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STORIE SOTTO IL BAOBAB Un progetto per la costituzione di un gruppo di mamme narratrici “Signori bambini, se fossi in voi la prima cosa che chiederei alla maestra entrando in classe la mattina sarebbe: 'Maestra per favore, raccontaci una storia! Non c'è modo migliore per cominciare una giornata di lavoro. E al termine della giornata l'ultima piccola cosa che chiederei all'adulto che mi sta accanto sarebbe: 'Per favore raccontami una storia'. Non c'è modo migliore per scivolare fra le pieghe della notte...” (Daniel Pennac) QUADRO DI RIFERIMENTO E MOTIVAZIONI Il Plesso dell’infanzia Ercolani, accoglie da alcuni anni un grosso numero di bambini e genitori provenienti da altri paesi; in quasi tutte le 6 sezioni,

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STORIE SOTTO IL BAOBAB

Un progetto per la costituzione di un gruppo di mamme narratrici

“Signori bambini, se fossi in voi la prima cosa che chiederei alla maestra

entrando in classe la mattina sarebbe: 'Maestra per favore, raccontaci

una storia! Non c'è modo migliore per cominciare una giornata di

lavoro. E al termine della giornata l'ultima piccola cosa che

chiederei all'adulto che mi sta accanto sarebbe: 'Per favore raccontami

una storia'. Non c'è modo migliore per scivolare fra le pieghe della notte...”(Daniel Pennac)

QUADRO DI RIFERIMENTO E MOTIVAZIONI

Il Plesso dell’infanzia Ercolani, accoglie da alcuni anni un grosso numero di bambini e genitori provenienti da altri paesi; in quasi tutte le 6 sezioni, costituite da 25 bambini per classe, circa 1/4 dei bambini appartengono a famiglie con almeno un genitore straniero. La nostra scuola, anche per la sua collocazione territoriale vicina al centro del paese e quindi facilmente raggiungibile a piedi, viene preferita da molte famiglie che hanno un solo mezzo di trasporto; in genere sono le madri che accompagnano i bambini di

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questa età a scuola e spesso sono sprovviste di patente. In relazione a questo incremento significativo della presenza dei bambini stranieri e delle loro famiglie, le insegnanti hanno sentito la necessità di avviare alcuni progetti interculturali nell’ottica di una conoscenza e di uno scambio reciproco e per la valorizzazione di altre culture e lingue di cui i nostri bambini e le loro famiglie sono portatori. La scuola dell’Infanzia rappresenta spesso il primo contatto con una istituzione esterna alla famiglia e per molti bambini, anche se nati in Italia, è il primo luogo d’incontro di coetanei e di altri adulti che peraltro parlano una lingua a loro sconosciuta. A fianco del necessario impegno per una corretta acquisizione della lingua italiana da parte dei bambini, le insegnanti segnalano la necessità di valorizzare il plurilinguismo dei bambini, considerando la lingua, in questa fascia d’età in modo particolare, una caratteristica peculiare dell’identità del bambino. In relazione a queste premesse si è realizzato un progetto dal titolo “Storie sotto il baobab” come momento di conoscenza e riflessione su pluralità e differenze culturali e linguistiche.

CONTENUTO, FINALITA’ E OBIETTIVI GENERALI

Il progetto aveva l’obiettivo di costituire un piccolo gruppo di mamme italiane e straniere che diventassero narratrici di fiabe o storie per i bambini del plesso previlegiando le figure femminili in quanto, nella fascia d’età dei bambini della scuola dell’infanzia, sono le mamme che sono più coinvolte nel progetto di cura: sono loro che “consegnano” alle insegnanti, anch’esse donne, i loro bambini perché inizino, per la prima volta senza di loro, a muovere i loro passi in una scuola e, a volte, in una società “altra” rispetto alla loro storia personale. Si è scelta come oggetto la fiaba in quanto è un genere narrativo universale presente nella tradizione orale di ogni popolo, capace di mostrare al tempo stesso le specificità e le differenze che connotano i diversi gruppi e le molteplici analogie che accomunano le infanzie e le tappe della vita dei grandi e dei piccoli; la fiaba viaggia attraverso le frontiere dello spazio e del tempo e uno stesso personaggio può assumere un nome, modi di vestire, mangiare, abitare… differenti da paese a paese, pur mantenendo caratteristiche di fondo comuni. Inoltre ascoltare e raccontare storie è un evento cruciale, è un dialogo empatico che si colloca nei gesti dell’amore e della cura; crediamo che la narrazione lasci sempre un segno che modifica profondamente, sia chi narra, sia chi accoglie i racconti. In situazione di migrazione, la narrazione può assumere ancor di più un valore di ricomposizione, dal momento che contribuisce ad arginare almeno un po’ il rischio di “vuoto narrativo” e di frattura nella propria storia, che spesso accompagna il viaggio dei bambini e dei loro genitori. Chiedere alle mamme di ricordare, di raccontare o di leggere a tutti i bambini della nostra scuola una fiaba del loro paese ha un duplice significato: di arricchimento del mondo immaginario di tutti e di attenzione particolare al mondo dell’infanzia immigrata. I testi sono stati presentati nelle due lingue, l’italiano e la lingua d’origine e per ognuno di esse, le mamme hanno scelto una presentazione in grado di coinvolgere i piccoli spettatori e di evocare ambienti e scenografie sconosciute.

OBIETTIVI SPECIFICI

Il progetto si è posto diversi obiettivi specifici che sono stati condivisi con il gruppo delle mamme: - sviluppare l’approccio interculturale sia sul piano cognitivo, proponendo saperi , informazioni e conoscenze, sia sul piano affettivo modificando le rappresentazioni dell’altro e le relazioni con chi viene da lontano- conoscere e riconoscere altri contesti e modi di vivere e altre “culture d’infanzia”- rintracciare attraverso le storie, analogie e differenze, comunanze e specificità- valorizzare alfabeti e lingue diverse e sostenere il bilinguismo dei nostri bambini - promuovere scambio e dialogo tra genitori di culture diverse- confermare, agli occhi dei bambini, la scuola dell’infanzia come luogo di relazioni positive tra gli adulti significativi

METODI E PERCORSO Gli incontri si sono svolti da novembre a maggio e hanno visto la partecipazione continuativa di circa 16 mamme; si sono tenuti nel salone di una sezione del plesso Ercolani. Nella stessa sezione si è predisposto un luogo per la lettura e l‘animazione di storie rivolto ai bambini e condotto da alcune sorelle maggiori; questo servizio ha facilitato la presenza di alcune mamme sprovviste di reti parentali a cui lasciare in consegna i bambini. Il percorso è stato diviso in due fasi; nella prima fase gli incontri hanno avuto diversi obiettivi, fra cui :- conoscersi (attraverso giochi di presentazione reciproca);

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- illustrare il progetto e condividerlo con le partecipanti; - proporre alcuni stimoli sulla figura del narratore di storie o favole nelle varie culture; - individuare un simbolo (l’albero di baobab) come luogo metaforico per il racconto delle nostre storie; - indagare il racconto delle favole nella propria esperienza personale; - rafforzare l’identità del gruppo attraverso una storia collettiva; individuare modalità di narrazione a partire dalle nostre esperienze di narratrici; - definire piccoli gruppi di lavoro (2 o 3 mamme) costituiti da mamme italiane e straniere per individuare e scegliere le storie da narrare;- acquisire e confrontarci su varie tecniche di narrazione con una amica esperta di narrazione per bambini.

Nel gruppo si è creato un buon clima e relazioni amicali che hanno costituito, anche al di là dei contenuti specifici del progetto, un arricchimento complessivo, per tutta la scuola. In questa fase il gruppo è stato coordinato dalle due insegnanti curatrici del progetto che hanno preparato gli incontri e le attività; è sempre stata presente anche una collaboratrice; le mamme che hanno partecipato al progetto hanno bambini inseriti in tuttte le sei sezioni della nostra scuola. Questi dati sottolineano come il percorso abbia rappresentato un momento di forte condivisione di un progetto educativo comune tra insegnanti, collaboratrici e mamme della nostra scuola.

Nella seconda fase, costituita dalla preparazione dei materiali per la narrazione, le insegnanti hanno assunto un ruolo solo di facilitazione, lasciando ai gruppi autonomia sia nella scelta delle storie che nelle tecniche di realizzazione. Le storie individuate sono 11, realizzate da 5 gruppi di mamme che hanno scelto fiabe tradizionali, storie tratte da libri bilingue, storie inventate o leggende; ognuna ha portato al gruppo ciò che riteneva significativo per la propria storia personale; le lingue utilizzate per le narrazioni sono state oltre all’italiano, il rumeno, l’albanese, lo spagnolo, l’arabo.

“DIVENTERÒ UNA MAGA. CESELLERÒ PAROLE CHE DANNO CORPO AI SOGNI

RENDERANNO VANE LE FRONTIERE.” Fatima Mernissi

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Il calendario prevedeva che ogni gruppo raccontasse nelle sezioni di appartenenza dei propri bambini, ma spesso oltre alle due o tre letture programmate per ogni gruppo, è successo che le mamme o qualche insegnante proponessero di raccontare anche in un’altra sezione e … così per un mese e mezzo tutta la scuola è stata coinvolta in una continua “narrazione itinerante”… .. Sono stati i bambini a spostarsi dalla propria sezione per compiere un piccolo viaggio simbolico che li ha portati lontano e vicini a casa nello stesso tempo.. le lingue dei compagni di sezione e la propria lingua li hanno condotti a conoscere personaggi, ambienti e storie note o sconosciute; i visi, le emozioni e l’entusiasmo delle mamme li hanno accompagnati nel percorso. La sezione E ha messo a disposizione il proprio salone, così che il luogo delle narrazioni è stato vissuto come un luogo carico di significati e di sorprese dove è stato possibile, ad esempio nella narrazione di Giufà, togliersi le scarpe e camminare nella sabbia dietro al protagonista e a sua moglie per dirigersi al mercato..I piccoli gruppi di mamme ( in genere composti da 3 mamme di cui una straniera e due italiane ) hanno realizzato in modo molto originale le loro storie; ognuna di loro ha portato un racconto o un’idea e poi il piccolo gruppo ha pensato a come realizzarla ..il prodotto finale è stata un’unica narrazione a volte composta da una, due o anche tre storie; le mamme sono andate ben oltre quello che noi pensavamo un progetto ambizioso: ci sembrava che fare gruppo tra mamme che quasi sempre non si conoscevano se non per essersi incontrate davanti alla scuola, e condividere un lavoro finale che prevedeva comunque il racconto in almeno due lingue, fosse già un’impresa difficile ma i risultati ci hanno stupite..non sono solo si sono create tra loro relazioni forti e amicali ma anche le loro narrazioni sono state delle piccole testimonianze di come l’incontro con l’altra abbia modificato e cambiato il proprio punto di vista fino a produrre un prodotto nuovo che non è la somma di ciò che ognuna ha portato, ma bensì qualcosa di unico e originale…nelle narrazioni le lingue non sono state solo traduzioni in un codice linguistico diverso, ma si sono intrecciate, alternate in un gioco continuo di suoni che ha avvolto i bambini….e così mentre Liliana leggeva lentamente in rumeno la fiaba di Mamma capra e i suoi tre capretti, Lucia e Claudia con i pupazzi in mano li facevano dialogare in italiano; Franca sfogliava le pagine del grande libro “El gato con botas” mentre Daniela e Jasmin leggevano la storia in spagnolo; la leggenda dell’Albania raccontataci da Arta in albanese era accompagnata dal grande plastico dell’Albania realizzato da Francesca e Tania e la storia di Tania di “Dottor lupo”, proiettata con grandi immagini sul muro, è stata accompagnata dai nomi in albanese degli animali pronunciati da Arta e ripetuti dai bambini.. e così per le storie in arabo dove la letture di Najet e Karima sono state arricchite dai gesti delle drammatizzazioni delle altre mamme. La mucca Paolona, portata da Cora è stata letta in italiano anche da Karima mentre Stefania, come una vera attrice incantava i bambini con movimenti e facce buffe. Elena ci ha regalato una storia di amicizia che ha scritto qualche anno fa per il suo primo bambino … e Francesca con la sua storia “Il bambino di colore” ci ha fatto “giocare” mostrandoci come il concetto di identità sia situazionale e contestuale…

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VALUTAZIONE

Mentre scriviamo l’esperienza si sta ancora svolgendo :.. le letture in biblioteca .. una lettura da recuperare spostata per una “varicella”...; siamo ancora immersi nella fase di attuazione ma il lavoro di valutazione è iniziato con le altre insegnanti del plesso che sono state invitate a segnalare luci ed ombre dell’esperienza alle insegnanti coordinatrici del progetto. Riportiamo alcune loro considerazioni :

“I bambini sono stati molto entusiasti delle letture animate da parte delle mamme perchè sono stati coinvolti in prima persona con giochi, domande e interazioni fisiche; inoltre erano affascinati dall'ascolto di una lingua diversa dalla propria e i bambini della madrelingua parlata si sono riconosciuti nella familiarità della propria lingua.“Anche noi insegnanti siamo rimaste ammirate dalla preparazione e dall'impegno delle mamme che esse avevano nel coinvolgere i bambini attraverso attività mirate e preparate con scrupolo e fantasia quindi non limitate alla sola lettura.E' auspicabile che anche in futuro si possa proseguire nella realizzazione di questo progetto perchè i bambini sono sempre affascinati da tutte le fiabe che vengono loro proposte.”

“Il coinvolgimento che hanno dimostrato le mamme è stato molto commovente. Credo che questo abbia reso l'esperienza felice sia per loro che per i bambini. Le risorse che avevano a disposizione sono state sfruttate al meglio e la fantasia davvero meritevole di un complimento. Da ripetere senz'altro.”“Le mamme narratrici hanno dimostrato una carica partecipativa inaspettata e sorprendente. Buona la scelta dei testi, anche il materiale di supporto si è rivelato particolare, con bellissime figure fatte a mano.”“L'esperienza vissuta dalla sezione in relazione al progetto di lettura è stata molto positiva, qualificante, piacevole e stimolante. Risulta arricchita l'offerta formativa che ha consentito a noi insegnanti di osservare nei bambini dinamiche relazionali con adulti diversi da quelli abituali.”

“Il progetto è stato molto interessante ed ha generato esperienze positive. L'avvicinamento dei bimbi e delle bimbe a lingue diverse dalla propria , è avvenuto in modo molto semplice grazie sopratutto ai semplici giochi con le parole presentati dalle mamme narratrici. Esperienza sicuramente da riproporre”

Oltre a questa valutazione sintetica espressa dalle colleghe, le insegnanti che

hanno svolto il progetto hanno più volte riflettutto, nel corso dell’anno, su diversi aspetti; ne sono scaturiti diversi adattamenti in “corso d’opera ..” quali ad esempio prevedere uno spazio, durante il progetto, per i bambini che inizialmente non era stato previsto o spostare l’attenzione dalle fiabe anche su storie quali racconti tratti da libri o leggende. Un quaderno, compilato dalle insegnanti, sotto forma di diario ha accompagnato tutto il percorso; si sono scelti, in relazione al tipo di esperienza proposta, strumenti di valutazione di carattere qualitativo. In quest’anno scolastico, che sta volgendo al termine, sarà difficile riuscire a fare una valutazione anche con le mamme o con gli altri genitori..; siamo però certe che a settembre ci sarà la disponibilità, considerate le relazioni che si sono create, di ragionare piu’ a fondo su diversi aspetti dell’esperienza; il gruppo si è già dato un appuntamento all’inizio del prossimo anno scolastico.

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RICADUTE SULLA DIDATTICA E NON SOLO …

Il progetto ha creato e rafforzato la costituzione di reti sociali tra le mamme italiane e straniere della nostra scuola contribuendo a creare un clima per il superamento di difficoltà culturali o diffidenze reciproche..e favorendo la nascita in alcuni casi di amicizie. Tra le insegnanti ha permesso di sviluppare una riflessione attorno alle tematiche interculturali indirizzando il nostro sguardo anche oltre ai bambini, nella direzione di un confronto con le famiglie; si è sentita l’esigenza di poter avviare una rapporto di comunicazione anche con quelle mamme che, appena arrivate da un altro paese non conoscono la lingua; in particolare ci si è rivolte a un gruppo di mamme pakistane arrivate in questo anno scolastico per realizzare un piccolo laboratorio “Fiori a portata di mano” ; le mamme sono state invitate a riprodurre alcuni disegni realizzati con l’hennè sulle mani delle insegnanti.. i bambini hanno riprodotto i disegni su fogli di carta; l’esperienza è stata un piccolo esempio di “narrazione attraverso il linguaggio corporeo”, là dove il codice linguistico è difficile da utilizzare.

Un’ ulteriore riflessione è scaturita dal fatto che a volte, i bambini appartenenti alla madrelingua utilizzata nelle storie, provassero un certo imbarazzo nell'ascoltare i racconti nella loro lingua d'origine. Quest'osservazione, fatta da alcune insegnanti e dalle mamme lettrici , ci fa riflettere sulla possibilità sia di proseguire il progetto, sia sulla realizzazione di percorsi proposti dalle insegnanti stesse all'interno della programmazione di sezione. Un modo per “tenere il filo” come hanno detto alcune mamme, stabilire legami, valorizzare altri alfabeti, lingue, scritture e sopratutto il bilinguismo dei bambini e dei loro genitori, per citare uno degli obiettivi del progetto. Le mamme hanno realizzato per ogni narrazione un libro per la sezione scritto nelle due lingue: questo strumento ha permesso di conoscere altri alfabeti e, per i più grandi di realizzare metariflessioni con le insegnanti di sezione sul linguaggio scritto.

“La produzione culturale crea 'interazione', per usare un termine suggerito da Gustavo Zagrebelsky, cioè scambio tra persone portatrici di espressioni culturali diverse in una relazione di reciprocità. Il termine interazione, in alternativa a quello di integrazione, nella definizione che ci propone Zagrebelsky, permette alle singole culture di entrare in rapporto per definire se stesse rispetto alle altre ma richiede anche la disponibilità a costruire insieme imparando l'una dall'altra.” Anna Ferrero

DOCUMENTAZIONE

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Nel periodo della narrazione è stato allestita nel corridoio della scuola una piccola mostra fotografica che ritrae le varie fasi di preparazione del lavoro… le spiegazione del progetto sono state scritte nelle lingue usate nelle storie; la mostra ha permesso di condividere con gli altri genitori della scuola una parte del progetto: è stato divertente per i bambini vedere alle pareti non solo le loro foto, come generalmente avviene, ma le foto delle loro mamme da mostrare a compagni e amici. Al termine delle narrazioni, la mostra si è arricchita anche dei prodotti realizzati : pupazzi, libri, scenografie, maschere… Il calendario affisso alla porta della scuola con le date delle narrazioni, riportava i titoli anche nelle lingue utilizzate nel percorso; così come alcune frasi di scrittrici, scelte insieme alle mamme e tradotte in diverse lingue, hanno accompagnato la mostra, immergendo tutta la scuola in un “nuovo linguaggio” che ha contribuito a creare per un po’ di tempo un clima molto vicino al proverbio africano adottato nei nostri primi incontri : “… per crescere un bambino ci vuole un villaggio…”.Le insegnanti hanno realizzato un video che documenta l’intera esperienza che costituisce materiale di documentazione per la nostra Direzione Didattica e allegano alla descrizione dell’esperienza alcuni file realizzati.

COLLABORAZIONI ESTERNE E NUOVE RELAZIONI : il progetto esce dalla scuola

Il piccolo progetto continuerà anche fuori dalla scuola; nel mese di giugno le mamme riproporranno le loro narrazioni nella biblioteca comunale rivolgendosi ad un pubblico esterno composto sia dai bambini che dai loro genitori: pensando a un incontro finale, le insegnanti avevano proposto alla biblioteca comunale, all’interno dei loro progetti di lettura, di “leggere alcune storie per bambini e mamme del gruppo….”; la responsabile della biblioteca ha accolto la richiesta di collaborazione ma ha chiesto alle mamme di essere le protagoniste in prima persona di narrazioni per i bambini stranieri del paese .. ed ecco le mamme inserite nel programma di giugno di letture rivolte al pubblico. Il progetto inoltre ha visto la partecipazione di alcune figure esterne: Katia, che per anni ha gestito la ludoteca di Castel San Pietro ed esperta di tecniche di narrazione, ha partecipato con entusiasmo a un incontro per aiutare le mamme a individuare modi coinvolgenti e tecniche per presentare le storie ai bambini. In primavera nel nostro paese un gruppo di donne italiane e straniere ha iniziato un percorso per la costituzione di un’associazione finalizzata ad attuare progetti di integrazione al femminile; una nostra mamma che fa parte dell’associazione ha condiviso con noi l’esperienza…; all’incontro pubblico di presentazione dell’associazione “Camminando insieme”, diverse di noi erano presenti e hanno contribuito per la preparazione del buffet…

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E IL SEGUITO ….. Le idee per dare continuità al progetto sono molte.. diverse mamme che quest’anno non hanno partecipato all’esperienza hanno offerto la loro collaborazione per il prossimo anno scolastico e le insegnanti sono fermamente convinte che investire energia e entusiasmo in progetti educativi da sviluppare con i genitori costituisca un grande elemento di qualità per tutta la comunità scolastica. Ci piace concludere la descrizione della nostra esperienza con le parole di una giovane scrittrice rumena che sono state scelte e tradotte in varie lingue dal gruppo delle mamme per concludere la nostra mostra fotografica…… le radici sono impronte che aiutano a diventare nuove generose piante in cammino in nuovi mondi..

..e oggi che ho imparato a morire e risuscitare più volte un po’

volevo solo dirti che adesso che amo in una lingua che

non imparai da mia madre, io imparo pian piano a essere pianta,stupendo, generoso modo di essere,

che accoglie ogni giorno un nuovo solesorto al posto di quello di ieri,

e porgere frutti maturati senza violenzaper guadagnarmi così un minuscolo pezzo d’eternità ,

io imparo a essere pianta, e le mie radici sono impronte

che ho lasciato, e che furono lasciate in me, e percorrono i nostri mondi.

Livia Claudia Bazu (Romania) autobiografia

RIFERIMENTI TEORICI E BIBLIOGRAFIA CONSULTATA

Le insegnanti hanno attinto per la realizzazione dell’esperienza, dalla propria esperienza personale e da letture e partecipazioni a eventi di cui riportano un elenco :

Corsi e convegni:

-Corso di formazione “Storie evidenti e storie nascoste: bambini in adozione e affido” 10-03-2011

CdLei (BO)

-Corso di formazione “Funzione della scuola per lo sviluppo di una cittadinanza multiculturale” 06-05-2011

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Centro di iniziativa Culturale (BO)

-XIII Convengo nazionale dei centri Interculturali : Padovsa 2011 “Fare integrazione tra enti locali, scuola e comunità”

-Convegno “Alunni con disabilità figli di migranti” ottobre 2010

Capella Farnese (BO)

-Corso C.O.P.R.I. “Dietro le quinte”

Ottobre 2010 Scuola Primaria Toscanella

-Laboratorio di scrittura e fotografia per donne migranti e italiane

Febbraio 2011 Biblioteca delle Donne (BO)

Testi consultati:

-Robin Dunbar (1998) Dalla nascita del linguaggio alla babele delle lingue.

Edizioni Longanesi

-Graziella Favaro (2002) Come un pesce fuor d'acqua. Il disagio nascosto dei bambini e dei ragazzi immigrati.

Edizioni Guerini e associati

-Anna Ferrero (2008) Giovani di seconda generazione: innovatori non legittimati e poco compresi. Tratto da: Letterature Migranti e identità urbane.

Edizioni Franco Angeli

-Clarissa Pinkola Estés (1993) Donne che corrono coi lupi. Il mito della donna selvaggia

Edizioni Frassinelli