Strada Facendo - Anno 6 - Nro 10

24
trada Facendo Anno 6 | N° 10 | Dicembre 2011 | Consegna libera e gratuita LA RIVISTA DELLA DANTE ALIGHIERI DI RAMOS MEJ Í A

description

La rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía es una publicación para mantenernos informados y actualizados sobre temas referidos a nuestra Asociación y a la lengua y cultura italiana.

Transcript of Strada Facendo - Anno 6 - Nro 10

trada FacendoAnno 6 | N° 10 | Dicembre 2011 | Consegna libera e gratuita

L A R I V I S T A D E L L A D A N T E A L I G H I E R I D I R A M O S M E J ÍA

2 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

Sommario

Commissione DirettivaDante Alighieri di Ramos MejíaDirettrice EditorialeSilvia FastucaSegretaria di redazioneBarbara BonacinDisegno GraficoGabriele AvellisHanno collaborato: Gruppo FormazioneLinguistica e Culturale 4, Angelo Farina,Giovanna Castronovo, Mariela Scalise,José Tucci, Barbara Bonacin, Patricia Bat-tistin, Griselda Zappacosta, Anna Crudele,Lino Santagata, Le Arlecchine di Glotto 2,

Le Streghe di Glotto 3, Adriana Verón Va-lussi, Zulema Ciurlante, Patricia Ana Son-nante, Gruppo formazione Linguistica eCulturale 1, Elida Turello, Silvia Pellegrino,Ugo Marsili, Monica Paese, Ana Maria Na-tale, Gabriel Della Casa, Lidia Dualtes, Cri-stina Cardozo, Romina Turrin, María Cellesi.

DistribuzioneASSOCIAZIONE DANTE ALIGHIERI DIRAMOS MEJÍARosales 358, B1704EYH Ramos MejíaProv. de Buenos Aires, Argentina(5411) 4656 3735 - [email protected]://www.ladante.com.ar

STRADA FACENDO

3 I nostri primi 20 anni

4 Cara Dante...

10 La Dante di Ramos cresce:nuova sede di Ituzaingó

11 I 150 anni dell’Italia unita

12 Corso tra il dire e il fare...Per una didattica coerente

13 La pillola metodologica

14 I progetti dei nostri alunni: un’avventura che continua…

16 I nostri laboratori.La Campania: una storia di vita

18 Settimana italiana:“BUON COMPLEANNO ITALIA!”

19 Al lavoro!

21 CineDante

21 Un tirocinante alla Dante

22 Musica musica,solo musica italiana!

23 L’arte di leggere

23 Teatro alla Dante

24 Borsiste 2010/11

24 La Dante nella scuole pubbliche

24 Le massime di Scaripatricia

EditorialeArriva, con la rivista, la chiusura di un nuovoanno. Un anno speciale, 150 anni ha fatto l’Italiae 20 ne ha fatti la Dante di Ramos. Mi viene su-bito in mente l’immagine della chiusura di fineanno che abbiamo fatto nel 2009 soltanto congli studenti che finivano i livelli C1 e C2.Quando ho dovuto presentare gli alunni del C2,che avevano trascorso otto anni con noi, in quel momento, senzaaverci pensato prima, mi è venuta in mente l’immagine di tutto quello che mi erasuccesso in quegli 8 anni! L’immagine più importante: la nascita di mio figlio! Senzapensarci troppo in quel momento l’ ho detto e, all’improvviso, un brivido di pia-cere si sparse per tutto il corpo! 8 anni prima, quando questi gruppi iniziarono astudiare, mio figlio non c’era!! Adesso festeggio i 20 anni! Se 8 anni mi hanno fatto venire la pelle d’oca, 20 non civoglio nemmeno pensarel!! Ma ci penso ...Primo fatto importante, 20 anni fa c’era mio padre, che da 10 anni purtroppo nonc’è più. È morto il 1 dicembre 2001. Un colpo duro, forte, ma come ho imparato dalui, si va avanti comunque e lo si porta sempre nel cuore per tutta la vita. Ma perfortuna la vita ci presenta una realtà variegata. La Dante non è stato soltanto un lavoro ... ma uno stile di vita. Un posto in cui hotrovato tutto ciò di cui avevo bisogno. Questo mio benessere personale ha portatoanche benessere alla Dante e, coi 20 anni sono arrivati grandi successi!La diffusione dell’italiano in tre scuole pubbliche di Ramos, attraverso la Dante e as-sieme alla Professoressa Patrizia Battistin come responsabile. L’inizio, in compagnia della Prof.ssa Barbara Bonacin, del corso di aggiornamentoper insegnanti d’italiano intitolato Tra il dire e il fare … per una didattica coerente edi un nuovo progetto: la nuova sede di Ituzaingó.Le Presentazioni dei corsi, i laboratori, la Settimana Italiana, i Progetti, le Certifica-zioni Internazionali PLIDA e DITALS, la rivista STRADA FACENDO, la Settimana delcinema italiano e tante altre attività!!! Tutte con l’obiettivo di trasmettere la lingua ela cultura italiana, le nostre origini. Tutte con l’obiettivo di aiutare a conoscere il pas-sato per non dimenticarlo, per affrontarlo, capirlo e superarlo. È vero che i nostri primi immigranti ci stanno abbandonando ma questo non significache debba finire la loro memoria e la trasmissione della loro cultura anzi, dovrebbe tra-smettersi con più forza e con l’orgoglio del percorso fatto. Succede spesso che i gio-vani non conoscono il paese di nascita del loro nonno e questo mi sembra che siaproprio negare la propria storia e la realtà. Alla salute dei nonni, dei genitori, dei gio-vani e dei bambini, tutti uniti per un solo obiettivo: quale? Basta guardarsi dentro,guardare intorno, ascoltare e ascoltarsi! Forza! Che non ci resta che vivere!!!! Salute!!

Silvia Fastuca

El objetivo de esta publicación esmantenernos informados y actualiza-dos sobre temas referidos a nuestraAsociación y a la Lengua y CulturaItaliana.

Nº 10

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 3

I nostriPRIMI 20 ANNI

er festeggiare i nostri primi 20anni, ho fatto un viaggio nel pas-sato e ho chiesto ad alcune per-sone carissime a me e alla Dante

di raccontare un po’ la loro storia tra-scorsa alla Dante di Ramos. Sento il bisogno di iniziare quindi questalettera con un enorme GRAZIE!! Grazieai miei carissimi ex alunni, ai nuovi pro-fessori, a Cris, a Mariela e ai primi docentiche mi hanno accompagnato pratica-mente sin dall’inizio in questa bellissimaavventura! Mi sono emozionata

con tutte le lettere ricevutee con i carissimi messaggidedicati alla Dante diRamos. Messaggi che ri-cambio con lo stesso pia-cere ed entusiasmo.Grazie anche ai nostrialunni di oggi che fannodella Dante un posto mera-viglioso in cui si vive l’Italiadal momento in cui si apre laporta d’ingresso a un mondoin italiano!Il ringraziamento più grande epiù sentito però, se mi permet-tete, va dedicato ai miei carissimi genitoriche hanno appoggiato subito e con moltoentusiasmo questa mia iniziativa e mihanno aiutato a portare avanti il mio pro-getto, iniziato 20 anni fa.Lui, mio papà, un uomo forte, siciliano,con molto carattere e molto sicuro diquello che voleva nella vita. Amante dellavoro, affrontava le sfide e i sacrifici conmolta energia e senza paure. Un uomo al-legro ma anche nostalgico. Allegro

quando era circondato dai suoi amici, dallasua famiglia, dai suoi affetti più cari. No-stalgico quanto sentiva l’Italia lontana equello era il momento in cui la casa eraproprio invasa da canzoni e da film italianiche lo travolgevano e lo trasportavanodove voleva lui. A Licodia Eubea, provin-cia di Catania, in Sicilia. Lui, Gregorio Fastuca, fondatore dellaDante Alighieri di Ramos Mejía, riuscì at-traverso questa iniziativa ad avere la suapiccola Italia in Argentina.Lei, una donna forte, siciliana, con moltocarattere e molta energia. Intraprendentee amante del lavoro quanto lui. Una donnadecisa, socievole e divertente! Diversadalle altre donne siciliane di quell’epoca!Grazie a lei non so né cucinare, né stirare!So guidare, è una delle mie passioni, infattiappena fatti i 18 anni mi ha portato in unascuola guida e non mi ha lasciato in pacefinché non le ho riportato la patente!

Anche lei, Gregoria Fastuca,fondatrice della Dante Ali-

ghieri di Ramos Mejía,riuscì attraverso que-sta iniziativa ad averela sua piccola Vizzinivicino. E siamo cresciuti!! Nonsoltanto la Dante! Anchenoi! Ricordo, a 26 anni, fa-

cendo i primi colloqui di lavoro ad inse-gnanti e ragazzi giovanissimi alla ricercadel primo lavoro! E sono partita così! Conpochissime insegnanti, all’inizio eravamoin due, poi una terza, poi una quarta finoa formare un bellissimo gruppo di lavoro,una piccola famiglia che cresceva pianopiano. Le prime insegnanti? Griselda, Ro-mina, Giovanna, Martha, oggi tutte ca-rissime amiche con delle forti storie checi uniscono ancora!!!

di Silvia FASTUCA

Tra i giovanissimi ragazzi alla ricerca delprimo lavoro ci accompagnano ancoraMariela e Gustavo. Mariela come segre-taria, simpatica, socievole, ordinata e pre-cisa. Gustavo, che dire di lui. La vita havoluto che ci incontrassimo giusto nelmomento in cui iniziavo con la Dante edè stata quindi la prima persona con cui hoiniziato a lavorare. Un uomo forte, deciso,divertente, intelligente, sportivo, sicuroma nasconde dietro a quella sicurezza unasensibilità speciale della quale mi sono in-namorata. Ed è diventato, in poco tempo,

il mio amore, il mio compagno di vitae papà del nostro bellissimo figlio Ni-colás Agustín.

Poi c’è Cris che ciaccompagna da

m o l t ianni e che èc r e s c i u t atanto quanto laDante. Un es-sere umano fa-voloso, che citiene alla parola

data e all’impegno assunto. L’insegnante che ha fatto da fulcro tra ilpassato e il presente è stata senza dubbioPatricia Battistin, una prof di quelle cheamano quello che fanno e lo fanno soprat-

Segue a pagina 4

P

4 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

tutto per il piacere di farlo, per la passionedi poter trasmetterere quello che vuole edi far sentire quello che sente. E il presente ha unito due venete PatriziaBattistin e Barbara Bonacin. Barbara, unuragano, piena di energia, di voglia di faree di crescere. Un’ottima persona, moltopiacevole e positiva!!! È arrivata nel mo-mento giusto! La vita, si occupa di farequeste cose! Ci mette davanti le personegiuste, nel momento giusto, basta soltantoaccorgersene. Per fortuna me ne sono ac-corta e mi ha aiutato nel momento di cre-scita della Dante e continua ad aiutarmi e

a sognare insieme a me molti progetti chesicuramente si avvereranno! Patrizia, Barbara, Angelo, Stella, Alice,Silvia Varia, Anna, Katia, Gabriele, Car-men, Adriana fanno parte oggi del bellis-simo gruppo di prof della Dante,insegnanti di qualità, brave persone ecompagni, a tutti un forte applauso!! Una Dante Alighieri fondata dai miei ca-rissimi genitori siciliani, gestita da unaattiva e ottima Commissione Direttiva econ un gruppo di insegnanti stupendo(anche se alcuni non sono del sud) non po-teva essere diversa da quello che oggi è.Allegra, socievole, con un forte senso

dell’unione, dell’amicizia, del lavoro indi-viduale e di gruppo. Onesta, amante delleriunioni e delle feste ma responsabile e af-fezionata allo studio.Voi, carissimi studenti, ve lo meritate! Ed èsoprattutto per voi che lavoriamo e ci sfor-ziamo per dare il meglio di ognuno di noi!Vi ringraziamo per i bellissimi regali sim-bolici che ci avete fatto, con i vostri corpi, ainizio anno, durante le presentazioni!Queste lettere sono anche vostre perchéfate parte della nostra storia e dei nostriprimi 20 anni!!!!GRAZIE MILLE!!!!!!

Segue da pagina 3

Provo a ricordare il mio primo incontro con laDante di Ramos Mejía, e posso dire che la cono-sco prima di nascere. Sì, senza essere io ilpadre, credo che il mio occasionale incontrosi relazioni con la sua origine. Nel 1990 io lavoravo nella BNL Argen-tina, nel reparto informatico, e proprioquell’anno avevo cominciato a studiarela lingua dei miei antenati nella Dante diEl Palomar. La mia confessione riguardante

quel fatto, a un amico della BNL, mi avvicinò a unaragazzina/insegnante della BNL di appena 25 anni, bella al-lora come adesso, che voleva sapere in che posto nei din-torni della città di Buenos Aires, potesse affiancarsi un’altraDante. Siccome nel Palomar già esisteva una sede, io gli dissiche provasse nelle vicinanze, cioè Haedo, RAMOS MEJIA, ecc. All’ inizio dell’anno 1991 venni a sapere che si era aperta unanuova Dante nella città di Ramos Mejía, in via Rosales a 100 metri da

Avenida de Mayo. Questa sede aveva come direttrice quell’ insegnante

che io avevo conosciuto l’anno prima.La Sede era un modesto appartamento, che si raggiungeva alla fine d’

un corridoio. Lì trovai un gruppo di nuovi amici che ancora ricordo con

tanto affetto, ad esempio Luigi, Giovanni, Liliana, ecc. Il gruppo era

così bello, e le insegnanti avevono uno spiritocosì giovanile e pieno di modernità, che il se-guente anno provai a far venire dalla Sede diPalomar anche mia moglie.Durante i nostri studi, cominciò a costruirsi lanuova Sede. E per fortuna dopo aver finito ilcorso basico, quel gruppo formato quatro anniprima, aveva la possibilità di assistere ai corsi diconversazione nella nuova Sede. A dire la veritàquesto gruppo era molto speciale, quasi tutti figlid’italiani, ritrovavamo lì un posto per sentirci unpo’ più vicini alla terra dei nostri cari antenati.Tutti questi ricordi mi portano ogni tanto a ritor-nare, per dei corsi di conversazione, perché mifa tanto bene sentirmi in un luogo così carino.

Lino Santagata

Cara Dante...

Es un año muy especial para la Dante (asi como la llamamos todos) CUM­PLE 20 AÑOS.

¡¡¡¡¡Que alegría!!!!! Ya que para mí ha sido mi segunda casa, un lugardonde he crecido como persona, gracias a las oportunidades que SIL­VIA y su papá DON GREGORIO FASTUCA me han dado.Tantos años han pasado desde aquel día, en que por primera vez lle­

gué a la Dante. En ese momento Jardín de infantes y escuela de idio­mas.

Fue hermoso poder formar parte de ese grupo humano de maestras y com­pañeros con los que formamos un equipo.

En ese momento mi mano tendida, para ayudar a quien lo necesitara.Fue maravilloso compartir con mis compañeros y con los padres, el crecimiento de esos niños, y poderdisfrutar de sus afectos y sus picardías, caritas pequeñas y adorables acompañaron mis primeros añosen la Dante. Con el tiempo me sentí valorada y recompensada , ya que SILVIA me dio la oportunidadde crecer y me encargó la tarea administrativa, que hoy día llevo adelante, junto a MARIELA que es micompañera de tantos años!!!Me siento feliz de formar parte de esta comunidad educativa, ya que hago lo que me gusta, rodeada decompañeros con los que comparto responsabilidades, pero también afectos.Mi pasado y mi presente en esta institución han sido, son y serán un tiempo de alegría, afecto, com­promiso superación, trabajo responsable, pero sobre todo, un tiempo de agradecimiento a la vida porhaberme dado esta oportunidad.¡¡¡¡¡GRACIAS A TODOS Y BRINDO POR MUCHOS AÑOS MÁS!!!!!

Cristina Cardozo

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 5

Cara Dante...

Cara Dante! Buon anniversario! Sono Giovanna e vi saluto dall’Italia,

dal Veneto. Mi piacerebbe tanto essere lì a festeg­giare con tutti voi.Quanti anni sono passati da quando insegnavoalla Dante! Quanti meravigliosi ricordi portonel mio cuore!

L’amore per l’Italia mi ha portato in que­sta meravigliosa terra, ma non ho mai

dimenticato il mio felice percorso nellaDante di Ramos Mejia.

Un grazie a Silvia, che subito ha capito quanto mi piaceva inse­gnare alla Dante. Silvia ti sei fidata di me e hai lasciato che miesprimessi liberamente dando tutto di me con allegria, per tra­smettere agli allievi la mia passione per l’Italia e la sua cultura.Un salutone alle mie colleghe di quel periodo, con loro abbiamo lavo­rato in armonia e condiviso tanti bei momenti.Un altro salutone a tutti quelli che lavoravano alla Dante quando ci lavo­ravo anch’io e a tutti quelli che ci sono adesso e che non conosco.Come dimenticare le lezioni, le uscite, le scampagnate, i giochi all’aperto checoinvolgevano tutti e creavano momenti di grande amicizia ed allegria.Vorrei salutare gli insegnanti e gli alunni che sono arrivati dopo di me e chehanno continuato il lavoro arricchendo la Dante fino a farla diventare la piùGRANDE.Vorrei salutare tutti quelli che hanno fatto la storia della Dante, compresi tutti i mieialunni che sono stati tanti e che ricordo con tanto affetto.Mi auguro che la Dante prosegua su questa strada. È una vera gioia per me e pensoanche per le mie colleghe vedere che quanto abbiamo seminato tanti anni fa ha datobuoni frutti. Tanti, tanti auguroni Dante Alighieri di Ramos Mejia!!!

Giovanna Castronovo

{{

6 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

Cara Dante...

Cara Dante, ti scrivo per dirti che mi manchi e chedopo 20 anni fai ancora parte dellamia vita.

Mi viene in mente il giorno in cuisono entrato nella vecchia sede dellaDante, sempre in via Rosales aRamos Mejia a soli 200 metri dall’at­tuale, per iscrivermi come alunno. Avevochiesto una valutazione del mio italiano ed es­sendo di famiglia italiana credevo di “meritare” di cominciaredirettamente dal secondo anno. Ho parlato con una giovanis­sima direttrice, Silvia Fastuca. Silvia, dopo aver sentito il “mio italiano” pieno di parole in dia­letto calabrese, gentilmente –come di solito dice le cose­ mi ha“ordinato” di iniziare dal primo anno, secondo me perchè nonc’era un corso più basico, altrimenti mi mandava lì. Chiara­mente il mio italiano faceva pena.Oggi ringrazio questa sincerità perchè mi ha consentito di im­parare l’italiano come si deve ma, consentitemi di aggiungere,sono stato fortunato ad avere avuto sempre Silvia come profes­soressa perchè questo è stato un valore aggiunto.Sono passati 20 anni. Non è vero che vent’anni non sononiente, come dice il tango. Vent’anni nella vita di una istitu­zione sono tanti. Ma questo si evidenzia nei risultati, nellapermanente crescita dovuta alla capacità di chi la dirige. E nonsolo la capacità intellettuale. Parlo anche della capacitàumana, della capacità pedagogica, della capacità creativa.Queste capacità sono la sintesi della Dante di oggi. Con unostaff di professori di altissimo livello che fa si che quando siparla della Dante Alighieri risulta inevitabile sentir dire che laDante di Ramos è tra le più prestigiose scuole di italiano del­l’Argentina.Alla nostra Dante devo anche ringraziare che a casa si parli initaliano perchè, sia mia figlia che mia moglie, sono state allievedi questa casa. Un motivo in più per essere in famiglia.Grazie Silvia per tutto quello che fai per l’Italia e per gli italianiall’estero. Grazie alla tua squadra che ti fa onore e onora l’ita­lianità. Saremo sempre vicini a voi. Fate parte della nostra vita.Fraterni saluti.

José Tucci

Que lindos momentos

llegan a mi mente

cuando recuerdo

que con apenas 18

años comencé el pri-

mer trabajo de mi vida en la querida

Dante Alighieri de Ramos Mejía, y sin

pensar en ese momento que aún soy

parte de ella, recordando ahora los 20

años de inicio.

Todo mi agradecimiento a Silvia Fas-

tuca y el deseo que sigamos creciendo

como hasta ahora, cada día más!!!!

Mariela Scalise

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 7

Cara Dante...

Molte volte lavita ci mostraun bivio e cicostringe aprenderedelle deci­sioni, questomi è successotantissimi anni fa,lavoravo come insegnante di italianoin un centro culturale e come profes­soressa di informatica (l’informaticaapplicata all’apprendimento deibambini disabili), in questa scuolami hanno proposto di farmi caricodi tutto il laboratorio e per farlodovevo lasciare l’insegnamentodell’ italiano; senza dubitare horifiutato la proposta, ho salutato esono partita.Pochi giorni dopo sono stata in­vitata a sostenere un colloquio

per cominciare a lavorare presso la DanteAlighieri di Ramos Mejia, superato il collo­quio mi si sono aperte le porte del luogo chepoco tempo dopo sarebbe diventata quasiuna mia seconda casa.Un signore bassetto con faccia da nonno,benché fosse ancor giovane, mi ha ricevutodicendomi che era il Presidente Gregorio Fa­stuca, subito è nata tra di noi una corrente diaffetto, in quell’ incontro era presente anchesua moglie Lina, non saprei spiegare il per­ché ma ci siamo messi a parlare come se fos­simo vecchi conoscenti. Mi hannocominciato a raccontare la loro storia, quasicome quella dei miei e come quella di moltiitaliani arrivati nel nuovo mondo, storiapiena di sogni, di illusioni, di lotte, di figlicresciuti e allattati con storia e tradizioni. Mesi dopo ho conosciuto Silvia, la figlia mi­norenne dei Fastuca, tutta pepe e grinta;Gregorio le ha messo tra le mani il destino diquello che era per lui “la sua opera pensataper lei”; fedele al suo destino, con la forzadella terra dei genitori si è messa all’opera. Da allora in poi, passati i fogli di tanti calen­dari, ed essendo l’ insegnante più anticadella Dante ho vissuto tutte le trasforma­zioni subite da questo luogo tanto caro: l’ar­rivo di nuovi professori, la crescita costantedi alunni, la riconoscenza a livello istituzio­nale di “una scuola che fa scuola”; non sonostate solo rose, ma quello che abbiamo vis­suto ci ha resi forti e decisi con mete chiare.In quest’ anno la Dante di Ramos fa i suoiprimi 20 anni; quando penso al futuro che leaspetta vedo un domani solido e proficuo misento felice di farne parte e vorrei ringraziaretutti : alunni, staff e amici che fanno inmodo che ogni giorno ci avviciniamo a que­sto destino.

Patricia Battistin

Ricordo ancora, come fosse ieri, il primo giornoin cui entrai alla Dante: solamente arrivarci con i

mezzi di trasporto era stata una sorpresa, ma lavera “avventura” doveva ancora cominciare…

Quando sono entrata Patricia, un’ insegnante e veneta come me, mi ha ri-cevuta con un abbraccio e mi sono sentita subito a casa. Questo abbraccioavvolge ancora oggi i più bei ricordi di questi 6 anni: sento l’adrenalinadel primo giorno in cui sono entrata in aula, ripenso al mio primo labora-torio e alla prima settimana italiana ma soprattutto rivivo ogni giorno esempre di più il piacere della scoperta di poter insegnare in modo di-verso.“Dante di Ramos tutto un mondo da scoprire” è il moto che abbiamoscelto qualche anno fa e in cui credo perché ogni giorno sento che questascuola dà la possibilità di sperimentare qualcosa di nuovo, sia come stu-dente che come insegnante. Credo che mi abbia permesso di crescereprofessionalmente ma soprattutto come persona: mi ha insegnato a tor-nare bambina, mi ha aiutato ad essere ogni giorno più creativa dentro efuori dall’aula, mi ha regalato emozioni che porto dentro di me e che mihanno fatto crescere.Conservo ancora le parole che nel corso degli anni mi hanno lasciato di-versi alunni e quando le rileggo mi rendo conto che la Dante non è soloun luogo dove si impara una lingua ma anche un’esplosione di emo-zioni.Oggi come coordinatrice didattica e il nuovo progetto di Ituzaingósento di essere in una nuova tappa che però vivo con lo stesso entusiasmodel primo giorno. Poco tempo fa un’alunna ha detto: “qui alla Dante vengo con gli occhialiperché mi sento a mio agio” e questo mi ha fatto riscoprire quel primoabbraccio che ho ricevuto il primo giorno e che ogni giorno ricevo e cercodi trasmettere ai nostri studenti.

Barbara Bonacin

8 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

Ho iniziato a scrivere i momenti vissuti..... pensavo ....come farlo , allora ho dato via libera all’emozione.Parlare con il cuore...

Sono una delle tante che non conosceva la propria madrelingua, la propria storia, i costumi del belpaese. Un giorno per caso ho visto una pubblicità... "Impara l’italiano alla Dante"Senza esitare mi sono iscritta, da quel giorno, la mia vita ha subito un giro di 180°. Oggi dopotanto tempo , è come rivedere un film... guardare indietro con allegria. I primi giorni eravamo ti-

midi... dopo il rapporto tra docenti, allunni, compagni, era ottimo. Le prime lezioni che paura!!! Lagrammatica, i verbi ecc. Un incubo! Sembrava non imparassimo mai... ma più i giorni passavano più

forte era l’ansia di imparare velocemente (anche se male) per poter comunicare le nostre vicende quoti-diane.

Eravamo come bambini, arrivare e fare delle barzellette, ridevamo, l’anteprima era una festa. Raccontare tutto impossibile... ab-biamo avuto la fortuna di essere allievi di una professoressa eccellente...Lei ci aiutava, capiva quanto e cosa succedeva nel corso. Bastava uno sguardo, per rendersi conto... allora un gioco e via...Il gruppo: angeli non eravamo, ogni tanto un po’ di "casino"... Ti ricordi Silvia? Che giornate!!! La pubblicità del preservativo musi-cale??? Un lavoro bellissimo...quante risate !! La tua faccia non l'ho mai dimenticata...Quante cose ci ha dato la Dante: conoscere assieme la cultura, la vita del Dante, poeti, scrittori, con dei compagni terribili ma creativi.A volte la nostalgia, la gioia ti angoscia, il cuore batte forte, sento come se volessi scappare e ritrovare e abbracciare tutti i cariamici.Passa il tempo, abbiamo cambiato casa, più grande, bellissima... però... la prima, la piccolina sarà la preferita... Lì si trova il postodove abbiamo imparato ad amare LA LINGUA PIÙ DOLCE. La penso come una scatola piccolina chiusa a chiave, dove sono ri-masti i nostri ricordi... solo nostri.

Quante cose!!! belle , tristi o meno... sempre uniti, conun solo obiettivo, essere veri e fieri alle nostre premesse.È finito un ciclo, mi porta lontano... sto piangendo...Finisce l'anno, il 4°, preparativi per la splendida festa,cosa facciamo? Idea del gruppo: parodia degli insegnantimmmh. Sono chiamate a fare un gioco "MIMARE" siguardavano tra di loro... dopo sono stati bravissimi...hanno fatto cantare tutti la canzone da loro indovinata.Mamma mia!!! Tutti felici.Ad un certo punto vedo quasi tutti intorno a me...noncapivo niente...Complimenti, che bello!!! Mahhh! Ab-bracci, baci… Avevo vinto la prima borsa di studio: nonavevo parole per spiegare cosa sentivo, non era possi-bile, meravigliosa opportunità, mai pensata.Indimenticabile, un’esperienza unica: le autorità si sonooccupate di tutto, dalla A alla Z; la mia gratitudine va atutti coloro che hanno reso possibile questa avventura.Mi ha fatto crescere e conoscere da vicino la cultura ita-liana.Dopo 20 anni, non è facile, le persone che ho cono-

sciuto hanno un posto particolare nel mio cuore, nel mio pensiero, quando entro alla Dante ho come un brivido. Sentire “bentor-nata, ciao!”mi colpisce.Lascio alla vostra sensibilità aver capito quello che il mio cuore con semplicità ha voluto trasmettere.Per finire sarebbe bello creare un abbraccio simbolico, un girotondo senza fine, con tutti quelli che hanno frenquentato i corsi.Adesso il mio saluto e desiderio per questi 20 anni, ad una persona molto apprezzata da me. Sa benissimo del mio sincero affetto eringrazio per avermi fatto partecipe della sua felicità... Auguri cara Professoressa!Con affetto.

Anna Crudele

Cara Dante...

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 9

Carissima Dante, ti scrivo per proporti di fare un viaggio assieme.

La storia inizia così. Un certo giorno di settembre dell’anno 1991 ho cominciato a conoscerti. Avevi due aule,una sala di professori ed una piccola segreteria. I miei primi passi sono stati come profes-soressa di un terzo anno facendo una supplenza a Silvia, in viaggio per l’Italia per unmese.

Gli anni sono passati. I corsi che avevo sono anche aumentati. Ne avevo 5. E così la mia settimana trascorreva tra i

tuoi muri. I quali, a quel tempo, erano già tanto cambiati. Avevi nuove speranze e sei cre-sciuta. Due aule non bastavano già più.

Ti sei trasformata in una vigorosa adolescente di tre piani. Gli alunni che ti visitavano erano più di 100. E le professoresse 5:Silvia, Giovanna, Griselda, Silvana ed io (la più giovane).Ci riunivamo almeno una volta al mese per organizzarci meglio. L`ambiente era sempre allegro.Poco dopo abbiamo iniziato a fare i primi LABORATORI di cucina, musica, giochi,ecc.E in segreteria continuava ad esserci l’unico uomo che c’era: Gustavo!!Ricordo l`anno in cui siamo andati tutti insieme (alunni e professori) al cinema in centro a guardare un film italiano (poicena a PIZZA PIOLA!).Ogni marzo, lottavamo per la distribuzione dei corsi del sabato!! È che tutte volevamo dormire un po` di più la mattina delsabato!! Comunque qualche anno, Silvietta mi convinse e ti visitavo quel giorno con un primo anno enorme ma molto vivace.Per non addormentarsi!! E poi ho cominciato col primo corso infantile. Quanta gioia hanno portato i bambini al secondopiano, tra giochi, risate e canzoni!!

Nel frattempo, anch`io sono cresciuta.E quello che era iniziato come un progetto personale di studio è diventato realtà. Mi sono laureata in Psicololgia.Perciò quel 1998 è stato il mio ultimo anno. Ho scelto di fare un nuovo e diverso percorso.

Però ti confesso... i miei primi passi, come succede a qualsiasi bimbo, non li dimentico.Perché tu rappresenti le mie origini, i miei nonni e mio padre.E come tutti sappiamo, il primo amore non si dimentica mai.

Un forte abbraccio Romina Turrin

ENDECASILLABI “DANTESCHI”

C’era una volta la Dante di Ramosc’era una volta un cinque, vi dirò

un cinque di che? noi dir non possiamo forse di fiori forse di cuori, boh!

E diciam cinque cuori solitariSiam cresciute insieme, com’è bello

e cinque avventure singolaricert’abbiam conosciuto tanta gente

che sì da quel giorno, via i siparie ci siam divertite, anche quello

la nostra carta avrem giocato, cari!dice il detto “buon sangue non mente”!

Ma che allora non lo sapevamoUn privilegio unico, io sento

e che allora è da quando la storiafu per me lo star a tutti accanto

di quel cinque vent’anni fa sappiamo perché mi lasciò serenità dentro,

prese le mosse, sarà o no gloria?un che breve, sospeso, un incanto.

Poesia o prosa non fa contoDopo, nelle favole sai accade,

e non importa la carta o semeil cordone ombelicale tagliai

importa alla fine che il raccontonella vita si scende e si sale

sia stato mica male, questo preme.dietro ai sogni e bisogni andai.

Di lavoro prim’esperienza veraMa poi di nuovo incrociandomi ora

con il mio vivere in precedenzain queste righe, ecco la notizia,

soluzione di continuità essa eracom’un angolo di strada, allora

passion per l’Italia, appartenenza!quella che ci siam scelte: l’amicizia!

Il senso del dovere già innato,Oggi, con gioia qui e per il mondo

Negli anni di studio era già sano,di passati, presenti e futuri,

lo sentivo ancor più rafforzatoin noi cinque credevamo in fondo

e così l’amore per l’italiano!venti, calorosi soffi, auguri !!!

Griselda Zappacosta

...Unanuova

sede!! Sitratta di un regalo

soprattutto rivoltoalla collettività ita-liana e a tutti coloro

che hanno voglia di av-venturarsi nello studio di

una nuova lingua. Ad agostosi è aperta la nuova sedenel centro di Ituzaingóe vi presentiamo inostri primialunni.

10 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

La Dante compie 20 anni e ha deciso di farsi un regalo...

La Dante di RamosC R E S C E

NUOVA

SEDE A

ITUZAINGÓ

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 11

i 1550 anniDELL’ITALIA UNITA

Quando io ho compiuto 50 anni,mi hanno preparato una festa asorpresa… perché non ai 49… o ai51??!!!Vorrà dire che per l’umanità cisono numeri che vanno festeg-giati… forse viene dall’epoca incui 50 anni erano un’eternità…Per questa ragione quest’annoche si compiono i 150 anni del-l’Unità d’Italia, ci sono stati fe-steggiamenti speciali, concerti,sfilate, settimana della lingua ita-liana nel mondo; personaggicome Mazzini, Garibaldi, Cavoursono rispuntati nel cielo dell’ita-lianità. Ma com’è nata questa Unità?Non si è fatta in una notte, cioènon è che una mattina un napo-letano ed un milanese si sonosvegliati e si sono abbracciati di-cendo: «Siamo uniti, apparte-niamo alla stessa patria»…Per arrivare al 1861, più precisa-mente al 17 marzo di quell’anno,ci sono volute guerre e battaglie,accordi diplomatici e moti pa-triottici. Voliamo a ritroso nel tempo eandiamo agli anni precedenti,immaginiamo un’Italia frantu-

mata, in cui gli austriaci domina-vano il nordest, gli spagnoli tuttoil sud e la chiesa il centro dal Tir-reno all’Adriatico, cioè il Papa eraun re, con corte e corona, conpotere sul territorio e con unesercito che faceva la guerra. Mail piccolo regno di Sardegna, checomprendeva la Liguria, il Pie-monte e la Sardegna, alla cuitesta c’era la famiglia Savoia, eral’unico territorio non dominatodagli stranieri. Sono stati a loroche i patriotti hanno affidato ilgoverno della nascente Italia,quindi ci sono volute tre guerre,l’accordo con i francesi e la co-raggiosa Spedizione dei Mille co-mandata da Garibaldi perarrivare al mitico 17 marzo 1861in cui Vittorio Emanuele e l’Eroedei due mondi si sono abbrac-ciati e il Savoia viene proclamato“Re d’Italia”…L’anno scorso erano 149 anni,l’anno prossimo saranno 151; mabenvenuti siano questi 150 sesono serviti per ricordare quelmomento glorioso, per cui oggipossiamo prendere un treno daVenezia a Roma, senza varcarefrontiere né dogane, una situa-zione inverosimile nei tempidella Comunità Europea. Vero?

di Angelo FARINAFormazione Linguistica e Culturale 4

Mentre facevamo la nostra solita lezione, la macchinadel tempo si fermò davanti all’aula e scese un uomo.Rimanemmo sbalordite quando dietro la lunga barbae un profondo sguardo scoprimmo l’eroe dei duemondi. Lo stesso Garibaldi ci faceva visita; dopo lostupore iniziale, iniziammo a fargli delle domande…

Caterina: Signor Garibaldi, ci potrebbe spiegare ilperché del suo rapporto con Mazzini?

Garibaldi: Non appena conobbi le idee mazziniane difare una patria unica e libera, mi unii a lui e diventaiuno dei più fedeli e ferventi collaboratori.

Margarita : Certo, ma quella fedeltà la pagò con l’esi-lio…

Garibaldi: Non soltanto, anzi fui condannato amorte, perciò dovetti rifugiarmi a Londra.

Lina: Ma il motto “Eroe dei due Mondi” non gli vennedato per il suo soggiorno inglese,vero?

Garibaldi: No, certo. Andai in Sudamerica e lottai inBrasile e in Uruguay accanto a chi voleva la libertà…

Margarita: ma in queste terre trovò pure l’amore…

Garibaldi: In effetti, vi conobbi la bellissima Anita Ri-vera, me ne innamorai subito, mi diede quattro figli emi si addormentò tra le braccia entrando in una notteche non ha più alba…

Gli occhi del vecchio generale traboccano di lacrime,dunque preferiamo cambiare argomento…

Miriam: Il suo rapporto con Cavour è stato piuttostoturbolento, vero?

Garibaldi: Insomma, purtroppo sì. Immaginatevi,dopo aver fatto la spedizione dei mille e liberare laSicilia, la Calabria e Napoli dal dominio borbonico,Cavour mi mandò un esercito piemontese, allora mitrovai con Vittorio Emanuele, lo salutai come “Red’Italia” (fui il primo a farlo!!!) –si vede un’aria orgo-gliosa sul suo viso- e mi ritirai nell’Isola di Caprera.Eravamo alla fine del 1860…

Mirta: Ma ancora non si era conclusa l’Unità?

Garibaldi: Ha ragione, mancava poco. Il 14 marzo1861 il Parlamento proclamò Vittorio Emanuele II Red’Italia. Ma si ricordi, io sono stato il primo a chia-marlo RE!!!!.

Il tempo era scaduto, ci fece un sorriso furbo, si voltòe sparì dietro la nebbia che misteriosamente era ca-lata sulla Dante, in uno splendido pomeriggio di pri-mavera…

Garibaldi ci racconta l’Unità

Giuseppe Garibaldi partecipa all’incontro

con le alunne del corso ...

12 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

Per una didattica coerente

Corso di aggiornamento:TRA IL DIRE E IL FARE...

Nel 2011 la Dante di Ramosha aperto un nuovo percorsodedicato alla formazionedegli insegnanti. Senza pre-sunzioni abbiamo volutocreare uno spazio per far co-noscere la metodologia dellanostra Istituzione ma so-prattutto condividere le co-noscenze e le esperienzeche ogni giorno tutti gliinsegnanti vivono.Il corso è stato teo-rico pratico: gli in-segnanti hannolavorato in gruppo,hanno ripassato icontenuti teorici,hanno imparatonuove tecniche ehanno svolto un ot-timo lavoro inter e intrapersonale, obiettivo checi eravamo prefissate all’ini-zio della nostra proposta. Aiu-tare ogni insegnante adanalizzare il proprio ruolo do-cente partendo dalla difficoltàche in genere si vive quando sianalizza la coe-renza tra il pen-sare l’agire e ilsentire.Ci piacerebberegalarvi al-cune delle ri-flessioni che cihanno lasciatole protagoni-ste di questaavventura:

Ho potuto ri-flettere e pen-sare al miolavoro comeinsegnante esono riuscita anche a cambiaremolte cose.

Mi fa molto piacere aver scopertoquesto nuovo “mondo in italiano”,pieno di affetto e di emozioni.

… mi porto a casa il sorriso che miha fatto sentire bene, felice, quelloche mi dice sempre che lo sforzoserve se c’è qualcuno che lo valuta.

Grazie per stimolarmi a credere inuna nuova forma di imparare ed

insegnare!!:)

Par t i co lar-mente mi sti-mola nellavoro di ognigiorno a pro-vare, ripro-vare, stupirecon cose nuovegli alunni evedere comeloro si coin-volgono congioia in esse.

Vi ringrazioper avermi regalato quest’opportu-nità, questo “viaggio”… il biglietto

di sola andata at-traverso nuove co-n o s c e n z e ,riflessioni e autoa-nalisi.

Sono arrivata al-l’ultimo incontrocon tutt’altro at-teggiamento perinsegnare.

Con voi l’Italia si fa sentire.Come lo fate? Rispettando

ognuno di noi, e valoriz-zando quello che possiamooffrire, e alla fine, resti-tuendo il vostro sapereattraverso un sorriso.

Mi aspettavo diversecose da questo caro corso,ma c’è una che veramente

non immaginavo: questo"legame affettivo e auten-

tico che non ha come unicoobiettivo la trasmissione dei

contenuti ma sopprattutto la for-mazione dell’essere umano".

Ogni incontro è stato ricchissimo,mi ha permesso di imparare maanche di metterlo in pratica.

Gianni Rodari disse: facciamouna scuola in cui possa en-trare il bambino intero e re-stare intero.

Un bambino che entri intero ascuola e che resti intero ha bi-sogno di insegnanti che os-servino l’essere umano nellasua totalità, non soltanto unaparte è coinvolta nell’insegna-mento/ apprendimento ma lapersona intera. È stato questo l’obiettivo delnostro corso Tra il dire e il fare. . . per una didattica coerente,coinvolgere i docenti “interi”con la speranza che riescano avedere i loro alunni “interi”.Il successo di quest’anno ci hagià motivato a organizzare uncorso estivo per gli inse-gnanti d’italiano e un altronuovo nel 2012.Bacioniii

di Silvia Fastuca eBarbara BonacinLe formatrici

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 13

uest’anno la Dante di

Ramos ha proposto dei

corsi di formazione per gli

insegnanti.

A giugno, in par-

ticolare, ci ha dato la

possibilità di par-

tecipare a

questo semi-

nario tenuto

da l l ’a t t r i c e ,

produtt r ice ,

regista e in-

segnante Eli-

sabetta Riva.

Il nostro obiettivo

come future insegnanti di

lingua è quello di approfittare

delle tecniche teatrali, non soltanto

per il linguaggio del corpo ma pure

per il tono della voce, i gesti e l’atteg-

giamento.

In questo senso sap-

piamo l’importanza della

competenza non verbale

nell’ambito dell’insegna-

mento. La mimica, l’at-

t e g g i a m e n t o ,

l’espressività, il tono

della voce, ecc., formano

un codice che serve per

ricevere e trasmettere in-

formazioni e ci permette

di conoscere la persona-

lità dei nostri allievi, le

loro necessità, le loro

emozioni e quindi ab-

bassare il filtro affettivo

per poter avere un ot-

timo rapporto affinché il beneficio

non sia altro che un apprendimento

più efficace.

Abbiamo anche aggiunto altre cose al

nostro non poco importante obiet-

tivo!

Abbiamo imparato tanto su noi

stesse: come gestire la respirazione,

sciogliere la tensione, lavorare col no-

stro corpo, come essere più sponta-

nee, muoverci nello spazio, articolare

la dizione, la risonanza e l’intenzione,

e soprattutto come creare e mante-

nere l’energia di gruppo e cer-

care di accettare sempre la

proposta dagli altri.

Abbiamo creato

un rapporto

tra di noi che

ci ha per-

messo di con-

dividere le

nostre espe-

rienze e le no-

stre conoscenze.

È come dice Pierangela

Diadori nel suo libro “Inse-

gnare italiano a stranieri”: non dob-

biamo dimenticare che l’insegnante

“nel momento in cui entra in classe

non è più soltanto

una persona, ma

personaggio”. In

definitiva questo

seminario di tecni-

che teatrali, oltre

agli strumenti di-

dattici, ci ha aiutato

a sviluppare le no-

stre capacità

espressive e comu-

nicative.

Le Arlecchine di Glotto II e leStreghe di Glotto III

Q

PM LA PILLOLA METODOLOGICA

Seminario di Tecniche Teatraliper l’Insegnamento della Lingua Italiana

14 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

ProgettiUN’AVVENTURA CHE CONTINUA

ono già passati treanni da quando ècominciata l’av-ventura dei pro-getti. Un’avventura

che continua e cresce didat-ticamente. Gli alunni ci re-galano costantementesorprese che ci riportano in“piccole Italia”, quella del Ri-storante la Parolaccia,quella del medio am-biente, delle abitudini ita-liane, e tantissimi altricontesti ricreati congrande creatività dainostri alunni.In questo articolopresentiamo unviaggio per l’Italiaattraverso i sensi.Qualcuno conoscel’Istituto italiano diciechi di Milano?Ecco, il progetto diuno dei nostri gruppiB1 che è cominciatoproprio da qui: la propo-sta di diventare attrici perdar vita ad uno spettacolodi teatro al buio che facesseconoscere diversi luoghidell’Italia attraverso i sensi.Da dove partire?!!!! Questaè la domanda che tutti i no-stri alunni si fanno quandopresentiamo un nuovo pro-getto. In realtà tutto comin-cia con la sceltadell’argomento, che sono gli

stessi gruppi a decidere per-ché il lavoro risulti più mo-tivante. Partire dagliinteressi dei discenti ci sem-bra l’ingrediente fondamen-tale di questa ricetta. Daquesto momento in avantil’insegnante avrà il compitodi guidare “i ricercatori” adanalizzare, rielaborare e rap - presentare le conoscenzeacquisite. Parte, allora, la ri-

cerca che si svolge avolte singolar-

mente a volte in gruppo:una raccolta di informazioni,soprattutto attraverso inter-net, che metta in moto l’abi-lità della lettura edell’ascolto. Il passo succes-sivo consiste nel confron-tare le informazioni che tuttihanno trovato per selezio-nare le più importanti ai fini

di organizzarne la presenta-zione. Poi una parte più im-pegnativa che “scatena”l’abilità della scrittura: lacreazione di un copione (sesi tratta di una drammatiz-zazione) o la stesura di unarivista ecc. A questo punto,con le indicazioni inizialidell’insegnante, che hacreato un contesto intornoall’argomento, gli alunnisono pronti per pre-sentare il

loro lavoro difronte ad “un pubblico” dicoetanei.Come abbiamo già scritto, èchiaro che tutto questo nonavviene senza difficoltà: sitratta di un modo nuovo diimparare, di conoscere, discoprire. Ed è proprio ilnuovo che a volte “spa-venta” e inibisce molte per-sone di fronte ad una sfida

che ritengono troppo diffi-cile. Carla Weber a tal pro-posito parla di paura dellaconoscenza: “Conoscere ilnuovo mette alla prova, co-stringe al confronto con undato di realtà, interno edesterno a noi, che esponealla crisi, interrompendouna certezza e misurandonoi stessi nella capacità af-

fettiva e

c o g n i -tiva di tenere un conflitto edevolverlo creativamente. Sitratta di un apprendimentotrasformativo della realtà,che mette in discussioneanche il modello stesso delconoscere fino a quel mo-mento utilizzato”.Anche il lavoro in gruppoimplica molti cambiamenti,anzitutto accettare le diffe-

di Barbara BONACIN

S

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 15

renze e dialogare con que-sto “differente”. Anche all’in-segnante spetta il compitodifficile di capire come aiu-tare a superare questi osta-coli senza “invadere”troppo il lavoro digruppo, permantenere ilconcettodi autono-mia, ma allostesso tempoimpedire chacada la motiva-zione e che diventiun’esperienza fru-strante. Il mio consigliopersonale è cercare di ca-pire cosa realmente sta suc-cedendo nel gruppo o allesingole persone e parlarnecon loro.Ma ritorniamo allo spetta-colo al buio: tutto è comin-ciato in un pomeriggio incui nonostante fosse unagiornata di sole il pubblicoper una mezzoretta non hapotuto vedere più la luce.Bendati con delle masche-rine all’entrata del nostrosalone hanno cominciato avivere l’Italia per la primavolta in modo diverso: soloattraverso il gusto, l’ol-fatto, il tatto e l’udito.Le 7 attrici hannoquindi simulato di pren-dere un aereo e insiemedi ripercorrere alcune re-gioni: il pubblico ha par-tecipato costantemente adogni cosa che succedevanel loro viaggio. Se entra-vano in un ristorante diGenova per assaggiareuna pasta al pesto ancheil pubblico la provava, sesi dovevano svegliarepresto la mattina tuttivenivano “sconvolti” al-l’improvviso da una sve-glia rumorosa, se la gitaera in una località di

mare si sentiva il rumoredelle onde, se era in un

parco del Trentino il rumoredegli animali. Anche i mo-menti in cui le attrici ricor-davano le loro origini eantenati che partivano dalporto di Genova il pubblicoveniva coinvolto attraversoil suono di una nave e unacanzone che coinvolgeva edemozionava.

Qualcuno alla fine se n’è an-dato con il sorriso, soprat-

tuttoper il

f ina lemozza-

f i a t ovisto che

le 7 donnese ne sono

rimaste inSicilia con dei

boss dellamafia e hanno

lasciato i loromariti argentini,

e qualcun’ altrocon le lacrime per

l’emozione. Credo che l’aspetto

più interessante diquesto lavoro sia stata pro-prio l’interazione con il pub-blico e la possibilità diavvicinarsi, anche se solosensorialmente, ad una terratanto amata. Raccontarecom’è il cioccolato di Peru-gia e farlo assaggiare non èlo stesso, brindare l’arrivo in

Umbria con il vino sagran-tino ha più senso se degu-stato realmente. Insomma,quello che voglio dire è chesempre di più è importanteche all’interno dell’aula si ri-creino situazioni molto vi-cine a quelle che accadononella realtà italiana, senzadimenticare le emozioni chedevono coinvolgere i prota-gonisti di questo lavoro, te-nendo conto che leconoscenze che si ricordanoa lungo tempo sono soprat-tutto quelle legate alleemozioni più belle. Allora un ultimo consiglioper gli insegnanti che leg-gono la nostra rivista: fateemozionare i vostri alunni! Eper gli alunni: sfruttate almassimo questa esperienzae trasformatela in un’espe-rienza di vita. Perché se-condo noi è esattamentequesto: un’esperienza divita.

16 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

LAB

La Dante si è trasformata per alcune ore nella re-gione della Campania, piena di giochi, musica,profumi che a molti di noi ci hafatto viaggiare senza avereun biglietto aereo.Ed oggi vi proponiamo di fareun giro attraverso i ricordi diMaria Cellesi, una nostra alunnache ha partecipato ai laboratori dellaCampania che ci racconta, non solo lasua esperienzia ai laboratori, ma la suavita come figlia e nipote di immigranticampani. All´inizio delle attività dei nostri laboratori leiha condiviso con tutti, e con molta allegria edemozione, i ricordi dei suoi antenati che portavivi da sempre. Ricordiamo insieme a lei alcunecose che per molti saranno familiari.n Quali sono le cose che ti ricordi della tua re-gione?n Nel giorno dei laboratori mi sono venute inmente tutte le cose tipiche della mia regione e mi

sonofatta

“traspor-tare” in una

domenica in fa-milia...

n E come erauna domenica infamiglia? n Il ricordo di una dome-nica in

famigliaè questo: il ri-

cordo di mio nonno cheveniva a casa mia e si sedeva

sulla poltrona e ascoltava ildisco di Massimo Ranieri.

E proprio io che mi sonoiscritta al laboratorio di

canto quando ho do-vuto cantare 'O sur-

dato 'nnammurato” misono ricordata di lui, per-

ché grazie a lui l´ho ascoltatamille volte. Ricordo però che lui non

era molto contento... aveva lo sguardocome se con il pensiero fosse nel suo

paese. Mi ricordo che da piccolina con la fami-glia ci riunivamo a mangiare insieme la pasta....I cicatelli li chiamavano loro.... Sono come piccolignocchi che si mangiavano con la salsa di pomo-doro che faceva la nonna....Mi ricordo anche diquel profumo.... un profuno che non si sente più. Eun´altra cosa che ha a che vedere con il mangiareè un dolce che una zia faceva che si chiamanoStrufoli. E poi un`altra cosa di cui mi ricordo be-nissimo era questa bellissima abitudine di gio-

LABORATORI 2011La Campania:una storia di vita

di Adriana VERÓN VALUSSI e María CELLESI

care a briscola. Quello sì che era tipico! C´eraanche un altro gioco a cui mio nonno giocava e lochiamava “padrone e sotto”.n Maria, e tu hai continuato con queste abitudini? n Sì, certo! Continuo a fare la pasta in casa: i cica-telli! E anche le mie figlie la fanno!... In una festa,poco tempo fa, hanno fatto con me e i nonni i cica-telli con dieci chili di farina!!! Io penso che questesiano le cose che mantengono unita la famiglia. Perquesto anche il giocare a carte a casa mia si man-tiene...Provo a conservare quello che i miei nonni mihanno insegnato...I miei nonni non parlavano moltoperò mi hanno lasciato tanti tanti esempi. Ho semprevisto le cose che facevano. Cercavano sempre di riu-nirsi con la famiglia... Eravamo tanti in famiglia!Quando ci riunivamo arrivavamo a 30 o 40 persone...n Ti raccontavano qualcosa della loro vita in Italia?n No.... io volevo sapere, ma loro non parlavano...ho pochi ricordi delle cose che mi raccontavano. Ma,sì, mi ricordo del loro carattere... Loro erano seri per-ché hanno vissuto tante cose durante la guerra...Mamio padre era diverso e mi portava alle feste di SanCostantino. Di queste feste mi ricordo...e andavosempre da piccolina....n E dei laboratori della Dante cosa ci racconti?n Ho potuto vedere tante cose tipiche rappresen-tate in modo chiaro... e attraverso queste si potevacapire tutto quello che di sicuro succedevanella regione della Campania... Ho sentito iprofumi che c`erano durante la mia infanziae me l’ha fatta ricordare almeno per alcuneore.n Maria, vuoi lasciare qualche messag-gio dopo averci presentato così bene leabitudini dei tuoi?n Il messaggio è questo: l`impor-tanza di mantenere le abitudinidella regione d`origine e trasmet-terle alla famiglia e anche agliamici... come facciamo qui allaDante! Con il mio gruppo oragiochiamo insieme a briscola(Maria ha insegnato al suogruppo a giocare a bri-scola!). Il giorno dei labo-

ratori èstato vera-mente un giornomolto emozionante!Quando si faranno i pros-simi laboratori ci sarò!!!

Maria ha saputo farci viaggiare per laCampania con i suoi ricordi e ci ha inco-raggiati a mantenere le abitudini dei nostriantenati...E molti di noi che ci siamo goduti questobellissimo laboratorio, per settimane ed an-cora oggi, continuiamo a cantare alcunecanzoni tipiche della regione della Campa-nia!

Oje vita, oje vita mia...Oje cor 'e chistu core...Si stata 'o primmo ammore...E 'o primmo e ll'ùrdemo sarraje pe' me!

Venite ai prossimi laboratori! Vi aspettiamosempre con molte attività che non solo cifanno divertire ed imparare ma anche ricor-dare, sentire ed emozionare!

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 17

18 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

Settimana italiana“BUON COMPLEANNO ITALIA!”

n occasione della Settimana dellaLingua Italiana nel Mondo, nell’am-bito della celebrazione dei 150 annidell´Unità Italiana, ho partecipato a

due delle cinque serate organizzate dallanostra cara Dante.

La prima è stata dedicata al grande com-positore Giuseppe Verdi che, mediante ilmelodramma, ci ha portato a ripercor-rere quegli anni di lotte fra ideali e fana-tismi. I brani di Rigoletto, Don Carlos,Aida e Nabucco ci hanno tramandato letensioni sociali ricorrenti dell´epoca, solopercettibili attraverso i messaggi subli-minali di un artista esposto ed un poli-tico nascosto in tempi di censura. Lamusica colma i sentimenti di pericolo, difrustrazione e di ambiguità. Nell´Italiaoccupata dagli stranieri, rinasce il desi-derio patriottico per l’unificazione.

La seconda serata è stata una rassegnastorica cinematografica indirizzata al Ge-nerale Giuseppe Garibaldi e La Spedizionedei Mille, alla base dell´Unità Italiana. Lascelta curata dei brani filmici esibiti ci hapermesso di capire ed analizzare l´am-biente risorgimentale a seconda della vi-sione politica e sociale dei rispettivi autori.

Gli incontri ci hannoportato al passato inun modo appassio-nante, quasi verti-ginoso. La sceltae la sincronizza-zione del mate-riale filmicopresentato, le at-tività svolte, lametodologia cheha mantenuto glispettatori sempre at-tenti, sono state le chiaviper voler rinnovare la curiositàe l’interesse per la storia.

Arrivare all’unità nella diver-sità e costruire la na-zione italiana è statosenz’altro un arduolavoro tra equili-brio e sentimentigenerosi, unagrande sfidacome quellao p p o r t u n a -mente accettatada Verdi e da Ga-ribaldi.

Complimenti, Italia!

di Zulema CIURLANTEFormazione Linguistica e Culturale 1

Ogni anno si svol­

gono alla Dante i

festeggiamenti

della Settimana

della Lingua

Italiana. In

questa occa­

sione l’argo­

mento è stato i 150

anni dell’Unità Ita­

liana.

Non potevo rifiutare tale invito.

Mi sono informata sulle attività e giacché

il canto unisce le persone ho deciso

di partecipare al seminario

di musica!!

Sono arrivata tutta

impaurita, come

se fosse il primo

giorno di le­

zione, però a

poco a poco mi

sono resa conto

che c’erano anche

vecchi compagni.

Dopo un breve rompi­

ghiaccio ci siamo messi a lavo­

rare. Una piccola introduzione storica ci

ha portato in quell’epoca, e ci ha fatto sen­

tire veri figli Baldi. Non sono mancate le

camicie rosse, i cappelli, i cartelloni, che

abbiamo indossato con tanto piacere.

Alla fine sono state due le canzoni che ab­

biamo imparato: “Bella Ciao” e “Camicia

Rossa” e anche le abbiamo fatto sentire ai

nostri compagni e insegnanti. Certa­

mente non è mancato il ballo al ritmo di

queste canzonette popolari.

Mi sono divertita tanto e ringrazio la

Dante Alighieri di Ramos Mejía per darmi

la possibilità di ricordare vecchi tempi!!

Un abbraccio.

Patricia Ana Sonnante

I

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 19

AL! AL LAVORO!

Come gli etruschi ci hanno fatto conoscere la loro vita…Tutti i giorni si impara qualcosa di nuovo, anche il giorno della morte, dice il proverbio, e vera‐mente dalla morte abbiamo imparato tutto sugli etruschi. Perché diciamo che dalla morte ab‐biamo imparato??!! Perché questa civiltà non ha lasciato nessuna data, tutto il materiale dastudiare si è trovato nelle tombe, perché gli etruschi facevano le tombe come riproduzione dellaloro vita, anzi, le facevano di pietra (le case erano di legno) perché servivano per la vita eterna;vi si sono trovati gioielli, scarpe di legno, e tante cose che si usa‐vano nella vita quotidiana , questo ha permesso di de‐durre, come erano le famiglie, come si formava lostrato sociale, il cibo, la parità della donna nellasocietà!!!Veramente è stato appassionante vedere inprofondità questa civiltà, che prima dei ro‐mani hanno lasciato un’impronta nella cul‐tura italiana!!!Per concludere con il percorso degli etruschi,è arrivata la proposta del professore: e sefacciamo un plastico di un’abitazione etrusca? Ed ecco che ci siamo trovati tra cartoni, poliure‐tano, colla, bastoncini, spago, muschio, ecc. Ementre si parlava degli etruschi, ci facevano compa‐gnia con le loro case che a poco a poco, prendevanoforma…Ci siamo divertiti tanto, in fondo è stato un modo diverso di imparare!!!

Formazione Linguistica e Culturale 1

{Studiando la nascitadella lingua ita­liana, il pro­fessorAngelo ciha fattofare unaparafrasidel “Can­tico delleCreature” diSan Francescodi Assisi.Ci è piaciuta così tantol’attività che gli abbiamoproposto di fare un “Can­tico della Dante Alighieri”per i suoi 20 anni, e que­sto è il risultato del no­stro proprio lavoro chevogliamo condividerecon voi.

Le Etrusche ­ FormazioneLinguistica e Culturale 2

“Cantico alla Dante Alighieri”Beata sia la Dante Alighieri

e noi, le sue divine creature che veniamo con il fratello Freddo e la sorella Pioggia

a frequentare le sue lezioni per imparare la sua beata lingua e la sua magna cultura.Altissimo sia il nostro spirito perseverante per venire sempre con l´anima sollevata.Beati siano i professori

che ci sopportano con sincera pazienza.Beati siano i nostri compagni

per subire la nostra presenza.Lodato sia il professor Angelo

che porta una didattica lezione ogni giorno e sopporta in pace tante donne che vogliono

imparare questa lingua che è in continua evoluzione.Beate noi per ricevere a mani apertela gran saggezza dei nostri insegnantitrasmessa colle novelle tecniche della didattica.Beati loro che si aggiornano umilmentenella nostra amatissima sorella madre patria, la bella Italia che ci incoraggia a continuare e ad an-dare sempre avanti!Beata sia la Dante Alighieri per 20 anni di piaceri enormilodatela tutti e brindiamoper altri cento di questi giorni

20 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

AL!

Come Modigliani è entratonella nostra vitaQuest’anno abbiamo conosciuto la vita di un grande del-l’arte italiana del Novecento: AMEDEO MODIGLIANIAttraverso film, racconti, articoli di giornali, documentarie giochi ci siamo impadronite di ogni momento della suavita, della sua sofferenza, delle sue debolezze e dei suoi sentimenti.Così abbiamo imparato in modo diverso un attimo della storia dell´arte italiana fino a quelmomento sconosciuto a tutte.Senza renderci conto, Modigliani è entrato nella nostra vita in modo dinamico e molto agile, esecondo il consiglio del docente in gruppo si impara meglio, quello che non ha capito unacompagna senz’altro lo avrà capito un’altra.Per concludere, ognuna di noi ha mimato un quadro dipinto da Modigliani, le compagne do-vevano indovinare di quale si trattasse, dopo in gruppi di tre con quei personaggi ne abbiamocomposto un altro con nome e storia propria, infine ne abbiamo creato uno nuovo a cui ab-biamo dato un nome tutto particolare: “IL PENNUVIO DELLA METAMORFOSI DELL´AMORE”.Ammirateci!

uel giorno siamo arrivati allalezione di conversazionepuntuali, era un giorno ab‐bastanza caldo e noi era‐

vamo stanchi. Angelo ha iniziato lalezione come sempre e ha dato a tutti noila consegna; ma... sembrava nervoso... Tutti abbiamo cominciato a lavorare. Ungruppo diceva "oggi parleremo di cibi",un altro gruppo "sì, ma di cibi naturali",

"no, no!!! di cibi dietetici", dicevano glialtri. Subito dopo, abbiamo vistoAngelo che spingeva un tavolodal SUM al bar, cosa suc‐cede???Angelo è ritornato e mentreci dava dei grembiuli da cu‐cina, ci ha portati al bar.CHE SORPRESA!!! Il bar eraordinato come la cucina diun ristorante. C’erano tremacchine per fare la pasta,una cucina portatile, pentole,padelle, grattugia, posate, fa‐

rina, semolino,uova, panna,

burro, ver‐dure, fun‐

ghi,pomo‐doro,cipolla,ecc., el’ingre‐diente

princi‐pale, il

cuoco uffi‐ciale della

Dante: Ariel!!!Con la regia lingui‐

stica di Angelo, e il controlloculinario di Ariel, tutti noi abbiamo fattol’impasto, dopo, tre tipi di pasta, una conla chitarra, un’altra con la sfogliatrice el’altra con una macchina che ha portatoAngelo, che fa dei rigatoni bellissimi.Mentre facevamo i sughi: crema di funghi(Umbria), ragù veloce (Emilia Romagna)e puttanesca (Lazio), un profumino squi‐sito invadeva tutta la Dante.Così, in un batter d’occhio, abbiamo fi‐nito, forchette in mano, mangiando tuttiinsieme.GRAZIE PROFESSOR ANGELO,GRAZIE CUOCO ARIEL!!!

Ci è piaciuta tanto...Elida TURELLO

B1

Q

[AL LAVORO!

Formazione Linguistica e Culturale 4

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 21

CD CINE DANTE

ochi giorni fa mi è arrivato uninvito dalla Dante, vedere unodegli ultimi film italiani: "Habe-mus Papam"di Nanni Moretti, la

proposta mi sembrava interessantequindi sono andata a guardarlo insiemeai miei compagni ed ai nostri professori.Appena cominciato il film non mi sem-

brava equilibrato, appariva frammenta-rio perché cercava una tensioneesistenziale che soggiacesse alla crisi in-teriore e d’identità del protagonista, ilneoeletto Papa. Inoltre il mio sguardo va-gava alla ricerca di un registro stilisticoben definito, non capivo cioè se mi tro-vavo di fronte ad un film drammatico oad una commedia, né se i toni fossero

surreali, grotteschi o esistenziali. A pocoa poco la visione mi ha consentito diuscire dai parametri prestabiliti con cuiil mio sguardo cercava di orientarsi, percogliere gli elementi essenziali che il filmvoleva comunicarmi. Tutto mi è risultatosemplice, il Papa rappresenta il sensoche ognuno di noi cerca fuori di sé. Ilcompito più importante di ogni personaè di dare un senso alla propria vita maquesto senso lo cerchiamo sempre al-l'esterno, in modo consolatorio. Lo psicanalista (Moretti) è un uomo chevive di umane soddisfazioni propriocome i cardinali. I cardinali hanno le loropaure, come quella di essere eletti Papa,prendono medicine per dormire, si di-vertono a giocare a carte come tante per-sone anziane che sono in pensione. Lopsicanalista è umanamente eccitato dal

fatto che ha tra le mani un paziente dav-vero interessante: il nuovo Papa.Questo Papa si sente inadeguato a rico-prire un ruolo così importante perchénon ha certezze e non se la sente di rap-presentare un punto di riferimento, digarantire sicurezze, di porsi come porta-tore di un senso consolatorio per gli altri.In quest'ottica le scene del vagare delPapa per la città sono bellissime. L'ap-plauso rivolto al Papa spettatore in tea-tro non è l'applauso consolatorio verso ilritrovato senso ma è un applauso verso ilsenso che si è calato nella realtà.

Il Papa è venuto alla DanteSilvia PELLEGRINO

Formazione Linguistica e Culturale 1

Un tirocinante alla DanteMi chiamo Ugo Marsili, sono romano, laureato in Lingueall'Università di Roma "La Sapienza". Lo scorso anno hocominciato a frequentare il master in "Contenuti e ap‐procci per insegnare la Lingua Italiana ad adulti stranieri"all'Università per Stranieri di Siena. Ho scelto di svolgereun tirocinio di 150 ore in Argentina e sono stato immedia‐tamente invitato dalla Dante Alighieri di Ramos Mejia. Lamia esperienza di insegnamento è principalmente in Polo‐nia, paese dove vivo dal 2008 circa. Quando sono arrivatoalla Dante di Ramos il primo giorno, ho parlato con la Di‐rettrice Silvia Fastuca. Era un giovedì. Il giorno dopo ho co‐minciato con le osservazioni nelle classi. I colleghi mihanno fatto assistere alle loro lezioni, ma anche parteci‐pare sin dall'inizio.

La lezione comincia con un "rompighiaccio", un gioco che facciamo tutti insieme. I banchi servono poco, gli studentisiedono per terra o su sedie disposte in cerchio. Interagiscono e comunicano tra di loro, si correggono, si confron‐tano e si aiutano. L'insegnante li guida, ma li lascia in certi momenti da soli, si sposta per permettere loro di utilizzarele proprie conoscenze senza correggere subito o dare la risposta giusta. Questa penso sia stata una delle cose piùimportanti che ho imparato in queste ore di lavoro. Rendere autonomo lo studente, dargli la possibilità di capirequello che sta facendo, di contare sui propri compagni e non solo sulla voce dell'insegnante, di ricevere diverse pro‐poste di risoluzione del problema che provengono dagli altri partecipanti del gruppo. Si impara attraverso diversi ca‐nali, si canta, si balla, si gioca, si riflette, ci si sfida, si organizzano progetti comuni da presentare agli altri gruppi, ci siconfronta, si mangia insieme, si ascolta musica e fuori dalle lezioni ci si saluta, si prendono caffè e si parla del più edel meno. La lingua scorre, passa da una persona all'altra attraverso le parole, i sorrisi la condivisione di un'espe‐rienza comune.Imparare a parlare una lingua straniera, è vero, è come imparare a camminare. Ci serve una guida che ci lasci la me‐moria di come farlo e di come continuare da soli. L'arricchimento è reciproco tra studente e insegnante anche se

questi nomi qui alla Dante perdono un po' il loro significato classico. Mi ricordo a questo proposito le parole di Sil‐vio Orlando che diceva nel film Auguri Professore: "Trasmettere abilità rende abili".

P

{

22 STRADAFACENDO // Dicembre 2011

Musica, musicaSOLO MUSICA ITALIANA!

usica: semplicemente 6 lettereche possono cambiare lo statod’animo di qualunque personain un batter d’occhio. Bastamettersi le cuffie nelle orecchie

e teletrasportarsi in una “quinta dimen-sione” lontana dai problemi quotidiani.Quando? Mentre si è sull’autobus, quandosi va in palestra, sdraiati sul letto...Ci sono quelli a cui piace la musica lirica ecoloro che preferiscono la musica leggera,cioè quella destinata al divertimento, alballo, al relax.La musica leggera appare in Italia negli anni‘50 e ‘60, con inuovi “apparecchi”:la radio e la televi-sione. La trasmis-sione del Festivaldella Canzone Ita-liana di Sanremolancia questo stiledi musica che dif-fonde una lingua eun sapere ugualiper tutti dalle Alpialla Sicilia. Con l’arrivo dellatelevisione, il pub-blico si sorprendedei cantanti che ge-sticolano in modoesagerato. Così imelodici, tra cui

Nilla Pizzi e Claudio Villa, lasciano il loroposto ai giovani con uno stile ribelle e unavoce ad alto volume, che drammatizzano gliargomenti delle canzoni. Sono “gli Urlatori”.Appartengono a questo gruppo DomenicoModugno, Adriano Celentano, Mina, GianniMorandi, Rita Pavone e tanti altri.“Nel blu, dipinto di blu”, oltre a far vincereil Festival di Sanremo all’urlatore Modugno,è considerata la prima canzone italiana mo-derna. È anche il disco più venduto almondo nel 1958.La sonorità della lingua del Dante addolci-sce le note musicali e fa in modo che questoPaese abbia dei bravi cantanti di cui par-liamo nella classifica...

LA CLASSIFICA

I rappresentanti della Musica

Leggera Italiana all'estero

5° ANDREA BOCELLI. “Tenore

moderno ma all’antica” c’è scritto

sul suo sito ufficiale. È anche un

interprete di un vasto repertorio

pop. Il suo album Romanza

(1996) ha venduto oltre 25 mil­

ioni di dischi in tutto il mondo.

4° RAFFAELLA CARRÀ. Can­

tante, showgirl, conduttrice tele­

visiva, ballerina, attrice. Dopo il

successo musicale degli anni ‘70

e ‘80 è tornata negli ultimi anni

’90 su RAI International con i

suoi “Carramba” e le sue canzoni.

3° MINA. Un’artista di fama in­

ternazionale. La sua voce si dis­

tingue per potenza, estensione,

sensualità e agilità. È considerata

la più grande cantante italiana di

musica leggera.

2° LAURA PAUSINI. Vincitrice

della categoria Nuove Proposte

di Sanremo nel ’93 con “La soli­

tudine”, non si è più fermata.

Canta in spagnolo, portoghese,

inglese, francese e ha venduto

oltre 45 milioni di dischi.

1° EROS RAMAZZOTTI. Il

primo indiscutibile. Eros è

sinonimo di musica italiana. Con

quasi 55 milioni di copie ven­

dute, ha cantanto insieme a Tina

Turner, Cher, Ricky Martin,

Anastacia e tanti altri.

Quest’anno è diventato nuova­

mente papà: dopo Aurora è ar­

rivata Raffaella Maria.

Ciao! Io sono Monica, una matta per la musica italiana. Siccome volevocondividere questa mia pazzia con il mondo, l’anno scorso dopo la miaprima esperienza alla Dante con il corso di musica, ho lanciato questoblog in cui troverete delle canzoni pop, rock, rap, sia di gruppi e cantantivecchi che di nuove proposte della peninsola italica.Vi aspetto numerosi!!Un ringraziamento speciale per il primo gruppo del corso di Musica 2010perché il nome di questo blog l’ho preso dall’articolo che loro hannoscritto per questa rivista.

http://ilpaesedimonica.blogspot.com/

BLOG: Il Paese di Monica

Mdi Monica PAESE

Dicembre 2011 // STRADAFACENDO 23

L’ARTE DI LEGGERE“Gli arancini di Montalbano” di Andrea Camilleri

UNA FRA LE TANTE STORIE PER SCOPRIRE L’ESSERE SICILIANO.

nni fa un’amica siciliana mi hafatto assaggiare un piatto ti-pico della sua terra preparatoa base di riso: gli arancini. Ve-

ramente... buonissimi!Tempo dopo, frugando in una libreria,ho trovato un libro con il nome di que-sto cibo accompagnato da due parole inpiù: “Gli arancini di Montalbano”, il notocommissario della televisione italiana,creato da Andrea Camilleri. Dello scrittore ne avevo sentito parlareparecchie volte, però non avevo mailetto niente. Spinta dalla curiosità di conoscere l’im-portanza degli arancini in quest’opera,

mi sono subito messa a leggere sco-prendo che il racconto forma parte diuna raccolta di 20 storie brevi che sisvolgono a Vigata, una cittadina inven-tata, presso l’ambiente siciliano di cuiCamilleri riesce a descrivere pregi e di-fetti. Ecco, in pochissime parole, l’argo-mento: è la vigilia di Capodanno e ilcommissario Montalbano deve decideredove festeggiarlo. Riceve diversi invititra cui, l’unico che gli interessa è quellodella sua cameriera Adelina, ottimacuoca e madre di due pregiudicati, cheintende festeggiare la libertà dal car-cere dei suoi figli, cucinando i famosiarancini di riso. Purtroppo, nel pome-riggio Salvo Montalbano viene a sapereche uno dei figli di Adelina, Pasquale, è

indagatoper un furto adun supermercato di Montelusa. La cenadi Capodanno è a rischio! Montalbanonon può permetterselo quindi incomin-cia subito le indagini per arrivare allaverità e restare in pace con la sua co-scienza. Sotto l’incantesimo dei paesaggi affac-ciati al mare ed il sole della terra dellearance, convivono personaggi rispet-tosi e corrotti che offrono a Montalbanonon solo degli omicidi ma anche inte-ressanti casi che sfiorano la quotidia-nità. Nelle opere di Camilleri, il linguaggiosemplice e ricco di sfumature dialettaliportano il lettore a manifestare il gustoed il piacere per la lettura.

di Ana María NATALE

Quest’anno la Dante ha aperto le sueporte al teatro e ha ospitato Giam-

paolo Samà che ci ha presentato ilsuo spettacolo L’AMERICA:un’emozionante viaggio in unadi quelle navi che hanno por-tato in Argentina tantissimiimmigranti. Ma un viaggioanche di critica verso una terraall’inizio scontrosa con le per-sone straniere e che ci fa ricor-

dare in alcuni momenti la storiaitaliana attuale.

Il gruppo Araca Grup, ha invecepresentato la famosa commedia di

Carlo Goldoni: La Locandiera. Gli attoricon i loro abiti, l’atmosfera e il loro modo di esprimersi ci hannotrascinati per un’ora nella realtà del ‘700 e gli effetti sui nostrialunni si sono sentiti...

uella stessa notte ho fatto un sogno: ero in una lo-canda di Firenze, la padrona era una ragazza, dinome Mirandolina, una bella fiorentina di carattere

forte e con una personalità intrigante. Una donna sicura disé e sicura del potere che tutte le donne hanno in manoper dominare l’uomo e nella sua vita è abituata a condurresempre un gioco seduttore con tutti i maschi che allog-giamo nella locanda. Così, riesce ad attrarre il Marchese di Forlipopoli ed ilConte d'Albafiorita, suoi ammiratori, capaci di battersi a

duello per l’amore dellaragazza. Anche Fabrizio,il cameriere, aspira aottenere il suo amoreperò Mirandolina sene beffa e gioca contutti e tre come se lorofossero semplici pu-pazzi di legno. Nonostante questo, nontutti gli uomini dentro lalocanda sono sotto il con-trollo della ragazza. C’è il Cava-liere di Ripafratta, che sembra resisterlebene perché dice che le donne sono capaci di avvelenarel’anima degli uomini con i loro incantesimi. Allora, Miran-dolina, che non resiste all’indifferenza di questo Cavaliere,mette in atto tutta la sua arte di seduzione fino a soggio-garlo al suo fascino. Anche con me ci sarebbe riuscita se iomi fossi fermato nella sua locanda. Comunque, Mirandolina continua ad essere una donna la-voratrice, costretta a vivere all’interno della sua proprietà, adifferenza degli agiati nobili che visitano la locanda. E, seb-bene sembri sicura padrona del suo destino…sono stato ioa ricordarle della promessa che aveva fatto a suo padre…… e finalmente sposa Fabrizio.Mi sono girato nel letto, ho guardato la sveglia e sorri-dendo ho continuato a dormire, erano solo le 3 di notte…

Teatro alla Dante

A

Gabriel Della CasaFormazione Linguistica e Culturale 1

Q

Dal 2010 la Dante è presente in trescuole pubbliche dell’ovest. NataliaProfiti, Belén Duque e Rosana Ago-stino sono le maestre dei bambinidella prima e della seconda classedelle rispettive scuole: Escuela N° 4“Gral. José de San Martín”, Escuela N|°23 “Hipólito Irigoyen y Escuela N° 21“Antártida Argentina” tutte sotto il Co-ordinamento della Prof.ssa PatriciaBattistin.

Le maestre si sono dichiarate soddi-sfatte dello svolgimento delle attivitàpresentate durante l’anno; hanno rice-vuto da parte di docenti e autorità sco-lastiche tutto l’appoggio richiesto esoprattutto, gli alunni hanno accoltocon entusiasmo le proposte che parti-vano dalle loro insegnanti di italiano.Hanno superato ampiamente il livelloraggiunto l’anno precedente e hannoimparato attraverso canzoni, giochie lavori in classe in un clima d’inte-grazione e partecipazione.

Nel 2012 i bambini di questescuole continueranno a giocaree a vivere parte della loro vitain italiano!!!!!!!

isitare Perugia è stata per meun’esperienza unica. Tutto èstao bellissimo dal momentoche sono salita inaereo.

La città è bellissima e cisono tante cose da ve-dere e ammirare: le viestrette, le chiese, i pa-lazzi, i musei, la Fon-tana Maggiore, gliarchi, le meravigliosepanoramiche e........ ILCIOCCOLATO.Studiare all’Università perStranieri nel bellissimo Palazzo

Gallenga mi ha permesso di approfondiree arricchire la conoscenza della lingua eho potuto conoscere persone di tutto il

mondo con cui ho condiviso un mesedella mia vita.

Ringrazio Silvia Fastuca, PatriciaBattistin e Mario Barone perla costante preoccupazionee l’interesse, per i loro con-sigli e ringrazio la Danteper offrirmi la possibilità discoprire e conoscere questa

città meravigliosa che nondimenticherò mai.

Lidia Dualtes (C1)

V

"Quando studi l'italiano ricordatiche di sicuro ti entra dalla testa malo devi far uscire dal cuore, se vuoiusalo per tutto quello che farai:mettici cervello, e come dice lacanzone "Anima e core"{

{LE MASSIME di SCARIPATRIZIA

Patricia BATTISTIN

Borsiste 2010/11LIDIA E MONICA IN ITALIA

La Dante di Ramosnelle scuole pubbliche

Patricia Battistin

urante il mese di novembre la So-cietà Dante Alighieri mi ha offerto laborsa di studio per partecipare alXXIV Corso Plida di aggiornamento

docenti intitolato "Il mio canto libero. La canzoniitaliana nelle classi di L2/LS".Dopo 7 anni e mezzo, sono tornata nella mia secondacasa. E ho messo insieme due argomenti che amo: l'ita-liano e la musica leggera. Durante le lezioni ho avuto lapossibilità di condividere la nostra metodologia e i progettisvolti con professori italiani di diverse città tra cui Prato, Gallarate,Avellino, Empoli, Roma, Genova. Oltre a frequentare delle lezioni teoriche sulla storia sociale e linguistica della can-zone italiana, sul documento storico in una prospettiva glottodidattica e sull'italianodella canzone d'autore - tenuti da docenti delle Università di Cagliari, Bari, Genova eCa' Foscari di Venezia-, ci sono stati dei laboratori in cui abbiamo lavorato come si faalla Dante di Ramos.

Mi è piaciuto tantissimo il laboratorio di-dattico del professore Fabio Caon “La can-zone tra lingua, cultura e creatività” perchéfa quello che facciamo noi, cioè creare deivideo, fa cantare i ragazzi, crea delle atti-vità ludiche, e lavora con gruppi multilin-gue… Mi ha fatto ricordare il laboratoriodi musica dell'anno scorso.

Infine, due insegnanti di ALMA Edizionihanno presentato i libri Domani e Magari.Sì! Proprio i libri che noi usiamo alla Dantedi Ramos e che i docenti italiani non cono-scevano!

Questa è stata un’altra esperienza che nondimenticherò mai. Italiano e musica, mu-sica e italiano, sono secondo me un insiemeche va approfittato per aiutare gli studentia imparare la lingua del Dante.

Monica Paese

D