STUDI E DOCUMENTAZIONE DI VITA UNIVERSITARIAuniversitas.mapnet.it/pdf/universitas n 058.pdf ·...
Transcript of STUDI E DOCUMENTAZIONE DI VITA UNIVERSITARIAuniversitas.mapnet.it/pdf/universitas n 058.pdf ·...
STUDI E DOCUMENTAZIONE DI VITA UNIVERSITARIA
NE
Anno XVI - numero 4 - ottobre / dicembre 1995 - Fratelli Palombi EditoriRIVISTA TRIMESTRALE· SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE GRUPPO 50%· ISSN 0393·2702
/
UNIVERSITAS 58
ommarlOSTORIA E IMMAGINI
3LA COLUMBIA UNIVERSITYDI NEW YORK
IL TRIMESTREAi confini dell'Unione Europea
5DIARIO NORVEGESEGiacomo Zagardo
10BIELORUSSIA, LA TRADIZIONESMARRITARoberto Peccenini
13REPUBBLICA CECA, RIFORMEAL RALLENTATOREBurton Bollag
NOTE ITALIANE
16SUI TRAVAGLIATI CONCORSIVito Svelto
18CONOSCERSI MEGLIOGabriella Rega
22GLI SCENARI DELLACOMUNICAZIONEBrunello Marchione
25L'UNIVERSITÀ IN CIFRE
•
27BREVITALIA
DOSSIERLa valutazione della qualità
nell'istruzione superiore
30IL PROGETTO PILOTA EUROPEOSintesi del rapporto europeoIl rapporto italiano
40EVALUATING UNIVERSITIESNicolò Tartaglia
41UDINE, UN PROGETTO AGLI ATTI
EUROPA OGGINell'università francese
43LE RAGIONI DI UNA PROTESTARaffaella Cornacchini
44LA SCUOLA DEL POTERE
46"LEONARDO DA VINCI":ESPERIMENTO IN CORSOIsabella Ceccarini
48UMANESIMO MEDICO
49EUROFLASH
DIMENSIONE MONDO
53PAESI OCSE. PARAMETRI PER UNCONFRONTO
55IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIAGareth Williams
LA RICERCA
59EFFETTI DI RITORNO DELL'ALTATECNOLOGIAMassimo Deandreis
62RICERCANDO
LEGGI E DECRETI
66DECRETO MURST 2 AGOSTO 1995
66DALLA GAZZETTA UFFICIALE DELLECOMUNITÀ EUROPEE
68DALLA GAZZETTA UFFICIALE
BIBLIOTECA APERTA
69LIBRI
Le foto di questo numero illustranolo Columbia University di NewYork
UNIDirettore responsabilePier Giovamu Palla
RedazioneBurton Bollag (Praga), Roberto De Antoniis,Giovanni Maria Del Re (Vienna),GiovaIUti Finocchietti, Livio Frittella,Michele Lener, Maria Luisa Marino,Umberto Massimo Miozzi, Roberto Peccenini,Lorenzo Revojera, Tiziana Sabuzi Giuliani
Segretaria di redazioneIsabella Ceccarini
Comitato di direzioneGiuliano Augusti, Paolo Bisogno,Giovanni D'Addona, Umberto Farri,Tullio Gregory, Guido Martinotti,VitiIio Masiello, Fabio Matarazzo
Comitato scientificoPaolo BLASIPresidente dell'Associazione delle UluversitàItaliane
Josep Maria BRICALLPresidente della Conferenza Permanente deiRettori delle Università Europee (CRE)
Vincenzo CAPPELLETTIVice Presidente dell'Istitutodell'Enciclopedia Italiana
Paolo FASELLADirettore Generale per gli affari scientifici, laricerca e lo sviluppo della Commissione delleComunità Europee
Domenico FAZIOConsigliere del ministrodell'Università e della Ricerca Scientifica eTecnologica
Enrico GARACIPresidente del Consiglio Nazionale delleRicerche
Sabatino MOSCATIPresidente dell'Accadentia Nazionale dei Lincei
Wataru MORIPresidente dell'Associazione Internazionaledelle Università (AIU)
Michele SCUDIEROVice Presidente del Consiglio UniversitarioNazionale
Direzione/Redazione/PubblicitàEdiun Coopergion soc. coop. a L!.Viale G. Rossini, 26 - 00198 RomaTe!. 06/85300722Fax 06/8554646c/c postale n. 47386008
Editore e stampaFratelli Palombi EditoriVia dei Gracchi, 181-18300192 Roma - Te!. 06/3214150
Progettazione e realizzazionegrafica e redazionalea cura della Casa Editrice
AbbonamentiFratelli Palombi srlVia dei Gracchi 183 - 00192 RomaTe!. 06/3214150 - Fax 3214752c/c postale n. 31825003
Organizzazione RAB srlCasella postale 3010100100 Roma 47Te!. 06/6381177 - 632595c/c postale n. 78169000
Abbonamento annuale (4 numeri):Italia: L. 75.000 - estero: L. 120.000Prezzo di un numero in Italia: L. 20.000Prezzo di un numero all'estero: L. 35.000
Registrazione Tribunale di Roma n. 300del 6 settembre 1982già Tribunale di Bari n. 595 del 2 novembre 1979
Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa n. 1655
Articoli, lettere efotografie a/1che se 110/1pl/bblicati 11011 si res'titl/iscolloLa rivista 110/1 assI/me respollsabilità delleopilliolli espresse dagli al/tori
Finito di stampare nel mese di febbraio 1996
Periodico associato all"UsplUnione stampa periodica Italiana
STORIA E IMMAGINI
LA COLUMBIAUNIVERSITY
La Columbia University venne fondata nel 1754 con il nome di King'sCollege per volontà di re Giorgio IIdi Inghilterra. È la più antica istituzione di istruzione superiore delloStato di New York e una delle cinquepiù antiche di tutti gli Stati Uniti.Dopo qualche controversia, vennestabilito il principio della libertà direligione, benché ci fosse una inclinazione prevalentemente anglicana;libertà e tolleranza informano dasempre lo spirito dell'Università inogni settore, poiché non esiste alcunaforma di discriminazione.Al King's College gli allievi ricevevano un'educazione concepita per"aprire la mente, coltivare l'intelletto,raffinare i modi e sostenere le personalità più brillanti".
La Rivoluzione Americana
Nel 1776, la Rivoluzione Americanacausò una sospensione forzata deicorsi per otto anni, ma continuò aesercitare una significativa influenzasulla vita del paese. Tra i primi studenti e consiglieri del King's Collegericordiamo John Jay, il primo presidente di una Corte di Giustizia degliStati Uniti; Alexander Hamilton, ilprimo ministro del Tesoro; il governatore Morris, autore della stesurafinale della costituzione americana;Robert R. Livingston, uno dei cinquemembri del comitato che stilò laDichiarazione di Indipendenza.Nel 1784 il College riaprì con il nomeColumbia, che esprimeva il fervorepatriottico che aveva ispirato la lottanazionale per l'indipendenza. Neglianni si avvertiva qualche mutamento: il Columbia College rifletteva il
retaggio della Rivoluzione nella eterogeneità geografica ed economicadei suoi studenti e la vita di campusdi tipo claustrale lasciò gradatamentespazio anche agli studenti esterni.
Verso una universitàmoderna
Nella seconda metà del XIX secolo laColumbia assunse rapidamentel'aspetto di una università moderna.Nel 1858 sorse la facoltà di Legge, enel 1864 quella che sarebbe diventatal'attuale facoltà di Ingegneria e scienze applicate.Nel 1890 il rettore Seth Low impresseuna svolta importante: riunì le variescuole sotto una direzione unica, perincrementare la cooperazione e razionalizzare la ripartizione delle risorse.Nel 1896 venne ufficialmente autorizzata una nuova denominazione,Columbia University; oggi l'istituzione è comunemente conosciuta comeColumbia University nella città diNewYork.Durante la presidenza di NicholasMurray Butler (1902-1945) la Columbiadivenne un importante centro di studio e di innovazione didattica a livellonazionale. Nello stesso periodo fiorirono le scienze e le arti; nel 1928 venneaperto il Columbia-PresbyterianMedicaI Center, il primo centro aconiugare insegnamento, ricerca e curadei pazienti grazie alla collaborazionetra la scuola medica e il PresbyterianHospital. Tra i rettori della Columbia,desideriamo ricordare anche DwightDavid Eisenhower, che nel 1953 lasciòil suo posto all'Università per diventare il trentaquattresimo presidente degliStati Uniti d'America.
3
Prestigio internazionale
Varie facoltà della ColumbiaUniversity hanno ricevuto menzioni epremi sia a livello nazionale che internazionale: negli Anni Quaranta lafama dell'Università si diffuse in tuttoil mondo grazie alla ricerca sull'atomoche portò Enrico Fermi alla conquistadel Premio Nobel per la fisica nel1938. Tra le molte eminenti personalità alle quali venne attribuito il prestigioso riconoscimento, ricordiamoTheodore Roosevelt, Konrad Lorenz,Milton Friedman.Dal punto di vista finanziario, laColumbia può contare sul sostegnofederale (anche se ultimamente questafonte si è un po' asciugata), sulle tassedi iscrizione, sulle donazioni private(ricordiamo tra tanti George F. Baker,Florence C. Lamont, Morris A.Schapiro, Augustus F. Schermerhorn,Mrs. Ogden Reid e la ShermanFairchild Foundation), sui proventiderivanti da contratti e consulenze oda investimenti.
Le attrezzature
Gli studenti possono contare suconfortevoli edifici residenziali,biblioteche, impianti sportivi, manifestazioni culturali, luoghi di ristoro,assistenza spirituale fornita da pastori, sacerdoti e rabbini, attrezzatureinformatiche all'avanguardia, centrisanitari.All'inizio dell'anno accademico1994/95 l'Università contava 19.921iscritti. Di questi, 5.594 (il 28%) sonoiscritti a corsi undergraduate; 11.848(60%) seguono corsi di laurea o dispecializzazione; i rimanenti sono
UNIVERSITAS 58
4
studenti non-degree. Le 9.574 donnedella Columbia corrispondono al48% del corpo studentesco. Il 30%circa degli studenti appartiene alleminoranze asiatica, ispanica, nera eindiana.Gli studenti provengono dai cinquanta Stati americani e da più dicento paesi stranieri. Il prestigiointernazionale dell'Università e lasua ubicazione nella città di NewYork hanno sempre attratto moltistranieri desiderosi di studiare negliUSA: infatti più di 3.700 studenti sonodi altre nazionalità.I criteri di ammissione sono estremamente selettivi, e questo fa sì che il prodotto finale sia di qualità estremamente elevata: si può infatti affermare che il5% dei migliori talenti della nazione sisono formati alla Columbia.
Un efficiente serviziodi orientamento
Il servizio di orientamento accademico, professionale e personale è moltoben organizzato e alla portata di tuttigli studenti. Il Center for CareerService si occupa prevalentemente diorientamento professionale; chi haproblemi personali di concentrazione,depressione, relazioni interpersonali,etc. può rivolgersi allo UniversityHealth Service; l'International StudentOffice (Iso) offre invece i propri servizi tanto agli stranieri quanto ai cittadini americani o ai residenti permanentiche hanno studiato all'estero.
Isabella Ceccnrini
Columbia University:Alma Mater (foto foe Pineiro)
l
IL TRIMESTRE/Ai confini dell'Unione Europea
DIARIONORVEGESE
Ora dopo ora,un viaggio in un mondo universitario
inconsueto e «lontano".Tra le buone sorprese,
la scoperta di un sistemadavvero funzionale nel settore
dei servizi agli studenti
Un "Trimestre" un po' inconsueto, inquesto numero. Invece del solitoappuntamento con un insiememonografico dall'impronta sistematica sipropone una sorta di libero, velocevagabondare in alcune realtà nellostesso tempo distanti eppure prossimealla nostra. Distanti, in primo luogo,perché ci riportano a sistemidiversamente caratterizzati rispetto allanostra storia e al nostro mediterraneostile di vita e di studio.Ecco perciò, sotto forma di reportage,uno sguardo al nord, a quella Norvegiadivenuta "quasi" nostra partnercomunitaria, poi autoesclusa dai risultatireferendari; uno all'est, puntato su duepaesi campione. La Repubblica Ceca,forse la piÙ vitale dell'Europa postsovietica, alle prese con spinte e remoreverso un cambiamento efficace; laBielorussia, alla ricerca di un 'identitàperduta, che proprio l'università potràrifondare, spingeildo piÙ a fondo neLprocesso compLessivo di trasformazionee nella rivalutazione della Lingua e dellacuLtura autoctona."Ai confini" dell'Europa, dicevamo: noncerto ai margini, dunque con eLementi dicontatto (come L'idea di universitasfondamentaLmente sottesa a tutte questereaLtà accademiche, quale modello che siimita o a cui si aspira) ed altri dilontananza. Un termine, quest'uLtimo,non necessariamente da intendere insenso negativo o classificatorio. Ne èuna prova la descrizione - distante dallanostra esperienza anni luce... - delconfortevole meccanismo dei servizi edeL diritto allo studio così come emergedaL "diario norvegese".Da tempo UNlVERSITAS offre uno spaziofortemente privilegiato alle tematichecomunitarie europee, dedicandogLiun 'intera rubrica fissa. È bene peròanche non dimenticare di seguireattentamente, con partecipazione espirito di dialogo, Le vicende degLi aLtripaesi vicini alla casa europea, forse inostri prossimi nuovi interlocutori in unfuturo a medio termine. Per questo,eccoli proiettati in primo piano, nellepagine d'apertura: quasi una finestrasubito aperta su curiosità, usanze, sfidedi mondi universitari comunquesuggestivi e compLessi.
Lunedì 11 settembre: OsIo
Il cielo di OsIo è totalmente copertoma soffuso da una luce chiara e rassicurante. Alle 9 ho il primo appuntamento con un funzionario che si occupa dei servizi per gli studenti pressouna fondazione legata all'Universitàdi OsIo. Rolf Andersen - questo è ilsuo nome - svolge il ruolo di capoadviser della SIO (Studentsnmskipnnde iOsIo). L'incontro, presso l'ndministration building dell'Università; mi dà unprimo quadro delle caratteristichegenerali del sistema dei servizi per glistudenti in Norvegia ed in particolarea OsIo.TI loro è un sistema molto diverso dalnostro: non è rivolto ai "privi dimezzi" ma a tutti gli studenti, tantoche - solo per fare un esempio - iprestiti d'onore vengono dati senzasbarramenti di reddito; ne consegueche spesso gli studenti più ricchi conservino i prestiti nelle loro banche
5
Giacomo Zagardo
lucrando sui bassi tassi di interesseper la restituzione.Si potrebbero ritrovare le ragioni percui il sistema di welfare studentesco èrivolto a tutti considerando che: '1) inNorvegia il benessere è diffuso e nonsi trovano sacche di povertà; 2) moltiservizi sociali sono assicurati gratuitamente (per esempio gli studentinon pagano tasse per ricevere l'istruzione universitaria); 3) sono pochi glistudenti (circa il 10% dei nostri) e loStato - che adotta un alto prelievofiscale - può intervenire facilmenteassicurando le limitate strutture dicui c'è bisogno; 4) alcuni servizi pergli studenti sono addirittura in attivoe sono aperti ai non universitari (vendita computer, agenzie turistiche e dicongressi, catering, librerie, negozi didischi; 5) lo Stato interviene con losparuto gruppo di privi di mezzi,aiutandoli nelle graduatorie per ottenere erogazioni monetarie; questesono destinate, di fatto, anche a colo-
ro i quali non hanno problemi economici. Si noti che solo il 24% dellesomme stanziate dallo Stato perbenefici ad universitari riguarda leborse di studio, mentre il 76% vieneconcesso sotto forma di prestitid'onore restituibili dopo molti anni.I servizi per gli studenti sono gestiti inmodo diretto e, in parte, indiretto dalleStudent Welfare Organization come laSIO. Esse sono connesse all'Università(OsIo) o alle autorità regionali (nellealtre sedi con università e più college).Regolate dalla legge, operano comeagenzie private, con proprio budget.Non si pagano le tasse universitarie,ma ogni studente è tenuto a versarealle Student Welfare Organization solo325 corone a semestre (circa 170.000lire l'anno) per poter accedere algodimento dei servizi (i servizi sipagano a parte).Lo studente pqga dal 20% (assistenzasanitaria, mense, alloggi) al 40%(sport, asili) del costo effettivo dimercato di certi servizi; altri vengonoofferti a prezzo di costo o molto contenuto (libri, computer).Gli studenti contribuiscono per il 99%alle entrate della Student WelfareOrganization (91% dal prezzo dei servizi goduti e 8% dal contributo allaFondazione); 1'1% viene dal Governo.Le strutture residenziali sono concesse alla SIO da Università (40%) eMinistero dell'Educazione (60%). IlMinistero della Sanità paga 1'80% deicosti del personale medico che curagli universitari.Gli studenti, che sono i principalicontribuenti della Fondazione, raggiungono la maggioranza nel boarddella Student Welfare Organization (aOsIo e a Bergen; nelle altre 2 sedi universitarie hanno meno peso). Larestante percentuale è formata dadocenti e amministrativi.Lavorano per la SIO di OsIo circa 600persone a tempo pieno. A mio giudizio i servizi sono efficienti perché glistudenti ne sono i reali e interessati"padroni".
Le attività di servizio della Fondazionenon riguardano i benefici economici; siarticolano invece in alloggi, librerie
UNIVERSITAS 58
dove sono venduti testi universitari,agenzie di viaggi e congressuali,mense, catering e bar, discoteche, aulepolifunzionali, servizi sanitari, servizisportivi, asili solo per figli di studenti,orientamento professionale, negozidove sono venduti computer e software,assistenza per l'inserimento dello studente nella vita universitaria, alloggi(5.000 per la sola Università di OsIo, suuna popolazione di 34.000 studenti).I servizi forniti agli studenti sono utilizzati anche dagli "esterni", rimanendo formalmente gli studenti il principale obiettivo secondo la legge.Alcuni servizi sono aperti quasi sempre: 7-24 biblioteche; 8-23 servizisportivi.Altri servizi legati ad attività sociali(club, associazioni, bar, circoli culturali) sono delegati alle student unions,che sono responsabilizzate a gestireefficientemente i compiti contrattualmente definiti, senza che la StudentWelfare Organization entri nel meritodei contenuti). Il personale lavora subase volontaria, ma alcuni studentisono impegnati a tempo pieno eregolarmente stipendiati.
Alle lO ho un colloquio con l'adviserper i servizi sportivi della SIO pressol'ufficio delegato allo sport. Compiouna visita agli impianti sportivi centrali dell'Università di OsIo.Lo sport è praticato da 1/3 degli studenti di OsIo. Lo studente deve pagare un'iscrizione di 175 corone (45.000lire) per entrare, più il costo del corsofrequentato. L'aerobica è l'attivitàpiù richiesta. Ci sono molti corsi speciali per studentesse in gravidanza eper studentesse madri. I costi sonobassi rispetto al mercato (40%); peresempio: aerobica 100 corone (25.000lire) per tre mesi.
Ore 11: ho un colloquio con il consulente culturale incaricato dell'inserimento degli studenti nella vita universitaria. Mi aspetta negli uffici centrali della SIO presso l'Università.Con la sua guida visito il campus e ilocali destinati alle attività di venditadelle student union.Il consulente culturale non si occupa
6
del tutorato (che stranamente è ancora a uno stadio embrionale inNorvegia) ma di un sistema di aiutodi gruppo (buddy system, da buddy"camerata" in slang americano). Lapersona che incontro è una studentessa "anziana" (26 anni, attraente erassicurante) impiegata per un annoe mazzo, su base volontaria e atempo pieno: percepisce uno stipendio ben inferiore allo standard mediodi un impiegato norvegese. È ilpunto di riferimento delle matricole,anche solo per trovare qualcuno concui sfogarsi ("if you need someone totalk to"); il suo compito è quello didare informazioni sulle opportunità,sui servizi, sui diritti degli studenti esulla vita di ateneo; accetta suggerimenti e lamentele, organizza party einiziative culturali, fa conoscere learticolazioni dell'università e ne favisitare gli uffici alle matricole;soprattutto pilota il loro inserimentoin comitive libere (lo standard è di 715 studenti di diversa anzianità) cona capo un fadder boy, anche lui pagatodalla SIO. In queste comitive si diventa amici, ci si diverte, si risolvono inmodo naturale le difficoltà ingenerate dalle davvero rigide barriere burocratiche, si esercitano insieme molteattività extracurricolari e si apprendono la metodologia dello studio eun corretto approccio agli esami; siintroducono, inoltre, gli studenti allaconoscenza dei servizi a prezzi "politici" offerti dalle associazioni studentesche (student unions). Il gruppo facilita la conoscenza di altre figure disostegno contattabili liberamentecome il resident assistant della cittàuniversitaria, il social counsellor e ilforeign student advisor (in caso di studenti stranieri).Storicamente, questo sistema di gruppo si è sviluppato in Norvegia, perdare opportunità di vita comunitariaad una grossa fetta di studenti che dailontani paesi di origine si riversavanonelle 4 università dell'immenso statoscandinavo.
Alle 12 ho un lunch con Roti Andersene con due studenti anziani: il presidente del parlamento studentesco e un
IL TRIMESTRE/Ai confini dell'Unione Europea
Columbia University: relax sotto il sole (foto Joe Pineiro)
membro dell'executive committee dellostesso parlamento, Jon Samuelsen, chemi accompagnerà nelle successivevisite pomeridiane. Ambiente: mensastudentesca, la più curata e meno abuon mercato tra le due presentinell'edificio, entrambe accessibili aglistudenti.I due studenti trentenni lavorano atempo pieno (non seguono le lezioni)nel comitato esecutivo del parlamento studentesco. I soldi dei loro stipendi provengono da una parte del contributo obbligatorio che tutti gli studenti versano per essere ammessi agodere dei servizi universi tari.Questi rappresentanti studenteschimilitano in liste politicizzate (anchese non tutte lo sono), emanazioni deiprincipali partiti a livello nazionale(il presidente è conservatore - partitodato in ascesa nelle elezioni di set-
tembre -, radicale l'altro membro).Durante il lunch abbiamo parlato dellavoro dei due membri del parlamento studentesco, del peso diverso chegli studenti hanno negli organismiuniversitari e dei servizi per gli studenti in Norvegia. Gli studenti sonoper legge tra il 15% e il 25% nei consigli dei tre diversi livelli universitari(dipartimento-facoltà-ateneo); raggiungono la maggioranza nel boarddella Fondazione che amministra iservizi per gli studenti. La voce deglistudenti si fa sentire molto nel boarddelle Student Welfare Organization,ancora poco invece nei consigli deitre livelli universitari.
Ore 13,30: ho un incontro con il capodella più quotata student union (diLegge) della Norvegia (JuridiskStudentutvalg). Segue una visita agli
7
uffici e alle sale di studio dell'Associazione e alla biblioteca sovvenzionata da Università e Ministero dellaCultura. La facoltà di Legge, a differenza delle altre, è al centro di OsIo.Questa student union fornisce unpunto di appoggio allo studente perdepositare i libri e studiare. Sonodisponibili testi comuni di legge esale di ritrovo per studenti. Gli studenti sono tenuti a pagare in media20 corone (5.000 lire a semestre) perl'iscrizione (mentre l'uso delle attrezzature è gratuito secondo la legge); senon lo fanno, i responsabili della student union tranciano il lucchetto chetiene chiuso l'armadietto dei libri(all'entrata un cesto di lucchetti spezzati ammonisce gli studenti "distratti"). Come ogni altra student union,questa riceve i locali ad uso gratuitodalla SIa e dall'Università.
Il programma fissatomi dai colleghinorvegesi continua implacabilmente:visito la student union "Juss Buss" eho un colloquio con il presidente eduna studentessa, collaboratrice temporanea.Si tratta di una student union che ricevefondi dalla SIO, dall'Università esoprattutto dalle autorità locali. Sioccupa di fornire assistenza legale(solo consigli, anche scritti, senza peròarrivare a patrocinare cause in tribunale) a studenti (15%) e non (85%).Essendo tutti studenti e non avendostudiato ancora tutto il corso usano,per maggiore sicurezza, una metodologia di risposta collettiva ai quesitiproposti. Ognuno ha un suo settorespecifico ed ha la possibilità di farsiaiutare per i casi più difficili da professionisti e professori.Alle 15,30 incontro alcuni impiegatidella student Union che gestisce salepolifunzionali al centro di OsIo. Sitratta di un enorme edificio con unteatro nei locali più interni, unadiscoteca, una mensa e gli uffici diradio e giornali universitari.Le strutture sono utilizzate gratuitamente mentre la gestione è opera delpersonale studentesco volontariodella student union.
Al termine della visita vengo accompagnato alla sede del parlamento studentesco, dove mi attendono il presidentee un altro membro del comitato esecutivo dello stesso parlamento: oggetto,la struttura della rappresentanza studentesca ai vari livelli. L'incontro sisvolge presso l'Administration Building,un'alta costruzione immersa nel verdedi un quartiere residenziale. La finestrapanoramica ha una vista sulla città esulle strutture universitarie. Noto inbasso un Kindergarten per gli studenti.L'Nsu, è un'associazione a livellonazionale che raggruppa gli studentiuniversitari e di altre istituzioni diistruzione superiore (circa 85.000).L'organizzazione si occupa di promuovere gli interessi degli studentinei confronti di autorità locali, università, Ministero etc. Riceve contributi da parte delle tasse per i servizi(10% circa delle 325 corone a seme-
UNIVERSITAS 58
stre di ogni studente).Il Parlamento studentesco dell'Università di OsIo è eletto da studenti. Alivello nazionale, manda rappresentative nei comitati dell'Nsu. A livellolocale manda suoi membri ad esempionel board della SIO e ha potere consultivo nelle sue decisioni più importanti(ad esempio, le tasse per l'accesso aiservizi). Ha un comitato esecutivo di 6membri e diversi sottocomitati che sioccupano di vari settori: servizi, qualità dell'istruzione e politica universitaria, finanziamento studi e mobilità.Ha membri negli organismi di governo a livello di dipartimento, facoltà oateneo. La rappresentanza studentescaarriva fino al massimo livello di ateneo(il senato accademico, composto da 13membri: del Ministero, docenti, amministrativi e studenti) e non tocca soltanto il Comitato consultivo (AdvisoryCommittee), composto da tutti i decanidelle facoltà.
Al termine della giornata mi sonoriservato un'intervista con 4 studentesse Erasmus italiane pressol'Università di OsIo, Francesca LaCerra, Francesca Piscionei, SimonaRiem ed Emiliana Di Giovanni.Tutte si sono dimostrate molto contente dei servizi per gli studenti. Inparticolare del buddy sistem edell'alloggio (confermo: si trovavanonello stesso complesso dove alloggiavo io). Ottimi rapporti con i docenti elingua inglese per i corsi.Seguivano un corso di lingua norvegese di base ma non davano eccessiva importanza a questa conoscenza.
Martedì 12 settembre:ancora OsIo
La giornata incomincia con ElenaUllero, Dipartimento relazioni internazionali dell'Università di OsIo.Ufficio Erasmus.Dal 1992/93, anno accademico dientrata dei paesi EFTA in Erasmus,sono partiti 27 studenti dell'Universitàdi OsIo in Italia (nei quattro anni ilflusso è stato: 4, lO, 4, 9 studenti); 17sono stati gli italiani in Norvegia (di
8
cui 7 nel 1995/96). Gli italiani provengono da Roma I e III, Luiss, Padova,Udine e Torino. Sono per lo più studenti di Scienze politiche, Lettere eMedicina.Grosso il problema della lingua permolti che non sanno discretamenteneanche l'inglese.
Successivamente incontro la delegazione del NAIC (National AcademicInfonnation Centre) norvegese. KajaSchiotz, capo sezione, mi informa chesono 160.000 gli studenti universitarie di college in Norvegia; quasi tuttistatali o regionali; 10.000 sono gli studenti all'estero; 5% sono gli stranieriin Norvegia (specialmente a Bergen eOsIo).Il lavoro del NAIC sui riconoscimentidei titoli è di sola informazione alivello accademico, anche se hannouna lista degli enti norvegesi che sioccupano di fornire riconoscimentisulle professioni regolamen ta te.Questi ultimi possono applicare ledue direttive CEE sui riconoscimentiprofessionali in quanto la Norvegiafa parte dello Spazio EconomicoEuropeo.Kaja mi dice che agli studenti vienedata la possibilità di suddividersi inmajor e minor, studiando alternativamente in college e università.La struttura dei corsi universitarinorvegesi è dissimile: a) crediti(Matematica e Scienze naturali, inmedia lO crediti per semestre); b) crediti e moduli (Humanities); c) modulichiamati "blocks" (Scienze sociali). Ilsistema è in trasformazione nelladirezione dei crediti.I norvegesi possono entrare all'università dopo 12 e talvolta 13 anni discolarità. Ci sono tre livelli: 1) undergraduate: senza tesi, 7 semestri inmedia + 1 previo di cultura generalee filosofia (che non studiano allasecondaria), che ritengono di potercomparare alla laurea. 2) graduate:con tesi, in media altri 2 anni; 3) doctorate: altri 3 o 4 anni. Non è possibilepassare dallo al 30 titolo come nelRegno Unito.C'è un numero chiuso per quasi tuttii corsi. Per le proteste degli studenti
-
IL TRIMESTRE/ Ai confini dell'Unione Europea
il ministro dell'Educazione ha disposto quest'anno di pagare le universitàper aumentare il numero degli studenti ammissibili. In ogni caso se nonsono ammessi in una università possono fare domanda per un'altra delle4 esistenti in Norvegia. College, e oraanche università, hanno un'ammissione centralizzata: la domanda perle università andrà all'ufficio dove sitrova il NAIe.È disponibile una lista dei corsidell'Università di OsIo in linguainglese (soprattutto di Legge eScienze politiche).Il finanziamento completo degli studiall'estero degli studenti è eccellente:a) hanno borse per pagare totalmentele tuition fees in università straniere(tradizionalmente soprattutto in USAe Gran Bretagna); il 7% degli studentinorvegesi consegue all'estero un titolo di studio completo che viene preventivamente riconosciuto con laconsulenza del NAIC (lo Stato richiede una prevalutazione prima di darela borsa); b) hanno prestiti d'onoreper pagare le spese di mantenimentonel paese straniero.Ho notato che gli studenti presentinegli uffici del NAIC attingono informazioni dalle università estere senzaconsultare troppe guide, ma semplicemente collegandosi alla postazioneInternet (ricordo che anche in Italia lamaggior parte delle università forniscono informazioni ai naviganti diInternet).
Mercoledì 13 settembre:Bergen
Il distensivo e panoramico viaggio daOsIo a Bergen (400 chilometri diboschi e 100 di ghiacciai perenni asoli mille metri di altitudine) noninterrompe il ritmo dei successiviincontri: il prossimo è programmatocon un funzionario della StudentWelfare Association di Bergen (SJB).A Bergen presso il complesso universitario Fantoft (5 km dal centro) c'èl'Ufficio di un tentant contact, figurasimile a quella della consulente culturale della SIa di OsIo. Di particola-
re interesse il rapporto con le studentunion che gestiscono in proprio alcuni servizi (bar, mensa, discoteca, saleriunioni, organizzazione di attivitàricreative e proiezione di film) inlocali ceduti in affitto gratuito dallaSJB. Le proteste degli studenti per leinefficienze dei servizi sono trasmesse al tenant contact della SJB che puòarrivare anche a motivare una risoluzione del contratto con la studentunion. Interessante la visita al complesso Fantoft, concepito per la residenzialità di 1.300 studenti. Gli alloggi, gestiti direttamente dalla SJB, sonostanze singole o doppie con bagnigeneralmente per 2 e cucine attrezzate, abitabili, utilizzabili in media da 6studenti. Durante l'estate Fantoftviene usato come albergo. Il prezzovaria dalle 200 mila alle 350 mila lireal mese. Ci sono anche appartamentiunifamiliari per gli studenti sposati.
Ore 11: Fredrik Klohs, responsabiledel settore mense ed ex-responsabiledel settore turismo. È con lui nel bardell'Ufficio anche un membro delboard della SJB a cui rivolgo alcunedomande sulla situazione dellemense e sugli aiuti finanziari. L'aiutofinanziario non viene agli studentidalla Student Welfare Organization madall'Università e dal Ministerodell'Educazione (che erogano borsedi studio) e da una banca governativa (che concede prestiti a tasso bassissimo e con restituzione dopo moltianni). Gli studenti inoltre svolgonofrequentemente lavori part-time dentro e fuori l'universi tà: si tra tta dilavori che in Italia sono svolti da persone dei Pvs, il cui accesso inNorvegia è fortemente regolato.Anche i norvegesi hanno qualcheproblema per la restituzione dei loansdopo il periodo prestabilito. La bancagovernativa comunque garantisce. InDanimarca, invece - mi confidano imiei interiocutori con una punta disottile malizia -, chi non ridà il prestito viene segnalato all'ufficio delleimposte dirette perché restituisca lacifra attraverso le tasse.
Alle 13,00 mi trovo nell'ufficio rela-
9
zioni internazionali dell'Università diBergen. Qui riconoscono normalmente tutto il programma concordatosvolto dagli studenti norvegesinell'ambito dei diversi scambi internazionali (ERAsMus, NORDPLUS, etc.).A Bergen hanno una nutrita lista dicorsi universitari in lingua inglese.
Molto utile l'incontro finale con unastudentessa italiana Erasmusdell'Università di Pavia.Mi dice che i primi giornI In
Norvegia sono durissimi per la difficoltà di entrare correttamente neicanali della burocrazia.Agli studenti stranieri viene richiestauna lunga serie di documenti. Poi siapprezzano i frutti di un sistema diservizi efficiente e di un corpo docente più accessibile agli studenti. La studentessa di Lettere mi ha confidatoche i suoi professori italiani le avevano già detto che al rientro le avrebbero riconosciuto solo il 40% del programma: tutto il contrario della prassicomune dei norvegesi. Forse abbiamoancora qualcosa da imparare da loro.
UNIVERSITAS 58
BIELORUSSIA,LA TRADIZIONE SMARRITA
Roberto Peccenini
Tra le repubbliche ex-sovietiche, laBielorussia corre più di altre il rischiodi essere trascurata o dimenticata inOccidente, pur essendo, insiemeall'Ucraina e alla Lituania, la menoorientale. Forse è stata proprio la suaposizione centrale e l'assenza di barriere geografiche a rendere ricettiva laBielorussia nei confronti delle culturee nazionalità confinanti, così da impedire l'affermarsi di caratteri nazionalispecificamente determinati. Basti pensare che i maggiori scrittori e artistibielorussi vengono abitualmente classificati all'interno delle culture russa opolacca e che la prima università bielorussa, aperta alla fine del XVI secolo echiusa circa due secoli dopo, all'iniziodella dominazione russa, aveva sedenella lituana Vilnius, allora capitaledella Bielorussia. D'altronde, con piùdi lO milioni di abitanti distribuiti sucirca 200.000 kmq. di territorio, questoStato di recente indipendenza apparedestinato ad assumere una certa rilevanza ed è quindi positivo che il CEPES(European Centre for HigherEducation) dell'UNEsco abbia dedicatouna delle sue consuete monografieall'istruzione superiore in Bielorussia,con dati aggiornati al 1993'.
l Higher EducatiDlI iII Belnl"lls 1994, a cura di A.Prokhorov, CEPES, Bucarest 1994. Le altremonografie della serie sono state dedicateall'istruzione superiore in Albania, Bulgaria,Finlandia, Norvegia, Olanda, Polonia,Repubblica Democratica Tedesca, Svizzera,Turchia, Ucraina, Ungheria, USA.
Un sistema fortementepiramidale e
selettivoalle prese con la sfida
della transizionenon ancora ben differenziato
dal modello «russo",anche se affioranoi primi tentativi di
ridare valorealla tradizione culturale
bielorussa
il particolare interesse della pubblicazione è dato dalla vicinanza cronologica tra le informazioni fornite e irivoluzionari mutamenti iniziati nel1985 con la perestroika, culminati nellaDichiarazione di indipendenza del 27luglio 1991 e, per il sistema educativo,nella legge sull'istruzione del 29 ottobre dello stesso anno. Certo, mancaquasi totalmente la prospettiva diacronica, ma è ovvio che sia necessarioattendere per poter valutare processi elinee di tendenza.
L'aspetto quantitativo
L'istruzione superiore in Bielorussianon vanta antiche tradizioni, ad ecce-
10
zione del precedente sopra ricordato.La natura eminentemente agricoladell'economia bielorussa favorì, nelsecolo scorso, la fondazione di unasorta di facoltà di agraria, poi trasferitain Russia, a San Pietroburgo. All'iniziodel nostro secolo risalgono i primi collegi per la formazione degli insegnanti. Il "grande balzo" dell'istruzionesuperiore si verificò nel decennio 192535, con il passaggio delle istituzioni dilivello universitario da 4 a 22 e deglistudenti da 3.500 a 22.000; nel secondodopoguerra la crescita è proseguita: siè passati da 24 istituzioni nel 1955 a 33nel 1981. Il numero degli studenti ècresciuto fino a 185.000 nel 1992/93.Nel 1993 erano presenti in Bielorussia12 università, 5 accademie, 16 istituti equattro istituzioni militari di livellouniversitario, più dieci istituti universitari non statali, ovviamente fondatidopo l'indipendenza.Negli anni 1992 e 1993 gli studentiammessi al primo anno sono stati circa35.000. Questo numero segna un'inversione di tendenza rispetto agli anniprecedenti (nel 1988 erano 39.000)dovuta ai riflessi della crisi economicaseguita al crollo dell'URSs (calo dellaproduzione, riduzione degli scambi,ristrutturazione dell'industria militare). Data la selettività dell'ammissione(cfr. paragrafo seguente) il problemadegli abbandoni è di entità trascurabile. Il numero dei laureati del 1993(32.683) è di poco inferiore al numerodegli ammessi sei anni prima.
IL TRIMESTRE/ Ai confini dell'Unione Europea
L'istituzione più frequentata è1'Accademia Poli tecnica Statale diBielorussia, con sede a Minsk, conpiù di 16.000 studenti e 1.750 docenti.Vi sono altre tre università con più didiecimila iscritti, nove con un numero di studenti tra i cinque e i diecimila e venti con meno di cinquemila.Sul piano quantitativo la situazione èquindi più che soddisfacente, se sipensa che più del 10% della forzalavoro bielorussa è in possesso di untitolo di livello universitario.
L'aspetto qualitativo
Sul piano qualitativo, lo sforzo richiesto dalle trasformazioni in a tto èopposto e complementare a quelloche le università occidentali stannocompiendo: queste, infatti, partendoda forme che privilegiano la formazione teorica generale, devono procedere verso la specializzazione e laprofessionalizzazione; in Bielorussia,invece, partendo da istituzioni specializza te e professionalizzan ti, sitratta di sviluppare una preparazioneculturale generale per adeguarsi airitmi di cambiamento imposti dallasocietà postindustriale e affiancarealle abilità tecniche, scientifiche eprofessionali l'apertura mentalenecessaria ad affrontare la complessasituazione seguita alla democratizzazione. Indicativo di questa priorità èil fatto che dal 1989 al 1993 il numerodi università è passato da 3 a 12 e leaccademie da 3 a S, mentre il numerodi istituti si è conseguentementeridotto.Tuttavia si tratta di un mutamento ingran parte nominale. Se, infatti, andiamo a esaminare più dettagliatamentecome sono strutturate le istituzionibielorusse di istruzione superiore, troviamo che solo in tre università e cinque istituti pedagogici, che raccolgonomeno di un terzo degli studenti, sonoattive sia facoltà scientifiche sia umanistiche; tutte le altre istituzioni diinsegnamento superiore sono di tipospecializzato: soprattutto politecnici oistituti tecnologici, scuole mediche,veterinarie o di educazione fisica,
accademie di agronomia, di musica obelle arti, istituti militari, di scienzeeconomiche o di lingue. Anche gli istituti universitari privati hanno un indirizzo specialistico, soprattutto economico e commerciale.Per quanto riguarda i contenuti, èsoprattutto quest'ultimo genere distudi, unitamente a quello delle relazioni internazionali e delle linguestraniere ad aver conosciuto il maggior impulso negli ultimi anni, a sca-
Columbia University: Alma Mater(particolare. Foto Joe Pineiro)
pito dei corsi di laurea orientatiall'industria e alla tecnologia. Anchegli studi sulla tutela dell'ambiente edella salute si sono sviluppati comeconseguenza del disastro nucleare diChernobyl.Tra gli indirizzi di laurea di nuovaistituzione è interessante menzionarequello di Psicologia, inesistente finoal 1993.Ai fini del superamento dell'eccessiva settorialità degli istituti universitari bielorussi, di cui si diceva sopra,il Ministero dell'Educazione sta cercando di dare impulso alle disciplineumanistiche, tanto che si sta vagliando la possibilità di inserirne lo studioobbligatorio anche all'interno deicorsi di laurea ad indirizzo scientifi-
l l
co. Un altro obiettivo, per il cui conseguimento si investono molte risorse, è quello della "bielorussificazione" dell'istruzione: dopo che la plurisecolare dominazione russa e la politica sovietica hanno quasi cancellatol'identità nazionale bielorussa, si tratta di farla rivivere, non solo dandoimpulso allo studio della lingua,della storia, della letteratura e dellacultura bielorusse, ma soprattuttousando il bielorusso come prima lingua in tutti i gradi di istruzione.Questo processo è ancora agli inizi, acausa della necessità di riqualificare idocenti e di reperire o pubblicaretesti adeguati: nel 1993 solo poco piùdel 9% degli studenti universitaribielorussi frequentava soltanto corsiimpartiti nella propria madrelingua,mentre il 55% frequentava corsi interamente in russo.
La struttura eil finanziamento
In Bielorussia i corsi universitaridurano ordinariamente sei anni.Si accede all'istruzione superioredopo quattro anni di scuola primaria,cinque di secondaria inferiore e duedi secondaria superiore. La fascia dietà interessata dall'istruzione universitaria è quindi quella che va dai 17 ai23 anni. Tra le riforme realizzate negliultimi anni, la principale è l'introduzione di un doppio livello di titoliaccademici, il primo corrispondenteal grado di baccelliere e il secondo aquello di magistero Vi è poi un percorso parallelo di istruzione professionale che, attraverso tre canali, produceoperai e tecnici specializzati (la qualifica più elevata si consegue a 20 anni).Un altro percorso formativo è costituito dai collegi, di recente istituzione, che integrano istruzione secondaria e istruzione superiore e consentono di accedere al quarto anno di alcuni corsi universitari.L'accesso ai corsi universitari statali èstrettamente programmato: ogni istituzione pone a concorso i postidisponibili per ogni anno e formulauna gradua toria sulla base di un
r
UNIVERSITAS 58
Columbia University: una sala di lettura (foto Joe Pineiro)
esame di ammissione. Gli ammessihanno diritto alla frequenza gratuitaalle lezioni, a laboratori, biblioteche,centri sportivi, etc. e a ricevere unpresalario la cui entità è commisurataal profitto. L'onere per lo Stato, chedestina circa il 10% del proprio bilancio all'istruzione superiore, è quindiingente. A questo impegno finanziario corrisponde una struttura centralizzata e gerarchizzata: ogni istitutodi insegnamento superiore dipendedal ministero competente per il settore (le università mediche dalMinistero della Sanità, quelle agrariedal Ministero dell'Agricoltura e cosìvia), che nomina il rettore e il vicerettore, coadiuvati da un consiglio eda una commissione rettorale. Lastruttura organizzativa e gestionale èsimile in tutte le istituzioni: le principali unità di insegnamento e ricercasono i dipartimenti riuniti in facoltà.Come si può vedere, la differenziazione dal modello universitariosovieticico non si è ancora verificata,se non in piccola parte. Recentementeè stata introdotta la possibilitàdell'autofinanziamento degli studi
universitari ma, anche a causa dellacrisi economica, si tratta di una soluzione poco praticata: nel 1993 pocopiÙ del 5% degli studenti pagava personalmente o grazie al contributo diimprese, in tutto o in parte, il costodegli studi. Gli studenti paganti possono essere ammessi oltre il numeroprogrammato, ma devono pur sempre risultare idonei aIresame diammissione.
La ricerca e l'insegnamento
Sono attivati presso gran parte delleuniversità, accademie e istituti deicorsi post-Iaurea (aspirantura) struthlrati sui due livelli: "candidato inscienze" e "dottore in scienze". Perconseguire ciascuno di questi gradi,che indirizzano alla ricerca e alladocenza, è necessario sostenere unatesi o dissertazione, per la cui elaborazione si può ottenere una aspettativa retribuita per tre anni.I posti di insegnamento vengonoassegnati per concorso per una durata di cinque anni. La carriera del per-
12
sonale docente è strutturata pergradi: assistente lettore, lettore, lettore senior, docente (assistente professore), visiting professar, professore,capo dipartimento. Il personaledocente a tempo pieno nelle università bielorusse ammonta a 15.700unità, con un rapporto docenti! studenti di circa 1/17.Per quanto riguarda la ricerca, i datisi riferiscono al 1991: 1.159 progettidi ricerca in corso di svolgimento,436 monografie e libri di testo pubblicati, 900 invenzioni prodotte dacirca 7.500 ricercatori, a cui si aggiungono 2.700 "aspiranti" e dottorandi,piÙ 45.000 studenti universitari coinvolti nelle attività di ricerca.Negli ultimi anni, anche se si è assistito al sorgere di alcune nuove iniziative, come le cooperative di ricercae produzione collegate con gli istitutiuniversitari, si è manifestata anche,come conseguenza della crisi economica seguita alla dissoluzionedell'URss, la tendenza alla smobilitazione di alcune strutture di ricerca ealla fuga di ricercatori e docentiverso impieghi privati piÙ remunerativi. A ciò si aggiunge la tendenzaalla riduzione del numero dei diplomati delle scuole secondarie cheintendono proseguire gli studi e deilaureati che si indirizzano ai corsi didottorato, nonché l'impossibilità dirinnovare la strumentazione deilaboratori per carenza di risorse.Se questa tendenza non si arresteràin tempi brevi, i danni per il sistemadella ricerca in Bielorussia sarannoirreversibili e verranno meno i legami di cooperazione con la comunitàscientifica internazionale. Questogrido di allarme va lanciato ancheper tutta l'istruzione superiore ingenere, in quanto esiste il rischio concreto che i campi in cui la Bielorussiaha una consolidata efficacia di azione(tra gli altri l'educazione a distanza,la formazione permanente e la riqualificazione professionale) conoscanoun regresso dovuto a difficoltà finanziarie, proprio quando è piÙ necessario investire in istruzione per rispondere alle sfide della transizioneall'economia di mercato.
Tranne l'abolizionedei corsi obbligatoridi marxismo-leninismo emodeste spruzzate dirinnovamento,la trasformazioneavanza - nella RepubblicaCeca come nei paesi vicini a scartamento ridotto.E mentre il corpo docenteinvecchia, gli studentiSl rassegnano
IL TRIMESTRE/Ai confini dell'Unione Europea
REPUBBLICACECA,
RIFOR E ALRALLENTATORE
Burton Bollag
Karin Pomaislova aveva sperato chela "Rivoluzione .di velluto" del 1989avrebbe porta to' grandi cambiamential sistema cecoslovacco di istruzionesuperiore, così conservatore e rigidamente controllato dal regime comunista. Dopo cinque anni, questa studentessa di Giurisprudenza dell'Università di Carlo di Praga (la maggiore istituzione ceca) sta ancora aspettando. "Ci viene chiesto solo dimemorizzare; si impara tanta teoria,mentre avremmo bisogno di corsipratici". I riformatori hanno tentatodi introdurre il sistema applicativoamericano (con cui gli studentihanno a che fare con casi veri), ma ilsenato accademico ha bocciato laproposta.Karin ricorda ancora tra incredulità esgomento come un giorno uno deisuoi insegnanti si limitò a leggere W1
testo durante l'ora di lezione, conl'unico risultato di provocare il graduale esodo degli studenti che avrebbero potuto leggere il libro comodamente a casa propria.Nel resto dell'Europa orientale sisentono le medesime lagnanze.Anche nei paesi più avanzati comePolonia, Repubblica Ceca e Ungheriaalle rapide trasformazioni economiche e politiche non ha fatto riscontroun altrettato veloce rinnovamentodel sistema educativo.
Qualche passo avanti
Tuttavia alcW1i passi sono stati fatti: icorsi, una volta obbligatori, di marxismo-leninismo sono stati abbandonati; gli insegnanti peggiori - che dovevano il posto alla fedeltà politica piùche ai meriti accademici - sono statilicenziati; lentamente si stanno facendo largo alcW1i nuovi corsi, anche se iriformatori più strenui sono delusidalla lentezza del cambiamento.Secondo Jan Sokol, docente di Filosofiae studi religiosi all'Università Carlo, leistituzioni sono vecchio stile e burocratiche: le facoltà umanistiche offronocorsi obsoleti, ed è assai difficile farneintrodurre di nuovi. "I nostri studentihanno una buona preparazione di base- aggiunge Sokol - ma non è mai statoinsegnato loro ad essere indipendenti, apensare criticamente. Non si sono maiconfrontati con punti di vista diversi".Come molti altri nell'Europa orientale, anche lui lamenta che gli stipendiinadeguati si riflettono negativamentesul lavoro degli insegnanti; che glistudenti reperiscono con difficoltàpoche informazioni sui corsi e suimetodi di lavoro; che, essendo orali lamaggior parte degli esami, è difficileche gli studenti possano riscontrare,ed eventualmente contestare, i risultati. Infine ci sono pochissime occasionidi contatto tra studenti e docenti.
13
Biblioteche inadeguate
Anche per i migliori insegnanti, imezzi a disposizione sono assolutamente inadeguati, a cominciare dallebiblioteche. Tagliate fuori per decenni dal giro dei libri e dei periodicioccidentali per le restrizioni del regime comunista e per la mancanza didisponibilità finanziaria, hanno pochititoli moderni, e quelli che hannosono in copia unica. Ai suoi studenti,Jan Sokol, dà una lista di tre libri dacomprare; generalmente non comprende i libri di testo, soprattuttoperché per la maggior parte dei corsinon esistono. I suoi studenti, comemolti altri del resto, comprano icosiddetti "skripta", ovvero le notedel corso scritte dagli insegnanti epubblicate dall'università.Molti dipartimenti dell'UniversitàCarlo hanno le loro piccole biblioteche,ovvero stanze polverose dalle qualiemergono vecchie edizioni lacere: neldipartimento di Filosofia ci sono addirittura alcW1i testi tedeschi stampati incaratteri gotici con impressa la svastica, o libri come "L'attualità del Capitaledi Marx" che stanno ammucchiati inscatoloni di cartone in attesa di esserebuttati. La bibliotecaria ha confessatoche gli studenti migliori richiedono ilibri alle biblioteche dei centri culturalifrancese o americano.
Il corpo docente invecchia
UNIVERSITAS 58
UN ESEMPIO DA SEGUIREDopo un attento esame, la giuria - presieduta da Ralph Dahrendorf - ha assegnatoil premio Hannah Arendt per la riforma dell'istruzione superiore in Europa orientalealla Graduate School for Social Research di Varsavia che conta 200 iscritti (trequarti dei quali polacchi) a corsi di dottorato in campi interdisciplinari. Il premioprende il nome dalla filosofa tedesca che scrisse ampiamente sui pericoli del totalitarismo, forse meglio conosciuta per il suo libro Eichmann a Gerusalemme. Rapportosulla banalità del mole. Fondata nel 1992 da alcuni eminenti sociologi polacchi, laGraduate School for Social Research si è impegnata a raccogliere fondi dall'estero.Il finanziere e filantropo ungaro-americano George Soros ha proweduto a copriremetà del budget stanziato per il 1995; la parte rimanente è stata finanziata dallaFondazione Ford e da altre fondazioni francesi e tedesche. Con questa copertura,la Scuola può garantire ai docenti dei congrui stipendi: vi insegnano infatti 70 professoli part-time provenienti dalle migliori istituzioni del paese.L'obiettivo della Scuola non è altro che "preparare una nuova élite intellettuale per laPolonia", ha dichiarato il suo direttore Stefan Amsterdamski. La Scuola, molto attentaall'apertura intemazionale, ha in corso dei programmi di cooperazione con la NewSchool for Social Research di New York e con l'Ecoie del Hautes Etudes di Parigi. Trai programmi per l'anno accademico 1995/96: conflitti etnici, poveltà e problemi sociali, legge costituzionale e politica culturale che cambia nell'Europa orientale.Altre tre istituzioni hanno ricevuto una menzione: il Center for Economic Researchand Graduate Education (CERGE) di Praga, l'Academia Istropolitana di Bratislava (lacapitale slovacca), l'lnvisible College di Budapest (detto "invisibile" perché non haedifici o aule proprie, ma fomisce a 71 studenti particolarmente promettenti iscrittiin altre università dei tutor individuali di alto livello).
La facoltà di Giurisprudenza, che èstata praticamente paralizzata perdecenni dal regime, oggi incontraenormi difficoltà per adeguarsi allerichieste crescenti degli studenti. Idocenti, formatisi durante il comunismo, sono per lo più incapaci di adattarsi ad un insegnamento di tiponon-comunista, e purtroppo i nuoviinsegnanti sono pochi. La ragione,anche in questo caso, va ricercatanell'esiguità dello stipendio, addirittura inferiore a quello di una segretaria impiegata nel settore privato. Nonè insolito, infatti, che studenti checonoscono le lingue straniere o l'usodel computer svolgano un lavoropart-time con il quale guadagnanopiù dei loro insegnanti.Ne deriva un preoccupante invecchiamento del corpo docente: su 17 ordinari nella facoltà di Giurisprudenzadell'Università Carlo, più della metàsono tra i 65 e i 70 anni e dedicano lamaggior parte del loro tempo ad esercitare la più redditizia professione privata.Tuttavia, ci sono alcune interessantiinizia tive in corso all'UniversitàCarlo, una grande e prestigiosa istituzione risalente al 1348, quandoPraga era considerata uno dei centridel sapere del mondo occidentale.L'Institute of Fundamental Learning,fondato due anni fa, "allevali 500 studenti con programmi individualiinterdisciplinari studiati singolarmente: un concetto davvero rivoluzionario in un paese dove gli studenti non hanno mai avuto parte nelladeterminazione dei programmi.Nell'Istituto, inoltre, gli studenti possono conseguire un diploma in treanni: un'opzione che si sta adottandoanche altrove, in alternativa al tradizionale percorso di cinque anni.Nonostante ciò, sono falliti molti tentativi di ammodernamento del sistema. L'anno scorso, nel tentativo diespellere alcuni docenti incompetenti, le autorità ceche hanno ordinatouna valutazione di tutto il corpodocente del paese: operazione chenon ha portato grandi cambiamenti,
dato che non ci sono insegnantinuovi per sostituire quelli vecchi.Secondo molti addetti ai lavori, iripetuti tentativi di decentralizzazione del potere - in reazione al controllo esasperatamente centralizzato invigore durante il comunismo - sonoandati troppo oltre: oggi non è raro,infatti, che i tentativi di riforma vengano blocca ti proprio dal grandepotere delle facoltà e dei dipartimenti. All'Università Palacky di Olomuc(Repubblica Ceca), ad esempio, sonostate aperte due scuole per infermieriquando una sarebbe stata sufficiente;il senato accademico ha cercato diridurre i fondi destinati alla biblioteca universitaria e al centro informatico per dirottarli alle singole facoltà,oltre ad avere respinto una propostadi valutazione dei docenti da partedegli studenti. Nella RepubblicaCeca, in Polonia e in Ungheria c'ècomunque un progetto di legge perconferire maggiori poteri ai rettori.
14
B. B.
Individualismo e carrierismo
I cambiamenti avvengono per lo piùsenza la partecipazione degli studenti, che ebbero invece un ruolo determinante nella "Rivoluzione di velluto". Individualismo e carrierismosembrano aver sostituito lo spiritorivoluzionario di sei anni fa, e oggisolo pochi studenti si preoccupano divotare per eleggere i rappresentantistudenteschi nelle università.Quello che in fin dei conti è più triste èla passiva rassegnazione dei ragazzi.Karin Pomaislova (la studentessa diLegge di cui si parlava all'inizio), purcriticando il conservatorismo deidocenti, dopo aver studiato per almi inun determinato sistema non riesce avedersi inserita in uno alternativo: "Viimmaginate a parlare di fronte a ventipersone per esprimere la vostra opinione? Probabilmente riderebbero di voi".
(Tmduzione di Isabella Ceccarini)
IL TRIMESTRE/ Ai confini dell'Unione Europea
abstractIn this issue the wind ofchange blows far "Il Trimestre".Instead offocusing on a single subject as usual the sectioncontains a series offlashes on countries which, though dose to!taly, are separated from us by a wide gap as far as the featuresof their education systems and their history are concerned andwhich do not share the mediterranean style typical ofourcountry.QUI' reportage starts from a northern country, Norway, whichwas dose to become our partner in the European Union beforethe negative outcome ofa referendum on this matter; then itmoves to Eastern Europe and more precisely to the CzechRepublic, probably the most lively country in the postCommunist scenario where change is both desired and feared,and to Belorussia, a country that has lost its identity and hopesto find it again through higher education which may help fosteran overall change and agrowing awareness toward the nativelanguage and culture.The section reache~ the borders of Europe, not its margins. Weall share common ideals, such as the idea of university, in spiteofdifferent features. And the word "difference" should not beinterpreted in the negative sense of the term, as we can inferfrom the Norwegian Diary which describes the high qualitativelevels and the principle of the right to study typical of thiscountry.UNIVERSITAS has been focusing since long on European issuesin a section completely devoted to this subject. However thecountries outside the European Union, that may becol11e ournew partners in the middle term, should not be neglected. Thisis why they were chosen this time for this section which ail11s atbeing a window open on the features, curiosities and usages ofan intriguingly new academic world.
Dans ce numéro, nous trollvons un "Trimestre" un peuinhabituel. A la piace du rendez-vous habituel avec lamonographie, il propose une espèce de vagabondage libre etrapide dans certaines réalités en mél11e temps éloignées etproches de la notre. Eloignées parce qu'elles présentent dessystèmes dont les caractéristiqlles sont différentes des nOtres ence qui concerne l'histoire et le style l11éditerranéen de vie etd'étude qui nous sont propres.Voici, sous forme de reportage, un regard SUl' le nord, SUI' cetteNorvège devenue "presque" notre partner communautaire, quis'est ensuite exdlle d'elle méme par les résultats duréférendum, et un autre regard SUl' l'est qui vise deux paystypes. La République Tchèque, peut-étre la plus vitale dumonde post-soviétique, aux prises avec des poussées et desobstades vers la changel11ent; la Biélonlssie, à la recherched'une identité perdue que l'université pourrait lui redonner, enallant plus àfond dans le processus intégral de transformationet dans la revalorisation de la langue et de la cultureautochtones."Aux frontières de l'Europe'', certainement pas aux limites,avec des éléments de contact (comme l'idée d'université àlaqllelle aspirer) et avec des éléments d'éloignement: ce dernierétant un terme qu'il ne faut pas entendre nécessairement dansun sens négatif, comme nous le montre la description dumécanisl11e appréciable des services et du droit aux études dansle "Journal norvégien".Depuis longtemps UNIVERSITAS laisse la parole aux thèmeseuropéens, en leur réservant tout une rubrique. Cependant, ilest également bon de suivre l'actualité des autres pays prochesde la "maison européenne", qui seront peut-étre nos nouveauxinterlocuteurs dans un futur à moyen terme. Voilà pourquoi ona placé au premier pian, dans les pages d'ouverture, une fenétreouverte SUl' des curiosités, des traditions et des particularités demondes universitaires faits de suggestion et de complexité.
~ ~resume15
UNIVERSITAS 58
Vito SveltoOrdinario di Elettronica applicata nell'Università di Pavia
SUI TRAVAGLIATICONCORSI
L'università recente
L'obiettivo caratterizzante il concorsoa professore universitario, che lodistingue da tutti gli altri concorsipubblici, è lo scegliere persone non inbase a ciò che essi hanno appreso econoscono di un settore scientifico odi una disciplina, ma in base allenuove conoscenza da essi apportate inun determinato campo. I paradigmidel sapere o del saper fare diventanosecondari rispetto al creare il sapere.Conseguentemente non si può diventare professori universitari se nondopo aver apportato contributi dinuove conoscenze riconosciuti negliambienti scientificamente competenti. Il riconoscere l'apporto di nuoveconoscenze è molto più difficile edopinabile rispetto ad una valutazionedel sapere o anche del saper fare, enon può che essere fatto dagli espertidel settore, cioè da coloro che hannogià apportato nuove conoscenze econoscono lo stato dell'arte a livellointernazionale. Nel passato i numeripiù esigui di ricercatori e scienziaticonsentiva una mutua reciprocaconoscenza; di conseguenza, moltospesso, i risultati dei concorsi eranoscontati; il concorso ideale è quello incui si conoscono a priori i vincitori, inquanto ritenuti i migliori nella corporazione degli esperti.Il concorso come cooptazione nellacorporazione universitaria, basata suirisultati scientifici è la logica conseguenza del perseguire l'obiettivo prefisso; la commissione giudicante non
può che essere costituita da professori universitari.Il professore universitario non è soloun ricercatore, ma deve insegnare; latrasmissione critica del sapere, basedella formazione universitaria, si
Come sceglierecoloro che, oltre a« creare il sapere ",
devonoanche trasmetterlo?
La questioneè aperta
affianca alla creazione del sapere inun intreccio peculiare; i pesi e la rilevanza delle due attività sono variabili con il tempo, con il settore scientifico, con gli interessi del docente, conle necessità della formazione universitaria. In ogni caso il professorededica una parte sostanziale del suotempo all'insegnamento; non è peraltro detto che i requisiti di creativitànecessari per la fase ricerca sianougualmente indispensabili per la faseinsegnamento. Non sempre un valido scienziato è anche un buon docente. È ben noto che finora la valutazione delle qualità didattiche è statasecondaria nella scelta concorsuale
16
dei docenti; le pubblicazioni scientifiche hanno la netta prevalenza.Con gli attuali meccanismi concorsuali, nlmeno teoricamente, esigenzespecifiche delle facoltà che hannobandito il posto a concorso non sonoconsiderate, essendo determinante laqualità scientifica dei candidati. Ciòcorrisponde ad una visione elitariadel professore universitario considerato un solitario caposcuola senzanecessità di collaborazione con i colleghi; il concetto di lavoro d'équipe, disquadra coordinata nella ricerca enell'insegnamento è estraneo a questomeccanismo di scelta. In pratica, irisultati dei concorsi e, quindi, le scelte dei docenti sono state molto spessoinfluenzate dalle esigenze delle sediche avevano bandito i concorsi; accordi e compromessi nell'ambito dellacorporazione dei docenti hanno, dinorma, accontentato tutti o quasitutti; ciò è accaduto nella fase espansiva del sistema universitario deglianni '80. Gli accordi e i compromessi(che chiamerei dignitosi e legittimi),con il diminuire dei posti a concorsorispetto all'insieme dei candidati,sono stati sempre più difficili. Ciò hadato luogo a proteste sempre menocircoscritte all'ambiente universitariofino a sfociare nella denuncia giornalistica o addirittura nel penale. È miaopinione che, salvo casi specifici, sitratta di lotta di bande all'internodelle corporazioni universitarie chehanno luogo quando non si sono raggiunti o sono saltati accordi equilibrati fra sedi o gruppi diversi. In questicasi non è affatto detto che i perdenti,coloro che protestano siano sempremotivati da esigenze di giustizia; protestano perché hanno perso e nonhanno niente da perdere!
L'università futura
Ad una maggiore autonomia dellesingole università è legata la necessità di scegliere i propri docenti assumendone le conseguenti responsabilità; può darsi che l'obiettivo delmigliore dal punto di vista scientificonon rimanga l'unico criterio di scelta,
NOTE ITALIANE
IL MALESSERE DELL'UNIVERSITÀQuesta rivista si è sempre imposta una linea di non intervento, per così dire, nel dibattito sui "mali" dell'università, preferendo assumere abitualmente una posizione che privilegi l'aspetto scientifico e culturale della vita universitaria - italiana e non - senzaentrare in dispute che potrebbero assumere un carattere polemico e non costruttivo.Questo stile ha sempre contraddistinto UNIVERSITAS e, a mio parere, non dovrebbemodificarsi in futuro. Lo scandalo dei "concorsi truccati" per-la docenza universitariarichiede tuttavia un breve commento.L'università italiana vive una lunga fase di profondo malessere che ne mina la struttura sotto l'aspetto non solo morale, ma anche scientifico e culturale. Abbiamo piùvolte documentato lo scarso impatto che il nostro sistema di istruzione superioreha sulla società italiana e, conseguentemente, non possiamo condividere l'analisi diquanti polemicamente sostengono che, tutto sommato, il "sistema-Italia" non habisogno di un maggior numero di laureati perché non sarebbe in grado di utilizzarlinelle proprie strutture produttive. Pensiamo invece esattamente il contrario: lestrutture socio-produttive italiane sono innegabilmente più deboli di quelle di altripaesi sviluppati proprio a causa dello sperpero di formazione causato dall'incapacitàdel nostro sistema universitario di "produrTe", in quantità soddisfacente, personalealtamente qualificato sul piano culturale e professionale. Quale paese, che intendaraggiungere un'accettabile posizione sul piano socio-economico e culturale, potrebbe ragionevolmente permettersi un tasso di abbandono degli studi universitariintorno al 70% dell'utenza?La scarsa incidenza sul piano internazionale del sistema universitario italiano neaccentua inoltre il provincialismo testimoniato, in modo inequivocabile, dall'incapacità di farsi adeguatamente sentire nei vari contesti sovranazionali (malgrado l'impegno, non sempre conosciuto, delle diverse delegazioni nazionali), dall'irrilevante presenza di studenti stranieri nei nostri atenei e dalla non esaltante partecipazione allacooperazione interuniversitaria.Èevidente, quindi, che la crisi dell'università italiana va ben oltre il pur grave problema della selezione del corpo docente, investendo praticamente gli aspetti del funzionamento del sistema in tutte le sue articolazioni.Purtroppo - e non è poco - non si tratta soltanto di problemi connessi a carenzadi legalità e di sensibilità etica in alcuni aspetti della vita accademica, ma di unaprofonda debolezza strutturale in un contesto sociale che attraversa una fase di trasformazione profonda e complessa sotto molteplici aspetti e, pertanto, reso intrinsecamente più fragile.Ritengo che si mancherebbe alla funzione di analisi e di studio del mondo universitario se non si rilevasse, senza perifrasi, che in italia è carente, se non inesistente,una politica coerente della formazione del capitale umano e, in particolare, di quello al più alto livello di istruzione.Il problema essenziale è, insomma, quello di portare finalmente al centro dell'attenzione della società italiana, come priorità assoluta, la creazione di un sistema di formazione superiore in grado, come accade in tutte le società avanzate, di fare davolano non solo alle attività economiche e produttive ma anche, e soprattutto, alprogresso sociale e politico.Èproprio su questo terreno che, in un futuro immediato, la classe politica italiana sigiocherà gran parte della sua credibilità.
ma debbono ad esso essere associatialtri criteri e considerazioni. In unauniversità veramente autonoma,nella scelta dei docenti non c'è postoper il concorso nazionale. In questafase di transizione ad una piena autonomia si giustifica il prevedere lascelta dei docenti con un meccanismoa due fasi; la prima di idoneità o abilitazione (alla ricerca ed all'insegnamento) a carattere nazionale; laseconda locale, acciocché le facoltàpossano valutare le diverse possibilità di chiamata in modo da soddisfare le più specifiche esigenze locali.Le recenti proposte per i concorsi contengono questi concetti generali; èaltrettanto vero che riesce difficile laconvergenza su una soluzione condivisa. Diverse sono le posizioni per le finalità e, quindi, le modalità di svolgimento delle due fasi concorsuali; latente maben viva è la posizione di chi cerca unasoluzione facilitata per la progressionedi carriera per coloro che hanno maturato anzianità nell'università.La soluzione in due fasi del concorsosi giustifica se le due fasi perseguonoobiettivi diversi e complementari.Quella nazionale di abilitazione deveaccertare il valore scientifico del candidato ed affermare il superamento diuna determinata soglia nei risultati enelle capacità di ricerca. La fase localediventa di scelta tra persone scientificamente idonee; occorre valutare icandidati in relazione agli interessi edai programmi scientifici e didatticidella facoltà per scegliere colui chemeglio risponde alle esigenze di sviluppo globale della facoltà. Senza unachiara differenziazione delle finalitàdelle due fasi si rischia di creare unainutile e conflittuale duplicazione.Inoltre, la fase nazionale abilitante, seslegata dalle esigenze quantitativedel sistema universitario, corre ilpericolo di essere un filtro inefficiente e creare aspettative e situazionidifficilmente governabili; la lista pergli abilitati aperta, senza limiti numerici, è, in pratica, molto pericolosa.Si è discusso tanto dell'approccio concorsuale migliore; io penso che ci siaun gran numero di soluzioni valide;non ne esistono a prova di professori-
commissari faziosi o addirittura disonesti. Peraltro, il più discutibile dei
l 7
Roberto De Antoniis
sistemi concorsuali è migliore dellaprogressione di carriera per anzianità.
UNIVERSITAS 58
CONOSCERSIMEGLIOGabriella RegaUfficio Relazioni Pubbliche delPolitecnico di Milano
L'ufficio relazioni pubbliche delPolitecnico di Milano ha avuto inizialmente come pubblico ed interlocutoridi riferimento i canali più tradizionali,ossia gli studenti, effettivi e potenziali,le famiglie dei medesimi, il personaleinterno (docenti e non docenti), le istituzioni, la stampa e così via*.Ma il tipo di fqrmazione e di attivitàdidattica, scientifica e di ricerca checaratterizza il nostro Ateneo - con 13corsi di laurea in Ingegneria e tre inArchitettura e fra questi ultimi ilrecente corso di Disegno industriale,per una popolazione di circa 46.000studenti - hanno ben presto evidenziato la necessità di porre maggioreattenzione alla comunicazione anchecon il mondo delle imprese.I rapporti con il sistema delle imprese, in realtà, hanno avuto semprerilievo nella vita del Politecnico.L'Ateneo, che è la più vecchia università milanese, è nato 133 anni fa proprio per rispondere ad una precisarichiesta del mondo produttivo cheaveva un bisogno specifico di formazione tecnico-scientifica e di ricercaapplicata; alcuni dei primi dipartimenti, al tempo istituti, sono stati fon- .dati proprio grazie a contributi diindustriali dell'epoca. Carlo Erba, nel1886, donò 400.000 lire per la creazione di una scuola di Elettronica el'industriale tessile Cantoni elargì10.000 lire per l'istituzione della cattedra di Economia industriale.
• Relazione svolta nel corso del II Seminariosul rapporto tra comunicazione e università(Roma, 14-15 novembre 1995).
Il sodalizio è stato estremamente proficuo, fino al culmine raggiunto neglianni Sessanta con la ricerca applicatanel settore chimico che ci ha portatoal premio Nobel, tutto italiano, conferito al prof. Giulio Natta.Successivamente, anche in relazionealla crescita esponenziale del sistemauniversitario, i rapporti istituzionali
La capacitàdi comunicazione
dell'università con il sistemadelle imprese,
come dimostra l'esperienzadel Politecnico di Milano,
è il primo passoper riaprire i circuiti
dell'informazione reciprocafinalizzata allacooperazLOne
e permanenti si sono affievoliti, riducendosi a collaborazioni singole,spontanee e frammentarie, peraltrointrattenute quasi esclusivamentecon le grandi industrie.Sono continuate, numerose ed eterogenee, le iniziative, ma in mododiscontinuo e, spesso, episodico, affidate all'azione di singoli docentioppure allo stimolo delle aziendeinteressate.Alcune di queste iniziative hanno
18
anche dato vita a centri di eccellenzacome il CEFRlEL, consorzio per la tecnologia dell'informazione, e il MIPper l'area Gestione di Impresa, maspesso la mancanza di coordinamento e la disorganicità dell' azionehanno determinato confusione e perdita di valore e significato delle iniziative stesse.Ciò è accaduto, ad esempio, per glistnge e per le presentazioni aziendalie ha avuto ripercussioni negativeanche nei rapporti di ricerca.Così si è creato un clima di mancanzadi comprensione e di scarsa collaborazione che ha allontanato i duemondi o, comunque, ha reso difficoltoso il dialogo.
Le ragioni dei due partner
Eppure, da entrambe le parti eraforte la necessità di riprendere ildiscorso e per più ragioni.Dal punto di vista dell'università taliragioni possono essere, in estremasintesi, individuate:- nella consapevolezza della crescente importanza dell'innovazione nellacompetizione internazionale e nelleconseguenti nuove responsabilitàsociali cui è chiamata nel garantire lacompetitività della propria area diinsistenza attraverso la fornitura diknow-how e di professionalità continuamente aggiornate: motivi questiche hanno comportato lo sviluppo dirapporti più organici accademiamondo produttivo in tutti i paesi piùavanzati;- nella crescente esigenza di autofinanziamento derivante dall'autonomia universitaria che può, almeno inparte, essere soddisfatta potenziandogli accordi e le convenzioni con leimprese, ovvero le partecipazioni inpartnership a progetti finalizzati dalleistituzioni pubbliche nazionali edinternazionali;- nella crescente necessità, anche aseguito dell'attivazione dei corsi didiploma universitario - al Politecnicoattualmente cinque -, di rendereaccessibili agli studenti stage e periodi di tirocinio nelle imprese, a somi-
NOTE ITALIANE
La Columbia UniversihJ dispone di un efficace servizio di orientamento (foto EileenLianeza/Joe Pineiro)
glianza di quanto avviene nel restod'Europa;- infine nel desiderio di migliorare lavalutazione e l'immagine dell'Ateneo,all'interno e all'esterno del mondoaccademico, in termini di qualità nellaformazione e nella ricerca.Sul fronte delle imprese, invece, lanecessità di creare dei rapporti stabilicon le università, soprattutto conquelle ad alto livello tecnologico, èdata dalla consapevolezza chel'aggiornamento costante e l'innovazione tecnologica influenzano, direttamente o indirettamente, ma comunque in misura rilevante, la competizione; insomma la formazione e lacapacità di generare innovazionecostituiscono i principali fattori di successo, soprattutto per quelle impreseche si trovano ad operare in un mercato caratterizzato da una forte competitività quale è quello attuale.Quindi dalla co1laborazione università-impresa entrambi i soggetti possono trarre vantaggi:- nell'ambito della formazione, lacollaborazione può permettere unaevoluzione dei prodotti (lauree,diplomi universitari, corsi post-Iaurea e di istruzione permanente, e cosìvia) più rispondente all'emergere deinuovi bisogni e può creare per leimprese le condizioni di maggiorecompetitività, anche su scala internazionale, nella disponibilità di risorseumane ad elevata qualificazione;- nell'ambito della ricerca, la cooperazione può portare, rafforzandoanche la possibilità di accesso allefonti pubbliche di finanziamento(nazionali e comunitarie), ad iniziative di forte rilievo in relazione alletecnologie più avanzate.
L'importanzadella comunicazione
E allora, ci siamo chiesti, se entrambele parti riconoscono di avere ragionipiù che valide per costituire delle stabili relazioni di collaborazione, perché ciò non accade?La risposta è stata univoca: perchémanca l'informazione, perché non c'è
comunicazione, se non, come detto,episodica ed occasionale, fra i duemondi.Infatti, da un lato le aziende ci rimproverano una scarsa conoscenza deiproblemi, delle esigenze e dei tempidell'industria, unita, in alcuni casi, aduna forte dose di indifferenza.Dall'altro riconoscono la propria diffidenza circa le potenzialità applicative della ricerca universitaria, giudicata, a causa della scarsa informazione di cui sopra, eccessivamenteastratta e non particolarmente idoneaa fornire contributi originali e utiliall'innovazione tecnologica.La soluzione, almeno apparentemente, era semplice: mettere attorno allostesso tavolo le imprese e l'universitàper iniziare a conoscersi meglio, verificare la reciproca disponibilità aldialogo ed individuare, insieme, unventaglio di possibili collaborazioni.In questo senso si è pervenuti allacostituzione di un tavolo di lavoromisto, una consulta informale del rettore, costituito, oltre che da nostridocenti, da esponenti di alcune grosse imprese e strutture associative,quali Assolombarda e la Camera diCommercio di Milano.
19
Il gruppo di lavoro ha individuato,anche in base alla ricognizione delleesperienze in atto in altri paesi, molteplici aree di possibile collaborazione e,per meglio razionalizzare il lavoro, haevidenziato h"e livelli di iniziative.Il primo livello comprende le iniziative, di tipo diffuso e a ridotto impegno finanziario, volte a favorire almassimo la circolazione delle persone fra il politecnico e le imprese, eper questa via la circolazione delleidee e la creazione di occasioni dilavoro e conoscenza comune e amigliorare la conoscenza e le condizioni di funzionamento del mercatodel lavoro per i laureati.Il secondo livello concerne la messa apunto di nuove iniziative comuninell'ambito della ricerca, della certificazione e della formazione.Il terzo livello, infine, è costituito daltrasferimento delle conoscenze, ossiadal reciproco scambio di informazionie dalla promozione dell'innovazione.È importante rilevare che, prima diiniziare la fase più propriamente operativa, si sono individuati una serie diprincipi base, considerati imprescindibili per l'instaurazione di una proficua collaborazione Ateneo-imprese.
Innanzitutto non è pensabile che leimprese agiscano con mero spirito diliberalità, ma in base ad interessi bendefiniti, e devono sentirsi ed esseredirettamente coinvolte.Inoltre i rapporti devono porsi su diun piano paritario e di massimorispetto dei reciproci ruoli, ruoli chese hanno indiscutibili punti di sovrapposizione, sono pur sempre e devonorimanere distinti nelle finalità generalie negli orizzonti di riferimento.
L'Annuario delle Competenzedel Politecnico
Sulla base di queste premesse, il gruppodi lavoro ha potuto verificare la comunedisponibilità ad agire e, nel 1993, hadeciso di dotarsi di una struttura stabile,dando vita all'Associazione ImpresaPolitecnico che ha ;assunto il compito disvolgere, in prima istanza, la funzionedi convergenza di interessi, di confrontodi idee, di coordinamento e di promozione di nuove iniziative.La prima iniziativa è stata la realizzazione, sia su supporto cartaceo che sufloppy disk, dell'Annuario delleCompetenze del Politecnico.Attraverso di esso si è voluto fornireun primo strumento di informazioneaggiornata che si discostasse, però, daltradizionale annuario della ricerca, peril linguaggio più immediato e divulgativo verso un utente non accademico.Gli obiettivi specifici sono stati quelli dievidenziare e far conoscere al mondoesterno, appunto non accademico, leprincipali competenze attualmente esistenti nel Politecnico e potenzialmenteutilizzabili per la cooperazione con leimprese, ovviamente soprattutto sottoil profilo ricerca, ma non solo.In questo senso, sono state segnalate126 aree di competenza in cui sonoattivi i nostri docenti e ricercatori, inmodo da agevolare l'individuazionedegli interlocutori più appropriatiper uno specifico problema aziendale. Per ogni area sono stati riportati idocenti coinvolti, l'attività di ricercaattualmente in corso ma anche le areedi potenziale interesse, l'attività dicertificazione e qualificazione, i bre-
UNIVERSITAS 58
vetti sviluppati e le attrezzaturedisponibili.Nel realizzare l'Annuario si è avuto,insomma, sempre presente il pubblicocui si voleva prioritariamente destinarlo. Infatti, stampato in 10.000 copie, èstato inviato a circa 7.000 aziende.Inoltre è stato inserito sulle pagineWWW dell'Ateneo e, quindi, è oggiconsultabile anche tramite Internet.Ma la realizzazione dell'Annuario èservita anche in funzione di coinvolgimento interno, cioè come occasioneper sensibilizzare e coinvolgeredocenti e ricercatori.Sempre sul fronte dell'informazionemirata, oltre al censimento delle competenze, si è costituita una banca datisulle medesime tematiche, ad aggior~
namento permanente, in collaborazione con Assotec, il Servizio di reperimento delle informazioni tecnicoscientifiche di Assolombarda.Abbiamo, però, rilevato che l'Annuario, seppure strumento indispensabile di conoscenza, realizzava unacomunicazione ad un'unica via:dall'Ateneo alle imprese, mentre eranecessario che anche le imprese "parlassero" al Politecnico delle loro esigenze e fabbisogni.
Il circuito inverso:dalle imprese all'ateneo
In collaborazione con Assolombarda,si è cercato di individuare le tematiche più interessanti ed innovativeper il sistema industriale attraversol'invio di un questiQnario mirato.Le risposte sono state particolarmente significative e hanno permesso dievidenziare gli argomenti e i settoridi attività che maggiormente interessano le imprese.Proprio sulla base di tali risultati, si ègià pervenuti alla costituzione digruppi di lavoro misti e a progetti diricerca comuni relativi ad ambiente esicurezza, ai materiali e alle applicazioni industriali dell'intelligenza artificiale.Sui medesimi temi si sono inoltrerealizzati seminari mirati, destinatiesclusivamente alle imprese.
20
Si è lavorato, poi, sul fronte del trasferimento e della cooperazione tecnologici, realizzando una serie diincontri periodici di aggiornamentosulle tecnologie di interesse diffusopiù rilevanti e attivando l'iniziativadenominata Innovation Plaza.Quest'ultima, realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio, èuna iniziativa rivolta essenzialmentealle piccole e medie imprese, operanti in specifici settori industriali.L'esperienza è stata condotta inizialmente nel settore delle tecnologiebiomediche e prossimamente riguarderà anche i settori della multimedialità, quello edilizio e quello civile.L'iniziativa si sviluppa attraversouna presentazione alle imprese delsettore delle attività di ricerca incorso al Politecnico e nell'apertura,un giorno la settimana, di uno sportello di orientamento, gestito gratuitamente da alcuni nostri ricercatori,che sono a disposizione delle imprese per individuare chi, all'interno oall'esterno del Politecnico, sia ingrado di rispondere ad uno specificobisogno di trasferimento tecnologico,suggerendo anche le modalità di collaborazione più opportuna.
Il concorso "Fare impresaal Politecnico"
Sempre in sinergia con le imprese, sisono attivate iniziative per lo sviluppo dell'attività imprenditoriale individuale e di gruppo dei giovani delPolitecnico con l'istituzione del concorso "Fare impresa al Politecnico".Al concorso, organizzato insieme alGruppo Giovani Imprenditori e alFormaper, possono per ora accedere(siamo alla seconda edizione) solostudenti del nostro Ateneo, ma haottenuto un successo tale che si prevede di aprirlo a tutti gli universitariche abbiano idee originali ed interessanti sotto il profilo imprenditoriale.Agli ideatori dei cinque migliori progetti viene offerto tutto il supportoformativo, legislativo e di consulenzaper mettersi in proprio e realizzare ilprogetto (ricerche di mercato, ricer-
NOTE ITALIANE
Columbia University: stLldel1ti dLlrante un intervallo tra le lezioni (foto Joe Pineiro)
che di un eventuale partner o finanziatore, assistenza nello sviluppo enella verifica della validità tecnica etecnologica e così via).
Una strategia organicadi cooperazione
Ho avuto già modo di ricordare qualisiano sta te le difficoltà inizialidell'esperienza in questo camminoverso un migliore e più fluido dialogo con le imprese: diffidenza e scarsaconoscenza reciproca.Ma non sono state le uniche: vi sonostate anche, infatti, delle difficoltàinterne.21 dipartimenti, tanti sono quelli checostituiscono il Politecnico, significa21 centri di ricerca, 21 autonomie darispettare e, nello stesso tempo, dacoinvolgere per realizzare quellastrategia unitaria, indispensabile percoordinare le varie attività, evitaresovrapposizioni e, quindi, confusio-
ne, e rendere più incisiva e convincente l'azione complessiva.Si è avvertita, quindi, l'esigenza diinquadrare in una strategia organica- seppure con spirito non intrusivo,in modo da lasciare comunque spazio alle iniziative decentrate dei singoli docenti e dipartimenti - le diverse forme di cooperazione.Inoltre si è evidenziata la necessità diun monitoraggio permanente delcomplesso dei rapporti esistenti fra ilPolitecnico e le imprese, che potessefornire agli organi centrali dell' ateneo un quadro sempre aggiornatodella situazione e gli elementi per glieventuali aggiustamenti delle linee difondo.Sulla spinta di queste esigenze si ècostituito nel maggio di quest'anno unnuovo organismo, tutto interno, ilComitato per i rapporti dell'Ateneocon le Imprese (composto da un rappresentante del rettore, con funzioni dipresidente, 2 rappresentanti del senato, 1 rappresentante del consiglio di
21
amministrazione, 1 rappresentante delcollegio dei direttori di dipartimento).
I primi risultati positivi
Non possiamo ancora trarre un consuntivo dell'esperienza in atto, ma iprimi risultati ci sembrano particolarmente incoraggianti. I rapporti con ilsistema delle imprese si sono indiscutibilmente potenziati: è di pochimesi fa la creazione di un laboratoriocomune di ricerca, in forma di consorzio, con la Pirelli sul tema dellafotonica e siamo il principale attoredi uno dei relay center per l'Italia.Tutto ciò ci permette di affermare chela premessa da cui è stata stimolata lanostra volontà di dialogare con ilmondo imprenditoriale, ossia il fattoche la ricerca e la formazione che puòoffrire l'università sono destinate adavere un ruolo sempre più determinante per la competitività del complesso delle imprese, sembra decisamente condiviso dalle imprese stesse.In questi tre anni, infatti, abbiamoavuto la possibilità di verificare chele aziende che siamo riusciti a coinvolgere, mano a mano sempre conmeno fatica, credono molto nelle iniziative intraprese, soprattutto al finedi migliorare la propria capacitàcompetitiva, avvicinando l'attività diricerca accademica alle reali esigenzedel sistema produttivo, in formastrutturale e non più episodica, e cercando di coinvolgere anche le piccoleimprese.Anche per le imprese, quindi, l'università appare chiamata sempre più aconfigurarsi come un nodo del sistema-paese, in grado di interagire conaltri nodi nel favorire l'innovazione enel potenziare le risorse umane,senza, peraltro, rinunciare alla suamissione di fondo e alla sua autonomia, ma rileggendo l'una e l'altra allaluce del mutato contesto.Ma per fare questo l'università nondeve avere paura di farsi conoscere,deve imparare o semplicemente iniziare a comunicare al di fuori e al di làdell'ambito academico tradizionale.Noi ci stiamo provando.
UNIVERSITAS 58
Brunella MarchioneUfficio Relozioni Pubbliche e Internazionali dell'Università di Parma
GLI SCENARI DELLACOMUNICAZIONE
Tre figure di comunicatore
principi base di trasparenza, accessibilità e apertura all'utenza della pubblica amministrazione. "Con un grande obiettivo", ha concluso Bettanini,"quello di poter concorrere a costruire uno Stato giusto e gentile".
Gli aspetti normativi e organizzatividella figura e del ruolo del comunicatore in università sono stati quindiaffrontati da Iolanda Semplici, presidente del Convegno dei direttoriamministrativi delle università italiane nonché difettore amministrativodell'Università di Siena, e daEdoardo T. Brioschi, docenteall'Università Cattolica e presidentedell'AlCUN.La dott.ssa Semplici ha ipotizzato,all'interno dell'università, tre figuredi comunicatore: 1) il comunicatoreche tiene i rapporti tra l'istituzione eil contesto economico-sociale in cuil'università è inserita; 2) il comunicatore che cura le relazioni con l'utenzaprimaria dell'istituzione universitaria(e in prima istanza con gli studenti);3) il comunicatore che cura il flussodi informazioni all'interno del sistema amministrativo universitario, cioèil personale docente e tecnico-amministrativo.Tra i mutamenti di scenario cheimpongono agli atenei di svilupparele attività di comunicazione concaratteristiche di elevata professionalità, Iolanda Semplici ha sottolineatoun elemento che numerosi relatorihanno ripreso successivamente, e
Se è vero chenon sempre l'università
"fa notizia "J
è anche vero cheessa stessa deve creare e
tenere vivi i circuiticomunicativi in ogni
direzione
22
che il DOL assegna finalmente allacomunicazione, quello di cardine peril buon funzionamento della pubblica amministrazione.Il DOL mira a riorganizzare tutto ilmondo della comunicazione pubblica, agendo in primo luogo sui serviziper la comunicazione e sugli URP(Uffici per le Relazioni con ilPubblico) che vanno creati laddoveinesistenti e migliorati nel rapportodi interazione con il cittadino-cliente.Occorre altresì agire sul linguaggio,sulla base del "Codice di stile" elaborato da Cassese che va applicato nel
momento stesso della produzione dinorme, direttive, circolari. La pubblica amministrazione deve "riscriversi", affinché i cittadini la capiscano, epossano realmente accedere ai serviziloro destinati.Infine, i comunicatori dovrannoapplicare, con consapevolezza e sen-
o sibilità nel proprio agire quotidiano, i
Il mondo della comunicazione pubblica sta attraversando un periodo diradicali cambiamenti, così come rilevanti mutamenti (legislativi e sociali)stanno modificando l'università italiana.In questa fase di rapida transizione, èinteressante analizzare quale sia ilrapporto tra COmunicazione e università, quanto e come gli atenei italianicomunichino, all'esterno e all'interno, e con quali strategie di comunicazione si preparino ad affrontare imutati scenari sociali del futuro.Di questi temi si è parlato nel corsodel secondo Seminario sul rapportotra comunicazione e università, organizzato a Roma dal Ministerodell'Università e della Ricerca in collaborazione con 1'AlCUN, 1'AssociazioneItaliana Comunicatori d'Università, il14 e il 15 novembre 1995.L'appuntamento ha visto la partecipazione di oltre 70 professionisti eoperatori della comunicazione universitaria, in rappresentanza di 35atenei e di diversi organismi correlatiall'istruzione universitaria italiana.La discussione è entrata subito nelvivo della problematica grazieall'intervento di Antonio Bettanini,addetto stampa del ministro dellaFunzione Pubblica Frattini.Bettanini ha affrontato un tema digrande interesse per i comunicatoripubblici italiani: il disegno di leggesulla comunicazione istituzionale,presentato da Frattini lo scorso settembre al Salone della comunicazione pubblica "COM.P.A." di Bologna.Dopo averne delineato le linee portanti, ha rivendicato il nuovo ruolo
NOTE ITALIANE
Columbia University: la facciata della biblioteca (foto Joe Pineiro)
cioè il calo delle immatricolazioni chein questi ultimi due anni ha investitogli atenei italiani. "Un elemento", hadetto Semplici"che costringerà gliatenei a misurarsi l'un l'altro e cherenderà inevitabile la valutazionedella qualità dei servizi erogati".
Approfondimenti,interrogativi, esperienze
Il prof. Brioschi ha illustrato la situazione della comunicazione universitaria in Italia, secondo quanto risultadal sondaggio svolto dall'AlCUN nel1992/93.Dopo aver annunciato la secondaricerca AlCUN, che si svolgerà neiprimi mesi del 1996 tramite un questionario particolareggiato sui diversiaspetti della comunicazione universitaria, il prof. Brioschi ha voluto presentare due case histories europee:l'organizzazione delle attività di
comunicazione nelle Università diEdimburgo (Gran Bretagna) e diGroningen (Olanda).Il distacco che separa i comunicatoriuniversitari italiani dai colleghi delnord Europa è apparso davvero strabiliante se si pensa che l'Università diGroningen, con 20.000 studenti e lOfacoltà, ha uno staff nell'area informazioni e relazioni pubbliche di 18persone e gestisce un budget annuo dicirca 850 milioni, con il quale organizza la politica di comunicazioneinterna, esterna, con i media, con ilaureati, etc.Nel workshop dedicato a "Comunicazione e relazioni con il pubblico nelleistituzioni universitarie" sono stateaffrontate le questioni connesse alDOL Frattini. Pur nella dimensionefondamentalmente positiva e di chiarezza organizzativa della materia cheil DOL apporta, è stato richiesto unmaggior approfondimento dei rapporti che devono intercorrere tra le
23
nuove figure di comunicatore ividelineate, ed una maggiore tuteladelle esperienze professionali possedute da quanti operano nel settoreormai da vari anni.Inoltre, è stata sottolineata la rilevanza delle attività di formazione eaggiornamento professionale in unambito, quale quello della comunicazione, soggetto a radicali mutamenti,soprattutto in un'epoca di innovazioni tecnologiche straordinarie nelcampo dell'informazione (si pensiall'uso di Internet e delle reti telematiche).Di grande interesse le due case histories presentate da Linda Bulgheroni,di Bocconi Comunicazione, e daGabriella Rega, del Politecnico diMilano. La prima ha affrontato iltema delle relazioni con i laureati,sull'onda della decennale esperienzamaturata in Bocconi con l'UfficioPlacement, finalizzato proprio adottimizzare l'inserimento dei giovanilaureati nel mondo del lavoro.Gabriella Rega ha invece illustratol'esperienza che il Politecnico sta sviluppando dal 1993 nell'ambito delrapporto con le imprese, troppo spesso ignare delle potenzialità applicative della ricerca universitaria. Da questa esperienza è nata l'AssociazioneImpresa Politecnico, che ha dato vitain questi anni a numerose ed interessanti iniziative finalizzate alla costruzione e al miglioramento delle reciproche attività.Infine, Francesco Gagliardi, dell'ufficio stampa del MUR5T, ha affrontatoun tema di grande interesse ancorchéscarsamente sviluppato negli ateneiitaliani quale quello della valutazionedelle attività istituzionali e dei suoirapporti con la comunicazione: duefunzioni nuove, strategiche, per certiversi complementari.
Il rapporto nazionale
Carlo Finocchietti della FondazioneRui ha presentato il progetto del"Rapporto nazionale sulla comunicazione nelle università italiane". Ilvolume raccoglierà (come è stato
fatto per le attività di orientamentonel "Rapporto" presentato nel 1995dal MURST e dalla Fondazione Rui), lemolteplici esperienze delle universitàitaliane in campo di informazione ecomunicazione, dedicherà spazio adalcune rilevanti case histories nazionali e, nella sessione internazionale, aicontributi di università europee edextraeuropee, nonché alle associazioni dei comunicatori universitari inItalia e in Europa.Analizzando la figura dell'addettostampa nelle università e le relazionicon i mezzi di informazione è statarilevata la necessità di specializzazione e professionalità per coloro chegestiscono negli atenei i rapporti coni media.L'ufficio stampa deve operare cometrait-d'union effettuando una "traduzione" delle notizie, dal linguaggiospecifico universitario a quello divulgativo e corrente dei giornali, contribuendo così a diffondere il patrimonio della ricerca scientifica, rendendola comprensibile per la grande massadei lettori. Gli addetti stampa degliatenei hanno però lamentato la difficoltà ad avere attenzione e spazio suigiornali: troppo spesso l'università fanotizia solo nel caso di scandali(come avvenuto per i concorsi dadocente) o di situazioni negative (fileper le iscrizioni o disorganizzazionenell'erogazione dei servizi). L'apporto positivo che l'università reca allasocietà, la cosiddetta "cronaca bianca" (ampliamento delle offerte didattiche, risultati talvolta illustri delleattività di ricerca, etc.) difficilmentetrova spazio sugli organi di stampa.
Comunicazione eorientamento
UNIVERSITAS 58
MOZIONE FINALE
I partecipanti al Il Seminario di aggiomamento sul rapporto "Comunicazione e università",organizzato dal Ministero dell'Università - MURST, in collaborazione con l'AssociazioneItaliana Comunicatori d'Università - AlCUN, riuniti a Roma il 14 e 15 novembre 1995 inrappresentanza di molteplici realtà, tra cui 35 università, desiderano esprimere il loro vivoringraziamento al ministro dell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica, profGiorgio Salvini, e al suo ufficio stampa per aver consentito la realizzazione di tale iniziativa,auspicando che si possa instaurare per il futuro una tradizione nel campo della formazione e dell'aggiomamento riferiti alla comunicazione universitaria.Venendo allo specifico del tema trattato, i partecipanti al Seminario in esame, dopouna attenta analisi della bozza del disegno di legge sulla comunicazione istituzionale,presentata nello scorso settembre dal ministro della Funzione Pubblica, dotto FrancoFrattini, esprimono un convinto apprezzamento per l'iniziativa, tesa ad organizzarenel suo complesso la comunicazione delle amministrazioni pubbliche.Nella fase della stesura finale di un testo che risponda in modo ottimale alle esigenzedi comunicazione di tali amministrazioni con particolare riferimento alle istituzioniuniversitarie, i partecipanti al Seminario invitano il signor ministro ad esaminare leseguenti considerazioni:
I) Èstata apprezzata l'istituzione di una struttura centrale, così come è definita nell'art. 5del disegno di legge in esame, con il compito di stabilire le strategie di comunicazione edi coordinamento dei diversi uffici, che più direttamente curano i rapporti con i diversiutenti in applicazione della politica di comunicazione determinata dai vertici dell'amministrazione universitaria. In particolare, è stata ritenuta necessaria la definizione di talestruttura (ufficio di comunicazione e di pubblicità) quale sostegno e coordinamentodelle attività degli URP (art. 6) e degli uffici stampa (ali. 7), il che conduce altresì a regolamentare i rapporti che dovranno intercorrere fra gli stessi uffici.
2) È stato espresso l'auspicio che nel disegno di legge in questione venga maggiormente accentuata l'importanza di una diffusa e capillare attività di formazione rivoltaa tutto il personale che, ai vari livelli e con differenti responsabilità, svolge attualmente attività di comunicazione nelle amministrazioni pubbliche, owero avrà un precisoruolo nell'ambito dei nuovi uffici di comunicazione o relazioni esterne.Il problema della formazione delle risorse umane è, infatti, prioritario nell'ottica di un cambiamento radicale della cultura organizzativa della pubblica amministrazione, che costituisce un presupposto essenziale del disegno di legge sulla comunicazione istituzionale.
3) Ènecessario esprimere con estrema chiarezza una norma transitoria che possa garantire il passaggio ai profili professionali, di cui all'art. 4 del disegno di legge in esame, deicomunicatori pubblici che già operano in tale ambito con accertata professionalità.
Mozione approvato all'unanimitàRoma, 15 novembre 1995
p
I
1
Esaminando il rapporto tra comunicazione e orientamento, e il potenziamento che l'informatica può apportare ad entrambe le attività, sono statepresentate le esperienze innovativedelle Università di Camerino,Modena e Cagliari. Infine, LuciaBerta, presidente di Fedora, l'associazione europea degli addetti all'orien-
tamento universitario, ha illustrato lenumerose attività dell'associazione,tra cui la creazione di un softwarefinalizzato all'orientamento universitario a livello europeo.Il Seminario si è concluso conl'approvazione all'unanimità della
24
mozione finale presentata dal presidente dell'AlCUN Brioschi (di cuiriportiamo il testo di seguito) e conl'impegno a riprendere la discussionein occasione del terzo Seminario sullacomunicazione nelle università, previsto per l'autunno 1996.
NOTE ITALIANE
"'-
L'UNIVERSITA IN CIFRE
Tabella I - Studenti iscritti per sedi e regioni (compresi i fuori-corso) nell'a.a. 1993/94
Regioni I Sedi MF I F
Piemonte Torino 75.574I
44.06196.634 Torino PoI. 21.060 4.970
Lombardia Castellanza 1.212 319229.50 I Milano 92.952 50.151
Milano PoI. 47.398 12.913Milano Bocconi Il.123 4.351Milano Cattolica 27.237 16.433Milano IULM 4.220 3.688Bergamo 5.708 3.042Br-escia 9.404 3.301Brescia Cattolica 2.190 1.873Pavia 28.057 13.783
Trentino Alto Adige ITrentoI
12.002I
5.82912.002
Veneto Verona 12.785 7.77289.621 Feltre IULM 634 581
Venezia 17.469 9.764Venezia IUA 10.319 4.262Padova 58.414 30.990
Friuli Venezia Giulia IUdine 10.165 5.30231.010 Trieste 20.845 10.793
Liguria Genova
I39.785 20.085
39.785
Emilia Romagna Piacenza Cattolica 1.848 767144.854 Parma 26.089 13.496
Modena 12.041 5.447Bologna 90.573 45.574Ferrara 14.303 7.242
Toscana Firenze 56.935 29.329118.228 Pisa 44.176 18.262
Arezzo (Siena) 954 747Siena 16.163 8.357
Umbria Perugia 26.078 14.22226.078
Marche Urbino 18.793 10.13646.573 Ancona 10.788 3.529
Macerata 9.863 6.121Camerino 7.129 3.058
Regioni Sedi MF F
Lazio Viterbo 5.236 3.045235.677 Roma La Sapienza 182.040 95.268
Roma Tor Vergata 24.544 10.435Roma III 6.699 4.523Roma LUM5A 969 840Roma Cattolica 1.376 731Roma CBM 40 22Roma LUI55 3.982 2.140Cassino 10.791 6.205
Abruzzo L'Aquila Il.454 4.87738.137 Teramo 8.214 4.360
Pescara 14.060 7.670Chieti 4.409 2.687
Molise Campobasso 3.937 2.0103.937
Puglie Foggia 5.464 2.790102.923 Bari 70.130 37.857
Bari Politecnico 9.412 1.681Lecce 17.917 Il.571
Basilicata Potenza 3.849 1.8233.849
Campania Napoli Federico Il 71.911 31.539144.937 Napoli Il 13.781 6.563
Napoli Navale 5.739 2.351Napoli Orientale 8.231 5.657Napoli Benincasa 5.664 5.120Salerno 39.611 20.529
Calabria Cosenza Il.770 6.70621.723 Catanzaro 5.005 2.775
Reggio Calabria 4.948 1.739
Sicilia Palermo 51.420 26.902130.715 Messina 36.438 20.277
Catania 42.857 22.298
Sardegna Sassari 13.317 8.13949.174 Cagliari 35.857 20.381
(Elaborazione UNIVERSITAS su dati ISTAT)
25
Tabella 2 - Studenti fuori corso nell'a.a. 1993/94
UNIVERSITAS 58
F
39.633
51,5
F
233.720
Totale
Columbia University:5t Paul's Chapel
MF
76.916
83, I
MF
481.508
%
Di cui provenienti dai fuori corso
27.734
studenti che non hannosuperato nei termini
gli esami di sbarramento
Tabella 4 - Laureati nell'a.a. 1993/94
97.381
oltre 4 anni4 anni
42.498
3 anni
65.456
2 anni
103.951
I anno
144.488
(Dati ISTAT)
In complessoProfessione Esaminati Abilitati %
MF FChimici 824 726 88,1
92.539 47.971Geologi 1.804 808 44,8Biologi 2.924 2.732 93,4 % 51,8Farmacisti 2.495 2.367 94,8Medici 9.133 9.003 98,6 (Dati ISTAT)Odontoiatri 718 715 99,6Ingegneri 8.690 7.607 87,SArchitetti 10.812 3.926 36,3Agronomi 1.396 834 59,8Dottori forestali ; 223 133 59,6Veterinari 912 891 97,7Commercialisti 23.419 4.469 19,1Psicologi 2.194 1.799 82,0Attuari e discipline statistiche 162 113 69,7
65.706 36./23 55,0
'Elaborazione UNIVERSITAS su dati ISTAT)
Tabella 3 - Esaminati e abilitati all'esercizio della professionenell'anno solare 1993
NOTE ITALIANE
L. F.
LA RESA DEI CONTII diplomi istituiti dalla legge 341/90 allo scopo di rispondere alle complesse esigenze del mercato del lavoro non stanno producendo gli effetti desiderati sul fronte degli sbocchi professionali.E come immaginare diversamente con l'attuale legislazione? Proprio quando anriva la prima"infornata" di diplomati in ingegneria (più di 2.300) le prospettive di impiego per chi ha conseguito la laurea breve sembrano nerissime.Delle possibilità di partecipazione ai concorsi pubblici si sta occupando una commissione interministeriale (che comprende i dicastel-i dell'Università, Giustizia, Funzione Pubblica, Sanità eLavoro). Molto probabilmente i diplomati non potranno accedere alla carTiera direttiva riservata ai laureati e dovranno fermarsi al settimo livello (mentre attualmente il massimo che possono raggiungere è il sesto, come per i diplomati alla scuola superiore). Si tratta di un vero e proprio paradosso, considerando che la maggior parte dei corsi di laurea dura 4 anni contro i tredei diplomi.Sul fronte dell'esercizio delle attività professionali stesse difficoltà: la maggior parte delle laureebrevi non permette l'iscrizione agli albi. Le eccezioni che confermano la regola sono l'albo per idiplomi in Medicina, in particolare per i corsi di Informatori scientifici sul farmaco e Operatorinei servizi sociali (così si spiega il boom di iscriti nell'area, che registra la punta massima per iTerapisti della riabilitazione con 12, I domande per ogni posto disponibile); inoltre, possonoesercitare la professione anche i ragionieri-commercialisti e gli esperti in tecnologia alimentare,viticoltura ed enologia.Si tratta di eccezioni, dicevamo; il panorama si presenta con significativi connotati negativi. I giovani percepiscono queste difficoltà di collocazione professionale con la laurea breve e rispondono cominciando a disertare i corsi: ci sono meno aspiranti a diventare Tecnici della sanità(3,5 domande per ogni posto rispetto alle 4,5 del 1994/95). I diplomi in Ingegneria sono ancora più in crisi: non arrivano a I aspirante per ogni posto disponibile. Un atteggiamento comprensibilissimo: l'Ordine degli Ingegneri rifiuta l'accesso all'albo per i titolari delle lauree brevi edha in progetto l'istituzione di un elenco a parte per queste nuove qualifiche professionali chetarda però ad essere messo a punto.Un altro problema che affligge i diplomi è la mancanza di fondi: il piano triennale assegna loro50 miliardi a fronte dei 65 stanziati nel piano precedente, mentre bisognerebbe aumentare ilsostegno finanziario e istituire corsi rispondenti alle necessità del mercato del lavoro.È necessario inoltre riformare la contrattualistica, sia privata che pubblica: il profilo del professionista "intermedio" non è contemplato e quindi nessuno sa come inquadrarlo. Per vincere lacarenza di docenti, altra zavorra che non consente il decollo dei corsi, si sta pensando di rendere istituzionale la docenza esterna, proveniente dalle imprese e dagli ambienti professionali.Infine, sono allo studio l'istituzione di un osservatorio sui corsi di primo livello e iniziative perincrementare gli accessi (anche se in alcune facoltà nessuna selezione è praticata visto che ledomande sono pari o inferiori ai posti disponibili).
BREVITALIAa cura di Livio Frittella
La LUiss e ilmanagement
La LUI55, la Libera UniversitàInternazionale degli StudiSociali di Roma intitolata aGuido Carli, che ne fupresidente fino al 1993,prepara i manager del futuro.I giovani che frequentanol'Istituto sono oltre 4 mila, perla maggior parte residentinella capitale (46% degliiscritti), con un consistentegruppo di studenti provenientidal meridione (36%) e unosparuto drappello di iscrittiche anrivano dal settentrione(1%).I dati statistici chiariscono chele matricole si sono diplomatesoprattutto al liceo classico, alliceo scientifico e in misuraminore negli istituti tecnici;per accedere ai corsi dellaLUI55, tutte devono aversuperato i test psicoattitudinali e hanno l'obbligodi frequenza sin dalla primalezione.Quest'anno la LUI55 ha accolto415 giovani al corso di laureain Economia, 380 a quello diGiurisprudenza e 145 aScienze politiche. Cento diloro non pagano le tasse, sullabase del reddito familiare edei requisiti di meritopersonali.
Romagna, terra diatenei
In Romagna la parola d'ordineè: decentramento. Grazie allacollaborazione tra l'Universitàdi Bologna, le amministrazionilocali, le Camere di
Commercio e le Casse diRisparmio, è stato possibilecreare sul territorioromagnolo una rete di atenei
(Forlì, Cesena, Rimini eRavenna) per favorire lacrescita culturale dell'interaregione. L'opera dilivellamento della qualitàdell'offerta nelle quattrostrutture procede incessante;attualmente Forlì e Cesena sipongono su un gradinosuperiore rispetto a Rimini eRavenna, dove sono attivi
corsi di diploma comunqueimportanti.La dipendenza dalla "madre ditutte le università" italiane,quella di Bologna, è ancoraforte e così deve rimanere;tuttavia, è stata concessa allequattro istituzioni distaccateun'autonomia gestionale chenel piano di sviluppodell'università 1994-96, voluto
27
UNIVERSITAS 58
dal Ministero, è stata definitaun'iniziativa "con graviripercussioni di ordineorganizzativo eamministrativo". In quellostesso piano sono statistanziati per il costituendoateneo romagnolo soltanto IOmiliardi, una cifra insufficientea sostenere la nascita di unanuova struttura, se non fosseper l'iniziativa degliamministratori locali e ilsostegno dei privati.
Roma Tre incrisi di spazi
A lungo definita "l'universitàche non c'è", il terzo ateneodi Roma sta lentamenteprendendo forma,acquistando spazio ;e identità.Localizzata a sud dellacapitale, nell'area ostienseMarconi, l'istituzioneaccademica è suddivisa incinque facoltà: Architettura,Economia, Ingegneria, Letteree Filosofia, Scienze MFN. Neiprossimi anni dovrebbeaccogliere 30 mila studenti,quasi raddoppiando lapopolazione attuale; è bencomprensibile quindi la "famedi spazi" delle autoritàdell'Ateneo. Finora erano statidestinati alla terza università ilValco S. Paolo (la zonacompresa in un'ansa delTevere) e parte dell'exmattatoio. Ora il Campidogliole ha assegnato anche metàdell'area occupata dai MercatiGenerali, destinati a spostarsifuori Roma, nella Tenuta delCavaliere.Per rendere disponibili questispazi occorrerà aspettaremolto tempo, ma l'ateneo hafretta ed è alla ricerca di edificipubblici da acquistare, grazieai finanziamenti (50 miliardi dilire) stanziati dal MURsT e dallafinanziaria.
Altro problema da risolvere èquello della mobilità in un'areadove risiedono 60 milapersone e su cui graviteranno30 mila studenti. Oltre alpotenziamento del trasportopubblico e alla realizzazione diparcheggi per le vettureprivate, è prevista - con ilcontributo dei privati - lacostruzione di un nuovoponte sul fiume, ilprolungamento in galleria diun tratto di lungotevere e unastrada a scorrimento veloce diraccordo con la TangenzialeEst.
Bocconi controcorrente
Mentre nel resto del paese leimmatricolazioni calano(-5,2% nel 1994/95), solo unterzo degli iscritti giunge allalaurea e il rapporto trapopolazione giovanile elaureati è basso rispetto aglialtri paesi industrializzati, laBocconi - secondo ilpresidente, Mario Monti - hanella coerenza e nel desideriodi "remare contro" la propriacarta vincente. Fin dagli AnniSettanta, in cui si registrò lacrisi dei valori capitalistici,passando per gli Ottantacaratterizzati dal gusto perl'effimero, la Bocconi èsempre rimasta fedele a sestessa, rivolgendosiall'economia di mercato erestando un baluardo deivalori del profitto edell'impresa.Se ne è parlato durante latradizionale "Giornatabocconiana" che hainaugurato l'anno accademico1995/96. Risultati della stessapolitica negli anni? Oggi ilnumero programmato diimmatricolazioni è stabile,come nell'ultimo quadriennio(2.200 studenti). Sono in
programma miglioramenti perla didattica, la ricerca, leinfrastrutture el'internazionalizzazione. Infine,il progetto "Partner per losviluppo", con il quale alcuneimprese fungeranno da"coscienza critica"dell'università allo scopo diformare una nuova classedirigente.
Comunicazione allaCattolica
Nella scuola dispecializzazione inComunicazioni socialidell'Università Cattolica diMilano Gianfranco Bettetini,ordinario di Teoria e tecnicadelle comunicazioni sociali, èsubentrato a VirgilioMelchiorre. La scuola - chesecondo Bettetini dovràconiugare insegnamentoteorico e applicazioni pratichecon stage professionali - siarticola in tre sezioni:pubblicità, giornalismo espettacolo.La sezione di giornalismoforma - di concerto conl'Ordine - dieci praticanti chepotranno sostenere l'esameprofessionale alla fine delcorso, e assegna due diplomi:Tecniche dell'informazionequotidiana e periodica eOrganizzazione e gestione diufficio stampa.La sezione spettacolo offrequattro titoli di studio:Programmista, sceneggiatore eregista; Organizzatore dellaproduzione; Didatticadell'informazione e degliaudiovisivi; Animatoreculturale. Ai corsi, che duranotre anni, si accede con unalaurea in Lettere, Magistero,Giurispudenza, Scienzepolitiche, Sociologia,Architettura, Economia,Statistica e Informatica.
28
Campus, un progettoeuropeo
L'interazione universitàindustria si realizza conCAMPUS (Corsi avanzati miratialla preparazione universitariaper sbocchi lavorativi), unprogramma europeo checofinanzia progetti diformazione, occupazione e diazione innovativa con unimpegno complessivo di 126,5milioni di ecu per il periodo1994-99.Il restante 55% dei fondi vieneassegnato dal Ministero perl'Università e la Ricerca.I diplomi interessati sonoIngegneria, Scienzetecnologiche e Terziarioavanzato; l'iniziativa, chescaturisce da un accordo traConfindustria e Conferenzadei Rettori, introdurrà neiprogrammi di studio triennaliun 20% di didattica diimpronta aziendale, gestita damanager ed espertiprovenienti dall'industria, più18 settimane di stageconclusivo presso le imprese.Sono ancora irrisolti dueproblemi: il riconoscimentodei nuovi titoli di studio daparte degli albi professionali el'introduzione del diploma dilaurea nella contrattualisticapubblica.
La trasformazione diMagistero
Uniformarsi all'Europanell'insegnamento delletecniche di formazione hacomportato il sacrificio di unafacoltà storica nel panoramaaccademico italiano: Magistero.Ormai non esiste più,convertita nella nuova facoltàdi Scienze della formazione,che rilascerà la laurea inScienze dell'educazione ePsicologia, e il diploma
NOTE ITALIANE
SCIENZA E REALTÀIl convegno dell'lpE su "Scienza e realtà" (Vico Equense, 2-4 novembre 1995) ha visto la partecipazione di una trentina di esperii in discipline molto diverse: fisica, cosmologia, biochimica,biologia, neurologia, intelligenza artificiale, filosofia della scienza, diritto, storia. La presenza delprof. J. Barrow, teorizzatore del principio antropico cosmologico, ha impartito un tono internazionale al convegno.In tre giorni di intensi scambi e animate discussioni i convenuti, presentando le acquisizioni piùrecenti della propria disciplina, ne hanno nel contempo segnalato criticamente validità e limiti esi sono confrontati soprattutto su una tematica comune: il valore della conoscenza scientifica epiù in generale della conoscenza umana. Cosa conosciamo, come conosciamo, in che rapportosta la nostra conoscenza con il reale: queste sono le domande di fondo. Il problema gnoseologico si è quindi posto come problema centrale del dibattito e di ogni disciplina. Gli epistemologi hanno sottolineato il ruolo ineludibile dei modelli nella rappresentazione di qualunque realtàe, sensibili ai risultati della linguistica, della psicologia sperimentale e della neurobiologia, si stanno interTogando sui fondamenti del sapere umano e sulle modalità di accesso alla conoscenza,in vista di nuove e più adeguate teorie della stessa. Èstato peraltro argomentato che a fondamento della certezza del conoscere si può, anzi si deve logicamente porre il senso comune.Pur nella grande varietà e ricchezza delle posizioni, dove non potevano non farsi sentire la singolarità di ciascuna disciplina ed il relativo condizionamento, sono emerse alcune lineegenerali.Innanzitutto si è avuta la viva impressione che un grande fenrnento stia travagliando tutti i settori disciplinari e novità siano in gestazione in ogni campo. È apparso chiaro che la biologia(cellulare e neurologica) e l'informatica (applicata alla robotica e all'intelligenza artificiale) sonodiscipline in crescente sviluppo con accumulo esponenziale delle conoscenze e potenzialitàapplicative appena intuibili, e che d'ora in poi alla realtà naturale è da associare anche la realtàvirtuale. Il cervello, in quanto substrato della mente, sta ricevendo un'attenzione particolarenell'indagine biochimico-neurologica a fini tanto terapeutici quanto comprensivi di attività comememoria, apprendimento, coscienza, etc. Lo studio approfondito del vivente già nella fonrnapiù semplice della cellula, reso possibile da un eccezionale progresso tecnologico, sta facendoemergere nuove categorie interpretative, quali la complessità e la teleologia.Il problema del significato si è già imposto in cosmologia ed è una proprietà emergente a livellocognitivo anche in biologia. In fisica l'attenzione sta passando dalla legge all'evento, che rompendo la simmetria di quella porta alla complessificazione crescente, organizzata e disorganizzata, del reale.Anche le scienze giuridiche sentono la necessità di riesaminare i propri fondamenti. Vivacidibattiti si sono concentrati sul ruolo storico della codificazione, su natura e oggettività dellanonrna giuridica, sulla scientificità del diritto, sul rapporto diritto-società con accenni rapidi mapuntuali ad aspetti inquietanti dell'attuale realtà giuridica italiana. Nelle scienze storiche ildiscorso sulla realtà storica e sulla sua interpretazione si è fatto più vivo in seguito al crollodelle ideologie, che ripropone la ricerca di un senso alla storia umana.Infine, accanto ed oltre la interdisciplinarietà, si sta facendo strada la transdisciplinarietà, comericerca di ciò che accomuna le scienze oltre un discorso sul metodo o, meglio, di ciò che essesottintendono e di ciò a cui implicitamente tendono, non tanto in vista di una fonrnalizzazione,quanto di un possibile significato esistenziale.
universitario in Servizio sociale.Vengono inserite così nei corsispecifiche discipline tipiche delcurriculum fonrnativo deidocenti, quali psicologia,pedagogia, sociologia e altre.In ottemperanza alla legge 341del '90, rimane ora darealizzare le scuole postuniversitarie di specializzazioneall'insegnamento secondario.
Collegamenti tramedicina eingegneria
I tre decreti ministeriali del 22maggio scorso hannointrodotto delle novità inIngegneria e nei corsi di laureain Chimica e chimicaindustriale. Nella prifl;la facoltàviene istituito un corso dilaurea in Ingegneria biomedicae si procede allaristrutturazione del corso inIngegneria edile. Si crea cosìun solido collegamento tramedicina e ingegneria; nelcampo edile invece saràpossibile soddisfare i requisiticomunitari per l'esercizio dellaprofessione in Europa.
Nuovi docenti allaSeconda di Napoli
Il corpo docente dellaSeconda Università di Napolie di Caserta si arricchisce.L'Ateneo, forte di 14 corsi dilaurea per otto facoltà e unnumero di studenti intornoalle 14 mila unità, accoglierà24 nuovi professori assegnatiper trasferimento e ha istituito44 bandi di concorso peraltrettanti docenti di secondafascia e 27 nuovi ricercatori.Il potenziamento degli organiciinteresserà tutte le 8 facoltà,ma nel caso di Lettere edEconomia aziendalepenrnetterà la creazione dei
I
consigli di facoltà, loscioglimento dei vecchicomitati ordinatori e lanomina dei rispettivi presidi.Solo due dei ventiquattro
decreti finrnati dal rettoreDomenico Mancino - anchevicepresidente dellaConferenza penrnanente deiRettori delle Università
29
Italiane - riguardano Medicina,ma è comprensibile visto che1'80% di docenti dell'Ateneoinsegna in quest'ultimafacoltà.
UNIVERSITAS 58
Genesi del progetto,linee organizzative, prospettive e raccomandazioni per lo sviluppo di
una cultura comune della valutazione nei paesi europei
IL PROGETTO PILOTAEUROPEO
Sintesi del rapporto europeoIntroduzione
Il progetto piiota europeo per lavalutazione della qualità nell'ambitodell'istruzione superiore ha coinvolto17 paesi: i 15 Stati membri, l'Islanda ela Norvegia. Il suo obiettivo era lasensibilizzazione sulla necessità divalutare l'istruzione superiore ed èconsistito nella realizzazione di valutazioni condotte simultaneamente,dal novembre 1994 al giugno 1995, in46 istituzioni. In meno di un anno, hadato luogo a 46 relazioni di valutazione interna, 46 rapporti di valutazione, 18 rapporti nazionali (avendole comunità fiamminga e francese delBelgio fatto ciascuna un rapporto).Il rapporto europeo, che si basa suirapporti nazionali, presenta ed analizza 1'esperienza condotta nel quadro del progetto pilota: esso fa delleproposte relativamente alle modalitàdi collaborazione che potrebberoessere sviluppate e allo svolgimentoche potrebbe seguire a tale progetto.
Gli obiettivi ed il metodo
Nel 1991, quando la Commissione hapreso l'iniziativa del progetto, il problema della qualità, nell'ambitodell'istruzione superiore, si trovavain primo piano, ma pochi paesi euro-
pei avevano messo in cantiere unavalutazione sistematica del settore.Ed è per ciò che le principali finalitàdel progetto sono state quelle di sensibilizzare sulla necessità di unavalutazione nell'istruzione superiore,arricchire le procedure di valutazionea livello nazionale, favorire gli scambi d'esperienza e dare una dimensione europea a questa valutazione.È importante precisare che lo scopodel progetto non era quello di classificare né di confrontare gli istitutivalutati; non mirava a creare inEuropa un sistema di valutazioneunica, ma a sviluppare simultaneamente in ogni paese una cultura dellavalutazione, sperimentando Wl metodo comune che fosse adattabile allediverse realtà nazionali.Il metodo si basava sui principicomuni ai quattro sistemi presenti inEuropa quando è iniziata la preparazione del progetto (Danimarca,Francia, Paesi Bassi, Regno Unito):- autonomia ed indipendenza delleprocedure e dei metodi di valutazione tanto in relazione al potere politico quanto in relazione agli istituti diistruzione superiore;- valutazione interna;- valutazione esterna effettuata da ungruppo di esperti del medesimolivello e visita in Ioeo;- rapporto pubblico.
30
il progetto si è imperniato sulla valutazione dell'istruzione tenendo ancheconto dell'impatto delle attività di ricerca; ha riguardato varie discipline, comeingegneria, scienze dell'informazione edella comunicazione o arte/disegno.Ha riguardato, al tempo stesso, il settore universitario ed il settore di altre istituzioni di istruzione superiore.Ciascun paese - in funzione della suadimensione e secondo i criteri stabiliti dalla Commissione - era invitato ascegliere due o quattro istituzionivolontarie.Gli obiettivi, il metodo e 1'organizzazione del progetto sono stati definiti,in una guida metodologica, "Lineeguida per le istituzioni partecipanti"("Guidelines for participating institutions") che comprende la valutazioneinterna e la valutazione esterna, comeanche la composizione e le responsabilità dei diversi gruppi a capo delprogetto, su scala nazionale.Una volta realizzata la valutazioneinterna, la valutazione esterna ed i rapporti di valutazione, ogni paese haredatto un rapporto nazionale che analizza l'esperienza condotta, trattandouna serie di questioni enunciate in una"guida per il rapporto nazionale".
Organizzazione del progetto
Il progetto è stato organizzato a piùlivelli, in maniera collegiale:- alla commissione è stata affidatal'iniziativa del progetto e la respon-
DOSSIER/la valutazione della qualità nell'istruzione superiore
sabilità del suo proseguimento;- il gruppo consultivo ha assistito lacommissione proponendo delle lineedi azione;- la commissione ed il gruppo consultivo erano assistiti da un gruppo digestione, composto da esperti di valutazione, i quali hanno diretto il progetto,elaborato la sua metodologia e garantitolo scambio di esperienze tra i paesi;- il gruppo di gestione ha delegato laresponsabilità della guida quotidianadel progetto e la redazione dei principali documenti ad una segreteria condivisa tra l'Evalueringscenteret(Danimarca) ed il Comité Nationald'Evaluation (Francia);- ogni paese ha costituito un comitato nazionale, responsabile dellamessa in opera del progetto su scalanazionale e che doveva analizzare, inun rapporto nazionale, l'esperienzadella valutazione çondotta;- il comitato europeo, composto daipresidenti e segretari dei comitatinazionali e dai membri del gruppo digestione, era responsabile del rapporto europeo, basato sui rapporti nazionali dei diversi paesi.TI progetto ha provato l'efficacia di questo funzionamento collegiale che habeneficiato della competenza, dell'espelienza e dell'impegno del piccolo gruppo di esperti e che si è appoggiato, neidiversi paesi, ad alcuni responsabili.
Valutazione del metodo
I rapporti nazionali hanno posto particolarmente l'accento sui seguentipunti:- in ogni valutazione, il metodo deveessere adattato alle specificità delcontesto nazionale e della disciplinapresa in esame;- durante tutto il corso della valutazione, devono essere stabiliti dei contatti tra "valutatori" e "valutati".
• La valutazione interna:- ogni valutazione dovrebbe prendere le mosse dalle missioni e dagliobiettivi dell'istituzione e, in questoquadro, dalle missioni e dagli obiettivi specifici del dipartimento;
- ogni valutazione interna deve divenire una prassi regolare, per aiutarele istituzioni a valutarsi e a darsidelle prospettive; inoltre, la valutazione interna richiede una vasta partecipazione di tutte le parti interessate: il personale insegnante e non insegnante, gli studenti, ma anche i datori di lavoro e gli ex-studenti.
• La valutazione esterna:- per garantire il successo della valutazione esterna, devono essere rispettate certe condizioni: la composizionedel gruppo di esperti deve essereequilibrata, in termini di competenzae di specializzazione; gli esperti devono essere, al tempo stesso, indipendenti e legittimi agli occhi dei loropari nell'istituzione valutata; la competenza e l'esperienza del presidenterivestono un'importanza essenziale;la presenza di un esperto internazionale è auspicabile per via della credibilità e dell'apertura che produce.I gruppi di esperti devono riceverel'aiuto dei professionisti, o sotto formadi una segreteria o, meglio, di un'agenzia nazionale che possa loro apportaredelle risorse umane e finanziarie egarantirgli indipendenza e legittimità.
• I rapporti di valutazione:- le conclusioni e raccomandazioni deirapporti di valutazione si devonobasare su dati reali e sulle analisi fornite dai rapporti di valutazione interna edalle visite in loeo. Le raccomandazionidevono essere, prima di tutto, un incoraggiamento a sviluppare gli aspettipositivi e correggere quelli negativi;
- un organo di coordinamento nazionale (rappresentato nel progetto pilota dal comitato nazionale) devegarantire l'indipendenza delle perizie, assumendo la responsabilità delrapporto di valutazione, la sua pubblicazione e diffusione.
Raccomandazioni
• Collaborazioni futurePer avvantaggiarsi al meglio dell'impulso appena dato, numerosi rappor-
31
ti hanno richiesto che la collaborazione intrapresa sia proseguita sottoforma di rete.Questa rete europea dovrebbe averecome specificità quella di riunire iresponsabili delle agenzie europee divalutazione che già esistono o chesono in progetto, così come i presidenti dei comitati nazionali per quei paesiche non sono ancora pronti ad intraprendere una valutazione sistematica.Inoltre, potrebbe essere opportunoincludervi, in qualità di osservatori,dei rappresentanti di altri paesi europei (come la Svizzera, i paesidell'Europa cenh'ale e dell'est), tenendo presente che questi paesi non sitrovano allo stesso stadio, nella regolamentazione del loro sistema di istruzione superiore, e che quindi nonhanno né gli stessi bisogni né le stessepriorità, L'obiettivo essenziale dellarete sarebbe quello di favorire loscambio e la diffusione delle esperienze e delle evoluzioni metodologiche.
• Proseguimento a livello nazionaleEra previsto che ogni comitato nazionale, nel suo paese, fosse responsabile del progetto, con la prospettiva chequesta esperienza, dopo una largadiffusione dei risultati, potesse generare un dibattito sulla valutazione suscala nazionale. Perciò alcuni paesiprevedono, a partire dalla conclusione del progetto, di tenere informati iresponsabili politici e quelli delmondo accademico.Già da ora, alcuni paesi hanno annunciato che stanno lavorando alla messain opera di una valutazione regolare.
• Proseguimento del progetto a livello europeoSarebbe interessante rivedere le lineedirettrici, partendo dalle raccomandazioni che sono state formulate al finedi migliorarne la coerenza; di prendere in considerazione la necessità diadattare la metodologia alle specificitàdi ogni valutazione; infine di insisteresul fatto che è essenziale perseguire loscambio tra "valutatori" e "valutati"durante tutto il corso della valutazione, e in particolare sulla base del progetto del rapporto di valutazione.
- Si potrebbe prevedere di organizzare, a livello europeo, dei programmiimperniati sulla preparazione metodologica e la valutazione interna edesterna. In effetti, considerato che unaguida metodologica comune a parecchi paesi non potrebbe né essere completata né sarebbe adatta a tutte lesituazioni, bisognerebbe incrementarela formazione degli esperti e la preparazione delle visite in loeo ed introdurre una formazione di équipe responsabili della valutazione interna.Infine, e soprattutto, parecchi paesihanno richiesto che il progetto vengaproseguito a livello europeo. Sarebbeinteressante basarsi sull'esperienzaappena realizzata per prevedere unaseconda fase: il metodo, poiché esso èstato convalidato nei suoi principi,verrebbe proseguito ma integrandovile raccomandazioni formulate nelparagrafo prececìente e la "dimensioneeuropea" potrebbe venire sviluppatapiù che nel primo progetto pilota.- Il progetto pilota ha dimostrato lanecessità di delimitare meglio lavalutazione; il campo di valutazionedovrebbe essere esteso alle attività diricerca (per via della loro incidenzasulla formazione) e all'analisi istituzionale, come è stato raccomandatoda parecchi paesi; il quadro dellavalutazione dovrebbe essere ridotto,se si vuole apportare più rigore aquesto approccio restando comunqueentro i limiti della fattibilità.Bisognerebbe dunque prendere inesame una sola disciplina, come èstato suggerito da parecchi;- a livello europeo, la metodologiaverrebbe adattata alle specificitàdella disciplina e, da parte sua, ognipaese la potrebbe adeguare alle specificità del contesto nazionale;- in tal modo la valutazione avrebbeuna dimensione comparativa: ma ilconfronto non verterebbe sui dipartimenti valutati; sarebbe possibile confrontare lo stato d'arte della disciplina nei diversi paesi e gli obiettivinazionali fissati da ciascuno di essialla conclusione di tale valutazione;- sarebbe opportuno mantenere lapresenza di esperti internazionali neigruppi di esperti e si potrebbe anche
UNIVERSITAS 58
prevedere la possibilità che una stessa équipe di esperti conduca dellevalutazioni in parecchi paesi;- tenendo presente il tempo necessario ad organizzare e prevedereun tale progetto, bisognerebbe dareavvio alla fase prepara toria sindall'inizio dell'anno 1996.
(20 novembre 1995)
Columbia University: "Tight RapeWalker" di Kees Verkade, 1979
(foto Joe Pineiro)
32
DOSSIER/La valutazione della qualità nell'istruzione superiore
L'introduzione del pro! Modica- che ha presieduto il Comitato -
e alcuni stralci dal rapporto preparato dal comitato nazionale
e approvato nel luglio 1995
Il rapporto italiano
Introduzione
Questa introduzione al rapportonazionale italiano sul progetto pilotaeuropeo di valutazione della qualitànel settore dell'istruzione superiore èdestinata a chi desiderasse avere unarapida sintesi delle attività condottein Italia nell'ambito del progetto, maanche a chi volesse leggere il rapporto senza aver avuto in precedenzaoccasione di accedere alla documentazione del progetto stesso.il progetto pilota fu lanciato nel 1991,attraverso un primo studio comparativo dei metodi usati dagli Stati membridella Comunità Europea per valutare laqualità dell'istruzione superiore.Portato a termine questo studio (pubblicato nel 1993 come studio n. 1 dellaTask Force Istruzione FormazioneGioventù della Commissione Europea),la Commissione Europea propose dipreparare e sperimentare una metodologia europea nel campo della gestionedella qualità dell'istruzione superiore,partendo dagli elementi comuni deiquattro principali sistemi esistenti(Francia, Olanda, Danimarca, GranBretagna) individuati nello studio preliminare.Fu così formato un gruppo di gestione, composto da delegati della commissione e da esperti di vari paesi ma provenienti soprattutto dai quattro paesi sopra citati e tra i quali nonvi era nessun italiano - che elaborò lelinee guida operative del progettopilota, poi approvate a livello europeo nel giugno 1994. il progetto pilota è stato effettivamente lanciato nel
novembre 1994, le attività nazionalisi sono svolte tra il dicembre 1994 e ilgiugno 1995, la preparazione del rapporto finale europeo nell'autunno1995 e infine le conclusioni neldicembre 1995.Occorre subito notare che, nel progetto, per istruzione superiore siintende l'istruzione che segue illivello scolastico generale e che è destinata a studenti che inizialmente hannocirca 18 anni. La tipologia più comune di istruzione superiore è naturalmente quella impartita nelle università, ma non mancano esempi, in altripaesi europei, di ampie tipologie diistruzione superiore che sono svoltein istituti non universitari. Nel seguito di questa introduzione, per semplicità e anche per far riferimento allasituazione italiana, parleremo sempre in termini di università e di istruzione universitaria.La metodologia individuata in questo progetto pilota per la valutazionedella qualità consiste sostanzialmente in una procedura che si attua indue fasi successive: la prima faseconsiste nell'autovalutazione della singola struttura educativa, che si concreta in un rapporto scritto di autovalutazione da redigere in base aduna griglia predeterminata di argomenti e di dati numerici; la secondafase consiste in una valutazione esternadella medesima struttura ottenutaath'averso la visita inloco di una commissione di esperti (peer reviewgroup), che si concentra a sua volta inun rapporto finale di valutazione,redatto anch'esso secondo uno sche-
33
ma predeterminato, che prendespunto dal rapporto di autovalutazione e dalle opinioni maturatedurante la visita. Negli schemi predeterminati, e quindi nella metodologia, sono presenti e importanti i datie gli indicatori quantitativi, ma lavalutazione non si riduce ad essi inquanto ambedue i rapporti hannoun'esposizione di tipo analitico equalitativo.È fondamentale notare che la metodologia prescelta non ha lo scopo difare valutazioni comparative di qualitàtra strutture educative diverse, quanto piuttosto di offrire ad ogni struttura educativa la possibilità di valutarela sua qualità mediante una tecnicache sia sufficientemente oggettiva(pur tenendo conto ampiamentedella particolarità del sistemadell'istruzione superiore rispetto adaltre strutture produttive su cui siapplicano le tecnologie della qualità)e di dimensione europea, nel triplosenso del rispetto dei valori tradizionali europei nell'organizzazionedegli studi universitari, del valorespecifico dato a quegli elementi chefavoriscono la cooperazione europeain campo educativo, della uniformitàsu scala europea del metodo prescelto. Inoltre il rapporto finale di valutazione su ogni singola struttura universitaria risulta essere indipendentesia dalle autorità di governo dell'ateneo cui appartiene la struttura valutata, sia dalle autorità politiche e digestione del sistema universitario delpaese interessato. Si noti che ognigruppo di esperti che ha proceduto
alle visite in loco e alla valutazioneesterna ha avuto al suo interno unesperto straniero proveniente da unaltro paese europeo.Una volta stabilita la metodologia, lafase organizzativa del progetto pilotaè consistita nella scelta delle struttureeducative da valutare, tenendo contoche i fondi a disposizione erano limitati e che il progetto voleva avere unavalenza esclusivamente sperimentalee metodologica. Innanzitutto si èdeciso in sede europea di valutareprogrammi educativi in due areedisciplinari, ingegneria per tutti ipaesi e, a scelta di ogni paese,arte/design o comunicazione/informazione. In ognuno dei 17 paesi partecipanti (i 15 dell'Unione Europea, piùIslanda e Norvegia) sono state poiindividuate una o due strutture perognuna delle aree disciplinari (due in6 paesi tra cui l'Italia, una negli altri11), arrivando' così a individuare le46 università (o istituzioni simili)europee che hanno partecipato alprogetto, ognuna con una sola struttura educativa nell'una o nell'altradelle due aree.In Italia il progetto pilota è stato cogestito dal Ministero dell'Università edella Ricerca e dalla Conferenza deiRettori, tramite un comitato nazionalepresieduto da Luciano Modica, rettore dell'Università di Pisa, e una segreteria organizzativa affidata dapprimaa Giorgio Allulli e poi, per tutta lafase di realizzazione, a EmanuelaStefani, funzionari entrambi dellaConferenza dei Rettori. Le struttureeducative da valutare sono state individuate nei corsi di laurea; per il corsodi laurea in Ingegneria elettronicahanno partecipato i politecnici di Barie Torino, per il corso di laurea inConservazione dei beni culturali leuniversità di Udine e Viterbo.Nel rapporto si troveranno tutti i particolari delle attività di progetto(autovalutazione e peer review), i commenti metodologici sui loro risultati,le conclusioni dell'esperimento metodologico condotto e le prospettive peril futuro. Tutta l'ulteriore documentazione (griglie dei rapporti di autovalutazione e valutazione, documenti
UNIVERSITAS 58
delle varie commissioni europee chehanno gestito il progetto, rapportinazionali degli altri paesi, rapportoeuropeo) è disponibile presso laConferenza dei Rettori, ad eccezionedei rapporti di autovalutazione e divalutazione sulle singole strutture cherimangono riservati salvo autorizzazione delle strutture medesime.A chiusura di questa introduzione cilimitiamo a riassumere alcune delleprincipali osservazioni contenute nelrapporto:- il progetto pilota, pur non avendoavuto grande risalto a livello nazionale e spesso neanche a livello localenelle università coinvolte, ha raccoltonotevole interesse in coloro chehanno partecipato e ha fornito indicazioni e stimoli importanti sul complesso tema della valutazione delleattività universitarie, il cui inserimento nel sistema italiano è improcrastinabile per lo stretto ineludibilelegame esistente tra l'autonomia, laresponsabilità e la valutazione;- la sperimentazione diretta di unaprocedura di valutazione dell'attivitàdidattica attenua ma non elimina leperplessità diffuse nel mondo accademico (e anche studentesco) sul significato e sulla misura della qualità diun sistema educativo; però, se condotta con serietà e passione, questasperimentazione - e spesso già la solafase iniziale dell'autovalutazione genera immediati anche se limitatibenefici sulla qualità dell'attivitàdidattica; .- una valutazione seria delle attivitàuniversitarie ha un costo molto alto,che deve essere attentamente confrontato con i benefici che se ne possono trarre;- la metodologia sperimentata ha isuoi lati migliori nella partecipazionedelle sedi (che si sentono protagonistee non cavie del momento valutativo)e nello scambio di esperienze umanee professionali, ma presenta qualchelimite nel ruolo troppo marginalesvolto dagli indicatori quantativi, conconseguente genericità del giudiziovalutativo e dei correttivi consigliatiper ovviare ai punti deboli;- la valutazione della qualità della
34
ricerca come fattore di qualità di unastruttura didattica è stata molto sottovalutata, se non completamente trascurata, nel progetto, nonostante inItalia questo punto sia percepito comeun punto di importanza cruciale;- sembra parimenti sottovalutata nelprogetto la valutazione della qualitàdel"prodotto" (il laureato e il suoinserimento nel mercato del lavoro)rispetto alla valutazione della qualitàdel "processo" didattico che porta allalaurea;- in una eventuale futura fase diestensione della metodologia, sembrerebbe più significativo e più efficace procedere a valutare trasversalmente percorsi formativi simili inmolte università, anche di paesi stranieri, piuttosto che valutare complessivamente un intero ateneo mediantela valutazione di tutti i suoi percorsiformativi.
Il processo di valutazione
L'AUTOVALUTAZIONE
Il preventivo accurato stuliio delleliste di controllo e delle procedure hacertamente favorito il lavoro deigruppi di autovalutazione e la sintonia tra le quattro sedi in questocampo. I rapporti di autovalutazionesono risultati così facilmente leggibilie confrontabili, oltreché abbastanzaapprofonditi.Le modifiche concordate alle liste dicontrollo non sono state sostanzialima piuttosto indirizzate alle particolarità del sistema universitario italiano, in particolare per quanto riguarda i docenti (il cui stato giuridico èinteramente stabilito a livello nazionale e non vi è praticamente spazioper la contrattualità decentrata),l'organizzazione del percorso formativo (anch'esso largamente dipendenteda tabelle nazionali), l'accesso deglistudenti (libero per legge in Italia,salvo casi particolari).La maggiore difficoltà è venuta senzadubbio dalla raccolta dei dati statistici,in particolar modo per il settore umanistico. Certamente questa esperien-
DOSSIER/La valutazione della qualità nell'istruzione superiore
L'ATTIVAZIONE DEL PROGETTO
Tenendo conto delle due aree scelte in campo europeo (ingegneria, orte o comunicazione), dopo aver precisato che nellaseconda area ci si sarebbe indirizzati specificamente al settoredella conservazione e gestione dei beni culturali, è stata innanzitutto operata la scelta delle quattro università che avrebberopartecipato al progetto pilota. I quattro atenei sono stati sceltia cura della Conferenza dei Rettori e su disponibilità espressadalle medesime istituzioni.Per l'ingegneria sono stati scelti il Politecnico di Torino e ilPolitecnico di Bari.
Per l'arte sono state scelte l'Università di Udine e l'Universitàdella Tuscia a Viterbo, ambedue dotate di corso di laurea inConservazione dei beni culturali.Per quanto riguarda l'ingegneria, che comprende molti corsi dilaurea e di diploma, si è prescelto come percorso formativo ilcorso di laurea in Ingegneria elettronica, di comune accordotra le istituzioni e il responsabile nazionale del progetto.
Nel gennaio 1995 fu nominato da parte del Ministerodell'Università il comitato nazionale, formato da:Luciano Modica, rettore dell'Università di Pisa, presidente;Adriano De Majo, rettore del Politecnico di Milano, espertouniversitario per l'ingegneria;Roberto Ciardi, presidente del corso di laurea inConservazione dei beni culturali presso l'Università di Pisa,esperto universitario per l'arte;Giuliano Augusti, professore universitario, esperto pmfessionale per l'ingegneria;Paolo Dal Poggetto, sovrintendente ai beni artistici e storici,esperio professionale per i beni culturali;Gioacchino Fonti, dirigente del Ministero dell'Università;Laura Remora, funzionario del Ministero dell'Università;
Emanuela Stefani, funzionario della Conferenza dei Rettori,segretario.I due gruppi di esperti - nominati di concerto tra il Ministero ela Conferenza dei Rettori ma senza sentire il comitato nazionale a causa della ristrettezza dei tempi e della nomina tardivadel comitato nazionale - sono stati così composti:
Ingegneria elettronicaEnrico Rizzarelli, rettore dell'Università di Catania, presidente;Vito Amoia, professore di Elettrotecnica nel Politecnico diMilano, esperto accademico;Tullio Bucciarelli, professore di Teoria dei segnali all'Universitàdi Roma "La Sapienza", esperio accademico;Vito Monaco, professore universitario e presidente del comitato di consulenza di Ingegneria del CNR, esperto accademico;Francesco Musto, esperto professionale in rappresentanzadell'lRI;Max Verdone, esperto di microelettmnica del CNRS francese,esperto straniero;Carmelo Buttà, pmfessore di Economia e direzione delle imprese nell'università di Catania e delegato del Rettore, segretario.
Conservazione dei beni culturaliCosimo Damiano Fonseca, professore di Storia medievale eex-rettore dell'Università di Potenza, presidente;Ferdinando Bologna, professore di Storia dell'arte all'Universitàdi Roma "Tor Vergata", esperio accademico;Fulvio Zuliani, professore di Stol-ia dell'arte medievaleall'Università di Padova, esperio accademico (ha svolto anchefunzioni di segretario);Francesco Prinzi, funzionario del Ministel-o dei Beni Culturali,esperto del mondo del lavoro;Pieter De Meijer, professore di Letteratura italiana e rettoredell'Università di Amsterdam, esperto straniero.
za ha rafforzato in tutte le personecoinvolte, e anche negli organismi digoverno del percorso formativo edell'ateneo, la certezza che è necessario dotarsi di adeguati e aggiornatisistemi informativi, con supportoinformatico.L'impressione generale è comunqueche la procedura dell'autovalutazione è ampiamente accettabile e accettata a livello metodologico, ma la suaefficiente ed efficace attivazionerende indispensabili gli interventi nelcampo della "strumentazione" necessaria (dai finanziamenti specifici al
sistema informativo e alla formazione di personale esperto nel campo).Generalmente risulta assai debole lapartecipazione del personale tecnicoamministrativo che lavora nel percorso formativo prescelto, non si comprende se per mancata informazioneo per disinteresse. Certamente si hala sensazione che l'autovalutazionesia stata intesa soprattutto a livellodei docenti, visto che anche la partecipazione del mondo studentesco nonsembra sia stata molto intensa anchese maggiore di quella del personaletecnico-amministra tivo.
35
In tutti i rapporti di autovalutazionenon risultano particolarmente evidentile caratteristiche "locali", mentre vengono evidenziate quelle "nazionali",nonostante queste siano ovviamenteeguali per tutti. Ad esempio l'effettoche ha il valore legale del titolo di studio viene spesso qualificato comenegativo ai fini della qualità, ma ciònon dipende ovviamente dalle singolesedi né le differenzia. Si ricava cosìl'impressione che molte delle osservazioni dei rapporti di autovalutazionesiano rivolte più allo scopo, comprensibile e legittimo, di sollecitare inter-
venti migliorativi del Ministero o delParlamento piuttosto che a quello diindividuare punti di intervento possibili a livello locale. Addirittura si notatalora la tendenza a evidenziare e spiegare differenze normative e organizzative con gli altri sistemi dell'ambitoeuropeo, quasi per stimolare interventiin sede nazionale e anche per dare giustificazione di taluni risultati gestionalipercepiti come negativi.Si percepisce anche la sensazione perfettamente giustificabile per lanatura sperimentale del progettopilota e quindi per la mancanza diriferimenti stilistici certi - di leggereanalisi interessanti e ben condotte suifenomeni universitari ma destinate apersone esterne all'università; di conseguenza queste analisi risultano ditanto in tanto poco significative oripetitive per gli addetti ai lavori.Non mancano peraltro osservazioniinvece assai interessanti e pertinenti.Ad esempio emerge qualche giudiziosul mercato del lavoro, poco recettivoin campo umanistico oltre che perragioni strutturali nazionali ancheper caratteristiche locali (e vi è differenza tra Udine, situata in regione astatuto autonomo con competenzasui beni culturali, e Viterbo, situata inregione a statuto ordinario).I rapporti di autovalutazione, letti infiligrana, evidenziano anche il livellodi partecipazione della sede, quasisempre alto e attivo tranne un caso incui il rapporto sembra come passivamente appiattito sugli argomentidelle griglie. Nei primi casi l'autovalutazione ha fornito anche spunti perdibattere sul momento valutativo (inuna sorta di meta-valutazione) e perinnescare immediati benefici inqualità, nel secondo caso non sembraaver generato particolari benefici.
LE VISITE IN LOCO
E I RAPPORTI DEGLI ESPERTI
Molte delle osservazioni fatte sui rapporti di autovalutazione potrebberoripetersi sui rapporti dei gruppi degliesperti, a cominciare da quella che illavoro preventivo di esame delle liste
UNIVERSITAS 58
di controllo e di adattamento al sistemaitaliano ha molto facilitato il lavorodegli esperti. Inoltre l'evidenziazionenei rapporti di autovalutazione deiproblemi riscontrati sulle liste di controllo ha aiutato i gruppi di esperti asuperare alcune difficoltà interpretative, in quanto spesso queste eranoeguali nelle due liste di controllo.Di notevole utilità è risultato l'incontro del 3 maggio 1995 tra gruppi diautovalutazione e gruppi di esperti,dapprima in seduta plenaria e poi insedute separate per l'ingegneria e perla conservazione dei beni culturali,perché ha permesso di sciogliere queidubbi che venivano dalla lettura deipunti maggiormente generici dei rapporti di autovalutazione, ma soprattutto perché ha rapidamente creatoun clima amichevole di collaborazionetra i due livelli della valutazioneprima ancora della visita in loeo.In questa fase tutti e due i gruppi diesperti hanno deciso di non procedere ad alcune parti delle visite in loco,in particolare alle visite in aula perassistere alle lezioni.Risulta comunque poco evidente dairapporti di valutazione degli esperti- né del resto era chiesto - il ruolospecifico giocato dalla visita in loco ecome questa si è svolta.In particolare non appare possibilegiudicare dai rapporti di valutazionecome gli esperti abbiano colto le reazioni del personale universitario edegli studenti della sede visitata.I due gruppi di esperti hanno utilizzato una tecnica espositiva leggermente diversa. Quello dell'ingegneria, interpretando fedelmente le lineeguida fornite e gli accordi presi, hapreparato due rapporti separati perle due sedi, anche se naturalmente loschema e larghe parti dei documentisono perfettamente simmetrici;manca comunque in ognuno dei duerapporti qualunque riferimentoall'altra sede sottoposta a valutazione, e di conseguenza qualunque confronto tra le due sedi. Quello dellaconservazione dei beni culturali,invece, ha stilato un unico rapportodi valutazione, pur riservando inogni paragrafo considerazioni sepa-
36
rate alle due sedi; ne risulta quasiautomaticamente un confronto sistematico tra le due sedi.Nei rapporti di valutazione prevale laparte espositiva rispetto a quella valutaUva in senso stretto, soprattutto neidue dell'area dell'ingegneria. In uncerto senso i rapporti di autovalutazione hanno influenzato "troppo" irapporti degli esperti, anche se èsignificativo vedere quali parti deirapporti di autovalutazione gli espertiabbiano ripreso e con quali modifiche.Quasi mai, certamente per ragioni ditempo, si è proceduto ad approfondimenti dei dati forniti dalle sedi.Rispetto ai rapporti di autovalutazione, però, le caratteristiche locali dellesedi risultano più evidenziate rispetto ai problemi generali, anche sespesso non sono valutate esplicitamente.La composizione quasi interamenteaccademica dei gruppi di esperti hacertamente influito sulla somiglianzatra i rapporti di autovalutazione e lapeer review, indebolendo l'aspettoesterno della valutazione, non sentendosi mai i professori universitaridel tutto estranei alle sedi e alle strutture universitarie anche diverse dallapropria.
I risultati metodologici
Innanzitutto, per scelta esplicita delcomitato nazionale che ha così volutointerpretare il senso metodologicodel progetto pilota, in questo paragrafo (come del resto nei precedenti)non sarà dato alcun cenno sui "risultati" della valutazione ma si tenterà ditracciare un bilancio dell'esperienzavalutativa condotta. Mancherà dunque ogni riferimento a punti di forza odi debolezza delle singole sedi ed alleeventuali corrispondenti indicazionidei gruppi di esperti, né verrannoacclusi a questo rapporto nazionale irapporti di autovalutazione e divalutazione.Inoltre, per ragioni di brevità, non siritornerà su quegli aspetti del progetto pilota sui quali nei precedentiparagrafi sono state già espresse en
DOSSIER/la valutazione della qualità nell'istruzione superiore
Columbia UniversittI un momento della Columbia Fest nel maggio 1985 (foto foe Pineiro)
passant valutazioni metodologiche.Il metodo di valutazione proposto alivello europeo dal progetto pilota si èrivelato indubbiamente positivo dalpunto di vista del suo inserimento inuna realtà complessa, difficile e unpo' sospettosa come quella universitaria. I due momenti dell'autovalutazione e della valutazione esternahanno rispettivamente aiutato le sedia sentirsi protagoniste del momentovalutativo, potendone anche indirizzare fino ad un certo livello l'andamento, ma anche a fornire quell'oggettivitàe quei confronti senza i quali è a tuttichiaro che la valutazione rimaneun'esercitazione accademica vuota.Un importante valore a sé stante èrappresentato dallo stimolo positivorappresenta to dall' au tovalu tazione,anche se vi è il rischio che questo sirestringa alle persone (docenti, personale tecnico-amministrativo, stu-
denti) più interessate e volenterosesenza realmente influire sull'ambiente e quindi sulla effettiva qualitàmedia dei servizi didattici. Da nondimenticare, a tale proposito, il fattoche i docenti universitari italianigodono di ampi e forse eccessivispazi di autonomia di organizzazione del proprio lavoro didattico, il cheli autorizza spesso a sentirsi sganciatida esigenze di coordinamento e diimpegno qualitativo non personalema complessivo; ne segue che indicazioni che provengono dalle valutazioni di qualità corrono il rischio dirimanere lettera morta se non si riesce a farle corrispondere a preciseconseguenze operative.Sempre come ricaduta metodologicadeve essere segnalato il fatto cheanche gli esperti, quasi sempre senzaesperienze specifiche e mirate nelcampo della valutazione, hanno
37
avuto modo di misurarsi con il problema, ricavandone una reale sollecitazione culturale. Questo tipo di effetto è certamente favorito dalla metodologia dei rapporti scritti con analisiverbali, dei lavori in gruppo, dellevisite in loco, mentre tenderebbe adessere meno forte nel caso di analisipuramente numeriche e statistiche.Altrettanto evidente è però l'osservazione che il metodo proposto dal progetto pilota è molto costoso, sia inassoluto, sia relativamente ai beneficiche se ne possono ottenere. Costosoperché richiederebbe a regime tempiabbastanza lunghi di impegno permolte persone (sia delle sedi valutate,che su scala nazionale) a fronte dirisultati non immediatamente utilizzabili a livello nazionale o europeo per ladifficile confontabilità degli esiti valutativi, e forse anche a livello locale perla genericità dei giudizi espressi.
Ai responsabili della sede valutata(dai rettori ai coordinatori dei percorsi formativi) sarebbe certamente utileleggere i rapporti di valutazione,ricavandone suggerimenti permigliorare la qualità offerta, e così cisi comporterà in Italia al termine delprogetto pilota. Ma difficilmente sipotrà avere quella fertilizzazione incrociata che verrebbe dal confrontoesplicito con altre sedi e che eliminerebbe la componente strutturale deldisagio (carenza di finanziamentinazionali, vincoli di legge, etc.), certamente importante, ma che spessofinisce con l'impedire di individuarequei margini di miglioramento che sipossono cogliere con relativa facilitàa livello locale.Con tutte le cautele già citate, forsesarebbe positivo inserire nel modellovalutativo una; maggiore presenza diindicatori numerici, da confrontarsicon indicatori medi nazionali o europei da calcolare accuratamente inbase a situazioni sufficientementesimili. L'informazione valutativarisulterebbe più chiara ed esplicita,anche se più rozza, e la parte del giudizio verbale potrebbe meglio servirea illustrare, ed eventualmente a giustificare in base alle situazioni locali,gli scarti rilevati dalle medie.Da questo punto di vista sarebbeopportuno che lo stesso gruppo diesperti visiti più sedi simili per lostesso percorso formativo e prepariun rapporto sinottico: si ricavanomolte più informazioni utili da unavalutazione trasversale dello stessopercorso formativo, piuttosto che davalutazioni generali di ateneo in cuireperire i dati sul singolo percorsoformativo che interessa. Questo permetterebbe anche di non limitarsi aconfrontare i risultati ottenuti rispetto agli obiettivi dichiarati di ognisede, ma di confrontare tra loro gliobiettivi delle diverse sedi.La necessità di avere sedi simili e percorsi confrontabili è stata particolarmente evidente nell'esperimento italiano. Di troppo recente istituzione ilPolitecnico di Bari rispetto a quello diTorino, ma soprattutto troppo recente il corso di laurea in Conservazione
UNIVERSITAS 58
dei beni culturali a Viterbo rispetto aUdine.In generale è unanime il giudizio chele sedi e i percorsi formativi da sottoporre a valutazione devono esseresufficientemente assestati, o quantomeno che la valutazione di sedi e percorsi in fase di assestamento debba essere nettamente separata, sia in metodiche in contenuti, dalle altre.Nonostante la metodologia propostanon abbia per principio nessun limitedi applicazione alla ricerca (anzi lapeer review proviene tipicamentedalle valutazioni degli articoli diricerca in campo scientifico), si èchiaramente percepito con disagioche tutto il progetto pilota metteva inombra l'aspetto della ricerca. La ricerca, oltre ad essere inscindibile con ladidattica almeno nel modello italiano, rappresenta a giudizio unanime ilvero fattore di qualità di un percorsoformativo e si dovrebbe trovare ilmodo di valutarla correttamente.Vi sono naturalmente dei limiti e deirischi in questa posizione, in quantonon è vero che la qualità complessivadei servizi didattici dipenda direttamente e strettamente dalla qualitàdella ricerca condotta dai docenti,soprattutto a livello di percezionedell'utente medio. Ma certamente visono degli importanti punti di contatto che non possono essere sottovalutati. Un esempio è rappresentato inItalia dalla tesi di laurea, che risultaancora essere, soprattutto in campoumanistico, come il culmine del processo formativo e il momento di realevalutazione delle capacità e dei risultati ottenuti dallo studente.Si sono rivelate metodologicamenteutili le liste di controllo: una loro accurata messa a punto certamente è undato strategico non trascurabile in unprocesso valutativo basato soprattutto su giudizi sintetici verbali, sia perindirizzare il processo stesso, sia perrenderne più confrontabili i risultati.Un altro limite metodologico, soprattutto per quanto riguarda l'ingegneria, è stato riscontrato nell'accentuazione della valutazione di processo (ilpercorso formativo e la sua organizzazione interna) rispetto a quella di
38
prodotto (la qualità del laureato vistaattraverso il suo inserimento nelmondo del lavoro). È ovvio peraltroche questa seconda valutazioneavrebbe richiesto analisi assai più difficili, oltre ad una maggiore partecipazione del mondo delle professionie del lavoro a tutti i livelli della procedura di valutazione.Riguardo all'efficacia delle raccomandazioni espresse dai gruppi di espertirispetto ai punti di forza e di debolezza nei singoli percorsi formativi, certamente le indicazioni su temi piùspecifici risulteranno utili, ma è anchevero che molte raccomandazionierano già implicite negli stessi rapporti di autovalutazione (sorta di/Iautoraccomandazioni"), a testimonianza del ruolo particolarmente importante giocato da questi ultimi. Non sipuò comunque dire che le indicazionidei punti di forza e di debolezza e lerelative raccomandazioni siano tuttepienamente operative e concrete, troppo spesso riferendosi a temi generalie nazionali su cui gli interventi localinon hanno rilievo o a temi strutturali(carenze di organico e di spazi, adesempio) su cui l'intervento dellasede non può essere rapido e devecomunque confrontarsi con le esigenze legittime degli altri percorsi formativi. Si noti che quest'ultimo puntoandrebbe a favore del rapporto divalutazione di ateneo, piuttosto chedel rapporto di valutazione trasversale di percorso formativo.Non sembra invece necessario soffermarsi sulle reazioni esterne al progettopilota, in quanto si è già detto dellacarenza di rapporti con l'esterno edelle sue motivazioni. Dai rapporti divalutazione non appare nemmeno lareazione degli organi accademici digestione dell'università o del percorso formativo, che del resto non èstata sollecitata salvo gli incontri previsti nella visita in loeo e per la qualebisognerà attendere la distribuzioneagli interessati dei rapporti di valutazione e del rapporto nazionale.Un discorso a parte meriterebbero imezzi di comunicazione di massa, aiquali si pensa di adire a fine progettoper illustrarne fini e contenuti. In
DOSSIER/La valutazione della qualità nell'istruzione superiore
questo ambito la situazione presentauna duplicità, peraltro molto comunenel settore giornalistico: da un lato lametodologia del progetto pilota sipresta meglio di altre ad essere illustrata e eventualmente meditata,dall'altro le semplificatrici "graduatorie" tra atenei riscuotono maggioreattenzione da parte dei lettori.
Conclusioni e prospettiveper il futuro
Le conclusioni da trarre al terminedell'esperienza nazionale del progetto pilota sono certamente di segnopositivo. Il progetto ha offerto unaforma sperimentale interessante diuna metodologia ancora non esaminata in Italia, dando informazioni estimoli che sa:t;anno preziosi pertutti.Naturalmente l'esperimento condotto ha evidenziato anche qualche limite della metodologia, primo fra tuttiil costo alto rispetto ai benefici concreti e a breve termine che si possonoricavare. Tra l'altro ciò potrebbegenerare un ricorso - in sede di ripartizione di risorse e di riequilibrio diqueste tra le sedi, tra le aree o tra ipercorsi formativi - a forme paralleledi valutazione condotte dagli organifinanziatori mediante dati e indicatori numerici semplificati ma facilmente confrontabili, svuotando di granparte del significato la valutazionedella qualità con la metodologia prescelta dal progetto pilota.A questo proposito sembrerebbenecessario, come si è sopra specificato, introdurre dei correttivi, siariguardo al ruolo degli indicatorinumerici, sia riguardo alla necessitàdi confronto tra percorsi formativisimili. I correttivi non dovrebberoperaltro far perdere i connotatimigliori della metodologia, che risiedono nella forte partecipazione dellesedi, nello scambio di esperienze professionali e umane che viene dallavoro di gruppo e dalle visite in loeo,nella capacità di adattarsi ai moltissimiaspetti di una realtà multiforme
come quella universitaria e alla natura stessa del lavoro educativo nelcampo della formazione superiore.Quest'ultimo punto riporta in campol'altro punto sentito come limite dellametodologia, e cioè la necessità di farintervenire anche la valutazionedell'attività di ricerca come fattore diqualità di un percorso formativo.Occorrerebbe inoltre trovare il mododi ampliare la valutazione indudendovi anche quella provenientedall'inserimento del laureato nelmondo del lavoro, particolarmenteimportante in generale ma soprattutto in un momento di gravi problemioccupazionali anche per i laureati.È stata già segnalata come particolarmente interessante la presenza di unesperto straniero nel gruppo di esperti. Anche ai fini della "dimensioneeuropea" sarebbe stato altrettantointeressante inserire nell'autovalutazione e nelle visite in loeo la consultazione di quegli studenti italiani delpercorso formativo che hanno avutoesperienze europee mediante i programmi specifici (Erasmus, Socrates,etc.) e gli eventuali studenti stranieripresenti nella sede italiana nell'ambito degli stessi programmi. Un cennodovrebbe essere fatto anche al programma ECTs, per il trasferimento deicrediti didattici da un paese all'altro,perché può certamente rappresentareun altro fattore di innovazione e diincremento della qualità.Un problema che diverrà sempre piùimportante, e che converrebbe mettere in campo sin d'ora, è la valutazione contestuale delle forme di educazione permanente o di aggiornamentoprofessionale collegate ad un percorso formativo, anch'esse segnaleimportante di una risposta di qualitàalle esigenze degli utenti.I problemi di adattamento della metodologia al sistema italiano sono statirelativamente semplici e quindi nonrappresentano motivo di preoccupazione per il futuro. Però, a salvaguardia degli aspetti culturali e sociali cheogni sistema nazionale legittimamentedifende, 1'esperienza del progetto pilota dovrebbe indicare l'opportunità,almeno per il prossimo futuro, di crea-
39
re uno spazio europeo di confronto e diosservazione reciproca tra metodi valutativi, entro il quale sarebbe auspicabileil massimo interscambio di persone edi metodi, piuttosto che istituire inqualsivoglia forma un organismoeuropeo che conduca direttamente lavalutazione su scala europea.Sarebbe interessante varare progettidi valutazione in comune tra università, sia a livello nazionale, sia a livello europeo. Sarà proposta allaConferenza dei Rettori la possibilitàdi varare un progetto che prepari esperimenti uno schema nazionale per irapporti di autovalutazione, tenendoconto delle esperienze maturate nelprogetto pilota.In generale le università dovrebberoessere stimolate, e nel contempolasciate libere, di proseguire nellevalutazioni della loro qualità, eventualmente premiando quelle che siinseriscono in network europei dacostituire sul tema specifico dellavalutazione della qualità.Riguardo all'informazione da diffondere sul progetto, il Ministerodell'Università e la Conferenza deiRettori organizzeranno la presentazione pubblica dei risultati del progettopilota a livello italiano nel prossimomese di settembre e sarà chiesta ospitalità a giornali del più alto livelloper illustrare le attività italiane delprogetto. Ovviamente tutti i rettoriitaliani riceveranno la documentazione generale del progetto e il rapportonazionale. La stessa documentazionesarà inviata ai parlamentari italianiche hanno presentato disegni dilegge sulla valutazione della qualitàin ambito universitario.Si ritiene infine che sarebbe assaiopportuno che il progetto pilota sfociasse in un secondo progetto pilotaeuropeo più ampio, da svolgersi nel1996/1997, sulla valutazione dellaqualità dell'istruzione superiore edella ricerca in Europa. Il comitatonazionale è pronto a sollecitare tuttigli enti interessati e a fare la suaparte affinché questo tema diventi unpunto strategico del primo semestre1996 di presidenza italiana dell'UnioneEuropea.
UNIVERSITAS 58
EVALUATINGUNIVERSITIES
Nicolò Tartaglia
Il principale obiettivo raggiunto dalConvegno organizzato da AF Forumlo scorso settembre è stato quello diaver messo in comune idee e soprattutto esperienze concrete su scalaeuropea nel campo della valutazione.È opinione comune che le occasionidi confronto tra coloro che hannosperimentato l'approccio alla qualitànel proprio ateneo siano sempre scarse rispetto a quanto sarebbe necessario proprio perché il movimentodella qualità vive della spinta di "storie di successo" che incentivanoanche gli incerti a impegnarsi.Come è noto la valutazione del sistema universitario è diventato rapidamente, da concetto oscuro di provenienza aziendale, via via più definitoe discusso, fino a rischiare ormai dientrare nel novero di quei luoghicomuni che rapidamente perdonopresa sugli operatori del mondo universitario. La valutazione nelle nostreuniversità, e questo messaggio è statoribadito in quella sede, rischia di essere rigettato, prima ancora di esseresperimentata nei suoi costi e nei suoibenefici. Ma è prevalso sempre, nelleparole dei partecipanti, un approcciodi tensione alla sperimentazione,nella consapevolezza che le condizioni esterne (legislative, finanziarie,organizzative) non la faciliteranno.Molti dei relatori hanno segnalatoquesto pericolo ma hanno anchemesso in guardia dalla tendenza aconsiderare la valutazione come "la"soluzione ai radicati problemidell'università italiana. "L'introdu-
Cronaca del Convegno((Evaluating Universities"
tenutosi a Romadove la valutazionenon è stata trattata
come il solito, inefficaceluogo comune
zione della valutazione nei nostri atenei non è la panacea" ha ribadito ilprof. Blasi, presidente dellaConferenza permanente dei Rettori.E cominciamo qui, dal fondo, dallatavola rotonda al termine dellaseconda giornata dei lavori, la cronaca del convegno.La tavola rotonda ha concluso unagiornata di lavori dedicati al quadrodei primi sforzi operativi dei nostriatenei verso la qualità e traendospunto da questi per allargare lavisione al tema del ruolo del legislatore, rappresentato dall'ono De Iulio(primo firmatario di una proposta dilegge sulla valutazione delle università e degli enti di ricerca), a concretequestioni di scelta strategica propostedal prof. Martinotti dell'Università diMilano, e di supervisione metodologica di cui ha parlato il prof. Zuliani,presidente dell'IsTAT.TI prof. Blasi ha elaborato, nell'introdurre il dibattito, un tema che avevagià anticipato nell'intervista pubblicata nel n. 56 di UNIVERSITAS, vale adire la difficoltà di sostenere una
40
nuova cultura dei risultati, in contrapposizione ad una pratica quotidiana fatta di regole burocratiche,quando l'educazione superiore nonha dignità di priorità strategica nelnostro paese.Su questa constatazione e sull'interpretazione del "circuito" programmazione-autonomia-valutazione harisposto l'ono De Iulio secondo ilquale, ad oggi, la programmazionesopporta ancora il peso di una cultura vecchia (ci sono stati riferimenti alfaticoso processo di approvazionedell'ultimo piano universitario),mentre l'autonomia universitaria hafatto consistenti passi avanti, sempredal punto di vista legislativo. Lavalutazione presenta ancora delleincognite che possono riassumersinella necessità di prevedere un organo imparziale catalizzatore delleinformazioni, che potrebbe esserel'IsTAT, pur senza mettere in secondopiano il ruolo del Ministero le cuivalutazioni di politica, ha ribadito DeIulio, non devono essere sostituitedai meccanismi di valutazione.Chiamato in causa dal dibattito, ilprof. Zuliani ha accennato al possibileruolo del suo istituto come organo chein una fase intermedia possa aiutare ilsistema di valutazione a raggiungereuna sua stabilità metodologica e operativa. A proposito di temi metodologici, il contributo di Zuliani ha permesso di evidenziare come la misurabilità delle grandezze della qualitàdelle prestazioni universitarie è unproblema non secondario, non solo in
DOSSIER/La valutazione della qualità nell'istruzione superiore
termini teorici ("cosa" misurare) maanche pratici ("come Il e "dove" raccogliere e selezionare grandi quantità didati, quali investimenti in sistemiinformativi e informatici fare). Dimetodologia ha parlato anche il prof.Martinotti, che ha comparato il "merca to" delle risorse universitarie inAmerica all'assenza di mobilità tra inostri atenei il che fa perdere, a suoparere, il fine della valutazione: unasana competizione per il miglioramento delle performance degli atenei.Il convegno di Roma è stato strutturato in tre sessioni sequenziali: laprima, dal titolo "Esperienze estere divalutazione nell'educazione superiore", cui è stata dedicata l'intera primagiornata, ha ospitato un'aggiornatarassegna di casi centrati sui paesi piùavanzati, vale a dire Gran Bretagna,Benelux, Francia; la seconda sessioneha percorso le esperienze ed i risultatidel progetto pilota europeo sulla qualità; la terza, come già ricordato, è servita a mettere a confronto gli sforzi disingoli atenei italiani con la recentestoria della valutazione.
Rassegna dei sistemi europei
La rassegna dei successi e delle difficoltà incontrate da sistemi universitariesteri ha preso le mosse dai casi diGran Bretagna e Svezia, esposti daiprofessori Bauer e Kogan. In questidue paesi, come è noto, da circa lOanni sono state applicate riforme chehanno reso prescrittivi i meccanismidi valutazione e quality assurance; ciòha avuto impatti differenti sui duesistemi universitari che stanno vivendo due opposti processi di cambiamento, verso il decentramento degliatenei in Svezia, verso una estremacentralizzazione in Gran Bretagna. Ilpaper di Kogan e Bauer si è quindiincentrato sugli impatti dei meccanismi di valutazione anche comparandoi due paesi. Un secondo contributo,del dottor Begg, ha avuto il compitodi mettere in comune ciò che si è fattoin Gran Bretagna sulla qualità dellamacchina amministrativa e gestionaledelle università britanniche. I
UDINE, UN PROGETTO AGLI ATTIIl Convegno di Udine sulla valutazione
ha registrato un progetto già sistematizzato, i cui atti - ora pubblicati - sarannoun prezioso punto di riferimento
Tra i primi atenei a dotarsi di statuto, l'Università di Udine ha dedicato risorse organizzative alla creazione degli strlJmenti che presiedono alla valutazione della didattica, maturando una considerevole esperienza in questo campo di grande attualitànella politica universitaria. Inoltre, Udine è stata inclusa nel ristretto gruppo di ateneipartecipanti al progetto-pilota europeo.Nel volume Lo valutazione nell'università (Documenti 2, Università di Udine 1995), èregistrato il patrimonio di esperienze nella valutazione che sono state divulgatenell'ambito di un Convegno organizzato dall'Ateneo lo scorso novembre.In questi Atti, oltre al confronto sempre stimolante con le esperienze dei principalipaesi europei, presenti nelle relazioni di De Meijer (Lo valutazione dello didattico edello ricerco in Olanda) e Berning (Lo valutazione dello ricerco e dello didattico inGermanio, Svizzero e Austria), vi è una rapida esposizione della breve storia italianadella valutazione fatta da Allulli (Stato e prospettive dello valutazione italiano).Ci sembra però utile soffermare l'attenzione sulle sperimentazioni fatte a Udine equindi sull'intervento del professor Buratto, delegato alla valutazione dell'Ateneo,dal titolo "Le proposte attuative della valutazione per l'Università di Udine".Il prof. Buratto, che è a capo del Nucleo di valutazione, indica le iniziative di qualitàdei servizi che l'Ateneo ha intrapreso e che riguardano l'informazione sull'utenza, glistudenti, con la progettazione di un monitoraggio della condizione delle matricole;l'indagine sulla soddisfazione dei docenti (priorità e bisogni) e un questionario diautovalutazione della didattica; l'analisi dei flussi dei trasferimenti da e per l'ateneo;la strlJtturazione di un sistema di trattamento delle informazioni. I questionari utilizzati sono riportati in appendice.La seconda parte del volume riporta i materiali di riferimento legislativo sulla valutazione e l'interpretazione che ne ha dato l'Ateneo nel suo statuto, di cui sono riportati gli articoli rilevanti. Vi è inoltre la documentazione delle linee guida seguite aUdine nella strutturazione degli organi di valutazione, il Nucleo ed il Centro programmazione, sviluppo e valutazione (CE5V).Particolarmente importanti, per chi volesse confrontarsi con un progetto già sistematizzato, sono le tavole che delineano i flussi alla base del sistema statistico d'ateneo che dovrà presiedere al monitoraggio delle prestazioni delle attività accademiche (segnaliamo che la riflessione sull'architettura informativa per la valutazione èemersa come prioritaria nel recente convegno internazionale di Roma, "EvaluatingUniversities"). A partire dal processo aziendale di "produzione" e dalle procedureche regolano i rapporti tra gli organi accademici viene disegnato il percorso dei datiall'interno e all'esterno dell'ateneo.L'approccio estremamente pragmatico seguito a Udine risulta infine dal quadrodegli indicatori di performance presenti in appendice al volume. Gli indicatori sonocorrettamente impostati secondo quattro dimensioni: qualità, efficacia, efficienza,economicità ed attengono alle attività amministrative, didattiche e scientifiche.In conclusione, questo voiumetto desta interesse perché ha l'obiettivo, senz'altroraggiunto, di far conoscere non solo i risultati di sforzi di applicazione dei meccanismi della valutazione ma anche il percorso di riflessione che vi è dietro e che poggiasu una conoscenza operativa dei concetti di qualità dei servizi coerentementeseguiti nell'ambito degli spazi concessi dalla legislazione.
N.T
41
Successivamente abbiamo avutomodo di ascoltare le principali issuesoggi presenti nei sistemi universitariche hanno impostato i sistemi-qualitàa partire dagli Anni Ottanta.Hanno dato valore aggiunto al Convegno le opinioni del prof. Hellstern,dell'Università di Kassel, che ha fattonotare la mancanza di un disegnocomplessivo di valutazione istituzionale in Germania, dove si testanodiversi strumenti di controllo dellaqualità. Egli nota come ciò possa farprogredire il processo conoscitivodell'educazione superiore tedescamolto più di un approccio centralizzato ed organizzato a tavolino. Laprecedenza alla sperimentazionerischia però, a suo parere, di risultaresterile se non emergono la sistematizzazione e l'elaborazione del patrimonio di conoscenze degli atenei.Ha in un cert6 senso conforta to chiopera nel sistema universitario italiano il paper della prof.ssa Potocki cheha mostrato come anche un paesecon una tradizione amministrativaquasi proverbiale come la Franciapossa creare ostacoli ai processi divalutazione e auto-valutazione acausa di ambiguità organizzativenella gerarchia a livello locale; dallaFrancia apprendiamo anche che,come in Italia, paese dove vi è scarsaabitudine a ragionare sui numeri, ilproblema di interpretazione degliindicatori rimane vivo anche a qualche anno dal loro utilizzo.Problemi comuni pure all'esperienzaspagnola, esposta dal professorSubirats, che ha sottolineato il pesodei problemi organizzativi e di coordinamento nella nuova politica scientifica spagnola.Dalla prima giornata è risultata quindi una certa comunanza di problemitra i paesi europei che stanno introducendo la qualità nell'educazionesuperiore, che si può riassumerenella difficoltà di focalizzare con lm
giusto grado di nitidezza le impostazioni generali che peraltro mutano inconsiderazione della loro strettadipendenza dalla politica di bilanciodei governi e dalla disponibilità dirisorse, nella difficoltà di sfruttare gli
UNIVERSITAS 58
strumenti tecnologici informatici cheoggi permetterebbero di gestire imeccanismi di valutazione con relativa semplicità, nella difficoltà di tenere vivo l'interesse a "misurarsi" ditutti gli stakeholder del mondo universitario, docenti in primo luogo.Il progetto pilota europeo è statol'oggetto della seconda sessione,occasione per sviscerare ulteriormente il quadro europeo in particolareper quanto attiene al sistema spagnolo, agli strumenti di valutazione dellaConferenza Europea dei Rettori (iquality audits spiegati nel suo paperdal prof. Van Vught), al nostro sistema universitario i cui primi elementidi analisi sono stati portati dal prof.Modica nell'esposizione della partecipazione italiana al progetto in questione (cfr. pp. 33-39).Vi è infine da riferire sull'applicazione della valutazione nel nostro sistema universitario.In termini di inquadramento generale, il dotto Allulli ha ricordato il rapporto di contrappeso che la valutazione assume rispetto all'autonomiache il legislatore ha concessoall'interno della legge finanziaria del1993, nonché il ruolo precursore dellaConferenza dei Rettori che ha incominciato nel 1991 a lavorare sul temadel controllo dei risultati qualitativinella didattica.Allulli ha poi rivolto la sua attenzione agli organi locali di valutazione, iNuclei, portando dati interessanti: adesempio che 1'80% degli atenei hainterpretato correttamente il ruolo diquesti organi di valutazione nominando componenti tecnici, e non rappresentativi, con apporti anche dipersone esterne all'ateneo (56% degliatenei).Il dotto Gagliardi, dall'osservatorioprivilegiato del MUR5T, ha ricordatoalcune questioni aperte, ad esempioquella dei nuovi statuti che solo inminima percentuale hanno previstoorgani di valutazione della didattica,la mancanza negli atenei di personaleche possa coordinare efficacemente ilprocesso di valutazione, la difficilegestibilità dei dati di supporto al processo nel momento attuale.
42
I casi italiani
Tre casi concreti di sperimentazionehanno attirato l'attenzione dei partecipanti al convegno: nel primo il dottoMagri della Bocconi di Milano haesposto il progetto Qualità in Bocconi(di cui abbiamo parlato nel n. 56 diUNIVERSITAS, pp. 12-15).Nel secondo il prof. Moscati ha raccontato lm progetto svolto nella facoltà diScienze politiche dell'Università diMilano che mirava alla valutazione,attraverso questionari, del personaledocente da parte degli studenti nelledue dimensioni delle competenze edelle capacità di relazione.Infine il prof. Strassoldo, rettoredell'Università di Udine, ha espostol'attività e le prospettive del nucleodi valutazione attivo nel suo Ateneo,uno dei primi a dotarsi di statuto e anominare i componenti del Nucleo.(cfr. p. 41).Quale quadro è emerso, in questoconvegno, della valutazione nell'università italiana?È emersa l'impressione comune di unsistema universitario che si muovetra gli ultimi in Europa, anche dopola Spagna; che ha subito un gradoesasperante di incertezza normativasull'autonomia, che ha frenato anchel'approccio alla valutazione. Un sistema, quello italiano, che ha un puntofermo nella esigenza di preservare lecaratteristiche peculiari delle singolesedi e che non vuole fare una "classifica" della qualità degli atenei, inquesto senso facilitato dall'attualescarsa disponibilità di dati specificamente selezionati ed elaborati pergestire la valutazione. Un sistema chein definitiva ha scelto di lavorare consingole sperimentazioni dal basso inattesa che il quadro complessivo sichiarisse.Insomma, la frase più utilizzata deirelatori è la semplice constatazioneche"c'è ancora molto da fare perimpostare la valutazione nei nostriatenei": non possiamo che augurarciche gli sforzi di costruzione lascinopoi sufficienti energie per migliorarela didattica e la ricerca che avremoimparato a misurare e a valutare.
EUROPA OGGI/Nell'università francese
LE RAGIONI DI UNAPROTESTA
Raffaella Cornacchini
La rentrée, ovvero la ripresa dell'annoaccademico, è stata contrassegnata inFrancia dalle manifestazioni avvenute nell'ambito delle più generali azioni di protesta che hanno paralizzatola vita dell'intero paese. Gli universitari, che dal '68 in poi sono semprestati in prima lin~a nella contestazione al governo, anche questa voltanon hanno mancato di far sentire lapropria voce.Così facendo il mondo giovanile hafornito lilla chiara replica alla dichiarazione del ministro dell'EducazioneFrançois Bayrou che, assumendol'incarico, aveva spiegato di volerattendere la rentrée per analizzare ledisfunzioni del sistema universitario eproporre eventuali misure correttive.Ma quali aspetti dell'istruzione superiore sono considerati insoddisfacentidai giovani francesi? TI primo problema denunciato a gran voce è quellodel sovraffollamento degli spazi esistenti. Tra il 1985 e il 1993 la popolazione studentesca è aumentata del50%; nonostante le previsioni ministeriali dei mesi passati facessero sperare, se non in un'inversione, quantomeno in un rallentamento di tale tendenza, ora, a iscrizioni concluse, sivede che si è verificato esattamentel'opposto anche nelle istituzioni tecnico-scientifiche come gli IUT (InstitutsUniversitaires de Technologie) e le STS(Sections de Techniciens Supérieurs)che erano risultate le meno gettonatedegli ultimi anni.Alla crescita delle immatricolazioninon ha fatto seguito un pari sviluppodelle infrastrutture o del corpo
Una rentrée movimentataper gli studenti francesi,
compatti nellostato d'agitazione per una
università migliore
docente, per cui può capitare, comead Aix, che 23.000 studenti venganocompressi in spazi pensati per 8.000iscritti, mentre a Nizza un ateneoprogettato per 5.000 persone ne ospitipiù del doppio.
I sussidi ridotti
Scendendo in piazza, poi, gli studentihanno voluto ricordare a Chirac unapromessa fatta incautamente durantela campagna elettorale e prontamentedisattesa: la creazione di un sistemapiù generoso di sussidi, borse di studio e prestiti a favore degli studenti.Per quest'anno accademico tali sovvenzioni ammontano a 23,27 miliardi difranchi, ossia al 55% del budget complessivo del Ministero dell'Educazione.Dall'88 ad oggi esse si sono triplicatementre il numero degli studenti, cheattualmente sono 2.200.000, è cresciutodel 50%. Il maggiore aumento neglistanziamenti si è avuto nel 1991, quando era ministro dell'Educazione LionelJospin, antagonista di Chirac nellacorsa all'Eliseo. Con questa misuraJospin si prefiggeva di raggiungerealmeno il 25% degli studenti e di favorire la democratizzazione dell'istruzio-
43
ne superiore mediante l'aumento delleopportunità per i meno favoriti. Inrealtà i beneficiari non hanno mai superato la soglia del 18% e sono in molti aritenere che il risultato realmente conseguito sia stata la massificazionedell'istruzione superiore.Alla borsa di studio, il cui importovaria da 6.912 a 18.648 franchi l'anno, ifuori sede possono aggiungere l'ALS ol'APL, ossia dei sussidi specificamentedestinati alle spese di alloggio, chesono stati recentemente ridotti del 30%suscitando grandi proteste da partedelle organizzazioni studentesche.
Disagio a macchia d'olio
La protesta giovanile, nata agli inizidi ottobre a Rouen - dove dopo tresettimane di occupazione gli studentihanno ottenuto uno stanziamentosupplementare di sei milioni di franchi e l'adozione di un piano quadriennale per l'assunzione di 190docenti - è dilagata a macchia d'oliocoinvolgendo tutte le altre istituzioniin modo più o meno eclatante.La tensione ha toccato il culmine aMetz, dove gli inviati del Ministerosono stati trattenuti per diverse oreall'interno dell'università, ma inmolti casi le manifestazioni sonostate turbate dai casseurs, i più estremisti dei dimostranti, che hannoinfranto vetrine, sfasciato macchine eingaggiato violenti scontri con leforze dell'ordine.Quasi ovunque gli universitari sonostati affiancati da buona parte del
corpo docente e da numerosi studentiliceali. I giovani hanno rivendicato ildiritto a ricevere più spazio, più docenti e più fondi, sottolineando la contraddizione dell'azione governativa, cheverbalmente riconosce il ruolo-chiavedell'istruzione, salvo poi tagliarle ifondi per destinare ingenti somme agliesperimenti nucleari di Mururoa.Le proteste non hanno risparmiato lapiù prestigiosa delle università francesi, la Sorbona, che nonostante l'eccellenza qualitativa dei suoi accademici el'integrazione con il territorio circostante (il Quartiere Latino è stato definito dal preside Yves Jegouzo il piùgrande campus del mondo), denunciail rapporto non ottimale tra studenti edocenti, il sovraffollamento di aule ebiblioteche e il frazionamento in 19sedi periferiche.
UNIVERSITAS 58
I vertici della dirigenza francesehanno - per lo più - qualcosa in comune:
hanno frequentato l'ENA,
École Nationale d'Administration,autentica anticamera del potere
LA SCUOLADEL POTERE
Dalle promesse alle decisioni
Il ministro Bayrou ha dapprima promesso maggiore democrazia, ovverouna crescente partecipazione deglistudenti ai processi decisionali. Civuole ben altro, è stato il commentodi molti.A fine novembre Bayrou è statocostretto a cedere e ha promesso unostanziamento integrativo a livellonazionale di duecento milioni di franchi e la creazione di un migliaio dinuovi posti per docenti e ricercatori.Finanziamenti e occupazione salgonocosì a livelli pari al 95% e all'80%degli standard ottimali. Si è inoltredeciso di mandare un inviato specialein ogni ateneo per l'analisi dei bisogniformativi delle singole istituzioni.In uno dei suoi primi discorsi Bayrouaveva dichiarato di voler riflettere sulruolo dell'università nella vitadell'intero paese e di voler porre manoa questioni non regolabili in quindicigiorni. Le manifestazioni di piazza gliavranno probabilmente mostrato chegli studenti desiderano esattamentequesto: che vi siano profonde riforme,e che vi siano subito.
Cosa accomuna, al di là delle differenze di fede politica, d'età o di provenienza geografica, il presidente dellaRepubblica francese Chirac, il suo rivale Jospin, Juppé, Balladur, Rocard eFabius, nove ministri e 45 componentidell'attuale parlamento oltre che glialtissimi vertici del mondo bancario Crédit Lyonnais e BNP - o delle telecomunicazioni - France Télécom - edell'industria - Peugeot, Elf, Renault?il filo rosso che lega tutte queste personalità risale a 25-30 anni fa, quandoesse varcarono la soglia della stessascuola: l'ENA o École Nationaled'Adrninistration, un'autentica fucinache ha forgiato l'attuale classe dirigente del paese.Da poco la prestigiosa istituzione hafesteggiato i 50 anni di un'attività iniziata il 9 ottobre 1945 quando Charlesde Gaulle la istituì con l'intento direintegrare una pubblica amministrazione decimata dagli eventi dellaseconda guerra mondiale e dalle epurazioni seguite al regime di Pétain.L'ENA, sviluppatasi nel solco delleGrandes Ecoles, ha contribuito in questo lasso di tempo alla formazione dioltre cinquemila dirigenti, il 20% deiquali donne. I criteri di ammissione,estremamente selettivi, consentonoogni anno a cento studenti di frequentare questa anticamera del potere.
44
Tra di essi 45 sono scelti tra i giovanilaureati con meno di 28 anni, 45 sonogià operanti da almeno cinque anni inqualità di funzionari pubblici e lOsono funzionari di età inferiore a 40
anni non legati al mondo dell'amministrazione statale. La commissione diconcorso, formata da una pluralità dicomponenti, e le prove rigorosamenteanonime consentono l'imparzialità neltrattamento dei candidati, che hannole più svariate estrazioni sociali eintellettuali. E negli ultimi anni si èvisto che sempre più numerosi sono igiovani provenienti dalla provincia.Una volta entrati, gli studenti ricevono uno stipendio mensile di ottornilafranchi (circa 2.500.000 di lire) e sonocoinvolti in 15 mesi di lezioni in aulache hanno luogo a Strasburgo, sedeprincipale della scuola, e a Parigi e indue stage operativi semestrali, uno deiquali si svolge in Francia e il secondoall'estero presso un'ambasciata francese.Ma all'ENA si fa molto di più che studiare: nella consapevolezza che i compagni di corso di oggi saranno gliallea ti o i nemici di domani, giàdurante i corsi si tessono accordi o siscatenano rivalità ben sapendo che, seè vero che tutti gli allievi avranno in
EUROPA OGGI/Nell'università francese
qualche modo un posto al sole nellasocietà francese, è pur certo chel'accesso ai grandi corpi dello Stato,quali Consiglio di Stato e Corte deiConti, è riservato all'élite dell'élite,ossia ai 15 migliori studenti di ognicorso.
"Enarchia", un eloquenteneologismo
Il peso politico e decisionale dellaclasse uscita dall'ENA è tale che peressa è stato coniato il termine dispregiativo - "enarchia", regolarmente inserito da dodici anni neidizionari.L'ENA agisce infa tti in regime dimonopolio: l'accesso ai grandi corpidello Stato passa necessariamenteattraverso di essa. Se si fallisce da giovani, non si ha più possibilità alcuna.Che i critici del sistema si trovinoanche all'interno del sistema stesso loattesta la constatazione che gli inventori della parola "enarchia" sono stati
45
tre ex-allievi dell'ENA, Jean-PierreChevènement, Didier Motchange eAlain Gomez, che pubblicarono unsaggio intitolato L'énarchie ou les mandarins de la société bourgeoise nel lontano1967. L'ultimo studio in materia vieneinvece da due ricercatori del CNRS,Michel Bauer e Bénédicte BertinMourot, i quali evidenziano che l'ENAè sotto accusa a causa del clima di contrapposizione, quando non di scontro,tra la società di base e le élites dirigentidel paese. Le recenti manifestazioniantigovernative attestano che la tensione sta salendo alle stelle.Bauer e Bertin-Mourot mostrano chealtri motivi di malcontento sono datidalla contrapposizione, a loro avvisoopinabile, tra un concetto di Stato vistonecessariamente come inefficiente eun'industria privata considerata comemodello di perfezione oltre che dalfatto che, a partire dagli anni '80, glienarchi si sono saldamente collocatianche ai vertici delle grandi industrie.Per i due ricercatori la soluzione non ècerto da individuarsi nella chiusuradell'ENA, quanto nell'abolizione delregime di monopolio in cui essa operaa favore di altri metodi di valutazionee di avanzamento delle carriere, sullabase del dettato della Dichiarazionedei diritti dell'uomo e del cittadinodel 1789 che sancisce le pari opportunità di tutti i cittadini nell'accesso aqualsivoglia impiego pubblico"secondo la loro capacità e senza alcuna altra distinzione che quella delleloro virtù e dei loro talenti".L'ENA, inoltre, non potrà non tenerconto del mutato quadro politico europeo, dove la presenza di un'Unionesempre più allargata e in costante evoluzione rende necessaria una rielaborazione dei curricula sulla base di legami sempre più intensi con analogheistituzioni esistenti in altri paesi qualila Gran Bretagna e la Germania el'introduzione di programmi di formazione permanente.
R.e.
Columbia Universit1j:Low Memorial Library
UNIVERSITAS 58
"LEONARDO DA VINCI":ESPERIMENTO IN CORSO
Isabella Ceccarini
La nascita della prima università privata in Francia ha scatenato polemichea non finire, cominciando dal suo promotore, Charles Pasqua: "Leonardo daVinci" sorge ililfatti nel distretto diHauts-de-Seine (nella regione diParigi) che è la roccaforte dell'ex-ministro dell'Interno. Ideata quando l'economia privata e il settore dell'ingegneria erano in espansione, la formula di"Leonardo" si basa sulla partnershipcon le aziende locali; tuttavia, finoranessuna università si è accordata perriconoscerne i diplomi e poche aziende hanno firmato contratti con"Leonardo".La tassa annuale di iscrizione è di24.000 franchi (pari a circa settemilioni e seicentomila lire), ma moltistudenti possono usufruire di riduzioni dal 30 al 90% in base alreddito.Gli iscritti per questo primo anno,iniziato il 4 settembre, sono solo 158e provengono per la maggior partedalla sovraffollata e poco distanteUniversità di Nanterre (Paris X).Le strutture a loro disposizione sonopiù che confortevoli: appartamentinuovi di zecca, undici sale di lettura,sei ristoranti, laboratori linguistici,una biblioteca informatizzata con70.000 volumi e CD Rom, impiantisportivi, negozi e un centro sanitario.Il tutto è costato 1,3 miliardi di franchi di denaro pubblico, e probabilmente è proprio da qui che nasconole critiche più violente.
La nascita dellaprima università privata
in Franciaha scatenato entusiasmi .
e polemiche,al di là delle quali si profila
comunque l'originalitàdell'esperimento,
forse una ((terza via"tra l'università,troppo teorica,
e le écoles,troppo specialistiche
Contrari...
Gli oppositori più strenui confermanola loro devozione all'università statale,"l'unica che garantisca pari opportunità" come ha affermato il segretariodi Stato per l'istruzione superiore Jeande Boishue; egli, inoltre, ha messo inguardia dal continuare a perderetempo discutendo sul rinnovamentodel sistema universitario, perché cosìfacendo si favorisce soltanto la nascitadi soluzioni non egualitarie e soprattutto destinate a un futuro precario.Gli avversari promettono un'opposizione feroce, mirante a trasformare"Leonardo da Vinci" nella quttordicesima università della regione parigina.
46
La maggior parte della stampa sembraessere sulla stessa linea: scredita inogtù modo l'istituzione accusandola diessere elitaria e scandalosa, specie inrapporto alle urgenti necessitàdell'università pubblica.
... e favorevoli
Sull'altro versante c'è chi vede nelpolo universitario "Leonardo daVinci" una opportunità per tutti,incluse le strutture pubbliche, perintrodurre l'istruzione superiorefrancese in una nuova era. I suoisostenitori lo considerano un esperimento unico, in grado di coniugarel'istruzione con il mercato del lavoro,accessibile anche ai non abbienti grazie alle generose borse di studio.Ma gli studenti di "Leonardo" cosapensano? Sono complessivamentemolto soddisfatti, sia delle struttureche del sistema. Le loro motivazionipersonali sono al primo posto, e nonimporta se approdano qui dopo averabbandonato un'altra facoltà. Dopoaver valutato i risultati di un testfatto ali'inizio del ciclo, viene proposto un programma di recupero individuale di otto settimane destinato acolmare le lacune in francese, inglesee informatica. "È importante che gliallievi non si sentano un numero"afferma il responsabile dei corsi direcupero, Geoffroy Fourgeaud."Tenere regolarmente questi corsi
Columbia University: Butler Librnry
serve a scoprire in tempo le difficoltàdi ognuno. È faticoso, ma fondamentale per il benessere degli studenti".
All'insegna della flessibilità
Un altro elemento che caratterizza ladidattica è cercare di formare deiquadri operativi, ma eclettici: gliallievi, infatti, si dedicano allo studiocommerciale, scientifico o tecnico, mail 30% dei corsi da seguire è relativo amaterie diverse da quella di specializzazione.Anche i docenti si mostrano entusiasti, perché qui godono della massimalibertà didattica, e vedono in questopolo universitario la terza via tral'università, troppo teorica, e le écoles,troppo specialistiche.
Alcuni studenti sono disorientati dallamancanza di basi teoriche generali, e sisentono un po' delle cavie. Per esempio, nei corsi di inglese non ci sono négrammatica né testi scritti: è tuttoimpostato sulla conversazione, anchese altri obiettano che quello che piùconta per trovare lavoro è la pratica.Il direttore di "Leonardo da Vinci",Michel Barat, si rammarica del fattoche lo spirito dell'iniziativa non siacompreso e che il polo universitariosia considerato solo un vivaio per ricchi. Qui si desidera soprattutto inserirsi tra la formazione classica degli atenei francesi e la professionalizzazione,aprendo anche ai non abbienti l'accesso a una formazione di eccellenza(finora appannaggio delle costosegrandes écoles a indirizzo commerciale),e offrendo una trasversalità delle com-
47
petenze scientifiche e gestionali mairealizzata fino ad oggi. Secondo Baratil dissenso dipende in parte daldisprezzo degli intellettuali francesiper la produzione e per l'economia: inuna parola, una fuga nell'ideale senzala volontà di tradurre in fatti questoideale. E poi c'è anche il desiderio dicombattere ad ogni costo il suo ideatore, Charles Pasqua.A un osservatore esterno, l'enormediscrepanza di opinioni sembra riflettere l'ennesima partita politica, giocata questa volta sulla pelle degli studenti e anche della società nel suoinsieme, perdendo di vista il benecomune pur di non trovare un accordo per lavorare proficuamente insieme e giudicare con la necessaria obiettività. Ma la risposta più eloquente atante critiche la daranno i risultati.
UNIVERSITAS 58
UMANESIMO MEDICO
Dalla «medicina del corpo"a quella della persona.
Una rivoluzione ancora imperfetta
Anatomia, patologia, fisiologia ... certamente nessuno si affiderebbe a unmedico che non ha studiato questediscipline.Ma il medico è forse solo un tecnico?Quanti di noi hanno concluso una visita sentendosi i,nsoddisfatti per l'atteggiamento dello specialista o per nonessere riusciti a spiegare le proprieperplessità per una terapia? D'altraparte bisogna ammettere che il medicoha spesso dei compiti ingrati: comedire a una persona che è ammalata aldi là di ogni speranza o a dei genitoriche avranno un figlio handicappato?Come convincere un testimone diGeova a sottoporsi alle trasfusioni dicui ha bisogno per sopravvivere?La formazione scientifica di un medico è importante, ma pari peso ha ilfattore umano. Questo è il grido diallarme di molti accademici francesioperanti nel settore sanitario, ma diestrazione umanistica. Tra di essi è ilsociologo David Le Breton, che illustra il concetto come passaggio dauna medicina del corpo a una medicina dell'uomo capace di valorizzarein uguale misura gli aspetti scientificie relazionali della professione.Sotto accusa è innanzi tutto il sistemaformativo. Nonostante si tratti distudi lunghi e impegnativi, le immatricolazioni a medicina sono incostante aumento (più 25% nell'annoaccademico 1994/95 con lm picco dipiù 33% nella capitale).Forse proprio per la necessità di esaminare un grande numero di studenti le verifiche alla fine del primo annoe dell'internato hanno assunto la
forma di questionari a risposte multiple che, un po' come capita per inostri quiz per la patente, vengonosorteggiati tra tutti quelli depositatipresso una banca dati nazionale.il fiorire di istituti privati che consentono di frequentare revisioni di gruppo e lezioni individuali lascia pensare che non si tratti di quesiti di facilesoluzione. Certo è che questo metododi valutazione favorisce l'apprendimento mnemonico a tutto discapitodel ragionamento, della sensibilità,della reale comprensione della materia trattata.Inoltre nei questionari - e di conseguenza nell'insegnamento e nellostudio - viene fortemente enfatizzatala parte relativa alla diagnostica adetrimento della componente terapeutica.Ora, dicono i critici, saper fare unadiagnosi corretta è fondamentale. Mapoi il paziente va seguito e curato. Senon si vuole eliminare la prova scritta, aggiungono in molti, si sostituiscano almeno i questionari con delledissertazioni che consentano di valutare la preparazione e la maturitàglobale del candidato.
Saper Ilessere" medici
Naturalmente anche in Francia lapreparazione degli studenti di medicina non si svolge soltanto in aula.Tuttavia i trentasei mesi di praticantato in ospedale potrebbero esserepiù incisivi. I medici dei policliniciuniversitari, divisi tra l'attività pro-
48
fessionale, la ricerca e le inevitabilipastoie amministrative, hanno pocotempo da dedicare alla crescita professionale dei loro stagiers.Un'altra tendenza da contrastare èquella dell'eccessiva specializzazionedegli studenti. La Francia ha firmatouna direttiva dell'Unione Europea cheprevede la frequenza di un corso semestrale in medicina generale, eppure, difatto, a questa disciplina vengono frequentemente dedicati corsi della durata media di 30-50 mezze giornate.Pertanto non solo la Francia nonottempera alla direttiva sottoscritta, masembra non tenere neanche in considerazione il fatto che le patologie nonospedaliere che rientrano nella medicina di base rappresentano il 95% deicasi clinici del paese.Alcune facoltà, però, sembrano averpreso coscienza di questa insoddisfacente situazione. Già dal 1981 lescienze umane hanno trovato ampiospazio nei curricula di scienze infermieristiche: studi sociologici e antropologici dimostrano infatti che la sofferenza del malato e la durata dellasua ospedalizzazione sono minori làdove egli è oggetto di cure attente allesue esigenze di essere umano nellasua interezza e non solo di pazientesoggetto al cattivo o mancato funzionamento di un suo organo.Soffia il vento del cambiamento,quindi, ma le resistenze sono ancoramolte. Il saper essere, per i futurimedici di Francia, è ancora subordinato al sapere.
R.e.
EUROPA OGGI
a cura di Carla Salvetti e Massimo Itala
EUROFLASH
Programmaeuro-americano dicooperazioneuniversitaria
Un rivoluzionario salto diqualità nella cooperazioneeuro-americana in campoeducativo è stato siglato con ladecisione del Consiglio UE del22 novembre 1995(pubblicata sulla GazzettaUfficiale delle ComunitàEuropee L. 279, pago I I):l'Unione Europea e gli USAhanno infatti stipulato unaccordo che istituisce unprogramma di cooperazione
.sia nel campodell'insegnamento superiore euniversitario, sia in quello dellaformazione professionale, cherappresenta, di fatto, unembrione di "ERASMUS euroamericano".Tra gli obiettivi del programmavi sono: la promozione dellaconoscenza reciproca tra ipopoli dell'UE e degli USA,compresa una più ampiaconoscenza delle loro lingue,culture e istituzioni; ilmiglioramento della qualità edello sviluppo delle risorseumane; l'incoraggiamento aforme di associazione tra gliorganismi di istruzionesuperiore, le associazioniprofessionali, le autoritàpubbliche, le aziende delle duesponde dell'Atlantico.Dotato, da pafie europea, diuno stanziamento di 6,5milioni di ecu (circa 14 miliardidi lire) per il periodo 19962000, tale programma dovràfomire un "valore aggiunto" enon sostituire le attività di
cooperazione bilaterale già inatto.Fulcro del programma sarà lacostituzione di consorzi traistituzioni educative delle duesponde (ma vi potrannopartecipare anche altri soggettiquali ONG, camere dicommercio, editori, etc.), le cuiattività potranno spaziare dagliscambi di studenti, docenti eaddetti del settore sino alriconoscimento di titoliaccademici.Nel corso del 1996 sarannolanciati i primi IO consorzipilota (il relativo bando di garaè stato pubblicato sullaGazzetta Ufficiale C 289, pago23), che dovranno esserecomposti da almeno trepartner europei e treamencanI.Oltre alla creazione diconsorzi, il programmaprevede lo scambio diinformazioni, di matel-ialedidattico e di competenze traUSA e UE, la concessione diborse di studio Fulbright perricerche su tematiche europeeo euro-americane e misure disostegno tecnico.Il programma è gestito dallaDirezione Generale XXIIIstruzione, Formazione,Gioventù della CommissioneEuropea (fax n. 32-22955719) e dal FIPsE (Fund forthe Improvement ofPostsecondary Education).
Consiglio dei ministridell'Istruzione
Oltre all'adozione delprogramma di cooperazione
con gli USA, il Consiglio deiministri dell'Istruzione, riunitosiil 23 ottobre a Lussemburgo,ha affrontato numerosequestioni.Il 1996, anno europeo dellaformazione, è statoufficialmente varato e ilcommissario Edith Cresson hariferito al Consiglio lo stato diavanzamento dei lavori. Lostesso commissario ha poitracciato un bilancio della TaskForce "Programmi educativimultimediali", la cuiimportanza è stata sottolineatada numerosi ministri, ed hainoltre preannunciato i temitrattati dal Libro Bianco"Istruzione e formazione inEuropa", in via direalizzazione.Il Consiglio ha poi affrontato lequestioni relative ai rapporticon i paesi del Meditenaneo econ quelli dell'Europa dell'est:nei confronti dei primi, è statoricordato l'aspetto "risorseumane" della Conferenza diBarcellona proponendo diinstaurare con questi paesi undialogo regolare, inizialmentelimitato alla formazioneprofessionale, all'insegnamentosuperiore e alla ricerca(rientrano in questa stratègia ilpotenziamento di MEDCAMPUS, prorogato sino al1999, e l'apertura della scuolaeuro-araba di amministrazioned'impresa a Grenada).Per quanto riguarda i paesidell'Europa centro-orientale equelli baltici (i cui ministridell'istruzione hannopartecipato a una sessionecongiunta con quelli deIl'UE), èstata preannunciatal'estensione a questi paesi, sindal 1996, di alcune parti deiprogrammi Socrates,Leonardo e Gioventù perl'Europa: in particolare i Pecospotranno essere associati allarete Eurydice (diffusione delleinformazioni), all'azione Arion
49
(visite di studio per iresponsabili dei sistemieducativi), al programmaComenius (partenariato traistituti scolastici) e ad alcunisettori di Erasmus.I ministri dell'istruzione deiQuindici hanno poi adottatouna risoluzione sul ruolo deisistemi educativi nella lotta alrazzismo e alla xenofobia, e leconclusioni di un documento,preparato dalla presidenzaspagnola, riguardante lapartecipazione sociale (deglistudenti, dei docenti e deigenitori) come fattore diqualità nell'insegnamento preuniversitario.AI Consiglio, presieduto dalministro spagnolo SaavedraAcevedo, hanno partecipatoGiancarlo Lombardi, inrappresentanza dell'Italia, eEdith Cresson per laCommissione.
Verso il "mediatoreuniversitarioeuropeo"
Mobilità degli studenti,reciproco riconoscimento deititoli accademici e dimensioneeuropea degli studirappresentano alcuni deglislogan più ripetuti in materia dipolitiche educative dell'UE.Tuttavia, gli ostacoli tecnici,burocratici o giuridici che alivello nazionale impedisconola piena realizzazione di questiobiettivi, sono ancoranumerosi. Per combatterequeste disfunzioni, esoprattutto per aiutare glistudenti europei a superare ledivergenze giuridiche tranorme comunitarie e normedi diritto intemol'eurodeputato spagnoloGerardo Femandez-Albor(gruppo dei Popolari Europei)ha rivolto alla Commissioneun'interTogazione
UNIVERSITAS 58
parlamentare, nella qualerichiede l'opinione dellaCommissione sulla possibileistituzione di un "mediatoreuniversitario europeo". Talefigura, richiesta anche dairappresentanti dei movimentistudenteschi e da altri soggetti(in Italia l'istituzione di unmediatore degli studenti erastata proposta nel 1994 daSabino Cassese nella sua"Carta dei servizi pubblici",vedi UNIVERSITAS n. 52, pp. 2729) dovrebbe, nelle intenzionidel parlamentare europeo,canalizzare petizioni, lamentelee proposte riguardanti gliostacoli all'equivalenza deidiplomi.La risposta di Edith Cresson,commissario europeoall'Istruzione 8' Formazione, èpossibilista: "Occorre metterefine a una situazione assurda:in Europa il riconoscimentodei diplomi necessariall'esercizio di una professioneè ormai acquisito; quello deglielementi che compongonoquesti stessi diplomi (cioèalcuni periodi di studio) nonlo è. La soluzione di questiproblemi - sostiene M.meCresson - è competenzadegli Stati, ma l'idea di un"mediatore" o di un gruppodi contatto incaricato dianalizzare il problema meritadi essere studiata". Nella suarisposta, il commissarioeuropeo precisa che taliproblemi sorgonoesclusivamente al di fuoridelle azioni Erasmus e Lingua(ora integrati in Socrates),poiché all'interno di taliprogrammi il riconoscimentodei periodi di studio è sempregarantito.Il testo integraledell'interrogazione diFernandez-Albor e dellarisposta di Edith Cresson sonostati pubblicati sulla GazzettaUfficiale C 273, p. 24.
CooperazioneuniversitariaUE-Cina
La formazione e la ricercadovranno costituire dueelementi centrali della nuovapolitica dell'UE verso la Cina. Èquanto si evince dallaComunicazione dellaCommissione "Una politica alungo termine delle relazionitra la Cina e l'Europa",favorevolmente accolta sia dalConsiglio dell'UE (nellasessione "Affari Generali" diottobre), sia dalle autoritàcinesi.Nel capitolo "Cooperazione:le nuove priorità" (che seguequelli dedicati alle relazionipolitiche e a quellecommerciali), la Commissionesottolinea la carenza dimanodopera cinese qualificatain svariati settori, e ribadiscel'urgenza di interventi asostegno dell'istruzione e dellaformazione professionale euniversitaria.Tra le proposte per l'awenire:l'individuazione di partner e lacreazione di centrid'eccellenza in settori chespaziano dall'ingegneria allacontabilità, sulla falsariga delCEIBS (Scuola di AffariInternazionali sino-europea) diShangai (vedi Eurofiash inUNIVERSITAS n. 56); ilrafforzamento dei legami e lacostituzione di una rete traistituti d'istruzione superiorecinesi ed europei, in modo dapermettere la mobilità deglistudenti cinesi verso l'Europa(attualmente gli studenti cinesiche studiano negli USA sonosessantamila, mentre in Europasono soltanto seimila); infineun nuovo programma diformazione professionale etecnica, basato sui bisognispecifici individuati daglioperatori economici cinesi.Parallelamente, la
Commissione riconosce ilruolo centrale della ricerca edella cooperazione scientificae tecnologica ai fini dellacrescita di entrambe le parti:tale forma di cooperazinedovrà essere rafforzatanell'ambito del quartoprogramma quadro dell'UE edovrà privilegiare la ricerca dialta qualità nei settori chiavedella cooperazione. A tal finesi dovranno incentivare imigliori scienziati europei ecinesi, sostenere la ricercainnovativa e promuovere losviluppo del capitale umano eistituzionale, con un accentoparticolare sulla formazione ela mobilità dei giovaniricercatori.
Consiglio dei ministridella Ricerca
La riserva finanziaria delquarto Programma quadl-o, ildestino dell'associazione pergli scienziati russi lntas e lacooperazione scientificainternazionale sono state alcentro del Consiglio deiministri della Ricerca delI'UE,riunitisi sotto la presidenzaspagnola il 30 ottobre aLussemburgo. Erano presentiper l'Italia Giorgio Salvini,ministro dell'Università e dellaRicerca, e per la CommissioneEdith Cresson e MartinBangemann.Lo stanziamento del quartoProgramma quadro, chefinanzia l'insieme delle azioni diricerca e sviluppo tecnologicodell'Unione Europea per ilperiodo 1994-1998, passeràdagli attuali 12,34 a I 3,8miliardi di ecu: un primoaumento (800 milioni di ecu)sarà destinato ai tre nuovipaesi membri (Austria,Finlandia e Svezia), mentreun'ulteriore riserva (circa 700milioni di ecu), sarà nel 1996
50
attribuita a finalità ancora dastabilire. La CommissionevorTebbe destinarla alrafforzamento delle TaskForce Industria/Ricerca, createnel 1995 su alcuni temiconsiderati prioritari (auto.aereo e trasporti del futuro,programmi educativimultimediali. tecnologiedell'ambiente), mentre alcunipaesi. che si oppongono alprincipio del sostegnopubblico a progetti di ricercaindustriali, preferirebberomantenere la riserva adisposizione di eventualinuove necessità.Per quanto riguardal'associazione lntas, creata nel1993 per evitare la "fuga deicervelli" russi e delle altrerepubbliche della CSI, i ministridei Quindici su proposta dellaCommissione, hanno deciso ilproseguimento dell'azione sinoal 1998. Bersagliata danumerose critiche a causa disprechi e di scarsa trasparenza(la stessa G:ommissione neaveva proposto lasospensione, vedi Eurofiash diUNIVERSITAS n. 57), lntas è statagestita negli ultimi mesi conmaggiore rigore ed efficacia,riacquistando così la fiduciadelle istituzioni di Bruxelles.In tema di cooperazionescientifica internazionale ilConsiglio ha discusso unacomunicazione dellaCommissione nella quale sipropongono otto priorità perle azioni future: fra queste, ilrafforzamento dellacooperazione con i paesi delMediterraneo e dell'Europacentro-orientale, il sostegnoalla ricerca, in particolare diquella agronomica, nei Pvs, lapariecipazione dell'industriaalle azioni di cooperazionescientifica internazionale e unamigliore divulgazione deirisultati della ricerca nei PaesiTerzi.
Nuovo contratto-tipoper i ricercatorieuropei
Su proposta di Edith Cressone di Martin Bangemann, laCommissione Europea haadottato un nuovo contrattotipo per i progetti finanziatinell'ambito del quartoprogramma quadro di ricercae di sviluppo tecnologico.Questo nuovo contratto è piùsemplice e notevolmente piùbreve e offre una miglioreprotezione della proprietàintellettuale.Il contratto-tipo ancora invigore, che risale al 1988,aveva suscitato critichesempre più aspre fra glioperatori. Il nuovo modelloche verrà adottato è il fruttodi un'ampia concertazione frale organizzazionirappresentanti l'industria, leuniversità e i centri di ricercaeuropei. Tale contrattogarantisce ai partecipanti undiritto di proprietà intellettualesui progetti, rafforza gliobblighi di confidenzialità per irisultati scientifici non protettie non diffusi e precisa obblighie restrizioni in materia ditrasferimento di tecnologia.Esso potrà essere utilizzatoper la prima volta anche dairicercatori dei Paesi Terziassociati all'UE. Un programmadi "messa in operatecnologica" e la pubblicazionedei risultati costituiscono altrielementi obbligatori delcontratto. La DirezioneGenerale della Ricerca (DGXII) della CommissioneEuropea pubblicheràprossimamente dei manualiper gli utilizzatori destinati inparticolare ai nuovipartecipanti del quartoProgramma quadro.
EUROPA OGGI
PER UN'EUROPA DI TUTTI
Dal 29 al 31 ottobre 1995 si è svolta a Milano nella sede dell'Università Cattolica del SacroCuore la settima conferenza dell'EAIE (European Association far International Education,un'associazione che comprende quanti lavorano nei diversi settori dell'istruzione superiore)dedicata al tema "Le culture dell'istruzione".La conferenza si è articolata in 90 tra sessioni e workshop dedicati ai temi più diversi, come"Cultura e dimensione europea attraverso programmi di ricerca e istituzioni", "Ex-Jugoslavia:reintegrare le istituzioni di istruzione superiore bosniache e macedoni nelle reti internazionali","II villaggio globale: sogno interculturale o incubo?", "Come il nord può promuovere e contribuire alla cooperazione sud-sud", "Unità e diversità nei sistemi europei di istruzione", "Iniziativeeuropee per l'istruzione e la formazione", senza tralasciare i nuovi programmi europei Socrates,Leonardo e Alfa.Il 28 ottobre, giorno precedente l'inizio della conferenza, è stato dedicato all'istruzione superiore in Italia; i circa duecento partecipanti hanno avuto anche la possibilità di visitare alcune istituzioni locali.
Desideriamo riportare un Veduta aerea del campus della Columbia Universitypiccolo stralcio dell'interventodel prof. Gustavo VillapalosSalas, (purtroppo richiamatourgentemente a Madrid pocoprima dell'inizio della conferenza) che ben riassume lospirito che ha informato questa riunione delI'EAIE: "I sistemi europei di istruzione sonoseparati da ogni sorta di differenze che hanno in fondouna sola spiegazione: sonostati costruiti dandosi le spallegli uni con gli altri. È chiaro,oggi, che la maggior partedegli ostacoli all'unità europea sono di natura educativae culturale. Bisogna fare qualcosa. È ancora impossibilemuoversi liberamente lungo isentieri dell'istruzione.Vogliamo un'Europa con unsistema educativo pluridimensionale, aperto ad una permanente promozione culturale e professionale delle persone di ogni età, origine eopinione".La prossima conferenzadell'EAIE si terrà a Budapestnel dicembre 1996 sul tema"A pari condizioni: nuoviportner nell'educazione internazionale".
I. C.
51
UNIVERSITAS 58
abstractIn this issue the section "Europa oggi" hosts a series ofnrticleson the French academic world as seen from four differentviewpoints. The resulting scene is extremely complex andanimated.The first article deals with the "rentrée", the beginning of thenew academic year marked by the demonstrations taking pIacewithin the overall protest which paralyzed the life of the wholecountrtj. Which aspects ofhigher educntion are criticized by theFrench students? Among them are the overcrowding of theuniversities, the empty promises ofPresident Chirac to allocatehigher subsidies, scholnrships and loans ns well as the difficultrelations between students as well as the difficult relationsbetween students and ncademic staff.The second article focuses on ENA. State and private managersoften attended the same univasity, the École Nationaled'Administration, considered by many as the first step towardpower. The political and decisional influence of the forma ENAstudents is so gr'eat that a new disparaging term has beencreated: enarchy. At ENA students do not simply concentrateon their curricula: here they meet their future allies or enemiesand begin to define alliances or share fierce rivalries.Then we reach the new "Leonardo da Vinci" universityrecently set up near Paris which is also the first privateinstitution in France. Planned when the private economy andthe engineering sector were flourishing, it is based oninnovative and liberaI educational methods as well as on thepartnership with the industriaI concerns of the area. In spite ofthis, only few companies have signed agreements with"Leonardo" and the other institutions do not intend torecognize its diplomas. Two parties divided by a strongopposition are now disputingfor and against "Leonnrdo",although it is easy to see the political nature ofa struggle wherestudents are at stake. However, controversies will surely besettled ifpositive results are obtained.The last article focuses on the faculty ofmedicine. Although thescientific education ofa physician is very important, his humandevelopment also plays a significant role. Among thoseinvolved in the debate is the sociologist David Le Breton wlwexplains how the transition from a medicine of the body to amedicine of the individuaI can benefit the scientific and therelational side of the medicaI profession.
Dnns ce numéro, "Europn oggi" propose une série d'articles quinous emmènent dans le monde universitaire: quntre prises devue différentes qui composent un cndre plut8t mouvementé.Le premia article nous pnrle de In rentrée, c'est-n-dire la reprisede 1'nnnée acndémique, qui n été marquée par les manifestationssurvenues dans le cadre de la protestation générnle qui nparalysée la vie de tout le pays. Quels sont les aspects de1'éducation du deuxième cycle que les jeunes frnnçais jugent lesmoins sntisfaisants? Au premia rang nous trouvons lesurpeuplement des facultés, suivi par la promesse fnite pnrChirac, et qui n'n pns été tenue, de créer un système plusgénérnux d'aides financières, de bourses d'études et de prets enfaveur des étudiants. Les protestntions ont également dénoncéesle mpport difficile entre professeurs et étudiants.Le second article nous emmène ii 1'intérieur de 1'ENA. Lesdirigeants français de hnut niveau ont souvent quelque chose encommun: ils ont fréquenté l'École Nntionale d'Administrntion,considérée camme la véritable antichambre du pouvoir. Le poidspolitique et décisionnel de ceux qui sortent de l'ENA est tel qu'il ameme porté ii la création du terme - péjoratif- de "énarchie". Al'ENA, en effet, l'on fait bien plus qu'étudier: étant donné que lescompagnons de clnsse d'nujourd'hui pourraient etre les alliés oules ennemis de demain, c'est ici que commencent ii s'entremelerles futures alliances ou a se déchnfner de furieuses rivnlités.Le voyage se poursuit jusqu'nu p81e universitaire "Leonard deVinci" qui se tl'OLlVe dans la région parisienne. Il s'agit de lapremière université privée française, créée au moment oÙ1'économie privée et le secteur de 1'ingénierie étaient en pleineexpansion; sa formule se base SUI' des systèmes d'apprentissagetrès libres et innovateurs et SUI' le partenariat avec les entrepriseslocnles. Mais jusqu'ii maintennnt peu d'entreprises ont signé desaccords avec "Léonard", et les mitres facultés ne veulent pasreconnaftre ses dip18mes. Autour de cette institution, deuxfactions fortement opposées entre elles se sont créées, maisl'impression qui en ressort est plut8t celle d'un mntch politiquepanni tant d'autres joué SUI' le dos des étudiants.Il est probable que les résultnts donneront une réponse pluséloquente ii toutes ces polémiques.Le dernier article de la rubrique concerne les médicins. Laformation scientifique d'un médecin est surement important, mnissaformation humaine l'est tout autant. Parmi ceux qui ont lancéce cri d'alarme, il y n le sociologue David Le Breton qui expliquecomment le passage d'une médecine du corps ii une médecine de Inpersonne dans san ensemble peut vnloriser les aspectsscientifiques ainsi que les aspects relationnels de la profession.
~ ~resume52
DIMENSIONE MONDO
PAESIOCSE
PARAMETRIPER UN CONFRONTO
Nel momento di giustificare cambiamenti nei sistemi di insegnamento èfrequente rifarsi alle esperienze straniere. Tuttavia, le differenze tra idistinti sistemi fanno sì che il confronto non sia iinrnediato. Inoltre, inmolti casi la produzione di statisticheconfrontabili è un vero rompicapo.Da ciò, l'interesse di questa relazionedell'OcsE, che, nella terza edizione,include statistiche assai più preciseche nelle precedenti!.
Un settore in crescita
In questa edizione, la relazione presenta 49 indicatori, illustrati contabelle e grafici, che permettono diconfrontare i sistemi di insegnamento sotto vari aspetti: il contesto economico e sociale, i tassi di scolarizzazione nei distinti livelli, le spese e ifinanziamenti, la situazione dellaclasse docente, i risultati dell'insegnamento. I dati corrispondono alcorso scolastico 1991/92.Le cifre confermano l'importanza e ilpeso crescente del settore educativoanche dal punto di vista economico.Nella maggior parte dei paesi, gliimpiegati nel settore dell'insegnamento (personale docente e nondocente) varia dal 3 a 6% della popo-
l Regards SlIr l'édllcntioll: /es illdicatelll's de l'Ocde,Ed. OCDE, Paris 1995, 373 pags, 220 FF.Versione inglese: Edllcation at a C/allce.
Uno studio pubblicatodall'DeSE presenta un'ampia
serie di confronti statisticisui sistemi di insegnamento
dei paesi membrideIl 'Organizzazione basatasu una serie di indicatori
diversi
lazione attiva, ovvero quanto e inalcuni casi più degli impiegati nelsettore agricolo.L'educazione assorbe un volumeimportante di risorse: in media, circail 61,% del piI dei paesi dell'OcsE.All'interno della spesa pubblica, laparte dedicata all'educazione corrisponde a un 12% del totale, che sidivide in un 11% dedicato all'insegnamento pubblico e 1% a sovvenzioni all'insegnamento privato.Il quadro del settore educativo èancor più chiaro se si consideral'effettiva scolarizzazione. In media,poco più della metà della popolazione dai 5 ai 29 anni è inserita nel sistema scolastico a tempo pieno.La scolarizzazione nell'insegnamentoprimario e nel primo ciclo del secondario è praticamente completa. Ledifferenze tra paesi si spieganosoprattutto per il diseguale sviluppodella scuola superiore.La grande maggioranza degli alunni
53
frequentano i centri pubblici, eccettoin Belgio e Olanda, dove sono di piùgli alunni dei centri privati finanziaticon fondi pubblici.Importante è anche la presenza inSpagna della scuola privata sovvenzionata, mentre quella non sovvenzionata è particolarmente sviluppatain Giappone e negli Stati Uniti.
Quindici anni nelle aule
L'importanza dell'insegnamentocome fenomeno di massa può osservarsi più chiaramente se si considerala durata ipotetica della scolarizzazione di un bambino di 5 anni. Nellamaggior parte dei paesi, le giovanigenerazioni passeranno dai 14 ai 15anni nelle aule, a tempo pieno. Gliestremi li riscontriamo: in Turchia,con una speranza di scolarizzazioneancora inferiore ai lO anni; e inGermania, Francia e Olanda conquasi 16 anni.Uno degli indici più significativi è laproporzione di alunni che terminanocon successo il secondo ciclo di insegnamento secondario, rispetto allapopolazione di età corrispondente(vedi tabella 1).Questo tasso di successo raggiunge1'80% in tredici dei venti paesi OCSEche hanno rilasciato dati. Tra quelliche hanno un tasso di successo superiore al 90%, alcuni - come Germania,Finlandia e Norvegia - lo hanno con-
UNIVERSITAS 58
Tabella I - Tasso di promozione alla fine del secondo ciclo di scuola superiore (in %rispetto alla popolazione di età corrispondente)
2° ciclo generale professionale
America del NordCanada 68,4 - -
Stati Uniti 75,5 - -
Area del PacificoAustralia 87,8 - -
Giappone 92,2 67,4 24,8Nuova Zelanda - - 27,6
Unione EuropeaGermania (Occidentale) 109,6 24,3 85,5Germania - - -
Belgio 76,1 34,9 41,2Danimarca 99,1 48,7 50,4Spagna 74,8 43,6 31,2Francia 78,2 32,3 45,9Grecia 84,3 60,1 24,2Olanda 95,6 35,3 60,2Irlanda 103,7 76,5 27,1Italia 58,9 21,8 37,1Lussemburgo - - -
Portogallo - - -
Regno Unito 80,1 63,6 16,6
Resto Europa-OcsEAustria 91,6 15,0 76,6Finlandia /29,5 45,4 84,1Islanda - - -
Norvegia 95,6 40,3 55,4Svezia 83,0 21,8 61,1Svizzera 82,6 16,1 66,6Turchia 29,2 16,8 12,5
Centro ed Est EuropaUngheria 77,9 17,4 60,6Polonia 81,2 17,6 63,6Repubbica Ceca 97,1 37, I 60,0Russia 109,2 53, I 56,1
seguito grazie a un'alta partecipazione nella formazione professionale.Invece, il Giappone lo raggiungemantenendo la maggior parte deisuoi alunni nella scuola secondariaclassica. Da questo punto di vista, isistemi educativi meno efficaci sonoquelli della Turchia (con un tasso disuccesso del 29%) e dell'Italia (59%).
L'accesso alla scuolasuperiore
Quanti di questi giovani vannoall'università?La relazione calcola il tasso di coloroche si iscrivono per la prima voltaall'università in proporzione alnumero di persone con età teoricaper iniziare gli studi (vedi tabella 2).La media nei paesi OCSE è situataintorno al 28°,(0 ed è particolarmentealta in Spagna (43%) e in Danimarca(41,5%). Non sono disponibili i datirelativi agli Stati Uniti e al Canada.Le differenze dipendono anche dalfatto che esista o meno un settoreimportante di insegnamento superiore non universitario. In alcuni paesi(Olanda, Spagna, Italia) esiste appena.Invece, in Giappone, Svezia o Belgio,più della quarta parte dei giovaniseguono a tempo pieno una scuola·superiore al di fuori dell'università.Però una cosa è iniziare l'università,un'altra è uscime con un titolo. I datidisponibili non permettono di confrontare il tasso di "sopravvivenza"degli studenti nei diversi paesi. Però sipuò ottenere una media approssimativa della proporzione di giovani cheottengono un titolo (di primo o secondo ciclo) rispetto alla popolazione inetà corrispondente. Il tasso di ottenimento del titolo di primo ciclo (diplomato/licenza/baccellierato) supera il25% in Australia, Canada e Stati Uniti;invece, se si tratta di un titolo di secondo ciclo (laurea / master / maitrise) ivalori più alti sono quelli di Francia,Belgio e Germania, con un tasso superiore al 13% (vedi tabella 3).È ben vero che alcuni non hanno nessuna fretta di lasciare l'università. Ilrecord di studenti "vecchi" lo detiene
la Germania, dove il 9% del gruppodi età tra i 26-29 anni frequenta ancora l'università.
Titolo e lavoro
Un titolo di scuola superiore non è diper sé un passaporto per il successo,però rappresenta un investimentoredditizio. In primo luogo, è un'armacontro la disoccupazione: i tassi didisoccupazione sono in generale
54
molto più bassi per coloro che hannofatto studi superiori, universitari onon universitari.Inoltre, offre un vantaggio salarialenon indifferente. In tutti i paesi, ilsalario medio di coloro che hanno untitolo universitario è da un 45% a un75% superiore a quello di coloro chehanno completato solo il secondociclo di istruzione secondaria.L'insegnamento superiore non universitario dà luogo a vantaggi salariali più ridotti.
DIMENSIONE MONDO
IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA
A volte proprio i dati buoni celano cattive notizie:
Gareth Williams1 interpreta così le più recenti statistiche dell'DesE che fanno presagire
tagli all'istruzione superiore in Gran Bretagna.
Una lettura anticonformista di un rapporto "ineccepibile"
55
Secondo un commento di David Blunkett l'ultimo volume distatistiche sull'istruzione edito dall'Organizzazione per laCooperazione e lo Sviluppo Economico mostra che "in materia di istruzione l'Inghilterra è l'ultima della classe", mentre uncomunicato stampa sullo stesso documento emesso dalMinistero della Pubblica Istruzione dichiara che "il Regno Unitosupera Germania e Giappone negli investimenti a favoredell'istruzione". Ed entrambi hanno ragione: ma bisogna capireche mentre Blunkett parla di istruzione prescolare, il Ministerosi riferisce alla (bassa) spesa pubblica a favore dell'istruzione.Sono due i fattori da tener presenti quando si esaminano leinformazioni provenienti dagli organismi internazionali: innanzitutto che, inevitabilmente, esse non sono aggiornate e insecondo luogo 'che, per quanto possano essere tecnicamentecompetenti e imparziali gli statistici che le elaborano (e l'OcsEda questo punto di vista si pone decisamente al di sopra dellamedia), esse dipendono dai dati fomiti dalle autorità nazionali.Le statistiche OCSE mostrano ciò che i governi dei singoli Stativogliono mostrare. Se la Gran Bretagna appare deficitaria in uncerto campo, come nel caso dell'istruzione prescolare, possiamo supporre che si stia preparando il terreno per conferire aquesto settore un maggior peso politico. Se invece sembra chele cose vadano bene, come si può desumere da alcuni indicatori relativi all'istruzione superiore e in particolare alla spesaper studente universitario che è la più alta d'Europa, possiamoprevedere che i ministri del Tesoro prenderanno tali dati apretesto per effettuare dei tagli.Prescindendo da queste riserve bisogna congraturlarsi conl'OCSE per il terzo volume di statistiche internazionali comparate in materia di istruzione. Tra tutti gli studi sugli indicatori internazionali attualmente disponibili esso è infatti il più esteso e ilpiù accurato, il più esauriente e, qualitativamente, il più valido.Quest'anno una nuova tabella mostra la collocazione didatticadei giovani tra i 17 e i 24 anni. In tal senso la situazione dellaGran Bretagna è pessima: la percentuale degli studenti atempo pieno nelle fasce di età relative a 17, 18, 19, 20, 21 e22 anni è la più bassa dell'OcsE, eccezion fatta per la Turchia:solo la Svizzera e la Nuova Zelanda presentano cifre inferiori almomento dell'immatricolazione, sebbene la percentuale del36% indichi un distacco più ridotto che in passato. Nella maggior parte dei paesi OCSE si ha un'istruzione superiore dimassa, sebbene le statistiche non rivelino se l'università abbiaqualche altra funzione oltre a servire da parcheggio a dei giovani che altrimenti sarebbero disoccupati.
La questione politica che si pone in buona parte dell'area OCSEriguarda ciò che ci sarà dietro l'angolo. Il dato positivo per laGran Bretagna, è che, per i diplomi di primo ciclo, essa rimane aiprimi posti in Europa, superata solo da Norvegia e Danimarca.Un segnale più allarmante per il futuro è il fatto che il numero digiovani inglesi che ottengono un titolo di moster è di molto inferiore a quello degli altri principali concorrenti in Europa.Il quadro è complicato dalla questione che in molti paesi ilmoster è un diploma universitario di primo ciclo. I nodi verranno al pettine se in Europa i datori di lavoro inizieranno a chiedersi se tutta questa massa di titoli di boche/or sia realmenteequivalente ai diplomi di primo ciclo a livello di moster e oltrerilasciati dalle università di Francia, Germania, Paesi Bassi,Belgio, Italia e Spagna. Ed è un peccato che non sia stato ancora possibile redigere una tabella sui titoli a livello di dottorato.Un'altra utile innovazione riguarda il raffronto dei dati relativiall'educazione e alla formazione continua degli adulti. In moltipaesi per cui sono disponibili questi dati, all'inizio degli AnniNovanta, in un arco di dodici mesi la percentuale dei lavoratoriadulti coinvolti in azioni formative oscillava tra un terzo e lametà della forza lavoro.Purtroppo il Regno Unito ha raccolto i propri dati su basi diverse da gran parte degli altri paesi, così, oltre a dire che ha fattomeglio di Spagna e Irlanda ma peggio della Danimarca, è impossibile tracciare un confronto tra la Gran Bretagna e i portnerOCSE riguardo a questo indicatore sempre più importante. InInghilterra i laureati di sesso maschile guadagnano il 70% più deidiplomati: in altri Stati tale differenza oscilla tra il 18 e 1'80%.Anche se vi sono alcune importanti eccezioni, quali la Francia ele nazioni scandinave, i vantaggi relativi dell'istruzione superioresono ancora maggiori per le donne. In Inghilterra nel 1992 lostipendio medio delle laureate era oltre il doppio di quellodelle diplomate. Questo può farci comprendere meglio la rapida espansione delle immatricolazioni femminili. Inoltre le laureate hanno minori possibilità di restare disoccupate: nel 1992lo era meno del 6% a fronte del 14% di coloro che hannointerrotto gli studi.Questa tendenza si riscontra in quasi tutti i paesi, ma il differenziale maggiore si è avuto in Inghilterra dove meno del 4%dei laureati era disoccupato contro il 21 % di possessori di untitolo di studio inferiore.
I Gareth Williams è il Direttore del Centro di Studi Superiori dell'lnstitute ofEducation di Londra. Il testo è comparso su The Times Higher del 21 aprile 1995.
r,
UNIVERSITAS 58
Verso i "buoni" per l'istruzione?
I. C.
delle persone annaspi in un mondo senza punti di riferimentosicuri e ponendo un limite forzato all'evoluzione delle carriere;tuttavia non bisognerebbe mai dimenticare che lo scopodell'educazione è offrire a tutti un'occasione.Delors è convinto che questo sistema abbia tre vantaggi: permetterebbe un finanziamento razionale dell'istruzione; promuoverebbe l'uguaglianza delle opportunità educative; darebbeimpulso alla formazione permanente.
L'idea si rifà ad un rapporto UNESCOdegli Anni Settanta dal titoloLeoming to be: stilato in risposta allerivolte studentesche del 1968,avanzò l'idea della formazione permanente senza però chiarirne i termini. Il rapporto, tuttavia, influenzòprofondamente molte università tradizionali che aprirono i propri corsiagli studenti adulti, e incoraggiòl'apertura di molte "open universities"dedicate esclusivamente a questotipo di studenti.Anche il rapporto di Delors (che saràultimato nel marzo p.v.) non mancherà di richiamare l'attenzione. Sidistacca dall'idea di istruzione come èstata intesa fino ad oggi, e i buoni perl'istruzione sicuramente scioccheranno i più tradizionalisti. Ma è propriola costituzione di questo "patrimoniodi educazione" per la vita che puòcontribuire ad eliminare le barriereesistenti tra scuola e società; inoltre,si introdurrebbe in alcuni paesi il concetto che lo scopo dell'istruzione èformare le persone al lavoro.
"II nostro rapporto è un awertimento" ha affermato Delors."Se si vuole legare l'istruzione soltanto al lavoro, inevitabilmente si perde molto di quello che l'educazione può dare allasocietà. Inoltre, non ci si guadagna molto, pelThé in un'epocadi cambiamenti rapidi si sarebbe costretti a ricominciare sempre da capo. lo penso piuttosto che sia necessario educareglobalmente le persone, in modo che possano capire se stessee gli altri. C'è bisogno di flessibilità".
Quando nel gennaio 1995 Jacques Delors lasciò la presidenzadella Commissione Europea, molti credettero di vedere in lui ilprobabile nuovo presidente della repubblica francese. Delors,invece, preferì restare nel campo che più lo interessa: quellodell'educazione. Presiede infatti una commissione internazionale sull'istruzione per il XXI secolo dell'UNEsco (United NationsEducational, Scientific and Cultural Organization). Già nel 1971,Delors - convinto che l'istruzione "allarghi i confini della vita" introdusse in Francia una leggesecondo la quale i lavoratori possono accedere alla formazione professionale continua.Oggi gli educatori devono fare iconti con il fatto che molti giovani,specie nei paesi industrializzati, traggono la maggior parte delle loroinformazioni dalla televisione, dallaradio o dai computer. si impone pertanto un modello di istruzione diverso rispetto al; passato e, quel che piùconta, in continua evoluzione. Delresto è abbastanza superato il concetto che la scuola sia l'unica fonte el'unica depositaria del sapere.Seguendo questa idea, JacquesDelors ha proposto di dare a tutti igiovani la possibilità di fruire dell'educazione permanente. L'obiettivo èpermettere alle generazioni future diadattarsi ai rapidi cambiamenti dellasocietà e del mercato del lavororichiedendo l'educazione come equando se ne ha bisogno, piuttosto Studenti della Columbia Universityche all'inizio della carriera. Per realiz-zare questo programma, Delors sug-gerisce che, dopo l'istruzione fondamentale, i giovani ricevanoun buono per un certo numero di anni di istruzione. Questo"sarebbe accreditato su un conto in una banca che gestirebbeun capitale di tempo disponibile per ogni individuo, insieme afondi adeguati. Una parte del capitale potrebbe essere messoda parte per la formazione continua nell'età adulta. Ognunopotrebbe aumentare il suo capitale nella banca grazie a unasorta di 'libretto di risparmio' per l'istruzione".I sistemi educativi odierni tendono a selezionare i successi o gliinsuccessi della vita in gioventù, lasciando che la maggior parte
Spese nell'educazione
I paesi OCsE dedicano in media il 6,1%del proprio pil all'insegnamento. I cen-
tri pubblici fanno la parte del leone, conil 5,1%. Finlandia, Canada, Ungheria,Stati Uniti, Svezia e Danimarca sono ipaesi che dedicano all'educazione una
parte assai importante della ricchezzanazionale (più del 6,5% del pil ).Sono ancora più significative le speseper alunno in ogni livello di insegna-
56
DIMENSIONE MONDO
rabella 2 - Tasso di accesso alla scuola superiore (nuove iscrizioni in % rispetto al/a popolazione in età di inizio)
non universitaria universitaria totale
America del NordCanada - - -
Stati Uniti - - -
Area del PacificoAustralia - 38,3 -
Giappone 29,7 25,2 55,0Nuova Zelanda Il ,8 24,9 36,7
Unione EuropeaGermania (Occidentale) 12,5 35,3 47,8Germania 16,0 33,0 49,0Belgio 25,3 27,3 52,6Danimarca Il ,2 41,5 52,8Spagna - 43,3 43,3Francia 17,3 30,6 48,0Grecia 13,4 15,9 29,3Olanda - 40,1 40,1Irlanda 17,8 22,1 39,9Italia 0,4 41,3 41,7Lussemburgo ;
- - -
Portogallo - - -
Regno Unito 10,3 26,6 36,9
Resto Europa-OcsEAustria 6,2 27,9 34, IFinlandia - - -
Islanda - - -
Norvegia 18,2 19,8 38,0Svezia 37,3 14,7 52,0Svizzera 13,0 15,2 28,2Turchia 2,3 12,0 14,3
Centro ed Est EuropaUngheria 6,3 8,7 15,0Polonia 9,2 19,7 28,0Repubblica Ceca 4,0 i 3,9 17,9Russia - - -
Tabella 3 - Tasso di conseguimento di un titolo universitario(in % rispetto al/a popolazione di età corrispondente)
primo ciclo secondo ciclo
America del NordCanada 32,2 4,8Stati Uniti 27,4 9,1
Area del PacificoAustralia 26,3 -
Giappone 23,4 1,6Nuova Zelanda 18,0 7,3
Unione EuropeaGermania (Occidentale) - 13,0Germania - -
Belgio - 13,6Danimarca 22,1 7,9Spagna 8,0 12,1Francia - 14,5Grecia Il,8 0,1Olanda 17,8 8,6Irlanda 17,4 3,5Italia 0,7 9,8Lussemburgo - -
Portogallo - -
Regno Unito 20,4 7,2
Resto Europa-OcsEAustria - 7,9Finlandia 6,5 Il,8Islanda - -
Norvegia 19,4 6,4Svezia 11,4 -
Svizzera - 8,0Turchia 6,0 0,4
Centro ed Est EuropaUngheria 2,6 6,2Polonia - -
Repubblica Ceca - 13,4Russia - 21,1
mento. I dati utilizzati nella relazioneper calcolare questo importo comprendono solo le spese dei centri scolastici e non includono le sovvenzioni pubbliche per il mantenimentodegli studenti.Sotto questo aspetto ci sono grandidifferenze a seconda dei paesi. Traquelli che spendono di più (Sta tiUniti, Austria, Norvegia, e Svezia) equelli che spendono di meno (NuovaZelanda, Irlanda, Spagna), la differenza varia dai 5.600 dollari a circa
2.000 per la scuola primaria, e dai6.500 ai 2.600 per quella secondaria.Per quanto riguarda la scuola superiore, le differenze nella spesa per studente spiegano la qualità dell'insegnamento che ogni paese si può permettere. Il paese "tipo" dell'OcsE spende7.940 dollari per alunno. Tuttavia, cinque paesi (Canada, Stati Uniti,Giappone, Regno Unito, e Svizzera)spendono più di 10.000 dollari (neicentri privati degli Stati Uniti la cifra èsuperiore a 20.000 dollari per alunno).
57
Dodici paesi registrano spese cheoscillano tra i 6.000 e i 10.000 dollariper alunno. Sotto questo livello si trovano quattro paesi (Austria, Spagna,Italia e Repubblica Ceca).il caso della Spagna mostra chiaramentecome un grande aumento degli alunninella scuola superiore non è statoaccompagnato da un aumento parallelodei finanziamenti, di modo che la spesaper alunno (377 dollari) è la più bassa ditutte (Grecia, Portogallo e Turchia nonhanno rilasciato questo dato).
UNIVERSITAS 58
abstractIn a period lOhen alI those concemed are tnJing to combine higheducational standards with the effective use of limited resourcesthe comparison betlOeen the different education systemsbecomes more and more important in order to find their prosand cons and to provide a sound foundation to a soundeducation policy. With this aim the OECO has published a paper(Education at a Glance) offering a lOide range ofcomparedstatistics on the education systems of its Member States basedon a lOide range of indicators.The experiences made by other countries are often relied upon10hen changes in the education systems must be adopted orjustified. Ho1Oever the different features of the various systemsoften hamper their comparison so that, in many cases, it isalmost impossible to find equivalent data. The OECO paper, herehosted in the section "Dimensione mondo" and nolO arrived toits third edition, is particularly stimulating as its statistics aremuch more reliable than in the pastoThe 1995 reportj based on data referring to the academic year1991/92, includes 49 indicators such as economic and socialcontext, schooling at the different educationallevels, fundingand expenditures, academic staffas 10ell as performances andsuccess rates.Besides generaI information on the OECO report the sectionincludes its interpretation by Gareth Williams 1Oho foreseescuts to the British education. In Great Britain the reportfostered a lively debate. David Blunkett said that "as far aseducation is concerned, Great Britain arrives agood last" 10hilea press release of the MinistnJ of Education stresses that"allocations are higher in Great Britain than in Germany orJapan ". And they are both right since Blunkett speaks of preschool education while the MinistnJ of Education refers to theoverall public expenditure for education.Two things should be bome in mind when examining the datacoming from international institutions: firstly that these dataare not updated and, secondly, that in spite of the technical skilland impartiality of the statisticians, they rely on the dataprovided by national authorities. That is to say that statisticssholO what the govermnents want them to sholO. Nonetheless,this is the most accurate, the most exhaustive and, in onelOorld, the best study on the international indicators so faravailable.
A une époque oÙ l'on se préoccupe de faire coincider la q.ua!i~é
de l'enseignement et l'utilisation efficace de ressources 11l1utees,il est plus que jamais nécessaire de pouvoir comparer lesdifférentes systèmes d'éducation; ceci permet d'identifier leurspoints forts et leurs points faibles, en foumissant des donnéesindispensables pour la politique de l'éducation. Avec cetobjectif, l'OCOE a publié une étude (Regards sur l'éducation)qui présente une vaste série de comparaisons statistiques entreles systèmes d'enseignement des pays membres del'Organisation, basées SUl' une série d'indicateurs diversoQuand il est nécessaire de justifier des changements dans lessystèmes d'éducation, il est fréquent de reprendre lesexpériences présentes à l'étranger. Toutefois, les différencesentre les divers systèmes font que la comparaison n'est pasimmédiate. En outre, dans de nombreux cas, la production destatistiques qui peuvent se comparer est un vrai casse-tete. Delà l'intéret de cette relation de l'OCOE - que nous présentonsdans la rubrique "Dimensione mondo" - qui en est à satroisième éditiOn, et dans laquelle sont incluses des statistiquesbien plus précises que dans les précédentes éditions.La relation 1995 (qui porte SUl' les données relatives à l'année1991/92) présente 49 indicateurs qui permettent de comparer lessystèmes d'enseignement sous différents aspects: le contexteéconomique et social, les taux de scolarisation dans les différentsniveaux, les dépenses et les financements, la situation de la classeenseignante, les résultats de l'enseignement.A cote de la présentation de ce rapport, la rubrique propose uneinterprétation personnelle de Gareth Williams, selon lequellesstatistiques font prévoir des coupures dans le budget del'éducation en Grande Bretagne. Dans ce pays, il y a eu des avistotalement opposés SUl' les contenus de la recherche OCOE:David Blunkett a dit que "enmatière d'éducationla GrandeBretagne est la demière de la classe", alors qu'un communiquéde presse SUI' le meme document publié par le Ministère del'Education déclare que "le Royaume Uni dépasse l'Allemagneet le Japon dans les investissements faits en faveur del'éducation". Ils ont tous les deux raison, car le premier seréJère à l'éducation préscolaire, alors que le second parle desdépenses publiques en faveur de l'éducation. .Il Y a deux facteurs dont il faut tenir compte quand on exammeles informations provenant des organismes internationaux: toutd'abord le fait que les informations inévitablement ne sont pasmises à jour et que, pour autant que ceux qui les élaborentsoient techniquement compétents et impartiaux, elles dépendentdes faits fournis par les autorités nationales. Autrement dit, lesstatistiques montrent ce que les gouvernements de chaque paysveulent montrer. Malgré ces réserves, il faut dire que parmitoutes les études faites SUl' les indicateurs intemationauxactuellement disponibles, celle-ci est la plus scrupuleuse, la pluscomplète et la plus valable du point de vue de la qualité.
" "resume58
LA RICERCA
EFFETTI DI RITORNODELL'ALTA
TECNOLOGIAMassimo Deandreis
,'industria ad alta tecnologia rappreenta il futuro dei paesi occidentali.ìempre di più la competizione comnerciale e il peso politico ed economi:o di un paese sj giocano sulle capajtà di produrre' innovazioni soprat:utto nei settori trainanti delle teleconunicazioni, dell'aeronautica-spaziale, della chimica e dell'industria autoIllobilistica. Per questi settori vengonoprodotte e sperimentate innovazioniJ1tamente sofisticate che hanno risovl~ in numerosi settori scientifici.La capacità di modernizzazione diun paese si gioca dunque sul pianodell'innovazione tecnologica e degliinvestimenti in ricerca e sviluppoapplicati all'impresa. Si tratta cioè, daparte dei poteri pubblici, non soltanto di investire in ricerca pura, quantodi sviluppare un maggiore coordinamento tra ricerca accademica e applicazione industriale.Questa strada è seguita già da lungolempo dalla Francia che ha sviluppatoun forte coordinamento tra i suoi centri di ricerca e, ad esempio, il comparlo dell'industria spaziale di Tolosa. Ilpaese transalpino ha sempre investitonei settori tecnologicamente all'avanguardia compiendo scelte strategicheche gli permettessero di divenire leader mondiale nei settori in cui si giocano il prestigio e il potere economico alivello internazionale.Il nostro paese, viceversa, dalla finedella Seconda Guerra Mondiale haperseguito un modello di partecipa-
L'industriaad alto livello tecnologico,come dimostra l'esperienza
del Piemonte,provoca notevoli ricadute
in vari settoridella ricerca scientifica e
accademica.Un elemento essenzialeper la modernizzazione
del paese
zioni statali volto a indurre lo sviluppo economico in intere aree del paese(Mezzogiorno) tralasciando, se nonoccasionalmente, scelte di potenziamento dei settori tecnologicamenteall'avanguardia. Si è puntato quindi auno sviluppo industriale che favorisse l'occupazione (obiettivo primario)piuttosto che lo sviluppo tecnologico(scelta che avrebbe spostato l'occupazione ad obiettivo secondario).Anche per questa ragione, oltre amotivi di ordine burocratico, finanziario e di cattiva amministrazione, lapolitica della ricerca scientifica inItalia è sempre stata scoordinatadalle necessità dell'impresa pubblicae privata ad alta tecnologia.Tuttavia in questi ultimi tempi qualcosa sta cambiando. Sulla spinta di un
59
mutamento generale della vita politica, economica e sociale del paese ci sista rendendo conto che le grandi sfideeconomiche che l'Italia dovrà sostenere nel prossimo futuro impongonouna concentrazione degli sforzi e unamaggiore razionalità nella gestionedella ricerca scientifica a livello accademico, che non può più restare deltutto scollegata dalla realtà produttivadel paese anche se deve mantenere lasua indipendenza e la sua autonomia.Alcuni esempi positivi sono riscontrabili in Piemonte. In qu~sta regione ènata la SIP, oggi Telecom Italia, uno deicolossi delle telecomunicazioni inEuropa; a Torino si è sviluppata l'industria aeronautica spaziale che, nonostante l'attuale situazione di crisialI'Alenia, ha permesso alla città diessere l'unica in Italia a vantare capacità produttive di "caccia" militariquali l'AMx, o satelliti scientifici emoduli abitati per lo spazio.Inutile ricordare, inoltre, che Torino èsede della FIAT.In questo contesto si sono sviluppateimportanti sinergie con la ricercapura e con l'ambito accademico,attraverso accordi di cooperazione el'avvio di importanti iniziative.
Cselt e Politecnico
A Torino ha sede lo CSELT, centro diricerca del gruppo STET costituito nel1964. Lo CSELT, che occupa 922 dipen-
denti nella regione, tutti distaccatidalla Telecom, svolge attività di ricerca per conto delle consociate, per sviluppare il processo di innovazione edi miglioramento dei servizi e deiprodotti; ricerche tecnico-scientifiched'avanguardia; ricerche f· U nuovemetodologie e strumenti per i servizidi prova, nonché documentazione ebrevettazione.I suoi trent'anni di attività si sono tradotti in oltre 3.500 brevetti depositatinei principali paesi industrializzati'.Si tratta quindi di una struttura completamente concentrata sull'innovazione, tanto di prodotto che di processo. Oltre all'attività di ricerca, loCSELT gestisce le collaborazioni internazionali del gruppo Stet.Questo enorme patrimonio di conoscenze tecnico-scientifiche lavora instretta collaborazione con il mondoaccademico toripese attraverso accordi di cooperazione con il Politecnico.L'obiettivo congiunto è quello di formare gli studenti a livelli di conoscenza scientifica proporzionati alleesigenze della ricerca avanzata nelsettore delle telecomunicazioni.Agli studenti viene quindi offerta lapossibilità di effettuare tesi di laureao stage di perfezionamento specialistico su particolari temi di interessecomune sia del dipartimento delPolitecnico da cui dipende il tesista,sia dello CSELT.
l Per capire meglio l'importanza che ha questocentro di ricerca basta citare solo alcuni esempi: allo CSELT si deve la commutazione elettronica digitale, che partendo dai primi studisull'IsDN (Integrated Services Digitai Network)ha condotto alla realizzazione delle moderne"autostrade dell'informazione" in ATM(Asyncronous Transfer Mode). Per lo CSELTsono passati anche i primi esperimenti di trasmissIOne in fibra ottica, fino alla rete in fibraottica passiva. AI laboratorio torinese si deveanche la realizzazione del Centro di supervisione nazionale per il controllo e la gestionedella rete di telecomunicazione. Per la telefonia mobile i tecnici dello CSELT hanno realizzato delle misure di copertura del territorio finoal GSM (il telefono cellulare europeo). Moltealtre attività di ricerca sono state compiutesoprattutto nel campo dell'interazione vocalecome ad esempio un sistema vocale che permette all'utente di un servizio (poniamoFF.SS.) di ottenere per telefono informazionida un computer in grado di riconoscere lavoce umana in cinque lingue diverse e dirispondere alle domande sugli orari dei treni.
UNIVERSITAS 58
Da notare che non si tratta degliormai comuni stage di laurea in azienda che numerose università e programmi comunitari offrono. In questocaso lo studente del Politecnico, grazie alla riconosciuta serietà del corsodi laurea che ha seguito, viene considerato dallo CSELT come un validoricercatore, e la sua tesi di laurea, proprio perché tecnica e specialistica,può già essere considerata come unprimo passo verso un successivo inserimento professionale nel centro.Possiamo pertanto affermare chequesto modello di cooperazione traindustria ad alta tecnologia e ricercaaccademica ha una favorevole ricaduta anche in termini occupazionali.
L'industriaaeronautico-spazialee il Politecnico
Una cooperazione analoga a quellacon lo CSELT si è sviluppata anche traPolitecnico e Alenia. L'evidentecomunità di interessi tra industriache lavora sul fronte dell'innovazione tecnologica e un'istituzione accademica che fa della conoscenza scientifica la base del suo essere, facilita lapossibilità di accordi pratici, svincolati da un eccesso burocratico.Infatti, nella concezione e sviluppodei numerosi moduli spaziali e aereicivili e militari a cui Alenia ha contribuito, sono nate e si sono consolidatea Torino delle competenze tecnologiche in stretto collegamento con analoghe competenze scientifiche nelmondo accademico e nei vari centridi ricerca. Esse si sono innestate suuna solida cultura aeronautica preesistente2 e sono riconducibili a duetipologie: l'ingegneria di sistema e latecnologia di fabbricazione.Il Politecnico di Torino e l'industriaaeronautico-spaziale piemontese rappresentano ormai un punto di riferimento fondamentale per le ricerche
2 Ricordiamo che in Piemonte esisteva giàprima di Alenia una tradizione aeronauticagrazie alla presenza di Fiat Aviazione.
60
in discipline quali le tecnologie meccaniche, la termofluidodinamica, lacontrollistica, il software aeronautico ela robotica.Questi significativi progressi sono ilfrutto di una tradizione di ricercariconducibile al Politecnico e di unosforzo di miglioramento attuatodall' industria aeronautico-spaziale(volto al raggiungimento di uno stabile standard produttivo capace di reggere la concorrenza mondiale) chenon hanno altro esempio in Italia eche costituiscono, indubbiamente, daun lato un potenziale centro di ath-azione e dall'altro lato un elemento dispinta tecnologica di tutto il compartoproduttivo legato all'alta tecnologia(come ad esempio le telecomunicazioni, che proprio nei satelliti trovano unessenziale supporto allo sviluppo).Per quanto riguarda la ricerca scientifica, ricordiamo che il settore aeronautico-spaziale ha una grossa tradizionenel Politecnico di Torino grazie all'attivazione del corso di diploma universitario in Infrastrutture aero-spaziali edel corso di laurea in Ingegneria aeronautica. Si uniscono inoltre i dipartimenti di Elettronica, Informatica eIngegneria energetica che hanno spesso il settore aeronautico-spaziale comeriferimento per la ricerca.Lo "scambio" tra industria e mondoaccademico tuttavia non si ferma qui:nell'area torinese operano infatti altrerealtà industriali come Fiat Avio,Microtecnica, SIA, e altri centri diricerca tra cui fondamentale è1'Istituto Galileo Ferraris noto per lericerche in tecnologia della misurazione. Il caso del Politecnico rappresenta un valido esempio di coordinamento tra realtà produttiva e ricercaal fine di migliorare le prestazionidella nostra industria a livello internazionale e di offrire valide opportunità di lavoro ai giovani laureati.
Il progetto Zic e l'accordoFIAT-CNR
Su questa strada si è mosso anche ilCNR, il quale trova proprio nei suoifondamenti istituzionali la ragione di
LA RICERCA
corsi attivati dal Politecnico di Torino per l'anno accademico 1995/1996
facoltà Corso Sede
!Facoltà di Ingegneria Corso di laurea in Ingegneria
civile, edile, aeronautica. chimica, dei Torinomateriali, elettrica. meccanica, nucleare.delle telecomunicazioni, elettronica, Mondovì
informatica, gestionale, per l'ambientee il tenitorio
Facoltà di Ingegneria Corso di diploma universitario in
telecomunicazioni Aostaelettrica. meccanica Alessandria
chimica Biellaelettronica, informatica Ivrea
meccanica Mondovì
edilizia Torino
elettronica Torino
ambiente e risorse Torinoinfrastrutture Torino
aerospaziale Torino
meccanica Torino
IFacoltà di Ingegneria Diplomi te/edidattici
elettrica, elettr"onica Torino; informatica e automatica Torino
Alessandriameccanica, telecomunicazioni Torino
IFacoltà di Ingegneria Corso di laurea in Ingegneria
civile, elettronica, meccanica Vercelli
'Facoltà di Ingegneria Corso di diploma universitario in
, ingegneria energetica Vercelli
,1 forte legame con la realtà produtva. In questo senso l'esperienza CNR
differenzia da quella del~Iitecnico, che ha la sua essenza111'insegnamento.L'esperienza CNRAT è invece significativa dello sfor)che anche le strutture di ricercaubblica extra-accademica stannolmpiendo per sviluppare capacitài ricerca coordinate ai bisogni?ll'impresa e della società.appunto il caso del progetto ZIC
Rro Impact Car), prototipo avanzaiSimo di auto elettrica dalle prestaoni di assoluta avanguardia: auto)mia di 200 chilometri, solo 5 ore?r la ricarica, velocità di 100 chiloetri orari e portata di 340 chili perUattro posti che ne fanno la primaacchina realmente competitiva, peresigenze della circolazione urbana,In le vetture a combustione.
La macchina, presentata allo scorsoSalone dell'auto di Ginevra, è il frutto concreto della collaborazione traCNR e impresa privata. Questo progetto, durato 24 mesi, ha permesso larealizzazione di un'auto che rappresenta il punto di partenza per la creazione e commercializzazione di vetture elettriche in grado di offrire prestazioni simili a quelle delle auto acarburante. Il progetto, inoltre, costituisce un esempio della politica che ilCNR vuole portare avanti nel futuro.Per questo progetto c'è stata unasorta di divisione dei ruoli tra Fiat eCNR.A quest'ultimo è stato affidato infattilo studio di materiali innovativi per ilcorpo dell'auto, quali ad esempiouna struttura in alluminio con il pianaIe in materiale composito polimerico totalmente inedita.
61
Oltre alla rilevanza del progetto specifico è fondamentale notare che èdichiarato interesse del CNR proseguire su questa strada3
• Si può pertanto rilevare come la cooperazionetra ricerca (accademica e non) e realtàproduttiva si stia facendo largoanche in Italia seppure in ritardorispetto ai nostri partner europei.
Conclusioni
Segnaliamo infine un altro esempiodi collaborazione tra università erealtà produttiva a Torino. Alcunimesi fa è stato firmato dal rettoreMario Umberto Dianzani un accordotra l'Università e il consorzio USAS(che raggruppa la Scuola di Amministrazione Aziendale, la banca SanPaolo, l'Unione Industriale, laFondazione CRT e l'Ucc del Piemonte) per offrire uno strumento diformazione tecnico-scientifica, particolarmente nel settore della sanità, aidipendenti di enti pubblici e privati.Si tratta di lezioni di aggiornamentoprofessionale per i dipendenti pubblici in settori quali la biomedicina,l'applicazione degli strumenti statistici alle decisioni cliniche, etc.Questo accordo dimostra come lepossibilità di collaborazione tramondo accademico e realtà produttiva (industriale e dei servizi) sianomoltissime e di fondamentale importanza per il progresso sociale e industriale del nostro paese.Purtroppo gli esempi illustrati, perquanto importanti e significativi, rappresentano ancora eccezioni, lasciatespesso all'iniziativa di singoli.È necessario invece sviluppare unastrategia complessiva, una nuova"politica della ricerca" che senzaappiattire l'ambito accademico allenecessità produttive, riesca a far uscire molti dipartimenti nelle nostre università dal torpore di sterili ricerche.
3 Cfr. intervista a Enrico Garaci, presidente delCNR, su La Stampa del 19 aprile 1995, supplemento "Tutto Scienze", p. 2.
UNIVERSITAS 58
RICERCANDOa cura di Livio Frittella
I parchi scientificirilanciano il sud
Sono passati ormai cinqueanni e dei parchi scientifici etecnologici al sud si continua aparlare senza risultatiapprezzabili. I cinque ministridell'Università e della Ricercache si sono succeduti si sonolimitati a creare nuovecommissioni per l'assegnazionedei fondi (per la cronaca,1.100 miliardi che si stannosvalutando e che perderannosempre più il lorci valore).I parchi scientifici e tecnologicicostituiscono un'occasioneimportante per ilMezzogiomo: ben I 3 struttureche possono contribuire alrilancio del sud. Silvio Garattini- direttore dell'Istituto diricerche farmacologiche"Mario Negri" - dalle paginedel Sole-24 Ore invita a noncommettere i soliti errorinell'auspicabile realizzazionedei parchi: lottizzazione nonsolo da parte di gruppi dipotere ma anchedell'università a svantaggiodell'industria o viceversa;destinazione dei fondi a settori"di moda" piuttosto che aquelli di prevedibile successo;utilizzo dei finanziamenti pergli enti in difficoltà,prolungando la loro agoniasenza poteme evitarel'estinzione, sottraendo fondialle altre istituzioni.Èquindi necessario realizzareservizi efficienti e adeguati aglisviluppi modemi dellatecnologia, creare laboratoribiomedici, istituire scuole perpreparare manager e tecnici,organizzare contatti costanti e
diretti tra piccole imprese dellazona e il parco afferente, inmodo da far cresceretecnologicamente ogniattività.
A Trieste è di scenal'alta tecnologia
C'è un'oasi tecnologica inItalia: è l'Area science park diTrieste, dove convergono illavoro dell"'lntemationalcenter of genetic engineeringand biotechnology" (da cui èscaturito un nuovo sistemaper ottenere vaccini sintetici ealtre conquiste di rilievo) e delLaboratorio luce disincrotrone "Elettra", oltre alleesperienze di vari istituti (CNR,ENEA, INFN) e imprese.Nel polo avanzato della cittàfriulana si incontrano le attivitàdelle strutture europeecentro-meridionali e quelledell'est e dell'ovestcontinentale; sono attivi icentri di ricercamultidisciplinari e l'interazionefra laboratori e imprese; èpresente un solido patrimonioculturale rappresentato dalleistituzioni accademiche, gliosservatori astronomico egeofisico, il centrointemazionale di fisica teorica.L'idea di creare un'agenzianazionale per l'innovazione e ilmarketing della ricerca, sulmodello dell'Anvar francese, èstata annunciata dal ministrodell'Industria Ciò in occasionedi ERA, l'esposizione biennale diricerche avanzate svoltasi traottobre e novembre scorsi.L'agenzia si configurerebbecome una società mista di
soggetti finanziari ed entipubblici incaricata di trasferirele conoscenze di tecnologiaavanzata alle piccole e medieimprese. Èun'iniziativa senzaprecedenti in Italia, che siscontra però con lo scarsointeresse che lo Stato dedicaalla ricerca (destinandole solol'I ,3% circa del prodottointemo lordo. La strada dapercorrere è ancora lunga edisseminata di numerosiostacoli burocratici; lasperanza è di an'ivare in tempinon lunghissimi alladivulgazione dei risultati dellaricerca sfruttabili dalle imprese;a interventi statali di sostegnoalla stipulazione di accordi fraimprese e centri di ricerca;all'individuazione delle carenzetecnologiche nelle imprese ealla conseguente proposta,settore per settore, deglistrumenti scientifici innovativiper' colmarle.Le prime reazioni allapossibilità di istituire l'Agenzia,però, sono state negative:Mario Marinazzo, presidentedell'Associazione dei parchiscientifici e tecnologici italiani,ha detto 'no' a una gestionecentralizzata del settore. "Searee come il nord-estfunzionano e sono forti" - hadetto Marinazzo - "la politicanazionale deve assecondarle.Là dove, invece, ci sono areedeboli perché da lungo tempoancorate al sostegno pubblico,occorre adottare una strategiadiversa, puntando sulle forzelocali sane per contrastare lespinte a un accessoindiscriminato verso la spesapubblica".
La ricerca secondoConfindustria
Per promuovere il "sistemaItalia" la Confindustria avanzauna serie di proposte,
62
soprattutto riguardo al rilanciodella ricerca scientifica, maanche in merito alla riformadel settore formativo.La ricerca si incoraggiacombattendo due limiti cheattualmente le impediscono dicrescere: la scarsità di fondi(poco più dell' I% del pii) e lacattiva strumentazione diintervento. Vediamo il primopunto: la Confindustriapropone - per nondissanguare le casse statali - didetassare automaticamente glisforzi di investimento compiutida qualsiasi tipo di impresa persostenere la ricerca. In piùsarebbe necessario creare unnuovo dipartimento nelMinistero che si occupi di"scienza e innovazione"; pertogliere i freni burocraticiall'azione di ENEA e CNRoccorre, secondo gli industriali,incrementare la mobilità deiricercatori, con unmeccanismo ad uscitaautomatica dopo un periodo(5+5 anni) con sgrClvicontributivi per le imprese cheli riassorbono.Sul fronte della formazione, laricetta della Confindustriaprevede la riduzione deldivario fra l'Italia e l'Europacon opportuni prowedimenti,come lo sviluppo dellaformazione continua,l'impegno delle imprese nellaformazione, l'incrementodell'entità dei fondi destinatialla ricerca per awicinarci allamedia europea del 2, I% delpii, oltre ad una serie disuggerimenti per il rilanciodell'istruzione: l'innalzamentodell'obbligo scolastico, lariforma della secondariasuperiore e l'innovazionenell'università, la revisione e losviluppo dei sistemi regionali diformazione professionale.Le reazioni alle proposte dellaConfindustria non si sono fatteattendere: il Consiglio
LA RICERCA
\lazionale delle Ricerche e il"1inistero dell'Università ejeIIa Ricerca hanno espressoJn parere favorevole. SecondoGaraci, presidente del CNR,'con queste proposte laConfindustria ha voluto aprireuna fase nuova nella politica dilestione della ricerca italiana~ui il CNR rispondesottolineando la necessità dipuntare a un diverso rapportoIra mondo scientifico efl1ondo imprenditoriale, sefogliamo dare competitivitàalle nostre imprese". Gli fa ecoIsottosegretario al MURSTBarabaschi, che giudicapositivamente la creazione diuna struttura per la ricercaildustriale nel Ministerodell'Università e della Ricel"ca.
Nasce il PoloTecnologico romano
Roma è una metropli ad altopotenziale scientifico: noveuniversità, duecentomila trastudenti e dottori di ricerca,reimila docenti che svolgonoattività scientifiche. A Roma,oltre, hanno la loro sede i
aboratori dell'IstitutoNazionale di Fisica Nucleare,dell'ENEA e del CNR, oltre anumerose aziende privateoperanti nel settoretecnologico.Per valorizzare al meglioquesto potenziale, il Comunedi Roma ha deciso di istituire ilPolo Tecnologico, formato daidue parchi, scientifico etecnologico. A queste iniziativesi aggiungono unInsegnamento specializzato diricerca e di sviluppo sullebiotecnologie vegetali, unIlluseo della Scienza (Musls) euna serie di interventi quali icentri di innovazione aSOstegno delle piccole e medieimprese.L'area in cui sorgerà il Polo è
di cento ettari, nelcomprensorio dell'Universitàdi Tor Vergata.
Il futuro visto dadieci nobel
Si sono incontrati a Milanodieci premi Nobel (per la fisicaGell-Mann, Esaki, Muller, per lamedicina Levi Montalcini eGuillemin, per la chimicaPorter ed Ernst, per laletteratura Paz e Soyinka, perl'economia Tobin) perdiscutere sul futuro delmondo dominato dalle nuovetecnologie delle comunicazionie influenzato dai medio.Insieme al presidente del CNRGaraci e dell'ENEA Cabibbo, idieci intellettuali si sono divisiin cinque sessioni di lavoro.Soyinka, Paz e Dulbeccohanno parlato delle "identitàculturali nel villaggio globale",Esaki e Potter hanno tenutouna conferenza su "Qualeeducazione per la societàglobale", mentre Tobin edErnst si sono occupati di"Economia e società nell'areadell'informazione".Èstato possibile porredomande ai dieci Nobel graziea una postazione Internetappositamente istituitacompleta di materiali relativi alconvegno, con biografie deipartecipanti, ragguagli sui temitrattati, programmi delleultime tre edizioni di questaimportante iniziativa.Grande attenzione, durante ilavori ai temi dell'educazione:secondo Rita Levi Montalcini,in Italia è legata a una scuolatutta incentrata sulla culturaumanistica, mentre "bisognasuperare la divisione tracultura umanistica e culturascientifica, modificando ilsistema educativo", conprofessori dalle conoscenzeverificate ogni tre anni, in
modo da garantire aglistudenti l'informazione piùcorretta e aggiomata. A dettadel ministro della PubblicaIstruzione Giancarlo Lombardi"la prima cosa che deve darela scuola è l'educazionepiuttosto che l'istruzione, valea dire una formazione solida egenerale in cui il riferimento aivalori umani acquisti ilmassimo dell'importanza".In materia di comunicazione,durante il convegno il premioNobel per la chimica Ernst haaffermato che "è necessarioche da un lato la societàdimostri la volontà di orientarela ricerca, perlomeno sul lungoperiodo, verso i bisogni dellasocietà; e, dall'altro, che lasocietà sviluppi unacomprensione più articolatadell'importanza e delfunzionamento dei meccanismidella ricerca".
Il dibattito sullaricerca
I finanziamenti alla I"icercasono il tasto dolente delnostro paese che - come ènoto - destina al settoresoltanto 1'1,3% del prodottointerno lordo contro il 2%della media europea e il 3%degli Stati Uniti.Se ne è parlato anche duranteil convegno "Scienza etecnologia per il futuro"tenutosi al Consiglio Nazionaledelle Ricerche. La scarsaattenzione del Governo neiconfronti delle attività diricerca è alla base della crisi dicompetitività dell'Italia e ilpresidente del CNR Garaci hadichiarato che "non è piùtempo di analisi, ma didecisioni"; per usciredall'impasse, bisognerà dotarele università di risorseautonome, stimolare undiverso approccio del mondo
63
finanziario e produttivoperché, come awiene in tutti ipaesi industrializzati, si crei uncircuito di investimenti sulleidee.L'ex-ministro della RicercaAntonio Ruberti haevidenziato l'esigenza di unamaggiore capacità ditrasferimento dell'innovazionenel sistema produttivo e diuna incentivazione per lepiccole e medie imprese.Secondo il sottosegretarioall'Università Sergio Barabaschiè auspicabile una più idoneasinergia tra pubblico e privatoper l'impiego e losfruttamento delle risorse edegli strumenti disponibili perla ricerca scientifica.Sull'argomento è intervenutoanche il segretario confederaledella CGIL Alfiero Grandi che,ricordando come glistanziamenti della finanziaria'96 riducano l'impegno per laricerca ali' I ,2%, ha invitato ilGoverno ad aumentare ifinanziamenti, perché ilsostegno alla ricerca eall'innovazione "potrebbe darerisposte di lavoro qualificato, inparticolare ai giovani, garantirecondizioni di lavoro adeguatee nello stesso tempo offrirealle imprese occasioni di realee duratura competitività".
UNA LEADERSHIP MONDIALE NEGLI SCACCHIUna riconosciuta leadership internazionale nel mondodegli scacchi d'alto livello è il risultato dell'impegnoche anche nel 1995 "Banca Popolare di Verona Banco S. Geminiano e S. Prospero" ha profuso afavore di questa attività sempre in bilico fra l'appartenenza ali'arte, alla scienza owero allo sport, e che inrealtà è cittadina di tutti e tre questi territori.Tra la fine dicembre e i primi di gennaio a ReggioEmilia si è perpetuato il rito. Otto fra i migliori giocatori professionisti del mondo e i due più forti italianiin attività hanno dato vita ad una manifestazione delmassimo interesse internazionale, una perla dellacorona agonistica '95 di tutta Europa: il Torneocosiddetto "di Capodanno", record mondiale di continuità con i suoi ininterrotti 38 anni di esistenza, unamenzione alla voce "scacchi" sull'EnciclopediaItaliana Treccani, un posto nel Guinness dei primati.Per chi si interessi anche minimamente di scacchi, i
nomi dei partecipanti non hanno bisogno di presentazioni. AI via c'erano i grandi maestri RafaelVaganian, Alexander Beliavskj, ZurabAzmaiparashvili, Alexander Cernin, Rustem Dautov,Vladimir Epishin, Yuri Razuvaev e Alexei Dreev;insieme a loro il campione d'Italia Michele Godenadi Treviso e il vice campione Bruno Belotti diBergamo, entrambi maestri internazionali.L'awenimento ha molte ragioni per giustificare lasua eccezionalità. In retroguardia nel mondo quantoagli scacchi, è esclusivamente in nome e per contodel Torneo di Reggio Emilia che l'Italia riesce a mantenersi una reputazione di prim'ordine.Organizzazione, ospitalità e livello agonistico fannodella manifestazione una fra le più ambite, allaquale ogni anno sono felici di candidarsi i miglioristranieri. La partecipazione degli italiani - per i qualiReggio è fra l'altro sinonimo di opportunità agonisti-
j
che e di esperienza professionale uniche - dal cantosuo rilancia i più accreditati dei nostri maestri, aiquali "Banca Popolare di Verona - Banco S.Geminiano e S. Prospero" offre anno dopo announa passerella internazionale che oltralpe stenterebbero, per usare un eufemismo, a vedere da vicino.Paese scacchisticamente mal vestito, l'Italia "diCapodanno" ,a Reggio apre dunque le danze indossando il frac. E lo fa per un'attività che definiregioco, a questi livelli, è solo un modo di dire. Aimassimi livelli, gli scacchi appartengono alla creazione artistica nel momento in cui ricerca del belloed intuizione tessono la magmatica tela di una concatenazione di mosse, il "piano", che esordisce in unmistero dai suoi bordi sfumati quindi si spalanca conla prepotenza travolgente dell'inevitabile per stupireinfine con l'owietà della cosa rivelata. La scienzaconcorre nello stabilire regole ferree ma che ad ognipartita occorre riscoprire, ristudiare e rispettare,accessibili solo dopo un interminabile affinarsi della"vista scacchistica", così come l'atomo non si mostrasenza l'aiuto del microscopio. Lo sport entra in giocoprima, durante e dopo ogni incontro, cioè per tuttauna carriera agonistica: la tensione nervosa e il carico di concentrazione di ogni partita presuppongonoimperativamente mens sana in corpore sano. Nonper nulla gli scacchi sono una disciplina associata alConi (imminente il loro ingresso nelle Olimpiadi) eper quanto contraddittorio possa apparire al grande
pubblico, ogni professionista delle 64 caselle è amodo suo un atleta che deve saper resistere molteore incatenando la mente ad un unico, complessoragionamento sempre diverso da se stesso.Dopo nove turni di gara, a Reggio Emilia alla fine haprevalso su tutti il moscovita Razuvaev, con 5 punti emezzo, seguito dai connazionali Epishin e Dreev.Solo al settimo posto, con 4,5, Godena. Ma perquanto riguarda l'italiano, un'annotazione è d'obbligo: in questa ultima edizione del Torneo, il campioned'Italia, trentenne laureando in Conservazione deibeni culturali, ha entusiasmato pubblico e commentatori per la sua eccellente performance. Solo un irriverente 0,5 in meno rispetto a quanto richiesto perdiventare grande maestro, massimo titolo della categoria. Ma per mezzo punto di differenza, in unagara come quella di Reggio, è come se Godenaavesse conquistato il titolo. In fondo, nemmeno Danteha mai vinto il premio Nobel.
BANCABANCO
POPOLARE DIS.GEMINIANO
VERONAE S.PROSPERO
UNIVERSITAS 58
DECRETO MURST 2 AGOSTO 1995
(G.U. del!' 11 novembre 1995)
Modificazioni all'ordinamentodidattico universitario relativamente alla trasformazione della facoltàdi Magistero in facoltà di Scienzedella formazione
tivi da adottarsi nella forma del decreto del Presidente della Repubblica;Visto il decreto del Presidente dellaRepubblica 28 ottobre 1991 di appro-
vazione del piano di sviluppo delleuniversità per il triennio 1991-93;Visto il decreto ministeriale lO ottobre 1994 con il quale è stata istituitauna commissione di studio permeglio definire l'assetto istituzionaledell'area umanistica;Vista la relazione della suddetta commissione trasmessa in data 4 febbraio1995;
IL MINISTRO DELL'UNIVERSITÀ E DELLA
RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
Visto il testo unico delle leggi sull'istruzione superiore, approvato con regiodecreto 31 agosto 1933, n. 1592;Visto il regio decreto 20 giugno 1935,n. 1071 - modifiche ed aggiornamential testo unico delle leggi sull'istruzione superiore, convertito nella legge 2gennaio 1936, n; 73;Visto il regio decreto 30 settembre1938, n. 1652 - disposizioni sull'ordinamento didattico universitario, esuccessive modificazioni;Vista la legge 11 aprile 1953, n. 312,libera inclusione di nuovi insegnamenti complementari negli statutidelle università e degli istituti diistruzione superiore;Vista la legge 21 febbraio 1980, n. 28,delega al Governo per il riordinamento della docenza universitaria erelativa fascia di formazione per lasperimentazione didattica e organizzativa;Visto il decreto del Presidente dellaRepubblica 11 luglio 1980, n. 382,riordinamento della docenza universitaria e relativa fascia di formazioneper la sperimentazione organizzativae didattica;Vista la legge 9 maggio 1989, n. 168,concernente l'istituzione del Ministerodell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica;Vista la legge 7 agosto 1990, n. 245,recante norme sul piano triennale disviluppo dell'università;Vista la legge 19 novembre 1990, n.341, recante la riforma degli ordinamenti didattici universitari;Vista la legge 12 gennaio 1991, n. 13,determinazione degli atti amministra-
DALLA GAZZETTA UFFICIALEDELLE COMUNITÀ EUROPEE
(agosto-novembre 1995)
Direttiva 95/43/CE della Commissione del 20 luglio 1995 che modifica gli allegatiC e D della direttiva 92/5 I/CEE del Consiglio, relativa ad un secondo sistemagenerale di riconoscimento della formazione professionale che integra la direttiva89/48/CEE (GUCE L 184 del 3/8/95, p. 21).
Risoluzione del Consiglio del 31 marzo 1995 sulla cooperazione nel settore dell'informazione dei giovani e degli studi sulla gioventù (GUCE C 207 del 1218/95, p. 5).
Conclusioni del Consiglio del 24 luglio 1995 sull'importanza e sulle prospettive strategiche della qualità della formazione professionale (GUCE C 207 del 1218/95, p. 7).
Posizione comune del Consiglio riguardante la conclusione di un accordo di cooperazione nel settore dell'insegnamento superiore e dell'insegnamento e della formazione professionali tra la Comunità Europea e gli Stati Uniti d'America (GUCEC 231 del 5/9/1995, p. 4).
Programma Alfa. Appello a presentare candidature nel quadro del programmaAlfa (GUCE C 234 dell'8/9/95, p. 6).
Appello per proposte di azioni per il programma specifico di ricerca, di sviluppotecnologico e di dimostrazione nel campo della formazione e mobilità di ricercatori (1994-1998) (GUCE C 240 del 15/9/95, p. 18).
Posizione comune (CE) n. 15/95 definita dal Consiglio, del IO luglio 1995, in vistadell'adozione della decisione del Consiglio relativa all'attuazione di un programmadi formazione per gli operatori dell'industria europea dei programmi audiovisivi(Media II-Formazione) (GuCE C 281 del 251 I0195, p. I.)
Decisione n. 2493/95/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre1995 che proclama il 1996 "Anno europeo dell'istruzione e della formazionelungo tutto l'arco della vita" (GUCE L 256 del 261 I0195, p. 45).
Cooperazione tra l'UE e gli USA nei settori dell'istruzione superiore, professionalee della formazione. Bando di gara (GUCE C 289 del 311 I0/95, p. 23).
Proposta di Decisione del Consiglio sulla conclusione di un accordo tra l'UE e ilCanada che stabilisce un programma di cooperazione nel campo dell'insegnamento superiore e della formazione professionale (GUCE C 305 DEL 161 I 1/95, P. 3).
., GUCE = Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee.
66
Uditi i pareri del Consiglio Universitario Nazionale in merito alla riforma della facoltà di Magistero, in data16 marzo 1995, 20 aprile 1995 e 13luglio 1995;Visto il decreto ministeriale 12 aprile1994, registrato dalla Corte dei conti il17 giugno 1994, registro 1, foglio n. 36;Visto il decreto ministeriale 21 luglio1994 di revoca del precedente decreto;Considerata l'opportunità di ritirare isuddetti decreti ministeriali 12 aprile1994 e 21 luglio 1994, al fine di regolamentare e definire al meglio, inmodo totale ed esaustivo, l'assettoistituzionale dell'area umanistica,anche e soprattutto alla luce dellarelazione della suddetta commissione di studio;Riconosciuta la necessità di modificare la tabella II dell' ordinamentodidattico universitario;
Decreta:
Art. 1
Per i motivi citati nelle premesse sonorevocati i decreti ministeriali 12 aprile1994 e 21 luglio 1994 relativi alla trasformazione della facoltà di Magisteroin facoltà di Scienze della formazione.
Art. 2
La tabella II annessa al regio decreto30 settembre 1938, n. 1652, è modificata nel senso che la facoltà di Magisterosi trasforma nella nuova facoltà diScienze della formazione e può rilasciare le lauree ed il diploma universitario di seguito elencati, nonché, in viatransitoria, quelli di cui all'art. 3:laurea in Scienze dell'educazione;laurea in Psicologia;diploma universitario in Serviziosociale.
Art. 3
3.1. Il corso di laurea in Materie letterarie (tabella XIV), già afferente allafacoltà di Magistero, afferisce in viatransi toria alla facoltà di Scienze
LEGGI E DECRETI
della formazione fino alla sua soppressione, che dovrà essere previstanella fase di riordinamento del corsodi laurea in Lettere (tabella XII).3.2. Qualora risulti già attivato pressouna facoltà di Magistero, il corso dilaurea in Lingue e Letterature straniere afferirà in via transitoria allafacoltà di Scienze della formazionefino alla eventuale istituzione o attivazione di una nuova facoltà diLingue e Letterature straniere, o finoa quando non sarà unificato con quello attivato, ove esistente, nelle facoltàdi Lettere e Filosofia.3.3. I corsi di laurea in Disciplinedelle arti, della musica e dello spettacolo, in Scienze della comunicazione,ed i corsi di diploma universitario inGiornalismo ed in Tecnica pubblicitaria afferiscono, in via transitoria, allafacoltà di Scienze della formazionefino alla costituzione della nuovafacoltà di Scienze della comunicazione e dello spettacolo.3.4. TI corso di laurea in Conservazionedei beni culturali, già attivato presso lafacoltà di Magistero, afferisce in viatransitoria alla facoltà di Scienze della
• I sistemi di istruzione dei paesidella sponda sud
• Le forme di cooperazioneuniversitaria multilaterale
• La cooperazione bilateraie diFrancia, Italia, Spagna e Grecia
• Gli accordi fra universitàdel mondo arabo
Prezzo del Quaderno: L. 30.000
Rivolgersi a EDIUNViale G. Rossini, 26·00198 Roma
Tel. (06) 85300722· Fax (06) 8554646
c/c postale n. 47386008intestato a EDIUN
131~167
formazione fino alla costituzione dellafacoltà di Conservazione dei beni culturali, ovvero fino al trasferimento delcorso stesso alla facoltà di Lettere eFilosofia.
Art. 4
Quando sarà soppresso il corso dilaurea in Materie letterarie, e nel casoin cui il corso di laurea in Lingue eLetterature straniere si trasformi infacoltà o afferisca alla facoltà diLettere e Filosofia, verrà salvaguardato il diritto di opzione dei docentie dei ricercatori; tale diritto dovràessere esercitato tenuto conto delleesigenze didattiche della nuovafacoltà di Scienze della formazione edelle facoltà di nuova afferenza.
Il presente decreto sarà inviato allaCorte dei conti per la registrazione esarà pubblicato nella Gazzetta Ufficialedella Repubblica italiana.
Roma, 2 agosto 1995
Il ministro: SALVINI
LA COOPERAZIONEDELLE UNIVERSITÀ EUROPEE
NEL BACINO DEL MEDITERRANEO
UNIVERSITAS 58
DALLA GAZZETTA UFFICIALE {ottobre-dicembre1995}
Leggi, decreti, deliberazioni
Decreto legge 18 novembre 1995, n. 483Misure urgenti per le università e gli enti diricerca (GU del 18 novembre)
Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 20ottobre 1995Rideterminazione delle dotaziOlù organiche dellequalifiche dirigenziali e funzionali del personaledel MURST (GlI del 19 dicembre)
MUR5T
Decreto 14 settembre 1995Autorizzazione ad alClme università ad istituirenuove scuole di specializzazione (GlI del 6ottobre)
Decreto 21 dicembre 1994Istituzione del Nucleo di valutazione delMinistero dell'Università e della Ricercascientifica e tecnologica (GlI del 13 ottobre)
Decreto 22 dicembre 1994Equipollenza tra laurea in Scienze dellepreparazioni alimentari e laurea in Scienze etecnologie alimenta,ri; tra laurea in Economiabancaria, fjnanziaria e assicurativa e laurea inEconornia e Commercio (GlI del 16 ottobre)
Deliberazione 8 agosto 1995Ammissione di progetti al finanziamento delfondo speciale per la ricerca applicata (GlI del 30ottobre)
Modificazioni all'ordinamento didatticouniversitario
Decreto 10 giugno 1995Scuole di specializzazione del settore ingegneriacivile e architettma (GlI del 7 novembre)
Decreto 2 al3osto 1995TrasformaziOne della facoltà di Magistero infacoltà di Scienze della formazione (GLI dell'lInovembre)
Decreto 26 magf3Ìo 1995Corso di laurea m Scienze biologiche (GlI del 14novembre)
Decreto 31 magf3Ìo 1995Corso di laurea m Giurisprudenza - art. 5, settoriscientifico-disciplinari (GU del 14 novembre)
Decreto 5 giugno 1995Corso di laurea in Astronomia (GlI del 15novembre)
Decreto 31 maggio 1995Corso di di1?loma in Scienzedell'ammirustrazione (GlI del 16 novembre)
Decreto 31 maggio 1995Corso di diploma in Operatore della pubblicaamministrazione (GlI ael16 novembre)
Decreto 17 luglio 1995Corso di laurea in Psicologia (GlI del 16novembre)
Decreto 6 luglio 1995Corso di laurea in Filosofia (GlI del 18 novembre)
Decreto 19 ottobre 1995Istituzione e ordinamento del corso di diploma inScienze e tecniche cartarie (GlI del 20 dicembre)
Istituzione di facoltà e corsi di laurea
PADOVACdi in Economia e Commercio (GlI del 3 ottobre)
BASILICATA IN POTENZAIndirizzo moderno del cdl in Lettere (GlI dellOottobre)
CALABRIACd.J in h1gegneria meccanica (GlI del 12 ottobre)
VENEZIA "CA' FOSCARl"Indirizzo marino del cdi in Scienze ambientali(GlI del 19 ottobre)
ROMA "LA SAPIENZA"Cdi in Biotemologie con indirizzi: farmaceutiche,industriali, mediche (GlI del 2, 5, 6 dicembre)
TORINOCdi in Biotecnologie (GlI del 15 dicembre)
Istituzione di diplomi universitari
AGRARIAPadova (GLI del 4 ottobre)
BIOTECNOLOGIE AGRO-INDUSfRlALIRoma "La Sapienza" (GlI del 25 novembre)
CHIMlCACatania (GlI del 18 ottobre)
METODOLOGIE FISICHETorino (GlI del 1°dicembre)
ECONOMIATrento (GlI dell9 ottobre)
FARMACIACamerino (GlI del 28 dicembre)
GIURISPRUDENZASeconda Università di Napoli (GlI del 25novembre)
INGEGNERIABologna (GlI del 3 novembre)Pe~gia (GlI del 23 e 24 novembre)
OPERATORE DEI BENI CuLTURALITorino - sede di Vercelli (GlI dellO dicembre)
SERVIZIO SocIALEMilano (GlI del 9 ottobre)BaJ:i (GlI del 20 ottobre)"G. D'Annunzio" di Chieti (GlI del 27 ottobre)L'Aquila (GlI del 4 novembre)Molise in Campobasso (GlI del 14 novembre)Bologna (GlI tfel 23 novembre)Cagliari (GlI del 28 novembre)Parma (GlI del 19 dicembre)
STATISfICAMessina (GlI del 5 ottobre)
TRADUTTORI E INTERPRETI"G. D'Annunzio" di Chieti (GlI de1l'8 novembre)Torino - sede di Vercelli (GlI dellO dicembre)
Istituzione o riordinamento di scuole dispecializzazione
MEDICINAPadova (GlI del 19 ottobre)Messina (GlI del 31 ottobre, 9, lO e 11 novembre)Torino - sede di Novara (GlI del 9 e 11 novembre)Udine (GlI del 15, 16 e 17 novembre)
68
Roma "Tor Vergata" (GlI del 18 novembre)
MEDICINA VETERINARIAParma (GlI del 27 ottobre)Milano (GlI del 27 ottobre)Bologna (GlI del 2 novembre)Perugia (GlI del 23 novembre)
STORIA DELL'ARTECagliari (GlI del 9 novembre)
Riordinamenti
FACOLTÀ DI ECONOMIAMessina (GlI del 26 ottobre)Roma "La Sapienza" (GlI del 2 dicembre)
FACOLTÀ DI GlURISPRUDENZALuiss di Roma (GlI del 14 ottobre)Roma "Tor Vergata" (GlI del 2 llOvembre)Lurnsa di Roma (GlI del 21 novembre)Seconda Università di Napoli (GlI del 25 novembre)
FACOLTÀ DI AGRARlA
Milano (GlI del 9 ottobre)Bari (GlI del19 e 21 ottobre e del 9 dicembre)Basilicata in Potenza (GlI del 25 ottobre)Parma (GlI del 26 ottobre)Catania (GlI del 2 novembre)Bologna (GlI dell'8 novembre)Molise in Campobasso (GlI del 15 e 16 novembre)Tuscia in Viterbo (GlI del 20 novembre)Padova (GlI del 21 e 22 novembre)Milano "Cattolica" (GlI del 23 novembre)Palermo (GlI del 7 dicembre)Ancona (GlI del 9 dicembre)
CDL IN MEDICINA VETERINARIAPisa (GlI del 9 ottobre)Perugia (GlI del 23 ottobre)Parma (GlI del 31 ottobre)Messina (GlI dellO novembre)Bologna (GlI del 13 novembre)
CDL IN MATEMATICAL'Aquila (GlI del 17 ottobre)Roma "La Sapienza" (GlI del 16 dicembre)
CDL IN FISICATrieste (GlI del 6 dicembre)Milano (GlI del16 dicembre)
CDL IN INFORMATICABologna - sede di Cesena (GlI del 13 dicembre)
Statuti
NAPOLI "FEDERICO II''Approvazione del nuovo statuto (GlI del 5 ottobre)
TRENToApprovazione del nuovo statuto (GlI del 16dIcembre)
BIBLIOTECA APERTA
LIBRI
siamo chiamati a riferirneuna parte, riesce, invece,con puntualità adottemperare tanto albisogno conoscitivo quantoalla spinta progettuale eriformistica che un istitutodi claudicante salute qualequello del dottorato diricerca richiede.Materiale per il recensoresono, precisamo, i soli attidel seminario "II dottoratodi ricerca. Esperienze eprospettive" (Roma, 6maggio 1994. Gli atti sonostati pubblicati nellacollana "Note di studiosulla ricerca" dell'IsRDs); ilseminario, seguito allapubblicazione del volume"Il brutto anatroccolo. Ildottorato di ricerca in Italiafra università, ricerca emercato del lavoro" (FrancoAngeli, 1994) scritto aquattro mani (Cesaratto,Avveduto, Brandi eStirati), è stato indetto conl'intento di porre indiscussione le questionisollevate dai risultatidell'indagine.In queste pagine,cercheremo di renderconto degli accenti emersinel corso del dibattito edimostrare come questi silegano a temi il cuispessore finisce perproiettarli in un'area diriflessione a maggioredensità tematica.Quando infatti il prof.Bernardini (Università diRoma) solleva il problemadell'elevata età media in
(con diverso strumento dirilevazione) negli StatiUniti d'America, si attestasulla sogliadell'operazione, comunquemeritoria, di catalogazionedell'esistente, nonarrivando a sviluppare unimpianto comparativo etassonomico tale da porrein risalto qualità e/olacune di questo o quelsistema.In questa maniera non siprocede oltrel'esplorazione e si"parcheggiano" leinformazioni in attesa diqualche scrupolosoricercatore o audacedecisore in cerca di unassetto organizzativo inuso in qualche angolod'Europa, su cui faradagiare tesi o proposte daloro elaborate.Ciò che emerge dallalettura di queste, nonavvincenti, pagine è ilservizio diligentementesvolto dal "compilatore"(come recita in calce lacopertina del volume, dr.Kouptsov). La sceltaespositiva, omogenea epiana, ci consegna così unaffresco, una rassegna cheaspetta di essere utilizzatain funzione di originali eorientate letture dei dati edelle informazioni raccolte,che riscatti il tenoreessenzialmente descrittivodell'elaborato.Il complessivo lavorocurato da ricercatoridell'IsRDS del CNR, di cui
I volumi che segnaliamo inquest'occasione nonafferiscono al tradizionalecircuito della distribuzionelibraria. Coloro chevolessero acquistarli,dovranno inoltrarerichieste di copie agliistituti e ai centri nel cuiambito sono stati effettuatii due diversi studi.il primo lavoro che quisegnaliamo si va adaggiungere agli ormaiventennali sforzi compiutidall'Istituto di studi sullaricerca edocumentazionescientifica (ISRDS) del CNR che ha sede in Roma presso i cui uffici sarà facilereperire il testo in questione(Via C. De Lollis, 12).Il secondo è invece curatodal CEPES (CentreEuropéen Pourl'Enseignement Supérieur),ovvero il centro di studispecializzato sullequestioni relative all'highereducation dell'UNEsco;indirizzo dell'istituto è:CEPES/UNESCO, 39 StirbeiVoda Street, Bucharest,Romania R-70732.L'ordine di citazione è,come spesso accade, nonFoprio casuale.E opinione di chi scriveinfatti, che un lavoro qualequello svolto dal CEPES (sucuicisoffermiamoinizialmente) di raccolta diinformazioni sull'istitutodel dottorato di ricerca intrenta paesi europeidell'occidente comedell'ex-blocco sovietico e
25
1994
te.'""(:Je:ib'f
Or.CMet!KO!JPTSOV .
THE DOCTORATEINTHE
EUROPE REGION
Studies on Higher Edueation
Roma 199'"
11 Dottorato di RicercaEsperienze e Prospettive
CO:"'5ICLlO NAZIOSALE DELLE RIct1tCUE';IdIllIO di $1<ldJ roIb riClrft t doom~Db.rloM!o1ntir~
The doctorate in theEurope regionOleg Kouptsov(compiled by)Unesco/Cepes, Bucharest1994
Il dottorato di ricerca.Esperienze eprospettive5veva Avveduto(a cura di)15RD5 del CNR, Roma1994
69
UNIVERSITAS 58
cui si consegue il titolo didottore di ricerca, quandouna delle curatricidell'indagine, Stirati,rilegge i non confortantisuccessi occupazionaliconseguiti dai dottorati,quando si pone l'accentosulla carenza diprogrammazione(Napolitano, vicepresidente lNFN) e dicoordinamento(Sdralevich, Università diPavia), quando sievidenzia la tendenza aduna superspecializzazionedei dottorati (Ratti,Università di Pavia e FigàTalamanca, Università diRoma), si assiste ad unacondivisibile enunciazionedei temi più delicati cheaffliggono l'istituto deldottorato di ricerca ma cherimandano ad unaconsolidata letteraturasulla ricerca scientifica e laformazione superiore.Mi riferisco agli studisull'età nella produttivitàscientifica e nel relativoriconoscimento prodotti daMerton e Zuckerman, alconflitto tra scienzato puroe industria (ne ètestimonianza lo scarsoappeal che i dottoratiriescono ad esercitare neiconfronti del mondodell'impresa) che tanto hainteressato la sociologiadella scienza negli anni '60,ma che sembrava e~sersi
via via stemperatoall'insegna diun'organizzazione socialee produttiva sempre piùscience-oriented.I temi sollevati quindi,oltre a spingere il lettoread una più approfonditaconsiderazione sullecondizioni generali in cuiversano i dottorandi e idottorati, si inseriscono
necessariamente in quellapiù ampia riflessione chepolitica scientifica epolitica educativa (come ciricorda nell'introduzionela curatrice del volume,nonché coautricedell'indagine, SvevaAvveduto) disegnano.A partire da quest'assuntoe da alcune premesse,dedotte dalle conclusionidell'indagine e più voltecitate nelle relazionipresentate al seminario enel dibattito che ne èscaturito, ci concediamouna considerazione finale.La formazione accademicaprolungata sembraaddirittura eccessiva perl'impresa arrivando acostituire condizioneostativa all'assunzione,dato questo abbastanzadiffuso a livellointernazionale.La struttura del sistemaproduttivo italiano, moltoconcentrato in settoritradizionali e a bassaintensità di ricerca, finisceperò per peggiorare leprospettive occupazionalidei dottorati che riversanole proprie aspettative suicanali della ricercapubblica o accademica,dove, è noto ed è motivo disconforto per molti deidottorandi - come ciraccontano i lororappresentanti intervenutinel dibattito (Di Iorio eOliva rispettivamentesegretario e membro delCoordinamento nazionaledottori e dottorandi diricerca) -, non vige alcunautomatismo a loro favore.I rischi di una spendibilitàestremamente relativa deltitolo conseguitoassumono alfine esitiprevedibili (tra le donne e idottorati delle aree
umanistiche le piùconsiderevoli delusioni).La complessiva situazionepatita dai dottorati cisuggerisce a questo puntouna considerazione.Perché non ipotizzare ciclidi dottorato calibrati perrispondere ai temiinnovativi, ancoraaccademicamente vacanti espesso consegnatiall'improvvisazione o allanon sempre certificabileformazione erogata inambito d'impresa?Mi riferisco ad esempio aisettori dellacomunicazione (dovesensibilità umanisticheandrebbero accompagnatead avanzate conoscenzetecnologiche) o ai temiambientali o sanitari in cuiuna formazionetransdisciplinare puòmeglio garantirecompetenze che untradizionale corso di laureaspesso non riesce afornire.A questo propositoricordiamo come i diplomiuniversitari devono il loro(modesto?) successoladdove inseriti in quellenicchie di conoscenze epadronanza tecnica inedite(penso al turismo, allescienze infermieristiche,alla bibliotecnomia) nonancora occupate da corsi dilaurea, ma foriere disoddisfazioneoccupazionale escientifica.Se l'insegnamentogenerato da questaesperienza venissedebitamente recepito,troveremo immessi eistituzionalizzati nelcircuito formativo nuovi e"strategici" saperi in gradodi rispondere alle esigenzeche imprese e
70
amministrazioni spessolamentano di non riuscirea coprire.E se tale prospettiva siinnestasse su un'ondaculturale che esaltasse lanecessità di unrinnovamento dellerigidità accademicheattraverso laricomposizione di ormaivetuste fratture cognitivetra aree disciplinari cheormai riconosciamo esseresempre più contigue, nebeneficeranno un po' tutti,non solo i dottorati.
Fabio Murizzi
La evaluacionacademicaa cura di Hebe VessuriDocumentos Columbussobre gestionuniversitaria, voll. 1 e 2,CRE-UNESCO,Paris 1993
Nella cornice del ProgettoColumbus, programmaeuro-Iatino-americano dicooperazione universitariache mira a svilupparepolitiche di innovazione insettori chiave dellagestione e dellaamministrazione,compaiono questi duefascicoli dedicati a un temadi indubbia attualità: lavalutazione delleistituzioni di insegnamentosuperiore e di ricerca.Fin dagli inizi degli AnniOttanta, infatti, il concettodi qualità è diventatofondamentale in moltisistemi di istruzionesuperiore europei. In GranBretagna nel 1984 laqualità venne posta comeobiettivo principale
BIBLIOTECA APERTA
dell'istruzione superiore;nello stesso anno inFrancia fu istituto ilComité Nationald'Evaluation, nel 1985 inOlanda fu pubblicato undocumento politico daltitolo Istruzione superiore:autonomia e qualità; inFinlandia, Norvegia,Spagna, Svezia e altri paesifurono mossi i primi passiper impostare un sistemadi valutazione dellaqualità. È quindi possibile,come fa Herb Kells nelprimo testo di questapubblicazione, tracciareuna mappa dei sistemi divalutazione già operanti,suddividendoli, per le lorocaratteristiche, in tregruppi - quellostatunitense, quéllobritannico e quelloeuropeo continentale - eun sottogruppo, il modelloscandinavo. Alcuneesperienze europee divalutazione accademicavengono presentate ancheanaliticamente: imutamenti avvenuti dopol'ascesa al potere deiconservatori in GranBretagna, le caratteristiche,i compiti e le procedure delComité Nationald'Evaluation francese, glisforzi svedesi per creare unsistema di valutazione chenon solo certifichi laqualità, ma anche conducaverso di essa, e infine iprogetti attuati e darealizzare nei Paesi Bassi.Gli autori sono,rispettivamente, MauriceKogan, Michel Cusin,Marianne Bauer e Hans A.Acherman.Non si deve pensare che idiversi contributisostengano a spada trattala buona causa dellavalutazione, come talvolta
capita in certepubblicazioniinternazionali di organismimagari autorevoli, ma chesi lasciano acriticamentetrascinare dalle modepolitiche e culturali più invoga ad appoggiaredeterminate scelte eprovvedimenti. Tutt'altro:nel corso dei variinterventi, ma soprattuttoin Benefici e pericoli dellavalutazione, di UlrichTeichler, vengono messe inevidenza le luci e le ombredel processo valutativo: chiavanza riserve su di esso innome della libertà edell'autonomia accademicanon deve per questo essereconsiderato retrogrado oaccusato di non volersisottoporre a valutazioneper tutelare le proprienicchie di potere o dipassività. In realtà i sistemidi valutazione sono benlungi dall'aver ottimizzatole proprie procedure etalvolta un approccioerrato può risultare, se nondannoso, quantomenoinutile. Inoltre non si puòdimenticare che lavalutazione è sempreinserita in un contestopolitico più ampio che nedetermina gli obiettivigenerali.Per fare un esempio si puòconsiderare unavalutazione destinata astabilire una graduatoria diistituzioni sulla base deiloro livelli di qualità edefficienza, finalizzata adistribuire i finanziamentipubblici all'insegnamentoe alla ricerca. Da una partesi può giudicare errato unapproccio del genere, inquanto produce distorsioninel processo valutativo ogiustificate diffidenze.Dall'altra parte va
71
considerato che, a secondadel quadro politico, talegraduatoria potrà servireper premiare le istituzionipiù efficienti o persovvenire alle necessità diquelle più svantaggiate. Insostanza, l'eternoproblema delle societàdemocratiche di conciliareuguaglianza ed efficienzacoinvolge in pieno latematica della valutazionee, così come in politica, sitra tta di trovareempiricamente una viamedia che contemperi leesigenze contrapposte.Proprio nella trasmissionee nel confronto diesperienze, ancor più chenel quadro teorico fornito,consiste, a nostro avviso, ilsenso di questapubblicazione, perché, se èvero che le attività divalutazione delleistituzioni universitariehanno perfezionatotecniche e metodologiesoprattutto nei paesi piùavanzati, è altrettanto veroche sono i paesi in via disviluppo ad avere piùurgente necessità di unsistema di valutazione cheindirizzi verso metequalitativamente piùelevate le istituzioni diinsegnamento superiore.Qualcosa già si è fatto,come si può vedere dallerelazioni di VietorArredondo, SimonSchwartzman, José JoaquinBrunner e Roque GonzalezGarzon, dedicaterispettivamente ai sistemimessicano, brasiliano,cileno e colombiano. Ancorpiù e meglio si potrà farese prenderà piede unsistema europeo divalutazione della qualitàcosì come lo tratteggiaFrans A. van Vught del
CHEPS nel saggioconclusivo. A suo parere,un sistema di controllo diqualità dovrebbe saperconciliare qualitàintrinseca e qualitàestrinseca, intendendo conla prima gli idealiscientifici e conoscitividell'istituzioneuniversitaria e con laseconda le responsabilitàsociali di essa. A compierela valutazione dovrebberoquindi provvedere siasoggetti esterniall'università sia esponentiaccademici di livello pari aquello dei soggetti davalutare. I paesi europeiche hanno avviato unsistema di valutazioneconservano le propriepeculiarità, ma esiste inlma certa misura unaprassi comune che puòcostituire una base unitariache consenta di procedereverso una più strettaintegrazione delle attivitàvalutative. Non esiste unarisposta univoca alledomande su chi valuta ecome e su chi e che cosaviene valutato. Tuttavia viè almeno consonanza diobiettivi. Per dirla con ungioco di parole ricorentenella presente opera eparticolarmente rilevanteper i paesi latino-americaniche ne sono i principalidestinatari, il vero scopo èche le procedure dicontrollo possano avviaredei processi di crescitaqualitativo: si tratta diévaluer pau l' évoluer.
Roberto Peccenini
UNIVERSITAS 58
Idee per il governo: laricerca scientificaC. BernardiniLaterza, Bari 1995
Un breve saggio inizialesullo stato e le prospettivedella ricerca in Italia che hacostituito la base per unadiscussione tra scienziati,dirigenti di enti di ricerca edi aziende industriali,politici, economisti (NicolaCabibbo, Giorgio Careri,Mario De Marchi, FeliceIppolito, Luciano Maiani,Bruno Musso, FrancoPrattico, Giorgio Rodano eGiorgio Ruffolo). È questala struttura di un TascabileLaterza che, pur nellabrevità della trattazione,che non aspira al rigore dianalisi di un testoscientifico, si segnala peralcuni pregi, primo fra tuttiquello di non attardarsi insterili lamentazioni, bensìdi assumere un tonochiaramente propositivo.Con ciò non si vuoI dire chevenga ignorata la gravitàdella situazione e latendenza involutiva chepurtroppo interessa varisettori di ricerca in Italia.Anzi, vengono messi inluce non solo i ben noti datisull'esiguità dei fondipubblici e privati destinatialla ricerca e sulle tendenze
restrittive in atto, ma anchealtri indicatori menoconosciuti ma altrettantosignificativi, così daorientare le proposte in unadirezione diversa da quelladella richiesta di unacrescita della percentualedel piI per finanziare laricerca di base e applicata.Tale richiesta non vieneformulata, da un lato,perché la situazione dellafinanza pubblica induce atagliare, piuttosto che aincrementare gliinvestimenti.D'altro canto, un puro esemplice aumento dellerisorse disponibilirisulterebbe quasisicuramente improduttivosenza una previaristrutturazione del sistemaitaliano della ricerca.Le prime due proposteavanzate da Bernardinimirano a un mutamento,per così dire, concettuale eculturale. In primo luogo sitratta di ottenere dallo Statoil riconoscimento di fatto, enon solo nominale, delvalore culturale e delcarattere formativo dellaricerca scientifica come"bene pubblicopermanente", alla stessastregua dell'istruzione,della giustizia o dellasalute. In secondo luogo si
tratta di distinguerechiaramente, nella ricercapromossa dalle imprese, ciòche è produzione da ciò cheè innovazione, in modo dapoter prevedere unintervento pubblico inquesto secondo settoresenza alterare le leggi dellaconcorrenza. In tal modorisulterebbe superata ladicotomia tra ricercafondamentale e applicata,essendo ininfluente, ai finidel finanziamentopubblico, se il moventeprevalente del ricercatoresia l'aumento delleconoscenze o dellepossibilità operative.La terza proposta si collocasu un piano più pratico econsiste nella istituzione diuna autorità centrale inmateria di R&S, sulmodello dell'Office ofTechnology Assessmentstatunitense. Tale agenziadovrebbe essereassolutamenteindipendente dal poterepolitico ed economico eassumere le funzioni dicoordinamento che il CNR oil Consiglio Nazionale dellaScienza e della Tecnologianon riuscirebbero asvolgere per opposteragioni (politicizzazione eburocratizzazione da unlato e assenza di apparato
72
operativo dall'altro).Nel corso del dibattito gliinterventi hannosostanzialmente concordatocon le analisi e le propostedi Bernardini, tentando diapprofondirle e precisarle.In particolare si è cercato dideterminare megliostruttura e funzioni diquesta authoritt) dellaricerca e soprattutto distudiare accuratamentecome garantirnel'indipendenza. Suquest'ultimo punto tutti sisono mostrati concordi, persottrarre alle mutevolezzedel quadro politico unsettore che necessita distabilità e continuità.Purtroppo qui si arriva alcircolo vizioso, perché, pergarantire la propriaindipendenza dal sistemapolitico, il mondo dellaricerca ha bisognodell'intervento di talesistema, cosa che, in tempibrevi, difficilmente potràavvenire. L'auspicio è che ilpiccolo serbatoio di ideecostituito da questovoIumetto possa non solofornire materiale alladiscussione, ma anchetrovare, in lID giorno nontroppo lontano, qualchesbocco operativo.
R. P.