STORIA, NARRAZIONI E IDENTITA’ nel XXI secolo

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STORIA, NARRAZIONI E IDENTITA’ nel XXI secolo Claudia Villani

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STORIA, NARRAZIONI E IDENTITA’ nel XXI secolo

Claudia Villani

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Le origini e l’identità

• La storia ha sempre avuto, fin dalla sua comparsa unafortissima funzione legittimante e identitaria

• La mia storia costruisce la mia identità:costruzione/distruzione di memorie

• Storia scritta dai «vincitori» e riscritta dai «vinti»

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• Tempo ciclico o reversibilità del tempo (induismo) → quale concezione della storia?

Tempo ciclico e tempo lineare

• Tempo lineare sacro: storiografia cristiana e medievale

• Tempo lineare laico Tra il XVI e il XVII secolo si fa strada l’idea di un sistema secolare (laico) attraverso cui leggere il passato occidentale suddiviso nelle tre fasi: antica, medioevale, moderna

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Carta unificata dei grandi Ming è un mappamondo disegnato in Cina durante la dinastia Ming. Si tratta di un dipinto a colori su seta, delle dimensioni di 386 x 456 cm

Cina: Paese del Centro "Zhongguo”, centralità cosmologica, concezione gerarchica e proiezione universale

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LE FILOSOFIE DELLA STORIA →

se a partire da Agostino la storia ha avuto una DIREZIONE, è a partire dal Settecento (Illuminismo) e poi soprattutto con l'Ottocento (positivismo e storicismo) che si sviluppano le filosofie della storia, ossia quella parte della filosofia che si occupa del significato della storia e di un suo possibile fine teleologico. Ci si chiede se esista un disegno, uno scopo, un obiettivo o un principio guida nel processo della storia umana.

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La storia come progresso è una storia universale

L’idea di progresso implica:

-Un legame tra i diversi momenti della storia

- Un legame tra le diverse espressioni della vicenda umana

La storia come “progresso” racchiude l’idea di unitarietà della vicenda umana, esprime cioè una visione UNIVERSALE della storia

Tale visione moderna non fa altro che riprendere elementi già presenti in passato. Pur polemizzando con lo schema teleologico della storia sacra, la concezione illuminista non rinuncia all’idea di un destino comune dell’umanità.

Tale schema resta presente, in forme diverse, in molte concezioni della storia formulate tra Otto e Novecento (Hegel, Marx, Comte..)

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Civiltà europea e le altre civiltà

Se la storia è il progresso della civiltà occidentale, le altre civiltà che posto hanno?

Le differenze tra Europa e altre civiltà sono ricondotte a diversi livelli di sviluppo. Si introduce una gerarchia tra diversi gradi di civiltà.

Ancora non si afferma un’idea di superiorità (morale) dell’Europa, anche se non si riesce a valutare le differenze tra civiltà se non attraverso il concetto di “arretratezza”.

Le civiltà diverse da quella europea sono classificate ad uno stadio di sviluppo diverso nella vicenda del progresso umano

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Questa visione della storia introduce un particolare rapporto tra SPAZIO e TEMPO:

• A diverse culture (Persia, Cina, India, etc..), presenti in luoghi diversi, corrispondono fasi diverse della storia della civiltà umana

• Realtà contemporanee dal punto di vista cronologico non lo sono sul piano storico

• Muoversi nello spazio comporta, perciò, anche spostarsi nel tempo

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Romanticismo e principio di nazionalità

Il Romanticismo, pur continuando a mantenere una visione universale della storia, aggiunge al cosmopolitismo settecentesco, l’idea di nazione.

Il principio di nazionalità è la grande novità che irrompe a seguito della Rivoluzione Francese

Verso le storie “nazionali”

Il manifesto del romanticismo:

Storia radice dell’identità

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Nuove tendenze storiograficheXIX –XX secolo

1. A seguito dell’espansione europea si afferma un’idea della storia come processo unidirezionale, lineare, finalizzato, all’interno del quale l’Europa rappresenta la civiltà culturalmente e materialmente più avanzata

dal cosmopolitismo alla superiorità europea

2. Idealismo , Positivismo, Storicismo, Materialismo storico

3. Professionalizzazione

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• La storia come disciplina: XIX secolo

• Il rapporto con il passato (regime di storicità)

• La «nazionalizzazione» delle altre storie

Storia, Nazione, Modernità

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• La nazione sostituisce il legittimismo dinastico e le dottrine religiose dell’autorità al fine di rispondere alle esigenze del potere politico di trovare nuove forme di legittimazione e di “sacralizzazione”

• Ristrutturazione delle identità individuali e collettive

• Nuova grammatica della politica, della cultura, della storia

• principio regolatore della formazione degli Stati e delle relazioni internazionali

LA MODERNITA’ POLITICA E LA GRAMMATICA DELLA “NAZIONE”

licenza CC BY-NC-SA

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• Guerre mondiali

• Totalitarismi

• Olocausto

• Hiroshima

Progresso?Fede nella scienza?

Primato morale?

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… e la fede nella storia?1. Il corso della storia umana è fortemente influenzato dal sorgere della conoscenza umana.

2. Noi non possiamo predire, mediante metodi razionali o scientifici, lo sviluppo futuro della conoscenza scientifica.

3. Perciò, non possiamo predire il corso futuro della storia umana.

4. Ciò significa che dobbiamo escludere la possibilità di una storia teorica; cioè, di una scienza sociale storica che corrisponda alla fisica teorica. Non vi può essere alcuna teoria scientifica dello sviluppo storico che possa servire di base per la previsione storica.

5. Lo scopo fondamentale dello storicismo è quindi infondato. E lo storicismo crolla.

Karl R. Popper, Miseria dello storicismo, Laterza, Roma - Bari, 1969

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FINE DELL’EUROCENTRISMO?Alle origini della New World History

• Oswald Spengler

• Arnold Toynbee

• La rivoluzione storiografica delle ANNALES

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L’ultima svolta …

• ANNI SETTANTA →• Arretramento storia sociale - Ritorno Soggettivismo

• Ripresa storia politica - No storia totale

• Postmodernismo - Pensiero debole

• Storie degli «esclusi»: genere, etnostoria, ecc.

• LINGUISTIC TURN

• CULTURAL TURN

• APPROCCI POST-COLONIAL

• STORIA GLOBALE COMPARATA :• World System Analysis

• World History

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• CONTRO I MITI • PROGRESSO

• MODERNIZZAZIONE

• RAZIONALIZZAZIONE

• RISCHI: • RELATIVISMO ETICO

• SCETTICISMO ASSOLUTO

Che tipo di storia è finita?

Che la storia NON sia giunta alla fine va da sé. Ma potrebbe essere giunta al termine la storia così com'è stata concepita nel Settecento: un grande processo in direzione del progresso per l'Europa e il Nord America e per il mondo in generale. E con essa sarebbe superato anche il legame tra società e storia, trasmesso anche attraverso delle aspettative generali nei confronti del futuro. Tale legame era stato la risposta alle esperienze di cambiamento a tutto campo. Esperienze che oggi si possono fare in misura ben maggiore senza che il futuro (o il processo che conduce ad esso) , e dunque la storia (comunque la si voglia concepire), suscitino per noi particolare interesse (C. Meier)

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Si aprono nuove piste di ricerca e si rimescolano ambiti disciplinari, a partire dalla consapevolezza che questa seconda età della globalizzazioneconsegna alla cultura e agli intellettuali la sfida di pensare la "mondialità", ovvero la dimensione mondiale come dimensione limite e insieme come orizzonte comune per le storie che l'umanità ha tracciato nel tempo, di cui la tradizione storica costruita dall'Occidente è solo una delle componenti.

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Non passa giorno in cui, anche grazie ai media globali, ognuno di noi non si trovi immerso nel presente dell'umanità, nell'intreccio di avvenimenti e fenomeni che finiscono per coinvolgere nelle loro potenziali conseguenze individui, gruppi, popoli anche assai lontani tra loro. Per non parlare della "nuvola" della finanza globalizzata che ricopre tutto il globo e alimenta la difficile crisi-transizione che viviamo.

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Storia della modernità occidentale come parte di una storia più generale, interpretata ora come storia delle civiltà, dei sistemi-mondo, dell'umanità, delle culture, delle idee, dei rapporti di genere, di gruppi e individui che spesso non sono classificabili entro categorie culturali, sociali, istituzionali "classiche"

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• ABBANDONA LE PRETESE ONNICOMPRENSIVE DELLA TRADIZIONALE STORIA UNIVERSALE DI IMPIANTO FINALISTICO

• ABBANDONA LA RICERCA DI LEGGI UNIVERSALI NEL DIVENIRE STORICO

• ABBANDONA IN LINEA DI PRINCIPIO L’OTTICA EUROCENTRICA

• ANALISI DI PROCESSI DI RILEVANZA GLOBALE

NEW WORLD HISTORY

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GEORGES DUBY 1919-1996Appartengo alla generazione che ha vissuto in prima persona il crollo delle utopie. E non credo che la Storia, in verità, possa avere un senso.

… sono convinto che gli storici non abbiano più, come i loro predecessori del XIX e dell'inizio del XX secolo, grosse lezioni da dare. Essi non hanno più, in quanto storici, delle consegne o dei suggerimenti di azione politica da proporre alla luce del passato.

…Ma resta comunque il fatto che la Storia (almeno a mio avviso) sia una disciplina di primaria importanza, essendo, innanzitutto, una scuola di lucidità.

…La Storia è in grado di insegnarci che anche le crisi più gravi possono essere sempre superate.

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STORIA & MEMORIE

• MEMORIA ORALE

• MEMORIA SCRITTA

• MEMORIA VISIVA E VIRTUALE

• MEMORIA INDIVIDUALE

• MEMORIA COLLETTIVA

• MEMORIA UFFICIALE

• MEMORIA RIMOSSA

• MEMORIA CONDIVISA

• MEMORIE DIVISE O MEMORIA PACIFICATA?

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«Elogio della memoria divisa», Sergio Luzzatto, 2004http://www.deportati.it/static/upl/Se/SergioLuzzatto,Post-antifascismoedelogio.pdf

Nella storia, non tutto è esemplare. Né l'orgoglio patriottico ha mai affrancato nessuno dalle scelte morali: ex militante azionista, Ciampi è il primo a ricordarlo e a saperlo. Qualche anno fa, il presidente della Repubblica si è recato a Cefalonia, a commemorare il martirio degli oltre seimila soldati italiani trucidati dai tedeschi per non essersi arresi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Ha fatto bene, perché la cultura di destra aveva preso l'abitudine di brandire i tragici eventi seguiti all'8 settembre come un argomento utile per svalutare il seguito della storia, cioè la Resistenza. Due anni fa, il presidente della Repubblica si è recato a El Alamein, a commemorare il sacrificio dei tanti soldati italiani caduti nelle terribili battaglie del 1942. Ha fatto male: non già perché i morti, inquanto esseri umani, non vadano tutti pietosamente ricordati, ma perché quei morti italiani - se soldati arruolati - erano vittime individualmente innocenti di una guerra d'aggressione che, laddove vittoriosa, avrebbe significato l'avvento su scala mondiale di una pax hitleriana.

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«La memoria individuale è un'attività di selezione e non di accumulazione passiva del passato. (...) Per questa ragione essa è evidentemente parziale, incompleta, a volte persino contraddittoria, in una parola: è il distillato della soggettività di colui che ricorda. Ne discende quindi che essa sia molto più utile per esplorare il profilo culturale e politico di colui che ricorda e assai meno per risalire a "come sono andate esattamente le cose", ovvero al contenuto fattuale del racconto.

La verità della memoria, in definitiva, non coincide con la verità della storia. Non solo. La memoria può essere anche collettiva, quando è comune ad un intero gruppo sociale. In questo caso, non è sufficiente sommare insieme tanti ricordi individuali, ma occorre una vera e propria esperienza condivisa; essa è frutto di una rielaborazione, risultante di un processo di interazione sociale in grado di sedimentare una sorta di appartenenza collettiva.

RICERCA STORICA E PLURALITA’ DELLE MEMORIE

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In un solo tipo di realtà politica novecentesca la memoria collettiva si presenta all'osservatore superficiale unica e granitica, in quanto viene scolpita negli uffici addetti alla stampa e alla propaganda, per essere poi calata dall'alto con dispositivi di persuasione di massa: i regimi totalitari.

Altra cosa è l'operazione storica, vale a dire la pratica scientifica che mira, attraverso procedure di analisi critica dei documenti e l'uso di categorie concettuali, all'accertamento dei fatti. Questa ha il dovere di comprendere tutte le memorie. (A. Rapini, 2005)

Poiché ogni gruppo sociale (una generazione, una classe ecc.) esperisce il mondo a partire da condizioni di vita specifiche, ne consegue che le memorie collettive siano plurali, variegate, ontologicamente "divise", a volte recisamente conflittuali ..

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• 1989: battaglia sulla costruzione della "memoria collettiva", che rappresenta sempre il risultato di un patto, ridefinito nel tempo, su cosa è importante trasmettere del passato alle generazioni future

• super-mercato della memoria: isituzioni, storici, giornalisti, divulgatori, nuovi media ….• La costruzione della memoria collettiva in Europa:

– Politiche del patrimonio– Canonizzazione liturgica, iper-memoria (è espressione di C. Maier) caratteristica ad esempio

dell'istituzionalizzazione delle Giornate della memoria– PER UNA MEMORIA UNICA EUROPEA: è possibile? (la risoluzione del PE dicembre 2019)

• Intervento dello Stato →memoria collettiva ufficiale pacificata → DERESPONSABILIZZATA• Media → costruzione di una memoria "rassicurativa", capace di parlare all'individuo perché

pervasa di materia "intima, domestica, familiare"

LA BATTAGLIA DELLA MEMORIA (1989 → )ovvero le «politiche della memoria»

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USO POLITICO DELLA STORIAUSO PUBBLICO DELLA STORIA

L'espressione USO PUBBLICO DELLA

STORIA nasce con JürgenHabermas

(1929)

- azione di chi parla di storia in prima persona fuori dalle sedi deputate: • con obiettivi politico-pedagogici espliciti (il consenso) • con finalità ludiche (storia come bene di consumo)

Nicola Galleranointerviene nel dibattito

proponendo una definizione più estensiva e meno pregiudizialmente

negativa

• tutto ciò che viene elaborato e trasmesso fuori dai luoghi deputati alla ricerca scientifica in senso stretto: media;

• arti e letteratura; • scuola; • musei, monumenti, spazi urbani; • istituzioni pubbliche e private; • storici che comunicano attraverso i media; • lavori scientifici di vasto impatto.

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«Narrazioni del passato»

Usi e abusi PUBBLICI DELLA STORIA

Universo della

politicaMedia

Pluralità degli “agenti di

storia”

Ogni soggetto sociale tende a produrre «storia»,

difendendo «una memoria»funzionale ad una visione

del presente

Lo storico professionista non detiene l’esclusiva della

produzione di storia

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competizione, scontro e conflitto tra usi pubblici e

politici del passato

Senso comune sulla storia

Cultura storica

Formazione storica

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UNA DEFINIZIONE DI CULTURA STORICA

• Narrazioni storiche• Performance storiche• Infrastrutture mnemoniche• Concezioni della storia

individuale collettivaCULTURASTORICA

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un tentativo di rappresentare la «cultura storica» oggi

Narrazioni storiche «blu»→Memoria archivio + metodo storico

Narrazioni storiche «viola»→…. PH, Transmediastorytelling

Narrazioni storiche «rosse»→Memorie funzionali

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Storia e Memoria

« Tutta la Storia, diventata disciplina con ambizione scientifica, è stata costruita fino a oggi, a partire dalla memoria, ma contro la memoria, considerata come individuale, psicologica, ingannevole, legata solo alla testimonianza. La Storia era la sfera del collettivo, la memoria quella del particolare.

La Storia era una e la memoria, per definizione, sempre plurale, perché essenzialmente individuale. (…) Gli individui avevano la loro memoria, le collettività la loro Storia»

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L’età della memoria

• rottura tra presente e futuro, tra presente e passato «il futuro era decifrabile attraverso tre figure, le stesse che determinavano il volto del passato. Il futuro era immaginabile come una forma di restaurazione del passato, come una forma di progresso, o come una forma di rivoluzione. Questi tre schemi di comprensione del mondo che permettevano l'organizzazione di una "storia" non sono più applicabili»

• «accelerazione della Storia» il fenomeno più continuo e permanente non è più la permanenza/continuità, ma il cambiamento→ incertezza

• autonomizzazione del presente. «una volta esisteva solidarietà tra passato e futuro, di cui il presente era solo un momento di passaggio, come si diceva. Oggi c'è solidarietà tra presente e memoria»

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… in tempi di crisi ….

Ripensamento delle identità personali, collettive, storiche.

Ricordare è ricostruire, ricreare continuità, miti delle origini, età dell’oro, eroi.

Future pasts: memoria prospettica, progettuale, progressiva.

Memorie regressive.La nazione come nostalgia.Luoghi di memoria.Commemorare.

rottura del rapporto tra Storia, Nazione, Modernità

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OGGI…

• Fame di identità

• Fame di memoria

• Fame di storia

Crisi delle grandi narrazioni collettive (Stato-nazione, ideologie ecc.). Ritorno delle religioni, etnie, ecc.

«fame di storia che tende a rendere presente il passato»

Indagine critica sul passato, sulla specificità che lo distingue dal presente

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Storia o memoria?

Aleida Assman, storica e critica letteraria, ha proposto un altro modo di intendere il rapporto tra storia e memoria, né di contrapposizione né di identificazione:

➢ Storia = «memoria delle memorie o memoria-archivio»

➢Memoria = «memoria funzionale», che parte dal bisogno di identità del presente, è selettiva ed orientata al futuro.

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Storie e memorie nel XXI secolo:

Ri-nazionalizzazione delle narrazioni storiche (accelerata dopo

l’89) → ripresa del paradigma ottocentesco, anche solo come modello; rilancio delle storie “identitarie”

Politiche della memoria → in mancanza di una unificazione

politica , si promuove l’unificazione delle memorie, a scapito della storia e della ricerca storica

Democratizzazione della Storia? → dilatazione degli usi

(abusi) pubblici della storia nella nuova global + digital public sphere

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1. La cultura storica nel suo tempo: MEDIATED MEMORIES e “cultura convergente”

2. Forme della narrazione nell’età dei globital media: la tentazione populista• Mediatisation• Mediation• Media e Transmedia Logic

3. Ridefinizione del passato e declino della Storia• Le ragioni di un declino: di cosa, quando e perché• La necessità della Storia

CULTURA STORICA E MEDIA: UNA RELAZIONE PERICOLOSA?

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Real Life, Virtual life

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DIGITAL ONLINE CULTURE

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CAMBIAMENTI NEI MEDIA → «ESPLOSIONE» FORMAT NARRATIVI

CONVERGENZA TECNOLOGICA → rimescolamento dei confini tra i media

• Convergenza tra reti di telecomunicazione, reti informatiche e reti di informazione grazie al networking digitale e alle nuove tecnologie (fibra ottica, banda larga, satellite, wireless …)

• Saltano i confini tra comunicazione di massa, comunicazione interattiva, comunicazione interpersonale e altre forme di comunicazione

• Mescolamento dei flussi di comunicazione verticali e orizzontali, unidirezionali e interattivi, one-to-many e many-to-many

• Combinazione di tutte le forme di comunicazione in un ipertesto globale, multimodale e multicanale (transmediale)

AUTOCOMUNICAZIONE DI MASSA• autogenerata, autodiretta e autoselezionata• diversifica la produzione e moltiplica i punti di accesso nel processo

comunicativo (ritorno della dimensione “folk”)

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INTERNET: SPAZIO DI TUTTI, DI POCHI, DI ALCUNI? SPAZI “RECINTATI” O SPAZI APERTI?

• la privatizzazione e la commercializzazione di internet è uno degli scopi PRINCIPALI dei gruppi mediatici integrati in reti multimediali globali

Mentre noi eravamo occupati a proteggere la libera frontiera elettronica dall’intrusione del Grande Fratello (il governo), le Grandi Sorelle (gli operatori delle reti maggiori) […] sono divenute responsabili del restringimento del libero spazio virtuale

• TUTTAVIA il sistema della comunicazione digitale globale, pur dipendente da specifiche configurazioni di business, potere, cultura, NON è unidirezionale. Deve fare i conti con un nuovo tipo di audience, attiva (persino creativa), che rimescola la molteplicità di messaggi e codici che riceve con i propri codici e progetti di comunicazione (e quindi reinterpreta attivamente e “negozia” i significati dei messaggi)

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CULTURA CONVERGENTE E TRANSMEDIALE

Processo bottom-up, top-down

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- Dialettica tra interessi corporate/comunità elettive e attive- Il “PIAZZA”, LO SPAZIO PUBBLICO → ancora caratterizzato da garanzie

ampie, protezione del diritto all’assemblea, ecc.- Il “CENTRO COMMERCIALE”, LO SPAZIO PRIVATO → poco spazio per

dissenso- Permanere del ruolo dei media tradizionali e dello Stato Nazionale, ma

profondi cambiamenti

XX secolo: sostituzione della cultura folk con la comunicazione di massa

XXI secolo: il Web ha fatto oltrepassare le mura domestiche alle transazioni tipiche della cultura popolare

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Storytelling: gli elementi in comune di ogni narrazione →

lo storytelling ci consegna una realtà organizzata in percorsi di senso o meglio una realtà che si trasforma secondo percorsi di senso

➢Mutamento e senso➢Trasformazione e significazione

MEDIA LOGIC E STORYTELLING

• Eroe/ Leader/Celebrity = the performer

- Nemico = Antagonista (caccia alle streghe e guerre d’odio)

- Il dramma/conflitto = crisi, minaccia, declino (spettacolarizzati)

• Il “popolo” = the audience (dal citadino al fan) → nuova forma di “visual and emotional literacy”

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MEDIA LOGIC → «stile populista»

1) Drammaturgia di un conflitto binario2) Narrazione di una caduta3) Popolo/Elite4) Politically non correct5) Semplificazione6) Personalizzazione e “affective appeals”

VISIONE “MORALISTICA” DELLA POLITICA

populismo → stile politico:- Leader = the performer- Il popolo = the audience- Media = the Stage

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→ anche la Storia viene investita, come tutte le discipline umanistiche:

- Crisi di legittimazione- Crisi di legittimità- Crisi di significato

• Violazione dei confini (narrazioni progressiste/conservatrici, di sinistra/di destra)

• Trasgressione delle regole di correttezza disciplinare• Provocazioni (demolizione tabù dell’Historically correct)• Popolo contro Elite (corrotta, venduta, ecc.)

VISIONE “MORALISTICA” DELLA STORIA

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• Fine di un certo rapporto tra storia e società

• Fine di un certo approccio alla storia →politiche della memoria

• Therapeutic State• Stato-museo, tour operator • Politica dell’identità• Politica populista• Narrazioni populiste

la scomparsa del futuro come progresso delle grandi collettività, il declino delle Humanities, la cultura dell’incertezza e della paura: fine del pensiero “forte”

INCERTEZZAINSTABILITA’SENZA SOGGETTOSENZA FINALITA’

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Culture of FearValuation of safe spaceMisanthropyNon-judgementalismSafetyUncertainty as a problemRisk aversionWorst-case thinkingDeference to FateVulnerabilityPolicing of uncertainty

confidence towards the FutureValuation of experimentationTrust in human potentialCourage to judgePrudenceUncertainty as opportunityOpenness to risk takingProbabilistic thinkingHuman agencyMoral autonomyOpenness towards the future

Cultura della paura → glorificare il passato,→ processare il passato

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La necessità della storia

• Da una percezione del tempo e del futuro “non storica” →alla coscienza storica

• Dalla glorificazione del passato e dal processo al passato →alla “scienza degli uomini nel tempo”

• Dalle logiche populiste del transmedia storytelling alle capacità critiche e di ragionamento del metodo storico

• Dalle false verità alla verità storica →” tutti i mondi possibili compatibili con le fonti”