un'educazione severa risulta essere quella ideale e i genitori vengono considerati i migliori educatori, se messi a confronto con altre figure parentali o istituti.

L'inchiesta in Inghilterra.

L'inchiesta internazionale sui problemi della famiglia contemporanea fu iniziata in Inghilterra, su scala abbastanza ampia, s olo

nel settembre 1934, fino a quel momento erano stati inviati 750 questionari. Già allora però le si poteva imputare un certo

grado di successo.

Tra le difficoltà che tale questionario dovette affrontare troviamo, molte organizzazioni e singoli individui che si rifiutarono di aiutarli perché erano troppo occupati, il questionario rappresentava in quel periodo qualcosa di nuovo e quindi la gente non vi

era abituata e in ultimo molti esperti ritenevano di non aver precise informazioni da poter fornire, che non desideravano fa re

delle generalizzazioni e che la loro esperienza si riferiva soltanto a famiglie tipiche. Inchiesta su autorità e famiglia fra i giovani

La terza parte delle inchieste riguarda Autorità e famiglia trai giovani svoltesi in Svizzera, Francia e Inghilterra.Per gli scopi

della ricerca verrà presa in considerazione solo l’inchiesta svoltasi in Svizzera per una maggiore quantità di materiale reperito

e perché ritenuta più inerente ai fini del nostro lavoro. In questa ricerca per autorità si intende l’influenza esercitata da i

genitori sui figli e dal modo in cui questi la accettano. Vengono prese in considerazione 3 dimensioni insite nel concetto di

autorità:l’ambito, l’estensione e i mezzi di imposizione. Per evitare di incappare in problemi come le inibizioni, il concetto di

autorità è stato differenziato in due ambiti: il suo funzionamento esterno (il conflitto oggettivo che i giovani hanno con la

propria famiglia) e l’atteggiamento psicologico con cui l’autorità viene accettata dai giovani. Per conflitti si intenderanno quelli

riguardanti la divergenza di pensiero dei giovani dai propri genitori sulla ripartizione del tempo, sulla concezione del

mondo/condotta di vita e infine sulla frequenza in chiesa dei giovani stessi. La ricerca si è svolta per opera di Kaite Leichter ;i

questionari sono stati somministrati in totale a 508 persone (più maschi che femmine che in genere erano più vecchie e

appartenevano ad uno strato sociale più elevato). I gruppi sociali sono stati ripartiti in: alta borghesia, ceto medio, opera i e

impoveriti (in questi ultimi il mantenitore della famiglia è disoccupato oppure inabile al lavoro). In genere si è visto che più i

rapporti familiari erano strutturati, minore era la comunicatività e viceversa. Le caratteristiche della famiglia per eccellenza

risultarono essere: atteggiamento conservatore (tradizionale) ed un carattere puritano. Anche la società si sforzò per offrire

vantaggi alle famiglie numerose con l’attribuzione di indennità, agevolazioni e sussidi, creazione di case unifamiliari, e la si

voleva porre al centro della pubblica assistenza. La maggioranza delle famiglie partecipanti all’inchiesta erano evangeliche ed i

giovani erano molto colpiti dalla disoccupazione ma venivano assistiti da Stato e società. Da un primo esame delle risposte date

è fuoriuscito che il padre era considerato la figura che si occupava più dell ’ambito educazionale, mentre la madre era ritenuta

più una confidente; la maggior parte dei giovani non andava in chiesa; i conflitti con i genitori si riferivano in ordine alla politica

alla religione e al modo di vivere. L’esercizio dell’autorità era intensivo, infatti la metà delle famiglie esaminate usava le

punizioni corporali; in esse il ruolo del padre era maggiore di quello della madre e questo tipo di imposizione di autorità era

minore dove i genitori si occupavano dei problemi dei giovani, ciò comportò una maggiore confidenza verso di loro. Per quanto

riguarda l’accettazione dell’autorità da parte dei giovani era ampia, ma il loro atteggiamento psicologico verso di essa lo era

leggermente meno. Da un confronto tra l’accettazione esterna dell’autorità e conflitti con i genitori si vide che questi

riguardavano più come essi impiegavano il tempo libero e la loro visione del mondo e che questa relazione era opposta indice

questo, di un passaggio dell’esercizio dell’autorità dal piano tecnico a quello sociale. Sono stati individuate delle differenze tra

due tipi di giovani: quello dell’autorità globale e quello della ribellione. Il primo ha avuto un’educazione influenzata solo dai

genitori, erano anche coloro che frequentavano la chiesa. Questo tipo di autorità era tipica delle famiglie numerose e diminuiva

con il crescere dell’età del giovane inoltre chi era dotato di autorità globale in genere non ha dichiarato di avere un model lo da

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seguire. Il secondo tipo di giovane, invece, si distingueva per i conflitti più sul piano ideologico e si rivolgeva a terze persone

per i propri problemi. I giovani ribelli erano frequenti nelle famiglie meno estese e aumentavano con il crescere dell’età, questi

inoltre, furono coloro che dichiararono di seguire dei modelli di tipo rivoluzionario (ad es. dittatori di successo).E’ stata poi

rilevata una differenza di autorità tra strato proletario e ceto medio, infatti in quest’ultimo il ruolo svolto da terze persone

come confidenti era maggiore, ricevevano maggiore fiducia ed erano soggetti a richieste di aiuto. E’ risultato anche che le

famiglie operaie utilizzano di più le punizioni corporali, in esse erano più frequenti i conflitti per l’impiego del tempo libero e per

la chiesa, mentre i conflitti più in generale erano frequenti nelle famiglie borghesi. Riguardo la disoccupazione che per lo più

era di breve durata, non essendo un effetto di massa procurava uno shock maggiore nel giovane portandolo all’esclusione e

successivamente ad una ribellione contro l’autorità dei genitori che era quella che gli ha fatto organizzare una falsa immagine

del mondo. Si è inoltre visto che confidenza e conflitto diminuivano più velocemente nelle famiglie operaie e che lo status d i

disoccupato era superato meglio se i giovani godevano dell’ appoggio familiare. In sintesi è risultato che la ribellione era maggiore

dove c’era una minore autorità da parte dei genitori, questi laddove la esercitavano, riuscivano ad avere un’ampia influenza sui figli che

tendevano ad accettarla. Sono state rivolte poi delle interviste ad alcuni esperti delle condizioni familiari ed in particolare furono

interessanti le risposte alla domanda sullo sconvolgimento della famiglia a causa della crisi. I risultati indicarono che la

maggior parte degli intervistati sostiene che lo sconvolgimento non sia presente, da una parte perché la famiglia era ancora

prevalentemente patriarcale (i piccoli cambiamenti che si verificavano non la modificavano sostanzialmente) e dall’altra

perché questi cambiamenti erano precedenti alla crisi e perciò lo sconvolgimento non era legato a ragioni economiche.

Inchiesta tra autorità e famiglia tra i giovani disoccupati

Fu svolta un’inchiesta sempre sul tema autorità e famiglia ma tra i giovani disoccupati il cui scopo era rispondere alla domanda

se la disoccupazione portasse ad un consolidamento dell’autorità familiare oppure alla sua dissoluzione. La risposta fu che s i

verificò un rinsaldamento dei vincoli familiari, inoltre l’autorità passava a chi aveva un salario più alto all’interno della famiglia.

Negli Stati Uniti si è studiata invece la reazione ad una diminuzione del sussidio per la disoccupazione in base a due tipi d i

famiglie: patriarcale e matriarcale (in cui invece dell’autorità è centrale l’amore e la felicità). Nel primo tipo si accettò la

notizia con rassegnazione, mentre nel secondo ci si sentiva sconcertati e abbandonati. In quest’ultimo tipo inoltre, sono sta ti

individuati tre tipi di disoccupati: il bambinetto ( bisognoso di amore e assistenza), parassita ( incline all’ uso di

corruzione,sofferenza e ricatto) e il tipo materno-attivo (si aspetta simpatia e amore dal mondo esterno ed è dotato di

autonomia interiore).

Fondamenti storico-economici dello sviluppo dell’autorità familiare

Il rapporto tra famiglia e sviluppo economico è stato messo in rilievo da diversi autori. Il compito consiste nello stabilire di che

specie ed estensione sia stato l'influsso esercitato dalla base economica della società sulla condizione della famiglia.

Per economia intendiamo il processo di produzione e riproduzione della vita materiale della società. Per famiglia si intendeva il

complesso di coloro che socialmente appartenevano per rapporto di parentela o di dipendenza a una comunità domestica. Dopo

le trasformazioni delle condizioni reali, il termine famiglia fu usato in senso più ristretto, ovvero famiglia di parentela

incompleta in quanto costituita da un uomo e una donna; completa invece con figli nati dall'unione. Il termine autorità indica una

forma specifica di rapporto di subordinazione nel quale in contrasto con il puro rapporto coercitivo, la subordinazione si fonda

sul riconoscimento del valore di una determinata prestazione compiuta da chi detiene l'autorità. Quali sono le cause

economiche intrafamiliari per le quali ai singoli membri della famiglia viene assegnato una posizione dirigente e agli altri una

posizione di subordinata? Determinanti sono le combinazioni dei fattori principali del processo economico. I detentori della

produzione compiono una determinata prestazione attraverso l'impiego di mezzi di produzione sui quali essi stessi hanno il

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diritto di proprietà. Il risultato lavorativo raggiunto produce reddito. Ciò è il fondamento di una duplice conformazione del

rapporto di subordinazione nella famiglia. I caratteri e l'importanza delle funzioni economiche intrafamiliari sono determinate

da circostanze che vanno al di là dell'economia familiare. Il valore del reddito familiare, prestazione e proprietà, quali fattori

dell'autorità intrafamiliare, viene determinato dallo sviluppo generale delle forze produttive. Infatti l'economia della singola

famiglia non è comprensibile sulla base dell'analisi unicamente della singola famiglia stessa. Altra determinante extrafamiliare

riguarda la forza idiologica. La potenza di colui che detiene l'autorità nella famiglia non viene fondata prevalentemente ed

esclusivamente su base economica. I mezzi di influenza sono anche di natura morale e psichica. Per quanto riguarda la

struttura delle forze produttive, la società primitiva è determinata in senso economico-sociologico dal basso grado di sviluppo

delle forze produttive e da una forma poco differenziata del processo lavorativo e dell'ordinamento sociale; mentre la struttura

delle relazioni parentali umane è determinata dalla ripartizione delle diverse funzioni economiche secondo il sesso mediante la

divisione sessuale del lavoro. La fondazione di un matrimonio e la forma della famiglia sono determinate da fattori sociali,

sopratutto di natura economica. La convivenza di parenti di sesso diverso diviene convivente poichè entrambe le funzioni

economiche si integrano reciprocamente. Il potere degli uomini di disporre di una donna che contrae matrimonio o che vive nel

matrimonio può avere forme diverse. Può essere il potere degli uomini adulti fatto valere sessualmente nei confronti di altre

ragazze più giovani. Può essere il potere di un gruppo circoscritto di uomini e riguardare soltanto le loro donne. Oppure può

essere messo in atto in occasione di determinate festività da tutti gli uomini con tu tte le donne. Tali relazioni vengono

approvate e promosse dalla morale dei primitivi. Per quanto riguarda la posizione degli anziani si evidenziano tre posizioni

principali: sono equiparati più o meno agli altri adulti, oppure essi assumono nella tribù e nella famiglia una posizione

privilegiata; o vengono invece considerati come peso, abbandonati a volte dai loro parenti, in casi estremi uccisi. Invecchiare

significa perdere forza fisica, ma guadagnare in esperienza. Dunque l’anziano si affermerà come detentore di un tipo specifico

di qualificazione al lavoro. L’immagine della famiglia è tuttavia incompleta finchè tiene conto solo delle diramazioni e

trasformazioni del rapporto uomo-donna. Qual è la posizione dei figli? Dopo che l’infanticidio ha regolato il numero dei figli,

l’assistenza di quelli rimasti è nell’interesse degli adulti che in essi vedono il futuro. Indispensabile è che i giovani apprendano

la pratica di quelle abilità il cui esercizio è fondamentale per la vita della società.

Autorità ed educazione nella famiglia e nei movimenti giovanili

Quando parliamo di libero movimento giovanile borghese parliamo di un tipo di organizzazione che rifiuta ogni tipo di legame

politico o di altro genere ed è programmato e finalizzato ad un determinato scopo, fondato o sostenuto dai giovani stessi. Il

fenomeno si presenta esclusivamente in territorio tedesco e in uno spazio temporale circoscritto, inizia alla fine degli anni

novanta dell’ ottocento, raggiunge il culmine prima durante e dopo la guerra ed è già in totale decadenza nel 1921, e

praticamente scomparso negli anni trenta del novecento. Abbiamo preso in analisi il più anziano e praticamente l’ unico

movimento giovanile tra il 1898 e il 1920, il ―Wandervogel‖ (Uccello vagabondo) e sono diversi i punti che vorremmo

approfondire ai fini della nostra ricerca : quale fosse la composizione sociale all’ interno del gruppo , gli ideali e i fini della loro

―lotta‖ e, cosa ritenuta da noi più importante , perché questo movimento abbia attirato l’ interesse sociologico . Per dare una

risposta ad ognuno dei quesiti che ci siamo poste, è giusto andare per ordine e soffermarci inizialmente su chi fossero i

giovani che prendevano parte all’ organizzazione. Composto da gruppi di studenti medi e universitari, il ―Wandervogel‖ aveva un

suo stile tipico: abbigliamento da vagabondo, astinenza da alcolici e nicotina, arte popolare.

―Rappresentato in modo particolarmente rilevante fu sempre il ceto medio-borghese, che tanto era riuscito a fare da poter

inserire i propri figli nelle scuole superiori. Erano altresì rappresentati i figli dei subalterni e dei funzionari accademici. Non

erano quasi presenti i figli dei ricchi‖ (Wolfenbuttel,1917,p. 48). Studiato anche come fenomeno psicologico, il Wandervogel era

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da considerarsi in tutto e per tutto un fenomeno omosessuale, predominava l’omosessualità repressa e non. Ai due poli

opposti dell’ esperienza erotica del movimento, c’erano purezza e liberazione dal rapporto con i più anziani. Ricordiamo infatti

che voleva essere un'organizzazione in empatia costante con l'ambiente naturale, che sottolineava la libertà dal mondo degli

adulti, lo spontaneismo e un ritorno alla libertà di natura. Ciò che muove questo fenomeno, i loro ideali e allo stesso tempo ciò

che attira l’ interesse sociologico , lo si può racchiudere in una sola idea che non è altro che la forza motrice del movimento: lo

sfavorevole rapporto degli adolescenti delle scuola superiori con la loro famiglia .

―Il giovane dei nostri circoli borghesi in generale non trova a casa propria la cordiale simpatia che egli con ragione richiede

(….) ; la possibilità di avere contatto con un più anziano che non guardi con superiorità al ragazzo immaturo, con le labbra che

sanno ancora di latte,… questo ha reso grande il Wandervogel‖ ( Bluher, vol.1 p.88) . Il giovane cercava di allontanarsi da una

mancata coesione familiare,rifugiandosi in queste comunità di capi non autoritari, poco più anziani ,adatti sostituti paterni . La

situazione di scontro genitori-figli era data da un lungo protrarsi della pubertà perchè il giovane universitario,

economicamente impossibilitato,in quanto solo il padre era padrone e allo stesso tempo detentore del potere economico, non si

allontanava da casa divenendo cosi una sorta di ―voce negativa‖ nel budget dei genitori. Non essendo ancora un adulto

completo , autosufficiente e in grado di autodeterminarsi tanto a livello professionale, quanto sociale,continua ad essere in

balia del conflitto infantile con la famiglia. Potremmo quindi definire questo movimento come una vera e propria forma di fuga,

di una lotta che i giovani portavano avanti verso ciò che per loro era da considerarsi―morto e vuoto‖. Ovvio è che sotto quest’

ottica,sotto l’ analisi di Horkheimer, la famiglia tradizionale intesa come rifugio,come fonte di sicurezza ed affetti, non funziona

più e lascia il posto alla ―famiglia intesa come luogo economico che non può essere studiata indipendentemente dalla società in

base al principio che ciò che avviene nei settori centrali della società retroagisce sulla vita della famiglia mediante l’ autorità

paterna ‖ (Proietti, 2014 p.143). Una cosa però non cambia con il tempo:capire e rendersi conto che da una piccola realtà come

quella familiare possano prendere vita fenomeni che segnino la storia di un paese o che cambino il corso della storia, è

importante.

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Bibliografia

- Censi A. (2014), Famiglia e sociologia. Dai classici al pensiero contemporaneo, PEARSONS

- Horkheimer M. (1976), Studi sull’autorità e la famiglia, UTET ed, trad. di C. Pianciola, A. Cinato, A. Marietti Solm i

- Darren O’Byrne (2012), Sociologia. Fondamenti e teorie. PEARSONS

Sitografia

- Sapere.it, enciclopedia:www.sapere.it

- Enciclopedia Treccani:www.treccani.it

-Francoforte: www.francoforte.it

- Homolaicus:www.homolaicus.com