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Strategia Europeasulla disabilità 2010-2020 pagina 3

Direttore Responsabile: Pierpaolo ZucchettiEditore:

Editrice Europea srl - società unipersonaleVia Lima, 7 - Roma (Parioli) - Fax 06 23329455

Centro Uffici Time for BusinessVia Guicciardi, 7 - 42122 Reggio Emilia (sede legale)

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Testata: Guida del CittadinoAutorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 939

del 23/01/1997

Supplemento al n. 110 della “Guida del Cittadino”

Data prima pubblicazione: Dicembre 2013Aggiornamento: Marzo 2014

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Accessibilità pagina 4

Partecipazione pagina 9

Uguaglianza pagina 17

Occupazione pagina 20

Istruzione e Formazione pagina 23

Protezione Sociale pagina 27

Salute pagina 30

Attuazione pagina 37

Diritti delle Persone con disabilità

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Strategia europea sulladisabilità 2010-2020

Il 15 novembre 2010 l'Unioneeuropea ha adottato la nuovaStrategia europea per la disabi-lità 2010-2020, una strategiache promuove le pari opportu-nità per le persone con disabili-tà con l'obiettivo di mettereloro in condizione di esercitaretutti i loro diritti e di beneficiaredi una piena partecipazione allasocietà e all'economia europea.I risultati del piano d'azionedell'UE a favore delle personecon disabilità 2003-2010 costi-tuiscono il punto di partenzaper arrivare al quadro piùampio dell'attuazione dellaConvenzione ONU.

Le aree di interventoSono state individuate ottoaree di intervento: l'accessibili-tà, la partecipazione, l'ugua-glianza, l'occupazione, l'istru-zione e la formazione, la prote-zione sociale, la salute e le azio-ni esterne.

AccessibilitàLe persone disabili devonoavere accesso ai beni, ai servizie ai dispositivi di assistenza.Inoltre, deve essere assicuratoloro, su una base di uguaglianzacon gli altri, l’accesso ai traspor-ti, alle strutture, alle tecnologiedell’informazione e della comu-nicazione.

PartecipazioneLe persone con disabilità devono

poter esercitare pienamente iloro diritti fondamentali legati allacittadinanza dell'Unione. Questastrategia deve contribuire a:• eliminare gli ostacoli allamobilità delle persone disabili,in qualità di individui, consuma-tori, studenti, attori economicie politici;• garantire la qualità dell'assi-stenza ospedaliera e dell’acco-glienza in residenze specializza-te, grazie al finanziamento deifondi strutturali;• garantire l’accessibilità di orga-nizzazioni, strutture e servizi,inclusi quelli sportivi e culturali.

UguaglianzaOccorre attuare una serie dipolitiche attive per promuoverel’uguaglianza a livello europeo enegli Stati membri. La Commissione garantirà inoltrela piena applicazione della legi-slazione europea in materia dilotta contro le discriminazionifondate sulla disabilità e, in par-ticolare, della direttiva2000/78/CE a favore della paritàdi trattamento in materia dioccupazione e di lavoro.

OccupazioneL’azione europea deve permet-tere un aumento del numerodei lavoratori disabili sul merca-to del lavoro aperto, in partico-lare attraverso l’elaborazione dipolitiche attive dell’occupazio-ne e il miglioramento dell’acces-sibilità ai luoghi di lavoro.È necessario inoltre agire in col-laborazione con le parti socialiper favorire la mobilità intrapro-

fessionale (anche nei laboratoriprotetti), incoraggiare il lavoroautonomo e migliorare la quali-tà del lavoro.

Istruzionee formazione

Gli allievi e gli studenti disabilidevono disporre di un sistemad’istruzione accessibile e pro-grammi d’istruzione permanen-te. Di conseguenza, la strategiasostiene l’accessibilità dei siste-mi educativi generali, le misuredi accompagnamento indivi-duale e la formazione delle figu-re professionali del sistemaeducativo.Inoltre, occorre informaremeglio i disabili in merito allepossibilità di formazione e dimobilità, soprattutto nell’ambi-to dell’iniziativa Gioventù inmovimento e della strategiaIstruzione e formazione 2020.

Protezione sociale

I sistemi di protezione socialepossono compensare le dispari-tà di reddito, i rischi di povertàed esclusione sociale ai qualisono esposti i disabili. In questo contesto, è necessa-rio valutare le prestazioni e lasostenibilità dei sistemi di pro-tezione sociale, compresi isistemi pensionistici, i program-mi di alloggio sociale e l’accessoai servizi di base. La strategia incoraggia l’utilizzodei fondi strutturali e l’adozionedi misure nazionali adattate.

SaluteLe persone con disabilità devo-no disporre di un accesso equoai servizi e alle strutture sanita-rie, compresi i centri di salutementale. Per garantire questoprincipio di uguaglianza, i servi-zi devono avere un prezzoaccessibile ed essere adeguatialle necessità specifiche dellepersone. Inoltre, particolareattenzione va dedicata alla salu-te e alla sicurezza dei lavoratoridisabili.

Azione esternaL’UE si impegna a promuovere idiritti delle persone disabili alivello internazionale. Essa agi-sce soprattutto nell’ambitodella politica di allargamento, divicinato e di aiuti allo sviluppo,oltre che in seno a istanze inter-nazionali come il Consigliod’Europa e l’ONU.

AttuazioneLa strategia si fonda sull’impe-gno comune delle istituzionidell’UE e degli Stati membri.Le loro azioni comuni puntano a:• sensibilizzare la società sulleproblematiche legate alla disa-bilità e a promuovere i diritti deidisabili;• sviluppare le possibilità difinanziamento europeo;• migliorare la raccolta e il trat-tamento dei dati statistici;• assicurare il monitoraggio del-l’attuazione della convenzionedelle Nazioni Unite negli Statimembri e in seno alle istituzionieuropee.

Strategia Europea

ForumEuropeosullaDisabilità

Il Forum Europeo sulla Disabilità(EDF) è un’ Organizzazione nonGovernativa indipendente cherappresenta gli interessi di 80milino di Europei con disabilità.EDF è l’unica piattaforma euro-pea messa in piedi da personecon disabilità e dalle loro fami-glie. Il Forum è una piattaformaleader per i diritti dei disabili esi propone per dare voce allepersone con disabilità inEuropa. EDF è stato creato nel1996 per essere sicuri che ledecisioni riguardanti le personedisabili siano prese “con” e “da”persone disabili.(Fonte: www.edf-feph.org)

Accessibilità al web

Accessibilità al web significa unsito internet o un servizio basa-to sul web (inclusi quelli perapparecchi mobili) che sia faci-le da utilizzare, semplice da tro-vare, essenziale nel funziona-mento e nella interattività, il cuiuso sia sicuro e possa essereutilizzato in modo indipenden-

te anche da chi è disabile,garantendo quindi la dignità diuna persona disabile in ogni cir-costanza, inclusi i casi di emer-genza.Questo non esclude l’uso didispositivi di supporto e dicomunicazione alternativa perconsentire l’accessibilità a parti-colari gruppi di persone condisabilità qundo questo sianecessario.(Fonte: www.edf-feph.org)

Accessibilità al web:EDF a Bruxelles

Lo scorso 25 Aprile 2013, ilMovimento Europeo per laDisabilità è stato invitato a par-tecipare alla riunione dellaCommissione ParlamentareEuropea per il mercato internoe la protezione dei consumato-ri. Dal momento che invitare oaccettare personalità esterneda parte della Commissione èun evento del tutto ecceziona-le, EDF ha accolto questo invitocome una buona opportunitàdi portare al ParlamentoEuropeo le opinioni di 80 milio-ni di persone con disabilità sul-l’accessibilità dei siti delle pub-bliche amministrazioni europee.Rappresentato dal suo segreta-

rio, Rodolfo Cattani, EDF ha sot-tolineato durante l’assembleache l’accesso ai siti internet èuna pre-condizione necessariaall’accesso all’istruzione, al lavo-ro, alla vita sociale e culturalenon solo per persone con disa-bilità, ma anche per molti altriutenti, comprese le personeanziane. “Più dei 2/3 dei sitipubblici non sono accessibili,ma la realtà è anche peggiore: il92% dei siti che rilasciano servi-zi basici ai cittadini non sonoaccessibili ai disabili. Si rende quindi necessaria unalegge che permetta agli Europeicon disabilità di raggiungere ildiritto all’informazione nellostesso modo in cui lo raggiungo-no gli altri cittadini”, ha dettoRodolfo Cattani, mettendo l’ac-cento sulla necessità di cambia-menti nella proposta legislativacorrente sull’accessibilità dei sitidella pubblica amministrazione.“L’obiettivo della proposta dilegge è quello di allargarsi in

modo da interessare tutti i sititelematici dei settori pubblici e isiti che offrono servizi destinatialla cittadinanza. La propostaattuale è infatti limitata a settoripubblici cui appartengono sol-tanto 12 categorie. Le 12 cate-gorie stabilite sono un criterioobsoleto dal momento che ilpanorama offerto in rete si ènotevolmente incrementato dal2001, quando è stato definito ilcriterio stesso”.

Cosa si può migliorare

Il Movimento europeo per laDisabilità (EDF) crede che sol-tanto una proposta di legge cheallarghi il suo obiettivo e rinfor-zi il meccanismo possa produr-re un reale cambiamento.Il Movimento è convinto chel’obiettivo dell’attuale legislatu-ra sia troppo restrittivo e chel’obbligo di accessibilità debbaessere esteso a tutti i siti diorganismi pubblici che eroganodirettamente servizi al pubbli-co, come scuole, università,biblioteche, servizi di impiego,presidi sanitari e trasporti pub-blici. Inoltre il Movimento euro-peo per la Disabilità (EDF) èconvinto che senza un mecca-nismo di supporto e un efficien-te sistema di monitoraggio checoinvolga le persone con disa-bilità e i rappresentanti delleloro associazioni, la proposta dilegge non riuscirà ad assicurarel’accessibilità dei siti in questio-ne. L’accessibilità al web nondovrebbe focalizzarsi soltantosulle persone disabili, ma anchesui benefici finanziari e sociali ingenerale. Il ruolo del mercato è infattianche quello dell’inclusionesociale, dell’eguaglianza, non-discriminazione e giustiziasociale. Questo permetterebbeun effettivo cambiamento per80 milioni di cittadini europeicon disabilità.(Fonte: www.edf-feph.org)

Dare voce al Web

Una delle sfide che la societàdell’informazione lancia allepubbliche amministrazioni èquella legata ai temi dell’acces-sibilità del Web. L’art. 2 dellacosiddetta legge Stanca, che è

Accessibilità al Web

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Accessibilità

Accessibilità al Web

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la legge n. 4 del 9 gennaio 2004“Disposizioni per favorire l’ac-cesso dei soggetti disabili aglistrumenti informatici”,1 defini-sce l’accessibilità come la“capacità dei sistemi informatici,nelle forme e nei limiti consenti-ti dalle conoscenze tecnologi-che, di erogare servizi e fornireinformazioni fruibili, senzadiscriminazioni, anche da partedi coloro che a causa di disabi-lità necessitano di tecnologieassistive o configurazioni parti-colari”. Questa legge - cheprende in considerazione ingenerale l’accessibilità per tuttigli utenti, inclusi gli utenti affettida disabilità di qualche tipo egravità, a tutti i prodotti e tuttele tecnologie informatiche - perquanto riguarda il Web in parti-colare conclude un percorsoche la legislazione italianacominciò nel 2001, con la circo-lare del Ministro della FunzionePubblica del 13 marzo 20012 econ la circolare Aipa3 del 6 set-tembre 2001.4 Queste circolaririprendevano a loro volta lelinee guida per l’accessibilitàdei contenuti web introdottesul piano internazionale nel1999 dal W3C. Alla legge Stancaseguirà un regolamento tecnicodi attuazione, che spiegheràmeglio i requisiti tecnici6 richie-sti ai siti delle pubbliche ammi-nistrazioni. A questo regola-mento attuativo sta lavorandouna segreteria tecnico-scientifi-ca coordinata dal Centro nazio-nale per l’informatica nella pub-blica amministrazione (Cnipa),

di cui fanno parte anche laRegione Emilia-Romagna e ilComune di Modena. Questo lavoro inserisce nellariflessione generale sull’accessi-bilità delle tecnologie informati-che da parte del Cnipa e dellaRegione Emilia-Romagna uncontributo specifico sull’acces-sibilità web per persone affetteda disabilità acustiche gravi.Senza nulla togliere alle lineeguida del W3C e alla legislazio-ne italiana che vi fa riferimento,riteniamo infatti che rivolgersi autenti con disabilità acustichegravi richieda, perlomeno nelcaso di certi siti web e certicontenuti, un ulteriore lavorospecifico che dovrebbe andarenella direzione di un autentico“bilinguismo”.Questo studio si divide in trecapitoli. Nel capitolo 1 sonoanalizzati lo stato attuale deglistudi su linguaggio e sordità, ledifficoltà che le persone affetteda disabilità acustiche gravihanno a leggere e scrivere la lin-gua italiana e i principali metodie strumenti sviluppati per scri-vere testi di facile comprensibi-lità in lingua italiana.Il capitolo 2 affronta i problemidi accessibilità e usabilità ingenerale dei prodotti informati-ci e in particolare dei siti webcon particolare attenzione aiproblemi dei non udenti.Il capitolo 3 propone alcunelinee guida per la progettazio-ne, redazione e revisione ditesti web destinati a soggettiaudiolesi gravi.

Ospitalità accessibile

"Gli ospiti si ricorderanno diquelle organizzazioni del turi-smo (camping, hotel, ecc.) chehanno saputo offrire lorobuona ospitalità. Proprio par-tendo da questa idea abbiamodato vita a questa nostra nuovainiziativa.Stiamo cercando quelle orga-nizzazioni del turismo che oltread essere accessibili, sappianoessere ospitali per tutti: quelleorganizzazioni dove le personefanno la differenza!Siamo convinti che per indivi-duarle serva anche il passaparo-la basato sull'esperienza dicoloro che sono rimasti cosìben impressionati da volerlacondividere. Stiamo cercandole eccellenze della ospitalitàaccessibile italiana per renderlericonoscibili a tutti con ilMarchio V4A®". A spiegare l'ini-ziativa è Roberto Vitali, presi-dente di V4A®. Per le personecon bisogni specifici, il passapa-rola è uno strumento di trasmis-sione di conoscenze e di espe-rienze ancora più importante:partire dal consiglio di una per-sona che condivide le stesseesigenze è, nella maggior partedei casi, preferibile al viaggiaresperando di trovare ciò che tiserve e rischiando di vedersirovinata la vacanza."Molto spesso le stesse organiz-zazioni non sanno comprende-re quanto sono effettivamenteaccessibili e in grado di soddi-sfare specifiche esigenze, per

questo chiediamo l'aiuto ai loroospiti - prosegue Vitali. Ovvero vogliamo aiutare leorganizzazioni a trasformarealcune buone pratiche legate asensibilità e iniziative individualidei collaboratori in una culturadella stessa organizzazione. Ecomunicarlo agli utenti poten-ziali. E' proprio partendo daqueste considerazioni che chie-diamo la collaborazione di tuttele persone con esigenze speci-fiche che hanno avuto il privile-gio di sperimentare una orga-nizzazione del turismo e cheabbia saputo soddisfare le sueesigenze in modo superiore alleaspettative, in un modo chenon ci si aspettava e che vale lapena di far conoscere anche adaltri. Segnalateci chi ha saputo offrireuna Ospitalità Accessibile, dovel'Ospitalità ha dato valoreaggiunto alla vacanza: noi lacontatteremo per proporle dicertificarsi con il Marchio V4A®e farla conoscere a tutte le per-sone che hanno le esigenzesimili.Se l'Organizzazione deciderà diattestare la propria capacità dioffrire ospitalità accessibile conil Marchio V4A ® chiederemo achi l'ha segnalata di farne laprima recensione pubblica rac-contando a tutti la propriaesperienza e soprattutto ilmotivo per cui l'ha segnalata.Tutte le organizzazioni segnala-te saranno vagliate - prosegueVitali - e, se è il caso, saranno danoi visitate".

Accessibilità

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AGENTI DOGANALI

Turismo Accessibile

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Treni bianchi: la disa-bilità sale sull'altavelocità

Viaggerà su Italo il primo pelle-grinaggio dell'Unitalsi Lombardaa Loreto in alta velocità. I circa400 pellegrini (volontari, anzia-ni, disabili e malati) inaugure-ranno la tratta Milano - Ancona.Metti insieme un’associazioneconosciuta da 110 anni peressere “quella dei treni bianchi”e un’azienda di trasporto ferro-viario e il risultato è il primo pel-legrinaggio ad alta velocità. Iprotagonisti di questa iniziativasono l’Unitalsi (Unione naziona-le trasporto ammalati a Lourdese Santuari internazionali) e Ntv -Italo.«La disabilità sale sull’alta veloci-tà» annuncia Vittore De Carli,presidente della SezioneLombarda di Unitalsi che ricor-da la genesi dell’iniziativa cheporterà, dal 17 al 20 giugno,circa 400 pellegrini, personecon disabilità, anziani e volon-tari a Loreto. «Il punto di par-tenza è stato la ricerca di unmodo per accompagnare inostri anziani, gli ammalati e idisabili offrendo loro un servi-zio sicuro, efficiente e a portatadi portafoglio» e la ricerca haportato a Italo che, proprio conil viaggio da Milano di giugno,inaugura la tratta Milano -Ancona. E la risposta è stata entusiasta:circa 400 persone partecipe-ranno al pellegrinaggio che par-

tirà da Milano Porta Garibaldi ein tre ore raggiungerà Anconada dove con i pullman si arrive-rà a Loreto «per molte persone,soprattutto per anziani e disabi-li, fare un viaggio in pullman diquasi otto ore era un ostacoloinsormontabile» sottolinea DeCarli. Alla presentazione ufficia-le del primo pellegrinaggio uffi-ciale di Unitalsi a bordo di Italo,a Roma, accanto ai vertici nazio-nali dell’Unitalsi - il presidentenazionale Salvatore Pagliuca e ilvice Dante D’Elpidio - c'erano ilpresidente di Ntv, AntonelloPerricone, l’arcivescovo diLoreto monsignor GiovanniTonucci e la madrina dell’inizia-tiva, l’atleta paralimpica nonchévolontaria dell’Unitalsi, GiusyVersace.Perricone nel sottolineare comeil pellegrinaggio dell’Unitalsi siail “battesimo” del servizio com-merciale sulla tratta Milano -Ancona che sarà ufficialmenteinaugurato a dicembre si èdetto particolarmente onoratodell’iniziativa che, «è la provaprovata che Italo è un treno pertutti. Siamo felici di questa unio-ne tra Unitalsi e Ntv - Italo».L’auspicio del presidente di Ntvè che quello di giugno possadiventare «il primo dei tantitreni speciali dedicati al mondodella solidarietà e dell’assisten-za». Perricone ha anche rivelatoun retroscena personale «Labase di Italo è la stazioneOstiense di Roma, ma per meper molti anni ha voluto diretreni bianchi, mia madre per

quarant’anni è stata una damadell’Unitalsi e la possibilità oggidi agevolare i pellegrini e i mala-ti che vogliono visitare Loreto èuna cosa che ci fa molto piace-re».(Fonte: www.vita.it)

Turismo Accessibile

Il turismo accessibile nasce dal-l’esigenza di mettere ogni per-sona con i suoi bisogni al cen-tro del sistema turistico.Il turismo accessibile è in uncerto senso l’espressione piùalta di questo obiettivo che èprima di tutto un obiettivo diciviltà, che rappresenta ancheun’indubbia attrattiva modernae attuale, che può riportare inalto l’immagine del turismo ita-liano nel mondo. L’accessibilità,ovvero sia l’assenza di barrierearchitettoniche, culturali e sen-soriali, è la condizione fonda-

mentale per consentire la pienafruizione del patrimonio turisti-co italiano.Questa fruibilità dovrebbe esse-re estesa al sistema complessivodei trasporti, intermodalità,medio e lungo raggio, su ruota,rotaia e anche ai sistemi del tra-sporto locale. Quando si parladi una destinazione turistica, sifa riferimento al sistema turisticolocale, insomma al sistema deiservizi e dell’offerta come peresempio alla ristorazione, allabalneazione, alla culturaall’enogastronomia, ma ancheall’accessibilità urbana e alladisponibilità di informazioni indiversi formati. Parlare di turismo accessibilesignifica prima di tutto parlare diun turismo attento alle esigenzedi tutti. Essere attenti ai bisognidi tutti significa saper dare dellerisposte concrete ai bisogni deibambini, degli anziani, dellemamme che spingono le carroz-zine, delle persone con disabili-

Accessibilità

Turismo Accessibile

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tà che si muovono lentamente,che non vedono e non sento-no, che hanno allergie o difficol-tà di tipo alimentare, come lepersone affette da celiachia.Questa cosa presuppone unaqualità dell’offerta turisticamolto elevata, che si rivolge amilioni di persone. Affrontare un discorso sul turi-smo accessibile, significa saperconiugare le ragioni dell’impresaturistica con la capacità dirispondere a una domanda diospitalità che deve avere comerequisiti fondanti, una diffusaqualità per quel che riguardal’accoglienza, il dialogo e leconoscenze tecniche. Il concet-to di turismo accessibile non sipuò ridurre alla sola disabilitàdelle persone, dando unaimmagine di esso, puramentemedico-ospedaliera, perché inquesto modo si restringe inambiti ristretti un problema cheè molto più complesso e artico-lato. In sintesi, turismo accessi-bile significa stesso prezzo, stes-sa località e più turisti. Stiamoparlando del concetto di acco-glienza in tutta la sua accezione,che deve essere la struttura por-tante del concetto stesso diaccoglienza legata all’offertaturistica e non solo per quel checoncerne le barriere architetto-niche e percettive, che fannoparte di un discorso più ampioe complesso.(Fonte:www.diversamenteagibile.it)

Spiaggia LiberAtutti

Il Bagno Giulia n°85 di Riccioneè la prima “SpiaggialiberAtutti”,un progetto pilota nell’ambito

dell’accessibilità delle strutturebalneari: un’opportunità di ade-guamento degli stabilimentiverso un’offerta di qualità, dovespiaggia e mare siano sinonimi diturismo ecosostenibile edaccessibile. Il progetto coniugala sostenibilità ambientale e lasostenibilità sociale, privilegian-do l’uso di materiali eco-compa-tibili, fonti energetiche alternati-ve e la creazione di un ambien-te che sostiene la condivisionedi strutture e spazi, senza “ghet-tizzare” persone ed esigenze.La nuova “Spiaggia LiberAtutti”ha inaugurato un percorso dimodernizzazione delle strutturericettive balneari nell’ottica diun turismo europeo, sia sosteni-bile che accessibile, attento alcontenimento degli impattiambientali (sostenibilitàambientale) quanto all’abbatti-mento delle barriere architetto-niche (sostenibilità sociale).Infatti, gli interventi ed operesono stati attuati per garantireun’ampia accessibilità a 360° atutti i servizi dello stabilimentodando opportune garanzie esupporti ai diversabili per le atti-vità di balneazione. Ogni diver-samente abile sarà libero dipoter scegliere il proprio stabili-mento balneare valutando laqualità dei servizi offerti senzadover dipendere, come oggiaccade, dalla necessaria quantovincolante assistenza di unapersona. (Fonte:www.diversamenteagibile.it)

Accessibilità

Diversamente Agibile

Il progetto “DiversamenteAgibile” nasce dalla mente diMaximiliano Ulivieri, 39 anni eaffetto da distrofia muscolarefin da piccolo. L’idea parte dal presuppostoche nessuno meglio di chi neusufruisce può recensire un ser-vizio. Nei suoi viaggi è capitatodi ricercare sul web struttureaccessibili ai disabili, comehotel per il pernottamento,oppure informazioni sui luoghidella città da visitare che nonabbiano barriere architettoni-che, musei, attrazioni turistiche,bar e ristoranti, tutto ciò che unnormale turista deve sapereprima del viaggio. Le informazioni in internet cisono ma spesso risultanodispersive e alcune volte fuor-vianti e non sempre corrette. Ladispersione dipende dal fattoche non c’è un “luogo” comunein rete dove recuperare certeinformazioni, ci sono blog diragazzi disabili che raccontanoil suo viaggio, come il suo per-sonale, oppure nei siti specia-lizzati in hotel e turismo dove alsuo interno puoi fare una ricer-ca specifica per portatori dihandicap. Tutte queste informazioni tutta-via sono solo degli spazi, nonun contesto organizzato, com-petente e ottimizzato soltantoal tipo di servizio. In più spessole informazioni non sono benprecise e povere di foto dimo-strative dell’agibilità sicura diuna struttura. Non raramente capita di legge-re “accessibile a disabile” edopo breve conversazionetelefonica rendersi conto che

così non era. L’accessibilità poirichiede molte cose e capitache siano soggettive, non sem-pre una struttura che va bene aun disabile può andar bene aun altro, ma soprattutto ilmiglior giudizio che si può ricer-care in questi casi è proprioquello del disabile stesso, checertamente ha una capacità dianalisi superiore, essendonel’utilizzatore. Questo vale anche per i percor-si della città, per i mezzi di tra-sporto ecc. Ecco l’idea di realizzare unsito/blog in cui raccogliere tuttele esperienze di persone disa-bili, con reportage scritti, foto-grafici e filmati dei loro viaggi, inmodo da fornire informazioniutili ad altri disabili che voglio-no frequentare la stessa città.Così facendo si potrà aiutare acapire se l’accessibilità dei luo-ghi o delle strutture “recensite”può andar bene per la propriadisabilità oppure necessita dimaggiori informazioni. (Fonte:www.diversamenteagibile.it)

Turismo Accessibile

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Salento per tutti

Offrire ai i turisti, nessuno esclu-so, le stesse opportunità. È que-sta la filosofia ispiratrice del pro-getto Salento per tutti, unnuova sezione tematica del pro-getto di promozione turistica“Città aperte” con cui l’Aziendadi Promozione Turistica di Leccee l’Assessorato al Mediterraneo,Cultura e Turismo della RegionePuglia hanno inteso risponderealle esigenze di quanti - bambi-ni, giovani, adulti - non hannosufficiente autonomia per assa-porare tutti i piccoli e grandipiaceri di una vacanza. Certo, civuole molto altro per rimediareagli errori (e orrori) di miopiaculturale del passato perché, sisa, tutto nelle città italiane -dagli alberghi agli accessi almare, dai bar ai ristoranti aibagni pubblici - è strutturatoper marcare differenze, allunga-re distanze… in una parola, ècostruito sulla separatezza.Ma chi è nel Salento in vacanzao, più semplicemente, vi arrivaper una visita fugace, oggi potrà

contare su una rete di servizimirati che gli permetterà diaccedere agevolmente allestrutture balneari private e, conpari assistenza, di prendere ilsole nelle spiagge cosiddettelibere. Mare e fondali non saran-no più off limits ai turisti nonvedenti, per i quali sono previstiimmersioni subacquee e corsianche per i bambini; alcuni sen-tieri dei parchi e delle riservenaturali sono statiselezionati per agevolarne lafruizione da parte dei disabilimotori; mentre - grazie a tour inbarca - le persone fisicamentenon autosufficienti potrannoammirare le zone più suggestivedella costa salentina. Non solo. I bellissimi centri stori-ci di alcune città d’arte - Lecce eGalatina per iniziare - non avran-no segreti: con la carrozzina ci sipotrà addentrare tra vicoli echiese, cattedrali e castelli gra-zie a tour guidati e gratuiti,opportunamente selezionati,che prevedono anche momentidi ristoro e shopping.(Fonte:www.diversamenteagibile.it)

Accessibilità

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Campagnaeuropeasulla libertàdi movimento

I trattati europei garantisconoalcuni diritti fondamentali:- Libertà di movimento dellepersone (tutti i cittadini di unostato membro europeo ha ildiritto di muoversi, lavorare,studiare e vivere in un altropaese membro)- Libera movimentazione dellemerci (le merci prodotte in unostato membro europeo possonoessere vendute in un altro statomembro a certe condizioni- Libera fruizione dei servizi(tutti i cittadini hanno il dirittodi dare e ricevere servizi in unaltro stato membro.Nonostante questo, le personecon disabilità non possono usu-fruire pienamente della lorolibertà di movimento ed hannodifficoltà ad accedere ai canalidi distribuzione delle merci edei servizi, alle stesse condizio-ni di un altro cittadino europeo.Le persone disabili non hannole stesse opportunità delle per-sone non disabili: essi infattiincontrano barriere nello stu-dio, nel cercare un lavoro, nelviaggiare, nel ricevere merci oservizi o semplicemente nell’ac-cedere alle informazioni.(Fonte: www.edf-feph.org)

Detrazione per lespese di eliminazionedelle barrierearchitettoniche

E' possibile fruire della detrazio-ne Irpef del 36% sulle spese diristrutturazione edilizia (50%per quelle effettuate nel perio-do 26 giugno 2012 - 30 giugno2013). Rientrano tra questespese quelle sostenute per l’eli-minazione delle barriere archi-tettoniche, riguardanti, adesempio, ascensori e montaca-richi, elevatori esterni all’abita-zione e le spese effettuate perla realizzazione di strumentiche, attraverso la comunicazio-ne, la robotica e ogni altromezzo tecnologico, favorisco-no la mobilità interna ed ester-na delle persone portatrici dihandicap grave (articolo 3,comma 3, L. 104/1992). Ladetrazione per l’eliminazionedelle barriere architettonichenon può essere fruita contem-poraneamente alla detrazione

del 19% a titolo di spese sanita-rie riguardanti i mezzi necessarial sollevamento del disabile. Ladetrazione del 19%, pertanto,spetta soltanto sulla eventualeparte di spesa eccedente laquota già agevolata con ladetrazione del 36% (o del50%).Per le prestazioni di servizi rela-tive all’appalto di questi lavori,è inoltre applicabile l’aliquotaIva agevolata del 4%, anzichéquella ordinaria del 21%.“L’obiettivo della proposta dilegge è quello di allargarsi inmodo da interessare tutti i sititelematici dei settori pubblici ei siti che offrono servizi destina-ti alla cittadinanza. La propostaattuale è infatti limitata a settoripubblici cui appartengono sol-tanto 12 categorie. Le 12 cate-gorie stabilite sono un criterioobsoleto dal momento che ilpanorama offerto in rete si ènotevolmente incrementato dal2001, quando è stato definito ilcriterio stesso”.(www.agenziaentrate.gov.it)

Disabile? Anch'iofaccio sport estremo!

L’Associazione sportiva dilettan-tistica Free White Ski Team insie-me a FIAT organizzano giornatedi sport per far vivere alle per-sone con disabilità fisico-moto-ria l'esperienza della montagnasenza barriere. Da 17 anni ilprogramma Autonomy di Fiatrealizza soluzioni tecniche perchi ha ridotte capacità motorie,in modo da permettergli di uti-lizzare qualunque modello divettura o veicolo commerciale(Fiat, Lancia, Alfa Romeo,Abarth, Jeep e FiatProfessional). Il programma, lanciato in Italia esuccessivamente esteso alBrasile, opera attraverso 21Centri di Mobilità, gestiti in col-laborazione con associazionilocali e centri di riabilitazionemotoria, autorità sanitarie e conla Motorizzazione Civile. I centrioffrono una vasta gamma di ser-vizi, dalla consulenza e suppor-to per affrontare l’iter burocrati-co, legale e tecnico alla preva-lutazione dell’idoneità al conse-guimento della patente specia-le, alle prove su strada e allepratiche per il rinnovamentodella patente per diversamenteabili. I centri offrono, inoltre,simulatori di guida per la misura-zione delle capacità residue evetture multi-allestite per provedinamiche.Autonomy, inoltre, organizzaannualmente eventi destinatialla promozione dello sport perdare a tutti, e non solo ai cam-pioni, la possibilità di soddisfarela propria passione sportiva.Per info: www.freewhite.eu(fonte: www.fiatspace.com)

La Freedom Guide,disponibile sul sito EDF

Libertà di movimento

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Partecipazione

Tessitura TEXPOINT

Diritto alla libertàdi movimento:i montascale

Una barriera architettonica è unimpedimento agli spostamentidi una persona, anziana o disa-bile, dovuto al posizionamentoo alla tipologia di elementicostruiti dall'uomo. Le barrierearchitettoniche sono quindiqualcosa di strettamente legatoal concetto di libertà di muo-versi, un aspetto fondamentaleper la valutazione della qualitàdi vita di chiunque. Negli ultimianni la legislazione nazionaleed europea è stata pian pianomigliorata fino a rendere obbli-gatorio l'adeguamento per unaserie di enti pubblici e privati aquesti principi di libertà dimovimento. Uno degli strumentipiù spesso utilizzati per l'abbat-timento delle barriere architet-toniche è l'installazione diminiascensori o montascale (oservoscala), impianti per il solle-vamento di persone impossibili-tate a salire autonomamente lescale o a superare ostacoli.I montascale devono risponde-re a specifiche normative sia perquanto riguarda gli aspetti edili-zi (normativa per il superamen-to delle barriere architettoni-che) sia per gli aspetti di pro-dotto (norme UNI).Queste indicazioni normativesono presenti in Italia da moltianni, proprio in corrispondenzaalla comparsa sul mercato deiprimi prodotti e ausili dedicatiall'abbattimento delle barriere.La prima norma UNI in materia è

infatti del 1991, sostituita nel2009 da una norma più recen-te. La UNI EN 81-40:2009, ver-sione ufficiale in lingua inglesedella norma europea EN 81-40,specifica i requisiti di sicurezzaper la costruzione, fabbricazio-ne, installazione, manutenzionee lo smontaggio di servoscalaelettrici fissati alla struttura di unedificio.Nella legislazione italiana il rife-rimento normativo per gli aspet-ti edilizi dei montascale è con-tenuto nel DM 236/89,"Prescrizioni tecniche necessa-rie a garantire l'accessibilità,l'adattabilità e la visitabilità degliedifici privati e di edilizia resi-denziale pubblica sovvenziona-ta e agevolata, ai fini del supera-mento e dell'eliminazione dellebarriere architettoniche". Il testo del Decreto Tecnico èstrutturato in due parti: alcuniarticoli più generali in cui ven-gono evidenziati i criteri pro-gettuali e altri articoli che con-tengono le specifiche tecniche.L'ordinamento italiano regola-menta poi anche quelle chesono le "Disposizioni per favori-re il superamento e l'eliminazio-ne delle barriere architettoni-che negli edifici privati", Legge 9gennaio 1989, n. 13, che racco-glie le categorie che hanno

diritto e le modalità per richie-dere i contributi per l'installa-zione di montascale o servosca-la nell'ottica di superamentodella barriere.Tali norme valgono per la pro-gettazione ed installazione diogni tipo di montascale, deltipo con poltroncina per perso-na seduta, con piattaforma perpersona in piedi o con piatta-forma per il trasporto di carroz-zine. Categoria a parte è poicostituita dai montascale mobi-li, ovvero privi di installazionefissa, che possono essere tra-sportati ed usati in particolareper il superamento di gradini odislivelli.I montascale si confermanoquindi un indispensabile ausilioper garantire a tutti una pienalibertà di movimento.(Fonte: www.disabili.com)

Centri di mobilitàFIAT Autonomy

Sono strutture che offrono atutti i clienti disabili un aiutoconcreto per risolvere i proble-mi relativi alla guida di una vet-tura adattata alle proprie capa-cità. In ogni Centro il clientepuò testare le proprie capacitàmotorie residue tramite specialisimulatori, prendere confidenzacon i veicoli modificati e chie-dere il parere di medici e fisio-terapisti e degli operatori deicentri stessi.I Centri di Mobilità realizzati daFiat Group Automobiles voglio-no garantire a tutti, concreta-mente e gratuitamente, la possi-bilità di testare e migliorare laqualità del proprio movimento.I clienti disabili hanno a propria

Un montascale, ausilioindispensabile alla libertàdi movimento

Libertà di movimento

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Partecipazione

CDMcorrieri

dellamoda

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disposizione simulatori di guidaper valutare con precisione lapropria capacità motoria resi-dua e vetture modificate perprovare la guida per la primavolta o per testare nuovi adatta-menti rispetto a quelli già pos-seduti. Frequentando un Centrodi Mobilità il disabile può otte-nere un attestato che può faci-litare il compito di valutazionedella Commissione medica loca-le durante la visita d'idoneità. Ilsimulatore di guida è una sofisti-cata strumentazione elettronicache valuta le capacità motorie,visive e cognitive della personadisabile e gli consente di pren-dere confidenza con le appa-recchiature che utilizzerà sullavettura. I simulatori sono dispo-nibili per le persone con disabi-lità sia agli arti inferiori che agliarti superiori.Per maggiori informazioni rivol-gersi a: Ufficio AutonomyTel. 011 0037456(Fonte: www.fiatautonomy.com)

Dalla carrozzina allabarca… E le scoglierenon sono più uno“scoglio”

Il Salento, si sa, è caratterizza-to dalla bellezza della costa, laquale, soprattutto nel versanteAdriatico, si contraddistingueper la presenza di scogliere egrotte dai colori vivi e dalle geo-metrie fantasiose. Il problema, anche questo lo sisa, è nell’accessibilità. Alcunioperatori lo hanno superato

attrezzando barche e postazio-ni di partenza delle stesse, inmodo che le persone con disa-bilità motorie possano, per ungiorno, ritagliarsi la possibilità divivere l’ebbrezza di navigarelungo i bellissimi tratti di costasalentini. Le Leghe Navali, inparticolare quelle di Otranto eSan Foca, attente alla tematicadelle disabilità, hanno organiz-zato delle iniziative accessibili aidisabili motori e si stannoattrezzando in tal senso.Inoltre, è possibile effettuaretour della Costa a pagamentocon la barca Mistral accessibileai disabili motori. Partenze gior-naliere da Otranto per SantaCesarea, Castro, Leuca. Duranteil tragitto è previsto il pranzo abordo. Sono anche previstesoste bagni e visita alle grotteche però spesso non sonoaccessibili ai disabili. Info:Società Onda BluInfo: (+39) 329 3137519 -(+39) 329 8070991(+39) 327 3640652(Fonte: www.viaggiareinpuglia.it)

Albatros ProgettoPaolo Pinto

L’Associazione “Albatros proget-to Paolo Pinto” nasce per com-memorare le gesta dell'avvocatobarese Paolo Pinto, straordina-rio campione mondiale di nuotodi gran fondo, autore di epichetraversate. Gli scopi principalidell'associazione sono sociali,morali, sportivi, ludici e ricreativifinalizzati principalmente almiglioramento della vita di nonvedenti e ipovedenti nonchéalla loro integrazione sociale. In quest'ottica l'incontro conl'istruttore subacqueo ManricoVolpi e le reciproche affinità diintenti in questo campo hannopermesso di ideare, sviluppare emettere a punto il progetto dielaborazione di una nuovissimametodologia didattica per l'inse-gnamento dell'immersionesubacquea ai non vedenti. Oggi questa metodica può van-tare un periodo di applicazioneormai consolidato - con tanto distandard, supporti didattici,manualistica pubblicata e diversicorsi già effettuati a Bari,Gallipoli, Pulsano, Venezia, nelpieno successo di tutti i parteci-panti, comprese immersioni par-ticolari, come quelle sotto ighiacci, ecc. – che ne ha messoin luce tutta l’efficacia. La novitàradicale di questa metodologia,rispetto alla quale tutte le altreappaiono rimaste ferme ai pio-nieristici primordi di svariati annifa (come testimoniano gli stessiprotagonisti non vedenti) consi-ste essenzialmente in un'impo-stazione rivoluzionaria che - con

un'adeguata formazione delcorpo docente - riesce a soddi-sfare in ogni fase un principio di“autonomia consapevole” delnon vedente e, al contempo, diautentica “conoscenza ambien-tale” da parte sua. In pratica, l'ottenimento tangibi-le dell'obiettivo di considerare ilnon vedente non più solo tra-sportabile passivamente sott'ac-qua, bensì protagonista assolutodi sé stesso in immersione, conl'apporto del suo accompagna-tore limitato al solo ruolo che ilcane-guida ha nella vita di tutti igiorni. In sintesi non più un disa-bile bensì un subacqueo a tuttigli effetti, che può effettuareturismo subacqueo ed immer-gersi in ogni mare del mondo. Sitratta di un approccio e una filo-sofia estendibili a livello interna-zionale, come lo sono le proble-matiche della disabilità, che nonconoscono confini e si assomi-gliano sotto qualsiasi latitudine,al pari delle opportunità cheoffrono. Tra cui quella di un con-tenuto dallo straordinario pote-re formativo dal punto di vistapsicopedagogico, anche perl'aggiornamento di un qualun-que operatore didattico, perfi-no nel suo comune lavoro coisub normodotati. Oggi a sanciretutto questo arriva il prestigiosoriconoscimento della Cmas,ottenuto da Albatros comeideale sigillo di qualità e innova-zione. Inoltre Albatros ha siglatoun protocollo d'intesa conFederparchi finalizzato a rende-re sempre più accessibili per inon vedenti le aree protette. (Fonte: www.albatros-scuba-blindinternational.it)

Partecipazione

www.brunellagori.comVia Emilia Romagna, 22 - 41012 Carpi- Tel. 059 699970

Brunella Gori

Libertà di movimento

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Partecipazione

Giochi fai-da-te perbambini disabili

L'altalena di francesca ha unsostegno che le sorregge schie-na e testa: l'ha costruita suononno modificando un normaleseggiolino per adattarlo alla suacrescita. Il deambulatore diLeonardo è una Ferrari daldesign innovativo, mentre lamoto senza pedali, che i geni-tori hanno realizzato perAlberto, è superaccessoriatacon sirene, clacson, fanali echiavi. Sono tante le famiglieche hanno modificato o imma-ginato e poi costruito i giochiper i propri bambini, correg-gendoli in base al tipo di disabi-lità oltre che a esigenze indivi-duali in continuo cambiamento.Pensandoli anche capaci di alle-nare, riabilitare e valorizzare lecompetenze. Per loro c'è ora lapossibilità di condividere suc-cessi e difficoltà grazie all'asso-ciazione ''Gioco anch'io'', cheha sede a Villafranca di Verona eche ha messo in rete un "catalo-go" di giochi fai-da-te. Una pos-sibilità di condivisione impor-tante per genitori, ma ancheper terapisti, che offre stimoli esuggerimenti pratici. "Il gioco -spiega la presidente FoscaFranzosi, fisioterapista neurolo-gica da 33 anni - è uno stru-mento di terapia ed è l'unica viad'accesso al mondo del bambi-no". Da questa convinzione ènato nel 2004 un gruppo di stu-dio, formato da fisioterapisti,operatori di assistenza scolasti-ca, psicopedagogisti, fisiatri einsegnanti, che nell'anno suc-cessivo si è trasformato nell'as-sociazione "Gioco anch'io", perpromuovere il gioco per tutti,con particolare attenzione aibambini disabili. Ma vengonoanche organizzati incontri,eventi formativi e una grandefesta annuale in occasione della

Giornata del gioco, che cade il28 maggio.Molti giocattoli in commerciosono già accessibili e adatti aproblematiche che interessanoi cinque sensi. Negli anni staanche crescendo la sensibilitàdei progettisti e dei costruttori.Ma per alcuni genitori questonon basta. La mamma e il papàdi Alberto, come raccontanoon line, hanno ideato e costrui-to una moto perché non riusci-vano a reperire in commercioun articolo simile ai tradizionalitrenino (senza pedali) o cocci-nella che potesse sostenere ilpeso del loro bambino, di misu-re tali da rendergli agevole ilmovimento e insieme rinforzar-gli la muscolatura del polpac-cio. Così hanno progettato unveicolo speciale utilizzandomateriale facilmente reperibile:le ruote, per esempio, sonopezzi di carrelli usati nell'indu-stria meccanica. Anche l'altale-na di Francesca è nata perrispondere alle esigenze piùspecifiche della bambina e alsuo sviluppo.(Fonte: www.superabile.it)

Palestra per tutti - il fitness accessibile

Aumento della forza e dellaresistenza muscolare, maggioremobilità, fiducia in se stessi,contrasto all'ansia e allo stress:sono solo alcuni dei beneficidel fitness. Se poi a praticareattività fisica è una personadisabile, allora i vantaggi cre-scono in modo esponenziale.

Così come crescono, in Italia, leesperienze nate per offrire l'ac-cesso a palestre con strutture espazi adeguati a chi ha unadisabilità. Non si tratta solo dieliminare le barriere architetto-niche, ma soprattutto di offrirestrumenti e personale prepara-to in modo da rispondere alleesigenze e valorizzare le poten-zialità di ognuno. Insomma, luo-ghi in cui far lavorare il corpo,ma dove è anche possibilefavorire le relazioni interperso-nali e superare diffidenze e pre-giudizi. Il fitness per tutti trovaun alleato anche in un grandemarchio come quello dei centriVirgin Active, che hanno lancia-to il primo progetto di attivitàfisica adattata per le personecon sclerosi multipla. L'iniziativanasce da una collaborazionecon l'Associazione italiana scle-rosi multipla (Aism) e coinvolgetutti i 25 centri fitness dellaPenisola, offrendo corsi specifi-ci sviluppati appositamente, aseconda del livello di disabilità,che includono training conmusica e programmi di esercizistandard a circuito. "È il primoprogetto in assoluto per l'interaEuropa", sottolineano gli orga-nizzatori. Niente è lasciatoall'improvvisazione: per garanti-re la massima preparazione

degli istruttori sono stati avviaticorsi di formazione ad hoc peril personale. "La sclerosi multi-pla è una malattia cronica chegenera nelle persone bisognivari, non solo nell'ambito fisico,ma anche in quello psicologicoe sociale - spiega Laura Lopes,coordinatrice nazionale dei ser-vizi di riabilitazione Aism edirettore sanitario del serviziodi riabilitazione Aism Liguria -.L'attività fisica adattata puòessere una risposta efficace allaprevenzione dei danni dell'im-mobilità". Inoltre la partnershiptra Aism e Virgin Active prevedeper tutto il 2012 l'organizzazio-ne di momenti di sensibilizza-zione e informazione all'internodei villaggi fitness.Nella partita del "fitness pertutti" si inseriscono anche alcu-ne amministrazioni comunali,impegnate a offrire luoghi ade-guati ai cittadini disabili. AChieti è stato lanciato il proget-to Barrier free living, che preve-de la realizzazione della primaarea di verde pubblico attrez-zata per favorire l'attività sporti-va delle persone disabili. (Fonte: www.superabile.it)

EasyWay - L’app persegnalare i luoghiaccessibili a tutti

Molte strutture di pubblica utili-tà e di intrattenimento dellenostre città presentano ancoranumerose barriere architettoni-che, ma le tecnologie e lo spiri-to di partecipazione dei cittadi-ni possono offrire nuoveopportunità per superarle. Perdecidere se andare o meno inun determinato luogo, le perso-ne con disabilità devono sapereprima se la loro meta è accessi-bile oppure no.Il progetto EasyWay, sviluppatocon il supporto e l'esperienzadella rete associativa della FISH,vuole contribuire a migliorare leinformazioni a disposizione,dando a chi userà i dati la pos-sibilità di diventare a sua voltaun generatore di informazioniper tutta la comunità. In questaprima fase sono state fatte dellerilevazioni partendo dalle cittàdi Roma e Milano ma possiamocoprire tutta l'Italia.

Il progetto infatti consiste inun'applicazione per smartpho-ne e in un sito, due strumentiche ti consentono di esprimerela tua valutazione di accessibili-tà rispetto a uno o più punti diinteresse. Affidiamo l'inserimento dellevalutazioni di accessibilità allacomunità degli utenti: ciascunopuò diventare protagonista eattivarsi in prima persona peraumentare e migliorare il nume-ro di informazioni. Per ognipunto di interesse che vuoisegnalare (ad esempio un risto-

rante, un albergo, un museoecc), puoi esprimere sia unavalutazione di accessibilitàgenerale, sia una valutazionespecifica sugli spazi della strut-tura (Parcheggio; Entrata; Spaziinterni; ecc.) in relazione a unao più tipologie di disabilitàmotoria scelte in base alle tuecompetenze (carrozzina elet-tronica; carrozzina manualesenza accompagnatore; carroz-zina manuale con accompagna-tore; difficoltà di deambulazio-ne). Non è ancora attiva la rile-vazione e la segnalazione delleparticolari barriere esistenti perle persone con disabilità di tiposensoriale, ma l'obiettivo è dicrescere e migliorare giornodopo giorno. Oggi chi vuoleconsultare le informazioni pre-senti nella banca dati, può cer-

care un punto di interesse nellacittà e leggere la valutazione diaccessibilità che gli è stata attri-buita da un altro utilizzatore.È importante che la comunitàdelle persone con disabilità, dei

loro familiari, amici e operatorisi attivi in prima persona perarricchire le mappe di un nume-ro via via crescente di valutazio-ni di accessibilità.(Fonte: www.fishonlus.it)

Libertà di movimento

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Partecipazione

Maglieria Donna

Libertà di movimento

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Genny, la prima e unicacarrozzina a due ruote

Si tratta di una novità assoluta,una carrozzina che permette dimuoversi con un semplice spo-stamento del proprio baricentroe lascia completamente libere lemani. Abbiamo intervistatoPaolo Badano, il suo ideatore.Paolo, com'è nata l'idea dellacarrozzina Genny?L'idea di Genny è nata da unamia esigenza, io sonoParaplegico da 15 anni, a segui-to di un incidente stradale e daallora sono sempre alla ricercadi una maggiore autonomia.Da anni vedo il Segway, quelgeniale mezzo che permette adun uomo di spostarsi in piedi sudue ruote parallele, un giornomi sono domandato: se è ingrado di portare in sicurezza unuomo in piedi su due ruote,perché non potrebbe fare lostesso con un uomo seduto?Quindi oltre un anno mezzo fa,non avendo trovato nulla incommercio di simile ne hoacquistato uno ed ho comincia-to ad adattarlo alle mie esigen-ze, con tutte le sicurezze e lemodifiche necessarie che mipermettano di fermarmi di saliree scendere,e dopo oltre unanno di lavoro è nata Genny,oggi la mia compagna insepara-bile.Genny è un mezzo che mi haletteralmente cambiato la vitaed ho capito immediatamenteche avrebbe potuto cambiarela vita a molti altri disabili.In cosa consiste la grande novi-tà di questa carrozzina a dueruote? E su quale tecnologia si

basa? Per quali patologie e perquali attività è stata testataGenny?La novità è pressoché unica,poiché si passa per la primavolta nella storia da quattroruote a due ruote, e questo nonè solo un fattore estetico, ilquale ha la sua importanza, maè soprattutto un fattore funzio-nale, che grazie alla tecnologiaauto-bilanciante di Segway ed inparticolare al principio dei giro-scopi e ai due motori elettrici,riesce a stare in equilibrio sudue ruote. Questo comporta lapossibilità di spostarsi su qual-siasi terreno come la sabbia, laneve e su strade dissestare,senza il problema classico diincastrarsi con le ruote anteriori.Essendo già questo di per séuna novità assoluta per unasedia a rotelle, la sua caratteristi-ca più incredibile è data dalfatto che non è dotata ne diacceleratore ne di freni, ma èsemplicemente con minimi spo-stamenti del corpo/busto avantie indietro che si crea il movi-mento, mi verrebbe da dire cheGenny si muove praticamentecon il pensiero, una vera magia.Questo lascia spazio alla fantasiapoiché credo che sia la primavolta al mondo che un disabilesi possa spostare su una sedia arotelle avendo le mani liberelasciando la libertà quindi ditelefonare, tenere la fidanzato/aper mano, mangiare un gelato,bere, tenere un ombrello, eperché no giocare a pallone...con la massima libertà di risco-prire e di inventarsi cose nuove.Un altro lato che sto scoprendoutilizzando Genny tutti i giorni,credo da non sottovalutare, è lo

stupore che vedo nel viso dellepersone che mi domandanocoma faccia a stare in piedi sudue ruote e non chiedendomipiù, come succedeva solitamen-te prima, che cosa mi fossi fatto,quindi questo mi induce a pen-sare che non sia sparita la miadisabilità ma che sia sparito ilcollegamento mentale che spes-so si fa tra disabile e sedia arotelle.Genny quindi è un rivoluziona-rio mezzo che è in grado di eli-minare molte barriere architet-toniche, ma è capace soprat-tutto di eliminare le barrierementali.Ritengo che Genny possa essereusata per diverse disabilità,siamo in corso di valutazione.L'utilizzo di questa carrozzinapermetterà probabilmente dieliminare l'esigenza di una car-rozzina diversa per l'interno eper l'esterno, per quali fondistradali è particolarmente indi-cata Genny?La mia invenzione, Genny, è pia-ciuta moltissimo al DirettoreMarketing di Segway Italia"Tiziano Centulani" che avendosposato in pieno la mia causa miha fornito la disponibilità di unSegway I2 con una larghezzanotevolmente inferiore almodello da me utilizzato, que-sto, mi permetterà di realizzarea breve,una sedia con larghezzasimile alle sedie a rotelle con-venzionali.Genny è commercializzata e sipossono trovare tutte le infor-mazioni a riguardo sul sito:http://www.gennymobility.com(Fonte: www.disabili.com)

Uffici inaccessibili,

Poste Italiane devonorisarcire

Il Tribunale di Jesi ha condanna-to l’ente Poste per comporta-menti discriminatori nei con-fronti di una donna con disabili-tà motorie, che sarà risarcita.La limitazione dell’autonomiadella persona disabile, comepurtroppo ben sappiamo, arrivaanche da un “semplice” gradinoche impedisca una normale atti-vità, come può essere quella dientrare e muoversi in un ufficio.Questa la vicenda: a seguitod'intervento dell'AssociazioneLuca Coscioni, sulla base delricorso avanzato dal ConsigliereGenerale dell’AssociazioneLuca Coscioni, l’avvocatoAlessandro Gerardi, il tribunaledi Jesi si è espresso ordinandoall’ente delle Poste la “cessazio-ne dei comportamenti discrimi-natori” nei confronti di unadonna con disabilità motoria, laquale non riusciva ad accedereagli uffici a causa della presenzadi barriere architettoniche.Ebbene, il Tribunale ha dunquestabilito che la donna dovràmessere messa in condizione diaccedere agli spazi, ed ha inol-tre condannato l’ente postale alversamento di tremila euroquali danni morali. La vicendaha, tra l’altro, del paradossale,come fa notare l’avvocatoGerardi, il quale ricorda comePoste Italiane avesse emessopoco più di un anno fa un fran-cobollo celebrativo proprio inmateria di abbattimento dellebarriere architettoniche.

Partecipazione

Paolo Badano, inventore di Genny

REBECCHI COSTRUZIONI srlVia A. Manzoni, 4241012 Carpi (MO)

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Il diritto di voto el'accessibilità deiseggi elettorali

Esistono precise indicazioninormative per favorire l'eserci-zio del diritto di voto da partedelle persone con disabilità.

FARSI ASSISTERESecondo la normativa vigentesono da considerarsi "elettorifisicamente impediti", "i ciechi,gli amputati delle mani, gli affet-ti da paralisi o da altro impedi-mento di analoga gravità".Le persone con queste disabili-tà, e non con altre, possonoesercitare il diritto di voto conl'aiuto di un elettore della pro-pria famiglia o di un altro eletto-re, volontariamente sceltocome accompagnatore. LaLegge n. 17 del 5 febbraio 2003ha precisato che non è neces-sario che l'elettore che risultaquale accompagnatore siaiscritto nelle liste elettorali dellostesso comune dell'assistito.L'unico requisito richiesto perl'accompagnatore dell'elettoredisabile è quello della iscrizionenelle liste elettorali di un qual-siasi comune italiano. Qualora ladisabilità non sia evidente,oppure non sia nota al presi-dente di seggio, deve essererichiesto uno specifico certifica-to rilasciato da medici designatidall'Azienda Usl. Tale documen-to deve precisare che "l'infermi-tà fisica impedisce all'elettore diesprimere il voto senza l'aiutodi altro elettore". Questi certifi-cati devono essere rilasciatiimmediatamente, gratuitamentee in esenzione a qualsiasi dirittoo applicazione di marche. Il cer-tificato viene poi allegato agliatti della sezione elettorale. Nelcaso dell'elettore cieco puòessere esibito, quale documen-

to probatorio, il cosiddetto"libretto di pensione" dal qualesi evince la cecità accertata. Èutile precisare che chi necessitadi essere accompagnato solofino alla cabina elettorale, mapoi è in grado di esercitareautonomamente il voto, nonoccorre che presenti alcun cer-tificato. Nessun elettore puòesercitare la funzione di accom-pagnatore per più di un disabi-le. Sul certificato elettorale del-l'accompagnatore è apportataun'apposita annotazione dalpresidente del seggio nel qualeegli ha assolto tale compito.I comuni devono assicurare unservizio di trasporto pubblico inmodo da garantire il raggiungi-mento del seggio elettorale.

VOTARE IN UN'ALTRA SEZIONEQualora la propria sezione elet-torale sia inaccessibile, il disabi-le con difficoltà o impedimentialla deambulazione può votarepresso un'altra sezione, delproprio comune, priva di bar-riere architettoniche. Nei comu-ni ripartiti in più collegi (senato-riali, collegi uninominali, collegiprovinciali) o in occasione del-l'elezione degli organi circoscri-zionali, la sezione scelta per lavotazione deve appartenere almedesimo collegio o alla mede-sima circoscrizione, nei quali ècompresa la sezione nelle cuiliste l'elettore stesso è iscritto.Per sapere se la sezione sceltacorrisponde a questi requisiti èpossibile rivolgersi all'Ufficioelettorale del Comune o al pre-sidente della sezione stessa.Per poter essere ammesso alvoto, il disabile deve presenta-re, assieme al certificato eletto-rale, un'attestazione medicarilasciata, anche in precedenzaper altri scopi, dalla propriaAzienda Usl locale o copiaautentica della patente di guidaspeciale, purché dalla docu-

mentazione esibita risulti l'im-possibilità o la capacità grave-mente ridotta di deambulazio-ne. Nel caso non si disponga dialcuna certificazione oppurenell'ipotesi in cui dalla certifica-zione non sia possibile evincerecon chiarezza che sussisteun'incapacità alla deambulazio-ne, è possibile richiedere -senza alcun costo - una visitaall'Azienda Usl di competenza.Le Aziende Usl nei tre giorniprecedenti la consultazioneelettorale, devono garantire inogni comune la disponibilità diun adeguato numero di mediciautorizzati e preposti per il rila-scio di queste certificazioni.Sarà cura del presidente di seg-gio iscrivere il disabile nella listaelettorale della sezione e diprenderne nota nel verbale.

L'ACCESSIBILITÀDEI SEGGI ELETTORALILe disposizioni vigenti fornisco-no indicazioni circa l'accessibili-tà dei seggi elettorali.Gli arredi della sala di votazionedelle sezioni elettorali devonoessere disposti in modo da per-mettere agli elettori non deam-bulanti di leggere il manifestocontenente le liste dei candida-ti, di votare in assoluta segre-tezza, nonché di svolgereanche le funzioni di componen-te di seggio o di rappresentantedi lista e di assistere, ove lovogliano, alle operazioni dell'uf-ficio elettorale. Deve esserepredisposta almeno una cabinaper consentire agevolmentel'accesso agli elettori e deveessere previsto un secondopiano di scrittura, eventualmen-te ribaltabile, all'altezza di circaottanta centimetri, o un tavolomunito di ripari che garantiscala stessa segretezza. I seggidebbono essere poi raggiungi-bili anche dall'esterno, dovedeve essere segnalata l'accessi-

bilità attraverso il simbolo dellacarrozzina, tramite percorsiaccessibili. I comuni devonoprovvedere al censimento dellebarriere esistenti nei locali adi-biti a seggi elettorali e devonointervenire di conseguenza alloscopo di evitare che si ripresen-ti la stessa situazione nelle futu-re consultazioni. Su quest'ulti-mo aspetto la normativa nonprecisa se l'intervento debbaper forza consistere nella rimo-zione delle barriere architetto-niche o nella scelta di altra sedeaccessibile da adibire alle con-sultazioni elettorali.

VOTO A DOMICILIOPER I DISABILI GRAVISSIMILa Legge 22 del 27 gennaio2006, successivamamentemodificata dalla Legge 7 maggio2009, n. 46, prevede la possibi-lità di esercitare il diritto di votopresso il proprio domicilio peralcune categorie di personeaffette da grave disabilitàPossono, ad oggi, votare al pro-prio domicilio:1. gli elettori affetti da gravissi-me infermità, tali che l'allonta-namento dall'abitazione in cuidimorano risulti impossibile,anche con l'ausilio dei servizi dicui all'articolo 29 della legge 5febbraio 1992, n. 104, cioèsiano “intrasportabili”. IlLegislatore sembra, quindi sot-tolineare, che il voto a domicilionon possa essere richiesto soloperchè non c’è alcun servizio diaccompagnamento al seggio;2. gli elettori affetti da graviinfermità che si trovino in condi-zioni di dipendenza continuati-va e vitale da apparecchiatureelettromedicali tali da impedir-ne l’allontanamento dall’abita-zione in cui dimorano; in que-sto caso la sottolineatura è sulladipendenza continuativa equindi sul rischio per l’incolumi-tà personale del Cittadino.Da sottolineare che, in nessunpassaggio, il Legislatore richiedeil possesso di certificati di han-dicap (art. 3, Legge 104/1992)o di invalidità. Ci si riferiscestrettamente a infermità gravi e,quindi, a situazioni sanitarieanche non definitive.(Fonte: www.handylex.org)

Partecipazione politica

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Partecipazione

Partecipazione scolastica

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PartecipazioneScolastica

Nonostante la presenza di unalegislazione avanzata in terminidi inclusione scolastica, le risor-se dedicate alle attività di soste-gno e integrazione degli alunnicon disabilità nella scuola ordi-naria risultano spesso inadegua-te. Nell’anno scolastico 2011-2012 circa il 9% delle famigliecon alunni con disabilità ha pre-sentato ricorso al Tribunale civi-le o amministrativo per ottenereun aumento delle ore di soste-gno. (Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”).Nel Mezzogiorno gli alunni condisabilità risultano più svantag-giati. Nelle scuole primarie esecondarie di primo grado laquota di famiglie meridionaliche ha fatto ricorso per le oredi sostegno è circa il doppiorispetto a quella del Nord (nellascuola primaria rispettivamente12,7% e 6%; nella scuolasecondaria di primo gradorispettivamente 11,5% e 4,3%).(Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”). Al fine dellarealizzazione del progetto indi-viduale è molto importantegarantire la continuità del rap-porto tra insegnante di soste-gno e alunno con disabilità.

Rispetto all’anno scolastico pre-cedente hanno cambiato inse-gnante di sostegno il 41,7%degli alunni con disabilità dellascuola primaria e il 39,3% diquelli della scuola secondaria diprimo grado. (Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”). Il supportodidattico fornito dall’insegnantedi sostegno dovrebbe essereaccompagnato dalla presenzadi figure professionali che sup-portino la socializzazione el’autonomia del singolo. Glialunni con disabilità totalmentenon autonomi ricevono al Nordun numero medio di ore setti-manali di assistenza educativaculturale o ad personam (AEC)circa doppio rispetto a quelloregistrato nel Mezzogiorno(nella scuola primaria rispettiva-mente 12,3% e 5,1%; nellascuola secondaria di primogrado rispettivamente 13,2% e5,5%). (Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”). Il processod’inclusione scolastica dovreb-be prevedere una completapartecipazione dell’alunno condisabilità a tutte le attività dellaclasse, anche se tale partecipa-zione potrebbe implicare avolte una maggiore complessitàorganizzativa. Nelle scuole pri-marie e secondarie di primogrado quasi la metà degli alunnicon disabilità non partecipa alle

attività extrascolastiche organiz-zate dalla scuola, e tale feno-meno assume una maggioreconsistenza nel Mezzogiorno.(Fonte: Istat 2013,“L’integrazione degli alunni condisabilità nelle scuole primarie esecondarie di primo grado sta-tali e non statali. Anno scolasti-co 2011-2012”)(Fonte: www.fishonlus.it)

Scuolabile

Insegnare giocando, e impararedivertendosi. Quale strumentoè migliore del gioco per inse-gnare qualcosa ai bambini?Ma ora non si tratta di insegnarloro la storia o la geografia, lenozioni o la cultura più tradizio-nale: bisogna abituarli ad unnuovo tipo di cultura, quellache scende in campo non soloa scuola, ma anche a casa e alparco giochi, in ogni momentodella giornata; una cultura chedeve formarsi adesso e che liaccompagni per tutta la vita.E' importante avvicinare i picco-li al mondo della diversità, cosìlontana da loro perchè cosìpoco conosciuta e troppospesso vista con timore anchedagli adulti. La disabilità è benpresente nella nostra società,tanto da coinvolgere il 15%delle famiglie italiane, costrettea traumatiche e sostanzialivariazioni nello stile di vita; mala disabilità è anche ricchezzaed è questo che si deve mostra-re ai piccoli: insegnare la diver-sità spiegandone le potenziali-tà. Nasce così l'idea di creare

una fiaba, che da sempre offreall'immaginazione nuove dimen-sioni e possibilità ed è la formamigliore per suggerire al bambi-no che le difficoltà che ognunodi noi incontra nella vita posso-no essere affrontate. Inoltrenelle fiabe si incontra spesso iltema della diversità: ci sono sto-rie nelle quali si incontrano per-sonaggi molto piccoli, comePollicino, oppure sciocchi eincapaci e per questo derisi oignorati; a volte si incontranoprincipesse che non sanno par-lare, o eroi mostruosi: solo allafine, dopo numerosi prove, ilprotagonista viene riconosciutoe premiato. Continuando suquesta strada, anche nella lette-ratura contemporanea moltiscrittori utilizzano i loro raccon-ti per aiutare i bambini a com-prendere meglio gli altri e ilmondo della diversità.Ecco allora ScuolABILE, il primoprogetto completo che vuolecoinvolgere i bambini dellescuole elementari, gli insegnantie i genitori attraverso una cam-pagna di sensibilizzazione sumisura, realizzata con la colla-borazione di uno staff di psico-pedagogisti e dello scrittore perragazzi Luigi Dal Cin, e con ilpatrocinio della RegioneVeneto. (www.disabili.com)

Partecipazione

LA MANNACostruzioni s.r.l.

41012 Carpi (MO) - Via Cappellano, 11/AGeom. Cell. 335 5398934 - Cell. 338 6030434

Discriminazioni sul lavoro

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Uguaglianza nel lavoro:una sfida continua

I più discriminati nel mondo dellavoro sono le donne, i migrantie le persone con disabilità.Queste le conferme dal terzorapporto dell'ILO (InternationalLabour Organization delleNazioni Unite) Equality at work:The continuing challenge.LA DISABILITA' - Stando ai datidell'ILO la disabilità interessacirca il 10% della popolazionemondiale, circa 470 milioni dipersone in età lavorativa. Neglistati Uniti, nel 2007, il redditomedio di una persona con disa-bilità con un lavoro a tempopieno tutto l'anno era di 34.200dollari, rispetto ai 40.700 dollariper le persone non disabili.Nel paesi in via di sviluppo l'80%della popolazione con disabilitàvive in povertà.LE ALTRE DISCRIMINAZIONI - Ledisuguaglianze salariali tra uomi-ni e donne persistono, per nonparlare della gravidanza e dellamaternità che continuano adessere viste come un graveimpedimento. Le molestie ses-suali sono all'ordine del giorno.Le discriminazioni razziali sonofortissime, in particolare neiconfronti dei lavoratori migrantiche sono spesso esclusi dalsistema di protezione sociale,oltre che discriminati nell'acces-so al lavoro. In crescita anche ladiscriminazione per motivi reli-giosi e per orientamento sessua-le.I PROVVEDIMENTI - Il Rapportodenuncia che durante i periodidi recessione economica la ten-denza è quella di dare menospazio alle politiche di lotta alladiscriminazione, anche se è dif-ficile monitorare e valutare l'im-patto di queste stesse politiche,a causa dell'assenza di dati. Perquesto l'ILO raccomanda alcunemisure indispensabili a contra-

stare la discriminazione: la pro-mozione della ratifica universalee dell'applicazione delle dueConvenzioni fondamentali sul-l'uguaglianza e la non discrimi-nazione; lo sviluppo e la condi-visione di conoscenze sull'elimi-nazione della discriminazionenell'impiego e nelle professioni;lo sviluppo delle capacità istitu-zionali dei costituenti dell'ILOnell'attuazione più efficace deldiritto fondamentale di nondiscriminazione nel lavoro; e ilrafforzamento dei partenariatiinternazionali con attori princi-pali che si occupano di ugua-glianza. La Convenzione sul-l'uguaglianza di retribuzione del1951 e la Convenzione sulladiscriminazione del 1958 sonostate ratificate rispettivamenteda 168 e 169 Stati, su un totaledi 183 Stati membri dell'ILO.L'obiettivo è la ratifica universa-le.L'ILO - OrganizzazioneInternazionale del Lavoro, èl'agenzia della Nazioni Unitespecializzata nel promuovere lagiustizia sociale, i diritti umani equelli del lavoratore internazio-nalmente riconosciuti. Formulagli standard minimi internaziona-li delle condizioni di lavoro edei diritti del lavoratore attraver-so la stipula di Convenzioni eRaccomandazioni. Libertà diassociazione, diritto di organiz-zazione, contratti collettivi,abolizione del lavoro forzato,uguaglianza di opportunità e ditrattamento sono i suoi obiettivi.(Fonte: www.disabili.com)

Un impegno attivo perla piena inclusione

In media, solo il 50% dei cittadi-ni europei con disabilità ha unlavoro, rispetto a oltre il 68%delle persone non disabili. Le probabilità che un disabilesia inattivo sono quasi doppie

rispetto a quelle di un cittadinonon disabile. Eppure, bastereb-be un piccolo aiuto aggiuntivoper far entrare, o rientrare,milioni di europei disabili nelmercato del lavoro. La strategiariveduta di Lisbona per la cre-scita e l’occupazione è tesa inmodo particolare ad aumentarei tassi di occupazione, relativa-mente bassi, dei disabili inEuropa. Gli Stati membri predi-spongono le proprie politichesull’occupazione in base agliorientamenti della strategiaeuropea per l’occupazione(SEO) e ogni anno riferisconoalla Commissione in merito alleiniziative adottate in materia dioccupazione, tra cui quelleriguardanti le persone disabili.L’azione politica comunitaria inmateria di protezione e inclu-sione sociale aiuta gli Stati mem-bri nell’elaborazione delle poli-tiche per l’inclusione sociale,l’assistenza sanitaria e i servizisociali, dando in tal modo aidisabili maggiori possibilità ditrovare e mantenere il lavoro.

Tribunale dei dirittidei disabili

IL TRIBUNALE DEI DIRITTI DEIDISABILI, unico nel suo genere,è nato nel 1999 per volontà diAnffas Onlus e della Nazionaleitaliana Magistrati. Persegue loscopo di fornire un aiuto con-creto di natura giurisprudenzia-le alle persone con disabilità edalle loro famiglie. Il Tribunale èdivenuto negli anni una realtàtangibile, un appuntamentoimportante ed atteso, che dàun contributo autorevole econcreto affinché, anche per lepersone con disabilità, l'ugua-glianza dei diritti e la pari digni-tà sociale siano condizioni pie-namente raggiunte e non meridettami legislativi. Il Tribunaleaffronta, attraverso pubblici

dibattimenti che si svolgono sulmodello di quelli reali, situazio-ni effettivamente accadute incui sono stati violati i diritti dellepersone con disabilità e la lorodignità sociale. Oltre ai casiaffrontati pubblicamente duran-te le sessioni, scelti tra i piùsignificativi, la segreteria giuridi-ca del Tribunale esamina ognianno centinaia di altre situazio-ni particolari, svolgendo unlavoro costante e quotidiano diconsulenza tecnica.

L’ICT: lavoroe integrazione

L’integrazione sociale ha uneffetto positivo sulle personedisabili e di conseguenza anchesulla società. Il fatto di avere unhandicap, non esclude che lapersona possa dare un contri-buto alla comunità e alla fami-glia grazie alle proprie capacità.Le tecnologie ICT offrono l’op-portunità di facilitare l’appren-dimento di capacità tecniche econtribuiscono alla realizzazio-ne della persona disabile. Ilruolo delle tecnologie ICTdovrebbe iniziare nelle scuolecon la formazione degli studen-ti disabili. Il lavoro degli inse-gnanti e dei professionisti sidovrebbe concentrare su solu-zioni informatiche adeguate perogni esigenza individuale dellostudente disabile. Le tecnologieICT sono strumenti nell’ambien-te lavorativo delle aziende. Nel2008 è stato realizzato uno stu-dio dal Politecnico di Milano in

Uguaglianza

collaborazione con laFondazione ASPHI Onlus peravere una visione d’insieme del-l’accessibilità, per le personedisabili, delle applicazioni ICTnelle aziende. L’analisi ha consi-derato un campione di 165responsabili risorse umane dimedie e grandi aziende. Sonostati esaminati due aspetti:organizzazione aziendale perfavorire l’inserimento dipen-denti disabili e livello di accessi-bilità dei sistemi informativi.L’organizzazione aziendale èdiretta all’adempimento degliobblighi di legge con assunzio-ni tramite il collocamento mira-to. I dipendenti assunti hannovarie condizioni di disabilità edè stata rilevata una predomi-nanza di persone con disabilitàmotorie. I dipendenti disabilisono gerarchicamente dipen-denti dai responsabili risorseumane o dai capi del personalee hanno limitati rapporti con iresponsabili del settore infor-matico. Non è stata riscontratauna massiccia presenza di poli-tiche aziendali per favorire l’in-serimento del lavoratore disabi-le nell’ambito lavorativo. È statodichiarato dalle aziende unlivello paritario tra lavoratorinell’accesso agli strumenti ICT,con un minimo divario digitale.Non sono stati rilevati particola-ri interventi sugli strumenti ICTper favorire l’utilizzo da partedei lavoratori disabili. La pre-senza di un sistema informativocon un tale elevato livello diaccessibilità può avere ancheuna spiegazione diversa. Lepersone disabili assunte hannocapacità tecniche che permet-tono l’utilizzo degli strumentiICT presenti in azienda, senzaparticolari interventi, oppure idipendenti disabili svolgonomansioni che non richiedonol’utilizzo di tali strumenti.In entrambi i casi non si permet-te di far emergere il problema esi sottovaluta la necessità deldipendente disabile. Sono statiriscontrati casi, invece, di con-sapevolezza della situazione daparte dell’azienda e di realiinterventi per arrivare a un’ele-vata accessibilità del sistemainformativo. La conferma dellapresenza di una bassa percen-tuale di tecnologie di supportoper i lavoratori disabili, derivaanche da un’analisi di 1060 PMI.(Fonte: meetinability.net)

Il progettoDiversitalavoro

Diversitalavoro, promossa daPeople, Fondazione Sodalitas,UNAR e Fondazione Adecco perle Pari Opportunità , è un'iniziati-va unica del suo genere in Italia.Diversitalavoro nasce infatti conl'obiettivo di facilitare fattivamen-te l'inserimento lavorativo perpersone con disabilità, alle per-sone di origine straniera e allepersone transgender coinvol-gendo aziende ed istituzionisensibili a valori come diversità einclusione sociale. Come parteci-pare:- Registrati a Diversitalavoro attra-verso il pulsante "Annunci dilavoro" a destra in altro in homepage- Invia la tua candidatura agliannunci pubblicati- Le persone selezionate dalleaziende riceveranno l'invito apartecipare ai colloqui, o pressole aziende o in occasione deglieventi Diversitalavoro. Ognianno, attraverso Diversitalavoro,

si moltiplicano le opportunità diinformarsi, di orientarsi e diincontrare personalmente iresponsabili del personale digrandi aziende italiane ed inter-nazionali. Nell'ottica di coinvolgi-mento del mondo produttivo,Diversitalavoro diviene unmomento di incontro itinerantecon scenario la sede stessa delleaziende partecipanti, che in talmodo hanno la possibilità divalorizzare le buone pratichemesse in atto per promuovere lePari Opportunità.Tra le iniziative Diversitalavorosegnaliamo: il Career ForumDiversitalavoro, offre la possibili-ta' di incontrare personalmente imanager aziendali, presentandoil proprio cv e sostenendo collo-qui di lavoro. Per essere selezio-nati e invitati all'evento, occorreinviare la propria candidatura,attraverso l'apposito tasto pre-sente sul sito.Portale Web www.diversitalavo-ro.it: il sito ufficiale diDiversitalavoro attraverso il qualeè possibile raccogliere informa-zioni sulle iniziative, consultare le

opportunità di lavoro disponibilie candidarsi direttamente invian-do il proprio cv e preparando lapropria partecipazione al CareerForum Diversitalavoro.Seminari e Workshop gratuiti: ipromotori del progettoDiversitalavoro organizzano degliincontri dedicati:- ai candidati (persone con disa-bilita' e persone con origine stra-niera) per fornire una prepara-zione che possa prepararli adaffrontare al meglio i colloqui diselezione che si tengono inoccasione del Career ForumDiversitalavoro e piu' in generalenella ricerca del lavoro.- ai recruiter aziendali. Gli incon-tri sono coordinati daFondazione Sodalitas coinvol-gendo istituzioni ed enti cheoperano sui temi dell'integrazio-ne lavorativa delle persone condisabilita', delle persone di origi-ne straniera e delle personeLGBT, non trascurando di appro-fondire gli aspetti normativi.(Fonte: diversitalavoro.it)

Discriminazioni sul lavoro

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Uguaglianza

Discriminazioni culturali

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"Abilità diverse. Stessavoglia di vita"

Prosegue l’attività delDipartimento Italiano per le PariOpportunità per informare e sen-sibilizzare le cittadine e i cittadinisul tema della disabilità. In occa-sione della giornata internaziona-le dei diritti delle persone condisabilità parte, infatti, la nuovaedizione della campagna dicomunicazione dal titolo “Abilitàdiverse. Stessa voglia di vita”.Università, lavoro e sport sono icontesti all’interno dei quali i pro-tagonisti dello spot partecipanoalla vita sociale di tutti i giorni. Lacoinvolgente familiarità dellesituazioni non lascia spazio aglistereotipi e ai pregiudizi secondoi quali l’esistenza delle personecon disabilità ruota solo edesclusivamente intorno alla diver-sità.Riconoscendoci immediata-mente nei giovani e nei bambinidella campagna ancor prima diintuire la loro condizione di disa-bilità percepiamo la stessa vogliadi vita al di là delle barriere archi-tettoniche o culturali esistenti.Diffondere i temi legati alla disabi-lità, sensibilizzare l’opinione pub-blica sui concetti di dignità, dirittie benessere delle persone disa-bili, accrescere la consapevolez-

za dei benefìci che possono deri-vare dall’integrazione delle disa-bilità in ogni aspetto della vitasociale sono i princìpi ispiratoridella Giornata Internazionale deidiritti delle persone con disabilitàe devono entrare a far parte dellavita di tutti. “Dobbiamo crearedelle società che valorizzino ladiversità e l’inclusione”. (estrattodel messaggio in occasione del 3dicembre 2012 del SegretarioGenerale dell’ONU Ban Ki-Moon)(www.pariopportunita.gov.it)

Immagine e pubblicità:una doppia discrimina-zione per le donnedisabili

"La pubblicità influenza ledonne in particolare, in quantogenere subalterno. E le donnedisabili sono doppiamentediscriminate perché subisconoanche il processo di "interioriz-zazione" che, storicamente,l'Occidente ha portato avantinei confronti delle persone conun aspetto diverso". A rifletteresul potere della pubblicità nellavita delle donne disabili è LauraCorradi, docente di Studi digenere all'Università dellaCalabria e autrice di un saggiopubblicato nel 2012 da Ediesse:Specchio delle sue brame.Analisi socio-politica delle pub-blicità: genere, classe, razza,età ed eterosessismo.L'intervista alla sociologa è pub-blicata sul mensile "SuperAbileMagazine", edito dall'Inail, nel-l'inchiesta di marzo tutta dedi-cata ai diritti delle donne condisabilità, di cui viene dataun'anticipazione.Qual è l'impatto della pubbli-cità sulle donne disabili?La pubblicità dà un'idea dinorma, di bellezza e di prestan-za fisica che è un insulto per

tutte le donne e lo è doppia-mente per le donne con disabi-lità. Queste ultime, infatti, sonoescluse in partenza rispetto aun ideale di bellezza talmentelontano e irreale da cozzarecontro la realtà della stragrandemaggioranza delle donne.C'è modo di scalfire la forza diquesto modello?Negli ultimi mesi tante cosesono cambiate: nel mondodella pubblicità sono comparsepersone più "normali". Comecinque ex top model degli anniOttanta reinserite nel mercatopubblicitario per reclamizzarecreme di bellezza. Sono donnenon più giovani, che io trovoassolutamente appropriate perla pubblicità di prodotti di bel-lezza destinati a chi è avanticon gli anni.Alcune donne disabili cercanodi essere protagoniste nellapubblicità e nella moda. Chene pensa?Accanto alla lotta per i dirittisociali e civili, esiste anche unalotta per i diritti cosiddetti sim-bolici. Non è indecente che unadonna disabile porti una scolla-tura o una minigonna. Untempo le persone con disabilitàvenivano chiuse in casa, mentreoggi possono viaggiare, farepolitica, lavorare. Domanipotranno girare in bikini e nes-suno troverà oscena l'esposizio-ne della loro "difformità" rispet-to a una norma sempre menotale. Quindi ben venga il giornoin cui una casa di cosmeticideciderà di avvalersi di unadonna disabile per reclamizzareun profumo. Tuttavia, nonpenso che si tratti di un focusprioritario. Ci sono battaglie piùurgenti da portare avanti, comequelle per il lavoro, per l'istru-zione e contro gli stereotipidominanti. (Fonte: www.superabile.it)

Percorsi accessibilisugli alberi

Un percorso sospeso tra gli alberiinteramente accessibile, un giar-dino terapeutico, un'area giochisenza barriere e una ludotecapensata appositamente per ibambini disabili e i loro genitori.A Bologna il divertimento per gliunder 18 è assicurato, e in buonaparte per merito dell'Aias e dellasanità locale: un'esperienza rac-contata nel numero 11 del maga-zine SuperAbile. Nel capoluogoemiliano, l'Associazione italianaassistenza spastici e l'Ausl hannoinfatti sollecitato l'amministrazio-ne cittadina per ottenere quelloche volevano. In poco più didieci anni sono nati così il giardi-netto Acerbi, pensato per tutti ibambini, la Stanza dei giochi, unaludoteca con angoli morbidi egiocattoli adattati per essere frui-ta dai più piccoli (anche quellicon disabilità), un parco terapeu-tico con indicazioni multisenso-riali, cartelli in braille e diffusoriacustici sparsi tra i cespugli, oltrea un percorso accessibile sospe-so a quattro metri d'altezza.Queste ultime due esperienze, inrealtà, fanno parte di CorteRoncati, il polo multifunzionaleper la disabilità dell'Ausl diBologna, dove la onlus collaborasolo per la gestionedell'Ausilioteca. Per dondolaresospesi tra gli alberi bisogna chie-dere l'autorizzazione ai servizisociosanitari o far parte di un per-corso di riabilitazione specifico.Inoltre, è necessario che sia pre-sente un istruttore delMontepizzo Adventure park.(Fonte: www.superabile.it)

Uguaglianza

Riforma Fornero:più posti grazieai riconteggi

La riforma del lavoro approvatadal Ministro Fornero (divenutalegge 92/12 e pubblicata nellaGazzetta Ufficiale il 28 giugno2012) ha portato una serie dinovità riguardanti non solo pen-sionamenti e esodati, ma anche lacategoria delle persone con disa-bilità, come indicato nel comma27 dell'articolo 4 della riforma. Inparticolare la novità riguarda labase occupazionale sulla quale leaziende devono calcolare ilnumero di assunzioni obbligato-rie di persone disabili. LA LEGGE 68/99 - L'articolo 4,comma 1 della legge 68/99 èquello che fa riferimento allequote di assunzione riservate alavoratori disabili. Si tratta di tran-che che sono scaglionate aseconda del numero di dipen-denti dell'azienda e della suagrandezza, alle quali corrispon-dono dei posti che le aziendesono tenute a riservate a lavora-tori disabili. La legge imponequindi ai datori di lavoro pubblicie privati di assumere un lavorato-re disabile se si hanno da 15 a 35dipendenti, due lavoratori per unorganico dai 36 ai 50, e il 7% deltotale dei lavoratori quando sisuperano i 50 dipendenti.

NUOVI CONTEGGI - La novitàintrodotta con la riforma riguardala considerazione della baseoccupazionale sulla quale effet-tuare il calcolo. Ovvero: quantisono considerati "assunti" per cal-colare la percentuale di quoteriservate ai lavoratori disabili. Inquesto senso, la legge vede unevidente aumento della baseoccupazionale (e quindi dellerelative quote riservate), poichésono inclusi nel computo tutti ilavoratori assunti con vincolo disubordinazione, ad eccezione dilavoratori assunti tramite colloca-mento obbligatorio, i soci di coo-perative di produzione e lavoro, idirigenti, i contratti di inserimen-to, i lavoratori somministrati pres-so l'utilizzatore, i lavoratori assun-ti per attività all'estero (per la cor-rispondente durata), gli Lsu, ilavoratori a domicilio, i lavoratoriemersi ex legge 383/2001, gliapprendisti. Tra i conteggiati, anche gli assunticon contratto a tempo determi-nato fino a 9 mesi.COSA DEVONO FARE LE AZIENDE- Tenuto conto delle novità intro-dotte nel computo delle quoteriservate, le aziende dovrannoprocedere a riconteggiare la loroposizione provvedere a mettersiin regola, pena l'applicazione disanzioni. Per quelle aziende cheprima erano fuori dalla primafascia (15-35 dipendenti) e checol nuovo riconteggio si troveran-

no a farne parte, l'obbligo dicopertura della quota è entro i60 giorni dalla nuova assunzione.IL COLLOCAMENTE MIRATO -Ricordiamo che per accedere aglistrumenti del collocamento mira-to, la persona deve avere una per-centuale di invalidità uguale osuperiore al 46%, unitamente auna certificazione che attesti edescriva le capacità residue allavoro che viene rilasciata da unacommissione per l'accertamentodelle capacità lavorative residueoperante in tutte le ASL. Le azien-de che devono adempiere all'ob-bligo di assunzione di lavoratoricon disabilità, presentano richiestapresso i Centri per l'impiego, che sioccupano di incrociare le liste deidisoccupati con disabilità.(Fonte: www.disabili.com)

Impiegati con autismocercasi nell’IT

Dopo il successo dei progettipilota in India e in Irlanda, laSAP, nota impresa tedesca alivello internazionale, con l'aiu-to di Specialisterne, ha annun-ciato di voler impiegare 500persone autistiche nella propriaazienda, in qualità di softwaretester, programmatori e specia-listi in qualità dei dati. Le persone affette da autismo,grazie alle loro particolari intui-zioni, possono contribuireenormemente al successo di unbusiness, facendosi portatori diinnovazioni. In Irlanda è attual-mente in corso la fase di scree-ning per la copertura di cinqueposti entro il 2013. In India, grazie al contributo disei persone con autismo, la SAPha incrementato la sua produt-tività nei settori di punta.Inoltre, perseguendo l' obietti-vo generale di integrazione conla comunità locale e di soddisfa-zione delle esigenze dei lavora-tori, i laboratori indiani hannoanche messo a punto un'appli-cazione per iPAD, BOL, per assi-stere i bambini autistici nello svi-luppo delle abilità comunicati-ve. SAP, da quest'anno, espan-derà il suo progetto inGermania, USA e Canada. (Fonte: www.superabile.it)

Lavoro per i disabili

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Occupazione

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L'inserimentolavorativo dei disabili

Per promuovere l'inserimento el'integrazione lavorativa dellepersone disabili nel mondo dellavoro la legge prevede unaserie di servizi di sostegno e dicollocamento mirato. Il colloca-mento mirato è costituito da uninsieme di strumenti per la valu-tazione delle capacità lavorati-ve delle persone disabili finaliz-zata all'inserimento nel postoadatto attraverso:• attività di analisi di posti dilavoro• forme di sostegno• azioni positive soluzioni diproblemi che possono insorge-re nei luoghi di lavoro.Sono previste inoltre una seriedi agevolazioni contributive afavore delle imprese e degli entipubblici che assumono disabilicon determinate percentuali diinvalidità. La riforma del merca-to del lavoro introduce nuoveopportunità per favorire l'inseri-mento dei lavoratori svantaggia-ti attraverso:• convenzioni tra le Agenzie disomministrazione e gli enti pub-blici• incentivi per le aziende cheaffidano commesse alle coope-rative sociali che occupano sog-getti svantaggiati• il contatto di inserimento.Le persone svantaggiate disoc-cupate che aspirano ad un'oc-cupazione conforme alle pro-prie capacità lavorative posso-no iscriversi al collocamentoobbligatorio presso il Centroper l'impiego competente perterritorio, nell'apposito elencocostituito da un'unica graduato-ria.(Fonte: www.lavoro.gov.it)

Collocamento mirato

L’inserimento lavorativo e l’inclu-sione sociale di persone condisabilità sono obiettivi fonda-mentali cui le istituzioni hannocercato di dare attuazione nelcorso degli ultimi anni. Tra gli strumenti più importantivi sono il collocamento mirato,da cui deriva l’istituto delleassunzioni obbligatorie, e gliincentivi per le assunzioni dipersone diversamente abili.Misure finalizzate a rimuoveregli ostacoli e assicurare a tuttil’accesso al lavoro. Per avereindicazioni è possibile rivolgersiai Centri per l’Impiego territoria-li o chiedere supporto ad unadelle associazioni nazionali elocali impegnate nella tutela enella promozione dei diritti deidisabili. Queste tematiche ven-gono trattate anche da"SuperAbile", il Portale dell'Inailche coniuga sezioni documen-tali costantemente aggiornate aservizi di consulenza attraversoil call center 800.810.810.Superabile è un "Contact CenterIntegrato" costituito principal-mente da un portale di informa-zione e di documentazionesulle tematiche della disabilità,aggiornato quotidianamente, eda un servizio gratuito di consu-lenza telefonica, il call centerSuperAbile 800.810.810.Eventi sui territori regionaliinsieme all'animazione virtualesu canali multimediali di webradio/tv e social network com-pletano l'offerta di servizi e diopportunità agli utenti.

Centralinistinon vedenti

La normativa sull'inserimentolavorativo dei non vedenti, e inparticolare dei centralinisti tele-

fonici, costituita essenzialmentedalla legge 29 marzo 1985, n.113 richiede da tempo un ade-guamento alle nuove esigenzedel mercato del lavoro e al pro-gresso tecnologico intervenutonell'ambito della comunicazio-ne. Infatti, nel settore che costi-tuisce uno dei più importantibacini occupazionali per le per-sone che soffrono di minorazio-ni visive, hanno inciso negativa-mente molteplici fattori, di ordi-ne legislativo, economico esociale. L'evoluzione delle tec-nologie ha comportato radicalimodificazioni alle postazionidei centralini telefonici.Il tradizionale posto operatoreè stato sostituito da dispositivipassanti o, comunque, da siste-mi di connessione automatica,con la conseguente notevolecontrazione di possibilità diimpiego per i centralinisti.La Legge 17 maggio 1999, n.144, all'art. 45, comma 12, haaffidato al Ministro del Lavoro il

compito di individuare con pro-prio decreto qualifiche equipol-lenti a quella del centralinistatelefonico, idonee al colloca-mento dei lavoratori nonvedenti in base alla legge n.113/1985.Con tale disposizione il legisla-tore ha voluto estendere aipossessori di qualifica equipol-lente a quella di centralinistanon vedente la stessa tutelanormativa riconosciuta ai cen-tralinisti non vedenti iscrittiall'apposito Albo nazionale, inconformità alle nuove esigenzedel mercato del lavoro, semprepiù improntate alla utilizzazionedi tecnologie avanzate nel set-tore della comunicazione tele-fonica.Il Ministero del Lavoro condecreto 10 gennaio 2000, hariconosciuto come equipollentia quella del centralinista telefo-nico non vedente le seguentiqualifiche professionali:- operatore telefonico addetto

Lavoro per i disabili

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Occupazione

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Via degli Scariolanti, 16 - Fossoli di Carpi (MO)Tel. 059 690152 - Fax 059 694863

MARBELLA S.r.l.

alle informazioni alla clientela eagli uffici relazioni col pubblico;- operatore telefonico addettoalla gestione e all'utilizzazionedi banche dati;- operatore telefonico addettoai servizi di telemarketing e tele-soccorso.La Legge 17 maggio 1999, n.144, all'art. 45, comma 12 e ilDecreto del Ministero delLavoro e della PrevidenzaSociale del 10 gennaio 2000prevedono che possono essereindividuate ulteriori qualificheequipollenti a quella di centrali-nista telefonico non vedenterispetto a quelle già indicate nelsuddetto decreto. Infatti, ilMinistero del Lavoro con unnuovo decreto dell'11 luglio2011 ha stabilito l'equipollenzatra la figura del centralinistatelefonico e quella di operatoreamministrativo segretarialeestendendo ai soggetti nonvedenti che conseguono ildiploma di operatore ammini-strativo segretariale la stessatutela normativa oggi ricono-sciuta ai centralinisti non veden-ti dalla legge 29 marzo 1985, n.113 iscritti nell'apposito Albonazionale.Si ricorda che la vigente norma-tiva sulla istruzione e formazio-ne professionale riconduce, allanuova qualifica di operatoreamministrativo segretariale, ildiploma di qualifica professio-nale di centralinista telefoniconon vedente.(Fonte: www.superabile.it)

Job Disabilitorna in rete

Un'intervista che lascia intende-re un percorso ad ostacoli, mafascinoso e affascinante nellasfida: dare alle persone con

disabilità una piattaforma all'in-terno della quale orientarsi eorientare per trovare il posto dilavoro più vicino alle proprieesigenze fisiche e personali.Dopo il lancio del nuovo JobDisabili, trasformazione del piùvecchio progetto "AgenziaLavoro Disabili", Daniele Regolo,l'imprenditore non udente diMacerata, spiega a SuperAbile.itil percorso fin qui fatto e leaspettative per il futuro. Giàpremiato nel 2012 nell'ambitodell'Italian round della GlobalSocial Venture Competition(Gsvc), premio internazionaleideato dalla Università diBerkeley per sviluppare ideeimprenditoriali a forte rilevanzasociale e basso impatto ambien-tale, Job Disabili guarda al futu-ro con umiltà ma anche conambizione."La cosa più difficile - ha infattispiegato Daniele Regolo - èstato garantire l'accessibilità delsito. La Legge Stanca, benchéavanzata, non è applicata apieno. Mancano buoni esempicui affidarsi. La prima esperien-za di Job Disabili non era piena-mente accessibile. Mesi di lavo-ro per la seconda versione cidicono quanto sia difficile l'ac-cessibilità. Il punto di un buonsito non è la grafica, ma il suofunzionamento. La strada èquesta: lo scopo infatti è quellodi aiutare veramente l'incontrotra domanda e offerta di lavo-ro"."In termini di aspettative - hapoi continuato -, ci muoviamodalla nostra prima esperienza:oltre 2.900 contatti di candida-ture personali e 70 aziendeaccreditate. L'aspettativa èquella di superare l'idea di unsito che sostituisca un Ufficio dicollocamento; vogliamo cheJob Disabili diventi un punto diriferimento. Anche per il collo-camento.

Raggiungere, cioè, il limbo di chinon viene mai chiamato". Macos'è Job Disabili e perché siarriva ad un'idea del genere èquello che ci ha sempre resocuriosi di questo progetto. "JobDisabili - ha spiegato Regolo -sintetizza tutte le mie esperien-ze fallimentari in tema di lavoro.Questo progetto ha datosostanza a tutti i miei fallimenti:lavoravo in Asl a tempo indeter-minato. Burocrazia, disinteres-se, superficialità mi hanno collo-cato allo sportello. Io, nonudente, allo sportello? Mi sonolicenziato. La prima scelta adul-ta della mia vita. Sono diventatofacilitatore e questo desideroessere. Job Disabili vuole facili-tare appunto la vita di chi, aprescindere dalla disabilità, havoglia di mettersi in gioco. Dadisabile so quanto è difficilelavorare e farlo in ufficio, sia

esso pubblico o privato: regolee procedure non aiutano ainserirsi"."Nasciamo - ha poi concluso ilgiovane imprenditore marchi-giano - con un finanziamentoeuropeo. Oggi siamo una Srl. Lasquadra è in ampliamento, matutto funzionerà come un incu-batore: i migliori professionisticon disabilità si adopererannocon noi per arrivare ad unobiettivo comune.Ovvero, insistere sulla qualitàdelle persone in quanto tali.Come del resto dice laConvenzione Onu sui dirittidelle persone con disabilità: ilcambio di visione è esemplare.E' l'ambiente a rendere le per-sone disabili. Aiutiamo dunquel'ambiente, in questo caso dilavoro, ad essere più accoglien-te e disponibile". (Fonte: www.superabile.it)

Lavoro per i disabili

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Occupazione

STRUMENTISCIENTIFICI

MAGLIFICIO

ALEXANDERS.R.L.

Diritto all’Istruzione

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Diritto all’educazionee all’istruzione

L'istruzione è un’importante tra-mite per l'integrazione socialedella persona handicappata. Losi rimarca in diversi punti dellalegge 104/92. L'articolo 8, adesempio, sottolinea l'importan-za di disporre di adeguatedotazioni didattiche e tecniche,prove di valutazione, e perso-nale qualificato per garantirealla persona con handicap ildiritto allo studio. Necessario,poi, estendere l'attività educati-va con proposte extrascolasti-che.Istruzione come diritto dallascuola materna fino all'universi-tà, ribadisce l'articolo 12.Tra i commi, si prevede che perogni studente con handicapvenga realizzato un profilodinamico-funzionale. Questo,sulla base delle caratteristichefisiche, psichiche, sociali edaffettive dell'alunno, mette inrilievo sia le difficoltà di appren-dimento dovute alla situazionedi handicap, sia le possibilità direcupero, oltre alle capacitàindividuali che devono esseresostenute e rafforzate.Realizzato dagli operatori delleunità sanitarie locali assieme alpersonale insegnante specializ-zato della scuola, e con la colla-borazione dello studente edella famiglia, il profilo vieneaggiornato al termine dellescuole materna, elementare emedia, come pure periodica-mente durante le scuole supe-riori.Per gli studenti in età scolare ecostretti temporaneamente adassenze perché ricoverati, siprevede l'organizzazione diclassi ordinarie quali sezionistaccate della scuola statale.L'articolo 13, ribadendo l'im-portanza del coordinamentotra scuole, servizi sanitari, socio-assistenziali, ricreativi e cultura-li, cita poi due casi in particola-re: l'integrazione nelle universi-tà e negli asili nido. Nel casodegli atenei, si stabilisce la pro-grammazione di interventi ade-guati sia al bisogno della perso-na che al piano di studio indivi-duale. Si sottolinea anche l'im-portanza degli interpreti pervenire incontro agli studenti

sordi. Sussidi tecnici, didattici eservizi di tutorato vengono poiprevisti nelle università, nei limi-ti del loro bilancio e dellerisorse destinate alla coperturadi queste attività.Nel caso degli asili nido, si pre-vede che le unità sanitarie loca-li possano adeguarne l'organiz-zazione e il funzionamento peravviare precocemente il recu-pero e la socializzazione deibambini con handicap. A que-sto obiettivo contribuisceanche l'assegnazione di inse-gnanti e assistenti specializzati.La loro presenza, comunque,deve essere garantita nellescuole di ogni ordine e grado,come sottolinea l'articolo in piùpunti.Proprio al ruolo degli insegnantidi sostegno e alle loro attività èdedicato l'articolo 14.Si punta l'attenzione sull'impor-tanza di un aggiornamentocostante in materia di handicap,come pure di un confronto tradocenti del ciclo inferiore esuperiore per agevolare l'espe-rienza scolastica dello studentedisabile.Gran parte dell'articolo, poi,fornisce indicazioni sui piani distudio che gli aspiranti docentidevono seguire per essere abili-tati all'attività didattica di soste-gno.Sempre in fatto di organizzazio-ne, l'articolo 15 prevede l'istitu-zione di appositi gruppi di lavo-ro in ogni ufficio scolastico pro-vinciale, in ogni circolo didatti-co e negli istituti di scuolasecondaria di primo e secondogrado. I membri di questi grup-pi hanno il compito di collabo-rare nelle attività organizzateper integrare gli alunni con diffi-coltà di apprendimento. Perquanto riguarda la valutazionedello studente, l'articolo 16 sta-bilisce che nel piano educativoindividualizzato devono essereindicati per quali disciplinesiano stati usati criteri didatticiparticolari, e le eventuali attivitàintegrative e di sostegno.Lo stesso articolo si soffermapoi sugli esami del rendimentodello studente. Nella scuoladell'obbligo, si prevedonoprove corrispondenti agli inse-gnamenti impartiti e in grado divalutare il progresso dell'alunnoin rapporto al suo livello inizia-

le. Nella scuola secondaria disecondo grado, sono consenti-te prove equipollenti e, nelcaso di quelle scritte, tempi piùlunghi. L'alunno, poi, può con-tare sulla presenza di assistentiper l'autonomia e la comunica-zione, e può utilizzare gli ausilinecessari. All'università proveequipollenti, tempi più lunghi emezzi tecnici sono consentitiprevia intesa con il docentedella materia d'esame e conl'ausilio del servizio di tutorato.Scuola come avvio al lavoro: èquanto succede in particolarecon la formazione professiona-le. A questo tema è dedicatol'articolo 17, che sottolineacome gli appositi centri pubbli-ci e privati debbano tenere inconsiderazione le diverse capa-cità ed esigenze degli alunnihandicappati.Se questi non possono seguiregli ordinari metodi di apprendi-mento, devono essere garantiteloro attività specifiche, sullabase anche del piano educativoindividualizzato.(Fonte: www.disabili.com)

Dislessia, strumentitecnologici di supportoalla didattica

In tutto il mondo, sempre piùbambini e ragazzi mostrano diavere Disturbi Specifici diApprendimento (DSA), soprat-tutto dislessia. Non sono affettida alcuna patologia, non hanno

bisogno di cure mediche, sonointelligenti e creativi, peròimparano in modo diverso. InItalia la loro specificità è statariconosciuta dalla L. 170/10 eriguarda il 5% della popolazio-ne scolastica. Ancora più alta èla percentuale nei Paesi anglo-sassoni. La nostra è infatti unalingua con pochi grafemi efonemi e fra la fonologia e l'or-tografia la sovrapposizione èpressoché totale; nell'Inglese,invece, a fronte di 40 fonemi, visono 1.120 grafemi; si trattaperciò una lingua complessaper chi ha problemi con la lettu-ra. Il disturbo sembra esseredovuto ad una neurodiversità,che consente di leggere e scri-vere solo impegnando al massi-mo capacità ed energie. Poiché risulta difficile leggere inmaniera automatica, chi ha taledisturbo si stanca rapidamente,commette errori, rimane indie-tro, non impara. Occorre per-tanto che sia seguito in modoattento. Gli esperti dell'Istitutodi ortofonologia sottolineano lanecessità di un correttoapproccio terapeutico, chepreveda interventi psicologici,di ambito specialistico e didatti-co, in modo da creare un con-testo motivante e con compe-tenze diffuse. (Fonte: www.disabili.com)

Istruzione e Formazione

Diritto all’Istruzione

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Gita scolastica e studenti disabili

La scuola, lo diciamo sempre, èun momento importante nelquale gettare le basi dell’inte-grazione. Partecipare alla vita diclasse senza esserne separati,abituarsi a condividere attivitàludiche e formative con i com-pagni con disabilità, è il modopiù naturale di crescere con laconsapevolezza che la diversitàfa parte della vita. Fanno partedi questi momenti anche le gitescolastiche, piccoli eventi chenel vissuto della classe danno lapossibilità di rafforzarne l’unio-ne, con la condivisione di espe-rienze al di fuori dell’aula scola-stica. Considerato ciò, va dettoche talvolta succede che pro-prio le gite scolastiche sianogravate di problemi di gestionepratica dell’alunno disabile, talida impedirgli di prendere partea questo importante momentoformativo, con il giusto disap-

punto di genitori che, talvolta,pur di non far perdere al figliol’esperienza, si attivano per col-mare le carenze della scuola.Ma quali sono i diritti degli stu-denti con disabilità, quanto allegite scolastiche? Cosa devegarantire la scuola in merito aquesto importante momentorelazionale dell’alunno e ditutta la classe? E’ necessarioche lo studente sia accompa-gnato da un famigliare?L’eventuale costo aggiuntivoper il suo trasporto è a caricodell’intera classe? Su questotorna utile un approfondimentodel servizio legale della Ledha -Lega per i diritti delle personecon disabilità-, che proprio suquesto mette in chiaro alcunielementi. In primis l’appelloall'art. 3 della CostituzioneItaliana e del principio di inte-grazione scolastica, ribadendoil diritto degli alunni con disabi-lità a partecipare a viaggi diistruzione e visite guidate, esat-tamente come tutti gli altri com-

pagni, sulla base del principio diuguaglianza. Come fare, quindi,a garantire parità di diritti a tuttigli studenti, anche nel corsodella gita scolastica?Innanzitutto partendo da unaorganizzazione che tengaconto delle esigenze e delledifficoltà dell’alunno con disabi-lità. Ricordiamo infatti che è lasingola scuola a decidere circale gite d’istruzione, quindi sarànecessaria una seria valutazionecirca il luogo da visitare, maanche il trasporto da utilizzarsi,il programma di visite e l’acces-sibilità di spazi e servizi relativi.E’ quindi a capo dell’istituzionescolastica la messa in atto ditutti gli accorgimenti necessari(c.d. accomodamenti ragione-voli) a far sì che l’alunno conhandicap possa partecipare alviaggio d’istruzione. Se così nonfosse, si entrerebbe in contra-sto con l’articolo 2 dellaConvenzione Onu sui dirittidelle persone disabili, configu-randosi come discriminazione.Partendo quindi dall’organizza-zione del viaggio, chiariamosubito che, come ricordato daltesto di Ledha, la scuola nonpuò in alcun caso subordinare ildiritto di partecipazione di unalunno con disabilità alla pre-senza di un suo familiare che loaccompagni. Questo significache la scuola non può preten-dere che ci sia un famigliare adaccompagnare l’alunno. Puòessere un familiare, ma non èobbligatorio. Spetta infatti agliorgani collegiali della scuola

designare un accompagnatorequalificato che può essere unqualunque membro dellacomunità scolastica (docenti,personale ausiliario, o familiari).(Fonte: www.disabili.com)

Universitari condisabilità, 10.000in più in dieci anni

Da 4.816 a 14.171: è una vera epropria impennata, la crescitadel numero di studenti iscrittialle università italiane dal2000/2001 al 2010/2011: il datoarriva dal ministerodell'Istruzione, che lo ha riferitoalcuni mesi fa, in occasione delseminario nazionale sull'inclu-sione scolastica. Un dato chenon compare nelle rilevazioniufficiale degli iscritti all'universi-tà, in cui da alcuni anni la varia-bile disabilità non è compresa.Sarebbero comunque incostante e forte aumento i gio-vani con disabilità che bussanoalle porte egli atenei: meritosoprattutto della legge17/1999, che impone alle uni-versità di adottare un approc-cio di tipo sistematico in mate-ria di integrazione e supportoagli studenti disabili, garanten-do sussidi tecnici e didatticispecifici, tutorato specializzato,un docente delegato dal retto-re per funzioni di coordinamen-to, monitoraggio e supporto,trattamento individualizzatoper il superamento degli esamiuniversitari. In base a questi cri-

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Via Lenin, 1 - Carpi (MO) - Tel. 059 692249 - Fax 059 644652

teri, secondo una classificarecentemente stilata dal Sole24 Ore, le migliori università ita-liane per studenti disabili sono ilPolitecnico di Milano, ilPolitecnico di Torino el'Università di Modena e ReggioEmilia. Agli ultimi posti, tre ate-nei del Sud: l'UniversitàParthenope e l'Orientale(entrambe di Napoli) el'Università del Salento. La valu-tazione è stata fatta sulla basedei dati Miur, Almalaurea, Stellae Istat. A guidare la classifica, èquindi il Politecnico di Milano,dove è stato costituito un grup-po di lavoro composto da pro-fessionisti capaci di intervenirein ogni momento del percorsoformativo, offrendo agli studen-ti in situazioni di disabilità sup-porto personalizzato e servizitecnici e didattici. Nelle gradua-torie annuali per l'assegnazionedi alloggi, viene inoltre ricono-sciuta una priorità agli studenticon invalidità non inferiore al66%, i quali sono anche esone-rati dalla tassa d'iscrizione e daicontributi universitari. Al secon-do posto, c'è il Politecnico diTorino, seguito dall'Università diModena e Reggio Emilia. Maglianera invece per le università diNapoli (Partenope e l'Orientale)e del Salento, dove i servizi diaccoglienza e tutoraggio per glistudenti disabili faticano adecollare.Le buone prassi e le esperienzeinnovative, tuttavia, si stannodiffondendo nei singoli atenei,su tutto il territorio nazionale.(Fonte: www.superabile.it)

Sostegno: quando e come richiederlo

E’ infatti sempre compito dellascuola presentare richiesta dipersonale specializzato per l’in-tegrazione degli allievi disabili,individuando le ore necessarieper ciascun allievo. In caso dinuovi iscritti o nuove certifica-zioni, dopo consenso formaleda parte dei genitori, talerichiesta sarà attivata quantifi-cando le ore in base alla dia-gnosi presentata dalla famigliaed alle indicazioni contenute inessa. In caso di allievi già certifi-cati in precedenza, essa si base-rà sulla documentazione giàacquisita e, se vi è stato rinno-vo, terrà conto delle indicazionifornite dalla diagnosi più recen-te. In questi ultimi casi, nella ste-sura di tale richiesta, gli inse-gnanti forniscono indicazioniutili sulla classe di appartenen-za, sulle difficoltà dell’alunno esui percorsi di integrazione atti-vati, in modo da individuare leore di sostegno necessarie. Saràpoi compito del dirigente scola-stico inoltrare le diverse richie-ste prodotte per ciascun allievoagli uffici scolastici di compe-tenza.Cosa accade se diagnosi e certi-ficazione vengono prodotte inritardo, se vi sono nuovi iscritti,se cambia il numero delle classio vi sono modifiche nella dia-gnosi? Dopo la fine delle lezio-ni, di solito a luglio, la scuolapuò eventualmente presentare

una rinnovata richiesta di risorseall’ufficio scolastico, di integra-zione delle ore già assegnatecomplessivamente. Essa dev’essere motivata, indi-cando il cambiamento dei datipresentati nella prima fase. Inquesti casi, l’amministrazionevaluta le richieste sulla base delcontingente provinciale di cuidispone e assegna eventual-mente ulteriori risorse di soste-gno. Come orientarsi nel caso incui le ore di sostegno assegnatesiano infine non sufficienti? Lenorme hanno nel tempo indivi-

duato diversi parametri cui atte-nersi, fino all’assegnazionemedia di un insegnante ognidue alunni. Oggi questo criterionon è sempre rispettato,soprattutto nei casi di disabilitàdi grado lieve o medio. La CorteCostituzionale, però, con sen-tenza n. 80/10 ha ritenuto que-sto criterio non rispondenteall’esercizio del diritto allo stu-dio per gli alunni con disabilitàdi particolare rilievo e, pertan-to, ha stabilito il diritto all’asse-gnazione di ore in deroga. Negliultimi anni, pertanto, sono statenumerose le famiglie che hannoscelto di rivolgersi ai tribunaliamministrativi per ottenere oriottenere le ore di sostegnonon assegnate. I tribunali sisono in tutti casi pronunciatiaccogliendo le loro richieste e,pertanto, le diverse circolarisugli organici che si sono susse-guite, si sono ormai adeguate atale disposizione.Al momento, pertanto, gli allievicon grave disabilità hanno dirit-to all’assegnazione di undocente per tutte le ore delsuo servizio che, ricordiamo,sono 25 nella Scuoladell’Infanzia, 22 nella ScuolaPrimaria e 18 nella ScuolaSecondaria.(Fonte: www.disabili.com)

Diritto all’Istruzione

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Istruzione e Formazione

Giulia s.n.c.

TAGLIO MAGLIERIA059 660266

Scuola, quiz Invalsi.Proteste contro ladiscriminazione deidisabili

L’Invalsi è l‘Istituto Nazionale perla Valutazione del Sistema edu-cativo di Istruzione e di forma-zione che, attraverso dei testscritti nelle scuole elementari,medie e superiori, ha l’obiettivodi monitorare il livello diapprendimento degli studenti ela qualità formativa e didatticaofferta dalle scuole. Il protocollo di somministrazio-ne è standard per tutte le scuo-le: prevede un test di italiano,uno di matematica e un que-stionario dello studente.Ogni prova va svolta in untempo massimo a seconda delgrado scolastico: 45 minutinelle scuole elementari, un’orae 15 minuti nelle medie e un’orae mezza nelle superiori.Per gli allievi con bisogni educa-tivi speciali ci sono dei proto-colli da rispettare: possono par-tecipare alle prove ed è ammes-so l’uso di sistemi dispensativi,purché non modifichino inalcun modo le condizioni disomministrazione per sé e pergli altri alunni.Non è possibile dunque la lettu-ra ad alta voce né la presenzadell’insegnante di sostegno, ameno che l’alunno con gravidisabilità o con disturbi specificidi apprendimento non vengaallontanato fisicamente dalresto della sua classe.In più è prevista la segnalazione

del codice di disabilità, in mododa considerare separatamentela valutazione dei test e noninserirla nella statistica dei risul-tati del resto dei compagni.Secondo quanto cita la legge104 del 1992, che tutela l’inte-grazione sociale e i diritti dellepersone disabili, “la Repubblicane promuove la piena integra-zione nella famiglia, nella scuo-la, nella società e nel lavoro…epredispone interventi volti asuperare stati di emarginazionee di esclusione sociale dellapersona handicappata».Partendo da questo, genitori,docenti e membri del Cesp,Centro Studi per la scuola pub-blica, hanno avviato una raccol-ta firme denunciando lasospensione dei più elementaridiritti di integrazione scolastica.Secondo una docente di soste-gno, «l’istituto Invalsi vuole foto-grafare la realtà della scuola ita-liana, ma da questa foto esconotanti buchi perché gli oltre due-cento mila alunni disabili nonvengono considerati.È grave perché la scuola pubbli-ca punta all’inclusività, mentrecosì si rischia di discriminarlisenza esclusione di colpi”.(Fonte: www.edscuola.eu)

Tagliate le tecnologiedidattiche per nonvedenti

Gli allievi con bisogni educativispeciali hanno diritto ad ausili esussidi che possano favorire illoro apprendimento e la lorointegrazione. Nel caso delladisabilità visiva, però, si riscon-trano molte carenze: troppospesso i testi scolastici elettroni-ci arrivano in ritardo, gli inse-gnanti di sostegno non hannouna preparazione specifica espesso non conoscono il Braille,mancano le condizioni perchégli alunni ciechi o ipovedentipossano praticare le attivitàsportive. A tali carenze siaggiungono spesso oggi quellerelative alla inaccessibilità dellenuove tecnologie, nonché lospazio sempre più esiguo che lascuola può riservare alla musica,unica forma d’arte totalmenteaccessibile ai non vedenti.Eppure, esistono oggi applica-zioni informatiche e softwaread hoc, pensati proprio peragevolare i musicisti non veden-ti, con spartiti informatizzati edotati di comandi vocali chepossono aiutare i giovani a leg-gere la musica anche se nonvedenti.Purtroppo, a scuola come inaltre agenzie educative, il rigoreimposto dalla crisi economicasta imponendo molti sacrifici edoggi numerosi centri di riferi-mento sono addirittura a rischiochiusura, a causa dei tagli deifondi governativi, come adesempio il Centro di consulenza

tiflodidattico di Firenze, fre-quentato da decine di ragazziipovedenti e non vedenti. Sitratta di strutture fondamentaliper facilitare la comprensionedel bisogno, dei limiti e dellepotenzialità del bambino mino-rato della vista, per orientare laprogrammazione dell’itinerarioeducativo, sia in famiglia sia ascuola, per guidare la scelta deisussidi didattici più opportunie, più in generale, per coadiu-vare il lavoro educativo svolto acasa e a scuola. Si tratta perciòdi realtà che hanno svolto esvolgono un lavoro importanteper l’integrazione scolastica deigiovani con disabilità visiva eche rischiano significativi dimen-sionamenti. I ciechi e gli ipove-denti hanno imparato a convi-vere con la loro disabilità, maper poter condurre una vitaagevole e dignitosa hanno biso-gno di efficienza, di servizi, dicompetenze dedicate. Nonsolo, però. Occorre che anchela comunità impari a conviverecon loro. E’ stata inoltre sotto-lineata la tematica del volonta-riato in compagnia dei membridell’Unione italiana volontaripro ciechi, che hanno racconta-to l’importanza del loro ruolo,sollecitando i ragazzi a mettersiin gioco, per poter aiutare i nonvedenti, anche solo per unacommissione o per una passeg-giata. E’ importante, infatti, raf-forzare l’avvicinamento tra i gio-vani e la diversità, perché essapossa essere realmente inclusanella società.(Fonte: www.disabili.com)

Diritto all’Istruzione

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Istruzione e Formazione

Politiche per i disabilial bivio

Le politiche per i disabili sono aun bivio e proprio su questotema si è celebrata il 15 maggioscorso la terza edizione delFand Day. La giornata nazionaledella Federazione tra le associa-zioni nazionali delle personecon disabilità (Fand). A Roma,in occasione del Fand Day 2013l'Auditorium dell'Inail ha ospita-to la giornata con un incontrodal titolo “Politiche per i disabi-li al bivio”, proposte e richiestedelle Associazioni della disabili-tà per scongiurare i crescentirischi di esclusione sociale. Si ètrattato di un incontro di pro-posta e di confronto per discu-tere le esigenze e, anzitutto, lepossibili soluzioni, per affronta-re le crescenti difficoltà vissutedai disabili in questi tempi direcessione economica e crisidel Welfare.La Fand ha riunito a Roma i qua-dri centrali e periferici delle sue7 associazioni aderenti (Anmic,Anmil, Ens, Uici, Unms, Anglat eArpa), in rappresentanza deiproblemi e delle richieste dioltre 4 milioni di persone condisabilità: invalidi civili, del lavo-ro o per servizio; ma anche cit-tadini affetti da cecità o sordità,oppure disabili psichici. Tantesono infatti le diverse realtà checompongono il variegatomondo della disabilità che inquesta occasione si incontraper convergere su obiettivicomuni. Le attuali politiche

sociali e sanitarie per esempio,già sottofinanziate e progressi-vamente tagliate dalla crisi edalla spending review, non rie-scono a garantire pari opportu-nità e diritti di cittadinanza. LoStato si disimpegna ogni giornodi più nell’assicurare assistenza,istruzione, servizi sociali. Ilrischio pertanto di smantellareil tradizionale Welfare statesenza essere riusciti prima acostruire validi modelli alternati-vi sul territorio diventa concre-to. Così come concreto diviene,come conseguenza, il rischio diricacciare i cittadini disabili eanziani non autosufficienti versol’esclusione o la ghettizzazionesociale.Le Associazioni dei disabili ade-renti alla Fand, nel sollecitarel’attenzione dell’opinione pub-blica e del nuovo Governo suquesti temi fondamentali per lacoesione sociale del Paese,hanno invitato a parteciparealla propria Giornata nazionale iministri e i rappresentanti delleIstituzioni nazionali competentiin materia, nonché Parlamentarie Autorità degli Enti locali.(Fonte: www.vita.it)

UNAR: la crisi rischia diridurre le misure diinclusione

In occasione della Giornatainternazionale delle personecon disabilità svoltasi il dicem-bre scorso, l'Unar - Ufficionazionale antidiscriminazionidel Dipartimento per le PariOpportunità della Presidenzadel Consiglio dei Ministri - haraccolto l'appello lanciatodall'Onu per discutere di misureconcrete per ridurre il gap fra lebuone intenzioni dei governicentrali e territoriali e le prassiche purtroppo denotano,ancora oggi, la permanenza dinumerose barriere e comporta-

menti discriminatori. Marco DeGiorgi, direttore dell'Unar,riprendendo titoli di giornali escavando nella memoria fa unrapido elenco di alcuni dei casitrattati dall'Ufficio nel corso del2012: "Un albergatore: vostrafiglia disabile deve mangiare inorari diversi dagli altri perchédisturba la clientela, la famigliafa le valigie e va via. Negato l'ac-cesso di un disabile a Villad'Este, capolavoro delRinascimento italiano dichiaratodall'Unesco patrimonio del-l'umanità e, quindi, di tutti.Impossibilità per un disabile diutilizzare i mezzi pubblici nelfiorentino perché gli autobussono sprovvisti di pedana elet-trica o perché non funzionante.Un bambino disabile di sei annisi è visto negare da una scuoladel casertano il sostegno scola-stico perché figlio di immigratighanesi irregolari". "Per non par-lare poi - aggiunge - di quelli incui si assiste a discriminazionimultiple che colpiscono donnedisabili o disabili rom in cui ven-gono denunziate delle situazio-ni di gravissima marginalità edesclusione sociale". "In un con-testo di forte crisi economica -prosegue l'Unar nel suo appello- c'è il rischio che alcune misuredi inclusione, prima garantite,anche dagli enti locali, ora ven-gano negate a causa del tagliodei fondi. Per tali motivi, in que-sti giorni si sta discutendoanche in Europa, nell'ambitodella nuova proposta diDirettiva comunitaria controtutti i tipi di discriminazione, laportata del concetto di 'solu-zioni ragionevoli' finalizzate agarantire l'inclusione dei disabilisecondo un serio giudizio dicongruità e adeguatezza frafinalità perseguite e mezziimpiegati. Ma obiettivodell'Unar- conclude De Giorgi- è"mantenere alta la soglia di allar-me su questi problemi anche in

periodo di congiuntura, perfare in modo che i diritti deidisabili siano considerati dirittiumani inderogabili e non dirittifinanziariamente condizionati".

Disabilità: approvato ilProgramma di azione

La Legge 18/2009, oltre a ratifi-care la Convenzione ONU, haprevisto la redazione di unProgramma d’azione biennaleper la promozione dei diritti el’integrazione delle personecon disabilità in attuazionedella legislazione nazionale einternazionale. Il Programma diazione è stato elaboratodall’Osservatorio nazionale sullacondizione delle persone condisabilità, istituito dalla stessaLegge 18/2009, che lo ha defini-tivamente approvato in sedutaplenaria il 12 febbraio scorso. Iltesto approvato sarà adottatocon decreto del Presidentedella Repubblica, su propostadel Ministro del Lavoro e dellePolitiche sociali, sentita laConferenza unificata, che siesprime entro trenta giorni, eprevia deliberazione delConsiglio dei Ministri. “Si trattadi un atto che, per la suaampiezza e profondità, è parti-colarmente importante per lepersone con disabilità e le lorofamiglie. – commenta PietroBarbieri, presidente dellaFederazione Italiana per ilSuperamento dell’Handicap – Èun documento attorno al qualevi è stato un confronto ‘storico’fra diverse esperienze, profes-sionalità, associazioni, enti.”Non appena la situazione politi-ca e istituzionale avrà assuntocontorni maggiormente definiti,la FISH presenterà come istanzaprioritaria l’attuazione delProgramma di azione. (Fonte:www.fishonlus.it)

Politiche sociali

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Protezione Sociale

Politiche sociali

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I centri diurni:politiche di inclusioneo discriminazione?

I centri diurni per handicappatinascono attorno alla fine deglianni Sessanta inizio degli anniSettanta: non solo l’istituzionaliz-za zione in termini di ricovero, mail sistema stesso di servizi specia-lizzati per l’handicap consolida-tosi nel decennio precedente(scuole speciali, laboratori pro-tetti, centri riabilitativi, ecc.) vienemesso in discussione e violente-mente attaccato.Parallelo e sepa-rato rispetto al circuito per la“normalità”, tale sistema di serviziviene contestato in nome di unaconcezione della riabilitazioneche non punta più sul versanteigienicosanitario, ma su quellosociale: quello che conta è lasocializzazione che ha comemezzo principale, e come fine,l’inserimento nei luoghi e nelleistituzioni della vita quotidiana,luoghi e istituzioni che devonocambiare sotto il profilo dellestrutture come della cultura peradattarsi e accogliere chi fino aquel momento era stato esclusoin quanto ritenuto e vissuto come“diverso”. Inizialmente tali centrihanno faticato a trovare unnome: centro gravi, centro diur-no, centro medico sociale, cen-tro socioriabilitativo e tante altreetichette che definivano organiz-zazioni e progetti diversi, ma checon il tempo hanno assunto, purnella originalità di ciascuno, alcu-ni punti di continuità.Attualmente i centri diurni sonostrutture territoriali non residen-ziali previste per ospitare in orediurne soggetti handicappatimedio-gravi in età post-scolare,allorché si ritiene superata la faseevolutiva, che presentino condi-zioni di non autosufficienza epertanto abbiano bisogno di

continua assistenza e per i qualinon sia stato possibile l'inseri-mento al lavoro "normale" o "pro-tetto"; nei centri diurni sono,quindi, ammessi i soggetti condisabilità tali da comportare unanotevole compromissione del-l'autonomia delle funzioni ele-mentari, e per i quali siano statiesperiti tutti gli interventi di tiporiabilitativosanitario e psico-sociale atti a garantire un realeinserimento in strutture rivolte allageneralità delle persone. In essesi cerca di assicurare il prosegui-mento dell'iter socio- riabilitativo,attraverso un insieme organico diattività evitando l'istituzionalizza-zione del soggetto handicappa-to. Il centro diurno è strutturatocome una comunità di vita nellaquale ognuno trova i sostegnimateriali, relazionali ed affettiviper una vita “autonoma”, l’obiet-tivo principale è la crescita deisoggetti nella prospet tiva di unaprogressiva e costante socializza-zione per sviluppare, pur nellaconsapevolezza dei limiti oggetti-vi, le capacità residue e di opera-re al massimo per il mantenimen-to dei livelli acquisiti. E’ una strut-tura intermedia , affinché nondiventi meta definitiva per chi vientra; aperta, affinché tutta la vitanon si esaurisca all’interno, ma siricerchino le forme possibili diesperienze e di collegamentoesterni; è, infine, una struttura diappoggio alla vita familiare parti-colarmente necessaria per con-sentire di mantenere al propriointerno la persona handicappata.Tali strutture devono essere dota-te di diverse figure professionalistabili: educatori, assistenti domi-ciliari e dei servizi tutelari, infer-mieri, medici, che concorrono,nell’ambito delle proprie compe-tenze, a soddisfare i bisogni nellaloro globalità, avendo comemomento unificante delle lorospecifiche prestazioni il progettomirato e personalizzato. Per esi-

genze diagnostiche e riabilitativepossono avvalersi di altri servizidel territorio. Le prestazionisocio- educative- assistenzialisono assicurate dagli educatori iquali, nel rispetto del principiodell’individualizzazione del pro-cesso educativo, orientano i lorointerventi a raggiungere un piùadeguato rappor to della perso-na handicappata con se stessa,con gli altri e con l’ambiente, e adacquisire, per quanto ad ognunoè possibile, compor tamenti efunzioni indispensabili per la vitadi tutti i giorni. L’azione educativadeve coinvolgere anche il nucleofamiliare per renderlo comparte-cipe del progetto e parte attivanel realizzarlo. Si possono indivi-duare più aree in cui inserire unaserie di attività diversificate, tali dasoddisfare i principali bisogni deisoggetti che frequentano i centri:- attività educative rivolte al man-

tenimento e allo sviluppo dellecapacità residue e potenzialidell’utente nell’autonomia per-sonale;

- attività educative con significatoprevalentemente psicomotorio;

- attività educative e di socializza-zione;

- attività educative con significatoprevalentemente

occupazionale;- attività mirate al mantenimento

del livello culturale raggiunto;- attività sanitarie.Per garantire prestazioni adegua-te e un soddisfacente rapportotra soggetti ed operatori, il nume-ro degli utenti non dovrebbesuperare le 20 unità. Così come siè visto per l’assistenza domicilia-re, anche il centro diurno hacome fine principale quello dimantenere il soggetto handicap-pato nel suo contesto socio-ambientale.(Fonte: www.conosciamocimeglio.it)

Ict: intesa Asphi-Confindustria Digitaleper inclusionedigitale disabili

Promuovere l'integrazione nellavoro, nella scuola e nella socie-ta' delle persone svantaggiateattraverso l'uso delle tecnologiedigitali. E' questo lo scopo dellacollaborazione avviata oggi con lasigla di un protocollo d'intesa fraConfindustria Digitale, la federa-zione che in Italia rappresenta leimprese Ict, e la FondazioneAsphi onlus, impegnata da temposui temi della disabilita' e delletecnologie Ict per favorire auto-nomia e partecipazione di perso-ne con disabilita' e anziani. Conquesta azione si intende facilitareiniziative tra le imprese associatea Confindustria Digitale ed Asphiper qualificare sempre meglio ser-vizi e prodotti in modo che sianoaccessibili e fruibili anche a una'utenza fragile', come disabili edanziani. Regole applicabili, spie-gano Confindustria Digitale eFondazione Asphi, applicabili inambito e-government, accessibili-ta' ai siti della Pa e agli open data;per valorizzare le capacita' lavo-rative delle persone disabili attra-verso l'uso di tecnologie Ict epromuovere la creazione di nuoviambienti di apprendimentoaccessibili con didattiche inclusi-ve; per identificare soluzioni eausili digitali nell'ambito di pro-getti di Smart Communities eSmart Cities. (Fonte: adnKronos -21/05/2013)

Protezione Sociale

Politiche sociali

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Politiche di assistenzadei disabili

La parola assistenza viene spessocollegata solo alle prestazionieconomiche ma non è così. Perassistenza s’intende una rete diinterventi che, utilizzati anche inmodo integrato tra loro, siano disuppor to ad un’azione di inte-grazione sociale per quei cittadi-ni che, a causa delle loro condi-zioni psicofisiche, si trovino insituazioni di svantaggio. Con iltermine assistenza sociale ci siriferisce, quindi, all’insieme delleattività e dei servizi volti a preve-nire o ridurre situazioni di biso-gno connesse all’età, a stati disvantaggio fisico e psichico o adaltre condizioni di emarginazio-ne. Un’adeguata rete territorialedi servizi sociali è una condizio-ne necessaria per realizzareun’effettiva integrazione dellepersone handicappate nel quo-tidiano ambiente di vita.L’assistenza sociale in favore deidisabili comprende, quindi,interventi integrativi e sostitutivial nucleo familiare (assistenzadomiciliare, affido, strutture resi-denziali), interventi per facilitarela vita di relazione (servizi diaccompagnamento in sedi infor-mative, trasporto scolastico, fre-quenza di centri sociali e educa-tivi, ecc.), interventi per partico-lari situazioni di disagio econo-mico e sociale (contributi eco-nomici vari, assegnazione allog-gi, ecc.). L’atteggiamentodell’Amministrazione Pubblica,

del mondo politico e dellasocietà in generale è ancorasostanzialmente passivo rispettoalla realtà dell’handicap cheinvece si evolve, si modifica, sitrasforma. Mentre si discute diprevenzione, di diagnosi preco-ce, di recupero, di inserimento,mentre si mettono a fuoco, insostanza, i problemi assistenzialidel bambino e dell’adolescentecon handicap, il tetto dell’etàmedia di un’ampia fascia di que-sti soggetti va progressivamentealzandosi, grazie anche alle sem-pre maggiori conoscenze incampo medico e riabilitativo.In una cultura contadina e in unsistema di famiglie patriarcali,c’era la possibilità di una gestio-ne “privata” del congiunto han-dicappato adulto; il passaggioad una civiltà industriale epostindustriale, alla famigliamononucleare hanno reso que-sta pratica impossibile, o comun-que difficile, imponendo perquesti casi soluzioni “sociali”.Se in passato, per molti giovanidisabili giunti all’età adulta, lascelta dell’istituzione chiusa, delmanicomio, della clinica specia-lizzata era stata praticamenteobbligata, oggi la battaglia per ladeistituzionalizzazione dà i suoifrutti, anche se crea inevitabil-mente dei problemi diversi.La pianificazione dell'intervento,la conoscenza approfonditadella realtà e dei soggetti suiquali si va ad incidere, sono ele-menti fondamentali di unapproccio esemplare al proble-ma che soprattutto i responsabi-li del Servizio Sanitario Nazionaledovrebbero adottare comeschema di riferimento per unapolitica corretta in tema di han-dicap. L'intervento personalizza-to precoce, il tentativo di realiz-zare un percorso educativo fina-lizzato al raggiungimento di unaragionevole autonomia, sonodelle linee di tendenza valide in

assoluto, e propedeutiche, inogni caso, alla programmazionee alla gestione della vita nell’etàadulta. La svolta nella politicadell'handicap può venire solodalla formazione, dall'educazio-ne, dall'informazione dell'opi-nione pubblica, da una strategiacorretta e mirata che non puòcadere dall'alto, improvvisamen-te, ma deve venire per gradi,con un processo di maturazionedal basso.(Fonte: www.conosciamocime-glio.it)

Disabilità e Lavoroin Italia

Il tema dell’integrazione lavorati-va delle persone disabili rappre-senta al riguardo un caso verosi-milmente paradigmatico. Seinfatti da un lato l’inserimentolavorativo nel mercato aperto èstato sinora visto come una prio-rità e uno degli strumenti essen-ziali per l’inclusione sociale dellepersone disabili, sia a livello disingoli paesi che di organizzazio-ni sovranazionali (Unione euro-pea, OECD, ILO ecc.), dall’altrol’evoluzione delle dinamicheproduttive, sotto la spinta dellaglobalizzazione, ha favorito pro-gressivamente l’emergere di unadiffusa consapevolezza circa irischi e le difficoltà insiti nel-l’identificazione di questa stessaintegrazione lavorativa con ilmodello classico del lavoro fissofull time, tipico del breadwinnermaschio (e magari bianco, spo-sato ecc.), spina dorsale produt-tiva della società industriale,almeno fino agli anni Sessanta(Abberley, 1999). Avendo comeobiettivo un modello esclusivodi integrazione lavorativa stan-dard, si finisce con il ricadere nelparadosso dell’impacchettamen-to: una definizione ideologica,non tematizzata, di ciò che è o

non è disabilità non può cheaggravare la dimensione dellasegregazione e quindi dell’esclu-sione che si vuole combattere.Come si è già avuto modo diargomentare (Checcucci, 2006),quelle che il modello socialedefinisce barriere disabilitantifiniscono anche in questo casoper interagire con la valutazioneche la singola persona compiecirca l’ammontare delle proprierisorse, considerate sia in terminidi capitale individuale (istruzio-ne, condizioni di salute ecc.), siadi capitale sociale disponibile(familiare ed extrafamiliare). Sel’investimento giudicato neces-sario per raggiungere un livelloper definizione irraggiungibile diprestazione lavorativa standardverrà giudicato dal soggettoeccessivo, egli tenderà adautoescludersi, al fine di evitarepiù elevati livelli di frustrazione,in caso di fallimento. Il risultato,quello che Boudon chiama effet-to di amplificazione, sarà lasegregazione delle persone inte-ressate (Boudon, 1980, pp. 100-108). Sul versante delle organiz-zazioni produttive, consideratol’investimento aggiuntivo richie-sto dall’inserimento di un lavora-tore disabile, sembra ragionevo-le aspettarsi che il datore di lavo-ro, pubblico o privato che sia aparità di altre condizioni, tendaa preferire candidati che nonlascino intravedere gli stessi livel-li di rischio e rigidità nell’ambitodelle relazioni organizzative(Checcucci, 2006). (Fonte: www.isfol.it)

Protezione Sociale

IMPIANTI ELETTRICICARPI (MO)

Cell. 335 [email protected] Gabbi Giovanni

Disabilità: la chiamanoinclusione, praticanodiscriminazione

Nel corso dei giorni ho volutovedere con i miei occhi alcunerealtà legate alle “opportunità”offerte li adolescenti e degliadulti con grave handicap. E’stata una pugnalata inflitta nelmezzo della mia fronte.Ho pensato che qui le cosesono due: o sono matta io osono matti loro. Provo a spiega-re quello che ho visto, cosa hopensato, chiedendo più chemai un confronto aperto.1. Centri diurni che svolgonoprogetti e attività che devonofavorire l’inserimento, l’inclu-sione e la crescita di personein condizione di handicap.Bene. Decido di capire meglio.Esco di casa al mattino e ne giroalcuni. Non ho trovato niente diinclusivo e nessuna opportunitàse non quella (per certi aspettimeritevole considerato chepare sia l’unica o quasi) di babyparking per persone adulte.Non voglio sparare a zero sullabuona volontà e sull’impegno dirisorse dei singoli. Però qualcu-no mi deve spiegare come sipuò favorire qualsiasi obiettivodi inclusione tenendo le perso-ne chiuse a fare cose tra di loro.Ho provato a riflettere sullaparola inclusione. Se non sba-glio, si dovrebbe invece preve-dere un gruppo A e un gruppoB che vengono in contatto tra diloro costruendo qualcosa diomogeneo. Ma se il gruppo Asta a ponente e quello B alevante come si fa?Le azioni, i progetti. Accomunano sempre per largaparte l’handicap su gambe.Quello su ruote è sempre oquasi troppo difficile se mancal’autospinta. E questa cosa mi fa

arrabbiare tantissimo. I progettisono sempre gli stessi: si dipin-ge, si guardano video di variotipo, si sta in compagnia (?). Neicasi più fortunati si balla e sicucina. Siamo davvero avanti!Sono rimasta disarmata. Ampispazi, giardini, disegni alle pare-ti come quelli della scuola perl’infanzia, ma l’obiettivo mi èparso non solo lontano, bensìmolte volte assente. A discapitodi realtà fortunatamente diversee decisamente più vive e con-crete, altri aspetti mi hanno but-tato giù.2) La relazione con l’esterno èpraticamente nulla.Sempre diversificando con i rariesempi di cooperative chehanno un risvolto concretoverso l’esterno e realmentecontribuiscono ad un inseri-mento, l’handicap grave trovaancora tutti impreparati. Alloravoglio dirlo apertamente e pro-vocare: che si può far fare a unocon ritardo cognitivo grave chenon può muoversi? Nessuno losa. Chi lo sa rinuncia perchécosta di più in termini economi-ci e professionali. E io mi arrab-bio ancora di più. Esistono tec-nologie di avanguardia che aiu-tano sul serio, ma è molto menoimpegnativo prendere le tem-pere e far dipingere. Lo fanno idisabili, chi mai si permetterà didire che quel lavoro fa pena? Eio non ci sto un’altra volta. Ameno che qualcuno non mispieghi perché i disabili devonoessere tutti buoni, tutti pittori,tutti amanti della musica.3) Arrabbiata per la discrimina-zione: possibile che non si rie-sce a prevedere un veroapproccio alla persona e acapirne i punti di forza?Assegnare a questa un veroassistente specializzato che laincluda, nei contesti che la per-sona richiede di frequentare o

mostra di frequentare almeglio? Ma insomma, siccome imiei occhi vedono senza capireio mi fermo alla carrozzina spin-ta da qualcuno e alle compe-tenze diverse dalle mie. Poi sen-tenzio: siccome io come tuttifaccio così e lui no, lui è diversoquindi va a dipingere/ascolta-re/passare tempo in un centro.Centro ? centro di che ?4)Il desiderio: se le famiglieavessero l’assegno di curaavrebbero un portone spalan-cato alle opportunità. E nessuno più di noi ha voglia ecapacità di individuare le vereopportunità, che sono bendistinte dai parcheggi. Se laprofessionalità non fosse acqui-sita per caso ma scelta a montesarebbe più facile accedere aiservizi delle tecnologie. Se imezzi pubblici, le strade, gliuffici fossero accessibili nonsulla carta e in foto ma sul serio,tutti potremmo girare di più.Avete idea di quanti montasca-le stanno li per scena? Vi sietemai chiesti perché barrieraequivale sempre a orrore ? Fiorfiore di architetti e non si riescead avere uno scivolo decente!5)La speranza: includere ilmondo c.d. normodotato inquello della disabilità e nonpiù il contrario.6) La certezza: a mio giudizionon è rimasto che rovesciare ilparametro di riconoscimentosociale.Post polemico e arrabbiato. Maè una presa in giro dire inclusio-ne e fare discriminazione. Non

voglio che questa sia l’unicaopportunità. E non credo diessere l’unica .(Fonte: Blog di Fabiana Gianni,attivista per i diritti dei disabili:www.ilfattoquotidiano.it/blog/fgianni/)

Per una disabilitàsostenibile

Per lungo tempo la disabilità èstata considerata una caratteri-stica “anomala” dell’individuo,legata a menomazioni fisichee/o mentali. Per tale motivo lepersone con disabilità sonostate a lungo escluse dai pro-cessi del modello di svilupposocio-economico basato su cri-teri di “normalità”. A partiredalle prime riflessioni sociologi-che degli anni 60 e grazie allespinte innovative dei movimentiorganizzati delle persone disa-bili il rapporto fra società e disa-bilità ha subìto una rimodula-zione progressiva. Si è passatidal concetto di handicap comesvantaggio dell’individuo ad unapproccio alla disabilità di tipobio-psico-sociale, che consentedi valutare la funzionalità dellapersona, demandando agli Statiil compito di valorizzare lecapacità dell’individuo, pro-muovendone l’autonomia inogni campo della vita sociale.Sotto questa prospettiva l’espe-rienza italiana rappresentaun’eccellenza solo in pochicampi. L’Italia rimane agli ultimiposti tra i Paesi europei perrisorse destinate alla tutela eall’inclusione sociale delle per-sone con disabilità. Si spendo-no 438 euro pro-capite annuicontro i 531 della media euro-pea, ben lontani dai 754 delRegno Unito. Al di là del datoeconomico puro, lo stato dellecondizioni di vita delle personecon disabilità nel nostro Paese èdato dai livelli occupazionali,dall’accessibilità a tutti gliambienti di vita e dalla fruibilitàdei servizi che, come mostranole indagini esistenti, non sonoancora adeguati alle direttiveeuropee.(Fonte: www.ais-sociologia.it)

Politiche sociali

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Protezione Sociale

O.P.G.RETTIFICHE

Diritto alla salute

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Diritto alla salute per idisabili, un percorso aostacoli

In un sistema in crisi, e spessosotto attacco, il diritto alla salutedelle persone con disabilità èparticolarmente a rischio, vieppiùnelle situazioni ad elevato caricoassistenziale, di malattie rare o diparticolari necessità farmacologi-che, terapeutiche o diagnosti-che. Obiettivi: introdurre egarantire nel Sistema SanitarioNazionale elementi di particolaretutela per i Cittadini con maggio-ri o peculiari necessità sanitarie;garantire il diritto di scelta e ilcoinvolgimento in particolare neiprocessi abilitativi/riabilitativi.Interventi:- è necessario ripensare il sistemariabilitativo seguendo le indica-zioni dell’articolo 26 dellaConvenzione Onu sui diritti dellepersone con disabilità, in parti-colare offrendo spazi di innova-zione rispetto alla medicalizza-zione del percorso riabilitativoed a un modello centrato quasiesclusivamente su attività fisiote-rapiche. Il modello è quello delcoinvolgimento attivo (empo-werment) della persona e delraggiungimento della massimaautodeterminazione possibile;- il tema riguardante gli ausili nonpuò e non deve sfuggire al per-corso di riabilitazione di cui devedivenire parte integrante. Perquanto riguarda il sistema eroga-tivo, il Sistema SanitarioNazionale deve recuperare la suafunzione di orientamento dellaspesa proprio attraverso la fun-zione di valutazione che deveessere ricollocata nell’ambito delpercorso riabilitativo e abilitativo;- va garantito un aggiornamentoin campo tecnologico costantenel tempo che non sia vincolatoall’approvazione dei Lea, ma adun aggiornamento di un reperto-

rio nazionale che a singolo codi-ce faccia corrispondere un pro-dotto con marca e modello, edovviamente l’indicazione delcosto;- va rimodulata, in specie per lepersone con patologie cronichee comunque invalidanti, la distri-buzione delle terapie farmacolo-giche che assicuri, su progettoterapeutico individuale, anche lacontinuità della cura. L’adozionedella Distribuzione Diretta eDistribuzione Per Conto dei far-maci, oltre a determinare unagaranzia verso fenomeni d’irre-peribilità variamente generati,determinerebbe un notevolerisparmio sui costi della distribu-zione;- è necessario affrontare urgente-mente i temi ritenuti prioritari perla generalità delle malattie rare,allargando il ristrettissimo elencodegli attuali beneficiari, e cioè ildiritto di tutti i malati rari allacura, generalizzato sul territorionazionale (dalla diagnosi alla ria-bilitazione); la semplificazionedelle procedure e la competen-za specifica di coloro che effet-tuano l’accertamento dell’invali-dità; la presa in carico integrata ela continuità dell’assistenza; il raf-forzamento della rete territorialeche deve avere per nodi centriveramente specializzati e sul ter-ritorio altri presidi instretto collegamento; l’imple-mentazione l’estensione dellebiobanche; la formazione deimedici di medicina generale edei pediatri; il diritto del malato odi chi lo rappresenta a conosce-re nel più breve tempo possibilela diagnosi sintomatica ed ancheeziologica, ricorrendo agli esamidi biochimica e di biologia mole-colare che oggi sono sempre piùprecisi ed economici;- sul modello delle Linee Guida n.21 sull’Autismo emanatedall’Istituto Superiore di Sanità erese applicative dall’accordodella Conferenza Unificata del 22

novembre 2012, è necessarial’emanazione di Linee Guida perambiti di patologia affinchè ven-gano garantiti trattamenti sanitariappropriati. (Fonte: www.fishonlus.it)

L’onoterapia, unapet-therapy peraiutare i disabili

All’interno delle pet-therapy sista sviluppando sempre piùl’onoterapia. Le caratteristicheproprie dell’asino, quali la docili-tà, l’intelligenza, la pazienza,l’empatia, la morbidezza e la len-tezza di movimento, consento-no infatti di entrare facilmente incomunicazione con il paziente,attraverso attività spontanee eludiche, ma anche strutturate edattive, con il supporto di un ope-ratore. La comunicazione nonverbale diventa il canale cherende possibile l’espressione piùintima di sé. Quella con gli asini èun tipo di pet therapy già benstrutturata in Inghilterra, Francia,Spagna, Stati Uniti e Svizzera maancora poco diffusa in Italia. Nelnostro Paese, infatti, non esisteuna normativa omogenea cheregolamenti le varie forme diterapia assistita con gli animali.Una Commissione ministeriale staperò studiando una legge chepotrebbe essere approvataentro la fine dell’anno.L’ONOTERAPIA IN ITALIA – InVeneto esiste una delibera digiunta del 2007 ed è in discus-

sione una vera e propria leggesulle pet-therapy. A Polverara(PD), esiste l’unico Centro speri-mentale di formazione e ricercasulle attività e terapie assistitecon gli asini in Italia: La città degliasini, collegata al Centro di refe-renza nazionale per gli interven-ti assistiti dagli animali (pet thera-py). Si tratta di un’oasi di verdedove un’equipe multidisciplinarepratica l’onoterapia. Gli asinivengono formati per il loro lavo-ro di terapia, che si basa sullaloro capacità di entrare in rela-zione con pazienti dalle proble-matiche diversificate: personecon disturbi del comportamen-to, dell’attenzione, dell’appren-dimento e del linguaggio, maanche autistici, persone condisturbi dell’alimentazione otrattati con cure palliative. E’inoltre in preparazione un pro-getto di ricerca sulla Sindromeda deficit di attenzione e iperat-tività (ADHD).L’onoterapia è una pet-therapyrivolta ad a un’utenza eteroge-nea; è infatti adatta nei casi didisturbi della personalità maanche ai cardiopatici ed ipertesi,ai disabili motori, audiolesi o nonvedenti, alle persone con pro-blemi di ansia, stress o con disar-monia emotiva. E’ una prassi dif-fusa per la cura del disagio nel-l'infanzia e i risultati sono a voltestupefacenti. Ci auguriamo per-ciò che questa buona prassipossa trovare sempre più diffu-sione anche nel nostro Paese.(Fonte: www.disabili.com)

Salute

consorzio.lama64www.lama64.it

Disabilità: una Cartaper abbatterele barriere sanitarie

In Italia le persone disabili vannoin ospedale il doppio delle volterispetto a quelle senza disabilità,ma i nosocomi italiani, tranne ini-ziative isolate, non prevedonopercorsi di cura personalizzati.Secondo i più recenti dati Istat, il24,2% delle persone disabilieffettuano almeno un esamediagnostico contro l'11,3% deinon disabili. E il 46% ha fattouna visita specialistica a frontedel 23% dei non disabili. Lamancanza di percorsi di cura adhoc rende più difficile diagnosti-care le malattie, con gravi conse-guenze sulla salute e sulla quali-tà della vita di queste personeche in Italia rappresentano il4,8% della popolazione (cioèsono circa 2 milioni e 600 mila).Per riconoscere alle persone condisabilità il pieno diritto alle cureospedaliere e rendere le struttu-re sanitarie adeguate alle loroesigenze fisiche, psicologiche esensoriali nasce la prima Cartadei diritti delle persone condisabilità in ospedale, realizzatadalla Cooperativa sociale SpesContra Spem e adottata per laprima volta in Italia dal PoliclinicoGemelli dell'Università Cattolicadi Roma, dove è stata presentatail 7 marzo scorso.«Questo progetto, che nasce dalcaso concreto di una persona anoi cara, intende spingersi dalparticolare all’universale - spiegaLuigi Vittorio Berliri, presidente diSpes contra Spem - cioè hacome obiettivo ultimo aiutare ilsistema sanitario nazionale a for-nire le giuste e concrete risposteper tutte le persone con disabi-lità. Auspichiamo che questaCarta venga adottata da tutti gliospedali italiani perché ognistruttura sanitaria deve essere ingrado di predisporre misure e

percorsi che siano a misura didisabili».Il documento è stato sottoscrittoda numerose associazioni nazio-nali attive nel settore della disa-bilità (Fish, Duchenne parentproject, Sibilings, ABC-Bambinicerebrolesi, Fantasia,Associazione persone Down eDisabili visivi) che hanno aderitoall'iniziativa e ha ottenuto ilpatrocinio del ministero dellaSalute e della Regione Lazio.La Carta è suddivisa in 14 articoli(dedicati all’accesso in ospeda-le, agli standard delle cure, allasicurezza e ai diritti come utentidei servizi) e affronta la proble-matica del diritto alle cure con laconsapevolezza dei maggioribisogni di mediazione, empatia,privacy delle persone con disa-bilità. Distingue tra i concetti didisabilità e malattia, guarda allanecessità della formazione delpersonale medico e infermieristi-co e alle esigenze dei disabilirispetto ai macchinari da utilizza-re nella diagnostica. Si basa suglistessi diritti formulati nella Cartaeuropea dei diritti del malatoper sottolineare che non esisto-no diritti speciali per le personecon disabilità, ma che le lorolimitazioni hanno bisogno distrumenti e percorsi adeguatiper essere rimosse. «Nello spiri-to della convenzione Onu -chiosa Nicola Panocchia, medicodel Policlinico Gemelli - la cartanon propone nuovi diritti o dirit-ti speciali per le persone condisabilità. Propone il riconosci-mento di un diritto, quello allasalute, che è un diritto di tutti icittadini ma che, nei fatti, spessoè difficile da esigere per le per-sone con disabilità. Un dirittoche deve essere garantito, perun principio di giustizia, in tuttele Regioni italiane. Un ospedale amisura di disabile è un ospedalea misura di tutti».(Fonte: www.healthdesk.it)

Diritto alla salute deidisabili: una Carta

La cooperativa sociale "Spescontra spem" ha redatto unaCarta per i diritti dei disabili inospedale. Il Policlinico Gemelli diRoma è stato il primo in Italia adadottarla.Da un'esperienza vissuta, da unastoria particolare è nato lo sti-molo per una riflessione di carat-tere universale. Da un caso dimalasanità, o meglio di Sanitàche non riesce a tenere in consi-derazione le necessità particola-ri di un malato, viene l'impegnoin favore del riconoscimento diun diritto, quello alla salute, chedeve essere garantito a tutti perun principio di giustizia, comesancito dalla Costituzione italia-na. 2 milioni e 600 mila persone.Il 4,8 per cento della popolazio-ne. Sono gli italiani con disabilitàche, secondo l'Istat, vivono infamiglia. 190 mila sono invece lepersone ricoverate in istituto.Quasi la metà di loro ha più di 80anni, ma i nosocomi italiani nonprevedono percorsi di cura per-sonalizzati, nonostante le perso-ne disabili si rechino in ospedaleil doppio delle volte delle perso-ne senza disabilità.Eppure un ospedale a misura didisabile sarebbe un ospedaleaperto a tutti, capace di soddi-sfare le esigenze particolari diogni paziente. Sono questi i pre-supposti che hanno guidato lacooperativa sociale "Spes contraspem" nella redazione di unaCarta per i diritti dei disabili inospedale, che per la prima voltaè stata adottata in Italia dalPoliclinico universitario Gemellidi Roma. (Fonte: www.famigliacristiana.it)

Diritto alla salutenon garantito

Diritto alla salute non rispettato(per l'89 per cento degli intervi-stati); mancanza di una liberascelta per i presidi medici e gliausili (70 per cento) e del rispet-to dei Livelli essenziali di assisten-za (57 per cento). È questa lapercezione che i cittadini romanihanno dei diritti dei malati e dellepersone disabili secondo un'in-dagine realizzata, su un campio-ne di 2368 utenti di ospedali eAsl (1853 persone hanno rispo-sto direttamente e 515 anonima-mente on line) dall'Osservatoriopermanente sulla sicurezza(Onps). Dieci in tutto i quesitisomministrati alle persone al difuori dei grandi ospedali romani(dal Sant'Andrea al policlinicoUmberto I fino a Tor Vergata etc)e delle principali Asl. "I risultatidella nostra indagine sono deltutto negativi - spiega la presiden-te di Onps Claudia CorinnaBenedetti. Abbiamo verificatoche il diritto alla salute non èrispettato, così come il diritto agliausili e alle protesi. Questo èsenza dubbio docìvuto ai tagli alsistema sanitario che stanno cre-ando diversi problemi alle perso-ne". Tra gli altri risultati dell'indagi-ne emerge che il 76 per centodegli intervistati non crede che ilServizio sanitario nazionale siagarante del diritto alla salute,neanche nei confronti delle per-sone con disabilità (90 percento).(Fonte: www.superabile.it)

Diritto alla salute

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Salute

Diritto alla salute

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Tutti Pazzi per la 181

Una proposta di legge di iniziati-va popolare per valorizzare lapartecipazione attiva di utenti,familiari, operatori e cittadini neiservizi di salute mentale e pergarantire buone cure in tuttaItalia. E' la "legge 181" presenta-ta ufficialmente oggi a Roma. Ascrivere il testo è stata l'associa-zione "Le parole ritrovate", cheè pronta a raccogliere le 50.000firme necessarie in tutta Italiacon il motto "Tutti pazzi per la181". Perché sarebbe necessa-ria, oggi, una legge 181 lo spie-ga Renzo De Stefani, referentenazionale dell'associazione edirettore Dipartimento di salutementale di Trento: "A 35 anni didistanza dalla legge 180 si puòdire che in alcune zone d'Italiamolto è stato fatto per garantirecure dignitose a chi soffre dimalattie mentali -. Questo, però,non è avvenuto dappertutto,proprio per l'assenza di direttiveprecise a livello nazionale. La180 ha portato alla grande con-quista della chiusura dei mani-comi, ma è rimasta incompiutaproprio perché non era nataper indicare le cose da fare nelquotidiano della salute mentalee non è stata seguita da atti cheandassero in questa direzione.Ecco perché oggi arriva questaproposta di legge 181, conl'obiettivo di dare gambe alla180 e, quindi, andare verso una

buona salute mentale in tuttaItalia". Il testo della legge è "ori-ginale e fuori dagli schemi". Unconcentrato di "buone praticheed esperienze concrete virtuose- prosegue De Stefani - che ven-gono messe a disposizione dellasalute mentale italiana affinchéda Bolzano a Palermo tutti ipazienti dei Servizi possanoavere cure uguali e dignitose". Ipilastri sono "parole-chiavecome fiducia e speranza", ma"soprattutto si sottolinea lanecessità di rendere i servizi disalute mentale luoghi "acco-glienti e colorati". E basterebbepoco per renderli tali: poltronci-ne colorate, quadri alle pareti,foto e disegni. Queste cose lirenderebbero posti migliori neiquali tutti possano sentirsimeglio" dice De Stefani. "Unaspetto innovativo introdottodalla legge sono gli Ufe, ovveroUtenti familiari esperti. Si partedal presupposto che, oltre alsapere degli operatori, sia indi-spensabile il sapere esperienzia-le di utenti e familiari, che pos-sono mettere al servizio deglialtri le loro esperienze vissute inprima persona. Insomma, si parladi luoghi accoglienti e caldi,utenti e familiari al centro, aper-tura alla cittadinanza, reinseri-mento nella società attraverso illavoro, indipendenza nell'abita-re. Concetti che possono sem-brare astratti ed utopici, ma chein diverse zone d'Italia sonodiventati realtà grazie alla perse-veranza e alla concretezza dioperatori, familiari e semplici cit-tadini. Un vero e proprio model-lo che si traduce in una parola:fareassieme".(Fonte: www.superabile.it)

Una proteina la causadella sindrome didown?

Ad appena una decina di giornidalla Giornata Mondiale sullaSindrome di Down, dagli StatiUniti arriva una notizia chepotrebbe cambiare completa-mente le conoscenze quantoalla Trisomia 21. Un team di ricer-catori del Sanford-BurnhamMedical Research Institute sareb-be giunto a una scoperta ingrado di dirci come il cromoso-ma 21 incida nell’alterazionedello sviluppo cerebrale dei sog-getto affetti da Sindrome di

Down. Stando a i risultati dellaricerca Usa, pubblicata nella rivi-sta scientifica Nature Medicine,responsabile dei ritardi cognitivie dei difetti comportamentalisarebbe la proteina chiamata“nexin 27”, o SNX27. O meglio,la sua scarsa presenza, riscontra-ta nelle persone con laSindrome di Down. Il cromoso-ma 21 fungerebbe quindi da ini-bitore alla produzione di questaproteina, causando in questomodo un danno alle funzionalitàdell’apparato cerebrale. I risulta-ti delle sperimentazioni, realiz-zate sugli animali, hanno dimo-strato che ripristinando nei topicon Trisomia 21 (difetto della

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Sindrome di Down) la produzio-ne della proteina SNX27, si regi-strava un miglioramento nonsolo sul piano cognitivo che inquello comportamentale.Risultato che ha dunque indottoi medici statunitensi a ritenereche, almeno in parte, la scarsapresenza di questa proteinapossa costituire causa dei difettidi sviluppo. E’ ovviamente pre-maturo parlare di scoperta dellacausa della Sindrome di Down,ma forse una strada importan-te,dal punto di vista scientifico,si è tracciata. E se su questo ver-sante i passi sono importanti malenti, vale la pena di sottolinearecome su quello della percezionesociale delle persone affette daSindrome di Down qualche belsegnale arrivi. (Fonte: www.disabili.com)

Realtà virtuale per lariabilitazione

La realtà virtuale a servizio dellariabilitazione. Sembra fanta-scienza, ma lo è solo in appa-renza. Perché in un futuro nontroppo lontano anche una per-sona con ridotta o nessunacapacità motoria potrebbebere un bicchiere d'acquasenza dover ringraziare nessu-no, se non un robot alter-egoche esegue i comandi del suocervello, senza neppure il biso-

gno di un battito di ciglia. È aquesto ambizioso progetto chesta lavorando il gruppo direttodal professor Salvatore MariaAglioti, presso la FondazioneSanta Lucia di Roma, una diquelle eccellenze italianeall'avanguardia nella ricerca enella riabilitazione delle perso-ne che hanno subito lesioni spi-nali. La sperimentazione con-dotta all'interno del laboratoriodi Neuroscienze sociali e cogni-tive attivato dalla FondazioneSanta Lucia in collaborazionecon l'Università La Sapienza diRoma fa parte del progettoeuropeo Vere (VirtualEmbodiment and Robotic Re-Embodiment): attraverso unaCamera di realtà virtuale immer-siva i ricercatori lavorano affin-ché individui con deficit legati alesioni spinali possano gestireun avatar mediante l'attività delproprio cervello."Insieme al Collegio Sant'Annadi Pisa abbiamo costruito un'cave' dove studiare tutte lesensazioni visive e somaticheche portano alla possibilità diimmedesimarsi in un avatar e -successivamente - un robot",racconta Aglioti, che è profes-sore di Psicologia e neuroscien-ze sociali presso La Sapienza ericercatore della FondazioneSanta Lucia. Fino ad ora la spe-rimentazione ha coinvolto circa20 persone, tra cui alcune con

lesioni alla parte alta del midol-lo spinale, e quindi impossibili-tate a muovere le gambe e lebraccia. "Le persone si immer-gono nella realtà virtuale, imme-desimandosi in un personaggioche provano a muovere attra-verso la sola attività cerebrale -prosegue il ricercatore -. Oggiimparano a muovere un avatarma la speranza è che, alla finedel percorso, il personaggio vir-tuale verrà sostituito da unrobot". Un assistente personale,appunto, che potrebbe pren-dere un bicchiere d'acqua,accendere il televisore o scac-ciare una mosca in luogo di unuomo o di una donna da cuiverrà diretto con il solo atto delpensiero. Insomma, l'obiettivofuturibile è quello di arrivare ausare l'attività cerebrale persopperire a gravi problemi dimobilità. Un progetto di "asso-luta avanguardia" lo definisce ilricercatore, anche perché basa-to su una "tecnologia non inva-siva", che non usa elettrodi, mala sola forza del pensiero.Insomma, un'utopia chepotrebbe diventare realtà apatto - naturalmente - che laricerca venga sostenuta e finan-ziata. Ma anche un campo diapplicazione della realtà virtua-le a dir poco sterminato: si vadal contrasto alla violenza sulledonne mediante l'immedesima-zione dello stupratore nell'og-

getto dello stupro al "giornali-smo immersivo", che consentesoprattutto ai reporter diretti inzone di guerra di testare in anti-cipo, e in ambiente virtuale, leproprie reazioni di fronte aipericoli. "Ma sono solo alcuniesempi - conclude Aglioti -.Perché l'uso della realtà virtualeimmersiva presenta davvero unventaglio incredibile di possibili-tà". (Fonte: www.superabile.it)

Screening neonatale,da 50 anni è possibileprevenire la disabilitàe la morte precoce

Le cause di disabilità motoria ointellettiva sono molte, moltodiverse tra loro. Una delle pos-sibili cause genetiche di disabili-tà è rappresentata dalle malat-tie metaboliche ereditarie,patologie croniche che se nonriconosciute immediatamenteprovocano danni irreversibili.Sono causate da disfunzioni delmetabolismo, spesso dall’assen-za o dalla carenza di enzimispecifici, che attraverso com-plesse reazioni chimiche elimi-nano le sostanze tossiche pro-dotte dall’organismo umano.L’accumulo di tali sostanze puòessere la causa di gravissimedisabilità fisiche o intellettive,oltre ad essere spesso causa dimorte precoce. Per evitare di incorrere in dannigravi è necessario che questemalattie siano diagnosticateimmediatamente, a pochi giornidalla nascita. La diagnosi per-mette infatti di iniziare immedia-tamente la terapia corretta (chepuò essere una dieta ferrea ouna terapia farmacologica verae propria), prevenendo i dannida accumulo di sostanze dan-nose. La diagnosi precoce èpossibile grazie al test di scree-ning neonatale: dal prelievo diuna goccia di sangue del neo-nato è infatti possibile determi-nare il rischio di più di 40 pato-logie. Una volta effettuato iltest, qualora i risultati fosseropositivi, si passa immediatamen-te all’indagine diagnostica verae propria e all’avvio della tera-pia, il tutto in pochi giorni. Sitratta di una metodica sicura,

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viene infatti effettuata ormai da50 anni. Il primo test è stato messo apunto dal microbiologo ameri-cano Robert Guthrie, ispiratodalla nipotina malata di fenil-chetonuria. Dalla sua idea è poinato il primo screening neona-tale che, adottato ufficialmentenel 1963, ha salvato migliaia dibambini. Grazie ai progressi scientificinegli USA è possibile effettuareil test di screening per 31 diver-se patologie, che ogni anno sal-vano circa 12.000 bambini daun futuro di sofferenza o da unamorte precoce. “E’ ormai chiaro- spiega il Prof. Roberto Cerone,Responsabile del Centro regio-nale di riferimento per lo scree-ning neonatale e la diagnosidelle malattie metabolichedell’IRCCS Ospedale Gaslini diGenova e Presidente della SIM-MESN - che diagnosticare ecurare in tempo una malattiache può portare a disabilitàgrave conviene anche in terminieconomici, non è solo un prin-cipio etico.” Anche in Italia èdisponibile lo screening per lemalattie metaboliche, definito"screening allargato", con ilquale è possibile indagare lapresenza di ben 40 patologie.Purtroppo però lo screeningallargato non rientra nei LEA edè oggi disponibile solo per inuovi nati di Toscana, Umbria,Emilia-Romagna e Liguria. Sonomolti i progetti pilota avviatinelle altre regioni, che nongarantiscono però pari oppor-tunità ai neonati italiani.(Fonte: www.disabili.com)

Umanizzazione deiservizi: come sonoi nostri ospedali?

Persone, non numeri. E' questoquello che a gran voce i cittadi-ni ricoverati richiedono agliospedali e alle strutture sanita-rie. Ferma restando la necessitàprioritaria di cure di qualità,l'aspetto dell'accoglienza e del

servizio al degente non va sot-tovalutato né relegato alla finedella lista. Sentirsi accolti, poterporre domande al medico, nontemere di chiedere una spiega-zione in più, sono necessità chel'ammalato sente con unaurgenza di poco inferiore aquella della cura. In sostanza,riportare al centro il paziente,così come è giusto che sia.Partendo da questo presuppo-sto, è quindi utile vedere a chepunto sono i nostri ospedali suquesto fronte. A far luce sullasituazione, i risultati di una ricer-ca che ha rilevato la qualità deiservizi di accoglienza dellestrutture ospedaliere italiane,pubblicati in questi giorni.L'obiettivo di Agenas (Agenzianazionale per i servizi sanitariregionali) e dall'Agenzia diValutazione Civica diCittadinanzattiva, che hannoportato avanti lo studio, deno-minato Sperimentazione e tra-sferimento di modelli di empo-werment organizzativo per lavalutazione e il miglioramentodella qualità dei servizi sanitari,era quello di valutare la situa-zione attuale nel panoramanazionale, per poi declinare ilconcetto di "empowerment

organizzativo" per quello checoncerne la partecipazione deicittadini a un processo di cam-biamento. La ricerca, pubblicatanel numero 32 di Monitor, la rivi-sta di Agenas, evidenzia subitola disomogeneità tra struttura estruttura, con differenze dazone e zone, pur confermandovalutazioni mediamente positi-ve. Scopriamo quindi - o neabbiamo la conferma - che ilnostro paese presenta una con-

dizione molto differenziata,quanto a umanizzazione dellestrutture di ricovero. La ricercaha esaminato 54 strutture ospe-daliere di 16 regioni italiane, perlo più ospedali pubblici, e si èservita di 110 organizzazioni dicittadini per la rilevazione, tra-mite questionario, del livello diqualità e umanizzazione dei ser-vizi, dando un voto da 1 a 10rispetto ai 4 fattori presi in con-siderazione:

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- processi assistenziali e orga-nizzativi orientati al rispetto ealla specificità della persona;

- accessibilità fisica, vivibilità ecomfort dei luoghi di cura;

- accesso alle informazioni, sem-plificazione e trasparenza;

- cura della relazione con ilpaziente e con il cittadino

La media generale delle singolevoci si attesta sulla sufficienza,con valutazioni che rincuorano,come il 7,12 per il fattore indica-to come "Accessibilità fisica, vivi-bilità e comfort dei luoghi dicura"; 8,86 per la semplificazionedelle modalità di accesso alleprestazioni , 8,26 per l'orienta-mento e segnaletica dei percor-si. Ma i punti deboli non manca-no. Ad esempio, per ciò cheriguarda il basilare rapporto colpaziente, per il quale gli intervi-stati hanno indicato in mediaappena la sufficienza; malissimoper ciò che concerne il rispettodelle specificità linguistiche(4,62) e poco meglio per le esi-

genze di culto (6,12).Insufficiente la semplificazione diuno dei processi più importanti,come quello delle modalità diprenotazione, per le quali il votonon raggiunge la sufficienza,attestandosi su un 5,21, pocoaccettabile. Cosa da sottolinea-re, ancora una volta, il divario trale "eccellenze" - con struttureche, ad esempio alla voce"accessibilità fisica…" hanno rag-giunto un 8,7 - e altre, piombatea un impietoso 3,6. Un dato sucui sembra utile soffermarsi,quello del fattore di "Cura dellarelazione con il paziente e con ilcittadino". Si potrebbe direl'abc, il rapporto umano.Ebbene, in questo caso il votomedio è stato poco più che suf-ficiente (6,89), con picchi degliestremi che vanno da 10 a 2,1.Interessante notare come lavalutazione più alta all'interno diquesta categoria se la sia aggiu-dicata la voce "assunzione diimpegni nei confronti del cittadi-

no", mentre la maggiore carenzasia proprio al punto "accoglien-za e contatto col cittadino".Ora, al di là dei dati, la cosa sucui concentrarsi è senz'altro lapromozione del cittadino comesoggetto attivo in questo pro-cesso di valutazione. Un cittadi-no che, esprimendosi, diventaparte attiva di quella cittadinan-za che è destinataria e al con-tempo motore principale deiprocessi di organizzazione emobilitazione volti alla messa inatto di azioni strategie differen-ziate per il bene comune. (Fonte: www.disabili.com)

La sfida alla sclerosimultipla è globale

E’ una malattia subdola, che sipresenta con sintomi che pos-sono essere anche differenti, eche preferisce le donne, in etàgiovane solitamente, per fare lasua comparsa. Si tratta dellasclerosi multipla, patologia cro-

nica e invalidante che interessail sistema nervoso centrale, chenel nostro paese colpisce68mila persone: una diagnosiogni 4 ore. Subdola, dicevamo.Perché compare prevalente-mente nel periodo più produtti-vo della vita: la giovinezza. Lafascia di esordio è, infatti, tra iventi e i trent’anni, quando cioèuna persona è nel pieno dellasua realizzazione. I sintomi dellamalattia possono limitare - inmaniera che varia da caso acaso - le attività lavorative esociali di chi ne è colpito.LA SETTIMANA DELLA SCLEROSIMUTIPLA - Ma con la sclerosimultipla si può convivere. Leterapie attualmente applicatenon sono in grado di sconfigger-la, ma tentano nell’arginarne laprogressione e i sintomi. Macosa ne sa il mondo di questapatologia che colpisce seicen-tomila persone in Europa equasi 3 milioni nel mondo?Poco, ancora. E’ quindi conl’obiettivo di far conoscere laSM e le condizioni di vita di chine è colpito, che da domani al 2giugno si svolgerà la settimanainternazionale dedicata allasclerosi multipla, che avrà il suoculmine nella giornata di merco-ledì 29 maggio, il World MS Day.Durante la settimana si parleràanche di ricerca in 40 convegniin tutta Italia dove si potrannoincontrare i ricercatori e 'tocca-re con mano' i progressi nellalotta alla malattia, ma non solo.(Fonte: www.disabili.com)

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Inclusione sociale,il rapporto Isfol

La produzione di informazionied indicazioni utili sui temi dellepolitiche per la disabilità, a livel-lo europeo, nazionale e territo-riale rappresenta uno dei com-piti che l’Isfol è chiamato a svol-gere. L’obiettivo delle numero-se attività di ricerca consiste nelfornire al decisore politico ele-menti conoscitivi riguardo illivello di applicazione dellenorme, di utilizzo degli stru-menti impiegati ed alle eventua-li criticità ancora esistenti. A questo scopo l’Isfol hacostruito un sistema di indaginie monitoraggi - utili anche alleperiodiche Relazioni alParlamento sulle Leggi di riferi-mento (Legge 104/92 – Leggequadro sulla disabilità e Legge68/99 sul collocamento lavorati-vo) che esamina anche il com-plesso di reti e servizi territoria-li coinvolti nel processo di inclu-sione dei soggetti interessati.L’Istituto è inoltre referentedella convenzionesull’Osservatorio nazionale sullacondizione delle persone condisabilità, stipulata con laDirezione generale perl’Inclusione e le politiche socialidel Ministero del Lavoro e dellePolitiche Sociali.(Fonte: www.isfol.it)

Disabilità e nonautosufficienza

Le iniziative promosse dalMinistero del Lavoro e dellePolitiche Sociali nel campo delladisabilità sono finalizzate, inparticolare, alla tutela e promo-zione dei diritti e delle pariopportunità per tutti, al rag-giungimento della piena inclu-sione sociale e della costruzio-ne di una "società per tutti",anche attraverso la rimozionedelle cause che impediscono olimitano l'accessibilità ai diversiambiti della vita delle persone.Tali iniziative sono definiteanche in attuazione della nor-mativa nazionale e degli impe-gni assunti in sede comunitariaed internazionale.Le principali attività sono indi-rizzate a:• Promuovere, sostenere ecoordinare progetti ed iniziati-ve finalizzate all’inclusione dellepersone con disabilità, alla pro-mozione dell’accesso a tuttoper tutti, alla partecipazioneattiva nello sviluppo socialenonché a diffondere una nuovacultura della disabilità, fondatasul riconoscimento della paridignità e delle pari opportunitàper tutti.• Assicurare la piena attuazionedella normativa in materia didisabilità, con particolare riferi-mento alla legge quadro 5 feb-braio 1992, n. 104 e successive

modificazioni, alla legge 8novembre 2000, n. 328, alladisciplina sulla tutela giuridicaanche attraverso attività di assi-stenza e consulenza sull'appli-cazione delle normative.• Fornire supporto informativoad istituzioni e cittadini anche alfine di verificare adeguati stan-dard di qualità e utilizzabilitàdei servizi socio-assistenziali.• Curare le attività volte alla pre-disposizione di iniziative legisla-tive nonché a promuovere ana-lisi e rapporti sulla condizionedelle persone con disabilità.• Assicurare il raccordo con leorganizzazioni rappresentativedelle persone con disabilità,con le organizzazioni di volon-tariato, delle parti sociali, e conle formazioni della cittadinanzaattiva per la promozione e ilcoordinamento di interventi infavore delle persone con disa-bilità.• Favorire lo scambio di buonepratiche, anche in raccordocon le regioni e gli enti locali, inmateria di integrazione dellepersone con disabilità, assisten-za, progetti innovativi per la vitaindipendente, “dopo di noi”.• Partecipare alle attività pro-mosse dall'Unione europea, dalConsiglio d'Europa, dalleNazioni Unite e da altri organi-smi internazionali nel campodella disabilità anche in colla-borazione con le competentiistituzioni di altri Paesi. (Fonte: www.lavoro.gov)

Promozione dei dirittie integrazione deidisabili

È disponibile il testo del primoProgramma d’azione biennaleper la promozione dei diritti el'integrazione delle personecon disabilità in attuazionedella legislazione nazionale einternazionale, ai sensi dell'art.5, co. 3, della Legge 3 marzo2009, n. 18. Il programma èstato approvato in sessione ple-naria dall’ Osservatorio naziona-le sulla condizione delle perso-ne con disabilità. Il programmaitaliano, che segue l’invio alleNazioni Unite nel novembre del2012 del primo Rapporto sul-l’implementazione dellaConvenzione ONU sui dirittidelle persone con disabilità,segna la realizzazione di un fon-damentale risultato nel quadrodella elaborazione di politichea favore delle persone con disa-bilità. Ai sensi del Decreto inter-ministeriale n. 176 del 2010, iltesto approvatodall’Osservatorio sarà adottatocon Decreto del Presidentedella Repubblica, su propostadel Ministro del Lavoro e dellePolitiche Sociali, sentita laConferenza unificata, che siesprime entro trenta giorni, eprevia deliberazione delConsiglio dei Ministri.(Fonte: www.lavoro.gov)

Pari opportunitàancora lontane

Nel nostro paese la Disabilità ètrattata come una "questione" diassistenza, mentre negli altripaesi europei gli sforzi vengonocompiuti nell’ottica dell’integra-zione sociale e della promozio-ne di pari diritti. I disabili hannobisogni reali in termini di auto-nomia e vita indipendente enon sono soo soggetti che

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hanno bisogno di assistenzasanitaria e/o sociale. Diciamoche più è elevato il tessutosociale che consente unabuona autonomia e un buonlivello di integrazione, minorisono i casi che hanno necessitàdi un intervento eccezionale.Le leggi italiane sulla inclusionescolastica, ad esempio, unavolta all’avanguardia, sono spes-so disattese e incompiute.L’inclusione scolastica, che pureè un’eccellenza italiana inEuropa, rischia di essere svuota-ta, di fatto, a causa delle politi-che di contenimento dei costi.E il senso di abbandono e disolitudine delle persone condisabilità e delle loro famiglieaumenta. È quanto emerge daun’indagine presentata a Roma,"I bisogni ignorati delle personecon disabilità. L’offerta di cura eassistenza in Italia e in Europa",realizzata dal Censis nell’ambitodel progetto pluriennale"Centralità della persona e dellafamiglia nei sistemi sanitari: real-tà o obiettivo da raggiungere?"promosso dalla FondazioneCesare Serono.(Fonte: www.censis.it)

Think different, think Europe La cittadinanza attiva è possibile per tutti

Settanta persone in tutto, trapersone con sindrome di Downe caregivers, provenienti da 10paesi europei, hanno presoparte al progetto europeo"Think different Think Europe",che si è concluso venerdì 10maggio, sotto la guida dell'asso-ciazione capofila, l'Aipd(Associazione italiana personeDown). Partecipazione politica,

diritto di voto e conoscenzadell'Europa e delle sue istituzio-ni sono stati i temi su cui i par-tecipanti si sono confrontati neidiversi appuntamenti in pro-gramma: dall'accoglienza aRadio Vaticana, ai lavori presso ilParlamento Europeo. Cuoredell'evento è stato l'incontrocon il Presidente del SenatoPietro Grasso presso palazzoGiustiniani. Soddisfatte le variedelegazioni. Marion Dupas, unadelle due operatrici che haaccompagnato il gruppo france-se, ha commentato: "Per noi èstato molto importante parteci-pare a questo progetto a livelloeuropeo, perchè l'Europa è ilfuturo. Lavoriamo molto a livellonazionale sulla auto rappresen-tazione, e qui in questo conte-sto è stato fondamentale vede-re lavorare tante persone consindrome di Down insieme e inprima persona". Sulla centralità dello scambio diidee e di progetti ha parlatoanche l'operatore ungherese,Tibor Kiss: "Il momento piùimportante per me è stato ilconfronto sui nostri obiettivi,materiale alla base dell'incontrodi novembre a Parigi". Per Arantxa Garrigues, operatri-ce spagnola, il bello è statoinvece la possibilità di scambiar-si 'buone pratiche': "Abbiamoparlato di tutto insieme, eognuno ha raccontato le pro-prie conquiste in ogni ambito.Centrale secondo me è stato ilconfronto sull'integrazione allavoro. Sono stati davvero deigiorni preziosi". La delegazioneucraina partecipava per la primavolta ad un progetto del gene-re, l'operatrice TaniaMykhailenko ha avuto difficoltàad indicare una cosa che l'hacolpita più di altre, tutto è statoutile e bello. "Forse il momentopiù emozionante - ha spiegato -è stato sentire i ragazzi durantel'intervista a Radio Vaticana. Miha stupito la loro chiarezza suquello che vogliono, che desi-derano per il loro futuro, ed èfondamentale che le loro paro-le saranno ascoltate in radio nelnostro paese".A conclusione Anna Contardi,coordinatrice nazionale AIPD ha

affermato "L'incontro ha supera-to le nostre aspettative, siamoriusciti a comunicare bene,nonostante la presenza di 10lingue diverse e anche l'atten-zione che il Presidente Grassoha dato al nostro lavoro ci haconfermato che , continuandoa lavorare così, sarà possibile farriconoscere, non solo dalleleggi, ma dall'opinione pubblical'essere cittadini a tutti gli effettidelle persone con sindrome didown. Le domande, le opinioniespresse dai partecipanti cihanno mostrato l'interesse el'urgenza del tema. Non ci fer-meremo qui".(Fonte: www.superabile.it)

Disabilità e nonautosufficienza

Unità, comunione d'intenti eobiettivi condivisi: queste leparole d'ordine che sono risuo-nate durante il Fand Day 2013,che si è svolto stamattina pressola sede centrale dell'Inail, aRoma. Non mancava nessunodei presidenti delle sette asso-ciazioni della Federazione, checomplessivamente rappresenta-no oltre 4 milioni di personecon disabilità: Giovanni Pagano(presidente Anmic e presidenteFand), Tommaso Daniele (presi-dente Uici), Alessandro Bucci(Unms), Giuseppe Petrucci(Ens), Sabina Savagnone(Arpa), Roberto Romeo(Anglat), Franco Bettoni(Anmil). Al centro della discussione, lecondizioni socio-economichedelle persone con disabilità edelle loro famiglie, anche allaluce della crisi economica incorso e della nuova stagionepolitica che si è aperta. In un contesto simile, le associa-zioni chiedono da un lato inter-venti di tipo "emergenziale",quindi provvedimenti immediatidi sostegno del redito e dellefamiglie: incrementi delle pen-sioni, assegni e indennità diaccompagnamento, il cuiimporto è attualmente bendistante dai minimi pensionisticiprevisti dalle leggi vigenti.Accanto alle misure emergen-

ziali, le associazioni chiedonoperò una riforma strutturale delsettore assistenziale, quindi unripensamento dell'intero siste-ma, a partire da una "pacifica-zione sociale, dopo anni didemonizzazione indiscriminatae strumentale del mondo delladisabilità", come denunciano leassociazioni in una nota.Concretamente, le richiesteavanzate dalle associazioni, sin-tetizzate in una lettera inviatanei giorni scorsi a tutti i parla-mentari eletti:- inserimento lavorativo, attra-verso politiche di formazioneprofessionale e incentivi per leassunzioni;- sostegno scolastico, con parti-colare attenzione al riconosci-mento della lingua italiana deisegni e ai bisogni dei ragazzicon disabilità sensoriale e intel-lettiva- sostegno economico alle fami-glie e incremento delle presta-zioni economiche per le perso-ne disabili e invalide per servi-zio- superamento delle barrierearchitettoniche e sostegno allamobilità, con particolare atten-zione ai sistemi di concessionee rinnovo delle patenti- potenziamento e ottimizza-zione dei servizi e revisionedelle tabelle d'invalidità, non-ché riconsiderazione del gradodi menomazione indennizzabileper i lavoratori infortunati;- piena rappresentanza delleassociazioni di categoria nelleistituzioni di riferimentoRichieste quindi diversificate,ma accomunate da un intento eun obiettivo comune: la parte-cipazione attiva delle personedisabili e delle loro famiglie allavita politica e sociale del paesee un coinvolgimento delle lororappresentanze nei tavoli istitu-zionali di riferimento.(Fonte: www.superabile.it)

Attuazione

La delegazione dei progetto“Think different - Think Europe”

Migliorare l’indennitàdi accompagnamentotrasformata in voucher

Una "voucherizzazione" dell'in-dennità di accompagnamento,per migliorare l'intervento dedi-cato alle persone non autosuffi-cienti e valorizzare anche illavoro di cura informale. È que-sta una delle misure allo studiodel ministero del Lavoro e dellepolitiche sociali. Lo ha detto laviceministra al Lavoro e allepolitiche sociali, Maria CeciliaGuerra, a margine della presen-tazione - due giorni fa a Roma -della ricerca sui servizi alla per-sona, realizzata dal Censis edall'Ismu per il ministero."Stiamo lavorando a una struttu-razione per tappe di un pro-gramma di welfare universale. Enell'ottica di un miglioramentodell'intervento, che sia più fun-zionale e non escluda il lavoroformale e informale, pensoanche a una voucherizzazionedell'indennità di accompagna-mento". Guerra ha spiegato diavere in mente un programmaalla tedesca, che prevede lapresa in carico del soggetto, lavalutazione del suo bisognosocio/sanitario e l' indirizzoverso le cure e il sostegno di cuinecessita. E in questa prospetti-va, per quanto riguarda la nonautosufficienza, tra gli strumentipotrebbero esserci anche i vou-cher per le famiglie."Oggi se c'è una critica che sipuò fare all'indennità di accom-pagnamento è che non permet-te di vincolare l'uso al bisogno -sottolinea la viceministra - .Nell'ottica di un miglioramento

dell'intervento, pensiamo a unprogramma che, tenendo saldoil diritto soggettivo, non escludail lavoro informale. Ci sono per-sone che restano a casa peraccudire i propri cari anche perperiodi lunghi - spiega- con unquesto sistema potrebbero evi-tare di perdere i contributi inquel lasso di tempo". In pratical'attuale indennità di accompa-gnamento potrebbe essere tra-sformata in un sistema per paga-re le forme di assistenza, nonregolamentate da un regolarecontratto di lavoro, garantendoi contributi a cui fornisce la pre-stazione."Il problema delle poli-tiche di welfare è che sonopolitiche ‘cenerentola': troppoframmentate, in alcuni casi vir-tuose, ma senza una reale strut-turazione. Quando le risorse siesauriscono il programmamesso in campo è destinato adissolversi - aggiunge -.Non c'èun pensiero generale, come nelcampo della non autosufficien-za, dove è necessario arrivare aun finanziamento strutturato.Ma bisogna soprattutto identifi-care il bisogno e fare in modoche gli strumenti siano incardi-nati sui livelli essenziali delleprestazioni". Questa frammen-tazione, per la viceministra, dàluogo anche a "uno sprecoenorme perché i singoli proget-ti non sono valorizzati e portatia sistema".Un'altra questione centrale èquella dell'occupazione femmi-nile: "è un tema che ho molto acuore perché il tasso di inattivi-tà delle donne è ormai troppoelevato - aggiunge - . Bisognacominciare a pensare a comestrutturare il sostegno al lavorodomestico e di cura: un ele-

mento fondamentale per farfare al paese un passo in avantirispetto alla differenza di gene-re. Il lavoro di cura è oggi per il70 per cento sulle spalle delledonne - continua Guerra - Unacifra altissima rispetto agli altripaesi sviluppati. Ed è un temache sta diventando emergenzia-le nell'ambito dell'evoluzionedella struttura familiare".(Fonte: www.superabile.it)

Maggiorazioni sociali:Fish spinge la propostadi legge

Da circa cinque anni alla Cameragiace una proposta di legge diiniziativa popolare che estendele maggiorazioni sociali dellepensioni anche agli invalidi dietà inferiore ai 60 anni: la mag-giorazione sociale spetterebbealle sole persone con disabilitàcon redditi esigui e porterebbela pensione da 275 a 630 euro.Rispetto al momento della pre-sentazione la crisi economica èesplosa e con essa la condizio-ne di vita delle persone condisabilità è diventata semprepiù difficile.Da un paio di settimane questaproposta, giacente dal luglio2008, è stata assegnata in sedereferente alla CommissioneAffari sociali.Pietro Barbieri, presidente dellaFederazione italiana per ilSuperamento dell’Handicap(Fish) nel sostenere questa pro-posta osserva: «Le condizioni divita delle persone con disabilitàdi questo Paese si sono dram-maticamente aggravate negliultimi due anni.I fatti, i dati, le cifre e migliaia distorie personali descrivono unarealtà di progressivo ulterioreimpoverimento, di esclusione

dal mondo del lavoro, di ridu-zione di servizi e sostegno, dipesante difficoltà economica.Per questo motivo accogliamocon favore qualsiasi ipotesipossa offrire aiuto alle famiglie ealle persone con disabilità,anche se sono necessari inter-venti strutturali».Le parole di Barbieri sono lapremessa al sostegno che la Fishesprime alla rapida discussionedella proposta di legge (Attidella Camera, n. 1). La Fish del resto ha formalmen-te richiesto al presidente dellaCommissione una rapida calen-darizzazione e discussionedella proposta che prevedeanche l’acquisizione del pareredelle Commissioni Lavoro eBilancio.«Quando la proposta saràcalendarizzata chiederemo diessere auditi dalla Commissione.Il terzo articolo della proposta,quello relativo alla copertura, ciinquieta non poco. Prevede,infatti, che per l’attuazionedelle future disposizioni si attin-ga al già esangue Fondo per lanon autosufficienza, peraltronemmeno finanziato per il2014.Il contrasto all’impoverimento ealla discriminazione che deriva-no dalla disabilità hanno neces-sità di ben altre risorse e impe-gni politici!E in questo senso il Piano diAzione sulla disabilità è il primoatto che il Governo deveapprovare proprio per definireil ‘copione’ sul quale impostarecoerentemente le politiche perla disabilità», conclude Barbieri.(Fonte: www.vita.it)

Legislazione e attuazione

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Attuazione

Addio vecchio simbolo,i disabili cambianologo

Carrozzina statica addio. Unarivoluzione sta per abbattersi suuno dei simboli sociali più noti,quello che contraddistingue iparcheggi, i bagni e le altrestrutture pensate per i disabili:su sfondo azzurro, una figurastilizzata bianca sta seduta incarrozzina, con la schienaappoggiata e un atteggiamentostatico. Una rappresentazione"passiva e inerme" secondo glistudenti di un College privato diispirazione cristiana con sedenel Massachusetts, il GordonCollege, che mesi fa si sonomessi al lavoro per creare unaltro simbolo: stesso fondoazzurro, stessa figura bianca maatteggiamento completamentediverso: qui il disabile è proiet-tato in avanti, le braccia vannoall'indiestro a spingere la car-

rozzina, le gambe sono inclina-te in avanti e le ruote del mezzosono in movimento.Insomma, un persona che par-tecipa, si muove, è attiva e nondipende semplicemente daglialtri. Non attende il proprioposto, al parcheggio o in codaalla cassa del supermercato: selo va a cercare. All'inizio gli stu-denti hanno semplicementesostituito il vecchio simbolo conil nuovo negli spazi limitati delcollege: ma ora la notizia-bomba è che la città di NewYork ha deciso di adottare illogo "in movimento" delGordon College per tutte learee e i servizi per disabili, man-dando in pensione quello vec-chio entro l'estate."E' un passo avanti", ha com-mentato Victor Calise, commis-sario del sindaco Bloomberg a

capo del New York mayor'sOffice for People WithDisabilities e lui stesso costrettoin carrozzina in seguito a unincidente occorsogli nel 1994,all'età di 22 anni. SecondoCalise il vecchio simbolo, creatoda uno studente di design sve-dese nel lontano 1968, "è stati-co, fermo" e "fa pensare che noidisabili non facciamo niente inprima persona".Il team di studenti del GordonCollege che ha messo a puntol'idea è ovviamente galvanizza-to, e con loro il professore difilosofia che ha costituito ilgruppo, Brian Glenney, che haspiegato come finora il contras-segno era stato utilizzato den-tro il college e da alcuni piccoliComuni limitrofi, ma niente dipiù. "Siamo felici che la nostraidea sia piaciuta", ha detto ilprofessore, che ha confessatodi aver praticato, in gioventù, lastreet art con un gruppo diamici graffitari nella metropolita-na della sua città e oggi è unapprezzato bloggerdell'Huffington Post (qui unpost in cui spiega il propriolavoro sulla disabilità). Non cheGlenney e i suoi studenti nonavessero provato a diffondere illoro progetto: nella speranza diessere presi in considerazione,avevano bussato anche alleporte delle Nazioni Unite, con-tattando uno dei segretari dellaConvenzione sui diritti dellepersone con disabilità, Fred

Doulton. In puro stile diplomati-co, Doulton aveva risposto chenon poteva prendere una deci-sione immediata, ma che neavrebbe parlato con chi didovere; in barba allo scettici-smo degli studenti, il funziona-rio ha preso poi in mano il tele-fono e ha contattato Calise. Ilresto è storia."Sono sicuro che questo simbo-lo farà il botto", ha dichiaratoWayne Sailor, co-fondatore diTash, una delle maggiori asso-ciazioni americane di advocacydei disabili, che è anche profes-sore alla Kansas University. "Faràtendenza e altre città lo adotte-ranno. Da tempo gruppi come ilnostro stavano chiedendo unaggiornamento del logo stan-dard, che mette troppo l'ac-cento sulla necessità di assisten-za delle persone con disabilità,e non sul loro ruolo attivo esulle loro risorse".(Fonte: www.vita.it)

Le 6 scuole di pensierosull'impresa sociale

In Europa l’anno prossimoentrerà in vigore un nuovo pro-gramma di finanziamento asostegno del microcredito, del-l’impresa sociale e dell’innova-zione sociale con un budget diquasi un miliardo di euro.Naturale quindi che in Italia - inParlamento e fuori - si sia riacce-so il dibattito sull’impresa socia-le a cui il numero del mensile inedicola dedica un approfondi-mento di quattro pagine cheprova a mettere a fuoco le partiin causa. In questa ottica il servizio indivi-dua sei scuole di pensiero chestanno animando con sensibilitàtalvolta differenti, talvolta meno- la discussione.(Fonte: www.vita.it)

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Attuazione

il professor Brian Glenney delGordon College mostra il contrassegno inventato daisuoi studenti

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