Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

53
1 ARCHITETTURA TARDO-GOTICA (1300 circa) L’architettura tardo-gotica corrisponde a un grande momento creativo, l’utilizzo di materiali pregiati rendono lussureggianti i nuovi edifici. Santa Maria della Spina a Pisa è costruita interamente in marmo bianco di Carrara: l’edificio doveva essere molto ricco perché la sua funzione era contenere una spina della corona di Cristo che ha un valore inestimabile. A Salisburgo a metà 1300 viene costruita un chiesa francescana: avviene una svolta ambiziosa perché infatti viene costruito un coro con un deambulatorio molto più alto della parte più antica. Questo coro è coperto da una volta a ragnatela sostenuta da 5 pilastri altissimi. I pilastri sostiene queste piccole vele che formano una stella, sono fuori da ogni tipo di proporzione. In Germania vengono sviluppate facciate molto in altezza: si sviluppa un virtuosismo strutturale che tende a complicare le volte; le membrature infatti si incontrano prima di arrivare al centro e non finiscono su un pilastro ma nel peduccio, ossia si incastrano nel muro. Gli elementi in aggetto sono meramente decorativi. Questo tipo di crociera così complessa può essere più basse ma comunque molto resistenti. Grande elemento fondamentale è il naturalismo: le membrature sono dei “rami”, non avviene un’imitazione della natura ma viene realizzata. A Praga vengono costruite membrature curve, la volta sembra così un bosco. C’è un rifiuto dell’astrattezza architettonica. Ad Amburgo le membrature sono ancora più realistiche: infatti ogni singola membratura supera il punto d’incastro, quasi a sembrare un cespuglio. Tra il 1500 e 1600 avviene uno sviluppo del gotico, gli edifici infatti mantengono le pareti gotiche ma lo sviluppo strutturale interno cambia. A Bath dai pilastri partono dei ventagli mentre a Wells i pilastri sembrano dei funghi: sono strutture che poco hanno a che fare con il gotico precedente o col classico. In Portogallo c’è un eccesso di decorazione: il gotico ormai è superato, infatti non avrebbe mai arricchito strutture vere con strutture false come dei sottarchi. Venezia è ancora oggi tardo gotica per il 90% delle architutture. Ruskin disse: “ un architetto che non va almeno una volta ogni 2 anni a Venezia cambi mestiere”. Palazzo Ducale vanta un vistoso virtuosismo. Si vede un muro pieno sopra e uno svuotamento totale sotto: questo è tipico del gotico veneziano. La parte superiore è in muratura piena oerchè costituisce il salone delle assemblee che doveva contenere numerose persone che partecipavano alla vita politica veneziana. Si entrava dalla porta della Corta, costruita tra il 1435-’40. A Siviglia si verifica un decorativismo d’invenzione, un modo decorativo che verrà poi eliminato da Brunelleschi poiché è una decorazione fine a se stessa che non ha nulla a che fare con

description

Appunti del corso di Storia dell'architettura antica-medioevale del Prof. Patetta POLIMI A.A 2010/11

Transcript of Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

Page 1: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

1

ARCHITETTURA TARDO-GOTICA (1300 circa)

L’architettura tardo-gotica corrisponde a un grande momento creativo, l’utilizzo di materiali

pregiati rendono lussureggianti i nuovi edifici. Santa Maria della Spina a Pisa è costruita

interamente in marmo bianco di Carrara: l’edificio doveva essere molto ricco perché la sua

funzione era contenere una spina della corona di Cristo che ha un valore inestimabile.

A Salisburgo a metà 1300 viene costruita un chiesa francescana: avviene una svolta ambiziosa

perché infatti viene costruito un coro con un deambulatorio molto più alto della parte più antica.

Questo coro è coperto da una volta a ragnatela sostenuta da 5 pilastri altissimi.

I pilastri sostiene queste piccole vele che formano una stella, sono fuori da ogni

tipo di proporzione.

In Germania vengono sviluppate facciate molto in altezza: si sviluppa un

virtuosismo strutturale che tende a complicare le volte; le membrature infatti

si incontrano prima di arrivare al centro e non finiscono su un pilastro ma nel peduccio, ossia si

incastrano nel muro. Gli elementi in aggetto sono meramente decorativi. Questo tipo di crociera

così complessa può essere più basse ma comunque molto resistenti. Grande elemento

fondamentale è il naturalismo: le membrature sono dei “rami”, non avviene

un’imitazione della natura ma viene realizzata. A Praga vengono

costruite membrature curve, la volta sembra così un bosco. C’è un

rifiuto dell’astrattezza architettonica. Ad Amburgo le membrature

sono ancora più realistiche: infatti ogni singola membratura supera il punto

d’incastro, quasi a sembrare un cespuglio.

Tra il 1500 e 1600 avviene uno sviluppo del gotico, gli edifici infatti mantengono

le pareti gotiche ma lo sviluppo strutturale interno cambia. A Bath dai pilastri

partono dei ventagli mentre a Wells i pilastri sembrano dei funghi: sono

strutture che poco hanno a che fare con il gotico precedente o col classico.

In Portogallo c’è un eccesso di decorazione: il gotico ormai è superato, infatti non

avrebbe mai arricchito strutture vere con strutture false come dei sottarchi.

Venezia è ancora oggi tardo gotica per il 90% delle architutture. Ruskin disse: “ un architetto che

non va almeno una volta ogni 2 anni a Venezia cambi mestiere”.

Palazzo Ducale vanta un vistoso virtuosismo. Si vede un muro pieno sopra e uno

svuotamento totale sotto: questo è tipico del gotico veneziano. La parte superiore è in

muratura piena oerchè costituisce il salone delle assemblee che doveva contenere

numerose persone che partecipavano alla vita politica veneziana. Si entrava dalla porta

della Corta, costruita tra il 1435-’40.

A Siviglia si verifica un decorativismo d’invenzione, un modo decorativo che verrà poi eliminato da

Brunelleschi poiché è una decorazione fine a se stessa che non ha nulla a che fare con

Fedi
Highlight
Fedi
Highlight
Fedi
Highlight
Fedi
Highlight
Fedi
Highlight
Fedi
Highlight
formano stelle, boschi, ragnatele
Page 2: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

2

l’architettura: tre finestre di tipologia differente, uno stemma, due figure, un cornice che muta la

forma; possiamo dire quindi che c’è un sovraccaricamento di decorazione.

In questo periodo avviene una grande diffusione dei dialetti, in Italia quindi c’è nu grande caos

linguistico. Il latino può essere considerato lingua dal momento che ha una sua grammatica e una

sua sintassi. Allo stesso modo si verifica questo sconvolgimento nell’arte: al tardogotico

provinciale si oppone la regolarità del mondo classico romano descritto da Vitruvio. Questo nuovo

movimento si ispira sì al classico ma al classico romano che era facile da conoscere. L’architettura

greca rimarrà in ombra fino al 1700 con la fine dell’occupazione turca.

Page 3: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

3

IL RINASCIMENTO

Brunelleschi

Brunelleschi è un rivoluzionario dell’architettura. Nasce nel 1387 e a 23 anni è già noto a Firenze

come orafo. A inizio 1400 è attivo nel cantiere di Santa Maria del Fiore, è sia artista

che ingegnere che inventore, scopre infatti tecniche e marchingegni: inventa il

“Bavalone” ossia un battello che potesse trasportare sull’Arno le merci anche

controvento. Importante è la scoperta e l’applicazione tecnica della prospettiva

architettonica (fatto conteso tra Brunelleschi, Uccello, Masaccio).

La teoria prospettica di Brunelleschi è ben visibile nella “Trinità” di Masaccio (1426):

Masaccio si occupa della pittura e Brunelleschi ha disegnato il telaio architettonico

retrostante. Questa impostazione la ritroviamo poi in una cappella progettata negli

ultimi anni della sua vita, qui però lo scorcio prospettico è vero.

Di grande rilevanza è l’amicizia con Donatello con il quale si reca a Roma più volte per studiare

l’architettura romana, Donatello infatti era interessato alla scultura (bassorilievi e sarcofagi) e alle

volte per riproporlo a Firenze. A Firenze l’architettura classica non era presente perché il mondo

medievale aveva cancellato ogni traccia di classicismo.

Il Rinascimento è un periodo di “rinascita dell’architettura degli antichi” ma anche una rinascita

politico-sociale: c’è un lento tramonto dei comuni (e quindi della democrazia) e l’avvento delle

signorie, dei ducati etc…, si formano così oligarchie. A Firenze la famiglia che detenne il potere

furono i De Medici: all’inizio (fino a Lorenzo) si mantenne una certa prudenza fingendo di

mantenere in un certo qual modo la democrazia; con Lorenzo Firenze si muta definitivamente in

Signoria.

L’Ospedale degli Innocenti

Tra il 1418 e il 1424 viene costruito l’Ospedale degli Innocenti su progetto di

Brunelleschi, ossia un ospedale per i trovatelli. Nel Rinascimento avviene

infatti una svolta civile: vengono costruiti numerosi luoghi di cura (ospedali,

lazzaretti etc..). L’Ospedale degli Innocenti presenta un portico pubblico che è diverso dal portico

medievale che apparteneva ai mercante. L’architettura è classicheggiante, vediamo

infatti una fuga d’archi, finestre tutte uguali con un timpano in mezzaria alla romana

antica. La struttura interna è regolare, non sono state apportate modifiche al disegno

iniziale che era già perfetto con tutti i locali proporzionati. Nei portici dei due cortili

vediamo una fila di colonne corinzie con le esatte proporzioni romani alle quali Brunelleschi

aggiunge un elemento che non è romano che è il pulvino. Viene abbandonata la crociera.

Lo stile di Brunelleschi consiste nel “meno possibile”. Vediamo una parasta

corinzia con un architrave tripartito, una decorazione a “s” tipica dei

Page 4: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

4

sarcofagi romani. Il Rinascimento non copia l’architettura romana ma la rileva: infatti vediamo

numerosi elementi che non appartengono all’architettura romana come il pulvino e l’archivolto.

L’incrocio fra due archivolti forma un triangolo che viene risolto con l’apposizione di un elemento

decorativo circolare.

Nella facciata dell’annunziata non c’è più quasi nulla di romano. La colonna è molto esile, è

presente l’archivolto e il pulvino. La chiesa di Santa Croce segue la tradizione.

San Lorenzo

San Lorenzo (commissionata da Cosimo De Medici) prende come modello Santa Croce. Vengono

poste cappelle intorno all’altare e la navata centrale è coperta a capriate lignee

perché è molto sviluppata in altezza. Nel 1428 Cosimo chiede la costruzione di una

cappella funeraria per Giovanni De Medici che diventerà poi la Sagrestia Vecchia. E’

sorretta da colonne sempre più alte e non pilastri, è presente una fuga d’archi, il

muro è molto alto per poterci mettere le finestre, tipico del gotico italiano. Il

pavimento è modulare. Le finestre sono simili a quelle di Santa Maria Novella e Santa Croce. Il

pilastro alla fine della fuga d’archi regge il pennacchio.

Sagrestia Vecchia

La Sagrestia Vecchia è composta da un grande spazio quadrato svuotato. Il cubo è coperto da una

semisfera . Al corpo principale è annesso un vano più piccolo, la scarsella. La cupola a creste vele è

un’invenzione del Brunelleschi ingegnere: alterna delle membrature a delle voltine. Le vele sono

state affrescate a posteriori.

Brunelleschi migliora con l’andare avanti nel tempo perché corregge gli errori delle sue

architetture passate.

Santo Spirito

San Lorenzo viene iniziata nel 1419 e finita intorno agli anni ’30. La chiesa di Santo Spirito invece è

un’opera più sfortunata perché a causa di una guerra non viene ultimata negli anni stabiliti: il

cantiere iniziato infatti negli anni ’30 si ferma e riprenderà solo negli anni ’40; Brunelleschi muore

nel 1446 non riuscendo così a veder concluso quello che lui considerava il perfezionamento di San

Lorenzo. San Lorenzo infatti contiene un’anomalia: attorno al transetto sono

presenti delle cappelle rettangolari lungo i fianchi; queste cappelle sono alte 3/5

dell’arcata della navata centrale ma nulla impediva che Brunelleschi scegliesse un

altro rapporto. Questa possibilità di variare non è tipica di Brunelleschi che adotta

proporzioni inequivocabili, che non danno spazio a varianti.

In Santo Spirito le proporzioni sono perfette, una purezza assoluta. Sono presenti

alcuni disturbi tipo l’altare barocco che blocca il punto di fuga

pensato da Brunelleschi, il soffitto e gli altari barocchi nelle

cappelle laterali. Una cappella lungo la navata costituisce un

Page 5: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

5

modulo che Brunelleschi ribadisce disegnando il modulo sul pavimento. Brunelleschi applica una

ripresa del romano ma non realizza un’architettura romana perché estrapola

elementi dal contesto nel quale si trovavano a Roma e li riadatta o ne aggiunge di

nuovi (es. archivolto). La pianta è stata disegnata e progettata perfettamente e nei

minimi dettagli. Le cappelle sono dei semicilindri coperti da un quarto di sfera. E’

tutto modulare: se una cappella corrisponde ad un modulo abbiamo una sequenza

orizzontale di 1-2-4-2-1 moduli. Le cappelle hanno la stessa altezza dell’arco della navata centrale,

non c’è possibilità di discussione o di variare. E’ un’architettura di membrature (colonne,

archivolti, capitelli etc..) in marmo pietra serena grigio, il resto è bianco perché non indispensabile

dal punto di vista strutturale quindi Brunelleschi lo rende con un colore neutro, che si annulli con

la luce. Non utilizza le crociere perché queste introducono delle diagonali di membrature che

Brunelleschi ritiene inutili. Aggiunge il peduccio anche dove non c’è nessun incrocio

semplicemente per sottolineare sempre un modulo. Il pulvino non è il pulvino introdotto dai

bizantini, che era un cestino rovesciato decorato spesso da agnelli o frutta, ma è una trabeazione

tagliata, l’arco non cade quindi direttamente sul capitello. Santo Spirito è un esempio di

architettura romana mescolata al sistema di membrature fiorentine di quel periodo. La facciata in

origine, come previsto anche in pianta, doveva avere 4 cappelle di 2 moduli ciascuna, in realtà

viene costruita dopo la morte dell’architetto e non viene così rispetto il progetto originario.

Cappella Pazzi

Tra il 1428 e gli anni ’30 Brunelleschi riceve un incarico dalla famiglia Pazzi di costruire la loro

cappella (nel secondo chiostro di Santa Croce). Non è stata e

non sarà mai cappella Pazzi perché questa famiglia viene

esiliata dopo la congiura dei Pazzi, dove viene assassinato

Guglielmo De’ Medici e che da’ vita allo scontro fra le 2 fazioni

che vede vincitrice la famiglia De’ Medici. La cappella Pazzi

diverrà la sala del capitolo francescana come si può capire dalla

panca posizionata lungo tutto il perimetro che permetteva ai

frati di sedersi. Brunelleschi sperimenta il rettangolo con

l’aggiunta di un modulo che costituisce la volta a botte (questo elemento sì che è ripreso pari pari

dall’architettura romana). Il sistema modulare espresso nel porticato viene ripreso anche dentro.

L’arco al centro del porticato, che segna l’ingresso, cade direttamente sull’architrave. Sono

presenti paraste e decorazioni a S (tipiche dei sarcofagi romani). Manca il timpano per questioni

economiche. La piccola ringhiera è un’ipotesi ottocentesca di chiusura. Rispetto alla Sagrestia

Vecchia viene aggiunta una volta a botte cassettonata. Sorge il problema della disposizione delle

paraste all’angolo: tutte le paraste hanno otto scalanature, la colonna all’angolo

dovrebbe dividersi a metà. Il problema è che da un lato la parasta regge l’arco e

quindi deve essere completa e intera, dall’altro lato non regge nulla quindi

posizionare un’altra parasta intera per compensare l’altra è inutile e poco piacevole

alla vista dal momento che si creerebbe un angolo forte. Brunelleschi decide quindi

Page 6: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

6

di posizionare una parasta completa sì da un lato per reggere l’arco e un ottavo di parasta

dall’altro lato. Le volte a botte laterali stanno in piedi anche senza i rispettivi muri, sono solo di

tamponamento. Viene schematizzato tutto in moduli.

Palazzo Pitti

Palazzo Pitti viene commissionato negli ultimi anni della vita di Brunelleschi,

infatti l’architetto non vedrà la sua conclusione. I Pitti erano una famiglia di

banchieri amica dei De’ Medici (anch’essi banchieri e anche mercanti,

inventano l’assegno). I banchieri prestano soldi a interessi altissimi. Il palazzo

non corrisponde agli ideali e canoni di Brunelleschi: è infatti un muraglione di

pietra con 3 finestroni, questo è un chiaro riferimento romano che non è però

nello stile di Brunelleschi. I Pitti falliscono e il palazzo viene riscosso dai De’

Medici che lo ampliano. Nel 1865 la capitale viene spostata da Torino a Firenze e

il palazzo diviene la sede di re Vittorio Emanuele II. L’appartamento del re è in stile ottocentesco .

Santa Maria degli Angeli

La pianta deriva dai martyria romani con l’aggiunta della cupola brunelleschiana.

Santa Maria del Fiore

Brunelleschi si trova nel cantiere già nel 1400 non come architetto ma come tecnico. Il progetto di

Arnolfo di Cambio è in stile gotico italiano, realizzato tra la fine del 1200 e

l’inizio del 1300. C’è l’idea di chiudere con una cupola una base ottagonale con

un prolungamento di 3 bracci (tribuna = transetto più un coro che non

formano una croce ma creano un volume). Il campanile probabilmente

appartiene a Giotto, ma l’attribuzione è dubbia. Per l’ambizione viene disfatta

la chiesa di Arnolfo già arrivata ai pilastri e viene ingigantita la pianta, l’ottagono diventa così di

dimensioni enormi (largo come il pantheon). Francesco Talenti prosegue i lavori. Nel 1377 nasce

Brunelleschi. Nel 1367 il “Consiglio della fabbrica” (simile a quello del Duomo di Milano) con un

capitolato stabilisce tutto soprattutto per quanto riguarda la cupola (disegno tratto da un quadro

di Bonaiuti in Santa Maria Novella). All’interno del capitolato sono presenti tutte le misure, in

braccia: la cupola misura in altezza 144 braccia e 72 braccia in larghezza. Il 144 è numero della

devozione, entrambe le misure richiamano il 9 e la numerologia greca ma soprattutto l’Apocalisse

di Giovanni (un angelo misura la Gerusalemme terrestre e riporta 144x72), inoltre il numero 8 (la

forma è un ottagono) è il numero della Madonna e la chiesa è dedicata a Santa Maria del Fiore

(Fiore = simbolo di Firenza > Florentia). La cupola dovrebbe poggiare sulla sommità del corpo, gli

absidi sono già stati costruiti. Nel 1408-09 viene costruito un tamburo che ha reso ancora più

difficile la costruzione della cupola per 2 motivi: indebolisce la struttura statica perché gli oculi

rendono alcuni punti fragilissimi e l’altezza della cupola aumenta. Nel 1418 viene indetto un

Page 7: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

7

concorso per costruire la cupola. Si presentano più che altro dilettanti con idee da scartare

principalmente, per esempio:

• Porre un pilastro al centro e formare una sorta di ombrello;

• Riempire tutto di terra bagnata e ricoprire poi la terra di calcestruzzo.

Il concorso viene vinto da Ghiberti e Brunelleschi. Costruiscono un modello in scala gigante (7-8

metri di altezza). Con la costruzione del tamburo il rapporto 144x72 salta, quindi la cupola va

costruita ancora più in alto. Sorgono 2 tipi di problema:

• Armatura (come per il Pantheon): il Pantheon è impostato su 21.5 metri dal suolo, a

Firenze è a 60 metri. Il problema è portare il materiale e operai così in alto dal momento

che le funi e le carrucole del tempo potevano trasportare materiale fino a meno di 40

metri.

• La forma è un ottagono

Il gotico sapeva costruire a più di 40 metri di altezza ma si costruiva a pezzi, qui è una cupola intera

gigantesca. L’armatura in legno non si poteva fare perché occupava troppo materiale ed era

troppo pesante, non si può affondare nel terreno perché si sarebbero dovute spostare le reliquie

di Santa Reparata. Brunelleschi decide di costruire la cupola senza le armature, dall’interno usando

ponti che vengono spostati costruiti come balconi tenuti con pali conficcati nelle pareti e dei

tiranti che tengono in piedi persone e materiale. I balconi non è detto che corressero lungo tutto il

perimetro. Brunelleschi prende le sue decisioni da solo, come unico responsabile e cambia il

capitolato del 1467, se non lo avesse cambiato la cupola sarebbe crollata. Molti lo prendono per

matto, un certo Gherardo da Prato lo porta persino in tribunale per aver cambiato il capitolato.

Manetti disse che se si fosse convocata l’assemblea ci sarebbero state discussioni di mesi e anni.

1. Prima decisione

Brunelleschi decise che la cupola dovesse essere a 2 calotte anziché compatta: il

capitolato non diceva nulla in proposito, si pensava quindi a una cupola piena che

è più resistente ma troppo pesante; la cupola a due calotte resiste un terzo di

meno ma pesa la metà. Alla fine la cupola sarà un cassettonato di elementi

orizzontali e verticali. Le 2 calotte sono legate fra loro ma distanti, infatti è

possibile camminare in mezzo e percorrere delle scale che conducono fino alla

base della lanterna che nel 1433 non era ancora stata costruita.

2. Seconda decisione

Durante il suo viaggio a Roma Brunelleschi ha visitato il Pantheon e decide di applicare il principio

della rastremazione della cupola anche alla cupola di Santa Maria del Fiore. Il problema però è che

il capitolato aveva stabilito una cupola sull’arco di quinto di sesto acuto ma la rastremazione vuole

che a un certo punto l’arco diventi di quarto di sesto acuto.

Page 8: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

8

3. Terza decisione

Divide la cupola almeno in 6 spicchi e il lavoro in altrettante squadre tutte indipendenti l’una

dall’altra che portano avanti la propria porzione di cupola; il contatto che ogni squadra ha l’una

con l’altra sono le correzioni: ogni squadra guarda il lavoro della squadra opposta e la corregge;

questa operazione è fondamentale perché la cupola se è imperfetta crolla, alla fine la cupola avrà

un difetto di soli pochi centimentri e millimetri. Le correzioni erano possibili grazie allo squadro

che era un apparecchio nel cui interno c’era metà specchio che permetteva di controllare gli angoli

retti. Un altro strumento molto usato perfezionato da Brunelleschi è la randa che lega fra di loro

movimenti diritti a un pennino che fa movimenti tondi: permetteva di dare ordini a distanza su

misure ai marmisti.

4. Quarta decisione

Stabilisce la curva molle, ossia posiziona i mattoni in modo curvo per ridurre al minimo il difetto

dell’ottagono rispetto al cerchio. I geometri non capiscono questa scelta e scioperano: quando poi

devono tornare al lavoro per avere la paga Brunelleschi gli chiede se rinunciano a prendere parte

alle decisioni pur di lavorare, loro acconsentono permettendo a Brunelleschi di pagarli come

operai e non come geometri, provocando uno scandalo.

5. Quinta decisione

Decide di fare la muratura a spina di pesce.

6. Sesta decisione

Introduce parti in più rispetto a quanto stabilito nel capitolato. Il primo elemento è il contrafforte

che era previsto solo agli angoli, Brunelleschi ne inserisce 2 nelle parti intermedie. Un secondo

elemento sono i cerchi di pietra a bocca di leone o a coda di rondine che Brunelleschi fa collocare

ogni tot metri di altezza e servivano per cerchiare la cupola.

7. Settima decisione

Brunelleschi imposta tutte le sue decisioni per alleggerire la cupola ma alla fine fa una scelta

contraria al suo filone iniziale, all’ultimo livello infatti decide di porre un anello di granito molto

alto che non faceva esplodere la cupola per rinforzare la chiusura che era un grande problema.

8. La lanterna

Nel 1433 viene indetto il concorso per la costruzione della lanterna che viene vinto

da Brunelleschi che propone una lanterna tutta in marmo senza mattoni, a pianta

centrale con grandi controventature in corrispondenza dei contrafforti esterni e

doveva essere il più pesante possibile perché la cupola panciuta tendeva a

esplodere. Riprende le curve gotiche con la novità che sono poste sopra una cupola.

Ci sono 4 punti debolissimi, lungo le diagonali dove non c’è materia che contrasta le

spinte laterali: Brunelleschi pensa al futuro, infatti questo a lungo andare avrebbe provocato

Page 9: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

9

gravissimi danni. Costruisce così delle tribune morte, fortemente rinascimentali (con conchiglie,

paraste etc…) che sono soltanto materia messa per contrastare le spinte, da dentro non si vedono.

Nel 1446 muore senza dare direttive sulla cornice esterna che rimane ristica; c’è solo un pezzo

costruito nel 1500 ma l’architettura è troppo moderna per la chiesa e il lavoro viene fermato.

Michelozzo

Nel 1433 Brunelleschi era famoso e celebrato in tutta Firenze. Cosimo De’ Medici però non chiama

Brunelleschi per la costruzione del suo palazzo a Firenze ma Michelozzo per due motivi:

• a titolo personale Cosimo faceva l’architetto dilettante, è la prima volta nella storia (con

l’eccezione di Adriano e Apollodoro di Damasco per il Pantheon e la villa adriana) che il

committente ha rapporti con l’architetto e prende parte alla realizzazione del progetto.

Brunelleschi con il suo caratteraccio dimostrato durante la costruzione della cupola di

Santa Maria del Fiore avrebbe costruito un palazzo di testa sua senza volere interferenze;

• il progetto di Brunelleschi prevedeva un palazzo enorme e troppo sontuoso di fronte a San

Lorenzo ma Cosimo è prudente e non vuole sfoggiare così palesemente la ricchezza dei De’

Medici.

Palazzo De’ Medici

È il primo esempio di palazzo rinascimentale. Collocato in origine su tre piani di 6 metri per piano

circa e un tetto sporgente di 3 metri, oggi lo vediamo più esteso a causa di un aggiunta successiva

commissionata dai Riccardi nel 1659. La facciata è ricoperta di bugnato, forte nello zoccolo,

abbastanza leggero al secondo piano e leggerissimo al terzo piano, forse qui è stato lavorato con

stucco o affreschi; lo zoccolo era la sede della trattazioni d’affari fra i De’ Medici e i loro mercanti,

il secondo piano era dedicato a grandi incontri con principi, ambasciatori etc…, il terzo piano era

dedicato alla famiglia allargata (Cosimo e famiglia, fratelli e famiglia, cugini etc…). Cosimo regala

alla gente di Firenze un porticato ad angolo per ripararsi da sole, pioggia, che viene chiuso nel

1500 da Michelangelo su commissione dei pronipoti di Cosimo. Il portale è in centro al cortile, le

finestre del piano dello zoccolo sono poste molto in alto e con le sbarre questo per motivi di

sicurezza: infatti erano presenti ancora le fazioni, la congiura Pazzi aveva ucciso Giuliano De’

Medici, quindi il palazzo doveva essere una sorta di fortezza. Il cortile funge da luogo di

ricevimento, è circondato da un portico con colonne classiche (molto vicino allo stile di

Brunelleschi), con arcate tonde e finestre che sono bifre con arco tondo e colonnina; le finestre dei

saloni danno sulla strada, le finestre delle gallerie danno sul cortile interno; è poco luminoso La

composizione è tipica brunelleschiana. Il pavimento ha una qualità estrema di ricchezza, sono sia

pavimenti medievali che romani che mette in contrasto la ricchezza dell’interno con la sobrietà

dell’esterno. All’ultimo piano c’è un loggiato per la famiglia.

Page 10: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

10

Le case di campagna

I De’ Medici investivano i guadagni del mercato in casali e castelletti del 1300 per l’agricoltura.

Michelozzo diventa l’architetto fisso dei De’ Medici, interviene anche sulle ville.

1. Cafaggiolo

A circa 40 km da Firenze, è un castelletto con un canale e i merli per gli arceri. Lo rende gradevole

all’interno, rispetto a un fortino diventa una villa di piacere. Vicino si trovano le case dei

dipendenti agricoli. La fortificazione serve come difesa dalle famiglie rivali e dal banditismo.

2. Careggi

È uno dei primi edifici ad avere una loggetta per guardare il panorama e riposarsi, è una svolta di

vita, non solo architettonica. Questa villa rappresenta l’apice della cultura umanistica di Cosimo il

quale la regala (non si sa se solo per la durata della sua vita o per sempre) a Marsilio Ficino, uno

dei massimi filosofi umanisti del periodo. Cosimo si recava in questa villa invitando persone di

grande cultura per coltivare l’otium letterario alla romana antica (la documentazione ci dice che è

erano presenti per la prima volta donne fiorentine invitate alla discussione).

3. Convento di San Marco

Cosimo si rifugia spesso in questo convento. Michelozzo sistema tutto il cortile e l’interno. Al piano

delle celle c’è la biblioteca, la prima: in precedenza c’era la camera foci, una stanza dove i più

anziani si riunivano con focolari e scrivevano e leggevano sullo scriptorum. La biblioteca è divisa in

3 navate con colonne ioniche e volte, si trova al primo piano per sicurezza contro i ladri e per

separarla dall’umidità del terreno. È posta tra sud e nord, in questo modo si hanno luci sia a

sinistra che a destra che è perfetto per leggere, scrivere e studiare. È il modello di biblioteca,

anche per il corridoio percorribile.

Michelozzo scultore

Michelozzo è anche scultore, ha una bottega dove lavora con Donatello. Lascia un documento

importantissimo perché ci mostra l’anticomania. La generazione da ora in poi per tutto il 1500 ha

un tale innamoramento per l’antichità che si cerca di comprare più cose possibili antiche. Per il

mercato e i guadagni nascono però i falsari: Michelozzo incide una lapide alla romana, la rompe e

la spaccia per antica.

Gli incisori - architetti

La Toscana diventa brunelleschiana, nascono 2 famiglia di architetti provenienti entrambe da

antiche botteghe medievali fondate dai loro predecessori: i Da Maiano (Benedetto e Giuliano) e i

Page 11: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

11

San Gallo (Antonio il Vecchio, Giuliano e Antonio il Giovane). Sono tutti allievi indiretti che

prendono gli insegnamenti di Brunelleschi e ne imitano lo stile. Ad Arezzo i Da Maiano appoggiano

alla chiesa gotica di Santa Maria delle Grazie un porticato: è tutto aperto, è un unicum, adatto a

grandi cerimonie, è brunelleschiano. La ricchezza sempre maggiore degli oligarchi fa sì che Palazzo

Strozzi sia molto più grande, ricco e imponente di palazzo De’ Medici. Filippo Strozzi è infatti molto

più ricco e ambizioso e per costruire il suo palazzo compra moltissime case e le distrugge, il suo

palazzo così si affaccia su 4 strade e occupa un intero isolato. Non si accontenta di un solo

architetto ma ne chiama 3: i Da Maiano, i San Gallo e un terzo.

I Sangallo e i Da Maiano

Il palazzo e la villa (dei potenti) sono due tipologie nuove del Rinascimento; la chiesa e la cappella

erano nuove dal punto di vista architettonico ma non certo tipologico. Palazzo Strozzi si trovava in

centro a Firenza, affacciava su 3 strade e una piazza nel cui angolo c’era un palazzo fatto a 3 fette

per i tre nipoti, chiamato ironicamente “Palazzo degli strozzini”. Filippo Strozzi convocò 3 gruppi di

architetti: i da Maiano (in particolare Benedetto), i Sangallo (Giuliano) e il Pollaiolo. Il palazzo è

simmetrico, di forma rettangolare per la forma del terreno; i locali sono armonici e ben disposti

ordinatamente , grandi portici in corrispondenza degli scaloni. Strozzi non è un politico che fa

grandi incontri, il palazzo quindi è eccessivo per la sua funzione. La caratteristica

del palazzo rinascimentale è il cortile porticato al piano terra che è invaso dal piano

alto che rende il cortile piccolissimo e senza luce (il problema del cortile piccolo e

infelice tipico del palazzo rinascimentale sarà risolto da Leonardo); i locali infatti

guardano sulla strada anche per ricevere luce e le gallerie sono disposte lungo il perimetro del

cortile. Il problema è porre un palazzo nuovo in un contesto antico perché ci troviamo sempre

all’interno delle mura medievali. Il modellino del palazzo fu fatto non per prendere decisioni sul

palazzo in sé ma sul suo coronamento: a Firenze i tetti sono molti sporgenti e questa è una

tradizione che il Rinascimento non può cancellare; il coronomento classico è in proporzione con

l’ultimo piano mentre nelle altre città è in proporzione con tutto il palazzo. Vince la proposta del

Pollaiolo che proponeva un coronamento di 6 metri. Palazzo Strozzi si sviluppa molto in altezza in

una città fitta e costipata; è alto infatti 22 metri con a fianco case alte 6 metri.

Il Brunelleschismo

È un fenomeno senza uguali nella storia e si diffonde in tutta Italia perché mentre nei secoli

precedenti l’architettura è basata sulla segretezza la cultura rinascimentale ha il fine di

pubblicizzare l’architettura antica; i De’ Medici usano l’architettura come prestifio da diffondere

mandando artisti dappertutto. I committenti partecipano attivamente al progetto, non conoscono

i dati logistico-costruttivi ma sono comunque competenti. Un esempio è Badia

Fiesolana che è un progetto di Cosimo De’ Medici con la realizzazione di Michelozzo; le

cappelle, le modanature, le pareti bianche sono tutti elementi ripresi da Brunelleschi

(Santo Spirito e San Lorenzo). I da Maiano e i Sangallo vengono usati in tutta la

Toscana.

Page 12: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

12

1. Santuario di Santa Maria alle carceri (Prato)

Il santuario è un edificio che viene costruito nel luogo dove avviene un

miracolo e a Prato avviene un miracolo da parte della Madonna vicino alle

carceri. Sono impegnati in questa costruzione a pianta centrale a croce greca

(evidente l’origine di Brunelleschi: pennacchio con tondo, cupola a creste

vele, membrature corinzie, trabeazione e pareti bianche di tamponamento

ma soprattutto la cupola) prima i da Maiano e successivamente i San Gallo dalla fine degli anni ’60

con la morte di Cosimo il Vecchio, la successiona dal figlio Piero (paralizzato dall’artrite) al nipote

Lorenzo. Alla fine come spesso è accaduto mancano i fondi necessari per finire l’opera che rimane

con facciata finita con marmi policromi e facciata rustica. In facciata troviamo coppie di paraste e

ordini evidenziato e un timpano, questi ultimi due elementi sono nuovi, mai presenti in

Brunelleschi. La porta è tipica romana, Giuliano l’ha vista in uno dei suoi numerosi viaggi a Roma

dove disegnava le architetture antiche (disegna Santa Maria degli Angeli vicino a un’architettura

romana come paragone).

Lorenzo il Magnifico

Lorenzo prosegue l’abitudine del nonno di partecipare e organizzare cenacoli intellettuali a Careggi

e si fa costruire una villa ex novo, non ristrutturando vecchi casali.

1. Villa a Poggio Caiano

È una villa-fortino, Lorenzo è appena reduce dalla congiura dei Pazzi grazie

che lo aveva ferito ma che soprattutto aveva ucciso il fratello; la ville quindi

per la sicurezza è cintata, agli angoli ha delle case dove probabilmente

vivevano delle persone armate e ha anche un fossato. Il progetto viene

affidato a Giuliano da Sangallo ma ci sono molte lettere dove Lorenzo parla di un “suo” progetto, si

può pensare che abbiano collaborato alla realizzazione della villa. È un progetto ideologico, ricco di

simboli e scelte significative; cita evidentemente l’antico con un tempio che funge da ingresso alla

casa e un portico sotto sul quale poggia la villa ma rimane sempre un’architettura moderna (il

tetto è molto sporgente, la disposizione delle finestre è irregolare tipica dell’edilizia toscana dei

casali volutamente irregolare (questo fa pensare che il progetto sia più di Lorenzo che di Giuliano

perché mai un architetto del Rinascimento avrebbe progettato un palazzo asimmetrico). La villa

poggia quindi su un portico “antico” fingendo di aver trovato qualcosa di

romano; il portico in realtà è costruito da Sangalo in stile etrusco e non romano

per motivi politici: la congiura dei Pazzi era stata commissionata da Papa Sisto

IV quindi Roma era nemica di Firenze, Roma è latina con il trattato di Vitruvio,

Firenze è etrusca e antiromana con il trattato di Leon Battista Alberti che parla di un ordine italo-

etrusco. Anche il tempio è etrusco, infatti gli interassi sono maggiori e il timpano è grande, la volta

a botte cassettonata ha decorazioni di Della Robbia. La villa è a forma di H: il salone centrale con

volta a botte è per le riunioni, le due parti laterali una è per il ricevimento e l’altra funge da

ingresso per gli ospiti. Una testimonianza della presenza di donne intellettuali ce la fornisce

Page 13: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

13

Botticelli nel “Ritratto di giovane donna” che ritrae una figura femminile che probabilmente

partecipava al circolo filosofico-letterario di Lorenzo.

2. Santa Maddalena dei Pazzi

Lorenzo commissiona a Giuliano da Sangallo la costruzione del convento di Santa Maddalena dei

Pazzi. Il chiostro è all’antica con un portico architravato, i capitelliin stile ionico antico

probabilmente visto a Roma su alcuni esemplari presi dai romani in Grecia. La chiesa ha il rigore

compositivo di Brunelleschi riprendendo le cappelle che girano in facciata come il disegno

originario di Santo Spirito; non è ad uso delle monache che essendo di clausura seguivano la messa

dietro a delle grate e entravano in chiesa solo quando la chiesa era chiusa ai fedeli.

3. Studio dell’arco di trionfo

Il sentimento dell’epoca non era apprezzare un monumento in rovina ma migliorarlo e

completarlo. Per questo Giuliano da Sangallo disegna numerosi studi come ad esempio quello

sull’arco di trionfo dove di vede una grande abilità prospettica.

4. Santa Maria in Loreto

Gli architetti vengono mandati in viaggio per diffondere l’architettura fiorentina. A Loreto i da

Maiano e i Sangallo lavorano insieme facendo i primi la parte sotto e i secondi la cupola. La pianta

permette di vedere ai devoti la casa di Nazareth (infatti si dice sia stata portata dagli angeli),

ricoperta da strutture prezione e posta dentro una grande basilica che può ospitare un gran

numero di fedeli. La cupola è molto simile a quella di Brunelleschi, solo che è più piccola.

5. Altre architetture importanti

• Chiostro vicino a San Lorenzo: di indiretta derivazione brunelleschiana perché Brunelleschi

in realtà non ha mai costruito un chiostro, il modello è il portico dell’ospedale degli

innocenti;

• Palazzo di Parte Guelfa: l’incarico viene affidato a Brunelleschi per la parte centrale, una

sorta di aggiornamento della struttura tardogotica;

• Palazzo Antinori: non è paragonabile agli altri palazzi fiorentini ma è anch’esso un

rinnovamento architettonico;

• Palazzo Dei: ha un loggiato che guarda verso la città (normalmente dava sul cortile).

Venezia

Venezia è una città di forti tradizioni. Ad esempio la scala a chiocciola di palazzo Cantorini è una

tipica invezione dell’architettura ancora tardogotica. Avviene però un miscuglio fra la tradizione

tardogotica (presenza a lungo dei tedeschi perché è un porto in diretto contatto con l’Oriente), la

Page 14: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

14

tradizione bizantina (Venezia ha sempre avuto il primato per i rapporti navali con la costa

orientale) e il Rinascimento: palazzon Dono (incompleto, forse di Pietro Lombardo) presenta sia

l’irregolarità tipica del tardogotico, sia gli archi tondi rinascimentali sia le decorazioni bizantine di

San Marco. Pietro Lombardo lavora negli anni ’70-’80 del 1400 a Venezia. Santa Maria dei Miracoli

ha una volta a botte ma la croce gemmata è un tipico elemento bizantino. Firenze e Roma

abbandonano le tradizioni antiche, Venezia e Milano no. Il primo grande architettetto che opera a

Venezia è Mauro Cadussi (bergamasco, Bergamo allora era parte della Repubblica di Venezia). Due

grandi realizzazioni sono San Giovanni Crisostomo che ha una pianta centrale a croce greca

inscritta con 5 cupolette e la cupola centrale (un edificio del genere non esiste a Roma o Firenze);

Palazzo Corner è l’emblema del Rinascimento ma il rifiuto di una distribuzione modulare e

regolare della facciata ma c’è ancora l’idea del palazzo tardogotico, ha inoltre lo zoccolo bugnato

non abitato tipico di Venezia che separa la casa dall’umidità.

Leon Battista Alberti

Contrariamente ad altri che si sono formati nelle colte botteghe rinnovate medievali ( es. i Da Maiano),

Leon Battista Alberti proviene da una famiglia ricca che esiliata si trasferisce a Genova e ritornerà a Firenze

20 anni dopo l’esilio. La ricchezza della famiglia gli permette di studiare in università importanti come

Padova e Bologna dopo apprende le conoscenze letterarie e il latino che parla meglio dell’italiano. Lo zio è

un grande matematico e intellettuale e il padre è una personalità di grande livello, seppellito a San Mignato

al Monte. Lazzaro Palazzi, architetto lombardo, si suppone fosse analfabeta e in un documento infatti firma

con una croce: la cultura di Alberti è sorprendente. Viaggia molto in Europa a seguito del cardinale grazie

alla sua profonda conoscenza del latino e al suo ritorno a Firenze scrive “Lode alla cupola di Brunelleschi” e

da qui inizia a scrivere numerosi trattati, non di architettura; i più importanti sono il De Pictura (1435-1436,

in latino e italiano) e il De Familia che esprime il concetto del livello medio della vita con un velo moralistico

ripreso da Cicerone. Nel 1437 va a Roma per la prima volta e si trasferirà definitivamente fino alla morte nel

1472 perché nominato consigliere, segretario e abbreviatore (stende il verbale per il papa durante gli

incontri, è colui che di fatto scrive le Bolle Papali) di ben tre Papi: Eugenio IV, Niccolò V e Pio II. Nel 1446 fa

un viaggio a Ferrara dal momento che è l’intellettuale numero 1 in tutta Italia. Inizia a scrivere il De Re

Aedificatoria che completa quasi nel 1452 (in verità non ha ancora costruito nulla), è il primo infatti a

scrivere una teoria prima di averla sperimentata, è una svolta: la teoria deve venire prima della pratica (in

Vitruvio andavano di pari passo). Alberti inoltre è il primo a ufficializzare la separazione tra la figura del

progettista e quella del direttore dei lavori: se Brunelleschi conservava la permanenza dell’architetto-

direttore del cantiere, tradizione che proveniva dal tardo medioevo, Alberti è anticipatore del

professionismo degli ultimi secoli dal momento che vivendo a Roma a servizio del Papa è “costretto” a

dirigere i lavori da lontano come progettista.

IL De re aedificatoria

Questo trattato, dedicato a Niccolò V è elitario, molto difficile senza immagini e scritto in latino; verrà

pubblicato nel 1455 su volontà di Lorenzo il Magnifico ed è simile a quello di Vitruvio con una novità: gli

altri trattatisti presentano il progetto di un palazzo ideale, Alberti sembra temere l’imitazione e fa discorsi

sempre generali evitando i disegni; parla delle tipologie antiche e non dice nulla sulle 3 tipi edilizi del

Rinascimento (palazzo, villa, chiesa cristiana), il suo intento è comunicare principi, non cose da imitare,

Page 15: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

15

l’atteggiamento opposto che assumeranno gli uomini del 1500 che cercano modelli da copiare. I temi nuovi

descritti nel suo scritto sono 5:

• restauro (libro IX-X): tutti distruggevano e rifacevano, non c’era sentimento di conservazione (es.

Adriano distrugge il Pantheon e lo fa ricostruire;

• conformità: non alterare il destino dell’edificio costruendo in modo diverso (es. una chiesa gotica

con una cappella rinascimentale), mostra i modi per attuarla;

• concinnitas: costruire un edificio così perfetto e compiuto che non c’è la possibilità né di aggiungere

né di togliere senza peggiorare;

• mediocritas;

• la figura dell’architetto: individua 2 strade, la prima quella del professionismo, ossia un architetto

che risponde alle esigenze del committente, la seconda l’essere architetto come forma d’essere,

una sorta di tautologia, fare architettura per architettura.

Le teorie di Alberti

Il disegno e il rilievo architettonico sono importanti nello studio per Alberti tanto che nel 1437 osserva e

studia confrontando l’architettura moderna con i resti dell’architettura romana. Il restauro allora era una

rarità (oggi l’85% del costruito è stato restaurato e solo il 15% è edilizia nuova): Alberti convince Niccolò V a

restaurare basiliche antiche (paleocristiane) che erano in rovina (es. S. Stefano Rotondo). L’opera maggiore

è Castel Sant’Angelo, che diventa residenza difensiva del Papa. Il restauro ha come protagonisti 3 figure: il

Papa è il committente, Alberti è il suggeritore (cosa restaurare, esempio suggerisce di restaurare il

Campidoglio) e Bernardo Rossellino è l’esecutore. La conservazione viene fuori quando Niccolò V di fronte a

San Pietro (costantiniana) capisce che è fatiscente, i muri si sono bombati, e vuole abbatterla

progressivamente e venire avanti con la basilica nuova, affidata a Rossellino; Alberti si oppone e vuole

sistemarla e conservarla, dal momento che è la prima basilica del Cristianesimo (testimoniato nel trattato).

Alberti affascina le persone che incontra tanto che diventano “albertiane”, viene invitato in tutte le corti

d’Italia, tranne che a Milano. A Ferrara è ospite di Lionello d’Este la cui passione per i cavalli spinge Alberti a

scrivere un poemetto scientifico sull’anatomia del cavallo dedicato a Lionello “De aequo animante”:

l’architetto si deve occupare delle stalle e nel suo poemetto spiega come l’umidità della paglia intrisa di pipì

di cavallo fa ammalare le unghie del cavallo.

Monumento equestre ad Ercole

Alberti propone come basamento un pezzo di archeologia, come se Ferrara avesse un passato

romano riproponendo un arco e colonne con trabeazione che spuntano da un palazzo. I lavori del

1400 sono caratterizzati da un pacco di documenti su un’opera con tutte le informazioni possibili

tranne il nome del progettista perché il rapporto con l’architetto non è concreto come quello con

il falegname o il marmista.

Chiare citazioni dell’antico

1. Loggia delle benedizioni

Pio II commissiona la costruzione della loggia delle benedizioni in San Pietro che è una chiara

citazione del Colosseo. Fu abbattuta per la costruzione della Basilica odierna.

Page 16: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

16

2. Palazzo Venezia

Su commissione di Paolo II viene costruita una loggia alla romana antica, diversa da

Brunelleschi che costruisce e progetta sempre in modo fiorentino.

Il tempio malatestiano

È il primo progetto di Alberti realizzato, commissionato da Sigismondo Malatesta di Rimini;

Alberti deve completare un lavoro, trasformare una chiesa gotica in un mausoleo per lui e la

famiglia. In questo progetto mette in atto l’idea di conformità, ossia avere un rapporto con

una costruzione preesistente che non si discosti troppo dallo stile originale. Propone quindi

di costruire attorno alla chiesa gotica una citazione alla romana, altri avrebbero distrutto e ricostruito: il

fianco è una citazione dell’acquedotto che una serie di arcate che contengono i sarcofagi, la facciata è un

arco di trionfo. Per la prima volta abbiamo una citazione chiara e subito riconoscibile del

romano. L’involucro è staccato 40 cm dalla chiesa, non rispetta il ritmo delle finestre che

non sono mai centrate nell’arco; questo per sottolineare l’affiancamento e non l’incastro.

Palazzo Rucellai

È la prima opera di Alberti a Firenze, il direttore dei lavori non sarà lui ma Rossellino. Non

avrà tanto successo fra i contemporanei, è l’opposto di Palazzo De’ Medici: lì le finetre

sono regolari, tutte poste a una certa distanza per mantenere un ritmo. Qui il telaio è

rigido dato dalle paraste che fanno in modo che le finestre possano essere collocate solo

in quel punto (ritmo ripreso dal Colosseo); viene costruito un edificio alla romana in una

tipologia che a Roma non è mai esistita, lo zoccolo è sì alla fiorentina con le finestre in alto ma sotto sono

posti elementi alla romana come una porta, una panca dove ci si può sedere sotto il murio reticolato

romano. La facciata non è liberamente distribuita nel bugnato ma è molto rigida. L’arcata della finestra è

tangente alle due paraste e la dimensione deriva dell’interasse delle due paraste stesse, la finestra quindi

non è casuale; l’ultimo piano è una citazione del coronamento del Colosseo. Giovanni Rucellai accetta

questa ipotesi e testimonia in un passo dell’Umanesimo la volontà di costruire una loggia aperta per i

cittadini: “Ho costruito una loggia per la gloria e onore della mia famiglia, per la città e cittadini che è la

città di Firenze che mi ha permesso di diventare un ricco mercante”.

Sacello Rucellai

È la tomba di famiglia, Alberti ridisegna il sepolcro di Cristo (già a Bologna); non si può andare a

Gerusalemme per la presenza dei saraceni. Gli elementi fondamentali del sacello sono il giglio fiorentino, la

scritta alla romana, le paraste e i preziosi intarsi marmorei.

Facciata di Santa Maria Novella

Santa Maria Novella è una chiesa gotica incompiuta. Anche qui mette in atto il suo concetto di conformità;

c’è uno zoccolo, che non smantella, che ospitava sarcofagi (infatti prima c’era un cimitero). Alberti mostra

due comportamenti opposti: in Palazzo Rucellai crea un telaio rigido; qui prende un ritmo preesistente

gotico e lo rispetta fino a metà facciata circa, sopra costruisce una tempio tetrastilo con timpano e una

doppia voluta per nascondere il tetto gotico. La facciata ha due caratteristiche: deve amalgamarsi al

preesistente ed è alla fiorentina con i marmi policromi e non alla romana (Alberti conosce la tradizione dei

marmi policromi toscani perché la famiglia possedeva S. Mignato al Monte). Alberti è disposto a rinnegare

Palazzo Rucellai. Le arcate hanno un rapporto inaccettabile secondo i canoni rinascimentali ma tipici gotici:

Page 17: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

17

applica il suo ideale di conformità risolvendo un problema di architettura e non di committenza. L’angolo è

un grosso pilastro con un capitello che chiude la trabeazione e la colonna corrisponde alle altre.

Santa Maria dell’Annunziata

L’ultimo, molto dubbio lavoro fiorentino, iniziato da Michelozzo e suggerito da Alberti, è Santa Maria

dell’Annunziata: già stata rinnovata di aggiunge un elemento alla romana, un coro rotondo con cupola

semisferica.

Mantova

Alberti nel 1459 accompagna Pio II a Mantova per il Concilio Vaticano. La città era in mano alla famiglia

Gonzaga (Ludovico) che ha una certa ammirazione per Alberti che terminerà la sua carriera qui con San

Sebastiano e Sant’Andrea. Ludovico Gonzaga legge una copia del trattato di Alberti e lo ritiene più

importante del trattato di Vitruvio: è un condottiero ma è il classico signore rinascimentale colto e

letterato.

1. San Sebastiano

Rimane incompiuta, succede spesso in questo periodo perché i committenti sono più ambiziosi che ricchi o

non sono sicuri che i posteri vogliano continuare le loro opere. La chiesa è sopraelevata anche perché il

terreno periferico di Mantova era fangoso e umido; questo permette di costruire un portico alla romana

sotto che serviva ai fedeli per raggiungere una fonte battesimale e forse miracolosa. La facciata è un tempio

in forma di casa, culto letterario della storia: dalla capanna si passa alla casa, alla casa degli dei, al tempio.

L’interno è costruito secondo i sistemi termali romani con crociere in mattoni: Alberti vede il sistema di

crociere delle terme di Massenzio complete fino al 1500 e crollate poi quando vengono svuotate delle

colonne che vengono distribuite nelle piazze di Roma. Le paraste vengono tolte e l’interno viene

abbandonato a se stesso.

2. Sant’Andrea

Alberti scrive a Ludovico Gonzaga, probabilmente in guerra, che ha visto un progetto e gli è piaciuto (frase

di cortesia, Gonzaga probabilmente aveva già fatto fare dei progetti): Alberti però non crede che il progetto

sia appropriato perché doveva accogliere numerose persone che vengono per vedere il sangue miracoloso

di Sant’Andrea. Gli manda così un suo progetto contrapposto a quello di Manetti, molto Brunelleschiano,

definendolo più grande, eterno ed economico:

• più grande: era una bugia in realtà perché lo spazio a disposizione era lo stesso a disposizione

anche di Manetti. In realtà Alberti oppone alle 3 navate dell’altro progetto un’unica grande navata

centrale molto più spaziosa;

• più economico: Manetti presupponeva affreschi e numerose decorazioni, Alberti non

presupponeva nulla di più;

• eterna: Alberti afferma che nulla appartenente all’uomo è eterno, qui allude al fatto che sarà un

progetto romano classico non soggetto alle mode e ai gusti.

All’interno voleva tre cappelle ad arco di trionfo, in realtà una viene completata, una rimane rustica e la

terza non viene realizzata. È una ripresa di Massenzio con le 3 cappelle coperte cassettonato e la

trabeazione che reggono la grande navata a botte cassettonata della navata centrale. I pilastri sono svuotati

con delle porte di accesso. Si vede ricostruito un’architettura che a Roma è un rudere. Oggi sono presenti

Page 18: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

18

decorazioni e un’altare che appartengono al 1800. La facciata è profonda e percorribile, replica di un arco di

trionfo romano (Costantino, archi perpendicolare, paraste, trabeazione, cassettonato con le rosette).

Corsignano

Durante il viaggio per Mantova Pio II decide di rinnovare il centro di Corsignaro, paese natio del Papa di

circa un migliaio di abitanti, per farne l’unica città ideale costruita realmente nel Rinascimento. Alberti

fornisce l’idea ma poi lascia la costruzione a Rossellino (fino al 1471). Alberti progetta la casa come se fosse

una casa, “la città è una casa grande e la casa è una piccola città”. Quattro sono gli elementi fondamentali:

• case a schiera;

• palazzo piccolomini;

• cattedrale;

• palazzo borgia.

1. Palazzo Piccolomini

Deriva da Palazzo Rucellai, ha 4 fronti e risulta un po’ goffo. C’è un muraglione che sorregge il palazzo

perché c’è una discesa repentina. Qui le finestre falleggiano, non sono inserite nel reticolo preciso di

Rucellai; le paraste corrispondono alle travi in legno il che costituisce una differenza fra Alberti che

costruisce l’architettura con le sue leggi e Rossellino che usa la tecnologia per dare forma all’architettura. Il

portone è molto grande perché deve adattarsi alla campata più grande. È colossale rispetto al piccolo

borgo. Impone un elemento architettonico mai esistito, un triplice loggiato per ammirare il paesaggio:

• piano terra: esce nel giardino pensile del cortile;

• primo piano: riservato al Papa;

• secondo piano: riservato alla famiglia.

È il primo palazzo urbano con un suo giardino (pensile, sorretto da 3 muri colossali e pilastri) e 2 piani di

loggiati. L’amore per il paesaggio è un sentimento nuovo, prima c’era l’interesse per i campi e la natura,

oggi non è una natura praticabile ma estetica.

2. Cattedrale

L’abside, costruita a sbalzo sul collle, con il tempo s’è spanciata ed è storta. La facciata è tipicamente

rinascimentale (tempio tetrastilo con timpano) mentre dietro è una chiesa gotica a sala, hallenkirke a 3

navate, voluta da Pio II in memoria della sua gioventù in Austria e Germania.

3. Case a schiera

Nuova tipologia su 2 piani che ha avuto un grande sviluppo fino ad oggi, assegnate a ufficiali e mercanti.

Possiedono una piccola rimessa per i cavalli, un ingresso rialzato con gradini e sul retro un orto.

Alberti e la città

Si è ormai lontani dalla città medievale che non ha disegno architettonico, esempio è San Gimignano nato

come accostamento di elementi, una sorta di costipato insieme di architettura. In pittura Lorenzetti mostra

chiaramente come la gente del 1300 giudicasse la propria città. Le 3 tavolette della città ideale sono

albertiane per la varietas delle soluzioni (mare, monumentale e tempio e chiesa): l’aspetto di Alberti però è

controcorrente perché non capisce che i fiorentini prendono come modello Palazzo de’ Medici per circa 100

Page 19: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

19

anni. Ci sono pilastri che reggono archi e colonne che reggono architravi e non il contrario, permane quindi

l’idea della varietà dei palazzi e della pavimentazione della città. Sono città ideali perché (tranne Venezia) se

la città era di terra il progetto era irrealizzabile: infatti per scaricare l’acqua piovana servono le fogne e i

tombini quindi non è possibile effettuare una pavimentazione completa ma bisognerebbe lasciare delle

parti in terra e sassi per assorbire l’acqua.

Urbino: Francesco Di Giorgio

Il Rinascimento si diffonde con periodi diversi in tutta Europa. A Roma arriva in ritardo per ragioni politiche,

infatti i Papi sono in esilio ad Avignone fino a inizio 1500, l’Inghilterra si arrende lentamente al

Rinascimento ma c’è un caso irripetibile nella storia: solo il 1400 intellettualistico di rapporto nuovo fra

architettura e cultura poteva vedere un caso del genere, Urbino (posizione geografica favorevole, il

committente è stato lo stesso per circa 40 anni, Federico di Montefeltro, grande condottiero a capo

dell’esercito papale). Federico da Montefeltro è un intellettuale, conosce le arti, le lettere e l’architettura;

la sua corte è rivale persino a Roma e a Firenze e la sua biblioteca era la più importante del tempo: quando

Urbino venne conquistata da Roma, venne portato a Roma il Codice Urbinate che è uno dei più importanti

della Biblioteca Vaticana. Alla corte del duca erano presenti numerosi intellettuali quali Giovanni Sorti, il

padre di Raffaello, Alberti e a Urbino nasce anche Bramante. Per il palazzo viene chiamato un architetto

dalla Dalmazia, Laurana, conosciuto in un convegno a Mantova nel 1459; Laurana conosceva bene l’antico

grazie ai numerosi resti presenti in Dalmazia.

Il palazzo di Urbino

Il palazzo è enorme rispetto al borgo, Castiglione scrisse: “un palazzo in forma di città”, accanto si trova il

Duomo. All’inizio i lavori sono seguiti direttamente dal Duca, successivamente subentra Laurana; esiste un

documento ufficiale con scritto “dovete ubbidire, seguire ciò che vi dice Laurana come se fossi ancora

presente io” che il Duca ha scritto affidando i lavori a Laurana perché doveva partire per la guerra. Il palazzo

è complicatissimo sia in pianta che in sezione, sta in cima a un colle, e c’era già un nucleo preesistente. Ha 2

affacci, in alto sulla piazzetta e strada, in basso sulla valle. Il cortile è il capolavoro del Rinascimento italiano,

la parte superiore è del 1500/1600. Il palazzo non è difendibile, è il contrario di tutti i palazzi e castelli:

Federico da Montefeltro applica una scelta di strategia militare, sposta le difese molto lontano dalla città,

ossia si difende dalle artiglierie che hanno un getto molto lungo. È incompiuto sulla piazza e l’ingresso. Il

Ducato è caduto e la Chiesa non ha né voglia né soldi per finire un palazzo non più ducale ma appartenente

ora a un governatore (vescovo o cardinale).

1. Il cortile

Palazzo de’ Medici e Strozzi sono vincolate dal reticolo fitto della città medievale, Urbino può realizzare un

progetto libero. Il rapporto tra la lunghezza e l’altezza è di 2:1 in modo tale da lasciare in luce sempre

almeno i 2/3 del cortile, a differenza di Palazzo Strozzi che ha un rapporto di 1.5:3 e che ha quindi un cortile

buio. Leonardo nel 1502 con l’assedio e la conquista da parte di Valentino parla del Palazzo e lo analizza.

C’è un portico classico su tutti i lati con l’ordine delle paraste (Laurana ha conosciuto Alberti a Mantova),

l’angolo è forte e le finestre sono ampie. L’eleganza è giustificata dalla presenza di marmo bianco nelle

Page 20: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

20

membrature, dalle finestre architravate classiche, da una trabeazione alla romana con la scritta in carattere

maiuscolo.

2. L’angolo forte (cortile)

Michelozzo e Da Maiano progettavano un angolo con colonna, fragile, che sopportava il doppio delle altre,

si annulla il capitello coperto dai 2 archi d’angolo. Qui vengono poste 2 paraste separate, in questo modo il

disegno non viene spezzato e le due facciate sono composte e complete.

3. La facciata (cortile)

I capitelli sono stati realizzati probabilmente con disegni o modelli perché sono degni del tempio di Adriano,

con una qualità più attenta di quella di Brunelleschi. La finestra è alla romana antica, non è la bifora alla

fiorentina albertiana e il tondo è memoria di Brunelleschi.

4. La facciata

La fronte più sorprendente è quella verso la valle, c’è un tentativo di guardare il paesaggio (già con Pienza e

logge dei de’ Medici). Questo nuovo interesse scaturisce da ragioni militare e da questo nuovo sentimento

di amore per il paesaggio. Le torri non sono difensive, al loro interno hanno una scala a chiocciola (come la

colonna traiana). Le due torri svettano: non si sa il motivo, ma si vedono da molto lontano, forse si pensa su

esempio dei minareti ma è un’ipotesi poco probabile.

5. Le loggette

Hanno il massimo della qualità dell’architettura e decirazione, con la colonna libera, la parasta angolare e la

volta a botte cassettonata (non può avere visto S.Andrea dell’Alberti perché ancora non era stato costruito,

le opere di Mantova Laurana non le vedrà mai perché nel 1471-72 va a Napoli). Sono le uscite domestiche

degli appartamenti del Duca.

6. Interno

All’interno il palazzo è ricchissimo, come quello de’ Medici con affreschi di Gozzoli e i pavimenti

d’antiquariato, qui i pavimenti sono delle basiliche paleocristiane. Lo studiolo ha intarsi lignei che

riproducono un’architettura prospettica e gli affreschi sono opera di artisti fiamminghi. Francesco di Giorgio

subentra nel 1472 e rimarrà fino agli anni ’90 e si occupa della finitura interna del palazzo (su disegni altrui

prima e su disegni propri dopo). Sono mano di Francesco di Giorgio lo scalone con le decorazioni, le finestre

e il grande corrimano, incassato, in pietra e con la forma della mano.

7. La cappella

Costruita per le orazioni è ricca di preziosi intarsi, è tarda (prima esperienza architettonica di Bramante). È

una piccola chiesa con volte a botte, un gusto ricco e prezioso per i tabernacoli e le cappelle.

8. Lo scalone

Francesco di Giorgio è ingengnere, costruisce una scala percorribile a cavallo da piazza del mercato a

Urbino fino al primo livello del palazzo. Il Duca aveva 2/3 cavalli: uno forte per la guerra, uno veloce per la

caccia e uno per cavalcare in città.

Page 21: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

21

9. Le mura

Federico da Montefeltro muore nel 1484 e Francesco di Giorgio prosegue con il figlio. Mette in crisi la

difesa tradizionale delle città, le mura diventano basse perché tanto i cannoni le distruggono.

San Bernardino per i francescani

La pianta originale non aveva nulla di fiorentino e brunelleschiano, l’idea iniziale era di Federico da

Montefeltro e voleva un mausoleo, imitando il tempio malatestiano, mai realizzato per la morte del Duca. È

un’architettura nuova, muraria, semplice e solenne esternamente con un carattere spoglio e severo su

volontà dei francescani. Ci sono elementi romani come la scritta, le colonne etc..

È un’architettura diversa da quella di Brunelleschi e Alberti. Le cappelle laterali sono dei semicilindri coperti

da ¼ di sfera. Il quadro più prezioso si trova ora a Brera: la pala di Montefeltro, probabilmente era lo stesso

spazio rappresentato nel dipinto. I muri laterali non sono portanti, i pennacchi sono retti da una colonna

libera.

Santa Marie delle Grazie al Calcinaio (Cortona, Arezzo)

Pianta a croce latina, navata unica e volta a botte. La sezione di destra è più bassa e le cappelle sono

scavate nel muro, tipico romano; la sezione di sinistra è più alta , le finestre con i vetri a metà, è uguale sia

fuori che dentro. Sorge una questione, se collocare il santuario dentro la città oppure fuori, vicino a una

cava di calce. Il santuario è destinato ai pellegrini che vengono per devozione; la cultura è diffidente verso i

forestieri che sono visti come portatori di furti, disordini ed epidemie. Viene progettato quindi fuori dalla

città, nel territorio, sicchè i forestieri non entrino necessariamente in città. I muri sono sempre bianchi, le

cappelle sono inserite nel muro. Lo scopo è costruire in altezza in modo tale che il santuario possa essere

visto da lontano (già la torre nolare di Chiaravalle). Il paesaggio e l’isolamento sono intatti. Il muro a vista è

in forma di casa (vitruviano: tempio=casa grande), la cupola ha una genesi differenti, è senza tamburo: il

santuario non svettava.

Difese militari

I San Gallo e Francesco di Giorgio non potevano scambiarsi nessun tipo di informazione perché erano gli

ingegneri militari di Firenze e Urbino, tuttavia le loro opere sono coeve. Il rinforzo del Ducato era posto

all’imbocco delle valli. Urbino è in alto, facile da colpire, quindi si difende il Ducato e non la città: è una

svolta, di lì a 100 anni i re di Francia non difendono Parigi ma la Francia (linea Maginot a 150 km da Parigi).

Leonardo e Francesco di Giorgio studiano il rinculo delle bombarde, occorre un piano inclinato su cui far

scivolare la canna se no il cannone spara senza mira. Viene studiata la parabola del colpo: il calcolo diventa

l’esperienza che fa dell’ingegnere militare una personalità fondamentale, ossia sapere quanto bisogna

alzare la canna per percorrere una certa distanza. Intono al 1530/40 si capisce che il muro non resiste al

cannone quindi si fanno lontane dalla città delle trincee di terra perché il colpo non fa il buco nella terra.

Nei disegni di tipi di fortezze c’è un elemento comune: un nucleo centrale e zone per spostare le armi.

1. Sassocorvaro

È una delle prima fortificazioni. Gli spalti sono relativamente bassi e percorribili perché le bombarde hanno

le ruote, le bocche sono situate dove escono le bombarde. La forma non è più caratterizzata dai merli e dal

fossato, ma dallo spalto dove si muovono i cannoni e le feritoie sono grandi per le canne delle bombarde.

All’interno c’è il palazzo con un cortile e una scala per portare i cannoni, tutto è adattato al territorio.

Page 22: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

22

Altre difese militari sono Cagli, posta in pianura, costruita in mattone e elegante; Moncavallo, con cannoni

molto forti e grossi, Baciopontelli, costruito per Dellarovere che aveva sposato la figlia del Duca di

Montefeltro, dentro un palazzo, fuori dei bastioni, le mura sono basse e non ha merli.

Chiesa e Spoleto

Ex tempio romano, Francesco di Giorgio l’ha forse potuto vedere. C’è l’angolo con la stessa soluzione che è

presente anche in San Bernardino.

Arco di trionfo spezzato

Un pittore può costruire rapporti di storia liberi, alla nascita di Cristo non esistevano ancora gli archi di

trionfo. Il fatto che disegni un arco spezzato significa che con la nascita di Gesù l’architettura pagana è in

rovina.

Page 23: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

23

IL 1500: CAMBIAMENTI ALL’INTERNO DEL RINASCIMENTO

Nel 1499 cade il Ducato Sforzesco, quando entrano a Milano le armate del Re di Francia. Milano inizierà ad

essere contesa per 35 anni tra Francia e Spagna, alla fine diventerà un possedimento spagnolo per

200 anni, poi Austriaco e poi il Risorgimento. Fuggono da Milano tutti coloro che erano collegati ai

favori di Ludovico il Moro, i suoi ingegneri ducali quali Donato Bramante, che raggiunge Roma sicuramente

prima del marzo del 1500. Va a Roma perché il suo ultimo committente a Milano è Ascanio Sforza, il

Cardinale che sta a Roma. Egli raggiunge Roma e, come dice Giorgio Vasari, ha subito una serie di lavori. La

storiografia subito dopo Donato Bramante fino ad oggi è convinta che il suo arrivo a Roma ed i 14 anni della

sua attività (muore nel 1514) costituiscano la svolta decisiva del Rinascimento. Dalla fase empirica,

regionale e differenziata con un’unica importante figura, Leon Battista Alberti, viene il 1500 in cui la

padronanza del linguaggio classico è completa, si scrivono i grandi trattati d’architettura, si teorizza, si

diffonde e c’è una sorta di sicurezza universale del classicismo. Questa è la svolta che la critica

riconosce essere stata compiuta da Donato Bramante. Raffaello Sanzio, in architettura l’allievo

prediletto di Donato Bramante, Serlio, un trattatista, e Palladio, alla fine del secolo, scrivono che

“l’architettura romana antica, sepolta e cancellata dal Medioevo, risorge grazie a Donato Bramante”.

Questo vuol dire che il Rinascimento intende cancellare, prendere le distanze dal Medioevo e, in questa

lunga ricerca che va da Brunelleschi ai primi del 1500, è Donato Bramante a

uguagliare gli antichi. Oggi la critica contemporanea, con qualche forzatura,

ritiene che in molti casi Donato Bramante ed i bramanteschi del 1500

superino gli antichi, come Palladio. Raffaello Sanzio fa tre volte il ritratto

dell’anziano Donato Bramante (uno nelle Stanze Vaticane e due nella scuola

di Atene), che in questo sta disegnando su una lavagnetta ed impersona il

grande filosofo Euclide.

Donato Bramante

Chiostro della Chiesa di S.Maria della Pace, 1502-1509 (date incerte)

La prima opera importante (compiuta e certa), non la prima in assoluto, è il

Chiostro della Chiesa di S.Maria della Pace, una chiesa del 1400. In questo

chiostro Donato Bramante costruisce solo con gli ordini classici, non esiste

nessuna decorazione applicata oltre al linguaggio proprio dell’architettura (ovvero

capitelli, colonne, paraste, basi, cornici). È un’opera che ha molto colpito. Donato

Bramante adotta al piano terreno l’ordine romano (ordine che deriva dai teatri e dal

Colosseo), con pilastri che reggono arcate e piedistalli con delle paraste piatte che

reggono la trabeazione. Come a Milano nei chiostri di S.Ambrogio, Donato Bramante fa un piano superiore

meno alto, con un ordine inferiore rispetto al primo, aggiunge quindi un elemento che a Roma non

era presente: l’ordine contratto, cioè più basso (sotto ci sono i refettori, le sale ed il capitolo mentre sopra

ci sono le celle dei frati; pertanto è evidente che il piano è più basso anche per ragioni economiche).

Donato Bramante usa tutti gli ordini, in una specie di manifesto dell’architettura di Vitruvio. C’è il pilastro

dorico (che in realtà è tuscanico), la parasta ionica, al piano sopra l’elemento corinzio e l’elemento

Page 24: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

24

composito. Quattro ordini architettonici insieme in un’unica costruzione a rappresentare alcuni

elementi della Roma antica.

Tempietto Martirium, S.Pietro in Montorio, Roma, 1502-1509 (date incerte)

Il secondo progetto di Donato Bramante, il Tempietto di S.Pietro in Montorio a Milano, è

l’opera più celebre del Rinascimento Maturo. Questo è il punto della crocefissione di

S.Pietro a testa in giù. A questa celebrazione partecipano anche i reali di Spagna,

ovvero i due finanziatori di questo Tempietto Martirium sul luogo della

crocefissione di S.Pietro. Questo disegno moderno rappresenta il progetto completo

di Donato Bramante, di cui verrà realizzata dal 1504 al 1509 solo il sacello centrale. Attorno, egli voleva

costruire una sorta di rec into architettonico che isolasse il tempietto dallo spazio attorno. È un concetto sul

quale Donato Bramante tornerà negli anni della basilica di S.Pietro. Vediamo un colonnato

rotondo d’ordine dorico completo con la trabeazione a triglifi che circonda il tempietto. Questo

tempietto imita il tempio rotondo, un tempio particolare e raro (c’è anche nell’architettura greca

a Delfi) legato all’idea del santuario e più tardi a quella del martirio. Nel disegno del tempietto

vediamo che c’è anche una parte di cripta al di sotto. È un tempietto dalla forma perfetta,

in cui Donato Bramante raggiunge la perfezione della qualità degli antichi. Non si è più in

un’affannosa ricerca per imitare gli antichi, gli antichi sono stati raggiunti e addirittura, per

alcuni, superati. Il tempietto è, a detta di tutti, il primo esempio (ed anche uno degli ultimi) di

concinnitas, un termine albertiano teorizzato nel suo trattato che indica la perfezione di un monumento, di

un’op era architettonica o di un organismo al quale non si può né aggiungere né togliere alcunché senza

peggiorarlo. È una forma perfetta conclusa ed intoccabile. Anche il tempietto non ha

decorazione aggiunta, ha solo una costruzione con gli elementi dell’architettura, citando

per la prima volta in maniera completa l’ordine dorico (con i triglifi e le metope,

queste ultime scolpite con i simboli della cristianità, come nel tempio greco). Le colonne

sono 16 e gli ingressi con 4, le nicchie fra una porta e l’altra sono 8, poi c’è un tamburo

con le nicchie e le paraste, una seconda trabeazione e poi c’è una perfetta cupola

semisferica con lanterna (mentre il tempio di Vesta a Tivoli aveva la copertura fatta da

un cono molto basso). Sulla balaustra ci sono dei dubbi sull’esecuzione, avvenuta

probabilmente dopo la morte di Donato Bramante. Ciò che è sicuro è che siamo di fronte alla

padronanza piena del linguaggio degli antichi e ad una rappresentazione perfetta.

Cortile del Belvedere

Tra il 1506-1508 Papa Giulio II complica ancora di più le cose a Donato

Bramante, volendo legare il nuovo S.Pietro (di cui esistono molti fogli di progetto ma

non ancora la decisione finale) con il cortile del Belvedere. In alto c’è la Cappella

Sistina, sotto a destra ci sono i Palazzi Vaticani in disordine, da lì parte il Colle Vaticano,

in cima c’è la Villa Papale del 1400 ed il Papa vuole unire la basilica (parte bassa)

con la cima del Colle Vaticano. Questo progetto di Donato Bramante mostra il cortile del

Belvedere in costruzione. Anche qui Papa Giulio II ha delle idee di una grandiosità

che eguaglia quella dei maggiori imperatori romani. C‘è la volontà di eguagliare i

grandi imperatori costruendo un edificio lungo 350 metri con un sistema di scale, che n

on verrà fatto, per salire a terrazzamenti successivi fino al palazzo finale. Doveva essere un

edificio con un gigantesco cortile, per quello alla fine gli rimane il nome di Cortile del Belvedere. S econdo

alcuni, questo cortile doveva essere realizzato come un parco-giardino, secondo altri doveva essere

Page 25: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

25

un teatro all’aperto per grandi ricevimenti, ma poi c’è l’edificio tutt’attorno di progetto bramantesco con

tre ordini alla base, poi salendo diventano due ed in cima uno (a causa degli sbalzi dei

terrazzamenti). Un’incisione datata intorno al 1580 ci da l’idea di come doveva essere il Cortile del

Belvedere prima di una grande alterazione. In basso c’è l’edificio bramantesco, con i terrazzamenti

finiti a giardino, in alto a sinistra c’è il grande S.Pietro con il tamburo della cupola in costruzione. Vediamo

la colossale dimens ione del Cortile del Belvedere. In questa foto vediamo la

situazione attuale che, a detta di tutti, è molto deludente perché non si riesce a

vedere la grandiosità del Cortile del Belvedere (se non in volo). L’attuale cortile è

praticabile solo nella parte posteriore perché è occupato al

90% dai musei vaticani, cresciuti nel tempo fino a

raggiungere questa enorme dimensione circa 70/80 anni fa. Il primo cortile, in

cui ci sono i tre ordini sovrapposti di Donato Bramante, non lo si vede. I

visitatori normali vedono la parte centrale, affacciandosi alle finestre mentre sono

nel museo, e praticandone solo l’ultima parte. Si vede come, lentamente, il grande progetto di

Donato Bramante è stato poi costruito. Nel 1600 è stato però tagliato in due da un corpo di

fabbrica, che ne ha completamente annullato la continuità visiva, che sarebbe stata molto superiore

rispetto ai resti dei Palazzi Imperiali sul Colle Palatino o ai templi egizi. Tutto ciò che era già stato messo

in discussione lo è adesso ancor di più perché manca l’autorità del committe nte Papa Giulio II

(muore nel 1513), non è sicuro che Papa Leone X voglia spendere molti soldi per fare la piazza centrale, non

c’è più l’architetto e cominciano così a farsi più forti le voci dell’opposizione. Unico cortile del

Belvedere che si può vedere uscendo dai musei vaticani. L’assetto lascia qualche perplessità, si

vede anche nella parte più bassa dell’edificio bramantesco la grandiosità di questo impianto.

Donato Bramante inventa una scala “a lumaca” (oggi definita “a chiocciola”) in cui

presenta cinque ordini, partendo dal basso sale dall’ordine più antico e rozzo fino

ad arrivare al più moderno e slanciato: tuscanico, dorico, ionico, corinzio,

composito. Sovrapposizione di ordini che reggono questa scala elicoidale.

Altri artisti di rilievo

Antonio da San Gallo, Il vecchio

1. S.Biagio, Montepulciano

Antonio da Sangallo il vecchio è stato a Roma. È un’altra pianta centrale di santuario a croce

greca, con un’unica torre, la cupola è moderna (nel senso che mostra la sua forma, non è

racchiusa in un tiburio come quella in S.Maria delle Grazie), il tamburo cilindrico e sotto il

cubo. Nella pianta vediamo in basso a destra la torre costruita ed a sinistra l a torre non

costruita.

Page 26: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

26

Raffaello

1.Villa Madama, Roma

Raffaello Sanzio ha una breve ma molto ricca stagione architettonica. Il nipote del

Papa Leone X lo incarica di costruire fuori Roma una villa romana. La villa per il nipote del

Papa, che oggi si chiama Villa Madama, ha gli spazi interni che derivano dalle terme

romane (esedre con nicchie, volte con cupola e decorazione che Raffaello Sanzio ha visto

negli scavi sul Palatino e nelle terme). Raffaello Sanzio è un architetto alla romana, Villa

Madama però è sfortunata: doveva avere una gradonata, un ippodromo e delle piscine

ma, ess endo fuori Roma, viene saccheggiata dal 1527 dai Lanzichenecchi (Raffaello

Sanzio è già morto, la stanno realizzando i suoi allievi tra cui Antonio da Sangallo il giovane e Giulio

Romano) e poi non verrà più terminata. In questo modello moderno viene fatta un’ipotesi in cui ci

sono elementi certi che fanno parte del frammento di villa, c’è la corte che non esiste,

c’è il teatro, ci sono delle mura per proteggerla. Villa Madama sarebbe stata

sicuramente un’opera di riferimento ai modelli romani. Brunelleschi non costruiva

modelli di chiese, ville, templi e palazzi alla romana, erano tutte opere moderne con

l’uso di elementi linguistici romani. Con Raffaello Sanzio c’è il tentativo di replicare

spazi, ambienti, tipologie e modelli romani antichi.

Baldassarre Peruzzi

1.Villa Chigi (oggi Farnesina), Roma

L’altro personaggio di cui dobbiamo parlare del primo 1500 romano è

Baldassarre Peruzzi, un senese che viene chiamato dal Principe Chigi, un

committente senese molto ricco (l’uomo più ricco di Roma negli anni di Leone X).

Un uomo talmente ricco da avere un palazzo, Palazzo Chigi, nel cuore di Roma. Egli

commissiona a Baldassar re Peruzzi la sua villa al di la del Tevere, che oggi si

chiama Farnesina perché acquistata dai Farnesi. Oltre alla villa, Raffaello Sanzio

gli costruisce le scuderie, che sono andate perdute. Poi progettano insieme l’imbarcadero, perché il

Principe Chigi attraversava il Tevere per raggiun gere Roma. Baldassarre Peruzzi è

aggiornato nell’architettura, lo vediamo dalla loggia al piano terreno, il portico d’ingresso

affrescato internamente (oggi è chiuso a vetri) con l’ordine di Donato Bramante, le due ali al

piano superiore con il grande salone, le finestre con la trabeazione, le paraste che danno

ordine rigoroso a questa villa moderna, con linguaggio classico. Loggia affrescata da

Raffaello Sanzio e dalla sua bottega, mentre Baldassarre Peruzzi affresca il grande salone

che c’è sopra. Gli intarsi preziosi e policromi indicano il modo di decorare i palazzi imperiali romani. Tutto è

prezioso.

2.Palazzo Massimo alle Colonne, Roma

L’altra opera di Baldassarre Peruzzi è il Palazzo Massimo alle Colonne, un edificio

strano in quanto Baldassarre Peruz zi è ch iamato a costruire su un tessuto

medioevale irregolare. Vediamo l’ordine dorico e le finestre moderne romane,

una sorta di invenzione di Baldassarre Peruzzi. Vediamo qui il primo grande cortile a

due piani, il portico ed il loggiato con colonne ed architravi, l’ordine dorico (strada che ha

Page 27: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

27

aperto Donato Bramante). Nessun reale d’Europa può avere come arredamento della sua loggia dei busti

romani autentici in porfido, ma qui ci sono perché il Principe Chigi è un collezionista.

Michelangelo

Michelangelo, nella lunghezza della sua vita, attraversa momenti molto diversi della storia dell’architettura

e della pittura. Da giovane è immerso nell’ideale del classicismo e dell’antico (il David e la Pietà di S.Pietro),

poi c’è un periodo chiamato Bramantesco in cui Michelangelo non fa l’architetto ma assiste, poi

viene chiamato a Firenze e le opere fiorentine mostrano un personaggio che non si cura della

correttezza linguistica di un sistema logico razionale in quando gli interessa ottenere solo i risultati.

Nella cupola, utilizza proprio la plasticità scultorea per ottenere un risultato molto più forte, in una

dimensione urbana (in quanto domina tutta Roma), cosa che non sarebbe avvenuta con le cupole di

Donato Bramante e di Antonio da Sangallo. Michelangelo ha una predilezione particolare per la scultura.

Mette in crisi il raggiungimento della perfezione del linguaggio antico dell’epoca di Bramante essendo un

personaggio a cavallo tra il classicismo del primo ‘500 e la seconda fase, chiamata Manierismo.

Volta della Cappella Sistina

In quest’opera di intrecciano le vicende di Bramante e Michelangelo: Bramante ha il compito di costruire il

ponteggio. Michelangelo vuole un ponteggio che sia mobile e scorrevole e non tappi tutta la cappella per

permettergli di avere una visione d’insieme. Nascono tensioni su questo argomento tra Bramante, con

Raffaello Peruzzi e Antonio da Sangallo il giovane, e Michelangelo, con Sebastiano del Piombo. L’ambiente è

enorme, ha le proporzioni del tempio di Salomone (non le stesse misure ma gli stessi rapporti). Domina col

tetto tutto il paesaggio del vaticano, sembra una tenda: la Bibbia parla di tenda prima di tempio, al tempo

di Mosè.

Monumento sepolcrale a Giulio II e il Mosè

È percorribile per entrare a vedere un sepolcro, che in realtà non verrà mai realizzato, è un’opera di

architettura. Per alcuni cardinali si tratta di blasfemia perché l’idea era di metterlo in centro a San Pietro al

posto dell’altare (dà fastidio soprattutto a Bramante). Al posto che il grande monumento Michelangelo

realizza il complesso del Mosè, costituito da due statue e Mosè, posto nella basilica di San Pietro in Vincoli e

non in Vaticano, su volere di Leone X.

Contesto storico e i disegni

Michelangelo a Firenze si occupa delle fortificazioni e delle difese, due papi sono de’ Medici e lavorerà

quindi per i de’ Medici sia a Firenze che a Roma. Nel 1527 avviene il sacco di Roma che provoca danni alla

città, ai monumenti, interrompe i lavori in San Pietro per 10 anni, e di conseguenza entra in crisi anche la

figura del Papa e della cultura italiana.

Michelangelo disegna l’architettura come la scultura, tutto ombreggiato, con realismo fino a riconoscere la

qualità e l’effetto che cercava, disegna al vero; cambiava gli ordini: i modelli sono gli ordini disegnati sul

muro in scala 1:1, ritagliati su cartone e questo permette un’operazione fondamentale, ossia poteva

progettare tutto ex novo e personalizzato dando alle maestranze i modelli.

Page 28: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

28

Facciata di San Lorenzo

Papa Leone X rientra a Firenze trionfante accompagnato da artisti fiorentini. Nel 1516 viene indetto un concorso (di linguaggio architettonico e non tecnico come quello per la cupola vinto da Brunelleschi) fra i migliori architetti della sua corta a Roma (Giuliano da Sangallo, Antonio da Sangallo il giovane, Michelangelo, Sansovino) il cui tema era di progettare una facciata alla chiesa di San Lorenzo. Gli architetti che sono sì di orgine

fiorentina ma di formazione romana progettano una facciata alla romana antica. Giuliano da Sangallo presenta una facciata molto ricca, con metope in finto bronzo, gli ordini sono posti molto in evidenza, con uno stile molto lontano da Brunelleschi. Pare dovesse vincere Sansovino ma, dopo una serie di complesse vicende e con la volontà del Papa, vince il progetto di Michelangelo. Gli viene anche commissionato di redigere un modello in grande scala (6-7 metri di lunghezza). Michelangelo fa una proposta provocatoria: esegue un progetto classicista romano, non un progetto fiorentino. La chiesa è un enorme rettangolo con doppio ordine classico, nicchie, piedistallo che fa da prima trabeazione, nessuna decorazione ed una facciata di un classicismo che a Firenze avrebbe avuto un’accoglienza poco brillante. Il modello non verrà mai eseguito ed ancora oggi S.Lorenzo ha la facciata rustica. Tomba per Giuliano de’ Medici e Lorenzo de’ Medici

La famiglia de’ Medici vuole costruire la Sagrestia nuova simmetrica a quella di Brunelleschi con dentro i due monumenti funerari. L’opera è ricca di tensioni plastiche: l’architettura deve dialogare con le sculture (ombre molto forti) e per fare questo lavora sul muro e lo costruisce molto spesso per poterlo sfondare in profondità per dare ombra e mettere in risalto la scultura, usa due materiali, il marmo bianco e la pietra serena. Arricchisce gli ordini, le finestre sono finte con un timpano che non serve a nulla, è un’architettura di libera plastica invenzione senza un corrispettivo nella realtà. Non gli piace la trabezione classica e la inverte: l’architrave è sottile mentre la cornice è enorme e aggettante creando un’ombra gigantesca. L’ombra della scultura centrale si unisce alle altre in un “concerto di effetti plastici”. Così facendo, Michelangelo comincia a staccarsi dal classicismo e da quel momento in cui si tentava di completare il sistema classico degli ordini nella composizione. La Biblioteca Laurenziana

Anche questa biblioteca è per i Medici, nel complesso di S.Lorenzo, per il loro patrimonio di manoscritti e documenti. È una libreria antiquaria, senza libri moderni a stampa (ormai la stampa è corrente, siamo oltre il 1520). Qui Michelangelo stravolge tutto ciò che avrebbe fatto un architetto del suo tempo all’interno della cultura rinascimentale classica: fa della scala nell’atrio più basso che porta alla biblioteca una protagonista plastica, un monumento (cosa mai avvenuta, neanche nel grande Palazzo ad Urbino), è aperta ed isolata al centro di un quadrato, con dei trucchi che aprono la strada ad una certa corrente

dell’architettura del 1500: il Manierismo. I gradini della scala centrale vanno incontro allo spettatore e sono più numerosi rispetto alle scale laterali, c’è l’idea di un percorso centrale e di due percorsi trionfali laterali, le colonne incassate nel muro sono un arbitrio e si pensa che reggano anche il muro (da sempre, le colonne che reggono la trabeazione stanno davanti e staccate dal muro, mai incassate), queste colonne poggiano su una cornice retta da due mensole stirate (due mensole reggono una cornice che regge le colonne che reggono la trabeazione). Un ulteriore invenzione riguarda la base classica che regge sia muro che paraste: vista dall’alto la base è diversa da quella reale eprchè nessuno a meno che ci si sdrai in terra nota il difetto: il toro sembra doppio perché è visto dall’alto, in realtà è solo la parte alta. Tratta in modo diverso la parete interna di un finto cortile, aprendo la strada ad una sorta di “crisi” del Rinascimento classico, a pochi anni di

Page 29: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

29

distanza dalla sua affermazione. Michelangelo fa molti disegni di studio, schizzi di grande qualità. Arrivati alla sommità, c’è una biblioteca con finestre sui due lati, un soffitto piatto di legno (su disegno di Michelangelo, come il pavimento e gli scaffali che oggi sono stati sostituiti). Una grande sala che non ha nulla a che fare con la tradizione delle biblioteche al tempo nota, da Michelozzo in poi (a tre navate, con gli scrivani, etc.).

Il Campidoglio

Dopo il sacco di Roma gli viene chiesto di risolvere il problema del Campidoglio (che già di era posto Niccolò V). Il suo compito è sistemare la piazza, ossia un antico palazzo senatorio, quello dei senatori (a sx) e quello dei conservatori (a dx). Questo impegno lo occuperà per tutta la vita e non lo vedrà finito. La lenta scala di salita fornisce gtande importanza al Campidoglio, il palazzo dei senatori viene disegnato da Michelangelo ma non realizzato. Michelangelo, qualche anno dopo, introduce nel Palazzo dei Conservatori l’ordine gigante presente anche nella tribuna di S.Pietro. È una novità

straordinaria dell’architettura, in quanto un edificio a due piani non ha più due ordini sovrapposti, ma un unico ordine su un piedistallo di paraste che va su fino in alto a reggere una trabeazione. La trabeazione è in rapporto a tutta la facciata, per cui se il palazzo è di 20 metri, la trabeazione è di 4 metri abbondanti. Se fosse in proporzione con gli ultimi 8 metri (un piano) sarebbe meno di 2 metri. Il gigantismo, che nasce anche con Michelangelo, fa si che il palazzo sia una sorta di enorme tempio con elementi verticali giganti, con una trabeazione alta quasi 5 metri, sopra lo sporto, la balaustra e le statue. Ordine colossale, ordine minore che legge il piano intermedio, portico profondissimo a creare un buco nero (forzatura delle ombre, espressionismo architettonico di Michelangelo molto imitato nei secoli), una finestra diversa dalle altre al centro. Palazzo Farnese

Iniziato da Antonio da Sangallo il giovane viene finito alla sua morte nel ’46 da Michelangelo. Il muro liscio è costituito da 3 grandi fasce, è enorme, il più grande palazzo fino ai ministeri del 1800. Michelangelo interviene violentemente al terzo piano, varia la facciata con una grande finestra, inserisce l’attico e modifica il cortile. Forza le ombre nelle nicchie, che non sono nicchie classiche ma sono dei buchi neri che ospitano dei busti romani. È uno sfoggio di ricchezza e di potenza della famiglia del Papa. È un’architettura alla romana antica: i Farnese

possedevano busti romani originali che vengono posizionati nel cortile. L’idea di un ponte che collegasse Palazzo Farnese con Palazzo Chigi appena acquistato non fu mai realizzata. Terme di Diocleziano

La longevità permette a Michelangelo di coprire tutta l’architettura del 1500. Gli viene dato un incarico che contraddice l’amore per l’antico perché gli viene chiesto di intervenire sullo spazio centrale delle terme di Diocleziano, perché Papa Paolo V vuole costruire la chiesa di Santa Maria degli Angeli; le volte romane sono autentiche. Porta Pia

È l’ultimo lavoro di Michelangelo. L’intento è di monumentalizzare una porta di Roma. È un progetto molto discusso da Michelangelo, ci sono dubbi se sia stato tutto eseguito da Michelangelo o dai suoi seguaci. È profonda come un palazzo: all’interno c’erano le dogane. La decorazione è a fantasia, è inventata: le porte

Page 30: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

30

trionfali sono quelle del 1600. Porta Pia è il punto nel quale i bersaglieri sfonderanno il muro e conquisteranno Roma nel 1870.

Il cantiere di San Pietro

Bramante

Dal 1506 Donato Bramante viene coinvolto dal nuovo Papa Giulio II (diventato Papa nel 1503

successivamente ad Alessandro VI), un uomo autorevole, con grande volontà di costruire e di

avere artisti attivi al suo seguito, tra cui Michelangelo per la sua tomba. Tra il 1505-

1506 Giulio II decide di abbattere progressivamente l’antica basilica costantiniana di S.Pietro

(che è ancora in piedi tranne il coro in fondo, rifatto da Bernardo Rossellino nella metà

del 1400) sostituendola con un grande progetto che rivaleggi nel mito con S.Sofia di

Costantinopoli, la grande basilica della cr istianità diventata dal 1453 moschea in mano ai

Turchi ed agli Ottomani. Roma deve sostituire Gerusalemme e Costantinopoli, perché

sono entrambe in mano agli islamici. Donato Bramante ha ben presente, come

Giuliano da Sangallo, l’evoluzione della pianta centrale del 1400, che si vede anche

nella Sagrestia vecchia di Brunelleschi; in Santa Maria delle Carceri di Giuliano da Sangallo;

nella soluzione con le absidi e l’uso di cupola e mezza cupola. Donato Bramante riesce a

partire da qualcosa di piccolo fino ad arrivare ad un edificio gigantesco ed imponente. Il

colossale non si può fare con una forma unitaria, occorrerebbe fare il

Pantheon che però h a il difetto di essere una costruzione bassa (il

rapporto è 1:1). Il Papa vuole invece un monumento ben visibile, il cui

rapporto sia almeno 1:2. Questo si può ottenere con una croce greca

con un quadrato (con una grande cupola rotonda), dei bracci coperti da

volte, delle absidi e, agli angoli, sotto delle sagrestie e sopra delle torri.

Sagrestie perché S.Pietro avrà la presenza dei grandi paesi cattol ici, ci saranno la

sagrestia della Francia, della Spagna, della Germania meridionale, etc. oltre che

quella dei vescovi, cardinali e monsignori italiani. Andando avanti, parallelamente, Donato Bramante

e Giuliano da Sangallo (rivali) arrivano ad ipotizzare quello che sarà lo schema finale: una croce

greca enorme, con i bracci allungati, terminante in absidi, con attorno quattro croci greche più piccole. Se

al centro c’è una cupola, ai lati ci saranno quattro piccole cupole. Questa forma viene

sicuramente ingigantita da chiese bizantine-ortodosse. Le chiese a cinque cupole si

chiamano quincunx. In un progetto di Giuliano da Sangallo si vedono un enorme pianta

centrale composita con le c inque cupole. Nel momento in cui Donato Bramante verrà

scelto, probabilmente dal 1506 (anno della posa della prima pietra), a Roma sono in

tanti a mettere becco: i due Sangallo ed il nipote Antonio da Sangallo il giovane,

Michelangelo (che sta dipingendo e scolpendo ma che è coinvolto nella vicenda), il dotto Fra Giocondo,

Raffaello Sanzio (che diventa il pittore più importante e celebrato di Roma), Baldassarre Peruzzi (un senese

di grande talento) ed altriDonato Bramante resta solo e lavora con Baldassarre

Peruzzi su quello che è considerato il più importante disegno di tutti i tempi (il

foglio si chiama A1, Architettura Uno, conservato agli Uffizi a Firenze). È mezza pianta

del S.Pietro di Donato Bramante. È un disegno perfetto, in cui si vede la quincunx

sviluppata nel 1506. Siamo di fronte al più grande monumento della modernità.

S.Sofia, il mito, è molto più piccolo di questo progetto. Non è vero che esiste un unico progetto di Donato

Bramante, come non è vero che la sua progettazione non sia tormentata e piena di ipotesi diverse. Pianta

Page 31: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

31

del “foglio della pergamena” (A1). In un disegno moderno viene ipotizzato il S.Pietro di Donato Bramante.

Nessuno, dalla pianta di una cattedrale, può inventarsi com’è la cattedrale che sale, nessuno dalla

pianta di un museo moderno può essere sicuro di inventare giusto l’alzato, ma nel classicismo,

conoscendo la nicchia, certe colonne, gli intercolumni ed altri elementi conosciamo gli alzati. In questo

disegno moderno egli cerca di ambientare il nuovo S.Pietro di Donato Bramante, che ancora non distrugge

completamente. Rimangono in piedi il quadriportico e la loggia delle benedizioni. Nell’ipotesi bramantesca

sono presenti quattro disegni. Nessuno è mai riuscito a mettere in ordine cronologico i diversi progetti.

Vediamo qui l’idea delle terme romane, che sono chiuse in un enorme recinto con sale ed esedre varie, al

centro l’enorme monumento nuovo ed in ombra la piccola basilica che si sta distruggendo.

Si sta lavorando ai quattro piloni, ma tutto il resto è stitico. Ad un certo punto Baldassarre

Peruzzi si stufa e torna a Firenze, lasciando solo Donato Bramante che decide di

iniziare a collaborare con il giovane Raffaello Sanzio, che si dichiara suo allievo in

architettura. Nel progetto numero due vediamo qui i deambulatori (simili a

quelli del S.Lorenzo di Milano). Anche qui ci sono la croce greca inscritta con

quattro croci greche attorno, cinque cupole, quattro torri e quattro absidi. La

prima cosa che i critici osservano è che Donato Bramante, nella sua voglia di

perfezione, non fa neanche una facciata. Esistono quattro lati perfettamente uguali ma non c’è un

ingresso. In questa medaglia, coniata nel 1506, si vede il progetto in alzato: le absidi, le torri, la

grande cupola bramantesca (simile al Pantheon). La medaglia è celebrativa, fatta prima del progetto

esecutivo e prima del momento della posa della prima pietra, nonché prima dell’inizio dei lavori.

Quando nel 1514 muore Donato Bramante ci sono solo quattro piloni e quattro arcate, il cristianesimo non

ha quindi la basilica. Non c’è un posto dove il Papa possa fare le grandi cerimonie. Bisogna quindi andare

avanti con il cantiere. Si fa viva la voce che sostiene, con molto buonsenso, che la pianta centrale composita

è poco adatta a ciò che deve servire S.Pietro perché: entrando lateralmente non si vede niente, la

ripetizione dei pilastri sono perfezione compositiva architettonica ma non vanno bene rispetto ad

una pianta longitudinale con una lunga navata (che permette a fedeli e cardinali di entrare vedendo

l’altare). La popolazione si spezza in due: per metà bramanteschi e per metà favorevoli allo sviluppo della

pianta longitudinale. L’assurdità è che, mentre S.Pietro va avanti lentamente inghiottendo molti soldi e

venendo su di pochi centimetri ogni mese, sul modello di S.Pietro nascono due chiese che sono,

come questa, a pianta centrale, con alcuni elementi che possono far capire la somiglianza:

tamburo 500esco, cupola bramantesca, finestre del 1500, attico, nicchie quadrate centrali

che si trasformano in cilindro della pianta centrale. La spettacolare cupola di S.Maria della

Consolazione a Todi è grande la metà di quella futura di S.Pietro, realizzata da Michelangelo. Su

progetto di Cola da Caprarola la struttura è un cubo con un cilindro, con absidi, finestre alla romana antica

e un attico. È un santuario isolato. La seconda chiesa è San Biagio a Montepulciano su progetto di Antonio

da Sangallo il vecchio. Il progetto doveva avere due torri ma ne venne costruita una sola, la struttura è un

cubo con un cilindro e una semisfera. Anche a Venezia si ripropone un progetto per San Pietro che vuole

metà delle persone a Roma, ossia la basilica. Un nartece intorno contiene le reliquie.

Raffaello Sanzio

Raffaello Sanzio, su suggerimento del morente Papa Leone X, eredita il cantiere di S.Pietro.

Egli, oltre a dipingere, fa l’architetto. In questa incisione si vede come si poteva fare una

mediazione tra chi voleva una pianta centrale e chi voleva una pianta longitudinale (in cui la

bottega di Raffaello Sanzio prende l’elemento del pilone di Donato Bramante smussato, un

grande pilastro su cui poggerà la cupola, e prosegue il progetto di Donato Bramante tradendolo

Page 32: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

32

nella creazione in basso una bella facciata). La perfezione assoluta della forma architettonica

bramantesca cozzava contro l’esigenza di una grande facciata monumentale di accoglienza, con tutti gli

elementi che il partito della pianta longitudinale sostiene con elementi molto validi. Questo disegno

moderno, che deriva da una serie di schizzi di un taccuino raffaellesco, probabilmente Raffaello

Sanzio mette le basi per quello che sarà lo sviluppo dopo la sua morte di S.Pietro. Raffaello Sanzio

sposterebbe al centro l’obelisco del circo di Nerone, due torri per la tradizione

delle cattedrali cristiane (scelta conservatrice di tradizione), una bella facciata e dietro

sicuramente la cupola di Donato Bramante. Il primo problema della progettazione è

che c’è una spaccatura tra coloro che vogliono riprendere lo schema tradizionale

longitudinale in senso moderno delle basiliche e quelli che vogliono proseguire

fedelmente i progetti di Donato Bramante. Il secondo problema è la spesa, ad una certa data il

cantiere è sottoposto a critiche e non è più difeso da nessuno. Il progetto è costosissimo e questo

è uno dei motivi da cui parte la protesta di un agostiniano tedesco, Martin Lutero. La prima scintilla di

quella che sarà la riforma protestante, la spaccatura dell’Europa tra luterani protestanti a nord e cattolici a

sud avviene anche con il pretesto delle spese eccessive del cantiere di S.Pietro. Dunque, motivi

architettonici che potrebbero essere sintetizzati dal rapporto tra mondo classico portato alle più

vistose conseguenze forali e monumentali e tradizione, se non fosse per gli elementi nuovi la facciata

potrebbe essere di una cattedrale gotica. Se c’è una piazza con una facciata d’ingresso è chiaro

aspettarsi uno sviluppo longitudinale, ecco perché Donato Bramante insisteva su quattro facciate uguali

con al centro un monumento celebrativo accessibile da un recinto. Ci sono varie liti tra Donato Bramante e

Michelangelo: il secondo stava progettando una grande tomba che Papa Giulio II voleva collocare al

centro della basilica (sopra alla tomba di S.Pietro), mentre il primo

aspirava ad un monumento puramente architettonico ed era assolutamente

contrario. Donato Bramante toglie le armature un po’ prima di quanto volesse

Michelangelo e quest’ultimo si arrabbia. Questa è un’immagine tra le più

importanti del S.Pietro tra Donato Bramante e Raffaello Sanzio: vediamo la

struttura di S.Pietro, con muraglioni e con un andamento allungato (non bramantesco) ma con le volte a

botte (bramantesche).

Antonio da Sangallo (il giovane)

Si arriva al secondo Papa Medici, Clemente VII, ed al Sacco di Roma. Il Sacco

di Roma è uno shock spaventoso per Roma e per l’Italia. I Lanzichenecchi

conquistano Roma, rubano e costringono il Papa a rifugiarsi in Castel S.Angelo.

Tutti scappano tranne Antonio da Sangallo il giovane, che si rinchiude con il

Papa nel castello difendendolo con perizia. È evidente che, quando i

Lanzichenecchi se ne vanno e Roma lentamente riprende a vivere, dal 1528 in

avanti, Antonio da Sangallo il giovane diventi l’architetto del Papa. È Antonio

da Sangallo il giovane (nipote di Giuliano da Sangallo e Antonio da Sangallo il vecchio) che lavora molto a

Roma per il Farnese. Tra Clemente VII e Paolo III Farnese, Antonio da Sangallo il giovane

prende l’incarico di continuare la costruzione di S.Pietro. Ricominciano così i problemi

e le discordanze. Egli fa un modello, da cui sono tratte queste incisioni, e media

dando un contentino a tutti: chi vuole una pianta centrale a quincunx a destra, chi

vuole un corpo di facciata per la loggia delle benedizioni e le varie sale, tenendo separate

le due parti da un passaggio. Le grandi cerimonie trovano il modo di entrare nella basilica, la pianta centrale

non ha la facciata, che è invece un corpo di fabbrica con torri staccato dalla pianta centrale. Questa è la

Page 33: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

33

facciata, in un incisione che deriva da un modello ligneo realizzato da Antonio da Sangallo il giovane, in

cui c’è quello che vogliono gli uni e quello che vogliono gli altri. Ci vuole un corpo di fabbrica perché

molte attività non si svolgono solo all’interno ma anche all’esterno. È un progetto funzionale rispetto a

quello di perfezione di Donato Bramante. Donato Bramante non affronta il tema dei servizi della

basilica. Il corpo di fabbrica è lungo 120 metri circa, con una loggia da cui si affaccia il Papa, sopra

ci sono tutte le grandi sale in cui si ricevono gli ospiti. La cupola è a due piani (con pilastri,

archi, colonne, semicolonne, trabeazioni nell’ordine romano), le torri cadono. Il progetto, dopo essere

esaltato, viene criticato da Michelangelo. La svolta del progetto di Antonio da Sangallo è l’aver posto cose

giuste in sé una sopra l’altra (la torre è di dieci strati), tutto deve avere le giuste proporzioni, sono presenti

tutti e tre gli ordini: il far grande non deve essere a caso, tutto deve essere preciso e armonico.

Michelangelo

Egli è molto vecchio, ha quasi 70 anni (muore a 99 anni). Non vuole prendersi il cantiere

di S.Pietro, vuole dedicarsi prevalentemente alla scultura. Ma Papa Paolo III

Farnese lo chiama e lo costringe a prendere in mano il grande modello e

realizzarlo (Antonio da Sangallo il giovane muore). Egli, vivendo per molti anni,

lavorerà a lungo sul progetto. Giorgio Vasari, pochi anni dopo ne Le Vite, scriverà

che l’apice di tutta la cultura dell’occidente in pittura, scultura ed architettura è

Michelangelo. Lo pone come vetta di una piramide e solleva una questione

tremendamente importante nella storiografia: se con Michelangelo si è raggiunta la vetta, non si può che

scendere. Michelangelo ritiene che, in questo progetto, sia tutto sbagliato. L’errore di Antonio da Sangallo

il giovane, oltre alla pianta che è un pasticcio, è che, essendo un classicista, mette una cosa sopra all’altra

e quindi si contano dieci ordini sovrapposti. Antonio da Sangallo il giovane fa il tamburo su due piani

perché capisce che, rispettando le proporzioni degli ordini classici, non si può che metterne uno sopra

all’altro. Michelangelo sostituirà questa sovrapposizione con un unico ordine gigante ed un’unica

colonna. Antonio da Sangallo il giovane viene criticato, Michelangelo suggerisce di dare importanza solo

alla cupola, ritorna alla pianta centrale ma con una facciata monumentale (tipo il Pantheon), toglie tutte le

croci greche che stanno attorno alle principali e fa solo un percorso quadrato, liberato

da tutti gli elementi, con quattro cupolini. Toglie i deambulatori e mette in vista le

tre grandi absidi. Ciò che conta per Michelangelo è la cupola. Lavora sui pilastri

per ottenere il massimo del diametro aggiungendo e togliendo materia, lavora ad un

rinforzo dei pilastri per arrivare ad oltre 44 metri di diametro. Anche all’esterno

toglie capitelli, diametro, trabeazioni e costruisce una cupola fatta di enormi paraste di ordine

gigante alte 40 metri. Avviene una semplificazione degli spazi interni e della situazione

esterna, vuole togliere materia (come avviene in scultura) e rende il progetto sintetico in una

pianta centrale dominata dalla cupola: convince che deve essere l’elemento più importante

dello skyline di Roma. L’importanza massima ce l’ha la cupola, che non è il risultato di

una geometria, di una composizione perfetta. A Michelangelo non interessa la perfezione in

sé dell’organismo, gli interessa quello che si vede come perfetto. Egli fa un trucco che

Donato Bramante non avrebbe mai fatto. In questa incisione prospettica vediamo i quattro

archi bassi, la cupola architettonica è impostata 8 metri più in alto, ci sono degli enormi anelli

sotto che hanno la funzione di rialzare la cupola perché Michelangelo vuole che, da tutta Roma ma

soprattutto dal futuro spiazzo davanti, si veda ed è ovvio che, siccome attorno c’è tutta la quota delle

coperture della basilica, la cupola si vedrebbe poco. Lui la solleva di ben 8 metri, quindi imposta un

tamburo con un chiaroscuro senza precedenti nell’architettura europea e del Rinascimento. I

Page 34: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

34

contrafforti, che vengono in avanti di 4 metri e terminano con una coppia di colonne corinzie, con

elementi di trabeazione sopra di loro, fanno delle forti ombre. Sopra c’è un attico, perché la cupola deve

essere portata ancora più in alto. La cupola di Michelangelo non solo non è perfettamente

semisferica, ma è leggermente sopraelevata ed è impostata non sul tamburo ma su un attico molto alto (7

metri circa). Le membrature della cupola, grossomodo semisferica, sono aggettanti, ci

sono degli sfoghi d’aria, la grande lanterna e alcune profonde finestre da palazzo (e non

oculi come Michelangelo voleva fare all’inizio). Michelangelo viaggia molto tra Roma e

Firenze, dove si fa dare informazioni precise del sistema a doppia calotta della cupola di

Brunelleschi, una cupola ogivale. Michelangelo imposta una cupola moderna con la costruzione a doppia

calotta, come l’esperienza fiorentina. L’interesse di Michelangelo è la plasticità, il fatto che gli elementi

architettonici e le membrature restino visibili a grande distanza nel panorama di Roma. Disegno, con

Michelangelo vivo, prima della conclusione definitiva della grande tribuna. Ci troviamo nella parte

interna alla città del Vaticano, nei giardini. Grande zoccolo, alto circa 3/4 metri. Ordine gigante e preciso.

Sopra manca ancora l’attico, che ha la funzione di nascondere, con finte finestre, le volte delle campate

interne della basilica. Dunque, molto plastico e molte ombre forti, proporzioni gigantesche. Questo ordine

architettonico percorre tre piani, dove c’è la grande finestre d’affaccio percorre due piani. L’attico viene

costruito dopo la morte di Michelangelo, che non avrebbe certo lasciato la parte alta con i buchi. Per lui,

occorreva una terminazione architettonica. Non è più un rapporto visivo tra le piccole cupole e quella

gigantesca, per Michelangelo ciò che conta è solo la grande cupola. Qui si vede la cerchiatura di sopralzo,

ma stando a terra non la si vede mai. La cupola conserva le sue membrature, le forti ombre, questo suo

carattere plastico ed il risultato è dovuto proprio a queste sue forzature anticlassiche. Donato

Bramante, che lo precede, è per la esatta corrispondenza del vero delle proporzioni e degli elementi

del classicismo, mentre Michelangelo vuole dei risultati ed è disposto all’anticlassicismo delle

proporzioni e delle forzature.

Il 1500 a Venezia: Jacopo Sansovino

La resistenza veneziana all’architettura del Rinascimento è forte. Nel 1525-1535 arriva da Roma dopo il

sacco Jacopo Sansovino che promuove la vittoria del partito dei “giovani”, filo-romano, contro quello dei

“vecchi”, conservatori e amanti dell’edilizia di tradizione; il fatto che un partito sia filo-romano a Venezia

costituisce un’eresia perché Venezia è sempre stata ostile a Roma, è una città sui generis. Con la vittoria del

partito dei giovani Sansovino cambia da solo il centro di un’intera città (tra il campanile di San Marco e il

Palazzo ducale, tutt’intorno è opera di Sansovino).

Biblioteca di San Marco e la Zecca

È il primo incarico, la biblioteca è posta di fronte a Palazzo ducale ed è per questo che doveva essere più bassa, per ragioni di rispetto. Presenta un portico alla romana antica con botteghe che si protenderà in piazza San Marco con archi che poggiano su pilastri e semicolonne, al primo piano troviamo la biblioteca che contiene il grande patrimonio di tutta la Repubblica. C’è ricchezza di decorazione ma sempre in stile classico. La zecca simula una fortezza perché all’interno si trova il denaro. Le statue sulla balaustra sono una ripresa del Campidoglio di Michelangelo: considerando la data di progetto è più vecchio il Campidoglio ma considerando la data di costruzione viene ultimato prima il progetto di Sansovino. Anche qui interrompe la tradizione veneziana. Pone la loggetta sotto al campanile di S.Marco, con un attico pesante e bassorilievi su

Page 35: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

35

misura, l’ordine romano con vistose colonne di ordine classico e pilastri ad arco. Tutto è fortemente romano. Un arco con tre fornici e un attico è una citazione dell’arco romano e non una sua imitazione: abbiamo il definitivo trionfo del partito filo-romano perché abbiamo un arco romano in una Venezia che odia Roma. Procuratie Nuove

Le procuratie sono costituiti da un portico con sopra un piano con uffici sia pubblici che privati Questi edifici alti due piani dovevano raggiungere lo stesso livello della biblioteca, doveva essere identico semplicemente più ricco e con le arcate più profonde; viene poi rialzato per necessità.

Palladio

È il primo architetto ad avere un successo internazionale (Nord-Europa, nel 1700 in Russia, fine 1700

Inghilterra), nemmeno Michelangelo ci riuscì. La resa dell’Europa al Rinascimento avviene tardi e solo grazie

a Palladio che con il suo trattato (contenente disegni di architetture antiche e dei suoi progetti) dimostra

come l’antico possa diventare elegante, monumentale ed accessibile anche alla borghesia. Il suo successo

deriva dal fatto che non si sforza di imitare l’antico ma sembra proprio il suo linguaggio, le suo architetture

sono sufficientemente economiche e la sua architettura è accompagnata da numerosi disegni nel trattato.

Basilica di Vicenza

Palladio vince il concorso contro Sansovino, Serlio e altri architetti. Il progetto di Palladio è un insieme di logge tutte attorno alla chiesa e di restauro, per Vicenza (città della repubblica di Venezia). La serliana,

difficilmente individuabile in quei palazzi eccessivamente decorati, diventa l’unico motivo architettonico del progetto di Palladio a Vicenza, capolavoro supremo dove tutta la cultura europea rimane ammaliata. L’arco che utilizza è sempre lo stesso ma le due parti laterali sono rastremate: questo gli permette di fare l’angolo con due colonne da entrambi i lati, costituendo un angolo forte.

Villa Badoer Con la scoperta dell’America Venezia perde colpi per quanto riguarda il commercio, i capitali quindi vanno nell’agricoltura dell’entroterra. La villa Badoer è una casa padronale con una corte col portico, scuderia, magazzini e intorno le case dei contadini. Queste ville sono accessibili alla borghesia: il casale è nobilitato da un pronao classico con 4 colonne e frontone realizzato in mattoni e intonacato, le statue e i capitelli realizzati in cemento simboleggiano l’eleganza antica ma non sono originali o fatti da grandi scultori come a Roma. Altri edifici importanti ° La Rotonda: Ha 4 facce uguali con 4 viste sul paesaggio, non ha la barchessa. ° Villa Maser: è una tipologia diversa, ha il giardino e possiede statue più pregiate. L’interno è tutto decorato da Veronese. ° Teatro Olimpico: è un teatro alla romana perché c’è una finta prospettiva di città, il soffitto è dipinto a cielo come se fosse all’aperto.

Page 36: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

36

° San Giorgio maggiore: la facciata nuova viene realizzata, davanti alla facciata della chiesa cristiana, come un tempio tetrastilo enorme. Tutto è in mattoni e la facciata e in Milano. ° Il Redentore: ancora un tempio classico, la porta alla romana, facciata a chiesa, torrette. A Venezia non si possono fare affreschi per l’umidità altissima, quindi si tinteggia tutto di bianco. L’altare ha le pale del Tintoretto e sono tele ad olio perché l’olio resiste alla Venezia.

Page 37: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

37

IL MANIERISMO

Il classicismo a cui aspiravano Bramante, Peruzzi e Antonio da Sangallo il giovane è già stata messa in crisi

da Michelangelo: preferisce effetti forzati, spessori e ombre molto marcati, ordini trattati molto

liberamente (es. la Sagrestia Nuova: la cornice aggettante enorme, nella tradizione sono molto piccole; San

Pietro: il tamburo della cupola viene rialzato di 7,5 metri per effetto visivo non per esattezza). Intanto si fa

strada un allievo pittore di Raffaello, Giulio Romano: lavorerà a Mantova per il marchese Gonzaga.

Giulio Romano

Introduce in un disegno di porta urbana un nuovo ordine, l’ordine rustico: bugne che fingono di essere

roccia, recupera la naturalità della roccia come se le colonne siano ancora imcompiute, non c’è

un’astrazione degli ordini ma ancora natura. Serlio fu il primo a parlare dell’ordine rustico, aggiunge che c’è

un sesto ordine (ordine bestiale) e altri ordini di invenzione.

Palazzo Te

Questo palazzo in realtà è una tipologia ambigua, non è un palazzo ma assomiglia più

a una villa anche se le ville sono diverse, sono compatte o che scaturiscono dai casali.

Si esce dalla tipologia e se ne inventa un’altra; è adatta alle feste con grandi saloni, 2

cortili uno con 2 piscine ed esedra. Tutto l’edificio è costruito con ordine rustico e

forzature (archi e finestre, il bugnato passa anche davanti alle paraste; il tutto sembra

una fortezza, il che era giustificato dal fatto che era fuori dalla città) e invenzioni che caratterizzano

quest’architettura espressiva. I locali attorno al cortile non sono distribuiti da una loggia o da un corridoio

ma sono uno attaccato all’altro. I triglifi e le metope sono poste sopra ad un muro, il che è poco

ragionevole: un triglifo sembra che stia per cadere: la sacralità del tempio greco viene presa in giro. Tutto il

classicismo viene messo ala berlina.

Palazzo ducale di Mantova

L’incarico riguarda il cortile, adatto ai tornei, a dimostrazione dell’amore per le feste e i trionfi da parte dei Gonzaga. Scatena una fantasia di forme turbative in un clima classicheggiante con colonne tortili appoggiata a un muro di ordine rustico, due enormi mensole reggono un balconcino che comunque starebbe su da solo. C’è un libero e provocatorio uso degli elementi della tradizione. Una mensola regge un piedistallo che regge una colonna che regge, a capriccio, una trabeazione classica. Tutti questi elementi sono usati in modo dissacrante: la tradizione che voleva in basso l’ordine più tozzo e pesante (dorico-ionico-corinzio-composito) viene invertita da Giulio Romano che rende tutto grezzo e rustico con una serie di invenzioni e di capricci anticlassici.

Page 38: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

38

La definizione di Manierismo

I critici hanno coniato un termine per definire l’arte e l’architettura di metò 1500 (fino al 1590): questo stile

che si trova tra il Rinascimento e il Barocco del 1600 è talmente ricco di esperienze dissacranti e

provocatorie che ha bisogno di un nuovo termine. Manierismo è la soluzione ossia imitazione dei secoli

precedente in maniera totalmente libera: ma una serie di esperienze di crisi porta a chiedersi perché

raggiunto l’apice della perfezione (“Con Bramante abbiamo raggiunto gli antichi” -Raffaello-) tutto di colpo

si mette in crisi? Due ipotesi:

• ipotesi politico-sociale: nel 1527 avviene il Sacco di Roma che è uno shock per l’Italia e i cattolici; i

Lanzichenecchi costringono il Papa a rifugiarsi dentro Castel Sant’Angelo, i cardinali sono messi alla

berlina. Tutto questo sconforta la popolazione e c’è una perdita di valore per l’autorità. Carlo V fa

pace con il Papa e la situazione si ricompone politicamente ma gli artisti sono scappati ; tutti gli

stati italiani sono in crisi: la Lombardia andrà in mano alla Francia e poi alla Spagna, c’è un’invasione

da parte degli stati europeiin questo periodo di incertezze;

• irrequietezza creativa della cultura occidentale: l’Occidente è irrequieto per natura, non c’è da

rispondere a perché dopo 30 anni uno stile viene messo in crisi perché è insito nella natura

occidentale; prendiamo ad esempio il 1900: in cent’anni cambia gusti e stili almeno 8/9 volte.

Galeazzo Alessi detto il Perugino

A Genova il Perugino costruisce una replica del San Pietro di Bramante con la volontà di riproporre qualcosa

che è stato abbandonato ma non semplicemente per riproporre ma per fare qualcosa che è stata giudicata

interessante.

Palazzo Marino

Si abbandona la tipologia del palazzo rinascimentale: è una svolta importante che avviene in tempi

ravvicinatissimi (Palazzo Farnese era stato appena finito). Ha una pianta inedita: due cortili diversi tra di

loro (a sx troviamo quello di servizio e a dx quello d’onore), un ingresso non in mezzaria ma spostato, i due

ingressi arrivano in un salone e non in un cortile, il palazzo che finge di essere un quadrato in realtà è un’H

perché i due cortili sono posti alle estremità e i muri di confine sono trasparenti perché finestre; dalla

strada guardando dentro si vedono i due cortili. Tutta la facciata è in ordine rustico: lo zoccolo sembra una

roccia da cui nasce l’architettura dell’uomo. Perugino sembra voglia dissacrare la tradizione: il timpano in

origine era un tetto per proteggere la facciata o la finestra dalla pioggia, qui viene spezzato e riempito con

due mensole e una testa di leone. Il grande cortile d’onore è una sequenza incredibile di novità rispetto al

classicismo: la prima novità è che viene invertita la legge del classicismo, che mette dorico-ionico-corinzio-

composito, mettendo sopra un muro pieno e sotto una serliana (due colonne accostate con un arco ed una

trabeazione). Non contento di invertire la logica costruttiva dei pesi, Galeazzo Alessi “inonda” di

decorazione aggiunta tutto ciò che non sono gli elementi portanti, fa il contrario del Cortile di S.Maria della

Pace (chiostro) di Donato Bramante a Roma. Se le pareti sono vuote si legge

bene la struttura dell’architettura, se invece la si riempie in maniera ossessiva

di decorazione lo sguardo del visitatore è molto distratto dal repertorio

Page 39: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

39

decorativo. Inserisce le cariatidi, torna la figura umana, i capelli sono le volute dello stile ionico.

Chiesa di San Raffaele

La parasta si allarga salendo, a metà è posto un leone, il capitello ha sopra una testa.

Santa Maria presso San Celso

La facciata è colossale, molto più grande rispetto alla chiesa, domina ovunque la scultura , i

timpani sono spezzati, bassorilievi, obelischetti, targhe etc… È tutto inquietante. Di fronte c’è

un quadriportico bramantesco.

Altri autori manieristi

Leone Leoni: la casa degli Omenoni

Allievo di Michelangelo e in rapporti con Carlo V, costruisce la sua casa nella quale la

scultura prende il posto dell’architettura: le statue fingono con la schiena di reggere tutto il

primo piano (es. un balconcino: eco del cortile di Mantova) allo stato grezzo. Nella pare

interna scherza con le allegorie: i leoni (il suo cognome è leoni) mangiano l’uomo che ha la

testa e il braccio che interrompono l’architettura della finestra cieca.

Vasari: gli Uffizzi

Il manierismo non è solo ridondanza formale. L’opera più grande costruita da Vasari a

Firenze insieme a Buontalenti e Mannati sono gli uffici per il granduca di Toscana. È il

capolavoro manieristico perché è inquietante perché la tipologia non corrisponde ai tipi

della città:

• finge di essere una strada: ma normalmente a fianco di una strada ci sono palazzi diversi fra di loro,

qui è un unico palazzo a U;

• sembrerebbe una corte: non può essere perché sarebbe chiuso e qui un lato è aperto;

• non può essere una piazza perché la piazza italiana è circondata da case diverse.

È qualcosa di così ambiguo che solo il manierismo poteva costruire.

Il bosco di Bomarzo

Si inventa un giardino nel quale vengono accentuate le caratteristiche del manierismo portando agli

estremi la stravaganza. Questo giardino è l’archetipo dei giardini barocchi ricchi di sorprese e invenzioni che

normalmente sono allegre e festose: qui è piena di mostri e incubi, viene esaltato l’aspetto

truce dell’architettura e c’è il trionfo dell’invenzione falsa. Una delle invenzioni più straordinarie

è quella della casa pendente, prende in giro l’architettura stessa: toglie all’architettura la sua

proprietà principale, la gravità, costruendo una casa storta; all’interno c’è la difficoltà di

muoversi, l’uomo perde il senso della propria verticalità (il più delle volte attraversando il locale si

raggiungerebbe l’angolo). Se il Rinascimento era alla ricerca della perfezione della bellezza maschile (es.

Page 40: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

40

David), nel manierismo il “mostruoso” si insiste su un mondo antichissimo, o contemporaneo (il

manierismo non fornisce spiegazioni , è il classicismo che spiega con le norme e leggi), che

precede l’uomo, un mondo di mostri. L’invecchiamento è tipico del manierismo, vuole il

segno del tempo, con la corrosione e la sporcizia (il classicismo invece puliva e restaurava i

ritrovamenti).

Arcimboldo

Usa la natura (frutta, verdura, pesci, fiori etc…) anche in maniera realistica per costruire ritratti. C’è

nella pittura la stessa tendenza verso il naturalismo dell’architettura, si ritorna da capo con la

natura, negando l’ordine come punto di arrivo perfetto della natura.

Federico Zuccari

La casa-studio Zuccari è l’attuale biblioteca herziana, la più importante biblioteca di storia

dell’arte. È una casa bizzarra, le finestre sono dei volti giganti, i capelli interrompono il timpano

(accentuata l’idea dell’interruzione e della sovrapposizione). Il gusto del mostro e delle sue

parti anatomiche in architettura si rivela soprattutto in facciata.

Page 41: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

41

ETÀ BORROMAICA

Premessa storica

Nel 1517 inizia la Riforma protestante che provoca una spaccatura all’interno della chiesa cattolica (parte

della Francia, Spagna, Austria, Italia e Polonia rimangono cattoliche, il resto dell’Europa aderisce alla

Riforma). Il motivo essenzialmente morale della Riforma contrastava la vita lussuosa del Papa e l’immoralità

della chiesa (Alessandro VI Borgia, Valentino, Lucrezia Borgia è la figlia di Alessandro con cui ha una

relazione); i cardinali e i vescovi usano la sede come forma di reddito, hanno una vita licenziosa; i preti sono

ignorantissimi; la vita in parecchi monasteri è scandalosa (a Venezia ci sono documenti che testimoniano

orgie nei monasteri femminili). Paolo III convoca il Concilio di Trento (1543-1563) che è un tentativo di fare

una riforma all’interno della chiesa cattolica per controbattere la Chiesa protestante. Al Concilio partecipa

San Carlo Borromeo e suo cugino Federico Borromeo che danno vita a un periodo dell’arte milanese e

lombarda chiamatà età borromaica.

Le riforme di San Carlo

Nel 1564 San Carlo è arcivescovo di Milano, arriva come riformatore. Le riforme sono importantissime:

• riorganizzazione dal basso della chiesa: dà vita di nuovo e funzione alle parrocchie che diventano

sedi di controllo della popolazione. Il parroco ha il dovere di tenere registri parrocchiali con i dati di

battesimi, matrimoni e decessi; sono importanti nella gestione delle città ma costituiscono un

fastidio per il governatore spagnolo (ci saranno infatti liti fra San Carlo e l’imperatore spagnolo);

• riforma l’istruzione: nascono i seminari per insegnare ai preti a fare i preti (non conoscere solo il

latino ma come predicare, recitare messa etc…) e nascono i collegi universitari (il primo a Pavia);

• nascono gli ospizi, ossia case di assistenza;

• rinnovamento delle chiese in maniera severa: scrive le “istructiones fabricae et seppellictilis

ecclesiasticae libri duo” per l’edilizia e l’arte cristiana che andava a contrapporsi al trattato di

Palladio. Predicava la modestia e non il pasticcio ideologico e decorativo, nelle chiese non

dovevano esserci rappresentazioni di arte pagana.

L’ultimo punto merita una specifica. San Carlo Borromeo predica un rifiuto del manierismo e un ritorno a

un’architettura più severa. Per realizzare questo scopo si scontra con Filippo II di Spagna che lo esilia per un

anno perché San Carlo si prende parte del potere che spetta al governatore: per esempio, durante la

pestilenza fa costruire delle crociere con altare nelle piazze e strade perchè la gente possa sentire messa

senza uscire di casa e non rischiare così di contagiarsi (prende quindi decisioni che spetterebbero al

governatore). Gli spagnoli fortificano Milano per proteggersi a ovest dalla Francia e a nord-est dall’Austria

ma si disinteressano della cultura della città e quindi San Carlo prende in mano la situazione. Nascono due

ordini religiosi moderni derivanti dalla Controriforma: i barnabiti e i gesuiti (1540). Questi ultimi sono stati

fondati da Sant’Ignazio di Loyola; la caratteristica principale è che non vivono o posseggono conventi ma

costruiscono case e collegi, si occupano di cultura.

Chiesa del Gesù

Voluta da Sant’Ignazio, è considerata la chiesa madre dell’ordine dei gesuiti ed è il tipo di chiesa gesuita

imitato in tutta Europa. Non ha coro, presenta un’unica navata con 3 cappelle e ingressi laterali, ha una

grande volta a botte e una cupola. Ha molte decorazioni ma sono state aggiunte successivamente in epoca

Page 42: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

42

barocca. Le chiese dei gesuiti erano aperte al pubblico, non era quindi la chiesa dell’ordine aperta con gli

orari dell’ordine, erano poste su strade e piazze e le messe erano officiate da preti.

Chiesa di San Fedele

San Carlo facorisce l’arrivo dei gesuiti a Milano negli anni ’60 con la costruzione della loro sede in centro.

Situata vicino a Palazzo Marino è annessa alla casa che ha cortili e palazzi a più piani non con chiostri

perché non è un convento. L’architetto è Pellegrino Tibaldi, che si forma a Bologna e a Roma, costruisce

una chiesa a navata unica sormontata da una volta, la chiesa è a servizio dei gesuiti ma aperta sulla piazza

per tutti i fedeli. La facciata classica è stata arricchita in un periodo successivo, molto rigorosa sia fuori che

dentro. Compaiono sempre più i confessionali perché il Concilio incita alla confessione.

Collegio universitario Borromeo

Si incarna la volontà di dare la possibilità ai giovani di studiare all’università o di entrare in

seminario. Una percentuale degli alloggi è riservata ai figli dei nullatenenti che non sono in

grado di pagare gli studi. La semplicità degli studi è evidente rispetto al cortile di palazzo

Marino quasi contemporaneo.

Chiesa di San Sebastiano

Da giovane ha visto il Pantheon a Roma, e dopo lo scoppio della pesta a Milano fa costruire la Chiesa di S.Sebastiano a forma di Pantheon, una specie di tempio di ringraziamento. È una sorta di Pantheon con la lanterna, il cassettonato, etc. Poi la Chiesa di San Sebastiano, che è il protettore delle malattie infettive e della peste, viene costruita come un edificio severo ma con un ritorno ad un linguaggio privo di eccessi e

di libertà capricciose. La parte bassa è più fedele alle volontà del Cardinale e del suo architetto, la parte in alto viene modificata dopo la loro morte. Duomo di Milano

La cultura del ‘500 non sopportava il gotico, le cattedrali gotiche erano considerate dei mostri senza

proporzione. San Carlo ha la stessa cultura del suo tempo e non sopporta il Duomo di Milano e chiede a

Tibaldi di tentare di cancellare il gotico: all’interno a sinistra viene posto un fonte battesimale alla romana, i

pittori dipingono tele che quando vengono appese nascondono il 90% del gotico, vuole fare una facciata

(non ancora stata realizzata) classica (il portale verrà arricchito nel 1800). Costruisce le 5 porte e una

finestra con balcone e due finestre laterali: sono elementi anomali nella facciata che verrà arricchita in stile

gotico nel 1800.

Palazzo San Carlo Borromeo

Pellegrino Tibaldi costruisce per San Carlo Borromeo un enorme loggiato severo, in bugnato, dei duplex destinati ai canonici con dei loggiati a due passi da Piazza S.Babila. Questa idea di classicismo viene realizzata di ritorno all’ordine, viene eseguita dal cugino del Cardinale Borromeo, che costruisce il grande seminario (scuola per i preti): ordine dorico completo e l’ordine ionico al piano superiore, due trabeazioni (ritorno all’ordine). Il cortile del 1400 viene sostituito da un nuovo cortile in ordine rustico ma non è manieristico. Tibaldi fa un piccolo inganno: il purismo evita la balaustra con colonne perché la massa di costruzione fa sì che si cammini a livello dell’architrave.

Page 43: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

43

Seminario

La severità antimanieristica esplode alla fine della vita di San Carlo che ha impostato una funzione fondamentale, il seminario, che serve a preparare (a livello universitario) una nuova generazione di preti. Costruito dopo la morte (1584) ha una rigorosità neogreca: non ci sono archi ma una doppia serie di colonne doriche e ioniche con architrave.

Collegio elvetico Viene costruito nel 1587 dopo la morte di Carlo Borromeo. Lo scopo era costruire una difesa culturale nei

confronti del protestantesimo che preme in Svizzera (che oggi è parte protestante e parte cattolica); qui si viene educati secondo il cattolicesimo (la diocesi di Milano arriva fino a Bellinzona). Si cerca il recupero della classicità tradizionale romana. Ad angolo si vede l’ordine dorico completo, con l’ordine superiore ma senza decorazioni aggiunte e fuori dal linguaggio dell’architettura.

Federico Borromeo Dopo la morte di Carlo subentra il cugino, Federico Borromeo, grande cardinale dell’inizio del 1600 che rimarrà fino agli anni ’30 della grande peste di cui si parla anche nei Promessi Sposi. Scrive un trattato di arte sacra “De arte sacra” nel quale si dice che i fedeli non devono essere turbati con storie stravaganti, es. i quadri dedibili secondo i testi sacri. Architettura e pittura devono seguire le norme. La biblioteca ambrosiana

È l’operazione più importante, commissionata a Mangone. È una biblioteca moderna alla quale si aggiunge un’accademia di arte sacra e una pinacoteca per fare i modelli per gli allievi. Compra la Natura Morta di Caravaggio. Non è simile alla biblioteca di Michelozzo o a quella di Michelangelo; qui i libri sono stampati e raccolti in scaffali, ci sono centinaia di volumi perche si stampano tantissimi libri (nel 1603-1630 la stampa è ormai diffusissima). Le pareti non possono avere più le finestre a destra e a sinistra perché i libri occupano tutte le pareti fino in alto: la luce entra come nella finestra termale romana, nella volta a botte (che è obbligatoria invece delle capriate lignee per evitare gli incendi) perché è l’unica apertura possibile.

Il Sacro Monte

Progetto partito con San Carlo e lasciato a Federico il Sacro Monte rappresenta l’idea di costituire una

barriera per frenare il protestantesimo del nord; si trovano sulle Alpi, al confine con la Svizzera. I Sacro

Monti sono un percorso, una salita verso la sommità dove c’è il sepolcro di Cristo, imita la salita al Calvario.

Durante il percorso si trovano delle cappelle architettoniche con dentro le stazioni della via crucis. La

processione è una tipica idea del barocco ed è una svolta enorme nell’uso della città; queste cappelle

contengono un’arte molto precisa. le figure sono vestite, colorate, hanno i capelli; la scena è realistica e

l’arte non è per il Papa o per un personaggio colto ma è l’arte popolana religiosa. Le cappelle sono state

costruite per ospitare gruppi di persone e non singoli individui.

Brera

I Gesuiti sono le persone numericamente più importanti fra le persone colte. A inizio 1600 Ricchini

costruisce il grande cortile che sebbene sia iniziato in piena età barocca è più borromaico (l’architettura

barocca è più complicata). La severità del collegio dei gesuiti è caratteristica dello stampo milanese che

prosegue in età barocca. L’unico elemento di diversità dai cortili del 1500 è lo scalone: se in precedenza lo

Page 44: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

44

scalone era chiuso fra 2 muri ed era invisibile ora dal 1600 in avanti l’idea della processione e del

movimento porterà a uno scalone di maggiore importanza che in questo caso occupa tutto un lato del

cortile ed è ben visibile da tutti coloro che si trovano nel cortile.

Page 45: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

45

IL BAROCCO

Se “Manierismo” è un termine inventato dalla critica storiografica moderna, “Barocco” fu coniato dalla

critica negativa dalla metà del ‘700 fino a fine ‘800 contro gli eccessi, la teatralità, le invenzioni e le

scorrettezze. È un termine spagnolesco, pronunciato con disprezzo: ora la critica è obiettiva ma al tempo si

distruggeva tutto ciò che c’era in precedenza per far strada a un nuovo stile; questo processo finirà con il

Movimento Moderno che distrugge l’eclettismo di fine ‘800. A Milano il Barocco è tardo e non molto

esuberante rispetto a Roma, Torino o in Austria, inesistente a Venezia. Si può dire che il ‘400 sia Firenze

mentre il ‘500 e il ‘600 siano romani. La caratteristica del Barocco è la questione del movimento (già

importante nell’età borromoica con i Sacrimonti). Palladio diceva: “se voglio fare una chiesa quadrate

perché il quadrato è bello e mi capita un terreno storto, io tento di correggerlo per renderlo quadrato”. Il

Barocco agisce nell’esatto contrario, complica apposta le soluzioni, mette in crisi la tipologia. Caramuel, un

teorico del Barocco, inventa l’ordine obliquo: in uno scalone bisogna costruire anche gli elementi storti

pendenti coma la scala, scrive un trattato di architettura obliqua che genera subito critiche; si formano 2

posizioni, coloro che rifiutano questi capricci e licenze e coloro che approvano questa libertà.

Gli elementi principali: scala e palazzo

La scala

La scala acquista sempre più importanza nel barocco, non è più la scala di servizio chiusa fra due muri ma

diventa una vera e propria opera di architettura. Un esempio è Palazzo Banco a Genova il cui atrio

all’ingresso è dominato da questo scalone-monumento. Anche il Palazzo Ducale di Modena ha uno scalone

immenso, costruito all’aperto, visibile da tutti in modo che si potesse partecipare visivamente al corteo

trionfale di salita.

Il palazzo barocco

Il capolavoro del palazzo barocco è Palazzo Barberini, è il diverso per eccellenza. Mentre i palazzi fiorentini

avevano uno zoccolo per la difesa, un cortile che distribuisce gli ambienti ora siamo nel periodo delle grandi

prospettive lunghe ed urbane con vialoni ed entrando nel giardino del palazzo vediamo che il palazzo si

trova sullo sfondo preceduto infatti da un giardino con ninfeo. Anche qui la scala è protagonista: troviamo

tre grandi scaloni (di cui ellittici) più uno un po’ più piccolo, tutto è movimento; guardando in alto si può

vedere tutto il vano scala (questo è giustificato dal gusto della vista molto lunga barocco). Questo palazzo

verrà imitato in tutta Europa dai re a Versailles, in Germania, in Austria etc… Ci lavorano 3 architetti, uno

dopo l’altro: Bernini, Borromini e Pietro da Cortona.

Bernini

È il più importante scultore del 1600, a quel tempo l’artista si trova fra i gradini più alti della società; viene

chiamato in Francia dal re per ampliare il Louvre e dice al re “non mi si chiedano cose piccole e modeste”;

Page 46: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

46

non gli piace Parigi, perché è tutta alla stessa altezza. Con lui abbiamo la sintesi delle 3 arti che tendono ad

affermarsi in maniera vistosa.

Complesso scultoreo dell’estasi di Santa Teresa

Bernini rinuncia quasi sempre al marmo bianco per utilizzare marmi policromi, è come se dipingesse con il

marmo. Inoltre qui per la prima volta abbiamo un esempio della luce alla bernina: la fonte luminosa è

nascosta e prende luce del sole da un buco che illumina la scena come se fosse un riflettore; per accentuare

la scena Bernini pone dei raggi dorati a simboleggiare la luce divina. Un carattere importante del barocco è

la teatralità: infatti i donatori della Cappella Cornaro sono scolpiti come fossero in un palchetto, in uno

spazio prospettico finto, mentre assistono al miracolo di Santa Teresa.

Baldacchino di San Pietro

È una prova immediata della genialità di Bernini, è talmente famoso che in tutta Europa ce ne sono una

trentina. Si trova sopra la tomba di San Pietro e sotto la cupola di Michelangelo, non è un baldacchino

Rinascimentale ma si ambienta per contrasto. Le colonne sono molto distanti per non impedire la vista

dell’altare; è enorme perché è in proporzione con lo spazio gigantesco intorno ed è vuoto per non

nascondere la vista del sacerdote e perché i fedeli, una volta entrati, riescano a vedere la cattedra di San

Pietro in fondo con il sole che illumina l’alabastro; in questo modo Bernini non interrompe la lunga

prospettiva. Perché Bernini utilizza delle colonne tortili? Accanto nei pilastri di Michelangelo ci sono 8

colonnine tortili, una nella tomba di San Pietro e 3 perdute perché attorno al Sepolcro di Cristo c’erano 12

colonne tortili; le 8 rimaste fungono da modello per le 4 del baldacchino con il simbolo della vite che si

attorciglia. Viene completato l’axis mundi: la luce (colomba dello spirito santo) attraversa l’asse verticale

del baldacchino fino a giungere alla tomba di San Pietro.

Sant’Andrea del Quirinale

Posto accanto alla scuola dei novizi, è costituito da forme concave e convesse, è come se si tirasse indietro

con i due bracci di accesso convessi e la scala concava di contrasto; dentro utilizza marmi policromi.

San Pietro: facciata, colonnato e la scala regia.

Nel 1607 viene bandito un concorso per la realizzazione della facciata di San Pietro: il concorso era ambiguo

perché i concorrenti ingenui prendono alla lettera al realizzazione di una facciata mentre l’idea che girava

era prendere l’occasione per prolungare la basilica. Vince il con-corso Maderno il quale allunga la basilica di

due campate più una di assestamento e vi aggiunge un corpo di 8-9 metri di profondità di accesso (un

accesso dal Vaticano e un accesso dal Belvedere). Come omaggio alla basilica di Michelangelo Maderno

divide la navate laterali a setti cosicché sembrino cappelle e che la chiesa abbia una navata sola. Maderno

costruisce una facciata in ordine gigante della tribuna e il più basso possibile per permettere la vista della

cupola. Una volta realizzata la facciata rimane il problema dello spiazzo davanti alla basilica: il Palazzo

Apostolico costruito da Domenico Fontana alla fine del 1500 si trova 15 metri più in alto della basilica

perché è sul colle e nel 1584 Fontana ha spostato dal circo di Nerone l’obelisco e l’ha posto in centro alla

piazza: operazione difficilissima perché l’obelisco deve essere messo su un piedistallo enorme; durante le

operazioni di spostamento Fontana non riusciva a vedere la basilica perché era dietro il quadriportico, di

conseguenza sbaglia i calcoli e l’obelisco è fuori asse di 4 metri. Lo spiazzo è più basso di 5 metri rispetto

alla basilica e le strade non sono regolarissime e alcuni palazzi sono storti: bisogna fare 2 piazze: una prima

bassa a livello delle strade, la piazza e poi i gradini che formano due esedre e formano un trapezio, chiude il

Page 47: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

47

portico parallelamente al palazzo apostolico. Si crea un ovale enorme con due fontane nei fuochi dell’ellisse

e l’obelisco al centro (che non è in verità centro), tutto è storto ma non ce ne si accorge perché l’asse è

fuori centro. Il perimetro dell’ovale è costituito da un portico con 4 file di colonne. Cambia il centro del

portico e non lo pone nel fuoco dell’ellisse perché se i due centri fossero stati coincidenti la distanza tra le

colonne interne e quelle esterne sarebbe stata troppo grande (3 metri-5 metri); in questo modo crea

squilibri che Bernini colma con dei trucchi (triangolini che colmano le distante). Progetta una piazza barocca

rinunciando al barocco: la colossali esedre hanno uno stile sobrio, non di invenzione, in ordine dorico, le

statue seguono l’ordine delle colonne; corregge secondo il criterio per cui il falso sembra vero e il vero in

grande sembra falso, è tutto leggermente lenticolare (più di un metro). Sebbene scelga l’ordine dorico,

Bernini non utilizza i triglifi e le metope perché segnalerebbero l’errore dello spostamento dei fuochi. La

chiusura e l’apertura della piazza permettono di nascondere quella parte di facciata che anche Bernini

riteneva troppo larga e piatta. Per salire trionfalmente alla Cappella Sistina Bernini progetta la grande Scala

Regia. La cappella Sistina era il luogo di accoglienza delle grandi personalità, Bernini progetta quindi una

scala rastremata per dimensioni verso l’alto con due canali di luce durante la salita per esaltare il corteo con

un cono prospettico accentuato.

Borromini

Quasi per un capriccio della storia la vita e le opere di Borromini sono state le più criticate; se Bernini ha

avuto una carriera e una vita di successo, Borromini rimane solo, senza famiglia e vive tormentato tra i frati.

Bernini usa il linguaggio classico nel Barocco, Borromini spinge la progettazione fino al dettaglio, tutto

pienamente Barocco. L’Europa si divide in due:

• Francia (Parigi), Inghilterra e i principati tedeschi che prediligono Bernini, un’esuberanza creativa

che rispetta gli elementi tradizionali: nel colonnato di San Pietro ci sono trucchi di invenzione

barocca ma l’ordine delle colonne rimane il dorico;

• Spagna, Austria, Cecoslovacchia (Paesi cattolici) prediligono Borromini per l’uso dello spazio

pubblico, delle facciate; cambia anche gli elementi ed è il primo a usare la forma più ricorrente nel

barocco, il concavo-convesso (a Milano nella chiesa della salute la cupola spinge la facciata in fuori.

San Carlino alle 4 fontane

La chiesa è a pianta mistilinea e le parti corrispondenti ai vertici sull'asse maggiore sono concluse da absidi semicircolari; come una sovrapposizione di una pianta a croce greca. La cupola è un ovale incisa da un profondo cassettonato nel quale si alternano forme diverse (ottagoni, esagoni, croci) componendo un disegno molto particolare illuminato da due finestre poste alla base e dalla lanterna superiore. Il raccordo tra la cupola e il corpo dell'edificio è realizzato grazie alla presenza di quattro pennacchi che poggiano sulla trabeazione. Il movimento ondulatorio dei muri e il ritmico alternarsi a forme sporgenti e rientranti danno luogo a un palpitante organismo plastico, la cui forma viene sottolineata dall'assenza di sontuose decorazioni. Nella facciata Borromini utilizza due ordini che distinguono la facciata in due parti: una superiore e una inferiore. La parte inferiore è caratterizzata da una successione di superfici concava - convessa - concava; mentre la superiore presenta tre parti concave di cui la centrale ospita un'edicola convessa. Egli gioca con la concavità e la convessità delle pareti creando una facciata dinamica e piena di movimento, ma anche con le fantasiose decorazioni come la nicchia posta sopra al portale d'ingresso (che ospita la statua di San Carlo Borromeo) in cui le colonne sono due cherubini le cui ali vanno ad unirsi e

Page 48: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

48

creare una copertura alla statua. Nelle suddette nicchie si può cogliere la metafora, utilizzata spesso dal Borromini. Nel chiostro Borromini cambia gli ordini: le colonne non hanno capitello e la trabeazione della serliana è costituita solo dall’architrave (al tempo era una bestemmia).

Oratorio dei Filippini

La facciata non corrisponde alla disposizione interna, sembra essere di una chiesa che non esiste perché dietro c’è un corridoio con dei locali; l'oratorio, in stile barocco, ha una disposizione biassiale, determinata dall'altare sull'asse longitudinale e dall'entrata progettata sull'asse trasversale. La facciata riassume le novità dello stile austero e tecnicamente rigoroso del Borromini. Il corpo principale è suddiviso in cinque settori da paraste disposte su pianta concava; vivace è il gioco dialettico fra la parte centrale del primo ordine, curva verso l'esterno, e la profondità della nicchia con catino a finti cassetti dell'ordine superiore. La forma del timpano, realizzata per la prima volta con una sagoma mistilinea, genera un movimento curvilineo e angolare. Per giustificarsi dalle critiche per questo progetto scrive il “Opus architectonum”.

Sant’Ivo della Sapienza

Opera imitata in tutta Europa, viene costruita per l’università La Sapienza, la prima università di Roma

fondata nel 1400. Borromini disegna appena accennato ciò che c’è già e più scura la parte che in cui lui

deve incastrarsi con la chiesa. L’incarico è la cappella a pianta centrale, una forma senza precedenti e senza

cupola con invece un tiburio di fantasia: la parte a cono a gradoni arriva fino alla lanterna, in alto c’è una

spirale. Nel periodo barocco c’è un grande sviluppo della matematica e dell’astronomia con le scoperte di

Galileo, la matematica e la geometria fanno passi da gigante con il tracciare formule delle forme sinusoidali

e ellittiche. Borromini rimane incantato da questa forma nuova, tiene sul letto una conchiglia a punta: fino

a 150 anni prima la forma preferita era la conchiglia a ventaglio, ora la conchiglia spirale. In alto viene posta

la sfera del mondo e un nido di cicogne, un’invenzione inquietante. La pianta è la sovrapposizione di due

triangolari equilateri: le punte di un triangolo sono degli absidi, le punte dell’altro triangolo sono convesso;

tutto dà luogo a una pseudo - cupola che sarà un tiburio. Il significato simbolico del nido delle cicogne è

legato all’università: le cicogne sono uccelli migratori che volano da un continente all’altro, non hanno

confini; così anche le idee non si riescono a imprigionare. Borromini disegna tutto fino al più piccolo

dettaglio con una ricchezza plastica straordinaria: membrature, decorazioni (attraverso plastici e modelli,

seguendo i dolori) etc…

Tiburio di Sant’Andrea delle Fratte

Borromini esegue lavori limitati rispetto ai grandi progetti di Bernini. Per questo complesso realizza il

campanile bianco all’incrocio di 3 strade, permane sempre l’idea di un’architettura per la città. Il tiburio in

mattoni è sempre concavo e convesso. Il campanile è ricco di figure femminili e in alto viene posto lo

stemma di tipica invenzione barocca.

Torino e il Barocco: Guarino Guarini

È la città più importante per le esperienze barocche dalla fine del 1600 alla prima metà del 1700, diviene

importante politicamente (Savoia diventano prima principi e poi re). È una città di origine romana con il

rigore delle strade e il quadrettato romano. Guarini è un architetto torinese, viaggia molto e si ritiene

Page 49: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

49

allievo indiretto di Borromini. È un barocco che risente molto della cultura di Parigi e le architetture sono

molto simili alle corti del re di Francia: grandi spazi con al centro un monumento che si riprodurranno in

tutta Europa nel 1800. Il barocco non è solo invenzione ma è anche regolarità di stato: piazze regolari con

portici con negozi e uffici sono imposti dal re ai suoi architetti.

Reggia

È costituita da un cortile con un palazzo enorme a cui sono annessi i suoi giardini, la cappella della Sacra

Sindone in fondo al Duomo e San Lorenzo. Vicino nel 1720-1725 verrà costruito Palazzo Madama di Juvara.

La cappella per la Sacra Sindone

Viene commissionata a Guarini la cappella che doveva contenere la reliquia più importante della cristianità

con una condizione, che la Sacra Sindone fosse posta al primo piano, ossia il piano del Palazzo Reale dove

vivevano i Savoia. Guarini inventa la salita religiosa (già con l’idea del Sacromonte): si sale in un ambiente

da funerale, grigio e tetro, di pietra opaca. La reliquia è conservata nella teca più preziosa che esista

costituita da marmo nero e oro. In alto non c’è la cupola (perché classica) ma c’è un guglia che man mano

che si sale è sempre più luminosa, è stata realizzata con un invenzione strutturale geniale: una

sovrapposizione di archi ribassati di marmo, un arco appoggia su quello sotto in modo un po’ più inclinato e

pendente per formare un cono. Anche all’esterno ha una forma bizzarra: in realtà c’è dietro tutto un

discorso culturale, tutto ciò che la Sacra Sindone ha passato è avvenuto in Palestina da secoli in mano

saracena (cultura orientaleggiante). L’interesse principale di Guarini era di far svettare la cappella in Torino.

San Lorenzo

Esperimenta un’altra possibilità del barocco, una finestra di vario genere su lezione di Borromini ma in

ambiente più libero e simpatizzante. Queste finestre hanno la forma degli strumenti barocchi (violino,

violoncello) e sono tutte una diversa dall’altra, saranno odiate dalla cultura del 1700. In primo piano

abbiamo il monumento del principe a cavallo (fuoco: prospettive urbane). La torre a guglia ha una finestra

strana più una finestrina che interrompe la trabeazione, nel tamburo ci sono 2 tipi di finestre, una

sporgente e l’altra più piccola che servono a illuminare la Chiesa, nella cupola abbiamo altre finestrelle e

inoltre terminiamo con la lanterna. Dentro abbiamo una cupola che insiste su un incrocio di archi posti su

un esagono. In occidente c’è la voglia di progettare continuamente a differenza dell’Asia dove per esempio

in Giappone la tipologia del tempio è uguale nei secoli.

Palazzo Carignano

È un palazzo di enorme importanza perché appartiene al primo cugino del re, occupa un intero isolato con 4

facciate e un ingresso barocco costituito da uno svuotamento enorme per entrare e uscire con le carrozze.

Il vecchio salone delle feste che si raggiungeva da un grande salone sarà poi il Parlamento del Regno

d’Italia. Qui gli scaloni sono sulla piazza, un riferimento chiaro all’Oratorio di Borromini, con una forma

concava in mattone con una libertà d’invenzione dell’ornato.

Page 50: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

50

Torino: Filippo Juvara

Il principe vuole, imitando Versailles, una villa di piacere fuori Torino, tutte le dinastie infatti hanno una villa

fuori città dove ritirarsi con tutta la corte. Si fa costruire il casino di caccia Stupinigi e Venaria Reale, il

trionfo della non compattezza architettonica.

Stupinigi

È costituita da tanti bracci che si muovono nel territorio: il salone è in testa e da questo partono quattro

braccia a X, due verso il giardino e due iniziano a formare i bracci della piazza di accoglienza, c’è il trionfo

dell’articolazione dello spazio nella natura. L’interno è ricco di oro, stucchi, bianchi e specchi. Nei lampadari

di cristallo sono poste le candele che di sera vengono riflesse dal cristallo e dagli specchi, in modo che era

tutto luce.

Palazzo Madama

Costruito per la Regina Madre nell’antico castello tardo-medievale. È un corpo di fabbrica gigantesco che

diventerà modello; è solo uno scalone d’ingresso che porta al castello. Nel 1700 si usa una quantità di vetro

imparagonabile alle altre epoche (escluso il gotico).

I grandi spazi

Il Barocco è il più grande costruttore di spazi urbani a tal punto che la grande urbanistica del 1800 con i

boulevard di Parigi, via Dante e piazza Duomo risente del Barocco del 1600 e primo 1700.

Piazza di Spagna

A inizio 1700 Roma affronta un problema difficile, piazza di Spagna con la Chiesa di Trinità dei Monti del

1590 e la Fontana della Barcaccia del padre di Bernini; il problema era la differenza di altezza. Ci sono stati

tentativi, anche di Bernini che risultano però un po’ goffi, tutto è irregolare. L’architetto De Santis realizza

una scalinata che non è in simmetria con la chiesa , il fatto che tutto sia storto è un invito al Barocco a

inventare. Lavora per episodi con una scalinata che termina in uno spiazzo, altre scale e un altro spiazzo, 2

scalinate laterali che terminano con la terrazza panoramica.

Fontana di Trevi

Specchi risolve un altro problema irrisolto, la facciata di un palazzo che da’ su una piazza irregolare. La

fontana di Trevi è un’invenzione plastica, una facciata monumentale che è falsa perché dietro le finte

finestre c’è un muro; il Barocco se ne infischia della corrispondenza del vero, tutta la mitologia è falsa e

fuori data, la fontana è tutta irregolare.

Gli affreschi

Siamo nel periodo della falsificazione degli affresca tori. In un palazzo con una piccola stanza c’è il trionfo

della falsità, tutto dipinto, l’unica cosa vera è una porticina. Il cielo serve a rendere illusionisticamente il

salottino, un affresco prospettico d’invenzione sfonda una parete di materia.

Page 51: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

51

Le gallerie

È una tipologia inventata dal Barocco, c’erano anche in precedenza ma ora sono tutta luce. Brunelleschi e

Alberti costruiscono pareti che definiscono gli spazi, ora ci sono finestre da tutti i lati, la galleria diventa un

posto dove si può solo passeggiare e non è utilizzabile a causa del gran numero di specchi e statue. La

galleria più straordinaria è quella di Versailles di Luigi XIV, lunga 100 metri.

I giardini

Si adattano bene all’invenzione del Tardo-Barocco, nel Rinascimento sono precisi e regolari, ora sono

un’invenzione naturalistica.

Page 52: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

52

IL PERIODO ILLUMINISTA

Dal 1760 in poi c’è una rivolta contro questo Barocco e i suoi eccessi dell’ultimo periodo nel quale per la

decorazione degli interni si usa il termine rococò (>rocherie: schiuma che si estende nelle rocce su tutte le

pareti). La critica colpisce l’irrazionalità e a livello politico colpisce la nobiltà, il potere assoluto del re e la

ricchezza papale. Questo periodo è chiamato “illuminismo” ed è caratterizzato dalla razionalità, democrazia

e gestione comune del potere e critica gli sprechi e i capricci del rococò. La critica costruttiva del

funzionalismo è facile: si prendono di mira i parapetti delle scale che hanno corrimano con le forme più

svariate e non volte alla loro funzione. Memmo, un veneziano, diceva: “avete mai visto qualcosa di più

orribile del trono del re di Francia? Il re si siede e un ricciolo del bracciolo lo infilza, lo schienale è pieno di

riccioli. Il sedile per il carrozziere è fatto a forma di sedere perché bisogna stare seduti molto tempo. Il

sedile del carrozziere è migliore”. La cultura veneziana è l’esempio perfetto per la funzionalità: la gondola

ha la forma storta perché il rematore rema da una parte soltanto e se fosse come una barca normale

questa non riuscirebbe ad andare dritto. Il teatro barocco a palchi è un esempio di non funzionalità: gli

spettatori che si trovano nei palchetti vicino al palco non vedono assolutamente nulla. L’architettura

contemporanea inizia idealmente nella seconda metà del 1700. Si formano 2 strade:

• forme rigide, pure e antiche (piramidi);

• soglia del neoclassicismo.

Il giuramento degli Orazi del 1773 di David, esposto sotto il Pantheon, mostra la severità di un ambiente

dorico, repubblicano; i re di Francia sono ancora sul trono ma qui già traspaiono gli ideali repubblicani di

democrazia e antitirannismo (Pericle e Pisistrato, Bruto e Cesare).

Page 53: Storia Dell'Architettura - Dal Tardo Gotico Al Barocco

53