Strade Nuove - Ottobre 2011

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Redazione Strade Nuove: parrocchia San Giuseppe Artigiano. Via G.Rossa,1 71016 San Severo (FG). Anno III n. 29 - Ottobre 2011 Arraigados y edificados en Cristo, firmes en la fe Strade Nuove

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Redazione Strade Nuove - parrocchia San Giuseppe Artigiano - Diocesi di San Severo (FG)

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Arraigados y edificados en Cristo, firmes en la fe

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EditorialeINDICE

Vangelo

Speciale: JMJ Madrid 2011

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pag. 6 Editoriale

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On Air

Cosa bolle in pentola???

Benvenuti al Ghetto

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Inaugur. Sen-tiero Frassati

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Dopo la pausa estiva, che certamente non è stata un momento di relax per la redazione, Strade Nuove riparte carico dell’entusiasmo dei giovani che da tutto il mondo si sono riuniti a Madrid per incontrare il papa, e sopratutto Lui. Ovviamente anche Strade Nuove ha ri-sposto presente! a questo grande evento di gioia, di fraternità, di comunione con la Chiesa universale e di fede. Un gruppo di 22 persone è partito dalla nostra parrochia l’11 agosto in direzio-ne Terrassa, diocesi che ci ha ospitato fino al 15, quando siamo ripartiti verso Madrid, divenuta in quei giorni capitale mondiale della gioventù. E come la gio-ia del grido di battaglia “Italiano batti le mani” è diventato il segno distintivo degli oltre 100mila cappelli blu italiani presenti a Madrid, così la testimonian-za di Cristo sia il segno che distingua noi Cristiani oggi e ci sproni a ripren-dere al meglio quest’anno.

redazione Strade Nuove

Lett. E. Oliviero

Piano di Rige-ner. Urbana

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Il Vangelo della Domenica

In copertinaPapa Benedetto XVI passa tra i 2 milioni di giovani, riuniti a Madrid nell’aereo-dromo di Cuatro Vientos, prima della S. Messa a chiusura della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù. “Radicati ed edificati in Cristo, saldi nella fede” (Col 2,7) è stato il tema che ha accompagnato i giovani pellegrini, provenienti da ogni angolo della Terra.

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SPECIALE:

Pensando e ripensando alla Giornata Mondiale della Gioventù 2011 non posso fare altro che ripercorrere immagini suggestionanti e ricche di emozioni che hanno tutte lo stesso comune denominatore: unità.Molti sono stati i momenti di aggregazione vissuti durante questa esperienza a partire dall’incontro al Fòrum di Barcellona dove oltre 40mila giovani, ospitati nelle diocesi catalane, hanno assistito alla Santa Messa presieduta dall’arcivescovo di Barcellona card. Luìs Martinez Sistach; canti, balli, festa hanno seguito quel momento dove il protagonista centrale è stato Gesù.

Un percorso questo che ha avuto origine lì ed è proseguito poi a Madrid, dove il silenzio e la contemplazione delle stazioni della Via Crucis hanno unito più che mai il giovane mondo cattolico: le vie del dolore erano rappresentate secondo l’iconografia tradizionale spagnola dei Los Pasos accompagnati da canti sacri tipici della settimana santa.L’apice di tali momenti di aggregazione si è raggiunta il sabato della veglia solenne col papa: 2 milioni di giovani hanno invaso l’aeroporto di Cuatro Vientos, al mattino sopportando quasi 50° C e la notte affrontando le intemperie del nubifragio. Nonostante ciò si continuava ad invocare il nome di Bendetto XVI e a festeggiare la fede e Cristo! iEstas es la juventud del Papa!La conclusione della GMG 2011 è avvenuta con la solenne Messa di mandato e l’annuncio della prossima GMG che si terrà fra 2 anni a Rio de Janeiro in Brasile…la nostra GMG inizia da qui e si spera proseguirà fino nel continente sudamericano facendo “nuovi discepoli in tutto il mondo”.

Mirko Baldassarre

Giovani uniti nella fede

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Momenti di JMJ

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“La fede è un fattore decisivo nella vita di ogni uomo. Tutto cambia se Dio c’è o non c’è!”, sono le parole del card. Rylko durante messaggio inaugurale della JMJ, forse proprio perché la fede era oltre che il tema, anche il leit-motiv quotidiano di quei giorni . Una Giornata Mondiale della Gioventù è un pellegrinaggio, (nel vero senso della parola!) per testimoniare al mondo intero che non si deve aver paura di niente se c’è Lui al nostro fianco e tutto ciò che accade nella vita ha un senso.

Dio c’era a Madrid nei volti di tutti quei giovani in festa per Lui, a cui hanno affidato la propria vita. E dalla JMJ porto proprio il “sapersi affidare”, attraverso due episodi particolari. Il primo è avvenuto a Terrassa, diocesi catalana che ha ospitato il nostro gruppo parrocchiale nei giorni antecedenti alla JMJ, quando dopo la S. Messa celebrata nella cattedrale, una signora sulla sessantina, vedova, mai vista prima, ma il cui nome “Conrada” non dimenticheremo mai, ha gentilmente messo a disposizione la propria casa a sei di noi per guardare Real Madrid-Barcellona in TV, ai quali ha

anche offerto una cena sostanziosa, dopo aver visto i crostini con paté di fegato che dovevano essere la nostra cena. Per me e gli altri ragazzi è stata una vera Provvidenza, tuttavia ripensandoci è stato anche un “sapersi affidare” reciprocamente, noi di lei e lei di noi, in quanto non ci conoscevamo.Il secondo episodio è avvenuto a Madrid, durante il tragitto verso l’immensa spianata di Cuatro Vientos, quando ad un certo punto, giunti in una zona desolata e in cui non sapevamo quale direzione, una coppia, vedendoci, ci ha accompagnati all’interno di un quartiere popolare, con case tipo quelle di via L. Fantasia, dove, cosa strana, non c’era alcun giovane pellegrino in festa, ma eravamo soli. Affidandoci a loro, siamo riusciti a trovare la direzione giusta e abbiamo accorciato anche un bel po’ di strada. Era Dio che ha agito in loro e ci ha dato una mano. Questo è lo Spirito della JMJ, “Affidarsi” a Dio!

Carlo del Buono

Lo SPIRITO della JMJ

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La prima volta che il Sindaco di San Severo ha chiamato intorno a sé i cittadini e le associazione al teatro comunale, nutrendo la speranza di trovare delle risposte alle nostre istanze per il territorio, ne siamo usciti con l’amaro “che tutto è bello, tutto si può fare ma mancano i soldi”.Alcuni giovani della parrocchia San Giuseppe Artigiano, animatori dell’oratorio e dell’Azione Cattolica parrocchiale hanno fatto presente che si era iniziato sulla buona strada con la riqualificazione urbana, ma che, ad un certo punto, tutto si è interrotto perché i soldi erano finiti!La situazione che si è creata anziché migliorare le condizioni degli spazi, le ha ulteriormente peggiorate in quanto i ragazzi del quartiere, noto come “Texas”, coinvolti nei progetti sociali della parrocchia, sono costretti a svolgere attività ludico-ricreative e sportive in un cantiere aperto e molto pericoloso.I giovani e giovanissimi dell’Azione Cattolica Carlo del Buono, Luigi Perillo e Gabriele Camillo hanno partecipato attivamente agli incontri preparatori del Piano di Rigenerazione Urbana portando all’attenzione un progetto che ha come obiettivo quello di fornire al territorio uno spazio idoneo e sicuro per le attività. Il progetto presentato dai giovani della parrocchia ha ottenuto subito l’appoggio del Dott. Tonino D’Angelo, che conosce bene le problematiche di questo quartiere, e dai rappresentanti di altre associazioni,

nonché dall’ing. Andrea Giuliani che ha trasformato l’idea in disegni tecnici e predisposto la progettazione.In un primo momento i progetti presentati da altri cittadini riguardavano esclusivamente il centro, zona porta San Marco e San Bernardino, tuttavia l’intervento attivo e propositivo dei giovani della parrocchia ha fatto sì che non venisse escluso uno dei quartieri di periferia maggiormente bisognoso di interventi strutturali e sociali.Ora la speranza è che tutte le buone intenzioni mostrate nel corso degli incontri non si sciolgano come la neve al sole, confidando che gli amministratori di San Severo, in sede di approvazione dei progetti, facciano prevalere il senso civico, senza divisioni e abbandonando gli interessi di colori di fronte agli interessi della collettività.

Comunicato Stampa Azione Cattolica parrocchia San Giuseppe Artigiano

PIANO DI RIGENERAZIONE URBANA

Uno spiraglio di luce sulla zona TEXAS

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Cari amici,vorrei avere la forza e il fuoco di parlare al cuore di ognuno di voi, al cuore di tutti gli amici, al di là della loro età, ma special-mente ai giovani che non si sono arresi al pessimismo e sperano in un mondo ve-ramente migliore, veramente più buono, veramente più giusto.Il prossimo anno il Santo Padre Benedet-to XVI ci riceverà. Vogliamo portargli il nostro sogno più profondo, una buona notizia: “Il mondo si può cambiare con i giovani”.

Cari amici, cari giovani,ho imparato a volervi bene ad uno ad uno. Il “ti voglio bene, vi voglio bene” oramai è attaccato al mio modo di pensare e di vi-vere e ogni volta che vi sento o vi penso mi esce dal cuore. “Ti voglio bene, vi voglio bene” per me non è mai un’abitudine o un modo di dire, è la sintesi del mio pensiero: Dio mi ama, ama ognuno di noi, ama ogni uomo e donna ovunque sia, da sempre a sempre e questo Suo amore mi riempie di una gioia profonda. La gioia diventa stupore perché Dio Padre non ci vuole sottomettere, ma amarci osti-natamente. Gesù ci ama ad uno ad uno, ci stima, conta su di noi, ci rassicura. Gesù ha detto: “Voi potete fare le cose che fac-cio io anzi, il mio amore per te è talmente vero e smisurato che tu giovane puoi fare cose più grandi di me e io ne sarò felice, non sarò geloso, ma orgoglioso di te”. Dietro al mio “ti voglio bene” c’è il desi-

derio di avvicinarmi di più a questo Dio che attraverso Suo Figlio Gesù punta sui giovani e affida nuovamente tutto il creato, tutta l’umanità, al loro sì.Dio è felice quando i giovani superano la misura dell’amore. Noi siamo abituati a pensare che solo i grandi che conosciamo - Madre Teresa, Dom Luciano … - fanno cose grandi, ma Dio sa - e io ne sono un modesto testimone - che giovani scono-sciuti hanno detto un sì che ha superato la misura della propria paura, delle proprie gracilità ed è rimasto fedele. Giovani di cui conosco il volto, la storia, la vita, giovani normali che hanno desiderato un sì per sempre, pieno d’amore, da vivere 24 ore su 24.

Credo che ognuno possa sentire questo amore se entra nel silenzio, se si mette faccia a faccia con Dio amore. Ognuno può vivere questo momento in una chiesa, nella sua auto, quando viaggia in pullman, in aereo o a piedi, quando cammina tra gli uomini, se fa diventare questo suo incon-tro una cella di silenzio dove io e Dio ci guardiamo, ci contempliamo, ci perdiamo l’uno negli occhi dell’altro. Sento che Dio ci dice: “Io, Dio, mi perdo nel tuo sguardo, mi perdo nel sì di un ra-gazzo, di una ragazza che si arrende a me, che vive in me, che non ha paura di niente perché ha trovato in me il suo tutto”.

Come si fa a non essere innamorati di un Dio che si fa guardare in faccia, di cui pos-

Lettera di Ernesto Oliviero

agli amici del Sermig

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siamo non avere paura? Un Dio che solo a guardarlo, ci rassicura instancabilmente: “Non temere, non temere, non temere… Io sono con te!”.

La più grande passione di Dio siamo noi. Lui ci ha lasciato liberi e non sempre la li-bertà ha portato frutto, ma la Sua pazienza non si è arresa, la Sua pazienza è ancora e sarà sempre speranza e sarà sempre porta aperta.

Cari amici, queste parole sono per prepararci all’in-contro con il Santo Padre. Canteremo per Lui, porteremo alcune nostre storie ma gli porteremo prima di tutto la nostra certez-za che il mondo si può cambiare e parlerà soprattutto il nostro atteggiamento, la decisione di dire no alla droga, all’alcool, a ogni tipo di sballo e di dipendenza, perché questo modo di vivere ci allontana dall’a-more di Dio e del prossimo.

Al Papa diremo che qualunque cosa fare-mo nella vita: operai, politici, economisti, giornalisti, sacerdoti, padri o madri, testi-monieremo, con l’esempio e la preghiera, l’incontro con Gesù e la fedeltà ai suoi in-segnamenti. E gli diremo che in ogni scelta faremo l’impossibile per combattere l’egoi-smo, l’avidità e l’odio che stanno portando la civiltà verso il declino. Ci impegneremo a parlare di Dio con una vita intensa di carità continua e serena, come una goccia che trabocca da un vaso pieno di solida-rietà e condivisione con chi soffre la fame, l’ingiustizia e le tragedie della guerra.

Il mondo passato ci ha lasciato una sfida apparentemente impossibile da superare: fame, guerre, malattie, violenze sui bim-bi… Noi queste sfide vogliamo affrontarle

a tu per tu, con coraggio, con la passione per gli uomini, con Dio nel cuore, con Dio nei nostri atteggiamenti, con Dio che cu-stodisce le nostre labbra e il nostro sì.

Vogliamo far passare al Papa un tempo dove il silenzio sarà più forte delle parole e dove le parole non saranno in contrasto con il silenzio. Con il nostro atteggiamento ringraziere-mo anche il nostro Vescovo, Padre e Ami-co Cesare Nosiglia che ha chiesto perso-nalmente al Santo Padre di riceverci. Quello del prossimo anno non sarà un grande evento fine a se stesso, una sem-plice giornata da ricordare, ma l’inizio e la continuazione di una nuova vita costrui-ta sulla convinzione che il mondo si può cambiare, in meglio.

Torino, 4 ottobre 2011, festa di San Francesco d’Assisi

alla presenza del nostro Amico, Padre e Vescovo, Cesare Nosiglia

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Cari Lettori, oggi parleremo della bellissima esperienza avuta dal gruppo parrocchiale di AC a Roseto Valfortore il 4 settembre. Dopo il viaggio dell’andata, che sembrava non finisse mai, in cui abbiamo avuto una splendida visione del bellissimo paesaggio campagnolo all’alba tra i monti del subappenino dauno, siamo arrivati a Roseto di buon mattino per fare conoscenza e scoprire cosa ci aspettasse quel giorno. Come prima tappa,abbiamo percorso una piccola salita sul monte Cornacchia, dove abbiamo assistito ad un’emozionante momento di preghiera per l’inaugurazione del “Percorso Frassati” della Puglia, durante il quele c’è stata l’unione delle acque, provenienti dagli percorsi montani italiani. Questo è stato un momento di grande importanza tanto che erano presenti molte TV locali, ed il gruppo San Giuseppe Artigiano è stato anche ripreso su TG Regione uscito lo stesso giorno all’ora di pranzo. In seguito si è tenuta la parte più bella della giornata, la marcia lungo una

parte del percorso “Piergiorgio Frassati”, che è stato un momento fondamentale oltre per le nuove amicizie create, ma anche per la condivisione di esperienze e emozioni con altre gruppi di AC provenienti da Lucera a Lesina e perché no anche scambi di contatti Facebook! Alla fine di questa faticosissima camminata sotto a sole e pale eoliche, con soste quà e là e con deliziose mangiate “abusive” di pomodori, abbiamo fatto il ritorno in paese, per la S. Messa, celebrata dal vescovo di Castellaneta Pietro Fragnelli . E per finire in bellezza,dopo la messa, c’è stata anche la “condivisione” di un grande pasto, offerto dagli abitanti di Roseto a tutti i partecipanti, stanchi e affamati per la lunga camminata, anche se con un po’ di tristezza perché sapevamo che dopo il pasto purtroppo sarebbe finita quest’esperienza meravigliosa!

Salvatore Giannini

Inaugurazione “Sentiero Frassati”

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Immaginate di trovarvi in un posto del genere: una bidonville, sobborgo di una grande metropoli, tipo quelle che si vedono nei telegiornali o nel celebre film “The Millionaire”, uscito qualche anno fa. Nulla si dà per scontato, l’acqua è quella della cisterna installata da due mesi, un tetto sotto il quale dormire è quello di vecchie masserie in muratura per i più fortunati, mentre gli altri si arrangiano in costruzioni improvvisate in lamiera, cartone e assi di legno, l’energia elettrica non c’è, le condizioni igieniche sono qualcosa di inimmaginabile per un paese civile. E sapete dove vi trovate? No, non è l’India o l’America latina o l’Africa. Siete a pochi chilometri dalla strada provinciale San Severo – San Marco in Lamis, tra i comuni di San Severo, Foggia e Rignano G.co, al cosidetto “Ghetto di Rignano”. Un villaggio di circa 500 braccianti, per buona parte stagionali, che hanno lasciato il loro Ghana o il loro Congo per cercare fortuna nelle campagne del Tavoliere, è alla base di un’economia che produce 20mila tonnellate annue di pomodori, ma paga i lavoratori 3,50 euro per quintale raccolto. Lo Stato qui non esiste o forse ha chiuso gli occhi per non vedere quest’Africa invisibile, eppure c’è qualcuno che non è presente tra la povera gente che abita questa landa desolata della Capitanata. Sono i ragazzi del campo di servizio ‘Io C Sto’, guidati dal missionario scalabriniano padre Arcangelo Maira,

impegnati attività di animazione e con gli ospiti del Ghetto e alfabetizzazione, in mezzo alla babilonia di francese, inglese e italiano misto agli idiomi africani, mentre per le cure sanitarie, i migranti possono contare sul Polibus, l’ambulatorio mobile di Emergency che presta assistenza medica e prescrive visite specialistiche. Nel frattempo si deve informare dell’esistenza di questa realtà, sollecitando per un miglioramento delle condizioni del “Ghetto”, volgendo il pensiero a chi si spacca la schiena per fare la fame e a quei bambini che sanno sorridere ancora, pur non avendo niente.

Carlo del Buono

Benvenuti al Ghetto

Alcune baracche del Ghetto di Rignano

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ON AIRFirmes en la fe, firmes en la fe caminamos en Cristo, nuestro Amigo, nuestro Señor. ¡Gloria siempre a Él! ¡Gloria siempre a Él! Caminamos en Cristo, firmes en la fe.

Tu amor nos edifica y nos arraiga, tu cruz nos consolida y fortalece. Tu carne nos redime y nos abraza, tu sangre nos renueva y nos embriaga. Oh, Cristo, nuestro Hermano, oh, Cristo, nuestro Amigo, nuestro Señor. ¡Haznos firmes en ti!

Tus manos acarician nuestras llagas, tus ojos purifican la mirada. Tus labios comunican mil perdones, tus pies nos encaminan a la vida. Oh, Cristo, nuestro Hermano, oh, Cristo, nuestro Amigo, nuestro Señor. ¡Haznos firmes en ti!

Tu aliento es el Soplo de lo Alto, tu risa es el signo de la gracia. Tus llagas son amores encendidos, tus penas son el precio de mi alma. Oh, Cristo, nuestro Hermano, oh, Cristo, nuestro Amigo, nuestro Señor. ¡Haznos fi rmes en ti!

Tu rostro es el icono de la Vida, tu frente es nuestra luz resucitada. Tu muerte es la causa de mivida, bautismo de mi carne en salvada. Oh, Cristo, nuestro Hermano, oh, Cristo, nuestro Amigo, nuestro Señor. ¡Haznos fi rmes en ti!

Tu gloria es el futuro de los hombres, que marchan con impulsos de tu gracia. Tu Iglesia es la casa de mil puertas encima de tu piedra edifi cada. Oh, Cristo, nuestro Hermano, oh, Cristo, nuestro Amigo, nuestro Señor. ¡Haznos firmes en ti!

Tus jóvenes caminan con María, que canta como novia engalanada. Con ella cantaremos tu victoria, la muerte ha sido ya aniquilada. Oh, Cristo, nuestro Hermano, oh, Cristo, nuestro Amigo, nuestro Señor. ¡Haznos firmes en ti!

Firmes en la Fe

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Tu gloria es el futuro de los hombres, que marchan con impulsos de tu gracia. Tu Iglesia es la casa de mil puertas encima de tu piedra edifi cada. Oh, Cristo, nuestro Hermano, oh, Cristo, nuestro Amigo, nuestro Señor. ¡Haznos firmes en ti!

Tus jóvenes caminan con María, que canta como novia engalanada. Con ella cantaremos tu victoria, la muerte ha sido ya aniquilada. Oh, Cristo, nuestro Hermano, oh, Cristo, nuestro Amigo, nuestro Señor. ¡Haznos firmes en ti!

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Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero.Le collaborazioni gratuite a questo giornalino sono sempre gradite.La redazione si riserva il diritto di sintetizzare gli articoli e le rubriche proposte in base agli spazi disponibili.

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Cosa bolle in pentola???Straccietti di pollo alla rucola

Ingredienti (per 4 persone):4 fettine di petto di pollo4 cucchiai di olio extravergine d’oliva2 mazzetti di rucolaFarina tipo “00”Sale q.b.Vino bianco per sfumare

Procedimento: Tagliare le fettine a “listarelle” e infarinarle. In una pa-della antiaderente riscaldare l’olio e mettere gli strac-cietti infarinati, facendoli rosolare ambo i lati. Sfu-mare con il vino bianco. Aggiungere un po’ di sale. A cottura ultimata aggiungere infine la rucola cruda. Amalgamare il tutto per un po’ e servire caldo a tavola.

Buon appetito!

Felicia Marchitto