Storia della Repubblica Popolare Cinese - Lazio International · di un anno, la Cina cadde in una...

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APPENDICE II Storia della Repubblica Popolare Cinese Mao annuncia la nascita della Repubblica Popolare Cinese

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APPENDICE II

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Il nuovo governo comunista assunse ilcontrollo della Cina nel 1949. La popolazioneera sfiancata da due generazioni di guerre e diconflitti sociali e l’economia era rovinata daun alto livello d’inflazione e da reti infrastrut-turali distrutte. Il nuovo ordine politico edeconomico impostato su stampo sovietico,s’impiantò velocemente.

Nel 1950 l’Unione sovietica e la Cina fir-marono un trattato di mutua difesa.

La Repubblica cominciò, quindi, unamassiccia ricostruzione economica e sociale. Inuovi leader ottennero il sostegno della popo-lazione eliminando l’inflazione, restaurandol’economia, e ricostruendo molte installazioniindustriali danneggiate dalla guerra.

L’autorità del Partito comunista cominciò araggiungere ogni momento della vita cinese. Ilcontrollo del partito era assicurato da ampieforze militari politicamente leali, da un appara-to governativo che rispondeva alla direzione delpartito stesso e da membri del partito inseriticapillarmente in ogni organizzazione di massa.

Nel 1958, Mao ruppe con il modellosovietico e annunciò un nuovo programmaeconomico, il “Grande Balzo in Avanti”, cheaveva l’obiettivo di aumentare rapidamente laproduzione industriale agricola. Furono alloracostituite le grandi comuni popolari e ciascu-na di queste si dotò di piccolissimi insedia-menti per la produzione di acciaio. I risultatidel nuovo programma furono disastrosi, inormali meccanismi di mercato distrutti, laproduzione agricola abbandonata in favore diqueste piccole fabbriche e il mercato invaso da

prodotti invendibili e inutilizzabili. Nel girodi un anno, la Cina cadde in una delle peggio-ri carestie della sua storia moderna e la fameraggiunse anche le aree agricole più fertili.Oltre a ciò, le relazioni sino-sovietiche, giàdeteriorate, s’interruppero completamente nel1960, con il ritiro di tutti i tecnici e del per-sonale russo presente in terra cinese.

A fronte del disastro economico, nei primianni 60 il Presidente Liu Shaoqi e il Segretariogenerale del Partito Deng Xiaoping prendono inmano la direzione dello Stato e cominciano adadottare politiche economiche più pragmatiche,in conflitto con la visione comunitaria di Mao.

Lo scontro politico e ideologico in questianni si fece sempre più aspro, fino a quando,nella primavera del 1966, Mao lanciò un mas-siccio attacco politico contro Liu, Deng etutta la loro ala. Ha inizio così un nuovomovimento, la “Grande RivoluzioneCulturale Proletaria”, senza precedenti nellastoria del comunismo.

Nelle prime fasi della rivoluzione cultura-le, Mao e Lin Biao, allora Ministro dellaDifesa attaccarono Liu, Deng e altri vertici delPartito comunista accusandoli di voler riporta-re il paese al capitalismo. Le organizzazionidella gioventù radicale, chiamate GuardieRosse attaccarono le organizzazioni statali e dipartito a tutti i livelli, alla ricerca di quei mem-bri che non si piegavano alla ventata radicale.

La rivoluzione culturale si spense poi gra-dualmente con il finire degli anni 60 e il con-flitto di potere ai vertici del partito s’interrup-pe con la morte di Lin Biao, per un sospettoincidente aereo, nel 1971.

COMPRENDERE LA CINA

A seguito dell’incidente di Lin Biao, moltifunzionari furono reintegrati ai loro posti, tratutti Deng Xiaoping che riemerse sulla scenapubblica nel 1973 e fu confermato nel 1975come Vice Primo Ministro e membro delComitato centrale del partito.

La lotta ideologica all’interno del Partito,tuttavia, non si placò e, nel 1975, l’ala radica-le riemerse nella figura della moglie di Mao,Jiang Qing e di tre suoi alleati, la famosaBanda dei Quattro. È la Banda dei Quattroche nel gennaio 1976 sostiene la repressionecon la forza delle manifestazioni di PiazzaTiananmen, organizzate per commemorare lamorte del Primo Ministro Zhou Enlai (l’inci-dente di Tiananmen).

Questi, schierato con l’ala di DengXiaoping, aveva avversato le idee dallaRivoluzione culturale ed era molto popolare trala gente che lo aveva usato come simbolo percontestare il regime della Banda dei Quattro.

Ma alla fine del 1976 muore anche MaoZedong. Hua Guofeng, che aveva sostituitoZhou Enlai alla guida del paese, è confermatoa capo del Partito comunista e, un mese dopola morte di Mao, sostenuto dall’esercito, arre-sta la Banda dei Quattro.

Nel 1977, all’XI Congresso del Partito,Deng Xiaoping riesce a riottenere tutte le suecariche precedenti e, abilmente, negli anni suc-cessivi, riesce anche ad estromettere HuaGuofeng. Nei primi anni 80, farà eleggere comePrimo Ministro Zhao Ziyang, al posto di Hua,e insedierà Hu Yaobang al vertice del Partito.

È indicativo della storia politica cinese cheDeng Xiaoping, come analogamente era succes-so con Mao Zedong, sia stato per anni la figurapolitica più influente del paese anche se la solacarica da lui detenuta era quella di Presidentedella Commissione militare centrale.

Nel suo sforzo di riforma e d’apertura del-l’economia, Deng cercò di rafforzare il poteredel Partito comunista. Secondo il suo pensie-ro, infatti, la carica di Presidente dellaRepubblica doveva essere solo di rappresen-tanza, mentre il vero potere doveva risiederenelle mani del Primo Ministro dellaRepubblica e del Segretario del Partito.Quest’ultimo avrebbe dovuto sviluppare lelinee programmatiche della politica nazionale,mentre lo Stato avrebbe dovuto esserne l’ese-cutore. In questo modo Deng voleva evitare ilrischio di un culto della personalità come nelcaso di Mao Zedong.

Di fatto, la carica di Presidente dellaRepubblica, negli ultimi anni, ha acquisitosempre più autorità ed è attualmente ricopertadalla stesso Segretario del Partito comunista.

Dopo il 1979, la leadership cinese simuove verso politiche sempre più concrete inmolti campi. Maggiore importanza è data allosviluppo economico e si rinuncia definitiva-mente ai grandi movimenti di massa. Le rela-zioni con l’occidente, già riavviate nel 1972con la visita in Cina di Nixon, si espandono.

È nel dicembre 1978, durante la terzaseduta plenaria del Comitato centrale dell’XICongresso del Partito, che la Cina adotta lepolitiche di riforma economica conosciutecome le “Quattro Modernizzazioni”.

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II. STORIA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE

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L’obiettivo del Partito Comunista era diespandere i redditi e gli incentivi in agricoltu-ra, incoraggiare sistemi sperimentali d’auto-nomia delle imprese, ridurre la pianificazionecentrale e attrarre investimenti diretti esteri.

La strategia per raggiungere questi obiettivi,riassunti dalle quattro modernizzazioni in agri-coltura, industria, scienza e tecnologia e settoremilitare e progettati per far diventare la Cina unamoderna nazione industriale, era il “Socialismocon caratteristiche cinesi”. Deng, infatti, affer-mava che la Cina era in uno stadio primario disocialismo e che era dovere del Partito il perfe-zionare questo socialismo con caratteristicheautoctone. Quest’interpretazione cinese delmarxismo riduceva il ruolo dell’ideologia nelledecisioni economiche ed enfatizza politiche chedevono essere empiricamente efficaci, accen-tuando il bisogno di “cercare la verità nei fatti”.

Tuttavia, è bene ricordare che, sebbeneDeng Xiaoping abbia fornito il necessariosupporto ideologico, molte delle riforme eco-nomiche non sono state introdotte dal centro,ma sono state gradualmente intraprese da lea-der locali, a volte anche in violazione delledirettive governative.

Questi “esperimenti di riforma”, se eranodi successo, erano poi estesi ad aree più gran-di, e solo in ultima analisi, erano allargatiall’intero paese. Deng Xiaoping, in verità nonsi discostò completamente dall’eredità maoi-sta. Anche lui mise l’accento sulla supremaziadella produzione agricola, incoraggiando unasignificativa decentralizzazione del potere deci-sionale agli attori economici delle campagne.

A livello locale, però, furono gli incentivimateriali, piuttosto che gli appelli ideologici,a motivare la forza lavoro, ivi inclusa la possi-bilità per i contadini di guadagnare un reddi-to supplementare vendendo sul mercato libe-ro il surplus della loro produzione.

Fu anche lasciata alle municipalità localila possibilità di investire nell’industria leggera,spostando l’accento verso una strategia di svi-luppo che incentivava questo tipo di produ-zione specialmente se legata all’esportazione.

È questa produzione industriale che saràcruciale nella capitalizzazione del paese: i red-diti generati dalle esportazioni a basso costosaranno poi reinvestiti in produzioni tecnolo-gicamente più avanzate ingenerando un pro-cesso virtuoso di produzione ed investimento.

Il processo di modernizzazione è stato acce-lerato dal volume del commercio con l’estero edegli investimenti esteri. Deng, infatti, cercò,con successo di attrarre compagnie stranierecreando una serie di Zone economiche specialidove le pratiche capitaliste furono incoraggiate.In questi anni di crescita economica, però, èemerso anche il dissenso politico, insieme a cre-scenti problemi sociali quali l’inflazione e l’e-migrazione urbana. Alla fine degli anni 80,quindi, crescono anche le proteste: prima conle dimostrazioni del 1986, a seguito delle qualiHu Yaobang deve dare le dimissioni daSegretario generale del Partito. Infine nel 1989,in occasione della morte di Hu, quando, in unperiodo di sofferenza economica dovuta all’in-flazione crescente, studenti, intellettuali e partedella popolazione urbana si accampa in PiazzaTiananmen in segno di protesta.

COMPRENDERE LA CINA

Le proteste crescenti, nonostante gli sforzigovernativi per contenerle, si diffondono velo-cemente ad altre città, Shanghai in primis, epoi Canton e Chengdu.

Il 20 maggio 1989, Deng Xiaoping e l’al-lora Presidente della Repubblica YangShangkun dichiarano la legge marziale e, nellanotte tra il tre e il quattro giugno, le unitàmilitari entrano in Pechino sgombrando conla forza Piazza Tiananmen. Zhao Ziyang, cheera in aperto contrasto con la decisione diattaccare, fu messo agli arresti domiciliari finoalla sua morte avvenuta il 17 gennaio 2005.

In seguito agli incidenti di Tiananmen,un gran numero di studenti cinesi trovaronoasilo politico all’estero. Zhao Ziyang fu sosti-tuito da Jiang Zemin. Questi, allora sindaco diShanghai, pur non essendo direttamente coin-volto nello scontro di poteri all’interno delPartito Comunista, e forse proprio per questo,cominciò allora la sua scalata al potere. La suaascesa fu avvantaggiata dal ruolo sostenuto nelsedare pacificamente le proteste di Shanghai,evitando così l’estendersi del conflitto e dellaprotesta sociale a tutta la Cina.

È una terza generazione al potere quellache viene a galla in questi anni, prima, duran-te e dopo la morte di Deng Xiaoping avvenu-ta nel 1997. Si affiancano a Jiang, oltre a LiPeng (uno dei conservatori che sostennero gliincidenti di Tiananmen), Zhu Rongji (cheassumerà per molti anni il ruolo di PrimoMinistro), e poi Li Ruihuan, e Li Langqing.

Sotto la loro guida, il governo riuscì a met-tere in atto severe misure di controllo macro

economico che hanno favorito lo sviluppoeconomico, rafforzato la produzione agricola eadottato una stretta politica monetaria. Sottoil controllo di questa terza generazione la Cinaha ottenuto il passaggio di poteri su HongKong e Macao, è riuscita a entrarenell’Organizzazione mondiale del Commerciodopo 15 anni di negoziati ed ha conquistato leOlimpiadi di Pechino del 2008. Sempre sottola loro guida, la Cina è riuscita a navigaresenza problemi nella crisi asiatica del 1999,ottenendo da allora il riconoscimento interna-zionale di potenza regionale ed un nuovoruolo geopolitico sulla scena mondiale.

Jiang Zemin, Zhu Rongji e gli altri sonorimasti in carica fino al XVI Congresso delPartito Comunista e alla seguente Assembleadel Popolo, rispettivamente a fine 2002 e ini-zio 2003, quando sono subentrati al potere gliuomini della IV generazione. Tra questi, WenJiabao, delfino di Zhu, e Hu Jintao attualePresidente del paese, Segretario generale delPartito e, dal settembre 2004, Presidente dellacruciale Commissione militare centrale.

Hu Jintao, ingegnere idraulico laureatonell’importante Università Qinghua diPechino, è il più giovane membro delComitato centrale del Partito. È stato vicePresidente dal 2000 al 2003, mantenendo unprofilo neutrale anche durante i suoi primiviaggi ufficiali in occidente come successoredesignato. È stato governatore delle provinciedi Gansu, Guizhou e del Tibet, prima di esse-re promosso al Politburo da Deng Xiaoping.Come Governatore del Tibet, Hu è stato coin-volto nei disordini di Lhasa del 1989.

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II. STORIA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE

APPENDICE III

Geografia

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MORFOLOGIAIl territorio cinese si divide in due regioni

diverse tra loro per caratteristiche geografiche einsediamenti umani: la Cina orientale, con pia-nure fertili molto popolate, e la Cina occidenta-le, inospitale per la presenza di alte montagne,altipiani, deserti, e quasi del tutto disabitata.

Il territorio cinese è in prevalenza mon-tuoso, solo il 30% della superficie si trova aun’altitudine minore di 1000 m slm.

I rilievi, concentrati a nord ovest, sono: anord la catena del Grande Kinghan; a ovest imonti Grandi Altaj e l’arco formato dalTianshan, dal Pamir, e dalle catene delKarakorum e dell’Himalaya, tra le quali sidipartono perpendicolarmente i monti Kunlunche costituiscono il limite settentrionale delTibet, il più vasto ed elevato altipiano cinese.

Gli altri due grandi altipiani sono loXinjiang a nord-ovest e l’Altopiano del Loessa nord-est. A nord, troviamo il deserto diTaklimakan e la Mongolia cinese con il deser-to del Gobi.

La Cina orientale comprende le vaste pia-nure percorse dal fiume Giallo, Huang He, edal fiume Azzurro, Chang Jiang, che sono iprincipali fiumi cinesi, e un’ampia zona colli-nare nella sua parte meridionale.

L’Huang He nasce dalle pendici delKunlun, nel Tibet e durante il suo corso erodeil terreno trascinando con sé enormi quantitàdi loess che gli danno la caratteristica colora-zione gialla.

COMPRENDERE LA CINA

ZHONGHUA RENMIN GONGHEGUO,REPUBBLICA POPOLARE CINESE

Superficie: 9.536.499 km2, al terzo posto nelmondo per estensione dopo la Russia e ilCanada

Popolazione: 1.230.194.000 abitanti secondo ilcensimento del 1997, al primo posto nelmondo

Capitale: Pechino (Beijing)

Lingua: La lingua ufficiale è l’Han (cinese),usato da circa il 93% della popolazione,seguono l’uiguro, parlato nello Xinjiang, iltibetano, il mongolo

Moneta: Yuan renminbi

Confini: Confina a nord con la Russia e laMongolia; a nord-est con la Corea del Nord;a sud col Viet Nam, il Laos, la Birmania,l’India; a sud-ovest con il Bhutan, il Nepal,l’India, il Pakistan, l’Afghanistan, ilTagikistan, il Kirghizistan e il Kazakistan. Aest e sud-est è bagnata dal Mar Giallo, dalMare Cinese Orientale e da quelloMeridionale

Sempre in Tibet nasce il Chang Jiang, ilmaggiore corso d’acqua della Cina che è colle-gato all’Huang He dal Canale Imperialecostruito nel 1200. I laghi sono veri e propripiccoli mari interni isolati: il Dongting e ilPoyang svolgono la funzione d’immensi baci-ni-serbatoi per il Chang Jiang.

CLIMAVista l’immensità del territorio, in Cina si

trovano molte variazioni climatiche, in relazio-ne alla latitudine, al rilievo e alla lontananza dalmare. Nella parte meridionale, attraversata dalTropico del Cancro, sono sensibili le influenzedei monsoni: le piogge sono abbondanti inestate, le temperature medie sono sempre eleva-te e l’escursione termica annua è contenuta.

Più a nord le differenze stagionali di tem-peratura sono più marcate e le precipitazioniestive più abbondanti.

In Manciuria le temperature medie diven-tano più basse: l’escursione termica annua èconsistente e in inverno il termometro scendeanche a 20°C sotto zero.

Verso l’interno predomina il clima arido:nella Cina occidentale troviamo i deserti fred-di, caratterizzati, oltre che dall’assenza di pre-cipitazioni regolari, da forti escursioni termi-che annue. Le medie raggiungono i -15°Cd’inverno e i +33°C d’estate.

POPOLAZIONEIn Cina convivono molte popolazioni

d’etnie diverse. Gli Han sono il gruppo piùnumeroso.

Nelle regioni del nord est (Jilin, Liaoning,Heilongjiang) vivono le minoranze Coreane,Manciu e Olunchun. Le regioni dellaMongolia interna, Ningxia, Gansu, Xinjiangsono abitate dalle popolazioni Mongole, Hui,Uighur, Kazakh, Tunghsiang e Khalkhas.

I Tibetani, Tu e Sala vivono nel Qinghai,Tibet e in parte del Sichuan.

Nelle regioni del sud ovest (Yunnan,Guizhou, Sichuan) e nello Hunan vivono piùdi 20 minoranze etniche tra cui: Miao, Yi,Puyi, Tung, Pai, Tuchia, Hani e Tai.

Nelle regioni del sud (Guangxi,Guangdong, Fujian) vivono Chuang, Yao, Lie She.

ORDINAMENTOLa Cina è divisa in 21 province, 5 regioni

autonome e 4 municipalità direttamentegovernate dalla capitale (Beijing, Shanghai,Tianjin, Chongqing).

Organo supremo statale è l’AssembleaNazionale del Popolo (ANP), i cui membrisono eletti ogni cinque anni. L’Assemblea eleg-ge il Presidente della Repubblica, il primoministro e il governo, cui rispondono del pro-prio operato, formula le leggi, approva i pianidi sviluppo e i bilanci dello Stato.

Dalla fine degli anni novanta, la Cina haripreso il controllo delle due DivisioniAmministrative Speciali: Hong Kong (1092Km2, 7.211.000 ab.), Macao (21 Km2,454.000 ab.)

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III. GEOGRAFIA

APPENDICE IV

StrutturadelloStato

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Gli organi statali della Repubblica popo-lare cinese comprendono:

� Gli organi di potere dello Stato(L’Assemblea popolare nazionale e leAssemblee popolari locali ai diversilivelli)

� Il Presidente della Repubblica

� L’organo di direzione militare dello Stato(la Commissione militare centrale)

� Gli organi amministrativi dello Stato(il Consiglio degli Affari di Stato, igoverni popolari locali ai diversi livelli)

� Gli organi giudiziari di Stato (la Cortepopolare suprema, i tribunali popola-ri locali ai diversi livelli e i tribunalipopolari speciali)

� Gli organi di controllo giuridico delloStato (la Procura popolare suprema, leProcure popolari locali ai diversi livel-li e le Procure popolari speciali)

L’Assemblea popolare nazionale è l’or-gano supremo del potere dello Stato ed eserci-ta il potere legislativo del paese. Tra le suecompetenze vi è quella di eleggere il presiden-te e il vicepresidente della Repubblica popola-re, nominare o eleggere il primo ministro delConsiglio degli Affari di Stato, il presidentedella Commissione militare centrale, il presi-dente della Corte popolare suprema e il pro-

curatore generale della Procura popolaresuprema.

Rimane in carica con un mandato quin-quennale e si riunisce una volta l’anno.Nell’intervallo tra le sessioni, il suo Comitatopermanente esercita il potere dello Stato. IlComitato si compone di presidente, vicepresi-denti, segretario generale e di un numerovariabile di membri.

Il Presidente della Repubblica promulgale leggi, nomina o dimette dalle loro funzionii membri del Consiglio degli Affari di Stato,dispensa le onorificenze, riceve i rappresen-tanti diplomatici stranieri accreditati, nominae richiama gli ambasciatori all’estero, ratifica edenuncia i trattati e gli accordi importanticonclusi con gli Stati esteri 2.

Il Consiglio degli Affari di Stato, vale adire il governo popolare centrale, è l’organoamministrativo supremo dello Stato. Applicale leggi e le risoluzioni adottate dall’Assembleapopolare nazionale e dal suo Comitato perma-nente. È responsabile davanti all’Assembleapopolare nazionale. È composto di primoministro, vice primo ministro, consiglieri diStato, ministri, presidenti delle commissioni,presidente della Commissione dei Conti esegretario generale.

COMPRENDERE LA CINA

2 Come già si è detto nell’Appendice II, potrebbe sembrare una carica di mera rappresentanza, in realtà il suo realepotere è determinato dall’autorità politica della persona che n’occupa il posto. Jiang Zemin, per esempio, ricopriva l’in-carico di Presidente della Repubblica quando, insieme a Zhu Rongji, il Primo Ministro, dominava la politica del paese.

La Commissione militare centrale, orga-no militare supremo dello Stato, dirige tutte leforze armate del paese, ivi comprese l’Esercitopopolare di liberazione, la polizia e le miliziepopolari. Si compone del presidente, dei vicepresidenti e dei membri.

I tribunali popolari sono gli organi giudi-ziari dello Stato. La Legge quadro del 1983 hastabilito quattro livelli di giudizio: la Cortepopolare suprema, il tribunale a livello provin-ciale, il tribunale a livello di prefettura e infineil tribunale a livello di contea o distretto. LaCorte popolare suprema, a Pechino, è l’organogiudiziario supremo dello Stato. Essa è respon-sabile davanti all’Assemblea popolare naziona-le e al suo Comitato permanente, e controllal’attività giudiziaria dei tribunali popolarilocali ai diversi livelli, dei tribunali popolarispeciali e dei tribunali militari.

Le procure popolari sono gli organi delloStato incaricati del controllo giuridico.Esercitano i poteri di procura sugli atti di tra-dimento, scissione nazionale e su tutte le atti-vità criminali, verificano i reati per i quali èstata condotta l’inchiesta dagli organi di pub-blica sicurezza e decidono per gli arresti, intro-ducono o sostengono le azioni pubbliche con-tro i reati penali, esercitano il controllo sulrispetto della legalità nelle attività giudiziariedei tribunali popolari e degli organi di sicurez-za pubblica, sul rispetto della legalità nelle pri-gioni e negli istituti di rieducazione.

La struttura dello stato a livello centrale siripresenta specularmente nei livelli locali conle assemblee popolari e i governi popolari che

sono istituiti nelle province (regioni autono-me, municipalità dipendenti direttamente dal-l’autorità cinese), nei distretti e nei cantoni.

Le assemblee popolari locali ai diversilivelli sono gli organi locali del potere delloStato. Decidono di questioni rilevanti nellaloro circoscrizione amministrativa. Le assem-blee popolari delle province, delle regioniautonome e delle municipalità dipendenti dal-l’autorità centrale possono elaborare regola-menti di carattere locale.

I governi popolari locali ai differenti livel-li sono gli organi amministrativi locali delloStato. Essi sono responsabili davanti alleassemblee popolari di corrispondente livello eai loro comitati permanenti e davanti alle orga-nizzazioni dello Stato di livello immediatamen-te superiore. Controllano, nelle loro regioniamministrative, il lavoro amministrativo.

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IV. STRUTTURA DELLO STATO CINESE

COMPRENDERE LA CINA

MINISTERI E COMMISSIONI DIPENDENTI DAL CONSIGLIO PER GLI AFFARI DI STATO

DIPARTIMENTI DI MACROCONTROLLO � Commissione di Stato per la pianificazione e lo sviluppo

(State Development Planning Commission)

� Commissione di Stato per l’Economia e il Commercio(State Economic and Trade Commission)

� Ministero delle Finanze (Ministry of Finance)

� Banca di Cina (People’s Bank of China)

DIPARTIMENTI PER LA GESTIONE ECONOMICA SPECIALE� Ministero delle Ferrovie (Ministry of Railways)

� Ministero delle Comunicazioni (Ministry of Communications)

� Ministero dei Lavori pubblici (Ministry of Construction)

� Ministero dell’Agricoltura (Ministry of Agriculture)

� Ministero per le Risorse delle Acque (Ministry of Water Resources)

� Ministero per il Commercio con l’Estero e la Cooperazione Economica(Ministry of Foreign Trade and Economic Cooperation)

� Ministero per l’industria informatica

� Commissione per la Scienza e Tecnologia dell’Industria della difesa nazionale

DIPARTIMENTI PER LA GESTIONE DELL’EDUCAZIONE, SCIENZE, TECNICHE, SICUREZZA SOCIALE E RISORSE

� Ministero per l’Istruzione (Ministry of Education)

� Ministero per la Scienza e la Tecnologia (Ministry of Science and Technology)

� Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (Ministry of Labor and Social Security)

� Ministero per l’Ambiente e le Risorse naturali (Ministry of Land and Natural Resources)

� Ministero per il Personale (Ministry of Personnel)

DIPARTIMENTI PER LA GESTIONE DEGLI AFFARI DI STATO� Ministero per gli Affari Esteri (Ministry of Foreign Affairs)

� Ministero della Difesa (Ministry of National Defense)

� Ministero della Cultura (Ministry of Culture)

� Ministero della Sanità (Ministry of Health)

� Commissione di Stato per la Pianificazione familiare (State Family Planning Commission)

� Commissione di Stato per gli Affari Etnici (State Ethnic Affairs Commission)

� Ministero della Giustizia (Ministry of Justice)

� Ministero per la Pubblica Sicurezza (Ministry of Public Security)

� Ministero per la Sicurezza di Stato (Ministry of State Security)

� Ministero degli Interni (Ministry of Civil Affairs)

� Ministero per la Supervisione (Ministry of Supervision)

� Commissione Nazionale per la Revisione dei Conti (National Audit Office)

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IV. STRUTTURA DELLO STATO CINESE

ORGANIZZAZIONI ALLE DIRETTE DIPENDENZE DEL CONSIGLIO PER GLI AFFARI DISTATO

� Amministrazione generale delle Dogane (General Administration of Customs)

� Amministrazione di Stato per le Tasse (State Administration of Taxation)

� Amministrazione di Stato per la protezione dell’Ambiente (State Environment Protection Administration)

� Amministrazione per l’Aviazione Civile (Civil Aviation Administration of China)

� Amministrazione di Stato per la Radio, Film e Televisione (State Administration of Radio, Film and Television)

� Amministrazione generale di Stato per lo Sport (State General Administration of Sports)

� Ufficio di Stato per la Statistica (State Statistical Bureau)

� Amministrazione di Stato per l’Industria e il Commercio (State Administration for Industry and Commerce)

� Amministrazione di Stato per la Stampa e l’Editoria (State Press and Publication Administration)

� Amministrazione di Stato per le Foreste (State Forestry Administration)

� Ufficio di Stato per la Supervisione della Qualità e della Tecnica (State Bureau of Quality and Technique Supervision)

� Amministrazione di Stato per i Prodotti Farmaceutici (State Drug Administration)

� Ufficio di Stato per i Marchi e i Diritti d’Autore (State Intellectual Property Office)

� Amministrazione Nazionale del Turismo (National Tourism Administration)

� Amministrazione di Stato per gli Affari Religiosi (State Administration of Religious Affairs)

� Avvocatura del Consiglio per gli Affari di Stato (Counselor’s’ Office under the State Council)

� Ufficio governativo per gli Affari Amministrativi del Consiglio per gli Affari di Stato

(Bureau of Government Administrative Affairs under the State Council)

ORGANI OPERATIVI DEL CONSIGLIO PER GLI AFFARI DI STATO

� Ufficio per gli Affari esteri del Consiglio per gli Affari di Stato (Foreign Affairs Office of the State Council)

� Ufficio per gli Affari dei Cinesi d’Oltremare del Consiglio per gli Affari di Stato (Overseas Chinese Affairs Office of the State Council)

� Ufficio per gli Affari di Hong Kong e Macao del Consiglio per gli Affari di Stato (Hong Kong and Macao Affairs Office of the State Council)

� Ufficio per gli Affari legali del Consiglio per gli Affari di Stato (Legislative Affairs Office of the State Council)

� Ufficio per la Ristrutturazione economica del Consiglio per gli Affari di Stato (Economic Restructuring Office of the State Council)

� Ufficio per le Ricerche del Consiglio per gli Affari di Stato (Research Office of the State Council)

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COMPRENDERE LA CINA

ISTITUTI ALLE DIRETTE DIPENDENZE DEL CONSIGLIO PER GLI AFFARI DI STATO

� Agenzia Nuova Cina (Xinhua News Agency)

� Accademia cinese delle Scienze (Chinese Academy of Sciences)

� Accademia cinese delle Scienze sociali (Chinese Academy of Social Sciences)

� Accademia cinese di Ingegneria (Chinese Academy of Engineering)

� Centro per lo Sviluppo della Ricerca del Consiglio per gli Affari di Stato (Development

Research Center of the State Council)

� Scuola nazionale per l’Amministrazione (National School of Administration)

� Ufficio cinese per la Sismologia (China Seismological Bureau)

� Amministrazione cinese per la meteorologia (China Meteorological Administration)

� Commissione cinese per la Regolamentazione della Borsa (China Securities Regulatory Commission)

APPENDICE V

Il Partito

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Il Partito comunista cinese è il partito domi-nante della Repubblica popolare cinese. Fondatonel 1921, prese il potere nel 1949 dopo avercombattuto il Guomintang di Chiang Kai-sheka varie riprese dal 1926 al 1949.

Con più di 60 milioni di membri, il Partitocomunista cinese è il più numeroso partito delmondo. Già stretto alleato del Partito comuni-sta dell’Urss, dal 1960 ha innescato con il regi-me sovietico una violenta disputa ideologica.

La struttura organizzativa del partito,smantellata in gran parte duraante laRivoluzione culturale, è stata, in seguito, rico-stituita da Deng Xiaoping.

L’organismo sovrano è il Congressonazionale, che elegge il Politburo, ilComitato permanente del Politburo, il presi-dente e i vicepresidenti del Comitato centrale.

Il Congresso nazionale si riunisce ogni cin-que anni e formalmente serve a due funzioni:approvare eventuali cambiamenti alla costitu-zione del Partito ed eleggere un Comitatocentrale di circa 300 membri. Il Comitatocentrale a sua volta nomina il Politburo.

Al Comitato centrale si collega una rete dicomitati di partito a livello provinciale, didistretto speciale, municipale.

Per quanto il Congresso sia l’organo deci-sionale ufficiale, in pratica le posizioni all’in-terno del suo Comitato centrale e delPolitburo sono determinate prima delCongresso stesso e lo scopo principale di que-

st’ultimo è il mero annuncio delle linee poli-tiche del Partito per lo sviluppo del paesenegli anni successivi.

Non a caso, inoltre, il Congresso si riuni-sce sempre qualche mese primadell’Assemblea nazionale, organo legislativodello Stato che praticamente prende atto e svi-luppa le decisioni del Congresso.

Gli organi principali di potere all’internodel Partito sono:

� Il Comitato permanente, che attual-mente consiste di 9 membri.

� Il Politburo, che comprende 22membri.

� La Segreteria, il meccanismo ammi-nistrativo principale del PCC, guida-to del Segretario generale, attual-mente la carica più alta del Partito.

� La Commissione militare centrale,parallela all’omonima organizzazionestatale.

� La Commissione disciplinare, inca-ricata di indagare e procedere contro icasi di corruzione e malversazioneall’interno del Partito.

Il vero potere del partito è nelle mani delComitato permanente del Politburo. La sele-zione dei membri di questo Comitato, cosìcome di quelli del Politburo stesso avvienedietro le quinte, in un processo parallelo alCongresso.

Il numero di membri del Comitato per-manente varia e tende ad aumentare neltempo. Durante l’ultimo congresso, il 16°, nel

COMPRENDERE LA CINA

novembre 2002, i membri sono passati da seia nove. Gli altri due organi chiave del poterein Cina sono il Governo e l’Esercito popolaredi liberazione.

A partire dagli anni novanta sono diventatiimportanti anche i “piccoli gruppi di potere”,comitati d’alti quadri di partito che operanoall’interno delle agenzie e delle organizzazionistatali. Il loro ruolo sta assumendo importanzasoprattutto nel settore del commercio e delleattività con l’estero, dove i gruppi sono diventa-ti uno strumento per il coordinamento del lavo-ro d’agenzie diverse, così come per la supervi-sione delle attività di governo.

In questi anni recenti di relativa liberaliz-zazione, l’influenza di persone e organizzazio-ni esterne alla formale struttura partiticahanno cominciato a crescere, in particolarenella sfera economica. Ciononostante, intutte le istituzioni governative dellaRepubblica popolare, operano dei comitati dipartito con lo scopo di controllare che le lineepolitiche ufficiali siano seguite e che le figureesterne non creino organizzazioni autonomeche possano sfidare la guida del partito stesso.

Il controllo è più rigoroso negli ufficigovernativi e nelle situazioni industriali eco-nomiche e culturali urbane, mentre è moltopiù debole nelle aree rurali dove vive la mag-gioranza della popolazione.

All’ultimo congresso del Partito comuni-sta, quando la Cina ha visto il passaggio dallaterza alla quarta generazione al potere, JiangZemin, Segretario generale e Presidente del

paese dimissionario, ha annunciato importan-ti cambiamenti nella linea politica interna.Questi cambiamenti seguono la teoria delle“tre rappresentatività” che lui stesso stavasostenendo da un certo tempo.

Secondo questa nuova teoria, il partitodovrebbe rappresentare “le esigenze di svilup-po delle forze produttive più avanzate, gliorientamenti della cultura più avanzata e gliinteressi fondamentali della larga maggioran-za della popolazione”. Il partito, quindi, nonrappresenterebbe più soltanto il proletariato ele masse lavoratrici, ma anche gli imprendito-ri, i manager, i professionisti, gli intellettuali,gli scienziati, i tecnici, gli operatori della neweconomy.

151

V. IL PARTITO COMUNISTA CINESE

I MEMBRI DEL COMITATO PERMANENTEDEL PARTITO COMUNISTA CINESE (AL 2003):

Hu Jintao: Segretario generale del Partito ePresidente della Repubblica popolare cineseWu Bangguo: Presidente del Comitato perma-nenteWen Jiabao: Primo Ministro della Repubblicapopolare cineseJia Qinglin: Presidente della Conferenza politi-ca consultivaZeng Qinghong: Vice Presidente dellaRepubblica popolare cineseHuang Ju: Vice Primo Ministro dellaRepubblica popolare cineseWu Guanzheng: Segretario della Commissionedisciplinare del PartitoLi Changchun: nessuna posizione ufficialedetenutaLuo Gan: Segretario del Comitato per gli Affaripolitici e legislativi

APPENDICE VI

Learti

figurativein

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154

L’arte cinese varia durante i secoli seguen-do il corso delle dinastie al potere e dei cam-biamenti tecnologici ed è influenzata daigrandi filosofi, dai maestri e dalle religionidominanti. Le prime forme d’arte in Cinasono state le ceramiche, le giade e i bronzidella dinastia Shang. Soprattutto l’arte Shangdella fusione del bronzo è ricordata per la pre-cisione dei suoi dettagli.

La porcellana fu introdotta nella primaCina imperiale e nel corso dei secoli si raffinòa tal punto che ancora adesso in molte lingue“Cina” è sinonimo di manufatto ceramico.

Una forte influenza sull’arte viene data dalBuddismo che entra in Cina nel I sec. d.C. esi diffonde nel paese fino a diventare un’in-fluenza predominante nell’VIII secolo.Sempre in questo periodo la calligrafia diven-ta una forma d’arte molto apprezzata nei cir-coli di corte. I lavori, almeno fino all’inven-zione della carta erano eseguiti su seta. Sottole dinastie Sui e Tang trova il suo apice l’archi-tettura e la scultura buddista: soprattutto ladinastia Tang apre la porta alle influenze stra-niere e questo porta all’apparire di sculturebuddiste che ritornano alla forma classica diderivazione indiana.

ArchitetturaL’architettura cinese prende forma circa

2000 anni fa e, da allora, è rimasta fondamen-talmente invariata. I cambiamenti più grandisi rilevano soprattutto nei dettagli decorativi.

A partire dalla Dinastia Tang, l’architettu-ra cinese ha influenzato molto anche gli stiliarchitettonici della Corea e del Giappone.

Al di là delle influenze dei secoli e delledifferenze regionali, l’architettura cinese hadelle caratteristiche comuni. La più importan-te è l’enfasi sull’”orizzontalità”: le strutture siformano su una piattaforma pesante a tettilarghi che coprono l’intera base, dove ladimensione verticale perde d’importanza. Inquesto modo, in contrasto con l’architetturaoccidentale che tende a crescere in altezza e inprofondità, l’architettura cinese accentual’impatto visivo della larghezza degli edifici.Le sale e i palazzi della Città Proibita diPechino, per esempio, con i loro soffitti bassi,hanno un’apparenza esterna che ricorda lanatura onnicomprensiva della Cina imperiale.

Un’altra caratteristica importante è l’enfasisulla simmetria, che dà un senso di grandezza.È una caratteristica che si applica a quasi tuttele costruzioni, dai palazzi alle case di campa-gna e l’unica eccezione degna di nota è la rea-lizzazione dei giardini che tendono ad essere ilpiù possibile asimmetrici. Il principio alla basedella composizione dei giardini è quello dicreare un flusso continuo perché la personapossa girarvi liberamente senza un percorsoprestabilito, così come nella natura stessa.

Gli edifici cinesi sono tradizionalmentecostruiti in legno, anche se si trovano costru-zioni in mattoni rossi o grigi. Il tetto degli edi-fici, in genere è ricurvo.

All’imperatore erano tradizionalmentedestinate alcune caratteristiche architettoni-che. La più nota di queste sono i tetti con letegole gialle: il giallo era il colore della casaimperiale ed esempi di tetti di questo colore sitrovano ancora sugli edifici della città proibi-

COMPRENDERE LA CINA

ta. Questi tetti erano comunemente sostenutida mensole, una caratteristica condivisa solocon i maggiori edifici religiosi.

Le colonne lignee degli edifici, così comele superfici dei muri, erano di solito rosse.

Il drago cinese, simbolo riservato all’impera-tore, fu usato moltissimo nell’architettura impe-riale, sui tetti, sulle travi, sui piloni e sulle porte.

Solo gli edifici usati dalla famiglia imperia-le potevano avere nove gan - lo spazio tra duecolonne - e solo le porte usate dall’imperatorepotevano avere cinque archi, dove l’arco cen-trale era riservato all’imperatore stesso.

La numerologia ha pesantemente influen-zato l’architettura imperiale: si veda per esem-pio l’uso in molte costruzioni del numeronove, uno dei numeri più fortunati nella cul-tura cinese.

Gli edifici imperiali erano orientati ad est.L’importanza dell’est, la direzione del sole chenasce, è una forma di culto che si ritrova inmolte culture antiche, dove il concetto disovrano è spesso associato al Sole.

Per quanto riguarda l’architettura religio-sa, in Cina troviamo soprattutto quella buddi-sta e quella taoista.

La prima, quella buddista, segue lo stiledell’architettura imperiale: un grande mona-stero generalmente ha una stanza frontale, cheospita la statua di un boddhisatva, seguita dauna sala grande che ospita le statue dei bud-dha. Le stanze per i monaci sono sistemate aidue lati. I monasteri buddisti a volte accolgo-

no delle pagode, che possono ospitare reliquiedel Gautama Buddha. Le pagode più antichehanno pianta quadrata, mentre quelle piùmoderne hanno pianta ottagonale.

L’architettura taoista, invece, tende a segui-re uno stile architettonico più popolare. In untempio taoista la divinità più importante è col-locata nella sala principale, che è quella fronta-le, mentre le divinità minori si trovano nellesale retrostanti e laterali. L’entrata principale,invece, è laterale per sviare i demoni chepotrebbero cercare di entrare nell’edificio.

PitturaIn Cina, sin dal suo nascere, si è posto l’ac-

cento sull’aspetto didattico della pittura, vistacome strumento capace di educare e sviluppa-re quei valori che regolano i rapporti umani. Ilpittore in Cina non era solo un artista di pro-fessione ma un filosofo e un saggio.

I quattro principali temi della pittura tra-dizionale sono:

� i paesaggi, Shan shui - monti e acque;� le figure umane in genere, Ren wu - per-

sonaggi;� i soggetti che riguardano la natura viva:

Hua niao - fiori e uccelli;�gli animali, Ling mao - uccelli e animali.

La pittura cinese raramente rappresental’uomo e predilige la natura che spesso assu-me un significato simbolico: il fiore di susinoesprime la primavera, il crisantemo l’autun-no; il bambù significa amicizia perenne e lon-gevità e richiama il carattere del saggio;orchidea, bambù, susino e crisantemo rap-

155

VI. LE ARTI FIGURATIVE IN CINA

156

presentano l’energia delle stagioni e dellequattro età dell’uomo.

Secondo i pittori cinesi, l’arte è interpreta-zione della realtà esistente e non una sua sem-plice riproduzione: solamente evidenziandol’essenza di un oggetto si riesce a rappresenta-re il bello.

Nella pittura cinese vi è una stretta con-nessione tra calligrafia e pittura. Infatti, icaratteri cinesi, che nascono come disegni diuna cosa reale, pur trasformandosi e stilizzan-dosi, rimangono sempre un’immagine di unarealtà più che un segno convenzionale.Nessuno può diventare un grande pittore senon è anche un buon calligrafo e chi riescenella calligrafia riesce anche nella pittura per-ché è padrone del pennello: è la pennellata ilveicolo dell’impulso creativo.

La pittura cinese assegna un ruolo impor-tante al pennello, lo strumento atto a traccia-re la forma. Prove dell’uso di questo nella pit-tura cinese esistono già al tempo della dinastiaZhou. L’asta a cui sono fissati i peli o le seto-le, modellati a forma di goccia, è quasi sempredi bambù.

Il pennello è tenuto in posizione perpen-dicolare al foglio e i tratti sono applicati con ilmovimento della spalla e del gomito.Dipingere muovendo il polso o le dita è unerrore.

L’inchiostro, invece, è il mezzo che per-mette di visualizzare le idee artistiche.L’inchiostro cinese è formato da fuliggine onerofumo impastato con colla e aromatizzatocon canfora o muschio.

Alla fuliggine possono essere aggiuntiingredienti quali la polvere di giada, di perle odi lacca grezza. Esistono anche tavolette d’in-chiostro di diversi colori.

La pietra dove è miscelato l’inchiostro èparticolare, attentamente scelta, lavorata escolpita. È formata da una vaschetta doppiache raccoglie nella parte più profonda l’acquae nella parte più spaziosa la polvere ottenutasfregando la tavoletta d’inchiostro sulla pietra.

Il primo materiale impiegato nella pitturaè stato la seta sostituita dalla carta non appe-na questa fu scoperta. La carta si rivelò unprodotto migliore come supporto sia per ilbasso costo, sia per la grande varietà di tipi incui poteva essere fabbricata, ma soprattuttoper la sua capacità di accogliere l’inchiostro ei colori.

Anche nella pittura contemporanea, comein quella classica, i generi pittorici più trattatisi possono ridurre a quattro: paesaggi, ritratti,uccelli e animali, fiori e piante.

Il formato più diffuso nella pittura tradi-zionale è il rotolo di cui esistono due tipi, il LiZhou o rotolo verticale che si appende allaparete e lo Shou juan o rotolo orizzontale chesi srotola da destra a sinistra.

Ogni rotolo è formato dal dipinto appli-cato su un supporto, robusto ma pieghevole,da una cornice solitamente in seta damascatanel tono che più si adatta al dipinto e da duecilindri di legno laccato, fissati ai lati più stret-ti del rettangolo.

COMPRENDERE LA CINA

Caratteristica è la presenza di numerosisigilli, i timbri in inchiostro rosso lacca, che sitrovano nei dipinti classici o contemporanei.

Prima del XII secolo, il sigillo come firmadell’opera non esisteva. Si dice che questamoda, iniziò con Hui Zong, ultimo imperato-re della dinastia Song settentrionale che posela sua firma abbreviata, accompagnata dal suosigillo, su un suo quadro. Non molto tempodopo gli artisti cominciarono ad apporre illoro sigillo sui dipinti, per motivi estetici e perattestare l’autenticità del dipinto stesso. Inseguito, il sigillo venne anche usato dai pro-prietari del dipinto, per indicare non solo ilpossesso ma anche il loro apprezzamento sul-l’opera. Una specie di giudizio critico.

Oggi, in genere, i sigilli sul dipinto sonopochi: uno con il nome vero del pittore ed unaltro con il suo nome d’arte. A volte questonome d’arte è una frase tratta da un classicodella letteratura. Lo stile del sigillo è impor-tante perché denota la cultura, il carattere e lapersonalità dell’autore che spesso provvedepersonalmente all’incisione.

Un’altra caratteristica della pittura cinese èla presenza sul dipinto di un brano calligrafi-co. Quest’uso deriva dalle dinastie Yuan eMing. Gli scritti sui dipinti sono poesie, branidell’artista, brani tratti da classici o sempliciriflessioni dell’artista e devono essere un vicen-devole complemento del dipinto.

L’uno serve a rendere più comprensibilel’altro e spesso il brano calligrafico dà la chia-ve di lettura dell’opera artistica.

CeramicaLa produzione di manufatti ceramici pre-

suppone stanziamenti umani stabili, disponi-bilità di materie prime e un’organizzazione dellavoro che consenta di distogliere parte deimembri di una comunità dalle attività mirateal procacciamento di cibo per impiegarla nellaproduzione di vasellame d’uso domestico efunerario.

Queste condizioni occorsero in Cina pres-so le culture neolitiche che fiorirono fra l’8000e il 2000 a.C. ca. nella valle del Fiume Gialloe del Fiume Azzurro.

La più famosa delle culture neolitichecinesi, quella di Yangshao, è la più estesa cro-nologicamente (5000-3000 a.C.) e territorial-mente e deve la sua fama al livello raggiuntonella produzione di vasellame.

Il suo nucleo originario è stato individua-to nello Shaanxi centrale e nello HenanOccidentale. La ceramica Yangshao consistegeneralmente in una terraglia grigia o rossochiaro, lavorata a mano, con pareti spesse enon sempre regolari. Il colore rosso è dovuto alferro contenuto nell’argilla che in combinazio-ne con l’ossigeno a temperature piuttosto alte(fino a 1020°) produce ossido di ferro.

Intorno al 3000 a.C. si sviluppa, nelle pro-vince del Liaodong e dello Shandong, la cultu-ra tardo neolitica di Longshan (3000-1700a.C.) caratterizzata da una ceramica nera, luci-da, generalmente priva di decorazioni, la cuifinezza si deve all’uso del tornio e al migliora-mento dei forni che divennero più piccoli percontrollare meglio l’immissione del calore.

157

VI. LE ARTI FIGURATIVE IN CINA

158

La grande abilità dei cinesi, soprattuttonelle arti che prevedono l’utilizzo del fuoco,come bronzo, ceramica, ecc., dove il controllodella temperatura è fondamentale per lariuscita dei manufatti, ha posto le basi peruno sviluppo ininterrotto dell’arte ceramicache, attraverso il perfezionamento delle tecno-logie, porterà alla scoperta della porcellana,un prodotto che si distingue sia per le tempe-rature di cottura, fra il 1280 e i 1400°C, siaper le caratteristiche di durezza, compattezza,impermeabilità, translucenza e biancore.

Il più antico esempio di proto-porcellanarinvenuto in Cina risale alla dinastia Shang econsiste in un frammento di vaso con tracced’invetriatura verde chiaro. In questo periodo icinesi erano già in grado di raggiungere la tem-peratura di 1200° C, alla quale avveniva la for-mazione di quel rivestimento vetrificato checaratterizzerà la porcellana propriamente detta.

In epoca Han si producono ceramiche coninvetriatura a base di piombo, cotte a bassatemperatura, la cui colorazione varia dal brunoambrato, per la presenza di ferro nell’argilla, alverde per la presenza d’ossido di rame.

La tecnica dell’invetriatura al piombo eragià nota nel Mediterraneo e non è improbabi-le che sia giunta in Cina attraverso l’AsiaCentrale.

La maggior parte della produzione è rap-presentata dai mingqi, che costituivano il cor-redo funebre, per lo più raffiguranti figureumane e modellini d’architetture del tempo.

Nel corso della dinastia Tang, la produzio-ne ceramica più caratteristica è quella, di usoprevalentemente funerario, nota come SanCai, Tre Colori, per la prevalenza di verde,marrone e bianco o blu. L’invetriatura, moltofluida, cola e si mescola dando luogo ad effet-ti cromatici.

Tra l’VIII e il IX secolo, si sviluppa anchela ceramica bianca che vede il graduale passag-gio dal grès al grès porcellanato alla porcellanavera e propria, grazie al miglioramento deiforni, a camera unica e dotati di prese d’aria,nei quali si raggiungono temperature semprepiù elevate.

La dinastia Song vede il sorgere di molte-plici centri di produzione ceramica fra i qualisi segnala quello di Jingdezhen, la cui attivitàsembra abbia avuto inizio già in epoca Han, equello di Longquan che all’epoca dei Songmeridionali produce il celebre celadon chepresenta una caratteristica invetriatura verdeoliva, verde azzurro, molto amata dai cinesiperché evocativa del colore della giada.

Con la dinastia mongola degli Yuan, ilcomplesso di Jingdezhen comincia ad assume-re carattere industriale e si specializza nellaproduzione in serie della famosa porcellana“Bianca e Blu”, per la quale si utilizza cobaltopuro importato soprattutto dalla Persia.

Questa porcellana “bianca e blu” si svilup-perà soprattutto nel corso della successivadinastia Ming, inizialmente con la produzio-ne di grandi piatti lobati decorati con motivifloreali e iscrizioni tratte dal corano destinati

COMPRENDERE LA CINA

ai paesi islamici, poi con i vasi a collo stretto, imeiping, piatti, brocche decorati con un bluprofondo e luminoso che raggiunge i più altilivelli qualitativi all’epoca dell’imperatoreXuande (1426-1435).

Dal XVI secolo in poi, comincia a Dehuanel Fujian la produzione di porcellana biancanota in Europa come Blanc de Chine e utiliz-zata principalmente per la realizzazione di sta-tuine buddiste e incensieri.

Altre porcellane monocrome vedono l’uti-lizzo d’invetriature rosse, turchesi, verdi, gial-le, blu che saranno perfezionate nel corso delladinastia Qing.

Il fenomeno della porcellana da esporta-zione si lega all’arrivo degli occidentali in Cinaa cominciare dai portoghesi che, giunti aGuangzhou (Canton) nel 1514, deterrannoper tutto il XVI secolo, il monopolio dellerelazioni commerciali con il paese.

Agli inizi del XVII secolo sarà fondata laCompagnia delle Indie Orientali, e gli olande-si diverranno i principali esportatori in Europadi porcellana cinese nota come Kraak.

Sulla spinta delle richieste sempre crescen-ti provenienti dai mercati europei, la produ-zione di porcellane a smalti policromi si svi-luppa ulteriormente e, già a partire dal XVIIsecolo, le porcellane suddivise in famiglie,Famiglia Verde, Famiglia Gialla, FamigliaRosa, Famiglia Nera in base ai colori predomi-nanti nella decorazione, invadono l’Europapervasa dal gusto per le chinoiseries.

Una curiosità è la porcellana della FamigliaRosa che può considerarsi forse l’unico contri-buto dato dall’Occidente alla Cina in questocampo. Lo smalto rosa chiamato Porpora diCassio, dal nome dell’olandese AndreasCassius di Leida che lo scoprì nel 1671, è uncolore derivato dal cloruro d’oro, reso opacocon l’aggiunta d’ossido di stagno, e chiamatodai cinesi fencai, ovvero colore pallido o yang-cai, colore straniero.

Utilizzato soprattutto per decorare i servi-zi da tavola destinati alle casate regnanti euro-pee e i vasi per le mensole dei camini, è statoprobabilmente introdotto in Cina intorno al1720 dal gesuita italiano GiuseppeCastiglione.

159

VI. LE ARTI FIGURATIVE IN CINA

APPENDICE VII

LaMusica

el’Opera

Oper

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162

MusicaLa tradizione fissa gli inizi della storia

musicale cinese al 2697 a.C., ma le prime testi-monianze archeologiche d’interesse musicalerisalgono a non prima del secondo millennioa.C.. Si tratta di reperti appartenenti alla dina-stia Shang e consistono in frammenti d’ossoincisi, sui quali sono riportati responsi oracola-ri, la cui espressione ideografica sembra rappre-sentare tamburi o altri strumenti musicali.

Le scritture superstiti della successivadinastia Zhou contengono, invece, riferimen-ti diretti ad eventi musicali.

La dinastia Han costituisce la fontemigliore per le ricerche sulla musica cinese.Accenni alla musica sono contenuti nelle cro-nache dinastiche, nei manuali rituali, nellebiografie e in opere filosofiche. Argomentodei canti era l’amore, la divinità o la satirapolitica e tutte le corti richiedevano danze emusiche adatte alle cerimonie e ai vari intrat-tenimenti. Durante la dinastia Han fu istitui-to l’Ufficio imperiale della musica, Yuefu, colcompito di registrare e catalogare tutto ciòche riguardasse questo campo.

Alla dinastia Han seguì un periodo diinvasioni durante il quale l’impero fu diviso inregni autonomi. La Cina, riunificata sotto ladinastia Sui, sotto la successiva dinastia Tangraggiunse l’apice del suo sviluppo. Risalgono aquesto periodo gli elenchi imperiali dei “DieciTipi di Musica”, con la descrizione degli stru-menti, dei costumi e dei repertori dei gruppimusicali attivi alla corte imperiale.

La musica strumentale tradizionale è suo-

nata da strumenti solisti o da piccoli ensembledi strumenti a corde, flauti e vari cimbali,gong e tamburi. La scala musicale cinese hacinque note. Gli strumenti tradizionali si divi-dono in categorie secondo il materiale dicomposizione: pelle, bambù, legno, seta,argilla, metallo e pietra. Le orchestre cinesitradizionali consistono di strumenti a corde,ad arco o pizzicati, legni e percussioni. Laprima musica cinese ben documentata è quel-la per il qin, uno strumento a corde pizzicato,i cui primi spartiti risalgono alla dinastiaTang, anche se si è a conoscenza che il qin erasuonato già durante la dinastia Han.

Nella Cina antica la posizione dei musici-sti era molto inferiore a quella dei pittori, perquesto la teoria musicale non si è mai moltosviluppata. Tuttavia, era tradizione che gliimperatori tenessero sotto controllo il canzo-niere popolare per monitorare gli umori deisudditi. Uno dei classici confuciani, loShijing, contiene molti esempi di canzonipopolari raccolte tra il IX e il IV sec. a.C..

La musica vocale cinese è tradizionalmen-te cantata con una voce sottile o in falsetto, edè di solito solista. Tutta la musica tradizionalecinese è melodica piuttosto che armonica.

COMPRENDERE LA CINA

GLI STRUMENTI TRADIZIONALI:

Legni e percussioni: Dizi, sheng, paigu, gong, pais-hao, guanzi, campanelli e cimbaliArchi: Erhu, zhonghu, banhu, jinghu, gaohuPizzicati: Qin, sanxian, yangqin, zheng, ruan,konghou, liuqin, pipa

È solo con il Movimento per la NuovaCultura fiorito tra il 1910 e il 1920, che ele-menti di musica occidentale entrano nel pano-rama cinese e si vengono così a creare orche-stre moderne sinfoniche e jazz.

A partire dagli anni quaranta anche lamusica pop, soprattutto americana, cominciaad influenzare i gusti del paese. Tuttavia, dopoil Forum di Yan’an sulla letteratura e le arti del1942, fu lanciata una campagna di larga scalanelle aree controllate dal Partito Comunistaper creare una musica e delle canzoni rivoluzio-narie che educassero la popolazione illetterataagli obiettivi del Partito. Tutte le forme musi-cali considerate superstiziose o anti-rivoluzio-narie furono represse nei decenni successivi.

OperaL’opera cinese è stata molto popolare per

secoli, specialmente nella forma dell’Opera diPechino, o Jingju. Quest’opera è spesso guttu-rale, con vocali molto acute, in genere accom-pagnate da strumenti a corda.

Altri tipi d’opera sono la Cantonese, quel-la del Sichuan, la Pingju, la Qinqiang, ecc..

L’opera di Pechino classica è interessanteperché combina numerose forme d’espressio-ne artistica che nel teatro occidentale sonogeneralmente separate. Essa è canto, danza,spettacolo acrobatico e rappresentazione stori-ca (dialoghi). Prevalgono i valori morali piut-tosto che quelli materiali: la pietà filiale, l’a-more per il paese, la lealtà, accanto alle onni-presenti storie d’amore. La differenza princi-pale tra l’opera di Pechino e quella occidenta-le risiede nella rispettiva applicazione di sim-bolismo e realismo nella recitazione.

Nell’opera di Pechino l’attore deve recitaresenza ambientazione e perciò gli si richiedeun’arte interpretativa di livello molto alto.Deve saper usare le mani, gli occhi, la bocca, ilcorpo e il movimento (ritmo) perché la suaespressione simbolica trasmetta e faccia capireal pubblico cosa sta avvenendo sulla scena e inmodo che la sua immaginazione riesca a perce-pire la vera atmosfera.

L’interpretazione non è soggetta a limita-zioni di tempo e di spazio e, siccome alcuneattività della vita quotidiana non possono vero-similmente essere rappresentate sulla scena,quest’opera le evoca in maniera simbolica.

Sulla scena sono quindi i movimenti partico-lari del corpo dell’attore a simboleggiare le azionie gli elementi concreti di una scenografia, comeper esempio l’apertura o la chiusura di una porta.L’effetto scenografico di questo tipo di recitazio-ne è, in un certo senso, ancora più potente diquello cui siamo abituati come sfondi o oggetti.

La musica vocale e strumentale dell’operadi Pechino può essere sostanzialmente divisain due sistemi: lo xipi e l’erhuang, che aiutanogli attori ad esprimere le differenti emozioni ea rappresentare vari caratteri con il canto e larecitazione. Sonorità, vivacità, vigore ed entu-siasmo caratterizzano lo xipi, che dunque èadatto ad esprimere passione ed eccitazione.L’erhuang è caratterizzato invece da profonditàe solennità ed è perciò più indicato per espri-mere commozione, depressione o malinconia.

La musica dell’opera di Pechino si adeguaai tempi dell’attore; la durata e il ritmo posso-no essere cambiati al momento e il fatto d’esse-re molto flessibile permette l’improvvisazione.

163

VII. LA MUSICA E L’OPERA

APPENDICE VIII

Letteratura

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166

L’opera di Confucio è il punto di parten-za ideale per parlare di letteratura cinese anti-ca: Confucio non solo ha lasciato molto nelcampo letterario, ma soprattutto ha contri-buito alla nostra conoscenza con la sua attivi-tà di raccoglitore di composizioni antiche inprosa e in poesia. Egli riteneva, infatti, chequeste opere fossero la base di conoscenza peracquisire la virtù.

I “Cinque libri”, Wujing, da lui raccolti, purfiltrati di quelle composizioni che non si accor-davano con la sua dottrina, contengono quantodi più antico è rimasto della letteratura cinese.

Essi sono:1. Lo Shijing, “Libro della poesia”,

un’antologia poetica cinese che racco-glie 305 inni di corte, canzoni popo-lari, elogi d’eroi, inni rituali.

2. Lo Shujing, “Libro dei documenti”,fonte del patrimonio storiograficodella Cina (cronache, aneddoti, ver-bali).

3. Lo Yijing “Libro delle mutazioni”,un manuale di divinazione, che noiconosciamo come “I King”.

4. Il Lijing “Libro dei riti”, le regole dicomportamento per ogni livello estato sociale.

5. Il Chunqiu “Primavere e Autunni”,un’opera di carattere storico che rac-conta la cronaca del Principato di Lu,patria di Confucio.

Di questo periodo vanno anche ricordati iLunyu “Dialoghi” tra Confucio e i suoi disce-poli dove sono raccolti gli insegnamenti di

Confucio, e il Mengzi “Libro di Mencio” dovesi trovano gli insegnamenti di Mencio (372-288 a.C.), seguace della scuola confuciana.

Alla scuola taoista, invece, dobbiamoalcune tra le opere più belle della letteraturadella Cina antica. I testi fondamentali sono: ilDaodejing “Libro della via e della virtù”, incui sono esposti i principi del taoismo e ilZhuangzi “Il maestro Zhuang”, consideratotra i più grandi scrittori dell’antichità cinese.

Dalla dinastia Han, i grandi autori dellaletteratura cinese sono gli storici e i poeti e nonpiù i filosofi. È al tempo degli Han che com-pare il primo grande storico della Cina, SimaQian (145-86 a.C.) che compila l’opera intito-lata Shiji “Memorie di uno storico”, un docu-mento fondamentale della storiografia tradi-zionale cinese. Quest’opera può essere consi-derata la prima vera storia generale della Cina.

Oltre alla storiografia, il periodo Han hadato impulso alla poesia, dove si possonodistinguere due filoni: quello dotto e artificio-so rappresentato dai fu e quello popolare rap-presentato dagli yuefu.

L’altro periodo di grande fioritura letterariaè la dinastia Tang, durante la quale si raccolgo-no due grandi collezioni compilate per decretoimperiale nel VIII sec.: il Quantangshi “Tutta lapoesia Tang” con 48.900 poesie di 2.200 auto-ri e il Quantangwen “Tutta la prosa Tang”.

La poesia dell’epoca Tang ha il periodo dimaggior sviluppo durante il regno dell’impe-ratore Xuanzong (713-755), mecenate e cul-tore delle arti alla corte del quale operarono LiBai (701-762) e Du Fu (712-770).

COMPRENDERE LA CINA

Nel campo della prosa, uno dei maggioriesponenti dell’epoca è Han Yu (768-824), ini-ziatore di un nuovo modo di scrivere che si rifàai classici: il nuovo stile è chiamato guwen“prosa all’antica”. Han Yu è autore di saggi filo-sofici e politici che combattono il buddismo eil taoismo e favoriscono il confucianesimo.

Questa ripresa degli studi confuciani e sto-rici continua con la dinastia Song. Il piùimportante autore di opere storiche di questoperiodo è Sima Guang (1019-1086) che scrivelo “Specchio generale per l’arte di governare”,un excursus in 294 capitoli che abbraccia lastoria cinese dal 403 a.C. al 959 d.C., con unrigido ordine cronologico.

L’invenzione della stampa, avvenuta sem-pre in questo periodo, dà impulso alla pubbli-cazione di varie opere, e rende anche possibilile prime enciclopedie cinesi.

Di quest’epoca va anche ricordato Zhu Xi(1130-1200), uno dei più significativi espo-nenti della scuola neoconfuciana, che rielabo-ra e commenta la dottrina e gli scritti diConfucio. La sua interpretazione sarà adottatacome dottrina ufficiale dello Stato e, dal 1583al 1904, anno in cui si tengono gli ultimiesami confuciani di Stato, la sua dottrina saràl’unica ammessa.

I poeti d’epoca Song, si servono di unnuovo componimento, il Ci, un tipo di poesialirica i cui versi si prestavano per essere canta-ti secondo musiche di derivazione stranierache si andavano allora diffondendo.

Con la dinastia Yuan, invece, appaiono iprimi testi teatrali. Caratteristica di questo tea-tro sono i recitativi che si alternano alle particantate, mentre molta dell’azione scenica èeffettuata con i mimi e la scenografia è ridottaal minimo.

Il romanzo come genere letterario a séstante si afferma, invece, nel periodo Ming erappresenta un mezzo per criticare i mali dellasocietà cinese. Come opere esemplari delperiodo si ricordano il romanzo d’avventure“Sul bordo dell’acqua”, tradotto in italiano conil titolo “I briganti”, che descrive le avventuredi una banda di uomini, costretti a diventarebanditi durante il periodo dei Song settentrio-nali; il romanzo storico “Il romanzo dei TreRegni” che racconta le guerre seguite alla cadu-ta della dinastia Han; il romanzo fantastico“Viaggio in Occidente” che tratta, in formaromanzata, del viaggio in India del pellegrinobuddista Xuanzang. Parte di quest’opera èstata tradotta in italiano con il titolo “Lo scim-miotto”.

Durante la dinastia Qing, uno dei roman-zi di maggior interesse è il “Sogno della CameraRossa” che, narrando la storia di una famigliaaristocratica, ci fornisce una delle migliori cri-tiche della società feudale cinese.

La figura più eminente della letteraturacinese dell’ultimo secolo è forse quella di LuXun (1881-1936), molto apprezzato dallostesso Mao Zedong, che intese la letteraturacome partecipazione attiva al risveglio patriot-tico della Cina.

167

VIII. LETTERATURA

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Lu Xun fu tra gli ispiratori del movimen-to di riforma nella società cinese e promosseuna campagna per la riforma della linguascritta, promuovendo l’abbandono dello stileclassico e l’impiego, nelle opere letterarie,della lingua parlata.

Nel 1918 Lu Xun scrive “Il diario di unpazzo” in cui adotta, per la prima volta, la lin-gua volgare e non quella dei classici. Dalladata di pubblicazione del “Diario” inizia ilperiodo della letteratura moderna cinese.

L’opera che gli ha dato maggior fama,però, è “La vera storia di Ah Q”, scritta nel1921 che narra le vicende di Ah Q, un cinesedel popolo che partecipa alla rivoluzione del1911, inconsapevole di quanto gli sta acca-dendo intorno.

Il maggior esponente della cultura cinesemarxista è Guo Moruo (1891-1978). Oltreall’attività di poeta, filologo, traduttore e studio-so di storia e d’archeologia, Guo ha ricevuto ilmaggior successo dalle opere teatrali, basate suifatti storici della Cina antica e raccontati perrisvegliare la coscienza nazionale. Nel 1949 èeletto Presidente della Federazione cinese delle

Scienze e membro di diversi organismi governa-tivi: cariche che mantenne fino alla morte.

Tra gli autori contemporanei vanno anchericordati:

Mao Dun (1890-1981), novellista,romanziere e drammaturgo, il cui capolavoro,“Mezzanotte” descrive la città di Shanghaidegli anni Venti in tutti i suoi aspetti sociali.

Ba Jin, autore della trilogia “Famiglia”,“Primavera”, “Autunno” i cui personaggi rifiu-tano tutte le imposizioni della società tradi-zionale.

Nel 1942, Mao pronuncia a Yan’an, nellemontagne dello Shaanxi, alcuni famosi“Discorsi sulla funzione della letteratura edell’arte” in cui sono elencati i principi aiquali si devono attenere gli scrittori.

“ … La letteratura e l’arte devono essere alservizio del popolo, per l’edificazione delsocialismo, subordinate alla politica; gli scrit-tori e gli artisti rivoluzionari devono identifi-carsi con i lavoratori.”.

Questi principi guideranno per parecchianni l’attività letteraria cinese.

COMPRENDERE LA CINA

APPENDICE IX

Lalinguacinese

“Buo

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170

Il cinese è una lingua tonale che appartie-ne al ceppo sino-tibetano. Per quanto sia con-siderata una lingua unica, in realtà le variazio-ni regionali tra i suoi dialetti sono grandi,simili alle differenze che si registrano tra le lin-gue romanze.

Evitando di entrare nel merito delle distin-zioni tra i diversi dialetti, è importante peròrilevare che, nonostante le sostanziali differen-ze di pronuncia nel parlato, i cinesi condivido-no un’unica lingua scritta. Ciò ha permesso findall’antichità a persone di diverse aree dialetta-li di trovare un terreno d’intesa comune.

Usato da un quarto della popolazionemondiale come lingua madre, il cinese è unadelle lingue più parlate al mondo: nella formadel cinese mandarino, è la lingua ufficialedella Repubblica popolare cinese e di Taiwan,è una delle quattro lingue ufficiali diSingapore ed è una delle sei lingue ufficialidelle Nazioni Unite. Nella forma del cinesecantonese, invece, è una delle lingue ufficialidi Hong Kong (insieme all’inglese) e diMacao (insieme al portoghese).

La lingua parlataI principali gruppi linguistici, o dialetti,

presenti in Cina, oltre al mandarino, sono: loWu - che comprende lo shanghaiese -, loXiang, il Gan, lo Hakka, lo Yue - che è il can-tonese -, il Min - che comprende diverse sot-tocategorie ed è parlato nelle aree costiere daFuzhou verso meridione.

Il cinese mandarino, che si basa sul dialet-to del nord 3, è stato scelto come lingua uffi-ciale della nazione ed è la lingua insegnatanelle scuole ed usata nelle comunicazioni, neimedia e nel governo.

Nella Repubblica popolare, il cinese man-darino è conosciuto ufficialmente comeputonghua o lingua comune.

La scelta del dialetto di Pechino o del nordcome lingua ufficiale ha ragioni storiche: apartire dal XV secolo aveva cominciato a dif-fondersi in Cina il quanhua, una specificaapplicazione in campo burocratico di unavariante colta del dialetto settentrionale ai finidella comunicazione orale tra funzionari pro-venienti da province diverse.

La stessa dinastia mancese aveva cercato didefinire una lingua nazionale e, in seguito allaRivoluzione del 1911 e alla costituzione dellaRepubblica cinese nel 1912, fu facile promuo-vere un linguaggio comune basato appuntosul quanhua.

Dopo il 1949, con la fondazione dellaRepubblica popolare cinese, la riforma dellalingua e l’istituzione di uno standard linguisti-co si ripresentò come esigenza vitale.Quest’obiettivo comportò la necessità di ope-rare scelte spesso arbitrarie che si concretizza-rono nella lingua ufficiale ad oggi adottata, ilputonghua.

COMPRENDERE LA CINA

3 Il dialetto del nord è il più diffuso in Cina in quanto la sua area, che raccoglie circa il 70% della popolazione cinese, è la più ampia e densamente popolata

La lingua scrittaLa relazione tra il cinese parlato e quello

scritto è complessa poiché, mentre i dialettisubivano le variazioni dei secoli sin dalla dina-stia Han, il cinese scritto mutava decisamentemolto meno. Fino al XX secolo, gli scritti for-mali furono redatti in wenyan o cinese classi-co. Solo dopo il “Movimento del 4 maggio”nel 1919, lo standard formale per il cinesescritto è cambiato nel cinese vernacolare, obaihua, che è da allora considerato la linguaufficiale. La lingua scritta impiega un sistemaa caratteri, dove ogni simbolo rappresenta unmorfema ovvero la più piccola unità gramma-ticale che contenga un significato.

I caratteri cinesi hanno origine già dalladinastia Shang. Inizialmente erano solo rap-presentazioni pittografiche del loro significato,più o meno astratto. Con il passare del temposi sono evoluti per esprimere un linguaggioche diventava sempre più complesso e si sonovia via stilizzati.

Il primo stadio dell’evoluzione della scrit-tura cinese è il jiaguwen, ovvero la scritturadelle iscrizioni su scapole di bovini e su carapa-ci di tartaruga che servivano per le antiche divi-nazioni. La fase successiva è quella del jinwen,caratterizzata ancora da iscrizioni che vengonoperò fatte su vasellame in bronzo. Seguonoquindi il dazhuan, grande sigillo, e il xiaoz-huan, piccolo sigillo, il lishu, scrittura dei fun-zionari, il kaishu, scrittura standard, il xingshu,scrittura corsiva (questi due stili sono usatiancora oggi) e infine il caoshu, lo stile erbausato prevalentemente in calligrafia, una vera epropria arte con caratteri difficili da decifrare.

La maggior parte dei caratteri consistonodi un elemento, il radicale, che dà indicazionedella classe semantica cui appartiene e che soli-tamente conserva un certo valore ideografico,e di un altro elemento, il fonema, che dà - omeglio dava - indicazione sulla pronuncia.

Attualmente, la scrittura cinese è ricondot-ta a 214 radicali, partendo dagli antichi 540 epassando per una prima riduzione a 360.

Nella scrittura cinese sono tradizional-mente riconosciute sei categorie fondamentaliall’interno delle quali trovano classificazionetutti i tipi di caratteri. Sono sei classi che rap-presentano i principi su cui si è basata fin dal-l’antichità la scrittura cinese.

1. xiang xing - rappresentazioni figura-tive; è la classe più antica, compren-de quelli che sono meglio noti comepittogrammi. si tratta di rappresenta-zioni di oggetti concreti o di concettirelativamente semplici.

2. zhi shi - simboli indicativi; sono gliideogrammi semplici: rappresentazio-ni simboliche d’oggetti che non ripro-ducono direttamente una forma maindicano un concetto.

3. hui yi - ideogrammi composti;Nascono dall’unione di due o piùcaratteri semplici che assieme indica-no un nuovo concetto più articolato ecomplesso.

4. xing sheng - composti fonetici; con-stano di due elementi costitutivi: unoè un carattere omofono che è preso aprestito per indicare la pronuncia acui è aggiunto un secondo carattere

171

IX. LA LINGUA CINESE

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che individua il senso generale dellaparola, il campo semantico del con-cetto che si vuole rappresentare.

5. zhuan zhu - prestiti fonetici; uncarattere viene scritto in modo total-mente identico ad un suo omofono,ma è usato per indicare qualcosa dicompletamente diverso per quantoriguarda il significato.

6. jia jie - falsi sinonimi. Un carattere giàesistente è adottato con un’altra acce-zione di significato e di pronuncia.

Oggi la lingua scritta è riconducibile a duestandard principali: i caratteri semplificati e icaratteri tradizionali.

I primi sono stati semplificati ufficialmen-te dalla Repubblica popolare cinese a metà delsecolo XX con lo scopo di promuovere l’alfa-betizzazione. La loro diffusione è avvenuta indue fasi, una nel 1956 e l’altra nel 1964.

I caratteri tradizionali, invece, sono usati aHong Kong, Macao e Taiwan. Nella scritturaa computer, il codice Guobiao, o GB, è usatopiù frequentemente per i caratteri semplifica-ti e il BIG5 è usato per i caratteri tradizionali.

FonologiaLa struttura fonologica d’ogni sillaba

cinese consiste di un suono vocalico (unavocale sola oppure un dittongo), di un suonoconsonantico (che precede e/o segue la voca-le) e di un tono.

Tutte le varietà del cinese parlato usano itoni, a partire dai tre toni d’alcuni dialetti set-

tentrionali fino ai dieci toni d’alcuni dialettidel sud. L’unica eccezione è lo shanghaiese cheè quasi completamente atonale.

Il cinese mandarino ha quattro toni prin-cipali, denominati con il loro numero: primo,secondo, ecc. a cui corrisponde una certamodulazione della voce e un quinto tono,detto neutro. Riportiamo di seguito l’esempiopiù comune dei quattro toni principali, con lasillaba ma:

GrammaticaDa un punto di vista linguistico, il cine-

se è una lingua sintetica nel senso che dipen-de dalla sintassi (l’ordine delle parole e lastruttura della frase) piuttosto che dalla mor-fologia (il cambiamento della forma delleparole attraverso la loro declinazione). Nonavendo forme verbali, né generi o numeri peri nomi, il cinese fa grande uso di particelleper indicare l’aspetto e il modo dell’azione edi classificatori numerali per identificare laclasse del nome.

Altre caratteristiche peculiari di questalingua sono l’uso della costruzione seriale delverbo e l’elisione del pronome e del soggetto.

COMPRENDERE LA CINA

ma: mamma primo tono, piattomá: canapa secondo tono, ascendentemà: cavallo terzo tono, modulato: prima discendente e poi ascendentemà: sgridare, inveire quarto tono, discendente

à

APPENDICE X

Trescuole

dipensiero

Laoz

i

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Oltre a Confucio e alla scuola confucianacui abbiamo dedicato un capitolo appositoall’interno di questo volume, vale la penaricordare altri tre pensatori che hanno influen-zato la cultura della Cina e di cui tuttora ritro-viamo traccia nel comportamento dei cinesi.

Laozi e il taoismoLaozi è uno dei più famosi filosofi cinesi.

Più che una figura storica, è una figura leggen-daria. Si crede, infatti, che sia vissuto intornoal IV secolo a.C. durante il Periodo dei RegniCombattenti e che abbia scritto il testo allabase della filosofia taoista, il Daodejing (o TaoTe Ching come è meglio conosciuto da noi).

Nel corso dei secoli Laozi è diventato unadivinità del pantheon taoista.

La tradizione dice che Laozi nacque nellaprovincia dello Henan. Alcune leggende lodipingono come un neonato dai capelli bian-chi, avendo passato diversi anni nel grembo disua madre. Sempre secondo la tradizione,Laozi fu per un certo periodo contemporaneodi Confucio e lavorò come archivista nellaBiblioteca imperiale della dinastia Zhou. Laleggenda narra che in seguito abbia intrapresoun viaggio verso ovest attraverso lo stato diQin a cavallo di un bufalo d’acqua e da lì siasparito nel deserto.

La sua unica opera scritta, il Daodejing, èstata di grande influenza in Cina. Il libro è untrattato che copre molte aree della filosofia,dalla spiritualità individuale alle tecniche pergovernare la società.

Laozi enfatizzava il concetto di Dao (oTao, com’è noto in Italia), la Via, allargandone

il significato e identificandolo con un ordineimmanente dell’universo. Egli accentuò inol-tre il concetto di Wu Wei o di “azione attraver-so la non azione” con il quale intendeva chenella propria condotta si dovrebbero evitare leintenzioni esplicite, la volontà forte e in questomodo raggiungere la reale efficienza seguendolo spontaneo movimento delle cose.

Il taoismo, nato come filosofia, si evolvenei secoli come religione. Diventa religione distato a partire dal V sec. d.C. e lo rimane inin-terrottamente fino alla caduta della dinastiaQing. Il taoismo-religione si sviluppa secondovarie scuole di pensiero. Alcune di queste pon-gono l’accento sul raggiungimento dell’im-mortalità, avvicinandosi così al concetto bud-dista d’illuminazione. Altre, invece, seguonopratiche alchemiche e magiche.

Nel corso dei secoli, furono aggiunti ele-menti politeistici, con l’adorazione di vari dei,alcuni dei quali identificabili con quelli buddi-sti, mentre altri derivati dal folklore cinese.Molto popolari furono soprattutto gli Ottoimmortali, entità celesti che erano uomini, mache riuscirono ad ottenere l’immortalità attra-verso la fede. Nel periodo Tang furono incor-porati nella religione molti elementi buddisticome la regola monastica, la dieta vegetarianae il celibato per i monaci.

La maggiore parte delle infrastrutture taoi-ste sono state distrutte in epoca comunista.Negli scorsi decenni, i monaci sono stati man-dati nei campi di lavoro e molti templi sonostati demoliti. Questa tendenza si è intensifica-ta soprattutto durante la Rivoluzione culturale.

COMPRENDERE LA CINA

Dal 1982, però, la nuova politica di tolle-ranza religiosa ha permesso la ricostruzione oil restauro dei templi taoisti.

Han Feizi e la scuola legistaHan Feizi nato nel 233 a.C. è un filosofo

che, con Li Si, sviluppò la filosofia del confu-ciano Xunzi e organizzò la dottrina dellaScuola della Legge o Legista. Egli stesso un ari-stocratico, Han Feizi proveniva dalla famigliaregnante dello Stato di Han durante l’ultimafase del Periodo dei Regni Combattenti. La suafilosofia si concentra sul ruolo del governante.Chi governa deve tenere sotto stretto controllolo Stato, oggetto della sua azione di governo,attraverso l’utilizzo e il sostegno di tre presup-posti: la posizione di potere, shi, le tecniche digestione del potere, shu, e le leggi, fa.

La scuola legista ritiene che ognuno agiscasecondo un unico principio, quello di evitare

la punizione cercando, simultaneamente, diottenere dei vantaggi. Per questo, è compitodella legge punire severamente ogni azioneindesiderata e ricompensare chi, invece, vi siadegua.

Oltre a Xunzi, l’altra fonte principale delleteorie politiche di Han Feizi fu l’opera diLaozi, il Daodejing, che nel legismo è inter-pretato come un testo politico, su cui HanFeizi stesso scrisse un commentario.

Han Feizi vedeva il Dao come una leggenaturale che ognuno ed ogni cosa sono obbliga-ti a seguire. Il governante ideale sarebbe statochi, essendo capace di emanare leggi che nonpossono essere violate, diventa un’inevitabileforza della natura. La sua filosofia influenzòmolto il primo imperatore della Cina, QinShihuangdi, diventando principio guida dellasua politica. La scuola poi conobbe un declinodurante la dinastia Han. Nonostante questo,però, le idee politiche di Han Feizi hanno con-tinuato ad avere una grande influenza su tutte ledinastie successive. La filosofia legista ha cono-sciuto un rinnovato interesse nella Cina comu-nista durante la leadership di Mao Zedong che,gran conoscitore di filosofia, ammirava pubbli-camente i principi base della scuola. L’interolavoro di Han Feizi è raccolto nell’opera omoni-ma che, tra tutte le opere della scuola, costitui-sce la sintesi del pensiero legista.

Legge, posizione di forza e tecniche dicontrollo, come si è detto, sono le tre colonneportanti di questa filosofia e si concretizzanonella figura autoritaria del sovrano. La leggedeve essere scritta e resa pubblica, in modo che

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X. TRE SCUOLE DI PENSIERO

QUESTI ALCUNI DEI CONCETTI CENTRALI DELLA DOTTRINA TAOISTA:- Dal Dao, la forza unificata da cui derivano lecose dell’universo, nasce lo Yin e lo Yang, lanatura duale di tutte le sue manifestazioni,maschio e femmina, luce e buio, attivo e pas-sivo, ecc...- È necessario agire in accordo con la proprianatura.- Attraverso la consapevolezza che tutte lecose hanno origine dal Dao, noi riusciamo avedere le cose come sono e a considerare noistessi come una semplice parte del movimen-to stesso.- Il desiderio di “fare”, creato dall’influenza deivalori artificiali della società, minano la pro-pria capacità di comprendere il Dao.

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tutti abbiano la possibilità di adeguarvisi, etutti i sudditi sono uguali di fronte ad essa. Èil sistema delle leggi che governa lo stato e nonla persona che ricopre l’incarico di governan-te: in questo modo, se la legge è applicata consuccesso, anche un governante debole puòessere forte.

Nel sistema legista, la moralità viene aperdere d’importanza. Sono, invece, le specia-li tecniche di controllo che permettono diottenere una perfetta obbedienza e impedisco-no ai Ministri o comunque ai sottoposti diaccedere alle leve del potere. In questo sistemaè la posizione del governante a godere d’auto-rità, non il governante stesso.

Sunzi e l’Arte della GuerraSunzi è considerato tradizionalmente l’au-

tore dell’opera “L’Arte della Guerra”, Bingfain cinese, un trattato sulla guerra e sulla scien-za militare che è stato uno dei testi piùinfluenti mai scritti sulla strategia militare.Sunzi è anche considerato uno dei primi rea-listi nella teoria delle relazioni internazionali.

L’unica fonte che c’è rimasta sulla sua vita,è la biografia riportata nell’opera dello storicoSima Qian nel II sec. a.C., che lo descrivecome un generale dello Stato di Wu vissutointorno al VI sec. a.C., contemporaneo diConfucio. Tuttavia la biografia non è coeren-te con altre fonti dell’epoca e sia la forma, siail contenuto dell’Arte della Guerra, lo datanotra il 400 a.C. e il 300 a.C.

Alcuni storici hanno concluso che gliautori dell’opera di Sunzi fossero dei filosoficinesi sconosciuti e che Sunzi stesso non esi-stesse come figura storica. L’Arte della Guerra

è stata a lungo ritenuta nella Cina imperialecome l’opera conclusiva sulle tattiche e le stra-tegie militari. La sua influenza nella storia èvastissima. Diverse figure politiche, come lostesso Mao Zedong, ma anche uomini politi-ci giapponesi, hanno affermato di essersi ispi-rati alle idee di questo libro. In molti paesidell’Asia orientale l’opera era parte degli studipropedeutici al servizio militare.

Ma la sua influenza va di là del solocampo militare, poiché l’idea che ne sta allabase è che si possa combattere una guerrasenza necessariamente dover ricorrere alla bat-taglia fisica: la guerra è una forma d’arte che,se e quando viene perfezionata, permette diraggiungere l’ideale della vittoria senza com-battimento.

In tempi recenti, il libro è stato utilizzatoper varie discipline, dalle moderne strategiemilitari alla competizione commerciale,finanche agli sport professionisti.

Molte delle strategie contenute nell’Artedella Guerra si basano sulla tradizione filosofi-ca del taoismo. La tesi centrale del libro, infat-ti, ruota attorno ad un principio base: realizza-re il massimo facendo il minimo, avvicinando-si così al principio del Wu Wei, la non azione.

Nella sua strategia, Sunzi enfatizza stru-menti che sono più psicologici che militari,come sconfiggere il nemico volgendo le pro-prie debolezze in forza o come mantenere lacoesione e la lealtà del gruppo.

In definitiva, Sunzi consigliava un profilod’”invisibilità” che porta a conoscere gli altrisenza rivelare se stessi.

COMPRENDERE LA CINA

APPENDICE XI

Ilcalendario

lunarecinese

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178

La Repubblica popolare cinese adotta uffi-cialmente il calendario gregoriano, ma accan-to a questo utilizza, soprattutto per le festivi-tà, l’antico calendario lunare cinese.

Questo calendario, infatti, non è usato perle attività quotidiane, ma per la collocazionedi festività quali il Capodanno, la Festa diMetà Autunno, o per la definizione dei giornifausti per celebrazioni di vario tipo comematrimoni o inaugurazioni.

Il calendario cinese è, in realtà, un calen-dario lunisolare, simile per molti aspetti alcalendario ebraico, ed è formato dalla combi-nazione di un calendario puramente lunarecon uno solare di derivazione agricola.

L’inizio d’ogni mese avviene ad ogni fasedi luna nuova, considerata tale dai cinesi nelmomento della congiunzione della Luna colSole, ovvero quando la Luna è completamen-te invisibile.

Le regole base che governano il calendariocinese furono introdotte dall’Imperatore Wudella Dinastia Han. Il suo calendario Taichu,diffuso nel 104 a.C. comprende anni in cui ilsolstizio invernale cade nell’undicesimo mesee definisce come “aggiuntivo” ogni mese chenon sia attraversato da un termine principale.

Il termine principale è la data in cui ilSole, nel suo apparente moto intorno allaTerra, determina un angolo multiplo di tren-ta gradi. Ogni mese prende il numero del ter-mine principale in esso contenuto.

Nel caso in cui capiti che un mese conten-ga due termini principali, non si tiene contodel secondo.

Quando si hanno 13 lune piene tra l’un-dicesimo mese di un anno e l’undicesimomese dell’anno successivo (ovvero tra un sol-stizio e il successivo), l’anno che segue diven-ta di 13 mesi. Poiché in tale anno c’è almenoun mese che non contiene nessun termineprincipale, il mese successivo a questo diventail mese aggiuntivo, che porta però lo stessonumero del mese precedente.

Ad ogni anno viene assegnato un nomecomposto da due parti: una radice (gan) cele-ste e un ramo (zhi) terrestre. I gan celesti sonoassociati allo Yin e Yang e ai Cinque ElementiI loro termini non sono traducibili: jia, yi,bing, ding, wu, ji, geng, xin, ren, gui.

Gli zhi terrestri sono associati ai 12 ani-mali e sono: zi (topo), chou (bue), yin (tigre),mao (coniglio), chen (drago), si (serpente), wu(cavallo), wei (pecora), shen (scimmia), you(gallo), xu (cane), hai (maiale).

Nel calendario cinese gli anni sono contatiseguendo un ciclo di 60 anni conosciuto comeJiazi. I nomi degli anni vengono creati partendodal primo nome ‘celeste’ e dal primo ‘terrestre’, eutilizzando successivamente i secondi, i terzi, ecc.delle due liste; quando si arriva all’ultimo di unadelle due liste, si ricomincia dal primo di quellalista. In questo modo è possibile costruire 60combinazioni, ossia 60 nomi di mesi, che sonoquelli che compongono un ciclo completo.

COMPRENDERE LA CINA

Il calendario solare cinese di derivazioneagricola si compone di 24 punti, chiamatiJieqi che sono essenzialmente dei riferimentistagionali usati dai contadini per determinarele fasi della semina e del raccolto.

Il calendario cinese contiene nove festeprincipali: sette sono determinate seguendoil calendario lunare, mentre due vengonodal calendario solare. Queste ultime sono laFesta della Pulizia delle Tombe, QingMingjie e il Solstizio d’Inverno.

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XI. IL CALENDARIO LUNARE CINESE

DATA NOME NOME CINESE 2005

Mese 1 - giorno 1 Capodanno cinese chunjie 9 Febbraio

Mese 1 - giorno 15 Festa delle Lanterne yuanxiaojie 23 Febbraio

Aprile 4 o 5 Lett.: Festa Chiara e Splendente qingmingjie 5 Aprile

la Festa della Pulizia delle Tombe

Mese 5 - giorno 5 Festa delle Barche Drago duanwujie 11 Giugno

Mese 7 - giorno 7 La Notte dei Sette qixi 11 Agosto

Mese 7 - giorno 15 Festa degli Spiriti zhongyuanjie 19 Agosto

Mese 8 - giorno 15 Festa di Metà Autunno zhongqiujie 18 Settembre

Mese 9 - giorno 9 Festa del doppio Yang chongyangjie 11 Ottobre

(o Doppio Nove)

Dicembre 21 o 22 Festa del Solstizio d’Inverno dongzhi 22 Dicembre

Per saperne di più

La letteratura sulla Cina è vastissima, considerandone anche solo gli aspetti culturali. Vogliamo tuttaviasegnalarvi alcuni testi che vi permetteranno di approfondire i temi trattati in questo volume:W.R. Vanhonacker, La Cina non è adatta a tutti, in “Economia e Management” ETAS, settembre 2001

L’articolo è recentemente apparso anche in:M. Weber, La Cina non è per tutti - rischi e opportunità del più grande mercato del mondo, Ed. Olivares, 2005

Della stessa autrice, vi consigliamo anche il recente M. Weber, Welfare, Environment and Changing US - Chinese Relations, Università Bocconi, 2004

Per avere un primo quadro di riferimento legale, potete consultare il lavoro distribuito anche su internetall’indirizzo www.bea-law.com: Studio legale Birindelli & associati, Quadro di riferimento legislativo e fiscale per gli operatori stranieri nellaRepubblica popolare cinese, 2004

Per quanto riguarda gli aspetti culturali, si trovano riferimenti interessanti soprattutto nella letteratura anglo-sassone, dove è molto avanzato lo studio sulle variabili di intercultural management. Noi vi consigliamo: Ming-Jer Chen, Inside Chinese Business - a Guide for Managers Worldwide, Harvard Business School Press, 2003Kevin Bucknall, Chinese Business Etiquette and Culture, C&M Online, 2002John Chan, China Streetsmart: what you must know to be effective and profitable in China, Prentice Hall, 2003Wilson Learning Corp. Dos and Dont’s in China: the Traveler’s Giude to Culture, 1999

Finito di stampare nel mese di agosto 2006