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Direttore Responsabile: Pierpaolo ZucchettiEditore:

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Testata: Guida del CittadinoAutorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 939

del 23/01/1997

Supplemento al n. 33 della “Guida del Cittadino”

Data prima pubblicazione: novembre 2014Aggiornamento: dicembre 2014

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Strategia Europeasulla disabilità 2010-2020 pagina 3

Accessibilità pagina 4

Partecipazione pagina 9

Uguaglianza pagina 16

Occupazione pagina 19

Istruzione e Formazione pagina 22

Protezione Sociale pagina 26

Salute pagina 30

Attuazione pagina 34

Diritti delle Persone con disabilità

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Strategia europea sulladisabilità 2010-2020

Il 15 novembre 2010 l'Unioneeuropea ha adottato la nuovaStrategia europea per la disabi-lità 2010-2020, una strategiache promuove le pari opportu-nità per le persone con disabili-tà con l'obiettivo di mettereloro in condizione di esercitaretutti i loro diritti e di beneficiaredi una piena partecipazione allasocietà e all'economia europea.I risultati del piano d'azionedell'UE a favore delle personecon disabilità 2003-2010 costi-tuiscono il punto di partenzaper arrivare al quadro piùampio dell'attuazione dellaConvenzione ONU.

Le aree di intervento

Sono state individuate ottoaree di intervento: l'accessibili-tà, la partecipazione, l'ugua-glianza, l'occupazione, l'istru-zione e la formazione, la prote-zione sociale, la salute e le azio-ni esterne.

Accessibilità

Le persone disabili devonoavere accesso ai beni, ai servizie ai dispositivi di assistenza.Inoltre, deve essere assicuratoloro, su una base di uguaglianzacon gli altri, l’accesso ai traspor-ti, alle strutture, alle tecnologiedell’informazione e della comu-nicazione.

Partecipazione

Le persone con disabilità devonopoter esercitare pienamente iloro diritti fondamentali legati allacittadinanza dell'Unione. Questastrategia deve contribuire a:• eliminare gli ostacoli allamobilità delle persone disabili,in qualità di individui, consuma-tori, studenti, attori economicie politici;

• garantire la qualità dell'assi-stenza ospedaliera e dell’acco-glienza in residenze specializza-te, grazie al finanziamento deifondi strutturali;• garantire l’accessibilità di orga-nizzazioni, strutture e servizi,inclusi quelli sportivi e culturali.

Uguaglianza

Occorre attuare una serie dipolitiche attive per promuoverel’uguaglianza a livello europeo enegli Stati membri. La Commissione garantirà inoltrela piena applicazione della legi-slazione europea in materia dilotta contro le discriminazionifondate sulla disabilità e, in par-ticolare, della direttiva 2000/78/CE a favore della parità di tratta-mento in materia di occupazio-ne e di lavoro.

Occupazione

L’azione europea deve permet-tere un aumento del numerodei lavoratori disabili sul merca-to del lavoro aperto, in partico-lare attraverso l’elaborazione dipolitiche attive dell’occupazio-ne e il miglioramento dell’acces-sibilità ai luoghi di lavoro.È necessario inoltre agire in col-laborazione con le parti socialiper favorire la mobilità intrapro-fessionale (anche nei laboratoriprotetti), incoraggiare il lavoroautonomo e migliorare la quali-tà del lavoro.

Istruzionee formazione

Gli allievi e gli studenti disabilidevono disporre di un sistemad’istruzione accessibile e pro-grammi d’istruzione permanen-te. Di conseguenza, la strategiasostiene l’accessibilità dei siste-mi educativi generali, le misuredi accompagnamento indivi-duale e la formazione delle figu-re professionali del sistemaeducativo.

Inoltre, occorre informaremeglio i disabili in merito allepossibilità di formazione e dimobilità, soprattutto nell’ambi-to dell’iniziativa Gioventù inmovimento e della strategiaIstruzione e formazione 2020.

Protezione sociale

I sistemi di protezione socialepossono compensare le dispari-tà di reddito, i rischi di povertàed esclusione sociale ai qualisono esposti i disabili. In questo contesto, è necessa-rio valutare le prestazioni e lasostenibilità dei sistemi di pro-tezione sociale, compresi isistemi pensionistici, i program-mi di alloggio sociale e l’accessoai servizi di base. La strategia incoraggia l’utilizzodei fondi strutturali e l’adozionedi misure nazionali adattate.

Salute

Le persone con disabilità devo-no disporre di un accesso equoai servizi e alle strutture sanita-rie, compresi i centri di salutementale. Per garantire questo principiodi uguaglianza, i servizi devonoavere un prezzo accessibile edessere adeguati alle necessità

specifiche delle persone.Inoltre, particolare attenzioneva dedicata alla salute e allasicurezza dei lavoratori disabili.

Azione esterna

L’UE si impegna a promuovere idiritti delle persone disabili alivello internazionale. Essa agi-sce soprattutto nell’ambitodella politica di allargamento, divicinato e di aiuti allo sviluppo,oltre che in seno a istanze inter-nazionali come il Consigliod’Europa e l’ONU.

Attuazione

La strategia si fonda sull’impe-gno comune delle istituzionidell’UE e degli Stati membri.Le loro azioni comuni puntano a:• sensibilizzare la società sulleproblematiche legate alla disa-bilità e a promuovere i diritti deidisabili;• sviluppare le possibilità difinanziamento europeo;• migliorare la raccolta e il trat-tamento dei dati statistici;• assicurare il monitoraggio del-l’attuazione della convenzionedelle Nazioni Unite negli Statimembri e in seno alle istituzionieuropee.

Strategia Europea

Accessibilità al Web

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ForumEuropeosullaDisabilità

Il Forum Europeo sulla Disabilità(EDF) è un’ Organizzazione nonGovernativa indipendente cherappresenta gli interessi di 80milino di Europei con disabilità.EDF è l’unica piattaforma euro-pea messa in piedi da personecon disabilità e dalle loro fami-glie. Il Forum è una piattaformaleader per i diritti dei disabili esi propone per dare voce allepersone con disabilità inEuropa.EDF è stato creato nel 1996 peressere sicuri che le decisioniriguardanti le persone disabilisiano prese “con” e “da” perso-ne disabili.(Fonte: www.edf-feph.org)

Accessibilità al web

Accessibilità al web significa unsito internet o un servizio basa-to sul web (inclusi quelli perapparecchi mobili) che sia faci-le da utilizzare, semplice da tro-vare, essenziale nel funziona-mento e nella interattività, il cuiuso sia sicuro e possa essereutilizzato in modo indipenden-te anche da chi è disabile,garantendo quindi la dignità diuna persona disabile in ogni cir-costanza, inclusi i casi di emer-genza.Questo non esclude l’uso didispositivi di supporto e di

comunicazione alternativa perconsentire l’accessibilità a parti-colari gruppi di persone condisabilità qundo questo sianecessario.(Fonte: www.edf-feph.org)

Accessibilità al web:EDF a Bruxelles

Lo scorso 25 Aprile 2013, ilMovimento Europeo per laDisabilità è stato invitato a par-tecipare alla riunione dellaCommissione ParlamentareEuropea per il mercato internoe la protezione dei consumato-ri. Dal momento che invitare oaccettare personalità esterneda parte della Commissione èun evento del tutto ecceziona-le, EDF ha accolto questo invitocome una buona opportunitàdi portare al ParlamentoEuropeo le opinioni di 80 milio-ni di persone con disabilità sul-l’accessibilità dei siti delle pub-bliche amministrazioni europee.Rappresentato dal suo segreta-rio, Rodolfo Cattani, EDF ha sot-tolineato durante l’assembleache l’accesso ai siti internet èuna pre-condizione necessaria

all’accesso all’istruzione, al lavo-ro, alla vita sociale e culturalenon solo per persone con disa-bilità, ma anche per molti altriutenti, comprese le personeanziane. “Più dei 2/3 dei sitipubblici non sono accessibili,ma la realtà è anche peggiore: il92% dei siti che rilasciano servi-zi basici ai cittadini non sonoaccessibili ai disabili. Si rende quindi necessaria unalegge che permetta agli Europeicon disabilità di raggiungere ildiritto all’informazione nellostesso modo in cui lo raggiungo-no gli altri cittadini”, ha dettoRodolfo Cattani, mettendo l’ac-cento sulla necessità di cambia-menti nella proposta legislativacorrente sull’accessibilità dei sitidella pubblica amministrazione.“L’obiettivo della proposta di

legge è quello di allargarsi inmodo da interessare tutti i sititelematici dei settori pubblici e isiti che offrono servizi destinatialla cittadinanza. La propostaattuale è infatti limitata a settoripubblici cui appartengono sol-tanto 12 categorie. Le 12 cate-gorie stabilite sono un criterioobsoleto dal momento che ilpanorama offerto in rete si ènotevolmente incrementato dal2001, quando è stato definito ilcriterio stesso”.

Cosa si può migliorare

Il Movimento europeo per laDisabilità (EDF) crede che sol-tanto una proposta di legge cheallarghi il suo obiettivo e rinforziil meccanismo possa produrreun reale cambiamento.

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Rodolfo Cattani, segretario EDF in Parlamento a Bruxells

Accessibilità al Web

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Il Movimento è convinto chel’obiettivo dell’attuale legislatu-ra sia troppo restrittivo e chel’obbligo di accessibilità debbaessere esteso a tutti i siti diorganismi pubblici che eroganodirettamente servizi al pubbli-co, come scuole, università,biblioteche, servizi di impiego,presidi sanitari e trasporti pub-blici.Inoltre il Movimento europeoper la Disabilità (EDF) è convin-to che senza un meccanismo disupporto e un efficiente sistemadi monitoraggio che coinvolgale persone con disabilità e i rap-presentanti delle loro associa-zioni, la proposta di legge nonriuscirà ad assicurare l’accessibi-lità dei siti in questione.L’accessibilità al web nondovrebbe focalizzarsi soltantosulle persone disabili, ma anchesui benefici finanziari e sociali ingenerale. Il ruolo del mercato è infattianche quello dell’inclusionesociale, dell’eguaglianza, non-discriminazione e giustiziasociale. Questo permetterebbeun effettivo cambiamento per80 milioni di cittadini europeicon disabilità.(Fonte: www.edf-feph.org)

Dare voce al Web

Una delle sfide che la societàdell’informazione lancia allepubbliche amministrazioni è

quella legata ai temi dell’acces-sibilità del Web. L’art. 2 dellacosiddetta legge Stanca, che èla legge n. 4 del 9 gennaio 2004“Disposizioni per favorire l’ac-cesso dei soggetti disabili aglistrumenti informatici”,1 defini-sce l’accessibilità come la“capacità dei sistemi informatici,nelle forme e nei limiti consenti-ti dalle conoscenze tecnologi-che, di erogare servizi e fornireinformazioni fruibili, senzadiscriminazioni, anche da partedi coloro che a causa di disabi-lità necessitano di tecnologieassistive o configurazioni parti-colari”.Questa legge - che prende inconsiderazione in generalel’accessibilità per tutti gli uten-ti, inclusi gli utenti affetti dadisabilità di qualche tipo e gra-vità, a tutti i prodotti e tutte le

tecnologie informatiche - perquanto riguarda il Web in par-ticolare conclude un percorsoche la legislazione italianacominciò nel 2001, con la cir-colare del Ministro dellaFunzione Pubblica del 13marzo 20012 e con la circola-re Aipa3 del 6 settembre2001.4 Queste circolari ripren-devano a loro volta le lineeguida per l’accessibilità deicontenuti web introdotte sulpiano internazionale nel 1999dal W3C. Alla legge Stancaseguirà un regolamento tecni-co di attuazione, che spieghe-rà meglio i requisiti tecnici6richiesti ai siti delle pubblicheamministrazioni. A questoregolamento attuativo sta lavo-rando una segreteria tecnico-scientifica coordinata dalCentro nazionale per l’informa-tica nella pubblica amministra-zione (Cnipa), di cui fannoparte anche la Regione Emilia-Romagna e il Comune diModena. Questo lavoro inserisce nellariflessione generale sull’acces-sibilità delle tecnologie infor-matiche da parte del Cnipa edella Regione Emilia-Romagnaun contributo specifico sull’ac-

cessibilità web per personeaffette da disabilità acustichegravi. Senza nulla togliere allelinee guida del W3C e alla legi-slazione italiana che vi fa riferi-mento, riteniamo infatti cherivolgersi a utenti con disabilitàacustiche gravi richieda, perlo-meno nel caso di certi siti webe certi contenuti, un ulteriorelavoro specifico che dovrebbeandare nella direzione di unautentico “bilinguismo”.Questo studio si divide in trecapitoli. Nel capitolo 1 sonoanalizzati lo stato attuale deglistudi su linguaggio e sordità, ledifficoltà che le persone affet-te da disabilità acustiche gravihanno a leggere e scrivere lalingua italiana e i principalimetodi e strumenti sviluppatiper scrivere testi di facile com-prensibilità in lingua italiana.Il capitolo 2 affronta i problemidi accessibilità e usabilità ingenerale dei prodotti informa-tici e in particolare dei siti webcon particolare attenzione aiproblemi dei non udenti.Il capitolo 3 propone alcunelinee guida per la progettazio-ne, redazione e revisione ditesti web destinati a soggettiaudiolesi gravi.

Accessibilità

Turismo Accessibile

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Treni bianchi: la disa-bilità sale sull'altavelocità

Viaggerà su Italo il primo pelle-grinaggio dell'Unitalsi Lombardaa Loreto in alta velocità. I circa400 pellegrini (volontari, anzia-ni, disabili e malati) inaugure-ranno la tratta Milano - Ancona.Metti insieme un’associazioneconosciuta da 110 anni peressere “quella dei treni bianchi”e un’azienda di trasporto ferro-viario e il risultato è il primo pel-legrinaggio ad alta velocità. Iprotagonisti di questa iniziativasono l’Unitalsi (Unione naziona-le trasporto ammalati a Lourdese Santuari internazionali) e Ntv -Italo.«La disabilità sale sull’alta veloci-tà» annuncia Vittore De Carli,presidente della SezioneLombarda di Unitalsi che ricor-da la genesi dell’iniziativa cheporterà, dal 17 al 20 giugno,circa 400 pellegrini, personecon disabilità, anziani e volon-tari a Loreto. «Il punto di par-tenza è stato la ricerca di unmodo per accompagnare inostri anziani, gli ammalati e idisabili offrendo loro un servi-zio sicuro, efficiente e a portatadi portafoglio» e la ricerca haportato a Italo che, proprio conil viaggio da Milano di giugno,inaugura la tratta Milano -

Ancona. E la risposta è stata entusiasta:circa 400 persone partecipe-ranno al pellegrinaggio che par-tirà da Milano Porta Garibaldi ein tre ore raggiungerà Anconada dove con i pullman si arrive-rà a Loreto «per molte persone,soprattutto per anziani e disabi-li, fare un viaggio in pullman diquasi otto ore era un ostacoloinsormontabile» sottolinea DeCarli. Alla presentazione ufficia-le del primo pellegrinaggio uffi-ciale di Unitalsi a bordo di Italo,a Roma, accanto ai vertici nazio-nali dell’Unitalsi - il presidentenazionale Salvatore Pagliuca e ilvice Dante D’Elpidio - c'erano ilpresidente di Ntv, AntonelloPerricone, l’arcivescovo diLoreto monsignor GiovanniTonucci e la madrina dell’inizia-tiva, l’atleta paralimpica nonchévolontaria dell’Unitalsi, GiusyVersace.Perricone nel sottolineare comeil pellegrinaggio dell’Unitalsi siail “battesimo” del servizio com-merciale sulla tratta Milano -Ancona che sarà ufficialmenteinaugurato a dicembre si èdetto particolarmente onoratodell’iniziativa che, «è la provaprovata che Italo è un treno pertutti. Siamo felici di questa unio-ne tra Unitalsi e Ntv - Italo».L’auspicio del presidente di Ntvè che quello di giugno possadiventare «il primo dei tanti

treni speciali dedicati al mondodella solidarietà e dell’assisten-za». Perricone ha anche rivelatoun retroscena personale «Labase di Italo è la stazioneOstiense di Roma, ma per meper molti anni ha voluto diretreni bianchi, mia madre perquarant’anni è stata una damadell’Unitalsi e la possibilità oggidi agevolare i pellegrini e i mala-ti che vogliono visitare Loreto èuna cosa che ci fa molto piace-re».(Fonte: www.vita.it)

Turismo Accessibile

Il turismo accessibile nasce dal-l’esigenza di mettere ogni per-sona con i suoi bisogni al cen-tro del sistema turistico.Il turismo accessibile è in uncerto senso l’espressione piùalta di questo obiettivo che èprima di tutto un obiettivo diciviltà, che rappresenta ancheun’indubbia attrattiva modernae attuale, che può riportare inalto l’immagine del turismo ita-liano nel mondo. L’accessibilità,ovvero sia l’assenza di barrierearchitettoniche, culturali e sen-soriali, è la condizione fonda-mentale per consentire la pienafruizione del patrimonio turisti-co italiano.Questa fruibilità dovrebbe esse-re estesa al sistema complessivodei trasporti, intermodalità,

medio e lungo raggio, su ruota,rotaia e anche ai sistemi del tra-sporto locale. Quando si parladi una destinazione turistica, sifa riferimento al sistema turisticolocale, insomma al sistema deiservizi e dell’offerta come peresempio alla ristorazione, allabalneazione, alla culturaall’enogastronomia, ma ancheall’accessibilità urbana e alladisponibilità di informazioni indiversi formati. Parlare di turismo accessibilesignifica prima di tutto parlare diun turismo attento alle esigenzedi tutti. Essere attenti ai bisognidi tutti significa saper dare dellerisposte concrete ai bisogni deibambini, degli anziani, dellemamme che spingono le carroz-zine, delle persone con disabili-tà che si muovono lentamente,che non vedono e non sento-no, che hanno allergie o diffi-coltà di tipo alimentare, comele persone affette da celiachia.Questa cosa presuppone una

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Turismo Accessibile

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qualità dell’offerta turisticamolto elevata, che si rivolge amilioni di persone. Affrontare un discorso sul turi-smo accessibile, significa saperconiugare le ragioni dell’impresaturistica con la capacità dirispondere a una domanda diospitalità che deve avere comerequisiti fondanti, una diffusaqualità per quel che riguardal’accoglienza, il dialogo e leconoscenze tecniche. Il concet-to di turismo accessibile non sipuò ridurre alla sola disabilitàdelle persone, dando unaimmagine di esso, puramentemedico-ospedaliera, perché inquesto modo si restringe inambiti ristretti un problema cheè molto più complesso e artico-lato. In sintesi, turismo accessi-bile significa stesso prezzo, stes-sa località e più turisti. Stiamoparlando del concetto di acco-glienza in tutta la sua accezione,che deve essere la struttura por-tante del concetto stesso diaccoglienza legata all’offertaturistica e non solo per quel checoncerne le barriere architetto-niche e percettive, che fannoparte di un discorso più ampioe complesso.(Fonte:www.diversamenteagibile.it)

Spiaggia LiberAtutti

Il Bagno Giulia n°85 di Riccioneè la prima “SpiaggialiberAtutti”,un progetto pilota nell’ambitodell’accessibilità delle strutturebalneari: un’opportunità di ade-guamento degli stabilimentiverso un’offerta di qualità, dovespiaggia e mare siano sinonimi diturismo ecosostenibile edaccessibile. Il progetto coniugala sostenibilità ambientale e lasostenibilità sociale, privilegian-do l’uso di materiali eco-compa-tibili, fonti energetiche alternati-ve e la creazione di un ambien-te che sostiene la condivisionedi strutture e spazi, senza “ghet-tizzare” persone ed esigenze.La nuova “Spiaggia LiberAtutti”ha inaugurato un percorso dimodernizzazione delle strutturericettive balneari nell’ottica diun turismo europeo, sia sosteni-bile che accessibile, attento alcontenimento degli impattiambientali (sostenibilitàambientale) quanto all’abbatti-mento delle barriere architetto-niche (sostenibilità sociale).Infatti, gli interventi ed operesono stati attuati per garantireun’ampia accessibilità a 360° atutti i servizi dello stabilimentodando opportune garanzie esupporti ai diversabili per le atti-vità di balneazione. Ogni diversamente abile saràlibero di poter scegliere il pro-prio stabilimento balneare valu-tando la qualità dei servizi offer-ti senza dover dipendere, comeoggi accade, dalla necessariaquanto vincolante assistenza diuna persona. (Fonte:

Accessibilità

Gondole senza barriere,Venezia accessibile èpiù vicina

Venezia la bella, Venezia l’unica,Venezia la magica. Quando sipotrà finalmente dire ancheVenezia l’accessibile? E’ unadomanda provocatoria, lanostra, ben sapendo che la perladella laguna è un crocicchio diponti, e per questo, volenti onolenti, una sorta di emblemastesso delle barriere architettoni-che urbane. Del 2004 è l’adozio-ne del PEBA di Venezia, ma tantoè il lavoro ancora da fare. E lei, labella per eccellenza, meta tra lepiù gettonate dai turisti di tutto ilmondo, non può arrendersi alfatto di non poter essere visitatada chi abbia disabilità di tipomotorio. E si tratta di un grannumero di persone, per le qualila visita di questa città rimaneancora un’utopia. Ora, un pro-getto per rendere l’imbarco allegondole accessibile alle personecon disabilità motoria vuole ribal-tare la situazione e buttare giù unbel po’ di barriere. Ne parliamocon l’ideatore, il gondoliereAlessandro Dalla Pietà,dell’Associazione TraghettoFerrovia. Alessandro, tu gestisci, con altricolleghi, lo stazio (il punto diattracco e stazionamento) digondole di Piazzale Roma, portad’ingresso a Venezia da parte dichi vi giunga via terra. Vedi quin-di arrivare un gran numero di turi-sti e visitatori. Perché questa idearivolta alle persone con disabilitàmotoria?L’l'idea di “Gondole senza barrie-re” è nata dalla consapevolezzadi essere particolarissimi artigiani,e dalla voglia di condividere conaltri questo piacere. In vent'annidi esperienza sono stato decinedi volte testimone dello sguardofrustrato di persone in sedia arotelle, a cui veniva negato il pia-

cere di salire in gondola in sicu-rezza. Abbiamo deciso quindi disviluppare questo progetto per-ché Venezia viene visitata ognianno da persone disabili, e moltisi aspettano servizi adeguati euna città per tutti. Vorremmoinoltre lanciare un messaggio disperanza, e incentivare tutti glioperatori turistici a migliorare leproprie strutture e renderleaccessibili, contribuendo a crea-re una cultura dell’accoglienzaaperta. E non solo Veneziaaccessibile per i turisti, ma ancheper gli stessi veneziani: in città cisono molti disabili residenti, sistima tra i mille e i duemila. A Venezia, quanto al turismoaccessibile, c’è tantissimo dafare. Al di là dell’assistenza“base”, il disabile cerca la possi-bilità di acquistare dei servizi ido-nei alle proprie esigenze, e glioperatori turistici di tutti i ramidovrebbero adeguarsi per dareun segnale di consapevole emaggiore civiltà. Ricordo ancorauna volta che, numeri in mano, intutta Europa la domanda di turia-mo accessibile è molto alta. E lericadute economiche sono evi-denti: se si considera che la per-sona disabile viaggia accompa-gnata mediamente da due per-sone, ci rendiamo conto dell’in-dotto che una attenzione a que-sto aspetto del turismo potrebbeportare all’intera città. (Fonte: www.disabili.com)

Turismo Accessibile

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www.diversamenteagibile.it)

Diversamente Agibile

Il progetto “DiversamenteAgibile” nasce dalla mente diMaximiliano Ulivieri, 39 anni eaffetto da distrofia muscolarefin da piccolo. L’idea parte dal presuppostoche nessuno meglio di chi neusufruisce può recensire unservizio. Nei suoi viaggi è capi-tato di ricercare sul web strut-ture accessibili ai disabili, comehotel per il pernottamento,oppure informazioni sui luoghidella città da visitare che nonabbiano barriere architettoni-che, musei, attrazioni turisti-che, bar e ristoranti, tutto ciòche un normale turista devesapere prima del viaggio. Le informazioni in internet cisono ma spesso risultanodispersive e alcune volte fuor-vianti e non sempre corrette.La dispersione dipende dalfatto che non c’è un “luogo”comune in rete dove recupe-rare certe informazioni, cisono blog di ragazzi disabiliche raccontano il suo viaggio,come il suo personale, oppurenei siti specializzati in hotel eturismo dove al suo internopuoi fare una ricerca specificaper portatori di handicap. Tutte queste informazioni tut-tavia sono solo degli spazi,non un contesto organizzato,

competente e ottimizzato sol-tanto al tipo di servizio. In piùspesso le informazioni nonsono ben precise e povere difoto dimostrative dell’agibilitàsicura di una struttura. Non raramente capita di legge-re “accessibile a disabile” edopo breve conversazionetelefonica rendersi conto checosì non era. L’accessibilità poirichiede molte cose e capitache siano soggettive, non sem-pre una struttura che va benea un disabile può andar bene aun altro, ma soprattutto ilmiglior giudizio che si puòricercare in questi casi è pro-prio quello del disabile stesso,che certamente ha una capaci-tà di analisi superiore, essen-done l’utilizzatore. Questo vale anche per i per-corsi della città, per i mezzi ditrasporto ecc. Ecco l’idea di realizzare unsito/blog in cui raccoglieretutte le esperienze di personedisabili, con reportage scritti,fotografici e filmati dei loroviaggi, in modo da fornireinformazioni utili ad altri disa-bili che vogliono frequentarela stessa città. Così facendo sipotrà aiutare a capire se l’ac-cessibilità dei luoghi o dellestrutture “recensite” può andarbene per la propria disabilitàoppure necessita di maggioriinformazioni. (Fonte:www.diversamenteagibile.it)

Accessibilità

Turismo Accessibile

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Village for all

Village for all è una organizzazio-ne no profit a carattere nazionaleche ha come obiettivo l’inclusio-ne turistica e lo sport di tutti; conle sue informazioni intende sod-disfare i bisogni di tutti: famigliecon bambini piccoli in passeggi-no, donne in gravidanza, anziani,disabili e persone che voglionoconsumare una vacanza etica, unturismo accessibile.L’Associazione visita tutti i villaggie campeggi con propri espertiper raccogliere dati oggettivi(misure, larghezze, dotazione deiservizi), è impegnata nella forma-zione al personale e affianca gliuffici tecnici per una assistenzaalla progettazione mirata alla rea-lizzazione di un’accessibilità tra-sparente. Village for all è un net-work di villaggi e campeggi acces-sibili alle persone disabili e adoggi vi aderiscono 25 strutturedisseminate in tutta l’Italia turisticache conta; tutte le informazionisono consultabili sul sito www.vil-lageforall.net Village for all è patrocinato da:Ministero del Turismo; l’ENIT -Agenzia Nazionale del Turismo;FAITA - Federazione delleAssociazioni Italiane dei comples-si turistico ricettivi all’Aria Aperta,FISH - Federazione ItalianaSuperamento Handicap, SiPuò -Laboratorio Nazionale TurismoAccessibile®(Fonte: www.diversamenteagi-bile.it)

Salento per tutti

Offrire ai i turisti, nessuno escluso,le stesse opportunità. È questa lafilosofia ispiratrice del progettoSalento per tutti, un nuova sezio-ne tematica del progetto di pro-mozione turistica “Città aperte”con cui l’Azienda di PromozioneTuristica di Lecce e l’Assessoratoal Mediterraneo, Cultura eTurismo della Regione Pugliahanno inteso rispondere alle esi-genze di quanti - bambini, giova-ni, adulti - non hanno sufficienteautonomia per assaporare tutti ipiccoli e grandi piaceri di unavacanza. Certo, ci vuole moltoaltro per rimediare agli errori (eorrori) di miopia culturale del

passato perché, si sa, tutto nellecittà italiane - dagli alberghi agliaccessi al mare, dai bar ai risto-ranti ai bagni pubblici - è struttu-rato per marcare differenze,allungare distanze… in una paro-la, è costruito sulla separatezza.Ma chi è nel Salento in vacanza o,più semplicemente, vi arriva peruna visita fugace, oggi potrà con-tare su una rete di servizi miratiche gli permetterà di accedereagevolmente alle strutture bal-neari private e, con pari assisten-za, di prendere il sole nelle spiag-ge cosiddette libere.Mare e fondali non saranno piùoff limits ai turisti non vedenti, peri quali sono previsti immersionisubacquee e corsi anche per i

bambini; alcuni sentieri dei parchie delle riserve naturali sono statiselezionati per agevolarne la frui-zione da parte dei disabili moto-ri; mentre - grazie a tour in barca- le persone fisicamente nonautosufficienti potranno ammira-re le zone più suggestive dellacosta salentina. Non solo. I bellissimi centri storicidi alcune città d’arte - Lecce eGalatina per iniziare - non avran-no segreti: con la carrozzina ci sipotrà addentrare tra vicoli e chie-se, cattedrali e castelli grazie atour guidati e gratuiti, opportuna-mente selezionati, che prevedo-no anche momenti di ristoro eshopping.(Fonte: www.diversamenteagi-bile.it)

Accessibilità

La Freedom Guide,disponibile sul sito EDF

Libertà di movimento

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Campagnaeuropeasulla libertàdi movimento

I trattati europei garantisconoalcuni diritti fondamentali:- Libertà di movimento dellepersone (tutti i cittadini di unostato membro europeo ha ildiritto di muoversi, lavorare,studiare e vivere in un altropaese membro)- Libera movimentazione dellemerci (le merci prodotte in unostato membro europeo possonoessere vendute in un altro statomembro a certe condizioni- Libera fruizione dei servizi(tutti i cittadini hanno il dirittodi dare e ricevere servizi in unaltro stato membro.Nonostante questo, le personecon disabilità non possono usu-fruire pienamente della lorolibertà di movimento ed hannodifficoltà ad accedere ai canalidi distribuzione delle merci edei servizi, alle stesse condizio-ni di un altro cittadino euro-peo.Le persone disabili nonhanno le stesse opportunitàdelle persone non disabili: essiinfatti incontrano barriere nellostudio, nel cercare un lavoro,nel viaggiare, nel ricevere mercio servizi o semplicemente nel-l’accedere alle informazioni.(Fonte: www.edf-feph.org)

Detrazione per lespese di eliminazionedelle barrierearchitettoniche

E' possibile fruire della detrazio-ne Irpef del 36% sulle spese diristrutturazione edilizia (50%per quelle effettuate nel perio-do 26 giugno 2012 - 30 giugno2013). Rientrano tra questespese quelle sostenute per l’eli-minazione delle barriere archi-tettoniche, riguardanti, adesempio, ascensori e montaca-richi, elevatori esterni all’abita-zione e le spese effettuate perla realizzazione di strumentiche, attraverso la comunicazio-ne, la robotica e ogni altromezzo tecnologico, favorisco-no la mobilità interna ed ester-na delle persone portatrici dihandicap grave (articolo 3,comma 3, L. 104/1992). Ladetrazione per l’eliminazionedelle barriere architettonichenon può essere fruita contem-poraneamente alla detrazionedel 19% a titolo di spese sanita-rie riguardanti i mezzi necessarial sollevamento del disabile. Ladetrazione del 19%, pertanto,spetta soltanto sulla eventualeparte di spesa eccedente laquota già agevolata con ladetrazione del 36% (o del50%).Per le prestazioni di servizi rela-tive all’appalto di questi lavori,è inoltre applicabile l’aliquotaIva agevolata del 4%, anzichéquella ordinaria del 21%.“L’obiettivo della proposta dilegge è quello di allargarsi inmodo da interessare tutti i sititelematici dei settori pubblici ei siti che offrono servizi destina-ti alla cittadinanza. La propostaattuale è infatti limitata a settoripubblici cui appartengono sol-tanto 12 categorie. Le 12 cate-gorie stabilite sono un criterioobsoleto dal momento che ilpanorama offerto in rete si ènotevolmente incrementato dal2001, quando è stato definito ilcriterio stesso”.(www.agenziaentrate.gov.it)

Disabile? Anch'iofaccio sport estremo!

L’Associazione sportiva dilettan-tistica Free White Ski Team insie-me a FIAT organizzano giornatedi sport per far vivere alle per-sone con disabilità fisico-moto-ria l'esperienza della montagnasenza barriere. Da 17 anni ilprogramma Autonomy di Fiatrealizza soluzioni tecniche perchi ha ridotte capacità motorie,in modo da permettergli di uti-lizzare qualunque modello divettura o veicolo commerciale(Fiat, Lancia, Alfa Romeo,Abarth, Jeep e Fiat Il programma, lanciato in Italia esuccessivamente esteso alBrasile, opera attraverso 21Centri di Mobilità, gestiti in col-laborazione con associazionilocali e centri di riabilitazione

motoria, autorità sanitarie e conla Motorizzazione Civile. I centrioffrono una vasta gamma di ser-vizi, dalla consulenza e suppor-to per affrontare l’iter burocrati-co, legale e tecnico alla preva-lutazione dell’idoneità al conse-guimento della patente specia-le, alle prove su strada e allepratiche per il rinnovamentodella patente per diversamenteabili. I centri offrono, inoltre,simulatori di guida per la misura-zione delle capacità residue evetture multi-allestite per provedinamiche.Autonomy, inoltre, organizzaannualmente eventi destinatialla promozione dello sport perdare a tutti, e non solo ai cam-pioni, la possibilità di soddisfarela propria passione sportiva.Per info: www.freewhite.eu(fonte: www.fiatspace.com)

Partecipazione

Montagne Olimpiche e Paralimpiche OFF ROAD - 19/22 settembre 2012

Libertà di movimento

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Diritto alla libertàdi movimento:i montascale

Una barriera architettonica è unimpedimento agli spostamentidi una persona, anziana o disa-bile, dovuto al posizionamentoo alla tipologia di elementicostruiti dall'uomo. Le barrierearchitettoniche sono quindiqualcosa di strettamente legatoal concetto di libertà di muo-versi, un aspetto fondamentaleper la valutazione della qualitàdi vita di chiunque. Negli ultimianni la legislazione nazionaleed europea è stata pian pianomigliorata fino a rendere obbli-gatorio l'adeguamento per unaserie di enti pubblici e privati aquesti principi di libertà dimovimento. Uno degli strumentipiù spesso utilizzati per l'abbat-timento delle barriere architet-toniche è l'installazione diminiascensori o montascale (oservoscala), impianti per il solle-vamento di persone impossibili-tate a salire autonomamente lescale o a superare ostacoli.

I montascale devono risponde-re a specifiche normative sia perquanto riguarda gli aspetti edili-zi (normativa per il superamen-to delle barriere architettoni-che) sia per gli aspetti di pro-dotto (norme UNI).Queste indicazioni normativesono presenti in Italia da moltianni, proprio in corrispondenzaalla comparsa sul mercato deiprimi prodotti e ausili dedicatiall'abbattimento delle barriere.La prima norma UNI in materia èinfatti del 1991, sostituita nel2009 da una norma più recen-te. La UNI EN 81-40:2009, ver-sione ufficiale in lingua inglesedella norma europea EN 81-40,specifica i requisiti di sicurezzaper la costruzione, fabbricazio-ne, installazione, manutenzionee lo smontaggio di servoscalaelettrici fissati alla struttura di unedificio.Nella legislazione italiana il rife-rimento normativo per gli aspet-ti edilizi dei montascale è con-tenuto nel DM 236/89,"Prescrizioni tecniche necessa-rie a garantire l'accessibilità,l'adattabilità e la visitabilità degli

edifici privati e di edilizia resi-denziale pubblica sovvenziona-ta e agevolata, ai fini del supera-mento e dell'eliminazione dellebarriere architettoniche". Il testo del Decreto Tecnico èstrutturato in due parti: alcuniarticoli più generali in cui ven-gono evidenziati i criteri pro-gettuali e altri articoli che con-tengono le specifiche tecniche.L'ordinamento italiano regola-menta poi anche quelle chesono le "Disposizioni per favori-re il superamento e l'eliminazio-ne delle barriere architettoni-che negli edifici privati", Legge 9gennaio 1989, n. 13, che racco-glie le categorie che hannodiritto e le modalità per richie-dere i contributi per l'installa-zione di montascale o servosca-la nell'ottica di superamentodella barriere.Tali norme valgono per la pro-gettazione ed installazione diogni tipo di montascale, deltipo con poltroncina per perso-na seduta, con piattaforma perpersona in piedi o con piatta-forma per il trasporto di carroz-zine. Categoria a parte è poicostituita dai montascale mobi-li, ovvero privi di installazionefissa, che possono essere tra-sportati ed usati in particolareper il superamento di gradini odislivelli.I montascale si confermanoquindi un indispensabile ausilioper garantire a tutti una pienalibertà di movimento.(Fonte: www.disabili.com)

Centri di mobilitàFIAT Autonomy

Sono strutture che offrono atutti i clienti disabili un aiutoconcreto per risolvere i proble-mi relativi alla guida di una vet-tura adattata alle proprie capa-cità. In ogni Centro il clientepuò testare le proprie capacitàmotorie residue tramite specialisimulatori, prendere confidenzacon i veicoli modificati e chie-dere il parere di medici e fisio-terapisti e degli operatori deicentri stessi.

I Centri di Mobilità realizzati daFiat Group Automobiles voglio-no garantire a tutti, concreta-mente e gratuitamente, la possi-bilità di testare e migliorare laqualità del proprio movimento.I clienti disabili hanno a propriadisposizione simulatori di guidaper valutare con precisione lapropria capacità motoria resi-dua e vetture modificate perprovare la guida per la primavolta o per testare nuovi adatta-menti rispetto a quelli già pos-seduti.Frequentando un Centro diMobilità il disabile può ottenereun attestato che può facilitare ilcompito di valutazione dellaCommissione medica localedurante la visita d'idoneità. Ilsimulatore di guida è una sofisti-cata strumentazione elettronicache valuta le capacità motorie,visive e cognitive della personadisabile e gli consente di pren-dere confidenza con le appa-recchiature che utilizzerà sullavettura.I simulatori sono disponibili perle persone con disabilità sia agliarti inferiori che agli arti supe-riori.Per maggiori informazioni rivol-gersi a: Ufficio AutonomyTel. 011 0037456(Fonte: www.fiatautonomy.com)

Partecipazione

Un montascale, ausilio indispensabile alla libertà di movimento

Libertà di movimento

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Dalla carrozzina allabarca… E le scoglierenon sono più uno“scoglio”

Il Salento, si sa, è caratterizza-to dalla bellezza della costa, laquale, soprattutto nel versanteAdriatico, si contraddistingueper la presenza di scogliere egrotte dai colori vivi e dallegeometrie fantasiose. Il problema, anche questo lo sisa, è nell’accessibilità. Alcunioperatori lo hanno superatoattrezzando barche e posta-zioni di partenza delle stesse,in modo che le persone condisabilità motorie possano, perun giorno, ritagliarsi la possibi-lità di vivere l’ebbrezza di navi-gare lungo i bellissimi tratti dicosta salentini. Le LegheNavali, in particolare quelle diOtranto e San Foca, attentealla tematica delle disabilità,hanno organizzato delle inizia-tive accessibili ai disabili moto-ri e si stanno attrezzando in talsenso. Inoltre, è possibileeffettuare tour della Costa apagamento con la barcaMistral accessibile ai disabilimotori. Partenze giornaliere daOtranto per Santa Cesarea,Castro, Leuca. Durante il tragit-to è previsto il pranzo abordo. Sono anche previste sostebagni e visita alle grotte cheperò spesso non sono accessi-

bili ai disabili. Info: SocietàOnda BluInfo: (+39) 329 3137519 -(+39) 329 8070991(+39) 327 3640652(Fonte: www.viaggiareinpuglia.it)

Albatros ProgettoPaolo Pinto

L’Associazione “Albatros pro-getto Paolo Pinto” nasce percommemorare le gesta dell'av-vocato barese Paolo Pinto, stra-ordinario campione mondialedi nuoto di gran fondo, autoredi epiche traversate. Gli scopi principali dell'associa-zione sono sociali, morali, spor-tivi, ludici e ricreativi finalizzatiprincipalmente al miglioramen-to della vita di non vedenti eipovedenti nonché alla lorointegrazione sociale. In quest'ottica l'incontro conl'istruttore subacqueo ManricoVolpi e le reciproche affinità diintenti in questo campo hannopermesso di ideare, svilupparee mettere a punto il progettodi elaborazione di una nuovis-sima metodologia didatticaper l'insegnamento dell'immer-sione subacquea ai nonvedenti. Oggi questa metodica puòvantare un periodo di applica-zione ormai consolidato - contanto di standard, supportididattici, manualistica pubbli-cata e diversi corsi già effettua-

ti a Bari, Gallipoli, Pulsano,Venezia, nel pieno successo ditutti i partecipanti, compreseimmersioni particolari, comequelle sotto i ghiacci, ecc. –che ne ha messo in luce tuttal’efficacia. La novità radicale diquesta metodologia, rispettoalla quale tutte le altre appa-iono rimaste ferme ai pionieri-stici primordi di svariati anni fa(come testimoniano gli stessiprotagonisti non vedenti) con-

siste essenzialmente in un'im-postazione rivoluzionaria che- con un'adeguata formazionedel corpo docente - riesce asoddisfare in ogni fase un prin-cipio di “autonomia consape-vole” del non vedente e, alcontempo, di autentica“conoscenza ambientale” daparte sua. In pratica, l'ottenimento tangi-bile dell'obiettivo di conside-rare il non vedente non piùsolo trasportabile passiva-

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La disabilità vista con gli occhi di una bambina

"Phoebe, crescendo a un ritmo diverso".È questo il titolo di una video-inchiesta che mostra larealtà della disabilità attraverso la storia di una bambinaspagnola di 9 anni con deficit di attenzione e iperattività.Nei 5 minuti di video Phoebe Martinez, questo il nomedella protagonista, racconta come passa le giornate, quello che le piacefare, chi sono i suoi amici. Vengono mostrate immagini dei suoi incontrinello studio medico che la segue, ma anche riprese di una gita al parco oin spiaggia in compagnia dei suoi cari. Oltre alla testimonianza diPhoebe, che ha potuto superare problemi di udito e disabilità fisiche chela colpivano fin da neonata, nel cortometraggio si può ascoltare anche lavoce del della zia, sua tutrice legale, e della psicologa. Testimonianze cheaiutano a comprendere meglio l'intensa vita di questa sorridente bambi-na. Frutto di un progetto dell'associazione spagnola Verdiblanca, il videonon vuole mostrare solo gli ostacoli, le preoccupazioni e i bisogni quoti-diani dei bambini disabili. Vuole rendere visibile l'invisibile, evidenzian-do le motivazioni che i ragazzi come Phoebe hanno dentro e quello chepossono offrire a coloro che li circondano.

Libertà di movimento

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mente sott'acqua, bensì prota-gonista assoluto di se stesso inimmersione, con l'apporto delsuo accompagnatore limitato alsolo ruolo che il cane-guida hanella vita di tutti i giorni. In sinte-si non più un disabile bensì unsubacqueo a tutti gli effetti, che

può effettuare turismo subac-queo ed immergersi in ognimare del mondo.Si tratta di un approccio e unafilosofia estendibili a livello inter-nazionale, come lo sono le pro-blematiche della disabilità, chenon conoscono confini e si asso-

Partecipazione

migliano sotto qualsiasi latitudi-ne, al pari delle opportunità cheoffrono. Tra cui quella di un con-tenuto dallo straordinario potereformativo dal punto di vista psi-copedagogico, anche per l'ag-giornamento di un qualunqueoperatore didattico, perfino nelsuo comune lavoro coi sub nor-modotati. Oggi a sancire tuttoquesto arriva il prestigioso rico-noscimento della Cmas, ottenutoda Albatros come ideale sigillo diqualità e innovazione. InoltreAlbatros ha siglato un protocollod'intesa con Federparchi finaliz-zato a rendere sempre piùaccessibili per i non vedenti learee protette. (Fonte: www.albatros-scuba-blindinternational.it)

Palestra per tutti - il fitness accessibile

Aumento della forza e dellaresistenza muscolare, maggioremobilità, fiducia in se stessi,contrasto all'ansia e allo stress:sono solo alcuni dei beneficidel fitness. Se poi a praticareattività fisica è una persona disa-bile, allora i vantaggi cresconoin modo esponenziale.Così come crescono, in Italia, leesperienze nate per offrire l'ac-cesso a palestre con strutture espazi adeguati a chi ha una disa-

bilità. Non si tratta solo di elimi-nare le barriere architettoniche,ma soprattutto di offrire stru-menti e personale preparato inmodo da rispondere alle esi-genze e valorizzare le potenzia-lità di ognuno. Insomma, luoghiin cui far lavorare il corpo, madove è anche possibile favorirele relazioni interpersonali esuperare diffidenze e pregiudi-zi. Il fitness per tutti trova unalleato anche in un grande mar-chio come quello dei centriVirgin Active, che hanno lancia-to il primo progetto di attivitàfisica adattata per le personecon sclerosi multipla. L'iniziativanasce da una collaborazionecon l'Associazione italiana scle-rosi multipla (Aism) e coinvolgetutti i 25 centri fitness dellaPenisola, offrendo corsi specificisviluppati appositamente, aseconda del livello di disabilità,che includono training conmusica e programmi di esercizistandard a circuito. "È il primoprogetto in assoluto per l'interaEuropa", sottolineano gli orga-nizzatori. Niente è lasciatoall'improvvisazione: per garanti-re la massima preparazionedegli istruttori sono stati avviaticorsi di formazione ad hoc peril personale. "La sclerosi multiplaè una malattia cronica chegenera nelle persone bisognivari, non solo nell'ambito fisico,ma anche in quello psicologicoe sociale - spiega Laura Lopes,coordinatrice nazionale dei ser-vizi di riabilitazione Aism edirettore sanitario del serviziodi riabilitazione Aism Liguria -.L'attività fisica adattata puòessere una risposta efficace allaprevenzione dei danni dell'im-mobilità". Inoltre la partnershiptra Aism e Virgin Active prevedeper tutto il 2012 l'organizzazio-ne di momenti di sensibilizza-zione e informazione all'internodei villaggi fitness.Nella partita del "fitness pertutti" si inseriscono anche alcu-ne amministrazioni comunali,impegnate a offrire luoghi ade-guati ai cittadini disabili. A Chietiè stato lanciato il progettoBarrier free living, che prevedela realizzazione della prima areadi verde pubblico attrezzataper favorire l'attività sportivadelle persone disabili. (Fonte: www.superabile.it)

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EasyWay - L’app persegnalare i luoghiaccessibili a tutti

Molte strutture di pubblica utili-tà e di intrattenimento dellenostre città presentano ancoranumerose barriere architettoni-che, ma le tecnologie e lo spiri-to di partecipazione dei cittadi-ni possono offrire nuove oppor-tunità per superarle. Per deci-dere se andare o meno in undeterminato luogo, le personecon disabilità devono sapereprima se la loro meta è accessi-bile oppure no.Il progetto EasyWay, sviluppatocon il supporto e l'esperienzadella rete associativa della FISH,vuole contribuire a migliorare leinformazioni a disposizione,dando a chi userà i dati la pos-sibilità di diventare a sua voltaun generatore di informazioniper tutta la comunità. In questaprima fase sono state fatte dellerilevazioni partendo dalle cittàdi Roma e Milano ma possiamocoprire tutta l'Italia. Il progettoinfatti consiste in un'applicazio-ne per smartphone e in un sito,due strumenti che ti consento-no di esprimere la tua valutazio-ne di accessibilità rispetto a unoo più punti di interesse.Affidiamo l'inserimento dellevalutazioni di accessibilità allacomunità degli utenti: ciascunopuò diventare protagonista eattivarsi in prima persona peraumentare e migliorare il nume-ro di informazioni. Per ognipunto di interesse che vuoi

segnalare (ad esempio un risto-rante, un albergo, un museoecc), puoi esprimere sia unavalutazione di accessibilitàgenerale, sia una valutazionespecifica sugli spazi della strut-tura (Parcheggio; Entrata; Spaziinterni; ecc.) in relazione a unao più tipologie di disabilitàmotoria scelte in base alle tuecompetenze (carrozzina elet-tronica; carrozzina manualesenza accompagnatore; carroz-zina manuale con accompagna-tore; difficoltà di deambulazio-ne). Non è ancora attiva la rile-vazione e la segnalazione delleparticolari barriere esistenti perle persone con disabilità di tiposensoriale, ma l'obiettivo è dicrescere e migliorare giornodopo giorno. Oggi chi vuoleconsultare le informazioni pre-senti nella banca dati, può cer-care un punto di interesse nellacittà e leggere la valutazione diaccessibilità che gli è stata attri-buita da un altro utilizzatore.È importante che la comunitàdelle persone con disabilità, deiloro familiari, amici e operatorisi attivi in prima persona perarricchire le mappe di un nume-ro via via crescente di valutazio-ni di accessibilità.(Fonte: www.fishonlus.it)

Partecipazione

Alla scoperta di Roma,una guida turistica adalta comprensibilità

Ci sono il Colosseo, CastelSant'Angelo, piazza Navona, maanche il Gianicolo e PonteMilvio fra i monumenti scelti daisei redattori con sindrome diDown che hanno realizzato unaGuida turistica di Roma in altacomprensibilità. Il volume, rea-lizzato dall'Aipd (AssociazioneItaliana Persone Down) all'inter-no del progetto europeo SmartTourism in collaborazione conle associazioni di persone consindrome di Down di Lisbona edi Dublino, è stato presentatooggi a Roma nei locali dell'asso-ciazione Binario 95 alla stazioneTermini.Cento pagine con foto, testi ecolori che forniscono in linguag-gio semplice e immediato infor-mazioni generali sulla città e suimezzi di trasporto: c'è la sezio-ne "10 cose da vedere", cheoltre ai luoghi già citati prendein considerazione anche SanPietro, Campo de' fiori, ilPantheon, Fontana di Trevi,piazza di Spagna e i Musei capi-tolini), con tutte le informazioniutili per la visita. Sono propostianche due diversi itinerari apiedi (il primo con partenza dalargo Argentina, il secondo dapiazza Trilussa) e una gita fuoricittà (ad Ostia Antica)."Nella guida- ha spiegato MoiraOliverio, redattrice con sindro-me di Down - abbiamo decisodi mettere informazioni concre-te: che tipo di prese elettricheci sono nel nostro paese, quan-to costa il biglietto per i traspor-

ti, cosa sono bar, pizzerie ataglio, pub, paninoteche. Per idieci monumenti che abbiamoscelto come i più belli abbiamodato informazioni su come arri-varci e quanto costa visitarli. Laguida è facile da usare e da leg-gere, la possono usare tutti, sevenite a Roma portatela con voie divertitevi!". Il linguaggio utiliz-zato nella guida - ha invecespiegato Carlotta Leonori,Operatrice Aipd e co-responsa-bile del progetto Smart Tourism- è frutto di uno specifico pro-getto di semplificazione, perrendere il testo fruibile a perso-ne con disabilità intellettiva, abambini o a chi parla poco lanostra lingua: "Abbiamo utiliz-zato diversi accorgimenti comescrivere con parole semplici,frasi brevi, stampare in caratteregrande e maiuscolo, differenzia-re gli argomenti per colore,affiancare foto alla parte scrittaper una maggiore immediatez-za, non andare mai accapo conle parole, indicare chiaramente inumeri e gli orari precisando,per il tempo, se parlavamo dimattina o pomeriggio. Questisono solo alcuni degli accorgi-menti seguiti per la promozionedel movimento in città in auto-nomia e della conoscenza attivadel territorio". (Fonte: www.superabile.it)

Libertà di movimento

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Genny, la prima e unicacarrozzina a due ruote

Si tratta di una novità assoluta,una carrozzina che permette dimuoversi con un semplice spo-stamento del proprio baricen-tro e lascia completamentelibere le mani. Abbiamo intervi-stato Paolo Badano, il suo idea-tore.Paolo, com'è nata l'idea dellacarrozzina Genny?L'idea di Genny è nata da unamia esigenza, io sonoParaplegico da 15 anni, a segui-to di un incidente stradale e daallora sono sempre alla ricercadi una maggiore autonomia.Da anni vedo il Segway, quelgeniale mezzo che permette adun uomo di spostarsi in piedi sudue ruote parallele, un giornomi sono domandato: se è ingrado di portare in sicurezzaun uomo in piedi su due ruote,perché non potrebbe fare lostesso con un uomo seduto?Quindi oltre un anno mezzo fa,non avendo trovato nulla incommercio di simile ne hoacquistato uno ed ho comincia-to ad adattarlo alle mie esigen-ze, con tutte le sicurezze e lemodifiche necessarie che mipermettano di fermarmi di saliree scendere,e dopo oltre unanno di lavoro è nata Genny,oggi la mia compagna insepara-bile.Genny è un mezzo che mi haletteralmente cambiato la vitaed ho capito immediatamenteche avrebbe potuto cambiare

la vita a molti altri disabili.In cosa consiste la grandenovità di questa carrozzina adue ruote? E su quale tecnolo-gia si basa? Per quali patologiee per quali attività è statatestata Genny?La novità è pressoché unica,poiché si passa per la primavolta nella storia da quattroruote a due ruote, e questonon è solo un fattore estetico, ilquale ha la sua importanza, maè soprattutto un fattore funzio-nale, che grazie alla tecnologiaauto-bilanciante di Segway edin particolare al principio deigiroscopi e ai due motori elet-trici, riesce a stare in equilibriosu due ruote. Questo comportala possibilità di spostarsi suqualsiasi terreno come la sab-bia, la neve e su strade dissesta-re, senza il problema classico diincastrarsi con le ruote anterio-ri. Essendo già questo di per séuna novità assoluta per unasedia a rotelle, la sua caratteri-stica più incredibile è data dalfatto che non è dotata ne diacceleratore ne di freni, ma èsemplicemente con minimi spo-stamenti del corpo/busto avantie indietro che si crea il movi-mento, mi verrebbe da dire cheGenny si muove praticamentecon il pensiero, una vera magia.Questo lascia spazio alla fanta-sia poiché credo che sia laprima volta al mondo che undisabile si possa spostare su unasedia a rotelle avendo le manilibere lasciando la libertà quindidi telefonare, tenere la fidanza-to/a per mano, mangiare ungelato, bere, tenere unombrello, e perché no giocarea pallone... con la massimalibertà di riscoprire e di inven-tarsi cose nuove.Un altro lato che sto scoprendoutilizzando Genny tutti i giorni,credo da non sottovalutare, èlo stupore che vedo nel visodelle persone che mi domanda-no coma faccia a stare in piedisu due ruote e non chiedendo-mi più, come succedeva solita-

mente prima, che cosa mi fossifatto, quindi questo mi inducea pensare che non sia sparita lamia disabilità ma che sia sparitoil collegamento mentale chespesso si fa tra disabile e sedia arotelle.Genny quindi è un rivoluziona-rio mezzo che è in grado di eli-minare molte barriere architet-toniche, ma è capace soprat-tutto di eliminare le barrierementali.Ritengo che Genny possa esse-re usata per diverse disabilità,siamo in corso di valutazione.L'utilizzo di questa carrozzinapermetterà probabilmente dieliminare l'esigenza di una car-rozzina diversa per l'interno eper l'esterno, per quali fondistradali è particolarmente indi-cata Genny?La mia invenzione, Genny, èpiaciuta moltissimo al DirettoreMarketing di Segway Italia"Tiziano Centulani" che avendosposato in pieno la mia causa miha fornito la disponibilità di unSegway I2 con una larghezzanotevolmente inferiore almodello da me utilizzato, que-sto, mi permetterà di realizzarea breve,una sedia con larghez-za simile alle sedie a rotelleconvenzionali.Genny è commercializzata e sipossono trovare tutte le infor-mazioni a riguardo sul sito:http://www.gennymobility.com(Fonte: www.disabili.com)

Uffici inaccessibili,Poste Italiane devonorisarcire

Il Tribunale di Jesi ha condanna-to l’ente Poste per comporta-menti discriminatori nei con-fronti di una donna con disabili-tà motorie, che sarà risarcita.La limitazione dell’autonomiadella persona disabile, comepurtroppo ben sappiamo, arrivaanche da un “semplice” gradinoche impedisca una normale atti-vità, come può essere quella dientrare e muoversi in un ufficio.Questa la vicenda: a seguitod'intervento dell'AssociazioneLuca Coscioni, sulla base delricorso avanzato dal ConsigliereGenerale dell’AssociazioneLuca Coscioni, l’avvocatoAlessandro Gerardi, il tribunaledi Jesi si è espresso ordinandoall’ente delle Poste la “cessazio-ne dei comportamenti discrimi-natori” nei confronti di unadonna con disabilità motoria, laquale non riusciva ad accedereagli uffici a causa della presenzadi barriere architettoniche.Ebbene, il Tribunale ha dunquestabilito che la donna dovràmessere messa in condizione diaccedere agli spazi, ed ha inol-tre condannato l’ente postale alversamento di tremila euroquali danni morali. La vicendaha, tra l’altro, del paradossale,come fa notare l’avvocatoGerardi, il quale ricorda comePoste Italiane avesse emessopoco più di un anno fa un fran-cobollo celebrativo proprio inmateria di abbattimento dellebarriere architettoniche.

Partecipazione

Paolo Badano, inventoredi Genny

Partecipazione politica

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Il diritto di voto el'accessibilità deiseggi elettorali

Esistono precise indicazioninormative per favorire l'eserci-zio del diritto di voto da partedelle persone con disabilità.FARSI ASSISTERESecondo la normativa vigentesono da considerarsi "elettorifisicamente impediti", "i ciechi,gli amputati delle mani, gli affet-ti da paralisi o da altro impedi-mento di analoga gravità".Le persone con queste disabili-tà, e non con altre, possonoesercitare il diritto di voto conl'aiuto di un elettore della pro-pria famiglia o di un altro eletto-re, volontariamente sceltocome accompagnatore. LaLegge n. 17 del 5 febbraio 2003ha precisato che non è neces-sario che l'elettore che risultaquale accompagnatore siaiscritto nelle liste elettorali dellostesso comune dell'assistito.L'unico requisito richiesto perl'accompagnatore dell'elettoredisabile è quello della iscrizionenelle liste elettorali di un qual-siasi comune italiano. Qualora ladisabilità non sia evidente,oppure non sia nota al presi-dente di seggio, deve essererichiesto uno specifico certifica-to rilasciato da medici designatidall'Azienda Usl. Tale documen-to deve precisare che "l'infermi-tà fisica impedisce all'elettore diesprimere il voto senza l'aiutodi altro elettore". Questi certifi-cati devono essere rilasciatiimmediatamente, gratuitamentee in esenzione a qualsiasi dirittoo applicazione di marche. Il cer-tificato viene poi allegato agliatti della sezione elettorale. Nelcaso dell'elettore cieco puòessere esibito, quale documen-to probatorio, il cosiddetto"libretto di pensione" dal qualesi evince la cecità accertata. Èutile precisare che chi necessita

di essere accompagnato solofino alla cabina elettorale, mapoi è in grado di esercitareautonomamente il voto, nonoccorre che presenti alcun cer-tificato. Nessun elettore puòesercitare la funzione di accom-pagnatore per più di un disabi-le. Sul certificato elettorale del-l'accompagnatore è apportataun'apposita annotazione dalpresidente del seggio nel qualeegli ha assolto tale compito.I comuni devono assicurare unservizio di trasporto pubblico inmodo da garantire il raggiungi-mento del seggio elettorale.

VOTARE IN UN'ALTRA SEZIONEQualora la propria sezione elet-torale sia inaccessibile, il disabi-le con difficoltà o impedimentialla deambulazione può votarepresso un'altra sezione, delproprio comune, priva di bar-riere architettoniche. Nei comu-ni ripartiti in più collegi (senato-riali, collegi uninominali, collegiprovinciali) o in occasione del-l'elezione degli organi circoscri-zionali, la sezione scelta per lavotazione deve appartenere almedesimo collegio o alla mede-sima circoscrizione, nei quali ècompresa la sezione nelle cuiliste l'elettore stesso è iscritto.Per sapere se la sezione sceltacorrisponde a questi requisiti èpossibile rivolgersi all'Ufficioelettorale del Comune o al pre-sidente della sezione stessa.Per poter essere ammesso alvoto, il disabile deve presenta-re, assieme al certificato eletto-rale, un'attestazione medicarilasciata, anche in precedenzaper altri scopi, dalla propriaAzienda Usl locale o copiaautentica della patente di guidaspeciale, purché dalla docu-mentazione esibita risulti l'im-possibilità o la capacità grave-mente ridotta di deambulazio-ne. Nel caso non si disponga dialcuna certificazione oppurenell'ipotesi in cui dalla certifica-

zione non sia possibile evincerecon chiarezza che sussisteun'incapacità alla deambulazio-ne, è possibile richiedere -senza alcun costo - una visitaall'Azienda Usl di competenza.Le Aziende Usl nei tre giorniprecedenti la consultazioneelettorale, devono garantire inogni comune la disponibilità diun adeguato numero di mediciautorizzati e preposti per il rila-scio di queste certificazioni.Sarà cura del presidente di seg-gio iscrivere il disabile nella listaelettorale della sezione e diprenderne nota nel verbale.

L'ACCESSIBILITÀDEI SEGGI ELETTORALILe disposizioni vigenti fornisco-no indicazioni circa l'accessibili-tà dei seggi elettorali.Gli arredi della sala di votazionedelle sezioni elettorali devonoessere disposti in modo da per-mettere agli elettori non deam-bulanti di leggere il manifestocontenente le liste dei candida-ti, di votare in assoluta segre-tezza, nonché di svolgereanche le funzioni di componen-te di seggio o di rappresentantedi lista e di assistere, ove lovogliano, alle operazioni dell'uf-ficio elettorale. Deve esserepredisposta almeno una cabinaper consentire agevolmentel'accesso agli elettori e deveessere previsto un secondopiano di scrittura, eventualmen-te ribaltabile, all'altezza di circaottanta centimetri, o un tavolomunito di ripari che garantiscala stessa segretezza. I seggidebbono essere poi raggiungi-bili anche dall'esterno, dovedeve essere segnalata l'accessi-bilità attraverso il simbolo dellacarrozzina, tramite percorsiaccessibili. I comuni devonoprovvedere al censimento dellebarriere esistenti nei locali adi-biti a seggi elettorali e devonointervenire di conseguenza alloscopo di evitare che si ripresen-

ti la stessa situazione nelle futu-re consultazioni. Su quest'ulti-mo aspetto la normativa nonprecisa se l'intervento debbaper forza consistere nella rimo-zione delle barriere architetto-niche o nella scelta di altra sedeaccessibile da adibire alle con-sultazioni elettorali.

VOTO A DOMICILIOPER I DISABILI GRAVISSIMILa Legge 22 del 27 gennaio2006, successivamamentemodificata dalla Legge 7 maggio2009, n. 46, prevede la possibi-lità di esercitare il diritto di votopresso il proprio domicilio peralcune categorie di personeaffette da grave disabilitàPossono, ad oggi, votare al pro-prio domicilio:1. gli elettori affetti da gravissi-me infermità, tali che l'allonta-namento dall'abitazione in cuidimorano risulti impossibile,anche con l'ausilio dei servizi dicui all'articolo 29 della legge 5febbraio 1992, n. 104, cioèsiano “intrasportabili”. IlLegislatore sembra, quindi sot-tolineare, che il voto a domicilionon possa essere richiesto soloperchè non c’è alcun servizio diaccompagnamento al seggio;2. gli elettori affetti da graviinfermità che si trovino in condi-zioni di dipendenza continuati-va e vitale da apparecchiatureelettromedicali tali da impedir-ne l’allontanamento dall’abita-zione in cui dimorano; in que-sto caso la sottolineatura è sulladipendenza continuativa equindi sul rischio per l’incolumi-tà personale del Cittadino.Da sottolineare che, in nessunpassaggio, il Legislatore richiedeil possesso di certificati di han-dicap (art. 3, Legge 104/1992)o di invalidità. Ci si riferiscestrettamente a infermità gravi e,quindi, a situazioni sanitarieanche non definitive.(Fonte: www.handylex.org)

Partecipazione

Partecipazione scolastica

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PartecipazioneScolastica

Nonostante la presenza di unalegislazione avanzata in terminidi inclusione scolastica, le risor-se dedicate alle attività di soste-gno e integrazione degli alunnicon disabilità nella scuola ordi-naria risultano spesso inadegua-te. Nell’anno scolastico 2011-2012 circa il 9% delle famigliecon alunni con disabilità ha pre-sentato ricorso al Tribunale civi-le o amministrativo per ottenereun aumento delle ore di soste-gno. (Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”).Nel Mezzogiorno gli alunni condisabilità risultano più svantag-giati. Nelle scuole primarie esecondarie di primo grado laquota di famiglie meridionaliche ha fatto ricorso per le oredi sostegno è circa il doppiorispetto a quella del Nord (nellascuola primaria rispettivamente12,7% e 6%; nella scuolasecondaria di primo gradorispettivamente 11,5% e 4,3%).(Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”). Al fine dellarealizzazione del progetto indi-viduale è molto importantegarantire la continuità del rap-porto tra insegnante di soste-gno e alunno con disabilità.

Rispetto all’anno scolastico pre-cedente hanno cambiato inse-gnante di sostegno il 41,7%degli alunni con disabilità dellascuola primaria e il 39,3% diquelli della scuola secondaria diprimo grado. (Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”). Il supportodidattico fornito dall’insegnantedi sostegno dovrebbe essereaccompagnato dalla presenzadi figure professionali che sup-portino la socializzazione el’autonomia del singolo. Glialunni con disabilità totalmentenon autonomi ricevono al Nordun numero medio di ore setti-manali di assistenza educativaculturale o ad personam (AEC)circa doppio rispetto a quelloregistrato nel Mezzogiorno(nella scuola primaria rispettiva-mente 12,3% e 5,1%; nellascuola secondaria di primogrado rispettivamente 13,2% e5,5%). (Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”). Il processod’inclusione scolastica dovreb-be prevedere una completapartecipazione dell’alunno condisabilità a tutte le attività dellaclasse, anche se tale partecipa-zione potrebbe implicare avolte una maggiore complessitàorganizzativa. Nelle scuole pri-marie e secondarie di primogrado quasi la metà degli alunnicon disabilità non partecipa alle

attività extrascolastiche organiz-zate dalla scuola, e tale feno-meno assume una maggioreconsistenza nel Mezzogiorno.(Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”)(Fonte: www.fishonlus.it)

Scuolabile

Insegnare giocando, e impararedivertendosi. Quale strumentoè migliore del gioco per inse-gnare qualcosa ai bambini?Ma ora non si tratta di insegnarloro la storia o la geografia, lenozioni o la cultura più tradizio-nale: bisogna abituarli ad unnuovo tipo di cultura, quellache scende in campo non soloa scuola, ma anche a casa e alparco giochi, in ogni momentodella giornata; una cultura chedeve formarsi adesso e che liaccompagni per tutta la vita.E' importante avvicinare i picco-li al mondo della diversità, cosìlontana da loro perchè cosìpoco conosciuta e troppospesso vista con timore anchedagli adulti. La disabilità è benpresente nella nostra società,tanto da coinvolgere il 15%delle famiglie italiane, costrettea traumatiche e sostanzialivariazioni nello stile di vita; mala disabilità è anche ricchezzaed è questo che si deve mostra-re ai piccoli: insegnare la diver-sità spiegandone le potenziali-tà. Nasce così l'idea di creare

una fiaba, che da sempre offreall'immaginazione nuove dimen-sioni e possibilità ed è la formamigliore per suggerire al bambi-no che le difficoltà che ognunodi noi incontra nella vita posso-no essere affrontate. Inoltrenelle fiabe si incontra spesso iltema della diversità: ci sono sto-rie nelle quali si incontrano per-sonaggi molto piccoli, comePollicino, oppure sciocchi eincapaci e per questo derisi oignorati; a volte si incontranoprincipesse che non sanno par-lare, o eroi mostruosi: solo allafine, dopo numerosi prove, ilprotagonista viene riconosciutoe premiato. Continuando suquesta strada, anche nella lette-ratura contemporanea moltiscrittori utilizzano i loro raccon-ti per aiutare i bambini a com-prendere meglio gli altri e ilmondo della diversità.Ecco allora ScuolABILE, il primoprogetto completo che vuolecoinvolgere i bambini dellescuole elementari, gli insegnantie i genitori attraverso una cam-pagna di sensibilizzazione sumisura, realizzata con la colla-borazione di uno staff di psico-pedagogisti e dello scrittore perragazzi Luigi Dal Cin, e con ilpatrocinio della RegioneVeneto. (www.disabili.com)

Partecipazione

Discriminazioni sul lavoro

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Uguaglianza nel lavoro:una sfida continua

I più discriminati nel mondo dellavoro sono le donne, i migrantie le persone con disabilità.Queste le conferme dal terzorapporto dell'ILO (InternationalLabour Organization delleNazioni Unite) Equality at work:The continuing challenge.LA DISABILITA' - Stando ai datidell'ILO la disabilità interessacirca il 10% della popolazionemondiale, circa 470 milioni dipersone in età lavorativa. Neglistati Uniti, nel 2007, il redditomedio di una persona con disa-bilità con un lavoro a tempopieno tutto l'anno era di 34.200dollari, rispetto ai 40.700 dolla-ri per le persone non disabili.Nel paesi in via di sviluppol'80% della popolazione condisabilità vive in povertà.LE ALTRE DISCRIMINAZIONI - Ledisuguaglianze salariali tra uomi-ni e donne persistono, per nonparlare della gravidanza e dellamaternità che continuano adessere viste come un graveimpedimento. Le molestie ses-suali sono all'ordine del giorno.Le discriminazioni razziali sonofortissime, in particolare nei con-fronti dei lavoratori migranti chesono spesso esclusi dal sistemadi protezione sociale, oltre chediscriminati nell'accesso al lavo-ro. In crescita anche la discrimi-nazione per motivi religiosi e perorientamento sessuale.I PROVVEDIMENTI - Il Rapportodenuncia che durante i periodidi recessione economica la ten-denza è quella di dare menospazio alle politiche di lotta alladiscriminazione, anche se è dif-ficile monitorare e valutare l'im-

patto di queste stesse politiche,a causa dell'assenza di dati. Perquesto l'ILO raccomanda alcunemisure indispensabili a contra-stare la discriminazione: la pro-mozione della ratifica universalee dell'applicazione delle dueConvenzioni fondamentali sul-l'uguaglianza e la non discrimina-zione; lo sviluppo e la condivi-sione di conoscenze sull'elimina-zione della discriminazione nel-l'impiego e nelle professioni; losviluppo delle capacità istituzio-nali dei costituenti dell'ILO nel-l'attuazione più efficace del dirit-to fondamentale di non discrimi-nazione nel lavoro; e il rafforza-mento dei partenariati interna-zionali con attori principali che sioccupano di uguaglianza. LaConvenzione sull'uguaglianza diretribuzione del 1951 e laConvenzione sulla discriminazio-ne del 1958 sono state ratificaterispettivamente da 168 e 169Stati, su un totale di 183 Statimembri dell'ILO. L'obiettivo è laratifica universale.L'ILO - OrganizzazioneInternazionale del Lavoro, èl'agenzia della Nazioni Unite spe-cializzata nel promuovere la giu-stizia sociale, i diritti umani equelli del lavoratore internazio-nalmente riconosciuti. Formulagli standard minimi internaziona-li delle condizioni di lavoro e deidiritti del lavoratore attraverso lastipula di Convenzioni eRaccomandazioni. Libertà diassociazione, diritto di organiz-zazione, contratti collettivi, abo-lizione del lavoro forzato, ugua-glianza di opportunità e di trat-tamento sono i suoi obiettivi.(Fonte: www.disabili.com)

Un impegno attivo perla piena inclusione

In media, solo il 50% dei cittadi-ni europei con disabilità ha unlavoro, rispetto a oltre il 68%delle persone non disabili. Le probabilità che un disabilesia inattivo sono quasi doppierispetto a quelle di un cittadinonon disabile. Eppure, bastereb-be un piccolo aiuto aggiuntivoper far entrare, o rientrare,milioni di europei disabili nelmercato del lavoro. La strategiariveduta di Lisbona per la cre-scita e l’occupazione è tesa inmodo particolare ad aumentarei tassi di occupazione, relativa-mente bassi, dei disabili inEuropa. Gli Stati membri predi-spongono le proprie politichesull’occupazione in base agliorientamenti della strategiaeuropea per l’occupazione(SEO) e ogni anno riferisconoalla Commissione in merito alleiniziative adottate in materia dioccupazione, tra cui quelleriguardanti le persone disabili.L’azione politica comunitaria inmateria di protezione e inclu-sione sociale aiuta gli Stati mem-bri nell’elaborazione delle poli-tiche per l’inclusione sociale,

l’assistenza sanitaria e i servizisociali, dando in tal modo aidisabili maggiori possibilità ditrovare e mantenere il lavoro.

Tribunale dei dirittidei disabili

IL TRIBUNALE DEI DIRITTI DEIDISABILI, unico nel suo genere,è nato nel 1999 per volontà diAnffas Onlus e della Nazionaleitaliana Magistrati. Persegue loscopo di fornire un aiuto con-creto di natura giurisprudenzia-le alle persone con disabilità edalle loro famiglie. Il Tribunale èdivenuto negli anni una realtàtangibile, un appuntamentoimportante ed atteso, che dàun contributo autorevole econcreto affinché, anche per lepersone con disabilità, l'ugua-glianza dei diritti e la pari digni-tà sociale siano condizioni pie-namente raggiunte e non meridettami legislativi. Il Tribunaleaffronta, attraverso pubblicidibattimenti che si svolgono sulmodello di quelli reali, situazio-ni effettivamente accadute incui sono stati violati i diritti dellepersone con disabilità e la lorodignità sociale. Oltre ai casiaffrontati pubblicamente duran-te le sessioni, scelti tra i piùsignificativi, la segreteria giuridi-ca del Tribunale esamina ognianno centinaia di altre situazio-ni particolari, svolgendo unlavoro costante e quotidiano diconsulenza tecnica.

Uguaglianza

Strategia europea per la paritàdelle opportunità

Discriminazioni sul lavoro

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L’ICT: lavoroe integrazione

L’integrazione sociale ha uneffetto positivo sulle personedisabili e di conseguenza anchesulla società. Il fatto di avere unhandicap, non esclude che lapersona possa dare un contri-buto alla comunità e alla famigliagrazie alle proprie capacità. Letecnologie ICT offrono l’oppor-tunità di facilitare l’apprendi-mento di capacità tecniche econtribuiscono alla realizzazio-ne della persona disabile. Ilruolo delle tecnologie ICTdovrebbe iniziare nelle scuolecon la formazione degli studen-ti disabili. Il lavoro degli inse-gnanti e dei professionisti sidovrebbe concentrare su solu-zioni informatiche adeguate perogni esigenza individuale dellostudente disabile. Le tecnologieICT sono strumenti nell’ambien-te lavorativo delle aziende. Nel2008 è stato realizzato uno stu-dio dal Politecnico di Milano incollaborazione con laFondazione ASPHI Onlus peravere una visione d’insieme del-l’accessibilità, per le personedisabili, delle applicazioni ICTnelle aziende. L’analisi ha consi-derato un campione di 165responsabili risorse umane dimedie e grandi aziende. Sonostati esaminati due aspetti: orga-nizzazione aziendale per favori-re l’inserimento dipendentidisabili e livello di accessibilitàdei sistemi informativi.L’organizzazione aziendale èdiretta all’adempimento degliobblighi di legge con assunzionitramite il collocamento mirato. Idipendenti assunti hanno variecondizioni di disabilità ed èstata rilevata una predominanza

di persone con disabilità moto-rie. I dipendenti disabili sonogerarchicamente dipendenti dairesponsabili risorse umane o daicapi del personale e hanno limi-tati rapporti con i responsabilidel settore informatico. Non èstata riscontrata una massicciapresenza di politiche aziendaliper favorire l’inserimento dellavoratore disabile nell’ambitolavorativo. È stato dichiaratodalle aziende un livello paritariotra lavoratori nell’accesso aglistrumenti ICT, con un minimodivario digitale. Non sono statirilevati particolari interventi suglistrumenti ICT per favorire l’utiliz-zo da parte dei lavoratori disa-bili. La presenza di un sistemainformativo con un tale elevatolivello di accessibilità può avereanche una spiegazione diversa.Le persone disabili assuntehanno capacità tecniche chepermettono l’utilizzo degli stru-menti ICT presenti in azienda,senza particolari interventi,oppure i dipendenti disabilisvolgono mansioni che nonrichiedono l’utilizzo di tali stru-menti.In entrambi i casi non si permet-te di far emergere il problema esi sottovaluta la necessità deldipendente disabile. Sono statiriscontrati casi, invece, di consa-pevolezza della situazione daparte dell’azienda e di realiinterventi per arrivare a un’ele-vata accessibilità del sistemainformativo. La conferma dellapresenza di una bassa percen-tuale di tecnologie di supportoper i lavoratori disabili, derivaanche da un’analisi di 1060 PMI.(Fonte: meetinability.net)

Uguaglianza

CALDERARA DI RENO (BO) - Via Ungheri, 11/A - Tel. 051 725648CANTIERE S. ANNA - LIPPO - Tel. 051 6467012

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Il progettoDiversitalavoro

Diversitalavoro, promossa daPeople, Fondazione Sodalitas,UNAR e Fondazione Adecco perle Pari Opportunità , è un'iniziati-va unica del suo genere in Italia.Diversitalavoro nasce infatti conl'obiettivo di facilitare fattivamen-te l'inserimento lavorativo perpersone con disabilità, alle per-sone di origine straniera e allepersone transgender coinvolgen-do aziende ed istituzioni sensibi-li a valori come diversità e inclu-sione sociale. Come partecipare:- Registrati a Diversitalavoro attra-verso il pulsante "Annunci di lavo-ro" a destra in altro in home page- Invia la tua candidatura agliannunci pubblicati- Le persone selezionate dalleaziende riceveranno l'invito apartecipare ai colloqui, o pressole aziende o in occasione deglieventi Diversitalavoro. Ogni anno,attraverso Diversitalavoro, si mol-tiplicano le opportunità di infor-marsi, di orientarsi e di incontrarepersonalmente i responsabili delpersonale di grandi aziende ita-liane ed internazionali. Nell'otticadi coinvolgimento del mondoproduttivo, Diversitalavoro divie-ne un momento di incontro itine-rante con scenario la sede stessadelle aziende partecipanti, che intal modo hanno la possibilità divalorizzare le buone pratichemesse in atto per promuovere lePari Opportunità.Tra le iniziative Diversitalavorosegnaliamo: il Career ForumDiversitalavoro, offre la possibili-ta' di incontrare personalmente imanager aziendali, presentando

il proprio cv e sostenendo collo-qui di lavoro. Per essere selezio-nati e invitati all'evento, occorreinviare la propria candidatura,attraverso l'apposito tasto pre-sente sul sito.Portale Web www.diversitalavo-ro.it: il sito ufficiale diDiversitalavoro attraverso il qualeè possibile raccogliere informa-zioni sulle iniziative, consultare leopportunità di lavoro disponibilie candidarsi direttamente invian-do il proprio cv e preparando lapropria partecipazione al CareerForum Diversitalavoro.Seminari e Workshop gratuiti: ipromotori del progettoDiversitalavoro organizzano degliincontri dedicati:- ai candidati (persone con disa-bilita' e persone con origine stra-niera) per fornire una prepara-zione che possa prepararli adaffrontare al meglio i colloqui diselezione che si tengono in occa-sione del Career ForumDiversitalavoro e piu' in generalenella ricerca del lavoro.- ai recruiter aziendali. Gli incon-tri sono coordinati daFondazione Sodalitas coinvol-gendo istituzioni ed enti cheoperano sui temi dell'integrazio-ne lavorativa delle persone condisabilita', delle persone di origi-ne straniera e delle personeLGBT, non trascurando di appro-fondire gli aspetti normativi.(Fonte: diversitalavoro.it)

Discriminazioni culturali

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"Abilità diverse.Stessa voglia di vita"

Prosegue l’attività delDipartimento Italiano per le PariOpportunità per informare esensibilizzare le cittadine e i cit-tadini sul tema della disabilità.In occasione della giornatainternazionale dei diritti dellepersone con disabilità parte,infatti, la nuova edizione dellacampagna di comunicazionedal titolo “Abilità diverse. Stessavoglia di vita”. Università, lavoroe sport sono i contesti all’inter-no dei quali i protagonisti dellospot partecipano alla vitasociale di tutti i giorni. La coin-volgente familiarità delle situa-zioni non lascia spazio agli ste-reotipi e ai pregiudizi secondo iquali l’esistenza delle personecon disabilità ruota solo edesclusivamente intorno alladiversità.Riconoscendoci imme-diatamente nei giovani e neibambini della campagna ancorprima di intuire la loro condizio-ne di disabilità percepiamo lastessa voglia di vita al di là dellebarriere architettoniche o cultu-rali esistenti. Diffondere i temilegati alla disabilità, sensibilizza-re l’opinione pubblica sui con-cetti di dignità, diritti e benes-sere delle persone disabili,accrescere la consapevolezzadei benefìci che possono deri-vare dall’integrazione delledisabilità in ogni aspetto dellavita sociale sono i princìpi ispi-

ratori della GiornataInternazionale dei diritti dellepersone con disabilità e devo-no entrare a far parte della vitadi tutti. “Dobbiamo creare dellesocietà che valorizzino la diver-sità e l’inclusione”. (estratto delmessaggio in occasione del 3dicembre 2012 del SegretarioGenerale dell’ONU Ban Ki-Moon)(www.pariopportunita.gov.it)

Immagine e pubblici-tà: una doppia discri-minazione per ledonne disabili

"La pubblicità influenza ledonne in particolare, in quantogenere subalterno. E le donnedisabili sono doppiamentediscriminate perché subisconoanche il processo di "interioriz-zazione" che, storicamente,l'Occidente ha portato avantinei confronti delle persone conun aspetto diverso". A rifletteresul potere della pubblicità nellavita delle donne disabili è LauraCorradi, docente di Studi digenere all'Università dellaCalabria e autrice di un saggiopubblicato nel 2012 da Ediesse:Specchio delle sue brame.Analisi socio-politica delle pub-blicità: genere, classe, razza,età ed eterosessismo.L'intervista alla sociologa è pub-blicata sul mensile "SuperAbileMagazine", edito dall'Inail, nel-l'inchiesta di marzo tutta dedi-cata ai diritti delle donne condisabilità, di cui viene dataun'anticipazione.Qual è l'impatto della pubbli-cità sulle donne disabili?La pubblicità dà un'idea dinorma, di bellezza e di prestan-za fisica che è un insulto pertutte le donne e lo è doppia-mente per le donne con disabi-lità. Queste ultime, infatti, sonoescluse in partenza rispetto a

un ideale di bellezza talmente

lontano e irreale da cozzare

contro la realtà della stragrande

maggioranza delle donne.

C'è modo di scalfire la forza di

questo modello?

Negli ultimi mesi tante cose

sono cambiate: nel mondo

della pubblicità sono comparse

persone più "normali". Come

cinque ex top model degli anni

Ottanta reinserite nel mercato

pubblicitario per reclamizzare

creme di bellezza. Sono donne

non più giovani, che io trovo

assolutamente appropriate per

la pubblicità di prodotti di bel-

lezza destinati a chi è avanti

con gli anni.

Alcune donne disabili cercano

di essere protagoniste nella

pubblicità e nella moda. Che

ne pensa?

Accanto alla lotta per i diritti

sociali e civili, esiste anche una

lotta per i diritti cosiddetti sim-

bolici. Non è indecente che una

donna disabile porti una scolla-

tura o una minigonna. Un

tempo le persone con disabilità

venivano chiuse in casa, mentre

oggi possono viaggiare, fare

politica, lavorare. Domani

potranno girare in bikini e nes-

suno troverà oscena l'esposizio-

ne della loro "difformità" rispet-

to a una norma sempre meno

tale. Quindi ben venga il giorno

in cui una casa di cosmetici

deciderà di avvalersi di una

donna disabile per reclamizzare

un profumo. Tuttavia, non

penso che si tratti di un focus

prioritario. Ci sono battaglie più

urgenti da portare avanti, come

quelle per il lavoro, per l'istru-

zione e contro gli stereotipi

dominanti.

(Fonte: www.superabile.it)

Percorsi accessibilisugli alberi

Un percorso sospeso tra glialberi interamente accessibile,un giardino terapeutico,un'area giochi senza barriere euna ludoteca pensata apposita-mente per i bambini disabili e iloro genitori. A Bologna il diver-timento per gli under 18 è assi-curato, e in buona parte permerito dell'Aias e della sanitàlocale: un'esperienza racconta-ta nel numero 11 del magazineSuperAbile. Nel capoluogo emi-liano, l'Associazione italianaassistenza spastici e l'Auslhanno infatti sollecitato l'ammi-nistrazione cittadina per otte-nere quello che volevano. Inpoco più di dieci anni sono naticosì il giardinetto Acerbi, pen-sato per tutti i bambini, laStanza dei giochi, una ludotecacon angoli morbidi e giocattoliadattati per essere fruita dai piùpiccoli (anche quelli con disabi-lità), un parco terapeutico conindicazioni multisensoriali, car-telli in braille e diffusori acusticisparsi tra i cespugli, oltre a unpercorso accessibile sospeso aquattro metri d'altezza. Questeultime due esperienze, in real-tà, fanno parte di Corte Roncati,il polo multifunzionale per ladisabilità dell'Ausl di Bologna,dove la onlus collabora solo perla gestione dell'Ausilioteca. Perdondolare sospesi tra gli alberibisogna chiedere l'autorizzazio-ne ai servizi sociosanitari o farparte di un percorso di riabilita-zione specifico. Inoltre, ènecessario che sia presente unistruttore del MontepizzoAdventure park.(Fonte: www.superabile.it)

Uguaglianza

Lavoro per i disabili

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Riforma Fornero:più posti grazieai riconteggi

La riforma del lavoro approvatadal Ministro Fornero (divenutalegge 92/12 e pubblicata nellaGazzetta Ufficiale il 28 giugno2012) ha portato una serie dinovità riguardanti non solo pen-sionamenti e esodati, ma anche lacategoria delle persone con disa-bilità, come indicato nel comma27 dell'articolo 4 della riforma. Inparticolare la novità riguarda labase occupazionale sulla quale leaziende devono calcolare ilnumero di assunzioni obbligato-rie di persone disabili. LA LEGGE 68/99 - L'articolo 4,comma 1 della legge 68/99 èquello che fa riferimento allequote di assunzione riservate alavoratori disabili. Si tratta di tran-che che sono scaglionate aseconda del numero di dipen-denti dell'azienda e della suagrandezza, alle quali corrispon-dono dei posti che le aziendesono tenute a riservate a lavora-tori disabili. La legge imponequindi ai datori di lavoro pubblicie privati di assumere un lavorato-re disabile se si hanno da 15 a 35dipendenti, due lavoratori per unorganico dai 36 ai 50, e il 7% deltotale dei lavoratori quando sisuperano i 50 dipendenti.

NUOVI CONTEGGI - La novitàintrodotta con la riforma riguardala considerazione della baseoccupazionale sulla quale effet-tuare il calcolo. Ovvero: quantisono considerati "assunti" per cal-colare la percentuale di quoteriservate ai lavoratori disabili. Inquesto senso, la legge vede unevidente aumento della baseoccupazionale (e quindi dellerelative quote riservate), poichésono inclusi nel computo tutti ilavoratori assunti con vincolo disubordinazione, ad eccezione dilavoratori assunti tramite colloca-mento obbligatorio, i soci di coo-perative di produzione e lavoro, idirigenti, i contratti di inserimen-to, i lavoratori somministrati pres-so l'utilizzatore, i lavoratori assun-ti per attività all'estero (per la cor-rispondente durata), gli Lsu, ilavoratori a domicilio, i lavoratoriemersi ex legge 383/2001, gliapprendisti. Tra i conteggiati, anche gli assunticon contratto a tempo determi-nato fino a 9 mesi.COSA DEVONO FARE LE AZIENDE- Tenuto conto delle novità intro-dotte nel computo delle quoteriservate, le aziende dovrannoprocedere a riconteggiare la loroposizione provvedere a mettersiin regola, pena l'applicazione disanzioni. Per quelle aziende cheprima erano fuori dalla primafascia (15-35 dipendenti) e checol nuovo riconteggio si troveran-no a farne parte, l'obbligo di

copertura della quota è entro i60 giorni dalla nuova assunzione.IL COLLOCAMENTE MIRATO -Ricordiamo che per accedere aglistrumenti del collocamento mira-to, la persona deve avere una per-centuale di invalidità uguale osuperiore al 46%, unitamente auna certificazione che attesti edescriva le capacità residue allavoro che viene rilasciata da unacommissione per l'accertamentodelle capacità lavorative residueoperante in tutte le ASL. Le azien-de che devono adempiere all'ob-bligo di assunzione di lavoratoricon disabilità, presentano richiestapresso i Centri per l'impiego, che sioccupano di incrociare le liste deidisoccupati con disabilità.(Fonte: www.disabili.com)

Impiegati con autismocercasi nell’IT

Dopo il successo dei progettipilota in India e in Irlanda, laSAP, nota impresa tedesca alivello internazionale, con l'aiu-to di Specialisterne, ha annun-ciato di voler impiegare 500persone autistiche nella propriaazienda, in qualità di softwaretester, programmatori e specia-listi in qualità dei dati. Le perso-ne affette da autismo, graziealle loro particolari intuizioni,possono contribuire enorme-mente al successo di un busi-ness, facendosi portatori di

innovazioni. In Irlanda è attual-mente in corso la fase di scree-ning per la copertura di cinqueposti entro il 2013. In India, gra-zie al contributo di sei personecon autismo, la SAP ha incre-mentato la sua produttività neisettori di punta. Inoltre, perse-guendo l' obiettivo generale diintegrazione con la comunitàlocale e di soddisfazione delleesigenze dei lavoratori, i labora-tori indiani hanno anche messoa punto un'applicazione periPAD, BOL, per assistere i bambi-ni autistici nello sviluppo delleabilità comunicative. SAP, daquest'anno, espanderà il suoprogetto in Germania, USA eCanada. (Fonte: www.superabile.it)

Occupazione

LAVASECCOPIU’ snc

Lavoro per i disabili

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L'inserimentolavorativo dei disabili

Per promuovere l'inserimento el'integrazione lavorativa dellepersone disabili nel mondo dellavoro la legge prevede unaserie di servizi di sostegno e dicollocamento mirato. Il colloca-mento mirato è costituito da uninsieme di strumenti per la valu-tazione delle capacità lavorativedelle persone disabili finalizzataall'inserimento nel posto adattoattraverso:• attività di analisi di posti dilavoro• forme di sostegno• azioni positive soluzioni diproblemi che possono insorge-re nei luoghi di lavoro.Sono previste inoltre una seriedi agevolazioni contributive afavore delle imprese e degli entipubblici che assumono disabilicon determinate percentuali diinvalidità. La riforma del merca-to del lavoro introduce nuoveopportunità per favorire l'inseri-mento dei lavoratori svantaggia-ti attraverso:• convenzioni tra le Agenzie disomministrazione e gli enti pub-blici• incentivi per le aziende cheaffidano commesse alle coope-

rative sociali che occupano sog-getti svantaggiati• il contatto di inserimento.Le persone svantaggiate disoc-cupate che aspirano ad un'oc-cupazione conforme alle pro-prie capacità lavorative posso-no iscriversi al collocamentoobbligatorio presso il Centroper l'impiego competente perterritorio, nell'apposito elencocostituito da un'unica graduato-ria.(Fonte: www.lavoro.gov.it)

Collocamento mirato

L’inserimento lavorativo e l’inclu-sione sociale di persone condisabilità sono obiettivi fonda-mentali cui le istituzioni hannocercato di dare attuazione nelcorso degli ultimi anni. Tra gli strumenti più importanti visono il collocamento mirato, dacui deriva l’istituto delle assun-zioni obbligatorie, e gli incentiviper le assunzioni di personediversamente abili. Misure fina-lizzate a rimuovere gli ostacoli eassicurare a tutti l’accesso allavoro. Per avere indicazioni èpossibile rivolgersi ai Centri perl’Impiego territoriali o chiederesupporto ad una delle associa-zioni nazionali e locali impegna-

te nella tutela e nella promozio-ne dei diritti dei disabili. Questetematiche vengono trattateanche da "SuperAbile", il Portaledell'Inail che coniuga sezionidocumentali costantementeaggiornate a servizi di consulen-za attraverso il call center800.810.810.Superabile è un "Contact CenterIntegrato" costituito principal-mente da un portale di informa-zione e di documentazionesulle tematiche della disabilità,aggiornato quotidianamente, eda un servizio gratuito di consu-lenza telefonica, il call centerSuperAbile 800.810.810.Eventi sui territori regionali insie-me all'animazione virtuale sucanali multimediali di webradio/tv e social network com-pletano l'offerta di servizi e diopportunità agli utenti.

Centralinistinon vedenti

La normativa sull'inserimentolavorativo dei non vedenti, e inparticolare dei centralinisti tele-fonici, costituita essenzialmentedalla legge 29 marzo 1985, n.113 richiede da tempo un ade-guamento alle nuove esigenzedel mercato del lavoro e al pro-

gresso tecnologico intervenutonell'ambito della comunicazio-ne. Infatti, nel settore che costi-tuisce uno dei più importantibacini occupazionali per le per-sone che soffrono di minorazio-ni visive, hanno inciso negativa-mente molteplici fattori, di ordi-ne legislativo, economico esociale.L'evoluzione delle tecnologieha comportato radicali modifi-cazioni alle postazioni dei cen-tralini telefonici.Il tradizionale posto operatoreè stato sostituito da dispositivipassanti o, comunque, da siste-mi di connessione automatica,con la conseguente notevolecontrazione di possibilità diimpiego per i centralinisti.La Legge 17 maggio 1999, n.144, all'art. 45, comma 12, haaffidato al Ministro del Lavoro ilcompito di individuare con pro-prio decreto qualifiche equipol-lenti a quella del centralinistatelefonico, idonee al colloca-mento dei lavoratori nonvedenti in base alla legge n.113/1985.Con tale disposizione il legisla-tore ha voluto estendere ai pos-sessori di qualifica equipollentea quella di centralinista nonvedente la stessa tutela normati-va riconosciuta ai centralinistinon vedenti iscritti all'appositoAlbo nazionale, in conformitàalle nuove esigenze del mercatodel lavoro, sempre più impron-tate alla utilizzazione di tecno-logie avanzate nel settore dellacomunicazione telefonica.Il Ministero del Lavoro condecreto 10 gennaio 2000, hariconosciuto come equipollentia quella del centralinista telefo-nico non vedente le seguentiqualifiche professionali:- operatore telefonico addettoalle informazioni alla clientela eagli uffici relazioni col pubblico;- operatore telefonico addettoalla gestione e all'utilizzazionedi banche dati;- operatore telefonico addettoai servizi di telemarketing e tele-soccorso.La Legge 17 maggio 1999, n.144, all'art. 45, comma 12 e il

Occupazione

Lavoro per i disabili

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Decreto del Ministero delLavoro e della PrevidenzaSociale del 10 gennaio 2000prevedono che possono essereindividuate ulteriori qualificheequipollenti a quella di centra-linista telefonico non vedenterispetto a quelle già indicatenel suddetto decreto. Infatti, ilMinistero del Lavoro con unnuovo decreto dell'11 luglio2011 ha stabilito l'equipollenzatra la figura del centralinistatelefonico e quella di operato-re amministrativo segretarialeestendendo ai soggetti nonvedenti che conseguono ildiploma di operatore ammini-strativo segretariale la stessatutela normativa oggi ricono-sciuta ai centralinisti nonvedenti dalla legge 29 marzo1985, n. 113 iscritti nell'apposi-to Albo nazionale.Si ricorda che la vigente norma-tiva sulla istruzione e formazio-ne professionale riconduce,alla nuova qualifica di operato-re amministrativo segretariale, ildiploma di qualifica professio-nale di centralinista telefoniconon vedente.(Fonte: www.superabile.it)

Job Disabilitorna in rete

Un'intervista che lascia intende-re un percorso ad ostacoli, mafascinoso e affascinante nellasfida: dare alle persone condisabilità una piattaforma all'in-terno della quale orientarsi eorientare per trovare il posto dilavoro più vicino alle proprieesigenze fisiche e personali.Dopo il lancio del nuovo JobDisabili, trasformazione del piùvecchio progetto "Agenzia

Lavoro Disabili", Daniele Regolo,l'imprenditore non udente diMacerata, spiega aSuperAbile.it il percorso fin quifatto e le aspettative per il futu-ro. Già premiato nel 2012 nel-l'ambito dell'Italian round dellaGlobal Social VentureCompetition (Gsvc), premiointernazionale ideato dallaUniversità di Berkeley per svi-luppare idee imprenditoriali aforte rilevanza sociale e bassoimpatto ambientale, JobDisabili guarda al futuro conumiltà ma anche con ambizio-ne."La cosa più difficile - ha infattispiegato Daniele Regolo - èstato garantire l'accessibilità delsito. La Legge Stanca, benchéavanzata, non è applicata apieno. Mancano buoni esempicui affidarsi. La prima esperien-

za di Job Disabili non era piena-mente accessibile. Mesi di lavo-ro per la seconda versione cidicono quanto sia difficile l'ac-cessibilità. Il punto di un buonsito non è la grafica, ma il suofunzionamento. La strada èquesta: lo scopo infatti è quel-lo di aiutare veramente l'incon-tro tra domanda e offerta dilavoro"."In termini di aspettative - hapoi continuato -, ci muoviamodalla nostra prima esperienza:oltre 2.900 contatti di candida-ture personali e 70 aziendeaccreditate. L'aspettativa èquella di superare l'idea di unsito che sostituisca un Ufficio dicollocamento; vogliamo cheJob Disabili diventi un punto diriferimento. Anche per il collo-camento. Raggiungere, cioè, illimbo di chi non viene mai chia-

mato". Ma cos'è Job Disabili eperché si arriva ad un'idea delgenere è quello che ci ha sem-pre reso curiosi di questo pro-getto. "Job Disabili - ha spiega-to Regolo - sintetizza tutte lemie esperienze fallimentari intema di lavoro. Questo proget-to ha dato sostanza a tutti i mieifallimenti: lavoravo in Asl atempo indeterminato.Burocrazia, disinteresse, super-ficialità mi hanno collocato allosportello. Io, non udente, allosportello? Mi sono licenziato.La prima scelta adulta della miavita. Sono diventato facilitatoree questo desidero essere. JobDisabili vuole facilitare appuntola vita di chi, a prescinderedalla disabilità, ha voglia di met-tersi in gioco. Da disabile soquanto è difficile lavorare efarlo in ufficio, sia esso pubbli-co o privato: regole e procedu-re non aiutano a inserirsi"."Nasciamo - ha poi concluso ilgiovane imprenditore marchi-giano - con un finanziamentoeuropeo. Oggi siamo una Srl. Lasquadra è in ampliamento, matutto funzionerà come un incu-batore: i migliori professionisticon disabilità si adopererannocon noi per arrivare ad unobiettivo comune.Ovvero, insistere sulla qualitàdelle persone in quanto tali.Come del resto dice laConvenzione Onu sui dirittidelle persone con disabilità: ilcambio di visione è esemplare.E' l'ambiente a rendere le per-sone disabili. Aiutiamo dunquel'ambiente, in questo caso dilavoro, ad essere più accoglien-te e disponibile". (Fonte: www.superabile.it)

Occupazione

Diritto all’Istruzione

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Diritto all’educazionee all’istruzione

L'istruzione è un’importante tra-mite per l'integrazione socialedella persona handicappata. Losi rimarca in diversi punti dellalegge 104/92. L'articolo 8, adesempio, sottolinea l'importan-za di disporre di adeguatedotazioni didattiche e tecniche,prove di valutazione, e perso-nale qualificato per garantirealla persona con handicap ildiritto allo studio. Necessario,poi, estendere l'attività educati-va con proposte extrascolasti-che.Istruzione come diritto dallascuola materna fino all'universi-tà, ribadisce l'articolo 12.Tra i commi, si prevede che perogni studente con handicapvenga realizzato un profilodinamico-funzionale. Questo,sulla base delle caratteristichefisiche, psichiche, sociali edaffettive dell'alunno, mette inrilievo sia le difficoltà di appren-dimento dovute alla situazionedi handicap, sia le possibilità direcupero, oltre alle capacitàindividuali che devono esseresostenute e rafforzate.Realizzato dagli operatori delleunità sanitarie locali assieme alpersonale insegnante specializ-zato della scuola, e con la colla-borazione dello studente edella famiglia, il profilo vieneaggiornato al termine dellescuole materna, elementare emedia, come pure periodica-mente durante le scuole supe-riori.Per gli studenti in età scolare ecostretti temporaneamente adassenze perché ricoverati, siprevede l'organizzazione diclassi ordinarie quali sezionistaccate della scuola statale.L'articolo 13, ribadendo l'im-portanza del coordinamentotra scuole, servizi sanitari, socio-assistenziali, ricreativi e cultura-li, cita poi due casi in particola-re: l'integrazione nelle universi-tà e negli asili nido. Nel casodegli atenei, si stabilisce la pro-grammazione di interventi ade-

guati sia al bisogno della perso-na che al piano di studio indivi-duale. Si sottolinea anche l'im-portanza degli interpreti pervenire incontro agli studentisordi. Sussidi tecnici, didattici eservizi di tutorato vengono poiprevisti nelle università, nei limi-ti del loro bilancio e dellerisorse destinate alla coperturadi queste attività.Nel caso degli asili nido, si pre-vede che le unità sanitarie loca-li possano adeguarne l'organiz-zazione e il funzionamento peravviare precocemente il recu-pero e la socializzazione deibambini con handicap. A que-sto obiettivo contribuisceanche l'assegnazione di inse-gnanti e assistenti specializzati.La loro presenza, comunque,deve essere garantita nellescuole di ogni ordine e grado,come sottolinea l'articolo in piùpunti.Proprio al ruolo degli insegnantidi sostegno e alle loro attività èdedicato l'articolo 14.Si punta l'attenzione sull'impor-tanza di un aggiornamentocostante in materia di handicap,come pure di un confronto tradocenti del ciclo inferiore esuperiore per agevolare l'espe-rienza scolastica dello studentedisabile.Gran parte dell'articolo, poi,fornisce indicazioni sui piani distudio che gli aspiranti docentidevono seguire per essere abili-tati all'attività didattica di soste-gno.Sempre in fatto di organizzazio-ne, l'articolo 15 prevede l'istitu-zione di appositi gruppi di lavo-ro in ogni ufficio scolastico pro-vinciale, in ogni circolo didatti-co e negli istituti di scuolasecondaria di primo e secondogrado. I membri di questi grup-pi hanno il compito di collabo-rare nelle attività organizzateper integrare gli alunni con diffi-coltà di apprendimento. Perquanto riguarda la valutazionedello studente, l'articolo 16 sta-bilisce che nel piano educativoindividualizzato devono essereindicati per quali disciplinesiano stati usati criteri didattici

particolari, e le eventuali attivitàintegrative e di sostegno.Lo stesso articolo si soffermapoi sugli esami del rendimentodello studente. Nella scuoladell'obbligo, si prevedonoprove corrispondenti agli inse-gnamenti impartiti e in grado divalutare il progresso dell'alunnoin rapporto al suo livello inizia-le. Nella scuola secondaria disecondo grado, sono consenti-te prove equipollenti e, nelcaso di quelle scritte, tempi piùlunghi. L'alunno, poi, può con-tare sulla presenza di assistentiper l'autonomia e la comunica-zione, e può utilizzare gli ausilinecessari. All'università proveequipollenti, tempi più lunghi emezzi tecnici sono consentitiprevia intesa con il docentedella materia d'esame e conl'ausilio del servizio di tutorato.Scuola come avvio al lavoro: èquanto succede in particolarecon la formazione professiona-le. A questo tema è dedicatol'articolo 17, che sottolineacome gli appositi centri pubbli-ci e privati debbano tenere inconsiderazione le diverse capa-cità ed esigenze degli alunnihandicappati.Se questi non possono seguiregli ordinari metodi di apprendi-mento, devono essere garantiteloro attività specifiche, sullabase anche del piano educativoindividualizzato.(Fonte: www.disabili.com)

Dislessia, strumentitecnologici di sup-porto alla didattica

In tutto il mondo, sempre piùbambini e ragazzi mostrano diavere Disturbi Specifici di

Apprendimento (DSA), soprat-tutto dislessia. Non sono affettida alcuna patologia, non hannobisogno di cure mediche, sonointelligenti e creativi, peròimparano in modo diverso. InItalia la loro specificità è statariconosciuta dalla L. 170/10 eriguarda il 5% della popolazio-ne scolastica. Ancora più alta èla percentuale nei Paesi anglo-sassoni. La nostra è infatti unalingua con pochi grafemi efonemi e fra la fonologia e l'or-tografia la sovrapposizione èpressoché totale; nell'Inglese,invece, a fronte di 40 fonemi, visono 1.120 grafemi; si trattaperciò una lingua complessaper chi ha problemi con la lettu-ra. Il disturbo sembra esseredovuto ad una neurodiversità,che consente di leggere e scri-vere solo impegnando al massi-mo capacità ed energie. Poiché risulta difficile leggere inmaniera automatica, chi ha taledisturbo si stanca rapidamente,commette errori, rimane indie-tro, non impara. Occorre per-tanto che sia seguito in modoattento. Gli esperti dell'Istitutodi ortofonologia sottolineano lanecessità di un correttoapproccio terapeutico, chepreveda interventi psicologici,di ambito specialistico e didatti-co, in modo da creare un con-testo motivante e con compe-tenze diffuse. (Fonte: www.disabili.com)

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Diritto all’Istruzione

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Gita scolastica e studenti disabili

La scuola, lo diciamo sempre, è unmomento importante nel qualegettare le basi dell’integrazione.Partecipare alla vita di classe senzaesserne separati, abituarsi a condi-videre attività ludiche e formativecon i compagni con disabilità, è ilmodo più naturale di crescere conla consapevolezza che la diversitàfa parte della vita. Fanno parte diquesti momenti anche le gite scola-stiche, piccoli eventi che nel vissu-to della classe danno la possibilitàdi rafforzarne l’unione, con la con-divisione di esperienze al di fuoridell’aula scolastica. Consideratociò, va detto che talvolta succedeche proprio le gite scolastichesiano gravate di problemi di gestio-ne pratica dell’alunno disabile, talida impedirgli di prendere parte aquesto importante momento for-mativo, con il giusto disappunto digenitori che, talvolta, pur di non farperdere al figlio l’esperienza, si atti-vano per colmare le carenze dellascuola. Ma quali sono i diritti deglistudenti con disabilità, quanto alle

gite scolastiche? Cosa deve garanti-re la scuola in merito a questoimportante momento relazionaledell’alunno e di tutta la classe? E’necessario che lo studente siaaccompagnato da un famigliare?L’eventuale costo aggiuntivo per ilsuo trasporto è a carico dell’interaclasse? Su questo torna utile unapprofondimento del servizio lega-le della Ledha - Lega per i dirittidelle persone con disabilità-, cheproprio su questo mette in chiaroalcuni elementi. In primis l’appelloall'art. 3 della Costituzione Italiana edel principio di integrazione scola-stica, ribadendo il diritto degli alun-ni con disabilità a partecipare aviaggi di istruzione e visite guidate,esattamente come tutti gli altricompagni, sulla base del principiodi uguaglianza. Come fare, quindi, agarantire parità di diritti a tutti glistudenti, anche nel corso della gitascolastica? Innanzitutto partendoda una organizzazione che tengaconto delle esigenze e delle diffi-coltà dell’alunno con disabilità.Ricordiamo infatti che è la singolascuola a decidere circa le gited’istruzione, quindi sarà necessariauna seria valutazione circa il luogo

da visitare, ma anche il trasporto dautilizzarsi, il programma di visite el’accessibilità di spazi e servizi relati-vi. E’ quindi a capo dell’istituzionescolastica la messa in atto di tutti gliaccorgimenti necessari (c.d. acco-modamenti ragionevoli) a far sì chel’alunno con handicap possa parte-cipare al viaggio d’istruzione. Secosì non fosse, si entrerebbe incontrasto con l’articolo 2 dellaConvenzione Onu sui diritti dellepersone disabili, configurandosicome discriminazione.Partendo quindi dall’organizzazio-ne del viaggio, chiariamo subitoche, come ricordato dal testo diLedha, la scuola non può in alcuncaso subordinare il diritto di parte-cipazione di un alunno con disabi-lità alla presenza di un suo familiareche lo accompagni. Questo signifi-ca che la scuola non può preten-dere che ci sia un famigliare adaccompagnare l’alunno. Può essereun familiare, ma non è obbligatorio.Spetta infatti agli organi collegialidella scuola designare un accom-pagnatore qualificato che puòessere un qualunque membrodella comunità scolastica (docenti,personale ausiliario, o familiari).(Fonte: www.disabili.com)

Universitari condisabilità, 10.000in più in dieci anni

Da 4.816 a 14.171: è una vera epropria impennata, la crescita delnumero di studenti iscritti alle uni-versità italiane dal 2000/2001 al2010/2011: il dato arriva dal mini-stero dell'Istruzione, che lo ha rife-rito alcuni mesi fa, in occasione delseminario nazionale sull'inclusionescolastica. Un dato che non com-pare nelle rilevazioni ufficiale degliiscritti all'università, in cui da alcunianni la variabile disabilità non ècompresa. Sarebbero comunquein costante e forte aumento i giova-ni con disabilità che bussano alleporte egli atenei: merito soprattut-to della legge 17/1999, che impo-

ne alle università di adottare unapproccio di tipo sistematico inmateria di integrazione e supportoagli studenti disabili, garantendosussidi tecnici e didattici specifici,tutorato specializzato, un docentedelegato dal rettore per funzioni dicoordinamento, monitoraggio esupporto, trattamento individualiz-zato per il superamento degli esamiuniversitari. In base a questi criteri,secondo una classifica recente-mente stilata dal Sole 24 Ore, lemigliori università italiane per stu-denti disabili sono il Politecnico diMilano, il Politecnico di Torino el'Università di Modena e ReggioEmilia. Agli ultimi posti, tre ateneidel Sud: l'Università Parthenope el'Orientale (entrambe di Napoli) el'Università del Salento. La valuta-zione è stata fatta sulla base deidati Miur, Almalaurea, Stella e Istat.A guidare la classifica, è quindi ilPolitecnico di Milano, dove è statocostituito un gruppo di lavoro com-posto da professionisti capaci diintervenire in ogni momento delpercorso formativo, offrendo aglistudenti in situazioni di disabilitàsupporto personalizzato e servizitecnici e didattici. Nelle graduatorieannuali per l'assegnazione di allog-gi, viene inoltre riconosciuta unapriorità agli studenti con invaliditànon inferiore al 66%, i quali sonoanche esonerati dalla tassa d'iscri-zione e dai contributi universitari. Alsecondo posto, c'è il Politecnico diTorino, seguito dall'Università diModena e Reggio Emilia. Maglianera invece per le università diNapoli (Partenope e l'Orientale) edel Salento, dove i servizi di acco-glienza e tutoraggio per gli studen-ti disabili faticano a decollare.Le buone prassi e le esperienzeinnovative, tuttavia, si stanno diffon-dendo nei singoli atenei, su tutto ilterritorio nazionale.(Fonte: www.superabile.it)

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Diritto all’Istruzione

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Sostegno: quando e come richiederlo

E’ infatti sempre compito dellascuola presentare richiesta dipersonale specializzato per l’in-tegrazione degli allievi disabili,individuando le ore necessarieper ciascun allievo. In caso dinuovi iscritti o nuove certificazio-ni, dopo consenso formale daparte dei genitori, tale richiestasarà attivata quantificando le orein base alla diagnosi presentatadalla famiglia ed alle indicazionicontenute in essa. In caso diallievi già certificati in preceden-za, essa si baserà sulla documen-tazione già acquisita e, se vi èstato rinnovo, terrà conto delleindicazioni fornite dalla diagnosipiù recente. In questi ultimi casi,nella stesura di tale richiesta, gliinsegnanti forniscono indicazioniutili sulla classe di appartenenza,sulle difficoltà dell’alunno e suipercorsi di integrazione attivati,in modo da individuare le ore disostegno necessarie. Sarà poicompito del dirigente scolasticoinoltrare le diverse richieste pro-dotte per ciascun allievo agli uffi-ci scolastici di competenza.Cosa accade se diagnosi e certifi-cazione vengono prodotte inritardo, se vi sono nuovi iscritti,se cambia il numero delle classi ovi sono modifiche nella diagnosi?Dopo la fine delle lezioni, di soli-to a luglio, la scuola può even-tualmente presentare una rinno-vata richiesta di risorse all’ufficioscolastico, di integrazione delleore già assegnate complessiva-mente. Essa dev’essere motivata, indi-cando il cambiamento dei datipresentati nella prima fase. Inquesti casi, l’amministrazionevaluta le richieste sulla base delcontingente provinciale di cuidispone e assegna eventualmen-te ulteriori risorse di sostegno.Come orientarsi nel caso in cui leore di sostegno assegnate sianoinfine non sufficienti? Le normehanno nel tempo individuatodiversi parametri cui attenersi,fino all’assegnazione media di uninsegnante ogni due alunni. Oggiquesto criterio non è sempre

rispettato, soprattutto nei casi didisabilità di grado lieve o medio.La Corte Costituzionale, però,con sentenza n. 80/10 ha ritenu-to questo criterio non rispon-dente all’esercizio del diritto allostudio per gli alunni con disabili-tà di particolare rilievo e, pertan-to, ha stabilito il diritto all’asse-gnazione di ore in deroga. Negliultimi anni, pertanto, sono statenumerose le famiglie che hannoscelto di rivolgersi ai tribunali

amministrativi per ottenere oriottenere le ore di sostegno nonassegnate. I tribunali si sono intutti casi pronunciati accogliendole loro richieste e, pertanto, lediverse circolari sugli organici chesi sono susseguite, si sono ormaiadeguate a tale disposizione.Al momento, pertanto, gli allievicon grave disabilità hanno dirittoall’assegnazione di un docenteper tutte le ore del suo servizioche, ricordiamo, sono 25 nella

Scuola dell’Infanzia, 22 nellaScuola Primaria e 18 nella ScuolaSecondaria.(Fonte: www.disabili.com)

Il Fonzie di HappyDays parla di dislessia

Vi ricordate di Fonzie, la sua giac-ca di pelle nera e il suo inconfon-dibile “EHI”? Fonzie, il personag-gio della serie televisiva HappyDays, interpretato dall’attoreHenry Winkler? Il Fonzie checonoscevamo è oggi uno scritto-re, che a l Salone del Libro diTorino ha presentato al pubblicoil 15 maggio scorso la serie di libriper ragazzi da lui scritta, che haper protagonista Hank Zipzer, unragazzino dislessico. Le avventu-re di Hank Zipzer, ispirate alla vitadello stesso Winkler e da lui scrit-te insieme a Lin Oliver, racconta-no di un ragazzo disordinato econ problemi di apprendimento,ma pieno di idee creative. Nelsuo intervento, Henry Winkler, haparlato di quando lui era picco-lo: Quando ero un ragazzo aNew York nessuno sapeva checosa fosse la dislessia. A me èstato detto che ero stupido,pigro, che non sfruttavo le miepotenzialità. I miei genitori michiamavano stupido cane, chegrande sostegno! Le parole diHenry Winkler non fanno checonfermare quanto sia fonda-mentale sostenere i bambinidislessici e non, incoraggiarli. Eroimbattibile a pranzo, ha confes-sato, ma a scuola andavo malissi-mo. Per Henry Winkler scrivere ininglese era difficile, la storia eradifficile, e la matematica…diffici-lissima! Ma le difficoltà che siincontrano a scuola non hannoniente a che fare con quantograndi possiamo essere. Per rag-giungere i propri obiettivi, haricordato Winkler, sono necessa-rie la tenacia che fa arrivare pro-prio lì dove si vuole e la gratitudi-ne che non fa provare rabbiadurante il percorso. Il messaggioè arrivato forte e chiaro: bisognaaiutare i bambini dislessici, avvici-narsi a loro e capire che nonsono malati, ma sono personeche imparano diversamente.(Fonte: www.disabili.com)

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Diritto all’Istruzione

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Scuola, quiz Invalsi.Proteste contro ladiscriminazione deidisabili

L’Invalsi è l‘Istituto Nazionaleper la Valutazione del Sistemaeducativo di Istruzione e di for-mazione che, attraverso deitest scritti nelle scuole elemen-tari, medie e superiori, hal’obiettivo di monitorare il livel-lo di apprendimento degli stu-denti e la qualità formativa edidattica offerta dalle scuole. Il protocollo di somministrazio-ne è standard per tutte le scuo-le: prevede un test di italiano,uno di matematica e un que-stionario dello studente.Ogni prova va svolta in untempo massimo a seconda delgrado scolastico: 45 minutinelle scuole elementari, un’orae 15 minuti nelle medie eun’ora e mezza nelle superiori.Per gli allievi con bisogni educa-tivi speciali ci sono dei proto-colli da rispettare: possono par-tecipare alle prove ed èammesso l’uso di sistemidispensativi, purché non modi-fichino in alcun modo le condi-zioni di somministrazione persé e per gli altri alunni.Non è possibile dunque la let-tura ad alta voce né la presenzadell’insegnante di sostegno, ameno che l’alunno con gravidisabilità o con disturbi specifi-ci di apprendimento non vengaallontanato fisicamente dalresto della sua classe.

In più è prevista la segnalazionedel codice di disabilità, inmodo da considerare separata-mente la valutazione dei test enon inserirla nella statistica deirisultati del resto dei compagni.Secondo quanto cita la legge104 del 1992, che tutela l’inte-grazione sociale e i diritti dellepersone disabili, “la Repubblicane promuove la piena integra-zione nella famiglia, nella scuo-la, nella società e nel lavoro…epredispone interventi volti asuperare stati di emarginazionee di esclusione sociale dellapersona handicappata».Partendo da questo, genitori,docenti e membri del Cesp,Centro Studi per la scuola pub-blica, hanno avviato una raccol-ta firme denunciando lasospensione dei più elementaridiritti di integrazione scolastica.Secondo una docente di soste-gno, «l’istituto Invalsi vuolefotografare la realtà della scuo-la italiana, ma da questa fotoescono tanti buchi perché glioltre duecento mila alunni disa-bili non vengono considerati.È grave perché la scuola pubbli-ca punta all’inclusività, mentrecosì si rischia di discriminarlisenza esclusione di colpi”.(Fonte: www.edscuola.eu)

Tagliate le tecnologiedidattiche per nonvedenti

Gli allievi con bisogni educativispeciali hanno diritto ad ausili e

sussidi che possano favorire illoro apprendimento e la lorointegrazione. Nel caso delladisabilità visiva, però, si riscon-trano molte carenze: troppospesso i testi scolastici elettro-nici arrivano in ritardo, gli inse-gnanti di sostegno non hannouna preparazione specifica espesso non conoscono il Braille,mancano le condizioni perchégli alunni ciechi o ipovedentipossano praticare le attivitàsportive. A tali carenze siaggiungono spesso oggi quellerelative alla inaccessibilità dellenuove tecnologie, nonché lospazio sempre più esiguo che lascuola può riservare alla musica,unica forma d’arte totalmenteaccessibile ai non vedenti.Eppure, esistono oggi applica-zioni informatiche e softwaread hoc, pensati proprio peragevolare i musicisti non veden-ti, con spartiti informatizzati edotati di comandi vocali chepossono aiutare i giovani a leg-gere la musica anche se nonvedenti.Purtroppo, a scuola come inaltre agenzie educative, il rigoreimposto dalla crisi economicasta imponendo molti sacrifici edoggi numerosi centri di riferi-mento sono addirittura a rischiochiusura, a causa dei tagli deifondi governativi, come adesempio il Centro di consulenzatiflodidattico di Firenze, fre-quentato da decine di ragazziipovedenti e non vedenti. Sitratta di strutture fondamentaliper facilitare la comprensionedel bisogno, dei limiti e delle

potenzialità del bambino mino-rato della vista, per orientare laprogrammazione dell’itinerarioeducativo, sia in famiglia sia ascuola, per guidare la scelta deisussidi didattici più opportunie, più in generale, per coadiu-vare il lavoro educativo svolto acasa e a scuola. Si tratta perciòdi realtà che hanno svolto esvolgono un lavoro importanteper l’integrazione scolastica deigiovani con disabilità visiva eche rischiano significatividimensionamenti. I ciechi e gliipovedenti hanno imparato aconvivere con la loro disabilità,ma per poter condurre una vitaagevole e dignitosa hanno biso-gno di efficienza, di servizi, dicompetenze dedicate. Nonsolo, però. Occorre che anchela comunità impari a conviverecon loro. E’ stata inoltre sotto-lineata la tematica del volonta-riato in compagnia dei membridell’Unione italiana volontaripro ciechi, che hanno raccon-tato l’importanza del lororuolo, sollecitando i ragazzi amettersi in gioco, per poter aiu-tare i non vedenti, anche soloper una commissione o per unapasseggiata. E’ importante,infatti, rafforzare l’avvicinamen-to tra i giovani e la diversità,perché essa possa essere real-mente inclusa nella società.(Fonte: www.disabili.com)

Istruzione e Formazione

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Politiche sociali

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Politiche per i disabilial bivio

Le politiche per i disabili sono aun bivio e proprio su questotema si è celebrata il 15 maggioscorso la terza edizione del FandDay. La giornata nazionale dellaFederazione tra le associazioninazionali delle persone condisabilità (Fand). A Roma, inoccasione del Fand Day 2013l'Auditorium dell'Inail ha ospitatola giornata con un incontro daltitolo “Politiche per i disabili albivio”, proposte e richiestedelle Associazioni della disabilitàper scongiurare i crescenti rischidi esclusione sociale. Si è tratta-to di un incontro di proposta edi confronto per discutere le esi-genze e, anzitutto, le possibilisoluzioni, per affrontare le cre-scenti difficoltà vissute dai disa-bili in questi tempi di recessioneeconomica e crisi del Welfare.La Fand ha riunito a Roma i qua-dri centrali e periferici delle sue7 associazioni aderenti (Anmic,Anmil, Ens, Uici, Unms, Anglat eArpa), in rappresentanza deiproblemi e delle richieste dioltre 4 milioni di persone condisabilità: invalidi civili, del lavoroo per servizio; ma anche cittadi-ni affetti da cecità o sordità,oppure disabili psichici. Tantesono infatti le diverse realtà checompongono il variegatomondo della disabilità che inquesta occasione si incontra perconvergere su obiettivi comuni.Le attuali politiche sociali e sani-tarie per esempio, già sottofi-

nanziate e progressivamentetagliate dalla crisi e dalla spen-ding review, non riescono agarantire pari opportunità ediritti di cittadinanza. Lo Stato sidisimpegna ogni giorno di piùnell’assicurare assistenza, istru-zione, servizi sociali. Il rischiopertanto di smantellare il tradi-zionale Welfare state senza esse-re riusciti prima a costruire validimodelli alternativi sul territoriodiventa concreto. Così comeconcreto diviene, come conse-guenza, il rischio di ricacciare icittadini disabili e anziani nonautosufficienti verso l’esclusioneo la ghettizzazione sociale.Le Associazioni dei disabili ade-renti alla Fand, nel sollecitarel’attenzione dell’opinione pub-blica e del nuovo Governo suquesti temi fondamentali per lacoesione sociale del Paese,hanno invitato a partecipare allapropria Giornata nazionale iministri e i rappresentanti delleIstituzioni nazionali competentiin materia, nonché Parlamentarie Autorità degli Enti locali.(Fonte: www.vita.it)

UNAR: la crisi rischia diridurre le misure diinclusione

In occasione della Giornata inter-nazionale delle persone condisabilità svoltasi il dicembre scor-so, l'Unar - Ufficio nazionale anti-discriminazioni del Dipartimentoper le Pari Opportunità dellaPresidenza del Consiglio deiMinistri - ha raccolto l'appello lan-ciato dall'Onu per discutere dimisure concrete per ridurre il gapfra le buone intenzioni dei gover-ni centrali e territoriali e le prassiche purtroppo denotano, ancoraoggi, la permanenza di numerosebarriere e comportamenti discri-minatori. Marco De Giorgi, diret-tore dell'Unar, riprendendo titoli

di giornali e scavando nellamemoria fa un rapido elenco dialcuni dei casi trattati dall'Ufficionel corso del 2012: "Un alberga-tore: vostra figlia disabile devemangiare in orari diversi dagli altriperché disturba la clientela, lafamiglia fa le valigie e va via.Negato l'accesso di un disabile aVilla d'Este, capolavoro delRinascimento italiano dichiaratodall'Unesco patrimonio dell'uma-nità e, quindi, di tutti.Impossibilità per un disabile di uti-lizzare i mezzi pubblici nel fioren-tino perché gli autobus sonosprovvisti di pedana elettrica operché non funzionante. Unbambino disabile di sei anni si èvisto negare da una scuola delcasertano il sostegno scolasticoperché figlio di immigrati ghanesiirregolari". "Per non parlare poi -aggiunge - di quelli in cui si assistea discriminazioni multiple che col-piscono donne disabili o disabilirom in cui vengono denunziatedelle situazioni di gravissima mar-ginalità ed esclusione sociale". "Inun contesto di forte crisi econo-mica - prosegue l'Unar nel suoappello - c'è il rischio che alcunemisure di inclusione, prima garan-tite, anche dagli enti locali, oravengano negate a causa del tagliodei fondi. Per tali motivi, in questigiorni si sta discutendo anche inEuropa, nell'ambito della nuovaproposta di Direttiva comunitariacontro tutti i tipi di discriminazio-ne, la portata del concetto di'soluzioni ragionevoli' finalizzate agarantire l'inclusione dei disabilisecondo un serio giudizio di con-gruità e adeguatezza fra finalitàperseguite e mezzi impiegati. Maobiettivo dell'Unar- conclude DeGiorgi- è "mantenere alta la sogliadi allarme su questi problemianche in periodo di congiuntura,per fare in modo che i diritti deidisabili siano considerati dirittiumani inderogabili e non dirittifinanziariamente condizionati".

Disabilità: approvato ilProgramma di azione

La Legge 18/2009, oltre a ratifica-re la Convenzione ONU, ha previ-sto la redazione di un Programmad’azione biennale per la promo-zione dei diritti e l’integrazionedelle persone con disabilità inattuazione della legislazionenazionale e internazionale. IlProgramma di azione è stato ela-borato dall’Osservatorio naziona-le sulla condizione delle personecon disabilità, istituito dalla stessaLegge 18/2009, che lo ha definiti-vamente approvato in sedutaplenaria il 12 febbraio scorso. Iltesto approvato sarà adottatocon decreto del Presidente dellaRepubblica, su proposta delMinistro del Lavoro e dellePolitiche sociali, sentita laConferenza unificata, che si espri-me entro trenta giorni, e previadeliberazione del Consiglio deiMinistri. “Si tratta di un atto che,per la sua ampiezza e profondità,è particolarmente importante perle persone con disabilità e le lorofamiglie. – commenta PietroBarbieri, presidente dellaFederazione Italiana per ilSuperamento dell’Handicap – Èun documento attorno al quale viè stato un confronto ‘storico’ fradiverse esperienze, professionali-tà, associazioni, enti.” Non appe-na la situazione politica e istitu-zionale avrà assunto contornimaggiormente definiti, la FISHpresenterà come istanza priorita-ria l’attuazione del Programma diazione. (Fonte: www.fishonlus.it)

Protezione Sociale

In memoriadi una persona

specialePETTAZZONI

ELISA

Politiche sociali

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I centri diurni:politiche di inclusioneo discriminazione?

I centri diurni per handicappatinascono attorno alla fine deglianni Sessanta inizio degli anniSettanta: non solo l’istituzionaliz-za zione in termini di ricovero, mail sistema stesso di servizi specia-lizzati per l’handicap consolida-tosi nel decennio precedente(scuole speciali, laboratori pro-tetti, centri riabilitativi, ecc.) vienemesso in discussione e violente-mente attaccato.Parallelo e sepa-rato rispetto al circuito per la“normalità”, tale sistema di serviziviene contestato in nome di unaconcezione della riabilitazioneche non punta più sul versanteigienicosanitario, ma su quellosociale: quello che conta è lasocializzazione che ha comemezzo principale, e come fine,l’inserimento nei luoghi e nelleistituzioni della vita quotidiana,luoghi e istituzioni che devonocambiare sotto il profilo dellestrutture come della cultura peradattarsi e accogliere chi fino aquel momento era stato esclusoin quanto ritenuto e vissuto come“diverso”. Inizialmente tali centrihanno faticato a trovare unnome: centro gravi, centro diur-no, centro medico sociale, cen-tro socioriabilitativo e tante altreetichette che definivano organiz-zazioni e progetti diversi, ma checon il tempo hanno assunto, purnella originalità di ciascuno, alcu-ni punti di continuità.Attualmente i centri diurni sonostrutture territoriali non residen-ziali previste per ospitare in orediurne soggetti handicappatimedio-gravi in età post-scolare,allorché si ritiene superata la faseevolutiva, che presentino condi-zioni di non autosufficienza epertanto abbiano bisogno di

continua assistenza e per i qualinon sia stato possibile l'inseri-mento al lavoro "normale" o "pro-tetto"; nei centri diurni sono,quindi, ammessi i soggetti condisabilità tali da comportare unanotevole compromissione del-l'autonomia delle funzioni ele-mentari, e per i quali siano statiesperiti tutti gli interventi di tiporiabilitativosanitario e psico-sociale atti a garantire un realeinserimento in strutture rivolte allageneralità delle persone. In essesi cerca di assicurare il prosegui-mento dell'iter socio- riabilitativo,attraverso un insieme organico diattività evitando l'istituzionalizza-zione del soggetto handicappa-to. Il centro diurno è strutturatocome una comunità di vita nellaquale ognuno trova i sostegnimateriali, relazionali ed affettiviper una vita “autonoma”, l’obiet-tivo principale è la crescita deisoggetti nella prospet tiva di unaprogressiva e costante socializza-zione per sviluppare, pur nellaconsapevolezza dei limiti oggetti-vi, le capacità residue e di opera-re al massimo per il mantenimen-to dei livelli acquisiti. E’ una strut-tura intermedia , affinché nondiventi meta definitiva per chi vientra; aperta, affinché tutta la vitanon si esaurisca all’interno, ma siricerchino le forme possibili diesperienze e di collegamentoesterni; è, infine, una struttura diappoggio alla vita familiare parti-colarmente necessaria per con-sentire di mantenere al propriointerno la persona handicappata.Tali strutture devono essere dota-te di diverse figure professionalistabili: educatori, assistenti domi-ciliari e dei servizi tutelari, infer-mieri, medici, che concorrono,nell’ambito delle proprie compe-tenze, a soddisfare i bisogni nellaloro globalità, avendo comemomento unificante delle lorospecifiche prestazioni il progettomirato e personalizzato. Per esi-

genze diagnostiche e riabilitativepossono avvalersi di altri servizidel territorio. Le prestazionisocio- educative- assistenzialisono assicurate dagli educatori iquali, nel rispetto del principiodell’individualizzazione del pro-cesso educativo, orientano i lorointerventi a raggiungere un piùadeguato rappor to della perso-na handicappata con se stessa,con gli altri e con l’ambiente, e adacquisire, per quanto ad ognunoè possibile, compor tamenti efunzioni indispensabili per la vitadi tutti i giorni. L’azione educativadeve coinvolgere anche il nucleofamiliare per renderlo comparte-cipe del progetto e parte attivanel realizzarlo. Si possono indivi-duare più aree in cui inserire unaserie di attività diversificate, tali dasoddisfare i principali bisogni deisoggetti che frequentano i centri:- attività educative rivolte al man-

tenimento e allo sviluppo dellecapacità residue e potenzialidell’utente nell’autonomia per-sonale;

- attività educative con significatoprevalentemente psicomotorio;

- attività educative e di socializza-zione;

- attività educative con significatoprevalentemente

occupazionale;- attività mirate al mantenimento

del livello culturale raggiunto;- attività sanitarie.Per garantire prestazioni adegua-te e un soddisfacente rapportotra soggetti ed operatori, il nume-ro degli utenti non dovrebbesuperare le 20 unità. Così come siè visto per l’assistenza domicilia-re, anche il centro diurno hacome fine principale quello dimantenere il soggetto handicap-pato nel suo contesto socio-ambientale.(Fonte: www.conosciamocimeglio.it)

Ict: intesa Asphi-Confindustria Digitaleper inclusionedigitale disabili

Promuovere l'integrazione nellavoro, nella scuola e nella socie-ta' delle persone svantaggiateattraverso l'uso delle tecnologiedigitali. E' questo lo scopo dellacollaborazione avviata oggi con lasigla di un protocollo d'intesa fraConfindustria Digitale, la federa-zione che in Italia rappresenta leimprese Ict, e la FondazioneAsphi onlus, impegnata da temposui temi della disabilita' e delletecnologie Ict per favorire auto-nomia e partecipazione di perso-ne con disabilita' e anziani. Conquesta azione si intende facilitareiniziative tra le imprese associatea Confindustria Digitale ed Asphiper qualificare sempre meglio ser-vizi e prodotti in modo che sianoaccessibili e fruibili anche a una'utenza fragile', come disabili edanziani. Regole applicabili, spie-gano Confindustria Digitale eFondazione Asphi, applicabili inambito e-government, accessibili-ta' ai siti della Pa e agli open data;per valorizzare le capacita' lavo-rative delle persone disabili attra-verso l'uso di tecnologie Ict epromuovere la creazione di nuoviambienti di apprendimentoaccessibili con didattiche inclusi-ve; per identificare soluzioni eausili digitali nell'ambito di pro-getti di Smart Communities eSmart Cities. (Fonte: adnKronos -21/05/2013)

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Politiche sociali

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Politiche di assistenzadei disabili

La parola assistenza viene spes-so collegata solo alle prestazio-ni economiche ma non è così.Per assistenza s’intende unarete di interventi che, utilizzatianche in modo integrato traloro, siano di suppor to adun’azione di integrazione socia-le per quei cittadini che, acausa delle loro condizioni psi-cofisiche, si trovino in situazionidi svantaggio. Con il termineassistenza sociale ci si riferisce,quindi, all’insieme delle attivitàe dei servizi volti a prevenire oridurre situazioni di bisognoconnesse all’età, a stati di svan-taggio fisico e psichico o adaltre condizioni di emarginazio-ne. Un’adeguata rete territorialedi servizi sociali è una condizio-ne necessaria per realizzareun’effettiva integrazione dellepersone handicappate nel quo-tidiano ambiente di vita.L’assistenza sociale in favore deidisabili comprende, quindi,interventi integrativi e sostitutivial nucleo familiare (assistenzadomiciliare, affido, struttureresidenziali), interventi per faci-litare la vita di relazione (servizidi accompagnamento in sediinformative, trasporto scolasti-co, frequenza di centri sociali eeducativi, ecc.), interventi perparticolari situazioni di disagioeconomico e sociale (contribu-ti economici vari, assegnazionealloggi, ecc.). L’atteggiamento

dell’Amministrazione Pubblica,del mondo politico e dellasocietà in generale è ancorasostanzialmente passivo rispet-to alla realtà dell’handicap cheinvece si evolve, si modifica, sitrasforma. Mentre si discute diprevenzione, di diagnosi preco-ce, di recupero, di inserimento,mentre si mettono a fuoco, insostanza, i problemi assistenzia-li del bambino e dell’adolescen-te con handicap, il tetto dell’etàmedia di un’ampia fascia di que-sti soggetti va progressivamentealzandosi, grazie anche allesempre maggiori conoscenze incampo medico e riabilitativo.In una cultura contadina e in unsistema di famiglie patriarcali,c’era la possibilità di una gestio-ne “privata” del congiunto han-dicappato adulto; il passaggioad una civiltà industriale epostindustriale, alla famigliamononucleare hanno reso que-sta pratica impossibile, ocomunque difficile, imponendoper questi casi soluzioni “socia-li”.Se in passato, per molti giovanidisabili giunti all’età adulta, lascelta dell’istituzione chiusa, delmanicomio, della clinica specia-lizzata era stata praticamenteobbligata, oggi la battaglia perla deistituzionalizzazione dà isuoi frutti, anche se crea inevi-tabilmente dei problemi diversi.La pianificazione dell'interven-to, la conoscenza approfonditadella realtà e dei soggetti suiquali si va ad incidere, sono ele-menti fondamentali di un

approccio esemplare al proble-ma che soprattutto i responsa-bili del Servizio SanitarioNazionale dovrebbero adottarecome schema di riferimento peruna politica corretta in tema dihandicap. L'intervento persona-lizzato precoce, il tentativo direalizzare un percorso educati-vo finalizzato al raggiungimentodi una ragionevole autonomia,sono delle linee di tendenzavalide in assoluto, e propedeu-tiche, in ogni caso, alla pro-grammazione e alla gestionedella vita nell’età adulta. La svol-ta nella politica dell'handicappuò venire solo dalla formazio-ne, dall'educazione, dall'infor-mazione dell'opinione pubbli-ca, da una strategia corretta emirata che non può cadere dal-l'alto, improvvisamente, madeve venire per gradi, con unprocesso di maturazione dalbasso. (Fonte: www.conoscia-mocimeglio.it)

Disabilità e Lavoroin Italia

Il tema dell’integrazione lavora-tiva delle persone disabili rap-presenta al riguardo un casoverosimilmente paradigmatico.Se infatti da un lato l’inserimen-to lavorativo nel mercato aper-to è stato sinora visto come unapriorità e uno degli strumentiessenziali per l’inclusione socia-le delle persone disabili, sia alivello di singoli paesi che diorganizzazioni sovranazionali(Unione europea, OECD, ILOecc.), dall’altro l’evoluzionedelle dinamiche produttive,sotto la spinta della globalizza-zione, ha favorito progressiva-mente l’emergere di una diffusaconsapevolezza circa i rischi ele difficoltà insiti nell’identifica-zione di questa stessa integra-zione lavorativa con il modelloclassico del lavoro fisso fulltime, tipico del breadwinnermaschio (e magari bianco, spo-sato ecc.), spina dorsale pro-duttiva della società industriale,almeno fino agli anni Sessanta(Abberley, 1999). Avendo

come obiettivo un modelloesclusivo di integrazione lavora-tiva standard, si finisce con ilricadere nel paradosso dell’im-pacchettamento: una definizio-ne ideologica, non tematizzata,di ciò che è o non è disabilitànon può che aggravare ladimensione della segregazionee quindi dell’esclusione che sivuole combattere. Come si è giàavuto modo di argomentare(Checcucci, 2006), quelle che ilmodello sociale definisce bar-riere disabilitanti finisconoanche in questo caso per inte-ragire con la valutazione che lasingola persona compie circal’ammontare delle proprie risor-se, considerate sia in termini dicapitale individuale (istruzione,condizioni di salute ecc.), sia dicapitale sociale disponibile(familiare ed extrafamiliare). Sel’investimento giudicato neces-sario per raggiungere un livelloper definizione irraggiungibiledi prestazione lavorativa stan-dard verrà giudicato dal sogget-to eccessivo, egli tenderà adautoescludersi, al fine di evitarepiù elevati livelli di frustrazione,in caso di fallimento. Il risultato,quello che Boudon chiamaeffetto di amplificazione, sarà lasegregazione delle personeinteressate (Boudon, 1980, pp.100-108). Sul versante delleorganizzazioni produttive, con-siderato l’investimento aggiunti-vo richiesto dall’inserimento diun lavoratore disabile, sembraragionevole aspettarsi che ildatore di lavoro, pubblico oprivato che sia a parità di altrecondizioni, tenda a preferirecandidati che non lascino intra-vedere gli stessi livelli di rischioe rigidità nell’ambito delle rela-zioni organizzative (Checcucci,2006). (Fonte: www.isfol.it)

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Politiche sociali

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Disabilità: la chiamanoinclusione, praticanodiscriminazione

Nel corso dei giorni ho volutovedere con i miei occhi alcunerealtà legate alle “opportunità”offerte li adolescenti e degliadulti con grave handicap. E’stata una pugnalata inflitta nelmezzo della mia fronte.Ho pensato che qui le cose sonodue: o sono matta io o sonomatti loro. Provo a spiegarequello che ho visto, cosa hopensato, chiedendo più che maiun confronto aperto.1. Centri diurni che svolgonoprogetti e attività che devonofavorire l’inserimento, l’inclusio-ne e la crescita di persone incondizione di handicap.Bene. Decido di capire meglio.Esco di casa al mattino e ne giroalcuni. Non ho trovato niente diinclusivo e nessuna opportunitàse non quella (per certi aspettimeritevole considerato che paresia l’unica o quasi) di baby par-king per persone adulte. Nonvoglio sparare a zero sulla buonavolontà e sull’impegno di risorsedei singoli. Però qualcuno mideve spiegare come si può favo-rire qualsiasi obiettivo di inclu-sione tenendo le persone chiusea fare cose tra di loro. Ho prova-to a riflettere sulla parola inclu-sione. Se non sbaglio, si dovreb-be invece prevedere un gruppoA e un gruppo B che vengono incontatto tra di loro costruendoqualcosa di omogeneo. Ma se ilgruppo A sta a ponente e quel-lo B a levante come si fa?

Le azioni, i progetti. Accomunano sempre per largaparte l’handicap su gambe.Quello su ruote è sempre o quasitroppo difficile se manca l’auto-spinta. E questa cosa mi fa arrab-biare tantissimo. I progetti sonosempre gli stessi: si dipinge, siguardano video di vario tipo, sista in compagnia (?). Nei casi piùfortunati si balla e si cucina. Siamodavvero avanti! Sono rimastadisarmata. Ampi spazi, giardini,disegni alle pareti come quellidella scuola per l’infanzia, mal’obiettivo mi è parso non sololontano, bensì molte volte assen-te. A discapito di realtà fortunata-mente diverse e decisamente piùvive e concrete, altri aspetti mihanno buttato giù.2) La relazione con l’esterno èpraticamente nulla.Sempre diversificando con i rariesempi di cooperative che hannoun risvolto concreto verso l’ester-no e realmente contribuisconoad un inserimento, l’handicapgrave trova ancora tutti imprepa-rati. Allora voglio dirlo aperta-mente e provocare: che si può farfare a uno con ritardo cognitivograve che non può muoversi?Nessuno lo sa. Chi lo sa rinunciaperché costa di più in terminieconomici e professionali. E io miarrabbio ancora di più. Esistonotecnologie di avanguardia cheaiutano sul serio, ma è moltomeno impegnativo prendere letempere e far dipingere. Lo fannoi disabili, chi mai si permetterà didire che quel lavoro fa pena? E ionon ci sto un’altra volta. A menoche qualcuno non mi spieghi per-ché i disabili devono essere tuttibuoni, tutti pittori, tutti amantidella musica.3) Arrabbiata per la discrimina-zione: possibile che non si rie-sce a prevedere un vero approc-cio alla persona e a capirne ipunti di forza?Assegnare a questa un vero assi-

stente specializzato che la inclu-da, nei contesti che la personarichiede di frequentare o mostradi frequentare al meglio? Mainsomma, siccome i miei occhivedono senza capire io mi fermoalla carrozzina spinta da qualcu-no e alle competenze diversedalle mie. Poi sentenzio: siccomeio come tutti faccio così e lui no,lui è diverso quindi va a dipinge-re/ascoltare/passare tempo in uncentro. Centro ? centro di che ?4)Il desiderio: se le famiglieavessero l’assegno di cura avreb-bero un portone spalancato alleopportunità. E nessuno più di noi ha voglia ecapacità di individuare le vereopportunità, che sono bendistinte dai parcheggi. Se la pro-fessionalità non fosse acquisitaper caso ma scelta a montesarebbe più facile accedere aiservizi delle tecnologie. Se imezzi pubblici, le strade, gli ufficifossero accessibili non sulla cartae in foto ma sul serio, tuttipotremmo girare di più. Aveteidea di quanti montascale stannoli per scena? Vi siete mai chiestiperché barriera equivale semprea orrore ? Fior fiore di architetti enon si riesce ad avere uno scivo-lo decente!5)La speranza: includere ilmondo c.d. normodotato inquello della disabilità e non piùil contrario.6) La certezza: a mio giudizionon è rimasto che rovesciare ilparametro di riconoscimentosociale.Post polemico e arrabbiato. Ma èuna presa in giro dire inclusione efare discriminazione. Non voglioche questa sia l’unica opportuni-tà. E non credo di essere l’unica .(Fonte: Blog di Fabiana Gianni,attivista per i diritti dei disabili:www.ilfattoquotidiano.it/blog/fgianni/)

Per una disabilitàsostenibile

Per lungo tempo la disabilità èstata considerata una caratteristica“anomala” dell’individuo, legata amenomazioni fisiche e/o mentali.Per tale motivo le persone condisabilità sono state a lungo esclu-se dai processi del modello di svi-luppo socio-economico basato sucriteri di “normalità”. A partiredalle prime riflessioni sociologichedegli anni 60 e grazie alle spinteinnovative dei movimenti organiz-zati delle persone disabili il rap-porto fra società e disabilità hasubìto una rimodulazione progres-siva. Si è passati dal concetto dihandicap come svantaggio dell’in-dividuo ad un approccio alla disa-bilità di tipo bio-psico-sociale, checonsente di valutare la funzionalitàdella persona, demandando agliStati il compito di valorizzare lecapacità dell’individuo, promuo-vendone l’autonomia in ognicampo della vita sociale. Sottoquesta prospettiva l’esperienzaitaliana rappresenta un’eccellenzasolo in pochi campi. L’Italia rimaneagli ultimi posti tra i Paesi europeiper risorse destinate alla tutela eall’inclusione sociale delle personecon disabilità. Si spendono 438euro pro-capite annui contro i531 della media europea, benlontani dai 754 del Regno Unito. Aldi là del dato economico puro, lostato delle condizioni di vita dellepersone con disabilità nel nostroPaese è dato dai livelli occupazio-nali, dall’accessibilità a tutti gliambienti di vita e dalla fruibilità deiservizi che, come mostrano leindagini esistenti, non sono anco-ra adeguati alle direttive europee.(Fonte: www.ais-sociologia.it)

Protezione Sociale

Diritto alla salute

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Diritto alla salute per idisabili, un percorso aostacoli

In un sistema in crisi, e spessosotto attacco, il diritto alla salutedelle persone con disabilità èparticolarmente a rischio, viep-più nelle situazioni ad elevatocarico assistenziale, di malattierare o di particolari necessità far-macologiche, terapeutiche odiagnostiche. Obiettivi: introdur-re e garantire nel SistemaSanitario Nazionale elementi diparticolare tutela per i Cittadinicon maggiori o peculiari necessi-tà sanitarie; garantire il diritto discelta e il coinvolgimento in par-ticolare nei processiabilitativi/riabilitativi. Interventi:- è necessario ripensare il siste-ma riabilitativo seguendo le indi-cazioni dell’articolo 26 dellaConvenzione Onu sui diritti dellepersone con disabilità, in parti-colare offrendo spazi di innova-zione rispetto alla medicalizza-zione del percorso riabilitativoed a un modello centrato quasiesclusivamente su attività fisiote-rapiche. Il modello è quello delcoinvolgimento attivo (empo-werment) della persona e delraggiungimento della massimaautodeterminazione possibile;- il tema riguardante gli ausili nonpuò e non deve sfuggire al per-corso di riabilitazione di cuideve divenire parte integrante.Per quanto riguarda il sistemaerogativo, il Sistema SanitarioNazionale deve recuperare lasua funzione di orientamentodella spesa proprio attraverso lafunzione di valutazione chedeve essere ricollocata nell’am-bito del percorso riabilitativo eabilitativo;- va garantito un aggiornamentoin campo tecnologico costantenel tempo che non sia vincolato

all’approvazione dei Lea, ma adun aggiornamento di un reperto-rio nazionale che a singolo codi-ce faccia corrispondere un pro-dotto con marca e modello, edovviamente l’indicazione delcosto;- va rimodulata, in specie per lepersone con patologie cronichee comunque invalidanti, la distri-buzione delle terapie farmacolo-giche che assicuri, su progettoterapeutico individuale, anche lacontinuità della cura. L’adozionedella Distribuzione Diretta eDistribuzione Per Conto dei far-maci, oltre a determinare unagaranzia verso fenomeni d’irre-peribilità variamente generati,determinerebbe un notevolerisparmio sui costi della distribu-zione;- è necessario affrontare urgen-temente i temi ritenuti prioritariper la generalità delle malattierare, allargando il ristrettissimoelenco degli attuali beneficiari, ecioè il diritto di tutti i malati rarialla cura, generalizzato sul terri-torio nazionale (dalla diagnosialla riabilitazione); la semplifica-zione delle procedure e la com-petenza specifica di coloro cheeffettuano l’accertamento del-l’invalidità; la presa in carico inte-grata e la continuità dell’assisten-za; il rafforzamento della reteterritoriale che deve avere pernodi centri veramente specializ-zati e sul territorio altri presidi instretto collegamento; l’imple-mentazione l’estensione dellebiobanche; la formazione deimedici di medicina generale edei pediatri; il diritto del malatoo di chi lo rappresenta a cono-scere nel più breve tempo possi-bile la diagnosi sintomatica edanche eziologica, ricorrendo agliesami di biochimica e di biologiamolecolare che oggi sono sem-pre più precisi ed economici;- sul modello delle Linee Guidan. 21 sull’Autismo emanatedall’Istituto Superiore di Sanità erese applicative dall’accordodella Conferenza Unificata del 22novembre 2012, è necessarial’emanazione di Linee Guida perambiti di patologia affinchè ven-gano garantiti trattamenti sanitari

appropriati. (Fonte: www.fishonlus.it)

L’onoterapia, unapet-therapy peraiutare i disabili

All’interno delle pet-therapy sista sviluppando sempre piùl’onoterapia. Le caratteristicheproprie dell’asino, quali la docili-tà, l’intelligenza, la pazienza,l’empatia, la morbidezza e la len-tezza di movimento, consento-no infatti di entrare facilmente incomunicazione con il paziente,attraverso attività spontanee eludiche, ma anche strutturate edattive, con il supporto di un ope-ratore. La comunicazione nonverbale diventa il canale cherende possibile l’espressione piùintima di sé. Quella con gli asini èun tipo di pet therapy già benstrutturata in Inghilterra, Francia,Spagna, Stati Uniti e Svizzera maancora poco diffusa in Italia. Nelnostro Paese, infatti, non esisteuna normativa omogenea cheregolamenti le varie forme diterapia assistita con gli animali.Una Commissione ministeriale staperò studiando una legge chepotrebbe essere approvataentro la fine dell’anno.L’ONOTERAPIA IN ITALIA – InVeneto esiste una delibera digiunta del 2007 ed è in discus-sione una vera e propria leggesulle pet-therapy. A Polverara(PD), esiste l’unico Centro speri-mentale di formazione e ricerca

sulle attività e terapie assistitecon gli asini in Italia: La città degliasini, collegata al Centro di refe-renza nazionale per gli interven-ti assistiti dagli animali (pet thera-py). Si tratta di un’oasi di verdedove un’equipe multidisciplinarepratica l’onoterapia. Gli asinivengono formati per il loro lavo-ro di terapia, che si basa sullaloro capacità di entrare in rela-zione con pazienti dalle proble-matiche diversificate: personecon disturbi del comportamen-to, dell’attenzione, dell’appren-dimento e del linguaggio, maanche autistici, persone condisturbi dell’alimentazione otrattati con cure palliative. E’inoltre in preparazione un pro-getto di ricerca sulla Sindromeda deficit di attenzione e iperat-tività (ADHD).L’onoterapia è una pet-therapyrivolta ad a un’utenza eteroge-nea; è infatti adatta nei casi didisturbi della personalità maanche ai cardiopatici ed ipertesi,ai disabili motori, audiolesi o nonvedenti, alle persone con pro-blemi di ansia, stress o con disar-monia emotiva. E’ una prassi dif-fusa per la cura del disagio nel-l'infanzia e i risultati sono a voltestupefacenti. Ci auguriamo per-ciò che questa buona prassipossa trovare sempre più diffu-sione anche nel nostro Paese.(Fonte: www.disabili.com)

Salute

Diritto alla salute

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Disabilità: una Cartaper abbatterele barriere sanitarie

In Italia le persone disabili vannoin ospedale il doppio delle volterispetto a quelle senza disabilità,ma i nosocomi italiani, tranne ini-ziative isolate, non prevedonopercorsi di cura personalizzati.Secondo i più recenti dati Istat, il24,2% delle persone disabilieffettuano almeno un esame dia-gnostico contro l'11,3% dei nondisabili. E il 46% ha fatto una visi-ta specialistica a fronte del 23%dei non disabili. La mancanza dipercorsi di cura ad hoc rende piùdifficile diagnosticare le malattie,con gravi conseguenze sulla salu-te e sulla qualità della vita di que-ste persone che in Italia rappre-sentano il 4,8% della popolazio-ne (cioè sono circa 2 milioni e600 mila).Per riconoscere alle persone condisabilità il pieno diritto alle cureospedaliere e rendere le struttu-re sanitarie adeguate alle loroesigenze fisiche, psicologiche esensoriali nasce la prima Carta deidiritti delle persone con disabili-tà in ospedale, realizzata dallaCooperativa sociale Spes ContraSpem e adottata per la primavolta in Italia dal PoliclinicoGemelli dell'Università Cattolicadi Roma, dove è stata presentatail 7 marzo scorso.«Questo progetto, che nasce dalcaso concreto di una persona anoi cara, intende spingersi dalparticolare all’universale - spiegaLuigi Vittorio Berliri, presidente diSpes contra Spem - cioè hacome obiettivo ultimo aiutare ilsistema sanitario nazionale a for-nire le giuste e concrete risposteper tutte le persone con disabili-tà. Auspichiamo che questa Cartavenga adottata da tutti gli ospe-dali italiani perché ogni strutturasanitaria deve essere in grado dipredisporre misure e percorsiche siano a misura di disabili».Il documento è stato sottoscrittoda numerose associazioni nazio-nali attive nel settore della disabi-lità (Fish, Duchenne parent pro-

ject, Sibilings, ABC-Bambini cere-brolesi, Fantasia, Associazionepersone Down e Disabili visivi)che hanno aderito all'iniziativa eha ottenuto il patrocinio delministero della Salute e dellaRegione Lazio.La Carta è suddivisa in 14 articoli(dedicati all’accesso in ospedale,agli standard delle cure, alla sicu-rezza e ai diritti come utenti deiservizi) e affronta la problematicadel diritto alle cure con la consa-pevolezza dei maggiori bisogni dimediazione, empatia, privacydelle persone con disabilità.Distingue tra i concetti di disabili-tà e malattia, guarda alla necessi-tà della formazione del persona-le medico e infermieristico e alleesigenze dei disabili rispetto aimacchinari da utilizzare nella dia-gnostica. Si basa sugli stessi dirittiformulati nella Carta europea deidiritti del malato per sottolineareche non esistono diritti specialiper le persone con disabilità, mache le loro limitazioni hannobisogno di strumenti e percorsiadeguati per essere rimosse.«Nello spirito della convenzioneOnu - chiosa Nicola Panocchia,medico del Policlinico Gemelli -la carta non propone nuovi dirit-ti o diritti speciali per le personecon disabilità. Propone il ricono-scimento di un diritto, quello allasalute, che è un diritto di tutti icittadini ma che, nei fatti, spessoè difficile da esigere per le perso-ne con disabilità. Un diritto chedeve essere garantito, per unprincipio di giustizia, in tutte le

Regioni italiane. Un ospedale amisura di disabile è un ospedalea misura di tutti».(Fonte: www.healthdesk.it)

Diritto alla salute deidisabili: una Carta

La cooperativa sociale "Spescontra spem" ha redatto unaCarta per i diritti dei disabili inospedale. Il Policlinico Gemellidi Roma è stato il primo in Italiaad adottarla.Da un'esperienza vissuta, dauna storia particolare è nato lostimolo per una riflessione dicarattere universale. Da un casodi malasanità, o meglio di Sanitàche non riesce a tenere in con-siderazione le necessità parti-colari di un malato, viene l'im-pegno in favore del riconosci-mento di un diritto, quello allasalute, che deve essere garanti-to a tutti per un principio di giu-stizia, come sancito dallaCostituzione italiana. 2 milioni e600 mila persone. Il 4,8 percento della popolazione. Sonogli italiani con disabilità che,secondo l'Istat, vivono in fami-glia. 190 mila sono invece lepersone ricoverate in istituto.Quasi la metà di loro ha più di80 anni, ma i nosocomi italianinon prevedono percorsi di curapersonalizzati, nonostante lepersone disabili si rechino inospedale il doppio delle voltedelle persone senza disabilità.Eppure un ospedale a misura di

disabile sarebbe un ospedaleaperto a tutti, capace di soddi-sfare le esigenze particolari diogni paziente. Sono questi ipresupposti che hanno guidatola cooperativa sociale "Spescontra spem" nella redazione diuna Carta per i diritti dei disabi-li in ospedale, che per la primavolta è stata adottata in Italiadal Policlinico universitarioGemelli di Roma. ( F o n t e :www.famigliacristiana.it)

Diritto alla salutenon garantito

Diritto alla salute non rispettato(per l'89 per cento degli intervi-stati); mancanza di una liberascelta per i presidi medici e gliausili (70 per cento) e delrispetto dei Livelli essenziali diassistenza (57 per cento). Èquesta la percezione che i citta-dini romani hanno dei diritti deimalati e delle persone disabilisecondo un'indagine realizzata,su un campione di 2368 utentidi ospedali e Asl (1853 personehanno risposto direttamente e515 anonimamente on line)dall'Osservatorio permanentesulla sicurezza (Onps). Dieci intutto i quesiti somministrati allepersone al di fuori dei grandiospedali romani (dalSant'Andrea al policlinicoUmberto I fino a Tor Vergata etc)e delle principali Asl. "I risultatidella nostra indagine sono deltutto negativi - spiega la presi-dente di Onps Claudia CorinnaBenedetti. Abbiamo verificatoche il diritto alla salute non èrispettato, così come il dirittoagli ausili e alle protesi. Questoè senza dubbio docìvuto ai taglial sistema sanitario che stannocreando diversi problemi allepersone". Tra gli altri risultatidell'indagine emerge che il 76per cento degli intervistati noncrede che il Servizio sanitarionazionale sia garante del dirittoalla salute, neanche nei con-fronti delle persone con disabi-lità (90 per cento).(Fonte: www.superabile.it)

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Tutti Pazzi per la 181

Una proposta di legge di iniziati-va popolare per valorizzare lapartecipazione attiva di utenti,familiari, operatori e cittadini neiservizi di salute mentale e pergarantire buone cure in tuttaItalia. E' la "legge 181" presentataufficialmente oggi a Roma. A scri-vere il testo è stata l'associazione"Le parole ritrovate", che è pron-ta a raccogliere le 50.000 firmenecessarie in tutta Italia con ilmotto "Tutti pazzi per la 181".Perché sarebbe necessaria, oggi,una legge 181 lo spiega RenzoDe Stefani, referente nazionaledell'associazione e direttoreDipartimento di salute mentaledi Trento: "A 35 anni di distanzadalla legge 180 si può dire che inalcune zone d'Italia molto èstato fatto per garantire curedignitose a chi soffre di malattiementali -. Questo, però, non èavvenuto dappertutto, proprioper l'assenza di direttive precisea livello nazionale. La 180 haportato alla grande conquistadella chiusura dei manicomi, maè rimasta incompiuta proprioperché non era nata per indica-re le cose da fare nel quotidiano

della salute mentale e non èstata seguita da atti che andasse-ro in questa direzione. Ecco per-ché oggi arriva questa propostadi legge 181, con l'obiettivo didare gambe alla 180 e, quindi,andare verso una buona salutementale in tutta Italia". Il testodella legge è "originale e fuoridagli schemi". Un concentrato di"buone pratiche ed esperienzeconcrete virtuose - prosegue DeStefani - che vengono messe adisposizione della salute menta-le italiana affinché da Bolzano aPalermo tutti i pazienti dei Servizipossano avere cure uguali edignitose". I pilastri sono "parole-chiave come fiducia e speranza",ma "soprattutto si sottolinea lanecessità di rendere i servizi disalute mentale luoghi "accoglien-ti e colorati". E basterebbe pocoper renderli tali: poltroncinecolorate, quadri alle pareti, fotoe disegni. Queste cose li rende-rebbero posti migliori nei qualitutti possano sentirsi meglio"dice De Stefani. "Un aspettoinnovativo introdotto dalla leggesono gli Ufe, ovvero Utenti fami-liari esperti. Si parte dal presup-posto che, oltre al sapere deglioperatori, sia indispensabile il

sapere esperienziale di utenti efamiliari, che possono mettere alservizio degli altri le loro espe-rienze vissute in prima persona.Insomma, si parla di luoghi acco-glienti e caldi, utenti e familiari alcentro, apertura alla cittadinan-za, reinserimento nella societàattraverso il lavoro, indipenden-za nell'abitare. Concetti che pos-sono sembrare astratti ed utopi-ci, ma che in diverse zone d'Italiasono diventati realtà grazie allaperseveranza e alla concretezzadi operatori, familiari e semplicicittadini. Un vero e propriomodello che si traduce in unaparola: fareassieme".(Fonte: www.superabile.it)

Una proteina la causadella sindrome didown?

Ad appena una decina di giornidalla Giornata Mondiale sullaSindrome di Down, dagli StatiUniti arriva una notizia chepotrebbe cambiare completa-mente le conoscenze quantoalla Trisomia 21. Un team di ricer-catori del Sanford-BurnhamMedical Research Institute sareb-

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be giunto a una scoperta ingrado di dirci come il cromosoma21 incida nell’alterazione dellosviluppo cerebrale dei soggettoaffetti da Sindrome di Down.Stando a i risultati della ricercaUsa, pubblicata nella rivista scien-tifica Nature Medicine, responsa-bile dei ritardi cognitivi e deidifetti comportamentali sarebbela proteina chiamata “nexin 27”,o SNX27. O meglio, la sua scarsapresenza, riscontrata nelle perso-ne con la Sindrome di Down. Ilcromosoma 21 fungerebbe quin-di da inibitore alla produzione diquesta proteina, causando inquesto modo un danno alle fun-zionalità dell’apparato cerebrale.I risultati delle sperimentazioni,realizzate sugli animali, hannodimostrato che ripristinando neitopi con Trisomia 21 (difettodella Sindrome di Down) la pro-duzione della proteina SNX27, siregistrava un miglioramento nonsolo sul piano cognitivo che inquello comportamentale.Risultato che ha dunque indotto imedici statunitensi a ritenereche, almeno in parte, la scarsapresenza di questa proteinapossa costituire causa dei difettidi sviluppo. E’ ovviamente pre-maturo parlare di scoperta dellacausa della Sindrome di Down,ma forse una stradaimportante,dal punto di vistascientifico, si è tracciata. E se suquesto versante i passi sonoimportanti ma lenti, vale la penadi sottolineare come su quellodella percezione sociale dellepersone affette da Sindrome diDown qualche bel segnale arrivi. (Fonte: www.disabili.com)

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Realtà virtuale per lariabilitazione

La realtà virtuale a servizio dellariabilitazione. Sembra fantascien-za, ma lo è solo in apparenza.Perché in un futuro non troppolontano anche una persona conridotta o nessuna capacità moto-ria potrebbe bere un bicchiered'acqua senza dover ringraziarenessuno, se non un robot alter-ego che esegue i comandi delsuo cervello, senza neppure ilbisogno di un battito di ciglia. È aquesto ambizioso progetto chesta lavorando il gruppo direttodal professor Salvatore MariaAglioti, presso la FondazioneSanta Lucia di Roma, una di quel-le eccellenze italiane all'avan-guardia nella ricerca e nella riabi-litazione delle persone chehanno subito lesioni spinali. Lasperimentazione condotta all'in-terno del laboratorio diNeuroscienze sociali e cognitiveattivato dalla Fondazione SantaLucia in collaborazione conl'Università La Sapienza di Romafa parte del progetto europeoVere (Virtual Embodiment andRobotic Re-Embodiment): attra-verso una Camera di realtà virtua-le immersiva i ricercatori lavoranoaffinché individui con deficitlegati a lesioni spinali possanogestire un avatar mediante l'attivi-tà del proprio cervello."Insieme al Collegio Sant'Anna diPisa abbiamo costruito un 'cave'dove studiare tutte le sensazionivisive e somatiche che portanoalla possibilità di immedesimarsiin un avatar e - successivamente -un robot", racconta Aglioti, che èprofessore di Psicologia e neuro-scienze sociali presso LaSapienza e ricercatore dellaFondazione Santa Lucia. Fino adora la sperimentazione ha coin-volto circa 20 persone, tra cuialcune con lesioni alla parte altadel midollo spinale, e quindiimpossibilitate a muovere legambe e le braccia. "Le personesi immergono nella realtà virtuale,immedesimandosi in un perso-naggio che provano a muovereattraverso la sola attività cerebra-

le - prosegue il ricercatore -. Oggiimparano a muovere un avatarma la speranza è che, alla fine delpercorso, il personaggio virtualeverrà sostituito da un robot". Unassistente personale, appunto,che potrebbe prendere un bic-chiere d'acqua, accendere iltelevisore o scacciare una moscain luogo di un uomo o di unadonna da cui verrà diretto con ilsolo atto del pensiero. Insomma,l'obiettivo futuribile è quello diarrivare a usare l'attività cerebra-le per sopperire a gravi problemidi mobilità. Un progetto di "asso-luta avanguardia" lo definisce ilricercatore, anche perché basa-to su una "tecnologia non invasi-va", che non usa elettrodi, ma lasola forza del pensiero.Insomma, un'utopia che potreb-be diventare realtà a patto -naturalmente - che la ricercavenga sostenuta e finanziata. Maanche un campo di applicazionedella realtà virtuale a dir pocosterminato: si va dal contrastoalla violenza sulle donne median-te l'immedesimazione dello stu-pratore nell'oggetto dello stuproal "giornalismo immersivo", checonsente soprattutto ai reporterdiretti in zone di guerra di testa-re in anticipo, e in ambiente vir-tuale, le proprie reazioni di fron-te ai pericoli. "Ma sono solo alcu-ni esempi - conclude Aglioti -.

Perché l'uso della realtà virtualeimmersiva presenta davvero unventaglio incredibile di possibili-tà". (Fonte: www.superabile.it)

Screening neonatale,da 50 anni è possibileprevenire la disabilitàe la morte precoce

Le cause di disabilità motoria ointellettiva sono molte, moltodiverse tra loro. Una delle possi-bili cause genetiche di disabilità èrappresentata dalle malattiemetaboliche ereditarie, patolo-gie croniche che se non ricono-sciute immediatamente provoca-no danni irreversibili. Sono cau-sate da disfunzioni del metaboli-smo, spesso dall’assenza o dallacarenza di enzimi specifici, cheattraverso complesse reazionichimiche eliminano le sostanzetossiche prodotte dall’organismoumano. L’accumulo di tali sostan-ze può essere la causa di gravissi-me disabilità fisiche o intellettive,oltre ad essere spesso causa dimorte precoce. Per evitare diincorrere in danni gravi è neces-sario che queste malattie sianodiagnosticate immediatamente, apochi giorni dalla nascita. La dia-gnosi permette infatti di iniziare

immediatamente la terapia cor-retta (che può essere una dietaferrea o una terapia farmacologi-ca vera e propria), prevenendo idanni da accumulo di sostanzedannose. La diagnosi precoce èpossibile grazie al test di scree-ning neonatale: dal prelievo diuna goccia di sangue del neona-to è infatti possibile determinareil rischio di più di 40 patologie.Una volta effettuato il test, qualo-ra i risultati fossero positivi, sipassa immediatamente all’indagi-ne diagnostica vera e propria eall’avvio della terapia, il tutto inpochi giorni. Si tratta di unametodica sicura, viene infattieffettuata ormai da 50 anni. Il primo test è stato messo apunto dal microbiologo america-no Robert Guthrie, ispirato dallanipotina malata di fenilchetonu-ria. Dalla sua idea è poi nato ilprimo screening neonatale che,adottato ufficialmente nel 1963,ha salvato migliaia di bambini.Grazie ai progressi scientifici negliUSA è possibile effettuare il testdi screening per 31 diverse pato-logie, che ogni anno salvanocirca 12.000 bambini da un futu-ro di sofferenza o da una morteprecoce. “E’ ormai chiaro - spie-ga il Prof. Roberto Cerone,Responsabile del Centro regiona-le di riferimento per lo screeningneonatale e la diagnosi dellemalattie metaboliche dell’IRCCSOspedale Gaslini di Genova ePresidente della SIMMESN - chediagnosticare e curare in tempouna malattia che può portare adisabilità grave conviene anchein termini economici, non è soloun principio etico.” Anche inItalia è disponibile lo screeningper le malattie metaboliche, defi-nito "screening allargato", con ilquale è possibile indagare la pre-senza di ben 40 patologie.Purtroppo però lo screeningallargato non rientra nei LEA ed èoggi disponibile solo per i nuovinati di Toscana, Umbria, Emilia-Romagna e Liguria. Sono molti iprogetti pilota avviati nelle altreregioni, che non garantisconoperò pari opportunità ai neonatiitaliani.(Fonte: www.disabili.com)

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Umanizzazione deiservizi: come sonoi nostri ospedali?

Persone, non numeri. E' questoquello che a gran voce i cittadi-ni ricoverati richiedono agliospedali e alle strutture sanita-rie. Ferma restando la necessitàprioritaria di cure di qualità,l'aspetto dell'accoglienza e delservizio al degente non va sot-tovalutato né relegato alla finedella lista. Sentirsi accolti, poterporre domande al medico, nontemere di chiedere una spiega-zione in più, sono necessitàche l'ammalato sente con unaurgenza di poco inferiore aquella della cura. In sostanza,riportare al centro il paziente,così come è giusto che sia.Partendo da questo presuppo-sto, è quindi utile vedere a chepunto sono i nostri ospedali suquesto fronte. A far luce sullasituazione, i risultati di unaricerca che ha rilevato la quali-tà dei servizi di accoglienzadelle strutture ospedaliere ita-liane, pubblicati in questi gior-ni. L'obiettivo di Agenas(Agenzia nazionale per i servizisanitari regionali) e dall'Agenziadi Valutazione Civica diCittadinanzattiva, che hannoportato avanti lo studio, deno-minato Sperimentazione e tra-sferimento di modelli di empo-werment organizzativo per lavalutazione e il miglioramentodella qualità dei servizi sanitari,era quello di valutare la situa-zione attuale nel panoramanazionale, per poi declinare ilconcetto di "empowermentorganizzativo" per quello checoncerne la partecipazione deicittadini a un processo di cam-biamento. La ricerca, pubblica-ta nel numero 32 di Monitor, larivista di Agenas, evidenziasubito la disomogeneità trastruttura e struttura, con diffe-renze da zone e zone, purconfermando valutazionimediamente positive.Scopriamo quindi - o ne abbia-mo la conferma - che il nostro

paese presenta una condizionemolto differenziata, quanto aumanizzazione delle strutturedi ricovero. La ricerca ha esami-nato 54 strutture ospedalieredi 16 regioni italiane, per lo piùospedali pubblici, e si è servitadi 110 organizzazioni di cittadi-ni per la rilevazione, tramitequestionario, del livello di qua-lità e umanizzazione dei servizi,dando un voto da 1 a 10 rispet-to ai 4 fattori presi in considera-zione:- processi assistenziali e orga-

nizzativi orientati al rispetto ealla specificità della persona;

- accessibilità fisica, vivibilità ecomfort dei luoghi di cura;

- accesso alle informazioni,semplificazione e trasparenza;

- cura della relazione con ilpaziente e con il cittadino

La media generale delle singolevoci si attesta sulla sufficienza,con valutazioni che rincuorano,come il 7,12 per il fattore indi-cato come "Accessibilità fisica,vivibilità e comfort dei luoghi dicura"; 8,86 per la semplificazio-ne delle modalità di accessoalle prestazioni , 8,26 perl'orientamento e segnaleticadei percorsi. Ma i punti debolinon mancano. Ad esempio, perciò che riguarda il basilare rap-porto col paziente, per il qualegli intervistati hanno indicato inmedia appena la sufficienza;malissimo per ciò che concerneil rispetto delle specificità lin-guistiche (4,62) e poco meglio

per le esigenze di culto (6,12).Insufficiente la semplificazionedi uno dei processi più impor-tanti, come quello delle moda-lità di prenotazione, per lequali il voto non raggiunge lasufficienza, attestandosi su un5,21, poco accettabile. Cosada sottolineare, ancora unavolta, il divario tra le "eccellen-ze" - con strutture che, adesempio alla voce "accessibilitàfisica…" hanno raggiunto un8,7 - e altre, piombate a unimpietoso 3,6. Un dato su cuisembra utile soffermarsi, quellodel fattore di "Cura della rela-zione con il paziente e con ilcittadino". Si potrebbe direl'abc, il rapporto umano.Ebbene, in questo caso il voto

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medio è stato poco più che suf-ficiente (6,89), con picchi degliestremi che vanno da 10 a 2,1.Interessante notare come lavalutazione più alta all'internodi questa categoria se la siaaggiudicata la voce "assunzionedi impegni nei confronti del cit-tadino", mentre la maggiorecarenza sia proprio al punto"accoglienza e contatto col cit-tadino". Ora, al di là dei dati, lacosa su cui concentrarsi è sen-z'altro la promozione del citta-dino come soggetto attivo inquesto processo di valutazio-ne. Un cittadino che, esprimen-dosi, diventa parte attiva di

quella cittadinanza che è desti-nataria e al contempo motoreprincipale dei processi di orga-nizzazione e mobilitazione voltialla messa in atto di azioni stra-tegie differenziate per il benecomune. (Fonte: www.disabili.com)

La sfida alla sclerosimultipla è globale

E’ una malattia subdola, che sipresenta con sintomi che pos-sono essere anche differenti, eche preferisce le donne, in etàgiovane solitamente, per fare la

sua comparsa. Si tratta dellasclerosi multipla, patologia cro-nica e invalidante che interessail sistema nervoso centrale, chenel nostro paese colpisce68mila persone: una diagnosiogni 4 ore. Subdola, dicevamo.Perché compare prevalente-mente nel periodo più produt-tivo della vita: la giovinezza. Lafascia di esordio è, infatti, tra iventi e i trent’anni, quandocioè una persona è nel pienodella sua realizzazione. I sinto-mi della malattia possono limita-re - in maniera che varia da casoa caso - le attività lavorative esociali di chi ne è colpito.

LA SETTIMANA DELLA SCLEROSIMUTIPLA - Ma con la sclerosimultipla si può convivere. Leterapie attualmente applicatenon sono in grado di sconfig-gerla, ma tentano nell’arginarnela progressione e i sintomi. Macosa ne sa il mondo di questapatologia che colpisce seicen-tomila persone in Europa equasi 3 milioni nel mondo?Poco, ancora. E’ quindi conl’obiettivo di far conoscere laSM e le condizioni di vita di chine è colpito, che da domani al2 giugno si svolgerà la settimanainternazionale dedicata allasclerosi multipla, che avrà il suoculmine nella giornata di mer-coledì 29 maggio, il World MSDay. Durante la settimana si par-lerà anche di ricerca in 40 con-vegni in tutta Italia dove sipotranno incontrare i ricercato-ri e 'toccare con mano' i pro-gressi nella lotta alla malattia,ma non solo.(Fonte: www.disabili.com)

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Legislazione e attuazione

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Inclusione sociale,il rapporto Isfol

La produzione di informazionied indicazioni utili sui temi dellepolitiche per la disabilità, a livel-lo europeo, nazionale e territo-riale rappresenta uno dei com-piti che l’Isfol è chiamato a svol-gere. L’obiettivo delle numero-se attività di ricerca consiste nelfornire al decisore politico ele-menti conoscitivi riguardo illivello di applicazione dellenorme, di utilizzo degli stru-menti impiegati ed alle eventua-li criticità ancora esistenti. A questo scopo l’Isfol hacostruito un sistema di indaginie monitoraggi - utili anche alleperiodiche Relazioni alParlamento sulle Leggi di riferi-mento (Legge 104/92 – Leggequadro sulla disabilità e Legge68/99 sul collocamento lavorati-vo) che esamina anche il com-plesso di reti e servizi territoria-li coinvolti nel processo di inclu-sione dei soggetti interessati.L’Istituto è inoltre referentedella convenzionesull’Osservatorio nazionale sullacondizione delle persone condisabilità, stipulata con laDirezione generale perl’Inclusione e le politiche socialidel Ministero del Lavoro e dellePolitiche Sociali.(Fonte: www.isfol.it)

Disabilità e nonautosufficienza

Le iniziative promosse dalMinistero del Lavoro e dellePolitiche Sociali nel campo delladisabilità sono finalizzate, inparticolare, alla tutela e promo-zione dei diritti e delle pariopportunità per tutti, al rag-giungimento della piena inclu-sione sociale e della costruzio-ne di una "società per tutti",anche attraverso la rimozionedelle cause che impediscono olimitano l'accessibilità ai diversiambiti della vita delle persone.Tali iniziative sono definiteanche in attuazione della nor-mativa nazionale e degli impe-gni assunti in sede comunitariaed internazionale.Le principali attività sono indi-rizzate a:• Promuovere, sostenere ecoordinare progetti ed iniziati-ve finalizzate all’inclusione dellepersone con disabilità, alla pro-mozione dell’accesso a tuttoper tutti, alla partecipazioneattiva nello sviluppo socialenonché a diffondere una nuovacultura della disabilità, fondatasul riconoscimento della paridignità e delle pari opportunitàper tutti.• Assicurare la piena attuazionedella normativa in materia didisabilità, con particolare riferi-mento alla legge quadro 5 feb-

braio 1992, n. 104 e successivemodificazioni, alla legge 8novembre 2000, n. 328, alladisciplina sulla tutela giuridicaanche attraverso attività di assi-stenza e consulenza sull'appli-cazione delle normative.• Fornire supporto informativoad istituzioni e cittadini anche alfine di verificare adeguati stan-dard di qualità e utilizzabilitàdei servizi socio-assistenziali.• Curare le attività volte alla pre-disposizione di iniziative legisla-tive nonché a promuovere ana-lisi e rapporti sulla condizionedelle persone con disabilità.• Assicurare il raccordo con leorganizzazioni rappresentativedelle persone con disabilità,con le organizzazioni di volon-tariato, delle parti sociali, e conle formazioni della cittadinanzaattiva per la promozione e ilcoordinamento di interventi infavore delle persone con disa-bilità.• Favorire lo scambio di buonepratiche, anche in raccordocon le regioni e gli enti locali, inmateria di integrazione dellepersone con disabilità, assisten-za, progetti innovativi per la vitaindipendente, “dopo di noi”.• Partecipare alle attività pro-mosse dall'Unione europea, dalConsiglio d'Europa, dalleNazioni Unite e da altri organi-smi internazionali nel campodella disabilità anche in colla-borazione con le competentiistituzioni di altri Paesi. (Fonte: www.lavoro.gov)

Promozione dei dirit-ti e integrazione deidisabili

È disponibile il testo del primoProgramma d’azione biennaleper la promozione dei diritti el'integrazione delle personecon disabilità in attuazionedella legislazione nazionale einternazionale, ai sensi dell'art.5, co. 3, della Legge 3 marzo2009, n. 18. Il programma èstato approvato in sessione ple-naria dall’ Osservatorio naziona-le sulla condizione delle perso-ne con disabilità. Il programmaitaliano, che segue l’invio alleNazioni Unite nel novembre del2012 del primo Rapporto sul-l’implementazione dellaConvenzione ONU sui dirittidelle persone con disabilità,segna la realizzazione di un fon-damentale risultato nel quadrodella elaborazione di politichea favore delle persone con disa-bilità. Ai sensi del Decreto inter-ministeriale n. 176 del 2010, iltesto approvatodall’Osservatorio sarà adottatocon Decreto del Presidentedella Repubblica, su propostadel Ministro del Lavoro e dellePolitiche Sociali, sentita laConferenza unificata, che siesprime entro trenta giorni, eprevia deliberazione delConsiglio dei Ministri.(Fonte: www.lavoro.gov)

Attuazione

Legislazione e attuazione

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Pari opportunitàancora lontane

Nel nostro paese la Disabilità ètrattata come una "questione"di assistenza, mentre negli altripaesi europei gli sforzi vengonocompiuti nell’ottica dell’integra-zione sociale e della promozio-ne di pari diritti. I disabili hannobisogni reali in termini di auto-nomia e vita indipendente enon sono soo soggetti chehanno bisogno di assistenzasanitaria e/o sociale. Diciamoche più è elevato il tessutosociale che consente unabuona autonomia e un buonlivello di integrazione, minorisono i casi che hanno necessitàdi un intervento eccezionale.Le leggi italiane sulla inclusionescolastica, ad esempio, unavolta all’avanguardia, sono spes-so disattese e incompiute.L’inclusione scolastica, che pureè un’eccellenza italiana inEuropa, rischia di essere svuota-ta, di fatto, a causa delle politi-che di contenimento dei costi.E il senso di abbandono e disolitudine delle persone condisabilità e delle loro famiglieaumenta. È quanto emerge daun’indagine presentata a Roma,"I bisogni ignorati delle personecon disabilità. L’offerta di cura eassistenza in Italia e in Europa",realizzata dal Censis nell’ambitodel progetto pluriennale"Centralità della persona e dellafamiglia nei sistemi sanitari: real-tà o obiettivo da raggiungere?"promosso dalla FondazioneCesare Serono.(Fonte: www.censis.it)

Think different, thinkEurope - La cittadi-nanza attiva è possi-bile per tutti

Settanta persone in tutto, trapersone con sindrome di Downe caregivers, provenienti da 10paesi europei, hanno presoparte al progetto europeo"Think different Think Europe",che si è concluso venerdì 10maggio, sotto la guida dell'asso-ciazione capofila, l'Aipd(Associazione italiana personeDown). Partecipazione politica,diritto di voto e conoscenzadell'Europa e delle sue istituzio-ni sono stati i temi su cui i par-tecipanti si sono confrontati neidiversi appuntamenti in pro-gramma: dall'accoglienza aRadio Vaticana, ai lavori presso ilParlamento Europeo. Cuoredell'evento è stato l'incontrocon il Presidente del SenatoPietro Grasso presso palazzoGiustiniani. Soddisfatte le variedelegazioni. Marion Dupas, unadelle due operatrici che haaccompagnato il gruppo france-se, ha commentato: "Per noi èstato molto importante parteci-pare a questo progetto a livelloeuropeo, perchè l'Europa è ilfuturo. Lavoriamo molto a livellonazionale sulla auto rappresen-tazione, e qui in questo conte-sto è stato fondamentale vede-re lavorare tante persone consindrome di Down insieme e inprima persona". Sulla centralitàdello scambio di idee e di pro-getti ha parlato anche l'opera-tore ungherese, Tibor Kiss: "Ilmomento più importante perme è stato il confronto sui nostriobiettivi, materiale alla basedell'incontro di novembre aParigi". Per Arantxa Garrigues,operatrice spagnola, il bello èstato invece la possibilità discambiarsi 'buone pratiche':"Abbiamo parlato di tutto insie-me, e ognuno ha raccontato leproprie conquiste in ogni ambi-to. Centrale secondo me è statoil confronto sull'integrazione al

lavoro. Sono stati davvero deigiorni preziosi". La delegazioneucraina partecipava per la primavolta ad un progetto del gene-re, l'operatrice TaniaMykhailenko ha avuto difficoltàad indicare una cosa che l'hacolpita più di altre, tutto è statoutile e bello. "Forse il momentopiù emozionante - ha spiegato -è stato sentire i ragazzi durantel'intervista a Radio Vaticana. Miha stupito la loro chiarezza suquello che vogliono, che desi-derano per il loro futuro, ed èfondamentale che le loro paro-le saranno ascoltate in radio nelnostro paese".A conclusione Anna Contardi,coordinatrice nazionale AIPD haaffermato "L'incontro ha supera-to le nostre aspettative, siamoriusciti a comunicare bene,nonostante la presenza di 10lingue diverse e anche l'atten-zione che il Presidente Grassoha dato al nostro lavoro ci haconfermato che , continuandoa lavorare così, sarà possibile farriconoscere, non solo dalleleggi, ma dall'opinione pubblical'essere cittadini a tutti gli effettidelle persone con sindrome didown. Le domande, le opinioniespresse dai partecipanti cihanno mostrato l'interesse el'urgenza del tema. Non ci fer-meremo qui".(Fonte: www.superabile.it)

Disabilità e nonautosufficienza

Unità, comunione d'intenti eobiettivi condivisi: queste leparole d'ordine che sono risuo-nate durante il Fand Day 2013,che si è svolto stamattina pressola sede centrale dell'Inail, aRoma. Non mancava nessunodei presidenti delle sette asso-ciazioni della Federazione, checomplessivamente rappresenta-no oltre 4 milioni di personecon disabilità: Giovanni Pagano(presidente Anmic e presidenteFand), Tommaso Daniele (presi-dente Uici), Alessandro Bucci

(Unms), Giuseppe Petrucci(Ens), Sabina Savagnone(Arpa), Roberto Romeo(Anglat), Franco Bettoni(Anmil). Al centro della discussione, lecondizioni socio-economichedelle persone con disabilità edelle loro famiglie, anche allaluce della crisi economica incorso e della nuova stagionepolitica che si è aperta. In un contesto simile, le associa-zioni chiedono da un lato inter-venti di tipo "emergenziale",quindi provvedimenti immediatidi sostegno del redito e dellefamiglie: incrementi delle pen-sioni, assegni e indennità diaccompagnamento, il cuiimporto è attualmente bendistante dai minimi pensionisticiprevisti dalle leggi vigenti.Accanto alle misure emergen-ziali, le associazioni chiedonoperò una riforma strutturale delsettore assistenziale, quindi unripensamento dell'intero siste-ma, a partire da una "pacifica-zione sociale, dopo anni didemonizzazione indiscriminatae strumentale del mondo delladisabilità", come denunciano leassociazioni in una nota.Concretamente, le richiesteavanzate dalle associazioni, sin-tetizzate in una lettera inviatanei giorni scorsi a tutti i parla-mentari eletti:- inserimento lavorativo, attra-verso politiche di formazioneprofessionale e incentivi per leassunzioni;- sostegno scolastico, con parti-colare attenzione al riconosci-mento della lingua italiana deisegni e ai bisogni dei ragazzicon disabilità sensoriale e intel-lettiva- sostegno economico alle fami-glie e incremento delle presta-zioni economiche per le perso-

Attuazione

La delegazione dei progetto“Think different - Think Europe”

Legislazione e attuazione

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Migliorare l’indennitàdi accompagnamentotrasformata in voucher

Una "voucherizzazione" dell'in-dennità di accompagnamento,per migliorare l'intervento dedi-cato alle persone non autosuffi-cienti e valorizzare anche il lavo-ro di cura informale. È questauna delle misure allo studio delministero del Lavoro e delle poli-tiche sociali. Lo ha detto la vice-ministra al Lavoro e alle politichesociali, Maria Cecilia Guerra, amargine della presentazione -due giorni fa a Roma - della ricer-ca sui servizi alla persona, realiz-zata dal Censis e dall'Ismu per ilministero. "Stiamo lavorando auna strutturazione per tappe diun programma di welfare univer-sale. E nell'ottica di un migliora-mento dell'intervento, che siapiù funzionale e non escluda illavoro formale e informale,penso anche a una voucherizza-zione dell'indennità di accompa-gnamento". Guerra ha spiegatodi avere in mente un programmaalla tedesca, che prevede lapresa in carico del soggetto, lavalutazione del suo bisognosocio/sanitario e l' indirizzoverso le cure e il sostegno di cuinecessita. E in questa prospetti-va, per quanto riguarda la nonautosufficienza, tra gli strumentipotrebbero esserci anche i vou-cher per le famiglie."Oggi se c'è una critica che sipuò fare all'indennità di accom-pagnamento è che non permet-te di vincolare l'uso al bisogno -sottolinea la viceministra - .Nell'ottica di un miglioramentodell'intervento, pensiamo a unprogramma che, tenendo saldoil diritto soggettivo, non escludail lavoro informale. Ci sono per-sone che restano a casa peraccudire i propri cari anche per

periodi lunghi - spiega- con unquesto sistema potrebbero evi-tare di perdere i contributi inquel lasso di tempo". In pratical'attuale indennità di accompa-gnamento potrebbe essere tra-sformata in un sistema per paga-re le forme di assistenza, nonregolamentate da un regolarecontratto di lavoro, garantendo icontributi a cui fornisce la pre-stazione."Il problema delle poli-tiche di welfare è che sono poli-tiche ‘cenerentola': troppo fram-mentate, in alcuni casi virtuose,ma senza una reale strutturazio-ne. Quando le risorse si esauri-scono il programma messo incampo è destinato a dissolversi -aggiunge -.Non c'è un pensierogenerale, come nel campo dellanon autosufficienza, dove ènecessario arrivare a un finanzia-mento strutturato. Ma bisognasoprattutto identificare il biso-gno e fare in modo che gli stru-menti siano incardinati sui livelliessenziali delle prestazioni".Questa frammentazione, per laviceministra, dà luogo anche a"uno spreco enorme perché isingoli progetti non sono valoriz-zati e portati a sistema".Un'altra questione centrale èquella dell'occupazione femmi-nile: "è un tema che ho molto acuore perché il tasso di inattivitàdelle donne è ormai troppo ele-vato - aggiunge - . Bisognacominciare a pensare a comestrutturare il sostegno al lavorodomestico e di cura: un elemen-to fondamentale per far fare alpaese un passo in avanti rispettoalla differenza di genere. Il lavo-ro di cura è oggi per il 70 percento sulle spalle delle donne -continua Guerra - Una cifra altis-sima rispetto agli altri paesi svi-luppati. Ed è un tema che stadiventando emergenziale nel-l'ambito dell'evoluzione dellastruttura familiare".(Fonte: www.superabile.it)

Maggiorazioni sociali:Fish spinge la propostadi legge

Da circa cinque anni alla Cameragiace una proposta di legge diiniziativa popolare che estendele maggiorazioni sociali dellepensioni anche agli invalidi di etàinferiore ai 60 anni: la maggiora-zione sociale spetterebbe allesole persone con disabilità conredditi esigui e porterebbe lapensione da 275 a 630 euro.Rispetto al momento della pre-sentazione la crisi economica èesplosa e con essa la condizionedi vita delle persone con disabi-lità è diventata sempre più diffi-cile.Da un paio di settimane questaproposta, giacente dal luglio2008, è stata assegnata in sedereferente alla Commissione Affarisociali.Pietro Barbieri, presidente dellaFederazione italiana per ilSuperamento dell’Handicap(Fish) nel sostenere questa pro-posta osserva: «Le condizioni divita delle persone con disabilitàdi questo Paese si sono dramma-ticamente aggravate negli ultimidue anni.I fatti, i dati, le cifre e migliaia distorie personali descrivono unarealtà di progressivo ulterioreimpoverimento, di esclusionedal mondo del lavoro, di riduzio-ne di servizi e sostegno, dipesante difficoltà economica.Per questo motivo accogliamocon favore qualsiasi ipotesipossa offrire aiuto alle famiglie ealle persone con disabilità,anche se sono necessari inter-venti strutturali».Le parole di Barbieri sono la pre-messa al sostegno che la Fish

esprime alla rapida discussionedella proposta di legge (Attidella Camera, n. 1). La Fish del resto ha formalmenterichiesto al presidente dellaCommissione una rapida calen-darizzazione e discussione dellaproposta che prevede anchel’acquisizione del parere delleCommissioni Lavoro e Bilancio.«Quando la proposta sarà calen-darizzata chiederemo di essereauditi dalla Commissione.Il terzo articolo della proposta,quello relativo alla copertura, ciinquieta non poco. Prevede,infatti, che per l’attuazione dellefuture disposizioni si attinga algià esangue Fondo per la nonautosufficienza, peraltro nem-meno finanziato per il 2014.Il contrasto all’impoverimento ealla discriminazione che deriva-no dalla disabilità hanno necessi-tà di ben altre risorse e impegnipolitici!E in questo senso il Piano diAzione sulla disabilità è il primoatto che il Governo deve appro-vare proprio per definire il‘copione’ sul quale impostarecoerentemente le politiche perla disabilità», conclude Barbieri.(Fonte: www.vita.it)

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COSTRUZIONIMECCANICHE

IN GENERE

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Addio vecchio simbo-lo, i disabili cambia-no logo

Carrozzina statica addio. Unarivoluzione sta per abbattersi suuno dei simboli sociali più noti,quello che contraddistingue iparcheggi, i bagni e le altrestrutture pensate per i disabili:su sfondo azzurro, una figurastilizzata bianca sta seduta incarrozzina, con la schienaappoggiata e un atteggiamentostatico. Una rappresentazione"passiva e inerme" secondo glistudenti di un College privato diispirazione cristiana con sedenel Massachusetts, il GordonCollege, che mesi fa si sonomessi al lavoro per creare unaltro simbolo: stesso fondoazzurro, stessa figura bianca maatteggiamento completamentediverso: qui il disabile è proiet-tato in avanti, le braccia vannoall'indiestro a spingere la car-rozzina, le gambe sono inclina-te in avanti e le ruote del mezzosono in movimento.Insomma, un persona che par-tecipa, si muove, è attiva e nondipende semplicemente daglialtri. Non attende il proprioposto, al parcheggio o in codaalla cassa del supermercato: selo va a cercare. All'inizio gli stu-denti hanno semplicementesostituito il vecchio simbolo conil nuovo negli spazi limitati delcollege: ma ora la notizia-

bomba è che la città di NewYork ha deciso di adottare illogo "in movimento" delGordon College per tutte learee e i servizi per disabili, man-dando in pensione quello vec-chio entro l'estate."E' un passo avanti", ha com-mentato Victor Calise, commis-sario del sindaco Bloomberg acapo del New York mayor'sOffice for People WithDisabilities e lui stesso costrettoin carrozzina in seguito a unincidente occorsogli nel 1994,all'età di 22 anni. SecondoCalise il vecchio simbolo, creatoda uno studente di design sve-dese nel lontano 1968, "è stati-co, fermo" e "fa pensare che noidisabili non facciamo niente inprima persona".Il team di studenti del GordonCollege che ha messo a puntol'idea è ovviamente galvanizza-to, e con loro il professore difilosofia che ha costituito ilgruppo, Brian Glenney, che haspiegato come finora il contras-segno era stato utilizzato den-tro il college e da alcuni piccoliComuni limitrofi, ma niente dipiù. "Siamo felici che la nostraidea sia piaciuta", ha detto ilprofessore, che ha confessatodi aver praticato, in gioventù, lastreet art con un gruppo diamici graffitari nella metropolita-na della sua città e oggi è unapprezzato bloggerdell'Huffington Post (qui unpost in cui spiega il proprio

lavoro sulla disabilità). Non cheGlenney e i suoi studenti nonavessero provato a diffondere illoro progetto: nella speranza diessere presi in considerazione,avevano bussato anche alleporte delle Nazioni Unite, con-tattando uno dei segretari dellaConvenzione sui diritti dellepersone con disabilità, FredDoulton. In puro stile diplomati-co, Doulton aveva risposto chenon poteva prendere una deci-sione immediata, ma che neavrebbe parlato con chi didovere; in barba allo scettici-smo degli studenti, il funziona-rio ha preso poi in mano il tele-fono e ha contattato Calise. Ilresto è storia."Sono sicuro che questo simbo-lo farà il botto", ha dichiaratoWayne Sailor, co-fondatore diTash, una delle maggiori asso-ciazioni americane di advocacydei disabili, che è anche profes-sore alla Kansas University. "Faràtendenza e altre città lo adotte-ranno. Da tempo gruppi come ilnostro stavano chiedendo unaggiornamento del logo stan-dard, che mette troppo l'ac-cento sulla necessità di assisten-za delle persone con disabilità,e non sul loro ruolo attivo e

sulle loro risorse".(Fonte: www.vita.it)

Le 6 scuole di pensie-ro sull'impresa sociale

In Europa l’anno prossimoentrerà in vigore un nuovo pro-gramma di finanziamento asostegno del microcredito, del-l’impresa sociale e dell’innova-zione sociale con un budget diquasi un miliardo di euro.Naturale quindi che in Italia - inParlamento e fuori - si sia riacce-so il dibattito sull’impresa socia-le a cui il numero del mensile inedicola dedica un approfondi-mento di quattro pagine cheprova a mettere a fuoco le partiin causa. In questa ottica il ser-vizio individua sei scuole dipensiero che stanno animandocon sensibilità talvolta differen-ti, talvolta meno - la discussio-ne. (Fonte: www.vita.it)

Attuazione

il professor Brian Glenney del Gordon College mostra il contrassegno inventato dai suoi studenti