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“DIRETTIVE IPPC, SEVESO E REACH” Storoni Vera Jesi - 06 ottobre 2015

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“DIRETTIVE IPPC, SEVESO E REACH”

Storoni Vera

Jesi - 06 ottobre 2015

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Anche se il legislatore ha preferito tenere separate gli adempimenti relativi alle tre normative:

Le direttive IED, REACH e SEVESO presentano

diverse aree di interesse comuni, sia per le parziali finalità poste nei diversi ambiti, sia per gli inevitabili collegamenti e ricadute reciproche che sorgono, per motivi di natura tecnica e operativa.

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OCCORRE:

UNA VISIONE SEMPRE PIU’ «INTEGRATA» DI TUTTI GLI ASPETTI RELATIVI AD UNA

INSTALLAZIONE

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I grandi impianti industriali possono essere soggetti: Alla normativa AIA (dal tipo di attività);

Alla normativa SEVESO (eventuale presenza di sostanze

pericolose e dai loro quantitativi);

Alla normativa REACH -CLP (concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche)

o…. Ricadere contemporaneamente in entrambe normative (AIA-REACH) o in tutte (AIA-REACH-SEVESO)

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La direttiva 2012/18/UE (D.Lgs 105/2015), è entrata in vigore nel giugno 2015, la data non è causale, ma coincide con la definitiva entrata in vigore del Regolamento REACH e CLP che hanno rivoluzionato la classificazione ed etichettatura di sostanze e miscele pericolose.

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Obbligo di applicare il Regolamento

1272/2008 CLP alle miscele (note all’allegato 1: le sostanze e le miscele sono classificate ai sensi del Regolamento n. 1272/20028)

Nuovo Allegato 1 (campo applicazione)

Specificità nazionali art.2 Dlgs.105/2015 (es.

scali merci, terminali ferroviari, attività portuali etc.)

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SITUAZIONE AGGIORNATA NON PRIMA DI UN ANNO (ART.13 C.2 SCADENZA OBBLIGHI NOTIFICA):

In corso analisi comparti specifici: acciaierie, galvaniche etc.

Con la riclassificazione di alcune sostanze è probabile che alcune aziende di soglia inferiore passeranno a quella superiore o viceversa, problema abbastanza importante per le galvaniche ( es: data la classificazione dei composti del nichel).

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I PRINCIPI dell’A.I.A.

a b c d e f

prevenire l’inquinamento applicando le BAT

evitare fenomeni di inquinamento significativi

utilizzare l’energia in modo efficace

evitare la produzione di rifiuti

prevenire gli incidenti

ripristino ambientale

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I criteri di valutazione

odori

vibrazioni

radiazioni

campi magnetici

impiego di tecniche a scarsa produzione di rifiuti

impiego di sostanze meno pericolose

recupero e riciclo delle sostanze emesse e dei rifiuti

adozione di processi e sistemi sperimentati con successo

progressi in campo tecnico

natura, effetti e volume delle emissioni

età degli impianti

tempo necessario per adeguarsi alle BAT

consumo delle materie prime

efficienza energetica

riduzione dell’impatto globale sull’ambiente

prevenzione dei rischi

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I criteri di valutazione

Criteri predisposti dall’Autorità competente

quantità e qualità

qualità del rifiuto

attività di recupero dei rifiuti

fasi di rischio

tossicità

pericolosità

percentuale di rifiuti prodotti

effetti secondari della riduzione

recupero

capacità del corpo ricettore

fonte di approvvigionamento

consumi di acqua

Materie prime

Cicli produttivi

Gestione dei rifiuti

Energia

Inquinamento dell’aria

Inquinamento dell’acqua

Inquinamento sonoro

Trasporti

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La differenza sostanziale tra le due discipline:

Disciplina Seveso: indipendentemente dall’attività svolta (a meno di particolari eccezioni) si rivolge agli stabilimenti che detengono sostanze pericolose che determinano la probabilità che si verifichi un evento incidentale di grande entità.

Disciplina IPPC: indipendentemente dalla sostanza detenuta (a meno di particolari eccezioni) si rivolge agli impianti in cui venga svolta un’attività rientrante in un determinato allegato, per la prevenzione e riduzione dell’inquinamento.

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L’AIA contiene espliciti richiamo agli incidenti:

All XI alla parte seconda del D.Lgs 152/2006 «necessità di prevenire e ridurre al minimo l’impatto ambientale sull’ambiente e sui rischi»;

«necessità di prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze»

(Art. 29 – sexies, comma 7) « L’AIA contiene le misure relative alle condizioni diverse da quelle di normale esercizio, in particolare per le fasi di avvio e di arresto dell’impianto, per le emissioni fuggitive, per i malfunzionamenti …»

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(Art. 29 – sexies, comma 8) «Per le installazioni assoggettate al decreto legislativo del 17 agosto 1999, n. 334, l‘ Autorità competente ai sensi di tale decreto trasmette all‘Autorità competente per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale le più recenti valutazioni assunte e i provvedimenti adottati, alle cui prescrizioni ai fini della sicurezza e della prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti, citate nella autorizzazione, sono armonizzate le condizioni dell'autorizzazione integrata ambientale.»

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( Art. 29 –undecies -incidenti e imprevisti)

1. Fatta salva la disciplina relativa alla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, in caso di incidenti o eventi imprevisti che incidano in modo significativo sull'ambiente, il gestore informa immediatamente l'autorità competente e l'ente responsabile degli accertamenti di cui all'articolo 29-decies, comma 3, e adotta immediatamente le misure per limitare le conseguenze ambientali e a prevenire ulteriori eventuali incidenti o eventi imprevisti, informandone l'autorita' competente. 2. In esito alle informative di cui al comma 1, l'autorita' competente può diffidare il gestore affinché' adotti ogni misura complementare appropriata che l'autorita' stessa, anche su proposta dell'ente responsabile degli accertamenti o delle amministrazioni competenti in materia ambientale territorialmente competenti, ritenga necessaria per limitare le conseguenze ambientali e prevenire ulteriori eventuali incidenti o imprevisti. La mancata adozione di tali misure complementari da parte del gestore nei tempi stabiliti dall‘ autorità competente è sanzionata ai sensi dell'articolo 29-quattuordecies, commi 1 o 2. 3. L'autorizzazione può meglio specificare tempi, modalità e destinatari delle informative di cui al comma 1, fermo restando il termine massimo di otto ore, di cui all'articolo 271, comma 14, nel caso in cui un guasto non permetta di garantire il rispetto dei valori limite di emissione in aria.)

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(Art. 29 –decies, comma 3 c) «…l'autorità' competente, avvalendosi delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente, accertano…

c) che il gestore abbia ottemperato ai propri obblighi di comunicazione e in particolare che abbia informato l‘ Autorità Competente regolarmente e, in caso di inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente, tempestivamente dei risultati della sorveglianza delle emissioni del proprio impianto. «

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(Art. 29 –decies, comma 11-bis ) «…Le attività ispettive in sito di cui all'articolo 29-sexies, comma 6-ter, e di cui al comma 4 sono definite in un piano

d'ispezione ambientale a livello regionale…e caratterizzato dai seguenti elementi..

f) se necessario, le disposizioni riguardanti la cooperazione tra le varie autorità d'ispezione.

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(CONSIDERANDO 26) «..Ove possibile, è opportuno coordinare le ispezioni con quelle previste ai sensi di altre normative dell'Unione, tra cui, se del caso, la direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, relativa alle emissioni industriali..»

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11‐ter IED : «Il periodo tra due visite in loco non supera un anno per le installazioni che presentano i rischi più elevati, tre anni per le installazioni che presentano i rischi meno elevati, sei mesi per installazioni per le quali la precedente ispezione ha evidenziato una grave inosservanza delle condizioni di autorizzazione. Tale periodo è determinato, tenendo conto delle procedure di cui al comma 11‐bis, lettera d), sulla base di una valutazione sistematica effettuata dalla Regione o dalla Provincia autonoma sui rischi ambientali delle installazioni interessate, che considera almeno ..»(ELENCO CRITERI)

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[27(4) rir] Sulla base del piano di ispezioni di cui al comma 3 il Ministero dell’interno, avvalendosi del CTR, e la Regione, avvalendosi eventualmente dell’organismo allo scopo incaricato, predispongono ogni anno, per quanto di rispettiva competenza, i programmi delle ispezioni ordinarie per tutti gli stabilimenti, comprendenti l’indicazione della frequenza delle visite in loco per le varie tipologie di stabilimenti. L’intervallo tra due visite consecutive in loco è stabilito in base alla Valutazione sistematica dei pericoli di incidente rilevante relativi agli stabilimenti interessati; nel caso in cui tale valutazione non sia stata effettuata, l’intervallo tra due visite consecutive in loco non è comunque superiore ad un anno per gli stabilimenti di soglia superiore e a tre anni per gli stabilimenti di soglia inferiore. (CRITERI ALL H)

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DGR 983/2014

Art. 7. «di disporre l’avvio alle attività relative al Piano di Ispezioni Regionale di cui al D. Lgs. 152/2006 come modificato dal D. Lgs. 46/2014, art 29-decies, comma 11-bis, anche con la sperimentazione dei controlli integrati AIA/VIA/Seveso (D. Lgs. 46/2014, art. 29-sexies, comma 6-ter) per le installazioni Interessate»;

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Notifica (di cui all’art. 13 del D.Lgs 105): (informazioni di carattere

identificativo e anagrafico, nonché per l’individuazione delle lavorazioni e degli impianti inclusi in una installazione);

Il documento RIR per il controllo della urbanizzazione: (può

essere di interesse per visualizzare il rapporto tra l’installazione e il territorio);

I Piani di emergenza interni (di cui all’art. 20 del D.Lgs 105 ): (possono essere una fonte di informazioni per eventi prevedibili che potrebbero avere un ruolo determinante nel causare un incidente e le misure da adottare per far fronte a tali situazione)

I Piani di emergenza esterni (di cui all’art. 21 del D.Lgs 105): (possono essere una fonte di informazione su alcune realtà territoriali puntuali e di area);

Il rapporto di sicurezza (di cui all’art. 15 del D.Lgs 105) e l’assetto del territorio: costituiscono le fonti di informazioni tecniche ed analitiche costituenti il quadro analitico di dettaglio della realtà in esame.

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I pareri tecnici conclusivi, i rapporti conclusivi delle ispezioni (costituiscono una fonte diretta da cui trarre le prescrizioni

adottate dalle Autorità Competenti)

Tali prescrizioni, per gli impianti IPPC assoggettati alla normativa SEVESO devono essere armonizzate con quelle dell’AIA.

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Valutazione sistematica del rischio in AIA

DI COSA PARLEREMO:

ART. 29 DECIES, 11-ter del D.Lgs. 152/2006 e SMI

«Il periodo tra due visite in loco non supera un anno per le installazioni che presentano i rischi piu' elevati, tre anni per le installazioni che presentano i rischi meno elevati,

sei mesi per le installazioni per le quali la precedente ispezione ha evidenziato una grave inosservanza…… sulla base di una valutazione sistematica effettuata dalla Regione o dalla Provincia autonoma sui rischi ambientali delle installazioni interessate, che considera almeno: ….»

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Valutazione sistematica del rischio in AIA

INOLTRE, INTRODUCE IN MODO ESPLICITO IL TEMA DELLA ANALISI

DI RISCHIO NEL CAMPO DEI

CONTROLLI

LA VISIONE E LE ESPERIENZE CHE

NE DERIVERANNO SARANNO

FONDAMENTALI PER LA GESTIONE DELLE RISORSE IN TUTTI I

CAMPI DEL CONTROLLO

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Direttiva IED e sua trasposizione nel D.Lgs 46

E’ necessario DECIDERE A QUALE FREQUENZA DI CONTROLLO ASSOGGETTARE OGNI AZIENDA (la frequenza può variare tra 1/y e 1/3y), CHE CONTROLLI FARE, CON CHE INTENSITA’, sulla base del rischio stimato per ognuna delle installazioni. Tutto ciò SULLA BASE DI PRINCIPI ESPLICITI ED OMOGENEI

Per decidere le frequenze di controllo dovrà essere effettuata

una ANALISI DI RISCHIO.

Su quali basi?

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ANALISI DI RISCHIO (art. 29-decies D. Lgs 152/06)

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Novità sul Campo di Applicazione

STIMARE IL RISCHIO IMPLICA L’USO DI:

•INFORMAZIONI

•UN SISTEMA VALORIALE

•UNA STRUTTURA LOGICA

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Un modello multicriterio

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ALGORITMO SSPC

IMPATTO REALE: Considerando le reali emissioni

Emissioni in atmosfera: dati da EPRTR Scarichi idrici: dati da EPRTR Produzione rifiuti: dati da EPRTR ....

IMPATTI REALE: Considerando la localizzazione dell’azienda e la vulnerabilità del

territorio: Qualità dell’aria Qualità delle acque superficiali 8elevato, buono, moderato, scadente, pessimo) Acque sotterranee Aree naturali protette Popolazione domiciliata

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ALGORITMO SSPC

Ogni azienda sarà caratterizzata da un proprio

indice di rischio, compreso, per la Regione

Marche, fra:

0 rischio basso

12 rischio alto

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PIANIFICAZIONE 2015

Vista la complessità del modello, si rende necessario operare per

l’anno 2015, una Pianificazione contenente i requisiti minimi di

valutazione del rischio, adottando in ogni caso, criteri minimi da

parte delle Autorità Competenti tenendo in considerazione

almeno:

impatto potenziale delle installazioni P1;

Impatto reale P2;

Installazioni che non hanno mai ricevuto una

visita ispettiva negli ultimi tre anni P3.

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Impatto Potenziale P1

P1

Rappresenta la complessità della tipologia di impianto.

Ogni azienda AIA ha un codice IPPC/IED principale che le assegnerà

un punteggio principale p.

Ptot1 = p1 + a1

Ptot2 = p2 + a2

p1,p2 è il punteggio associato al codice principale IED (p1) o IPPC

(p2), a1,a2 è il peso da aggiungere qualora vi siano codici secondari

(a1 riferito ai codici IED e a2 riferito ai codici IPPC) associati alla

medesima azienda.

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Punteggio assegnato ai codici IED

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Impatto Reale P2

Decreto della PFVAA n. 8 del 26/01/2012

DGRM n. 983 del 07/08/2014

Allegato E: Report di Conformità dell’installazione sulla base dei seguenti parametri:

- dati degli autocontrolli trasmessi dal gestore

- dati rilevati direttamente nell’ambito del PMC

- dati risultanti dai controlli effettuati (ARPAM)

Ha stabilito : ” i criteri riportati in tali report…serviranno anche per dare indicazioni

all’ARPAM sulle attività ispettive, in quanto come previsto dal D.Lgs 152/06, così

come modificato dal D.Lgs 46/14 in recepimento della direttiva 2010/75/UE, è

necessario definire tali visite in un Piano d’ispezione ambientale a livello regionale”.

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Impatto Reale P2

Elementi da considerare nel Report

Fattore positivo

(valore)

Fattore negativo

(valore)

Soggetto incaricato della valutazione

Adesione a ISO 14000 o EMAS (-2) -

Conformità normativa anche in relazione

ad altre discipline (SEVESO- REACH)

(-1)

-

Assenza/presenza di incidenti e di

fenomeni significativi negli anni

precedenti

-

(+1)

Per gli installazioni nuovi o modifiche

sostanziali, livello degli impatti reali

dell’impianto come riportato nel nullaosta

di VIA

(installazioni i cui monitoraggi risultino

in linea con quanto riportato nel

nullaosta di VIA)

-

(installazioni i cui monitoraggi non

risultino in linea con quanto riportato nel

nullaosta di VIA)

(+ 3)

Conformità degli installazioni alle

prescrizioni dell’AIA corrispondenti

all’utilizzo delle BAT indicati nei Bref e

rispetto dei valori autorizzati

(Installazioni che risultano conformi

all’autorizzazione ed ai valori indicati

nelle BAT con adeguati margini di

sicurezza)

-

Installazioni con prestazioni che non

dimostrino affidabilità nel rispetto dei

valori autorizzati e nell’allineamento ai

valori indicati nelle BAT

(+5)

Diffide emesse dall’AC negli anni

precedenti - (+3)

Inserimento dell’installazione in un

contesto molto degradato o

particolarmente sensibile - (+2)

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Impatto Reale P3

Le installazioni esistenti che

all’approvazione della presente

delibera non hanno mai ricevuto

una visita ispettiva programmata

negli ultimi tre anni hanno un

punteggio addizionale di 5.

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RISK

Risk= Il punteggio totale che sarà dato dalla somma

di P1+P2+P3 rappresenterà un punteggio

convenzionale proporzionale al rischio e

permetterà la costituzione di una graduatoria di

rischio per le diverse installazioni.

Risk basso = < 7

Risk medio (7-12)

Risk alto >12

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Project Team: G. Holzgraefe, Parvoleta Angelova, Vera Storoni, Eva Haug, Marcel Taal, Monique Pillet.

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Obiettivi del lavoro IMPEL:

individuazione delle interazioni tra il regolamento

REACH e la direttiva IED

Quali informazioni necessarie per il rispetto del

regolamento REACH possono essere utilizzate per il rilascio

delle autorizzazioni IPPC e le relative visite ispettive

ordinarie?

Quali informazioni richieste per l’ottenimento

dell’autorizzazione e le visite ispettive IPPC possono essere

utilizzate per gli scopi del regolamento REACH?

Come tutte queste informazioni possono essere utilizzate in

maniera ottimale nell’ottica di una vera semplificazione

amministrativa?

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ART. 3

(18) ‘hazardous substances’

means substances or mixtures as defined in Article 3

of Regulation (EC) No 1272/2008 of the European

Parliament and of the Council of 16 December 2008

on classification, labelling and packaging of

substances and mixtures

“sostanze pericolose” : si rimanda a quanto previsto dal Regolamento UE 1272/2008 (CLP)

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Sebbene REACH e lo IED hanno diverse

finalità e modi diversi di azione , si riconosce

che vi è un chiaro «interlink» nell'utilizzo dei

dati tra le due legislazioni .

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Obiettivi del lavoro IMPEL: individuazione delle interazioni tra il regolamento REACH e la

direttiva IED

IED ref. Obligation Information source in Reach

Art. 11 Principi generali degli obblighi fondamentali del gestore

Opportune misure di prevenzione dell’inquinamento

Scenari di esposizione (SE) per: Identificazione dell’eventuale esposizione; Stima quantitativa dell’esposizione; Identificazione del rischio e le misure di

gestione del rischio (RMM) per raggiungere un adeguato controllo de l rischio stesso.

Applicazione delle BAT

ES: è necessario identificare le RMM richieste per raggiungere un adeguato controllo del rischio (vedi anche i 10 criteri di cui all’ All. III della IED).

Riduzione produzione rifiuti e loro impatto sull’ambiente

Contenuti scheda di sicurezza: sez. 13

(osservazioni sullo smaltimento).

Prevenzione degli incidenti

Contenuti scheda di sicurezza: se. 2 e 7 (informazione sugli ingredienti e manipolazione e immagazzinamento).

Mitigazione degli incidenti

Contenuti scheda di sicurezza: : se. 4,5 e 6 (Interventi di primo soccorso, misure antincendio e provvedimenti in caso di dispersione accidentale)

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IED ref. Obligation Information source in Reach

Art. 12 Domande di autorizzazione

Deve contenere: Descrizione dell’installazione e delle sue attività

Contenuti scheda di sicurezza: ext-SDS Identificazione dei determinanti : le condizioni

operative (OC) e le misure della gestione del rischio (RMM) che contribuiscono a descrivere l’attività.

Delle materie prime e secondarie, delle sostanze

SDS: informazioni sulla classificazione ed etichettatura di pericolosità delle sostanze ECHA: linee guida sulla possibilità di aumentare le conoscenze possedute sugli usi delle sostanze

Relazione di Riferimento SDS: identificazione delle relative sostanze pericolose ES: per identificare il percorso del possibile rilascio (quale sostanza, per quale comparto e che effetto produrrà)

Del tipo e dell’entità delle emissioni e dei loro effetti

SDS: identificazione delle relative sostanze pericolose ES: per identificare il percorso del possibile rilascio (quale sostanza, per quale comparto e che effetto produrrà)

Delle misure previste per controllare le emissioni

SDS: identificazione delle sostanze pericolose per il monitoraggio ES: per identificare il percorso del possibile rilascio (quale sostanza, per quale comparto e che effetto produrrà

Se SEVESO il rispetto di tale normativa

SDS: sezione 15 informazioni sulla regolamentazione (valutazione della sicurezza chimica)

Obiettivi del lavoro IMPEL: individuazione delle interazioni tra il regolamento REACH e la

direttiva IED

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Obiettivi del lavoro IMPEL: individuazione delle interazioni tra il regolamento REACH e la

direttiva IED

IED ref. Obligation Information source in Reach

Art. 13

BAT

Scambio di informazioni sulle prestazioni delle installazioni e delle tecniche in termini di emissioni

ES: sono sviluppati generalmente con un processo iterativo per approssimazioni successive, denominati Tier (tier1, 2 etc)

Identificazione delle BAT RMM includono ogni azione e strumento che è introdotto durante la produzione o l’uso di una sostanza per prevenire e/o controllare/ridurre l’esposizione degli umani e dell’ambiente

BAT: Criteria 2 (uso delle sostanze pericolose)

• Pre-registrazione delle sostanze; registrazione della sostanza ( identificazione, informazioni sul pericolo, condivisione dei dati etc..),

• Candidate list 8elenco delle sostanze estremamente pericolose ..),

• Analisi delle alternative che indichi un’alternativa idonea (Strumento di prevenzione)

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Obiettivi del lavoro IMPEL: individuazione delle interazioni tra il regolamento REACH e la

direttiva IED

IED ref. Obligation Information source in Reach

Art. 20

Sostituzione delle

materie prime

Uno dei principi fondamentali dell’IPPC è intervenire a monte non a valle

Reach: strumento di prevenzione (promuove la progressiva sostituzione delle sostanze più pericolose)

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Obiettivi del lavoro IMPEL: individuazione delle interazioni tra il regolamento REACH e la

direttiva IED

IED ref. Obligation Information source in Reach

Art. 22 Chiusura del sito

Potenziale contaminazione del suolo e delle acque sotterranee Del sito

ext - SDS : L’ identificare delle sostanze pericolose pertinenti è necessario anche per la pianificazione valutazione del sito alla chiusura del sito.

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Obiettivi del lavoro IMPEL: individuazione delle interazioni tra il regolamento REACH e la

direttiva IED

IED ref. Obligation Information source in Reach

Art. 23 Ispezioni

Piano di ispezione

Ispezioni

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Relazione di Riferimento

(Def., art, 5, V-bis)

«informazioni sullo stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, con riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti, necessarie al fine di effettuare un raffronto in termini quantitativi con lo stato al momento della cessazione definitiva delle attività. Tali informazioni riguardano almeno: l’uso attuale e, se possibile, gli usi passati del sito, nonché, se disponibili, le misurazioni effettuate sul suolo e sulle acque sotterranee che ne illustrino lo stato al momento dell’elaborazione della relazione o, in alternativa, relative a nuove misurazioni effettuate sul suolo e sulle acque sotterranee tenendo conto della possibilità di una contaminazione del suolo e delle acque sotterranee da parte delle sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate dall’installazione interessata. Le informazioni definite in virtù di altra normativa che soddisfano i requisiti di cui alla presente lettera possono essere incluse o allegate alla relazione di riferimento. Nella redazione della relazione di riferimento si terrà conto delle linee guida eventualmente emanate dalla Commissione Europea ai sensi dell’articolo ʺ

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Relazione di Riferimento ( Definizione: sostanze pericolose)

art. 2 punti 7 e 8

Punto 7) sostanza: un elemento chimico e i suoi composti, allo stato

naturale od ottenuti per mezzo di un procedimento di fabbricazione,

compresi gli additivi necessari a mantenerne la stabilità e le impurezze

derivanti dal procedimento utilizzato, ma esclusi i solventi che possono

essere separati senza compromettere la stabilità della sostanza o

modificarne la composizione;

Punto 8) miscela: una miscela o una soluzione composta di due o più

sostanze;

art. 3

Una sostanza o miscela che corrisponde ai criteri relativi ai pericoli fisici,

per la salute o per l'ambiente definiti nelle parti da 2 a 5 dell'allegato I è

considerata pericolosa ed è classificata nelle rispettive classi di pericolo

contemplate in detto allegato.

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Relazione di Riferimento (Quantità?)

Classe Indicazioni di pericolo (regolamento CE n.

1272/2008)

Soglia Kg/anno o dm3/anno

1 (sostanze

cancerogene…)

H350, H350(i), H351, H340, H 341

≥10

2 (sostanze letali,….

H300, H304, H351…. ≥100

3 (sostanze tossiche

per l’uomo..)

H301,H311, H331 ≥1000

4 (sostanze pericolose

per l’uomo…)

H302,H312,H332…. ≥ 10000

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Valutazione dei descrittori di rischio ed omogeneizzazione a scala nazionale

Obiettivo: Selezione ed ottimazione del bagaglio delle informazioni che devono essere fornite dalle aziende per la programmazione delle attività di controllo

Outcome: Trasparenza, semplificazione del rapporto con le imprese; omogeneizzazione delle stime del rischio su scala nazionale

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Estensione dell’utilizzazione dei sistemi di analisi di rischio nei campi

Dove: aziende RIR, aziende AUA, Attività agricole (legame con WFD, Direttiva Nitrati, CAP)

Come: definizione di criteri di rischio « ad hoc», definizione di sistemi per l’analisi di rischio dedicati e specializzati

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CONCLUSIONI:

Il fattore comune domai:

Confrontabilità

Omogeneità di approccio

Criteri per la gestione efficace delle risorse

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CONCLUSIONI:

STRUMENTI DI SEMPLIFICAZIONE

COORDINAMENTO per l’uniforme applicazione sul

territorio nazionale [ART.11];

TAVOLI DI CONFRONTO con le diverse Autorità

Competenti;

TAVOLI DI CONFRONTO regionali, interregionali con

associazioni di categoria, comparti industriali;

PIANIFICAZIONE ISPEZIONI SULLA BASE DEI RISCHI;

COODINAMENTO CON PIANIFICAZIONE ISPEZIONI AIA;

REVISIONE NRMATIVA REGIONALE CON NUOVA

MODULISTICA AIA;

DEFINIZIONE TARIFFARIO REGIONALE (MECCANISMI

RIDUZIONE TARIFFA)

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Grazie per l’attenzione!

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