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STRUMENTI DI CALCOLO DELLA QUALITA’ NEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO: IL FATTORE DI PERFORMANCE COMPLESSIVA PC n Dissertazione di laurea in Impianti di Trattamento Rifiuti Solidi Redattore: Filippo Grillenzoni Relatore: Ing. Malatesta Leonardo [email protected] Correlatore: Dott. Miglioli Stefano Facoltà di Ingegneria – Università degli Studi di Ferrara – Corso di Laurea in Ingegneria Civile A.A. 2007/2008 Labelab srl – Via Solferino 38 – 40123 Bologna (BO) – C.F./P.Iva: 02151361207

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STRUMENTI DI CALCOLO DELLA

QUALITA’ NEL SERVIZIO IDRICO

INTEGRATO: IL FATTORE DI

PERFORMANCE COMPLESSIVA PCn

Dissertazione di laurea in Impianti di Trattamento Rifiuti Solidi

Redattore: Filippo Grillenzoni Relatore: Ing. Malatesta Leonardo

[email protected] Correlatore: Dott. Miglioli Stefano

Facoltà di Ingegneria – Università degli Studi di Ferrara – Corso di Laurea in Ingegneria CivileA.A. 2007/2008

Labelab srl – Via Solferino 38 – 40123 Bologna (BO) – C.F./P.Iva: 02151361207

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Corso di laurea in Ingegneria Civile

Dissertazione di laurea in

Impianti di Trattamento Rifiuti Solidi

STRUMENTI DI CALCOLO DELLA QUALITA’ NEL SERVIZIO

IDRICO INTEGRATO: IL FATTORE DI PERFORMANCE

COMPLESSIVA PCn

RELATORE: LAUREANDO:

Ing. Malatesta Leonardo Filippo Grillenzoni

CORRELATORE:

Dott. Miglioli Stefano

A.A. 2007/2008

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A mio padre, per sempre con me, e alla mia famiglia

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SOMMARIO

PREMESSA....................................................................................................................4

INTRODUZIONE.............................................................................................................5

1. QUADRO LEGISLATIVO GENERALE..................... ................................................8

1.1 INTRODUZIONE: LEGGE DELEGA AMBIENTALE N°308/200 4 E D.LGS. N°152/2006..............8

1.2 LEGGE GALLI N° 36/1994......................... ...................................................................................9

1.3 DECRETO RONCHI N° 22/1997...................... ...........................................................................12

1.3.1 Art. 23: Istituzione delle Agenzie D’ambito........................................................................13

1.4 LEGGE REGIONALE N° 25/1999..................... ...........................................................................14

1.5 METODI PER IL CALCOLO DELLE TARIFFE............................................................................20

1.5.1 Metodo normalizzato D.M.LLP. 01/08/96 (vecchio metodo).............................................20

1.5.2 Decreto del Presidente della giunta regionale 13/03/2006 n.49: Metodo tariffario

per la regolazione e la determinazione della tariffa del SII in Emilia-Romagna..............21

1.6 D.LGS N° 267/2000.............................. .......................................................................................22

1.7 NORME IN MATERIA DI AFFIDAMENTO DEI SERVIZI.............................................................23

2. L’AGENZIA D’AMBITO DI FERRARA................... ................................................25

3. I METODI PER IL CALCOLO DELLA TARIFFA........... .........................................27

3.1 IL METODO TARIFFARIO ATTUALMENTE VIGENTE (D.M. 01/08/1996).................................27

3.2 IL NUOVO METODO REGIONALE PER LA DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA

DEL S.I.I......................................................................................................................................36

3.3 CONFRONTO TRA VECCHIO E NUOVO METODO TARIFFARIO............................................67

4. SIMULAZIONE DI CALCOLO DELLA TARIFFA............ .......................................78

4.1 INTRODUZIONE.........................................................................................................................78

4.2 PRESENTAZIONE DEL FOGLIO DI CALCOLO.........................................................................78

4.3 PRIMO SCENARIO.....................................................................................................................80

4.4 SECONDO SCENARIO...............................................................................................................81

4.5 TERZO SCENARIO.....................................................................................................................82

4.6 RISULTATI OTTENUTI................................................................................................................84

4.7 APPLICAZIONE DEL FATTORE PCn ALLA TARIFFA DI RIFERIMENTO..................................84

4.7.1 Primo scenario..................................................................................................................85

4.7.2 Secondo scenario.............................................................................................................86

4.7.3 Terzo scenario..................................................................................................................87

5. CONCLUSIONI........................................................................................................88

BIBLIOGRAFIA....................................... .....................................................................90

ALLEGATI........................................... .........................................................................92

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PREMESSA

Il presente lavoro è figlio di un lungo percorso iniziato con la scelta personale di seguire un corso

opzionale presente nel piano di studi del terzo anno della laurea in Ingegneria Civile dell’Università

di Ferrara; tale corso, denominato “Impianti di trattamento dei rifiuti solidi”, tenuto dal docente Ing.

Malatesta Leonardo si è rivelato particolarmente interessante e di attualità. Inoltre, l’insegnamento

è stato integrato da visite a strutture attinenti alla materia trattata e da una grande disponibilità da

parte del docente per chiarimenti, integrazioni e approfondimenti.

Tutto ciò mi ha spinto a contattare il sopracitato Ing. Malatesta per poter svolgere la tesi di laurea in

collaborazione con l’Agenzia d’Ambito per i servizi pubblici di Ferrara (ATO6); il docente ha poi

individuato nella figura del Dott. Miglioli Stefano il tutore interno all’Agenzia.

Per questo faccio i seguenti ringraziamenti:

• Ringrazio molto calorosamente l’Ing. Malatesta Leonardo sia per il suo ruolo di docente

del corso trattante gli impianti di trattamento dei rifiuti solidi per avermi fatto scoprire

argomenti di interesse e di enorme utilità sia per aver ricoperto il ruolo di tutore della

presente tesi di Laurea, non lesinando mai consigli e interventi.

• Ringrazio il Dott. Miglioli Stefano, per il ruolo di correlatore, per avermi seguito sin

dall’inizio del mio percorso contribuendo a guidarmi nelle varie scelte e decisioni

riguardanti il presente lavoro da me presentato, per la grande disponibilità e umanità

mostrata nei miei confronti.

• Ringrazio l’Ing. Grechi Irene, per il supporto, per la comprensione e per avermi mostrato

aspetti particolari dell’Agenzia d’Ambito per i servizi territoriali di Ferrara (ATO6).

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INTRODUZIONE

La presente tesi di Laurea è incentrata su una delle più importanti risorse rinnovabili che esistono

sul nostro pianeta: l’acqua.

Aristotele (384 a.c. - 322 a.c.) sosteneva che la materia fosse formata dalla interazione di quattro

elementi: terra, aria, fuoco, acqua. La convinzione che l’acqua fosse un elemento indivisibile si

protrasse fino al 1700, quando gli scienziati Lavoisier e Cavendish scoprirono che questa sostanza è

formata in realtà da due costituenti: idrogeno e ossigeno (H2O).

L’acqua è un bene insostituibile.

L'acqua è considerata parte del demanio che è proprietà dello Stato e, in quanto indispensabile alla

vita, l’acqua è da considerarsi un bene comune a cui tutti devono avere diritto di accesso.

Il diritto di accesso alla risorsa acqua è fra quelli menzionati nella legge sul servizio universale a

livello europeo.

In quanto proprietà delle persone che vivono in un territorio, il costo dell'acqua dovrebbe essere

commisurato soltanto ai relativi costi di gestione, sia per il servizio di acquedotto (captazione di

acqua da fiumi o pozzi, potabilizzazione e distribuzione), che per quelli di fognatura e di

depurazione, nonchè per l’attività di monitoraggio e controllo.

Molte comunità locali conferiscono la gestione delle acque a società private o miste pubbliche-

private, con concessioni della durata fino a 20-30 anni a fronte di un programma di investimenti

definito ed un relativo piano tariffario contenente anche un canone annuo corrisposto alla stessa

Amministrazione.

A differenza di altri beni di primaria importanza, come il petrolio, il rame o il grano, l'acqua non è

sostituibile nella maggior parte dei suoi impieghi e non è economicamente conveniente il suo

trasporto a distanze superiori a qualche centinaio di chilometri.

A causa della crescita delle attività umane e della recente tendenza alla diminuzione delle

precipitazioni che potrebbe influire negativamente sul processo di rigenerazione della risorsa, la

disponibilità di acqua potabile per persona sta lentamente diminuendo.

La negazione sempre più diffusa del diritto all’acqua ha conseguenze terribili. All’inizio del terzo

millennio si calcolava che oltre un miliardo di persone non avesse accesso all’acqua potabile e che

il 40% della popolazione mondiale non potesse permettersi il lusso dell'acqua dolce per uso

personale.

La conseguenza è che nel 2006 trentamila persone sono morte al giorno nel mondo per cause

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riconducibili alla mancanza d'acqua potabile; il World Water Development Report dell'UNESCO

nel 2003 indica chiaramente che nei prossimi vent'anni la quantità d'acqua disponibile per ogni

persona diminuirà del 30%. Per questo l'acqua è una risorsa strategica per molti Paesi.

Ismail Serageldin, vicepresidente della Banca mondiale, nel 1995 affermò: “Se le guerre del

Ventesimo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del Ventunesimo avranno come

oggetto del contendere l’acqua”.

Il problema della diminuzione delle riserve acquifere può essere affrontato attraverso tre soluzioni

praticabili:

- un deciso aumento della produzione,

- una migliore distribuzione,

- un minore spreco.

L'acqua pulita è quotata come il “petrolio del futuro ”. L'acqua dolce, ora più preziosa che mai per

il suo uso estensivo in agricoltura, nelle manifatture ad alta tecnologia e per la produzione di

energia idroelettrica, sta progressivamente acquisendo l'attenzione dei popoli per una gestione più

intelligente e un uso più sostenibile.

I governi di molti Paesi hanno programmato la distribuzione dell'acqua ai bisognosi gratuitamente o

con forme di agevolazioni. Altri sostengono che il meccanismo del libero mercato e dell’iniziativa

privata sia la forma più adeguata per la gestione di questa preziosa risorsa, consentendo, tra l’altro,

di acquisire le risorse e i finanziamenti necessari per la realizzazione delle opere strutturali del

Servizo Idrico (pozzi, cisterne, dighe, reti, acquedotti, depuratori ecc.).

La rarità del bene e il conseguente rialzo dei prezzi dovrebbe indurre al risparmio idrico, così come

la concorrenza fra società idriche, per ottenere in esclusiva la gestione in un certo territorio,

dovrebbe spingere all'ammodernamento degli impianti e alla riduzione delle perdite nelle reti

acquedottistiche. Tali società, non essendo enti pubblici, non sarebbero legate ad un obbligo di

trattamento paritetico per tutti i clienti e tenderebbero a fare condizioni di favore a particolari clienti

e a grossi consumatori, che incidono su alte percentuali del loro fatturato. In un’ottica di profitto, e

visto il possibile potere contrattuale dei maggiori utenti di risorse idriche, sarebbe probabile

l'adozione di schemi tariffari che prevedono “sconti-quantità”, disincentivando, in questo modo, il

risparmio idrico e premiando, di fatto, i maggiori consumatori.

Non è concepibile che l’acqua venga sprecata o utilizzata in modo sconsiderato. I regolamenti e le

leggi tendono a preservare il cosiddetto “oro blu”, ma per averne una corretta ed efficace gestione è

necessario che i cittadini di ogni paese capiscano e apprendano il reale valore della risorsa. Anche

in virtù di ciò si ha la necessità di determinare e applicare una tariffa “ragionevole e ben

organizzata” che rifletta il reale costo dell’acqua per restituirne il “giusto” prezzo.

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In questo contesto si inserisce il DPGR. 49/06 della Regione Emilia Romagna, che introduce il

nuovo metodo tariffario per il calcolo della tariffa del Serivizio Idrico Integrato, e relativamente a

tale metodologia si sviluppa la presente tesi di Laurea. Le Aziende gestori che forniscono al

cittadino utente il Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), infatti, devono applicare una tariffa, espressa in

euro/metro cubo di acqua fatturata, che sia il corrispettivo dei reali costi sostenuti. Non solo, il

nuovo metodo tariffario introduce un fattore di performance complessivo, definito PCn, legato alla

qualità del servizio reso dall’Azienda gestore, che permette alla stessa di fruire di un bonus

tariffario nel caso in cui il servizio fornito sia buono o, viceversa, una penalizzazione se tale servizio

non ha raggiunto gli obiettivi introdotti nella nuova norma.

Tali obiettivi concernono tutti gli aspetti del Servizio Idrico Integrato attraverso diversi indicatori,

dalle interruzioni di rete non previste alle telefonate ricevute dal Call Center, dai rimborsi

automatici applicati alle perdite di rete. A seconda dei punteggi ottenuti per i vari indicatori si

ottiene un valore che, paragonato ad una specifica tabella del Decreto, restituisce una percentuale

che può oscillare tra -1% e +1% da applicare alla tariffa precedentemente calcolata.

In questa tesi si è proceduto a simulare tre scenari diversi per evidenziare l’incidenza del fattore di

performance complessivo, PCn,sia sulla tariffa finale e quindi in termini di impatto sull’utenza, che

sul fatturato dell’Azienda affidataria del servizio. L’Azienda gestore considerata è stata Hera

Ferrara s.r.l.

La presente tesi si sviluppa in 5 capitoli:

- il primo capitolo riporta il quadro normativo che fa da cornice al presente lavoro indirizzando

l’attenzione esclusivamente verso la contestualizzazione delle Agenzie d’Ambito nella

normativa nazionale, regionale e provinciale evidenziando la continua evoluzione dell’assetto

legislativo in materia;

- nel secondo capitolo viene riportata la situazione attuale dell’Agenzia d’Ambito di Ferrara,

nonché la presentazione dei due Gestori operanti nel territorio provinciale;

- il terzo capitolo espone in maniera esaustiva il “vecchio” e il “nuovo” metodo tariffario per il

calcolo e la determinazione della tariffa del S.I.I.; inoltre viene articolato un confronto tra i due

metodi evidenziandone analogie e sostanziali differenze;

- il quarto capitolo contiene la presentazione del foglio di calcolo in excel utilizzato per la

simulazione del calcolo del fattore PCn, la simulazione stessa con tabelle riassuntive dei valori

utilizzati e l’esposizione dei risultati ottenuti nei tre scenari considerati;

- il quinto capitolo presenta alcune considerazioni conclusive;

- infine è presente un allegato con i fogli di calcolo utilizzati per la simulazione.

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1. QUADRO LEGISLATIVO GENERALE

Tra tutte le Leggi nazionali e regionali di rilevante importanza ambientale si vuole in questo

contesto far riferimento in particolare a quelle che hanno istituito le Agenzie d’Ambito e ne hanno

regolamentato l’attività, con un’attenzione specifica verso le tematiche relative al settore “Servizio

Idrico Integrato”.

1.1. Introduzione: Legge Delega Ambientale n° 308/2 004 e D.lgs n° 152/2006

Legge 15 dicembre 2004, n. 308: "Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione

della legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione"

La Legge Delega Ambientale n°308/2004, detta anche Legge Matteoli dal nome del Ministro che la

propose, ha dato vita ad un lungo iter istituzionale che ha visto più volte l’intervento del Presidente

della Repubblica e delle Camere Parlamentari per l’approvazione del rispettivo Decreto. Il Decreto

di riordino ambientale n°152 del 3-04-2006 con l’oggetto “Norme in materia ambientale” è entrato

in vigore a partire dal 29-04-2006 nonostante numerose Regioni, tra cui l’Emilia Romagna, abbiano

depositato ricorso presso la Corte Costituzionale, evidenziando diversi profili di incostituzionalità

insiti nel Decreto in questione.

Detto Decreto ha comportato una radicale trasformazione dell’assetto delle tematiche ambientali in

cui esso era inserito, fornendo indicazioni specifiche in merito alle procedure di VIA (Valutazione

Impatto Ambientale), VAS (Valutazione Ambientale Strategica), IPPC (Integrated Prevention

Pollution and Control) nonché alla gestione del servizio rifiuti, alla bonifica dei siti inquinati e alla

tutela del suolo, delle risorse idriche e dell’aria. In particolare, in materia di risorse idriche, tale

decreto ridefinisce le varie competenze che spettano a tutti i soggetti presenti nell’iter istituzionale,

partendo dal Presidente del Consiglio dei Ministri per arrivare fino agli enti locali. Inoltre definisce

i distretti idrografici, gli strumenti con i quali valutare le condizioni dei bacini e gli interventi da

adottare. Successivamente riporta come identificare bacini inquinati in base a standard qualitativi e

disciplina gli scarichi a seconda del tipo di utilizzo dell’acqua.

Nell’aprile 2006, il cambiamento dell’assetto governativo italiano ha comportato l’inizio di un iter

istituzionale per la revisione del testo originario del Decreto Ambientale 152/06; il Consiglio dei

Ministri, nell’ottobre 2006, ha approvato un Decreto correttivo contenente importanti cambiamenti

volti a riportare la normativa italiana conforme alle direttive comunitarie.

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Inoltre le Commissioni istituzionali competenti stanno attualmente procedendo all’esame di altri

Decreti Legislativi che prevedono una radicale riscrittura del D.lgs 152/06. Ciò conferma la forte

instabilità e complessità del quadro normativo in cui è inserito detto Decreto, e che dallo stesso

viene profondamente modificato; di conseguenza, nella presente tesi, si farà riferimento a tutte le

Leggi che hanno regolamentato il servizio idrico integrato, fino all’entrata in vigore del Decreto

152/06 senza contemplare quanto riportato nel Decreto stesso.

1.2. Legge Galli n°36/1994

Legge 5 gennaio 1994, n. 36: "Disposizioni in materia di risorse idriche"

In ordine cronologico, la prima Legge nazionale che introduce il concetto di Ambito Territoriale

Ottimale (ATO) è la Legge n°36/1994 detta anche Legge Galli, rivolta alla definizione di un

sistema di gestione e tutela della risorsa acqua in ogni suo aspetto. Essa introduce principi

fondamentali che verranno in seguito estesi e che per analogia si possono applicare anche al

Servizio di gestione rifiuti (S.G.R.U). Si parla infatti di superamento della gestione frammentaria

del servizio attraverso il concetto di Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) il quale dovrà essere

specificatamente pertinente ad Ambiti Territoriali Ottimali (A.T.O.) da definirsi in base alle

caratteristiche dei bacini idrografici e delle peculiarità del territorio. Viene presentata la necessità di

istituire delle Agenzie d’Ambito che organizzano il S.I.I. all’interno dell’A.T.O. di propria

competenza predisponendo un sistema tariffario che consenta di coprire integralmente tutti i costi

del servizio, dalla captazione alla potabilizzazione e dall’adduzione alla distribuzione delle acque

potabili perseguendo i concetti di efficacia, efficienza ed economicità.

In particolare l'articolo 1 della legge Galli dispone che "tutte le acque superficiali o sotterranee,

ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche". Ciò perché l'acqua costituisce un bene di

interesse generale, che deve essere utilizzato per il bene collettivo; "una risorsa che è salvaguardata

ed utilizzata secondo criteri di solidarietà, tenendo conto dei diritti e delle aspettative delle

generazioni future" (Concetto di sviluppo sostenibile, Legge Galli art. 1).

Il carattere pubblico delle acque si manifesta con il fatto che esse sono di proprietà dello Stato,

fanno parte del demanio statale (demanio necessario). Anche se statali, nel corso del recente

processo di decentramento, numerose competenze relative al Servizio Idrico sono state trasferite e/o

delegate alle Regioni.

Il carattere pubblico delle acque ha un'importante conseguenza: l'uso delle acque non può essere

effettuato liberamente. Chi intende prelevare acqua da un corpo idrico deve ottenere una

concessione dall'autorità pubblica e pagare il relativo canone (canone di derivazione) .

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L'autorità competente al rilascio della concessione per la derivazione dell'acqua pubblica è la

Regione.

La gestione delle acque destinate al consumo umano (captazione, abduzione, potabilizzazione e

distribuzione), nonchè i servizi di fognatura e depurazione, è affidata dall’autorità pubblica

competente (A.T.O.) ad uno specifico “soggetto gestore” secondo le modalità previste dall’art. 113

del D.lgs 267/2000. Si tratta in pratica della gestione dei beni strumentali al servizio di proprietà

pubblica come gli acquedotti, le reti, le fognature e gli impianti di depurazione.

I soggetti affidatari del servizio, nell’erogazione dello stesso, sono tenuti a rispettare gli standard di

qualità e di quantità individuati nel contratto di affidamento; come corrispettivo riscuotono la tariffa,

determinata dall’autorità pubblica, che comprende il consumo di acqua potabile, i servizi di

fognatura e di depurazione.

La legge 36/1994 stabilisce inoltre che:

� l'uso delle acque per bisogni umani è prioritario rispetto agli altri usi. Altri usi sono ammessi

quando l'acqua è sufficiente e a condizione che non ledano la qualità dell'acqua per il

consumo umano;

� nei periodi di siccità l'uso dell'acqua per scopi agricoli è prioritario rispetto agli altri usi, una

volta soddisfatti quelli dei bisogni umani;

� derivazione ed estrazione da falda per uso industriale è consentita solo nel caso di ampia

disponibilità delle risorse o di accertata carenza qualitativa e quantitativa di fonti alternative

di approvvigionamento (modifica al Regio Decreto 1775/1933).

Particolarmente pregnante ai fini della nostra indagine sono gli articoli 8 e 9 i quali introducono le

Agenzie d’Ambito operanti nei rispettivi Ambiti Territoriali Ottimali che, in linea generale,

coincidono con i confini amministrativi Provinciali.

Art. 8-9: Legge Galli

Art. 8 : Organizzazione territoriale del servizio idrico int egrato

1. I servizi idrici sono riorganizzati sulla base di ambiti territoriali ottimali delimitati secondo i seguenti

criteri:

a) rispetto dell'unità del bacino idrografico o del sub-bacino o dei bacini idrografici contigui, tenuto

conto delle previsioni e dei vincoli contenuti nei piani regionali di risanamento delle acque di cui alla legge

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1° maggio 1976, n. 319, e successive modificazioni, e nel piano regolatore generale degli acquedotti, nonchè

della localizzazione delle risorse e dei loro vincoli di destinazione, anche derivanti da consuetudine, in

favore dei centri abitati interessati;

b) superamento della frammentazione delle gestioni;

c) conseguimento di adeguate dimensioni gestionali, definite sulla base di parametri fisici, demografici,

tecnici e sulla base delle ripartizioni politico-amministrative.

2. Le regioni, sentite le province interessate, nonchè le province autonome di Trento e di Bolzano,

nell'ambito delle attività di programmazione e di pianificazione previste dagli articoli 3 e 17 della legge 18

maggio 1989, n. 183 e successive modificazioni, entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore

della presente legge, provvedono alla delimitazione degli ambiti territoriali ottimali. Nei bacini idrografici di

rilievo nazionale, ai sensi della citata legge n. 183 del 1989, le regioni, sentite le province interessate,

nonchè le province autonome di Trento e di Bolzano, provvedono alla delimitazione degli ambiti territoriali

ottimali dopo aver sottoposto il progetto di delimitazione all'Autorità di bacino per la determinazione di

competenza ai sensi dell'articolo 12, comma 4, della citata legge n. 183 del 1989.

3. Qualora, nei bacini che non siano di rilievo nazionale, un acquedotto in regime di servizio pubblico,

per concessione assentita o consuetudine, convogli risorse idriche derivate o captate in territori comunali

ricadenti in più regioni, la delimitazione degli ambiti territoriali ottimali di cui al comma 1 è effettuata

d'intesa tra le regioni interessate.

4. Le regioni, sentite le province interessate, nonchè le province autonome di Trento e di Bolzano,

d'intesa tra loro o singolarmente, nonchè l'Autorità di bacino, nell'ambito delle attività previste dagli articoli

3 e 17 della citata legge n. 183 del 1989, e successive modificazioni, per le finalità di cui alla presente legge

provvedono nei bacini idrografici di loro competenza all'aggiornamento del piano regolatore generale degli

acquedotti su scala di bacino ed alla programmazione degli interventi attuativi occorrenti in conformità alle

procedure previste dalla medesima legge n. 183 del 1989.

5. Le regioni, sentite le province, nonchè le province autonome di Trento e di Bolzano, stabiliscono

norme integrative per il controllo degli scarichi degli insediamenti civili e produttivi allacciate alle

pubbliche fognature, per la funzionalità degli impianti di pretrattamento e per il rispetto dei limiti e delle

prescrizioni previsti dalle relative autorizzazioni.

6. Nei bacini di rilievo nazionale sono fatte salve le competenze statali di cui all'articolo 91, numero 4,

del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, esercitate dal Ministro dei lavori

pubblici, su proposta dell'Autorità di bacino.

Art. 9 : Disciplina della gestione del servizio idrico integrato

1. I comuni e le province di ciascun ambito territoriale ottimale di cui all'articolo 8, entro il termine

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perentorio di sei mesi dalla delimitazione dell'ambito medesimo, organizzano il servizio idrico integrato,

come definito dall'articolo 4, comma 1, lettera f), al fine di garantirne la gestione secondo criteri di

efficienza, di efficacia e di economicità.

2. I comuni e le province provvedono alla gestione del servizio idrico integrato mediante le forme, anche

obbligatorie, previste dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, come integrata dall'articolo 12 della legge 23

dicembre 1992, n. 498.

3. Per le finalità di cui al presente articolo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,

entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, disciplinano, ai sensi della

legge 8 giugno 1990, n. 142, e successive modificazioni, le forme ed i modi della cooperazione tra gli enti

locali ricadenti nel medesimo ambito ottimale. Nei casi in cui la forma di cooperazione sia attuata per gli

effetti dell'articolo 24 della legge 8 giugno 1990, n. 142, le regioni e le province autonome di Trento e di

Bolzano individuano gli enti locali partecipanti, l'ente locale responsabile del coordinamento, gli

adempimenti e i termini previsti per la stipulazione delle convenzioni di cui all'articolo 24, comma 1, della

legge 8 giugno 1990, n. 142. Dette convenzioni determinano in particolare le procedure che dovranno essere

adottate per l'assegnazione della gestione del servizio idrico, le forme di vigilanza e di controllo, nonchè gli

altri elementi indicati all'articolo 24, comma 2, della legge 8 giugno 1990, n. 142. Decorso inutilmente il

termine fissato dalle regioni e dalle province autonome, provvedono queste ultime in sostituzione degli enti

inadempienti.

4. Al fine di salvaguardare le forme e le capacità gestionali degli organismi esistenti che rispondono a

criteri di efficienza, di efficacia e di economicità, i comuni e le province possono provvedere alla gestione

integrata del servizio idrico anche con una pluralità di soggetti e di forme tra quelle di cui al comma 2. In tal

caso, i comuni e le province individuano il soggetto che svolge il compito di coordinamento del servizio ed

adottano ogni altra misura di organizzazione e di integrazione delle funzioni fra la pluralità di soggetti

gestori.

1.3. Decreto Ronchi n°22/1997

Decreto Legislativo 5 febbraio 1997. “Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui

rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio”

I principi fondamentali, relativi ai concetti di servizio integrato, superamento delle frammentazioni,

delle gestioni in economia e di efficienza, efficacia ed economicità sviluppati per il Servizio Idrico

sono stati ripresi anche per la disciplina del Servizio Rifiuti.

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La Legge quadro in materia di Rifiuti (Decreto legislativo n°22 del 5 febbraio 1997 noto anche

come Decreto Ronchi), infatti, introduce il concetto di Ambito Territoriale Ottimale A.T.O. come

dimensione territoriale ottimale per la gestione integrata per lo svolgimento del Servizio Gestione

Rifiuti Urbani (S.G.R.U.).

1.3.1 Art. 23: istituzione delle Agenzie d’Ambito

Art. 23

1. Salvo diversa disposizione stabilita con legge regionale, gli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei rifiuti

urbani sono le Province. In tali ambiti territoriali ottimali le Province assicurano una gestione unitaria dei rifiuti

urbani e predispongono piani di gestione dei rifiuti, sentiti i Comuni, in applicazione degli indirizzi e delle

prescrizioni del presente decreto.

2. Per esigenze tecniche o di efficienza nella gestione dei rifiuti urbani, le Province possono autorizzare gestioni

anche a livello sub-provinciale purché, anche in tali ambiti territoriali, sia superata la frammentazione della

gestione.

3. I Comuni di ciascun ambito territoriale ottimale di cui al comma 1, entro il termine perentorio di sei mesi dalla

delimitazione dell'ambito medesimo, organizzano la gestione dei rifiuti urbani secondo criteri di efficienza, di

efficacia e di economicità.

4. I Comuni provvedono alla gestione dei rifiuti urbani mediante le forme, anche obbligatorie, previste dalla legge

8 giugno 1990, n. 142, come integrata dall'articolo 12 della legge 23 dicembre 1992, n. 498.

5. Per le finalità di cui ai commi 1, 2 e 3 le Province, entro il termine di dodici mesi dalla data di entrata in vigore

del presente decreto, coordinano, sulla base della legge regionale adottata ai sensi della legge 8 giugno 1990, n.

142 e successive modificazioni, le forme ed i modi della cooperazione tra gli Enti locali ricadenti nel medesimo

ambito ottimale. Nei casi in cui la forma di cooperazione sia attuata per gli effetti dell'articolo 24 della legge 8

giugno 1990, n.142, le Province individuano gli Enti locali partecipanti, l'Ente locale responsabile del

coordinamento, gli adempimenti ed i termini previsti per l'assicurazione delle convenzioni di cui all'articolo 24,

comma 1, della legge 8 giugno 1990, n.142. Dette convenzioni determinano in particolare le procedure che

dovranno essere adottate per l'assegnazione del servizio di gestione dei rifiuti, le forme di vigilanza e di

controllo, nonché gli altri elementi indicati all'articolo 24,comma 2, della legge 8 giugno 1990, n. 142. Decorso

inutilmente il predetto termine le Regioni e le Province autonome provvedono in sostituzione degli Enti

inadempienti.

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1.4. Legge Regionale n° 25/1999

“Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali e disciplina delle forme di cooperazione tra gli enti

locali per l'organizzazione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti urbani”

Legge modificata in seguito da:

L.R. 21 agosto 2001 n. 27

L.R. 28 gennaio 2003 n. 1

L.R. 14 aprile 2004 n. 7

Con la Legge regionale n° 25/1999, la Regione Emilia Romagna ha recepito quanto previsto dagli

articoli 9 e 23 rispettivamente della Legge Galli e del Decreto Ronchi riguardanti la delimitazione

degli Ambiti Territoriali Ottimali quali unità fondamentali per una corretta gestione di due servizi:

il servizio idrico integrato (S.I.I.) e il servizio di gestione dei rifiuti urbani (S.G.R.U.).

Sulla base di quanto indicato nel Decreto Ronchi e nella Legge Galli, la Legge Regionale delimita

gli Ambiti Territoriali Ottimali sui quali dovrà essere coordinato il S.I.I., tenendo conto dei principi

di efficacia, efficienza ed economicità. Vengono quindi individuati, nella Regione Emilia Romagna,

9 Ambiti Territoriali Ottimali, i cui confini coincidono con quelli provinciali.

Secondo le disposizioni degli artt. 30 e 31 del Testo Unico sugli Enti Locali n°267/2000 la presente

legge permette alle Province ed ai Comuni facenti parti di ogni Agenzia di scegliere la forma di

cooperazione per la rappresentanza degli Enti locali associati tra Convenzione e Consorzio. In

Emilia Romagna sono quattro le Agenzie regolate da una forma associativa consorziale (Piacenza,

Parma, Modena e Rimini) mentre Ferrara, Bologna, Ravenna, Reggio Emilia e Forlì-Cesena hanno

optato per una forma convenzionale. La Convenzione di Funzioni, disciplinata dall’art. 30, prevede

che gli Enti Locali associati individuino un Presidente, un Direttore ed il personale tecnico-

amministrativo mentre la forma consorziale impone la presenza di un ulteriore organo direttivo: il

Consiglio di Amministrazione.

La Regione Emilia-Romagna, con la Legge n° 25, ha inteso attribuire pari dignità alle due forme di

cooperazione attraverso l’attribuzione della personalità giuridica di diritto pubblico anche alla scelta

Convenzionale.

In particolare le Agenzie devono assicurare una gestione dei servizi idrici e di gestione rifiuti urbani

integrata tra i diversi attori operanti sul territorio, secondo un modello di gestione industriale basato

sul conseguimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità (principio delle 3E).

Uno degli articoli più importanti in riferimento alle attività delle Agenzie d’Ambito è sicuramente

l’articolo 6 che disciplina le competenze delle Agenzie. Esse svolgono funzioni di programmazione,

pianificazione, monitoraggio e controllo della gestione del servizio idrico e dei rifiuti urbani.

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Art. 6

Competenze dell'Agenzia

(modificati comma 1, 3 e 4 da art 4 L.R. 28 gennaio 2003 n. 1)

1. L'Agenzia esercita tutte le funzioni spettanti ai Comuni relativamente all'organizzazione e all'espletamento della

gestione dei servizi pubblici ad essa assegnati, ivi comprese l'adozione dei necessari regolamenti e la

definizione dei rapporti con i gestori dei servizi anche per quanto attiene alla relativa instaurazione, modifica o

cessazione. L'Agenzia non può svolgere attività di gestione dei servizi medesimi.

2. Gli atti costitutivi di cui all'art. 4 contengono una clausola ricognitiva di tutte le funzioni di cui al comma1.

3. L'Agenzia esercita, in particolare, le seguenti funzioni:

a) specificazione della domanda di servizio idrico integrato e di servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani;

b) determinazione della tariffa di ambito e delle sue articolazioni per le diverse categorie di utenza per il

servizio idrico integrato e per il servizio di gestione dei rifiuti urbani;

c) predisposizione ed approvazione del programma degli interventi, del relativo piano finanziario e del connesso

modello gestionale e organizzativo;

d) scelta per ciascun servizio delle forme di gestione;

e) espletamento delle procedure di affidamento dei servizi, previa valutazione del fatto che sia più vantaggioso

nel caso di affidamento contestuale di più servizi, ed instaurazione dei relativi rapporti;

f) controllo sul servizio reso dal gestore nel rispetto delle specifiche norme contenute nell'atto di affidamento;

g) amministrazione dei beni strumentali ad essa affidati dagli Enti locali per l'esercizio dei servizi pubblici.

4. L'Agenzia nella predisposizione dei programmi assicura la consultazione delle organizzazioni economiche,

sociali e sindacali maggiormente rappresentative nel territorio con particolare riferimento alle funzioni di cui

alle lettere a), b), e) ed f) del comma3.

Ora si possono riprendere più nel dettaglio i vari punti espressi nell’articolo 6 appena citato, a

proposito delle competenze e funzioni dell’agenzia:

• Specificazione della domanda di servizio idrico integrato e di servizio di gestione

dei rifiuti solidi urbani ; fase che crea i presupposti per lo sviluppo di tutte le fasi

successive. Si basa su una ricognizione preliminare e all’esame di tutte le peculiarità

territoriali, delle criticità e dei punti di forza, delle problematiche salienti in termini di

richiesta idrica e di produzione di rifiuti tenendo in considerazione le prospettive di

sviluppo della domanda del servizio anche in relazione alla dinamica demografica della

popolazione residente e fluttuante.

• b) Determinazione della tariffa di ambito e delle sue articolazioni per le diverse

categorie di utenza per il servizio idrico integrato e per il servizio di gestione dei

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rifiuti urbani ; l’Agenzia svolge l’importante funzione di determinare le Tariffe per il

settore idrico e per quello dei rifiuti urbani. Per il calcolo della T.R.M. (Tariffa reale

media del servizio idrico integrato) la normativa di riferimento è il Decreto Ministero dei

lavori pubblici del 1 Agosto 1996: “metodo normalizzato per la definizione delle

componenti di costo e la determinazione della tariffa di riferimento del servizio idrico

integrato”. In particolare per la definizione dell’articolazione tariffaria spetta

all’Agenzia effettuare la scelta di natura perequativa e di ridistribuzione dei redditi.

Particolare attenzione , anche in funzione della conservazione della risorsa idrica,

meriteranno le scelte in relazione al costo (euro/mc) dell’acqua nelle differenti fasce di

consumo. L’articolazione tariffaria che rappresenta l’oggetto principale della presente

tesi sarà approfondita nei capitoli successivi.

• c) Predisposizione ed approvazione del programma degli interventi, del relativo

piano finanziario e del connesso modello gestionale e organizzativo; in base alle

criticità emerse nella fase di ricognizione e nell’analisi della evoluzione della domanda

del servizio, l’Agenzia predispone il Programma degli interventi necessari a superare le

criticità e a soddisfare i bisogni dell’Ambito. Successivamente, sulla base del

Programma degli interventi, viene elaborato il relativo Piano Finanziario ed il modello

gestionale.

• d) Scelta per ciascun servizio delle forme di gestione; le disposizioni sulle modalità di

gestione del servizio sono indicate dalla Legge Regionale nel Capo II bis in cui si

specifica che l’affidamento del servizio deve avvenire o secondo procedure ad evidenza

pubblica o attraverso un affidamento diretto a società di capitali prevalentemente a

carattere pubblico (in house providing) operante sul territorio specifico e sottostante ai

vincoli extramoenia; come vedremo nei paragrafi seguenti, la normativa regionale in

materia di affidamento dei servizi si intende superata dalla disciplina contenuta nell’art.

113 del Testo Unico sugli Enti Locali.

• e) Espletamento delle procedure di affidamento dei servizi; dopo l’individuazione

della forma di gestione, l’Agenzia procede ad espletare la procedura di affidamento. Il

documento principale che deve essere sottoscritto dai soggetti affidatari del servizio e

dall’Agenzia d’Ambito è la Convenzione di Gestione, alla quale vengono allegati il

Piano d’Ambito (allegato A, ai sensi dell’art. 17 della LR n°25/1999) ed il Disciplinare

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tecnico (allegato B). La Convenzione regola i rapporti giuridici, amministrativi e

contrattuali tra l’Agenzia ed il Gestore del servizio. In particolare, per il Servizio Idrico

Integrato, l’Agenzia d’Ambito ha facoltà di intervenire nei confronti delle seguenti

attività:

- servizio di acquedotto nelle fasi di captazione, potabilizazione e distribuzione;

- servizio di fognatura;

- servizio di depurazione;

• f) Controllo sul servizio reso dal gestore nel rispetto delle specifiche norme

contenute nell'atto di affidamento; dopo avere concluso la fase preliminare di

ricognizione, predisposto il Programma degli interventi, determinato il Piano Tariffario e

affidato il servizio, l’Agenzia svolge l’importante funzione di monitoraggio e controllo

del servizio reso dal gestore. La funzione di monitoraggio e controllo, si riassume come

l’attività continua e costante svolta dall’Agenzia per verificare che i vincoli contrattuali

previsti nell’Atto di affidamento e negli allegati tecnici (Piano d’Ambito e Disciplinare

Tecnico) siano rispettati dal gestore durante l’erogazione del servizio.

• g) Amministrazione dei beni strumentali affidati all’Agenzia dagli Enti locali per

l'esercizio dei servizi pubblici.

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Oltre al già citato art. 6 riveste una grande importanza anche l’art. 10 che tratta dell’attivazione del

servizio idrico integrato e le metodologie relative:

Art. 10

Attivazione del servizio idrico integrato

Al fine di realizzare la prima attivazione del servizio idrico integrato, l'Agenzia:

a) individua le gestioni esistenti per le quali, sulla base di quanto previsto all'art. 11, può essere riconosciuta la

salvaguardia di cui all'art. 9, comma 4 della legge n. 36 del 1994, nel rispetto del principio della riunificazione del

servizio idrico integrato;

b) determina il superamento delle gestioni dirette e di quelle non rispondenti a criteri di efficienza, efficacia ed

economicità che, previo confronto comparativo sulla base di criteri di natura tecnica, economica e imprenditoriale delle

possibili soluzioni gestionali e tenuto conto del superamento della frammentazione delle gestioni, confluiscono nelle

gestioni salvaguardate o sono affidate ad un nuovo soggetto gestore individuato attraverso le modalità di cui all'articolo

8 ter;

c) determina la tariffa di riferimento per ciascuna delle gestioni di cui alle lett. a) e b); d) determina indirizzi alle

gestioni salvaguardate per la realizzazione di momenti di coordinamento e di integrazione funzionale tesi al

perseguimento di economie di scala e alla loro progressiva integrazione.

N.B. Le concessioni affidate a società ed imprese consortili dopo l'entrata in vigore della legge n. 36 del 1994,sono

dichiarate decadute dall'Agenzia di ambito. Quelle affidate anteriormente all'entrata in vigore della medesima legge

restano ferme sino alla loro scadenza qualora l'affidamento sia avvenuto attraverso procedure ad evidenza pubblica.

Entro diciotto mesi dall'istituzione l'Agenzia stipula con ciascuna gestione salvaguardata e con i gestori individuati ai

sensi della lett. b) del comma 1, una convenzione per la gestione nel periodo di transizione del servizio idrico integrato,

ai sensi dell'art. 11 della legge n. 36 del 1994, di durata triennale. La stipula della convenzione non costituisce nuovo

affidamento.

La durata della convenzione di cui al comma 3 è: a) di cinque anni qualora stipulata con un soggetto derivante dalla

fusione di almeno due gestioni salvaguardate; b) di dieci anni qualora stipulata con un gestore che effettui il servizio

per almeno il settantacinque per cento della popolazione dell'ambito.

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Funzioni dell’Agenzia d’Ambito inserita nel contesto normativo di riferimento

- D.M. n°36/1994 (Legge Galli) - D.lgs n°22/1997 (Decreto Ronchi) e successivi Decreti attuativi

Legge Regionale n° 25/1999

Testo Unico sugli Enti Locali n°267/2000

Agenzia d’Ambito

(S.I.I.)

Gestori

Osservatorio Regionale e

Nazionale S.I.I.

Comuni

Comitati Consultivi

Utenti

Autorità Regionale per la Vigilanza

Tariffa del servizio e fattore di performance

Programmazione e Pianificazione e Affidamento

Provincia

Raccolta di dati inerenti il territorio ed i gestori

attivi, censimento. Definizione della domanda di servizio. Analisi delle peculiarità delle gestioni già attive

e delle eventuali criticità (servizio reso, tariffazione..).

Specificazione del programma degli interventi e del piano finanziario.

Stipula della Convenzione di affidamento della gestione dei servizi agli Enti gestori prescelti;

Gestione dei rapporti contrattuali. Predisposizione e approvazione del Piano

d’Ambito e del Disciplinare Tecnico.. Collaborazione con gli Enti Locali e con le

altre ATO. Monitoraggio e controllo

Utenti

RegioneMinistero

Definizione della tariffa

media di bacino TMR (metodo di calcolo regionale a partire dal 1/12/07).

Applicazione alla Tariffa di riferimento del PCn = fattore di performance che valuta l’aspetto. qualitativo del servizio reso

PCn = QSn + PAn. Per i gestori più virtuosi il

PCn può comportare +1% sulla Tariffa di riferimento;viceversa -1%.

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1.5. Metodi per il calcolo delle tariffe

Il 1 agosto 1996 uscì un decreto del Ministero dei lavori pubblici che individuava le componenti di

costo per la definizione della tariffa del SII. Secondo una specifica metodologia di calcolo che,

nell’insieme prendeva il nome di Metodo Normalizzato. La peculiarità consisteva nel

“normalizzare” i costi di acquedotto, fognatura, depurazione realmente sostenuti per la gestione del

servizio rispetto ad una componente di costi teorici modellati (COAP, COFO, COTR). Tale

peculiarità del Metodo Normalizzato, assieme ad altri aspetti di computazione dei costi, come per

esempio utilizzare un tasso fisso al 7 % per remunerare il capitale investito, nonché le successive

modifiche introdotte in materia normativa (costituzione delle società patrimoniali e definizione dei

relativi canoni di concessione d’uso), hanno determinato la necessità di una revisione e

aggiornamento del metodo di calcolo della tariffa del servizio idrico integrato.

Recentemente la Regione Emilia Romagna, anche in virtù delle recenti riforme amministrative di

delega e assegnazione delle competenze, ha voluto introdurre un proprio metodo per la

determinazione della Tariffa. Il 13 marzo 2006 con un decreto del Presidente della Giunta

Regionale è stato redatto il nuovo metodo regionale per la regolamentazione e la determinazione

della tariffa del SII in Emilia-Romagna.

1.5.1 Metodo normalizzato D.M. LLP. 1 08 96 (vecchi o metodo)

“E’ approvato il metodo normalizzato per la definizione delle componenti di costo e la determinazione

della tariffa di riferimento del servizio idrico integrato che, allegato al presente decreto, ne costituisce

parte integrante.”.

Il metodo normalizzato costituisce la norma a cui l’Autorità d’ambito deve fare riferimento per la

determinazione della tariffa reale media (T.M.R.) dopo aver effettuato le fasi di ricognizione,

affidamento del servizio, scelta del modello gestionale e approvazione del programma degli

interventi e del relativo piano finanziario (Piano d’ambito). Tale metodo resterà in vigore fino alla

prima revisione tariffaria successiva al 1 dicembre 2007. Ai sensi del D.M. l’Agenzia determina la

tariffa reale media del primo esercizio, e di quelli successivi, secondo il concetto e l’applicazione di

"limite di prezzo" (regolazione di tipo PRICE CAP), inteso come indice percentuale di incremento

annuale massimo consentito alla tariffa reale media dell’anno precedente. Il metodo normalizzato

prevede che in ciascun anno del Piano la T.M.R. venga calcolata come rapporto tra i costi al

numeratore (costi operativi, ammortamenti e remunerazione del capitale investito) ed il volume

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erogato al denominatore, confrontando poi tale valore con la tariffa reale media dell’anno

precedente al fine di verificare il rispetto del limite di prezzo.

Andremo ad analizzare in dettaglio tale metodo evidenziandone criticità ed aspetti positivi, nonché

confrontandolo con il nuovo metodo regionale nel capitolo 3.

1.5.2 Decreto del Presidente della giunta regionale 13/03/2006 n.49: Metodo

tariffario per la regolazione e la determinazione d ella tariffa del SII in Emilia-

Romagna

Il 13 marzo 2006 il Presidente della Giunta Regionale ha approvato il metodo tariffario per la

regolazione e la determinazione della tariffa del SII in Emilia-Romagna redatto e costruito da un

apposito Gruppo di lavoro regionale interistituzionale costituito da rappresentanti della Regione,

delle ATO, dei gestori del servizio, delle associazioni dei consumatori e delle categorie

imprenditoriali. Questo decreto ha inoltre stabilito che l’entrata in vigore del metodo avverrà a

decorrere dalla prima revisione tariffaria periodica successiva all’1 dicembre 2007.

In sintesi si può affermare che il nuovo metodo regionale si basa sulla struttura del “vecchio”

metodo, ma va a “migliorare, precisare, definire meglio e chiarire” le modalità di calcolo di tutte le

componenti di costo che stanno dentro alla struttura e aggiunge alcuni parametri che qualificano lo

stesso metodo cercando di legare l’aspetto meramente economico della tariffa alla qualità del

servizio reso dal gestore al cittadino – utente. Nel dettaglio:

- la tipologia di regolazione è sempre di tipo price cap regolation (limite di prezzo k e

inflazione);

- le componenti di costo a determinazione della tariffa sono le medesime (Costi operativi,

ammortamenti, remunerazione), con l’aggiunta di una più precisa definizione del canone di

concessione, anche in virtù delle più recenti normative in materia di proprietà dei beni dei S.I.I,

che viene tolto dai costi operativi e considerato come componente di costo a tutti gli effetti;

- le modalità di calcolo per la quantificazione di tali componenti di costo sono tutte modificate

ed aggiornate in base a criteri innovativi considerati più rispondenti alla realtà del Servizio

Idrico Integrato nella nostra regione;

- sono aggiunte due variabili per il computo della tariffa finale: il “Vn” per facilitare e chiarire

il conguaglio delle differenze tra volumi previsti e volumi realizzati ed il “PCn”, o fattore di

performance complessiva, che consente di valutare ed incentivare la qualità del servizio reso

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prevedendo aumenti o diminuzione della tariffa in base al livello qualitativo del servizio

raggiunto dal gestore.

Tn = (Cn + An + Rn + CCn)·(1± PCn ± Vn)

Dove:

Tn è la tariffa dell’anno n

Cn è la componente di costo relativa ai costi operativi dell’anno n

An è la componente di costo relativa agli ammortamenti dell’anno n

Rn è la componente di costo relativa alla enumerazione del capitale investito all’anno n

CCn è la componente relativa al canone di concessione all’anno n.

PCn è il fattore di performance complessiva del gestore

Vn è il fattore di bilanciamento dei volumi previsti e consuntivati.

Per l’analisi dettagliata del nuovo metodo tariffario ed il confronto con il precedente metodo si

rimanda ai successivi capitoli. In particolare sarà approfondito il fattore di performance complessiva

PCn risultante dalla somma algebrica di due ulteriori fattori QSn (fattore di qualità del servizio reso)

e PAn (fattore di performance ambientale).

1.6. D.lgs n° 267/2000

“Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali" (TUEL)

Esso costituisce il testo di riferimento circa la natura giuridica dell’Agenzia e la sua attività di

affidamento dei servizi.

Gli articoli 30 e 31 disciplinano le forme di cooperazione tra gli Enti Locali. Le Agenzie di Ambito

possono essere costituite attraverso la sottoscrizione di una Convenzione tra Enti Locali (art. 30) o

attraverso la costituzione di un Consorzio secondo le norme previste per le aziende speciali (art. 31).

Particolare attenzione merita l’art. 113 il quale ha risentito dei diversi orientamenti di politica

economica succedutisi nel corso degli anni. Di questo articolo e delle difficoltà di coordinamento

tra normativa regionale e nazionale in materia di affidamento dei servizi si tratterà nel paragrafo

successivo.

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L’art. 117 del Decreto in oggetto fornisce indicazioni riguardanti il sistema di tariffazione applicato

dal gestore affinché esso sia in grado di assicurare l’equilibrio economico-finanziario

dell’investimento e della gestione connessa, rimarcando quanto specificato precedentemente dal

D.M. 1/8/1996. La tariffa deve essere calcolata in modo che ci sia una completa corrispondenza tra

costi e ricavi, assicurando l’integrale copertura dei costi del servizio ai quali vanno annessi anche

gli ammortamenti e gli investimenti, inoltre la “remunerazione del capitale investito” deve essere

coerente con le condizioni di mercato.

1.7. Norme in materia di affidamento dei servizi

Come accennato in precedenza, l’art. 113 del Dlgs 267/2000, rubricato “gestione delle reti ed

erogazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica”, disciplina le modalità di gestione ed

affidamento dei servizi pubblici locali. Particolarmente rilevante ai fini delle funzioni istituzionali

delle Agenzie d’Ambito è il comma 5. Esso prevede tre possibili modalità di affidamento del

servizio secondo le discipline di settore e nel rispetto della normativa dell’Unione europea:

a) a società di capitali individuate attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza

pubblica;

b) a società a capitale misto pubblico privato nelle quali il socio privato venga scelto attraverso

l'espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica che abbiano dato garanzia di

rispetto delle norme interne e comunitarie in materia di concorrenza secondo le linee di

indirizzo emanate dalle autorità competenti attraverso provvedimenti o circolari specifiche;

c) a società a capitale interamente pubblico a condizione che l'ente o gli enti pubblici titolari del

capitale sociale esercitino sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri

servizi e che la società realizzi la parte più importante della propria attività con l'ente o gli enti

pubblici che la controllano (c.d. in house providing).

Occorre ricordare che l’affidamento a società In-house avviene da parte di un committente pubblico

che non procede ad alcuna gara, ma affida direttamente il servizio a società di capitale interamente

pubblico. L’affidamento In-house richiede tuttavia alcune caratteristiche imprescindibili:

- gli enti titolari del servizio devono esercitare sulla società un “controllo analogo” ovvero un

assoluto potere di direzione, coordinamento e supervisione verso la persona giuridica

controllata;.

- la società affidataria del servizio deve svolgere la propria attività prevalente nei confronti degli

Enti Pubblici che la controllano.

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Le modalità di affidamento dei servizi sono disciplinate anche dall’art.8 ter della Legge Regionale

25/1999, successivamente integrata dalla L.R. n°1/2003, in cui vengono previste solamente due

modalità:

- svolgimento di gara con le procedure di evidenza pubblica;

- affidamento diretto da parte dell'Agenzia a società a prevalente capitale pubblico effettivamente

controllate da Comuni rientranti nell'ambito territoriale ottimale e che esercitano a favore dei

medesimi la parte prevalente della propria attività, ferma restando la necessità di una gestione di

tipo industriale rispondente a criteri di efficienza, efficacia ed economicità.

La lettera b) dell’art 113/267 riferita all’affidamento diretto a società di capitale misto pubblico-

privato non viene considerata dalla legge regionale che contempla solamente l’affidamento tramite

gara oppure l’affidamento in-house providing.

La modalità di affidamento in-house providing, prevista dalla normativa Regionale, si intende

superata dalla Disciplina Statale, art. 113, comma 5, lettera c, che è espressione del più recente

orientamento comunitario.

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2. L’AGENZIA D’AMBITO DI FERRARA

L’Agenzia d’Ambito di Ferrara (ATO6) è stata istituita in base alla Legge Regionale n°25 del 1999

in data 17/04/2002. La forma di cooperazione scelta per la costituzione dell’Agenzia è la

Convenzione di funzioni. Il modello convenzionale presenta maggior semplicità e flessibilità

rispetto alla forma consortile.

L’Agenzia d’Ambito Territoriale Ottimale di Ferrara opera in sinergia con altri Enti Pubblici quali

l’Autorità Regionale per la Vigilanza sul SII e sullo SGRU, L’Osservatorio Regionale e Nazionale

Rifiuti urbani, la Regione, la Provincia ed i Comuni associati. L’operato dell’Agenzia si ripercuote

direttamente sui gestori in un rapporto tra controllore e controllato che deve essere il più possibile

trasparente e collaborativo. Anche i cittadini esercitano un ruolo chiave nei confronti delle Agenzie

d’Ambito in quanto, attraverso l’Istituzione dei Comitati Consultivi Utenti, possono esprimere

pareri, osservazioni e reclami.

In riferimento alla gestione del Servizio Idrico Integrato nel territorio provinciale di Ferrara operano

due gestori, Hera S.p.a. e CADF S.p.a. i quali si occupano del servizio acquedottistico, inteso come

manutenzione, rinnovo, potenziamento della rete di adduzione e distribuzione, degli impianti di

captazione, potabilizzazione e sollevamento per la fornitura di acqua potabile ad usi civile,

produttivo e altri usi. Inoltre tali gestori sono responsabili del servizio di depurazione, cioè della

manutenzione, rinnovo, potenziamento ed estensione di impianti per la depurazione delle acque

reflue, e del servizio di fognatura, inteso come manutenzione, rinnovo, potenziamento, estensione

della rete fognaria e dei relativi impianti di sollevamento.

In data 20/12/2004 l’Agenzia ha stipulato due diverse convenzioni con i due gestori della provincia

di Ferrara, all’interno delle quali sono previste le modalità di attuazione del servizio, la separazione

dei comuni nei quali effettuare il servizio, le disposizioni generali, il finanziamento e il tipo di

controllo che la stessa Agenzia avrebbe garantito sui gestori. Tali convenzioni hanno la durata di 20

anni, ma individuano anche i casi di possibile revoca dell’affidamento del servizio oltre che

eventuali sanzioni e/o risarcimenti.

Dal 1°gennaio 2005 la società ferrarese Acosea S.p.a., che gestiva il servizio idrico integrato, è

confluita nel Gruppo Hera S.p.a. Al servizio dei Comuni ferraresi c'è ora la nuova società operativa

territoriale Hera Ferrara s.r.l., che continua l'attività di gestione dei servizi già svolti da Acosea.

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I comuni serviti da Hera Ferrara s.r.l. sono parte di Alfonsine (Provincia di Ravenna), Argenta,

Bondeno, Cento, Ferrara, Masi Torello, Mirabello, Poggio Renatico, Portomaggiore, Sant’Agostino,

Vigarano Mainarda, Voghiera, per un totale di 239.600 abitanti e di 1.319,06 km2.

C.A.D.F. s.p.a. è uno dei due gestori affidatari del Servizio Idrico Integrato. Si è costituito società

per azioni, in data 21/8/2001, a seguito della trasformazione del Consorzio Acque Delta Ferrarese.

C.A.D.F. s.p.a. serve il territorio dei Comuni di Berra, Codigoro, Comacchio, Copparo,

Formignana, Goro, Jolanda di Savoia, Lagosanto, Massa Fiscaglia, Mesola, Migliarino, Migliaro,

Ostellato, Ro e Tresigallo, per un totale di 104.723 abitanti e di 1.313,8 km2.

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3. I METODI PER IL CALCOLO DELLA TARIFFA

3.1 Il metodo tariffario attualmente vigente (D.M. 1 agosto 1996)

Si è già introdotto nel capitolo I il metodo normalizzato per il calcolo della tariffa che era entrato in

vigore con il D.M. del 01/08/96. Tale metodo, attualmente ancora vigente, sarà sostituito, a far data

dalla prima revisione tariffaria successiva al 1 dicembre 2007, dall’introduzione del nuovo metodo

regionale. Nei paragrafi seguenti lo si riprende e se ne espongono i punti cardine.

Art. 1 - Tariffa di riferimento

La tariffa di riferimento è lo strumento per consentire il conseguimento di adeguati livelli di

servizio, per sostenere programmi di investimento e per ottenere il contenimento dei costi al

consumo, il miglioramento dell’efficienza della gestione e la tutela dell’interesse dell’utenza. La

tariffa reale media (T.M.R.) è stabilita dall’Ambito in base al modello organizzativo della gestione,

alla quantità e qualità della risorsa idrica e dal livello di qualità del servizio. Inoltre è fissata in base

ai costi reali, alle economie conseguenti al miglioramento di efficienza e al superamento della

frammentazione delle attuali gestioni. La tariffa di riferimento è così costituita:

dove:

nT è la tariffa all’anno corrente

C è la componente dei costi operativi

A è la componente del costo di ammortamento

R è la componente per la remunerazione del capitale investito

Π è il tasso di inflazione programmato per l’anno corrente

k è il “limite di prezzo”

( ) ( )kRACT nn +Π+⋅++= − 11

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Osservazioni:

Il calcolo della tariffa di riferimento all’anno iniziale ( )1T è effettuato assumendo come tariffa

all’anno zero ( )0T la tariffa media ponderata delle gestioni preesistenti come accorpate nella

nuova gestione.

Art. 3 – Composizione della tariffa di riferimento

3.1 - Costi operativi ( )C

La componente dei costi operativi da tariffa è calcolata sulla base del confronto tra i valori reali

desunti dai bilanci del “soggetto gestore“ e quelli modellati teorici secondo le modalità previste dal

metodo.

Per la determinazione dei costi operativi reali si fa riferimento alle seguenti categorie:

B6 - costi per materie di consumo e merci (al netto di resi, abbuoni e sconti);

B7 - costi per servizi;

B8 - costi per godimento di beni di terzi, costi per le concessioni di utilizzo degli impianti

fissi;

B9 - costo del personale;

B11 - variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci;

B12 - accantonamento per rischi, nella misura massima ammessa dalle leggi e prassi fiscali;

B13 - altri accantonamenti;

B14 - oneri diversi di gestione.

In questa ultima voce deve essere iscritto ogni costo della produzione non ricompresso in

quelli specificatamente previsti dall’ elencazione di cui sopra e ogni altro componente negativo del

reddito che non abbia natura finanziaria, straordinaria o fiscale.

La componente modellata dei costi operativi è, invece, articolata nei seguenti tre elementi essenziali

del S.I.I.:

a) Acqua potabile

b) Fognatura

c) Depurazione

per i quali sono definite le seguenti formule di costo:

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a) SERVIZIO ACQUE POTABILI

dove:

COAP = Costi operativi acque potabili

VE = Volume erogato (migliaia di 3m /anno)

L = Lunghezza rete (Km)

Utdm = Utenti domestici con contatore del diametro minimo

UtT = Utenti totali

EE = Spese energia elettrica

AA = Costo dell’acqua acquistata da terzi

IT = Indicatore difficoltà dei trattamenti di potabilizzazione

dove :

iV = Volume trattato dall’impianto i-esimo ed erogato dall’utenza

iCu = Coefficiente di costo unitario per l’impianto i-esimo

N = Numero di impianti gestiti

Vnt = Volume non sottoposto a trattamento

Il coefficiente adimensionale di costo unitario dell’impianto i-esimo va individuato nella seguente

tabella, in base al volume trattato ed alle tipologie del trattamento.

( ) ( ) ( ) AAEEeITLVECOAP UtT

Utdm

++⋅⋅⋅⋅=

2,0

1,032,067,01.1

( )

=

=

+

⋅+⋅⋅=

N

ii

N

iii

VntV

VntCuV

IT

1

1

01,0100

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TIPO di TRATTAMENTO

Coefficienti di costo unitario Classi delle dimensioni (milioni di litri / giorno)

Da sorgente, da falda sotterranea

Disinfezione

Trattamento A1 Trattamento A2 Trattamento A3

Da lago artificiale, naturale, da fiume

Disinfezione

Trattamento A1 Trattamento A2 Trattamento A3

<1

0,85 1,28 2,01 4,02

<1

0,45 2,45 3,90 4,83

51 <≤ v

0,36 0,97 1,39 2,78

51 <≤ v

0,18 1,33 1,90 2,35

105 <≤ v

0,23 0,84 1,01 2,01

105 <≤ v

0,11 1,00 1,34 1,66

2510 <≤ v

0,17 0,76 0,97 1,95

2510 <≤ v

0,08 0,83 1,07 1,33

25≥

0,13 0,71 0,93 1,87

25≥

0,05 0,61 0,72 0,90

Per questo in zona Ferrara si avrà un Cui alto perché IT è proporzionale alla tipologia di fonte da

cui si preleva l’acqua e dalla tipologia del trattamenti che subisce per essere resa potabile.

La fornitura d’acqua da parte di terzi e il relativo prezzo di acquisto all’ingrosso sono stabiliti

dall’ambito in base alla specifica delle fonti utilizzabili di cui alla lettera d) dell’art. 4, e ai criteri

per il calcolo della tariffa di riferimento.

b) SERVIZIO FOGNATURE

dove :

COFO = Spese funzionali per il collettamento fognario (costo operativo fognature)

Lf = Lunghezza rete fognaria (Km)

Ab = Abitanti serviti

EE = Spese energia elettrica

c) SERVIZIO TRATTAMENTO REFLUI

( ) ( ) EEAbLfCOFO +⋅⋅= 6,04,015,0

( )

⋅⋅⋅= ∑ FACtCOTRn

βα1

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dove :

COTR = Costo operativo per i trattamenti reflui

Ct = Carico inquinante trattato (Kg/ giorno di COD)

n = Numero di impianti

α = Coefficiente funzione della classe di impianto (da tabella C1)

β = Esponente funzione della classe di impianto (da tabella C1)

A = Coefficiente per la difficoltà dei trattamenti – Linea Acque (da tabella C2)

F = Coefficiente per la difficoltà dei trattamenti – Linea Fanghi (da tabella C3)

Tabella C1

Classi di Impianto α β

Grandi Impianti: oltre 2000 kg/giorno di COD

Medi Impianti: fino a 2000 kg/giorno di COD

Piccoli Impianti: fino a 300 kg/giorno di COD

0,35

0,40

0,45

0,90

0,95

1,00

Tabella C2

Tipologia di trattamento – Linea Acque A

Solo sedimentazione primaria

Secondario massa sospesa

Secondario massa adesa

0,42

1,00

0,57

Tabella C3

Tipologia di trattamento – Linea Fanghi F

Ispessimento, digestione aerobica, essiccazione in letto

Digestione anaerobica

Disidratazione senza digestione anaerobica

Digestione anaerobica con disidratazione

Digestione anaerobica, disidratazione, essiccamento

Disidratazione, essiccamento

Digestione anaerobica, disidratazione, incenerimento

Disidratazione, incenerimento

1,00

1,35

1,35

1,70

2,00

1,75

2,10

1,80

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Come previsto dal metodo per la determinazione dei costi operativi da imputare al calcolo tariffario

si procede alla quantificazione di una percentuale di recupero di efficienza sulla base del confronto

tra i costi operativi reali e quelli modellati.

Dal confronto tra i costi operativi e i costi modellati si ottiene il recupero di efficienza; quest’ultimo

è applicabile a partire dal secondo anno. Tali valori vanno poi sottratti dai costi operativi di progetto.

3.1 - Ammortamenti e accantonamenti (A)

Sono comprese in questa componente le seguenti categorie:

B10a - Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali

B10b - Ammortamento delle immobilizzazioni materiali

B10c - Altre svalutazioni delle immobilizzazioni

Gli ammortamenti di ogni anno sono stati calcolati sommando alla quota di ammortamenti residua

delle precedenti gestioni, la “nuova” quota, relativa agli investimenti programmati. Per quanto

riguarda gli ammortamenti pregressi si è ritenuto opportuno considerare costante il valore iscritto a

consuntivo 2003. Per i nuovi ammortamenti invece è stata applicata un’aliquota media del 7%.

3.3 – Remunerazione del capitale investito ( )R - Tasso di remunerazione ( )t

Il capitale investito da remunerare è dato dalla media dei valori del capitale investito iniziale e

finale dell’esercizio ed esprime il valore dell’investimento medio aziendale. La remunerazione del

capitale investito rappresenta, dunque, la redditività dell’azienda. Tale componente, come da

Metodo Normalizzato, è determinata applicando al capitale investito medio remunerabile un tasso

del 7%. Nell’Ambito territoriale ottimale di Ferrara, ai soli fini tariffari, si è ritenuto opportuno

considerare il capitale investito iniziale pari a zero ed applicare la dinamica di remunerazione

considerando gli investimenti annuali come base per il calcolo del capitale remunerabile.

La misura della remunerazione sul capitale investito è data da:

dove indicando con:

0V = Valore del capitale investito al tempo 0

1V = Valore del capitale investito al tempo 1

1I = Investimenti effettuati al tempo 1

Reddito Operativo

Capitale investito

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1A = Ammortamenti relativi agli investimenti al tempo 1

t = Tasso di ritorno sul capitale investito

R = Renumerazione sul capitale investito

r = Tasso di interesse

Reddito operativo: ricavi meno i costi della gestione caratteristica (prima delle detrazioni degli

oneri finanziari e fiscali.

Reddito sul capitale investito al tempo 1: rAIV

R ⋅−+

=2

)( 110

Capitale investito: immobilizzazioni materiali e immateriali al netto dei relativi fondi di

ammortamento. Da queste vanno eliminati i contributi a fondo perduto, nonché i finanziamenti a

tasso agevolato per la parte differenziale .

Il capitale investito è definito dalla media dei valori del capitale iniziale e finale dell’esercizio ed

esprime il valore dell’investimento medio aziendale.

Capitale investito al tempo 1: 2

)(

2

)( 10110 VVAIV +=

−+

Art. 4 – Applicazione del metodo tariffario

Sulla base del piano finanziario e del modello gestionale , l’Agenzia di Ambito determina la tariffa

reale media per il primo esercizio annuale della istituzione del servizio idrico integrato, fissa la

percentuale di crescita annua della tariffa nel rispetto del limite di prezzo di cui all’articolo 5 e la

relativa articolazione tariffaria di cui al successivo articolo 7 sulla base delle seguenti prescrizioni:

• La componente dei costi operativi è stabilita dal piano economico-finanziario di cui al 3°

comma dell’art. 11 della legge; qualora l’Ambito ritenga necessario adottare una quota

tariffaria per i costi operativi superiore di oltre il 30% a quella prevista dalle

formulazioni dell’articolo 3.1 della presente normativa, l’Ambito rivolge motivata

domanda, per il tramite della Regione, al Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse

idriche che, previa istruttoria, può autorizzare la deroga, stabilendo contestualmente gli

adeguamenti gestionali necessari ed i tempi di recupero della produce

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• Le componenti dei costi di ammortamento A e della remunerazione del capitale investito

R sono stabilite, con riferimento alla disciplina di cui all’articolo 3 paragrafi 2 e 3 , nelle

previsioni del piano finanziario.

La tariffa reale media, calcolata secondo quanto espresso nei punti suddetti, non può superare,

inizialmente, la tariffa media ponderata delle gestioni preesistenti, accorporate nella nuova gestione,

aumentata del tasso programmato di inflazione e del “limite di prezzo” stabilito dall’articolo

successivo. Per gli esercizi annuali successivi al primo, l’Ambito determina la tariffa coerentemente

col piano finanziario e di gestione, entro gli aumenti consentiti dal tasso di inflazione programmato

e dal “limite di prezzo”. La tariffa media ponderata delle gestioni preesistenti equivale al fatturato

di tutte le gestioni interessate riferito alla fornitura dell’acqua, compresi i canoni sulle acque reflue,

ed è riferita al quantitativo di acqua potabile venduta. Al fatturato globale è aggiunto l’importo

corrispondente ai canoni di fognatura e depurazione, per le quantità non applicate per la mancata

effettuazione del servizio. Nella determinazione del fatturato delle gestioni preesistenti, per il

calcolo della relativa tariffa media ponderata, si deve fare riferimento all’esercizio annuale

immediatamente precedente all’adozione del piano economico-finanziario per la nuova gestione.

Per la determinazione della tariffa reale media della nuova gestione, da applicare all’esercizio

iniziale, si farà ricorso all’applicazione del tasso programmato di inflazione sulla tariffa

intercorrente tra l’anno per il quale quest’ultima tariffa è stata calcolata e l’anno iniziale previsto

per la nuova gestione. Nel caso in cui non fosse possibile ricavare una base attendibile per una

tariffa media ponderata, questa è fissata dall’Ambito, su parere del Comitato per la vigilanza

sull’uso delle risorse idriche, che si esprime su documentata e motivata richiesta.

Art. 5 – Limite di prezzo k

La tariffa reale media può essere incrementata annualmente dell’indice percentuale del limite di

prezzo “k” che l’Ambito delibera entro i valori massimi seguenti:

• Per il primo esercizio annuale a partire dall’istituzione del servizio idrico integrato, il

limite “k”, da applicare alla tariffa media ponderata delle gestioni preesistenti può essere

così determinato:

a) Per tariffa media ponderata inferiore a 1000 lire al metro cubo: k=25%

b) Per tariffa media ponderata superiore a 1600 lire al metro cubo: k=7.5%

c) Per tariffa media ponderata compresa tra 1001 e 1599 lire al metro cubo si esegue un

interpolazione lineare tra i 2 valori estremi.

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• Per gli esercizi annui successivi al primo, il limite di prezzo “k” vale:

a. Per tariffa reale media dell’esercizio precedente inferiore a lire 1100 al metro cubo:

k=10%

b. Per tariffa reale media superiore a 1750 lire al metro cubo: k=5%

c. Per tariffa reale media compresa fra i 2 estremi sopraindicati si esegue

un’interpolazione lineare.

Art. 6 – Miglioramento dell’efficienza

La metodologia esplicata all’art.1 prevede che si conseguano incrementi di efficienza mediante una

formulazione tariffaria che consenta la riduzione dei costi operativi a vantaggio degli investimenti, e

favorisca il raggiungimento degli obiettivi. L’Ambito, nella determinazione della tariffa reale media,

delibera un coefficiente di miglioramento dell’efficienza che il gestore deve rispettare nelle misure

minime seguenti:

a) Per gestioni che presentino costi operativi reali superiori ai costi operativi presenti nella

tariffa di riferimento aumentata del 20 %, la riduzione annua dei costi operativi reali deve

essere stabilita in almeno il 2% degli stessi, valutato sui dati dell’esercizio precedente;

b) Per gestioni che presentino costi operativi reali superiori alla componente dei costi

operativi presenti nella tariffa di riferimento ma uguali o inferiori alla detta componente

aumentata del 20%, la riduzione annua dei costi operativi reali deve essere stabilita in

almeno l’1%, valutato sui dati dell’esercizio precedente;

c) Per gestioni che presentino costi operativi uguali o inferiori ai costi operativi presenti

nella tariffa di riferimento, va comunque stabilita la riduzione annua dei costi operativi

reali nello 0.5% degli stessi, valutato sui dati dell’esercizio precedente.

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3.2 Il nuovo metodo regionale per la determinazione della tariffa del S.I.I.

Come già accennato al cap. 1 dal 13 marzo 2006 è stato approvato dal Presidente della Giunta

Regionale il nuovo metodo per il calcolo della tariffa del SII in Emilia-Romagna, con pubblicazione

sul Bollettino Ufficiale datato 24 marzo 2006. Ora vengono esposti gli articoli e i passaggi salienti

e importanti per comprendere come la norma sia sostanzialmente cambiata rispetto al precedente

metodo tariffario.

Art. 1 – Tariffa di riferimento

1. La tariffa di riferimento del servizio idrico integrato è determinata mediante la somma di

componenti di costo definite nell’art. 3 mediante la seguente formulazione:

nnnnn CCRACT +++=

Dove:

nT è la tariffa dell’anno n

nC è la componente dei costi operativi dell’anno n

nA è la componente relativa agli ammortamenti dell’anno n

nR è la componente relativa alla enumerazione del capitale investito all’anno n

nCC è la componente relativa al canone di concessione all’anno n.

2. Tra un anno e il successivo, gli aumenti tariffari non possono risultare superiori alla somma del

tasso di inflazione programmato e del limite di prezzo, ovvero:

)1(1 nnnn KPTT ++⋅≤ −

Dove:

nP è il tasso di inflazione programmato per l’anno n

nK è il limite di prezzo

3. La somma dei costi operativi non può avere incrementi superiori alla somma del tasso di

inflazione programmato e del limite di prezzo, diminuita della percentuale di miglioramento

dell’efficienza:

)1(1 nnnnn XKPCC −++⋅≤ −

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Dove:

nX è la percentuale di miglioramento dell’efficienza

4. La tariffa può subire delle variazioni per effetto di un fattore di qualità del servizio reso e di un

fattore di bilanciamento dei volumi previsti e consuntivati, pertanto:

)1()( nnnnnnn VPCCCRACT ±±⋅+++=

Dove:

nPC è il fattore di performance complessiva del gestore

nV è il fattore di bilanciamento dei volumi previsti e consuntivati.

Art. 2 – Il limite di prezzo K n

1. La percentuale del limite di prezzo riferita all’anno n, indicata con nK , è deliberata dall’Agenzia

d’ambito entro i seguenti valori massimi: per ciascun quinquennio di regolazione tariffaria, i limiti

di prezzo 1K , 2K , 3K , 4K , 5K da applicare sulla tariffa dei vari anni devono essere determinati,

considerati i tassi di variazione corrispondenti v1, v2, v3, v4, v5 definiti come vi=1+Ki, in modo

tale da rispettare i seguenti vincoli:

� per tariffa di riferimento inferiore a Euro/mc 0.70: 10.15

5

1

≤∑=i

iv

� per tariffa di riferimento superiore a Euro/mc 1.20: 05.15

5

1

≤∑=i

iv

� per tariffa di riferimento compresa tra Euro/mc 0.70 ed Euro/mc 1.20: vlvi

i ≤∑=

5

5

1

dove vl è il risultato dell’interpolazione lineare tra i due valori precedenti.

Art. 3 – Il miglioramento di efficienza Xn

1. La metodologia all’art. 1 include un fattore Xn “miglioramento di efficienza” espresso come

riduzione percentuale della componente dei costi operativi, col quale si prevede che vengano

conseguiti incrementi di efficienza mediante una riduzione dei costi operativi stessi.

2. L’Agenzia d’ambito definisce il fattore Xn sulla base di una stima degli incrementi di efficienza

attesi e potenziali del gestore sul periodo rilevante di applicazione della tariffa, ovvero fino alla

revisione tariffaria successiva.

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3. La definizione di tale fattore dovrebbe essere fatta in modo tale che sia di effettivo stimolo al

gestore, ovvero che si tratti di un livello raggiungibile e anche superabile, ma a fronte di un certo

impegno manageriale; infatti un fattore Xn troppo ridotto consentirà al gestore di ottenere un

profitto eccessivamente elevato a discapito degli utenti del servizio, mentre un fattore viceversa

troppo grande potrebbe costringere il gestore ad un’attività in perdita.

4. La Giunta regionale fornisce periodicamente alle Agenzie d’Ambito le indicazioni metodologiche

e i parametri per una corretta individuazione del fattore Xn.

Art. 4 – Il fattore di performance complessiva PCn

1. Il fattore di performance complessiva PCn consente il riconoscimento di un incentivo ai gestori

che forniscono un servizio di elevata qualità ed in linea con i canoni di tutela dell’ambiente e della

risorsa per mezzo di un incremento della tariffa. Per converso, gli utenti dei gestori che forniscono

un servizio di livello inferiore beneficeranno di una riduzione della tariffa in modo da disincentivare

il gestore a mantenersi su bassi livelli di qualità o a sfavorire politiche di tutela ambientale.

2. Il fattore di performance complessiva PCn si applica annualmente alla tariffa corrente praticata da

un gestore sulla base delle performance di quel gestore rilevate avendo a riferimento l’esercizio

dell’anno n-2, tale fattore deve essere applicato a prescindere dei vincoli di massimo fissati dal

limite di prezzo Kn dell’art. 3 e dal vincolo generale di tetto massimo dell’art. 1.

3. Il fattore di performance complessiva PCn si applica alla tariffa dopo che siano trascorsi almeno 2

anni dalla prima applicazione di un metodo tariffario, sia esso il presente metodo o quello introdotto

dal D.M. 1-8-1996.

4. Il fattore di performance complessiva è costituito dalla somma algebrica del fattore QSn (fattore

di qualità del servizio reso) e PAn (fattore di performance ambientale) che assumono i seguenti

valori:

QSn = + 0.25% per IQn-2>=82;

QSn = + 0.15% per IQn-2>=71 e per IQn-2<82;

QSn = + 0.05% per IQn-2>=65 e per IQn-2<71;

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QSn = 0% per IQn-2>=60 e per IQn-2<65;

QSn = - 0.05% per IQn-2>=55 e per IQn-2<60;

QSn = - 0.15% per IQn-2>=49 e per IQn-2<55;

QSn = - 0.35% per IQn-2>=40 e per IQn-2<49;

QSn = - 0.5% per IQn-2<40;

PAn = + 0.25% per IPn-2>=23;

PAn = + 0.15% per IPn-2>=20 e per IPn-2<23;

PAn = + 0.05% per IPn-2>=18 e per IPn-2<20;

PAn = + 0% per IPn-2>=15 e per IPn-2<18;

PAn = - 0.05% per IPn-2>=12 e per IPn-2<15;

PAn = - 0.15% per IPn-2>=10 e per IPn-2<12;

PAn = - 0.35% per IPn-2>=7 e per IPn-2<10;

PAn = - 0. 5% per IPn-2<7;

5. L’indice IQn-2 viene ottenuto calcolando la somma di punteggi Pi che vengono definiti nella

seguente tabella, ottenuti dal gestore considerato, durante l’esercizio dell’anno n-2.

Descrizione Misura di

qualità

Indicatore Range Punteggio (Pi) Note

MQ1 – Interruzioni di fornitura non pianificate e/o senza preavviso

M1=∑I1 + 1,5*∑I2 + 3*∑I3 + 5*∑I4

[0 ; ∞] MQ1 ≤ 0,5 → P1 = 10 0,5 ≤ MQ1 < 1 → P1= 8 1 ≤ MQ1 < 2 → P1= 6 2 ≤ MQ1 < 3 → P1=4 3 ≤ MQ1 < 4 → P1=2 MQ1 ≥ 4 → P1 = 0

I1 (inter. Da 3 a 6 ore)= utenze coinvolte in ogni singola interruzione/utenze totali; I2 (da 6 a 12 ore)= come sopra; I3 (da 12 a 24 ore)= come sopra; I4 (oltre 24 ore)= come sopra

MQ2 – Risposta ai contatti per reclami e richiesta di informazioni

NRIS/NREC [0 ; 1] MQ2 < 0,75 → P2= 0 0,75 ≤ MQ2 < 0,85 → P2= 2 0,85 ≤ MQ2 < 0,9 → P2= 4 0,9 ≤ MQ2 < 0,95 → P2=6 MQ2 ≥ 0,95 → P2= 8

NRIS: risposte entro la metà del limite massimo previsto nella carta dei servizi a reclami/richieste formali; NREC: reclami/richiesti formali ricevute

MQ3 – Facilità di pagamento

Pagamento effettuabile a mezzo:

a) cc postale; b) rimessa diretta; c) domiciliazione

bancaria; d) bonifico bancario; e) pagamenti on-

line;

Dati dicotomici

P3= 1,5 punti per ognuna delle precedenti modalità disponibili. (max 10 punti)

Nel caso in cui la forma di pagamento non preveda oneri aggiuntivi per l’utente viene attribuito un punteggio aggiuntivo pari a 0,5 per ogni convenzione in essere

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f) altri metodi MQ4 – Informazioni ai clienti

Disponibilità di: a) una chiara

descrizione in bolletta delle componenti della tariffa;

b) informazioni sulle modalità di contatto per reclami o chiarimenti;

c) un sito web contenente un’ampia descrizione dei servizi, delle tariffe e con possibilità di segnalazioni via e-mail

Dati dicotomici

P4= 3 punti per ognuna delle precedenti modalità disponibili. (max 9 punti)

MQ5 – Call Center: tempo apertura al pubblico

Esistenza di: a) call center aperto

per più di 50 ore settimanali;

b) call center aperto da 45 a 50 ore settimanali;

c) call center aperto per meno di 45 ore settimanali

Dati dicotomici

• caso a): P5= 9 punti

• caso b): P5= 6 punti

• caso c): P5= 0 punti

MQ6 – Call Center

NTS/NTT [0 ; 1] MQ6 < 0,80 → P6= 0 0,80 ≤ MQ6 < 0,90 → P6= 2 0,9 ≤ MQ6 < 0,95 → P6=3 MQ6 ≥ 0,95 → P6= 6

NTS: numero di telefonate al call center di utenti che hanno riagganciato dopo aver parlato con un operatore (non automatico); NTT: numero totale di telefonate ricevute

MQ7 – Servizi per disabili

Esistenza di: a) informazioni

essenziali in formati alternativi per disabili;

b) servizio di lettura bollette o bollette in braille e a caratteri facilitati;

c) servizio di lettura contatore su prenotazione per utenti disabili;

d) altri servizi

Dati dicotomici

P7 = 1,5 punti per ognuna delle precedenti modalità disponibili. (max 6 punti)

MQ8 – Pronto intervento fognatura: tempo di messa in sicurezza

NI/NIT [0 ; 1] MQ8 ≥ 0,8 → P8 = 10 0,7 ≤ MQ8 < 0,8 → P8= 7 0,6 ≤ MQ8 < 0,7 → P8= 5 0,5 ≤ MQ8 < 0,6 → P8=2 MQ8 ≤ 0,5 → P8 = 0

NI: numero di interventi con tempi di messa in sicurezza < 2 ore NIT: numero di interventi totali

MQ9 – NRA/NRT [0 ; 1] MQ9 < 0,50 → P9= 0 NRA: numero di rimborsi

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Rimborsi automatici applicati

0,50 ≤ MQ9 < 0,70 → P9= 2 0,70 ≤ MQ9 < 0,9 → P9= 3 0,9 ≤ MQ9 < 0,95 → P9=5 MQ9 ≥ 0,95 → P9= 8

automatici applicati senza richiesta dell’utente (in un anno); NRT: numero di rimborsi totali (in un anno) Nota: devono essere considerati solo i rimborsi previsti come penali per mancato rispetto degli standard indicati nella carta dei servizi

MQ10 – <di definizione da parte dell’Agenzia d’ambito>

Con punteggio max. di 12 punti

La definizione di questi due indicatori è completamente affidata alle AATO; potrebbe essere ad esempio individuati indicatori riguardanti le procedure di certificazione adottate dal gestore, oppure altre misure di qualità del servizio reso. Non è possibile l’unione di questi ulteriori due indicatori in uno unico.

MQ11 – <di definizione da parte dell’Agenzia d’ambito>

Con punteggio max. di 12 punti

TOTALE Punti max. 100

6. L’indice IPn-2 si ottiene calcolando la somma dei punteggi Wi definiti nella seguente tabella,

ottenuti dal gestore considerato, durante l’esercizio dell’anno n-2.

Descrizione Misura di qualità

Indicatore Range Punteggio (Wi) Note

MA1 – Perdite di rete

- Primo triennio: P1t = Pw1.1t – Papp.1t P%1t = (Pw1.1t – Papp.1t)/Ar1t - Secondo triennio: P2t = Pw1.2t – Papp.2t P%2t = (Pw1.2t – Papp.2t)/Ar2t V1= (1- P2t/ P1t) M1a=V1 M1b= P%2t = (Pw1.2t – Papp.2t)/Ar2t

W1 = W1a + W1b Range del punteggio P1: 0-18 M1a ≥ 0,40 → W1a= 9 0,35 ≤ M1a ≤ 0,40→ W1a= 7 0,20 ≤ M1a ≤ 0,35→ W1a= 5 0,15 ≤ M1a ≤ 0,20→ W1a= 4 0,10 ≤ M1a ≤ 0,15→ W1a= 2 0,1 ≤ M1a ≤ 0,2→ W1a= 1 M1a < 0→ W1a= 0 M1b < 0,16 → W1b= 9 0,16 ≤ M1b ≤ 0,17→ W1b= 7 0,17 ≤ M1b ≤ 0,19→ W1b= 5 0,19 ≤ M1b ≤ 0,23→ W1b= 4 0,23 ≤ M1b ≤ 0,25→ W1b= 3 0,25 ≤ M1b ≤ 0,28→ W1b= 2 0,28 ≤ M1b ≤ 0,30→ W1b= 1 M1b ≥ 0,30 → W1b= 0

Water losses (pw1):Ar –Ac Ar t1 = vol. acqua immessa in rete nel primo triennio (n-2/n-4) Ar t2 = vol. acqua immessa in rete nel secondo triennio (n-1/n-3) Ac t1 = vol. acqua autorizzata nel primo triennio (n-2/n-4) Ac t2 = vol. acqua autorizzata nel secondo triennio (n-1/n-3)

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Zona di applicazione del minimo deflusso notturno: P mdn

w1.1t = Ar mdn – Ac mdn

P mdnw1.2t = Ar mdn – Ac mdn

Papp.1t = P mdnw1.1t –

Pmdn.1t Papp.2t = P mdn

w1.2t – Pmdn.2t

Pmdn.1t = perdita annuale misurata con il minimo deflusso notturno (media del 1° triennio) Pmdn.2t = perdita annuale misurata con il minimo deflusso notturno (media del 2° triennio)

Pw1-1t = Perdite idriche ipotizzate (media annuale del 1° triennio) = Ar 1t – Ac 1t - Pmdn.1t

Pw1-2t = Perdite idriche ipotizzate (media annuale del 2° triennio) = Ar 2t – Ac 2t - Pmdn.2t

MA2 – Riduzione della dotazione procapite effettiva settore civile (misurata in litri/abitanti/giorno)

A2= {( DPC3.t / DPC3.t-1) - 1}· 100 DPC3.t=MVF3,t / MAS3,t

[ -∞; +∞] A2 ≤ -0,5→ W2= 12 -0,5 ≤ A2 ≤ -0,3→ W2= 10 -0,3 ≤ A2 ≤ -0,1→ W2= 8 -0,1 ≤ A2 ≤ 0→ W2= 6 0 ≤ A2 ≤ 0,1→ W2= 4 0,1 ≤ A2 ≤ 0,2→ W2= 2 0,2 ≤ A2 ≤ 0,25→ W2= 1 A2 ≥ 0,25→ W2= 0

MVF3,t= media sugli ultimi tre anni dei volumi effettivamente fatturati del settore civile; MAS3,t= media sugli ultimi 3 anni degli abitanti residenti inclusa la popolazione fluttuante; MVF3,t-1= MVF calcolata rispetto ad un anno prima; MAS3,t-1= MAS calcolata rispetto ad un anno prima

TOTALE Punti max. 30

7. Gli investimenti relativi al fattore PA sono inclusi nel Piano Finanziario del Piano d’Ambito al

netto di eventuali contributi.

8. La corretta applicazione procedurale e le definizioni dei parametri degli indicatori riportati nelle

tabelle precedenti, sono riportate nell’Allegato Tecnico n.1.

Art. 5 – Il fattore di bilanciamento dei volumi Vn

1. Il fattore di bilanciamento dei volumi Vn consente di tenere conto dello scostamento che si

verifica a consuntivo fra volumi erogati (per il servizio di acquedotto,depurazione e fognatura) e

volumi previsti;

2. Nel caso, nell’anno n-1 di esercizio, si verifichino scostamenti superiori al ± 3% tra il volume

erogato cumulato ed il volume programmato cumulato nel periodo di regolazione, deve essere

applicato il fattore di bilanciamento Vn alla tariffa dell’anno successivo;

3. Vn va determinato come incremento o decremento percentuale della tariffa dell’anno d’esercizio

n, in modo tale da introitare la quota di costi fissi non incassati dall’ente gestore nel caso lo

scostamento di cui al comma 2 sia stato negativo, oppure in modo tale da scontare dalla tariffa la

quota di costi fissi aggiuntivi percepiti dall’ente gestore nel caso lo scostamento di cui al comma 2

sia stato positivo;

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4. I costi fissi da considerare, in termini di valori unitari /mc, ai fini della determinazione del fattore

Vn, sono la somma delle voci B8, B9, B12 e B13 (nel successivo art. 6) della componente dei costi

operativi dell’anno n-1 Cn-1, della componente relativa agli ammortamenti dell’anno n-1 An-1, della

componente relativa alla enumerazione del capitale investito dell’anno n-1 Rn-1 e della componente

relativa al canone di concessione dell’anno n-1 CCn-1.

5. Il fattore di bilanciamento Vn non si applica alla tariffa del primo anno di ciascun periodo di

regolazione.

Alcune parti dell’applicazione e del calcolo di Vn non sono chiare e precise; ad esempio il “volume

erogato cumulato” citato nel comma 2 dell’art. 5 non precisa a cosa si riferisca. Molto

probabilmente è il volume complessivo erogato nell’anno precedente al calcolo della tariffa.

Anche il comma 4 dello stesso art. 5 non è esposto in maniera esauriente infatti non chiarisce come

effettivamente debba essere calcolato il valore di Vn che deve essere poi riportato nel calcolo della

tariffa.

Art. 6 – La componente dei costi operativi Cn

1. La componente tariffaria relativa ai costi operativi Cn, deve essere stimata al netto dei costi

capitalizzati e dei costi per costruzioni in economia e comprende, ai sensi dell’art. 2425 del Codice

Civile, le seguenti categorie:

B6 - Costi per materie di consumo e merci (al netto di resi, abbuoni e sconti)

B7 - Costi per servizi

B8 - Costi per godimento di beni di terzi (al netto del canone di concessione)

B9 - Costo del personale

B10d - Svalutazioni dell’attivo circolante e dei crediti a breve

B11 - Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci

B12 - Accantonamento per rischi

B13 - Altri accantonamenti

B14 - Oneri diversi di gestione (esclusivamente quelli relativi alla gestione caratteristica e non

aventi natura, fiscale o straordinaria).

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Art. 7 – La componente degli ammortamenti An

1. In questa componente di costo sono comprese, con riferimento all’art. 2425 del Codice Civile, le

seguenti categorie:

B10a - Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali

B10b - Ammortamento delle immobilizzazioni materiali

B10c - Altre svalutazioni delle immobilizzazioni.

2. Sulle immobilizzazioni materiali e immateriali previste nel Piano d’Ambito, al netto di eventuali

contributi a fondo perduto, si applicano le aliquote di ammortamento stimate secondo la vita utile

dei beni nel limite massimo dei coefficienti ordinari ammessi dalle leggi fiscali. Nel calcolo di

questa componente di costo non sono riconosciuti gli ammortamenti accelerati o anticipati previsti

dall’art. 67 comma 3 del Testo Unico delle imposte sui redditi, approvato con DPR n. 917/86, né gli

ammortamenti finanziari di cui all’art. 96 del medesimo Testo Unico.

Art. 8 – La componente di remunerazione del capitale investito Rn

1. Il capitale investito si compone di due entità distinte: il capitale investito iniziale fino all’entrata

in vigore del presente metodo determinato ad sensi del D.M. 1-8-1996, ed il capitale investito

successivo formatosi dall’entrata in vigore del presente metodo.

2. La componente di remunerazione del capitale investito ed il piano di ammortamento relativi al

capitale investito iniziale di cui al comma 1 sono determinati sulla base della regolazione e degli

accordi assunti antecedentemente all’entrata in vigore del presente metodo.

3. Il valore del capitale investito successivo di cui al comma 1 è desunto dal Piano d’ambito, che

provvede ad operarne la delimitazione agli impianti ed alle immobilizzazioni afferenti il servizio

idrico integrato, ed è calcolato come media dei valori del capitale iniziale e finale dell’esercizio.

4. Il capitale investito successivo è costituito dall’insieme delle immobilizzazioni, avvenute

successivamente all’entrata in vigore del presente metodo, al netto dei relativi fondi di

ammortamento, dei contributi a fondo perduto, nonché dei finanziamenti a tasso agevolato per la

parte differenziale.

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5. Il tasso di remunerazione da applicarsi sul capitale investito successivo, determinato ai sensi dei

commi 1, 3 e 4, è pari all’Interest Rate Swap (IRS) a quindici anni, valutato entro 30 giorni dalla

data di approvazione del piano, aumentato di un margine “m” omogeneo su tutto il territorio

regionale.

6. Il valore del margine “m” di cui al comma precedente 5 è aggiornato periodicamente dalla

Regione Emilia-Romagna con deliberazione di Giunta regionale almeno ogni 5 anni.

Art. 9 – La componente canone di concessione CCn

1. L’Agenzia d’Ambito, secondo quanto stabilito anche al comma 13 dell’art. 113 della L 267/2000

ed ai sensi dell’art. 6 L.R. 25/99, fissa i canoni di concessione per l’utilizzo di tutte le dotazioni

patrimoniali individuate come necessarie ai fini dell’erogazione dei servizi.

2. I suddetti canoni di concessione devono essere calcolati avendo a base le quote annuali di

interesse e di rimborso, al netto di eventuali contributi pubblici sui mutui, della parte capitale dei

debiti relativi alle opere conferite in uso al gestore. Qualora le opere conferite in uso al gestore

siano state realizzate totalmente o parzialmente in autofinanziamento dalle società di capitali e/o

dalle aziende speciali preesistenti e/o dalle cosiddette società delle proprietà costituite ai sensi

dell’art. 35 L. 448/2001, oltre al sopraccitato rimborso del debito residuo, va calcolata una quota

aggiuntiva, relativa alla sola parte di capitale in autofinanziamento, che comprenda una componente

di ammortamento e di enumerazione valorizzata secondo quanto previsto agli artt. 7 e 8.

3. All’importo di base di cui al comma 2, vanno inoltre aggiunte la quota relativa al pagamento dei

canoni per l’acqua pubblica concessa all’Agenzia d’Ambito ai sensi dell’art. 42 del Regolamento

Regionale 20 novembre 2001 n. 41, e la quota delle spese di funzionamento dell’Agenzia da

imputare al Servizio Idrico Integrato. La quota per le spese di funzionamento sarà determinata

dall’Agenzia d’Ambito stessa mediante l’applicazione di un tasso percentuale di contribuzione degli

utenti del Servizio Idrico Integrato compreso tra un minimo del 40% ed un massimo del 60%

applicato alle spese di funzionamento totali. La quota delle spese di funzionamento da attribuire al

Servizio di Gestione Rifiuti Urbani sarà determinata applicando alle spese di funzionamento totali il

complemento percentuale a 100 del tasso di contribuzione individuato per il Servizio Idrico

Integrato. L’ammontare complessivo per la copertura delle spese di funzionamento dell’Agenzia

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dovrà essere determinato avendo a riferimento la popolazione servita, in termini di abitanti/anno,

dai servizi regolati dalla LR. 25/99 applicando una quota fissa per abitante servito.

4. L’Agenzia d’Ambito è tenuta ad inviare all’Autorità regionale per la vigilanza dei servizi idrici e

di gestione dei rifiuti urbani tutte le determinazioni concernenti l’individuazione delle spese di

funzionamento e la determinazione della quota fissa.

Successivamente alla fine della presentazione della tariffa è posto l’Allegato Tecnico 1, che tratta

dell’applicazione del fattore di performance PCn in maniera più specifica e considera ciascuna delle

voci precedentemente introdotte dal decreto del Presidente della Giunta Regionale.

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ALLEGATO TECNICO 1

Applicazione del fattore di performance complessivo PCn

Aspetti generali, calcolo complessivo del fattore PCn

Il fattore di performance complessiva PCn non si applica prima di due anni di regolazione tariffaria,

indipendentemente dal metodo tariffario utilizzato; successivamente si applica annualmente sulla

tariffa corrente sulla base delle performance rilevate nell’esercizio dell’anno n-2 (ad eccezione

dell’indicatore sulle perdite che prende in considerazione gli ultimi due trienni).

Ad esempio, supponiamo che il presente metodo entri in vigore nel 2006, ma che dall’inizio del

2005 sia applicato il metodo tariffario ex D.M. 1-8-1996, in tale caso la prima applicazione avverrà

nel 2007 prendendo come riferimento i dati relativi al 2005. Successivamente, ogni anno si

calcolerà il fattore PC sui dati relativi all’anno n-2. Quindi sulle tariffe del 2009 si applicherà il

fattore PC calcolato prendendo in esame i dati del 2007, e così via…

Il fattore di performance complessiva PCn, si sviluppa in due categorie distinte di indicatori:

• IQ: indicatori di qualità del servizio reso – fattore QSn;

• IP: indicatori ambientali – fattore PAn

La percentuale totale da applicare sulla tariffa, sarà pertanto la somma dei due valori percentuali

relativi ai due gruppi di indicatori che saranno individuati in relazione al punteggio totale ottenuto

dal gestore sommando i singoli punteggi ottenuti sugli indici contenuti nei due raggruppamenti:

QSn-2 – fattore di qualità del servizio reso

% variazione tariffaria QSn-2 =IQi +0,25% Da 82 a 100 +0,15% Da 71 a 81 +0,05% Da 65 a 70

0 Da 60 a 64 -0,05% Da 55 a 59 -0,15% Da 49 a 54 -0,35% Da 40 a 48 -0,5% Da 0 a 39

L’indice IQn-2 si ottiene calcolando la somma dei punteggi Pi calcolati dal gestore considerato,

durante l’esercizio dell’anno n-2

.

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L’applicazione degli indicatori da uno a nove è obbligatoria.

PAn-2 – fattore di performance ambientale

% variazione tariffaria IPn-2 =SWi +0,25% Da 23 a 30 +0,15% Da 20 a 22 +0,05% Da 18 a 19

0 Da 15 a 17 -0,05% Da 12 a 14 -0,15% Da 10 a 11 -0,35% Da 7 a 9 -0,5% Da 0 a 6

L’indice IPn-2 si ottiene calcolando la somma dei punteggi Pi calcolati dal gestore considerato,

durante l’esercizio dell’anno n-2.

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1) INDICATORI DI QUALITA’ DEL SERVIZIO RESO (IQ)

MQ1 – INTERRUZIONI DI FORNITURA NON PIANIFICATE E/O SENZA PREAVVISO

MQ1 – Interruzioni di fornitura non pianificate e/o senza preavviso

MQ1 = ∑I1 + 1,5*∑ I2 +3*∑ I3 + 5*∑ I4

[0 ; ∞] MQ1 ≤ 0,5 P1= 10 0,5≤ MQ1 < 1� P1= 8 1≤ MQ1 < 2� P1= 6 2≤ MQ1 < 3� P1= 4 3≤ MQ1< 4� P1= 2 MQ1≥ 4� P1= 0

I1 (inter. da 3 a 6 ore)= utenze coinvolte in ogni singola interruzione/utenze totali; I2 (da 6 a 12 ore) =come sopra; I3 (da 12 a 24 ore)=come sopra I4 (oltre 24 ore) =come sopra.

Alla base di questo indicatore c’è il principio della limitazione del disagio nei confronti dell’utente

dovuto a interruzioni improvvise che devono essere ridotte al massimo per non creare svantaggi e

lamentele da parte dell’utente.

Vengono introdotte nuove definizioni:

• interruzione di fornitura non pianificata: ad esempio la rottura delle tubazioni

• interruzione di fornitura senza preavviso: vengono qui conteggiate le interruzioni verificatesi

senza il preavviso previsto nella carta dei servizi

Considerato che a volte per limitare il disservizio si aprono le interconnessioni di acquedotto o di

distretto, nel qual caso spesso si riesce a garantire l’erogazione dell’acqua ma con pressioni limitate

(con possibili problemi solo ai piani alti), occorrerebbe “limitare” la rilevazione ai soli casi in cui

non viene erogata acqua dalla rete.

Sono comunque escluse le seguenti interruzioni:

- Interruzioni di fornitura causate da forza maggiore sulle condotte e sugli impianti: atti di autorità

pubblica, eventi naturali eccezionali per i quali sia stato dichiarato dall’autorità competente lo stato

di emergenza o di calamità naturale, eventi naturali eccezionali (frane, terremoti, alluvioni, incendi

fulmini, ecc.), scioperi;

- Interruzioni di fornitura imputabili a terzi (cause esterne): guasti provocati da clienti, danni

provocati da terzi quali furti, incendi, danneggiamenti di impianti e condotte provocati da terzi,

black out elettrici, mancata fornitura da interconnessione con altri gestori;

- Interruzioni con congruo preavviso in riferimento a quanto previsto nella carta dei servizi.

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Rilevamento delle utenze

Si considerano le utenze coinvolte dall’interruzione (non i residenti o altro): per utenze si intende la

definizione che viene data per l’applicazione della quota fissa (quindi a prescindere dalla presenza

del contatore contrattuale).

Si può notare come il primo gruppo di interruzioni comprende quelle con durata tra 3 e 6 ore; in tale

modo si escludono dal calcolo tutte quelle interruzioni di durata inferiore alle 3 ore. Potrebbe essere

opportuno predisporre un apposito registro con l’indicazione delle informazioni utili per il calcolo

di questo indicatore.

Per rilevare le utenze interessate dall’interruzione nella fase di prima applicazione, è possibile

applicare le seguenti procedure:

- utilizzo di un collegamento tra cartografia e sistema di gestione delle utenze;

- utizzo di un criterio di stima concordato tra Ato e Gestore.

In generale la determinazione di questo indicatore potrà richiedere il lavoro manuale di alcuni

tecnici o un sistema di cartografia numerica abbastanza evoluto, in entrambi i casi potranno rendersi

necessarie alcune interpretazioni e/o approssimazioni.

Registro delle interruzioni

Ogni gestore è tenuto a predisporre e a mantenere costantemente aggiornato e visionabile

dall’Agenzia d’ambito un registro delle interruzioni, nel quale devono essere annotate specifiche

informazioni riguardanti tutte le interruzioni (anche quelle non direttamente coinvolte nel calcolo

del presente indicatore), in particolare:

- la causa dell’interruzione;

- l’eventuale attestazione dell’avvenuto preavviso;

- la data, l’ora e il minuto di inizio dell’interruzione;

- il numero delle utenze coinvolte nell’interruzione;

- la durata dell’interruzione (se differente si calcola la media);

- collegamento con il registro del pronto intervento;

- indicazione della porzione del territorio interessato all’interruzione (ad esempio riferimenti di

strade, numeri civici coinvolti, ecc.).

Controlli

Il gestore comunica periodicamente (almeno con cadenza mensile) l’aggiornamento estratto dal

registro delle interruzioni. L’Agenzia d’ambito effettua controlli periodici a campione per verificare

la correttezza dei dati dichiarati.

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MQ2 – RISPOSTA AI CONTATTI PER RECLAMI E RICHIESTA DI INFORMAZIONI

MQ2 – Risposta ai contatti per reclami e richiesta di informazioni

NRIS/NREC [0 ; 1] MQ2 < 0,75 � P2=0 0,75 ≤ MQ2 < 0,85 � P2= 2 0,85 ≤ MQ2 < 0,9 � P2= 4 0,9 ≤ MQ2 < 0,95 � P2= 6 MQ2 ≥ 0,95 � P2= 8

NRIS = risposte entro la metà del limite massimo previsto nella carta dei servizi a reclami/richieste formali; NREC = reclami/richieste formali ricevute

Devono essere considerati esclusivamente i reclami e le richieste di informazioni inoltrate per

lettera, per fax o per e-mail e/o quindi formalizzati (quindi anche allo sportello).

Definizioni:

-“richiesta di informazioni scritta” è ogni comunicazione scritta, fatta pervenire al gestore, anche

per via telematica, con la quale il cliente formula una richiesta di informazioni in merito al servizio;

- “reclamo scritto” è ogni comunicazione scritta fatta pervenire al gestore, anche per via telematica,

con la quale il cliente esprime lamentele circa la non coerenza del servizio ottenuto con uno o più

requisiti definiti da leggi o provvedimenti amministrativi, dal contratto di fornitura sottoscritto, dal

regolamento di servizio, ovvero circa ogni altro aspetto relativo ai rapporti tra gestore e cliente.

Sia i reclami sia le richiesta di informazioni devono intendersi in forma scritta (quindi formalizzati):

rientrano in questa categoria anche le e-mail ed i web-form.

Al denominatore, NREC è semplicemente il totale dei reclami e delle richieste di informazioni

ricevute in forma scritta (come definita sopra).

Registro delle richieste e reclami

Come già osservato per le interruzioni del servizio, anche per questo indicatore è previsto un

registro che dovrà essere costantemente aggiornato e visionabile dall’Agenzia d’ambito che dovrà

contenere:

- la motivazione del reclamo e/o informazione;

- la data e l’ora della richiesta da parte dell’utente;

- l’eventuale fondatezza della richiesta;

- l’eventuale risoluzione da parte del gestore.

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MQ3 – FACILITÀ DI PAGAMENTO

MQ3 – Facilità di pagamento

Pagamento effettuabile a mezzo:

- cc postale; - rimessa diretta; - domiciliazione bancaria; - bonifico bancario ; - pagamenti on-line; - altri metodi

Dati dicotomici

P3 = 1,5 punti per ognuna delle precedenti modalità disponibili. (max 10 punti)

Nel caso in cui la forma di pagamento non preveda oneri aggiuntivi per l’utente viene attribuito un punteggio aggiuntivo pari a 0,5 per ogni convenzione in essere (massimo 1 per ogni istituto di credito)

Si precisa che nel caso in cui la forma di pagamento non preveda oneri aggiuntivi per l’utente viene

attribuito un punteggio aggiuntivo pari a 0,5 per ogni convenzione in essere. Inoltre, se il gestore

stipula più convenzioni con differenti Agenzie dello stesso Istituto di Credito, il punteggio massimo

ammissibile assegnabile è pari a 1 per ogni istituto di credito relativamente alla parte del punteggio

riguardante chiaramente la non onerosità per l’utente del pagamento della bolletta.

In sostanza più modalità di pagamento differenti vengono proposte all’utente più il gestore può

ottenere un punteggio alto fino ad un massimo di 10 punti.

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MQ4 – INFORMAZIONI AI CLIENTI

MQ4 – Informazioni ai clienti

Presenza di: a) una chiara descrizione in

bolletta delle componenti della tariffa;

b) informazioni sulle modalità di contatto per reclami o chiarimenti

c) un sito web contenente un’ampia descrizione dei servizi, delle tariffe e con possibilità di segnalazioni via e-mail

Dati dicotomici

P4 = 3 punti per ognuna delle precedenti modalità disponibili. (max 9 punti)

La valutazione della presenza o meno dei punti a, b e c rientrano nella piena discrezionalità

dell’Agenzie, si consiglia comunque di prendere come riferimento le elaborazioni eventualmente

disponibili predisposte dal Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche, dall’Autorità

Regionale di Vigilanza o da altri soggetti competenti.

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MQ5 – CALL CENTER: TEMPO APERTURA AL PUBBLICO

MQ5 – Call Center: tempo apertura al pubblico

Esistenza di: a) call center aperto per più di

50 ore settimanali ; b) call center aperto da 45 a

50 ore settimanali ; c) call center aperto per meno

di 45 ore settimanali ;

Dati dicotomici

caso a): P5 = 9 punti caso b): P5 = 6 punti caso c): P5 = 0 punti

Possono essere considerati anche i call center con risponditore automatico purchè venga consentita

all’utente la possibilità di ricorrere all’operatore.

Tale ricorso deve poter avvenire in tempi accettabili, la cui valutazione è lasciata all’Agenzia, ma

che non dovrebbero, di norma, essere superiori al minuto di attesa.

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MQ6 – CALL CENTER

MQ6 – Call center NTS/NTT [0 ; 1]

MQ6 < 0,80 � P6=0 0,80 ≤ MQ6 < 0,90 � P6= 2 0,90 ≤ MQ6 < 0,95 � P6= 3 MQ6 ≥ 0,95 � P6= 6

NTS: numero di telefonate al call center di utenti che hanno riagganciato dopo aver parlato con un operatore (non automatico); NTT: numero totale di telefonate ricevute

NTS: numero di telefonate al call center di utenti che hanno riagganciato dopo aver parlato con un

operatore (non automatico);

NTT: numero totale di telefonate ricevute

Nel caso di gestori multiservizio, ai fini di questo indicatore si considerano tutte le telefonate quindi

anche quelle riguardanti altri servizi.

Al denominatore si riporta il numero totale di telefonate ricevute che hanno chiesto di parlare con

un operatore.

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MQ7 – SERVIZI PER DISABILI

MQ7 – Servizi per disabili

Esistenza di: a) informazioni essenziali in formati alternativi per disabili; b) servizio di lettura bollette o bollette in braille e a caratteri facilitati; c) servizio di lettura contatore su prenotazione per utenti disabili; d) altri servizi

Dati dicotomici

P7 = 1,5 punti per ognuna delle precedenti modalità disponibili. (max 6 punti)

Tali servizi sono volti a rendere più facile e veloce la comprensione della bolletta anche per utenti

disabili affetti da cecità, per utenti inabilitati a muoversi dalla propria abitazione e che per questo

devono poter disporre di tutte le informazioni necessarie senza doversi spostare (ad esempio un sito

web sempre aggiornato e ricco di informazioni) e la possibilità di interagire direttamente con il

proprio gestore.

Per la stessa ragione è utile predisporre un servizio di lettura del contatore da parte di incaricati del

gestore per non creare problemi di spostamento al fine di leggere il contatore stesso. Inoltre si

potrebbe consentire un collegamento telefonico diretto per poter conoscere e ottenere informazioni

sulla bolletta.

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MQ8 – PRONTO INTERVENTO FOGNATURA: TEMPO DI MESSA I N SICUREZZA

MQ8 – Pronto intervento fognatura: tempo di messa in sicurezza

MQ8 = NI/NIT [0 ; 1] MQ8 ≥ 0,8 � P8= 10 0,7 ≤ MQ8 < 0,8 � P8= 7 0,6 ≤ MQ8 < 0,7 � P8= 5 0,5 ≤ MQ8 < 0,6 � P8= 2 MQ8 ≤ 0,5 � P8= 0

NI= numero interventi con tempi di messa in sicurezza < 2 ore NIT= numero interventi totali

Si precisa che la messa in sicurezza non coincide necessariamente con il ripristino totale della

funzionalità dell’opera.

Per messa in sicurezza si intendono in modo semplificato le seguenti situazioni:

• Eventi che determinano avvallamenti o voragini: adeguata segnalazione e delimitazione

della zona;

• Eventi che determinano allagamenti di sedi stradali: adeguata segnalazione e se necessario

delimitazione della zona.

Sono quindi interventi volti a informare la cittadinanza e a preservarla da eventuali disagi dovuti

alla non segnalazione degli eventi sopra riportati.

Il tempo della messa in sicurezza di una chiamata viene riportato sulla modulistica dal tecnico che

interviene sul posto insieme alle altre informazioni da inserire nell’apposito Registro

periodicamente (almeno con cadenza mensile) inviato all’Agenzia d’ambito per il controllo. Il

registro dovrà contenere le stesse informazioni previste per quello relativo all’indicatore MQ1

eccettuata quella relativa al numero delle utenze coinvolte.

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MQ9 - RIMBORSI AUTOMATICI APPLICATI

MQ9 – Rimborsi automatici applicati

MQ9 = NRA/NRT [0 ; 1] MQ9 < 0,50 � P9=0 0,50 ≤ MQ9 < 0,70 � P9= 2 0,70 ≤ MQ9 < 0,9 � P9= 3 0,9 ≤ MQ9 < 0,95 � P9= 5 MQ9 ≥ 0,95 � P9= 8

NRA: numero di rimborsi automatici applicati senza richiesta dell’utente (in un anno); NRT: numero di rimborsi totali (in un anno) Nota 1: devono essere considerati solo i rimborsi previsti come penali per mancato rispetto degli standard indicati nella carta dei servizi

Il fattore MQ9 assume punteggio P9=8 nel caso non vi sia stato alcun rimborso nell’anno di riferimento (ovvero NRT=0).

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MQ10 – MQ11- <DA DEFINIRE A CURA DELL’AGENZIA D’AMB ITO

MQ10 - <da definire a cura dell’Agenzia d’ambito>

Con punteggio max di 12 punti La definizione di questi due indicatori è completamente affidata alle AATO; Potrebbero essere ad esempio individuati indicatori riguardanti le procedure di certificazione adottate dal gestore, il risparmio della risorsa acqua, la tipologia di approvvigionamento o altri indicatori. Non è possibile l’unione tra loro di questi indicatori.

MQ11 - <da definire a cura dell’Agenzia d’ambito>

Con punteggio max di 12 punti

Non è ammessa la predisposizione di un unico indicatore da 24 punti. Nel caso le Agenzie

decidessero di non definire questi due indicatori o di non utilizzare tutti i punti disponibili, esse

devono provvedere a ridefinire gli scaglioni di IQn-2 in modo da non alterare le proporzioni previste

al comma 4 del punto 2.5 del metodo.

Ad esempio nel caso non venissero definiti i 2 indicatori M10 ed M11, si otterrebbe un valore

massimo di IQn-2 pari a 76, e quindi è necessario moltiplicare i valori di soglia per 76/100

arrotondando all’intero più prossimo, pertanto nella situazione esemplificata l’applicazione di Qn

diventerà:

QSn-2 – fattore di qualità del servizio reso % variazione tariffaria QSn-2 =SPi

+0,25% Da 62 a 76 +0,15% Da 54 a 61 +0,05% Da 49 a 53

0 Da 46 a 48 -0,05% Da 42 a 45 -0,15% Da 37 a 41 -0,35% Da 30 a 36 -0,5% Da 0 a 29

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2) INDICATORI AMBIENTALI (IP)

MA1 – INDICE DELLE PERDITE TOTALI

Principi fondamentali

- misurazione della variazione delle perdite nel corso degli anni: la media dei dati raccolti nei primi

tre anni verranno confrontati con le medie dei dati del triennio successivo (con slittamento

temporale di un anno):

- distinzione tra gestori che misurano effettivamente le perdite reali di rete con un sistema diretto

(es. minimo deflusso notturno) e gestori che invece effettuino una ipotesi misurando i volumi

immessi e i volumi autorizzati. Non sono ammessi casi di stima di questi ultimi dati per un valore

superiore al 5% del totale;

- individuazione da parte dell’AATO (inferiore al 25%), di un’area ottimale delle perdite misurate,

nella quale il gestore, anche se non riduce le perdite, percepisce una parte del punteggio finale

(P1b);

- rilevazione delle perdite complessive: dalla captazione al punto di consegna e non solo nella fase

della distribuzione;

- utilizzo della terminologia indicata dall’IWA .

Primo triennio (1t)

Secondo triennio (2t)

Anno n

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PROCEDIMENTO

1) DETERMINAZIONE DELLE PERDITE IDRICHE

Il primo passo è la determinazione delle perdite idriche (water losses).

a) individuazione delle perdite reali misurate in maniera diretta ad esempio utilizzando il metodo

del minimo deflusso notturno (m.d.n.).

Pmdn.1t = Perdita annuale misurata con il minimo deflusso notturno (media del 1° triennio)

Pmdn.2t = Perdita annuale misurata con il minimo deflusso notturno (media del 2° triennio)

Tali volumi vanno sottratti alle perdite idriche (wl: water losses) ipotizzate con la differenza tra il

volume immesso in quella parte del sistema acquedottistico nella quale si applica il m.d.n. e i

corrispondenti consumi autorizzati in modo da avere le c.d. perdite apparenti:

Pmdn wl.1t = Armdn – Acmdn

Pmdn wl.2t = Armdn – Acmdn

Dove:

Ar = media annuale (sul triennio) del volume di acqua immessa in rete, comprensiva sia dei volumi

di acqua prelevati dall’ambiente sia dei volumi prelevati da altri sistemi di acquedotto.

Ac = media annuale (sul triennio) dei consumi autorizzati (authorised consumption)

Quindi le perdite apparenti:

Papp.1t = Pmdn wl.1t - Pmdn.1t

Papp.2t = Pmdn wl.2t - Pmdn.2t

b) Individuazione delle perdite idriche (wl: water losses) ipotizzate con delle misurazioni (o nelle

peggiori delle ipotesi con delle stime: ammesse solo entro il limite del 5% del totale) calcolando la

differenza tra il volume immesso nel sistema acquedottistico (totale) e i consumi autorizzati

(totale) ossia:

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Pwl = Ar – Ac

Dove:

Ar = media annuale (sul triennio) del volume di acqua immessa in rete, comprensiva sia dei volumi

di acqua prelevati dall’ambiente sia dei volumi prelevati da altri sistemi di acquedotto.

Ac = media annuale (sul triennio) dei consumi autorizzati (authorised consumption). Tale voce

comprende i consumi autorizzati sia fatturati sia non fatturati:

I) Consumi autorizzati e fatturati: è l’acqua fatturata, ossia: il volume consegnato ad altri sistemi di

acquedotto, i consumi misurati autorizzati e fatturati, i consumi non misurati autorizzati e fatturati. I

metodi di rilevazione possono essere i seguenti:

volumi misurati dal contatore in base a letture effettive;

eventuale stima dei consumi con il metodo del pro-die;

eventuale stima dei volumi non misurati.

II) Consumi autorizzati non fatturati: sia misurati sia non misurati, che in sostanza non producono

reddito (es. lavaggio delle reti, fontane e in alcuni casi anche i volumi erogati dalle bocchette

antincendio).

Il risultato che deriva dalla sottrazione Ar – Ac sono le perdite idriche1.

c) determinazione delle perdite idriche ipotizzate. Quindi, la perdita complessiva, ai fini di questo

indicatore, è la differenza tra le perdite idriche ipotizzate con il metodo sopra descritto al punto b) e

le perdite apparenti individuate in quella parte del sistema dove si applica il metodo del minimo

deflusso notturno:

- Primo triennio:

P1t = Pwl-1t - Papp.1t (espresso in m3 annui)

P%1t = (Pwl-1t - Papp.1t) / Ar 1t ( rapportato con il volume totale immesso in rete; ha un valore

compreso tra 0 e 1)

1 Le perdite idriche si suddividono in: - perdite apparenti (apparent losses): sono i consumi non autorizzati (sottratti) e le sottoregistrazioni dei contatori; - perdite reali (real losses): sono le perdite reali sulla rete, le perdite e sfiori ai serbatoi, le perdite reali sulle prese fino ai contatori.

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- Secondo triennio:

P 2t = Pwl-2t - Papp.2t (espresso in m3 annui)

P%2t = (Pwl-2t - Papp.2t) / Ar 2t (rapportato con il volume totale immesso in rete; ha un valore

compreso tra 0 e 1)

2) DETERMINAZIONE DELLA VARIAZIONE TRA IL PRIMO ED IL SECONDO

TRIENNIO (V1)

V1 = (1 - P 2t / P 1t )

Il fattore V1 assume valore positivo quando il gestore ha migliorato la propria situazione : quindi ha

ridotto in sostanza le perdite.

Viceversa, assume valore negativo nel caso in cui le perdite sono aumentate dal primo al secondo

triennio.

3) CALCOLO DEL PUNTEGGIO P1a

La prima parte del punteggio totale è denominata P1a e viene determinata prendendo in

considerazione la variazione delle perdite tra il primo ed il secondo triennio.

Scala e punteggio

M1a P1a

M1a ≥ 0,40 9

0,0,35 ≤ M1a < 0,40 7

0,20 ≤ M1a < 0,35 5

0,15 ≤ M1a < 0,20 4

0,10 ≤ M1a < 0,15 2

0 ≤ M1a < 0,10 1

M1a < 0 0

Per individuare il punteggio è necessario effettuare:

M1a=V1

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Ossia, il fattore V1 che indica la variazione delle perdite (in valore assoluto) nei due periodi

analizzati (con valore positivo in caso di riduzione delle perdite e valore negativo in caso di

aumento delle stesse).

4) CALCOLO DEL PUNTEGGIO P1b

La seconda parte del punteggio totale è denominata P1b e viene invece determinata prendendo in

esame il valore percentuale delle perdite raggiunto nel secondo triennio:

M1b = P%2t = (Pwl-2t - Papp.2t) / Ar 2t

.

Scala e punteggio

M1b=P (2° triennio) P1b

M1b < 0,16 9

0,16 ≤ M1b < 0,17 7

0,17 ≤ M1b < 0,19 5

0,19 ≤ M1b < 0,23 4

0,23 ≤ M1b < 0,25 3

0,25 ≤ M1b < 0,28 2

0,28 ≤ M1b < 0,30 1

M1b ≥ 0,30 0

Il punteggio P1b viene assegnato solo se V1>0 ossia solo se sono state ridotte le perdite (in valore

assoluto), a meno che il gestore abbia registrato nel 2° triennio perdite (ossia P%2t) inferiori ad un

livello stabilito dall'Ato che deve essere inferiore a 0,25.

5) CALCOLO DEL PUNTEGGIO TOTALE P1 totale

P1 totale = P1a + P1b

P1 totale è pari a zero se la percentuale dei volumi solo stimati (e non misurati con i metodi descritti

ai punti a) e b)) è superiore al 5% .

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- Primo triennio: P1t = Pwl-1t - Papp.1t P% 1t = (Pwl-1t - Papp.1t) / Ar 1t - Secondo triennio: P 2t = Pwl-2t - Papp.2t P %2t = (Pwl-2t - Papp.2t) / Ar 2t

V1 = (1 - P 2t / P 1t ) M1a =V1 M1b = P %2t = (Pwl-2t - Papp.2t) / Ar 2t

P1 = P1a + P1b Range del punteggio P1: 0-18 M1a ≥ 0,40 � P1a= 9 0,35 ≤ M1a < 0,40 � P1a= 7 0,20 ≤ M1a < 0,35 � P1a= 5 0,15 ≤ M1a < 0,20 � P1a= 4 0,10 ≤ M1a < 0,15 � P1a= 2 0 ≤ M1a < 0,1 � P1a= 1 M1a < 0 � P1a= 0 M1b < 0,16 � P1b= 9 0,16 ≤ M1b < 0,17 � P1b= 7 0,17 ≤ M1b < 0,19 � P1b= 5 0,19 ≤ M1b < 0,23 � P1b= 4 0,23 ≤ M1b < 0,25� P1b= 3 0,25 ≤ M1b < 0,28 � P1b= 2 0,28 ≤ M1b < 0,30 � P1b= 1 M1b ≥ 0,30 � P1b= 0

Water losses (Pwl): Ar-Ac Ar t1 = vol. acqua immessa in rete nel primo triennio (n-2/n-4) Ar t2 = vol. acqua immessa in rete nel secondo triennio (n-1/n-3) Ac t1 = vol. acqua autorizzata nel primo triennio (n-2/n-4) Ac t2 = vol. acqua autorizzata nel secondo triennio (n-1/n-3)

Zona di applicazione del

minimo deflusso notturno:

Pmdn wl.1t = Armdn – Acmdn

Pmdn wl.2t = Armdn – Acmdn

Papp.1t = Pmdn wl.1t - Pmdn.1t Papp.2t = Pmdn wl.2t - Pmdn.2t

Pmdn.1t = Perdita annuale misurata con il minimo deflusso notturno (media del 1° triennio) Pmdn.2t = Perdita annuale misurata con il minimo deflusso notturno (media del 2° triennio)

Pwl-1t = Perdite idriche ipotizzate (media annuale del 1° triennio) = Ar 1t -A c 1t

– Pmdn.1t Pwl-2t = Perdite idriche ipotizzate (media annuale del 2° triennio) = Ar 2t -A c 2t – Pmdn.2t

Al fine di consentire, per le future ridefinizioni del metodo tariffario, l’utilizzo di un indicatore

tecnico delle perdite che leghi anche gli effetti sulle perdite inevitabili dovuti ad elementi tecnico-

gestionali della rete di distribuzione e la potenziale definizione di un livello economico delle perdite,

si applica un correttore di punteggio così definito:

- passaggio alla classe immediatamente superiore di M1b, rispetto a quella calcolata, per le

gestioni che calcolano l’ILI (Infrastructure Leakage Index) come definito dall’IWA. Tale

passaggio automatico è indipendente dai risultati dell’ILI stesso, ma è condizionato alla

fornitura di tutti i dati utilizzati per il calcolo all’Agenzia d’ambito ed all’Osservatorio

regionale sui servizi idrici e di gestione dei rifiuti urbani.

- passaggio alla classe immediatamente superiore di M1b, rispetto a quella calcolata, per le

gestioni che calcolano l’ELL (Economic Level Leakage) seguendo l’approccio dell’Ofwat

definito nel documento “Security of supply, leakage and the efficient use of water - Report

2001-2002” e successive integrazioni e modificazioni, per almeno il 30% delle proprie reti.

Tale passaggio automatico è indipendente dai risultati dell’ELL stesso, ma è condizionato

alla fornitura di tutti i dati utilizzati per il calcolo all’Agenzia d’ambito ed all’Osservatorio

regionale sui servizi idrici e di gestione dei rifiuti urbani.

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I due passaggi automatici suddetti sono cumulabili.

Il correttore di punteggio sarà applicabile successivamente alla definizione, da parte delle strutture

tecniche della Regione Emilia-Romagna, di una circolare contenente gli elementi fondamentali da

seguire per l’applicazione dell’ILI e dell’ELL.

MA2 – RIDUZIONE DELLA DOTAZIONE PROCAPITE EFFETTIVA DEL SETTORE

CIVILE

MA2 – Riduzione della dotazione procapite effettiva settore civile (misurata in litri/abitanti/giorno)

100121,3

,3 ⋅

=−t

t

DPCDPC

A

t

tt MAS

MVFDPC

,3

,3,3 =

[-∞ ; +∞]

A2 ≤ -0,5 W2= 12 -0,5 ≤ A2 < -0,3� W2= 10 -0,3 ≤ A2 < -0,1� W2= 8 -0,1 ≤ A2 < 0 � W2= 6 0 ≤ A2 < 0,10 � W2= 4 0,10 ≤ A2 < 0,20 � W2= 2 0,20 ≤ A2 < 0,25 � W2= 1 A2 ≥ 0,25 � W2= 0

MVF3,t = media sugli ultimi tre anni dei volumi effettivamente fatturati del settore civile; MAS3,t = media sugli ultimi 3 anni degli abitanti residenti inclusa la popolazione fluttuante; MVF3,t-1 = MVF calcolata rispetto ad un anno prima MAS3,t-1 = MAS calcolata rispetto ad un anno prima

Il valore A2 misura la variazione percentuale, tra la dotazione pro-capite del settore civile

dell’ultimo triennio rispetto alla stessa misura che si registra sfasando di un anno l’arco temporale.

Le dotazioni pro-capite triennali (di entrambi i trienni considerati) vengono calcolate facendo le

medie annuali sui tre anni di riferimento sia dei volumi effettivamente fatturati del settore civile sia

degli abitanti residenti. Quest’ultimo valore deve necessariamente tenere conto della popolazione

flottante espressa in termini di “popolazione annua”. Ad esempio, la popolazione flottante turistica

sarà quindi ottenuta dal rapporto “giornate di presenze totali annue/365”. L’utilizzo delle medie

triennali è giustificato dal fatto che in tale modo vengono parzialmente mitigate quelle variazioni

“straordinarie” sia dei volumi (es. aspetti climatici) sia della popolazione flottante.

Nel PTA regionale, sono stati stimati i seguenti volumi di dotazione pro-capite del settore civile:

dotazione pro-capite settore civile

(litri/ab./giorno)

2001 2008 2016

Senza politiche d’intervento 250 254 257

Con politiche d’intervento 250 235 220

Tali riferimenti previsionali sono stati presi come base per la predisposizione della scala per

l’attribuzione del punteggio da attribuire ad A2. Infatti, considerate le previsioni del PTA per il

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2008 e per il 2016, in assenza di politiche di’intervento (che solo indirettamente coinvolgono il

gestore), è possibile ipotizzare un incremento annuale della dotazione pro-capite del settore civile di

circa lo 0,25%. In corrispondenza di tale valore è stato assegnato il punteggio più basso.

Analogamente, per individuare il punteggio massimo, sono stati presi come riferimento di massima

gli obiettivi del PTA.

3.3 Confronto tra vecchio e nuovo metodo tariffario

Dopo aver riassunto le caratteristiche principali delle due metodologie di calcolo, in questo

paragrafo si andranno ad esaminare in parallelo i due metodi per evidenziarne differenze e criticità

sostanziali ed analizzare le “novità” introdotte con il nuovo decreto. L’analisi sarà mirata in

particolare al fattore di Performance che, come più volte ribadito, rappresenta uno degli elementi

innovativi del metodo regionale attraverso cui collegare gli aspetti qualitativi del servizio a quelli

meramente economici tariffari.

1. La nuova tariffa

Nel vecchio metodo tariffario per il SII la formula per il computo della tariffa (TMR) era:

)1()( 1 kRACT nn +Π+⋅++= −

La tariffa del servizio era quindi composta da 3 sole componenti di costo: costi operativi,

ammortamenti e remunerazione; tale somma (all’anno n-1) poteva essere incrementata al massimo

dell’inflazione programmata e del limite di prezzo, ossia, gli incrementi annuali della tariffa media

potevano essere al massimo pari all’inflazione programmata ed al PRICE CAP (k).

La nuova formulazione della tariffa mantiene il PRICE CAP, anche se come si vedrà in seguito la

modalità di determinazione del limite “k” viene modificata, e aggiunge una componente di costo: il

canone di concessione CCn. In realtà il canone di concessione esisteva anche nella precedente

formulazione ma era considerato all’interno dei costi operativi nella voce “godimento beni di terzi”

e ciò determinava il fatto che fosse soggetto parimenti a tutti gli atri costi di gestione ad un processo

di recupero di efficienza laddove recupero non poteva esservi. Il nuovo metodo sia per evitare tale

processo sia perché il canone di concessione ha acquisito, alla luce delle nuove normative in

materia di scorporo obbligatorio dei beni strumentali del SII e di proprietà degli stessi che deve

necessariamente rimanere pubblica al 100%, sempre più importanza come componente di costo a

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determinazione della tariffa, individua il canone di concessione come componente di costo a sé

stante.

nnnnn CCRACT +++=

Il decreto espone inoltre che l’aumento tariffario tra un anno e il successivo non può essere

superiore alla somma, rispettivamente, del limite di prezzo e del tasso di inflazione programmato

(PRICE CAP):

)1(1 nnnn KPTT ++⋅≤ −

In particolare, come vedremo nel seguito, tale vincolo anche legato all’andamento dell’inflazione

programmata, si applica sui costi operativi:

)1(1 nnnnn XKPCC −++⋅≤ −

Il nuovo governo ha deciso i tassi d’inflazione programmata per gli anni dal 2007 al 2011 che sono

rappresentati nella tabella seguente:

2007 2008 2009 2010 2011

2,0 1,7 1,5 1,5 1,5

Come più volte ribadito, una delle principali novità del nuovo metodo è l’introduzione di una

formula generale per la determinazione della tariffa reale media (TMR) di due nuovi fattori: il Vn e

il PCn, di cui si dirà nel dettaglio in seguito.

Tali coefficienti che tengono conto della qualità del servizio offerto e del bilanciamento dei volumi

previsti e consuntivati devono essere moltiplicati per la tariffa precedentemente ottenuta e la

formula finale è quindi:

)1()( nnnnnnn VPCCCRACT ±±⋅+++=

2. Limite di prezzo k

Nel caso della vecchia formulazione tariffaria il limite di prezzo k era distinto a seconda che si

trattasse del primo esercizio annuale o dei successivi con riferimento al valore ottenuto della TMR;

quindi a secondo del costo dell’acqua a metro cubo si individuava un limite di prezzo diverso.

Infatti per il primo esercizio annuale a partire dall’istituzione del servizio idrico integrato, il limite

“k” può essere così determinato:

• Per TMR inferiore a 1000 lire al metro cubo: k=25%

• Per TMR superiore a 1600 lire al metro cubo: k=7.5%

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• Per TMR compresa tra 1001 e 1599 lire al metro cubo si esegue un interpolazione lineare tra

i 2 valori estremi.

Per gli esercizi annui successivi al primo, il limite di prezzo “k” vale:

• Per TMR dell’esercizio precedente inferiore a lire 1100 al metro cubo: k=10%

• Per TMR superiore a 1750 lire al metro cubo: k=5%

• Per TMR compresa fra i 2 estremi sopraindicati si esegue un’interpolazione lineare.

Nel nuovo metodo invece il limite di prezzo k viene determinato per ogni quinquennio, ottenendo

un limite k per ogni anno del quinquennio stesso, considerando i tassi di variazione vn rispettando i

vincoli (questa volta espressi in Euro/mc).

La percentuale del limite di prezzo riferita all’anno n, indicata con nK , è deliberata dall’Agenzia

d’ambito entro i seguenti valori massimi: per ciascun quinquennio di regolazione tariffaria, i limiti

di prezzo 1K , 2K , 3K , 4K , 5K da applicare sulla tariffa dei vari anni devono essere determinati,

considerati i tassi di variazione corrispondenti v1, v2, v3, v4, v5 definiti come vi=1+Ki, in modo

tale da rispettare i seguenti vincoli:

� per tariffa di riferimento inferiore a Euro/mc 0.70: 10.15

5

1

≤∑=i

iv

� per tariffa di riferimento superiore a Euro/mc 1.20: 05.15

5

1

≤∑=i

iv

� per tariffa di riferimento compresa tra Euro/mc 0.70 ed Euro/mc 1.20: vlvi

i ≤∑=

5

5

1

dove vl è il risultato dell’interpolazione lineare tra i due valori precedenti.

In sostanza l’introduzione di questo coefficiente di prezzo è dovuta all’esigenza di dare maggior

flessibilità; infatti, il vecchio metodo considerava il limite di prezzo relativo ad un solo anno di

gestione. Per questo il nuovo metodo si propone di poter considerare il valore del price cap a

seconda degli investimenti e degli interventi che il gestore deve sostenere: ad esempo se si ha la

necessità di fare subito alcuni interventi si può aumentare il primo anno il valore di “k” per poi

ridurlo negli altri quattro anni successivi.

3. Costi operativi e coefficiente di efficienza Xn

Nel vecchio metodo tariffario per la determinazione dei costi operativi reali si fa riferimento alle

seguenti categorie:

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B6 - costi per materie di consumo e merci (al netto di resi, abbuoni e sconti);

B7 - costi per servizi;

B8 - costi per godimento di beni di terzi, costi per le concessioni di utilizzo degli impianti fissi;

B9 - costo del personale;

B11 - variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci;

B12 - accantonamento per rischi, nella misura massima ammessa dalle leggi e prassi fiscali;

B13 - altri accantonamenti;

B14 - oneri diversi di gestione.

Come esposto nei paragrafi precedenti le categorie che interessano i costi operativi della nuova

tariffa sono sostanzialmente le stesse con l’unica introduzione della categoria B10d, che riguarda la

svalutazione dell’attivo circolante e dei crediti a breve termine.

Per quanto riguarda il calcolo del recupero di efficienza, il vecchio metodo prevedeva il confronto

tra i costi operativi reali e una componente di costi modellati (COAP,COFO,COTR, vedi paragrafo

precedente). In base a tale confronto veniva determinata la percentuale di recupero di efficienza:

Tale metodologia è stata ampiamente criticata perchè la determinazione del fattore X risultava del

tutto teorica e slegata dalla realtà gestionale di ogni azienda, inoltre le percentuali di recupero così

fissate risultavano essere nella maggioranza dei casi troppo basse e non significative in termini di

“sforzo” di miglioramento richiesto ai gestori.

Il nuovo metodo, invece, calcola il fattore X specifico per ogni azienda in relazione alla reale

struttura organizzativa e di costo. La Regione Emilia-Romagna, infatti, con un apposito studio

commissionato ad Unioncamere, ha individuato il posizionamento la frontiera di efficienza di tutte

le aziende gestori del servizio e ha predisposto, nel nuovo metodo, una modalità di calcolo del

Costi operativi di riferimento (COAP,

COTR, COFO) o

Costi operativi di progetto

confronto

COP op.≤COP rif. Miglioramento

efficienza: 0.5%

COP op.>COP rif. Fino al 20%

Miglioramento efficienza: 1%

COP op.>COP rif. Tra il 20% e 30%

Miglioramento efficienza: 2%

COP op.>COP rif. Oltre il 30 %

Miglioramento non possibile

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miglioramento di efficienza proporzionato al reale posizionamento di ogni azienda gestore sulla

matrice di efficienza.

In virtù di ciò la componente dei costi operativi non può avere incrementi superiori alla somma dei

tasso di inflazione e del limite di prezzo, diminuita però della percentuale individuata dal

coefficiente Xn:

)1(1 nnnnn XKPCC −++⋅≤ −

4. Ammortamenti

Sia nel vecchio che nel nuovo metodo tariffario sono comprese in questa componente le seguenti

categorie:

B10a - Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali

B10b - Ammortamento delle immobilizzazioni materiali

B10c - Altre svalutazioni delle immobilizzazioni.

Nel nuovo metodo è definito che, sulle immobilizzazioni materiali e immateriali, si applichino le

aliquote di ammortamento stimate secondo la vita utile dei beni nel limite massimo dei coefficienti

ammessi dalle leggi fiscali.

5. Remunerazione del capitale investito

La remunerazione viene definita nel vecchio metodo di tariffazione come il rapporto tra il reddito

operativo, ricavi meno costi di gestione caratteristica, e il capitale investito, immobilizzazioni

materiali e immateriali. Tale capitale investito è la media dei valori del capitale iniziale e finale

dell’esercizio ed esprime il valore dell’investimento medio aziendale.

Definiti quindi:

V0= valore del capitale investito al tempo 0;

V1= valore del capitale investito al tempo 1;

I1= investimenti effettuati al tempo 1;

A1= ammortamenti relativi agli investimenti al tempo 1;

t= tasso di ritorno sul capitale investito;

R= remunerazione sul capitale investito

Si avrà:

• Il capitale investito al tempo 1 = V0 + (I1-A1)/2 = (V0+V1)/2

• Reddito sul capitale investito al tempo 1 = [(V0+V1)/2]· t = R.

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Sul capitale investito si applica un tasso di remunerazione fissato nella misura del 7%; inoltre nel

piano finanziario si deve tenere conto che i finanziamenti pubblici affluiscono all’Ambito e non al

gestore e si devono tenere separati nel momento della valutazione del tasso di rendimento del

capitale investito.

Nel nuovo metodo tariffario, il capitale investito si compone di due entità distinte: il capitale

investito iniziale fino all’entrata in vigore del presente metodo determinato ad sensi del D.M. 1-8-

1996, ed il capitale investito successivo formatosi dall’entrata in vigore del presente metodo.

Per quanto riguarda il capitale investito iniziale il metodo precisa che la relativa componente di

remunerazione è determinata sulla base della regolazione e degli accordi assunti antecedentemente

all’entrata in vigore del presente metodo. Il capitale investito successivo, invece, viene calcolato

parimenti al metodo normalizzato ossia come la media dei valori del capitale iniziale e finale

dell’esercizio ed esprime il valore dell’investimento medio aziendale.

Il valore del capitale investito successivo di cui al comma 1 è desunto dal Piano d’ambito; il

capitale investito successivo è costituito dall’insieme delle immobilizzazioni, avvenute

successivamente all’entrata in vigore del presente metodo, al netto dei relativi fondi di

ammortamento, dei contributi a fondo perduto, nonché dei finanziamenti a tasso agevolato per la

parte differenziale.

Il tasso di remunerazione da applicarsi sul capitale investito successivo è pari all’Interest Rate Swap

(IRS) a quindici anni aumentato di un margine “m” omogeneo su tutto il territorio regionale; il

valore del margine “m” è aggiornato periodicamente dalla Regione Emilia-Romagna con

deliberazione di Giunta regionale almeno ogni 5 anni.

6. Canone di concessione

Il canone di concessione non è presente nel vecchio metodo tariffario, ma lo si può ricercare sotto la

componente dei costi operativi (Costi per godimento di beni di terzi); tale posizione è di fatto

erronea.

Viceversa nel nuovo metodo il canone di concessione è determinato dall’Agenzia per tenere conto

dell’utilizzo di beni strumentali del servizio idrico integrato di proprietà pubblica. Per tali beni il

metodo prevede il rimborso degli oneri residui (ammortamento e mutui) nonchè la remunerazione

per tutte le opere che sono state realizzate con autofinanziamento totale o parziale dalle società di

capitali. Inoltre vanno ricompresi nel canone l’ammontare delle spese per le concessioni di

derivazione delle acque e le spese di funzionamento delle Agenzie di Ambito.

Alla luce di quanto detto il canone si compone come segue:

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CANONE DI

CONCESSIONE

Canone ai

comuni

Rimborso mutui

Rimborso

ammortamenti

Canone società

degli asset (100%

pubblica)

Rimborso mutui

Rimborso

ammortamenti

Remunerazione

capitale

autofinanziato

Concessione di derivazione

Spese funzionamento agenzie ATO

7. Coefficiente di bilanciamento dei volumi Vn

Il coefficiente per il bilanciamento dei volumi Vn non è presente nel vecchio metodo tariffario;

viceversa nel nuovo metodo viene introdotto tale coefficiente in modo da tenere conto dello

scostamento che avviene tra i volumi erogati per tutti i servizi e i volumi previsti a monte del Piano

d’Ambito. Infatti nel caso in cui venga riscontrato scostamenti superiori al ±3% dovrà essere

applicato tale coefficiente alla tariffa dell’anno successivo.

Vn va determinato come incremento o decremento percentuale della tariffa dell’anno di esercizio n,

in modo tale da introitare la quota di costi fissi non incassati dall’ente gestore nel caso lo

scostamento precedentemente detto sia stato negativo, oppure in modo da scontare dalla tariffa la

quota di costi fissi aggiuntivi percepiti dall’ente gestore nel caso sia stato positivo.

I costi fissi che vengono considerati sono la somma delle voci B8, B9, B12, B13 della componente

dei costi operativi, degli ammortamenti, della remunerazione del capitale investito e del canone di

concessione, tutti valutati relativamente all’anno n-1. Il coefficiente di bilanciamento, inoltre, viene

applicato solamente dal secondo anno di ciascun periodo di regolazione.

Secondo il precedente metodo, annualmente in fase di revisione tariffaria andava effettuato un

conguaglio relativamente allo scostamento dei volumi realizzati/previsti in modo da recuperare

sulla tariffa n+2 gli eventuali mancati/eccessivi ricavi dell’anno n. Tale modalità di conguaglio

estremamente complessa e difficoltosa anche per via degli sfasamenti temporali è completamente

sostituita dal nuovo fattore Vn che tiene conto del fattore volumi in modo automatico.

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8. Coefficiente di performance PCn

Nel precedente metodo non era previsto un coefficiente esplicativo delle attività eseguite dal gestore;

con il nuovo metodo si è pensato di introdurre tale coefficiente di performance in modo tale da

riconoscere un incentivo ai gestori meritevoli mentre quelli che forniscono un servizio di scarso

livello avranno una riduzione della tariffa. Il fattore di performance complessiva PCn non si applica

prima di due anni di regolazione tariffaria, indipendentemente dal metodo tariffario utilizzato;

successivamente si applica annualmente sulla tariffa corrente sulla base delle performance rilevate

nell’esercizio dell’anno n-2.

Il fattore di performance complessiva PCn, si sviluppa in due categorie distinte di indicatori:

• IQ: indicatori di qualità del servizio reso – fattore QSn;

• IP: indicatori ambientali – fattore PAn

Il fattore QSn dipende direttamente da un indice IQn-2 che viene ottenuto calcolando la somma dei

punteggi ottenuti su vari punti caratterizzanti la qualità del servizio; invece il fattore PAn è in

relazione all’indice IPn-2 che è ottenuto dalla somma dei punteggi definiti da due punti di carattere

ambientale.

Come già ribadito, il PCn, che qualifica e contraddistingue il metodo regionale, è stato introdotto

volutamente dalla regione, anche con il rischio di causare degli incrementi tariffari, per legare

l’aspetto qualitativo del servizio a quello economico. Con tale fattore si vuole porre l’attenzione

sulla qualità dei servizio reso al cittadino.

9. Tariffa finale applicata

Come abbiamo visto precedentemente la tariffa finale è determinata dalla formula:

)1()( nnnnnnn VPCCCRACT ±±⋅+++=

Tali valori sono espressi in euro/mc.

Ai fini del calcolo materiale della tariffa, infatti, la somma di tutte le componenti di costo di cui

sopra (C, A, R, CC) è rapportata alla quantità di acqua venduta (metri cubi).

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Definiz

ioni

Vecchio Metodo Nuovo Metodo Note

Formula Tariffa (€/mc)

)1()( 1 kRACT nn +Π+⋅++= −

(€/mc)

⋅+++= )( nnnnn CCRACT

)1( nn VPC ±±⋅

(€/mc)

Vincolo (price cap):

)1(1 nnnn KPTT ++⋅≤ −

La nuova formulazione tariffaria presenta un coefficiente da moltiplicare alla somma dei vari componenti per tenere conto di qualità del servizio e bilanciamento dei volumi. Il vecchio metodo considerava l’inflazione programmata direttamente nella formula finale. Il nuovo metodo la associa, più correttamente, alla componenti dei costi operativi( vedi seg.).

Limite di prezzo o price cap

(k)

Primo esercizio annuale, “k” può essere così determinato:

• TMR < 1000 lire a mc: k=25%

• TMR > 1600 lire a mc: k=7.5%

• 1001<TMR<1599 lire a mc: interpolazione lineare.

Esercizi annui successivi, “k” vale: • TMR < a lire 1100 a mc:

k=10% • TMR > a 1750 lire al mc:

k=5% • 1100<TMR<1750 lire a mc:

interpolazione lineare.

I limiti di prezzo nK sono

determinati, rispettando i seguenti vincoli:

� tariffa<Euro/mc 0.70:

10.15

5

1

≤∑=i

iv

� tariffa>Euro/mc 1.20:

05.15

5

1

≤∑=i

iv

� 0.70<tariffa<Euro/mc

1.20: vlvi

i ≤∑=

5

5

1

vl è il risultato dell’interpolazione lineare.

Si può notare come nel nuovo metodo di calcolo del limite di prezzo k non venga determinato sulla base della distinzione tra primo anno di esercizio o successivi.

Costi operativi

reali

Sono definite le seguenti categorie come da codice civile: B6 - costi per materie di consumo e merci; B7 - costi per servizi; B8 - costi per godimento di beni di

terzi, per le concessioni di utilizzo degli impianti fissi;

B9 - costo del personale; B11 - variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci; B12 - accantonamento per rischi; B13 - altri accantonamenti; B14 - oneri diversi di gestione.

Comprendono le stesse categorie già inserite nel vecchio metodo ma con l’aggiunta della categoria “B10d - Svalutazioni dell’attivo circolante e dei crediti a breve”.

Le varie categorie sono le stesse con l’inserimento della categoria B10d nel nuovo metodo. Nel nuovo metodo scompaiono la componente modellata dei costi per la determinazione dell’efficienza, che viene determinata secondo diversa modalità. In entrambi i metodi i costi operativi da tariffa (Cn) sono determinati diminuendo quelli reali dell’efficienza Xn.

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Costi operativi modellat

i

La componente modellata dei costi operativi è, invece, articolata nei seguenti tre elementi essenziali del S.I.I.:

a) Acqua potabile (COAP) b) Fognatura (COFO) c) Depurazione (COTR)

Non è definita una componente modellata nel nuovo metodo tariffario perchè il miglioramento di efficienza (Xn) è calcolato in modo diverso e secondo una specifica funzione.

Miglioramento di efficienz

a sui costi

operativi (fattore

Xn)

• COP op≤COP rif : -0.5%; • COP op≥COP rif (fino al

20%): -1%; • COP op>COP rif (tra il 20%

e 30%):-2%; • COP op>COP rif (oltre

30%):non c’è miglioramento da applicare

La Regione Emilia-Romagna ha individuato la frontiera di efficienza di tutte le aziende gestori del servizio e ha predisposto una modalità di calcolo del miglioramento di efficienza proporzionato al reale posizionamento di ogni azienda gestore sulla matrice di efficienza.

Costi operativi da tariffa

(Cn)

Costi reali – Fattore Xn

Costi reali – Fattore Xn I costi operativi che entrano nella formula della tariffa devono tenere conto anche del tasso d’inflazione e del limite di prezzo, quindi:

)1(1 nnnnn XKPCC −++⋅≤ −

Ammortamenti (An)

Sono comprese in questa componente le seguenti categorie:

• B10a - Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali

• B10b - Ammortamento delle immobilizzazioni materiali

• B10c - Altre svalutazioni delle immobilizzazioni

La suddivisione degli ammortamenti è esattamente la stessa, ai sensi della classificazione civilistica.

Tra i due metodi le suddivisioni in categorie sono identiche.

Remunerazione (Rn)

Il capitale investito al tempo 1 è: V0 + (I1-A1)/2 = (V0+V1)/2

Remunerazione sul capitale investito al tempo 1 è:

[(V 0+V1)/2]· t = R

La formula per la determinazione del capitale investito è la medesima. Il capitale investito al tempo 1 è: V0 + (I1-A1)/2 = (V0+V1)/2 Remunerazione sul capitale investito al tempo 1 è: [(V 0+V1)/2]· t = R

Nel nuovo metodo viene reso flessibile il tasso di remunerazione che prima era fissato.

t = tasso di remunerazione da applicare al capitale investito fissato nella misura del 7%.

Il tasso di remunerazione da applicarsi sul capitale investito successivo è pari all’Interest Rate Swap (IRS) a quindici anni aumentato di un margine “m” omogeneo su tutto il territorio regionale.

Canone di

concessione

(CCn)

Viene inglobato nei costi operativi sotto la voce “godimento per beni di terzi”.

Il canone di concessione è fissato dall’Agenzia per tenere conto dell’utilizzo di dotazioni di proprietà pubblica e si compone come segue: � A comuni rimborso oneri

residui � A società di asset rimborso

mutui, ammortamenti e

Viene tolto dai costi operativi per poter rispecchiare la realtà dei pagamenti del gestore e per non assoggettarlo al fattore Xn.

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remunerazione capitale autofinanziato

� Concessione di derivazione � Spese funzionamento agenzia

ATO

Bilanciamento

dei volumi (Vn)

Non presente

È’ un coefficiente che tiene conto dell’eventuale scarto tra volumi di acqua fatturata previsti e realizzati a consultivo della gestione. Vn si applica per scostamenti superiori al ±3%

Viene applicato alla tariffa dell’anno successivo.

Coefficiente di

performance

(PCn)

Non presente

PCn si sviluppa in due categorie distinte di indicatori:

• IQ: indicatori di qualità del servizio reso – fattore QSn;

• IP: indicatori ambientali – fattore PAn

La percentuale totale da applicare sulla tariffa è la somma dei due valori valutati su diverse categorie.

E’ un coefficiente pensato per premiare i gestori che hanno svolto un buon lavoro e per scoraggiare esecuzioni non redditizie per l’ambiente e le utenze.

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4. SIMULAZIONE DI CALCOLO DELLA TARIFFA

4.1 Introduzione

Dopo aver esaurientemente esposto le peculiarità del nuovo metodo, si procederà nel seguito di

questo capitolo ad analizzare gli aspetti concreti di applicazione del nuovo metodo tariffario e in

particolare del fattore di performance.

Dopo aver predisposto in via sperimentale un foglio di calcolo del fattore di performance si

procederà ad effettuare una simulazione del calcolo della tariffa su tre scenari significativi. In

particolare si andrà ad evidenziare l’incidenza del PCn sulla tariffa complessiva del servizio.

Le simulazioni saranno riferite al bacino di competenza del gestore Hera Ferrara s.r.l.

Si utilizzeranno i dati reali per le componenti della tariffa quali costi operativi, ammortamenti,

remunerazione e canone di concessione, mentre attraverso l’apposito foglio di calcolo in excel si

valuterà l’influenza sulla tariffa finale del coefficiente di performance PCn.

I casi presi in esame dalla nostra simulazione saranno:

• L’ente gestore fornisce una mediocre qualità di servizio;

• L’ente gestore riesce ad offrire un servizio eccellente;

• Utilizzando dati reali dell’ente Hera Ferrara s.r.l., si considera l’operato del gestore.

4.2 Presentazione del foglio di calcolo

Per la realizzazione del foglio di calcolo si è tenuto conto della suddivisione del coefficiente di

performance in due fattori: QSn, che tiene conto della qualità del servizio reso, e PAn, che è un

fattore di performance ambientale.

Infatti si è proceduto a creare tre fogli di calcolo diversi (più uno collegato) per riuscire a sviluppare

in modo coerente e preciso la valutazione del coefficiente di performance; il primo dei sopracitati

fogli comprende una tabella per il calcolo del fattore QSn, ottenuto come sommatoria dei punteggi

parziali dei vari indicatori MQi.

Il precedente foglio di calcolo presenta un collegamento con un altro foglio excel per il calcolo

separato dell’indicatore MQ1, relativo alle interruzioni di fornitura senza preavviso e/o non

pianificate, e ottenuto grazie alla formula:

∑ ∑ ∑ ∑⋅+⋅+⋅+= 453325,111 IIIIMQ

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Dove:

• I1= interruzioni da 3 a 6 ore;

• I2= interruzioni da 6 a 12 ore;

• I3= interruzioni da 12 a 24 ore;

• I4= interruzioni oltre 24 ore.

anno n-2 anno n-1 anno 1 anno 2

durata interruzione

[ ore ]

n.ro utenze

coinvolte

durata interruzione

[ ore ]

n.ro utenze

coinvolte

durata interruzione

[ ore ]

n.ro utenze

coinvolte

durata interruzione

[ ore ]

n.ro utenze

coinvolte

3,0 34 18 24 22 24 2 53 12 32 2 12 4 65 7 75 2 46 5 56 16 32 3 23 6 78

190 92 121 151 da 3 a 6

ore 34 56 65 23

da 6 a 12 ore 78 0 0 75

da 12 a 24 ore 32 24 56 0

oltre 24 ore 0 0 0 0

Indicatore MQ1 1,30 1,39 1,93 0,90

Con l’inserimento dei dati relativi alle interruzioni e alle relative utenze interessate si ottiene un

valore dell’indicatore MQ1 che viene riportato nel foglio per il calcolo di QSn, al quale viene

associato un punteggio che poi va a sommarsi ai punteggi relativi agli altri indicatori MQi come

ampiamente descritto nei paragrafi precedenti. Successivamente si esegue la somma di tutti i

punteggi e si ottiene il valore di IQn, che, in base alla tabella presente nel nuovo metodo tariffario,

restituisce la percentuale di QSn.

Separatamente si è creato un altro foglio per il calcolo del fattore PAn, dove vengono trattati i due

indicatori MA1, relativo alle perdite di rete, e MA2, che si riferisce alla riduzione della dotazione

procapite effettiva nel settore civile. A questi indicatori sono associati e calcolati attraverso diverse

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formule, i relativi punteggi W1 e W2 che, sommati, danno il valore di IPn. Ottenuto tale risultato si

procede a determinare la percentuale di PAn.

L’ultimo foglio di calcolo, invece, è quello relativo al computo del valore finale del fattore di

performance. Il PCn si ottiene dalla somma delle percentuali di QSn e PAn, ottenute

precedentemente, che vengono riportate dai due fogli.

Tale valore percentuale viene infine utilizzato come incremento/decremento della tariffa media del

servizio determinata ai sensi del D.M. 49/2006 come precedentemente esposto.

In sostanza il PCn determina un incremento o un decremento della tariffa finale sopportata

dall’Agenzia espressa in €/mc che si riflette analogamente come maggiorazione/riduzione dei ricavi

garantiti al gestore affidatario del servizio.

FATTORE DI PERFORMANCE COMPLESSIVA PC n

Calcolo del fattore di performance complessiva come somma di qualità del servizio (QSn) e di performance ambientale (PAn)

Rif Descrizione unità di misura note anno 1 anno 2 anno 3

QSn Fattore di qualità del servizio reso % -0,35% -0,50% -0,50%

PAn Fattore di performance ambientale % 0,00% -0,05% 0,00%

PCn Fattore di performance complessiva % -0,35% -0,55% -0,50%

4.3 Primo scenario

Il primo scenario a cui ci si riferisce per il calcolo del fattore di performance PCn tratta di una

situazione in cui l’Azienda gestore che si occupa del servizio idrico integrato svolge il proprio

lavoro con risultati qualitativamente scadenti. Per rappresentare tale situazione andremo ad

attribuire a tutti gli indicatori per il calcolo del fattore di performance dei punteggi mediocri sulla

base delle ipotesi illustrate nella tabella seguente.

DESCRIZIONE IPOTESI VALORE

MQ1 - Interruzioni di fornitura non pianificate e/o senza preavviso

Le interruzioni sono molteplici, prolungate nel tempo (in ore) e numerose risultano anche le utenze coinvolte

Vedi foglio di calcolo –

registro MQ1

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MQ2 – Risposta ai contatti per reclami e richiesta di informazioni

Le richieste di informazioni e i reclami vengono analizzati solo in parte (circa 40% il primo anno e quasi il 60% il secondo) e quindi non si può avere una percentuale significativa di risposta alle utenze con tempo inferiore alla metà del limte massimo (20 gg)

30/70 (anno 1) 56/98 (anno 2)

MQ3 – Facilità di pagamento

Si denota una difficoltà di pagamento, poichè è eseguibile solo attraverso conto corrente postale o bonifico bancario, mentre per esempio non sono possibili pagamenti on-line

MQ4 – Informazione ai clienti

Le informazioni sono rintracciabili solamente sulla bolletta e non esiste un sito internet con descrizione dei servizi e i contatti per eventuali reclami

MQ5 – Call center - tempo apertura al pubblico

Il Call center è aperto al pubblico solo per poche ore settimanali Meno di 45

ore/settimana

MQ6 – Call center

Il Call center non è efficiente, probabilmente a causa del personale assunto che non è formato a dovere e che non riesce a rispondere esaurientemente alle domande dei clienti; in questo modo le chiamate dei clienti che riagganciano dopo aver parlato con un operatore sono una percentuale non soddisfacente

34/40 (anno 1) 45/53 (anno 2)

MQ7 – Servizi per disabili I disabili non sono supportati adeguatamente in quanto non sono previste bollette in braille o in formati alternativi e non è previsto un servizio di lettura dei contatori su prenotazione

MQ8 – Pronto intervento fognatura

Gli interventi di messa in sicurezza della fognatura con tempo inferiore alle 2 ore sono inferiori alla metà degli interventi totali

18/45 (anno 1) 16/39 (anno 2)

MQ9 – Rimborsi automatici applicati

I rimborsi automatici applicati senza richiesta del cliente sono una percentuale non plausibile per un buon servizio

73/99 (anno 1) 67/107 (anno 2)

MA1 – Perdite di rete Il valore delle perdite di rete è ipotizzato elevato ed in particolare non decresce nel tempo anzi risulta peggiorare nel corso degli esercizi considerati

MA2 – Riduzione della dotazione procapite effettiva civile

Il gestore non mette in campo attività di alcun tipo per ridurre la dotazione procapite, anzi il consumo per abitante misurato negli esercizi considerati aumenta nel tempo.

4.4 Secondo scenario

In questo caso l’Azienda gestore fornisce un servizio eccellente riuscendo a svolgere il proprio

lavoro come un’azienda dovrebbe sempre fare; a seguito di tale livello di efficacia riceverà un

ritorno economico nella tariffa finale. Chiaramente in questo caso andremo ad attribuire punteggi

elevati ai singoli indicatori sulla base della tabella seguente.

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DESCRIZIONE IPOTESI VALORE

MQ1 - Interruzioni di fornitura non pianificate e/o senza preavviso

Le interruzioni sono poche, di breve durata e coinvolgono un basso numero di utenze

Vedi foglio di calcolo –

registro MQ1

MQ2 – Risposta ai contatti per reclami e richiesta di informazioni

Le richieste di informazioni e i reclami vengono analizzati nella quasi totalità e le risposte sono veloci e con una tempistica inferiore alla metà del limite massimo (20 giorni)

48/50 (anno 1) 34/35 (anno 2)

MQ3 – Facilità di pagamento

Il pagamento delle bollette è possibile attraverso numerose vie: conto corrente postale, rimessa diretta, bonifico bancario, pagamenti on-line e domiciliazione bancaria

MQ4 – Informazione ai clienti

Le informazioni sono garantite grazie ad un sito web aggiornato e ricco di informazioni, spiegazioni presenti all’interno della bolletta e contatti per reclami

MQ5 – Call center - tempo apertura al pubblico

Il Call center è aperto al pubblico per un numero elevato di ore settimanali

Più di 50 ore/settimana

MQ6 – Call center

Il Call center è altamente efficiente con l’impiego di personale qualificato e che è in grado di rispondere in maniera corretta ed esauriente alle telefonate della clientela; questo si riflette sulla percentuale di utenti che, soddisfatti dopo aver parlato con un operatore, riagganciano il telefono.

18/18 (anno 1) 27/28 (anno 2)

MQ7 – Servizi per disabili

I servizi per disabili sono previsti in diverse soluzioni: informazioni in formati diversi, servizio di lettura bollette o bollette in braille e caratteri facilitati e un comodo servizio di lettura del contatore su prenotazione da parte di un addetto dell’Azienda gestore

MQ8 – Pronto intervento fognatura

Il pronto intervento è efficiente e la messa in sicurezza è solitamente veloce e molto spesso della durata inferiore a due ore

26/30 (anno 1) 35/39 (anno 2)

MQ9 – Rimborsi automatici applicati

I rimborsi automatici applicati senza richiesta del cliente sono la quasi totalità dei rimborsi totali in un anno

67/68 (anno 1) 75/77 (anno 2)

MA1 – Perdite di rete Il valore delle perdite di rete è ipotizzato basso ed si può notare un impegno del gestore per limitarle e migliorarsi anno per anno

MA2 – Riduzione della dotazione procapite effettiva civile

Il gestore si adopera per ridurre la dotazione procapite e inoltre il consumo per abitante misurato negli esercizi considerati diminuisce sensibilmente nel tempo.

4.5 Terzo scenario

In quest’ultimo caso cercheremo di essere, in funzione dei dati attualmente a nostra disposizione,

per quanto possibile il più attinenti alla reale qualità del servizio reso nel nostro ambito tariffario.

Per fare ciò ci riferiremo alla vigente gestione di Hera Ferrara s.r.l. I dati che sono stati utilizzati

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sono stati concessi gentilmente dal Call Center dello stesso Azienda gestore e dalle banche dati

dell’Agenza d’Ambito di Ferrara.

DESCRIZIONE IPOTESI VALORE

MQ1 - Interruzioni di fornitura non pianificate e/o senza preavviso

E’ stato valutato un andamento delle interruzioni piuttosto generico non potendo risalire realmente a tutte le interruzioni non pianificate durante gli ultimi anni di servizio di Hera Ferrara s.r.l. Tale tipologia d’informazione non è attualmente a disposizione dell’Agenzia nè il gestore sembra rilevarla in modo tale da rendere calcolabile l’indicatore. In virtù di ciò nella simulazione ci si è attenuti ad un valore medio

Vedi foglio di calcolo –

registro MQ1

MQ2 – Risposta ai contatti per reclami e richiesta di informazioni

Non è stato possibile risalire al valore di reclami e richiesta di informazioni totali e neppure al valore delle risposte date entro metà del termine massimo (20 gg). Poichè il gestore non rileva informazione ai sensi del metodo il valore dell’indicatore è stato considerato pari a zero

0/0 (anno 1) 0/0 (anno 2)

MQ3 – Facilità di pagamento

La facilità di pagamento è eccellente poichè gli utenti che possono eseguire i pagamenti tramite cc postale, rimessa diretta, bonifico bancario e anche on-line sul sito, previa registrazione e domiciliazione bancaria

Punteggio massimo (tre

si/0 no)

MQ4 – Informazione ai clienti

Le informazioni sono rintracciabili sul sito web aggiornato spesso e ricco di informazioni, spiegazioni presenti all’interno della bolletta e contatti telefonici ed e-mail per reclami

Punteggio massimo (tre

si/0 no)

MQ5 – Call center - tempo apertura al pubblico

Il Call center è aperto al pubblico per un numero molto elevato di ore settimanali (55 ore/settimana).

Punteggio massimo

MQ6 – Call center

Il Call center è poco utile come dimostrato dal fatto che le chiamate degli utenti non sono a volte risolte dopo il primo contatto con un operatore. I dati utilizzati, non in possesso dell’Agenzia, sono stati stimati in negativo considerati i diversi tentativi di chiamata effettuati.

8975/10004 (anno 1)

7995/9806 (anno 2)

MQ7 – Servizi per disabili

I disabili sono supportati scarsamente; infatti non esistono formati alternativi per bollette e per la comunicazione delle informazioni. Fortunatamente è previsto un servizio di lettura dei contatori su prenotazione.

Punteggio medio-basso (1 si/2 no)

MQ8 – Pronto intervento fognatura

Il pronto intervento è molto efficiente e la messa in sicurezza è molto spesso inferiore a due ore; i dati utilizzati sono quelli a disposizione dell’Agenzia.

7609/9045 (anno 1)

8067/9336 (anno 2)

MQ9 – Rimborsi automatici applicati

I rimborsi automatici applicati senza richiesta del cliente sono pari a zero in quanto non erano previsti negli anni di riferimento; attualmente con l’approvazione della nuova carta dei servizi sono previsti sette indennizzi automatici.

0/0 (anno 1) 0/0 (anno 2)

MA1 – Perdite di rete L’indicatore considerato valuta l’andamento delle perdite nel tempo; riguardo il livello delle perdite di rete non è sufficientemente abbassato con il passare degli anni.

Punteggio molto basso di circa il

5%

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MA2 – Riduzione della dotazione procapite effettiva civile

Nel periodo di riferimento il gestore si è discretamente adoperato in tal senso con il risultato di una riduzione della dotazione procapite (nella realtà il livello di dotazione procapite reale può dipendere da altri fattori ben diversi dalle azioni messe in atto dal gestore).

Punteggio 4/12

4.6 Risultati ottenuti

Si vanno ora a presentare i diversi risultati ottenuti scenario per scenario durante la simulazione:

• Scenario 1: sommando i vari punteggi ottenuti per i singoli indicatori si ottiene un valore di

IQn (16,5 nel primo anno e 17,5 nel secondo anno) tale per cui il fattore di qualità del

servizio reso QSn, secondo la tabella presente nel nuovo metodo tariffario, risulta pari a

- 0,50%. Inoltre il fattore di qualità PAn è comunque pari a -0,50%, che deriva dalla

sommatoria dei punteggi ∑Wn=IPn=4. Eseguendo poi l’addizione tra PAn e QSn si ottiene il

reale valore di PCn pari a -1,00% da applicare alla tariffa di riferimento.

• Scenario 2: nel foglio di calcolo per QSn si sommano i vari punteggi ottenuti per i diversi

indicatori e si ottiene un valore di IQn (73,00 in entrambi gli anni di osservazione) tale per

cui il fattore di qualità del servizio reso QSn risulta pari a +0,15%. Per quanto riguarda il

fattore PAn è +0,15%, grazie alla sommatoria dei punteggi ∑Wn=IPn=22. Nel foglio di excel

riassuntivo viene eseguita l’addizione tra PAn e QSn si ottiene il reale valore di PCn pari a

+0,30%.

• Scenario 3: nel caso dello scenario reale considerato il valore della sommatoria dei punteggi

nel foglio che considerato il fattore QSn è pari a: IQn=∑Pi=44,50 che è corrispondente a

QSn=-0,35%. Inoltre nel foglio di calcolo per il fattore di qualità ambientale la sommatoria

dei vari punteggi Wi risulta pari a 5; ciò vuol dire che il reale valore di PAn è -0,50%.

Sommati PAn e QSn si può finalmente definire il coefficiente di performance PCn=-0,85%.

4.7 Applicazione del fattore PCn alla tariffa di riferimento

Utilizzando i dati forniti dall’Agenzia d’Ambito di Ferrara si procederà ora ad applicare i precedenti

valori del fattore di performance PCn alla reale tariffa di riferimento in vigore negli esercizi

considerati in riferimento al bacino tariffario di Hera Ferrara s.r.l.. Così facendo, si potrà

evidenziare come la qualità del servizio reso influisca sulla tariffa finale del servizio e quindi sulla

bolletta che gli utenti serviti pagano annualmente.

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Di seguito si riporta il calcolo della tariffa vigente individuando le maggiori componenti di costo ai

sensi del metodo di calcolo in vigore per l’annualità considerata. Si sottolinea che le tariffe e gli

incrementi tariffari riportati sono arrotondati alla terza/seconda cifra decimale; ciò determina un

lieve sfasamento dei numeri nel caso in cui si procedesse al calcolo annuale degli stessi.

Rif Descrizione Unità di misura Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008

CO Costi operativi da tariffa euro/anno 20.033.100 20.537.700

A Ammortamenti euro/anno 5.743.152 5.487.960

CC Canone di concessione euro/anno 3.234.416 3.983.156

R Remunerazione euro/anno 1.338.143 1.989.482

CT Costi Totali da Tariffa euro/anno 30.348.811 31.998.299

V Volume fatturato previsto mc/anno 21.000.000 20.780.000

TMR Tariffa Reale Media (1) euro/mc 1,394 1,445 1,5 40

PCn Fattore performance complessiva % 0% 0%

TMR Tariffa Reale Media (2) euro/mc 1,394 1,445 1,5 40

Incremento % % 3,68% 6,55%

Fatturato euro/anno 30.348.811 31.998.299

Si può facilmente notare come la tariffa reale media subisca un “naturale” incremento percentuale

anno per anno, considerando pari a zero il fattore di performance complessiva PCn.

4.7.1 Primo scenario

Nel caso in cui l’Azienda gestore fornisca un servizio di qualità scadente si deve applicare un

fattore di performance complessiva pari a -1,00%, tenendo fisso il valore della tariffa relativa

all’anno 2006 e agendo solamente su quelle del biennio 2007/2008.

TMR Tariffa Reale Media (1) euro/mc 1,394 1,445 1,5 40

PCn Fattore performance complessiva % -1,00% -1,00%

TMR Tariffa Reale Media (2) euro/mc 1,394 1,431 1,5 25

Incremento % % 2,65% 6,57%

Fatturato euro/anno 30.051.000 31.689.500

Variazione di fatturato euro/anno -297.811 -308.79 9

Si può quindi notare come con l’applicazione del PCn la tariffa ne risenta negativamente passando,

nell’anno 2007, da 1,445 €/mc a 1,431 €/mc, mentre nell’anno 2008 da 1,540 €/mc a 1,525 €/mc.

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L’incremento percentuale, come il costo al metro cubo, scende da 3,66% a 2,65% nel primo anno

mentre nel secondo si mantiene pressochè costante.

Queste diminuzioni, pur essendo minime, sono determinanti per quanto riguarda il fatturato

dell’Azienda gestore; infatti moltiplicando il valore della tariffa reale media diminuita del

coefficiente di performance per il volume fatturato previsto si possono notare le variazioni sui ricavi

da tariffa del gestore.

Nel caso in esame si osserva come la riduzione del fatturato sia consistente essendo, nei due anni

considerati, dell’ordine di 300000 euro e nel complesso di oltre 600.000 euro. Tale somma è

consistente anche per un gestore come Hera Ferrara s.r.l. che, nel solo subambito ferrarese e

solamente per il S.I.I., fattura oltre 30.000.000 di Euro l’anno.

Ipotizzando di considerare un nucleo famigliare di 3 utenze, che ha un consumo medio annuale

stimato di circa 180 mc/anno, la diminuzione della tariffa annuale per tale famiglia, sia nel primo

che nel secondo anno, è di circa 3 euro.

4.7.2 Secondo scenario

Il secondo scenario, come esposto nei paragrafi precedenti, è quello in cui l’Azienda gestore offre

un servizio eccellente fornendo qualità e competenza tale per cui il fattore di performance

complessiva da applicare alla tariffa di riferimento risulta essere pari a +0.30%.

TMR Tariffa Reale Media (1) euro/mc 1,394 1,445 1,5 40

PCn Fattore performance complessiva % +0,30% +0,30%

TMR Tariffa Reale Media (2) euro/mc 1,394 1,449 1,5 45

Incremento % % 3,95% 6,63%

Fatturato euro/anno 30.429.000 32.105.100

Variazione di fatturato euro/anno +80.189 +106.801

Dalla tabella precedente si nota che si ha un incremento della tariffa che passa da 1,445 €/mc a

1,449 €/mc nell’anno 2007 e da 1,540 €/mc a 1,545 €/mc il secondo anno, con incremento pari

rispettavimente del 3,95% (senza PCn sarebbe stato 3,66%) e del 6,63% (precedentemente era

6.55%).

In termini di fatturato invece si osserva un ritorno positivo per l’Azienda gestore che, nel primo

anno, riuscirebbe ad incamerare 30.429.000 € con una variazione di +80.189 €, mentre nel secondo

anno la variazione rispetto alla situazione in cui non si applica il PCn è di +106.801 €.

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In relazione all’incidenza sulla tariffa annuale per un nucleo famigliare medio di 3 persone, si può

quantificare un incremento all’anno inferiore a 1 euro.

4.7.3 Terzo scenario

Ora si passa ad esaminare il caso più significativo poichè è quello basato su dati veritieri e che va a

rispecchiare la situazione attuale dell’azienda gestore Hera Ferrara s.r.l.; dai fogli di calcolo si è

ottenuto per questo scenario il fattore di performance complessivo pari a -0.85%.

TMR Tariffa Reale Media (1) euro/mc 1,394 1,445 1,5 40

PCn Fattore performance complessiva % -0,85% -0,85%

TMR Tariffa Reale Media (2) euro/mc 1,394 1,433 1,5 27

Incremento % % 2,80% 6,56%

Fatturato euro/anno 30.093.000 31.731.060

Variazione di fatturato euro/anno -255.811 -267.23 9

Come si può notare la tariffa nel caso di Hera Ferrara s.r.l. dovrebbe essere abbassata a causa del

non perfetto funzionamento dell’Azienda gestore in termini di qualità del servizio; nel 2007 la

tariffa si abbasserebbe da 1,445 €/mc a 1,433 €/mc, mentre nel 2008 il prezzo al metro cubo

dell’acqua scenderebbe da 1,540 €/mc a 1,527 €/mc.

L’incremento percentuale nei due anni esaminati risulta ribassato rispetto la situazione in cui il

coefficiente di performance non viene considerato, passando da 3,66% a 2,80% il primo anno

mentre nel secondo è pressochè costante.

Il fatturato ne risulta influenzato in maniera consistente poichè si ha una perdita molto elevata sia

nel primo che nel secondo anno, essendo pari a -255.811 € nel 2007 e -267.239 € nel 2008. Nel

complesso dei due anni, la riduzione dei ricavi ammonterebbe a coltre 520.000 euro.

Sempre riferendoci ad una famiglia media costituita da 3 componenti, in questo caso, l’effetto sulla

bolletta sarebbe, in entrambi gli anni di riferimento, una diminuzione di poco superiore a 2 euro.

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5. CONCLUSIONI

Il Servizio Idrico Integrato è d’importanza vitale per il buon funzionamento di ogni società civile.

L’Azienda gestore deve, pertanto, garantire l’erogazione del servizio secondo un preciso stardard di

qualità individuato nella convenzione di affidamento del servizio e nei relativi allegati tecnici. Ciò

va nella duplice direzione di tutelare la risorsa acqua nonchè di garantire al cittadino utente un

servizio il più possibile efficiente, efficace e funzionale in tutti i suoi aspetti.

Si può notare come il nuovo metodo tariffario, introdotto dalla Regione Emilia Romagna con il

DPGR 49/06 e s.m.i., anche grazie alla definizione del fattore di performance complessivo (PCn),

vada proprio a rispondere a tali necessità rappresentando un valido strumento di natura economica

per conservare la risorsa ed incentivare e migliorare la qualità del servizio reso.

Ogni azienda gestore, in quanto a conoscenza del fatto che svolgendo un operato efficiente può

ottenere un ritorno economico maggiorato sulla tariffa, dovrebbe essere incentivata a fornire il

servizio migliorandone l’attuale condizione di erogazione; ciò si rifletterà innanzitutto sulla tariffa

che gli utenti dovranno pagare a fronte del loro consumo di acqua, ma anche a favore degli stessi

cittadini che avranno a disposizione prestazioni eccellenti e un beneficio personale.

Infatti, la cittadinanza, purchè adeguatamente informata e motivata, sarà sicuramente ben disposta a

pagare un “quid” in più per poter, ad esempio, sfruttare un sito internet ben aggiornato e ricco di

informazioni, per poter disporre di un call center con personale qualificato oppure avere la certezza

che le interruzioni non pianificate saranno in numero ridotto e ben gestite o ancora che, in caso di

disagi, i rimborsi saranno automatici.

I risultati ottenuti nei tre scenari considerati hanno evidenziato i seguenti aspetti:

• A fronte di un operato non eccezionale dell’Azienda gestore i cittadini pagherebbero una

tariffa lievemente più bassa, con un decremento del -1%, ossia 0.014 €/mc, che su una

bolletta domestica di 180 mc/anno significa un risparmio di circa 3€ /anno, mentre il gestore

registrerebbe valori di minor fatturato molto più significativi (circa 300.000 €/anno).

• Nel caso in cui l’Azienda gestore fornisca, invece, un servizio buono, la tariffa pagata dagli

utenti sarebbe leggermente più alta, con un aumento del +0.30%, ossia 0.004 €/mc, che si

tradurrebbe in un aumento della spesa annua della famiglia di circa 1€/anno, mentre il

gestore avrebbe un aumento del fatturato annuale pari a circa 80.000/100.000 €/anno.

• A fronte di dati reali come precedentemente esposto, la tariffa calcolata per il gestore Hera

Ferrara s.r.l. dovrebbe essere diminuita di una percentuale pari a -0.85%, ossia 0.012 €/mc,

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che significa un risparmio di circa 2€/anno per nucleo famigliare medio; il gestore, invece,

avrebbe una perdita considerevole, quantificata in una cifra superiore a 250.000 €/anno.

In conclusione si può affermare che, anche se questa prima definizione del fattore di performance

PCn può certamente prestarsi a miglioramenti, per poter individuare esattamente gli indicatori che

meglio rappresentano l’effettiva attività svolta dall’Azienda gestore ed eventualmente scartare

quelli che non sono controllabili dalla stessa, nel complesso il PCn rimane un ottimo fattore di

manitoraggio/controllo sul servizio prestato dal gestore ed un’efficiente leva economica per legare

gli aspetti tariffari a quelli qualitativi del servizio, garantendo, inoltre, sia l’ottimizzazione delle

prestazioni in termini di efficienza ed efficacia che il conseguimento degli obiettivi di tutela e

conservazione della risorsa idrica.

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BIBLIOGRAFIA

MATERIALE FORNITO DALL’AGENZIA D’AMBITO DI FERRARA

- Piano d’Ambito di prima attivazione 2005 – 2007;

- Bozza di piano d’ambito definitivo 2008 - 2024;

- Convenzione per l’affidamento del servizio idrico integrato al gestore ACOSEA s.p.a. del

20/12/2004;

- Convenzione per l’affidamento del servizio idrico integrato al gestore CADF s.p.a. del

20/12/2004;

- Disciplinare Tecnico per la gestione del Servizio Idrico Integrato allegato alle convenzioni

di affidamento;

- Modello e schede di rendicontazione annuali della gestione del Servizio Idrico Integrato;

- Rendicontazioni sulle gestioni 2005 e 2006 dei gestori HERA Ferrara s.r.l. e CADF s.p.a.;

- Conti consuntivi e sintesi delle gestioni 2001, 2002, 2003, 2004 dei gestori ACOSEA s.p.a.

e CADF s.p.a.

- ATO 6, “Resoconto S.I.I., HERA Ferrara 2005”;

- Schema Carta dei Servizi deliberato dall’Agenzia di Ambito;

- Carte dei Servizi approvate dai gestori HERA Ferrara s.r.l. e CADF s.p.a. sulla base dello

schema approvato dall’Agenzia

- Regolamento S.I.I. approvato dall’Agenzia unico per l’intero Ambito;

- Tesi di laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il territorio dal titolo “Strumenti per la

valutazione del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani: applicazione all’ambito

territoriale di Ferrara”;

- Tesi di laurea in Ingegneria per l’ambiente e il territorio dal titolo “Strumenti e gestione

dell’articolazione tariffaria del servizio idrico integrato nella provincia di Ferrara”.

TESTI

- Imerio Facchinetti - “LE ANALISI DI BILANCIO - Logica e metodologia delle analisi per

margini, indici e flussi per la conoscenza della realtà aziendale” – Il Sole 24 Ore;

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Pagina 91 di 117

- Marco Malagoli – Alfonso Andretta – “Fare i conti con l’ambiente, guida alla contabilità

ambientale per l’impresa” – Indicitalia;

- Stefano Miglioli – Tesi di Laurea in Economia dell’Ambiente – a.a.2001/2002;

- Irene Grechi – Tesi di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio – a.a.2005/2006;

- INDIS – “Le tariffe del settore idrico – Rapporto 2003” – Maggioli;

- INDIS – “Il Servizio Idrico in Italia – Rapporto 2004” – Maggioli;

- BLUEBOOK – “I dati sul Servizio Idrico Integrato in Italia” – Edizione 2005;

- BLUEBOOK – “I dati sul Servizio Idrico Integrato in Italia” – Edizione 2006;

- ACQUAGENDA – “Guida tecnico commerciale per gli operatori italiani del ciclo

integrale dell’acqua e delle altre utilities” – Edizione 2007/2008;

- “Relazione annuale al Parlamento sullo stato dei servizi idrici” – Anno 2005 – Comitato

per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche;

SITI INTERNET

- Agenzia d’Ambito Territoriale Ottimale di Ferrara (ATO6): www.atoferrara.it;

- Autorità Regionale dell’Emilia Romagna per la Vigilanza sul servizio idrico e di gestione

dei rifiuti urbani: www.ermesambiente.it;

- Agenzia per la Protezione dell’Ambiente per i servizi Tecnici (APAT): www.apat.gov.it;

- Ministero dell’Ambiente: www.minambiente.it;

- Provincia di Ferrara: www.provincia.fe.it;

- Legambiente: www.legambiente.com;

- www.reteambiente.it;

- www.greencrossitalia.it;

- www.alberosacro.org;

- www.unimondo.org.

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ALLEGATI

Scenari ipotizzati e simulazioni di calcolo

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SCENARIO SCADENTE

Registro per il calcolo di MQ1

REGISTRO INTERRUZIONI DI

FORNITURA IDRICA anno n-2 anno n-1

durata interruzione

[ ore ]

n.ro utenze

coinvolte

durata interruzione

[ ore ]

n.ro utenze

coinvolte

4 34 7 100 7 22 4 45 13 78 18 23 21 45 134 213

Suddivisione del numero tot. di

utenze in base alla durata dell’interruzione subita

da 3 a 6 ore 34 45

da 6 a 12 ore 22 100

da 12 a 24 ore 78 68

oltre 24 ore 0 0

Indicatore MQ1 2,25 1,87

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Fattore di qualità del servizio reso QSn

Descrizione Indicatore

Calcolo dell'indicatore MQi

Range Calcolo Punteggio P i Note sulle

Informazioni da inserire

anno n-2

anno n-1

anno 1

anno 2

MQ1

Interruzioni di fornitura non pianificate e/o senza preavviso

MQ1 = ΣI1+1,5*ΣI2+3*ΣI3+5*ΣI4

[ 0 ; ∞ ]

se MQ1 ≤ 0,5 P1=10

compilare il registro delle interruzioni di fornitura

idrica [foglioMQ1]

se 0,5 ≤ MQ1 < 1 P1=8

se 1 ≤ MQ1 < 2 P1=6

se 2 ≤ MQ1 < 3 P1=4

se 3 ≤ MQ1 < 4 P1=2

se MQ1 ≥4 P1=0

MQ1= 2,25 1,87

P1= 4,00 6,00

MQ2

Risposta ai contatti per reclami e richiesta di informazioni

MQ2 = NRIS / NREC

[ 0 ; 1 ]

se MQ2<0,75 P2=0 NRIS = numero di

risposte date entro la metà del limite massimo (20gg) previsto nella carta dei servizi a reclami/richieste formali

30 56 se 0,75 ≤ MQ2 < 0,85 P2=2

se 0,85 ≤ MQ2 < 0,9 P2=4

NREC = reclami / richieste formali ricevute 70 98 se 0,9 ≤ MQ2 < 0,95 P2=6

se MQ2 ≥ 0,95 P2=8

MQ2= 0,43 0,57 0 0

P2= 0 0 0 0

MQ3 Facilità di pagamento

scrivere SI o NO in base alla disponibilità o meno della modalità di pagamento indicata

P3 viene calcolato attribuendo 1,5 punti per ognuna delle modalità di pagamento disponibili fino ad un massimo di 10 punti. Nel caso in cui la forma di pagamento non preveda oneri aggiuntivi per l'utente viene attribuito un punteggio aggiuntivo pari a 0,5 per ogni convenzione in essere

a) cc postale Si Si

b) rimessa diretta No No

c) domiciliazione bancaria No No

d) bonifico bancario Si Si

e) pagamenti on-line No No

f) altri metodi No No

g) …

h) … N° di convenzioni che non

prevedono alcun onere aggiuntivo per l'utente

0 0

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P3 =

3 3 0 0

MQ4 Informazioni ai clienti

scrivere SI o NO in base alla disponibilità o meno della voce indicata

P4 viene calcolato attribuendo 3 punti per ognuna delle modalità disponibili fino ad un massimo di 9 punti

a)

chiara descrizione in bolletta della componenti della tariffa

Si Si

b)

informazioni sulle modalità di contatto per reclami o chiarimenti

No No

c)

sito web contenente un'ampia descrizione dei servizi, delle tariffe e con possibilità di segnalazione via e-mail

No No

d) …

e) …

P4= 3 3 0 0

MQ5

Call Center: tempo di apertura al pubblico

scrivere SI in corrispondenza della sola voce che corrisponde al servizio erogato

P5= 9 se vale il caso a) P5= 6 se vale il caso b) P5= 0 se vale il caso c)

a)

call center aperto per più di 50 ore settimanali

b)

call center aperto da 45 a 50 ore settimanali

c)

call center aperto per meno di 45 ore settimanali

Si Si

P5= 0 0 FALSE FALSE

MQ6 Call Center MQ6 = NTS / NTT [ 0 ; 1 ]

se MQ6<0,8 P6=0

NTS = numero di telefonate al call center di utenti che hanno riagganciato dopo aver parlato con un operatore (non automatico)

34 45 se 0,8 ≤ MQ6 <

0,9 P6=2

se 0,9 ≤ MQ6 < 0,95

P6=3 NTT= numero totale di telefonate ricevute

40 53

se MQ6 ≥ 0,95 P6=6

MQ6= 0,85 0,85 #DIV/0!#DIV/0!

P6= 2 2 #DIV/0!#DIV/0!

MQ7 Servizi per disabili

scrivere SI o NO in base alla disponibilità o meno della voce indicata

P7 viene calcolato attribuendo 1,5 punti per ognuna delle modalità disponibili fino ad un massimo di 6 punti

a)

informazioni essenziali in formati alternativi per disabili

Si Si

b)

servizio di lettura bollette o bollette in braille e a caratteri facilitati

No No

c)

servizio di lettura contatore su prenotazione per utenti disabili

No No

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d) …

e) …

P7 = 1,5 1,5 0 0

MQ8

Pronto intervento fognatura: tempo di messa in sicurezza

MQ8 = NI / NIT [ 0 ; 1 ]

se MQ8<0,5 P8=0 NI= numero

di interventi con tempi di messa in sicurezza inferiori alle 2 ore

18 16 se 0,5 ≤ MQ8 <

0,6 P8=2

se 0,6 ≤ MQ8 < 0,7 P8=5

NIT = numero totale di interventi

45 39 se 0,7 ≤ MQ8 < 0,8 P8=7

se MQ8 ≥ 0,8 P8=10

MQ8= 0,40 0,41 0,00 0,00

P8= 0 0 0 0

MQ9 Rimborsi automatici applicati

MQ9 = NRA / NRT [ 0 ; 1 ]

se MQ9 < 0,5 P9=0

NRA= numero di rimborsi automatici applicati senza richiesta dell'utente (in un anno)

73 67 se 0,5 ≤ MQ9 <

0,7 P9=2

se 0,7 ≤ MQ9 < 0,9 P9=3

NRT = numero di rimborsi totali (in un anno)

99 107 se 0,9 ≤ MQ9 < 0,95 P9=5

se MQ9 ≥ 0,95 P9=8

MQ9= 0,74 0,63 0,00 0,00

P9= 3 2 0 0

IQn = ΣΣΣΣPi 16,50 17,50 #DIV/0!

#DIV/0!

QSn / / -

0,50%

-0,50%

anno n-2

anno n-1

anno 1

anno 2

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Fattore di performance ambientale PAn

descrizione

fasi di calcolo Note rif. u.m.

anno n-6

anno n-5

anno n-4

anno n-3

anno n-2

anno n-1 anno 1 anno 2

MA1- Perdite di rete

1) DETERMINAZIONE DELLE PERDITE IDRICHE

a) perdite reali misurate in maniera diretta usando, per es, il minimo deflusso notturno [mdn ]

volume di acqua immessa in rete (annuale)

/ m3 30.000.

000 30.750.

000 31.000.

000 31.234.

000 31.750.

000 32.154.

000

volume di acqua autorizzata (annuale)

/ m3 17.500.

000 17.000.

000 17.000.

000 16.500.

000 16.750.

000 17.000.

000

perdita misurata con il mdn (annuale)

/ m3 0 0 0 0 0 0

volume d’ acqua immessa (media 1 triennio)

Armdnt1

[m3/anno]

/ / / / 30.583.333

30.994.667

31.328.000

31.712.666

volume di acqua autorizzata (media 1 triennio)

Acmdnt1

[m3/anno]

/ / / / 17.166.666,67

16.833.333

16.750.000

16.750.000

perdite reali misurate con il mdn (media 1 triennio)

Pmdn.1t [m3/anno]

/ / / / 0 0 0 0

perdite complessive ipotizzate (reali+appar.) (media 1 triennio)

Pmdnwl.1t =

Armdnt1 -

Acmdnt1

/ / / / 13.416.666

14.161.333

14.578.000

14.962.666

perdite apparenti (allacci abusivi + errori contatori) (media 1 triennio)

Papp.1t = Pmdn

wl.1t - Pmdn.1t

/ / / / 13.416.666

14.161.333

14.578.000

14.962.666

volume di acqua immessa in rete (media 2 triennio)

Armdnt2

[m3/anno]

/ / / 30.583.333

30.994.667

31.328.000

31.712.666

31.952.000

volume di acqua autorizzata (media 2 triennio)

Acmdnt2

[m3/anno]

/ / / 17.166.

666 16.833.

333 16.750.

000 16.750.

000 16.875.

000

perdite reali misurate con il mdn (media 2 triennio)

Pmdn.2t [m3/anno]

/ / / 0 0 0 0 0

perdite complessive ipotizzate (reali+apparenti) (media 2 triennio)

Pmdnwl.2t =

Armdnt2 -

Acmdnt2

/ / / 13.416.666

14.161.333

14.578.000

14.962.666

15.077.000

perdite apparenti (allacci abusivi + errori contatori) (media 2 triennio)

Papp.2t = Pmdn

wl.2t - Pmdn.2t

/ / / 13.416.666

14.161.333

14.578.000

14.962.666

15.077.000

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b) perdite ipotizzate con misurazione (o stima) dei volumi immessi e autorizzati

volume di acqua immessa in rete (valore annuale)

/ m3 30.000.

000 30.750.

000 31.000.

000 31.234.

000 31.750.

000 32.154.

000

volume di acqua autorizzata (valore annuale)

/ m3 17.500.

000 17.000.

000 17.000.

000 16.500.

000 16.750.

000 17.000.

000

volume di acqua immessa in rete (media 1 triennio)

Ar t1 [m3/anno]

/ / / / 30.583.

333 30.994.

666 31.328.

000 31.712.

666

volume di acqua autorizzata (media 1 triennio)

Ac t1 [m3/anno]

/ / / / 17.166.

666 16.833.

333 16.750.

000 16.750.

000

perdite complessive ipotizzate (reali+apparenti) (media 1 triennio)

Pwl-1t = Art1-Act1

/ / / / 13.416.

666 14.161.

333 14.578.

000 14.962.

666

volume di acqua immessa in rete (media 2 triennio)

Ar t2 [m3/anno]

/ / / 30.583.333

30.994.666

31.328.000

31.712.666

31.952.000

volume di acqua autorizzata (media 2 triennio)

Ac t2 [m3/anno]

/ / / 17.166.667

16.833.333

16.750.000

16.750.000

16.875.000

perdite complessive ipotizzate (reali+apparenti) (media 2 triennio)

Pwl-2t = Art2-Act2

/ / / 13.416.

666 14.161.

333 14.578.

000 14.962.

666 15.077.

000

c) perdite reali

perdite reali (complessive-apparenti) (media 1 triennio)

P1t = Pwl-1t + Pmdn.1t

[m3/anno]

/ / / / 13.416.

667 14.161.

333 14.578.

000 14.962.

667

perdite reali in percentuale (media 1 triennio)

P%1t=(Pwl-1t

+ Pmdn.1t) / Ar1t

[%] / / / / 43,9% 45,7% 46,5% 47,2%

perdite reali (complessive-apparenti) (media 2 triennio)

P2t=Pwl-2t + Pmdn.2t

[m3/anno]

/ / / 13.416.

666 14.161.

333 14.578.

000 14.962.

666 15.077.

000

perdite reali in percentuale (media 2 triennio)

P%2t=(Pw1-

2t + Pmdn.2t) /

Ar2t

[%] / / / 43,9% 45,7% 46,5% 47,2% 47,2%

2) DETERMINAZIONE DELLA VARIAZIONE TRA 1° E 2° TRIENNIO

V1= (1- P2t

/ P1t) / / / / /

-0,055503106

-0,029422842

-0,026386793

-0,00764124

3) CALCOLO DEL PUNTEGGIO W1a

M1a = V1 / / / / / -

0,055503106

-0,029422842

-0,026386793

-0,00764124

se M1a ≥ 0,40

W1a = 9

/ / / / / 0,00 0,00 0,00 0,00 se 0,35 ≤ M1a < 0,40 W1a = 7

se 0,20 ≤ M1a < 0,35 W1a = 5

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se 0,15 ≤ M1a < 0,20

W1a = 4

se 0,10 ≤ M1a < 0,15 W1a = 2

se 0 ≤ M1a < 0,10 W1a = 1

se M1a < 0 W1a = 0

4) CALCOLO DEL PUNTEGGIO W1b

M1b=P%2t % / / / 0,4386921

0,45689581

0,465334525

0,471819883

0,471864046

se M1b < 0,16

W1b = 9

/ / / / 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

se 0,16 ≤ M1b < 0,17

W1b = 7

se 0,17 ≤ M1b < 0,19

W1b = 5

se 0,19 ≤ M1b < 0,23

W1b = 4

se 0,23 ≤ M1b < 0,25

W1b = 3

se 0,25 ≤ M1b < 0,28

W1b = 2

se 0,28 ≤ M1b < 0,30

W1b = 1

se M1b ≥ 0,30

W1b = 0

5) CALCOLO DEL PUNTEGGIO TOTALE W1

W1=W1a+

W1b / / / / 0,0 0,0 0,0 0,0

MA2 - Riduzione della dotazione procapite effettiva nel settore civile (misurata in litri/ab/giorno)

Range: [-∞ ; +∞]

volumi fatturati per il settore civile

/ m3 20.250.

000 21.760.

000 22.050.

000 23.175.

000 23.750.

000 24.780.

000

numero di abitanti residenti inclusa la popolazione fluttuante

/ / 194.00

0 190.00

0 205.00

0 196.00

0 207.00

0 204.00

0

media volumi fatturati per il settore civile (ulimi tre anni)

MVF3,t [m3/anno]

/ / / 21.353.333

22.328.333

22.991.667

23.901.667

media degli abitanti residenti, con popolazione fluttuante, (ultimi tre anni)

MAS3,t [abitanti] / / / 196.33

3 197.00

0 202.66

7 202.33

3

dotazione idrica pro-capite

DPC3,t = MVF3,t / MAS3,t

[m3/anno/ab

]

/ / / 108,8 113,3 113,4 118,1 #DIV/0!

variazione dotazione idrica rispetto all'anno precedente

A2 = [(DPC3,t / DPC3,t-1)-1]

[%] / / / / 4,2% 0,1% 4,1% #DIV/0!

se A2 ≤ -0,5

W2 = 12

/ / / / 4,00 4,00 4,00 #DIV/0! se -

0,5 ≤ A2 < -

0,3

W2 = 10

se -0,3 ≤

A2 < -0,1

W2 = 8

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Pagina 100 di 117

se -0,1 ≤ A2 <

0

W2 = 6

se 0 ≤ A2 <

0,1

W2 = 4

se 0,1 ≤ A2 < 0,2

W2 = 2

se 0,2 ≤ A2

< 0,25

W2 = 1

se A2 ≥

0,25

W2 = 0

IPn = ΣΣΣΣW i / / / / 4,00 4,00 4,00 #DIV/0!

PAn / / / / / / -0,50% -0,50%

anno n-6

anno n-5

anno n-4

anno n-3

anno n-2

anno n-1 anno 1 anno 2

Fattore di performance complessivo PCn come somma di qualità del servizio

(QSn) e di performance ambientale (PAn)

Rif Descrizione unità di misura note anno 1 anno 2

QSn Fattore di qualità del servizio reso % -0,50% -0,50%

PAn Fattore di performance ambientale % -0,50% -0,50%

PCn Fattore di performance complessiva % -1,00% -1,00%

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Pagina 101 di 117

SCENARIO OTTIMO

Registro per il calcolo di MQ1

REGISTRO INTERRUZIONI DI FORNITURA IDRICA

anno n -2 anno n-1

durata interruzione

[ ore ]

n.ro utenze

coinvolte

durata interruzione

[ ore ]

n.ro utenze

coinvolte

4,0 34 7 49 2 36 12 12 9 7 1 27 2 167 70 262

Suddivisione del numero tot. di utenze in base alla durata dell’interruzione

subita

da 3 a 6 ore 34 0

da 6 a 12 ore 0 56

da 12 a 24 ore 0 12

oltre 24 ore 0 0

Indicatore MQ1 0,49 0,46

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Pagina 102 di 117

Fattore di qualità del servizio reso QSn

Descrizione Indicatore

Calcolo dell'indicatore MQ i

Range Calcolo Punteggio P i Note sulle Informazioni da

inserire anno n-2

anno n-1

anno 1

anno 2

MQ1

Interruzioni di fornitura non pianificate e/o senza preavviso

MQ1 = ΣI1+1,5*ΣI2+3*ΣI3+5*ΣI4

[ 0 ; ∞ ]

se MQ1 ≤ 0,5 P1=10

compilare il registro delle interruzioni di fornitura idrica

[foglioMQ1]

se 0,5 ≤ MQ1 < 1 P1=8

se 1 ≤ MQ1 < 2 P1=6

se 2 ≤ MQ1 < 3 P1=4

se 3 ≤ MQ1 < 4 P1=2

se MQ1 ≥4 P1=0

MQ1= 0,49 0,46

P1= 10,00 10,00

MQ2

Risposta ai contatti per reclami e richiesta di informazioni

MQ2 = NRIS / NREC

[ 0 ; 1 ]

se MQ2<0,75 P2=0 NRIS = numero di risposte date entro la metà del limite massimo (20gg) previsto nella carta dei servizi a reclami/richieste formali

48 34 se 0,75 ≤ MQ2 <

0,85 P2=2

se 0,85 ≤ MQ2 < 0,9

P2=4

NREC = reclami / richieste formali ricevute 50 35 se 0,9 ≤ MQ2 <

0,95 P2=6

se MQ2 ≥ 0,95 P2=8

MQ2= 0,96 0,97 0 0

P2= 8 8 0 0

MQ3 Facilità di pagamento

scrivere SI o NO in base alla disponibilità o meno

della modalità di pagamento indicata

P3 viene calcolato attribuendo 1,5 punti per ognuna delle modalità di pagamento disponibili fino ad un massimo di 10 punti. Nel caso in cui la forma di pagamento non preveda oneri aggiuntivi per l'utente viene attribuito un punteggio aggiuntivo pari a 0,5 per ogni convenzione in essere

a) cc postale Si Si

b) rimessa diretta Si Si

c) domiciliazione bancaria Si Si

d) bonifico bancario Si Si

e) pagamenti on-line Si Si

f) altri metodi No No

g) …

h) … N° di convenzioni che non

prevedono alcun onere aggiuntivo per l'utente

2 2

P3 = 8,5 8,5 0 0

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Pagina 103 di 117

MQ4 Informazioni ai clienti

scrivere SI o NO in base alla disponibilità o meno

della voce indicata

P4 viene calcolato attribuendo 3 punti per ognuna delle modalità disponibili fino ad un massimo di 9 punti

a)

chiara descrizione in bolletta della componenti della tariffa

Si Si

b)

informazioni sulle modalità di contatto per reclami o chiarimenti

Si Si

c)

sito web contenente un'ampia descrizione dei servizi, delle tariffe e con possibilità di segnalazione via e-mail

Si Si

d) …

e) …

P4 = 9 9 0 0

MQ5

Call Center: tempo di apertura al pubblico

scrivere SI in corrispondenza della sola

voce che corrisponde al servizio erogato

P5= 9 se vale il caso a) P5= 6 se vale il caso b) P5= 0 se vale il caso c)

a)

call center aperto per più di 50 ore settimanali

Si Si

b)

call center aperto da 45 a 50 ore settimanali

c)

call center aperto per meno di 45 ore settimanali

P5 = 9 9 FALSE FALSE

MQ6 Call Center

MQ6 = NTS / NTT

[ 0 ; 1 ]

se MQ6<0,8 P6=0

NTS = numero di telefonate al call center di utenti che hanno riagganciato dopo aver parlato con un operatore (non automatico)

18 27

se 0,8 ≤ MQ6 < 0,9 P6=2

se 0,9 ≤ MQ6 < 0,95 P6=3 NTT= numero totale di telefonate ricevute

18 28

se MQ6 ≥ 0,95 P6=6

MQ6= 1,00 0,96 #DIV/0!#DIV/0!

P6= 6 6 #DIV/0!#DIV/0!

MQ7 Servizi per disabili

scrivere SI o NO in base alla disponibilità o meno

della voce indicata

P7 viene calcolato attribuendo 1,5 punti per ognuna delle modalità disponibili fino ad un massimo di 6 punti

a)

informazioni essenziali in formati alternativi per disabili

Si Si

b)

servizio di lettura bollette o bollette in braille e a caratteri facilitati

Si Si

c)

servizio di lettura contatore su prenotazione per utenti disabili

Si Si

d) …

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Pagina 104 di 117

e) …

P7 = 4,5 4,5 0 0

MQ8

Pronto intervento fognatura: tempo di messa in sicurezza

MQ8 = NI / NIT

[ 0 ; 1 ]

se MQ8<0,5 P8=0 NI= numero

di interventi con tempi di messa in sicurezza inferiori alle 2 ore

26 35

se 0,5 ≤ MQ8 < 0,6 P8=2

se 0,6 ≤ MQ8 < 0,7 P8=5

NIT = numero totale di interventi

30 39 se 0,7 ≤ MQ8 < 0,8 P8=7

se MQ8 ≥ 0,8 P8=10

MQ8= 0,87 0,90 0,00 0,00

P8= 10 10 0 0

MQ9 Rimborsi automatici applicati

MQ9 = NRA / NRT [ 0 ; 1 ]

se MQ9 < 0,5 P9=0

NRA= numero di rimborsi automatici applicati senza richiesta dell'utente (in un anno)

67 75

se 0,5 ≤ MQ9 < 0,7 P9=2

se 0,7 ≤ MQ9 < 0,9 P9=3

NRT = numero di rimborsi totali (in un anno)

68 77 se 0,9 ≤ MQ9 < 0,95 P9=5

se MQ9 ≥ 0,95 P9=8

MQ9 = 0,99 0,97 0,00 0,00

P9= 8 8 0 0

IQn = ΣΣΣΣPi 73,00 73,00 #DIV/0!

#DIV/0!

QSn$ / / 0,15%

0,15%

anno n-2

anno n-1

anno 1

anno 2

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Fattore di performance ambientale PAn

descrizione

fasi di calcolo Note rif. u.m.

anno n-6

anno n-5

anno n-4

anno n-3

anno n-2

anno n-1 anno 1 anno 2

MA1- Perdite di rete

1) DETERMINAZIONE DELLE PERDITE IDRICHE

a) perdite reali misurate in maniera diretta usando, per es, il minimo deflusso notturno [mdn ]

volume di acqua immessa in rete (annuale)

/ m3 30.000.

000 29.000.

000 28.750.

000 28.630.

000 28.110.

000 27.500.

000

volume di acqua autorizzata (annuale)

/ m3 28.000.

000 28.000.

000 27.750.

000 27.750.

000 27.750.

000 27.250.

000

perdita misurata con il mdn (annuale)

/ m3 0 0 0 0 0 0

volume d’ acqua immessa (media 1 triennio)

Armdnt1

[m3/anno]

/ / / / 29.250.000

28.793.333

28.496.666

28.080.000

volume di acqua autorizzata (media 1 triennio)

Acmdnt1

[m3/anno]

/ / / / 27.916.

666 27.833.

333 27.750.

000 27.583.

333

perdite reali misurate con il mdn (media 1 triennio)

Pmdn.1t [m3/anno]

/ / / / 0 0 0 0

perdite complessive ipotizzate (reali+appar.) (media 1 triennio)

Pmdnwl.1t =

Armdnt1 -

Acmdnt1

/ / / / 1.333.333

960.000

746.666

496.666

perdite apparenti (allacci abusivi + errori contatori) (media 1 triennio)

Papp.1t = Pmdn

wl.1t - Pmdn.1t

/ / / / 1.333.333

960.000

746.666

496.666

volume di acqua immessa in rete (media 2 triennio)

Armdnt2

[m3/anno]

/ / / 29.250.000

28.793.333

28.496.666

28.080.000

27.805.000

volume di acqua autorizzata (media 2 triennio)

Acmdnt2

[m3/anno]

/ / / 27.916.666

27.833.333

27.750.000

27.583.333

27.500.000

perdite reali misurate con il mdn (media 2 triennio)

Pmdn.2t [m3/anno]

/ / / 0 0 0 0 0

perdite complessive ipotizzate (reali+apparenti) (media 2 triennio)

Pmdnwl.2t =

Armdnt2 -

Acmdnt2

/ / / 1.333.3

33 960.00

0 746.66

6 496.66

6 305.00

0

perdite apparenti (allacci abusivi +

Papp.2t = Pmdn

wl.2t - Pmdn.2t

/ / / 1.333.333

960.000

746.666

496.666

305.000

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Pagina 106 di 117

errori contatori) (media 2 triennio)

b) perdite ipotizzate con misurazione (o stima) dei volumi immessi e autorizzati

volume di acqua immessa in rete (valore annuale)

/ m3 30.000.

000 29.000.

000 28.750.

000 28.630.

000 28.110.

000 27.500.

000

volume di acqua autorizzata (valore annuale)

/ m3 28.000.

000 28.000.

000 27.750.

000 27.750.

000 27.750.

000 27.250.

000

volume di acqua immessa in rete (media 1 triennio)

Ar t1 [m3/anno]

/ / / / 29.250.000

28.793.333

28.496.666

28.080.000

volume di acqua autorizzata (media 1 triennio)

Ac t1 [m3/anno]

/ / / / 27.916.666

27.833.333

27.750.000

27.583.333

perdite complessive ipotizzate (reali+apparenti) (media 1 triennio)

Pwl-1t = Art1-Act1

/ / / / 1.333.333

960.000

746.666

496.666

volume di acqua immessa in rete (media 2 triennio)

Ar t2 [m3/anno]

/ / / 29.250.000

28.793.333

28.496.666

28.080.000

27.805.000

volume di acqua autorizzata (media 2 triennio)

Ac t2 [m3/anno]

/ / / 27.916.667

27.833.333

27.750.000

27.583.333

27.500.000

perdite complessive ipotizzate (reali+apparenti) (media 2 triennio)

Pwl-2t = Art2-Act2

/ / / 1.333.333

960.000

746.666

496.666

305.000

c) perdite reali

perdite reali (complessive-apparenti) (media 1 triennio)

P1t = Pwl-1t + Pmdn.1t

[m3/anno]

/ / / / 1.333.333

960.000

746.667

496.667

perdite reali in percentuale (media 1 triennio)

P%1t=(Pwl-1t

+ Pmdn.1t) / Ar1t

[%] / / / / 4,6% 3,3% 2,6% 1,8%

perdite reali (complessive-apparenti) (media 2 triennio)

P2t=Pwl-2t + Pmdn.2t

[m3/anno]

/ / / 1.333.3

33 960.00

0 746.66

6 496.66

6 305.00

0

perdite reali in percentuale (media 2 triennio)

P%2t=(Pw1-

2t + Pmdn.2t) /

Ar2t

[%] / / / 4,6% 3,3% 2,6% 1,8% 1,1%

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2) DETERMINAZIONE DELLA VARIAZIONE TRA 1° E 2° TRIENNIO

V1= (1- P2t

/ P1t) / / / / / 0,28 0,2222 0,3348 0,3859

3) CALCOLO DEL PUNTEGGIO W1a

M1a = V1 / / / / / 0,28 0,2222 0,3348 0,3859

se M1a ≥ 0,40

W1a = 9

/ / / / / 5,00 5,00 5,00 7,00

se 0,35 ≤ M1a <

0,40 W1a = 7

se 0,20 ≤ M1a <

0,35 W1a = 5

se 0,15 ≤ M1a <

0,20 W1a = 4

se 0,10 ≤ M1a <

0,15 W1a = 2

se 0 ≤ M1a < 0,10 W1a = 1

se M1a < 0 W1a = 0

4) CALCOLO DEL PUNTEGGIO W1b

M1b=P%2t % / / / 0,0456 0,0333 0,0262 0,0177 0,0110

se M1b < 0,16

W1b = 9

/ / / / 9,00 9,00 9,00 9,00 9,00

se 0,16 ≤ M1b <

0,17

W1b = 7

se 0,17 ≤ M1b <

0,19 W1b = 5

se 0,19 ≤ M1b <

0,23 W1b = 4

se 0,23 ≤ M1b <

0,25 W1b = 3

se 0,25 ≤ M1b <

0,28 W1b = 2

se 0,28 ≤ M1b <

0,30 W1b = 1

se M1b ≥ 0,30

W1b = 0

5) CALCOLO DEL PUNTEGGIO TOTALE W1

W1=W1a+W1b / / / / 14,0 14,0 14,0 16,0

MA2 - Riduzione della dotazione procapite effettiva nel settore civile (misurata in litri/ab/giorno)

Range: [-∞ ; +∞]

volumi fatturati per il settore civile

/ m3 20.000.

000 18.700.

000 17.500.

000 16.500.

000 15.000.

000 14.300.

000

numero di abitanti residenti inclusa la popolazione fluttuante

/ / 190.00

0 200.00

0 204.56

0 215.00

0 227.00

0 238.00

0

media volumi fatturati per il settore civile (ulimi tre anni)

MVF3,t [m3/anno]

/ / / 18.733.333

17.566.667

16.333.333

15.266.667

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media degli abitanti residenti, con popolazione fluttuante, (ultimi tre anni)

MAS3,t [abitanti] / / / 198.18

7 206.52

0 215.52

0 226.66

7

dotazione idrica pro-capite

DPC3,t

= MVF3,t

/ MAS3,t

[m3/anno/ab

]

/ / / 94,5 85,1 75,8 67,4 #DIV/0!

variazione dotazione idrica rispetto all'anno precedente

A2 = [(DPC

3,t / DPC3,t-

1)-1]

[%] / / / / -10,0% -10,9% -11,1% #DIV/0!

se A2 ≤ -0,5

W2 = 12

/ / / / 8,00 8,00 8,00 #DIV/0!

se -0,5 ≤ A2 < -0,3

W2 = 10

se -0,3 ≤ A2 < -0,1

W2 = 8

se -0,1 ≤ A2 < 0

W2 = 6

se 0 ≤ A2 < 0,1

W2 = 4

se 0,1 ≤ A2 < 0,2

W2 = 2

se 0,2 ≤ A2 < 0,25

W2 = 1

se A2 ≥ 0,25

W2 = 0

IPn = ΣΣΣΣW i / / / / 22,00 22,00 22,00 #DIV/0!

PAn / / / / / / 0,15% 0,15%

anno n-6

anno n-5

anno n-4

anno n-3

anno n-2

anno n-1 anno 1 anno 2

Fattore di performance complessivo PCn come somma di qualità del servizio (QSn) e di performance ambientale (PAn)

Rif Descrizione unità di misura note anno 1 anno 2

QSn Fattore di qualità del servizio reso % 0,15% 0,15%

PAn Fattore di performance ambientale % 0,15% 0,15%

PCn Fattore di performance complessiva % 0,30% 0,30%

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SCENARIO REALE

Registro per il calcolo di MQ1

REGISTRO INTERRUZIONI DI

FORNITURA IDRICA

anno n-2 anno n-1

durata interruzione

[ ore ]

n.ro utenze

coinvolte

durata interruzione

[ ore ]

n.ro utenze

coinvolte

2,0 32 3 18 3 45 5 45 7 38 7 3 17 15 22 12

130 78

Suddivisione del numero tot. di

utenze in base alla durata dell’interruzione subita

da 3 a 6 ore 45 63

da 6 a 12 ore 38 3

da 12 a 24 ore 15 12

oltre 24 ore 0 0

Indicatore MQ1 1,13 1,33

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Fattore di qualità del servizio reso QSn

Descrizione Indicatore

Calcolo dell'indicatore MQ i

Range Calcolo Punteggio P i Note sulle Informazioni

da inserire anno n-2

anno n-1

anno 1

anno 2

MQ1

Interruzioni di fornitura non pianificate e/o senza preavviso

MQ1 = ΣI1+1,5*ΣI2+3*ΣI3+5*ΣI4

[ 0 ; ∞ ]

se MQ1 ≤ 0,5 P1=10

compilare il registro delle interruzioni di fornitura idrica

[foglioMQ1]

se 0,5 ≤ MQ1 < 1 P1=8

se 1 ≤ MQ1 < 2 P1=6

se 2 ≤ MQ1 < 3 P1=4

se 3 ≤ MQ1 < 4 P1=2

se MQ1 ≥4 P1=0

MQ1= 1,13 1,33

P1= 6,00 6,00

MQ2

Risposta ai contatti per reclami e richiesta di informazioni

MQ2 = NRIS / NREC

[ 0 ; 1 ]

se MQ2<0,75 P2=0 NRIS = numero di risposte date entro la metà del limite massimo (20gg) previsto nella carta dei servizi a reclami/richieste formali

0 0 se 0,75 ≤ MQ2 < 0,85 P2=2

se 0,85 ≤ MQ2 < 0,9 P2=4

NREC = reclami / richieste formali ricevute 0 0 se 0,9 ≤ MQ2 < 0,95 P2=6

se MQ2 ≥ 0,95 P2=8

MQ2= 0,00 0,00 0 0

P2= 0 0 0 0

MQ3 Facilità di pagamento

scrivere SI o NO in base alla disponibilità o meno della modalità di pagamento indicata

P3 viene calcolato attribuendo 1,5 punti per ognuna delle modalità di pagamento disponibili fino ad un massimo di 10 punti. Nel caso in cui la forma di pagamento non preveda oneri aggiuntivi per l'utente viene attribuito un punteggio aggiuntivo pari a 0,5 per ogni convenzione in essere

a) cc postale Si Si

b) rimessa diretta Si Si

c) domiciliazione bancaria Si Si

d) bonifico bancario Si Si

e) pagamenti on-line Si Si

f) altri metodi No No

g) …

h) … N° di convenzioni che non

prevedono alcun onere aggiuntivo per l'utente

2 2

P3 = 8,5 8,5 0 0

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MQ4 Informazioni ai clienti

scrivere SI o NO in base alla disponibilità o meno

della voce indicata

P4 viene calcolato attribuendo 3 punti per ognuna delle modalità disponibili fino ad un massimo di 9 punti

a)

chiara descrizione in bolletta della componenti della tariffa

Si Si

b)

informazioni sulle modalità di contatto per reclami o chiarimenti

Si Si

c)

sito web contenente un'ampia descrizione dei servizi, delle tariffe e con possibilità di segnalazione via e-mail

Si Si

d) …

e) …

P4 = 9 9 0 0

MQ5

Call Center: tempo di apertura al pubblico

scrivere SI in corrispondenza della sola voce che corrisponde al servizio erogato

P5= 9 se vale il caso a) P5= 6 se vale il caso b) P5= 0 se vale il caso c)

a) call center aperto per più di 50 ore settimanali

Si Si

b) call center aperto da 45 a 50 ore settimanali

c) call center aperto per meno di 45 ore settimanali

P5= 9 9 FALSE FALSE

MQ6 Call Center MQ6 = NTS / NTT [ 0 ; 1 ]

se MQ6<0,8 P6=0

NTS = numero di telefonate al call center di utenti che hanno riagganciato dopo aver parlato con un operatore (non automatico)

8975 7995

se 0,8 ≤ MQ6 < 0,9 P6=2

se 0,9 ≤ MQ6 < 0,95 P6=3 NTT= numero totale di telefonate ricevute

10004

9806

se MQ6 ≥ 0,95 P6=6

MQ6= 0,897 0,815 #DIV/0!#DIV/0!

P6= 2 2 #DIV/0!#DIV/0!

MQ7 Servizi per disabili

scrivere SI o NO in base alla disponibilità o meno

della voce indicata

P7 viene calcolato attribuendo 1,5 punti per ognuna delle modalità disponibili fino ad un massimo di 6 punti

a)

informazioni essenziali in formati alternativi per disabili

No No

b)

servizio di lettura bollette o bollette in braille e a caratteri facilitati

No No

c)

servizio di lettura contatore su prenotazione per utenti disabili

Si Si

d) …

e) …

P7 = 1,5 1,5 0 0

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MQ8

Pronto intervento fognatura: tempo di messa in sicurezza

MQ8 = NI / NIT

[ 0 ; 1 ]

se MQ8<0,5 P8=0 NI= numero di interventi con tempi di messa in sicurezza inferiori alle 2 ore

7609 8067

se 0,5 ≤ MQ8 < 0,6 P8=2

se 0,6 ≤ MQ8 < 0,7 P8=5

NIT = numero totale di interventi 9045 9336 se 0,7 ≤ MQ8 < 0,8 P8=7

se MQ8 ≥ 0,8 P8=10

MQ8= 0,84 0,86 0,00 0,00

P8= 10 10 0 0

MQ9 Rimborsi automatici applicati

MQ9 = NRA / NRT [ 0 ; 1 ]

se MQ9 < 0,5 P9=0 NRA= numero

di rimborsi automatici applicati senza richiesta dell'utente (in un anno)

0 0

se 0,5 ≤ MQ9 < 0,7 P9=2

se 0,7 ≤ MQ9 < 0,9 P9=3

NRT = numero di rimborsi totali (in un anno)

0 0 se 0,9 ≤ MQ9 < 0,95 P9=5

se MQ9 ≥ 0,95 P9=8

MQ9 = 0,00 0,00 0,00 0,00

P9= 0 0 0 0

IQn = ΣΣΣΣPi 46,00 46,00 #DIV/0!

#DIV/0!

QSn$ / / -

0,35%

-0,35%

anno n-2

anno n-1

anno 1

anno 2

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Fattore di performance ambientale PAn

descrizione

fasi di calcolo Note rif. u.m.

anno n-6

anno n-5

anno n-4

anno n-3

anno n-2

anno n-1 anno 1 anno 2

MA1- Perdite di rete

1) DETERMINAZIONE DELLE PERDITE IDRICHE

a) perdite reali misurate in maniera diretta usando, per es, il minimo deflusso notturno [mdn ]

volume di acqua immessa in rete (annuale)

/ m3 31.230.

000 32.400.

000 34.770.

000 33.451.

000 33.665.

060 32.473.

000

volume di acqua autorizzata (annuale)

/ m3 18.326.

218 19.095.

720 20.160.

783 20.887.

833 20.715.

442 20.720.

096

perdita misurata con il mdn (annuale)

/ m3 0 0 0 0 0 0

volume d’ acqua immessa (media 1 triennio)

Armdnt1

[m3/anno]

/ / / / 32.800.000

33.540.333

33.962.020

33.196.353

volume di acqua autorizzata (media 1 triennio)

Acmdnt1

[m3/anno]

/ / / / 19.194.

240 20.048.

112 20.588.

019 20.774.

457

perdite reali misurate con il mdn (media 1 triennio)

Pmdn.1t [m3/anno]

/ / / / 0 0 0 0

perdite complessive ipotizzate (reali+appar.) (media 1 triennio)

Pmdnwl.1t =

Armdnt1 -

Acmdnt1

/ / / / 13.605.

759 13.492.

221 13.374.

000 12.421.

896

perdite apparenti (allacci abusivi + errori contatori) (media 1 triennio)

Papp.1t = Pmdn

wl.1t - Pmdn.1t

/ / / / 13.605.759

13.492.221

13.374.000

12.421.896

volume di acqua immessa in rete (media 2 triennio)

Armdnt2

[m3/anno]

/ / / 32.800.000

33.540.333

33.962.020

33.196.353

33.069.030

volume di acqua autorizzata (media 2 triennio)

Acmdnt2

[m3/anno]

/ / / 19.194.240

20.048.112

20.588.019

20.774.457

20.717.769

perdite reali misurate con il mdn (media 2 triennio)

Pmdn.2t [m3/anno]

/ / / 0 0 0 0 0

perdite complessive ipotizzate (reali+apparenti) (media 2 triennio)

Pmdnwl.2t =

Armdnt2 -

Acmdnt2

/ / / 13.605.759

13.492.221

13.374.000

12.421.896

12.351.261

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perdite apparenti (allacci abusivi + errori contatori) (media 2 triennio)

Papp.2t = Pmdn

wl.2t - Pmdn.2t

/ / / 13.605.

759 13.492.

221 13.374.

000 12.421.

896 12.351.

261

b) perdite ipotizzate con misurazione (o stima) dei volumi immessi e autorizzati

volume di acqua immessa in rete (valore annuale)

/ m3 31.230.

000 32.400.

000 34.770.

000 33.451.

000 33.665.

060 32.473.

000

volume di acqua autorizzata (valore annuale)

/ m3 18.326.

218 19.095.

720 20.160.

783 20.887.

833 20.715.

442 20.720.

096

volume di acqua immessa in rete (media 1 triennio)

Ar t1 [m3/anno]

/ / / / 32.800.000

33.540.333

33.962.020

33.196.353

volume di acqua autorizzata (media 1 triennio)

Ac t1 [m3/anno]

/ / / / 19.194.

240 20.048.

112 20.588.

019 20.774.

457

perdite complessive ipotizzate (reali+apparenti) (media 1 triennio)

Pwl-1t = Art1-Act1

/ / / / 13.605.

759 13.492.

221 13.374.

000 12.421.

896

volume di acqua immessa in rete (media 2 triennio)

Ar t2 [m3/anno]

/ / / 32.800.000

33.540.333

33.962.020

33.196.353

33.069.030

volume di acqua autorizzata (media 2 triennio)

Ac t2 [m3/anno]

/ / / 19.194.

240 20.048.

112 20.588.

019 20.774.

457 20.717.

769

perdite complessive ipotizzate (reali+apparenti) (media 2 triennio)

Pwl-2t = Art2-Act2

/ / / 13.605.

759 13.492.

221 13.374.

000 12.421.

896 12.351.

261

c) perdite reali

perdite reali (complessive-apparenti) (media 1 triennio)

P1t = Pwl-1t + Pmdn.1t

[m3/anno]

/ / / / 13.605.760

13.492.221

13.374.001

12.421.896

perdite reali in percentuale (media 1 triennio)

P%1t=(Pwl-1t

+ Pmdn.1t) / Ar1t

[%] / / / / 41,5% 40,2% 39,4% 37,4%

perdite reali (complessive-apparenti) (media 2 triennio)

P2t=Pwl-2t + Pmdn.2t

[m3/anno]

/ / / 13.605.759

13.492.221

13.374.000

12.421.896

12.351.261

perdite reali in percentuale (media 2 triennio)

P%2t=(Pw1-

2t + Pmdn.2t) /

Ar2t

[%] / / / 41,5% 40,2% 39,4% 37,4% 37,3%

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2) DETERMINAZIONE DELLA VARIAZIONE TRA 1° E 2° TRIENNIO

V1= (1- P2t

/ P1t) / / / / /

0,008344873

0,008762135

0,07119069

0,005686357

3) CALCOLO DEL PUNTEGGIO W1a

M1a = V1 / / / / / 0,008344873

0,008762135

0,07119069

0,005686357

se M1a ≥ 0,40

W1a = 9

/ / / / / 1,00 1,00 1,00 1,00

se 0,35 ≤ M1a <

0,40 W1a = 7

se 0,20 ≤ M1a <

0,35 W1a = 5

se 0,15 ≤ M1a <

0,20 W1a = 4

se 0,10 ≤ M1a <

0,15 W1a = 2

se 0 ≤ M1a

< 0,10 W1a = 1

se M1a < 0

W1a = 0

4) CALCOLO DEL PUNTEGGIO W1b

M1b=P%2t % / / / 0,414809746

0,402268552

0,393792851

0,374194605

0,373499344

se M1b < 0,16 W1b = 9

/ / / / 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

se 0,16 ≤ M1b <

0,17

W1b = 7

se 0,17 ≤ M1b <

0,19 W1b = 5

se 0,19 ≤ M1b <

0,23 W1b = 4

se 0,23 ≤ M1b <

0,25 W1b = 3

se 0,25 ≤ M1b <

0,28 W1b = 2

se 0,28 ≤ M1b <

0,30 W1b = 1

se M1b ≥ 0,30 W1b = 0

5) CALCOLO DEL PUNTEGGIO TOTALE W1

W1=W1a+W1b

/ / / / 1,0 1,0 1,0 1,0

MA2 - Riduzione della dotazione procapite effettiva nel settore civile (misurata in litri/ab/giorno)

Range: [-∞ ; +∞]

volumi fatturati per il settore civile

/ m3 18.326.

218 19.095.

720 20.160.

783 20.877.

833 20.715.

442 20.643.

125

numero di abitanti residenti inclusa la popolazione fluttuante

/ / 240.88

1 240.91

2 240.58

9 243.91

7 245.81

9 248.00

7

media volumi fatturati per il settore civile

MVF3,t [m3/anno]

/ / / 19.194.240

20.044.779

20.584.686

20.745.467

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(ulimi tre anni)

media degli abitanti residenti, con popolazione fluttuante, (ultimi tre anni)

MAS3,t [abitanti] / / /

240.794

241.806

243.442

245.914

dotazione idrica pro-capite

DPC3,t = MVF3,t / MAS3,t

[m3/anno/ab

]

/ / / 79,7 82,9 84,6 84,4 #DIV/0!

variazione dotazione idrica rispetto all'anno precedente

A2 = [(DPC3,t /

DPC3,t-1)-1] [%] / / / / 4,0% 2,0% -0,2% #DIV/0!

se A2 ≤ -0,5

W2 = 12

/ / / / 4,00 4,00 6,00 #DIV/0!

se -0,5 ≤ A2 < -0,3

W2 = 10

se -0,3 ≤ A2 < -0,1 W2 = 8

se -0,1 ≤ A2 < 0 W2 = 6

se 0 ≤ A2 < 0,1

W2 = 4

se 0,1 ≤ A2 < 0,2

W2 = 2

se 0,2 ≤ A2 < 0,25

W2 = 1

se A2 ≥ 0,25 W2 = 0

IPn = ΣΣΣΣW i / / / / 5,00 5,00 7,00 #DIV/0!

PAn / / / / / / -0,50% -0,50%

anno n-6

anno n-5

anno n-4

anno n-3

anno n-2

anno n-1 anno 1 anno 2

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Fattore di performance complessivo PCn come somma di qualità del servizio (QSn) e di performance ambientale (PAn)

rif Descrizione unità di misura note anno 1 anno 2

QSn Fattore di qualità del servizio reso % -0,35% -0,35%

PAn Fattore di performance ambientale % -0,50% -0,50%

PCn Fattore di performance complessiva % -0,85% -0,85%